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Settembre 2013 Numero 69 Tel: +39 06 70.49.53.20 Fax: +39 06 70.49.04.7 www.reloaderitalia.it [email protected] Le nuove norme per la Distribuzione sulla gestione dei rifiuti elettronici Agenzia Europea per l'Ambiente - I dati di raccolta RAEE raccontano un’Europa che marcia a diverse velocità SISTRI - Avvio al 1 ottobre 2013 ma solo per i rifiuti pericolosi I vincitori della RE BOAT RACE, la prima regata in Italia per imbarcazioni costruite solo con materiali di riciclo 3 RAE RAE RAE E E E Associazione RELOADER onlus 00185 Roma Viale Carlo Felice 89 13 Ambiente e società Ma quanto inquina l’elettricità? Una smart ebike per Papa Francesco Milano Ecologica: la moda sostenibile sfila alla Fashion Week Le suites del futuro - Quando l’albergo oltre che chic è anche green Premio nazionale sulla prevenzione dei rifiuti Gli Speciali 19 S to rie di riciclo 11 Storie americane Texas - La Beer Can House, composta di 50.000 lattine, è diventata un museo Onion Ditch Bridge - Ohio, il ponte più lungo costituito al 100% di plastica riciclata Efficienza energetica Il punto in materia di prestazione energetica nell'edilizia e di incentivi per le rinnovabili Efficienza energetica, antisismica e ristrutturazioni: le detrazioni Una casa di paglia riscaldata con il metodo Bokashi Una nuova fonte di energia: i dossi stradali 7 Energie rinnovabili Efficienza energetica emergenza nazionale Premio Sapio Ricerca e sviluppo Chiara Argentero

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Settembre 2013

Numero 69

Tel: +39 06 70.49.53.20    Fax: +39 06 70.49.04.7    www.reloaderitalia.it     [email protected] 

Le nuove norme per la Distribuzione sulla gestione dei rifiuti elettronici

Agenzia Europea per l'Ambiente - I dati di raccolta RAEE raccontano un’Europa che marcia a diverse velocità

SISTRI - Avvio al 1 ottobre 2013 ma solo per i rifiuti pericolosi

I vincitori della RE BOAT RACE, la prima regata in Italia per imbarcazioni

costruite solo con materiali di riciclo

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RAERAERAEEEE

Associazione RELOADER onlus  00185  Roma  ‐ Viale Carlo Felice 89     

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Ambiente e società

Ma quanto inquina l’elettricità?

Una smart ebike per Papa Francesco

Milano Ecologica: la moda sostenibile sfila alla Fashion Week

Le suites del futuro - Quando l’albergo oltre che chic è anche green

Premio nazionale sulla prevenzione dei rifiuti

Gli Speciali 19

Storie di riciclo

11 Storie americane

Texas - La Beer Can House, composta di 50.000 lattine, è diventata un museo

Onion Ditch Bridge - Ohio, il ponte più lungo costituito al 100% di plastica riciclata

Efficienza energetica Il punto in materia di prestazione energetica nell'edilizia e di incentivi per le rinnovabili

Efficienza energetica, antisismica e ristrutturazioni: le detrazioni

Una casa di paglia riscaldata con il metodo Bokashi

Una nuova fonte di energia: i dossi stradali

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Energie rinnovabili Efficienza energetica emergenza nazionale

Premio Sapio Ricerca e sviluppo

Chiara Argentero  

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RAEERAEERAEE Le nuove norme per la Distribuzione sulla gestione dei rifiuti elettronici

Sono entrate  in vigore dal 4 settembre scorso le nuove norme, che  tendono ad agevolare  la raccolta differenziata dei rifiuti di apparecchia‐ture elettriche ed elettroniche da parte dei di‐stributori,  obbligati  allo  smaltimento  gratuito delle  AEE  dismesse  La  «Legge  europea  2013» allarga l’attuale disciplina sui RAEE prevista dal DLgs  151/2005  a  tutti  gli  elettrodomestici  di grandi  dimensioni,  ai  condizionatori  d’aria,  ai test di  fecondazione.  Il  tutto prevedendo, pe‐rò, una parallela espansione delle attuali regole ex decreto ministeriale 65/2010  sulla gestione semplificata dei RAEE, garantendo ai venditori di nuove AEE maggiori volumi di rifiuti deposi‐tabili  e  trasportabili  in  regime  burocratico «light».  Ancora,  la  realizzazione  e  la  gestione dei  centri  di  raccolta  dei  rifiuti  sarà  possibile anche in base alle sole regole generali ex DLgs 152/2006  in  luogo di quelle specifiche ex DM 8 aprile 2008. Più  in  dettaglio,  la  nuova  norma  introduce  le seguenti  modifiche:  viene  superato  il  limite quantitativo di 3.500 kg totali per lo stoccaggio temporaneo ed il trasporto dei RAEE, pertanto i  distributori  potranno  mantenere  nei  propri Luoghi  di  Raggruppamento  un  quantitativo maggiore, cioè 3.500 kg di RAEE per i Raggrup‐pamenti R1, R2, R3 e 3.500 kg complessivi per R4 e R5. Altra novità rilevante è l’abolizione del limite di portata dei mezzi di trasporto – stabili‐to precedentemente a 6.000 kg – che  restrin‐geva pesantemente  le attività di  logistica.  Infi‐

ne,  viene  finalmente  superato  il dubbio  inter‐pretativo circa  il regime autorizzativo dei Cen‐tri  di  Raccolta  che  possono  ricevere  i  RAEE conferiti  dalla  distribuzione:  si  includono  sia  i Centri  autorizzati  in  regime  semplificato,  sia quelli  autorizzati  con  modalità  ordinaria (secondo  le  modalità  previste  dal  DLgs 152/2006).  Va  segnalato  tuttavia  come  invece rimanga forte e penalizzante  il limite tempora‐le per  l'allontanamento dei RAEE dai Luoghi di Raggruppamento della distribuzione, che con‐tinua  a  mantenere  la  cadenza  mensile  o  più ravvicinata nel caso si superi  il  limite dei 3.500 Kg. Nonostante da più parte fosse stato richie‐sto  di  passare  a  una  frequenza  trimestrale,  è stato  invece mantenuto  l’obbligo di effettuare tali trasporti almeno una volta al mese: un ag‐gravio di  lavoro, e quindi di costi che non de‐termina alcun vantaggio ambientale. Non ulti‐mo  viene  abolita  l’esclusione  in  deroga dall’ambito di applicazione del DLgs 151/05 de‐gli elettrodomestici  fissi di grande dimensione e  di  alcune  altre  tipologie  di  apparecchi [indicati  nell’elenco  “esemplificativo  e  non  e‐saustivo” contenuto nell’Allegato 1/B dell’art. 2, comma 1 della Legge 6 agosto 2013, n. 97 re‐cante Disposizioni per l'adempimento degli ob‐blighi  derivanti  dall'appartenenza  dell'Italia all'Unione  europea  ‐  Legge  europea  2013. (13G00138)  (GU n.194 del  20‐8‐2013  )], deroga ora  riconosciuta  come  non  conforme  alle  di‐sposizioni comunitarie.      M. T.  

Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 20 agosto (la n. 194) della «Legge euro‐pea 2013» (legge 97/13 del 6 agosto 2013), parte a stretto giro l’upgrade delle regole na‐zionali alle ultime norme ambientali. 

Agenzia Europea per l'Ambiente I dati di raccolta RAEE raccontano un’Europa che marcia a diverse velocità

I dati messi a disposizione EEA indicano che, men‐tre  il riutilizzo e  il riciclaggio dei rifiuti di apparec‐chiature elettriche ed elettroniche raccolti (RAEE) sembra  essere  sulla  buona  strada  nella maggior parte dell'UE,  la  raccolta dei RAEE dà  risultati ab‐bastanza diversi nei  vari Paesi,  anche  se general‐mente si registra un miglioramento. I dati si riferi‐scono alla raccolta 2010, ma non è cambiato molto negli  ultimi  due  anni,  grazie  anche  al  contributo 

della crisi che ha afflitto  l’economia europea,  insi‐stendo  particolarmente  sui  Paesi  dell’area medi‐terranea più a rischio. In generale tuttavia Il livello di  raccolta  è  ancora molto  basso  in molti  Paesi, soprattutto rispetto alle quantità di nuovi apparec‐chi  immessi  sul  mercato.  Sembra  inoltre  che  le quantità di RAEE che vengono raccolti, sia  in gran parte riutilizzata (sia gli apparecchi  interi che  loro componenti)  o  riciclata.  In  particolare,  l’Italia  si 

colloca nella fascia medio ‐ bassa della graduatoria europea: nel 2011 il Sistema RAEE nazionale ha ge‐stito 4,29 kg di RAEE /abitante, vale a dire  il 35,8% di un eventuale target basato sul PoM pari in allora 

a 12Kg/abitante. Secondo uno studio realizzato nel 2012  per  il  Consorzio  Ecodom  da United Nations University  ‐  Institute  for  Sustainability  and Peace (UNU), in collaborazione con il Politecnico di Mila‐

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no  e  Ipsos,  ciascun  cittadino  ita‐liano  genera  in  un  anno  media‐mente 16 kg di RAEE, ma  solo un quarto di questi viene consegna‐to ai Sistemi Collettivi per  il ritiro e  il  recupero.  Esiste  quindi  una rilevante  quantità  di  rifiuti  elet‐tronici che sfugge al Sistema RA‐EE,  disperdendosi  in  numerosi flussi “complementari”, gestiti da soggetti  che  a  volte  non  sono neppure  in possesso delle neces‐sarie  autorizzazioni,  che  spesso non  si  curano  dell’impatto  am‐bientale  della  loro  attività  e  che mai rendicontano alle Autorità  le quantità di RAEE trattate. Le tipo‐logie di RAEE più spesso intercet‐tate  dai  flussi  “complementari” appartengono ai Raggruppamen‐ti R2 (lavatrici, lavastoviglie, forni, cappe, scalda‐acqua) e R4 (piccoli elettrodomestici,  elettronica  di consumo,  informatica),  che  han‐no  un  contenuto  di materie  pri‐me economicamente più  rilevan‐te e sono quindi particolarmente appetite  dai  soggetti  interessati più  al  profitto  che  all’ambiente. Ma  neanche  il  comportamento dei cittadini italiani pare essere di aiuto  ad  una  corretta  gestione dei  RAEE  domestici:  ognuno  di noi,  infatti,  tiene  in casa oltre 20 kg  di  Apparecchiature  Elettriche ed  Elettroniche  non  più  funzio‐nanti, delle quali però  ‐ per varie ragioni  ‐  è  restio  a  disfarsi.  Inol‐tre,  i  cittadini  italiani  ogni  anno gettano via una quantità notevo‐le di RAEE  (circa  1,6 kg/abitante) in modo  non  corretto:  è  il  caso delle piccole apparecchiature co‐me  rasoi,  cellulari,  radiosveglie, ecc.,  che  non  sono  oggetto  di raccolta differenziata. 

I vincitori della RE BOAT RACE, la prima regata in Italia per imbarcazioni costruite solo con materiali di riciclo

In uno scenario spettacolare si è concluso Domeni‐ca  8  settembre  l’evento  più  pazzo  e  colorato dell’estate: “Fai la differenza, c’è la Re Boat Race” – TROFEO CENTRALE DEL LATTE DI ROMA. La re‐gata ha  regalato molte  sorprese, ma  soprattutto ha fatto divertire oltre ai team partecipanti anche tutti gli spettatori presenti nel Parco Centrale del lago dell’EUR di Roma, che hanno supportato fino all’ultimo metro  le  imbar‐cazioni. Quest’anno LUNA ROTTA  non  si  è  concessa il  “bis”  avendo  dovuto cedere  la  fascia  tricolore ai  RARI  RECICLANTES. L ’ imba r caz ione   d i “capitan  Tartaglia”  ha  ta‐gliato per prima il traguar‐do  aggiudicandosi  così  il trofeo  SPEED  RE  BOAT  – PREMIO  CAVALLUCCIO MARINO. Chi bissa il trofe‐o  è  invece  ROCHY  3  (lo scorso  anno  ROCHY  2) che  si  è  guadagnata  nuo‐vamente  il  premio  SU‐STAINABILITY  RE  BOAT  –  PREMIO  DELFINO  AZ‐ZURRO – per l’imbarcazione costruita con la mag‐giore quantità di materiale di  recupero e  riciclo e con  trazione  a  impatto  quasi  zero.  I  COSTAMIN‐KIA, nome del tutto particolare, si sono aggiudica‐ti il trofeo MISS RE BOAT – PREMIO STELLA MARI‐NA  –  per  aver  costruito  l’imbarcazione  estetica‐mente più bella. A LA BARCA DELLA FAMIGLIA CO‐RAGGIO è spettato  il trofeo CREATIVITY RE BOAT – PREMIO PESCE PAGLIACCIO – per essere stata la 

più originale nella decorazione della propria imbar‐cazione. Ma c’è stato anche un premio per il team più “lento”: il trofeo SLOW RE BOAT RACE – PRE‐MIO  TARTARUGA  MARINA,  quest’anno  è  stato consegnato all’imbarcazione AFFONDA, che non è affondata ma è stata  l’ultima a tagliare  il traguar‐do.  Infine,  la giuria speciale ha consegnato  il pre‐mio  TITANIC  per  la  “robustezza  impattante 

dell’imbarcazione” a RAGGIO DI SOLE 2. Al termi‐ne delle premiazioni,  i “Green Team”  sono  stati  i protagonisti del gioco “DOVE LO BUTTO?” Un gio‐co  simpatico per  smaltire nel modo giusto  le  im‐barcazioni e per aggiudicarsi un altro grande trofe‐o,  il RECYCLING RE BOAT – PREMIO ZERO WASTE RE  BOAT  offerto  dal  Gruppo  Porcarelli.  L’eco‐equipaggio  più  veloce  nello  smaltimento  del  le‐gno,   della plastica e degli  altri materiali, è  stato NOA NOA. 

La neverending story del SISTRI continua. Il Governo confer‐ma che Il sistema di tracciabilità dei rifiuti sarà più semplice e che sarà limitato ai produttori e ai gestori di rifiuti pericolosi. Lo prevede un articolo del pacchetto sulla PA che ha avuto il via libera dal Consiglio dei Ministri. Per la Campania ‐ spiega il ministero dell'Ambiente  ‐  la  tracciatura sarà estesa ai  rifiuti urbani. L’operatività del SISTRI sarà scaglionata: dall’1 otto‐bre  l’adesione sarà obbligatoria solo per  le aziende che tra‐sportano o gestiscono rifiuti speciali pericolosi, mentre dal 3 marzo  2014  (prorogabile  fino  all’1  settembre  2014)  lo  sarà anche per i produttori di rifiuti speciali pericolosi. Va sottoli‐neato come la disposizione in esame preveda che, con appo‐sito decreto ministeriale, potranno  essere  individuate ulte‐riori categorie soggette al sistema SISTRI. Per quanto riguar‐da il regime sanzionatorio è stato previsto un periodo transi‐torio di sei mesi durante il quale le sanzioni di cui all’art.260 bis del D.L.vo n. 152/2006 (Testo Unico ambientale), limitata‐mente alle violazioni di cui al comma 3  (rilascio di  informa‐zioni incomplete o inesatte), al comma 5 (inadempimenti ad obblighi previsti dal  sistema)  e  al  comma  7  primo periodo (mancanza della copia cartacea della scheda SISTRI durante il trasporto di rifiuti), saranno applicate solo qualora le azien‐de commettano più di tre violazioni nello stesso arco tempo‐rale di sei mesi. Il Ministro dell’Ambiente Orlando, in occasio‐ne di un recente  incontro con  le organizzazioni  imprendito‐riali che hanno ribadito le difficoltà e le preoccupazioni delle aziende riguardo alla funzionalità del SISTRI, ha espresso  la disponibilità, ad aprire   un dialogo per avviare un percorso condiviso con gli utenti, ad estendere  i collaudi  informatici,  a produrre costanti modifiche e semplificazioni del sistema in corso d'opera, nonché ad intervenire sul regime sanziona‐torio in sede di conversione del decreto legge.  

SISTRI

Avvio al 1 ottobre 2013 ma  solo per i rifiuti pericolosi 

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Energie rinnovabiliEnergie rinnovabiliEnergie rinnovabili

7 RELOADER Magazine - Settembre 2013

Efficienza energetica Il punto in materia di prestazione energetica   nell'edilizia  e  di   incentivi  per   le  rinnovabili    

Ammontano  a  circa  470 milioni  di  tonnellate  di CO2  le emissioni di gas serra addebitabili all'Italia nel 2012, oltre 20 milioni  in meno  rispetto al 2011(stime Fondazione Sviluppo Sostenibile). Per cen‐trare  gli  obiettivi  della  Roadmap  europea  per  il 2050 sarà però necessario arrivare a 440 milioni di tonnellate entro il 2020 e a 370 milioni di tonnella‐te entro  il  2030. Questi obiettivi possono essere raggiunti  solo  implementando  le politiche nazio‐nali e regionali favorevoli alle energie rinnovabili e all'efficienza energetica. E sembra che  il Governo si  stia  davvero  indirizzando  in  questa  direzione, tanto dal punto di vista della normativa in materia delle  prestazioni  energetiche  dei  nuovi  edifici, quanto da quello dell’incentivazione al passaggio alle  rinnovabili.  Nello  scorso maggio  il  Consiglio dei Ministri  ha dato il via libera al Decreto 63/2013 (pubblicato in Gazzetta ufficiale il 6 giugno) di re‐cepimento della Direttiva Europea 2010/31/UE, che  impone agli Stati membri di fissare requisiti mini‐mi di prestazione energetica per gli edifici nuovi ed esistenti, assicurare  la certificazione energeti‐ca e disciplinare  i controlli sugli  impianti di clima‐tizzazione.  In una nota di Palazzo Chigi si leggeva che “il decreto prevede  il recepimento della Diretti‐va  2010/31  in  materia  di  prestazione  energetica nell'edilizia, in relazione alla quale L'Italia è in forte ritardo ed è stata ‘richiamata’ tramite procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea”. C’è  da dire tuttavia che, mancando  il decreto attuati‐vo che manda in vigore le misure, ciò non è basta‐to  a  convincere  la Corte di giustizia UE:  i giudici del  Lussemburgo  hanno  condannato  l'Italia   per non  aver  recepito  correttamente  la  direttiva 

2002/91/CE.  La  sentenza C‐345/12 della  sez. X del 13 giugno 2013 in particolare, è stata emessa per il mancato rispetto dell'obbligo di dotare dell'Atte‐stato  di  Prestazione  Energetica  (APE)  gli  edifici nuovi e quelli di vecchia costruzione in caso di af‐fitto,  nonché  per  la  possibilità,  ora  revocata,  di autocertificare  la classe energetica per gli  immo‐bili  più  energivori.  Il  provvedimento,  comunque, non prevede pene pecuniarie, a parte l'obbligo di pagare le spese. In altre parole, sono stati giudica‐ti  tardivi  i provvedimenti correttivi varati dal Go‐verno in maggio nel tentativo di evitare la senten‐za. Sufficiente e tempestivo o no, il nuovo Decre‐to modifica  il DLgs 192/2005, emanato a suo tem‐po in attuazione della Direttiva 2002/91/CE sul ren‐dimento  energetico  nell'edilizia,  e  completa  il quadro normativo nazionale  in materia di presta‐zione  energetica  degli  edifici.  Il  provvedimento adotta una metodologia di calcolo della prestazio‐ne energetica degli edifici che tiene conto, tra l'al‐tro,  delle  caratteristiche  termiche  dell'edificio  e degli  impianti di  climatizzazione e di produzione di  acqua  calda.  Fissa  inoltre  i  requisiti minimi  di prestazione  energetica  in  modo  da  conseguire livelli ottimali in funzione dei costi che si appliche‐ranno  agli edifici nuovi e  a quelli  sottoposti a  ri‐strutturazioni  importanti.  É  prevista  la  revisione quinquennale  dei  requisiti minimi  di  prestazione energetica,  che  dovranno  applicarsi  agli  edifici nuovi  e  a  quelli  sottoposti  a  ristrutturazioni  im‐portanti.  Tanto  la Direttiva UE  quanto  la  norma italiana di recepimento, prevede inoltre che entro il  2020  tutte  le nuove  costruzioni  siano  ‘Edifici  a Energia  Quasi  Zero’  e,  per  raggiungere  questi 

standard,  il Decreto  indica una  strategia  at‐traverso un Piano Nazionale, in cui sono indi‐viduate  le modalità  per  arrivare  a  tale  tra‐guardo, passando  attraverso obiettivi  inter‐medi  di miglioramento  della  prestazione  e‐nergetica degli edifici di nuova  costruzione, entro  il 2015. Gli stessi criteri valgono anche per gli edifici di nuova costruzione occupati dalle  Amministrazioni  Pubbliche  o  di  loro proprietà, che dovranno  rispettarli a partire dal  31  dicembre  2018.  Il Decreto  prevede  i‐noltre un sistema di certificazione della pre‐stazione  energetica  degli  edifici  che  com‐prenda  informazioni  sul  consumo  energeti‐co,  oltre  a  raccomandazioni  per  il migliora‐mento  in  funzione  dei  costi.  L'attestato  di certificazione energetica è trasformato quin‐di  in  attestato  di  prestazione  energetica (APE), di durata decennale, che dovrà essere rilasciato da esperti qualificati e  indipenden‐ti, insieme a raccomandazioni e suggerimenti per  il miglioramento dell’efficienza energeti‐ca  dell'edificio  in  questione.  La  redazione dell'attestato  è  obbligatoria  in  caso  di  co‐struzione, vendita o locazione di un edificio o di un'unità immobiliare, nonché per gli edifici occupati dalla Pubblica Amministrazione, ad eccezione  di:  edifici  e monumenti  protetti, luoghi  esclusivi  di  culto  e  attività  religiose, costruzioni  temporanee  per  destinazione d'uso uguale o  inferiore a due anni, edifici o parti  di  edifici  isolati  con meno  di  50 metri quadri e gli edifici usati meno di quattro mesi all'anno, oltre a quelli con ACE (Attestato di Certificazione Energetica) in corso di validità e  rilasciato  conformemente  alla  direttiva 2002/91/CE.  In merito agli incentivi per le rin‐novabili, il Governo prepara nuove rimodula‐zioni con  il Decreto Fare bis  in fase di defini‐zione. Il provvedimento dovrebbe introdurre sconti sulla bolletta elettrica per  le  imprese, con l’obiettivo di dare una spinta alla compe‐titività, ma anche una possibile  rimodulazio‐

ne  degli  incentivi  alle Rinnovabili.  Questi, secondo  le prime  indi‐screzioni,  una  volta eliminati  dalle  voci  di costo in bolletta, sareb‐bero  dovuti  essere  rifi‐nanziati   con  l’emissione di bond. Ora però il Ministro dello Sviluppo  Economico  Flavio  Zanonato  ed  il Sottosegretario Claudio De Vincenti parlano di un nuovo tetto annuale agli incentivi stata‐li  (da 12 miliardi di euro a 9 miliardi) e nuove modalità  di  erogazione,  spalmandoli nell’arco  di  trent’anni  invece  che  venti.  La misura  genererebbe  un  taglio  della  spesa annuale di 3 miliardi di euro  in bolletta.  Il ri‐sparmio sul costo dell’energia è sicuramente una buona notizia per le imprese in generale ancora sotto gli effetti della crisi economica. Tuttavia  si misura  qualche  sconcerto  per  la riduzione del tetto tra gli operatori della filie‐ra delle Rinnovabili: negli ultimi anni  il setto‐re ha subito non poche penalizzazioni, dovu‐te  anche  alle  continue  rivisitazioni  degli  in‐centivi che hanno generato un clima di incer‐tezza tra le imprese e gli operatori interessa‐ti. Il Dl 63/2013 è stato convertito in agosto in legge 90/2013. Tra  le novità c'è  l'obbligo per chi vende o affitta un immobile di allegare al contratto l’APE dell'edificio, a pena di nullità. Sono confermate le proroghe al 31 dicembre 2013  delle  detrazioni  Irpef  del  55%  (che  au‐menta  al  65%)  per  interventi  di  efficienta‐mento energetico degli edifici e del 50% per le  ristrutturazioni  edilizie  (‘ecobonus’),  con estensione della detrazione del 50% all'acqui‐sto  di  mobili  ed  elettrodomestici  relativi all'immobile  ristrutturato.  Le  legge  di  con‐versione  infine, dopo  il passaggio alla Came‐ra, allarga al 65% la detrazione Irpef per ade‐guamento  antisismico  della  prima  casa, ma solo fino al 31 dicembre 2013.        M. M.  

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Energie rinnovabiliEnergie rinnovabiliEnergie rinnovabili

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Una casa di paglia riscaldata con il metodo Bokashi Efficienza energetica,

antisismica e r i s t rutturaz ioni : le detraz ioni

Prestazione energetica in edilizia  Una  delle  principali  novità  è  la  sostituzione dell’attestato  di  certificazione  energetica  (Ace) con quello di prestazione energetica  (Ape),  che definisce le caratteristiche di un edificio attraver‐so  l’utilizzo di  specifici descrittori e  fornisce an‐che  le  raccomandazioni  per  il  miglioramento dell’efficienza . Ristrutturazioni edilizie Oggetto dell’agevolazione  sono  le  singole unità immobiliari residenziali per le quali vengono ese‐guiti  interventi  di  manutenzione  straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristruttura‐zione edilizia ovvero le parti comuni di edifici resi‐denziali per  le quali  vengono eseguiti  interventi di  manutenzione  ordinaria  e  straordinaria,  re‐stauro  e  risanamento  conservativo,  ristruttura‐zione  edilizia.  L’agevolazione  è  prevista  anche nel  caso  di  realizzazione  rimesse  o  posti  auto, eliminazione di barriere architettoniche e bonifi‐ca dall’amianto. Consiste  in una detrazione  Irpef del 50% per  le spese sostenute entro  il 31 dicem‐bre  2013  e  del  36%  per  quelle  sostenute  oltre. L’importo massimo su cui calcolare la detrazione è pari a 96.000 euro  fino al 31 dicembre  2013 e 48.000 euro a partire dal prossimo anno. Acquisto mobili Sono agevolabili gli acquisti di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+  

 (classe A per  i  forni), per apparecchiature per  le quali è prevista  l’etichetta energetica,  finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazio‐ne.  L’agevolazione  consiste  nella  detrazione  Ir‐pef del 50% delle spese sostenute fino ad un mas‐simo di euro 10.000. Interventi di risparmio energetico  Oggetto  dell’agevolazione  sono  gli  interventi finalizzati  alla  riqualificazione  energetica  degli edifici. L’importo massimo su cui calcolare  la de‐trazione è di 100.000 euro per gli interventi per la riduzione del fabbisogno energetico di edifici esi‐stenti; 60.000 euro per gli  interventi  riguardanti pareti  e  finestre  su  edifici  esistenti  ovvero  per l’installazione di pannelli  solari; 30.000 euro per la  sostituzione  di  impianti  di  climatizzazione  in‐vernale. A partire dal 2014 l’importo massimo per tutte le categorie è pari a 48.000 euro. La detra‐zione è pari al 65% delle spese sostenute fino al 31 dicembre  2013  e  del  36%  per  quelle  sostenute successivamente. Interventi antisismici  Sono agevolabili gli interventi su edifici ricadenti nelle  zone  sismiche  ad  alta  pericolosità. L’importo massimo detraibile è pari a 96.000 eu‐ro  fino  al  31  dicembre  2013  (detrazione  pari  al 65%)  e  48.000  euro  dal  1°  gennaio  2014 (detrazione pari al 36%).  (Fonte: pmi.it) 

La struttura della casa è in legno con le pareti rivestite di paglia e si trova in  Giappone.  Il metodo  Bokashi  ha anch’esso le sue origini in Giappone. Il termine significa 'materia organica fermentata'.  Questa  tecnica  viene spesso definita come un tipo di com‐postaggio, ma è  in realtà un proces‐so  di  fermentazione  anaerobica,  il 

cui prodotto finale è molto differente da quello prodotto mediante compostaggio. Molte per‐sone scelgono il Bokashi perché è molto semplice e in genere inodore. Tutto ciò che serve è un secchio con coperchio, un mix speciale tipicamente costituito da crusca di grano e microorgani‐smi effetti e, naturalmente, rifiuti organici. E nella città costiera di Taiki‐cho, Hokkaido, questo metodo riscalda naturalmente, durante l'inverno, l'innovativa casa con le pareti di paglia, gene‐rando 30° Celsius di calore, per un massimo di quattro settimane, grazie alla fermentazione. 

Una nuova fonte di energia: i dossi stradali Si  chiama Lybra,  il primo dosso  stradale  che produce energia pulita recuperando l’energia cinetica delle auto che passano. E’ un brevet‐to  italiano nato dall’idea di Massimiliano No‐senzo, Andrea Pirisi e Andrea Corneo, giovani ingegneri  che  hanno  dato  vita  nel  2011 all’impresa Underground Power e, con il sup‐porto di Trentino Sviluppo, hanno progettato e  realizzato  il  dosso  stradale  che  converte l’energia cinetica dei veicoli che vi transitano sopra.  Il parcheggio dell'Auchan di Rescaldi‐na,  in  provincia  di Milano,  ne  ospita    due  e sarà il suo banco di prova. Si calcola che pres‐so  il centro commerciale si dirigano  in media 8500 auto al giorno. Ciò permetterà di otte‐nere  100 mila  chilowattora di  energia  all'an‐

no. Si  tratta della quantità pari a quella pro‐dotta da un impianto fotovoltaico da 80 kW e a  circa  19  tonnellate  di  petrolio.  Il  dosso  ha avuto un  costo di  circa  100 mila euro,  che  il gruppo  Auchan  prevede  di  recuperare  nel corso di 7 anni. Il primo esemplare di Lybra è lungo 10 metri ed è stato realizzato ricorren‐do a gomma ed acciaio come materiali princi‐pali. Quando  le  automobili  si muovono  al di sopra di esso producono energia cinetica. Es‐sa viene catturata a una dinamo, mediante la quale può essere  trasformata  in corrente al‐ternata. Parcheggi, rotonde, punti di attraver‐samento pedonale e strade trafficate potreb‐bero  rappresentare  i punti più  indicati per  il posizionamento del nuovo dosso. 

Con  la  legge di conversione del dl 63/2013 sono state  introdotte  importanti novità  in merito alle detrazioni ed alle agevolazioni  fiscali per  la  riqualificazione energetica e altri  interventi sugli  edifici. Di seguito sono evidenziate le misure e i numeri riferiti alle detrazioni applicabili. 

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Storie di ricicloStorie di ricicloStorie di riciclo     

Storie americane

Composta di 50.000 lattine è diventata un museo  L’infrastruttura è robusta, misura 24,6 me‐tri di  lunghezza ed è stata costruita  in Lo‐gan County dalla società Axion, con mate‐riali derivanti per  l'80% da plastica  riciclata proveniente da bottiglie di detersivi e pro‐dotti per  l'igiene e per  il 20% da paraurti e cruscotti di vecchie vetture.  I suoi compo‐nenti perciò non assorbono l'umidità e non consentono  la proliferazione di muffa e  le 

infestazioni di parassiti.  L’Onion Ditch Bri‐dge si  inserisce nel programma di conteni‐mento dei  rifiuti di Logan County, che si è posta  l'obiettivo di arrivare a zero entro  il 2020.  Costruito  su  una  strada  pubblica,  il ponte è stato finanziato per l'80 % dal Fede‐ral  Innovative  Bridge  Research  and  Deplo‐yment  Program,  nato  per  costruire  o  ri‐strutturare i ponti degli Stati Uniti. 

Texas 

La Beer Can HouseLa Beer Can HouseLa Beer Can House

John Milkovisch,  tappezziere  in pensione di Hou‐ston, oggi scomparso, iniziò a realizzarla nel 1968, partendo dal taglio e dall'appiattimento delle latti‐ne di birra per emulare  i  rivestimenti  in alluminio. Nel corso dei successivi 18 anni la casa scomparve sotto una copertura di  lattine e bottiglie  riciclate, comprese le scintillanti ghirlande pendenti dal tet‐to, che non solo fanno cantare la struttura nel ven‐to, ma hanno anche abbassato  le bollette energe‐tiche  della  famiglia,  o  le  bellissime  pareti  con  le bottiglie al loro interno, che proiettano ombre co‐lorate grazie al vetro colorato. La Beer Can House, oggi museo gestito dall'organizzazione senza sco‐po di  lucro Orange Show Center for Visionary Art, è  aperta  da Mercoledì  a  Venerdì  dalle  10:00  alle 14:00 e nel weekend dalle 12.00 alle 17:00.  

Onion Ditch Bridge Onion Ditch Bridge Onion Ditch Bridge --- OhioOhioOhio  

Il ponte più lungo costituito al 100%  di plastica riciclata  

Orangeshow

‐dabfoto 

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Ambiente e societ

Ambiente e societ

Ambiente e societ àà à     

Ma quanto inquina l’elettricità? Come accade per la gran parte delle attività della specie umana, produrre energia elettrica significa inevitabilmente inquinare. E questo è un fatto ac‐quisito. Che apre tuttavia la strada al quesito: ma quanto siamo capaci di  inquinare  l’aria che respi‐riamo grazie all’uso ormai  irrinunciabile degli ap‐parecchi  elettrici?  Zachary  Shahan,  Professional Blogger & Website Director del  sito CleanTechni‐ca, per rispondere a questa domanda, ha analizza‐to i dati riferiti a 60 Paesi nel mondo ed è giunto a concludere  che  le  emissioni  inquinanti  dovute all’elettricità variano nelle diverse aree del piane‐ta. La premessa fondamentale, forse ovvia, è che  le emissioni di CO2 dell'elettricità dipendono cer‐tamente da quanta energia viene utilizzata. Si de‐ve però integrare anche un altro dato, vale a dire il  contenuto  in  carbonio  delle  fonti  usate  per  la produzione.  La  chiama  ‘l’intensità  di  carbonio dell’elettricità’  e  varia  notevolmente  a  seconda della  fonte di  combustibile.  Come  indicazione  di massima,  il carbone ha una  intensità di carbonio di  circa  1.000  g  CO2/kWh,  il  petrolio  800g  CO2/

kWh,  il gas naturale circa 500g CO2/kWh, mentre nucleare, idroelettrica, eolica e solare hanno tutti meno di 50 g di CO2/kWh. L'intensità di carbonio di energia elettrica di rete è determinata dal mix di  fonti  impiegate  nella  produzione.  Utilizzando dati dell'IEA, Shahan ha realizzato una mappa per mostrare quanto sia diversa l'intensità di carbonio di energia elettrica nel mondo. Nei Paesi  di colore verde  scuro  come Norvegia,  Islanda e Paraguay, le emissioni dirette di generazione di energia elet‐trica sono  inferiori a 20 g CO2/kWh, a causa della dominanza di energia idroelettrica, e in alcuni casi di  quella  geotermica,  come  in  Islanda.  In  India, Mongolia e Sud Africa, il colore rosso scuro indica emissioni  di  elettricità di  oltre  900g  CO2/kWh,  a causa della posizione dominante del carbone. La maggior parte degli  altri paesi utilizza un mix di fonti e si posizionano nel mezzo. La seconda com‐ponente delle emissioni derivate dall'elettricità è la quantità di energia elettrica utilizzata. In questo caso, è stata usata la domanda di energia elettrica residenziale, per confrontare le emissioni causate 

dal  consumo  di  energia  elettrica  delle  fami‐glie. La domanda di energia elettrica residen‐ziale rappresenta circa un terzo della doman‐da  totale  e  varia  notevolmente  da  Paese  a Paese. Nella mappa che segue  le dimensioni di ogni rettangolo rappresentano la domanda di energia elettrica residenziale pro capite. La Norvegia si classifica  in prima posizione, con quasi 8.000 kWh per persona. Seguono ame‐

ricani, finlandesi, canadesi e svedesi, con circa 4.000  kWh  ciascuno.  Paesi  come  Camerun, India e Tanzania usano meno di 100 kWh per persona: i loro rettangoli sono appena visibili.  Disponendo dei dati sull'intensità di carbonio di energia elettrica e  sul numero di persone che  la  utilizzano  nelle  loro  case,  si  possono confrontare  le  emissioni  di  energia  elettrica residenziale.  Le  più  grandi  impronte  sono 

quelle dei Paesi che utilizzano  molta  e‐nergia  elettrica  e hanno  alti  livelli  di intensità  di  carbo‐nio.  Tra  i  circa  60 Paesi  analizzati,  l'A‐rabia  Saudita,  gli Stati  Uniti  e  l'Au‐stralia  hanno  di gran  lunga  le  più alte  emissioni,  con oltre  2.500  kg  per persona.  In  netto contrasto,  l'Islanda, il  Paraguay  e  l'Etio‐pia arrivano a 0 kg, grazie  alla  loro  po‐tenza  incredibil‐mente  a  basso  te‐nore  di  carbonio. Interessante  il  caso della  Norvegia,  che utilizza quasi  il dop‐pio  di  energia  elet‐trica  residenziale pro capite, come gli Stati  Uniti,  ma  ha emissioni di  soli  152 kg  a  persona.  Al 

contrario, l'India ha la più alta intensità di carbonio rispetto agli Stati Uniti, ma emette solo 135 kg a persona a causa dell'utilizzo limitato. Da notare anche il fatto che le emissioni cinesi siano di "appena" 331 kg a persona, nonostante il loro uso elevato del carbone. Questo mette in evi‐denza quanto sia piccola la quota residenziale di utilizzo di energia elettrica in Cina. Un rapido sguardo alle statistiche  IEA mostra che  i  residenti cinesi usano solo  il  18% di energia elettrica prodotta, mentre negli Stati Uniti la cifra è del 38%.   (Fonte: clean technica)    M. T.  

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Ambiente e societ

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Ambiente e societ àà à     

Il primo Pontefice della storia del cattolicesimo a chiamarsi  Francesco è  anche  il primo  a pedalata assistita, se così si può dire: universalmente  rico‐nosciuto  come  persona  umile  e  già  avvezza all’uso dei mezzi pubblici per  i  suoi  spostamenti quando  ancora  era monsignore  a  Buenos  Aires, non  disdegna  nem‐meno  l’ancor  più economica  biciclet‐ta.  I  vertici  della Daimler  ‐Mercedes questo  lo sanno be‐ne  e,  data  la  figura innovatrice  che  il neo Papa si è subito cucito  addosso, hanno  approfittato della  consegna  uffi‐ciale  della  nuova Papamobile  costrui‐ta da Mercedes per regalargli  anche  un esemplare  di  smart ebike.  L’incontro avvenuto  nella  Do‐mus Santa Marta tra Papa  Francesco  I  e l’ambasciatore  del Marchio  stellato  – niente  meno  che  Dieter  Zetsche,  Presidente  di Daimler AG – ha avuto come principale oggetto il passaggio di mano delle  chiavi della Papamobile che  il Santo Padre utilizzerà nel suo prossimo vi‐aggio  in Brasile ma anche  l’illustrazione di quali e quanti  progetti  la  casa  tedesca  stia  portando  a‐vanti  nel  campo  della mobilità  sostenibile.  Ed  in questo contesto, che vede tra Mercedes‐Benz ed 

il  Vaticano  una  collaborazione  lunga  80  anni (iniziata con la limousine fornita a Pio XI negli anni ’30  del  Novecento),  Zetsche  ha  fatto  omaggio all’oculato e sobrio pontefice della bicicletta a pe‐dalata assistita marchiata smart. La bicicletta è un veicolo  che  Papa  Francesco  ha  già mostrato  di 

apprezzare  e  che ben  si  confà  al  suo stile essenziale e ne‐mico  degli  sprechi materiali  oltre  che morali:  proprio  la sterzata  impressa all’immagine  pubbli‐ca  della  Chiesa  da Francesco  I  sprona evidentemente  an‐che  i  colossi dell’industria  come Daimler a dare mag‐gior  visibilità  alle proprie iniziative sul‐la  sostenibilità  am‐bientale,  considera‐bile come l’alter ego materiale  di  un  at‐teggiamento  altri‐menti  spirituale.  Il Presidente  di  Daim‐

ler AG ha anche mostrato che l’impegno del Mar‐chio nella ricerca e sviluppo di forme di sostenibili‐tà per  i  trasporti  si è, venialmente parlando,  tra‐dotto  in  investimenti pari  a  10.8 miliardi di  Euro (dei  quali  la metà  circa  in  tecnologie  pulite)  nel biennio 2013‐2014 ancora in corso. Papa Francesco è  sicuramente  la  personalità,  non  solo  religiosa, più adatta per promuovere un messaggio di cam‐

Una smart ebike per Papa Francesco biamento  anche  per  quanto riguarda  i  trasporti  ed  il  loro impatto ambientale – a parti‐re dalla politica per  finire alle abitudini dei singoli – e baste‐rebbe un’immagine del Santo Padre  in bicicletta (a pedalata assistita  o  meno)  per  fare breccia  nell’immaginario  di tutti,  fedeli  e  laici.  Ancor  più importante sarebbe che  il Va‐ticano  proseguisse  quanto intrapreso  nel  2012  con l’acquisto di alcuni veicoli elet‐trici  (allora  si  trattava  di  ver‐sioni appositamente modifica‐te  di  Kangoo  Maxi  Z.E.  Re‐nault)  destinati  alla  gendar‐meria  vaticana  e  agli  sposta‐menti  dell’allora  Papa  Bene‐detto  XVI  all’interno  dei  giar‐dini residenziali. Il piccolo Sta‐to si è anche dotato di colon‐nine di  ricarica a disposizione dei  dipendenti,  arrivando  ad avere una delle percentuali di mezzi a zero emissioni  in rap‐porto  alla popolazione  (in ef‐fetti esigua) più alte in assolu‐to. L’impatto che avrebbe ve‐dere  un  Papa  solcare  le  folle oceaniche di fedeli a bordo di una silenziosa e non inquinan‐te Papamobile elettrica sareb‐be determinante:  in quanto a cambiamenti  Francesco  sta collezionando  primati,  chissà che non ci regali anche questa soddisfazione.  (Fonte: Veicolielettrici.it,) 

Milano Ecologica: la moda sostenibile sfila alla Fashion Week

Torna in scena la moda etica a Milano, dal 20 al 22 set‐tembre 2013, con “So Critical So Fashion”, evento ide‐ato  e  organizzato  da  Terre  di Mezzo,  dedicato  alla moda  critica  e  indipendente  durante  la  Milano Fashion Week. La location di Frigoriferi Milanesi in via Piranesi 10 ospiterà 60 brand, eccellenze di artigianali‐tà e design, selezionati nel panorama nazionale e  in‐ternazionale, che presenteranno al pubblico  le colle‐zioni   autunno  inverno  2013‐2014 e  l’anteprima delle collezioni  primavera  estate  2014‐2015.    Tre  giorni  di eventi, incontri e workshop per proporre un’altra mo‐da che segue principi di responsabilità etica, sociale e ambientale senza rinunciare a bellezza, innovazione e tendenze..  So Critical So Fashion è l’esempio che una diversa  concezione  di moda  è  possibile,  un  evento che presenta ai consumatori capi e accessori che rac‐contano la storia di chi li ha creati, con particolare at‐tenzione  ai  temi  dell’edizione  2013:  ricercatezza  di materiali biologici e naturali,  innovazione e  recupero di  tecniche  tradizionali, ma  anche upcycling e  riciclo creativo. Tra  le firme più originali si troveranno  la bi‐jouterie  di  Mieko,  ottenuta  dai  vecchi  fumetti  o  i gioielli di Giovanni Scafuro che plasma forchette e fer‐ri  di  lana.  Si  contano  anche  in  programma  tanti workshop e laboratori per imparare a creare o perso‐nalizzare accessori e capi di abbigliamento sperimen‐tando la propria manualità. 

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Ambiente e societ

Ambiente e societ

Ambiente e societ àà à

La  gestione  sostenibile  dei  rifiuti  comincia dalla fase prioritaria della prevenzione, come prevedono  le  norme  europee  e  nazionali. Gestire correttamente  i rifiuti vuol dire quin‐di intervenire a monte, sulle fasi di produzio‐ne, distribuzione e consumo dei beni. È que‐sto  il messaggio  che  Legambiente  e  Fede‐rambiente lanciano insieme con la prima edi‐zione del Premio nazionale sulla prevenzione dei  rifiuti,  intesa  come  insieme di misure  a‐dottate prima che una sostanza, un materia‐le o un prodotto diventi  rifiuto   e volte a  ri‐durre gli  impatti sull’ambiente e  la salute u‐mana  anche  attraverso  il  riutilizzo  dei  pro‐dotti o  l’estensione del  loro ciclo di vita, e/o la  riduzione del  contenuto di  sostanze peri‐colose  in materiali e prodotti. Obiettivo del Premio è quello di individuare, promuovere e diffondere  le buone pratiche nazionali, valo‐rizzando le esperienze più rilevanti e innova‐tive  e  stimolando  un’ampia  riflessione  sul tema  che  accompagni  anche  il  percorso d’adozione del Programma nazionale di pre‐venzione  dei  rifiuti  previsto  dalla  Direttiva 98/2008/CE. Il concorso è rivolto ad ammini‐strazioni  ed  enti  pubblici  e  privati,  aziende, 

imprese,  Istituti  scolastici, cooperative e as‐sociazioni che abbiano realizzato sul territo‐rio  nazionale  iniziative  di  prevenzione  dei rifiuti attualmente ancora  in corso o conclu‐se di recente (non prima del 1 gennaio 2013). La partecipazione al premio è gratuita. Per partecipare al Premio nazionale occorre inviare  la  scheda  di  partecipazione  debita‐mente compilata alla Segreteria Organizzati‐va  ([email protected]), entro  il 30 settembre 2013. La scheda potrà eventualmente essere  integrata con relazio‐ni, analisi economiche, delibere e altri mate‐riali (es. foto, video) descrittivi dell’iniziativa. Le  iniziative  pervenute  verranno  validate  e valutate  da  una  commissione  costituita  da rappresentanti  di  Federambiente,  Legam‐biente,  ministero  dell’Ambiente,  ministero dello Sviluppo economico, ISPRA, rappresen‐tanti del mondo dell’università e della  ricer‐ca, della Camera e del Senato, delle Regioni e dell’ANCI.  Tutta  la  documentazione  necessaria  alla  par‐tecipazione è disponibile su  www.federambiente.it  

In linea con  l’obiettivo europeo ‘Edifici a Energia Quasi Zero entro il 2020’ si muove il design per le strutture alberghiere, alla ricerca della maggiore ecosostenibilità possibile nella scelta dei materia‐li, nell'utilizzo delle energie rinnovabili, nella rea‐lizzazione di una filiera corta e nel risparmio ener‐getico. Presentato prima dell’estate presso  l'Ho‐tel Ai Cadelach di Revine Lago  (Tv),  il prototipo denominato “Green Zero” è il risultato di un pro‐getto  curato  dall'architetto  Daniele  Manichini, che  tende a  fondere armoniosamente  le costru‐zioni  nel  territorio  che  le  ospita.  Si  tratta  di  un modulo  abitativo  a  basso  impatto  ambientale, una  suite  racchiusa  in  un  guscio  eco‐sostenibile da sistemare nel bosco, in riva al mare o in aperta campagna,  in  cui gli ospiti potranno apprezzare gli elementi di costruzione green, senza rinuncia‐re  a dettagli  chic. Porte  e  infissi  sono  composti 

unicamente con  legni certificati FSC, provenienti da  foreste gestite  in maniera corretta e  respon‐sabile, e sono rifiniti con vernici in cui le sostanze tossiche sono state ridotte al minimo. In tema di prestazioni energetiche poi Green Zero è classifi‐cato ‘Casa Clima Classe A’. 

Le suites del futuro Quando  l’albergo  oltre che chic  è anche green   

Scadenza il 30 settembre  per candidare progetti e  iniziative 

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RELOADER Magazine - Gli Speciali, Settembre 2013 RELOADER Magazine - Gli Speciali, Settembre 2013

Gli speciali I N S E R T O N . 8/2013

Per affrontare  la crisi economica occor‐re  partire  dall'efficienza  energetica.  La XIVa edizione del Premio Sapio per  la Ri‐cerca  Italiana ha deciso di  rilanciare un tema  legato  a  doppio  filo  con l’economia, la crisi e  lo sviluppo.  Il Pre‐mio prevede  l'assegnazione di 3 ricono‐scimenti  in denaro  a  tre  ricercatori  che abbiano  svolto  le  loro  ricerche  in  Italia 

su temi quali la salute, l'industria, le bio‐tecnologie,  l'economia e  l'organizzazio‐ne di Giornate di Studio su temi di strin‐gente attualità e di respiro internaziona‐le.  Quest’anno il Premio ha riunito alcu‐ni dei  maggiori esperti sul tema efficien‐za energetica e ha potuto così costruire una sorta di manifesto che sintetizza a‐zioni,  scelte,  opportunità.  Un  invito  al 

mondo scientifico, alle istituzioni e alle  aziende  a  considerare  la  fon‐damentale  importanza,  soprattut‐to  in  questo  periodo  di  crisi, dell’innovazione,  tecnologica  e  di processo, per  la corretta gestione di risorse vitali per  l’economia  ita‐liana come  l’energia,  l’ambiente e l’acqua e, nel contempo, a valoriz‐zare  ed  estendere  le  esperienze virtuose e  le buone prassi già  ap‐plicate  in questi settori. Questi al‐cuni  dei  punti  del  manifesto sull’efficienza energetica.  

Punto 1 Occorre una vera politica energe‐tica, con regole chiare e durature, per  dare  certezze  ad  operatori  e consumatori. L’efficienza  energetica  deve  di‐ventare pilastro dello  sviluppo  in‐dustriale nel settore energetico.  “Per  ridurre sia  il consumo delle  li‐mitate  risorse  fossili,  formatesi  in milioni  di  anni,  che  le  emissioni  di CO2, esistono due chiare strategie – dice  l’Ingegner Alessandro Clerici, 

  Chiara Argentero ‐ Relazioni esterne Premio Sapio per la Ricerca Italiana 

Il  “Premio  Sapio”  raccoglie  e  rilancia  l’appello  di scienziati  e  studiosi  sull’urgenza  di  una  vera  politica energetica come pilastro dello sviluppo industriale  

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Efficienza energetica emergenza nazionale

Tre  i premi che verranno assegnati per questa nuova edizione: Pre‐mio Medicina, Biotecnologie, Salute; Premio  Industria   e Premio Ju‐nior. I candidati devono inviare le loro ricerche entro il 30/09/ 2013. 

Ricercatori  italiani bravissimi, ma  troppa burocrazia, cervelli stra‐ordinari, che a causa di scarsi investimenti sono costretti ad anda‐re all’estero per mettere a frutto idee, progetti, capacità. Questo, in estrema sintesi, il quadro che emerge dall’indagine del 2012 del‐la Commissione cultura della Camera; dati  incoraggianti  sulla  so‐stanza,  sconfortanti  sulla  forma,  sulle  modalità,  sulle  scelte. L’Italia  investe  infatti  in  ricerca solo  l’1,1 % del PIL,  rispetto al 2 % della media europea, ed ha la più bassa percentuale di ricercatori dell’Unione Europea con la porzione di 3,8 (ogni 1.000 lavoratori) contro la media europea di 6,4. centinaia di ricercatori che opera‐no nei più diversi ambiti inviano ogni anno, dal 1999, la loro candi‐datura al Premio Sapio per  la Ricerca  Italiana. Diversi candidati  ‐ anche grazie a questa occasione di visibilità  ‐ hanno potuto otte‐nere risultati importanti, portare avanti con successo le loro ricer‐che, ricevere risorse e riconoscimenti. Finalità del Premio Sapio è infatti quella di divulgare il lavoro dei ricercatori  ‐ che operano in Italia, o che ritornano in Italia dopo un’esperienza all’estero ‐  e di accelerare  i processi di sviluppo nel nostro Paese.  Il Premio, pro‐mosso dal Gruppo Sapio  insieme a decine e decine di Enti, Centri di Ricerca e Università  Italiane,  in questi  anni ha  voluto  ribadire con  forza  proprio  questo  concetto:  che  la  ricerca  è  una  risorsa preziosa per un Paese e per questo ad essa vanno riservati atten‐zione  vera  e  investimenti  mirati,  a  fronte  della  passione, dell’entusiasmo, della dedizione che  tanti  ricercatori  scelgono di dedicare a questo  lavoro. Tra pochi mesi,  l’attesissima Cerimonia finale, durante la  quale verranno assegnati i Premi, riservati a rile‐vanti  contributi,  anche  interdisciplinari,  per  l’avanzamento  della ricerca  in campo  tecnico‐scientifico e  socioeconomico. La novità di questa edizione riguarda il Premio Junior che  viene assegnato a un ricercatore  che non abbia ancora compiuto il 36° anno d’età al  31/12/2013,  che  si  sia  contraddistinto per  attività di  ricerca nel nostro Paese oppure all’estero purché dimostri che nel frattempo è rientrato in Italia o che rientrerà entro il 31/12/2013 per continua‐re i suoi studi nel nostro Paese. Le candidature al Premio devono essere inviate con la duplice mo‐dalità: Via e‐mail all’indirizzo  [email protected] entro e non 

oltre il 30 settembre  2013; Spedizione con plico postale raccomandato entro e non oltre il 

30 settembre  2013 a Indalo Comunicazione ‐ Relazioni Esterne Premio Sapio per la Ricerca Italiana ‐ Via San Felice 21 ‐ Scala B ‐ 

      40122 Bologna.  Farà fede la data del timbro postale o dello spedizioniere. 

Non saranno prese in considerazione le candidature incomplete a norma di Regolamento. 

LA RICERCA ITALIANA E’ VIVA E IL PREMIO

SAPIO VUOLE CONTINUARE A DIMOSTRARLO

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RELOADER Magazine - Gli Speciali, Settembre 2013 RELOADER Magazine - Gli Speciali, Settembre 2013

Presidente Onorario FAST,   Presidente del gruppo di studio WEC Risorse energetiche e  tecnologiche,   Senior Corporate Advisor CESI  –  cioè  la  razionalizzazione/riduzione dei  consumi  energetici  e  l’impiego  di  fonti energetiche  prive  di  carbonio.  L’efficienza energetica è oltre  il 50% della soluzione. Co‐me  mai  non  è  fortemente  implementata? Nel campo della produzione di energia elet‐trica,  la  teorica  sostituzione  di  vecchi  im‐pianti  termoelettrici  inefficienti  con  quelli che  si  avvalgono  delle  recenti  tecnologie porterebbe  a  livello  globale  a  risparmiare oltre  2800 TWh  (9 volte  i  consumi  Italiani) con un risparmio di 2.2 miliardi di t/anno di 

CO2  (quasi  il 9% delle  totali  emissioni)  ed  a non consumare 600 MTEP/anno”. 

Punto 2 Si  possono  risparmiare  consistenti  som‐me nel costo della bolletta energetica de‐gli  edifici  creando  contemporaneamente nuova occupazione ed incremento del PIL.  

Fino ad oggi ci siamo concentrati sugli  im‐pianti.  Occorre  invece  intervenire  anche sugli  involucri  agendo  in modo  integrato sul   sistema “edifici ‐  impianti”, Grazie a u‐no studio di Nomisma si è appurato che gli interventi sull’involucro dell’edificio dimez‐zano  i costi della bolletta energetica, con‐sentendo dei risparmi che arrivano al 60%.   

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Punto 3 la cultura del costo sociale e la cultura del Life Cycle Cost. 

Sull’accesso  alle  fonti  energetiche  si basa la possibilità per  tutti  i Paesi di  sviluppar‐si. I Paesi ricchi devono consumare meglio, aumentando quindi l’efficienza energetica, per poter consentire ai Paesi emergenti di consumare  di  più,  unica  condizione  per  il loro sviluppo. E’ ancora  l’Ing. Clerici ad of‐frire  un  quadro  chiaro:  “Tutti  parlano dell’efficienza  energetica,  citando  poten‐ziali enormi, ma  i  fatti non corrispondono alle parole. Il perché questo accade è dato dal fatto che: è diffusa in milioni di applica‐zioni; mancano corrette e divulgate  infor‐mazioni;  nelle  aziende  chi  è  responsabile del  CAPEX  non  è  responsabile  dell’OPEX ed  è  incentivato  a  “spremere”  i  fornitori per ridurre l’investimento iniziale; per mol‐te aziende l’energia non è il core business;  

n Italia gli energy manager contano poco e non  hanno  influenza  sugli  acquisti  di impianti/macchinari  che  condizionano  i consumi  energetici;  vi  sono  dubbi  che  la tecnologia ripaghi quanto promesso; e infi‐ne, si ha paura di contraffazioni. E allora cosa fare?  Intanto  Informazione e 

comunicazione  sono  fondamentali,  ma  è importante  trovare  nuovi  ‘messaggi’  e nuove metodologie di comunicazione. Poi, portare, per esempio,  in  televisione ed  in internet  gli  enti  campioni  di  ‘efficienza energetica’ e  le esperienze di best practi‐ce, e indire presso le  associazioni ‐ di indu‐striali  e non  ‐  ‘premi  annuali’ per  aziende che si distinguono per alta efficienza ener‐getica  dei  loro  impianti  e  produzioni. Oc‐corre creare / arrivare ad una diffusa men‐talità del  ‘Life Cycle Cost’  contro  la domi‐nante  cultura  della  riduzione  del  costo dell’investimento  iniziale  (CAPEX);  e  que‐

Punto 2: un esempio    (Fonte: Nomisma) 

Perimetro

 

«… Relativamente al perimetro descritto l’investimento complessivo … darebbe luo‐go  a  un  aumento  di  impatto  sul  PIL  dell’1,4%  e  a  un  incremento  di  impatto sull’occupazione di 382.000 unità …».  … L’aumento del PIL … migliora  i saldi di finanza pubblica, rispetto al sentiero pro‐grammato. Se lo Stato restituisce il maggiore gettito all’economia, senza incidere sul percorso che ha programmato di  rientro del debito, si ottiene uno stimolo alla do‐manda aggregata notevolmente amplificato. …»  

makeitright.org 

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sto vale per  i  tre principali  settori dei  tra‐sporti,  industria ed edifici ed  i governi con la collaborazione dei privati e NGO’s devo‐no investire subito in campagne informati‐ve”. 

Punto 4 L’energia  rappresenta  una  possibilità  di sviluppo per tutti i popoli, costituendo un presupposto essenziale per ottimizzare  la produzione  agricola  ed  industriale  e  per arginare la povertà.  

In  tutto  il mondo una persona  su quattro non  ha  accesso  all’elettricità:  in  ‘soldoni’, 1,5   miliardi di persone non hanno accesso all’elettricità e concretamente  non posso‐no  svilupparsi.  Non  solo:  nei  Paesi  emer‐genti  il numero di morti  causato da  com‐bustione  di  materiali  poveri  (unica  fonte  disponibile per produrre energia) sta supe‐rando  quello dei morti per AIDS. Anche in Italia  ‐ come per gli altri Paesi  industrializ‐

zati  ‐ occorre ottimizzare  l’efficienza ener‐getica, per consentire ai Paesi non  svilup‐pati di consumare di più, accedendo a  fon‐ti energetiche pulite affinché possano svi‐lupparsi. In parole povere  i Paesi ricchi de‐vono  consumare  meglio  (aumentando l’efficienza  energetica)  per  bilanciare l’ineludibile   necessità dei Paesi emergenti di consumare di più per poter avviare quel processo di  sviluppo a  cui giustamente a‐spirano. Così si esprime Giuseppe Sammar‐co – Direttore esecutivo della Fondazione Eni ‘Enrico Mattei’. 

Il  ruolo  delle  imprese  come  supporto  al mondo della ricerca e alle best practices. 

“Tutti siamo   d’accordo – sostiene  il Dott. Alberto  Dossi,  Presidente  del  Gruppo  Sa‐pio  ‐ nell’asserire che  l’innovazione e  la ri‐cerca  siano  gli  elementi  determinanti  per lo sviluppo del Paese: senza ricerca non ci può  essere  sviluppo  e  competitività.  E’ 

Il Gruppo Sapio è una azienda monzese    ‐ con  un  importante  stabilimento  produtti‐vo a Venezia e diversi  in  Italia  ‐  leader nel settore  dei  gas  tecnici  e medicinali,  puri, purissimi  e  liquidi  criogenici,  che  da  sem‐pre si impegna sul fronte della ricerca fina‐lizzata all’individuazione di nuove tecnolo‐gie  per  la  qualità  della  vita.  Il  know‐how che il Gruppo ha acquisito in  90 anni di vi‐ta è andato anche a supporto di importanti progetti di ricerca sviluppati da Università, Centri  di Ricerca  Pubblici  e  Privati,  Enti  e Istituzioni  nazionali  e  internazionali.  In quest’ottica bene si  inserisce  il Premio Sa‐

pio per la Ricerca Italiana un esempio con‐creto di divulgazione, promozione e valo‐rizzazione  della  ricerca  in  Italia  oltre  che testimonianza  della  costante  attenzione del  Gruppo  verso  il mondo  scientifico.  Il Premio    viene promosso  con  il patrocinio di:  Presidenza  del  Consiglio  dei  Ministri, Camera Dei Deputati, Ministero  dello  Svi‐luppo Economico, Ministero della Semplifi‐cazione,  CNR,  Istituto  Superiore di  Sanità  e una rosa qualificatissima di Enti, Universi‐tà e strutture di ricerca.               

[email protected]   www.premiosapio.it   

proprio questo il vero obietti‐vo  da  centrare:  e  cioè  incre‐mentare  la  competitività  del Paese e favorirne la crescita a l ivel lo   internazionale, all’interno di un quadro di  in‐sieme  in cui  sia  finalmente  la ‘conoscenza’ a fungere da vo‐lano per lo sviluppo economi‐co. Il Premio Sapio oggi vuole essere uno stimolo verso i de‐cisori, affinché   adottino quei provvedimenti – ormai impro‐rogabili  –  per  dare  concreta‐mente valore alla ricerca, allo sviluppo, all’innovazione.”  

Il Gruppo Sapio 

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