Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi slide

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Gabriele Micozzi Rela Bilate territor Evolu attuale: co Doc azioni Industriali e eralità nel sistema riale delle piccole e medie imprese uzioni e sfide per le Pmi nel contesto ompetere nei i nuovi mercati globali; Firenze 9 dicembre 2013 Prof. Gabriele Micozzi cente Marketing Università Politecnica delle Marche Docente Marketing LUISS Roma

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Gabriele Micozzi

Relazioni Industriali e Bilateralità nel sistema

territoriale delle piccole e

Evoluzioni e sfide per le attuale: competere nei i nuovi mercati globali;

Docente Marketing Università Politecnica delle Marche

Relazioni Industriali e Bilateralità nel sistema

territoriale delle piccole e medie imprese

Evoluzioni e sfide per le Pmi nel contesto attuale: competere nei i nuovi mercati globali;

Firenze 9 dicembre 2013

Prof. Gabriele MicozziDocente Marketing Università Politecnica delle Marche

Docente Marketing LUISS Roma

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Il sistema delle piccole e medie imprese

Le relazioni industriali nelle relazioni industriali avanzate, partecipative e redistributive

Il sistema delle piccole e medie imprese nel territorio

Le relazioni industriali nelle piccole e medie imprese: sviluppare relazioni industriali avanzate, partecipative e redistributive

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Pmi

Le PMI in Italia sono imprese di idee, concretezza, spirito di

sacrificio, dinamismo, flessibilità…mestieritrovare soluzioni originali a forze

antagoniste

Pmi imprese

Le PMI in Italia sono imprese grandi idee, concretezza, spirito di

sacrificio, dinamismo, flessibilità…mestieri, capacita’ di trovare soluzioni originali a forze

antagoniste

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Pmi

Nelle piccole medie imprese uomini contano

abbiamo fatto nel passato evidenzia come la crescita delle competenze

delle risorse umane di una PMI ha un impatto immediato sui risultati

aziendali (dal 5 % al 25%)

Pmi imprese

Nelle piccole medie imprese italiane gli contano…uno studio che

abbiamo fatto nel passato evidenzia come la crescita delle competenze

delle risorse umane di una PMI ha un impatto immediato sui risultati

aziendali (dal 5 % al 25%)

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Pmi

Le PMI creano valore sul territorio il territorio, spesso un valore fatto di saperi intangibili..a differenza delle

grandi imprese hanno radici radicate nei contesti

Pmi imprese

creano valore sul territorio e per il territorio, spesso un valore fatto di saperi intangibili..a differenza delle

grandi imprese hanno radici piu’radicate nei contesti locali…

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Pmi

Le PMI spesso non colgono le opportunita’ perche’

visione, nella organizzazionepiani di crescita formalizzati del

personale

Pmi imprese

spesso non colgono le perche’ sono deboli nella

, nella pianificazione, nella organizzazione, nel metodo e nei piani di crescita formalizzati del

personale …

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Perché studiare le piccole e medie imprese?

Il problema e la domanda di ricerca– Ricerche pregresse hanno fatto emergere un piccole imprese

‣Quali conseguenze sulla produzione di standard minimi in materia di lavoro? E quali a livello nazionale?

➡ In generale, le piccole imprese operano in

Perché studiare le piccole e medie imprese?

problema e la domanda di ricercaRicerche pregresse hanno fatto emergere un deficit di rappresentanza nelle

Quali conseguenze sulla produzione di standard minimi in materia di lavoro? E quali a livello

In generale, le piccole imprese operano in un diverso regime rispetto alle grandi imprese?

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Perché studiare le piccole e medie imprese?Sistema produttivo nazionale

In Italia le PMI, cioè le aziende con meno di 250 dipendenti, sono il 99,8 % del totale! Quindi solo lo 0,2% sono grandi industrie . Di questo 99,8%: il 98,7% hanno meno di 50 dipendenti; il

Perché studiare le piccole e medie imprese?Sistema produttivo nazionale

Italia le PMI, cioè le aziende con meno di 250 dipendenti, sono il 99,8 % del totale! Quindi solo

Di questo 99,8%: il 98,7% hanno meno di 50 dipendenti; il 92,1% hanno meno di 10 dipendenti.

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Perché studiare le piccole e medie imprese?Perché studiare le piccole e medie imprese?

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Perché studiare le piccole e medie imprese?Perché studiare le piccole e medie imprese?

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Perché studiare le piccole e medie imprese?Perché studiare le piccole e medie imprese?

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Perché studiare le piccole e medie imprese?Perché studiare le piccole e medie imprese?

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“Relazioni• Il termine “relazioni” individua un rapporto non semplicemente occasionale

fra soggetti bensì dotato di un minimo di continuità e implica una qualche forma di scambio (volontario) e non semplicemente un rapporto di potere

Relazioni

• L’aggettivo “industriali” proviene dalla tradizione anglosassone (dalla cui esperienza di regolazione del conflitto industriale origina l’espressione)

• il termine inglese industry si riferisce a tutti i settori di attività (compresi quelli del terziario, della pubblica amministrazione, ..)

Relazioni” IndustrialiIl termine “relazioni” individua un rapporto non semplicemente occasionale fra soggetti bensì dotato di un minimo di continuità e implica una qualche forma di scambio (volontario) e non semplicemente un rapporto di

Relazioni “Industriali”

L’aggettivo “industriali” proviene dalla tradizione anglosassone (dalla cui esperienza di regolazione del conflitto industriale origina l’espressione)

si riferisce a tutti i settori di attività (compresi quelli del terziario, della pubblica amministrazione, ..)

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Definizione delle Relazioni Industriali

• ATTIVITÀ DI PRODUZIONE (più o meno sistematica e stabile) DI NORME (più o meno

formalizzate) RELATIVE ALL’IMPIEGO DEL LAVORO DIPENDENTE E ALLE EVENTUALI

CONTROVERSIE, EFFETTUATA DA SOGGETTI COLLETTIVI (più o menoRAPPRESENTANTI DEGLI INTERESSI

Definizione delle Relazioni Industriali

ATTIVITÀ DI PRODUZIONE (più o meno sistematica e stabile) DI NORME (più o meno

formalizzate) RELATIVE ALL’IMPIEGO DEL LAVORO DIPENDENTE E ALLE EVENTUALI

CONTROVERSIE, EFFETTUATA DA SOGGETTI COLLETTIVI (più o meno organizzati), RAPPRESENTANTI DEGLI INTERESSI

COINVOLTI

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Definizione degli studi di Relazioni Industriali

• STUDIO DELLE SCELTE STRATEGICHE E DELL’AZIONE COLLETTIVA DEI SINDACATI, DELLE IMPRESE E DELLO STATO; DELLE

LORO RELAZIONI DI CONFLITTO, COOPERAZIONE E POTERE, CHE

INFLUENZANO CONTENUTO E REGOLAZIONE DEL LAVORO, USO E

DISTRIBUZIONE DELLE RISORSE

Definizione degli studi di Relazioni Industriali

STUDIO DELLE SCELTE STRATEGICHE E DELL’AZIONE COLLETTIVA DEI SINDACATI, DELLE IMPRESE E DELLO STATO; DELLE

LORO RELAZIONI DI CONFLITTO, COOPERAZIONE E POTERE, CHE

INFLUENZANO CONTENUTO E REGOLAZIONE DEL LAVORO, USO E

DISTRIBUZIONE DELLE RISORSE

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Approcci allo studio delle RI•Tema di cruciale importanza

• Cerniera tra diverse sfere della vita sociale

• Frutto di processi storico

• “Luogo” in cui spesso si innescano, e si manifestano generalmente più chiaramente, i cambiamenti sociali• nei modi in cui si definiscono

• nei modi della rappresentanza degli interessi

• nei modi del confronto tra interessi diversi

Approcci allo studio delle RITema di cruciale importanza

Cerniera tra diverse sfere della vita sociale

Frutto di processi storico-sociali

“Luogo” in cui spesso si innescano, e si manifestano generalmente più chiaramente, i cambiamenti sociali

nei modi in cui si definiscono

nei modi della rappresentanza degli interessi

nei modi del confronto tra interessi diversi

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Sistema di Relazioni industriali

VariabiliStrutturali

RelazioniFormali

RegolazioneIstituzionalizzata

Forme di controllodel conflitto

Sistema chiuso

Sistema di Relazioni industriali

+ VariabiliComportamentali

+ RelazioniInformali

+ RegolazioneProcessuale

Genesi e tipologiadel conflitto

Sistema aperto

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Elementi costitutivi dei sistemi diRelazioni Industriali

Datori di lavoroDirigenti

Lavoratori

Individuali

1. I soggetti

Elementi costitutivi dei sistemi diRelazioni Industriali

EntiPubblici

AssociazioniImprenditoriali

OrganizzazioniSindacali

Collettivi

1. I soggetti

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Elementi costitutivi dei sistemi diRelazioni Industriali

I I fasePolitiche sociali, industriali, economiche, monetarie, ambientali, ecc.

I faseRapporto di lavoro (orario, condizioni, salario, ecc.)

2. I contenutidel confronto

Elementi costitutivi dei sistemi diRelazioni Industriali

I I fasePolitiche sociali, industriali, economiche, monetarie, ambientali, ecc.

I faseRapporto di lavoro (orario, condizioni, salario, ecc.)

2. I contenutidel confronto

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Elementi costitutivi dei sistemi diRelazioni Industriali

SistemaGiuridico

Contratt i

Accordi

LeggiRegolament i

FormaliScritte

3. Le regole

Elementi costitutivi dei sistemi diRelazioni Industriali

Prassi

Usi

Consuetudini

Comportamentiripetu ti

InformaliNon scritte

3. Le regole

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Elementi costitutivi dei sistemi diRelazioni Industriali

Azienda

Micro

Settore

Comparto

Areaterritoriale

Meso

4. I livelli

Elementi costitutivi dei sistemi diRelazioni Industriali

Patti generali

AccordiInterconfederali

Contratto colletivonazionale di lavoro

Macro

Dialogo socialeeuropeo

Sovranazionale

4. I livelli

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Elementi costitutivi delle relazioni industriali

Contesto esternoAttoriMetodiNorme

Contesto

Conflitto

input

Contesto esterno

Società Economia Politica

Elementi costitutivi delle relazioni industriali

Contesto

Conflitto

Attori

MetodiNorme

output

Contesto esterno

Società Economia Politica

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Elementi costitutivi delle relazioni industriali

Sindacati

Associazioni imprenditoriali

Elementi costitutivi delle relazioni industriali

Attori

Associazioni imprenditoriali

Stato

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Elementi costitutivi delle relazioni industriali

I sindacati“Organismi che rappresentano istituzionalmente in formaorganizzata e collettiva i lavoratori e difendono i loro interessi”Tasso di sindacalizzazione: densità alta > 50 % (es. Svezia), densità media tra 20 e 50 densità bassa < 20 % (es. Stati Uniti d’America)Rappresentatività <-> forte presenza iscritti pensionati, meno operai, nuove Obiettivi: Monopolio o “voice” -> impattiForme di organizzazione su base: territoriale, professionale (es. controllori di volocategoria + Sindacato generale e sindacato aziendale (no Rapporto con i partiti politici: modello rivendicativo, “consiliare”

Elementi costitutivi delle relazioni industriali

Attori

“Organismi che rappresentano istituzionalmente in formaorganizzata e collettiva i lavoratori e difendono i loro interessi”

: densità alta > 50 % (es. Svezia), densità media tra 20 e 50 % (es. Italia), densità bassa < 20 % (es. Stati Uniti d’America)

> forte presenza iscritti pensionati, meno operai, nuove figure professionali

su base: territoriale, professionale (es. controllori di volo), industriale o di categoria + Sindacato generale e sindacato aziendale (no area EU/anglosassone, es. Giappone)

: modello rivendicativo, trade-unionista, “cinghia di trasmissione”,

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Elementi costitutivi delle relazioni industriali

I sindacatiIn Italia ..Forme principali: industriale e territoriale (poco sindacato di Breve storia …- Dopoguerra: Confederazione generale del Lavoro forte potere contrattuale centralizzazione; insieme di sindacati di categoria con struttura territoriale periferica (Camere provinciali del Lavoro)- 1948: rottura della Confederazione generale in tre sindacati con diverse finalità ma struttura che rimane sostanzialmente invariata: CGIL “cinghia di trasmissione” CISL (correnti sindacati UIL (corrente dei socialisti riformisti)- Anni ’70: processo di convergenza tentato negli anni settanta verso Federazione (mai decollata)

Elementi costitutivi delle relazioni industriali

Attori

Forme principali: industriale e territoriale (poco sindacato di mestiere, concentrato nel PI)

Dopoguerra: Confederazione generale del Lavoro forte potere contrattuale e ; insieme di sindacati di categoria con struttura territoriale periferica (le

1948: rottura della Confederazione generale in tre sindacati con diverse finalità ma invariata: CGIL (corrente comunista e socialista)

” CISL (correnti Democratiche Cristiane) confederazione dei sindacati UIL (corrente dei socialisti riformisti)

Anni ’70: processo di convergenza tentato negli anni settanta verso Federazione Unitaria

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Gabriele Micozzi La struttura organizzativa in ItaliaLa struttura organizzativa in Italia

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Elementi costitutivi delle relazioni industriali

Le associazioni imprenditoriali“Le associazioni che rappresentano istituzionalmente e in forma organizzata e collettiva i datori di lavoro e i loro interessiNegli obiettivi la promozione degli interessi dei loro associati nei confronti dello Stato e dell’opinione pubblica.Strumento di pressione (lobby) e di focalizzazione di attenzione nei confronti degli organi decisionali e legislativi.Servizi su aspetti sindacali e di contrattualistica.Articolazione territoriale su tre livelli: confederale, settoriale o di categoria, territoriale.

Vedi slide successiva per elenco delle principali.

Elementi costitutivi delle relazioni industriali

AttoriLe associazioni imprenditoriali“Le associazioni che rappresentano istituzionalmente e in forma organizzata e

di lavoro e i loro interessi”.Negli obiettivi la promozione degli interessi dei loro associati nei confronti dello

Strumento di pressione (lobby) e di focalizzazione di attenzione nei confronti degli

Servizi su aspetti sindacali e di contrattualistica.Articolazione territoriale su tre livelli: confederale, settoriale o di categoria,

Vedi slide successiva per elenco delle principali.

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Gabriele MicozziLe associazioni imprenditorialiLe associazioni imprenditoriali

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Elementi costitutivi delle relazioni industriali

Lo StatoLo Stato può intervenire nelle relazioni industriali principalmente attraverso:- Interventi legislativi sulle norme e sulla regolamentazione dei rapporti di lavoro (livelli salariali, politica dei redditi, orari di lavoro ecc..)- Interventi legislativi sui sindacati e sulle rappresentanze territoriali (sulle forme di lotta, come per esempio lo sciopero)- Interventi di politica economica e sociale che hanno influenza sulle condizioni dei lavoratori (occupazione, welfare)

Elementi costitutivi delle relazioni industriali

Attori

Stato può intervenire nelle relazioni industriali principalmente attraverso:Interventi legislativi sulle norme e sulla regolamentazione dei rapporti di lavoro

, politica dei redditi, orari di lavoro ecc..)Interventi legislativi sui sindacati e sulle rappresentanze territoriali (sulle forme di

esempio lo sciopero)Interventi di politica economica e sociale che hanno influenza sulle condizioni dei

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Elementi costitutivi delle relazioni industriali

Metodi

Contrattazione collettiva

Contrattazione individuale (individual

Elementi costitutivi delle relazioni industriali

Metodi

individual bargaining)

Interconfederale

di Categoria

Aziendale-territoriale

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Elementi costitutivi delle relazioni industriali

Metodi

Contrattazione collettivaLa preparazione del management alla • Stabilire obiettivi di contrattazione intersettoriali• Rivedere i vecchi contratti• Reperire e analizzare i dati• Anticipare le richieste dei sindacati• Stabilire il costo delle possibili clausole del contratto• Prepararsi a uno sciopero• Determinare la strategia

Elementi costitutivi delle relazioni industriali

Metodi

Contrattazione collettivaLa preparazione del management alla contrattazione:

Stabilire obiettivi di contrattazione intersettoriali

Anticipare le richieste dei sindacatiStabilire il costo delle possibili clausole del contratto

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Elementi costitutivi delle relazioni industriali

Metodi

Contrattazione collettivaLe fasi e le tattiche della negoziazione

Delegazioni sindacali numerose e lista richieste esaustiva

Evitare interruzione negoziazione (tattiche mutuo beneficio), alcuni principi• separare le persone dai problemi• focalizzare l’attenzione sugli interessi non sulle posizioni• generare una varietà di possibilità prima di decidere cosa fare• insistere affinché i risultati siano misurati sulla base di standard oggettivi

Elementi costitutivi delle relazioni industriali

Metodi

Contrattazione collettivaLe fasi e le tattiche della negoziazione

Delegazioni sindacali numerose e lista richieste esaustiva

interruzione negoziazione (tattiche mutuo beneficio), alcuni principiseparare le persone dai problemifocalizzare l’attenzione sugli interessi non sulle posizionigenerare una varietà di possibilità prima di decidere cosa fareinsistere affinché i risultati siano misurati sulla base di standard oggettivi

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Elementi costitutivi delle relazioni industriali

NormeNorme sostanzialiRegolano direttamente il rapporto di impiego e determinano le retribuzioni, gli straordinari, gli orari di lavoroNorme programmatiche o proceduraliRegolano indirettamente i rapporti di impiego e comprendono i meccanismi per comporre le controversie, le modalità per determinare i retribuzione, i diritti di informativa, i diritti di consultazione, ecc..Utili alla riduzione del conflitto, ad evitare comportamenti opportunistici delle parti, per questo in applicazione crescente in un modello che è in forte affermazione: PLURALISMO

“ modello di relazioni industriali, basato sullo scambio politicoimprenditori, governi sono coinvolti in processi decisionali relativi ai

economici e sociali che possono avere In espansione in Europa (modello presente in Germania e paesi scandinavi)

Elementi costitutivi delle relazioni industriali

NormeRegolano direttamente il rapporto di impiego e determinano le retribuzioni, gli

Norme programmatiche o proceduraliRegolano indirettamente i rapporti di impiego e comprendono i meccanismi per comporre le controversie, le modalità per determinare i livelli differenziali di retribuzione, i diritti di informativa, i diritti di consultazione, ecc..Utili alla riduzione del conflitto, ad evitare comportamenti opportunistici delle parti, per questo in applicazione crescente in un modello delle relazioni industriali

PLURALISMO ORGANIZZATO“ modello di relazioni industriali, basato sullo scambio politico, in cui i sindacati,

sono coinvolti in processi decisionali relativi ai problemi possono avere effetti sui rapporti di lavoro”

In espansione in Europa (modello presente in Germania e paesi scandinavi)

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Il sistema delle piccole e medie imprese

Sostegno allo sviluppo della piccola e media

Il sistema delle piccole e medie imprese nel territorio

Sostegno allo sviluppo della piccola e media impresa: i finanziamenti e gli incentivi

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Fondo di garanziaArticolo 1 del Decreto Fare (Dl 69/2013, convertito con la legge 98/2013garanzia diretta del Fondo PMI per operazioni di «anticipazione di credito, senzastesso, verso imprese che vantano crediti nei confronti difinanziarie di durata non inferiore a 36 mesi, operazioni verso imprese ubicate in aree di crisi (per le operazioni fino a 500mila euro la copertura è del 50%). Estensione della copertura anche professionisti. Sono infine previste la semplificazione delle procedure e delle modalità di presentazione delle richieste «attraverso un maggior ricorso a modalità telematiche».

Finanziamento investimentiArticolo 2 del Decreto Fare: finanziamenti e contributi a tasso agevolato perPMI che investono, «anche attraverso operazioni di leasing finanziario, strutturali di impresa e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo» compresi «gli investimenti in hardware, in software e in tecnologie digitali». Sono finanziamenti quinquennali concessi dalle banche, da erogare entro dicembre 2016 (massimo 2 milioni di euro per ogni azienda). Ai beneficiari, un contributo del Ministero come agevolazione sugli interessi. Modalità e arriveranno con apposito decreto del MiSE.

Fondo di garanziaArticolo 1 del Decreto Fare (Dl 69/2013, convertito con la legge 98/2013): incrementata all’80% la

del Fondo PMI per operazioni di «anticipazione di credito, senza cessione dello che vantano crediti nei confronti di pubbliche amministrazioni», operazioni

finanziarie di durata non inferiore a 36 mesi, operazioni verso imprese ubicate in aree di crisi (per le operazioni fino a 500mila euro la copertura è del 50%). Estensione della copertura anche ai

Sono infine previste la semplificazione delle procedure e delle modalità di presentazione delle richieste «attraverso un maggior ricorso a modalità telematiche».

Finanziamento investimentifinanziamenti e contributi a tasso agevolato per micro imprese e

che investono, «anche attraverso operazioni di leasing finanziario, in macchinari, impianti, beni nuovi di fabbrica ad uso produttivo» compresi «gli investimenti

in hardware, in software e in tecnologie digitali». Sono finanziamenti quinquennali concessi dalle banche, da erogare entro dicembre 2016 (massimo 2 milioni di euro per ogni azienda). Ai beneficiari, un contributo del Ministero come agevolazione sugli interessi. Modalità e requisiti

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Incentivi autoimprenditorialitàArticolo 3, comma del Decreto Lavoro (Dl 76/2013 convertito con la legge 99/2013).in 3 anni per sostenere autoimprenditorialità e autoimpiego suddivisi: 26 milioni per il 2013, altrettanti per il 2014 e 28 milioni per il 2015. Il sostegno va alle iniziative previste dal Dlgs 185/2000: nuove imprese o ampliamento di imprese giovanili già esistenti, l’autoimpiego riguarda invece forme di lavoro autonomo, e comprende anche il franchising.

Assunzioni agevolateArticolo 1 del Dl Lavoro: per tutte le imprese che quelle del Mezzogiorno, è previsto un incentivo (un terzo della retribuzione lorda ai fini previdenziali, per 18 mesi, fino a un massimo di 650 euro al mese) per chi assume giovani fino a 29 anni senza impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi oppure privi di un diploma superiore o professionale. Destinate invece alle di apprendistato professionalizzante che la Conferenza Stato regioni è tenuta a mettere a punto entro il prossimo 30 settembre.

Incentivi autoimprenditorialitàDl 76/2013 convertito con la legge 99/2013).In arrivo 80 milioni

in 3 anni per sostenere autoimprenditorialità e autoimpiego nel Mezzogiorno. I fondi sono così suddivisi: 26 milioni per il 2013, altrettanti per il 2014 e 28 milioni per il 2015. Il sostegno va alle

185/2000: nuove imprese o ampliamento di imprese giovanili già riguarda invece forme di lavoro autonomo, e comprende anche il

Assunzioni agevolate: per tutte le imprese che assumono giovani, con particolare riguardo a

è previsto un incentivo (un terzo della retribuzione lorda ai fini , per 18 mesi, fino a un massimo di 650 euro al mese) per chi assume giovani fino a 29

anni senza impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi oppure privi di un diploma superiore o professionale. Destinate invece alle PMI saranno le linee Guida sul contratto

professionalizzante che la Conferenza Stato regioni è tenuta a mettere a punto

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Incentivi Smart and StartQuesto è un bando di Invitalia per le imprese del Mezzogiorno, attivo dallo scorso 4 settembre: ci sono 190 milioni di euro divisi in due segmenti. Leperdute per coprire i costi di gestione dei primi anni dell’impresa, glifondo perduto, riguarda gli investimenti.

Srl ad 1 euroSemplificazione nel Dl Lavoro, che elimina la barriera deieuro. In pratica, sono state abolite le srl a capitale ridottoaperte agli imprenditori di tutte le età. Sono state di conseguenza semplificate altre norme relative alle srl a un euro. Quanto alle start up innovative,novità più importante (prevista sempre dal Dl lavoro), consente l’ingresso didall’inizio.

Incentivi Smart and Startimprese del Mezzogiorno, attivo dallo scorso 4 settembre: ci

sono 190 milioni di euro divisi in due segmenti. Le agevolazioni Smart sono contributi a fondo i costi di gestione dei primi anni dell’impresa, gli incentivi Start, sempre a

ad 1 euroche elimina la barriera dei 35 anni di età per aprire le nuove srl a un

a capitale ridotto, che confluiscono nelle srl semplificate, di tutte le età. Sono state di conseguenza semplificate altre norme relative

up innovative, introdotte con il decreto crescita bis del 2012, la novità più importante (prevista sempre dal Dl lavoro), consente l’ingresso di società di capitale fin

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Crescita sostenibileInfine, va segnalato come siano stanziati 300 milioni di euro in favore delsostenibile destinati alla concessione di finanziamenti agevolati in favore di progetti di R&S sperimentale, che siano presentati da imprese industriali, di trasporto, dell’agroindustria, artigiane, centri di ricerca.

Il Ministero dello Sviluppo Economico mette a disposizioneFCS (Fondo per la Crescita Sostenibile), per supportare progetti transnazionali di innovazione industriale in tutti i campi applicativi delle biotecnologiedomande è il 31 gennaio 2014.Il bando mira a sostenere progetti di sviluppo sperimentale e ricerca industriale realizzati da imprese italiane in collaborazione con altre imprese europee, anche con il coinvolgimento di organismi di ricerca.Il bando nasce dal coordinamento tra diversi Paesi e Regioni europei nell'ambito EuroTransBio e richiede la collaborazione tra

Crescita sostenibilecome siano stanziati 300 milioni di euro in favore del Fondo per la crescita

alla concessione di finanziamenti agevolati in favore di progetti di R&S , che siano presentati da imprese industriali, di trasporto, dell’agroindustria,

dello Sviluppo Economico mette a disposizione 5 milioni di euro, a valere sul fondo FCS (Fondo per la Crescita Sostenibile), per supportare progetti transnazionali di innovazione

biotecnologie. La scadenza per la presentazione delle

Il bando mira a sostenere progetti di sviluppo sperimentale e ricerca industriale realizzati da imprese italiane in collaborazione con altre imprese europee, anche con il coinvolgimento di

Il bando nasce dal coordinamento tra diversi Paesi e Regioni europei nell'ambito dell'iniziativa richiede la collaborazione tra almeno 2 imprese di nazionalità diversa.

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Nuova linea da 100 milioni di euro per le PMI

La Bei (Banca Europea per gli Investimenti), lapredisposto una linea di credito del valore dila competitività internazionale delle piccole e delle medie imprese in alcuni dei settori principali dell’economia nazionale (industria, agricoltura, turismo e servizi).La linea di credito rappresenta la metà del totale del plafond stanziato dalla Bei all’istituto di credito vicentino. Attraverso l’ausilio della garanzia stanziamento per poter finanziare dei progetti di crescita sui mercati internazionali.Per quanto attiene le caratteristiche del bandopari almeno al 70%, e serviranno a sostenere dei programmi di investimento delle piccole e medie imprese (considerando come tali quelle fino a 250 dipendenti) in beni materiali e immateriali. I finanziamenti potranno inoltre essere utilizzati per poter soddisfare le esigenze di capitale circolante e, per la parte residuale, a progetti realizzati o ancora da realizzare, da parte di società di media dimensione (cioè, quelle con un organico compreso tra 250 e 3.000 dipendenti).

Nuova linea da 100 milioni di euro per le PMI

(Banca Europea per gli Investimenti), la Banca Popolare di Vicenza e la Sace hanno predisposto una linea di credito del valore di 100 milioni di euro, che sarà utilizzata per sostenere la competitività internazionale delle piccole e delle medie imprese in alcuni dei settori principali dell’economia nazionale (industria, agricoltura, turismo e servizi).La linea di credito rappresenta la metà del totale del plafond stanziato dalla Bei all’istituto di credito vicentino. Attraverso l’ausilio della garanzia Sace sarà quindi possibile fruire dello stanziamento per poter finanziare dei progetti di crescita sui mercati internazionali.

caratteristiche del bando, i finanziamenti verranno erogati in una misura pari almeno al 70%, e serviranno a sostenere dei programmi di investimento delle piccole e medie imprese (considerando come tali quelle fino a 250 dipendenti) in beni materiali e immateriali. I finanziamenti potranno inoltre essere utilizzati per poter soddisfare le esigenze di capitale circolante e, per la parte residuale, a progetti realizzati o ancora da realizzare, da parte di società di media dimensione (cioè, quelle con un organico compreso tra 250 e 3.000 dipendenti).

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Gabriele Micozzi

Commissione Europea

La Commissione europea sta per pubblicare un progetto volto ad aiutare le europee a svilupparsi tramite l'utilizzo dellePer garantire che i fondi destinati alle PMI, volti a migliorareICT, siano spesi velocemente e integralmente,innovazione fino a 10.000 euro di importo per

Come sottolineato in una nota dal Vicepresidente della Commissione europeapiccole imprese che usano i servizi digitali registrano una crescita due volte più rapida, esportano il doppio e creano il doppio di nuovi impieghi. Tutte le regioni dovrebbero beneficiare di questo sistema".

La formula dei buoni regionali consentirà alle piccole imprese di scambiare questi ultimi con servizi ICT specializzati, come lo sviluppo di siti web eattraverso il commercio elettronico, o di adottare più sofisticati strumenti di ICT business, come la gestione della supply chain

Commissione Europea

pubblicare un progetto volto ad aiutare le PMI delle regioni tecnologie digitali.

volti a migliorare il loro e-commerce e le loro capacità spesi velocemente e integralmente, saranno resi disponibili dei buoni-

di importo per acquistare e imparare ad usare i servizi digitali.

Come sottolineato in una nota dal Vicepresidente della Commissione europea Neelie Kroes, "le piccole imprese che usano i servizi digitali registrano una crescita due volte più rapida, esportano il doppio e creano il doppio di nuovi impieghi. Tutte le regioni dovrebbero beneficiare di questo

La formula dei buoni regionali consentirà alle piccole imprese di scambiare questi , come lo sviluppo di siti web e l'apprendimento a vendere

attraverso il commercio elettronico, o di adottare più sofisticati strumenti di ICT per i processi di chain e la gestione dei rapporti con i clienti.

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Gabriele Micozzi

Programmazione europea 2014

Opportunità offerte dalla nuova programmazione europea 2014programmi:• Il primo è COSME (Competitiveness of Enterprises and

competitività delle piccole e medie imprese su mercati anche internazionali, sostenendo l’accesso ai finanziamenti e incoraggiando la cultura imprenditoriale, inclusa la creazione di nuove imprese.

• Il secondo è Horizon 2020, il nuovo sistema di finanziamento integrato destinato alle attività di ricerca che supporta le imprese nelle sfide globali dei nostri tempi. In un momento in cui l’accesso al credito è particolarmente critico per le imprese, il programma fornisce a ricercatori, innovatori e startup gli strumenti necessari alla realizzazione dei propri progetti e delle proprie idee.

Programmazione europea 2014-2020

offerte dalla nuova programmazione europea 2014-2020 all’interno di due specifici

of Enterprises and SMEs), volto a incrementarne la competitività delle piccole e medie imprese su mercati anche internazionali, sostenendo l’accesso ai finanziamenti e incoraggiando la cultura imprenditoriale, inclusa la creazione di

2020, il nuovo sistema di finanziamento integrato destinato alle attività di ricerca che supporta le imprese nelle sfide globali dei nostri tempi. In un momento in cui l’accesso al credito è particolarmente critico per le imprese, il programma fornisce a ricercatori, innovatori e startup gli strumenti necessari alla realizzazione dei propri progetti e

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Gabriele Micozzi

Il sistema delle piccole e medie imprese

Evoluzioni e sfide per le

Il sistema delle piccole e medie imprese nel territorio

Evoluzioni e sfide per le PMI nel contesto attuale: competere nei I NUOVI MERCATI GLOBALI

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Gabriele Micozzi

Prof. Gian Luca Gregori - Preside Facoltà di Economia Università Marche

NEW MARKETSPreside Facoltà di Economia Università Politecnica delle

NEW MARKETS

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Gabriele Micozzi

FILMATO

MONDO NEL

FILMATO

MONDO NEL 2020

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Gabriele MicozziCompetere sui mercati globaliGabriele Micozzi Competere sui mercati globali

Sviluppare i mercati internazionali:

opportunità da cogliere, strategie da costruire

In meno di due generazioni cambierà radicalmente il mondo

che conosciamo

• BRICs e USA saranno le economie dominanti in termini di PIL assoluto

• L’Europa avrà peso solo se intesa come area Euro

• Paesi come Francia e Italia avranno un ruolo di secondo piano nell’economia mondiale, inferiore o simile a quello degli N-11

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Gabriele Micozzi

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Gabriele Micozzi

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Gabriele Micozzi

I prossimi undici (N-11) sono gli undici paesi: Nigeria, Pakistan, Filippine, Turchia, Corea del Sude l'economista Jim O'Neill in un articolo di ricerca, insieme ai mondo nel XXI secolo. La banca ha scelto questi stati, tutti con prospettive promettenti per gli investimenti e la crescita futura, il 12 dicembre 2005.

11) sono gli undici paesi: Bangladesh, Egitto, Indonesia, Iran, Messico, Corea del Sud e Vietnam, identificati dalla Goldman Sachs

in un articolo di ricerca, insieme ai BRIC, le più grandi economie del mondo nel XXI secolo. La banca ha scelto questi stati, tutti con prospettive promettenti per gli investimenti e la crescita futura, il 12 dicembre 2005.

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Gabriele Micozzi

Page 51: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele MicozziCompetere sui mercati globaliGabriele Micozzi

Sviluppare i mercati internazionali:

opportunità da cogliere, strategie da costruire

Il divario con BRICs e N-11 si attenuerà

• Nel 2050 i paesi di antica industrializzazione manterranno redditi pro-capite elevati

• Molti dei nuovi protagonisti avranno redditi medi simili in termini di potere di acquisto a quelli attuali dei paesi più sviluppati

sui mercati globali

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Gabriele MicozziAggregarsi per competere sui mercati globali

Inesorabilmente le economie dei Paesi emergenti raggiungeranno quelle dei G7

Competere sui mercati globaliGabriele Micozzi Aggregarsi per competere sui mercati globali

Inesorabilmente le economie dei Paesi emergenti raggiungeranno quelle dei G7

sui mercati globali

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Gabriele MicozziAggregarsi per competere sui mercati globaliPaesi emergenti e grandi città rappresentano i target più interessanti

(*) Popolazione in '000 per anno In grassetto città dei Paesi Emergenti

Fonte: United Nations; IMF, GS Global ECS Reaserch

Competere sui mercati globaliGabriele Micozzi Aggregarsi per competere sui mercati globali

Paesi emergenti e grandi città rappresentano i target più interessantisui mercati globali

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Gabriele MicozziAggregarsi per competere sui mercati globali

Nei nuovi mercati si sviluppano nuovi consumatori

…con grandi motivazioni e propensione all’acquisto

…rappresentanti della nuova "classe media" mondiale

Competere sui mercati globaliGabriele Micozzi Aggregarsi per competere sui mercati globali

Nei nuovi mercati si sviluppano nuovi consumatori

con grandi motivazioni

…rappresentanti della …con crescenti

disponibilità economiche

…primi esponenti del boom generazionale del

proprio Paese

sui mercati globali

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Gabriele MicozziAggregarsi per competere sui mercati globali

Consumatori…con grandi motivazioni e propensione all’acquisto

Competere sui mercati globaliGabriele Micozzi Aggregarsi per competere sui mercati globali

grandi motivazioni e propensione all’acquisto

sui mercati globali

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Gabriele MicozziAggregarsi per competere sui mercati globali

Consumatori…primi esponenti del boom generazionale del proprio Paese

Competere sui mercati globaliGabriele Micozzi Aggregarsi per competere sui mercati globali

Consumatori…primi esponenti del boom generazionale del proprio Paese

La struttura demografica dei BRICs e dei Paesi in via di sviluppo favorirà la crescita ancora per 20-40 anni

sui mercati globali

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Gabriele MicozziAggregarsi per competere sui mercati globali

Consumatori…rappresentanti della nuova classe media mondiale

Competere sui mercati globaliGabriele Micozzi Aggregarsi per competere sui mercati globali

Consumatori…rappresentanti della nuova classe media mondiale

• Circa 100 milioni di persone diventeranno "classe media" ogni anno per i prossimi 15-20 anni

• Quasi tutta la nuova "classe media" mondiale nei prossimi decenni si formerà nei nuovi mercati

sui mercati globali

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Gabriele MicozziAggregarsi per competere sui mercati globali

Consumatori…con crescenti disponibilità economiche

Competere sui mercati globaliGabriele Micozzi Aggregarsi per competere sui mercati globali

Consumatori…con crescenti disponibilità economiche

Quando aumenta il reddito medio aumentano i

consumi discrezionali

SARANNO CONSUMATORI DEI PRODOTTI SIMBOLO

DEL MADE IN ITALY?

sui mercati globali

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Gabriele MicozziAggregarsi per competere sui mercati globali

Consumatori…con crescenti disponibilità economiche

Competere sui mercati globaliGabriele Micozzi Aggregarsi per competere sui mercati globali

Consumatori…con crescenti disponibilità economiche

sui mercati globali

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Gabriele MicozziAggregarsi per competere sui mercati globaliI numeri spingono il settore del mobile all’estero

La propensione all'acquisto nazionale è in netto calo, mentre quella internazionale sta tornando a livelli pre-crisi

Competere sui mercati globaliGabriele Micozzi Aggregarsi per competere sui mercati globaliI numeri spingono il settore del mobile all’estero

Gli acquisti dei prodotti di arredo italiano da parte dei Paesi emergenti cresceranno più che proporzionalmente rispetto a quelli della zona Euro

Fonte: Centro Studi Cosmit/FederlegnoArredo

sui mercati globali

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Gabriele MicozziAggregarsi per competere sui mercati globali

L'effetto "Made in" nei paesi esteri offre ancora molte chances all’Italia

Competere sui mercati globaliGabriele Micozzi Aggregarsi per competere sui mercati globali

"Made in" nei paesi esteri offre ancora molte chances all’Italia

Fonte: CNA Padova

sui mercati globali

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Gabriele Micozzi

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Gabriele Micozzi

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Gabriele Micozzi

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Gabriele Micozzi

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Gabriele Micozzi

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Gabriele Micozzi

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Gabriele Micozzi

Prof. Gian Luca Gregori - Preside Facoltà di Economia - Università Politecnica delle MarcheUniversità Politecnica delle Marche

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Gabriele Micozzi

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Gabriele Micozzi

I criteriLo studio si basa su dieci indicatori della libertà economica:- garanzia dei diritti di proprietà- libertà dalla corruzione- libertà fiscale- spesa pubblica- libertà d'impresa- libertà del lavoro- libertà monetaria- libertà del commercio- libertà degli investimenti- libertà finanziaria

Lo studio si basa su dieci indicatori della libertà economica:

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Gabriele Micozzi

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Gabriele Micozzi

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Gabriele Micozzi

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Gabriele Micozzi

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Gabriele Micozzi

Il sistema delle piccole e medie imprese

Evoluzioni e sfide per le

Il sistema delle piccole e medie imprese nel territorio

Evoluzioni e sfide per le PMI nel contesto attuale: competere nei STRATEGIE CONSAPEVOLI

Page 76: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele Micozzi

…i territori e le organizzazioni che non loro futura missione dovranno accettare

confronti di quelli con maggiore

E. Rullani

non si impegnano oggi a definire laaccettare di diventare marginali nei

maggiore visione strategica…

Rullani

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Gabriele Micozzi

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Gabriele Micozzi• Connessioni Progettuali

QUALE SARA’ LA MISSIONE DEL MIO TERRITORIO (AZIENDA ) NEL FUTURO?

SCUOLA ED UNIVERSITA’ FINANZA

ECONOMIA DECISORE PUBBLICO RICERCA

PARTI SOCIALI

Gabriele Micozzi Luiss Roma - Universita’ Politecnica delle Marchehttp://officinamarketing.blogspot.com/

QUALI BISOGNI AVRANNO GLI STAKE HOLDER NEL FUTURO E COME POSSO CONTRIBUIRE

AL LORO SVILUPPO ?

QUALE SARA’ LA MISSIONE DEL MIO TERRITORIO

Universita’ Politecnica delle Marchehttp://officinamarketing.blogspot.com/

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Gabriele Micozzi

Che cosa non sappiamo di non sapere

Che cosa sappiamo di non sapere

Che cosa sappiamo

Che cosa non sappiamo di non sapere

Che cosa sappiamo di non sapere

Che cosa sappiamo

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Gabriele Micozzi

GESTIONE CONSAPEVOLE DEL CAMBIAMENTO

• Approccio di marketing

Essere vento o foglia?

GESTIONE CONSAPEVOLE DEL CAMBIAMENTO

Essere vento o foglia?

Page 81: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele Micozzi

Page 82: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele Micozzi

• Nessun problema può essere risolto congelandolo.

• Winston Churchill

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Gabriele Micozzi

Il marketing :

anamnesi, diagnosi..e cura..83

anamnesi, diagnosi..e cura..

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Gabriele Micozzi

Il cambiamento è il processo attraverso il quale il futuro invade le nostre vite

Il cambiamento è il processo attraverso il quale il futuro invade le nostre vite

-> Alvin Toffler

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Gabriele Micozzi

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Gabriele Micozzi

MODELLI PER PREVENIRE DISASTRIMODELLI PER PREVENIRE DISASTRI

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Gabriele Micozzi

MODELLI PER INDIVIDUARE LA DIREZIONEMODELLI PER INDIVIDUARE LA DIREZIONE

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Gabriele Micozzi

MODELLI PER CONQUISTARE NUOVE METEMODELLI PER CONQUISTARE NUOVE METE

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Gabriele Micozzi

RARAMENTE ABBIAMO DEFINITO PERCORSI CONSAPEVOLI RARAMENTE ABBIAMO DEFINITO PERCORSI CONSAPEVOLI

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Gabriele Micozzi

MA IN FASE DI DOMANDE CRESCENTI ABBIAMO USATO COME STRUMENTO MA IN FASE DI DOMANDE CRESCENTI ABBIAMO USATO COME STRUMENTO

Page 91: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele MicozziINTUITO, NASO O PEGGIO L’ABITUDINEINTUITO, NASO O PEGGIO L’ABITUDINE

Page 92: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele Micozzi O SCHIZZOFRENIA O SCHIZZOFRENIA

Page 93: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele Micozzi

OGGI IN UN MONDO COMPLETAMENTE CAMBIATOOGGI IN UN MONDO COMPLETAMENTE CAMBIATO

Page 94: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele Micozzi

DOBBIAMO IMPARARE A NAVIGARE IN MARI IN TEMPESTA DOBBIAMO IMPARARE A NAVIGARE IN MARI IN TEMPESTA

Page 95: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele Micozzi

TOOL TRADIZIONALI DI ANALISI STRATEGICA SPESSO SOTTOVALUTATITOOL TRADIZIONALI DI ANALISI STRATEGICA SPESSO SOTTOVALUTATI

Page 96: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele Micozzi

TOOL SEMPLICITOOL SEMPLICI

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Gabriele Micozzi

MERCATO LUNA MERCATO LUNA PARK

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Gabriele Micozzi

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Gabriele Micozzi

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Gabriele Micozzi

Departmental managers

Store managers, merchandise managers,

Board of Directors

Customer-driven Organization ChartCustomers

SALES SUPPORT

GABRIELE MICOZZI [email protected]

100

Departmental managers

Store managers, merchandise managers,

buyers

Board of Directors

Organization ChartCustomers

SALES &

SALES SUPPORT

GABRIELE MICOZZI [email protected]

Page 101: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele Micozzi1. CHI SONO

3.CHI VOGLIO ESSERE

4. DOVE VOGLIO ANDARE

5. COME CI VADO( PER OGNI TARGET)

6. DOVE SONO ARRIVATO

1.1 INPUT

1.2 OUTPUT

3.1 VISIONE

3.2 MISSIONE

4.1 SWOT 4.2 STP

5.1 GAMMA

5.2 PREZZI

5.5 PERSONE

6.1 ECON FINANZ 6.2 OPERATIVO

2. DOVE SONO

2.1 CONTESTO

2.2. CLIENTI

2.3. CONCORRENTI

3.3 COMPETENZE

3.4OBIETTIVI LUNGO

4.3 OBIETTIVI BREVE

5.3 PROMOZIONE

5.4 DISTRIBUZIONE

6.3 VALORE

ANALISI

PIANIFICAZIONESTRATEGICA

TATTICA

ESECUZIONE

CONTROLLO

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GABRIELE MICOZZIGABRIELE MICOZZI

Page 103: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele Micozzi

Jason Bennion

CUSTOMERS

COMPETITORS CONFINDUSTRIA

CONTESTO

FOCALIZZAZIONE SU OBIETTIVI

ADEGUAMENTO ORGANIZZAZIONE

SVILUPPO OFFERTE M.M.

CONTROLLO

SEGMENTAZIONE

Analisi

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Gabriele Micozzi

MERCATI

SERVIZI

Attuali

Attuali

Nuovi

OGGI

DOMANI ?

• Analisi domanda : oggetti di analisi

MERCATINuovi

DOMANI ?

DOMANI ?

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Gabriele Micozzi

105

La capacita’ di anticipare•Bisogna creare il cambiamento piuttosto che subirlo

•Bisogna anticipare il futuro, individuando bisogni inespressi

•La velocita’ di cambiamento e di decisione è talmentedi essere una specie in estinzione...

La capacita’ di anticipare

Agility is not just the ability to just do something quickly!

inespressi

talmente rapida che l’isolamento è pericoloso… rischiamo

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Gabriele Micozzi

Il sistema delle piccole e medie imprese

Evoluzioni e sfide per le STRATEGIE COMPETITIVE NEI NUOVI MERCATI GLOBALI

Il sistema delle piccole e medie imprese nel territorio

Evoluzioni e sfide per le PMI nel contesto attuale: competere nei STRATEGIE COMPETITIVE NEI NUOVI MERCATI GLOBALI

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Gabriele Micozzi

http://www.blogulisse.it/?p=2591

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Gabriele Micozzi

Piccole e medie imprese del protagoniste sui mercati

• Motore della crescita del commercio internazionale continua ad essere costituito dai mercati al di fuori dell’area UEcondizioni di domanda ancora fortemente perturbate: nei primi sei mesi del 2013 le importazioni di merci dei paesi UE27 hanno registrato in euro una flessione tendenziale del -3.5% rispetto al corrispondente periodo 2012. Di converso, nel primo semestre dell’anno le esportazioni delle imprese europee rivolte ai mercati extra-comunitari sono risultate in crescita tendenziale del +5.1% in euro.

Piccole e medie imprese del Made in Italy protagoniste sui mercati extra-UE

Motore della crescita del commercio internazionale continua ad essere costituito dai mercati al di fuori dell’area UE. Quest’ultima, invece, mostra condizioni di domanda ancora fortemente perturbate: nei primi sei mesi del 2013 le importazioni di merci dei paesi UE27 hanno registrato in euro una

3.5% rispetto al corrispondente periodo 2012. Di converso, nel primo semestre dell’anno le esportazioni delle imprese

comunitari sono risultate in crescita

Page 109: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele Micozzi

Piccole e medie imprese del protagoniste sui mercati

• In questo contesto, le imprese italiane stanno evidenziando crescenti capacità di servire i mercati extra-UEindustry su 22 le esportazioni italianeregistrato performance in accelerazione rispetto alla crescita media 2012Inoltre, nel primo semestre del 2013 tendenziali delle esportazioni italianemigliori del totale delle imprese UE27

Piccole e medie imprese del Made in Italy protagoniste sui mercati extra-UE

In questo contesto, le imprese italiane stanno evidenziando crescenti UE. Nei primi sei mesi dell’anno in 20

su 22 le esportazioni italiane verso i mercati extra-UE hanno in accelerazione rispetto alla crescita media 2012.

Inoltre, nel primo semestre del 2013 in 18 su 22 industry i risultati esportazioni italiane verso i mercati extra-UE sono stati

migliori del totale delle imprese UE27.

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Gabriele Micozzi

Piccole e medie imprese del protagoniste sui mercati

• In particolare, il miglioramento nella capacità competitiva dell’industria italiana “a parità di condizioni ambientali” (ossia nei confronti dei concorrenti degli altri paesi UE) sembra essere ancora una volta dovuto ai settori del Made in Italy e della Meccanica Strumentale collegati. Viceversa, continuano ad essere sempre più negative le performance della grande industria dai Mezzi di Trasporto ai Produttori di Materie Prime Industriali.

Piccole e medie imprese del Made in Italy protagoniste sui mercati extra-UE

In particolare, il miglioramento nella capacità competitiva dell’industria italiana “a parità di condizioni ambientali” (ossia nei confronti dei concorrenti degli altri paesi UE) sembra essere ancora una volta dovuto ai

in Italy e della Meccanica Strumentale e Varia ad essi collegati. Viceversa, continuano ad essere sempre più negative le performance della grande industria dai Mezzi di Trasporto ai Produttori di

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Gabriele Micozzi

Fig. 2a: Cluster di performance "Competitivi e in accelerazione" sui mercati UE (euro correnti; fonte: Sistema Informativo Ulisse)Fig. 2a: Cluster di performance "Competitivi e in accelerazione" sui mercati extra-

(euro correnti; fonte: Sistema Informativo Ulisse)

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Gabriele Micozzi

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Gabriele Micozzi

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Gabriele Micozzi

Le strategie delle PMILe strategie delle PMI

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Gabriele Micozzi

Le strategie delle PMILe performance aziendali maggiori sono associate a unparticolare, le aziende che vendono prodotti caratterizzati da prezzi più alti e gamma più ampia sembrano conseguire maggiori profitti, mentre la scelta di offrire un prodotto di qualità superiore appare come una leva importante per soddisfare il cliente e raggiungere maggiori livelli di fatturato. La riduzione del numero di prodotti offertieconomici, mentre premiante è l’avere aumentato i canali distributivigeografica non sembra avere un impatto sulleintegrazione verticale. Il controllo della filiera può, infatti, consentire all’impresa di meglio realizzare una strategia di differenziazione attraverso il miglioramento della qualità dell’offerta.L’aumento del grado di diversificazionerisultati economici: sfruttare le potenziali sinergie fra unità diquindi una scelta vincente per affrontare la crisi. Ciò però non significa trascurare ilbusiness. Le Pmi studiate, che hanno investito nelle proprie attività tradizionali e centrali hanno registrato migliori performance sia economiche che competitive. In sintesi, la diversificazione funziona solo nell’ambito di unrafforzamento dei business centrali.

Le strategie delle PMIaziendali maggiori sono associate a un vantaggio di differenziazione. In

particolare, le aziende che vendono prodotti caratterizzati da prezzi più alti e gamma più ampia sembrano conseguire maggiori profitti, mentre la scelta di offrire un prodotto di qualità superiore appare come una leva importante per soddisfare il cliente e raggiungere maggiori

riduzione del numero di prodotti offerti non paga in termini di risultati aumentato i canali distributivi. L’estensione

non sembra avere un impatto sulle performance, mentre lo ha il grado di . Il controllo della filiera può, infatti, consentire all’impresa di meglio

realizzare una strategia di differenziazione attraverso il miglioramento della qualità

è risultato avere un impatto sul miglioramento dei risultati economici: sfruttare le potenziali sinergie fra unità di business diverse è risultata quindi una scelta vincente per affrontare la crisi. Ciò però non significa trascurare il core

studiate, che hanno investito nelle proprie attività tradizionali e centrali sia economiche che competitive. In sintesi, la

diversificazione funziona solo nell’ambito di un piano di investimenti che preveda anche un

Fonte: indagine dell’ Università IULM, 2012

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Gabriele Micozzi

Le strategie delle PMIIn termini di risorse, si segnalano come fattori crisi, tanto per i risultati economici quanto per quelli competitivi: la disponibilità di capitali e la disponibilità di impianti e macchinari di valore. Disporre di capitali consente di affrontare anni difficili senza generare situazioni di insolvenza e consente di effettuare gli investimenti necessari. La disponibilità di impianti e macchinari di valore consente di non dovere indirizzare i propri investimenti in tale direzione e quindi di liberare risorse per altri obiettivi. Fra le risorse intangibili, la disponibilità diai fornitori è emersa come una condizione importante per potere sostenere il successo competitivo. Conoscere i giusti dei fornitori può rappresentare una fonte di vantaggio competitivo, in quanto può consentire di migliorare la qualità degli acquisti e di essere in grado di non interrompere i cicli produttivi per potere così offrire al cliente quanto necessario per soddisfare i suoi bisogni.

Le strategie delle PMIcome fattori importanti per affrontare la

crisi, tanto per i risultati economici quanto per quelli competitivi: disponibilità di impianti e macchinari di

. Disporre di capitali consente di affrontare anni difficili senza generare situazioni di insolvenza e consente di effettuare gli investimenti necessari. La disponibilità di impianti e macchinari di valore consente di non dovere indirizzare i propri investimenti in tale direzione e quindi di liberare risorse per altri obiettivi. Fra le risorse intangibili, la disponibilità di informazioni relative

è emersa come una condizione importante per potere sostenere il successo competitivo. Conoscere i giusti dei fornitori può rappresentare una fonte di vantaggio competitivo, in quanto può consentire di migliorare la qualità degli acquisti e di essere in grado di non interrompere i cicli produttivi per potere così offrire al cliente quanto necessario per soddisfare i suoi

Fonte: indagine dell’ Università IULM, 2012

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Gabriele Micozzi

Le strategie delle PMISul fronte delle risorse umane, la motivazione del personalerisultano importanti per i risultati competitivi: l’efficienza di chi lavora e la sua spinta motivazionale possono infatti consentire di meglio soddisfare le esigenze dei clienti. Le conoscenze e le capacità delle risorse umane che più sembrano determinare i risultati delle Pmi sono quelle relative all’commerciali risultano importanti per ledi innovazione e di gestione della relazione col cliente anche dopo la vendita emergono come capacità critiche per sostenere entrambi i tipi di risultati. Le competenze relative all’area marketing risultano quelle più determinanti nel consentire alle Pmi di raggiungere buoni risultati, in particolar modo quelli di natura competitiva. Esistono però anche delle competenze più generali che sembrano essere capaci di influenzare fortemente i risultati. Se tempestivamente ha influito sui risultati competitivi, lefuturo e la capacità di sviluppare nuovi prodottientrambi i tipi di performance.

Le strategie delle PMImotivazione del personale e la sua produttività

risultano importanti per i risultati competitivi: l’efficienza di chi lavora e la sua spinta motivazionale possono infatti consentire di meglio soddisfare le esigenze dei clienti. Le conoscenze e le capacità delle risorse umane che più sembrano determinare i

sono quelle relative all’area marketing. Da una parte, le abilità commerciali risultano importanti per le performance competitive. Dall’altra le abilità di innovazione e di gestione della relazione col cliente anche dopo la vendita emergono come capacità critiche per sostenere entrambi i tipi di risultati. Le competenze relative all’area marketing risultano quelle più determinanti nel

di raggiungere buoni risultati, in particolar modo quelli di natura competitiva. Esistono però anche delle competenze più generali che sembrano essere capaci di influenzare fortemente i risultati. Se la capacità di decidere

ha influito sui risultati competitivi, le capacità di pianificare il capacità di sviluppare nuovi prodotti sono emerse come determinanti per

Fonte: indagine dell’ Università IULM, 2012

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Gabriele Micozzi

Le strategie delle PMI• Finanziare lavoro e buone idee

essere sostituito da altri sistemi di creditoFactoring che può consentire un supporto gestionale e finanziamento alle impreseeffetti positivi su tutte le aree dell’impresa interessate dalla gestione del credito commerciale

• Controllare la qualità. Il controllo di gestione inizia nel processo e finisce con la valutazione, attraverso determinati standard, del prodotto finito. L’imprenditore non deve mai trascurare il suo lavoro, questo implica non mettere in secondo piano il rapporto con lavoratori e fornitori, e la qualità del bene venduto a terzi

Le strategie delle PMIFinanziare lavoro e buone idee. Lo scarso accesso al credito può

sistemi di credito come per esempio il che può consentire un supporto gestionale e un

finanziamento alle imprese al tempo stesso, creando una serie di effetti positivi su tutte le aree dell’impresa interessate dalla gestione del credito commerciale.

. Il controllo di gestione inizia nel processo e finisce con la valutazione, attraverso determinati standard, del prodotto finito. L’imprenditore non deve mai trascurare il suo lavoro, questo implica non mettere in secondo piano il rapporto con lavoratori e fornitori, e la qualità del bene venduto a terzi.

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Gabriele Micozzi

Le strategie delle PMI• Investire sulla formazione. L’impresa al suo interno è composta da risorse umane in

continuo divenire che hanno bisogno di corsi di aggiornamento e nuovi strumenti conoscitivi a tutti i livelli, per sostenere efficienza e produttività aziendale. È molto importante creare spazi di condivisione all’interno dell’azienda in cui racconto e confronto, generano valore per l’individuo e affiatamento per il team.

• Creare innovazione. Innovare significa portare a tutti i livelli (prodotto, processo) nuova linfa alla propria attività. Una nuova organizzazione, un nuovo canale distributivo, un nuovo sistema di accesso al credito, un nuovo mezzo di comunicazione, la creazione di un nuovo prodotto o di dell’impresa; fare formazione e farsi contaminare da altre realtà, da reti sociali o startup emergenti. Tutto questo può portare nuove grandi possibilità per quegli imprenditori lungimiranti che sapranno muoversi bene e costruire una rete di partner affidabili.

• Oggi è un buon momento per rinnovare il pensiero e i processi aziendali attraverso organizzazione snella e risorse tecnologiche, aprendo nuove brecce di mercato, magari all’estero, con un nuovo prodotto/servizio, un’eo con una politica di internazionalizzazione.

Le strategie delle PMI. L’impresa al suo interno è composta da risorse umane in

continuo divenire che hanno bisogno di corsi di aggiornamento e nuovi strumenti conoscitivi a tutti i livelli, per sostenere efficienza e produttività aziendale. È molto importante creare spazi di condivisione all’interno dell’azienda in cui racconto e confronto, generano valore per l’individuo e affiatamento per il team.

. Innovare significa portare a tutti i livelli (prodotto, processo) nuova linfa alla propria attività. Una nuova organizzazione, un nuovo canale distributivo, un nuovo sistema di accesso al credito, un nuovo mezzo di comunicazione, la creazione di un nuovo prodotto o di una startup all’interno dell’impresa; fare formazione e farsi contaminare da altre realtà, da reti sociali o startup emergenti. Tutto questo può portare nuove grandi possibilità per quegli imprenditori lungimiranti che sapranno muoversi bene e costruire una rete di partner

Oggi è un buon momento per rinnovare il pensiero e i processi aziendali e risorse tecnologiche, aprendo nuove brecce di

mercato, magari all’estero, con un nuovo prodotto/servizio, un’e-commerce dedicato o con una politica di internazionalizzazione.

Page 120: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele Micozzi

Il sistema delle piccole e medie imprese

Evoluzioni e sfide per le STRATEGIE COMPETITIVE NEI NUOVI MERCATI GLOBALI

Il sistema delle piccole e medie imprese nel territorio

Evoluzioni e sfide per le PMI nel contesto attuale: competere nei STRATEGIE COMPETITIVE NEI NUOVI MERCATI GLOBALI

Page 121: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele Micozzi

MADE IN ITALY RICERCAMADE IN ITALY RICERCA

Page 122: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele Micozzi

UN PROGRAMMA PER IL MADE IN ITALY

UN PROGRAMMA PER IL MADE IN ITALY

Page 123: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele Micozzi

Le eccellenze del Made in

Automazione-

Meccanica

Arredo-Casa

Made in

I principali fattori di vantaggio competitivo del Made in •Riconoscimento dei marchi •Eccellenza qualitativa •Estetica (la capacità di creare prodotti sofisticati per gusto e stile) •Capacità di acquisire leadership globali in nicchie di mercato •Flessibilità permessa da bassi livelli di integrazione verticale e attitudine a lavorare secondo logiche di rete

Aggregarsi per competere sui mercati globaliCompetere sui mercati globaliGabriele Micozzi

Le eccellenze del Made in Italy: le 4 «A»

Fonte: Fondazione Edison

Abbigliamento-

Moda

Alimentare-

Vini

Made in Italy

principali fattori di vantaggio competitivo del Made in Italy sono:

•Estetica (la capacità di creare prodotti sofisticati per gusto e stile) •Capacità di acquisire leadership globali in nicchie di mercato

Flessibilità permessa da bassi livelli di integrazione verticale e attitudine a

Aggregarsi per competere sui mercati globalisui mercati globali

Page 124: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele MicozziAggregarsi per competere sui mercati globali

Tre sono le fasi di un approccio strutturato per costruire una strategia di internazionalizzazione

Scelta del mercato target

Definizione della strategia d’entrata

Competere sui mercati globaliGabriele Micozzi Aggregarsi per competere sui mercati globali

Tre sono le fasi di un approccio strutturato per costruire una strategia di

Definizione della strategia d’entrata

Articolazione del piano d’azione

sui mercati globali

Page 125: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele MicozziAggregarsi per competere sui mercati globali

La scelta del mercato target è figlia di un’analisi interna ed esterna

Competere sui mercati globaliGabriele Micozzi Aggregarsi per competere sui mercati globali

La scelta del mercato target è figlia di un’analisi interna ed esterna

sui mercati globali

Page 126: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele MicozziAggregarsi per competere sui mercati globaliLa definizione della strategia d’entrata è il momento in cui si deve dare risposta alle domande chiave

Sulla base della definizione del posizionamento strategico e delle opzioni di entrata, dovrà essere sviluppato il Business Plan di

riferimento

Competere sui mercati globaliGabriele Micozzi Aggregarsi per competere sui mercati globaliLa definizione della strategia d’entrata è il momento in cui si deve dare risposta

Sulla base della definizione del posizionamento strategico e delle opzioni di entrata, dovrà essere sviluppato il Business Plan di

riferimento

sui mercati globali

Page 127: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele MicozziAggregarsi per competere sui mercati globaliCon l’articolazione del piano di azione, si arriva alla fase più operativa

Per garantire il raggiungimento degli obiettivi prefissati è fondamentale attivare il Sistema di Program Management per il

monitoraggio costante delle azioni

Competere sui mercati globaliGabriele Micozzi Aggregarsi per competere sui mercati globaliCon l’articolazione del piano di azione, si arriva alla fase più operativa

garantire il raggiungimento degli obiettivi prefissati è fondamentale attivare il Sistema di Program Management per il

monitoraggio costante delle azioni

sui mercati globali

Page 128: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele MicozziSviluppare i Mercati

Sostenere l'ingresso delle aziende nei mercati esteri riducendo i costi di apprendimento e di distribuzione / commercializzazione del prodotto

Ricerche di

mercato

Fiere Agenti residenti

Complessità / profondità delle azioni

Sviluppare i Mercati Internazionali Competere sui mercati globaliGabriele Micozzi Sviluppare i Mercati Internazionali: obiettivi

l'ingresso delle aziende nei mercati esteri riducendo i costi di apprendimento e di distribuzione / commercializzazione del prodotto

Agenti residenti

Showroom in loco

Assemblaggio / fasi

produttive in loco

Complessità / profondità delle azioni

Sviluppare i Mercati Internazionali sui mercati globali

Page 129: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele MicozziSviluppare i Mercati

Ricerche di mercato

Fiere

Agenti residenti

• Produzione di studi di mercato verificare le caratteristiche, (es. attrattività, livello competitivo, principali canali distributivi, classe merceologica di interesse…) dei Paesi esteri di maggior interesse

• Partecipazione a fiereinternazionali e organizzazione di mostre itineranti in grado di far conoscere i prodotti del Distretto all'estero e di aumentare il livello di internazionalità del brand

• Individuazione di una locali comune tra le aziende del Distretto in grado di operare con successo in mercati esteri attuali asimmetrie informative non consentono un'efficace azione commerciale

- Azioni - - Descrizione

Sviluppare i Mercati Internazionali Competere sui mercati globaliGabriele Micozzi Sviluppare i Mercati Internazionali: obiettivi studi di mercato per

verificare le caratteristiche, (es. attrattività, livello competitivo, principali canali distributivi, classe merceologica di

Paesi esteri di maggior

"E' necessario avere a disposizione delle ricerche sui mercati internazionali al fine di evitare errori legati alla non conoscenza dei canali distributivi, dei mezzi di comunicazione e dei gusti del consumatore"

fiere, eventi e organizzazione di

in grado di far conoscere i prodotti del Distretto all'estero e di aumentare il livello di

brand

"All'estero si potrà avere successo solo se si va come filiera: cucina + bagno + salotto"

di una rete di agenti comune tra le aziende del

Distretto in grado di operare con mercati esteri dove le

attuali asimmetrie informative non efficace azione

"Nessuno dei miei uomini ci vuole andare, ci andrei io ma ho famiglia e se lascio tutto qui chiudiamo..."

Descrizione - - Spunti dalle aziende -Sviluppare i Mercati Internazionali sui mercati globali

Page 130: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele MicozziSviluppare i Mercati

Showroom in loco

Assemblaggio / fasi

produttive in loco

• Produzione di studi di mercato verificare le caratteristiche, (es. attrattività, livello competitivo, principali canali distributivi, classe merceologica di interesse…) dei Paesi esteri di maggior interesse

• Apertura di poli di produzione assemblaggio in quei mercati ritenuti strategici dove l'importazione diretta del prodotto Made in dalla presenza di alti dazi d'importazione (Brasile, Cina ecc.)

- Azioni - - Descrizione

Sviluppare i Mercati Internazionali Competere sui mercati globaliGabriele Micozzi Sviluppare i Mercati Internazionali: obiettivi

studi di mercato per verificare le caratteristiche, (es. attrattività, livello competitivo, principali canali distributivi, classe merceologica di

Paesi esteri di maggior

"E' necessario avere a disposizione delle ricerche sui mercati internazionali al fine di evitare errori legati alla non conoscenza dei canali distributivi, dei mezzi di comunicazione e dei gusti del consumatore"

produzione / in quei mercati ritenuti

strategici dove l'importazione diretta del prodotto Made in Italy è frenata

alti dazi (Brasile, Cina ecc.)

"L'80% del nostro fatturato proviene da esportazioni ma siamo ancora poco presenti in alcuni Paesi come il Brasile a causa degli alti dazi"

Descrizione - - Spunti dalle aziende -

Sviluppare i Mercati Internazionali sui mercati globali

Page 131: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele MicozziCrescere nel Sviluppare i Mercati Internazionali Competere sui mercati globaliGabriele Micozzi Crescere nel Contract: obiettiviSviluppare i Mercati Internazionali sui mercati globali

Page 132: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele MicozziCrescere nel ContractSviluppare i Mercati Internazionali Competere sui mercati globaliGabriele Micozzi Contract: possibili azioniSviluppare i Mercati Internazionali sui mercati globali

Page 133: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele Micozzi

Intraprendere un percorso di internazionalizzazione strutturato a salvaguardia degli investimenti

Le dimensioni dei mercati internazionali iniziativa suggeriscono alle PMI di mettere a fattor comune gli investimenti

di più partner aventi il medesimo obiettivo

Le opportunità sono evidenti apprezzamento del "Made in Italy

offerte dal mercato domestico

A maggior ragione è necessario COLLABORARE per essere COMPETITIVI e vincenti sui nuovi mercati

Sviluppare i Mercati Internazionali Competere sui mercati globaliGabriele Micozzi

percorso di internazionalizzazione richiede un approccio salvaguardia degli investimenti degli azionisti

dimensioni dei mercati internazionali e i rischi connessi a questo tipo di mettere a fattor comune gli investimenti

di più partner aventi il medesimo obiettivo

opportunità sono evidenti in termini di volumi potenziali e di Italy" e in ogni caso sono superiori a quelle

offerte dal mercato domestico

maggior ragione è necessario COLLABORARE per essere COMPETITIVI e vincenti sui nuovi mercati

Sviluppare i Mercati Internazionali sui mercati globali

Page 134: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele Micozzi

Il sistema delle piccole e medie imprese

Evoluzioni e sfide per le PMI nel contesto attuale:

ALLEANZE, COLLABORAZIONI E RETI TRA IMPRESE

Il sistema delle piccole e medie imprese nel territorio

Evoluzioni e sfide per le PMI nel contesto attuale:

ALLEANZE, COLLABORAZIONI E RETI TRA IMPRESE

Page 135: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele MicozziRelazioni, reti e collaborazioni tra impreseGabriele MicozziRelazioni, reti e collaborazioni tra imprese

Page 136: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele Micozzi

Legge 30 Luglio 2010 n 122

Con il Contratto di Rete più imprenditori perseguono lo scopo di accrescere, individualmente e collettivamente, la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato e a tal fine si obbligano, sulla base di rete, a collaborare in forme e in ambiti predeterminati attinenti all’esercizio delle proprie imprese, ovvero a scambiarsi informazioni tecnica o tecnologica, ovvero ancora ad esercitare in comune una o più attività rientranti nell’oggetto della propria impresa.

Quindi i presupposti sono l’esistenza di una e un programma determinato che permetta di realizzarlo

La normativa prevede che il Contratto di Rete debba avere alcuni elementi obbligatori ed altri facoltativi

Contratto di reteGabriele Micozzi

122

il Contratto di Rete più imprenditori perseguono lo scopo di accrescere, individualmente e collettivamente, la propria capacità innovativa e la propria

e a tal fine si obbligano, sulla base di un programma comune di a collaborare in forme e in ambiti predeterminati attinenti all’esercizio delle proprie

scambiarsi informazioni o prestazioni di natura industriale, commerciale, esercitare in comune una o più attività rientranti

di una pluralità di imprenditori, un obiettivo specifico programma determinato che permetta di realizzarlo

normativa prevede che il Contratto di Rete debba avere alcuni elementi obbligatori ed

Contratto di rete

Page 137: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele Micozzi

Elementi obbligatori

• La forma, atto pubblico o scrittura privata autenticata consentono anche un atto firmato digitalmente e trasmesso ai competenti uffici del Registro delle Imprese).

• La durata (essendo la finalità del Contratto quella di accrescere la competitività ed essendo quindi un obiettivo di tipo strategico è importante individuare una durata coerente con il programma di rete e con lo scopo di rete).

• L’indicazione degli obiettivi strategici di innovazione e di innalzamento della capacità competitiva dei partecipanti.

• Le modalità concordate per misurare l’avanzamento verso tali obiettivi. • Il Programma di Rete, che deve contenere

da ciascun partecipante e le modalità di realizzazione dello scopo comune.

Contratto di reteGabriele Micozzi

forma, atto pubblico o scrittura privata autenticata (le successive modifiche consentono anche un atto firmato digitalmente e trasmesso ai competenti uffici del

(essendo la finalità del Contratto quella di accrescere la competitività ed essendo quindi un obiettivo di tipo strategico è importante individuare una durata coerente con il programma di rete e con lo scopo di rete).

degli obiettivi strategici di innovazione e di innalzamento della capacità

modalità concordate per misurare l’avanzamento verso tali obiettivi. , che deve contenere l’enunciazione dei diritti e dei doveri assunti

da ciascun partecipante e le modalità di realizzazione dello scopo comune.

Contratto di rete

Page 138: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele Micozzi

Elementi facoltativi

•Fondo Patrimoniale Comune al quale si applicano le disposizioni così come previste dagli e 2615 del c.c.

Articolo 2614 Fondo consortile. I contributi dei consorziati e i beni acquistati con questi contributi costituiscono il fondo consortile. Per la durata del consorzio i consorziati non possono chiedere la divisione del fondo, e i creditori particolari dei consorziati non possono far valere i loro diritti sul fondo medesimo Articolo 2615 Responsabilità verso i terzi Per le obbligazioni assunte in nome del consorzio dalle persone che ne hanno la rappresentanza, i terzi possono far valere i loro diritti esclusivamente sul fondo

•Organo Comune che in sostanza è l’organo di l’istituzione deve essere precisato:

• il nome, la ditta, la ragione o la denominazione sociale del soggetto prescelto per svolgere l’ufficio di organo comune per l’esecuzione del contratto, • i poteri di gestione e di rappresentanza conferiti a tale soggetto come mandatario comune

Contratto di reteGabriele Micozzi

al quale si applicano le disposizioni così come previste dagli artt 2614

I contributi dei consorziati e i beni acquistati con questi contributi costituiscono il fondo consortile. Per la durata del consorzio i consorziati non possono

creditori particolari dei consorziati non possono far valere i

Articolo 2615 Responsabilità verso i terzi Per le obbligazioni assunte in nome del consorzio dalle persone che ne hanno la rappresentanza, i terzi possono far valere i loro diritti esclusivamente sul fondo consortile…

l’organo di governance della Rete. Se il contratto ne prevede

• il nome, la ditta, la ragione o la denominazione sociale del soggetto prescelto per svolgere l’ufficio di organo comune per l’esecuzione del contratto, • i poteri di gestione e di rappresentanza conferiti a tale soggetto come mandatario comune

Contratto di rete

Page 139: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele Micozzi

Aspetti fiscaliCon la Legge 122 del 30 Luglio 2010 è stata accordata alle imprese che aderiscono ad una Rete la possibilità di beneficiare di una sospensione di imposta su una quota degli utili massimo di 1.000.000 di Euro per ciascuna impresa) al fondo patrimoniale, previa asseverazione del programma di rete dell’associazionismo imprenditoriale all’uopo individuati con decreto del Ministro dell’economia e delle Finanze.L’importo massimo complessivo dell’intervento è stato definito in 48.000.000 Euro per il primo triennio e quindi per i periodi di imposta 2010 – 2011 e 2012.2-quater. Fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2012, destinati dalle imprese che aderiscono a un contratto di rete (…) patrimonio destinato all’affare per realizzare entro l’esercizio successivo gli investimenti programma comune di rete (…) se accantonate ad apposite riserve reddito nell’esercizio in cui la riserva è utilizzata esercizio ovvero in cui viene meno l’adesione al contratto di rete patrimoniale comune o al patrimonio destinato corrispondente riserva, di cui viene data informazione in nota integrativa, e sono vincolati alla realizzazione degli investimenti previsti dal programma comune di rete.

Contratto di reteGabriele Micozzi

la Legge 122 del 30 Luglio 2010 è stata accordata alle imprese che aderiscono ad una Rete la sospensione di imposta su una quota degli utili (fino all’importo

massimo di 1.000.000 di Euro per ciascuna impresa) conseguiti dalle imprese partecipanti e destinata previa asseverazione del programma di rete da parte di organismi espressione

dell’associazionismo imprenditoriale all’uopo individuati con decreto del Ministro dell’economia e delle

massimo complessivo dell’intervento è stato definito in 48.000.000 Euro per il primo triennio 2012.

Fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2012, una quota degli utili dell’esercizio un contratto di rete (…) al fondo patrimoniale comune o al

per realizzare entro l’esercizio successivo gli investimenti previsti dal programma comune di rete (…) se accantonate ad apposite riserve concorrono alla formazione del

utilizzata per scopi diversi dalla copertura di perdite di meno l’adesione al contratto di rete (…). Gli utili destinati al fondo

patrimoniale comune o al patrimonio destinato all’affare trovano espressione in bilancio in una data informazione in nota integrativa, e sono vincolati alla

investimenti previsti dal programma comune di rete.

Contratto di rete

Page 140: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele Micozzi

Dati UnionCamere, a Dicembre 2012 risultano Contratti di Rete che interessano

Contratto di reteGabriele Micozzi

, a Dicembre 2012 risultano 640Contratti di Rete che interessano 3.454 imprese

764 contratti al 1 Aprile 2013 che interessano

3943 imprese

Contratto di rete

Page 141: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele Micozzi

ESIGENZA

Diventare fornitori strategici e aprirsi verso i

mercati esteri, superando il fattore

dimensionale ma restando indipendenti

Esempi di reteGabriele Micozzi

RISPOSTA CON CONTRATTO DI RETE

RETE RACEBO –• Raggruppa 12 imprese emiliane del settore meccanica

automotive• Tradizionalmente fornitori DUCATI • Singolarmente non avevano capacità negoziale, per cui

l’unico driver era il prezzo • Aggregati in modo complementare possono proporsi a

DUCATI in maniera proattiva, impegnandosi anche sullo sviluppo di prodotto

• Si sono aperti verso l’estero, grazie al marchio comune di rete ottenendo prestigiose commesse (a titolo di esempio Mac Laren)

• Il fatturato aggregato è passato da 90 a oltre 140 Mio €

Esempi di rete

Page 142: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele Micozzi

ESIGENZA

Consolidare la filiera strategica

Esempi di reteGabriele Micozzi

RISPOSTA CON CONTRATTO DI RETE

RETE RIBES• Raggruppa 14 imprese principalmente toscane nel

campo della produzione e commercializzazione di prodotti biomedicali

• Azienda Leader e capofila è ESAOTE • Pur trattandosi di azienda di standing primario ha

sentito l’esigenza di dare solidità alla filiera produttiva • In ambito Rete i singoli partecipanti sono più tutelati in

termini di continuità di lavoro, accesso al credito e complementarietà di produzione

• Coordinamento per gli investimenti che nel campo specifico sono molto rilevanti

Esempi di rete

Page 143: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele Micozzi

ESIGENZA

Raggiungere la massa critica e Integrare la

distribuzione per essere competitivi sui mercati

internazionali

Esempi di reteGabriele Micozzi

RISPOSTA CON CONTRATTO DI RETE

RETE M & M FORGINGS

• Raggruppa 2 imprese bresciane nel campo siderurgico

• Fanno lavorazioni complementari e hanno già una forte componente export.

• Il loro fatturato complessivo è di circa 100 Mio Euro • Hanno sentito l’esigenza di allearsi nella

distribuzione dei prodotti all’estero non riuscendo più a competere con colossi multinazionali.

Esempi di rete

Page 144: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele Micozzi

Decreto Legge 22 Giugno 2012 n. 83 convertito in Legge 7 agosto 2012 n. 134 (il c.d. “Decreto Sviluppo”)

Il Decreto Legge 22 Giugno 2012 n. 83 convertito in Legge 7 agosto 2012 n. 134 (il c.d. “Decreto Sviluppo”) ha apportato una serie di novità sostanziali alla normativa• Possibilità di stipulare il Contratto di Rete anche con firma digitale non autenticata, quindi senza

l’intervento del notaio • Nuova disciplina del fondo comune e limitazione della responsabilità al fondo conferito • Possibile acquisizione della soggettività giuridica • Obbligo di redazione dello Stato Patrimoniale di Rete

Da ultimo poi la Legge 121/2012 di conversione del tale impostazione ammettendo la soggettività giuridica per quelle reti che, dotate di un fondo patrimoniale e di un organo comune, richiedano l’iscrizione nella sezione ordinaria del Registro delle Imprese nella cui circoscrizione è stabilita la sede della rete. Con tale iscrizione, infatti, la rete acquista soggettività giuridica.

Contratti di rete : normativaGabriele Micozzi

Legge 22 Giugno 2012 n. 83 convertito in Legge 7 agosto 2012 n.

Decreto Legge 22 Giugno 2012 n. 83 convertito in Legge 7 agosto 2012 n. 134 (il c.d. “Decreto Sviluppo”) novità sostanziali alla normativa, stabilendo:

anche con firma digitale non autenticata, quindi senza

limitazione della responsabilità al fondo conferito acquisizione della soggettività giuridica

Stato Patrimoniale di Rete

di conversione del Decreto Legge 18 ottobre 2012 n. 179 ha confermato ammettendo la soggettività giuridica per quelle reti che, dotate di un fondo

patrimoniale e di un organo comune, richiedano l’iscrizione nella sezione ordinaria del Registro delle nella cui circoscrizione è stabilita la sede della rete. Con tale iscrizione, infatti, la rete acquista la

Contratti di rete : normativa

Page 145: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele Micozzi

Decreto Legge 22 Giugno 2012 n. 83 convertito in Legge 7 agosto 2012 n. 134 (il c.d. “Decreto Sviluppo”)

Alla luce dell’esperienza maturata nei tre anni intercorsi fra la normativa del Luglio 2010 ed oggi possiamo dire che gli aspetti salienti sono i seguenti: • Predisposizione del contratto, che deve essere

ed esaustivo circa la governance e le ipotesi di ingresso di nuovi retisti o uscita di quelli esistenti. • Responsabilità delle aziende partecipanti limitata al Fondo Patrimoniale Comune conferito

Legge non stabilisce un importo minimo e che, pertanto, può essere liberamente determinato dagli aderenti. • Pubblicità del contratto di rete. Certamente gli imprenditori non sono orientati a rendere di dominio

pubblico aspetti riservati e qualificanti delle proprie attività, per cui la prassi è quella di mantenere il contratto di rete su taglio generico e di inserire aspetti strategici in un ma che integra in maniera sostanziale il contratto medesimo.

• Fiscalità di vantaggio, basata sulla sospensione di imposta, scaduta con il periodo d’imposta 2012, in attesa sviluppi

• Eventualità di ottenere o meno la soggettività giuridica, (RETI CONTRATTO e/o RETI SOCIETA’) chiarito nella circolare 20/E Agenzia delle Entrate del 18 Giugno 2013

Contratti di rete : normativaGabriele Micozzi

Legge 22 Giugno 2012 n. 83 convertito in Legge 7 agosto 2012 n.

luce dell’esperienza maturata nei tre anni intercorsi fra la normativa del Luglio 2010 ed oggi possiamo dire

, che deve essere coerente con gli obiettivi comuni e con il programma di rete e le ipotesi di ingresso di nuovi retisti o uscita di quelli esistenti.

delle aziende partecipanti limitata al Fondo Patrimoniale Comune conferito, per il quale la Legge non stabilisce un importo minimo e che, pertanto, può essere liberamente determinato dagli aderenti.

. Certamente gli imprenditori non sono orientati a rendere di dominio pubblico aspetti riservati e qualificanti delle proprie attività, per cui la prassi è quella di mantenere il contratto di rete su taglio generico e di inserire aspetti strategici in un Regolamento che non è soggetto a pubblicità ma che integra in maniera sostanziale il contratto medesimo.

basata sulla sospensione di imposta, scaduta con il periodo d’imposta 2012, in attesa

soggettività giuridica, (RETI CONTRATTO e/o RETI SOCIETA’) illustrato e 20/E Agenzia delle Entrate del 18 Giugno 2013

Contratti di rete : normativa

Page 146: Relazioni industriali e bilateralitã  nel sistema territoriale delle pmi  slide

Gabriele Micozzi

Opportunità del contratto di rete• Lasciare all’imprenditore l’origination e la decisione circa cosa fare e con chi. • Valutare attentamente il business dei singoli partecipanti per individuare subito possibili

sovrapposizioni • Impostare il contratto di rete e un regolamento di rete che definiscano con chiarezza dove si vuole

arrivare, chi fa cosa, come vanno ripartiti costi e ricavi, chi gestisce situazioni conflittuali. • Predisporre regole precise per l’entrata e l’uscita di retisti. • Considerare che la normativa oggi consente reti contratto e reti società, quindi anche con soggettività

giuridica • Predisporre in ogni caso un business plan anche numerico e non solo concettuale • Presentare adeguatamente il progetto alle parti terze per superare una possibile iniziale diffidenza • Valutare l’importanza di presentarsi ai terzi con un logo comune in affiancamento al logo delle singole

imprese partecipanti • Apportare contribuzioni gradualmente, in relazione all’avanzamento del progetto • Procedere alla asseverazione solo in caso di richiesta di vantaggi fiscali per accedere ai quali tale

procedura è obbligatoria • Considerare l’attività svolta in rete come aggiuntiva della attività svolta come impresa singola, che deve

continuare e rafforzarsi. • Prendere in considerazione progressivi rafforzamenti della aggregazione nonché la possibilità di passare

a forme di rete più vincolanti

Opportunità del contratto di retee la decisione circa cosa fare e con chi.

attentamente il business dei singoli partecipanti per individuare subito possibili

il contratto di rete e un regolamento di rete che definiscano con chiarezza dove si vuole arrivare, chi fa cosa, come vanno ripartiti costi e ricavi, chi gestisce situazioni conflittuali.

regole precise per l’entrata e l’uscita di retisti. che la normativa oggi consente reti contratto e reti società, quindi anche con soggettività

anche numerico e non solo concettuale adeguatamente il progetto alle parti terze per superare una possibile iniziale diffidenza

l’importanza di presentarsi ai terzi con un logo comune in affiancamento al logo delle singole

contribuzioni gradualmente, in relazione all’avanzamento del progetto alla asseverazione solo in caso di richiesta di vantaggi fiscali per accedere ai quali tale

l’attività svolta in rete come aggiuntiva della attività svolta come impresa singola, che deve

in considerazione progressivi rafforzamenti della aggregazione nonché la possibilità di passare

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Gabriele Micozzi

Rischi del contratto di rete

• Basare l’aggregazione solo su vantaggi fiscali o di ottenimento di contributi a fondo perduto

• Non porre attenzione alle clausole di il problema a fasi successive

• Portare a bordo partecipanti con evidenti problemi, in quanto in questo caso non è vero che ‘l’unione fa la forza’.

• Impostare aggregazioni con evidenti disparità dimensionali o negoziali • Utilizzare il Contratto di Rete, che ha valenza strategica, per intese

temporanee, per le quali esistono strumenti più coerenti, quali accordi commerciali o ATI

Rischi del contratto di rete

Basare l’aggregazione solo su vantaggi fiscali o di ottenimento di contributi a

porre attenzione alle clausole di governance fin dall’inizio ma rimandare

a bordo partecipanti con evidenti problemi, in quanto in questo caso non è vero che ‘l’unione fa la forza’.

aggregazioni con evidenti disparità dimensionali o negoziali il Contratto di Rete, che ha valenza strategica, per intese

temporanee, per le quali esistono strumenti più coerenti, quali accordi

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Il sistema delle piccole e medie imprese

Evoluzioni e sfide per le PMI nel contesto attuale:

Il sistema delle piccole e medie imprese nel territorio

Evoluzioni e sfide per le PMI nel contesto attuale:

ATTIVATORI DI FIDUCIA

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Sistemi moderni di

Al grado di evoluzione partecipativa delle relazioni industriali organizzativi e di gestione delle risorse umane in cui il grado di coinvolgimento lavoratori nel contribuire con idee e competenze basate processi di innovazione è fortemente valorizzato

I processi di innovazione non sono appannaggio esclusivo di ristrette cerchie diaccademici, esperti e di manager, ma, se accompagnati da una consapevole ed “adattiva” delle risorse umane permettano lo sviluppo bottom up fortemente positivi, oltre che per le relazioni di lavoro in azienda, anche per le performance economiche Numerosi studi individuano una diretta connessione tra un approccio favorevole all’apporto dei lavoratori ai processi di innovazione e calo dei tassi di assenteismo

Sistemi moderni di flexicurity

grado di evoluzione partecipativa delle relazioni industriali si affiancano modelli e di gestione delle risorse umane in cui il grado di coinvolgimento dei contribuire con idee e competenze basate sull’esperienza sul campo ai

fortemente valorizzato.

I processi di innovazione non sono appannaggio esclusivo di ristrette cerchie diaccademici, esperti e di manager, ma, se accompagnati da una gestione

” delle risorse umane permettano lo sviluppo di processi oltre che per le relazioni di lavoro in azienda,

economiche delle imprese.Numerosi studi individuano una diretta connessione tra un approccio favorevole

lavoratori ai processi di innovazione e calo dei tassi di

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La democrazia economicaLa partecipazione dei lavoratori nell’impresa, e con essa lo sviluppo complessivo democrazia economica, è un tema da molto tempo al centro delle riflessioni

E’ necessario un profondo cambiamento culturale in cui la partecipazione, sia dagli istituti e dalle pratiche con i quali le parti in gioco vanno oltre le disposizioni e incompletezze delle leggi e dei contratti, perché riconoscono che sussistono comuni condivisibili, in primis quello della solidità competitiva dell’impresa e quello rispetto e della valorizzazione del lavoro. partecipazione economica promuovendo il solo salario di produttività, ma impegnarsi in un disegno completo di democrazia economica attraverso partecipazione dei lavoratori sostanziale.Sostenere il livello di partecipazione dei lavoratori attraverso gli strumenti di informazione, consultazione, condivisione dei processi di trasformazione dell’organizzazione del lavoro, promozione formazione continua, la sicurezza sul lavoro degli obiettivi più importanti da raggiungere.

La democrazia economicaLa partecipazione dei lavoratori nell’impresa, e con essa lo sviluppo complessivo della

economica, è un tema da molto tempo al centro delle riflessioni.

E’ necessario un profondo cambiamento culturale in cui la partecipazione, sia costituita istituti e dalle pratiche con i quali le parti in gioco vanno oltre le disposizioni e le

delle leggi e dei contratti, perché riconoscono che sussistono obiettivi , in primis quello della solidità competitiva dell’impresa e quello del

e della valorizzazione del lavoro. Non è possibile limitarsi alla mera partecipazione economica promuovendo il solo salario di produttività, ma è necessario impegnarsi in un disegno completo di democrazia economica attraverso la

lavoratori sostanziale.il livello di partecipazione dei lavoratori attraverso gli strumenti di

, condivisione dei processi di trasformazione lavoro, promozione della bilateralità, anche attraverso la

sul lavoro e la previdenza complementare è uno più importanti da raggiungere.

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Parabola evolutiva italianaL’Italia è formata da un tessuto di micro e piccole imprese che l’antagonismo di classe, come forma di relazione e di scontro tra le parti, ovvero tra i lavoratori e i datori, ma che ha piuttosto saputo coltivare e sviluppare un approccio contrattuale originale, ovvero una capacità di costantemente positiva, con un protagonismo di entrambi gli attori che avvantaggia la stessa capacità soggettuale

Alcuni concetti chiave possono efficacemente rappresentare una parabola evolutiva straordinaria e unica della contrattazione collettiva, anche nel panorama europeo sono:• il rapporto con il territorio• la socialità• la bilateralità

Parabola evolutiva italianadi micro e piccole imprese che non ha conosciuto

l’antagonismo di classe, come forma di relazione e di scontro tra le parti, ovvero tra i lavoratori e i datori, ma che ha piuttosto saputo coltivare e sviluppare un approccio contrattuale originale, ovvero una capacità di relazione

, con un protagonismo di entrambi gli attori che soggettuale dell’impresa come entità collettiva.

concetti chiave possono efficacemente rappresentare una parabola evolutiva straordinaria e unica della contrattazione collettiva, anche nel

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Territorio

Territorio ha significato, e ancora oggi vuol dire, radici e identità culturale, specializzazione produttiva, saperifattori che compongono i cicli produttivi, capacità costante e continua di flessibilità e di elasticità in relazione alle esigenze della produzione e dei mercati.

Secondo la dimensione territoriale, per aree e distretti, per macrosistemi locali e per regioni, si sono maturate innovative, di pari cogenza di quelle nazionali. Esperienze, dunque, non solo integrative dell’inquadramento contrattuale nazionale, ma sostanzialmente modificative e aperte a sperimentazioni e percorsi originali e articolati.

Territorio

Territorio ha significato, e ancora oggi vuol dire, radici e identità culturale, saperi peculiari e innovativi, coesione dei

fattori che compongono i cicli produttivi, capacità costante e continua di flessibilità e di elasticità in relazione alle esigenze della produzione e dei

la dimensione territoriale, per aree e distretti, per macrosistemi maturate esperienze contrattuali originali e

di pari cogenza di quelle nazionali. Esperienze, dunque, non solo integrative dell’inquadramento contrattuale nazionale, ma sostanzialmente modificative e aperte a sperimentazioni e percorsi originali e articolati.

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TerritorioCiò che non era poi possibile nella contrattazione nazionale della piccola e media impresa è divenuto invece possibile nella regioni, dove le singole piccole imprese che si riconoscono come parte di un sistema territoriale hanno accettato anche livelli di rappresentanza sociale che dal territorio si esprimevano e che perciò erano più vicini e idonei ad individuare i percorsi contrattuali e relazionali necessari alla soddisfazione delle attese dei lavoratori e alle delicate esigenze di vitalità e di crescita delle imprese

La crescita e il potenziamento di questa dimensione orizzontale e locale costituisce un potente fattore di forza delle imprese, un fattore che ne qualifica la produzione e le conoscenze, che ne assicura perciò la competitività costante nella sfida per l’innovazione e per l’espansione nei mercati. Consolidare e valorizzare questa dimensione, anche nelle dinamiche contrattuali, può rappresentare un fattore competitivo determinante nel complesso scenario evolutivo.

TerritorioCiò che non era poi possibile nella contrattazione nazionale della piccola e media impresa è divenuto invece possibile nella contrattazione territoriale, per aree e regioni, dove le singole piccole imprese che si riconoscono come parte di un sistema territoriale hanno accettato anche livelli di rappresentanza sociale che

e che perciò erano più vicini e idonei ad individuare i percorsi contrattuali e relazionali necessari alla soddisfazione delle attese dei lavoratori e alle delicate esigenze di vitalità e di crescita delle imprese.

La crescita e il potenziamento di questa dimensione orizzontale e locale costituisce un potente fattore di forza delle imprese, un fattore che ne qualifica la produzione e le conoscenze, che ne assicura perciò la competitività costante nella sfida per l’innovazione e per l’espansione nei mercati. Consolidare e valorizzare questa dimensione, anche nelle dinamiche contrattuali,

un fattore competitivo determinante nel complesso scenario

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SocialitàLa linea di socialità che si è costruita nelle piccole e medie imprese italiane basa su di una diversa relazione tra il lavoratoretutti gli altri lavoratori-collaboratori.Gran parte delle piccole medie aziende italiane hanno costruito nel tempo relazioni e dinamiche positive e collaborative, di coinvolgimento responsabile e di partecipazione consapevole.

Non è certo per caso che l’evoluzione delle capacità di rappresentanza sociale della sindacalizzazione nei settori della piccola e media impresa segua dinamiche più recenti negli anniche cresce e si consolida la quota di imprese iscritte alle Associazioni rappresentative degli interessi, e, in parallelo, aumenta la quota dei lavoratori delle PMI iscritti alle organizzazioni sindacali nazionali.

SocialitàLa linea di socialità che si è costruita nelle piccole e medie imprese italiane si

di una diversa relazione tra il lavoratore-proprietario-imprenditore e collaboratori.

parte delle piccole medie aziende italiane hanno costruito nel tempo relazioni e dinamiche positive e collaborative, di coinvolgimento responsabile e di partecipazione consapevole.

è certo per caso che l’evoluzione delle capacità di rappresentanza sociale della sindacalizzazione nei settori della piccola e media impresa segua dinamiche più recenti negli anni. Ovvero è solo negli ultimi 3 decenni che cresce e si consolida la quota di imprese iscritte alle Associazioni rappresentative degli interessi, e, in parallelo, aumenta la quota dei lavoratori

alle organizzazioni sindacali nazionali.

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SocialitàLe Parti sociali rappresentative delle piccole e medie effettivamente cresciute insieme alle stesse piccole e medie aziende, insieme ai piccoli imprenditori e ai loro lavoratoriQuesto impasto particolare di umanità, di conoscenze e di esperienze ha reso più efficace l’azione di rappresentanza, in diverse fasi della crescita economica e sociale del Paese, non escludendo anche azioni di significativa visibilità

Questa più forte e concreta capacità di integrazione e di coesione delle rappresentanze ha prodotto, specie negli anni recenti, numerosi e innovativi accordi e strumenti idonei a potenziare e valorizzare la centralità del capitale umano nelle piccole imprese, rispetto al capitale finanziario o agli stessi impianti di produzione.

SocialitàParti sociali rappresentative delle piccole e medie imprese sono

effettivamente cresciute insieme alle stesse piccole e medie aziende, insieme ai piccoli imprenditori e ai loro lavoratori-collaboratori. Questo impasto particolare di umanità, di conoscenze e di esperienze ha reso più efficace l’azione di rappresentanza, in diverse fasi della crescita economica e sociale del Paese, non escludendo anche azioni di significativa visibilità.

Questa più forte e concreta capacità di integrazione e di coesione delle rappresentanze ha prodotto, specie negli anni recenti, numerosi e innovativi accordi e strumenti idonei a potenziare e valorizzare la centralità del capitale umano nelle piccole imprese, rispetto al capitale finanziario o agli stessi

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Bilateralità

Gli spazi oggi coperti dall’azione bilaterale istituzionale sono complessi, interessando la gestione condivisa di processi determinanti come quelli della formazione e dell’innovazione, ma anche quelli ammortizzatori sociali e della tutela del reddito del lavoratore, piuttosto che dell’assistenzialistica tutela dei “posti”. Il complesso dei temi coinvolti è in costante evoluzione ed espansione, mantenendo sempre una forte capacità di convergenza sulla centralità dell’attenzione al fattore umanoprimario capitale dell’impresa piccola e media, dove i competenze sono un tutt’uno con i processi di innovazione, di tenuta e di ricerca competitiva.

Bilateralità

spazi oggi coperti dall’azione bilaterale istituzionale sono numerosi e complessi, interessando la gestione condivisa di processi determinanti come quelli della formazione e dell’innovazione, ma anche quelli degli

sociali e della tutela del reddito del lavoratore, piuttosto che tutela dei “posti”. Il complesso dei temi coinvolti è in

costante evoluzione ed espansione, mantenendo sempre una forte capacità di convergenza sulla centralità dell’attenzione al fattore umano, come primario capitale dell’impresa piccola e media, dove i saperi, le abilità e le competenze sono un tutt’uno con i processi di innovazione, di tenuta e di

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Percorsi evoluivi• Il fattore territorio deve assumere una funzione ben più significativa ed

espressiva di quanto fino ad oggi non sia per le PMI soprattutto un bene fisico, uno spazio vitale da occupare. L’evoluzione più recente dovrebbe con il territorio come un ambiente da far crescere tutto insieme, come un ambiente al quale dare spessore e qualità, anche riconnettendo le antinomie tra azienda e casa di abitazione, tra città e campagna o quelle tra aree più attrezzate e quelle sottoutilizzate. rappresentare, nella trasformazione globale in atto, una sfida essenziale per irrobustire e caratterizzare i prodotti italiani, secondo un più stringente intreccio culturale: quello dei dei saperi del trading e dell’innovazione, con quelli della storia culturale e della vocazione ambientale. Un impasto da far evolvere tutto insieme, per valorizzare l’unicità irripetibile e non riproducibile dei nostri territori.

Percorsi evoluiviassumere una funzione ben più significativa ed

espressiva di quanto fino ad oggi non sia stato. Per decenni il territorio è stato un bene fisico, uno spazio vitale da occupare.

recente dovrebbe invece condurre ad interpretare il rapporto un ambiente da far crescere tutto insieme, come un

ambiente al quale dare spessore e qualità, anche riconnettendo le antinomie tra azienda e casa di abitazione, tra città e campagna o quelle tra aree più attrezzate e quelle sottoutilizzate. La crescita del territorio può, infatti, rappresentare, nella trasformazione globale in atto, una sfida essenziale per irrobustire e caratterizzare i prodotti italiani, secondo un più stringente intreccio culturale: quello dei saperi artigianali e professionali,

del trading e dell’innovazione, con quelli della storia culturale e Un impasto da far evolvere tutto insieme, per

valorizzare l’unicità irripetibile e non riproducibile dei nostri territori.

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Percorsi evoluivi• In secondo luogo la contrattazione collettiva deve puntare ad implementare

la costruzione di socialità, all’interno delle PMI, nelle relazioni fra reti e cluster di imprese, nei rapporti tra le stesse imprese e l’ambiente socialeLa crescita del nostro particolare modello richiede anzitutto una capacità di protagonismo forte dei singoli operatori economici: artigiani, piccoli produttori, commercianti, organizzatori di piccoli servizi, divenire “imprenditori”, ovvero attori consapevoli. Esprimersi consapevolmente come imprenditori vuol dire anche saper ampliare la propria sfera di responsabilità dentro l’impresa e nello spazio circostante, vuol dire interpretare un nuovo protagonismo sociale, gli operatori delle piccole e medie imprese (imprenditori e lavoratoricollaboratori) in progetti di crescita di tutta la comunità locale.

Percorsi evoluiviIn secondo luogo la contrattazione collettiva deve puntare ad implementare

socialità, all’interno delle PMI, nelle relazioni fra reti e cluster di imprese, nei rapporti tra le stesse imprese e l’ambiente sociale. La crescita del nostro particolare modello richiede anzitutto una capacità di protagonismo forte dei singoli operatori economici: artigiani, piccoli produttori, commercianti, organizzatori di piccoli servizi, devono tutti divenire “imprenditori”, ovvero attori consapevoli. Esprimersi consapevolmente come imprenditori vuol dire anche saper ampliare la propria sfera di responsabilità dentro l’impresa e nello spazio circostante, vuol dire interpretare un nuovo protagonismo sociale, che coinvolge tutti gli operatori delle piccole e medie imprese (imprenditori e lavoratori-collaboratori) in progetti di crescita di tutta la comunità locale.

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Percorsi evoluivi

• Gli strumenti della bilateralità, oltreché di efficienti capacità gestionali, hanno sempre più bisogno di “cabine di regia” strategie, nonchè linee di evoluzione solide e condivise. Le responsabilità delle Parti su questi aspetti assumono un rilievo cruciale perché la sfida da vincere è quella di dare vita ad un sussidiarie capaci di dare efficienza alle risorse comunitarie e di contribuire in modo determinante al rafforzamento delle reti di piccole e medie imprese nel Paese.

Percorsi evoluivi

, oltreché di efficienti capacità gestionali, “cabine di regia” fra le parti per delineare

linee di evoluzione solide e condivise. Le responsabilità delle Parti su questi aspetti assumono un rilievo cruciale perché la sfida da vincere è quella di dare vita ad un modello compiuto di funzioni sussidiarie capaci di dare efficienza alle risorse comunitarie e di contribuire in modo determinante al rafforzamento delle reti di piccole

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