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Piano Regolatore del Porto del Villaggio del Pescatore

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INDICE

PARTE PRIMA: RELAZIONE di ANALISI 2

PREMESSA 2 1. PIANIFICAZIONE COMUNALE 3 1.1. Perimetrazione del Piano del Porto 5 2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE 12 3. INQUADRAMENTO BIOGEOGRAFICO 16 3.1. Contesto territoriale ampio 17 3.1.1. Le Bocche del Timavo 17 3.1.2. Boscaglia mediterraneo carsica 18 3.1.3. Landa carsica 19 3.2. L’area del Piano 19 3.2.1. (1) Zona a sud del Villaggio 20 3.2.2. (2) Zona a ovest del Villaggio 21 3.2.3. (3) Zona a nord-ovest del Villaggio 23 3.2.4. (4) I canali di pertinenza delle aree 1-2-3 24 4. ASPETTI GEOLOGICI 25 CONCLUSIONI 27

PARTE SECONDA: RELAZIONE di PROGETTO 28 PREMESSA 28

1. INDICAZIONI DI PIANO 29

2. PREVISIONI DI PIANO PER ZONE 30

2.1. Zona a sud del Villaggio 30

2.2. Zona a ovest del Villaggio e banchina urbana 31

2.3. Zona a nord-ovest del Villaggio 34

2.4. Zona di banchina e aree di sponda 36

3. INTERAZIONI INFRASTRUTTURALI DIRETTE EXTRAPIANO 40

PARTE TERZA: STUDI E PROPOSTE PER IL VILLAGGIO DEL PESCATORE 42 PREMESSA 42

1. ANALISI URBANISTICA 43

2. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DEL VILLAGGIO DEL PESCATORE

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PARTE PRIMA

RELAZIONE di ANALISI

PREMESSA

Il piano Regolatore del porto del Villaggio del Pescatore, approvato con decreto del

presidente della giunta regionale il 12.05.1998, avendo durata decennale, è scaduto lo

scorso 2008. Conseguentemente si è resa necessaria la redazione del presente strumento

urbanistico.

La normativa che regolava dal 1987 gli strumenti urbanistici come quello in oggetto era

rappresentata dalla L.R. 22/87 Norme in materia di portualità e di vie navigabili nella

regione Friuli-Venezia Giulia. Secondo tale legge il piano regionale dei porti individua il

porto del Villaggio del Pescatore quale ambito portuale turistico con funzione di diporto,

pesca e rifugio.

Tuttavia la L.R. 5/07 ha abrogato gli artt. da 2 a 17 della L.R. 22/87 che indicavano le

procedure di classificazione dei porti, i contenuti e le relative procedure di approvazione

del Piano regionale dei porti e dei Piani regolatori dei porti.

Di conseguenza il Comune di Duino – Aurisina, in accordo con la Direzione regionale

centrale Pianificazione Territoriale, Autonomia Locali e Sicurezza, ha valutato che la

tipologia di piano cui lo strumento di pianificazione in oggetto corrisponde sia quella dello

strumento attuativo di iniziativa pubblica che dovrà seguire la procedura relativa al

combinato disposto della L.R. 5/07 e succ. mod. e int. e in particolare dell'art. 36 comma 1,

(“La procedura di formazione degli strumenti urbanistici, per i quali siano state deliberate le

direttive alla data di entrata in vigore della presente legge, è definita sulla base delle

norme previgenti”), del D.P. Reg. n. 86/08 art.7 comma 6 (“fino all'approvazione del PSC e

del POC, i riferimenti contenuti nel presente articolo ai medesimi strumenti di

pianificazione comunale si intendono allo strumento urbanistico comunale vigente, in

quanto compatibili”) e delle norme previgenti in materia, in particolare dell'art. 45 della L.R.

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52/91 e sue succ. mod. e int. (Adozione, pubblicazione ed approvazione dei Piani

regolatori particolareggiati comunali (PRPC)).

1. PIANIFICAZIONE COMUNALE

Il Piano regolatore del Porto appare nella Variante 24 – 25 del Piano Regolatore di Duino –

Aurisina come “Ambito di progettazione unitaria con strumento di pianificazione urbanistica

di specificazione vigente” 1. All'interno del perimetro così individuato si distinguono nella

parte nord “strutture insediative specialistiche portuali (L2)”, nell'area a sud invece si

individua un'”area da ristrutturare per la produzioni di beni (D3)”; i mazzuoli vengono

invece indicati come “aree per verde pubblico, sport e spettacolo acquisite (mazzuolo

ovest) non acquisite (mazzuolo est)”.

IL PIANO DEL PORTO DEL 1998

Gli obiettivi generali di questo strumento urbanistico si riferivano essenzialmente alla

previsione di forte sviluppo delle attività produttive della maricoltura e della pesca che

venivano chiaramente separate dalle attività connesse alla nautica da diporto. Il Piano

prevedeva infatti per l'area a sud del Villaggio del Pescatore una nuova banchina, da

costruirsi interrando un'ampia porzione, giungendo ad interessare una superficie di 1,7 ha

sulla quale la potenzialità edificatoria complessiva prevista era di un totale di più di

100.000 mc. Inoltre le attività di supporto alla nautica venivano ampliate nell'area a

destinazione agricola prospiciente il Canale Peschiera dove venivano localizzati altresì

ampie zone a parcheggio da ricavare nella zona agricola.

L'area individuata dal perimetro di tale piano si sovrapponeva in parte al perimetro della

scheda A3 del Piano regolatore di Duino Aurisina2, segnatamente per la parte che

riguardava la penisola di varo dell'acquedotto e la ex cava della Cernizza.

1 La variante 24 – 25 del PRG di Duino – Aurisina è stata approvata nel 2008 poco prima che il Piano Regolatore del

Porto esaurisse la sua validità 2 La scheda A3 determinava le linee guida per la elaborazione di un Piano Particolareggiato di iniziativa pubblica. Tale

strumento, chiamato Piano Particolareggiato di iniziativa pubblica del parco del Timavo e della Cernizza, è stato approvato con delibera del Consiglio Comunale n. 64 del 28.12.2005 ed è entrato in vigore con B.U.R. n.23 del 07.06.2006

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LINEE GUIDA DEL NUOVO PIANO DEL PORTO

In data 21.07.2010 il Consiglio Comunale di Duino Aurisina con deliberazione n. 31 ha

approvato i seguenti indirizzi del Piano Regolatore del Porto del Villaggio del Pescatore:

− realizzazione di un percorso ciclo-pedonale attrezzato dal Villaggio del Pescatore

verso est – zona della ex cava – che consideri anche le problematiche della difesa

dalle ingressioni marine nel centro abitato; l'elemento terminale del percorso dovrà

essere riconoscibile come porta al mare del Villaggio del pescatore e nodo dei

collegamenti marittimi e intermodali;

− nel consolidamento delle sponde, nelle opere di messa in sicurezza dalle

ingressioni marine e negli ulteriori interventi di regimazione dovranno essere

utilizzate preferenzialmente tecniche di ingegneria naturalistica, facendo uso di

essenze vegetali autoctone;

− realizzazione di spazi pubblici e parcheggi ove possibile;

− riqualificazione, sistemazione, razionalizzazione dei posti barca e creazione di

servizi complementari alle utenze (ristoro), rifornimento carburante, transito;

− risoluzione del problema carico/scarico del pescato e identificazione di un luogo per

la valorizzazione della pesca, (per esempio mercato ittico) con strutture logistiche e

tecnologiche compreso erogazione di carburanti;

− riqualificazione dei volumi esistenti privati o pubblici con destinazione turistico-

ricreativa, associativa, residenziale, commerciale ed accessori con un particolare

accento alle originarie deputazioni degli insediamenti. Lo studio dei volumi esistenti

e la loro trasformazione o recupero deve essere effettuato valutando l'adiacente

edificato. Deve essere effettuata una analisi del paese sotto gli aspetti sociali,

storici, edilizi e urbanistici; con ipotesi di recupero ed armonizzazione del paese alle

trasformazioni previste nel Piano del Porto e viceversa. A titolo esemplificativo si

propone di predisporre un allegato al piano del porto definito “Piano Colore del

Villaggio del Pescatore” con una analisi storico sociale del paese ed individuazione

delle potenzialità, delle carenze e ipotesi di recupero. Con le schedature

dell'edificato esistente, una ipotesi di recupero organica con le scelte effettuate

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all'interno del Piano del Porto, uno studio della viabilità, un piano parcheggi per le

aree del centro abitato, uno studio sul recupero delle aree verdi e zone a fruizione

collettiva;

− realizzazione di: fognatura, viabilità e infrastrutture tecniche di completamento,

verificando la possibilità di collegarsi con l'area della Cartiera, con l'Acquedotto del

Randaccio, con il percorso ciclo-pedonale provinciale, con particolare interesse alla

mobilità urbana con semplificazione per l'utilizzo del trasporto pubblico;

− redazione di uno studio geologico dettagliato esteso a tutta l'area del Villaggio del

Pescatore al fine di analizzare lo stato del terreno in relazione all'edificato esistente;

individuare eventuali presenze di ruscellamenti sotterranei e soluzioni per il loro

collettamento;

− definizione dei materiali e dei particolari costruttivi con particolare attenzione

all'arredo verde e urbano;

− promozione mediante politica di marketing turistico con particolare interesse alle

strutture culturali, ludiche, artigianali e sportive;

− armonizzazione dell'attività della pesca con il diportismo;

− tutela del territorio circostante mediante una idonea armonizzazione dei nuovi

interventi e la costante ricerca della minimizzazione degli impatti degli stessi

sull'adiacente edificato, sulla comunità residente e sugli ecosistemi naturali.

1.1. Perimetrazione del Piano del Porto

La lettura della perimetrazione del Piano del Porto effettuata sul PRG, sul piano del 1998 e

sull'adiacenza all'ambito del Piano Particolareggiato di iniziativa pubblica del Parco del

Timavo e della Cernizza, presenta numerose lievi incongruenze.

Il Piano del 1998 individuava infatti un ambito articolato che era però parzialmente

coincidente con quello del Piano del Timavo e della Cernizza; la penisola di varo

dell'acquedotto e la ex cava della Cernizza comparivano infatti in entrambi gli strumenti

urbanistici. Il PRG invece (tav. C1.1-Zonizzazione. Variante 24-25 TAV A1 ) assegnava

questi territori al Piano del Timavo e della Cernizza, configurazione rafforzata da un

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riscontro specifico sull'argomento da parte della Regione Friuli Venezia Giulia 3. Il PRG

inoltre ribadisce tale impostazione negli elaborati riguardanti i vincoli procedurali (Stato di

attuazione tav C0.B1 TAV A4 , Proposta di variante tav C0.C1 TAV A5 ) dove le aree in

oggetto appaiono come “aree da includere nel PRPC”.

Numerose sono poi le non coincidenze parziali e lievi che riguardano le tre linee di

perimetrazione prese in considerazione.

La perimetrazione del nuovo Piano è quindi stata delineata sulla base dell'individuazione

effettuata dal PRG con alcune minime correzioni tese a sanare imprecisioni di dettaglio

che riguardano l'esclusione dal Piano della chiesa del Villaggio del Pescatore, e

l'adiacenza al perimetro del Piano Particolareggiato del Timavo (Fig. 1-4). Inoltre il

perimetro è stato aumentato nella misura del 10% (ai sensi della Relazione di flessibilità

del PRG del Comune di Duino – Aurisina /punto B1) in maniera da comprendere in tutta la

sua larghezza una parte del canale di accesso al Porto Canale a sud e le concessione in

essere ad ovest.

3 Il Piano del porto del Villaggio del Pescatore risulta “strumento sotto ordinato rispetto al PRGC e deve risultare

ad esso conforme, condizione questa puntualmente soddisfatta nel caso di specie posto che entrambi gli strumenti

destinano l’ambito a zona balneare” (P.T. 10491 Rif. 15451 dd. 29.07.2002 Regione Autonoma Friuli – Venezia Giulia,

Direzione regionale della pianificazione territoriale, Servizio degli Affari Amministrativi e Legali, Direttore di servizio

dott.ssa Serena Stulle DaRos, Oggetto: Quesito disciplina ambito compreso all’interno del Piano del Porto. Riscontro)

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Fig. 1 Sovrapposizioni indicazioni perimetro Piano Regolatore del Porto.

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Fig. 2. Perimetro del Piano del Porto 1998 - 2008

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Fig. 3. Perimetro Piano del Porto ( PRGC Duino – Aurisina )

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Fig. 4. Perimetro PRPC del Timavo e della Cernizza

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Fig. 5. Perimetro Piano del Porto 2011

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2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE

L'area in oggetto è situata all'estremità settentrionale del golfo di Trieste, alle pendici delle

colline carsiche che scendono ad incontrare l'ambiente naturale costiero. Proprio questa

particolare conformazione del territorio caratterizzata da una fascia di pianura che si

stringe tra la costa e le colline del Carso e dalla presenza del fiume Timavo che qui

emerge e sfocia in mare, ha determinato un accavallamento di fasci infrastrutturali

(autostrada, statale, ferrovia, linee di rete) ed una urbanizzazione diffusa composta da

nuclei urbani ed insediamenti industriali.

In particolare il luogo in cui sorge l’attuale Villaggio del Pescatore e l’area antistante sono

frutto di una serie di imbonimenti che hanno radicalmente trasformato l’ambiente

originario. Nel secolo scorso i terreni paludosi della foce del Timavo vennero bonificati e

regolarizzati; alcuni ambiti vennero scavati e i materiali di riporto furono utilizzati per la

creazione dei due mazzuoli situati nella baia.

La struttura del territorio precedentemente a tali interventi viene ben rappresentata da una

Carta napoleonica dei primi anni dell'8004 (Fig. 6) e dalle tavolette IGM del 1917 e 1932

(Fig. 7 e 8) dove risulta chiaro che la linea di costa aveva un altro andamento, che

coincideva con l'alta scogliera.

Su un’area imbonita venne costruito quindi, nel 1951/1952, per l’insediamento di profughi

istriani a seguito degli sconvolgimenti geo-politici della seconda guerra mondiale, il nucleo

urbano del Villaggio del Pescatore. In quegli stessi anni, per far fronte allo sviluppo

urbanistico del dopoguerra, venne prima potenziato l'acquedotto costruito negli anni '20

(Randaccio) con lo sfruttamento delle risorgive del Timavo e poi, negli anni '70, con la

costruzione dell’adduttrice sottomarina “DN1300” che ha determinato la creazione di una

penisola artificiale.

A seguito di tali interventi, l’area è rappresentata oggi da un piccolo nucleo residenziale

attorno al quale gravitano attività ed infrastrutture legate alla pesca ed al diportismo.

4 Ricognizione militare della Regione compresa tra il Tagliamento, l'Isonzo e dintorni. Opera ordinata dal Signor

Masséna Generale in Capo dell'Armata Francese; ed eseguita dagli Ingegneri Geografi Francesi, durante i mesi di

Frimaio e Nevoso dell'Anno 14, e gennaio 1806

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Fig. 6 Carta napoleonica (primi anni del 1800)

Fig. 7 Tavoletta IGM (1917)

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Fig. 8 Tavoletta IGM (1932)

Dal punto di vista paesaggistico l'area del piano del porto non presenta aspetti rilevanti ma

il territorio nel quale il progetto è inscritto è particolarmente eterogeneo; a stretto contatto

si ritrovano aree di pregio naturalistico, ambiti industriali e poli turistici di significativa

rilevanza.

Il Piano territoriale Regionale (adottato in data 16.10.2007 dal Presidente della Regione

con Decreto n. 0329/Pres.) determinando gli ambiti paesaggistici della totalità del territorio

regionale individua l'area in oggetto come il paesaggio del “Carso e Costiera triestina ”.

Tale paesaggio è caratterizzato dalla presenza di componenti vegetali differenziate in base

ai diversi livelli di disponibilità idrica, legata per lo più alle zone di risorgenza delle acque

carsiche. Questo elemento influenza direttamente la distribuzione della vegetazione e di

conseguenza delle specie animali, determinando la coesistenza di situazioni ecologiche

distinte, come quelle di una vegetazione igrofila legata alla presenza di acque dolci

superficiali o di acque salmastre in zone costiere e di una vegetazione xerofila

caratteristica della zona collinare e costituita dalle specie tipiche dell’ambiente carsico.

Queste peculiari condizioni hanno determinato la necessità di tutelare il paesaggio

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attraverso l'istituzione di ambiti di tutela che interessano una ampia parte del territorio sia

per la parte costiera che per l'entroterra (S.I.C. “Carso Triestino e Goriziano” - IT3340006).

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3. INQUADRAMENTO BIOGEOGRAFICO

Il Villaggio del Pescatore si colloca in un ambito molto peculiare compreso tra due siti di

elevato valore naturalistico: il tratto del Timavo che va dalle bocche alla foce e il Bosco

della Cernizza. L’area, caratterizzata prevalentemente da materiali di riporto utilizzati per

la bonifica, acquista proprio dai contatti con il fiume, con l’altopiano carsico e con il mare,

un ruolo di raccordo piuttosto delicato:

− risente della presenza della vegetazione dell’Altopiano,

− presenta una non trascurabile ricchezza di acque dolci che potenzialmente possono

sostenere una vegetazione igrofila di qualità,

− sviluppa un lungo contatto con le acque marine realizzando anche gli ultimi lembi di

habitat di laguna prima dello sviluppo di coste alte rocciose. Si propone quindi come

“cerniera” tra le coste alte dell’Adriatico orientale e le coste basse (e con ambienti

lagunari) del settore nord-occidentale.

La storia delle flore europee sarebbe di gran lunga meno interessante se non ci fossero

state le grandi penisole meridionali (iberica, italiana, balcanica) che durante le glaciazioni

quaternarie hanno giuocato un importante ruolo di rifugio per faune e flore e dalle quali è

ripartita la colonizzazione della pressoché deserta (dopo il ritiro dei ghiacci) Europa

centro-settentrionale.

Tra tutte, la Penisola balcanica, per dimensione, posizione e per i minori ostacoli

orografici, è quella che ha svolto il ruolo principale di grande centro di smistamento di flore

e faune.

Il Carso è risultato fondamentale nel delineare l’identità biogeografia della penisola

italiana che è caratterizzata da un nutrito contingente di specie “orientali”, giunte sul

nostro territorio attraverso questo grande “ponte biogeografico”: un corridoio che si snoda

tra due Regioni bioclimatiche (Mediterranea e Temperata) su calcare, un substrato poco

frequente al di fuori delle Penisole balcanica e italiana.

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3.1. Contesto territoriale ampio

Per quanto riguarda l'area di contesto in cui è iscritto il progetto in oggetto si prende in

considerazione il territorio corrispondente al circostante Piano Particolareggiato di

iniziativa pubblica del Timavo e della Cernizza (PRPC) (approvato con delibera del

Consiglio Comunale n. 64 del 28.12.2005 ed entrato in vigore con B.U.R. n.23 del

07.06.2006) che individua un ambito geografico circostante, distinto delimitato dalla strada

statale a est, il mare e il Villaggio del Pescatore a ovest, la cartiera Burgo a nord e l'abitato

di Duino a sud. Nel PRPC si possono distinguere schematicamente tre ambiti di territorio

fortemente connotati paesaggisticamente e ambientalmente:

− le Bocche del Timavo

− la boscaglia mediterraneo - carsica

− la landa carsica.

3.1.1. Le Bocche del Timavo

Il fiume Timavo nasce sulle pendici del Monte Nevoso in Slovenia, al confine con la

Croazia, scorre in superficie per 40 km fino all’area di San Canziano dove viene inghiottito

in un maestoso complesso di gallerie sotterranee (Skocjanske Jame). Inizia qui il percorso

ipogeo del Timavo che defluisce a profondità variabili per almeno 70-80 km con frequenti

cambiamenti di direzione dei deflussi preferenziali. Infine il fiume riaffiora nella nostra area

di influenza, nei pressi della chiesa di San Giovanni in Tuba e sfocia nel golfo di Panzano.

L'ambito delle sorgenti è caratterizzato dalla particolare conformazione carsica, dalla

ricchezza di acque dolci e dalla presenza di una vegetazione particolarmente rigogliosa

formata principalmente da pioppi, salici, platani, robinie e da un sottobosco fitto di arbusti e

rovi. Anche se la vegetazione, non ha particolari qualità naturalistiche, funge da schermo

rispetto alle aree contermini limitando l'inquinamento acustico e visivo causato dalle

infrastrutture circostanti.

L’area in adiacenza alle bocche del Timavo rappresenta uno dei luoghi più suggestivi

dell’ambito fluviale, carico di tracce storiche antiche. Lo spazio circostante la chiesa di San

Giovanni in Tuba, si distingue per la vocazione di spazio pubblico e delle relazioni visto il

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carattere particolarmente coinvolgente del luogo che invita al passeggio e alla

meditazione. Attualmente l’area si presenta degradata, in parte trascurata e la presenza

delle strutture idrauliche rende spesso palese l’aspetto artificiale e antropizzato del luogo,

smorzando i toni sacrali del sito.

3.1.2.Boscaglia mediterraneo carsica

L'ambito della boscaglia mediterraneo - carsica comprende il bosco della Cernizza, posto

tra le propaggini residenziali dell'abitato di Duino a sud, la statale n. 14 ad est e la costa ad

ovest.

La vicinanza del mare e la presenza di un substrato roccioso carsico che assorbe le

piogge, anche se abbondanti, determina la presenza di una vegetazione mediterranea -

carsica caratterizzata dalla compresenza del leccio, del carpino nero e dell’orniello.

Attualmente il Bosco è attraversato da numerosi sentieri, memoria della riserva di caccia

del castello di Duino, che sviluppandosi a raggiera raggiungono il tessuto edilizio

dell'abitato di Duino. Solo visuale, ma non per questo di minor impatto, è invece il

collegamento con il mare su cui la Boscaglia mediterraneo – carsica si affaccia a picco

mostrando la sua porzione più integra. Il bordo di bosco che si affaccia sul mare

rappresenta la parte più intatta e caratteristica della Boscaglia mediterraneo – carsica,

interessata dalla presenza di numerose sorgenti di acqua dolce poste a livello del mare e

da una costa rocciosa ed assolata.

Verso nord-ovest il bosco si sfrangia progressivamente in prati e cespugli arbustivi

progredendo verso la landa carsica.

La parte settentrionale della macchia mediterranea fino alla strada di accesso al Villaggio

del Pescatore e al limite occidentale del Bosco della Cernizza ha una copertura

vegetazionale irregolare. A dense macchie di Leccio e Roverella si alternano ampie radure

prative collegate tra loro da una fitta rete di percorsi e slarghi tra la vegetazione.

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3.1.3.Landa carsica

Tra il bosco della Cernizza a sud, l'area del Timavo a nord, il Villaggio del Pescatore a

ovest e la strada statale a ovest si trova uno degli ambienti più tipici del carso, la landa, o

comunque quello che rimane di questa in seguito all’abbandono del pascolo. La landa

carsica è una formazione vegetazionale caratteristica dell'altipiano arido, che sfrutta il

sottile strato di terreno che copre il sottosuolo roccioso carsico. La vegetazione si radica

fortemente agli affioramenti rocciosi e tende a distribuirsi a chiazze. Risulta quindi essere

molto resistente al calpestio e al brucamento. Ed è infatti proprio l'allevamento il fattore

che ha condizionato nel tempo la formazione di questa caratteristica vegetazione, tanto

che la riduzione di queste aree va di pari passo con l'abbandono dell'allevamento da

pascolo, le uniche zone di landa aperta rimaste sono di dimensioni ridotte, per lo più

concentrate nel centro, mentre sempre più prati cedono all’avanzare dei cespugli e del

bosco.

L’ambito è contraddistinto inoltre dalla presenza di alcune trincee della prima e della

seconda guerra mondiale, spesso invase dagli arbusti spontanei ma con postazioni e

caverne artificiali ancora visibili.

Nella fascia direttamente a contatto con la statale è presente una vasta area di landa ad

incespugliamento denso che digrada verso una depressione centrale a prato da sfalcio

racchiuso da siepi, memoria di un paesaggio agricolo tradizionale, ormai quasi scomparso.

Una fascia di ostrio-querceto racchiude e delimita a nord ovest l'ambito e lo scherma dalla

strada.

3.2. L’area del Piano

L’area del piano del porto, ricadente in parte in area SIC Carso triestino e goriziano

(IT3340006), racchiude quasi interamente l'ambito costiero e insulare attinenti al nucleo

urbano del Villaggio del Pescatore, più specificatamente comprende:

1. una zona a sud del Villaggio caratterizzata da un'area produttiva in disuso;

2. una zona ad ovest del Villaggio dove hanno sede la maggior parte delle attività

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sportive e diportistiche attorno e all'interno dell'area dei mazzuoli;

3. una zona a nord-ovest del Villaggio che comprende attività diportistiche e produttive

di servizio alla nautica;

4. i canali di pertinenza delle aree 1, 2, 3.

3.2.1. (1) Zona a sud del Villaggio

Quest'area rappresenta il punto di snodo tra il nucleo urbano e l'area della penisola di varo

dell'acquedotto, costruita artificialmente negli anni '70, affinché le acque del Timavo

potessero raggiungere Trieste con l’adduttrice sottomarina. Tale imbonimento ha fatto si

che si creasse una piccola baia, le cui condizioni idrodinamiche hanno causato

un'evoluzione verso una formazione lagunare in fase terminale a vita breve o brevissima.

La spiaggia e la spiaggia emersa del cul de sac terminale della baia sebbene sia

ricettacolo di rifiuti di varia natura è altresì popolata da depositi di detriti vegetali, costituiti

da tronchi e rami d’albero, alghe e fanerogame marine. I relitti vegetali provengono dai

fiumi Isonzo e Timavo, ma anche da tutta la zona antistante l'insenatura, che è ricca di

vegetazione acquatica (Cymodocea nodosa e Zostera marina, nelle zone a ricambio

relativamente maggiore e Zosterella noltii, in zone più superficiali e riparate).

La piccola baia, che rientra nel perimetro dell'area SIC (Carso triestino e goriziano -

IT3340006), è definita habitat prioritario “Lagune costiere” - 1150.

L'altimetria della restante parte dell'area rappresenta una situazione rara in questi territori

che vedono per lo più il rapporto col mare modellato da alte scogliere, infatti questa fascia

costiera si trova al livello del mare, come le aree imbonite sulle quali è nato il Villaggio

(delle quali costituisce una propaggine variamente urbanizzata); a contatto con il centro

abitato troviamo le strutture produttive più imponenti, sebbene in stato di degrado e

inutilizzate, erette in funzione delle attività della pesca, mentre, via via che ci si allontana

dal Villaggio l’area risulta sempre meno inurbata, gli edifici si fanno più rarefatti, le aree

pavimentate, complice l'abbandono nel quale sono state relegate, sono caratterizzate da

una vegetazione ruderale di nessun pregio. L'unico esercizio attivo nell'area è quello

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dell'ittioturismo che ha provveduto anche ad una piccola ricomposizione del paesaggio

nell'area di pertinenza. Gran parte dell'area è situata in territorio demaniale, suddiviso in

sette concessioni in fase di definizione ad eccezione dell'area in concessione a C.o.l.m.i.

srl. (TAV A9 ). Il bordo lungo il mare di questa zona si presenta in un generale stato di

abbandono; esso è composto da una massicciata fortemente degradata intervallata da una

banchina in calcestruzzo, anch'essa in cattivo stato (TAV A10, TAV A11_1, TAV A11_2,

TAV A11_3 ). La viabilità d'accesso all'area è costituita da una strada carrabile, in parte

sterrata, che svolta verso sud dall'ingresso del Villaggio del Pescatore (TAV A12 ).

3.2.2. (2) Zona a ovest del Villaggio

Il perimetro del Piano include al suo interno la banchina di calcestruzzo prospiciente

l'abitato del Villaggio del Pescatore caratterizzata da un filare di pini marittimi. Dal

momento che il Villaggio è naturalmente rivolto verso l'acqua e non ha una vera propria

piazza questo tratto di costa rappresenta il punto di aggregazione sociale del paese, la

passeggiata lungo mare a contatto con le imbarcazioni ormeggiate lungo la banchina da

un lato e con la strada carrabile e l'abitato del Villaggio del Pescatore dall'altro.

A nord dei mazzuoli si trova invece un'area imperniata sulla strada carrabile che costeggia

il bordo dell'abitato procedendo verso nord lungo la punta Bratina. Qui il bordo è stato

appena ristrutturato per mezzo di una banchina a paramento verticale con struttura in

legno, che è stata però rinforzata da palancole metalliche e calcestruzzo (con un impatto

non trascurabile dal punto di vista paesaggistico) (TAV A10 ). Tra la banchina e la strada è

presente una piccola striscia di terreno con copertura a prato e alcuni alberi (TAV A14 ).

Lungo la strada si trova un parcheggio asfaltato che contiene 50 posti macchina.

Le aree dei mazzuoli, quasi interamente di proprietà del Comune di Duino – Aurisina,

ospitano invece una serie di spazi legati a diverse attività sportive; nella parte nord del

mazzuolo est sono presenti alcuni campi da tennis, di cui due coperti, al centro si trova un

campo da calcio e nella parte meridionale gli spazi sono di servizio al canottaggio e alla

vela. Al centro dell'isola, adiacente al campo da calcio c'è un edificio che ospita i servizi e

la sede dell'associazione sportiva a cui fanno capo le attività presenti e che ha in

concessione gran parte dell'area. Il mazzuolo ovest è utilizzato nella sua parte meridionale

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per le attività di servizio alla vela, mentre la restante porzione non ha funzioni specifiche.

Lungo tutto il perimetro dei mazzuoli sono collocati gli ormeggi delle imbarcazioni da

diporto. L'attracco avviene sia direttamente sulle banchine, per lo più costituite da un

paramento verticale con struttura in legno, o per mezzo di passerelle poste parallelamente

alle linee di costa che in questi casi si presenta rinforzata da una massicciata (TAV A9 ). Le

strutture presenti sono quasi totalmente di recente realizzazione.

La vegetazione nei mazzuoli è costituita essenzialmente da filari arborati lungo le sponde.

Gli alberi presenti attualmente sono frutto di un progetto risalente al 1985 dell'Ispettorato

ripartimentale delle foreste di Trieste (“Ripristino delle aree verdi in località Villaggio del

Pescatore”). Tale intervento si era reso necessario in quanto all'epoca della formazione dei

mazzuoli, lungo le rive si erano impiantati, con funzione di consolidamento delle sponde e

frangivento, densi filari di pioppo cipressino, pianta forse poco adatta al luogo per la sua

crescita rapida e la scarsa robustezza; negli anni '80 la cortina arborea così formata,

giunta alla maturità, presentava gravi problemi di stabilità che minacciavano, complice il

forte vento, la sicurezza dell'area. Gli esemplari di pioppo vennero sostituiti con numerose

associazioni arboree (pioppo bianco, olmo siberiano, tamerice, olivello di boemia, ontano e

carpino nero etc..) dalle caratteristiche più adatte al clima e al terreno. Inoltre nella

porzione nord del mazzuolo ovest è stato costituito un boschetto a densità colma con la

messa a dimora di pino domestico e leccio (TAV A14 ). Attualmente sia i filari che il

boschetto, sebbene in complessivo buono stato, mostrano i segni delle conseguenze di

una densità elevata, che probabilmente era stata uno strumento utile per il primo impianto,

ma che sicuramente presupponeva una costante e attiva manutenzione successiva, che

ora non può più essere rinviata.

I due mazzuoli sono uniti tra di loro da una sacchetta caratterizzata da un bordo

meridionale irregolare, sia dal punto di vista morfologico che altimetrico. Infatti la sponda è

qui consolidata da una massicciata sulla quale si inseriscono folti filari di tamerici; a sud di

questa, l'area tende all'interrimento spontaneo e quindi è stata popolata da una modesta

vegetazione erbacea alo-nitrofila. Infatti tale ambito rientra nell'habitat “Distese fangose o

sabbiose emergenti durante la bassa marea” del SIC Carso triestino e goriziano

(IT3340006) generalmente prive di vegetazione con piante vascolari, di solito ricoperte da

alghe azzurre e diatomee. Tale habitat è di specifica importanza per l’alimentazione

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dell’avifauna acquatica e in particolare per anatidi, limicoli e trampolieri.

La viabilità dell'area dei mazzuoli è costituita da sentieri e strade sterrate utilizzabili dagli

autoveicoli solo in casi di emergenza.

3.2.3. (3) Zona a nord-ovest del Villaggio

L'area è compresa tra una fascia imbonita di terreno ai piedi della collina ad est e le

propaggini dell'ambito fluviale del Fiume Timavo nella sua confluenza col canale Locavaz.

Centralmente all'area si trova il canale Peschiera. I terreni ad est del canale sono per lo

più utilizzati da un'attività produttiva legata alla nautica, mentre a nord di questa si trova

una zona di servizio ad una associazione nautica attorniata da alcune aree in stato di

abbandono che un tempo erano utilizzate per la produzione di barbatelle e foraggi. La

propaggine più a nord di queste aree, rientra nel perimetro dell'area SIC. Attualmente

risulta essere un’area verde incolta con rade macchie arboree, specialmente lungo la

strada carrabile che porta al Villaggio del Pescatore, e con aree a canneto verso le

sponde. Qui sono stati ritrovati reperti di epoca romana e di conseguenza il PRGC di

Duino-Aurisina la definisce “Area di accertata e rilevante consistenza archeologica (A1b).

La penisola ad ovest del canale rientra nell'ambito del Piano del Porto solo per la porzione

lungo la sponda che racchiude, oltre alla riva un filare discontinuo di pioppi cipressini e

una strada sterrata. La sponda est variamente costituita funge da ormeggio per le

imbarcazioni da diporto mentre la sponda ovest attualmente è libera da qualsiasi

intervento e imbarcazione anche se nel passato era anch'essa utilizzata per l'ormeggio e

la sosta. Tale utilizzo è stato però interdetto nel 2008 da un'ordinanza della capitaneria di

porto (n. 77/2008) a causa dei fenomeni erosivi delle sponde, i quali, oltre che

pregiudicare il normale transito pedonale impedivano l’utilizzo in sicurezza alle

imbarcazioni ormeggiate. Attraverso il cosiddetto “ponte paratia” la penisola è collegata ad

una sottile isola caratterizzata da una vegetazione arborea spontanea di Robinia

pseudoacacia, specie pioniera considerata infestante a causa della sua velocità di

crescita, che provoca spesso il soffocamento delle piante autoctone. Il ponte giace in uno

stato di elevato degrado tanto che era stato vietato il transito ai veicoli di massa a pieno

carico superiore a 3,5 t. e sono vietati l’ormeggio, lo sbarco, la navigazione, la sosta, nello

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specchio acqueo antistante ambedue i lati del ponte (ordinanza capitaneria porto n.

09/2008). Anche le sponde dell'isola sono utilizzate per l'ormeggio delle imbarcazioni da

diporto, mediante alcuni pontili galleggianti. Le rive sono infatti interessate da fenomeni

erosivi che hanno fatto si che venisse vietato l'accesso ed il transito ai veicoli e alle

persone per una larghezza di 3 metri dal ciglio della sponda (ordinanza capitaneria porto

n. 16/2009).

3.2.4. (4) I canali di pertinenza delle aree 1, 2, 3.

Il piano del Porto comprende anche gli specchi d'acqua di pertinenza delle aree descritte e

più precisamente una parte del canale di accesso al Villaggio del Pescatore che costeggia

la banchina adibita alle attività della pesca, il cosiddetto porto-canale prospiciente il

Villaggio del Pescatore, il canale interno tra i due mazzuoli, e il canale Peschiera parallelo

a questi ultimi che si insinua tra le propaggini dell'ambito fluviale del Fiume Timavo nella

sua confluenza col canale Locavaz e la fascia imbonita di terreno ai piedi della collina ad

est.

I fondali di tali specchi d'acqua sono sabbiosi e vanno da -2 a -5 m di profondità, tra le loro

rive trovano spazio 1200 posti barca.

Il canale prospiciente la banchina per le attività della pesca è una via d’acqua di

competenza regionale segnalato da briccole, che dà accesso anche al comprensorio

industriale di Monfalcone. Negli ultimi anni si sono create alcune condizioni che hanno

causato il parziale interrimento del canale. Di conseguenza sono stati stanziati dei fondi

per il dragaggio del canale in maniera da assicurare una profondità di m -3,50 che

permetta la navigabilità.

Il porto-canale, lungo circa 400 m e largo circa 50, con orientamento nord-sud, costituisce

il prolungamento verso nord del canale di accesso al Villaggio del Pescatore; l'ingresso è

a circa 350 m a SW del canale sulla testata del molo di Duino e ha una profondità che

varia dai 2 ai 5 m. Il porto-canale è posizionato tra la banchina del nucleo abitato del

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Villaggio del Pescatore e il mazzuolo est. I lati del canale sono utilizzati per l'ormeggio

delle imbarcazioni da diporto esclusa la parte centrale della banchina del Villaggio che è

riservata alle imbarcazioni per la pesca.

Parallelamente al porto-canale si estende per una lunghezza di circa 350 m e una

larghezza di circa 50 m, il canale interno, posizionato tra il mazzuolo ovest e quello est.

Questo canale al contrario degli altri, non è in comunicazione diretta con il canale di

accesso al Villaggio del pescatore e di conseguenza è caratterizzato da un minor ricambio

d'acqua che però non ha causato fino a questo momento problemi di accumulo di

materiale inerte, organico o rifiuti. Anche lungo questo canale sono presenti ormeggi per

barche da diporto.

Anche il Canale Peschiera si pone parallelamente ai precedenti, è lungo circa 800 m,

largo quasi 60. La sponda ovest è caratterizzata in genere da una maggiore naturalità

dato che questi terreni costituiscono le propaggini ultime degli ambiti della foce del fiume

Timavo. Tutte le sponde vengono comunque utilizzate per l'ormeggio delle imbarcazioni

da diporto.

4. ASPETTI GEOLOGICI

Per quanto riguarda la situazione del sottosuolo dell'area del Piano sono stati redatti

accurati studi geologici sia sull'area vasta che in particolare sull'area dell'abitato del

Villaggio del Pescatore. Tali studi, che fanno parte integrante degli elaborati di piano (tavv.

G e tavv. GV) hanno rivelato alcune criticità. Dal punto di vista geotecnico l'area è

suddivisibile in due classi: la prima (CLASSE A ) che individua aree con substrato roccioso

o prevalentemente roccioso, con un livello di compattazione elevato ed in grado di

sopportare sollecitazioni litostatiche tali da non subire considerevoli processi di

consolidazione; la seconda (CLASSE B ) che comprende aree con substrati sciolti,

prevalentemente sabbie e limi sabbiosi ed argillosi, talora sovrastati da riporti, con

caratteristiche geotecniche molto scadenti, che in condizioni di ulteriori stress litostatici

tendono ad ulteriori consolidazioni, talvolta con valori dei cedimenti significativi.

Dal punto di vista idrogeologico invece i problemi evidenziati sono descritti di seguito

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schematicamente:

− INGRESSIONE MARINA. A seguito di situazioni eccezionali di alta marea o mare

grosso si verificano fenomeni di allagamento dell'abitato del Villaggio del Pescatore e di

buona parte delle aree fronte mare, isole comprese accentuati dalle quote modeste del

piano campagna in queste aree;

− SUBSIDENZA. Dal momento che il sottosuolo è costituito quasi nella sua totalità da

sedimenti fluvio-marini e da materiali di riporto di recente formazione, tale substrato è

soggetto a un naturale processo di consolidazione del materiale che con il passare del

tempo tende ad assestarsi e ad addensarsi.

− EROSIONE COSTIERA. Questo fenomeno geomorfologico riguarda la sponda

ovest della terza isola. La causa principale di detto processo erosivo è dovuto ad eventi

intensi del moto ondoso. L’onda, frangendosi sulla riva della barra fluviale, provoca uno

scalzamento al piede della sponda ed un contestuale allontanamento del materiale

movimentato, causando nel sistema, un deficit sedimentario lungo tutto il tratto interessato

dalla zona di frangente.

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CONCLUSIONI

Rispetto alla situazione delineata dalle previsioni del Piano del Porto del 1998 la

condizione attuale vede una sostanziale tendenza al decremento delle attività legate alla

pesca e maricoltura a fronte di una presenza costante ed in progressiva riqualificazione

delle attività sportive e diportistiche. La situazione di abbandono e forte degrado in cui

grava infatti la zona a sud del Villaggio del Pescatore non può che venire letta in questo

senso; le condizioni socio – economiche inerenti alle lavorazioni della pesca sono

cambiate, la forte ripresa auspicata più di un decennio fa non si è mai verificata, di

conseguenza attualmente si riscontra una sola azienda che si occupa attivamente della

maricoltura nella zona assieme ad una cooperativa. La verifica delle richieste demaniali ci

rivela che a queste si potranno probabilmente aggiungere altre due aziende ma è pur vero

che nel passato al rilascio delle concessioni demaniali non è sempre corrisposto

l'avviamento dell'attività prevista. In ogni caso al momento le attività attuali e quelle

presunte, nella totalità, coinvolgono un numero limitato a non più di 50 addetti. Tali quantità

non possono che imporre una rivisitazione delle previsioni del precedente Piano del Porto

per quanto riguarda le attività della maricoltura.

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PARTE SECONDA

RELAZIONE di PROGETTO

PREMESSA

Il Piano del Porto, coerentemente a quanto previsto dalla normativa vigente non deve

esser considerato un semplice programma di opere marittime e infrastrutturali, ma va

inteso come articolato e complesso processo di pianificazione e gestione.

Il porto deve essere inteso non più come scalo terminale, ma nodo di una rete intermodale

complessa, estesa all’intero territorio circostante e comprendente i servizi, le

professionalità e le qualità insediative e ambientali del sistema urbano circostante; è

evidente che una diversa velocità di trasformazione delle aree portuali rispetto a quelle

urbane è uno dei fattori che oggi fa sì che il porto si ponga come sistema che è parte ed

insieme distinto dalla città, per superare tali problematiche è necessario confrontarsi con il

sistema infrastrutturale e, ancor più, con la sua sfera economica, ragionare in termini di

complessità, di integrazione, ma anche di flessibilità e di selezione degli ambiti di

intervento in poche aree e direttrici strategiche e occorre riconoscere al porto la sua

identità e autonomia. E' evidente come il piano portuale debba assumere il carattere di un

piano di tipo strutturale (in analogia con la normativa regionale) che definisca

strategicamente le diverse parti funzionali, individuando il suo ambito più autonomo e

specialistico, le aree di interazione con le attività urbane, le direttrici di connessione con la

città e il territorio. Il piano di tipo strutturale si configura, quindi come griglia di riferimento e

come insieme di criteri per la valutazione (sostenibilità ambientale e sociale, fattibilità

tecnico-economica) degli interventi proposti dai diversi soggetti, o che comunque si

renderanno necessari.

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1. INDICAZIONI DI PIANO

Le centralità che strutturano il Piano sono legate principalmente all'attenzione nei confronti

dell'ambiente sul quale si opera, alle attività che articolano l'assetto dell'economia del

luogo e alle forme con le quali questi due elementi possono interagire e convivere nel

rispetto reciproco.

Il Piano quindi prevede la ricomposizione dell’area dal punto di vista paesaggistico e

ambientale, attraverso la tutela di alcuni ambiti di particolare interesse, la valorizzazione e

il miglioramento della vegetazione esistente e la sistemazione e il rafforzamento delle

sponde; ma contemporaneamente mira a riconfermare le attività presenti attualmente

quantunque, per quanto riguarda gli esercizi inerenti la pesca, preveda la riduzione delle

dimensioni e delle capacità edificatorie in base alle mutate esigenze del settore. Si

prevede inoltre la risistemazione della viabilità carrabile e ciclo-pedonale dell’area con

particolare attenzione alla fruizione ricreativa pedonale del lungo mare e la conseguente

creazione di una serie di percorsi pedonali che collegano l’abitato del Villaggio del

Pescatore alle aree adiacenti.

Per quanto attiene la tutela ambientale l'approccio proposto parte proprio dal presupposto

che ci troviamo in un contesto generato dall’attività umana che vede quasi

esclusivamente nel contatto con tre ambienti così diversi tra loro (mare, altopiano carsico

e un particolarissimo fiume) il suo autentico valore naturalistico. Ecco perciò che quanto

segue è rivolto prevalentemente al mantenimento e, dove possibile, al miglioramento

della qualità di questi ecotoni.

Evidentemente la difesa geomorfologica dei terrapieni che hanno generato l’area oggetto

del piano è prioritaria rispetto ad altri interventi: quanto proponiamo risulta in linea con gli

interventi già realizzati anche al fine di non risultare impattante dal punto di vista estetico

soprattutto per la popolazione residente. Le difese a mare saranno prevalentemente in

legno, sufficientemente alte (indicativamente un’altezza di 10 cm sul livello medio dell’alta

marea) da svolgere adeguatamente il loro compito di difesa ma non troppo da impedire il

saltuario ingresso di acqua marina così da favorire la diffusione spontanea di vegetazione

alofila in collegamento con le aree dove questa è già presente. Per quanto riguarda il

contatto con il fiume riteniamo che, anche se esterno all’area di pertinenza del Piano,

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debba essere salvaguardata l’integrità, compatibilmente con le esigenze della

navigazione, del canneto a Phragmites australis presente alla foce del Timavo in quanto

habitat di specie di notevole interesse di per se ma ancora più perché è un habitat che nel

settore costiero occidentale dell’Adriatico è particolarmente rarefatto.

Sui mazzuoli e nella penisola che costeggia la foce del Timavo la scelta delle specie da

inserire seguirà criteri di carattere biogeografico (verranno proposte solo specie

autoctone) ed ecologico legato alla presunta disponibilità di acqua dolce: specie igrofile,

specie più resistenti all’aridità, specie con caratteri intermedi come indicato nei singoli

articoli di dettaglio.

2. PREVISIONI DI PIANO PER ZONE

Le previsioni del nuovo Piano del Porto sono illustrate nella TAV. P1 Zonizzazione , che

individua nel dettaglio le aree sottoposte alle prescrizioni del piano, descritte di seguito

nelle diverse zone in cui è composto il Piano.

2.1. Zona a sud del Villaggio

Il recupero di quest' area attualmente degradata avviene per mezzo di una molteplicità di

interventi di varia natura. Le attività della pesca vengono confermate ma dal momento che

non costituiscono più il fulcro dell'economia del luogo, a queste si affiancano altri utilizzi

che possano coesistere e valorizzare le lavorazioni originarie. Le aree private, adiacenti

alle aree residenziali del Villaggio, sono quindi interessate da un progetto unitario

convenzionato che restituisca dignità urbanistica a questo lembo trasfigurato di paese. I

nuovi interventi comprendono la demolizione dei fatiscenti volumi esistenti a favore della

ricostruzione di nuovi edifici che mirino alla ricucitura del tessuto urbanistico del Villaggio,

tenendo conto dell'edificato adiacente ma anche delle caratteristiche dei borghi della costa

triestina, istriana e dalmata. Le destinazioni d'uso che tale progetto comprenderà vanno

dalle attività ricettive alle abitazioni collettive con la presenza in parte minore di attività

commerciali e direzionali di servizio (Scheda 1_progetto unitario convenzionato, vedi

anche le indicazioni sulla distribuzione delle cubature nella istruttoria di approvazione del

piano, subcomparto A mc 24.000, subcomparto B mc 3.000 e conseguenti).

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Viene prevista inoltre la realizzazione di un percorso pedonale a mare attrezzato, che

dall'estremità sud dell'area di piano raggiunge la banchina antistante l'abitato del Villaggio

del Pescatore. Questo percorso, innestandosi alla banchina esistente dell'abitato, si

disegna come fronte mare e pone in continuità tutte le aree poste a sud, integrandosi con

gli spazi funzionali legati alle attività della pesca, prendendo avvio con un elemento iniziale

che sarà riconoscibile come porta a mare del Villaggio del Pescatore e nodo dei

collegamenti marittimi e intermodali. Anche se tale passeggiata attraverserà aree con

funzioni e caratteristiche diverse, dovrà essere garantita una omogeneità formale all'intero

percorso che dovrà essere quindi pavimentato, illuminato e rifinito con materiali e

caratteristiche omogenee (preferibilmente usando il legno per la pavimentazione), dovrà

essere accessibile in tutta la sua lunghezza, anche alle persone con ridotta od impedita

capacità motoria; dovrà essere possibile la delimitazioni delle aree private o in

concessione per mezzo di recinzioni a basso impatto visivo o che si integrino in maniera

adeguata al paesaggio e comunque dovrà essere sempre garantito lo svolgimento delle

attività legate alla pesca e la sicurezza durante eventi meteorologici di particolare intensità

anche dirottando saltuariamente il percorso su vie alternative quali quelle che collegano ai

percorsi ciclopedonali lungo la strada di accesso alla cava.

Al polo opposto del percorso, presso lo squero esistente a nord della banchina dell'abitato,

verrà posizionato il terminal urbano a destinazione ricreativa, associativa e turistica.

In merito all'habitat prioritario SIC “Lagune costiere” le previsioni si limitano all'obbligo

della periodica pulitura dei rifiuti, alla sola fruizione guidata dell'area assieme però

all'indicazione della necessità di un progetto esecutivo generale di tutela e valorizzazione.

2.2. Zona a ovest del Villaggio e banchina urbana

La banchina prospiciente l’abitato del Villaggio del Pescatore presenta attualmente una

sezione altimetrica con quote che risultano essere insufficienti alla difesa dalle ingressioni

marine nelle situazioni di alta marea superiori alla media, provocando in alcuni casi

l’allagamento dell’abitato, a questo si aggiunge anche la presenza di venute acquifere

sotterranee legate alle risorgive individuate nella parte interna dell’abitato, che in

determinate situazioni tendono a innalzarsi al di sopra del piano campagna.

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Queste condizioni rendono necessaria la realizzazione di un'opera di contenimento contro

le ingressioni marine e di un sistema di regimazione idraulica. La prima sarà costituita da

una barriera attrezzata parallela al fronte acqueo, elemento installato principalmente come

opera di difesa, esso deve diventare anche occasione di integrazione del fronte mare con

l'abitato, trasformandosi nel fulcro catalizzatore della fruizione pubblica del lungo mare. La

tutela e la valorizzazione del filare di pini esistente, permette che l'andamento della

barriera si svolga in maniera articolata, sia in posizione arretrata che avanzata rispetto agli

alberi, aumentando la piacevolezza della passeggiata. La netta separazione tra l'abitato e

il fronte mare, attuata da tale elemento sarà superata da numerosi varchi posizionati nei

punti di connessione viabilistica e funzionale con l'abitato del Villaggio e da alcune rampe

in maniera da garantire fruibilità e percorribilità all'area interessata. Per garantire la

funzionalità della barriera i varchi saranno provvisti di sistemi di chiusura mediante paratie

mobili da attivare nei casi di ingressioni marine.

Verso sud la barriera si piegherà integrandosi alla curvatura della strada che conduce

all’esterno del Villaggio del Pescatore mentre a nord seguirà il perimetro dello squero

esistente sovrapponendosi in parte al muro che lo delimita; procederà poi fino ad

innestarsi sul ponte di collegamento con i “mazzuoli” affiancandosi alla strada.

Il paramento verticale di difesa sarà rivestito con lastre di pietra locale e sarà integrato da

un sedile continuo, dall'illuminazione pubblica, e tutti gli elementi di arredo utili a migliorare

la fruibilità, la sicurezza e la piacevolezza della passeggiata sul fronte portuale.

Relativamente al problema delle venute idrauliche gli studi eseguiti hanno stabilito che per

garantire la sicurezza idraulica al Villaggio del Pescatore, e quindi delle attività di cui in

esso si svolgono, è necessaria la captazione e l'allontanamento delle acque nei terreni

oggetto del fenomeno che non rientrano nel perimetro del Piano del Porto. Quindi

assieme alla barriera per impedire l' ingressione marina è stata prevista anche un'opera di

regimazione idrica.

La soluzione tecnica individuata prevede un sistema di drenaggio passivo delle acque

integrato da un sistema attivo di cattura e l’allontanamento delle acque drenate.

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Il drenaggio passivo verrà eseguito attraverso una trincea ed un pozzo drenante, il cui

scopo è intercettare le acque carsiche non defluite ed evitare l’emersione della falda

freatica durante gli eventi di picco idrologico.

Lo scarico delle acque captate attraverso l’opera di drenaggio sarà composto da due

sistemi: il primo prevede un allontanamento passivo delle acque senza alcun sistema

forzato di pompaggio collegando direttamente la trincea drenante con la rete di scarico

delle acque bianche esistente; il secondo verrà attivato solo nei casi in cui l'innalzamento

della falda e la portata di filtrazione siano consistenti. Esso prevede il sollevamento delle

acque di falda per immetterle in una condotta appositamente dedicata per il recapito a

mare.

Ritornando alle aree all'interno del Piano del Porto, le prescrizioni che riguardano i

mazzuoli vedono sostanzialmente una riconferma delle attività esistenti ed alcuni interventi

volti al miglioramento del paesaggio esistente, della fruibilità e della sicurezza della zona.

Nel mazzuolo est vengono confermate le attività esistenti, relative agli sport nautici e non,

e viene consentita la costruzioni di piccoli volumi di servizio. Nella parte sud, tuttavia,

ricompresa all'interno del perimetro dell'area Sic, i servizi alle attività, dovendo garantire

un impatto minimo sull'ambiente, saranno caratterizzati da grande leggerezza e

removibilità. Nel mazzuolo ovest viene riconfermata e ampliata l'area destinata agli sport

nautici e consentita la realizzazione di piccole strutture di servizio. L'area rimanente

caratterizzata da un'ampia radura a prato e da un boschetto di pini e lecci sarà mantenuta

e riorganizzata ai fini dell'utilizzo (già comunque in atto) come parco urbano attraverso un

progetto esecutivo generale di riqualificazione che renda possibile l'organizzazione a

parco attrezzato dell'area. L'area a boschetto sarà mantenuta anche se per garantire

condizioni di vita ottimali alla vegetazione presente si procederà ad un controllato

diradamento delle piante adulte, favorendo il leccio, compatibilmente con le condizioni

fitosanitare di tutti gli individui, in quanto pianta autoctona.

Ai bordi dei mazzuoli sarà mantenuta e riqualificata l'area di sponda formata da una

sezione che vede un interfaccia tra terra e acqua, sia costruito che naturale, una piccola

area a prato di dimensione variabile, un filare alberato, una strada sterrata. Tale area fa

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parte dell'insieme delle sponde il cui accesso è libero e che possono essere riorganizzate

in una sorta di “parco urbano lineare” che si sviluppa lungo quasi tutto i bordi a contatto

con l'acqua.

La viabilità all'interno dei mazzuoli resterà costituita da strade non impermeabilizzate, a

transito pedonale o ciclabile. Il transito veicolare sarà consentito solo per ragioni di

servizio alle strutture esistenti e di emergenza.

L'area a sud della punta Bratina sarà contraddistinta da un corridoio verde che funge da

sfondo alle strutture del Villaggio e rappresenta il collegamento tra i vari ambiti. In

posizione antistante rispetto a tale fascia verde si trovano alcune strutture: il parcheggio

esistente (la cui gestione deve essere orientata ad un uso al massimo giornaliero) viene

riconfermato mentre gli edifici presenti, attualmente di proprietà comunale, vengono

recuperati e trasformati in “addizioni urbane” (Bb) per le quali valgono le prescrizioni

dell'art. 1.2.1.3. delle norme tecniche del PRG. Viene riconfermata anche la piccola area a

servizio delle associazioni nautiche con la possibilità di realizzare piccoli volumi da

destinare alle attività associative e di foresteria legate alle manifestazioni sportive.

2.3. Zona a nord-ovest del Villaggio

Sull'area a est del canale Peschiera vengono sostanzialmente riconfermate le attività

esistenti: le attuali aree residenziali non subiscono nessun cambiamento di previsione

mentre per le aree produttive le destinazioni d'uso vengono ampliate introducendo la

possibilità di convertire le strutture dell'area anche a servizio delle attività manifatturiere

così come descritte dalle definizioni delle norme tecniche del PRG. Vengono confermate le

aree a servizio delle associazioni nautiche e la possibilità di aumentare i servizi inerenti.

Viene confermata la destinazione a parcheggio in un' area a ridosso della strada anche se

la dimensione viene ridotta rispetto alle previsioni del precedente piano. Viene invece

favorita la sistemazione ambientale e paesaggistica dell'area di sosta che non dovrà

essere impermeabilizzata in maniera da costituire il minor impatto possibile. Infatti la

natura del terreno, costituito da materiali di riporto, non sottende un inquinamento del

sottosuolo tale da giustificare un intervento altamente impattante come la cementificazione

di un'area attualmente permeabile. Partendo dalla conservazione degli esemplari arborei

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esistenti, il parcheggio dovrà essere organizzato in base alla presenza alberata distribuita

secondo un pattern casuale. Per far ciò sarà necessario completare la vegetazione

esistente attraverso l'inserimento di piccoli nuclei di 5 - 7 alberi distribuiti con un pattern

isodiametrico denso (in previsione di un diradamento dopo 5 o 10 anni a seconda degli

incrementi) o grandi nuclei (fino q 20 individui) che potranno avere un pattern

isodiametrico, lenticolare o a mezzaluna anche in relazione alla vegetazione esistente.

Inoltre la disposizione dei diversi pattern sarà regolata in relazione al massimo

ottenimento dell'ombreggiamento durante tutta la giornata. Così per ottenere il massimo

ombreggiamento durante la mattina o il pomeriggio la dimensione maggiore della

disposizione lenticolare verrà sviluppata in direzione nord-sud mentre per ottenere

l'ombreggiamento nelle ore centrali della giornata la dimensione maggiore della

disposizione a mezzaluna si svilupperà in direzione est-ovest, con la convessità rivolta

verso sud. Inoltre tale parcheggio dovrà essere regolamentato al fine di scongiurare una

sosta prolungata degli automezzi a favore di un uso temporaneo al servizio delle funzioni

diportistiche.

Più a nord l'area interna al perimetro SIC (Carso triestino e goriziano IT3340006), è stata

sede di ritrovamenti di reperti di epoca romana e di conseguenza il PRGC di Duino –

Aurisina la definisce come “Area di accertata e rilevante consistenza archeologica (A1b)”.

Attualmente la superficie è incolta con rade macchie arboree, concentrate per lo più lungo

la strada carrabile che porta al Villaggio del Pescatore, e con aree a canneto verso le

sponde. Quest'area viene considerata come fascia di transizione tra l’ambiente fluviale e

quello più antropizzato posto a sud ed viene quindi interessata da un intervento di

riqualificazione ambientale consistente nella realizzazione di un bosco igrofilo come

compensazione ecologica preventiva in relazione all'edificazione nell'area attigua.

Nell'area saranno comunque ammesse le attività di studio, ricerca, scavo, restauro,

inerenti i beni archeologici, nonché le trasformazioni connesse a tali attività, ad opera degli

enti o degli istituti scientifici autorizzati.

Anche l'area che comprende buona parte della cosiddetta Terza Isola, interna al perimetro

SIC, ricade in ambito di tutela e riorganizzazione paesaggistico-ambientale. Di

conseguenza la zona sarà interessata da un piano di riqualificazione ambientale che

prevederà la sistemazione del verde, dei percorsi pedonali esistenti e della scarpata verso

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la foce del Timavo-Locavaz. Tale piano sarà incentrato sulle modalità di intervento per la

stabilità dei bordi che dovranno essere lasciati liberi da strutture atte al banchinamento ed

eventualmente rinaturalizzati con specie erbacee alofile, mentre le alberature presenti

saranno integrate con specie idonee e autoctone. All'interno dell'isola si tenderà ad

accelerare il processo di sostituzione degli esemplari di Robinia pseudoacacia attraverso

l'impianto di specie autoctone quali Celtis australis in posizione circolare equidistante da

ciascun esemplare di Robinia.

Sarà inoltre ammessa la realizzazione di strutture puntuali e removibili a servizio della

nautica.

L'attuale viabilità, che dalla strada proveniente dal Villaggio penetra verso il canale

Peschiera, lo affianca per poi ultimare nella terza isola, viene riconfermata come strada

non impermeabilizzata esclusivamente utilizzabile per ragioni di servizio ed emergenza.

2.4. Zona di banchina e aree di sponda

Le zone di banchine e le aree di sponda in un area che rappresenta interamente l'affaccio

al mare del Villaggio, svolgono un ruolo importante; molto spesso in questi ambiti si

accentrano gran parte delle attività che caratterizzano l'area del piano in quanto tali

lavorazioni sono basate sull'utilizzo del mare.

Il piano (TAV P1 – Zonizzazione ) suddivide le zone di banchine e le aree di sponda in:

10.1 Banchina del Villaggio del Pescatore

10.2 Area di sponda a parco urbano

10.3 Sponde in area di tutela prive di strutture di qualsiasi tipo

10.1 Banchina del Villaggio del Pescatore

Rappresenta l'interfaccia terra-mare più urbano e quindi più artificiale, costruita e priva di

elementi vegetazionali. A sua volta l'area è distinta in 10.1.1.Banchina urbana e , 10.1.2.

Banchina Attrezzata a supporto delle attività della pesca e servizi o commercio inerenti e

10.1.3 Banchina urbana mista. La prima rappresenta il prolungamento e la riqualificazione

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dell'attuale banchina prospiciente al Villaggio del Pescatore, su quest' area viene inserita

la passeggiata lungomare descritta precedentemente. La banchina attrezzata (10.1.2)

rappresenta invece la zona che ospita l'attracco delle imbarcazioni che si occupano delle

pesca, caratterizzata da tutte le dotazioni atte a tale scopo. La terza, banchina mista, vede

ovviamente la compresenza delle due funzioni.

10.2 Area di sponda a parco urbano

Queste aree sono i punti di accesso alle imbarcazioni da diporto. Esse sono per lo più

costituite da sponde attualmente liberamente accessibili, inserite in contesti a contatto con

la natura; la sponda è affiancata da un filare alberato, tra questi due elementi esiste

un'area a prato e accanto al filare spesso c'è una strada sterrata.

Il piano tende a consolidare gli utilizzi e le conformazioni presenti, attraverso una

riqualificazione di queste aree che confermi e rafforzi la dimensione di “parco lineare” che

l'insieme di queste aree costituiscono. Un'area quindi utilizzata per una fruizione legata

allo svago e al tempo libero anche se non direttamente associata alla navigazione da

diporto.

10.3 Sponde prive di strutture di qualsiasi tipo

Queste sponde sono quelle delle aree più naturali e meno antropizzate che saranno

quindi legate alle misure di tutela individuate dal piano e saranno caratterizzate da una

fruizione limitata.

Le previsioni di piano inerenti gli interventi sulle zone di banchina e le aree di sponda

consentono sempre la manutenzione delle strutture esistenti. Per quanto riguarda invece i

nuovi interventi, essi sono differenziati a seconda della tipologia di sponda, dello stato in

cui verte e delle condizioni del contesto (TAV P2.1 - TAV P2.2) .

Dato che la maggioranza degli spazi acquei prospicienti le rive sono destinati all'ormeggio

delle imbarcazioni da diporto, produttive o agli usi previsti dall'art. 2 comma 8 e 9 della

L.R. 25/96, quasi tutte le sponde all'interno del perimetro di piano sono attualmente, o

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saranno in futuro, attrezzate per tali attività. Le sponde considerate di interesse ambientale

e quindi soggette a tutela, dovranno tuttavia rimanere libere da qualsiasi struttura

(tipologia Aa), mentre le tipologie da preferire in generale, per tutte le sponde ed in

particolare per quelle in stato di degrado, sono quelle caratterizzate da passerelle

galleggianti (tipologia Ab, Ac) o fisse (tipologia Ad, Ae), distaccate dalla riva.

Nelle aree votate alle attività produttive ed in quelle più urbanizzate del Villaggio del

Pescatore, le banchine saranno in calcestruzzo, attrezzate anche per attività connesse

alla pesca o alla nautica (tipologia Cc, Cd) o semplicemente a paramento verticale con

struttura di contenimento in legno (tipologia Bd) o con muro di contenimento in

calcestruzzo (tipologia Bc).

Nella sponde a nord dei mazzuoli, dove il canale si restringe, se non fosse possibile

adottare la tipologia con passerella galleggiante distaccata dalla sponda, viene prescritto

l’utilizzo della banchina a paramento verticale con struttura di contenimento in legno

(tipologia_Bd), già in uso nell’area.

Le sponde libere da qualsiasi struttura (quindi relative alle tipologie Aa, Ab, Ac, Ad, Ae), se

dovessero essere oggetto di nuovi interventi dovranno essere sempre consolidate

attraverso tecniche di ingegneria naturalistica. Le tipologie di intervento di consolidamento

sono state individuate a seconda della conformazione fisica, della posizione e degli eventi

che circondano le attuali sponde. Esse si distinguono in (TAV P2.3 - TAV P2.4) :

X Scogliera in massi

Y Palificata con palo verticale frontale

Z Palificata con palo verticale frontale rafforzata

- X Scogliera in massi

Questa tecnica di intervento si utilizza nelle sponde sottoposte maggiormente a fattori di

pressione come il moto ondoso provocato dal traffico acqueo, dove è tra l'altro già

presente. Si tratta di un'opera di difesa spondale, disposta parallelamente alla corrente

con la superficie inclinata dal lato del mare/fiume.

La scogliera sarà costituita da massi di cava di elevata pezzatura (non inferiore a 0.3 m3,

talora superiore a 0.8-1 m3) e di peso superiore a 5÷20 q, in funzione delle caratteristiche

idrodinamiche della corrente d'acqua e della forza di trascinamento. I massi, di

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dimensione decrescente dal basso verso l'alto, verranno disposti nella parte di fondazione

al di sotto della quota del fondo oppure, trovandoci in presenza di fondo sabbioso,

appoggiati su un geotessile non tessuto con funzione strutturale di ripartizione dei carichi

e di contenimento del materiale sottostante l'azione erosiva. Nella parte di elevazione,

invece, non saranno mai collocati al di sopra della quota della sponda naturale.

- Y e Z Palificata con palo verticale spondale

Questo tipo di palificata svolge un rapido e duraturo consolidamento della sponda.

Essendo una tecnica poco invasiva, adatta a substrati non lapidei che consentono

l'efficace infissione dei pali e capace di favorire la ricostruzione di habitat per la

microfauna acquatica, è stata selezionata per essere utilizzata nella maggior parte delle

sponde anche se le caratteristiche dimensionali degli elementi costitutivi e la distanza tra

essi varieranno a seconda della portata/resistenza dei terreni e dall'energia del moto

ondoso naturale e indotto dai natanti.

La struttura consiste in un'incastellatura di pali con punta di piante autoctone (es. pino

nero) [Ø 20 ÷ 25 cm; 3-5 m di lunghezza], infissi verticalmente per almeno 2/3 e addossati

alla sponda, sui quali vengono infissi con chiodature metalliche [Ø 12 ÷ 14 cm] tronchi

correnti (paralleli alla sponda) e tronchi traversi, di minimo 1 m di lunghezza e inseriti nella

sponda in senso trasversale.

Gli interstizi tra i tondami longitudinali verranno riempiti di materiale terroso con l’aggiunta

di pietrame (ghiaia e/o pietrisco) in tutto il volume dell’intervento, fin sopra il livello medio

dell’acqua, ossia fino al livello di alta marea. Il settore sommitale dell’intervento dovrà

essere ricoperto con geotessuto che avrà la funzione di contrastare i processi erosivi

fintanto che non si sia sviluppata spontaneamente della vegetazione erbacea alofila. Il

processo di colonizzazione potrà essere accelerato con la piantumazione di Spartina

maritima nei settori dove i processi erosivi sono meno accentuati e potranno prevalere

materiali fini, Crithmum maritimum nei settori in cui i processi erosivi sono più accentuati e

i materiali di riempimento saranno più grossolani, Limonium serotinum nei settori con

caratteri intermedi.

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3. INTERAZIONI INFRASTRUTTURALI DIRETTE EXTRAPIANO

Affinché sia possibile il dispiegarsi delle attività portuali vengono individuate alcune

infrastrutture che, seppure non ricadenti all'interno del perimetro, sono correlate alle

previsioni di Piano, la realizzazione delle quali diviene quindi di grande importanza per

l'attuazione complessiva delle previsioni di piano (TAV. P5).

Tali interazioni riguardano temi legati alla viabilità carrabile e ciclopedonale verso il

Villaggio e nelle aree circostanti, alla risistemazione urbana e ambientale del Villaggio e ai

servizi per la nautica.

E' necessario in primo luogo sottolineare l'importanza della realizzazione dei parcheggi

previsti dal Piano Particolareggiato di iniziativa pubblica del Timavo e della Cernizza, nelle

aree limitrofe al porto in modo da svincolare l'area del Villaggio del Pescatore e quella del

porto dai problemi legati al traffico e alla sosta, in special modo nei periodi estivi di

maggior fruizione turistica. Inoltre per rendere più agevole l'utilizzazione dei parcheggi

esterni all'area e per un'accessibilità sostenibile all'area del Timavo, viene riproposta una

passerella pedonale sul fiume, già individuata in sede di redazione del PRPC del Timavo

e della Cernizza, che è in grado di connettere agevolmente i parcheggi previsti a nord del

Timavo con l'area del Piano del porto. La passerella verrebbe a far parte di un sistema,

già previsto dal PRPC, di sentieri e percorsi ciclopedonali che costituiscono una viabilità di

accesso e di frequentazione alternativa a quella veicolare di cruciale importanza al fine di

diminuire il carico della viabilità carrabile nell'area ed allo scopo di qualificare

adeguatamente le infrastrutture portuali.

La viabilità carrabile dovrebbe inoltre essere perfezionata per mezzo della realizzazione di

alcune rotatorie principalmente in relazione alla strada di ingresso al Villaggio del

Pescatore, soprattutto per ridurre drasticamente i problemi di traffico pesante all'interno

del centro abitato del Villaggio del Pescatore.

Posto che l'attuale svincolo sulla strada statale potrebbe essere sostituito da una rotatoria

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in maniera da ottimizzare le manovre di accesso al Villaggio del Pescatore, le soluzioni

definitive individuate per escludere il traffico degli autobus e dei grandi mezzi dal nucleo

residenziale, sono due; la prima prevede che la svolta avvenga in corrispondenza del

parcheggio previsto sulla strada di accesso al Villaggio. Qui in una zona apposita gli

autobus avranno la possibilità di fermarsi, invertire la direzione di marcia ma anche di

ricevere informazioni riguardo alle attività che si svolgono nell'area, dato che sarà

presente in questo punto una piccola struttura che ospita anche un ufficio informazioni.

Inoltre nell'ipotesi che sia necessario gestire flussi di traffico intenso questa potrebbe

essere la postazione che permette per mezzo di una tecnologia digitale, analoga al

telepass autostradale, un facile ed agevole sistema di controllo degli accessi. La seconda

soluzione invece consiste in una rotatoria di dimensioni adeguate che permetterà la svolta

alla viabilità di accesso alla cava della Cernizza.

Tuttavia dal momento che le recenti lavorazioni per l'installazione dell'impianto fognario

hanno esasperato una situazione caratterizzata da condizioni precarie del sottosuolo del

Villaggio del Pescatore, considerato conseguentemente l'impossibilità di sopportare le

sollecitazioni imposte dalla circolazione degli autobus e dai mezzi di grandi dimensioni in

genere, è divenuto necessario prevedere una misura d'urgenza. E' prevista quindi una

rotonda temporanea che permetta la svolta, la fermata e l'inversione di marcia degli

autobus e dei mezzi di grandi dimensioni nel punto di accesso all'abitato del Villaggio,

sottraendo quindi il traffico pesante alla viabilità interna del paese ma nello stesso tempo

garantendo ai fruitori del trasporto pubblico una agevole fermata vicina all'ingresso del

paese.

Nei pressi del canale Peschiera è stata invece individuata una piccola area che dovrebbe

essere interessata ad una riqualificazione ambientale che preveda anche di realizzare

un’area di attrezzature a servizio della diportistica nel rispetto delle caratteristiche

ambientali del luogo e delle specie in essere.

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PARTE TERZA

STUDI E PROPOSTE PER IL VILLAGGIO DEL PESCATORE

PREMESSA

L'abitato del Villaggio del Pescatore è di formazione relativamente recente essendo stato

costruito negli anni '50 grazie alla legge n.240 del 31.03.01955 “Erogazione di 5 miliardi di

lire all'Ente Nazionale per le Tre Venezia per l'esecuzione di un programma di

trasformazione fondiaria e di stabile sistemazione produttiva dei profughi dai territori della

Venezia Giulia amministrati o posseduti dalla Repubblica Federativa Jugoslava”. La legge

diede vita infatti ad un “Piano Edilizio per la sistemazione dei pescatori gi uliani ” che

portò alla costruzione di alcuni insediamenti in tutta Italia, compreso il Villaggio del

Pescatore, allora denominato anche “Villaggio S. Marco” o “Villaggio del Timavo”. Gli

edifici furono costruiti in più riprese nell'arco del decennio '50 – '60. Un primo nucleo,

situato nella rientranza di quella che si presuppone essere una vecchia cava, venne

edificato prima dello stanziamento di fondi della legge 240/55 con caratteristiche

tipologiche diverse dal progetto realizzato più tardi.

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1. ANALISI URBANISTICA

L'analisi urbanistica del Villaggio ha delineato gli elementi che compongono l'abitato:

l'edificato per lo più residenziale con un nucleo produttivo a sud (TAV AV1 ); gli spazi verdi

privati di pertinenza agli edifici e quelli pubblici che fanno emergere un ampio corridoio

alle spalle dell'abitato (TAV AV2 ); i parcheggi localizzati in grande numero lungo le vie del

paese (TAV AV3 ); la viabilità assoggettata alla morfologia dell'abitato e la presenza di due

distinti luoghi d'incontro: la piazza utilizzata per lo più come parcheggio che però assume

identità di centro aggregativo periodicamente e la banchina lungomare costantemente

sede di passeggiate (TAV AV4 ).

Si è passati poi ad analizzare la struttura urbana attraverso la scomposizione del paese

nei singoli lotti che lo compongono (TAV AV5.1 ). Di grande aiuto è stato in questa

indagine il “Progetto di costruzione del Villaggio Timavo per pe scatori profughi ”(I e II

lotto) commissionato dall'Ente per le Tre Venezie (1957). Nella planimetria generale viene

individuata l'area del futuro Villaggio che comprende però anche un lotto già esistente (1),

a nord dell'abitato, all'interno della rientranza (presunta ex-cava) chiamato Villaggio san

Marco. L'unica strada raffigurata è quella di accesso al Villaggio che nella sua parte finale

verrà in seguito ridefinita. Il progetto integra le nuove costruzioni a questa parte già

esistente e prevede al centro del lotto un ambito di verde pubblico che non verrà mai

realizzato. L'attuale biblioteca situata in questa posizione è quindi stata ideata in un

periodo successivo a tale progetto.

Il lotto 2 fa parte integrante del progetto dell'Ente per le Tre Venezie e viene realizzato

secondo tale programma con poche ma sostanziali differenze; a sud la piazza era chiusa

da un edificio di carattere collettivo (osteria – trattoria), ciò determinava una sostanziale

circolarità del luogo che aveva come predominante accesso/uscita un ampio varco

alberato verso il mare. Tale assetto viene negato dalla situazione attuale che vede la

piazza aperta a sud sulla strada carrabile perpendicolare al mare di cui sembra essere la

naturale continuazione.

Il lotto 3 ed il lotto 4 sono stati costruiti quasi esattamente come erano stati progettati ad

est e ad ovest della modificata strada di penetrazione al Villaggio. Fa eccezione però nel

lotto 4 la morfologia e la disposizione dell'attuale scuola materna e dell'area circostante

che nel progetto originale seguivano sostanzialmente l'allineamento degli edifici vicini

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dando luogo ad un campo da gioco di pertinenza della scuola ma anche ad un ulteriore

spazio aperto, una “zona per lo sviluppo attrezzature assistenziali e di svago” che era

separata dall'ambito della scuola da un percorso pedonale. Tale assetto implicava perciò

un diverso accesso all'uscita dalla scuola su un'area verde e pedonale anziché su una

strada carrabile come succede oggi.

Il lotto 5 non era stato sviluppato all'interno del progetto dal momento che il piano di

lottizzazione ne delineava solo i contorni tracciando una viabilità completa dell'area che

non corrisponde a quella attuale. Nemmeno la destinazione d'uso sarà quella stabilità

negli anni '50 (“zona di futuro sviluppo iniziative turistiche e sportive” con individuazione di

un campo da calcio).

Il lotto 6 rientra in parte nella definizione della viabilità già ritrovata nel lotto 5 ma anche

qui la realizzazione degli edifici attualmente esistenti ha seguito un orientamento e una

destinazione diversa da quella delineata nel progetto del 1957.

L' analisi della struttura urbana è proseguita poi con la lettura delle combinazioni degli

elementi che compongono il Villaggio (TAV AV5.2 - AV5.3 ). Sono messi in luce due

fondamentali componenti che hanno influenzato, e tutt'ora influenzano, la morfologia

dell'abitato: la collina con il suo andamento curvilineo ad est e la banchina rettilinea sul

mare ad ovest. Questi due elementi agiscono come forze ordinatrici dello spazio,

trasmettendo l'influenza delle proprie geometrie alle aree limitrofe. Così la strada

principale del paese risentendo dell'andamento della collina, si snoda con andamento

sinuoso da est a ovest mentre la viabilità di distribuzione, basandosi sulla forma rettilinea

della banchina, si diparte perpendicolarmente a questa. Esiste tuttavia un ulteriore rete

viabilistica, quella dei passaggi pedonali di accesso alle abitazioni che costituiscono una

percorribilità del Villaggio quasi totalmente indipendente, seppure frutto diretto di tragitti

principali, artefice di scenari e squarci molto diversi da quelli legati alle vie carrabili. In

questo contesto i luoghi di aggregazione sociale appaiono legati comunque alla forza

generatrice proveniente dalla banchina sul porto-canale; la passeggiata lungo il canale

stesso rappresenta forse lo spazio collettivo per eccellenza del paese, riaffermando il

legame dello stesso con il mare; la piazza, elemento circolare sviluppatosi dalla

disposizione rettilinea della banchina, seppur snaturata in parte dalla viabilità e dalla sosta

carrabile costituisce un elemento aggregativo che manifesta la sua vera potenzialità solo

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in occasione di eventi ciclici e temporanei.

Anche la disposizione dei lotti è conseguenza dei due sistemi ordinatori delineati. Il

particolar modo si osserva che nel caso di forme concave legate all'andatura della collina

l'assetto urbanistico assume una griglia regolare mentre le forme convesse inducono ad

una dislocazione curvilinea parallela alla collina. L'andamento della banchina rettilinea

invece determina la formazione di una griglia regolare. I sistemi cosi delineati si

incontrano/scontrano in prossimità della strada principale determinando in questo punto

un momento dis-gregativo, un orientamento irregolare che crea direttrici dall'andamento

insolito e originale.

Un ulteriore livello di lettura dell'abitato del Villaggio è costituito dagli affacci principali degli

edifici che sembrano confermare l'azione disgregativa dell'incontro tra i sistemi ordinatori:

ad eccezione del lotto 1 (il nucleo originario) la cui accessibilità è orientata tutta verso la

collina, l'ingresso principale delle residenze segue una collocazione che sembra legata al

caso.

Gli edifici sono inoltre stati analizzati, anche per mezzo di alcune schede descrittive, a

seconda delle tipologie architettoniche che li differenziano. La maggior parte delle unità

edilizie del Villaggio fa capo al progetto dell'Ente delle Tre Venezie, realizzato tra la fine

degli anni '50 e l'inizio degli anni '60 e declinato in 5 variazioni di casa a schiera che si

differenziano per piccoli particolari delle facciate. Si tratta di edifici sobri, con struttura in

calcestruzzo e laterizio, composti da unità a due piani, con spazi di pertinenza sia anteriori

che posteriori. I prospetti sono semplici e lineari, intonacati, ma contraddistinti da alcuni

elementi caratterizzanti: ogni unità è dotata di un piccolo poggiolo al primo piano, molto

spesso con forma irregolare; la base delle facciate è a volte rivestita di pietra; alcune delle

pareti cieche delle unità sono rivestite da decorazione in legno tipo scandole.

Il nucleo originario dell'abitato è invece formato da case a ballatoio. I singoli edifici

riuniscono più unità, (2 al pt e 2 al p1) che godono di spazi di pertinenza anteriormente e

posteriormente. Le semplici facciate intonacate sono contraddistinte dai parapetti metallici

dei ballatoi e dagli scuri a gelosia alle finestre.

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2. LINEE GUIDA PER LA VALORIZZAZIONE DEL VILLAGGIO DEL PESCATORE

L'analisi insediativa ha permesso di individuare chiaramente gli elementi positivi e i punti

critici della conformazione urbanistica del Villaggio in maniera da rafforzare i primi ed

appianare i secondi. La semplice conformazione architettonica degli edifici del Villaggio si

accompagna ad una ricchezza di spazi aperti; alle spalle del paese un corridoio verde

rigoglioso crea una connessione diretta con la quota più elevata della collina;

innumerevoli piccole vie pedonali costituiscono le vie di accesso alle residenze creando

accoglienti contesti semiprivati. Pensiamo che tali sistemi possano essere messi in

relazione, in maniera da creare una rete di percorsi in comunicazione diretta tra di loro,

che permetta una riqualificazione della cornice paesaggistica dell'abitato e una piacevole e

ricca fruizione pedonale e ciclabile del paese. Dovrebbe essere posta un'attenzione

particolare alla tutela della fascia verde di transizione tra collina e Villaggio, ai piedi della

collina stessa, così da far emergere le qualità della vegetazione presente, rendere

percorribile lo spazio e allontanare la minaccia dell'abbandono non regolamentato dei

rifiuti. Così facendo potrebbe essere valorizzata la funzione di “parco urbano” che si snoda

linearmente alle spalle del paese, attraverso il quale indirizzare altre modalità di accesso e

percorso del Villaggio. Al corridoio verde dovrebbe essere collegata la rete dei percorsi

pedonali all'interno dell'abitato e tutte le piccole e grandi aree verdi pubbliche che

potrebbero ridefinire lo scenario paesaggistico in cui si inserisce l'abitato e riallacciare il

Villaggio alla ricca area naturale che si sviluppa alle sue spalle.

Per quanto riguarda l'area centrale del Villaggio del Pescatore le linee guida mirano alla

riqualificazione dell'abitato attraverso la riaffermazione dell'immagine e delle caratteristiche

tradizionali, il recupero della memoria delle attività storiche e la definizione dell'identità

collettiva. Molte energie, anche e soprattutto a livello locale sono state impiegate e tutt'ora

sono destinate alla valorizzazione della storia antica e recente di questi luoghi. E'

importante dare spazio e mettere a frutto tali energie per uno sviluppo armonioso del

Villaggio del Pescatore che medi l'universo della pesca proveniente dal passato con il

mondo del diporto e del turismo che domina il presente e molto probabilmente anche il

futuro. Pensiamo quindi che l'attuale destinazione ad area espositiva e museale dei locali

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un tempo destinati alle attività collettive dei pescatori debba essere sicuramente

mantenuta e rafforzata anche forse nei locali attigui, attualmente inutilizzati.

Alle spalle di tali edifici l'area della piazza del Villaggio potrebbe essere riconfigurata

secondo il principio raffigurato dal progetto originario delle Ente Tre Venezie: l'accesso alla

piazza avviene principalmente dalla banchina sul porto canale, rafforzando così il rapporto

del paese con il mare mentre la piazza risulta delimitata da edifici lungo tutti i lati. Ciò

significherebbe escludere l'accesso e la sosta dei veicoli all'interno della piazza,

permettendo che questa possa diventare veramente un piacevole punto di aggregazione

per gli abitanti e per gli ospiti.

Il Piano del Porto del Villaggio del Pescatore individua un'area produttiva abbandonata ai

margini dell'abitato e la rende oggetto di trasformazione a favore di una sua integrazione

nell'area urbana. I costi di urbanizzazione legati a tale trasformazione è opportuno

costituiscano un valido supporto al finanziamento della ristrutturazione delle infrastrutture

in corso, della valorizzazione e della riqualificazione urbana del Villaggio, della vita

culturale dei luoghi, oggetto degli interventi sopra descritti.