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RELAZIONE TECNICA

PROGETTO PER LA REALIZZAZIONE DI UN PARCO AVVENTURA IN LOCALITA’ PALAZZO DI ACCETTURA

INTRODUZIONE beni ambientali sono essenziali per lo sviluppo turistico di un territorio. In paesi turistici come l’Italia, la presenza di un mare climaticamente attraen-te e di montagne di notevole valore paesaggistico, ha lo stesso valore eco-

nomico dei beni storici e artistici. Negli ultimi anni, i mutamenti della domanda turistica rendono sempre più indispensabile una revisione dell’offerta. L’incremento delle vacanze mordi e fuggi e lo stress della vita moderna, spin-gono a cercare un contatto sempre maggiore con la natura e alla vacanza è talvolta affidato anche il compito di rendere possibili imprese inattese. Ciò ha comportato una maggiore diversificazione delle destinazioni e, parallelamente alle tradizionali mete culturali, si va sempre più diffondendo un turismo legato all’ambiente naturale, spesso caratterizzato dall’uso autonomo di mezzi di tra-sporto.

Gli sport all’aria aperta costituiscono una valida alternativa alle forme di turi-smo tradizionale, sia per il basso impatto sull’ ambiente, sia per la maggiore adattabilità a zone povere di richiami storici o artistici adatti al turismo tradi-zionale.

In Italia e nel mondo si assiste perciò a un generalizzato uso degli sport ou-tdoor per valorizzare zone turisticamente poco attraenti, o senza sufficienti capitali per investimenti in infrastrutture tradizionali, o soggette a vincoli di protezione. L’offerta è basata empiricamente sugli sport che si ritiene possano attirare un maggiore numero di praticanti e che siano al contempo ecososteni-bili con l’ambiente: trekking a piedi, in mountain bike, a cavallo, arrampicata, orienteering e parchi outdoor in generale e le infrastrutture sono generalmente rivolte a un turismo “economico”.

Affinché il turismo orientato agli sport outdoor diventi una realtà consolidata, è necessario che il luogo deputato presenti dei presupposti minimi : strutture ri-cettive come campeggi, aziende agrituristiche, bed&breakfast, affitta camere, parcheggi attrezzati per camper, segnaletica esauriente, sentieristica efficiente e curata, ecc. In questo contesto si inserisce perfettamente il concetto di parco avventura: un parco che utilizza l’ambiente naturale per scopi didattici, ricrea-tivi, formativi.

I Parchi Avventura, Percorsi Avventura o Parchi Acrobatici sono dizioni diverse dello stesso concetto: percorsi sospesi in aria, tra gli alberi (tipicamente) o su altri supporti naturali o artificiali.

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Di norma questi percorsi sono suddivisi in attività con difficoltà crescenti, da quelle per bambini fino a quelle per sportivi esigenti.

Tramite cavi di acciaio, pedane sospese in legno e corde, l’utente può effettua-re il percorso (più o meno lungo e difficile) in completa autonomia o sotto la supervisione di guide. A tutti viene impartito un breve insegnamento sulle tec-niche di progressione e sulle misure di sicurezza e ne viene verificata la com-prensione prima di affrontare le difficoltà aeree.

I parchi avventura, col nome di parchi acrobatico-forestali (PAF), nascono in Francia nei primi anni 90 e hanno, sin dall’inizio, un grande successo.

Delle strutture di legno (ateliers) vengono installate tra coppie di alberi che sono collegate da cavi. Un percorso è costituito dall’insieme di strutture diffe-renti che adeguatamente progettate possono avere finalità diversificate. Lo scopo precipuo è di porre le persone di fronte ad una sfida contro le proprie paure, sollecitando le proprie potenzialità. Ciò induce nelle persone la fiducia nei propri mezzi e la consapevolezza della possibilità di superare i propri limiti. Non è di minor rilevanza l’aspetto ludico e di puro divertimento che rappresen-ta una grande attrattiva per tutti.

Il bosco è l’ambiente naturale per eccellenza in cui realizzare un parco, ma an-che la presenza di altri elementi contribuisce a rendere il progetto innovativo e fantasioso (rocce, scogliere, torrenti, vecchie mura..).

I Parchi Avventura rappresentano un’idea di sicuro successo perché:

sono accessibili a tutti, le difficoltà graduate a seconda dei percorsi fan-no sì che ognuno trovi il proprio divertimento;

sono il luogo ideale per un momento conviviale in famiglia, con amici o colleghi;

sono un modo nuovo di rapportarsi con l’ambiente naturale e rappre-sentano un approccio diverso alle attività outdoor;

sono “naturali”. Non creano alcun impatto ambientale, non danneggiano le piante, né il sottobosco.

Fino a pochi anni fa in Italia il numero di parchi avventura si contava sulle dita di una mano. Oggi, ogni stagione estiva diventa l’occasione per enumerarne sempre di più.

Lentamente ma con costanza, anche gli operatori turistici e le pubbliche am-ministrazioni cominciano a percepire il notevole impatto positivo che l’apertura di un parco acrobatico-forestale può avere sul flusso turistico.

Questa maggiore conoscenza porterà ad una semplificazione della procedura burocratica nell’ottenimento dei permessi, dei finanziamenti e, in generale, nell’adempimento delle formalità relative all’apertura di nuove strutture.

Con questo progetto è intenzione di Cerellius s.a.s., di realizare un parco avventura opportunamente dimensionato, che rafforzi l’offerta dei servizi al turismo verde già erogati dalla società.

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GLI ELEMENTI DI FORZA DI UN PARCO AVVENTURA L’apertura di un percorso avventura in un bosco crea in maniera indiretta una migliore gestione dell’area forestale, grazie alla “sorveglianza” del sito ed alla sua frequentazione.

L’attività in senso stretto non necessita in alcun modo di mezzi motorizzati, né di qualsiasi altra sorgente di inquinamento acustico o atmosferico. Nessun tipo di impatto ambientale è indotto dall’installazione dei percorsi, in quanto ven-gono scelti solo gli alberi sani e non ne viene impedita la crescita, grazie all’utilizzo di attrezzature e tecniche specifiche.

Gli alberi, prima di essere utilizzati, sono sottoposti ad un'indagine arboricola, in grado di verificare eventuali malattie o marciumi e la preparazione (potatu-ra) permette agli alberi di svilupparsi meglio e agli eventuali incendi di poter essere spenti in maniera più efficace. I tronchi degli alberi non vengono perfo-rati, al fine di restituirli allo stato iniziale in caso di cambio di destinazione d’uso del bosco. Il sistema di cerchiaggio del tronco per la posa delle piatta-forme è stato specificatamente studiato in modo da semplificarne la messa in opera e nello stesso tempo evitando di interferire con la normale crescita del tronco.

Tutto il materiale legnoso utilizzato proviene da foreste autorizzate ed è sotto-posto a trattamento in autoclave oppure trattato in loco.

In dettaglio, un percorso acrobatico fra gli alberi consiste in una serie di “ate-liers” (installazioni poste fra due alberi o supporti simili) destinati a bambini e adulti. L’insieme degli ateliers costituisce un percorso ad un’altezza dal suolo variabile tra 3 e 20 metri. Oltre agli alberi è possibile utilizzare anche altri supporti naturali e artificiali. In pratica, tramite la posa di cavi metallici, piatta-forme in legno, reti di corda, materassi sportivi, si permette agli utenti di por-tare a termine un percorso più o meno arduo, ad altezza variabile, garantendo allo stesso tempo la sicurezza per mezzo di sistemi di protezione individuale e collettiva.

Le installazioni possono essere di diverse tipologie a seconda dell’ostacolo da superare o della difficoltà del percorso: ponti tibetani, passerelle, scale, telefe-riche, liane di tarzan, reti di corda ecc.

La naturale evoluzione di un parco avventura è quello di strutturarsi, in fase di gestione, in un vero e proprio parco outdoor. In esso, a seconda delle oppor-tunità e della presenza di operatori locali possono essere introdotte passeggia-te a cavallo o con gli asini, arrampicata sportiva, tiro con l’arco, orienteering, geocaching, laboratori didattici, ecc.

L’utente, familiare e non solo, deve essere invogliato a trascorrere una giorna-ta al parco oltre il tempo necessario ad usufruire dei percorsi aerei. Seguendo questa linea di sviluppo ne beneficieranno tutti gli operatori turistici e in gene-rale l’indotto generato dal flusso turistico che può essere anche molto elevato.

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DESCRIZIONE DEL PROGETTO Con questo progetto si intende realizzare un parco avventura in un bosco di cerri colonnari che rappresenta la location ideale, fusti alti fino a 20 metri, del diametro minimo di 35 cm., area perlopiù subpianeggiante.

L’area individuata si colloca all’interno della struttura nota come “Centro At-trezzato Palazzo” sede degli uffici del Parco Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane e del Centro di Educazione Ambientale “Dolomiti Lucane”.

In questa zona è già presente una articolata infrastrutturazione che ha con-sentito lo sviluppo di attività connesse al turismo scolastico, che certamente trarrà beneficio dalla presenza di un attrattore territoriale come quello propo-sto in quanto lo stesso permetterà l’allungamento della stagione turistica inte-ressando anche i mesi estivi attualmente poco valorizzati.

Al tempo stesso ciò rappresenta un punto di forza per la fattibilità del proget-to.

L’impianto ipotizzato andrebbe a collocarsi perfettamente senza intralciare in alcun modo le normali attività di fruizione dell’area.

La localizzazione proposta presenta caratteristiche ottimali:

la viabilità pedonale già individuata,

gli ampi spazi in cui far convivere le necessità dei vari utenti del parco.

Nell’ambito della proposta di fattibilità è stato effettuato un rilievo della zona che sarà interessata dagli impianti aerei dei percorsi e dalle strutture di sup-porto, che in fase di progettazione esecutiva, anche alla luce delle risultanze delle perizie specialistiche necessarie, dovrà essere maggiormente dettagliato.

L’area indicata comprende un numero di alberi sufficienti ad ospitare l’impianto, valutati idonei all’utilizzo come supporto delle piattaforme lignee necessarie per l’attività.

Le caratteristiche ottimali per la realizzazione di un parco outdoor sono:

un’adeguata localizzazione geografica;

la vicinanza al centro abitato;

la possibilità di parcheggiare;

la viabilità pedonale già tracciata;

se area già frequentata per attività outdoor;

presenza di spazi adeguati in cui far convivere le necessità dei vari u-tenti del parco.

Queste caratteristiche di fatto sono già presenti nell’area prescelta per l’impianto di progetto.

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Il progetto dei percorsi aerei comprende installazioni di vario genere; le diver-se possibilità di gestione e di utilizzo lo rendono un vero parco multidisciplina-re.

Nell’ambito della proposta di fattibilità può essere facilmente individuata la zo-na che andrebbe ad essere interessata dagli impianti aerei dei percorsi.

L’area dovrebbe coprire uno spazio di circa 2500 mq., comprendendo almeno una quarantina di alberi, valutati idonei all’utilizzo come supporto delle piatta-forme lignee necessarie per l’attività.

Inoltre sarà necessario prevedere di collocare un piccolo chiosco di legno da utilizzare come InfoPoint e deposito attrezzatura. Per poter offrire una scelta adeguata di livello di difficoltà e per consentire a tutti di partecipare, saranno realizzati più percorsi differenziati per età e livello atletico.

Infine, per diversificare le attrazioni del park si prevede la realizzazione di un campo di tiro con l’arco, di un campo zorb e l’acquisto di alcuni giochi (calcio-balilla e freccette) da posizionare nelle vicinanze dell’infopoint la cui funzione sarà quella di offrire uno svago in caso di attesa per la bigliettazione e l’accesso agli atelier del parco avventura.

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I PERCORSI Nel progetto ottimale sono stati individuati n. 6 percorsi di varia difficoltà, cia-scuno con un numero limitato di ateliers (max.8 per percorso).

In base a quanto è stato possibile appurare dalle esperienze condotte in situa-zioni similari e soprattutto quella maturata presso il Lucania Outdoor Park di Cirigliano, questa scelta si è rivelata la conformazione più efficace nel distribui-re i clienti in maniera omogenea lungo i vari percorsi, evitando sovraffollamen-ti sulle pedane e consentendo una migliore sorveglianza da parte degli opera-tori. Infatti, nei parchi di questo tipo, dopo la fase del briefing (apprendimento delle manovre di sicurezza), devono obbligatoriamente iniziare dal percorso più facile per poi progredire sugli altri percorsi, via via più difficili, sempre con l’autorizzazione dell’operatore.

PERCORSO BABY In prossimità dell’InfoPoint sarà ubicato il percorso baby. Si tratta di un per-corso adatto ai piccoli a partire dai due anni di età, che consente loro la possi-bilità di affrontare gli stessi ostacoli dei più grandi.

Le pedane di legno sono quindi a 50 cm. da terra per dar modo ai genitori di sorvegliare i piccoli.

Non si tratta di un vero e proprio percorso acrobatico quanto un “gioco” per bambini che assomiglia in tutto e per tutto a quelli per i più grandi. Sono suffi-cienti anche alberi di ridotte dimensioni o pali infissi nel terreno.

Il percorso baby composto da n. 5 diversi atelier.

FIGURA 1. ESEMPIO DI PERCORSI BABY

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PERCORSO BAMBINI Il percorso bambini è riservato ai piccoli di altezza superiore a 110 cm. ed è del tutto simile ai percorsi per adulti, con gli stessi ateliers in forma semplifica-ta. Le pedane sono poste ad altezza massima di m. 1,80 da terra.

Viene posto in zona accessibile da terra in ogni punto, per dar modo ai genitori di sorvegliare la progressione dei piccoli. Un percorso bambini classico non è più lungo di 6/8 ateliers, è di facile percorrenza e tale da permettere di com-pierlo in circa 30 minuti.

Le installazioni più adatte ai piccoli sono: tunnel, teleferiche, ponti tibetani, ecc.

Normalmente vengono installati almeno due percorsi di 6/7 ateliers ciascuno, questo per facilitare il flusso dei piccoli, soprattutto durante le visite scolasti-che.

Con questo progetto si prevede la costruzione di n. 2 distinti percorsi bambini, così da potenziare l’offerta per questo target che diventa sempre più importan-te per il turismo nelle aree protette.

Ciascun percorso sarà costituito da n. 6 atelier.

FIGURA 2. ESEMPIO DI PERCORSO BAMBINI

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PERCORSO VERDE Il percorso per ragazzi-adulti di altezza minima 130 cm. Con pedane ad altez-za max di m.4,50 da terra.

Si tratta del primo percorso che gli utenti devono fare, molto facile ma diver-tente e variato.

La norma UNI 15567/2 prevede che i primi 5 ateliers di questo percorso siano sottoposti ad una sorveglianza continua da parte dell’istruttore che vigila sul percorso, al fine di verificarne l’autonomia a procedere in sicurezza nei succes-sivi percorsi.

Questo percorso è agibile da tutti: paure e difficoltà varie possono essere fa-cilmente superate anche con l’ausilio e l’incoraggiamento degli istruttori dei percorsi.

Sono presenti almeno 8/10 passaggi terminanti con una tirolese a terra (un atelier costituito da un solo cavo sul quale si scivola con una carrucola), anche per eliminare i rischi della discesa con scala.

Il percorso verde di progetto sarà costituito da n. 8 atelier.

FIGURA 3. ESEMPIO DI ATELIER PER PERCORSO VERDE

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PERCORSO VIOLA E’ il percorso per ragazzi-adulti di altezza minima di 150 cm. Un percorso di sole tirolesi, il più possibile lunghe e panoramiche. Un percorso di grande at-trattiva e richiamo. All’interno di questo percorso potrà essere compresa la va-riante della tirolese gigante, ossia una tirolese di circa 150 m. il percorso viola di progetto sarà costituito da 4 teleferiche e rappresenterà una variante al percorso rosso.

FIGURA 6. TIROLESE SU PERCORSO VIOLA

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TECNOLOGIA COSTRUTTIVA E IMPATTO AMBIENTALE Le pedane saranno realizzate con un telaio in legno che si serra intorno al fu-sto mediante l’uso di barre d’acciaio filettate.

Il tronco non è mai in contatto con il cavo di acciaio ma solo con il legno; le barre filettate possono essere allentate anno dopo anno per consentire all’albero di crescere.

Con un’apposita perizia forestale si controlla che gli alberi utilizzati siano ido-nei, che le radici siano in buona salute, che non abbiano malattie. Pertanto la tecnologia utilizzata salvaguarda totalmente l’albero.

I percorsi sono in completa sicurezza in quanto sono dotati di una “linea di vi-ta”: un cavo segnalato con colore rosso al quale l’utente deve rimanere sem-pre agganciato finché rimane in quota. Le necessarie interruzioni della fune in corrispondenza degli alberi vengono bypassate spostando alternativamente un moschettone dopo l’altro. Qualunque cosa succeda l’utente è sempre aggan-ciato almeno con un punto.

FIGURA 7. PARTICOLARE DELLA TECNICA DI FISSAGGIO DELLE PEDANE E DEI PERCORSI

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TIPOLOGIA DEGLI ATELIERS Sono possibili vari tipi di ateliers (o installazioni) fra un albero e l’altro, la scel-ta dipende sostanzialmente dalla difficoltà del percorso e dalla varietà a dispo-sizione dell’utente. La filosofia è comune a tutti gli ateliers: superare ostacoli di diversa natura al fine di compiere un intero percorso fra gli alberi senza mai toccare terra.

In pratica un atelier si compone di due piattaforme di legno poste sugli alberi all’altezza prevista dal progetto e di un cavo di acciaio che parte da un albero e arriva all’albero successivo, che costituisce la “linea di vita”, alla quale gli u-tenti sono sempre collegati mediante le longes e moschettoni.

I percorsi saranno conformi alla nuova Norma Europea UNI 11567/1.

I materiali dovranno essere tutti certificati, il legname utilizzato per le pedane di legno è il pino trattato in autoclave, tale da resistere alle intemperie per molti anni. Le tecniche costruttive sono quelle utilizzate dai maggiori costrutto-ri europei, sicure ed esteticamente gradevoli.

La varietà delle installazioni sarà definita con precisione in sede di progettazio-ne definitiva in quanto la difficoltà di percorrenza è commisurata alla distanza tra le piante prescelte.

I cavi sono ancorati alla pianta mediante l’uso di tronchetti forati; una soluzio-ne esteticamente gradevole e molto funzionale.

Gli arredi di ogni atelier dovranno essere realizzati con i migliori materiali re-peribili sul mercato; il legno è sempre trattato per durare più a lungo, il cor-dame può essere scelto in colore naturale o in altri a scelta.

Le soluzioni possono essere molteplici, sempre nella massima sicurezza.

Un elenco esemplificativo non esaustivo di atelier utilizzabili è il seguente:

TIROLESE Consiste in un percorso aereo fra un punto a monte e uno a valle per mezzo di un cavo di acciaio teso e tensionato adeguatamente sul quale viene posiziona-ta una carrucola, agganciata mediante un moschettone di sicurezza all’utente, il quale può quindi scendere lungo il cavo.

La pendenza ottimale permette di scendere alla giusta velocità senza correre alcun rischio. In alcuni casi può anche essere in salita e in questo caso l’utente per progredire deve tirarsi con le mani. La teleferica o tirolese può essere an-che molto lunga e deve essere calibrata in modo che alla fine della discesa si produca un rallentamento della velocità; nella zona di arrivo vengono piazzati dei materassi sportivi per evitare qualsiasi impatto brusco.

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FIGURA 8. TIROLESE

PONTE TIBETANO Si tratta di un percorso formato da un cavo sul quale si appoggiano i piedi al-ternativamente. Al di sopra sono tesi due cavi corrimano collegati al cavo prin-cipale da una serie di cavetti di diametro minore distanziati circa 1 mt. l’uno dall’altro. La linea di vita è nettamente separata dai cavi di progressione.

FIGURA 9. PONTE TIBETANO

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TRONCHI OSCILLANTI La stazione è composta da due cavi di acciaio tesi fra la piattaforma di parten-za e quella di arrivo ai quali sono attaccati mediante morsetti di acciaio altri cavi di diametro minore collegati a pezzi di tronco della lunghezza di 1,5・2 mt. La progressione viene fatta direttamente lungo i tronchi posti l’uno davanti l’altro. Il cavo di sicurezza è teso al di sopra del ponte, ad altezza definita.

FIGURA 10. TRONCHI OSCILLANTI

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SCALA ORIZZONTALE La stazione è composta di tronchetti fissati a dei cavi con spaziatura in funzio-ne della difficoltà del percorso. La linea di vita è teso al di sopra del ponte, ad altezza definita.

FIGURA 11. SCALA ORIZZONTALE

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RETE VERTICALE Una rete di corda viene tesata orizzontalmente fra la piattaforma di partenza e quella di arrivo, con l’aiuto di due cavi. La linea di vita è tesata per tutta la lun-ghezza, ad altezza definita. La difficoltà è in funzione della lunghezza e della pendenza.

FIGURA 12. RETE VERTICALE

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PENDOLI Una serie di altalene vengono montate su due cavi di acciaio. La distanza fra i pendoli e l’altezza ne determina la difficoltà. La linea di vita è sempre vincolata e assicura l’utente in caso di difficoltà.

FIGURA 13. PENDOLI

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REALIZZAZIONE La fase di costruzione dell’impianto si avvale di un vero e proprio cantiere di lavoro che opera nel rispetto della Dlgs 81/08 e smi e come tale viene delimi-tato e segnalato.

Il personale addetto sarà costituito da operai rocciatori, regolarmente inqua-drati e assunti, diretti da un Responsabile di Cantiere Parco Avventura.

Le tecnologie di impianto sono totalmente in sospensione e ricorrono a proce-dure operative non invasive del tree climbing per gli alberi più alti e il semplice utilizzo di scale, per i percorsi più bassi. Non sono richieste attrezzature rumo-rose o inquinanti, salvo il normale utilizzo di una sega da banco e l’uso di un piccolo generatore se necessario e in assenza di energia elettrica.

La durata del cantiere può variare da 1 a 2 mesi lavorativi, e non impedisce la frequentazione del pubblico dell’area scelta, tranne ovviamente il perimetro dedicato al cantiere.

Come già accennato, in assenza di specifica normativa nazionale, si fa riferi-mento alla norma europea UNI EN 15567/1. I parchi realizzati seguendo tale normativa saranno quindi ritenuti già a norma. Sarà necessario porre un picco-lo deposito per le attrezzature e i materiali, che verrà rimosso al termine dei lavori.

Il sistema di fissaggio delle piattaforme, dei cavi di sicurezza e di progressione è concepito in maniera da evitare l’aggressione agli alberi.

Le piattaforme di legno sono poste intorno al tronco mediante una doppia cop-pia di pali che vengono stretti intorno al tronco da barre filettate in acciaio.

Il contatto della corteccia del tronco è solo con i pali di legno e mai con l’acciaio. Sopra questo supporto viene poi montata la piattaforma di legno. Ad intervalli annuali, il controllo fitosanitario sarà in grado di valutare se sia ne-cessario l’allentamento delle barre, al fine di consentire il regolare accresci-mento dell’albero.

Anche i cavi di acciaio non sono mai a contatto diretto con la corteccia dell’albero, che vengono protetti da spessori in legno (semitronchetti).

I materiali metallici utilizzati per la costruzione e quelli utilizzati per la pro-gressione sono conformi alle norme CE (cavi, morsetti serracavi, barre e bul-lonerie) e provvisti di certificati.

I cavi metallici sono costituiti da cavi in trefoli di acciaio del diametro di 10/12 mm.

Tutti i materiali lignei sono costituiti da legno impregnato in autoclave, prove-niente da aree di Riforestazione di origine certificata, mentre i D.P.I. (disposi-tivi di protezione individuale) sono certificati per lo specifico utilizzo in Parco Avventura.

Gli impianti devono avere delle caratteristiche tali da garantire la sicurezza an-che durante la chiusura del parco. Per questo motivo si prevede lo smontaggio parziale dei punti di accesso ai percorsi dell’impianto dopo l’orario di chiusura. Si tratta di un’ operazione che viene svolta quotidianamente e che fa parte della check-list di apertura e chiusura del Percorso.

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La fase progettuale esecutiva comprenderà:

rilevamento topografico degli alberi di supporto delle piattaforme, con l’individuazione di quelli sicuramente atti ad essere utilizzati (diametro > 35 cm., altezza sufficiente, fusto dritto e assenza di lesioni visibili o segni di marcescenza);

tracciamento dei percorsi, suddivisi tra percorsi per bambini e adulti;

individuazione della logistica di cantiere, per far sì che la realizzazione non comporti disagio alla normale fruizione del parco pubblico;

studio dell’organizzazione gestionale con la definizione dei periodi di a-pertura e target di utenza;

redazione del Piano Operativo di Sicurezza;

la definitiva approvazione sugli alberi da utilizzare che sarà fornita dall’agronomo o forestale.

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CERTIFICAZIONI A NORMA UNI EN 15567/1

ISPEZIONE E MANUTENZIONE Prima di inaugurare il sito, un organismo ispettivo deve certificare che il sito stesso sia conforme alla norma UNI EN 15567/1

Si deve portare a termine quanto segue:

- ispezione visiva;

- ispezione funzionale;

- convalida del progetto (per esempio, rapporto avvallamento-campata);

- documentazione che include l’analisi strutturale;

- si deve preparare un certificato di valutazione dell’albero per i percorsi acrobatici che sono situati su alberi. L’ispezione dell’inaugurazione deve essere effettuata da un esperto in arboricoltura. Tutti i difetti di sicurez-za rilevati devono essere eliminati prima dell’inaugurazione. Per l’ispezione dell’inaugurazione si deve preparare un rapporto di ispezione contenente le seguenti informazioni;

- data e località dell’ispezione;

- risultato dell’ispezione e dettagli dei difetti rilevati;

- valutazione di eventuali preoccupazioni relative all’inaugurazione del percorso acrobatico, e in tal caso, dettagli delle successive ispezioni ne-cessarie;

- nome, indirizzo e firma dell’esaminatore.

Il rapporto dell’ispezione deve essere incluso nel manuale operativo del per-corso acrobatico.

L’ispezione dell’inaugurazione deve essere svolta da un organismo ispettivo (tipo A, in conformità alla EN ISO/IEC 17020).

Il fabbricante/fornitore deve fornire istruzioni per la manutenzione (marcate con il numero della presente norma), che deve includere una dichiarazione che la frequenza dell’ispezione varia in base al tipo delle attrezzature, per esempio attrezzature nelle quali la stabilità si fonda su un unico palo, o materiali utiliz-zati e altri fattori, per esempio uso intensivo, livelli di vandalismo, località co-stiera, inquinamento dell’aria, età dell’attrezzatura.

Disegni e diagrammi necessari per la manutenzione, l’ispezione e il controllo del corretto funzionamento e, quando appropriato, per la riparazione delle at-trezzature.

Le istruzioni devono specificare la frequenza con cui le attrezzature o i loro componenti dovrebbero essere ispezionati o sottoposti a manutenzione e de-vono includere una guida a quanto segue, quando di pertinenza:

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a) controllo visivo di routine;

Prima di ciascuna apertura si deve eseguire un controllo visivo di routine.

Esempi di punti di ispezione visiva e gestionale sono la pulizia, gli spazi liberi al suolo sotto le attrezzature, lo stato della superficie degli spazi al suolo, le fondamenta esposte, i bordi affilati, le parti mancanti, l’usura eccessiva (delle parti mobili) e l’integrità strutturale del sistema di sicurezza.

b) ispezione operativa;

Questa dovrebbe essere eseguita per ogni periodo di durata variabile da 1 a 3 mesi, o secondo le indicazioni presenti nelle istruzioni del fabbricante.

c) ispezione periodica.

Si deve portare a termine quanto segue:

- ispezione visiva;

- ispezione funzionale;

- determinazione dello stato di sostituzione delle parti usurate,

- ispezione che include tutte le istruzioni del fabbricante/fornitore per la manutenzione.

Le ispezioni periodiche devono essere svolte con cadenza almeno annuale da parte di un organismo ispettivo (tipo A, tipo B o tipo C in conformità alla EN ISO/IEC 17020). Tutti i difetti di sicurezza pertinenti evidenziati dalle ispezioni devono essere eliminati. Si devono prendere in considerazione specificamente i potenziali effetti dell'affaticamento sulle funi metalliche di sicurezza critiche.

L'ispezione periodica dei percorsi acrobatici permanenti installati su alberi deve essere eseguita almeno una volta l'anno da parte di un organismo ispettivo con esperienza e competenza nell'analisi di percorsi acrobatici nonché di alberi e boschi.

Per le ispezioni periodiche si deve preparare un rapporto di ispezione che in-cluda quanto segue:

- data e luogo dell'ispezione;

- risultati dell'ispezione che indicano i difetti osservati;

- valutazione di eventuali dubbi in merito all'ulteriore uso della struttura;

- informazioni sulla necessaria re-ispezione;

- nome, indirizzo e firma dell'esaminatore.

Il rapporto sull'ispezione deve essere incluso nella documentazione tecnica del percorso acrobatico.

I controlli tipici includono gli effetti del clima, evidenze di decomposizione o corrosione e tutte le variazioni nel

livello di sicurezza dell'attrezzatura conseguenti a riparazioni effettuate, o di aggiunta o sostituzione di componenti.

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L'ispezione periodica può richiedere lo scavo o lo smantellamento di certe par-ti.

Il manuale deve specificare la frequenza e il metodo con cui effettuare le atti-vità di ispezione e manutenzione dell’attrezzatura, per esempio:

1. se necessario, i punti e i metodi di assistenza, per esempio lubrificazio-ne, serraggio dei bulloni, ritensionamento delle funi;

2. le parti sostitutive devono essere conformi alle specifiche del fabbrican-te;

3. eventuale necessità di un trattamento di smaltimento speciale per alcu-ne attrezzature o parti;

4. identificazione delle parti di ricambio;

5. tutte le ulteriori misure da adottare durante il periodo di rodaggio, per esempio serraggio ulteriore dei dispositivi di fissaggio;

6. tensionamento delle funi;

7. necessità di tenere puliti i fori di scarico;

8. si deve mantenere uno stato appropriato della superficie: in particolare, si deve prestare attenzione ai livelli dei materiali di riempimento;

9. la vetroresina dovrebbe essere sostituita o riparata prima che le fibre del vetro rimangano esposte a causa di usura o danni. Questo si applica in particolare agli scivoli.

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DOCUMENTI DA FORNIRE

Manuale dell’utente per gli operatori

Il fabbricante o l’installatore di un percorso acrobatico deve fornire un manuale che contenga almeno le seguenti informazioni assieme al prodotto principale:

1. descrizione tecnica della struttura e dei suoi componenti individuali (cer-tificati dei materiali, ecc.);

2. uso del percorso;

3. marcatura

4. dichiarazione del fabbricante.

La dichiarazione del fabbricante dovrebbe contenere quanto segue:

1. base del calcolo del carico statico (per esempio casi di carico, fonda-menta, fissaggio, supporto, condizioni speciali, situazioni di vento);

2. riferimenti normativi;

3. esclusioni di responsabilità, se presenti.

Rapporto di valutazione degli alberi

Rapporto di ispezione all’inaugurazione

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ASPETTI GESTIONALI DEL PARCO AVVENTURA

FORMAZIONE DEGLI OPERATORI Gli istruttori e soccorritori del parco avventura devono essere abilitati a svol-gere la loro importantissima funzione a seguito di un corso apposito.

Conformemente alla UNI EN 15567-2 da ormai tre anni la società realizzatrice dovrà impegnarsi ad organizzare un corso appositamente studiato della durata di 4 giorni per la formazione delle due figure necessarie alla gestione di un parco avventura: istruttore e soccorritore.

I docenti di questi corsi dovranno essere formatori esperti nella materia, e il corso sarà garantito da AIFOS (ente per la formazione sulla sicurezza sul lavo-ro e riconosciuto dalla Stato);

Come si notava ai paragrafi precedenti, la nuova Norma Tecnica Europea, la EN 15567-1 (riguardante la costruzione) e la EN 15567-2 (riguardante la ge-stione) ad oggi devono essere il riferimento.

La durata del corso è di 4 giorni, al termine dei quali un test di valutazione te-orico-pratico qualificherà gli istruttori, alcuni dei quali avranno anche la qualifi-ca ulteriore di soccorritore e quindi saranno abilitati a soccorrere ed evacuare gli utenti in caso di necessità.

Gli operatori formati dovranno essere in grado di:

Applicare i principi di sicurezza relativamente ai lavori in altezza;

Capire le forze in azione (fattore di caduta, forza di shock, …);

Accogliere gli utenti (briefing istruttivo, sorveglianza lungo i percorsi, eventuali soccorsi, …);

Distinguere i vari elementi che costituiscono un P.A. (corde, linee di vi-ta, ancoraggi, …);

Riconoscere i vari tipi di attrezzi e saper valutare gli eventuali proble-mi/rischi su ciascuno di essi;

Definire un sistema di protezione appropriato;

Analizzare e controllare i D.P.I. (saperli adattare in caso di intervento);

Mettere in pratica i principi di sicurezza ed evacuazione delle persone in difficoltà;

Verificare le condizioni di utilizzo, di stoccaggio e l’affidabilità di ogni singolo D.P.I.

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ORGANIZZAZIONE DEL PARCO L’impianto viene realizzato in un’area all’interno della quale possono praticarsi diverse attività outdoor.

Questo tipo di attività non pregiudica assolutamente la normale fruizione del parco. In pratica il percorso è quasi del tutto aereo, tranne i punti di accesso (entrata e uscita) ai percorsi, costituiti generalmente da scale in corda, le quali vengono rimosse giornalmente ad evitare l’accesso non autorizzato.

INFOPOINT L’utente verrà accolto al punto di accoglienza dove riceverà tutte le informa-zioni necessarie sia verbali che tramite appositi pannelli, e verranno dettaglia-tamente descritte sia l’attività che i percorsi che potranno essere affrontati, specificandone anche le difficoltà e l’impegno fisico. Dopo aver ricevuto tutte le informazioni il cliente potrà acquisire l’accesso al percorso. Il percorso è gene-ralmente a tempo, ossia il cliente acquisisce, con l’acquisto del biglietto, il di-ritto di usufruire del Park per 2,30-3,00 ore a partire dalla consegna dei mate-riali.

FIGURA 16. INFOPOINT DI UN PARCO AVVENTURA

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CONSEGNA DEI DPI Al cliente verranno consegnati i dispositivi di protezione individuali (imbragatu-ra. casco, due longes, carrucola e guanti) e verrà aiutato ad indossarli corret-tamente.

Nell’ambito di questo progetto è prevista l’acquisizione dei DPI per il funzio-namento del parco, in numero commisurato alla grandezza del parco stesso.

ISTRUZIONE Tutti gli utenti, organizzati in gruppi, verranno adeguatamente istruiti sull’utilizzo dei dispositivi che hanno avuto in affidamento e dovranno verifi-carne l’uso nell’apposita area briefing. L’area briefing consiste in minipercorso dove tutti gli utenti devono dimostrare e mettere in pratica le nozioni relative alla progressione e alla sicurezza personale (ca. 15 minuti).

Solo dopo aver superato la facile prova di superamento degli ostacoli gli utenti possono scegliere il loro percorso.

Nel parco avventura proposto con questo progetto si prevede la realizzazione di n. 2 distinti percorsi briefing destinati rispettivamente ai bambini e agli a-dulti.

FIGURA 18. ESECUZIONE DI UN BRIEFING

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ACCESSO AI PERCORSI E SVOLGIMENTO DELL’ATTIVITÀ A questo punto gli utenti potranno accedere alle attività; amici e familiari pos-sono seguire l’attività dal basso. Gli assistenti del parco controllano tutti gli u-tenti ed intervengono in caso di necessità o di consigli; inoltre ogni atelier (ov-vero ogni attività posta tra un albero e l’altro) verrà descritto in appositi pan-nelli informativi posti sull’albero che ne costituisce la partenza, in questo modo ognuno saprà come comportarsi per superare l’ostacolo che lo aspetta.

TERMINE DELL’ATTIVITÀ Dopo aver portato a termine i percorsi i clienti si riporteranno al punto di ac-coglienza dove restituiranno i DPI che hanno avuto in consegna.

CALENDARIO E ORARI DI APERTURA Un parco avventura come quello proposto pre-vede un’apertura già a partire dal mese di marzo per proseguire nei mesi di aprile, mag-gio, ottobre e novembre relativamente ai soli week-end e giorni festivi, nei mesi di giugno, luglio, agosto e settembre per tutta la settima-na. L’orario di apertura è generalmente dalle 10,00 al tramonto; durante le giornate più cal-de l’apertura antimeridiana può essere sposta-ta al pomeriggio e prolungata fino alla sera. Durante i periodi di chiusura al pubblico il par-co viene aperto su prenotazione per gruppi di almeno venti persone (aziende o gruppi scola-stici).

I mesi primaverili sono in genere dedicati alle scuole, con programmi appositamente studiati che propongono, oltre al percorso, anche pas-seggiate didattiche e stage ambientali di uno o più giorni.

GLI UTENTI Si distinguono essenzialmente due tipi di utenti. La clientela individuale, sia lo-cale che data dai turisti in vacanza, e la clientela costituita da gruppi scolastici e imprese, che frequentano il parco preferibilmente fuori stagione.

Gli utenti della bella stagione hanno essenzialmente una provenienza urbana regionale, con un’età compresa tra i 5 e 50 anni, poco sensibili al fascino del trekking o della passeggiata e la loro frequentazione costituisce la quasi totali-tà durante il periodo estivo. Oggi i turisti richiedono sempre di più attività che

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permettono loro di ritrovarsi in famiglia o con gli amici: l’utente del parco non è necessariamente uno sportivo ma è vivacemente interessato in quanto atti-vità fisica e ludica. Tutta la famiglia può partecipare, trovando percorsi diffe-renziati a seconda dell’età e della prestanza fisica. I gruppi scolastici frequen-teranno il Parco durante la stagione primaverile o autunnale, con programmi appositamente sviluppati; un’occasione per dare ai ragazzi la possibilità di te-stare le proprie attitudini dinamiche, l’agilità, lo spirito di gruppo nel rispetto totale della sicurezza. Divertimento e apprendimento per una didattica am-bientale e ludica nello stesso tempo.

RITORNI ECONOMICI E SOCIALI ALLA COMUNITÀ I ritorni economici alla comunità potranno essere notevoli e riguarderanno es-senzialmente lo sviluppo socio-economico, mediante l’incremento di flusso tu-ristico, con conseguente redditività indotta per le strutture turistiche circostan-ti, soprattutto al di fuori dei soli mesi estivi. Il richiamo turistico non è limitato solo ai diretti frequentatori del parco, ma al flusso indiretto di amici, accompa-gnatori e familiari. Anche la realizzazione del percorso per bambini può rap-presentare una notevole attrazione, dato che costituisce un piacevole diversivo rispetto ai consueti giochi pubblici e nello stesso tempo permette alla famiglia di trascorrere una giornata in un ambiente naturale, nel quale i fruitori non si limiteranno a frequentare il percorso, ma verranno stimolati e incuriositi dall’esperienza.

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DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI PREVISTI Così come indicato in precedenza per la realizzazione del parco sarà necessario realizzare, oltre ai percorsi aerei, alcune infrastrutture necessarie per garantire una diversificazione delle attività del park.

Per la realizzazione degli stessi, in sintonia con lo spirito dell’opera che si in-tende realizzare, si è optato per tecnologie rispettose degli ambienti naturali e quindi poco invasive sia in termini di incidenza sulle componenti naturali che da un punto di vista paesaggistico.

Più in dettaglio, gli interventi necessari sono di seguito descritti:

PREPARAZIONE DELL’AREA DEL PARK Prima della istallazione degli alteliers e delle infrastrutture varie del parco (bungalow, campo di tiro con l’arco ecc…) sarà necessaria la preparazione dell’area che necessita di lavori di decespugliamento nelle aree invase da rovi, arbusti ed erbe infestanti per una superficie totale di circa 8000 mq e piccoli livellamenti necessari per consentire la realizzazione di sentieri in terra battuta utili ad un ottimale raggiungimento degli accessi ai percorsi e alle infrastruttu-re.

Risulterà inoltre necessario realizzare 200 ml di staccionate per definire l’area in cui collocare i percorsi nelle parti non circoscritte dalla recinzione attuale.

REALIZZAZIONE DEI PERCORSI AEREI Come già specificato alle pagine precedenti con questo progetto si intende rea-lizzare un parco avventura costituito dai seguenti percorsi:

n. 1 PERCORSO BRIEFING (di prova).

Si tratta di un brevissimo percorso utilizzato per mostrare le tecniche di pro-gressione sul percorso e per illustrare le norme di sicurezza. Gli utenti affron-tano autonomamente il percorso scelto solo dopo aver provato e dimostrato di aver compreso le istruzioni ricevute dagli assistenti di percorso. Nella pratica si tratta di cavi metallici che vengono passati tra due o tre alberi, senza apposi-zione di piattaforme in altezza. I percorsi VERDE e BLU sono costituiti da una serie di piattaforme poste ad altezza di 3/6 mt. da terra, e collegate tra loro dagli ateliers che saranno scelti in fase esecutiva. Vengono comunque tracciati con andamento concentrico, in modo da facilitare il controllo del pubblico da parte degli operatori e da limitare l’andirivieni di curiosi e spettatori.

n. 1 PERCORSO BABY

Per bambini di età 2/3 anni. E’ costituito da piattaforme non più alte di mt. 0,5 da terra, e riservato a bambini di altezza non superiore a 110 cm. Il percorso

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rimane in prossimità della zona di uscita, cosi da consentire ai genitori la sor-veglianza anche di più bambini e per facilitare il compito agli operatori. Il per-corso baby sarà costituito da n. 5 ateliers.

n. 1 PERCORSO BAMBINI o AZZURRO

Per bambini di età 5/10 anni. E’ costituito quindi da piattaforme non più alte di mt. 2,30 da terra, e riservato a bambini di altezza superiore a 110 cm. Il per-corso rimane in prossimità della zona di uscita, cosi da consentire ai genitori la sorveglianza anche di più bambini e per facilitare il compito agli operatori.

il percorso bambini sarà costituito da 6 ateliers, di facile percorrenza e tale da permettere di compierlo in circa 30 minuti.

n. 1 PERCORSO VERDE

Per per ragazzi ed adulti di altezza minima 130 cm., difficoltà bassa, costituito da 8 ateliers ad altezza media di mt. 3;

n. 1 PERCORSO BLU

Per ragazzi ed adulti di altezza minima 140 cm. di difficoltà media, ad altezza media delle pedane di 5/6 mt., costituito da 10 ateliers.

n. 1 PERCORSO VIOLA

per ragazzi ed adulti di altezza minima 130 cm., difficoltà media, costituito e-sclusivamente da tirolesi e dimensionato con 4 ateliers ad altezza media di mt. 10;

REALIZZAZIONE DELLA RECEPTION Si provvederà ad allocare un bungalow in legno da adibire a Reception e depo-sito attrezzature. Si tratterà di una struttura da realizzare con tavolame oppor-tunamente trattato costruito con pannelli da 40 mm.

Il bungalow da adibire a reception avrà una superficie utile di 16 mq in un uni-co ambiente oltre una tettoia da 8 mq antistante la struttura.

REALIZZAZIONE DEL CAMPO DI TIRO CON L’ARCO Per quanto riguarda il campo di tiro con l’arco, così come consigliato dalle principali associazioni del settore, si è prescelto di realizzare un campo di gara costituito da n. 5 paglioni così da poter essere gestito da un solo istruttore. La zona in cui sarà collocato il campo di tiro con l’arco, oltre ad essere definita da recinzioni in legno, sarà protetta da rete parafrecce.

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REALIZZAZIONE DEL CAMPO ZORB Lo Zorbing (la pratica delle palle Zorb) è uno sport nato alla fine degli anni ‘90 in Nuova Zelanda. Sembra che il progetto originale, sia scaturito dall'osserva-zione di un disegno di Leonardo Da Vinci.

Consiste nell’entrare in una speciale sfera in PVC per poi rotolare in piano, su un pendio in discesa o persino sull’acqua. Le misure standard della palla Zorb sono: 3.2 m di diametro esterno e 1.8 m di diametro interno, collegati tra loro da numerose cinghie, il tutto pesa circa 75 Kg.

Lo Zorb è molto sicuro grazie ai 700 mm di aria che separano chi sta nella sfe-ra interna dal suolo. La 'sfera' è interamente costituita di PVC, appositamente scelto per la sua nota resistenza agli urti e, perché permette a chi lo pratica, di respirare tranquillamente al suo interno.

Lo zorbing è ormai molto diffuso: nelle principali località turistiche del mondo viene proposto come sport alternativo ai già più collaudati sci e snowboard. Lo zorbing è un'attività molto divertente, è quindi del tutto normale vedere una persona sorridere divertito uscendo dallo Zorb.

Gli appassionati di zorb, ormai molto diffusi in tutto il mondo, praticano lo zor-bing su qualsiasi superficie o terreno, 'rotolando' su lunghi pendii erbosi, sab-bia, neve, distese ghiacciate, fiumi, laghi e mare.

Da qualche tempo, è stata anche messa in commercio una versione dedicata ai bambini, con misure diverse dalle 'sfere' standard.

Lo Zorb è inoltre totalmente ecocompatibile, in quanto, nel caso che sia irri-mediabilmente danneggiato, è completamente riciclabile.

Il campo zorb sarà realizzato interessando superfici pavimentate su cui si allo-cheranno sfere zorb appositamente acquistate.

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PREFATTIBILITÀ AMBIENTALE DEGLI INTERVENTI L’area in cui saranno realizzati gli interventi è inclusa nel territorio protetto pe-rimetrato dal Parco Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane per-tanto gli interventi dovranno essere compatibili con i dettami del piano paesi-stico di area vasta. Inoltre rientra in area SIC-ZPS quindi necessita di valuta-zione di incidenza.

Pertanto si è provveduto alla realizzazione della documentazione utile all’ottenimento delle autorizzazioni necessarie, che si allegano alla presente relazione.

I documenti redatti allo scopo sono:

1. valutazione di incidenza per i siti di interesse comunitario

2. relazione paesaggistica

Accettura, settembre 2012

I progettisti

Dr. Tommaso Santochirico

Dr. For. Luca Venezia