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L'OCCASIONE LE POLITICHE ECONOMICHE DEL TERRITORIO, OCCASIONE DI INSERIMENTO NEL MERCATO DEL LAVORO COME STRUMENTI DI RICERCA ATTIVA DEL LAVORO OBBIETTIVI DEL PROGETTO a)Crescita qualitativa e spinta motivazionale del personale in crisi tra la perdita di funzioni ed il nuovo volto istituzionale non ancora definito b)Un servizio di informazione dato all'utenza , datori di lavoro e lavoratori c)Occasione per le strutture periferiche del lavoro di inserirsi nel mercato del lavoro con un nuovo ruolo di ricerca attiva del lavoro mediante Ricerca e studio delle norme generali di politica economica Studio della situazione socio- economica della provincia di Enna. Analisi della dinamica evolutiva delle politiche attive per lo sviluppo del territorio ed individuazione dei livelli occupazionali attuali ed in prospettiva. Monitoraggio delle attività imprenditoriali esistenti sul territorio con particolare riguardo per le aziende che partecipano al patto territoriale di Enna, il primo in Italia ad essere stato finanziato per un importo di 72 miliardi di cui 32 miliardi per contributo in conto capitale. Presa di contatto con le suddette aziende al fine di rendere attuative le convenzioni di cui all’ art.17 della L56/87. Verifica delle conoscenze acquisite Circolazione delle informazioni SCICA N°25 PROGETTO FES 1999 L'OCCASIONE 1

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L'OCCASIONELE POLITICHE ECONOMICHE DEL TERRITORIO, OCCASIONE DI INSERIMENTO NEL MERCATO DEL LAVORO COME STRUMENTI DI RICERCA ATTIVA DEL LAVORO

OBBIETTIVI DEL PROGETTO

a) Crescita qualitativa e spinta motivazionale del personale in crisi tra la perdita di funzioni ed il nuovo volto istituzionale non ancora definito

b) Un servizio di informazione dato all'utenza , datori di lavoro e lavoratoric) Occasione per le strutture periferiche del lavoro di inserirsi nel mercato del

lavoro con un nuovo ruolo di ricerca attiva del lavoro

mediante

Ricerca e studio delle norme generali di politica economica Studio della situazione socio- economica della provincia di Enna. Analisi della dinamica evolutiva delle politiche attive per lo sviluppo del

territorio ed individuazione dei livelli occupazionali attuali ed in prospettiva. Monitoraggio delle attività imprenditoriali esistenti sul territorio con

particolare riguardo per le aziende che partecipano al patto territoriale di Enna, il primo in Italia ad essere stato finanziato per un importo di 72 miliardi di cui 32 miliardi per contributo in conto capitale.

Presa di contatto con le suddette aziende al fine di rendere attuative le convenzioni di cui all’ art.17 della L56/87.

Verifica delle conoscenze acquisite Circolazione delle informazioni Progetto di lavoro per il 2000

Indice(PIANO OPUSCOLO)

IL PROGETTO FES :PROCEDURE LE POLITICHE ECONOMICHE DEL TERRITORIO IL PATTO DI ENNA CONCLUSIONI

SCICA N°25 PROGETTO FES 1999 L'OCCASIONE 1

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Introduzione

Premesso che le risorse destinate al fondo efficienza servizi, come è ben noto, sono finalizzate prioritariamente al miglioramento organizzativo delle Unità gestionali e progettuali delle strutture degli uffici, alla crescita culturale e professionale del personale, anche mediante l’approfondimento tematico, onde conseguire una più elevata efficienza dei servizi istituzionali, rendendo più fluida, più efficace ed incisiva l’azione della Pubblica Amministrazione attraverso l’ incremento della produttività ed il miglioramento della qualità delle prestazioni offerte.

Considerato , che l’evolversi della legislazione sul lavoro ha modificato automaticamente il ruolo degli operatori del lavoro ( il collocatore voluto dalla legge n.264 del 49 era al fianco del lavoratore per garantire l’imparzialità nell’avviamento e la regolarità dell’istaurazione rapporto di lavoro); che il mercato del lavoro privato ormai liberalizzato, necessita di operatori che sappiano fornire servizi per l’occupazione secondo nuovi modelli, ponendosi al fianco non solo del disoccupato per la ricerca di un posto di lavoro subordinato ma anche per orientarlo verso la formazione professionale più adeguata o per la scelta di un’attività autonoma, ed ancora l’operatore di oggi deve

sapere stare anche al fianco dell’imprenditore fornendogli la consulenza sulle molteplici agevolazioni di cui può usufruire per le nuove assunzioni e nelle procedure burocratiche; che egli deve essere in grado di fare incontrare domanda e offerta dell’impresa in tempo reale, effettuando anche la preselezione mirata dei disoccupati.

Constatato, purtroppo, che il suddetto ruolo innovativo non è stato possibile esercitarlo finora per l’arcaicità dei mezzi in dotazione , per l’esasperata burocratizzazione delle procedure ma anche per una mancata politica di valorizzazione delle risorse umane non adeguatamente aggiornate e riqualificate , e che ciò ha causato l’esclusione dell’Ufficio istituzionalmente preposto alle materie del lavoro, dalle politiche economiche del territorio impedendo di contribuire realmente allo sviluppo di esso.

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La S.C.I.C.A. di Enna, dovendo elaborare il progetto obiettivo finanziato con il FES 1998, ha colto l’occasione per dire “NO” all’esclusione, “SI” alla nostra presenza visibile sul territorio, alla partecipazione degli operatori

dell’Amministrazione nel tentativo di rientrare in un ruolo dignitoso ed innovativo superando il luogo comune che oggi le agenzie del lavoro per rispondere positivamente al mercato devono essere private.

PROCEDURE

Il progetto suddiviso in varie fasi concatenate e dipendenti l’una dall’altra , è stato sviluppato e realizzato contestualmente dai vari gruppi di operatori.Precisamente si distinguono le seguenti fasi:

STUDIO

ANALISI

MONITORAGGIO

CONTATTO

STRUMENTI.

STUDIO

Lo studio della situazione socio –economica della provincia di Enna ha comportato un’attività di minuziosa ricerca ad ampio raggio ed il reperimento di notizie, leggi, delibere CIPE e documenti inerenti le politiche economiche del territorio.La 1° fase di studio è stata dedicata in modo particolare al “ Patto Territoriale di Enna”, ricercando e collezionando la normativa che lo regola, tutte le notizie relative all’iniziativa e gli atti costitutivi .

Le notizie riguardanti i soggetti promotori alla premessa d’utente,

dalla concertazione alla sottoscrizione del patto, dalle agevolazioni ed incentivi agli obiettivi da raggiungere.Questo studio è stato basilare per la realizzazione del progetto e per gli operatori poiché essi sono venuti a conoscenza di una legislazione nuova e complessa ma ricca di contenuti e di risorse purtroppo

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poche sfruttate nella provincia di Enna; inoltre si è avuta la possibilità di prendere coscienza della tipologia del nostro territorio e come si colloca nell’ambito europeo,

nonché della realtà imprenditoriale esistente.

L’ANALISI D’AMBIENTE E MONITORAGGIO DELLE ATTIVITA’ IMPRENDITORIALI

L’ analisi della dinamica evolutiva delle politiche attive per lo sviluppo dell’ambiente è stata effettuata per avere una fotografia aggiornata e storica del territorio, per poter analizzare gli effetti del “fattore cambiamento”, valutare le potenzialità degli strumenti e predisporre un piano d’intervento.Le attività del gruppo di lavoro hanno dato il seguente risultato:

conoscenza delle aziende facenti parte del patto territoriale di Enna;

evoluzione dei livelli occupazionali, delle suddette aziende, suddivisi per professionalità ed età;

comparazione dei livelli occupazionali attuali, con gli impegni assunti nei patti,

mappa delle opportunità emerse ed individuazione delle professionalità da ricercare.

CONTATTO

In questa fase del lavoro sono stati attivate tutte quelle azioni positive sul campo che hanno reso visibile l’ufficio e che hanno creato i presupposti per svolgere il ruolo nuovo, efficace e professionalmente qualificato che oggi il mercato del lavoro esige dagli operatori del lavoro . Sono state effettuate:

inviti alle ditte per la disponibilità a fornire informazioni.

Contatti telefonici e di presenza in azienda direttamente per compilazione di questionari informativi ed interviste mirate alla conoscenza dell’attività ed agli sviluppi del livello occupazionale in conseguenza al beneficio del contributo in conto capitale ricevuto dal finanziamento del Patto.

Predisposizione di schema d’ interviste per i disoccupati da sottoporre a preselezione mirata, concordato con le aziende.

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Predisposizione delle attività di divulgazione ed informazione della mappa delle professionalità e loro distribuzione nel territorio.

Relazione finale e considerazioni sugli incontri avvenuti con le suddette aziende.

STRUMENTI

Gli strumenti riguardano la fase conclusiva del progetto che consiste nella stesura del presente elaborato, nelle programmazione di un incontro pubblico per illustrare i risultati del lavoro svolto, dato che risulterà fruibile anche per il normale cittadino: Organizzazione di una

conferenza di servizi in cui le parti sociali ed economiche interessate dichiarino la propria disponibilità per una apertura democratica al territorio e rendono visibile il patto soprattutto ai grandi esclusi, i disoccupati.

Progettazione di uno sportello da proporre alle parti sociali al fine di svolgere l’attività di preselezione mirata all’incontro proficuo della domanda ed offerta di lavoro in tempo reale.

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LE POLITICHE ECONOMICHE DEL TERRITORIO

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Sembrerebbe lontanissimo il tempo “delle cattedrali nel deserto”. Così vennero chiamate negli anni più accesi di dibattito sulle politiche di sviluppo nel Mezzogiorno quelle iniziative industriali per le quali venivano stanziati e spesi centinaia di miliardi con l’obiettivo di creare posti di lavoro. Il consuntivo a distanza di pochi anni spesso era molto positivo?!: l’investimento lievitato fino a due-tre volte rispetto alle previsioni; una disoccupazione sostanzialmente immutata, anzi spesso in aumento; un indotto industriale e commerciale modesto o inesistente.

Oggi si parla sempre più di “sviluppo locale”, di “ patti territoriali” , di “partenariato” e di “concertazione”. Queste sono le nuove sfide con cui devono confrontarsi la Pubblica Amministrazione centrale e locale, l’Imprenditoria, le Organizzazioni Sindacali . A questi protagonisti tradizionali delle scelte economiche dovrebbero aggiungersi l’associazionismo dell’economia sociale ( il “ terzo settore”) , le università, gli altri soggetti (in alcuni casi le Chiese locali, per esempio) lontani generalmente da questo tipo di confronto e di scelte.Il dramma della disoccupazione, che sembra da qualche anno inattaccabile soprattutto nelle aree più disagiate e per le categorie sociali più esposte, sta modificando mentalità e costumi, sta incidendo sulle scelte organizzative sui programmi dei partiti politici, sulle piattaforme sindacali, sulle strategie di investimento delle aziende e sull’organizzazione degli uffici burocratici.

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Sembra sempre più diffondersi la consapevolezza che o ci si salva “tutti insieme” o per tutti arriveranno tempi peggiori. La scelta europea, con i suoi vincoli severi di bilancio, ha ancora di più accentuato questa necessità di un “ sentire comune” che parte dalla piccola realtà comunale e supera i confini nazionali. La concertazione come filosofia di un “agire comune” che viene proprio da quel “sentire comune” dovrebbe produrre nei Patti territoriali uno dei frutti che sembrano più promettenti in termini di sviluppo e di occupazione.

Da qui, l’interesse nel nostro Paese

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e più di recente nell’Unione Europea di questo strumento che attraverso il partenariato realizza una felice “contaminazione” tra pubblico e privato, imprese e sindacati, istituzioni e associazioni. Per una volta l’Italia può rivendicare a buon diritto una sorta di primazia che affonda le sue radici non solo nella più moderna elaborazione teorica sullo sviluppo, ma anche in una prassi di confronto tra le parti sociali, tradizione positiva nel nostro paese. Il riconoscimento è venuto dalla stessa Unione Europea, che nel 1996 ha deciso di

fare propria questa strategia di sviluppo locale centrata sui Patti territoriali. L’iniziativa di finanziare l’assistenza tecnica per tutti i paesi membri e soprattutto la proposta di inserire questo strumento tra le modalità più rilevanti per l’utilizzo dei Fondi strutturali dei prossimi anni attribuiscono definitivamente al metodo della “concertazione”, allo sviluppo locale e in particolare ai Patti territoriali dignità di scelta strategica per lo sviluppo economico e sociale dell’Italia e dell’Europa del 2000.

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Concertazione e partenariato: lo sviluppo radicato nel territorio

La peculiarità del processo di nascita, sviluppo e realizzazione del Patto territoriale sta nella mobilitazione di soggetti pubblici e privati che attraverso il confronto individuano insieme gli obiettivi di sviluppo e le azioni per raggiungerli, mettono insieme le risorse necessarie, gestiscono i diversi ruoli di competenza specifica. Metodo della concertazione nelle scelte e partenariato nelle assunzioni di responsabilità: ecco le due dimensioni su cui si forma e cammina il Patto territoriale.Rispetto alle politiche tradizionali di intervento economico per creare sviluppo e occupazione, il patto. potrebbe essere una rivoluzione. Invece di far calare dall’alto interventi decisi a tavolino centralmente, si parte dal basso, o meglio dal territorio direttamente interessato.“ Bottom up “: la spinta dal basso che caratterizza le azioni di sviluppo locale che trovano nel Patto territoriale il contenitore naturale. Concertazione vuol dire che si parte da una presa di coscienza, all’interno di una comunità locale, di una situazione economica e sociale di sviluppo difficoltoso, di cui la conseguenza più grave è la disoccupazione. Le parti più impegnate sul piano imprenditoriale, sindacale, culturale convergono con le naturali preoccupazioni delle istituzioni

locali per cercare una strategia capace di promuovere occasioni di occupazione durevole. Si sviluppa così un fecondo intrecciarsi di idee, proposte, dibattiti, analisi, al cui termine resta una piattaforma di iniziative che scaturiscono dall’esperienza concreta, dalla conoscenza e dalle esigenze reali del territorio.Questo movimento di idee non dovrebbe produrre promesse, ma realtà.Con la concertazione nasce un’idea-forza di sviluppo complessivo del territorio, con il coinvolgimento di tutti i soggetti del partenariato: e questo “ informa” e potenzia le azioni decise, aumentandone in qualche modo l’efficacia e probabilità di successo. Ogni progetto, ogni investimento così concepito costituiscono una maglia di quella “rete di sviluppo integrato” che è il Patto territoriale, un tassello di un mosaico più grande che è lo sviluppo locale.Si tratta di progetti e di investimenti che per il fatto di essere stati discussi e scelti da quei “soggetti” di “quel territorio” acquistano una specialità che li rende unici perché prodotti dell’esperienza (quasi dalla “ storia” ) economica e sociale di una provincia, di un isola, di una grande città o di tanti piccoli centri.E’ una vera e propria rivoluzione culturale nella concezione dello sviluppo economico.

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Ognuno deve fare la sua parte. La partecipazione, per esempio degli enti locali diventa strategicamente essenziale, perché può spinare la strada da tutti gli ostacoli burocratici, accelerando i tempi delle autorizzazioni amministrative. La presenza delle organizzazioni sindacali insiemi con quelle degli imprenditori contribuisce a creare

migliori relazioni industriali e un clima sociale più tranquillo. La partecipazione di istituti di credito dovrebbe assicurare risorse a condizioni migliori e fornire allo stesso tempo supporti di assistenza tecnica per una migliore definizione degli interventi dal punto di vista finanziario.

Una felice “contaminazione”

Il partenariato nei Patti territoriale pone problemi nuovi per tutti i soggetti implicati alle imprese private, dalle parti sociali al terzo settore. L’amministrazione pubblica si trova davanti a problemi mai affrontati e a modalità di confronto che non le sono abituali; i partner sociali devono andare oltre la concertazione per diventare veri e propri partner dello sviluppo, gli istituti di studio e formazione devono misurare le loro conoscenze con la concretezza di una situazione reale.

Questo aumenta l’importanza di una adeguata preparazione nella fase preliminare e di una continua assistenza, anche attraverso l’informazione e la formazione, per i soggetti Protagonisti del partenariato per i Patti.Merita un approfondimento l’approccio del tutto nuovo che soprattutto le imprese (in genere Pmi)e le associazioni imprenditoriali

da una parte, il sindacato dall’altra, si trovano ad avere davanti al partenariato.E’ la stessa filosofia d’impresa e dell’azione sindacale che può esserne segnata, in sensomolto positivo: l’imprenditore si abitua a confrontarsi e a muoversi non più soltanto nella logica naturale dell’interesse d’impresa, ma in un interesse più ampio di sviluppo dell’intera area; il sindacato si responsabilizza partecipando a decisioni che hanno certamente caratteristiche di scelte imprenditoriali e di logica costi – ricavi.I tecnici del credito ascoltano linguaggi e valutazioni dell’economia reale, quella vissuta dalle persone che lavorano o vorrebbero lavorare, e non solo quella fatta di scadenze di pagamenti, di tassi di interesse e cambiali.Gli uomini delle istituzioni toccano con mano le conseguenze delle

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complicazioni burocratiche, dei formalismi e dei ritardi degli uffici amministrativi pubblici, che possono far fallire o spegnere sul nascere, insieme con le iniziative economiche, anche la speranza delle persone. Il Patto territoriale fa acquisire alle forze economiche e sociali la coscienza della necessità del dialogo sociale nelle politiche per lo sviluppo, fino a superarlo o

trasformarlo nel partenariato nel sostegno ai concreti progetti per creare occupazione.Si realizza cosi una felice “contaminazione” dei ruoli che può avere effetti molto positivi nella concertazione per tutti gli altri problemi dell’economia di una regione e per le relazioni d’impresa in sè.

L’enfasi è dunque: sull’accordo tra i soggetti

pubblici e privati (“partenariato”) di un “ territorio” delimitato (di norma di livello sub – regionale);

sull’individuazione di interventi per una realizzazione coordinata (“programma”), ottenuta con un processo di “concertazione”;

sulla finalizzazione alla promozione dello sviluppo locale;

su interventi differenziati da area ad area. Grazie a queste specificità, il Patto territoriale si differenzia, sia dagli strumenti di programmazione dello sviluppo (cosi come previsti dalla legge 662/96) sia dalla ulteriore legislazione di promozione dello sviluppo. In termini generali, oltre ai caratteri già menzionati, le principali differenze risiedono:

nell’autonoma organizzazione dei soggetti pubblici e privati territoriali che promuovono il Patto;

nella coerenza complessiva degli interventi individuati;

nel concorso di tutti i soggetti per la loro realizzazione;

nella cooperazione pubblico privato;

nell’applicazione ad un territorio limitato.

In particolare, i Patti territoriali si distinguono dai Contratti d’area in quanto sono uno strumento ordinario di sviluppo, promosso e gestito dalle forze locali, applicabile in qualunque territorio delle aree ammesse, con un programma integrato e di più lungo periodo.A differenza della legge 488/92, poi, la peculiarietà sta nel premiare non singoli progetti di impresa individualmente considerati ma programmi integrati di progetti, di specifiche attività per realizzarli, di azioni e comportamenti che impegnano rispettivamente tutti i singoli attori del sistema locale di sviluppo (imprese, amministrazioni locali, sindacati, banche ecc.).I Patti territoriali non devono trovare necessariamente applicazione su tutto il territorio delle aree depresse. Sono uno strumento specificamente mirato su quei territori nei quali vi siano, contemporaneamente, una attività progettualità politico - amministrativa nel settore pubblico,

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ed una vitalità economica del settore privato.

LE PRINCIPALI TIPOLOGIE

I Patti territoriali sono per definizione strumenti differenziati da area ad area e costruiti sulle specifiche necessità e potenzialità. A titolo indicativo, tuttavia, possono essere esemplificate alcune tipologie di Patto, a seconda degli obiettivi che si mira a raggiungere.1. Patti per lo sviluppo

dell’occupazione: miranti a determinare un flusso di nuove attività economiche nel territorio (con conseguente creazione di nuovi posti di lavoro), prevalentemente da parte delle imprese locali.

2. Patti per l’attrazione di investimenti: destinati a creare le condizioni più opportune per catalizzare un flusso di nuovi investimenti prevalentemente dall’esterno del territorio.

3. Patti per lo sviluppo dei sistemi produttivi: insieme di iniziative di varia natura volto al rafforzamento competitivo e all’eventuale ampliamento di sistemi produttivi di impresa già esistenti.

4. Patti per la valorizzazione economica delle risorse locali: miranti ad una rivalorizzazione a

fini economici (e quindi occupazionali) di risorse ambientali, culturali, turistiche già disponibili sul territorio e sottoutilizzate.

5. Patti per l’emersione: miranti alla progressiva regolarizzazione di imprese e lavoratori “sommersi”

6. Patti per lo sviluppo urbano: miranti a specifiche finalità di sviluppo economico all’interno di aree urbane.

Ciascun Patto territoriale può riferirsi in varia misura ad una o più delle tipologie elencate

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SCHEMATIZZANDO:

Il nuovo quadro normativo dei Patti territoriali (sintesi)

Definizione Il Patto territoriale è l’accordo tra i soggetti locali, imprese, enti locali, associazioni del lavoro ecc., per identificare obiettivi di sviluppo condivisi e realizzabili e attuare un programma di interventi produttivi e infrastrutturali tra loro integrati. - Il Patto territoriale deve essere caratterizzato da obiettivi di promozione dello sviluppo locale in ambito subregionale compatibili con uno sviluppo ecosostenibile.Aree Regioni del Mezzogiorno e del Centronord Promotori Enti locali, altri soggetti pubblici operanti a livello locale, rappresentanze locali delle categorie imprenditoriali interessate, soggetti privati (altri soggetti interessati)Regione Viene comunque informata, se non rientra tra i promotori, dell’iniziativa il Patto e formula parere prima dell’approvazione.Condizioni per l’attivazione Esistenza della concertazione Disponibilità di progetti di investimento Oggetto dell’agevolazione Progetti imprenditoriali (settori: industria , agroindustria, turismo e servizi) ed infrastrutture (fino un massimo di 30 miliardi).Procedure Concertazione (parti sociali, enti locali ecc.) Eventuale assistenza tecnica (finanziata dallo Stato, se autorizzata) e progettazione (da autorizzare, ma non finanziata) Individuazione soggetto responsabile Istruttoria bancaria prevalentemente con la procedura della legge 448 Accertamento sussistenza requisiti e disponibilità risorse, verifica validità complessiva, acquisizione parere Regione, approvazione (Ministero) Accordo tra soggetti pubblici Sottoscrizione

Finanziamenti Cipe Massimo 100 miliardi complessiviAgevolazione progetti imprenditoriali Per le Pmi: incentivi all’occupazione (art. 4 legge 449/97), credito d’imposta nel limite massimo di 180 milioni di lire nel triennio (1° ottobre 1997-31 dicembre 2000), comunque entro i limiti previsti della legge n.488/92. Incentivi territoriali (art. 7 legge 449/97) credito d’imposta commisurata agli investimenti effettuati nei cinque periodi d’imposta a decorrere da quello in cui è stipulato il patto, comunque entro i limiti previsti della legge 488/92. Contributo in conto capitale nei limiti dei massimali di intensità previsti della legge n. 488/92.

Agevolazione per infrastrutture 100% dell’investimento, comunque, non superiore al 30% delle risorse destinate dal Cipe Condizioni per le agevolazioni mezzi propri delle imprese: minimo 30% dell’investimentoErogazioni Cassa depositi e prestiti

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I Patti territoriali POTREBBERO

mantenere viva la questione meridionale fare emergere e rafforzare una classe dirigente locale produrre nel loro divenire beni relazionali favorire il controllo sociale del territorio produrre una cultura della responsabilità mobilitare risorse locali mobilitare i saperi locali rafforzzare il ruolo e il radicamento delle forze sociali favorire in aree a sviluppo difficile la coesione sociale delineare un mutamento culturale e antropologico diffuso cambiare il conflitto sociale favorire l’emersione del lavoro sommerso coinvolgere le banche locali negli obiettivi di sviluppo

MA ANCHE

la proliferazione improduttiva la concertazione vuota o monca non risolvere le situazioni di crisi occupazionale acuta le infrastrutture insufficienti provocare conflitti istituzionali locali non essere distinti dai contratti d’area

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COME FARE UN PATTO TERRITORIALE

Enti localiConcertazione Sindacati

ImpreseAltri soggetti interessati

.

.Progettazione . assistenza tecnica . (società convenzionate . o altre modalità) Istruttoria bancaria . .

. Banche convenzionate

Scadenza per la presentazione dei Pattida parte della Banca che ha ultimato

l’istruttoria bancaria(10/04/99)

.

.

.Presentazione e verifica . dei requisiti (sulla base di . istruttoria bancaria) Verifica del Ministero del Tesoro del

bilancio e della programmazioneeconomica (DPS)

e decreto di finanziamento(10/05/99)

.

.stipula del Patto da parte dei soggetticoinvolti e del soggetto responsabile

.

.

.Erogazione immediata subordinata alla

presentazione dei documentieventualmente mancanti

IL PATTO TERRITORIALE DI ENNA

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PREMESSE ED INTENTI

La flebile ripresa economica del Paese è concentrata solo in una parte ed in alcune zone di Esso.si nota, l’ampliamento del divario tra nord e sud e all’interno del Mezzogiorno, si evidenziano di più le situazioni di marginalità e di minorità.La concertazione dello sviluppo tra le parti sociali e le autonomie locali è una risorsa di cui usufruire, essendo un metodo “importante” attraverso cui potrebbero prodursi delle forme di “programmazione negoziata”.La proposta di P.T. per lo sviluppo della Prov. di Enna, in tal senso, è uno strumento della programmazione negoziata a livello sub - regionale caratterizzato dall’iniziativa, e dalla presenza delle parti sociali e delle istituzioni territoriali che hanno assunto impegni vincolanti, sia nel momento di iniziativa che nel momento attuativo. Il Patto territoriale è finalizzato allo sviluppo integrato del territorio e costituisce fondamentale espressione del principio di partenariato sociale, nell’eccezione dell’ Unione Europea.

L’individuazione delle misure e degli interventi avviene considerando l’importanza della caratteristica multidimensionale ed interdisciplinare dei processi dello sviluppo.

Il patto esprime la volontà di autorganizzarsi nell’esercizio consapevole nelle responsabilità, ricostruendo circuiti virtuosi su un tessuto sociale, economico ed istituzionale bonificato con la costanza e la gradualità necessarie. Ricostruire il circuito virtuoso nelle interconnessioni della regolazione sociale della comunità territoriale equivale a rinunciare definitivamente alla “politica delle assistenze”, dei “sussidi” e delle “rendite di posizione” e mirare alla logica dell’intrapresa, degli investimenti produttivi, dei servizi del territorio.

Si riconosce la necessità di una forte coesione tra i soggetti sociali, economici, imprenditoriali, culturali ed istituzionali del territorio che, interagendo, nella logica di “ Patto “, sviluppi nuove e positive sinergie capaci di fare sintesi armonica di interessi “contrapposti” per definizione, o nei punti di partenza. Il Patto parte dal rilancio e della elevazione della qualità delle rappresentanze economiche e sociali, basata sulla fiducia tra i soggetti e su una azione circolare, a somma positiva, giocata su un unico piano.

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I principi fondanti del “Patto”, che tende ad individuare e sperimentare modelli ed interventi efficaci nella lotta alla esclusione economica e sociale, e nella creazione di nuova imprenditorialità e nuove occasioni di lavoro – in un’area depressa – sono i seguenti:

1. intendere la disoccupazione, la povertà, l’abbandono e la marginalità del territorio, le diseconomie di vario genere e natura come un complesso di fattori economici e sociali su cui operare con interventi che abbiano la caratteristica del coordinamento e dell’efficacia;

2. vincolare prima e vincolare poi i progetti, attraverso l’azione del partenariato privato – pubblico, che sappia mettere in gioco tutte le risorse materiali ed immateriali degli attori operanti nel territorio (imprese, sindacati, istruzioni ed enti pubblici, forze ambientaliste, volontariato etc.), ed agire sul processo e sulle sue tappe di approssimazione graduale e successiva in maniera coerente con gli obiettivi concertati tra i soggetti;

3. promuovere la diffusione della cultura della partecipazione attiva dei cittadini ai processi di cambiamento sociale ed economico e la valorizzazione delle azioni di stimolo, promozione, realizzazione e

controllo dei corpi intermedi della rappresentanza sociale e dei soggetti imprenditoriali;

4. lottare contro l’esclusione sociale ed economica, promuovendo da un lato percorsi di bonifica e di integrazione, e dall’altro azioni incrementali avuto riguardo al reddito prodotto che scaturisce da attività a buona remunerazione e dell’implementazione di esperienze imprenditoriali piccole, diffuse, collegate ed integrate, dinamicizzando la rapportazione dentro/fuori e piccolo/grande.

La scommessa principale del Patto è quella di incardinare gli interventi, strutturati secondo i principi sopra enunciati, in un’area interna della Sicilia, di cimentarsi nella realizzazione di un progetto integrato di sviluppo che crei investimenti, occupazione ed avvii una fase di superamento progressivo della “cultura della rendita” verso quella del “profitto”, attraverso il rischio e l’intrapresa. C’è la consapevolezza che dalla somma o sottrazione delle sfide individuali si deve approdare alle sfide collettive giocate entro sistemi territoriali implementati e capaci di competere in termini di efficienza, di credibilità, di affidabilità, di efficacia, di trasparenza e di legalità.

IL TERRITORIO E LE SUE CARATTERISTICHE.

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L’ambito territoriale e la descrizione geografica.

La proposta di Patto territoriale per lo sviluppo intenderebbe muoversi su una delimitazione dimensionata a tutto il territorio provinciale.

La provincia di Enna presenta, sia dal punto di vista fisico che socioeconomico, le caratteristiche tipiche di “area intema”. Quella di Enna è infatti l’unica provincia siciliana a non avere alcun sbocco a mare. Il suo territorio che globalmente insiste su un’area di 2.56,13 kmq si sviluppa, infatti, interamente nel nucleo centrale dell’isola.riguardo alla sua ripartizione altimetrica emerge, oltre alla netta preponderanza della collina (73,5%), una rilevante presenza del territorio montuoso (22,8%), concentrato prevalentemente nella zona settentrionale ed a ridosso dell’area delle Madonie e dei Nebrodi, ed una ridottissima presenza della zona pianeggiante (3,7%), che interessa quasi esclusivamente i territori di Catenanuova e Centuripe (Territori confinanti con la Piana di Catania).Dal punto di vista orografico il territorio è delimitato a nord dalle pendici meridionali dei Nebrodi (altitudine 500 – 1000 metri s.l.m.). In questa fascia prevalentemente di alta collina – montagna, ricadono i comuni di Sperlinga, Nicosia, Cerami, Troina, Gagliano Castelferrato, Assoro, Agira e Leonforte.

L’area centro – meridionale, prevalentemente medio – collinare, è attraversata in direzione NO – SE da una fascia a quota più elevata costituita dai monti Erei (500-1000 metri s.l.m.).Le punte più elevate sono: monte Cannerelle (819 m.), Monte Strozzavettole (879m.), Monte Carangiora (910 m.), Monte Rossomano (889 m.) e Monte Sambuco (867 m.) . In tale area sono ubicati i comuni di Calascibetta, Enna, Piazza Armerina, Aidone e Valguarnera.Mentre sulla direttrice Est – Ovest sono situati, in un’area basso medio collinare(200-500 metri s.l.m.), i rimanenti comuni della provincia.

Rispetto alla concentrazione demografica nei singoli comuni, che in totale sono 20, si può evidenziare come ci siano n. 2 comuni con una popolazione residente compresa tra le 20.000 e le 30.000 unità (Enna e Piazza Armerina), due comuni che si attestano intorno alle 15.000 unità (Nicosia e Leonforte), altri due comuni tra le 10.000 e le 14.000 unità (Barrafranca e Troina), la maggior parte dei comuni (10) con una popolazione tra le 5.000 e le 10.000 unità (Agira, Aidone, Assoro, Calascibetta, Catenanuova, Centuripe, Pietraperzia, Regalbuto,

Valguarnera Caropepe e Villarosa),

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ed altri quattro comuni con una popolazione inferiore alle 5.000 unità (Cerami, Gagliano, Nissoria e Sperlinga).

Esaminando in dettaglio la struttura delle popolazione residente al Censimento 1991, possiamo rivelare come per quanto riguarda la suddivisione per classi di età i risultati sono: meno di 15 anni 36.476 unità; da 15 a 24 anni 30.537 unità; da 25 a 34 26.936 unità; da 35 a 44 anni 23.523 unità; da 45 a 64 anni 40.329 unità; da 65anni in sù 28.381 unità. Il totale della popolazione residente è di 186.182.

All’interno del territorio le caratteristiche sociale ed economiche sono talvolta differenziate. Alcuni Comuni della Provincia svolgono anche una “funzione” polare verso l’esterno.

Questa è comunque una prospettiva ed una potenzialità che rimane aperta nel mediotermine, anche per il fatto che le caratteristiche sociali ed economiche di queste realtà extra provinciali “polarizzate” sono assimilabili a quelle Ennesi;

In tal modo infatti:

alcuni Comuni della Provincia hanno realizzato – in maniera disarticolata e non programmata – zone artigianali le cui strutture sono – in qualche caso – in fase di

completamento e, salvo alcuni problemi viari, non certo ostativi in assoluto, diventano positivamente fruibili se adeguatamente valorizzate e collegate.

La direttrice di sviluppo quindi passa anche attraverso una scelta irreversibile della programmazione regionale di decongestionamento urbano delle aree metropolitane e di decongestionamento industriale delle aree sature, ubicate a ridosso delle aree metropolitane, e di individuazione – al centro dell’isola (anche da qui la funzione di cerniera) – di un polo di servizi per l’imprenditoria e la produzione, compresi formazione manageriale imprenditoriale e professionale innovative e di localizzazioni commerciali in uno col potenziamento e la qualificazione dell’offerta alberghiera e para – alberghiera quale riferimento per la “raggiera di itinerari”.

La mancata industrializzazione, i limiti e le insufficienze del passato e la bassa congestione del territorio ne consente una più facile e lineare progettualità compatibile e sostenibile.

Per quando riguarda invece gli ostacoli che l’area territoriale presenta occorre evidenziare i seguenti elementi:

a) la qualità delle strutture e delle infrastrutture di cui la provincia

è dotata risulta scadente e la loro fruizione precaria od

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incerta per la mancata ultimazione o per la cattiva gestione. Spesso si è in assenza di qualsiasi forma di cura manutentiva e/o della necessaria opera di raccordo e di collegamento per una utilizzazione qualitativamente migliore e comunque integrata (per es. l’obsolescenza dell’asse ferroviario che attraversa la Provincia non consente una moderna ed economica utilizzazione per le merci);

b) il tessuto imprenditoriale, formato quasi esclusivamente da imprese di piccole e piccolissime dimensioni ed a struttura proprietaria di tipo individuale o familiare, è molto

debole soprattutto nel suo rapporto con il mercato finale ma

anche con quello degli approvvigionamenti e quello finanziario (evidente per es. in taluni casi la mancata valorizzazione delle produzioni agricole e l’assenza di ragionamenti di filiera); c) mancano risorse umane

qualificate di medio alto profilo e strutture formative in grado di rispondere alle nuove esigenze;

d) consistenti sono i nodi relativi all’assenza e/o debolezza dei processi di innovazione tecnologica e della sottocapitolizzazione delle imprese;

e) la situazione relativa al basso reddito pro-capite cosi come rilavato da tutte le statistiche .

La gerarchia degli interessi: gli obbiettivi del Patto.

E’ evidente la definizione di alcune scelte ed assunzioni di responsabilità per dare impulso allo sviluppo, tenendo in debito conto soprattutto la realtà attuale, ma evidenziando anche l’esigenza di avviare percorsi progettuali che, agendo positivamente e concretamente nel breve, individui anche scenari di medio periodo coerenti con la necessità di promuovere, valorizzare e proiettare soprattutto ciò che risulta credibile hic e nunc.

a) aumenterebbe la caratteristica di “ territorio cemiera” – già in essere – della Provincia di

Enna, dinamicizzando l’asse Nord – Sud, strozzato nei fatti per problemi viari e di mancata interazione sociale ed economica . la dinamicizzazione dell’asse Nord-Sud entrerebbe subito in connessione con l’asse Est Ovest (ad avvenuto completamento dell’ autostrada PA-ME);

b) si creerebbe possibilità aggiuntive di sviluppo sociale ed economico, partendo dalla valorizzazione del territorio concepito come “rete”.

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La proposta di Patto Territoriale riguarda tutto il territorio provinciale soprattutto per alcune ragioni:

1. anche se non ha sbocchi a mare la provincia è un “ territorio cerniera” tra Nord, Sud , Est ed Ovest dell’Isola;

2. si tratta di un territorio inquadrabile nella “medianità necessaria” e quindi idoneo alla programmazione negoziata a livello Sub- Regionale.

(Le potenzialità del territorio e gli ostacoli allo Sviluppo)

Per quanto riguarda le potenzialità del territorio occorre evidenziare i seguenti elementi:

a) il tessuto economico dispone, se adeguatamente salvaguardate e valorizzate nell’immediato, di alcune interessantissime pre-esistenze industriali di piccole dimensioni ed artigianali, soprattutto nel settore della gomma e plastica, del tessile ed abbigliamento, della meccanica ed elettromeccanica, dell’elettronica etc. Le dimensioni piccole e piccolissime rendono questa realtà preesistenti fortemente predisposte agli impulsi di dinamicizzazione, di adattamento e di flessibilizzazione, non

dovendo “demolire” e “assenti di rigidità” preesistenti;

b) esiste soprattutto una vocazione molto significativa nel settore agricolo, zootecnico, agroalimentare ed agroindustriale (aziende esportatrici sui mercati nazionali ed internazionali). Se poi si pensa al basso tasso di inquinamento ambientale si evince il fatto che si possono generare, trasformare e commercializzare, produzioni di grande pregio;

c) la posizione geografica centrale evidenzia che esistono alcune potenzialità di interconnessione per il territorio. E’ interessante l’avvio ed il consolidamento di esperienze agroindustriali, ed il collegamento funzionale con processi di reindustrializzazione ed il decongestionamento delle zone industriali sature promuovendo l’offerta di servizi innovativi o di manufatti e semilavorati a committenze extraterritoriali. I beni culturali, paesaggistici ed ambientali e l’adeguamento delle strutture recettivo – turistico - alberghiere ed agrituristiche offrono al territorio la chance di divenire il centro di una “raggiera di itinerari”

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d) la facilità di poter fruire dei porti di Catania e di Termini Imerese e laddove potenziato, di Porto Empedocle e poi anche, realizzata la cerniera (Nord – Sud), del porto di Milazzo. Particolarmente fruibili sono gli aeroporti di Palermo e Catania, più facilmente raggiungibile quest’ultimo dalla A. 19, che attraversa la Provincia ed è molto accessibile tramite sei svincoli, di cui uno in via di completamento (quello della Zona industriale del Dittaino);

e) il Consorzio per l’Area di Sviluppo industriale di Dittaino esprime notevoli potenzialità. Si stanno rapidamente completando le dotazioni infrastrutturali. Esso è al centro di un nodo viario ed autostradale, è servito della ferrovia, ben collegato con gli aeroporti di Catania e Palermo;

A tal fine sembra evidente la priorità di alcune linee di lavoro:

a) l’impegno prioritario di ridurre progressivamente l’alto tasso di disoccupazione, soprattutto giovanile comunque scolarizzata. E da ciò la necessità di innervare adeguate politiche per l’occupazione produttiva rinunciando definitivamente

alle ragnatele clientelari ed assistenziali;

b) l’impegno di difendere, sostenere ed ampliare le imprese che esprimono qualità ed attitudini imprenditoriali (va evidenziato qualche esempio significativo nell’agroalimentare, agro – zootecnico, agro – industriale, nella meccanica ed elettromeccanica, nella gomma e plastica, nel legno e mobilio, nel tessile ed abbigliamento, nell’elettronica e nella farmaceutica a sanitari). A tal fine si propone di far partire progetti pilota su specifiche aree di fabbisogno di riqualificazione o di consulenza, accompagnando le aziende nei loro percorsi terziari specialmente per quanto riguarda la diversificazione produttiva, il marketing e la filiera “qualità” (per es. certificazione di origine o provenienza, marchi etc.). In tal senso la realizzazione di un centro di attività fieristica “Sicily trade Center, “ di un centro Servizi, e di un centro commerciale all’ingrosso, o gli interventi indirizzati alle localizzazioni della gomma e plastica costituiscono un presupposto notevole;

c) la presenza di aziende che praticano un’agricoltura estensiva con un ridotto ricorso all’utilizzazione di

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prodotti chimici, non va considerato un punto di debolezza dell’agricoltura ennese bensì una premessa da cui partire per l’affermazione di un modello di agricoltura “sostenibile”, data la crescente attenzione rivolta al mantenimento degli equilibri biologici.Tale necessità va incontro alle esigenze, sempre più consistenti, dei consumatori che richiedano al produttore alimenti di qualità sia da un punto di vista organolettico che nutrizionale provenienti da coltivazioni di tipo biologico o con ridotto utilizzo di fitofarmaci .

Il rilancio dell’agricoltura ennese e della filiera agroalimentare passa anche attraverso il rilancio dei prodotti tipici locali provenienti dalle colture tradizionali e facilmente riconducibili a “ prodotti nicchia “ , certamente pregiati;d) l’ impegno di migliorare la

qualità della fruizione turistica di alcune realtà culturali, artistiche, monumentali, storiche e religiose del territorio collegate a significative

esperienze di Artigianato – Artistico;

e) la necessità di puntare ad un rapporto nuovo con l’ambiente, esaltando gli aspetti di salubrità e di vivibilità del territorio anche in funzione turistica. E’ possibile l’interazione con le aree protette interne ed esterne alla Provincia l’instaurazione di percorsi della salute, mare - monti (turismo terapeutico, anche di scopo preventivo);f) l’indispensabilità di una azione di “ Marketing Territoriale”. L’area Ennese presenta alcuni vantaggi rispetto anche ad altre aree siciliane e meridionali ( fondamentale per es. il riadeguamento delle politiche tese a valorizzare l’area industriale del Dittaino). Un’efficace promozione del territorio attrae nuove iniziative industriali, agisce sulla riconversione del tessuto presente, crea nuova occupazione e genera effetti positivi sull’esistente locale anche attraverso forme di partenariato imprenditoriale che combini convenienze e innovazioni.

La realizzazione degli interventi proposti nel P.T. potrebbe portare i seguenti risultati:

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- aumento della capacità produttiva industriale e agro- industriale

- creazione consorzi e centri di servizio per la tutela della qualità e/o per la promozione sui mercati nazionali e internazionali di prodotti locali; si sottolinea, in proposito, il carattere “soft” degli interventi previsti, che si avvarranno di strutture fisiche già esistenti ed individuate (messe a disposizione dai produttori, da associazioni di categoria e da Enti locali). inoltre, le attività promozionali saranno svolte in collaborazione con associazioni di categoria e imprenditori del Nord Italia,

che parteciperanno attivamente sia alla fase di progettazione – realizzazione sia a quella di gestione dei centri di servizio;

- ampliamento della gamma e del volume dei servizi reali offerti alle imprese da parte di società di servizi del settore informatico – telematico già esistenti;

- ampliamento – riqualificazione dell’offerta alberghiera e paralberghiera, supportata da collegamenti con le reti informative nazionali ed internazionali. (Grande interesse di Tour Operators nazionali ed internazionali)

I PROGETTI DEL PATTO E GLI INTERVENTI FORSE NECESSARI

a) la prima area di intervento dovrebbe essere quella relativa all’incentivazione e sostegno della piccola e media impresa.

b) si dovrebbe tenere in grande considerazione l’esigenza della rapportazione e del collegamento operativo e funzionale, anche in convenzione, con strutture private e pubbliche altamente specialistiche, di ricerca, formazione ed informazione per la promozione imprenditoriale, non escludendo, forme di collaborazione con Enti ed Istituti

Universitari isolani ed anche extra isolani.

Si dovrebbe operare per la riconversione ed il riposizionamento di una convenzione Consorzio Asi / Università di Catania non tralasciando comunque il coinvolgimento della convenzione tra provincia ed Università.c) Si dovrebbe migliorare l’assetto

delle infrastrutture locali attraverso impegni prioritari e specifici da parte delle istituzioni:

1. sulla razionalizzazione della fruizione delle aree strutturate

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di specifico scopo (per es. assegnando funzioni intercomunali alle aree artigianali esistenti,

2. sulla creazione e la crescita di alcuni assi di comunicazione e di collegamento stradale capaci di far uscire dall’isolamento porzioni importanti del territorio

d) in quarto luogo l’area delle strutture immateriali occorre puntare su una direttrice di consolidamento della concertazione rinnovata. E’ importante incentivare le iniziative affinché, oltre ad essere avviate a crescere

secondo logiche di opportunità di mercato, acquisiscano capacità di collaborazione e di successiva integrazione;Ripristinando funzionalità, fruibilità e collegamento, - (prevedendo eventualmente anche riconversioni nelle destinazioni d’uso) così come anche sulla necessaria interconnessione di poli di insediamento produttivo intercomunali e polifunzionali in specie quello della zona industriale di Dittaino.

I FIRMATARI

La Provincia Regionale di Enna, la Camera di Commercio, l’Associazione Provinciale industriale, l’Associazione Provinciale Piccole e Medie Imprese, l’Associazione Provinciale Commercianti , la Confesercenti Provinciale, l’Unione Provinciale Agricoltori, l’Unione Provinciale Coltivatori Diretti, la CIA Provinciale, l’Associazione Provinciale Artigiani, la CNA Provinciale, la C.A.S.A. Provinciale, l’Unione Provinciale Cooperative, la Lega Provinciale delle Cooperative, la Federazione Provinciale AGCI, la CTDL – CGIL, la UST – CISL, la

CSP – UIL, il coordinamento Provinciale dei Professionisti, la Legambiente

Provinciale, la SPA CESIS, il Comune di Agira, il Comune di Assoro, il Comune di Centuripe, il Comune di Enna, il Comune di Gagliano C.to, il Comune di Leonforte, il Comune di Nissoria, il Comune di Piazza Armerina, il Comune di Regalbuto, il Genio Civile di Enna, la Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Enna, il Presidente della Commissione Provinciale Ambiente e il Comandante dei Vigili del Fuoco.I sottelencati signori in rappresentanza delle rispettive aziende:

Cipolla Gaetano per la società Mulinello, Battiato Michele per la società PROSEME, Maurigi Francesco per la società Cosit e Cesit, Venticinque Giuseppa per la Dolciaria, Glorioso Giuseppe per

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l’ICA, Gagliano Angelo per il Cavalcatore sas, Altavilla Francesca per il Caseificio S. Giorgio, Primavera Massimo per i consorzi, Bruno Apollonio per la Coop. E. Sereni e la Coop. Ceramisti Centuripini, Parisi ing. per la società Belco/Avia Albatec, Grasso Concetta per Regalgas sas, Patrinicola Angelo per Damen Moda, Ciculi M. Sara per Nuova intesa spa, Franzone Riccardo per Jeppsen Italia, Mosto Rosa Maria per COMIPRO, Lilla Renzo per SOGEME, Spampinato Vincenzo

per AGIPLAST snc, Spampinato Gaetano per MILLA srl, Saitta Vincenzo per PLASTSUB, Palma Torino per TECNOSYS, Spadaro Marco per K2 sas, Pranio Silvio per GESAL PARK HOTEL, Di Venti Walter per RECOSUR, Arena Gioacchino per CEPI f.lli Arena, Palma Tonino, Gulino liborio, Cardaci Giuseppe (Confartigianato , Cna e Casa) per il consorzio servizi per lo sviluppo della PMI l’ing. Forgia per la Forma e Hotel Selene, Bonanno Patrizia per COIMEDIL.

GLI IMPEGNI DEI FIRMATARI DEL PATTO

a) Impegni comuni

Il Patto Territoriale punta anzitutto sulle risorse locali e quindi, il primo luogo, il territorio nella sua funzione orizzontale, valorizzando adeguatamente sia le risorse economiche che quelle non economiche, sia quelle materiali che quelle immateriali.

Questi sono gli obiettivi cui il Patto è finalizzato inserendolo anche in logiche di medio – lungo periodo e di prosecuzione del metodo della concertazione dello sviluppo e della valorizzazione del partenariato sociale.Gli obiettivi di riferimento sono:- creare o migliorare i presupposti

dello sviluppo per promuovere il coordinamento e l’integrazione tra i diversi livelli e settori di governo del territorio (proficua

utilizzazione delle risorse esistenti, l’impegno in tal senso degli Enti Locali);

- mettere a disposizione, delle forze sociali ed economiche, imprenditoriali, delle Istituzioni Territoriali, Regionali, Nazionali e Comunitarie elementi conoscitivi di dettaglio utili per raccordare ed integrare la progettualità territoriale alle scelte ed alle priorità indicate dalla programmazione regionale ed extraregionale.

I campi d’interesse generale del Patto riguardano, la creazione, l’individuazione e la gestione delle risorse per lo sviluppo economico locale, con particolare riferimento alle politiche territoriali a sostegno del sistema di imprese e di valorizzazione delle risorse umane ed ambientali.

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b) Impegni propri dei singoli firmatari:

Parti sociali

Le Organizzazioni Sindacali Confederali CGIL CISL e UIL si sono impegnati all’attivazione di tutte quelle misure riguardanti l’avviamento professionale, la flessibilità nel mercato del lavoro, l’ottimizzazione della produttività nel settore pubblico e privato.

Attiveranno ogni azione idonea a bonificare il mercato del lavoro territoriale.

IMPRENDITORI E LORO RAPPRESENTANZE

Le imprese, e le loro rappresentanze si sono impegnati nella promozione delle nuove iniziative imprenditoriali, attraverso l’avvio di nuove collaborazioni ed interazioni societarie anche di natura consortile, sostenendo ed ampliando la base occupazionale e cofinanziando strutture e percorsi

per la formazione e la riqualificazione professionale. La valorizzazione dei prodotti produrrà inoltre adeguamenti dei processi produttivi e delle strutture organizzative che i soggetti imprenditoriali sono impegnati ad avviare immediatamente.

ISTITUZIONI LOCALI

Acquisisce importanza vitale per il Patto territoriale il ruolo attivo e propositivo che dichiarano di assumere i comuni e, anche per essi la Provincia Regionali.Essa utilmente li coordina nelle attività di programmazione territoriale e nelle indicazioni delle priorità, secondo le previsione delle Legge Regionale 9/86, (che riconosce l’istanza della

programmazione Sub – Regionale), rispetto specialmente all’interrelarsi con la progettualità del Patto. In tal modo la promozione di condizioni ambientali favorevoli allo sviluppo degli investimenti ed al potenziamento del tessuto economico locale, le creazione di un adeguato e razionale sistema di trasporti e gli interventi mirati per la

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formazione professionale rappresentano l’impegno

fondamentale per la Provincia Regionale.

SOGGETTO RESPONSABILE E LA DOCUMENTAZIONE DEL PATTO

Soggetto responsabile.

Il soggetto istituzionale promotore del P.T. è individuato intanto nella Camera di Commercio di Enna. Essa, in nome e per conto degli altri soggetti – associati nella fattispecie in apposito ente – trasmette la proposta per l’attestazione dell’avvenuta concertazione alla Consulta per il Mezzogiorno preso il CNEL, al Ministero del Bilancio e della Programmazione Economica per la valutazione e l’approvazione da parte del CIPE ed il Governo della Regione Siciliana per la preventiva dichiarazione di conformità di cui all’ultima delibera CIPE.

E’ stata creata l’Associazione Patto Territoriale per lo sviluppo della Provincia di Enna (Associazione senza fine di lucro, Atto Notarile reg. il 14/07/1995 n°1453). Essa esercita la responsabilità di indirizzo politico e strategico, di coordinamento dei soggetti, di promozione ed accompagnamento. La sede associativa è presso Camera di Commercio di Enna.

Dopo la costituzione, l’associazione Patto Territoriale, e per essa i soggetti che la compongono ha avuto accesso – a seguito

dell’accoglimento delle modifiche statutarie richieste nella società mista pubblica “CESIS” Spa, precedentemente costituita dalla Provincia Regionale di Enna, per le finalità della promozione dello Sviluppo nel territorio, quale strumento operativo della Legge Regionale n° 26/1988 sulle zone interne della Sicilia. La SPA CESIS è stata riconvertita alle finalità del P.T. ed ha le caratteristiche di cui al punto 3.A. della delibera CIPE 10/05/1995 e successiva.

LA S.P.A. CESIS è dunque il soggetto economico e giuridico responsabile della gestione e della documentazione degli interventi del P.T.

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Le aziende del patto ,oggetto sociale e finalità produttive

Dai questionari sono emerse fattori convergenti per omogeneità di interessi e dell’altro una differenziazione qualitativa nel settore professionale, per la diversificazione del settore

produttivo, in questo quadro, le richieste di professionalità sono variegate così come la tipologia delle aziende coinvolte.

Il Patto territoriale di Enna il primo in Italia che è stato approvato ha già usufruito, emanati dal Ministro del Tesoro del Bilancio e della Programmazione Economica, di 19 Decreti con un importo finanziato di lire 72 miliardi circa per una erogazione di 32 miliardi.

DAMEN MODA S.r.l.

La società mira a realizzare un opificio per la produzione industriale di capi di abbigliamento

e maglieria, da ubicare nella area Industriale di Enna

.

SOLOMAGLIE S.n.C.

L’obiettivo dell’investimento è la creazione di un nuovo impianto

produttivo per la produzione di capi e maglieria.

CLOTHING STATION S.n.C.

L’azienda mira a realizzare un nuovo impianto produttivo per la

produzione di capi d’abbigliamento per donna.

“KAPPA DUE” SERVIZI TELEMATICI ED INFORMATICI S.a.S

L’azienda opera già nel settore della produzione di software e

servizi telematici. La partecipazione al Patto territoriale di Enna della

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società K2 gioverà all’azienda per l’ammodernamento della struttura e per la fornitura di servizi telematici ed informatici. L’azienda utilizzerà i

nuovi occupati con il metodo del Telelavoro.

CONSORZIO DI TUTELA DEL PESCO DI LEONFORTE

Il consorzio si propone di promuovere, tutelare, valorizzare, sviluppare e razionalizzare la produzione e la commercializzazione del prodotto peschicolo degli associati,

migliorando le condizioni economiche, sociali e culturali degli stessi. Ha istituito un marchio di qualità della pesca di Leonfortese e lavora per la sua tutela.

CO.IM.E.DIL.S.n.C.

L’obiettivo dell’investimento è la creazione di un impianto per la produzione e l’assemblaggio di oggetti in ceramica, di componenti

elettrici ed elettronici, completati con impiantistica elettrica ed elettronica.

TECNOSYS S.n.C.

La Tecnosys è un azienda produttrice di software specialistico, che realizza prodotti destinati ad Enti e Società che si occupano di gestione di Patrimonio Immobiliare. Commercializza esclusivamente software prodotti della stessa società.

Il progetto presentato con il Patto Territoriale di Enna prevede la ristrutturazione del laboratorio per la fornitura di servizi informatici.

AZIENDA AGRICOLA ZOOTECNICA ASSOCIATA MULINELLO S.a.S .

L’azienda denominata MULINELLO, con i finanziamenti del Patto Territoriale adeguerà

l’allevamento suinicolo, già esistente, alle norme minime CEE.Inoltre, costruirà un impianto di macellazione e lavorazione delle

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carni in mezzane, quarti o proporzionate? Con particolare

orientamento verso la produzione di un salume di diffuso in Sicilia.

CE.SI.T. S.r.L .

La Compagnia per la produzione succhi d’Italia “CE.SI.T. S.r.L.”, grazie all’investimento finanziato con il Patto Territoriale di Enna, potrà usufruire di un impianto di produzione per la lavorazione,

trasformazione e commercializzazione di prodotti agroalimentari con particolare alla trasformazione e produzione di succo di arancia fresca.

I.CA. S.r.l.

Aderisce al Patto Territoriale della Provincia di Enna al fine di costruire uno stabilimento per la lavorazione, trasformazione, selezione,

conservazione e distribuzione all’ingrosso e al dettaglio di carne rosse e bianche

.IL CAVALCATORE S.r:L.

Si avvarrà dei finanziamenti del Patto Territoriale di Enna per attivare la produzione e la

lavorazione del latte, per la produzione di formaggio pecorino, formaggio tipico ragusano e ricotta

LA CERERE S.r.L.

La società si pone come obiettivo quello di produrre e commercializzare paste alimentari, prodotti farinacei ed altri prodotti alimentari, comprese i prodotti da forno.Il processo di produzione della pasta sarà effettuato mediante l’utilizzazione di macchinari

tecnicamente all’avanguardia, mentre l’innovazione tecnologica apportata la processo di pastificazione è l’utilizzazione delle basse temperature nella fase di essiccazione. Ciò manterrà le elevate caratteristiche qualitative biologiche o nutrizionali della pasta.

C.O.S.I.T. COMPAGNIA DI SURGELAZIONE ITALIANA S.r.L.

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Si occuperà della lavorazione di ortaggi, per la produzione di surgelati e salamoiati, utilizzando

tecnologie che garantiscono l’igienicità dei prodotti.

MILLA S.r.L.

L’azienda Milla, che opera nel settore della produzione di materie plastiche, si prefigge di incrementare i livelli produttivi della già esistente azienda, realizzando un nuovo impianto produttivo per

maschere antigas e relativi filtri di ricambio, attrezzando il nuovo ciclo di lavorazione per l’elevazione dello standard qualitativo.

HOTEL SELENE

La partecipazione dell’azienda al Patto territoriale di Enna tenderà a migliorare la struttura ricettiva

dell’albergo-ristorante, attraverso la sua completa ristrutturazione.

FOR.MA. S.R.L.

L’obiettivo dell’azienda è quello di realizzare un nuovo impianto produttivo per la lavorazione e trasformazione di materiale lapidei,

attraverso una innovazione tecnologica del processo produttivo.

LA DOLCIARIA SOCIETA’ COOPERATIVA A.R.L.

L’ azienda ha individuato una fetta di mercato ancora poco sfruttata, cioè la produzione semi -artigianale e la commercializzazione di dolci tipici siciliani. Con la partecipazione

al Patto l’azienda mira a realizzare un nuovo impianto con macchinari ed attrezzature specializzate per la produzione di dolci tipici agirini.

SEBO S.R.L.L’azienda produce ceramica artistica tipica d’epoca, completata con pietra lavica, ferro battuto,

legno, al fine di costruire impianti per illuminazione per esterni ed interni

.GESAL S.r.L. PARK HOTEL PARADISO

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L’azienda opererà una ristrutturazione dell’albergo e

dell’annesso ristorante per un miglioramento dell' attività ricettiva

Sintesi grafica sulle figure professionali richieste

Figure professionali richieste

OP. GENERICO SARTISEGATORE TAGLIATORIDECORATORE IN CERAMICA FIGURINISTATORNITORE MODELLISTITECNICI CASARI PASTICCIERIRAPPRESENTANTI O PIAZZISTI PASTAIIMPIEGATI PROGRAMMATORIAUTISTI SISTEMISTICAMERIERI AI PIANI OP. SU COMPUTERSCUOCO SPECIALIZZATO OPERAIO CONUNE CON

SPECIALIZZAZIONEPROGRAM. COBOL, CONOSCENZA SAVA E HTML-FLAS

MAGLIAIA

SEGRETARIO LAVANDAIAMAGAZZINIERE SERVIZI DI VIGILANZA

Sintesi grafica sui requisiti culturali e conoscenza richiesti

TITOLO DI STUDIO LINGUALIC. MEDIA INFERIORE INFORMATICA INGLESEDIPLOMA GENERICO LAUREA IN

INGEGNERIAFRANCESE

RAGIONIERE LAUREA IN ECON.E COMM.

TEDESCO

GEOMETRA LAURE A IN CHIMICAPERITO ELETTRONICO PERITO CHIMICO

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SINTESI GRAFICA LINGUA

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SINTESI GRAFICA FORME LAVORO

SINTESI GRAFICA SULLA PROPENSIONE DELLE AZIENDE NELL'OFFERTA DI LAVORO

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CONCLUSIONI

La corsa verso la privatizzazione a tutti i costi voluta o subita dalla politica e dalla società anni 90 secondo una formula magica: privato=nuovo=efficienza; pubblico=vecchio=inefficiente; ha determinato un’ulteriore degrado del pubblico, abbandonato alla deriva verso il triste destino di una fine certa.Gli impiegati degli uffici del lavoro, a cui sono state tolte tante competenze e ruoli istituzionali, hanno vissuto questi anni una spiacevole sensazione di inutilità e di ansiosa attesa dello smantellamento definitivo.Con questa amarezza di fondo, ma anche con una positiva convinzione che l’ufficio pubblico può essere utile e competitivo col privato e svolgere un ruolo attivo e determinate nella politica occupazionale del territorio, la SCICA n° 25 di Enna, ha scommesso un ruolo futuro di primo

piano nel mercato del lavoro ennese, partendo dal mondo imprenditoriale dei Patti Territoriali.Con solerzia è stato avviato uno studio del fenomeno, in concertazione con i responsabili delle aziende, sono state prospettate progetti di collaborazione per il futuro, accolti con fiducia da parte delle imprese, che riconoscono un ruolo ed una funzione all’ufficio pubblico, che può ancora offrire servizi importanti in forma gratuita, e con una funzione di garanti della legittimità .I funzionari della SCICA n° 25 di Enna, hanno anche incontrato i responsabili delle aziende dei Patti Territoriali, sottoponendo loro, dei questionari informativi su vari aspetti delle imprese, delle loro esigenze, delle loro richieste, della offerta di servizi e di collaborazione per il futuro.

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Il progetto ha consentito di verificare, attraverso un’indagine di campo presso le aziende che rientrano nel Patto territoriale di Enna, la validità delle ipotesi di fondo: l’innegabile ritardo economico della Provincia di Enna, ma anche l’esistenza di potenzialità imprenditoriali che si scommettono sul piano delle condizioni localizzative e della complessiva positività del contesto sociale ed ambientale.Il sondaggio presso le aziende, tramite questionari ha consentito di raccogliere opinioni positive su alcuni aspetti del quadro socio-ambientale territoriale su cui fa leva per la promozione del territorio Ennese: Buon clima di concertazione tra

le parti sociali; Bassa presenza di criminalità, Equilibrio relazionale favorevole,

ispirato a valore di fiducia, largamente diffusa tra i cittadini;

Buona disponibilità imprenditoriale verso forme consociative;

Possibile incremento occupazionale;

Disponibilità da parte delle aziende a collaborare con la S.C.I.C.A. N°25

Nonostante opinioni positive convergenti; rimangono alcuni nodi particolarmente critici, denunciati dalle imprese:

Difficoltà di dialogo tra mondo imprenditoriale e pubblica amministrazione;

Difficoltà tra imprenditori ed Enti creditizi in termini di accesso al credito;

Scarsa viabilità sul territorio per la commercializzazione dei prodotti;

Esigenza di uno sportello unico a scala provinciale (ex legge Bassanini);

Carenza di manodopera qualificata sul territorio.

Su quest’ultimo punto è importante il ruolo dell’ufficio del lavoro per migliorare la qualificazione professionale, incidendo, attraverso le scuole ed educare i giovani a scelte alternative, sia dal punto di vista scolastico sia per la scelta di una professione e di serie forme di apprendistato.Tra i giovani ennesi persiste una vocazione carente al lavoro produttivo essendo ancora attratti dall’impiego pubblico, incoraggiati anche dalla politica assistenziale della Pubblica Amministrazione (LSU, LPU ecc.).L’ufficio del Lavoro può e deve intervenire sulla programmazione e sulla vigilanza di corsi di formazione professionali “utili” secondo la richiesta del mercato locale e soprattutto per una efficiente formazione che possa determinare un reale sbocco professionale, non essendo stato curato nel passato la formazione professionale verso attività artigianali, agricole, commerciali ed imprenditoriali in genere.Dal quadro di qualifiche richieste da parte delle aziende dei Patti

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Territoriali, si desume che molto resta da fare, ma l’importante è voler cominciare.Lo sforzo per il miglioramento delle imprese non deve essere disgiunto in sede locale, da un serio impegno di promozione delle oppurtunità esistenti nel territorio ed un potenziale umano formato ed informato.Necessita un collegamento tra le istituzioni locali, l’Ufficio del Lavoro e le varie forze sociali, politiche, ed economiche per realizzare un programma di formazione professionale e di informazione per i reali sbocchi occupazionali.In quest’ottica l’Ufficio del Lavoro promuove i seguenti servizi: Consulenza riguardante la

normativa generale di supporto in materia occupazionale;

Preselezione mirata; Sportello aziendale;

Il progetto, infatti, completamente innovativo rispetto a quelli degli anni scorsi, segna l’inizio di una nuova impostazione di lavoro che va oltre la partecipazione attiva al lavoro “INVISIBILE” dell’ufficio, quale è stata sin’ora per diventare anche partecipazione attiva alla vita economica e sociale del territorio.Esso riassume tutti i contribuiti apportati dai colleghi che sono stati

impegnati nelle varie fasi del lavoro svolto, concatenati e dipendenti l’una dall’altra come meglio e precisamente specificate nella parte analitica dell’elaborazione.Questo lavoro non ha, ovviamente , carattere esaustivo, ma si colloca in una logica di cambiamenti, abbinamenti e sviluppi che prevede aggiornamenti periodici ed un’integrazione di contenuti correlati ai processi innovativi di sviluppo globale nonché alla evoluzione normativa del settore.Il presente documento vuole essere uno strumento fruibile da parte di colleghi, utenti, e quanti operano nel mercato del lavoro Ennese ed finalizzato a diffondere l’idea del cambiamento, e la promozione di azioni positive.Inoltre, esso può avere l’ulteriore prezioso effetto di renderci visibili e dare chiari punti di riferimento anche ai soggetti esterni.

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