Relazione Prof. Beretta Zanoni alla conferenza "ANDAMENTO CONGIUNTURALE CON PARTICOLARE RIGUARDO...

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Vicenza, 3 dicembre 2012 Andrea Beretta Zanoni Attualità e prospettive dell’economia internazionale e domestica

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Vicenza, 3 dicembre 2012

Andrea Beretta Zanoni

Attualità e prospettive dell’economia

internazionale e domestica

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Più luci che ombre ?

• Dopo due mesi di flessione la produzione industriale cinese ad ottobre è ripartita

(con indice PMI a 50,2)

• Ad ottobre negli USA creati 158.000 posti di lavoro (sopra le previsioni) e l’indice

ISM manifatturiero è stato rilevato sopra le attese. L’indice Case-Shiller è in

tendenziale salita (non si spende quando il mutuo residuo è più alto del valore della

casa).Nuove costruzioni mese settembre +15%.

• In UK (complice le Olimpiadi e il giubileo per i 60 anni del Regno di E.) il PIL del III

trim. 12 cresce +1% (miglior risultato trimestrali degli ultimi cinque anni). Produzione

industriale salita a sorpresa di 1,1%.

• La crisi finanziaria in Europa è al momento sotto controllo. I rendimenti dei BTp a 10

anni sono scesi dal 7% al 5% (e quelli a breve stanno tornando ad un fisiologico 2-

3%). Lo spread viaggia sotto 350. A partire da luglio i capitali delle banche hanno

riprese la strada verso Italia, Spagna e Portogallo (dopo la grande fuga). Sembra

avviata la riforma bancaria in Europa (separazione tra retail e investment bank, con

Londra apripista).

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Più luci che ombre ?

• Negli USA il tasso di inflazione stimato sul Treasury a 10 anni è più alto

di quello stimato sulla scadenza a 30 anni: è un fenomeno che a volte

anticipa fasi recessive. Paura del fiscal cliff? (tagli automatici al bilancio e

aumenti nelle tasse per 600 mld).

• Stime al ribasso per l’economia tedesca: da previsioni 2013 di crescita

pari a +1,7% siamo scesi a +0,7%.

• Più in generale le previsioni per gli ultimi mesi dell’anno nell’Eurozona

sona al ribasso (possibile contrazione dello 0,4%) con ricadute anche sul

2013 (stime OCSE -0,1). Disoccupazione EU 2013 11,9%.

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Italia

• La stima di chiusura del 2012 per l’Italia è di una contrazione del 2,3%

con una domanda interna che si riduce del 5% (investimenti -7,2%,

consumi -3,2% !). Disoccupazione a 10,6% (in salita), proiezione 2013

11,4%

• Nel 2013 attualmente le stime prevedono un’ulteriore contrazione da

0,5% a 1% de PIL, con una domanda interna ancora in calo e una

disoccupazione in crescita a 11,4%

• Nel 2012 la spesa delle famiglia cala del 3,2% e nel 2013 calerà di

almeno 0,7%. Progressivo deterioramento delle condizioni reddituali

interne (spesa/risparmio).

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In sintesi

• Per il momento è stata tamponata la crisi finanziaria, o almeno i

problemi più urgenti (anche se la situazione generale rimane di grande

fragilità e instabilità)

• …. ma i danni sul versante produttivo e quindi sul reddito sono alti e

sono visibili in particolare in questi mesi……(e ancor di più forse nei

prossimi)

• ….come in tutti i circoli viziosi che si rispettino se “questi mesi”

dovessero essere troppi….

• …allora anche la crisi finanziaria potrebbe tornare a manifestarsi

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Focus

• Austerity sì… austerity no

• Il traino degli emergenti: più realismo

• Politiche monetarie espansive: il punto

• La riscoperta del manifatturiero: del nuovo manifatturiero

• Italia

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Austerity ? Sì ma come ?

• Nei primi giorni di ottobre nuovo studio del FMI, che avanza l’ipotesi di una

sottovalutazione del moltiplicatore fiscale (0,5% nei modelli più utilizzati: un taglio

del deficit dello 1% crea meno crescita per lo 0,5%) contro un forbice che va dallo

0,9% al 1,7%, calcolata dal 2008 ad oggi.

• Il rischio dunque è che i programmi di rientro abbiano effetti recessi ancora più

gravi di quanto si ipotizzasse. Peraltro si sono impegnati nella riduzione della

spesa pubblica anche qui paesi che non hanno alcuna pressione da parte dei mercati

finanziari (UK, Germania).

• Il FMI conclude ricordando che il risanamento, necessario sul piano finanziario,

dovrebbe essere una maratona e non uno sprint; e che gli obiettivi devono essere

strutturali e non nominali. Secondo dati empirici aggiustamenti fiscali superiori al 2%

del PIL sono rischiosi.

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Il traino degli emergenti

• Il PIL dei paesi emergenti è pari al 38% del PIL globale. Il loro ruolo e la loro

rilevanza è fuori discussione

• Tuttavia, non si può pensare che le esportazioni verso questi paesi siano la soluzione

strutturale.

1. Siamo tutti interconnessi (un quinto delle loro esportazioni in Europa) e per

di più gli emergenti non hanno ancora una domanda interna matura

2. In parte le crescite a due cifre sono state “drogate” (l’immobiliare in Cina,

l’export di materie prime a prezzi elevati per il Brasile, il Sudafrica, la

Russia….)

3. E’ e sarà fisiologico un loro rallentamento (peraltro necessario per

riequilibrare le bilance dei pagamenti)

4. Quando la domanda aggregata è in continuo calo non si può pensare di

risolvere il problema con le esportazioni. Domanda aggregata europea ?

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Politiche monetarie espansive

• “Il mondo assomiglia sempre più al Giappone”: tassi schiacciati verso lo zero e

misure di allentamento non convenzionali.

• Gli interventi americani ed europei a difesa della stabilità dei mercati sono stati

provvidenziali ed hanno evitato il peggio

• Ma nell’ottica dello stimolo all’economia (Usa in particolare) i risultati sono stati

deludenti (come in Giappone): è vero che da questo punto di vista alla peggio “non

servono a nulla?”.

• Il terreno è sconosciuto: ad esempio, bassi tassi di interesse per un prolungato

periodo di tempo in un paese con molto risparmio e molti pensionati potrebbero

deprimere ulteriormente i consumi…..; oppure distorsioni speculative nei mercati

delle materie prime…. E ancora: strategie di rientro non propriamente

“meccaniche”.

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La riscoperta del manifatturiero

• Gli anni 2000 hanno visto un calo del peso del manifatturiero in tutto il mondo

occidentale: dal 2000 al 2010 l’incidenza sul PIL della produzione è scesa dal 21% al

16,8% in Italia, dal 22,9% al 20,7% in Germania, dal 17,4% al 11,5% in UK, dal 15,3

al 12,7% in USA, dal 21,3% al 19,4% in Giappone.

• In parte il calo è fisiologico, perché i servizi tendono a crescere con la maggiore

complessità economica e sociale.

• Oltre un certo livello però il rischio è di perdere la maggior spinta propulsiva sulla

produttività che proviene dal manifatturiero (maggiore tecnologia, più innovazione,

più impatto sull’occupazione, più conoscenza diffusa).

• Grande ritorno di entusiasmo a livello europeo (Commissione ha fissato l’obiettivo

di passare dall’attuale 15,6% del PIL al 20%, entro il 2020); a livello USA (vittoria di

Obama) a anche in paesi come UK (investimenti esteri e accordi sindacali).

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Con alcune novità

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Dinamica dei costi della R&S per un nuovo farmaco a livello

mondiale, (stima in milioni di dollari)

oggi20010

200

400

600

800

1000

1200

1400

discovery

pre-clinica

fase III

lancio

discovery

pre-clinica

faseIfaseII

lancio

faseII

fase III

800

1.300

Ad esempio

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Più in generale

Alta Media alta Media bassa Bassa

Italia 7,3 28,1 31,5 33,1

Germania 10,4 45,4 24,2 20,0

Francia 15,1 29,2 28,1 27,6

Spagna 5,2 27,9 33,5 33,4

UK 14,1 28,7 23,9 33,2

Media 10,4 31,9 28,2 29,5

OCSE, 2011

Contenuto tecnologico del manifatturiero

Peso percentuale dei settosettori sul totale

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Produttività del lavoro (numeri indice; 2005=base 100)

65

70

75

80

85

90

95

100

105

110

1990

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

20

11

Francia

Germania

Italia

Regno Unito

La produttività italiana non

cresce dal 2005 (e nel 1990

eravamo i primi del gruppo

considerato)

Italia

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CAGR*

produttività del

lavoro,

’01-’11

CAGR* PIL

(a prezzi costanti),

’01-’11

Cumulato incrementi

annuali PIL (mld $ a

prezzi costanti), ’01-’11

Italia 0,0% 0,2% 66,9

Francia 1,1% 1,1% 232,9

Germania 1,1% 1,1% 337,2

Regno Unito 1,5% 1,6% 343,2

Media FR-GER-UK 1,2% 1,3% 304,4

Produttività e PIL

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Correlazione tra var. % annua della produttività del lavoro (asse x) e var. % annua del PIL (asse y) in Italia, 2001-2011

y = 1,4303x + 0,0022

R² = 0,6595

-6%

-5%

-4%

-3%

-2%

-1%

0%

1%

2%

3%

4%

5%

-3% -2% -1% 0% 1% 2% 3%

Simulazione

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m Mld € a prezzi

costanti

PIL italiano (mld €)

CAGR ’01-’11: 1,9%

CAGR ’01-’11: 0,2%

La riscoperta del manifatturiero

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Proiezioni FMI al 2018

• Proiettando le previsioni attuali il FMI prevede che nel 2018 l’Italia avrà lo

stesso reddito del 2008, con un PIL più basso di 10 punti percentuali

rispetto alla media europea

• Se volessimo chiudere questo gap, dovremmo crescere nei prossimi cinque

anni del 3% medio annuo.

• Reperire risorse o liberare risorse ? Total tax rate 2012 è al 68,3% contro

65,7% della Francia e il 46,8% della Germania. Implicit tax rate (imposte sul

reddito più contributi sociali) pari al 42,6% del reddito da lavoro: la più alta

d’Europa. Vincoli burocratici tra i più inefficienti d’Europa, pressione della

regolamentazione asfissiante, bassa presenza nei settori industriali ad alta

tecnologia….

• Operazione straordinaria di promozione, sviluppo, liberalizzazione

dell’offerta economica associata però ad una nuova politica degli

investimenti in sede EU

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Partendo da…

• L’Italia è uno dei pochi paesi con un avanza primario consistente e strutturale,

con un incremento della spesa pubblica tra i più modesti al mondo

• Ha un basso livello di indebitamento privato (che non è un bene in sé, ma lo è

ora)

• E’ uno dei pochi paesi in cui negli ultimi anni non sono scoppiate bolle nella

valutazione degli asset o nel credito

• Lo stock di risparmio privato è ancora alto (anche se in progressiva erosione)

• Ha eccellenze in molti ambiti, tra cui la scuola, la sanità, l’università.

• Ha una buona dinamicità imprenditoriale che si associa ad un brand nazionale

molto attrattivo…

• Ha un export dinamico e competitivo (anche se non sufficiente a trainare la

crescita interna)….