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PREMESSA

LE ANALISII CONFINI E L’ALTIMETRIA DELL’AREA

I PRINCIPALI PROCESSI STORICI DI TRASFORMAZIONE DEL PATRIMONIO EDILIZIO E DEL DISEGNOURBANO

LO STRUMENTO URBANISTICO VIGENTE

CARATTERI E CLASSIFICAZIONE TIPOLOGICA DEL PATRIMONIO EDILIZIO

LO STATO DI CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO EDILIZIO E DEI PERCORSI DI DEGRADO E DEGLIINTERVENTI DI RECUPERO IN CORSO

LA QUALITA’ E LA QUANTITA’ DI ATTREZZATURE E SERVIZI PRESENTI

IL RUOLO ATTUALE E POTENZIALE DELL’AREA NEL CONTESTO URBANO

IL PROGETTO GENERALE DEGLI lNTERVENTIIL PROGETTO DEL PIANO PARTICOLAREGGIATO DEL CENTRO STORICO

L'ANALISI DEL CENTRO STORICO

IL RECUPERO DELL'EDILIZIA RESIDENZIALE

LE RETI TECNOLOGICHE

SPAZI PUBBLICI

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INDICE

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PREMESSA

Il tipo e la natura delle analisi da svolgere per pervenire alla progettazione di un piano generaleper un centro storico, sono dettagliatamente descritte nella circolare n. 3/2000 dell'AssessoratoTerritorio ed Ambiente della Regione siciliana. A tali indicazioni, e specificatamente a quelle conte-nute nel punto 3.8, i rilevatori del centro storico hanno fatto dunque riferimento nella impostazio-ne del lavoro di analisi dello stato di fatto.

Le analisi sono in parte frutto di indagini dirette, in parte si avvalgono di dati, di rilievi aerofoto-grammetrici e di cartografie redatti da altri tecnici.

Sulla base del materiale cartografico e documentale fornitoci dall’Amministrazione comunale èstata effettuata una analisi delle caratteristiche architettoniche e tipologiche di ciascuna unità ediliziae delle trasformazioni subite (demolizioni parziali e totali, sopraelevazioni, ..), che ha consentito didefinire un abaco dei tipi edilizi, nel quale sono state classificate le diverse modalità organizzative,riconoscibili nel patrimonio edilizio del centro storico.

Accanto alla attività di indagine diretta, è stata posta in essere una parallela attività di studio orien-tata alla comprensione dei processi storici di trasformazione del patrimonio edilizio e del disegnourbano, e sono stati svolti alcuni approfondimenti tematici specialistici che hanno riguardato la con-dizione abitativa e socioeconomica della popolazione e lo stato delle attrezzature pubbliche.

Tutto questo lavoro di analisi ha consentito di comporre un quadro conoscitivo sufficientementeapprofondito, tracciato nelle pagine che seguono e specificato negli elaborati grafici, cartografici cdinformatici che costituiscono il Piano generale.

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I CONFINI E L’ALTIMETRIA DELL’AREA

Il Territorio ComunaleRavanusa si trova a 320 m s.l.m. ed è situata in provincia di Agrigento, città da cui dista 49 Km, nellaparte centro meridionale della Sicilia.Il suo territorio comunale ha una superficie di 49,57 Kmq e confina a nord con il territorio della pro-vincia di Caltanissetta, ad est e delimitata dal fiume Salso, a sud con il territorio di Licata e con quel-lo di Campobello di Licata, ad ovest con il territorio comunale di Naro. Ha una forma vagamentetrapezoidale con la maggiore estensione in direzione Nord Sud e che si restringe con gradualità indirezione Sud. Il territorio é caratterizzato dalla varietà dei paesaggi, in gran parte costituiti da man-dorleti, uliveti e vigneti, in un paesaggio ondulato ricco di colline.L’abitato è situato in un lieve pendio che dal “Canale”, a quota 283 m s.l.m., sale alla Chiesa delConvento, a quota 292 s.l.m., e da questa con un ampio pianoro giunge alla Chiesa Madre, a quota308 s.l.m., e da qui si estende fino al Corso Garibaldi, a quota 310 s.l.m., per risalire con un pendiopiù accentuato verso la Chiesa di San Michele, a quota 323 s.l.m, e la Chiesa Santa Croce, ad unaquota di circa 323 m s.l.m..L’altitudine media del territorio è di circa 250 metri, e va dai 40 metri delle strette e brevi vallatescavate dal fiume Salso ai 409 metri della vetta del monte Saraceno.

Il Centro StoricoMalgrado la notevole estensione della Zona A, individuata nella parte del centro urbano compresotra le Via Ibla, Via Licata, Via Galilei, Via Cavallotti, Via Rapisardi, Via Foscolo, Via Buonarroti, Via L.Marino, Corso della Repubblica, Via P. L. Di Rosa, Piazza Verdi, Via Lincoln, Via Hecce Homo, PiazzaMinghetti, Via Firenze e da Via Saffi e la Chiesa del Convento, poche sono le notizie relative al pro-cesso di formazione e sviluppo di questo centro storico, per cui si possono solo fare delle ipotesi sulsuo processo di formazione, sviluppo e trasformazione. Le più antiche fonti cartografiche consultabili, relative all’abitato e al territorio comunale, sono risa-lenti al 1830, 1838/1858 e la più utile è una cartina topografica dell’I.G.M. del 1865 (qui riportata)che fornisce utili indicazioni sulla forma urbana, sugli isolati abitati e sulla viabilità costituendi il cen-tro urbano del comune di Ravanusa nel secondo Ottocento.Ad ogni modo, la zona “A”, oggetto del presente studio, riguarda solo un parte dell’intero centro sto-rico, così come tipizzata dall’incarico di progettazione fornitoci dall’Amministrazione Comunale.Essa è individuata nella parte del centro urbano compreso tra le vie P. L. Di Rosa, via P. Micca, viaLincoln, via Ecce Homo, via Regina Margherita,, via B. Carioli, via C. Colombo, Corso dellaRepubblica, via Boccaccia, via Duprè, via G.Galilei, via Imbriani, via U. Foscolo, via Sanzio, via L.Marino e il tratto di Corso della Repubblica fino a via P.L. Di Rosa.

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La sua altitudine media è di circa 313 m.s.l.m., e va dai 301 m.s.l.m. di via Regina Margherita in cor-rispondenza di Piazza Minghetti, ai 325 m.s.l.m. di via Ecce Homo in corrispondenza di via Lincoln. L’area in oggetto, che ricade all’interno della zona “A” del vigente P.R.G. del Comune di Ravanusa,interessa, però, una superficie di territorio cittadino estesa per circa 175.650 m², di cui 107.078 m²di superficie edificata per un volume di 980.450 m³ e circa 68.570 m² costituiti dalla rete viaria e daglispazi non edificati (piazze e cortili).L’area è stata suddivisa in 57 isolati la cui ubicazione e dimensioni sono state sinteticamente descrit-te nella tavole di rilievo.

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I PRINCIPALI PROCESSI STORICI DI TRASFORMAZIONI DEL PATRIMONIO EDILIZIOE DEL DISEGNO URBANO

I processi storici di trasformazione urbana (fig. 1)Le scarne fonti storiche disponibili, insieme alla analisi delle permanenze edilizie e della morfologiaurbana, consentono di ipotizzare che l’attuale insediamento urbano di Ravanusa ha avuto origine nellimite est di corso della Repubblica e sino a tutto il secolo XV secolo, fosse composto da un picco-lo nucleo abitato, raccolto in un ristretto pianoro attorno alla chiesa della Madonna del Fico e dellaFonte fatta costruire dal Conte Ruggero D’Altavilla (1086).Nel 1440, secondo l'Amico, il casale di Ravanusa viene venduto dai Palmeri ad Andrea de Crescenzi,il quale, nel 1452, chiede ed ottiene dal re Alfonzo di Valenza il permesso di fabbricare un'osteria, ofondaco, in quella parte del feudo della terra di Ravanusa dove “riuscisse più comodo ed utile ai pas-seggeri e viaggiatori, con farlo franco per le cose tutte che ivi si vendessero dei diritti di dogana, ed altregabelle, spettanti alla Real corte”, questo viene testimoniato dall’esistenza di una Regia Trazzera ecioè di una di quelle vie di comunicazione che dall’entroterra andavano verso il mare, l’attuale ViaIbla.Il fondaco fu fatto edificare nella parte bassa dell'attuale paese, a sud-ovest delle prime abitazionenei pressi dell’attuale biforcazione della via Ibla.Il Crescenzo, uomo incline agli atti di pietà e religione, fece erigere, inoltre, anche un convento, peri Canonici Regolari di San Giorgio in Alga, ottenendo il permesso dal Vescovo agrigentino DomenicoXarat.Il convento, ebbe posto nelle vicinanze in cui oggi si trova la Biblioteca comunale, più ad ovest didove si trovava la chiesa del Fico e della Fonte.A tale data si può quindi far risalire la prima trasformazione urbana sistematica e storicamente docu-mentata di Ravanusa. Si può immaginare, in mancanza di fonti descrittive certe, che la crescita delborgo sia avvenuta sia per saturazione di aree libere sia per aggiunte successive di nuovi isolati aquelli fino ad allora esistenti. La sua espansione si è sempre sviluppata in direzione ovest in tre successive fasi:

Dall’origine fino al XVI secolo (fig. 2)La prima si deve, forse, proprio a Giovanni Andrea Crescenzo che fece in modo che il feudo diRavanusa di “semplice e piano”, fosse elevato a “feudo nobile”, e gli venisse concessa la giurisdizione“civile e criminale”, e ne fece speciale domanda al Re Giovanni ed ottenne un tal privilegio nel 1472.Ed è proprio a lui che si deve la prima impostazione urbanistica del paese che si imperniava sullacroce di strada formata dai due assi ortogonali, Corso della Repubblica e Via Dante e Manzoni, conorientamento est-ovest, il primo, e nord-sud, il secondo. La croce di strada è avvalorata, oltre che dall’uguaglianza delle dimensioni delle due strade, anche

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dalla presenza nella Via Manzoni di importanti edifici oramai scomparsi, quale quello che fu destina-to a carcere nel XIX ed all’inizio XX secolo, e di una chiese dedicata alle anime del Purgatorio chechiudeva la stessa via sul lato nord, sorti intorno alla fine del XV ed all’inizio del XVI secolo.Si suppone che, in quel periodo, il paese si fosse esteso fino alle attuali via Licata, Via S. Giuseppe,Via Regina Margherita e Acquanuova. Permane un tessuto urbano in cui la suddivisione interna del-l’insediamento si articola in un passaggio graduale dalla grande via pubblica (corso della Repubblica),

Fig. 1

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collegamento anche di percorsi extraurbani (via Ibla, via Pisacani e via Aronica che erano “regie traz-zere”), alla via di quartiere, che contornava in forma regolare l’isolato, ed infine al vicolo cieco, perla distribuzione interna dell’isolato. Il cortile o vicolo cieco caratteristico della parte più antica del-l’abitato risulta essere ancora, per la forma, sotto l’influenza costruttiva araba.

Lo sviluppo urbano dal XVII al XVIII SECOLO (fig. 3)All’inizio del XVII secolo, il feudo e casale di Ravanusa passa dal possesso del Barone Filippo BonannoII a quello del figlio Giacomo Bonanno, che lo ereditò per la morte del padre l’8 giugno 1619. Fu ilduca Giacomo Bonanno che, possedendo il feudo di Ravanusa, comprò dalla Corte reale il “mero emisto imperio”, cioè la giurisdizione civile e penale sul paese, con la facoltà di popolare le sue terre edimporre le tasse. Nel 1621, quindi, il suddetto duca ottenne la “licenza populandi”, per ampliare ilcasale con la possibilità di poter costruire una chiesa, l’attuale chiesa madre, un palazzo baronale,ottanta case e strade. Inoltre destinò i locali dell’ex convento dei Canonici Regolari di San Giorgio inAlga come sede dell’amministrazione del paese. L’investimento da parte del duca Bonanno per lacostruzione degli edifici, delle case e delle strade, fu abbastanza oneroso, ma le premesse per labuona realizzazione del progetto erano ottimali perché il luogo presentava caratteristiche molto pre-cise: l’edificabilità del suolo, la disponibilità in loco di acqua potabile per gli uomini e per le bestie, l’a-ria non malsana, la facilità di accesso alle grandi vie di comunicazione del regno e la vicinanza di caveper il materiale da costruzione, abbondante nella città distrutta di monte Saraceno.L'espansione urbana, promossa in particolare dal principe Giacomo I Bonanno nella prima metà delXVII secolo, fu realizzata ricorrendo ad impianti a scacchiera con comparti regolari e strade rettilineesecondo la cultura urbanistica seicentesca. Anche nei nuovi impianti seicenteschi però rimangonotracce evidenti della passata cultura islamica neIla presenza della fitta trama di vicoli e cortili che nondi rado rompono la regolarità geometrica degli isolatiLa parte più delicata fu la progettazione dei luoghi, degli edifici pubblici e delle case. Non siamo aconoscenza se il barone nell’elaborazione del progetto, si fosse servito del lavoro di architetti o diingegneri. In ogni caso, il progetto del nuovo schema urbano di Ravanusa fu elaborato attentamentein base ad una serie di elementi urbanistici molto raffinati. La regola progettuale che fu seguita ripren-deva l’ortogonalità della pianta, sulla base del vecchio schema su cui si basava la precedente imposta-zione della croce di strada, ma caratterizzata adesso, da un asse principale in direzione est-ovest (l’at-tuale corso della Repubblica) che per la simbologia di quel periodo Barocco viene accomunato alloscorrere della vita. Infatti l’orientamento est-ovest dell’asse principale riprende il percorso del soleche sorge ad est, dove vi è la presenza dell’acqua (lu canali), simbolo della vita e della nascita, e tra-monta ad ovest, dove in quel periodo, furono poste tre croci simbolo della morte, e dove nel corsodel XX secolo fu eretta la chiesa dedicata alla Santa Croce.Fissato l’asse principale, fu facile innestare su questo la maglia ortogonale con le vie Mamiani,Colomba, Nasi, Mazzini, Boccaccio e via S. Antonio. A favore del piano ortogonale giocarono poi,

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almeno in teoria, considerazioni di carattere igienico-climatico, in relazione ai problemi dell’insola-zione, della difesa dei venti e del deflusso delle acque piovane. Il paese si protese nel corso del XVIIsecolo fino alle attuali vie Aronica e Piasacane (trazzera di collegamento territoriale che viene inte-grate nel tessuto urbano). L’espansione del paese, fatta di edilizia comune, sempre molto modesta è priva, in questa fase, del-l’edilizia medio-borghese, che inizia ad intervenire in questa zona solo nel XVIII e XIX secolo.

Fig. 2

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Nella parte centrale dell’asse principale, il duca inserì uno spazio da destinare alla piazza, l’attualepiazza della madrice, che assume la funzione simbolica di pausa intermedia nel percorso della vita.La piazza, fulcro cittadino, oltre ad essere sede del mercato, diventò anche il centro principale doveconfluivano idee, rapporti sociali, incontri e scambi commerciali. Nello stesso luogo vennero eretti,nel corso del secolo, gli edifici principali come la chiesa madre, dedicata a San Giacomo, in onore delfondatore, il palazzo baronale, sulla parte opposta, per evocare e ricordare agli abitanti il dominiopolitico-economico, civile ed ecclesiastico cui erano sottoposti, e il palazzo Sillitti. Una volta definito lo schema planimetrico dal fondatore, unica libertà di espressione nel costruireera lasciata agli abitanti all’interno degli isolati urbani, le cui dimensioni erano prefissate dal disegnoimposto, dal fondatore, ma la cui realizzazione era affidata alla popolazione stessa.L’orientamento degli isolati era determinato dalla pendenza del terreno, infatti gli isolati venivanodisposti perpendicolarmente alle curve di livello per facilitare il deflusso delle acque.Negli isolati di grandi dimensioni, tra lo spazio pubblico, la strada, e lo spazio privato, la casa, si inter-poneva lo spazio semi-privato dei cortili che riecheggiano, per la forma, elementi derivanti da influs-si islamici.

Il XIX e XX SECOLOCol decreto del 1806, emanato dal re Ferdinando di Borbone, e con l'approvazione della costituzio-ne del 1812 da parte del Parlamento siciliano, cadevano i privilegi feudali e diminuiva l'influenza deiBonanno sulla vita della cittadina. L'espansione urbana, promossa nella prima metà del XIX secolo,fu realizzata ricorrendo ad impianti a scacchiera con comparti regolari e strade rettilinee secondo lacultura urbanistica seicentesca e settecentesca, e ruotando gli assi viari, rispetto a quelli gia esisten-ti, adeguandosi alle pendenze del terreno. Anche nei nuovi impianti ottocenteschi però rimangonotracce evidenti della passata cultura islamica nella presenza della fitta trama di vicoli e cortili cherompono la regolarità geometrica degli isolati. In questa fase l’espansione prosegue da CorsoGaribaldi fino alle Vie Lincoln, Pietro Micca, padre Luigi Di Rosa, Via Roma e Corso della Repubblicada qui prosegue fino alla Via Galilei. Negli anni settanta sono stati realizzati alcuni interventi edilizi disostituzione e più recentemente sono stati poi avviati una serie di interventi di riammodernamentoe sostituzione del patrimonio edilizio di antica formazione che hanno determinato pesanti alterazio-ni ambientali e hanno comportato la perdita irreversibile del carattere ambientale di gran parte delcentro storico, oggi non più distinguibile da alcune parti della periferia.

La conoscenza delle vicende storiche, insieme alla analisi della morfologia urbana, consente di distinguerele diverse parti in cui il centro storico si articola:a) la parte più bassa dell'insediamento, comprendente il primo nucleo abitato d’origine, oggi non più rico-noscibile, e le sue espansioni sei-settecentesche, caratterizzata da isolati di forma quadrangolare e dimen-sioni assai variabili, solcati da vicoli e cortili di varia dimensione;b) l'addizione sette-ottocentesca che occupa la parte più alta dell'insediamento ad nord-est di Corso della

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Repubblica, e che si qualifica per la sua organizzazione unitaria assolutamente distinta dalla rotazione degliassi viari e della maglia ortogonale, caratterizzata dalla ripetizione di isolati regolari di forma rettangolare edimensioni pressoché costanti;c) le aggregazioni successive che hanno ispessito i due nuclei originali, occupando le aree più scoscese amonte di essi, caratterizzate da una morfologia irregolare che prende, benché di datazione assai successi-va, un impianto irregolare.

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LO STRUMENTO URBANISTICO VIGENTE

L’individuazione di una zona A - centro storico - è abbastanza recente e risale all’approvazione dellavariante al P.R.G. relativa alla delimitazione della Zona Omogenea Territoriale “A” con le relativenorme, di cui alla delibera commissariale n. 67/99, in esecuzione della prescrizione contenuta nel-l’art. 2 del D. A. n. 440/94 di approvazione del P.R.G. con notifica D. A. n. 493/D.R.U. del12/12/2000.Il Piano Regolatore del comune di Ravanusa, dopo alterne vicende, viene approvato con D. A. n.440/94 ma all’articolo 2 si evidenzia la non individuazione di una Zona Omogenea Territoriale “A” daparte dei progettisti che ribadiscono sostanzialmente l’inesistenza di un impianto urbano da destina-re al regime di zona “A”. Tale articolo evidenzia “l’equivoco di fondo che consiste nel negare il valo-re di documento storico all’impianto urbano nella sua totalità e nell’assegnare valore storico soltan-to agli edifici contenenti qualche elemento decorativo.” “Pertanto, in relazione al fatto che ogni inse-diamento urbano contiene inequivocabilmente un nucleo storico che ha valore di documento in sé,anche l’insediamento di Ravanusa contiene un nucleo originario da sottoporre a regime urbanisticoadeguato.” Con riferimento a tali prescrizioni, inerenti l’approvazione del P.R.G., viene stabilito cheil Comune, nell’ambito della perimetrazione del centro storico, dovrà procedere in accordo con laSoprintendenza ai BB.CC.AA, ad individuare una Zona Omogenea Territoriale “A” ed a predispor-re opportune norme di attuazioni entro il termine previsto di 90 giorni, vincolando, così, di fattotutta la Zona Omogenea Territoriale “B1”.Il 28/12/1994 l’Amministrazione comunale individua e perimetra una zona da destinare a centro sto-rico e invia uno stralcio della Zona “B1” con indicazioni dell’area che intende proporre come deli-mitazione dello stesso. Iniziano così le alterne vicende sui vari tentativi di raggiungere un accordo sutale perimetrazione. Tentativi che porteranno l’Amministrazione comunale il 16/07/1999 a richiede-re all’Assessorato Regionale del Territorio ed Ambiente la nomina di un apposito commissario adacta. La nomina del commissario ad acta, con D. A. n. 326/D.R.U. del 31/08/99 per provvedere agli adem-pimenti connessi alla prescrizione di cui all’art. 2 del D. A. n. 440/94 di approvazione del P. R. G.,relativamente alla delimitazione della Zona “A” in sostituzione del Consiglio comunale, porta lo stes-so il 15/10/1999 alla stesura di una Relazione istruttoria sulla individuazione e perimetrazione delCentro Storico (Delibera Commissariale n. 67/99), seguiti gli adempimenti di competenza con suc-cessiva approvazione da parte del Consiglio Comunale, e la trasmissione degli elaborati ai vari Entidi competenza. Finalmente, l’Assessorato Regionale del Territorio ed Ambiente decreta ed approvala variante al P.R.G. di Ravanusa, con voto n. 315 del 11/10/2000, relativa alla delimitazione dellaZona Territoriale Omogenea “A” del P.R.G. con le relative norme, di cui alla delibera commissarialen. 67/99, in esecuzione della prescrizione contenuta nell’art. 2 del D.A. n. 440/94 di approvazionedel P.R.G.

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I Motivi della perimetrazione“La natura progettuale dell'impianto urbanistico è basata sulla presenza di tipi ricorrenti di vicoli cie-chi e spazi della vita quotidiana e del lavoro: i cortili, in cui si individua la permanenza della strutturadella famiglia che costituisce il principale motivo della sopravvivenza, fino ai nostri tempi, di un mododi abitare. L'evoluzione del vicolo cieco, un tempo chiuso per motivi di privatezza e di difesa, divie-ne, nel cortile tardo medievale rinascimentale, il tema centrale del meccanismo delle trasformazioniurbane e delle permanenze culturali delle forme delle città”.A Ravanusa il vicolo - cortile è sopravvissuto perché coincidente con la struttura familiare e socialeperfettamente integrata e isolabile rispetto l'insieme dell'organismo urbano, relativamente autosuffi-ciente economicamente, dotato spesso di una propria carica culturale locale, che è quella prettamen-te agricola. Mentre i luoghi pubblici, gli edifici rappresentativi, le attrezzature viarie principali e leopere di difesa hanno subito nei secoli continui e drastici adeguamenti, moltissimi vicoli sono rimasti,almeno nel loro impianto, a testimoniare un assetto certamente superato per la cultura urbanisticaufficiale, ma ancora funzionante per l'organizzazione della vita quotidiana dei contadini e dei piccoliartigiani. Ciò spiega la sopravvivenza e la forte resistenza alle trasformazioni che caratterizza il vicolo- cortile siciliano. L'organizzazione dei vicoli e cortili sopravvive nei secoli nelle grandi città come neicasali, nei borghi antichi come nei centri antichi contadini di fondazione feudale del XVI, XVII e XVIIIsecolo, di cui Ravanusa rimane un rappresentativo esempio.Infatti si nota nelle varie fasi di espansione urbana la persistenza dell'impianto di tale modello.Gli interventi dell'espansione sei - sette - ottocentesca si sono limitati a programmare una strutturaviaria ortogonale lasciando che all'interno dei grandi isolati quadrangolari, da essa generati, la popola-zione si insediasse ricostruendo a sua volta spazi e consuetudini dì vita tradizionali, modificando neltempo il vicolo secondo le proprie esigenze. L'andamento della struttura viaria, subordinata alla mor-fologia dell'impianto residenziale nasce quindi da una concezione unitaria dello spazio urbano che nelgraduale passaggio dalla funzione distributiva a quella abitativa sviluppa caratteri tipologici semplici,poveri e indipendenti tra di loro, costituite da case terrane, soprane, dammusi ecc.. In questo conte-sto un fatto marginale rimane l'abitazione di rappresentanza nobiliare.Per quanto sopra detto, considerate le caratteristiche morfologiche del tessuto antico di Ravanusa, tipicoesempio dei centri storici minori, i modelli e le conformazioni originari, determinano un'area omogeneadefinibile come nucleo antico. Le tipologie originarie sono rimaste in parte inalterate ed in parte sonostate interessate, negli ultimi decenni, da incongrui interventi di manomissione e sostituzione edilizia.Vista la ricostruzione delle fasi di espansione del tessuto urbano, la Soprintendenza ha ritenuto di doveresalvaguardare la parte storica del Comune di Ravanusa proponendo una perimetrazione della zona omo-genea "A", all'interno della zona "B1" proposta nel P.R.G., specificando che, per la individuazione delCentro Storico ai fini della perimetrazione di una zona omogenea "A", si sono tenute nel debito conto lefasi di espansione urbana escludendo parte di tessuto diversificato, rispetto a quello originario, dei vicolie cortili o che ha subito notevoli trasformazioni tali da perdere le caratteristiche storiche originarie e diconseguenza rendendo vana qualunque opera diretta alla conservazione.

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CARATTERI E CLASSIFICAZIONE TIPOLOGICA DEL PATRIMONIO EDILIZIO

Tipologia del patrimonio edilizio esistenteAllo stato attuale il patrimonio edilizio del Centro Storico del Comune di Ravanusa si articola in varitipi architettonici e costruttivi, secondo il periodo di costruzione degli insediamenti, dell’economiadei luoghi e della destinazione d’uso.Il loro studio deve considerarsi una delle operazioni analitiche più complesse tra quelle che compon-gono la progettazione di un piano particolareggiato. Mentre infatti l'organizzazione morfologica deitessuti urbani costituisce un elemento invariante, che si mantiene praticamente immutabile neglianni, l'organizzazione tipologica delle abitazioni, che pure condiziona la morfologia urbana, è vice-versa caratterizzata da una estrema mutevolezza. Basti pensare che mentre l'assetto morfologico delcentro storico di Ravanusa è ancora oggi quello definito attraverso progetti urbanistici di vari secoliaddietro, nessuna struttura edilizia conserva invece immutati i caratteri organizzativi originari, anzigran parte del patrimonio storico è stato oramai trasformato, vista la lentezza burocratica per tute-lare il centro storico, che ha permesso, fino al 1994, attraverso la speculazione edilizia di distrugge-re quello che di storico c’era.Nasce cosi l’esigenza di uno studio delle tipologie che deve dunque tendere a mettere in evidenza,più che gli originari assetti distributivi, i processi attraverso i quali il patrimonio edilizio è stato adat-tato alle esigenze della popolazione che lo ha abitato, oltre che e a cercare di valorizzare fortemen-te quello che di storico e ambientale è veramente rimasto.In sintesi può rilevarsi come i tipi edilizi siano fortemente condizionati dalle dimensioni geometrichedel lotto e come queste condizionino a loro volta la forma urbana.I tessuti urbani sono determinati dal ripetersi di tipi base costituiti da abitazioni monocellulari conunico affaccio sul fronte stradale di dimensioni di circa 5 – 8 metri per 5 - 10 m. di profondità.Lo schema funzionale delle abitazioni, assai semplice, prevedeva un piano terra di uno o due ambien-ti, con soprastante sottotetto adibito a deposito. Gli schemi costruttivi erano sempre affidati a muriperimetrali di notevole spessore (da 40 a 60 cm.) realizzati con pietra naturale informe legata conmalta di gesso. I muri sui tre lati interni di ogni lotto venivano resi comuni con le abitazioni limitrofe.I tipi base sin qui descritti, man mano che le sopravvenute esigenze abitative lo richiedevano esoprattutto man mano che le nuove disponibilità economiche lo consentivano, venivano ampliatiricorrendo, inizialmente, ad accorpamenti di più lotti e quindi alla sopraelevazione di uno o più pianisulla originaria struttura.Solamente in epoca recente sono stati attuati interventi più radicali di demolizione di una o più unitàabitativa e di nuova edificazione sull'area risultante di abitazioni di due, tre e quattro piani.All'interno dei tessuti costituiti dalle abitazioni sin qui descritte si collocano, generalmente su slarghio piazze, vari edifici specialistici quali chiese, conventi e palazzi nobiliari, che per le loro caratteristi-che spaziali ed architettoniche, non sono riconducibili a schemi tipologici ripetuti.

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LE ANALISI

Consistenza del patrimonio edilizio, caratteri distintiviSi deve osservare che nella delimitazione del centro storico di Ravanusa e nei relativi allegati diaccompagnamento e di documentazione, era stato considerato originario e si era definito conven-zionalmente “organismo storico” solo il complesso di strade e di edifici prescindendo dalla qualitàambientale di questi e dalle trasformazioni intervenute.Infatti, l’inclusione di molti edifici entro tale perimetro - cioè l’appartenenza “all’organismo storico”- non ne determinava in alcun modo lo stato di pregio ambientale.Ne è derivata un’immagine dello stesso fortemente rimaneggiata e “compromessa” che implica un’as-sottigliamento del margine di intervento progettuale rispetto alla sua salvaguardia e alla sua tutela.In ogni caso, ai fini di una rifunzionalizzazione e riqualificazione della zona di intervento, è stata ope-rata una classificazione tipologica degli edifici, per comprenderne meglio sia le caratteristiche distin-tive e le eventuali qualità o i pregi da tutelare, ma anche per indicare le modalità di intervento pro-gettuale su ogni singola unità edilizia.Per grandi linee, si possono distinguere tre “famiglie” di aggregati edilizi con caratteristiche diverse:

- aggregati edilizi ed edifici costituenti l’organismo storico, anche per età e tipo, nel complesso pocomodificati, in buono stato di conservazione. Sono compresi gli aggregati edilizi, gli edifici e gli ele-menti costruttivi, risalenti all’organismo storico, tuttora in buono stato di conservazione o comun-que di buona leggibilità, perché poco modificati da trasformazioni recenti. Permangono alcuni edifi-ci, risalenti all’organismo storico, di buona leggibilità perché non modificati, documenti della tradi-zione costruttiva minore e testimonianze architettoniche di tipi e forme proprie della cultura loca-le, alcuni purtroppo in pessimo stato di conservazione o in stato di incipiente rovina. I vecchi fabbri-cati risalenti all’organismo storico o di edificazione più recente sono realizzati con muratura, di pie-trame calcareo e malta di gesso, con copertura a tetto eseguito con canne, gesso, tavolati di legnoe tegole tradizionali siciliane;

- aggregati edilizi compresi nell’organismo storico, interessati da diffuse e irreversibili sostituzioniedilizie, discordanti per tipologie e tecniche costruttive, non adeguate all'organismo storico origina-rio. Pur tuttavia, sono ancora leggibili alcuni edifici ed elementi costruttivi, risalenti all’organismo sto-rico. Nel complesso la zona è stata interessata da diffuse e recenti sostituzioni edilizie discordanti edirreversibili che hanno alterato le caratteristiche originarie con fabbricati simili a quelli ricadenti nellezone di completamento, assumendo le caratteristiche proprie di tali zone. Spesso tale zona inglobafabbricati di più recente edificazione realizzati, nel periodo successivo fino al 1970, ancora con isistemi della tradizione popolare, ma anziché la muratura di pietra, si incomincia ad utilizzare il con-cio di tufo con malta cementizia con due o più piani fuori terra, edificati in aderenza sul confine dilotti stretti ed in fregio alle strade non sempre sufficientemente larghe, con tetto a due falde, ese-guito come sopra e, in molti casi, rifatto con travetti, laterizi, pignatte e coppi siciliani o con coper-tura a terrazza;

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LE ANALISI

- edifici edificati dal 1980 ad oggi, secondo tipi edilizi plurifamiliari, costruiti con mattoni forati di late-rizio, con struttura in cemento armato, ubicati in lotti più grandi per avere inglobato diverse unitàedilizie monocellulari; composti fino a tre o più piani piani fuori terra ed in alcuni casi con pianoseminterrato e provvisti di locali accessori.

Ne deriva la seguente classificazione tipologica:

TIPOLOGIA 1Ambienti in prevalenza monocellulari, generalmentead una sola elevazione fuori terra, originariamentedestinati a ricovero degli animali, deposito o residen-za (attualmente destinate a parcheggio o deposito).

TIPOLOGIA 2Ambienti pluricellulari a più elevazioni fuori terra,generalmente destinate ad abitazione che presentanol’organismo storico originario con valenza artistica.

TIPOLOGIA 3Ambienti pluricellulari a più elevazioni fuori terra,generalmente destinate ad abitazione che presenta-no l’organismo storico originario con valenze storicoambientali.

TIPOLOGIA 4Ambienti pluricellulari in prevalenza a due elevazionifuori terra, generalmente destinate ad abitazione,ottenute attraverso la trasformazione parziale e/ototale dell’organismo storico originario con modifi-che della copertura e con sopraelevezioni.

TIPOLOGIA 5Ambienti pluricellulari a più elevazioni fuori terra,destinate ad abitazione, ottenute attraverso la demo-lizione, (parziale e/o) totale, dell’organismo storicooriginario e successiva nuova edificazione.

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LE ANALISI

LO STATO DI CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO EDILIZIO E DEI PERCORSI DIDEGRADO E DEGLI INTERVENTI DI RECUPERO IN CORSO

Analisi delle caratteristiche demografiche La popolazione totale che risiede all’interno dell’area presa in esame del Centro Storico del Comunedi Ravanusa è risultata dalle analisi effettuate dai rilevatori di 2.085 abitanti; con un totale di unità edi-lizie di 1.216 e con un numero abitanti per unità 1,71% al 2005.Nelle tabelle che seguono sono sintetizzati alcuni dati che descrivono con immediatezza i caratterievolutivi dello sviluppo edilizio e demografico del Centro storico di Ravanusa. Il primo censimento nel quale è riportato Ravanusa è del 1600.

Anno Abitanti

1600 5.000 abitanti

1761 5.460 abitanti

1800 5.850 abitanti

1860 7.867 abitanti

1871 7.652 abitanti

1881 8.523 abitanti Ultimo censimento della fine dell’ottocento

Tabella 1 – Andamento della popolazione dal 1600 al 1881 considerato l’espansione del centro storico

Tabella 2 – Censimento ISTAT 1991 – dati demografici per sezioni di censimento

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LE ANALISI

Tabella 4 – Censimento ISTAT 2001 – dati demografici per sezioni di censimento

Tabella 3 – Censimento ISTAT 2001 – dati relativi al patrimonio edilizio per sezioni di censimento

Tabella 5 – Censimento ISTAT 2001 – dati relativi al patrimonio edilizio per sezioni di censimento

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LE ANALISI

Considerati i valori su detti emerge una sostanziale uguaglianza tra i valori del censimento Istat 2001e quelli censiti dai tecnici incaricati del Rilievo del Centro Storico. Alla luce dei dati relativi alla popolazione insediata al 1800 - tenuto conto che la dimensione dell’al-lora centro urbano era la stessa dell’attuale perimetrazione della zona A – si evince che la comples-siva capacità ricettiva dell’attuale Centro Storico è stimabile in circa 8000 unità, tenendo ancheconto sia dell’aumento di volume che dell’accorpamento delle unità edilizie avvenuto negli anni.

LA QUALITA’ E LA QUANTITA’ DI ATTREZZATURE E SERVIZI PRESENTI

Le attrezzature ed i serviziL’area oggetto dell'intervento costituisce, oltre che il centro storico della città, anche il suo centrofunzionale ed economico. In essa sono dunque localizzati gli edifici pubblici più rappresentativi dellavita sociale e religiosa nonché gli assi commerciali più importanti.Per fornire un quadro il più possibile completo delle destinazioni d’uso dei piani terra, non residen-ziali, che si trovano all'interno dell'area di studio è stata redatta nella fase di rilievo una cartografiaidonea nella quale le attività sono individuate secondo disaggregazioni funzionali molto dettagliate.La lettura dell'elaborato cartografico mostra immediatamente come le funzioni centrali interessinosoprattutto gli assi del corso della Repubblica e corso Garibaldi, mentre la parte più alta del centrostorico è quasi del tutto priva di funzioni centrali.Assai limitata è la presenza di attività artigianali sia di servizio che di produzione, che non riescecomunque a caratterizzare in alcun modo i tessuti urbani.

IL RUOLO ATTUALE E POTENZIALE DELL’AREA NEL CONTESTO URBANO

Il ruolo del centro storico nel contesto urbanoCome in molti altri centri urbani, anche a Ravanusa si è verificato nel corso degli ultimi trent’anniun deciso spostamento d’interesse daI centro storico verso le nuove periferie urbane. In molti casi,e tra questi Ravanusa, l’accrescimento dell'area urbana ha comportato anche la perdita del ruolo dibaricentro fisico dell’insediamento ed il centro storico è rimasto quindi periferico rispetto al centrocittadino con il conseguente instaurarsi di fenomeni di abbandono e di degrado.Tale circostanza, se da un lato ha comportato, come gia rilevato, un fenomeno di periferizzazionedell'area storica, dall’altro ha consentito però, per alcune aree, di preservare complessivamente lecaratteristiche storico ambientali. È questa, a ben guardare, una delle risorse più significative di cuidispone oggi il centro storico e sulla quale si deve far leva per instaurare processi di riqualificazioneurbana.

IL PROGETTO GENERALE DEGLI l TERVENTI

Portali del Centro Storico di Ravanusa

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IL PROGETTO DEL PIANO PARTICOLAREGGIATO DEL CENTRO STORICO

L'area oggetto del presente Piano Particolareggiato delle zone “A Centro Storico", del Comune diRavanusa (Provincia di Agrigento) si estende su una superficie di circa mq 107.078 escluse le sedi via-rie, i cortili e le corti interne.In conformità agli obiettivi che l’Amministrazione Comunale si è proposta di perseguire con la for-mazione del Piano Particolareggiato, si riassumono di seguito gli aspetti fondamentali e previsionalidel Piano.Il nuovo strumento urbanistico, sulla base delle analisi svolte e delle ipotesi assunte e in relazioneanche delle previsioni degli strumenti attuativi presenti, abbraccia tutta la zone omogenea indicatacome A nel P.R.G. in vigore. La zona è stata ulteriormente suddivisa in ambiti o isolati riportati nelle tavole progettuali per cia-scuno dei quali sono riportati i principali parametri di edificazione. Il nuovo Piano Particolareggiato per il Centro Storico è stato redatto, per voleredell’Amministrazione Comunale, sulle planimetrie aerofotogrammetriche aggiornate e ingranditealla scala 1/500.

Motivi ed obiettivi del Piano ParticolareggiatoPer poter comprendere quali siano stati i motivi che hanno indotto l’Amministrazione Comunale aricorrere alla formazione del Piano Particolareggiato per il Centro Storico occorre considerare conattenzione alcuni aspetti fondamentali scaturiti sia dal confronto con la stessa AmministrazioneComunale, sia dai risultati di accurate indagini eseguite, scrupolosamente, sul patrimonio edilizio esugli aspetti tradizionali, economico-sociali ed ambientali, allo scopo di conseguire la più precisaconoscenza della realtà del centro storico di Ravanusa.La zona A di Ravanusa include nel suo perimetro la gran parte dei complesso di abitazioni e urbaniz-zazioni che si sono andate consolidando nel tempo come nucleo "storico-tradizionale", dall’impian-to sino all'ultimo dopoguerra. I nuclei importanti (indicati come isolati e numerati dal n. 1 al n. 57)sono perfettamente identificati dal sistema viario.Al fine di una corretta interpretazione del significato della nozione di "centro storico" nei nostri con-testi, va tenuto presente che il valore storico-tradizionale di tutti i centri minori della Sicilia centro-meridionale si spinge fino a comprendere il patrimonio costruito anche in tempi recentissimi, sino a40 anni fa all'incirca, quando si diffuse l'abbandono delle tecniche e tipologie costruttive tradizionalie la loro sostituzione con materiali e culture non più locali ma esterne.Questa sostituzione è stata a Ravanusa intensa ed anche (fin troppo) “distruttiva". Gli ultimi decenni ci hanno consegnato un centro storico molto trasformato nella sua fisionomia ori-ginaria, proprio perché sono cambiate nel frattempo le tecniche edilizie ed i criteri di interventoordinariamente adottati: i fabbricati originari sono continuamente affiancati da inserimenti incongruied estranei.

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Il Piano Particolareggiato intende perseguire le finalità della riutilizzazione ed il risanamento del cen-tro storico secondo determinate procedure necessarie per restituire ai ceti sociali che se ne sononel tempo allontanati, il loro patrimonio di abitazioni, servizi e forme che, nel loro insieme, rappre-sentano il cuore della città e la cultura urbanistica, economica e sociale del luogo.Tali obbiettivi possono essere così sintetizzati:1. la conservazione, la riqualificazione e la valorizzazione del patrimonio storico, monu-mentale ed ambientale;2. il recupero edilizio ai fini sociali ed economici;3. la permanenza e il potenziamento degli attuali abitanti.

Il nuovo Piano Particolareggiato del CENTRO STORICO si propone i seguenti obiettivi principali:a) - recupero e salvaguardia del patrimonio storico-tradizionaleL'obiettivo cardine di tutti i Piani dei Centri Storici. Va perseguito per definizione di legge oltrechéper scelta culturale ed urbanistica;

b) - miglioramento della qualità abitativaRiequilibrare le volumetrie esistenti all’interno centro storico che da sole potrebbero far fronte alfabbisogno abitativo per il prossimo decennio. Le trasformazioni avvenute nel tessuto edilizio edurbanistico sono state per lo più peggiorative della condizione abitativa generale, anche se in pochicasi hanno giustamente corrisposto all'esigenza di dotare le abitazioni dei necessari servizi o di unnumero crescente di ambienti. Il piano propone interventi correttivi e integrativi delle principali disfunzioni riscontrate nel proces-so di trasformazione recente;

c) - recupero dell'identità storica dei centroNessuna comunità può più rinunciare alla propria dimensione storico tradizionale, tanto meno nelsuo spazio di vita quale è il paese nelle sue strutture antiche.Il piano ha come obiettivo quello di rendere riconoscibile Ravanusa nella sua identità di centro sto-rico, evitando la sua trasformazione in una indistinta periferia.

L'ANALISI DEL CENTRO STORICOOltre al rilievo, che permette di comprendere meglio le tecniche costruttive e le trasformazioni rea-lizzate nei secoli, si è analizzata anche l’utilizzazione degli edifici o meglio la loro destinazione d’uso.L’aspetto curioso e sorprendente è risultato quello per cui il centro storico, nonostante sia territo-rialmente sempre lo stesso, ha subito notevole modifiche nei diversi aspetti “tipologici”. Lo stato di fatto analizzato ha evidenziato alcuni elementi:- circa il 40 % delle Unità edilizie esaminate contiene corpi di fabbrica originari storico tradizionali.

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IL PROGETTO GENERALE DEGLI l TERVENTI

Si tratta di un dato di estrema importanza, su cui si è basata tutta la progettazione dei Piano, e che dasola dimostra come la sussistenza di valori storici nel centro di Ravanusa sia tutt'altro che remota;- solo alcuni dei suddetti edifici originari sono tuttavia privi di superfetazioni o corpi aggiunti nellostesso lotto; almeno l’1 % sono da considerarsi unità di notevole valore storico-tradizionale;- per quanto riguarda le unità "incompatibili", il loro numero è numeroso e significa che molte Unitàcomprese nel centro storico di Ravanusa sono costruite non solo in tempi recenti, ma con tipologie,distacchi, ingombri, spessori di corpi di fabbrica, tecnologie e materiali che sottraggono identità ericonoscibilità al centro stesso. Nelle tavole progettuali sono riportate le planimetrie dei 57 isolati in cui risulta suddiviso il centrostorico, con l'indicazione delle unità di rilevazione, e la relativa tavola d'unione.

Anno Abitanti

Superficie totale 107.078,22 mq

Superficie territorio cittadino 175.650,00 mq

Volumi esistenti (al netto dei servizi) 980.849,25 mc

Densità fondiaria esistente 9,16 mc/mq

Destinazione d’uso dei piano terra

Residenze (%) 45.97

Locali di servizio (%) 25.41

Res. con loc. di servizio (%) 6.33

Servizi pubblici (%) 0.01

Servizi privati (%) 1.89

Attività commerciali (%) 19.00

Att. Ricreative e culturali (%) 0.50

Non utilizzati (%) 0.89

Popolazione censita 2.085 abitanti

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IL RECUPERO DELL'EDILIZIA RESIDENZIALEIn ossequio alla normativa vigente il patrimonio edilizie deI centro storico è stato suddiviso nelleseguenti categorie:a) Edifici da sottoporre ad interventi di conservazione;b) Edifici da sottoporre ad interventi di trasformazione conservativa;c) Edifici da demolire e ricostruire secondo nuovi allineamenti;Le categorie di intervento attraverso le quali deve realizzarsi la conservazione e/o la trasformazio-ne conservativa sono sostanzialmente quelle stabilite dall’art. 20 della L. R. 71/1978. E’ stata peròintrodotta una differenziazione all’interno della categoria della ristrutturazione edilizia, che porta adistinguere gli interventi di ristrutturazione semplice da altri, definiti di ristrutturazione complessa edi ristrutturazione con mantenimento degli aspetti storico ambientale.Questi ultimi determinano la possibilità di procedere ad una più radicale innovazione sia degli ele-menti costruttivi sia della organizzazione tipologica e funzionale delle unità edilizie.Per alcune unità edilizie, aventi particolari caratteristiche, è indicata poi una quarta modalità diristrutturazione che comporta la possibilità di sopraelevare le strutture esistenti; tale categoria diintervento è prescritta esclusivamente per gli edifici privi di pregio storico ed ambientale che pre-sentano una sola elevazione fuori terra ed è finalizzata a rendere utilizzabile quella parte del patri-monio edilizio, costituita da vecchi depositi agricoli, pagliere o anche stalle, che per la piccolissimadimensione non si presta oggi ad alcuna utilizzazione.Va precisato che dal punto di vista giuridico l'intervento di sopraelevazione non rientra in nessunodegli interventi specificati nell'art. 20 della L. R. 71/1978, che si riferiscono esclusivamente al recu-pero del patrimonio edilizie esistente; l'intervento di sopraelevazione deve invece farsi rientrare dapunto di vista giuridico tra quelli di nuova costruzione e come tale deve essere assoggettato al limi-te di 5 mc/mq stabilito dal D.M. 2.04.1968. Una siffatta interpretazione può ricavarsi da vari attiamministrativi emanati dall'Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente (si cita per tutti il parereespresso dal CRU e condiviso dall'assessore con il Decreto di approvazione del PRG di Villabate).Nei casi in cui le condizioni di fatiscenza degli immobili ed il loro limitato interesse ambientale nerendono impossibile o comunque non conveniente ne opportuno il recupero, è consentita la previ-sione di interventi di demolizione e ricostruzione nel rispetto degli allineamenti preesistenti ovverodi nuovi allineamenti.Le categorie di intervento sin qui sommariamente descritte sono dettagliatamente normate nelle“Norme di Attuazione del Piano”. In esso sono specificate, per ciascuna modalità, le opere e gliinterventi ritenuti ammissibili nelle diverse componenti, strutturali e non, del patrimonio edilizio.

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LE RETI TECNOLOGICHELe reti idrica, fognaria, la rete di illuminazione pubblica e di distribuzione per utenze private e ser-vizi e la rete telefonica della zona oggetto del piano, non presentano particolari problemi, infatti esseattualmente servono adeguatamente l'intera area. Necessitano di manutenzione o di progetti peruna maggior integrazione e qualificazione all’interno dell’area.a) Rete idricaLa rete idrica è presente in tutto il centro storico e risulta in buono stato di esercizio. Gli anelli prin-cipali sono costituiti prevalentemente da tubazioni in ghisa di diametro adeguato;b) Rete fognaria e rete acque biancheTutto il centro storico di Ravanusa è servito da una adeguata rete per lo smaltimento delle acquenere che risulta essere in condizioni di efficienza. L’impianto fognario è collegato alla condotta prin-cipale nel depuratore posizionato a Nord dell’abitato, a valle del centro storico.Un impianto di sollevamento permette di raccogliere gli scarichi fognari della parte Sud dell’abitatoe di avviarli verso l’impianto di depurazione.c) Rete di illuminazione pubblicaL’impianto di illuminazione pubblica è praticamente presente in tutto il centro storico. Nella granparte del centro storico sono ancora presenti punti luce con linea di alimentazione aerea. d) Rete viariaIl problema connesso alla circolazione ed al traffico essenzialmente ricalca le problematiche cheaffliggono tutti i centri di montagna, che con le loro sedi stradali strette e tortuose poco si adattanoal traffico attuale, ben diverso per caratteristiche da quello per i quali erano state costruite. La problematica principale è quella di reperire spazi per parcheggi, fenomeno che si amplifica nelperiodo estivo, poiché pochissime sono le case che dispongono di spazi o autorimesse private.

SPAZI PUBBLICIIl centro storico di Ravanusa è provvisto di una serie di servizi e attrezzature, pubbliche ed ancheprivate.Il presente Piano ha riconfermato, in accordo con gli obiettivi dell’Amministrazione Comunale, learee per Spazi Pubblici riservati ad attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi, già individuatiin sede di approvazione del P.R.G..

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