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Studio d’Ingegneria: Prof. Dr. Ing. Giampaolo Siotto, via Tola 30, 09128 CAGLIARI Tel:. +39 070 4528708 / 4560861 / 4560893 - Fax: +39 070 4528834 - E-mail: [email protected] RELAZIONE GENERALE DELLA VALUTAZIONE D’INCIDENZA REDATTA SECONDO L’ALLEGATO G AL REGOLAMENTO RECANTE ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE RELATIVA ALLA CONSERVAZIONE DEGLI HABITAT NATURALI E SEMINATURALI, NONCHE’ DELLA FLORA E DELLA FAUNA SELVATICHE (D.P.R. 8 SETTEMBRE 1997, N. 357), E CONGRUENTE COL DISPOSTO DELL’ART. 17, L.R. 05.09.2000, N. 17, DELLA REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA, E RELATIVA CIRCOLARE ESPLICATIVA APPROVATA DALLA GIUNTA REGIONALE IN DATA 19.12.2000 (N. 53/13) E PUBBLICATA SUL B.U.R.A.S. N. 4 DEL 30.01.2001 RIGUARDANTE LA COSTRUZIONE DI UN COMPLESSO TURISTICO RICETTIVO/ALBERGHIERO, IN LOCALITA’ IS ARENAS , IN COMUNE DI NARBOLIA (OR), ALL’INTERNO DEL p.S.I.C. “IS ARENAS” (Cod. ITB 002228), OGGETTO DELL’ACCORDO DI PROGRAMMA, STIPULATO IN DATA 09/06/1997 TRA LA R.A.S., IL COMUNE DI NARBOLIA E LE SOCIETA’ IS ARENAS”, AI SENSI DELL’ART.28 DELLA LEGGE N° 45 DEL 22.12.1989 E DEGLI ARTT. 5 E 6 DELLA L.R. DEL 7.05.1993, N° 23. E, COMPLEMENTARMENTE E MARGINALMENTE AD ESSO, UN EDIFICIO DI SUPPORTO ALLE ATTIVITA’ DEL GOLF IN COMUNE DI SAN VERO MILIS. APRILE 2002 La società committente Il Consulente Redattore Is Arenas s.r.l. (Prof. Dr. Ing. Giampaolo Siotto) Il Procuratore (Prof. Dr. Ing. Piero Maria Pellò)

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Studio d’Ingegneria: Prof. Dr. Ing. Giampaolo Siotto, via Tola 30, 09128 CAGLIARI Tel:. +39 070 4528708 / 4560861 / 4560893 - Fax: +39 070 4528834 - E-mail: [email protected]

RELAZIONE GENERALE

DELLA VALUTAZIONE D’INCIDENZA REDATTA SECONDO L’ALLEGATO G AL REGOLAMENTO RECANTE ATTUAZIONE

DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE RELATIVA ALLA CONSERVAZIO NE DEGLI HABITAT

NATURALI E SEMINATURALI, NONCHE’ DELLA FLORA E DELL A FAUNA SELVATICHE

(D.P.R. 8 SETTEMBRE 1997, N. 357),

E CONGRUENTE COL DISPOSTO DELL’ART. 17, L.R. 05.09.2000, N. 17, DELLA

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA, E RELATIVA CIRCOLA RE ESPLICATIVA

APPROVATA DALLA GIUNTA REGIONALE IN DATA 19.12.2000 (N. 53/13) E

PUBBLICATA SUL B.U.R.A.S. N. 4 DEL 30.01.2001

RIGUARDANTE

LA COSTRUZIONE DI UN COMPLESSO TURISTICO

RICETTIVO/ALBERGHIERO, IN LOCALITA’ IS ARENAS , IN COMUNE

DI NARBOLIA (OR), ALL’INTERNO DEL p.S.I.C. “IS AREN AS” (Cod. ITB

002228), OGGETTO DELL’ACCORDO DI PROGRAMMA, STIPULA TO IN

DATA 09/06/1997 TRA LA R.A.S., IL COMUNE DI NARBOLIA E LE

SOCIETA’ “ IS ARENAS”, AI SENSI DELL’ART.28 DELLA LEGGE N° 45

DEL 22.12.1989 E DEGLI ARTT. 5 E 6 DELLA L.R. DEL 7.05.1993, N° 23.

E,

COMPLEMENTARMENTE E MARGINALMENTE AD ESSO,

UN EDIFICIO DI SUPPORTO ALLE ATTIVITA’ DEL GOLF

IN COMUNE DI SAN VERO MILIS .

APRILE 2002

La società committente Il Consulente Redattore

Is Arenas s.r.l. (Prof. Dr. Ing. Giampaolo Siotto) Il Procuratore (Prof. Dr. Ing. Piero Maria Pellò)

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INDICE

0 PREMESSA................................................................................................. 4 1 CARATTERISTICHE DEL PIANO GENERALE E DEI PROGETTI..... 9

1.1 CARATTERISTICHE DEL PROGETTO CON RIFERIMENTO ALLE TIPOLOGIE DELLE AZIONI E DELLE OPERE .................................................................................11

1.2 CARATTERISTICHE DEL PROGETTO CON RIFERIMENTO ALLE DIMENSIONI E ALL’AMBITO DI RIFERIMENTO .................................................................................18

1.2.1 STRUMENTI URBANISTICI DI RIFERIMENTO................................................................18 1.2.2 FASI DI ATTUAZIONE DELLE NUOVE OPERE...............................................................20

1.2.2.1 Opere esistenti .....................................................................................................21 1.2.2.2 Opere da realizzare nella I fase di attuazione (primo anno) ................................31 1.2.2.3 Opere da realizzare nella II fase d’attuazione (secondo anno) ............................37 1.2.2.4 Opere da realizzare nella III fase d’attuazione (terzo anno) ................................40 1.2.2.5 Opere da realizzare nella IV fase d’attuazione (quarto anno)..............................43 1.2.2.6 Opere da realizzare nella V fase d’attuazione (quinto anno) ...............................45

1.3 CARATTERISTICHE DEL PROGETTO CON RIFERIMENTO ALLA COMPLEMENTARIETA’ CON ALTRI PIANI E/O PROGETTI...................................46

1.4 CARATTERISTICHE DEL PROGETTO CON RIFERIMENTO ALL’USO DELLE RISORSE NATURALI .....................................................................................................50

1.4.1 FLORA E VEGETAZIONE ............................................................................................50 1.4.1.1 Flora e vegetazione in area vasta.........................................................................50 1.4.1.2 Flora e vegetazione in area ristretta .....................................................................51

1.4.2 PAESAGGIO E AMBIENTE...........................................................................................58 1.4.3 LA FAUNA .................................................................................................................62 1.4.4 IL SUOLO ..................................................................................................................70 1.4.5 GEOLOGIA E IDROLOGIA ...........................................................................................73

1.4.5.1 Dati di carattere generale.....................................................................................73 1.4.5.2 Caratteri geologici generali e bacino ideologico .................................................74

1.4.5.2.1 Afflussi ..........................................................................................................77 1.4.5.2.2 Infiltrazione....................................................................................................78 1.4.5.2.3 Prelievi dalla falda .........................................................................................79 1.4.5.2.4 Piezometria della falda...................................................................................80

1.4.5.3 Sintesi relativa al bilancio idrico per Is Arenas, includenti fabbisogni per il complesso turistico ricettivo-alberghiero e il campo da golf .................................................82

1.4.5.3.1 Fonti di approvvigionamento.........................................................................82 1.4.5.3.2 Fabbisogni per il percorso di golf di Is Arenas ..............................................83 1.4.5.3.3 Fabbisogni per gli insediamenti turistici ........................................................87 1.4.5.3.4 Sintesi del bilancio idrico...............................................................................88

1.5 CARATTERISTICHE DEL PROGETTO CON RIFERIMENTO ALLA PRODUZIONE DI RIFIUTI........................................................................................................................90

1.5.1 ACQUE REFLUE DEPURATE.......................................................................................90 1.5.2 RIFIUTI SOLIDI URBANI.............................................................................................92 1.5.3 RIFIUTI VEGETALI.....................................................................................................93

1.6 CARATTERISTICHE DEL PROGETTO CON RIFERIMENTO ALL’INQUINAMENTO E DISTURBI AMBIENTALI ..................................................94

1.6.1 PER QUANTO RIGUARDA L’ INQUINAMENTO DELL’ARIA .............................................94 1.6.2 PER QUANTO RIGUARDA L’ INQUINAMENTO DEL SUOLO............................................95 1.6.3 PER QUANTO RIGUARDA L’ INQUINAMENTO DELL’ACQUA DI FALDA ..........................96 1.6.4 PER QUANTO RIGUARDA L’ INQUINAMENTO E IL DISTURBO DELLA VEGETAZIONE...100 1.6.5 PER QUANTO RIGUARDA L’ INQUINAMENTO E IL DISTURBO DELLA FAUNA...............102

1.7 RISCHIO DI INCIDENTI PER QUANTO RIGUARDA LE SOSTANZE E LE TECNOLOGIE UTILIZZATE........................................................................................103

2 AREA VASTA D’INFLUENZA DEL PROGETTO.............................. 105

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INTERFERENZE CON IL SISTEMA AMBIENTALE......................................... 105 2.1 INTERFERENZE DEL PROGETTO CON RIFERIMENTO AL SISTEMA

AMBIENTALE CONSIDERANDO LE COMPONENTI ABIOTICHE........................106 2.1.1 INTERFERENZE DEL PROGETTO CON LE COMPONENTI MORFOLOGICHE E

PEDOLOGICHE DEL SUOLO.........................................................................................................106 2.1.2 INTERFERENZE DEL PROGETTO CON LE COMPONENTI IDROGEOLOGICHE.................111 2.1.3 INTERFERENZE DEL PROGETTO CON IL CLIMA .........................................................112

2.2 INTERFERENZE DEL PROGETTO CON RIFERIMENTO AL SISTEMA AMBIENTALE CONSIDERANDO LE COMPONENTI BIOTICHE...........................115

2.2.1 RICHIAMI SULLA FLORA E SULLA VEGETAZIONE .....................................................115 2.2.1.1 Habitat delle foreste dunari di Pinus pinea ........................................................116

2.2.1.1.1 Habitat del soprassuolo a Pinus pinea della classe 1a...................................117 2.2.1.1.2 Habitat del soprassuolo a Pinus pinea della classe 2a...................................118 2.2.1.1.3 Habitat del soprassuolo di Pinus pinea della classe 3a ................................119 2.2.1.1.4 Habitat del soprassuolo a Pinus pinea della classe 4a...................................121

2.2.1.2 Aree con soprassuolo irregolare a prevalenza di Pinus pinea con ridotta densità poste in genere su depressioni del suolo (radure rilevanti). .................................................123 2.2.1.3 Habitat “Erbari di posidonie” Posidonion Oceanicae........................................124 2.2.1.4 Habitat delle dune litoranee a ginepri. ...............................................................124

2.2.2 INTERFERENZE DEL PROGETTO CON LE PRINCIPALI FORME DI VEGETAZIONE

(HABITAT ) 127 2.2.2.1 Metodologia di valutazione delle incidenze sulla vegetazione..........................127

2.2.2.1.1 Valutazione di incidenza nell’ipotesi di intervento nullo.............................130 2.2.2.1.2 Valutazione di incidenza nell’ipotesi di completo abbandono.....................130 2.2.2.1.3 Valutazione di incidenza nell’ipotesi di realizzazione e gestione del campo da golf 131 2.2.2.1.4 Valutazione di incidenza nell’ipotesi di costruzione ed esercizio dell’intero complesso turistico ricettivo-alberghiero........................................................................132 2.2.2.1.5 Struttura delle matrici di valutazione delle incidenze ..................................133

2.2.2.2 Azioni di progetto, azioni mitigatrici e misure compensatorie..........................134 2.2.2.2.1 Azioni mitigatrici .........................................................................................136 2.2.2.2.2 Misure compensatorie..................................................................................139

2.2.2.3 Le matrici di valutazione d’incidenza sulla vegetazione ...................................143 2.2.2.3.1 Sulla Matrice in Tabella N. 13.....................................................................143 2.2.2.3.2 Sulla Matrice in Tabella N. 14.....................................................................145 2.2.2.3.3 Sulla Matrice in Tabella N. 15.....................................................................148 2.2.2.3.4 Sulla Matrice in Tabella N. 16.....................................................................150 2.2.2.3.5 Sulla Matrice in Tabella N. 17.....................................................................154

2.2.2.4 Riassunto e conclusioni sulla valutazione d’incidenza della vegetazione .........157 2.2.3 INTERFERENZE DEL PROGETTO CON LA FAUNA .......................................................165 2.2.4 CONNESSIONI ECOLOGICHE E M ISURE COMPENSATIVE..........................................178

ELENCO E DESCRIZIONE DEGLI ALLEGATI dal n. 1 al n. 58 ....................... 182

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0 PREMESSA

La presente relazione contiene la Valutazione di Incidenza di cui all’art. 5 del

D.P.R. 08.09.1997, n. 357, in attuazione della Direttiva 92/43/CEE “habitat”, com-

pleta dei contenuti indicati nell’Allegato G, ed integra la Procedura di Verifica

(oggetto di specifico e separato elaborato) di cui all’Art. 10 del D.P.R. 12.04.1996 e

successive modifiche e integrazioni, con particolare riguardo alla costruzione del

complesso turistico ricettivo-alberghiero “IS Arenas”, in Comune di Narbolia, Pro-

vincia di Oristano, di cui all’Accordo di Programma del 9.06.1997 (pubblicato sul

B.U.R.A.S. n. 33 del 03.11.1997, pag. 1942) sottoscritto dalla Regione Sardegna, dal

Comune di Narbolia e dalle società Is Arenas s.r.l., Is Arenas Sporting Club s.r.l., Is

Arenas Hotel del Mare s.r.l., Is Arenas Hotel Residence s.r.l. e Is Arenas Golf s.r.l. e

congruente con il disposto dell’Art. 17 della L.R. 5.9.2000, n. 17 e relativa circolare

esplicativa approvata dalla Giunta Regionale in data 19.12.2000 (n. 53/13).

Il progetto del complesso suddetto è stato sottoposto a Studio di compatibilità

paesistico-ambientale ed ha ottenuto i pareri favorevoli sia del C.T.R.U nella seduta

n. 1 del 15/071997 sia dell’U.T.P. dell’Ass. alla Pubbl. Istruzione della R.A.S. in

data 6.08.1997, Prot. n. 14595, ai sensi della L. 29.06.1039 n..1497, art. 12, della L.

17.08.1942 n.1150, art. 28 e del D.P.R.22.05.1975 n. 480, art 6 sia, infine dalla

Soprintendenza Archeologica di Cagliari in data 6.10.1997, prot. n. 6322/1.

Complementarmente e marginalmente rispetto al precitato progetto, è oggetto

sia di valutazione d’incidenza sia di procedura di verifica un edificio a supporto delle

attività del golf, con una cubatura di 7.492 m3, ubicato in Comune di San Vero Milis

in prossimità delle due buche dell’esistente percorso di golf, poste anch’esse in tale

Comune, nonché delle altre opere contenute nel progetto principale dell’Accordo di

Programma.

Gli aspetti relativi alla salvaguardia degli habitat e delle specie vegetali presenti

nel p.S.I.C. “Is Arenas”, cod. ITB 002228, sono stati analizzati e valutati anche con

riferimento alle disposizioni contenute nell’art. 6 della direttiva “Habitat” (92/43/

/CEE) per la gestione dei siti della rete Natura 2000 e, in particolare, ci si è riferiti ai

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contenuti della “Guida all’interpretazione dell’art. 6 della direttiva stessa. (91/43/

/CEE)”, datata aprile 2000, a cura della Commissione Europea.

Infine, nella valutazione d’incidenza si sono tenute ben presenti tutte le

osservazioni contenute nel “Parere motivato” formulato in data 09/02/2001 dalla

Commissione Europea, a seguito dell’apertura della procedura di infrazione

1998/2346, indirizzato alla Repubblica Italiana ai sensi dell’articolo 226 del Trattato

CE in merito alla costruzione del villaggio turistico sopra citato.

Tale complesso turistico ricettivo/alberghiero è compreso tra le tipologie indi-

cate nel D.P.R. 12.04.1996, Allegato B, punto 8, comma “a” (centri turistici resi-

denziali con oltre 300 posti letto e volume edificato superiore a 25.000 m3, o che

occupano una superficie superiore ai 20 ha).

Si evidenzia che la presente relazione, avente come scopo la Valutazione di

Incidenza per le opere incluse nel precitato Accordo di Programma del 9.06.1997,

tiene conto non solo delle volumetrie e delle opere e infrastrutture da realizzare, ma

anche di quelle già esistenti e/o, comunque, già approvate che, per le loro ridotte

dimensioni, se considerate da sole senza alcun ulteriore intervento, non sarebbero

soggette alla Procedura di Verifica e alla Valutazione di Incidenza, in quanto al di

sotto di ognuno dei limiti sopra indicati (D.P.R. 12.04.1996, Allegato B, punto 8,

comma “a”).

Le suddette opere esistenti e/o già approvate sono elencate e descritte in modo

particolareggiato al paragrafo 1.2.2 e riportate nella Tavola 3 (Allegato 3) e nella Ta-

vola 4 (Allegato 4).

E’ opportuno sottolineare che le opere e le infrastrutture già esistenti sono state

autorizzate e realizzate sulla base di un approfondito e completo Studio di

Compatibilità Paesistico-Ambientale, datato luglio 1994, (Allegato n. 46) redatto

dagli ingegneri G. Amadori e A. Stara e dagli architetti G. Pugliese e E. Lai,

comprendente lo Studio di Impatto Ambientale e la Verifica di Compatibilità con

riferimento al DPCM 27/12/1988, e recepito dal Comitato Tecnico dell’Urba-

nistica della R.A.S. ai sensi dell’art. 9 delle Norme di Attuazione dei Piani

Territoriali Paesistici ed approvato con D.P.G.R. 6.08.1998, n. 266.

Tale studio è stato supportato, inoltre, dalla “Perizia di accertamenti d’interesse

pedologico, idrogeologico, forestale e paesistico in ordine al compendio boscato in

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agro dei Comuni di Narbolia e di San Vero Milis, di proprietà delle società Is Arenas

s.r.l.”, redatta nel settembre 1994 dal Prof. Dr. A. Aru, Dr. P. Favilli e Dr. F. Manca

(vedi Allegato n. 14).

In sintesi le opere esistenti consistono in (vedi Allegato n. 13: Elenco

cronologico delle opere e delle autorizzazioni):

• Opere di urbanizzazione primaria (rete idrica, elettrica, fognaria, telefonica e

viabilità interna), un fabbricato di servizio (guardiania) e il campo sperimentale

per il golf; tali opere sono state autorizzate e legittimamente realizzate prima

del recepimento della Direttiva Comunitaria con il D.P.R. 12.04.1996 e il

D.P.R. n. 357 del 1997.

• Percorso di golf a 18 buche, oggetto della Determinazione del Direttore

Generale dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente della R.A.S. n. 899 del

14.04.2000, (Allegato n. 47), (pubblicata sul B.U.R.A.S. n. 15 del 09.05.2000,

pagina 998 e seguenti), ai sensi del D.P.R. 12.04.1996 e il D.P.R. n. 357 del

1997.

• Fabbricati destinati a servizi (edificio campione, club house, segreteria, spo-

gliatoi e punto balneazione), per una volumetria complessiva di 2.135 m3,

legittimamente realizzati in base a regolari concessioni, autorizzazioni e nulla

osta da parte di tutti gli Enti competenti.

Le opere già autorizzate, ma ancora da eseguire, consistono in:

• Nucleo alberghiero nell’areale E3, comprensivo degli alloggi del personale, per

una volumetria di 15.513 m3 e una superficie complessiva coperta di 3.160 m2,

da edificare su una superficie fondiaria di pertinenza di 2,5 ettari. Per tale

attuazione è stato dato già adempimento agli effetti del D.P.R. 357/97 con la

precitata Determinazione del Dir. Gen. dell’Assessorato dell’Ambiente della

R.A.S. (Allegato n. 47).

• Centro servizi per il percorso golfistico, destinato ad ospitare i servizi logistici

e tutte le macchine operatrici necessari alla manutenzione del percorso golfi-

stico., per una volumetria di circa 753 m3, e una superficie coperta di 251 m2,

di cui 109 m2 di fabbricato e 144 m2 di pensilina chiusa su tre lati, con altezze

variabili tra 2,70 m e 3,40 m. Per tale fabbricato il Comune di Narbolia ha

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rilasciato la concessione n. 13 del 06.10.1999, prot. 5036, e l’U.T.P. della

R.A.S. il nulla osta n. 3690 del 23.11.1998.

E’ necessario segnalare, innanzitutto, che la realizzazione del campo da golf e delle

infrastrutture primarie, comprese le prime strutture di servizio, non ha in alcun modo

compromesso il mantenimento in buono stato di conservazione degli habitat primari

all’interno del pS.I.C., ma la particolare attenzione per la salvaguardia degli stessi

con cui sono stati eseguiti gli interventi, unitamente all’adozione di alcune importanti

azioni mitigatrici e misure compensatorie:

- hanno evitato alla maggior parte del soprassuolo il pericolo di regressione e, in

varie zone, favorito la dinamica evolutiva con le prime forme di rinnovazione

naturale del Pinus pinea, con l’incremento della pedogenesi e con un inizio di

reinserimento delle biodiversità, così come confermato dagli studi e dalle

valutazioni specifiche recentemente eseguiti dagli specialisti (vedi Allegati n.

15 e n. 16);

- hanno prodotto condizioni ambientali particolarmente favorevoli per l’avi-

fauna, in quanto dai più recenti studi sul campo (vedi Allegati n. 17 e n. 18) è

risultato che il campo da golf ha incrementato la presenza di varie specie orni-

tiche, di cui alcune di rilevanza conservazionistica, con un aumento oltre che

del numero di specie anche della consistenza e ciò, soprattutto, nel campo

sperimentale di golf di 6 ettari realizzato da più lungo tempo.

In estrema sintesi: il numero di specie faunistiche, è raddoppiato dopo la

realizzazione del campo da golf (in condizioni di sviluppo gestito) con anche

un importante incremento dei numeri di soggetti di ogni specie, rispetto a quelli

che si sono registrati nella zone limitrofe di pineta, in particolare di proprietà

ERSAT, caratterizzata da scarsi interventi manutentivi.

Dagli stessi precitati studi, si evince che le opere già realizzate e, in particolare,

il percorso del campo da golf in esercizio non influenzano minimamente le specie

faunistiche tipiche degli stagni, con specifico riferimento anche all’avifauna delle

zone umide degli stagni di Sale ‘e Porcus e di Putzu Idu che distano alcuni chilometri

e sono separati dalla pineta di Is Arenas da campi coltivati ed anche dalla S.P. n. 10;

l’area del campo da golf è interessata dalla presenza quasi esclusiva di specie di

ambito forestale prive di evidenti legami ecologici con quelle delle zone umide sud-

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dette, oltre che dello stagno di Is Benas, distante circa due chilometri dal campo da

golf di Is Arenas e dai relativi areali edificabili.

Si evidenzia, infine, che non tutta la superficie della lottizzazione convenzio-

nata con il Comune di Narbolia, pari a 215.31.92 ha (vedi Tab.1, par. 1.2.1) ricade

all’interno del p.S.I.C. “Is Arenas”; infatti, l’area che interessa il p.S.I.C. è pari a

211,19 ettari circa e nell’area esterna al p.S.I.C., della superficie di 4,13 ettari, è

compreso il 27,5% dell’areale edificabile E7 (secondo l’Accordo di Programma del

9.06.1997) della superficie totale di 62.925 mq e con una volumetria assegnata di

33.000 m3.

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1 CARATTERISTICHE DEL PIANO GENERALE E DEI

PROGETTI

Con riferimento all’Art. 4.3.1. della “Guida all’interpretazione dell’art.6 della

direttiva Habitat –92/43/CEE” (Aprile 2000), l’intervento in esame è classificabile

con la definizione di progetto; infatti, trattasi della realizzazione dei lavori di

costruzione di un complesso turistico ricettivo/alberghiero, con annessi impianti

sportivi e relative infrastrutture.

Il progetto in esame è localizzato nel sito IS ARENAS, in Comune di Narbolia

all’interno del p.S.I.C. “IS ARENAS” (Cod. ITB 002228), compreso tra Torre del

Pozzo e Torre Scala ‘e Sale (sopra Capo Mannu), (vedi Allegati 1 e 1a, rispet-

tivamente: Tavola 1 – Corografia 1:25.000, e Tavola 1a – Corografia 1:10.000, con

indicazione dei limiti dell’area p.S.I.C., dell’area di proprietà e dell’area di intervento,

e Allegato 2: Tavola 2 - Foto aerea del territorio di interesse), della superficie

complessiva di circa 1.800 ha, di cui circa 1.000 ha interessati da un rimboschimento

a pineta eseguito negli anni ’50.

La superficie di proprietà delle società Is Arenas è pari a 742.75.59 ha e all’

interno di essa è stata individuata una zona di 226 ha da destinare all’iniziativa tu-

ristica ricettiva-alberghiera con gli annessi impianti sportivi da golf, di cui 211,19 ha

circa sono ubicati nel p.S.I.C.. Pertanto, la superficie di lottizzazione convenzionata

compresa nel p.S.I.C. ”Is Arenas” risulta solo l’11,73% dell’intera area dello stesso

p.S.I.C.

L’intervento previsto sulla parte di territorio destinata alla lottizzazione con-

venzionata è limitato, in relazione sia all’estensione dei terreni di proprietà delle

società Is Arenas sia all’intera superficie del p.S.I.C.; infatti, l’Accordo di Program-

ma, citato in premessa, prevede che nella zona di 226 ettari (all’interno di otto areali

omogenei, prevalentemente non contigui, identificati con E1, E2, E3, E4a, E4b, E5,

E6 e E7 nella Tavola D0: “Planimetria Generale” del progetto di Lottizzazione Con-

venzionata, Allegato 19, della superficie totale di circa 31,72 ettari, comprensiva

delle aree a verde di pertinenza), sia edificato il complesso turistico ricettivo-alber-

ghiero, la cui superficie coperta e lastricata -così come individuata e descritta in modo

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particolareggiato nella Convenzione (vedi Allegato 20) stipulata tra la Is Arenas s.r.l.

e il Servizio Ripartimentale delle Foreste e di Vigilanza Ambientale di Oristano in

data 12.04.1996 e approvato dalla C.C.I.A.A. di Oristano con deliberazione n. 194 del

15.07.1996, regolarmente pubblicata all’Albo Camerale- sarà di 112.820 m2, pari ad

appena l’1,5% della superficie di proprietà delle società Is Arenas (750 ha circa) e a

solo lo 0,63% dell’intera superficie interessata dal p.S.I.C (1.800 ha).

La volumetria complessiva convenzionata, edificabile in Comune di Narbolia, è

pari a 222.900 m3 (di cui 2.135 m3 già esistenti e 220.765 m3 ancora da edificare), a

cui si aggiungono 7.492 m3, previsti per un fabbricato di servizi a supporto del golf da

realizzare in Comune di San Vero Milis, per una volumetria totale di 230.392 m3 che

rapportata alla superficie di proprietà delle società Is Arenas si traduce in un indice

di edificabilità territoriale di (230.392 m3/7.427.559 m2) = 0,03 m3/m2, valore

minimo che viene normalmente riservato alle zone agricole in Sardegna.

Il numero massimo di posti letto del complesso turistico ricettivo alberghiero è

di 3.000 posti letto, con una presenza giornaliera media (a partire dall’anno di

regime) di 2.000 abitanti/giorno.

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1.1 CARATTERISTICHE DEL PROGETTO CON RIFERIMENTO ALLE

TIPOLOGIE DELLE AZIONI E DELLE OPERE

Le opere in progetto (vedi Allegato 19) da realizzare in Comune di Narbolia,

di cui all’Accordo di Programma del 09.06.1997, consistono in:

- n. 1 nucleo alberghiero con servizi, all’interno degli areali E1, integrato con

un nucleo di servizi nell’areale E2;

- n. 2 nuclei alberghieri e/o paralberghieri con servizi, nell’areale E3;

- n 1 nucleo alberghiero nell’areale E5, integrato con nuclei paralberghieri

negli areali contigui E4b ed E6;

- n. 2 nuclei di residenze con servizi, negli areali E4a ed E7;

da edificare all’interno dei suddetti areali omogenei, prevalentemente non contigui,

della superficie complessiva di 317.190 m2 (di cui possono essere coperti da fab-

bricati e lastricati non più di 112.820 m2), comprensiva delle aree a verde di per-

tinenza; alle quali si aggiunge (solo come volumetria, pari a 7.492 m3, e non come

superficie coperta, perché compresa nei 112.820 m2):

- n. 1 fabbricato per servizi a supporto del golf, con i parcheggi di pertinenza,

da edificare in Comune di San Vero Milis (vedere per l’inquadramento territoriale l’

Allegato n. 4 -opera denominata “ESG”- e per il progetto specifico l’Allegato n. 36).

Le opere e le infrastrutture esistenti (vedere Allegato n. 3) solo le seguenti:

- n. 1 campo da golf a 18 buche, con due bacini idrici e due laghetti;

- n. 1 campo scuola per il golf (già con scopo sperimentale) a 3 buche con un

laghetto;

- n. 1 campo pratica per scuola golf;

- n. 2 laghetti con funzione di abbeveratoio per la fauna;

- n. 1 club-house prefabbricata;

- n. 1 edificio campione a due piani fuori terra (realizzato per la presentazione

delle caratteristiche edilizie e dimostrativo per l’inserimento paesistico-am-

bientale);

- n. 1 prefabbricato in legno destinato a segreteria del golf;

- n. 1 fabbricato in muratura a un piano fuori terra (destinato a guardiania e a

supporto logistico del personale);

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- n. 1 corpo prefabbricato in legno per spogliatoi a servizio del golf;

- n. 1 corpo prefabbricato in legno destinato a spogliatoio e servizi a supporto

della balneazione;

- n. 1 torretta di avvistamento incendi (nella porzione di proprietà in Comune di

San Vero Milis);

- rete idrica di alimentazione torretta avvistamento incendi con uno sviluppo di

1019 m;

- rete elettrica di alimentazione torretta avvistamento incendi con uno sviluppo

di 1019 m;

- rete organica interrata antincendio;

- rete fognaria;

- platee di fondazione dell’impianto di depurazione reflui;

- stazione di pompaggio computerizzata per l’irrigazione del percorso di golf;

- stazione di pompaggio reversibile di interconnessione con rete Consorzio di

Bonifica;

- condotta idrica di collegamento con la rete del Consorzio di Bonifica;

- cabina elettrica in muratura di ricezione da rete Enel e successiva trasfor-

mazione 15 kV/380-220 V;

- n. 2 cabine palo MT/bt. interconnesse con la rete Enel, di cui una in Comune di

Narbolia e l’altra in Comune di San Vero Milis;

- circa 35 km di viabilità (incluse le piste di servizio forestali) nel complesso di

proprietà, nei due Comuni di Narbolia e San Vero Milis, di cui circa 4 km

previsti in cessione al Comune di Narbolia, con il parcheggio P1, attualmente in

esercizio, per n. 104 posti auto e n. 4 pullman. Nel suddetto contesto esiste un

asse viario a senso unico in Comune di San Vero Milis per uno sviluppo di

3.622 m, avente lo scopo di interconnessione con la S.P. n° 10 -alternativa a

quella primaria con la S.S. n° 292- anche ai fini della sicurezza antincendio.

II progetto in esame è stato concepito dalle società Is Arenas sulla base dei

seguenti principi informatori :

• massima conservazione e valorizzazione dell’ambiente, quale fondamentale

risorsa per il successo nel tempo dell’attrazione della domanda turistica;

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• offerta di una vacanza o di un soggiorno (durante tutto l’anno) in natura, nel

verde e nel relax, radicalmente diverso rispetto alle attuali possibilità di altre

zone della Sardegna e del Mediterraneo.

Inoltre, lo stesso progetto è caratterizzato dalle seguenti azioni sul territorio:

• minima occupazione del suolo con le edificazioni (indice di copertura, cal-

colato sull’intera proprietà privata delle società Is Arenas di 750 ha, pari a

solo l’1,5%, di cui l’1,01% all’interno degli habitat prioritari “Foresta dunare

di Pinus pinea” e “Perticaia costiera di ginepri”, che se si considera l’intera

superficie del p.S.I.C. pari a 1.425 ha (al netto delle superfici marine di 375

ha) si riduce allo 0,79%;

• mimetizzazione delle costruzioni (previste con un massimo di due piani fuori

terra) con altezze inferiori allo sviluppo arboreo, localizzate in maggioranza

nelle radure e con giacitura prevalente ortogonale alla costa, in modo da

assolvere a contestuali funzioni di protezione della vegetazione dal vento e

dalla salsedine;

• mantenimento, allo stato attuale di verde totale, di ampi comprensori, in par-

ticolare sia verso lo stagno di IS BENAS (circa 200 ettari) sia verso monte

con zone previste recintate (aperte al solo transito pedonale e di servizio)

adatte a ospitare la fauna selvatica autoctona;

• sostanziale assenza di circolazione veicolare, soprattutto nella fascia entro

800 metri dal mare;

con creazione e concentrazione di una serie di attrattive che non si trovano tutte

assieme in altri centri turistici e precisamente:

• grandi spazi nel verde e sul mare;

• tranquillità per assenza di traffico e di congestione urbanistica;

• entroterra ricco di giacimenti culturali e di folclore;

• percorso golfistico di alto livello (esistente) che si pone fra i più interessanti e

validi d’Europa e, quindi, capace di attirare appassionati anche dall’estero e

in tutte le stagioni. Le 18 buche sono state progettate da uno dei massimi

progettisti a livello mondiale (studio arch. Von Hagge) e sono state rea-

lizzate, dopo una sperimentazione particolarmente significativa condotta a

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partire dall’anno 1992 su un campo ridotto di sole tre buche, con le più ag-

giornate dotazioni per quanto concerne l’irrigazione dei manti erbosi. Oltre a

essere tecnicamente appassionante per i giocatori di alto livello, il campo

presenta caratteristiche ambientali e panoramiche che lo rendono una struttura

fortemente attrattiva per il numero sempre crescente di amanti di questo

sport. Come dimostrato dalla struttura di Is Molas a Pula, che vede

settimanalmente arrivi di giocatori (soprattutto italiani nei mesi estivi e del

nord Europa negli altri periodi) questo campo lavorerà tutto l’anno acco-

gliendo gruppi organizzati da tour operators specializzati nelle vacanze

golfìstiche, che hanno già inserito tale complesso nelle loro offerte. Tali

gruppi, che hanno permanenze di sette o quattordici giorni e constano di

partecipanti adulti e di terza età, per lo più senza bambini al seguito,

stipulano prevalentemente accordi di inclusive tours (IT) con accoglienza

alberghiera, non desiderando, in genere, le incombenze di cucina e lavanderia

che sono proprie delle residenze turistiche.

• La vicinanza al sito delle strutture ricettive delle Terme di Sardara, aperte

nel giugno 2001, e di quelle future delle Terme di Fordongianus, contribuirà a

creare anche il Polo Integrato Terme-Gof-Pineta-Mare con grande attrattiva

per tutto l’anno. Il campo da golf può ospitare fino a oltre duecento giocatori

al giorno nei mesi estivi, grazie al largo orario di luce, mentre si riduce a

150/160 nei mesi invernali; pertanto, occorrono strutture prevalentemente di

tipo alberghiero e/o residence per soddisfare i requisiti qualitativi imposti da

tale domanda;

• un piccolo centro commerciale rivolto soprattutto ai prodotti tipici della

Sardegna e al suo artigianato;

• ricca gastronomia locale;

• passeggiate in natura con osservazione della fauna, anche negli stagni vicini;

• laboratorio permanente di osservazione e sperimentazione floro-faunistica, in

collaborazione con l’Ispettorato Forestale della R.A.S.; con l’Università di

Cagliari, Dipartimento di Scienza della Terra per l’idrologia superficiale e

sotterranea estendibile al Dipartimento di Scienze Botaniche per la flora; con

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la Federazione Italiana Golf per l’utilizzo dei percorsi del golf nel rispetto

dell’ambiente (con piena adesione alla Dichiarazione di Valderrama, sotto-

scritta anche dalla U.E.). Si fa presente che la società IS Arenas ha aderito,

tra i primi in Italia, al Programma di Manutenzione Ambientale “Impegnati

nel Verde” coordinato e diretto dalla European Golf Association Ecology

Unit.; vedi Certificato di Adesione (Allegato n. 21) rilasciato in data 20 aprile

2000 dalla Federazione Italiana Golf e dal Committed to Green Foundation).

La certificazione per la manutenzione ecocompatibile e sostenibile a lungo

termine discende dall’Adesione volontaria ai previsti della Convenzione di

Valderrama (vedi Allegato n. 22), sottoscritta in data 08.11.1999 tra diversi

Enti Internazionali tra cui la Commissione Europea, nella persona del Diret-

tore Generale Ambiente James Curie. La società Is Arenas s.r.l., con l’As-

sociazione Sportiva Is Arenas Golf & Country Club, ha attuato quanto

necessario per soddisfare alle prescrizioni stabilite per la manutenzione eco-

compatibile sostenibile a lungo termine del percorso di golf come risulta dal

documento datato 30.04.2002 (Allegato n. 23).

I controlli finali da parte degli Enti certificatori saranno completati entro

pochi mesi.

• Si precisa, inoltre, che nel marzo 2002 il percorso di golf “Is Arenas” è stato

selezionato dal comitato de Il Mondo del Golf quale miglior campo italiano

di recente realizzazione nell’anno 2001 (vedi Allegato n. 24 – Attestato; La

classifica 2001 a pag 79 della rivista specializzata Il Mondo del Golf; altre

pagine della stessa rivista).

• Le suddette attrattive e il clima temperato caratteristico della pineta –con so-

stanziale assenza di vento al suo interno in ogni stagione- consentono a Is

Arenas di essere fruibile tutto l’anno e, quindi, di superare la stagionalità pro-

pria di altri insediamenti turistici della Sardegna.

In relazione a quanto sopra, gli insediamenti ricettivi -dimensionati per un totale

di 3.000 posti letto e per una media di presenze giornaliere di 2.000 abitanti/giorno (a

partire dall’anno di regime) -insediabili gradualmente nell’arco di 5 anni e con punta

massima di 3.000 ab./giorno raggiungibile solo in alta stagione- sono prevalente-

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mente di tipo alberghiero e ricettivo a rotazione d’uso (per oltre il 70% del totale), e

caratterizzati da una univocità di stile architettonico.

Essenzialmente il progetto generale urbanistico dell’intera porzione di pineta di

proprietà delle società Is Arenas prevede (con riferimento all’Allegato 1: Corografia

alla scala 1:25.000, ovvero all’ Allegato 1a: Corografia 1:10.000):

• la conservazione integrale a pineta della fascia di circa 200 ettari verso sud-

ovest, terminante nello stagno di Is Benas;

• la conservazione integrale a pineta della fascia, di circa 160 ettari, verso

sud-est, cioè rivolta verso la retrostante campagna. Tali due zone di pineta

integrale, congiuntamente ai circa 200 ettari di pineta dell’ERSAT, determi-

nano un predominante ambiente a “verde assoluto” precluso anche al traffico

veicolare.

Nella parte centrale della pineta, a nord del confine tra i Comuni di Narbolia e

San Vero Milis, sono collocati gli insediamenti oggetto della presente relazione

(prevalentemente tra i 300 e gli 800 metri dal mare) con il retrostante circuito

golfistico, posizionati in parte nelle zone attualmente a radura per 10.44.74 ha,

e in parte nelle varie classi di pineta (classe 2, e in misura ridotta in classe 1 e 3)

per 22.04.45 ettari, col risultato di conservare inalterato da qualsiasi intervento

e/o interferenza il 97% dell’habitat a pineta, mentre l’habitat a perticaia di

ginepri non viene sostanzialmente interessato (solo lo 0,01%).

Il complesso in esame assolve anche alle seguenti funzioni:

• integrazione delle fasce parafuoco perimetrali, per quanto riguarda i circuiti

del campo da golf, caratterizzati da un manto verde stabilizzato e irrigato

automaticamente, tra l’altro paesaggisticamente gradevole;

• di comparto atto ad assicurare la fruibilità permanente della pineta e l’e-

vacuazione in piena sicurezza anche in caso di eventi estremi di incendio; a tal

fine è stata predisposta anche l’apposizione di tabelloni nella viabilità primaria,

secondaria e nei sentieri pedonali, in cui è stata riportata la planimetria generale

della pineta con indicazione topografica delle “vie di fuga” più sicure e che

variano a seconda della direzione da cui proviene il fronte del fuoco (vedi

Allegato n. 48); inoltre, il personale di servizio, appositamente istruito e

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incaricato, in caso di emergenza incendi verrà dislocato nei punti strategici della

pineta per coordinare e indirizzare l’esodo dei turisti verso le aree sicure

all’esterno del bosco.

Tutte le osservazioni naturalistiche e ambientali eseguite in fase di realiz-

zazione e di mantenimento sia del campo sperimentale di golf, prima, sia del cir-

cuito golfistico a 18 buche, dopo, hanno mostrato che tali interventi hanno ap-

portato in modo inequivocabile benefiche modifiche microclimatiche, micro-

floristiche e microfaunistiche derivanti dall’irrigazione e dall’arricchimento della

sostanza organica con gli sfalci dei manti erbosi lasciati in sito, salvaguardando

altresì dagli incendi la pineta e i relativi frequentatori e ottenendo, altresì -anche a

causa della caduta al suolo degli aghi dei pini-, un principio di riduzione del pH,

che è sempre stato molto alto per la prevalente natura calcarea del suolo.

Inoltre, come meglio verrà sviluppato più avanti, la realizzazione di laghetti

artificiali all’interno della pineta, oltre a costituire un’importante riserva idrica di

acqua dolce, anche per i mezzi aerei antincendio (essenziale soprattutto in caso di

condizioni marine proibitive e che, comunque, evita il ricorso all’acqua di mare,

che determina danni alla vegetazione per la sua salinità) permetterà di svolgere

un’azione di mantenimento e crescita delle specie faunistiche esistenti, con un

forte richiamo per l’insediamento di nuove specie, in particolare avicole come è

confermato dagli studi e valutazioni degli specialisti (vedi Allegati n. 17 e n. 18).

Gli impianti per il golf in Is Arenas consentono un prolungamento delle pre-

senze turistiche non solamente nell’Oristanese ma anche in tutta la Sardegna che

così verrà a dotarsi, con gli altri campi esistenti e in progetto, di un valido e

diversificato circuito golfistico, atto ad attrarre nelle diverse stagioni una clientela

di giocatori che attualmente frequenta altre zone europee (Costa Azzurra, Spagna

e Portogallo) o mediterranee nord-africane (Tunisia, Marocco), caratterizzate,

appunto, da una adeguata pluralità di percorsi di gioco. A questo proposito, per

completezza di informazione, si evidenzia che nella stagione aprile-agosto 2001

si è verificato un incremento delle presenze di giocatori continentali e stranieri

nel percorso golfistico di Is Arenas pari al 130%, rispetto al corrispondente

periodo dell’anno 2000 e che analogo incremento è in corso per l’anno 2002.

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1.2 CARATTERISTICHE DEL PROGETTO CON RIFERIMENTO ALLE

DIMENSIONI E ALL’AMBITO DI RIFERIMENTO

Di seguito vengono indicate in modo particolareggiato le volumetrie esistenti e

da costruire, le superfici utilizzate e da utilizzare, nonché le fasi di attuazione delle

opere da realizzare.

1.2.1 STRUMENTI URBANISTICI DI RIFERIMENTO.

L’iniziativa è compresa nella lottizzazione “Is Arenas”, convenzionata tra le di-

verse società del Gruppo Is Arenas e il Comune di Narbolia, con convenzione sti-

pulata il 19.02.1990 e ratificata dall’Accordo di Programma sottoscritto il 9.6.1997,

con lo stesso Comune e la Regione Autonoma della Sardegna.

La superficie territoriale totale oggetto del piano di lottizzazione (vedi Allegato n.

19) è di 2.153.192 m², e la volumetria totale edificabile è pari, in Comune di

Narbolia, a 222.900 m3 (di cui il 69,31% a destinazione alberghiera e para-

alberghiera), corrispondenti a circa 3.000 posti letto, oltre a 7.492 m3 (per servizi di

supporto al circuito del golf) in Comune di San Vero Milis Milis (vedere per l’in-

quadramento territoriale l’Allegato n. 4 -opera denominata “ESG”- e per il progetto

specifico l’Allegato n. 36).

Il progetto di lottizzazione già convenzionata è stato sottoposto a Studio di

compatibilità paesistico-ambientale ed ha ottenuto i pareri favorevoli sia del Comitato

Tecnico Regionale Urbanistica nella seduta n. 1 del 15/071997 sia dell’Ufficio Tutela

Paesaggio dell’Ass. Pubbl. Istr. della R.A.S. in data 6.08.1997, Prot. n.14595, ai sensi

della L. 29.06.1039 n. 1497, art. 12, della L. 17.08.1942 n.1150, art. 28 e del

D.P.R.22.05.1975 n. 480, art 6 sia, infine, della Soprintendenza Archeologica di

Cagliari in data 6.10.1997, prot. N. 6322/1. Il Piano di lottizzazione risulta conforme

al vigente strumento urbanistico generale del Comune di Narbolia e perfettamente

compatibile con il P.T.P. n. 8 del Montiferru (Allegato n. 54).

Per quanto concerne la realizzazione del fabbricato di supporto alle attività del

golf in Comune di San Vero Milis, esso risulta ammissibile dal vigente strumento

urbanistico dello stesso Comune (vedi dichiarazione e cartografia di cui all’Allegato

n. 55); per lo stesso occorre ottenere il nullaosta dell’U.T.P. di Oristano, mentre resta

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valida –con aggiornamento per variante non sostanziale- la convenzione stipulata con

il Servizio Ripartimentale delle Foreste e di V.A. di Oristano, in quanto la sua super-

ficie coperta rientra in quella già autorizzata e indicata nella Tabella C dell’Allegato

n. 20.

I parametri di utilizzo del territorio sono riportati nella seguente tabella:

Tab. 1 - Dati generali del piano di lottizzazione convenzionata

Superficie territoriale 2.153.192 m2 Volume edificabile 240.000 m3 Aree edificabili 317.190 m2 Verde privato di competenza 615.345 m2

Superficie fondiaria (aree edif.+verde privato) 932.535 m2 Densità fondiaria: D.R. 22.12.83 n. 2266/U-art.4 0,25 m3/m2< 0,75 m3/m2 Verde pubblico con attrezzature 349.605 m2 Aree da cedere al Comune 871.052 m2

Dati di utilizzo delle aree edificabili

Si precisa che in occasione della stipula dell’Accordo di Programma del

09.06.1997, le diverse Società Is Arenas hanno aderito alla richiesta di ridurre da

240.000 m³ a 222.900 m³ le volumetrie edificabili in Comune di Narbolia,

tagliando parte di quelle a destinazione residenziale; inoltre, come ulteriore misura

compensatoria le società lottizzanti hanno accettato di arretrare da 300 m a 400 m

il limite di rispetto dalla linea di battigia del nucleo residenziale (previsto dal

P.T.P. pari a 300 m).

Il limite dei 300 m dalla battigia è stato determinato definitivamente in contrad-

dittorio con il Comune di Narbolia, come da verbale datato 19 ottobre 1993, depo-

sitato anche presso la Sezione Urbanistica dell’Assessorato degli Enti Locali, Finan-

za e Urbanistica della R.A.S.

Nella seguente Tab.2 sono riportate le superfici delle aree edificabili, con le

rispettive volumetrie programmate e le destinazioni d’uso.

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Tab. 2 - Dati di edificabilità inseriti nell’Accordo di Programma (*)

Area Superficie Destinazione Volumetria

dell’Area dell’ Area da edificare (m2) (m3)

El 35.613 alberghiero – servizi 27.000 E2 4.426 servizi 3.000 E3 55.756 paralberghiero - servizi 17.308 alberghiero – servizi 16.692 (**) E4a 67.991 residenza - servizi 35.400 E4b 25.009 paralberghiero - servizi 16.500 E5 17.900 alberghiero 30.000 E6 47.570 paralberghiero - servizi 44.000 E7 62.925 residenze - servizi 33.000

Totali 317.190 (***) 222.900

(*) non è compreso l’edificio destinato a supporto del circuito del golf, in Comune di San Vero Milis, previsto per una volumetria pari a 7.492 m3 , da realizzare in un’ area a radura esistente.

(**) è compreso anche l’esistente edificio destinato ad alloggio del personale-foresteria e ad uffici direttivi della superficie coperta di 390 m2 (308 m2 chiusi e 82 m2 a veranda) e del volume di 1.128 m3 (***) tale superficie è quella complessiva degli areali, in Comune di Narbolia, in cui possono essere realizzate le edificazioni che non devono occupare- inclusi i lastricati scoperti- più di 112.820 m2. La differenza tra la superficie di 317.190 m2 e i precitati (vedere paragrafo 1) 112.820 m2 deve rimanere a verde; in tale superficie è compreso anche l’edificio di cui alla nota (*). 1.2.2 FASI DI ATTUAZIONE DELLE NUOVE OPERE

La proposta progettuale, congruentemente con l’Accordo di Programma del

09.06.1997, prevede la realizzazione degli edifici alberghieri, paralberghieri e resi-

denziali con i servizi relativi, in sequenza graduale nel tempo.

Il criterio di esecuzione graduale nel tempo delle opere è stato già seguito, con

ottimi risultati, nella realizzazione dei campi da golf (campo scuola, campo a tre bu-

che e campo a diciotto buche). Nella Tab. 3 seguente è riportato il cronoprogramma

di edificazione delle volumetrie programmate indicate nella precedente Tab.2, con

integrazione della volumetria del fabbricato di supporto al golf da realizzare in

Comune di San Vero Milis.

Dalla Tab.3 si evince che la volumetria da destinare alle residenze è soltanto il

29,69% dell’intera volumetria (contro il 35% consentito dall’Accordo di Programma),

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avendo privilegiato, quale ulteriore misura compensativa di ordine urbanistico e

socio-economico, la destinazione alberghiera e paralberghiera che rappresenta il

70,31%, diversamente da quanto si verifica nella generalità delle lottizzazioni analo-

ghe sia in Sardegna sia nell’ambito dell’U.E.

1.2.2.1 Opere esistenti

Nella Tav.3 (Allegato 3) sono rappresentate in planimetria generale, alla scala

1:4.000, le opere e le infrastrutture esistenti, precedentemente elencate al punto 1.1

della presente relazione, (vedi anche Allegato n. 13).

In particolare, il campo da golf a 18 buche è stato inserito nel sistema ecologico

del compendio di “Is Arenas”, derivante dall’impianto artificiale di forestazione di

una vasta area che nei secoli precedenti si era desertificata a causa del degrado deter-

minato dall’incuria dell’uomo (pascolo e disboscamento incontrollati), con i primari

obiettivi sia di stabilizzare le dune sabbiose dell’entroterra mediante la messa a di-

mora di piante resinose a rapida crescita, con criteri forestali di rimboschimento ad

alta densità, sia di favorire la ricostruzione di un ecosistema forestale in equilibrio

con l’ambiente.

Furono introdotti nel territorio oltre due milioni di pini (della specie Pinus pinea)

che, non appartenendo a una specie naturale endemica, trovarono difficoltà di nor-

male sviluppo (anche perché impiantati ad alta densità per una reciproca protezione

dal vento). Peraltro, l’alta densità degli alberi ha sempre costituito un grave pericolo

d’incendio.

Inoltre, nella fascia prospiciente il mare, per una profondità di 600÷700 m circa,

l’alta densità di sesto d’impianto e le avverse condizioni microclimatiche (presenza

di spray marino e vento di maestro) hanno provocato la prematura moria di parte del

soprassuolo e indotto precarie condizioni vegetative nei restanti soggetti.

Ciononostante, nel corso degli anni si è avuta la ricostituzione in certe zone, so-

prattutto nel sottobosco diradato, di aggregazioni di sclerofille sempreverdi, tipiche

della macchia mediterranea (ad es. filliree e lentischio).

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Determinante, in proposito, è stata l’azione svolta in oltre vent’anni dalla società

Is Arenas s.r.l. che, con l’apporto di rilevantissimi mezzi propri, ha effettuato

sistematiche cure forestali, come documentato nel 1994 dalla perizia degli specialisti

Aru, Favilli e Manca (Allegato 14) e nel 2001 dalla relazione di Favilli (vedi

Allegato n. 15); in particolare, per quanto concerne l’habitat a Pinus pinea sono stati

effettuati diradamenti selettivi autorizzati e monitorati dall’Ispettorato Forestale,

mentre con riguardo all’habitat a ginepri sono stati eseguiti idonei interventi col-

turali, concentrati in una prima consistente area retrodunale, che hanno favorito la

conservazione e la diffusione di tale essenza.

Nella citata perizia ( Allegato n. 14, pagg. 46 e 49) si legge:

• “le opere di rimboschimento, colturali, manutentorie e di infrastrutturazione

sinora attuate nel compendio boscato della Società Is Arenas hanno cer-

tamente conseguito -in concorso con la duna artificiale realizzata fronte al

mare e con la retrostante fascia di vegetazione impiantata a difesa della

pineta- l’obiettivo di arrestare il complessivo movimento delle dune, sta-

bilizzandole nell’intera estensione dell’area con la transitoria copertura del-

l’attuale pineta artificiale”

• “che la complessiva salvaguardia e la dinamica evoluzione dell’ecosistema

forestale di “Is Arenas” non sono perseguibili né materialmente attuabili

(pena il rischio di nuove pregiudizievoli situazioni di desertificazione del sito)

ove a ciò non concorra, col consistente supporto degli indispensabili mezzi

tecnici e finanziari, l’assidua, vigile e competente attività colturale dell’

uomo”

L’efficacia e l’importanza delle azioni colturali praticate dalla società Is Arenas

sono confermate anche dall’altro studio sopra citato (Allegato n. 15), in cui nel

capitolo relativo all’ “Habitat delle dune litoranee a ginepri”, si legge:

• “ in vari tratti della fascia costiera la società Is Arenas è ricorsa ad una irri-

gazione di soccorso che ha prodotto benefici effetti sullo sviluppo e la diffu-

sione dei ginepri, inoltre sono stati fatti opportuni rinfoltimenti che grazie

all’irrigazione si sono potuti affermare e sviluppare più rapidamente.

Comunque in tutta la fascia costiera retrodunale rispetto alle osservazioni

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fatte nel 1994 si può affermare che, all’attualità, la presenza del ginepro ha

conseguito una maggior diffusione, le piante tendono a verticalizzarsi senza

subire danni dai venti salmastri anche nei tratti in cui non si è potuto uti-

lizzare l’irrigazione. L’area appare sempre più stabilizzata anche grazie all’

efficacia della duna artificiale, la cui stabilizzazione dovrà essere estesa a

tutta l’area costiera ove la stessa si sviluppa. Tale situazione fa prevedere che

la perticaia di ginepri, con il suo naturale dinamismo in atto, possa assumere

una maggior densità e un adeguato sviluppo in altezza in modo da poter

esplicare una vera e propria azione di protezione nei confronti della pineta

retrostante. Quando il soprassuolo di ginepro potrà esplicare in pieno quest’

azione protettrice risulteranno evidenti i benefici che si avranno nel sopras-

suolo boschivo retrostante che potrà più facilmente essere sottoposto ad in-

terventi colturali tendenti a eliminare sia le piante di pino seccaginose e/o

soprannumerarie sia le acacie, e reintrodurre al loro posto gli elementi ter-

momediterranei spontanei (ginepri, lentischi, ecc.) “

Quanto finora eseguito dalle società Is Arenas s.r.l., con interventi colturali e di

stabilizzazione della duna fronte mare e della fascia retrodunale, sono da considerare

a tutti gli effetti misure compensatorie di estrema importanza, attuate antici-

patamente rispetto alla realizzazione del complesso turistico ricettivo-residenziale e

del campo da golf, in quanto dettate dalla necessità non solo di conservazione dell’

Habitat a pineta, ma anche di incidere urgentemente sulla dinamica evolutiva del

soprassuolo, dimostratasi, fino all’attualità, troppo lenta o statica o, addirittura, in

fase di iniziale regressione, se non viene aiutata dall’uomo. Uno dei criteri principali,

seguiti nella realizzazione del campo da golf, è stato quello di favorire la rein-

troduzione e lo sviluppo di essenze autoctone nelle fasce laterali limitrofe al percorso

(che si sviluppa ad ellisse per circa 6.300 m) diradate per circa 10 m; in tali fasce an-

che il Pinus pinea si sta sviluppando con maggior vigore in relazione agli apporti

idrici del percorso di golf.

L’introduzione in tale ambiente del complesso golfistico ha prodotto, infatti, le

seguenti positive influenze:

• le zone con tappeti erbosi hanno contribuito alla stabilizzazione del terreno (in

origine con fondo sabbioso) con la messa in opera di manti compatti costituiti

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da micro e macroterme, con conseguente principio di riduzione del pH, anche

in relazione agli aghi rilasciati dal Pinus pinea; cioè si evince chiaramente dall’

esame della documentazione fotografica Allegato 12 (foto da 60 a 66);

• la formazione di 4 laghi artificiali (altra misura compensatoria, con valenza

per la flora, la fauna e la lotta antincendio), inseriti nel percorso del campo da

golf e realizzati sfruttando le depressioni naturali, ha creato un habitat più

gradevole da un punto di vista paesaggistico e ha favorito l’inserimento spon-

taneo di specie avicole, prima di oggi praticamente assenti (vedi Allegati n. 17 e

n. 18) e, inoltre, rappresenta un’indispensabile riserva idrica (con una super-

ficie totale di specchio d’acqua di 14.153 m2 e complessivi 57.537 m3 di inva-

so) attingibile anche dagli elicotteri di pronto intervento, a servizio del più

ampio territorio circostante; le fasi di costruzione dei laghetti è mostrata nell’

Allegato 12 (foto 67 e 68), mentre lo stato attuale degli stessi è riportato nelle

foto da E/2 a E/6 contenute nella “Documentazione fotografica” (Allegato n.

4 alla Relazione del Dr. For. P. Favilli, del dicembre 2001)[*] ; come si può

vedere la vegetazione delle fasce di pineta perimetrali ai laghetti risulta assai

rigogliosa con presenza di rinnovazione naturale del Pinus pinea, oltre che pae-

sisticamente gradevole;

• il percorso golfistico, baricentrico all’intera pineta, che ricalca tracciati naturali

a forma sinuosa, prevalentemente protetti dal vento di maestro e costantemente

irrigati, costituisce un ottimo sistema integrativo alla fascia parafuoco perime-

trale di efficacia permanente in tutto il periodo dell’anno, assicurata dalla con-

tinua manutenzione dei campi erbosi, i cui costi possono essere sostenuti sol-

tanto grazie all’utilizzazione sportiva.

Il tracciato del campo da golf si articola in 18 buche con un percorso

complessivo di circa 6.300 m di lunghezza e una larghezza media di 45÷50 m

ed è inserito armonicamente in una porzione del territorio a pineta di circa 120

ha, con superficie netta effettivamente sottratta al bosco (vedi Allegato n. 16,

Tab. N. 9, e Allegato n. 25, Tabella) di circa 13,67 ha, invece dei 23 ha auto-

rizzati (vedi Allegato n. 20, Tabella C).

[*] Vedi Allegato n. 14 alla presente relazione.

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I circa 13,67 ettari comprendono anche circa 4,5 ettari già naturalmente

conformati a radura e, quindi, con densità della vegetazione naturale scarsa (con

rade piante di pino e di ginepro, e con prevalenza di acacia saligna), per cui la reale

superficie sottratta al bosco (inteso come area alberata appartenete agli habitat prio-

ritari “Foresta dunare di Pinus pinea” e “Perticaia costiera di ginepri”) è pari a 9,17

ettari circa che corrisponde a meno del 40% della superficie di 23 ettari inizialmente

e preventivamente autorizzati dallo stesso Servizio Ispettorato Ripartimentale Fore-

ste.

La foto aerea contenuta nella Tavola 9 (Allegato 9) mostra lo stato naturale dei

luoghi, con evidenziate le zone a radura, prima della realizzazione del campo da golf

a 18 buche (anno 1990). Inoltre, si sottolinea che metà della buca 4, quasi tutta la

buca 5, la buca 8, 9, 10, 11 e i 2/3 della buca 12 sono state realizzate su terreni non

facenti parte del bosco, quasi privi di vegetazione, in parte a sabbia viva quale fascia

antincendio sistematicamente arata.

Nella Tavola 10 (Allegato 10), invece, è riportata l’aerofotogrammetria di tutta

l’area del p.S,I.C. di proprietà e delle aree contermini, relativa all’anno 2000, da cui

evince chiaramente, per confronto con la foto precedente, che i circuiti del campo da

golf, i laghetti e le strutture di pertinenza hanno sottratto al bosco solo limitate aree,

avendo utilizzato in via prioritaria le preesistenti zone a radura prevalente.

In tali zone a radura prevalente, inoltre, sono stati eseguiti importanti interventi

colturali e di manutenzione straordinaria, consistenti prevalentemente nella stabiliz-

zazione del terreno, nell’impianto di nuova vegetazione, nell’irrigazione a pioggia

dei manti erbosi e delle fasce immediatamente al contorno dei campi da golf, nelle

quali sono cresciuti in maniera ottimale sia i Pinus pinea sia i ginepri, e si assiste al

reinserimento spontaneo della macchia mediterranea.

Tali criteri realizzativi discendono dalle esperienze connesse con il campo da golf

sperimentale a 3 buche (N)[1] con annesso campo pratica (O) e con un laghetto, la cui

realizzazione è avvenuta nel 1992, cioè antecedentemente a quella del campo da golf

a 18 buche iniziata nel 1997.

[1] Le lettere e i numeri di identificazione tra parentesi ed esposti di seguito sono quelli riportati nelle leggende delle Tavole N. 3, 4 , 5, 6, 7 e 8 di cui rispettivamente agli Allegati 3, 4, 5, 6, 7 e 8.

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La sperimentazione eseguita in tale fase ha consentito di mettere a punto tutte le

migliori tecniche per la scelta e la stabilizzazione dei manti erbosi in piena armonia

con le piante di Pinus pinea circostanti e per la ricostituzione delle specie arboree en-

demiche, tra cui i ginepri.

I fabbricati e le infrastrutture che attualmente completano il campo da golf, oltre

a quelle sopra citate, sono costituite da:

- (T), una club-house preliminare prefabbricata amovibile in legno, ad un solo pia-

no fuori terra, della superficie coperta di 120 m2 (verande incluse) e con un volu-

me di circa 301 m3 (indicato nella Tabella 3), di pertinenza degli areali E1 ed

E2, e costruita successivamente all’Accordo di Programma del 9.06.1997, il cui

progetto esecutivo è riportato nell’Allegato 26, mentre la documentazione foto-

grafica è contenuta nell’Allegato 12 (foto da 1 a 4);

- (U), un edificio campione -per la presentazione della tipologia edilizia delle resi-

denze turistiche-, destinato ad alloggi del personale-foresteria e agli uffici diret-

tivi, articolato su due piani fuori terra (oltre ad una zona semi interrata), della su-

perficie coperta di circa 390 m2 (verande incluse), e del volume convenzionale

di 1.128 m3, in parte interrato (indicato nella tabella a pagina 22) costruito suc-

cessivamente all’Accordo di Programma del 9.06.1997, il cui progetto esecutivo

è riportato nell’Allegato 27, mentre la documentazione fotografica è contenuta

nell’Allegato 12 (foto da 5 a 16);

- (Z), n. 1 prefabbricato in legno destinato a segreteria, con superficie della piat-

taforma in legno di calpestio (comprensiva delle zone scoperte) di 93,38 m2, e

volume di 174,60 m³ (indicato nella Tabella 3) di pertinenza degli areali E1 ed

E2, il cui progetto esecutivo è riportato nell’Allegato 28, mentre la documen-

tazione fotografica è contenuta nell’Allegato 12 (foto da 17 a 22);

- (A), n. 1 costruzione in muratura a un piano fuori terra, destinata a guardiania e a

servizi per il personale, della superficie coperta di 150 m2 (verande incluse), e

volume di 225 m3 , di pertinenza dell’areale E3 (indicato nella Tabella 3) pre-

esistente all’Accordo di Programma del 9.06.1997, il cui progetto esecutivo è ri-

portato nell’Allegato 29, mentre la documentazione fotografica è contenuta nell’

Allegato 12 (foto 23, 24 e 25); lo stesso è descritto e illustrato nell’Allegato 14

(pagine 36 e 37) e nelle foto da g/1 a g/9 (allegate allo stesso); appare evidente

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come il fabbricato non abbia apportato alcun danno alla vegetazione circostante,

né pregiudicato la stabilità del suolo sabbioso, ma anzi abbia protetto e favorito

lo sviluppo della flora circostante;

- (a2), n. 1 prefabbricato in legno, destinato a supporto della balneazione, con ser-

vizi igienici, docce etc., ubicato nella retroduna fronte mare, della superficie di

22,51 m2 e volume di 54,02 m³ di pertinenza dell’areale E3, il cui progetto ese-

cutivo è riportato nell’Allegato 30, mentre la documentazione fotografica è con-

tenuta nell’Allegato 12 (foto 26 e 27);

- (V), n. 1 passerella per l’accesso alla spiaggia dei disabili in carrozzella, realiz-

zata in legno, con sviluppo di 33 m e larghezza di 2 m, che protegge la duna arti-

ficiale; vedi Allegato 12 (foto da 28 a 31);

- (a1), n. 1 corpo spogliatoi per il golf, prefabbricato in legno, della superficie di

76 m2 e volume di circa 252 m3, di pertinenza degli areali E1/E2 (indicato nella

Tabella 3), il cui progetto esecutivo è riportato nell’Allegato 31, mentre la docu-

mentazione fotografica è contenuta nell’Allegato 12 (foto 32);

- (H), n. 1 torretta di avvistamento incendi alta 8 m (alla gronda) dal piano di

campagna, ubicata nel punto più elevato (quota +28 m s.l.m.), in posizione bari-

centrica rispetto alla pineta; vedi Allegato 12 (foto 33 e 34);

- (I) , n. 1 rete idrica interrata di alimentazione torretta, della lunghezza di 1.019 m,

costituita da condotta in polietilene del diametro ø 125 mm;

- (L) , n. 1 rete elettrica di alimentazione torretta in bt 220 V, con cavo armato in-

terrato della lunghezza di 1.019 m;

- (M) , n. 1 rete interrata antincendio della lunghezza di 13.437 m, in polietilene,

del diametro variabile da mm 125 a mm 200 con 110 attacchi per idranti;

- (P), n. 1 rete fognaria primaria dello sviluppo di 1.350 m, con due stazioni di

pompaggio intermedie, a servizio dei previsti corpi di fabbrica;

- (Q), parte della platea in c.a. di fondazione dell’impianto di depurazione reflui,

con una superficie di 327 m²;

- (s1), n. 1 stazione di pompaggio per il percorso di golf, commutabile su rete an-

tincendio, sotterranea, con volume di 220 m3 e profondità della colonna di aspi-

razione di 11 m; equipaggiata con n. 4 pompe -di cui una a giri variabili sotto

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inverter per minimizzare i consumi elettrici ai carichi parziali- con potenza in-

stallata di circa 120 kW, telecomandata e telecontrollata mediante computer;

- (E), n. 1 stazione di pompaggio interrata reversibile di interconnessione con rete

Consorzio di Bonifica (equipaggiata con n. 2 pompe della potenza complessiva di

circa 40 kW);

- (G), n. 1 condotta idrica di collegamento con la rete del Consorzio di Bonifica

(in polietilene del diametro di mm 125) con uno sviluppo di m 850;

- (B), n. 1 cabina elettrica a 15 kV di ricezione da linea Enel, con dimensioni in

pianta di 33 m2 e volume di 130 m3, altezza massima 5 m, (completamente ma-

scherata dal verde); vedi Allegato 12 (foto 35);

- (D), n. 2 cabine palo MT/bt con trasformatore da 100 kVA; vedi Allegato 12 (fo-

to da 36 a 39);

- (a3), aree di parcheggio a servizio del circuito golfistico e delle relative strutture

di supporto, della superficie complessiva di 9.335 m2, realizzate in modo da non

sottrarre superficie al bosco, in quanto dotate di griglia ecologica salvaprato, co-

me risulta dalle foto n. 69, 70, 75, 76, 77, 78 e 79.

Circa le tipologie e le altezze dei corpi di fabbrica si fa presente che:

- la tipologia dei fabbricati da realizzare è significativamente rappresentata dal

l’edificio campione (U) per quanto attiene ai materiali da utilizzare per le strut-

ture, per le finiture e i rivestimenti esterni ed interni, i colori, gli infissi e gli ac-

cessori di arredo esterno; come si può vedere dalle tavole di progetto, vedi Alle-

gato 27 e dalla relativa documentazione fotografica, vedi Allegato 12 (foto da 5 a

16) si è fatto e si farà uso prevalente di materiali naturali, quali la pietra e il

legno, con tonalità cromatiche che si inseriscono armonicamente nel paesaggio

circostante;

- lo stesso edificio campione (U) è stato costruito in una delle parti più alte del ter-

ritorio interessato dall’intervento turistico ricettivo-alberghiero in esame e la

quota sul livello del mare del suo tetto a terrazza è inferiore a quella delle piante

circostanti ed è prossima a quella superiore prevista per i fabbricati residenziali;

come si può ben vedere nelle precitate foto di particolare 14, 15, 16 e in quelle

panoramiche 5, 6, 7, 8 e 10, il corpo di fabbrica è perfettamente inserito nella

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vegetazione circostante che svetta su tutti i lati rispetto allo stesso. Inoltre, alcuni

pini, di cui era già stato autorizzato il taglio da parte della Forestale per la rea-

lizzazione della costruzione, sono stati volutamente preservati e inseriti nel con-

testo architettonico del fabbricato stesso, come mostrano le foto 7, 8, 10, 12 e 13.

La particolare attenzione per la salvaguardia della vegetazione, sempre adottata

in fase di tracciamento e costruzione dei fabbricati, come anche la razionale organiz-

zazione del cantiere e l’oculato impiego dei mezzi e macchinari nel rispetto dell’am-

biente, è ben evidenziata nelle foto 49 (fase di tracciamento), 50 e 51 (getto delle

fondazioni), 52 (murature in elevazione), 53 e 54 (posa dei solai di calpestio), 55,

56, 57 e 58 (murature di divisione interna) dello stesso Allegato 12.

Per quanto riguarda, invece, le infrastrutture primarie che producono in fase di

costruzione un forte impatto ambientale a causa degli scavi e dei movimenti terra da

eseguire (soprattutto ciò è accaduto per la rete fognaria, come si può ben vedere nell’

Allegato 12, nelle foto 40, 41, 42, 43 e 44), si ricorda che esse sono state già quasi

interamente realizzate, secondo un programma di intervento graduale concordato con

la Forestale, seguendo quasi esclusivamente il tracciato delle strade forestali prin-

cipali (C), a servizio del bosco (sin dal 1987) e degli stradelli di servizio (esistenti

sin dall’inizio del rimboschimento), senza sottrarre superfici alla vegetazione, per cui

il territorio non sarà più interessato -se non in misura ridottissima per gli allacci alla

utenze- da tale tipo di lavori a rilevante, anche se temporaneo, impatto ambientale.

Inoltre, dalla stessa documentazione fotografica (foto 45, 46, 47 e 48) si vede

chiaramente che, nelle aree interessate dalle sopradette infrastrutture primarie, l’am-

biente naturale è stato, in breve tempo, completamente ricostituito e in parte miglio-

rato. Anche nelle foto 71, 72, 73 e 74, si può notare l’ottimo stato sia di manuten-

zione delle strade interne sia della vegetazione circostante.

La scelta del sito “a radura priva di vegetazione” per la realizzazione dell’im-

pianto di depurazione è evidenziata nella foto 59.

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1.2.2.2 Opere da realizzare nella I fase di attuazione (primo anno)

Nella Tav. 4 (Allegato 4) sono evidenziate le opere in progetto che saranno

realizzate, nella I fase di attuazione (primo anno), a completamento dei fabbricati e

delle infrastrutture già esistenti, di cui al precedente paragrafo 1.2.2.1.

Esse, in base alla convenzione stipulata col Comune di Narbolia e al successivo

Accordo di Programma del 9.06.1997, sono:

- all’interno dell’areale E3 (superficie totale pari a 55.756 m2), delimitato a Nord-

Ovest dalla fascia dei 300 m dalla battigia e a Sud-Est dal campo da golf:

- (HR), l’Hotel Residence con 158 posti letto, costituito da un corpo per l’albergo

vero e proprio e un corpo per il centro commerciale dello stesso (CM), con volu-

metria totale di 14.908 m3, superficie coperta pari a 2.458 m2 e altezza massima

alla gronda di 6,50 m; esso interessa una parte dell’areale pari a 6.200 m2 circa.

La Commissione Edilizia del Comune di Narbolia ha già espresso parere favo-

revole in data 07.09.1999, come anche l’Ispettorato Forestale, l’Ufficio Tutela del

Paesaggio della R.A.S. e l’Assessorato Difesa Ambiente della R.A.S. (con Deter-

minazione n. 899 del 14.04.2000); il rilascio della Concessione Ediliza è sospeso

in attesa della definizione della presente Valutazione di Incidenza e della Pro-

cedura di Verifica; il progetto esecutivo è riportato nell’Allegato 32;

- (APH), l’Alloggio del personale dell’Hotel Residence in un corpo di fabbrica

indipendente con pianta ad L, articolato su un piano fuori terra e un piano in-

terrato, della superficie coperta di 280 m2, volume di 605 m3 e altezza massima

di 6,50 m; esso interessa un’area di 1.500 m2 circa ubicata all’estremità Nord-

Ovest dell’areale E3; tale fabbricato si aggiunge all’edificio campione (U), già

realizzato e destinato ad alloggi del personale-foresteria e agli uffici direttivi (Al-

legato 27); il progetto esecutivo è riportato nell’Allegato 33 e fa parte del pro-

getto di cui al punto precedente.

L’inserimento del complesso nel territorio è stato progettato, limitando in primo

luogo l’altezza dei corpi di fabbrica, sempre al di sotto delle chiome degli alberi,

come si evince dalla documentazione fotografica riguardante il fabbricato cam-

pione (Allegato 12: foto da 1 a 27); nei terreni declivi sono stati inseriti edifici a

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due piani sfalsati, onde evitare sensibili sbancamenti. La percettibilità del com-

plesso, che si verifica solo da ridotta distanza e da rilievi molto modesti, ha de-

terminato una scelta progettuale impostata sulla visibilità a breve focale di ogni

manufatto e dei loro accostamenti, in quanto non si verifica la panoramicità a lun-

ga prospettiva degli stessi. Tutti gli elementi tecnologici e gli impianti necessari al

funzionamento del complesso, quali cabina elettrica, generatori di e.e., depura-

tore, centrale termica e di condizionamento, non saranno lasciati a vista, ma

nascosti con strutture in pietra o in legno o rivestimenti con arbusti rampicanti

(vedasi Allegato 12: foto 34) e con barriere di verde, parziali rinterri, per-

fettamente integrati con l’esterno e con la struttura alberghiera. Circa la fruibilità

da parte dei disabili dell’Hotel Residence, del complesso alberghiero e para-al-

berghiero e delle altre realizzazioni aperte al pubblico, si attuerà quanto prescritto

per renderlo “accessibile” ai sensi della L. 13/89 e successive modifiche e inte-

grazioni.

Per l’Hotel Residence (HR) e il connesso edificio di alloggio del personale

(APH), l’Ispettorato Forestale di Oristano ha rilasciato la prevista specifica auto-

rizzazione in data 29.05.00, Prot. N.3245, pos. 7-1-14, da cui risulta che il nume-

ro totale di alberi da abbattere ammonta a soli 163, in gran parte pregiudicati

dallo spray marino e, quindi, destinati in breve a morire per cause naturali.

Al di fuori dell’areale E3, ma quale pertinenza dello stesso, verrà realizzato:

- (7), n. 1 punto nautico con sottopasso, quale supporto e ricovero attrezzature per

imbarcazioni leggere (surf, gommoni, piccole barche a vela). Esso è costituito da

un prefabbricato in legno con basamento di 18 m2 e per un volume di 50 m3 ed è

prossimo a un sottopasso in tunnel prefabbricato ricavato nelle dune fronte mare

per consentire l'accesso al mare delle imbarcazioni leggere. Per tali opere sus-

sistono tutte le prescritte autorizzazioni; il progetto esecutivo è riportato nell’

Allegato 34.

Sempre nel corso del primo anno, verrà realizzata la prima parte di un villaggio

turistico che interessa gli areali E4a, E5 e E6 e, in particolare:

- all’interno dell’areale E4b (superficie totale di 25.009 m2), delimitato a Sud-O-

vest dall’areale E4a, a Nord-Est dall’E6 e a Nord-Ovest dall’E5:

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- (PA4b), la prima parte del nucleo paralberghiero, il cui progetto esecutivo è

riportato nell’Allegato 35, comprendente: n. 4 corpi di fabbrica a due piani fuori

terra (altezza massima 6,50 m) articolati in complessive n. 36 residenze alber-

ghiere, di cui n. 16 di tipologia “A” (a quattro letti) e n. 20 di tipologia “B” (a due

letti) (vedere Disegno n. 2 dell’Allegato 35); n. 1 fabbricato a due piani fuori terra

(altezza massima 6,50 m) per le abitazioni del personale direttivo; n. 1 fabbricato

ad un solo piano fuori terra (altezza massima 4,00 m) destinato ad hall-ricezione

del villaggio turistico; n. 1 fabbricato ad un solo piano fuori terra (altezza massi-

ma 3,00 m) destinato agli uffici; n. 1 fabbricato a due piani fuori terra (altezza

massima 6,50 m) ad uso alloggi del personale. Inoltre sono compresi i principali

impianti sportivi del villaggio, consistenti in n. 5 campi da tennis, n. 1 campo di

calcetto, n. 2 campi da basket-volley e n. 4 campi da bocce, con relativi servizi

igienici, raggruppati in due corpi di fabbrica ad un solo piano fuori terra di altezza

pari a 3,00 m. La volumetria complessiva di questa prima parte del nucleo paral-

berghiero è di 16.500 m³.

- all’interno dell’areale E5 (superficie totale di 17.900 m2), delimitato a Nord-Est

dall’areale E6 e a Sud-Est dagli areali E4b e E4a:

- (PA5), la parte del villaggio che raggruppa i fabbricati di interesse collettivo,

costituiti da: n. 1 fabbricato ad un solo piano fuori terra (altezza massima 3,70 m)

destinato a ristorante, con limitrofo teatro all’aperto; n. 1 centro commerciale

comprendente n. 3 corpi di fabbrica, a due piani fuori terra (altezza massima 6,00

m) destinati a negozi al piano terra e ad alloggi al piano primo, n. 1 fabbricato a

due piani fuori terra (altezza massima 6,00 m) destinato al piano terra a beauty-

farm e al piano primo ad alloggio del personale, n. 1 corpo di fabbrica ad un solo

piano fuori terra (altezza massima 4,00 m) destinato a soggiorno e a sala poli-

funzionale per conferenze e proiezioni; n. 1 fabbricato ad un solo piano fuori terra

(altezza massima 3,30 m) destinato a bar; n. 1 fabbricato ad un solo piano fuori

terra (altezza massima 3,00 m) destinato a mini-club; n. 1 fabbricato a due piani

fuori terra (altezza massima 6,00 m) destinato al piano terra a nursery e al piano

primo ad alloggio del personale. con annessa sala polifunzionale. Completano tale

nucleo n. 2 piscine per adulti e n. 1 piscina per bambini. La volumetria totale dei

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suddetti fabbricati è di 30.000 m3, da realizzare oltre i 300 m dalla battigia (Al-

legato n. 35);

- all’interno dell’areale E6 (superficie totale di 47.570 m2), delimitato a Sud-Ovest

dagli areali E5 ed E4b, a Nord-Est con il limite della lottizzazione nel Comune di

Narbolia, a Sud con il campo da golf:

- (PA6), la prima parte del nucleo paralberghiero, della volumetria totale di 9.000

m3, il cui progetto esecutivo è riportato nell’Allegato 35, comprendente: n. 6 corpi

di fabbrica di tipologia “B” (per un totale di n. 108 camere a due letti) (vedere

Disegno n. 2 dell’Allegato 35); n. 1 corpo di fabbrica ad un solo piano fuori terra

(altezza 3,00 m) destinato a bar con antistante piscina.

Per quanto concerne le tipologie dei fabbricati del villaggio turistico sopra de-

scritto, da edificare negli areali E4b, E5 e E6, la proposta progettuale tende ad inserire

armonicamente i corpi di fabbrica nel paesaggio circostante -vale quanto preceden-

temente riportato per i fabbricati all’interno dell’areale E3, (HR) e (APH)- e le carat-

teristiche costruttive sono improntate alla massima semplicità, con materiali facil-

mente reperibili sul posto (coppi sardi anticati, pietrame locale a vista, legno, graniti e

trachiti sarde). La verifica delle scelte dei materiali è stata fatta preliminarmente sul

fabbricato campione già realizzato e menzionato tra le opere esistenti, vedi l’Allegato

12 (foto da 5 a 16)).

Inoltre, in territorio del Comune di San Vero Milis è prevista la realizzazione delle

seguenti opere:

- in prossimità dell’areale E7, di fronte alla buca 3, a Sud della proprietà:

- (ESG), n. 1 fabbricato di supporto al golf, del volume di 7.492 m3 e superficie co-

perta di 1.425 m2, articolato in parte su due piani fuori terra (di altezza massima di

5,80 m) e in parte su un piano fuori terra e un piano interrato (di altezza com-

plessiva f.t. di 4,90 m); esso è destinato a foresteria, ad alloggio del personale, a

club-house con annessa sala ristorante e cucina, e sarà realizzato in sostituzione di

quello già autorizzato con stessa destinazione, denominato “CSG” e indicato con

linea tratteggiata nella Tavola 4 (Allegato 4); il progetto esecutivo è riportato

nell’Allegato 36. Per quanto concerne la tipologia edilizia e le caratteristiche

costruttive del fabbricato vale quanto già indicato ai punti precedenti.

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Oltre ai suddetti interventi edificatori sui diversi areali sopra citati, nel corso del

primo anno si provvederà al completamento delle seguenti infrastrutture:

- (1), serbatoio idrico “Località Pischinappiu, interrato, della superficie coperta di

50 m2 e del volume di 221 m3; esso è localizzato al di fuori dell’area del p.S.I.C.

“Is Arenas”;

- (2), collegamento del serbatoio, di cui al punto precedente, con la rete idrica

ESAF, mediante una condotta interrata in polietilene del diametro di 200 mm, con

uno sviluppo di 720 m;

- (3), collegamento (con contestuale funzione antincendio) della rete idrica di lot-

tizzazione con il serbatoio idrico in località “Pischinappiu”, attraversante la pineta

ERSAT, da realizzare con due tubazioni parallele interrate, in polietilene, della

lunghezza di 1.138 m e diametri pari a 180 mm e a 315 mm;

- (4), adeguamento dell’esistente strada comunale di collegamento con S.S. 292,

progettato dalla Is Arenas s.r.l., il cui iter autorizzativo (di competenza del Comu-

ne di Narbolia), è stato completato con tutte le prescritte autorizzazioni nel terzo

trimestre dell’anno 2.000, con il Nulla Osta della Soprintendenza ai Beni A.A.-

A.S. delle province di Cagliari e Oristano. La larghezza del piano viabile è

prevista di 6,00 m. Le banchine laterali avranno la larghezza di 0,75 m; la strut-

tura di fondazione sarà costituita da tout-venant di cava o misto di fiume. La

pavimentazione del piano viabile sarà in conglomerato bituminoso; nelle parti in

trincea sono previste cunette alla francese in conglomerato cementizio;

- (DP1), primo modulo del depuratore fognario della capacità di trattamento pari a

1000 ab/equivalenti, di cui al progetto esecutivo del 1° lotto (Allegato n. 41);

- (5), completamento della condotta fognaria interrata di convogliamento al depu-

ratore, della lunghezza di circa 400 m;

- (P3), sistemazione a parcheggi di un’area di circa 6.400 m2 che attualmente, per

oltre il 60% della sua superficie è compresa in una radura a scarsa densità arbo-

rea, a Sud degli areali E4a e E4b; esso sarà a servizio prevalente dei nuclei

alberghieri e residenziali localizzati negli areali E4b ed E4a

- (P6), sistemazione definitiva a parcheggi del piazzale esistente, localizzato a Sud

del campo da golf (buca n. 3), in Comune di San Vero Milis, della superficie

complessiva di circa 2.000 m2, finora utilizzato per deposito dei materiali da

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Valutazione d’Incidenza: Relazione generale

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costruzione e per il parcheggio degli automezzi di cantiere; esso sarà a servizio

dei golfisti e del fabbricato di supporto al golf (ESG);

- (Cs), manutenzione straordinaria e stabilizzazione delle strade di collegamento

tra gli areali E4a, E4b, E5, E6 e la zona retrodunale e il parcheggio P3, e tra la

strada principale di accesso e il parcheggio P6;

Per la stabilizzazione del suolo delle aree a parcheggio (P3) e (P6) verrà utiliz-

zato il grigliato ecologico salvaprato, così come mostrano le foto n. 69, 70, 75,

76, 77, 78 e 79 dell’Allegato n. 12.

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1.2.2.3 Opere da realizzare nella II fase d’attuazione (secondo anno)

Nella Tav. 5 (Allegato 5) sono evidenziate le opere in progetto che saranno

realizzate, nella II fase di attuazione (secondo anno).

Esse, in base alla convenzione stipulata col Comune di Narbolia e al successivo

Accordo di Programma del 9.06.1997, sono:

- all’interno del circuito del golf, come pertinenza dell’areale E1:

- (CH), club house della superficie coperta di 672 m2 e volume di 2350 m3, artico-

lata su un piano fuori terra, con altezza massima di 3,7 0 m, e un piano interrato

da edificare in corrispondenza di un’emergenza morfologica naturale del terreno

esistente tra le buche 17 e 18 del campo da golf, in un’area di pertinenza dell’are-

ale E1, nella lottizzazione convenzionata il 19.02.1990 con il Comune di Narbo-

lia, rep. 12/90. L’inserimento armonico del fabbricato nell’ambiente naturale è il-

lustrato nella simulazione fotografica facente parte del progetto esecutivo (Alle-

gato 37); la tipologia e le caratteristiche costruttive del fabbricato sono in linea

con quanto precedentemente esposto (impiego di pietra naturale locale, legno e

coppi sardi).

- all’interno dell’areale E6 (superficie totale di 47.570 m2), delimitato a Sud-Ovest

dagli areali E5 ed E4b, a Nord-Est con il limite della lottizzazione nel Comune di

Narbolia, a Sud con il campo da golf:

- (PA62), la terza parte (di completamento) del nucleo paralberghiero, il cui pro-

getto esecutivo è riportato nell’Allegato 35, comprendente: n. 32 corpi di fabbrica,

di cui n. 20 di tipologia “A” (per un totale di n. 320 camere a 2 letti) e n. 12 di

tipologia “B” (per complessive n. 176 camere a due letti) (vedi Disegno n. 2 del

suddetto allegato). Le caratteristiche costruttive e le tipologie edilizie sono state

illustrate al paragrafo 1.2.2.2.;

- all’interno dell’areale E4a (superficie totale di 67.991 m2), delimitato a Nord-

Ovest dal limite dei 400 m dalla battigia, a Sud dal campo da golf e a Nord-Est

dall’areale E4b:

- (Re4a), prima parte del complesso residenziale, consistente in n. 14 corpi di fab-

brica articolati su due piani fuori terra (altezza massima 6,50 m), del volume

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complessivo di 17.400 m3, la cui tipologia è rappresentata nella Tavola D 11 (ti-

pologia R6) dell’Allegato n. 38. Questo primo nucleo sarà costruito a partire dal

limite dei 400 m dalla battigia, in modo che lo stesso possa costituire una valida

protezione dai venti di maestro della parte di pineta più interna. Le caratteristiche

costruttive saranno analoghe a quelle dei fabbricati sopra menzionati, come an-

che i materiali da utilizzare (rivestimenti in pietra naturale, infissi e pergolati in

legno, coppi sardi, etc.) che riprendono le tonalità di colore dell’ambiente circo-

stante e del sito. Come anche per tutti gli altri fabbricati del complesso Is Arenas

l’impatto paesistico sarà sicuramente molto limitato, grazie alla folta vegetazione

di pini che circonderà le costruzioni, rendendole appena visibili già da media

distanza;

- all’interno dell’areale E3 (superficie totale di 55.756 m2):

- (AP3), la prima parte (9.721 m3, pari a circa il 57% dell’intera volumetria pari a

17.030 m3) del complesso di residenze turistico-alberghiere (o paralberghiere)

con servizi dell’areale E3 che, in base alla convenzione stipulata col Comune di

Narbolia e all’Accordo di programma del 09.06.1997, integra le strutture dell’

Hotel Residence e dell’Alloggio del personale da realizzare nel corso della prima

fase di attuazione (vedi Allegato n. 39).

Il complesso si articola in fabbricati su uno e/o due piani fuori terra (vedi tipo-

logie Tav. 8 e 9 dell’Allegato n. 38), con altezza massima di 6,50 m. In par-

ticolare verranno realizzati n. 26 bilocali da 4 posti letto (volume 4.100 m3), n. 14

bilocali sovrapposti da 8 posti letto (volume 4.730 m3), n. 1 trilocale da 6 posti

letto (volume 210 m3) e un fabbricato destinato a bar-reception , a un piano fuori

terra, della volumetria di 681 m3.

Oltre ai suddetti interventi edificatori sui diversi areali sopra citati, nel corso del

secondo anno si provvederà al completamento delle seguenti infrastrutture:

- (P4), sistemazione a parcheggi di un’area di circa 9.000 m2 ricadente nella pineta

di classe 3, confinante ad Est con la proprietà ERSAT; esso sarà a servizio pre-

valente dei nuclei alberghieri localizzati negli areali E6 e anche delle opere di

urbanizzazione secondaria da realizzare nelle adiacenti aree ad esse dedicate; per

la stabilizzazione del suolo delle aree a parcheggio (P3) e (P6) verrà utilizzato il

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grigliato ecologico salvaprato, così come mostrano le foto n. 69, 70, 75, 76, 77,

78 e 79 dell’Allegato n. 12.

- (Cs), manutenzione straordinaria e/o stabilizzazione delle strade di collegamento

tra il depuratore e il campo pratica, e all’interno dell’areale E4a.

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1.2.2.4 Opere da realizzare nella III fase d’attuazione (terzo anno)

Nella Tav. 6 (Allegato 6) sono evidenziate le opere in progetto che saranno rea-

lizzate, nella III fase di attuazione (terzo anno).

Esse, in base alla convenzione stipulata col Comune di Narbolia e al successivo

Accordo di Programma del 9.06.1997, sono:

- all’interno dell’areale E1 (superficie totale di 35.613 m2), delimitato a Nord-

Ovest dall’areale E2, compreso nella fascia tra i 300 m e i 400 m dalla battigia, a

Sud-Est dal campo da golf e a Nord-Est dall’areale E3:

- (AS1), un nucleo alberghiero con servizi della volumetria complessiva di 25.020

m3, il cui progetto esecutivo è costituito dall’Allegato 40; esso è costituito da una

zona servizi con la reception, dove trova ubicazione anche una piscina, della vo-

lumetria di 8.752 m3 e superficie coperta di 2.463 m2; dalle camere per il perso-

nale di servizio della volumetria di 1.342 m3 e della superficie coperta di 368 m2;

da n. 4 nuclei abitativi della volumetria di 15.431 m3 ed una superficie coperta di

5.743 m2, di cui 907 m2 di portici, con una altezza media degli edifici di 3,20 m;

un corpo di fabbrica destinato a bar-spogliatoio, della volumetria di 304 m3 e su-

perficie coperta di 222 m2; anche per questo nucleo alberghiero il progettista ha

inserito le costruzioni nel rispetto del paesaggio circostante; la tipologia e le ca-

ratteristiche costruttive sono quelle descritte precedentemente essendo anch’esse

improntate alla massima semplicità, con materiali facilmente reperibili sul posto

(tegole anticate, pietrame locale a vista, legno, graniti e trachiti sarde). La scelta

dei materiali ricalca quella fatta preliminarmente sul fabbricato campione già rea-

lizzato e menzionato tra le opere esistenti, (vedi Allegato 12: foto da 1 a 27);

- all’interno dell’areale E2 (della superficie complessiva di 4.426 m2), delimitato

a Sud-Est dall’areale E1, compreso nella fascia tra i 300 m dalla battigia ed a

Nord-Est dall’areale E3:

- (SA2), edificio con destinazione club-house con la funzione di servizio alber-

ghiero della volumetria complessiva di 2.272 m3 e della superficie coperta di circa

692 m2, il cui progetto esecutivo fa parte dell’Allegato 40.

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Esso si articola in corpi di fabbrica collegati ad un piano fuori terra, con altezza

massima di 3,50 m. Esso è inserito nel paesaggio circostante con le caratteristiche

costruttive di cui si è già riferito in precedenza. Ai lati: a Nord-Est è delimitato da

uno specchio d’acqua, mentre a Nord-Ovest trova ubicazione una piscina.

- all’interno dell’areale E3 (superficie totale di 55.756 m2):

- (AP32), la seconda parte (1.000 m3, pari a circa il 5,9% dell’intera volumetria

pari a 17.030 m3) del complesso di residenze turistico-alberghiere (o paral-

berghiere) con servizi dell’areale E3 che, in base alla convenzione stipulata col

Comune di Narbolia e all’Accordo di Programma del 09.06.1997, integra le strut-

ture dell’Hotel Residence e dell’Alloggio del personale da realizzare nel corso

della prima fase di attuazione (vedi Allegato n. 39).

In particolare verranno realizzati n. 5 bilocali da 4 posti letto (volume 790 m3), e

n. 1 trilocale da 6 posti letto (volume 210 m3);

- all’interno dell’areale E4a (superficie totale di 67.991 m2), delimitato a Nord-

Ovest dal limite dei 400 m dalla battigia, a Sud-Est dal campo da golf e a Nord-

Est dall’areale E4b:

- (Re4a2), seconda parte del complesso residenziale, costituita da n.10 corpi di fab-

brica a due piani fuori terra, del volume totale di 13.000 m3 (Allegato n. 38).

Questo secondo nucleo sarà costruito all’interno del primo, nella parte interna

della pineta diradata. Le tipologie e le caratteristiche costruttive saranno ana-

loghe a quelle dei fabbricati sopra menzionati (prima parte del complesso resi-

denziale), come anche i materiali da utilizzare (rivestimenti in pietra naturale, in-

fissi e pergolati in legno, coppi sardi, etc.) che riprendono le tonalità di colore

dell’ambiente circostante e del sito. Come anche per tutti gli altri fabbricati del

complesso Is Arenas il risultato dal punto di vista dell’impatto ambientale sarà

sicuramente buono, grazie alla folta vegetazione di pini che circonderà le co-

struzioni, rendendole appena visibili già da media distanza.

E’ prevista, inoltre, la realizzazione delle seguenti infrastrutture:

- (DP2), completamento con ampliamento del depuratore fognario fino a una ca-

pacità di trattamento di 3000 ab/equivalenti; vedere progetto esecutivo dell’im-

pianto completo (Allegato n. 42);

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- (P2), sistemazione a parcheggi di un’area di circa 7.000 m2 ricadente nella pineta

di classe 2, confinante a Ovest con l’area di parcheggi già esistente (a3); esso sa-

rà a servizio prevalente dei nuclei alberghieri localizzati negli areali E1, E2 ed

E3; per la stabilizzazione del suolo dell’area a parcheggio verrà utilizzato il gri-

gliato ecologico salvaprato, così come mostrano le foto n. 69, 70, 75, 76, 77, 78

e 79 dell’Allegato n. 12.

Si prevede, infine, che il Comune di Narbolia possa realizzare quest’anno, all’

interno dell’area edificabile di cessione (a5), il fabbricato di interesse pubblico desti-

nato a punto di ristoro (PR), di cui al progetto esecutivo (Allegato n. 43).

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1.2.2.5 Opere da realizzare nella IV fase d’attuazione (quarto anno)

Nella Tav. 7 (Allegato 7) sono evidenziate le opere in progetto che saranno rea-

lizzate, nella IV fase di attuazione (quarto anno).

Esse, in base alla convenzione stipulata col Comune di Narbolia e al successivo

Accordo di Programma del 9.06.1997, sono:

- all’interno dell’areale E3 (superficie totale di 55.756 m2):

- (AP33), la terza parte (di completamento, pari a 6.309 m3 e corrispondente a circa

il 37% dell’intera volumetria di 17.030 m3) del complesso di residenze turistico-

alberghiere (o paralberghiere) con servizi dell’areale E3 che, in base alla con-

venzione stipulata col Comune di Narbolia e all’Accordo di Programma del

09.06.1997, integra le strutture dell’Hotel Residence e dell’Alloggio del personale

da realizzare nel corso della prima fase di attuazione (vedi Allegato n. 39). In par-

ticolare verranno realizzati n. 14 bilocali da 4 posti letto (volume 2.225 m3), n. 12

bilocali sovrapposti da 8 posti letto (volume 4.084 m3), per una volumetria

complessiva di 6.309 m3.

- all’interno dell’areale E4a (superficie totale di 67.991 m2), delimitato a Nord-

Ovest dal limite dei 400 m dalla battigia, a Sud-Est dal campo da golf e a Nord-

Est dall’areale E4b:

- (Re4a3), terza parte (di completamento) del complesso residenziale, costituita da

n. 4 corpi di fabbrica a due piani fuori terra, del volume complessivo di 5.000 m3

(Allegato n. 38). Questo terzo nucleo sarà costruito nella parte più a Sud dell’

areale, nella pineta di classe 2. Le tipologie e le caratteristiche costruttive saran-

no analoghe a quelle dei fabbricati sopra menzionati (prima e seconda parte del

complesso residenziale), come anche i materiali da utilizzare.

- all’interno dell’areale E7 (superficie totale di 62.925 m2), delimitato a Nord-

Ovest dai campi da golf, a Sud-Ovest dal limite comunale di San Vero Milis e a

Sud-Est dai limiti della lottizzazione in comune di Narbolia; all’ interno di questo

areale verrà realizzato un complesso residenziale di complessivi 33.000 m3, di cui

nel quarto anno:

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- (Re7), prima parte del complesso residenziale (della volumetria di 17.000 m3)

costituita da n. 7 corpi di fabbrica a due piani fuori terra, le cui tipologie sono

rappresentate nell’Allegato n. 38 (Tavola D11, tipologie R2, R7, R8, R9). Le ca-

ratteristiche costruttive saranno analoghe a quelle dei fabbricati sopra

menzionati, come anche i materiali da utilizzare.

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1.2.2.6 Opere da realizzare nella V fase d’attuazione (quinto anno)

Nella Tav. 8 (Allegato 8) sono evidenziate le opere in progetto che saranno rea-

lizzate, nella V fase di attuazione (quinto anno).

Esse, in base alla convenzione stipulata col Comune di Narbolia e al successivo

Accordo di Programma del 9.06.1997, sono:

- all’interno dell’areale E7 (superficie totale di 62.925 m2), delimitato a Nord-

Ovest dai campi da golf, a Sud-Ovest dal limite comunale di San Vero Milis e a

Sud-Est dai limiti della lottizzazione in comune di Narbolia;

- (Re72), seconda parte del complesso residenziale (del volume di 16.000 m3). co-

stituita da n. 11 corpi di fabbrica a due piani fuori terra, le cui tipologie sono

rappresentate nell’Allegato n. 38 (Tavola D11, tipologie R6, R7, R8, R9). Le

caratteristiche costruttive saranno analoghe a quelle dei fabbricati sopra men-

zionati, come anche i materiali da utilizzare.

Oltre al suddetto intervento edificatorio, nel corso del quinto anno si provvederà

al completamento delle seguenti infrastrutture:

- (P5), sistemazione a parcheggi di un’area di circa 4.000 m2 ricadente nella pineta

di classe 2, confinante a Sud e Sud-Ovest con l’area destinata a opere di urba-

nizzazione secondaria; per la stabilizzazione del suolo verrà utilizzato il grigliato

ecologico salvaprato, così come mostrano le foto n. 69, 70, 75, 76, 77, 78 e 79

dell’Allegato n. 12.

- (Cs), manutenzione straordinaria e/o stabilizzazione delle strade di collegamento

tra il parcheggio (P5) e il campo da golf.

Per quanto riguarda, infine, la sistemazione delle strade interne ai diversi

nuclei alberghieri e residenziali, la sua esecuzione sarà articolata in funzione

dell’edificazione dei diversi areali.

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1.3 CARATTERISTICHE DEL PROGETTO CON RIFERIMENTO ALLA

COMPLEMENTARIETA’ CON ALTRI PIANI E/O PROGETTI

L’obbiettivo della direttiva 92/43/CEE del 21 Maggio 1992, relativa alla conser-

vazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, è di

contribuire a salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat

naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio euro-

peo degli Stati membri al quale si applica il trattato.

Tali misure sono finalizzate ad evitare il degrado degli habitat naturali, semina-

turali e degli habitat di specie, nonché la pertubazione delle specie per cui le zone

sono state designate, nella misura in cui tale pertubazione potrebbe avere conse-

guenze significative.

Uno degli obiettivi primari del “progetto” Comunitario è, quindi, quello di pro-

muovere e proteggere questo bene naturale attraverso opportune misure di conser-

vazione, tenendo conto altresì delle esigenze economiche, sociali, culturali e regio-

nali, anche nel caso in cui sia necessario il mantenimento e la promozione di attività

umane, al fine di contribuire allo scopo generale di uno sviluppo durevole.

Tutto ciò premesso, le analisi e le osservazioni condotte dagli studiosi sia per la

vegetazione sia per la fauna consentono di affermare, da un lato la compatibilità del

complesso tusitico ricettivo-alberghiero e del campo da golf con le risorse naturali,

dall’altro la possibilità di attuare quelle misure necessarie alla conservazione nel tem-

po delle stesse e alla salvaguardia generale del sito p.S.I.C. “Is Arenas”.

In altri capitoli è stato ampiamente dimostrato che solo con l’azione costante,

molto articolata e onerosa da parte della società “Is Arenas”, è possibile il raggiun-

gimento di tale obiettivo.

Come si vedrà più avanti al capitolo 2, gli interventi programmati, con le mo-

dalità di attuazione, le azioni mitigatrici e le misure compensatorie previste, sono da

ritenersi perfettamente compatibili col p.S.I.C. “Is Arenas”.

Per quanto riguarda, invece, la complementarietà dell’intervento in esame con

altri piani di programmazione territoriale a scala provinciale e regionale, anche di in-

teresse nazionale e comunitario, si può affermare che non esiste alcun collegamento,

diretto e/o indiretto con altri piani e/o progetti, ad esclusione del fatto che l’iniziativa

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programmata ha, comunque, un’importante ricaduta sul territorio e una forte valenza

per lo sviluppo socio-economico della provincia di Oristano e, in particolare, per il

settore turistico della provincia medesima.

In particolare, si fa notare che il progetto non è complementare, né interferisce

con le zone umide di interesse conservazionistico di “Sale e Porcus” (ZPS JTB

034007) e degli stagni di “Putzu Idu” (SICP ITB 002228). Si osserva che l’area della

lottizzazione e quella più vasta del p.S.I.C. “Is Arenas” non hanno collegamenti con

le suddette zone umide sia per quanto concerne la flora e la vegetazione (vedi gli stu-

di specialistici: Allegati n. 14 e n. 15) sia per quanto riguarda la fauna selvatica (vedi

gli studi specialistici: Allegati n. 17 e n. 18) sia, infine, per quanto attiene alla risorse

idrogeologiche (vedi gli studi specialistici: Allegato n. 44 e n. 45); topograficamente

le stesse zone risultano localizzate ad una distanza tra i 2 km e i 3 km dal limite Sud-

Ovest dell’area p.S.I.C. e sono separate da ampie zone antropizzate (con intensa at-

tività agro-zootecnica e pastorale) e dalla strada provinciale n. 10. Analogamente

non sono state riscontrate interferenze e/o collegamenti tra le risorse ambientali dell’

area della lottizzazione convenzionata con lo Stagno di “Is Benas”.

Infatti, dagli studi sopra citati e dai rilievi effettuati per lunghi periodi di tempo

dagli specialisti è emerso quanto segue:

- nello studio del Dr. Carlo Dettori (Allegato n.18), si legge: “risulta palese che le

attività sportive (nella fattispecie la pratica del golf) e le operazioni connesse con la

manutenzione degli impianti sportivi, che si svolgono nella pineta di Is Arenas non

interferiscono con il contingente selvatico gravitante negli stagni di Sale Porcus

(ZPS JTB 034007) e neppure con il SICP 1TB0038 "stagni di Putzu Idu" poiché si

tratta di comunità faunistiche completamente differenti.

Bisogna inoltre considerare che la zona dei campi da golf di Is Arenas dista oltre 2

km dallo stagno più vicino (Stagno di Is Benas), oltretutto separato da una fìtta

barriera forestale. Nessuna attività sportiva è pertanto avvertibile in tale località e

quindi si esclude la possibilità di disturbo o interferenza delle precitate attività con

l'avifauna presente anche nello stagno di Is Benas”.

- anche lo studio del Dr. Alberto Sorace (Allegato n. 17) conferma che: “l'area del

campo da golf è distante diversi chilometri dall'area delle zone umide di interesse

conservazionistico di Sale Porcus (ZPS JTB 034007) e degli stagni di Putzu Idu

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(SICP ITB 002228). Le due aree sono separate da campi agricoli e da una strada

provinciale. Pertanto non emergono relazioni dirette tra le specie tipiche di queste

due zone umide e il percorso di golf, anche tenendo conto del fatto che l'area del

campo da golf è interessata alla presenza quasi esclusiva di specie di ambito

forestale prive di evidenti legami ecologici con quelle delle zone umide. Un discorso

analogo si può fare per lo stagno di Is Benas separato da circa due chilometri di

pineta dai campi da golf di Is Arenas.

In virtù di queste considerazioni non sono stati effettuati rilevamenti della fauna

degli stagni di Sale Porcus, Putzu Idu e Is Benas perché priva di legami rilevanti

con quella presente nella zona del percorso di golf”.

Per quanto riguarda eventuali connessioni o complementarietà fra gli habitat ve-

getazionali del p.S.I.C. e le zone umide suddette, è sufficiente richiamare quanto se-

gue:

- lo stagno Is Benas che delle tre zone umide è la più vicina all’area del p.S.I.C. Is

Arenas, è separato dalla zona della lottizzazione da circa 2 km di pineta non

sottoposta ad alcun intervento progettuale, con una fascia di confine di circa 200

ha in cui sarà sempre vietato il transito anche a piedi, con esclusione di quello

relativo alla sola gestione forestale;

- la portata dell’intervento programmato in esame riguarda quasi esclusivamente

l’habitat a Pinus pinea, con una superficie effettivamente sottratta al bosco del

2,20% della superficie totale del p.S.I.C. a pineta; pertanto, trattasi di entità tali da

non creare effetti negativi significativi e irreversibili sia alla pineta stessa (anche

in forza delle azioni mitigatrici e misure compensatorie previste) sia, a maggior

ragione, alle zone umide precitate.

Con riferimento, invece, alla idrogeologia dell’area vasta e delle risorse idriche

sotterranee utilizzate per la gestione del complesso turistico ricettivo-alberghiero e del

campo da golf, gli studi scientifici dei professori S. Carboni e A. Pala (Allegati n.

44 e n. 45) mostrano che:

- la falda sottostante l’area del P.S.I.C. “Is Arenas” non ha collegamenti con le

tre zone umide a Ovest e Sud-Ovest (stagno di Is Benas, Stagno di Putzu Idu e

Stagno di Sale e Porcus) a causa delle formazioni geologiche esistenti;

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- le pluriennali osservazioni e registrazioni piezometriche effettuate mostrano sia

la buona ricarica della falda, il cui deflusso è valutato in media 4.730.000

m3/anno, con un valore minimo finora registrato nell’anno più siccitoso di

2.240.000 m3 circa, sia l’assoluta mancanza di pericolo di ingresso di acqua di

mare a causa degli emungimenti dai pozzi (la falda risulta sempre e in ogni

periodo in pressione) sia la perfetta compatibilità di tale deflusso con le portate

e quantità di eduzione previste a regime per la gestione del complesso progettato

che è circa il 7% della risorsa annuale media, con un massimo del 13,6% nel

caso di maggiore siccità .

Per quanto riguarda le risorse idrologiche e idrogeologiche dell’area di Is Arenas,

non esiste alcun altro piano o progetto riguardante il loro utilizzo e, pertanto, si esclu-

de qualsiasi complementarietà attuale e futura con piani e progetti di settore.

Anche l’aggiornamento del Piano Regionale di Risanamento Acque, approvato

dalla Giunta Regionale con delibera del 25.05.1992 n25/80, non prevede l’utilizzo di

tali risorse idriche che, al di fuori di quelle da edurre per il complesso turistico e gli

impianti sportivi in esame, sono destinate inevitabilmente al corpo ricettore marino,

così come evidenziato nelle relazioni specialistiche dei professori Pala e Carboni (Al-

legati n. 44 e n. 45).

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1.4 CARATTERISTICHE DEL PROGETTO CON RIFERIMENTO

ALL’USO DELLE RISORSE NATURALI

Di seguito vengono descritte nel loro complesso le risorse naturali che carat-

terizzano l’area del p.S.I.C. e, in particolare, quelle poste nell’area più ristretta di

proprietà delle società “Is Arenas s.r.l.”.

1.4.1 FLORA E VEGETAZIONE

Si analizzano le caratteristiche del progetto con riferimento all’uso della flora e

della vegetazione sia su area vasta sia su area ristretta.

1.4.1.1 Flora e vegetazione in area vasta

In area vasta si riscontrano:

a) le foreste miste di sclerofille sempre verdi;

b) le boscaglie e le macchie litoranee;

c) bosco artificiale a prevalenza di Pinus pinea (presente solo in area p.S.I.C. e

di cui si tratta nel paragrafo dedicato all’area ristretta area).

Le foreste miste di sclerofille sempre verdi ricoprono le aree forestali residuate

dall’esercizio dell’agricoltura e della pastorizia, in cui sono presenti formazioni assi-

milabili a cedui misti di sclerofille e/o da macchie di degradazione in precarie con-

dizioni vegetative a causa di irrazionali utilizzazioni (sono state privilegiate le attività

connesse alla pastorizia e all’agricoltura, perché più remunerative rispetto alle attività

selvicolturali).

In dette formazioni boschive sono presenti principalmente le querce (Q. ilex, Q.

suber, Q. coccifera) e subordinatamente l’olivastro (Olea oleaster), mentre fanno par-

te del sottobosco e/o della macchia di degradazione: Pistacia lentiscus, Rhamnus ala-

ternus, Genista morisii, Phillyrea angustifolia, Genista ephedroides, Calycotome spi-

nosa, ecc.

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Le boscaglie e le macchie litoranee ricoprono la fascia costiera, anch’essa

residuata dall’esercizio dell’agricoltura, in cui sono presenti boscaglie o macchie di

degradazione, spesso ridotte a garighe.

Sono presenti in dette formazioni principalmente i ginepri (J.macrocarpa e J. oxy-

cedrus), e fra gli arbusti: Pistacia lentiscus, Phillyrea angustifolia, Genista ephedroi-

des, Calycotome spinosa, Euphorbia dendroides, Thimus capitatus, Stipa ritorta,

Asparagus aphyllus, Cistus monspeliensis, ecc.

Per ulteriori dettagli relativi alla flora esistente nelle aree pascolive e nei terreni

agricoli si rimanda al documento “C”, sezione IV, “Flora e Fauna”, dello Studio di

compatibilità paesistico-ambientale del luglio 1994 a cura di G. Amadori e più

(Allegato n. 46) che si ritiene completo per quanto riguarda l’individuazione delle

specie presenti sia in area vasta sia in quella ristretta.

1.4.1.2 Flora e vegetazione in area ristretta

Si ritiene opportuno far precedere l’analisi e la descrizione della vegetazione

presente all’interno dell’area del p.S.I.C. da alcune importanti considerazioni di ca-

rattere generale, riguardanti gli avvenimenti che storicamente si sono succeduti nel

corso dell’ultimo secolo e hanno interessato il compendio in esame.

In condizioni naturali l’attuale area del p.S.I.C. sarebbe stata completamente rive-

stita da una vera e propria macchia-foresta termoxerofila a predominanza di ginepri,

con rade piante di querce e olivastri, alternata a macchie arbustive primarie in cui so-

no presenti le specie indicate per l’area vasta.

Non avremmo avuto la presenza spontanea di pini mediterranei (Pinus pinea,

Pinus haleppensis, Pinus pinaster), ma la formazione boschiva naturale sarebbe stata

in equilibrio con l’ambiente se l’uomo, con le proprie azioni ripetute costantemente

nel tempo, non ne avesse provocato la quasi completa distruzione.

Nel caso specifico, facendo riferimento agli anni 1955-1957, si è accertato che

tutta la vegetazione naturale era di fatto scomparsa e solo nella fascia costiera, per

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una profondità variabile tra i 30 m e i 150 m circa, erano presenti radi gruppi di

ginepri e arbusti prostrati naturali.

Eravamo di fronte a una vera e propria desertificazione, in quanto ogni forma di

vegetazione erbacea, arbustiva e arborea era praticamente scomparsa ad eccezione di

piante “relitte” che testimoniavano l’ecosistema che era stato distrutto.

Tutta l’area dell’attuale p.S.I.C. era invasa da dune sabbiose in continuo movi-

mento, sospinte dai forti venti di maestrale e di scirocco che minacciavano le colture

agricole retrostanti e che cancellavano ogni forma di ripresa del dinamismo evolutivo

della vegetazione spontanea.

Tale fase di desertificazione era la conseguenza diretta di costanti e graduali azio-

ni antropiche negative attuate in un ambiente ecologicamente difficile e nello stesso

tempo delicato, con equilibri raggiungibili solo con una corretta gestione del ter-

ritorio e con un uso sostenibile delle risorse naturali.

Purtroppo, in passato, questo ecosistema è stato sfruttato costantemente oltre ogni

limite con tagli irrazionali del soprassuolo, con una pesante pressione pascoliva e con

incendi spesso dolosi.

In questa situazione, alla fine degli anni ’50, il Corpo Forestale intraprese una

vasta azione volta principalmente alla stabilizzazione delle dune sabbiose in movi-

mento e alla loro reforestazione con finanziamenti pubblici dell’allora Cassa per il

Mezzogiorno (vedi Allegati n. 14 e n. 15).

Nell’arco del decennio furono interessati dai lavori circa 1.000 ha in cui è stato

possibile reintrodurre un soprassuolo artificiale ad assoluta prevalenza di Pinus pinea

e conservare le rare formazioni naturali poste nella fascia costiera, grazie all’azione

protettiva di una duna artificiale fronte a mare e alla stabilizzazione delle dune del

restante territorio, attuata artificialmente con “siepette morte” e con rinfoltimenti di

essenze, anche estranee all’ambiente.

Nei primi anni ’70 il compendio così rimboschito è stato restituito ai sensi del

R.D.L. 30.12.1923, n. 3267, alla proprietà con l’obbligo di osservare un “piano di

coltura” che prevede di attuare gli opportuni interventi selvicolturali necessari alla

conservazione del soprassuolo originatosi col rimboschimento stesso.

Nel breve tempo i tecnici della società proprietaria si sono resi conto dell’in-

consistenza e inadeguatezza degli interventi imposti con il suddetto “piano di coltu-

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ra”, in quanto, nonostante la loro attuazione, non si riusciva ad evitare la regressione

dell’ecosistema forestale artificiale, caratterizzato da una scarsa dinamica evolutiva.

E’ stato facile capire che dovevano essere attuati interventi selvicolturali più effi-

caci e particolarmente mirati ad incidere positivamente sull’evoluzione del sopras-

suolo, in quanto non sarebbe servito a niente la sola conservazione dello stato

“attuale” della vegetazione presente nel compendio, quale risultava al momento della

restituzione del perimetro rimboschito.

Pertanto, la società proprietaria “Is Arenas s.r.l.”, in accordo con il Corpo Fore-

stale, nell’arco di circa vent’anni (dal 1974 a tutto il 1993) ha attuato a proprie spese

(salvo un limitato contributo una tantum della CASMEZ) un complesso di interventi

colturali e di manutenzione straordinaria che hanno consentito finora di evitare alla

maggior parte del soprassuolo il pericolo di regressione e, in alcune zone più interne,

di accelerare la dinamica evolutiva della vegetazione introdotta (con le prime forme

di rinnovazione naturale del Pinus pinea) e con la reintroduzione spontanea delle bio-

diversità.

Inoltre, su una parte della fascia costiera sono stati eseguiti consistenti lavori stra-

ordinari per la stabilizzazione della duna artificiale, unitamente a interventi colturali

e di risarcimento (aiutati da irrigazioni sperimentali di soccorso) che hanno prodotto

un sensibile miglioramento a tutta la vegetazione presente nella fascia retrodunale,

specialmente nei riguardi dell’accrescimento e della diffusione dei ginepri che risul-

tano le essenze più adatte ecologicamente a quest’area costiera.

Tutto ciò premesso, sono stati eseguiti all’attualità accurati rilievi e accertamenti

(vedi Allegato n. 15), per controllo e aggiornamento dei risultati già ottenuti dagli

studi precedenti, vedi l’Allegato n. 14 e lo Studio di compatibilità paesistico am-

bientale[2], al fine di individuare la superficie e la localizzazione dei diversi habitat

prioritari, di cui all’elenco della scheda allegata al p.S.I.C. (cod. ITB 002228).

[2] Studio datato luglio 1994, redatto dagli ingegneri G. Amadori e A. Stara e dagli architetti G. Pugliese e E. Lai, comprendente lo Studio di Impatto Ambientale e la Verifica di Compatibilità con riferimento al DPCM 27/12/1988, e presentato al Comitato Tecnico dell’Urbanistica della R.A.S. ai sensi dell’art. 9 delle Norme di Attuazione dei Piani Territoriali Paesistici ed approvato con D.P.G.R. 6.08.1998, n. 266.

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Gli accertamenti attuali hanno consentito di redigere la carta tematica della vege-

azione del p.S.I.C. (Allegato n. 2 alla Relazione del Dr. P. Favilli: Allegato n. 15).

In particolare, per quanto riguarda le superfici degli habitat prioritari presenti

nell’area p.S.I.C. di proprietà delle società “Is Arenas s.r.l.”, si sono accertati i se-

guenti valori:

- Habitat delle “Foreste dunari di Pinus pinea”: superficie totale 647.93.40 ha

- Habitat della “Perticaia costiera di ginepri”: superficie totale 28.80.32 ha

Inoltre, l’Habitat “Erbari di Posidonie” è presente nel tratto marino antistante tut-

ta la fascia costiera interessata dal p.S.I.C., su substrato sabbioso a profondità varia-

bili tra 50÷60 cm e 30÷40 m, e ha una superficie stimata di circa 350÷375 ha; tale

habitat non verrà interessato dagli interventi programmati e, oggi, non presenta si-

gnificative alterazioni del passato e/o in atto dovute alla presenza antropica dei

villaggi e camping turistici esistenti nei Comuni di Cuglieri e di Narbolia, localizzati

al di fuori della proprietà delle società “Is Arenas s.r.l.”, ma entro l’ambito del

p.S.I.C. in esame.

Per quanto concerne, infine, gli altri habitat non prioritari elencati nella scheda

degli habitat del p.S.I.C. “Is Arenas” (cod. Natura 2000: 1210, vegetazione annua

delle linee di deposito marine; 5330, tutti in tipi; 2110, dune mobili embrionali;

2120, dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria; 2210,

dune fisse del litorale di Crucianellion maritimae) risultano al di fuori della proprietà

“Is Arenas s.r.l.”, in quanto localizzati nella fascia litoranee compresa tra il cordone

dunale e la spiaggia vera e propria, e non sono interessati dalle azioni dirette e in-

dirette connesse con il progetto del complesso turistico ricettivo-alberghiero.

Nell’ambito delle superfici “a pineta” si evidenziano delle situazioni in cui il suo-

lo e il soprassuolo presentano caratteristiche difformi a seconda delle condizioni eda-

fiche, della morfologia dei luoghi, della distanza dalla costa, ecc., da cui derivano

variazioni anche molto marcate nella densità delle piante, nel loro sviluppo, nello sta-

to vegetativo e nella presenza o meno di uno strato arbustivo e/o erbaceo.

Sulla base dei suddetti accertamenti e rilievi dendrologici si sono potute indivi-

duare quattro classi di pineta (vedi Tabella 1 dell’Allegato n. 15) e la loro distri-

buzione territoriale riportata nella “Carta tematica della vegetazione” dello stesso al-

legato.

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Valutazione d’Incidenza: Relazione generale

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Si deve osservare, comunque, che la localizzazione delle classi di pineta in realtà

è molto varia e spesso non uniforme, interrotta da tratti più o meno ampi di pineta ap-

partenente ad altre classi; pertanto, la suddetta cartografia riporta la localizzazione

della classe maggiormente rappresentata.

L’habitat “Perticaia costiera di ginepri” è localizzato nella fascia costiera retro-

stante la duna artificiale, per tutto il fronte a mare della proprietà delle società “Is

Arenas s.r.l.”.

Gli interventi colturali più significativi sono stati realizzati su una parte di tale fa-

scia ma, avendone constatata l’efficacia, saranno gradualmente estesi a tutto l’habi-

tat per favorire l’accrescimento dei ginepri esistenti e la loro diffusione, anche arti-

ficiale, con l’ausilio di tecniche mirate.

Nella precitata cartografia della vegetazione sono state incluse in questo habitat

anche limitate aree con radi ginepri e essenze arboree impiantate artificialmente (pi-

ni, acacie, tamerici ecc.) ma che presentano una spiccata vocazione alla restaurazio-

ne dell’habitat a ginepri, essendo questa l’unica specie arborea che dimostra migliori

capacità di affermazione, di sviluppo e di diffusione (anche artificiale).

Sulla base delle indagini e dei rilevamenti eseguiti per lo studio forestale, e dell’

esame dei progetti esecutivi riguardanti il complesso turistico ricettivo-alberghiero,

comprensivo del campo da golf e relative strutture e infrastrutture (descritti in modo

particolareggiato nei precedenti paragrafi 1.1 e 1.2), sono state elaborate le Tabelle

riportate nell’Allegato n. 16 e di seguito riepilogate:

- Tab. N.1 - Distribuzione degli habitat e delle superfici d’intervento nell’areale E1

- Tab. N.2 - Distribuzione degli habitat e delle superfici d’intervento nell’areale E2

- Tab. N.3 - Distribuzione degli habitat e delle superfici d’intervento nell’areale E3

- Tab. N.4 - Distribuzione degli habitat e delle superfici d’intervento nell’areale E4a

- Tab. N.5 - Distribuzione degli habitat e delle superfici d’intervento nell’areale E4b

- Tab. N.6 - Distribuzione degli habitat e delle superfici d’intervento nell’areale E5

- Tab. N.7 - Distribuzione degli habitat e delle superfici d’intervento nell’areale E6

- Tab. N.8 - Distribuzione degli habitat e delle superfici d’intervento nell’areale E7

- Tab. N.9 - Distribuzione degli habitat e delle superfici effettivamente sottratte al

bosco dal circuito dei campi da golf

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- Tab. N.10 - Distribuzione degli habitat, fuori del perimetro degli areali e

dei circuiti dei campi da golf, e superfici d’intervento nell’area della lottizzazione

convenzionata

- Tab. N.11 - Quadro sinottico degli interventi e delle relative superfici, con

riferimento ai diversi habitat nelle loro percentuali riferite alle superfici totali sia

della lottizzazione convenzionata sia dell’area p.S.I.C. di proprietà

- Tab. N.12 - Quadro sinottico delle superfici sottratte agli Habitat dagli interventi

sia eseguiti sia programmati, con indicazione della stima del numero di piante da

tagliare nell’area p.S.I.C. di proprietà.

Nelle Tabelle N. 1÷8, sono identificate le superfici dei vari areali, oggetto d’in-

terventi edificatori, e le superfici sottratte ai diversi habitat sia dalle opere e infra-

strutture esistenti sia dagli interventi futuri previsti.

Nella Tabella N. 9, relativa al circuito dei campi da golf (16,27 ettari), sono

evidenziate le superfici effettivamente sottratte alla pineta e alle radure, al netto di

quelle già utilizzate per la viabilità preesistente e per aree rimboschite ex novo e

restituite alla pineta stessa; in particolare si osserva che il campo da golf a 18 buche

ha occupato una superficie complessiva di solo 13,66 ha nell’area del p.S.I.C., di

cui 9,16 ha sono stati sottratti alla pineta di classe 2, e 4,50 ha alle radure

rilevanti; inoltre, 2,21 ha sono stati interamente rimboschiti e restituiti alla pineta

e 0,39 ettari circa sono rappresentati da viabilità preesistente realizzata ante 1992.

Nella Tabella N. 10 è riportata la distribuzione degli habitat, interessati dagli in-

terventi nell’area della lottizzazione convenzionata, ma fuori del perimetro degli

areali e dei circuiti dei campi da golf.

La Tabella N. 11 contiene il quadro sinottico degli interventi e delle relative

superfici, con riferimento ai diversi habitat, e le loro percentuali riferite alle superfici

di lottizzazione convenzionata e al p.S.I.C. di proprietà. Dalla stessa tabella si evince

che la superficie totale di p.S.I.C. di proprietà è pari a 742,75 ettari circa, di cui

solo 40,72 ettari circa (pari al 5,48% del totale) sono interessate dal programma

d’in-terventi; pertanto, risulta che il 94,52% di tutto il p.S.I.C. di proprietà resterà

indisturbato; se, invece, ci si riferisce all’intera superficie del p.S.I.C. Is Arenas di

1.425 ettari circa (al netto della superficie marina di 375 ettari, riguardante gli

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erbari di posidonie) si ottiene che l’area interessata dagli interventi è pari a solo il

2,86% e, quindi, la parte indisturbata è del 97,14% dell’intero p.S.I.C..

Nella tabella N.12 è rappresentato il quadro sinottico delle superfici effet-

tivamente sottratte agli habitat dagli interventi già realizzati e da quelli da realizzare,

con indicazione anche delle piante già tagliate e della stima di quelle da tagliare nell’

area del p.S.I.C. di proprietà. Dall’esame della tabella appare evidente che la supe-

rficie effettivamente sottratta all’habitat pineta ammonta complessivamente a

22,04 ettari circa, pari al 3% della superficie di pineta del p.S.I.C. di proprietà che,

se riferita all’intera superficie di pineta all’interno del p.S.I.C. (pari a circa 1.000

ettari) risulta pari al 2,20% circa; inoltre si rileva che la pineta di 4a classe, avente

una superficie di 57,25 ettari (all’ interno della proprietà Is Arenas), non è affatto

interessata da alcun intervento di lottizzazione, trattandosi di un soprassuolo in con-

dizioni precarie (vedi Allegati n.15 e n. 20), ma anzi sarà oggetto di particolari

interventi colturali atti a favorirne la conservazione.

L’habitat a perticaia di ginepri sarà interessato da trascurabili interventi

edificatori (punti d’appoggio alla balneazione) pari a 534 m2 di superficie coperta

che rappresenta lo 0,008% della superficie di proprietà del p.S.I.C., e lo 0,39%

dell’habitat medesimo.

Dalla stessa tabella si evince che il numero stimato di piante tagliate e da tagliare

ammonta a circa 8.635 nella pineta, di cui 4.473 effettivamente già tagliate per la

realizzazione del circuito golfistico e delle relative infrastrutture e pertinenze, così

come risulta dai verbali della Forestale; tali piante sono state già abbondantemente

controbilanciate dalla piantagione di circa 45.000 piantine di pino, che hanno inte-

ressato una superficie ragguagliata di rinfoltimento di 4,5÷5,0 ha.

Il completamento della lottizzazione comporterà, pertanto, al massimo il taglio

di soli 4.418 pini (su un totale di pini stimati presenti nell’area di proprietà di

300.992) che saranno controbilanciati, anche in questo caso abbondantemente,

con mirate azioni di rinfoltimento a Pinus pinea.

Le tabelle sopra descritte, unitamente alle caratteristiche ambientali del p.S.I.C. e

al tipo di azioni dirette e indirette ascrivibili all’intervento di lottizzazione in esame,

sono state utilizzate per l’elaborazione delle matrici di stima delle incidenze, oggetto

del Capitolo 2 della presente relazione.

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1.4.2 PAESAGGIO E AMBIENTE

Per quanto concerne il paesaggio tipico dell’ambiente in area p.S.I.C., le sue

configurazioni ante e post intervento programmato sono state esaurientemente stu-

diate e simulate in alcuni documenti dell’Allegato 46 (Studio di compatibilità pae-

sistico-ambientale, datato luglio 1994, redatto dagli ingegneri G. Amadori e A. Stara

e dagli architetti G. Pugliese e E. Lai, comprendente lo Studio di Impatto

Ambientale e la Verifica di Compatibilità con riferimento al DPCM 27/12/1988, e

presentato al Comitato Tecnico dell’Urbanistica della R.A.S. ai sensi dell’art. 9 delle

Norme di Attuazione dei Piani Territoriali Paesistici ed approvato con D.P.G.R.

6.08.1998, n. 266) e, in particolare, nel Documento B – Analisi del paesaggio, nel

Documento C, sez. II – Ambiente in area vasta, nel Documento C, sez. III –

Paesaggio di area vasta e nel Documento C, sez. I – Ambiente ristretto all’area

degli interventi.

Infatti, in tali documenti sono analizzate le componenti del paesaggio sia in area

vasta sia in area ristretta, come anche gli elementi caratteristici del paesaggio in cam-

po breve e in campo lungo, tenendo conto fondamentalmente che il “paesaggio è

apprezzabile e, quindi, valutabile non solo in quanto percepibile, ma mag-

giormente in quanto fruibile, ricreativo ed utile”.

In particolare, nel Documento C - sez. II è presentata una completa docu-

mentazione fotografica sull’ambiente di area vasta, da cui emerge che “la zona in-

teressata presenta una complessità unica nel suo genere, trattandosi di un ambito

con caratteristiche disomogenee che vanno dall’ecosistema lagunare a quello dell’

ecosistema del litorale sabbioso e dunale, dall’ecosistema della pianura a quello

collinare, per finire con quello montano dominato dal “Montiferru”.

All’interno di questi sistemi si collocano gli interventi antropici più significativi,

anche se devastanti sotto il profilo paesistico-ambientale, quali quelli di "Putzu Idu",

"Mandriola", "Sa Rena Scoada" in comune di San Vero Milis o "Santa Caterina" e

"S'Archittu" in comune di Narbolia e di Cuglieri, o la dispersa urbanizzazione agri-

cola nelle zone di pianura che interessa le dune e si estende nelle prime fascie col-

linari.

Nell'ecosistema litorale e dunale esiste per oltre mille ettari l’impianto di fore-

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Valutazione d’Incidenza: Relazione generale

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stazione di "Is Arenas", in gran parte gestito dalla Società "Is Arenas" e, per un

terzo circa, dall' E.R.S.A.T.

L'impianto di forestazione artificiale, creato per la fissazione del sistema dunale,

rappresenta ancora un patrimonio forestale di indubbio valore ambientale intrin-

seco, di scarsa potenzialità produttiva se pensata esclusivamente alla commer-

cializzazione del legnatico, di elevati costi di mantenimento e di elevato rischio da

eventi da incendio mentre consente una addizionale produttiva considerevole nel

caso di una contenuta utilizzazione a fini turistici.

D'altra parte l'analisi d'area vasta ha consentito di trarre la conclusione che

nelle zone limitrofe l'azione antropica nell'ambiente, se non meditata e preven-

tivamente programmata nel rispetto delle componenti ambientali presenti nell'area

interessata dall'intervento, determina nello stesso un'azione distruttiva.

La mancanza di una preventiva valutazione dell'ecosistema ambientale provoca

conseguenze ed impatti spesso negativi nell'area, tali che gli interventi dell'uomo,

alterando lo stato dei luoghi (foto pagine 2-3-5-9-10-11-21-23-24-25 ), ne compro-

mettono quasi sempre l'equilibrio sistemico.

Il sistema complessivo dell'ambiente si presenta, allo stato attuale, in una

condizione di sofferenza che rischia di diventare patologica in quanto se da una

parte si può affermare che la persistenza della utilizzazione agricola del territorio

costituisce un elemento di continuità, tale attività comporta oneri eccessivi rispetto

ai benefici reali se si escludono le incentivazioni e le sovvenzioni concesse.

Tuttavia l'organizzazione della produzione agricola può essere valutata po-

sitivamente, anche sotto il profilo ambientale, a condizione che si attivi una do-

manda localmente apprezzabile che consenta di potenziare 1'offerta nel senso di un

più razionale sfruttamento delle risorse e mirata ad una più attenta salvaguardia dei

valori paesistico-ambientali”.

Per quanto riguarda, invece, il paesaggio di area vasta documentato fotografica-

mente nel Documento C - sez.III, è risultato che: “le parti di territorio dell'area va-

sta, vista sotto il profilo paesaggistico, attraverso le rappresentazioni fotografiche,

mettono in evidenza le diverse situazioni determinate dagli eventi naturali e da quelli

antropici. Le sequenze fotografiche (foto pagine 4-7-9-10-11-12-15-16) evidenziano

come gli eventi naturali quali il vento, le maree, la crescita di essenze autoctone e la

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Valutazione d’Incidenza: Relazione generale

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presenza di un certo tipo di fauna che trova un "habitat" ideale, modificano e

modellano l'ambiente trovando un equilibrio che non ne altera le componenti.

In contrapposizione la presenza e l'intervento dell' uomo non sempre è rispettoso

del contesto ambientale in cui opera o si muove.

Le azioni antropiche alterano spesso i valori paesistici preesistenti sino a

distruggerli in modo irreversibile (foto pagine 5-9-10-13-14) mentre, se gli interventi

sono assistiti da un'adeguata opera di manutenzione e programmati nel tempo (foto

pagine 1-2-3-5-16-17), si può riscontrare una sinergia tra le componenti paesistiche

e l'utilizzazione produttiva del territorio.

Il territorio d'area vasta, sotto il profilo paesaggistico, presenta una complessità

formale che trova riscontro nella molteplicità delle componenti ambientali che ne

formano la matrice di lettura.

Lo spazio, visualmente percepibile nelle diverse situazioni sia in campo lungo

che in campo breve, si presta ad una interpretazione composita sollecitando, di volta

in volta, sensazioni diverse indipendentemente dal grado di antropizzazione anche se

talvolta, come evidenziato dalle foto, l'intervento dell'uomo contribuisce ad alterare

le componenti ambientali.

Rispetto all'area oggetto dell'intervento di forestazione "Is Arenas" nell'area

vasta si apprezzano areali differenti che vanno dalla zona collinare alla zona di

pianura con differenti gradi di antropizzazione cui corrispondono visuali e profili

diversi.

Particolare significato paesaggistico riveste l'area lagunare ed in particolare lo

Stagno di "Sale 'e Porcus" che, per la presenza di una avifauna composita e

soprattutto per le colonie dei "fenicotteri rosa", costituisce un compendio particolare

di rilevanza scientifica”.

Circa l’ambiente ristretto all’area oggetto degli interventi la documentazione

fotografica, di cui al Documento C – sez. I, mostra che “l'intervento dell'uomo nel

contesto ambientale, se ragionato, programmato e soggetto ad un costante controllo,

diviene costruttivo (foto pagine 1-2-3-4 ).

L'intervento di diradamento e di sostegno effettuato dalla Società "Is Arenas"

nella pineta ha comportato un arricchimento della flora esistente e un possibile

recupero della vegetazione autoctona.

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Valutazione d’Incidenza: Relazione generale

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Nel contempo è stata realizzata la rete viaria in parte riprendendo le sedi preesi-

stenti nel rispetto della vegetazione (foto pagine 6-7-8-9-).

Il compendio è servito dalle infrastrutture indispensabili quali la rete idrica (foto

pagine 7-32), la postazione con rete antincendio (foto pagine 10-11) ed il centro

operativo (foto pagine 19-20-21-22-23-24)

Nell'area dunale, la società "Is Arenas", per creare elementi di contrasto agli

agenti eolici, ha realizzato barriere ottenute con l'accumulo di terra e sabbia

stabilizzate con essenze autoctone (foto pagine 31-32) e con palizzate di chiusura

(foto pagina35).

Il campo sperimentale di golf, con i rispettivi percorsi, trova la sua ubi-

cazione nelle radure e nelle zone di scarsa vegetazione. I percorsi fungono anche da

fascia tagliafuoco (foto pagine 12-13-14-15-16-17).

Nel complesso, con operazioni di scavi e riporti, costipamento di materiali

aggreganti e impermeabilizzanti per la preparazione del fondo, sono stati realizzati

laghetti artificiali (foto pagine 25-26-27-28-29-30).

La fascia retrodunale, dopo l'operazione di bonifica, ha evidenziato la presenza

di ginepri. La zona è servita da un impianto di irrigazione (foto pagine 33-34).

In via sperimentale, sono state trapiantate essenze autoctone non presenti nella

zona (foto pagine 37-38).

Le sequenze fotografiche evidenziano le varie fasi operative dall'impianto della

pineta alla sperimentazione di un potenziale e diverso sviluppo produttivo che trova

nel centro operativo e nel campo sperimentale da "golf” la sua concreta espressione

formale ed ambientale.

L'estensione di questo potenziale in un area più vasta, sempre nel rispetto delle

componenti naturali esistenti e di una possibile evoluzione vegetativa, consente l'as-

sorbimento degli elevati costi di gestione, il miglioramento della qualità dell'

ambiente del compendio e un possibile sviluppo dell'economia locale con gli effetti

diretti ed indotti che le azioni programmate dalla Società "Is Arenas" promuo-

vono sia in termini di occupazione che di reddito”.

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1.4.3 LA FAUNA

In base allo stato delle attuali conoscenze e in seguito agli accertamenti e rilievi

attuati nell’ambito del p.S.I.C. si sono accertate le presenze faunistiche del com-

prensorio sia in area vasta sia in area ristretta riguardante, in particolare, la proprietà

delle società Is Arenas.

Le analisi suddette conducono anche a valutazioni che riguardano le incidenze

determinate dalle azioni già realizzate e da quelle progettate (nonché le attività della

futura gestione del compendio in esame da parte delle società Is Arenas), che avran-

no sulle comunità faunistiche gravitanti nella Z.P.S. “Sale e Porcus” designata ai sen-

si della Direttiva 74/409/CEE ITB 034007 (che non comprende lo stagno Is Benas) e

nel p.S.I.C. “Stagno di Putzu Idu” (cod. ITB 00038) anche se tale sito non confina

con il p.S.I.C Is Arenas ITB 002228.

Si fa rilevare, inoltre, che l’inserimento della pineta Is Arenas nell’omonimo sito

p.S.I.C., già citato, è avvenuto per un prevalente interesse “botanico generale”, come

risulta dalla relativa scheda che non evidenzia motivi di interesse zoologico generale

e non indica il sito quale possibile area di importanza comunitaria per gli uccelli.

In particolare sono stati eseguiti due studi specialistici, di cui:

• a) l’uno a cura del Dr. Alberto Sorace (Allegato n. 17), svolto su incarico

della Federazione Italiana Golf, all’interno della procedura di certificazione

per la manu-tenzione ecocompatibile e sostenibile a lungo termine nel quadro

del Programma di Manutenzione Ambientale “Impegnati nel Verde”,

coordinato e diretto dalla Euro-pean Golf Association Ecology Unit, a cui la

società Is Arenas s.r.l., con l’Asso-ciazione Sportiva Is Arenas Golf &

Country Club, ha volontariamente aderito (vedi Certificato di Adesione:

Allegato n. 21). Tale studio esamina in maniera specifica le interferenze che

la costruzione e la gestione del campo da golf hanno prodotto sulla fauna e,

più precisamente, con esso sono stati investigati tre aspetti principali:

• 1) verificare se in un’area in cui si sviluppa un campo da golf, siano presenti

specie di interesse conservazionistico, poiché queste specie trarrebbero

beneficio dai divieti vigenti al suo interno, tipo quello che proibisce l’attività

venatoria o quello di transito per i non giocatori;

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• 2) comparare la ricchezza e l’abbondanza faunistica della zona del percorso

di golf con quella di aree contigue con uso simile del suolo, per valutare

l’impatto della realizzazione del circuito golfistico sulla composizione delle

comunità animali;

• 3) evidenziare quali caratteristiche del percorso di golf favoriscono o no la

pre-senza della fauna;

• b) l’altro a cura del Dr. Carlo Dettori, presidente della L.I.P.U. di Oristano,

(composto di due parti: Allegato n. 18a e Allegato n. 18b), su incarico della

Is Arenas s.r.l.; tale studio analizza e valuta le incidenze positive e negative

che la realizzazione e la gestione del complesso turistico ricettivo-

alberghiero, compren-sivo del circuito del golf, possono produrre in ambito

faunistico, comparando, altresì, la zona di pineta dell’ERSAT, non interessata

da alcun intervento di sviluppo turi-stico-sportivo e sulla quale finora non

sono state operate efficaci azioni di manu-tenzione selvicolturale che possano

garantirne la salvaguardia e la conservazione de-gli habitat, con la più vasta

area di proprietà delle società Is Arenas, comprendente sia i 226 ha circa

oggetto degli interventi programmati in esame sia i 517 ettari circa, non

interessati dall’iniziativa turistica ricettivo-alberghiera con annessi circuiti

golfistici, ma sui quali le stesse società proprietarie svolgono da molti anni

impor-tanti e mirate azioni di salvaguardia degli habitat.

Per quanto riguarda l’area di indagine e le metodologie utilizzate dal Dr. A. Sorace

per il suo studio, oltre ai dati raccolti con i metodi “standardizzati” (vedi paragrafo

“Area di Studio e Metodi”, a pag. 3 dell’Allegato n. 17) sulla base dei rilevamenti

effettuati in quattro periodi:

- dal 27 febbraio al 2 marzo 2001

- dal 31 maggio al 3 giugno 2001

- dal 3 al 7 settembre 2001

- dall’11 al 14 dicembre 2001

sono state effettuate delle escursioni sul territorio al fine di avvistare le specie più

elusive. In particolare, sono stati eseguiti censimenti sulla fauna e rilevamenti perio-

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dici per raccogliere dati sulla presenza di uccelli nidificanti, svernanti e in migra-

zione.

I rilievi eseguiti nei vari periodi (periodo riproduttivo, periodo di svernamento,

periodo delle migrazioni e attività di inanellamento) hanno consentito di rilevare le

variazioni nella composizione della fauna e della microtereofauna dell’area (vedi Al-

legato n. 17, pagg. 8÷34).

Si fa presente che durante i censimenti ornitici lungo il percorso da golf sono

state rilevate le specie in alimentazione, per terra, su rough, fairway (includendo in

questa categoria green e tee) e in zone limitrofe. I dati ottenuti sono stati elaborati

successivamente per ottenere informazioni sui seguenti parametri delle comunità

ornitica:

- ricchezza (S), ossia il numero complessivo di specie campionate;

- abbondanza (A),

- numero degli individui registrati per stazione d’ascolto;

- numero di specie dominanti, cioè numero di specie in cui la frequenza relativa

(fi) > 0,05 (Turcek, 1956; Oelke, 1980);

- diversità delle specie (H) (Shannon & Weaver, 1963);

- equiripartizione (J) (Lloyd & Ghelardi, 1964; Pielou, 1966);

- % di non-Passeriformi, espresso come percentuale di specie non appartenenti

all'ordine dei Passeriformi sul totale di specie censite.

Per i micromammiferi si è applicato l’indice di valutazione ambientale, basato sul

livello trofico delle prede (Contoli 1980):

- V = Insettivori/Roditori che aumenta con la qualità ambientale, in quanto gli

Insettivori risentono maggiormente di alterazioni ambientali tipo inquinamento da

prodotti chimici (Contoli 1981, Sorace 2001).

I confronti tra più di due ambienti sono stati effettuati mediante il Kruslal-Wallis

ANOVA test, mentre quelli tra coppie di ambienti mediante il Mann-Witney test.

I confronti tra le abbondanze e le ricchezze di animali in alimentazione in siti

diversi lungo il percorso di golf sono stati effettuati mediante il Friedman ANOVA

test per i confronti tra più di due categorie e mediante il Wilcoxon test per i confronti

a coppie (Siegel 1980).

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I confronti tra le abbondanze dei micromammiferi in differenti stagioni sono stati

effettuati con il χ2 con la correzione di Yates dove necessaria.

Le analisi statistiche sono state effettuate mediante il programma Statistica per

Windows.

Parallelamente alle indagini sulle comunità ornitiche, sono stati raccolti dati sulle

presenze d’alta specie di vertebrati (anfibi, rettili e mammiferi) attraverso analisi di-

rette (osservazione sul campo) e indirette (reperimento di tracce). In particolare per

quanto riguarda i mammiferi, la raccolta e analisi delle borre di Barbagianni è stata

utilizzata per avere un quadro abbastanza completo della composizione qualitativa

delle comunità di micromammiferi dell'area (Cfr. Contoli 1980, Sorace 2001).

Nello studio sono state considerate specie di interesse conservazionistico quelle:

• inserite nell’Allegato I della Direttiva del Consiglio europeo 79/409/CEE "con-

cernente la conservazione degli uccelli selvatici";

• incluse nell’Allegato II della Direttiva del Consiglio europeo 92/43/CEE "relativa

alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna

selvatiche";

• inserite nelle categorie 1-3 delle Specie Europee di Uccelli di Interesse Conser-

vazionistico o Species of European Conservation Concern (SPEC) (Tucker and

Heath, 1994);

• incluse nella Libro Rosso degli Animali d'Italia (Bulgarini et al. 1998);

• inserite nella Lista Rossa degli Uccelli della Sardegna (Schenk 1980).

Per l'ordine sistematico e la nomenclatura dei diversi gruppi di vertebrati, escluso

gli uccelli, si è seguito il lavoro di Amori et al. (1993), mentre per gli uccelli si è fatto

riferimento a Brichetti e Massa (2000).

Lo studio evidenzia che l'area del campo da golf è distante diversi chilometri

dall'area delle zone umide di interesse conservazionistico di Sale Porcus (ZPS JTB

034007) e degli stagni di Putzu Idu (SICP ITB 002228).

Infatti, le due aree sono separate da campi agricoli e da una strada provinciale

e, pertanto, non emergono relazioni dirette tra le specie tipiche di queste due zone

umide e il percorso di golf, anche tenendo conto del fatto che l'area del campo da

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Valutazione d’Incidenza: Relazione generale

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golf è interessata alla presenza quasi esclusiva di specie di ambito forestale prive di

evidenti legami ecologici con quelle delle zone umide.

Un discorso analogo si può fare per lo stagno di Is Benas separato da circa due

chilometri di pineta dai campi da golf di Is Arenas.

In virtù di queste considerazioni il Dr. A. Sorace non ha effettuato rilevamenti

della fauna degli stagni di Sale Porcus, Putzu Idu e Is Benas perché priva di legami

rilevanti con quella presente nella zona del percorso di golf.

• Per quanto concerne, invece, lo studio del Dr. C. Dettori, esso è stato svolto

in due fasi a partire dagli ultimi mesi del 2000 fino al mese di ottobre del

2001.

Preliminarmente alle indagini e ai rilievi sono stati ricercati:

- i dati storici disponibili relativi alla presenze generali delle specie faunistiche ti-

piche dell’ecosistema interessato, con l’obbiettivo di poter valutare il grado di al-

terazione dell’ambiente nel tempo;

- i dati di presenze di altre specie non tipiche per gli ecosistemi ristretti, al fine di

poter trarre ulteriori indicazioni e valutazioni sui complessi rapporti delle comu-

nità selvatiche limitrofe gravitanti e dunque potere ipotizzare valori faunistici nel

contesto territoriale generale (particolarmente le condizioni di continuità fau-

nistica).

Sono state individuate, per quanto possibile, tutte le classi sistematiche raggrup-

pate nei vertebrati (pesci, anfibi, rettili, uccelli e mammiferi), poiché occupando gli

anelli terminali della catena trofica, possono fornire un quadro attendibile degli equi-

libri ecologici dei siti.

L’avifauna, in particolare, rappresenta un indicatore più sintetico e facilmente

utilizzabile rispetto agli altri gruppi di animali per un riferimento ecologico sulle co-

munità biologiche terrestri.

• Anche le analisi effettuate dal Dr. C. Dettori confermano l’assenza di impatti

delle attività svolte ad Is Arenas sulle comunità faunistiche gravitanti

nell’area vasta e, in particolare, nella Z.P.S “Sale e Porcus”, designata ai

sensi della Direttiva 79/409/CEE, cod. ITB 034007 (che non comprende lo

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stagno di Is Benas), e sul p.S.I.C. Stagni di Putzu Idu, cod. I.T.B. 00038, che

non confinano con il sito p.S.I.C. Is Arenas, cod. ITB 002228.

• Circa l’area ristretta, costituita dal complesso forestale di Is Arenas, essa è

stata ripartita, funzionalmente agli obiettivi della ricerca, in tre comparti di

differenti caratteristiche:

- Comparto "A", di proprietà privata della Is Arenas S.r.L in Comune dì San

Vero Milis. con una superfìcie di circa 530 ha;

- Comparto "B" II comparto, di proprietà privata delle diverse società Is Arenas.

in Comune di Narbolia. con una superficie di circa 220 ha;

- Comparto "C" Zona. a Nord. di proprietà ERSAT per circa 150 ha, cui seguono

ulteriori superfici, sempre a pineta, in parte adibita a campeggi, e a insediamento

residenziale.

Sulla base di tale suddivisione è stata effettuata la valutazione sullo sviluppo

delle comunità faunistiche insistenti nei rispettivi ambiti d'influenza.

I risultati della dinamica evolutiva delle comunità faunistiche possono, infatti,

essere osservati in condizioni di evoluzione spontanea (ma non naturale) nel

comparto "C" e raffrontati a quelli risultanti dalle condizioni ambientali in cui si è

attuato uno sviluppo gestito (anche questo evidentemente non naturale) come,

appunto, nei comparti "A" e "B".

• I dati della "tabella a" del precitato studio di C. Dettori, di seguito riportata,

forniscono una indicazione per la comunità faunistica gravitante nel

Comparto "C".

• Si tratta di una comunità recente semplificata e solo relativamente

specializzata.

Tabella a

GRUPPO ZOOLOGICO

N° SPECIE REGISTRATE NELL'INTERA

AREA

N° SPECIE REGISTRATE

NEL OMPARTO "C"

PERCENTUALE DI

RAPPRESEN- TATIVITA'

ITTIOFAUNA 2 0 0 ERPETOFAUNA 10 5 50% AVIFAUNA 69 28 41% MAMMOFAUNA 9 8 89%

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Per contro, nel comparto "B" è stato rilevato che l'impianto sportivo realizzato e,

in modo particolare, il percorso golfistico (da tempo attuato e in esercizio con siste-

matica frequentazione antropica, che si snoda all'interno della pineta con una lar-

ghezza media di 50 m entro la zona boscata circostante) ha consentito alcune ulte-

riori opportunità alla fauna.

Il percorso di golf che, nella parte interna alla pineta circoscrive ad anello

un'ampia zona (oltre 50 ettari) di foresta, non suscettibile di interventi insediativi,

rappresenta una sorta di oasi in cui è vietata la caccia (L. R. n. 23/98).

L’elenco delle specie che costituiscono la comunità faunistica esistente fanno

rilevare che siamo in presenza di una popolazione faunistica semplificata (parrebbe

questa l’area dell’intero Sinis col minor numero di specie) ed in buono stato di salute

(contingenti numerici apparentemente elevati e buona presenza di predatori).

La comunità faunistica presente (vedi Allegato n. 18a) è suscettibile di poten-

ziamento in relazione all’appartenenza ad una più vasta area, situata in un com-

prensorio geografico a cavallo tra il Montiferru ed il Sinis che svolge funzioni di

habitat di sosta e di alimentazione di uccelli appartenenti a comunità differenti.

Risulta che l’area del p.S.I.C., considerata complessivamente, non è straor-

dinariamente ricca di specie. Ciò in accordo al fatto che le pinete e gli ambienti aperti

a causa della loro bassa diversità strutturale presentano, in genere, popolamenti

ornitici meno ricchi di altre forme di vegetazione (boschi e foreste di latifoglie).

L’area della pineta limitrofa al percorso golfistico è più ricca di specie ornitiche

ed ha una maggiore abbondanza di individui rispetto all’area della pineta che non ha

subito modificazioni significative.

Nella seconda parte dello studio (Allegato n. 18b), datato 3 Ottobre 2001, il Dr.

C. Dettori ha effettuato valutazioni relative alla dinamica faunistica nel comprensorio

di Is Arenas in riferimento alla realizzazione di quanto previsto dall’Accordo di Pro-

gramma del 09.06.1997.

Tali valutazioni tengono conto di:

• valutazioni e controlli sul campo connesse con quanto già realizzato ed in

esercizio (percorsi di golf, edifici di servizio, infrastrutture varie etc.); esse si

basano sulla caratterizzazione faunistica contenuta nell’Allegato 18a, “Consi-

derazioni sulla dinamica faunistica nell’area di Is Arenas” di C. Dettori (18

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Valutazione d’Incidenza: Relazione generale

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Aprile 2001) e “Contributo alla conoscenza ornitologica della pineta di Is

Arenas” di A.Sorace, C.Dettori e M.Visentin (in print);

• determinazioni stabilite con l’Ispettorato Forestale di Oristano in data 12 Aprile

1996, in particolare per le superfici utilizzabili per le realizzazioni.

La metodologia seguita si basa principalmente su due punti:

1. utilizzo dei dati preesistenti e disponibili sia sull’area vasta, sia sulle aree parti-

colari del sito;

2. dati di rilevamenti di verifica e conferma, successivi ai primi, effettuati nell’ulti-

mo anno, controlli faunistici sul campo, confronto delle informazioni possedute,

in modo da disporre di una conoscenza componentistica sufficientemente signifi-

cativa.

Nell’acquisizione delle informazioni necessarie si sono seguiti criteri compatibili

con le risorse disponibili (tempi e strumenti) e con le metodologie di analisi faunisti-

ca.

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1.4.4 IL SUOLO

Gli studi specialistici (Allegati n. 14 e n. 15) confermano che la struttura preva-

lente del suolo presente in tutta l’area del p.S.I.C. è costituita da un complesso di du-

ne sabbiose, originariamente mobili e stabilizzate con gli impianti forestali succe-

dutisi nel tempo.

Trattasi di terreni calcarei sabbiosi caratterizzati granulometricamente da una per-

centuale di sabbia grossa del 60÷70%, di sabbia fine del 25÷35%, di limo in tracce

(pari allo 0,5%) e di argilla in scarsa quantità (pari al 3,5%). Il pH, si mantiene

sempre basico, ed è compreso tra 7,9÷8,7.

Nel compendio possono trovarsi, sepolti a profondità variabili, suoli con elevato

contenuto sabbioso (fino al 70%) di sostanze organiche, quali relitto dell’antica co-

pertura climax.

L’altimetria del proposto S.I.C. è così definibile:

• dopo la fascia litoranea, profonda dai 30 ai 60 metri si eleva la duna costiera at-

tualmente di prevalente origine artificiale (realizzata con i rimboschimenti e che

si presenta in vari tratti -localizzati all’esterno dei terreni di proprietà delle so-

cietà Is Arenas s.r.l.- in precarie condizioni di conservazione) che deve essere

continuamente mantenuta con l’intervento dell’uomo; tale duna può raggiungere i

6÷7 metri s.l.m.;

• la retroduna presenta quote variabili da 1 metro a 6 ÷7 metri;

• all’interno del proposto S.I.C. di competenza delle società proprietarie la quota

massima del terreno sul livello del mare non supera i 28 metri;

• le depressioni nel sistema delle dune (con quote da 1 a 9 metri) derivano da

originari ristagni di acqua (assorbiti dalla pineta) provenienti da mareggiate in

assenza, all’epoca, della duna “artificiale” costiera.

Lo spessore delle dune è generalmente molto elevato, e solo in alcuni tratti è de-

bole, e le medesime poggiano su formazioni calcaree del MIOCENE.

Sotto l’aspetto fisico, oltre alla mancanza di struttura, sono da evidenziare la

permeabilità, l’eccesso di drenaggio e, quindi, le modeste quantità di acqua utile per

la vegetazione.

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Sotto l’aspetto chimico–nutrizionale il sistema dunale risulta assai povero per

quanto riguarda il fosforo, il potassio, l’azoto ed i microelementi.

La copertura a prevalenza di pini ha prodotto buone quantità di sostanza organica

peraltro scarsamente alterabile e di poco effetto sulla fertilità complessiva.

L’effetto dei diradamenti operati dalle società Is Arenas s.r.l. ha prodotto, in que-

sti ultimi anni, una maggiore alterazione della biomassa, in quanto sono state sparse

sul suolo le ramaglie debitamente cippate che hanno sicuramente prodotto un leggero

miglioramento della fertilità del suolo.

Tali operazioni hanno determinato, come illustrato più diffusamente al paragrafo

1.4.1, una sensibile diffusione di essenze indigene (ginepri, lentischi, filliree, ecc.) e

in vari tratti rinnovazione naturale del pino domestico. L’incremento delle essenze

indigene raggiunge l’obiettivo della biodiversità e migliora la fertilità del suolo.

Anche la perizia del Prof. Dr.Angelo Aru del Dipartimento di Scienze della Terra

dell’Università di Cagliari et altri (Allegato n. 14), del 1994, conferma che:

“l’impianto della pineta nel compendio immobiliare de Is Arenas s.r.l. ha avuto

come scopo principale quello della stabilizzazione delle dune, attraverso una

sistemazione con fascina e successiva piantagione, con prevalenza di pino do-

mestico. I risultati di tale impianto sono evidenti almeno sino ad oggi. Nel caso della

pineta della soc. Is Arenas appare evidente anche la buona gestione di questi ultimi

anni, tenute presenti le caratteristiche pedologiche delle dune. Queste, infatti, sono

caratterizzate da una percentuale di sabbia prossima al 100%, mentre solo una pi-

ccola parte è composta da ossidi e argille o debolissime percentuali di sostanza

organica. Possono trovarsi suoli sepolti con elevato contenuto in sostanze orga-

niche, quale relitto di antiche coperture .….. Sull’evoluzione del suolo hanno im-

portanza fondamentale le specie indigene. Per questo devono essere favorite e dif-

fuse in tutte le dune. In questo contesto, il diradamento razionale della pineta fa-

vorisce la diffusione di tali specie e soprattutto del ginepro, lentischio, fillirea, ecc.

Queste specie debbono essere favorite e diffuse artificialmente nelle dune, per con-

seguire, nel minor tempo possibile, l’indispensabile migliore equilibrio dinamico.

Il mancato o insufficiente diradamento, come riscontrabile in altre parti della

pineta rimboschita (vedasi ad esempio, nella pineta ERSAT), ha impedito in concreto

l’avvio della ricostituzione della copertura con specie indigene, non essendosi pre-

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costituite le condizioni ecologiche per la diffusione e sviluppo delle specie

medesime.…. La duna stabilizzata, inoltre, svolge una funzione protettiva per tutta

la fascia agricola retrostante”.

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1.4.5 GEOLOGIA E IDROLOGIA

Per quanto riguarda la geologia e la idrogeologia di Is Arenas si rimanda agli

studi specialistici dei professori Dr. Antonio Pala e Dr. Salvatore Carboni et altri,

del Dipartimento di Scienza della Terra dell’Università degli Studi di Cagliari, di cui:

- all’Allegato n. 44: S. Carboni, A. Pala, S. Guaita, “Geologia e Idrogeologia di Is

Arenas (Narbolia – San Vero Milis, Sardegna centro-occidentale)” – Rendiconti

Seminario Facoltà Scienze Università di Cagliari, Vol. 68 – Fasc. Unico (1998),

con allegata Carta geologica e idrogeologica di Is Arenas alla scala 1:20.000;

- all’Allegato n.. 45: S. Carboni, A. Pala, “ Relazione idrogeologica sulla falda di

Is Arenas – Risultanze nel triennio 1998-2000”. Marzo 2001.

1.4.5.1 Dati di carattere generale

A partire dagli anni ’80 la società Is Arenas ha dedicato un rilevante impegno

nelle ricerche e negli studi sull’idrogeologia del bacino in cui ricade la sua pineta sia

con la progressiva realizzazione di pozzi organicamente diffusi sul territorio sia con

l’acquisizione diretta e l’analisi dei dati relativi all’esercizio dei medesimi, tenuti co-

stantemente sotto controllo dai ricercatori.

In particolare, essa ha realizzato, gradualmente nel corso di oltre 15 anni, 18 per-

forazioni, opportunamente distribuite sul proprio territorio secondo quanto riportato

nella Carta geologica e idrogeologica compresa nell’Allegato 44, alcune delle quali

ad una profondità dalla superficie compresa tra i 50 m e gli 80 m. Tredici di queste

perforazioni, inizialmente eseguite come sondaggi di ricerca per lo studio stratigrafi-

co del sottosuolo, sono state attrezzate con pompe ed utilizzate per periodi significa-

tivi sia per l’antincendio sia per l’irrigazione.

Sin dal 1997 la società ha stabilito una collaborazione con il Dipartimento di

Scienze della Terra dell’Università di Cagliari (Via Trentino n. 51, 09127 Cagliari)

che ha svolto in Is Arenas, sistematicamente durante 4 anni e anche nei primi mesi

dell’anno 2001, accurate e approfondite ricerche e sperimentazioni “in campo”, con

prove ed elaborazioni estese oltre che alla zona specifica del bacino di Is Arenas, par-

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zialmente interessata dal progetto di sviluppo turistico con il percorso di golf realiz-

zato, anche ad un ampio territorio circostante.

Gli studi e le ricerche effettuate dal Dipartimento di Scienza della Terra dell’

Università degli Studi di Cagliari sono stati finora riassunti nelle precitate relazioni

(Allegati n. 44 e n. 45)

1.4.5.2 Caratteri geologici generali e bacino ideologico

Mentre si rinvia il lettore all’Allegato n. 44 per quanto concerne gli approfon-

dimenti di natura geologica, di seguito viene presentata la sintesi di tutti gli studi e le

ricerche geologiche e idrogeologiche riguardanti il bacino di “Is Arenas”, interessato

dagli insediamenti turistici oggetto dell’Accordo di Programma del 09.06.1997.

Dagli studi specialistici sopra richiamati si evince, essenzialmente, che:

“l’area di Is Arenas è pressoché interamente occupata da un campo dunare che,

con una estensione di circa 20 km2, penetra in direzione sud-est nell’entroterra per

circa tre chilometri.

Gli apparati dunari, costituiti da sabbie libere di origine recente, ricoprono una

successione litologica arenaceo-conglomeratica di età quaternaria impostata su un

basamento strutturale di età miocenica”.

Dallo schema stratigrafico interpetrativo della Tavola 1 e della carta Geologica e

Idrogeologica del suddetto studio (Allegato n. 44), appare evidente come la suc-

cessione stratigrafica, procedendo dal basso verso l’alto, sia costituita:

• dalle arenarie fini calcari e calcari marnosi del basamento miocenico aventi per-

meabilità bassa per porosità e permeabilità media per fratturazione;

• da banchi di argille plastiche lagunari fossilifere verde scuro e grige, sabbiose

nella parte alta che sono impermeabili o di scarsa permeabilità;

• lenti sabbioso-argillose e/o francamente argillose di permeabilità medio-alta per

porosità;

• sabbie grosse, ghiaie sciolte sovente con ciottoli, sottili bancate di arenarie con-

glomeratiche fossilifere e lenti sabbiose che sono di permeabilità medio-alta per

porosità;

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• sabbie medie e grosse debolmente compatte di permeabiltà medio-alta per po-

rosità;

• sabbie medie dunari, da poco addensate a sciolte, di alta permeabilità per poro-

sità.

“L’area in oggetto ricade all’interno dei bacini idrografici dei rii Pischinappiu,

Su Fenugu e Canale Sessini defluenti dal versante sud-occidentale del Montiferru; e

la cui estensione è di 65,70 km2 .

Il riu Su Fenugu e il Canale Sessini sono due canaloni che non trovano l’energia

per giungere al mare e disperdono le loro acque all’interno del sistema dunare.

Il rio Pischinappiu ha uno sviluppo di poco più di 14 chilometri e viene

alimentato per buona parte da alcune sorgenti in località Codinazza, alla quota di

circa 700 m (Funtana Menta, S’Abba Lughida); anche questo rio comunque trova

difficoltà ad aprirsi un varco tra le dune nel suo tratto terminale.

L'area di alimentazione quindi viene individuata nel settore nord-orientale, dove

in località Cadreas le spesse ed estese coperture alluvionali, che per ampio tratto

sono a contatto con i termini lavici ed i livelli di brecce e scorie vulcaniche dei

rilievi più occidentali del Montiferru, costituiscono una fonte di continuo apporto

per infiltrazione; inoltre il fattore morfologico condiziona direttamente il deflusso

meteorico superficiale che si disperde appunto entro il campo dunare”.

Sulla base dell’andamento stratigrafico e dei caratteri idrogeologici generali dell’

area, è stata individuata una direttrice coincidente con una direzione di deflusso della

falda verso il mare. Peraltro, si nota come gli strati a maggiore permeabilità si esten-

dono sotto il livello marino. Per cui, essendo notevolmente differenti i livelli piezo-

metrici tra il mare e la falda, essi sono tali da assicurare un deflusso continuo verso il

mare dell’acqua non prelevata a monte.

Tenuto conto di quanto elevati siano i volumi di immagazzinamento annuali (co-

me illustrato più avanti), appare evidente che il maggior quantitativo di acqua di fal-

da si disperde in mare e, soprattutto, quanto sia, in generale, improbabile l’ingresso

dell’acqua marina nell’entroterra e, quindi, la manifestazione di fenomeni di insa-

linizzazione della falda e, in particolare, addirittura impossibili nel caso in esame per

effetto dei massimi quantitativi di eduzione previsti a regime, anche nei periodi di

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massima siccità annuale, per le necessità totali del complesso turistico e del campo

da golf.

I risultati, riportati più avanti, delle misurazioni delle piezometriche, eseguite

periodicamente dall’anno 1998 all’anno 2002, confermano ulteriormente quanto so-

pra esposto. Infatti: “il controllo delle piezometrie di circa 140 pozzi, localizzati

nell’intorno di Is Arenas nei territori comunali di Riola, San Vero e Narbolia, ha

consentito l’individuazione della morfologia e dell’estensione del sistema di falde.

L'equidistanza e la spaziatura delle curve isopiezometriche piuttosto regolari

indicano una permeabilità uniforme ed evidenziano la direzione di deflusso da E-SE

verso O-NO ed in particolare si notano due principali assi di drenaggio; lungo uno

di questi, integrando le conoscenze geologiche del Sinis settentrionale con lo studio

di diciannove sondaggi eseguiti con metodo distruttivo e di tre sondaggi a caro-

taggio continuo distribuiti in modo omogeneo all’interno del campo dunare, è stata

elaborata una ricostruzione stratigrafica che ha consentito la ricostruzione della

geometria dell'acquifero”.

Per quanto concerne la valutazione della falda sottostante il territorio di Is Are-

nas, i ricercatori suddetti hanno effettuato il calcolo delle riserve applicando la legge

di Darcy per il deflusso delle falde in acquiferi omogenei:

Q = T . i . L

in cui: Q = Portata [m3/s]

T = Trasmissività [m2/s]

i = gradiente idraulico [‰]

L = Larghezza del fronte di falda [m]

pertanto, utilizzando una Trasmissività di 1,28*10-2 m2/s (Trasmissività media deter-

minata con le prove di emungimento effettuate nei pozzi 10, 1, 21) e un gradiente

idraulico del 2,3 ‰ si perviene ad una portata unitaria di 0,0000295 m3/s, che, ap-

plicata a una larghezza del fronte di falda di circa 5.000 m, fornisce un deflusso an-

nuo nella falda dell’ordine di circa 4.730.000 m3/anno.

Gli autori hanno effettuato anche il calcolo del bilancio ideologico per determi-

nare la quantità d’acqua che per infiltrazione ha alimentato la falda nel corso degli

anni idrologici 1997-1998; 1998-1999 e 1999-2000; anni in cui il campo da golf è

entrato in piena attività e gli emungimenti hanno raggiunto il pieno regime.

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1.4.5.2.1 Afflussi

Il calcolo degli afflussi meteorici è stato determinato sulla base dei dati rilevati

nelle stazioni di Riola Sardo, Putzu Idu, Tega e Seneghe applicando il metodo di

Thiessen o dei Topoieti.

Gli stessi topoieti sono stati utilizzati per la determinazione dell’Evapotraspi-

razione reale con il metodo proposto da Thornthwaite.

Nell’anno idrologico 1997-98 la Pluviometria è risultata essere di 517,36 mm; nel

corso dello stesso anno l’Evapotraspirazione reale è stata 392,42 mm, con una conse-

guente Pluviometria efficace pari a 124,94 mm.

Nell’anno 1998-99 la Pluviometria è stata di 478,87 mm e l’Evapotraspirazione

reale di 423,88 mm, con una Pluviometria efficace di 54,99 mm.

Infine, nell’anno 1999-2000 la Pluviometria determinata è stata 410,76, l’Evapo-

traspirazione reale 337,28 mm e la pluviometria efficace 73,48 mm.

I dati relativi a ciascuna stazione sono desumibili dalle tabelle di cui all’Allegato

n. 49, nelle quali i valori della lama d’acqua affluita sono indicati con P, l’Evapo-

traspirazione reale con Er, le Pluviometrie Efficaci con D.

È il caso di ricordare che l’anno idrologico considerato va da ottobre a settembre

dell’anno solare successivo, per questa ragione l’anno 1999-2000 risulta più siccitoso

dei precedenti.

Negli ultimi tre mesi del 2000 gli afflussi meteorici, calcolati con la metodologia

descritta in precedenza, sono risultati di 388,76 mm

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1.4.5.2.2 Infiltrazione

Il valore della Pluviometria efficace, come è noto, è comprensivo del Deflusso

superficiale e dell’Infiltrazione.

I deflussi negli alvei dei torrenti Pischinappiu, Rio Su Fenugu e Canale Su Sessini è

praticamente inesistente; gli alvei sono asciutti per la maggior parte dell’anno, il de-

flusso avviene per via ipodermica e conseguentemente non esistono rilevazioni siste-

matiche.

Considerata l’elevata permeabilità dei sedimenti dunari buona parte della plu-

viometria efficace viene assorbita per infiltrazione, favorita anche dalla limitata accli-

vità.

La determinazione dell’infiltrazione, quando il valore del deflusso superficiale è

modesto, viene fatta con il metodo del Coefficiente d’Infiltrazione Presunta (c.i.p.);

si attribuisce come valore d’infiltrazione una certa percentuale della pluviometria effi-

cace.

Sulla base delle referenze bibliografiche e delle conoscenze dirette i ricercatori

hanno adottato i seguenti valori di c.i.p. :

Sabbie dunari 80 %

Alluvioni ciottolose sabbioso limose 50 %

Vulcaniti e depositi piroclastici associati 50 %

da cui si ricava per il bacino considerato un valore medio ponderato del c.i.p. pari a

62 %. In questo modo si ottiene:

- per l’anno 1997-1998 un’infiltrazione di 77,46 mm

- per l’anno 1998-1999 un’infiltrazione di 34,09 mm

- per l’anno 1999-2000 un’infiltrazione di 45,56 mm.

Esprimendo in volumi i valori dell’altezza della lama d’acqua infiltrata, risultano: - per l’anno 1997-1998, un immagazzinamento di 5.089.122 m3

- per l’anno 1998-1999, un immagazzinamento di 2.239.713 m3

- per l’anno 1999-2000, un immagazzinamento di 2.993.292 m3.

E’ opportuno osservare che gli anni presi in considerazione sono stati partico-

larmente siccitosi rispetto ai valori medi rilevabili nelle singole stazioni, così come

appare dalle serie degli afflussi registrati nelle stazioni di rilevamento del Servizio

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Idrografico dal 1922 al 1992 (la stazione di Putzu Idu è entrata in attività dopo il

1992). Nella stazione di Tega, che su 66 anni di osservazioni fa registrare un afflusso

medio di 646 mm annui, nel 1997-98 si rilevano 531,2 mm, nel 1998-99 444,0 mm e

nel 1999-2000 si sono avuti 366,8 mm.

La stazione di Riola su 71 anni di osservazione fa registrare 642,0 mm, nel 1997-

98 514,6 mm, nel 1998-99 421,8 mm nel 1999- 2000 378,4 mm.

Infine, la stazione di Seneghe per 68 anni di osservazione fa registrare 880,4 mm

mentre nel 1997-98 i mm sono 724,4, nel 1998-99 sono 773,4 e nel 1999-00 sono

602,8.

1.4.5.2.3 Prelievi dalla falda

Nella Tabella IV vengono riassunti i quantitativi prelevati dalla falda.

Risulta immediatamente chiaro che i prelievi effettuati nell’ intervallo di un anno

(si presenta il dato dell’anno idrologico 1999-2000) sono notevolmente inferiori ri-

spetto all’entità della ricarica pur stimata per anni caratterizzati da scarsi afflussi.

Tabella IV: Quantitativi erogati espressi in m3

1999-2000 m3 erogati Ottobre 43.979

Novembre 9.439 Dicembre 467 Gennaio 2.889 Febbraio 13.821 Marzo 17.356 Aprile 27.495 Maggio 55.083 Giugno 76.125 Luglio 83.583 Agosto 82.169

Settembre 71.802 TOTALE 484.208

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C’è da considerare, inoltre, che una certa percentuale dell’acqua, erogata con

l’impianto a pioggia, rialimenta la falda per infiltrazione diretta. Questo fatto viene

evidenziato nel rilevamento delle piezometrie; infatti nei pozzi più prossimi alle aree

irrigate si manifesta una ricarica più veloce con un ripristino dei livelli originari più

rapido.

1.4.5.2.4 Piezometria della falda

La Tabella V, riassuntiva delle soggiacenze nei pozzi all'interno dell'area dunare

di Is Arenas, mostra le variazioni degli stessi dal gennaio 1998 al gennaio 2001. La

stessa tabella è stata recentemente aggiornata con le misurazioni effettuate nel mese

di Gennaio 2002(*) (vedi Allegato n.50).

Tabella V - Soggiacenza (espressa in metri) rilevata nei pozzi dell’area di Is Arenas

Pozzo numero

Gennaio 1998

(m)

Gennaio 1999 (m)

Gennaio 2000 (m)

Gennaio 2001 (m)

Gennaio(*) 2002 (m)

1 1,97 2,76 2,05 1,70 2,06 2 3,35 3,35 3,09 2,82 3,24 3 3,72 3,72 4,22 4,16 4,28 4 5,81 6,60 6,10 5 7,85 7,85 7,90 7,77 7,23 6 5,42 6,53 5,80 5,70 5,67 7 7,34 8,12 7,83 7,83 7,52 8 8,14 8,70 8,80 8,68 7,56 9 7,07 7,07 7,86 7,81 7,63 10 3,77 4,04 3,93 4,05 16 5,02 5,02 5,81 5,83 5,89 17 3,42 3,42 3,95 3,85 3,93 18 4,38 4,38 5,05 5,08 5,05 19 5,85 5,85 6,92 6,91 6,83 20 9,59 9,59 9,91 9,90 9,68 21 8,50 8,50 9,47 9,76 9,35 22 6,80 6,80 7,54 7,70 7,62 23

3,98 3,98 5,87 5,99 5,32

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Nella Tabella V sono messe a confronto le oscillazioni dei livelli piezometrici,

espressi come soggiacenza della falda dal piano di campagna.

La buona ricarica della falda è dimostrata dalla sostanziale stabilizzazione dei li-

velli durante i tre anni di osservazione; le leggere differenze in positivo o in negativo

sono da attribuire a fattori locali e al periodico maggior utilizzo di un pozzo rispetto

agli altri. Sulla base delle piezometrie rilevate si può quindi affermare che il prelievo

effettuato con le modalità attuali è compatibile con le potenzialità della falda e

rispetta compiutamente l'ipotesi formulata in sede di programmazione dello sfrutta-

mento. Come dimostrato dalle prove di emungimento, le portate di prelievo ap-

paiono, nei pozzi maggiormente utilizzati, assai inferiori alla reale potenzialità dei

medesimi. Emerge, inoltre, che i pozzi localizzati nelle aree di più intensa irrigazione

(Pozzi n° 1, 2, 6 e 10) mostrano un abbassamento inferiore alla media generale;

fenomeno questo dovuto a una più immediata ricarica.

I dati del monitoraggio sistematico del livello della falda, in particolare dopo

periodi estivi di intenso emungimento, confermano la stabilità della sua consistenza e

dei rilevanti afflussi che si disperdono in mare, così come evidenziato nelle relazioni

scientifiche sopra citate. Ulteriore conferma di ciò è fornita dai risultati delle

misurazioni recenti effettuate nel Gennaio del 2002, riportati ad integrazione della

Tabella V.

Anche nell’anno 2000, particolarmente siccitoso sino al mese di ottobre (con

precipitazioni in Is Arenas di soli 255 mm), la falda è risalita rapidamente, al termine

degli emungimenti, ai livelli statici normali rilevati in corrispondenti periodi prece-

denti e ciò a riprova che si tratta di falda in pressione rispetto al mare in cui sfociano

-e si disperdono- le rilevanti eccedenze che risultano rispetto ai precitati prelievi.

Le qualità fisico-chimiche dell’acqua in falda registrano stabili caratteristiche nel

tempo con la presenza, in relazione alle sabbie di origine marina che la costituiscono,

di cloruri in entità comunque accettabile per l’irrigazione, come evidenziato più

avanti.

Per quanto concerne l’acqua edotta dai pozzi e utilizzata per l’irrigazione a

pioggia, in particolare del percorso di golf, si evidenzia che, se si esclude l’acqua

consumata per evapotraspirazione, una parte significativa della stessa ritorna in falda,

stante l’elevata permeabilità del terreno.

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1.4.5.3 Sintesi relativa al bilancio idrico per Is Arenas, includenti fabbisogni

per il complesso turistico ricettivo-alberghiero e il campo da golf

Nei paragrafi seguenti vengono sintetizzati i dati del bilancio idrico colcolato

sulla base da un lato delle disponibilità minime della falda e delle altre fonti di

approvvigionamento e/o di recupero e dall’altro dei fabbisogni riguardanti il com-

plesso turistico ricettivo-alberghiero e gli impianti sportivi del golf, tenuto conto di

tutti risultati delle indagini e degli studi precitati.

1.4.5.3.1 Fonti di approvvigionamento

Si precisa che l’approvvigionamento idrico può avvenire, complementarmente

alla estrazione idrica mediante pozzi dalla ricca falda sottostante Is Arenas, (le cui

caratteristiche sono oggetto dei già richiamati specifici studi e relazioni dei professori

S. Carboni e A. Pala che evidenziano i rilevanti afflussi annui, valutati in almeno

4.730.000 m3/anno, dispersi per la maggior parte in mare), anche con apporti, nei

bacini di accumulo di Is Arenas, da parte di eccedenze del locale Consorzio di

Bonifica di Oristano, utilizzando un esistente parallelo reversibile (in entrata e in

uscita, mediante un efficiente sistema di pompaggio); le condotte di interscambio

sono state da tempo realizzate ai fini antincendio; l’alimentazione dei bacini di

accumulo di Is Arenas da parte del Consorzio di Bonifica potrà essere attuata in re-

lazione a possibili future disponibilità della Diga sul Tirso della Cantoniera, connesse

con l’incremento in corso della capacità di invaso.

A questo proposito si sottolinea che, soprattutto in periodi di eccesso di acqua

affluente a tale invaso con scarico a mare della stessa, parte delle eccedenze

potrebbero venire accumulate nei bacini (laghetti artificiali) del percorso di golf di

Is Arenas, attualmente di oltre 50.000 m3, con una gestione coordinata delle

capacità.

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È previsto, inoltre, un approvvigionamento dalla limitrofa rete acquedottistica

ESAF, soprattutto per gli usi potabili e di cucina, come da intese preliminari inter-

venute tra la società Is Arenas e l’Ente.

In ogni caso, in base alle quantità del bilancio idrico esposte nel seguito, Is

Arenas è abbondantemente autosufficiente anche prescindendo dagli ipotizzati com-

plementari apporti di terzi.

1.4.5.3.2 Fabbisogni per il percorso di golf di Is Arenas

I fabbisogni aggiornati sulla base delle sperimentazioni finora eseguite e previsti

a regime con vegetazione stabilizzata in relazione alla progressione degli sviluppi an-

nuali dei tappeti erbosi, non superano i 250.000 m3/anno; inoltre, possono essere

riutilizzati i reflui provenienti dall’impianto fognario di depurazione previsto (già

autorizzato e parzialmente realizzato) a servizio degli inse-diamenti e con recapito

dei medesimi nei due bacini di accumulo esistenti.

Solo nei primi anni il fabbisogno per il golf può essere superiore al precitato

valore a regime, elevandosi sino a 350.000 m3.

I valori citati sono al netto degli apporti meteorici, i cui dati di rilevamento da

parte del Servizio Idrografico della R.A.S. sono riportati nella relazione dei pro-

fessori A. Pala e S. Carboni (Allegato n. 45).

Nell’anno 2000, particolarmente siccitoso, sono state registrate nella stazione

idrografica della società Is Arenas, ubicata nell’area del campo di golf, preci-

pitazioni per 625 mm di cui per oltre 370 mm concentrate tra novembre e dicembre,

cioè dopo gli emungimenti per l’irrigazione.

Prima di tali precipitazioni di fine anno il livello della falda si era comunque

ristabilito ai valori normali in relazione alla rilevanza degli afflussi pervenuti nel

corso dell’anno e congruenti con le valutazioni contenute nelle suddette relazioni dei

professori A. Pala e S. Carboni. Parte del precitato quantitativo di acqua per il golf

viene dispersa in evapotraspirazione e il resto ritorna in falda, stante l’elevata

permeabilità del sottofondo sabbioso; tale percentuale tiene conto della distribuzione

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delle temperature giornaliere locali, della ventosità, della luminosità e della umidità

naturale.

Sulla base dei dati ufficiali forniti dal Servizio Idrografico del Genio Civile dell’

Assessorato ai Lavori Pubblici della R.A.S. e relativi alle quattro stazioni di rile-

vamento (di interesse per il bacino di Is Arenas) di Riola, Seneghe, Putzu Idu e Tega,

i professori A. Pala e S. Carboni hanno calcolato, secondo il metodo di Thornthwaite,

i valori annuali della Pluviometria, dell’Evapotraspirazione reale e, quindi, della Plu-

viometria efficace; quest’ultima comprendente sia il Deflusso superficiale sia l’Infil-

trazione, cosi come illustrato nei paragrafi precedenti.

Gli autori sottolineano che, sulla base delle osservazioni effettuate durante un

triennio negli alvei dei torrenti Pischinappiu, Rio Su Fenugu e Canale Su Sessini, il

deflusso superficiale è praticamente inesistente, per cui la maggior parte della

Pluviometria efficace si infiltra nei terreni permeabili, costituiti prevalentemente di

sabbie dunari, alluvioni ciottolose sabbioso limose e vulcaniti e depositi piroclastici

associati, il cui Coefficiente d’Infiltrazione Presunto medio ponderato (c.i.p.)mp è

stato stimato pari a 0,62; cioè il 62% della Pluviometria efficace si infiltra nel

sottosuolo, alimentando le falde sotterranee; mentre il restante 38% alimenta i de-

flussi superficiali.

Nella tabella seguente sono riportati i risultati delle determinazioni effettuate dai professori A. Pala e S. Carboni, per gli anni di marcata siccità (1997,1998, 1999, 2000), considerando la media dei valori registrati nelle 4 stazioni idrografiche sopra richiamate (vedi Allegato n. 49).

Periodo esaminato

Pluviometria P [mm]

Evapotraspir. reale E[mm](*) %P

Pluviom. efficace D[mm] %P

Infiltrazione (**) I[mm] %P

ott.1997- sett. 1998

517,36 392,42 75,85 124,94 24,15 77,46 1 14,97

ott.1998- sett. 1999

478,87 423,88 88,52 54,99 11,48 34,09 7,12

ott.1999- sett. 2000

410,76 337,28 82,11 73,48 17,89 45,56 11,09

(*) I valori di evapotraspirazione così determinati si riferiscono ad ampie aree che, stagionalmente, non sono irrigate come invece sono quelle del percorso del campo di golf; in quest’ultimo l’evapotraspirazione risulta inferiore e l’infiltrazione è almeno di valore doppio a quello indicato in tabella. (**) I = 0,62D, si è tenuto conto di un c.i.p.(coefficiente d’infiltrazione presunta) pari a 0,62

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Sulla base dei dati sperimentali rilevati durante le prime fasi di impianto e quelle

successive di consolidamento e manutenzione dei tappeti erbosi dei campi di golf

di Is Arenas (campo pratica e campo a 18 buche) sono stati determinati i fabbisogni

idrici annuali degli stessi, in relazione alle diverse essenze impiantate.

Infatti il tappeto erboso è stato realizzato con le seguenti specie:

� i Greens della superficie complessiva di 1,2 ha, con la microterme della specie

Agrostis stolonifera, cultivar (varietà coltivata) L93 (50%), Southshore (25%) e

Crenshow (25%);

� i Fairways e Tees (prime 9 buche) della superficie complessiva di 6 ha, con la

macroterma della specie Bermuda, cultivar Sant’Ana;

� i Roughs (prime 9 buche) della superficie complessiva di 6 ha, con un miscuglio

di microterme delle specie Festuca arundinacea (75%), Poa pratense (15%) e

Lolium perenne (10%); si precisa che la parte prevalente dei roughs è a bosco,

coperta da Pinus pinea;

� i Fairways e i Roughs (seconde 9 buche) della superficie complessiva di 10 ha,

con un miscuglio di macroterme delle specie Cynodon dactylon, cultivar

Savannah; parte dei roughs è coperta da Pinus Pinea;

� il Campo executive, della superficie complessiva di 4 ha, di cui 3 ha con un

miscuglio di microterme delle specie Festuca arundinacea (75%), Festuca ovina

(15%) e Lolium perenne (10%), e 1 ha con un miscuglio di microterme delle

specie Lolium perenne (50%), Poa pratense (35%) e Festuca rubra (15%); parte

del campo (almeno 1 ha) è coperto da Pinus pinea;

� il Campo pratica della superficie complessiva di 3 ha, con la macroterma della

specie Bermuda, cultivar Sant’Ana.

I fabbisogni annui medi di acqua per ettaro delle diverse specie e varietà

coltivate sono i seguenti:

� per le macroterme della specie Bermuda, cultivar Sant’Ana e della specie

Cynodon dactylon, cultivar Savannah, si trova un consumo medio annuo di

acqua pari a 6.500 m3/ha, per cui si ha un consumo totale annuo di

(19 ha x 6.500 m3/ha) = 123.500 m3

� per le microterme della specie Agrostis stolonifera, cultivar L93, Southshore e

Crenshow, delle specie Festuca arundinacea, Poa pratense, Lolium perenne,

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Festuca rubra e Festuca ovina, si trova un consumo medio annuo di acqua di

11.100 m3/ha, per cui si ha un consumo totale annuo di

(11,2 ha x 11.100 m3/ha) = 124.320 m3

In totale, nei primi anni di impianto e stabilizzazione dei manti erbosi, tenuto

conto altresì dei periodi 1997-1998, 1998-1999 e 1999-2000 particolarmente sic-

citosi, il consumo totale d’acqua per l’irrigazione sia delle specie microterme (che

necessitano di maggiori quantitativi d’acqua) sia delle specie macroterme (meno esi-

genti) è risultato superiore ai consumi sopra richiamati e, in particolare, nell’anno

1999-2000 in cui si sono concentrate le messe a dimora dei manti erbosi ha raggiunto

il risultato eccezionale di 484.208 m3 (vedi relazione dei prof. A. Pala e S. Carboni).

In futuro, con manti erbosi stabilizzati il consumo risulterà non superiore a quello

sopra stimato e, cioè, pari a:

(123.500 + 124.320) = 247.820 m3/anno e in c. tonda pari a 250.000 m3/anno.

Il fabbisogno di 250.000 m3/anno di acqua per l’irrigazione deve essere con-

siderato come fabbisogno massimo, in quanto nei prossimi anni i tappeti erbosi del

percorso di golf risulteranno definitivamente radicati e, quindi, necessiteranno di mi-

nori quantitativi d’acqua di irrigazione ed, inoltre, verranno gradatamente sostituite

in alcune parti del campo (esclusi i Greens) le specie microterme con quelle macro-

terme che risultano più resistenti e meno bisognose d’acqua.

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1.4.5.3.3 Fabbisogni per gli insediamenti turistici

Tenuto conto dei previsti insediamenti turistici, il consumo giornaliero di acqua

per usi sanitari, per abitante equivalente insediato, è stato valutato in 0,25 m3/d cui

possono aggiungersi 0,10 m3/d per piscine e giardini e quindi per un totale di 0,35

m3/d; quindi per 2000 abitanti equivalenti (corrispondenti al massimo valore medio

di presenze, calcolato per l’intero anno) risulta:

0,35 m3/d x 2000 ab. equiv. x 365 d/anno = 255.500 m3/anno

e assumendo, in modo prudenzialmente riduttivo, un coefficiente di afflusso alla fo-

gna e, quindi, al depuratore pari a 0,80 e un coefficiente di recupero dal processo di

depurazione pari 0,85, risulta un recupero utile finale, dopo la depurazione, di

0,35 m3/d x 0,8 x 0,85 = 0,238 m3/d per ab. equiv.

e, quindi, per 2.000 abitanti equivalenti si avrebbe un apporto all’ irrigazione, per re-

cupero di acque depurate, di (0,238 x 2000) = 476 m3/d

pari a (476 m3/d x 365 d/anno) = 173.740 m3/anno

che corrisponde al 69,5% circa del fabbisogno totale annuo del campo da golf, pari a

250.000 m3/anno.

Il previsto numero di 2000 abitanti equivalenti é congruente con il totale delle

realizzazioni del complesso turistico-sportivo del Golf di Is Arenas previste dall’

Accordo di programma sottoscritto con la Regione Sardegna e il Comune di Nar-

bolia.

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1.4.5.3.4 Sintesi del bilancio idrico

Sulla base di quanto precedentemente esposto si riporta di seguito lo schema del

bilancio idrico annuale relativo alle necessità del complesso turistico ricettivo-

alberghiero e del campo da golf della lottizzazione convenzionata di Is Arenas in

Comune di Narbolia e del fabbricato di supporto al golf in Comune di San Vero

Milis.

Fabbisogno idrico annuale: (m3/anno) - per i consumi idrici di 2000 abitanti equivalenti:

2000 abit. x 0,35 m3/d abit. x 365 d = 255.500

- per irrigazione dei campi di golf (consumo massimo) 250.000

Fabbisogno totale a regime (abitanti + golf) 505.500

Copertura del fabbisogno idrico annuale:

- da recupero acque fognarie depurate per l’irrigazione 173.740 - approvvigionamento dal Consorzio di Bonifica di Oristano

(recupero di eccedenze diversamente scaricate a mare) 50.000 - approvvigionamento da acquedotto ESAF

(per usi potabili e di cucina) 10.000

- dal ricircolo dei rientri in falda da irrigazione del golf: (250.000 m3/anno x 0,11)(*) 27.500 - da estrazione dalla falda, al netto di ricircolo 244.260

Copertura del fabbisogno totale a regime 505.500 (*) Il valore di 0,11 assunto per il coefficiente d’infiltrazione presunta è stato tratto dalla “relazione idrogeologica sulla falda di Is Arenas –Marzo 2001” dei professori Pala e Carboni che hanno considerato un ampio territorio, la cui maggior parte risulta non irrigata in modo stagionalmente intensivo, come invece è quello del golf, che è caratterizzato da ben più elevati rientri in falda, fino ad oltre il doppio, e per i quali si può assumere un coefficiente di almeno 0,25. Il calcolo sopra considerato, pertanto, è del tutto prudenziale e, quindi, porta a dei valori sottostimati.

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Nell’ipotesi di assenza di contributi all’apporto da parte del Consorzio di

Bonifica e dell’ESAF, gli emungimenti annuali della falda si incrementerebbero, ri-

spetto al quelli sopra quantificati in 244.260 m3/anno, di altri (50.000 + 10.000) =

66.000 m3/anno, raggiungendo il valore di 304.260 m3/anno, pari soltanto al 13,58%

degli afflussi naturali annui nella falda sottostante Is Arenas, provenienti dal bacino

imbrifero in esame (assunti, in via estremamente prudenziale, in 2.239.713 m3/anno

e corrispondenti al periodo più siccitoso registrato da ottobre 1998 a settembre 1999,

(vedi paragrafo 1.4.5.2.2. Infiltrazione) che, come è stato già ricordato, si disperdono

naturalmente in mare.

Da quanto sopra esposto si evince che non esiste alcun problema di approv-

vigionamento idrico e di stabilità della falda di Is Arenas a causa dell’eduzione dai

pozzi esistenti.

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1.5 CARATTERISTICHE DEL PROGETTO CON RIFERIMENTO ALLA

PRODUZIONE DI RIFIUTI

Con riferimento agli interventi da realizzare (complesso turistico ricettivo-alber-

ghiero) e a quelli già esistenti (circuito del campo da golf e relative infrastrutture) si

prevedono le seguenti tipologie di rifiuti:

- acque reflue depurate in uscita dal depuratore a servizio dell’intero complesso

turistico in Comune di Narbolia e del fabbricato in Comune di San Vero Milis;

- rifiuti solidi urbani (prodotti dagli utenti turistici e dal personale di servizio);

- rifiuti vegetali, prodotti sia naturalmente dall’essiccazione della vegetazione sia

dalle operazioni colturali associate alla manutenzione ordinaria e straordinaria del

compendio boschivo.

Di seguito vengono esaminati tali tipi di rifiuti con particolare riguardo alle loro

caratteristiche qualitative e quantitative e alle loro possibilità di smaltimento e/o di

riutilizzo.

1.5.1 ACQUE REFLUE DEPURATE

Al paragrafo precedente 1.4.5.3.3 sono stati indicati i fabbisogni idrici annuali

per la gestione del complesso turistico, stimati in complessivi 255.500 m3/anno.

Si è ipotizzato, altresì, in via prudenziale un afflusso in fogna e, quindi al de-

puratore, pari allo 0,80 dell’intero consumo, e un coefficiente di recupero utile finale,

dopo il processo di depurazione, dello 0,85; ciò comporta una produzione totale di

173.740 m3/anno di acque depurate.

Negli Allegati n. 41 e n. 42 sono riportati i progetti esecutivi dell’impianto di

depurazione a fanghi attivi ad ossidazione totale che si riferiscono rispettivamente al

primo modulo per 1000 ab./equiv. e all’impianto completo per un massimo di 3.000

ab/equiv. (ipotesi di punta a regime, corrispondente al periodo luglio- agosto).

L’impianto provvede a tutte le operazioni di depurazione: grigliatura, dissabbia-

tura e disoleatura, predenitrificazione, ossidazione biologica, decantazione e disinfe-

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zione, con ricircolo e digestione aerobica dei fanghi e loro pressatura con filtro-

pressa e successiva essiccazione. Esso è dotato anche di impianto di filtrazione.

Tale impianto è progettato secondo le più moderne tecnologie e assicura un’

acqua depurata i cui parametri hanno dei valori di concentrazione che rientrano nei

limiti di accettabilità riportati in Tabella A della Legge 319/1976 e successive

modifiche e integrazioni.

Le acque depurate saranno interamente recuperate, inviate tramite condotta inter-

rata ai bacini artificiali (laghetti) e riutilizzate per l’irrigazione dei manti erbosi del

campo da golf, per il verde privato e per l’eventuale irrigazione di soccorso alle aree

rinfoltite.

Lo smaltimento attraverso l’irrigazione delle acque reflue depurate comporta no-

tevoli semplificazioni nel sistema di gestione degli scarichi.

Sul piano agronomico i vantaggi sono attribuibili innanzitutto alla disponibilità di

una nuova fonte di approvvigionamento idrico per l’irrigazione; non è da trascurare,

inoltre, l’apporto al terreno di elementi nutritivi contenuti nelle acque reflue anche

dopo il processo di depurazione, quali l’azoto, il fosforo e il potassio.

Anche i fanghi esausti dell’impianto di depurazione, essendo stati sottoposti a

trattamento biologico e non contenendo sostanze tossiche e nocive in concentrazioni

dannose per il terreno, per le colture, per gli animali, per l’uomo e per l’ambiente in

generale (ai sensi del comma c, art. 3 del D.Leg.vo 27.01.1992, n. 99), potranno es-

sere riutilizzati come concime, ammendante e correttivo del terreno agli effetti di mi-

gliorare la pedogenesi del suolo forestale in specifiche aree del p.S.I.C., scelte sulla

base di criteri geopedologici che evitino, comunque, ogni possibile contatto con la

falda sotterranea.

In alternativa, saranno insaccati e conferiti a discarica autorizzata.

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1.5.2 RIFIUTI SOLIDI URBANI

E’ prevista la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani secondo quanto pre-

vede il Decreto Ronchi (Dlgs. 22/97) e il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti del

Settembre 1998.

I criteri organizzativi specifici consistono nella separazione della “frazione ad

elevata matrice organica” dalle “frazioni del secco” quali carta, plastiche, alluminio,

vetro, tessili, ecc..

I rifiuti vegetali prodotti dalle attività di giardinaggio nel verde privato saranno

raccolti anch’essi separatamente e trattati insieme a quelli originati dagli interventi

selvicolturali, come viene illustrato al paragrafo successivo.

Assoluta priorità sarà data all’attivazione delle raccolte domiciliari, evitando il

proliferare di contenitori esterni agli edifici sia alberghieri che residenziali, in quanto

le attività specifiche del complesso turistico ricettivo-alberghiero consentono di affi-

dare al personale di servizio, addetto alla pulizia e al riassetto delle camere d’albergo,

delle residenze e delle altre strutture di interesse collettivo, anche la “raccolta a

domicilio” dei diversi rifiuti già differenziati dall’utente.

Tale sistema di raccolta favorisce un comportamento responsabilizzato da parte

sia dell’ospite sia del personale addetto alla raccolta e assicura maggiori garanzie per

la salvaguardia dell’ambiente.

I rifiuti, così raccolti quotidianamente, saranno trasportati mediante idonei e spe-

cifici mezzi leggeri privati in cinque appositi punti di accumulo per essere trasferiti,

sempre in giornata, alla discarica autorizzata, mediante automezzi di una società pri-

vata specializzata e convenzionata con l’amministrazione del complesso turistico.

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1.5.3 RIFIUTI VEGETALI

Sono costituiti principalmente dei rifiuti legnosi che hanno interessato le varie

classi di pineta provenienti dalle operazioni colturali, quali il diradamento e le spal-

cature delle piante di pino, il taglio delle essenze non autoctone (acacia saligna), oltre

che dei rifiuti erbacei generati dall’essiccazione delle specie annuali.

Le quantità dei rifiuti legnosi saranno proporzionali al numero, alla localizza-

zione e all’intensità degli interventi colturali, che vengono periodicamente e preven-

tivamente autorizzati dal Corpo Forestale regionale e dallo stesso controllati.

Una parte di tali rifiuti viene utilizzata mediante cippatura per il miglioramento

delle condizioni pedogenetiche del suolo.

Per quanto riguarda, invece, i rifiuti erbacei, gli stessi sono eliminati, raccolti e

asportati solo nei tratti dove possono costituire un pericolo d’incendio; quelli che

restano in posto contribuiscono alla produzione naturale di biomassa, utile per la for-

mazione di humus e, quindi, per la pedogenesi del suolo forestale.

In genere i rifiuti raccolti vengono portati in apposite aree e/o nell’area di insi-

denza dei viali parafuoco, ove vengono sia sotterrati sia eliminati mediante l’abbru-

ciamento.

Le precedenti operazioni vengono eseguite in periodi primaverili-estivi e costi-

tuiscono la normale pratica per una corretta gestione di un complesso forestale di tipo

artificiale, come il caso in esame.

L’omissione di tali operazioni provoca la concentrazione di materiale legnoso e/o

erbaceo secco ad elevato rischio d’incendio.

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1.6 CARATTERISTICHE DEL PROGETTO CON RIFERIMENTO

ALL’INQUINAMENTO E DISTURBI AMBIENTALI

Gli interventi programmati, riguardanti la costruzione del complesso turistico

ricettivo-alberghiero, e quelli già eseguiti, relativi alla realizzazione del campo da

golf, delle strutture di pertinenza e delle infrastrutture generali primarie, determi-

nano sull’ambiente del p.S.I.C, sia in fase di costruzione sia in fase di esercizio,

alcune azioni potenzialmente inquinanti e/o di disturbo ambientale che, essenzial-

mente, riguardano l’aria, , il suolo, l’acqua, la vegetazione e la fauna.

1.6.1 PER QUANTO RIGUARDA L’INQUINAMENTO DELL’ARIA

Le cause inquinanti sono da ascrivere principalmente alla circolazione di auto-

mezzi all’interno soprattutto della pineta e, secondariamente, agli scarichi in atmo-

sfera prodotti dagli impianti di condizionamento e dai fumi in uscita dai camini delle

cucine degli alberghi e dei ristoranti progettati.

Altra forma di inquinamento atmosferico, anche se trattasi di evento sporadico,

può essere considerato l’abbruciamento dei residui legnosi prodotti dagli interventi

selvicolturali, riguardanti prevalentemente la pineta.

In particolare in fase di costruzione si avrà prevalentemente una circolazione di

automezzi di tipo industriale (autocarri, ruspe, autobetoniere, escavatori, ecc.) e una

più limitata circolazione di autovetture private, che determinano un’azione inqui-

nante dovuta alle emissioni gassose delle marmitte in atmosfera che, però, risulta del

tutto trascurabile, in quanto trattasi di quantità non significative e aventi una durata

limitata al periodo di tempo necessario per ultimare tutti gli interventi edificatori.

Anche in fase di esercizio, a regime, la circolazione degli autoveicoli privati e

dei mezzi di servizio non provoca emissioni in atmosfera di valore significativo, in

quanto la stessa è consentita esclusivamente per raggiungere le residenze sia all’

arrivo sia alla partenza, con sosta delle autovetture nei parcheggi durante tutto il pe-

riodo di soggiorno. Gli spostamenti interni avverranno prevalentemente a piedi ov-

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vero con l’utilizzo di biciclette; mentre quelli nel circuito golfistico saranno effet-

tuati con gli appositi golf carts ad accumulatori elettrici.

Associata all’impiego degli automezzi industriali e alla circolazione delle auto-

vetture private risulta la produzione di polveri che, però viene limitata dalla stabi-

lizzazione dei manti stradali, dai limiti di velocità imposti all’interno della lottizza-

zione (max 30 km/h) e da operazioni di innaffiamento in alcuni tratti stradali, in par-

ticolari condizioni climatiche.

Per quanto concerne, invece, gli scarichi in atmosfera degli impianti di condi-

zionamento, si precisa che questi sono esclusivamente del tipo a pompa di calore,

con gas di scambio termico a circuito chiuso, e quindi assolutamente non inquinanti;

l’unica azione provocata dagli stessi del tutto trascurabile, riguarda le variazioni di

temperatura del microclima.

Alcuni impianti di riscaldamento invernali impiegheranno bruciatori a gasolio e

i relativi fumi di scarico avranno caratteristiche entro i limiti imposti dalle norme vi-

genti e, quindi, non inquinanti.

Anche per quanto concerne i fumi prodotti dalle cucine dei ristoranti e degli al-

berghi, saranno trattati mediante cappe aspiranti e filtranti, prima della loro emis-

sione attraverso i camini, per cui non ci saranno effetti inquinanti.

1.6.2 PER QUANTO RIGUARDA L’INQUINAMENTO DEL SUOLO

Le potenziali azioni inquinanti del suolo sono connesse sempre, in entrambe le

fasi di costruzione e di esercizio, con la circolazione veicolare per l’eventuale rilascio

di oli e lubrificanti sia intorno alle aree di costruzione da parte degli automezzi

industriali sia nelle aree di parcheggio da parte delle autovetture private.

L’entità di tali eventuali rilasci viene stimata del tutto trascurabile.

Circa l’impiego di fertilizzanti e fitofarmaci nelle aree del percorso del golf che

possono eventualmente inquinare il suolo, tale rischio viene esaminato al paragrafo

seguente congiuntamente con il rischio di inquinamento della falda.

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1.6.3 PER QUANTO RIGUARDA L’INQUINAMENTO DELL’ACQUA DI

FALDA

Le potenziali azioni inquinanti delle acque di falda possono essere individuate

essenzialmente sia nella contaminazione delle stesse da parte di fertilizzanti e fito-

farmaci utilizzati per la cura dei manti erbosi sia nell’insalinizzazione dovuta all’in-

gresso di acqua di mare.

Si ritiene opportuno premettere alcune considerazioni di carattere generale relati-

vamente alla qualità e alla composizione fisico-chimica delle acque della falda

sottostante Is Arenas, che dipendono dai seguenti fattori:

a) natura (origine e composizione) delle rocce (inerti) in cui si infiltra la risorsa

idrica;

b) effetti delle attività antropiche “a monte” del territorio di Is Arenas;

c) effetti delle attività antropiche “nel sito” di Is Arenas, in particolare prodotte

dalla gestione del percorso di golf.

In ordine al punto a)

La natura geologica dei giacimenti in cui insiste la falda idrica di Is Arenas è co-

stituita, come già precedentemente esposto, essenzialmente da sabbie di origine ma-

rina di recente sedimentazione. Il giacimento è, conseguentemente, caratterizzato da

cloruri e solfati connessi con tale natura, come evidenziano i risultati delle analisi

chimico-fisiche delle acque prelevate dai pozzi (vedi Allegato n. 51).

In ordine al punto b)

Le attività antropiche “a monte” del giacimento freatico di Is Arenas consistono

essenzialmente nelle coltivazioni agricole (frumento, erbai, viticoltura, oliveti, ecc.) e

nell’allevamento prevalentemente estensivo e, in pochi casi, intensivo di bovini e

ovini.

“A valle” il giacimento freatico confina con il mare.

Nella falda di Is Arenas confluiscono, pertanto, i reflui di tali attività pur in

misura assai diluita dai rilevanti apporti del bacino imbrifero sotteso.

In ordine al punto c)

Le attività antropiche, connesse con il golf, che possono influenzare la falda

derivano da:

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Valutazione d’Incidenza: Relazione generale

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Utilizzo di fertilizzanti: sono utilizzati vari tipi di concimi con differenti tecniche di

distribuzione:

- somministrazione sul terreno di concimi solidi granulari, a lento rilascio degli

elementi nutritivi, quali forme di azoto a lenta cessione, come gli organici

naturali o gli organici di sintesi, oppure particolari rivestimenti semipermeabili

dei granuli;

- alla precedente tecnica si integra quella fogliare, estremamente efficace e che

consente di far assimilare al tappeto erboso tutto il fertilizzante somministrato, a

dosi 10÷15 volte inferiori rispetto alla dose granulare, senza incorrere in

problemi di dilavamento;

- altra tecnica, già sperimentata nell’ultimo anno, con grande successo è quella della

fertirrigazione, che consente di operare con dosi da 3 a 5 volte inferiori, rispetto

ai dosaggi col sistema granulare. Tale sistema è stato attuato con successo, per la

prima volta in Italia, dalla società “Is Arenas Golf s.r.l.”.

Si prevede che, nel breve periodo di 3÷4 anni dalla fase di impianto si arriverà a

utilizzare quantitativi di fertilizzanti inferiori alle più comuni colture agricole esten-

sive, con notevole miglioramento di quella che è una buona base per l’aumento delle

biodiversità.

Per le opportune comparazioni si richiamano i consumi di unità fertilizzanti nella

gestione dell’anno 2000 (corrispondenti ancora alla fase di insediamento del tappeto

erboso):

Azoto/ha/anno = 1.83 q.li

P2O5/ha/anno = 2.06 q.li

K2O/ha/anno = 1.18 q.li

I valori sopra riportati, soprattutto per quanto riguarda il fosforo, tengono conto

dell’importanza di questo elemento nella fase di impianto, giustificato anche dalla

scarsa disponibilità di questo elemento nel suolo e dalla sua limitata mobilità dovuta

prevalentemente all’origine calcarea del suolo ed al pH elevato. Comunque questo

valore si è già ridotto sensibilmente nel 2001, e si prevede il suo successivo annulla-

mento. Si passerà dunque da un rapporto N-P-K come sopra descritto 2:1:1 ad un

rapporto di 5:1:4 o 4:1:3.

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Utilizzo di fitofarmaci: grazie alle condizioni pedoclimatiche particolarmente favo-

revoli di Is Arenas, che scoraggiano gli attacchi di patogeni fungini del tappeto er-

boso, si può fare un uso molto limitato di prodotti fungicidi.

Per lo stesso motivo pedologico, il percorso di golf di Is Arenas è quasi immune

da infestazioni indesiderate; infatti, grazie alla elevata permeabilità, a pH elevati e al-

la fitta presenza di Pinus pinea, non si ha necessità di eseguire diserbi selettivi.

L’unico diserbo è stato eseguito nelle sandy-waste utilizzando una molecola ve-

locemente degradabile dall’attività batterica in tempi molto brevi.

Infatti la gestione dell’anno 2000, evidenzia di quanto siano diverse le dosi uti-

lizzate sul percorso di golf di Is Arenas, come quantitativi totali di principio at-

tivo/ha/anno, dagli standard manutentivi dei percorsi di golf (3.12 kg/ha/anno) e, a

maggior ragione, da quelli del settore agricolo, i cui valori sono di circa 10 volte

superiori al settore golf.

La seguente specificazione dei quantitativi, suddivisi per tipo di intervento anti-

parassitario, in [kg di p.a. totale annuo] e [kg di p.a./ha/anno] evidenzia in modo ine-

quivocabile l’esiguità della dosi di principio attivo utilizzate nel golf di Is Arenas:

Dose totale annua di p.a. Dose specifica di p.a. [kg/anno] [kg/haxanno] Fungicidi - propiconazole 1,25 0,036 - benalaxil 1,00 0,028 Insetticidi: - clorpyrifos 5,17 0,148 Diserbanti: - gliphosate 4,96 0,141 totali 12,38 0,353

I suddetti valori, che caratterizzano l’impiego dei fitofarmaci nel golf di Is Are-

nas, sono quasi nove volte inferiori alla media nazionale per quanto riguarda i

campi da golf e quasi novanta volte inferiori ai quantitativi utilizzati in agricoltura.

Occorre precisare che i dati sopra citati sono riferiti alla superficie complessiva

del tappeto erboso; ma, nella realtà del percorso di golf di Is Arenas ciò avviene

esclusivamente su una superficie molto limitata, dove si ha un intervento culturale

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più intensivo, ovvero su tees e greens corrispondenti a meno del 20% della superficie

totale.

Altro elemento estremamente importante da mettere in rilievo è che nel resto del

percorso di golf, corrispondente ad oltre l’80% della superficie complessiva, non

viene eseguito nessun tipo di intervento con fitofarmaci. Da ciò si può dedurre che la

presenza del tappeto erboso, ha solo effetti positivi sulla microfauna e, quindi, sull’

equilibrio dell’ecosistema, in particolare dell’avifauna.

Per quanto sopra esposto la qualità dell’acqua della falda sottostante Is

Arenas, pur risentendo delle caratteristiche geologiche del relativo giacimento, è so-

stanzialmente “buona” soprattutto per gli utilizzi di irrigazione e igenico– sanitari.

Le attività antropiche connesse al percorso di golf, in considerazione dei sistemi

messi in atto per la distribuzione dei concimi e dei fitofarmaci e ridottissime quantità

degli stessi, non determinano incidenze negative significative ma, anzi, contri-

buiscono in modo importante al miglioramento dell’ecosistema, con particolare rife-

rimento alla microflora, alla microfauna e alla protezione antincendio.

Per quanto sopra esposto anche il suolo non corre il pericolo di inquinamento da

fertilizzanti e/o fitofarmaci.

Si ricorda che il percorso di golf di Is Arenas ha aderito alla procedura di

certificazione internazionale per una gestione ecocompatibile dei percorsi di golf

secondo la dichiarazione internazionale di Valderrama, sottoscritta in data

08.11.1999, con il patrocinio anche della Commissione Europea (vedi Allegati n.

21, n. 22 e n. 23)

Anche per quanto concerne i reflui connessi agli insediamenti residenziali, come

ampiamente illustrato precedentemente, è previsto il loro il trattamento in sistemi di

depurazione conformi alla normativa vigente e senza scarichi a mare, bensì mediante

riutilizzo per l’irrigazione dopo il conferimento in bacini di accumulo (già realizzati

e in esercizio) che consentono il monitoraggio continuo con sistematiche analisi qua-

litative e quantitative.

Pertanto, si può affermare che gli utilizzi idrici e le relative attività antropiche

non determinano effetti negativi per la falda, anche per quanto concerne lo sbocco a

mare delle rilevanti eccedenze del bacino imbrifero di interesse.

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1.6.4 PER QUANTO RIGUARDA L’INQUINAMENTO E IL DISTURBO

DELLA VEGETAZIONE

I potenziali fattori di inquinamento possono essere rappresentati:

a) dalle polveri prodotte sia in fase di costruzione dal transito e dalla operatività

degli automezzi industriali sia in fase di esercizio dalla circolazione delle

autovetture private e di servizio;

b) dalla messa a dimora nel verde privato di essenze vegetali non autoctone: in-

quinamento verde.

Per quanto riguarda il punto a), è stato già evidenziato al paragrafo 1.6.1, come

tale azione inquinante, prodotta in fase di costruzione, risulti limitata e imme-

diatamente reversibile al completamento delle opere, e in fase di esercizio sporadica

e non significativa, in relazione al fatto che la circolazione delle autovetture degli

ospiti-turisti è consentita all’interno della lottizzazione convenzionata (con esclusio-

ne della maggior parte dell’area del p.S.I.C. esterna alla lottizzazione stessa) solo

all’arrivo e alla partenza, mentre durante il periodo di soggiorno ne è prescritto il par-

cheggio nelle apposite aree di sosta dotate di griglia salvaprato.

Si ritiene, pertanto, che l’inquinamento della vegetazione da deposito di polvere

sia del tutto trascurabile.

Per quanto concerne il punto b), il regolamento del complesso turistico ricettivo-

alberghiero vieta in modo assoluto l’introduzione nella lottizzazione di essenze e

specie vegetali non autoctone e non autorizzate, per cui il rischio di “inquinamento

verde” non sussiste.

Infine, per quanto detto precedentemente in relazione ai possibili inquinamenti

dell’aria, del suolo e della falda, si sottolinea l’inesistenza di significative ripercus-

sioni sulla vegetazione anche nell’eventualità di incidenti causati da rottura di con-

dotte fognarie, disfunzionamento dell’impianto di depurazione, errate azioni di do-

saggio dei fertilizzanti e/o fitofarmaci nei manti erbosi, etc., in quanto sono previste,

per ciascuna di queste eventualità, specifiche e idonee misure di monitoraggio con

immediati interventi operativi per l’eliminazione della causa dell’ incidente.

Con riferimento ai possibili disturbi ambientali che si possono arrecare alla ve-

getazione, essi consistono essenzialmente in tagli di rami, abbattimento casuale di

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alberi e arbusti, calpestio con mezzi pesanti industriali del suolo forestale esterno

alle sedi viarie e, comunque, attribuibili in generale all’attività di costruzione degli

edifici e di completamento delle infrastrutture.

Tali disturbi ambientali sono localizzabili all’interno degli areali edificabili e,

soprat-tutto, all’intorno delle aree di sedime dei fabbricati e lastricati; inoltre,

saranno eventi di scarsa entità e circoscritti nella superficie interessata e, soprattutto,

limitati nel tempo, in quanto si potranno verificare durante il periodo di cantiere; essi

sono, comunque, del tutto reversibili.

Per quanto attiene la pressione antropica dei turisti residenti nel suddetto com-

plesso turistico ricettivo-alberghiero, si ritiene che questa non possa esplicare una

azione di disturbo significativa, in quanto il regolamento interno limita la

circolazione dei veicoli privati, esclude quella dei fuoristrada e delle motociclette da

cross al di fuori della viabilità principale e consente la circolazione pedonale, specie

nella fascia compresa fra il mare e i primi 300 m di entroterra, solo nei sentieri

appositamente costruiti.

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1.6.5 PER QUANTO RIGUARDA L’INQUINAMENTO E IL DISTURBO

DELLA FAUNA

Gli studi specifici relativi alla dinamica faunistica del p.S.I.C. “IsArenas” (vedi

Al-legati n. 17 e n. 18) escludono forme di inquinamento e/o disturbi significativi

sulla fauna dovuti alla realizzazione del progetto in esame.

Le potenziali azioni negative prese in esame sono:

a) scomparsa anche temporanea di gruppi sistematici dal biotopo;

b) impedimenti alla riproduzione e/o distruzione o perdita di nidiate;

c) uccisione di individui o gruppi di animali;

d) ostacoli alla mobilità faunistica.

Tale esclusione trova motivazione dalle seguenti considerazioni fatte dagli Autori

degli studi sopraccitati:

- la superficie complessiva, sottratta alla pineta per fabbricati e lastricati, strutture

sportive e infrastrutture risulta pari a circa il 3% della superficie a pineta esi-

stente in tutto il p.S.I.C. di proprietà che si riduce al 2,2% se viene presa in cons-

iderazione l’intera superficie a pineta del p.S.I.C.;

- la gradualità temporale con cui verranno realizzate le costruzioni che sottrag-

gono superficie alla pineta, costituiscono un rilevante alleggerimento delle per-

turbazioni sulla fauna che saranno contenute con una riambientazione, con ridotti

spostamenti, nei luoghi prossimi a quelli di cantiere;

- non sussiste alcuna significativa concentrazione delle superfici sottratte alla fauna

in connessione al progetto in esame;

- i manti erbosi determinano una evoluzione positiva della microflora e della mi-

crofauna atta a incrementare, in fattispecie e in quantità, l’avifauna;

- il traffico veicolare e pedonale è regolamentato;

- le linee elettriche sono interrate e, quindi, non incidono sulla fauna.

In conclusione si può affermare che i disturbi ambientali sulla fauna sono del

tutto marginali e trascurabili.

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1.7 RISCHIO DI INCIDENTI PER QUANTO RIGUARDA LE SOSTANZ E E

LE TECNOLOGIE UTILIZZATE

La natura intrinseca del progetto è tale da non presentare rischi significativi di

incidenti correlati con le sostanze e le tecnologie impiegate.

Infatti, tali rischi sono principalmente individuabili come:

- possibile rottura delle condotte fognarie:

- disfunzionamento del sistema di depurazione delle acque reflue;

- guasti delle tubazioni, degli irrigatori e dei miscelatori per la fertirrigazione, do-

vuti prevalentemente a incrostazioni;

- guasto delle attrezzature di dosaggio di fitofarmaci e fertilizzanti.

Per quanto riguarda la prima causa di rischio, trattasi di incidenti che si possono

verificare difficilmente; comunque, comporterebbero una possibile contaminazione

del terreno (senza che si abbiano particolari danni alla vegetazione), mentre potrebbe

essere interessata la falda, (a causa della permeabilità del suolo), ma solo nel caso in

cui l’incidente perduri nel tempo e non si sia ovviato al guasto.

Il disfunzionamento del sistema di depurazione può causare un aumento delle so-

stanze solide e un aumento della carica batterica presenti nelle acque che poi ven-

gono utilizzate nell’irrigazione dei campi da golf e del verde ricadente negli areali,

con conseguenti rischi di carattere igienico-sanitario.

Comunque, un cattivo funzionamento di tale impianto, può essere un evento di

difficile, se non di impossibile accadimento, in quanto come precedentemente illu-

strato al paragrafo 1.5.1, il depuratore è progettato secondo le più aggiornate tecno-

logie sia di processo sia di comando e controllo.

L’impianto, infatti, è dotato di un sistema “esperto” a retroazione che controlla e

modifica i parametri del ciclo di funzionamento in tempo reale, provvedendo a elimi-

nare a monte le cause delle anomalie che si potrebbero verificare a valle del ciclo di

depurazione. Esso assicura un’acqua depurata nei limiti di cui alla tabella A della

Legge 319/76.

Per quanto riguarda i guasti per otturazione delle tubazioni degli impianti di

irrigazione e/o degli erogatori, si osserva che tali problemi sono collegati a un ele-

vato contenuto di sostanze solide sospese nelle acque irrigue; ciò provoca la sedi-

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mentazione del materiale nelle condotte, con ostruzione parziale o totale delle stesse e

degli erogatori e, quindi, con perdita di efficienza per la manutenzione dei manti

erbosi e del verde privato.

Inoltre, si potrebbe riscontrare nelle acque la presenza di altri agenti otturanti sia

chimici, quali solventi e valori di pH anomali per Mn, Fe totale, H2S, sia

microbiologici quali i batteri.

Nel caso dell’insorgenza di questi problemi, si ritiene che sarà sufficiente prov-

vedere alla messa in efficienza degli ugelli e controllare l’impianto di depurazione e

in particolare la sezione di filtrazione, nonché la strumentazione di comando e con-

trollo a retroazione del depuratore stesso.

Si fa presente che sulla mandata dell’impianto di irrigazione per il percorso di

golf sono stati installati degli specifici filtri che trattengono eventuali sostanze solide

pregiudizievoli per il funzionamento degli irrigatori e, quindi, non sussiste in propo-

sito alcun problema.

Come più volte accennato le Società proprietarie hanno programmato, e per il

campo di golf già realizzato, un accurato monitoraggio dell’irrigazione dei manti er-

bosi e delle altre zone irrigue che permette di evidenziare senza ritardi le situazioni di

pericolo ed eliminare le cause in tempi brevi.

Le stesse considerazioni valgono anche per l’utilizzo dell’impianto di fertir-

rigazione, per le attrezzature di dosaggio di fitofarmaci e di fertilizzanti che potreb-

bero essere soggetti a inconvenienti analoghi.

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2 AREA VASTA D’INFLUENZA DEL PROGETTO.

INTERFERENZE CON IL SISTEMA AMBIENTALE.

Le interferenze del progetto del complesso turistico-ricettivo alberghiero e del

campo da golf, di cui all’Accordo di Programma del 9.06.19997, in Comune di Nar-

bolia, nonché del fabbricato a supporto delle attività del golf in Comune di San Vero

Milis, ricadenti all’interno del p.S.I.C. “Is Arenas” (cod. ITB 002228) sono state

individuate, analizzate e valutate con riferimento al sistema ambientale di area vasta,

considerando le componenti abiotiche, biotiche e le connessioni ecologiche, secondo

quanto previsto dall’Allegato “G” e dalle normative di riferimento citate nella pre-

messa della presente relazione.

Le interferenze tengono conto, altresì, della qualità, della capacità di rige-

nerazione delle risorse naturali della zona e della capacità di carico dell’ambiente na-

turale, con riferimento alla cartografia del progetto CORINE LAND COVER, che fa

parte del programma comunitario CORINE.

Per quanto concerne le caratteristiche del progetto, con riferimento particolare

alle componenti e ai valori dell’ecosistema dell’area individuata come p.S.I.C. “Is

Arenas” -sempre secondo quanto previsto dall’Allegato “G”-, si rimanda a quanto

esposto al Capitolo I della presente relazione e alla “Scheda di conservazione e criteri

di motivazione e qualità - Sito Is Arenas” e alla “Scheda degli Habitat – Sardegna –

Sito Is Arenas” (vedi Allegato n. 52).

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2.1 INTERFERENZE DEL PROGETTO CON RIFERIMENTO AL

SISTEMA AMBIENTALE CONSIDERANDO LE COMPONENTI

ABIOTICHE

Di seguito vengono esaminate e valutate le interferenze ambientali che le azioni

progettuali e i relativi fattori di incidenza possono determinare sulle componenti

abiotiche dell’intero p.S.I.C., quali la morfologia, la pedologia, l’idrogeologia e il

clima.

2.1.1 INTERFERENZE DEL PROGETTO CON LE COMPONENTI

MORFOLOGICHE E PEDOLOGICHE DEL SUOLO.

Al precedente paragrafo 1.4.4. sono state descritte le caratteristiche delle com-

ponenti morfologiche e pedologiche del suolo sia su area vasta sia su area ristretta al

p.S.I.C. Is Arenas.

In particolare nella pineta di "Is Arenas" lo strato superficiale è praticamente

omogeneo e deriva da sabbia di origine marina completamente fissata; i rilievi sono

tendenzialmente ortogonali alla costa nella zona Sud-Ovest e paralleli alla stessa nel-

la zona verso monte (Est-Nord/Est).

La basicità di tali terreni rallenta l’azione correttiva acida apportata al suoli dagli

aghi dei pini e dagli altri resti della pineta, in quanto la lunga aridità estiva e l'atmo-

sfera fortemente salina rallentano il processo di umificazione. Alle limitazioni im-

poste dai caratteri fisico-chimici dei terreni, si sommano quelle climatologiche, de-

finite da rilevazioni pluriennali. Venti e piogge fortemente carichi di cloruri e ioduri

e siccità estive che raggiungono durate semestrali, sporadiche ma intense brinate,

temperature del suolo elevatissime nelle ore diurne sono fattori integranti con quelli

fisici.

In area ristretta, all’interno del perimetro del p.S.I.C., risulta che tale suolo è del

tutto inadatto alle pratiche di coltivazione agricola e al pascolo, e la sua utilizzabilità

è limitata alla forestazione assistita di alcune essenze legnose, capaci di progredire in

tali situazioni pedo-climatiche, quali il pino e il ginepro.

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Considerata la localizzazione degli interventi progettuali sia nell’ambito degli are-

ali edificabili, per quanto riguarda il complesso turistico ricettivo-alberghiero, sia all’

interno delle altre aree comprese nel perimetro della lottizzazione, per quanto con-

cerne il campo da golf e le infrastrutture, non si hanno interferenze con la

morfologia e la pedologia dell’area vasta posta al di fuori dal p.S.I.C.

Con riferimento, invece, agli areali edificabili, gli interventi in progetto non

modificheranno la morfologia del suolo e, tanto meno, la pedologia delle aree

contermini a quelle da coprire e/o lastricare.

In particolare, si è già evidenziato nel Capitolo I che le costruzioni sono in buona

parte localizzate in aree di radura prevalente, spesso in depressioni del suolo, e non

necessitano di importanti sbancamenti e/o rilevati che possano alterare signi-

ficativamente la morfologia del sito, soprattutto in considerazione delle limitate opere

di fondazione delle stesse; infatti l’altezza dei fabbricati è compresa tra i 3,50 m (un

piano fuori terra) e i 6,5 m (due piani fuori terra) e localmente non supera mai l’al-

tezza delle chiome del soprassuolo boschivo.

Si fa presente, altresì, che le superfici interessate dall’edificazione, all’interno de-

gli areali sono percentualmente modeste e in totale, secondo l’Accordo di programma

del 09.06.1997 e la Convenzione con la Forestale (Allegato n. 20), non potranno

superare la superficie di 11.28.20 ha che, se riferita alla superficie complessiva

degli areali edificabili di 31.17.90 ha, ne rappresenta . il 36,18%, e addirittura, se

riferita alla superficie totale del p.S.I.C. di proprietà di 742.75.59 ha, ne costituisce

solo l’1,52% circa.

Per quanto riguarda le incidenze prodotte intorno alle aree di sedime dei fab-

bricati in fase di costruzione e consistenti essenzialmente nel deposito temporaneo di

materiali da costruzione, nel ricoprimento di parti del suolo con materie provenienti

dagli scavi, negli eventuali e modesti rilasci di oli e lubrificanti sul suolo da parte dei

veicoli industriali e privati, esse sono scarsamente significative e, soprattutto, rever-

sibili nel tempo: al completamento dei lavori tali incidenze negative saranno elimi-

nate e, inoltre, le aree circostanti ai fabbricati, all’interno degli areali, saranno og-

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getto di specifici interventi di cura del verde privato nel rispetto delle specie vegetali

autoctone.

Del resto ciò è testimoniato dalle costruzioni già eseguite e dalla documentazione

fotografica di cui all’Allegato n. 12, dalla quale si evince che la società Is Arenas ha

prestato la massima cura per evitare incidenze negative sul suolo limitrofo a quello

strettamente interessato come area di sedime delle costruzioni.

Pertanto, gli effetti negativi sul suolo prodotti dalla costruzione del complesso

turistico alberghiero-ricettivo e del loro esercizio si può stimare con un valore dell’

incidenza negativa molto bassa e, per alcune zone della lottizzazione, trascurabile o

nulla, tenuto conto delle azioni mitigatrici e delle misure compensatorie che saranno

poste in essere, e in parte già attuate, dalle società “Is Arenas” e che sono descritte in

maniera particolareggiata ai successivi paragrafi 2.2.2.2.1 e 2.2.2.2.2.

Nel caso della costruzione delle infrastrutture primarie, già quasi completamente

realizzate e consistenti in reti di distribuzione interrate a diverse profondità (rete idri-

ca, antincendio, elettrica, telefonica e fognaria), sebbene si siano dovuti eseguire

scavi di dimensioni importanti, si è verificato -così come testimonia la documen-

tazione fotografica dell’Allegato n. 12, foto n. 40÷44 (situazione in fase di costru-

zione) e foto n. 45÷48 (situazione completamente ripristinata)- che dopo circa un

anno dall’ultimazione delle opere, il suolo ha riacquistato le sue caratteristiche ori-

ginali pedogenetiche e morfologiche, in quanto per i rinterri si sono utilizzate le stesse

materie di risulta degli scavi, con ripristino dei livelli originari del terreno; anche il

soprassuolo non ha subito incidenze permanenti, poiché ai lati delle strade, su cui pre-

valentemente insistono le reti di infrastruttura, la vegetazione si è interamente rico-

stituita sia naturalmente sia, in parte, con l’intervento artificiale della società “Is Are-

nas”.

Pertanto, le azioni di costruzione ed esercizio delle infrastrutture, finora eseguite

nell’area del p.S.I.C., non hanno prodotto incidenze negative significative sul suolo

e sul soprassuolo.

La parte di infrastrutture che resta ancora da realizzare è di limitata estensione e

rappresenta una quota molto limitata di quanto già eseguito; pertanto, si può asserire

che anche le future realizzazioni avranno incidenze negative molto basse, o tra-

scurabili, sul suolo.

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Per quanto concerne, invece, le area su cui è stato già realizzato il campo da golf a

18 buche, oltre che il campo pratica e quello sperimentale a tre buche, questa non è

stata interessata da importanti lavori di rimodellamento del terreno in quanto sono

state sfruttate prevalentemente le situazioni morfologiche preesistenti e, laddove si

sono realizzate, invece, alcune modeste modifiche dell’andamento altimetrico del

terreno, necessarie per la creazione di un percorso golfistico di particolare interesse

sportivo-competitivo, ci si è si limitati esclusivamente allo spostamento con le mac-

chine per movimento terra dei terreni esistenti, senza alcun apporto di materiali dall’

esterno e, quindi, senza alterare le caratteristiche del suolo originario.

Nello strato superficiale, fino a 30 cm di profondità, le analisi chimico-fisiche dei

terreni interessati dal circuito del golf, così come risultano dai certificati di prova

(Allegato n. 53), mostrano che essi sono sabbioso-franchi; hanno reazione alcalina;

la sostanza organica è presente in scarsa quantità e si presenta ben unificata come in-

dica il rapporto C/N (6,70÷7,50); il calcio e il fosforo presenti sono insufficienti; il

magnesio è il potassio presenti sono scarsi.

Esse mostrano che il suolo, comunque, deve essere aiutato con interventi miglio-

rativi da apportare nell’arco della stagione vegetativa; ciò che viene regolarmente

eseguito dalla Is Arenas Golf s.r.l..

Già è stato detto (vedi in particolare il paragrafo 1.2.2.1):

- che il percorso golfistico è stato localizzato prevalentemente lungo le fasce para-

fuoco esistenti, con allargamenti nelle zone di pineta a radura rilevante, il cui suo-

lo presentava caratteristiche molto difficili per lo sviluppo naturale della vegeta-

zione, per la presenza zone in depressione, talvolta acquitrinose e con struttura in-

stabile;

- che i nuovi tappeti erbosi di micro e macroterme hanno consentito di stabilizzare

definitivamente il terreno e la contemporanea realizzazione di quattro laghetti

artificiali ha consentito di irrigare con i manti erbosi anche i roughs, a prevalente

presenza di Pinus pinea, e le aree di bosco contermini allo stesso percorso di golf,

con un evidente beneficio per le piante;

- che i trattamenti dei manti erbosi e gli antiparassitari usati per una corretta ge-

stione del percorso golfistico non apportano incidenze significative al suolo delle

aree a pineta, limitrofe al percorso medesimo.

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Pertanto, sulla base dei risultati finora conseguiti, si può affermare che la

realizzazione e la gestione del campo da golf non ha prodotto incidenze negative

irreversibili sul suolo e che le temporanee interferenze (ascrivibili al solo periodo di

costruzione) sono state abbondantemente controbilanciate in positivo dalla definitiva

stabilizzazione del suolo e dal miglioramento complessivo delle caratteristiche del so-

prassuolo in tali aree.

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2.1.2 INTERFERENZE DEL PROGETTO CON LE COMPONENTI

IDROGEOLOGICHE.

Nel precedente paragrafo 1.4.5. sono state descritte le caratteristiche delle com-

ponenti geologiche e idrogeologiche del territorio sia su area vasta sia su area ristretta

al p.S.I.C. Is Arenas.

Anche in questo caso, considerata la localizzazione degli interventi progettuali sia

nell’ambito degli areali edificabili, per quanto riguarda il complesso turistico ricet-

tivo-alberghiero, sia all’interno delle altre aree comprese nel perimetro della lottiz-

zazione, per quanto concerne il campo da golf e le infrastrutture, non si hanno inter-

ferenze con il bacino idrogeologico dell’area vasta posta al di fuori dal p.S.I.C.

Per quanto riguarda l’area ristretta, gli interventi edificatori e la realizzazione del

campo da golf interessano i terreni dell’habitat a pineta e, comunque, tali azioni non

determinano direttamente incidenze significative nei parametri idrologici, mentre

l’esercizio del percorso golfistico, soprattutto con i relativi interventi per l’irrigazione

dei manti erbosi, per la loro fertilizzazione e per i relativi trattamenti, potrebbero

determinare -se non opportunamente programmati, rigorosamente dosati sulla base

delle periodiche analisi chimico-fisiche e applicati con l’impiego delle più moderne

tecnologie di comando e di controllo, come invece avviene da parte delle società Is

Arenas- incidenze negative alla falda per somministrazione di dosi in eccesso di

principi attivi

Per quanto riguarda l’effettiva inesistenza del rischio d’inquinamento dell’acqua

di falda a causa della costruzione e d esercizio del complesso turistico e del campo da

golf, si è già riferito al par. 1.6.3, anche con particolare riferimento all’utilizzo di

fertilizzanti e fitofarmaci.

Ivi è dimostrato che i continui e sistematici controlli sulla qualità dell’acqua della

falda sottostante “Is Arenas” di cui sopra, non hanno mai evidenziato alterazioni a

causa dell’utilizzo di fertilizzanti e fitofarmaci; infatti:

- nelle analisi chimiche di controllo periodico eseguite negli ultimi quattro anni, in

cui il circuito golfistico è stato in funzione e, quindi, oggetto dei suddetti

trattamenti, non si sono ritrovate anomalie chimiche imputabili all’uso dei pre-

citati prodotti impiegati;

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- nei valori di salinità dell’acqua di falda, monitorati in continuo, con i piezometri

installati nei pozzi, non si sono riscontrati valori anomali, confermando che la

qualità dell’acqua sottostante “Is Arenas” si mantiene “buona” soprattutto per gli

utilizzi di irrigazione e igienico-sanitari;

Inoltre, dal bilancio idrico, riportato al par.1.4.5.3, tenuto conto dei volumi di

immagazzinamento annuali della falda sotterranea, appare evidente che il maggiore

quantitativo di acqua della stessa viene disperso in mare e quanto sia, in generale,

improbabile l’ingresso dell’acqua marina nell’entroterra. Di conseguenza fenomeni di

insalinizzazione sono da escludere nel caso in esame per effetto dei massimi

quantitativi di eduzione previsti a regime, anche nei periodi di massima siccità

annuale, con cui vengono soddisfatte tutte le necessità del complesso turistico e del

campo da golf.

2.1.3 INTERFERENZE DEL PROGETTO CON IL CLIMA

Le componenti climatiche di Is Arenas non corrispondono in pieno a quelle che

caratterizzano la Sardegna centro-occidentale, in quanto la posizione topografica

della penisola del Sinis accentua alcune componenti (infatti, essa è più esposta al

vento di maestrale) e per contro l’esistenza di circa 1000 ha di pineta, mitiga altre

componenti climatiche e, di conseguenza, si hanno valori del microclima particolari,

soprattutto con riferimento al vento, alle temperature al suolo e ai coefficenti idro-

metrici che rendono la zona particolarmente favorevole per il soggiorno turistico e

per la pratica del golf.

La località di Is Arenas è praticamente baricentrica rispetto alle stazioni termo-

pluviometriche di Capo Frasca, Santa Giusta, Cuglieri e Santulussurgiu, ma queste

collocazioni sono radicalmente diverse sia tra di loro sia nel confronto con la

situazione di Is Arenas, al punto da non essere significativa e, quindi, accettabile

l’assunzione del valore medio dei dati in esse registati come rappresentativo delle

caratteristiche specifiche del sito in esame.

Più attendibile risulterebbe la stazione di Riola, che però non esegue rilevamenti

di temperatura, umidità e condizioni del cielo.

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Da oltre dieci anni funziona in Is Arenas una stazione termoidrografica, i cui dati

sono completati da misure dirette. Tali rilevazioni sono state ritenute indispensabili

per le opportune caratterizzazioni della zona sia per l'utilizzo antropico (stagione turi-

stica per la balneazione, i congressi, le attività sportive all'aperto) sia per gli effetti

ambientali sulla vegetazione e sul panorama nonché per la individuazione delle

esigenze idriche, etc.

Per la pluviometria i dati desunti dal pluviometro di Riola Sardo, sono cosi rias-

sumibili:

- precipitazione media annuale nel settantennio: 648 mm;

- precipitazione minima annuale: 413 mm nel 1948 e 392 mm nel 1988;

- precipitazione massima annuale: 1.071 mm nel 1928 e 997 mm nel 1963.

Per le temperature sono a disposizione i dati di Santa Giusta, dai quali si desu-

mono le seguenti temperature medie: Gennaio 10 °C; Febbraio 10,4 °C; Marzo 12,3

°C; Aprile 14,3 °C; Maggio 17.8 °C; Giugno 21,7 °C; Luglio 23,8 °C; Agosto 24,4

°C; Settembre 22,3 °C; Ottobre 19,4 °C; Novembre 14 °C, Dicembre 11 ° C.

Dati da rilevazione diretta della stazione di "Is Arenas "

Nell’anno 2000 -particolarmente siccitoso-, nella stazione idrografica della

società Is Arenas, ubicata nell’area del campo di golf, si è registrato che i giorni di

pioggia nell’anno sono stati pari a 56, con precipitazioni totali per 620 mm, di cui per

oltre 370 mm concentrate tra novembre e dicembre, cioè dopo gli emungimenti per

l’irrigazione.

Prima di tali precipitazioni di fine anno, il livello della falda si era ristabilito, co-

munque, ai valori normali, in funzione dei rilevanti afflussi pervenuti nel corso dell’

anno e congruenti con le valutazioni contenute nelle relazioni dei professori A. Pala e

S. Carboni (vedi Allegato n. 45).

Per l’anno 2001, ancor più siccitoso, i giorni di pioggia sono stati n. 53 e le

precipitazioni totali annue pari a 379 mm.

I dati raccolti direttamente nella stazione di Is Arenas sono numerosissimi; degli

stessi sono stati fatti i riepiloghi, con risultati molto interessanti, perché a situazioni

medie da clima caldo temperato si contrappongono valori di picco tali da comportare,

sia pure con scadenze pluriennali, alcune limitazioni per la vegetazione.

In sintesi si può dire che:

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- il cielo si presenta da sereno a variabile per 290 giorni/anno con la massima va-

riabilità e copertura tra novembre e marzo;

- la pioggia si manifesta per circa 30 giorni all'anno con i massimi tra ottobre e

marzo con assenza pressoché totale nei tre mesi estivi;

- i venti assumono velocità di disturbo sul fronte mare per circa 75 giorni all'anno,

distribuiti in modo casuale nelle stagioni. E' importante rilevare che anche in

giornate di forte vento all'interno della pineta si verificano situazioni confortevoli

per l'uomo, in quanto la duna fronte a mare e la vegetazione svolgono funzioni di

frangivento;

- il mare si presenta mosso o agitato, difficoltoso per natanti e balneazione per cir-

ca 75 giorni all'anno, distribuiti soprattutto tra dicembre e aprile;

- la spiaggia si presenta pulita da alghe per oltre il 90% della sua estensione per

oltre 240 giorni all'anno; marginali depositi di alghe, che comunque interessano

limitati tratti del litorale, si verificano essenzialmente da novembre a marzo.

All’attualità non si sono registrate apprezzabili variazioni climatiche dovute

alla costruzione e all’esercizio del campo da golf e, certamente, non se ne

registreranno in futuro, in quanto il suddetto circuito sportivo non ha alterato le

componenti ambientali connesse con il microclima dell’area in esame.

Lo stesso può dirsi per il complesso turistico ricettivo-alberghiero programmato

secondo l’Accordo di Programma del 09.06.1997 e la Convenzione stipulata nel

1996 con il Servizio Rip. Delle Foreste e di V.A. di Oristano sia, soprattutto, per le

ridottissime superfici coperte da fabbricati e lastricati in relazione alla superficie

totale del p.S.I.C., sia, in secondo luogo, per le irrilevanti quantità di emissioni in

atmosfera di polveri, di gas di scarico delle autovetture e di fumi provenienti dalle

cucine dei ristoranti e dai pochi impianti di riscaldamento a gasolio a bassa capacità

termica.

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2.2 INTERFERENZE DEL PROGETTO CON RIFERIMENTO AL

SISTEMA AMBIENTALE CONSIDERANDO LE COMPONENTI

BIOTICHE

Di seguito vengono esaminate e valutate le interferenze ambientali che le azioni

progettuali e i relativi fattori di incidenza possono determinare sulle componenti bio-

tiche dell’intero p.S.I.C., quali la flora, la vegetazione e la fauna, tenuto conto della

qualità, della capacità di rigenerazione delle risorse naturali della zona e della capa-

cità di carico dell’ambiente naturale.

2.2.1 RICHIAMI SULLA FLORA E SULLA VEGETAZIONE

Si ritiene opportuno richiamare sinteticamente le principali caratteristiche della

flora e della vegetazione presenti nel territorio di interesse -già ampiamente illustrate

nelle relazioni specialistiche (Allegati n. 14, n. 15 e n. 46)- in aggiunta a quanto

esposto al paragrafo 1.4.1.2 sugli avvenimenti storici che hanno interessato il com-

pendio in esame e sui rilievi e accertamenti attuali che sono stati eseguiti per la

valutazione delle incidenze (o interferenze) sulle specie vegetali dell’area vasta del

p.S.I.C., conseguenti alla costruzione e alla gestione del complesso turistico-spor-

tivo.

Nell'area vasta le specie della flora esistenti presentano una gamma di varietà e di

presenze molto articolate e complesse. Alle essenze autoctone, per effetto di una an-

tropizzazione diffusa nel territorio, sono state integrate, ai fini produttivi, specie eso-

gene che hanno trovato un "habitat" favorevole, sino a sostituire le specie esistenti.

Schematicamente sono state suddivise in piante erbacee e in arbusti e alberi.

Per ulteriori dettagli relativi alla flora esistente si rimanda al Documento “C”.

sezione IV, “Flora e fauna”, dell’Allegato n. 46, nel quale sono individuati in ma-

niera esaustiva tutte le specie presenti in area vasta e in area ristretta.

Per quanto riguarda, invece, la vegetazione nel suo complesso, si riassume bre-

vemente quanto già esposto nelle relazioni specialistiche relativamente agli habitat

prioritari presenti nell’area vasta del p.S.I.C. (Allegati n. 14 e n. 15).

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2.2.1.1 Habitat delle foreste dunari di Pinus pinea

Come già rappresentato nel Capitolo I della presente relazione, questo habitat è

stato generato da un massiccio intervento di rimboschimento iniziato negli anni 50 e

completato gradualmente nell’arco di un decennio.

In seguito alle inevitabili fallanze dovute alla difficoltà conseguenti allo stato di

desertificazione con cui si presentava tutto il compendio sono stati eseguiti i ne-

cessari risarcimenti utilizzando, oltre che il Pinus pinea, anche l’Acacia Cyanophylla

(nelle superfici battute dai venti salati) e. in limitati tratti con Eucaliptus globulos e

Pinus halepensis.

Sono state rispettate e interessate da cure colturali le rare presenze di ginepri, ta-

merici, lentischi, filliree tipici della macchia mediterranea (macchia termoxerofila

mediterranea). La loro entità era assolutamente scarsa, pertanto sono stati considerati

veri e propri relitti del soprassuolo “climax” che in epoche passate rivestiva il com-

pendio in perfetto equilibrio con l’ambiente.

Il rimboschimento ha interessato una superficie complessiva di oltre 1.000 ettari,

interamente ricadente nell’ambito dell’area del proposto S.I.C.

La porzione di pineta posseduta dalle Società proprietarie interessata dal pro-

gramma di insediamento turistico-residenziale ammonta a quasi 650 ettari (al netto

delle superfici relative agli altri habitat presenti).

Nell’ambito di questa superficie si evidenziano delle situazioni in cui il suolo e il

soprassuolo presentano condizioni e caratteristiche difformi a seconda delle con-

dizioni edafiche, della morfologia dei luoghi, dalla distanza dalla costa ecc., da cui

derivano variazioni anche molto marcate nella densità delle piante, nel loro sviluppo,

nello stato vegetativo e nella presenza o assenza di una strato arbustivo e/o erbaceo.

Oltre ai fattori sopra citati ha contribuito ad accentuare questa disformità la pre-

senza di orizzonti umiferi sommersi che non si presentano in modo uniforme.

Da un esame approfondito della zona di proprietà delle società IS ARENAS, ba-

sato anche su precedenti osservazioni relative al 1994 (Allegato n. 14), si possono

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distinguere nell’ambito della superficie a prevalenza di Pino domestico le seguenti

classi di pineta, così come sono state sintetizzate nella Tabella n. 1 dell’Allegato n.

15, la cui distribuzione territoriale è riportata nelle carte tematiche (n. 2 e n. 3

dell’Allegato n. 15).

Per una più completa descrizione delle varie classi di pineta individuate si

illustrano di seguito le loro principali caratteristiche e le conseguenti osservazioni e

considerazioni che ne derivano.

2.2.1.1.1 Habitat del soprassuolo a Pinus pinea della classe 1a

Il soprassuolo si presenta con piante di pino di elevate dimensioni (diametri in-

torno ai 40 cm e altezze medie superiori ai 7 metri) aventi una densità inferiore alle

400 piante ad ettaro ed esteso su una superficie di circa 286 ha.

La distribuzione di questa classe, come risulta dall’apposita precitata cartografia,

è variabile; comunque, la maggiore concentrazione è localizzata nella fascia di pineta

più interna a contatto con le superfici agricole e/o a gariga retrostanti, nonché verso

sud-ovest.

I diradamenti eseguiti dalle Società proprietarie sono stati di tipo forte, in quanto

lo sviluppo delle piante consentiva una selezione elevata rilasciando solo i soggetti di

maggiori dimensioni e in migliori condizioni vegetative.

I suddetti interventi, effettuati soprattutto nel periodo 1986 al 1992, hanno

determinato una notevole apertura nel mantello boschivo e già nel 1994 si comin-

ciava a vederne gli effetti positivi con il miglioramento delle condizioni edafiche del

suolo e con l’inizio della rinnovazione naturale del P. pinea (vedi Allegato n. 14)

All’attualità si osservano ulteriori importanti miglioramenti nel quadro della

conservazione dell’habitat.

La rinnovazione del Pinus pinea tende ad affermarsi ulteriormente e molto novel-

lame ha raggiunto altezze comprese fra 1 e 2 metri e si presenta in ottime condizioni

vegetative (vedi foto da B/15 a B/21 dell’Allegato n. 15).

Inoltre, va evidenziata l’importanza di ottenere l’auspicata biodiversità del so-

prassuolo ai fini della migliore conservazione del bosco, che deve tendere alla for-

mazione “climax” tipica di questo ambiente.

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A tale riguardo si è riscontrata una notevole reintroduzione naturale di elementi

termo-mediterranei, principalmente ginepri, lentisco e più raramente filliree e ro-

smarino.

Lo sviluppo di queste essenze termoxerofile è da considerarsi ottimale data l’ari-

dità della zona.

Nelle zone in esame non si rilevano danni conseguenti ai venti salsi.

L’aspetto più negativo riscontrato riguarda la diffusione dell’acacia che a tratti

costituisce veri e propri gruppi di piante a carattere cespuglioso, molto densi che ten-

dono ad allargarsi, contrastando così il reinserimento naturale degli elementi termo-

mediterranei tipici della zona e la stessa rinnovazione naturale del pino.

L’entità di tale diffusione è valutata, in media, inferiore al 20% con tendenza ad

espandersi.

Si ritiene che la presenza dell’acacia debba considerarsi un fattore negativo che

può impedire o rallentare pericolosamente l’evoluzione del soprassuolo esistente ver-

so l’auspicata formazione “climax” (vedi foto da D/1 a D/6 dell’Allegato n. 15).

Ne consegue che appare necessaria un’azione colturale che contrasti o rallenti la

diffusione dell’acacia che deve essere considerata una specie che altera negativa-

mente il dinamismo naturale della vegetazione di tutto l’habitat.

2.2.1.1.2 Habitat del soprassuolo a Pinus pinea della classe 2a

Il soprassuolo si presenta con piante di pino di dimensioni più contenute (dia-

metri intorno ai 25÷40 cm ed altezze medie sui 6 metri) aventi una densità di

400÷600 piante ad ettaro ed esteso su una superficie di circa 210 ha.

La localizzazione di questa classe è molto varia e spesso non uniforme, inter-

vallata da tratti di pineta appartenente alle altre classi; pertanto, nella cartografia

allegata si è rilevata la localizzazione della classe maggiormente rappresentata.

Anche in queste superfici le società proprietarie hanno eseguito i necessari dira-

damenti con gradualità e attenzione nel periodo dal 1986÷1992, pervenendo

all’attuale densità costituita in media da circa 500 piante/ettaro con il rilascio degli

individui di discrete dimensioni e in migliori condizioni vegetative.

Le osservazioni espletate nel 1994 in tali zone non avevano rilevato concreti

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segni di rinnovazione da parte dei pini né reintroduzione naturale di elementi termo-

mediterranei, mentre la presenza e diffusione dell’acacia era piuttosto scarsa.

Nonostante la riduzione del mantello boschivo, che consente un maggiore pas-

saggio di luce, non si era rilevato il reinserimento dei ginepri e di altri elementi

probabilmente a causa delle difficoltà costituite dal fitto tappeto di aghi di pino che

rendeva più difficile l’attecchimento dei semi e lo sviluppo dei semenzali.

Con le osservazioni effettuate all’attualità si nota una sensibile riduzione nel tap-

peto di aghi (conseguente ad una maggiore alterazione, anche se la pedogenesi in atto

è di scarsa entità) e un inizio di rinnovazione piuttosto scarsa da parte del pino,

mentre è più consistente la rinnovazione degli elementi termo-mediterranei, special-

mente ginepro e lentisco.

Tale situazione deve essere considerata positiva ai fini della conservazione del

bosco e della sua evoluzione verso la fase “climax” (vedi foto da B/11 a B/14 del-

l’Allegato n. 15).

Nella zona in esame non si rilevano danni conseguenti ai venti salsi.

L’aspetto decisamente negativo riguarda la tendenza ad una maggior diffusione

dell’acacia che occupa attualmente il 20÷30 % della superficie (anche se allo stato

cespuglioso) ma che, data la densità con cui si sviluppa e la sua continua espansione,

si ritiene possa sicuramente impedire o rallentare l’evoluzione del soprassuolo esi-

stente verso l’auspicata formazione “climax”.

Le osservazioni fatte nel 1994 avevano evidenziato una scarsa presenza dell’

acacia –in quanto tagliata contestualmente ai diradamenti- che, invece, ha

incrementato sensibilmente la sua diffusione in quest’ultimo periodo, anche grazie

alle variate condizioni ecologiche determinate dai diradamenti.

Appare necessario intervenire per limitare l’espansione di tale essenza arborea,

estranea a questo habitat.

2.2.1.1.3 Habitat del soprassuolo di Pinus pinea della classe 3a

Il soprassuolo si presenta con piante di pino di dimensioni modeste (diametri in-

torno ai 15÷25 cm e altezza media intorno ai 4÷5 metri) aventi una densità di 600

÷800 piante /ettaro ed si estende su una superficie di circa 94 ha.

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Anche in questo caso la localizzazione della classe in esame è molto varia, inter-

vallata da tratti più o meno ampi di pineta appartenente alle altre classi (vedi carto-

grafia dell’Allegato 15).

Le società proprietarie hanno effettuato i diradamenti prevalentemente nel perio-

do 1986÷1994, portando all’attuale densità media di circa 700 piante/ettaro, con il

rilascio dei migliori individui e l’eliminazione di quelli in precarie condizioni vege-

tative.

Le osservazioni su questa classe effettuate nel 1994 non avevano rilevato sensi-

bili miglioramenti nella pedogenesi (il tappeto di aghi di pino era spesso e quasi inal-

terato) né tantomeno la presenza di rinnovazione naturale del pino domestico né di

altri elementi termo-mediterranei tipici dell’habitat.

All’attualità il tappeto di aghi appare meno consistente (anche se la pedogenesi in

atto è di scarsa entità), la rinnovazione del pino è limitata a rari esemplari, mentre si

nota una più consistente reintroduzione di ginepro e lentisco (vedi foto da B/6 a B/10

dell’Allegato n. 15).

Non si notano danni a causa dei venti salsi.

Rispetto alle osservazioni fatte nel 1994, all’attualità l’aspetto più decisamente

negativo, anche in questa classe, riguarda una consistente diffusione dell’acacia che

occupa dal 30% al 50% della superficie della classe. In pochi anni essa ha dimostrato

una diffusione che va definita pericolosa per l’equilibrio e la conservazione dell’ha-

bitat naturale.

Pertanto, anche nell’ambito di questa classe dovranno essere intraprese azioni

colturali con il duplice scopo di favorire le essenze autoctone e limitare e/o tendere a

eliminare quelle esotiche.

Nel settore più interno di questa classe, a contatto con la proprietà ERSAT, si è

riscontrata una zona stimata intorno ai 20 ettari in cui la densità del soprassuolo

supera le 800 piante/ettaro e che, pertanto, necessita di ulteriori interventi colturali di

diradamento. al fine di consentire alle piante che rimarranno a dotazione del bosco

maggiori accrescimenti e un miglior stato vegetativo e, conseguentemente, di favo-

rire la reintroduzione degli elementi termomediterranei.

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2.2.1.1.4 Habitat del soprassuolo a Pinus pinea della classe 4a

Il soprassuolo attualmente presente è a contatto verso il mare con una fascia co-

stiera costituita dalla perticaia di ginepri, mentre all’interno è a contatto, prevalen-

temente, con la 3a classe dell’habitat del Pinus pinea ed esteso su una superficie di

circa 57 ha.

Le operazioni di rimboschimento e di fissazione del suolo dunoso, che hanno

portato all’affermazione dell’attuale soprassuolo, sono consistite in ripetute semine

di Pinus pinea e successivamente di Acacia cyanophylla su terreno dunoso, privo di

vegetazione e fissato mediante incasellamento con siepette morte, sostenute da pali

di castagno e filo di ferro.

Nell’area considerata si sono verificate sensibili fallanze dovute ai venti salsi, al-

la forte insolazione e al movimento continuo delle sabbie.

Anche l’azione protettiva della duna artificiale, realizzata artificialmente come

primo sbarramento all’interno della spiaggia, esauriva la sua efficacia nell’area del

ginepreto (allora molto rado ed allo stato prostrato).

Il novellame di pino e di acacia originatosi nelle caselle delle siepette morte sten-

tava ad affermarsi e solo dopo una prolungata azione colturale e di manutenzione alle

siepette si è lentamente affermato, emergendo dalle siepi stesse e iniziando a creare

quell’azione di difesa e protezione che le piante antistanti determinano in favore di

quelle retrostanti.

Lentamente le piante di pino e di acacia riuscivano a superare l’altezza delle sie-

pette morte e, pur subendo danni dai venti salmastri (parte delle chiome sono essic-

cate), crescevano in altezza, riuscendo a proteggere la vegetazione delle caselle

retrostanti e costruendo negli anni una sorta di “piano inclinato” costituito dalle

chiome dei pini e delle acacie che ha formato un’idonea barriera di protezione alla

pineta retrostante.

In tutta l’area di diffusione di questa classe non sono stati operati interventi di

sfollamento e/o spalcature.

L’obiettivo era quello di non pregiudicare l’azione protettiva di questo sopras-

suolo denso, ma capace di opporsi ai venti di maestrale carichi di aerosol salso (che

portano all’essiccazione delle chiome o di parti di esse).

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La densità delle piante che caratterizzano questa classe è elevatissima. Si ritiene

di poter individuare, in media 1500÷2000 piante di pino e/o acacia per ettaro nella

parte dell’area verso il mare e intorno alle 1.000 piante/ettaro nelle superfici più

interne.

Lo sviluppo delle singole piante è piuttosto limitato, le altezze raggiungono in

media i 2÷3 metri nei tratti più esposti e non superano i 4 metri nelle parti

relativamente più protette.

I soggetti di sviluppo più elevato subiscono l’essiccazione delle chiome ad opera

dello spray marino e, quindi, si degradano fino a venire abbattuti dal vento.

Il diametro medio non supera i 15 cm (vedi foto da B/1 a B/5 dell’Allegato n.

15).

La presenza dell’acacia è valutata intorno al 50÷60 % con tendenza a incremen-

tarsi, specie nel sottobosco.

L’elevata densità del soprassuolo, se da un lato ha consentito di assicurare una

positiva azione di protezione alla pineta retrostante, dall’altro ha praticamente

impedito qualsiasi forma di rinnovazione del pino –che, invece, progressivamente si

estingue- e la reintroduzione di essenze naturali quali i ginepri e gli arbusti termo-

mediterranei (lentisco, filliree, rosmarino, ecc.)

Si può facilmente ipotizzare che entro un periodo di tempo relativamente breve il

pino concluderà il suo ciclo vitale e potrebbe essere sostituito dall’acacia che pre-

senta più facilità di diffusione.

In tal caso si avrebbe, in questa zona, la graduale scomparsa della pineta che

verrebbe sostituita da un habitat estraneo all’ambiente e capace di espandersi anche

nelle superfici a pineta retrostanti.

Appare necessario prevedere, pertanto, delle azioni colturali che consentano gra-

dualmente di evitare quanto sopra esposto, favorendo lo sviluppo e la diffusione del

pino e del ginepro, in quest’area e nella fascia antistante a perticaia di ginepri, e il

naturale e/o artificiale reinserimento degli arbusti termomediterranei autoctoni.

Ciò è possibile con limitati tagli di piante che creino delle soluzioni di continuità

nel mantello boschivo su superfici di 50÷100 m2 localizzate a “macchia di leopardo”,

nell’ambito delle quali si favorirà naturalmente e/o artificialmente l’introduzione di

ginepri, lentischi, ecc.

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Tale operazione è già in corso di sperimentazione da parte delle società Is Arenas

e i risultati sinora ottenuti sembrano incoraggianti.

Altra operazione da attuare è il contenimento della diffusione dell’acacia in quan-

to elemento estraneo all’habitat, in cui si diffonde facilmente col risultato di impedire

o, quantomeno, contrastare il reinserimento delle essenze autoctone caratteristiche

dell’habitat stesso che si intende conservare e proteggere.

2.2.1.2 Aree con soprassuolo irregolare a prevalenza di Pinus pinea con ridotta

densità poste in genere su depressioni del suolo (radure rilevanti).

Con la lettera R sono state individuate nella cartografia n. 2, di cui all’Allegato

n. 15, situazioni di soprassuolo boschivo che non sono comprese nelle quattro classi

di pineta di cui sono state definite le caratteristiche (vedi foto da C/1 a C/6 dell’

Allegatno n. 15), aventi una superficie di circa 60 ha.

Infatti si tratta di aree, poste in depressioni del suolo, ove –nel periodo d’impian-

to– vi era ristagno di acqua con conseguente presenza di essenze caratteristiche dei

terreni acquitrinosi, costituenti una vegetazione “povera” tipica del crucianelleto e

dell’ammofileto.

Trattasi di consociazioni comuni, senza particolari endemismi, presenti in molte

zone del comprensorio.

In queste aree le operazioni di rimboschimento hanno ottenuto vari insuccessi.

Il soprassuolo attualmente esistente ha una prevalenza di pini di età inferiore a

quella delle pinete circostanti, mentre solo poche piante (di maggiori dimensioni) co-

stiuiscono le piante residue del primo impianto; in tali aree sono stati operati risar-

cimenti anche con eucalipti, tamerici, ecc..

La densità della vegetazione naturale è generalmente scarsa e alle rade piante di

pino si devono aggiungere saltuari ginepri, lentischi e soprattutto l’acacia saligna

(che è maggiormente rappresentata).

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2.2.1.3 Habitat “Erbari di posidonie” Posidonion Oceanicae.

Tale habitat è presente nel tratto marino antistante l’area del p.S.I.C. “Is Arenas”,

su substrato sabbioso a profondità variabili da 50÷60 cm fino ai 30÷40 m, in un’area

di circa 350 ha.

L’habitat appare in ottime condizioni di conservazione e non presenta danni do-

vuti ad azioni antropiche negative, conseguenti agli insediamenti turistici già esistenti

nel proposto S.I.C. (area ERSAT e Comunale).

La fruizione turistica avviene di norma con la semplice balneazione e con l’utiliz-

zo della profonda spiaggia con ombrelloni e sedie a sdraio.

Date le caratteristiche del mare, anche nel periodo estivo, particolarmente sog-

getto a mareggiate o comunque a movimenti ondosi di varia entità, l’utilizzo di bat-

telli a motore o altre imbarcazioni è scarso non potendo gli stessi essere ormeggiati

in zona.

La presenza di barche, battelli od altro proviene da porticcioli di altre zone poste

anche a distanze consistenti, ma costituiscono solo un passaggio temporaneo di breve

durata.

Pertanto l’habitat a posidonie non risulta compromesso e a rischio a causa di

azioni antropiche.

Con l’insediamento turistico alberghiero le società proprietarie non prevedono

alcuna iniziativa a mare e, pertanto, l’utilizzo della spiaggia e del primo tratto di ma-

re sarà attuato con la classica balneazione dei turisti e con la temporanea permanenza

sulla spiaggia con attrezzature mobili (ombrelloni e sdraio).

Si può affermare che nessun rischio corre questo habitat in conseguenza delle

iniziative delle società Is Arenas in esame.

2.2.1.4 Habitat delle dune litoranee a ginepri.

E’ presente nella fascia costiera retrostante la duna artificiale (vedi foto da A/9 a

A/10 dell’Allegato n. 15), esteso su una superficie di circa 29 ha.

Inizialmente tutta la zona è stata sottoposta ad incasellamento con siepette morte

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al fine di ottenere la stabilizzazione delle dune.

Si è integrata la presenza dei ginepri spontanei (in precarie condizioni vegetative

e portamento prostrato) con semine di Pinus pinea ed acacia.

L’elevata ventosità, portante areosol salso, le forti insolazioni e i movimenti sab-

biosi hanno determinato, nel passare degli anni, insuccessi con le essenze introdotte

(nonostante i ripetuti risarcimenti) fino a rilevare che solo il ginepro spontaneo riu-

sciva a resistere alle avversità della stazione.

Gli interventi successivi si sono di conseguenza orientati a diffondere questa pre-

ziosa specie e a favorirne lo sviluppo con protezioni artificiali, inerbimenti, ecc.

In vari tratti la Is Arenas s.r.l. è ricorsa a una irrigazione di soccorso che ha pro-

dotto benefici effetti sullo sviluppo e la diffusione dei ginepri; inoltre, sono stati fatti

opportuni rinfoltimenti che, grazie all’irrigazione, si sono potuti affermare e svilup-

pare più rapidamente (vedi foto da A/9 a A/10 dell’Allegato n. 15).

Comunque in tutta la fascia costiera retrodunale rispetto alle osservazioni fatte

nel 1994 si può affermare che all’attualità la presenza del ginepro ha conseguito una

maggior diffusione e le piante tendono a verticalizzarsi senza subire danni dai venti

salmastri, anche nei tratti in cui non si è potuto utilizzare l’irrigazione (vedi foto da

A/5 ad A/6 dell’Allegato n. 15).

L’area appare sempre più stabilizzata anche grazie all’efficacia della duna arti-

ficiale, la cui stabilizzazione dovrà essere estesa a tutta l’area costiera ove la stessa si

sviluppa.

Tale situazione fa prevedere che la perticaia di ginepri, con il suo naturale dina-

mismo in atto, possa assumere una maggior densità e un adeguato sviluppo in altezza

in modo da poter esplicare una vera e propria azione di protezione nei confronti della

pineta retrostante.

Quando il soprassuolo di ginepro potrà esplicare in pieno quest’azione protettrice

risulteranno evidenti i benefici che si avranno nel soprassuolo boschivo retrostante

che potrà più facilmente essere sottoposto ad interventi colturali tendenti a eliminare

sia le piante di pino seccaginose e/o soprannumerarie sia le acacie e reintrodurre al

loro posto gli elementi termomediterranei spontanei (ginepri, lentischi, ecc.) .

Pertanto, questo habitat, che occupa tutta la fascia retrodunale fronte al mare,

deve essere monitorato nel suo dinamismo aiutando, se necessario, la diffusione del

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ginepro con opportune piantagioni, sostenute da saltuarie irrigazioni a pioggia

consentite dalla ricchezza della falda sottostante che, annualmente, disperde a mare

flussi sottomarini provenienti dall’ampio bacino imbrifero circostante e/o da sacche

con polimeri igroscopici poste alla profondità di 70 ÷ 80 cm.

L’accesso alla spiaggia da parte dei turisti avverrà attraverso un limitato numero

di passaggi ben definiti e non creerà particolari problemi alla conservazione dell’

habitat. L’attraversamento di questa fascia avverrà attraverso sentieri ben delimitati

in parte già esistenti, e nei tratti più a rischio corredati da pedane in legno che evitano

possibili danni per il calpestio (vedi foto da A/11 a A/12 dell’Allegato n. 15).

Si intende che sarà vietato introdursi nell’habitat al di fuori dei percorsi obbligati.

Si sono identificate alcune superfici collegate all’area dei ginepri e che si spingo-

no in direzione normale alla spiaggia verso l’interno.

Nella cartografia sopra richiamata (Allegato n. 15) sono state contraddistinte con

la lettera G.

Tali superfici presentano le seguenti caratteristiche principali:

- trattasi di superfici sabbiose ricadenti in depressioni del suolo ove si verificano

ristagni di acqua nei periodi più piovosi;

- in tali aree le operazioni di rimboschimento, sin dall’inizio, hanno avuto ripetuti

insuccessi, per cui il soprassuolo attualmente esistente è costituito da rade piante

di pino di età diverse, qualche eucalipto, mentre l’acacia saligna è più rappre-

sentata ma, in genere, danneggiata dai venti salsi. Il ginepro in forma spontanea

tende ad introdursi e gli individui presenti sono in ottime condizioni di vegeta-

zione e di sviluppo;

- la densità del soprassuolo è comunque scarsa e difficilmente si potrà costituire un

mantello boschivo di adeguato sviluppo senza che vengano attuati specifici inter-

venti di rinfoltimento che permettano di intensificare la naturale diffusione del gi-

nepro che appare la sola essenza capace di riconquistare queste aree e ricostituire

un habitat assimilabile alla perticaia di ginepri.

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Valutazione d’Incidenza: Relazione generale

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2.2.2 INTERFERENZE DEL PROGETTO CON LE PRINCIPALI FORME

DI VEGETAZIONE (HABITAT)

Prendendo in primaria considerazione le caratteristiche vegetazionali del p.S.I.C.,

il tipo di interferenze dirette e indirette, ascrivibili all’intervento di lottizzazione in

esame, si è proceduto a stimare l’entità delle incidenze che interferiscono sulla vege-

tazione stessa.

La Valutazione d’Incidenza, come meglio illustrato più avanti, si basa prin-

cipalmente sull’esame delle condizioni ambientali ante interventi e degli effetti che

la totalità delle azioni programmate produrrà sul p.S.I.C., tenuto altresì conto sia dei

dati e risultati attualmente disponibili per le aree già interessate da parte degli inter-

venti stessi (percorsi del golf, fabbricato campione, strutture di servizio, infrastrutture

d’urbanizzazione primaria e rete antincendio), sia delle determinazioni stabilite con l’

Ispettorato Forestale di Oristano in data 12.04.1996, riguardanti le superfici da utiliz-

zare per la realizzazione del suddetto complesso turistico.

Si è tenuto conto anche delle relazioni specialistiche di cui agli Allegati n. 14, n.

15 e n. 46.

2.2.2.1 Metodologia di valutazione delle incidenze sulla vegetazione

Come già esposto al paragrafo 1.4.1.2 (pagina 51 e seguenti), i rilievi e gli accer-

tamenti attuali hanno consentito di individuare e localizzare le superfici dei diversi

habitat sia in area ristretta (limiti della lottizzazione e degli areali edificabili) sia in

area vasta, con l’inserimento delle opere già realizzate e di progetto per la valu-

tazione delle incidenze sulla vegetazione. Nelle Tabelle da n. 1 a n. 12, già richia-

mate nello stesso paragrafo, sono rappresentati i risultati dei rilievi in termini sia di

distribuzione delle superfici edificabili all’interno degli areali sia di superfici sottratte

alla vegetazione e di numero di piante effettivamente abbattute e di numero stimato

di piante ancora da abbattere.

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Valutazione d’Incidenza: Relazione generale

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Sulla base dello studio forestale (Allegato n. 15) e della relativa cartografia te-

matica si sono valutate le incidenze nei seguenti habitat prioritari indicati Scheda di

Conservazione e Criteri di motivazione e qualità del sito Is Arenas (Allegato n. 52):

a) Perticaia costiera di ginepri (Juniperus spp.); cod. Natura: 2250; cod. Habitat

16.27;

b) Foreste dunari di Pinus pinea; cod. Natura: 2220; cod. Habitat 16.29 x 42.8.

Per quanto concerne l’altro habitat prioritario “Erbari di posidonie; cod. Natura:

1120; cod. Habitat: 11.34”, occorre precisare che esso è localizzato in alcuni tratti di

mare, in prossimità della spiaggia; presenta ottime condizioni di conservazione e non

rileva incidenze negative conseguenti agli insediamenti turistici già esistenti in

prossimità della costa (campeggi e altri insediamenti residenziali in Comune di

Cuglieri e in Comune di Narbolia); inoltre, gli interventi inseriti nell’Accordo di Pro-

gramma del 09.06.1997 non prevedono in alcun modo azioni sull’habitat “Erbari di

posidonie” e, conseguentemente, la valutazione d’incidenza ha valore nullo per

tale habitat.

Come già detto a pagina 54, anche gli altri habitat non prioritari non sono

interessati da interventi diretti e/o azioni dirette o indirette conseguenti alla realiz-

zazione e all’esercizio del complesso turistico ricettivo-alberghiero in esame; per-

tanto, non vengono eseguite per essi valutazioni d’incidenza.

Le tabelle n.1÷12, sopra richiamate, unitamente alle caratteristiche ambientali del

p.S.I.C. e al tipo di azioni dirette e indirette ascrivibili all’intervento di lottizzazione

in esame, sono state utilizzate per l’elaborazione delle matrici di stima delle inci-

denze, riportate nelle Tabelle da n. 13 a n. 19 dell’Allegato n. 16, consistenti in:

Tabella N. 13 – Matrice di scoping e di valutazione d’incidenza ambientale

inerente all’ipotesi di esclusiva evoluzione naturale degli habitat, senza alcun inte-

vento di lottizzazione e/o di realizzazione del campo da golf, all’interno del p.S.I.C.

“Is Arenas” (cod. ITB 002228);

Tabella N. 14 - Matrice di scoping e di valutazione d’incidenza ambientale ine-

rente alla fase di costruzione del campo da golf e del campo pratica, con le relative

pertinenze, e delle infrastrutture primarie già realizzati all’interno del p.S.I.C. “Is

Arenas” (cod. ITB 002228), con le misure mitigatrici e compensative già ese-guite;

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Tabella N. 15 - Matrice di scoping e di valutazione d’incidenza ambientale ine-

rente alla fase di esercizio del campo da golf e del campo pratica, con le relative

pertinenze, e delle infrastrutture primarie già realizzati all’interno del p.S.I.C. “Is

Arenas”, (cod. ITB 002228), con le misure mitigatrici e compensative già in atto;

Tabella N. 16 - Matrice di scoping e di valutazione d’incidenza ambientale ine-

rente alla fase di costruzione del complesso turistico ricettivo-alberghiero, compresi

gli esistenti campo da golf, campo pratica, laghetti e relative pertinenze e infra-

strutture primarie, all’interno del p.S.I.C. “Is Arenas” (cod. ITB 002228), con le

misure mitigatrici e compensative già in atto e da attuare;

Tabella N. 17 - Matrice di scoping e di valutazione d’incidenza ambientale ine-

rente alla fase d’esercizio del complesso turistico ricettivo-alberghiero, compresi gli

esistenti campo da golf, campo pratica, laghetti e relative pertinenze e infrastrutture

primarie, all’interno del p.S.I.C. “Is Arenas” (cod. ITB 002228), con le misure miti-

gatrici e compensative già in atto e da attuare;

Tabella N. 18 – Scala dei valori per la stima delle incidenze;

Tabella N. 19 – Schema sinottico delle stime qualitative e quantitative delle inci-

denze totali sugli Habitat prioritari nelle diverse ipotesi d’intervento o non nell’area

p.S.I.C. “Is Arenas” (cod. ITB 002228).

Le matrici di scoping e di valutazione delle incidenze totali sono state elaborate

per diverse ipotesi d’intervento e non; in particolare sono state considerate:

A = ipotesi d’intevento nullo;

B = ipotesi di completo abbandono che, come si vedrà più avanti, coincide nei

suoi effetti con l’ipotesi precedente (A = B);

C = ipotesi di realizzazione ed esercizio del solo campo da golf e delle infra-

strutture e fabbricati già esistenti;

D = ipotesi di costruzione ed esercizio del complesso turistico alberghiero-ri-

cettivo, compresi gli impianti del golf, le infrastrutture e i fabbricati già

realizzati C.

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2.2.2.1.1 Valutazione di incidenza nell’ipotesi di intervento nullo.

La prima ipotesi di valutazione corrisponde alla condizione d’intervento nullo,

per la quale si è assunta esclusivamente l’evoluzione naturale degli habitat, senza

alcun intervento di lottizzazione e/o di realizzazione del campo da golf.

Tale ipotesi è puramente teorica, perché il campo da golf e la maggior parte delle

infrastrutture primarie sono stati già realizzati in periodi prevalentemente antecedenti

l’applicazione della direttiva 92/43/CEE del 21.05.1992; infatti, per effettuare la sti-

ma delle incidenze sulla vegetazione, ci si è riferiti alla parte di territorio (pari al

97,80% dell’area p.S.I.C. di proprietà, e pari al 98,85% dell’intera area del p.S.I.C.,

al netto delle superfici marine) non interessata dagli interventi già realizzati e in cui

gli habitat prioritari hanno seguito la loro evoluzione naturale, assistita esclusi-

vamente dai normali interventi colturali prescritti dal disciplinare della Forestale.

Pertanto, sulla base di tale ipotesi si è analizzata e stimata l’incidenza sui diversi

habitat prioritari dovuta alla sola evoluzione naturale, con le normali cure forestali

sopra richiamate. E cioè, in altri termini, si è analizzato e stimato il caso di nessun

intervento di lottizzazione.

2.2.2.1.2 Valutazione di incidenza nell’ipotesi di completo abbandono.

L’ipotesi precedente è stata considerata coincidente, per quanto riguarda le

incidenze sugli habitat, con la condizione di completo abbandono da parte dei

lottizzanti, dopo la realizzazione del complesso turistico alberghiero-ricettivo e del

campo da golf con relative infrastrutture. Questo per il fatto che, nel medio e lungo

periodo dopo l’abbandono, le condizioni bio-ecologiche degli habitat del pS.I.C. ten-

deranno ad una situazione di precario equilibrio e successivo degrado, assimilabile

alla condizione d’intervento nullo.

Pertanto, i risultati della matrice di valutazione dell’incidenza nell’ipotesi

d’intervento nullo sono stati assimilati a quelli dell’ipotesi di completo abbandono

e riportati nella Tabella N. 13 dell’Allegato n. 16.

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2.2.2.1.3 Valutazione di incidenza nell’ipotesi di realizzazione e gestione del

campo da golf

L’ipotesi di valutazione riguarda la realizzazione e gestione del campo da golf a

18 buche, del campo pratica e del campo a tre buche, nonché delle infrastrutture

primarie e delle prime strutture a servizio del golf stesso.

Per una migliore valutazione delle condizioni ambientali conseguenti a tali inter-

venti di progetto sono state elaborate due distinte matrici, la prima delle quali con-

sidera la sola fase di costruzione e la seconda ne contempla l’esercizio; in entrambe

le fasi sono state individuate le misure compensative e mitigatrici adatte a contenere

le incidenze negative e assicurare la compatibilità degli interventi con la conser-

vazione del sito e con la sua evoluzione positiva.

Si fa presente che l’intervento è stato già realizzato sulla base dello studio di

compatibilità paesistico-ambientale (Allegato n. 46) e delle altre relazioni specifiche

citate in premessa (Allegato n. 14), tutti redatti ante interventi (prima del 1994) e

riguardanti l’esame dell’intero complesso turistico ricettivo-alberghiero, compresi i

campi da golf e le infrastrutture. Tali studi, pur non specificamente articolati come ri-

chiesto dalla successiva normativa (DPR dell’8.09.1997, n. 357, di recepimento della

direttiva 92/43/CEE), sono stati eseguiti con un notevole grado d’approfondimento

per le diverse valenze ambientali e i loro contenuti sono stati ritenuti da parte della

R.A.S sufficienti. per esprimere il parere favorevole di cui alla Determinazione n.

899 del 14.04.2000.

Le Tabelle N. 14 e N. 15 riportano le valutazioni d’incidenza eseguite rispet-

tivamente per la fase di costruzione e per quella d’esercizio del campo da golf e delle

infrastrutture primarie; i risultati delle stesse consentono, come si vedrà più avanti,

anche di esprimere un giudizio complessivo, post interventi, sul fatto che tale campo

da golf abbia, o non abbia, compromesso le condizioni del sito e le sue possibilità

d’evoluzione verso una potenziale condizione di climax, tenuto conto della presenza

di habitat prioritari la cui conservazione è obiettivo della direttiva CEE.

Le matrici hanno altresì individuato le azioni mitigatrici e le misure compen-

sative già eseguite e in atto; mentre nelle matrici riguardanti le altre ipotesi d’in-

tervento (Tabelle N. 16 e N. 17) sono focalizzate le azioni mitigatrici e le misure

compensative ancora da attuare e gestire.

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2.2.2.1.4 Valutazione di incidenza nell’ipotesi di costruzione ed esercizio

dell’intero complesso turistico ricettivo-alberghiero

L’ultima ipotesi di valutazione presa in considerazione concerne le fasi di

costruzione e d’esercizio dell’intero complesso turistico ricettivo-alberghiero inserito

nell’Accordo di Programma del 09.06.1997, sottoscritto dalla R.A.S., dal Comune di

Narbolia e dalle diverse società “IS Arenas”. Le due fasi sono riportate rispet-

tivamente nelle Tabelle N. 16 e N. 17 dell’Allegato n. 16.

Anche per tale ipotesi sono identificate, analizzate e valutate le azioni di progetto

che, in aggiunta a quelle naturali, inducono incidenze negative o positive sugli

habitat prioritari del p.S.I.C..

A fronte di quanto sopra esposto, si prevedono idonee azioni mitigatrici e misure

compensative, in linea con i contenuti indicati nel documento della Commissione

Europea, “La gestione dei siti della rete Natura 2000 – Guida all’interpretazione dell’

articolo 6 della direttiva Habitat 92/43/CEE (Aprile 2000)”.

La Tabella N. 18 riporta le scale dei valori adottate per la stima delle incidenze

negative e positive, in forma sia qualitativa sia quantitativa, opportunamente corrette

in funzione della loro diversa durata temporale (reversibili a breve termine; rever-

sibili a medio e lungo termine; irreversibili). Si è scelta come rappresentativa dei

casi in esame una scala il cui range è compreso tra 0 (Mancanza assoluta

d’incidenza) e 100 (Estinzione definitiva di una specie, ovvero Ripristino

equivalente di una specie).

La scelta del range 0÷100 si è resa necessaria per apprezzare in modo adeguato

le incidenze anche di lieve entità, che all’esame sono risultate numerose.

In particolare, dopo aver stimato il valore delle singole azioni di progetto, delle

azioni mitigatrici e delle misure compensative, queste sono state moltiplicate per un

coefficiente di correzione pari a 1 se trattasi d’azione irreversibile, pari a 0,5 in caso

d’azione reversibile a medio e lungo termine e pari a 0,1 per azioni reversibili a bre-

ve termine.

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Nella Tabella N. 19 è riportato lo schema sinottico delle stime delle incidenze

totali sugli Habitat prioritari effettuate per le diverse ipotesi (alternative) sopra richia-

mate: A=B, C e D.

2.2.2.1.5 Struttura delle matrici di valutazione delle incidenze

Le matrici si articolano strutturalmente in due parti:

a) la prima parte riguarda l’identificazione delle azioni che si verificano negli

habitat sia per cause naturali sia in seguito a interventi antropici progettuali, o

comunque programmati, sia infine con l’attuazione di azioni mitigatrici e misure

compensative, e la loro correlazione con i fattori d’incidenza sui diversi tipi habitat

prioritari e non prioritari. Gli habitat non prioritari esistenti nel p.S.I.C., unitamente

all’habitat prioritario “Erbari di posidonie” non sono interessati da alcun intervento

di lottizzazione diretto o indiretto, per cui non sono soggetti ad incidenze negative o

positive e, pertanto, sono riportati nelle matrici a puro titolo indicativo, senza alcuna

valutazione d’incidenza.

b) la seconda parte considera i fattori di incidenza e i relativi effetti sui diversi

tipi di habitat e di vegetazione, classificandoli in negativi e positivi, e per ciascuno di

loro stima il valore totale delle potenziali incidenze ambientali in termini qualitativi e

quantitativi, tenendo conto, altresì, della loro durata temperale (in termini di rever-

sibilità a breve o a medio e lungo termine, o di irreversibilità) e del loro peso, attra-

verso coefficienti di ponderazione determinati sulla base dell’ampiezza delle super-

fici dei singoli habitat all’interno del p.S.I.C. di proprietà.

Per quanto riguarda le incidenze sulle radure queste sono state attribuite per il

30% alla foresta dunare di P.pinea e per il 70% alla perticaia costiera di ginepri, in

base agli interventi specifici a cui tali radure saranno sottoposte.

I risultati delle matrici sono rappresentati come valutazione di incidenza com-

plessiva, negativa o positiva, con valori qualitativi e quantitativi attribuiti sulla base

delle scale di valutazione adottate (vedere Tabella 18), sui due habitat prioritari in-

teressati dagli interventi di lottizzazione.

Di seguito sono illustrate le diverse azioni naturali e di progetto, con particolare

riferimento alla individuazione e alla scelta delle azioni mitigatrici e delle misure

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compensative, tenuto conto dei contenuti della “Guida all’interpretazione dell’art. 6

della direttiva Habitat 92/43/CEE – La Gestione dei siti della rete Natura 2000” a

cura della Commissione europea (Aprile 2000). Le misure compensative, in

particolare, mirano sia a controbilanciare l’impatto negativo del progetto e a fornire

una compensazione corrispondente agli effetti negativi prodotti, sia a evitare regres-

sioni dovute alla scarsa dinamica evolutiva che il p.S.I.C. presenta naturalmente.

2.2.2.2 Azioni di progetto, azioni mitigatrici e misure compensatorie.

Nel p.S.I.C. “Is Arenas” la conservazione dal degrado degli habitat naturali,

nonché la perturbazione delle specie deve essere attuata in due direzioni, entrambe

convergenti a rispettare gli obiettivi della direttiva 92/43/CEE:

1) ottenere una dinamica evolutiva del p.S.I.C.;

2) attuare iniziative progettuali che non abbiano incidenze negative significative,

pur promovendo attività umane.

Infatti, gli habitat prioritari esistenti (senza incidenze significative eventualmente

prodotte da progetti di insediamento turistico ricettivo-alberghiero) sono l’espres-

sione di un sistema forestale realizzato a datare dagli anni ‘50, per la quasi totalità,

artificialmente e che si presenta, anche all’attualità, con una scarsa dinamica evolu-

tiva.

Solo con gli interventi colturali dell’uomo, graduali e continui, si possono evitare

regressioni e procedere, non rapidamente e non spontaneamente, verso la raggiun-

gibile fase “climax”.

Questi interventi necessari all’evoluzione degli habitat non sono imposti che in

parte nel piano di coltura e conservazione del bosco rilasciato dall’Amministrazione

Forestale al compimento dei lavori di rimboschimento e alla restituzione del sito alla

società proprietaria. La maggior parte degli interventi è stata eseguita per iniziativa e

a spese delle società Is Arenas s.r.l., concordati tecnicamente con la Forestale,

quando è stato evidente che il soprassuolo dei vari habitat correva seri pericoli di

regressione e addirittura di desertificazione.

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Sono stati attuati da tempo (nell’arco di un ventennio, dal 1974 al 1993), anche

con limitati cofinanziamenti della Cassa del Mezzogiorno, numerosi interventi coltu-

rali e manutentori, come già precedentemente evidenziato, che hanno consentito di

evitare alla maggior parte del soprassuolo il pericolo di regressione ed in varie

zone di raggiungere il risultato di accelerare la dinamica evolutiva con le prime

forme di rinnovazione naturale del Pinus pinea, con l’incremento della pedo-

genesi e con un inizio di reinserimento delle biodiversità.

Gli interventi sopra richiamati hanno comportato per le società Is Arenas s.r.l.

una spesa complessiva di otre 16.000 MLit, a costi del 1993, a fronte di un contributo

a fondo perduto della CASMEZ di solo circa 1.000 MLit (vedi Allegato n. 14, pa-

gine 42 e seguenti).

Anche nell’area costiera consistenti lavori sulla stabilizzazione della duna arti-

ficiale (che non hanno apportato modifiche alla spiaggia e agli habitat ivi esistenti)

hanno prodotto sensibili miglioramenti alla fascia retrodunale in cui si sta

incrementando il ginepro (mentre le altre essenze forestali introdotte sono in

precarie condizioni vegetative o sono addirittura scomparse).

In questa fascia sono state attuate sperimentali irrigazioni di soccorso che hanno

inciso prevalentemente negli accrescimenti dei ginepri e nella stabilizzazione del

suolo dunoso.

Tali interventi dovranno continuare indipendentemente da altre iniziative che

possano provocare qualche incidenza negativa nell’habitat a pineta.

Nel caso del progettato insediamento edilizio, con relative strutture ricettive e

sportive, si ritiene che l’incidenza negativa sia poco significativa in quanto la

superficie sottratta all’habitat Foreste dunari di Pinus pinea (relativamente alle classi

1a , 2a e 3a - vedi Allegato n. 15, Tabella N. 1) assomma al 3% della superficie del

p.S.I.C. di proprietà (che se riferita all’intera superficie del p.S.I.C. a pineta di 1.000

ha, al netto della superficie marina, risulta pari al 2,21% circa), mentre l’habitat a

perticaia di ginepri non è praticamente toccato (solo per lo 0,01%).

Inoltre, la restante superficie sottratta alla vegetazione riguarda aree non com-

prese negli habitat prioritari e che costituiscono l’1,41% della superficie del p.S.I.C.

di proprietà.

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Nessun intervento progettato riguarda la pineta di 4a classe che trovasi, in

relazione alla sua ubicazione prossima al mare e con esposizione a venti salsi, in una

situazione ambientale precaria (eccessiva densità, danni alle chiome causate dai venti

salsi, pessime condizioni vegetative, assenza di rinnovazione di biodiversità ad ec-

cezione della presenza di Acacia saligna).

Al fine di evitare alcun pregiudizio alle specie e agli habitat prioritari del p.S.I.C.,

si prevede l’attuazione graduale, ma prolungata nel tempo, di una serie di importanti

azioni mitigatrici e misure compensative (che si integrano con le iniziative sopra

citate e già eseguite) intese a far proseguire la dinamica evolutiva degli habitat

prioritari verso la fase climax, il cui raggiungimento consentirà la conservazione del

sito senza che sia necessario un impegno sostanziale dell’uomo ma solo un’azione di

controllo e verifica.

2.2.2.2.1 Azioni mitigatrici

Le azioni mitigatrici previste sono le seguenti:

Realizzazione di un vivaio forestale in loco per la produzione di piantine

utilizzando sementi provenienti da piante esistenti nel p.S.I.C..

Le piantine prodotte avranno caratteristiche genetiche adatte agli habitat che

caratterizzano il p.S.I.C. e si ritiene che potranno dimostrare migliori capacità di af-

francamento e sviluppo rispetto a piantine acquistate nel libero mercato e prodotte

con sementi provenienti da altre localizzazioni poste anche in ambienti fitoclimatici

diversi.

La produzione vivaistica sarà indirizzata qualitativamente e quantitativamente a

sopperire alle necessità delle società Is Arenas s.r.l. per i lavori di rinfoltimento e di

recupero delle radure rilevanti, nonché per la sistemazione delle aree di radure

destinate al “verde privato”.

Rinfoltimenti e lavori colturali nel verde privato tendenti comunque a mantenere

la predominanza del pino ed evitare, attraverso una rigida regolamentazione, l’intro-

duzione di essenze arboree e/o arbusti che potrebbero arrecare incidenze negative

nelle aree circostanti.

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Regolamentazione del traffico veicolare e pedonale.

Oltre a limitare, come è in atto da tempo, la velocità dei motocicli e delle

autovetture, il transito è consentito solo per raggiungere aree edificabili, le

attrezzature sportive ed i parcheggi (ove obbligatoriamente devono sostare), restando

così escluse le altre strade di servizio (che possono essere percorse a piedi e/o in

bicicletta, da mezzi di servizio e navette, anche di tipo elettrico).

Per quanto riguarda il traffico pedonale sarà interdetto nella fascia boscata e

retrodunale, fatta salva l’esclusiva percorribilità, in questo tratto, dei percorsi

realizzati appositamente per accedere alla spiaggia (percorsi “protetti”). Quest’ultima

potrà essere raggiunta solo tramite gli appositi attraversamenti della duna artificiale.

Riduzione delle quantità di fertilizzanti impiegati sui manti erbosi del circuito

golfistico, attraverso il sistema della fertirrigazione che consente di risparmiare oltre

il 50% delle quantità di concimi che vengono usati col sistema tradizionale (cioè,

mediante spargimento dei prodotti fertilizzanti allo stato solido granulare). Tale

sistema è stato attuato con successo, per la prima volta in Italia, dalla società “Is

Arenas Golf s.r.l.”.

Significativa riduzione dei mezzi meccanici di servizio per il trasporto e la

distribuzione dei fertilizzanti sul campo da golf. La nuova tecnica della

fertirrigazione ha consentito di ridurre al minimo anche il traffico dei mezzi agricoli

impiegati per la manutenzione del campo da golf, con conseguente riduzione delle

incidenze sull’ambiente da parte degli stessi.

• Monitoraggio periodico dell’evoluzione degli Habitat prioritari, con

eventuale coinvolgimento del Dipartimento di Scienze Botaniche

dell’Università di Cagliari, ed attivazione di azioni svolte ad arrestare la

causa ed a ripristinare la situazione pre-esistente.. Si fa presente che la

società IS Arenas ha aderito, tra i primi in Italia, al Programma di

Manutenzione Ambientale “Impegnati nel Verde” coordinato e diret-to dalla

European Golf Association Ecology Unit.; vedi Certificato di Adesione

(Allegato n. 21) rilasciato in data 20 aprile 2000 dalla Federazione Italiana

Golf e dal Committed to Green Foundation). La certificazione per la

manutenzione ecocompatibile e sostenibile a lungo termine discende

dall’Adesione volontaria ai previsti della Convenzione di Valderrama (vedi

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Allegato n. 22), sottoscritta in data 08.11.1999 tra diversi Enti Internazionali

tra cui la Commissione Europea, nella persona del Direttore Generale

Ambiente James Curie. La società Is Arenas s.r.l., con l’Associazione

Sportiva Is Arenas Golf & Country Club, ha attuato quanto necessario per

soddisfare alle prescrizioni stabilite per la manutenzione ecocompatibile

sostenibile a lungo termine del percorso di golf come risulta dal documento

datato 30.04.2002 (Allegato n. 23).

• I controlli finali da parte degli Enti certificatori saranno completati entro

pochi mesi.

Si precisa, inoltre, che nel marzo 2002 il percorso di golf “Is Arenas” è stato

giudicato dalla specifica commissione nazionale quale miglior campo nuovo entrato

in esercizio nell’ano 2001 (vedi Allegato n. 24 - da Mondo del Golf, pag 79).

Monitoraggio continuo sugli effetti della fertirrigazione e dei trattamenti sui manti

erbosi del circuito golfistico ed attivazioni di azioni volte ad arrestare la causa di

eventuali alterazioni e a ripristinare con idonei correttivi la situazione preesistente

(vedi par. 1.6.3).

Monitoraggio continuo (come già da tempo in atto) sulla qualità e quantità

dell’eduzione dei pozzi esistenti e attivazione di azioni volte ad arrestare

prontamente l’insorgenza di situazioni anomale e a ripristinare la situazione

preesistente (vedi par. 1.4.5.2.3 e 1.4.5.2.4).

Il monitoraggio dell’eduzione dei pozzi eseguito fino all’attualità dalla società

proprietaria ha consentito di verificare che gli emungimenti eseguiti durante le varie

stagioni e nel corso degli ultimi 5 anni non hanno prodotto alcuna incidenza negativa

nei confronti della vegetazione, in quanto il livello della falda freatica non ha subito

variazioni permanenti per quanto riguarda sia il livello sia la caratteristiche

qualitative e quantitative delle acque.

Il sistema di monitoraggio, inoltre, consente di utilizzare al meglio le portate di

eduzione dei 23 pozzi a disposizione per l’alimentazione dei laghetti artificiali,

costituenti nel loro complesso un importante deposito permanete da cui attingono le

reti di distribuzione per l’irrigazione e i servizi del golf e, in caso di necessità, la rete

e i mezzi terrestri e aerei antincendio, vedere Allegato n. 50.

Infatti, il sistema di controllo e comando è completamente informatizzato e

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automatizzato e consente di attuare in tempo reale le necessarie azioni correttive.

2.2.2.2.2 Misure compensatorie

Le misure compensatorie previste sono le seguenti:

Azioni di progetto tendenti a rendere minimo il rischio d’incendio, consistenti

nella realizzazione (già portata a termine) di strutture fisse quali bacini idrici, rete

idrica di distribuzione, sistema automatico di aspersione (vedi Allegato n. 15, pagina

19 e seguenti), manutenzione della viabilità principale e secondaria (ai fini

antincendio) utilizzo di un servizio privato per l’avvistamento ed il pronto intervento

di squadre sui focolai (interni od esterni al p.S.I.C.) dotate d’automezzi, autobotte e

normali attrezzature individuali.

La dotazione di strutture e risorse idriche consente di ottimizzare anche gli

eventuali interventi del Servizio Regionale A.I.B., proveniente dai centri limitrofi.

L’effetto di protezione è esteso a tutta la superficie del p.S.I.C. con possibilità

di interventi anche su incendi posti nei terreni agro-pastorali retrostanti ove spesso si

verificano emergenze causate da un cattivo esercizio delle attività agronomiche e/o di

allevamento del bestiame brado.

Gli interventi esterni risultano necessari quando, a causa dei venti di scirocco,

può essere minacciata dal fronte del fuoco l’area boscata del pS.I.C.

Le azioni sopra illustrate sono da considerare effettivamente misure

compensative, in quanto non costituiscono normali pratiche di gestione e di difesa di

una proprietà privata contro gli incendi, ma interventi straordinari specifici volti a

ridurre al minimo l’impatto negativo sugli habitat con seguente al rischio d’incendio;

e ciò è ampiamente confermato dal fatto che l’Ente pubblico (Corpo Forestale dello

Stato), che ha realizzato artificialmente la pineta del p.S.I.C. e ha gestito per molti

anni la stessa prima di cederla ai privati, ha sempre e solo messo in atto normali

misure di protezione antincendio boschive che non possono essere minimamente

equiparate a quelle previste con le misure compensative in esame. La funzione

compensatoria di tali misure viene ulteriormente illustrata e chiarita più avanti (par.

2.2.2.3).

Manutenzione straordinaria della duna artificiale da estendersi, gradualmente,

lungo tutta la fascia costiera ricadente nella proprietà delle società Is Arenas s.r.l.

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Sono previste, altresì, in progetto azioni intese a stabilizzare la zona retrodunale

con impiego di barriere artificiali, favorendo altresì l’ulteriore diffusione dei ginepri,

anche con l’uso di eventuali irrigazioni di soccorso.

La superficie dell’habitat prioritario “Perticaia a ginepri” ammonta a 28.80.32

ha (il 3,88% della superficie del p.S.I.C. di proprietà) e pertanto si ritiene che si

debba intervenire su almeno 15 ha, nel periodo di 15-20 anni, per incrementare la

scarsa dinamica evolutiva della vegetazione spontanea con le azioni colturali sopra

citate (vedi l’Allegato n. 15, pag. 14).

Nell’ambito dell’habitat a “Perticaia di ginepri” si individuano le aree

d’intervento scelte sui terreni posti in depressioni del suolo sabbioso o comunque

dove le operazioni di rimboschimento, attuate ripetutamente dalla Forestale con pino

domestico, pino d’Aleppo, eucalipti, tamerici e acacia saligna, hanno avuto altrettanti

insuccessi (all’attualità sopravvive qualche isolato esemplare, mentre i pochi ginepri

presenti sono in buone condizioni vegetative e di sviluppo).

Ne consegue che essenze autoctone che bisogna privilegiare per reintrodurne in

queste aree difficili non possono essere che i ginepri (J. Oxycedrus, J. Macrocarpa, J.

Turbinata) e gli arbusti termomediterranei.

Incremento delle superfici a pineta, con il recupero delle piccole radure presenti

nelle pinete di classe 2 a e 3 a valutate per una estensione di 4÷5 ha, e già attuato con

la messa a dimora di circa 45.000 piantine.

Rinfoltimento di parte delle radure rilevanti che attualmente, al netto delle

superfici sottratte per l’attuazione del progetto turistico ricettivo-alberghiero,

assommano a circa 55,57 ettari, di cui circa 45 ettari localizzati al di fuori degli

areali edificabili e dei circuiti dei campi da golf.

Si stima che con il rinfoltimento possa passare all’habitat della pineta una

superficie di 15 ha (di cui 10 ha da realizzare nel breve periodo) mentre la restante

superficie oggi a radura, potrà passare, come indicato al punto successivo, alla

perticaia a ginepri.

Incremento delle superfici a ginepreto, con rinfoltimento delle radure rilevanti che

al netto della superficie sottratta per l’attuazione del progetto turistico, residenziale,

alberghiero e delle superfici rinfoltite ma destinate a ricostruire l’habitat a pineta

ammontano a circa 30 ettari (fuori degli areali edificabili). Si stima che 10-15 ettari

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possano essere realizzati a breve periodo mentre la maggior parte della restante

superficie verrà gradualmente rinfoltita nel lungo periodo.

Interventi colturali mirati a migliorare lo stato vegetativo del soprassuolo fa-cente

parte degli habitat “Foreste dunari a P. pinea“ e “Perticaia costiera di ginepri” e

a favorire la rinnovazione naturale del pino, dei ginepri ed il reinserimento di bio-

diversità.

Sono previsti contemporanei interventi colturali diretti all’eliminazione e/o alla

riduzione dell’acacia saligna (A. cyanophylla) che impedisce, per la sua densità e

facilità di espansione, la rinnovazione naturale delle specie protette e del

reinserimento di biodiversità.

Il materiale legnoso proveniente dai diradamenti, dalle spalcature e dal taglio

delle acacie verrà, almeno in parte, cippato (così come è già stato fatto con apposito

macchinario esistente in dotazione) e sparso sul suolo favorendo così la pedogenesi e

la rinnovazione naturale attraverso la disseminazione.

Si stima che gli interventi suddetti possano interessare, nel breve periodo, una

superficie complessiva di 50 ettari e nel lungo periodo almeno altri 50÷100 ettari

intervenendo con priorità nelle aree che presentano minore dinamica evolutiva.

Interventi colturali di diradamento al soprassuolo della pineta di 4a classe al fine di

ridurre la densità (con tagli a “buche” –vedi l’Allegato n. 15, pagina 27) al fine di

provocare la rinnovazione naturale e/o artificiale del pino, unitamente al

reinserimento di ginepri e delle altre essenze spontanee termomediterranee.

Trattasi di operazione importante in quanto si prevede che entro un periodo di

15-20 anni il soprassuolo di pino, in precarie condizioni vegetative, tenderà a

concludere il proprio ciclo vitale determinando problemi di desertificazione se non si

sarà affermata una adeguata rinnovazione naturale e/o artificiale .

Si stimano interventi, nel breve periodo, su una superficie di 10 ha, facenti

parte dei 57 ha circa che costituiscono la superficie complessiva della pineta di 4a

classe.

Gradualmente nel medio e lungo periodo si dovrà estendere gli interventi sopra

indicati a tutta questa classe di pineta.

Sulla base di quanto esposto ai punti precedenti, sono state effettuate le scelte

per l’adozione delle specifiche azioni mitigatrici e misure compensative, stimandone

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la loro potenziale incidenza sugli habitat prioritari del p.S.I.C., secondo la

metodologia esposta al paragrafo 2.2.2.1, e ottenendo i risultati di valutazione

complessiva di incidenza riportati nelle Tabelle N. 13, 14, 15, 16 e 17 dell’Allegato

n. 16, riguardanti le diverse ipotesi di intervento e non, e nello schema sinottico

comparativo delle diverse alternative inserito nella Tabella 19 dello stesso Allegato.

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2.2.2.3 Le matrici di valutazione d’incidenza sulla vegetazione

Di seguito vengono riportati i commenti sui contenuti e sui risultati delle

matrici di valutazione delle incidenze espressi nelle Tabelle da n. 13 a n. 19

dell’Allegato n. 16.

2.2.2.3.1 Sulla Matrice in Tabella N. 13

Si è più volte ribadito che la valutazione di incidenza si riferisce ad un sistema

forestale realizzato artificialmente in aree fortemente degradate e desertificate e che

presenta anche all’attualità una scarsa dinamica evolutiva.

Gli interventi colturali previsti nel disciplinare della forestale riguardano

esclusivamente i più essenziali diradamenti del soprassuolo arboreo che non

consentono di evitare ma solo di rallentare la tendenziale regressione degli habitat.

Infatti, lo strato vegetativo del manto arboreo tende in genere a peggiorare.

In particolare, nelle pinete di 3a e 4a classe ove la rinnovazione naturale è

inesistente, non si verifica alcuna reintroduzione di biodiversità, la pedogenesi è

nulla o al massimo insufficiente (aumenta lo strato di aghi di pino indecomposti) e si

incrementa la diffusione dell’acacia saligna, che limita la rinnovazione naturale delle

essenze autoctone.

Prudenzialmente, e in un lasso di tempo relativamente breve (prossimi 15÷20

anni), si può ipotizzare che il denso manto arboreo di pino domestico (nella 4a classe

e parte della 3a ) potrebbe concludere il proprio ciclo vitale precocemente senza aver

dato luogo ad alcuna forma di rinnovazione naturale, determinando l’ovvia

scomparsa della pineta in tale fascia (con i conseguenti effetti negativi sull’habitat

retrostante).

Nella migliore delle ipotesi potremmo assistere a un insediamento dell’acacia

(in sostituzione della pianta scomparsa) e alla sua espansione nelle fasce retrostanti

in modo da realizzare spontaneamente un soprassuolo monospecifico completamente

estraneo all’ecosistema e, quindi, agli habitat che si vogliono conservare.

In conclusione, nonostante i limitati interventi colturali prescritti e quelli di

prevenzione incendi di competenza del Servizio Regionale A.I.B. (Anti Incendi Bo-

schivi), si prevede che nei prossimi 20÷30 anni si verifichi una graduale ma

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irreversibile riduzione della pineta (specie nelle classi 3a e 4a) e un regresso della

perticaia a ginepri, dovuto alla sempre più ridotta efficienza della duna artificiale

costiera e ai conseguenti danni prodotti dal maestrale (movimento delle dune ed es-

siccazione delle chiome).

La difesa dal grave problema degli incendi, attuata solo dal Servizio Regionale

A.I.B. e dal proprio sistema di avvistamento dei focolai, non consentirà di effettuare

rapidi interventi nell’area p.S.I.C. (le squadre e i mezzi non sono in loco) e, pertanto,

le probabilità che le squadre giungano sul posto quando il focolaio si è trasformato in

incendio sono elevate. A conferma di tale pericolo, sempre incombente, si ricorda

che nell’anno 1964, con la pineta sotto la gestione del Corpo Forestale, si è verificato

un vasto incendio che ha distrutto circa 55 ettari di pineta all’interno dell’area

attualmente oggetto di p.S.I.C., che ha costretto l’Ammini-strazione forestale a

successivi lavori di rimboschimento.

E’ necessario rilevare come, in giornate particolarmente ventose e siccitose, i

tempi per la propagazione del fuoco siano ridotti e la diffusione delle fiamme

elevata, con la conseguenza di iniziare le operazioni di spegnimento quando il fuoco

si sia esteso e sia diventato incontrollabile.

In caso del verificarsi di un incendio nel p.S.I.C. la presenza di soprassuolo a

netta prevalenza di conifere consente di prevedere una rapida desertificazione

dell’area incendiata con nessuna possibilità di ripresa naturale, anzi con effetti

negativi sulle aree circostanti non percorse dal fuoco.

Ma anche senza prevedere un’azione negativa prodotta da un incendio, si può

affermare che nel lungo periodo (oltre i prossimi 20÷30 anni) si assisterà a un

notevole incremento della superficie sabbiosa in movimento e alla conseguente

riduzione delle superfici degli habitat prioritari con il risultato di pregiudicare

irreversibilmente la conservazione dell’ecosistema, che interessa prevalentemente le

superfici più prossime alla fascia costiera per una profondità di 300÷400 m.

Tale situazione, se non si adotteranno opportune azioni di salvaguardia

importanti ed estese, sarà inevitabilmente destinata alla progressiva desertifica-

zione; e ciò avverrà anche nelle zone retrostanti, seppur in maniera graduale e

tendenzialmente più lenta.

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Inoltre, come è già stato evidenziato, l’ipotesi di intervento nullo è stata

considerata equivalente alla condizione di completo abbandono da parte dei

lottizzanti, dopo la realizzazione del complesso turistico ricettivo-alberghiero e del

campo da golf con relative infrastrutture e ciò in quanto, nel medio e lungo periodo

dopo l’abbandono, le condizioni bioecologiche degli habitat del p.S.I.C. tenderanno

ad una situazione di precario equilibrio e successivo degrado, assimilabile alla

condizione di intervento nullo.

Le considerazioni sopra esposte sono state tenute ben presenti nella costruzione

della struttura della matrice in esame, ipotesi di esclusiva evoluzione naturale degli

habitat, senza alcun intervento di lottizzazione e/o di realizzazione del campo da

golf, all’interno del p.S.I.C. “Is Arenas” (ovvero di completo abbandono), e sulla

base dell’entità stimata per ognuna delle azioni naturali e non previste negli habitat

sono stati assegnati i valori riportati per ognuna delle potenziali incidenze ambientali

(negative e positive), giungendo a un risultato che mostra:

- per l’habitat prioritario “Foresta dunare di P. pinea” , una incidenza totale Nega-

tiva Media (NM), di valore stimato pari a –27,49, con riferimento alla scala di valori

adottata da 0 a 100;

- per l’habitat prioritario “ Perticaia costiera di ginepri” , una incidenza totale Ne-

gativa Medio Bassa (NMB), di valore stimato pari a –12,14, con riferimento alla

scala di valori adottata da 0 a 100.

2.2.2.3.2 Sulla Matrice in Tabella N. 14

La fase di costruzione del campo di golf, del campo pratica e delle relative per-

tinenze (senza considerare il complesso turistico ricettivo-alberghiero) interessa una

superficie totale di 18,77 ha di cui (vedi Tabelle n. 9 e n. 12 dell’Allegato n. 16):

- 13,66 ha pari all’1,84% della sup. del p.S.I.C. di proprietà, per il circuito di golf

- 4,97 ha pari all’0,67% della sup. del p.S.I.C. di proprietà, per i laghetti

- 0,14 ha pari all’0,02% della sup. del p.S.I.C. di proprietà, per i fabbricati

La superficie di pineta interessata dagli interventi assomma a 13,44 ha (pari

all’1,87% della sup. del p.S.I.C. di proprietà (e pari al 1,34% della pineta dell’intero

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p.S.I.C.) mentre la restante superficie di 5,33 ha ricade in terreno a radura rilevante

e/o a fasce parafuoco esistenti.

Nessun intervento è previsto nelle classi di pineta di 3a e 4a classe e cioè nei

soprassuoli che presentano caratteristiche anomale, per quanto riguarda sia la densità

del soprassuolo sia lo stato vegetativo, caratterizzato da assenza o scarsezza di

rinnovazione (arborea e/o arbustiva).

Anche nell’habitat a perticaia di ginepri non è stato programmato alcun

intervento progettuale.

Per quanto sopra esposto, l’entità degli interventi connessi con la costruzione

del campo da golf, relative pertinenze e infrastrutture primarie è complessivamente

molto bassa, per cui qualsiasi tipo di incidenza (negativa o positiva) considerata nella

matrice, ad esclusione del pericolo di incendio e delle misure di prevenzione e lotta

A.I.B., è da considerare scarsamente significativa in relazione all’ampiezza degli

habitat considerati e alla durata delle azioni di progetto.

Chiaramente gli interventi colturali previsti nel disciplinare della Forestale in

quanto limitati ai più essenziali diradamenti e alla manutenzione della fascia

parafuoco esistente, non consentono di eliminare il rischio di una regressione

naturale dell’habitat maggiormente concentrata nella fascia di pineta più vicina alla

costa a mare e nell’area retrodunale a ginepri, che è stata evidenziata

precedentemente nell’ipotesi di intervento nullo.

Si sono previste, comunque, alcune azioni compensative tendenti non solo a

controbilanciare le pur limitate incidenze negative sull’habitat a pineta dovute alle

azioni di progetto, ma soprattutto per contrastare i vari fenomeni precitati di

regressione naturale.

Le misure compensative previste, e in parte già attuate, sono:

un graduale rinfoltimento delle radure che, nel breve periodo 15-20 anni potrà

incrementare la superficie a pineta e/o a ginepreto di circa 10-15 ettari, di cui circa 5

ettari già eseguiti;

interventi colturali mirati specificatamente a favorire la rinnovazione naturale del P.

pinea e dei ginepri con priorità alle pinete più dense di 3a e 4a classe;

impianto nel verde privato di pini e/o altre essenze autoctone ecologicamente adatte

e compatibili con l’habitat a pineta.

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interventi straordinari per l’ulteriore consolidamento della duna artificiale fronte

mare (che spesso subisce danneggiamenti in seguito ai forti venti di mae-strale), con

conseguenti effetti positivi nel retrostante habitat prioritario perticaia a ginepri.

Per quanto riguarda il grave problema degli incendi si ribadisce che il solo

Servizio Regionale A.I.B. non consente di ottenere rapidi interventi delle squadre

nell’area del p.S.I.C. , con il rischio che l’inizio delle operazioni di spegnimento

possa avvenire quando il focolaio si è esteso pericolosamente e l’incendio è divenuto

in-controllabile.

Gli effetti dell’incendio in area p.S.I.C. sono particolarmente gravi, poiché alla

distruzione del soprassuolo costituito da conifere non segue nessuna forma di rin-

novazione, ma s’innesta un rapido processo di desertificazione che estende i suoi

effetti negativi anche nelle aree circostanti (non percorse dal fuoco).

Pertanto, per limitare al massimo il rischio d’incendio nel progetto è previsto

di attuare:

un servizio privato A.I.B. che prevede l’avvistamento (una vedetta sul posto, dotata

di ricetrasmittente in VHF può trasmettere l’allarme alla squadra di pronto intervento

e collegarsi con il centro operativo provinciale della Forestale) e squadre di lotta

dotate di attrezzature individuali, di automezzi fuoristrada e di autobotte, con

possibilità d’utilizzo della rete idrica generale antincendio e dei laghetti realizzati,

che possono giungere sui focolai quando questi non hanno raggiunto dimensioni

d’incendio e pertanto possono essere tenuti sotto controllo.

Il servizio privato antincendi potrà essere utilizzato efficacemente anche per

incendi che si verificano fuori dell’area p.S.I.C. e che possono minacciare la zona

boscata.

Nei terreni agropastorali retrostanti alla pineta spesso si verificano incendi di

origine antropica che possono essere sospinti verso la pineta dai forti venti di

scirocco che spesso si verificano nelle giornate estive.

Quanto sopra esposto è stato tenuto in considerazione nella costruzione della

struttura della matrice della Tabella n. 14, riferita all’ipotesi di costruzione del

campo da golf e del campo pratica, con le relative pertinenze e delle infrastrutture

primarie già realizzate all’interno del p.S.I.C. “Is Arenas”, con le misure

mitigatrici e compensative già eseguite, e sulla base dell’entità stimata per ognuna

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delle azioni di progetto e di quelle mitigatrici e compensative previste negli habitat

sono stati assegnati i valori riportati per ognuna delle potenziali incidenze ambientali

(negative e positive), giungendo ai seguenti risultati:

- per l’habitat prioritario “ Foresta dunare di P. pinea”, si ha un’incidenza totale

Negativa Molto Bassa (NBB), di valore stimato pari a –4,74, con riferimento alla

scala di valori adottata da 0 a 100;

- per l’habitat prioritario “ Perticaia costiera di ginepri”, si ha un’incidenza totale

Positiva Trascurabile (PT), di valore stimato pari a +2,78, con riferimento alla scala

di valori adottata da 0 a 100.

2.2.2.3.3 Sulla Matrice in Tabella N. 15

La fase di esercizio del campo da golf e relative pertinenze segue ovviamente gli

interventi edificatori relativi a tali opere, di cui alla matrice precedentemente

esaminata.

Caratteristica di questa fase è l’azione negativa, anche se di portata limitata,

determinata dall’incremento del traffico veicolare e pedonale dovuto agli addetti alla

gestione delle strutture (comprese quelle sportive) e quello dovuto agli ospiti che

usufruiscono del campo da golf e secondariamente (anche se del tutto marginale)

della balneazione sulla spiaggia.

Segue l’incidenza, in linea di principio potenzialmente negativa, dei trat-tamenti

dei manti erbosi e della relativa fertirrigazione finalizzati ad assicurare sia un’idonea

manutenzione sia l’efficienza del circuito golfistico.

Fra le azioni di progetto gli interventi colturali previsti dal disciplinare della

Forestale, in quanto limitati ai più essenziali diradamenti e alla manutenzione della

fascia parafuoco esistente, non consentono di evitare una possibile regressione dell’

habitat specie nella fascia di pineta più vicina alla costa a mare e, quindi. anche

nell’area a ginepri.

Si sono pertanto previste alcune azioni mitigatrici, idonee a consentire di

prendere immediati provvedimenti per arrestare e rimuovere le cause di eventuali

alterazioni, quali:

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il monitoraggio dei trattamenti dei manti erbosi e della fertirrigazione dei campi da

golf, al fine di tenere sotto controllo eventuali inquinamenti -invero assai improbabili

(vedi par. 1.6.3)- in funzione delle caratteristiche chimiche dei prodotti utilizzati e

delle limitate quantità impiegate);

il monitoraggio della qualità e quantità d’acqua di eduzione dai pozzi, (vedi par.

1.4.5.2.3 e 1.4.5.2.4), già di fatto in essere per quanto riguarda la quantità mediante la

registrazione in continuo dei dati di eduzione, e per quanto concerne la qualità con

analisi perio-diche delle acque dei pozzi.

Sono state previste, inoltre, misure compensative, a integrazione e/o

continuazione di quelle già adottate in fase di costruzione (vedi matrice della Tabella

N. 14 dell’Allegato n. 16), che consistono:

nella prosecuzione dei graduali rinfoltimenti, già iniziati con la fase di costruzione,

che potranno incrementare complessivamente nel breve periodo di 15-20 anni le

superfici a pineta e a ginepreto di 10-15 ettari,

nell’esecuzione di lavori colturali mirati a favorire la rinnovazione naturale della

pineta e dei ginepri con particolare riguardo alle pinete più dense (di 3a e 4a classe);

nella prosecuzione di lavori specifici di coltivazione del verde privato, affinché lo

stesso conservi la tipica struttura della pineta e, pertanto, si integri razionalmente

nell’habitat di cui fa parte.

Trattasi di interventi tendenti ad incidere sensibilmente sull’evoluzione dell’

ecosistema, anche grazie a:

eventuali irrigazioni di soccorso alle piantagioni attuate nei rinfoltimenti;

ulteriore consolidamento e manutenzione della duna artificiale fronte a mare;

reintroduzione naturale e/o artificiale delle biodiversità con particolare ri-guardo

alle zone retrodunali ed alle prime fasce di pineta.

Per quanto riguarda il grave problema degli incendi si ribadisce che, anche in

fase di esercizio, il solo Servizio Regionale A.I.B. non consente di ottenere rapidi

interventi delle squadre nell’area p.S.I.C. e pertanto il rischio aumenta per le

difficoltà che si incontrano nelle operazioni di spegnimento quando si deve lottare

con un incendio esteso rispetto alla facilità con cui si può contenere un semplice

focolaio.

Page 150: RELAZIONE GENERALE DELLA VALUTAZIONE D’INCIDENZA · 2.2.1.2 Aree con soprassuolo irregolare a prevalenza di Pinus pinea con ridotta densità ... 2.2.2.3 Le matrici di valutazione

Valutazione d’Incidenza: Relazione generale

Studio d’Ingegneria Prof. Dr Ing. Giampaolo Siotto per Is Arenas s.r.l. 150

Per ridurre al massimo il rischio d’incendio ed evitare il conseguente rapido ed

irreversibile degrado cui andrebbero incontro le superfici percorse dal fuoco, il

progetto ha previsto:

l’attivazione di un servizio privato A.I.B. che prevede l’avvistamento in loco e

l’immediato impiego di squadre di pronto intervento.

Al riguardo valgono le ulteriori specificazioni e le considerazioni già espresse

relativamente alla fase di costruzione (matrice della Tabella N. 14 dell’Allegato n.

16).

Sulla base delle azioni sopra descritte e della loro importanza è stata elaborata la

matrice della Tabella n. 15, riferita all’ipotesi di esercizio del campo da golf e del

campo pratica, con le relative pertinenze e delle infrastrutture primarie già

realizzate all’interno del p.S.I.C. “Is Arenas”, con le misure mitigatrici e

compensative già eseguite, e sulla base dell’entità stimata per ognuna delle azioni di

progetto e di quelle mitigatrici e compensative previste negli habitat sono stati

assegnati i valori riportati per ognuna delle potenziali incidenze ambientali (negative

e positive), giungendo al seguente risultato:

- per l’habitat prioritario “ Foresta dunare di P. pinea”, si ha un’incidenza totale

Positiva Molto Bassa (PBB), di valore stimato pari a +6,05, con riferimento alla

scala di valori adottata da 0 a 100;

- per l’habitat prioritario “ Perticaia costiera di ginepri”, si ha un’incidenza totale

Positiva Molto Bassa (PBB), di valore stimato pari a +6,43, con riferimento alla

scala di valori adottata da 0 a 100.

2.2.2.3.4 Sulla Matrice in Tabella N. 16

La fase di costruzione dell’intero complesso turistico ricettivo-alberghiero,

compreso il circuito dei campi da golf e relative pertinenze, prevede varie azioni

progettuali in parte già eseguite ed in parte da realizzare che sottraggono superfici

agli habitat presenti nel p.S.I.C..

In particolare sono interessate le seguenti superfici:

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Valutazione d’Incidenza: Relazione generale

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La pineta di 4a classe e la perticaia a ginepri non sono interessati da alcun

significativo intervento (sia opere già eseguite o programmate).

Risultano interessate, per 10.44.74 ha, le superfici classificate come radure rilevanti .

Vedi Carta della vegetazione con localizzazione degli Habitat prioritari (vedi

Allegato n.15).

Si ritiene importante chiarire i principi che hanno portato alla scelta della

localizzazione degli interventi edificatori e delle altre opere che comunque sot-

traggono superfici alla vegetazione:

• Non sono state interessate, per evitare alterazioni significative, sia la fascia

retrodunale, costituita in prevalenza dalla perticaia a ginepri, sia la pineta di 4a classe

ove il soprassuolo è in condizioni anomale per l’elevata densità correlata allo scarso

sviluppo e al carente stato vegetativo delle piante che presentano dan-neggiamenti

(essiccazione anche parziale delle chiome) causati dai forti venti di maestrale.

• Nelle aree edificabili la localizzazione delle strutture edili, ove possibile, è stata

concentrata in radure poste in depressione del suolo, già caratterizzate da presenza di

ristagni di acqua e scarsa vegetazione; infatti la superficie complessiva destinata a

fabbricati, pari a circa 9,64 ha, ricade per circa 5,77 ha nella pineta e per circa 3,.82

ha nelle radure e per solo circa 0,05 ha nella fascia più interna del ginepreto.

• Gli interventi edificatori nelle superfici a pineta di 1a classe sono trascurabili.

Pineta di 1a classe 0.27.65 ha 0,04% della sup. tot. del p.S.I.C. di propr.

0,02% della sup.tot.del p.S.I.C.

Pineta di 2a classe 19.31.76 ha 2,61% della sup. tot. del p.S.I.C. di propr.

1,93% della sup.tot.del p.S.I.C.

Pineta di 3a classe 2.45.04

ha

0,35% della sup. tot. del p.S.I.C. di propr.

0,25% della sup.tot.del p.S.I.C.

Superficie totale a P. pinea

22.04.45 ha

3,00% della sup. tot. del p.S.I.C. di

proprietà

2,20% della superficie totale

del p.S.I.C.

Page 152: RELAZIONE GENERALE DELLA VALUTAZIONE D’INCIDENZA · 2.2.1.2 Aree con soprassuolo irregolare a prevalenza di Pinus pinea con ridotta densità ... 2.2.2.3 Le matrici di valutazione

Valutazione d’Incidenza: Relazione generale

Studio d’Ingegneria Prof. Dr Ing. Giampaolo Siotto per Is Arenas s.r.l. 152

• Gli interventi edificatori nella pineta di 3a classe sono di scarsa entità (pari allo

0,26% della superficie a pineta esistente nel p.S.I.C. di proprietà).

• Gli interventi edificatori nella pineta di 2a classe, già affermata e senza

significativi rischi, sono più diffusi ma comunque contenuti nello 0,48% della

superficie totale a pineta esistente nel p.S.I.C. di proprietà.

Nel complesso le superfici totali sottratte all’habitat pineta per le esecuzioni di

tutte le opere previste in progetto o già realizzate, come precedentemente accennato,

ammontano a circa 22,04 ha, pari al 3,00% rispetto alla superficie totale a pineta

presente nel p.S.I.C. di proprietà e del 2,20% del p.S.I.C. totale.

Trattasi di entità tali da non creare effetti negativi significativi e irreversibili

alle superfici a pineta circostanti alle aree edificate.

Fanno parte delle azioni di progetto le normali cure colturali disposte con il

disciplinare della forestale, la manutenzione annuale dei viali parafuoco ed il ser-

vizio Reg. A.I.B. competente per il territorio.

Nella fase di costruzione il rischio d’incendio viene contenuto con l’ulteriore

estensione del tracciato e del numero di bocchette della rete idrica antincendio,

collegata ai bacini idrici (in parte esistenti e in parte da realizzare), come evidenziato

nella specifica cartografia (vedi Planimetria rete antincendio Allegato 15),

unitamente all’attivazione di un servizio privato di prevenzione e lotta antincendio

idoneo.

Altra azione compensatrice è l’impiego di automezzi, attrezzature individuali,

utilizzo delle strutture idriche e dei bacini (laghetti artificiali), ad effettuare rapidi

interventi sugli eventuali focolai in modo da contrastare le fiamme quando queste

non hanno avuto il tempo di estendersi.

Tale organizzazione rende tutta l’area p.S.I.C. più sicura rispetto alla

possibilità che un incendio provochi danni irreversibili su vaste superfici degli

habitat presenti.

Queste azioni di progetto di difesa degli habitat non possono essere

considerate “normali pratiche di gestione e di difesa di una proprietà privata”, così

come già illustrato al primo punto del paragrafo 3.2 della presente relazione, ma

vere e proprie misure compensatorie.

Page 153: RELAZIONE GENERALE DELLA VALUTAZIONE D’INCIDENZA · 2.2.1.2 Aree con soprassuolo irregolare a prevalenza di Pinus pinea con ridotta densità ... 2.2.2.3 Le matrici di valutazione

Valutazione d’Incidenza: Relazione generale

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Per eliminare ulteriormente l’impatto negativo sull’ecosistema sono state

previste altre misure compensatorie (già in parte realizzate) che influiscono posi-

tivamente e direttamente nell’evoluzione degli habitat prioritari:

Impianto di essenze forestali autoctone da eseguirsi nel verde privato e in

particolare su 3,40 ha costituito da radure rilevanti con scarsa presenza arborea, ove

l’impianto stesso potrà ricostituire la pineta (anche con l’ausilio d’irrigazione di

soccorso) avente struttura biplana, pini nello strato dominante e arbusti termo-

mediterranei nello strato dominato.

Rinfoltimento delle radure poste al di fuori delle aree edificabili con l’impiego di

essenze forestali autoctone e reintroduzione anche artificiale di biodiversità da

attuarsi gradualmente in un periodo breve di 15-20 anni in cui si prevede un

incremento della pineta di circa 10-15 ettari;

Interventi colturali mirati a migliorare lo stato vegetativo del soprassuolo ed a

favorire la rinnovazione naturale del P. pinea e la reintroduzione (anche arti-ficiale)

delle biodiversità da attuarsi gradualmente in un periodo breve di 15-20 anni e che

interesserà una superficie di 20-30 ettari, compresi i lavori necessari per

l’eliminazione e/o riduzione dell’acacia saligna;

Ulteriore consolidamento della duna costiera artificiale con conseguenti effetti

positivi nelle fascia retrodunale (sviluppo del ginepreto) grazie anche a irrigazioni di

soccorso attuate con adeguato impianto;

Realizzazione di un vivaietto per la produzione di piantine in fitocella utilizzando

sementi raccolte nel p.S.I.C. da piante “plus” di P. pinea e J. Oxycedrus. Le piantine

ver-ranno utilizzate nelle suddette azioni compensative per ottenere un migliore

acclimatamento e più facilità di affermazione.

Quanto sopra esposto è stato tenuto in considerazione nella costruzione della

struttura della matrice della Tabella n. 16, riferita all’ipotesi di costruzione del

complesso turistico alberghiero residenziale compresi gli esistenti campo da golf e

del campo pratica, con le relative pertinenze all’interno del p.S.I.C. “Is Arenas”,

con le misure mitigatrici e compensative già eseguite, e sulla base dell’entità

stimata per ognuna delle azioni di progetto e di quelle mitigatrici e compensative

previste negli habitat sono stati assegnati i valori riportati per ognuna delle

potenziali incidenze ambientali (negative e positive), giungendo al seguente risultato:

Page 154: RELAZIONE GENERALE DELLA VALUTAZIONE D’INCIDENZA · 2.2.1.2 Aree con soprassuolo irregolare a prevalenza di Pinus pinea con ridotta densità ... 2.2.2.3 Le matrici di valutazione

Valutazione d’Incidenza: Relazione generale

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- per l’habitat prioritario “Foresta dunare di P. pinea”, si ha un’incidenza totale

Negativa Molto Bassa (NBB), di valore stimato pari a –4,72, con riferimento alla

scala di valori adottata da 0 a 100;

- per l’habitat prioritario “ Perticaia costiera di ginepri”, si ha un’incidenza totale

Positiva Molto Bassa (PBB), di valore stimato pari a +7,05, con riferimento alla

scala di valori adottata da 0 a 100.

2.2.2.3.5 Sulla Matrice in Tabella N. 17

Con la fase di esercizio sono ormai esaurite le precedenti azioni progettuali che

sottraggono direttamente superfici agli habitat prioritari, mentre si prevede di attuare

quelle azioni che possono compensare le incidenze negative, seppur mode-ste, e

favorire, altresì, la progressione degli habitat verso l’auspicata fase “climax”.

I potenziali fattori di incidenza negativa che possono influire sull’ecosistema con

alterazioni poco significative sono le seguenti:

• le aumentate presenze antropiche nel p.S.I.C.: ospiti del complesso turistico

ricettivo-alberghiero e personale addetto alla gestione e manutenzione delle attività e

delle strutture);

• i trattamenti dei manti erbosi e la fertirrigazione dei campi da golf;

• i prelievi idrici dai pozzi per soddisfare sia i fabbisogni antropici sia la

normale irrigazione del circuito golfistico e del verde privato sia l’irrigazione di

soccorso delle piantagioni.

Al riguardo è necessario sottolineare che la maggior parte del soprassuolo

forestale esistente, di origine artificiale relativamente recente (di quasi

cinquant’anni), non ha raggiunto all’attualità quella stabilità necessaria per

un’equilibrata conservazione dell’ambiente, ma deve essere “aiutato” dall’uomo per

provocare, con proprie azioni colturali continue e graduali, l’evoluzione degli habitat.

Pertanto sono state previste, nel medio periodo di 20÷30 anni, varie azioni

mitigatrici e compensative che hanno l’obbiettivo non solo di contrastare le eventuali

alterazioni prodotte in fase di costruzione e quant’altro connesso, ma anche quello di

avviare gradualmente alla fase “climax” un sistema forestale valutato dagli studiosi,

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Valutazione d’Incidenza: Relazione generale

Studio d’Ingegneria Prof. Dr Ing. Giampaolo Siotto per Is Arenas s.r.l. 155

nel caso specifico, “a bassa dinamica evolutiva spontanea”.

Le azioni mitigatrici previste sono le seguenti:

Regolamentazione del traffico antropico pedonale e veicolare obbligando gli utenti

nel p.S.I.C. a percorrere la viabilità pedonale e automobilistica senza devia-zioni e ad

utilizzare esclusivamente i parcheggi previsti;

Divieto d’introduzione di essenze non autoctone nel verde privato ove si deve

privilegiare le essenze tipiche dell’habitat a pineta e con l’obbiettivo di introdurre

essenze termo-mediterranee autoctone oltre che diffondere ulteriormente il pino;

Azioni di monitoraggio mirate al controllo dell’evoluzione della flora e della

vegetazione degli habitat prioritari, al controllo della quantità e della qualità delle

acque prelevate dai pozzi sui trattamenti e sulla fertirrigazione operata sui manti

erbosi del golf. Nel caso, assai improbabile (vedi par. 1.6.3 ) che emergano incidenze

negative verranno presi, con immediatezza, i necessari provvedimenti intesi ad

arrestare la causa e ad operare gli interventi adatti a rimuoverla ed eliminare gli

eventuali effetti negativi prodotti.

Gestione del vivaietto che dovrà sopperire alle necessità delle iniziative della società,

con la produzione di piantine coltivate in loco, derivate da sementi raccolte nel

p.S.I.C. da piante “plus” e che verranno utilizzate con le azioni compensative sopra-

indicate. Il postime prodotto dal vivaietto sarà più adatto all’ecologia della zona

(infatti, le piantine prodotte con sementi provenienti da altre zone fitocli-matiche e/o

dalla peni-sola avrebbero maggiori difficoltà d’affermazione).

Infine, si prevedono le seguenti misure compensatorie:

Azioni per ridurre drasticamente e efficacemente il rischio dì incendi (in aggiunta

ai consuetudinari interventi di manutenzione delle fasce parafuoco e del Servizio

Regionale A.I.B.) consistenti nell’attivazione, soprattutto nel periodo estivo, di un

servizio privato di prevenzione e lotta antincendio, dotato di efficienti attrezzature

fisse, mobili ed individuali, capace di rapidi interventi su eventuali focolai (interni ed

esterni al p.S.I.C.).

La strategia antincendi è basata sulla reale possibilità di iniziare le operazioni di

spegnimento quando il fuoco ha dimensioni controllabili, quindi senza che abbia

avuto il tempo di estendersi e divenire pericoloso con le conseguenze facilmente

ipotizzabili (si possono ripetere tutte le considerazioni sull’argomento fatte in

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Valutazione d’Incidenza: Relazione generale

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precedenza).

Incremento dell’efficacia degli interventi del Servizio Regionale A.I.B. che in loco

potrà utilizzare le risorse idriche presenti e contenute nei laghetti e le reti idriche di

distribuzione antincendio, nonché coordinare le iniziative del servizio privato

operante nel p.S.I.C..

Azioni mirate nell’habitat perticaia di ginepri, consistenti in rinfoltimenti e

interventi volti alla diffusione naturale del ginepro e a favorirne l’accrescimento

(irrigazione di soccorso, barriere frangivento, consolidamento e manutenzione della

duna artificiale fronte a mare). Si stima che la superficie totale del ginepreto

compresa nel p.S.I.C. di proprietà si aggiri intorno ai 28 ettari e che nell’arco di 20-

30 anni possa essere integralmente interessata dai suddetti interventi portando così il

soprassuolo ad avere un’idonea densità e, quindi, poter proteggere dai venti salsi, con

più efficienza, la vegetazione delle zone retrostanti.

Anche nelle radure rilevanti saranno effettuate azioni compensative mirate,

consistenti in interventi di rinfoltimento e lavori colturali per favorire la rinnovazione

del P. pinea e degli elementi termo-mediterranei che assicureranno la biodiversità

dell’habitat. Si stima che nel breve periodo si completeranno gli interventi iniziati

nella fase di costruzione che porteranno a incrementare l’habitat a pineta di 10-15

ettari sottraendolo quindi alle aree a radura rilevante. Nel lungo periodo saranno

interessate altre superfici (si stima 10-20 ettari di radura) scelte fra le localizzazioni

che presenteranno una minore evoluzione.

Graduale eliminazione e/o riduzione dell’acacia da attuarsi prioritariamente nelle

superfici a pineta ove la densità dell’acacia stessa impedisce la rinnovazione del

pino e la reintroduzione naturale delle biodiversità. I suddetti interventi saranno

attuati contemporaneamente agli altri lavori colturali e alla cippatura del materiale

legnoso di risulta (che influenza positivamente la pedogenesi).

Quanto sopra esposto è stato tenuto in considerazione nella costruzione della

struttura della matrice della Tabella n. 17, riferita all’ipotesi di esercizio del

complesso turistico alberghiero residenziale compresi gli esistenti campo da golf e

del campo pratica, con le relative pertinenze all’interno del p.S.I.C. “Is Arenas”,

con le misure mitigatrici e compensative già in atto e da attuare, e sulla base

dell’entità stimata per ognuna delle azioni di progetto e di quelle mitigatrici e

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Valutazione d’Incidenza: Relazione generale

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compensative previste negli habitat sono stati assegnati i valori riportati per ognuna

delle poten-ziali incidenze ambientali (negative e positive), giungendo al seguente

risultato:

- per l’habitat prioritario “ Foresta dunare di P. pinea”, si ha un’incidenza totale

Positiva Bassa (PB), di valore stimato pari a +10,30, con riferimento alla scala di

valori adottata da 0 a 100;

- per l’habitat prioritario “ Perticaia costiera di ginepri”, si ha un’incidenza totale

Positiva Bassa (PB), di valore stimato pari a +8,07, con riferimento alla scala di

valori adottata da 0 a 100.

2.2.2.4 Riassunto e conclusioni sulla valutazione d’incidenza della

vegetazione

La valutazione d’incidenza sulla vegetazione è stata basata essenzialmente

sull’esame delle condizioni ambientali ex ante e degli effetti che la totalità degli

interventi programmati (realizzazione del complesso turistico ricettivo-alberghiero,

oggetto del piano di lottizzazione di iniziativa delle società Is Arenas s.r.l., inserito

nell’Accordo di programma del 09.06.1997 sottoscritto dalla R.A.S., dal Comune di

Narbolia e dalle stesse società) potrà produrre sugli habitat prioritari, di origine

prevalentemente artificiale, compresi nella vasta area del pS.I.C. “Is Arenas” (cod.

ITB 002228), e in particolare nei territori del Comune di Narbolia e di San Vero

Milis.

Si è tenuto conto, altresì, sia dei dati e risultati attualmente disponibili per le aree

sulle quali è stata realizzata già una parte degli interventi stessi (percorsi del golf,

fabbricato campione, strutture di servizio, infrastrutture di urbanizzazione primaria e

rete antincendio), sia delle determinazioni stabilite con l’Ispettorato Forestale di

Oristano in data 12.04.1996, riguardanti le superfici da utilizzare per la realizzazione

dell’intero complesso turistico e degli impianti sportivi.

La presente valutazione d’incidenza ottempera ai dispositivi di cui all’art. 5 del

DPR 8.09.1997, n. 357 e integra, ai seni dell’art. 17 della L.R. 5.09.2000, la

procedura di verifica di cui all’art. 10 del D.P.R. 12.04.1996 e successive modifiche

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e integrazioni, prevista per gli interventi elencati al punto 8, comma a) dell’allegato

“B” e oggetto di specifico e separato elaborato:

“Campeggi e villaggi turistici di superficie superiore a 5 ha, centri turistici

residenziali e d esercizi alberghieri con oltre 300 posti letto o volume edificato

superiore a 25.000 mc, o che occupano una superficie superiore ai 20 ha, esclusi

quelli ricadenti all’interno dei centri abitati.”

Gli aspetti relativi alla salvaguardia degli habitat e delle specie vegetali presenti

nel p.S.I.C., sono stati analizzati e valutati anche con riferimento alle disposizioni

contenute nell’art. 6 della direttiva “Habitat” (92/43/CEE) per la gestione dei siti

della rete Natura 2000 e, in particolare, ci si è riferiti ai contenuti della “Guida

all’interpretazione dell’art. 6 della direttiva Habitat –91/43/CEE”, datata aprile 2000,

a cura della Commissione Europea.

Infine, nella valutazione d’incidenza si sono ben tenute presenti tutte le

osservazioni contenute nel “Parere motivato” formulato in data 09/02/2001 dalla

Commissione Europea, a seguito dell’apertura della procedura di infrazione

1998/2346, indirizzato alla Repubblica Italiana ai sensi dell’articolo 226 del Trattato

CE in merito alla costruzione del villaggio turistico sopra citato.

Si precisa che la precedente valutazione dell’incidenza sulla vegetazione del

p.S.I.C., tiene conto nell’identificazione delle azioni di progetto e nella stima delle

potenziali incidenze ambientali delle principali interrelazioni esistenti tra la

vegetazione e gli altri fattori ambientali (aria, acqua, fauna, suolo).

La principale caratteristica che emerge dallo studio forestale, assunto a base

della valutazione d’incidenza sulla vegetazione, è rappresentata dall’artificialità

dell’habitat “Foreste dunari di P. pinea” e dalla parziale artificialità dell’habitat

“Perticaia costiera di ginepri”, entrambi classificati come habitat prioritari.

Tali habitat, infatti, sono il risultato di un sistema forestale realizzato arti-

ficialmente, per la quasi totalità, a datare dagli anni ’50, e che si presenta, anche

all’attualità, con una scarsa dinamica evolutiva.

Solo con gli interventi colturali dell’uomo, graduali e continui, si sono potute

evitare finora regressioni, conservando un equilibrio instabile, ancora esposto al

pericolo di degrado.

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Questi interventi necessari all’evoluzione degli habitat e alla loro conser-

vazione non sono stati imposti, se non in parte, nel piano di coltura del bosco, rila-

sciato dall’Amministrazione Forestale al compimento dei lavori di rimboschi-mento,

con la restituzione del sito alla società proprietaria.

La maggior parte degli interventi finora attuati e concordati con la Fore-stale

sono stati eseguiti per iniziativa e a spese delle società Is Arenas s.r.l., con un

limitato e unico cofinanziamento della Cassa del Mezzogiorno, quando è risultato

evidente che il soprassuolo dei vari habitat correva seri pericoli di regressione e

addirittura, in alcune aree, di desertificazione.

Tali interventi sono stati attuati da tempo (nell’arco di un ventennio, dal 1974

al 1993) e hanno consentito di evitare alla maggior parte del soprassuolo il pericolo

di regressione e, in varie zone, di favorire la dinamica evolutiva con le prime forme

di rinnovazione naturale del P. pinea, con l’incremento della pedo-genesi e con un

inizio di reinserimento delle biodiversità.

Anche nell’area costiera, consistenti lavori di stabilizzazione della duna

artificiale hanno prodotto il miglioramento della vegetazione della fascia retro-dunale

in cui si è incrementato il ginepro, anche grazie a sperimentali irrigazioni di

soccorso.

Nel formulare le ipotesi di conservazione ed evoluzione degli habitat prio-

ritari correlate con gli interventi programmati, si sono tenute ben presenti le os-

servazioni precitate e sono state valutate le seguenti alternative, attraverso la

costruzione di matrici di scoping e di valutazione delle incidenze totali:

a) la prima ipotesi di valutazione, “A”, corrisponde alla condizione d’intervento

nullo, per la quale si è assunta esclusivamente l’evoluzione naturale degli habitat,

senza alcun intervento di lottizzazione e/o di realizzazione del campo da golf.

Tale ipotesi è stata considerata coincidente con la condizione di completo

abbandono da parte dei lottizzanti, “B”, dopo la realizzazione del complesso

turistico alberghiero-resisdenziale e del campo da golf con relative infrastrutture e

ciò in quanto, nel medio e lungo periodo dopo l’abbandono, le condizioni bio-

ecologiche degli habitat del p.S.I.C. ten-deranno a una situazione di precario

equilibrio e successivo degrado, assimilabile alla condizione d’intervento nullo;

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b) la seconda ipotesi di valutazione, “C”, è quella riguardante la realizzazione e

gestione del campo da golf a 18 buche, del campo pratica e del campo a tre buche,

nonché delle infrastrutture primarie e delle prime strutture a servizio del golf

stesso.

Sono state elaborate due distinte matrici, la prima delle quali considera la sola

fase di costruzione e la seconda ne contempla l’esercizio; in entrambe le fasi sono

state individuate le misure compensative e mitigatrici adatte a contenere le incidenze

negative e assicurare la compatibilità degli interventi con la conser-vazione del sito e

con la sua evoluzione positiva;

c) la terza ipotesi di valutazione, “D”, concerne le fasi di costruzione e di

esercizio dell’intero complesso turistico ricettivo-alberghiero inserito nell’Accordo

di Pro-gramma del 09.06.1997, sottoscritto dalla R.A.S., dal Comune di Narbolia e

dalle diverse società “IS Arenas”.

Anche per tale ipotesi sono identificate, analizzate e valutate le azioni di

progetto che, in aggiunta a quelle naturali, inducono incidenze negative o positive

sugli habitat prioritari del p.S.I.C..

Si prevedono idonee azioni mitigatrici e misure compensative, in linea con i

contenuti indicati nel documento della Commissione Europea, “La gestione dei siti

della rete Natura 2000 – Guida all’interpretazione dell’articolo 6 della direttiva

Habitat 92/43/CEE (Aprile 2000)”.

I risultati delle matrici di valutazione dell’incidenza per le diverse alternative

esaminate per i due habitat prioritari interessati dall’intervento di lottizzazione

turistica sono contenuti nella Tabella 19 che riporta lo schema sinottico delle stime

qualitative e quantitative.

Dalla suddetta tabella si evince che i valori negativi più sfavorevoli riguardano

l’ipotesi di nessun intervento, “A” (ovvero di totale abbandono dopo l’in-tervento,

“B” ); infatti, si ottiene un’incidenza totale negativa pari a –27,49 (quali-tativamente

negativa media: NM) per la Foresta dunare di P. Pinea, e un’incidenza totale

negativa pari a –12,14 (qualitativamente negativa medio bassa: NMB) per la

Perticaia costiera di ginepri.

Ciò significa che entrambi gli habitat non possono essere lasciati alla loro

evoluzione naturale, limitandosi alle sole azioni di manutenzione ordinaria e di

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coltura previste dal disciplinare della Forestale, ma necessitano di interventi

straordinari atti non solo a garantire la conservazione delle specie ma anche a

favorire sia lo sviluppo delle biodiversità sia la loro evoluzione verso la fase

“climax”.

Circa la seconda ipotesi “C”, i valori di incidenza totale sui due habitat

risultano:

con riguardo alla fase di costruzione, pari a – 4,74 (negativa molto bassa: NBB) per

la “Foresta dunare di P. pinea e pari a +2,78 (positiva trascurabile: PT) per la

“Perticaia costiera di ginepri”; mentre con riferimento alla fase di esercizio si

ottengono per entrambi gli habitat valori positivi di incidenza pari a +6,05 (positiva

molto bassa: PBB) per la pineta e a +6,43 (positiva molto bassa: PBB) per il

ginepreto.

I suddetti risultati di incidenza positiva, seppur di modesta entità, dimo-strano,

comunque, come gli interventi di costruzione e gestione del campo da golf non

hanno prodotto incidenze negative significative, ma al contrario le azioni

mitigatrici e le misure compensatorie già attuate, si sono rivelate sostanzialmente

efficaci ai fini del mantenimento del sito in uno stato di buona conservazione.

Di fatto, anche se la maggior parte degli interventi suddetti siano stati eseguiti

prima dell’entrata in vigore della direttiva 92/43/CEE, si è operato sulla base dei

rilievi in sito e delle previsioni di evoluzione degli habitat emersi dallo studio di

compatibilità paesistico-ambientale (Allegato n. 46) e degli altri accertamenti di

interesse pedologico, idrogeologico, forestale e paesistico (Allegato n. 14) che hanno

indicato le azioni mitigatrici e le misure compensatorie da adottare comunque per

la salvaguardia degli habitat presenti nel sito in esame.

I risultati degli interventi eseguiti si sono rivelati ex post perfettamente coerenti

e conformi a quanto successivamente prescritto dalla direttiva “Habitat” precitata e

hanno reso positivo (e non negativo) l’impatto del campo da golf con infrastrutture e

fabbricati di servizio già realizzati.

Con riferimento all’ipotesi “D”, i valori di incidenza totale sui due habitat

risultano:

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- in fase di costruzione, pari a – 4,72 (Negativa Molto Bassa: NBB) per la “Foresta

dunare di P. pinea” e pari a +7,05 (Positiva Molto Bassa: PBB) per la “Perticaia

costiera di ginepri”;

- in fase di esercizio pari a +10,30 (Positiva Bassa: PB) per la “Foresta dunare di

P. pinea” e pari a +8,07 (Positiva Bassa: PB) per la “Perticaia costiera di ginepri”;

Si ricorda che le superfici effettivamente sottratte alla pineta rappresentano il

3,00% della superficie totale del p.S.I.C. di proprietà e scendono al 2,20% se si

considera la superficie totale di pineta del p.S.I.C.; mentre per quanto concerne la

perticaia a ginepri, gli interventi complessivi edificatori di lottizzazione interessano

lo 0,01% della superficie del p.S.I.C. di proprietà.

I suddetti valori di incidenza risultanti sono complessivamente positivi, grazie

anche al contributo delle azioni mitigatrici e delle misure compensative già in atto

e da attuare, che consentono di controbilanciare le incidenze negative prodotte con

le costruzioni e opere connesse e, soprattutto, di avviare gradualmente alla fase

“climax” l’ecosistema forestale presente a Is Arenas, notoriamente a bassa

dinamica evolutiva.

Si può concludere che, anche nel caso di realizzazione dell’intero complesso

turistico ricettivo-alberghiero, compresi gli impianti sportivi, si raggiungono

pienamente gli obiettivi della Direttiva 92/43/CEE, con anche maggiori garanzie di

salvaguardia, di conservazione e sviluppo degli habitat, rispetto alle altre alternative

prese in considerazione.

I positivi risultati complessivi riguardanti la valutazione di incidenza per la

realizzazione completa del complesso turistico e degli impianti sportivi e la loro

gestione, che prevedono -e in parte già sono state attuate- specifiche e ben

programmate azioni di monitoraggio della flora e della vegetazione, della fauna e

dell’utilizzo delle risorse ideologiche del sito, confermano e coincidono pienamente

con quanto affermato nella scheda di “Problemi di conservazione del sito Is

Arenas” del p.S.I.C. in esame (cod.: ITB 002228) relativamente ai rischi reali per la

conservazione:

“l’apertura di camping e di eventuali insediamenti turistici possono, se ben

monitorati, rappresentare una sicurezza per il mantenimento dell’ecosistema

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forestale artificiale. Questo sito potrebbe così diventare un esempio della possibilità

di realizzazione del binomio conservazione natura-sviluppo economico”.

Infine, si ritiene opportuno sottolineare che i valori maggiori delle incidenze

negative e positive sono da imputare rispettivamente al rischio d’incendio e alle

misure straordinarie messe in atto, o da attivare, per ridurre al massimo tale pericolo;

pericolo, questo, che esiste anche se non viene effettuato alcun intervento edificatorio

(come sopra evidenziato nell’ipotesi di “intervento nullo”).

Pertanto, nel caso in cui non vengano considerate le azioni connesse col rischio

d’incendio, stralciandone i valori d’incidenza dalle relative matrici, riferite all’ipotesi

“D” (intervento completo di lottizzazione), i risultati della valutazione totale delle

incidenze (in termini sia qualitativi sia quantitativi) rimangono positivi, seppur con

valori modesti, ma comunque tali da consentire la conservazione degli habitat

prioritari.

Infatti, seguendo quest’ipotesi si ottengono i seguenti risultati:

- in fase di costruzione, un’incidenza totale pari a – 6,80 (Negativa Molto Bassa:

NBB) per la “Foresta dunare di P. pinea” e pari a +7,36 (Positiva Molto Bassa:

PBB) per la “Perticaia costiera di ginepri”;

- in fase d’esercizio, un’incidenza totale pari a +10,700 (positiva bassa: PB) per la

“Foresta dunare di P. pinea” e a +13,11 (positiva medio bassa: PMB) per la

“Perticaia costiera di ginepri”; tali valori controbilanciano abbondantemente le

incidenze negative molto basse che si verificano solo per la pineta nella fase di

costruzione.

Si desidera, infine, evidenziare che a fronte del puntuale mantenimento e

miglioramento della porzione di sito p.S.I.C. di proprietà delle società Is Arenas

s.r.l., con l’apporto di rilevanti mezzi propri, non si registrano corrispondenti

interventi nella limitrofa porzione di p.S.I.C. di proprietà pubblica, nonostante che,

a seguito di progetti preliminari fatti eseguire dalle società Is Arenas s.r.l., il

Comune di Narbolia abbia ottenuto dalla R.A.S.-Provincia di Oristano un

contributo a fondo perduto di circa 2.100 MLit nel contesto dei Piani Integrati

d’Area e ciò a seguito dell’Accordo di Programma stabilito dalla R.A.S. in data

09.06.1997 (art. 4); tale somma, almeno in parte prevalente, è nelle disponibilità da

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circa due anni dell’Amministrazione del Comune di Narbolia, che in oltre due ani

non è riuscito ad avviare alcun intervento.

Ciò conferma che, mentre il privato è in condizioni di procedere con certezze

temporali ed efficacia, l’Ente pubblico (è il caso in esame) incontra rilevanti

difficoltà operative per la spesa dei finanziamenti ottenuti.

Se il pS.I.C. “Is Arenas “ è stato finora salvaguardato e migliorato, ciò

deriva essenzialmente dall’opera e dal finanziamento delle società “Is Arenas

s.r.l.” che considerano le valenze ambientali e paesistiche bene primario e loro

rilevante valore patrimoniale, proprio per promuovere la complementare e

compatibile attività turistica.

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2.2.3 INTERFERENZE DEL PROGETTO CON LA FAUNA

Gli studi specialistici richiamati al paragrafo 1.4.3 hanno individuato, analizzato

e valutato le incidenze che la realizzazione del complesso turistico ricettivo-alber-

ghiero possono avere sulla fauna del p.S.I.C. Is Arenas.

Per quanto concerne le specie faunistiche presenti nel sito in esame, i rilevamenti

effettuati dal Dr. Sorace nel periodo primaverile hanno evidenziato la presenza di 48

specie di uccelli, 4 specie di rettili, 2 specie di anfibi e 4 specie di mammiferi

(Tabella 1 dell’Allegato n. 17).

Per ognuna delle classi di Vertebrati sono state osservate alcune specie di

interesse conservazionistico), (Tabella 2 dell’Allegato n. 17), a sottolineare un certo

valore naturalistico dell’area.

Tali specie, rinvenute nel comprensorio, provengono dagli ambienti aperti e ciò

indica l’importanza di preservare le zone cespugliate, a gariga e a pascolo da future

alterazioni, includendo in esse eventuali ulteriori rimboschimenti.

Si è già visto come il comprensorio di Is Arenas, considerando

complessivamente i diversi ambienti censiti, non è straordinariamente ricco di specie.

Ciò è in accordo col fatto che le pinete e gli ambienti aperti, a causa della loro bassa

diversità strutturale (Cfr. Mac Arthur & Mac Arthur 1961, Roth 1976, Hino 1985),

presentano in genere popolamenti ornitici meno ricchi di altre formazioni, tipo

boschi di latifoglie, particolarmente se mature (p.es. Calvario et al. 1991, Sorace

1996, Marangoni et al. 1999, Tellini 1999).

Tra i parametri calcolati per la comunità ornitica di Is Arenas, spiccano i valori

elevati della percentuale di non Passeriformi, specificatamente risultano abbondanti

nell’area il Picchio rosso maggiore e, soprattutto, la Tortora dal collare orientale.

Questo dato merita ulteriori approfondimenti perché densità così elevate di

quest’ultima specie in Europa vengono raggiunte, in genere, in aree urbane (Cramp

1985).

Dai rilevamenti effettuati nei due periodi invernali (febbraio e dicembre 2001)

sono state rinvenute diverse specie di interesse conservazionistico (Tabella 13 dell’

Allegato n. 17).

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I risultati dei censimenti standardizzati indicano che nella parte della pineta

interessata dalla presenza del campo di golf è presente un maggior numero di specie

e di individui ed è più elevato il valore dell’indice di diversità rispetto alla parte in

cui non è presente il percorso di golf (Tabelle 14 e15 dell’Allegato n. 17).

Nella parte degli ambienti aperti interessata alla presenza del campo di golf si

nota, per quanto riguarda i parametri della comunità ornitica, un maggior numero di

specie e di individui ed un più elevato valore dell’indice di diversità rispetto alla

parte in cui non è presente il percorso di golf (Tabella14 dell’Allegato n. 17).

La parte attraversata dal percorso da golf è influenzata maggiormente della

vicinanza della pineta che consente la presenza di alcuni individui di specie

tipicamente forestali come il Picchio rosso maggiore, le cince e il regolo. Nella zona

di controllo adiacente sono più diffuse specie prative della famiglia degli alaudidi e

dei motacillidi.

Rispetto ai valori dei parametri della comunità ottenuti in primavera, in inverno

si osserva una maggiore abbondanza di individui dovuta soprattutto alle buone

concentrazioni di uccelli granivori (soprattutto fringillidi). Anche il numero di specie

(essenzialmente specie dell’ordine dei Passeriformi) è aumentato in questa stagione

portando a una diminuzione delle percentuali di non Passeriformi. Non sono state

osservate, però, nella zona censita le notevoli concentrazioni di specie frugivore

(turdidi e secondariamente Capinera) osservate in altre aree della Sardegna nella

stagione invernale in aree con grandi disponibilità di frutti e bacche (Gustin & Sorace

1995, Sorace 2001). L’impianto di specie produttrici di bacche e il mantenimento di

quelle presenti (ginepri) sono azioni che possono favorire l’abbondanza delle

suddette specie.

Per quanto attiene alle varie specie rare e di interesse conservazionistico

osservate nel corso della ricerca nel comprensorio di Is Arenas e che sono sono state

rinvenute nella maggior nell’ area del percorso di golf si evidenzia quanto segue:

• diverse presenze ornitiche importanti dal punto di vista conservazionistico sono

state rilevate negli ambienti cespugliati e prativi del comprensorio di Is Arenas

includendo quelli intorno al percorso da golf che, di conseguenza, vanno

preservati;

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• la pineta, come osservato da vari autori, è un ambiente meno ricco di altri tipi di

formazioni boschive;

• l’area della pineta in cui è presente il percorso da golf è più ricca di specie

ornitiche e ha una maggiore abbondanza di individui rispetto all’area della pineta

che non ha subito trasformazioni o ne ha subite solo di piccola entità;

• le maggior diversità ornitica nel percorso da golf è da attribuire alla creazione di

radure che rompono l’uniformità della pineta costituendo nuovi ambienti (prativi,

cespugliati) che offrono nuove opportunità per le specie animali, anche attraverso

l’ edge effect o effetto margine per cui le abbondanze delle specie sono maggiori

nella zona di ecotone o area di transizione tra due ambienti;

• nella zona del rough e, soprattutto, del fairway c’è un leggero decremento

dell’abbondanza delle specie ornitiche in alimentazione rispetto al terreno

immediatamente circostante il percorso da golf;

• nella zona del rough e, in misura maggiore, del fairway, a causa della loro ridotta

estensione e a caratteristiche dell’habitat, mancano alcune specie (per lo più della

famiglia di alaudidi) proprie di ambienti prativi di maggior ampiezza e dei pasco-

li che sono state trovate, invece, in altre zone del comprensorio esterne alla pine-

ta;

• piccoli arricchimenti ambientali, come la realizzazione di piccoli invasi e pareti

di sabbia nonché l’impianto di cespugli e alberi da frutto, aumentano l’abbon-

danza e la ricchezza delle specie ornitiche;

• il mantenimento di condizioni naturali nel rough e nei terreni circostanti aumenta

l’abbondanza delle specie che si alimentano sul terreno.

Complessivamente i risultati conclusivi dello studio percitato del Dr. A. Sorace

sono fortemente a favore dell’idea che un percorso da golf in ambienti

faunisticamente abbastanza poveri, quali sono per esempio le pinete o ambienti

agricoli a colture intensive, arricchiscono la componente faunistica (Cfr. anche

Terman 1997).

Tutto ciò deve essere correlato ad un uso corretto ed efficace di fitofarmaci e

fertilizzanti calibrati sulla base dell’analisi del terreno (Miles et al. 1992,

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MacKinnon & Freedman 1993, Warnken et al. 2001), la cui incidenza è stata

ampiamente analizzata e valutata nei paragrafi precedenti.

Ulteriori considerazioni e valutazioni circa la fauna del comprensorio di “Is

Arenas” sito nei comuni di Narbolia e San Vero Milis sono contenute nello studio del

prof. Carlo Dettori ( Allegati n. 18a e n. 18b ) e, in particolare, risulta interessante la

comparazione, in ambito faunistico, effettuata tra le zona di pineta di proprietà delle

società Is Arenas s.r.l. oggetto degli interventi turistici e sportivi in esame, quella,

sempre privata, in cui non gravita alcuna attività delle stesse società e quella di

proprietà dell’ERSAT.

La stessa indagine ha valutato l’impatto dell’iniziativa in esame sulla fauna

gravitante nella Z.P.S .“Sale e Porcus” e sul p.S.I.C. “Stagni di Putzu Idu”.

Si rileva, innanzitutto, che la pineta di Is Arenas è inserita nell'omonimo sito

p.S.I.C. (cod. ITB 002228) solo per un interesse "botanico generale"; infatti, la

relativa scheda, (Allegato n. 52) non evidenzia motivi di interesse per quanto

concerne la comunità faunistica insistente nel sito sia dal punto di vista zoologico in

generale sia come area d’importanza comunitaria per gli uccelli.

Sono state prese in esame, comunque, come precedentemente ricordato al par.

1.4.3, tutte le classi sistematiche raggruppate nei Vertebrati (Pesci, Anfibi, Rettili,

Uccelli e Mammiferi) che occupano gli anelli terminali della catena trofica e, quindi,

forniscono attendibili e importanti indicazioni sugli equilibri ecologici dei siti.

Inoltre, l'acquisizione di più elementi provenienti da più specie consente un

miglior orientamento nella diagnostica dello stato ecosistemico.

L'avifauna, in particolare, può essere assunto come un indicatore più

sintetico e facilmente utilizzabile rispetto agli altri gruppi animali, tanto da permet-

tere ricerche delle comunità, complessive o parziali in tutti i periodi dell'anno.

E' stato spesso evidenziato in bibliografìa come questo gruppo faunistico sia

validamente funzionale come riferimento ecologico per le comunità biologiche

terrestri. Ciò dipende dalla facile osservabilità degli uccelli (la maggior parte delle

specie è diurna e di dimensioni favorevoli) e sia dalla specializzazione ecologica

trofica e spaziale, di questo taxon che riflette quella delle comunità vegetali.

Dettori, dopo avere esaminato tutti i dati a sua disposizione (fonti biblio-

grafiche, appunti da campo, informazioni da parte di birdwatchers e cacciatori) rileva

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Valutazione d’Incidenza: Relazione generale

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la presenza di una comunità faunistica semplificata in buon stato ed ancora

suscettibile di potenziamento.

Sulla base della suddivisione dell’intera area in esame nei tre differenti

comparti A, B e C (vedi parag. 1.4.3), sono state eseguite le valutazioni di

interferenza sulla fauna.

Innanzitutto, considerando lo stato attuale dei luoghi, è stato obbiettivamente

osservato che in seguito alla formazione dei campi da golf e alla realizzazione dei

laghetti sono stati riscontrati i seguenti vantaggi per la comunità faunistica:

1) sono aumentate le varietà di habitat offrendo la possibilità d'insediamento a

specie nuove per il sito:

• tutte le specie acquatiche sono state indiscutibilmente attratte dalla presenza dei

laghetti;

• le specie meno legate all'ecosistema forestale ma collegate alla successione

degradante della vegetazione (macchia, gariga, steppa, ecc.) e quelle a vocazione

ubiquitaria e meno specializzate si sono rapidamente avvantaggiate dalle nuove

opportunità. Ciò ha determinato l'ingresso di nuove specie e il consolidamento di

quelle precedentemente presenti;

2) sono aumentate le disponibilità trofìche della piramide alimentare: la presenza

dei corpi idrici accresce le opportunità di disponibilità della biomassa in generale; nel

caso specifico è intuibile la maggior produzione di larve ed insetti, nonché di massa

vegetale. Ulteriori osservazioni hanno rilevato consistenti aumenti di consumatori dei

differenti livelli con evidenze particolari di insettivori, piscivori e predatori in gene-

re.

Le valutazioni relative alla dinamica faunistica nel comprensorio di Is Arenas in

riferimento alla realizzazione di quanto previsto dall’Accordo di Programma del 09

Giugno 1997, sono state eseguite ricorrendo a situazioni analoghe ed utilizzando

strumenti di indagine consolidati, considerando altresì che la comunità faunistica

possa subire quattro possibili categorie di impatto:

1. Distruzione o allontanamento di interi gruppi sistematici dal biotopo

2. Distruzione o impedimento della riproduzione

3. Uccisione di individui o gruppi di animali

4. Ostacolo alla mobilità faunistica

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La portata dell’impatto è strettamente correlata all’insediamento, alla perma-

nenza e alla espansione della comunità faunistica nell’area. Pertanto l’evoluzione

prevedibile negli ambienti in esame è soggetta ai numerosi fenomeni endogeni e

esogeni possibili.

Nelle valutazioni è stata considerata innanzitutto l’evoluzione prevedibile della

comunità faunistica negli ambienti esaminati nell’ipotesi di “assenza dell’ interven-

to” .

In tale ipotesi gli scenari più realistici appaiono i seguenti:

in negativo: almeno nel breve periodo, il prosieguo dell’attuale tendenza: piccole

azioni di degrado (discariche abusive, abbandono diffuso di rifiuti, caccia di frodo,

ecc.) che ostacolano la lenta spontanea affermazione della naturalità del luogo con

risultati alterni (evoluzione e degrado).

Appare rilevante la precarietà di equilibrio naturale dell’habitat primario, formato

da un bosco monospecifico e coetaneo, la cui evoluzione spontanea produrrà, pre-

vedibilmente, instabilità ai caratteri della comunità gravitante.

Rischio incendi che rappresenta un fattore di rischio generale per gli ambienti

simili non controllati.

In positivo: la comunità faunistica residente negli ambienti esaminati, in assenza

di fattori ostativi o contrari, non può che svilupparsi verso equilibri più stabili; l’area

è situata in una zona geografica a cavallo tra il Montiferru ed il Sinis e pertanto può

svolger ulteriormente la funzione di sito di sosta per specie appartenenti a comunità

differenti.

Per quanto riguarda, invece, la portata e la complessità dell’impatto sulla fauna

in seguito alla realizzazione e gestione degli interventi programmati, occorre

ricordare in primis che il progetto del complesso turistico ricettivo-alberghiero e

delle infrastrutture di completamento di quelle già esistenti ne prevede la

costruzione secondo cinque fasi di attuazione, diluite nell’arco di cinque anni,

nonché la localizzazione all’interno di areali circoscritti e già delimitati di superficie

assai ridotta dell’intero p.S.I.C., consentendo alla fauna una riambientazione con

ridotti spostamenti, nei luoghi prossimi a quelli di cantiere.

Nello studio si sono considerate tre fasi riguardanti la realizzazione e l’esercizio

del complesso turistico alberghiero:

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- fase 1: di approntamento del cantiere che contempla: 1) il tracciamento dei

limiti delle aree; 2) l’accumulo di materiali di cantiere; 3) l’inquinamento acustico in

fase di accantieramento; 4) la viabilità e il traffico di servizio; 5) la dispersione di

materiali inquinanti;

- fase 2: di costruzione delle opere, comprendente: 1) gli scavi per fondazioni ed

opere varie; 2) la predisposizione e realizzazione di sottoservizi; 3) l’immissione di

calcestruzzi entro gli scavi delle fondazioni; 4) l’elevazione di ponteggi, murature e

strutture verticali in genere; 5) l’inquinamento acustico in fase di costruzione; 6)

l’introduzione di strutture artificiali al posto degli habitat precedenti; 7) l’aumento

della pressione antropica nel biotopo;

- fase 3: conclusione delle opere e gestione delle stesse che comprende le seguenti

azioni: 1) la riduzione delle superfici naturali; 2) il traffico antropico e veicolare nel

periodo d’uso delle costruzioni; 3) l’inquinamento acustico nel periodo d’uso delle

costruzioni; 4) la dispersione materiali inquinanti; 5) le azioni periodiche di manu-

tenzione.

Per ciascuna fase, pertanto, sono state individuate, descritte e valutate:

- le azioni di intervento,

- gli ambienti interessati,

- lo stato attuale delle comunità faunistiche presenti negli ambienti coinvolti,

- l’evoluzione prevedibile della comunità faunistica negli ambienti esaminati in

assenza dell’intervento,

- l’impatto derivante dall’intervento,

- il valore di gravità stimabile al termine dell’intervento,

- le raccomandazioni e le contromisure mitiganti,

- il valore di gravità stimabile al termine dell’interveto effettuato con gli interventi

mitiganti,

redigendo, per ogni fase e per ogni azione, una scheda specifica.

L’insieme di queste schede è stato riportato in due Matrici:

- la prima matrice contiene i valori stimati di ogni singola azione, senza tener

conto delle azioni mitiganti;

- la seconda matrice contiene i valori stimati di ogni singola azione, avendo tenuto

conto delle azioni mitiganti.

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Valutazione d’Incidenza: Relazione generale

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E’ stato valutato che la comunità faunistica possa subire quattro possibili

categorie di impatto che qui di seguito vengono riportate:

A) Distruzione o allontanamento di interi gruppi sistematici dal biotopo

A1) Scomparsa permanente

A2) Scomparsa temporanea

B) Distruzione o impedimento della riproduzione

B1) Impedimento alla riproduzione

B2) Distruzione o perdita di nidiate o figliolanze non autonome

C) Uccisione di individui o gruppi di animali

C1) Uccisione di individui o gruppi appartenenti a specie rare o a status critico

C2) Uccisione di individui o gruppi appartenenti a specie importanti nella catena

trofica

C3) Uccisione di individui o gruppi di animali in fase riproduttiva

C4) Uccisione di individui o gruppi animali

D) Ostacolo alla mobilità faunistica

D1) Isolamento permanente di una comunità faunistica

D2) Isolamento permanente di un gruppo faunistico

D3) Introduzione di barriere o ostacoli permanenti nell’ambiente

D4) Isolamento temporaneo di una comunità faunistica

D5) Isolamento temporaneo di un gruppo faunistico

D6) Introduzione di barriere o ostacoli temporanei nell’ambiente

Circa l’ordine di grandezza, sono stati attribuiti dei valori di gravità agli effetti

dei possibili impatti secondo la scala:

Estinzione definitiva di una specie zoologica: valore 100

Mancanza assoluta di disturbi nell’ambiente: valore 0

L’esame è stato effettuato utilizzando le metodologie delle “cause/effetto”.

In particolare nella prima fase, relativa alla preparazione del cantiere, si rileva

dalle matrici e dalle schede relative, che le operazioni che incidono sulla fauna sono

le seguenti:

- tracciamento dei limiti delle aree e delimitazione, anche con recinzioni e trincee,

del cantiere e delle aree da edificare. Per questa operazione si stima un valore di

gravità pari a 30 per impedimento alla riproduzione (B1) e per la distruzione o

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perdita di nidiate o figliolanze non autonome (B2); il valore 20 per introduzione di

barriere o ostacoli temporanei nell’ambiente (D6). In seguito alle azioni mitiganti,

gli impatti si riducono al valore10 per B1 e per D6. Le azioni mitiganti consistono in

una gradualità temporale degli interventi; nell’effettuazione delle opere più rilevanti

nei mesi da Agosto a Gennaio, che non sono interessati dalla riproduzione; nella

previsione di varchi nelle recinzioni.

- accumulo di materiali di cantiere; per questa operazione si stima un valore di

gravità pari a 30 per impedimento alla riproduzione (B1) e per la distruzione o

perdita di nidiate o figliolanze non autonome (B2); il valore 30 per uccisione di

individui in fase riproduttiva (C3); il valore 30 per uccisione di individui o gruppi

animali (C4). In seguito alle azioni mitiganti, gli impatti si riducono al valore10 per

B1 e si stimano pari a zero per gli altri. Gli effetti dannosi dell’impatto si riducono

organizzando razionalmente i depositi ed evitando inutili dispersioni nell’ambiente.

- inquinamento acustico; per questa operazione si stima un valore di gravità pari a

20 per scomparsa temporanea (A2) e per impedimento alla riproduzione (B1); il

valore 20 per introduzione di barriere o ostacoli temporanei nell’ambiente (D6). In

seguito alle azioni mitiganti, gli impatti si riducono al valore10 per (A2) e a zero per

gli altri. Le misure mitiganti consistono nel dare direttive ai responsabili di cantiere

per concentrare in determinati luoghi ed in orari costanti, ove possibile, la

produzione di rumori ed emissioni acustiche da parte dei macchinari utilizzati e

tentare di ridurre al necessario i rumori provocati dalle maestranze. Particolare

attenzione dovrà essere posta per i periodi riproduttivi, onde evitare abbandono di

nidiate o figliolanze.

- viabilità e traffico di servizio; per questa operazione si stima un valore di gravità

pari a 10 per uccisione di individui (C4); il valore 35 per introduzione di barriere o

ostacoli permanenti nell’ambiente(D3). In seguito alle azioni mitiganti, l’ impatto

(C4) si riduce a 10 e il (D3) al valore15. Le misure mitiganti principali consistono

nel ridurre al minimo l’apertura di nuove strade destinate al transito veicolare,

possibile interdizione notturna del traffico veicolare.

- dispersione di materiali inquinanti; per questa operazione si stima un valore di

gravità pari a 20 per uccisione di individui o gruppi di animali (C4). In seguito alle

azioni mitiganti, gli impatti si riducono al valore 0. Le misure mitiganti consistono

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nel dare direttive precise per la raccolta e il conferimento dei prodotti chimici esausti

con controlli e verifiche. Accorgimenti possibili da adottare per i mezzi tipo

grembiulini plastici e simili e, in ultimo, controlli delle macchine che dovrebbero

possedere i certificati di revisione periodica.

Nella seconda fase, relativa alla costruzione, si rileva dalle matrici e dalle schede

relative, che le operazioni che incidono sulla fauna sono le seguenti:

- scavi per fondazioni ed opere; per questa operazione si stima un valore di gravità

10 per uccisione di individui in fase riproduttiva (C3); il valore 10 per uccisione di

individui o gruppi animali (C4); il valore 20 per introduzione di barriere ed ostacoli

permanenti nell’ambiente (D3). In seguito alle azioni mitiganti, gli impatti si

riducono al valore zero. Gli effetti dannosi dell’impatto si annullano evitando gli

interventi nei periodi riproduttivi e accertandosi dell’assenza di siti riproduttivi nella

zona d’opera.

- predisposizione e realizzazione dei sottoservizi; per questa operazione si stima

un valore di gravità 30 per scomparsa permanente di interi gruppi sistematici dal

biotopo (A1); il valore 30 per introduzione di barriere ed ostacoli temporanei

nell’ambiente (D6). In seguito alle azioni mitiganti, entrambi gli impatti si riducono

al valore 10. Gli effetti dannosi dell’impatto si annullano concentrando le strutture

nel luogo più vicino al centro di utilizzo e possibilmente spostarlo insieme a questo.

- immissione di calcestruzzi entro gli scavi delle fondazioni; per questa

operazione si stima un valore di gravità pari a 10 per impedimento alla riproduzione

(B1) e pari a 10 per la distruzione o perdita di nidiate o figliolanze non autonome

(B2). In seguito alle azioni mitiganti, gli impatti si azzerano per entrambi gli

impatti. Gli effetti dannosi dell’impatto si annullano organizzando razionalmente i

periodi di intervento, come detto prima, ed armando le pareti scavate.

- elevazione di ponteggi e strutture verticali in generale; per questa operazione si

stima un valore di gravità 25 per introduzione di barriere ed ostacoli permanenti

nell’ambiente (D3). In seguito alle azioni mitiganti, gli impatti si riducono al valore

20. Gli effetti dannosi dell’impatto non si riducono molto. Tali effetti si riducono

evitando gli “effetti barriera” alla mobilità animale.

- inquinamento acustico in fase di costruzione; per questa operazione si stima un

valore di gravità pari a 20 per scomparsa temporanea di interi gruppi sistematici dal

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biotopo (A2). In seguito alle azioni mitiganti, gli impatti si riducono al valore 15.

Misure mitiganti: consistono nell’estrema variabilità delle caratteristiche dei suoni e

delle temporalità in cui vengono emessi. Da ciò dipende il pur possibile fenomeno

dell’assuefazione; inoltre occorre dare direttive ai responsabili di cantiere per

concentrare in determinati luoghi ed in orari costanti, ove possibile, la produzione di

rumori ed emissioni acustiche da parte dei macchinari utilizzati e tentare di ridurre al

necessario le sonorità provocate dalle maestranze. Particolare attenzione dovrà essere

posta per i periodi riproduttivi, onde evitare abbandono di nidiate o figliolanze.

- introduzione di strutture artificiali al posto degli habitat precedenti; per questa

operazione si stima un valore di gravità 20 per scomparsa permanente di interi

gruppi sistematici dal biotopo (A1); il valore 40 per introduzione di barriere ed

ostacoli permanenti nell’ambiente (D3). In seguito alle azioni mitiganti, gli impatti

si riducono al valore 20 per (A1) e 20 per (D3). Gli effetti dannosi dell’impatto si

riducono prevedendo le costruzioni di strutture che siano il meno difformi possibile

rispetto all’ambiente circostante: altezza delle costruzioni nei limiti di quella della

chioma della vegetazione circostante; il cromatismo deve richiamare gli aspetti

naturali; nella struttura si dovranno evitare varchi e fori e aperture in genere che

possano accidentalmente intrappolare esemplari della fauna selvatica; prevedere un

mascheramento dei manufatti con elementi botanici; optare per le recinzione a siepe

naturale al posto di quelle in muratura.

- aumento della pressione antropica nel biotopo; per questa operazione si stima

un valore di gravità 30 per scomparsa permanente di interi gruppi sistematici dal

biotopo (A1); il valore 40 per introduzione di barriere ed ostacoli permanenti

nell’ambiente (D3). In seguito alle azioni mitiganti, gli impatti si riducono al valore

20 per (A1) e 20 per (D3). Gli effetti dannosi dell’impatto si riducono solo in minima

parte poiché la loro caratteristica è costituita da un’ampia varietà, variabilità e

temporalità delle manifestazioni prodotte, per cui il fenomeno dell’assuefazione ha

tempi e modi incerti.

Nella terza fase, relativa alla gestione delle opere, si rileva dalle matrici e schede

relative, che le operazioni, che incidono sulla fauna sono le seguenti:

- riduzione delle superfici naturali in seguito all’edificazione; per questa

operazione si stima un valore di gravità 10 per introduzione di barriere ed ostacoli

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temporanei nell’ambiente (D6). In seguito alle azioni mitiganti, gli impatti si

riducono al valore 5. Gli impatti conseguenti alla riduzione di spazi naturali si

possono in parte mitigare facendo ricorso a mascheramenti vegetali delle pareti,

microgiardinaggio su terrazzi e balconi, nidi artificiali su pareti, lasciando marcire

delle essenze vegetali a vantaggio dei picchi.

- traffico antropico e veicolare nel periodo d’uso delle costruzioni; per questa

operazione si stima un valore di gravità 35 per introduzione di barriere ed ostacoli

permanenti nell’ambiente (D3). In seguito alle azioni mitiganti, l’impatto si riduce

al valore 20. Le misure mitiganti principali consistono nel ridurre al minimo

l’apertura di nuove strade destinate al transito veicolare, possibile interdizione

noturna del traffico veicolare.

- inquinamento acustico nel periodo d’uso delle costruzioni; per questa

operazione si stima un valore di gravità pari a 15 per scomparsa temporanea di interi

gruppi sistematici dal biotopo (A2). In seguito alle azioni mitiganti, gli impatti non

si riducono. Per l’estrema variabilità delle caratteristiche dei suoni e delle temporalità

in cui vengono emessi. Da ciò dipende il fenomeno dell’assuefazione. Va sotto-

lineato che questo necessita di tempi maggiori negli ambienti in cui tali mani-

festazioni erano precedentemente del tutto assenti. Particolare attenzione dovrà

essere posta per i periodi riproduttivi, onde evitare abbandono di nidiate o figlio-

lanze.

- dispersione di materiali inquinanti (liquidi, solidi, gassosi) durante l’uit-

lizzazione delle costruzioni; per questa operazione si stima un valore di gravità pari a

20 per uccisione di individui o gruppi animali (C4) e un valore pari a 20 per

l’introduzione di barriere o ostacoli temporanei nell’ambiente (D6). In seguito alle

azioni mitiganti, gli impatti si riducono al valore10 per (C4) e al valore 10 per (D6).

Gli effetti dannosi dell’impatto si riducono organizzando razionalmente un sistema di

raccolta e conferimento dei RSU e dei prodotti chimici esausti con periodici controlli

e verifiche ed evitando inutili dispersioni nell’ambiente.

- azioni periodiche di manutenzione del complesso immobiliare; per questa

operazione si stima un valore di gravità 20 per scomparsa permanente di interi

gruppi sistematici dal biotopo (A1), il valore 20 per impedimento alla riproduzione

(B1). In seguito alle azioni mitiganti gli effetti dannosi dell’impatto si riducono a 10

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per (A1) e a 10 per (B1) per la riduzione degli impatti generali (inquinamento

acustico e dispersione dei materiali, ecc.). Particolare attenzione dovrà essere posta

per i periodi riproduttivi, onde evitare abbandoni di nidiate o figliolanze.

Va ricordato che l’accordo di Programma prevede una gradualità temporale degli

interventi che si prevedono ripartiti in cinque anni. “Ciò determina un rilevante

alleggerimento delle perturbazioni temporali sulla fauna dovute alle attività di

cantiere che saranno circoscritte a porzioni, non contigue, ridotte e marginali

dell’ampio territorio consentendo una riambientazione con ridotti spostamenti, nei

luoghi prossimi a quelli di cantiere. Si evidenzia che non sussiste alcuna

significativa concentrazione delle superfici sottratte alla fauna in connessione al

progetto in considerazione.”

Si richiama brevemente quanto osservato in precedenza circa la funzione dei

manti erbosi irrigati intorno agli edifici e nei campi da golf: essi, infatti, determinano

una “ evoluzione positiva della microflora e della microfauna atta ad incrementare,

in fattispecie e quantità, l’avifauna”.

“Conclusivamente si può quindi affermare che l’impatto dei previsti

insediamenti sulla fauna è del tutto marginale e che sarebbe superiore quello

derivante da un abbandono e uso incontrollato del sito con la scomparsa dei bacini

idrici artificiali e dal grave rischio di incendi”

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2.2.4 CONNESSIONI ECOLOGICHE E MISURE COMPENSATIVE

Sulla base di quanto finora esposto riguardante i diversi parametri ambientali del

p.S.I.C. Is Arenas, oggetto di specifici studi e approfondite ricerche da parte degli

specialisti di settore, con particolare riguardo alla valutazione delle incidenze

sull’ecosistema da parte delle azioni connesse con la costruzione e gestione in

Comune di Narbolia del complesso turistico ricettivo-alberghiero di cui all’Accordo

di programma del 09.06.1997, complementarmente e marginalmente integrato con

un edifico a servizio del golf da realizzare in Comune di San Vero Milis, e avendo

tenuto conto, altresì, delle varie ipotesi associate alle stime delle interferenze sulla

vegetazione degli habitat prioritari (nessun intervento, completo abbandono dopo

l’intervento, costruzione e gestione del solo campo da golf, costruzione e gestione

dell’intero complesso turistico-sportivo), si possono individuare e analizzare le più

probabili connessioni ecologiche tra i diversi parametri ambientali e le più idonee ed

efficaci misure compensative già adottate e da adottare per la salvaguardia del

medesimo p.S.I.C. nel quadro di uno sviluppo, a forte valenza socio-economica e

perfettamente ecocompatibile.

In particolare, le interconnessioni riguardano principalmente:

- gli effetti che la sottrazione di superficie al bosco, anche con taglio di piante, per

la realizzazione di edifici, opere e lastricati può determinare sulla conservazione e

sviluppo della vegetazione e della fauna con e senza azioni mitigatrici e misure

compensative;

- gli effetti determinati dalla presenza antropica e dall’uso delle risorse naturali

sulla vegetazione, sulla fauna, sulle falda sotterranea e sulla protezione dai rischi

d’incendio, con e senza azioni mitigatrici e misure compensative;

- altri aspetti connessi con la stabilizzazione e protezione delle fascia dunale fronte

a mare, con l’eliminazione o, quantomeno, riduzione delle specie vegetali estra-

nee e la reintroduzione di specie autoctone (biodiversità), con e senza azioni miti-

gatrici e misure compensative;

- gli aspetti connessi con il quantitativo massimo delle acque prelevate dalla falda

con i potenziali fenomeni di insalinizzazione, nonché con il mantenimento della

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loro ottima qualità in seguito alla pratica della fertirrigazione l’impiego dei

fitofarmaci per il trattamento dei manti erbosi, il riuso dei reflui depurati e trattati.

Per tali rischi sono stati individuati e adottate adeguate misure di salvaguardia,

come già ampiamente e approfonditamente trattato nei capitoli precedenti, fra cui si

ricordano: il monitoraggio continuo della falda unito ad un piano di impiego degli

agenti chimici molto prudenziale e a un piano di eduzione molto contenuto rispetto

alle potenzialità accertate della falda.

Le valutazioni globali tengono conto di tutte le possibili azioni negative e positive

che l’intervento programmato può determinare sull’ecosistema in esame e, in par-

ticolare si sono individuate le misure compensatorie strutturali realizzate e da realiz-

zare. Tra le principali si ricordano la costruzione dei laghetti, gli interventi colturali

negli habitat prioritari, il servizio privato antincendio, il sistema di controllo della fal-

da e degli impianti di depurazione delle acque, la realizzazione di parcheggi in zone

predefinite e con griglia ecologica salvaprato, ecc.; ognuno di questi ha riflessi sull’

ecosistema costituito dalla fauna, dalla vegetazione, dalle risorse idriche, dal clima,

dal suolo, dal paesaggio, dall’ambiente nel suo insieme.

Agli interventi strutturali, e quindi alle misure compensatorie, si sommano quelle

azioni progettuali che sono state indicate come “mitigatrici”, tra le quali si ricordano

la regolamentazione della circolazione e del parcheggio degli automezzi privati e di

servizio, la gradualità temporanea degli interventi edificatori e poi, successivamente,

di manutenzione programmata delle opere edilizie e degli impianti di infrastruttura

dell’intero complesso turistico ricettivo-alberghiero e sportivo, l’attuazione e la rego-

lamentazione del verde privato (con esclusione di essenze non autoctone), la raccolta

differenziata a domicilio dei R.S.U.

L’insieme di tali azioni mitigatrici e di misure compensatorie consentirà di garan-

tire una fruizione del bene ambiente in maniera compatibile e di coniugare lo

sviluppo socio-economico con la conservazione dei vari habitat; inoltre, permetterà di

raggiungere gradualmente la fase climax degli habitat prioritari.

Ne discende che nel quadro di un deciso miglioramento del sistema vegeta-

zionale, possibile solo ed esclusivamente con gli interventi antropici sopra ricordati

da parte delle società proprietarie, potrà beneficiarne l’intero ecosistema e in par-

ticolare la fauna, la pedogenesi, la stabilizzazione del suolo.

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Per il raggiungimento di tale obiettivo occorre considerare tutte le interazioni

possibili tra le diverse componenti ambientali, in modo da impiegarne al meglio le

sinergie in un quadro olistico complessivo.

La presenza di un’importante falda idrica sotterranea consente di utilizzare una

quantità d’acqua più che sufficiente per sopperire ai fabbisogni irrigui (anche di

soccorso alla vegetazione), igienico-sanitari, di abbeveraggio per la fauna, nonché per

la costituzione di una notevole riserva idrica per le emergenze (in primis per il

servizio antincendio), senza, peraltro, comprometterne la stabilità e la qualità delle

sue acque, tenuto conto che già sono state attuate tutte le misure necessarie e

sufficienti per garantire il controllo in continuo dei parametri qualitativi e intervenire

in tempo reale in caso di anomalie.

Come si è più volte ribadito, nel corso della presente valutazione, l’intero eco-

sistema nel medio e lungo periodo, muterebbe in negativo qualora la pineta venisse

lasciata alla sua evoluzione spontanea, in quanto la sua specificità monoculturale, lo

sviluppo incontrollato di piante non autoctone e di facile diffusione (quale l’acacia

saligna), la mancanza di rinnovazione naturale degli habitat prioritari condurrebbero

progressivamente ad una lenta desertificazione con sicuri riflessi negativi sulla fauna,

sulla microfauna, sull’avifauna, sul microclima, sul paesaggio e, quindi, sull’ambiente

nel suo complesso.

Un chiaro esempio di tale regressione si può osservare all’interno della pineta

stessa, in due parcelle “sperimentali” di circa 2.500 m2 l’una, in cui volutamente non

sono stati effettati interventi colturali da parte della società, che presentano piante

aventi densità eccessiva, diametri ridotti, sviluppo limitato in altezza e, soprattutto,

destinate a un ciclo vitale breve, senza possibilità di rinnovazione naturale.

Considerate le dimensioni e la tipologia degli interventi edilizi turistico-sportivi

programmati e le conseguenti incidenze sull’ambiente che, come dimostrano le ma-

trici delle valutazioni di incidenza sulla vegetazione e sulla fauna, risultano di

modesta entità sia rispetto all’intera superficie del p.S.I.C. Is Arenas sia per l’effettiva

loro consistenza, e tenuto conto dell’efficacia delle azioni mitigatrici e della misure

compensatorie previste, di cui la maggior parte già messe in atto, si può affermare che

l’utilizzo coordinato delle diverse risorse naturali sono perfettamente compatibili non

solo con la conservazione degli habitat ma anche con uno sviluppo dell’ecostistema

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verso la fase climax e, soprattutto, con un importante sviluppo socio-economico che

ha ripercussioni sull’intero territorio provinciale e, in parte, regionale.

Va inoltre sottolineata la valenza dell’iniziativa turistico-sportiva di interesse

internazionale, destinata ad attrarre durante tutto l’arco dell’anno un turismo alta-

mente qualificato, con una forte ricaduta economica sull’indotto provinciale e regio-

nale.

Solo l’autoproduzione di reddito proveniente da una gestione turistico-sportiva,

responsabile e oculata, attenta principalmente alla salvaguardia e allo sviluppo della

risorsa ambiente, considerata come la vera ricchezza su cui si fondano le stesse

attività economiche, può consentire il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla

Direttiva 92/43/CEE “Habitat”.

L’alternativa rimane quella dell’abbandono di ogni iniziativa, in quanto non sup-

portata da un adeguato sostegno economico, con la conseguenza di una graduale,

progressiva e sicura desertificazione del sito e la destabilizzazione del sistema dunale

e della fascia costiera.

Aprile 2002

(Prof. Dr. Ing. Giampaolo Siotto)

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ELENCO E DESCRIZIONE DEGLI ALLEGATI

dal n. 1 al n. 58