Relazione Generale 02
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Parcheggio interrato a 4 livelli in Piazza Umberto Elia Terracini – ROMA EUR -
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Relazione tecnico illustrativa generale sulle opere da eseguire - Pag. 1
PARCHEGGIO IN PIAZZA UMBERTO ELIA TERRACINI – EUR – ROMA
INDICE
Parte prima : STRUTTURE
1) L’OPERA ……………………………………………………………………………. pag. 2
2) LE STRUTTURE PREFABBRICATE ……………………………………………. pag. 3
3) LA TECNICA DI COSTRUZIONE ………………………………………………. pag. 4
4) LE FASI ESECUTIVE ……………………………………………………………… pag. 6
5) LE PROBLEMATICHE GEOTECNICHE E STRUTTURALI ………………… pag. 8
6) CRITERI E SCHEMI DI CALCOLO .…………………………………………… pag. 10
Parte seconda : GEOTECNICA
7) LE INDAGINI GEOGNOSTICHE ………………………………………………. . pag. 13
8) LA CARATTERIZZAZIONE MECCANICA ……………………………………. pag. 15
9) LA FALDA ................................................................................................................... pag. 18
10) IL CONTROLLO DELLA FILTRAZIONE ………...……………………………pag. 18
11) IL MONITORAGGIO …………………………………………………………….. pag. 19
12) IL CALCOLO DEI PALI DI FONDAZIONE ……...……………………………pag. 20
13) IL CALCOLO DELLA PLATEA ……………………………………………….. pag. 21
Parcheggio interrato a 4 livelli in Piazza Umberto Elia Terracini – ROMA EUR -
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Relazione tecnico illustrativa generale sulle opere da eseguire - Pag. 2
1) L’OPERA
Il progetto riguarda la costruzione di un parcheggio interrato con 4 piani, 602 posti auto,
ubicato in Roma, zona EUR, Piazza Umberto Elia Terracini, di fronte alla stazione metro
Palasport.
La quota di fondazione del fabbricato si trova ad una profondità di 13,60 m al di sotto del
piano campagna attuale. Per il raggiungimento di tale profondità è necessaria l'esecuzione di uno
scavo, di forma rettangolare di dimensioni 38,52 x 154,90 m , su un'area di circa 6000 mq.
Lo scavo è sostenuto lungo l'intero perimetro da paratie di pali in cemento armato di
diametro 1200 mm, che raggiungono la profondità di 24,30 m rispetto al piano di campagna
attuale.
Le paratie hanno la funzione di sostenere lo scavo sia durante la costruzione che in via
permanente dopo il completamento dei lavori. Il sistema di contrasto dei diaframmi
(multivincolati) è fornito dalla stessa struttura del fabbricato. Una rappresentazione schematica
della geometria delle paratie e del sistema di contrasto è mostrata nella tavola EL.02, fase 7.
I pali delle paratie realizzati a partire da quota -2,10 m dal p.c. attuale, sono collegati in testa
da travi in c.a. di spessore l,30 m ed altezza 1,80 m.
La struttura portante del fabbricato è in c.a.p. e c.a.v. I solai sono realizzati in c.a.p. (solai
alveolari tipo spiroll). Le fondazioni della struttura sono costituite da platea e pali trivellati di
grande diametro.Il solaio inferiore del parcheggio interrato (piano -4) è costituito da una platea in
c.a. di 120 cm di spessore, solidarizzata con i pali. La platea è connessa con il lato interno delle
paratie lungo l'intero perimetro dello scavo e costituisce il livello di contrasto più profondo per i
diaframmi (applicato alla quota del fondo scavo).
Parcheggio interrato a 4 livelli in Piazza Umberto Elia Terracini – ROMA EUR -
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Relazione tecnico illustrativa generale sulle opere da eseguire - Pag. 3
2) LE STRUTTURE PREFABBRICATE
Il parcheggio, concepito come una struttura scatolare immersa nel terreno, presenta lungo il
perimetro una paratia di pali trivellati diametro 1200 mm e all’interno una serie di telai costituiti
da elementi prefabbricati completati da getti integrativi armati in opera.
I pilastri prefabbricati 50 x 70 cm (50 x 80 cm al 4° interrato) sono incastrati al piede
per effetto del particolare montaggio che avviene quando il calcestruzzo del corrispondente palo di
fondazione è ancora fresco. Le armature emergenti dal piede del pilastro realizzano il suddetto
incastro al termine del processo di maturazione del palo; in questo arco di tempo il pilastro
prefabbricato sarà mantenuto in posizione verticale da un apposito telaio metallico.
Le travi dei piani intermedi, parallele ai lati lunghi del fabbricato, hanno vincolo di
cerniera in corrispondenza degli appoggi sulle mensole dei pilastri.
Le travi di copertura, con orditura ruotata rispetto a quelle dei piani intermedi, hanno
schema statico in semplice appoggio e realizzano l’incastro della testa dei pilastri per effetto di
una serie di forcelle emergenti sia dalla testa dei pilastri che dalle testate delle travi che vi si
appoggiano.
Lungo tutto il perimetro un’intercapedine di ventilazione è ottenuta mediante
pannellature prefabbricate (s=20cm) disposte a circa 150 cm dai pali; tali pannellature realizzano
l’appoggio di bordo dei solai alveolari precompressi (H 25 cm) ai piani interrati e un appoggio per
le travi puntello di copertura che a loro volta sostengono le lastre alveolari precompresse di
spessore 35 e 43 cm.
Le travi puntello hanno il compito di costituire un contrasto superiore tra le opposte
paratie di pali in tutte le fasi di avanzamento degli scavi e nella configurazione finale ad opera
ultimata. Il contrasto inferiore è costituito dal solettone di fondazione.
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Relazione tecnico illustrativa generale sulle opere da eseguire - Pag. 4
In corrispondenza di ogni allineamento delle travi puntello sono previsti inoltre
speroni di contrasto tra tutti gli impalcati intermedi e la paratia perimetrale.
I getti e le armature di completamento in opera garantiscono che l’intera struttura si
comporti come un insieme unico, con impalcati rigidi mutuamente contrastati contro le paratie ai
diversi livelli.
3) LA TECNICA DI COSTRUZIONE
Per limitare gli effetti dello scavo sulle opere adiacenti, rispondendo nel contempo ad una
stretta esigenza della Committenza relativa ai tempi di esecuzione, è stato previsto l'uso della
metodologia di costruzione nota come top-down.
Tale tecnica consente la contemporanea realizzazione della parte interrata e della struttura
in elevazione. I pali di fondazione ed i pilastri prefabbricati in c.a.p. che costituiscono la struttura
del fabbricato (connessi direttamente ai pali) vengono installati prima dello scavo finale.
Nel “sistema top-down classico” lo scavo si articola in una serie di fasi successive. In
ciascuna fase il terreno viene scavato fino ad una profondità limitata (coincidente all'incirca con
la quota intradosso di ciascun solaio dei piani interrati). Si procede quindi alla realizzazione del
solaio alla quota raggiunta dallo scavo. Ogni livello di orizzontamento (compresa la platea di
base) viene connesso con i diaframmi perimetrali, in modo da costituire il sistema di contrasto
(puntoni). Con questa procedura si evita il ricorso a strutture di contrasto provvisorie.
Nel nostro caso, per ragioni di semplificazioni logistiche di cantiere, si è utilizzato un
“sistema top-down semplificato” : utilizzando paratie molto rigide a flessione (pali di grande
diametro ø 1200 mm) si riesce a sbancare in una prima fase fino alla profondità di -7,00 m dal
p.c.; inserendo il solo puntello di sommità si sbanca fino a -12,20 m dal p.c. (estradosso platea di
base) e procedendo con lo sbancamento per cantieri si raggiunge la quota di intradosso della
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platea (-13,60 m dal p.c.). A questo punto si monta la struttura prefabbricata dal basso con
notevoli vantaggi economici.
La sequenza costruttiva prevista per la realizzazione della parte interrata del fabbricato, con
riferimento agli schemi geometrici riportati nelle tavole EL.02 e EL.03 è riportata nel capitolo
che segue.
4) LE FASI ESECUTIVE
FASE 1
1) Sbancamento generale fino a circa -1,0 m dal piano di campagna attuale, esteso fino al limite
di massimo ingombro del parcheggio.
2) Esecuzione delle paratie di pali ø 1200 mm dalla quota di sbancamento (-1,0 m dal piano di
campagna originario).
3) Getto delle travi di collegamento in testa alla paratia di pali.
4) Sbancamento generale fino a circa -7,00 m dal p.c. attuale; per limitare le deformazioni nella
zona attigua alla stazione metro lo sbancamento viene eseguito fino a quota -5,50 m dal p.c.
attuale;
5) Sbancamento nella zona centrale fino a circa -9,00 m dal p.c. in prossimità del piano di posa
del collettore fognario da rimuovere.
FASE 2
6) Rimozione del Collettore fognario
7) Esecuzione dei pali di fondazione ø 1500 dalla quota di sbancamento -9,00, getto dei pali fino
alla quota di intradosso del solettone di base ( - 13,60 m dal p.c.). I pali saranno ammorsati nello
strato di ghiaie sottostanti con piede a quota – 24,30 m dal p.c. Da quota -13,50 a quota -9,00
saranno disposti dei tubi camicia per consentire le lavorazioni successive (vedere figura fase 2,
EL.02).
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FASE 3
8) Inserimento dei pilastri prefabbricati, all’interno del tubo camicia dei pali, fino a quota
prossima al p.c.
I pilastri prefabbricati, dotati di appositi capitelli per l’appoggio delle travi prefabbricate,
saranno muniti al piede di apposite barre ad aderenza migliorata per l’ancoraggio nei pali di
fondazione. Essi verranno calati sul calcestruzzo fresco dei pali con controllo rigoroso della
verticalità e della quota di imposta.
FASE 4
9) Installazione delle travi-puntello di sommità.
Per ogni fila di pilastri saranno disposte delle travi gemelle prefabbricate
FASE 5
10) Scavo fino a -12,20 m dal p.c.
Vedere anche la tavola EL.03 “Fasi esecutive in sezione longitudinale”.
FASE 6
11) Scavo fino a -13,60 m dal p.c. per cantieri (strisce di 4 – 5 metri)
12) Realizzazione del cuscino drenante sotto la platea.
13) Realizzazione della platea di base.
Vedere tavola EL.02 e EL.03.
FASE 7
14) Completamento della struttura prefabbricata.
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Relazione tecnico illustrativa generale sulle opere da eseguire - Pag. 7
5) LE PROBLEMATICHE GEOTECNICHE E STRUTTURALI
Le principali problematiche affrontate nel corso della progettazione possono essere così sintetizzate:
1. programmazione delle indagini geotecniche in relazione all'opera da realizzare;
2. ricostruzione del profilo stratigrafico e del regime idraulico del sottosuolo;
3. caratterizzazione geotecnica dei terreni;
4. individuazione degli aspetti critici che condizionano la progettazione geotecnica in relazione
all'interazione con il terreno e la falda;
5. scelta del metodo di analisi per il calcolo delle sollecitazioni e delle deformazioni delle paratie e
definizione dei relativi parametri;
6. valutazione degli effetti del metodo di costruzione e della sequenza delle fasi operative;
7. valutazione dei cedimenti del piano campagna ed eventuali effetti sulle opere circostanti;
8. definizione di particolari costruttivi e prescrizioni di progetto;
9. definizione di sistemi per il controllo della filtrazione all'interno dello scavo;
10. progetto delle fondazioni;
11. progetto delle strutture di elevazione;
12. valutazione dell' interazione terreno - fondazioni – elevazione - sistema di sostegno;
13. definizione di un piano di monitoraggio durante e dopo la costruzione.
Come frequentemente accade nella pratica ingegneristica, i diversi aspetti non sono stati
affrontati nell'insieme ma individualmente, applicando caso per caso (paratie, fondazioni,
filtrazione, …..) un metodo di analisi diverso, in grado di descrivere solo il singolo aspetto. Ad
un'analisi complessa, basata sull'utilizzo di un unico modello generale, si è preferito l'uso di una
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Relazione tecnico illustrativa generale sulle opere da eseguire - Pag. 8
serie di modelli semplificati, che non sono in grado di cogliere (se non in parte) l'interazione tra i
vari elementi, ma forniscono di volta in volta la risposta specifica al singolo problema. Tale
approccio ha consentito di ridurre il livello di complessità dell'analisi suddividendo l'obiettivo in
una serie di obiettivi parziali.
6) CRITERI E SCHEMI DI CALCOLO.
L’intera struttura è stata analizzata con il metodo degli Elementi Finiti sia con un modello
piano trasversale 2D che con un modello completo 3D: i risultati delle due modellazioni
convergono sugli stessi risultati con lievi differenze per la zona centrale del modello 3D che
risente di lievi perturbazioni per effetto del foro centrale di ventilazione e illuminazione.
Si è deciso di agire a favore di sicurezza applicando al modello la massima spinta derivante
dal terreno in fase sismica, incrementata dall’effetto del sisma stesso sulle masse del fabbricato,
trascurando il contributo stabilizzante della resistenza passiva per due motivi :
1) la resistenza passiva del terreno si mobilita in genere per spostamenti più elevati di
quelli collegati alla spinta attiva;
2) alla prima oscillazione sismica, il terreno a tergo della paratia di valle si plasticizza
a causa della deformazione impressa dal sisma, provocando un distacco reale della
struttura dal terreno.
Per questa via si ritrovano i valori di sollecitazione sui pali già desunti dall’analisi delle
paratie e si ricavano le sollecitazioni sugli elementi prefabbricati con le quali si verificano gli
stessi. Il modello piano trasversale 2D è servito a stimare le sollecitazioni flettenti nei pali della
paratia longitudinale e nei due pilastri prefabbricati centrali in condizioni sismiche.
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Relazione tecnico illustrativa generale sulle opere da eseguire - Pag. 9
La forza nel singolo puntello, come si desume dall’analisi della paratia puntellata
longitudinale (cfr. Relazione di calcolo – Paratia longitudinale puntellata – Reazioni vincolari nei
puntelli – pag. 25) è pari a 14678,50 Kg per metro di paratia. Per una zona di influenza di 9,70
metri abbiamo N= 142,38 tonnellate (arrotondate a favore di sicurezza a 150,0 t).
Questa forza, insieme a quella esercitata nel puntello inferiore (platea) costituisce il sistema
di forze equivalente alla spinta sulla paratia in condizioni sismiche ben rappresentata nella figura
riportata nella succitata relazione dopo la pag. 18, Diagramma di spinta – altezza di scavo 12,20
metri. La forza viene assorbita, considerando una zona di influenza di 9,70 metri, da 7,5 pali della
paratia di monte, da 7,5 pali della paratia di valle e dai due pilastri prefabbricati centrali.
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Relazione tecnico illustrativa generale sulle opere da eseguire - Pag. 10
La sollecitazione flessionale più gravosa per i pali della paratia è risultata :
913 t m / 7,5 pali = 121, 73 tm per il singolo palo ø 1200.
Tale valore risulta confrontabile con quei valori determinati nelle analisi delle paratie :
M = 93 tm /m x 1,30 = 120,90 tm per il singolo palo.
La sollecitazione flessionale nei pilastri è risultata dell’ordine M = 31÷34 tm.
Per quanto riguarda i pilastri è interessante notare che a risultati molto vicini a quelli del
modello FEM 3D si giunge anche con modellazioni semplificative utilizzate nel
predimensionamento che considerino il pilastro come una mensola verticale incastrata in
fondazione alla cui sommità si imponga uno spostamento orizzontale di circa 3 cm o come una
trave verticale, con nodi fissi alla quota di fondazione e di copertura, con gli impalcati intermedi
liberi di traslare in direzione orizzontale per effetto dell’azione sismica.
Si tratta certamente di ipotesi semplificative che consentono però di controllare agevolmente
gli ordini di grandezza dei risultati di un modello complesso come quello 3D e di confermarne la
correttezza.
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7) LE INDAGINI GEOGNOSTICHE
La progettazione geotecnica (l'analisi dei vari aspetti legati all' interazione delle opere con il
terreno e la falda) deve necessariamente basarsi su un'approfondita campagna di indagini
geotecniche e di studi preliminari.
Il programma delle indagini, sia in sito (tipologia, numero, ubicazione, profondità, etc.) che
in laboratorio (tipo di prova, etc.), va stabilito in relazione al tipo di informazione che si desidera
ottenere. E' di fondamentale importanza la progettazione "strategica" delle indagini in relazione
all'obiettivo prefissato (risposta = parametri per la progettazione, dipendenti dal tipo di opera e dal
modello di analisi utilizzato). Pertanto si è ritenuto opportuno che la progettazione delle indagini
venisse affidata allo stesso gruppo di persone incaricate della esecuzione delle verifiche
geotecniche.
Le indagini geotecniche sono state eseguite in fasi successive. Alle indagini preliminari di
prima fase sono seguite indagini integrative di seconda fase, stabilite in base all'analisi ed alla
interpretazione dei dati di prima fase e finalizzate all'integrazione delle informazioni disponibili ed
all'approfondimento di alcuni aspetti particolari. Lo scopo è quello di ricostruire un quadro il più
possibile completo ed esauriente delle condizioni del sottosuolo, senza lasciare pericolosi "buchi
neri".
Nel caso in esame le indagini geotecniche sono state eseguite in due fasi successive.
Le indagini di prima fase, completate nel gennaio 2007, sono state programmate dopo la
raccolta ed analisi preliminare di dati di archivio disponibili da indagini eseguite in precedenza in
siti vicini. In questa prima fase sono state eseguite sia indagini in sito che prove di laboratorio:
- 4 sondaggi spinti fino a 60 m di profondità dal p.c., con prelievo di campioni
indisturbati e rimaneggiati;
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- 6 prove penetrometriche dinamiche (SPT) spinte fino a profondità comprese tra 6,00 e
30 m dal p.c.;
- 3 piezometri e misure piezometriche;
- prove di laboratorio su campioni indisturbati
Le indagini di seconda fase, completate il 28 maggio 2007, comprendono :
- 4 sondaggi spinti fino a 25 m di profondità dal p.c., con prelievo di n. 5 campioni;
- 3 prove penetrometriche dinamiche (SPT) ;
- 2 piezometri e misure piezometriche;
- prove di laboratorio su campioni indisturbati
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Relazione tecnico illustrativa generale sulle opere da eseguire - Pag. 13
8) LA CARATTERIZZAZIONE MECCANICA
L'analisi e l'interpretazione comparativa dei dati ottenuti dalle diverse indagini hanno consentito di
ricostruire il profilo stratigrafico nel sito, che può essere schematizzato come segue (le profondità
indicate si riferiscono al p.c. originale):
l) Strato A : Riporto costituito da piroclastite da 0,00 a 5,0 metri.
2) Strato B : Piroclastiti di alterazione tra 5,00 e 15,00 metri;
3) Strato C : Limi argillosi tra 15,00 e 23,00 metri;
4) Strato D : Ghiaie e sabbie tra 23,00 e 25,00 metri;
5) Strato E : Argille limo sabbiose tra 25,00 e 50,00 metri (formazione di base).
STRATO A : RIPORTI (sabbia con limo ed argilla)
Spessore sp = 5,00 m
Peso di volume γ = 1670 Kg/mc
Peso di volume saturo γw = 1750 Kg/mc
Angolo di attrito φ’
= 27°
Angolo di attrito terreno-paratia δ = 18°
Coesione efficace c’ = 0,10 Kg/cmq
Coesione non drenata cu = 0,50 Kg/cmq
Costante di Winkler orizzontale kw = 0,94 Kg/cmq/cm
PARAMETRI DA PROVE IN SITU
NSPT 7-12
Densità relativa 25 - 40%
Angolo di attrito 29 – 31°
Modulo di compressibilità M = 250-300 Kg/cmq
Coefficiente di Poisson υ = 0,35
Modulo elastico di Young E = 220 Kg/cmq
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STRATO B : PIROCLASTITI (limo con argilla sabbioso)
Spessore sp = 10,00 m
Peso di volume γ = 1690 Kg/mc
Peso di volume saturo γw = 1800 Kg/mc
Angolo di attrito φ’
= 27°
Angolo di attrito terreno-paratia δ = 18°
Coesione efficace c’ = 0,15 Kg/cmq
Coesione non drenata cu = 0,50 Kg/cmq
Costante di Winkler orizzontale kw = 3,01 Kg/cmq/cm
PARAMETRI DA PROVE IN SITU
NSPT 16-21
Densità relativa 45 - 50%
Angolo di attrito 31 – 33°
Modulo di compressibilità M = 300-350 Kg/cmq
Coefficiente di Poisson υ = 0,35
Modulo elastico di Young E = 260 Kg/cmq
STRATO C : LIMI ARGILLOSI (ALLUVIONI) – limo con sabbia ed argilla
Spessore sp = 8,00 m
Peso di volume γ = 1720 Kg/mc
Peso di volume saturo γw = 1800 Kg/mc
Angolo di attrito φ’
= 27°
Angolo di attrito terreno-paratia δ = 18°
Coesione efficace c’ = 0,15 Kg/cmq
Coesione non drenata cu = 0,70 Kg/cmq
Costante di Winkler orizzontale kw = 5,35 Kg/cmq/cm
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Relazione tecnico illustrativa generale sulle opere da eseguire - Pag. 15
PARAMETRI DA PROVE IN SITU
NSPT 25-28
Densità relativa 50 - 55%
Angolo di attrito 34 – 35°
Modulo di compressibilità M = 300 - 400 Kg/cmq
Coefficiente di Poisson υ = 0,35
Modulo elastico di Young E = 300 Kg/cmq
STRATO D : GHIAIE E SABBIE (MAREMMANO) – sabbia con ghiaia limosa
Spessore sp = 5,00 m
Peso di volume γ = 1950 Kg/mc
Peso di volume saturo γw = 1950 Kg/mc
Angolo di attrito φ’
= 34°
Angolo di attrito terreno-paratia δ = 23°
Coesione efficace c’ = 0,00 Kg/cmq
Costante di Winkler orizzontale kw = 9,52 Kg/cmq/cm
STRATO E: ARGILLE LIMO SABBIOSE
Spessore sp = 5,00 m
Peso di volume γ = 2000 Kg/mc
Peso di volume saturo γw = 2000 Kg/mc
Angolo di attrito φ’
= 23°
Angolo di attrito terreno-paratia δ = 16°
Coesione efficace c’ = 0,35 Kg/cmq
Costante di Winkler orizzontale kw = 7,26 Kg/cmq/cm
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9) LA FALDA
Da misure piezometriche e altre osservazioni il livello della superficie della falda freatica è stato
rinvenuto a profondità 6.40 m dal p.c. originale.
10) IL CONTROLLO DELLA FILTRAZIONE.
Poiché il piano di fondazione del parcheggio è situato 7,20 m al di sotto del livello medio della
falda e la platea di base è permeabile all' acqua, il controllo dell' acqua filtrante all'interno dello
scavo è un aspetto di fondamentale importanza, sia durante la costruzione (per la sicurezza) che, in
via permanente, per l'intera vita del fabbricato (per la fruibilità dei piani interrati).
E' di primaria importanza evitare l'erosione del terreno. Il pericolo, nel caso peggiore, potrebbe
essere la formazione di cavità che si allargano sempre di più man mano che filtra acqua (e sabbia),
cioè una specie di pozzo artesiano con portata che tende ad aumentare nel tempo.
In condizioni di esercizio. dopo il completamento dei lavori. il problema principale è il controllo
permanente, la raccolta e lo smaltimento dell'acqua che filtra all'interno dello scavo. E' prevista la
realizzazione di un sistema di filtro/drenaggio interposto tra la platea di base e la superficie del
terreno scavato. Il filtro, composito, dovrà rispondere a una duplice funzione:
1) evitare (o contenere) la pressione dell'acqua contro la platea ed esercitare un'azione di drenaggio;
2) costituire un "cuscino" in grado di attenuare l'eventuale spinta di rigonfiamento del terreno di
base.
A questo scopo potrà essere utilizzato un idoneo materiale permeabile drenante, compressibiIe (o
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Relazione tecnico illustrativa generale sulle opere da eseguire - Pag. 17
frantumabile superato un certo livello di tensione). Il pacchetto potrà eventualmente essere
completato da altri strati (ad es. geomembrane) in grado di prevenire l'intasamento del filtro, sia
alla base (per ingresso di particelle di argilla al contatto con il terreno) che in sommità (per
mescolamento con il calcestruzzo della platea).
Il filtro sarà in comunicazione con la pressione atmosferica per mezzo di tubi microfessurati che
attraversano l'intero spessore della platea (ad es. tubi di diametro l0 - 12 cm, disposti ad interasse
di 260 cm). Il sistema di drenaggio dovrà inoltre essere in grado di prevenire l'erosione di
particelle di terreno.
La quantità di acqua filtrante all'interno dello scavo in condizioni di flusso stazionario, valutata
mediante analisi di filtrazione "indipendente", è risultata modesta.
11) IL MONITORAGGIO
Considerate le caratteristiche e le modalità costruttive dell' opera da realizzare, la complessità dei
vari fattori che ne influenzano il comportamento ed il contesto urbano in cui si inserisce, la
definizione di un dettagliato piano di monitoraggio, corredato da adeguate specifiche tecniche, è di
fondamentale importanza.
Le misure di controllo consentono di confermare le previsioni iniziali, di verificare il regolare
svolgimento dei lavori e segnalare possibili situazioni di rischio, di mettere in luce eventuali
problemi e minimizzarne gli effetti (soprattutto in relazione a possibili danni o inconvenienti agli
edifici circostanti).
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Ci si limita quindi a dare qualche indicazione sul tipo di controlli previsti.
Lo schema di massima della strumentazione e delle misure di controllo comprende:
1)inc1inometri per la misura degli spostamenti orizzontali dei diaframmi (in varie posizioni,
ancorati alle gabbie di armatura);.
2) piezometri per la misura delle pressioni interstiziali installati subito al di fuori dello scavo;
3) misure topografiche per il controllo degli spostamenti orizzontali della testa delle paratie;
4) misure topografiche per il controllo dei cedimenti del piano campagna intorno allo scavo e
rilievo degli effetti dello scavo sulle strutture adiacenti;
5) estensimetri e celle di carico per la misura dei carichi sui puntoni.
Potrebbe rendersi opportuna l'esecuzione di relief wells e/o iniezioni per chiudere i percorsi di
flusso di "corto circuito" in prossimità delle paratie.
Entrambi i contributi (flusso nelle fessure dell'argilla e perdite nelle paratie) sono impossibili da
prevedere in maniera quantitativa. E' comunque necessario che il sistema di drenaggio sia
sovradimensionato, ovvero in grado di smaltire una portata maggiore di quella teorica calcolata.
12) IL CALCOLO DEI PALI DI FONDAZIONE
Come spiegato nel capitolo della “Tecnica di costruzione e fasi esecutive”, i pali ø 1500 vengono
utilizzati come fondazione provvisoria per i pilastri prefabbricati in c.a.p. che dovranno sostenere
le travi puntello.
E’ stata stimata una portanza ammissibile di circa 400 tonnellate contro un carico di esercizio
massimo di 250 t.
Nella fase di esercizio tutte le strutture di elevazione scaricheranno sulla platea.
Parcheggio interrato a 4 livelli in Piazza Umberto Elia Terracini – ROMA EUR -
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Relazione tecnico illustrativa generale sulle opere da eseguire - Pag. 19
13) IL CALCOLO DELLA PLATEA DI BASE
La platea è stata modellata con elemento piastra vincolato ai pali ø 1500 centrali (appoggio) e
libera ai bordi in corrispondenza dei pali della paratia.
Per il calcolo delle sollecitazioni massime è stata considerata la seguente combinazione di carico :
1) primo, secondo e terzo impalcato a pieno carico (950 daN/mq);
2) quarto impalcato (piazzale) con accidentale di 1000 daN/mq (peso totale 2100 daN/mq).
E’ stata considerata una costante di Winkler verticale di 5,00 daN/cmc.
Le pressioni di contatto risultano variabili da 0,30 a 2,50 daN/cmq.