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Indice

1. Introduzione 1.1. Concept progettuale

2. Problemi 2.1. Mancata eliminazione di materiali dal sito chirurgico 2.1.1. Fattori di rischio 2.1.2. Cause di morte o gravi danni al paziente 2.2. Incidenti agli occhi in ambito lavorativo 2.2.1. Tipologie di rischio

3. Soluzione tecnologica 3.1. Sentisight 3.1.1. Micro telecamera 3.1.2. Criticità 3.2. Soluzioni tecnologiche affini

4. Soluzione di prodotto 4.1. 0cchiali di protezione 4.2. Specifiche tecniche 4.2.1.Requisiti di marcatura 4.3. Test di qualità

5. Focus 5.1. Storia occhiali

6. Principi progettuali 6.1. Antropometria 6.2. Angoli delle lenti 6.3. Primi step progettuali 6.4. Schizzi prgettuali 7. I materiali 7.1. Policarbonato per le lenti

7.2. Grilamid TR90 per la montatura

8. Sistemi di produzione 8.1. Stampaggio a iniezione 8.2. Lavorazioni lenti

9. Peculiarità 9.1. Cosa sono 9.2. Come funzionano 9.3. Tempi d’uso 9.4. A chi sono rivolti 9.5. Come si presentano

10. Valutazione dei costi 10.1. Costo prodotto 10.2. Costo software Sentisight 10.3. Costi eliminati

BibliografiaSitografia Fonti non bibliograficheFonti orali

Ringraziamenti

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1. Introduzione

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L’intento progettuale è quello di migliorare, perfezionare, rendere versatile, tramite l’utilizzo di una tecnologia innova-tiva, un dispositivo utilizzato in campo sanitario.

La Prima fase del progetto comprende uno studio dettaglia-to e particolareggiato delle caratteristiche che deve avere il dispositivo scelto, un occhiale di protezione, denominato più comunemente “Dispositivo di protezione individuale” oculare o DPI.

L’obiettivo progettuale comprende l’ideazione del disposi-tivo di protezione, tenendo conto delle normative europee vigenti, che diventa però anche “prodotto di Interaction de-sign” in quanto in grado di risolvere un problema oggettivo presente in sala operatoria.

1.1. Concept progettuale

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2. Problemi

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2.1. Mancata eliminazione di materiali dal sito chirurgico

La mancata eliminazione dall’interno del sito chirurgico di garze, strumenti o altro materiale, rappresenta un impor-tante evento causa di morte o gravi danni al paziente. Questo evento può e deve essere prevenuto. IncidenzaNonostante non si disponga di dati ufficiali di incidenza, si stima che tale fenomeno si verifichi 1 volta ogni 1000 - 3000 procedure chirurgiche. Alcuni dei fattori che osta-colano la segnalazione dell’evento possono essere la fre-quente scarsità di sintomi, l’insufficiente documentazione dei casi diagnosticati, la difficoltà di diagnosi e la scarsa propensione alla segnalazione spontanea.Tipologia di materiale non eliminatoIl materiale più frequentemente ritenuto è rappresentato da garze e da strumentario chirurgico, come ad esempio aghi, bisturi, adattatori elettrochirurgici, pinze o loro parti.Sede dell’interventoLa maggior parte degli eventi riportati in letteratura riguar-dano interventi di chirurgia addominale, toracica e parto.EsitoIl materiale estraneo ritenuto può determinare un ampio spettro di esiti clinici che variano da casi asintomatici a casi con gravi complicanze, quali perforazione intestinale, sepsi, danno d’organo sino alla morte.Ambiti di applicazioneI protocolli per prevenire la mancata eliminazione dei mate-riali, vengono applicati in tutte le sale operatorie e da tutti gli operatori sanitari coinvolti nelle attività chirurgiche.Azioni di prevenzioneProcedura per il conteggio sistematico dei materiali chirur-gici e per il controllo della loro integrità.Cosa: La Procedura deve essere applicata a garze, bisturi, aghi e ad ogni altro materiale o strumento.

«Ritenzione(ant. retenzióne) s. f. [dal lat. retentio -onis, der. di retinere «ritenere», part. pass. retentus].

In medicina, mancata o ritardata eliminazione, da parte di un organismo o di un suo apparato, di materiale normalmente destinato a essere espulso»

Definizione tratta dall’enciclopedia Treccani.

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2.1.1.Fattoridi rischio

Quando: Il conteggio dovrebbe essere effettuato nelle seguenti fasi:1. Prima di iniziare l’intervento chirurgico (conta iniziale);2. Durante l’intervento chirurgico, prima di chiudere una cavità all’interno di un’altra cavità;3. Prima di chiudere la ferita;4. Alla chiusura della cute o al termine della procedura;5. Al momento dell’eventuale cambio dell’infermiere o chirurgo responsabile dell’équipe.Invece, il controllo dell’integrità dello strumentario va attua-to nelle seguenti fasi:1. Quando si apre la confezione sterile che lo contiene;2. Quando viene passato al chirurgo per l’utilizzo;3. Quando viene ricevuto di ritorno dal chirurgo.Chi: Il conteggio ed il controllo dell’integrità dello strumen-tario deve essere effettuato dallo strumentista. Il chirurgo verifica che il conteggio sia stato eseguito e che il totale di garze utilizzate e rimanenti corrisponda a quello delle garze ricevute prima e durante l’intervento.

I principali fattori di rischio riportati in letteratura sono:

1. Procedure chirurgiche effettuate in emergenza;2. Cambiamenti inaspettati e quindi non programmati delle procedure durante l’intervento chirurgico;3. Interventi che coinvolgono più di una équipe chirurgica;4. Complessità dell’intervento;5. Fatica o stanchezza dell’équipe chirurgica;6. Situazioni che favoriscono l’errore di conteggio (es. garze attaccate tra loro);7. Mancanza di una procedura per il conteggio sistematico di strumenti e garze;8. Mancato controllo dell’integrità dei materiali e dei presidi al termine dell’uso chirurgico;9. Obesità.

Tratto dal documento: Ministero della Salute, Dipartimento della qualità,“Raccomandazione per prevenire la ritenzione di garze, strumenti o altro materiale all’interno del sito chirurgico”, 2008.

2.1.2.Causedi morteo gravi dannial paziente

1,3%

31,8%

22,9%

2%

2,4%

7,5%

8,8%

9,3%

9,9%

Sito chirurgico sbagliato

Procedura chirurgica su paziente sbagliato o errata procedura su paziente corretto

Terapia sbagliata

Reazione trasfusione(incompatibilitá sanguigna)

Mancata eliminazione di materiali dal sito chirurgico

Morte o grave danno per imprevisto

Caduta del paziente

Suicidio

Altro

Indice

Statisca contenuta nel 4° “Protocollo di Monitoraggio degli eventi sentinella”, Ministero della Salute, Dipartimento della programma-zione e dell’ordinamento del servizio sanitario nazionale, 2013.

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2.2. Incidenti agli occhi in ambito lavorativo

In Italia, tra i lavoratori assicurati INAIL, si verifica un infortunio agli occhi ogni 10 minuti (140 casi al giorno, 4 dei quali danno esito a lesioni permanenti), rappre-sentando una quota pari al 6% di tutti gli infortuni occu-pazionali, ovvero 42000 casi all’anno interessanti gli occhi, su 700000 casi di infortuni totali. Le lesioni più frequenti sono rappresentate da corpi estranei corneali (71%), seguite da causticazioni e ustioni congiuntivali (15,5%), da abrasioni corneali (9%), da traumi contusivi e ferite (6%) e da ultimo da reazioni congiuntivali di origine attinica (4,5%). I settori lavorativi maggiormente interessati sono l’industria metalmeccanica, metallurgica, l’edilizia e l’agricoltura. Il settore medicale non è da dimenticare come settore lavorativo interessato poichè ai normali rischi vi si aggiunge anche il rischio biologico.

È noto che il semplice impiego di un dispositivo oculare non è sufficiente a prevenire il rischio di lesioni oculari. Molto importanti sono infatti le caratteristiche meccaniche e l’appropriatezza del dispositivo, in relazione al tipo di ri-schio a cui il lavoratore è esposto. A tal proposito è interessante uno studio statunitense (Dannenberg et al 1992), condotto su 1052 lavoratori, da cui emerge che tra i soggetti colpiti da trauma oculare, il 40% indossava occhiali di protezione al momento dell’infortunio e i motivi di inefficacia del mezzo più frequenti erano:- La rottura del dispositivo con penetrazione dei suoiframmenti; - L’ingresso di schegge che avevano attraversato le lenti dell’oculare od erano passate posteriormente.

Nel Mondo, 600 incidenti ogni giorno così dice uno studio della Bureau of Labour Statistics (BLS).

In italia:Un infortunio agli occhi ogni 10 minuti. 140 casi al giorno.

Nel Mondo:600 incidenti ogni giorno

Statistiche tratte da: un rapporto del Bureau of Labour Statistics (BLS) e da uno dell’INAIL.

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Rischi termici (esempi: liquidi caldi, spruzzi di fiamma...)

Rischi chimici o biologici

Possono causare pato-logie virali come HCV,

HBV e HIV (esem-pi: spruzzi di acidi,

solventi, alcali, sangue infetto...)

Rischi elettrici(esempi: il contatto

diretto, arco elettrico da cortocircuito...)

Rischi meccanici(esempi: impatto, particelle solide...)

Rischi da radiazioni

(esempi: ultravioletto, luce visibile a infrarossi,

laser...)

2.2.1.Tipologiedi rischio

3. Soluzione tecnologica

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3.1. Sentisight

Il software adatto a prevenire la mancata eliminazione di un corpo estraneo all’interno del sito chirurgico è Sentisight. Questo software utilizza un sofisticato algoritmo per un rico-noscimento versatile e preciso degli oggetti, servendosi di immagini e video. Sentisight agisce in due fasi:1. La fase dell’apprendimento, gli algoritmi estraggono le caratteristiche di un specifico oggetto da un flusso video o da singole immagini che poi salvano in un modello dell’og-getto, con un nome ID. La fase dell’apprendimento può es-sere svolta in manuale o automatico. Per riconoscere un oggetto in un’immagine, l’aspetto dell’oggetto deve essere prima catalogato. 2. La fase del riconoscimeno non richiede alcuna intera-zione da parte dell’utente tranne che fornire le immagini e/o video o puntando una telecamera nell’area in cui è presen-te l’oggetto. Quando l’oggetto viene visualizzato all’interno del campo visivo, l'Sentisight lavora per il riconoscimento. Se l’oggetto viene riconosciuto vengono restituiti nome ID, coordinate, ecc. Il software é in grado di effettuare il ricono-scimento in pochi secondi.

forbicina

3 garze

3.1.1.Microtelecamera

1. Telecamere in sala operatoriaLa telecamera è usata principalmente per controllare che non vi siano casi di malasanità e per diffondere in diretta il video dell’intervento in aule universitarie o ad esperti esterni alla sala operatoria.In alcuni interventi, dove vi é la necessità, viene utilizzata anche per l’endoscopia.

3.1.2.Criticitá

Specifiche tecniche:1. È ad altissima sensibilità, quindi non necessita di molta luce per funzionare bene;2. Lente con ottica da: 3.7-12 mm ad alta luminosità regolabile manualmente;3. Risoluzione: 620 linee TV in b/n e 580 a colori con filtro in grado di attivarsi non appena la luminosità scende al di sotto di un livello minimo e sensibilizzare la lente agli infrarossi;4. Può essere abilitata tramite un connettore video USB;5. Sensore: 1/3";6. Illuminazione LUX: 0.05 colori, 0.001 b/n;7. Immagine pixel: 768 x 500;8. Peso: 2g.

Google glass: Un medico ha documentato l’intervento allo stomaco in diretta.

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2. Riconoscimento della garzaLa garza una volta completamente imbevuta di sangue, è difficile da individuare all’interno di un sito chirurgico. Per questo esistono garze chirurgiche con intrecciato al loro interno un filo di bario RX, una matrice radiopaca necessa-ria per l’individuazione delle garze tramite radiografia. Il bario è però un metallo nocivo.

La soluzione: La garza bianca con il filo di bario RX può essere sostitu-ita da garze blu, verdi o da garze bianche con intrecciato al loro interno del filo di naylon, come quello da pesca, di colore blu. Queste due possibili soluzioni garantiscono un riconoscimento senza alcun problema da parte della tecno-logia Sentisight.

«Garza dimenticata nell’addome del paziente..»

«Garza dimenticata per 7 mesi..»

«Morta per una garza dimenticata, indagati tre medici..»

«Medici assolti: dimenticano grossa garza..»

«Vent’anni con una garza nell’addome.»

Titoli di articoli vari.

+ =

+ =

3.2.Soluzionitecnologicheaffini

Tecnologia Kinect

É un controller capace, attraverso una telecamera e da particolari sensori in grado di localizzare i movimeni degli oggetti e delle persone, di fare la lettura dell'ambiente. Ha meccanismi di eye-tracking.

Tecnologia TLD Vision

Software capace di apprendere, rilevare e inseguire un oggetto. Durante l’inseguimento tutti i modelli dello stesso oggetto sono ricordati, tramite fotogrammi video. Gli oggetti sono a lui sconosciuti.

Tratti da: www.tldvision.com e da www.microsoft.com

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4. Soluzione di prodotto

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4.1. Occhiali di protezione

«Qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata o tenuta dal lavoratore affinchè sia protetto da uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza e la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo»

Definizione DPI dal D.Lgs. 626/94 (art. 40)

Gli occhiali di protezione, o dispositivi di protezione indivi-duale, DPI, oculari, sono dispositivi di varia tipologia (oc-chiali, maschere, schermi e visiere) atti a prevenire infor-tuni e malattie professionali agli occhi, causati da agenti meccanici, chimici, biologici, termici o da radiazioni visibili, UV, IR, ionizzanti e laser.Il D.Lgs. 475/92 indica che tutti i DPI destinati alla prote-zione degli occhi sono classificati prevalentemente nella II categoria, ovvero DPI che non appartengono nè alla I cate-goria (DPI che salvaguardano da rischi di lieve entità, per esempio i guanti da giardinaggio), nè alla III categoria (DPI che salvaguardano da rischi di morte o di lesioni gravi e di carattere permanente). Esistono, però, alcune eccezioni: - I DPI oculari utilizzati in ambienti di lavoro esponenti ad alte temperature, a radiazioni ionizzanti e a rischi elettrici appartengono alla III categoria; - I DPI oculari che proteggono dalla luce solare e quelli uti-lizzati durante lo svolgimento di attività sportive quali il nuo-to e lo sci, appartengono alla I categoria. Attualmente, gran parte delle basi teoriche e delle modalità di utilizzo dei DPI oculari derivano da:- D.Lgs. 475/’92 si elencano i requisiti fondamentali dei DPI oculari e del viso e viene presa in considerazione la prote-zione oculare contro le radiazioni non ionizzanti;- D.Lgs. 626/94: classificazione dei DPI oculari e attività che richiedono l’obbligo dei DPI oculari;- D.M. 02/05/01 tratta i criteri per l’individuazione e l’uso dei DPI e in particolare di protezione contro le radiazioni.

Le norme Europee: 1. UNI EN 165 -Vocabolario - fornisce un elenco con breve definizione dei termini tecnici e ottici;

É fondamentale per una buona progettazione conoscere la norma UNI EN 166.

I DPI oculari sono dispositivi di varia tipologia (occhiali, maschere, schermi e visiere).

2. UNI EN 166 - Specifiche - contiene le specifiche di co- struzione e prestazione, assieme ai requisiti di marcatura per i dispositivi di protezione dell’occhio;3. UNI EN 169: elenca i requisiti del fattore di trasmissione per i filtri di saldatura per la protezione dai raggi UV, dalle radiazioni visibili e infrarosse (IR);4. UNI EN 170: elenca in dettaglio i requisiti del fattore di trasmissione per i filtri per la protezione dalle radiazio- ni UV. Invece la UNI EN 171 elenca in dettaglio i requisiti del fattore di trasmissione per i filtri per la protezione dalle radiazioni IR;5. UNI EN 172: elenca in dettaglio i requisiti del fattore di trasmissione per i filtri per la protezione dalle radiazioni solari (abbagliamento da luce visibile);7. UNI EN 175: dispositivi di protezione dell’occhio e del viso durante la saldatura e lavorazioni affini, da utilizzare con i filtri di saldatura definiti dalla EN 169 e 379;8. UNI EN 207: filtri e protezione dell’occhio dalle radiazioni;9. UNI EN 208: DPI oculari per interventi di regolazione o manutenzione sui laser;10. UNI EN 379: specifiche per i filtri di saldatura con fattore di trasmissione luminosa variabile.

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4.2.Specifichetecniche

Ciascun dispositivo di protezione oculare è caratterizzato da una serie di requisiti prestazionali, al fine di assicurare il maggior comfort possibile:1. Non deve avere spigoli e sporgenze;2. Il dispositivo deve essere il più possibile rispondente alla morfologia dell’utilizzatore, pertanto devono essere a dispo-sizione occhiali in più taglie, con astine regolabili o adatta-bili alle diverse dimensioni craniche;3. La classe ottica o qualità ottica, che indica la qualità ot-tica della lente, va da 1 a 3 in funzione del potere rifrattivo degli oculari, in particolare:-Classe ottica 1: potere sferico ± 0.06 Potere astigmatico ± 0.06;-Classe ottica 2: potere sferico ± 0.12 Potere astigmatico ± 0.12;-Classe ottica 3: potere sferico ± 0.12-0.25 Potere astigmatico ± 0.25.Alla classe ottica 1 corrisponde una migliore qualità ottica e viceversa per la classe ottica 3; pertanto gli oculari di classe ottica 3 non sono adatti per impieghi prolungati;L’effetto correttivo può avvenire con 2 possibili alternative: impiego di DPI dotati di filtri correttivi o impiego di DPI com-patibili con l’utilizzo contemporaneo di occhiali da vista.In quest’ultimo caso il DPI deve avere uno spazio interno sufficiente ad ospitare l’occhiale correttivo, senza pregiu-dicarne la funzionalità, evitando che possano essere tra-smesse azioni meccaniche all’eventuale occhiale correttivo e tanto meno all’occhio;4. La resistenza ai danni superficiali, K;5. La resistenza all’appannamento, N;6. La resistenza agli urti, identificata dalla lettera S se il DPI ha un grado di robustezza incrementata; F, B, A se dota- to rispettivamente di resistenza all’impatto con particelle a bassa, media o alta energia;7. La protezione da spruzzi liquidi e goccioline, numero 3;8. La protezione da particelle di polvere di grosse dimensio- ni (diametro > 5 µm), numero 4;9. La protezione da gas e particelle di polveri fini, numero 5;10. La protezione dall’arco elettrico, numero 8;11. La protezione da metalli fusi e solidi liquidi, numero 9;12. La protezione dal calore radiante, G;

Ogni dispositivo di protezione è marcato con un codice alfanumerico che identifica le capacità protettive e le caratteristiche del dispositivo.

13. L’effetto filtrante, identificato da un numero di scala a sua volta composto da due numeri separati da un trattino: Il numero di codice e il numero di graduazione. Il numero di codice identifica il tipo di protezione da radiazioni luminose: pari a 2, 3, 4, 5 e 6. Il numero di graduazione indica l’effetto filtrante e quindi il livello protettivo.

1. Anti appannamento2. Resistenza ai danni superficiali3. Rispondere alle diverse morfolo- gie dell’utente

7. Resistenza agli urti8. Leggerezza9. Campo visivo10. Protezione laterale, no spi- goli e sporgenze

4.Protezione da liquidi, spruzzi e goccie5.Classe o qualità ottica della lente6.Protezioni polveri grosse e fini

11.Resistenti ai disinfettanti 12. Filtro correttivo o utilizzo contemporaneo degli occhiali da vista

Indice

Dalla norma UNI EN 166,“Protezione personale degli occhi - Specifiche”, entrata in vigore nel 2004.

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4.2.1.Requisitidi marcatura

Marcatura sulla lenteMarcatura sulla montatura

F- EN 166 FT CE

F- EN 166 FT CE

F - ProduttoreEN 166 - NormaFT - Resistenza meccanica

2-3 F 1 FT K N CE

2-3 - Numero di scala [codice-gradazione]F - Produzione1 - Classe otticaFT - Resistenza meccanicaKN - Requisiti aggiuntivi

Classe ottica o qualitá ottica

Resistenza agli urti (T = temperatura estrema -5 ° C / +55 ° C)Codice tonalità

potere rifrattivo degli oculari

± 0.06

alto 190 m/s PC

PCPC,

acetatoCR39, vetro temperato

± 0.12

medio 120 m/s

± 0.25

basso 45 m/s

crescente 5,1 m/s

continuatooccasionale

raro

classe

resistenza meccanica

livello diimpatto

velocità massima

lente materiale

uso

1

A (T)

2

B (T)

3

F (T)

S

1,2

1,7

2,5

3,1

2-3 F 1 FT K N CE

4.3.Test di qualità

Sugli occhiali di protezione vengono fatti dei test in modo tale che ci sia rispondenza ai requisiti richiesti per poi esse-re certificati secondo le norme. In particolare vengono eseguiti questi test:1. Controllo dei poteri prismatici dei sistemi ottici;2. Resistenza agli impatti secondo norme ANSI e CE;3. Resistenza balistica MIL e Stanag;4. Invecchiamento UV;5. Controllo trattamento anti-appannante ed antigraffio;6. Stabilità termica;7. Verifica aree di protezione richiesta;8. Misura della densità ottica e trasmittanza delle lenti.

Tratto da Qualità, http://www.univet.it/

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5. Focus

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5.1. Storia occhiali

« ..un oggetto che sommessa-mente, senza destare scalpore, e ormai già da più di settecento anni, consente a una stragrande maggioranza di noi - miopi, presbiti, iperme-tropi o astigma-tici - di facilitare l’accesso sen-sorio-percettivo alla realtà»

Tratto da “Gli occhiali presi sul serio” in“Memoria e cono-scenza” di Tomás Maldonado

L’arte dell’ingrandire gli oggetti per vederli meglio era già conosciuta dai Romani. Nerone, infatti, era solito guardare i giochi del circo attraverso uno smeraldo forse perché gli permetteva, senza saperlo, di correggere un difetto della vista. Nell’XI secolo un fisico arabo cominciò a studiare l’ot-tica. Ruggero Bacone nel 1268 fu il primo ad utilizzare lenti per scopi ottici. Fu a Venezia che si adoperarono per la prima volta due vetri tenuti insieme da un chiodino. Gli occhiali diventarono un segno distintivo di nobiltà e di istruzione. La richiesta di queste lenti divenne molto più forte solo dopo l’invenzione della stampa a caratteri mobili di Gutenberg. L’evoluzione dei materiali e delle forme degli occhiali: a snodo d’osso, corno, legno e metallo; gli occhiali ad arco, da parrucca o da cappello; l’introduzione delle stanghette laterali rigide agli inizi del Settecento. L’evoluzione è notevole nei secoli XVIII e XIX, con materiali preziosi e forme condizionate dalla moda, ne sono d’esem-pio: gli occhialini da tenere in mano (face-à-main); gli strin-ginaso (pince-nez); gli occhiali a stanghetta e i monocoli. Nel XIX secolo nascono i primi occhiali di protezione da-gli agenti atmosferici e da quelli inquinanti delle fabbriche. Ritroviamo quindi occhiali a fessura, usati dagli eschime-si, occhiali con lenti colorate e parasoli laterali, con lenti di quarzo e ametista, a cui si riconoscevano proprietà terapeutiche, con montature avvolgenti per proteggere gli operai durante il lavoro ed infine quelli per gli sportivi. Il condizionamento della moda incombe sugli occhiali cor-rettivi e protettivi del XX secolo determinando nuove forme e colori, anche grazie alla diffusione di materiali innovati-vi (alluminio, nichel, celluloide, ebanite, resine sintetiche, monel e titanio). Negli anni Trenta del XX secolo si sentiva l’esigenza di creare delle lenti che proteggessero gli occhi

Estratto da: Museo dell’occhiale, pieghevole, 2007

dai raggi solari, così si cominciava ad adattare le montature degli occhiali non più alle esigenze personali ma ai dettami della moda.

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6. Principi progettuali

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36 37

6.1.Antropometria

6.2.Angolidelle lenti

** *

218 15684

111

52

134

144

178

56

601845

E E

D C

FA

R 10A

H

B

G

D

H

h

Angolo di avvolgimentoIndica quanto la montatura sia “avvolgente”. [µ= 8°:10° o µ= 3°:5°]

Angolo pantoscopicoL’angolo formato fra l’asse visuale e l’asse ottico della lente. [ ß= 3°:5°]

µ

ß

Le dimensioni antropometriche della testa sia quella di medie dimensioni sia quella di piccole dimensioni sono indicate nella norma EN 168:2001 (E).

6.3.Primi stepprogettuali

4

1

Scegliere se l’occhiale dovrà avere una unica lente oppure due.Una lente si ottiene dal tegolino.Due lenti da due menischi.

2

Ruotare le lenti sia nell’angolo di avvolgimento che in quello pantoscopico.

3

Costruire i volumi di base del frame frontale e delle aste.

Posizionare l’occhiale di base su una testa normalizzata, come quelle usate nei crash test.Creare un cilindro di raggio 10 dalla pupilla dell’occhioper verificare che la fascia degli occhi sia protetta ai lati.

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6.4.Schizziprogettuali

Forma occhiale (frame / asta)

Collocamento micro-telecamera

Collocamento micro telecamera nell’asta dell’occhiale / Selta più corretta.

Collocamento micro telecamera al centro dell’occhiale /Non va bene, il peso al centro fa scivolare gli occhiali.

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40

Supporto micro-telecamera

1

2

3

L’opzione di supporto n°3 è la più adatta / Due metà scocca, uno stampo / Giunto a vite.

Soluzione di massima

7. I Materiali

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7.1. Policarbonato per le lenti

Il miglior materiale per la realizzazione di lenti é il policar-bonato. Questo materiale puó essere trattato chimicamente per assumere le caratteristiche dettate dalla norma EN 166. Il Policarbonato (PC) appartiene alla categoria dei tecno po-limeri, ovvero alla famiglia dei materiali polimerici caratte-rizzati da proprietà meccaniche migliori rispetto ai così detti polimeri di massa.L’anello benzenico e il gruppo carbonato -OCOO- combinati sono tipici del PC e sono responsabili delle sue caratteristi-che peculiari di trasparenza ottica, buona rigidità e tenaci-tà, anche a temperature relativamente elevate. Adatto in alcune applicazioni a sostituire il vetro. Il PC con l’aggiunta di fibre di vetro migliora le sue proprietà mecca-niche alle alte temperature. La rigidezza del prodotto può essere migliorata dotandolo di nervature opportune. Resistente all’abrasione, il PC ha una alta potenziale riciclabilità.

PC

7.2. Grilamid TR90 per la montatura

Il Posliammide PA 12 (naylon) con il nome commerciale di Grilamid TR90, per le sue caratteristiche é un ottimo mate-riale per la montatura di un occhiale. Il Grilamid è un tecno-polimero speciale caratterizzato da una eccezionale resistenza alla piegatura (si piega invece di rompersi), eccezionale leggerezza (con un bassissimo peso specifico - fino al 20% in meno rispetto ai policarbonati), ottima flessibilità ed ottima resistenza alla rottura. Ha inoltre una elevata resistenza agli agenti chimici ed è biologicamente compatibile e sicuro per il contatto diretto con la pelle anche per lungo tempo.Una sollecitazione dinamica e prolungata può causare un cedimento del materiale. In funzione dell’ampiezza di una sollecitazione dinamica alternata, dopo un determinato nu-mero di cicli, si avrà la rottura. Il Grilamid TR90 (usato per la produzione di occhiali) possiede una resistenza mecca-nica dinamica straordinariamente ottima.Risulta perciò essere il materiale plastico preferito quando si devono soddisfare le più elevate esigenze di resistenza agli agenti chimici e resistenza meccanica dinamica.

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8. Processi produttivi

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8.1. Stampaggio a iniezione

Lo stampaggio a iniezione è utilizzato per la produzione del-la montatura e dei menischi da cui si ricavano le lenti.L’attrezzatura utilizzata per questo tipo di stampaggio è la macchina a vite punzonante. I granuli polimerici, il policarbonato per le lenti, il poliammi-de per la montatura, vengono alimentati in una vite dove vengono miscelati e rammolliti fino ad una consistenza tale da permettere la forzatura attraverso uno o più canali di una filiera. Il polimero solidifica sotto pressione in uno stampo e il pezzo viene quindi espulso. Lo stampaggio a iniezione assistito da gas, consente la produzione a basso costo di un grande numero di componenti. Con l’aggiunta del gas si producono componenti caratterizzati da una superficie continua e da una struttura interna espansa. I componenti anche se piccoli vengono prodotti con molta precisione.

Realizzazione stampo per lo stampaggio a iniezione di una maschera.

8.2. Lavorazioni delle lenti

Post stampaggioImmediatamente dopo lo stampaggio dei menischi, che viene fatto in ambienti puliti con aria filtrata ma non sterile,in una stanza simile ad una “clean room”, le lenti vengonocontrollate attraverso luci specifiche che mettono in risalto impurità o effetti cosmetici, come distorsioni o aberrazioni.Successivamente i menischi vengono:1. Lavati in acqua demineralizzata, che non lascia residui di calcare;2. Trattati con un rivestimento anti-graffio, che normalmen- te avviene per immersione;3. Passati attraverso degli ultrasuoni, che eliminano qualsiasi tipo di residuo;4. Lavati per la seconda volta;5. Asciugati in forno e raffreddati;6. Trattati per immersione in soluzione anti-graffio o anti -appannamento;7. Cotti in forno per 50 minuti a 75 gradi;8. Controllati al 100% per eliminare qualsiasi scarto.

Processo di taglioPrima del taglio delle lenti dai menischi, avviene la centra-tura della lente per definire la posizione del fuoco rispetto alla posizione che assumerà dopo la sagomatura.Normalmente il fuoco è il centro ottico della lente che viene posto a una semidistanza presa al centro della montatura/nasello di 32 mm.Una volta centrati, i menischi vengono sagomati e diventa-no così lenti vere e proprie.

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9. Peculiarità

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9.1. Cosa sono

9.2.Comefunzionano

8.3.Tempi d'uso

I Safeyes sono un dispositivo di protezione individuale oculare, DPI, pensati esclusivamente per il loro utilizzo in campo medicale. Oltre a svolgere la funzione di proteggere gli occhi dell’operatore da agenti chimici, fisici e biologici, con l’impiego di una sofisticata tecnologia, i Safeyes sono in grado di prevenire le mancate eliminazioni di strumenti o materiali dall’interno del sito chirurgico evitando così eventi di morte o gravi danni al paziente.

I Safeyes hanno due funzioni, una è quella di proteggere gli occhi di chi li indossa, l’altra è quella di riconoscere un corpo estraneo all’interno del sito chirurgico e quindi preve-nirne la mancata eliminazione.Protezione: Il chirurgo, nel suo ambito lavorativo, è esposto a rischi che possono danneggiare gli occhi. I Safeyes, pro-gettati secondo le normative, sono in grado di dare protezio-ne sia frontalmente che lateralmente.Riconoscimento: I Safeyes sono dotati di una micro tele-camera che, collegata al pc durante gli ultimi 15 minuti di intervento, invia immagini video al software Sentisight che è in grado di riconoscere materiali e strumenti precedente-mente appresi e catalogati.Questa funzione aiuta il chirurgo a ritrovare tutto ciò che ha utilizzato durante l’intervento, evitando così di proluga-re i tempi in sala operatoria, di estendere l’anestesia al paziente e di dover ricorrere all’intervento del radiologo.

La funzione di protezione dei Safeyes, prevede che venga-no indossati per tutta la durata dell’ intervento. La funzione di riconoscimento e prevenzione invece ha bi-sogno solo degli ultimi 15 minuti, poiché il software elabo-ra i fotogrammi per il riconoscimento degli oggetti in pochi secondi.

9.4.A chi sonorivolti

Analisi della disposizione in sala operatoriaSono stati presi in analisi 3 casi di disposizione dell’equi-pe operatoria, del paziente e dei vari strumenti (come ad esempio il monitor).

Osservando 3 casi, dove la posizione del paziente e del per-sonale di sala operatoria sono diverse, si può dedurre che chi indosserà i Safeyes sarà sicuramente il chirurgo essen-do il membro più vicino al sito chirurgico. In alcuni casi potrà indossarli anche il suo assistente.Nei casi in cui i Safeyes vengano usati per il conteggio ini-ziale dei materiali e dello strumentario, essi potranno essere indossati anche dallo strumentista o ferrista.

CHIRURGOO IL SUO ASSISTENTE

STRUMENTISTAPER IL CONTEGGIO INIZIALE

Disposizioni in sala operatoria tratte dal documento “Interventi chirurgici”, Università degli Studi di Roma Tor Vergata.

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9.5.Comesi presentano

Render prospettico

Render vista superiore

Render con aste piegate

Render details

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10. Valutazione dei costi

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10.1. Costo prodotto

10.2.CostosoftwareSentisight

Sentisight 3.2 339 €

Quantità Prezzo

1‐9 45 €

10‐19 33 €

20‐49 29 €

50‐99 25 €

100‐199 23 €

Sentisight licenza di installazione (prezzo per ogni singolo computer)

10.3.Costieliminati

L'utilizzo dei Safeyes garantisce una adeguata protezione oculare e facilità il ritrovamento di materiali e strumenti all'interno del sito chirurgico abbattendo tempi e costi dell’intervento.Durante un normale intervento, qualora i conteggio dei materiali in uscita non torni, il chirurgo è tenuto a ricercare nel sito chirurgico ciò che manca. Questa ricerca avviene in circa 15 minuti.Nell’eventualità in cui il chirurgo non sia stato in grado di ritrovare lo strumento o materiale mancante, il personale di sala operatoria è tenuto a chiamare il radiologo.Il radiologo raggiunge la sala operatoria, sistema e protegge l'area e fa una radiografia al sito chirurgico per trovare ciò che ancora non è stato estratto.L'utilizzo dei Safeyes riduce i tempi in cui un intervento viene concluso ed elimina:1. I costi del personale di sala operatoria necessario per il prolungameto della durata dell'intervento;2. I costi del personale di radiologia;3. I costi della radiografia;4. I costi dell’anestesia prolungata.

Stampi frame/asta

Micro-telecamera

Micro-telecamera (100 pz)

Costo di vendita

Costo di produzione

40.000 €

29 €

20 €

44 €

24 €

Stampaggio a iniezioneframe / aste / lenti

2 €

1,5 €

Trattamenti alle lenti(anti appannamento, antigraffio,...)

0,5 €

Assemblaggio+ packaging

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Bibliografia

1. Renata Molho, Lozza. Una storia di occhiali. A history of Eyeglasses, Leonardo Arte, Elemond Editori Associati, Milano, 1998

2. Tomás Maldonado, Taking Eyeglasses Seriously, Design Issues, 2006 (© 2001 Massachusetts Institute of Technology)

3. Chris Lefteri, Making it: Manufacturing Techniques for Product Design, Laurence King Publishers, 2007

4. Alessandra Albarello, Occhiali e dintorni. Storie straordinarie di invenzioni rivoluzionarie, Editore Fabiano, 2011

5. Donald A. Norman, La caffettiera del masochista. Psicologia degli oggetti quotidiani, Giunti, Milano, 2009

6. Marco Cardillo e Marinella Ferrara, Materiali intelligenti, sensibili, interattivi. 02 materiali per il design, Lupetti, 2008

7. M. Ashbly e K. Johnson, Materiali e design. L’arte e la scienza della selezione dei materialiper il progetto, Casa Editrice Ambrosiana, 2005

8. Marie O’Mahony e Phil Patton, Safe: Design takes On Risk, The Museum of Modern Art, New York, 2005

9. Francesca Tosi, Ergonomia e Progetto, collana: PoliDesign, Franco Angeli, 2006

10. Henry Dreyfuss, a cura di Alvin R. Tilley, The measure of man and woman: Human factors in design, John Wiley & Sons Inc, Har/Cdr edizione, 2001

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Sitografia

1. Michela Sarnico, Dispositivi di protezione individuale degli occhi, Scuola di Specializzazione in Medicina del Lavoro dell’Università degli Studi di Brescia, 21 gennaio 2003, http://gimle.fsm.it/26/2/11.pdf

2. Felici Apicella, Errori in sala operatoria. La prevenzione degli errori in sala operatoria, 4 marzo 2010, http://www.slideshare.net/apicella/errori-in-sala- opera-toria

3. Giornale di Brescia, Chirurgia. Manuale contro gli errori in sala operatoria, 21 maggio 2011, http://www.giorna ledibrescia.it/pagine-settimanali/medicina-e-benessere/ chirurgia-manuale-contro-gli-errori-in-sala-operato ria-1.766946

4. B[log]3 ,10 errori dello Strumentista, 21 febbraio 2012, http://blogtre.wordpress.com/2012/02/21/sala-operato ria-10-errori-dello-strumentista/

5. Ministero della Salute, Raccomandazione per prevenire la ritenzione di garze, strumenti o altro materiale all’interno del sito chirurgico, http://www.salute.gov.it/ imgs/C_17_pubblicazioni_585_allegato.pdf

6. LaRedazione, Realtà aumentata: Microsoft pensa agli occhiali hi-tech,5 agosto 2013, http://www.dgmag. it/tecnologia/hi-tech/realta-aumentata-microsoft-pensa- agli-occhiali-hi-tech-il-multiplayer-su-xbox-66394

7. http://www.tldvision.com/technology.

8. http://www.neurotechnology.com/sentisight.

9. http://www.microsoft.com

10. http://www.bls.gov

Fonti non bibliografiche

Fonti orali

1. Museo dell’occhiale, pieghevole, 2007

2. Safety occhiali correttivi. Certificati secondo la normativa CE EN166, pieghevole, Univet

3. Medical be come to work, pieghevole, Univet

4. Protezione occhi. Planning your protection, catalogo, Univet; 2012

1. Incontro con Matteo Delai, Ingegnere responsabile dell’ufficio tecnico Univet s.r.l., e Marco Paletti Project Manager, 18 settembre 2013

2. Incontro con Bruno Breda chirurgo del Cro (Centro di riferimento oncologico), 14 novembre 2013

3. Incontro con Fabio Borsani Chief Designer Univet, 11 dicembre 2013

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Ringrazio i miei genitori, poiché con grande sostegno mi hanno permesso di raggiungere questo importante obiettivo, per avermi supportato con molta pazienza e per tutti i loro sacrifici.

Ringrazio i docenti del Corso di Laurea in Disegno Industriale dell’Università della Repubblica di San Marino per questi tre anni.

Ringrazio il team Univet per il supporto e per la disponibilità nel seguire questa tesi. Ringrazio il chirurgo Bruno Breda per i suoi consigli.

Ringrazio Bianca per tutti quei pomeriggi passati sulle nostre tesi.Ringrazio tutti i miei amici per il loro sostegno.

Ringrazio tutti i compagni di corso per questa esperienza inseme.

Grazie.

Ringraziamenti