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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ECONOMIA Corso di laurea in Economia e gestione delle imprese Sede di Cuneo RELAZIONE DI LAUREA Strumenti della Responsabilità Sociale d’Impresa: bilancio sociale e SA 8000 Il caso Tecnicart s.r.l. Relatore: Prof. Massimo Cane Candidata: Doriana Galaverna Numero matricola: 303759 ANNO ACCADEMICO 2008-2009

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO

FACOLTA’ DI ECONOMIA

Corso di laurea in Economia e gestione delle imprese

Sede di Cuneo

RELAZIONE DI LAUREA

Strumenti della Responsabilità Sociale d’Impresa:

bilancio sociale e SA 8000

Il caso Tecnicart s.r.l.

Relatore:

Prof. Massimo Cane

Candidata:

Doriana Galaverna

Numero matricola: 303759

ANNO ACCADEMICO 2008-2009

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Desidero ringraziare il mio relatore, Prof. Massimo Cane, per la grande

disponibilità che ha dimostrato nei miei confronti e per avermi seguito

passo dopo passo nella stesura della mia tesi, essendo sempre

disponibile per chiarimenti ed approfondimenti.

Un ringraziamento doveroso lo devo al Sig. Carlo Zampieri, titolare

dell’azienda Tecnicart s.r.l. di Arezzo, il quale, in questi mesi di

preparazione della tesi, è stato un paziente e prezioso collaboratore

fornendomi tempestivamente tutte le informazioni che mi servivano per

l’analisi del caso, nonostante le mie richieste fossero di intralcio al lavoro

da lui svolto quotidianamente.

Un enorme Grazie va alla mia famiglia: Papà, Mamma e Zaira. Grazie per

avermi permesso di affrontare questo cammino di studi, per avermi

appoggiata e sostenuta in qualsiasi momento positivo o di sconforto.

Ho cercato di dare il massimo e di non mollare mai, proprio come mi avete

insegnato voi. Spero di essere riuscita a soddisfare le aspettative che

avevate riposto in me.

Un ringraziamento particolare va a Fabrizio. Grazie perché in questi anni

sei stato molto paziente, rispettoso delle mie scelte e sempre pronto ad

incoraggiarmi di fronte a tutte le difficoltà, convinto che ce l’avrei fatta in

ogni occasione. Spero di non averti deluso mai. Grazie!

Un grazie di cuore ad Anna. Sei un punto di riferimento fondamentale per

me ed una grande amica. Sei una compagna di studi formidabile e ti devo

ringraziare per avermi sempre aiutata e sostenuta in qualsiasi momento

difficile. Sono convinta che avremo ancora tanti bei momenti da

trascorrere insieme, ma per adesso mi sento in dovere di dirti un enorme

Grazie!!

Un ulteriore ringraziamento, infine, a TUTTI i miei amici, parenti, alla mia

squadra e alle mie due mitiche nonne. Ho trascorso questi tre anni di studi

sapendo che tutti credevate in me. Grazie per i vostri pensieri positivi e

per avermi sempre sostenuta.

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Indice

pag.

Introduzione 1

Capitolo 1

La Responsabilità Sociale d’Impresa

1.1 Premesse 4

1.2 Documenti e testi ufficiali 6

1.3 Strumenti di gestione di Responsabilità Sociale 9

1.3.1 Il Codice Etico 10

1.3.2 Particolari standard di comportamento 12

1.3.3 Il bilancio sociale 14

Capitolo 2

Il bilancio sociale

2.1 Definizioni 16

2.2 Cenni storici 20

2.3 Principi di redazione del bilancio sociale 25

2.4 Finalità, obiettivi e limiti del bilancio sociale 30

2.5 Modelli di redazione del bilancio sociale 35

2.5.1 Modello GBS 37

2.5.2 Modello AA 1000 42

2.6 Macro fasi di realizzazione di un bilancio sociale 46

2.7 Rapporto tra il bilancio sociale e il bilancio d’esercizio 50

2.8 Conclusione 52

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Capitolo 3

Lo standard SA 8000

3.1 Contesto di riferimento 54

3.2 Storia dello standard 55

3.3 Applicazione 58

3.4 Definizioni 61

3.5 I requisiti della SA 8000 62

3.5.1 Lavoro infantile 63

3.5.2 Lavoro obbligato 64

3.5.3 Salute e sicurezza 64

3.5.4 Libertà di associazione e contrattazione collettiva 65

3.5.5 Discriminazione 66

3.5.6 Procedure disciplinari 67

3.5.7 Orario di lavoro 68

3.5.8 Retribuzione 69

3.5.9 Sistema di gestione 70

3.6 Rapporto tra SA 8000 e bilancio sociale 74

Capitolo 4

Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda

4.1 La storia 77

4.2 I prodotti 79

4.3 Il mercato di riferimento e i concorrenti 81

4.4 La politica aziendale 82

4.5 La struttura organizzativa 84

4.6 Gli stakeholders 88

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Capitolo 5

Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000

5.1 La SA 8000 in Tecnicart 91

5.2 I requisiti della norma SA 8000 in Tecnicart 92

5.2.1 Requisito 1: Lavoro infantile 93

5.2.2 Requisito 2: Lavoro obbligato 94

5.2.3 Requisito 3: Salute e sicurezza 95

5.2.4 Requisito 4: Libertà di associazione e

Diritto alla contrattazione collettiva 96

5.2.5 Requisito 5: Discriminazione 97

5.2.6 Requisito 6: Provvedimenti disciplinari 98

5.2.7 Requisito 7: Orario di lavoro 99

5.2.8 Requisito 8: Retribuzione 100

5.2.9 Requisito 9: Sistema di gestione 100

5.3 Conclusione 103

Conclusioni 105

Bibliografia 110

Sitografia 111

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Introduzione

Il bilancio sociale e tutti gli strumenti di rendicontazione (codici etici, norme

della famiglia delle ISO e la SA 8000) si inseriscono in un movimento

sociale che cerca di rimettere in discussione alcuni presupposti economici

e sociali che erano dati per acquisiti da molto tempo.

L’attenzione a mettere in campo comportamenti rispettosi di tutti coloro

che interagiscono con un’organizzazione e le pesanti conseguenze, anche

economiche, che possono verificarsi con azioni non attente al mondo che

sta attorno alla propria attività, hanno portato sul tavolo dei top-manager le

problematiche della responsabilità sociale.

Ci si è resi conto che nessuno può operare focalizzandosi solo ed

esclusivamente sul proprio business. Ogni organizzazione assume precise

responsabilità nei confronti di tutta le persone coinvolte, anche soltanto

indirettamente, dalla propria azione.

Chiedersi quale sia la ricaduta sociale di ogni attività economica significa

collocare la componente economica di ogni attività nel suo contesto

umano. Occorre prendere coscienza dei rischi e dei danni che il

dimenticare la responsabilità sociale può arrecare, anche all’azienda più

efficiente e redditizia.

Nel primo capitolo della tesi si fa riferimento ai caratteri generali della

Responsabilità Sociale d’Impresa che diventa, per le aziende, un obiettivo

da perseguire, al pari del profitto, per cercare di raggiungere il successo

nel lungo periodo con la creazione di valore economico, sociale e

competitivo. Vengono descritte le principali fonti, a livello internazionale ed

europeo, che dettano le linee guida a cui le imprese devono attenersi per

poter essere definite socialmente responsabili.

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Analizzati gli strumenti di gestione della responsabilità sociale, nel

secondo capitolo si entra nello specifico trattando tutti gli aspetti del

bilancio sociale quale documento che attesta, agli occhi di tutti gli

stakeholders, l’impegno dell’organizzazione a comportarsi in modo

responsabile. Si passano in rassegna i principi di redazione di un bilancio

sociale ed i principali modelli che le aziende possono adottare e scegliere

in base alla propria concezione di responsabilità sociale.

Analogamente al secondo, il terzo capitolo vuole entrare nel dettaglio di

uno degli strumenti a disposizione delle organizzazioni per comunicare

alla società di riferimento l’orientamento alla Responsabilità Sociale

d’Impresa (RSI). Tale strumento è lo standard SA 8000, il quale permette

alle imprese, che sono conformi a tutti i nove requisiti definiti nella norma,

di ottenere una certificazione. Certificare un’azienda con lo standard SA

8000 significa impegnarsi a garantire, all’interno dell’organizzazione e

lungo tutta la catena dei fornitori, eque condizioni di lavoro, tutela nei

confronti dei lavoratori e un approvvigionamento etico di risorse.

Si analizzano tutti i requisiti esposti nella norma SA 8000:2008 per avere

un’idea dei sistemi di gestione che le imprese, che decidono di certificarsi,

devono implementare al proprio interno con conseguenti sforzi economici

ed organizzativi.

Il quarto ed il quinto capitolo trattano l’analisi di un caso concreto di

un’azienda toscana, la Tecnicart s.r.l., che pur essendo una piccola

impresa di 15/16 dipendenti ha deciso di implementare la SA 8000,

convinta che la gestione socialmente responsabile possa rappresentare

un valore aggiunto, indipendentemente dalle dimensioni o dalle risorse

economiche che un’organizzazione possiede.

Quest’azienda rappresenta uno dei tanti esempi di aziende italiane

certificate SA 8000 che hanno deciso di operare con un orientamento alla

responsabilità sociale, consapevoli del fatto che le loro azioni comportano

delle conseguenze sull’ambiente e sulla comunità di riferimento.

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Capitolo 1

LA RESPONSABILITA’

SOCIALE D’IMPRESA

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La responsabilità sociale d’impresa

4

1.1 Premesse

La responsabilità sociale d’impresa, detta anche con il termine inglese

Corporate Social Responsibility (CSR), può essere vista come una

risposta al fenomeno sempre più attuale della globalizzazione e della

competitività dei mercati internazionali. Negli ultimi anni in Italia, e ancora

di più a livello comunitario, si è assistito ad uno sviluppo intenso di

tematiche riguardanti la sostenibilità, in un’ottica di miglioramento continuo

delle singole imprese. Nella definizione dell’Unione Europea, la CSR è

“l’integrazione su base volontaria dei problemi sociali ed ambientali delle

imprese nelle loro attività e nelle loro relazioni con tutte le parti interessate

(stakeholders)”.1

E’ noto come le performance delle imprese dipendano non solo da

elementi concreti ma anche dai cosiddetti intagibles, quali la fiducia degli

stakeholders, la reputazione e l’attenzione al benessere dell’ambiente e

della comunità in cui l’impresa opera o con cui entra in contatto. Tutti

questi elementi non devono essere considerati solamente come costi, ma

anche e soprattutto come opportunità che permettono all’impresa di

aumentare la propria competitività e i propri risultati, incrementando il suo

sviluppo.

Il profitto non può e non deve essere percepito come unico indicatore dello

stato di salute dell’impresa; esso indica la capacità dell’impresa di stare

sul mercato, ma non deve essere l’unico scopo. L’impresa si deve fare

carico di altri tipi di responsabilità che vanno oltre i risultati puramente

economici; deve cercare di garantire ottimi prodotti, ottimi servizi,

soddisfare i consumatori, attirare nuovi clienti e contribuire allo sviluppo

della comunità in cui l’impresa si trova ad essere integrata.

Comportamenti simili permettono alle imprese di accrescere il loro valore

come “istituzioni sociali”, rafforzando la loro identità e migliorando la

qualità totale, perché le imprese non possono limitarsi alla produzione di

beni economici, ma anche di capitale sociale.

1 Commissione Europea, Libro Verde, Bruxelles, 2001

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La responsabilità sociale d’impresa

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Quindi, le imprese, per essere socialmente responsabili, devono cercare

di attuare, contemporaneamente, tre linee di azione che consistono nel2:

- promuovere le relazioni con gli stakeholders;

- interiorizzare l’etica negli affari;

- superare il profitto come scopo primario della gestione d’impresa.

Per quanto riguarda il primo punto, è necessaria l’instaurazione di un tipo

di relazione che va oltre a quella tradizionale tra management e azionisti.

Il management deve essere l’agente che cura gli interessi degli

stakeholders affinché collaborino al raggiungimento della mission e degli

obiettivi di lungo periodo dell’impresa. Questo nuovo tipo di relazione è la

conseguenza, in parte, della presa di coscienza della responsabilità

sociale che va ben oltre il solo rapporto contrattuale con gli azionisti e, in

parte, dell’introduzione della Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI) nelle

politiche aziendali. Infatti, il coinvolgimento e l’attenzione agli stakeholders

nelle decisioni dell’impresa viene ricambiata con la fiducia e il consenso

che sono necessari per migliorare le performance nel lungo periodo.

Del secondo punto si può sottolineare l’importanza dell’introduzione di una

governance composta da regole, fini economici ma anche dall’etica.

Occorre ricordare che l’impresa è composta da persone e vive grazie alle

relazioni che si instaurano tra le persone. L’etica diventa uno strumento

importante che permette di collegare le necessità dell’impresa con i

bisogni degli stakeholders.

Infine, la creazione del valore puramente economico (il profitto) non deve

più essere considerato lo scopo principale del successo di un’impresa, in

quanto il solo profitto non garantisce più la sopravvivenza nel lungo

periodo. Il successo di lungo periodo può essere raggiunto con la

contemporanea creazione di valore economico, sociale e competitivo. La

formula che permette all’impresa di creare valore comprende il profitto, il

vantaggio competitivo e il benessere sociale.

2 M.E. Di Giandomenico, Il bilancio sociale e il modulo aziendale etico, Giuffrè Editore, 2008, pag. 73

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La responsabilità sociale d’impresa

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Ragionando in questo senso, si può parlare di “cambiamento della

geometria del valore”. Questo cambiamento prevede il coinvolgimento

della società che diventa destinataria della ricchezza e referente della

rendicontazione sociale e si affianca alle relazioni tradizionali esistenti tra

impresa, dipendenti e azionisti che definiscono, invece, il valore

economico.

Passaggio da modello di solo mercato a modello della RSI 3

azionist i azionist i società

dipendenti impresa dipendenti impresa

1.2 Documenti e testi ufficiali 4

Negli ultimi anni si sono registrati degli interventi da parte di organismi a

livello comunitario e a livello di governi nazionali allo scopo di definire delle

linee guida per l’applicazione della RSI.

Si possono ricordare:

- il Summit Globale di Rio de Janeiro nel 1992 per la promozione dello

sviluppo sostenibile e di condizioni economiche e sociali più eque;

- la convenzione dell’ILO (International Labour Organization)

“Dichiarazione tripartitica per le imprese multinazionali e la politica

3 M.E. Di Giandomenico, Il bilancio sociale e il modulo aziendale etico, Giuffrè Editore, 2008, pag. 74 4 http://www.gestiresostenibile.it

M.E. Di Giandomenico, Il bilancio sociale e il modulo aziendale etico, Giuffrè Editore, 2008, pag. 77

Valore economico

Valore economico

Valore sociale

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La responsabilità sociale d’impresa

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sociale”, approvata nel 1999, la quale si basa su alcuni temi fondamentali

legati al lavoro quali la formazione, le condizioni di lavoro, l’occupazione e

le relazioni industriali;

- il Consiglio Europeo di Lisbona del 2000 che definisce obiettivi strategici

della coesione sociale e della crescita economica sostenibile da realizzare

entro il 2010, individuati dall’iniziativa promossa dalle Nazioni Unite,

denominata Global Compact;

- la pubblicazione del Libro Verde “Promuovere un quadro europeo per la

responsabilità sociale delle imprese” nel 2001 e delle Comunicazioni del

2003 e del 2006, che hanno riconosciuto una definizione condivisa di

CSR, promosso azioni di collaborazione tra i Paesi membri, stimolato

campagne di sensibilizzazione alla RSI nei vari Stati europei e la

diffusione della consapevolezza dei vantaggi derivanti da una gestione

socialmente responsabile;

- la dichiarazione dell’ONU “Le norme delle Nazioni Unite per le imprese:

verso una responsabilità legale” presentata nel 2004. Essa richiama gli

Stati membri e le imprese alla responsabilità in relazione a 9 principi:

� non discriminazione

� protezione dei civili

� uso delle forze di sicurezza

� diritti dei lavoratori

� corruzione e protezione dei consumatori

� diritti economici, sociali e culturali

� diritti umani e ambiente

� diritti delle popolazioni indigene

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- la Risoluzione del Parlamento Europeo “La Responsabilità sociale delle

imprese: un nuovo partenariato” presentata nel 2007, che si è focalizzata

su 5 punti importanti:

� confermare la volontarietà della RSI

� maggior coinvolgimento delle PMI

� prevedere procedure più stringenti a protezione dei consumatori

� stabilire procedure per punire dirigenti che pratichino azioni scorrette

e illegali

� approfondire la dimensione transnazionale della Responsabilità

Sociale.

A livello nazionale, il Governo italiano si è reso promotore, insieme al

Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di un progetto chiamato

CSR-SC che venne presentato in occasione della Conferenza

intergovernativa del 14 novembre 2003 a Venezia. Questo progetto ha

previsto l’introduzione di un forum multistakeholder sulla CSR con la

partecipazione di soggetti pubblici e privati, l’elaborazione di uno

strumento volontario di autovalutazione nelle performance sociali e

ambientali (il Social Statement), nonché l’istituzione di incontri e di eventi

per la promozione del progetto, in collaborazione con il sistema delle

Camere di Commercio. L’idea era quella di proporre uno standard di

bilancio sociale per tutte le imprese in modo da uniformare le procedure di

rilevazione, di misurazione e di presentazione delle performance

raggiunte. Quest’iniziativa non ebbe successo come la proposta di legge

del marzo 2004. Quest’ultima fu un tentativo di disciplinare la RSI nel

sistema italiano, che prevedeva l’istituzione di alcuni organismi e la

previsione di incentivi economici. In particolare, era prevista l’istituzione di

un’Autorità per la Responsabilità d’Impresa che avrebbe dovuto svolgere

funzioni regolative, quali l’individuazione di indicatori per la definizione di

comportamenti socialmente responsabili, la verifica di questi indicatori e la

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La responsabilità sociale d’impresa

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selezione, sulla base delle indicazioni di un Forum, dei progetti da

ammettere ai benefici economici e fiscali. Tale Forum avrebbe dovuto

svolgere una funzione consultiva alle attività dell’Autorità e sarebbe stato

formato da 25 esperti rappresentanti di diverse categorie: produttori

artigiani, commercianti, sindacati, autonomie locali, servizi pubblici e

comunità scientifica. Infine, era previsto un Osservatorio Nazionale sul

Dumping5 Sociale per verificare il rispetto delle norme anti-dumping in

Italia e all’estero.

Prima di queste due iniziative, nel 1981, era già stato presentato in

Parlamento un progetto di legge che avrebbe voluto introdurre l’obbligo

per alcune imprese pubbliche e private di allegare al bilancio d’esercizio

annuale un bilancio sociale, il cui contenuto sarebbe stato predeterminato

e avrebbe dovuto riguardare solo il gruppo di stakeholder dei lavoratori

(salute e sicurezza, salario, orari di lavoro, formazione e relazioni

industriali). Nonostante questa fosse un’iniziativa molto innovativa, né i

sindacati, né il mondo politico le diedero troppo peso e questo disegno di

legge non fu mai approvato.

In conclusione, le imprese italiane, i sindacati, le associazioni di categoria,

i soggetti pubblici e privati hanno intrapreso il cammino verso la RSI a

testimonianza del fatto che si ripone sempre più attenzione a questo tema.

Ciò avviene perché si può e si deve cercare un nuovo modo di ‘fare

impresa’.

1.3 Strumenti di gestione di Responsabilità Sociale

Alla luce di quanto detto finora, si potrebbe affermare che per un’impresa

che voglia ottenere il consenso dai suoi stakeholders sono indispensabili

degli strumenti per gestire la responsabilità sociale. Quest’ultima insieme

5 “Dumping = procedura di vendita di un bene o di un servizio su di un mercato estero (mercato di importazione) ad un prezzo inferiore a quello di vendita (o, addirittura, a quello di produzione) del medesimo prodotto sul mercato di origine (mercato di esportazione).” (http://www.wikipedia.it)

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La responsabilità sociale d’impresa

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all’etica e ai controlli interni ed esterni sono necessari ma non sufficienti a

responsabilizzare totalmente un management.

Gli strumenti di gestione della Responsabilità Sociale sono:

1) i codici etici;

2) particolari standard di comportamento;

3) il bilancio sociale.

1.3.1 Il Codice Etico

Il Codice Etico può definirsi come la “Carta costituzionale dell’impresa”,

una carta dei diritti e dei doveri morali che determina le responsabilità

etico-morali da rispettare, in modo da evitare comportamenti irresponsabili

o illeciti da parte di chi opera all’interno o con l’impresa, che potrebbero

ledere l’immagine e il corretto funzionamento dell’impresa stessa.

I motivi che possono portare all’introduzione di un Codice Etico all’interno

della gestione d’impresa possono essere molteplici:

- definire delle linee guida per la convivenza tra i dipendenti;

- presentare gli standard di condotta e le politiche aziendali;

- migliorare l’immagine, la reputazione aziendale e il giudizio del pubblico

dell’azienda;

- contrastare politiche di corruzione e conflitti d’interesse;

- definire uno standard professionale all’interno dell’impresa.

Il movimento dei codici etici si è affermato negli Stati Uniti a partire dagli

anni Cinquanta; i primi modelli si limitavano alla definizione della filosofia

aziendale e poche altre regole: furono introdotti spontaneamente dai

vertici aziendali al fine di prevenire leggi che avrebbero potuto essere

introdotte dall’esterno.

Un’ulteriore spinta si è avuta negli anni Ottanta, quando la redazione di un

codice etico permetteva di evitare dure sanzioni previste dalle leggi a

tutela della moralità nel mondo economico.

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La responsabilità sociale d’impresa

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In questo periodo, quasi la totalità delle aziende statunitensi possedeva un

codice etico e negli anni successivi, anche a livello europeo, si diffuse

questa tendenza.

I codici etici rappresentano un modello di autoregolamentazione e sono

formati da principi riguardanti la morale, i doveri e le procedure, che si

concretizzano in regole di condotta dei membri e in responsabilità dei

soggetti terzi.

Ogni impresa può adottare la struttura del codice etico che più si adatta

alla propria politica aziendale, ma in generale si sviluppa su cinque livelli6:

1) principi etici che sostengono la mission aziendale;

2) norme per le relazioni tra impresa e stakeholders;

3) standard etici di comportamento quali la sicurezza, la salute, la tutela

dell’ambiente, la riservatezza, l’uguaglianza, la trasparenza, ecc...;

4) sanzioni interne per la violazione di norme contenute nel codice;

5) strumenti di attuazione delle sanzioni.

Il codice etico è sicuramente uno strumento adatto alla diffusione del

concetto di responsabilità sociale d’impresa, in quanto detta contenuti e

confini indispensabili affinché un’impresa possa essere considerata

socialmente responsabile, includendo anche i doveri che l’azienda ha nei

confronti di azionisti, dipendenti, fornitori, clienti, comunità e tutti gli altri

stakeholders.

Nonostante tutto, ci sono dei punti di debolezza per questo documento,

perché spesso i principi sono stabiliti in modo generale e, adattandoli alle

singole situazioni, potrebbero verificarsi casi di interpretazioni di “comodo”;

nella redazione del documento, spesso, c’è un approccio codificatorio più

che morale; potrebbe risultare un mezzo per nascondere la ricerca di

vantaggi competitivi non così leciti; dovrebbe essere sottoposto ad un

processo di revisione e aggiornamento periodico; e, soprattutto, è spesso

caratterizzato da una carente comunicazione interna ed esterna

all’azienda.

6 L. Andriola, C. Serafini, Il bilancio sociale: obiettivi, principi e principali esperienze in atto, ENEA, 2002, pagg. 12-17

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1.3.2 Particolari standard di comportamento

I principali standard di comportamento di tipo ambientale ed etico sono:

- ISO 14000;

- ISO 9000;

- SA 8000.

Le ISO 14000 sono una serie di norme dettate da un’organizzazione

privata, la International Standards Organisation, per la gestione

ambientale delle imprese.

Se l’azienda è conforme a queste regole ottiene la certificazione ISO

14000.

Gli obiettivi che si ottengono dall’applicazione di queste norme sono

numerosi e riguardano la riduzione dei rischi ambientali, la riduzione di

costi di produzione anche legati all’ambiente, il miglioramento della

competitività e la gestione degli aspetti normativi ambientali obbligatori.

Nel novembre del 1996 è stata presentata una nuova versione della ISO

14000, la ISO 14001; essa si focalizza sul miglioramento continuo della

politica aziendale nei confronti dell’ambiente introducendo una serie di

vantaggi, quali il miglioramento dell’immagine dell’impresa e i rapporti con

la società, i minori costi per lo smaltimento di rifiuti, materie prime ed

energia, i minori costi assicurativi e l’agevolazione per l’ottenimento di

finanziamenti pubblici. Se l’impresa ottiene la certificazione ISO 14001

significa che il sistema di gestione ambientale dell’azienda è conforme con

la norma ed è stato applicato in modo adeguato.

Le ISO 9000 sono una serie di norme che costituiscono uno standard di

riferimento per il raggiungimento della qualità, definiscono un insieme di

regole per il controllo delle fasi del processo produttivo dalle quali dipende

il livello di qualità del prodotto.

La certificazione ISO 9000 ha lo scopo di regolare i rapporti tra fornitore e

impresa per quanto riguarda l’assicurazione della qualità e fa riferimento al

sistema in generale, non ai prodotti o ai servizi in particolare.

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La responsabilità sociale d’impresa

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Certificare la propria azienda con le ISO 9000 permette di distinguersi in

un mercato sempre più globalizzato, competitivo e orientato alla qualità.

Le ISO 9000 vengono attualmente applicate in più di 80 Paesi e sempre di

più le imprese cercano di implementarle nella propria gestione, perché

permettono loro di avere una qualifica in occasione di gare o appalti;

permettono di far conoscere ai terzi il proprio sistema di gestione

all’avanguardia e di far sapere all’esterno la politica di miglioramento

continuo che l’impresa ha intrapreso.

Le norme ISO 9000, dal 2000 in avanti, sono suddivise in:

- ISO 9000 che descrive le terminologie e i principi essenziali dei sistemi di

gestione della qualità e della loro organizzazione (viene anche chiamata

“norma vocabolario”);

- ISO 9001 per la definizione dei requisiti della qualità;

- ISO 9004 per il miglioramento delle prestazioni delle organizzazioni.

Le ISO 9000 sono universali, possono essere applicate in qualsiasi settore

a prescindere dalle dimensioni delle organizzazioni.

Il nome completo della norma recepita in Italia è UNI EN ISO 9001:2000 in

quanto la norma ISO è pubblicata dall’Ente Nazionale Italiano di

Unificazione e dal Comitato Europeo di Normazione in Europa.

Nel 2008 è stata introdotta una nuova versione di ISO 9001 che è

diventata ISO 9001:2008 e la precedente (ISO 9001:2000) è stata ritirata.

Questa nuova norma non ha aggiunto o tolto requisiti, ma ha solo

specificato e ampliato quelli esistenti.

La Social Accountability 8000 (SA 8000), invece, è uno standard di

comportamento etico introdotto da CEEPA (Council on Economics

Priorities Accreditatioin Agency) nell’ottobre 1997 7.

Di questo argomento verrà data una spiegazione più approfondita nel

capitolo 3.

7 Il Council on Economics Priorities Accreditation Agency (CEEPA) è stato costituito nel 1997 dal Council on Economics Priorities (CEP), istituto americano fondato nel 1969, la cui missione consiste nel fornire ai consumatori e agli investitori strumenti informativi per valutare la performance sociale delle maggiori imprese.” (L. Hinna, Il bilancio sociale, Il Sole 24 Ore, 2005, pag. 286).

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La responsabilità sociale d’impresa

14

1.3.3 Il bilancio sociale

Il bilancio sociale è un documento volontario che attesta l’attività svolta da

un’impresa socialmente responsabile al fine di avere una comunicazione

trasparente nei confronti di tutti gli stakeholders.

Anche questo argomento verrà trattato in modo più specifico nel capitolo

successivo.

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Capitolo 2

IL BILANCIO SOCIALE

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Il bilancio sociale

16

2.1 Definizioni

L’espressione “bilancio sociale” è stata introdotta convenzionalmente dagli

studiosi, ma a livello internazionale e nazionale può essere chiamato in

vari modi: Social Audit, Social Accounting, Social Balance, Intellectual

Capital.

Tale espressione non è la più ideale per esprimere il concetto che con il

termine si vuole intendere. Il sostantivo “bilancio” richiama il bilancio

tradizionale che non ha nulla a che vedere con quello sociale. Il bilancio

tradizionale è obbligatorio, ha struttura, metodologie e finalità

completamente diverse dal bilancio sociale. Quando si fa riferimento al

bilancio tradizionale si pensa a delle voci contrapposte: costi e ricavi,

attività e passività, ma tutto ciò non compare nello strumento di

comunicazione della responsabilità sociale.

Nel bilancio sociale compaiono grandezze non sempre quantitative e

monetarie e la sua struttura non è dettata da norme, come ,invece, accade

quando si fa riferimento al bilancio tradizionale.

In poche parole, si può dire che il bilancio sociale è “un rendiconto dei

comportamenti attenti agli aspetti sociali ed etici dell’attività esaminata e

una presentazione documentata dei risultati conseguiti” 1. Quindi in questo

ambito il termine “bilancio” è utilizzato soltanto nel senso di rendiconto, di

dichiarazione dei risultati conseguiti accompagnati da testimonianze che li

avvalorano. Il concetto principale, per chi decide di redigere un bilancio

sociale, è di rendere conto di quanto si fa di socialmente apprezzabile.

Tale strumento è il più indicato per dare visibilità e trasparenza al proprio

pubblico di riferimento.

L’altro termine utilizzato nell’espressione di bilancio sociale è l’aggettivo

“sociale”. Ciò significa che questo tipo di strumento non limita la propria

attenzione al proprio business, ma si estende a tutti gli stakeholder, cioè a

tutti coloro che gravitano intorno all’attività dell’impresa stessa.

1 A. Corrocher, Il bilancio sociale – Come realizzarlo nelle aziende profit, nelle organizzazioni non profit e negli enti pubblici, FRANCOANGELI, 2005, pag. 17

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Il bilancio sociale

17

In estrema sintesi il bilancio sociale è un documento potenzialmente

straordinario con il quale un’organizzazione presenta se stessa alla

comunità di riferimento, rendendo pubblici i suoi comportamenti

socialmente responsabili portando, a conferma, la testimonianza di

persone direttamente coinvolte e interessate. Può essere inteso come un

momento per enfatizzare il proprio legame con il territorio , un’occasione

per affermare il concetto di impresa come “buon cittadino”, cioè un

soggetto che opera su un territorio perseguendo i propri interessi e

contribuendo a migliorare la qualità della vita dei membri della società in

cui è inserito.

Quando si parla di bilancio sociale, occorre sottolineare tre componenti

indispensabili. Il primo aspetto riguarda la descrizione dell’organizzazione

che decide di redigere il bilancio sociale. L’azienda deve “raccontarsi”

indicando tutto ciò che può essere fondamentale al lettore per capire

quale tipo di impresa ha davanti. Affinché tutti possano comprendere, il

bilancio sociale deve essere redatto con un linguaggio trasparente e

semplice, perché deve poter essere letto da chiunque, non solo da tecnici

o esperti in materia, altrimenti perderebbe uno dei suoi obiettivi principali.

Il secondo aspetto da considerare, dopo aver presentato la realtà

dell’azienda, è la manifestazione dei comportamenti socialmente

apprezzabili. Il documento deve indicare che cosa fa l’azienda, in che

modo e perché si ritiene che ciò che si fa sia socialmente utile. Solo se

l’azienda manifesta la propria vision, le proprie strategie e i propri obiettivi,

potrà vantare risultati socialmente significativi. La dichiarazione dei risultati

non può essere una manifestazione ipotetica, devono poter essere

effettuate delle verifiche concrete e, possibilmente, oggettive.

Il terzo ed ultimo aspetto, da tenere presente in tema di bilancio sociale,

riguarda le testimonianze. Se si redige un bilancio sociale senza il

supporto di testimonianze, non sarebbe più un bilancio sociale, cioè un

rendiconto che documenta effettivamente la responsabilità sociale e i

comportamenti etici, ma un’operazione di marketing o un tentativo per

influenzare il lettore.

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Il bilancio sociale

18

Questo documento può essere utilizzato da aziende profit, organizzazioni

non profit o enti pubblici che percepiscono chiaramente la valenza etica

del proprio progetto-prodotto come elemento di valore aggiunto che

garantisce competitività.

Finora il bilancio sociale è stato descritto come un documento consuntivo

che racchiude risultati, obiettivi e testimonianze per sottolineare

comportamenti socialmente responsabili, ma può essere inteso come il

processo di elaborazione attraverso il quale si arriva al bilancio sociale.

Di solito si pensa che il bilancio sociale sia solo una semplice

manipolazione di informazioni già disponibili e un esercizio di buona

scrittura per presentarle nel migliore dei modi, ma in realtà fare il bilancio

sociale significa obbligare tutta la struttura e l’organizzazione a guardare

l’attività con occhi diversi. Non basta rispettare regole e procedure, se si

vuole manifestare la responsabilità sociale si devono sempre avere

presenti gli effetti che il lavoro svolto produce sulla gente. Per

documentare ed esplicitare tutti i comportamenti bisogna essere attrezzati,

in modo da misurare i fenomeni ed i fatti che testimoniano la

responsabilità sociale. Si capisce subito che elaborare un bilancio sociale

significa, prima, avere ben presenti gli obiettivi ed esplicitare le strategie,

poi, organizzare la struttura ed infine misurare i risultati che si sono

raggiunti.

Guardando il bilancio sociale sotto questo punto di vista si può capire che

le organizzazioni devono essere strutturate in modo diverso: non possono

più avere come unici obiettivi i concetti di efficienza, il rispetto delle regole

e le procedure da seguire, ma dovranno essere attente alle esigenze e

alle valutazioni delle persone esterne, che in qualche modo vengono

interessate dall’attività svolta dall’organizzazione stessa.

Per un’azienda socialmente responsabile è molto importante porre

l’attenzione su come viene percepita l’attività dalle persone esterne e

come sono valutate le affermazioni sui risultati raggiunti.

A questo proposito si può enunciare il pensiero di Viviani che definisce il

documento come una nuova “struttura culturale”, dove è possibile leggere

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Il bilancio sociale

19

la realtà imprenditoriale come misuratore di reputazione per l’impresa; il

rendiconto dovrebbe sottolineare tutto ciò che gli interlocutori credono

dell’impresa e definire la coerenza tra ciò che è dichiarato e ciò che

effettivamente è perseguito.

Le organizzazioni che affrontano il tema della rendicontazione sociale

devono avere un atteggiamento molto diverso di fronte al loro lavoro: non

si lavora solo per il compenso, per la promozione, per un obbligo

contrattuale, per il rispetto delle norme, ma si lavora per dare ai vari

stakeholder il migliore beneficio o il minore disturbo, controllando che

quest’attenzione sia percepita e apprezzata.

La decisione di redigere un bilancio sociale ha un valore strategico e un

impatto organizzativo notevole sulla struttura che dovrà realizzarlo,

pertanto questa decisione spetterà al livello più alto dell’organizzazione.

Il bilancio sociale diventa una documentazione che dovrà essere ripetuta

periodicamente, altrimenti perderebbe gran parte della sua efficacia di

comunicazione sociale e potrebbe diventare anche controproducente.

In conclusione, oltre alla definizione di bilancio sociale riportata in

precedenza e ampiamente commentata, si possono citare altre definizioni

che nel tempo sono state elaborate da diversi studiosi, in quanto, ancora

oggi, non si è riusciti a formulare una definizione univoca e rigorosa.

Negli anni Settanta, in Italia, sono state prodotte numerose definizioni e di

particolare importanza è quella di Matacena: “il bilancio sociale è il

complesso dei documenti contabili e non che, insieme ai bilanci

tradizionali, ha lo scopo di offrire informazioni quali-quantitative sulle

operazioni svolte dall’impresa per effetto delle finalità sociali assunte”2.

Altre argomentazioni più recenti, e forse più accettate dagli studiosi, sono

quelle che ritengono il bilancio sociale come “l’utilizzo di un modello di

rendicontazione sulle quantità e sulle qualità di relazione tra l’impresa e i

suoi stakeholder, mirante a delineare un quadro omogeneo, puntuale,

completo e trasparente della complessa interdipendenza tra fattori

2 L. Andriola, C. Serafini, Il bilancio sociale: obiettivi, principi e principali esperienze in atto, ENEA, 2002, pag. 19

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Il bilancio sociale

20

economici e quelli socio-politici connaturati e conseguenti alle scelte

fatte”3.

Per concludere, si può affermare che il bilancio sociale rappresenta un

rendiconto redatto in modo volontario, che cerca di misurare quelle che

sono le performance dell’impresa da un punto di vista non solo

prettamente economico, ma soprattutto sociale, facendo particolare

riferimento agli effetti che le scelte dell’azienda provocano su tutte le

categorie di soggetti con le quali si relaziona e sull’ambiente in generale.

2.2 Cenni storici

I primi bilanci sociali apparvero tra la fine degli anni Sessanta e la metà

degli anni Settanta in un contesto sociale caratterizzato da contestazioni,

disordini e accuse sull’operato delle imprese. Ad esempio, in America,

durante lo scandalo del Watergate4, alcune imprese petrolifere e chimiche

statunitensi furono attaccate dall’opinione pubblica con l’accusa di

esercitare il lavoro in condizioni pessime e produrre forte inquinamento.

Per questo motivo molte imprese capirono che per riallacciare i rapporti

con il pubblico occorreva ricorrere ad una comunicazione trasparente e

corretta, in modo da recuperare la reputazione che si era affievolita con il

tempo.

Questa prima fase del cammino di evoluzione del bilancio sociale può

essere chiamata fase pionieristica e si sviluppò negli anni Settanta.

Durante questo periodo, le imprese iniziarono ad includere tra le

informazioni economiche e finanziarie una descrizione ampia delle

iniziative in campo sociale e si arrivò alla diffusione massiccia del

fenomeno del reporting sociale a metà degli anni Settanta.

3 L. Andriola, C. Serafini, Il bilancio sociale: obiettivi, principi e principali esperienze in atto, ENEA, 2002, pag. 19 4 “Lo scandalo Watergate fu uno scandalo politico scoppiato negli Stati Uniti nel 1972, durato due anni, che portò alla richiesta di rinvio a giudizio e alle dimissioni dell’allora presidente degli Usa Richard Nixon.” (http://www.wikipedia.it)

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Il bilancio sociale

21

I primi bilanci sociali (il primo in assoluto nacque in Germania nel 1938 ad

opera della AEG) si presentavano come allegati del bilancio tradizionale,

in cui si riportavano informazioni quantitative che sintetizzavano le

prestazioni a favore del personale e le spese riguardanti la collettività, per

diventare in seguito una sezione distaccata, ma sempre collegata al

bilancio tradizionale, e dotata di maggiore autonomia nella trattazione di

temi riguardanti la qualità del prodotto, la sicurezza, la tutela

dell’ambiente, la protezione dei lavoratori e la comunità in generale.

Un’iniziativa importante che riguarda la fase del pionierismo, dopo le

iniziative americane significative per lo sviluppo di un modello di bilancio

sociale, è la normazione della pratica di redazione del bilancio sociale in

Francia. Qui, il bilancio sociale è stato reso obbligatorio con la legislazione

sul Bilan Social contenuta nella Legge 77-769 del 12 luglio 1977. Questa

legge prevedeva obblighi di rendicontazione su 134 indicatori e temi

relativi a: occupazione, salute e sicurezza, salari, formazione, condizioni di

lavoro e relazioni industriali.

Si legge nella norma: “Le bilan social récapitule en un document unique

les principales données chiffrées permettant d’apprécier la situation de

l’entreprise dans le domaine social, d’enregistrer les réalisations

effectuées et de mesurer les changements intervenus au cours de l’année

écoulée et des deux année précédentes. En conséquence, le bilan social

comporte des information sur l’emploi, les rémunérations et charges

accessoires, les conditions d’hygiène et de sécurité, les autres conditions

de travail, la formation, les relations professionnelles ainsi où ces

conditions dépendent de l’entreprise”5.

Oggi la normativa francese fissa dei punti sui quali ci si basa per la

redazione del bilancio sociale: contenuto (suddiviso in sette capitoli

riguardanti le condizioni di lavoro); specifici indicatori relativi a singoli

settori produttivi; soggetti obbligati alla sua redazione (imprese con più di

750 dipendenti e dal 1982 anche le imprese con più di 300 dipendenti);

destinatari del documento. Il bilancio francese rappresenta uno strumento 5 L. Condosta, Il bilancio sociale d’azienda - Teorie e tecniche di redazione, IPSOA, 2008, pagg. 65-66

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Il bilancio sociale

22

per la verifica delle condizioni di lavoro dei soggetti impiegati nell’impresa,

ma è meno utilizzato come strumento manageriale.

Diversa fu l’esperienza della Gran Bretagna dove il mondo imprenditoriale

si dimostrò sensibile al fenomeno della rendicontazione sociale negli anni

Settanta. Il bilancio sociale era finalizzato a dichiarare i risultati raggiunti

ed era orientato soprattutto agli stakeholders esterni (erano quindi esclusi i

dipendenti).

Anche gli Stati Uniti e la Germania furono protagonisti nella fissazione di

linee guida per la redazione del bilancio sociale. Nel 1976 venne

presentato un primo modello negli Usa: l’American Accounting

Association, che elencava una serie di punti per definire il concetto di

valutazione sociale e nel 1978 un gruppo di studio tedesco elaborò alcuni

principi basilari per la redazione del bilancio sociale.

Gli anni Settanta segnarono l’inizio di un lungo cammino di studio ed

elaborazione di principi e linee guida orientate alla comunicazione della

responsabilità sociale attraverso quello strumento, ancora oggi poco

conosciuto, che è il bilancio sociale.

Le fasi successive, che succedettero alla fase pionieristica, sono tre6:

1) anni Ottanta: fase di stallo

2) anni Novanta: anni di grande diffusione

3) dal 2000 ad oggi: fase di intervento istituzionale

Per quanto riguarda gli anni Ottanta vi fu un periodo di stallo, ribattezzato

dagli studiosi come quello del “calo di tensione”, in cui i principi definiti

nella fase precedente non trovarono applicazioni pratiche. Le cause che

portarono a questa distrazione dalle questioni sociali sono molteplici:

- le crisi petrolifere del 1973 e del 1979 che causarono un cambiamento di

obiettivi delle politiche economiche;

- la paura di dover comunicare, attraverso il bilancio sociale, risultati

negativi che, in un contesto di concorrenza spietata, avrebbero

danneggiato le imprese stesse;

6 M.E. Di Giandomenico, Il bilancio sociale e il modulo aziendale etico, Giuffrè Editore, 2008, pag. 281

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Il bilancio sociale

23

- una resistenza da parte degli esperti contabili nel considerare il bilancio

sociale come materia specifica e, pertanto, non fondamentale.

Gli anni Novanta, invece, furono gli anni della grande diffusione degli

strumenti della RSI in tutti i Paesi industrializzati. La Gran Bretagna fu un

esempio per illustrare la crescita delle pratiche in questo periodo. Al

contrario della Francia, il contesto anglosassone prevedeva la diffusione di

un sistema di welfare liberale che favoriva lo sviluppo volontario, senza

regolamentazioni di alcun genere, delle prassi socialmente responsabili.

In questo periodo si svilupparono alcuni modelli importanti come la

AA1000 e la SA8000.

Durante gli anni Duemila, come già accennato nel primo capitolo, vi furono

una serie di interventi della comunità politica internazionale per la

normazione di tematiche riguardanti la responsabilità sociale: l’adozione

del Libro Verde nel 2001, le pubblicazioni conseguenti nel 2002 e nel

2006, il Consiglio Europeo di Lisbona, ecc...

Dopo una panoramica temporale circa l’attenzione dedicata alla

responsabilità sociale e al bilancio sociale nello specifico all’interno dei

principali Paesi, resta da analizzare la situazione italiana.

Il primo caso di realizzazione di un bilancio sociale in Italia risale al 1974,

quando la Merloni7 presentava un rendiconto molto simile al modello

francese, rispondendo ad un’iniziativa lanciata dall’Istituto Battelle di

Ginevra al fine di analizzare le condizioni di sviluppo e di applicazione di

un bilancio sociale. Solo vent’anni più tardi, nel 1994, si avrà la redazione

del secondo bilancio sociale in Italia, quello delle Ferrovie dello Stato.

Mentre in Paesi come la Gran Bretagna e la Francia il bilancio sociale è

stato introdotto con un processo lineare, in Italia il percorso è stato meno

naturale. Le iniziative autonome da parte delle aziende sono state di

7 “Merloni Elettrodomestici Spa è un’azienda nata nel 1930 a Fabriano (AN) ad opera della famiglia Merloni. Nel 2005 diventa Indesit Company. E’ il secondo produttore europeo di elettrodomestici per quota di mercato e la più giovane multinazionale tra i leader di settore. Ha due tipi di business: free standing e built-in; tre marchi principali: Hotpoint-Ariston, Indesit e Scholtès; tre diverse linee di prodotto: freddo, cottura e lavaggio.” (http://www.indesitcompany.com)

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Il bilancio sociale

24

bassa qualità e le iniziative dei governi sottovalutate e ignorate. Saranno

vari elementi di “contesto” (sconvolgimenti politici, crack finanziari,

trasformazioni del tessuto economico) a far emergere la CSR come

concetto autonomo e a dare il via ad una serie di iniziative private

importate dalle imprese operanti in Paesi esteri.

L’iniziativa italiana più importante risale all’ottobre del 1998, quando nasce

il “Gruppo di studio per la statuizione dei principi di redazione del bilancio

sociale” (GBS) con lo scopo di dettare i principi essenziali e le procedure

per la realizzazione del bilancio sociale.

In estrema sintesi, i principi fondamentali definiti dal GBS sono:

- il bilancio sociale è un documento separato dal bilancio annuale e può

essere redatto da qualsiasi tipo di azienda (profit, non profit, cooperative);

- deve essere ripresentato annualmente;

- ha lo scopo di fornire informazioni utili circa l’assetto istituzionale, i valori

di riferimento, il processo seguito per esplicitare i valori dichiarati;

- deve articolarsi in tre parti: identità aziendale, calcolo e distribuzione del

valore aggiunto, relazione sociale.

Nel 1981, poi nel 2003 e nel 2004, come già accennato nel primo capitolo,

furono presentati dei disegni di legge e dei progetti in Parlamento al fine di

regolamentare il bilancio sociale senza ottenere, però, alcun risultato.

In conclusione si può affermare che in Italia esistono alcuni osservatori sul

bilancio sociale (ad esempio l’osservatorio ISVI che pubblica annualmente

un report di ricerca sulla responsabilità sociale in Italia, oppure

l’osservatorio della società di rating Avanzi SRI8) che mettono in luce

l’aumento esponenziale nell’utilizzo di questo strumento verso la fine degli

anni Novanta, specialmente in alcuni settori quali il chimico-farmaceutico e

il bancario-creditizio.

8 http://www.isvi.org

http://www.avanzi.org

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Il bilancio sociale

25

2.3 Principi di redazione del bilancio sociale

I principi di redazione del bilancio sociale fanno sì che un generico

rendiconto sull’attività d’impresa possa essere considerato un bilancio

sociale degno di questo nome.

Prima di trattare i principi di redazione, occorre soffermarsi sulle linee

guida che ciascuna impresa deve seguire nella sua attività aziendale;

negli ultimi anni, organizzazioni esterne alle imprese hanno dettato alcuni

principi guida generici come la Dichiarazione dei doveri dell’uomo e,

specialmente, quelli rivolti alle imprese di ogni dimensione, come la Carta

dei valori d’impresa, o alle multinazionali, come i principi guida di Amnesty

International9.

La carta dei valori di un’impresa è stata elaborata dalla Commissione etica

dell’Istituto Europeo per il bilancio sociale (IBS); essa costituisce un codice

di orientamento etico che l’impresa deve applicare per perseguire la sua

mission ed è formata da nove principi:10

1) centralità della persona: rispetto dell’ integrità fisica, morale e

culturale di ogni individuo, delle pari opportunità e delle diversità;

2) valorizzazione delle risorse umane: sviluppo delle singole

professionalità attraverso percorsi di accrescimento professionale e

partecipazione alla vita d’impresa;

3) rispetto e la tutela dell’ambiente: sviluppo sostenibile nei confronti di

temi ambientali, impegno costante a raggiungere obiettivi nel rispetto

delle generazioni future;

9 “ Amnesty International è un’organizzazione non governativa sovranazionale impegnata nella difesa dei diritti umani. Lo scopo di Amnesty International è quella di promuovere, in modo imparziale e indipendente, il rispetto dei diritti umani sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e quello di prevenirne gli abusi. Il suo simbolo è una candela nel filo spinato. E’ stata fondata da un avvocato inglese P. Benenson e conta due milioni di sostenitori in 140 nazioni differenti.” (http://www.wikipedia.it) 10 L. Andriola, C. Serafini, Il bilancio sociale: obiettivi, principi e principali esperienze in atto, ENEA, 2002, pag. 58

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Il bilancio sociale

26

4) attenzione alle aspettative degli interlocutori interni ed esterni al fine

di instaurare un dialogo costruttivo che permetta di migliorare il clima

di appartenenza e il grado di soddisfazione;

5) affidabilità dei sistemi di gestione per accrescere la redditività e la

competitività dell’impresa;

6) creazione e distribuzione del valore aggiunto: successo nella

produzione e nella competitività sul mercato che permetta all’impresa

un’equa distribuzione del valore aggiunto tra gli stakeholder;

7) innovazione e qualità: attenzione alla ricerca e allo sviluppo per una

costante innovazione all’interno dei processi aziendali;

8) correttezza e trasparenza: accrescimento del grado di soddisfazione

degli stakeholder attraverso una comunicazione chiara, veritiera e

trasparente di strategie, attività e obiettivi dell’azienda;

9) interrelazione con la collettività: per instaurare un dialogo di scambio

finalizzato al miglioramento della qualità della vita.

Gli attuali principi di redazione del bilancio sociale sono stati elaborati

tenendo presente questi “postulati”.

Alla luce di quanto detto finora si possono elencare le caratteristiche

fondamentali del report, ovvero gli elementi che rendono questo

documento un vero e proprio bilancio sociale. La mancanza di uno solo di

questi principi potrebbe trasformare il bilancio sociale in uno strumento di

marketing finalizzato alla promozione e all’immagine dell’impresa.

Secondo le indicazioni del GBS (Gruppo di studio per il Bilancio Sociale) i

principi a cui si devono attenere le imprese nella redazione del bilancio

sociale sono11:

1. Responsabilità: bisogna far in modo che siano identificabili le categorie

di stakeholder, per definire a chi sono rivolti gli effetti dell’attività

dell’azienda.

11 GBS, Il bilancio sociale – Principi di redazione del bilancio sociale, Giuffrè Editore, 2007, pagg. 20-21-22

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Il bilancio sociale

27

2. Identificazione: devono essere fornite informazioni dettagliate circa la

proprietà e il governo dell’azienda. E’ necessario che i terzi abbiano

ben chiaro quelli che sono i valori, i principi, le regole e gli obiettivi

generali dell’azienda.

3. Trasparenza: tutti i destinatari devono essere posti nelle condizioni di

comprendere quanto affermato all’interno del documento, infatti,

l’informazione può considerarsi trasparente solo quando permette di

capire. Occorre ricordare che il bilancio sociale è uno strumento che

deve poter essere utilizzato non solo da tecnici o esperti in materia,

anzi, sono proprio le persone comuni che devono convincersi della

bontà delle informazioni contenute nel documento ed esprimere un

parere in merito.

Parlando di trasparenza bisogna sottolineare un secondo aspetto.

Nell’attività dell’azienda possono esserci degli argomenti poco

lusinghieri dei quali non si vorrebbe parlare. Nella logica del bilancio

sociale questi argomenti non vanno dimenticati al fine di non minare la

fiducia che deve connotare gli stakeholder e il bilancio sociale.

Bisogna convincersi che il bilancio sociale non è uno strumento per i

bravissimi, ma per le organizzazioni concrete con i loro punti di forza e

di fragilità. Nascondere alcune informazioni svuoterebbe il bilancio

sociale di quella sostanza di testimone della responsabilità sociale e

perderebbe la credibilità, che invece lo deve caratterizzare.

4. Inclusione: bisogna far in modo di dar voce a tutti gli stakeholder ed

eventuali esclusioni devono essere motivate.

5. Coerenza: deve essere fornita una descrizione esplicita della

conformità delle politiche del management ai valori dichiarati.

6. Neutralità: il bilancio sociale deve essere imparziale ed indipendente

da interessi di parte o da eventuali coalizioni.

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Il bilancio sociale

28

7. Competenza di periodo: le attività sociali si devono rilevare nel

momento in cui si manifestano, non quando sono maturate le

operazioni finanziarie ad esse collegate.

8. Prudenza: gli effetti sociali positivi e negativi devono essere indicati in

modo da non falsare la situazione dell’organizzazione. Gli eventuali

valori contabili devono essere indicati in base al costo.

9. Comparabilità: deve essere possibile il confronto tra bilanci

differenziati nel tempo della stessa azienda o con bilanci di aziende

operanti nel medesimo settore o contesto.

10. Comprensibilità, chiarezza ed intelligibilità: le informazioni contenute

nel bilancio sociale devono essere chiare e comprensibili. Occorre

utilizzare un linguaggio semplice, lontano da tecnicismi, privo di rinvii a

norme, con una scrittura lineare e di facile lettura; occorre contenere la

lunghezza delle cose che si vogliono dire in modo che l’intero

documento possa essere letto senza perdere la concentrazione

necessaria per capirlo. E’ necessario sottolineare che il bilancio

sociale è uno strumento di comunicazione che deve catturare

l’attenzione e farsi leggere e capire con facilità, anche dalle persone

non addette ai lavori.

11. Periodicità e ricorrenza: il bilancio sociale, essendo collegato al

bilancio d’esercizio, deve corrispondere al periodo amministrativo di

quest’ultimo. Il bilancio sociale deve anche essere sistematico; è un

documento che serve per instaurare un dialogo con gli stakeholder e

quindi non può essere interrotto una volta aperto. Con la ricorrenza

che si ritiene più opportuna occorre ripetere il bilancio che diventerà un

momento di contatto fra l’organizzazione e i suoi stakeholder. Il

documento ha nel suo dna il fatto che, presentato una prima volta,

deve essere seguito dalle edizioni successive per aggiornare le

informazioni, consolidando il dialogo e i benefici per entrambe le parti.

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Il bilancio sociale

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12. Omogeneità: tutte le espressioni monetarie devono essere espresse

nell’unica moneta di conto.

13. Utilità: il bilancio sociale deve essere composto da informazioni

ritenute utili per soddisfare le aspettative del pubblico cercando di

definire gli argomenti necessari per delineare una conoscenza del

fenomeno concreta e non di comodo.

14. Significatività e rilevanza: bisogna tenere conto dell’impatto effettivo

che gli accadimenti hanno prodotto sulla realtà circostante e come le

attività dell’azienda sono percepite dagli stakeholder.

15. Verificabilità dell’informazione: bisogna cercare di dare alle

affermazioni contenute nel documento una valenza oggettiva

attraverso la ricostruzione del procedimento di raccolta e

rendicontazione dei dati e delle informazioni. Questo risultato si può

raggiungere in tre modi. Il primo si riferisce alla misurazione assoluta:

si possono utilizzare dati quantitativi opportunamente commentati che

rappresentino una soluzione semplice e indiscutibile. Il secondo

riguarda le testimonianze dirette raccolte con interviste o questionari

dalle persone coinvolte: si cerca di sottoporre a giudizio le affermazioni

e i risultati facendo riferimento ad un campione di persone coinvolte;

l’importante è permettere al lettore di poter trarre le proprie conclusioni

dai risultati dell’indagine senza dover leggere i dati. Il terzo ed ultimo

modo di verificare le informazioni contenute nel documento può essere

dato dai “focus group”, cioè attraverso l’organizzazione di riunioni alle

quali invitare gli stessi personaggi che sono stati sottoposti a

questionari, singole persone o rappresentanti di gruppi di stakeholder,

e presentare una bozza del bilancio per raccogliere le valutazioni dei

presenti.

16. Attendibilità e fedele rappresentazione: le informazioni contenute nel

bilancio sociale devono essere prive di errori e pregiudizi, in modo da

poter essere considerate come fedele rappresentazione della realtà.

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Il bilancio sociale

30

Per essere attendibile, l’informazione deve rappresentare in modo

completo e veritiero il proprio oggetto e ci deve essere una prevalenza

degli aspetti sostanziali su quelli formali.

17. Autonomia delle terze parti: nei casi in cui terze parti fossero incaricate

a realizzare specifiche parti del bilancio sociale dovranno poter agire in

modo autonomo e indipendente.

La delineazione di questi principi è finalizzata, oltre a garantire uniformità

nel processo di redazione del bilancio sociale, ad individuare le dimensioni

chiave per la valutazione della qualità dei diversi documenti e, soprattutto,

dei modelli più innovativi e diffusi.

2.4 Finalità, obiettivi e limiti del bilancio socia le

Come già ricordato in precedenza, la redazione del bilancio sociale è una

scelta volontaria che le aziende possono fare al fine di comunicare il

proprio impegno verso la responsabilità sociale. Varie sono le finalità e le

ragioni per cui viene redatto il bilancio sociale; infatti, esistono diversi

esempi di bilanci sociali che si diversificano proprio per le finalità che si

propongono, senza perdere di vista l’obiettivo primario dell’impegno al

dialogo.

Le possibili ragioni per cui si redige un bilancio sociale possono essere:12

- pubbliche relazioni: qualsiasi documento redatto da un’azienda deve

essere comunicato all’esterno diventando, così, un importante strumento

di immagine e ciò vale anche per il bilancio sociale. Un’azienda che sa di

aver agito in modo responsabile dal punto di vista sociale, magari meglio

della concorrenza, cerca di rafforzare la propria immagine con la

redazione del bilancio sociale. Un rischio che si corre è quello di veder

comunicate solo le informazioni positive, che rendono il documento 12 L. Hinna, Il bilancio sociale – Scenari, settori e valenze; modelli di rendicontazione sociale; gestione responsabile e sviluppo sostenibile; esperienze europee e casi italiani, Il Sole 24 Ore, 2002, pagg. 236-242

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Il bilancio sociale

31

incompleto e non permettono agli stakeholder di analizzare l’attività

dell’azienda nel suo complesso. Come già ricordato, il bilancio sociale non

può essere inteso come strumento di pura immagine, perché in tal senso

dovrebbe essere considerato un documento di marketing e non uno

strumento di comunicazione della responsabilità sociale;

- strategie sociali verso gli stakeholder: questa finalità prevede che venga

predisposta una mappa indicante gli stakeholder dell’azienda per definire

gli interlocutori e la loro influenza sulla gestione d’impresa. In questo

contesto il bilancio sociale diventa uno strumento utile al top management

per valutare le performance e per verificare i risultati conseguiti in

relazione alle attese degli stakeholder. Un limite di questo approccio è che

il bilancio sociale rischia di sottolineare dati e informazioni che riguardano

singoli stakeholder, perdendo di vista l’attività sociale dell’impresa nella

sua globalità. Le finalità strategiche tentano di superare questo limite

cercando di avere una visione globale degli stakeholder in modo da

essere credibili e per non portare gli interlocutori al sospetto che l’impresa

applichi politiche diverse a seconda delle categorie con cui si trova ad

operare;

- difesa documentata: i primi bilanci sociali sono nati in un periodo (gli anni

Settanta) di forti contestazioni da parte di ecologisti, associazioni di

consumatori e sindacati, contro l’azione dei business. E’ per questo motivo

che è nata l’esigenza di realizzare documenti in cui venivano descritti gli

effetti delle azioni imprenditoriali.

La difesa documentata deve concentrarsi sulla comunicazione agli

interlocutori degli effetti, anche negativi, delle singole azioni intraprese dai

management per cercare di difendersi dagli atti di accusa, che potrebbero

mettere a rischio la vita dell’azienda. In questo contesto la difesa

documentata è legata a circostanze contingenti, a differenza del bilancio

sociale inteso come strumento strategico che, invece, è inserito in un

programma aziendale.

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Il bilancio sociale

32

Il limite di questa finalità è che si rischia di essere vincolati dall’obiettivo

difensivo rendendo il bilancio sociale non neutrale e di uguale interesse

per tutti gli stakeholder;

- difesa anti-regolamentazione: in questo caso si redige il bilancio sociale

per prevenire le regolamentazioni esterne, soprattutto quella pubblica. Si

tratta di realizzare volontariamente un documento che contenga dati e

informazioni sociali che potrebbero essere richiesti da stakeholder in

grado di incidere sulla regolamentazione pubblica. Si tratta, in questo

caso, di un documento dinamico che cerca di divulgare informazioni

relativamente neutrali. Anche questo tipo di approccio ha delle difficoltà

perché c’è il rischio che non tutti gli stakeholder siano pienamente

soddisfatti: si pensi a quei paesi in cui vi è uno scarso rispetto dei diritti

dell’uomo;

- valutazione della ricchezza prodotta e distribuita (valore aggiunto): un

bilancio sociale si potrebbe basare sull’analisi di produzione e di

distribuzione del valore aggiunto. Questo approccio cerca di rappresentare

la ricchezza prodotta dall’impresa per una serie di interlocutori interni:

azionisti, dipendenti, finanziatori, enti pubblici, anche previdenziali. Il

vantaggio di questa tendenza è rivolgersi ad una vasta gamma di

stakeholder e di basarsi su valori ricavati dal conto economico. Limitare il

bilancio sociale al solo valore aggiunto sarebbe riduttivo, perché verrebbe

considerato tutto quanto sfugge al bilancio d’esercizio e ci si rivolgerebbe

ad una sola parte di stakeholder;

- miglioramento delle relazioni industriali: un bilancio sociale identificato

con dati e informazioni circa i dipendenti era molto diffuso negli anni

Settanta e Ottanta, perché era il periodo in cui la pressione sindacale era

molto forte. Attualmente i bilanci sociali moderni hanno ridotto questa

tendenza perché si cerca di allargare i propri orizzonti a categorie di

stakeholder diversi;

- valutazione complessiva del contributo quantitativo dell’impresa: si è

cercato di costruire delle vere e proprie tavole di costi-ricavi sociali ed

attività-passività sociali, da allegare al bilancio d’esercizio. In questo caso i

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Il bilancio sociale

33

dati del bilancio d’esercizio sono integrati con i costi che l’azienda sostiene

per la società e i benefici che ricava dall’attività sociale rispetto alla sua

normale attività. Utilizzando questo tipo di tendenza, il redattore del

bilancio sociale potrebbe essere più neutrale, anche se ne deriverebbe un

documento soggettivo e poco attento agli aspetti etico-qualitativi, come i

diritti della singola persona umana;

- valutazione globale dell’impresa: quest’ultimo approccio cerca di

superare i limiti di quello precedente introducendo dati qualitativi (giudizi

etici quali i diritti della persona) e di distribuzione della ricchezza aziendale

tra i diversi stakeholder. Attraverso questa tendenza è possibile attestare

in modo più trasparente e credibile l’accountability13 sociale dell’impresa.

Tutte queste finalità possono incidere sulla scelta degli argomenti da

documentare, ma la natura del bilancio sociale, le caratteristiche e il modo

di redigerlo devono rimanere uguali. E’ necessario correlare realtà ed

esigenze diverse all’interno di contesti diversi ed è per questo che non

esistono schemi fissi e rigidi quando si parla di bilancio sociale.

Quest’ultimo è un “vestito fatto su misura” perché non si tratta di applicare

delle tecniche, ma di aver maturato la cultura della responsabilità sociale.

Realizzare un bilancio sociale non vuol dire compilare un modello, vuol

dire affrontare la descrizione della propria realtà cercando di essere

attento alla percezione degli altri.

Per concludere si può dire che il bilancio sociale dovrebbe essere un

documento che fornisce informazioni sul raggiungimento degli obiettivi

sociali prefissati, che permette di dimostrare che l’obiettivo principale

dell’attività d’impresa è quello di fornire valore alla comunità di riferimento,

che rendiconta le azioni sociali dell’impresa in modo da sottolinearne

l’utilità e l’efficienza e, soprattutto, che rappresenti un momento di

13 Il concetto di accountability è molto complesso e si fonda sul binomio autonomia-responsabilità degli organi di governo aziendale nei confronti degli strakeholder. Non si può dare una traduzione letterale di questo termine. Si può però derivare il significato scomponendo la parola in più parole: account = conto, contabilità; ability = abilità, capacità; accountable = responsabile di; quindi il termine accountability potrebbe essere spiegato come trasparenza, rendicontabilità, conoscere e valutare i risultati dell’attività aziendale nella loro dimensione sociale, ambientale ed etica e renderne conto pubblicamente in modo accurato.

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Il bilancio sociale

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riflessione all’interno dell’impresa per consentire un miglioramento della

qualità dei prodotti, del rapporto con i consumatori, della sicurezza sul

posto di lavoro e del rispetto dell’ambiente.

Finora si è parlato esclusivamente di finalità e di funzioni del bilancio

sociale ma bisogna anche sottolineare l’esistenza di limiti strutturali,

soprattutto di natura interpretativa, che riducono l’efficacia del documento.

Spesso non si riescono a determinare i soggetti che costituiscono il centro

di imputazione delle attività sociali dell’impresa, si hanno difficoltà nel

codificare le azioni che devono essere rilevate nel bilancio sociale e non si

riescono a quantificare gli effetti dell’attività sociale dell’impresa. Tutti

questi limiti derivano dal fatto che la redazione del bilancio sociale

comporta alcuni rischi, già accennati nella stesura dei paragrafi

precedenti:

1. il managerial capture: la possibilità che il bilancio sociale venga

“catturato” dai vertici aziendali e utilizzato come strumento di pura

immagine;

2. il monopolio di alcune organizzazioni nella definizione degli standard di

riferimento che potrebbero portare al rifiuto del documento in alcuni

contesti;

3. l’esclusione delle piccole imprese per motivi di costi di redazione del

documento;

4. l’assenza di considerazione per alcuni gruppi di stakeholder poco

influenti, come le generazioni future;

5. semplice enunciazione di dati di difficile interpretazione.

Per porre rimedio a questi rischi sono state adottate numerose misure che

cercano di dar vita ad un documento realmente utile alle imprese ed alla

società in generale. Si è cercato di dare appello ai valori etici dei manager

attraverso la diffusione di adeguati standard da parte di organismi

indipendenti; si cerca di incorporare all’interno dell’organizzazione un audit

interno e ci si affida ad organi di revisione esterna; nella definizione delle

linee guida vengono coinvolti gruppi eterogenei e interculturali per

ricercare contesti ampi e vari; si lascia che le PMI sperimentino schemi

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Il bilancio sociale

35

semplificati, in modo da mostrare l’importante impatto sociale delle piccole

e medie imprese; si stabilisce un confronto continuo e costante con gli

stakeholder. Un’ulteriore mossa che può essere attuata ai fini di dare più

trasparenza al documento è quella di coinvolgere i rappresentanti degli

stakeholder negli organi di controllo.

Dopo aver analizzato anche il lato “negativo” del bilancio sociale, si può

concludere affermando che l’obiettivo di questo documento varia in base

agli stakeholder di riferimento e che, nel tempo, le sue finalità si sono

modificate e integrate tra di loro, anche se resta e primeggia quella di dare

visibilità all’attività svolta ed accrescere il consenso nella comunità locale.

2.5 Modelli di redazione del bilancio sociale

Come più volte è stato accennato, l’azienda, nel rendicontare la propria

responsabilità sociale, cerca di instaurare un dialogo con i propri portatori

di interesse creando una vera e propria stakeholders-relashionship. La

creazione della relationship dipende dalla maturità della cultura aziendale

nei confronti della RSI e dell’attitudine dell’organizzazione ad

internalizzare nei processi decisionali le categorie chiave di stakeholders

come protagonisti. Il grado di coinvolgimento di queste ultime ed i relativi

vantaggi risultano essere in funzione del tipo di approccio che il top

management decide di adottare. Infatti, esistono due tipi di macro-

categorie di approccio alla rendicontazione sociale14:

- modelli che si basano sul documento (c.d. compliance-based);

- modelli che si basano sul processo (c.d. stakeholders-based).

I modelli che si basano sul documento si limitano a descrivere di quali

sezioni deve essere composto il bilancio sociale e quali informazioni deve

riportare, in modo da ottenere fiducia e consenso dal pubblico a cui è

14 M.E. Di Giandomenico, Il bilancio sociale e il modulo aziendale etico, Giuffrè Editore, 2008, pag. 341

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Il bilancio sociale

36

rivolto, definendo modalità e procedure di rilevazione, misurazione e

comunicazione delle performance raggiunte dall’impresa.

Questa è un’impostazione contabile che identifica i contenuti dei

documenti sociali e fa sì che il bilancio sociale sia facilmente redatto e

pubblicato da un gran numero di imprese e possa godere del requisito di

comparabilità.

Tale approccio, però, trascura il dialogo con gli stakeholders, rinuncia

all’interiorizzazione dei loro valori all’interno dell’azienda e alle azioni di

miglioramento che potrebbero sorgere da un rapporto di dialogo con i

portatori di interesse.

Il risultato che si ottiene applicando questi modelli standardizzati, che non

fanno emergere le particolarità dell’azienda e non portano ad una

riorganizzazione necessaria per aprirsi al dialogo con gli stakeholders, è

una diffusione di reports rigidi e inefficaci.

Esempi di questi modelli che si basano sul documento sono: il GBS

(Gruppo di studio per la statuizione dei principi di redazione del Bilancio

Sociale) e il GRI (Global Reporting Iniziative).

I modelli orientati al processo, invece, hanno come obiettivo la

normalizzazione del percorso o ciclo di gestione che incorpora attività

multi-disciplinari rivolte alla promozione di un cambiamento nel contesto

impresa, inteso come una gestione economicamente e socialmente

responsabile. Il momento centrale dei processi è rappresentato dalla fase

intermedia di ascolto e partecipazione dei rappresentanti delle categorie di

portatori d’interessi più importanti che rappresenta l’instaurazione di una

vera e propria relationship.

Esempi di modelli orientati ai processi sono: AA1000, Q-Res, linee guida

di Copenaghen Charter.

Le aziende devono adottare il modello che più si avvicina alla propria

concezione di responsabilità sociale, a seconda del grado di

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Il bilancio sociale

37

comunicazione e delle informazioni che si vogliono esplicitare al fine di

accrescere il consenso e la reputazione tra gli stakeholder.

I modelli sopra citati rappresentano un insieme di standard nazionali ed

internazionali che sono emersi negli anni per cercare di delineare linee

guida necessarie all’impresa per redigere documenti significativi.

Un aspetto fondamentale che differenzia gli approcci di rendicontazione

internazionali rispetto a quelli nazionali consiste nel focalizzare

l’attenzione sul processo di gestione delle complesse relazioni che si

instaurano tra impresa e stakeholder di riferimento. Gli elementi tecnici e

contabili sono messi in secondo piano in quanto il documento finale viene

considerato come conseguenza del processo di gestione delle relazioni

con gli stakeholder, per cui non è importante definirne la forma ed il

contenuto. In poche parole, gli standard internazionali fanno riferimento

all’approccio che si basa sui processi, mentre gli quelli nazionali si

riferiscono ad impostazioni che tengono conto della struttura e del

contenuto, quindi di “approcci al documento”.

Di seguito vengono presentati due modelli: il GBS (standard di contenuto)

e l’AA1000 (standard di processo).

2.5.1 Modello GBS

A livello nazionale merita menzionare il modello sviluppato dal Gruppo di

studio per il Bilancio Sociale, team multidisciplinare composto da

accademici, soprattutto in materie aziendali, ma anche economisti e

sociologi, professionisti, consulenti e rappresentanti di società di revisione,

formatasi in Comitato nel 1998 a seguito di un’idea sorta durante il

Convegno di Taormina sul Bilancio sociale, promosso dall’Istituto di

Economia Aziendale dell’Università di Messina nel 1997, che da allora

continua ad occuparsi di questa tematica.

Lo standard di redazione del bilancio sociale GBS considera il documento:

� autonomo: in grado di fornire informazioni qualitative e quantitative

sugli effetti dell’attività aziendale;

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Il bilancio sociale

38

� consuntivo: in cui sono indicate le linee programmatiche per il futuro;

� pubblico: rivolto agli interlocutori sociali che direttamente o

indirettamente sono coinvolti nell’attività d’impresa;

� periodico: di norma a fine esercizio.

Il GBS afferma che le finalità del bilancio sociale sono:

� fornire agli stakeholder un quadro complessivo delle performance

dell’azienda;

� fornire informazioni utili sulla qualità dell’attività aziendale per

ampliare e migliorare, anche sotto il profilo etico-sociale, le

conoscenze e le possibilità di valutazione e scelta degli stakeholder.

Per quanto riguarda i contenuti del documento, lo standard GBS definisce

tre parti che lo compongono15:

1. identità aziendale: implica l’esplicitazione dell’assetto istituzionale,

della missione, dei valori etici di riferimento, e del disegno strategico

allo scopo di mettere gli stakeholder e il pubblico nella condizione di

formarsi un giudizio e valutare le performance dell’azienda;

2. produzione e distribuzione del valore aggiunto: rappresenta l’anello di

congiunzione con il bilancio d’esercizio, in quanto il bilancio sociale si

presenta come una vera e propria riclassificazione di quest’ultimo per

arrivare alla determinazione di indicatori della performance sociale,

ambientale ed economica dell’azienda;

3. relazione sociale: espone sinteticamente i risultati ottenuti in relazione

agli impegni e ai programmi e agli effetti sui singoli stakeholder. La

relazione deve presentarsi come una serie di informazioni ordinate che

si riferiscono all’enunciato sull’identità oltre che agli stakeholder

individuati, dando al lettore la possibilità di verificare che quanto

affermato nella relazione corrisponda al vero e permettendo una

valutazione complessiva sul comportamento imprenditoriale.

15 GBS, Il bilancio sociale – Principi di redazione del bilancio sociale, Giuffrè editore, 2007, pag. 25

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Il bilancio sociale

39

In questa sezione possono essere elaborate anche alcune sezioni

facoltative in cui gli stakeholders possono esprimere giudizi ed opinioni

sull’operato dell’impresa, l’azienda può commentare i risultati raggiunti

e proporre dei miglioramenti per i bilanci sociali futuri.

Analizzando il secondo punto (Produzione e distribuzione del valore

aggiunto), occorre specificare che cosa si intende per valore aggiunto. “Il

parametro del valore aggiunto misura la ricchezza prodotta dall’azienda

nell’esercizio, con riferimento agli interlocutori (stakeholder) che

partecipano alla sua distribuzione”16. Esso può essere definito

contabilmente come la somma algebrica di utile netto, salari e stipendi (al

lordo degli oneri contributivi, previdenziali e fiscali), remunerazione degli

organi societari, oneri finanziari netti, imposte e tasse; può anche essere

inteso come la differenza tra l’ammontare dei ricavi globali e il totale di

costi per beni e servizi ed esprime, come già accennato, la ricchezza

prodotta e successivamente distribuita tra le controparti con cui l’impresa

si trova ad operare quotidianamente.

In ottica di responsabilità sociale, l’impresa dovrebbe tendere alla

massimizzazione, non del profitto, ma del valore aggiunto, al fine di

poterlo poi distribuire secondo equità o giustizia distributiva.

Il processo di calcolo del valore aggiunto riclassifica il conto economico in

modo da tenere conto della produzione e della distribuzione del valore

aggiunto agli stakeholder di riferimento. Affinché vi sia una correlazione

positiva tra valore aggiunto e benessere sociale occorre che la ricchezza

prodotta dalle imprese sia distribuita tra coloro che hanno partecipato alla

sua creazione.

Il valore aggiunto può essere rappresentato in due prospetti distinti:

- il prospetto di determinazione del Valore Aggiunto, realizzato mettendo in

contrapposizione ricavi e costi intermedi;

16 GBS, Il bilancio sociale – Principi di redazione del bilancio sociale, Giuffrè editore, 2007, pag. 28

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Il bilancio sociale

40

- il prospetto di riparto del Valore Aggiunto, composto dalla sommatoria

delle remunerazioni degli interlocutori interni e delle liberalità esterne17.

Prospetto di determinazione del valore aggiunto globale

Fonte : L. Andriola, C. Serafini, Il bilancio sociale: obiettivi, principi e principali esperienze in atto, ENEA, 2002, pag. 75

Per quanto riguarda la produzione del valore aggiunto, nel calcolo del

reddito sociale bisogna escludere tutti quei costi che rappresentano una

remunerazione di possibili stakeholders aziendali e che assorbono parte

del valore prodotto dall’impresa. Ad esempio, si possono citare i fondi per

rischi ed oneri che rappresentano un accantonamento utile per far fronte

ad eventuali situazioni di rischio e costituiscono una forma di

autofinanziamento per l’impresa. In questo caso tale valore deve essere

scorporato dai costi di produzione ed individuato come contributo alla

solidità aziendale (l’unico stakeholder che si avvantaggia di tutto ciò è il

17 Liberalità esterne = quote di valore aggiunto che non hanno natura di remunerazione ma costituiscono vere e proprie distribuzioni. Il dato assume rilevanza esplicativa in quanto concorre a esprimere la sensibilità sociale esterna dell’azienda. (GBS, Il bilancio sociale – Principi di redazione del bilancio sociale, Giuffrè editore, 2007, pag. 33).

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Il bilancio sociale

41

sistema-impresa). Possono essere citati a titolo di esempio anche gli

ammortamenti, che essendo una categoria di recupero di investimenti

obsoleti, costituiscono una forma di autofinanziamento per il soggetto

aziendale.

Il prospetto della produzione del valore aggiunto si ottiene non solo da una

riclassificazione del conto economico, ma anche da una riclassificazione

delle singole voci di costo.

Un fattore di successo del bilancio sociale è proprio la possibilità di

riclassificare le voci del piano dei conti per esprimere un contenuto più

adatto alla voce stessa in sede di determinazione del valore aggiunto.

Prospetto di riparto del valore aggiunto

Fonte : L. Andriola, C. Serafini, Il bilancio sociale: obiettivi, principi e principali esperienze in atto, ENEA, 2002, pag. 75

Dopo aver redatto anche il prospetto di distribuzione del valore aggiunto

deve essere rispettata la seguente relazione:

VALORE AGGIUNTO PRODOTTO = VALORE AGGIUNTO DISTRIBUITO

e quindi:

V. A. G. N. = Div. + O. F. + R. P. + R. PA. + Lib.

dove, il Valore Aggiunto Globale Netto è uguale ai Dividendi

(remunerazione del capitale di rischio), più gli Oneri Finanziari

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Il bilancio sociale

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(remunerazione del capitale di prestito), più la Remunerazione del

personale, più la Remunerazione della Pubblica Amministrazione, più le

Liberalità esterne date alla collettività.

A questi due prospetti devono poi essere allegati lo Stato Patrimoniale

riclassificato e il Conto economico riclassificato, in modo da avere una

visione generale della gestione aziendale, per poter trarre le dovute

conclusioni, anche in ottica sociale.

Per concludere, occorre sottolineare i limiti che tale approccio presenta.

Innanzitutto, si considerano, come indicatori per il grado di responsabilità

sociale, le performance di alcune categorie di stakeholders. Trattandosi di

un approccio “al documento” indirizzato, soprattutto per quelle aziende

inesperte nel campo della rendicontazione sociale, si rischia di escludere

alcune categorie di interlocutori potenzialmente strategici. Inoltre, il

concetto di accountability sembra essere estraneo al modello, in quanto le

fasi di feedback e miglioramento delle performance vengono interpretate

come integrative, dando l’impressione di ricoprire un ruolo marginale. In

poche parole, sembra che il ruolo centrale ricoperto dagli stakeholders,

che l’impostazione del GBS afferma, sia in qualche modo ridimensionato.

2.5.2 Modello AA1000

L’AccountAbility 1000, al contrario del modello GBS, è uno standard di

processo relativo all’attività di Social and Ethical Accounting, Auditing and

Reporting (SEAAR), introdotto nel 1999 dall’Institute of Social and Ethical

Accountability (ISEA)18.

18 L’Institute of Social and Ethical Accountability è stato fondato nel 1996 come un’organizzazione internazionale in cui collaborano individui ed organizzazioni per la diffusione della responsabilità sociale e del comportamento etico nel mondo degli affari e delle organizzazioni non profit. (da L. Hinna, Il bilancio sociale – Scenari, settori e valenze; modelli di rendicontazione sociale; gestione responsabile e sviluppo sostenibile; esperienze europee e casi italiani, Il Sole 24 Ore, 2002, pag. 287)

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Il bilancio sociale

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L’AA1000 è considerato uno standard completo in quanto offre chiarezza

e sicurezza sul tema della sostenibilità sociale essendo collegato ad altri

standards quali:

� SA8000;

� GRI, che si concentra sulla parte del processo relativa a questioni

ambientali ed economiche;

� ISO 14001, che si focalizza sulle questioni ambientali.

AA1000 si propone come un quadro di riferimento, ma non costituisce una

serie di requisiti minimi con i quali, se soddisfatti, l’impresa può ottenere

una certificazione, piuttosto è considerato uno “standard fondativo”

(foundation standard) che ogni impresa può utilizzare per implementare un

sistema di gestione della responsabilità sociale. Può essere utilizzato

come supporto a standard di dettaglio, quali GBS e GRI, oppure come

sistema e processo a sé stante per la comunicazione e gestione della

responsabilità sociale.

L’obiettivo principale di AA1000 è di promuovere una serie di principi di

qualità del processo di accounting, auditing e reporting che possono

garantire un miglioramento della RSI e un percorso di sviluppo

sostenibile19.

I principi di cui si compone lo standard, che rappresentano l’ideale di ogni

attività di rendicontazione etico e sociale, sono rappresentati nello schema

alla pagina successiva20:

19 Sviluppo sostenibile = sviluppo in grado di soddisfare i bisogni delle generazioni attuali, senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni. 20 M.E. Di Giandomenico, Il bilancio sociale e il modulo aziendale etico, Giuffrè Editore, 2008, pag. 350

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Il bilancio sociale

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Questa scala di principi ha un ordine gerarchico con al vertice il concetto

di accountability che può essere suddiviso in tre principi sottostanti: la

trasparenza, intesa come il dovere di rendicontare agli stakeholder tutte le

attività svolte dall’organizzazione; la responsabilità, intesa come

l’assunzione di un dovere nei confronti dei terzi per quanto riguarda il

proprio agire e le proprie mancanze; la compliance, intesa come il dovere

di essere conformi ad alcuni standard di redazione.

Oltre al principio di accountability è necessario il rispetto del principio di

inclusività, che prevede la considerazione di tutti gli aspetti socio-

economico-ambientali relativi alle relazioni intercorse con gli stakeholders;

questi ultimi sono coinvolti in un processo che permette loro di esprimere

giudizi senza paura o restrizioni (engagement).

Dal principio di inclusività derivano altri tre rami di principi:

- completezza, materialità e regolarità nella stesura dei documenti, al fine

di garantire lo scopo e la natura dei processi;

- assicurazione di qualità, accessibilità e qualità dell’informazione per

valutare la significatività delle informazioni;

Accountability

Inclusività

Scopo e natura del processo

Significatività dell’informazione

Gestione del processo su base dinamica

Completezza

Materialità

Regolarità

Assicurazione di qualità

Accessibilità

Qualità dell’informazione

Integrazione

Miglioramento continuo

Trasparenza

Responsabilità

Compliance

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Il bilancio sociale

45

- integrazione (embeddedness) e miglioramento continuo al fine di tutelare

il concetto di gestione del processo che l’azienda ha messo in piedi.

Il fulcro centrale dell’AccountAbility 1000, su cui si basa l’intero processo,

è lo stakeholder engagement, cioè l’impegno dell’azienda al costante

dialogo e alla costruzione di relazioni con tutti i portatori di interesse. Infine

a supporto di tutto il processo sono stati sviluppati dei sistemi di

embedding, per integrare le varie fasi, evitando che il ciclo di accounting e

reporting resti isolato.

In sostanza, le fasi di applicazione di AA1000 sono costituite da21:

1. pianificazione (planning): definizione dei valori e degli obiettivi sociali

ed etici dell’organizzazione ed individuazione degli stakeholders;

2. contabilità (accounting): attuazione di un sistema accurato di raccolta

delle informazioni rilevanti al fine di misurare le performance sociali ed

etiche dell’organizzazione attraverso indicatori qualitativi e quantitativi;

3. comunicazione (reporting): pubblicazione di un documento che

comunichi agli stakeholder la performance etico-sociale e

sollecitazione del feedback (reazioni);

4. verifica (auditing): attività di verifica da parte di un organo indipendente

sul processo di raccolta delle informazioni, sulla loro accuratezza e

completezza;

5. integrazione (embedding): istituzione di alcuni sistemi per rafforzare il

processo ed integrarlo nel migliore dei modi;

6. coinvolgimento (stakeholder engagement): impegno

dell’organizzazione a rimanere in stretto contatto con i propri

stakeholder in tutte le fasi del processo.

Oltre ai principi di qualità del processo di responsabilità sociale e le fasi di

realizzazione che costituiscono lo standard della AA1000, la struttura di

questo modello si compone di alcune linee guida necessarie per la

comprensione dello standard stesso:

21 L. Condosta, Il bilancio sociale d’azienda – Teoria e tecniche di redazione, IPSOA, 2008, pagg. 96-97

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Il bilancio sociale

46

-revisione e valutazione di qualità: elaborazione di direttive di supporto al

processo di verifica e di controllo previsto dalle AA1000;

- integrazione delle AA1000: vengono illustrate tutte le relazioni tra

AA1000 e gli altri standard o strumenti di gestione della responsabilità

sociale;

- coinvolgimento degli stakeholder: vengono fornite indicazioni di modo

che le imprese e gli stakeholder possano migliorare la qualità delle loro

consultazioni e dialoghi;

- valutazione della responsabilità: le AA1000 non stabiliscono regole,

forma e modalità di comunicazione; ciò permette di avere una grande

libertà, ma limita il confronto e la comprensione, di conseguenza, vengono

fornite indicazioni agli stakeholder per facilitare la comprensione delle

informazioni contenute nel documento;

- primi passi: le imprese devono adottare lo standard AA1000 in modo

graduale per permettere all’organizzazione di adattarsi poco alla volta al

sistema di contabilità sociale implementato nella gestione.

Per concludere occorre sottolineare alcuni limiti di questo modello: il primo

è che non si tratta di uno standard di contenuto e ciò significa che

vengono specificati i processi che un’organizzazione dovrebbe seguire,

non i livelli di performance che dovrebbero essere raggiunti; il secondo è

la non certificabilità in quanto, non essendo definiti i contenuti minimi, non

si può ottenere una certificazione da enti esterni; riguardo a ciò, occorre

tenere presente che AA1000 prevede al suo interno alcune linee guida

che permettono di valutare la qualità dei rapporti sociali delle imprese ed

esprimere giudizi in merito.

2.6 Macro-fasi di realizzazione del bilancio social e

A prescindere da qualsiasi standard internazionale o nazionale, la

realizzazione del bilancio sociale può essere descritta con una serie di fasi

tipiche, che ricorrono nella realtà aziendale.

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Il bilancio sociale

47

Si possono elencare quattro macro-fasi che definiscono il processo di

redazione del bilancio sociale22:

I. la stesura ed adozione delle linee guida

II. la redazione del documento

III. il social audit

IV. la pubblicazione

I. La stesura ed adozione delle Linee Guida

Come primo step, in un processo di realizzazione del bilancio sociale,

occorre elaborare delle linee programmatiche che costituiscano la base su

cui strutturare tutto il processo, sulla quale si formerà il contenuto vero e

proprio, cioè il corpo del bilancio sociale.

Sono due i pilastri sul quale si poggia il documento contenente le Linee

Guida: la definizione delle finalità che si intendono perseguire e

l’individuazione dei fattori critici di successo per attivare delle ottime

relazioni con gli stakeholder e per godere dei relativi benefici.

La definizione delle Linee Guida è il risultato di un processo composto da

numerosi momenti, tra di loro collegati, che permettono di procedere in

modo logico per ottenere un risultato ottimale. Il top management, al quale

spetta la decisione convinta dell’adozione del bilancio sociale, deve

cercare di coinvolgere tutta l’organizzazione affinché tutti operino in una

medesima direzione e con i medesimi obiettivi.

Una volta definiti gli aspetti strategici è bene creare un gruppo di lavoro

che svolga tutte le operazioni interne volte alla stesura del bilancio sociale

e che effettui l’analisi interna dell’azienda, al fine di raccogliere tutte le

informazioni utili per tracciare il profilo della stessa. Il rapporto dell’analisi

interna costituisce il documento dal quale estrarre le informazioni

necessarie da introdurre nel report finale e comunicare all’esterno.

22 M.E. Di Giandomenico, Il bilancio sociale e il modulo aziendale etico, Giuffrè Editore, 2008, pag. 367

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Il bilancio sociale

48

A questo punto è fondamentale individuare gli stakeholder-chiave, che

rappresentano il target della rendicontazione sociale, ed elaborare per

ciascuno di questi le linee guida appropriate.

La realizzazione dei passaggi finora descritti permettono al gruppo di

lavoro di realizzare un primo documento (“Linee Guida”) indicante i fattori

critici di successo e le finalità che il documento di rendicontazione sociale

dovrà assumere sia all’interno che all’esterno.

II. La redazione del documento

Alla luce delle Linee Guida, il gruppo di lavoro definisce il contenuto vero e

proprio del report finale. Nella stesura del documento bisogna tenere

presente gli obiettivi principali della rendicontazione sociale: comunicare la

mission, rendicontare i risultati conseguiti e le azioni poste in essere per

raggiungerli e dimostrare la coerenza tra mission, strategie e risultati.

Nel processo di realizzazione del documento è importante coinvolgere gli

stakeholder al fine di scegliere gli indicatori di performance rilevanti per la

determinazione dei risultati. Questi ultimi dovranno essere riclassificati e

riordinati in base alle esigenze degli stakeholder e alla direzione delle

linee guida, prima di confluire nel documento finale.

A questo punto viene elaborata una prima bozza del bilancio sociale da

sottoporre all’attenzione degli organi decisionali dell’azienda. Una volta

esaminato il documento sotto forma di bozza, esso viene portato a forma

definitiva e trasferito a coloro che si occuperanno della parte comunicativa

e del profilo linguistico più idoneo per gli scopi preposti.

III. Il social audit

Il passo precedente alla pubblicazione del bilancio sociale è la verifica

della qualità del documento. Questa fase, detta di audit sociale, è

costituita da un processo in cui un’organizzazione valuta e comunica le

proprie performance nel raggiungere gli obiettivi sociali e che ha, come

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Il bilancio sociale

49

fine principale, quello di verificare il rispetto di orientarsi volontariamente

alla RSI.

Il controllo avviene su due livelli: il livello interno, che permette di attuare

un auto-controllo sul rispetto degli obiettivi fissati nella fase di stesura delle

linee guida, ed il livello esterno, che garantisce agli stakeholder l’effettiva

realizzazione delle misure sociali dichiarate dall’azienda nel bilancio

sociale e il rispetto della mission e della carta dei valori.

Il coinvolgimento degli stakeholder anche nella fase di audit è molto

importante, in quanto permette di avere una valutazione sull’operato

dell’azienda da parte dei soggetti destinatari del documento finale. Il

vantaggio che deriva da questa impostazione è l’anticipazione del

feedback, proveniente dagli interlocutori, di solito, solo dopo la

pubblicazione del bilancio sociale, alla fase di verifica.

In questo modo, il top management e il gruppo di lavoro potranno iniziare

a rivedere alcune politiche di rendicontazione sociale per poi completare il

processo dopo la pubblicazione, a feedback terminato.

IV. La pubblicazione del bilancio sociale

Finora il procedimento di redazione del bilancio sociale ha avuto una

prospettiva puramente interna, perché soltanto la struttura aziendale è

stata coinvolta, ad eccezione di alcuni stakeholder-chiave.

Dato che l’obiettivo primario della rendicontazione sociale è la

comunicazione delle proprie performance al pubblico di riferimento, la

pubblicazione del bilancio sociale rappresenta, forse, la fase più

importante e decisiva. La pubblicazione deve essere gestita come un vero

e proprio evento, perché un errore in questa fase potrebbe vanificare tutti

gli sforzi effettuati durante l’anno.

Il bilancio sociale deve essere presentato e poi comunicato ai destinatari.

La definizione del canale comunicativo è fondamentale, perché si possa

mandare un certo messaggio ad un certo stakeholder. Il tipo di canale

scelto è in funzione con le caratteristiche e con le abitudini dello

stakeholder.

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Il bilancio sociale

50

Pubblicato e comunicato il documento definitivo, un’impresa che ha

veramente interiorizzato la responsabilità e compreso i benefici che si

traggono da essa, dovrà riavviare il processo di redazione. L’impresa, a

questo punto, avrà adottato le misure correttive, da applicare alle linee

guida e alle fasi di redazione del documento, su suggerimento degli

stakeholder tramite la conclusione del processo di feedback.

Se il giudizio di audit interno ed esterno risulta negativo, il processo dovrà

essere riattivato prima di arrivare a conclusione. In questo caso, il

meccanismo è lo stesso: si fa tesoro dei suggerimenti e si modifica il

processo e/o il documento.

Tutte queste fasi rappresentano la semplificazione di un processo che

deve avere una forte sponsorizzazione da parte del top management. E’

molto importante l’impegno del vertice aziendale al fine di implementare la

responsabilità sociale nell’operare quotidiano.

Per concludere, occorre ricordare che il processo di redazione del bilancio

sociale è un percorso graduale e, soprattutto, non reversibile: una volta

avviato non può essere interrotto, altrimenti si rischierebbe di perdere

credibilità agli occhi di tutti gli stakeholder di riferimento.

2.7 Rapporto tra bilancio sociale e bilancio d’eser cizio

Il bilancio sociale e il bilancio d’esercizio si trovano in un rapporto di

autonomia e diversità, ma anche di complementarietà. Autonomia e

diversità derivano dal fatto che i due documenti si rivolgono a soggetti

differenti e svolgono funzioni diverse.

La funzione del bilancio d’esercizio è rendicontare al pubblico il fine ultimo

dell’impresa, cioè il profitto (per le aziende for profit), e deve presentare in

modo sintetico, ma completo e corretto, i risultati della gestione

economico-finanziaria e patrimoniale dell’attività aziendale. In poche

parole, il bilancio d’esercizio raccoglie informazioni contabili destinate a far

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Il bilancio sociale

51

comprendere al pubblico la solvibilità23, la solidità24 e la redditività25

dell’impresa.

I soggetti normalmente interessati alla sua lettura sono: il management, i

creditori, i dipendenti, gli azionisti e lo Stato. In realtà, l’insieme degli

stakeholders, che usufruiscono del bilancio d’esercizio, è limitato, in

quanto occorre possedere una cultura specifica per essere in grado di

leggere il documento e ricavare da esso le conclusioni che rispecchino il

più possibile la realtà dei fatti.

Diversamente, il bilancio sociale rappresenta lo strumento di

rendicontazione dell’impatto complessivo prodotto da un’impresa nei

confronti della società in cui essa opera, fornendo dati e informazioni che

riguardano risultati non solo economici, ma anche sociali ed ambientali in

modo da rispondere alle esigenze di tutti gli stakeholder con interessi

diversi da quelli puramente economici.

Una differenza importante rispetto al bilancio d’esercizio deriva dal fatto

che il bilancio sociale è un’iniziativa volontaria, non vi è nessuna norma

che lo impone, e per questo motivo lo si colloca nello spazio del

comportamento etico.

Tra i due documenti, che all’apparenza possono sembrare incompatibili,

esiste un rapporto di complementarietà: i dati riportati dall’uno vanno ad

integrare le informazioni fornite all’altro ed insieme riescono a produrre

una rendicontazione a 360 gradi sulla funzione complessiva svolta

dall’impresa e a soddisfare pienamente il complesso di stakeholders.

Infatti, il bilancio sociale è stato introdotto per cercare di colmare i vuoti di

contenuto e di efficacia presenti nel bilancio d’esercizio: si cerca di

rendicontare l’attività dell’azienda con indicatori economici e sociali in 23 Il concetto di solvibilità si riferisce alla situazione di liquidità che ha lo scopo di verificare se la combinazione impieghi/fonti è in grado di produrre nel breve periodo equilibrati flussi monetari tali da consentire di far fronte in ogni momento agli impegni in uscita che la gestione richiede. 24 Il concetto di solidità, invece, fa riferimento all’equilibrio patrimoniale che ha l’intento di accertare l’attitudine dell’azienda a raggiungere e mantenere nel tempo una posizione di equilibrio strutturale, condizione necessaria per la sopravvivenza. 25 Il concetto di redditività è legato all’equilibrio economico che accerta la capacità dell’azienda di remunerare in modo adeguato tutti i fattori produttivi utilizzati.

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Il bilancio sociale

52

grado di arrivare in maniera più diretta ad un pubblico sempre più ampio

ed interessato a comprendere come le aziende influenzano la loro vita.

2.8 Conclusione

Il bilancio sociale d’impresa è uno strumento che permette agli

stakeholders di capire come l’impresa opera, anche dal punto di vista

sociale.

Questo documento deve essere trasparente, in modo che gli interlocutori

possano interpretare al meglio i dati e le informazioni in esso contenute.

Più il processo di comunicazione dei dati risulta trasparente, più gli

stakeholders saranno in grado di valutare l’operato dell’impresa e

esprimere giudizi ed opinioni su alcuni aspetti della gestione.

Il bilancio sociale non deve essere una pura elencazione di indicatori, ma

deve soddisfare in modo chiaro ed attendibile le esigenze informative di

tutti gli stakeholders dell’impresa.

Per concludere, occorre ricordare che il bilancio sociale, oltre alla

trasparenza, deve rispettare il principio di neutralità, vale a dire

comunicare sia gli aspetti positivi che quelli negativi senza troppa

soggettività, per offrire una rappresentazione realistica degli effetti socio-

economici dell’azione dell’impresa.

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Capitolo 3

LO STANDARD

SA 8000

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Lo standard SA 8000

54

3.1 Contesto di riferimento

Lo standard SA 8000 (Social Accountability 8000) si colloca in un quadro

di riferimento relativo ai cambiamenti avvenuti a livello di valori e principi

nell’ambito del mondo delle imprese.

Quando si parla di aziende occorre pensare non solo alle strategie,

necessarie per raggiungere l’obiettivo del profitto, ma anche all’etica, ai

riferimenti valoriali dell’individuo e della società, oltre che alle nuove

politiche di gestione del personale.

La ragione dei cambiamenti sta nel fatto che i consumatori sono sempre

più attenti ai prodotti che acquistano e sono disposti a spendere qualcosa

in più, pur di ottenere in cambio sicurezza che il prodotto acquistato non

sia stato ottenuto violando dei diritti o inquinando l’ambiente. In poche

parole, il consumatore, che fino ad oggi è stato attento al rapporto qualità-

prezzo, sta cambiando atteggiamento. Questo spiega il motivo per cui vi

sia un incremento del numero di aziende che decide di certificarsi

seguendo lo standard SA 8000.

Certificare un’azienda con lo standard SA 8000 significa accedere a nuove

logiche e, soprattutto, ad una nuova filosofia del “fare impresa”.

Tuttavia, non si può ignorare il fatto che questo standard potrebbe essere

un ottimo e potente strumento di marketing considerando il rapporto che si

instaura tra azienda e clienti, anche potenziali, grazie all’implementazione

di un sistema SA 8000. Un’azienda che applica standard come la SA 8000

è un’azienda che piace e, diventando espressione dei valori e dei principi

nei quali i clienti si rispecchiano, ha maggiori possibilità di successo anche

sul mercato.

E’ molto importante, inoltre, accennare al rapporto esistente tra profitto ed

etica. Al contrario di ciò che si pensa, questi due aspetti possono

coesistere in perfetto equilibrio e tutto dipende, come sempre, dagli

individui che in base a dei principi si danno delle regole ed attribuiscono

loro un significato. Detto ciò, un’azienda profit-oriented può anche essere

ethic-oriented, perché quando pianifica la propria gestione si può dotare di

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Lo standard SA 8000

55

strumenti per raggiungere il profitto, evitando di sfruttare le persone, di

inquinare l’ambiente, valorizzando il territorio e la società circostante. Non

deve stupire allora se attualmente la maggior parte delle aziende

certificate SA 8000 sono aziende for profit.

Un’azienda, che coniuga etica e profitto, è un’azienda in cui si sta bene, in

cui la gente ama lavorare e della quale si sente parte integrante.

L’immagine di questo tipo di impresa non potrà che essere positiva e

costituirà un punto di forza e di orgoglio da utilizzare come arma vincente

in un mercato sempre più competitivo.

Per quanto riguarda il mercato, costituito da consumatori sempre più

attenti ed informati, è difficile la vita per un’azienda che inquina, che fa

lavorare i suoi dipendenti in condizioni pessime o che calpesta anche i

diritti più elementari.

Il management, quindi, dovrà preoccuparsi del grado di soddisfazione dei

suoi dipendenti e dovrà fare attenzione a come viene percepita l’attività

dell’organizzazione dai consumatori sempre più attenti ai valori.

3.2 Storia dello standard

Social Accountability 8000 è uno standard promosso da CEPAA1 (Council

on Economic Priorities Accreditation Agency), organo che è stato istituito

con lo scopo di monitorare l’applicazione dello standard SA 8000 e di

accreditare enti di certificazione.

SA 8000 sta per Social Accountability 8000. E’ costituito da otto requisiti

che riguardano: il lavoro infantile, il lavoro obbligato, la salute sul luogo di

lavoro, la libertà di associazione e contrattazione collettiva, la

discriminazione, le procedure disciplinari, l’orario di lavoro e la

retribuzione. L’ultimo punto della norma, il nono, prevede la

1 Società di accreditamento per la certificazione etica. Nel 1998 è stato accreditato il primo soggetto per la certificazione SA 8000: la SGS (Société Générale de Surveillance internazionale).

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Lo standard SA 8000

56

regolamentazione delle procedure implementate nell’azienda per applicare

lo standard al suo interno e presso i fornitori.

La norma, simile per impostazione alla famiglia delle ISO, viene emessa

nel 1997 a New York su proposta del Comitato consultivo del CEPAA

(rinominato poi SAI, Social Accountability International) e nasce per far

fronte ad alcuni episodi di sfruttamento e maltrattamento di lavoratori,

soprattutto, in quei Paesi in cui i diritti dei lavoratori non erano riconosciuti

o applicati.

Gioffrey Chandler, presidente di Amnesty International2, aveva osservato:

“SA 8000 è un importante meccanismo per far sì che le pratiche del

mondo degli affari si allineino sempre di più ai valori della società – fattore

determinante per accrescere la reputazione d’impresa al giorno d’oggi.

Attraverso l’auditing di elementi aggiuntivi rispetto ai criteri finanziari, SA

8000 permetterà alle imprese di dare, per la prima volta, un significato al

concetto di “stakeholder”, e non una semplice adesione formale vuota di

contenuti.”3

E’ molto importante sottolineare come questo standard possa essere

d’aiuto ai consumatori che intendono essere informati sulle linee di

condotta delle imprese di cui utilizzano i prodotti, ma anche alle imprese

stesse che si mettono in gioco cercando di sviluppare un comportamento

etico e attento alle esigenze del territorio e della comunità di riferimento.

Le prime applicazioni della norma, che ancora oggi è ad adesione

volontaria, sono registrate intorno al 1998 e la sua massima espansione è

avvenuta in Europa a partire dagli anni 2000.

2 “Amnesty International è un’organizzazione non governativa sovranazionale impegnata nella difesa dei diritti umani. Lo scopo di Amnesty International è quella di promuovere, in modo imparziale e indipendente, il rispetto dei diritti umani sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e quello di prevenirne gli abusi. Il suo simbolo è una candela nel filo spinato. E’ stata fondata da un avvocato inglese P. Benenson e conta due milioni di sostenitori in 140 nazioni differenti.” (http://www.wikipedia.it) 3 Intervento di Geoffrey Chandler alla terza conferenza internazionale ISEA, Building Stakeholder Relations, Copenaghen, 14 novembre 1999 (L. Hinna, Il bilancio sociale – Scenari, settori e valenze; modelli di rendicontazione sociale; gestione responsabile e sviluppo sostenibile; esperienze europee e casi italiani, Il Sole 24 Ore, 2002, pag. 32)

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Lo standard SA 8000

57

Il contenuto dello standard fa riferimento a diversi documenti

internazionali, quali la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, la

Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti del Bambino e alcune

Convenzioni dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO); esso

rappresenta uno strumento per dimostrare che il proprio sistema aziendale

è socialmente responsabile.

Nel 2001 viene redatta una nuova versione della norma con alcuni

aggiornamenti significativi circa aspetti lesivi, che in un primo momento

erano stati ignorati.

Un ultimo aggiornamento della norma si è avuto il 5 Maggio 2008 in cui è

stata emessa la norma SA 8000:2008 “Social Accountability 8000”, che

sostituisce quella del 2001.

Attualmente le imprese certificate SA 8000 sono 1942 in 65 Paesi diversi.4

Questo numero è cresciuto in modo esponenziale negli anni, se si pensa

che le aziende certificate nel 2000 erano solo 74 in tutto il mondo e 1200

nel 2006.

L’Italia risulta essere al primo posto mondiale con 876 aziende certificate

SA 8000, la maggior parte delle quali si trovano in Toscana. Questa zona,

infatti, risulta essere la prima regione al mondo per imprese certificate.

Questo record è il risultato del programma “Fabrica Ethica” della Regione

Toscana, che dal 2001 si fa promotore della Responsabilità Sociale

d’Impresa, sostenendo la certificazione, anche grazie a diverse misure

che abbattono l’Irap dello 0.50%, offrono maggiori punteggi nei bandi per

la richiesta dei contributi e una maggiore visibilità dell’operato delle

aziende stesse. Il progetto “Fabrica Ethica” è stato realizzato attraverso

una collaborazione multistakeholder sostenuta dalla Commissione Etica

Regionale (CER), un organo consultivo e propositivo, che riunisce i

soggetti economici e sociali regionali.

4 Dati aggiornati al 31 Marzo 2009 (http://www.saasaccreditation.org)

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Lo standard SA 8000

58

Grafico delle imprese certificate SA 8000 nei diversi Paesi

Fonte : http://www.saasaccreditation.org

3.3 Applicazione

La norma sottostante allo standard si propone di assicurare nelle aziende

eque condizioni di lavoro, un approvvigionamento etico di risorse e un

processo indipendente di controllo per la tutela dei lavoratori. In generale,

essa è applicabile in modo volontario da tutte le aziende di qualsiasi

dimensione e settore produttivo, operanti in ogni area geografica.

Le ragioni del successo di SA 8000 sono proprio dovute alla sua

semplicità e alla sua facilità di applicazione, anche se alcuni ritengono che

venga adottato solo ed esclusivamente per ragioni di immagine. Tale idea

è contraria a ciò che in realtà si dovrebbe diffondere applicando la SA

8000 in quanto dovrebbe diventare un modo di operare interno all’azienda,

una scelta strategica e non un elemento imposto o calato dall’alto.

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Lo standard SA 8000

59

Il sistema di gestione etico si configura come l’insieme di azioni intraprese

e di risorse coinvolte per realizzare nell’organizzazione la politica di

responsabilità sociale.5

Lo scopo principale è quello di migliorare le prestazioni sociali

dell’organizzazione e prevenire qualsiasi forma di sfruttamento dei

lavoratori in ottica del miglioramento continuo.

Le attività previste per ottenere la certificazione sono:

1) attività di preparazione alla certificazione: l’impresa deve nominare un

manager responsabile dell’implementazione del sistema SA 8000 in

azienda;

2) implementazione: riguarda attività quali la formazione dello staff e

l’elaborazione scritta di procedure aziendali, in modo da ottenere la

conformità con la norma;

3) pre-audit: prima di iniziare l’audit vero e proprio, che può essere

condotto solo da un’ente esterno accreditato CEPAA6, è bene che

l’azienda svolga una serie di simulazioni per comprendere se

l’organizzazione è in grado di accogliere al suo interno e sostenere

un sistema di gestione etico;

4) audit: un gruppo dell’ente esterno verifica l’osservanza dei requisiti

SA 8000 e richiede eventuali azioni correttive per poter rilasciare la

certificazione;

5) sorveglianza e monitoraggio: l’ottenimento della certificazione deve

essere un punto di partenza per l’impresa, che è tenuta a mantenere

un sistema di gestione di SA 8000 finalizzato al miglioramento

continuo. Gli enti certificatori esterni effettuano azioni di controllo

periodico per assicurare che gli elementi della SA 8000 siano sempre

rispettati.

La certificazione del sistema etico comporta per le aziende il sostenimento

di alcuni costi (di implementazione del sistema etico e di certificazione)

che consentono di ottenere importanti benefici, quali l’aumento e la 5 G. Lepore, M.V. D’Alesio, La certificazione etica d’impresa – La norma SA 8000 ed il quadro legislativo, FRANCOANGELI, 2004, pag. 37 6 CEEPA è l’acronimo di Council on Economics Priorities Accreditation Agency.

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Lo standard SA 8000

60

fidelizzazione della clientela, il miglioramento dei rapporti con gli

stakeholder, l’incremento della produttività e la diminuzione dei costi della

qualità.

Oltre tutto, le aziende che si avvicinano alla SA 8000 devono anche

garantire che la catena dei fornitori rispetti tutti i requisiti sociali attraverso

un impegno scritto e, se ciò non accade, l’azienda è tenuta a segnalare le

eventuali incongruenze.

E’ importante comprendere quale deve essere il valore di una norma

implementata in un’organizzazione. Essa deve supportare il cambiamento

di mentalità non solo attraverso l’imposizione di sanzioni, ma attraverso lo

sviluppo di una cultura etica che le aziende devono fare propria, affinché

vi sia il rispetto delle regole.

Per concludere occorre sottolineare che la SA 8000 non deve essere

assimilata alla responsabilità sociale, in quanto esistono delle differenze.

La SA 8000 si rivolge solo ad una parte di stakeholder relativamente ad

un’area molto specifica, che riguarda le condizioni di lavoro in azienda,

mentre la RSI deve rendere conto a tutti gli stakeholder. Inoltre, lo

standard SA 8000 detta regole ben precise, la cui applicazione è

verificabile, mentre la RSI riguarda azioni compiute volontariamente

dall’azienda, i cui modelli di misurazione e verificabilità sono ancora in

sperimentazione.

Il rapporto esistente tra RSI e SA 8000 può essere spiegato dicendo che

la norma SA 8000 fa parte di comportamenti propri di un’azienda

socialmente responsabile, insieme ad altri standard come AA 1000, i

codici etici ed altri.

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Lo standard SA 8000

61

3.4 Definizioni 7

Prima di analizzare nel dettaglio i vari requisiti della norma SA 8000

bisogna soffermarsi sulle varie definizioni che la norma stessa propone.

Si intende azienda, il complesso di qualsiasi organizzazione e organismo

economico responsabile dell’implementazione dei requisiti della presente

normativa, incluso il personale (amministratori, dirigenti, management,

supervisori e l’organico non-dirigenziale).

Il fornitore o subappaltatore è un soggetto economico che rifornisce

l’azienda di beni e/o servizi necessari per, e utilizzati in/per, la produzione

dei beni e/o servizi dell’azienda.

Il subfornitore è un soggetto economico della catena della fornitura che,

direttamente o indirettamente, procura al fornitore beni e/o servizi per, e

utilizzati in/per, la produzione di beni e/o servizi dell’azienda.

L’azione di rimedio è un’azione intrapresa per sanare nei confronti di un

lavoratore o di un ex dipendente la violazione di un diritto del lavoratore

coperto dalla SA 8000.

L’azione correttiva è l’implementazione di una variazione del sistema o di

una soluzione per assicurare un rimedio immediato e permanente ad una

non-conformità.

La parte interessata è un individuo o gruppo interessato a, o che influisce

su, l’azione sociale dell’azienda.

Si definisce bambino qualsiasi persona con meno di 15 anni di età, a

meno che leggi locali sull’età minima prevedano un’età più alta per il

lavoro o per la scuola dell’obbligo, nel qual caso si applica l’età più alta.

Se, comunque, la legge locale sull’età minima stabilisce 14 anni di età in

accordo con le eccezioni previste per i paesi in via di sviluppo che

aderiscono alla Convenzione ILO 138, si applica l’età più bassa.

Il giovane lavoratore, invece, è un qualsiasi lavoratore che superi l’età di

bambino come sopra definito e inferiore ai 18 anni.

7 G. Lepore, M.V. D’Alesio, “La certificazione etica d’impresa – La norma SA 8000 ed il quadro legislativo”, FRANCOANGELI, 2004, pagg. 52-53

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Lo standard SA 8000

62

Si considera lavoro infantile qualsiasi lavoro effettuato da un bambino con

un’età inferiore all’età specificata nella definizione di bambino sopra

riportata.

Si parla di lavoro obbligato quando si è in presenza di qualsiasi lavoro o

servizio ottenuto da persona sotto la minaccia di qualsiasi penale e per il

quale tale persona non si è offerta volontariamente o per il quale questo

lavoro o servizio sia richiesto come forma di pagamento di un debito.

Per ultimo viene definito il lavoratore a domicilio che è una persona che

svolge, per conto di un’organizzazione sotto controllo diretto o indiretto, al

di fuori dello stabilimento dell’organizzazione, dietro remunerazione, un

lavoro il cui risultato sia un bene o un servizio come specificato dal datore

di lavoro, indipendentemente da chi fornisce l’equipaggiamento, i materiali

e/o altri elementi utilizzati.

La norma definisce tutti questi termini affinché venga data

un’interpretazione univoca e non ci possano essere equivoci

nell’applicazione dello standard SA 8000.

3.5 I requisiti della SA 8000 8

Come già accennato, la norma SA 8000 si compone di otto requisiti:

1) Lavoro infantile;

2) Lavoro forzato;

3) Salute e sicurezza dei lavoratori;

4) Libertà di associazione e diritto alle contrattazioni collettive;

5) Discriminazione;

6) Procedure disciplinari;

7) Orario di lavoro;

8) Livello salariale minimo.

8 G. Lepore, M.V. D’Alesio, La certificazione etica d’impresa – La norma SA 8000 ed il quadro legislativo, FRANCOANGELI, 2004, pagg. 55-143

Per l’analisi della norma si è fatto riferimento alla versione del 2008.

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Lo standard SA 8000

63

A questi otto requisiti se ne aggiunge un nono che descrive il sistema di

gestione e si compone a sua volta di nove sottopunti che riguardano: la

politica aziendale, il riesame della direzione, i rappresentanti dell’azienda,

la pianificazione e l’implementazione, il controllo dei

fornitori/subappaltatori e subfornitori, le problematiche e le azioni

correttive, la comunicazione esterna, l’accesso alla verifica e le

registrazioni.

3.5.1 Lavoro infantile

L’azienda che vuole ottenere la certificazione deve attenersi non solo ad

una serie di divieti, ma deve proporre delle azioni di rimedio a sostegno

della politica aziendale in materia.

Per quanto riguarda questo primo requisito, l’azienda deve attuare delle

azioni di rimedio per i bambini, per i quali si riscontra una situazione

lavorativa che rientra nella definizione di “lavoro infantile”.

Una delle misure che l’azienda può adottare per porre rimedio ad una

situazione di lavoro infantile è quella di proporre il posto di lavoro occupato

dal bambino ad un parente o componente del gruppo famigliare del

bambino o pagando uno stipendio, per permettere al bambino di andare a

scuola.

Gli strumenti che l’azienda deve applicare per essere conforme allo

standard SA 8000, per quanto riguarda il primo requisito, sono molti:

- definire una politica di assunzione fissando i limiti di età dettati dalla

norma;

- definire e comunicare una politica sul lavoro infantile al personale e agli

stakeholders esterni;

- stabilire azioni di rimedio per i minori, indipendente dal fatto che vi siano

dei minori impiegati in azienda;

- se vi sono situazioni in cui un minore è costretto a lavorare, l’azienda

deve porre un piano di rimedio, cioè un insieme di azioni a sostegno del

minore o della famiglia.

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Lo standard SA 8000

64

Va detto che verificare la presenza di bambini è molto difficile, in quanto

potrebbero non essere presenti al momento della visita, per questo il

rapporto con le ONG (Organizzazioni non governative) e le componenti

sindacali risulta fondamentale.

3.5.2 Lavoro obbligato

La norma SA 8000 intende come lavoro obbligato tutte quelle situazioni in

cui il lavoro è imposto, dove la scelta di lavorare non è effettuata dal

lavoratore, ma esiste un fattore di obbligatorietà che impedisce al soggetto

interessato di effettuare una scelta.

Non va confuso il lavoro obbligato con il lavoro non retribuito o mal

retribuito, in quanto l’aspetto di riferimento della norma è che il rapporto di

lavoro abbia un significato di obbligatorietà e limitazione nella scelta

individuale.

Affinché l’azienda possa ottenere la certificazione SA 8000 occorre che

adotti alcuni strumenti per essere conforme allo standard, anche per

quanto riguarda il secondo requisito; l’azienda deve:

- evitare che i lavoratori abbiano debiti nei confronti dell’azienda;

- essere in grado di dimostrare la volontarietà della prestazione lavorativa;

- evitare la presenza di guardie di sicurezza nel posto di lavoro;

- non detenere documenti originali d’identità dei lavoratori.

3.5.3 Salute e sicurezza

Il principio chiave dell’articolo 3 della norma SA 8000 è: “l’azienda deve

garantire un luogo di lavoro sicuro e salubre e deve adottare misure per

prevenire gli incidenti”. Gli altri paragrafi, in questo modo, diventano

strumentali rispetto a quello appena citato.

L’azienda deve garantire al lavoratore un luogo di lavoro salubre e sicuro,

adottando misure di protezione per prevenire situazioni pericolose o

incidentali. Per raggiungere questo obiettivo, l’azienda nomina un

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Lo standard SA 8000

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responsabile della salute e della sicurezza ed eroga formazione per tutto il

personale, ripetendo la procedura ogniqualvolta vi sia un nuovo assunto.

Il secondo e terzo paragrafo della norma prevedono che l’azienda attui

delle procedure in modo da identificare e segnalare fonti di pericolo per

evitare eventi incidentali.

Infine, gli ultimi due paragrafi sono dedicati alla “salubrità” del posto di

lavoro.

L’azienda deve fare in modo che l’ambiente di lavoro risulti salubre

attrezzandosi di servizi idonei, con disponibilità di acqua potabile sul luogo

di lavoro, che sia facilmente raggiungibile e utilizzabile durante l’orario di

lavoro e nelle pause.

Se l’azienda dispone di dormitori, questi devono essere idonei, puliti e

rispondenti alle esigenze del personale.

Gli strumenti che l’azienda deve applicare, oltre a quelli già citati sopra,

per essere conforme alla norma SA 8000 sono:

- redazione di report scritti indicanti gli incidenti, per poter evitare rischi ed

eventuali incidenti futuri;

- formazione del personale, che deve avvenire durante l’orario di lavoro;

- servizi igienici a norma e puliti.

3.5.4 Libertà di associazione e contrattazione coll ettiva

L’articolo 4 della norma SA 8000 detta condizioni molto esplicite in materia

di libertà di associazione e contrattazione collettiva.

Al primo punto si definisce l’obbligo dell’azienda a garantire il diritto dei

lavoratori a formare ed appartenere a sindacati e a rispettare il diritto alla

contrattazione collettiva.

Al secondo punto, la norma si riferisce a quei Paesi in cui non è consentito

dalla legge la formazione di associazioni libere ed indipendenti. In questo

caso l’azienda deve facilitare la nascita di mezzi di tutela dei lavoratori

analoghi a quelli vietati.

Il terzo ed ultimo punto prevede che i rappresentanti sindacali non siano

discriminati e possano comunicare con propri scritti sul luogo di lavoro.

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Lo standard SA 8000

66

Quindi l’azienda che intende essere conforme con la SA 8000, per quanto

riguarda il requisito 4, deve:

- rispettare il diritto dei lavoratori alla formazione di associazioni e

sindacati;

- garantire i rappresentanti dei lavoratori che non devono essere

discriminati e devono poter svolgere il loro mandato;

- nominare il rappresentante SA 8000 per i lavoratori, in accordo con i

sindacati rappresentati in azienda.

3.5.5 Discriminazione

La norma stabilisce che l’azienda debba evitare qualsiasi comportamento

di discriminazione diretta ed indiretta nell’ambiente lavorativo. All’interno di

questo requisito viene data un’elencazione di quelli che possono essere i

comportamenti discriminatori, ma essendo la SA 8000 una norma che

riguarda il rapporto con i lavoratori, vengono citati soltanto quelli che si

potrebbero verificare in un luogo di lavoro.

Una delle forme di discriminazione più diffuse è sicuramente quella in

base al sesso: le donne sono discriminate per quanto riguarda le

retribuzioni, le mansioni e anche nelle assunzioni, nella formazione e nella

crescita professionale, non solo nei Paesi in via di sviluppo, ma anche nei

Paesi industrializzati.

Un’altra forma di discriminazione ed esclusione è quella nei confronti dei

disabili, che troppo spesso vengono trattati come problema. Questo

fenomeno è in crescita, perché si cerca di cambiare la cultura nei confronti

del disabile, che inizia ad essere percepito come un soggetto da inserire

nella società e dotato di abilità diverse da sfruttare anche nel mondo del

lavoro.

Il terzo paragrafo, che fa riferimento a comportamenti sessualmente

minacciosi, offensivi e rivolti allo sfruttamento è collegato all’ultimo

paragrafo, che riguarda il divieto di sottoporre il personale a test di

gravidanza o di verginità, sembra non avere a che fare con i

comportamenti discriminatori, ma in realtà questi possono provocare, nella

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Lo standard SA 8000

67

persona che li subisce, autoesclusione, poiché il soggetto coinvolto

percepisce l’ambiente di lavoro come ostile, minaccioso ed umiliante.

Questa è una condizione che colpisce soprattutto le donne non solo nei

Paesi in via di sviluppo, ma anche in quelli ricchi ed industrializzati.

L’azienda che vuole ottenere la certificazione SA 8000 deve rispettare

anche questo requisito e deve:

- definire una politica per il personale per quanto riguarda assunzioni e

avanzamenti di carriera;

- definire misure mirate per evitare qualsiasi tipo di discriminazione;

- registrare i motivi di mancate assunzioni;

- fornire ai lavoratori la possibilità di presentare reclami in modo anonimo;

- nel caso vi fossero lavoratori di religione diversa, consentire loro di

rispettare le loro festività ed i loro riti;

- consentire ai lavoratori di nominare un rappresentante che interloquisca

con la direzione in caso di discriminazioni sul luogo di lavoro.

3.5.6 Procedure disciplinari

Questo requisito fa riferimento a quelle situazioni in cui si verificano dei

comportamenti scorretti da parte del lavoratore e il datore di lavoro è

costretto intervenire. Sono vietate risposte che facciano uso di violenza

fisica, ma la norma va oltre ed impedisce anche l’utilizzo di parole pesanti,

che esercitino pressione sul lavoratore ripreso.

Nei Paesi industrializzati, le procedure disciplinari sono codificate ed è

assolutamente vietata la violenza fisica e psichica. Sono utilizzati

strumenti quali: il rimprovero verbale, l’ammonizione scritta, la sanzione

fino ad arrivare alla sospensione dal lavoro che, in Italia, significa

sospensione dallo stipendio, fino al licenziamento. Questo requisito si

riferisce a quel fenomeno che oggi è chiamato “mobbing” sui dipendenti

che è sempre più frequente anche nei Paesi occidentali e presenta costi

molto elevati se si considerano i problemi connessi e se si considera che,

dal punto di vista del profitto, il fenomeno incide fortemente, in quanto i

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Lo standard SA 8000

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lavoratori, che avvertono disagi nell’ambiente di lavoro, si assentano

mediamente per almeno 15 giorni durante l’anno lavorativo.

L’azienda che vuole essere conforme con lo standard SA 8000, per

quanto riguarda il requisito 6, deve:

- predisporre un codice disciplinare interno in cui vengono definite le

regole per quanto riguarda le sanzioni disciplinari;

- comunicare le procedure ai lavoratori;

- rendere possibili i reclami in casi in cui si verifichino dei comportamenti

scorretti da parte del datore di lavoro;

- definire strumenti di controllo in materia.

3.5.7 Orario di lavoro

Lo standard SA 8000 prevede che l’azienda si adegui alle normative

vigenti e ai contratti di settore o d’area stipulati con le parti interessate.

La norma, nel primo paragrafo e secondo paragrafo, prevede che l’orario

di lavoro settimanali non superi le 48 ore e che i dipendenti abbiano diritto

ad un giorno di riposo nell’arco di un periodo di sette giorni. Non vengono

citati i termini dei periodi di ferie, perché la normativa viene applicata a

livello internazionale e molti Paesi non prevedono periodi di riposo durante

l’anno lavorativo.

Nel terzo e quarto paragrafo, viene esaminata la disciplina del lavoro

straordinario, intendendo con questo termine le prestazioni lavorative che

superano le 48 ore settimanali. Vengono stabiliti dei limiti: le ore di

straordinario non possono superare le 12 ore per persona a settimana,

salvo i casi in cui vi sia da far fronte ad una domanda di breve periodo, e

la retribuzione per l’orario extra deve essere superiore rispetto a quella

ordinaria.

Lo straordinario deve essere volontario e deve avere il carattere di

eccezionalità, collegato a particolari esigenze di mercato.

L’azienda che vuole essere conforme alla norma SA 8000, per quanto

riguarda il requisito 7, deve:

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- rispettare l’orario definito con la contrattazione collettiva nazionale o di

settore;

- se ricorre a straordinari, deve verificarne l’effettiva necessità;

- informare i lavoratori, i quali devono conoscere le leggi sul lavoro;

- in caso di straordinario la diversa retribuzione deve apparire in modo

chiaro sulla busta paga.

3.5.8 Retribuzione

La norma prevede che le retribuzioni siano conformi agli standard minimi

definiti da leggi o accordi settoriali, in modo da garantire al lavoratore di

soddisfare i propri bisogni essenziali ed avere una quota di salario

aggiuntivo. Il principio universale, dettato da questo punto, è quello della

retribuzione minima e sufficiente. Essendo applicabile a livello

internazionale, lo standard SA 8000 non può essere più preciso in materia

di retribuzioni, in quanto il concetto di minimo e sufficiente è strettamente

legato alla realtà economica del Paese al quale si fa riferimento. Infatti,

per applicare questo requisito, occorre conoscere, in modo approfondito, il

Paese, nel quale ha sede l’azienda che applica lo standard.

La norma, inoltre, prevede che la riduzione della retribuzione a scopi

punitivi non è accettabile. Questo punto si ricollega al requisito 6 che

riguarda le punizioni disciplinari: la retribuzione non può essere utilizzata

come strumento di pressione sul lavoratore, in quanto sarebbe inteso

come ricatto economico e, quindi, risulterebbe uno strumento di

coercizione. A garanzia di tutto ciò, l’azienda deve rendere nota ai

lavoratori la composizione della retribuzione in busta paga.

Nell’ultimo paragrafo, la norma dispone che non sono accettati falsi

schemi di apprendistato per nascondere situazioni di lavoro nero.

L’azienda che vuole essere conforme con lo standard SA 8000, per

quanto riguarda questo requisito, deve:

- rispettare i parametri definiti dallo standard;

- registrare i lavoratori e la relativa busta paga;

- non utilizzare intermediari per la manodopera;

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Lo standard SA 8000

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- dare una motivazione precisa se la retribuzione risulta inferiore a quella

prevista; ciò può accadere per un breve periodo.

3.5.9 Sistema di gestione

Il sistema di gestione della responsabilità sociale all’interno delle imprese

si compone di altri nove sottorequisiti che permettono di implementare la

SA 8000 nell’azienda.

3.5.9.1 Politica aziendale

Il documento di Politica Aziendale, che rispetta i principi dello standard SA

8000, ha un ruolo centrale in tutto il sistema. All’interno vengono chiariti i

motivi e gli aspetti valoriali che hanno portato l’azienda ad implementare

un sistema quale la SA 8000 e viene specificato l’impegno dell’azienda a:

- rispettare tutti i punti della norma;

- rispettare le leggi nazionali, sopranazionali e le convenzioni;

- attuare un miglioramento continuo del sistema SA 8000;

- comunicare ed interagire con il personale;

- rendere pubblico il documento che attesta la volontà dell’azienda a

essere conforme allo standard.

Per fare ciò l’azienda deve creare un buon dialogo con gli stakeholders e

fissare degli obiettivi di medio/lungo periodo che permettano di applicare e

realizzare il sistema SA 8000.

3.5.9.2 Rappresentanti dell’azienda

La norma prevede che in azienda debbano essere nominati tre

rappresentanti: il rappresentante della direzione per la SA 8000, che fa

parte della direzione e la rappresenta; il rappresentante dei lavoratori per

la SA 8000, che svolge il ruolo di intermediario con la direzione per

l’applicazione dello standard; il rappresentante della direzione, che può

coincidere con il rappresentante della direzione SA 8000, in quanto deve

essere un membro di quest’ultima, e si occupa dell’implementazione del

sistema, con riferimento al requisito 3 (Salute e Sicurezza) della norma.

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Lo standard SA 8000

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3.5.9.3 Riesame della direzione

La norma prevede la necessità, da parte dell’alta direzione dell’azienda, di

revisionare periodicamente la politica aziendale e le procedure.

Questo punto è particolarmente significativo, perché riguarda le strategie

che l’azienda deve mettere in atto, affinché sia possibile costruire un

sistema di responsabilità sociale secondo la norma SA 8000. In esso è

contenuta l’analisi delle performance dell’azienda e, dove opportuno, le

modifiche e i miglioramenti del sistema.

L’azienda deve definire degli indicatori di performance e controllare

periodicamente i risultati in modo da poter introdurre delle soluzioni e

rispondere all’esigenza di miglioramento continuo.

3.5.9.4 Pianificazione ed implementazione

La conoscenza ed il coinvolgimento di tutte le parti interessate

rappresentano il principale fattore di successo del sistema SA 8000.

L’azienda deve pianificare e garantire la formazione a tutti i livelli del

personale, affinché lo standard possa essere compreso da tutti. Deve

definire regole chiare ed applicabili, fornire strumenti per identificare le

responsabilità ed individuare le autorità di riferimento.

Per quanto riguarda l’applicazione dello standard devono essere utilizzati

strumenti, quali il monitoraggio continuo e il controllo delle performance

per consentire la verifica e pianificare eventuali correttivi.

3.5.9.5 Controllo dei fornitori/subappaltatori e subfornitori

Questo punto definisce il controllo dei fornitori, che è una procedura

complessa, che prevede l’estensione del controllo della SA 8000 anche ad

aziende esterne. Lo standard non propone un sistema da seguire per

attuare il controllo dei fornitori, ma si può dire che il più efficace è quello

dell’analisi dei rischi sui fornitori: valutazione di indicatori ambientali,

settoriali, relativi alla storia e alle dimensioni e caratteristiche produttive

dell’azienda fornitrice.

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Lo standard SA 8000

72

L’azienda, inoltre, deve tenere delle registrazioni che riguardano l’impegno

del fornitore in relazione alla responsabilità sociale.

Il fornitore dovrà dichiarare per iscritto il suo impegno a rispettare i requisiti

dello standard, mentre l’azienda, da parte sua, dovrà far in modo che i

requisiti vengano davvero rispettati.

Nell’ultimo paragrafo, inoltre, lo standard richiede che, se l’azienda fa uso

di fornitori classificati come lavoratori a domicilio, questi debbano avere gli

stessi diritti dei lavoratori interni all’azienda, soprattutto per alcuni aspetti

indicati espressamente dalla norma.

3.5.9.6 Gestione delle problematiche ed attuazione di azioni correttive

Questo punto prevede che l’azienda debba mettere in pratica un sistema

per individuare e risolvere problematiche che emergono dall’applicazione

dello standard.

L’azienda deve attuare delle azioni correttive per superare situazioni di

non conformità della politica aziendale nei confronti della SA 8000, ma

non deve punire o discriminare il personale che fa emergere i punti deboli

dell’applicazione della norma.

L’azienda, quindi, deve adottare un sistema di gestione dei reclami; le

modalità con cui possono essere fatti pervenire alla direzione i reclami

sono numerosi: la classica cassetta posta in luoghi in cui il personale

possa liberamente esprimere pareri, opinioni e lamentele in modo

anonimo, un sistema di mailing interno oppure il rappresentante dei

lavoratori può fungere da intermediario tra i dipendenti che sollevano le

lamentele e la direzione.

I sistemi anonimi risultano gli strumenti più efficaci, soprattutto in quei

luoghi in cui si rischia una ritorsione diretta o indiretta quando si

esprimono pareri contrari alla direzione; i sistemi privi di anonimato sono

utilizzati in quegli ambienti di lavoro in cui il management considera i rilievi

come un momento costruttivo di dialogo e confronto tra l’azienda e i suoi

dipendenti.

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Lo standard SA 8000

73

Una volta rilevati i problemi, l’azienda dovrà implementare azioni correttive

adeguate, in modo da evitare l’insorgere di problematiche in futuro.

3.5.9.7 Comunicazione esterna e coinvolgimento delle parti interessate

In questo punto l’azienda si impegna a comunicare i risultati, positivi e

negativi, che derivano dall’applicazione dello standard, a tutte le parti

interessate.

L’azienda deve avere ben chiare quali siano le parti interessate, interne ed

esterne all’azienda, e valutare gli strumenti più idonei ed efficaci per

effettuare la comunicazione.

Quando si parla di parti interessate, ci si riferisce agli stakeholders e agli

shareholders. Gli stakeholders sono quei soggetti interni ed esterni

all’azienda che hanno interesse verso le performance aziendali

economiche, sociali ed ambientali.

Gli shareholders, invece, sono gli azionisti dell’azienda che presentano

interesse verso le performance aziendali, in quanto hanno effettuato

investimenti finanziari ed è nel loro interesse sapere quali siano i risultati

della gestione.

La norma prevede che le informazioni da comunicare alle parti interessate

debbano avere come riferimento i risultati del riesame della direzione e del

monitoraggio, ma non devono limitarsi a questi indicatori.

E’ importante effettuare una comunicazione efficace predisponendo

procedure riguardanti modalità e tempi di comunicazione, ma anche

utilizzo di mezzi idonei in base alle caratteristiche degli stakeholders di

riferimento.

3.5.9.8 Accesso alla verifica

La norma prevede che sia consentito l’accesso agli audits nei locali

dell’azienda per certificare la conformità ai requisiti dello standard SA

8000, purché questi richiedano informazioni ragionevoli.

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Lo standard SA 8000

74

Con questo punto la norma ha voluto sottolineare l’importanza della

trasparenza, che bisogna attribuire ai processi di implementazione e

gestione dello standard in tutti i suoi punti e la conformità ai requisiti.

3.5.9.9 Registrazioni

L’azienda ha l’obbligo di mantenere le registrazioni di tutte le fasi relative

allo standard SA 8000. Le registrazioni riguardano: la politica aziendale,

tutti i punti della norma, le verifiche, i reclami ed ogni altro strumento

fondamentale per provare l’applicazione dello standard in tutti i suoi punti

e la conformità ai requisiti.

3.6 Rapporto tra SA 8000 e bilancio sociale 9

La SA 8000 e il bilancio sociale sono due strumenti di responsabilità

sociale utili alle imprese per promuovere il dialogo con le parti interessate

dell’azienda.

La SA 8000 ha lo scopo di definire delle regole di comportamento per

disciplinare il difficile rapporto datore di lavoro-dipendenti e, quindi, mira al

soddisfacimento di una categoria di stakeholder ben precisa: i lavoratori.

L’azienda, che decide di implementare il sistema SA 8000, deve

impegnarsi a verificare che anche i fornitori rispettino i requisiti dello

standard; si può dire, dunque, che la SA 8000 è rivolta ad un gruppo

ristretto di stakeholders.

Essa è progettata per tenere in considerazione leggi e requisiti di contesto

culturale di ogni Paese ed è la prima norma ad essere verificabile, perché

acquisisce criteri di trasparenza e credibilità.

Il bilancio sociale, invece, è uno strumento che rendiconta quali siano stati

i comportamenti attinenti alla responsabilità sociale praticati dall’azienda.

Non vi è una normativa precisa che definisca linee guida universali per la

redazione di un bilancio sociale in azienda e persino la denominazione

9 http://www.isvi.org

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Lo standard SA 8000

75

stessa risulta confusa, in quanto sono stati proposti diversi termini per

riferirsi sempre allo stesso documento.

Nonostante tutto, la SA 8000 e il bilancio sociale sono degli strumenti di

comunicazione volontari, che riferiscono sui rapporti che l’azienda

intrattiene con i suoi stakeholder; sono degli strumenti flessibili,

definiscono una politica/missione ben precisa ed adottano

un’organizzazione chiara. Inoltre, costituiscono un elemento di

benchmarking10 in cui la collettività ripone fiducia, ma la caratteristica più

importante che li accomuna è il fatto di essere strumenti di dialogo con le

parti interessate.

Per la SA 8000, il bilancio sociale diventa uno strumento per enfatizzare il

processo di identificazione, ascolto e dialogo con gli stakeholders, per

favorire la conoscenza degli impegni presi e per evidenziare il

miglioramento continuo. Quest’ultimo è uno dei vantaggi che le sinergie

tra la SA 8000 e il bilancio sociale offrono, insieme a:

-miglioramento del clima aziendale;

- miglioramento nelle comunicazioni;

- miglioramento della fidelizzazione e del coinvolgimento;

- diminuzione del turn over e del tasso di assenteismo;

- miglioramento dell’ambiente di lavoro e quindi della produttività;

- miglioramento della reputazione dell’azienda.

Per concludere si può affermare che la SA 8000 ed il bilancio sociale sono

due documenti distinti, con la loro struttura ed i loro contenuti, ma

presentano gli stessi vantaggi e gli stessi obiettivi in quanto tutti e due

mirano ad implementare un sistema di responsabilità sociale d’impresa.

Se impiegati contemporaneamente possono completarsi l’uno con l’altro e

costituire non solo un forte strumento di comunicazione ma uno strumento

dinamico di monitoraggio e programmazione, in grado di coinvolgere tutte

le parti interessate.

10 Il benchmarking è un processo continuo di misurazione di prodotti, servizi e prassi aziendali, mediante il confronto con i concorrenti più forti. (http://www.wikipedia.it)

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Capitolo 4

CASO

TECNICART S.R.L.

L’AZIENDA

TECNICART

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Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda

77

4.1 La storia

Tecnicart s.r.l. fu fondata nel 1954 a Sansepolcro, una località in provincia

di Arezzo, da Aldo Zampieri, sua moglie ed alcuni famigliari.

Il primo nome fu Artigiana Scatole e, come si può intuire, fu inizialmente

una piccola impresa famigliare ed artigiana, con pochi addetti, che

operava in alcuni locali a piano terra dell’abitazione.

Aldo Zampieri, immigrato dal Veneto, negli anni Trenta fu assunto dalla

Buitoni e ricevette due premi per “suggerimenti alla produzione”, ma fu

licenziato per presunte “scritte contro il regime fascista”. Partecipò alla

guerra e, dopo aver fatto parte di un Battaglione ad elevata

specializzazione operativa, venne preso prigioniero; come militarizzato

dell’esercito americano, operando nelle attività logistiche, maturò

esperienze significative e, nel 1945, fu invitato a recarsi negli Stati Uniti.

Zampieri, però, preferì non partire ed assunse la direzione di un’azienda di

produzione di prefabbricati e laterizi1 in Arezzo.

Nel 1954, maturato un piccolo capitale e saputo che la Buitoni, una volta

ricostruito lo stabilimento minato e distrutto dai Tedeschi alla fine della

guerra, voleva confezionare le nuove scatole “americane” in cartone

ondulato in sostituzione delle casse di legno per le proprie spedizioni, Aldo

Zampieri chiese all’Amministratore della Buitoni di poter diventare suo

fornitore. La risposta fu molto positiva, perché la Buitoni favoriva, a parità

di condizioni, i fornitori locali. Questo segnò l’inizio dell’attività dell’allora

Artigiana Scatole, che continua tutt’oggi sotto il nome di Tecnicart.

La Buitoni, in quel periodo, era una sorta di Olivetti dell’alimentare, cioè

un’impresa molto proiettata nel sociale; vi era l’asilo nido nello stabilimento

ed era molto intensa l’attività ricreativa e culturale dell’azienda nei

confronti dei dipendenti e della città. Inoltre, era molto forte il senso di

appartenenza all’azienda, la quale si distingueva per il susseguirsi di

innovazioni, brevetti e strepitosi successi commerciali. In questo clima

iniziava il lavoro di Tecnicart e si formava la sua idea riguardo al lavoro. 1 Laterizio = prodotto ceramico non resistente ad alte temperature, fabbricato per cottura di argilla impastata con acqua e impiegato nelle costruzioni edili.

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Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda

78

Si arrivò al 1968 quando, contemporaneamente allo scompiglio ideologico

di quegli anni, si manifestò una gravissima crisi dirigenziale della Buitoni a

cui seguì il declino. Questo fu un duro colpo per Tecnicart in quanto

dipendeva esclusivamente dal cliente Buitoni, ed era focalizzata su un

solo prodotto: la scatola americana.

Per sopravvivere, nei primi anni Settanta, Tecnicart iniziò la produzione di

carta ondulata alimentare, allargando i propri rapporti ad altre importanti

aziende alimentari come Barilla, Colussi e Plasmon.

Nel 1991 vi fu un cambio al vertice per la Tecnicart, Carlo Zampieri (figlio

di Aldo) divenne Amministratore autonomo e, pochi anni più tardi, rilevò

tutte le quote della società.

Dopo una serie di trasformazioni societarie e trasferimenti delle proprie

sedi produttive, Tecnicart raggiunge nell’anno 2000 l’attuale struttura di

oltre 10.000 metri quadrati su un’area di 30.000 metri quadrati a San Leo

di Anghiari, in provincia di Arezzo.

A partire dagli anni Novanta ed in particolare dal 2002, la produzione è

stata allargata, grazie alla vocazione innovativa della moglie dell’attuale

dirigente dell’azienda Carlo Zampieri, ad ogni articolo cartotecnico in

cartone ondulato, scatole fustellate, accoppiate a stampa offset o

stampate flexo, espositori, imballaggi speciali e contenitori. La produzione

di ogni tipo di soluzione cartotecnica avviene internamente in impianti

dislocati su oltre 10.000 metri quadrati coperti, che consentono di proporre

forniture “just in time” con la stessa efficacia di piccole e grandi quantità.

Inoltre, le nuove relazioni, la forte spinta alla tutela del consumatore e il

controllo dei processi, promossa in particolare da Barilla, ha portato il

management dell’azienda a ritenere indispensabile, anche se impegnativo

e costoso, sottoporre a verifiche esterne il suo operato, con l’ottenimento

di certificazioni, quali ISO 9001, SA 8000 e presto EN 155932.

2 La norma UNI EN 15593:2008 “Imballaggi – Gestione dell’igiene nella produzione di imballaggi destinati ai prodotti alimentari”, ha lo scopo di fornire uno strumento per regolare i sistemi di gestione dell’igiene e favorire un livello di sicurezza dei prodotti costante fra produttori diversi. Elaborata in ambito europeo, con un forte contributo anche a livello italiano, la norma riguarda tutti gli aspetti della gestione dell’igiene nella produzione degli imballaggi e specifica i requisiti per un sistema di gestione dell’igiene

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Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda

79

4.2 I prodotti

Tecnicart possiede un’ampia gamma di prodotti, che realizza all’interno

dei propri stabilimenti per rispondere alle esigenze di numerose imprese

importanti in diversi settori.

La Carta Ondulata Alimentare è il principale prodotto con il quale Tecnicart

si presenta come fornitore per le importanti aziende alimentari, quali

Barilla, Colussi, Buitoni ed altre.

Classica è la carta che avvolge direttamente le fette biscottate del Mulino

Bianco. Tale materiale è realizzato

con carta molto leggera, di pura

cellulosa da azienda certificata

FSC3 (tutto il processo di

realizzazione, provenienza della

carta e il reintegro boschivo del

legname è tracciato e controllato).

La Carta Ondulata può avere vari spessori a seconda delle necessità di

protezione del biscotto o della fetta biscottata. E’ costituita da uno strato

teso ed uno ondulato. Talvolta, se il biscotto è molto grasso, viene

utilizzata una carta resistente al passaggio dei grassi.

Qualsiasi dettaglio del processo di produzione è sottoposto a controllo e

monitoraggio (HACCP4) anche attraverso Audit degli enti certificatori ISO

9001, SA 8000 e in un breve futuro EN 15593, oltre che da parte della

per fabbricanti e fornitori di imballaggi per alimenti, inclusi immagazzinaggio e trasporto. (http://www.ipq.it) 3 La certificazione FSC identifica i prodotti contenti legno proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.(http://www.fsc-italia.it) 4 L'HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points) è un sistema di autocontrollo che ogni operatore nel settore della produzione di alimenti deve mettere in atto al fine di valutare e stimare pericoli e rischi e stabilire misure di controllo per prevenire l'insorgere di problemi igienici e sanitari. (http://www.wikipedia.it)

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Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda

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stessa Barilla, molto attenta all’assoluta integrità delle confezioni e alla

continua evoluzione dei sistemi di produzione e di controllo della qualità.

Tecnicart sta studiando un sistema di controllo, tramite telecamere, per

prevenire ed individuare la presenza anche di piccole ed eventuali

macchie o corpi estranei potenzialmente contaminanti; già ora, il materiale

viene realizzato e manipolato in modo completamente automatizzato.

I test di controllo della carta e le prove di migrazione si sono molto evolute.

In tal modo viene verificata l’assenza di metalli pesanti e di ogni sorta di

sostanza pericolosa per la salute.

L’azienda non ha mai rilevato situazioni di non conformità, nonostante le

procedure di controllo si svolgano sia internamente che tramite laboratori

esterni, rispettando scrupolosamente le metodiche di controllo assunte.

Il secondo prodotto che Tecnicart sviluppa all’interno dei propri stabilimenti

è la Scatola americana a stampa flexografica.

Questo tipo di prodotto nasce, come

suggerisce il nome, negli Stati Uniti.

Partendo dal cartone ondulato composto

da tre o cinque strati di carta riciclata

oppure no, accoppiata e ondulata

(ondulata a caldo per migliorare la

resistenza meccanica del cartone allo schiacciamento) si può realizzare la

scatola americana. Essa ha la caratteristica di non necessitare di un

impianto particolare per ottenere diverse dimensioni spaziali. Aprendola,

essa è perfettamente rettangolare, pertanto ottimizza l’utilizzo senza

sprechi del cartone. Nella macchina che la realizza si possono variare

facilmente le misure, cambiando il settaggio e la dimensione del foglio di

cartone. E’ una grande invenzione nella sua semplicità ed

ecocompatibilità.

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Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda

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Tecnicart realizza un’ulteriore prodotto: la scatola Fustellata che si

differenzia dalla scatola americana perché necessita di un impianto

Fustella. La Fustella si può definire grossolanamente un manufatto per

imprimere tagli e forme. Questa è

importante per ottenere prestazioni

particolari come sistemi di chiusura

diversi, finestre e alloggiamenti

speciali, estetica o funzionalità

aggiuntive.

Il prodotto Cartotecnico è quasi

sempre fustellato, ma spesso anche stampato con qualità superiore

(Litografica). E’ costituito da un cartoncino di buona grammatura, in

genere 230/400 gr/mq, stampato e verniciato con macchine litografiche

per realizzare grafiche sofisticate (grafica fotografica o altro). Questo

materiale stampato può essere fustellato (per realizzare astucci o piccoli

contenitori) o accoppiato a cartone ondulato per realizzare scatole di

elevata qualità e buona resistenza.

4.3 Il mercato di riferimento e i concorrenti

Il settore della cartotecnica, con la produzione di carta, cartone e

imballaggi ondulati, si è sviluppato molto negli ultimi vent’anni, grazie alla

richiesta interna di imballaggi di carta e cartone, dovuta a vari fattori, come

il crescente numero di manufatti e la loro maggiore movimentazione e,

soprattutto, il ruolo strategico dell’imballaggio nella valorizzazione dei

prodotti.

L’industria cartotecnica presenta un elevato grado di frammentazione,

essendo caratterizzata dalla forte presenza di piccole e micro imprese.

Con il passare degli anni l’inasprimento della concorrenza e il

conseguente abbassamento dei costi ha fatto sì che rimanessero sul

mercato solo le imprese più solide, che hanno creato partnership con altre

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Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda

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aziende ed un maggiore orientamento all’innovazione. Questo

atteggiamento era assolutamente necessario per mantenere il nostro

Paese, tra i maggiori esportatori mondiali di prodotti di cartotecnica, su un

mercato internazionale dove la guerra dei prezzi è sempre più accesa.

Attualmente la regione italiana con il maggior numero di imprese operanti

in questo settore risulta essere la Lombardia seguita dalla Toscana (con i

distretti di Firenze e Lucca) e dal Veneto.

Tecnicart opera sul mercato nazionale per la Carta Ondulata mentre per

gli altri prodotti, essendo a carattere di servizio, ha un raggio più ristretto di

circa 100 Km, salvo eccezioni.

I principali concorrenti di Tecnicart per ciascun prodotto sono:

� per la carta ondulata, Sicart S.p.A. di San Giustino (PG) e Cartondul di

Isola Vicentina (VI);

� per le scatole americane, Scatolificio Bianchini di Promano e Saico

S.r.l. di Coldipozzo, entrambe località nel comune di Città del Castello

(PG);

� per i prodotti cartotecnici, Kartoplastic 2 nella zona industriale di Città

del Castello (PG).

4.4 La politica aziendale

L’esperienza maturata nel settore cartotecnico e la volontà di distinguersi

come operatore eccellente dal punto di vista sociale, hanno condotto

Tecnicart s.r.l. ad implementare e certificare un sistema di gestione

conforme ai requisiti delle norme UNI EN ISO 9001:2000 e SA 8000:2001.

Tutto ciò in un’ottica di miglioramento continuo delle performance

aziendali e nella consapevolezza che le risorse umane rappresentino il

vero valore aggiunto dell’azienda.

La politica aziendale di Tecnicart attesta l’orientamento alla responsabilità

sociale e costituisce una dichiarazione pubblica dei principi che l’azienda

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Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda

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intende seguire per potersi definire socialmente responsabile. Tali principi

rappresentano il punto di partenza nella definizione degli obiettivi e sono

funzionali all’ottenimento di traguardi di miglioramento continuo, attraverso

la definizione di obiettivi, i quali devono essere continuamente aggiornati e

verificati, e all’ attuazione di azioni di rimedio, nel caso si presentassero

delle situazioni di non conformità agli standard.

Le finalità che la Direzione si prefigge, attraverso la stesura della politica

aziendale, e che intende condividere con tutta l’organizzazione

riguardano:

� l’aumento della soddisfazione dei lavoratori, dei fornitori e di tutti gli

stakeholders;

� l’aumento della competitività e la valorizzazione dell’immagine

dell’azienda;

� la capacità di fornire prodotti e servizi che rispondano, e alle volte

anticipino, le esigenze del cliente, in modo da realizzare un

prodotto/servizio che superi le aspettative, ottenendo un valore

aggiunto rispetto alla concorrenza;

� il miglioramento delle performance economiche e finanziarie;

� la sicurezza di garantire la qualità del prodotto e i comportamenti etici;

� il sostenimento e la motivazione del personale ad attuare i principi etici

e a promuovere la qualità del prodotto, anche attraverso proposte di

miglioramento.

Dopo aver definito le finalità, Tecnicart predispone ogni anno un Piano di

Miglioramento, in cui sono sintetizzati gli obiettivi di responsabilità sociale

e di qualità, che la Direzione si pone. Per raggiungere tali obiettivi la

Direzione si impegna ad osservare una serie di comportamenti, elencati

nel documento riguardante la politica aziendale, che permettano di

rispettare i requisiti delle norme e delle leggi nazionali ed internazionali.

Tecnicart, inoltre, ritiene molto importante il coinvolgimento di fornitori,

clienti e di tutti gli stakeholders al fine di migliorare le proprie prestazioni.

Ciò è possibile grazie alla pubblicazione del bilancio SA 8000 sul sito

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Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda

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dell’azienda, che diventa strumento di comunicazione della politica

aziendale al fine di garantire la massima trasparenza e permettere la

risoluzione di eventuali problemi di conformità nei confronti delle norme.

La politica aziendale, infine, è sottoposta a revisione, in sede di Riesame

della Direzione, e viene aggiornata per verificarne la costante

adeguatezza.

4.5 La struttura organizzativa

Tecnicart s.r.l. è una piccola impresa che conta 15/16 dipendenti tra i quali

3/4 fanno parte della stessa famiglia.

L’azienda è abbastanza strutturata per le esigenze riguardanti il controllo

dei processi che sono certificati. E’ necessaria la definizione dei compiti

dei diversi responsabili, ma nonostante tutto è un’azienda snella e attenta

ai cambiamenti del mercato di riferimento.

Come si può notare dall’organigramma, gli organi di staff, che operano in

supporto al vertice dell’azienda, sono istituiti al fine di assicurare la

corretta implementazione del sistema di gestione.

Sono state identificate da Tecnicart diverse figure importanti:

o un RAPPRESENTANTE DELLA DIREZIONE (RD), che ha il compito

di: assicurare l’aggiornamento del Sistema Integrato di Gestione

aziendale, riferire alla Direzione circa l’andamento del sistema di

gestione e circa il grado di soddisfazione dei clienti al fine di

permettere il miglioramento da attuare dopo un attento riesame,

promuovere all’interno dell’azienda la cultura della Qualità del

prodotto e della responsabilità sociale con l’introduzione di tecniche e

metodi di gestione adeguati e, infine, promuovere all’interno della

Tecnicart l’importanza di soddisfare le richieste di tutti i clienti.

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Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda

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Il rappresentante della Direzione è affiancato da un assistente, che lo

aiuta a svolgere i compiti appena citati, in modo da non trascurare

nessun aspetto importante;

o un RAPPRESENTANTE DELLA DIREZIONE SA 8000 (RD SA

8000), che ha l’autorità ed il compito di controllare che i requisiti della

norma SA 8000 siano rispettati;

o un RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI SA 8000 (RL SA 8000),

eletto e scelto dai dipendenti, che ha l’autorità ed il compito di

semplificare i rapporti e le relazioni con la Direzione, circa gli aspetti

riguardanti la SA 8000;

o inoltre, è previsto un sistema di prevenzione e protezione dei rischi,

cioè un insieme di persone, sistemi e strumenti interni ed esterni

finalizzati all’attività di prevenzione dei rischi professionali

dell’azienda. I membri del servizio di prevenzione e sicurezza sono:

� un medico competente

� un Responsabile del servizio di prevenzione e protezione

(RSPP), che deve rappresentare la Direzione, per quanto

riguarda la salute e la sicurezza di tutto il personale, ed ha il

compito di implementare i fattori di sicurezza e salute previsti;

questo soggetto deve possedere capacità e requisiti professionali

adeguati ai rischi che si possono presentare sul luogo di lavoro,

relativi all’attività aziendale svolta;

� un Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RL per la

sicurezza), eletto e scelto dal personale, che ha il compito di

rappresentare i lavoratori per quanto riguarda la salute e la

sicurezza nel luogo di lavoro;

� gli addetti al primo soccorso, incaricati di attuare provvedimenti

necessari in materia di primo soccorso ed assistenza medica

d’urgenza;

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Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda

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� gli addetti antincendio, incaricati dell’attuazione di misure

necessarie per la prevenzione di incendi, evacuazione dei

lavoratori, in caso di pericolo grave ed immediato e salvataggio.

Le figure appena citate sono indispensabili al fine di assicurare

l’implementazione di tutte le misure necessarie per essere conformi ai

requisiti della norma SA 8000. Tecnicart è molto ben organizzata in questo

senso e, nonostante sia una piccola impresa, presenta un organigramma

ricco e dettagliato, dal quale traspare il forte impegno dell’azienda a far sì

che la Responsabilità sociale venga recepita ed applicata a tutti i livelli

dell’organizzazione.

Proseguendo nell’analisi della struttura, l’organigramma prevede altre due

figure in supporto alla gestione generale dell’azienda: il Responsabile

delle risorse umane e il Responsabile delle risorse tecniche, che hanno

rispettivamente il compito di gestire il capitale umano e i beni strumentali.

Infine, vi sono i responsabili delle aree operative e caratteristiche

dell’azienda:

� il Responsabile Amministrativo

� il Responsabile Commerciale

� il Responsabile della pianificazione CO (Carta Ondulata) e il

Responsabile della pianificazione SAPF (Scatole Americane e

Fustellate) che gestiscono la pianificazione giornaliera delle produzioni

per mezzo di un programma integrato che attraverso la rilevazione dei

dati in tempo reale propone una programmazione di base che viene

monitorata ed adattata dal programmatore in funzione delle richieste

dei clienti

� il Responsabile delle progettazioni

� il Responsabile degli Approvvigionamenti.

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Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda

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Organigramma Tecnicart s.r.l

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Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda

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4.6 Gli stakeholders

Come più volte accennato, con il termine stakeholder si fa riferimento a

tutti quei soggetti interni ed esterni all’azienda che hanno un interesse di

qualsiasi natura verso l’attività dell’azienda stessa.

Tecnicart presenta una serie di soggetti coinvolti nel sistema di gestione

con i quali ha instaurato dei rapporti di vario genere.

Innanzitutto, il personale deve essere rispettato, coinvolto in un processo

di formazione e valorizzazione della professionalità, oltre che informato

sulle attività svolte dall’azienda.

Poi ci sono i fornitori, per i quali l’azienda ha strutturato un sistema di

selezione, qualifica, monitoraggio e sensibilizzazione nel rispetto delle

regole e degli impegni che le norme di riferimento richiedono di soddisfare.

Al fine di controllare la conformità a tutti i requisiti delle norme di

riferimento sono stati individuati i settori più critici per l’applicazione della

responsabilità sociale e sono state pianificate delle verifiche mirate presso

alcuni fornitori.

I clienti sono considerati dall’azienda come partner con cui lavorare, non

solo per la soddisfazione delle loro esigenze, ma anche delle aspettative

aziendali, in un clima di trasparenza, reciproco rispetto e fiducia.

Anche le istituzioni presenti sul territorio, quali la Regione Toscana, la

Provincia di Arezzo, il Comune di Anghiari, la ASL, l’Ispettorato del

Lavoro, i Vigili del fuoco, l’INPS e l’INAIL sono importanti interlocutori di

Tecnicart. L’atteggiamento dell’azienda nei loro confronti è basato sulla

trasparenza, sul dialogo e sulla collaborazione.

E’ intenzione dell’azienda instaurare rapporti di collaborazione con ONG

ed associazioni di volontariato, che operano nel campo della tutela dei

diritti delle persone, e rafforzare il rapporto di fiducia con le banche.

Anche con i sindacati l’azienda vuole avere rapporti distesi di

collaborazione e dialogo.

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Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda

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Infine, per ottenere la certificazione del sistema di responsabilità sociale e

della qualità, Tecnicart si è rivolta ad un ente di certificazione: la SGS

Italia S.p.A.

Mappa degli stakeholders di Tecnicart

Enti di certificazione

Personale

TECNICART S.R.L.

Clienti

Istituzioni

Associazioni ed ONG

Fornitori

Sindacati

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Capitolo 5

CASO

TECNICART S.R.L.

IL BILANCIO SA 8000

TECNICART

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Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000

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5.1 La SA 8000 in Tecnicart

L’implementazione della SA 8000 in Tecnicart nasce da un’idea

missionaria del lavoro, non sempre facile da mettere in atto nella realtà,

coinvolgendo valori morali non facilmente misurabili.

L’amministratore della Tecnicart, Carlo Zampieri, esprime la sua volontà

“di voler affermare un’idea cristiana che coinvolga il rispetto della persona,

dell’ambiente, di noi stessi, in un mondo splendido di opportunità e di

ingegno, ma in cui l’aspetto materiale con le sue degenerazioni

(ingiustizia, contrasto, prevaricazione e guerre e anche consumismo fine a

se stesso), prevale pericolosamente su quello spirituale. Come

amministratore di “cose materiali” la sfida dei prossimi anni è per me

contribuire a dare un senso al nostro impegno di lavoro. Mi accingo a

leggere e meditare “Caritas in veritate” (enciclica sociale di Benedetto

XVI), ritenendo il lavoro un grande dono, ma il suo aggiornamento alla

luce del Vangelo, un’opera che mai termina e tutti coinvolge. La parte più

importante del nostro lavoro è comunque sempre quella che non si vede e

che è interiormente necessaria perché essa ci consente di affrontare ciò a

cui siamo chiamati.”

Dalle parole del Sig. Zampieri emerge come l’idea di costruire un’azienda

socialmente responsabile nasca dal vertice che, guidato in questo caso da

valori religiosi, cerca di trasmettere i suoi ideali all’interno

dell’organizzazione per cercare di “tirare fuori” dai propri dipendenti e dagli

interlocutori la sua stessa grinta e la sua stessa dedizione per il lavoro.

Essendo il mondo rivolto all’esaltazione dell’apparenza e del materiale, il

segnale che le aziende danno alla società quando decidono di orientarsi

verso la responsabilità sociale, è molto forte. Fa strano pensare alle

aziende come operatori che si muovono ed lavorano anche per

raggiungere il profitto, ma non solo. Eppure, le vicende degli ultimi tempi e

i dati delle statistiche descrivono un aumento del numero di aziende, che

cercano di implementare nella propria organizzazione standard come la

SA 8000 oppure regole come quelle della famiglia delle ISO, per farsi

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Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000

92

promotrici di comportamenti etici che rispettano la morale, le persone e

l’ambiente in cui operano.

In questo quadro si colloca l’esperienza

della Tecnicart s.r.l. che dal 2007 ottiene

la certificazione SA 8000 impegnandosi

ad essere conforme ai nove requisiti

dettati dalla norma e a comunicare, in

modo trasparente, chiaro e completo a tutte le parti interessate, le sue

prestazioni relativamente agli aspetti della responsabilità sociale.

I principi che hanno guidato Tecnicart nella redazione del documento che

attesta la SA 8000 sono:

� periodicità: il documento è stato redatto in modo che all’inizio di ogni

anno sia possibile l’aggiornamento e il riesame della Direzione;

� rilevanza e significatività: i risultati vengono presentati attraverso

l’utilizzo di indicatori e di informazioni che permettono di descrivere la

conformità con i requisiti della SA 8000;

� compresibilità, accuratezza e completezza: i dati e le informazioni

esposte nel bilancio SA 8000 coprono tutti i requisiti della norma

risultando comprensibili e chiari a tutte le parti interessate;

� fedeltà nella rappresentazione: il bilancio SA 8000 è approvato dalla

Direzione, che si assume la responsabilità delle informazioni contenute

nel documento stesso.

5.2 I requisiti della norma SA 8000 in Tecnicart

La politica aziendale di Tecnicart prevede la diffusione del Bilancio SA

8000 per comunicare a tutti gli stakeholder, reali e potenziali, l’attenzione

che l’azienda pone a ciascuno dei nove requisiti della norma. Per ogni

punto della SA 8000, Tecnicart si sofferma sull’analisi del requisito,

esamina il risultato degli obiettivi, che erano stati fissati nel bilancio

precedente, e propone nuovi focus per l’anno successivo, che emergono

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Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000

93

nell’ambito del riesame della Direzione. Tutto ciò permette agli interlocutori

di seguire passo per passo tutto il sistema di implementazione della SA

8000 nell’azienda, che dimostra la conformità con i requisiti e giustifica

l’ottenimento della certificazione.

5.2.1 Requisito 1: Lavoro infantile

Tecnicart non si avvale del lavoro di “bambini”, così come definiti nella

norma. Se si rilevassero delle situazioni di non conformità in questo

requisito sarebbero immediatamente segnalate e avviate delle azioni

correttive.

Nell’azienda non vengono assunti, per scelta, giovani lavoratori.

Per quanto riguarda l’apprendistato, gli apprendisti presenti in azienda

sono tutti maggiorenni e in numero limitato, la forma contrattuale è

utilizzata in modo corretto, per un breve periodo di tempo ed è soggetta a

controllo o registrazione presso un ente statale.

Composizione dell’organico di Tecnicart

Età lavoratori Numero lavoratori

fino a 14 anni 0

da 14 a 18 anni 0

da 19 a 30 anni 5

da 31 a 40 anni 3

da 41 a 50 anni 3

da 51 a 60 anni 4

oltre 60 anni 1

La procedura e la politica aziendale vengono comunicate al personale e

alle parti interessate e nel caso in cui venga rilevata la presenza di un

minorenne presso un fornitore, l’azienda si impegna a segnalarlo alle

autorità competenti.

Dal Riesame della Direzione è emerso che due dei tre obiettivi fissati sono

stati raggiunti e rappresentano il nuovo impegno che l’azienda si assume

anche per il 2009. Essi riguardano la collaborazione con il Liceo scientifico

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Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000

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linguistico “Piero Della Francesca” di Sansepolcro per l’inserimento di

stagisti in azienda e il monitoraggio di denuncie e reclami, che per il 2008

non hanno rilevato situazioni di criticità.

L’unico obiettivo che non ha prodotto i risultati sperati è quello relativo alla

proposta del Rappresentante della Direzione SA 8000 e del

Rappresentante dei Lavoratori SA 8000 di effettuare un’adozione a

distanza collettiva di uno o più bambini per permettergli di studiare, di

condurre una vita migliore, secondo le tradizioni e la cultura locale.

I lavoratori di Tecnicart non hanno accolto la proposta, perché

preferiscono continuare iniziative personali; infatti, l’obiettivo non è stato

riproposto per il 2009, ma la Direzione ha intenzione di continuare a

verificare la volontà dei propri lavoratori di intraprendere dei progetti

comuni.

5.2.2 Requisito 2: Lavoro obbligato

Tecnicart non ricorre e non sostiene il lavoro obbligato, cioè non impiega

metodi coercitivi per motivi politici, ideologici, sociali o economici,

disciplinari e discriminatori. Il personale impiegato in azienda presta il suo

lavoro volontariamente; nessuno, neanche in passato, è stato obbligato

allo svolgimento delle proprie funzioni lavorative.

Proprio come prevede la norma, non sono presenti guardie di sicurezza o

personale militare in azienda, non vengono richiesti depositi ai lavoratori, il

versamento degli stipendi avviene con metodi di pagamento, che non

privano i lavoratori del proprio diritto di recesso ed, infine, non è richiesto

al personale di lasciare documenti originali d’identità presso l’azienda.

Oltre ai punti che la norma dispone, Tecnicart permette ai familiari dei

lavoratori di recarsi liberamente in visita presso gli stabilimenti, proprio per

garantire la massima libertà e un clima di lavoro il più possibile disteso e

sano.

Per assicurare la piena volontarietà di qualsiasi prestazione, la Direzione

si impegna a far conoscere a tutti i lavoratori i loro diritti e doveri derivanti

dal contratto di lavoro: la copia del CCNL (Contratto Collettivo Nazionale

del Lavoro) è disponibile in una delle aree riservate al personale ed è di

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Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000

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facile accesso a tutti. L’azienda, inoltre, ha aggiornato i dipendenti sulle

modalità di lettura della busta paga, affinché tutti possano essere in grado

di verificare la presenza di trattenute illegali.

Infine, anche per quanto riguarda il lavoro obbligato, l’azienda si impegna

a comunicare alle autorità competenti l’eventuale presenza di situazioni di

lavoro forzato presso un fornitore.

5.2.3 Requisito 3: Salute e sicurezza

Tecnicart impegna molte delle sue energie in ambito di salute e sicurezza,

in quanto è consapevole dell’importanza di questo aspetto nei luoghi di

lavoro e, proprio per questo, adotta delle misure adeguate per prevenire

incidenti e danni alla salute, verificabili durante lo svolgimento del lavoro.

Innanzitutto, Tecnicart ha nominato un Rappresentante della Direzione

responsabile della salute e della sicurezza di tutto il personale, un medico,

degli addetti al pronto soccorso, un Rappresentante dei lavoratori per la

sicurezza, in modo che tutti siano al corrente degli obblighi legislativi in

tema di salute e sicurezza. Durante il riesame della Direzione, viene

analizzato lo stato di avanzamento dei programmi per il miglioramento

delle prestazioni aziendali, in termini di salute e di sicurezza, anche in

funzione delle rilevazioni sul registro degli infortuni; inoltre, ogni anno è

prevista la destinazione di un determinato ammontare per l’acquisto di

nuovi dispositivi di protezione individuale.

La questione della sicurezza è posta con forza al centro dell’attenzione di

Tecnicart, allo scopo di garantire un luogo di lavoro salubre e sicuro ai

lavoratori e a tutti coloro che possono essere coinvolti nelle attività

aziendali.

Grazie all’implementazione del sistema di gestione della responsabilità

sociale, è stato possibile l’aggiornamento delle valutazioni dei rischi

aziendali in relazione alle nuove disposizioni, l’elaborazione di documenti

per contrastare e prevenire situazioni rischiose e la rivalutazione della

conformità alle normative vigenti delle macchine e delle attrezzature.

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Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000

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L’azienda, inoltre, si assicura che tutto il personale riceva una regolare

formazione e che questa venga aggiornata e, soprattutto, ripetuta nel

momento in cui vi siano delle nuove assunzioni.

Per implementare azioni di miglioramento e per coinvolgere i lavoratori,

sono previste due riunioni durante l’anno tra la Direzione, il Responsabile

della Direzione SA 8000, il Responsabile dei lavoratori SA 8000, il

Responsabile del servizio di prevenzione e protezione e il Responsabile

dei lavoratori per la sicurezza; un momento di confronto per analizzare le

situazioni problematiche ed adottare le misure correttive adeguate, in

ottica di miglioramento continuo.

Durante il 2008, in seguito all’azione di monitoraggio, è emerso un

reclamo con il quale sono stati analizzati alcuni punti del questionario

proposto ai dipendenti, che avevano riportato risposte negative anche

inerenti la sicurezza. Sono state proposte delle soluzioni che sono state

approvate dai lavoratori e Tecnicart ha potuto verificare che la situazione

problematica è stata superata.

5.2.4 Requisito 4: Libertà di associazione e Diritt o alla

contrattazione collettiva

Tecnicart, in conformità alla legislazione italiana ed alla norma SA 8000,

riconosce ai lavoratori il pieno diritto alla contrattazione collettiva, non

discrimina gli eventuali rappresentanti sindacali e permette la libertà di

associazione tra i dipendenti.

Attualmente, in azienda, non è presenta alcuna associazione e non vi

sono rappresentanti sindacali, ma la Direzione non ostacola e non

interferisce con le attività organizzate dai lavoratori. Sono stati predisposti

dei locali aziendali adibiti alle riunioni, in particolare, è utilizzato il

refettorio, in cui si possono svolgere delle riunioni che i rappresentanti dei

lavoratori o la direzione aziendale convocano in base alle loro necessità.

Tecnicart cerca di migliorare il rapporto, già buono, con i propri dipendenti

per cercare di sviluppare una mentalità orientata alla risoluzione dei

problemi, attraverso il coinvolgimento di tutte le parti.

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Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000

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Inoltre, la Direzione rispetta le scelte dei lavoratori di aderire a scioperi,

manifestazioni e comitati interni.

Per quanto riguarda i contratti di lavoro del personale, si fa riferimento al

Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) delle aziende esercenti

l’industria della carta e del cartone, della cellulosa, pasta legno, fibra

vulcanizzata e presfibra e per le aziende cartotecniche e trasformatrici

della carta e del cartone in vigore.

Il CCNL è richiamato nelle lettere di assunzione individuali, che sono

formulate secondo un preciso standard, ed è messo a disposizione del

proprio personale con affissione di una copia nei luoghi aziendali

facilmente accessibili.

5.2.5 Requisito 5: Discriminazione

Per quanto riguarda razza, sesso, lingua, religione, appartenenza

sindacale, disabilità, Tecnicart si impegna a non discriminare

nell’assunzione, nella retribuzione, nelle promozioni, nei licenziamenti e

non permette comportamenti sessualmente coercitivi volti allo

sfruttamento.

Tecnicart, per essere conforme a questo requisito, ha predisposto una

procedura per analizzare la soddisfazione dei lavoratori, che prevede la

possibilità di presentare reclami, ai quali devono seguire azioni correttive;

assicura retribuzioni uguali per lavoratori di uguale valore; permette ai

lavoratori di religioni diverse da quella cattolica di poter osservare le

proprie festività, se ne hanno fatta esplicita richiesta; in caso di maternità,

garantisce il pagamento delle indennità stabilite per legge e la riduzione

dell’orario di lavoro, se fosse necessario.

In poche parole, Tecnicart si presenta come garante delle pari opportunità

e non ammette alcuna forma di discriminazione: è salvaguardata l’integrità

dei lavoratori e non sono ammessi comportamenti lesivi alla loro sfera

personale, i dipendenti sono liberi di seguire i propri principi senza alcuna

interferenza da parte della Direzione ed ai lavoratori di religione

mussulmana è consentito effettuare pause per pregare, soprattutto

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Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000

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durante il periodo del Ramadam. Attualmente in azienda sono occupati tre

lavoratori di origine extra-comunitaria.

Occorre sottolineare che la presenza femminile è ridotta in questo tipo di

azienda a causa della tipologia di attività svolta, non perché vi sia una

particolare politica a monte.

Grafico della forza occupazionale dell’azienda suddivisa in uomini e donne

14

2

Uomini Donne

Grafico della forza occupazionale dell’azienda suddivisa in lavoratori di

nazionalità italiana ed estere

13

3

Lavoratori di nazionalità italiana Lavoratori di altre nazionalità

5.2.6 Requisito 6: Provvedimenti disciplinari

L’azienda non assume alcun comportamento che possa ledere la dignità

dei lavoratori, rispetta la legislazione italiana e la norma SA 8000

escludendo le multe.

Tecnicart è attenta al rispetto dell’integrità fisica, morale ed emotiva dei

lavoratori e non ammette, al suo interno e lungo la catena di fornitura, che

siano adottati provvedimenti disciplinari lesivi dei diritti fondamentali

dell’uomo.

La Direzione ha predisposto un regolamento interno, estratto dal CCNL, in

cui vengono indicate le pratiche disciplinari esistenti per garantire la

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Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000

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massima trasparenza e favorire la collaborazione tra la direzione e i

dipendenti.

Tutti i provvedimenti disciplinari intrapresi vengono registrati in un’apposita

modulistica. Qualora si verificassero delle situazioni che ledono la dignità

e la professionalità delle persone, i lavoratori devono denunciarle o

segnalarle, anche in forma anonima.

Da sempre Tecnicart cerca di creare un clima sereno e piacevole tra i

lavoratori, infatti, il ricorso a provvedimenti disciplinari è pressoché nullo.

Negli ultimi tre anni Tecnicart ha applicato tre provvedimenti non gravi, a

dimostrazione del clima disteso esistente presso Tecnicart. Nel corso del

2008, Tecnicart ha dovuto ricorrere ad un rimprovero scritto nei confronti

di un lavoratore che si rifiutava di svolgere le funzioni assegnategli dal

responsabile della produzione. Il lavoratore si è reso conto dell’errore, ha

accettato il provvedimento scusandosi del comportamento tenuto.

5.2.7 Requisito 7: Orario di lavoro

Tecnicart applica l’orario di lavoro previsto dal CCNL in vigore per le

aziende esercenti l’industria della carta e del cartone, della cellulosa,

pasta legno, fibra vulcanizzata e presfibra e per le aziende cartotecniche e

trasformatrici della carta e del cartone.

L’orario si articola in 40 ore settimanali, suddivise in due turni diurni, per il

reparto scatolificio, ed in un unico turno giornaliero, per il reparto della

lavorazione della carta ondulata.

In corrispondenza a periodi di picchi produttivi, può essere richiesta la

disponibilità dei lavoratori di effettuare delle ore di straordinario, che non

superano le 12 ore settimanali e sono adeguatamente remunerate.

La consuntivazione delle ore di lavoro effettuate avviene attraverso una

registrazione quotidiana delle ore lavorate e delle ore di straordinario

effettuate da ciascun dipendente.

Durante l’anno possono essere richiesti dei periodi di ferie e dei permessi

secondo quanto previsto dal CCNL. L’ufficio Amministrazione è

responsabile di aggiornare periodicamente il riepilogo di ferie e permessi

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Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000

100

predisposto dall’azienda, al fine di avere un quadro preciso per ogni

dipendente.

Dal riesame della Direzione sulla situazione monitorata nel 2008 è emerso

un reclamo per il miglioramento della programmazione delle ferie estive; si

è cercato di porre rimedio tempestivamente, ma l’efficacia dell’azione

correttiva potrà essere valutata a fine anno 2009.

5.2.8 Requisito 8: Retribuzione

L’azienda retribuisce i lavoratori in base al livello retributivo conforme al

CCNL e coerente alle mansioni e alle attività assolte dai lavoratori.

L’azienda si impegna a non effettuare trattenute sulla busta paga a scopi

disciplinari e a fornire chiara e dettagliata composizione dei salari e delle

indennità, affinché non vi siano problemi nella lettura da parte dei

lavoratori.

Tecnicart si affida ad una società di consulenza esterna per la corretta

elaborazione delle buste paga, le quali sono archiviate presso l’ufficio

Amministrazione, che le conserva insieme ai contratti di lavoro individuali.

Per quanto riguarda le modalità di pagamento l’azienda si è sempre

dimostrata flessibile andando incontro alle richieste del dipendente.

Per concludere, occorre sottolineare che l’azienda fa ricorso a contratti di

lavoro interinali, senza che questi sfocino in contratti di lavoro a tempo

indeterminato, perché legati a picchi di lavoro temporanei.

5.2.9 Requisito 9: Sistema di gestione

L’ultimo requisito della norma SA 8000 prevede l’analisi del sistema di

Gestione della Responsabilità sociale. Attraverso questo punto, l’impresa

cerca di spiegare alle parti interessate quali sono le azioni intraprese in

ambito di responsabilità sociale.

Tecnicart è dotata di un sistema di gestione integrato Qualità-

Responsabilità sociale, applicabile a tutte le attività svolte dall’azienda che

concorrono alla realizzazione delle finalità e dei principi enunciati nella

Politica Aziendale. Per raggiungere gli obiettivi e la soddisfazione delle

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Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000

101

parti interessate, Tecnicart dà vita a dei processi che rappresentano i

mezzi necessari per generare valore.

I processi riguardano la Responsabilità della Direzione, la Gestione delle

Risorse umane e tecniche, la realizzazione del prodotto e le misurazioni,

le analisi e i miglioramenti.

L’azienda, per spiegare i criteri, i metodi e le valutazioni che si applicano

sui processi, mette a disposizione tutta una documentazione che

comprende: un Manuale, le specifiche procedure, piani, programmi e i

documenti necessari all’organizzazione, per assicurare la pianificazione, il

funzionamento ed il controllo dei singoli processi.

Come previsto dalla norma SA 8000, sono state effettuate numerose visite

ispettive interne per verificare la continua conformità con i requisiti della

norma. Le visite ispettive sono state condotte tramite interviste al

personale dei reparti, esame della modulistica di sistema e sopralluogo dei

locali. I risultati dell’indagine sono stati molto positivi: è emerso che i

dipendenti sono consapevoli delle tematiche legate alla norma SA 8000 e

sono soddisfatti del clima aziendale, infatti, si sono verificati raramente

casi di tensione, comunque risolti senza gravi conseguenze o mancanza

di conformità.

Dall’analisi dei questionari, inoltre, si può comprendere come certi

argomenti, quali, ad esempio, la sicurezza e l’igiene ed in generale tutti gli

aspetti della responsabilità sociale, siano consolidati all’interno

dell’organizzazione.

Per quanto riguarda il controllo dei fornitori, Tecnicart si è sempre

impegnata per implementare uno stile gestionale socialmente

responsabile volto al coinvolgimento degli stakeholders attraverso

l’attuazione di un processo a catena di adeguamento agli standard da

parte di partner, fornitori e subfornitori per cercare di influenzarne il

comportamento ed accrescere la qualità etico-sociale.

Nel processo di adeguamento allo standard SA 8000 è richiesta la

capacità dei fornitori di rispondere ai requisiti della norma, non solo perché

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Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000

102

espressamente richiesto, ma per la possibilità di applicare principi

riconosciuti a livello internazionale.

Tecnicart ha predisposto una procedura per definire modalità e

responsabilità per valutare e selezionare i propri fornitori sulla base della

loro capacità ad essere conformi con la norma SA 8000.

Tutti i fornitori di Tecnicart devono rispondere ad un questionario ed

accettare il codice di condotta1 per poter continuare il rapporto di fornitura

con l’azienda. In base alle risposte del questionario e all’accettazione del

codice di condotta, i fornitori vengono suddivisi in classi in base alla

criticità: “BASSA”, “ALTA-A”, “ALTA-B”, “ALTA-C”.

Al 31/12/2008, Tecnicart possiede: un solo fornitore di classe “ALTA-A” in

quanto ha risposto al questionario, ma non ha accettato di controfirmare il

codice di condotta; ed otto fornitori di classe “ALTA-B”. Quando i fornitori

risultano di classe “ALTA-A”, Tecnicart programma delle visite ispettive,

per settore o per area geografica, in accordo con il fornitore, per verificare

sul campo la presenza dei comportamenti conformi alle norme; quando i

fornitori sono di classe “ALTA-B”, invece, Tecnicart programma alcuni

colloqui telefonici per chiarire le problematiche emerse.

In conclusione, si può affermare che, per quanto riguarda il Requisito 9,

Tecnicart è in linea con gli obiettivi prefissati. La valutazione della

soddisfazione dei dipendenti ha prodotto risultati molto positivi; sono state

effettuate più ore di formazione interna sul tema della sicurezza rispetto a

quelle programmate; sono state condotte tutte le visite ispettive presso i

fornitori per verificare quanto accettato nel codice di condotta; è stato

pubblicato il bilancio sociale e sono state svolte due riunioni per interagire

con tutto il personale sulle tematiche di responsabilità sociale.

L’unico obiettivo che non è stato raggiunto, nell’anno 2008, è lo

svolgimento della formazione pianificata dall’azienda per l’anno; ciò non è

stato attuabile, perché alcuni lavoratori hanno lasciato l’azienda ed il corso

1 Il codice di condotta è un insieme di principi e regole la cui osservanza da parte dei fornitori è ritenuta da parte di Tecnicart, un fattore di assoluta importanza, costituendo un patrimonio decisivo per il consolidamento delle relazioni tra l’organizzazione ed i singoli fornitori.

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Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000

103

da carrellisti è stato svolto solo da tre persone, rispetto alle sei previste,

per motivi economico-produttivi.

5.3 Conclusione

Dall’analisi dei singoli requisiti si è potuto constatare come Tecnicart abbia

interpretato la norma SA 8000 e quali azioni abbia intrapreso per

implementare, nel migliore dei modi, la responsabilità sociale d’impresa.

A mio avviso risulta molto interessante il lavoro di Tecnicart, la quale si

rende testimone del dovere di rispettare i diritti umani dei lavoratori in ogni

tipo di processo ed organizzazione e si fa promotrice di tutto ciò con i

propri partner.

Tecnicart, nonostante sia una piccola impresa, ha voluto impiegare

energie umane e di capitale per rendere la propria organizzazione

socialmente responsabile, convinta che questa rappresenti una nuova

frontiera e possa diventare, nel tempo, un fattore di successo

indispensabile in un mondo sempre più globalizzato.

Secondo me, è molto significativo l’orientamento delle aziende alla

responsabilità sociale, perché devono essere consapevoli del ruolo

sociale che rivestono, essendo inserite all’interno di reti di relazioni con

tutte le parti interessate ed essendo a stretto contatto con il territorio in cui

operano, attraverso lo sfruttamento di risorse economiche ed umane.

La norma SA 8000 definisce dei principi fondamentali che in Italia

sembrano rispettati a priori, ma la realtà nasconde situazioni critiche e

difficili, che non si riescono a comprendere. Attraverso la certificazione

della responsabilità sociale le imprese, come la Tecnicart, assumono un

ruolo fondamentale nella promozione delle libertà umane e nel rispetto dei

diritti universali. L’aumento esponenziale del numero di certificazioni negli

ultimi anni, dimostra come l’argomento sia ritenuto sempre più

rappresentativo del modo di operare delle aziende e valutato come

obiettivo principale accanto al profitto.

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Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000

104

E’ stato curioso esaminare le misure implementate da Tecnicart per la

gestione della responsabilità sociale. Da quello che si è analizzato

traspare una forte motivazione da parte della Direzione a far comprendere

a tutta l’organizzazione il modus operandi per lavorare in sintonia e per il

raggiungimento di obiettivi comuni. Sono stata colpita dall’organizzazione

interna all’azienda , che si presenta molto articolata, nonostante l’organico

sia composto soltanto da sedici dipendenti, e alle numerose iniziative che

la Direzione propone in campo sociale. Tutto ciò a dimostrazione del fatto

che anche le piccole imprese, compiendo sforzi non indifferenti, possono

rendersi testimoni attivi dell’implementazione della responsabilità sociale

in azienda.

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105

Conclusioni

La recente evoluzione del ruolo svolto dalle aziende ha comportato il

riconoscimento di una dimensione sociale della loro attività, che si affianca

e si integra con i profili economici, finanziari e competitivi dell’azienda.

Fino a qualche decennio fa, si riteneva sufficiente comunicare

esclusivamente i dati relativi all’andamento economico e finanziario della

gestione, perché queste erano le informazioni richieste da quanti avevano

interessi nelle aziende. Oggi esiste un interesse generale, che si

manifesta non solo come la somma delle aspettative delle singole persone

che con l’azienda intrattengono rapporti diretti, ma anche come interesse

della collettività.

Le imprese si devono fare carico di diversi tipi di responsabilità, che vanno

oltre i risultati puramente economici. La Responsabilità Sociale d’Impresa,

quindi, diventa un obiettivo da raggiungere al pari del profitto, per

aumentare la competitività delle aziende incrementando il loro sviluppo.

Essere socialmente responsabili significa attuare azioni che permettano

alle imprese di accrescere il loro valore come “istituzioni sociali”,

rafforzando la loro identità, migliorando la qualità totale e promuovendo le

relazioni con gli stakeholders.

Negli ultimi anni sono stati numerosi gli interventi da parte di organismi a

livello comunitario e a livello di governi nazionali, allo scopo di definire

delle linee guida per l’applicazione della RSI, segno che l’esigenza di un

orientamento sociale nelle attività delle imprese era forte ed

indispensabile.

Sono numerosi gli strumenti della Responsabilità Sociale che sono stati

proposti ed applicati dalle imprese: i codici etici, le norme della famiglia

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106

delle ISO, ma meritano un particolare riguardo soprattutto il bilancio

sociale e la norma SA 8000.

Il bilancio sociale è un documento volontario che attesta l’attività svolta da

un’impresa socialmente responsabile al fine di avere una comunicazione

trasparente nei confronti di tutti gli stakeholders. Si tratta di un documento,

da affiancare a quelli già esistenti, in grado di fornire, ai diversi soggetti

interessati, informazioni sugli effetti sociali che derivano dalle scelte delle

aziende. Può essere utilizzato da qualsiasi tipo di organizzazione (profit,

non-profit, enti pubblici) che percepisce chiaramente la valenza etica nel

suo progetto-prodotto come valore aggiunto che garantisce competitività.

Il bilancio sociale è uno strumento di recente applicazione; i primi

apparvero intorno agli anni Settanta. All’inizio si presentava come allegato

del bilancio d’esercizio, per diventare, poi, una sezione distaccata, ma

sempre collegata al bilancio tradizionale, e dotata di maggiore autonomia

nella trattazione di temi di stampo sociale.

Le ragioni per cui viene redatto un bilancio sociale sono molteplici e

diversificate in base alle esigenze dell’impresa, ma sicuramente l’impegno

al dialogo e la comunicazione verso l’esterno delle performance sociali

rimangono le finalità principali. Il flusso di informazioni da comunicare

all’esterno, se da un lato aumenta le possibilità di scelta degli attori

economici, dall’altro favorisce alle imprese di migliorare la propria

reputazione. Esso, inoltre, fornisce al management informazioni utili per

l’autovalutazione, il controllo dei risultati prodotti e per la definizione di

strategie da attuare in campo sociale.

Il rischio che si può correre nella redazione di un documento simile, è

quello di comunicare solo le informazioni positive, che rendono il

documento incompleto e non permettono agli interlocutori di analizzare

l’attività dell’azienda nel suo complesso. Occorre che il bilancio sociale

fornisca un quadro d’insieme e una rendicontazione a 360 gradi sulla

funzione complessiva svolta dall’impresa al fine di soddisfare pienamente

il complesso di stakeholders.

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Lo standard SA 8000 (Social Accountability 8000), invece, si colloca in un

quadro di riferimento relativo ai cambiamenti avvenuti a livello di valori e di

principi nell’ambito del mondo delle imprese. Con questo strumento le

aziende cercano di coniugare l’etica con il profitto, al fine di costruire

un’immagine positiva di sé, che può rappresentare un importante punto di

forza e di orgoglio da utilizzare come arma vincente in un mercato sempre

più competitivo.

Lo standard prevede otto requisiti riguardanti il lavoro infantile, il lavoro

obbligato, la salute sul luogo di lavoro, la libertà di associazione e di

contrattazione collettiva, la discriminazione, le procedure disciplinari,

l’orario di lavoro e la retribuzione. L’ultimo punto della norma, il nono,

prevede la regolamentazione del sistema di gestione per applicare lo

standard nell’azienda e presso i fornitori.

La certificazione dell’impresa allo standard SA 8000 è molto importante

sia per le imprese, che si impegnano a comportarsi diligentemente ed

attentamente ai diritti dei lavoratori, sia per i consumatori, che intendono

essere informati sulle linee di condotta delle imprese di cui utilizzano i

prodotti.

Lo scopo principale dello standard è quello di migliorare le prestazioni

sociali dell’organizzazione e prevenire qualsiasi forma di sfruttamento dei

lavoratori, in ottica di miglioramento continuo.

Esso è applicabile in modo volontario da tutte le aziende di qualsiasi

dimensione e settore produttivo, operanti in ogni area geografica.

Il numero di imprese certificate SA 8000 è cresciuto in modo esponenziale

negli anni e l’Italia risulta essere al primo posto mondiale per aziende

certificate. Le ragioni di questo successo sono dovute alla semplicità e alla

facilità di applicazione della norma.

In questo lavoro si è voluto presentare un caso reale di un’impresa

certificata SA 8000, per capire in concreto che cosa spinge un’impresa ad

applicare la norma SA 8000 e quali sono gli sforzi che occorre fare per

implementare un sistema di gestione adeguato e per indirizzare l’intera

organizzazione ad operare in termini di responsabilità sociale.

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L’impresa in questione è Tecnicart s.r.l. Si tratta di una piccola impresa

industriale, in provincia di Arezzo, che produce articoli cartotecnici in

cartone ondulato, scatole fustellate, imballaggi speciali e contenitori.

Conta 15/16 dipendenti ed è guidata da Carlo Zampieri, il quale ha

ereditato l’attività dal padre.

Tecnicart s.r.l. è fornitore di importanti aziende alimentari, quali Barilla,

Colussi, Buitoni ed altre, per quanto riguarda la carta ondulata alimentare,

la quale rappresenta il prodotto principale dell’attività aziendale.

La forte spinta alla tutela del consumatore e del controllo dei processi

promossa in particolare da Barilla ha portato il management dell’azienda a

considerare indispensabile, anche se molto impegnativo e costoso,

sottoporre a verifiche esterne il suo operato con l’ottenimento di

certificazioni quali ISO 9001, SA 8000 e presto EN 15593.

Per quanto riguarda lo standard SA 8000, l’azienda ha adottato una

struttura organizzativa e una politica aziendale volta a soddisfare i requisiti

previsti dalla norma. L’organigramma si presenta molto articolato, in

quanto l’impresa deve essere in grado di gestire i vari aspetti riguardanti le

diverse certificazioni, e la politica aziendale è molto chiara e ben

dettagliata, perché costituisce una dichiarazione pubblica dei principi che

l’azienda intende perseguire per potersi definire socialmente responsabile.

Per Tecnicart s.r.l. è molto importante il coinvolgimento di fornitori, clienti

e, in generale, degli stakeholders, per poter migliorare le proprie

prestazioni. Per questo ogni anno viene presentato un bilancio SA 8000 in

cui vengono sintetizzate e descritte le azioni intraprese dall’azienda per

ognuno dei nove requisiti della norma. Questo documento viene divulgato

e diventa uno strumento di comunicazione della politica aziendale, al fine

di garantire la massima trasparenza.

Dall’analisi dei singoli requisiti della norma SA 8000 è emerso che

l’impresa impegna molte delle sue energie in ambito di salute e sicurezza,

in quanto è convinta dell’importanza di questo aspetto nei luoghi di lavoro

e, proprio per questo motivo, adotta delle misure adeguate per prevenire

incidenti e danni alla salute. Questo aspetto è posto con forza al centro

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dell’attenzione di Tecnicart s.r.l., allo scopo di garantire a tutti coloro che

sono coinvolti nelle attività aziendali un luogo di lavoro salubre e sicuro.

Un altro aspetto in cui Tecnicart s.r.l. ha riposto molta attenzione è,

sicuramente, l’implementazione del sistema di gestione integrato, il quale

cerca di dare attuazione a quanto previsto nella politica aziendale con

l’introduzione di procedure e processi studiati ad hoc. Attraverso questo

punto l’impresa cerca di spiegare ai vari interlocutori quali sono le attività

introdotte nell’organizzazione in ambito di responsabilità sociale.

E’ stato molto interessante analizzare l’applicazione dello standard SA

8000 in Tecnicart s.r.l. Mi ha colpito la dedizione con la quale il

management conduce l’organizzazione a ragionare in termini di

responsabilità sociale. Solo il fatto di aver deciso di certificare l’impresa è

un forte segnale per gli stakeholders esterni, ma soprattutto per chi vive e

lavora all’interno. Persone che lavorano bene, in condizioni di rispetto

della persona e delle sue esigenze, sono individui soddisfatti che si

sentono parte integrante di un’azienda attenta al benessere dei propri

lavoratori. Su questa convinzione, e accanto alla qualità totale, Tecnicart

s.r.l. ha voluto costruire il suo fattore di successo creando un clima

aziendale sereno e sano, che non può che essere un punto a favore per

un’impresa operante sul mercato in un periodo di difficoltà come quello

attuale.

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Per il caso:

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