RELAZIONE DI ISTRUTTORIA - ezit.ts.it. Parere... · all’EZIT veniva affidato l’incarico di...

30
1 Piano Territoriale a livello Infraregionale per la Zona Industriale di Trieste - Prima variante. RELAZIONE ISTRUTTORIA (ai fini dell’emissione del parere motivato ex art. 15 del D.Lgs. 152/2006) PREMESSE Nell’aprile 1997 la Provincia di Trieste, il Comune di Muggia, il Comune di San Dorligo della Valle, il Comune di Trieste, l’Autorità Portuale di Trieste e l’EZIT, sottoscrivevano un’intesa programmatica finalizzata alla redazione di un Piano Infraregionale per il comprensorio gestito dall’Ente, ai sensi dell’allora vigente L.R. n. 52/91 e con tale intesa all’EZIT veniva affidato l’incarico di predisporre il Piano Infraregionale. Nel seguito nel corso del 2001 l’iter di approvazione del Piano Infraregionale subì una battuta di arresto restando di fatto sospeso per l’impossibilità di raggiungere un’intesa fra gli Enti coinvolti. Per consentire la ripresa del procedimento in questione, il 13.04.2010 fra tutti i soggetti pubblici interessati dall’intesa originaria è stato sottoscritto il Protocollo d’intesa per l’istituzione di un tavolo politico-tecnico finalizzato al coordinamento degli interventi inclusi nel comprensorio dell’EZIT e con successiva intesa (Protocollo dd. 05.05.2011) i medesimi soggetti pubblici interessati (Comuni di Muggia, S. Dorligo e Trieste, Autorità Portuale, Provincia di Trieste, EZIT) hanno concordato le linee guida necessarie alla predisposizione dello strumento di Pianificazione Urbanistica per il riassetto delle aree della Zona Industriale di Trieste. Con delibera n. 54 dd. 18/07/2011 il CdA dell’EZIT ha approvato il “Progetto per l’aggiornamento ed il completamento del Piano speciale a livello Infraregionale per la Zona Industriale di Trieste” e i collegati elaborati relativi alle procedure ambientali: nello

Transcript of RELAZIONE DI ISTRUTTORIA - ezit.ts.it. Parere... · all’EZIT veniva affidato l’incarico di...

1

Piano Territoriale a livello Infraregionale per la Zona Industriale di Trieste - Prima variante.

RELAZIONE ISTRUTTORIA

(ai fini dell’emissione del parere motivato ex art. 15 del D.Lgs. 152/2006)

PREMESSE

Nell’aprile 1997 la Provincia di Trieste, il Comune di Muggia, il Comune di San Dorligo

della Valle, il Comune di Trieste, l’Autorità Portuale di Trieste e l’EZIT, sottoscrivevano

un’intesa programmatica finalizzata alla redazione di un Piano Infraregionale per il

comprensorio gestito dall’Ente, ai sensi dell’allora vigente L.R. n. 52/91 e con tale intesa

all’EZIT veniva affidato l’incarico di predisporre il Piano Infraregionale. Nel seguito nel

corso del 2001 l’iter di approvazione del Piano Infraregionale subì una battuta di arresto

restando di fatto sospeso per l’impossibilità di raggiungere un’intesa fra gli Enti coinvolti.

Per consentire la ripresa del procedimento in questione, il 13.04.2010 fra tutti i soggetti

pubblici interessati dall’intesa originaria è stato sottoscritto il Protocollo d’intesa per

l’istituzione di un tavolo politico-tecnico finalizzato al coordinamento degli interventi inclusi

nel comprensorio dell’EZIT e con successiva intesa (Protocollo dd. 05.05.2011) i medesimi

soggetti pubblici interessati (Comuni di Muggia, S. Dorligo e Trieste, Autorità Portuale,

Provincia di Trieste, EZIT) hanno concordato le linee guida necessarie alla

predisposizione dello strumento di Pianificazione Urbanistica per il riassetto delle aree

della Zona Industriale di Trieste.

Con delibera n. 54 dd. 18/07/2011 il CdA dell’EZIT ha approvato il “Progetto per

l’aggiornamento ed il completamento del Piano speciale a livello Infraregionale per la Zona

Industriale di Trieste” e i collegati elaborati relativi alle procedure ambientali: nello

2

specifico la Valutazione Ambientale Strategica – nel seguito VAS (Parte II, Titolo 1, del

D.Lgs. 152/2006 e art. 2, comma 1, lettera e, punto 1, della LR 16/2007) e la Valutazione

di Incidenza (ex DGR 2203 dd. 21.09.2007).

Per adempiere a quanto prescritto dalla norma in materia di VAS con le delibere n. 82 dd.

17/11/2011, n. 26 dd. 22/03/2012 e n. 48 dd. 12/07/212 sono stati individuati quali soggetti

preposti:

• Soggetto proponente, ossia il soggetto pubblico o privato che elabora il Piano,

l’Ufficio Territorio e Lavori dell’EZIT in collaborazione con l’ATI Politecnica s.c.r.l.

(MO), Cooprogetti s.c.r.l. (PN), Moorehead & Laing Ltd (GB);

• Autorità procedente, ossia quella che adotta il Piano, il Consiglio di

Amministrazione dell’EZIT;

• Autorità competente, ossia quel soggetto che svolge i compiti di tutela, protezione e

valorizzazione ambientale con requisiti di terzietà rispetto all’autorità procedente e

al soggetto proponente, l’Ufficio Ambiente e Tutela del Territorio dell’EZIT;

• Soggetti competenti in materia ambientale: il Ministero dell'Ambiente e della Tutela

del Territorio e del Mare, la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, la Provincia di

Trieste, il Comune di Trieste, il Comune di Muggia, il Comune di San Dorligo della

Valle, la Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici del Friuli Venezia

Giulia, l'Agenzia per la protezione dell'ambiente del Friuli Venezia Giulia, l’Azienda

per i Servizi Sanitari n. 1 – Triestina, l’Autorità Portuale di Trieste, nonché l’Autorità

di Bacino.

Con delibera n. 26 dd. 22.03.2012 è stato approvata la documentazione inerente la

valutazione dell’analisi dello stato di fatto (Quadro Conoscitivo), il documento di Scoping

ed il Rapporto Ambientale Preliminare e sono stati altresì adottati gli obiettivi di piano.

Con nota prot. EZIT n. 1884 dd. 05/04/2012 è stato inviato ai soggetti competenti il

Rapporto Preliminare Ambientale affinché questi potessero formulare, entro i novanta

giorni previsti per legge, eventuali indicazioni sui possibili impatti ambientali dovuti al Piano

in oggetto.

Con delibera n. 48 dd. 12/07/2012 sono stati ridefiniti i soggetti preposti come indicato dai

pareri di competenza del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

(nota prot. EZIT n. 2374 dd. 15/5/2012) e della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

(nota prot. Ezit n. 2615 dd. 31/05/2012).

3

Con delibera n. 68 dd. 25/10/2012 è stati adottati in via preliminare la proposta di Piano

Territoriale a livello Infraregionale per la Zona Industriale di Trieste, il Rapporto Ambientale

e la Sintesi non tecnica inerenti al Piano, ai fini dell’espletamento della procedura di

Valutazione Ambientale Strategica. Inoltre è stata avviata la fase delle consultazioni libere

sui contenuti ambientali del Piano, pubblicando i relativi documenti sul sito web dell’Ente e

dandone contestuale comunicazione sul B.U.R. - Bollettino Ufficiale della Regione in data

31/10/2012.

Allo stato attuale, come indicato dal Protocollo d’Intesa dd. 05.05.2011, all’art. 7 -

Impostazione del Piano, il Piano è articolato su un doppio livello:

a) livello "base"(o primario ), che riguarderà l'insieme delle previsioni urbanistiche che

possono esser formulate in coerenza con gli strumenti di pianificazione agenti sulla

medesima porzione territoriale (in primis quelli dei Comuni e dell'Autorità Portuale);

b) livello "alto"(o secondario ), conterrà (a partire dalle analisi e dalle valutazioni espresse

per la predisposizione del livello "base") le proposte di pianificazione individuate come

funzionali al quadro strategico di maggior sviluppo del comprensorio ma che comportano

un adeguamento degli altri strumenti di pianificazione.

Pertanto la seguente attività istruttoria verte sulle osservazioni afferenti al livello "alto"(o

secondario).

.

4

ANALISI PARERI PERVENUTI

Come richiesto dal D.Lgs. 152/06, art.15, l’autorità competente si è avvalsa della

collaborazione dell’autorità procedente e del soggetto proponente per lo svolgimento

dell’attività tecnico-istruttoria.

Entro i termini previsti per le consultazioni sono pervenuti i seguenti pareri:

Comune di Trieste con nota prot. n. 5331 dd. 17/12/ 2012.

Osservazione n. 1

Con riferimento all’azione 27 “definizione di criteri guida per un corretto inserimento dei nuovi

insediamenti e degli interventi di recupero delle aree dismesse” si auspica una maggiore

attenzione nella definizione degli spazi/aree verdi e dei parametri inerenti le aree scoperte. Si

rileva, in particolare, una scarsa incidenza delle norme di qualità ambientale, poca chiarezza

sul livello di cogenza del disegno delle aree verdi e su come si pensa di intervenire sugli “assi

da riqualificazione ambientale”.

Si rileva, inoltre, che l’unica area verde definita è quella dell’ex cava Italcementi dove, però,

insiste anche la previsione del nuovo svincolo.

Le “aree verdi da definire progettualmente all’interno dei P.Q.”, infine, hanno solo valore

generico di indirizzo e quindi potrebbero essere totalmente modificate in sede attuativa.

RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:

Dopo un’approfondita analisi dello stato di fatto e delle previsioni di Piano, sono state

riviste le planimetrie della zonizzazione e delle destinazioni d’uso, ricalibrando e

rimodulando in modo più specifico le aree verdi: il Piano, infatti, individua tre differenti

tipologie di aree, in relazione alle funzioni specifiche che dovranno svolgere,

accompagnate da specifica normativa:

• Aree a verde del sistema paesaggistico naturale (zona D1v)

• Aree a verde del sistema ricreativo industriale (zona D1vi)

• Aree a verde di arredo e riqualificazione degli assi urbani (zona D1va)

Vengono inoltre previsti particolari indirizzi per l’incremento della biodiversità

nell’organizzazione delle aree a verde del sistema paesaggistico naturale (suggerimenti

della Commissione Ambiente dell’Unione Europea) quali:

• consentire in particolari ambiti l’attecchimento di vegetazione spontanea;

5

• realizzare specchi d’acqua e posizionare strutture lignee con le cavità a

disposizione degli animali cavernicoli;

• posizionare ceppi e pietre di per piccoli mammiferi, anfibi e invertebrati;

• diversificare le siepi con specie indigene e piantumazione di piante, in grado di

attirare insetti;

• adottare il metodo della falciatura tardiva, che consente la riproduzione e la

diversificazione delle specie vegetali, offrendo al contempo un riparo a numerosi

animali;

• fare divieto di utilizzo di pesticidi e fertilizzanti chimici.

Ulteriori norme di qualità ambientale sono state destinate per l’ottenimento di bonus

volumetrici.

Non si è ritenuto opportuno insistere ulteriormente sulla cogenza di aree verdi poiché nel

suo complesso, la Variante di piano, risulta già nettamente migliorativa rispetto

all’esistente con la creazione di circa 977.000 m2 totali di aree verdi.

La riqualificazione ambientale degli assi principali è stata indicata specificamente nelle

sezioni paesaggistico ambientali mentre si rimanda alle Norme Tecniche Attuative per le

tipologie arboree da piantumare.

In seguito all’osservazione pervenuta, valutate le condizioni di traffico attuali e le previsioni

future indicate negli elaborati di piano, nonché le caratteristiche specifiche della zona, si

concorda nel mantenere la struttura viaria prevista.

Per quanto riguarda le aree verdi definite all’interno dei P.Q. sarà cura di EZIT non

consentire in sede attuativa modifiche sostanziali o peggiorative a quanto predisposto.

Osservazione n. 2

Con riferimento all’azione specifica 5.1 “gestione differenziata aree verdi corsi d’acqua” si

ricorda che l’asse di connessione ambientale del T. Rosandra, ancorché degradato, è tuttavia

l’unico corridoio ambientale che collega Carso e mare in comune di Trieste.

Andrebbe valutata la possibilità di rafforzarlo in prossimità del mare, senza sottrarre aree

edificabili ma vincolando la localizzazione di quelle verdi previste nelle zone limitrofe al torrente

Rosandra.

RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:

Si è cercato di rafforzare quanto più possibile la salvaguardia delle sponde del torrente

Rosandra e in ultima battuta in fase di adozione verrà ampliata ulteriormente la fascia di

6

area verde in prossimità della foce. In tal modo, ad eccezione del tratto attraversato dalla

carreggiata stradale, l’intero alveo viene salvaguardato con una fascia di rispetto destinata

a verde.

Osservazione n. 3

L’analisi di coerenza interna evidenzia alcune incoerenze tra le azioni di piano: non si capisce

come tali incoerenze siano superate a seguito delle valutazioni effettuate;

RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:

L’analisi di coerenza interna ha lo scopo di valutare se azioni di piano diverse possano

avere interazioni negative tra loro indipendentemente dalla loro localizzazione,

dimensionamento o tempistica nell’attuazione. Le incoerenze individuate hanno permesso

di ricalibrare, già durante la sua attuazione, i contenuti del PTI in modo da limitarne i

possibili effetti negativi: ad esempio l’incoerenza tra le azioni 9.1 e 5.1 (individuabile

prevalentemente con le previsioni viarie a fianco del T. Rosandra) ha portato alla

predisposizioni di una fascia verde di protezione.

Osservazione n. 4

L’analisi di coerenza esterna evidenzia alcune incoerenze tra le azioni di piano (EZIT) e le

direttive del Comune di Trieste. Non si concorda con tali valutazioni: l’azione specifica 1.3

“consolidamento e sviluppo (a seguito bonifica) di aree per la logistica in sinergia con le aree

portuali” non sembra incoerente con le direttive “insediamento di attività economiche e

produttive, caratterizzate da un basso impatto ambientale” e “ contenere il consumo di suolo”:

trattasi infatti di aree antropizzate (caratterizzate in passato da attività altamente impattanti) e il

loro riutilizzo può essere perseguito con l’insediamento di attività a basso impatto. L’incoerenza

delle direttive attraverso l’azione 1.4 “conferma area a destinazione commerciale per GSV” non

pare ravvisarsi, in quanto l’azione si attua per l’intero nel Comune di Muggia.

RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:

L’Ente ha ritenuto opportuno destinare ad attività logistica le aree individuate dal piano del

Porto e destinarne altre limitrofe ad attività a basso impatto.

In merito al consumo di suolo, uno degli obiettivi di Piano è proprio il riutilizzo e la

riqualificazione delle aree attualmente in stato di inutilizzo e/o abbandono, che viene

realizzato su diversi livelli, fra cui in primis, la creazione di specifiche destinazioni d’uso

D1h1 e D1h2 per comprensori di notevoli dimensioni in modo tale da renderle più appetibili

7

da parte di investitori privati. Sono stati introdotti dei punteggi ad hoc per la riqualificazione

di strutture in disuso a livello di bonus volumetrici.

L’incoerenza relativa all’azione 1.4 verrà stralciata in fase di adozione.

Osservazione n. 5

L’analisi paesaggistica è relativa solo alla stato di fatto mentre andrebbe dimostrato l’impatto

paesaggistico visivo determinato dalla realizzazione degli edifici/opere con le altezze di

progetto.

RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:

Per quanto riguarda lo studio d'impatto visivo si ricorda che all’interno del piano sono

previsti schemi plani volumetrici e sezioni di progetto caratterizzanti gli interventi di

maggior rilievo e gli interventi riguardanti aree pubbliche (viabilità, verde, ecc) al fine di

assicurare un maggior controllo sugli impatti visivi in un ambito comunque fortemente

caratterizzato da contrasti tipologici e insediativi.

Pur concordando con l’osservazione si è ritenuto in questa fase progettuale di rimandare

valutazioni di dettaglio relative all’impatto paesaggistico agli interventi edilizi previsti

ammissibili all’interno delle singole sub-zone. Durante la fase di progettazione del singolo

edificio/opera infrastrutturale verrà svolta una verifica dell’impatto sul paesaggio secondo i

termini di legge.

Parere della Provincia di Trieste pervenuto con not a prot. n. 5433 dd. 28/12/2012

Il parere della Provincia di Trieste conferma quanto già indicato per il rapporto preliminare

e che è già stato recepito nel Rapporto Ambientale.

Parere di ARPA – FVG pervenuto con nota prot. n. 07 dd. 03/01/2013

Osservazione n. 6

Quadro normativo di riferimento. Dovrebbe essere inserita nel quadro normativo la L.R: 1/2012

relativa alle concentrazioni di benzo[a]pirene rilevate da qualsiasi stazione di misura comunque

posizionata. Si ritiene che questo possa avere delle ripercussioni in particolare sull’area dello

stabilimento siderurgico di Servola, soprattutto a seguito della produzione di coke (vedasi

anche pagg. 29-30).

8

Analogamente si ritiene doveroso citare la L.R. 16/2007 relativa alla pianificazione in materia di

inquinamento atmosferico, dato che in questa legge l’art. 3 cita i piani provinciali, i quali sono

proprio destinati a modulare l’attività di autorizzazione alle emissioni in atmosfera delle attività

produttive, attualmente demandata alle Province.

RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:

Il quadro normativo di riferimento si riferisce unicamente alle norme riguardanti la

procedura di Valutazione Ambientale Strategica, mentre i dati relativi al benzo(a)pirene

sono stati già esposti nel capitolo relativo alla componente Aria, come le leggi regionali

indicate che sono state considerate per la raccolta di dati sulla qualità dell’aria e in merito

agli strumenti pianificatori in materia di inquinamento atmosferico. Pertanto non si ravvisa

l’opportunità di inserire tali norme nel corpo normativo prettamente inerente la VAS.

Osservazione n. 7

Obiettivi ed azioni di piano. Sarebbe opportuno chiarire meglio come le 32 azioni descritte nelle

tabelle di pag. 23 e seguenti siano ridotte nelle 11 azioni generali di pag. 27 (e le relative azioni

specifiche) e quali siano le relazioni tra tali azioni, gli obiettivi e le strategie della tabella 1.

RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:

Come spiegato a pagina 22 del RA: “Durante la fase di analisi, tali obiettivi sono stati

coniugati in strategie ed azioni possibili. Successivamente, durante la redazione della

bozza di Piano, le trentadue azioni possibili sono state ridotte secondo quanto

concretamente realizzabile perché pertinente con lo strumento di Piano e perché

confacenti con la volontà del Proponente.”

Osservazione n. 8

Nella scheda relativa all’azione 6.2 il riferimento all’articolo delle Norme tecniche pare essere

principalmente il 26 e non il 35 e 36.

RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:

Il riferimento all’articolo 26 verrà corretto in fase attuativa.

Osservazione n. 9

Considerata la presenza, nel piano in oggetto, di azioni volte alla “salvaguardia e al

miglioramento degli habitat presenti”, al miglioramento della “qualità paesaggistica dei luoghi”

9

ed al contenimento delle criticità ambientali conseguenti ai nuovi insediamenti previsti”, si

suggerisce, riprendendo quanto già suggerito nella precedente fase di scoping, di

prevedere/incentivare la realizzazione di coperture a verde (verde pensile), sia per le

costruzioni nuove che per quelle esistenti. Come già specificato, tali coperture possono

determinare un aumento non solo del valore percettivo, ma anche del valore ecologico e

ambientale dei luoghi. Infatti, se correttamente progettati e realizzati, sono in grado di attivare

progetti “a favore della biodiversità”, avviando la formazione di contesti in grado di favorire

molte specie animali e vegetali spontanee (ecosistemi prossimo – naturali) anche in aree

densamente edificate.

Le coperture a verde hanno anche funzioni tecniche precise come benefici energetici,

economici e costruttivi (Fonte: ISPRA – Manuali e linee guida 78.3/2012 “Verde pensile:

prestazioni di sistema e valore ecologico”) e sarebbero un ulteriore elemento volto alla

qualificazione del sistema EZIT e della sua immagine.

RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:

I tetti verdi verranno introdotti come elemento incentivante in fase attuativa per

l’ottenimento di punteggio al fine del bonus volumetrico. Non si è ritenuto opportuno

inserire in maniera generalizzata tale utilizzo perché si ritiene comunque utile dare la

possibilità di disporre delle coperture degli edifici per l’installazione di impianti fotovoltaici.

Osservazione n. 10

Illustrazione delle alternative individuate. Si ritiene che l’analisi delle alternative debba essere

effettuata, sulla base degli obiettivi di piano, al fine di individuare quali siano le azioni più

sostenibili per raggiungerli. A supporto di ciò si riporta quanto indicato nelle linee guida Enplan

[…]

Inoltre il manuale di attuazione della Direttiva 2001/42/CE specifica che “in pratica, verranno

generalmente valutate alternative diverse all’interno di un piano (ad es. diverse modalità di

riassetto di un’area all’interno di un piano per la destinazione dei suoli). Un’alternativa può

dunque essere un modo diverso di raggiungere obiettivi di un piano … Nel caso dei piani per la

destinazione dei suoli o di quelli per la pianificazione territoriale le alternative ovvie sono usi

diversi di aree designate ad attività o scopi specifici, nonché aree alternative per tali attività”.

RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:

La costruzione delle alternative di Piano ripercorre la lunga gestazione dello stesso,

toccando i principali temi relativi alle problematiche attuali e alle possibili scelte dei

contenuti del nuovo strumento pianificatorio.

Le alternative descritte cercano di sintetizzare le problematiche emerse e le possibili scelte

da attuare. Si tratta quindi di ipotesi che si basano su una solida esperienza pregressa su

10

cui si potevano esprimere valutazioni motivate. Il soggetto proponente non ha ritenuto

convincete l’ipotesi di costruire alternative di Piano con destinazioni d’uso dei suoli diverse

da quelle industriali visto che si tratta di un’area industriale programmata da strumenti

pianificatori di livello regionale.

Le aree del comprensorio EZIT risultano già fortemente utilizzate, restano libere

solamente alcune porzioni in Comune di Muggia. Inoltre le destinazioni d’uso ipotizzate nel

Piano sono si strettamente legate alle attività produttive, ma lasciano ampio margine di

discrezionalità in merito alle tipologie di attività insediabili, fermo restando l’esclusione

delle attività soggette a normativa incidenti rilevanti. Pertanto risulta difficile, non

conoscendo a priori la tipologia di azienda che andrà ad insediarsi, effettuare delle analisi

alternative e scegliere aree alternative su cui andare a pianificare risulta in contrasto con

l’individuazione della specifica zona D1 indicata dalla Regione con il PURG. Resta quindi

come unica alternativa l’ipotesi del livello base, che null’altro è se non la legittimazione

dello status quo. Ulteriori precisazioni sulle alternative di zone specifiche (es. zona

prospiciente ai laghetti delle Noghere) potranno essere desunte nei successivi punti.

Osservazione n. 11

Dalla tabella di pag. 78 risulta che alcune azioni sono completamente non coerenti rispetto agli

obiettivi di sostenibilità selezionati. Per tali azioni, prima di porre la messa in atto di specifiche

mitigazioni o monitoraggi, come specificato nel testo, sarebbe stato necessario sviluppare delle

alternative, come sopra consigliato.

RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:

L’analisi di coerenza interna ha lo scopo di valutare se azioni di piano diverse possano

avere interazioni negative tra loro indipendentemente dalla loro localizzazione,

dimensionamento o tempistica nell’attuazione. Il soggetto proponente ritiene che le

incoerenze individuate hanno permesse di ricalibrare, già durante la sua attuazione, i

contenuti del PTI in modo da limitarne i possibili effetti negativi.

Osservazione n. 12

Ad esempio l’azione 2.1 (realizzazione di nuove zone APEA) che risulta:

1. non avere coerenza interna (tabella di pag. 53) con le azioni del piano stesso finalizzate

al mantenimento delle aree prative e della biodiversità (az. 5.3);

2. non avere coerenza esterna con alcuni obiettivi del PRGC di Muggia (pag. 72);

11

3. non è coerente con gli obiettivi di sostenibilità relativi alla limitazione del consumo e

dell’impermeabilizzazione del suolo;

dovrebbe essere sviluppata solo su aree edificate/dismesse e non su aree libere/naturali, quali

quella vicino ai laghetti delle Noghere, bene tutelato ai sensi dell’art. 136 del D.Lgs. 42/2004,

considerata anche la fragilità ecologica medio – alta dell’area di piano.

RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:

Non si concorda con quanto sopraindicato in merito alla localizzazione delle zone APEA.

Fermo restando che in Comune di Muggia, allo stato attuale, eccetto un unico lotto di

10.000 mq di recente restituzione agli usi legittimi, non esistono aree libere da destinare a

nuove edificazioni che non siano ricomprese all’interno del SIN e pertanto sgravate da

procedimenti di bonifica eccetto quelle antistanti ai laghetti delle Noghere, si ricorda che il

Piano Urbanistico Regionale Generale del 1978 individua l’area antistante i laghetti come

zona omogenea D1 – Ambiti degli agglomerati di interesse regionale, e come indicato

dalla norma stessa, tali aree corrispondo agli ambiti di competenza dei consorzi industriali.

A conferma di ciò la L.R. 25/2002 riconosce quale ambito di competenza di EZIT quello

della zona D1 ai cui afferisce tale area. Inoltre, con successiva L.R. n. 12 dd. 30/04/2003,

viene rettificato il perimetro del comprensorio da cui vengono stralciate unicamente le aree

occupate dai Laghetti delle Noghere poiché propriamente con D.P.R. n. 0152/Pres. dd. 4

maggio 2001, veniva istituito il biotopo naturale «Laghetti delle Noghere» in Comune di

Muggia (Trieste).

Cionondimeno la scelta del legislatore di non stralciare anche l’area antistante i laghetti

risulta perfettamente coerente con la norma stessa che indica espressamente che “la

pianificazione delle aree verdi interne alla zona (D1) deve favorire l’inserimento della zona

industriale nella realtà paesaggistica circostante, mascherare eventuali elementi di

contrasto paesaggistico (…)”[art. 102, co. c)] e in tale contesto la creazione di un’APEA

risulta lo strumento ottimale per garantire uno sviluppo sostenibile e strutturato di tale area

con funzioni di cuscinetto fra l’ambiente naturale e quello industriale.

Le previsioni di Piano per salvaguardare l’area del Biotopo destinano a verde un’ulteriore

nuova fascia di rispetto a ridosso dell’alveo del Rio Ospo che risulta cautelativa rispetto

alle attuali capacità edificative e che di fatto retrocede rispetto anche agli ultimi edifici

realizzati in zona. Tale porzione sarà destinata alla valorizzazione degli abbeveratoi

naturali esistenti e alla creazione di un percorso misto pedonale e ciclabile a corredo e

confine dell’area così da creare una connessione fra l’ambiente umano e quello naturale

che consenta allo stesso tempo la fruizione dei luoghi da parte della cittadinanza, oltre che

12

dalle maestranze afferenti la zona industriale, e allo stesso tempo un sensibile e graduale

passaggio all’ambiente dei laghetti.

In tal modo si ritiene garantita non solo la salvaguardia dell’ambiente naturale mediante la

fascia – cuscinetto, ma anche la salvaguardia e valorizzazione della stessa area che se

non venisse infrastrutturata e mantenuta potrebbe vedere a un incrementato il degrado

delle aree oltre che l’aggravarsi di fenomeni di abusivismo (abbandono rifiuti) non

infrequenti nelle aree della zona industriale meno sorvegliate.

Del resto l’EZIT ha già provveduto ad urbanizzare tale zona mediante la posa di

sottoservizi (alimentazione idrica, elettrica e gas) grazie ad un finanziamento regionale,

che ha altresì consentito di realizzare interventi di riqualificazione delle arginature del Rio

Ospo e la creazione di una pista ciclabile in collaborazione con il Comune di Muggia.

Nella versione definitiva delle norme attuative verrà riportato quanto nel seguito, già

concordato con il Comune di Muggia:

“L’area antistante i Laghetti delle Noghere richiede particolare attenzione al fine di

garantire la salvaguardia del biotopo. Pertanto si ritiene necessario creare una fascia di

rispetto fra l’edificato e i laghetti che conservi le caratteristiche naturali e antropiche tipiche

dell’area così come riportata in zonizzazione. Nello specifico devono essere conservati gli

abbeveratoi esistenti e l’area deve essere valorizzata attraverso la creazione di piste

ciclabili e percorsi pedonali a contorno delle aree di salvaguardia. Per quanto riguarda le

attività insediabili, oltre a quelle specifiche della destinazione d’uso (alta tecnologia, a

minimo impatto ambientale e a ciclo produttivo tendenzialmente chiuso) si intende

dedicare ampio spazio per funzioni di tipo direzionale, logistico e didattico a supporto

dell’APEA e delle altre attività industriali del comprensorio che nel contempo potranno

anche essere funzionali anche alle attività istituzionali delle Amministrazioni Pubbliche,

delle Associazioni di categoria, della cittadinanza e dell’Università. Le azioni specifiche da

mettere in atto nell’area possono, a titolo esemplificativo, essere tali da:

- sensibilizzare riguardo a pratiche produttive ambientalmente consapevoli, mediante

l’organizzazione mirata di attività, studi e progetti specifici;

- costruire un modello di sviluppo ecocompatibile del territorio e nel contempo favorire uno

sviluppo socio - economico della realtà dell’intero comprensorio industriale;

- promuovere e coordinare azioni finalizzate ai temi dell’energia, dell’ambiente e della

riduzione delle emissioni mediante l’animazione di percorsi rivolti sia agli imprenditori, alle

istituzioni, alla cittadinanza, alle università ed enti di ricerca, anche predisponendo piani

energetici integrati per le piccole e medie realtà industriali e artigianali del territorio;

13

- coinvolgere le istituzioni, il mondo imprenditoriale, le associazioni, università, enti di

ricerca e la cittadinanza in progetti etico-ambientali;

- educare alla corretta formazione ambientale dei lavoratori e dei cittadini attraverso

l'insediamento di strutture ricettiva capaci di integrare la filiera produttiva con attività

didattiche, anche attraverso iniziative di alta cultura, convegni, seminari, progetti pilota e

sperimentali e attività ludiche ad essi connessi;

- monitorare la salute delle principali risorse ambientali dell’ambiente circostante;

- favorire iniziative nei campi socio-assistenziale, coesione sociale, pari opportunità,

dell'istruzione e della formazione dei lavoratori in situazioni di disagio;

- favorire iniziative varie nel campo della promozione e valorizzazione del patrimonio di

interesse naturale e storico;

- promuovere le forme ed i modi della cooperazione e del coordinamento per lo

smaltimento dei rifiuti generati all’interno dell’APEA anche attraverso forme di

realizzazione di impianti e servizi tesi al recupero e riciclaggio dei rifiuti con tecniche

ecologiche, innovative e totalmente compatibili con l’ambiente circostante.”

Inoltre in fase attuativa, in collaborazione con il Comune di Muggia, verrà realizzato un

Piano Quadro dove verranno individuate ulteriori e specifiche caratteristiche con tipologie

costruttive volte alla minimizzazione degli impatti, all’utilizzo di materiali ecologici e

all’armonizzazione delle strutture con l’ambiente naturale circostante.

In riferimento al punto 2, la fase di armonizzazione che seguirà l’adozione del Piano e che

verrà promossa dalla Regione è concepita proprio per appianare eventuali divergenze fra

gli strumenti di pianificazione.

In riferimento al punto 3, l’APEA si estende sugli unici terreni ancora disponibili, in quanto

non edificati, dell’intero comprensorio EZIT. Tali terreni sono inoltre gravati, per la maggior

parte, da un procedimento di bonifica, in quanto inseriti all’interno del perimetro del Sito di

Interesse Nazionale di Trieste. Si ritiene pertanto che in virtù delle problematiche delle

aree e della limitatissima disponibilità di nuove aree per le nuove edificazioni si sia scelto

di operare in maniera assolutamente virtuosa e tale da garantire i minori impatti possibili

fra l’ambiente naturalizzato ed antropico.

Osservazione n. 13

Inquadramento del contesto territoriale e ambientale.

Fattori climatici.

14

Tra gli indicatori descritti dalla componente “fattori climatici” sono inserite le “Emissioni di NOx”.

A tal proposito, vi è probabilmente un errore materiale nella valutazione, dato che gli ossidi di

azoto non sono tra i gas climalteranti mentre lo è il protossido di azoto (N2O). Inoltre, non si

ritiene corretto considerare come positivi gli indicatori relativi alle precipitazioni e alla

temperatura (pag. 103), vista la tendenza di lungo periodo nella riduzione delle piogge e

nell’aumento delle temperature (…).

RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:

Il catasto INEMAR non contiene l’indicatore NO2, ma solo l’indicatore NOx.

Gli indicatori relativi a precipitazioni e temperatura verranno corretti in fase di adozione.

Osservazione n. 14

Polveri.

Le PTS (polveri totali sospese) non sono più un parametro normato (dopo il D.M. 60/2002).

Attualmente le vigente normativa (D.Lgs. 155/2010) considera tra gli inquinanti normati il PM10

e PM 2.5.

RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:

Il parametro PTS è stato utilizzato per descrivere la componente salute umana, i parametri

PM10 e PM2.5 sono stati descritti come da normativa vigente.

Osservazione n. 15

Impianti di termovalorizzazione.

I fumi citati nel documento non sono altro che sistemi colloidali composti da sospensioni di

polveri in aria, pertanto possono essere ricomprese nelle emissioni di polveri.

RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:

Il testo verrà corretto eliminando la voce “fumi” in fase di adozione.

Osservazione n. 16

Attività produttive sottoposte ad autorizzazione ambientale.

Attualmente la ditta Italcementi SpA e in AIA avendo completato l’iter dell’istruttoria.

RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:

Il testo verrà corretto aggiornando la pratica ad “autorizzata” in fase di adozione.

15

Osservazione n. 17

Valutazione degli effetti sull’ambiente. In relazione alla scheda “Suolo e sottosuolo” non risulta

chiaro come sia stato effettuato il calcolo dell’indice di impermeabilizzazione.

RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:

Le percentuali di superfici coperte e scoperte sono state calcolate applicando gli indici

relativi al Rapporto di copertura e alle aree a verde contenute nelle Norme di Piano per

ogni Zona.

Osservazione n. 18

Misure di mitigazione.

Si ritiene che debbano essere introdotte le misure di mitigazione:

Citate nel capitolo relativo agli effetti cumulativi per la tematica “rumore”, almeno per le zone in

cui è ipotizzabile un inasprimento degli effetti;

Relative alle sistemazioni a verde, previste anche dalle norme tecniche di attuazione, per la

mitigazione ambientale e paesaggistica.

Sarà compito poi del monitoraggio, previsto dalla VAS, di verificare e valutare l’efficacia di tali

opere di mitigazione.

RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:

Allo stato attuale non è possibile sapere quali saranno gli effetti relativamente al clima

acustico. L’approvazione dei Piani Comunali di zonizzazione acustica e le attività di

monitoraggio permetteranno di comprendere meglio l’evoluzione futura della componente.

Le Norme di Piano contengono già al Titolo III, Capo II indicazioni ritenute sufficienti per le

opere di mitigazione.

Osservazione n. 19

Monitoraggio.

In relazione alle Biodiversità, si ritiene opportuno produrre indicatori di monitoraggio diversi

rispetto a quelli presentati. Infatti il valore ecologico, la fragilità ecologica e la pressione

antropica sono indicatori che possono solo descrivere lo stato attuale della natura o, più

precisamente, lo stato della natura alla dati di realizzazione della Carta della Natura, che è

statica. Solo nel caso in cui venga previsto, a livello regionale o nazionale, un aggiornamento di

tale carta, sarà possibile l’aggiornamento di suddetti indicatori.

16

Dovrebbero essere inseriti indicatori che permettano di valutare se le azioni di gestione delle

aree verdi abbiano effettivamente consentito il mantenimento o l’incremento della biodiversità

faunistica e floristica ed il miglioramenti di habitat presenti.

RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:

Attualmente EZIT non ha risorse umane o materiali in grado di popolare indicatori relativi

alla biodiversità faunistica o floristica. Sarà sua cura valutare la necessità di produrre tali

dati durante l’attuazione del Piano.

17

Oltre i termini stabiliti sono inoltre pervenuti i pareri di seguito riportati. Questi sono stati comunque considerati come validi perché si è ritenuto importante tenere in considerazione tutti i soggetti competenti in materia ambientale interpellati.

Parere del Comune di Muggia, pervenuto con nota pro t. n. 52 dd. 7/01/2013.

Osservazione n. 20

per quanto attiene la VAS, il modello di simulazione della viabilità dovrà essere sviluppato con

gli scenari progettuali, per verificare la sostenibilità delle scelte proposte.

RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:

La valutazione degli effetti del Piano sulla componente mobilità è presente a pagina 291

del RA.

Parere della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia , pervenuto con nota prot. n. 54

dd. 7/01/2013

Osservazione n. 21

Per precisione si segnala che rispetto agli Elementi costitutivi del livello operativo come

individuati all’Art. 8 delle Norme tecniche di attuazione e all’Elenco elaborati (PTTSEL01), la

documentazione del piano messa a disposizione per la consultazione sul sito risultava

mancante degli elaborati relativi alla Valutazione di incidenza (PTISRV01) e alla parte

geologica (PTISGG01 e PTISGGO2), mentre la documentazione cartacea Inviata al Servizio

VIA risultava incompleta per la parte degli elaborati geologici. Si ritiene che in luce a tali

considerazioni il parere in oggetto sia da ritenersi non esaustivo in seguito all'incompletezza del

materiale trasmesso ed ai tempi di consultazione ridotti a seguito delle necessarie correzioni

apportate alla stesura definitiva del R.A.

RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:

Alla Regione è stato trasmesso anche una copia su supporto informatico contenete tutti gli

elaborati di Piano con nota prot. n. 4508 dd. 06/11/2012, compresa la Valutazione di

Incidenza, nonché sono state trasmesse tutte le modifiche (n. 2 pagg.) tramite posta

elettronica certificata.

18

Osservazione n. 22

Punto 2.4 Obiettivi di Piano

Dato che il progetto di Piano in questione, interessa un comprensorio industriale, che ha la

possibilità di rivedere rassetto complessivo delle previsioni urbanistiche tenendo concretamente

conto di obiettivi di sostenibilità e tutela ambientale nelle scelte di sviluppo urbanistico ed

economico, si ritiene utile potenziare tale livello accogliendo le seguenti considerazioni.

Nell’obiettivo A1 (creare un sistema di controllo e certificazione ambientale del sistema

produttivo) ai fini di migliorare la strategia relativa all'incremento della compatibilità ambientale

delle attività esistenti si ritiene opportuno aggiungere, in relazione a quanto previsto dall’azione

23 che definisce i criteri guida per un corretto inserimento dei nuovi insediamenti e degli

interventi di recupero delle aree dismesse, la previsione di una possibile costruzione di rete

ecologica che consideri le zone verdi previste nell'area non solo ai fini paesaggistici e di

mascheratura, ma anche ai fini di elementi di connessione ecologica. Tale previsione dovrà

essere orientata da uno studio fioristico e faunistico preliminare che guidi nella scelta di una

vegetazione idonea autoctona e nella individuazione del corridoi ecologici, che non richiedano

alti costi di gestione e manutenzione difficili da garantire nel tempo, quindi orientati

all’autoconservazione e soprattutto al collegamento ecologico con le aree naturali poste in

prossimità all'esterno del comprensorio. Tali Indicazioni dovranno trovare riscontro nelle relative

Norme di attuazione artt. 29, 29, 30, 39 e 40.

RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:

Brevemente l’area industriale di Trieste ha origine nel XIX secolo con la zona della ferriera

di Servola e nel seguito si sviluppa dopo la seconda guerra mondiale, intorno al canale

navigabile. Esaurite tali superfici si è passati alla lottizzazione della Valle delle Noghere –

Rio Ospo, precedentemente utilizzate come discarica e cave di prestito ed ancor prima, ai

tempi della dominazione austro-ungarica, come saline.

Pertanto l’intero comprensorio risulta fortemente antropizzato da più di un secolo, tanto

che il comprensorio industriale è stato individuato per buona parte come sito contaminato

di interesse nazionale.

Alla luce di ciò si ritiene poco efficace ed eccessivamente oneroso individuare dei “corridoi

ecologici” diversi da quelli già individuati nel piano. Piuttosto si ritiene condivisibile la scelta

del proponente di concentrare gli sforzi ai fini della realizzazione di aree cuscinetto da

riqualificare che fungano da salvaguardia fra l’abitato e le zone naturali e la zona

industriale.

Per quanto riguarda lo studio fioristico e faunistico, per gli scopi del piano, si ritiene

sufficientemente quanto già indicato nel Rapporto Ambientale.

19

Osservazione n. 23

Inoltre la stessa azione per la cura delle soluzioni architettoniche e la definizione degli elementi

di arredo e segnaletica in base alle caratteristiche volumetriche da insediare dovrebbe

prevedere preliminarmente uno studio d'inserimento paesaggistico che valuti l'impatto visivo e

l'ammonizzazione dell'insediamento nel contesto territoriale (mediante rappresentazioni di

rendering), propedeutico alle eventuali opere di mitigazione soprattutto in prossimità di

eventuali elementi di pregio ambientale. Uno studio d'impatto visivo è un'operazione da

richiedere prima di ogni nuova realizzazione o ampliamento industriale ai fini di assicurare un

maggior controllo sugli inquinamenti ambientali e visivi in un ambito già fortemente

caratterizzato da forti pressioni e contrasti.

Si ritiene che debba essere implementata la strategia dell'obiettivo A2 relativa all'individuazione

dei valori ambientali e paesaggistici presenti all'interno ed al contorno come risorsa strategico

per la qualificazione dei sistema EZIT e della sua immagine richiedendo specificatamente

nell'azione 27 la redazione di un abaco degli elementi architettonici e di arredo che possano

essere utilizzati con armonicità all'interno dei comprensorio Ezit evitando ulteriori fonti di

contrasto e confusione visiva e formale. Tale indicazione dovrebbe trovare riscontro in

relazione alle Norme di attuazione arti 18 - 25.

RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:

Premesso che la zona industriale presenta delle soluzioni architettoniche estremamente

eterogenee che testimoniano di fatto le origini storiche dell’area, e che il piano prevede la

conservazione delle architetture riconducibili ad archeologia industriale, non si sono

individuati abachi unificanti degli interventi di nuova costruzione e/o ristrutturazione degli

immobili esistenti. Tale definizione, unitamente a indicazioni/prescrizione sugli spazi aperti

in termini di arredi, finiture, materiali, segnaletica (in parte già esistente nella normativa),

così come un miglioramento dell’immagine complessiva dell’ambito e una caratterizzare

dell’area saranno definiti in fase di armonizzazione con gli strumenti comunali (anche

prevedendo eventuali concorsi di idee).

Per quanto riguarda lo studio d'impatto visivo all’interno del piano sono previsti schemi

plani volumetrici e sezioni di progetto caratterizzanti gli interventi di maggior rilievo e gli

interventi riguardanti aree pubbliche (viabilità, verde, ecc) al fine di assicurare un maggior

controllo sugli impatti visivi in un ambito comunque fortemente caratterizzato da contrasti

tipologici e insediativi. Pur concordando con l’osservazione si ritiene condivisibile la scelta

di rimandare valutazioni di dettaglio relative all’impatto paesaggistico agli interventi edilizi

previsti ammissibili all’interno delle singole sub-zone. Durante la fase di progettazione del

20

singolo edificio/opera infrastrutturale verrà svolta una verifica dell’impatto sul paesaggio

secondo i termini di legge.

Inoltre pur condividendo quanto osservato non si ritiene opportuno, allo stato attuale e con

le condizioni operative in essere, introdurre ulteriori misure relative allo studio della rete

ecologica, all’impatto visivo delle opere o alla redazione di un abaco degli elementi

architettonici. Il sistema delle regole contenute nelle Norme di Piano e nel Monitoraggio

sono ritenuti sufficienti per avviarne l’attuazione in termini ambientalmente corretti. Si

suggerisce che l’EZIT valuti, se necessario, l’introduzione di ulteriori misure relative agli

argomenti sopraccitati, di cui non si esclude una futura implementazione compatibilmente

con le condizioni economiche dell’Ente e degli operatori.

Osservazione n. 24

Si ritiene opportuno inoltre introdurre nell'azione 29 riguardante la definizione normativa dei

principali fattori limitanti che possono inibire e condizionare le previsioni di un nuovo

insediamento in determinate zone dei comprensorio piuttosto che in altre anche la presenza di

ambiti di pregio naturalistico pure se posti all'esterno del perimetro ma in stretta adiacenza e la

presenza di reti ecologiche.

RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:

Il comprensorio industriale è stato individuato con legge regionale (PURG 1978) ed allo

stato attuale la maggior parte delle aree è edificata. Come si rileva dalla relazione del

Piano, l’EZIT intende promuovere il recupero delle aree in disuso, ma non può “inibire o

condizionare” i nuovi insediamenti nell’ambito del Piano Infraregionale, ma solo vincolarli

in maniera tale che siano il meno impattanti possibili.

Osservazione n. 25

Punto 2.5 Azioni di Piano e loro valutazione

Azione 2.1- Realizzazione di nuove zone di sviluppo Industriale e individuazione ambito APEA

Si prende atto e sì condividono gli indirizzi e le azioni di piano finalizzate al miglioramento dei

sistema del verde e dei livello di naturalità all'interno del comprensorio, con conseguente

miglioramento anche del sistema paesaggistico.

Il nuovo piano prevede all'interno delle Aree di nuovo insediamento destinate prevalentemente

alle attività produttive di piccola e media impresa (classificazione D1d della Tavola U002, art.

21 e 21.1) due subaree, lungo il corso dei Rio Ospo. In prossimità del Biotopo regionale dei

Laghetti delle Noghere. Una di queste è classificata Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata

21

(APEA) di cui al D.Igs 112/1998, riconducibile ad un'area industriale con standard di qualità

ecologica elevati e servizi innovativi per le imprese, alta tecnologia, a minimo impatto

ambientale e a ciclo produttivo tendenzialmente chiuso. Nella zona è individuata anche una

fascia lungo il Rio Ospo classificata area Div -7 Sub-area pianiziale limitrofa ai laghetti delle

Noghere (Norme Tecniche di Attuazione, art. 28), Essa è interessata dalla Azione 5.2 Gestione

differenziata aree verdi di protezione peri-urbana che si propone in generale di migliorare la

qualità paesaggistica (mascheramento) dei luoghi e al contempo contenere le criticità

ambientali (emissione di polveri, rumori, ecc,) conseguenti al nuovi insediamenti previsti.

Pur condividendo la scelta di implementare l'individuazione di zone APEA, di incrementare e

recuperare in maniera significativa le aree verdi all'interno dei comprensorio e in particolare in

prossimità del Biotopo, si ritiene non opportuno il posizionamento di nuovi lotti di espansione ai

confine con le stesso- in corrispondenza di aree attualmente non edificate.

Il Biotopo regionale, pur essendo localizzato In prossimità di una zona industriale fortemente

compromessa dal punto di vista della qualità ambientale, costituisce una delle poche o forse

l'unica zona umida interna di una certa estensione della Provincia di Trieste. L'ambito

comprende alcuni specchi acquei, i quali pur avendo un'origine artificiale (scavi di industria)

presentano, una valenza naturalistica elevata sia per la tipologia di habitat presenti sia per le

specie floristiche e faunistiche stanziali e migratorie.

Esso è importante, infatti, per la presenza di numerose specie di interesse comunitario e di

interesse regionale. Le prime includono specie di Allegato IV della Direttiva 92/43 CEE e per le

quali gli Stati membri al sensi Articolo 12 adottano i provvedimenti necessari atti ad Istituire un

regime di rigorosa tutela delle specie animali di cui all'allegato IV, lettera a), nella loro area di

ripartizione naturale, con il divieto di azioni deliberate su esse o sul siti che liospitano. Le

seconde includono specie per le quali la Regione ha previsto specifici divieti di perturbazione e

danno con la LR 9/2007 e il Regolamento regionale In materia di tutela della flora e della fauna.

Tali specie sono oggetto di tutela anche al di fuori di un Sito Natura 2000. Esso costituisce

inoltre una importante risorsa trofica per le specie di mammiferi carnivori che popolano i boschi

limitrofi.

Carta Natura 50.000, pur nel limiti dei livello di scala, valuta l'habitat più rappresentativo

Vegetazione della acque ferme di alto Valore ecologico e alta Fragilità ambientale. Il sito infatti

è fortemente disturbato dalla presenza della zona industriale artigianale e della sua stessa

limitata estensione.

Anche nel Rapporto ambientale (pag. 156 e segg.) sono riconosciute l'elevata valenza

naturalistica per presenza di specie e mosaico di habitat del Biotopo e in generale delle aree

naturali circondanti il comprensorio EZIT.

Nella Carta degli interventi paesaggistico ambientali, propedeutica alla realizzazione degli

interventi di miglioramento delle aree verdi Interne e di collegamento ecologico, sono inoltre

individuate delle direttrici di connessione che sembrano confermare fa funzione dei Biotopo

stesso nei sistema naturale di area vasta.

Il Biotopo costituisce pertanto un elemento importante al fini della tutela della biodiversità

circostante e un ulteriore aumento della sua costrizione (adiacenza con ambienti di tipo

22

antropico), dell'isolamento rispetto ad habitat dello stesso tipo e dell'Interruzione delle sue

relazioni funzionali rappresentano ulteriori fattori di degrado. Si segnala ancora che nel Piano di

governo del territorio, adottato lo scorso 31 ottobre dalla Giunta regionale, nella

documentazione di Piano relativa alla Rete ecologica regionale, il Biotopo regionale e area

comprendente il nuovo lotto di espansione industriale, vengono individuati quale area di

connettivo ecologico prioritario (Carta dei Valori).

Le azioni dei piano che prevedono la realizzazione di espansioni edificatorie in corrispondenza

delle vicinanze del Biotopo si ritiene possano comportare alcuni impatti identificabili in:

• il disturbo diretto a specie faunistiche di interesse comunitario e regionale che vivono

• nel sito o lo utilizzano (specie migratrici);

• perdita di connessione degli habitat del Biotopo con le aree naturali limitrofe;

• aumento dell'isolamento delle popolazioni di specie faunistiche di interesse comunitario

e regionale che vivono nel sito;

• interruzione di percorsi trofici e riproduttivi per specie di interesse comunitario e

regionale (ad es. mammiferi e anfibi).

Tali effetti vanno a Insistere su una situazione già di partenza piuttosto critica come emerge

dalle valutazioni di Carta Natura.

Si rileva che nel Rapporto Ambientale non risulta sia stata fatta una valutazione approfondita di

tali effetti. Nelle valutazioni conclusive viene valutato complessivamente per l'Azione 2.1 con la

quale sono previste nuove zone di sviluppo industriale a basso Impatto e Individuazione APEA

- un effetto ambientale nullo. Inoltre tale azione risulta NON COERENTE con l'obiettivo del

PRGC dei Comune di Muggia relativo alla salvaguardia dei boschi di Vignano e Belpoggio,

delle zone ripariall del Rio Ospo, del Laghetti delle Noghere e delle consistenti aree agricole già

presenti (Matrice coerenze esterne, pag. 72 del RA).

Per quanto riguarda in particolare la zona del Biotopo regionale si valuta piuttosto, alla luce

delle informazioni e conoscenze disponibili, che la previsione di ulteriori due zone di

espansione in prossimità dello stesso potrà comportare effetti negativi significativi e non

giustificati dalla necessità di sviluppo insediativo economico, che potrà trovare sicuramente

riscontro in altre aree del comprensorio EZIT, già compromesse e con minor impatto sulla

componete naturalistica.

RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:

Non si concorda con l’osservazione.

Le aree interessate dall’intera APEA sono le uniche disponibili non ancora edificate

dell’intero comprensorio industriale e buona parte delle stesse sono per di più ricadenti

all’interno del perimetro del SIN di Trieste. Inoltre in Comune di Muggia non esistono

strutture in stato di abbandono e/o disuso da riutilizzare come per il Comune di Trieste,

pertanto negare la possibilità di realizzare tali insediamenti significa di fatto penalizzare la

realtà industriale del Comune di Muggia.

23

La scelta di destinare ad APEA le ultime aree libere del comprensorio viene valutata in

maniera virtuosa poiché nel contempo vuole tentare di recuperare la situazione di

svantaggio creatasi nella zona produttiva triestina mediante l’identificazione del SIN.

Attraverso infatti un sistema di gestione del tipo APEA il proponente ritiene di poter creare

un certo grado di attrazione ed appetibilità della zona che da molti anni risulta paralizzata

a seguito delle problematiche ambientali.

In riferimento alle zone antistanti il Biotopo, si sottolinea che il Piano Urbanistico Regionale

Generale del 1978 individua l’area antistante i laghetti come zona omogenea D1 – Ambiti

degli agglomerati di interesse regionale e come indicato dalla norma stessa, tali aree

corrispondo agli ambiti di competenza dei consorzi industriali. A conferma di ciò la L.R.

25/2002 riconosce quale ambito di competenza di EZIT quello della zona D1 ai cui

afferisce tale area. Inoltre, con successiva L.R. n. 12 dd. 30/04/2003, viene rettificato il

perimetro del comprensorio da cui vengono stralciate unicamente le aree occupate dai

Laghetti delle Noghere poiché propriamente con D.P.R. n. 0152/Pres. dd. 4 maggio 2001,

veniva istituito il biotopo naturale «Laghetti delle Noghere» in Comune di Muggia (Trieste).

Cionondimeno la scelta del legislatore di non stralciare anche l’area antistante i laghetti

risulta perfettamente coerente con la norma stessa che indica espressamente che “la

pianificazione delle aree verdi interne alla zona (D1) deve favorire l’inserimento della zona

industriale nella realtà paesaggistica circostante, mascherare eventuali elementi di

contrasto paesaggistico (…)”[art. 102, co. c)] e in tale contesto la creazione di un’APEA

risulta lo strumento ottimale per garantire uno sviluppo sostenibile e strutturato di tale area

con funzioni di cuscinetto fra l’ambiente naturale e quello industriale.

Per salvaguardare l’area del biotopo viene destinata a verde un’ulteriore nuova fascia di

rispetto a ridosso dell’alveo del Rio Ospo che risulta ulteriormente cautelativa rispetto alle

attuali capacità edificative e che di fatto retrocede ulteriormente rispetto anche agli ultimi

edifici realizzati in zona. E’ volontà dell’Ente destinare questa porzione per la

valorizzazione degli abbeveratoi naturali esistenti e creare un percorso misto pedonale e

ciclabile a corredo e confine dell’area così da creare una connessione fra l’ambiente

umano e quello naturale che consenta allo stesso tempo la fruizione dei luoghi da parte

della cittadinanza, oltre che dalle maestranze afferenti la zona industriale, e allo stesso

tempo un sensibile e graduale passaggio all’ambiente dei laghetti.

In tal modo si perviene non solo alla salvaguardia dell’ambiente naturale mediante la

fascia – cuscinetto, ma anche di mantenere uno stato di manutenzione e valorizzazione

che se non venisse realizzato potrebbe portare invece a un incremento del degrado delle

24

aree oltre che a fenomeni di abusivismo (abbandono rifiuti) non infrequenti nelle aree della

zona industriale meno sorvegliate.

EZIT ha già provveduto ad urbanizzare tale zona mediante la posa di sottoservizi

(alimentazione idrica, elettrica e gas) grazie ad un finanziamento regionale, che ha altresì

consentito di realizzare interventi di riqualificazione delle arginature del Rio Ospo e la

creazione di una pista ciclabile in collaborazione con il Comune di Muggia.

Nella versione definitiva delle norme attuative verrà riportato quanto nel seguito, già

concordato con il Comune di Muggia:

“L’area antistante i Laghetti delle Noghere richiede particolare attenzione al fine di

garantire la salvaguardia del biotopo. Pertanto si ritiene necessario creare una fascia di

rispetto fra l’edificato e i laghetti che conservi le caratteristiche naturali e antropiche tipiche

dell’area così come riportata in zonizzazione. Nello specifico devono essere conservati gli

abbeveratoi esistenti e l’area deve essere valorizzata attraverso la creazione di piste

ciclabili e percorsi pedonali a contorno delle aree di salvaguardia. Per quanto riguarda le

attività insediabili, oltre a quelle specifiche della destinazione d’uso (alta tecnologia, a

minimo impatto ambientale e a ciclo produttivo tendenzialmente chiuso) si intende

dedicare ampio spazio per funzioni di tipo direzionale, logistico e didattico a supporto

dell’APEA e delle altre attività industriali del comprensorio che nel contempo potranno

anche essere funzionali anche alle attività istituzionali delle Amministrazioni Pubbliche,

delle Associazioni di categoria, della cittadinanza e dell’Università. Le azioni specifiche da

mettere in atto nell’area possono, a titolo esemplificativo, essere tali da:

• sensibilizzare riguardo a pratiche produttive ambientalmente consapevoli, mediante

l’organizzazione mirata di attività, studi e progetti specifici;

• costruire un modello di sviluppo ecocompatibile del territorio e nel contempo favorire

uno sviluppo socio - economico della realtà dell’intero comprensorio industriale;

• promuovere e coordinare azioni finalizzate ai temi dell’energia, dell’ambiente e della

riduzione delle emissioni mediante l’animazione di percorsi rivolti sia agli imprenditori,

alle istituzioni, alla cittadinanza, alle università ed enti di ricerca, anche

predisponendo piani energetici integrati per le piccole e medie realtà industriali e

artigianali del territorio;

• coinvolgere le istituzioni, il mondo imprenditoriale, le associazioni, università, enti di

ricerca e la cittadinanza in progetti etico-ambientali;

• educare alla corretta formazione ambientale dei lavoratori e dei cittadini attraverso

l'insediamento di strutture ricettiva capaci di integrare la filiera produttiva con attività

25

didattiche, anche attraverso iniziative di alta cultura, convegni, seminari, progetti

pilota e sperimentali e attività ludiche ad essi connessi;

• monitorare la salute delle principali risorse ambientali dell’ambiente circostante;

• favorire iniziative nei campi socio-assistenziale, coesione sociale, pari opportunità,

dell'istruzione e della formazione dei lavoratori in situazioni di disagio;

• favorire iniziative varie nel campo della promozione e valorizzazione del patrimonio di

interesse naturale e storico;

• promuovere le forme ed i modi della cooperazione e del coordinamento per lo

smaltimento dei rifiuti generati all’interno dell’APEA anche attraverso forme di

realizzazione di impianti e servizi tesi al recupero e riciclaggio dei rifiuti con tecniche

ecologiche, innovative e totalmente compatibili con l’ambiente circostante.”

Inoltre in fase attuativa, in collaborazione con il Comune di Muggia, verrà realizzato un

Piano Quadro dove verranno individuate ulteriori e specifiche caratteristiche con tipologie

costruttive volte alla minimizzazione degli impatti, all’utilizzo di materiali ecologici e

all’armonizzazione delle strutture con l’ambiente naturale circostante.

L’APEA si estende sugli unici terreni ancora disponibili, in quanto non edificati, dell’intero

comprensorio EZIT. Tali terreni sono inoltre gravati, per la maggior parte, da un

procedimento di bonifica, in quanto inseriti all’interno del perimetro del Sito di Interesse

Nazionale di Trieste. Si ritiene pertanto che in virtù delle problematiche delle aree e della

limitatissima disponibilità di nuovi spazi per le edificazioni il proponente abbia scelto di

operare in maniera virtuosa e tale da garantire i minori impatti possibili fra l’ambiente

naturalizzato ed antropico.

(Si veda anche risposta all’ oss. N. 12).

Osservazione n. 26

Azioni 3.1 e 3.2 Consolidamento delle aree produttive esistenti

Si ritiene opportuno […] al fine di indirizzare lo sviluppo del comprensorio in maniera

efficacemente sostenibile per quanto riguarda gli impatti ambientali e il consumo di risorse, che

ulteriori espansioni, anche nei lotti non saturi e nei lotti di nuovo insediamento debbano

rispondere tutte a criteri ambientali e di gestione sostenibile.

Tali parametri premianti potranno essere opportunamente dettagliati e modulati nelle Norme

medesime o nello specifico Regolamento attuativo al criteri di ammissibilità delle attività - con

particolare attenzione nel caso di attività produttive definite a rischio di incidente rilevante RIR

già esistenti - e potranno riguardare non solo aspetti di riqualificazione energetica, ma anche

criteri costruttivi. ambientali e gestionali che riguardino ad esempio le seguenti tematiche:

26

• utilizzo di criteri costrittivi di bioedilizia;

• recupero ecosostenibile di edifici esistenti attualmente in disuso;

• acquisizione e mantenimento di Certificazioni ambientali (ISO 14000, EMAS);

• utilizzo di processi produttivi a basso consumo i risorse e bassa produzione di rifiuti;

• realizzazione di sistemi di gestione consortile dell'acqua (rete duale finalizzata

all'irrigazione e al ciclo produttivo, raccolta dia qua piovana, Fitodepurazione, ecc.);

• realizzazione di verde di compensazione;

• realizzazione di tetti verdi.

Si invita a verificare inoltre la possibilità di prevedere a fronte di ampliamenti significativi e in

particolare della realizzazione dei nuovi insediamenti industriali, l’attualizzazione di interventi di

recupero e ripristino di habitat degradati all'interno del comprensorio anche fuori lotto

nell'ambito dei sistema del verde paesaggistico ambientale.

RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:

Il sistema normativo premiale interessa i lotti prossimi alla saturazione e pertanto risponde

già alle caratteristiche richiamate. Per quanto riguarda le poche aree di nuovo

insediamento, essere ricadono pressoché interamente nel il sistema APEA, che per sua

stessa natura, applica i principi di cui sopra ed ad essi associa un ulteriore sistema di

gestione dei servizi volto al contenimento e alla minimizzazione degli impatti.

All’interno della Z.I. non esistono “habitat degradati … nell'ambito dei sistema del verde

paesaggistico ambientale”, proprio perché per sua natura l’area è stata fortemente

antropizzata. Nell’ottica di una riqualificazione delle aree e del miglioramento delle

condizioni paesaggistiche, in collaborazione con i Comuni di Trieste e Muggia, il

proponente ha inteso procedere ad interventi di sistemazione e mitigazione delle aree

cuscinetto fra zona industriale e residenziale, nonché alla salvaguardia delle zone limitrofe

agli alvei del torrente Rosandra e del Rio Ospo mediante idonee tipologie di verde, come

indicate nelle NTA e nelle sezioni esemplificative dei P.Q..

Osservazione n. 27

Punto 2.6 Valutazione dì coerenza esterna ed interna

La matrice di coerenza esterna con obiettivi derivanti da altri piani equi o sovra ordinati e con gli

obiettivi di sostenibilità nazionali ed internazionali dimostra sostanzialmente una coerenza. Si

rilevano però alcune significative non coerenze che non risultano sufficientemente illustrate e

motivate (pag. 74 del RA). La matrice di coerenza interna ha evidenziato delle incoerenze

riguardanti le nuove aree produttive in prossimità di Monte San Rocco e la realizzazione di

nuove infrastrutture trasportistiche che per la loro vicinanza ad aree di valore naturalistico

27

potrebbero esercitare ricadute negative sulle stesse, in fase di progettazione ed esercizio delle

opere dovranno essere tenuti in conto tali criticità al fine di prevedere adeguate modalità

produttive e misure di mitigazione.

RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:

La previsione vigente del PRGC del Comune di S. Dorligo della Valle, nonché

l’identificazione della zona D1 da parte del PURG identificano l’intera area del Monte S.

Rocco come area produttiva.

Si ritiene che la scelta del Piano di sottrarre in tale area destinazioni produttive a favore di

aree verdi (di fatto destina l’intera superficie a verde) sia già sufficientemente idonea non

solo da evitare possibili ricadute negative sulle aree di valore naturalistico ma possa anche

qualificarsi come misura di mitigazione e riqualificazione dell’intera area a supporto e

potenziamento delle aree naturali della zona. Restano a destinazione produttiva

esclusivamente due aree limitrofe che allo stato attuale risultano in condizioni di dissesto e

per le quali sono già in programma interventi di logistica, distribuzione e servizi funzionali

alla grande viabilità esistente. Infine nello specifico si chiarisce che non vi è la previsione

di realizzare alcuna struttura trasportistica di nuova realizzazione, ma si prevede soltanto

la riqualificazione dell’esistente.

Osservazione n. 28

Punti da 3 a 6 Inquadramento contesto territoriale ambientale di riferimento - Valutazione degli

effetti sull'ambiente - Misure di mitigazione, compensazione e orientamento -Monitoraggio […]

Nel paragrafo 3.2 sono illustrate le componenti ambientati secondo l’esposizione dello stato

attuale delle stesse con l’uso di un set di indicatori descrittivi secondo il modello interpretativo

DPSIR. Si rileva che al fini della descrizione dello stata attuale dei livello di qualità non sono

sempre usati indicatori di stato, ma anche di risposta. che non sembrano pertanto pertinenti In

tale contesto. Per alcuni aspetti ambientali non sono disponibili dati relativi allo stato (es. corpi

idrici prossimi agli ambiti portuali, inquinamento luminoso), si ritiene opportuno che tali fattori

debbano essere presi in considerazione in sede di monitoraggio (Tab. di pag. 300).

Si rileva che la problematica ambientale principale del comprensorio è quella relativa alla

componente Suolo e alla presenza del SIN che dovrà pertanto essere attentamente monitorata

con indicatori più specifici e di dettaglio.

28

RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:

I dati disponibili in merito ai corpi idrici sono quelli forniti da ARPA che realizza opportuni

monitoraggi in conformità al proprio ruolo istituzionale. Allo stato attuale EZIT non

possiede le risorse e le competenze per attuare ulteriori monitoraggi.

In merito al SIN, l’EZIT, in quanto soggetto individuato dalla RAFVG con L.R. 24/05/2004

n. 15 e nell’ambito dell’ Accordo di programma dd. 25/05/2012 quale soggetto attuatore

(mediante delegazione amministrativa) delle attività di bonifica per la parte a terra del sito

inquinato di interesse nazionale di Trieste, collabora a stretto contatto con le

Amministrazioni competenti ed ha instaurato un sistema di dialogo continuo con le stesse

al fine di affrontare e risolvere la problematica del SIN in maniera condivisa. Nello

specifico tutte le informazioni disponibili e necessarie vengono sistematicamente messe a

disposizione di tutti gli enti competenti, territoriali e nazionali.

Osservazione n. 29

La componente Biodiversità, viene descritta con sufficiente dettaglio anche in relazione al

contesto di riferimento esterno limitrofo all'area industriale, Si ritiene che ai fini del

monitoraggio delle azioni di piano sulla componente sia all'esterno che all'interno debbano

essere presi in considerazione indicatori di maggior dettaglio e ad una scala congrua agli effetti

del piano, rispetto quelli di Carta Natura FVG 50.000 indicati.

La componente Salute umana, una delle più problematiche in relazione agli effetti di una zona

industriale, sede anche di produzioni RIR viene valutata con l'indicatore di Mortalità, SMR

(Rapporto standardizzato di mortalità grezzo) che sembrerebbe segnalare un aumentata

mortalità per le popolazioni esposte alla zona industriale. Si ritiene quindi che tale componente

dovrebbe essere oggetto di monitoraggio, anche con indicatori di maggior dettaglio, o

perlomeno di ulteriori approfondimenti per valutare tale necessità e, considerata la portata della

problematica, in relazione anche con gli altri Enti e soggetti interessati.

RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:

Attualmente EZIT non ha risorse umane o materiali in grado di popolare indicatori

suggeriti. Sarà sua cura valutare la necessità di produrre tali dati durante l’attuazione del

Piano.

Osservazione n. 30

[…]Per quanto riguarda i rifiuti, nel RA si denuncia di base una mancanza di reperibilità dei dati

relativi alla loro produzione e gestione all'interno del ciclo produttivo, senza poter quindi

29

giungere a dei risultati concreti, anche in considerazione del fatto che le azioni di Piano non si

occupano della gestione dei rifiuti se non indirettamente, rimandando al progetto pilota

dell'APEA un possibile modello di gestione centralizzata estensibile in un futuro a tutta l'area di

Piano. A questo proposito in previsione dei possibili ampliamenti e nuovi insediamenti previsti

nell'area un modello di gestione controllata del rifiuti dovrebbe figurare non solo un caso pilota

ma una condizione/criterio d'insediabilità nell'area.

RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:

La gestione dei rifiuti all’interno del Comprensorio della Z.I. non è di competenza di EZIT

bensì dei singoli Comuni e, su scala più ampia, della Provincia o ancor più dell’ATO.

Pertanto l’Ente può essere titolato alla gestione dei rifiuti solo nel caso in cui diventi anche

interamente gestore di un’area destinata ad APEA ove tutti i servi (compresa appunto la

raccolta rifiuti) avviene in maniera consortile. EZIT infatti non è titolato ad imporre

condizioni/criteri d'insediabilità in merito alla gestione dei rifiuti, non essendo questi

materia di sua competenza per legge.

Osservazione n. 31

Inoltre dalla matrice emerge che la componente del rumore (clima fisico) rimane alta con un

effetto cumulativo negativo: valutato tale in conseguenza del disturbo imputabile anche alla

crescita di mobilità indotta dal sistema industriale dell'area che in luce alle previsioni porta a un

ipotizzabile inasprimento degli effetti del fonoinquinameto. Nella valutazione del RA si rinvia alle

mitigazioni legate alla gestione del traffico, capaci di introdurre misure atte a fluidificare ì

movimenti veicolari, mentre per quanto riguarda il rumore prodotto dalle attività si segnala

necessario ricorrere a campagne di rilevamento acustico e possibili interventi di mitigazione che

riguardino la sonorizzazione delle sorgenti, la protezione degli edifici sensibili esistenti e per le

nuove realizzazioni possibilmente l'adozioni di criteri progettali che seguano i dettami della

protezione acustica con disposizioni dei locali e degli spazi finalizzati a ridurre gli effetti delle

sorgenti stradali.

Si rileva che queste considerazioni tuttavia sono state accolte solo in ambito APEA (azione 25

e 2a tradotte nelle norme art. 21, art.:U.1 azione strategica 2.1) che prevedono requisiti dì

qualità insediativa e tolleranza ambientale anche per l'emissione del rumore.

Si invita ad integrare tali considerazioni anche nelle altre tipologie insediative.

RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:

L’insediamento di un’area produttiva ecologicamente attrezzata (APEA), ha lo scopo di

introdurre nuove politiche di tutela dell’ambiente integrate con il ciclo produttivo. Le

30

intenzioni future di EZIT sono la graduale integrazione di tali politiche anche nel sistema

produttivo esistente, dopo averne verificato l’efficacia nell’area pilota APEA.

Valutazione di incidenza

Contestualmente al parere analizzato la RAFVG ha fatto pervenire le proprie conclusioni in

merito alla valutazione di incidenza. In particolare ritiene che “non siano necessari ulteriori

approfondimenti nella relazione di incidenza ambientale e si concorda con le conclusioni del proponente che

ritiene che siano improbabili effetti significativi negativi sui siti Natura 2000. Si è potuto valutare, in maniera

oggettiva che è improbabile che l’attuazione delle previsioni di piano producano effetti significativi sul sito

Natura 2.000 e pertanto non sono necessari ulteriori approfondimenti in merito alla Valutazione di incidenza.”

Trieste, 09 gennaio 2013

dott. ing. Isabella Garbino