RELAZIONE DESCRITTIVA - cadoneghenet.it · - ridurre al minimo i vincoli alle proprietà private...

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Foglio 1 di 26 0 05/06/15 EMISSIONE AGHIRARDI INDICE DATA DESCRIZIONE ELABORATO VERIFICATO APPROVATO Commessa: NR/13077/R-L02 Metanodotto: Allacciamento Comune di Cadoneghe (nuovo) DN 150 - DP 75 bar RELAZIONE DESCRITTIVA

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0 05/06/15 EMISSIONE AGHIRARDI

INDICE DATA DESCRIZIONE ELABORATO VERIFICATO APPROVATO

Commessa: NR/13077/R-L02

Metanodotto: Allacciamento Comune di Cadoneghe (nuovo) DN 150 - DP 75 bar

RELAZIONE DESCRITTIVA

szamperoni
DE MARTIN

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INDICE

1. SCOPO DELL’OPERA .................................. ............................................................. 3

2. OPERE COSTITUENTI IL PROGETTO ...................................................................... 4

3. CRITERI DI SCELTA PROGETTUALE ..................... ................................................. 5

4. NORMATIVA DI RIFERIMENTO .......................... ....................................................... 8

5. CARATTERISTICHE DELL’OPERA ........................ ................................................. 14

6. FASI DI REALIZZAZIONE DELL’OPERA .................. .............................................. 16

7. INDICAZIONI DERIVANTI DAGLI STRUMENTI DI PIANIFICAZ IONE .................... 21

8. ASPETTI AMBIENTALI ................................ ............................................................ 24

9. OPERE DI RIPRISTINO ............................................................................................ 25

10. ALLEGATI........................................... ...................................................................... 26

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1. SCOPO DELL’OPERA I lavori in progetto consistono nel rifacimento della tubazione di allacciamento del Comune di Cadoneghe DN 150 dalla Rete Regionale. La nuova alimentazione sarà derivata dal metanodotto Derivazione Villanova-Padova DN 400 in quanto l’attuale tubazione di stacco, il met. Spina Nord di Padova DN 200, costruito nella metà del secolo scorso, verrà completamente dismessa in quanto è interessata da una progressiva riduzione della copertura, dovuta all’erosione naturale. Il tracciato della variante avrà una lunghezza complessiva di circa 2000 m. e interesserà solamente il comune di Cadoneghe (PD). La realizzazione della nuova tubazione, contribuirà all’ammodernamento della rete e al miglioramento degli standard di trasporto, connessi con il mantenimento della Rete di Trasporto Regionale, dell’area di Cadoneghe.

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2. OPERE COSTITUENTI IL PROGETTO

2.1 GASDOTTO

Il gasdotto è costituito da tubazioni interrate corredate dai relativi accessori, quali: piantane e armadietti per apparecchiature di controllo della protezione catodica; tubi di sfiato, cartelli segnalatori, ecc.

2.2 MANUFATTI I manufatti fuori terra sono generalmente delle aree recintate per il contenimento delle apparecchiature di intercettazione (valvole di linea, punti di stacco e punti di consegna); Tali aree, ubicate in luoghi accessibili con i mezzi del personale addetto alla manutenzione, sono normalmente costituite da una recinzione in pannelli di grigliato metallico collocata su un cordolo in calcestruzzo. Questi impianti hanno dimensioni variabili in base alla tipologia ed al numero delle valvole d’intercettazione da installare. Altri manufatti, quando necessari, servono per la protezione della tubazione e dei terreni circostanti. Nel tratto di metanodotto in esame non sono previsti manufatti accessori, salvo il rifacimento dell’impianto terminale in sostituzione di quello esistente.

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3. CRITERI DI SCELTA PROGETTUALE

3.1 DIRETTRICE DI BASE Lo studio del tracciato inizia con l’esame della rete di metanodotti esistenti su una base cartografica a grande scala e con l’individuazione geografica dei punti di partenza e arrivo. L’analisi delle caratteristiche tecniche della rete, quali, diametro delle tubazioni, portata, pressione di esercizio, presenza di punti di stacco esistenti, conduce alla definizione del tratto di rete da modificare. La linea congiungente i due punti è, in astratto, la direttrice di base ideale dalla quale partire per la definizione del tracciato di progetto. La linea individuata tiene conto delle infrastrutture presenti sul territorio e dei vincoli costruttivi tipici di un metanodotto di piccolo diametro.

3.2 CRITERI PROGETTUALI DI BASE Nell’ambito della direttrice di base individuata, l’intero tracciato di progetto è stato definito nel rispetto di quanto disposto dal DM del 17.04.2008 e dal relativo allegato ”Allegato A – Regola tecnica per la progettazione, costruzione, collaudo, esercizio e sorveglianza delle opere e degli impianti di trasporto del gas naturale con densità non superiore a 0,8”, dalla legislazione vigente (norme di attuazione dei PRG e vincoli paesaggistici, ambientali, archeologici, ecc.), della normativa tecnica relativa alla progettazione di queste opere (vedi cap. 4), e dalle prescrizioni di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri (D.Lgs. 81/08), applicando i seguenti criteri di buona progettazione:

- Individuare il tracciato in base alla possibilità di ripristinare le aree attraversate riportandole alle condizioni morfologiche e di uso del suolo preesistenti l’intervento, minimizzando l’impatto sull’ambiente;

- transitare il più possibile in zone a destinazione agricola, evitando l’attraversamento di aree comprese in piani di sviluppo urbanistico e/o industriale;

- evitare zone franose o suscettibili di dissesto idrogeologico; - evitare, ove possibile, le aree di rispetto delle sorgenti e dei pozzi captati ad uso

idropotabile; - contenere il numero degli attraversamenti fluviali, realizzandoli in subalveo ed in zone

che offrano sicurezza per la stabilità della condotta, prevedendo le necessarie opere di ripristino e di regimazione idraulica

- interessare il meno possibile zone boscate e zone di colture pregiate; - evitare, ove possibile, zone paludose e terreni torbosi; - ridurre al minimo i vincoli alle proprietà private determinati dalla servitù di metanodotto,

utilizzando, per quanto possibile, i corridoi di servitù già costituiti da altre infrastrutture esistenti (metanodotti, canali, strade ecc.);

- garantire al personale preposto all’esercizio ed alla manutenzione la possibilità di accedere ed operare sugli impianti in sicurezza.

Nella definizione del tracciato sono, perciò, analizzate e studiate tutte le situazioni particolari, siano esse di origine naturale oppure di natura antropica, che potrebbero rappresentare delle criticità, sia per la realizzazione e la successiva gestione dell’opera, sia per l’ambiente in cui la stessa s’inserisce.

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3.3 GENERALITÀ E ALTERNATIVE CONSIDERATE

La scelta del tracciato della variante è stata condizionata dalla posizione della rete Snam Rete Gas esistente e del punto di stacco già predisposto. Il tracciato ricade interamente in zona agricola, si colloca in un area con sviluppo urbano a macchia di leopardo e non interferisce con altre opere previste negli strumenti urbanistici. Dal punto di vista morfologico non vi sono ostacoli particolari alla direttrice scelta e neanche dall’esame del Piano Regolatore emergono vincoli particolari o elementi di impedimento al tracciato proposto. Pertanto la direttrice più breve risulta essere la scelta più valida e la meno vincolante per il territorio. Qualsiasi alternativa allungherebbe il tracciato senza nessun vantaggio ambientale o pratico sulla base delle informazioni a nostra conoscenza.

3.4 FASCIA DI VINCOLO La costruzione ed il mantenimento di un metanodotto sui fondi altrui, devono essere preceduti e sono legittimati dalla costituzione di una servitù non aedificandi. La distanza minima dell’asse del gasdotto dai fabbricati, misurata orizzontalmente ed in senso ortogonale all’asse della condotta, si ricava dal D.M. 17.04.2008. Per il metanodotto in oggetto è prevista una fascia d’asservimento di 27,00 m. (13,50 m. per ogni lato della condotta - vedi dis. STD-001). Nei tratti in cui la condotta viene collocata all’interno di un tubo di protezione metallico o un cunicolo in cls, la fascia d’asservimento prevista è di 9,00 m. (4,50 m. per ogni lato della condotta - vedi dis. STD-001). Per garantire nel tempo il rispetto della sopra citata distanza, Snam Rete Gas procede alla costituzione consensuale di servitù di metanodotto, consistente nell’impegno della proprietà a non costruire a fronte d’indennità monetaria, lasciando inalterate le possibilità di utilizzo agricolo dei fondi asserviti (servitù non aedificandi). Nel caso in cui non si raggiunga, con i proprietari dei fondi, l’accordo bonario, si procede alla richiesta di imposizione coattiva di servitù, eventualmente preceduta dall’occupazione d’urgenza, delle aree necessarie alla realizzazione delle opere.

3.5 DESCRIZIONE DEL TRACCIATO Il tracciato in progetto è rappresentato nella planimetria allegata in scala 1:10000 (vedi dis. 7619 VEN). Il nuovo allacciamento ha una lunghezza complessiva di 2000 metri ed interessa esclusivamente aree agricole. Il tracciato in progetto inizia all’esterno della recinzione dell’impianto di intercettazione esistente sul met. Derivazione Villanova-Padova DN 400, predisposto per lo stacco del metandotto. Da questo punto si pone in parallelismo con una linea elettrica di alta tensione, in direzione Ovest, verso l’abitato di Cadoneghe. In questo tratto attraversa il rio dell’Arzere e poco prima della strada comunale via Ca Ponte devia leggermente verso destra per attraversare la strada Regionale n. 308. Prosegue pressoché diritto per altri 400 metri circa e poi, nei pressi di un incrocio stradale, curva verso sinistra con un angolo di circa 50° e prosegue in questa direzione per circa 150 metri, quindi devia nuovamente di 50° verso destra e segue l’andamento dei campi per circa 150 metri. Il tracciato prosegue verso Sud Ovest per altri 150 metri e quindi con una curva a 45° si dirige verso Sud per portarsi nei pressi del punto terminale.

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Giunto di fronte alla cabina utente esistente con una curva a 90° si porta nei pressi della recinzione all’interno della quale sarà realizzato il nuovo impianto terminale in sostituzione di quello esistente. Dopo la messa in esercizio della nuova condotta la tubazione esistente verrà bonificata e rimossa.

Tab. 3.5/A: attraversamenti delle infrastrutture principali

Progressiva Provincia Comune Corsi d’acqua Reti viarie Modalità posa

Km. Padova Cadoneghe

0+450 Rio dell’Arzere TOC

0+670 Via Ca Ponte TT

0+795 Strada Regionale n. 308 TT

Modalità di posa= CA – cielo aperto TT – Trivella spingitubo TP – Tubo di protezione a cielo aperto TOC – Trivellazione Orizzontale Controllata

3.6 TERRITORI COMUNALI INTERESSATI Il metanodotto in progetto si sviluppa interamente nell’ambito della provincia di Padova, per una lunghezza pari a m. 2020, attraversando il territorio del comune di Cadoneghe di seguito evidenziato nella tabella 3.6/A.

Tab. 3.6/A: territori comunali interessati dal progetto.

Provincia Comune Progressive Percorrenze Ambito

Morfologico da km a km m

Vicenza Cadoneghe 0+000 2+020 2020 Pianura

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4. NORMATIVA DI RIFERIMENTO La progettazione, la costruzione e l’esercizio del metanodotto è disciplinata essenzialmente dalla seguente normativa: Sicurezza del Lavoro

D. Lgs.626/94 Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE, riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.

D. Lgs.14/8/1996, n. 494 Attuazione della direttiva 92/57/CEE concernente le prescrizioni minime di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei o mobili.

D. Lgs.19/11/1999, n. 528 Attuazione della direttiva 92/57/CEE concernente le prescrizioni minime di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei o mobili.

D. Lgs.09/04/08, n. 81 Testo unico sulla sicurezza e salute delle lavoratrici e dei lavoratori.

Vincolo Militare

L. 24.12.1976, N. 898 Nuova regolamentazione delle servitù militari. Pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 8 dell’11/01/1977 D.P.R. 17.12.1979, n. 780 Approvazione del regolamento per l’esecuzione della legge 24

dicembre 1976, n. 898, concernente la nuova regolamentazione delle servitù militari. Gazzetta ufficiale n. 55 del 26/02/1980

Antichità e belle arti

RD. 30.01.1913, n.363 Regolamento per l’esecuzione delle leggi relative alle antichità e belle arti.

L.01.06.1939, n.1089 Tutela delle cose di interesse artistico o storico. L.14.03.1968, n 292 Disposizioni sulla competenza del Ministero dei Lavori Pubblici

per lavori che interessano il patrimonio storico ed artistico. L.01.03.1975, n. 44 Misure intese alla protezione del patrimonio archeologico, artistico

e storico nazionale L.19.04.1990, n.84 Piano organico di inventariazione catalogazione ed elaborazione

della carta del rischio dei beni culturali, anche in relazione all’entrata in vigore dell’Atto Unico Europeo: primi interventi.

DM. 09.08.1990 Programma di interventi nell’ambito delle attività e dei compiti istituzionali di catalogazione, inventariazione, prevenzione e salvaguardia dei beni culturali ed ambientali, elaborazione di una carta conoscitiva aggiornabile della situazione di rischio con la relativa banca dati e potenziamento delle attività di ricerca e formazione.

L. 10.02.1992, n.145 Interventi organici di tutela e valorizzazione dei beni culturali. D.Lgs. n. 42/2004 Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni

culturali ed ambientali, a norma dell’articolo 1 della legge 8/10/1997 n. 352 così come modificato dal D. Lgs. 24 marzo 2006, n. 156 e D. Lgs. 24 marzo 2006, n. 157 nonché dal D. Lgs. 26 marzo 2008, n. 62 e D. Lgs. 26 marzo 2008, n. 63

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Vincoli e tutela ambientale

RD. 25.07.1904, n. 523 Testo unico delle disposizioni di legge intorno alle opere idrauliche delle diverse categorie

RD. 30.12.1923, n. 3267 Riordinamento e riforma della legislazione in materia di boschi e di terreni montani.

RD. 16.05.1926, n. 1126 Approvazione del regolamento per l’applicazione del R.D.L. 30.12.1923, n. 3267 concernente il riordinamento e riforma della legislazione in materia di boschi e di terreni montani.

R.D.1740/33 Testo unico di norme per la tutela delle strade e per la circolazione

RD. 11.12.1933, n. 1775 Testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici

L. 29.06.1939, n. 1497 Protezione delle bellezze naturali. RD. n.1357 Regolamento per l’applicazione della Legge 29/6/1939, n.1497

sulla protezione delle bellezze naturali. DPR 15.01.1972, n. 8 Trasferimento alle regioni a statuto ordinario delle funzioni

amministrative statali in materia di urbanistica e viabilità, acquedotti e lavori pubblici di interesse regionale e dei relativi personali ed uffici.

D.L. 27.06.1985, n. 312 Disposizioni urgenti per la tutela delle zone di particolare interesse ambientale.

L. 08.08.1985, n. 431 Tutela delle zone di particolare interesse ambientale. Circ. 31.08.1985, n. 8 Applicazione della L. 08.08.1985, n.431. Tutela delle zone di

particolare interesse ambientale. L. 08.07.1986, n. 349 Istituzione del Ministero dell’Ambiente e norme in materia di

danno ambientale. L. 18.05.1989, n. 183 Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del

suolo. DPR 495/92 Regolamento di esecuzione e di attuazione del Nuovo Codice

della strada. Dlgs 258/92 e 360/93 Nuovo codice della strada L. 05.01.1994, n. 36 Disposizioni in materia di risorse idriche. L. 05.01.1994, n. 37 Norme per la tutela ambientale delle aree demaniali dei fiumi, dei

torrenti, dei laghi e delle altre acque pubbliche. DPR 12.04.1996 Atto di indirizzo e coordinamento per l’attuazione dell’art. 40,

comma 1, della Legge 22.02.1994, n.146, concernente disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale.

DPR 08.09.97 n. 357 Regolamento per attuazione Direttiva 92/43/CEE L. 08.10.1997, n. 344 Disposizioni urgenti per lo sviluppo e la qualificazione degli

interventi e dell’occupazione in campo ambientale. L. 09.12.1998, n. 426 Nuovi interventi in campo ambientale. DGR n. 2803 4.10.2002 Attuazione direttiva Comunitaria 92/43/CEE e DPR 357/97 DPR 12.03.2003 n. 120 Modifica ed integrazione DPR n. 357 08/09/97 D.Lgs. n. 42/2004 ex 490/99 Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni

culturali ed ambientali, a norma dell’articolo 1 della legge 8/10/1997 n. 352.

D.Lgs. n. 152 03/04/2006 Norme in materia ambientale Cave e miniere

L. 04.03.1958, n. 198 Delega al potere esecutivo ad emanare norme in materia di polizia delle miniere e delle cave e per la riforma del Consiglio Superiore delle Miniere.

DPR. 09.04.1959, n. 128 Norme di polizia delle miniere e delle cave.

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DPR. 14.01.1972, n. 2 Trasferimento alle Regioni a statuto ordinario delle funzioni amministrative statali in materia di acque minerali e termali, cave e torbiere, e di artigianato e del relativo personale.

Opere di fondazione, calcestruzzi, aree sismiche

CM. LL.PP. n. 3797/1967 Istruzioni per il progetto, l’esecuzione ed il collaudo delle opere di fondazione.

L. n. 64/74 del 02.02.1974 Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche.

DM. LL.PP. 03.03.1975 Norme Tecniche per le costruzioni in zone sismiche. DM. LL.PP. 03.03.1975 Disposizioni concernenti l’applicazione delle norme tecniche per

le costruzioni in zone sismiche. DPR n. 616 del 24.07.1977 Attuazione della delega di cui art. 1 della Legge 22.07.1975 n.

382. DM. LL.PP. 21.01.1981 Norme Tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la

stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l’esecuzione e il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione.

DM. LL.PP. 19.06.1984 Norme Tecniche per le costruzioni in zone sismiche. LR. n. 27/85 Disposizioni particolari per le zone sismiche e gli abitati da

consolidare. Circolare esplicativa. DM. LL.PP. 24.01.1986 Norme Tecniche per le costruzioni in zone sismiche. CM. LL.PP n. 27690/1986 Istruzioni relative alla Normativa Tecnica per le costruzioni in

zone sismiche. Circolare del 19 Luglio 1986 a cura del Servizio Tecnico Centrale del Ministero dei Lavori Pubblici

DM. LL.PP. 11.03.1988 Norme Tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l’esecuzione ed il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione.

CM. LL.PP. n.30483/1988 Norme Tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l’esecuzione ed il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione.

DM. 11/3/1988 Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e stabilità delle opere di fondazione. Relazione Geologica e Geotecnica. Competenze professionali.

CM. LL.PP. 218/24/3-1996 Istruzioni applicative per la redazione della relazione geologica e della relazione geotecnica. Circolare 09.01.1996 del Min. LL.PP. pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n 50 del 29.02.1996

DM. LL.PP.16.01.1996 Norme per le costruzioni in zona sismica. OPCM 20/3/2003 n.3274 Norme tecniche per il progetto sismico di opere di fondazione e di

sostegno dei terreni OPCM 2/10/2003 n. 3316 Modifiche ed integrazioni all’OPCM 3274 D.P.C.M. 21/10/2003 Disposizioni attuative delle OPCM 3274 e 3316 D.M. 14 Settembre 2005 Norme tecniche per le costruzioni (ex "Testo unico" delle Norme

Tecniche per le Costruzioni) D.M. 14 gennaio 2008 Norme tecniche per le costruzioni - NTC 2008 CM. 2 febbraio 2009 Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici - Istruzioni per

l'applicazione delle "Norme tecniche per le costruzioni" Condotte per il trasporto di idrocarburi

D.M. 23/2/1971 Norme tecniche per gli attraversamenti e per i parallelismi di condotte e canali, convoglianti liquidi e gas con ferrovie ed altre linee di trasporto.

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Circ. 9 /5/1972 n. 216/173 Azienda Autonoma F.S. Norme tecniche per gli attraversamenti e per i parallelismi di condotte e canali convoglianti liquidi e gas con ferrovie ed altre linee di trasporto.

D.M. 24 /11/1984 Norme di sicurezza antincendio par il trasporto, la distribuzione, l’accumulo e l’utilizzazione del gas naturale con densità non superiore a 0,8.

Modifiche: D.M. 12.02.1989; D.M. 22.05.1989; D.M. 27.11.1989 D.M. 16.11.1999 D.M. 11/3/1988. Fattibilità geotecnica di opere su grandi aree, quali reti idriche e

fognarie urbane e reti di sottoservizi di qualsiasi tipo. Sezione H, punto C.

Circ. 4/7/1990 n. 1282 Azienda Autonoma F.S. Condizioni generali tecnico-amministrative regolanti i rapporti tra l’ente Ferrovie dello Stato e la SNAM in materia di attraversamenti e parallelismi di linee ferroviarie e relative pertinenze mediante oleodotti, gasdotti, metanodotti ed altre condutture ad esse assimilabili.

D.M. 3/8/1991 Distanza minima da osservarsi nelle costruzioni di edifici o manufatti nei confronti delle officine e degli impianti delle F.S.

D.M. 10/8/2004 Modifiche alle “Norme tecniche per gli attraversamenti e per i parallelismi di condotte e canali convoglianti liquidi e gas con ferrovie ed altre linee di trasporto. G.U. 25/8/2004 n. 199

D.M. 16/4/2008 “Regola tecnica per la progettazione, costruzione, collaudo, esercizio e sorveglianza delle opere e dei sistemi di distribuzione e di linee dirette del gas naturale con densità non superiore a 0,8”

D.M. 17/4/2008 “Regola tecnica per la progettazione, costruzione, collaudo, esercizio e sorveglianza delle opere e degli impianti di trasporto del gas naturale con densità non superiore a 0,8”

Espropriazione per pubblica utilità

D.Lgs 23/5/2000 n. 164 Attuazione della Direttiva 98/30/CEE recante norme comuni per il mercato interno del gas naturale, a norma dell’art. 41 della Legge 17 maggio 1999, n. 144

D.P.R. 8/6/2001 n. 327 Testo unico in materia di espropriazioni per pubblica utilità e successive modifiche integrato con il D.Lgs del 27/12/2004 n. 330 recante norme particolari per la realizzazione di infrastrutture lineari energetiche

L’opera è stata, perciò, progettata e sarà realizzata in conformità alle suddette Leggi ed in conformità alla normalizzazione interna Snam Rete Gas gasdotti, che recepisce i contenuti delle principali specifiche tecniche nazionali ed internazionali. Materiali

UNI - DIN – ASTM Caratteristiche dei materiali da costruzione Strumentazione e sistemi di controllo

API RP-520 Part. 1/1993 Dimensionamento delle valvole di sicurezza API RP-520 Part. 2/1988 Dimensionamento delle valvole di sicurezza

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Sistemi elettrici

L 186/68 Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazioni ed impianti elettrici ed elettronici.

L 46/90 Norme per la sicurezza degli impianti. DPR 447/91 Regolamento di attuazione della L 46/90 in materia di sicurezza

degli impianti. CEI 64-8/1992 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a

1.000 V CEI 64-2 (Fasc.1431)/1990 Impianti elettrici utilizzatori nei luoghi con pericolo di esplosione CEI 81-1 (Fasc.1439)/1990 Protezione di strutture contro i fulmini D.M. 22/01/2008 n. 37 Norme per la sicurezza degli impianti

Impiantistica e Tubazioni

ASME B31.8 Gas Transmission and Distribution Piping Systems (solo per applicazioni specifiche es. fornitura trappole bidirezionali)

ASME B1.1/1989 Unified inch Screw Threads ASME B1.20.1/1992 Pipe threads, general purpose (inch) ASME B16.5/1988+ADD.92 Pipe flanges and flanged fittings ASME B16.9/1993 Factory-made Wrought Steel Buttwelding Fittings ASME B16.10/1986 Face-to-face and end-to-end dimensions valves ASME B16.21/1992 Non metallic flat gaskets for pipe flanges ASME B16.25/1968 Buttwelding ends ASME B16.34/1988 Valves-flanged, and welding end.. ASME B16.47/1990+Add.91 Large Diameters Steel Flanges ASME B18.21/1991+Add.91 Square and Hex Bolts and screws inch Series ASME B18.22/1987 Square and Hex Nuts MSS SP44/1990 Steel Pipeline Flanges MSS SP75/1988 Specification for High Test Wrought Buttwelding Fittings MSS SP6/1990 Standard finishes contact faces of pipe flanges API Spc. 1104 Welding of pipeline and related facilities API 5L/1992 Specification for line pipe EN 10208-2/1996 Steel pipes for pipelines for combustible fluids API 6D/1994 Specification for pipeline valves, and closures, connectors and

swivels ASTM A 193 Alloy steel and stainless steel-bolting materials ASTM A 194 Carbon and alloy steel nuts for bolts for high pressure ASTM A 105 Standard specification for “forging, carbon steel for piping

components” ASTM A 216 Standard specification for “carbon steel casting suitable for fusion

welding for high temperature service” ASTM A 234 Piping fitting of wrought carbon steel and alloy steel for moderate

and elevate temperatures ASTM A 370 Standard methods and definitions for "mechanical testing of steel

products" ASTM A 694 Standard specification for "forging, carbon and alloy steel, for pipe

flanges, fitting, valves, and parts for high pressure transmission service"

ASTM E 3 Preparation of metallographic specimens ASTM E 23 Standard methods for notched bar impact testing of metallic

materials ASTM E 92 Standard test method for vickers hardness of metallic materials ASTM E 94 Standards practice for radiographic testing ASTM E 112 Determining average grain size

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ASTM E 138 Standards test method for Wet Magnetic Particle ASTM E 384 Standards test method for microhardness of materials ISO 898/1

Mechanical properties for fasteners - part 1 - bolts, screws and studs

ISO 2632/2 Roughness comparison specimens - part 2 : sparkeroded, shot blasted and grit blasted, polished

ISO 6892 Metallic materials - tensile testing ASME Sect. V Non-destructive examination ASME Sect. VIII Boiler and pressure vessel code ASME Sect. IX Boiler construction code-welding and brazing qualification CEI 15-10 Norme per "Lastre di materiali isolanti stratificati a base di resine

termoindurenti" ASTM D 624 Standard method of tests for tear resistance of vulcanised rubber ASTM E 165 Standard practice for liquid penetrate inspection method ASTM E 446 Standard reference radiographs for steel castings up to 2" in

thickness ASTM E 709 Standard recommended practice for magnetic particle

examination Sistema di Protezione Anticorrosiva

ISO 8501-1/1988 Preparazione delle superfici di acciaio prima di applicare vernici e prodotti affini. Valutazione visiva del grado di pulizia della superficie - parte 1: gradi di arruginimento e gradi di preparazione di superfici di acciaio non trattate e superfici di acciaio dalle quali è stato rimosso un rivestimento precedente UNI 5744-66/1986 Rivestimenti metallici protettivi applicati a caldo (rivestimenti di zinco ottenuti per immersione su oggetti diversi fabbricati in materiale ferroso)

UNI 9782/1990 Protezione catodica di strutture metalliche interrate - criteri generali per la misurazione, la progettazione e l'attuazione

UNI 9783/1990 Protezione catodica di strutture metalliche interrate - interferenze elettriche tra strutture metalliche interrate

UNI 10166/1993 Protezione catodica di strutture metalliche interrate - posti di misura

UNI 10167/1993 Protezione catodica di strutture metalliche interrate - dispositivi e posti di misura

UNI CEI 5/1992 Protezione catodica di strutture metalliche interrate - misure di corrente

UNI CEI 6/1992 Protezione catodica di strutture metalliche interrate - misure di potenziale

UNI CEI 7/1992 Protezione catodica di strutture metalliche interrate - misure di resistenza elettrica

UNI EN 12954 Protezione catodica di strutture metalliche interrate. Principi generali e applicazioni per condotte.

UNI CEI EN 45020 Termini generali e loro definizioni riguardanti la normazione e le attività connesse

UNI 10835 Protezione catodica di strutture metalliche interrate. Anodi e dispersori per impianti a corrente impressa. Criteri di progettazione e installazione

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5. CARATTERISTICHE DELL’OPERA L’opera in oggetto, progettata per il trasporto di gas naturale con densità 0,30 kg/m3 in condizioni standard ad una pressione massima di esercizio di 75 bar, sarà costituita da una condotta, formata da tubi in acciaio collegati mediante saldatura (linea), che rappresentano l’elemento principale del sistema di trasporto in progetto e da una serie di impianti che, oltre a garantire l’operatività della struttura, realizzano l’intercettazione della condotta in accordo alla normativa vigente. Linea: - condotta DN 150 (6”) interrata della lunghezza complessiva di 2000 m. Impianti: - l’impianto di partenza è già predisposto per lo stacco che quindi avverrà all’esterno dello

stesso - l’impianto terminale è previsto in sostituzione dell’esistente all’interno dell’area dell’utente

finale Gli standard costruttivi dell’opera in progetto sono allegati alla presente relazione (vedi Disegni di progetto). La pressione di progetto, adottata per il calcolo dello spessore delle tubazioni, è pari alla pressione massima di esercizio: 75 bar.

5.1 LINEA

5.1.1. Tubazioni

Le tubazioni impiegate saranno in acciaio di qualità, conformi alle norme previste dalla Norma UNI EN 1594, rispondenti a quanto prescritto al punto 2.1 del DM 17.04.2008, ed avranno le seguenti caratteristiche:

- diametro nominale DN 150 (6”) - diametro esterno De 168,3 mm. - spessore normale e maggiorato per linea 7,1 mm. - materiale acciaio di qualità EN L360 NB/MB - tensione di snervamento [MPa] 360 N/mm²

I tubi, collaudati singolarmente negli stabilimenti di produzione, avranno una lunghezza di circa 12 m, saranno smussati e calibrati alle estremità per permettere la saldatura elettrica di testa. Le curve saranno ricavate da tubi piegati a freddo con raggio di curvatura pari a 40 diametri nominali, oppure prefabbricate con raggio di curvatura pari a 3 diametri nominali. Negli attraversamenti delle strade più importanti e dove, per motivi tecnici, si è ritenuto opportuno, la condotta sarà messa in opera entro un tubo di protezione avente le seguenti caratteristiche:

- - diametro nominale: DN 250 (10”) - - diametro esterno De 257,5 mm. - - spessore: 7,8 mm.

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- - materiale acciaio di qualità: EN L360 NB/MB

5.1.2. Materiali

I tubi ed i componenti utilizzati per la costruzione della condotta per il trasporto del gas sono di acciaio. Entrambi sono conformi alla norma UNI EN 1594. Per il calcolo dello spessore delle tubazione è stato adottato il grado di utilizzazione f = 0,57 con pressione massima di esercizio pari a 75 bar.

5.1.3. Protezione anticorrosiva

La condotta sarà protetta da: • una protezione passiva esterna costituita da un rivestimento di nastri adesivi in

polietilene estruso ad alta densità, applicato in fabbrica, dello spessore di 2,0 mm. ed un rivestimento interno in vernice epossidica. I giunti di saldatura saranno rivestiti in linea con fasce termorestringenti.

• una protezione attiva (catodica) attraverso un sistema di correnti impresse con apparecchiature poste lungo la linea che rende il metallo della condotta elettricamente più negativo rispetto all’elettrolito circostante (terreno, acqua, ecc.).

La protezione attiva è realizzata contemporaneamente alla posa del metanodotto collegandolo ad uno o più impianti di protezione catodica costituiti da apparecchiature che, attraverso circuiti automatici, provvedono a mantenere il potenziale della condotta più negativo o uguale a –1 V rispetto all’elettrodo di riferimento Cu-CuS04 saturo.

5.1.4. Fascia di asservimento

La costruzione ed il mantenimento di un metanodotto sui fondi altrui sono legittimati da una servitù il cui esercizio, lasciate inalterate le possibilità di sfruttamento agricolo di questi fondi, limita la fabbricazione nell’ambito di una fascia di asservimento a cavallo della condotta (servitù non aedificandi). L’ampiezza di tale fascia varia in rapporto al diametro ed alla pressione d’esercizio del metanodotto, in accordo alle vigenti normative di legge. Per il metanodotto in oggetto è prevista una fascia d’asservimento di 27,00 m. (13,50 m. per ogni lato della condotta), la fascia si riduce a 9,00 m. (4,50 m. per ogni lato della condotta) nei tratti in cui la condotta viene posata all’interno di tubi di protezione metallici o cunicoli in cls.

5.2 IMPIANTI In accordo alla normativa vigente, la condotta sarà sezionabile mediante apparecchiature d’intercettazione (valvole) denominate: Gli impianti sono costituiti da tubazioni e da valvole di intercettazione sia interrate che aeree, e da apparecchiature per la protezione elettrica della condotta. Le aree, in parte pavimentate con autobloccanti prefabbricati, sono ubicati generalmente in prossimità della viabilità ordinaria o saranno collegate ad essa tramite brevi accessi carrabili. In ottemperanza a quanto prescritto dal D.M. 17.04.2008, la distanza massima fra i punti di intercettazione sarà di 10 km. Nel tratto oggetto della variante non sono presenti e/o previsti impianti di intercettazione. Gli impianti esistenti sono sufficienti per il rispetto delle norme vigenti.

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6. FASI DI REALIZZAZIONE DELL’OPERA La realizzazione dell’opera prevede l’esecuzione di fasi sequenziali di lavoro che permettono di contenere le operazioni in un tratto limitato della linea di progetto, avanzando progressivamente nel territorio. Al termine dei lavori, il metanodotto sarà interamente interrato e la fascia di lavoro ripristinata; gli unici elementi fuori terra saranno:

- i cartelli segnalatori del metanodotto; (vedi dis. STD-201) - i tubi di sfiato posti in corrispondenza degli attraversamenti eseguiti con tubo di

protezione e/o cunicolo; (vedi dis. STD-202) - i punti di intercettazione (la recinzione dell’area, le apparecchiature di manovra, le

apparecchiature di sfiato); - gli armadietti e le piantane della Protezione Elettrica; (vedi dis. STD-203)

Le operazioni di montaggio della condotta in progetto si articolano nella seguente serie di fasi operative.

6.1 REALIZZAZIONE DI INFRASTRUTTURE PROVVISORIE Con il termine di “infrastrutture provvisorie” si intendono le piazzole di stoccaggio per l’accatastamento delle tubazioni, della raccorderia, ecc. Dette piazzole saranno realizzate a ridosso di strade percorribili dai mezzi adibiti al trasporto dei materiali. La realizzazione delle stesse, previo scotico e accantonamento dell’humus superficiale, consiste nel livellamento del terreno. Si eseguiranno, ove non già presenti, accessi provvisori dalla viabilità ordinaria per permettere l’ingresso degli autocarri alle piazzole stesse. Al termine dei lavori le aree saranno completamente ripristinate nelle condizioni preesistenti, procedendo allo stendimento del terreno vegetale accantonato, al fine di restituire alle aree agricole l’originaria fertilità.

6.2 APERTURA DELLA FASCIA DI LAVORO Le operazioni di scavo della trincea e di montaggio della condotta richiederanno l'apertura di un’area di passaggio, denominata “fascia di lavoro”. Questa fascia dovrà essere il più continua possibile ed avere una larghezza tale, da consentire la buona esecuzione dei lavori ed il transito dei mezzi di servizio e di soccorso. Nelle aree occupate da vegetazione ripariale e colture arboree (vigneti, frutteti, ecc.), l’apertura della fascia di lavoro comporterà il taglio delle piante e la rimozione delle ceppaie. Nelle aree agricole sarà garantita la continuità funzionale di eventuali opere di irrigazione e drenaggio ed in presenza di impianti arborei a filare si provvederà, ove necessario, all’ancoraggio provvisorio degli stessi. In questa fase si opererà anche lo spostamento di pali di linee elettriche e/o telefoniche ricadenti nella fascia di lavoro. La fascia di lavoro avrà una larghezza complessiva pari a 14 m. e verrà di regola suddivisa come di seguito indicato (vedi dis. STD-002):

- sul lato sinistro dell’asse picchettato, verrà realizzato uno spazio continuo di circa 6 m. adibito all’accumulo del materiale di terreno fertile (humus); tale porzione sarà asportata ed accantonata per il successivo spandimento al termine dei lavori di ripristino, e per il deposito del materiale di scavo della trincea di posa.

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- sul lato opposto, verrà realizzato uno spazio continuo di circa 8 m. adibito allo sfilamento ed alla unione mediante saldatura della condotta, al sollevamento e posa della condotta al transito dei mezzi di lavoro, al trasporto del personale e per eventuali operazioni di soccorso.

In corrispondenza degli impianti l’ampiezza della fascia di lavoro sarà superiore ai valori sopra riportati per evidenti esigenze di carattere esecutivo ed operativo. Prima dell’apertura della fascia di lavoro sarà eseguito, ove necessario, l’accantonamento dello strato umico superficiale a margine della fascia di lavoro per riutilizzarlo in fase di ripristino. In questa fase verranno realizzate le opere provvisorie, come tombini, guadi o quant’altro serva per garantire il deflusso naturale delle acque. I mezzi utilizzati saranno in prevalenza cingolati: ruspe, escavatori e pale caricatrici. L’accessibilità alla fascia di lavoro sarà normalmente assicurata dalla viabilità ordinaria che, durante l’esecuzione dell’opera, subirà unicamente un aumento del traffico dovuto ai soli mezzi dei servizi logistici. I mezzi adibiti alla costruzione invece utilizzeranno la fascia di lavoro messa a disposizione per la realizzazione dell’opera.

6.3 SFILAMENTO DEI TUBI LUNGO L’AREA DI PASSAGGIO L'attività consiste nel trasporto dei tubi dalle piazzole di stoccaggio ed al loro posizionamento lungo la fascia di lavoro, predisponendoli testa a testa per la successiva fase di saldatura. Per queste operazioni, saranno utilizzati trattori posatubi (sideboom) e mezzi cingolati adatti al trasporto delle tubazioni.

6.4 SALDATURA DI LINEA I tubi, le curve, ed i pezzi speciali saranno collegati mediante saldatura ad arco elettrico che provoca la fusione contemporanea dei lembi delle tubazioni da saldare (cianfrini) e del materiale di apporto (anima dell’elettrodo) che una volta solidificato formerà un corpo unico. L’operazione può comportare diverse "passate" e come risultato finale dà un unico tratto di condotta. I tratti di tubazioni saldati saranno temporaneamente disposti parallelamente alla traccia dello scavo, appoggiandoli su appositi sostegni in legno e sacchetti in sabbia per evitare il danneggiamento del rivestimento esterno. I mezzi utilizzati in questa fase saranno essenzialmente trattori posatubi (sideboom), motosaldatrici e compressori ad aria.

6.5 CONTROLLI NON DISTRUTTIVI DELLE SALDATURE Le saldature saranno tutte sottoposte a controlli non distruttivi, mediante l’utilizzo di tecniche radiografiche e controlli con ultrasuoni, in base alle prescrizioni delle specifiche tecniche di costruzione. Tale controllo viene effettuato, il più delle volte, mentre la condotta è ancora fuori terra. In presenza di tie-ins, attraversamenti, collegamenti finali, ecc. i controlli vengono eseguiti nello scavo con apparecchiature radiografiche esterne.

6.6 SCAVO DELLA TRINCEA

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Lo scavo destinato ad accogliere la condotta sarà aperto con l’utilizzo di macchine escavatrici adatte alle caratteristiche morfologiche e litologiche del terreno attraversato. Il materiale di risulta dello scavo sarà depositato lateralmente allo scavo stesso, lungo la fascia di lavoro, per essere riutilizzato in fase di rinterro della condotta. Tale operazione sarà eseguita in modo da evitare la miscelazione del materiale di risulta con lo strato umico, accantonato nella fase di apertura della fascia di lavoro. Le dimensioni standard della trincea sono riportate nei Disegni tipologici di progetto (vedi Dis. STD-003). Nel caso in cui durante lo scavo della trincea, alla profondità definita della stessa venisse ritrovata l’acqua di falda, si provvederà all’esaurimento della stessa con opportuni sistemi di emungimento, in modo che la posa della condotta avvenga in assenza di spinta idrostatica. I mezzi che saranno utilizzati per la realizzazione di tale fase sono principalmente Ruspe, Escavatori, Pompe di esaurimento, ecc.

6.7 RIVESTIMENTO DEI GIUNTI Al fine di realizzare la continuità del rivestimento in polietilene, costituente la protezione passiva della condotta, si procederà a rivestire i giunti di saldatura con apposite fasce termorestringenti e/o con l’apposizione di resine epossidiche bicomponenti. L’apposizione delle fasce termorestringenti e preceduta da una fase di sabbiatura del metallo della condotta al fine di eliminare l’arrugginimento e preparare le superfici di acciaio non trattate e/o superfici di acciaio dalle quali è stato rimosso un rivestimento precedente. Il rivestimento della condotta sarà quindi interamente controllato con l’utilizzo di un’apposita apparecchiatura a scintillio (holiday detector) e, se necessario, saranno eseguite le riparazioni con l’applicazione di mastice e pezze protettive. È previsto l'utilizzo di trattori posatubi per il sollevamento della colonna, di sabbiatrici, mezzi di trasporto, motocompressori, ecc..

6.8 POSA DELLA CONDOTTA Ultimata la verifica della perfetta integrità del rivestimento, le sezioni di colonna delle tubazioni di linea e/o di protezione precedentemente saldate saranno sollevate e posate nello scavo con l'impiego di trattori posatubi (sideboom) o mezzi di sollevamento idonei. A seconda delle caratteristiche della colonna (peso, lunghezza, caratteristiche del tubo, varierà il numero dei mezzi impiegati. La sezione di condotta viene imbragata dai mezzi, con fasce alza-tubo oppure con bilancini a rulli, partendo da una estremità, poi traslando e sbracciando il carico si solleva e si sposta la colonna, facendo affidamento sulla elasticità dell’acciaio, fino a determinarne lo spostamento sull’asse dello scavo dove successivamente la colonna viene calata e posata Nel caso in cui il fondo dello scavo presenti asperità tali da poter compromettere l’integrità del rivestimento, sarà realizzato un letto di posa con materiale inerte (sabbia, ecc.).

6.9 REALIZZAZIONE DEGLI ATTRAVERSAMENTI Gli attraversamenti delle infrastrutture vengono realizzati con piccoli cantieri, che operano contestualmente all’avanzamento della linea. La metodologia utilizzata per l’attraversamento dei corsi d’acqua e delle strade interessate dal metanodotto è la seguente: attraversamento con trivellazione orizzontale contr ollata (T.O.C.)

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Questa tipologia di attraversamento è realizzata con l’impiego di apposite attrezzature per la trivellazione, costituite da una rampa inclinata mobile (rig) che provvede alla spinta, alla rotazione ed al tiro nelle varie fasi esecutive. La realizzazione dell’attraversamento comporta le seguenti operazioni: Esecuzione foro pilota Il foro pilota viene realizzato facendo avanzare la batteria di aste pilota con in testa una lancia a getti di fango bentonitico che consente il taglio del terreno (jetting). Generalmente la lancia a getti consiste in una asta che presenta una deviazione di circa 1° e dispone di due ugelli, uno centrale rispetto alla testa e l’altro, eccentrico, in asse con la deviazione. I cambi di direzione necessari sono ottenuti ruotando le aste di perforazione in modo tale che la direzione della deviazione coincida con quella desiderata (asse trivellazione). Alesaggio e tiro posa Dopo il completamento del foro pilota vengono estratte le aste di perforazione lasciando il tubo guida nel foro. In base ai riscontri ottenuti durante la perforazione del foro pilota, viene deciso se effettuare contemporaneamente l’alesaggio ed il tiro della condotta o eseguire ulteriore alesaggio. Nel primo caso viene collegata al tubo guida il treno di alesaggio costituito in genere da una fresa, da un alesatore, da uno snodo, seguito dalla condotta e quindi si procede al tiro. Nel secondo, dietro il treno di alesaggio, vengono collegate altre aste di tubo guida in modo da mantenere un collegamento continuo all’interno del foro per poter procedere successivamente alla fase di tiro della condotta. Fango di trivellazione In tutte le fasi operative viene impiegato il fango di trivellazione che ha le seguenti funzioni: Aziona la trivella e/o esegue il jetting; Trasporta il materiale trivellato (cutting) fuori dal foro; Garantisce la stabilità del foro; Riduce notevolmente l’attrito lungo le pareti del foro; Impedisce, in presenza di una falda in pressione, il sifonamento del foro. Sistema di controllo direzionale La possibilità di effettuare le correzioni di direzione mediante la tecnica descritta in precedenza, presuppone una conoscenza della posizione e della direzione della testa di perforazione. Tali informazioni sono ottenute mediante una sonda posizionata all’interno dell’asta pilota in prossimità della testa di perforazione. La sonda, sensibile all’orientamento rispetto al campo magnetico terrestre, fornisce l’inclinazione e l’azimut della testa di perforazione. Tali valori, unitamente alla distanza perforata, consentono di calcolare le coordinate orizzontali e verticali lungo il foro pilota. L’impiego di sistemi di trasmissione continui, collegati ad un elaboratore elettronico, permettono un rilievo istantaneo della posizione della sonda e quindi di effettuare le correzioni necessarie in tempo reale. attraversamento con messa in opera di tubo di protezione con trivella/spingitubo; Questa tipologia di attraversamento è realizzata con l’impiego di apposite attrezzature spingitubo (trivelle). La scelta del sistema dipende da diversi fattori quali: profondità di posa,

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presenza d’acqua o di roccia, intensità del traffico, eventuali prescrizioni dell’ente competente, ecc Gli attraversamenti delle strade comunali più importanti saranno realizzati in accordo alla normativa vigente, con tubo di protezione, munito di sfiato e di segnalatore di fuga alle estremità. La messa in opera del tubo di protezione comporta le seguenti operazioni:

- scavo del pozzo di spinta; - impostazione dei macchinari e verifiche topografiche della direzionalità; - esecuzione della trivellazione mediante l’avanzamento del tubo di protezione, spinto da

martinetti idraulici, al cui interno agisce solidale la trivella dotata di coclee per lo smarino del materiale di scavo.

Contemporaneamente alla messa in opera del tubo di protezione si procede, fuori opera, alla preparazione del cosiddetto "sigaro". Questo è costituito dal tubo di linea, a cui si applicano alcuni collari distanziatori che facilitano le operazioni di inserimento e garantiscono nel tempo un adeguato isolamento elettrico della condotta. Il “sigaro” viene poi inserito nel tubo di protezione e collegato alla linea. Una volta completate le operazioni di inserimento, saranno applicati, alle estremità del tubo di protezione, i tappi di chiusura con fasce termorestringenti. In corrispondenza di una o di entrambe le estremità del tubo di protezione, in relazione alla lunghezza dell'attraversamento ed al tipo di servizio attraversato, è collegato uno sfiato. Lo sfiato, munito di una presa per la verifica di eventuali fughe di gas e di un apparecchio tagliafiamma, è realizzato utilizzando un tubo di acciaio DN 80 (3") con spessore di 2,9 mm La presa è applicata a 1,50 m circa dal suolo, l'apparecchio tagliafiamma è posto all'estremità del tubo di sfiato (vedi dis. STD-202). In corrispondenza degli sfiati, sono generalmente posizionate anche le piantane, alle cui estremità sono sistemate le cassette contenenti i punti di misura della protezione catodica.

6.10 RINTERRO DELLA CONDOTTA La condotta posata sarà ricoperta utilizzando totalmente il materiale di risulta accantonato lungo la fascia di lavoro all’atto dello scavo della trincea. A conclusione delle operazioni di rinterro si provvederà, altresì, a ridistribuire sulla superficie il terreno vegetale accantonato eseguendo un’adeguata baulatura del terreno per compensare gli assestamenti successivi

6.11 COLLAUDO IDRAULICO, COLLEGAMENTO E CONTROLLO D ELLA CONDOTTA A condotta completamente posata e collegata si procede al collaudo idraulico che è eseguito riempiendo la tubazione d’acqua e pressurizzandola ad una pressione maggiore o uguale a 90 bar per una durata di 48 ore. Le fasi di riempimento e svuotamento dell'acqua del collaudo idraulico sono eseguite utilizzando idonei dispositivi, comunemente denominati “pigs”, che vengono impiegati anche per operazioni di pulizia e messa in esercizio della condotta. Queste attività sono svolte suddividendo la linea per tronchi di collaudo. Ad esito positivo dei collaudi idraulici e dopo aver svuotato l’acqua di riempimento, i vari tratti collaudati vengono collegati tra loro mediante saldatura controllata con sistemi non distruttivi. Al termine delle operazioni di collaudo idraulico e dopo aver proceduto al rinterro della condotta, si esegue un ulteriore controllo dell’integrità del rivestimento della stessa. Tale controllo è eseguito utilizzando opportuni sistemi di misura del flusso di corrente dalla superficie topografica del suolo.

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7. INDICAZIONI DERIVANTI DAGLI STRUMENTI DI PIANIFI CAZIONE In questo capitolo vengono elencati e descritti tutti gli strumenti pianificatori e programmatori, che tutelano il territorio interessato dalle opere in progetto. L’analisi ha lo scopo di verificare la coerenza tra l’opera proposta e la normativa vigente: gli strumenti di pianificazione territoriale definiscono, infatti, aree nelle quali sono presenti vincoli di tipo urbanistico e/o ambientale che possono, in varia misura, influenzare le scelte progettuali.

7.1 INTRODUZIONE L’intervento oggetto di richiesta, insiste interamente nel comune di Cadoneghe, amministrazione che dalla previgente pianificazione urbanistica di PRG (Piano Regolatore Generale), ha via via realizzato e portato ad approvazione tutti i più recenti strumenti locali di pianificazione territoriale ed urbanistica, introdotti dalla LR n. 11 del 2004, ovvero il PAT (Piano di Assetto del Territorio), realizzato nella forma intercomunale assieme al comune di Vigodarzere, e il PI (Piano degli Interventi). Risultando degli strumenti piuttosto recenti, oltrechè successivi alle imposizioni derivanti dalla pianificazione sovraordinata (PTCP, PTRC, altre norme regionali nazionali e comunitarie), recepita peraltro negli stessi piani, essi rappresentano dei validi strumenti per sintetizzare sia, le previsioni di carattere urbanistico che il regime dei vincoli e delle tutele gravanti sul territorio oggetto d’indagine. Per tale ragione le valutazioni sulla compatibilità urbanistica e pianificatoria, si raffrontano con i contenuti degli Strumenti di Pianificazione Comunale. I contenuti saranno infine opportunamente integrati, nei paragrafi successivi, al fine di precisare la necessità o meno di attivare ulteriori procedure di natura tecnico ambientale.

7.2 STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE COMUNALE

7.2.1. Generalità

La pianificazione urbanistica e territoriale del Comune di Cadoneghe è composta da:

• PATI – Piano di Assetto del Territorio Intercomunale dei Comuni di Cadoneghe e Vigodarzere, approvato in conferenza di Servizi il giorno 10 maggio 2011, ratificato dalla Provincia di Padova con delibera di Giunta in data 29 settembre 2011, entrato in vigore 15 giorni dopo la pubblicazione del provvedimento su BUR- Regione Veneto del 21 ottobre 2011;

• PATI – Piano di Assetto del Territorio Intercomunale – Comunità Metropolitana di Padova approvato in conferenza dei Servizi il giorno 18 luglio 2011, ratificato dalla Provincia di Padova con delibera di Giunta in data 22 febbraio 2012, entrato in vigore 15 giorni dopo la pubblicazione del provvedimento sul BUR- Regione Veneto del 16 marzo 2012;

• PI – Piano degli Interventi giunto alla terza variante approvata con DCC n. 30 del 08/04/2014.

Il Piano degli Interventi rappresenta quindi lo strumento urbanistico più recente del territorio di Cadoneghe e che di fatto risulta coerente con gli strumenti di pianificazione precedenti.

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7.2.2. PATI Piano di Assetto Territoriale Intercomu nale

Il PATI riporta correttamente le quattro tavole di progetto, l’esame delle quali ha portato ad individuare la presenza degli elementi di seguito descritti. Tav. 1 Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale Il tracciato in progetto intercetta per buona parte del percorso un’area a Vincolo paesaggistico – Zona di Interesse Archeologico ai sensi del D. Lgs. 42/2004. Sono inoltre interessati i seguenti elementi generatori di vincolo e le relative fasce di rispetto: idrografia, viabilità regionale e comunale, elettrodotti e gasdotti. Tav. 2 Carta delle Invarianti L’esame della carta evidenzia l’interessamento di un ambito per l’istituzione di parchi fluviali agricoli. Tav. 3 Carta della Fragilità La fragilità del territorio attraversato deriva principalmente da elementi di carattere idraulico ed idrogeologico, l’analisi della carta evidenzia infatti la presenza di terreni idonei a condizioni legate a ristagno idrico, falda superficiale, rischio idraulico ed aree esondabili. Sono inoltre segnalate Aree ad elevata utilizzazione agricola (PTRC) e Aree rappresentative dei paesaggi storici del Veneto classificate come Pianura Centuriata e Pianura Agropolitana Centrale. Tav. 4 Carta della Trasformabilità L’analisi della Tavola n. 4 del PATI ha portato ad individuare la presenza dei seguenti elementi lungo il tracciato di posa della condotta. La descrizione segue il flusso gas.

• Ambito per la formazione di Parco Agrario sovrapposto ad ambito per la connessione naturalistica di grado “1”;

• Ambito per la formazione di Parco Sportivo (Polo sportivo di progetto) sovrapposto ad ambito di connessione naturalistica di grado “1”;

• Corridoio ecologico secondario (blueways); • Ambito per la formazione di Parco Periurbano sovrapposto ad ambito di connessione

naturalistica di grado “1”; • Ambito per la formazione di Parco Periurbano sovrapposto ad ambito di connessione

naturalistica di grado “2”; • Viabilità sovracomunale esistente; • Ambito per la formazione di Parco Periurbano; • Zona agricola.

L’esame del quadro pianificatorio relativo al PATI non evidenzia particolari elementi ostativi alla realizzazione del metanodotto in progetto, non vengono infatti intercettate aree edificate o di trasformazione urbanistica significativa, mentre sono segnalate aree a vincolo paesaggistico relativo a zone di interesse archeologico il cui attraversamento dovrà essere eseguito con le opportune segnalazioni ed eventuali successive prescrizioni indicate dall’Autorità competente.

7.2.3. PI Piano degli Interventi

Lo strumento urbanistico più recente individua per il percorso previsto dalla nuova tubazione in progetto le seguenti tipologie di zonizzazione che sono sostanzialmente analoghe a quelle previste dal PATI. La descrizione segue il flusso gas.

• Parco agrario sovrapposto ad ambito di connessione naturalistica di grado “1”; • Viabilità esistente e percorso pedonale-ciclabile;

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• Parco sportivo sovrapposto ad ambito di connessione naturalistica di grado “1”; • Corridoio ecologico secondario (blueways); • Parco agrario sovrapposto ad ambito di connessione naturalistica di grado “1”; • Viabilità esistente e tracciato storico; • Parco agrario sovrapposto ad ambito di connessione naturalistica di grado “2”; • Viabilità esistente; • Parco agrario; • Zona agricola; • Viabilità esistente e percorso pedonale-ciclabile; • Zona agricola.

Parte del tracciato in progetto ricade in Area di Interesse Archeologico - PTCP. Nel tratto in progetto sono inoltre attraversate delle fasce di rispetto: alcune relative a strade di progetto ed esistenti (SR n. 308, via Ca Ponte, via Lauro e via dei Molini), altre relative a elettrodotti, ed infine altre ancora ricollegabili a corsi d’acqua (Rio Tergolino e corsi d’acqua di minore importanza).

Fonte: www.cadoneghenet.it

Titolo: PATI settembre 2011 e PI aprile 2014

Data consultazione: gennaio 2015

7.3 PROCEDIMENTI E AUTORIZZAZIONI AMBIENTALI

• Screening Valutazione di impatto ambientale: Alla luce delle norme regionali e nazionali vigenti (D. Lgs. 152/2006 “Testo unico ambientale”, Legge Regionale n. 10 del 1999), non venendo interessate aree naturali protette ai sensi della Legge 394/91, e poiché l’ammontare delle opere previste (contemplando, in quanto complementari ad un unico disegno progettuale, anche la rimozione della Spina Nord di Padova DN 200(8”), e l’Allacciamento al Comune di Campodarsego (nuovo) DN 150) non superano i 20 km, gli interventi rientrano nelle soglie regionali e nazionali per cui sono autorizzati senza essere sottoposti a procedura di Screening di VIA – Valutazione Impatto Ambientale;

• Valutazione di Incidenza Ambientale: Alla luce della normativa regionale poiché l’intervento risulta posto completamente all’esterno e a notevole distanza da ambiti della rete Natura 2000 (l'area più vicina è l'ambito SIC e ZPS IT3260018 Grave e Zone umide della Brenta, posto ad almeno 2.7 km di distanza), non risultano necessari specifici approfondimenti in materia, ovvero la redazione della VIncA Valutazione di Incidenza Ambientale;

• Relazione Forestale: Documento da prodursi nei casi di riduzione di superficie boscata o cambio di destinazione colturale. Gli interventi in progetto, oltre a non interessare aree a bosco come definite ai sensi dell’art. 14 comma 8 bis e della L.R. n. 52 del 13.09.1978 e smi, non comportano ne riduzione ne trasformazione permanente della copertura arborea-arbustiva;

• Relazione Paesaggistica: Poiché parte degli interventi in progetto insistono su ambiti archeologi vincolati ai sensi del D. Lgs. 42/ 2004 comma m, la richiesta di autorizzazione deve essere corredata di Relazione Paesaggistica.

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8. ASPETTI AMBIENTALI

8.1 VEGETAZIONE ED USO DEL SUOLO L’ambito dei lavori è una fascia zonale del territorio amministrativo di Cadoneghe, posto orientativamente fra la località geografica denominata Campagnon, poche centinaia di metri a nord della borgata Villa Augusta, e la cittadina di Mejaniga di Cadoneghe. Pur nel contesto della medio bassa pianura a profilo morfologico pressoché orizzontale, negli orientativi due chilometri di territorio interessato, può distinguersi una graduale modificazione del territorio, che nel seguito si va a descrivere. Nella parte più orientale del tracciato (fino alla Strada Regionale n. 308), il territorio è caratterizzato da una bassa densità abitativa ed un buon utilizzo agricolo, con appezzamenti di ampia dimensione, di buona varietà ambientale (soprattutto nel tratto fra il rio Arzere e il fiume Tergola) caratterizzati infatti da un buon numero di siepi e dalla vicinanza al sistema idrografico. Per un breve tratto poco prima dell’incrocio con la SR n. 308 viene interessata anche un’area adibita a pioppeto. Viceversa la parte di tracciato ad ovest della Strada Regionale n. 308 diviene via via sempre più ambito sub urbano. Sotto il profilo agricolo in questa parte, è individuabile l’interessamento di ambiti ad elevata utilizzazione agricola, caratterizzati in prevalenza da avvicendamenti a seminativo, intervallati nelle situazioni più a ridosso dell’edificato da orti, frutteti e qualche vigna. Non molto frequenti in questa parte di tracciato sono le siepi, confinate a ben regolati filari, posti a ridosso delle sole scoline e fossati di una certa importanza. Le porzioni più occidentali del tracciato, infine, risultano molto addossate alla realtà di Mejaniga, una cittadina dai connotati sub urbani e periferici alla grande città di Padova.

8.2 PAESAGGIO Paesaggio in stretta relazione con le caratteristiche vegetazionali e di uso del suolo descritte al paragrafo precedente: pregnante al tal proposito è la distinzione fra territorio ad est e ad ovest della Strada Regionale n. 308. Di notevole maggior pregio, come visto, risulta il territorio ad est di essa, soggetto anche al vincolo archeologico ai sensi del D. Lgs. 42/2004. Tale attribuzione pur attinente con l’insistenza nelle vicinanze alla Centuriazione Romana, non trova riscontri materiali sul territorio quali il caratteristico disegno geometrico, a cui si conformano l’impianto urbano, la viabilità e i fossati, nonché il profilo morfologico che assume la caratteristica forma a bauletto, rialzato nella porzione centrale. Per le peculiarità descritte l’intervento è soggetto alla Relazione Paesaggistica a cui si rimanda per ogni ulteriore delucidazione.

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9. OPERE DI RIPRISTINO Le opere di ripristino previste sono essenzialmente gli interventi che tendono alla ricostituzione, nel più breve tempo possibile, del manto vegetale preesistente i lavori, nelle zone con vegetazione naturale, e al fine di restituire l’originaria fertilità, nelle aree agricole. Ogni porzione di territorio interessata dai lavori in progetto verrà ripristinata allo stato antecedente la posa della condotta. Dopo il rinterro della tubazione, sarà effettuata la riprofilatura del terreno superficiale, ponendo particolare attenzione a non mescolare gli stati agrari. Lo strato di terreno fertile, accantonato al margine della fascia di lavoro, sarà steso per ultimo e opportunamente frantumato per permettere le successive operazioni agrarie. Sarà inoltre ricostituita la rete di fossi e canali adibiti ad irrigazione e scolo delle acque per una corretta regimazione delle acque meteoriche. In ogni caso le opere previste in progetto, tendono a ripristinare lo stato naturale antecedente la posa della condotta o a migliorare le condizioni ambientali locali.

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10. ALLEGATI

10.1 DISEGNI GENERALI Tracciato di progetto scala 1:10000 dis. 7619 VEN Documentazione fotografica scala 1:10000 dis. 7619/A VEN Tracciato di progetto con VPE scala 1:10000 dis. 7619/B VEN Tracciato delle opere in progetto su ortofotocarta, scala 1:5000 dis. 7619/C VEN Variante in progetto su PI del comune di cadoneghe, scala 1:5000 dis. 7619/D VEN Tavola delle Tutele, scala 1:50000 dis. 7619/E VEN Tavola delle Vincoli, scala 1:25000 dis. 7619/F VEN

10.2 DISEGNI TIPOLOGICI DI PROGETTO Fascia di servitù dis. STD 001 VEN Fascia di lavoro dis. STD 002 VEN Sezione tipo dello scavo dis. STD 003 VEN Attraversamento tipo di strade comunali dis. STD 101 VEN Attraversamento tipo di strade provinciali e statali dis. STD 102 VEN Attraversamento tipo di Torrenti e Canali dis. STD 105 VEN Attrav. tipo di Fiumi e Canali con trivellazione orizzontale controllata dis. STD 107 VEN Segnaletica per gasdotti dis. STD 201 VEN Tubo di sfiato dis. STD 202 VEN Armadio di controllo in vetroresina dis. STD 203 VEN Ripristini spondali di piccoli corsi d’acqua dis. STD 301 VEN

10.3 PIANO PARTICELLARE Elenco ditte da asservire e occupare temporaneamente Planimetria catastale con fascia di rispetto scala 1:2000 Planimetria catastale con aree di lavoro e di passaggio scala 1:2000