Relazione bruciatore a pellet per sito -...
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P.S.R. Sicilia 2007‐2013
Misura 124 “Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi
e tecnologie nei settori agricolo alimentare, e in quello ambientale
PROGETTO
ECODENS – ECOSTABILIZZAZIONE DELLE SANSE MEDIANTE
DENSIFICAZIONE
CAMPO DIMOSTRATIVO:
SISTEMA DI PRODUZIONE DI ENERGIA TERMICA DA PELLET DI SANSA
VERGINE CO‐DENSIFICATA
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SISTEMA DI PRODUZIONE DI ENERGIA TERMICA DA PELLET DI SANSA
VERGINE CO‐DENSIFICATA
1. Introduzione L’analisi delle aziende casearie esistenti nel territorio regionale mostra che nei piccoli e medi
caseifici direttamente connessi alle aziende di allevamento di ovini, usualmente gestiti a
conduzione familiare, possono essere presenti diversi livelli di tecnologie casearie. Generalmente, i
locali adibiti alla trasformazione del latte, sono ricavati da edifici preesistenti e sono costituiti da
una singola sala di caseificazione e da una o più celle di stagionatura. Queste ultime, un tempo
ricavate in cantine o in grotte naturali, sono più modernamente attrezzate di celle frigorifere
premontate. L’azienda agricola Palazzolo Filippo, partner del progetto ECODENS, è dotata di un
locale di trasformazione di questo tipo con annessa camera frigorifera contenente una cella
frigorifera premontata, layout tipico questo delle piccole aziende casearie.
Per lungo tempo la principale attrezzatura del caseificio artigianale è stata la caldaia a fuoco
diretto, di capacità compresa tra i 30 ed i 100‐120 litri. Da qualche anno però, sono state immesse
nel mercato caldaie polivalenti di capacità variabile tra i 200 e i 500 litri. Tecnicamente queste
caldaie sono nate come evoluzione dei serbatoi di refrigerazione del latte, dove il liquido può
essere anche riscaldato. Questi impianti hanno incontrato un discreto successo e oggi l'industria
propone veri e propri caseifici premontati, con cui è possibile produrre quasi ogni tipo di
formaggio ed in particolare quelli di pezzatura attorno a 1‐2 Kg, identificabili come caciotte.
Nella versione più completa, impianti di questo tipo sono composti essenzialmente da:
Vasca (caldaia) polivalente;
Gruppo di refrigerazione;
Gruppo termico per la produzione di acqua calda;
Circuti per la circolazione dell'acqua
Quadri di controllo
Tavolo spersore
Pompa per il travaso del siero
Ripiani per stufatura
I tipi più comuni di caldaie polivalenti per caseifici aziendali hanno una volume di 500 litri, e
permettono la lavorazione di 350‐400 litri di latte per ciclo di lavorazione. I quantitativi lavorabili
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giornalmente con vasche da 500 litri vanno da un minimo di 150 litri, sotto al quale l'impianto non
lavora in modo omogeneo, sino ad un livello di poco inferiore alla capienza massima della vasca.
Normalmente nei piccoli caseifici a conduzione familiare viene effettuato un solo ciclo di
lavorazione giornaliera, ma se i quantitativi di latte sono superiori e si dispone di un serbatoio di
refrigerazione è in genere possibile effettuarne due o più in serie.
Una caldaia polivalente da 500 litri può essere normalmente utilizzata da allevamenti di
dimensioni comprese tra le 200 e le 500 pecore, mentre per quelli più piccoli può essere utile
impiegare vasche di volume inferiore. In accordo con tali parametri di produzione, la azienda
partner che alleva circa 1000 capi di ovini e produce mediamente altrettanti litri di latte al giorno,
è dotata di due caldaie di queste dimensioni.
Le caldaie di minore capacità, sono generalmente anche più semplici da utilizzare, potendo essere
alimentate anche con una semplice bombola di gas ed una presa di corrente monofase, non
richiedendo, come per le vasche più grandi, interventi sulla muratura e sulle opere della sala di
lavorazione, nonché una alimentazione elettrica trifase. Si tratta pero di sistemi utilizzati sempre
più raramente.
Nel seguito è riportato uno schema del processo di lavorazione attuato dalla azienda casearia
partner della Palazzolo Filippo, tipico di una azienda casearia di piccole dimensioni:
Fig. 1 ‐ Schema del processo produzione casearia presso l’azienda zootecnica Palazzolo.
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In sintesi pertanto il processo di produzione è costituito dalle seguenti successive fasi:
1) Immissione del latte nella caldaia polivalente;
2) riscaldamento sino alla temperatura di pastorizzazione e mantenimento a questa temperatura
(temperatura e tempo di pastorizzazione sono legati oltre che al processo particolare anche alle
materie prime e alla tipologia di prodotto che si vuole ottenere);
3) raffreddamento del sino alla temperatura di coagulazione e immissione dei fermenti e del
caglio;
4) riposo per il tempo necessario alla coagulazione;
5) taglio della cagliata;
6) scarico della cagliata nel tavolo di formatura e stufatura, dove avviene anche lo sgrondo del
siero che si deposita nella parte inferiore del tavolo;
7) stufatura dei formaggi, i quali sono ancora negli stampi sono sottoposti a vari rivoltamenti delle
forme;
8) salatura del formaggio, che generalmente ha inizio il giorno successivo alla produzione, e può
essere eseguita a secco o in bagno di salamoia;
9) deposizione del prodotto finito nelle celle refrigerate di maturazione e conservazione.
10) produzione della ricotta mediante riscaldamento del siero sino alla temperatura di
affioramento della stessa (circa 81 ° C) ‐ durante la fase di affioramento alcuni trasformatori
utilizzano dei prodotti per aiutare la separazione delle albumine dal siero;
11) riposo della ricotta, ed estrazione con sistemazione del prodotto nelle apposite fuscelle.
Per aziende casearie medie e grandi la caldaia polivalente è caratterizzata da uno scambio termico
che avviene tra il latte ed il fluido scambiatore il quale riceve calore da un bruciatore pressurizzato
alimentato a gas (GPL o metano) o a gasolio. Si tratta comunque di sistemi relativamente costosi e
per questo non convenienti per una piccola azienda casearia.
Nel seguito è riportata una tabella riassuntiva dei costi del combustibile e della energia elettrica
consumata nell’esercizio di un piccolo caseificio, quale è quello della azienda partner, facente uso
di una caldaia polivalente alimentata a GPL, con produzione massima di circa 800‐1000 litri di latte
al giorno (2‐3 cicli).
Tali dati sono stati raccolti attraverso una indagine appositamente eseguita presso caseifici di
piccole dimensioni presenti nel territorio siciliano, solitamente a conduzione familiare.
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Dettaglio costi dell’energia COSTI ENERGETICI
GPL € 25,50
( 1,02 € X 25 l)
ENERGIA ELETTRICA € 0,90
( 0,15 € X 6 KWh)
TOTALE COSTI ENERGETICI GIORNALIERI 26,40 € /die
COSTO PER LITRO DI LATTE TRASFORMATO: 0,0264 €/l
TOTALE COSTI ENERGETICI ANNUI 9636,00 €/anno
Tab. 1 – Tabella costi dell’energia di un piccolo caseificio.
Si stima che l’incidenza del costo del combustibile sul valore della produzione è di circa il 5‐7%.
2. Caldaie a pellet e soluzione innovativa con bruciatore ECODENS
L’utilizzo di combustibili alternativi, quali pellet di legno ecc, per la produzione casearia, prevede
ordinariamente l’uso di apposite caldaie polivalenti a vapore surriscaldato caratterizzati da costi
relativamente elevati. Per questo motivo tali caldaie risultano poco adatte per aziende casearia di
piccole dimensioni. Il cuore di tali sistemi esistenti in commercio è costituito da un bruciatore a
pellet che può essere di diversa tipologia costruttiva. Al fine di permettere ad una azienda casearia
di piccole dimensioni lo sfruttamento dei vantaggi derivanti dall’uso di biomasse per il
soddisfacimento del proprio fabbisogno energetico, con il progetto ECODENS è stato
implementato opportunamente un bruciatore con speciale camera di combustione che consente
l’uso delle caldaie tradizionali in possesso delle stesse aziende, attraverso la semplice sostituzione
del bruciatore in uso (a gas o gasolio) con quello appositamente implementato; il bruciatore può in
genere continuare ad utilizzare anche il camino esistente senza dovere eseguire costose opere
murarie. E’ possibile cosi limitare i costi di aggiornamento del sistema e passaggio all’uso delle
biomasse, senza dovere sostenere notevoli investimenti iniziali per la introduzione di una caldaia a
vapore surriscaldato, ne modificare significativamente i parametri di produzione adottati da
ciascuna azienda nel ciclo produttivo caseario.
Il bruciatore di una caldaia è il componente dell'impianto di combustione in cui avviene la
miscelazione di un combustibile ed un comburente e, successivamente, la reazione
di combustione, generalmente con formazione di fiamma. Vi sono diverse classificazioni dei
bruciatori, le più comuni vengono effettuate in base alla tipologia di combustibile utilizzato e in
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base alla sua struttura dello stesso. Dal punto di vista strutturale esistono in pratica 2 tipi di
bruciatore:
1) bruciatori ad aria aspirata;
2) bruciatori ad aria soffiata.
I primi sono di prevalente uso nel campo civile (caldaie murali, fornelli); in questo caso l'aria viene
aspirata in modo naturale dal combustibile, grazie ad un condotto che presenta un restringimento
della sezione nel punto in cui viene immesso il combustibile, sfruttando così l'effetto Venturi.
I bruciatori ad aria soffiata, invece, presentano un'immissione dell'aria di tipo forzato, grazie ad un
ventilatore posto a monte del bruciatore stesso. Vengono utilizzati in tutte le applicazioni
industriali (generatori di vapore, generatori di aria calda, forni industriali) e in alcune applicazioni
alcune civili (moderne caldaie ad uso domestico).
Dal punto di vista del combustibile, i bruciatori più diffusi in campo civile ed industriale impiegano
i combustibili riportati nella seguente tabella 2, che offre un esame comparativo delle diverse
possibili soluzioni operative legate all’uso di diversi combustibili, tradizionali ed alternativi.
TIPO COMBUSTIBILE
POTERE CALORIFICO
UNITA' DI MISURA
PARI A Kwh Rendimento
BENZINA 10500 Kcal/lt 12,21 90
GAS METANO 8500 Kcal/mc 10 90
G.P.L. 6070 Kcal/lt 7,3 90
GASOLIO 8250 Kcal/lt 9,6 90
PELLETS 4500 Kcal/Kg 5,2 80
PELLETS Ecodens 4290 Kcal/Kg 5,0 85
LEGNA 3500 Kcal/kg 4 70
Tabella 2 ‐ Combustibili comunemente usati nella produzione casearia.
Per usi alimentari il combustibile maggiormente utilizzato è il G.P.L., sebbene pure utilizzati sono il
gasolio ed il metano. Recentemente si sta pure diffondendo nel settore caseario l’uso caldaie a
pellet di medie e grandi dimensioni. Si tratta di sistemi in grado di utilizzare pellet di legno di
buona qualità che consentono un risparmio sulla bolletta energetica.
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Al fine di abbattere il carico inquinante derivante dall’uso dei combustibili fossili, nonché di
abbassare significativamente i costi legati al combustibile, il progetto ECODENS propone alle
piccole aziende casearie, molto diffuse nel territorio regionale siciliano, l’uso alternativo di pellet
di sansa vergine e residui di potature, Nella tabella seguente è riportato il vantaggio economico
derivante dall’uso di pellet di sansa vergine e pellet di legno, per la produzione casearia di una
piccola azienda. In dettaglio, si considera un pellet costituito dal 70% di sansa vergine e dal 30% di
residui di potatura (nel seguito brevemente pellet ECODENS), per il quale le valutazioni tecno‐
economiche eseguite nell’ambito del progetto ECODENS, stimano un costo di circa 0.18 €/kg (vedi
studi e valutazioni economiche eseguite nello stesso progetto ECODENS).
Combustibile
fossile
Costo dei
comb. fossili
Costo pellet
ECODENS
Pellet
equivalente
Costo
equivalente
Risparmio
Specifico
Risparmio
percentuale
GASOLIO 1.25 €/l 0.18 €/kg 2 kg 0.36 0.89 € 71%
GPL 1.02 €/l 0.18 €/kg 1.48 kg 0.26 0.76 75%
METANO 0.76 €/mc 0.18 €/kg 1.98 kg 0.36 0.40 53%
Tabella 3 ‐ Confronto dei costi del combustibile utilizzato e risparmio ottenuto con pellet ECODENS.
Dalla tabella sopra riportata si osserva che l’uso del pellet ECODENS da luogo in ogni caso, cioè per
qualunque combustibile utilizzato precedentemente dalla azienda casearia, ad una significativa
riduzione dei costi, con risparmi economici percentuali che vanno dal 53% (metano) al 75% (GPL);
in altre parole l’uso del pellet ECODENS consente la riduzione dei costi ad ¼ dei costi mediamente
sostenuti nel caso, più ricorrente, di uso del GPL.
2.1 ‐ Bruciatori a pellet I bruciatori a pellet utilizzati all’interno delle caldaie a vapore surriscaldato attualmente disponibili
per l’uso del pellet anche a servizio di aziende casearie medie e grandi, possono essere di vario
tipo; in genere prevedono l’uso di pellet di legno di buona qualità , reperibile in commercio a costi
non inferiori a 0.25‐0.30 €/kg.
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Dal punto di vista costruttivo/funzionale, i moderni bruciatori in dotazione a questi sistemi, si
distinguono in:
1) Bruciatori cosidetti “a bassa pressione” che bruciano il pellet, portato da una coclea, in un
braciere di opportune dimensioni con un'apporto d’aria ventilata a “bassa pressione”;
Nella figura seguente è schematicamente illustrato lo schema funzionale di tali bruciatori:
a) b)
Fig. 2 – Bruciatore a pellet “a bassa pressione” : a) vista complessiva e b) sezione funzionale
Nella figura è di fatto illustrata la versione standard di tali bruciatori, generalmente adottata per
sistemi di dimensioni medie e grandi, dotata di sistema di alimentazione del pellet con doppia
coclea e circuito aria comburente separato con appositi dispositivi di protezione e sicurezza
(dispositivi tagliafiamma ecc.)
Tali bruciatori possono essere pure privi di camera di combustione se dotati di appositi sistemi di
aspirazione fumi , come il sistema rappresentato nella seguente figura:
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Fig. 3 – Bruciatore a pellet “a bassa pressione” senza camera di combustione.
2) Bruciatori, cosidetti “a fiamma forzata”, che simulano la fiamma di un combustibile
tradizionale (gas, gasolio ecc) ottenuta con un forte getto di aria e pellet polverizzato.
Questo tipo di bruciatore è caratterizzato da rese più elevate ma è utilizzabile solo in
caldaie pressurizzate appositamente progettate per il sistema di pulitura automatica; nella
seguente figura è illustrato schematicamente un esempio di bruciatore a pellet di questo
tipo.
a) b)
Fig. 4 – Bruciatore a pellet “a fiamma forzata” : a) vista 3D e b) sezione funzionale
Come sopra accennato, si tratta di sistemi relativamente complessi e costosi. Complessità e costi
che ne limitano l’uso in caldaie per aziende casearie medio – grandi.
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2.2 – Soluzione innovativa ECODENS
Per la alimentazione della caldaia esistente presso l‘azienda zootecnica partner “Palazzolo Filippo”,
è stata considerata, quale soluzione tecno‐funzionale, quella dei bruciatori a bassa pressione con
aria comburente spinta da apposito ventilatore. Al fine di semplificare la struttura del bruciatore e
limitare cosi i costi, l’alimentazione del pellet è realizzata attraverso una semplice coclea di
alimentazione orizzontale diretta verso la camera di combustione sottostante la caldaia,
opportunamente sviluppata in modo da consentire la collocazione della camera di combustione
nell’ambiente destinato alla caseificazione, ed il resto del sistema (tramoggia, motore, ventilatore)
in un ambiente limitrofo (magazzino ecc.) debitamente separato da apposita parete. In dettaglio,
la coclea è dotata di un tratto finale controrotante in prossimità della camera di combustione che
consente di ottenere un movimento verticale del pellet nel braciere, dal basso verso l’alto. In
questo modo la cenere che via via si forma, viene spinta verso l’esterno e fuoriesce dal braciere
spostandosi verso le zone più esterne della camera di combustione. In questo modo sono
notevolmente limitati gli inconvenienti che possono verificarsi riguardo l’estrazione delle cenere
dal braciere e legati alla eventuale formazione di silicati e simili che tendono, come è noto, ad
attaccarsi alle griglie del braciere stesso. Tale inconveniente, in forni di grandi dimensioni, porta
alla necessaria adozione di sistemi automatici meccanizzati di estrazione delle ceneri e pulizia delle
griglie, facendo lievitare i costi in modo talvolta piuttosto significativo.
Sempre al fine di abbattere i costi del sistema, l’immissione dell'aria comburente non avviene
attraverso apposito condotto separato con sistemi tagliafuoco, bensì semplicemente attraverso lo
stesso condotto della coclea, cosa resa possibile dalla presenza di sufficienti vuoti naturalmente
determinati dalla morfologia del combustibile che si presenta sotto forma di pellet. In dettaglio,
l’aria comburente è spinta da apposito ventilatore a velocità variabile controllato da apposito
quadretto. Ovviamente l’eliminazione del condotto aria non consente la bruciatore di funzionare
con combustibili in polvere. In altre parole il bruciatore progettato è specializzato per pellet di
sansa.
Al fine di consentire la regolazione della potenza termica del bruciatore, azione necessaria per
conservare la caratteristica “polivalente” della caldaia in uso presso l’azienda Palazzolo, cioè di
consentire la realizzazione di diversi cicli di produzione (formaggi, ricotta ecc.), nonché di
modulare eventualmente i quantitativi di latte trattato, anche in funzione delle caratteristiche del
combustibile (composizione del pellet e umidità relativa), il sistema è stato dotato di apposito
dispositivo elettronico di governo dei parametri di combustione e funzionamento.
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In particolare, la regolazione della portata del pellet è stata ottenuta regolando in modo
discontinuo il tempo di riposo e di funzionamento della coclea stessa che in questo modo funziona
a velocità costante; esso pertanto non abbisogna di più costosi sistemi a velocità variabile, i cui
costi non potrebbero essere sostenuti da una piccola azienda casearia. I due parametri possono
essere agevolmente gestiti dall’operatore attraverso i comandi posti nel quadretto di
alimentazione.
La regolazione della portata d’aria comburente, avviene invece attraverso la regolazione continua
della velocità del ventilatore, regolazione che si ottiene anche essa attraverso apposito comando
posto sul quadretto di alimentazione.
Nella figura seguente è riportato lo schema funzionale del bruciatore a pellet ECODENS cosi
configurato:
Fig. 5 – Schema del bruciatore ECODENS adottato per pellet di sansa e residui di potatura.
Tale tipo di bruciatore, grazie all’alimentazione dal basso, ha altresì i seguenti peculiari vantaggi:
• il pellet nuovo non raffredda bruscamente il braciere, così da mantenere una costante intensità
di fiamma.
• le impurità del pellet ed i residui di combustione formano normalmente scorie che possono
disturbare la continuità della combustione, ma l’alimentazione dal basso del braciere espelle
costantemente i detriti verso l’esterno (in camera di combustione con allontanamento manuale
con o senza cassetto).
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Il bruciatore, in una versione più costosa (richiesta del cliente), potrebbe essere dotato di un
sistema automatico di espulsione delle ceneri attraverso apposita coclea pescante all’interno della
camera di combustione, appositamente configurata.
3. Dimensionamento termo‐meccanico del bruciatore a pellet ECODENS
In pratica il principio di funzionamento sul quale si basano le caldaia polivalente, in uso presso le
piccole aziende casearie, come quella presente presso l’azienda zootecnica partner Palazzolo, è
quello della pentola a “bagno‐maria” (così come concepito da tempi remoti) o a intercapedine
d’acqua.
La vasca di coagulazione fissa, in acciaio inox, è riscaldata dal fondo e dalle pareti, attraverso
l’acqua contenuta nell’intercapedine a sua volta riscaldata direttamente dal bruciatore, in
generale del tipo a gas (GPL, metano ecc.). Per questa tipologia di impianto, appositamente
pensata per piccole aziende, esistono vasche da 50 a 800 litri, con possibilità di utilizzare il
riscaldamento di tipo elettrico (resistenza), ovvero a gas o a gasolio.
La vasca di coagulazione presa in esame presso l’azienda zootecnica Palazzolo ha un volume di
circa 400 litri, ed è dotata di una un’intercapedine d’acqua di 100 litri circa.
Tutto ciò premesso, il dimensionamento del bruciatore richiede la conoscenza dei seguenti dati
fondamentali di progetto:
Potenza termica al focolare in kW o kcal/h;
Tipo di combustibile utilizzato e relativo potere calorifico inferiore (PCI).
Per trovare la potenza termica al focolare, possiamo riferirci al seguente schema a blocchi:
Calcoliamo innanzitutto il calore (Q) necessario a portare la massa di latte (m) contenuto nella
vasca di coagulazione (boiler latte), dalla temperatura ambiente iniziale (Ti) alla temperatura finale
(Tf) necessaria alla caseificazione, attraverso la semplice formula:
)(** if TTcmQ (1)
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avendo indicato con ”c” il calore specifico (a pressione costante) del latte. Considerando che la
densità media del latte “” è pari a circa 1030 kg/m3, e che la vasca di coagulazione ha una
capacità (V) pari a 400 litri di latte, ricaviamo che tale volume ha una massa pari a:
kgVm 412400*1030* (2)
Considerando pertanto che il calore specifico del latte è pari a 0,931 kcal/kg∙°C, mentre quello
dell’acqua è 1 kcal/kg∙°C, calcolando la media ponderata rispetto ai volumi da riscaldare di latte ed
acqua, si ha un calore specifico medio ponderato (cp) dei liquidi da riscaldare pari a:
CkgkcalVcVcc apalplp /944.0)400*1100*931.0()**( (3)
Per la valutazione del salto termico T, si può considerare che presso un caseificio dislocato nel
territorio della regione Sicilia, la temperatura iniziale nelle condizioni più gravose, quelle invernali,
è pari a Ti = 5 °C circa, per cui considerando che la massima temperatura compete al ciclo di
produzione della ricotta, pari a Tf = 85 °C circa, si ottiene un valore massimo di ΔT pari a 80 °C. La
quantità di calore (Q) necessaria per scaldare il latte e l’acqua dell’intercapedine è data quindi da:
kcalTcmmQ pal 666.3880*944.0*)100412(**)( (4)
La potenza termica del bruciatore necessario ad assicurare un corretto ciclo termico di lavorazione
si calcola tenendo conto che, al fine di evitare fastidiosi deposizioni di materiale solido nelle pareti
della vasca di coagulazione, il riscaldamento deve avvenire con un gradiente mai superiore a 2°C al
minuto. Con tale gradiente termico massimo, si ha che il tempo per aumentare la temperatura del
latte di 80°C non dovrà essere inferiore a:
min40min/2
80
o
o
C
Ct (5)
Trascurando le perdite per convezione, irraggiamento ecc, la potenza termica oraria del bruciatore
(Pb) è quindi data da:
kWorakcalPb 44.67/999.5760*40
666.38 (6)
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Per il dimensionamento del braciere e della coclea per la ìmmissione del pellet ECODENS, occorre
valutare la portata di pellet massima necessaria nelle condizioni di massima potenza del
bruciatore. Tenuto conto che il pellet messo a punto ha mediamente un calore specifico inferiore
di 4290 kcal/kg (vedi analisi eseguite nell’ambito del progetto ECODENS), alla potenza massima di
57.99 kcal si perviene alla portata massima di pellet Qp pari a :
orakgQp /9.1585.0*4290
999.57 (7)
Il valore di tale portata serve anche per il dimensionamento del volume minimo della tramoggia
necessario a contenere il pellet. Considerando una ricarica con frequenza giornaliera e che in una
giornata possono essere realizzati anche 2 cicli di produzione, si ottiene che la tramoggia dovrà
avere un volume minimo tale da contenere almeno 32 kg di pellet circa.
Le altre dimensioni del bruciatore sono legate alle peculiari caratteristiche funzionali richieste, gia
sopra brevemente richiamate. Per esempio, il braccio‐coclea dovrà avere una lunghezza non
inferiore a 1330 mm, dovendo il braciere posizionarsi al centro della caldaia (raggio di circa 500
mm) e consentire alla tramoggia, motori e ventilatore di posizionarsi nel locale adiacente a quello
in cui avviene la caseificazione, separato da questo attraverso una parete in muratura (spessore
medio 300 mm circa). In questo modo il sistema soddisfa alle strette esigenze di carattere
sanitario che non consentirebbero l’alloggiamento del bruciatore a sansa direttamente nella sala
di caseificazione.
L’altezza del braciere dovrà essere poi particolarmente contenuta al fine di evitare un troppo alto
posizionamento della caldaia esistente, che renderebbe difficoltosa la gestione delle operazioni di
carico e scarico del latte e soprattutto della cagliata, da parte dell’operatore.
Nella seguente figura è riportato uno schizzo del bruciatore cosi come è stato configurato, assieme
alle sue dimensioni caratteristiche:
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A B C d L H
480 mm 350 mm 200 mm 270 mm 1330 mm 1020 mm
Tabella 4 ‐ Dimensioni caratteristiche del bruciatore ECODENS a pelle di sansa.
Nel seguito è riportata una immagine del prototipo di bruciatore cosi configurato per l’azienda
partner Palazzolo Filippo, ottenuto in collaborazione con una ditta siciliana che opera nel settore
dei bruciatori e caldaie.
Nella tabella annessa sono riportati i principali parametri tecnici effettivi, caratteristici del
bruciatore, quali range di potenza termica di funzionamento, rendimento della combustione,
tensione elettrica di alimentazione, peso complessivo, dimensioni della camera di combustione e
dimensioni della tramoggia di carico.
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Fig. 6 – Prototipo del bruciatore a pellet per la combustione del pellet di sansa e residui di potatura
Il bruciatore per potere essere vantaggiosamente utilizzato per il ciclo produttivo caseario
realizzato con le stesse caldaie in dotazione della azienda, dovrà essere dotato di una apposita
camera di combustione, che dovrà anche costituire idoneo supporto meccanico per il
sostentamento della caldaia, sostituendo l’attuale supporto esistente, dimensionato per il
bruciatore a GPL.
3.1 Dimensionamento del supporto ECODENS
Come sopra richiamato, il supporto del bruciatore ha molteplici funzioni: deve contenere il
bruciatore racchiudendo la zona fumi da convogliare opportunamente verso il camino (camera di
combustione) e deve altresì sopportare il peso della caldaia a pieno carico. Pertanto il supporto
deve essere abbastanza grande da contenere il fornello e la coclea che trasporta il pellet dalla
tramoggia al fornello; deve altresì offrire un sufficiente volume da costituire un piccolo “polmone”
per i fumi di combustione durante i transitori di avviamento ecc.
Altri vincoli progettuali sono imposti direttamente dalla particolare geometria della caldaia
polivalente da servire. In dettaglio, questa si presenta come un cilindro cavo, chiuso ad una
estremità, avente diametro esterno di 955 mm e altezza di 1000 mm. E’ composta in dettaglio da
2 pentole, la più esterna contiene la più piccola, in modo che tra le 2 si abbia realizza una
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intercapedine di acqua di spessore non inferiore a 50 mm. Lo spessore delle pentole, realizzate
entrambe in acciaio inox, è di 2 mm, con peso complessivo di circa 100 kg; considerando che il
volume d’acqua nell’intercapedine tra le pentole è di circa 100 litri e che la capienza della pentola
interna (vasca di coagulazione) è pari a 400 litri (peso specifico di 1,03 kg/litro) si ottiene che il
peso della caldaia polivalente, a pieno carico, è di circa 600 kg.
Il soddisfacimento delle esigenze di progetto sopra in dettaglio elencate, ha portato al
dimensionamento di un componente interamente realizzato in acciaio inox, che risponde alla
molteplice funzione di:
(a) costituire una camera di combustione “aperta” dotata di apposito finestra di ispezione (con
portello ermetico) attraverso la quale è pure possibile la estrazione manuale delle ceneri;
(b) sopportare il peso della caldaia, con idoneo coefficiente di sicurezza;
(c) separare fisicamente la camera di combustione dal resto del bruciatore, mediante apposito
tunnel in grado di alloggiare il braccio‐coclea del bruciatore;
(d) permettere la facile estrazione dei fumi utilizzando primariamente lo stesso sistema di
convogliamanto esiste (camino);
(e) consentire, in presenza di eventuali criticità (transitori, combustione irregolare ecc), la
estrazione supplementare di eventuali fumi in eccesso.
Nella figura seguente è riportato uno schizzo quotato di tale componente realizzato mediante
lamiera in acciaio INOX, lavorata con sistemi automatici di taglio ed assemblata mediante
saldatura TIG (sistemi che consentono produzioni anche in piccola scala a costi contenuti).
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Fig. 7 – Disegno del supporto del bruciatore ECODENS.
Si tratta in pratica di un elemento cilindrico di diametro di 920 mm ed altezza di 240 mm (chiuso
dal lato del fondo), da cui si dipartono un tubo a sezione quadrata destinato ad ospitare il braccio
del bruciatore, ed un tubo a sezione circolare che, a bisogno, può essere utilizzato per la
estrazione supplementare dei fumi in eccesso che si possono eccezionalmente formare nei
transitori di fiamma (avviamento caldaia ecc.). Ove necessario, tale circuito puo essere dotato di
sistema meccanizzato di estrazione con elettro‐ventola.
Il sistema è dotato di opportuna coibentazione termica, realizzata in cemento refrattario di idoneo
spessore, che limita le temperature superficiali a valori ammissibili con la presenza delle persone
umane, evitando cosi accidentali scottature.
Per la verifica statica (capacita di resistere ai carichi applicati con idoneo margine di sicurezza), si
deve in pratica verificare che la tensione massima di compressione che sollecita il mantello
cilindrico della camera di combustione sia inferiore alla tensione di rottura dello stesso. Un tale
approccio che trascura gli eventuali fenomeni di instabilità dell’equilibrio elastico (buckling) che
pure possono verificarsi in tale elemento, è giustificato dalla presenza di appositi pilastrini a
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sezione retta quadrata che sono stati appositamente introdotti e distribuiti lungo la circonferenza
del mantello, collegandoli attraverso apposita saldatura TIG al fondo dello stesso. In queste
condizioni il calcolo semplificato deve comunque tenere conto della presenza della finestra con
relativo portello che, stando a dati di letteratura tecnica, realizza una concentrazione di tensione
con fattore di concentrazione di circa 12,5. Tale valore è stato pure confermato da semplici
simulazioni numeriche FEM appositamente eseguite.
In sintesi si, il coefficiente di sicurezza (�sic) del supporto (camera di combustione) è dato da:
2.19)*920*2/(600*5.12
25
)**/(*/*
DsPkAPk t
u
t
usic
(8)
L’elevato valore del coefficiente di sicurezza mostra come dal punto di vista strutturale la camera di
combustione risulta largamente sovradimensionata, e tale da potere certamente trascurare nel calcolo le
limitate variazioni di resistenza dovute al riscaldamento dell’acciaio.
4. Analisi economica del bruciatore ECODENS
Nel seguito si riportano i risultati di una sintetica analisi dei costi e dei vantaggi economici legati
all’uso del bruciatore a sansa vergine e residui di potatura. Nella tabella seguente sono riportati i
costi del bruciatore:
DESCRIZIONE COSTO [€]
Costo del bruciatore comprensivo di tramoggia,
motore, ventilatore e sistema di controllo 2.500,00
Camera di combustione/supporto comprensiva
di isolamento, tubi di passaggio e portello 1.000,00
Installazione elettrica 100,00
Installazione meccanica e civile 400,00
TOTALE 4.000,00
Tabella 5 – Costi del bruciatore a pellet di sansa ECODENS
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Considerando la tipica installazione del bruciatore presso una piccola azienda casearia, come
quella del partner Palazzolo (un migliaio di ovini circa), che utilizza ordinariamente un bruciatore a
GPL con una spesa annua di circa 10.000 €/anno (vedi tabella 1) e considerando che la
installazione della caldaia a pellet ECODENS realizza un risparmio di circa il 75% (vedi tabella 3),
quindi pari a circa 6700 €/anno, si ottiene immediatamente un tempo di ritorno dell’investimento
inferiore ad un anno.
Dal secondo anno di funzionamento in poi, pertanto, l’uso del bruciatore ECODENS consente ad
una piccola azienda casearia una riduzione dei costi di produzione di circa 6700 €.
Con l combustibile, cambieranno pure le modalità di approvvigionamento che l’azienda dovrà
mettere in atto. Su base annua l’azienda ha necessità di approvvigionarsi di una quantità (Mp) di
pellet pari a:
annokgAPk
Mt
up /672.9
/*365*3/2*5.2*9.15
(9)
cui corrisponde un spesa complessiva di 9.672*0.18 €/kg = 1.740,96 €.
Per produrre tale quantitativo di pellet occorre un quantitativo si sansa vergine pari a circa 1.5
volte (15 tonnellate circa) avendo questa una umidità all’origine non inferiore al 50‐60%.
Occorrono altresì circa il 30% di residui di potatura (circa 3 tonnellate). Si tratta di quantitativi che
corrispondono rispettivamente ad una produzione olivicola di circa 30 tonnellate, ottenibile
mediamente da 5‐6 ha di oliveto, e ad una quantità di residui di potatura che possono ottenersi
mediamente da 1.5‐2 ettari di colture arboree (ulivo, pesco ecc) o vigneto.
5. Installazione realizzata presso la azienda zootecnica Palazzolo
Nel seguito sono riportate alcune foto che rappresentano la installazione recentemente realizzata
presso l’azienda partner Palazzolo. La realizzazione del bruciatore è stata eseguita avvalendosi
della azienda trapanese Fazio Costruzioni Termotecniche, mentre per la realizzazione del supporto
ci si è avvalsi di una piccola azienda artigiana palermitana, che ordinariamente opera nel campo
della produzione di componenti in acciaio inox.
In dettaglio nella seguente figura sono riportate le immagini fotografiche della caldaia polivalente
sovrastante il supporto appositamente realizzato (fig.8a), e di una vista d’insieme della restante
parte del bruciatore (tramoggia, motore e ventilatore) installato nel locale di sgombero adiacente
alla sala di caseificazione (fig.8b).
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(a)
(b)
Fig. 8 – Installazione dimostrativa del bruciatore a pellet ECODENS presso il partner “Palazzolo Filippo”: (a) caldaia con supporto Ecodens in sala di caseificazione e (b) resto del sistema in locale adiacente.