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RELAZIONE ASSOGGETTABILITÀ

Il sottoscritto Dr. Del Regno Giuseppe nato a Montoro Inferiore (AV) il 24.07.1958

e residente alla frazione Piazza di Pandola Via Aia, 18 del Comune di Montoro (AV),

con studio in Via V. Alfano, 35 del Comune di Mercato San Severino (SA), iscritto

all’Ordine Nazionale dei Biologi con n. 36369, su incarico dei sigg. Russo Antonio e

Russo Raffaele, legali rappresentanti della società Cipp Sud Snc dei F.lli Russo di

Russo Antonio e Russo Raffaele, con sede legale in Via Casa Russo, 43 del Comune

di Sant’Antonio Abate (NA) ed impianto in zona PIP, Località Casarzano, Lotto n. 5,

Via Buscetto del Comune di Nocera Inferiore (SA), ha redatto la seguente relazione di

assoggettabilità a VIA, da presentare agli uffici della Regione Campania, per

l’impianto di recupero di rifiuti speciali non pericolosi per la produzione di segatura e

cippato di legno.

PREMESSA

Il presente studio, redatto in conformità alla Delibera di Giunta Regionale n. 211

del 24.05.2011 “Indirizzi operativi e procedurali per lo svolgimento della valutazione

d’impatto ambientale in Regione Campania”, ha come oggetto un impianto di messa

in riserva e recupero di rifiuti speciali non pericolosi per la produzione di cippato e

segatura, ubicato nel Comune di Nocere Inferiore (SA), alla Via Buscetto, zona PIP

Casarzano, Lotto n. 5, in un capannone in fitto alla società Cipp Sud Snc dei F.lli

Russo di Russo Raffaele e Russo Antonio.

L’area, come si evince dai paragrafi seguenti, si colloca in zona industriale in una

zona dove non vi è presenza di beni storici, artistici, archeologici e paleontologici;

inoltre non ricade nella perimetrazione di zone protette quali SIC, ZPS e parchi sia

nazionali sia regionali.

Per la realizzazione ed esercizio dell’impianto è stata presentata presso gli uffici

regionali competenti, istanza di autorizzazione ai sensi dell’art. 208, D. L.vo n.

152/06 e sottoposto il progetto alla procedura di Verifica di Assoggettabilità a VIA,

ai sensi dell’allegato B al Regolamento VIA:

Punto 7 - lettera aa) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con

capacità complessiva superiore a 10 t/g, mediante operazioni di cui all’allegato C,

lettere da R1 a R9, della parte IV del D. L.vo 03.04.2006, n. 152;

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Impianto proposto

L’impianto di Nocera Inferiore consentirà alla società Cipp Sud snc, che già opera

nel campo del recupero rifiuti, di avere maggiori opportunità in un mercato in

continua espansione. L’attività cui si fa riferimento nel presente studio è quella di

recupero rifiuti speciali non pericolosi, quali scarti di legname provenienti dalla

raccolta differenziata e da sfridi di aziende artigiane o industriali, finalizzata alla

produzione di cippato e segatura da utilizzare in processi naturali e/o industriali come

materia prima secondaria (MPS) o combustibile. La configurazione impiantistica,

come accennato, ha reso necessario sottoporre l’impianto alla procedura di Verifica

di assoggettabilità a V.I.A. Le attività che saranno svolte nell’impianto rientrano tra

le operazioni di recupero di rifiuti speciali non pericolosi, individuate nell’allegato C

alla Parte Quarta del D. L.vo 152/06 e smi come:

R13 - Messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei

punti da R1 a R12 (escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel

luogo in cui sono prodotti);

R12 - Scambio di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate da R1 a

R11;

R3 - Riciclaggio/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi

(comprese le operazioni di compostaggio e altre trasformazioni biologiche).

CRITERI E RIFERIMENTI NORMATIVI

Lo Studio Preliminare Ambientale è redatto ai sensi della normativa vigente in

materia di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) al fine di determinare eventuali

significative variazioni sugli effetti ambientali derivanti dal progetto presentato

presso la Regione Campania U.O.D. “Autorizzazioni ambientali e rifiuti” di Salerno

(allegato), per l’ottenimento dell’autorizzazione, ai sensi dell’art. 208, D. L.vo n.

152/06. Per la redazione del presente Studio sì e fatto ricorso ai criteri di cui allo

Allegato V, D. L.vo n. 152/06, ai dati reperiti in letteratura, alle informazioni acquisite

tramite internet, nei siti dei diversi Enti ed Amministrazioni operanti sul territorio,

integrate con informazioni ed osservazioni dirette in loco. I riferimenti normativi

presi in considerazione sono le norme a livello comunitario, nazionale e locale in

materia ambientale e gestione dei rifiuti, cui vanno ad aggiungersi le normative statali

e regionali relative a vincoli territoriali e programmazione urbanistica.

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Di seguito si elencano le principali norme e siti istituzionali cui si è fatto riferimento.

DIRETTIVE COMUNITARIE

2008/98/CE sui rifiuti;

2006/12/CE sui rifiuti;

2000/762/CE sull’incenerimento dei rifiuti;

91/156/CE sui rifiuti;

91/689/CE sui rifiuti pericolosi;

94/62/CE sugli imballaggi e rifiuti da imballaggio.

NORME NAZIONALI

D. L.vo 13 gennaio 2003, n. 36 “Attuazione della direttiva 1999/31/CE relativa

alle discariche di rifiuti”;

D. L.vo 3 aprile 2006 n. 152 “Norme in materia ambientale;

D. L.vo 29.06.2010 n. 128 “Modifiche ed integrazioni al D. L.vo 03.04.2006 n.

152, recante norme in materia ambientale, di cui all’art. 12 L. 18.06.2009 n. 69”;

D. L.vo 03.12.2010 n. 205 “Disposizioni di attuazione della direttiva

2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19.11.2008 relativa ai

rifiuti e che abroga alcune direttive”;

D. M. 30 aprile 2015 ”Linee guida per la verifica di assoggettabilità a

valutazione d’impatto ambientale dei progetti di competenza delle regioni e

province autonome, previsto dall'articolo 15 del decreto-legge 24 giugno 2014,

n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 116”.

NORME REGIONALI

L. R. 33/93 Istituzione di parchi e riserve naturali in Campania;

L. R. 17/2003 Istituzione del sistema parchi urbani d’interesse regionale;

L. R. n. 4 del 28.03.2007 reca “Norme in materia di gestione, trasformazione,

riutilizzo dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati;

L. R. n. 4 del 14.04.2008 “Modifiche alla Legge Regionale 28.03.2007, n. 4 -

Norme in materia di gestione, trasformazione, riutilizzo dei rifiuti e bonifica dei

siti inquinati;

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L. R. n. 13 del 13.10.2008 - Rettifica del testo della L. R. n. 13 del 13.10.08

"Piano Territoriale Regionale" pubblicata sul BURC n. 45 Bis del 10.11.2008;

Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Salerno;

Piano Regionale di gestione dei rifiuti urbani della Regione Campania;

Piano Regionale di gestione dei rifiuti speciali della Regione Campania;

Regolamento Regione Campania n. 2/2010 “Disposizioni in materia di

Valutazione d’Impatto Ambientale”;

Delibera della Giunta Regionale n. 211 del 24.05.2011 "Disposizioni in materia

di Valutazione d’Impatto Ambientale - approvazione degli indirizzi operativi e

procedurali per lo svolgimento della V.I.A. in Regione Campania”;

Delibera di Giunta Regionale n. 81 del 9 marzo 2015;

P.R.G. del Comune di Nocera Inferiore ;

Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico dell’Autorità di Bacino Regionale

della Campania Centrale;

Piano regionale attività estrattive (P.R.A.E.) della Regione Campania;

Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.), Zone di Protezione Speciale (Z.P.S.)

Regione Campania.

SITI WEB ISTITUZIONALI

www.regione.campania.it

www.difesa.suolo.regione.campania.it

www. autoritabacinosarno.it

www.arpacampania.it

www.minambiente.it

www.salute.gov.it

www. isprambiente.gov.it

www.provincia.salerno.it

www. comune.nocera-inferiore.sa.it

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COERENZA CON LA NORMATIVA NAZIONALE E REGIONALE

Le normative vigenti in materia di gestione recupero e smaltimento rifiuti

prevedono che il loro recupero e/o smaltimento deve avvenire tutelando la salute

umana e l’ambiente contro gli eventuali effetti nocivi che ne potrebbero derivare.

Le stesse normative prevedono che, lo smaltimento dei rifiuti sia effettuato in

condizioni di sicurezza e nel rispetto del principio di autosufficienza e di prossimità

dello smaltimento, (art. 182 bis D. L.vo 152/06 e smi “permettere lo smaltimento dei rifiuti ed il

recupero dei rifiuti urbani indifferenziati in uno degli impianti idonei più vicini ai luoghi di

produzione o raccolta, al fine di ridurre i movimenti dei rifiuti stessi, tenendo conto del contesto

geografico o della necessità di impianti specializzati per determinati tipi di rifiuti”).

L’impianto in parola, in questo senso è coerente con la normativa vigente,

nazionale (D.L.vo n. 152/06 e smi), e regionale, che in Campania è riconducibile: al

Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani (PRGRU), al Piano Regionale di

Gestione dei Rifiuti Speciali (PRGRS) ed alla DGRC n.81/2015.

Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani della Campania

Il Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani (PRGRU) ha l’obiettivo

primario di definire le soluzioni gestionali ed impiantistiche da realizzare per

risolvere in maniera strutturale la fase di “emergenza rifiuti” in Regione Campania.

Gli obiettivi strategici del PRGRU mirano a:

delineare i principi guida della pianificazione regionale in tema di prevenzione

della produzione di rifiuti e della raccolta differenziata;

individuare scenari programmatici alternativi di gestione;

definire i quantitativi di rifiuti che per ognuno degli scenari di gestione esaminati

verrebbero avviati alle varie tipologie di trattamento (meccanico-biologico,

termovalorizzazione per combustione diretta o indiretta, digestione anaerobica, ecc.);

quantificare (in massa e volume) gli ammontari dei residui da conferire in discarica

per valutare i quantitativi di materie recuperabili dalle filiere del riciclo e l’entità

del recupero energetico conseguibile attraverso i processi termici e biologici;

mappare i dati essenziali della pianificazione dell’impiantistica regionale,

indicando localizzazioni definite o programmate, fonti di finanziamento, gestori,

stime dei costi di investimento e di gestione;

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proporre soluzioni impiantistiche per il trattamento in sicurezza ed in tempi

ragionevoli dei rifiuti stoccati da anni sul territorio regionale;

selezionare criteri per l’analisi delle problematiche di localizzazione, in piena

sintonia con quanto già definito per il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti

Speciali.

Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Speciali della Campania

Il PRGRS è il documento di pianificazione del ciclo dei rifiuti speciali in Campania

redatto allo scopo di:

garantire la sostenibilità ambientale ed economica del sistema di gestione

integrato e coordinato dei rifiuti speciali, minimizzando il suo impatto sulla

salute e sull’ambiente nonché quello sociale ed economico;

assicurare che i rifiuti speciali siano dichiarati e gestiti nel rispetto della

normativa vigente, con l’obiettivo della minimizzazione dell’ammontare di

quelli smaltiti illegalmente;

ridurre la generazione per unità locale dei rifiuti di origine industriale e

commerciale;

tendere all’autosufficienza regionale nella gestione dei rifiuti speciali;

adottare misure per contrastare l’abbandono, lo scarico e lo smaltimento

incontrollato di rifiuti, attraverso sistemi che consentano un’affidabile

tracciabilità dei flussi di rifiuti speciali ed agevolino il controllo di tutte le fasi

della loro gestione;

promuovere l’uso di tecnologie pulite che producono rifiuti in quantità e

pericolosità ridotte, rispetto alle “clean up technologies”;

individuare misure operative e soluzioni organizzative finalizzate al recupero di

materia e alla minimizzazione della frazione da inviare a smaltimento;

contribuire alla realizzazione di strutture impiantistiche adeguate in numero,

tipologia e potenzialità per i quantitativi di rifiuti non ulteriormente riducibili in

quantità e pericolosità.

Il Piano contiene un’analisi degli scenari allo stato attuale ed allo stato futuro,

rappresentando le diverse soluzioni, sia a livello impiantistico che di produzione e

raccolta al fine di ottimizzare la gestione del ciclo stesso.

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Per quanto attiene il progetto proposto, va rilevato che lo stesso non è in contrasto

con il quadro dei vincoli localizzativi relativi agli impianti di trattamento e

smaltimento di rifiuti speciali individuati alla Parte III, Capitolo 6 del Piano ed è

coerente con gli obiettivi del Piano poiché, una volta autorizzato e realizzato

l’impianto garantirà una ulteriore aliquota di trattamento di rifiuti provenienti dalla

raccolta differenziata a copertura della domanda.

Piano Territoriale Regionale (P.T.R.)

Con la Legge Rergionale n. 13 del 13 ottobre 2008 è stato approvato il Piano

Territoriale Regionale. Il P.T.R. rappresenta lo strumento di governo del territorio ed

il quadro di riferimento unitario per tutti i livelli della pianificazione territoriale

regionale, inoltre è assunto quale documento di base per la territorializzazione della

programmazione socio-economica regionale. Il Piano, risulta costituito da Relazione,

Documento di Piano, Linee Guida per il Paesaggio in Campania, e Cartografia di

Piano; esso si articola su 5 Quadri Territoriali di Riferimento:

1. Il Quadro delle reti: la rete ecologica, la rete dell’interconnessione (mobilità e

logistica) e la rete del rischio ambientale che attraversano il territorio regionale. In

particolare, la Regione Campania attua la pianificazione paesistica attraverso la

costruzione della rete ecologica regionale anche allo scopo di contribuire al

superamento della concezione del paesaggio come singolo bene immobile

tutelato dalla legge, per passare ad un’interpretazione del paesaggio come

patrimonio costituito dal complesso organico di elementi culturali, sociali e

naturali che l’ambiente ha accumulato nel tempo. Dall’articolazione e

sovrapposizione spaziale di queste reti s’individuano, per i Quadri Territoriali di

Riferimento successivi, i punti critici sui quali è opportuno concentrare

l’attenzione e mirare gli interventi;

2. Il Quadro degli Ambienti insediativi, individuati in numero di nove in rapporto

alle caratteristiche morfologico - ambientali e alla trama insediativa;

3. Il Quadro dei Sistemi Territoriali di Sviluppo (STS), individuati in numero di

45, con una definizione che sottolinea la componente di sviluppo strategico e

raggruppati in 6 tipi areali (sistemi a dominante naturalistica, sistemi a dominante

paesistico - ambientale, sistemi a dominante paesistico - culturale - ambientale, sistemi a

dominante rurale - culturale, sistemi a dominante rurale - manifatturiera, sistemi a dominante

urbana, sistemi a dominante urbano - industriale).

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4. Il Quadro dei Campi Territoriali Complessi (CTC). Nel territorio regionale

vengono individuati alcuni “campi territoriali” nei quali la sovrapposizione

intersezione dei precedenti Quadri Territoriali di Riferimento mette in evidenza

degli spazi di particolare criticità, dei veri “punti caldi” (riferibili soprattutto a

infrastrutture di interconnessione di particolare rilevanza, oppure ad aree di intensa

concentrazione di fattori di rischio) dove si ritiene la Regione debba promuovere

un’azione prioritaria di interventi particolarmente integrati.

Il Quadro delle modalità per la cooperazione istituzionale tra i comuni minori e

delle raccomandazioni per lo svolgimento di “buone pratiche”. In Campania, nel

2003, si registrano solo 5 unioni che coinvolgono 27 comuni. Il PTR sottolinea

l’opportunità di concorrere all’accelerazione di tale processo.

L’area d’interesse non ricade in alcun corridoio ecologico evidenziato nella “Rete

Ecologica” allegata al PTR

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Nell’ambito del PTR, il territorio del comune di Nocera Inferiore, rientra

nell’Ambiente Insediativo n. 3 - Agro Sarnese-Nocerino, dove le principali

realizzazioni in corso per il rilancio dello sviluppo socio-economico dell’Agro

Nocerino-Sarnese sono indirizzate sia verso la riqualificazione e l’innovazione

dell’apparato produttivo che verso il recupero del complesso sistema urbano,

puntando alla riqualificazione dei beni culturali e ambientali. Gli strumenti utilizzati

sono quelli della programmazione coerente con le scelte di pianificazione urbanistica.

In sintesi principali obiettivi da perseguire sono indirizzati al recupero e

completamento della rete per il trasporto su gomma, al recupero e

rifunzionalizzazione delle reti per il trasporto su ferro, al recupero, bonifica ed

riutilizzo delle aree industriali dismesse come occasione di riqualificazione, al

recupero delle aree agricole (anche attraverso una politica di incentivi per eliminare il

fenomeno della polverizzazione industriale) e la loro riconversione verso colture pregiate e

biologiche.

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Come si evince dalla seguente cartografia il PTR inserisce il Comune di Nocera

Inferiore nel Sistema a dominante rurale manifatturiera C5 - Agro Nocerino Sarnese,

che include anche i comuni di Angri, Castel San Giorgio, Corbara, Nocera Superiore,

Pagani, Roccapiemonte, San Marzano sul Sarno, San Valentino Torio, Sant’Egidio

Monte Albino, Sarno, Scafati e Siano, ed appartiene all’Ambito di Paesaggio “24)

Piana del Sarno”:

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Con le Linee Guida per il paesaggio allegate al PRT, la Regione risponde a tre

esigenze specifiche:

adeguare la proposta di PTR e le procedure di pianificazione paesaggistica in

Campania ai rilevanti mutamenti intervenuti nella legislazione internazionale

(Convenzione Europa del Paesaggio, ratificata dallo Stato italiano con la legge 9 gennaio

2006 n. 14), ed in quella nazionale, con l’entrata in vigore del Codice dei beni

culturali e del paesaggio (D. L.vo 22 gennaio 2004, n. 42 come modificato dall’art. 14 del

D. L.vo 24 marzo 2006 n. 157);

definire direttive, indirizzi ed approcci operativi per una effettiva e coerente

attuazione, nella pianificazione provinciale e comunale, dei principi di

sostenibilità, di tutela dell’integrità fisica e dell’identità culturale del territorio,

dei paesaggi, dello spazio rurale e aperto e del sistema costiero, contenuti nella

legge L.R. 16/04;

dare risposta alle osservazioni avanzate in seno alle Conferenze provinciali di

pianificazione, richiedenti l’integrazione della proposta di PTR con un quadro di

riferimento strutturale, supportato da idonee cartografie, con valore di statuto

del territorio regionale.

Con le Linee guida per il paesaggio in Campania, la Regione applica all’intero suo

territorio i principi della Convenzione Europea del Paesaggio, definendo nel

contempo il quadro di riferimento unitario della pianificazione paesaggistica

regionale, in attuazione dell’articolo 144 del Codice dei beni culturali e del

paesaggio. In particolare, le Linee Guida per il Paesaggio in Campania:

a) forniscono criteri ed indirizzi di tutela, valorizzazione, salvaguardia e gestione

del paesaggio per la pianificazione provinciale e comunale, finalizzati alla tutela

dell’integrità fisica e dell’identità culturale del territorio, come indicato all’art. 2

della L.R. 16/04;

b) definiscono il quadro di coerenza per la definizione nei Piani Territoriali di

Coordinamento Provinciale (PTCP) delle disposizioni in materia paesaggistica,

di difesa del suolo e delle acque, di protezione della natura, dell’ambiente e

delle bellezze naturali, al fine di consentire alle province di promuovere,

secondo le modalità stabilite dall’art. 20 della citata L. R. 16/04, le intese con

amministrazioni e/o organi competenti;

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c) definiscono gli indirizzi per lo sviluppo sostenibile e i criteri generali da

rispettare nella valutazione dei carichi insediativi ammissibili sul territorio, in

attuazione ell’art. 13 della L.R. 16/04.

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PIANI PAESISITICI

L’art. l bis della Legge n. 431/1985 prevede la redazione del Piano Territoriale

Paesistico (PTP) o del Piano Urbanistico Territoriale (PUT) in relazione ai beni e

alle aree che, per le loro caratteristiche, sono subordinati in modo oggettivo ed

automatico al vincolo di tutela di cui alla Legge n. 1497/1939 come richiamato

dall’art. 1, comma 3 della Legge n. 431/1985.

In seguito all’esercizio dei poteri sostitutivi del Ministero per i Beni e le Attività

culturali, in Campania tra il 1995 e il 1996 venivano approvati n. 14 PTP relativi ai

perimetri delimitati con i DD.MM. 28.03.1985.

Rispetto a tali piani la Regione Campania, richiamando il dettato dell’art. 57 del D.

L.vo 31.03.1998, n. 112, attraverso le "Linee guida per la Pianificazione Territoriale

Regionale", aveva riconosciuto il superamento "di una pianificazione esclusivamente

paesistica", auspicando la confluenza di quest’ultima all’interno della più complessiva

pianificazione territoriale.

Anche per questo motivo la Regione ha sottoscritto un Protocollo d’Intesa con il

Ministero per i Beni Culturali e le Attività Culturali nell’agosto del 1998 che va

proprio nella direzione del superamento dell’attuale pianificazione paesistica. In tale

documento le Sovrintendenze della Campania offrono la loro collaborazione tecnico-

scientifica soprattutto con riferimento ad un sistema cartografico digitale da gestire

presso le sedi delle Sovrintendenze stesse e/o presso il Servizio Cartografia del

Settore Politica del Territorio della Giunta Regionale.

I Piani territoriali paesistici vigenti che interessano il territorio della provincia di

Napoli sono quelli approvati ai sensi della legge 431/85: il Piano Urbanistico

territoriale (PUT) della Penisola Sorrentino - Amalfitana approvato con L.R.

35/1987, che coinvolge comuni sia della Provincia di Napoli che di quella di Salerno,

ed i Piani paesistici Agnano - Camaldoli, Campi Flegrei, Comuni Vesuviani, Isola

d’Ischia, Isola di Capri, Posillipo, - redatti dal Ministero dei Beni Culturali ed

Ambientali con i poteri sostitutivi ed approvati tra il 1995 e il 1996.

Le aree interessanti tali piani sono distinte in varie zone a ciascuna delle quali

corrisponde un diverso grado di tutela paesistica.

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Piani Paesistici della Regione Campania

L’area oggetto dell’intervento, come da certificato di destinazione urbanistica del

28.05.2015, prot. n. 22630, secondo il PRG adeguato al PUT (L.R.35/87) ricade in

zona D1 e non si riscontrano interferenze tra le opere in progetto e le aree di valore

paesaggistico individuate nella cartografia sopra riportata.

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Piano Regionale di Risanamento e Mantenimento della Qualità dell’Aria

Il Piano Regionale di risanamento e Mantenimento della qualità dell’Aria e smi, è

stato elaborato per:

individuare piani o programmi di miglioramento della qualità dell’aria nelle

zone e negli agglomerati in cui i livelli di uno o più inquinanti superano il valore

limite aumentato del margine di tolleranza previsto dalla normativa vigente;

un piano integrato per tutti gli inquinanti normati;

anticipare le misure di piano dovute nel prossimo futuro per monossido di

carbonio e benzene ai sensi dei suddetti decreti;

migliorare la qualità dell’aria relativamente alle nuove problematiche emergenti

quali produzione di ozono troposferico (in vista delle scadenze fissate dal recente

D.Lgs. 183 del 21 maggio 2004), emissioni di idrocarburi policiclici aromatici ed

altri composti organici volatili;

conseguire un miglioramento con riferimento alle problematiche globali quali la

produzione di gas serra.

In particolare nel Piano regionale è stata condotta la valutazione della qualità

dell’aria ambiente del territorio regionale, relativamente ai seguenti inquinanti: ossidi

di zolfo, ossidi di azoto, particelle sospese con diametro inferiore ai 10 μm,

monossido di carbonio e benzene.

Sulla scorta di tali valutazioni, sono state definite:

zone di risanamento, come quelle in cui almeno un inquinante supera il limite

più il margine di tolleranza fissato dalla legislazione;

zone di osservazione, come quelle in cui si verifica il superamento del limite

ma non del margine di tolleranza.

Per tali zone vengono fissati obiettivi a breve, medio e lungo termine. Gli obiettivi a

breve termine riguardano essenzialmente le zone di risanamento. Per queste ultime

l’obiettivo e di portare le concentrazioni d’inquinanti al livello massimo desiderabile

ovvero al di sotto dei limiti fissati, mirando altresì al raggiungimento di

miglioramenti nelle tecnologie di controllo.

È introdotto anche un livello intermedio, definito come livello massimo accettabile,

al fine di fornire protezione adeguata contro gli effetti sulla salute umana, la

vegetazione e gli animali.

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Il territorio regionale e stato suddiviso in cluster di Comuni con caratteristiche il più

possibile omogenee, individuate come segue:

IT0601 Zona di risanamento - Area Napoli e Caserta;

IT0602 Zona di risanamento - Area salernitana;

IT0603 Zona di risanamento - Area avellinese;

IT0604 Zona di risanamento - Area beneventana;

IT0605 Zona di osservazione;

IT0606 Zona di mantenimento.

Per le aree di mantenimento le misure da adottare devono, invece, tendere a

evitare il peggioramento della qualità dell’aria con riferimento ai seguenti inquinanti:

ossidi di zolfo, ossidi di azoto, monossido di carbonio, particelle sospese con

diametro inferiore ai 10 μm, benzene.

Il Comune di Nocera Inferiore, ricade nell’area individuata dal codice IT0602 in

Zona di risanamento - Area salernitana, per il superamento del valore limite

dell’inquinante NO2.

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Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Salerno (P.T.C.P.)

Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Salerno è stato approvato

con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 15 del 30.03.2012, a seguito delle

modifiche apportate in coerenza con le osservazioni pervenute, le consultazioni

effettuate (anche in sede di Conferenza di Pianificazione ex art. 20 - comma 6 della L. R. n.

16/2004) e le prescrizioni e raccomandazioni emanate dalla Regione Campania.

Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Salerno, propone una serie

di obiettivi generali da perseguire per ciascuno dei sette Ambiti Identitari individuati

(riferimenti per l’attuazione delle politiche locali), relativamente al sistema ambientale, al

sistema insediativo ed al sistema infrastrutturale e della mobilità. Il comune di Nocera

Inferiore ricade nell’Ambito Identitario denominato Agro Nocerino-Sarnese.

PTCP - Gli Ambiti Identitari – Disposizioni strutturali

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A partire dalle analisi sull’uso del suolo e delle risorse naturalistiche ed

agroforestali, il P.T.C.P. fornisce una rappresentazione cartografica della struttura

della rete ecologica e le relative disposizioni, che costituiscono la base della politica

ambientale sul territorio. Al riguardo è da sottolineare che l’area ricade in zona

industriale e non è interessata da habitat e specie floro-faunistiche di pregio,

circostanza confermata dalla Carta della Biodiversità, elaborata dal PTCP Salerno da

cui si evince che l’area d’interesse non ricade in alcuna zona di rilevanza

paesaggistica - ambientale.

STRALCIO PTCP – La Biodiversità

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Inoltre dalla cartografia sotto riportata si evince che l’area non ricade in alcuna

fascia di rilevanza ed infatti, la carta della naturalità individua l’area come “ambiente

urbanizzato e superficie artificiale”.

STRALCIO PTCP – Le caratterische Naturali

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INQUADRAMENTO TERRITORIALE ED URBANISTICO

Inquadramento territoriale

Il Comune di Nocera Inferiore, ha una popolazione di 46.540 abitanti con una

densità abitativa pari a 2.337 abitanti per Kmq. Il Comune è situato in un territorio

dalla morfologia mista, ed è attraversato dai torrenti Cavaiola, Solofrana e dal canale

che li unisce al fiume Sarno, l’Alveo Comunale Nocerino. È un centro essenzialmente

commerciale e di servizi oltre che agricolo ed artigianale. Il territorio comunale si

estende su una superficie pianeggiante di circa 20,85 kmq, ad un’altezza dal livello

del mare di 43 m , ad una altitudine massima di 1075 e minima di 18.

Il Comune dista 40 km dal capoluogo della regione, 18 km da Salerno, 39 km da

Avellino e risulta collegato alla principale rete viaria regionale ed autostradale; infatti

possiede due uscite autostradali su due diverse direttrici (A3 e A30), è attraversato

dalla Strada Statale 266 e servito da una ricca rete di strade provinciali. Il Comune è

inoltre capolinea della ferrovia Codola-Nocera Inferiore, e della circumsalernitana.

Il Comune confina a Nord Ovest con San Valentino Torio, a Nord Est con Castel

San Giorgio, a Ovest con Pagani, ad Est con Nocera Superiore e Roccapiemonte, a

Sud con Tramonti. La sua Latitudine Nord è 40° 44' 34", la Longitudine Est 14° 38'

30" (Greenwich). Dal punto di vista topografico rientra nel Foglio n. 111 S.E. - scala

1:25.000 dell’I.G.M.

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La zona dove è ubicato l’impianto, periferica al centro abitato è caratterizzata da

un’estesa antropizzazione, dista dal centro abitato circa 1,6 Km. Il paesaggio oggi

percepibile è un territorio piuttosto "disordinato" con un misto di capannoni

industriali ed edifici ad uso commerciale o civile abitazione. La zona d’interesse è

servita da strade metropolitane e risulta collegata alla principale rete viaria

provinciale regionale ed autostradale, essendo l’impianto ubicato in prossimità della

Strada Statale 266. Inoltre il sito è distante dallo svincolo autostradale di Castel San

Giorgio della A30 - Salerno-Caserta circa 3,7 Km e da quello di Nocera Inferiore

dell’A3 Salerno-Napoli circa 4.5 Km.

Ortofoto Comune di Nocera Inferiore - Ubicazione impianto

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(Google Earth)

SVINCOLO A3 CENTRO CITTA’ UBICAZIONE IMPIANTO SVINCOLO A30

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Dati catastali

Il Lotto è riportato in Catasto del Comune di Nocera Inferiore al Foglio 11, p.lle nn.

976,1016 e 1359 la cui superficie catastale risulta essere pari a mq 8.154,00, mentre

quella misurata risulta essere pari a mq 7.919,82; invece, quella di piano risulta essere

pari a mq 7.900,00.

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Dati edilizi

La società svolgerà l’attività in un capannone in fitto ubicato all’interno di un

opificio industriale è stato assentito con Permesso a Costruire del 4.12.2008, n. 47413

rilasciato dal Comune di Nocera Inferiore e successive Varianti del 30.06.2010 n.

19307, del 15.05.2013 n. 22501 e proroga del 29.10.2013.

Dati urbanistici e vincolistici

Il Comune di Nocera Inferiore è, ad oggi, provvisto di Piano Regolatore Generale

adeguato al Piano Urbanistico Territoriale (legge regionale n.35/87), approvato con

Delibera del Commissario ad Acta n. 1 dell’11.07.2001 pubblicata sul BURC n. 60

del 27.12.2006. Con delibera n. 57 del 31.03.2015, la Giunta Comunale ha adottato la

proposta del nuovo Piano Urbanistico Comunale (PUC). Il lotto su cui è stato

realizzato l’opificio industriale, ricade nell’area P.I.P. località Casarzano, lotto n. 5

(ex lotti n.24 e n. 48) del Comune di Nocera Inferiore alla Via F.lli Buscetto.

Le particelle catastali n.ro 1016-976-1359 del Foglio 11, interessata dall’intervento,

come risulta dal Certificato di destinazione urbanistica allegato del 28.05.2015, prot.

22630:

Nel P.R.G. adeguato al Piano Urbanistico Territoriale (l.R. 35/87) ricadono in

zona “D1” - Insediamenti Industriali Produttivi, Artigianali e Commerciali;

Nella proposta Piano Urbanistico Comunale, ricadono in aree “D1 - Aree

attrezzate per attività produttive e relativi possibili ampliamenti (T) (art. 20) e nel

Quadro Operativo in zona P.I.P. Casarzano e Completamento P.I.P. Fosso

Imperatore;

Nel Piano Stralcio per l’assetto Idrogeologico (PSAI) dell’Autorità di Bacino

Regionale della Campania Centrale ricadono:

- in zona “R1” - Rischio Moderato nella carta del rischio Idraulico;

- in zona “P2” - Pericolosità Media - Esondazione nella carta della pericolosità

idraulica;

- in zona Vulnerabilità Bassa (V1) nella carta della Vulnerabilità;

ricadono in Fascia di Rispetto dei Corsi d’Acqua Principali (150 m) art. 142

lett.c) D. L.vo 42/2004 - Aree tutelate per legge (ex L.431/85);

ricadono (per intero per la part. 1016 ed in parte per le partt. 976 e 1359) in Fascia di

Rispetto Ferroviaria (30 m) DPR 753 del 11.07.1980.

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Con riferimento al “Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico,

dell’Autorità di Bacino Regionale della Campania Centrale, l’area interessata

dall’intervento non ricade nella Carta della Pericolosità da Frana e Rischio da Frana,

mentre ricade in zona definita “Pericolosità Media” nella Carta della Pericolosità

Idraulica ed in zona definita “Rischio Moderato” nella Carta del Rischio Idraulico.

STRALCIO CARTA PERICOLOSITA’ DA FRANA

STRALCIO CARTA RISCHIO DA FRANA

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STRALCIO CARTA PERICOLOSITA’ IDRAULICA

STRALCIO CARTA RISCHIO IDRAULICO

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Il territorio di Nocera Inferiore ricade nell’ambito di applicazione del P.A.I. (Piano

Stralcio per l’assetto idrogeologico), adottato dall’Autorità di Bacino del Sarno.

Bacini

idrografici

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L’area d’interesse, non rientra tra:

Siti di interesse comunitario (S.I.C.);

Zone di protezione speciale (Z.P.S.);

Aree naturali protette (EUAP)

Parchi e le riserve naturali;

Aree percorse da incendi boschivi ai sensi della Legge n. 353/2000.

Ubicazione impianto

Distanza dai Siti di Importanza Comunitaria (SIC):

T 8040013 Monti di Lauro = >7,0 Km

IT 8030008 Dorsale dei Monti Lattari = >2,5 Km

IT 8050056 Fiume Irno = > 10,5 Km

IT 8050027 Monte Mai e Monte Monna = > 11,8 Km

Fonte: geoportale nazionale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e

del mare

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Ubicazione impianto

Distanza dalle Zone di protezione speciale (ZPS):

IT 8050045 Sorgenti del vallone delle ferriere di Amalfi=> 11,0 Km

IT 8050009 Costiera Amalfitana tra Maiori e il torrente Bonea => 11,0 Km

IT 8050056 Fiume Irno => 10,0 Km

IT 8040021 Picentini => 12,0 Km

Fonte: geoportale nazionale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e

del mare.

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Ubicazione impianto

Distanza dalle Aree Naturali Protette (EUAP):

EUAP 1210 Parco Regionale Bacino Fiume Sarno => 3,0 Km

EUAP 0662 Parco Regionale Diecimare => 5,0 Km

EUAP 0527 Parco Regionale Dei Monti Lattari => 2,3 Km

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Art. 136 Decreto Legislativo n. 42/2004 dal sito SITAP (http://sitap.beniculturali.it)

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Il Comune rientra nella delimitazione degli Ambiti Territoriali Ottimali della

Regione Campania nell’A.T.O. “Sarnese - Vesuviano”, ai sensi della legge

regionale n. 14 del 21.05.1997, in attuazione della legge n. 36/1994.

Ambiti Territoriali Ottimali

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È classificato con media sismicità, ai sensi della Delibera di Giunta Regionale n.

5447 del 07.11.2002 ”Aggiornamento della classificazione sismica della regione

Campania”.

Classificazione sismica

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DESCRIZIONE DELL’IMPIANTO

L’impianto occuperà una parte di un Lotto industriale, denominato n. 5, ubicato in

area PIP - Località Casarzano, Via Buscetto, snc del Comune di Nocera Inferiore.

Sul lotto è stato realizzato un opificio industriale che si compone di un’area esterna

adibita a piazzale e zona verde, un capannone industriale articolato su due livelli (terra

e primo) ed una palazzina adibita ad uffici e casa per il custode.

La società Cipp Sud snc occuperà:

parte della superficie esterna adibita a viabilità, parcheggio vetture e verde di

circa mq 4000;

il piano terra del capannone di superficie interna 2950 mq e superficie lorda di

3000 mq ed altezza 7,50 mt;

locali ubicati all’interno del capannone disposti su due livelli, rispettivamente

adibiti a piano terra a servizi igienici e spogliatoi ed a piano primo ad uffici di

superficie in pianta 71,80 mq;

il tutto come rappresentato in planimetria generale.

Le aree sopra descritte saranno separate dalle restanti aree del lotto adibite ad

attività terze, con recinzione metallica, ivi compresi gli accessi, mentre resteranno in

comune la rete di scarico delle acque di dilavamento dei piazzali e delle acque nere

dei servizi igienici, che confluiranno, previo depurazione, nella fognatura pubblica.

DESCRIZIONE STRUTTURALE OPIFICIO

Il capannone industriale ha una pianta a forma di “L”, avente una lunghezza

massima di ml 68,00 ed una larghezza massima di ml 46,00; l’altezza massima

complessiva sarà di ml 14,00.

Dal punto di vista strutturale il capannone presenta struttura portante (pilastri e solai)

e tompagnature esterne in c.a. precompresso prefabbricato; le fondazioni sono

costituite da plinti isolati su pali in c.a. ordinario, collegati nei due sensi da un

reticolo di travi anch’esse in c.a. ordinario. Esso è dotato dei necessari impianti

tecnologici, mentre la copertura si presenta con tegoloni autoportanti con coppella

curva. Dal punto di vista distributivo il capannone si compone di due livelli: piano

terra e piano primo.

Gli infissi esterni, del tipo a nastro, sono di alluminio anodizzato preverniciato,

completi di retrocamera dello spessore di 4-6-4.

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Come accennato l’attività di recupero della società Cipp Sud snc, sarà svolto

completamente all’interno, al piano terra del capannone industriale sopra descritto, su

pavimentazione di tipo industriale, di spessore medio 25 cm, composto da cls,

interposta rete elettrosaldata e sottoposto telo in HDPE per la protezione del suolo e

sottosuolo. All’interno del capannone sono stati realizzati alcuni ambienti in muratura

su due livelli adibiti a piano terra a servizi igienici ed a primo piano ad uffici.

Gli spazi esterni in uso all’azienda, separati da attività estranee con recinzione,

saranno destinati in parte a parcheggio per il personale, in parte per la viabilità interna

ed in parte a zona verde.

CICLO DI LAVORAZIONE E CRITERI DI GESTIONE DEI RIFIUTI

L’impianto di recupero è finalizzato al riciclaggio di rifiuti composti da scarti di

legname provenienti dalla raccolta differenziata, da sfridi di aziende artigiane o

industriali e da sfalci e potature di parchi e giardini per la produzione di cippato e

segatura.

Il ciclo lavorativo, che si svolge interamente all’interno del capannone e si articola

sulle seguenti fasi lavorative:

conferimento rifiuti;

messa in riserva dei rifiuti [R13];

operazioni preliminare al recupero (cernita) [R12];

produzione cippato e/o segatura [R3];

stoccaggio prodotto finito.

CICLO LAVORATIVO

Di seguito saranno elencate e descritte le fasi del ciclo lavorativo associate alle

tipologie di rifiuti che si intendono trattare nell’impianto.

Conferimento rifiuti

I rifiuti pervengono all’impianto con automezzi regolarmente autorizzati provvisti

di cassoni metallici scarrabili e non, prima di entrare nell’impianto sono sottoposti

alla verifica del peso del carico con utilizzo di una pesa a ponte. Successivamente, gli

automezzi, una volta entrati nel capannone, vengono sottoposti alle operazioni di

conferimento e verifica dei rifiuti.

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Le operazioni di conferimento consistono nel controllo della documentazione di

trasporto (FIR) e nel controllo visivo dei rifiuti, con tassativo obbligo di non

accettazione dei carichi non conformi, si procede quindi allo scarico degli stessi nelle

zone appositamente predisposte per la messa in riserva [R13].

Messa in riserva dei rifiuti [R13]

Lo stoccaggio dei rifiuti, avviene in cumuli e/o scarrabili metallici, posizionati in

aree definite opportunamente segnalate, separate da barriere in new-jersey in c.a. di

altezza 2,10 m, così come riportato nella planimetria allegata al progetto.

Tali aree sono distinte per tipologia di rifiuti contrassegnate da tabelle indicanti le

norme comportamentali per la manipolazione dei rifiuti, il contenimento dei rischi

per la salute dell’uomo e l’ambiente nonché i codici CER corrispondenti.

I cumuli avranno forma e dimensioni tali da garantirne la stabilità ed altezza

massima di tre m. Non è prevista la presenza di rifiuti suscettibili di reagire tra loro

che possano dare origine a formazione di prodotti esplosivi né l’utilizzo di rifiuti

liquidi.

In conformità all’allegato 1, Parte Sesta, paragrafo 6.2 della delibera di giunta

regionale n. 81 del 9 marzo 2015, le aree per lo stoccaggio dei rifiuti sono state

dimensionate nel rispetto della proporzione dell’80% dell’intera area disponibile,

come da calcolo sotto riportato:

- n. 1 area messa in riserva (R13)

superficie disponibile 780 mq

superficie ingombro cassoni 260 mq < (80% di 780 mq= 624 mq)

- n. 2 area messa in riserva (R13)

superficie disponibile 230 mq

superficie ingombro cumuli 75 mq < (80% di 230 mq= 184 mq)

- area stoccaggio MPS

superficie disponibile 300 mq

superficie ingombro cassoni/cumuli 102 mq < (80% di 300 mq= 240 mq)

e dalla planimetria generale.

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Operazioni preliminare al recupero (cernita) [R12]

All’occorrenza può rendersi necessario la separazione di un’eventuale presenza nei

rifiuti della frazione leggera quali plastica, carta e/o pesante (frazione ferrosa). Tale

operazione di selezione sarà eseguita manualmente da alcuni addetti. Gli scarti

indesiderati saranno raccolti in contenitori metallici posizionati nell’area destinata al

deposito temporaneo in attesa di essere conferiti a ditte esterne autorizzate al

recupero e/o smaltimento.

Operazioni di recupero [R3]

L’operazione di recupero ha come finalità la produzione di cippato e segatura, a

secondo della produzione saranno utilizzate le attrezzature di seguito elencate.

I rifiuti, tramite pala gommata o gru su gomma, a secondo che si intenda produrre

cippato o segatura, saranno trasferiti dalle aree di messa in riserva a quelle adibite alla

produzione di cippato o di segatura. Tutti i macchinari sono concepiti principalmente

per la triturazione e macinazione del legno vergine e/o di scarto e/o per le ramaglie.

PRODUZIONE CIPPATO (Doppstadt AK 430Profi):

La cippatrice Doppstadt AK 430 Profi è dotata di una tramoggia di carico che

attraverso una catenaria con i listelli trascina il materiale verso la camera di

triturazione. La velocità della catenaria permette di controllare la quantità di

materiale da triturare e il rullo assicura il giusto carico nella camera di triturazione.

La cippatrice Doppstadt AK 430 è dotata di un sistema antistress: un sistema elettro-

idraulico permette l’inversione automatica in caso troppo materiale sia presente nella

camera di triturazione. È presente una turbina idraulica, che funge da frizione in caso

d’introduzione di materiale fibroso o filamentoso e sulla turbina stessa ci sono due

tappi di fusione che consentono lo spegnimento automatico del motore nel caso in cui

il materiale è molto duro da triturare, porta la macchina sotto stress.

La tipologia di cippato prodotto è del tipo “fresco” si riferisce a chips caratterizzato

da un contenuto idrico molto elevato, che si aggira su percentuali del 50-60% questo

tipo di prodotto si ottiene se la cippatura è effettuata subito dopo il taglio (o al massimo

qualche giorno dopo), a partire da piante appena abbattute, per cui il materiale non ha

ancora subito un processo di stagionatura ed essiccazione.

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Le caratteristiche tecniche dalla cippatrice Doppstadt AK 430 Profi sono le seguenti:

AK 430

Motore: DC Mercedes OM 502 LA

Potenza: 390 kW

Peso: ca 19 ton

Velocità tamburo: 1080 rpm

Larghezza tamburo: 1690 mm

N. denti: 36

Griglie di frantumazione: Da 30 a 280 mm

Catenaria: 32 listelli

Larghezza nastro posteriore: 1800 mm

(Vermeer HG4000 - European Configuration)

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Il trituratore orizzantale Vermeer HG4000 è una macchina operatrice dotata di un

ampio piano di alimentazione aperto a un’estremità, un doppio tamburo brevettato

Series, che offre collaudate performance di taglio, mentre martelli e punte reversibili

possono raddoppiare la durata e ridurre la manutenzione giornaliera. Il sollevatore

opzionale di bordo a controllo remoto consente all’operatore di controllare il

sollevamento degli schermi a cerniera permettendogli veloci cambi.

La Vermeer HG4000 consente di ridurre i tempi di lavorazioni grazie alla

possibilità di introdurre nella camera di triturazione ramaglie di grosse sezioni, alla

potenza del motore Iveco da 445 CV (332 kW) Tier 4i diesel a sei cilindri di cui è

dotata ed alla configurazione fisica della camera di triturazione.

Principali caratteristiche tecniche

Lunghezza massima - Trasporti: 10,7 m

Lunghezza massima - Trasportatori piegato: 15,8 m

Larghezza massima (Trasporti): 2,5 m

Altezza massima (Trasporti): 396,2 centimetri

Carburante: gasolio a bassissimo tenore di zolfo (<15 ppm)

Massimo Angolo di funzionamento continuo: 19 gradi

Tipo frizione: idraulico-azionato frizione a secco

Alimentazione trasportatore

Avanzamento tavola Larghezza: 152,4 centimetri

Alimentazione Tabella Profondità: 53,3 cm

Avanzamento tavola Lunghezza - Opzione uno: 4,6 m

Avanzamento tavola Capacità: 3,7 mc

Nastro alimentazione Tipo: catena stecca saldato

Materiale di costruzione: Acciaio

Tipo di azionamento: motore a pistoni radiali

Guidare Roller Costruzione: in acciaio saldato

Fronte Rullo Tenditore Costruzione: in acciaio autopulente coclea

Alimentazione Piano Costruzione: in acciaio saldato con piastre di usura UHMW

sostituibile

Alimentazione Roller

Alimentazione rullo Larghezza: 147,3 centimetri

Massima alimentazione Altezza: 66 cm

Alimentazione rullo Peso: 453,6 kg

Alimentazione rullo Diametro: 71,1 centimetri

Tipo materiale: acciaio Fabbricato

Dente Design: bar seghettata

Numero di denti: 10 bar

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Sistema Elettrico

Tensione di sistema: 24

Batteria: Gruppo 8-D, 1155 CCA (Qtà 2)

Sistema di protezione: fusa

Stazione di controllo

Tipo di display: LCD

Informazioni del motore: Sì

Informazioni macchina: Sì

Anomalie di funzionamento: Sì

Calibri: Due, il livello del carburante e la pressione idraulica

Interruttori: a prova d'umidità, alternare lo stile

Radiocomando

Tipo di display: LCD

Informazioni del motore: Sì

Informazioni macchina: Sì

Anomalie di funzionamento: Sì

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Produzione segatura (mulino macinatore Molinari MG 500)

Le caratteristiche tecniche del mulino macinatore Molinari MG 500 sono le seguenti:

01. Struttura elettrosaldata in acciaio lavorata con macchine utensili a CNC

02. Rotore centrale a lame intercambiabili

03. Lame in acciaio altamente legato, smontabili e affilabili

04. Rotore a profilo costante sul diametro

05. Gruppo lame fisse regolabili radialmente

06. Portagriglia di vagliatura del materiale incernierata e facilmente apribile

07. Quadro elettrico esterno alla macchina

08. Tramoggia di carico apribile per l’ispezione interna e il cambio lame

09. Ribaltamento del portagriglia mediante cilindro idraulico

10. Volano assorbimento energia ampliamente dimensionato

11. Trasmissione a cinghie

12. Lubrificazione automatica aria-olio dei cuscinetti

13. Predisposizione per il raffreddamento ad acqua di albero rotore, supporti

cuscinetto, lame e convogliatore posteriore.

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Il mulino macinatore è della tipologia ad alta velocità (giri/minuto) di rotazione del

rotore che permette di produrre segatura con una granulometria da 1 mm a 4 mm.

Stoccaggio prodotto finito (cippato e/o segatura)

Il cippato e/o segatura ottenuti dalle operazioni di cippatura o macinatura sarà

stoccato in cumuli di altezza massima 3 metri e/o cassoni metallici scarrabili, nelle

apposite aree del capannone, così come individuate in planimetria, in attesa di essere

commercializzati.

Deposito temporaneo rifiuti

Dall’espletamento delle operazioni precedentemente descritte gli eventuali scarti

indesiderati quali plastica, carta e/o pesante (frazione ferrosa). saranno temporaneamente

stoccati, nel pieno rispetto dei limiti temporali e volumetrici dettati dalla vigente

normativa in materia, con modalità tali da non comprometterne le successive

operazioni di trattamento, nell’apposito settore deposito temporaneo, per poi essere

definitivamente avviati a recupero e/o smaltimento presso impianti autorizzati.

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MACCHINARI ED ATTREZZATURE

Per lo svolgimento dell’attività sopra descritta saranno installati, all’interno del

capannone specifici impianti ed attrezzature, dotati degli accorgimenti tecnici

indispensabili per rispetto degli obblighi ambientali.

In dettaglio si utilizzeranno:

Pesa a ponte

N. 2 pale gommate

Gru dotata di caricatore a ragno su gomme

Cippatrice Doppstadt AK 430 Profi

Cippatrice Vermeer HG4000 - European Configuration

Mulino macinatore Molinari MG 500

oltre a vari piccoli attrezzi e ferri da lavoro (pinze, cacciaviti, martelli, ecc.).

SICUREZZA E SALUTE DEI LAVORATORI

L’attività svolta comporta per i lavoratori addetti, rischi infortunistici collegati alla

presenza di mezzi in arrivo e partenza, dei mezzi operativi in movimento, dall’utilizzo

di attrezzature per la lavorazione e la movimentazione manuale dei carichi.

Al fine di ridurre i rischi e prevenire incidenti o danni per la salute, il personale

utilizzerà attrezzature e dispositivi di protezione individuale (DPI) quali elmetto,

guanti, mascherine, otoprotettori, indumenti di lavoro protettivi, calzature

antinfortunistiche, ecc, conformi alle norme sulla sicurezza ed igiene negli ambienti

di lavoro, come prescritto dal Documento di Valutazione del Rischio (DVR),redatto ai

sensi del D. L.vo 81/08. Inoltre saranno messe in essere tutte le procedure previste dal

Piano di emergenza, di evacuazione e di pronto soccorso redatto in conformità della

Legge n. 81/2008 al fine di ridurre le conseguenze di un incidente, in ambito

aziendale, mediante il razionale impiego di risorse umane e materiali.

Saranno messe in essere tutte le misure tecniche e organizzative imposte dalla

legge, finalizzate in ogni caso a ridurre le situazioni di rischio e la probabilità del

verificarsi di infortuni, in particolare è prevista:

1. la sensibilizzazione e la consultazione dei rappresentanti dei lavoratori per la

sicurezza, nonché l’informazione dei lavoratori operanti;

2. la fornitura, la dotazione e le modalità d’uso dei mezzi di protezione individuale a

disposizione del personale (DPI);

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3. il costante mantenimento in piena efficienza dei macchinari e dei mezzi d’opera in

uso presso il sito;

4. il rispetto delle norme relative a distanze minime, divieti d’accesso o transito,

delimitazioni e segnalazioni;

5. la regolamentazione della velocità dei mezzi meccanici di trasporto secondo le

caratteristiche del percorso, la presenza del carico e le possibilità di arresto del

mezzo (con riferimento al D. L.vo 81/08 e relativi allegati): in tal senso la velocità dei

mezzi dovrà essere limitata ai valori consentiti, procedendo a passo d’uomo nelle

postazioni di lavoro;

6. il mantenimento della zona di trattamento rifiuti in condizioni di generale salubrità

ed ordine.

POTENZIALITÀ IMPIANTO

La potenzialità dell’impianto, espressa in termini di capacità di stoccaggio e

trattamento rifiuti (ton/giorno) per ciascuna delle operazioni di recupero che ivi si

intendono condurre, sarà determinata sulla base della configurazione impiantistica

individuata e delle associate modalità gestionali adottate.

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QUANTITÀ MASSIMA DI MESSA IN RISERVA E TRATTAMENTO RIFIUTI

Ai fini della determinazione della capacità complessiva di messa in riserva [R13] ed

[R3] dell’impianto, si è tenuto conto, oltre a quanto sopra evidenziato, dei criteri e

parametri dell’Allegato 1 alla deliberazione di Giunta Regionale n. 81 del 9 marzo

2015, Parte Sesta “Impiantistica e Criteri di Gestione”.

Di seguito si riporta la tabella riassuntiva con l’elenco dei CER da sottoporre alle

operazioni di trattamento e recupero [R13] - [R12] - [R3].

CER DESCRIZIONE DENSITÀ QUANTITÀ MASSIMA TRATTABILE

R13 R12 R3

t/mc t/g mc/g t/a mc/a t/g mc/g t/a mc/a t/g mc/g t/a mc/a

030101

scarti di

corteccia e

sughero

0,30 1 3,3 270,0 900,0 1 3,3 270,0 900,0 1 3,33 270,0 900,0

030105

segatura,

trucioli, residui di taglio,

legno, pannelli

di truciolare e piallacci

diversi da

quelli di cui alla voce

030104

0,45 100 222,2 27.000,0 60.000,0 100 222,2 27.000,0 60.000,0 100 222,22 27.000,0 60.000,0

150103 imballaggi in

legno 0,80 20 25,0 5.400,0 6.750,0 20 25,0 5.400,0 6.750,0 20 25,00 5.400,0 6.750,0

170201 legno 0,90 10 11,1 2.700,0 3.000,0 10 11,1 2.700,0 3.000,0 10 11,11 2.700,0 3000,0

191207

Legno, diverso

da quello di cui

alla voce 19 12 06

0,90 50 55,6 13.500,0 15.000,0 50 55,6 13.500,0 15.000,0 50 55,56 13.500,0 15.000,0

200138

Legno, diverso

da quello di cui

alla voce 20 01 37

0,80 25 31,3 6.750,0 8.437,5 25 31,3 6.750,0 8.437,5 25 31,25 6.750,0 8.437,5

200201 Rifiuti

biodegradabili 0,60 200 333,3 54.000,0 90.000,0 200 333,3 54.000,0 90.000,0 200 333,33 54.000,0 90.000,0

406 681,8 109.620,0 184.087,5 406 681,8 109.620,0 184.087,5 406 681,81 109.620,0 184.087,5

Ai fini del calcolo della capacità annuale dell’impianto si è ipotizzato un

funzionamento per complessive 270 giornate lavorative annue su un turno giornaliero

di 8 ore.

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PROVENIENZA E DESTINAZIONE

I rifiuti oggetto dell’attività provengono dalla raccolta differenziata, da attività

industriali, artigianali, commerciali, agricole, di servizio e da aziende che

trasformano il legno vergine, quali segherie, falegnamerie, manutenzione del verde

ornamentale, ecc. Al termine delle operazioni di recupero il materiale ottenuto, è

caricato in appositi cassoni metallici e con l’ausilio di idonei automezzi, trasportato ai

destinatari finali per essere utilizzato come materia prima secondaria da altre imprese

che li utilizzano nel proprio ciclo produttivo per ottenerne carta, pannelli di truciolato

e/o altri prodotti derivanti dal legno oppure come combustibile.

EMISSIONI IN ATMOSFERA

L’impianto di messa in riserva e recupero di rifiuti speciali non pericolosi è

soggetto alle emissioni in atmosfera, il cui quadro emissivo prevede un unico punto

di emissione convogliato E1.

Il sistema di captazione ed abbattimeto delle emissioni in atmosfera prevede:

- l’installazione di n. 3 cappe di dimensioni 2 x 4 m, posizionate rispettivamente

sulla cippatrice Vermeer, cippatrice Doppstadt e sul mulino macinatore Molinari;

- la realizzazione di una canalizzazione in lamiera zincata di idonea sezione;

- l’installazione di un impianto di abbattimento con filtro a maniche;

- l’approntamento di un punto di emissione in atmosfera E1.

Il tutto come rappresentato nella planimetria dedicata alle emissioni in atmosfera.

Sistemi di abbattimento e contenimento adottati

Al fine di abbattere e contenere le emissioni in atmosfera prodotte durante le fasi

lavorative sono state adottate le seguenti misure di mitigazione sia gestionali che

strutturali. Saranno installate internamente al capannone tre cappe ognuna di avente

le dimensioni di 2 x 4 m, collegate con idonee canalizzazioni a un unico sistema di

abbattimento costituito da filtro a maniche, posizionato all’esterno del capannone

prima del punto di emissione E1, avente le seguenti caratteristiche:

Maniche numero 18

Lunghezza maniche 1,00 m

Larghezza maniche 0,20 m

Superficie filtrante 11,3 m2

Diametro camino uscita 0,35 m

Portata 5.000 Nm3/h

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Quantità e Qualità delle emissioni

Per una valutazione oggettiva delle future condizioni operative e delle relative

emissioni, sulla scorta di significative esperienze maturate con attività similari, si può

con ragionevole certezza asserire che le emissioni prodotte dall’azienda rientrano nei

limiti previsti dal D. L.vo 152/06 e smi. Le metodiche analitiche di riferimento per il

futuro campionamento e analisi sono quelle di cui al D. L.vo 152/06 e relativi

allegati, ed alle norme (UNI UNI 16911-1:2013, UNI EN13284-1:20).

Valutazione previsionale delle emissioni

Per una valutazione previsionale delle emissioni in atmosfera si è fatto ricorso, per

quanto concerne la determinazione e la collocazione dei punti di prelievo dei

campioni, al metodo U.N.I.CHIM. 422 e, per quanto concerne gli altri parametri di

analisi, ai manuali U.N.I.CHIM di cui alla Parte V del D. L.vo 152/06 e relativi

allegati e alla DGRC n. 243 del 08.05.2015.

Punto di emissione: E1

Fase di lavoro: carico/scarico, cippatura e macinazione

Durata di campionamento: 90 minuti

Concentrazione Flusso di

Massa Classe

Limiti

(D. L.vo 152/06 All.

1, alla Parte Quinta)

Limiti

(D. M. 05.02.1998

All. 1 Suballegato 2)

Polveri 10,0 mg/Nm3 0,05 Kg /h § 5, Classe II 150 mg/Nm

3 135 mg/Nm

3

Dai valori sopra stimati si evince il pieno rispetto dei valori limiti del D. L.vo n.

152/06 e relativi allegati, sia al D. M. 5 febbraio 1998.

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QUADRO RIEPILOGATIVO EMISSIONI CONVOGLIATE Parametri e valori E1 En

Emissione Metodo art. 272 c. 1 □ 2 X S x M □ art. 272 c. 1 □ 2 S □ M □

Ca

mi

no

Altezza dal suolo

m 12,0 ///

Altezza dal colmo 1,0 ///

Geometria sezione Circolare ///

Diametro o lati m 50 ///

Sezione m2 0,196 ///

Im

pia

nto

co

mb

us.

Combustibile /// ///

Potenza termica MW /// ///

Rilevatore continuo NO ///

E

m

i

s

s

i

o

n

i

Provenienza Carico/scarico, cippatura macinazione ///

Frequenza n/d Discontinua ///

Durata h/d 4 ///

Angolo del flusso ° Verticale ///

Temperatura °C Ambiente ///

Velocità m/s 7,08 ///

Portata Nm3/h 5.000 ///

Tenore vap aq % (v/v) /// ///

Tenore O2 % (v/v) /// ///

MTD adottate Filtro a maniche ///

Piano Qualità Aria Il Comune di Nocera Inferiore rientra

tra le zone di Risanamento per NO2 ///

Georeferenziazione En Latitudine 40° 75’ 50’’

Longitudine 14° 65’ 33’’ ///

Tenore O2 inq % (v/v) /// ///

Tenore vap aq inq % (v/v) /// ///

Inquinanti

Classe Conc.ne Fl. massa F. emiss.

Classe Conc.ne Fl. massa F. emiss.

(mg/Nm3 (kg/h) (g/m2) (mg/Nm3 (kg/h) (g/m2)

Polveri 10,0 0,005 /// /// /// /// ///

/// /// /// /// /// /// /// /// ///

Inoltre, tutte le attrezzature e macchinari (fissi e/o mobili) in uso all’interno del

capannone, dotate di motore a combustione, al fine di ridurre al minimo i rischi per i

lavoratori dovuti alle emissioni inquinanti degli scarichi, saranno provvisti, di

apposite canalizzazioni sugli scarichi costituite da tubi flessibili in materiale

termoplastico con incorporata spirale di rinforzo in acciaio, idonei ad aspirare aria e

fumi caldi alle alte e basse temperature (da -30° a +140° C), marca Indusplast SpA. Tale

sistema di canalizzazione consentirà di recapitare all’esterno i fumi di combustione.

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L’azienda provvederà ad effettuare periodicamente una valutazione delle proprie

specifiche condizioni operative sulla base della quale sarà possibile decidere se si

potranno ancora utilizzare i suddetti mezzi operativi al fine di assicurare la sicurezza

e la salute dei lavoratori.

Le modalità e la periodicità di tali verifiche saranno codificate nel Documento di

valutazione del rischio (DVR) redatto ai sensi del D. L.vo 81/2008.

Inoltre, quale ulteriore misura precauzionale, sono previsti n. 6 sfiati e ricambi dotati

di ventilatori industriali da 450 W ciascuno con la funzione di garantire un idoneo

ricambio d’aria atto a garantire la protezione e alla sicurezza degli ambienti di lavoro.

Tali sfiati rientrano nelle caratteristiche di cui al comma 5, art. 272, D. L.vo 152/06,

e seppur non soggetti ad autorizzazione alle emissioni in atmosfera saranno riportati

in planimetria in uno agli scarichi dei mezzi provvisti di motore a combustione ed ai

punti di emissione in atmosfera da autorizzare ai sensi dell’art. 269 del D. L.vo n.

152/06 nell’ambito dell’autorizzazione unica dell’art. 208 cui la presente relazione è

redatta.

Il tutto così come rappresentato nella planimetria dedicata alle emissioni in

atmosfera.

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EMISSIONI SONORE

Il comune di Nocera Inferiore è dotato di Piano di Zonizzazione acustica approvato

con Delibera del Commissario ad Acta n. 1 del 29.04.2004 redatto ai sensi della legge

26.10.1995 n. 447. Le emissioni sonore sono legate soprattutto alle attività produttive

e al traffico veicolare. L’aumento degli impatti di tali emissioni assumono aspetti

critici laddove riguardano gli agglomerati urbani ad elevata densità di popolazione

che quindi risulta esposta a rumori che superano i limiti di legge. È in fase di

redazione il nuovo Piano di Zonizzazione acustica che sarà approvato insieme al

PUC. I dati raccolti con gli strumenti di misurazione durante la campagna di

rilevamento, indispensabile per la costruzione del quadro conoscitivo, costituiranno la

base anche per il monitoraggio futuro. I dati saranno pubblicati insieme al Piano.

I principali riferimenti legislativi, predisposti con lo scopo di ridurre l’inquinamento

acustico, sono rappresentati dalla legge n. 447/1995 - “Legge quadro sull’inquinamento

acustico” che stabilisce i principi fondamentali in materia di tutela dell’ambiente

esterno e dell’ambiente abitativo dal rumore, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 117

della Costituzione. La legge individua competenze, funzioni e compiti dello Stato,

delle Regioni, delle Province e dei Comuni. Allo Stato competono principalmente le

funzioni d’indirizzo, coordinamento o regolamentazione della normativa tecnica e

1’emanazione di atti legislativi su argomenti specifici. Le Regioni promulgano

apposite leggi che definiscono, tra le altre cose, i criteri per la suddivisione in zone

del territorio comunale (zonizzazione acustica).

L’area su cui insiste l’impianto di trattamento rifiuti speciali non pericolosi, ricade

in quelle di cui alla Classe V “Aree prevalentemente industriali” ai sensi del DPCM

14.11.1997. In base alla citata normativa, i limiti di riferimento che si applicano per

la zona in oggetto sono i seguenti:

Limite diurno di emissione: 65 dB(A)

Limite notturno di emissione: 55 dB(A)

Limite diurno di immissione: 70 dB(A)

Limite notturno di immissione: 60 dB(A)

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Dagli accertamenti effettuati riportati nella relazione di valutazione d’impatto

acustico ambientale, allegata alla documentazione, a firma dello scrivente, Tecnico

competente in acustica, si evince il rispetto dei limiti previsti dalla vigente normativa,

per cui è possibile affermare che l’attività produttiva della società non muterà lo

scenario acustico dei luoghi e le sorgenti rumorose in esso inserite. I risultati riferiti

alle postazioni di misura, sono riportati nella sottostante tabella.

Ore 10,00 - 13,00 Ore 15,00 - 18,00

Punto 1 61,5 dB(A) 61,0 dB(A)

Punto 2 60,5 dB(A) 60,5 dB(A)

Punto 3 59,0 dB(A) 59,0 dB(A)

Punto 4 59,0 dB(A) 59,0 dB(A)

Punto 5 59,0 dB(A) 59,0 dB(A)

Punto 6 59,0 dB(A) 59,0 dB(A)

Si evidenzia che nelle immediate vicinanze dell’impianto non sono presenti ricettori

sensibili; il ricettore sensibile più vicino (abitazione) è posto a una distanza di > 100 m

dalla sorgente sonora. Ricettore questo influenzato anche dal contributo di altre

aziende facenti parte del condominio industriale e di altre aziende limitrofe. Tuttavia

è utile precisare che il contributo offerto dalla presente attività è pressoché

trascurabile, infatti assunto un determinato valore del livello di pressione sonora

questo decrescerà di 6 dB per ogni raddoppio della distanza sorgente -ricettore, in

aria libera, in assenza di strumenti di fonoassorbimento e/o fonoimpedenza.

L’intensità acustica i in tutti i punti posti ad una distanza r dalla sorgente è uguale

alla potenza della sorgente divisa per la superficie della sfera ideale.

Poiché la pressione è data dall’espressione

p2 = z . i

(dove z è l’impedenza del mezzo di propagazione), il livello in dB decresce all’aumentare

della distanza r dalla sorgente. Le leggi di decadimento descrivono le modalità in cui

variano i livelli di intensità e pressione sonora al variare della distanza tra la sorgente

e il ricettore. Alla luce di tutto ciò è facile asserire che il contributo alle emissioni

acustiche presso il ricettore sono irrilevanti.

Un’ulteriore misura mitigativa è rappresentata dal fatto che tutte le lavorazioni

avvengono in ambiente chiuso (capannone) che attenua ulteriormente l’impatto sonoro.

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APPROVVIGIONAMENTO IDRICO ED ENERGETICO

L’approvvigionamento idrico avviene tramite l’allacciamento all’acquedotto

comunale, mentre l’energia elettrica è fornita dalla rete ENEL.

CICLO DELLE ACQUE

Premesso che durante il ciclo di lavorazione non verranno impiegate acque di

processo, la rete di raccolta delle acque meteoriche, dimensionata con riferimento al

periodo di ritorno T= 10 anni, prevede la realizzazione di due reti separate:

una dedicata alla raccolta delle acque meteoriche provenienti dalle copertura

dell’opificio industriale e della palazzina uffici e residenza custode;

una dedicata alla raccolta delle sole acque di piazzale (area a verde, parcheggio,

viabilità interna).

Tale suddivisione rende possibile limitare il trattamento delle acque di prima

pioggia solo a quelle raccolte dalla rete fognaria dei piazzali. A valle del sistame di

raccolta delle acque meteoriche è stata prevista la realizzazione di vasche di

laminazione con riferimento al periodo di ritorno T=20 anni al fine di ridurre il valore

della portata al colmo di piana da scaricare nella fognatura pubblica lungo Via

Buscetto. Parte dell’acqua raccolta nella vasca di laminazione sarà riutilizzata per

innaffiare l’area a verde ed il riempimento del serbatoio dedicato alla rete antincendio.

Operativamente per il dimensionamento delle tubazioni, l’area dell’intero lotto è

stata divisa in due parti, cioè sono stati individuati due sotto bacini indicati in

planimetria come “Parte A” e “Parte B”, rispettivamente di 4925 mq e 3000 mq per

un totale di 7925 mq. Di conseguenza, sono stati previsti due impianti di trattamento

delle acque di prima pioggia, e due vasche di laminazione, uno per la “Parte A” e

l’altro per la “Parte B”, in modo da rendere il sistema fognario più efficiente e

flessibile.

L’aliquota di pioggia raccolta dalle coperture dei manufatti edilizi sarà convogliata

tramite discese pluviali nella vasca di laminazione senza entrare in contatto con le

acque meteoriche di piazzale.

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L’aliquota di pioggia raccolta dai piazzali sarà convogliata ad un pozzetto

ripartitore, dove avverrà la separazione tra delle acque di prima pioggia da quelle di

seconda pioggia; quelle di prima pioggia saranno fatte defluire nell’impianto di

trattamento, mentre quelle di seconda pioggia saranno convogliate nella vasca di

laminazione, per poi essere rilasciate nella fognatura pubblica ad evento meteorico

cessato con portata controllata, fatta eccezione di una parte utilizzata per irrigazione

ed antincendio come sopra accennato.

Le acque dei servizi igienico-sanitari, raccolte con reti autonome, saranno

convogliate in un pozzetto di ispezione e campionamento dove confluisco anche le

acque di prima pioggia depurate, per poi recapitare tutte insieme nella condotta

fognaria pubblica mista posta su Via Buscetto.

Il sistema di raccolta e canalizzate delle acque meteoriche sarà costituito da tubi

corrugati a doppia parete in polietilene ad alta densità con classe di rigidità pari a

SN4, giuntati mediate manicotto in PEAD e guarnizione in EPDM, messi in opera

con pendenza non inferiore allo 0,3%, con diametri variabili da DE 200 e DE 250 (per

i tratti marginali), DE 315 (per i tratti principali) e DE 400 (per i tratti finali), da pozzetti di

raccolta in c.a.v. 50x50, 60x60,80x80 e 100x100, con sovrastante griglie in ghisa

sferoidale 60x60,70x70 di classe D400 (nelle aree carrabili) e chiusini sempre in ghisa

sferoidale non carrabili 60x60, C250 (nelle aree pedonali). Sia le giunzioni tra tubazioni

che i collegamenti tubazione pozzetti delle reti fognarie verranno realizzate a perfetta

tenuta in modo da evitare che acqua dall’interno della rete fognaria possa fuoriuscire

all’esterno e viceversa.

Come è evidente da quanto sopra esposto il sistema delle acque meteoriche ed

acque nere, è stato progettato prevedendo l’insediamento di una sola attività,

previsione dimostratesi impraticabile a causa delle mutate esigenze economiche e di

mercato, pertanto nell’opificio industriale saranno ad insediarsi due attività estranee

completamente indipendenti ed autonome: la prima attività è quella della Cipp Sud

Snc, oggetto della presente relazione, e la seconda allo stato ancora non individuata,

che dovrà soddisfare i medesimi requisiti della Cipp Sud (non utilizzo acque di processo

ed aree esterne adibite esclusivamente ad area a verde, parcheggio, viabilità interna al lotto, come

da progetto edilizio).

Tale circostanza consentirà di definire lo scarico nella fognatura pubblica

quale scarico condominiale.

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SISTEMA ANTINCENDIO

Per il progetto oggetto di autorizzazione è stato presentato, per il tramite il SUAP

del Comune di Nocera Inferiore il 30.09.2015, a mezzo pec, istanza per l’acquisizione

del preventivo parere di conformità alla normativa antincendio da parte del Comando

provinciale dei Vigili del Fuoco, finalizzato ad ottenere il Certificato Prevenzione

Incendi (CPI).

Il progetto antincendio prevede:

la compartimentazione del piano terra con pareti e porte di accesso e solai REI

120;

n. 20 estintori portatili di tipo approvato dal Ministero dell’Interno, con

capacità estinguente non inferiore a 34A 144BC, installati in modo tale da essere

raggiunti con un percorso inferiore a 30 m. Gli estintori saranno fissati a muro a

1,50 m dal pavimento in posizione segnalata, facilmente accessibile, in

vicinanza di postazione presidiata e prevalentemente in corrispondenza delle

uscite di sicurezza. La manutenzione sarà effettuata periodicamente secondo

quanto stabilito al punto 5 nella Norma UNI 9994, da personale specializzato,

che esegue altresì la revisione periodica secondo quanto previsto nelle

corrispondenti schede contenute in appendice della Norma medesima.

rete antincendio fissa costituita da n. 8 idranti a parete UNI 45 di cui n. 5

installati sui prospetti esterni in prossimità delle porte di accesso e n. 3 sui

pilastri intermedi interni. Inoltre saranno installati n. 6 idranti a parete UNI 70

sul confine esterno del lotto. Sia gli attacchi UNI 45 che UNI 70 saranno datati

di cassetta da esterni con safe crash completa di manichetta e lancia.

attacco autopompa VV.F. UNI 70 per consentire il rincalzo di emergenza

mediante le autopompe dei Vigili del Fuoco.

Impianto di segnalazione manuale ed allarme antincendio realizzato

conformemente alla norma UNI 9795:2010 ed UNI EN 54, costituito da n. 7

pulsanti, installati in corrispondenza delle vie di esodo, del gruppo bagni e

dell’ufficio, medianti i quali sarà possibile attivare manualmente l’allarme

antincendio. I segnalatori ottici ed acustici saranno installati in modo tale da

essere percepiti da tutti gli angoli dell’opificio e sempre nel rispetto della norma

UNI di riferimento.

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Installazione di cartellonistica indicante:

- uscite di sicurezza e relativi percorsi d’esodo;

- punti di raccolta e spazi calmi;

- ubicazione mezzi fissi e portatili di estinzione incendi;

- divieto di fumo ed utilizzo di fiamme libere;

- pulsanti di sgancio dell’alimentazione elettrica;

- pulsanti di allarme.

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RIPRISTINO AMBIENTALE

Il ripristino ambientale dell’area sede dell’impianto sarà attuato in conformità di

quanto previsto dall’art. 240, lettera q) della parte IV del D. L.vo 152/06, mediante

l’esecuzione di interventi di riqualificazione ambientale e paesaggistica atti a

recuperare il sito all’effettiva e definitiva fruibilità per la destinazione d’uso prevista

dal vigente strumento urbanistico, assicurando la salvaguardia delle matrici

ambientali. Al termine dell’attività occorrerà procedere alle seguenti operazioni:

a) Asportazione e conferimento ad aziende specializzate di tutti i rifiuti e dei loro

contenitori ancora giacenti sull’area;

b) Pulizia dei luoghi di lavoro e delle aree adibite a stoccaggio materiali;

c) Ripristino dei luoghi in coerenza con la destinazione d’uso dell’area secondo il

P.R.G. vigente.

L’attività avverrà, esclusivamente su superfici pavimentate, per cui non saranno

possibili dispersioni d’inquinanti nell’ambiente. Episodi accidentali saranno oggetto

d’immediato intervento di contenimento degli inquinanti che non potranno

raggiungere le matrici ambientali limitrofe all’impianto. Per il ripristino ambientale a

fine attività non è necessario provvedere ad interventi straordinari poiché gli

accorgimenti previsti prescritti dalla normativa garantiscono la tutela del suolo e

dell’acqua. In via prudenziale e al fine di rimuovere ogni possibile dubbio sulla

presenza d’inquinanti nell’area in questione ed in quelle limitrofe, saranno eseguite

anche indagini analitiche sulle matrici ambientali (suolo, acque), procedendo al

prelievo di campioni e loro analisi. Nell’eventualità che dall’esito del monitoraggio

post-chiusura risultasse necessario intervenire, si attiveranno tutte le procedure

previste dal D. L.vo 152/06 in materia di messa in sicurezza a bonifica siti inquinati

di cui all’art. 242, D. L.vo 152/06.

INQUADRAMENTO GENERALE DELL’AREA DI STUDIO

Lo studio prende in considerazione tutti i sistemi ambientali sui quali possono

manifestarsi direttamente o indirettamente le incidenze ambientali indotte dalla

proposta progettuale oggetto del presente studio, quali atmosfera, ambiente idrico,

suolo e sottosuolo, vegetazione, flora, fauna, ecosistemi. La descrizione dei sistemi

ambientali è estesa all’ambito territoriale entro il quale il sistema ambientale globale

può essere potenzialmente coinvolto dall’esercizio dell’impianto proposto.

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Inquadramento geologico, idrico, climatico, vegetativo,faunistico

Il territorio del comune di Nocera Inferiore ricadente nel Foglio 185 della Carta

Geologica d’Italia in scala 1:100.000, è situato nella zona di contatto di importanti

gruppi montuosi quali i monti Lattari, Picentini, del Sarno e di Avella.La morfologia

del territorio comunale è variegata, passando dai rilievi carbonatici dei monti Lattari

alle aree di pianura.

I terreni che costituiscono il sub-strato sono costituiti da rocce carbonatiche,

prevalentemente calcaree e calcareo-dolomitiche della Piattaforma Campano-Lucana

di spessore variabile interno ai 2000 - 3000 metri e di età compresa tra il Trias ed il

Creteceo Superiore. Nelle zone morfologicamente e strutturalmente più ribassate, al

di sopra delle rocce carbonati che, si trovano terreni prevalentemente sciolti costituiti

da depositi alluvionali lacustri e piroclastici del Quaternario dello spessore variabile

da qualche metro a oltre 100 metri nelle conche più depresse.

Dal punto di vista idrogeologico nel territorio comunale sono distinguibili due

principali acquiferi: quello corrispondente ai rilievi carbonatici e quello

corrispondente alla zona pianeggiante.

Questi due sistemi acquiferi si differenziano, non solo per la potenzialità delle

risorse idriche sotterranee e le modalità di flusso sotterraneo, ma anche per le

implicazioni sulle caratteristiche geologico-tecniche dei terreni più superficiali, quelli

di maggiore interesse nella pianificazione del territorio.

Acquifero carbonatico

I rilievi carbonatici costituiti essenzialmente dai monti Lattari, costituiscono una

struttura idrogeologica in cui la circolazione idrica sotterranea è molto frazionata in

senso orizzontale e verticale, infatti la falda di base è suddivisibile in più substrutture

differenziate, causate dalla sovrapposizione di strati carbonatici caratterizzati da

differenti grado di fatturazione e carsismo. Tale configurazione da luogo ad una

circolazione sotterranea principalmente basale e con direzione di flusso verso N-NO

con recapito finale nell’acquifero della piana del Sarno.

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Acquifero di piana

Le aree di piana sono caratterizzate principalmente da due sistemi idrogeologici: il

settore occidentale rientrante nel sistema idrogeologico della Piana del Sarno ed il

settore orientale rientrante nel settore delle Piane del Solofrana e del Cavaiola.

Dal punto di vista idrogeologico, questi due sistemi si differenziano per la profondità

del substrato carbonatico, più profondo nel settore occidentale rispetto a quello

orientale, dando origine:

• nella Piana del Sarno, ad un acquifero multistrato costituito da materiali

piroclastici, detritici ed alluvionali;

• nelle del Solofrana e del Cavaiola, ad un acquifero superficiale piroclastico-

detritico-alluvionale sovrapposto a quello carbonatico di base, con talora

interposizione di depositi flyschoidi impermeabili.

Per quanto riguarda l’inquadramento climatico del territorio comunale, esso è di

tipo mediterraneo, con estati calde ed inverni temperati con escursioni termiche non

elevate. Le temperature medie rilevate dalle due stazioni meteorologiche presenti in

città non sono mai troppo basse in inverno ed estremamente elevate in estate, tuttavia

le temperature percepite sono più estreme in quanto risentono dell'elevata umidità che

la conformazione orografica del luogo fa stazionare in città.

NOCERA

INFERIORE

Mesi Stagioni

Anno

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Inv Pri Est Aut

T. max. media (°C) 13,0 13,4 15,7 20,4 23,5 28,4 31,0 31,1 28,2 22,8 16,4 13,6 13,3 19,9 30,2 22,5 21,5

T. min. media (°C) 5,8 5,7 7,6 9,6 13,5 17,3 19,6 19,8 17,5 12,9 9,7 7,5 6,3 10,2 18,9 13,4 12,2

I venti raramente sono molto forti. Le precipitazioni sono frequenti all'autunno sino

alla primavera, e scarse in estate. La varietà degli ambienti naturali influiscono

fortemente sugli aspetti vegetazionali e fauno-floristici del territorio comunale,

laddove si rileva il passaggio da una vegetazione tipica montano-collinare, con boschi

di latifoglie decidue, castagneti e arbusteti e cespuglieti misti a prati stabili, ai sistemi

colturali a prevalenza di seminativi irrigui della piana, intramezzati da vegetazione a

sclerofile e da colture arboree miste a macchie di bosco di latifoglie, tipiche degli

ambienti pedemontani e collinari.

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L’assetto montano collinare contrasta fortemente con il paesaggio vallivo e della

piana, segnato dall’articolazione di una maglia insediativa densa e dalla presenza

delle principali infrastrutture lineari.

Parte del Territorio comunale fa parte di due parchi regionali della Campania:

il Parco regionale Bacino Idrografico del fiume Sarno, che insiste sulla parte

settentrionale del territorio comunale;

il Parco regionale dei Monti Lattari, che interesse l'area meridionale della città,

lungo le dorsali del Monte Albino;

aree di particolare pregio naturalistico al cui interno sono presenti specie botaniche

e faunistiche rare e di pregio.

Nella restante parte del territorio comunale, non interessata da vincoli ambientali,

prevalentemente pianeggiante, si è sviluppato il sistema della coltivazione a rotazione

concatenata, nel quale le nuove colture sono piantate a fianco alle piante che stanno

per essere raccolte. La particolare fertilità del suolo permette di ottenere fino a

quattro raccolti all'anno. L'ulivo è coltivato lungo i declivi della collina di

Sant'Andrea.

In particolare la località Casarzano, dove è ubicata l’area d’intervento, si trova nella

parte occidentale della catena appeninica che prima si è stabilizzata per le grandi

faglie con rigetti verticali complessi di alcune migliaia che si trovano ai margini

dell’Agro Nocerino Sarnese sono da ritenersi inattive da un punto di vista sismico. Le

caratteristiche dei terreni affioranti sono tali che il territorio non è interessato da

profondi dissesti del sottosuolo.

Dal punto di vista idrogeologico il territorio è costituito da terreni molto permeabili

per fessurazione e carsismo delle rocce carbonatiche e da terreni a permeabilità

variabile con porosità da bassa a media, tipica dei depositi sciolti e incoerenti ubicati

al di sopra del bacino sotterraneo di alimentazione delle sorgenti del Sarno, che allo

stato, presentano una marcata riduzione della portata. Questa falda basale può

interessare anche i terreni sciolti a partire da una quota assoluta di -10/15 mt ca.

L’area interessata si presenta pianeggiante senza segni particolari di incisione o

dissesti e non è interessata da specie vegetali di particolare pregio.

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POTENZIALI IMPATTI SUL SISTEMA AMBIENTALE

Al fine di stabilire l’impatto sull’ambiente dovuto all’attività dell’impianto ed al

suo potenziamento produttivo, è necessario stabilire se ve ne siano effettivamente, e

se del caso, valutarne gli effetti. Al fine di rispondere a tale esigenza le valutazioni

tecniche sono state articolate per aspetti specifici così da individuare e definire le

incidenze indotte dall’impianto sull’ambiente. L’estensione dell’area vasta soggetta

alle potenziali influenze derivanti dalla realizzazione del progetto è definita in

funzione della componente analizzata: quando non precisato diversamente, si intende

l’area compresa nel raggio di 1 Km dal sito dell’impianto.

FASE DI CANTIERE

Nel caso in esame, non essendo prevista una fase di “cantiere”, poiché non sarà

realizzata nessuna struttura o modifica delle strutture esistenti, i disturbi all’ambiente

sono esclusivamente concentrati nel periodo di “esercizio” dell’impianto.

FASE DI ESERCIZIO

I principali impatti sull’ambiente, correlati alla presenza dell’impianto ed alle

diverse fasi lavorative, sono di seguito riportati.

Edilizio: come innanzi detto non sono previste nuove opere pertanto non si avrà

nessun impatto dal punto di vista visivo rispetto alla situazione attuale che resterà

immutata.

Urbanistico: l’intervento è pienamente compatibile con le previsioni del Piano

Regolatore Generale vigente nel Comune di Nocera Inferiore, essendo l’impianto

ubicato in zona PIP dotata di tutte le opere di urbanizzazione primarie e secondarie.

L’intervento pertanto produrrà un impatto irrilevante.

Viabilità e Traffico: In funzione delle quantità di rifiuti da trattare, tenuto conto di

un carico medio per automezzo di circa 30 tonnellate, si stima un traffico veicolare

complessivo giornaliero di 30 autotreni in ingresso/uscita.

Tale volume di traffico non comporterà un impatto significativo sul traffico esitente,

in quanto l’incremento sarà perfettamente assorbibile dalla viabilità a servizio

dell’area P.I.P. ove è ubicato l’impianto.

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Idrico: considerato che durante il ciclo di lavorazione non vengono utilizzati liquidi,

il posizionamento delle attrezzature e macchinari su pavimentazioni del tipo

industriale, il convogliamento delle acque nere in una rete di scarico recapitante nella

fognaria comunale (previa depurazione delle stesse al fine di garantire caratteristiche chimico-

fisiche conformi ai limiti di emissione per lo scarico previsti dalla Tab 3 allegato 5 parta terza D.

L.vo 152/06), fanno ritenere l’interferenza sulle acque sotterranee non significativa.

Suolo e sottosuolo: le interferenze con il sottosuolo sono limitate alle fondazioni

dei manufatti esistenti. Tali opere, di entità modesta, hanno sicuramente un impatto

derivante dall’occupazione del suolo poco significante. Le pavimentazioni industriali

del piazzale possono ritenersi idonee ad evitare contaminazione del suolo e

sottosuolo.

In definitiva per questa componente ambientale, l’incidenza negativa sull’ambiente,

risulta notevolmente contenuta o insignificante.

Atmosfera le azioni progettuali che possono determinare una variazione delle attuali

condizioni dell’atmosfera in fase di esercizio sono:

emissioni atmosferiche inquinanti;

produzione ed impatto da rumore.

Emissioni atmosferiche inquinanti

Il quadro normativo nazionale di riferimento sulla qualità dell’aria (valori limite,

soglie di allarme, tecniche di misurazione ecc.) è rappresentato dal D. L.vo n. 152/06.

Per i diversi inquinanti il Decreto Legislativo stabilisce:

i valori limite e le soglie di allarme;

il margine di tolleranza e le modalità secondo le quali tale margine deve essere

ridotto nel tempo;

il termine entro il quale il valore limite deve essere raggiunto;

i criteri per la raccolta dei dati inerenti la qualità dell’aria ambiente, i criteri e le

tecniche di misurazione, con particolare riferimento all’ubicazione e al numero

minimo dei punti di campionamento, nonché alle metodiche di riferimento per la

misura, il campionamento e l’analisi;

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le modalità per l’informazione da fornire al pubblico sui livelli registrati di

inquinamento atmosferico ed in caso di superamento delle soglie di allarme;

il formato per la comunicazione dei dati.

A livello regionale il quadro normativo di riferimento è rappresentato dal Piano

Regionale di Risanamento e Mantenimento della Qualità dell’Aria, secondo il quale il

Comune di Nocera Inferiore ricade in Zona di risanamento (IT0602) - Area

salernitana, per il superamento del valore limite dell’inquinante NO2.

Premesso che qualsiasi attività antropica determina inevitabilmente un

peggioramento, seppur minimo e/o insignificante, della qualità dell’aria nelle

immediate vicinanze, nello specifico i valori presunti delle emissioni in atmosfera,

riportati in tabella del punto di emissione convogliato E1 (dotato di sistema di aspirazione

ed abbattimento polveri) evidenziano valori emissivi molto bassi rispetto ai limiti di

legge (sia ai valori limiti del D. L.vo n. 152/06 e relativi allegati, sia al D. M. 5 febbraio 1998).

Concentrazione

Flusso di

Massa Classe

Limiti (D. L.vo 152/06 All.

1, alla Parte Quinta)

Limiti (D. M. 05.02.1998 All.

1 Suballegato 2)

Polveri 10,0 mg/Nm3 0,05 Kg /h § 5, Classe II 150 mg/Nm

3 135 mg/Nm

3

Per cui è facile ipotizzare un impatto sostanzialmente scarsamente significativo.

Inoltre, considerate le condizioni dell’ambiente al contorno e la mancanza di

abitazioni prossime all’impianto, l’impatto sull’ambiente e sulla salute umana sarà in

ogni caso irrilevante, qualunque sia la direzione prevalente di diffusione e trasporto

degli effluenti, ad opera dei venti.

Produzione ed impatto da rumore

Per definire il clima acustico dell’area d’interesse è stata redatta ed allegata alla

documentazione, a firma dello scrivente, Tecnico competente in acustica, una

relazione di valutazione d’impatto acustico ambientale, ai sensi della Legge 447/95.

Dagli accertamenti effettuati, riportati nella citata relazione di valutazione

d’impatto acustico ambientale sotto riportati si evince il rispetto dei limiti previsti

dalla vigente normativa per cui è possibile affermare che la futura attività, le

macchine e/o attrezzature che saranno utilizzate rispetteranno i valori limite di

emissione per la classe di appartenenza (Classe V), compreso il criterio differenziale

dei 5 dB(A) in fascia diurna.

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Tenuto conte, anche del fatto che tutte le lavorazioni saranno svolte internamente al

capannone.

Ore 10,00 - 13,00 Ore 15,00 - 18,00

Punto 1 61,5 dB(A) 61,0 dB(A)

Punto 2 60,5 dB(A) 60,5 dB(A)

Punto 3 59,0 dB(A) 59,0 dB(A)

Punto 4 59,0 dB(A) 59,0 dB(A)

Punto 5 59,0 dB(A) 59,0 dB(A)

Punto 6 59,0 dB(A) 59,0 dB(A)

Vegetazione, flora, fauna

L’area su cui insiste l’insediamento e quella limitrofa all’impianto, non ospitano

specie botaniche e faunistiche rare o particolarmente pregiate, essendo le aree protette

distanti alcuni chilometri. Considerato che, l’impianto è ubicato all’interno di un’area

industriale nella quale risultano insediate diverse aziende, le perdite dirette di

vegetazione sono da ritenersi nulle o insignificanti, mentre le perdite indirette sulla

vegetazione nelle zone limitrofe risultano anch’esse molto limitate se non nulle.

Per quanto attiene le azioni connesse al funzionamento dell’impianto, che hanno

un’influenza potenziale sulla fauna, emissioni degli effluenti gassosi, propagazione

del rumore, livelli emissivi stimati in atmosfera di agenti inquinanti e rumore,

essendo gli stessi estremamente contenuti e ben al di sotto dei limiti fissati dalla

normativa, è ipotizzabile un effetto sugli animali selvatici trascurabile.

Ecosistemi

Si definisce ecosistema un complesso di componenti e fattori fisici, chimici e

biologici tra loro interagenti ed interdipendenti che formano un sistema unitario e

identificabile (quale un lago, un bosco, un fiume, ecc.) per propria struttura, funzionamento

ed evoluzione temporale. L’intervento in esame non influisce su tale aspetto, attesa

l’assenza di ecosistemi nella zona di particolare interesse.

Salute pubblica

Le azioni dell’iniziativa connesse con l’esercizio dell’impianto che possono avere

un potenziale impatto sulla salute umana sono:

Le emissioni gassose;

La propagazione del rumore.

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Effetti prodotti dalle emissioni gassose

Le attività lavorative che verranno eseguite presso l’impianto, non prevedono

l’utilizzo di sostanze aventi un potenziale effetto sulla salute umana, quali H2S, NH3,

né il contributo di altre sostanze che nel loro complesso causano cattivi odori, come

mercaptani, ammine e solfuri. Per la tipologia di attività in oggetto, quindi non è

previsto alcuna valutazione dei citati inquinanti, in quanto è da escludere

categoricamente qualsiasi rischio per l’ambiente e la salute umana.

In ogni caso il rischio a livelli non significativi per la salute umana è confermata

dalla tipologia degli agenti inquinanti emessi in atmosfera dall’impianto riconducibili

alle sole polveri con valori di concentrazione stimati di gran lunga inferiori alla

norma e che per effetto della diffusione in atmosfera, già a poche decine di metri di

distanza, risulta essere strumentalmente non rilevabile.

Effetti dell'inquinamento sonoro

I disturbi arrecati dal rumore sull’uomo sono ben conosciuti e vengono distinti in

due categorie: quelli di tipo diretto e quelli di tipo indiretto. Tra i primi rientrano tutti

i danni a carico dell’apparato uditivo, mentre i secondi riguardano i danni che

colpiscono il sistema nervoso e neurovegetativo, il sistema visivo, l’apparato

digerente, eccetera.

L’impatto acustico, così come evidenziato nel paragrafo dedicato, ha evidenziato

che la rumorosità indotta dall’attività, legata all’utilizzo dei macchinari dell’impianto,

rientrerà nei limiti previsti dalla normativa ed incrementerà in modo estremamente

ridotta la rumorosità attuale. Si può quindi concludere che la salute pubblica non sarà

interessata in modo apprezzabile dalla generazione di rumori connessi con il

funzionamento dell’impianto.

Paesaggio

Dal punto di vista dell’impatto visivo l’attività oggetto di studio, sarà svolta

all’interno di un opificio esistente, pertanto non si avrà alcuna modifica del

paesaggio.

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Socio-economico

Per ciò che concerne l’occupazione è evidente come l’attività sarà portatrice di

benefici occupazionali dovuti all’impiengo di 6/7 unità lavorative oltre a quelle

indotte per attività di servizi quali manutenzioni, trasporto, etc. L’iniziativa

comporterà anche dei risvolti socio economici in una zona che ha problemi di

occupazione e basso reddito.

Indubbi sono anche i benefici ambientali derivanti dall’attività di recupero che

s’intende effettuare; è infatti evidente come il riutilizzo ed il recupero costituisca una

valida alternativa allo smaltimento, con impatti ambientali fortemente positivi.

ANALISI DELLE ALTERNATIVE E CUMULO CON ALTRI PROGETTI

Da quanto esposto circa gli obiettivi che il progetto si prefigge, l’alternativa zero,

cioè quella che prevede la non realizzazione del progetto, considerata la continua

sofferenza del sistema di gestione dei rifiuti nella Regione Campania, comporterebbe

alla rinuncia di un impianto che tratta e recupera un maggior quantitativo rifiuti da

immettere di nuovo sul mercato sotto forma di MPS consentendo un minore invio di

rifiuti a discarica; “mission” perfettamente in linea con il concetto di una corretta

gestione dei rifiuti, che deve avere come obiettivo principale l’uso razionale e

sostenibile delle risorse ed essere impostata seguendo un rigoroso ordine di priorità

che prevede di ottimizzare al massimo il recupero dei rifiuti, al fine di ottenere MPS e

quindi smaltire in discarica un minor quantitativo di rifiuti (non recuperabili).

Per quanto riguarda invece le alternative di sito e l’effetto cumulativo con altri

impianti simili, si sottolinea che la scelta risulta ottimale, in quanto l’impianto è

posizionato in una zona industriale servita da una buona viabilità ed attualmente

priva di insediamenti della medesima natura che possano determinare, congiuntamente

a quello in esame, un effetto sommatorio con incidenza significativa sull’ambiente

circostante rispetto alla situazione oggi esistente.

MITIGAZIONI

In considerazione della qualità del progetto e dei ridotti impatti potenziali che ne

derivano, e dei sistemi di mitigazione messi in atto (lavorazioni in ambienti al chiuso,

abbattimento polveri con filtri a maniche, pavimentazioni industriali impermeabili, idonee

cofanature dei macchinari, ecc.), si ritiene che le stesse apportino un grado di mitigazione

adeguato degli impatti prodotti.

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CONCLUSIONI

Lo scenario emerso dal presente studio, mostra un intervento apportatore di lievi

impatti sull’ambiente, in quanto non si sono riscontrate fonti di inquinamento

irreversibile, o tali da creare pregiudizio per la sicurezza e la salute umana,

l’iniziativa proposta infatti:

è conforme agli strumenti di pianificazione e programmazione vigenti;

non crea disfunzioni nell’uso e nell’organizzazione del territorio;

gli obiettivi del progetto non sono in conflitto con gli utilizzi futuri del territorio

essendo l’impianto ubicato in zona compatibile;

non crea interferenze con paesaggi importanti dal punto di vista storico, culturale

né impatti negativi al patrimonio naturale;

l’impianto non costituisce una minaccia per il sistema ambientale in cui esso si

inserisce o far prevedere possibili incidenti atti a procurare danni all’ambiente o

alla salute umana.

Inoltre da quanto esposto si evince che l’impianto è coerente con la pianificazione e

la programmazione nazionale, regionale e provinciale in materia di gestione dei

rifiuti. L’area su cui è ubicata l’impianto non è sottoposta a vincolo idrogeologico,

archeologico, forestale, non ricade in aree naturali protette, riserve naturali e non si

trova nelle vicinanze di un Sito di Interesse Comunitario (SIC), né di una Zona di

Protezione Speciale (ZPS).

In definitiva, non sussistono motivi ostativi affinché l’iniziativa proposta possa

realizzarsi.

Mercato San Severino

Il Tecnico

Dr. Giuseppe Del Regno