Relazione agroforestale mortara - Comune di Mortara · PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE...
Transcript of Relazione agroforestale mortara - Comune di Mortara · PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE...
Comune di Mortara
Titolo Elaborato
Marzo 2010
Scala
-
N°Elaborato
PGT MORTARA
IL SISTEMA AGROFORESTALE
12
Studio Terra VivaVia Biffignandi, 3727029 Vigevano (PV)Tel. 0381/83698FAX 0381/83352Email [email protected]
Il Progettista
RELAZIONE
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
1
INDICE
ASPETTI AGRICOLI 3
1. INTRODUZIONE 4
2. MATERIALI E METODI 6
2.1. AREE AGRICOLE DI INTERESSE STRATEGICO 6
2.2. RILIEVO DEI CENTRI AZIENDALI 12
3. RISULTATI 14
3.1. AREE AGRICOLE DI INTERESSE STRATEGICO 14
3.2. RILEVO DEI CENTRI AZIENDALI 17
4. ALLEGATO I – TABELLE E DATI 20
4.1. DATI GENERALI COMUNALI 20
4.2. DATABASE DELLE AZIENDE AGRICOLE 20
4.2.1. Aziende agricole operanti sul territorio comunale 20
4.2.2. Aziende agricole mortaresi 20
4.3. AREE AGRICOLE DI INTERESSE STRATEGICO 21
4.3.1. Aree potenzialmente strategiche per funzione produttiva 21
4.3.2. Aree potenzialmente strategiche per funzione di presidio 21
4.3.3. Aree agricole di interesse strategico - AIS 21
ASPETTI ECOSISTEMICI E FORESTALI 22
1. INTRODUZIONE 23
1.1. PREMESSA 23
2. MATERIALI E METODI 23
2.1. PREMESSA 23
2.2. CENSIMENTO DEI BOSCHI E DEI SISTEMI ARBOREI 23
2.3. USO DEL SUOLO 30
2.4. PROPOSTE DI INCREMENTO E GESTIONE DELLA BIODIVERSITÀ 30
2.5. LA RETE ECOLOGICA LOCALE 31
2.5.1. Premessa 31
2.5.2. Elementi costitutivi della Rete Ecologica 31
2.5.3. La Rete Ecologica Regionale 33
3. CENSIMENTO DEI BOSCHI E DEI SISTEMI ARBOREI 35
3.1. INQUADRAMENTO FORESTALE 35
3.1.1. La Regione Forestale 35
3.1.2. Il Substrato 36
3.1.3. Il Distretto geobotanico 37
3.1.4. Vegetazione potenziale 37
3.2. VEGETAZIONE REALE E ASSETTO FORESTALE 38
3.3. EMERGENZE FORESTALI-NATURALISTICHE 39
3.3.1. Eccellenze forestali 39
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
2
4. LA RETE ECOLOGICA LOCALE 42
4.1. LA RETE ECOLOGICA REGIONALE 42
4.2. LA RETE ECOLOGICA DEL COMUNE DI MORTARA 43
5. PROPOSTE DI INCREMENTO E GESTIONE DELLA BIODIVERSITÀ 45
6. CONCLUSIONI 48
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
3
ASPETTI AGRICOLI
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
4
1. Introduzione
L'agricoltura è una tecnica volta alla trasformazione di elementi primari in generi alimentari di diretto
utilizzo o a loro volta destinati a trasformazione in alimenti più nobili. Negli anni più recenti e nei paesi più
avanzati, l’aspetto di approvvigionamento alimentare ha progressivamente perso importanza, per lasciare
spazio a funzioni complementari quali la tutela e la manutenzione del territorio, la conservazione del
paesaggio e delle tradizioni, la salvaguardia del patrimonio architettonico, culturale, gastronomico di una
regione.
L’area studiata è caratterizzata per lo più da un'agricoltura estremamente moderna ed evoluta, capace di
mantenere a pieno titolo la fisionomia di settore produttivo e di competere sul mercato europeo per
quantità e qualità delle produzioni. Ciononostante, per quanto detto sopra, non è più possibile descriverla e
analizzarla senza fare attenzione a una serie di attività connesse, quasi assenti solo quindici anni fa, che
contribuiscono in misura crescente alla formazione del reddito. Nel territorio studiato, inoltre, l’agricoltura
ha potuto evolversi in maniera pressoché indisturbata, data l’assenza di grandi opere di livello regionale
negli ultimi decenni. Ciò ha permesso al settore agricolo di seguire senza distorsioni le dinamiche più forti,
da un lato sviluppando costantemente l’aspetto produttivo (incremento della meccanizzazione,
organizzazione dell’azienda, appezzamenti di maggiori dimensioni, crescita delle capacità di stoccaggio),
dall’altro introducendo attività complementari.
In un contesto territoriale come quello appena descritto, il rapporto fra agricoltura e pianificazione
comunale assume una valenza strategica. L’agricoltura, infatti, è innanzitutto un’attività economica di
primaria importanza; inoltre essa rappresenta uno degli elementi più rilevanti per il raggiungimento degli
equilibri territoriali e ambientali. Nel perseguire la propria finalità economica, infatti, l’agricoltura svolge
una pluralità di funzioni di gestione e tutela diffusa del territorio di riconosciuto valore sociale e non
demandabili ad altri soggetti. Si pensi, ad esempio, alla regimazione delle acque e al disegno del paesaggio.
Tale ruolo, peraltro ampiamente rimarcato nel panorama normativo comunitario, nazionale e regionale, è
ancor più cruciale in un contesto come quello lomellino, caratterizzato da un’agricoltura fortemente
evoluta (risicoltura), da elevati valori paesaggistico-ambientali (garzaie, querceti, dossi, cascine storiche,
pievi, abbazie, ecc…) e da una preoccupante tendenza all’erosione di suolo agricolo a favore di usi
alternativi non reversibili. L’assunto fondante di tutto il presente studio è che la principale garanzia del
mantenimento dei tratti specifici del territorio e del paesaggio risiede proprio nella presenza di un
sistema agricolo efficiente.
L’unità elementare operante sul territorio agricolo sul piano organizzativo, economico e gestionale è
costituita dall’azienda, ovvero dall’organizzazione di fattori produttivi in capo ad un imprenditore. Il
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
5
governo del territorio rurale non potrà quindi prescindere dalla conoscenza approfondita del tessuto di
aziende esistente e dovrà tenere conto di tali soggetti e delle loro esigenze sia come entità singole sia come
sistema organizzato.
Scopo del presente lavoro è pertanto quello di fornire una disamina delle caratteristiche principali del
territorio rurale del Comune di Mortara, evidenziando la trama delle aziende agricole operanti sul territorio
e individuandone le peculiarità più rilevanti.
L’instaurarsi di un rapporto armonico fra le esigenze di sviluppo e di conservazione, che si riflette nella
possibilità di un equilibrio nelle scelte urbanistiche ed economiche, non può prescindere dalla
considerazione delle realtà rurali presenti sul territorio. Un’approfondita analisi del contesto agricolo
comunale costituisce dunque l’indispensabile premessa per la formulazione di scenari di piano realmente
efficaci, in un’ottica di cooperazione e sinergia fra mondo agricolo e scelte urbanistiche, sociali ed
economiche. In sintesi, dunque, la conoscenza del comparto rurale comunale permetterà di
salvaguardare la vitalità dell’agricoltura, garantendo così la sua funzione di presidio, supportando e
incentivando al contempo le iniziative più virtuose del settore rurale in termini di conservazione e
miglioramento dell’ambiente e del territorio.
Tale analisi ha anche permesso di delineare una proposta di definizione delle Aree Agricole di Interesse
Strategico (AIS), ai sensi della l.r. 15/2005. La perimetrazione di tali aree costituisce un passaggio
fondamentale nella definizione degli indirizzi urbanistici delle aree rurali: per tali motivi la definizione delle
AIS costituisce un obiettivo prioritario del presente lavoro.
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
6
2. Materiali e metodi
2.1. Aree agricole di interesse strategico
Il rapporto fra agricoltura, urbanistica e pianificazione territoriale ha assunto negli ultimi anni un ruolo
cruciale anche nelle indicazioni normative e metodologiche del legislatore regionale. Il nuovo Piano
Territoriale Regionale, ed in generale la politica pianificatoria di Regione Lombardia degli ultimi anni, ha
rivestito di un’importanza strategica il territorio non edificato e l’agricoltura intesa nel suo ruolo
multifunzionale. Uno dei cardini pianificatori volti a tutelare e valorizzare il territorio rurale è
l’identificazione delle aree agricole di interesse strategico, definite dalla DGR 8/8059 del 19/09/2008 come
“quelle parti di territorio connotate da uno specifico e peculiare rilievo, sotto il profilo congiunto
dell’esercizio dell’attività agricola, dell’estensione e delle caratteristiche agronomiche del territorio”. La
delimitazione delle aree spetta alla Provincia, che esercita questa sua funzione nell’ambito del PTCP. Il
Comune, tuttavia, svolge un ruolo non marginale, potendo agire su 3 fronti:
1. Deve essere obbligatoriamente consultato dalla Provincia per la formulazione di una proposta di
perimetrazione delle aree nel corso della redazione del PTCP
2. Recepisce, nel Piano delle Regole, le aree agricole strategiche delimitate dal PTCP, con la facoltà di
apportarvi “rettifiche, precisazioni e miglioramenti derivanti da oggettive risultanze riferite alla
scala comunale
3. Delimita le “altre aree di rilevanza per l’attività agricola” e per le sue funzioni plurime, sebbene non
connotate da un rilievo provinciale. Le aree di interesse strategico e le altre aree di rilevanza per
l’attività agricola costituiscono, nel loro complesso, le “aree agricole”, assoggettate ai disposti della
Parte II – Titolo III della l.r. 12/05.
Si è pertanto provveduto, in questa sede, ad effettuare una prima perimetrazione delle aree strategiche,
che viene a supporto della futura proposta di delimitazione da realizzarsi nell’ambito del PTCP. Le solide
analisi alla base, inoltre, potranno parimenti costituire un utile strumento nella successiva fase di
recepimento della delimitazione provinciale definitiva nell’ambito del PGT, qualora si voglia procedere ad
una rettifica di tale delimitazione. L’obiettivo fondante della perimetrazione a livello comunale è quello di
individuare le porzioni di territorio agricolo in cui il sistema produttivo appare in grado di mantenere i tratti
peculiari del paesaggio, in quanto capace di mantenersi validamente operativo sul mercato.
La metodologia adottata per la delimitazione delle aree a livello comunale deve innanzitutto partire dai tre
criteri provinciali, elencati nel Paragrafo 2.1 dell’Allegato 1 della DGR 8/8059:
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
7
• Rilevanza dell’attività agricola
• Estensione e continuità territoriale
• Produttività dei suoli
A questi tre criteri di scala sovracomunale si aggiungono numerosi altri criteri di scala locale, elencati
nell’Allegato 5 della succitata DGR. Tra questi ricordiamo, in quanto coerenti con la metodologia adottata:
• Numero, tipologia e consistenza delle aziende agricole operanti sul territorio comunale
• Entità dei contributi comunitari assegnati alle aziende
• Presenza di attività agrituristiche o connesse
• Presenza di elementi distintivi del paesaggio agricolo tradizionale
• Stato e dinamica delle attività di frangia periurbana con individuazione delle aree che possono
svolgere una funzione di presidio a fenomeni di conurbazione
La metodologia adottata si è necessariamente basata su quanto indicato nei criteri guida regionali.
Il primo passaggio dell’elaborazione è stato la costruzione del database delle aziende agricole presenti sul
territorio comunale di Mortara. Questo elemento ha permesso, a sua volta, la realizzazione di diversi altri
elaborati, non solo cartografici, funzionali a loro volta alla definizione delle aree strategiche. Si tratta, in
particolare, dello sviluppo dei seguenti temi:
1. Carta delle Aziende agricole – Ripartizione per classi dimensionali
2. Carta delle Aziende agricole – Trama aziendale per classi dimensionali
3. Carta delle Aziende mortaresi – Ripartizione per classi dimensionali
4. Carta delle Aziende mortaresi – Trama aziendale per classi dimensionali
Le basi informative utilizzate per l’elaborazione delle suddette carte sono state due, entrambe derivate dal
database del Sistema Informativo Agricolo di Regione Lombardia1: 1) shapefile2 contenente la suddivisione
catastale del territorio rurale; 2) file di testo riportante l’attribuzione del CUAA ad ogni particella catastale.
L’unione del dato tabellare e dello shapefile ha permesso di attribuire un CUAA, e dunque ogni azienda, ai
mappali censiti a SIARL. Appare qui doveroso precisare che il dato regionale mostra, sin dalla sua forma
grezza, alcune lacune nella copertura spaziale delle particelle catastali, a causa dell’assenza del dato
1 Per la cortesia e la celerità mostrate si ringrazia, a questo proposito, il dott. Zaninelli, responsabile del coordinamento gestione banche dati e
applicativi SIARL della DG Agricoltura di Regione Lombardia. 2 Lo shapefile è il più diffuso formato di file utilizzato nei Sistemi Informativi Territoriali (SIT o GIS)
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
8
cartografico completo. Per ovviare tale incompletezza nei dati, si è proceduto comunque ad elaborare
anche le informazioni relative al solo dato tabellare, maggiormente completo rispetto all’estensione dello
shapefile.
Sempre grazie al ricorso al database SIARL è stato possibile associare ad ogni azienda il dato di superficie
agricola coltivata (SAU). Tale dato è stato poi classificato in quattro classi dimensionali, i cui intervalli
rappresentano delle soglie significative in termini di struttura e organizzazione aziendale:
1. Aziende con superficie inferiore a 30 ettari: si tratta di aziende del tutto marginali nelle dinamiche
economiche attuali del settore rurale. Le ridotte dimensioni, infatti, le pongono al di fuori di una
prospettiva di permanenza duratura nel mercato.
2. Aziende con superficie compresa tra 30 e 70 ettari: possono essere definite aziende submarginali.
Le dimensioni aziendali consentono una funzionalità sufficiente, sebbene questa classe sia affetta
da un’intrinseca fragilità e una maggiore esposizione a fenomeni di disgregazione.
3. Aziende con superficie compresa tra 70 e 120 ettari: sono aziende di buone dimensioni, efficienti e
funzionali, inserite nel mercato.
4. Aziende con superficie superiore a 120 ettari: tali aziende mostrano una dimensione ottimale, tale
da consentire una presenza sul mercato duratura.
Grazie alle classi sopra descritte, è stato possibile realizzare le due carte relative alle aziende agricole
presenti sul territorio comunale. La differenza fra i due elaborati consiste nella rappresentazione grafica:
nel caso della carta della ripartizione per classi dimensionali, si è optato per un unico colore per ogni classe.
(Elaborato 11 - “Analisi delle aziende agricole”). Nella carta della trama aziendale, invece, ogni singola
aziendale è stata rappresentata con un colore diverso o meglio con una sfumatura differente dei colori
precedentemente utilizzati per le classi dimensionali, al fine di rendere l’effettiva distribuzione delle
aziende sul territorio. (Elaborato 11)
Grazie infine al dato relativo ai centri aziendali sul territorio comunale, è stato possibile identificare grazie
al CUAA le aziende con sede centro aziendale in Mortara, e di conseguenza costruire le carte relative alle
aziende mortaresi. Tale elaborato è rivestito di un’importanza particolare, alla luce delle premesse
enunciate nel Capitolo precedente. Le aziende mortaresi, infatti, specie se presentano il baricentro
produttivo all’interno del territorio comunale, sono espressione di soggetti economici radicati, interessati al
mantenimento di condizioni di operatività che permettano la prosecuzione e anzi il miglioramento
dell’attività agricola, con conseguenti ripercussioni positive sul mantenimento di un assetto paesaggistico
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
9
equilibrato. Tali aziende costituiscono per tale ragione il primo riferimento anche per la definizione delle
aree agricole strategiche. (Elaborato 11)
Una volta costruito il database delle aziende agricole, si è proceduto ad identificare le aree potenzialmente
strategiche per la funzione produttiva (Elaborato 11). Queste devono la loro importanza alla redditività
garantita dai parametri classici dell’economia agraria: dimensioni e assetto produttivo, inteso come
disponibilità di terra, capitale e lavoro. È stato considerato come potenzialmente strategico il territorio
rurale afferente alle seguenti classi di aziende:
1. Aziende agricole con sede operativa e baricentro produttivo nel Comune di Mortara: la semplice
presenza di un centro aziendale nel territorio comunale non è stata considerata condizione
sufficiente alla classificazione dell’azienda come potenzialmente strategica. Si è voluto in questo
modo sottolineare come il vero presupposto per la presenza di un interesse nella conservazione e
nel potenziamento del comparto rurale comunale sia il reale radicamento dell’azienda.
2. Le aziende agricole con sede esterna ma baricentro produttivo localizzato nel territorio comunale:
al pari di quanto detto prima, le aziende prive di un centro aziendale nel territorio comunale ma
con una percentuale significativa della loro superficie aziendale nel territorio comunale (> 60%)
sono state considerate come potenzialmente strategiche.
3. Le aziende agricole che detengono sul territorio comunale corpi fondiari di dimensioni significative,
superiori ai 25 ettari: anche in questo caso vale il principio della prevalenza dell’interesse
dell’azienda nel mantenimento e del potenziamento dell’attività agricola, sulla base della proprietà
di corpi fondiari di dimensioni tali da garantire un esercizio ottimale dell’agricoltura.
L’analisi delle classi dimensionali del territorio potenzialmente strategico per funzione produttiva
(Elaborato 11) ed in generale della ripartizione delle tipologie aziendali sul territorio comunale ha permesso
di delineare un criterio di selezione delle aree agricole effettivamente strategiche per funzione produttiva
su base dimensionale. È emersa, infatti, una maggior presenza di aziende agricole di piccole e piccolissime
dimensioni nel quadrante settentrionale del territorio comunale, anche in virtù di un differente contesto
pedomorfologico di tali aree (presenza di dossi sabbiosi, limitazioni alla risicoltura, presenza di colture
arboree, ecc…).
Su tale base, si è deciso di considerare come effettivamente strategiche le aziende potenzialmente
strategiche con superficie aziendale superiore a 70 ettari su tutto il territorio comunale e con superficie
aziendale superiore a 30 ettari se localizzate nel quadrante settentrionale del comune.
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
10
A questo set di aziende sono state aggiunte come effettivamente strategiche:
1. Tutte le aziende agrituristiche operanti sul territorio comunale
2. Tutte le aziende che hanno percepito dei contributi regionali grazie al nuovo PSR 2007-2013, per le
misure 121 e 112
È stato così possibile identificare in via definitiva il territorio agricolo comunale strategico. La funzione
produttiva, tuttavia, non esaurisce le ragioni per le quali il comparto agricolo deve essere considerato
importante per mantenere l’assetto paesaggistico. In determinate condizioni, infatti, anche dove le aziende
si presentano economicamente marginali, la funzione di presidio assume una rilevanza particolare e deve
essere in tal guisa evidenziata.
A questa classe è stato pertanto affiancato anche il territorio effettivamente strategico per prevalente
funzione di presidio, rappresentato dalle porzioni di territorio comunale in cui l’agricoltura svolge e deve
continuare a svolgere un freno ai fenomeni di urbanizzazione e conurbazione.
A tale scopo si è proceduto ad identificare, in primo luogo, delle porzioni di territorio potenzialmente
strategico rispetto alla funzione di presidio (Elaborato 11), definite sulla base delle tendenze evolutive
dell’espansione delle aree urbanizzate (Elaborato 11) e della struttura ecologica del territorio comunale
(Elaborato 4 “Rete Ecologica Locale”)
La perimetrazione delle aree effettivamente strategiche per funzione di presidio è stata condotta
escludendo dalle aree potenziali gli appezzamenti già classificati come strategici per funzione produttiva. Si
è ritenuto infatti che tali aree svolgano già di fatto una funzione di tutela del territorio.
Il risultato, ovvero le Aree Agricole di Interesse Strategico, è riportato nell’Elaborato 6 “Aree Agricole di
Interesse Strategico”
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
11
METODO DI IDENTIFICAZIONE DELLE AREE AGRICOLE DI INTERESSE STRATEGICO
Figura 1 – Diagramma di flusso del metodo di identificazione delle Aree Agricole di Interesse Strategico
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
12
2.2. Rilievo dei centri aziendali
Il secondo passo nell’analisi del territorio agricolo comunale ha riguardato il censimento e il rilievo dei
centri aziendali comunali, ovvero dei fabbricati agricoli presenti sul territorio comunale connessi
all’esercizio dell’attività agricola e pertanto riconducibili ad una specifica azienda. Tale fase elaborativa è
stata realizzata mediante analisi delle banche dati regionali e supportata da un puntuale rilievo in campo.
Essa ha permesso non solo di identificare i centri aziendali effettivamente presenti, ma anche di raccogliere
informazioni utili alla formulazione degli scenari di piano e delle regole urbanistiche.
Il set iniziale di centri da rilevare è stato costruito analizzando la Carta Tecnica Regionale e le ortofoto del
territorio comunale (volo 2007), evidenziando tutti gli edifici che per forma, dimensione e collocazione
spaziale potessero essere riconducibili a centri aziendali. Tale elenco è stato integrato considerando tutte le
particelle catastali censite nel Sistema Informativo Agricolo di Regione Lombardia (SIARL), opportunamente
localizzate su carta. I dati così acquisiti sono stati verificati mediante rilievi in campo, con i seguenti
obiettivi:
1. Verificare la natura di centro aziendale dell’edificio indicato, escludendo in tal modo dalle ulteriori
analisi i fabbricati erroneamente inseriti (industrie, cascine totalmente convertite all’uso
residenziale, fabbricati demoliti, ecc…)
2. Effettuare un rilievo fotografico
3. Stabilire il grado di attività del centro, distinguendo in tal modo i centri aziendali attivi (o
parzialmente attivi) dal punto di vista dell’esercizio dell’attività agricola da quelli totalmente
abbandonati (ma non convertiti all’uso residenziale)
Sulla base dell’elenco consolidato e verificato in campo, si è proceduto ad assegnare ad ogni centro
aziendale ulteriori informazioni, quali il CUAA, il toponimo e gli estremi catastali. Tutti i dati raccolti sono
stati ordinati in un Abaco delle Cascine, riportante inoltre anche l’inquadramento corografico su CTR, il
fotopiano e l’estratto catastale del fabbricato rurale.
L’identificazione dei centri aziendali in Mortara costituisce anche un dato utile alla classificazione delle
aziende agricole sul territorio, distinguendo appunto quelle con centro aziendale nel territorio comunale e
quelle con centro esterno.
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
13
METODO DEL CENSIMENTO DEI CENTRI AZIENDALI
Figura 2 – Diagramma di flusso del metodo del Censimento dei Centri Aziendali
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
14
3. Risultati
3.1. Aree agricole di interesse strategico
La realizzazione del database delle aziende agricole, primo passo per la definizione delle aree strategiche,
ha permesso di realizzare un supporto informativo di assoluto rilievo, sia in funzione delle informazioni
estratte contestualmente a questo studio (analisi delle classi dimensionali, aree strategiche), sia in
relazione alle presenti e future esigenze di gestione e pianificazione del territorio del Comune.
L’analisi della struttura e della distribuzione delle aziende agricole ha permesso di evidenziare la presenza
sul territorio comunale di 138 aziende agricole sulle quali si possono svolgere le seguenti considerazioni:
1. La trama aziendale sottolinea, come già accennato, la suddivisione del territorio in due distinte
zone. I quadranti occidentale e soprattutto meridionale spiccano per la trama omogenea e
regolare, con corpi aziendali continui e poco frammentati. I quadranti orientali e settentrionali, al
contrario, mostrano una estrema frammentazione, massima nei pressi delle frazioni orientali, con
una trama discontinua.
2. L’analisi delle classi dimensionali e della loro distribuzione permette di delineare, ancora una volta,
un quadro di sostanziale suddivisione del territorio comunale in due zone. La zona delle frazioni
orientali presenta la massima concentrazione di aziende piccole e piccolissime, peraltro
ampiamente diffuse anche nella zona delle fraz. Medaglia e Madonna del Campo. Le aziende di
medie e grandi dimensioni, invece, si raggruppano a sud, verso Olevano e a nord ovest verso
Nicorvo.
3. A livello statistico, risulta significativo che più della metà della SAU comunale (ed in particolare il
58%) ricade nelle due classi dimensionali maggiori (vedi Paragrafo 4.2), ovvero di aziende con una
buona struttura e potenzialità economica. Bassa risulta essere la percentuale di territorio afferente
ad aziende sub marginali (meno del 15%), sebbene la concentrazione di tali aziende in alcuni luoghi
induce ad una particolare considerazione del fenomeno, vista la maggior esposizione in tali aziende
alla trasformazione del suolo in usi concorrenti ed alternativi a quello agricolo.
4. Le percentuali delle singole classi dimensionali rispetto al numero di aziende risultano invertite, con
una netta predominanza delle aziende di piccole dimensioni (44%). Di fronte ad uno scenario così
complesso e variegato, appare evidente che un supporto operativo come il database delle aziende
mostra tutta la sua utilità, consentendo di interfacciarsi correttamente con una realtà strategica per
gli assetti territoriali.
5. L’identificazione dei centri aziendali e la conseguente definizione del sottoinsieme delle aziende
mortaresi ha permesso di valutare la distribuzione delle classi dimensionali e di calcolare le
percentuali di ciascuna classe rispetto al totale della SAU rappresentata e del numero di aziende. È
emerso innanzitutto che le aziende mortaresi, o meglio le aziende con centro operativo in Mortara
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
15
riconosciuto e censito secondo i parametri enunciati nel Paragrafo 2.1, risultano essere 40, pari al
30% circa delle aziende operanti in Mortara. La SAU rappresentata è pari a 2361 ettari,
corrispondente al 60% circa del totale comunale (vedi Paragrafo 4.2). La ripartizione in classi
dimensionali della SAU mostra una maggiore rilevanza percentuale delle aziende di medie e grandi
dimensioni rispetto ai dati emersi per l’intero comparto comunale. Ciò è probabilmente dovuto alla
metodologia adottata, basata sull’identificazione del centro aziendale: in questo modo le aziende di
piccole dimensioni, spesso prive di un vero e proprio centro aziendale, possono risultare
leggermente sottostimate. Ciò tuttavia rispecchia di fatto la loro natura “border-line” rispetto alle
dinamiche attuali di mercato.
La delimitazione delle aree potenzialmente strategiche per funzione produttiva si è tradotta nella
perimetrazione di un’ampia parte della SAU comunale. Si tratta, infatti, di circa l’87% delle aree agricole
comunali, per un totale di 3456 ha.
La perimetrazione delle aree agricole effettivamente strategiche ha condotto all’individuazione di un totale
di circa 2550 ettari di territorio in cui l’agricoltura svolge un ruolo chiave sia in funzione produttiva sia in
virtù del suo ruolo di presidio del territorio. Si tratta di una porzione consistente del territorio comunale,
pari al 64% della SAU complessiva comunale. Tale dato si compone, come specificato nel paragrafo relativo
alla metodologia di calcolo, di due distinti tematismi, ovvero delle aree a prevalente funzione produttiva e
di quelle a prevalente funzione di presidio. Le prime concorrono al totale con circa 2060 ettari (circa il 52%
della SAU comunale), mentre quelle di presidio coprono circa 490 ettari (12%). Queste ultime, in
particolare, si concentrano in due porzioni di territorio:
1. Area delle frazioni orientali: è una fascia allungata di territorio, a cavallo della SP 106, dalla SP 494
fino alla SS 596. È delimitata ad est dal confine comunale e ad ovest principalmente dal reticolo
idrografico (Cavo Magnaghi, Roggia Biraga). In questa porzione di territorio, di assoluto rilievo per
gli aspetti ecologici e paesaggistici, sono in atto fenomeni di conurbazione e trasformazione d’uso
dei suoli. Si pensi, ad esempio, alla pressione esercitata dal polo commerciale-ricreativo-industriale
realizzato in Comune di Parona esattamente a ridosso del confine comunale con Mortara. Si denota
anche, per la struttura storica degli abitati delle frazioni, una certa esposizione a fenomeni di
saldatura fra i singoli centri (vedi, ad esempio, il caso della Cattanea e dei Casoni dei Peri)
2. Area tra il Polo Logistico e la frazione Madonna del Campo: porzione del territorio comunale
delimitata a sud dalla SP 26, ad ovest dal territorio comunale, a nord dalla linea FS Vercelli-Mortara
e dalla Roggia Regola, ad est dalla stessa Roggia Regola e dall’abitato di Mortara. Si tratta di un’area
esposta al rischio di perdita dei caratteri paesaggistici agricoli, per la pressione a sud del polo
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
16
logistico, ad est dell’avanzata dell’abitato di Mortara e a nord est dalla conurbazione in atto in loc.
Molino della Fontana a cavallo della SS 211.
A livello generale, non deve stupire la consistente percentuale di aree agricole strategiche nel territorio di
Mortara. Come già più volte premesso e anticipato, l’agricoltura in Mortara, ed in generale in Lomellina,
mostra caratteristiche di assoluta rilevanza. In questi luoghi, infatti, probabilmente più che altrove, si coglie
il legame fra agricoltura e territorio, fra agricoltura e paesaggio, sia in termini di estensione territoriale delle
aree rurali sia per le funzioni svolte. L’agricoltura in Lomellina rappresenta una delle forze economiche e
territoriali più importanti e più diffuse, con forme di organizzazione aziendale di assoluta eccellenza.
Agricoltura in Lomellina significa, anche in virtù di quanto detto finora, paesaggio tipico e tradizionale,
percezione dell’equilibrio del territorio e linguaggio paesistico dominante. La natura rurale del territorio
comunale, ed in generale del territorio, è un dato di fatto che si percepisce appena oltrepassata la cerchia
cittadina: come tale l’agricoltura costituisce una forza di tutela e un valore da conservare là dove
maggiormente è in trasformazione ed evoluzione l’uso del suolo (aree con funzione di presidio). È dunque
ragionevole che in ampie porzioni del territorio comunale l’agricoltura si rivesta di carattere strategico,
pena la banalizzazione e la destrutturazione.
In conclusione, dunque, la conoscenza della trama aziendale e delle peculiarità delle aziende operanti sul
territorio consentirà una più attenta valutazione delle scelte urbanistiche e di trasformazione, consentendo
non solo di valutare ex-post i danni subiti dal comparto e dalle singole unità economiche aziendali, ma
rendendo di fatto possibile incorporare le tematiche agricole fin dalla fase di progettazione delle
alternative, permettendo di indirizzare le istanze di trasformazione anche in funzione degli impatti sul
comparto rurale. Si potrà così evitare l’ingenerarsi di danni non considerati (frammentazione della maglia
fondiaria, marginalizzazione, ecc…) o quanto meno adottare le necessarie misure mitigative-compensative-
risarcitorie per la gestione di tali esternalità negative. In tal senso, la conoscenza puntuale della trama delle
aziende potrà consentire la formulazione di ipotesi di compensazione mirate, estendendo tale concetto,
oltre gli aspetti meramente ecologici, a tutto ciò che concorre al mantenimento in essere dell’agricoltura
come realtà economica competitiva.
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
17
3.2. Rilevo dei centri aziendali
L’analisi dei fabbricati rurali ha permesso di identificare 46 centri corrispondenti ai criteri enunciati nel
Capitolo precedente, partendo da un dataset iniziale di oltre 80. Per ciascun centro è stata compilata una
scheda, riportante il rilievo fotografico, l’inquadramento cartografico, l’ortofoto, lo stralcio catastale e
alcuni dati testuali (toponimo, inquadramento catastale, CUAA, tipologia aziendale, descrizione,
strategicità). A ciascun centro è stato inoltre assegnato un codice identificativo univoco alfanumerico. I
risultati sono riassunti in un albo e rappresentati a livello cartografico nell’Elaborato 8 “Censimento delle
cascine”.
Sulla base dei dati raccolti è possibile esprimere alcune considerazioni:
A. Le tipologie dei fabbricati rurali rispecchiano l’assetto bipartito del territorio comunale, con una
netta distinzione fra la zona delle frazioni orientali (ed in generale il quadrante nord orientale) e il
resto del territorio comunale, ed in particolare il quadrante sud occidentale.
B. I quadranti occidentali e meridionali mostrano centri aziendali di medie e grandi dimensioni, spesso
ancora attivi o solo parzialmente riattati all’uso residenziale. Si riscontrano in queste zone anche le
cascine di maggior pregio paesistico, anche di antica formazione e di interesse storico, con la
presenza della tipologia costruttiva “a corte chiusa”. Tale fenomeno è dovuto alla predominanza
della risicoltura, con un assetto fondiario a maglia più larga e una netta prevalenza della media e
grande proprietà.
C. Il quadrante settentrionale e orientale spicca per la presenza delle frazioni (Madonna del Campo,
Medaglia e frazioni orientali), in cui permane talvolta la presenza di fabbricati con uso agricolo. Si
denota l’assenza pressoché totale della cascina a corte chiusa, una generale ridotta dimensione dei
centri aziendali, spesso anche per la probabile funzione “attrattiva” svolta dai centri abitati nei
confronti delle nuove costruzioni. Anche in questo caso i fabbricati rispecchiano storia e realtà
produttive consolidate, con una diversa organizzazione fondiaria, maggiormente polverizzata e
dominata dalla piccola e piccolissima proprietà. La risicoltura perde il suo carattere monoculturale,
finanche la sua posizione di primato in termini di estensione, e viene affiancata da colture
alternative (pioppi, mais, ortaggi). Si sottolinea, inoltre, come proprio in queste zone si siano
sviluppati gli unici due esempi di diversificazione verso attività agrituristiche.
D. La distinzione in due zone si riscontra anche a livello di dinamiche di evoluzione attuale dei
fabbricati rurali. La zona nord orientale, infatti, mostra i segni più evidenti di abbandono della
funzione agricola e di conversione verso usi alternativi, primo fra tutti quello residenziale. Le
frazioni mostrano di fatto traccia di questo processo: in alcuni casi, come la fraz. Guallina, l’uso
rurale è del tutto scomparso, in altri è maggiormente presente (Casoni di Sant’Albino) o convertito
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
18
ad uso agrituristico (Cattanea). Anche i fabbricati sparsi mostrano un maggior gradi di conversione
o abbandono, sia in virtù della maggiore vicinanza a centri abitati (maggiore domanda di
conversione) sia per la presenza di aziende agricole marginali o addirittura submarginali rispetto
alle attuali dinamiche di mercato (si pensi, ad esempio, a piccole e piccolissime aziende i cui fondi
non vengono più direttamente gestite dalla proprietà ma dati in affitto).
L’analisi svolta, congiuntamente alla perimetrazione delle aree agricole di interesse strategico, ha permesso
di identificare il carattere strategico dei diversi centri aziendali, in virtù della loro appartenenza ad aziende
strategiche o all’inclusione in aree strategiche. Questa classificazione a sua volta permette, congiuntamente
ad altri dati sulla natura dei fabbricati rurali, di fornire alcune indicazioni sul possibile indirizzo urbanistico
di tali centri:
• Cascine poste in aree agricole strategiche e non completamente abbandonate: per tale classe di
fabbricati si suggerisce che qualsiasi indirizzo urbanistico tenga conto della necessità di
salvaguardare e incentivare l’uso agricolo delle strutture. Si potrà, in tal modo, cooperare al
mantenimento di un sistema agricolo vitale di presidio del territorio. A livello concreto, si potrebbe
operare consentendo su tali fabbricati tutti gli interventi connessi all’esercizio dell’attività agricola,
vincolando le eventuali parziali trasformazioni ad uso residenziale al contestuale presidio e
potenziamento delle funzioni rurali.
• Cascine di particolare interesse paesistico: una delle opportunità in capo al PGT è la valorizzazione
architettonico-paesaggistica dei centri di maggior pregio estetico e storico, anche vista la relativa
scarsità della tipologia “a corte chiusa”. Per tale tipologia si suggerisce, ovviamente, un particolare
riguardo per il mantenimento dei tratti architettonici distintivi e delle visuali esistenti,
possibilmente senza penalizzare le unità economico-produttive ancora attive. L’analisi svolta ha
permesso anche di formulare una prima proposta di elenco di fabbricati che mostrano un
particolare rilievo paesaggistico, riassunto nella tabella in calce al presente paragrafo
• Altre cascine: la trasformazione residenziale dovrebbe essere sempre possibile, sempre nel rispetto
dei caratteri distintivi e del linguaggio paesistico esistente. Si sottolinea, infatti, come il riutilizzo dei
fabbricati rurali a scopo residenziale permetta al contempo di contenere il consumo di suolo e di
garantire un presidio e una manutenzione del territorio, particolarmente là dove non sia più
presente un uso agricolo delle strutture.
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
19
Codice cascina Toponimo
A1 C.na Burattina
A5 C.na Chiappona
A6 C.na Taverna
A10 C.na Panizzina
A11 C.na Gianolo
A17 C.na Cerro
A18 C.na Costa
A19
A20
A21 C.na Zermagnona
A22 C.na Panza
A23 C.na Alberona
A26 C.na Afficciati
A27 C.na Cordara
A30 C.na Nuova
A31
A36 C.na Borghesa
A37
A38
A39 C.na Barza
A41 C.na Gobbina
A42
A46 C.na Borghesa
superiore Tabella 1 – Cascine di interesse paesistico
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
20
4. Allegato I – Tabelle e dati
4.1. Dati generali comunali
Parametro Valore
Superficie comunale (ha) 5212
Superficie agricola utilizzata – SAU (ha) 3987
Rapporto SAU/Superficie Comunale (%) 76.5%
4.2. Database delle aziende agricole
4.2.1. Aziende agricole operanti sul territorio comunale
Classe dimensionale SAU (ha) Sau cl / SAU Mortara N°aziende Az. classe/ totale aziende
A - Superiore a 120 ha. 1622 40.68% 20 14.49%
B - Tra 70 e 120 ha. 667 16.73% 19 13.77%
C - Tra 30 e 70 ha. 1208 30.30% 38 27.54%
D - Inferiore a 30 ha. 490 12.29% 61 44.20%
Totale 3987 100% 138 100%
4.2.2. Aziende agricole mortaresi
Classe dimensionale SAU (ha) Sau cl / SAU Mortara N° aziende Az. classe/ totale aziende
A - Superiore a 120 ha. 1254 31.45% 9 6%
B - Tra 70 e 120 ha. 427 10.71% 5 4%
C - Tra 30 e 70 ha. 502 12.59% 11 8%
D - Inferiore a 30 ha. 179 4.49% 15 11%
Totale 2362 59.24% 40 29%
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
21
4.3. Aree agricole di interesse strategico
4.3.1. Aree potenzialmente strategiche per funzione produttiva
Parametro Valore
SAU potenzialmente strategica per funzione produttiva (ha) 3456
Rapporto con la SAU comunale 87%
4.3.2. Aree potenzialmente strategiche per funzione di presidio
Parametro Valore
SAU potenzialmente strategica per funzione di presidio (ha) 1089
Rapporto con la SAU comunale 27%
4.3.3. Aree agricole di interesse strategico - AIS
Dato Valore
AIS con prevalente funzione produttiva (ha) 2060
AIS con prevalente funzione di presidio (ha) 490
Totale AIS (ha) 2550
Rapporto AIS/SAU comunale (%) 64%
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
22
ASPETTI ECOSISTEMICI E FORESTALI
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
23
1. Introduzione
1.1. Premessa
E’ dimostrato come l’assetto ecosistemico di un territorio extraurbano, filari, siepi, boschi, zone umide,
fontanili, corsi d’acqua, ecc., sia una componente importante per lo sviluppo di una città. Questa indagine
ha cercato di esprimere una valutazione il più possibile verificabile, sulla qualità del paesaggio/sistema
ecosistemico del territorio comunale di Mortara.
Per fare questo si è avvalsa del metodo conosciuto come landscape ecology, ecologia del paesaggio: un
sistema che permette l’analisi puntuale e complessiva, sistemica, del territorio.
L’indagine ha lo scopo di essere uno strumento per le scelte generali di pianificazione del PGT. Essa stessa
ha comunque prodotto in conclusione una sua proposta progettuale.
2. Materiali e metodi
2.1. Premessa
Lo studio degli aspetti ecosistemici e forestali è stato organizzato in diverse fasi di lavoro, ed ha previsto il
ricorso alle basi cartografiche regionali, debitamente integrate, corrette e modificate mediante il rilievo in
campo. In sintesi, il lavoro si è concentrato su quattro macro aree tematiche:
2.2. Censimento dei boschi e dei sistemi arborei
Il censimento dei boschi ha previsto una prima fase di analisi e verifica dei dati di bibliografia e un
successivo rilievo in campo delle biocenosi. I risultati ottenuti sono stati sintetizzati nella Tavola 2 “Boschi e
assetto geomorfologico” e nella Tavola 4 “Tipi forestali e sistemi arborei”.
Il punto di partenza è stata la carta in corso di elaborazione per il Piano di Indirizzo Forestale (PIF) della
Provincia di Pavia, attualmente in fase di stesura. Nel corso di questo progetto, infatti, si è proceduto ad
una fotointerpretazione dell’intero territorio d’interesse del Piano. La base cartografica di riferimento
assunta è stato il progetto DUSAF 2.0 di Regione Lombardia, ovvero la carta della Destinazione d’Uso del
Suolo delle aree Agricole e Forestali, costruita sulla base della fotointerpretazione dei voli 2005-2007.
Data la non perfetta corrispondenza fra le classi d’uso proposte dal DUSAF e le specifiche regionali in
merito alle definizione di “bosco”, si è proceduto ad un’opera di fotointerpretazione per aree di saggio, al
fine di eliminare qualsiasi forma di confusione o errore. La fotointerpretazione è stata condotta mediante
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
24
l’utilizzo di ortofoto georeferenziate riferite agli anni 2007-2008, con la possibilità, in caso di dubbio, di
ricostruzione della serie storica con cadenza pressoché annuale fino al 1995.
In particolare, si è identificato un sottoinsieme delle classi DUSAF meritevole d’indagine, escludendo tutte
le destinazioni palesemente contraddittorie rispetto alla presenza del bosco (come, ad esempio, i
seminativi). Si riporta di seguito un elenco delle classi DUSAF e dei relativi codici che sono stati esaminati
mediante fotointerpretazione:
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
25
Codice Descrizione
31111 Boschi di latifoglie a densità media e alta
31112 Boschi di latifoglie a densità media e alta
31121 Boschi di latifoglie a densità bassa
31122 Boschi di latifoglie a densità bassa
3113 Formazioni ripariali
3114 Castagneti da frutto
3121 Boschi di conifere a densità media e alta
31311 Boschi misti a densità media e alta
31312 Boschi misti a densità media e alta
3222 Vegetazione dei greti
3223 Vegetazione degli argini sopraelevati
3241 Cespuglieti con significativa presenza di specie arbustive alte e arboree
3242 Cespuglieti in aree agricole abbandonate
333 Vegetazione rada
4111 Vegetazione delle aree umide interne e delle torbiere
Tabella 1: Classi DUSAF esaminate mediante fotointerpretazione per aree di saggio
Queste classi di uso del suolo sono state analizzate mediante aree di saggio, al fine di verificare la
corrispondenza della classificazione con le specifiche della definizione di “bosco”. La verifica è stata
condotta mediante rilievi in campo e fotointerpretazione. Questa prima fase di analisi ha permesso di
identificare quali classi corrispondevano con certezza a formazioni boschive, quali classi non
corrispondevano assolutamente a tali specifiche e quali classi, infine, erano meritevoli di un maggiore
approfondimento. Si riportano le tre tabelle relative alle casistiche sopra descritte:
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
26
Codice Descrizione
31111 Boschi di latifoglie a densità media e alta
31112 Boschi di latifoglie a densità media e alta
31121 Boschi di latifoglie a densità bassa
31122 Boschi di latifoglie a densità bassa
3113 Formazioni ripariali
3114 Castagneti da frutto
3121 Boschi di conifere a densità media e alta
31311 Boschi misti a densità media e alta
31312 Boschi misti a densità media e alta
Tabella 2: Classi DUSAF sicuramente corrispondenti a “bosco”
Codice Descrizione
3222 Vegetazione dei greti
3223 Vegetazione degli argini sopraelevati
4111 Vegetazione delle aree umide interne e delle torbiere
Tabella 3: Classi DUSAF sicuramente non corrispondenti a “bosco”
Codice Descrizione
3241 Cespuglieti con significativa presenza di specie arbustive alte e arboree
3242 Cespuglieti in aree agricole abbandonate
333 Vegetazione rada
Tabella 4: Classi DUSAF meritevoli di approfondimento e verificate nella loro interezza mediante fotointerpretazione
Queste ultime tre classi DUSAF, dato l’elevato grado di incertezza, sono state sottoposte nella loro interezza
ad una verifica mediante fotointerpretazione. Si è trattato di un lavoro che ha coinvolto, a livello
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
27
provinciale, una superficie superiore ai 2800 ettari. Nella sola Mortara si è proceduto a fotointerpretare
circa 85 ettari
Dopo aver corretto i tematismi DUSAF, si è proceduto ad un’opera di riperimetrazione delle aree boscate
grazie all’utilizzo dei fotopiani georeferenziati.
Il risultato ottenuto è stato sintetizzato nella Tavola 2. In questo elaborato, inoltre, si è proceduto ad una
identificazione delle maggiori evidenze geomorfologiche, al fine di evidenziare il legame tra la distribuzione
dei boschi e lo “sfondo” costituito appunto dal diverso assetto geologico, morfologico e idrologico del
territorio comunale. Questi dati sono stati ottenuti riportando i tematismi del Portale Cartografico
Regionale, debitamente integrati dalla cartografia tematica elaborata per il Piano Cave Provinciale.
Le biocenosi forestali ottenute grazie ai passi sopra riportati sono state quindi analizzate rispetto a forma
ed estensione. Si è proceduto a classificare le biocenosi forestali in tre classi:
A. Fasce boscate: formazioni allungate, spesso insediate in ambiente ripariale, di superficie superiore
ai 2000 mq e di larghezza generalmente inferiore ai 25 metri. Si tratta di fitocenosi che, a causa
della loro forma, non presentano i caratteri strutturali ed ecologici tipici dei boschi. Si distinguono
tuttavia dai filari poiché in virtù della loro larghezza non sono ascrivibili alle formazioni lineari
B. Macchie boscate: formazioni di superficie inferiore ai 2000 mq, pertanto non ascrivibili alle
definizione regionale di “bosco”. A livello ecologico, la ridottissima superficie influenza la struttura
della biocenosi, impendendo la differenziazione fra ecotono e area interna.
C. Boschi: biocenosi con superficie superiore ai 2000 mq e di larghezza superiore ai 25 m., con forme
non allungate o comunque idonee alla formazione di una struttura forestale tipica.
Mediante rilievo in campo è stata valutata la correttezza dei passaggi elaborativi fin qui descritti. Il rilievo,
inoltre, ha permesso di escludere dalle aree boscate alcune zone
Si è proceduto inoltre al rilievo di due parametri fondamentali per la descrizione delle fitocenosi:
A. Tipo forestale: la classificazione dei boschi è stata condotta sulla base della pubblicazione “I tipi
forestali della Lombardia”, che costituisce il punto di riferimento fondamentale del settore nella
nostra regione. I tipi forestali regionali, ove necessario, sono stati integrati e meglio dettagliati
specificando delle varianti locali, al fine di mettere in luce caratteristiche e peculiarità ripetute
nello spazio e corrispondenti a caratteristiche ecologiche stazionali precise. Collegate alla tipologia
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
28
forestale sono state espresse alcune considerazioni sull’unicità funzionale della fitocenosi (capacità
di soddisfare esigenze ecologiche uniche, soprattutto nei confronti della fauna) e di rarità (ed in
particolare la presenza di tipi forestali locali o “endemici”)
B. Gestione: il rilievo, oltre ad evidenziare la forma di governo del bosco (ceduo, fustaia, ceduo
composto, ecc…) ha identificato se il bosco è ordinariamente gestito o è in stato di abbandono
colturale.
C. Attitudine: tipologia forestale, posizione, estensione e struttura concorrono a determinare
l’attitudine di un bosco. Partendo dall’assunto che le fitocenosi forestali sono sistemi
multifunzionali, è tuttavia doveroso identificare l’attitudine prevalente. Si sono distinte le seguenti
classi: produttiva, naturalistica, didattica e ricreativa.
Nella costruzione della Tavola 4, inoltre, si è proceduto a mappare e riportare tutte le biocenosi arboree
artificiali o antropizzate. Limitando, infatti, l’analisi ai boschi (o meglio alle sole biocenosi naturali,
includendo anche fasce boscate, macchie forestali ed ecosistemi naturali non forestali), non si darebbe una
rappresentazione corretta di un territorio che presenta una ricchezza di sistemi ambientali molto più
ampia. Si tratta di due grandi classi:
A. Impianti di arboricoltura: una delle peculiarità del sistema rurale e ambientale della Lomellina (ed
in generale della Provincia di Pavia) rispetto al contesto di riferimento della Pianura Padana è la
presenza importante di colture arboree. Si tratta sia dei tradizionali pioppeti, oramai parte
integrante del paesaggio e ampiamente diffusi anche in altre zone di pianura, sia degli impianti di
biomasse legnose, che proprio in Provincia di Pavia registrano un’estensione ed una concentrazione
senza pari. Proprio qui, infatti, si è registrato il maggior successo delle iniziative di sostegno alla
creazione di impianti di arboricoltura che da circa 20 anni l’Unione Europea e Regione Lombardia
portano avanti. Anche il territorio di Mortara è interessato dalla presenza di queste colture,
particolarmente virtuose nelle loro performance ambientali in termini faunistici, ecosistemici, di
ciclo del carbonio e di protezione delle falde. Gli impianti sono ascrivibili a due grandi classi: gli
impianti di biomassa, con turni di taglio brevi (massimo 5 anni) e gli impianti di arboricoltura da
legno (con turno ventennale). La loro estensione è stata mappata mediante il ricorso al Sistema
Informativo Agricolo di Regione Lombardia (SIARL), che ha messo a disposizione gli shapefile relativi
a questo tipo di colture3. Tali colture costituiscono un pilastro importante dell’assetto ecologico del
territorio, in quanto permettono di potenziare e migliorare la qualità dell’agroecosistema,
aumentandone la porosità e la permeabilità e svolgendo, come già accennato, importanti “servizi”
3 Si ringrazia, a questo proposito, il dott. Andrea Montagna
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
29
d’ecosistema (sostegno alle popolazioni faunistiche, riduzione della pressione antropica sul
territorio rurale, ridotto apporto di fertilizzanti e fitofarmaci, protezione delle falde, miglioramento
del suolo, ecc…).
B. Sistemi di verde urbano: il territorio comunale presenta una discreta ricchezza anche in termini di
parchi (vedasi soprattutto quello dell’Asilo Vittoria) e di aree verdi incolte. Queste ultime, sebbene
di carattere “effimero” (per la loro tendenza ad essere tra le prime ad essere selezionate per le
nuove edificazioni ed in virtù di una generale ridotta qualità ecosistemica), spezzano la maglia
compatta dell’agglomerato urbano e possono svolgere un ruolo ecologico non irrilevante. La classe
degna di maggior attenzione è tuttavia quella del “parco ad uso militare”, con cui è stata classificata
la porzione nord della base radar al confine sud orientale del territorio comunale. L’area della base
è stata oggetto di una fotointerpretazione di dettaglio per la definizione delle aree classificabili
come “bosco” da quelle soggette a maggior gestione e disturbo antropico, afferenti appunto alla
definizione di “parco ad uso militare”.
Si è inoltre proceduto a rappresentare mediante segno grafico lineare le siepi e i filari. Anche in questo caso
si è partiti dai tematismi regionali del Progetto DUSAF 2.0., integrati mediante fotointerpretazione. Si sono
censite e cartografate un totale di 2000 metri di nuove formazioni.
Le valutazioni ed il commento ai risultati sono preceduti da un’analisi del contesto in cui si inserisce il
territorio di Mortara, mediante l’analisi della regione forestale d’appartenenza e della vegetazione
potenziale dell’area.
A ulteriore corredo delle valutazioni svolte, nella prospettiva della formulazione di scenari di progetto, è
stata elaborata anche una “Tavola della connettività e fruizione del territorio agroforestale” (Tavola 7).
L’elaborato riporta i principali attrattori della trama territoriale (boschi, fasce boscate, filari, aree umide,
fontanili, ecc…), inseriti nella trama di piste ciclabili e viabilità interpoderale esistente. Oltre ai dati già
elaborati a livello comunale, si è proceduto alla digitalizzazione ex novo di oltre 100 km di viabilità
interpoderale.
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
30
2.3. Uso del suolo
La Tavola 3 “Uso e copertura del suolo” riporta i risultati delle elaborazioni descritte nel paragrafo
precedente e di seguito sinteticamente descritte:
• Valutazione mediante aree di saggio delle classi DUSAF potenzialmente confondibili col bosco
• Verifica caso per caso mediante fotointerpretazione delle classi maggiormente problematiche, per
un totale di 85 ettari
• Integrazione del dato regionale su siepi e filari, per un totale di oltre 2000 metri di nuove
formazioni censite
• Verifica mediante fotointerpretazione e rilievo al suolo delle fitocenosi forestali (classificazione,
riperimetrazione) e degli ecosistemi non forestali
• Integrazione dei tematismi SIARL nella carta di uso del suolo
L’opera di verifica e correzione della carta di uso del suolo è stata completata mediante l’aggiornamento
dell’area del Polo Logistico, di recente completamento e solo in parte riportata nelle carte di uso del suolo
regionali. Si è deciso invece di non riportare la nuova circonvallazione in questa carta, visto che si trova
ancora in fase di cantiere, demandando alla Tavola 9 l’indicazione delle aree interessate dalla nuova opera.
Si è proceduto, invece, a rappresentare il reticolo idrografico. Si sono integrati gli strati informativi regionali
del Portale Cartografico (reticolo e fontanili) con quelli elaborati dalla Provincia di Pavia per il Piano Ittico
Provinciale.
2.4. Proposte di incremento e gestione della biodiversità
Le considerazioni e le prospettive progettuali che delineate a valle delle analisi svolte sono state riassunte
nella Tavola 9 “Proposte di incremento e gestione della biodiversità”. La Tavola, in particolare, riporta il
tracciato della nuova circonvallazione di Mortara e le piste ciclabili in progetto, sia in ambito urbano che
extraurbano, identificate dall’amministrazione comunale nell’ambito del Progetto della Rete Ciclabile
Comunale (RCC).
La Tavola, inoltre, evidenzia alcune possibili linee d’intervento per la gestione/incremento del patrimonio
forestale e naturalistico, per il miglioramento della qualità dell’agroecosistema e dell’ecosistema cittadino,
per il potenziamento della Rete Ecologica.
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
31
2.5. La Rete Ecologica Locale
2.5.1. Premessa
L’analisi dell’assetto territoriale mediante il paradigma dell’ecologia del paesaggio (Landscape Ecology)
costituisce uno degli approcci più semplici e al contempo più efficaci per la descrizione, la comprensione e
la gestione di un determinato territorio. L’approccio dell’ecologia del paesaggio, infatti, è flessibile rispetto
alla scala d’indagine (dal livello sub comunale fino alla scala sovra regionale) e permette di descrivere il
territorio come rete o mosaico di elementi (Ecomosaico o Rete Ecologica), ciascuno dotato di un ruolo
funzionale differente. L’approccio della landscape ecology consente inoltre un’efficace lettura della diversa
potenzialità svolta da elementi simili in un diverso contesto: si pensi, ad esempio, al diverso ruolo svolto da
un seminativo collocato nei tre seguenti casi: isolato in un bosco (tessera di disturbo introdotta), in aperta
campagna (matrice ecologica) e racchiuso in contesto urbano (tessera di risorsa residuale). La conoscenza
del diverso ruolo svolto da una medesima unità di paesaggio nei tre diversi contesti permette una diversa
consapevolezza nella formulazione degli scenari di pianificazione del territorio.
Di seguito si riporta una breve descrizione degli elementi costitutivi della Rete Ecologica, riportata nella
Tavola 5 “Rete Ecologica Locale”. Il commento alla Rete Ecologica Locale è affiancato anche da alcune
considerazioni derivanti dall’analisi della Rete Ecologica Regionale, di cui si riporta un breve
inquadramento.
2.5.2. Elementi costitutivi della Rete Ecologica
A. Matrice: Il paesaggio, inteso dal punto vista ecosistemico, è costituito da una matrice, l’elemento
paesaggistico più continuo ed esteso, da macchie e corridoi, elementi nella struttura del paesaggio
meno estesi e più frammentari e discontinui. L’identificazione della matrice è importante, in quanto
quest’ultima svolge un ruolo dominante nel funzionamento del sistema-paesaggio (flussi energetici,
presenza e spostamento delle specie, ecc.).
B. Tessere: sono definite tessere tutti gli elementi areali difformi ed estranei alla matrice. A seconda
della tipologia di matrice, elementi diversi svolgono ruoli diversi e hanno storie e funzioni differenti.
Nel caso dell’area di studio, con una matrice di tipo agricolo, si identificano due tipi di tessere: le
tessere di risorsa ambientale (residue o introdotte) e le tessere di disturbo. Nel primo caso si tratta
di elementi della rete che svolgono una funzione positiva di sostegno alla biodiversità (aree
naturali, paranaturali e antropiche). Nel secondo caso, invece, la tessera svolge un’azione negativa
(aree urbane ed edificate)
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
32
C. Corridoi: con questo termine ci si riferisce agli elementi strutturali del territorio di forma allungata,
rettilinea o sinuosa, che collegano i sistemi territoriali ad ogni livello di scala. Nel caso in esame essi
sono rappresentati dai corsi d’acqua, dai filari e dalle siepi. I corridoi agiscono come habitat, come
sorgente di effetti ecologici nei loro dintorni. I corridoi ecologici sono stati suddivisi in due tipologie:
lineari secondari e a striscia primari. I primi hanno una struttura molto semplice, sono costituiti
essenzialmente dalle siepi, dai filari e dai piccoli fossi; i secondi sono più complessi, dove la
larghezza è tale da contenere un habitat interno tipico, differente da quello ecotonale esterno.
Questi corridoi sono costituiti soprattutto da corsi d’acqua, come canali, torrenti. Sono definiti
primari per l’importanza funzionale, maggiore rispetto ai corridoi secondari, che hanno nel
complesso sistema ecologico territoriale. Essi infatti generano ed ospitano specie vegetali e animali
e permettono il passaggio dei flussi trofici da un ecosistema ad un altro. Per questi motivi i corridoi
ecologici sono considerati elementi di risorsa ambientale. La loro funzione ecologica è importante
soprattutto in contesti fortemente antropizzati. In molti casi essi si possono rivelare sorgenti di
rigenerazione, in termini naturalistici, del paesaggio. In ogni caso sono elementi fondamentali e ed
imprescindibili, che contribuiscono sensibilmente ad alimentare la complessità ambientale e quindi
la stabilità ecologica di un sistema.
D. Barriere: al contrario dei corridoi, che permettono la connessione in rete degli elementi e che
aumentano la complessità ambientale dell’ecomosaico, le barriere costituiscono un ostacolo ai
flussi trofico – energetici ed agli spostamenti. Strade di elevata percorrenza e ferrovie costituiscono
l’esempio più classico di barriera ecologica. Di particolare attenzione sono i punti di intersezione fra
le barriere e i corridoi, ovvero là dove maggiore è il rischio di cesura e di blocco nella rete.
E. Gangli: i gangli sono porzioni di territorio ove si concentrano tessere di risorsa e corridoi ecologici al
punto tale da caratterizzare tali aree come capisaldi dell’intero sistema. I gangli sono punti cruciali
dell’ecomosaico e spesso si riscontrano in aree di elevata naturalità o di forte connessione
ecologica, come ad esempio all’incontro fra due corridoi a striscia.
F. Varchi: sono così definite le porzioni di territorio ove si rischia la saldatura fra elementi di disturbo,
tessere o matrice. Lo spazio intercorrente fra due città che tendono a saldarsi lungo un asse
stradale è un classico esempio di varco, aggravato dalla presenza di una barriera. Tali aree
costituiscono dei veri e propri punti di attenzione per la pianificazione del territorio,
particolarmente nei contesti di forte urbanizzazione diffusa. La chiusura di varchi strategici, infatti,
può isolare vaste aree di matrice, determinando una loro conversione di fatto in aree residue.
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
33
2.5.3. La Rete Ecologica Regionale
La Rete Ecologica Regionale (d’ora in poi RER) rientra tra la modalità per il raggiungimento delle finalità
previste in materia di biodiversità e servizi ecosistemici, a partire dalla Strategia di Sviluppo Sostenibile
Europea (2006) e dalla Convenzione internazionale di Rio de Janeiro (5 giugno 1992) sulla diversità
biologica. Il progetto di individuazione della RER è stato realizzato da Fondazione Lombardia per
l’Ambiente.
Gli elaborati della RER forniscono un inquadramento di dettaglio del territorio regionale, identificando su di
esso gli elementi fondamentali che compongono la struttura ecologica del paesaggio. In particolare, sono
identificati i seguenti elementi:
• Elementi primari: Costituiscono la RER di primo livello, già designata quale “Infrastruttura prioritaria
per la Lombardia nell’ambito del Piano Territoriale Regionale” con D.d.g. del 3 aprile 2007 – n.
3376. Rientrano in buona parte in aree sottoposte a tutela quali Parchi Regionali, Riserve Naturali
Regionali e Statali, Monumenti Naturali Regionali, Parchi Locali di Interesse Sovracomunale, Zone di
Protezione Speciale e Siti di Importanza Comunitaria. Si compongono di:
a. Elementi di primo livello (Aree prioritarie per la biodiversità e altre aree primarie derivanti
dalle Reti Ecologiche Provinciali, Aree importanti per la biodiversità):
b. Gangli primari: sono i nodi primari della rete, i capisaldi in grado di svolgere il ruolo di aree
“sorgente” per la biodiversità, ospitando le popolazioni più consistenti di specie.
c. Corridoi primari: elementi fondamentali per garantire la connessione ecologica all’interno
della rete, consentendo la diffusione spaziale di specie animali e vegetali
d. Varchi: situazioni in cui la permeabilità ecologica viene minacciata o compromessa da
interventi antropici
• Elementi di secondo livello: svolgono una funzione di completamento del disegno di rete e di
raccordo e connessione ecologica tra gli elementi primari
• Gangli primari: Si tratta dei nodi prioritari sui quali ‘appoggiare’ i sistemi di relazione spaziale
all’interno del disegno di rete ecologica. Per quanto riguarda le esigenze di conservazione della
biodiversità nella rete ecologica, i gangli identificano generalmente i capisaldi in grado di svolgere la
funzione di aree sorgente (source), ovvero aree che possono ospitare le popolazioni più consistenti
delle specie biologiche e fungere così da ‘serbatoi’ di individui per la diffusione delle specie
all’interno di altre aree, incluse quelle non in grado di mantenere popolazioni vitali a lungo termine
di una data specie (aree sink) da parte delle specie di interesse.
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
34
• Corridoi primari: Si tratta di elementi fondamentali per favorire la connessione ecologica tra aree
inserite nella rete ed in particolare per consentire la diffusione spaziale di specie animali e vegetali,
sovente incapaci di scambiare individui tra le proprie popolazioni locali in contesti altamente
frammentati. E’ da rimarcare che anche aree non necessariamente di grande pregio per la
biodiversità possono svolgere il ruolo di corridoio di collegamento ecologico
• Varchi: i varchi rappresentano situazioni particolari in cui la permeabilità ecologica di aree interne
ad elementi della Rete Ecologica Regionale (o ad essi contigue) viene minacciata o compromessa da
interventi antropici, quali urbanizzazione, realizzazione di importanti infrastrutture, creazione di
ostacoli allo spostamento delle specie biologiche. I varchi sono pertanto identificabili con i
principali restringimenti interni ad elementi della rete oppure con la presenza di infrastrutture
medie e grandi all’interno degli elementi stessi, dove è necessario mantenere (evitando ulteriori
restringimenti della sezione permeabile presso le ‘strozzature’), nel primo caso, o ripristinare (nel
caso di barriere antropiche non attraversabili), nel secondo, la permeabilità ecologica. Di
conseguenza, nella cartografia vengono presentati:
a. Varchi “da mantenere”, ovvero aree dove si deve limitare ulteriore consumo di suolo o
alterazione dell’habitat perché l’area conservi la sua potenzialità di ‘punto di passaggio’ per
la biodiversità;
b. Varchi ‘”a deframmentare”, ovvero dove sono necessari interventi per mitigare gli effetti
della presenza di infrastrutture o insediamenti che interrompono la continuità ecologica e
costituiscono ostacoli non attraversabili;
c. Varchi “da mantenere e de frammentare” al tempo stesso, ovvero dove è necessario
preservare l’area da ulteriore consumo del suolo e simultaneamente intervenire per
ripristinare la continuità ecologica presso interruzioni antropiche già esistenti
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
35
3. Censimento dei boschi e dei sistemi arborei
3.1. Inquadramento forestale
3.1.1. La Regione Forestale
Essa è la sintesi fra aspetti fitogeografici, climatici e geolitologici. In questo caso ci si trova nella Regione
Planiziale, dove la vegetazione forestale è ridotta a boschi relitti o limitata alle valli dei grandi fiumi, Ticino
in particolare. All’interno di questa grande regione sono individuabili sub-regioni (figura 2.1):
• bassa pianura alluvionale
• alta pianura
• pianalti
In questo caso ci si trova nella Bassa Pianura Alluvionale, costituita da depositi sedimentari fini che
determinano di disponibilità idrica dei suoli.
Figura 0.1 Regioni forestali della Lombardia
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
36
3.1.2. Il Substrato
La zona è situata nel gruppo dei Substrati sciolti (valore pedogenetico 3)4, caratterizzati dalla mancanza di
cementazione, da un’elevata permeabilità e macroporosità. In questo gruppo sono compresi i detriti di
falda , i coni di deiezione, le alluvioni attuali e terrazzate, come in questo caso. La stabilità è debole.
Figura 0.2 Substrati della Lombardia
4 valore da 1 a 5 – E. Abramo, 2002 – I tipi forestali della Lombardia
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
37
3.1.3. Il Distretto geobotanico
Il distretto geobotanico è quello della Bassa Pianura Diluviale, caratterizzato da massimi di precipitazioni
primaverili-autunnali, con presenza di periodi di subaridità.
3.1.4. Vegetazione potenziale
In ragione dei dati climatici, degli indici bioclimatici, nonché dei numerosi studi pregressi sulla vegetazione
locale, in base alle fasce fitoclimatiche del Pavari si può affermare di essere nella zona del Castanetum.
Nel Castanetum la flora forestale potenziale é la seguente:
castagno, farnia, rovere, cerro, leccio (limite superiore), quercia vallonea; acero loppo, acero minore, acero
del Lobel; frassino, orniello, carpino bianco, carpino nero, ontano napoletano, nocciolo, tigli, sorbo, pioppo
b., pioppo cipressino, salici, corniolo, rovi, ginestra di Spagna, ginestra dei carbonai, erica arborea, edera,
vitalba, ginepro comune.
La vegetazione potenziale può originare, in relazione con l’insieme dei fattori ecologici, biocenosi tipiche
del luogo. Questo accade quando gli elementi ecologici, geomorfologici e idrologici soprattutto, creano
condizioni di vita particolarissime. E’ il caso dei “querceti dei dossi sabbiosi” e degli “alneti tipici di
paleoalveo”. Questi tipi forestali/biocenosi costituiscono le emergenze naturalistiche locali.
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
38
3.2. Vegetazione reale e assetto forestale
L’indagine ha identificato nel contesto dell’ecomosaico territoriale i seguenti elementi di natura forestale-
naturalistica:
Elementi areali Biocenosi forestali Ettari
Rimboschimenti * 1,7
Arboricoltura a turno lungo 35,6
Parco della base militare 24,0
Aree verdi incolte delle zone periurbane 73,2
Vegetazione naturale non forestale (canneti,
ecc..)
*
9,6
Fasce boscate * 31.1
Macchie forestali * 1,36
Boschi * 96,4
Dal punto di vista quantitativo dunque la superficie territoriale colonizzata da biocenosi forestali-
naturalistiche assomma a 140 ettari, corrispondente al 2,7% del territorio comunale, di cui i boschi solo
1,8%.
Come si evince dalla cartografia, questa componente è ubicata tutta nella zone orientale del territorio
comunale, ad est del torrente Arbogna. Una zona caratterizzata da una certa diversità geomorfologica,
dovuta alla presenza di dossi sabbiosi e zone paludose, in genere ribassate rispetto al piano fondamentale
della pianura. In questi casi l’opera semplificatrice dell’agricoltura ha trovato maggiori ostacoli. Questo è
confermato anche dal fatto che all’interno della stessa matrice agricola, il settore orientale del territorio
agricolo mortarese si caratterizza per un discreta diversità colturale, mentre il settore occidentale si
caratterizza per un assetto monocolturale del riso. Questo aspetto sarà trattato specificatamente nel
capitolo della rete ecologica.
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
39
3.3. Emergenze forestali-naturalistiche
I boschi esistenti non sono omogenei per quanto riguarda la loro composizione floristica. Essi infatti sono
dettagliati secondo specifiche tipologie forestali, che di seguito sono elencate.
Tipologie Forestali Ettari
Robinieto puro 7.52
Querceto dei dossi sabbiosi 54.56
Bosco igrofilo misto 2.39
Alneto di Ontano nero tipico 13.30
Robinieto misto 13.59
Saliceti arbustivi 3.52
Altre formazioni 1.78
La particolarità del comparto forestale, che mitiga in parte la sua ridottissima estensione, è costituita dalla
qualità delle tipologie forestali. Al punto di poter segnalare delle eccellenze forestali.
3.3.1. Eccellenze forestali
Il territorio mortarese conserva alcune biocenosi di elevato valore naturalistico e di grande interesse
forestale, per propri valori intrinseci.
La zona umida della Barza è una biocenosi di circa 20 ettari di notevole valore naturalistico. Il suo valore è
determinato da due fattori.
Il primo fattore è di tipo forestale e consiste nella presenza di lembi di boschi “di pregio” dal punto di vista
naturalistico “habitat prioritari” secondo Rete Natura. E’ il caso dell’alneto tipico di ontano nero,
classificato come Habitat di Interesse Comunitario 91E0. Il dato più interessante è che l’alneto si presenta a
gruppi di diversi gradi di sviluppo e quindi di età. Interessante notare come lo sviluppo naturale abbia
portato l’arbusteto a salicone, rilevato circa 20 anni fa, a diventare attualmente un bosco di ontano (alneto
tipico). Il vecchio governo a ceduo del bosco, ormai abbandonato, necessità di interventi specifici che
garantiscano la perpetuazione del bosco. Interventi già necessari nel precedente piano di gestione del
1990.
Il secondo fattore, il più rilevante, consiste nel grado di elevata biodiversità che caratterizza l’ecomosaico
della Barza. Oltre all’alneto sono presenti una serie di fitocenosi che nell’insieme costituiscono un
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
40
ecosistema igrofilo davvero articolato e armonioso. Un laboratorio didattico naturale in piena attività,
interessante per osservare l’evoluzione delle biocenosi umide. Le unità biocenotiche sono le seguenti:
� alneto tipico di paleoalveo
� bosco misto a salici, pioppi e ontano nero
� bosco igrofilo di neoformazione
� cariceto
� canneto
� stagno
� lanca
Le minacce a questo ecosistema provengono dall’estensione ridotta ed eventualmente dall’attività agricola.
Un elemento di forza, per i suoi riflessi sulla gestione, è invece costituito dalla presenza di un’attività
venatoria.
La seconda emergenza è costituita dal querceto dei dossi sabbiosi. Singolarmente, questo raro tipo di
querceto costituisce oltre il 50% del contingente boschivo del territorio comunale. Si tratta di una tipologia
forestale endemica della Lomellina, di cui esistono due biotopi.
Il biotopo più esteso è quello della base militare, a sud della Barza, che colonizza circa 50 ettari.
L’impossibilità dell’accesso non ha reso possibile alcuna misurazione dei caratteri morfologici e
dendrometrici del popolamento. In ogni caso la sua estensione senza soluzioni di continuità, l’assenza di
disturbi antropici, gli permette di assumere un assetto ecologico più stabile.
Da segnalare la vicinanza della biocenosi della Barza, fatto che rende questa zona estremamente
interessante ed importante dal punto di vista ecosistemico.
L’altro biotopo si trova alla frazione Medaglia. Si tratta comunque di una presenza quasi simbolica, un
lembo di un querceto con una superficie che non arriva all’ettaro, un tempo sicuramente più esteso e
purtroppo fortemente penalizzato e disturbato da elementi artificiali, antropici e naturali. Gli elementi
artificiali sono la vicinanza dell’edificato della frazione, la ferrovia confinante a nord, la strada confinante ad
ovest.
L’elemento antropico minaccioso è l’attività agricola, testimoniata da impianti arborei di pioppo (dunque
un tipo di coltura a basso impatto ambientale, soprattutto quando confinante con un bosco). Significativa in
proposito è la striscia di pioppeto che divide in due il bosco.
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
41
L’elemento naturale minaccioso per il querceto è la robinia, specie forestale molto invadente, che alla
medaglia ha già soppiantato il querceto nella zona nord-ovest, dove attualmente è presente un robinieto.
Inoltre la robinia si sta insinuando anche all’interno del popolamento di farnia, dove solo il forte
ombreggiamento la contiene, per ora.
Da segnalare la struttura del popolamento arboreo, a fustaia, con soggetti anche di grandi dimensioni,
copertura colma. Buona la dotazione dello strato arbustivo ed erbaceo, per la presenza di specie autoctone.
Oltre a questi due biotopi, tutta la zona orientale del territorio mortarese conserva lembi di questi querceti.
Dalla Guallina, a Cason dei Peri fino alla zona militare, sono evidenti queste piccole tessere di bosco,
miracolosamente sopravvissute alle bonifiche e/o alla pioppicoltura.
Delle rimanenti tipologie forestali, quelle più diffuse sono i robinieti: puri, ovvero con composizione di
robinia al 100%. Questi popolamenti hanno origine o da querceti eccessivamente utilizzati, oppure da
incolti abbandonati dall’agricoltura. Più interessante è il robinieto misto, sicuramente un ex querceto, di cui
conserva in parte le querce, che, rade, svettano nel piano arboreo.
Il saliceto arbustivo ed il bosco igrofilo misto, composto da pioppi e salici, sono localizzati alla Barza, fanno
parte del suo interessante ecosistema, contribuendo in modo significativo al grado di biodiversità
complessivo.
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
42
4. La Rete Ecologica Locale
4.1. La Rete Ecologica Regionale
L’analisi della carta della Rete Ecologica Regionale evidenzia la presenza di due aree di primo livello nel
territorio comunale di Mortara: la prima a nord, nella porzione di territorio compresa tra la Madonna del
Campo e Parona. La seconda insiste al confine sud orientale del Comune, nell’area della Barza e della Base
Militare. Viene inoltre segnalata la presenza di un’area di secondo livello, con funzione di collegamento e
connessione, tra l’area della Barza e il Torrente Agogna, nella porzione meridionale del territorio comunale.
Si riporta di seguito lo stralcio cartografico.
Figura 0.3 Stralcio della Rete Ecologica Regionale per il territorio comunale
I tematismi della RER confermano, sostanzialmente, la ripartizione del territorio comunale lungo il Torrente
Arbogna: le aree primarie, infatti, si trovano ad est del corso d’acqua. Si segnala, tuttavia, come la RER
manchi di valorizzare l’area delle frazioni orientali e della Medaglia. Di rilievo è anche l’individuazione di un
varco da de frammentare nell’area della Madonna del Campo, in corrispondenza di una possibile
conurbazione lungo l’asse stradale verso Novara.
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
43
4.2. La Rete Ecologica del Comune di Mortara
L’analisi della Tavola 5 permette di trarre alcune considerazioni sulla struttura ecologica del territorio
comunale di Mortara.
A. La matrice ecologica del territorio comunale è nettamente agricola. Le aree rurali costituiscono,
infatti, lo sfondo su cui si innestano gli elementi eterogenei (tessere, corridoi, barriere). L’analisi di
dettaglio della qualità dell’agroecosistema, tuttavia, ha messo in luce una differenziazione interna.
L’area orientale mostra sia la presenza di tessere di risorsa ambientale dotate di buona estensione
e qualità, sia una discreta dotazione di elementi di connessione (corridoi lineari e a striscia). L’area
occidentale, invece, si caratterizza per la quasi totale assenza di fitocenosi forestali, aree naturali ed
elementi di connessione. Si tratta, infatti, di un’area a fortissima vocazione risicola, con una
tendenza all’affermazione di un assetto monoculturale.
B. La distribuzione delle tessere di disturbo mostra una disposizione degna di attenzione nella zona
delle frazioni orientali, della Madonna del Campo e del Polo Logistico. In corrispondenza degli assi
stradali, infatti, le tessere perdono di isodiametricità, con una tendenza alla saldatura e alla
chiusura dei varchi ecologici. L’area più fragile è sicuramente quella del Polo Logistico, anche per la
dimensione e la tipologia delle tessere di disturbo coinvolte.
C. La distribuzione delle tessere di risorsa ambientale non è omogenea sul territorio comunale, ma
mostra una struttura aggregata. A mesoscala, si è già precisato come la porzione di territorio
comunale ad est del Torrente Arbogna mostri la qualità ecosistemica più alta, anche come
dotazione di tessere. Aumentando il livello di dettaglio, si nota come esistano tre aree di particolare
concentrazione di tessere (e corridoi) e che pertanto sono state identificate come gangli: la
Medaglia, la Guallina e l’area della Barza e della Base. Si tratta dei caposaldi dell’ecomosaico
comunale, vere e proprie aree sorgente di biodiversità. Al contrario, l’area occidentale mostra una
porosità (numero di tessere nell’unità di superficie) molto bassa, con conseguente bassa
permeabilità ecologica, anche in virtù della scarsità di corridoi.
D. Le tessere di risorsa di origine antropica contribuiscono in maniera significativa alla strutturazione
dell’ecomosaico. Le colture arboree, per quanto temporanee, arricchiscono e diversificano la
matrice risicola e cerealicola. Le tessere di verde ricreativo e ornamentale migliorano la
permeabilità del tessuto urbano, disponendosi come “stepping stones” di supporto al corridoio
ecologico del Torrente Agogna. Le tessere di verde urbano effimero e le tessere agricole residuali
costituiscono anch’esse, sebbene in misura decisamente minore, un fattore di arricchimento
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
44
dell’area urbana. Esse inoltre formano un bacino di aree potenziali per la collocazione di zone a
verde e la formazione di tessere di risorsa di maggiore valore ambientale.
E. Il sistema dei corridoi ecologici risulta ben strutturato unicamente nella porzione orientale del
Comune. Si segnala a questo proposito la presenza di numerosi corsi d’acqua con una buona
dotazione vegetazionale (fasce boscate e filari), che permettono la costituzione di corridoi a striscia.
Questo tipo di elementi di connessione garantisce un’efficienza migliore rispetto ai corridoi
semplici. Di particolare interesse è anche l’interconnessione e l’andamento della maglia dei
corridoi: si nota come il sistema dei corridoi di maggiore rilevanza è caratterizzato da un
andamento prevalente nord-sud, con una ridotta interconnessione sull’asse est-ovest. Questo
limite strutturale, tipico del territorio lomellino, non permette la creazione di una vera e propria
rete. Tale struttura si realizza invece, a scala molto più di dettaglio, grazie alla fittissima maglia
irrigua che permea il territorio.
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
45
5. Proposte di incremento e gestione della biodiversità
Le considerazioni fin qui svolte hanno suggerito alcuni scenari di progetto, legati a punti/settori chiave del
territorio comunale.
A. Quadrante occidentale del territorio comunale: l’area a maggior vocazione risicola mostra, come
detto, una scarsa complessità e qualità dell’agroecosistema. Proprio l’elevata idoneità dei suoli alla
coltivazione risicola suggerisce la scarsa applicabilità di iniziative di potenziamento della qualità
ambientale come i sistemi verdi o le misure di rimboschimento dei terreni del PSR. Una possibile
strategia di intervento potrebbe essere basata sul concentramento degli interventi di
compensazione proprio in questa porzione del territorio comunale, sfruttando la realizzazione e il
completamento di opere di rilevanza quali il Polo Logistico, la nuova circonvallazione e l’Autostrada
Regionale Broni Mortara. La formazione di interclusi e di aree residue determinerà anche la
creazione di un bacino di aree a ridottissima efficienza in termini agricoli e pertanto idonee ad
ospitare interventi di mitigazione e compensazione ambientale. L’azione di concertazione con i
soggetti deputati alla progettazione delle opere a verde, unitamente ad un’azione di indirizzo svolta
a livello comunale, permetteranno di compensare, almeno in parte, lo squilibrio fra la qualità
ambientale delle due sezioni del territorio comunale. Un ulteriore possibile scenario di
potenziamento della qualità dell’agroecosistema è legato alla futura realizzazione della centrale a
biomasse legnose vergini di Olevano. L’estrema vicinanza al futuro impianto rende tutto il territorio
comunale, ma in particolare proprio le aree occidentali, idonee alla collocazione di impianti di
biomassa e di arboricoltura che godano di una premialità in virtù dei costi di trasporto pressoché
nulli.
B. Area della Barza e della Base Militare: il vasto sistema ambientale e paesaggistico costituito dalla
Barza e dai querceti della Base Militare costituisce l’area di maggior pregio del territorio comunale.
L’alternanza fra aree umide e sabbiose, la persistenza tratti geomorfologici e idrologici tradizionali
quali i dossi e i fontanili, l’indiscusso valore conservazionistico delle biocenosi presenti sia per il loro
valore faunistico (ontaneti) che per il loro carattere di rarità (querceto dei dossi sabbiosi) sono gli
elementi portanti di questa porzione di territorio. Sebbene l’area della Barza sia già sottoposta a
forme di tutela e gestione ambientale, si propone l’istituzione di un Parco Locale di Interesse
Sovracomunale (PLIS), ai sensi dell’art. 34 della l.r. 83 del 1986. L’istituzione di tale forma di tutela
volontaria, di competenza del PGT, eventualmente di concerto anche con i comuni limitrofi,
permetterebbe la formalizzazione di un soggetto gestore e l’accesso ai fondi specifici per questo
tipo di aree protette. Il compito primario del soggetto incaricato dovrebbe essere proprio quello
della gestione e manutenzione delle aree. Uno scenario interessante è inoltre quello dell’apertura
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
46
di un percorso condiviso con l’amministrazione delle aree militari della base per consentire
l’accesso a scopi scientifici/didattici. La presenza di fontanili e risorgenze d’acqua, inoltre, permette
il ricorso alla Misura 216 del Piano di Sviluppo Rurale per la riqualificazione di questi biotopi.
C. Area della Medaglia e della Guallina: come per il caso precedente, anche per le aree delle frazioni
Medaglia e Guallina si ipotizza la creazione di un PLIS come strumento per la gestione e il
finanziamento degli interventi di manutenzione delle aree naturali rimaste. A differenza dell’area
della Barza, tuttavia, la scarsa estensione delle biocenosi forestali e naturali suggerisce l’ipotesi di
un piano più ambizioso di riqualificazione e ricostituzione ecosistemica, mediante l’acquisizione di
aree limitrofe ai boschi esistenti e la ricostituzione degli ecosistemi naturali precedenti le bonifiche
agrarie (dossi e aree paludose). In questo senso, anche lo strumento dei Sistemi Verdi e la Misura
221 del PSR possono costituire una valida fonte di risorse finanziarie per questo tipo di interventi.
Vista inoltre l’ampia diffusione di colture arboree, l’amministrazione potrebbe promuovere in
queste aree l’impianto di colture di biomasse legnose, armoniche rispetto al contesto pedologico
dell’area e idonee alla creazione di zone di sostegno alle aree naturali.
D. Piste ciclabili: il piano della Rete Ciclabile Comunale prevede la realizzazione di numerose piste
ciclabili sul territorio extra urbano, con andamento radiale rispetto al centro cittadino. Queste
opere di fruizione sostenibile del territorio agroforestale possono essere l’occasione per un
potenziamento e una riqualificazione dei corridoi ecologici comunali. Le piste, infatti, si pongono
spesso in corrispondenza di corsi d’acqua, di filari e di fasce boscate. L’infrastrutturazione delle
piste potrebbe essere accompagnata da interventi di miglioramento del corredo vegetazionale
esistente e di nuova realizzazione ove esso sia assente. Si segnala, inoltre, come il Comune di
Mortara ricada nell’area dell’Asse IV del PSR, ovvero nell’area Leader della Lomellina. Tale
classificazione consente non solo di partecipare a bandi specifici dedicati a queste aree, ma anche
di poter accedere ai finanziamenti specifici legati al Piano di Sviluppo Locale della Lomellina “Una
Terra fatta d’Acqua”. Questa iniziativa, attualmente gestita dal Gruppo di Azione Locale della
Lomellina di cui il Comune di Mortara è socio, prevede finanziamenti specifici per i progetti che
accoppiano la riqualificazione del reticolo idrografico con la percorribilità delle sponde e il
potenziamento della connettività ecologica dell’ecomosaico (Misure 125A e 313 del PSR).
E. Parco urbano dell’Arbogna: una delle possibili linee d’intervento sulla struttura ecologica del
territorio comunale è quella dell’aumento della permeabilità dell’ecosistema urbano. Filari, parchi e
vie d’acqua che innervano i centri abitati migliorano localmente la qualità dell’ambiente e rendono
meno ostili le aree antropiche al passaggio dei flussi trofico energetici e al movimento delle specie.
Il territorio comunale di Mortara, in questo senso, mostra una concreta opportunità nelle aree
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
47
limitrofe il Torrente Arbogna. Su entrambe le sponde, infatti, si collocano diverse aree
potenzialmente idonee alla realizzazione di un Parco Urbano dell’Arbogna. Si tratta di zone a
diversa destinazione (aree agricole residuali, incolti, fitocenosi forestali, parchi, ecc..): senza voler
entrare nelle specifiche progettuali (disponibilità delle aree, scelta delle specie, ecc..) si può
comunque affermare che un sistema di verde urbano così conformato potrà incrementare la
porosità dell’area urbana, incrementando il ruolo di corridoio ecologico del corso d’acqua. Il
beneficio sarà così al contempo percepibile a scala locale (aumento della qualità urbana) e di intera
Rete Ecologica Locale.
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MORTARA (PV) – IL SISTEMA AGROFORESTALE RELAZIONE
48
6. Conclusioni
Dal punto di vista ecosistemico l’assetto del territorio mortarese è abbastanza netto: buono, ovvero con
apprezzabile grado di biodiversità , a est dell’Arbogna; pessimo, con un forte grado di semplificazione a
ovest del suddetto torrente. L’incidenza di quest’ultima porzione di territorio sull’assetto complessivo è
molto rilevante e decisiva. In questo contesto la proprietà pubblica fondiaria è praticamente inesistente.
Lo strumento più realistico di mitigazione/compensazione dell’assetto monoculturale del territorio
occidentale può essere l’introduzione di colture ad alta valenza ambientale come gli impianti di biomassa
legnosa. Ovviamente si tratta di una libera scelta degli agricoltori, che potrebbero intravedere interessanti
redditi dovuti alla presenza nelle vicinanze della centrale per la produzione di energia elettrica (18 MW
elettrici). Si tratterà quindi di una dinamica tipica del mercato.
Per quanto riguarda il territorio orientale il primo obiettivo è quello di gestire in modo costante il
patrimonio naturalistico esistente, anche attraverso gli strumenti gestionali previsti dalla normativa
esistente (PLIS, riserve naturali) secondo il principio di sussidiarietà. Valorizzando, sostenendo e
affiancando quindi le organizzazioni spontanee già esistenti, soprattutto quelle che fanno riferimento
all’attività venatoria, vero vettore, quest’ultima, della persistenza e presenza di ambienti naturali.
Infine sarà fondamentale legare sin dall’inizio queste politiche con la possibilità di fruizione didattico-
ricreativa dei suddetti ambienti.