RELAZIONE A SUPPORTO DI RICHIESTA DI TAGLIO PIANTE IN ...
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RELAZIONE A SUPPORTO DI RICHIESTA DI
TAGLIO PIANTE IN AMBITO URBANO
valevole anche come Relazione Paesaggistica ai sensi del DPCM 12.12.2005
LOCALIZZAZIONE: Monte Taddeo, Almè (BG)
RICHIEDENTE: Società Taddeo Group
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Almè (BG) 24/10/2011
Dr. Niccolò Mapelli
Verde Urbano 2
1 PREMESSA 3
2 CARATTERISTICHE DEGLI ESEMPLARI ARBOREI OGGETTO DI
RICHIESTA DI TAGLIO E LORO INTERAZIONE CON LE OPERE E I
MANUFATTI PRESENTI 4
2.1.1 STATO DI FATTO 4 2.1.2 CARATTERISTICHE BOTANICHE DELLE ESSENZE PRESENTI 5 2.1.3 STATO VEGETATIVO DELLE ESSENZE PRESENTI 8
3 STRUMENTI DI TUTELA AMBIENTALE E PAESAGGISTICA 9
4 IL CONTESTO PAESAGGISTICO LOCALE 17
4.1 PARAMETRI PER LA LETTURA DI QUALITÀ E CRITICITÀ PAESAGGISTICA DEL PAESAGGIO
URBANO LOCALE 17
4.1.1 DIVERSITÀ 17 4.1.2 INTEGRITÀ 18 4.1.3 QUALITÀ VISIVA 18 4.1.4 RARITÀ 18 4.1.5 EVENTUALI FATTORI DI DEGRADO 18
4.2 PARAMETRI DI LETTURA DEL RISCHIO PAESAGGISTICO, ANTROPICO E AMBIENTALE DEL
PAESAGGIO LOCALE 19
4.2.1 SENSIBILITÀ E VULNERABILITÀ 19 4.2.2 CAPACITÀ DI ASSORBIMENTO VISUALE E STABILITÀ 19
5 CONCLUSIONI 20
6 DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA 22
7 ELENCO DELLE SPECIE ARBOREE ED ARBUSTIVE AUTOCTONE
UTILIZZABILI 25
Relazione 3
1 PREMESSA
Il sottoscritto Niccolò Mapelli, iscritto all’ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della Provincia di
Milano al numero 1270 sez B, è stato contattato dalla committenza per la stesura di una relazione
a supporto della richiesta di taglio piante presso il Comune di Almè che avesse anche valore di
relazione paesaggistica ai sensi del DPCM 12.12.2005.
In particolare la presente relazione è redatta ad integrazione degli elaborati relativi al PII in
variante al PRG “Damiani – Monte Taddeo”, approvato dal Consiglio Comunale di Almè con delibera
n° 64 del 20/12/2006 e delibera n° 14 del 07/05/2007, subordinate alle indicazioni del Parco dei
Colli di Bergamo.
Le prescrizioni formulate dalla Commissione del Paesaggio del Parco dei Colli di Bergamo (con
verbale 23/03/2007) riguardano infatti le essenze vegatali presenti ed oggetto della presente
analisi:
la vegetazione di fatto dovrà essere mantenuta quanto più possibile e, per le nuove
piantumazioni di progetto si dovranno utilizzare essenze autoctone, che potranno essere
individuate in sede di eventuali progetti esecutivi dagli uffici del Consorzio Parco.
Verde Urbano 4
2 CARATTERISTICHE DEGLI ESEMPLARI ARBOREI OGGETTO DI RICHIESTA DI
TAGLIO E LORO INTERAZIONE CON LE OPERE E I MANUFATTI PRESENTI
2.1.1 STATO DI FATTO
Il terreno in oggetto si compone di una presenza di vegetazione arborea caratterizzata da specie
in prevalenza non autoctone, messe a dimora alcuni decenni orsono per le caratteristiche
ornamentali, legate sia alla scelta delle specie stesse (sempreverdi, con funzione schermante e
protettiva), sia al fatto che all’epoca era molto diffuso introdurre specie esotiche da parte dei
vivaisti all’interno dei giardini privati.
Ad oggi si contano diversi esemplari di Cedro per lo più appartenenti alla specie deodara, alcune
Betulle e pochissimi arbusti.
Figura 1: Schematizzazione in pianta del terreno con localizzazione alberi – non in scala
Specie arborea N° e posizione nel giardino
Cedrus deodara 3, 4, 5, 6, 7, 9, 11
Cedrus atlantica 1, 2, 8, 10
Betula pendula 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27
Relazione 5
Sulla base del sopralluogo effettuato nel mese di settembre 2011, e grazie alle indicazioni
raccolte in loco dai proprietari circa l’origine e gli interventi colturali pregressi svolti dai manutentori
del verde, si possono di seguito riportare una serie di considerazioni sia sullo stato di fatto sia
riguardo alle condizioni fitosanitarie delle piante.
2.1.2 CARATTERISTICHE BOTANICHE DELLE ESSENZE PRESENTI
Da un punto di vista botanico gli alberi sempreverdi in oggetto appartengono tutti all’ordine delle
Coniferales.
Cedro deodara – Cedrus deodara (7 esemplari).
Famiglia: Pinaceae
Descrizione: Il cedro Deodara è originario dei pendii nevosi dell’Himalaya che si estendono
dall’ovest del Nepal all’ovest dell’Afganistan.
Nei paesi di origine ha notevole importanza religiosa, tanto che in sanscrito è chiamato
“devadara” ovvero “albero degli dèi” o “abete sacro indiano”.
In queste zone, tra i 2.000 e 3.000 m, forma immense foreste che forniscono legname pregiato.
In India, come altri cedri, è considerato simbolo di fertilità ma anche di durevolezza. Viene
utilizzato, per il suo legno profumato, per edificare templi e palazzi; lo si usa anche per fare
traversine ferroviarie e ponti.
Venne introdotto in Europa nel 1822 ed è utilizzato a scopo ornamentale per le caratteristiche
della sua rapida crescita ed il suo valore estetico.
Solo nei terreni migliori (leggermente acidi, non
compatti e profondi) dà buoni risultati come legname da
opera, essendo una specie assai esigente. Richiede
infatti climi miti e temperati, non sopporta ambienti
freddi con inverni molto rigidi; preferisce una elevata
umidità atmosferica ed è sensibile ad alcuni agenti che
inquinano l’atmosfera.
Economicamente potrebbe risultare vantaggioso, se
venisse utilizzato in piantagioni specializzate.
Cresce tra i 1.700 e i 3.000 m raggiungendo un’altezza
di 65 m, con una larghezza di 8: per queste misure è la
specie di cedro più grande.
Lo caratterizzano la forma espansa, il suo apice inclinato
ed i suoi rami secondari penduli; quelli principali sono
orizzontali.
Verde Urbano 6
La sua corteccia è nerastra con strette fessure; i fiori sono meno frequenti che sugli altri
cedri; quelli maschili sono eretti e liberano in autunno il polline giallo, mentre quelli femminili
sono verdi. I coni eretti maturano in due anni, hanno un colore bruno-rossastro e sono lunghi
7-10 cm.
Gli aghi giovani sono grigio-azzurri, diventano poi verde scuro e sono lunghi 3-5 cm
raggruppati in rosette.
Caratteristiche: questa specie, come intuibile dalla descrizione, non appartiene alla flora
locale autoctona.
Cedro atlantica – Cedrus atlantica (4 esemplari).
Famiglia: Pinaceae
Descrizione: Il cedro Atlantica è invece originario dei Monti dell’Atlante (nel Nord Africa) zone
in cui questo cedro che forma vaste foreste dai 1000 ai 2000 m di quota.
In Europa è stato introdotto nel 1839 (in Italia nel 1842) quasi esclusivamente a scopo
paesaggistico - ornamentale, visto lo spazio di cui ha bisogno per crescere. La sua altezza
può raggiungere i 36 m, da giovane cresce molto lentamente. Ha importanza come specie
forestale in quanto vegeta bene anche su suoli superficialmente aridi; perciò è stato utilizzato
nel rimboschimento di questi terreni.
Questo cedro emette i fiori in autunno; ha le foglie isolate e
aghiformi; quelle sui rami più vecchi sono più corte
(brachiblasti) riunite in ciuffi e su rametti corti, aghiformi e
rigide.
Possiede una chioma piramidale; i suoi rami principali sono
ascendenti, mentre quelli secondari sono penduli; l’apice
del fusto è eretto.
I coni femminili lunghi 7-10 cm, sono ovali oblunghi e
rimangono sulla pianta per lungo tempo:dapprima hanno
un colore verde-azzurro poi diventano marrone chiaro e
maturano nell’arco di due anni.
La sua corteccia è grigio scura, con strette fessure
Caratteristiche: anche questa specie, come intuibile dalla descrizione, non appartiene alla
flora locale autoctona.
Relazione 7
In aggiunta ai Cedri, che sono gli esemplari che si trovano sull’area in cui è prevista
l’edificazione, si trovano nel lotto anche diverse betulle tutte destinate al mantenimento.
Betulla – Betula pendula (16 esemplari).
Famiglia: Betulaceae
Descrizione: la Betulla è originaria dell’Europa e dell’Asia settentrionale, questo albero
slanciato cresce bene in terreni sabbiosi e ricchi di torba. In Italia è più frequente sulle Alpi
dove a volte forma boschi puri.
Il nome del genere deriva dal celtico betu. La betulla bianca è molto diffusa in Europa dove
raggiunge, a nord, il 65° di latitudine e a sud la Sicilia. Ama il sole, crese solitaria o a gruppetti
nei boschi radi di collina e montagna, associandosi a latifoglie e conifere. Allo stato
spontaneo, s’insedia su terreni anche aridi e spogli, preferibilmente acidi, con buona
disponibilità idrica ed è molto resistente al gelo. E’ usata come pianta ornamentale per
l’eleganza del portamento e il colore decorativo della corteccia e delle foglie
Le betulle si caratterizzano per la corteccia bianca argentata, dovuta alla presenza di granuli
di betulina; sono dotate di una notevole rusticità, resistendo a condizioni ambientali avverse,
quali geli improvvisi e prolungati e lunghi periodi di siccità; sono diffuse nelle regioni del
Picetum, Fagetum e Castanetum, ma si spingono anche nelle zone superiori e inferiori.
Il genere Betula è distribuito
prevalentemente nelle zone temperate e
boreali dell'emisfero nord. Sono piante
eliofile e pioniere che rapidamente
occupano aree scoperte dopo gli incendi o
il taglio. Possono formare boschi puri o
presentarsi in gruppi e elementi isolati.
Le betulle vengono coltivate come piante
ornamentali per l'eleganza del fogliame e
il fusto dalla corteccia bianca maculata di
nero, in parchi o giardini, su terreni sciolti
e freschi. In silvicoltura vengono utilizzate
per consolidare frane, detriti di falda o per
il rimboschimento di pascoli e cedui.
Caratteristiche: questa specie appartiene invece alla flora locale autoctona, pur privilegiando
zone altimetriche più elevate e terreni da colonizzare. Gli esemplari presenti dovranno in ogni
caso essere sostituiti nei prossimi anni, in quanto il legno di betulla non è particolarmente
robusto e durevole.
Verde Urbano 8
2.1.3 STATO VEGETATIVO DELLE ESSENZE PRESENTI
Delle piante osservate in loco si riportano schematicamente i giudizi di vigoria e stato fitosanitario.
ID pianta Specie Stato attuale
1 Cedrus atlantica
Non si rilevano particolari elementi di danno, patologia o
difetto strutturale. I grandi rami basali possono essere
oggetto di rottura improvvisa per effetto di abbondanti
nevicate o forti venti.
2 Cedrus atlantica La pianta presenta la rottura del cimale.
3
Cedrus deodara
La pianta presenta una evidente rottura del cimale, ad
altezza di circa 6 mt, con relativa formazione a candelabro,
molto fragile e pericolosa per la possibile caduta di
branche.
4 Cedrus deodara La pianta presenta la rottura del cimale.
5 Cedrus deodara Non si rilevano particolari elementi di danno, patologia o
difetto strutturale.
6 Cedrus deodara Non si rilevano particolari elementi di danno, patologia o
difetto strutturale.
7 Cedrus deodara Non si rilevano particolari elementi di danno, patologia o
difetto strutturale.
8 Cedrus atlantica Non si rilevano particolari elementi di danno, patologia o
difetto strutturale.
9 Cedrus deodara Non si rilevano particolari elementi di danno, patologia o
difetto strutturale.
10 Cedrus atlantica Non si rilevano particolari elementi di danno, patologia o
difetto strutturale.
11 Cedrus deodara La pianta sofferente, con chioma molto leggera e in
precarie condizioni di vigoria.
Da 12 a 27 Betula pendula
Esemplari in discrete condizioni, tranne qualche soggetto,
che non presentano pericolo né necessità di abbattimento
preventivo.
Relazione 9
3 STRUMENTI DI TUTELA AMBIENTALE E PAESAGGISTICA
Si riporta di seguito l’insieme degli strumenti di tutela ambientale e paesaggistica vigenti per l’area
in oggetto, ossia:
- Inquadramento paesistico rispetto al Piano Paesaggistico Regionale (PPR);
- Zonizzazione da PTC del Parco dei Colli di Bergamo;
- Vincolistica paesistico – ambientale D.Lgs. 42/2004;
- Inquadramento rispetto al Piano di Governo del Territorio del Comune di Almè;
- Strumenti di tutela ambientale di livello comunitario (Siti Natura 2000).
Inquadramento paesistico rispetto al Piano Paesaggistico Regionale (PPR)
Il Piano Territoriale Regionale (PTR), in applicazione della L.R. 12/2005, assume natura ed effetti di
Piano Paesaggistico Regionale, integrando ed aggiornando il precedente Piano Territoriale
Paesaggistico Regionale.
Dal vigente Piano Paesaggistico Regionale vengono estratti alcuni tematismi e regolamentazioni di
interesse per la zona in oggetto:
- Ambiti geografici ed unità tipologiche di paesaggio (Tav. A): ai sensi della
tavola A la zona di intervento (Comune di Almè) ricade entro l’ambito geografico
delle “Valli Bergamasche”, e all’unità tipologica paesaggistica dei “paesaggi delle
colline pedemontane e della collina Banina” della fascia collinare; per la descrizione
dei due elementi si rimanda alla documentazione allegata al Piano Paesaggistico
Regionale;
- Carta degli Elementi identificativi e percorsi di interesse paesaggistico
(Tav. B) e Carta della viabilità di rilevanza paesaggistica (Tav. E): ai sensi di
tali tavole nell’area d’intervento vengono riconosciuti due particolari tracciati di
interesse paesistico, una strada panoramica (n. 2), così come definita dall’art. 26
comma 9 delle NTA, e un tracciato guida paesaggistico (n. 57), definito dal comma
10 del medesimo articolo;
- Quadro di riferimento della disciplina paesaggistica (Tav. D) : ai sensi del
quadro di riferimento della disciplina paesaggistica regionale l’area di intervento non
ricade entro nessuna area di particolare interesse ambientale – paesistico.
Verde Urbano 10
Figura 1 – inquadramento nella carta degli ambiti geografici e delle unità tipologiche di paesaggio (PPR)
Figura 2 – inquadramento nella carta della viabilità di rilevanza paesaggistica (PPR)
Relazione 11
Figura 3 – inquadramento nella carta del quadro di riferimento della disciplina paesaggistica regionale (PPR)
Zonizzazione da PTC del Parco dei Colli di Bergamo
Il vigente Piano Territoriale di Coordinamento del Parco dei Colli di Bergamo, in qualità di piano a
valenza paesistica, suddivide il territorio del Parco in zone di tutela naturalistico - ambientale
omogenee. Ai sensi di tale classificazione, l’area di intervento ricade entro la zona IC, zona di
iniziativa comunale orientata. L’ambito individua porzioni di territorio interne al Parco che sono
rimesse alla potestà comunale in materia urbanistica, nel rispetto degli orientamenti e dei criteri
prescritti. Gli interventi ricadenti nella zona sono soggetti, oltre alle disposizioni degli strumenti
urbanistici generali comunali e alle procedure di legge, anche all’espressione di un parere da parte
del consorzio nel caso in cui si tratti di interventi che rientrino nella tipologia di opere per le quali è
richiesta la presentazione della dichiarazione di compatibilità ambientale.
La redazione degli strumenti urbanistici e delle loro varianti all’interno della zona dovrà essere
finalizzata:
- al contenimento delle capacità insediative che dovranno essere commisurate al
soddisfacimento delle esigenze della popolazione residente nell’area del Parco,
privilegiando il recupero del patrimonio edilizio esistente ed evitando l’edificazione
sparsa ed isolata;
- all’aggregazione delle nuove costruzioni ai comparti esistenti con una tipologia
compatibile con l’ambiente;
Verde Urbano 12
Figura 4 – zonizzazione naturalistico-ambientale del PTC del Parco dei Colli di Bergamo
Vincolistica paesistico – ambientale
Per le aree sottoposte alla disciplina del Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al D.Lgs.
42/2004 vige il divieto di modifica dello stato dei luoghi, e pertanto ogni intervento di
trasformazione è sottoposto a procedura di autorizzazione paesaggistica da parte dell’autorità
competente.
Di seguito si elencano gli elementi di vincolo presenti o prossimi all’area in analisi.
Vincolo per gli immobili e le aree di notevole interesse pubblico – Bellezze d’insieme
L’ambito in cui si trova l’area oggetto d’intervento non si trova strettamente sottoposta a
questo tipo di vincolo, ma è situata nelle immediate vicinanze di due aree individuate come bellezze
d’insieme con D.M. del 28/09/1966 e D.M. del 12/01/1967, ripresi dall’art. 136 lettere c) e d) del
D.Lgs. 42/2004. Gli ambiti, siti nell’area collinare di Bergamo, sono dichiarati di notevole interesse
pubblico perché la zona “è costituita da un caratteristico aspetto paesaggistico, che è quello tipico
delle prealpi bergamasche, a boschi e giardini con ville e vecchie case sparse in modo da formare
un quadro naturale di grande bellezza, visibile dalla Strada Provinciale Dalmine – Villa D’Almè che
si snoda ai piedi della zona stessa”.
Relazione 13
Vincolo per i territori contermini ai laghi
L'art. 142, comma 1, lettera b) del suddetto Decreto Legislativo definisce come oggetto di
tutela e valorizzazione per il loro interesse paesaggistico: “i territori contermini ai laghi compresi in
una fascia della profondità di 300 m dalla linea di battigia, anche per i territori elevati sui laghi”.
L’area in analisi non ricade all’interno dell’area di pertinenza del vincolo.
Vincolo per i territori contermini a fiumi, torrenti, corsi d’acqua pubblici e relative sponde
L'art. 142, comma 1, lettera c) del suddetto Decreto Legislativo definisce infatti come oggetto
di tutela e valorizzazione per il loro interesse paesaggistico: “i fiumi, torrenti, ed i corsi d'acqua
iscritti negli elenchi di cui al testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici,
approvato con R.D. 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piede degli argini per una
fascia di 150 metri ciascuna”. L’area è completamente esterna ai territori di pertinenza del vincolo.
Vincolo per le aree protette
Si ricorda come in tutto il territorio della Parco dei Colli di Bergamo viga il vincolo paesistico –
ambientale in quanto area di Parco Regionale (Art. 142, comma 1, lett. f) D.Lgs. 42/2004).
Vincolo paesaggistico per le aree boscate
Tale vincolo (Art. 142, comma 1, lett. g)) del D.Lgs. n. 42 del 22/01/2004) trova motivazione
nel riconoscimento dell’interesse pubblico suscitato dai boschi, non solamente in termini estetici,
ma anche naturalistici e idrogeologici. Per tali aree vige il divieto di modifica dello stato dei luoghi,
e pertanto ogni intervento di trasformazione è sottoposto a procedura di autorizzazione
paesaggistica da parte dell’autorità competente.
Vincolo forestale
La presenza di area boscata nell’area di intervento implica l’apposizione del vincolo forestale.
L'articolo 43 della L.R. 31/08 tutela le aree boscate, così come definite dall'articolo 42 della stessa
legge, e stabilisce che qualsiasi intervento di modifica dello stato di fatto (disboscamento e/o
movimentazione terreno con alterazione degli assetti esistenti, anche senza taglio di elementi
arborei) necessita di specifica autorizzazione.
Vincolo idrogeologico
Il R.D.L. 30.12.1923 n. 3267 - Riordinamento e riforma in materia di boschi e terreni montani,
tuttora in vigore, sottopone a “vincolo per scopi idrogeologici i terreni di qualsiasi natura e
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destinazione che, per effetto di forme di utilizzazione contrastanti con le norme di cui agli artt. 7, 8
e 9 (articoli che riguardano dissodamenti, cambiamenti di coltura ed esercizio del pascolo), possono
con danno pubblico subire denudazioni, perdere la stabilità o turbare il regime delle acque". La
procedura di rilascio del vincolo idrogeologico è definita dall’art. 44 della L.R. 31/2008. L’area
oggetto di autorizzazione non è sottoposta a vincolo idrogeologico.
Figura 5 – ubicazione rispetto ai vincoli ambientali e paesaggistici
Strumenti di tutela ambientale di livello comunitario (Siti Natura 2000)
L’area oggetto di autorizzazione non è compresa entro Ambiti di Interesse Comunitario.
Inquadramento rispetto al Piano di Governo del Territorio del Comune di Almè (PGT)
Piano delle Regole
Il Piano delle Regole colloca l’area di interesse tra gli ambiti a destinazione residenziale B7
normati all’articolo 60 delle NTA del PdR che li definisce ambiti “interessati da strumenti urbanistici
attuativi (atto, convenzione, accordo di programma, concordato, pinao attuativo, schema
Relazione 15
preliminare di fattibilità di PII, programma integrato di intervento, ecc.) vigenti, in itinere o derivati
da processi di concertazione in corso. In ogni ambito B7 si applicano i disposti ed i parametri del
relativo strumento urbanistico attuativo e delle normative sovra comunali (Piano Cave, PTC Parco
dei Colli, ecc.) vigenti nell’ambito. In ottemperanza all’articolo 12 della L.R. 12/2005 lo strumento
urbanistico attuativo di ogni ambito B7 stabilisce in via definitiva gli indici e i parametri
urbanistico-edilizi, le relative modalità di calcolo e la quantità e l’organizzazione dei Servizi.”.
Figura 6 – estratto della tavola PIANO DELLE REGOLE (PGT del Comune di Almè)
Carta delle classi finali di sensibilità paesistica
L’ambito rientra in una classe di sensibilità paesistica 5 – molto elevata. Nei territori di
classe 4 e 5 la Disciplina Paesistica del Titolo II della Normativa del PdR assume valore di norma. Il
PGT, all’articolo 22 comma 3 dell NTA, stabilisce inoltre che tutti i progetti per interventi ricadenti in
territori classificati con elevata sensibilità paesaggistica debbano essere corredati da relazione
paesistica. Il medesimo comma indica anche che “La relazione paesistica deve essere redatta in
AMBITI SOTTOPOSTI ALLA DISCIPLINA DEL PIANO DEI SERVIZI
COMPONENTI DEL PAESAGGIO URBANO CONSOLIDATO
AMBITI DISCIPLINATI DAL DOCUMENTO DI PIANO
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conformità alla legislazione e alla normativa regionale ed in conformità ai contenuti ed alla
Normativa del PGT.”.
Figura 7 – estratto della CARTA DEL PAESAGGIO - Carta delle sensibilità paesaggistiche (PGT del Comune di Almè)
Relazione 17
4 IL CONTESTO PAESAGGISTICO LOCALE
Si descrivono i principali parametri ritenuti utili alla lettura del paesaggio in cui si inseriscono le
piante oggetto di intervento. Tali parametri sono tratti dal DPCM 12 dicembre 2005, il quale fissa i
criteri per la stesura della relazione paesaggistica.
Figura 7: localizzazione su ortofoto
4.1 Parametri per la lettura di qualità e criticità paesaggistica del paesaggio urbano
locale
4.1.1 Diversità
Il contesto del Monte Taddeo è caratterizzato da un livello medio-alto di diversità, con
prevalenza di ambiti di elevato valore ambientale e paesaggistico: la presenza del Parco Monte
Taddeo, il territorio del Parco dei Colli, il paesaggio collinare delle Prealpi Bregamasche anche del
Comune di Sorisole limitrofo, e la vicinanza con la cava Ghisalberti, attualmente dismessa, ma in cui
è previsto un possibile intervento di riqualificazione ambientale e paesaggistica. Il contesto, come
confermato dalla classe di sensibilità paesistica attribuita nell’ambito del P.G.T. comunale, è
comunque legato alla presenza di valenze paesistiche importanti, rispetto al resto del territorio
comunale, che presenta invece un grado più lelevato di antropizzazione.
Verde Urbano 18
4.1.2 Integrità
L’integrità rappresenta il grado di permanenza e conservazione degli elementi del paesaggio in
oggetto. L’ambito risulta pressochè integro per la presenza di elementi ed architetture omogenei e
ben inseriti nel paesaggio, dato l’utilizzo di materiali idonei (legno e pietra). La vegetazione,
elemento biotico, vivo e quindi soggetto a senescenza, con necessità di manutenzione o eventuale
sostituzione, rappresenta l’elemento principale di possibile variazione all’interno di questo
paesaggio. Si consideri comunque che eventuali interventi di manutenzione del verde non
necessariamente determinano deturpamenti o compromissioni permanenti sul paesaggio. Nel caso
in questione l’eliminazione di alcune piante di specie alloctone di grandi dimensioni e la loro
sostituzione con essenze autoctone ecologicamente coerenti, con portamento arboreo, ma di
minori dimensioni, contribuirà alla riqualificazione delle pertinenze delle abitazioni, ad assoluto
vantaggio del contesto.
4.1.3 Qualità visiva
La qualità visiva è connessa alla presenza di particolari elementi paesaggisticamente rilevanti.
Come confermato dalle analisi del PGT l’area oggetto d’intervento rappresenta un elemento di
spicco e valenza dal punto di vista naturale e paesaggistico, inserita in una matrice di sensibilità
paesistica minore.
Nel caso in questione la sostituzione di alcune piante non autoctone e potenzialmente pericolose
per le dimensioni delle branche, le cui grandezze raggiunte possono anche disturbare la visuale
panoramica dai punti visuali posti nella proprietà, contribuirà alla riqualificazione estetica dell’area,
ad assoluto vantaggio del contesto.
4.1.4 Rarità
L’area di intervento non presenta alcun elemento che le conferisca particolare rarità.
4.1.5 Eventuali fattori di degrado
La presenza di specie alloctone, quali i cedri dell’Atlante e dell’Hymalaya, di notevoli
dimensioni, genera elementi di “disturbo” estetico/visuale all’ambito di elevata sensibilità
paesistica; a questa considerazione si aggiunge il rischio di danni a cose e persone che la caduta
delle grosse branche può provocare nelle contigue aree fruite.
Quindi l’intervento di manutenzione straordinaria certamente determinerà un incremento della
qualità paesaggistica dell’elemento.
Relazione 19
4.2 Parametri di lettura del rischio paesaggistico, antropico e ambientale del
paesaggio locale
4.2.1 Sensibilità e vulnerabilità
La sensibilità indica la capacità dei luoghi ad accogliere cambiamenti senza effetti di
alterazione o diminuzione dei caratteri connotativi o di degrado della qualità complessiva.
Il luogo nel suo complesso è caratterizzato da un grado di sensibilità e vulnerabilità medio-alto
(lo attesta anche lo studio specifico elaborato nell’ambito del PTC del Parco dei Colli di Bergamo);
l’ambito specifico di intervento presenta invece un livello di sensibilità paesistica molto elevata, e
l’intervento stesso è finalizzato ad aumentare la sicurezza dei luoghi e a ridurre le cause di degrado
o scadimento della qualità dei luoghi.
4.2.2 Capacità di assorbimento visuale e stabilità
La capacità di assorbimento visuale delle alterazioni è piuttosto elevata, se riferita
strettamente ed esclusivamente all’opportunità di eliminare e sostituire con oculatezza gli
esemplari arborei che costituiscono, nel contesto urbano, un elemento di qualificazione
fondamentale ma non di primaria caratterizzazione.
La stabilità è legata prevalentemente al mantenimento dell’efficienza funzionale del complesso
paesaggistico che non viene alterata dalla sostituzione degli elementi arborei con altri
maggiormente gestibili e meno inclini a produrre danni ai manufatti.
Verde Urbano 20
5 CONCLUSIONI
Le piante in esame, per le quali si prevede l’abbattimento, non ricadono in area definibile “boscata”
ai sensi della l.r. 31/2008.
La totalità degli alberi presenti che dovrebbero essere tagliati sarebbe di 11 unità, tutte radicate sui
bordi del mappale edificabile, pur senza che vi sia la possibilità del loro mantenimento in virtù degli
ingombri e delle prescrizioni comunali che prevedono una fascia filtro di 10 metri tra il costruito ed
il Parco pubblico, mantenendo le betulle.
Per 4 esemplari (pianta n° 2, 3, 4 e 11) si consiglia in ogni caso l’abbattimento a causa dei difetti
strutturali rilevati e per le condizioni vegetative allo stato attuale.
Complessivamente ci sarebbero quindi da rimuovere 7 piante.
Queste piante, qualora comunque dovessero rimanere, per effetto dell’esposizione ai venti ed in
virtù della mancanza dei soggetti che andranno al taglio, potrebbero risultare prive di una adeguata
chioma ed equilibrio in caso di forti intemperie, vista anche la posizione alquanto esposta.
Si rileva inoltre che i Cedri non appartengono alla flora locale, ma specie messe a dimora
frequentemente in passato per effetto meramente ornamentale. La grandezza degli esemplari,
essendo i Cedri piante a rapido accrescimento, non li pone nelle condizioni di “monumentalità”.
In un ottica di riqualificazione dell’area si giudica compatibile la sostituzione di tutti gli individui di
Cedro, sia deodara che atlantica, sostituendoli con alberi e arbusti appartenenti a specie autoctone
più pregiate piantate alla distanza dal confine a norma di legge.
La scelta di specie autoctone, peraltro tutte spoglianti nel periodo invernale, permette anche una
maggior vivibilità nel complesso residenziale rispetto alle essenze “sempreverdi”.
Le piantumazioni potranno essere dislocate sia nel bordo dell’edificato, sia nel prato tra le betulle ed
il Parco Urbano, riqualificando al contempo la scarpata morfologica di operazione.
Almè.
Ottobre 2011
Il tecnico incaricato
Dr. Niccolò Mapelli
Allegati:
Documentazione fotografica
Relazione 21
Elenco alberi ed arbusti autoctoni.
Verde Urbano 22
6 DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
Foto 1: sulla destra si vede l’esemplare n°11 con chioma rada e sofferente.
Foto 2: particolare della chioma a”candelabro” della pianta n° 2.
Relazione 23
Foto 3: rottura del cimale della pianta n° 3.
Foto 4: particolare d’insieme del nucleo di Cedri, particolarmente esposto ai venti ed alle intemperie.
Verde Urbano 24
Foto 5: fascia di prato tra il bosco naturale del parco pubblico (sin) e la zona con betulle (destra)
Foto 6: scarpata morfologica a confine con il parco pubblico. Prevista rimozione della rete e riqualificazione
del sottobosco, con decespugliamento rovi e piantumazione essenze forestali locali (lista allegata).
Relazione 25
7 ELENCO DELLE SPECIE ARBOREE ED ARBUSTIVE AUTOCTONE UTILIZZABILI
SPECIE ARBOREE (P scap)
SPECIE ARBUSTIVE E ARBOREE DI PICCOLE
DIMENSIONI (P caesp/P scap)
1. Acero campestre Acer campestre L.
2. *Betulla Betula pendula Roth
3. *Castagno Castanea sativa Miller
4. Farnia Quercus robur L.
5. Carpino bianco Carpinus betulus L.
6. Ciliegio selvatico Prunus avium L.
7. Frassino maggiore Fraxinus excelsior L.
8. Frassino meridionale Fraxinus oxycarpa
Bieb.
9. Olmo bianco Ulmus laevis Pallas
10. Olmo minore Ulmus minor Miller
11. Ontano nero Alnus glutinosa (L.)
Gaertner
12. *Orniello Fraxinus ornus L.
13. Pioppo bianco Populus alba L.
14. Pioppo grigio Populus canescens (Aiton)
Sm.
15. Pioppo nero Populus nigra L.
16. *Pioppo tremolo Populus tremula L.
17. *Rovere Quercus petraea (Mattuschka)
Liebl.
18. Salice bianco Salix alba L.
19. Tiglio Tilia cordata Miller
20. Berretto di prete Euonymus europaeus L.
21. Biancospino Crataegus monogyna Jacq.
22. Biancospino selvatico Crataegus
oxyacantha L.
23. *Coronilla dondolina Coronilla emerus L.
24. Frangola comune Frangula alnus Miller
25. *Ginestra dei carbonai Cytisus scoparius
(L.) Link
26. Ligustro Ligustrum vulgare L.
27. Melo selvatico Malus sylvestris Miller
28. Nespolo comune Mespilus germanica L.
29. Nocciolo Corylus avellana L.
30. Pado Prunus padus L.
31. Palla di neve Viburnum opulus L.
32. Prugnolo Prunus spinosa L.
33. Salice rosso Salix purpurea L.
34. Salice ripaiolo Salix eleagnos Scop.
35. Salice cinerino Salix cinerea L.
36. Salicone Salix caprea L.
37. Sambuco Sambucus nigra L.
38. Sanguinello Cornus sanguinea L.
39. Spino cervino Rhamnus catharticus L.
40. Viburno lantana Viburnum lantana L.
SPECIE LEGNOSE LIANOSE E TAPPEZZANTI (P lian)
41. Edera Hedera helix L.
42. Caprifoglio Lonicera caprifolium L.
43. Rosa canina Rosa canina L.
44. Rosa cavallina Rosa arvensis Hudson
45. Rovo bluastro Rubus caesius L.
46. Rovo comune Rubus ulmifolius Schott
47. Vitalba Clematis vitalba L.