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NATURA CULTURA TERRITORIO INTERVENTI_______ _____CO[n]TEMPORANEI. Auletta 2012 Idee di Alessandro Cimino e Arturo Ianniello

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NATURA CULTURA TERRITORIO

            

                   INTERVENTI_______ _____CO[n]TEMPORANEI.

Auletta 2012 

    

Idee di

Alessandro Cimino e

Arturo Ianniello

 

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Indice

abstract 4

l’albergo diffuso nel parco a ruderi 5

gli alloggi 6

servizi 8

spazi aperti 12

inquadramento delle risorse e 14 proposta di gestione .

proposte 18

innesti contemporanei 19

ri / cuciture 20

 

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Abstract

 

Il centro (storico) che consolidatosi durante i secoli come organismo insediativo unitario, come

monumento unico e sede della vita collettiva, patrimonio culturale in primis e fonte di

mantenimento delle condizioni di vita del borgo ma anche fonte di conservazione della memoria

storica, dovrà ora essere concetto del futuro della memoria stessa.

Purtroppo oggi si nota come i giovani che per motivi come lo studio universitario e soprattutto la

ricerca di un lavoro sicuro e appagante specie nel post laurea, scelgano di allontanarsi dalle

proprie radici per poi non sempre ritornare stabilmente al proprio paese a riprendere un ruolo

stabile nella vita sociale e collettiva.

Sicuramente molti di loro sarebbero disposti a fare ritorno qualora ci siano concrete alternative

all’interno del tessuto sociale di provenienza non dimenticando che tornano con un bagaglio

culturale accresciuto e con competenze specifiche derivanti dagli studi conseguiti nelle università

delle nostre città e che in tal caso potrebbero benissimo far fruttare, sfruttando a pieno le risorse

offerte dalla loro stessa terra.

Ma non soltanto coloro che potrebbero tornare beneficerebbero di qualcosa di positivo che

riguardi la comunità, pensiamo agli anziani ad esempio, tesoro incommensurabile, bagaglio da

non smarrire assolutamente.

Potranno nel nostro caso rappresentare un tesoro da tener bene presente.

Questo è un tentativo di mettere a sistema e rendere fruibile la risorsa più preziosa,

il Territorio.

Attraverso le diverse vie che ci sono sembrate migliori e con il minor impatto economico, sociale ed ambientale.

Anche cercando di innestare nuovi tentativi.

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L’albergo diffuso nel parco a ruderi di Auletta.

Situato nel centro storico il parco occupa il 25% della sua intera superficie. Questo parco a ruderi è composto da quelle abitazioni che dopo il sisma del novembre del 1980, videro definitivamente abbandonate le proprie mura. In primo luogo fu per via degli ingenti danni subiti alla tenuta strutturale dalla gran parte delle abitazioni e non meno importante, anche per un altro motivo, quello dovuto allo spopolamento a cui si stava assistendo già prima del terremoto. Intere famiglie decidevano di lasciare le proprie origini per andare a cercare un futuro migliore verso mete come il nord Italia o il nord Europa. A nostro parere è fondamentale riqualificare i ruderi e renderli fruibili , ma è altrettanto importante riuscire ad attestarli come monumento a rimembranza dell’evento sisma. A questo proposito si intende procedere in due diverse direzioni, sia architettonicamente che artisticamente. L’idea di porre in opera una struttura come quella di un albergo diffuso all’interno di un parco di ruderi, come nel caso specifico, potrebbe rappresentare non solo la riqualificazione urbana e paesaggistica di parte di un centro storico antico e ricco di storia come quello di Auletta ma fornire una rampa di lancio economico – sociale.

Il parco a ruderi come abbiamo detto occupa il venticinque per cento dell’estensione di questo centro storico ed è costituito da parti diverse, alle quali possiamo dare destinazioni usi e significati diversi.

All’interno del parco a ruderi verrà collocato un albergo diffuso e sarà diviso in diverse parti che comprenderanno naturalmente in primo luogo gli alloggi, poi oltre a questi sono stati collocati degli spazi che ospiteranno tutti quei comparti atti allo svolgimento di un servizio ricettivo e di ristorazione, quindi cucine, magazzini e dispense, sala ristorante, reception ect.

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Gli alloggi.

Per quanto riguarda questa parte dell’albergo diffuso, a nostro avviso è fondamentale partire dal restauro e dalla conservazione del patrimonio architettonico della parte del borgo in questione, conservando le strutture edili sia esterne che interne. Grande importanza avranno le corrette ricostruzioni, in senso etnografico, degli alloggi.

Recuperare suppellettili e arredi storici, infissi e porte che in alcuni vani del parco sono ancora presenti e laddove saranno irrimediabilmente compromessi ricostruirli dagli originali o recuperarli dalle aree limitrofe, questo approccio renderà possibile la creazione di quell’atmosfera che si respirava nei giorni in cui il tempo sembra essersi fermato, e del quale se ne percepisce l’intensità già camminando tra i vicoli e le case di questo emozionante monumento. Se possibile si dovranno conservare tutte quelle strutture peculiari che sebbene non utilizzabili perché non funzionanti, saranno comunque a testimonianza di quel vissuto rimasto impresso all’interno delle mura di queste case, infatti nei nostri sopralluoghi abbiamo potuto trovare nicchie, forni e caminetti che erano d’uso comune nel vivere quotidiano. Nel caso in cui queste strutture d’uso domestico siano ancora funzionanti dopo un attento restauro conservativo e premettendo uno standard adeguato di sicurezza, si potrà rendere possibile la ricostruzione di un alloggio d’epoca che permetta in tutti gli aspetti possibili di rivivere quello che era lo stile di vita, gli usi e se vogliamo anche le difficoltà che si vivevano all’epoca.

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E’ consigliabile che siano solo un paio, ad esempio una familiare e una doppia, gli alloggi ad avere queste particolari peculiarità, considerando che sicuramente chi si reca in vacanza o per qualsiasi altra motivazione avrà necessità di un certo standard di comfort. Così facendo potrà essere diversificata in maniera originale la proposta ricettiva.

L’arredamento degli altri alloggi che faranno parte del complesso dell’albergo diffuso conserverà comunque suppellettili e arredi dell’epoca ma si potrà offrire agli ospiti dell’albergo quei comfort a cui oggi siamo abituati e ai quali è difficile rinunciare.

Un alloggio è stato lasciato per ospitare dei residenti come custodi di questa struttura.

Oltre ai locali delle case che ospiteranno gli alloggi, è stato ricavato un contenitore architettonico atto ad ospitare tutte quelle attività che riguardano i servizi di ristorazione e non solo.

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SERVIZI

Questo allegato grafico ci fornisce una visuale su tutti gli spazi e le rispettive destinazioni all’interno della struttura dell’albergo diffuso.

Quindi partendo da nord abbiamo un locale che ospita la reception , questa è collocata tra l’albergo diffuso e il resto del centro storico, così oltre che accogliere, assegnare e guidare gli ospiti agli alloggi, potrà essere un ottimo punto informativo per quanto riguarda le attività offerte. Scendendo verso l’albergo troviamo i primi alloggi e una prima entrata alle sale

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che ospitano i servizi per la ristorazione e l’intrattenimento culturale. Una prima entrata è attraverso una sorta di hall denominata sala della memoria nella quale attraverso oggetti, fotografie, documenti e opere d’arte, si entrare non solo nei locali ricettivi ma nell’ottica del luogo e del non luogo, uno slancio emotivo e culturale tra la memoria storica e quella che ci spetta di costruire.

Procedendo si entra nella sala ristorante che arredata con correttezza storiografica avrà una capienza standard da una trentina di posti a sedere, all’occorrenza ampliabile.

All’interno della sala ristorante il protagonista sarà chiaramente il territorio, gli ospiti potranno scegliere di avere la prima colazione e chiaramente pranzare e cenare degustando i piatti della tradizione preparati da uno chef che all’occorrenza sia capace anche di poterli rivisitare, chiaramente si darà grande importanza alla qualità dei prodotti offerti e del servizio. .

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Nelle altre sale di questo contenitore architettonico, ricavato proprio per ospitare tutte queste attività ricettive, trova posto anche un luogo dove potersi rilassare e godere di situazioni come una buona lettura, sorseggiare un the o del buon vino, godere di esposizioni di opere d’arte e altri intrattenimenti di carattere culturale. Una sala dove sarà possibile anche ospitare piccoli eventi culturali come concerti in acustico, presentazioni di libri e volumi e mostre d’arte. Una piccola galleria chiamata sala delle culture proprio per dare adito e incremento a questo che è probabilmente il bene più importante.

Questa sala arredata quindi con divanetti e poltroncine, scaffali colmi di volumi e libri di diversi argomenti, opere d’arte, tavolini e sedie sarà un luogo dove si potrà passare piacevolmente del tempo. Oltre a queste, abbiamo adibito un altro contenitore architettonico votato in particolar modo all’arte, ospiterà il museo del parco [DI CUI BISOGNERA’ SCEGLERE IL

NOME] che conterrà parte di una collezione d’arte contemporanea, cioè tutte quelle opere che necessitano di essere custodite al coperto, altre invece saranno collocate all’aperto sia nei giardini sia lungo il centro storico ed oltre.

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Sarà una collezione composta anche da opere di giovani artisti che accuratamente selezionate saranno frutto di premi e concorsi indetti appositamente per questi motivi e attentamente curati e seguiti dall’associazione che si occuperà di questa risorsa, oppure saranno opere donate o prestate da quegli artisti , maggiormente affermati, che la struttura ospiterà anche su invito e che produrranno i loro lavori all’interno di laboratori e atelier messi a disposizione proprio per questi motivi.

Di questi atelier e laboratori ne sono stati collocati due all’interno del comprensorio del parco a ruderi, mentre un altro è stato posizionato fuori dal parco, nella pineta braida. Questo per via del fatto che sarà attrezzato per la lavorazione scultorea delle pietre e quindi potrebbe causare inquinamento acustico. Nel dettaglio nel parco è stato collocato un atelier che è stato chiamato la bottega dell’arte e ospiterà il lavoro di artisti che come abbiamo detto ne usufruiranno in diverse occasioni. Infatti potrà essere adoperato aldilà del discorso museo – collezione ect, è un bene adoperabile su richiesta da tutti coloro che vorranno cimentarsi, chiaramente si dovrà fare precedentemente una prenotazione.

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Vicino sarà situato la bottega dei mestieri dove poter fare dei corsi su mestieri che non sono più tanto comuni e dove poter lavorare, un laboratorio attrezzato per ospitare quindi un falegname un ciabattino o un intrecciatore di cesti di vimini e così via.

.

SPAZI APERTI

Sarà possibile passare molto tempo anche stando all’aperto in quelli che saranno spazi attrezzati appositamente, dentro e fuori l’area del parco a ruderi poi albergo diffuso.

Uscendo dalle diverse sale o dagli alloggi e dirigendoci verso il costone roccioso (est), ci ritroveremo prima davanti ad una serie di ruderi, qui chiamati ruderi monumento alla memoria. (vedi tavola grafica) Questi furono quelli più colpiti dal sisma del 1980, resi purtroppo inutilizzabili per via dei danni subiti, sono stati perciò destinati a monumento alla memoria dell’abbandono che questa parte di paese e d’Italia ha subito o dovuto subire. Questa fascia di ruderi, puliti da rovi ed erbacce, una volta che saranno stati messi in sicurezza, conserveranno alcuni mobili e suppellettili lasciati da coloro che costretti dal terremoto dovettero allontanarsi. Non sarà possibile entrare, ma affacciarsi verso l’interno di questi ruderi attraverso quelle che erano le entrate e poter guardare ciò che è restato, oppure passarci sopra usando la rampa lignea che sarà installata e che dai pressi del castello, vicino alla reception, arriva sino ai giardini. (vedi tavola grafica)

I giardini

Scendendo ancora verso il costone, infine ci ritroviamo nella zona dove un tempo erano gli orti e i giardini delle famiglie che abitavano su questo costone. Oggi è invaso da rovi ed erbacce e quindi in un primo momento necessita di un

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intervento di ripulitura per poter garantire l’accesso alle squadre di operai che in un secondo momento dovranno procedere con la messa in sicurezza sia dell’antico canale di riflusso delle acque che di tutte le strutture che garantiscono i terrazzamenti lì dove occorreranno. Procedere col posizionamento tutte quelle strutture architettoniche come scalette, aiuole e ringhiere, strutture per il posizionamento della rampa lignea, strutture adatte ad impedire barriere architettoniche ect. Dopo di questo si procederà con l’arredamento e il posizionamento dei vari componenti. I giardini sul costone roccioso possono essere raggiunti da molti punti diversi, da diverse entrate create dai vicoli che vi si affacciano e anche dalla rampa lignea che, come abbiamo detto, parte dalla zona sottostante alla reception e percorre (vedi tavola grafica) una via panoramica sollevata che costeggia il l imite del costone e attraversando in un primo punto una piccola parte di un rudere come una sorta di casamatta, prosegue verso i giardini sovrastando i primi ruderi monumento per poi atterrare nei giardini. Questa rampa offre non solo un accesso ai giardini, senza alcuna barriera architettonica come del resto le altre entrate a tutte le strutture, ma è anche un affascinante punto panoramico dove potersi affacciare sul costone a strapiombo sul torrente e attraverso i binocoli posti sia nella casamatta che sul tornante (che si forma nell’atterraggio nei giardini) si potrà ammirare meglio il paesaggio attorno.

In sostanza questa zona verde del parco a ruderi denominata “giardini del silenzio” ospiterà una zona relax all’aria aperta con gazebo, panche e tavolini dove d’estate si potrà

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anche usufruire di un servizio bar. Una sezione botanica autoctona con piante da fiore e da frutto e ospiterà anche le sculture che sono parte della collezione d’arte contemporanea del Museo accennato prima. Quindi non saranno solo giardini di tipo naturalistico e panoramici ma anche contenitore d’arte insieme al Museo del parco.

INQUADRAMENTO delle RISORSE e PROPOSTA di GESTIONE.

Sono innumerevoli e per niente scontate le bellezze naturali e le risorse, anche non autoctone, che questo paesaggio offre al visitatore e lega a sé chi ne vive.

Elencare quali sono queste risorse sembrerà algido ma serve a capire le potenziali attività che ne derivano e che a loro volta, inquadrate in un modello gestionale ed economico capace in primo luogo di autoalimentarsi e in seguito di competere qualitativamente sul livello dell’offerta , portino alla riscoperta non solo turistica di queste terre.

Per inquadrare più agevolmente le risorse del territorio abbiamo pensato di divederle per provenienza.

Risorse naturalistiche.

Auletta e Pertosa sono territorialmente incastonate in diverse aree protette, come il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano e la riserva naturale della foce del

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Sele Tanagro, poi i monti Alburni chiamate le Dolomiti del sud e ancora le grotte dell’Angelo a Pertosa. Tenendo conto di tutte le informazioni relative al territorio fornite dal materiale informativo del bando, le attività che si sviluppano attorno a questi siti naturali sono diverse e diversificabili per tipo di fruizione.

Pensiamo a quelle attività che le zone montane o altre aree in questione, come quella lungo il fiume Tanagro (SIC) possono accogliere e che già vengono svolte come itinerari di trekking, rafting, birdwatching, percorsi attrezzati per escursioni naturalistiche, visite guidate, spettacoli e speleo escursioni nelle grotte dell’Angelo e altre attività inerenti. Queste attività che derivano da risorse naturalistiche potranno essere racchiuse in un insieme che da un punto di vista gestionale potrà essere affidato ad un’associazione o ente costituito appositamente, dove il personale sia stato formato per via di corsi appositamente avviati e tenuti da esperti del settore come il corpo forestale, Comunità Montana o dall’ente Parco Nazionale, così da avere sia personale qualificato ad occuparsi delle diverse attività e dare possibilità lavorative.

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Quindi per quanto riguarda una fruizione controllata e guidata di questo tipo di risorse, si pensa di affidare ad una associazione (anche appositamente costituita) la gestione di queste potenzialità, con il preciso intento sì di sfruttarle al meglio ma nel pieno rispetto di quelle che sono le ricchezze naturalistiche offerte da queste terre. Chiaramente sarà tutto controllato e coadiuvato da una fondazione che controllerà il buon uso delle risorse e sarà garante di trasparenza.

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Prodotti tipici ed enogastronomia.

A questo punto si apre una vera e propria miniera, inesauribile di ricettacoli e di memorie di tempi andati e diventati Cultura, di gesti antichi che sono qui e che ancora hanno quella carica genuino capace di crescere un popolo.

Partiamo dai prodotti della terra di questo territorio, come il rinomato carciofo bianco che viene coltivato solo in questo fazzoletto di terra, dell’olio extravergine d’oliva, fagioli, i l rafano o il ciliegio di Auletta. Anche dalla lavorazione della carne di maiale, allevato con prodotti della terra come le patate o ghiande, abbiamo esempi di pregiati salumi insaccati come la soppressata, le salsicce o il capicollo o il prosciutto e la pancetta. Non è cosa nuova il turismo enogastronomico, l’Italia offre da nord a sud itinerari enogastronomici di notevole interesse. Intorno a questi prodotti e alle attività produttive correlate, si dovranno proporre itinerari turistici in tal senso e ancora integrare con altre attività inerenti un tipo di offerta che sia oltre che turistica anche pedagogica e formativa, così da poterla proporre anche ad un pubblico diverso e di conseguenza più vasto. Per meglio spiegare l’idea, prendiamo in esempio le attività che contraddistinguono le “country house”, queste propongono oltre che i propri prodotti tipici, un coinvolgimento diretto nelle attività di produzione. Quindi prendendo a caso l’olio d’oliva, si potranno coinvolgere i visitatori oltre che nella degustazione, nella vera produzione e spremitura, se non proprio nella raccolta. Questa linea potrà funzionare quindi anche sulla coltura del carciofo bianco e altre colture autoctone, sui salumi e sui formaggi tipici, su ricette culinarie e addirittura potendo riutilizzare l’antico forno comunale, potranno svolgersi corsi sulla produzione del pane casereccio come si faceva una volta. Chiaramente sempre tutto a livelli pedagogici. Per quanto riguarda la gestione dei rapporti con i singoli , cioè le cooperative agricole, frantoi oleari, i panifici e caseifici tradizionali ect , si pensa di affidare ad un’associazione il rapporto con queste imprese che ospiteranno per visite

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pedagogiche guidate alla scoperta delle lavorazioni dei prodotti tipici enogastronomici gli ospiti che di volta in volta arriveranno.

La gestione complessiva dell’indotto, la sua gestione economica, la supervisione dei singoli comparti, i l rapporto con i soggetti cooperanti, l’attenzione alla qualità e alla trasparenza, la creazione e promozione di pacchetti turistici e così via, dovrà essere affidata ad una fondazione (che come il MIDA) possa essere garante di tutti questi aspetti fondamentali, in uno schema gestionale tipo piramidale .

All’apice di questa piramide si posizionerà l’ente gestore che dovrà essere capace di interagire e coadiuvare le diverse realtà che interverranno. Quindi le associazioni ed enti che si dedicheranno a specifiche attività, oppure anche soggetti privati che come i titolari di cooperative agricole o frantoi oleari, caseifici e panifici tradizionali apriranno le porte dei loro laboratori e delle loro attività per le visite guidate o altre attività.

Per questi motivi si pensa ad una Fondazione che stia a capo dell’intero indotto e che sia capace di controllare le attività e gestire le risorse, creando così una sorta di contenitore da riempire con attività che si definiranno in base alle stagioni e anche alla possibilità dell’offerta.

Per rendere meglio l’idea dell’approccio abbiamo adoperato un grafico.

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[_] - in questo caso ogni cooperativa e azienda che aprirà le sue porte per visite guidate alla scoperta delle produzioni autoctone, sarà libera o aiutata a preparare l’accoglienza per gli ospiti che attraverso queste visite guidate potranno sia cimentarsi nelle lavorazioni e sia degustare le tipicità che vengono prodotte.

PROPOSTE Partiamo da un concetto base, il fare impresa visto come amministrazione del bene comune.

Siccome si auspica un completo auto sostentamento di questo indotto turistico, culturale ed economico si potranno seguire delle opzioni gestionali che permettano di creare in primo luogo dei fondi che potranno essere adoperare per assicurare la creazione, il funzionamento e l’andamento nel tempo di altre attività. In secondo luogo di assicurare una gestione molto attenta e regolare per quanto riguarda alcuni comparti, in special modo quello della ristorazione.

[1] La chiave, a nostro avviso, è il modello delle multiproprietà stagionali che vede la possibilità di vendere un alloggio solo per un determinato periodo dell’anno stabilito in precedenza al momento dell’acquisto. Quindi alcuni alloggi, venduti su questo modello di proprietà, creerebbero dei fondi e chiamerebbero turisti (ricordiamo che questo modello è molto usato nel nord Europa e non solo) senza perdere poi la possibilità di poter usufruire dell’alloggio nel resto del tempo in cui questo non prevede proprietari. In pratica si vende la possibilità di usare quell’alloggio per una o due settimane all’anno, solo durante un periodo già stabilito, lasciando libera l’opportunità di poterne usufruire tutto il resto dell’anno visto che resta di proprietà dell’ente gestore.

[2] Quest’altra considerazione prevede di poter affidare in gestione il servizio di ristorazione, chiaramente sotto un agevole canone. Così facendo si potrà evitare di seguire questo comparto molto impegnativo. A nostro avviso però è necessario scegliere attentamente e stipulare alcuni parametri da rispettare per quanto riguarda l’offerta, questo per tutelare sia la produzione e lavorazione di prodotti autoctoni e sia perché vi si basa una filosofia che non riguarda soltanto la ristorazione e che a nostro avviso è estremamente importante.

[3] Dalla tavola grafica introduttiva, su via Roma sarà collocato un “fronte commerciale” che potrà favorire la vendita delle tipicità locali e anche in questo caso sarà possibile affidarlo in gestione come nel caso del ristorante.

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INNESTI CONTEMPORANEI

In questa sezione abbiamo raccolto tutto quel potenziale che può derivare dall’innesto di altre attività che non siano per forza di derivazione autoctona.

Ad esempio l’arte contemporanea è un settore che se ben seguito con serietà e forza, dando materiale e risorse potrà instaurare un vero e proprio indotto sia turistico- culturale che lavorativo, con anche un ritorno in senso economico e promozionale. Pensiamo ad esempio di creare annualmente un vero e proprio appuntamento culturale capace di raccogliere artisti e addetti ai lavori, non solo di un certo spessore, come abbiamo visto alla Certosa di S. Lorenzo a Padula. Così facendo si potrà richiamare un certo livello di interesse non solo a livello regionale.

In effetti gli spazi per poter dare piede a questa potenziale risorsa esistono e non sono per niente banali . Partiamo semplicemente dall’antro delle grotte dell’angelo, il verde attorno, la sede del MIDA vicina e poi su ad Auletta il Palazzo dello Jesus, altra sede del MIDA e il piccolo Museo d’arte contemporanea pensato all’interno del parco a ruderi. Questi sono solo alcuni esempi di luoghi in cui poter collocare importanti mostre e per importanti non vuol dire solo ospitare “i grandi nomi” ma si deve intendere come potenziale di allestimento. Sicuramente valutare è d’obbligo ma non è la regola, per cui anche giovani artisti e giovani curatori e critici potranno avere la possibilità di presentarsi. Questa idea è certamente un risultato che avrà sostanza se si sceglie di partire da quello che si ha e si decide di costruire pietra su pietra e di trarre fuori dalla nostra terra le sue risorse, anche quelle che sembrano impensabili .

Partiamo perciò da ciò che abbiamo.

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Questo progetto prevede, come indicato nel materiale grafico allegato, di innestare sul tessuto urbano del centro storico aulettese una serie di interventi sia di carattere architettonico che artistico. Abbiamo adottato un filo conduttore che fa da tema ad alcuni interventi. La “ricucitura” tra ciò che è stato e ciò che sarà, tra un mondo arcaico di tradizione e il risultato di queste, ricucire il divario sociale e culturale tra un dentro e un fuori, la volontà del non volerci restare fuori, ricucirsi al resto del mondo e ricucirsi soprattutto con se stessi sulle proprie radici. Percorsi validi per chi vive Auletta, per chi ritorna e per colui che vi giunge per la prima volta.

Avvicinare “l’altro” a queste terre non solo attraverso le proprie tradizioni e risorse naturali ma anche attraverso i luoghi e i non luoghi che sono emersi, anche da situazioni tragiche come il terremoto.

RI / CUCITURE. Interventi dentro e fuori.

Abbiamo visto gli innesti nel parco a ruderi ma per una soluzione di continuità e poter non escludere in nessun modo il resto del centro storico, abbiamo pensato di espandere gli interventi anche fuori dall’area principalmente interessata dal bando di concorso.

Dalla tavola introduttiva allegata, possiamo vedere gli interventi a cui ci stiamo riferendo. In rosso vedremo il percorso dell’innesto ligneo, mentre quello evidenziato in blu è un inserto metallico. Partendo da ovest, nei pressi della casa comunale, lì dove furono posizionati dei caseggiati di legno per ospitare quelle famiglie rimaste senza una casa dopo il sisma, abbiamo fatto partire una struttura simile nell’aspetto alla rampa lignea di cui prima abbiamo parlato che parte dalla reception e arriva ai giardini. Sull’allegato grafico qui sotto è stata evidenziata per delinearne meglio il percorso. Questa rampa lignea (rosso) parte dai giardini vicino la casa comunale e prosegue verso est, salendo verso la strada si porterà ad attraversare l’altro giardino posto tra le due strade parallele (cioè quella di fronte il comune e via Roma) e proseguirà poi verso il castello. Qui conservando l’aspetto di opera che riproduce una cucitura, diventerà inserto metallico posizionato nella sede stradale del vicolo tra il castello e l’area parcheggio / giardini. Proseguendo poi verso l’apice della salita arriverà nei pressi della struttura che ospita la reception e si dividerà biforcandosi da una parte, verso l’albergo diffuso e verso il MIDA

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(blu – metallo) mentre dall’altra parte in legno continuerà il suo percorso con la rampa sollevata.

Sarà un intervento a basso costo e a basso impatto ambientale per quanto riguarda in special modo la parte metallica, mentre la parte lignea della rampa insieme a quella che va dalla reception ai giardini è sì più impegnativa ma allo stesso modo non avrà un grosso impatto né economico né tantomeno ambientale.

Oltre a questa grande e lunga “ ri- cucitura”, che idealmente ricuce insieme il vecchio e il nuovo, abbiamo considerato altri interventi che saranno in continuità con attività proposte. Ad esempio una pista ciclabile che da via Roma scende verso la pineta Braida, (dove inoltre si è pensato di mettere un altro laboratorio così da evitare l’inquinamento acustico nei pressi dell’albergo diffuso) e prosegue verso la discesa che porta verso località Muraglione e quindi verso le grotte dell’angelo di Pertosa. Questa strada a nostro avviso potrà “funzionare meglio” e cioè siccome salendo da questa si ha una bellissima vista dal basso del costone roccioso dove è situato il parco a ruderi e quindi l’albergo diffuso, si è pensato di segnalarla come la strada per poter arrivare all’albergo diffuso di Auletta. Su questa strada, una volta asfaltata meglio e segnalata, saranno collocate delle sculture luminose che partendo più o meno da località Campostrino segnaleranno in maniera del tutto straordinaria la strada da percorrere per arrivare a destinazione.

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Altri interventi scultorei potranno essere realizzati in diversi punti del paesaggio, sia urbano che extra urbano. Il tutto sempre mantenendo costi a livello di produzione.

Lasciamo allegata una tavola grafica con alcuni esempi degli interventi sia scultorei che di land art da poter realizzare, come appena accennato in qualunque cornice ambientale, da terreni incolti a rotonde stradali a larghi urbani inutilizzati e spogli.

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