Regole Di Tipografia - G. Pallotta

download Regole Di Tipografia - G. Pallotta

of 98

description

eBook

Transcript of Regole Di Tipografia - G. Pallotta

Giovanni PallottaIl formato della carta Metodo pratico per la costruzione di un rettangolo con i lati in proporzione 1 : 2Ilformatocartafa riferimento alle dimensioni del foglio, solitamente espresse in centimetri. La voce 'formato' correntemente impiegata per designare le dimensioni del libro o di una pubblicazione.Il formato deve il nome al telaio, detto appuntoforma, di solito in legno di cipressoal cui interno erano tesi sottili fili di ottone, detti vergelle, ancorati ad alcune traverse di legno, i filoni, disposti perpendicolarmente alle vergelle. Quando si immergeva la forma nel tino o nella vasca che conteneva l'impasto acquoso ottenuto dalla macerazione dei cenci (il pesto), i filoni e le vergelle ne riuscivano a trattenere unaparte che liberata dall'acqua in eccesso, dopo un ulteriore trattamento con colla e successiva asciugatura, sarebbediventata un foglio di carta di dimensioni pari a quelle dello staccio.Intrecci particolari nella trama della forma variabili da cartiera a cartiera costituivano la filigrana, uno spessore ridotto e calcolato in alcune aree del foglio di carta che restituiva disegni e scritte visibili in controluce. Per queste loro particolarit, le filigrane sono molto studiate al fine di stabilire provenienza e datazione di libri e documenti.Le cartiere forniscono carta in qualsiasi dimensione se il quantitativo ordinato adeguato.Formati carta normalizzatiI formati carta dettinormalizzatifurono introdotti in Germania nel 1922 con la norma DIN 476 e recepiti in buona parte dell'Europa gi nel periodo antecedente la guerra. Attualmente sono regolati dalla norma ISO 216:2007, derivata dalla DIN 476, avente a titoloWriting paper and certain classes ofprinted matter Trimmed sizes A and B series, and indication of machine direction.I formati che vi si descrivono obbediscono a regole fisse di divisione.In particolare si richiede che siano soddisfatte entrambe le condizioni:1. il formato successivo si ottenga dal formato immediatamente superiore piegando in due il foglio sul lato lungo (parallelamente al lato corto);2. i lati del foglio cos ottenuto rimangano in proporzione con quelli del formato precedente.

Semplici calcoli mostrano che affinch questo si verifichi, detti e i lati del foglio ottenuto e e i lati del formato di partenza, con necessariamente uguale al doppio di , necessario che sia media proporzionale fra e . Infatti perch i lati rimangano in proporzione deve essere:a : b = b : cda che si trova b = ac, ovvero b= 2a che con a = 1 restituisce b = 2, che d il rapporto cercato1 :2.Imponendo inoltre che la superficie del foglio unitario A0 sia di 1 m, si trovano per A0 le dimensioni a = 841 mm, b = 1189 mm. Avremo perci la seguente definizione:A0 il foglio avente superficie pari a 1 m, con i lati in proporzione 1 :2.Nel disegno in alto mostrato un metodo per la costruzione di un formato generico con i lati in rapporto 1 :2. Dato il quadrato di latoltracciare la diagonale AC, per il teorema di Pitagora uguale a l2. Fatto centro in A tracciare con un compasso l'arco di cerchio CF di raggio AC pari alla diagonale del quadrato, fino a incontrare il prolungamento del lato AD in F. Il foglio cercato sar il rettangolo ABEF.Il numero identificativo del formato, a fianco della serie, indica le pieghe o i tagli necessari per ottenere il formato in questione partendo dal formato principale. Partendo dal formato A0 possibile ottenere il formato A3 con tre tagli (o pieghe) successivi, arriviamo al formato A4 attraverso quattro pieghe o quattro tagli, si ottiene il formato A5 con cinque tagli successivi eccetera.Il foglio tagliato in un particolare formato pu essere individuato in due modi:1. citando la sigla composta dalla lettera della serie e dal numero del taglio, preceduta o no dalla dicitura ISO; per esempio A4, A3 ecc.2. citando le sue dimensioni in cm o in mm, nell'ordine prima la dimensione minore, poi la dimensione maggiore; per esempio 21 x 29,7 per indicare le dimensioni di un A4, 29,7 x 42 per indicare le dimensioni di un foglio A3 e cos via.Modo di costruzione dei formati di carta ISO A inferiori fino al formato A7 a partire da un foglio ISO A0 per mezzo di tagli o piegature successiveRapporti fra i formati di carta ISO dal formato A0 fino al formato A7Quanti fogli di un formato ci sono in A0?Per sapere quanti fogli di un formato inferiore sono contenuti in un foglio A0 (oppure B o C) ci si pu servire di un prontuario, una tabella realizzata allo scopo. In alternativa, rapidamente, dettotl'identificativo numerico del formato che accompagna le serie A, B, C, il numero di foglincontenuti nel formato ISO A0 :n = 24Cos, per es., possiamo subito calcolare che nel formato A0 ci sono 24= 16 fogli di formato A4. Svolgiamo cos rapidamente un'operazione che avrebbe richiesto ben pi lunga elaborazione; allo stesso risultato si arriva infatti dividendo le dimensioni del foglio A0 per le dimensioni del foglio A4: si divide l'altezza di A0 per l'altezza di A4, la larghezza di A0 per la larghezza di A4 e si moltiplicano fra loro i quozienti.Allo stesso modo, possibile calcolare quanti fogli di un dato formato sono contenuti in un altro facendo t uguale alla differenza degli identificativi di formato. Se per es. vogliamo sapere quanti fogli A7 sono contenuti in un foglio A3, perch vorremo con essi realizzare dei biglietti da visita, abbiamo t = 7-3 = 4, e dunque il numero risultante n = 24 = 16.I formati normalizzati sono indicati semplicemente attraverso le loro sigle alfanumeriche: A4, A3, A5. Non raro tuttavia che siano preceduti dalla sigla ISO, per cui si parla di ISO A4, ISO A3, ISO A5. Spesso in maniera del tutto equivalente si pu sentire parlare di UNI A4, UNI A3, UNI A5 e cos via.I formati della serie BLa norma ISO 216 definisce anche iformati della serie B. I lati di uno qualunque dei formati della serie B diciamo per es. B4 si trovano calcolando la media geometrica dei lati delcorrispondenteformato A in questo caso A4 con i lati, naturalmente a due a due, del formato immediatamente superiore nel nostro caso A3. Cos, nell'esempio concreto, detti x e y i lati del formato B4, prelevando per A4 e A3 i valori dalla tabella dei formati della serie A in basso, si trova:x =210297 =62379 = 250y =297420 =124740 = 353dove i valori finali sono ottenuti per arrotondamento.I formati della serie CI formati della serie C sono descritti in ISO 269:1985,Correspondence envelopes Designation and sizes. I formati della serie C sono pensati per le buste della corrispondenza destinate a contenere i formati ISO A e B illustrati dalla ISO 216. Il formato carta della serie C definito come il formato intermedio fra due formatiISO A e B, ottenuto come media geometrica fra le misure dei lati corrispondenti di due formati A e B aventi lo stesso indicatore numerico.Per esempio, detti x e y i lati del formato C2, con i valori dei lati corrispondenti dei fogli ISO A2 e ISO B2 presidalla tabella in basso, si trova:x = 420500 =210000 = 458y = 594707=419958 =648dove i valori finali sono ottenuti per arrotondamento.Tabella delle misure dei formati ISO A, B e CLe misure sono in mm, lato corto per lato lungoFormati della serie AFormati della serie BFormati della serie CA0841x1189B01000x1414C0917x1297A1594x841B1707x1000C1648x917A2420x594B2500x707C2458x648A3297x420B3353x500C3324x458A4210x297B4250x353C4229x324A5148x210B5176x250C5162x229A6105x148B6125x176C6114x162A774x105B788x125C781x114A852x74B862x88C857x81A937x52B944x62C940x57A1026x37B1031x44C1028x40Formati non rifilati ISO RA e SRA, formati della stampa digitale SRA4,SRA3, A3 Plus, A3+, Super A3LaISO 217:2008(riscrittura della 217:1995)Paper Untrimmed sizes Designation and tolerances for primary and supplementary ranges, and indication of machine direction, specifica una serie primaria e una serie secondaria di formati carta non rifilati in fogli da cui ricavare successivamente i formati della serie A cos come definiti dalla Iso 216 e definisce un sistema per designare tali formati, specificando inoltre la direzione di macchina.La ISO 217 definisce due serie di formati, il formatoRA(Raw format A) e il formatoSRA(Supplementary Raw format A), la cui superficie rispetto al formato omologo della serie A maggiorata del 5% nel formato RA e del 15% nel formato SRA.Il foglio di formato RA0 ha perci una superficie di 1,05 m e quello della serie SRA misura 1,15 m.I lati dei fogli cos ottenuti, anche per i formati successivi, sono ancora in rapporto 1 : 2, ma le loro dimensioni sono arrotondate al centimetro superiore. Le maggiorazioni applicate nella serie RA consentono dimensioni tali da assicurare la stampa al vivo dei documenti in formato A (si dice stampato al vivo un documento in cui l'inchiostro depositato fino sui bordi, per esempio nel caso di una foto a tutta pagina), mentre le dimensioni della serie SRA assicurano lo spazio necessario alla stampa dei segni di registro, delle barre di controllo e dei segni di taglio.Le misure sono in mm, lato corto x lato lungoFormati della serie RAFormati della serie SRARA0860x1220SRA0900x1280RA1610x860SRA1640x900RA2430x610SRA2450x640RA3305x430SRA3320x450RA4215x305SRA4225x320Questi formati , in particolare quelli della serie SRA, sarebbero probabilmente rimasti sconosciuti al grande pubblico se le case costruttrici di stampanti digitali non li avessero adottati negli impianti desktop casalinghi e per la piccola attivit. La diffusione di macchine in grado di stampare al vivo i formati A4 e A3 con sempre maggiore qualit, sfruttando tecnologie a getto di inchiostro o xerografiche, ha favorito la circolazione dei formati non rifilati e la diffusione delle sigle che a quei formati si accompagnano:SRA4, SRA3, A3 Plus, A3+, Super A3.Il formatoA3+, per estesoA3 Pluse in maniera del tutto equivalente indicato come formatoSuper A3, spesso confuso con il formato SRA, forse per via del fatto che SR sembrerebbe abbreviazione di Super, in realt una 'intrusione' , dal momento che questo formato uno standard nordamericano. Nella codifica dei formati Ansi (American National Standards Institute) ANSI/ASME Y14.1 i formati, anche qui l'uno il doppio dell'altro ma con rapporti differenti fra loro, sono indicati con le lettere dell'alfabeto, dalla A alla E.Il formato pi vicino all'ISO A3, il ledger / tabloid, misura 11 x 17 pollici (279 x 432 mm) ed indicato con la lettera B. Il formato detto Super A3 (non definito dallo stesso standard) che lo contiene (13 x 19 pollici, 330 x 483 mm) infatti indicato comeSuper B.Formati ANSImisure in pollici (inches)equivalente in mmdenominazione correnteA8.5x11216x279LetterB11x17279x432Ledger / TabloidSuper B13x19330x483Super A3, A3+, A3 Plus(non definito nello standard ANSI)C17x22432x559D22x34559x864E34x44864118Formati carta tradizionaliPrima dell'introduzione dei formati normalizzati, i formati di carta oggi individuati da sigle mute e tutto sommato insignificanti per buona parte dell'utenza avevano nomi affatto particolari. Riporto la denominazione delle carte come esposta in Giulio Pozzoli,Manuale di tipografia, Milano, Luigi Cioffi Librajo Editore, 1861, p. 313. Le misure sono in cm.Carta da letteraQuartina22X32Mezzanella23X36Olandina25X39Olandina doppia39X51Quadrotta29X47Quadrotta doppia46X58Carta da scrivereNotarile24X35Pellegrina31X43Leona34X42Pellegrina doppia41X60Leona doppia45X71Carta da stampaLeon Pavia42X61Bislunga46X72Spiera51X69Quadra55X85Leon Pavia doppia6X88Realino43X60Reale47X62Sotto imperiale50X80Imperiale58X79Elefante65X91Papale83X111Papalone91X111Formati librariLe dimensioni di un libro, e di una pubblicazione in genere, dipendono in larga misura dal formato del foglio macchina (il foglio di carta steso impiegato nella stampa), che, una volta stampato,sar piegato pi volte su se stesso dando origine a un fascicolo contenente un dato numero di pagine.Il fascicolo detto quartino se contiene 4 pagine, ottavo se ne contiene 8, sedicesimo se ne ha 16 e trentaduesimo se ne contiene 32. Il sessantaquattresimo, contenente 64 pagine, non solitamente destinato alla legatura.Formato del libro modernoNella tipografia moderna, i formati di stampa maggiormente utilizzati sono iformati normalizzatiISO A1 e ISO B0, nella pratica i formati noti alla tipografia come 64 x 88 e 70 x 100, con riferimento alle loro dimensioni in cm, dal momento che le macchine da stampa pi diffuse si trovano ormai nel formato 70 x 100. Ma in molte tipografie, soprattutto se specializzate, sono ancora in uso molte macchine 'fuori formato' che stampano altezze di carta fino a 120 o 130 cm, specie per la stampa di libri a 1 o 2 colori. Macchine a formato pi grandi, fino al 140 x 200, stampano un pi alto numero di pagine sullo stesso foglio senza effetti sulle dimensioni finali.I formati del libro che ne discendono sono contenuti nella gran parte dei casi fra i formatiISO A4eISO A6. Formati pi grandi sono riservati a enciclopedie, volumi di pregio e di rappresentanza, pubblicazioni speciali.Il formato di libro pi comune stampato dal foglio 70 x 100 il17 x 24cm, spesso portato a16,5 x 24se vi sono immagini stampate al vivo. Questo formato consente di posizionare 32 pagine in un foglio. Di solito, anche in previsione della successiva legatura del volume, si preferisce impaginare in maniera che stampando in bianca e volta il foglio 70 x 100 risulti diviso in due met uguali con 16 pagine ognuna, ci in due sedicesimi.Dal formato 70 x 100 si ricava stampando in dodicesimi anzich in sedicesimi il formato quadrato22 x 22cm, adatto a libri di fotografia, cataloghi di mostre, edizioni di piante, volumi illustrativi di oggetti riprodotti in dettaglio. Inoltre, su questo foglio possibile impostare libri di formato superiore all'A4 senza perdite di carta fino al24 x 33, per il quale ricaveremo 8 pagine da un foglio 70 x 100, cio 4 per facciata.Dal foglio 64 x 88 si ricavano due formati principali: il21 x 30, praticamente l'A4, ela sua met, il15 x 21cm. Da quest'ultimo formato facendo scarti a volte anche di un certo peso si estraggono formati pi snelli adatti alle edizioni tascabili e ai libri di narrativa, ad esempio uno standard come il13 x 20e simili.Come esempio, si vedano le nuove collezioni ET Einaudi Saggi (2007-2008) 135 x 219 mm, oppure Einaudi Classici (2008) 120 x 195 mm. A questa stessa famiglia appartengono anche i Tascabili Bompiani (2010) 130 x 185 mm o con dimensioni ancora minorii libri di narrativa di Sellerio:10,5 x 14,5.Tutti i formati descritti, con la base minore o uguale dell'altezza, suppongonoimplicitamente la rilegatura sul lato lungo, checonferisce loro un orientamento 'verticale'. I libri legati sul lato corto, ad orientamento orizzontale, si dicono con rilegatura ad album.Formato del libro elettronico: l'ebookCon la diffusione dei testi elettronici e la possibilit di leggere un libro direttamente a video senza necessit di stamparlo su carta si sono andate affermando di pari passo le regole per il confezionamento dei file e i dispositivi e i pacchetti software in grado si leggerli. Curiosamente il termine formato ritorna in questo caso nell'italiano mediato dalla lingua inglese che ha adottato il vocaboloformatin campo informatico per indicare l'insieme di regole e di specifiche che deve osservare un filecon un'estensione data. Il termine stato poi reimportato in italiano con lo stesso significato e riadattato alla nostra lingua, cosa non difficile data la comuneorigine latina di entrambe le voci format e formato. E infattil'Oxford Advanced Learner's Dictionary- 8th Editionalla voceformatdthe way in wich data is stored or held to be worked on by a computere per quanto riguarda l'etimologia aggiungemid 19th cent.: via French and German from Latin formatus (liber).Sotto la voce genericaebook,o anchee-book, coniata analogicamente su e-mail come contrazione dielectronic book, si raccolgono formati di file diversi, con estensioni che vanno dal .txt al .pdf, al .mobi e al .epub, con la comune caratteristica di individuare una pubblicazione elettronica o digitale, vale a direun di testo destinato alla lettura e alla diffusione su un dispositivo elettronico fisso o portatile.Gli ebook possono dividersi grossolanamente in due grandi categorie: formati in cui dimensioni del foglio, margini, dimensioni del testo, interlinea ecc. sono codificate nel file, e formati in cui, ad onta dei termini, dimensioni, margini, interlinea ecc. sono parametri fluidi, dipendenti dal dispositivo.Questo secondo gruppo accoglie istanze e criteri dei linguaggi strutturati XML e XHTML per la gran parte che vogliono si trattino separatamente, su piani diversi, forma e contenuto. Il principio seguto che lo stesso testo (contenuto) possa essere presentato in molti modi diversi (forma) senza comprometterne la struttura, ma semplicemente modificando l'insieme dei parametri che ne determinano l'aspetto, generalmentegestiti a parte in unfoglio (cosiddetto) di stile.Possiamo immaginare il contenuto comel'acqua che cambia forma a seconda del recipiente che la contiene senza che la quantit subisca variazioni di sorta.PDF, DOC, e altriIlpdf, acronimo di portable document format, introdotto da Adobe nel 1993, fu creato con l'intento come dice il nome di poter leggere lo stesso file su piattaforme diverse, senza dover essere necessariamente in possesso del software eventualmente utilizzato per la sua creazione. Il pdf dunque un documento crossplatform indipendente dal sistema operativo, dal software e dai caratteri utilizzati. Il pdf in seguito diventato lo standard in tipografia, nella conservazione documentale, nello scambio e nella diffusione di documenti.La caratteristica principale di un file pdf, come si comprende facilmente, la capacit di replicare fedelmente il documento di partenza. Un libro in pdf non perci indipendente dalle dimensioni, anzi le riproduce esattamente nel formato, nei margini, nel carattere, nel corpo del carattere nell'interlinea.Se il pdf stato costruito a partire dal documento originale si parla di solito ditrue pdf. Se il pdf invece raccoglie le pagine del libro acquisite attraverso uno scanner o una macchina fotografica e rimesse in ordine secondo la sequenza del libro si parla allora discan pdf. Alle scansioni si pu applicare la funzione OCR di riconoscimento testi in modo da abilitare le funzioni di ricerca testo e conservare contemporaneamente l'aspetto originario della pagina.Anche altri formati provenienti da elaboratori testi o software di impaginazione possono essere considerati editoria elettronica. E' il caso dei file di Microsoft Word, Adobe Framemaker e tutti quei pacchetti che prevedono la distribuzione di un software gratuito per la visualizzazione dei documenti creati con un'estensione data.EPUB, MOBI (PRC), e altriTra i formati per cos dire 'senza forma', troviamo in primo luogo l'ePub, (abbreviazione dielectronic publication, "pubblicazione elettronica") indifferentemente detto ancheEPub,epub, oEPUB, certamente il formato che ha conquistato maggiore popolarit nel minor tempo. Epub un open standard basato su XMLindicato per la pubblicazione di libri elettronici (eBook) o, meglio,digitali. Dal settembre 2007 lo standard ufficiale dell'International Digital Publishing Forum (IDPF), un organismo internazionale non profit al quale collaborano universit, centri di ricerca e societ che lavorano in ambito sia informatico che editoriale. Dall'ottobre 2011 il formato epub stato aggiornato alla versione 3, con il supporto di HTML5 e Javascript.Il formatokindledi Amazon non altri che un file.mobi(o in maniera equivalente anche.prc, Palm Resource Compiler) con la personalizzazione di alcuni parametri, un software lettore di ebook creato da Mobipocket, societ francese fondata nel 2000 e acquistata da Amazon nel 2005, destinato ad essere implementato su dispositivi mobili, PDA, smartphone, cellulari, ebook reader. La diffusione di questo formato si deve soprattutto alla politica di Amazon che ha abbassato enormemente il costo del lettore nel tentativo di imporre definitivamente il suo formato come standard. Infatti il maggior limite della famiglia dei lettori Kindle consiste proprio nell'impossibilit di leggere contenuti epub.Fra i formati 'liquidi' non si pu tralasciarel'html puro, la pagina web come la si conosce attraverso il browser, il quale in molti casi diventa efficace lettore di libri elettronici: il caso dei testi disponibili per esempio suBibliotheca Augustanao su Intratext, dove peraltro la lettura assistita da un superbo servizio di concordanze.Per la conversione fra formati e la lettura su pc, il software che vanta i maggiori consensi Calibre.Per una comparazione fra i numerosi formati digitali disponibili, consultare la pagina WikipediaComparison of e-books formats.Formato del libro anticoPrima dell'introduzione dei formati normalizzati ci si riferiva al formato del libro con una terminologia derivata dalla classificazione del libro antico, basato sullepiegature subitedal foglio di stampa. L'indicatore numerico adottato convenzionalmente per il formato (2, 4, 8, 16, ecc.) sta ad indicare le pagine (propriamente i fogli) contenute nel foglio steso, e in legatoria terminologia corrente ancora oggi. Non sempre semplice stabilire il formato del libro antico, che richiede dunque di risalire alla forma di stampa (il foglio steso) e determinare il numero delle pieghe. Per far questo ci si aiuta studiando la posizione della filigrana, o dei filoni e delle vergelle.Nel volume in-plano il foglio stampato viene rilegato senza essere piegato: detto anche formato atlantico. Nel volume in-folio il foglio viene piegato in due (una piegatura) dando luogo a un quartino, quattro pagine. Nel volume in-quarto in foglio subisce una piegatura in pi: due piegature, 8 pagine. In generale, detto p il numero di pieghe, il numero di pagine prodotto sar uguale a 2p+1. Maggiore il numero di pieghe, pi piccole e numerose saranno le pagine prodotte, a parit di dimensioni del foglio iniziale.In-plano1 foglio2 pagineIn-folio2 fogli4 paginealtezza > 38 cmIn-44 fogli8 paginealtezza tra 28 e 38 cmIn 88 fogli16 paginealtezza tra 20 e 28 cmIn 1616 fogli32 paginealtezza tra 15 e 20 cmIn 2424 fogli48 paginealtezza tra 10 e 15 cmIn 3232 fogli64 paginealtezza < 10 cmLe parti del libroSebbene la copertina rappresenti un importante elemento costitutivo del libro dal punto di vista marketing e della comunicazione, per le parti del libro si intende di solito riferirsi esclusivamente alla divisione delle pagine interne.Seguono questo criterio ilNuovo Manuale di Stiledi Roberto Lesina, ilChicago manual of stylee l'Oxford Guide to Style, per esempio, mentre include la copertina fra le parti costituenti del libro ilManuale di redazione, curato da Edigeo.Pesa naturalmente su queste scelte una ragione storica, dal momento che la copertina pu considerarsi elemento acquisito relativamente di recente e non un costituente intrinseco. Anch'io seguo questa scuola, ritenendo il libro ancora perfettamente identificabile, funzionale e completo anche se privato della copertina. In particolare facile mettere in luce la ridondanza informativa della copertina se si pensi alla completezza di informazioni contenute nel frontespizio, da una parte, e alla relativamente povera quantit di dati trasmessi da unacopertina con legatura editoriale, canonicamente stampata solo nel dorso, dall'altra.Con riferimento al suo contenuto il libropercipu essere utilmente diviso in tre parti:1. Pagine inizialidettea volte anchecomponenti iniziali, nelle quali si include tutto ci che precede il testo vero e proprio;2. Corpo del testo, ovvero l'argomento vero e proprio del libro, testo e immagini, o anche solo testo o solo immagini, come proposto dall'autore;3. Pagine finaliocoda, comprendente indici, tavole, tabelle, appendici e in genere tutto quello che non fa strettamente parte del testo.Definizioni e terminologiaIl libro stampato un oggetto quotidiano, di uso comune, un prodotto complesso frutto di professionalit diverse.Fisicamente il libro si presenta come un certo numero di fogli stampati o comunque scritti in un dato formato, assemblati e tenuti insieme da una legatura. Nella descrizione degli elementi costitutivi, la terminologiadel libro attinge al vocabolariospecialistico della legatoria.Esternamente abbiamo lacopertina, costituita da tre macro elementi, i piatti o specchi e ildorsoocosta: gli angoli rinforzati che si trovano a voltenelpiatto anterioree in quelloposteriore negli angoli liberi delle due copertine sono dettipunte, mentre la parte di copertina che sporge dal blocco delle pagine si chiamaunghiatura; il dorso corrisponde allo spessore dei fogli interni; sul dorso, quasi sempre stampato, possono trovarsi alcuni rialzi dettinerviche limitano porzioni del dorso che prendono il nome dicaselle; l'insieme dei fogli di un libro chiuso dettotaglio, la parte superioretaglio superioreotesta, la parte inferioretaglio inferioreopiede. Ilmargine esterno detto anchemargine di taglio, mentre quello verso l'interno del libro si chiamamargine internoodi cucitura. Internamente, i fogli di carta legati alla copertina si diconorisguardiorisguardieofogli di guardia; ogni lato dei fogli interni si dicepagina.La copertina sempre presente nel libro moderno non a rigore strettamente necessaria per farci riconoscere un libro. E tuttavia, nell'esaminare un volume, non facile capire quali sono gli elementi in base ai quali decidere che l'oggetto in questione sia proprio un 'libro'. E infattirimane spesso difficile definire il libro in maniera univoca.UnaRaccomandazionedell'Unesco del 1964 avverte che il libro una pubblicazione stampata, non periodica, con pi di 49 pagine.Al di sotto di tale numero dovremmo parlare pi propriamente di opuscolo, brochure, libretto, ecc., ma si capisce facilmente come questa semplice convenzione non possa essere considerata valida in ogni situazione.In realt, parlando di libri sembra normale e generalmente accettato potersi riferire al libro stampato. Una definizione del libro che includa la stampa fra le sue caratteristiche essenziali per dovrebbe benprestofare i conti con il libro manoscritto, a buon diritto libro a tutti gli effetti. Non solo. Questo aspetto pu dirsi oggi profondamente in discussione, soprattutto se si consideri che la distribuzione elettronica dei documenti permette l'esistenza e la circolazione di libri che possono essere letti sullo schermo, senza essere stampati. Frederic Barbier nella suaStoria del libroosserva inltre che mentre il libro sembra opporsi al periodico (giornale, rivista, ecc.), inspiegabilmente pi giornali o riviste rilegate insieme costituiscono senza dubbio un libro.Il nome del libro dappertutto una metonimia: quasi sempre il supporto per la scrittura, per la maggior parte un tipo di legno, viene preso per lo scritto. Nelle lingue romanze, l'italiano libro, il franceselivre, lo spagnololibro, il portogheselivroproseguono tutti il latinoliber, propriamente una pellicola biancastra compresa fra il legno e la corteccia, usata come materiale scrittorio nell'antichit, secondo quanto riporta Plinio.Per estensione poi, libro viene a indicare anche il contenuto, l'opera o una parte di essa.Ilvolumenera una striscia di papiro arrotolata intorno a due assicelle, e deriva il nome dal latinovolvere, 'avvolgere, girare'. Il codice invece deve il suo nome alcodexun insieme di tavolette di legno (codexappunto) incise, tenute insieme con uno spago.Nelle lingue germaniche, il tedescobuche l'anglosassonebookderivano dall'alto tedescobokis, che vuol dire 'faggio'. In greco il nome del librobiblionera derivato dabiblos, il nome del papiro egiziano, e probabilmente nulla ha a che vedere con la leggendaria omonima citt dei Fenici. In italiano il plurale dibiblionha dato nome alla Bibbia,ta biblia, vale a dire i libri per eccellenza. Dal canto suo il papiro ha prestato il suo nome alla carta nella lingua francese,papier.Il libro come nasce nella mente dell'autore solitamente diverso da quello che sar realmente disponibile per la vendita in libreria. Da un punto di vista concettuale, infatti, la materia prima indispensabile per la confezione di un libro certamente il contenuto, e l'organizzazione dei contenuti solitamente affrontata e risolta dall'autore, salvo indirizzi particolari forniti dalla casa editrice, quando il libro debba essere inserito in una collana o rispondere a particolari esigenze editoriali.Una buona organizzazione dei contenuti di una pubblicazione pu essere ottenuta pianificando preventivamente le relative voci di indice. buona norma all'inizio del lavoro creare un primo sommario del volume per capire, improvvisati lettori di se stessi, cosa cercheremmo nel libro, verificare la validit e la completezza degli argomenti trattati, colmare eventuali lacune.Impostazione della paginaIl progetto di una pubblicazione, cartacea o elettronica, richiede, da un punto di vista grafico, in primo luogola scelta di un formatoe la successiva determinazione dei margini. Nel caso di pubblicazioni che si sviluppano per pi di un foglio (cio due pagine), opportuno, addirittura necessario, riferirsi al volume aperto, in modo da avere sotto controllo entrambe le pagine, come saranno viste dal lettore, mettendoci in tal modo al riparo da spiacevoli sorprese.Questo tanto pi vero se progettiamo un pieghevole che aperto pu mostrare 3, 4 anche 5 o 6 pagine, definite dalle piegature, all'interno delle quali pu scorrere una foto o formarsi un disegno, non percepibile all'osservazione di una pagina singola. In generale per qualunque lavoro, necessario operare sul formato aperto e poter controllare cos ogni aspetto della nostra pubblicazione, piuttosto che fissare l'attenzione sulla singola facciata. I software specializzati consentono di affiancare le pagine solitamente attraverso la spunta di un checkbox 'pagine affiancate' o, in inglese, 'facing pages'. In caso siano da affiancare pi di due pagine, sono previsticomandiparticolari, come in InDesign per esempio.A. Pagina pari / Pagina sinistra B. Pagina dispari / Pagina destra1. Numerazione di pagina 2. Gabbia o Specchio 3. Testatina4. Cucitura o margine interno 5. Testa o margine superiore6. Taglio o margine esterno 7. Piede o margine inferioreScegliamo l'ampiezza dei margini e riportiamoli nelle impostazioni del nostro documento, per entrambe le pagine, di destra e di sinistra. Per fare questo di solito sufficiente scegliere nuovo documento nel nostro programma di impaginazione e inserire le misure dei margini nei campi di testo di solito indicati con le etichette 'superiore', 'inferiore', 'esterno' e 'interno'. Queste due ultime voci compaiono in sostituzione delle etichette 'sinistro' e 'destro' quando si scelga l'opzione pagine affiancate.Si intende facilmente che con riguardo alle diciture utilizzate in legatoria, al margine superiorecorrisponde il margine di testa, a quello inferiore corrisponde il margine di piede, al margine interno fa riscontro il margine di cucitura e a quello esterno il margine di taglio.Se esaminiamo un volume qualunque, ben fatto s'intende, ci accorgeremo che, di solito in contrasto con ci che crediamo sarebbe ragionevole, il margine bianco lasciato libero dal testo verso l'interno della legatura sempre minore o al massimo uguale di quello esterno. Troveremo altres che il margine inferiore sempre maggiore di quello superiore. Questo perch la definizione dei margini risponde a regole antiche ormai consolidate e nella maggior parte dei casi solo parzialmente disattese dai progettisti.I margini sono nati con l'evidente intenzione di proteggere il testo contro l'abrasione e l'usura dei bordi del foglio. Nel libro manoscritto essi venivano tracciati a secco sulla pergamena, con un puntale, e definivano cos la gabbia o specchio all'interno della quale il copista riportava il testo.Con l'invenzione della stampa, i margini divennero una realt concettuale: essi dovevano essere definiti astrattamente e riflessi nella forma di stampa che posizionata a registro sul foglio realizzava i margini su carta. Non era un'operazione facilissima. Nel Rinascimento, tutta l'arte sub l'influenza delle teorie di Luca Pacioli, un frate matematico di Sansepolcro, che promosse la ricerca e l'uso della divina proportione, ribattezzata nell'ottocento proporzione aurea. Anche nell'industria libraria del tempo si afferm l'uso del rapporto aureo, relativamente alla definizione dei margini e al rapporto fra testo e bianchi nella pagina, che determinarono stereotipi di pagina nel modo che ancor oggi conosciamo. Rotschild e Rivo hanno studiato decine di incunaboli e cinquecentine e hanno potuto dimostrare una precisione nella ricerca di questo metodo che a volte rasenta la pignoleria.La scelta delle misure dei margini una questione di gusto personale, oltre che di cultura condivisa e diffusa, mediata dalle esigenze editoriali, dall'argomento, dal tipo di pubblicazione e di contenuto.In ogni caso preferibile non scendere mai al disotto dei 10 mm per il margine interno; sul margine esterno, bench la precisione nel taglio e nella piegatura sia stata notevolmente accresciuta dall'impiego di piegatrici e rifilatrici automatiche, si rischia di avvicinare pericolosamente il testo al margine di taglio e non poterpigarantirne l'incolumit.Si tenga tuttavia presente che a seconda della consistenza del volume e del metodo impiegato nella rilegatura, un margine interno molto esiguo pu rendere difficoltosa la lettura a causa dell'apertura quasi mai completa delle pagine, almeno nei volumi rilegati concopertina morbida.Per non avere la sensazione che il testo 'scivoli' via dalla pagina, a causa della percezione del centro ottico della pagina posto sensibilmente pi in alto del centro fisico, sar buona norma tenere il margine inferiore sempre superiore, o almeno uguale, al margine superiore. Cio si faccia in modo che sia:piede testaIn generale poi, per le abitudini editoriali contratte e consolidate nel tempo, in una progettazione che si rifaccia a canoni classici sempre:cucitura testa taglio piedeNel design attuale a seconda del prodotto si pu in definitiva trovare di tutto, pubblicazioni in cui tutti i margini sono uguali o in cui i margini siano uguali a due a due sono tuttaltro che infrequenti, ma chi si avvicina alla composizione prima di aver fatto lunghe e formative esperienze far bene a rispettare tali relazioni che, se non lo metteranno in condizioni di creare una grafica avveniristica, lo salveranno comunque da errori marchiani vigorosamente sanzionati dal pubblico pi attento.CopertinaIl termine copertina conio relativamente recente, il cui uso si affermato a partire solo dalla seconda met dell'Ottocento.Il termine storicamente in uso coperta.Le prime copertine furono certamenteintrodotte, come il termine stesso suggerisce, a protezione del contenuto. In origine erano costituite da semplici strisce di cuoio avvolte intorno al libro eventualmentefermateper mezzo di lacci che si annodavano sul piatto o sul taglio e tenevano chiuso il libro. La funzione di protezione della copertina si ritrova gi nelvolumenorotolo il quale aveva un foglio esterno dettoprotocollosul quale si riportavano a volte autore e titolo dell'opera, incollato successivamente alla fabbricazione del rotolo. Latogaun'ulteriore protezione in stoffa o in pelle accoglieva il rotolo prima di essere deposto nellacapsa, una cassa che faceva le funzioni dello scaffale. (Luisa Miglio, Il libro manoscritto in Bertolo F.M. et alii,Breve storia della scrittura e del libro, Roma : Carocci Editore, 2004, pp. 9-11)Genericamente,la copertina rappresenta il rivestimento esterno di un libro. Essa pu pensarsicostituita dal quadrilatero, in genere un rettangolo,costruito affiancando due pagine aperte (piatti o specchi)separate da un rettangolo (dorso o costa)di pari altezza e di larghezza pari allo spessore dei fogli che compongono il libro (vedi in proposito unoschema di costruzioneriferito alla copertina brossurata).Le facce esterne della copertina di un libro si dicono rispettivamente piatto anteriore e posteriore, mentre quando ci si intenda riferire anche alle facce interne si chiamano prima di copertina (I) e quarta di copertina (IV)le facce esterne, seconda (II) e terza (III) di copertina le facce interne.Con riferimento al tipo di legatura utilizzato, parliamo dicopertina morbidao copertina in brossura (o in maniera equivalente anche copertina brossurata) nel caso della rilegatura in brossura,copertina rigidadetta anche copertina cartonata nel caso della legatura editoriale. A volte si sente parlare di copertina semirigida in presenza di una legatura all'olandese, per indicare una copertina olandese.Da un punto di vista concettuale, allasovraccoperta, ove esista,sono affidatele stesse funzioni comunicative della copertina.Copertina del libroIl terminecopertina conio relativamente recente, il cui uso, relativamente al mondo dei libri, si affermato a partire solo dalla seconda met dell'Ottocento. Il termine pi a lungoutilizzato certamentecoperta, ancora in uso nel linguaggio settoriale della legatoria.Le prime copertine furono certamenteintrodotte, come il termine stesso suggerisce, a protezione del contenuto.In origine la copertina era costituita da semplici strisce di cuoio avvolte intorno al libro eventualmentefermateper mezzo di lacci che si annodavano sul piatto o sul taglio e tenevano chiuso il libro. Gi sul finire del Quattrocento si stampavano copertine provvisorie con illustrazioni e titolo, destinate ad accompagnare e proteggere il volume fino alla rilegatura. La funzione di protezione della copertina si ritrova gi nelvolumenorotolo il quale aveva un foglio esterno dettoprotocollosul quale si riportavano a volte autore e titolo dell'opera, incollato successivamente alla fabbricazione del rotolo. Latogaun'ulteriore protezione in stoffa o in pelle accoglieva il rotolo prima di essere deposto nellacapsa, una cassa che svolgeva le funzioni dello scaffale.(Luisa Miglio, Il libro manoscritto in Bertolo F.M. et alii,Breve storia della scrittura e del libro, Roma : Carocci Editore, 2004, pp. 9-11)A partire dal Cinquecento, con la nascita del frontespizio, tutte le informazioni sul libro si concentrarono in quello spazio, mentre sulla costa o dorso della rilegatura non si trovava che, occasionalmente, il nome dell'autore. Solo verso la met dell'Ottocento, tuttavia, e in particolare con l'uscita delleOeuvres compltesdi Voltaire presso l'editore francese Baudoin (1825), possibile riscontrare l'affermarsi della copertina come consuetudine editoriale: da allora, questa componente esposta e visibile del testo stata ampiamente sfruttata, riempita di informazioni e di messaggi seduttivi lanciati verso il lettore.Il paratesto, a c. di Cristina Demaria e Riccardo Fedriga, Milano, Ed. Sylvestre Bonnard, 2001, p. 69Genericamente,la copertina rappresenta il rivestimento esterno di un libro, realizzato in carta o in cartone eventualmente accoppiato o solo rinforzato con pelle, tela, materiali sintetici a scopo protettivo e/o promozionale. Essa pu pensarsicostituita dal quadrilatero, in genere un rettangolo,ottenuto affiancando due pagine aperte (piatti o specchi)separate da un rettangolo (dorso o costa)di pari altezza e di larghezza pari allo spessore dei fogli che compongono il libro (vedi in proposito unoschema di costruzionedi copertina).Le facce esterne della copertina di un libro si dicono rispettivamente piatto anteriore e posteriore, mentre quando ci si intenda riferire anche alle facce interne si chiamano prima di copertina (I) e quarta di copertina (IV)le facce esterne, seconda (II) e terza (III) di copertina le facce interne.Con riferimento al tipo di legatura utilizzato, parliamo dicopertina morbidao copertina in brossura (o in maniera equivalente anche copertina brossurata) nel caso della rilegatura in brossura,copertina rigidadetta anche copertina cartonata nel caso della legatura editoriale. A volte si sente parlare di copertina semirigida in presenza di una legatura all'olandese, per indicare una copertina olandese.Da un punto di vista concettuale, allasovraccoperta, ove esista,sono affidatele stesse funzioni comunicative della copertina.Elementidellacopertina di un libroGli elementi fondamentali riportati nel piatto anteriore della copertina (prima di copertina) sono:1. nome dell'autore o degli autori o pseudonimo dell'autore;2. titolo del libro;3. sottotitolo [eventuale];4. curatore[eventuale];5. illustrazione[eventuale];6. editore e/o marca dell'editore;7. titolo di collana se il volume appartiene a una collana;8. richiami e coccarde [eventuale].Il titolo a seconda della lunghezza pu svolgersi su pi righe, ma dovrebbe essere posizionato sempre nella met superiore della copertina, in posizione canonica, per non essere danneggiati dai criteri di catalogazione in uso nelle biblioteche. Nel caso che il titolo sia disposto su pi righe si ricordi di non sillabare il testo (sembra una scelta banale, ma necessaria). In generale poi, come indicazione di massima, se si utilizza lo stesso corpo di carattere per tutte le righe di testo che compongono il titolo, meglio prevedere di andare a capo con eventuali preposizioni presenti:La vitadi Vittorio AlfieriSe per vi uno scompenso di grandezze fra le righe in favore di un elemento di attenzione, allora preferibile 'nascondere' la preposizione nella riga meno evidente:La vitadiVittorio AlfieriIn alcuni casi a fini commerciali l'editore pu voler mettere in evidenza il traduttore oppure il presentatore del volume, se si tratta di nomi noti al grande pubblico e che per questo possano costituire un richiamo pubblicitario.Nel caso che il libro non abbia un autore, ma sia opera di uno o pi curatori, questi seguono (quasi) sempre il titolo, preceduti dalla voce 'a cura di' o anche'curato da' (edited by, nel mondo anglosassone).Il piatto posteriore del libro (quarta di copertinadetta a volte ancheultima di copertina) accoglie di solito elementi utili alla comunicazione, alla catalogazione e alla commercializzazione del libro.1. sinossi[eventuale];2. recensione[eventuale];3. nota bio-bibliografica sull'autore o sul curatore[eventuale];4. didascalia[eventuale];5. sponsor e diciture d'occasione[eventuale];6. prezzo;7. codice ISBN;La sinossi breve riassunto/introduzione ai contenuti del libro, a volte redatto sulla base delle introduzioni o da esse estratto, utile per dare al lettore la dimensione e l'argomento del libro. Eventuali recensioni e giudizi apparsi su quotidiani e riviste, specie se firmati da nomi della cultura o del giornalismo, possono essere riportati a scopo promozionale, anche in corpo pi grande. Sempre a scopo pubblicitario e promozionale possono trovare posto in quarta di copertina marchi di sponsor, associazioni, enti o aziende che a vario titolo hanno sostenuto o promosso la pubblicazione. Talvolta queste informazioni si ripetono (o si trovano esclusivamente) nel colophon o nelle alette, di preferenza in quella posteriore.A fondo pagina sono generalmente posizionati il codice Isbn nella forma Ean13, il prezzo, che deve essere dato sempre iva compresa, e a volte la didascalia, completa di riferimenti, dell'illustrazione eventualmente utilizzata nella prima di copertina del libro (facciata anteriore). Nelle edizioni non destinate alla vendita,il prezzo non deve essere indicato e al suo posto obbligatoriamente (a fini fiscali, si intende) deve essere apposta la dicitura 'Edizione fuori commercio'.1. Piatto anteriore, copertina 2. Piatto posteriore, quarta di copertina3. Dorso o costa4. Aletta o risvolto posteriore5. Aletta o risvolto anteriore6. Titolo del libro7. Autore del libro8. Marca dell'editore9. Sinossi10. Recensione11. Nota biobibliografica sull'autore12. Didascalia13. Prezzo14. Codice IsbnNella figura rappresentato uno schema tipo di copertina con alette, con iprincipalielementi costitutivi in posizione. Lo stesso schema, se sieliminano le aree in grigio, ovviamente valido per la progettazione di una copertina senza alette.In azzurro, i piatti (anteriore posteriore), detti anche prima di copertina e quarta di copertina. Nella copertina in brossura i piatti hanno le stesse dimensioni della pagina interna.In bianco tra i due piatti, il dorso detto anche costa, e anche costola. Nella copertina in brossura il dorso ha un'altezza pari all'altezza di pagina e una larghezza pari allo spessore dei fogli di cui il libro composto.In grigio, le alette, dette anche risvolti o bandelle. Possono essere o non presenti a seconda delle intenzioni dell'editore e possono avere una larghezza variabile, da 6-7 cm fino a poco meno della larghezza di pagina.Lo stesso schema con inclusione delle alette valido per la realizzazione della sovraccoperta.Copertina in brossura o copertina morbidaLacopertina in brossuraocopertina morbida realizzata in una carta pi spessa di quella utilizzata per l'interno, solitamente stampata nella faccia esterna e incollata direttamente al blocco delle pagine del libro.La copertina del libro si pu avere su cartoncino pregiato (Acquerello Fedrigoni, per esempio) oppure su normale carta patinata spesso stampata a colori e plastificata all'esterno con effetto lucido oppure opaco, per aumentarne la durata e migliorarne l'aspetto. Altri effetti molto in voga negli ultimi tempi sono: l'impressione a caldo attraverso la quale si ottengono tinte metalliche, non solo argento e oro, ma anche fluorescenti, impossibili da stampare in offset; la lucidatura di alcuni elementi in modo che risaltino su fondo preventivamente plastificato opaco (operazione nota in tipografia come 'riserva'); la stampa a secco che consente di sbalzare a rilievo lettere e figure, spesso combinata con le tecniche di stampa a caldo o di lucidatura test richiamate.Alette, risvolti, bandelleTipica della rilegatura in brossura lacopertina con alette.Le alette, dette anche risvolti o bandelle, sono due strisce, la cui larghezza varia in genere da pochi centimetri (6-10) a quasi tutta la larghezza della copertina, che si ripiegano all'interno della copertina e nelle quali d'abitudine si stampano una presentazione del libroe a volte la didascalia dell'illustrazione di copertina(nel risvoltoanteriore, quando non stata posta nella quarta di copertina)euna nota bio-bibliografica dell'autore, eventualmente accompagnata da una fotografia che si spera recente, nel risvolto posteriore.Legatura editoriale, copertina cartonata, copertina rigidaLegatura editoriale,copertina cartonataecopertina rigida(hardcover) sono espressioni equivalenti per indicare la copertina del librocostruita a partire da un'anima di cartone rigido rivestito all'esterno con materiale naturale o sintetico.La principale differenza che intercorre fra una copertina brossurata e una copertina rigida non sta, come in apparenza potrebbe sembrare, nella differenza di spessore e di rigidit fra le legature, pure importante. L'aspetto sostanziale consiste invece nella capacit di apertura delle pagine che i tipi di legatura consentono. La legatura in brossura infatti permette un'apertura limitata delle pagine nel dorso, e questa difficolt cresce con l'aumentare dello spessore del libro. La legatura editoriale, conservando la mobilit del dorso che non in questo caso rigidamenteincollato alla copertina consenteinvecesempre un'apertura ottimale, anche nel caso di tomi molto voluminosi, per i quali un tale tipo di legatura il sistema di elezione.Il cartone utilizzato ha uno spessore variabile da 1 a 5 mm o pi, a seconda della consistenza che si intende dare alla copertina e a seconda delle dimensioni del volume. La cartella, come viene chiamato in legatoria il cartone rivestito destinato a fare da copertina, divisa solitamente in tre pezzi, due quadranti e un dorsetto.Nel realizzare la cartella, ildorsetto, corrispondente allo spessore del volume, inserito fra due quadranti. Costruiti su due pagine aperte, i quadranti, corrispondenti al piatto anteriore e al piatto posteriore del libro (copertina anteriore e copertina posteriore), hanno dimensioni maggiorate rispetto alle dimensionieffettivedella pagina, presentando tutt'intorno un margine di dimensioni variabili, in genere da 3 a 5 mm, detto unghiatura.Rivestimento in tela o materiale sinteticoNella stampa dei materiali che l'industria mette a disposizione per ilrivestimentodella copertina (tela, seta, finta tela, vinile o altro materiale, Imitlin di Fedrigoni p.es.), solitamente ci si affida a tecniche non tipografiche, doratura a caldo e serigrafia principalmente. Queste tecniche di stampa presentano alcune limitazioni che vanno considerate nella progettazione, concernenti essenzialmente la riproduzione dei mezzi toni e delle linee sottili.In questo tipo di allestimento, in omaggio ai canoni classici, consigliabile limitarsi alla solastampa del dorso, mentre pur se possibile stampare il piatto anteriore con autore, titolo ed editore, ci si astiene di solito da ogni tipo di impressione nella IV. Qualche volta, e per soddisfare particolari esigenze commerciali, vi si pu rinvenire il codice Isbn e il prezzo, ma ritengo sia una pratica da evitare decisamente.Il volume accompagnato da unasovraccopertauna striscia di carta stampata da unsololato, realizzata secondo i criteri validi per la produzione di una copertina in brossura con alette e completamente staccata dal volume in omaggio ai canoni classici, reca la stampa solo nel dorso del rilegato, lasciando bianchi i piatti. Cos Einaudi, Il Mulino, Zanichelli. In tal caso il dorso della sovraccoperta riproduce in grandezza e disposizione il dorso del rilegato.Rivestimento del cartonatocon stampa plastificata lucida o opacaLa legatura editoriale pu essere realizzata anche utilizzando per il rivestimentosemplicemente un foglio di carta, oggi quasi sempre stampato e plastificato. In passato la carta utilizzata per il cartonato era spesso decorata con motivi floreali o di fantasia, con dominanti rosse, verdi, blu, marrone. Nel rivestimento di pelle al dorso si trovavano incisi in oro, sempre con grande discrezione, autore e titolo.Nella copertina con rivestimento in carta, si preparano, secondo quanto visto per labrossura, piatti e dorso come un'unica striscia generalmente plastificata in sola bianca (sul lato opposto la plastificazione renderebbe impossibile l'incollaggio al cartone) con sufficiente risvolto per essere ripiegata e incollata all'interno.Calcolo del dorsoIl dorso o costa la parte del libro che corrisponde genericamente allo spessore dei fogli.Naturalmente qualora si tratti di un volume cartonato dovr tenersi conto dello spessore delle copertine, il cui spessore (l'anima di cartone) da solo pu variare dal millimetro al millimetro e mezzo e oltre. Si pu ritenere con sufficiente approssimazione che il dorso di un volume con rilegatura editoriale sia 4 millimetri maggiore del relativo dorso in brossura. Inoltre qualche millimetro in pi potr richiedere la realizzazione di un dorso tondo, che geometricamente rappresenta l'arco sotteso alla corda costituita dal dorso cosiddetto 'dorso quadro'. Questo ha importanza oltre che per il calcolo del dorso, soprattutto per il calcolo della sovraccoperta, ove prevista.In generale poi, lo spessore del dorso pu variare da pochi millimetri a diversi centimetri. In genere, a parte i dizionari e le opere di carattere enciclopedico, le misure raramente eccedono i 4 cm. Laddove la corposit dell'opera richieda un numero di pagine che produce un dorso troppo spesso si preferisce in genere agire sul tipo di carta e sulla sua grammatura al fine di ridurre gli spessori.La stampa del dorso, come ovvio, utile per rintracciare i libri all'interno di uno scaffale o in una pila di libri.Una volta stabilito in via definitiva il numero di pagine del volume da stampare, il metodo pi efficace per il calcolo del dorso consiste nel preparare un facsimile del volume, un esemplare contenente fogli senza stampa, realizzato con lo stesso tipo di carta e lo stesso numero di pagine previsti nell'edizione finale e misurandone il dorso. Questo metodo, oltre a misurare con precisione lo spessore del libro, consente di valutare anche l'impatto del volume sul lettore, sconsigliando dorsi troppo grandi o spessori inadeguati alle dimensioni del volume.Un secondo metodo, meno preciso del precedente ma in grado di produrre risultati affidabili e accettabili nella gran parte dei casi, consiste nel misurare lo spessore di 100 fogli della carta che sar impiegata nella stampa del volume e poi, dettiNil numero delle pagine totali del libro,Slo spessore misurato del in mm dei 100 fogli edla misura del dorso da calcolare, ricavare lo spessore cercato attraverso una semplice proporzione:2 x 100 : S = N : d, cio d = N x S / 200In un terzo metodo facile da utilizzare e rapido nei calcoli, sebbene ancor meno preciso dei precedenti, si assume, abbastanza verosimilmente, che lo spessore di 100 fogli di carta 'normale' corrisponda in mm a 1/10 del valore numerico espresso dalla grammatura. Cos, per esempio, 100 fogli di carta 100 g/m hanno uno spessore di 10 mm, 100 fogli di carta da 135 g/m mostrano uno spessore di 13,5 mm e cos via. Rifacendo i calcoli come nel caso precedente, si pu calcolare lo spessore del libro.Per un utilizzo pratico e immediato, soprattutto a fini preventivi, ci si pu servire di una realizzata in base al terzo metodo.Elementi del dorsoIl dorso del libro sempre stampato (vedi: stampa del dorso).Gli elementi che compaiono nel dorso di un libro sono gli stessi contenuti in copertina o nel frontespizio, eventualmente abbreviati e riequilibrati purch sufficienti all'identificazione del volume:1. [autore][curatore];2. titolo del libro[sottotitolo];3. [nome della collana] [numero di collana];4. [editore].A seconda delle edizioni e delle case editrici, le vociin parentesi quadra possono eventualmente mancare.Il dorso del libro accoglie il titolo, eventualmente abbreviato per necessit, come si legge nel frontespizio senza che sia apportato alcun tipo di cambiamento nell'ordine delle parole. Sono riportati nel dorso anche gli altri elementi del frontespizio, intendendo in questo caso per privilegiare colpo d'occhio, pulizia compositiva e facilit di lettura, in modo da facilitare la lettura del dorso del libro posto nello scaffale o poggiato orizzontalmente in una pila.L'autore quando esiste raramente omesso. In particolare, se lo spazio sufficiente, per un libro a pi mani si riportino i nomi degli autori, anche se numerosi.Per contro il curatore anche in assenza di un autore, come accade nei volumi collettanei, quasi sempre sottaciuto. Quando riportato, nei libri che non hanno autori, spesso si fa a meno della dicitura "a cura di", equiparando graficamente in tal modo il curatore all'autore. Anche il sottotitolo, bench presente in copertina, non trova di solito posto nel dorso. Non manca quasi mai invece nei libri in cui esplicativo del contenuto, in collane o volumi multipli il cui il titolo comune rimanga troppo generico per fare la differenza fra i volumi. Per esempio, Giulio Ferroni, Storia della Letteratura Italiana.Per i volumi appartenenti a una collana, come titolo nel dorsodeve essere riportato il titolo che quel volume ha nella collana. Il nome della collana e il numero del volume in collana pu essere aggiunto nelle diciture del dorso, se lo spazio sufficiente: cos Laterza, Einaudi, Mondadori, Il Mulino. Per l'editore si trova tanto il logotipo quanto la marca, o entrambi.Nelle opere costituite da pi volumi raccolti sotto un unico titolo (enciclopedie, vocabolari, ecc.),la designazione delsingolovolume che fa parte di unapubblicazione multivolume(vol. 1, A-D, ecc.)deve essere aggiunta al titolo dell'opera nel dorso.Stampa del dorsoLa stampa del dorso regolata dalla ISO 6357:1985Spine titles on books and other publications.Nell'editoria delle prima met del secolo scorso, la stampa del dorso seguiva un criterio unico: le diciture relative al dorso si stampavano in un solo senso di lettura, in modo cio da poterle leggere dal basso verso l'alto una volta riposto il libro nello scaffale.Alla base di questo comportamento tipografico ci sono le abitudini di lettura in uso fra gli occidentali, da sinistra a destra e dall'alto in basso. Generalmente di fronte a uno scaffale, in ossequio a convenzioni e abitudini lungamente contratte, scorriamo i libri da sinistra a destra, il che per le nostre abitudini di lettura richiede che il senso di lettura adottato nei dorsi sia dal basso verso l'alto.Questa 'verit' stata messa in discussione dall'editoria moderna sulla base dell'osservazione che un dorso stampato dal basso verso l'alto appare capovolto per un volume chiuso, poggiato per esempio sul tavolo, con la copertina verso l'alto. Da qui, la tendenza a stampare il dorso dall'alto in basso si generalizzata al punto da considerare in gran parte inadeguato o addirittura sbagliato il verso di stampa per anni adottato dall'editoria tradizionale. Il Chicago Manual of Style non ammette alternative per la stampa del dorso e raccomanda la stampa di testi la cui lettura sia dall'alto in basso. Da tempo segue questa regola la maggior parte dei grandi editori italiani: Einaudi, Il Mulino, Laterza, Rizzoli, Mondadori, Bompiani, mentre resistono sulle posizioni tradizionali Vallardi, Garzanti.Anche l'ISO 6357:1985Spine titles on books and other publicationsraccomanda di utilizzare una stampa trasversale (orizzontale) del dorso ogni volta che questo possibile, e perch lo spessore del dorso lo consente e/o perch il titolo o l'autore o anche uno solo dei due molto breve e contenuto (fig. a).Quando la stampa trasversale non possibile, deve essere adottata la stampa discendente del titolo, che per l'ISO 6357 rappresenta uno standard (fig. b). Solo come seconda opzione si scelga una stampa del dorso ascendente, considerata non standard (fig. c).Nelle pubblicazioni in cui un ridotto numero di pagine non consente la formazione di uno spessore sufficiente a permetterne la stampa spesso sono ragioni di leggibilit a stabilire se il dorso pu essere stampato , la dicitura stabilita per il dorso si stamper sul piatto in vicinanza del bordo, seguendo l'orientamento di fig. b).In ultimo l'ISO 6357 raccomanda di non includere informazioni essenziali nel dorso per un'altezza di30 mm dal limite inferiore, che rimane solitamente adisposizione delle biblioteche per l'applicazione di etichette adesive relative ai processi di catalogazione.SovraccopertaPer realizzare la sovraccoperta di un libro si parte dauna striscia continua di cartaavente altezza pari a quella del volume a cui destinata elunghezza tale da potersi avvolgere tutta intorno alla copertina, quindi pari almeno alla larghezza del dorso pi il doppio della larghezza di una pagina pi 15-20 centimetri almeno per i due risvolti (le due alette).La sovraccoperta un elemento mobile del libro, completamente staccabile e attaccata al volume solo attraverso i lembi ripiegati all'interno della copertina. Solo in rari casi (forse rarissimi) la sovraccoperta tenuta alla copertina con qualche punto di colla. A causa di questa 'precariet', siccome non poi cos difficile che la sovraccoperta definitivamenteseparata dal libro vadasmarrirla, prudente non affidare mai informazioni esclusive alla sovraccoperta, che non siano riportate anche nella copertina sottostante e/o nelle pagine interne del volume.La stampa dellesovraccoperta, detta anche sopraccoperta, avviene in sola bianca (solo sulla faccia esterna), nella quale si riportano tutti gli elementi distintivi del libro cos come troverebbero posto in copertina. La sovraccoperta un elemento mobile che ha una funzione di rivestimento del libro: non ha, tranne che in casi eccezionali, punti di incollaggio ed tenuta al libro esclusivamente tramite i risvolti che si ripiegano all'interno della copertina. Presentandosi come una seconda veste del libro, si trova di preferenza in edizioni di pregio o che intendono qualificarsi tali.Di norma la sovraccoperta fa tutte le funzioni della copertina, presentando il libro in tutti i suoi elementi ed escludendo per solito una stampa altrettanto completa nella copertina sottostante.La sovraccoperta spessissimo utilizzata con unacopertina rigida (legatura editoriale o hardcover)della quale si presenta come il naturale complemento, ma non sono rari i casi di sovraccoperte su materiali morbidi e rilegature in brossura impiegate al fine di accrescere l'appeal del volume.Per quanto riguarda i materiali utilizzati, si trovano carte patinate e non, plastificate o meno, stampate con inchiostri metallici, con impressioni a secco, doratura e verniciatura parziale, e di varia grammatura a seconda degli effetti che si vogliono conseguire.La progettazione di una sovraccoperta segue le linee dellabrossura con alette. Le differenze, oltre all'ovvio adeguamento del formato che potrebbe sensibilmente aumentare nel caso di un cartonato, sono date dalla diversa percezione del dorso, che, in assenza di spigoli vivi, nella sovraccoperta sembra non avere limiti netti che lo separino dai piatti, della qual cosa bisogna far conto in fase di progettazione.I risvolti della sovraccoperta non sono sempre stampati, ma possono accogliere notizie sull'autore o messaggi di sponsor o di testimonial.RisguardiI fogli bianchi all'inizio e alla fine del volume, per parte incollati all'interno della copertina rigida, sono detti usualmenterisguardi,risguardie(endpapers) osguardieo anchefogli di guardia.Per la risguardia si pu impiegare carta diversa da quella utilizzata per la stampa del'interno del volume. La scelta di elezione la carta uso mano, per la capacit di tenere la colla che questa carta dimostra. possibilein particolareconseguire effetti gradevoliattraverso l'utilizzo di carte colorate da abbinare con il rivestimento esterno o che richiamino pi o meno esplicitamente caratteristiche grafiche, cromatiche o concettuali dell'interno.Le risguardie possono anche essere stampate, con colore unico o in quadricromia. Scegliere un soggetto per le risguardie (unico o ripetitivo) non operazione semplicissima. Col tempo la grafica scelta potrebbe rapidamente invecchiare o risultare ingombrante, togliendo inevitabilmente valore al volume. preferibile orientarsi su immagini delicate e non invadenti o icone ripetute a formare un pattern.Illustrazioni e motivi utilizzati nella stampa delle risguardie, riprodotti a scopo non esclusivamente decorativo, devono essere ripetuti nel testo dal momento che spesso le risguardie possono andare perse, strappate o coperte da una nuova legatura. Questa caratteristica attiene pi alla legatura che al contenuto del libro. Le risguardie infatti sono presenti solamente nella rilegatura cartonata detta anche editoriale e nella copertina all'olandese. Sono invece assenti nella brossura. Per tale motivo non inserisco le risguardie fra le parti del libro.ISBNISBNsta perInternational Standard Book Number, un identificativo internazione del prodotto librario dal 2008 formato definitivamente da 13 cifre in sequenza e costruito come un EAN (European Article Number) per quanto riguarda il codice a barre corrispondente. Fino al 2008, l'Isbn era costituito da 10 cifre che per l'applicazione del codice a barre sui prodotti, per, un algoritmo provvedeva a trasformare in EAN, sempre di 13 cifre.Spesso, anche negli ambienti specializzati, con evidente ridondanza, si sente parlare di "numero Isbn".L'Isbn deve essere attribuito a ogni opera edita. Se la stessa opera viene pubblicata in due formati diversi, oppure una rilegata in cartonato, per es., e una rilegata in brossura devono essere attribuiti due numeri diversi, cos come per edizioni limitate, di lusso, cofanetti, ecc. L'Isbn si conserva uguale nelle ristampe del medesimo volume, anche se di edizioni diverse, rivedute o corrette.Nelle edizioni elettroniche l'Isbn deve essere messo nella stessa pagina del titolo/frontespizio o se la pubblicazione la prevede nella pagina del copyright. Al libro pubblicato sia in versione cartacea che in e-book dovranno essere attribuiti due diversi codici ISBN. Se l'e-book inoltre distribuito in diversi formati (ad esempio kindle, epub, nook, .lit, .pdf, .html) dovr essere utilizzato un codice ISBN per ogni formato.Il codice Isbn, opportunamente diviso, deve essere riportato anche nell'interno del libro e lo si trova quasi sempre nel colophon o in una pagina a fine volume che fa ancora funzioni di colophon, inseme al "finito di stampare". Ugualmente importante mantenere le dimensioni dei rispettivi codici a barre sempre vicine agli standard richiesti, anche se sono tollerabili perch ancora funzionali riduzioni fino al 40% della dimensione prescritta.La posizione raccomandata per il codice a barre dell'Isbn la quarta di copertina, nel quadrante in basso a destra, preferibilmente verso il dorso, ma lo si pu trovare comunemente, come naturale, a seconda degli editori, anche in altre posizioni. Le dimensioni raccomandate (fattore di ingrandimento 1) sono mm 37,29 x 22,45 (formato standard), ma su supporti lisci che assicurino una stampa nitida e accurata le dimensioni (fattore di ingrandimento 0,8) possono essere ridotte a 29,83 x 21,01 mm (formato ridotto). Il codice a barre dell'Isbn riporta sempre nella parte alta il codice Isbn scritto con carattere OCR B. necessario per garantire facilit di lettura alla penna ottica stampare sempre su bianco il codice a barre, quindi se necessario 'scavare' un rettangolo bianco nell'eventuale fondo colorato e posizionarvi il codice. I colori consentiti per la stampa del codice a barre (perch siano leggibili dallo scanner) sono il nero, blu, verde e marrone su fondo bianco, sempre preferibile, o in alternativa giallo o rosso. I colori non consentiti per il fondo sono verde, blu, marrone, oro, argento e nero, dal momento che non possibile stampare in negativo il codice a barre. Sul sito www.isbn.it consultabile la tabella colori.In Italia l'ISBN rilasciato, a pagamento, dall'Agenzia Isbn per l'area di lingua italiana (www.isbn.it) agli editori che ne facciano richiesta. L'acquisto minimo di numeri Isbn di dieci unit. Il numero di cifre contenute nel blocco editore + libro sempre uguale a 7. A un minor numero di cifre nel blocco editore corrisponde un pi alto numero di codici isbn disponibili e, viceversa, un numero pi alto di editori potr contare su un numero ristretto di codici, anche solo 10 nel caso che il gruppo libro sia costituito da una sola cifra. E infatti piccoli numeri nel gruppo editori sono riservati ai grandi editori che hanno necessit di grandi disponibilit di Isbn.Pagine inizialiA volte dette anche pagine preliminari (preliminary matter), componenti iniziali in Roberto Lesina, lepagine inizialiincludono tutte le pagine che precedono il testo, largomento del libro vero e proprio.Le pagine iniziali includono quindi le pagine bianche allinizio del volume, il titolo, il colophon, dediche, occhielli, collana,altri titoli in collana o dello stesso autore,ringraziamenti, indici e sommari (se non sono posti in fondo al volume). Inoltre fanno a rigore parte delle pagine iniziali tutti quei contributi anche letterari e corposi che non sono scritti dallautore: presentazioni, prefazioni, introduzioni.Questo gruppo non ha una lunghezza n un ordinamento fissi. Ilnumero di pagine di cui si compone variabile e pu andare da due a un sedicesimo e oltre, a seconda degli elementi presenti e della corposit con cui si presentano.Di norma, tuttavia,un libro generico quasi maiaccoglietutte le tipologie che concorrono a formare la componente preliminare del libro. Nei libri di narrativa spesso, e di regola, manca lindice; pu mancare la dedica mentre presente locchiello, pu non esserci la collana mentre vi sono dei ringraziamenti.La sequenza adottata non ha validit universale essendo spesso soggetta a valutazioni di vario tipo da parte delleditore o del grafico in rapporto alla consistenza del volume, allargomento trattato o al pubblico cui il prodotto destinato.La sequenza abitualmente adottata prevede due pagine bianche poste allinizio del libro a protezione del contenuto. Segue il frontespizio, sul recto di una nuova pagina, vale a dire in una nuova pagina dispari (destra). Sul verso del frontespizio (pagina pari, di sinistra) trova posto il moderno colophon, la pagina dei credits e del copyright.Ordinamento delle pagineLa sequenza delle pagine iniziali in un libro segue un ordine, fatte salve alcune varianti dettate da abitudini ed esigenze editoriali diverse, universalmente condiviso. PAGINA 1, bianca, cio senza segni di stampa. In alternativa si pu trovare qui l'occhiello normalmente posto in p. 3; PAGINA2, bianca. Antiporta. In alternativa pu ricevere il contenuto della p. 4; PAGINA3, occhiello [eventuale]. L'occhiello a circa un terzo dell'altezza reca solitamente il nome della collana con l'aggiunta o meno del numero della pubblicazione; PAGINA4, bianca, [eventuale]. In alternativa in questa posizione pu trovarsi a volte la dedica, altre volte titoli dello stesso argomento presenti in collana oppure titoli dello stesso autore; PAGINA5,frontespizio. una pagina fondamentale e non deve mai mancare. Riporta, quasi sempre nell'ordine, autore, titolo, editore, con l'aggiunta o meno dell'eventuale curatore e/o del traduttore, se trattasi di opera straniera; PAGINA6,colophon. In questa pagina compare l'editore, l'anno di pubblicazione, la dichiarazione di copyright, brevi avvertenze e altre notizie accessorie che non trovano posto altrove nel volume. possibile in alcuni casi che per particolari esigenze o abitudini editoriali il colophon sia retrocesso a p. 4 (di fronte al frontespizio) e che questa pagina sia intenzionalmente lasciata bianca; PAGINA7, destra. Ringraziamenti o dedica [eventuale]. invalso anche da noi l'uso, proprio dell'editoria anglosassone, di porre i ringraziamenti (acknowledgements), specie se corposi, in principio di volume, riservando loro un'intera pagina. Solitamente posti alla fine del volume, in carattere pi piccolo, o addirittura nel colophon. La dedica, in carattere pi piccolo del testo, solitamente allineata a destra, si colloca a circa un terzo dell'altezza della pagina. richiede una pagina a s quando non si opti per una collocazione pi discreta, in antiporta o nel colophon. La dedica come pagina a s pu utilmente essere spostata dopo il sommario se esiste, e addirittura dopo tutte le presentazioni e le introduzioni di terzi, in modo che riguardi solo l'opera dell'autore, oggetto della dedica e non l'eventuale lavoro di altri; PAGINA8, bianca [eventuale]; PAGINA9, indice o sommario [eventuale]; PAGINA10, bianca [eventuale]. Continua il sommario dalla pagina precedente; PAGINA11, presentazione [eventuale]. La presentazione per solito scritta da persona diversa dall'autore e firmata, con o senza l'indicazione delle specialit; PAGINA12, rimane bianca [eventuale] se in essa non vi continua la presentazione; PAGINA13 prefazione, introduzione. Di solito parti introduttive all'opera scritte dall'autore.Pagine biancheCon il terminepagine bianche(endpapers) ci si intende riferire di solito alle due pagine consecutive lasciate intenzionalmente bianche (non stampate) all'inizio e alla fine del libro.Nei paesi di cultura anglosassone lo stesso termine individua (anche) lerisguardie, le pagine non sempre bianche, anzi spesso stampate con motivi decorativi che nelle rilegature con copertina rigida rimangono quasi per la met incollate alla copertina.Il verso della pagina bianca che non seguita da un occhiello nella maggior parte dei casi la pagina del contro-frontespizio ed variamente utilizzata dagli editori. Va prima di tutto operata una prima differenza fra gli editori che decidono di lasciare la pagina completamente bianca e coloro che ne prevedono la stampa. I primi probabilmente tendono a salvaguardare e mettere in rilievo l'elemento fondamentale delle pagine iniziali, ilfrontespizio. E perci evitano di appesantirne la lettura con altri elementi ancorch di servizio e dislocati nella pagina a fronte. I secondi non si rassegnano a far rimanere vuoto uno spazio dal punto di vista comunicativo cos di primo piano, per cui a seconda delle esigenze vi spostano di tutto, dalla dedica agli altri titoli in collana, dalle dichiarazioni di copyright al finito di stampare che concettualmente e storicamente completano le diciture del frontespizio.Editori e pagine biancheIn molti editori e soprattutto in molte edizioni non di pregio la prima pagina utilizzata come occhiello. In una o due righe poste generalmente nella met superiore della pagina riportato il titolo della collana, con eventualmente il numero che il volume ha nella collana: Universale Laterza / 831 (Laterza 2003), ET Classici / 91 (Einaudi 2008), Gli struzzi *390 (Einaudi 1990), Oscar Saggi (Mondadori 1996), Oscar grandi classici (Mondadori 2008), UNIVERSALE PAPERBACKS IL MULINO / 305. (Il Mulino 2007), TASCABILI BOMPIANI (Bompiani 2010), BIBLIOTECA SCIENTIFICA SANSONI / 5 (RCS 1996), BUR (RCS 1995), ACQUARELLI (Giunti Demetra 2006), Sintesi (Bruno Mondadori 1996, 2002).Zanichelli pare aver abolito del tutto le pagine bianche all'inizio del volume che inizia direttamente con il frontespizio. Conserva in alcuni casi bianca la pagina di guardia nelle edizioni rilegate, in altre si trova anche questa stampata con intenti funzionali al testo nel solo recto, mentre il verso (la pagina in contro-frontespizio) continua ad essere preservata bianca.Il Mulino per contro costante e severo nell'utilizzo della pagina bianca come occhiello: dalla collezione di Testi e Studi all'Universale Paperback alla scolastica Itinerari.Ma il comportamento degli editori non uniforme, e a seconda della collana e delle edizioni, si possono trovare ripensamenti. Laterza (2010) conserva una pagina bianca prima dell'occhiello in cui riportata la collana nella Economica Laterza e anche i Grandi Tascabili Economici (Newton Compton 2010) hanno una pagina bianca prima del titolo di collana.A parte Zanichelli, nelle edizioni di un certo impegno rilegate con copertina rigida gli editori tendono a conservare la pagina bianca: cos Einaudi nei Dizionari Einaudi, Laterza nella Storia Oxford dell'arte classica, Mondadori nei Meridiani. Rimane l'utilizzo di occhiello o di semplice riassunto del titolo (halftitle) nelle pubblicazioni del Mulino (Collezione di Testi e Studi), di Laterza nelle Enciclopedie del Sapere, Garzanti con I classici, Electa e De Agostini.La tendenza perci, superata la necessit di proteggere realmente il contenuto del libro dalle conseguenze di una cattiva rilegatura o di una vita tormentata fra gli scaffali, sembra quella di vincere il vuoto della pagina bianca utilizzandola a mo' di occhiello oppure decorandola con segni tipografici minimi che, pur se a volte ridondanti, diano senso alla pagina e ne confermino l'identit funzionale.FrontespizioPio II, Pont. Max. (Enea Silvio Piccolomini), Bulla cruciata contra Turcos "Ezechielis prophetae". 22 ott. 1463, Mainz: Johann Fust e Peter Schoeffer, dopo il 22 ott. 1463. Prima pagina.Herzog August Bibliothek, Wolfenbttel (Germania)Ilfrontespizio(Title page)di un libro la pagina destra (recto) del libro che reca a stampa il nome dell'autore, il titolo dell'opera e l'editore.Il frontespizio si trova quasi sempre alla pagina 3 del libro a fronte di una pagina di solito bianca. La pagina1 pu essere bianca o accogliere l'occhiello (halftitle o bastard title), ma se questo segue le pagine bianche e occupa la pagina3, il frontespizio pu slittare a pagina5.In alcuni casi, specie nei libri d'arte, il frontespizio pu estendersi alla pagina 2 e presentarsi sulla doppia pagina aperta. In altri casi, soprattutto in presenza di traduzioni di opere classiche da una lingua straniera o in caso di una ristampa anastatica o meno pu presentarsi al lettore un doppio frontespizio, che si svolge a fronte nelle pagine2 e 3. La stessa situazione pu essere risolta tuttavia in alcuni casi favorendo la ripetizione del frontespizio su due pagine destre successive e occupare in tal caso le pagine3 e 5.Il termine frontespizio dal tardo latinofrontspciumcomposto difrons'fronte' e dispecre'guardare' (De Mauro) indica ci che sta davanti, la parte che si vede del tuttoa somiglianza del frontespizio in architettura, sostenendo etimologicamente la funzione svolta dal frontespizio come prima e pi importante pagina del libro, dimostrando il valore accessorio della copertina e la sua estraneit alle parti del libro, almeno in quello delle origini.I primi esempi di frontespizio in senso moderno, affermatisi definitivamente nel Cinquecento, risalgono al 1480. Maria Gioia Tavoni segnala un 'protofrontespizio' risalente al 1463, stampato in folio a Magonzaproprio da Fust e Schoeffer, l'uno il socio di Gutenberg e l'altrosuo principale collaboratore, nella Bulla cruciata contra Turcos "Ezechielis prophetae" del papa Enea Silvio Piccolomini (vedi immagine).Il frontespizio contiene i principali elementi identificativi del libro: autore / autori, eventuale curatore o direttore della collana o dell'opera, titolo completo dell'opera, eventuale sottotitolo, eventuale numero del volume, editore. In esso a seconda dei casi possono inoltre trovare posto notizie in genere riportate nel colophon: nome del traduttore, nome dell'illustratore, autore della presentazione, titolo della collana, titoli delle opere raccolte, Nuova edizione, Edizione riveduta e corretta, luogo e data di pubblicazione, marca dell'editore.A seconda del tipo di libro e delle scelte grafiche, pu in alcuni casi essere assente l'editore e in casi eccezionali (per esempio nel caso di guide turistiche e di materiali di presentazione) pu omettersi anche l'autore che viene menzionato a parte, per esempio nel colophon, con la dicitura testi di.... In ogni caso nel frontespizio si conterr almeno il titolo del libro. Secondo le consuetudini di stampa in Italia il nome dell'autore precede in generale il titolo, ma quando segue spesso preceduto dalla preposizione . Se gli autori sono pi d'uno gli autori saranno esposti in ordine alfabetico, se possibile su una sola riga, oppure in ordine di et o in rapporto al volume dei rispettivi contributi o in relazione alla notoriet o all'autorit di cui godono, secondo gli accordi presi dagli autori stessi.Nei volumi collettanei redatti sotto la guida di un curatore l'elenco degli autori pu essere riportato nel frontespizio o pu anche essere omesso in favore di un elenco degli autori posti alla fine o anche all'inizio del volume. Il nome del / dei curatore / i generalmente preceduto dalla dicitura con quasi sempre minuscola. Il nome del traduttore preceduto dalla dicitura , quello dell'illustratore dalla dicitura o oppure . Nei casi in cui si debba menzionare l'autore della presentazione, si adottano diciture del tipo , , .ColophonIlcolophono con termine disusato colofone (dal grecokolophon, coda) era la pagina di chiusa del libro in cui gli editori dichiaravano la propriet dell'opera e stampavano il proprio emblema.Nel colophon si riportano svariate diciture tecniche e di servizio molte delle quali obbligatorie per legge. In genere sono sempre presenti1. la data di pubblicazione;2. il copyright con il nome di chi detiene i diritti dell'opera (nella maggior parte dei casi l'editore, se esiste,oppure l'autore);3. l'ISBN, dove attribuito, nella sola forma numerica;4. nel caso che si tratti di una traduzione o di un lavoro stampato sotto licenza di altri, il titolo dell'opera con i dati completi che individuano il libro nell'edizione originale;5. in caso di ristampa o di nuova edizione, vanno riportate complete di mese a anno la data della prima edizione e in nuova riga la data della edizione corrente.Nella pagina del colophon trovano inoltre posto tutte le diciture e i ringraziamenti che non sono stati esposti altrove. A seconda delle scelte effettuate dell'editore, nel colophon possono ospitarsi i nomi dell'illustratore, del traduttore, dell'editor, del direttore editoriale, del grafico e dello stampatore.Inoltre sempre nel colophon, se non prevista una pagina apposita dei ringraziamenti, vanno ringraziamenti a enti e istituti per collaborazioni ricevute, per patrocini o per contributi economici ricevuti per la stampa. Ancora nella stessa pagina sono raccolte le referenze fotografiche, se non riportate una per una nelle didascalie e se non sono tante abbastanza da suggerire un elenco a parte (elenco delle fotografie e delle illustrazioni). Sempre nel colophon vanno inseriti i ringraziament anche personali dell'autore, se non riportati altrove, ai privati che hanno fornito collaborazioni a qualunque titolo, materiali, interviste, foto, documenti, spunti ecc.Infine lo stesso spazio accoglie le diciture di rito, spesso in doppia lingua (italiano e inglese), riguardanti il divieto di riproduzione in tutto o in parte senza il permesso scritto dell'editore.La mole di dati via via destinata al colophon molto cresciuta nel tempo presso quasi tutti gli editori, al punto che la pagina divenuta un ingombro considerevole e di difficile gestione all'interno del libro. Per questa ragione molti editori tendono ormai a riprodurre i contenuti propri del colophon in pi pagine separate, cercando di contenere le diciture al minimo indispensabile. La formula obbligatoria per legge poich necessario indicare sempre nome e indirizzo dello stampatore si trova infatti quasi sempre in una pagina a parte, nelle pagine finali del volume. Ad essa a volte si accompagnano altre notizie, la marca dell'editore, il piano delle ristampe (Einaudi).IndiceL'indice nel libro moderno, di regola, posto all'inizio del volume, per motivi di praticit sempre nelle prime pagine del volume, in genere subito dopo la pagina del colophon. Non raro comunque presso alcuni editori trovare l'indice alla fine del volume. Questa la scelta d'elezione nel libro antico.Alcune considerazioni di tipo logico (e pratico) suggeriscono la collocazione dell'indice all'inizio del libro.L'indice pu mancare in opere poco strutturate (romanzi, brevi saggi).Testo o corpo del testoIltestoocorpo del testo(text) rappresenta la parte centrale del libro. Esso include il libropropriamente detto, il testo scritto di pugno dall'autore che in condizioni limite, ossia anche eliminando ci che precede e ci che segue, sarebbe ancora riconosciuto come il libro completo, senza lacerazioni o lacune. A seconda dell'argomento affrontato dal libro, il corpo del testo pu includere immagini e documenti oppure trattarne in maniera esclusiva, come avviene nei libri di fotografia e nei cataloghi d'arte e di mostre.Se le pagine iniziali sono particolarmente corpose e articolate con presentazioni e introduzioni particolarmente lunghe, pu risultare opportuno segnalare l'inizio del testo con l'inserimento di una pagina che abbia il titolo nel recto e resti bianca nel verso.Il testo nella letteratura scientifica solitamente organizzato in divisioni gerarchiche che ne consentono una pi agevole trattazione e ne favoriscono la comprensione anche attraverso una lettura incrociata, mentre i testi di narrativa conoscono divisioni meno ampie soggetti come sono a una lettura di tipo sequenziale.Le divisioni principali operate nel testo sono volumi, parti e sezioni, capitoli, paragrafi e sottoparagrafi.Divisione in volumiUnvolumeotomo un intero libro, completo di copertina, che non rappresenta per tutta l'opera ma solo una sua parte. A volte sono criteri concettuali che portano asviluppareun'opera in pi volumi, talaltra semplici considerazioni di tipo pratico, non da ultimolegate ancheal volume fisico eccessivo che la stampa di un volume singolo potrebbe comportare. Le opere enciclopediche sono quasi sempre di necessit multivolume, cos come i vocabolari che accolgono un gran numero di lemmi.Quando per contenuto e caratteristiche i libri che fanno parte di un'opera in volumisono suscettibili di essere acquistati, letti e fruiti singolarmente in manieraindipendente rispetto al resto dell'opera, allora essi devono presentare caratteristiche di completezza, possedere ognuno una proprianumerazione, una propria bibliografia, indici distinti dagli altri volumi.I volumi pubblicati come parte di un'opera pi vasta possono essere etichettati e distinti in diversi modi, recando indicazioni relative alla partizione, al numero progressivo attribuito al volume,all'argomento trattato nel singolo volume, a un intervallo temporale che limita o racchiude quanto trattato o raccolto nel volume. Di fatto, nella pratica nel singolovolume si ritrovanospesso pi attributi distintivi, per cui abbiamo volumi che oltre al numero recanol'indicazione di un intervallo di tempo o di un gruppo di oggetti o di lettere dell'alfabeto, volumi che presentano sia il numero progressivo che il titolo, altri ancora che hanno o solo numeri o solo titoli.Nella numerazione dei volumi di un'opera comune l'uso degli ordinali: volume primo, volume secondo, volume terzo ecc.Si veda per es. laStoria della letteratura italianadi Cecchi e Sapegno (Milano, Garzanti Editore 1965): Volume primo, Le origini e il Duecento Volume secondo, Il Trecento ... Volume sesto, Il Settecento ...Ovviamente possibile etichettare molto pi semplicemente i volumi di un'opera, fermandosi alla sola enumerazione dei volumi come accade nelDecameronedito da Giunti Barbra: Decameron, volume primo (1980) Decameron, volume secondo (1981)In alcuni casi, specie per le raccolte nelle quali non si vuole prioritariamente stabilire una gerarchia o indicare un ordine di lettura odi importanza, preferibile evitare la numerazione dei singoli volumi. Cos per es., Emilio Segr,Personaggi e scoperte della Fisica. Da Galileo ai quark, Oscar Saggi, 2 voll., Milano, Arnoldo Mondadori Editore 1996: Personaggi e scoperte della Fisica classica. Da Galileo alla termodinamica. Personaggi e scoperte della Fisica contemporanea. Da Rutheford ai quark.Come si vede i due volumi nel titolo e nel sottotitolo richiamano, pur differenziandosene,il titolo principale dell'opera fornendo contemporaneamenteindicazioni sul contenuto del singolo volume.La numerazione delle pagine, specie nei casi in cui il volume non rappresenti una divisione logica ma solamente fisica del contenuto, si estende attraverso tutti i volumi. Tuttavia se nei volumi esistono delle pagine iniziali di presentazione, prefazione ecc. sar bene per queste adottare una numerazione diversa, per es. alfabetica o romana, che parta sempre da i, ii, iii ... per ogni volume. consuetudine diffusa segnare la fine dei volumi con la dicitura "Fine del primo volume" e cos viafino al penultimo.Parti e sezioniLePartioSezionisono suddivisioni primarie del testo che individuano le unit logiche costitutive del testo e ne presentano organicamente i contenuti.Le parti sempre numerate, eventualmente accompagnate da un titolo e se necessario anche da un sottotitolo,si presentanogeneralmente su pagina destra (recto), con la successiva pagina sinistra (verso) bianca oppure illustrata. Per motivi di spazio possibile avere parte e capitolo sulla stessa pagina.Le pagine che indicano l'inizio di una parte o di una sezione devono essere incluse nella numerazione come le altre pagine di testo, ma vanno trattate alla stregua di pagine bianche evitando che i numeri possano apparire sia sul recto che sul verso. Le parti sono divise in capitoli ed buona norma avere per quanto possibile delle parti coerenti, di uguale lunghezza. Il capitolo che segua una parte o una sezione comincia sul recto (pagina dispari). Secondo il Chicago Manual of Style una parte pu essere creata se contiene almeno due capitoli, ammettendo la possibilit di avere parti con un solo capitolo solo per parti introduttive e conclusive.I sostantivi parte e sezione si trovano, se scritti in alto e basso (maiuscolo e minuscolo), quasi sempre con iniziale maiuscola. consuetudine numerare con gli ordinali le parti e le sezioni: Parte I, Parte II, Sezione I, Sezione II ecc, in cui il numerale pu essere anche sciolto, Parte prima, Sezione prima, Parte seconda, Sezione seconda ecc.Ma si possono trovare con discreta frequenza soprattutto nei testi di narrativa anche i numeri arabi (Parte 1, Parte 2 ecc.) che per problemi soprattutto di eufonia non si trovano sciolti altrettanto spesso (Parte Uno, Parte Due ecc.).Come macrodivisione, parti e sezioni possono esistere anche in assenza di richiami e denominazioni specifiche: il titolo di sezione in pagina nuova che preceda un certo numero di capitoli costituisce di fatto una parte anche se non specificata come tale.Nella compilazione di indici e sommari e nei rimandi alla parte nel testo consuetudine comune non citare il numero di pagina.Quando parte e sezione sono usati come sinonimi sono posti a indicareindifferentementecon nomi diversi stessedivisioni concettuali di testo: Questo libro ha una sezione di grammatica e una di esercizi (nel Vocabolario Treccani alla voce sezione).Dove non siano considerate equivalenti, sempre la parte a includere la sezione e non viceversa;vale a dire che all'interno di ogni parte possono contenersi pi sezioni: parte prima, sezione prima, sezione seconda ecc.La confusione purtroppo non finisce qui. Nello stile anglosassoneSezione(section) una suddivisione interna al capitolo, quindi gerarchicamente distante dalla parte (Ritter : p. 15), anche se il Chicago Manual of Style ammette in alternativa l'uso disectioncome equivalente dipart.Inoltre in campo informatico nei software di impaginazione, per esempio inInDesign, la sezione sta a indicare un gruppoqualunquedi pagine che possibile distingueredal resto delle pagine del documentoattraverso numerazione e caratteristiche separate.La divisione in parti di un testo non deve essere confusa con leparti del libroche attiene alla divisione di un volume nelle sue componentiprincipali, pagine iniziali, testo e pagine finali.CapitoliQuando siano assentiParti o SezioniilCapitolodiviene ladivisionefondamentale del libro.Nelle pubblicazioni di ampio respiro il capitolo, la divisione principale, comincia sempre sul recto (pagina destra del libro). Questa consuetudine og