Regione Emilia-Romagna n°33 Giugno...

40
Regione Emilia-Romagna n° 33 Giugno 2009 Informazioni sulla Riqualificazione Urbana e Territoriale Aree urbane: uno sguardo al prossimo futuro Ragioni, obiettivi e metodologia di una ricerca sulla politica della riqualificazione urbana in Emilia-Romagna Il PRU Compagnoni-Fenulli a Reggio Emilia Fidenza. Il PRU sull’area stazione. Alcune riflessioni La politica di riqualificazione urbana a Cesena, dal Centro Storico al PRU Novello Le altre riqualificazioni urbane: esperienze europee a confronto

Transcript of Regione Emilia-Romagna n°33 Giugno...

Regione Emil ia-Romagna

n° 33 Giugno 2009

Informazioni sulla Riqualificazione Urbana e Territoriale

� Aree urbane: uno sguardoal prossimo futuro

� Ragioni, obiettivi e metodologia di una ricerca sulla politica della riqualificazione urbana in Emilia-Romagna

� Il PRU Compagnoni-Fenulli a Reggio Emilia

� Fidenza. Il PRU sull’areastazione. Alcune riflessioni

� La politica di riqualificazione urbana a Cesena, dal Centro Storico al PRU Novello

� Le altre riqualificazioniurbane: esperienzeeuropee a confronto

pag. 3 EDITORIALE

Aree urbane: uno sguardo al prossimo futuroGiancarlo Muzzarelli

pag. 5 CITTÀ E TERRITORIO

Ragioni, obiettivi e metodologia di una ricer ca sulla politica della riqualificazione urbana in Emilia-RomagnaGianfranco Franz, Anna Luciani, Valentina Zanni

pag. 8 La valutazione della convenienza nei programmi complessiRiccardo Roda

pag. 11 Il PRU Quartiere Compagnoni-Fenulli a Reggio EmiliaAgnese Barbieri

pag. 14 Fidenza. Il PRU sull’area stazione. Alcune riflessioniAlberto Gilioli

pag. 16 La politica di riqualificazione urbana a Cesena, dal Centr o Storicoal PRU NovelloEdoardo Preger, Anna Biscaglia

pag. 21 ESPERIENZE A CONFRONTO

Il quartiere svedese di Hammarby Sjostad: un esempio di governance urbana al servizio della sostenibilità e della qualità estetica Claudio Tolomelli, Silvia Grassi

pag. 24 Il nuovo volto dei Westelijke Tuinsteden (Amsterdam)Floris Blom

pag. 28 Le altre riqualificazioni. Esperienze europee a confronto (Hereford)Luca Lanzoni

pag. 30 Recupero urbano in EuropaJustyna Soltysiuk

pag. 33 LA REGIONE INFORMAValutazione dei Programmi di Riqualificazione UrbanaPaolo Giorgi, Michele Zanelli

pag. 38 LE RUBRICHE

Recensioni e segnalazioniArticoli, riviste e ricercheEventiCorsi di formazione e aggiornamento professionaleProvvedimenti e normea cura di Luciano Vecchi

2

In questo numero

Regione Emil ia-Romagna

n° 33 Giugno 2009

Informazioni sulla Riqualificazione Urbana e Territoriale

Il numero 33 di Inforum costituisce un’occa-sione di riflessione sull’importanza della ri-qualificazione del territorio urbanizzato par-tendo dalle esperienze maturate dalla regio-ne Emilia-Romagna nell’ultimo decenniocon l’attuazione della L. R. 19/98.L’assessore Giancarlo Muzzarelli nell’edi-toriale delinea i nodi strategici che devonoessere affrontati dalla Regione al fine di ga-rantire una politica di rinnovo delle città ingrado di migliorare la qualità e la sostenibi-lità dei tessuti urbani e nel contempo ridaresicurezza agli spazi pubblici, anche alla lucedella crisi economica e alla r edazione delnuovo Piano casa;Gianfranco Franz, Anna Luciani e Va-lentina Zanni illustrano gli obiettivi e lametodologia della ricerca svolta dal CRUTAdell’Università di Ferrara per incarico del Ser-vizio di Riqualificazione Urbana della Regio-ne al fine di analizzare i programmi di riquali-ficazione urbana attivati con la L. R. 19/98;Riccardo Roda riflette sull’importanza delprocesso valutativo dei programmi realizza-ti e analizza i processi e gli strumenti utiliz-zati dalle pubbliche amministrazioni soffer-mandosi sull’esperienza del laboratorio ur-bano di progettazione partecipata per la ri-qualificazione delle case Andreatta nel co-mune di San Lazzaro di Savena;Agnese Barbieri, Alberto Gilioli, Eldo-rado Pregered Anna Biscagliaracconta-no l’esperienza delle amministrazioni localinella realizzazione dei programmi di riqualifi-cazione urbana rispettivamente nel quartie-re Compagnoni Fenulli a Reggio Emilia, a Fi-denza e nell’area Novello di Cesena offrendospunti comparativi sulle soluzioni utilizzateper la trasformazione del contesto urbano.Nella sezione esperienze a confronto il can-nocchiale si allarga a casi di riqualificazioneurbana in ambito europeo:Claudio Tolomelli e Silvia Grassi riporta-no la singolare esperienza dell’ex area indu-striale di Hammarby Sjostad a Stoccolmaquale esempio illuminato di riqualificazioneurbana integrata con soluzioni ecologichee di risparmio energetico;Floris Blom illustra il dibattito legato al rin-novamento dei quartieri periferici WestelijkeTuinsteden nella città di Amsterdam;Luca Lanzoni descrive l’insieme delle poli-tiche e delle strategie di rigenerazione urba-na messe in campo dalla municipalità di He-reford in Inghilterra;JustYna Soltysiuk tratta di alcuni progettidi riqualificazione e recupero realizzati in di-versi contesti europei quali il quartiere di Be-thoncourt in Francia e il r ecupero dell’areaportuale del Kop van Zuid a Rotterdam.Nella sezione “La Regione Informa” vieneproposta una sintesi di Paolo Giorgi e Mi-chele Zanelli della ricerca “Valutazione diSostenibilità dei Programmi di Riqualificazio-ne Urbana, condotta dal Ser vizio Riqualifi-cazione Urbana della Regione Emila Roma-gna con la consulenza di Paolo Gior gi nelperiodo settembre 2004-giugno 2005.

Virginia Peschiera

In copertina Il comparto Novello: vista da ovestdello stato futuro secondo ilprogetto vincitore

3

Aree urbane: uno sguardoal prossimo futuro

L’esperienza della riqualificazione urbana è par-te di una strategia d’azione sulle ar ee urbanedella regione: una strategia che parte pr opriodalle indicazioni del PTR. In questo senso va anche il pr ogetto di ricercasulla riqualificazione urbana in Emilia-Romagna,elaborato in collaborazione con l’Università diFerrara che già aveva partecipato alla r edazio-ne delle linee guida per il lancio dei Pru.Riconsiderare ora i 10 anni di politiche di riqua-lificazione in Emilia-Romagna è l’occasione perindividuare e valutar e “buone pratiche” di tra-sformazione del territorio, utili a delineare e dif-fondere una forma evoluta di intervento pubbli-co nelle aree urbane, che trovi corrispondenzanella riforma della legislazione regionale in ma-teria di governo del territorio e possa cogliere leopportunità offerte dalla partnership con l’im-prenditoria privata, per tradursi in un nuovomodello di sviluppo locale mirato alla qualità ur-bana, alla sostenibilità ambientale e alla solida-rietà e alla coesione sociale.

Lo scenario che si pr ospetta per il futur o dellenostre città, alla conclusione di un lungo cicloespansivo del settore edilizio, va affrontato conla consapevolezza che l’opzione della riqualifica-zione del territorio urbanizzato e della rigenera-zione del patrimonio immobiliare è strategica. Non può quindi essere circoscritta alla pratica diprogetti pilota, non sufficienti per invertir e unatendenza alla dispersione degli insediamenti nelterritorio (aggravata negli ultimi 15 anni).Quando, alla fine degli anni ’90 si è intrapr esala pratica della riqualificazione urbana con stru-menti come la legge regionale 19, eravamo difronte ad una pr ospettiva di dismissioni indu-striali di vaste proporzioni. Non era prevedibile,invece, che questa trasformazione si accompa-gnasse ad una forte crescita della domanda re-

EDITORIALE Giancarlo Muzzarelli*

sidenziale, sostenuta sia dall’aumen-to di nuove famiglie che dal fenome-no migratorio. Questa è stata la mollache ha fatto scattar e uno sviluppo edilizio discarsa qualità, che si è tradotto in nuova perife-ria nelle zone di espansione e a volte anche ne-gli ambiti di riqualificazione, ove ha pr evalsouna pianificazione tradizionale, di volumi, rispet-to alla cultura del progetto urbano.

Dal formarsi di un nuovo fabbisogno abitativo,che riguarda soprattutto alcune fasce sociali co-me i giovani (alle prese con il lavoro flessibile), ilavoratori immigrati e le loro famiglie (in gene-re numerose), il numero crescente di anziani so-li, deriva la necessità di guardare allo spazio ur-bano con un “approccio integrato” tra politicheabitative, politiche sociali e sicur ezza urbana.L’abitare si allarga (anche per il venir meno del-l’organizzazione tradizionale della famiglia) acomprendere lo spazio pubblico, l’accessibilità,la mobilità sostenibile, i servizi. Vi è dunque unbisogno di “rinnovamento urbano”, per ché lecase ci sono ma le città si svuotano di r esidenti(e si popolano di fuori sede) assumendo nuovefunzioni che rischiano di snaturarle. L’obiettivo della sostenibilità ci impone di correg-gere l’attuale peso dell’edilizia sui consumi ener-getici complessivi (oltre il 40%). Ma mentre si im-pongono nuovi standard attraverso la certifica-zione dei consumi energetici e l’adozione di tec-nologie che utilizzano fonti rinnovabili per sop-perire almeno in parte a questi consumi, si de-ve pensare a cosa fare per intervenire sul patri-monio edilizio esistente, in cui si consuma mol-ta più energia di quella che sarebbe necessariaapplicando le tecnologie oggi disponibili e i cor-retti accorgimenti bioclimatici.

Nel frattempo, anche a seguito della crisi finan-ziaria globale, diverse abitazioni nuove sono in-vendute, ed a queste si aggiungeranno pr estole case in via di ultimazione che non trovano ac-

3 - Editoriale

5 - Città e territorio

20 - Esperienze a confronto

33 - La regione informa

38 - inforum Le rubriche

EDITORIALE Giancarlo Muzzarelli*

PRU Darsena. Ravenna

4

EDITORIALE Giancarlo Muzzarelli*

quirenti. Un tr end preoccupante, che è certonecessario poter quantificare attraverso un’inda-gine mirata.

Su questo scenario si pr ofila l’iniziativa di rilan-cio dell’edilizia lanciata dal governo con il cosid-detto “piano casa” e ricondotta dall’accordo del1 aprile scorso alla competenza delle Regioniche predisporranno i provvedimenti da adotta-re sul proprio territorio. La nostra Regione sta elaborando un articolatoche recepisca il piano degli incentivi volumetri-ci nell’ambito della riforma della legge urbani-stica regionale in fase di adozione. Occorre evi-tare che gli incentivi si traducano in una prati-ca diffusa e opportunistica di inter venti slegatida qualsiasi logica di miglioramento della qua-lità urbana per ricondurli per quanto possibilead una politica di rigenerazione del patrimonioattraverso interventi disciplinati dai regolamen-ti urbanistici edilizi e finalizzati al raggiungimen-to di più elevati standard.Più in generale sar ebbe necessario che il RUEindividuasse le caratteristiche del patrimonioedilizio esistente in base alla sua rispondenza airequisiti di resistenza statica, sicurezza sismica,adeguamento impiantistico, efficienza energe-tica, ecc. in categorie di intervento cui subordi-nare la concessione di ogni titolo abilitativo,con forme di prescrizione attiva e non di pur ovincolo, e disciplinando l’accesso ai “pr emi vo-lumetrici” in funzione dell’obiettivo di sostenibili-tà/qualità da raggiungere: • edifici vincolati da sottoporre a consolidamen-to statico con miglioramento sismico ed energe-tico compatibile con la tutela;• edifici da adeguare in termini di resistenza alsisma, efficienza impiantistica, classificazioneenergetica con possibilità di aumento della vo-lumetria fino al 20% ove compatibile con le pre-scrizioni urbanistiche;• edifici da demolire e delocalizzare in area piùidonea o ricostruire in loco pr evio piano urba-nistico attuativo che risponda a r equisiti di so-stenibilità, efficienza ener getica e accessibilitàcon premio di superficie fino al 35% ove com-patibile con le prescrizioni urbanistiche.

In questa politica di incentivi occorr e includereanche la trasformazione degli immobili inven-duti in abitazioni in affitto: esiste uno spazio diintervento per il settore pubblico, non certo persvendere lo scarso patrimonio di Erp, ma per in-vestire nel settore privato al fine di riequilibrarei prezzi delle abitazioni e calmierar e la doman-da di case in affitto. Una delle ipotesi potrebbe consistere nell’offrireal settore immobiliare l’opportunità di converti-re almeno una parte degli alloggi invenduti im-mettendoli sul mercato dell’affitto sostenibile.Data la crisi dei mutui immobiliari, molti aspiran-ti acquirenti potrebbero essere indotti ad affitta-

re un alloggio con il meccanismo della proprie-tà differita: impegnandosi così ad una forma dirisparmio finalizzata alla proprietà al termine diun periodo che potrebbe variare da un minimodi 5 ad un massimo di 10 anni.L’incentivo pubblico, eventuale, dovr ebbe co-munque essere vincolato all’esecuzione di inter-venti di adeguamento ai livelli obbligatori di ef-ficienza energetica, se già non posseduti dall’im-mobile, o ad un sensibile innalzamento dellaqualità e della sostenibilità dell’inter vento edili-zio, in modo da assicurare un diffuso migliora-mento della sostenibilità ambientale ed energe-tica del patrimonio immobiliare.

Provvedimenti di questo tipo, che possono ave-re un effetto significativo solo nel lungo perio-do, dovrebbero essere accompagnati da inter-venti correttivi degli strumenti urbanistici locali,perché da un lato facilitino, incentivandole an-che attraverso la semplificazione procedurale, leiniziative di rigenerazione urbana e di adegua-mento del patrimonio edilizio esistente, renden-do non eludibile la pratica della riqualificazionedel territorio urbanizzato; e dall’altro introduca-no una moratoria sulle nuove costruzioni inarea di espansione, perché non si possa proce-dere a ulteriore consumo di suolo agricolo finoa quando non si sia completata la riconversio-ne dello stock immobiliare inutilizzato. Attraver-so la perequazione territoriale questo obiettivopotrebbe essere perseguito a scala sovracomu-nale o pr ovinciale anche attraverso il trasferi-mento di crediti edilizi.

La dimensione dei progetti di rigenerazione do-vrebbe riguardare preferibilmente interi organi-smi edilizi, e dovrebbe intervenire alla scala delcomplesso insediativo, per r endere possibileuna politica di rinnovo per parti urbane, la solain grado di migliorare complessivamente la qua-lità e la sostenibilità dei tessuti urbani, e nel con-tempo di ridar e vitalità e sicur ezza agli spazipubblici.

I nuovi PSC potranno diventare così lo stru-mento ideale per disciplinar e, anche attraver-so forme perequative e accordi pubblico-priva-to, l’adozione generalizzata di questi interven-ti mirati, se sapranno assumer e la prospettivadi piani strategici, intesi come scenari attuatividi una “profezia credibile” per le città. In que-sto senso debbono superar e l’impianto tradi-zionale del piano regolatore, per farsi sogget-to dinamico delle trasformazioni necessarie esupportarle tramite un “approccio integrato” econcertato tra le diverse istanze del territorio,promuovendo forme strutturate di partecipa-zione dei cittadini.

*Assessore alla Programmazione e SviluppoTerritoriale della Regione Emilia-Romagna

no dimostrato la trasformazione ur-bana è entrata stabilmente nell’agen-da di chi gestisce la città. Nelle sue diversedeclinazioni (riuso, recupero, riqualificazione,rigenerazione) essa resterà ancora una prioritàper le città medie e piccole dell’Emilia-Romagna(e ovviamente del Paese) e questa costante im-pone alle Amministrazioni (dovr ebbe imporloanche agli investitori immobiliari) di r enderesempre più efficaci gli strumenti e le pr ocedureper cogliere gli obiettivi di volta in volta prefissati.

Gli obiettivi della ricerca rispondono a due diver-se esigenze: la prima, di carattere generale, cheriguarda l’avanzamento delle conoscenze e del-le capacità nella definizione delle politiche e nel-la successiva gestione delle trasformazioni urba-ne; la seconda, a caratter e locale, che mira acomprendere dove intervenire, normativamen-te, proceduralmente e anche in termini di indi-cazioni per la progettualità, per consentire alleAmministrazioni locali, dopo 15 anni, di dar econtinuità alle pratiche di trasformazione urba-na. La ricerca di campo, avviata sulla base di cri-teri e metodologie saldamente applicative, nonè dunque esclusivamente finalizzata a valutar ela soddisfazione degli obiettivi iniziali della L.R.19, ma pretende anche di dare risposte e linee diazione per gli interventi futuri. Uno sguardo va-lutativo sul passato, per quanto recente; una se-rie di osser vazioni sull’esistente, vale a dir e,quanto è stato realizzato o è in corso di realizza-zione; una serie di indicazioni, suggerimenti, li-nee guida su come intervenire in futuro.

Già sin d’ora si può affermare con assoluta con-vinzione che il perfetto compendio di questo la-voro, realizzato da uffici regionali, centri di ricer-ca universitari e uffici tecnici comunali coinvolti,sarebbe costituito da una survey, una indagineconoscitiva a tutto campo per individuar e le

Ragioni, obiettivi e metodologiadi una ricerca sulla politicadella riqualificazione urbana in Emilia-Romagna

La Legge regionale 19/98 compie dieci anni. Èun’occasione importante per tracciare un bilan-cio dei programmi di riqualificazione urbana at-tivati in Emilia Romagna. A partir e dal 2005 iPRU attivati e finanziati sono stati sottoposti alcostante monitoraggio del Servizio Regionale diRiqualificazione Urbana. L’obiettivo ora è quellodi sistematizzare e completare i dati raccolti ana-lizzando gli esiti di un campione significativo diprogrammi, mediante un’indagine sul campo.La ricerca, condotta dal Servizio Regionale e dalCentro Ricerche Urbane, Territoriali e Ambientali(CRUTA) del Dipartimento di Economia, Istituzio-ni, Territorio dell’Università di Ferrara, divental’occasione sia per individuar e e selezionar e le“buone pratiche”, da cui trarre insegnamenti utiliin futuro per migliorare efficienza ed efficacia del-la Pubblica Amministrazione, sia per individuaree comprendere, laddove si siano manifestati, glielementi di criticità, di freno e conseguente ritar-do, ovvero di parziale insoddisfazione.

Dare risalto alle buone pratiche e avere consape-volezza degli elementi di criticità, nel quadro del-la eterogeneità complessiva delle esperienze lo-cali assume un significato rilevante non solo intermini di valutazione e monitoraggio ma, so-prattutto, in termini di aumento dell’efficacianella futura promozione di politiche urbane inte-grate, anche in considerazione dei tempi difficiliche si stanno attraversando, caratterizzati da cri-si, incertezza, risorse economico-finanziarie sem-pre più scarse e, questa volta, non più solo daparte del soggetto pubblico, ma anche da partedei soggetti privati. Come gli ultimi 25 anni han-

5

3 - Editoriale

5 - Città e territorio

20 - Esperienze a confronto

33 - La regione informa

38 - inforum Le rubriche

CITTÀ E TERRITORIO Gianfranco Franz*, Anna Luciani**, Valentina Zanni***

PRU Darsena City. Ferrara

hanno generato nuove centralità all’internodella città consolidata?• lo spazio pubblico delle aree dove si è attuatala riqualificazione è uno spazio finalmente diqualità, in termini morfologici, spaziali, relazio-nali, funzionali?

Oltre all’obiettivo dell’individuazione delle buonepratiche da cui desumere insegnamenti per le fu-ture politiche urbane integrate, la ricerca affrontaanche la seconda cruciale questione costituitadal rapporto procedurale fra la Legge 19/98 e laLegge 20/2000. Un rapporto di subalternitàpiuttosto che di complementarietà, non da tutticondiviso, e che non appare capace di soddisfa-re l’esigenza della maggior e adesione possibilefra i tempi delle trasformazioni socio-economichee i tempi delle trasformazioni urbane. Il Ser vizio Riqualificazione Urbana e il CRUT Ahanno selezionato i casi più significativi fra i 60PRU promossi dalle Amministrazioni Locali e fi-nanziati dalla Regione che avrebbero consenti-to meglio di altri di approfondire alcuni temi diricerca: - le tipologie di intervento (grandi aree

industriali dismesse; aree ed edifici per attrezzature pubbliche dismesse; centri storici;quartieri residenziali pubblici, ecc.);

- le procedure, i partenariati e le modalità progettuali utilizzate;

- gli effetti positivi eventualmente determinati dall’intervento di trasformazione urbana rispetto ad ambiti spaziali più ampi;

- il processo che ha consentito il successo dell’operazione e la coerenza fra gli obiettivi finali e gli esiti finali;

- il processo di accumulazione e gli effetti che si sono registrati nelle strutture tecniche dell’Amministrazione Pubblica.

L’elenco dei casi studio è costituito da 16 Co-muni:Bologna (Fiera), Casalecchio, Casola V alsenio,

aree critiche delle città sulle quali sarà necessa-rio concentrare gli sforzi e le poche risorse di-sponibili: questione abitativa?, aree dismesse?,demani e attrezzature pubbliche ancora non re-cuperati?, periferie degradate?, manutenzioneurbana diffusa? Si tratta di questioni fondamen-tali ciascuna per diversi motivi, tutti assoluta-mente rilevanti. Ma quali e quante di queste cri-ticità potranno esser e affrontate in futur o? Sipotrà intervenire in modo generale (e quindigenerico)?, con interventi diffusi?, o peggio, apioggia? Ovvero sarà necessario selezionare al-cune questioni e concentrarsi su queste sole esu determinate ar ee urbane? Ovver o ancora,può essere ipotizzato un andamento cir colaredella decisione pubblica (e quindi dell’allocazio-ne delle risorse) secondo il quale si fissa lo startsu una questione e si pr ogramma, con ampioanticipo, quando e dove si potrà intervenire sul-le successive questioni? Sono domande cui lapresente ricerca non offre risposte, ma che pos-sono già da ora considerarsi la sua conclusione,indirizzata ai policy-makers: i decisori pubblici.In estrema sintesi, le domande alla base della ri-cerca sono state: • quale valor e aggiunto gli strumenti di pr o-grammazione complessa hanno pr odotto intermini di qualità urbana?• quale incidenza le trasformazioni urbane in-dotte dalla politica della riqualificazione hannoavuto su porzioni urbane di maggiori dimen-sioni rispetto agli ambiti individuati nel 1999?• quale capacità di integrazione fra livelli e set-tori della Pubblica Amministrazione sono statiraggiunti?• quali nuove organizzazioni delle tecno-strut-ture amministrative sono state sperimentate esi sono consolidate? • quali benefici ha ottenuto la “città pubblica”dall’attuazione delle trasformazioni urbane?• quali benefici hanno ottenuto gli attori priva-ti coinvolti nei processi di riqualificazione?• le aree riqualificate si sono rivelate attraenti e

6

CITTÀ E TERRITORIO Gianfranco Franz*, Anna Luciani**, Valentina Zanni***

PRU S. Biagio, Casalecchio di Reno.

nel contesto, di capacità di produrreidentità e forma urbana riconosciuta; - ed infine il terzo focalizzato sulla sosteni-bilità urbanistica, ambientale e sociale dellatrasformazione in termini di impatto effettivo sulsistema della mobilità, sull’accessibilità e sulla vi-talità della città pubblica, sull’impiego di tecnolo-gie innovative per il risparmio energetico, ecc..

Prima e durante la redazione della scheda si èavviato il coinvolgimento degli operatori pub-blici e privati coinvolti e degli stakeholders chehanno pr eso parte al pr ocesso (il coinvolgi-mento dei privati, investitori e cittadini deveessere ancora avviato). La scheda, infatti, salvoi dati pr ocedurali ed economico-finanziari, èstata completata durante i sopralluoghi e le in-terviste, le quali hanno avuto la funzione fon-damentale di completare, anche attraverso ilracconto, le informazioni formali, ricostruire lestrategie, il confronto politico e la dialetticacon i cittadini, i conflitti durante le fasi nego-ziali con i soggetti privati, le soluzioni “di fanta-sia” per superar e determinati ostacoli, vale adire tutto quel patrimonio informativo che, inpochi anni, rischia di andare perduto, e che in-vece riveste un ruolo fondamentale per com-prendere i processi, per capire gli errori, per es-sere consapevoli di quanto di ripetibile ovverodi irripetibile ogni singola situazione localepresenti.

A compendio della scheda è stato realizzato esomministrato agli interlocutori, pubblici e pri-vati, un questionario, anche se purtroppo finoad ora non sono pervenute risposte in quanti-tà apprezzabile. Mentre come ultima fase siprevede la definizione di alcuni focus group,principalmente di cittadini (residenti nelle areeriqualificate, residenti negli ambiti circostanti,attivisti, ecc.), da intervistare per comprendereil grado di soddisfazione, condivisione, ap-prezzamento, ovvero di critica, degli interven-ti realizzati.

Si prevede che la ricerca si concluda con unaserie di attività nei luoghi più significativi dellariqualificazione allo scopo di diffondere gli esi-ti della ricer ca, mentre nell’autunno 2009 sivorrebbero organizzare dei tavoli tecnici perdiscutere i risultati del lavoro e per definire unset di raccomandazioni per possibili e auspica-bili politiche regionali a partire dal “manuale”della riqualificazione urbana che sintetizzeràle elaborazioni svolte.

* Professore di Economia Urbana e Regionalee di Politiche Urbane e Territoriali. Universitàdi Ferrara** Architetto, dottoranda in Sviluppo Urbanoe del Territorio. Università di Ferrara*** Architetto, esperta processi partecipativi

Castelfranco Emilia, Collecchio, Ferrara (Barco),Ferrara (Darsena), Fidenza, Forlì (Orsi Mangelli),Modigliana, Pianor o, Ravenna, Reggio Emilia(Compagnoni – Fenulli), San Giovanni in Mari-gnano,Travo, Vergato.

Sulla base dei dati del monitoraggio 2000-2005disponibile negli archivi della Regione, i PRU so-no stati raggruppati in tre tipologie, in ragionedelle funzioni prevalenti che li caratterizzano:• la tipologia dei centri minori, che pr esentaproblematiche tipiche della rivitalizzazione edello sviluppo locale e nella quale il recuperodel patrimonio esistente si è legato alla riquali-ficazione dello spazio pubblico e ai piani di va-lorizzazione commerciale, coniugandosi a vol-te con la delocalizzazione di attività produttivee di servizio;• la tipologia delle periferie urbane, che pr e-senta problemi di degrado sociale, urbanisticoed edilizio, oggetto di interventi di riqualifica-zione finalizzati all’arricchimento del mix fun-zionale e al miglioramento della dotazione diservizi e infrastruttur e, cui spesso si sono ac-compagnate azioni di carattere sociale e di rin-novamento delle tipologie edilizie;• la tipologia delle aree produttive dismesse, ilterreno in cui maggiormente si è dispiegatal’azione della L.R. 19/98 e la cui riconversionea nuove funzioni è stata caratterizzata da pro-blematiche di fattibilità economica, di sosteni-bilità ambientale, ma anche di equilibrio com-plessivo del sistema urbano e di coerenza fra idiversi livelli della pianificazione.La ricerca ha quindi preso avvio dalla disaminadel prezioso patrimonio informativo esistente,non solo cartaceo, ma anche orale (dirigenti,funzionari, tecnici incaricati) per una primasommaria ricostruzione dei processi. Dal pun-to di vista metodologico, infatti, nello studiodelle politiche urbane e negli studi valutativi laconoscenza dei casi di studio, la ricostruzionedelle pratiche con chi le ha prodotte e gestite ela ricostruzione della dimensione argomentati-va delle politiche e dei processi sono momentiineliminabili.

Sulla base di questi dati è stata quindi realizzatauna scheda che ha r eso possibile l’analisi siste-matica di ogni progetto e di tutti gli aspetti am-ministrativi, procedurali ed economico-finanziariche qualificano un PRU. È stato definito un set diindicatori e di parametri per la valutazione delleesperienze e per confermar e la selezione delle“buone pratiche”, articolati in tre macrofattori: - il primo focalizzato sul riequilibrio della dotazio-ne funzionale come risultato del rapporto tra do-manda e offerta di servizi alla scala del quartiereo dell’ambito urbano oggetto dell’intervento diriqualificazione; - il secondo focalizzato sulla qualità complessivadell’intervento in termini di inserimento spaziale

7

3 - Editoriale

5 - Città e territorio

20 - Esperienze a confronto

33 - La regione informa

38 - inforum Le rubriche

strazioni devono preliminarmente assolvere.É questa, a giudizio di chi scrive, una delle fasipiù delicate nella pr omozione dei pr ogrammicomplessi, poiché le pubbliche amministrazionidevono avere la capacità di individuare a monteobiettivi precisi, valutarne realisticamente la fatti-bilità, procedere a definire un ragionevole pun-to di equilibrio tra interesse pubblico e privato, econseguentemente individuare gli ambiti entro iquali il confronto con il privato dovrà svolgersi.Chi ha dimestichezza di queste tematiche sa be-ne che questa fase è sicuramente la più critica,perché l’assenza o l’eccesso di singoli elementi digiudizio può condizionare pesantemente gli esi-ti del programma.La complessità dell’iniziativa determina a sua vol-ta un aumento geometrico dei fattori in gioco,delle competenze da attivar e, degli aspetti dasottoporre a valutazione.La natura “complessa” di questi pr ogrammi èspesso sottovalutata, con una riduzione forzosadei fattori in gioco spesso casuale.Ad esempio la genesi urbanistica dei programmicomplessi ha indotto per lungo tempo a unametodologia prevalentemente centrata attornoalle competenze e capacità di pr ofessionalitàche prioritariamente concepiscono la città e ilterritorio come un insieme di manufatti edilizi edi infrastrutture.Sappiamo invece che la città e il territorio si basa-no anche, e a volte prevalentemente, su aspettiimmateriali, non riconducibili a cose, manufatti.Ricostruire fisicamente una parte di città non si-gnifica assolutamente averla riqualificata, poichéla città funziona con tempi e dinamiche assai di-versi da quelli sottesi dalla disciplina urbanistica.Un nuovo luogo urbano, ancor ché perfetta-mente r ealizzato, è intimamente corr elato alconcetto di identità urbana, che a sua volta de-termina l’attrattività e la competitività dei luoghida quelli sottesi dalla disciplina urbanistica.Ugualmente, l’intervento su parti o zone urbanedegradate quasi mai si può ricondurre ad opera-zioni di tipo esclusivamente fisico, spesso sonoaltri i fattori decisivi che accompagnano processicorretti di trasformazione, quali ad esempio l’ac-cessibilità, la sicurezza, l’integrazione e la coesio-ne sociale, lo sviluppo economico, la qualità am-bientale, etc...Di conseguenza la valutazione ex-ante deve og-gi confrontarsi con la necessità di un salto diqualità deciso da parte delle Pubbliche Ammini-strazioni, molto spesso “organizzate” attraversouna sorta di asse naturale costituito da un latodall’Amministratore promotore del programma,e dall’altro dal dirigente o funzionario che fungeda braccio operativo.Le diverse competenze in gioco sono coinvolteo consultate in modo spesso casuale, senza uncopione in grado di gestir e in modo convin-cente esigenze e problematiche anche antago-niste tra loro.

La valutazione dellaconvenienza nei programmicomplessi

La famiglia dei pr ogrammi complessi, legati altema della riqualificazione urbana e territoriale,da tempo si è affermata come uno strumentoordinario di intervento, trovando sinergie positi-ve con gli strumenti tradizionali di governo delterritorio.Nell’ultimo decennio, dopo una fase di speri-mentazione accompagnata da forti polemiche,questi strumenti si sono confrontati con temati-che sempre più complesse, enucleando novitàsignificative, passando da tecniche d’interventotradizionali, centrate su aspetti urbanistici ed edi-lizi, a metodologie più legate a una visione inter-disciplinare. Ciò che sfuggiva anni fa –cioè il fatto che la ri-qualificazione difficilmente si identifica con azio-ni esclusivamente di tipo materiale– oggi è assaichiaro alla maggior parte dei pr otagonisti cheoperano in questo campo.Altri elementi di novità sono sicuramente ascrivi-bili al peso crescente che viene riconosciuto allaqualità progettuale, e alla comparsa di nuovisoggetti investitori che si affiancano agli opera-tori tradizionale del settore edilizio.Il grande impulso offerto dai programmi di speri-mentazione promossi a livello centrale dal Mini-stero dei Lavori Pubblici, oggi delle Infrastruttu-re, negli ultimi anni è venuto meno e, assieme al-la carenza di risorse pubbliche, si avverte un vuo-to legato ad un’azione pr opulsiva che lo Stato,con tutti i possibili limiti e distinguo, aveva inne-gabilmente svolto in modo innovativo, dissemi-nando il territorio nazionale e consentendo unconfronto ampio rispetto a linee di sperimenta-zione unitarie per l’intero paese.Più che la carenza di risorse è forse la mancanzadi una “regia” l’aspetto che oggi più pesa, nono-stante il dispiegarsi cr escente di iniziative che sicollocano nell’alveo delle singole realtà regionali.Accanto alla carenza di un momento centrale diindirizzo, conoscenza e controllo, oggi le pubbli-che amministrazioni scontano altre difficoltà edincertezze, che discendono dir ettamente dauno dei principali pr esupposti che caratterizza-no i programmi complessi: la contrattazione trapubblico e privato.Quest’ultima, legata alla necessità del ricorso a ri-sorse private per finanziare progetti ed opere diinteresse pubblico, si basa a sua volta sul concet-to di trasparenza, attraverso forme di coinvolgi-mento dei soggetti privati prevalentemente di ti-po concorrenziale.Il ricorso al bando o Avviso Pubblico, che formal-mente rappresenta il cardine del rapporto conl’operatore privato, in realtà non è altro che unpunto di arrivo –a volte trascurato– di un proces-so valutativo ex-ante che le pubbliche ammini-

8

CITTÀ E TERRITORIO Riccardo Roda*

cezione insufficiente della conve-nienza dei soggetti privati il cui contri-buto -è bene sottolineare– è fondamenta-le per la buona riuscita di questi programmi.Altro aspetto critico riguarda poi l’atteggiamen-to a-critico nei confronti delle singole tipologie diprogramma, ognuna delle quali possiede pecu-liari caratteristiche e specificità. Il presentarsi via via di strumenti con caratteristi-che innovative, ha indotto forti aspettative nellePubbliche Amministrazioni, quasi che –in un col-po solo– potessero essere eluse fatiche e incer-tezze proprie di un rapporto complicato come lacomposizione dell’interesse privato entro obietti-vi individuati dalla sfera pubblica.Un ultimo aspetto su cui mi sembra opportunosoffermare l’attenzione è costituito, all’oppostodi altri esempi, dall’eccessivo tecnicismo.La valutazione degli aspetti economici è sicura-mente uno degli aspetti più significativi del pro-cesso valutativo, ma la riduzione della comples-sità a una tabella Excel costituisce, a giudizio dichi scrive, un err ore non meno grave di quelliprima indicati.

Questo perché le trasformazioni delle città edel territorio devono esser e accompagnatedalla ratio dei numeri, ma questa non può dasola surrogare fattori assai più articolati e decisi-vi per un pr ocesso decisamente meditato ecoerente.Se la riqualificazione urbana fosse ad esempiovalutata esclusivamente con i criteri con cui lebanche concedono mutui, poco o nulla verreb-be fatto.Gli aspetti economici sono sempr e importanti,ma quasi mai decisivi per le politiche di trasfor-mazione e riqualificazione che implicano muta-menti radicali.

Di qui uno iato, a volte assai notevole, tra aspet-tative del progetto politico e concreta possibilitàdi successo delle pr ocedure operative messe inatto da parte delle pubbliche amministrazioni. Posto che soluzioni miracolose non esistono, nésembrano praticabili facili scor ciatoie, la stradamaestra rimane quella di una consapevole attivi-tà a monte nella pr omozione dei pr ogrammicomplessi, basata sulla focalizzazione di obiettivirealistici e dei mezzi concreti con cui perseguirli.Uno degli indirizzi scaturiti con maggior forzadalla sperimentazione fin qui maturata riguardala capacità delle pubbliche amministrazioni dioperare attraverso gruppi di tipo interdisciplina-re, con compiti e responsabilità chiare, con unaleadership autorevole. Ricongiungere competenze separate ed auto-nome non costituisce di per sé garanzia di suc-cesso, ma esprime una condizione necessaria,ancorché non sufficiente, per operare in modopiù efficace, nell’ambito di una contrattazionecon i soggetti privati che richiede chiarezza asso-luta in termini di obiettivi e dei relativi strumentiper concretizzarli.Per di più la contrattazione pubblico-privato sibasa in modo privilegiato sull’evidenza pubbli-ca, fatto questo che espone le pubbliche ammi-nistrazioni, come è successo e come succederà,a pesanti giudizi sia in caso di esito negativo, siasoprattutto in caso di bandi disertati per manife-sta infondatezza dei rapporti di convenienzaeconomica.Lo spazio ristretto mi induce a focalizzare l’atten-zione del lettore su alcuni dei rischi più frequentiin cui possono incorr ere le Pubbliche Ammini-strazioni se viene sottovalutata la valutazionepreventiva della convenienza pubblico-privato.Tra le tipologie di rischio più frequenti va inclusasicuramente la eccessiva semplificazione dei cri-teri valutativi che possono essere ridotti ad ununico elemento, in gener e quello consideratopreminente.Nel caso di programmi in cui gli aspetti ad esem-pio di socialità risultano preminenti, possono es-sere sottovalutati aspetti meramente economici,che peraltro dovrebbero obbligatoriamente es-sere soppesati in ogni caso con cura.Un altro caso frequente è costituito da un ecces-sivo livello di aspettative da parte della PubblicaAmministrazione, che spesso tende a manife-starsi quando la contrattazione publico-privatoprevede la valorizzazione di terreni e/o immobilidi proprietà pubblica.Se in alcuni casi può risultare non corretto sotto-mettere gli obiettivi economici a quelli di tipo so-ciale, ugualmente la eccessiva ricerca di una va-lorizzazione di tipo economico può produrre ri-sultati distorti, e a volte negativi.Ad esempio gar e deserte, ovver o pr ogrammiche implodono strada facendo.In questi casi sono quasi sempr e forti car enzenella valutazione ex-ante a determinare una per-

9

3 - Editoriale

5 - Città e territorio

20 - Esperienze a confronto

33 - La regione informa

38 - inforum Le rubriche

Case Andreatta Quartiere MuraS. Carlo, San Lazzaro di Savena.

A parità di involucro il recupero avrebbe porta-to ad una diminuzione degli alloggi, e unaqualità insufficiente, ma con costi comparabilia quelli della nuova edificazione.Queste motivazioni, seppure riassunte in mo-do sbrigativo, paiono più che sufficienti peruna valutazione costi/benefici sbilanciata a fa-vore della demolizione-ricostruzione.In realtà nella decisione finale –maturata attra-verso forum, workshops di approfondimento,studi di fattibilità, valutazioni più squisitamentepolitiche– ha pesato molto l’aspetto di conve-nienza economica, ma alla fin fine esso non èrisultato l’aspetto decisivo.Il Laboratorio, attraverso il concorso di compe-tenze ad ampio raggio, ha messo in luce aspet-ti spesso trascurati in operazioni simili a questa:in primo luogo il fatto che entrambe le soluzio-ni richiedevano il trasferimento dell’utenza in-sediata per tempi medio-lunghi, quindi unosradicamento forte delle famiglie; in secondoluogo l’età media elevata degli utenti, spesso ailimiti dell’intervento dei servizi sociali, è risulta-ta un fattore importante, perché la richiesta ge-neralizzata è andata verso abitazioni senza bar-riere, in contesti sociali ed urbani più integratirispetto al margine periferico in cui le Case An-dreatta sono collocate.Il trasferimento parziale degli utenti non ha so-lo facilitato la fattibilità tecnica del programma,ma consentirà al termine del pr ogramma diconservare alle Mura San Carlo una quota diERP di poco superiore al 50% di quella attuale,con quote di edilizia ERS e libera che migliore-ranno la mixità sociale di un piccolo quartier ein cui attualmente si trova concentrato oltre unterzo dell’intero patrimonio ERP comunale.Infine l’operazione di demolizione e ricostruzio-ne consentirà di ristrutturare urbanisticamenteil quartiere, eliminando due grandi falansteri incemento a vista che separano e schermanoun’area centrale a servizi dal resto dell’abitato.Nuove tipologie a torr e, identiche ad alcuniedifici esistenti, riapriranno il cuor e verde delquartiere ed elimineranno la forma segregativache fino ad oggi ha connotato l’edilizia ERP.Sintetizzando al massimo, il metodo partecipa-to ha consentito di mettere a fuoco una molte-plicità di fattori di cui tener conto, percepiti dal-la comunità in modo anche assai diverso rispet-to al punto di vista dei singoli specialisti in eco-nomia, urbanistica, edilizia, ecc., aiutando cosìla Pubblica Amministrazione ad operar e unasintesi davvero difficile.Si tratta ovviamente di un esempio, il cui buonesito dimostra, al di là delle singole contingen-ze, come una accurata fase di valutazione amonte consente di focalizzare in modo più luci-do obiettivi realistici e a definire percorsi e pro-cedure più coerenti per perseguirli.

* Direttore Tecnico EOS Consulting

Ugualmente criteri di valutazione esclusiva-mente di tipo economico producono rischi po-tenziali non meno elevati di una loro sottovalu-tazione.

Per meglio illustrar e questo concetto ritengoutile citare l’esperienza del “Laboratorio urba-no di progettazione partecipata – Riqualifica-zione delle Case Andreatta”, nel quartiere MuraS. Carlo, a San Lazzaro di Savena.Due grandi edifici residenziali prefabbricati per135 alloggi,costruiti 25 anni fa, verranno de-moliti e al loro posto verranno ricostruiti 175 al-loggi e nuovi servizi.Il programma, basato sulla partecipazione dellapopolazione, è in fase avanzata: l’operatore pri-

vato è stato indivi-duato tramite pr o-ject financing, e nelprimo semestre del-l’anno corr ente siprocederà alla stipu-la della convenzio-ne e alla demolizio-ne di uno dei dueedifici, già svuotatocon ricollocazionedegli utenti.Tralasciando m oltiaspetti inter essanti–tra cui l’originalitàdi un metodo parte-cipativo non di fac-ciata, e l ’articolatastrategia finanziaria

che ha consentito di mettere in moto un’opera-zione di grande rilievo finanziario ed economi-co, con un ridottissimo investimento pubblico–in questa sede va messo in rilievo il fatto chel’aspetto decisionale più delicato ha riguardatola valutazione della convenienza tra ipotesi direcupero e demolizione e ricostruzione.Gli interventi di manutenzione operati in pr e-cedenza non avevano portato a risultati accet-tabili, e il Laboratorio ha dovuto valutare in mo-do complessivo l’alternativa tra le due strade.L’analisi tecnico-economica ha messo in rilievoche recuperare strutture prefabbricate obsole-te avrebbe prodotto costi non lontani dall’80%dei costi ipotizzabili per una nuova costruzio-ne, senza peraltro ottenere una qualità compa-rabile con un edificio nuovo.In particolare la rigidità della struttura tridimen-sionale comportava forti per dite di superficieutile senza peraltro risolvere i problemi più si-gnificativi: da un lato l’eliminazione totale dellebarriere ar chitettoniche, aspetto critico perun’utenza che nel frattempo è invecchiata as-sieme agli edifici, dall’altro l’impossibilità, al ter-mine del processo di recupero, di garantire ilpieno rispetto di pr estazioni normative vinco-lanti di tipo energetico, acustico, etc.

10

CITTÀ E TERRITORIO Riccardo Roda*

Particolare del Progetto di Riqualificazione delle CaseAndreatta. San Lazzaro di Savena.

Studio di fattibilità - 1999Concluso nel febbraio 1999, lo studiodi fattibilità, preliminare all’individuazionedegli ambiti da assoggettar e a riqualificazioneurbana rileva, relativamente alla struttura sociale: - l’invecchiamento della popolazione residente;- l’aumento di anziani che vivono soli;- l’inserirsi di famiglie immigrate dal sud Italia

o da paesi extracomunitari;- la presenza di fasce deboli portatrici di molteplici

problematiche. Dal punto di vista urbanistico si è rilevato che, no-nostante la morfologia del quartiere preveda spa-zi per il ver de e corti tra gli edifici, la mancanzadelle dotazioni urbanistiche minime ha fatto sìche nel tempo i vuoti tra gli edifici siano stati occu-pati dalle autovetture. Infine, dal punto di vistaedilizio, si è preso atto del degrado in cui vertonoi fabbricati e della non rispondenza ai nuovi stan-dard residenziali.

In sintesi, lo studio di fattibilità descrive una realtàurbana debole nella struttura urbanistica, nell’as-setto morfologico, nella dotazione dei servizi, nelsistema dell’accessibilità, nelle radici storico-cultu-rali, nella struttura sociale. Si giudica necessarioun intervento che pr eveda l’adeguamento aglistandard abitativi, l’inserimento di funzioni pub-bliche e spazi per l’incontro, la moderazione deltraffico su via Compagnoni e lo studio di un siste-ma di accessibilità protetta alle parti. Dal punto divista sociale ed economico lo studio di fattibilitàprevede l’inserimento di nuove funzioni, anche dicarattere privato, che favoriscano il mix funziona-le e l’integrazione tra i diversi fruitori del quartiere.

Elaborazione del Programma diRiqualificazione Urbana – 2001/2002Il progetto elaborato e presentato in Regione peraccedere ai contributi pubblici r ecepisce quantorilevato nello studio di fattibilità e si pr opone treprincipali obiettivi generali: - di carattere urbanistico (il diradamento degli

edifici, la razionalizzazione del sistema della

Il PRU Quartiere Compagnoni-Fenulli a Reggio Emilia

Nel novembre del 1999 il Servizio PianificazioneUrbana del Comune di Reggio Emilia rassegnavaall’attenzione del Consiglio Comunale la r elazio-ne descrittiva degli ambiti da assoggettar e a ri-qualificazione, sviluppando gli aspetti procedura-li previsti nella legge regionale 19/98. Tra i 12 am-biti individuati, il 6° comprende il Compagnoni-Fenulli, uno dei quartieri storici di Reggio Emilia.

La storiaIl Quartier e Compagnoni-Fenulli fu r ealizzatoda INA Casa in più stralci tra il 1957 e il 1964 a2 km a sud del centro, per ospitare le personeche venivano trasferite dai quartieri del centrostorico oggetto di inter venti di risanamento.Lungo l’asse di via Compagnoni si sviluppano i34 edifici in linea di 4/5 piani fuori terra che co-stituiscono l’aggregato originario del quartiere.Il tessuto edilizio è omogeneo e l’impianto tipo-logico degli alloggi persegue l’ottimizzazionefunzionale e distributiva interna, una criticitàche viene rilevata è l’assenza all’interno delquartiere e nelle sue pertinenze di servizi di vici-nato o spazi preposti all’aggregazione e socia-lizzazione. Nel corso degli anni vengono realiz-zati altri interventi di edilizia residenziale pubbli-ca nelle aree circostanti, ma la “solitudine” delQuartiere Compagnoni-Fenulli non viene risol-ta e perdurano la mancanza di servizi alla resi-denza e di per corsi adeguati per i pedoni. Lecriticità del quartiere si aggravano a causa dellamancanza di interventi consistenti di manuten-zione ed ammodernamento, dell’intensificarsidel traffico automobilistico su via Compagnoni,dell’assenza di un ricambio generazionale deltessuto sociale e dell’inserirsi di comunità immi-grate. Si sviluppa così nel tempo la necessità diun inter vento di riqualificazione strutturale ecomplesso dell’intero sistema.

11

3 - Editoriale

5 - Città e territorio

20 - Esperienze a confronto

33 - La regione informa

38 - inforum Le rubriche

CITTÀ E TERRITORIO Agnese Barbieri*

PRU Compagnoni-Fenulli. Reggio Emilia

12

aggiornato: all’ipotesi di diradamento edilizio e ri-strutturazione degli edifici esistenti si preferisce in-tervenire tramite demolizione e ricostruzione.Questa scelta viene preferita sia per la necessità diadeguare gli edifici alla nuova normativa antisi-smica, sia per la volontà di elaborare un interven-to innovativo ed integrato per i quattro stralci cheavrebbero visto la realizzazione in un tempo ravvi-cinato. I nuovi edifici residenziali dei quattro stral-ci presentano caratteristiche simili: elevati stan-dard qualitativi e fruitivi e riduzione dei consumienergetici grazie all’adozione di sistemi impianti-stici di elevata tecnologia. I lavori sono iniziati nel2004 e il loro termine è pr evisto per l’estate del2010, nel suo complesso l’intervento ammonta acirca 10.000.000 di euro. L’intervento si strutturanella ridefinizione tipologica dei fabbricati, siaper quanto riguarda l’assetto distributivo internodelle unità residenziali che per la loro configura-zione aggregativa. Viene conservato l’impiantourbano esistente, attraverso la ripr oposizionedella tipologia in linea e degli allineamenti tra ifabbricati, consolidando così il limite del tessutoresidenziale che si affaccia a sud sul parco pubbli-co. A nord del I stralcio si situa un edificio in mat-toni facciavista che segue gli allineamenti delnuovo impianto urbano previsto nel PRU. Que-sto edificio si affaccia su una piccola piazza cherappresenta il cuore del I stralcio: a fianco di que-sto spazio si attesterà il per corso ciclo-pedonaleche assolverà al ruolo di asse principale della par-te sud del PRU per il sistema connettivo “dolce”.Gli edifici presentano 4 o 5 piani fuori terra, al finedi favorire il mix sociale il taglio degli alloggi è di-versificato per ospitare nuclei familiari da 2, 3 o 4persone. I sistemi tecnologici sono finalizzati acontenere i consumi energetici, l’uso di risorsenon rinnovabili, la flessibilità fruitiva degli spazi;ogni alloggio è dotato di riscaldamento a pavi-mento, sistemi integrati di riduzione dell’acqua,predisposizione di un sistema domotico da attiva-re in base al tipo di utenza. A novembre 2007 so-no stati inaugurati i primi 3 edifici di edilizia r esi-denziale pubblica, l’anno successivo il primo degli

viabilità e dei parcheggi, la garanzia dell’accessibilità alle diverse funzioni, l’incentivazione del mix funzionale, l’aumento degli spazi verdi, la creazione di spazi attrezzati per l’incontro e le attività ricreative),

- di carattere edilizio (il miglioramento delle qualità morfologiche, ecosistemiche e fruitive degli edifici),

- di carattere sociale (il miglioramento dell’integrazione e della qualità della vita all’interno del quartiere).

L’impianto generale del progetto prevede la ra-zionalizzazione del sistema infrastrutturale attra-verso la riconfigurazione dei percorsi carrabili, ci-clo-pedonali e dei parcheggi. Il diradamento edi-lizio permette la rior ganizzazione degli spaziesterni in un sistema connettivo di corti attrezza-te ed aree verdi che favoriscono i momenti di ag-gregazione e garantiscono la capacità di rigene-razione ambientale. La previsione di servizi ed at-tività commerciali, nuovi poli di attrazione nel-l’area, consente infine di raggiungere l’obiettivodel mix funzionale.

I stralcio d’attuazioneAl fine di garantir e la fattibilità del complesso evasto progetto di riqualificazione pr evisto per ilQuartiere Compagnoni - Fenulli, il programma èstato suddiviso in 6 stralci d’attuazione. Nel mesedi luglio del 2002 viene comunicato l’esito positi-vo dell’istruttoria regionale per l’erogazione dei fi-nanziamenti previsti dalla L.R. 19/98 per l’attua-zione del I stralcio del P.R.U., per cui erano statedestinate altre risorse r egionali afferenti ai pr o-grammi Speciali d’Area di cui alla L.R. 30/96 e ri-sorse comunali.La prima versione del progetto, elaborata da AcerReggio Emilia, risale al 2002. Nel 2004, quando ilII – III – IV stralcio di attuazione accede al finanzia-mento regionale afferente ai Contratti di Quartie-re II ed è così possibile prevederne una realizzazio-ne in tempi ravvicinati, vi vengono apportate mo-difiche sostanziali per conformalo al progetto de-gli stralci successivi. Il progetto del I stralcio viene

PRU Compagnoni-Fenulli. Reggio Emilia

CITTÀ E TERRITORIO Agnese Barbieri*

Nell’estate del 2008 sono iniziate ledemolizioni nell’area a sud di via Com-pagnoni dove si concentrerà la prima fasedel cantiere.

Il Quartiere Compagnoni-Fenulli: una riflessioneL’attuazione del PRU ha permesso di andare ad in-vestire in un’area della città in cui erano necessariinterventi rigenerativi che risolvessero criticità sor-te dalla degradazione del tessuto urbano, dallacoesistenza di più comunità portatrici di differentiproblematiche e dalla mancanza di servizi. Il pro-getto ha l’obiettivo di restituire alla città una parteche fino a questo momento è rimasta mar ginalenon per la sua posizione ma per la mancanza diadeguate connessioni e servizi.Una fase particolarmente delicata del pr ocessoche si è attivato con l’approvazione del PRU Quar-tiere Compagnoni-Fenulli è stata quella del trasfe-rimento degli abitanti residenti negli edifici ogget-to di demolizione e la gestione del dialogo con i21 privati residenti, ai quali è stato proposto un al-loggio in permuta o un indennizzo. Pergli inquilini degli alloggi pubblici è stataattivata la duplice possibilità di trasferir-si definitivamente in altri alloggi del pa-trimonio pubblico o di essere trasferitiin alloggi temporanei durante i lavori,in attesa della disponibilità dei nuovi al-loggi negli edifici ricostruiti. Durante lafase preliminare ai trasferimenti, ACERe l’Amministrazione Comunale hannoattivato un punto d’ascolto all’internodel quartiere per poter essere più vicinialle richieste delle persone che avr eb-bero dovuto traslocare.L’Assessorato ai Lavori Pubblici e Pr o-getto Casa ha ritenuto indispensabileattivare un piano di comunicazionespecifico su questo inter vento per ac-compagnare gli abitanti del quartier edurante tutta la fase di attuazione,mantenendo costanti le informazioni.Tra queste iniziative un momento particolarmen-te importante si è svolto in occasione dell’inaugu-razione dei nuovi alloggi ERP durante “Bentorna-ti a Casa”, una settimana dedicata al tema dellaCasa tenutasi in città a novembre 2007. In questaoccasione è stato possibile aver e un confr ontocon gli abitanti “ritornati” nei nuovi appartamenti:nonostante il disagio dei traslochi e il confr ontocon un quartiere che ha modificato il suo volto, ilriscontro è stato positivo. Attualmente il quartieresi trova a vivere un momento di transizione dove ilnuovo e il vecchio ancora convivono, dove sottogli occhi dei suoi abitanti i luoghi si trasformano ri-spondendo alle esigenze di una nuova comunità,più ampia e diversificata.

* Area Ingegneria e Gestione delle InfrastruttureComune di Reggio Emilia

edifici destinati alla locazione permanente. A no-vembre 2008 l’edificio facciavista è stato premiatodurante la settimana della biorachitettura e delladomotica di Modena promossa da Promo S.c.a.r.l.Attualmente sono in fase di realizzazione gli ultimi2 edifici, localizzati a sud e pr ospicienti il parco,destinati alla locazione permanente, per i quali èprevista la fine lavori nell’estate del 2010. In totaleil primo stralcio prevede 56 alloggi di edilizia resi-denziale pubblica e 48 alloggi di locazione per-manente. La scelta di inserire all’interno del quar-tiere alloggi da destinare all’affitto calmierato halo scopo favorire la mixitè sociale e accrescere la ti-pologia di fruizione degli spazi, arricchendo ilcontesto sociale di quartiere di diverse realtà.

II - III - IV stralcio d’attuazioneDurante la realizzazione del I stralcio è stato ela-borato il progetto del II – III – IV stralcio d’attuazio-ne da parte di Acer Reggio Emilia.All’inizio del mese di giugno 2009 è stato pubbli-cato sulla Gazzetta Ufficiale il bando di gara perl’affidamento dei lavori per un importo pari a11.436.148,63 euro; la procedura aperta preve-de un’aggiudicazione secondo il criterio del prez-zo più basso determinato mediante offerta a prez-zi unitari, trattandosi di contratto da stipular e acorpo. L’impresa che si aggiudicherà l’appalto deilavori dovrà acquistare due aree di proprietà co-munale, di importo pari a 5.600.000 euro, com-prese nel perimetro del PRU su cui realizzare unintervento privato destinato a residenza e terzia-rio. Il bando di gara esclude la possibilità di un’of-ferta disgiunta sul valore delle aree rispetto all’im-porto dei lavori. I lavori saranno finanziati in partecon risorse ministeriali e regionali afferenti ai Con-tratti di Quartiere II e in parte con risorse comuna-li, il costo complessivo dell’inter o intervento am-monta a circa 17.600.000 euro. In questa porzio-ne di quartier e si concentrano i ser vizi pubbliciprevisti nel PRU: un edificio polifunzionale e i ser-vizi commerciali d’iniziativa privata, che garanti-ranno nuove funzioni e poli di attrazione per gliabitanti del quartiere. A sud il parco esistente ve-drà il tracciamento di nuovi percorsi d’attraversa-mento ciclo-pedonali e l’inserimento di un puntoristoro, diventando un punto nodale d’unione trail quartiere riqualificato e il contesto urbano a sud.Sia la definizione delle funzioni contenute nel-l’edificio polifunzionale che il tema della mobilitànel 2005, al momento della stesura del progettopreliminare, sono stati oggetto di un laboratoriodi partecipazione rivolto agli abitanti del quartie-re, che ha raccolto istanze, preoccupazioni e pro-poste da parte di chi vive i luoghi oggetto dellatrasformazione. Anche il II – III – IV stralcio d’attua-zione prevede il diradamento edilizio e la demoli-zione e ricostruzione di alcuni edifici. Al fine dicontenere l’impatto di via Compagnoni sulla ho-me zone, il pr ogetto modifica il tracciato di viaCompagnoni, adottando una serie di misur e dimitigazione del traffico.

13

3 - Editoriale

5 - Città e territorio

20 - Esperienze a confronto

33 - La regione informa

38 - inforum Le rubriche

PRU Compagnoni-Fenulli. Stralci attuativi.

Ora nostro obiettivo non è certo riprendere i con-tenuti del Pru sul nodo stazione, già oggetto di ri-flessione in passato sulle colonne di questa rivi-sta, ma porre in premessa l’attenzione su questidue aspetti aiuta anche a capire la forza e le diffi-coltà che il programma ha poi incontrato in faseesecutiva e costituisce anche un fondamentalepatrimonio di conoscenza per le sempre più ne-cessarie ed ineludibili operazioni sulla città co-struita in grado effettivamente di incidere in pro-fondità sul tessuto urbano.Il programma di riqualificazione, infatti, ha sicura-mente goduto nella sua fase iniziale di formazio-ne e di costruzione delle partnership pubbliche eprivate della forza determinata da una visioneunitaria della città, dal disegno innovativo deglispazi pubblici e del tessuto edificato e dall’essereparte di un progetto di costruzione di una nuovacentralità urbana coerente con il rango ed il ruo-lo di polo ordinatore che alla città di Fidenza è ri-conosciuto dagli strumenti di pianificazione terri-toriale a partire dal PTCP. Fidenza, quindi, comecentro e polo di riferimento di un vasto territorioin termini di servizi e di raccordo con i sistemi del-la mobilità di interesse generale. Su queste basi si è definito un rapporto tra Pub-blico e Privato tra i più elevati a livello regionaleper ricadute pubbliche derivanti dalla completaattuazione del programma; un dato di fatto cheun’analisi serena e scientifica dei numeri e deicontenuti dei programmi ha già evidenziato in al-tre fasi in specifici studi ed analisi. Oggi, però, con il programma in fase di avanzataattuazione nella parte più direttamente a contat-to con la stazione essendo già ultimati parte signi-ficativa degli interventi privati che determinano ilnuovo fronte urbano lungo via Car ducci ed es-sendo in fase di realizzazione l’interramento dellaviabilità di scorrimento al di sotto della nuovapiazza e la ricomposizione degli ampi spazi pub-blici che legano la nuova piazza della stazione pe-donalizzata al centro storico ed al sistema dellepiazze centrali, ritengo sia possibile in fase di mo-nitoraggio rimarcare e sottolineare alcuni aspetti

Fidenza. Il PRU sull’areastazione. Alcune riflessioni.

Per fare il punto della situazione sull’attuazionedel PRU sul nodo stazione a Fidenza non si puònon partire da alcuni tratti distintivi e specifici delprogramma che lo hanno contraddistinto fin dal-la prima fase di costruzione dello stesso.Innanzitutto la dimensione unitaria di riflessionesulla città: le possibilità offerte dalla Legge Regio-nale 19/98, infatti, sono state l’occasione per unarilettura strategica ed unitaria degli obiettivi delpiano Gabrielli (approvato a fine 1996) che, per laprima volta a Fidenza, tiene insieme e lega stretta-mente, in una visione globale della città che partedalla sua forma fisica, le politiche della riqualifica-zione della città costruita e la costruzione della for-ma urbana con la precisa delimitazione della stes-sa verso la campagna. Le strategie della riqualifi-cazione sono quindi parte integrante delle strate-gie di piano ma risentono ancora di un quadrostrumentale ed operativo tradizionale. Ecco che in questo contesto si sviluppano le espe-rienze parziali dei PREU sugli assi della ricostruzio-ne post bellica e sull’area centrale della città carat-terizzata dal sistema delle piazze. Ma è con l’indi-viduazione degli ambiti della riqualificazione ur-bana e poi con la prima perimetrazione dei pro-grammi attuativi al loro interno, che la dimensio-ne unitaria di azioni e politiche urbane sulla cittàcostruita trova un suo momento cruciale. Non acaso diretta evoluzione di quella stagione di pia-nificazione operativa è il Contratto di Quartiere IIche si intitola appunto “Fidenza: unico grandequartiere” che rappresenta un ulteriore avanza-mento degli interventi della riqualificazione urba-na su diversi ambiti e situazioni.Altro aspetto specifico è la centralità del disegnodegli spazi pubbliciall’interno del perimetro ope-rativo del programma, non certo spazi di risultama generatori dei nuovi rapporti urbani tra leparti della città e con i nuovi fabbricati che deli-mitano il fronte della piazza stazione e degli altrispazi pubblici.

14

CITTÀ E TERRITORIO Alberto Gilioli*

I nuovi terragli: l’arrivo da via Gramsci.

mente il più probabile) eventualmen-te da rimodellare anche in positivo nel-le fasi successive;- identico impegno di tutti i partner/soggetti attuatori nella gestione del programma e nella realizzazione dello stesso se del caso distaccando al coordinamento dello stesso personale adeguatamente formato;

- capacità e forza per ridisegnare con la massima trasparenza gli obblighi convenzionali a fronte di variabili che portano un peggioramento dei tempi di attuazione che, come in questo momento, vanno a coincidere con una fase di contenimento nello sviluppo del mercato immobiliare.

Accanto a questo, un’operazione complessa edarticolata come quella del PRU sul nodo stazionea Fidenza deve essere accompagnata in ogni fa-se a partire da quella di formazione del program-ma per proseguire anche nelle successive fasi piùdelicate della costruzione dei nuovi assetti urba-ni, da un modello partecipativo che non sia rivol-to solo a stimolar e e facilitar e la partecipazionedegli operatori privati ma l’intera città. Vi è statonel nostro caso un periodo lungo dove, concen-trati sulle complesse operazioni di cantier e, ab-biamo delegato a forme tradizionali questo rap-porto e tutto si è risolto in un dibattito, ci sia con-sentito sterile, sull’opportunità di avere fabbricatialti dentro il tessuto edificato a Fidenza e sulla no-stalgia e non sull’identità dei luoghi, sulla visionedi città e sugli obiettivi - certo anche non condivi-sibili – di cui il nuovo assetto urbano è parte. Anche in questo senso l’esperienza fatta può aiu-tare per dare carattere di maggiore sostanzialitàai processi partecipativi e comunicativi nella for-mazione dei programmi partendo però da unacondivisione delle regole del processo partecipa-tivo e dal portar e e sviluppare il confronto sulleidee di città e sui temi che le politiche urbanepongono sul tavolo.

* Dirigente Area Assetto del Territorio. Comune di Fidenza

anche di criticità dell’esperienza e principalmentericonducibili alle seguenti tematiche:- la coerenza tra tempi programmati e tempi realidi attuazione;

- la dimensione della partecipazione alla definizione del programma e lo sviluppo di una costantee coerente azione comunicativa.

Anche Fidenza ha dovuto pr ocedere ad una ri-programmazione dei tempi di attuazione del pia-no inizialmente stimati e definiti come se tutti iraccordi operativi successivi all’accordo generalepotessero poi tr ovare attuazione senza ulterioridifficoltà o intralci. Essendo oggi molto più con-sapevoli di quali erano i nodi da affr ontare - dalraccordo con le modalità esecutive con cui le Fer-rovie avrebbero attuato gli interventi di loro com-petenza, ai tempi di trasferimento delle aree diproprietà ferroviaria da dismettere, dai tempi dispostamento di attività e di costruzione di accordispecifici che affiancassero ai fondi del PRU altre ri-sorse pubbliche alle modalità costruttive e di coe-sistenza di cantieri per la realizzazione dei nuoviedifici e per l’interramento della viabilità che, nelnostro caso, condividono una paratia di conteni-mento - tutto ciò deve essere meglio consideratosin dalla formazione del programma, elaborandoun maggior numero di scenari alternativi ma rag-giungendo il punto di equilibrio non sulla visionepiù ottimistica ma su quella dotata di maggior erealismo garantendosi in caso di uno scenario piùpositivo la possibilità di rimodellare anche gli ac-cordi con gli altri partner del programma. Certo era per tutti noi (responsabili pubblici e pri-vati) una prima esperienza di tale complessità ecome abbiamo già evidenziato, al di là di essereimpegnati anche nella rilevante fase che rimaneda attuare a coglier e tutti gli obiettivi sottesi alprogramma la cui conclusione è prevista nel2012, pensiamo si possano delineare alcune mo-dalità operative tipiche delle politiche e degli in-terventi di riqualificazione urbana:- maggior dettaglio possibile già alla scala del pro-gramma/piano attuativo proprio per costruire loscenario possibile (forse non il migliore ma certa-

3 - Editoriale

5 - Città e territorio

20 - Esperienze a confronto

33 - La regione informa

38 - inforum Le rubriche

15

I nuovi terragli: veduta d’insieme.

Il comparto Ex zuccherificioIl primo inter vento previsto dal nuovo pianodell’85 viene avviato sull’area dismessa delloZuccherificio, chiuso nel 1978, anticipando ne-gli obiettivi e nei contenuti del Piano Particola-reggiato quelli che poi diventeranno, con ilDecreto Ministeriale del 21 dicembr e 1994, iProgrammi di Riqualificazione Urbana. Il pr o-getto di trasformazione dell’ar ea posta fra ilfiume Savio, la via Emilia e la ferrovia, nasce daun accordo in fase di predisposizione del Pia-no Regolatore, fra la Cassa di Risparmio di Ce-sena che aveva acquisito i terreni nel corso del-la pr ocedura fallimentar e, l’AmministrazioneComunale e la Coop Adriatica.Il Piano Particolareggiato, redatto dall’arch. Gre-gotti e approvato nel 1994, interessa un’area didimensioni rilevanti per Cesena (quasi 23 etta-ri), proponendo funzioni di rilievo urbano ingrado di costituire una nuovacentralità, che al-larga il tradizionale perimetr o funzionale delcentro storico. Un terzo delle funzioni previstesono pubbliche (sedi universitarie e ammini-strative), un terzo direzionali e commerciali (uncentro commerciale di 10.000 mq., la dir ezio-ne della banca, dell’ASL e di importanti associa-zioni di categoria), ed un terzo r esidenziali,quasi interamente incluse in un PEEP, destinatoa edilizia convenzionata e in locazione su areeassegnate dal comune.Oggi risultano realizzate le porzioni residenzia-li e quelle commerciali e direzionali, mentre stan-no per essere appaltati i lavori per le sedi dellaFacoltà di Architettura e Ingegneria e sono incorso di progettazione i nuovi uffici comunalie provinciali.Il PRU ha beneficiato di contributi del Ministerodei LL.PP. e della Regione Emilia – Romagna,che hanno contribuito in maniera significativa

La politica di riqualificazione urbana a Cesena, dal Centro Storico al PRU Novello

Il pr ogramma di riqualificazione urbana del-l’area Novello si inserisce in un disegno urbani-stico in corso da oltre 30 anni. Il primo passo èstato il Piano del Centr o Storico, adottato nellontano 1977, e oggi ormai ampiamente realiz-zato. Nello stesso periodo veniva avviato il pro-getto di recupero della vecchia fabbrica dell’Ar-rigoni, di fronte alla stazione e a due passi dalcentro, che è diventato il grande campus scola-stico della città.Con il Piano Regolatore dell’85, prende corpouna politica di riuso delle grandi aree produtti-ve sorte all’inizio del secolo attorno alla ferro-via, di cui si avvertivano già allora i primi se-gnali di crisi, con la dismissione dei due mag-giori complessi industriali della città, come l’Ar-rigoni e lo Zuccherificio.Il nuovo PRG, adottato nel 2000 e definitiva-mente approvato nel 2003, porta a piena ma-turazione questa strategia di riuso del primoinsediamento pr oduttivo della città, indivi-duando un vasto ambito attorno alla ferrovia,comprendente complessi produttivi dismessi oin via di dismissione, visti come opportunità diriassetto e riequilibrio, anche con la creazionedi nuove centralità urbane. L’urbanistica a Cesena si è andata così allinean-do alle politiche urbane proposte a livello euro-peo e rilanciate dal convegno I.N.U. di Anco-na, assumendo pienamente l’obiettivo, non piùrinviabile, di frenare il consumo di una risorsanon rinnovabile come è il suolo, attraverso ilriuso dei vuoti urbani e la rifunzionalizzazionedi interi comparti della città sottoutilizzati.

16

CITTÀ E TERRITORIO Anna Biscaglia*, Edoardo Preger**

Il comparto dello Zuccherificiovisto dalla via Emilia

ll comparto MontefioreCon il Programma integrato di inter-vento approvato nel 2002 è stata rimes-sa in gioco un’area destinata a ser vizi com-merciali e terziario da tempo prevista dai PRGma mai decollata. L’area assume una funzionestrategica con la r ealizzazione della secante,essendo adiacente ad uno dei due svincoli piùcentrali e ad un nuovo collegamento con lacittà in corrispondenza dello stadio. La creazione di un centro commerciale e dire-zionale, e l’inserimento di una quota di r esi-denza, hanno consentito la realizzazione di unpolo significativo non solo per le attività che visono insediate ma anche per le infrastruttur eofferte alla città, dalla riqualificazione di via As-sano con le nuove r otatorie, ai par cheggi aservizio dello stadio, al corridoio ver de che sipone in continuità con il parco previsto soprala secante interrata. La progettazione e l’attua-zione unitaria in corso del comparto contribui-scono a qualificare l’intervento.

Il comparto EuropaLa progressiva delocalizzazione e, in alcuni ca-si, la dismissione delle attività di lavorazione ecommercio dell’ortofrutta, storicamente natein prossimità della stazione ferroviaria, ha datol’opportunità di un radicale ripensamento diquesta parte di città, nata come periferia maormai al centro di Cesena. L’accordo fra i pro-prietari ha consentito di pr ogettare in modounitario la trasformazione di un grande isolatoe di un’ulteriore porzione di area, nonostantela frammentazione delle proprietà e delle atti-vità presenti.La progettazione, affidata all’arch. Adolfo Na-talini, propone edifici e spazi aperti di caratteredecisamente urbano per caratter e architetto-nico, densità e usi integrati. L ’accordo per latrasformazione compr ende la cessione diun’area urbanizzata, destinata ad ospitare unnuovo edificio scolastico superiore, e la realiz-zazione della nuova stazione delle autocorrie-re nell’ar ea dell’ex scalo ferr oviario, consen-tendo così di liberare la vasta piazza antistantela stazione, in vista della sua riqualificazioneprevista con il progetto Novello.

Il comparto NovelloL’area del Novello rappresenta la sfida più im-portante dei pr ossimi dieci anni, per la suagrande dimensione (oltre 26 ettari), per la suacollocazione attorno alla stazione, per il rap-porto diretto con le maggiori infrastrutture (se-cante, ferrovia, via Emilia), perché nasce sopraad un nuova infrastruttura urbana, caso deltutto unico e originale in Italia dopo il grandeprogetto delle Spine a T orino. Non soltantoquesto sarà il più grande pr ogetto urbano diCesena (88.000 mq. di Sul previsti) ma costitui-sce anche un tentativo di forte innovazione sul

alla infrastrutturazione di questa parte di città:sono stati creati due nuovi ponti sul Savio, uncollegamento diretto con la Secante grazie adun nuovo sottopasso della ferrovia, e un pon-te di collegamento verso la città storica, conun sovrappasso della via Emilia.

La Secante, una infrastruttura che rivoluziona l’assetto della cittàPer la rifunzionalizzazione dell’intera città, e inparticolare dell’ambito di riqualificazione com-preso fra il centro e la ferrovia, è stata decisivala scelta della Secante, una infrastruttura pen-sata ancora dai piani regolatori degli anni ’60e poi sempre confermata, la cui realizzazionesi concretizza con un primo lotto aperto nel1990, e con la definitiva apertura al trafficodell’ultimo tratto in galleria nel 2008.La Secante, che costituisce la variante urbanaalla Via Emilia, attraversa la città in ader enzaalla ferrovia, evitando la classica circonvallazio-ne. È stata una scelta urbanistica felice, perchéoltre ad allontanare il traffico pesante e di at-traversamento, consente di raccogliere anchequote importanti di traffico urbano, senza in-trodurre nuove barriere sul territorio. Grazie al-la realizzazione della Secante, il tratto urbanodella via Emilia può diventare il principale vialedella città su cui si attestano le grandi aree di ri-qualificazione urbanistica.Il confronto con i cittadini ha portato ad unaradicale modifica del progetto, mantenendo iltracciato originario ma interrando un tratto di1.600 metri in corrispondenza del quartier edelle Vigne, in alternativa alla realizzazione diun lungo viadotto di forte impatto paesaggi-stico e ambientale. Con la galleria è stato an-che realizzato un impianto di filtrazione e ab-battimento delle polveri e dei fumi di scarico,un sistema ancora unico in Italia e tra i piùavanzati a livello europeo. La soluzione in gal-leria artificiale (la cui soletta di copertura è po-sta in media a 4 metri sotto il piano di campa-gna), consente anche di realizzare un grandeparco alberato in superficie, creando un colle-gamento pedonale e ciclabile nel verde dal fiu-me alla Stazione, fino al nuovo polo commer-ciale di via Assano. Nella fascia fra la Secante e la via Emilia stannotrovando attuazione, dopo l’inter vento sul-l’area dello Zuccherificio, altri tre importanti in-terventi di riqualificazione e di strutturazioneurbana, che definiranno il nuovo volto di Ce-sena, grazie alla loro dimensione, alla vicinan-za al centro storico e alle maggiori infrastruttu-re della città (secante, ferrovia, via Emilia urba-na), sia infine per gli aspetti di qualità proget-tuale che li caratterizzano. L’immagine che ri-produce in verde queste aree, i cui progetti so-no in avanzato stato di definizione o di realiz-zazione, ben rappr esenta l’eccezionalità diquesti interventi.

17

3 - Editoriale

5 - Città e territorio

20 - Esperienze a confronto

33 - La regione informa

38 - inforum Le rubriche

Se la porzione a sud della linea ferroviaria am-bisce a qualificarsi come campus scolastico, laporzione a nord, di cerniera con le aree pro-duttive attestate lungo l’asse della via Raven-nate, vuole diventare una nuova centralità siacon l’insediamento nell’ar ea dell’ex mer catodi funzioni terziarie, commerciali e di servizio,e di laboratori legati all’università, integraticon funzioni residenziali e sia con il parco chefunge da grande corridoio verde, grazie allaritrovata connessione con le zone naturalisti-che del fiume Savio e la zona verde dell’areaMontefiore.È un progetto molto ambizioso, a cui è statonon a caso dato un nome molto impegnativo,quello di Novello Malatesta, che nel ‘400 hacompletamente rinnovato il volto della città,realizzando anche il suo gioiello più importan-te, la Biblioteca Malatestiana.

Lo Studio di FattibilitàInserito come ambito di riqualificazione nelnuovo Piano Regolatore, il percorso progettua-le ha preso forma con l’elaborazione di unoStudio di Fattibilità, finanziato dal Ministerodel LL.PP., per la costituzione di una Società diTrasformazione Urbana, e approvato dal Con-siglio Comunale nel 2006. Lo studio, curatodall’Ufficio di Piano con la consulenza degli ar-chitetti Vitillo, Stanghellini, Pr eger e dell’avv .Perticarari, ha precisato il perimetro di inter-vento, ha definito le quantità e le destinazionid’uso, e verificato la fattibilità economico – fi-nanziaria del progetto, nell’ipotesi del conferi-mento delle aree ad una STU. Sono state iden-tificate le opere pubbliche extra standard a ca-rico dell’intervento (parco urbano, nuovi par-cheggi di interesse cittadino, riqualificazionedegli spazi pubblici del campus e di fronte alla

versante della sostenibilità urbana, dell’inte-grazione sociale e della sicurezza urbana.Il nuovo quartiere nascerà sulle aree del vecchiomercato e di capannoni ortofrutticoli in via ditrasferimento. Sull’area interessata dalla galleriadella secante, sorgerà un grande parco linearedi nove ettari, nel quale un lungo itinerario ci-clabile e pedonale collegherà in sicurezza le pi-ste lungo il Savio alla stazione ferr oviaria, arri-vando fino all’area Montefiore. Saranno anchemigliorati e potenziati i collegamenti pedonali eciclabili con il centro della città, riqualificando lazona attorno alla stazione e del campus scolasti-co della zona Arrigoni, creando piazze e percor-si pedonali fino alla via Emilia, interrando e am-pliando i parcheggi esistenti. La centralità dell’area, la sua caratterizzazionedi “porta privilegiata” di accesso alla città in au-to, in treno e in autobus, la proprietà prevalen-temente pubblica (grazie al trasferimento delmercato ortofrutticolo nella zona industriale ealla disponibilità dell’area sopra la Secante),sono stati tutti elementi che hanno portato apensarla come luogo ideale per la riqualifica-zione della città.La possibilità di una diversa collocazione dellastazione degli autobus consente di ripensar egli spazi fra la stazione ferroviaria e gli edificiche ospitano la facoltà di Psicologia, il Liceoscientifico e il nuovo edificio scolastico in corsodi ultimazione, per costituir e un “campus” incui le parti edificate si integrano con aree di so-sta all’aperto, campi da gioco, spazi ricreativi.Nello stesso tempo l’area antistante la stazionesi propone come la naturale piazza di ingressoa Cesena per chi arriva in treno, mentre l’affac-cio verso la via Emilia deve tr ovare una suaadeguata definizione ar chitettonica, nel luo-go oggi occupato da un triste parcheggio.

18

CITTÀ E TERRITORIO Anna Biscaglia*, Edoardo Preger**

Il comparto Novello: vista daovest dello stato attuale.

tanza degli ordini professionali.Il concorso è stato vinto dal gruppocapeggiato da Simona Gabrielli (GapAssociati – Genova) con Bruno Gabrielli, Be-nedetto Camerana, Andreas Kipar (Land S.r.l.),Pietro Cozzani e Hermann Kohlloffel. Secondoclassificato gruppo capeggiato da Tomaso Mo-nestiroli (Monestiroli Architetti Associati - Mila-no). T erzo C lassificato B enedetta T agliabue(Embt – Barcellona).È stata premiata la proposta che, meglio dellealtre, è stata in grado di sintetizzare le richiestee le esigenze del Comune di perseguir e il mi-gliore equilibrio urbano tra spazio pubblico(verde e costruito) e sistema degli edifici. Nellaproposta vincitrice il filo conduttor e del pr o-getto è il rapporto che si instaura tra il temadel parco e quello della città.

La costituzione della STUEsaurito il concorso nel giugno 2008 con laproclamazione del gruppo vincitor e, il Comu-ne ha immediatamente proceduto alla costitu-zione della STU Novello. La nuova società na-sce nella sua prima fase con socio unico il co-mune ed un capitale di 150.000 €, con il com-pito di elaborare il Programma di Riqualificazio-ne e il progetto urbanistico, per arrivare entro il2010 all’appr ovazione dell’Accor do di Pr o-gramma in variante. È stato nominato un am-ministratore unico, che sarà poi sostituito daun Consiglio di Amministrazione, dopo l’in-gresso dei soci privati selezionati sulla base diuna procedura di evidenza pubblica, una voltaperfezionati tutti gli strumenti urbanistici. Il rap-porto fra STU e Comune è regolato da una con-venzione, e prevede uno strettissimo rapportodi collaborazione, essendo in questa fase laSTU un mero strumento operativo del comune.

stazione, interramento di un elettr odotto, lanuova stazione delle autocorriere poi messa acarico del progetto Europa), con un costo sti-mato di 23 milioni di euro, e verificati le risor-se disponibili generate dal pr ogetto, dopoaver riconosciuto l’utile immobiliare dell’inve-stimento.

Il concorso di ideeLo studio di fattibilità ha costituito la base di ri-ferimento per il concorso internazionale diidee che l’Amministrazione ha deciso di bandi-re nell’agosto del 2007. Un concorso che havoluto mettere a confronto studi e professioni-sti di livello europeo per ottenere la migliore ri-sposta progettuale a quella che si pr ospettacome l’operazione di riqualificazione più im-portante per la città di Cesena. Si è voluta co-gliere un’occasione irripetibile per aprir e unariflessione ampia sulla città pubblica e privatain termini fisici e sociali e per innescare un per-corso di sperimentazione sul progetto della cit-tà e sullo spazio pubblico, attraverso la proce-dura del confronto tra diverse idee sviluppateda gruppi di progettisti abituati a lavorare suspazi/temi simili.Il concorso si è svolto in due fasi: una presele-zione basata sui curricula, che ha ammesso 10gruppi alla fase di concorso su 81 gruppi iscrit-ti. Oltre al primo pr emio di 50.000 eur o conl’incarico della r edazione dello strumento ur-banistico attuativo dell’area di progetto, sonostati assegnati un secondo e terzo premio di30.000 e 20.000 euro, ed un rimborso spesedi 10.000 euro agli altri concorrenti ammessi.La giuria, presieduta dall’ arch. A. M. Biscagliadirigente del Comune, era composta dall’ arch.Bohigas, dai prof. Irace, Oliva e Malacarne, dalprof. Monti e dall’ ar ch. Foschi in rappr esen-

19

3 - Editoriale

5 - Città e territorio

20 - Esperienze a confronto

33 - La regione informa

38 - inforum Le rubriche

Il comparto Novello: vista daovest dello stato futuro secondoil progetto vincitore.

20

La STU ha affidato nel mese di Ottobre al grup-po vincitore l’incarico per la redazione del PianoUrbanistico Attuativo. La pr oposta di piano,presentata nel Marzo del 2009, è stata oggettodi un ampio confronto, che ha coinvolto anchele altre proprietà private interessate e che costi-tuisce la base certa per la trattativa negoziale.

I soggetti interessatiIl comune di Cesena è pr oprietario del 45%delle aree del comparto, che raggiunge il 65%se si considera anche il patrimonio indisponi-bile dell’ANAS, corrispondente all’area di sedi-me della secante su cui insiste una parte delparco. Le altre aree pubbliche sono di una so-cietà di enti locali forlivesi e soprattutto delleFerrovie dello Stato, che potranno partecipareal programma oppure cedere le aree alla STU.Il restante 25% è suddiviso fra cinque proprie-tà private, di cui la maggiore (la società VICO)ha già dichiarato la sua volontà di aderir e alprogramma.

I principali elementi del progettoCertamente il parco lineare sopra la secante egli spazi riqualificati davanti alla stazione e nelcampus scolastico costituiscono il cuor e delprogetto, occupando oltre metà dell’area. Incorrispondenza degli attuali sottopassi pedo-nali della ferrovia, il parco si inclina per facilita-re l’attraversamento con due ampi inviti. Inquesto modo si vuole creare una continuità ci-clabile e pedonale per collegare il nuovo quar-tiere fino alla via Emilia e al centro della città,mentre con la nuova tangenziale ciclopedo-nale interna al parco, ci si connette al fiume eal grande parco urbano dell’Ippodromo.A nord della ferrovia, sull’area dell’ex mercatoe di altri edifici produttivi da dismettere, è pre-visto lo sviluppo del quartiere delle Vigne, in-teramente affacciato sul nuovo parco. La fun-zione residenziale è prevalente (56.000 mq.),ma è integrata con attività commerciali (7.500mq.), servizi privati, attività direzionali e ricetti-ve (14.000 mq.). Fra queste è previsto ancheun insediamento legato all’università, le cuisedi sono tutte molto vicine all’area, con spazidi laboratorio e residenze per studenti e ricer-catori. Gli edifici sono prevalentemente a tre –quattro piani, tutti affacciati a sud verso il cen-tro e le colline, con soluzioni tipologiche cheutilizzano ampiamente il tetto giardino. Unedificio più alto segnala il nuovo quartier e incorrispondenza dell’ingresso dalla secante. La viabilità di accesso è pr evista sul perimetroesterno, per consentire un uso quasi esclusiva-mente pedonale nell’ar ea, grazie anche allaprevisione molto ampia di parcheggi interrati.A ridosso della stazione, in adiacenza al nuovoingresso a nord, è stato previsto un parcheggioper i viaggiatori per circa 300 posti auto, di cui200 saranno in struttura sopra il centro com-

merciale, che sostituisce e amplia l’attuale di-scount.A sud della stazione sono invece previste fun-zioni direzionali, concentrate in unico edificiosviluppato in altezza (5.500 mq.), attività com-merciali (1.500 mq.), sportive e ricr eative(4.000 mq.), pienamente integrate con lo spa-zio pubblico e con i nuovi parcheggi interratiche sostituiscono quelli a raso che oggi occu-pano quasi interamente l’ar ea esterna delcampus scolastico.Nel complesso sono previsti 1.400 nuovi par-cheggi pubblici, in gran parte interrati.È in corso un approfondimento sui temi dellasostenibilità, sia a livello urbanistico che edili-zio (rapporto col sole, risparmio energetico, te-leriscaldamento, riuso dell’acqua piovana, si-stemi evoluti di raccolta dei rifiuti, ecc.)

Le prossime tappeNei prossimi mesi si completerà il confr ontocon i proprietari e quindi il completamento delPiano Attuativo e del PRU. Entro l’anno si av-vierà quindi la Conferenza prevista per l’appro-vazione dell’Accordo di Programma in varian-te, la cui conclusione è prevedibile per la metàdel 2010, in modo da avviare entro lo stessoanno l’apertura della società ai nuovi soci, pre-ceduta da un’attività di auditing e la procedu-ra pubblica di selezione.Nel 2011 si potrà quindi dare inizio ai primi in-terventi, sulla base di un pr ogramma per fasida definire anche alla luce di un appr ofondi-mento del piano economico – finanziario.L’obiettivo è di confermare la capacità del pro-gramma di autofinanziarsi, lasciando al contri-buto pubblico il compito di garantire la sosteni-bilità sociale del progetto, attraverso un impe-gnativo programma di social housing, con unaquota minima del 20% di abitazioni da destina-re in locazione alle fasce sociali più deboli.

In attesa del completamento del progetto, sistanno comunque già realizzando i parcheggia raso e la sistemazione del par co attorno al-l’ingresso nord della stazione, con il primo trat-to del percorso ciclopedonale. E presto si daràavvio anche alla realizzazione della nuova sta-zione delle autocorrier e, liberando la piazzadella stazione.Per promuovere il nuovo pr ogetto e coinvol-gere il quartiere, i bambini della scuola Vignehanno piantato i primi 350 alberi. Una iniziati-va che si ripeterà nel tempo, per piantare gli ol-tre 4.000 alberi previsti a cornice del parco,coinvolgendo altr e scuole e associazioni, inmodo da far vivere il nuovo quartiere fin dallafase del progetto.

*Dirigente del settore Pianificazione Urbanistica del comune di Cesena** Amministratore Unico della STU Novello

pa su di un’area vasta e che forniscela prova che un approccio integrato aiproblemi urbani è possibile e che, anzi,porta ai migliori risultati. Non ci troviamo difronte solo ad un rilevante esempio di riqualifica-zione urbana, ma, soprattutto, ad un’esperienzadi governance urbana, in cui si è riusciti ad inte-grare soluzioni ecologiche e di risparmio energe-tico con l’attenzione alla dimensione estetica, allafunzionalità, alla qualità della vita, ad una mobili-tà sostenibile.

La dimensione istituzionale e organizzativa Un primo aspetto inter essante di questa espe-rienza riguarda il versante istituzionale ed è relati-vo a come sono stati affrontati i problemi derivan-ti dal fatto che la vasta area interessata alla riqua-lificazione ricade sul territorio di due distinte mu-nicipalità, Stoccolma e Nacka. Questa situazioneha introdotto elementi di maggiore complessità,spingendo le due amministrazioni non solo a si-glare un accordo su come le aree sui lati del con-fine avrebbero dovuto svilup-parsi ed interagire, ma anchea darsi una particolare struttu-ra organizzativa per cui, di fat-to, le strutture di pianificazio-ne delle due municipalità han-no lavorato insieme fin dall’ini-zio. L ’esigenza di c opianifica-zione, che in prima battuta po-teva costituire un problema, èstata trasformata in un puntodi forza: per lo sviluppo delprogetto si è costituito un uffi-cio specifico, comune alle dueamministrazioni, e lo si è mes-so in grado di operare con una metodologia di la-voro innovativa. Non solo è stato creato uno staffi cui componenti provenivano dalle due ammini-strazioni, collocandolo in un’unica sede fin dal-l’avvio del progetto, ma di questo gruppo hannofatto parte, fin dall’inizio, tecnici di differenti set-tori. La scelta di dar vita ad un unico processo dipianificazione ha favorito un approccio interdisci-plinare, si è tradotto in soluzioni ambientali inte-grate e fortemente innovative, ha consentito diaccelerare il processo decisionale e di procederein maniera più spedita e lineare nella ricerca di so-luzioni ai problemi che via via si presentavano.Un altro aspetto di rilievo è costituito, inoltre, dalfatto che le risorse sono state impiegate nella ma-niera più utile ed efficace a prescindere dal sogget-to che le metteva a disposizione. Ciò è stato possi-bile non solo grazie alla volontà politica delle istitu-zioni interessate, ma anche al metodo di lavoroadottato dall’ufficio preposto alla realizzazione delprogetto ed ai poteri decisionali ad esso affidati.

La dimensione urbanistica ed architettonicaAd Hammarby Sjostad decine di case di eccellen-te qualità estetica ed architettonica sono inserite

21

3 - Editoriale

5 - Città e territorio

20 - Esperienze a confronto

33 - La regione informa

38 - inforum Le rubriche

Il quartiere svedese di HammarbySjostad: un esempio di governanceurbana al servizio della sostenibilità e della qualità estetica

Arrivando ad Hammarby Sjostad non si ha l’im-pressione di essere vicini al centro di Stoccolma etantomeno in un luogo che solo dieci anni fa eraun’area industriale dismessa e fortemente conta-minata. L’immagine che si pr esenta alla vista èquella di un moderno quartiere residenziale, co-struito intorno ad un lago, sulle cui rive si affaccia-no begli edifici, con ampie finestre e terrazze pie-ne di fiori. L’area verde prospiciente il lago, solca-ta da canali che scorrono fra giardini ordinati, èattraversata da percorsi pedonali e ciclabili, men-tre le auto sono lasciate all’esterno delle aree resi-denziali e nel sottosuolo. I collegamenti con ilcentro di Stoccolma sono assicurati da una tram-via leggera e da un traghetto gratuito che funzio-na dalle prime ore del mattino fino a mezzanotte.Hammarby Sjostad costituisce il principale pr o-getto di sviluppo urbano di Stoccolma degli ulti-mi decenni. Pensato nel 1990 come progetto ditrasformazione in un quartiere r esidenziale diun’area industriale e portuale pr ossima alla pri-ma periferia della città, una volta completato, nel2017, avrà 11.000 unità r esidenziali con oltr e25.000 abitanti, per un totale di 35.000 personeche vivranno e lavor eranno nell’area. Tutto ciòne fa una delle più inter essanti realizzazioni inEuropa di un quartiere ecosostenibile, dove solu-zioni urbanistiche ed ar chitettoniche di pr egiosono state coniugate con le più moderne tecno-logie, con l’obiettivo di ridurr e drasticamentel’impatto ambientale e tagliare del 50% le emis-sioni di gas serra.Questo quartiere è la punta più avanzata di unapolitica di sostenibilità sviluppata da decenni:Stoccolma è infatti una città caratterizzata nel suoinsieme da elevati standard ambientali, come ènoto da tempo e come è stato ulteriormente rico-nosciuto dalla Commissione Europea, che l’ha re-centemente premiata come Capitale verde d’Eu-ropa per il 2010, nella prima edizione di un pre-mio destinato ai centri urbani che hanno conse-guito i migliori risultati nel campo dello svilupposostenibile. Un risultato, questo, non scontato,che ha alle spalle decenni di lavoro e soprattuttoun approccio integrato ai problemi ambientali ealla governance urbana, come va ripetendo nel-le numerose interviste Karim Dhakal, vice respon-sabile dell’ufficio che si occupa del coordinamen-to ambientale delle politiche di Stoccolma. “Mol-te città candidate avevano, su singoli temi, per-formance migliori di Stoccolma, ma”, affermaDhakal, “nessuna aveva un analogo piano am-bientale globale”.Si capiscono quindi i motivi che fanno sì che Sjo-stad desti tanto inter esse: si tratta infatti di unaesperienza concreta, già realizzata, che si svilup-

ESPERIENZE A CONFRONTO Claudio Tolomelli*, Silvia Grassi*

Attracco del traghetto.Hammarby Sjostad.

22

grazie agli impianti solari, termici e fotovoltaici.Per raggiungere questo risultato gli scarichi fo-gnari vengono convogliati in un impianto di pro-duzione di gas, che viene poi utilizzato sia perprodurre energia elettrica che per i trasporti pub-blici. Particolarmente interessante il fatto che vie-ne recuperato anche il calor e contenuto nelleacque reflue trattate. Sono stati installati 390 metri quadri di pannellisolari termici, che consentono di soddisfare me-tà del fabbisogno di calore per le esigenze di ac-qua calda di un intero isolato (Viken block). Pres-so il centr o informazione ambientale dell’ar ea(GlashusEtt) è stata installata una cella a combu-stibile. Vi è un impianto di cogenerazione chefornisce calore e energia elettrica distribuiti in tut-to il quartiere. Una soluzione che colpisce chi èabituato ad un certo dibattito italiano è costituitadal fatto che la parte combustibile dei rifiuti do-mestici viene bruciata in un termovalorizzator esituato nello stesso quartiere al fine di produrreenergia e calore.

AcquaUno degli obiettivi ambientali di Hammarby Sjo-stad è la riduzione del 50% del consumo d’acqua.A Stoccolma il consumo è di 200 litri d’acqua procapite al giorno. Ad Hammarby Sjostad l’obietti-vo, nel giro di alcuni anni, è di scendere a 100 litri.Attualmente, grazie alle soluzioni tecnologichegià introdotte, il consumo è intorno ai 150 litri. Un altro obiettivo è quello di rendere più pulite leacque di scarico: grazie al trattamento delle ac-que reflue vengono dispersi meno contaminantinell’arcipelago di Stoccolma e i fanghi r esiduipossono venire impiegati nei terreni agricoli. Il li-vello di sostanze pericolose è stato ridotto del50% e il 95% del fosforo viene separato e ricicla-to per uso agricolo.Di particolare interesse è un impianto pilota pertestare l’efficacia di nuove tecnologie volte a trat-tare le acque nere provenienti dall’equivalente di600 persone. In primo luogo si è provveduto atenere separate le acque di origine domestica da

in un disegno urbanistico pensato per un alto li-vello di qualità della vita e di rispetto dell’ambien-te. Gli edifici che si affacciano sul canale principa-le, Hammarbyleden, sono alti e sono stati pro-gettati pensando allo stile tradizionale del centrodi Stoccolma, mentre le residenze sul Sickla Kanalsono più basse e creano un ambiente più intimo,con un andamento più naturale della linea di co-sta. In altri isolati, come Sickla Kaj, dagli edifici piùgrandi e multifunzionali tipici della città, costruitisul viale principale, si passa gradualmente ad untessuto urbano fatto di piccole vie, di case basse,di cortili e di percorsi pedonali.Sono inoltre in fase di sviluppo due progetti. Unoprevede la realizzazione di un parco sull’acqua,con terrazze, pergolati e grandi aiuole fiorite lun-go un viale. L’altro, la costruzione di un edificio aforma di cubo perforato, alto il doppio delle resi-denze circostanti, che diventerà il simbolo delquartiere e ne caratterizzerà il profilo. É infine pre-vista un’ulteriore espansione urbanistica, con larealizzazione di un piccolo porto turistico circon-dato da ristoranti e piccoli negozi. Tutto ciò è stato possibile perché si è deciso di da-re particolare enfasi alla dimensione estetica del-l’intero intervento, cercando di fare in modo chei nuovi quartieri potesser o esser e comparabilicon la città storica sul piano estetico. Natural-mente questo è possibile solo se la bellezza entraa far parte a pieno titolo dei valori che orientanola governance delle trasformazioni urbane.

Le soluzioni tecnicheUno degli ambiti che rendono famosa l’espe-rienza di Sjostad è costituito dall’adozione di so-luzioni e tecnologie d’avanguardia nella produ-zione e nel risparmio di energia, nella gestionedei rifiuti e del ciclo dell’acqua, nella mobilitàdelle persone, nell’organizzazione dei trasporti.

EnergiaQuando i lavori saranno terminati, all’interno delquartiere sarà prodotto il 50% dell’energia utiliz-zata, generata a partire dalle acque di scarico e

Canale, Hammarby Sjostad.

ESPERIENZE A CONFRONTO Claudio Tolomelli*, Silvia Grassi*

ri, urbanisti e progettisti emiliano-ro-magnoli si recarono in Svezia per stu-diare le scelte architettoniche, le tecnolo-gie costruttive, il disegno delle nuove aree resi-denziali. Ne derivarono molti dei quartieri perife-rici delle città dell’Emilia-Romagna, con ampi spa-zi verdi ed un’eccellente dotazione di servizi, conuna qualità urbana molto più alta di quella deiquartieri costruiti negli anni ’50. Negli ultimi tren-t’anni è cresciuta la complessità dei problemi e lerisposte richiedono un appr occio più integratoed efficace. In particolare per contrastare le causee gli effetti del cambiamento climatico non sonosufficienti singole innovazioni tecniche o proget-tuali, ma occorre l’integrazione di diverse nuovetecnologie. Oggi la frontiera è costituita dall’inno-vazione di sistema e dall’impiego di un approcciointegrato che non riguarda solo le tecnologie am-bientali ed energetiche, ma principalmente la go-vernance urbana. Il caso di Hammarby Sjostadcostituisce un esempio rilevante in questa direzio-ne ed evidenzia l’importanza delle dimensionidella cooperazione interistituzionale, dell’integra-zione settoriale, della focalizzazione dei pr ocessidecisionali e della convergenza delle linee di spe-sa dei diversi soggetti privati e pubblici.Inoltre emerge con chiarezza, ad Hammarby Sio-stad, lo stretto legame fra le scelte a scala locale,il disegno urbano complessivo e le sfide più ge-nerali che la città si trova a dover affrontare, inprimo luogo quelle ambientali. Possiamo tr ova-re, nell’esperienza di questo quartiere di Stoccol-ma, interessanti indicazioni rispetto ad una pro-blematica tuttora molto sentita in diverse cittàitaliane ed europee: come costruire una coeren-za più stretta fra gli interventi di riqualificazioneurbana e le scelte della pianificazione territorialee strategica a scala metropolitana. Infine, occorre rimarcare ancora una volta chead Hammarby Sjostad ci tr oviamo di fronte aduna realtà concreta, in buona parte già realizza-ta, un quartiere di decine di migliaia di abitantidove le soluzioni miranti a perseguire uno svilup-po ecosostenibile sono perfettamente funzio-nanti. Non ci troviamo di fronte ad una città eco-logica al semplice stadio di progetto, e neppuread una città “prototipo” costruita sulla spinta del-la bolla immobiliare di questi anni, ma destinataad incontrare difficoltà e rallentamenti nel mo-mento in cui questa si sgonfia, come sta succe-dendo in diverse parti del mondo. Questo quar-tiere è l’esito di un lungo e complesso processo dipianificazione urbana e di collaborazione frasoggetti diversi, tecnici, istituzionali, privati, ed èun risultato solido e di grande rilievo ottenutograzie ad un evoluto sistema governance urba-na, messo a punto con competenza, consapevo-lezza e determinazione.

* Progetti europei in materia di Governance metropolitana e Infrastrutture del Territorio. Regione Emilia-Romagna

quelle di origine industriale, al fine di ridurr e icontaminanti chimici, e da quella piovana. Le ac-que di scarico possono così essere trattate in unimpianto specifico che consente di estrarre bio-gas per riscaldamento e locomozione.Anche l’acqua piovana viene gestita in manieradifferenziata ed innovativa: quella dei tetti vie-ne convogliata nei canali del quartiere attraver-so un sistema di cascate, mentr e quella dellestrade viene lasciata decantare in vasche al finedi depositare i contaminanti prima di essere ri-versata nel lago.

RifiutiLa filosofia che sta alla base del trattamento deirifiuti domestici ad Hammarby Sjostad è quella diconsiderarli una risorsa da utilizzare e una oppor-tunità per risparmiare risorse naturali. Nel quar-tiere i rifiuti vengono trattati a tre diversi livelli: diedificio, di isolato e di quartiere.Nei sotterranei di ogni singolo edificio viene ef-fettuata la raccolta differenziata. A livello di isola-to vengono raccolti rifiuti quali grandi imballag-gi, vecchi elettrodomestici. apparecchiature elet-triche ed elettroniche. I rifiuti pericolosi quali ver-nici, smalti, solventi, batterie ed altri prodotti chi-mici devono essere portati in uno specifico pun-to di raccolta nell’isola ecologica del quartiere.Il trasporto dei rifiuti dai singoli edifici avviene at-traverso un sistema di tubazioni sotterranee checon un metodo pneumatico li convoglia in unastazione di raccolta centralizzata. In questo mo-do la raccolta dei rifiuti non comporta l’attraver-samento dell’area da parte dei camion speciali.

TrasportiAl fine di contribuire alla creazione di un quartiereecologico sono stati fatti investimenti rilevanti neitrasporti pubblici, nei percorsi pedonali e ciclabili,negli spazi verdi e nei viali alberati con l’obiettivodi far sì che entro il 2010 l’80% degli spostamentidei residenti e dei pendolari avvenga a piedi, inbicicletta o con i mezzi pubblici. Il collegamentocon il centr o di Stoccolma avviene tramite unatramvia leggera, una linea di traghetti gratuitioperanti tutto l’anno dalla mattina presto a mez-zanotte e una superstrada parzialmente interra-ta. Inoltre sono già 450 i residenti che aderisconoal carpooling. Naturalmente, nel quartiere Ham-marby Sjostad il traffico automobilistico è comple-tamente separato da quello pedonale ed avvienein aree meno impattanti per la qualità della vita.

ConclusioniLe pr oblematiche dell’ambiente e del cambia-mento climatico stanno inducendo un muta-mento in profondità del modo di pianificare lo svi-luppo urbano. Da questo punto di vista l’espe-rienza di Hammarby Sjostad è importante per di-versi ordini di motivi.Il primo riguarda l’approccio integrato alla gover-nance urbana. Negli anni ’70 molti amministrato-

23

3 - Editoriale

5 - Città e territorio

20 - Esperienze a confronto

33 - La regione informa

38 - inforum Le rubriche

24

ESPERIENZE A CONFRONTO Claudio TolomelliESPERIENZE A CONFRONTO Floris Blom*

Il nuovo volto dei WestelijkeTuinsteden

L’area di riqualificazione urbana più granded’Europa si trova ad Amsterdam. Quando, al-l’inizio degli anni Novanta, il rinnovamentodella città vecchia aveva superato la sua fasepiù intensa, giunse il momento di prendere inconsiderazione anche i quartieri periferici co-struiti nel dopoguerra. Così come era avvenu-to nel quartiere Zuidoost (Sud-est), sembròinevitabile sottoporre anche i Westelijke Tuin-steden - Città-giardino dell’Ovest - a un pro-cesso di rinnovamento e demolizione. Il mo-vimento funzionalista nella costruzione di cit-tà ha dato come risultato ad Amsterdam deiquartieri periferici che non portano bene i se-gni del tempo.

È frutto dell’ingegno dell’architetto Cornelisvan Eesteren, a capo della divisione Stadson-twikkeling (Sviluppo Urbano), il rinomato Al-gemeen Uitbreidingsplan – Piano Generale diEspansione – risalente al 1934, che costituìuna sorta di filo conduttore nei piani di costru-zione dopoguerra dei Westelijke Tuinsteden –Città-giardino dell’Ovest.Il concetto di Tuinstad, ossia Città-giardino, ri-manda all’ar chitetto inglese Ebenezer Ho-ward, fondator e, nel 1898, del movimentoCittà-giardino in Inghilterra.Howard riteneva che il quartier e residenzialeideale fosse una sorta di comunità autonoma,separata dal centro città, con una serie di ca-se unifamiliari disposte in circolo nel verde in-torno a una piazza centrale fornita di tutti iservizi. I villaggi-giar dino (tuindorpen) che sitrovano nei quartieri Amsterdam-Noord e Wa-tergraafsmeer (Betondorp) mostrano megliodell’area Nieuw-West cosa Howard si trovò

davanti. Nei Westelijke Tuinsteden questa ideasi traduce in appartamenti, nei quali pr opriola piacevolezza, su cui Howar d aveva punta-to, esce di scena.Il movimento Tuinstad aveva di fatto una ten-denza anti-urbana, come testimonia RogierNoyon (attualmente manager presso una cor-porazione) nel libro di recente pubblicazioneHet oude en het nieuwe bouwen – Costruireoggi e ieri. Anche i Westelijke Tuinsteden rap-presentano una scelta contro l’urbanizzazionedell’epoca, con i lor o connotati di edificazio-ne intensiva, un elevato livello di ser vizi e va-rietà delle funzioni. Scrive Noyon: “Amster-dam ha uno dei centri città più belli del mon-do. Ma nel momento in cui la città, nel XX se-colo, dovette espandersi in modo consider e-vole, la fonte di ispirazione non fu la città vec-chia. Al contrario, in molti dei piani elaboratinel corso degli anni, risuonava un malcelatodistacco dalla città com’era. Si riteneva che lacittà vecchia fosse fonte di malattie: tr oppopiena, troppo poco igienica, troppo caotica”.Il direttore dell’Amsterdamse woningdienst –Dipartimento abitazioni di Amster dam - con-statò che in certe zone del centr o città abita-vano 764 persone per ettaro (per fare un con-fronto: l’attuale norma ‘V inex’1 è di 30 abita-zioni, ossia cir ca 70 persone, per ettar o). Sitrattava di quelle parti della città in cui regna-va la più gran povertà e da cui si diffondeva-no le malattie peggiori. Si decise quindi unacosa: le espansioni urbane dovevano aver euna bassa densità abitativa.

Tuinstad nell’area Het GooiFu proprio la social-democrazia – che avevagrande influenza presso l’amministrazione co-munale e l’assessorato alla casa di Amsterdamnel XX secolo – ad allontanarsi dalla città e a

1 Nota del ministero dei Paesi Bassi peril cosiddetto VROM (politica dell’ediliziasociale, pianificazione urbanistica eambiente) del 1993 in cui si descrivo-no i pr esupposti e i siti per l’insedia-mento di nuovi imponenti complessi diedilizia sociale intorno alle grandi città.

Demolizione nelle Città-giardinodell’Ovest.

verso una città-parco 2015 . Il rin-novamento dei W estelijke T uinste-den si basava su quattro pilastri: rinno-vamento della pianificazione urbanistica,impulso ulteriore all’economia dei W estelijkeTuinsteden, miglioramento dell’ambiente so-ciale e miglioramento dell’offerta di abitazio-ni. Per spezzare la monotonia di questo tipodi abitazioni, per r enderle più attraenti e perportare un po’ di varietà nell’offerta tipologi-ca abitativa, si stabilì che anche nei WestelijkeTuinsteden una parte, pari a un terzo dei cir-ca 40 mila alloggi, sar ebbe stata demolita.C’era inoltre la possibilità di allar gare questaofferta utilizzando una parte di ver de pubbli-co; con ciò si raggiunse subito l’obiettivo diuna maggiore vicinanza alla città. Secondo ilpiano, entro il 2015 l’offerta abitativa dovreb-be aumentare di 11 mi-la nuove abitazioni,principalmente nel set-tore della vendita e de-gli affitti liberi. La quotadi abitazioni ad affittosociale dovr ebbe dimi-nuire. Grazie all’insiemedei nuovi provvedimen-ti, si dovrebbe costituireun ambiente abitativourbano attraente e va-rio, con il rinnovatocentro commer ciale diOsdorp come nuovocuore pulsante.Ma perché sono inevita-bili le demolizioni su lar-ga scala?Era proprio per questoche i piani di riqualifica-zione pr ovocarono inmolti abitanti reazioni disgomento. Nei Paesi Bassi ogni anno vengo-no demolite circa 7 mila case, la maggior par-te delle quali sono state costruite nel dopo-guerra. Ciò appar e strano se si considera lagrande richiesta di abitazioni. Ma, secondo ilsopra citato Rogier Noyon, gli alloggi a unpiano costruiti nel dopoguerra, come quelliche si trovano nei Westelijke Tuinsteden, nonsi prestano bene a soddisfare la domanda at-tuale. “La maggior parte delle case è suddivi-sa in modo molto preciso a partire dal nucleofamiliare, ciò vuol dir e circa 55 metri quadricon tre camere da letto. Questo significa ave-re abitazioni con tante piccole stanze, che untempo venivano ben utilizzate ma che ora so-no troppo piccole per famiglie grandi, spessostraniere. Queste case non vanno bene nean-che come prima casa o per coppie in cui en-trambi i partner lavorano, poiché questi vo-gliono solitamente spazi ampi e aperti, diffici-li da creare”

3 - Editoriale

5 - Città e territorio

20 - Esperienze a confronto

33 - La regione informa

38 - inforum Le rubriche

25

concedere ai lavoratori quel che per i ceti ab-bienti era il massimo già da tempo: vivere spa-ziosamente nel verde. Una commissione gui-data dall’assessore social-democratico De Mi-randa nel 1923 voleva formare una fondazio-ne per una città-giar dino per i lavoratori nel-l’area chiamata ‘Het Gooi’ 2. Questo progettonon si realizzò, ma l’idea fu ripresa da Van Ee-steren e collegata all’architettura funzionalistache negli anni Venti e Trenta era di moda tragli architetti progressisti.È per questo che i Westelijke Tuinsteden han-no un aspetto così poco urbano ed è propriosu quello su cui ora si vuol intervenire. Certo,inizialmente negli anni Cinquanta e Sessantai primi abitanti si trovavano bene, anche se lecase non erano grandi e per la costruzione siutilizzavano materiali di qualità scadente. Idue terzi delle abitazioni misuravano meno disessanta metri quadri di superficie. Rispetto aiprimi ‘Woningwetwoningen’3 - Alloggi popo-lari – vi fu un notevole miglioramento, macon l’aumento della domanda di abitazioni diqualità questi alloggi divennero meno ambi-ti, anche a causa del crescente deterioramen-to di questo tipo di case. Più che in altri quar-tieri mutò la composizione della popolazionea causa della disponibilità di alloggi ad affit-to contenuto. Gli abitanti ‘bianchi’ che, gra-zie ad un miglioramento delle lor o condizio-ni, potevano permettersi una casa migliore, sitrasferirono a partire dagli anni Settanta in co-muni sovraffollati. Li sostituirono famiglie pro-venienti dal Suriname, e in seguito dal Maroc-co e dalla Turchia4. Negli anni Ottanta si ma-nifestarono problemi socio-economici e di vi-vibilità, quando si r esero evidenti i pr oblemidi integrazione dei nuovi arrivati nella socie-tà olandese.Fu necessario intervenire, dal momento cheAmsterdam non poteva neanche nel nuovosecolo fare a meno di questo ‘granaio’ di allog-gi. All’inizio degli anni Novanta si formularonole prime proposte per la riqualificazione deglialloggi e dei quartieri. Quando ci si accorseche l’entità del rinnovamento superava le pos-sibilità delle singole corporazioni, si formar o-no tre consorzi a partir e dai quindici wonin-gbouwverenigingen (associazioni preposte al-la costruzione e gestione di case) che erano inquel momento all’opera nel Nieuw-W est (diqueste è rimasta solo Far West). Il Comune e iquattro quartieri coinvolti – Geuzenveld/Sloter-meer, Slotervaart, Osdorp e Bos en Lommer –si riunirono in Bur eau Parkstad, che avr ebbediretto le opere di rinnovamento.

Alloggi con tante piccole stanzeDopo lunghi e intensi pr eparativi – e un per-corso di deliberazione, Bur eau Parkstad pr e-sentò nel 2001 il progetto Ontwikkelingsplanrichting parkstad 2015 – Piano di sviluppo

2 Zona collinare a sud-est di Amsterdamcon importanti ar ee naturali pr otette,villaggi autentici e ville residenziali.

3 Alloggi popolari e alloggi ad affitto so-ciale Così si chiamano gli alloggi co-struiti in ottemperanza alla legge olan-dese sugli alloggi risalente al 1901(che è ancor oggi in vigor e). Si trattadi alloggi ad affitto popolare. L’intentoè quello di offrire alle persone con unsalario basso un’abitazione decorosa aun affitto contenuto.

4 Grossi gruppi di immigrati provengonodal Suriname (una ex colonia olande-se nel Sud-America), dalla Turchia e dalMarocco (lavoratori immigranti a parti-re dagli anni Sessanta).

Pianta della città di Amsterdam.

26

ESPERIENZE A CONFRONTO Floris Blom*

Monumenten en Archeologie – DipartimentoMonumenti e Archeologia - del Comune) que-ste vie sono tra le più riuscite dei W estelijkeTuinsteden. Che poi anche lì tutto sia ugual-mente bello, no, questo non vogliono sicura-mente affermarlo. “Naturalmente qui ci sonoanche delle zone da nulla. Nella parte ovestdel quartier e Geuzenveld/Slotermeer alcuneparti non riescono a esprimere al meglio le lo-ro potenzialità. Overtoomse V eld era una fa-scia marginale e ciò è evidente. A Osdorp sipossono osservare file di caseggiati monotoniche si ripetono sempre uguali. Prendete que-ste aree meno riuscite e metteteci al lor o po-sto qualcosa di bello. Siamo d’accordo. Ma ingenerale i Westelijke Tuinsteden sono prege-voli. Su questo ci dovete dar ragione”.

Un anno vivaceNel frattempo, senza troppe cautele, le corpo-razioni, tra il 2000 e il 2007 hanno realizzato9 mila dei 28 mila nuovi edifici pr ogettati. Èstato realizzato anche un terzo degli immobi-li sociali7 (scuole comunità8, centri di quartie-re) e degli spazi per piccole imprese dei 92 mi-la metri quadri pianificati per il 2015. La com-posizione degli alloggi è decisamente cambia-ta. Nel 2000 per tre quarti si trattava di affittipopolari. Nel 2007 la percentuale di alloggi invendita e di alloggi ad affitto libero è aumen-tata fino al 32%. Alla fine questa ultima per-centuale arriverà sino al 55%, mentre il 45%resta garantito per gli affitti popolari. Perquanto riguarda la riallocazione il 2007 è sta-to un anno vivace: si trovavano in lista 1700nuclei familiari, 1200 dei quali potevano es-sere sistemati. Nel 2008 questo numero dimi-nuisce e si presume che nei prossimi anni siverificheranno cir ca 1200 riallocamenti an-nui. Costruire per la tipica classe media (glistranieri che hanno migliorato le proprie con-dizioni) era uno scopo importante del rinno-vamento avvenuto nel Nieuw-W est, ma èproprio quel gruppo sociale che acquista lenuove abitazioni? Questo è vero per circa unterzo. Un altro terzo proviene da fuori città eun altro terzo si trasferisce in una casa di pro-prietà in Nieuw-West da un’altra zona di Am-sterdam. Una volta ciò non avveniva tra i be-nestanti di Amsterdam, ma ora inizia ad esse-re normale. Mirabili complessi di edifici nuo-vi come Parkrand, Schutters-toren, o Waterforta Sloterplas non sono estranei a questa carat-teristica.Anche alcuni complessi-fucina, ‘br oedplaat-scomplexen’9, come Vliegbasis De Huygens aSlotervaart e la vecchia scuola tecnica Hen-drick de Keijser a Bos en Lommer, contribui-scono a r endere più tr endy l’immagine diNieuw-West. Da una r ecente ricerca dell’Uni-versità di Amsterdam, Helpt de middenklasse?(La classe media aiuta? di Jan Willem Duyven-

Spiega Noyon: “I muri interni sono spesso por-tanti e in cemento armato. Non si possonoabbattere facilmente per cr eare camere am-pie, come è invece possibile nelle case deiquartieri del XIX secolo. Queste sono state co-struite in base al vecchio principio vigente adAmsterdam, secondo cui una casa è costitui-ta da due muri portanti esterni e da una seriedi travi. Queste struttur e consentono un usomolto flessibile”. Per questo motivo la ricon-versione delle case del dopoguerra ai deside-ri abitativi di oggi è costosa quasi quanto lademolizione e ricostruzione, e a volte addirit-tura di più.

Trionfo del decoroNaturalmente anche le considerazioni di ordi-ne emozionale ed estetico hanno un loro pe-so; il via libera al bulldozer non passa certoinosservato. Nella parte nor d di Slotermeer ildemolitore non è affatto benvenuto: alcunevie su entrambi i lati di Burgemeester De Vlug-tlaan sono state decretate dalla circoscrizionecomunale5 come zona protetta della città, congran dispiacere del consorzio Far W est, checon tenacia prova a rimettere nuovamente ingioco la decisione.“Qui potete ammirar e l’urbanizzazione” han-no recentemente affermato gli storici dell’ar-chitettura Jeroen Schilt e Vincent van Rossemai partecipanti ad una visita guidata per Slo-termeer, mentre indicavano una serie di allog-gi duplex6 a schiera con davanti una strisciadi prato e degli alberi. “Qui si vede che cir cacinquant’anni fa consideravamo importanteche anche i meno abbienti potesser o avereuna casa curata, economicamente accessibilee in un contesto piacevole. Ciò che qui pote-te ammirare è il trionfo del decoro”.Il quartiere ora si fregia solennemente del no-me Van Eesterenmuseum – non si tratta di unnormale museo, dal momento che le personecontinuano a viver ci. Secondo Schilt e V anRossem (lavorano entrambi presso il Bureau

5 Si tratta di circoscrizioni comunali, conuna propria amministrazione e rappre-sentanza popolare.

6 Alloggio per due famiglie, che può es-sere adattato a una.

7 Ad esempio, scuole, complessi sportivi,biblioteche e centri sociali del quartiere.

8 Rete di collaborazione tra parti che sioccupano di bambini: scuola, asilo ni-do, assistenza sociale, ludoteca, sport,cultura, biblioteca e altr o sono riunitein un unico edificio.

9 Sviluppata per favorir e la r esidenza didiversi tipi di artisti in atelier a bassoprezzo.

Piazza nel quartiere Bos en Lommer.

dak e altri), emer ge che la cosiddetta ‘classecreativa’ – artisti in cerca di spazi per vivere elavorare a prezzi accessibili in zone popolari –sono un contributo evidente al miglioramen-to della vivibilità del quartier e in cui si stabili-scono. Sono sicuri di sé, per ciò non sentonola necessità di mantenere le distanze da per-sone provenienti da un altr o ceto, e inoltr edurante il giorno hanno abbastanza tempoper stabilire contatti sociali.Secondo i ricer catori la stessa cosa non puòdirsi dei nuovi benestanti tra gli stranieri, no-nostante quelli che hanno progettato il rinno-vamento dei Westelijke Tuinsteden ci avesse-ro proprio sperato. Questo gruppo è tr oppoconcentrato sulla propria crescita ed è mossodalla paura di tornar e indietro nell’ambienteda cui proviene. Ma i creativi, che hanno giàcambiato tante zone di Amster dam, sono ingrado di dare valorizzare anche Nieuw-West.

Parkrand con lampadariUn biglietto da visita del rinnovato Geuzen-veld è il grande complesso di appartamenti‘Parkrand’ che si tr ova presso la Dr . H. Colij-nstraat, progettato dallo studio di ar chitettu-ra mvrdv. È stata una scelta consapevole quel-la della corporazione Het Oosten di realizzarequesto ‘edificio da non perdere’ ai margini del-l’Eendrachtspark, una sorta di icona dei rin-novati Westelijke Tuinsteden. Impossibile nonnotare i giganteschi buchi nell’edificio, che of-frono piccoli punti di visuale sul parco. Unanovità sono anche le grandi ‘camere all’aper-to’ al primo piano, il cui intento è di promuo-vere il contatto tra gli inquilini. Uno spaziofunge da giar dinetto per bambini, con erba

artificiale per terra, un altro è unasorta di area picnic per gli inquilini eun terzo è adibito a salone, con divanoe poltrone, enormi vasi di fiori e lampadari.L’edificio ospita 194 alloggi ad affitto liber o eprezzo medio e 30 alloggi ad affitto popola-re. L’inquilino Sander Jonker è fiero soprattut-to della vista dal suo appartamento: “A destrasi vedono i porti, in lontananza Schiphol eproprio qui sotto c’è l’inter o Geuzenveld. Equesto cambia ogni giorno, edifici vengonodemoliti e al lor o posto ne vengono costruitidi nuovi. Affascinante. Vengo dall’Aia, e abitoqui a causa del mio lavoro. Se all’Aia dico chevivo ad Amsterdam mi prendono in giro, cosìracconto che vivo a Geuzenveld, che nonsembra tanto Amsterdam. In questo edificioabitano pochi veri nativi di Amsterdam, mamolti olandesi, e inoltr e polacchi, inglesi eamericani. Per quanto mi riguar da non vedoun futuro per me in questo quartier e. Vogliospostarmi verso il centr o; al momento sonosoprattutto in transito. Ma qui è un ottimo po-sto in cui comprar e una prima casa o anchel’ultima. Per me Geuzenveld è un esempio perla città di Amster dam, per la sua infrastruttu-ra logistica, per il processo di radicale rinno-vamento che vi avviene, per gli ottimi ser vizi.Forse un giorno non si chiamerà più Geuzen-veld, ma Geuzenstad”.

Questo articolo si basa su un manoscritto diEgbert Ottens, segretario di direzione pressol’Ufficio Abitazioni del Comune di Amsterdamdal 1972 al 2007.

* Project Leader. Città di Amsterdam

27

3 - Editoriale

5 - Città e territorio

20 - Esperienze a confronto

33 - La regione informa

38 - inforum Le rubriche

Complesso residenziale Parkrandnel quartiere Geuzenveld.

28

ESPERIENZE A CONFRONTO Luca Lanzoni*

Sitografia di riferimento

• http://www.esgherefordshire.co.uk/ Sito della società di trasformazione urba-

na dedicata alla riqualificazione del-l’area progetto di Hereford.

• http://www.advantagewm.co.uk/ Sito dell’ agenzia Advantage W est Mi-

dlands dedicata alla gestione delle tra-sformazioni (urbane, economiche, ecc)sostenibili per la r egione del West Mi-dlands.

• http://www.englandsrdas.com/Sito delle Regional Development Agency.

tore pubblico, da quello privato e dal “terzosettore” (ONG, associazioni, ecc.) che assiemepropongano programmi e strategie dedicatialle tematiche dello sviluppo sostenibile. Que-sta agenzia sostiene 2500 progetti con un bi-lancio annuale di circa 300 milioni di euro.

In funzione della possibilità di accedere al finan-ziamento erogato della AWM la municipalità diHereford identifica nel maggio 2004 una ar eadella città (cir ca 40 ettari) in cui ipotizzar e unprogramma di riqualificazione urbana che ser-va non solo per migliorare le condizioni di vivi-bilità locale (problemi legati ad esondazioni delfiume Wye e forte degrado urbano) ma anchecome riferimento, per la futura pianificazionedei prossimi 20 anni (20 Year Vision Regenera-tion Framework). L’area in questione, rappre-senta al momento della presentazione dell’ipo-tesi di programma, una discontinuità tra il cen-tro storico della città e le successive espansioniormai consolidate. Le funzioni principali (pr o-duzione, commercializzazione a scala regiona-le, servizi, mercato del bestiame, ecc.) sono le-gate alla presenza della stazione ferroviaria ehanno caratterizzato la vocazione generale delcomparto come produttiva. Il tessuto urbano,presenta però, anche degli aspetti legati a fun-zioni abitative e alla presenza di un patrimonioculturale diffuso. L’interesse strategico, legato aquesto comparto, è quindi rappresentato dallanuova localizzazione di alcune attività industria-li presenti (mercato del bestiame e suo indotto)in zone più appropriate, con conseguente svi-luppo urbano di nuovi quartieri residenziali; al-la rigenerazione del tessuto urbano esistente(edifici e spazi pubblici); alla valorizzazione delpatrimonio storico culturale e alla eliminazionedelle discontinuità spaziali (barriere infrastruttu-rali) tra l’ar ea di pr ogramma, il centr o storicodella città, le zone r esidenziali e il nodo dellastazione ferroviaria.

Nel 2006 viene istituito il secondo componen-te del pr ogetto, lo strumento operativo chedovrà proporre e gestire l’ipotesi di program-ma, la ESG Her efordshire, società costituitadalla municipalità di Hereford, dalla Advanta-ge West Midlands e dalla Regional Develop-ment Agency. La società individua un gruppodi consulenti privati (Urban Initiatives, CrowdDynamics, CZWG Architects, Gifford Enginee-ring) che durante il 2006 lavora per predispor-re una prima bozza di masterplan, a suppor-to del programma di riqualificazione, presen-tato nell’autunno dello stesso anno.

La bozza di masterplan (Framework) vienepresentata e discussa con la comunità locale,periodo in cui vengono inserite all’interno del-la pr oposta generale tutte le opinioni e leaspettative individuate durante la fase di par-

Le altre riqualificazioni

Il caso studio che analizziamo riguarda l’insie-me delle politiche e delle strategie di rigene-razione urbana identificate e messe in atto perla città di Her eford, nella contea di Her efor-dshire, al confine con il Galles, in Inghilterra.L’interesse per questo luogo risiede nel tipo diprocedura integrata (politiche, strategie, pr o-getti) che questa pubblica amministrazione, dimedie dimensioni, si è data come strumentoper incentivare la riqualificazione urbana (de-velopment/urban regeneration) di una partedel suo centro abitato. Oltre a questo aspettodi tipo “procedurale” esistono anche motivi diinteresse, relativi alle tematiche trattate (recu-

pero di ar ee industriali dismesse, aumentodella percezione della sicurezza urbana, inte-grazione di sistemi di mobilità alternativa, au-mento degli spazi pubblici, ecc.) che in qual-che maniera possono essere confrontate coni temi che sono stati sviluppati dai Programmidi Riqualificazione Urbana (PRU) r ealizzati inquesti anni a partir e dall’iniziativa pr omossadalla legge regionale 19 del 1998.

Il primo componente del pr ogetto da analiz-zare riguarda il ruolo strategico di AWM (Ad-vantage West Midlands) una delle nove agen-zie per lo sviluppo r egionale (Regional Deve-lopment Agency) che sono state costituite apartire dal 1999 in Inghilterra, per favorireuno sviluppo economico ed ambientale di ti-po sostenibile. In particolare il ruolo di questaagenzia locale riguarda il sostegno a progettiin cui siano presenti attori provenienti dal set-

Hereford (Inghilterra). Assetto funzionale.

tecipazione. Questo periodo di tempo, utileper focalizzare meglio gli intenti del program-ma, ha generato una serie di par ole chiave“key components” (condivise con la comunitàlocale) da utilizzar e come punto di partenzaper lo sviluppo delle strategie e dei progetti dirigenerazione urbana a sostegno del pr o-gramma di riqualificazione:

• rafforzare il ruolo del centro storico (vitality)e la qualità della vita al suo interno;

• rafforzare il ruolo dell’interfaccia (tra area progetto e contesto) per consentire un migliore inserimento delle nuove funzioniproposte;

• rafforzare il ruolo delle attività culturali e degli assi commerciali storici presenti all’interno dell’area;

• migliorare l’accesso pedonale all’area identificata come comparto strategico per migliorare la connessione tra il centro storico, la stazione ferroviaria il nuovo hub dei trasporti e le zone residenziali consolidate;

• rompere le barriere, rappresentate dalle infrastrutture, che attualmente esistono tra l’area progetto e il centro storico;

• aumentare la disponibilità di spazi aperti pubblici;

• aumentare e migliorare la disponibilità di parcheggi pubblici a servizio delle funzionidell’area progetto, del centro storico e della stazione ferroviaria;

• rafforzare la presenza dell’immagine del centro storico all’interno dell’area progetto (key vistas and views).

Il terzo componente del progetto ha riguarda-to la compatibilità del masterplan con gli stru-menti urbanistici in vigore. Questa fase è sta-ta supportata dall’approvazione da parte del-l’amministrazione locale del Supplementar y

Planning Document, in cui le stra-tegie di riqualificazione urbana spe-cifiche per l’ar ea progetto, sono statecoordinate con quelle di riferimento di sca-la più vasta. In sintesi possiamo identificare leseguenti linee strategiche:

• favorire la costruzione di una maglia urbana(framework) in cui i percorsi, gli spazi pubblici e gli edifici siano il riferimento spaziale per l’inserimento delle nuove funzioni e per il rafforzamento dei differenticaratteri dell’area progetto;

• favorire lo sviluppo di un mix funzionale tra le differenti attività che si insedieranno nell’area e la residenza aumentando la disponibilità di abitazioni a basso costo (affitti e vendite calmierate);

• favorire l’accessibilità e la permeabilità dell’area incrementando la percezione della sicurezza urbana sostenendo una riqualificazione di qualità degli spazi pubblici e favorendo l’utilizzo dei trasporti pubblici e dei percorsi ciclopedonali;

Attraverso queste strategie l’area progetto potràdiventare (in modo naturale) una nuova zona asupporto per il centr o storico, accogliendo incontinuità con le regole del tessuto urbano esi-stente, un mix di funzioni e di attività indirizza-te al recupero della centralità della città storica.Il progetto rappresenta, come dire, una “buonapratica” da seguire (sul solco della legge 19/98)ma con una netta attenzione alla salvaguar diadei valori rappresentati dalla qualità della tramae dello spazio urbano come riferimento princi-pale su cui innestare una serie di strategie e diprogetti dedicati alla riqualificazione urbana.

* Architetto, Docente al Master Eco-Polis.Università di Ferrara

29

3 - Editoriale

5 - Città e territorio

20 - Esperienze a confronto

33 - La regione informa

38 - inforum Le rubriche

Vista aerea dell’area di progetto.

30

ESPERIENZE A CONFRONTO Justyna Soltysiuk*

plessità dei processi di riqualificazione e la lo-ro lunga durata, integrando tutte le proble-matiche possibili e coinvolgendo il maggiornumero possibile di cittadini nella r ealizzazio-ne del progetto di recupero. Secondo Kroll lapartecipazione degli abitanti “è il solo mododi raccogliere intenzioni diverse, disordinate,a volte anche contraddittorie. Queste inten-zioni ci permettono di sfuggire all’artificio ra-zionalista, ma sono utili solo a patto che si siadavvero intenzionati a seguirle e che si adot-ti uno stile architettonico in grado di tollera-re: bisogna essere pronti ad accettare tutto”1.

É sicuramente noto uno dei suoi primi proget-ti di recupero di un quartiere costruito in pre-fabbricato a Bethoncourt 1990-1995 (Fran-cia), dove Kroll ha sperimentato le proceduredi recupero e della riabilitazione fisica ancheper verificare la convenienza della riqualifica-zione rispetto all’ipotesi della demolizione esostituzione. La par ola chiave di questo pr o-getto sembra esser e la diversificazione, nonsolo nella forma degli edifici recuperati (attra-verso parziale demolizione e sovra-costruzio-ne), ma anche nel tessuto urbano, seguendole r egole della spontanea or ganizzazione edella scala umana. Lucien Kroll ha affrontare con successo casi direcupero urbano nei Paesi Bassi, dove nel1997 venne elaborata la Politica per la Rivita-lizzazione nelle Grandi Città (GSB-GroteSte-denBeleid). La GSB si divide fondamentalmen-te in tre aspetti progettuali: fisico (recupero ur-bano), economico (occupazione, trasporto,business) ed infine quello sociale (educazione,qualità della vita, sicur ezza, welfare), che de-vono essere affrontati integralmente dall’am-

Recupero urbano in Europa

Le città eur opee, dopo un lungo periodo diforte espansione urbana, hanno dovuto af-frontare, negli ultimi due decenni, pr oblemicome l’eccessivo consumo del suolo e la di-spersione urbana, indirizzando le loro politicheverso un rafforzamento della “città compatta”,per la cui attuazione gli strumenti della riqua-lificazione, della rigenerazione e del r ecuperourbano hanno assunto particolare rilevanza.

La riqualificazione e il recupero, nel corso de-gli anni e non solo in Italia, affrontano un per-corso tematico comune: dal recupero dei Cen-tri Storici degradati e da rigenerar e alle ar eeindustriali dismesse, per finire con le periferieurbane costruite nel dopoguerra. Il recupero,la riqualificazione e poi la rigenerazione nonsono solo uno strumento per “abbellire” le cit-tà, quanto piuttosto per modernizzare parti dicittà, affrontando problematiche sempre piùattuali e più diversificate, come il disagio so-ciale, le fasce deboli, la partecipazione, la mo-nofunzionalità dei quartieri ed, infine, la soste-nibilità, il risparmio ener getico, l’innovazionetecnologica, contribuendo al tempo stesso adare risposte al pr oblema dello sprawl. Oltrea queste tematiche si sono dovute affr ontarequestioni complesse, come la comunicazionecon i cittadini, tra gli attori coinvolti e l’equili-brio tra le istanze del pubblico, degli investi-tori privati e della generalità dei cittadini.

Uno degli architetti che da anni affronta il te-ma del r ecupero urbano, specialmente riferi-to alle periferie urbane, è Lucien Kr oll, archi-tetto belga, che ha sempre affrontato la com-

Area Kop van Zuid.

nanziamento pubblico e investi-menti privati (per la quale 1 Euro difinanziamento pubblico deve genera-re 9 Euro di investimenti privati), sottopo-sta a monitoraggio e controllo quinquenna-le di efficacia. Infine, la politica del recuperourbano nei Paesi Bassi è stata anche integra-ta dal Programma di Priorità per 56 “Vicina-ti”, elaborato nel 2002 dal Minister o delleAbitazioni, per stimolare e diversificare anco-ra di più gli investimenti di riqualificazioneurbana. Uno dei progetti più conosciuti a livello inter-nazionale è senza dubbio il r ecupero del-l’area portuale del Kop van Zuid, a Rotter-dam. Il pr ocesso di trasformazione urbana,iniziato nel 1978, vede una prima pr opostadi rior ganizzazione parziale dell’ar ea conuna nuova zona r esidenziale e, persino, unquartiere a “luci rosse”. Fu l’associazione deiresidenti Feijnoord-Noordereiland (i quartie-ri limitrofi) a determinare un cambiamento diobiettivi, presentando un proprio piano di re-sidenza per l’area del porto sul Fiume Maased eliminando l’idea del quartiere a “luci ros-se”. Così, già all’inizio degli anni ’80, venneavviata la realizzazione di inter venti di edili-zia sociale per la popolazione dell’area, por-tando il Comune di Rotterdam ad estendereil processo di riqualificazione anche all’ar eacentrale della città, per arrivare, dopo diver-si studi e progetti alla presentazione del co-siddetto Koolhaas’ Plan, la base per l’elabo-razione di un nuovo Master Plan per l’ar eadel Kop van Zuid.

Il Piano di Koolhaas si concentrava su aspettiinfrastrutturali, di accessibilità e di connettivi-

ministrazione pubblica locale. I Piani di Recu-pero Urbano vennero sostenuti, nel 1997, daun ulteriore elaborato, il New Urban Policy Do-cument, prodotto dai Ministeri dell’Abitazione,della Pianificazione e dell’Ambiente e suppor-tati dalla nuova legge a favore delle rigenera-zione e del recupero urbano nel 2000 (WSV).

Il documento in questione affronta soprattut-to la necessità della sicurezza e della costantedomanda del mercato abitativo nel lungo pe-riodo insieme alla pr omozione della diversifi-cazione della popolazione in termini di reddi-to familiare in ogni distretto, ma non trascuradi porre particolare attenzione sulle tipologiedegli spazi pubblici, sul sistema del commer-cio, dell’occupazione e della partecipazioneall’interno del quartiere. Le amministrazioni lo-cali ricevono un supporto finanziario per lepolitiche di r ecupero tramite ISV ( InvestmentBudget for Urban Renewal) a seguito dell’ela-borazione di un Programma di Sviluppo(MOP) di lungo periodo che deve descrivere irisultati attesi per i successivi 5 anni per l’areain questione.

L’intero finanziamento del Governo Centraleper il recupero urbano, per il periodo 2000-2010 ammontava a quasi 5 milia rdi di Euroed è stato suddiviso in 2 fasi. La prima, dal2000-2004, e la seconda, dal 2005-2010. Ildocumento programmatico (DevelopmentProgramme), che deve essere presentato daiComuni per i finanziamenti, è tenuto a con-formarsi rispetto pr ecise r egole ed indirizzicome, ad esempio, la correlazione fra gli in-terventi fisici e gli aspetti sociali ed economi-ci; oppure la relazione di causa/effetto fra fi-

31

3 - Editoriale

5 - Città e territorio

20 - Esperienze a confronto

33 - La regione informa

38 - inforum Le rubriche

Riferimenti bibliografici:‘Kop van Zuid, city of tomorrow’, publica-tion of Kop van Zuid Communications Te-am, Edition: spring 2002Cavallari L. (a cura di), Ecologie urbane/Lu-cien Kroll, Milano, F. Angeli, 2001 http://www.kei-centrum.nlhttp://homeusers.brutele.be/krollhttp://www.kcap.eu/http://www.pwsrotterdam.nl http://www.peperklip.nl

Spazi pubblici. QuartiereStadstuinen. Rotterdam

32

per le pavimentazioni e gli spazi ver di. Il teamwork, per garantir e un’alta qualità urbana, fuintegrato da un Quality T eam (Q-Team), com-posto da architetti, pianificatori olandesi e di al-tri paesi eur opei, con funzione di consulenzanell’elaborazione del Masterplan, dei pr ogettipreliminari e finali e per gli spazi pubblici.

É importante sottolineare la grande attenzio-ne dedicata alla progettazione di diverse tipo-logie edilizie non solo non dal punto di vistaformale, ma per rispondere anche a moltepli-ci fasce di reddito e nuclei famigliari diversifi-cati (giovani coppie, studenti, anziani, fami-glie con bambini), prevedendo funzioni com-merciali e di ser vizio non solo di grande sca-la, ma anche alla scala del commercio di det-taglio e di quartiere. Nel 2000 era già comple-tata praticamente tutta la parte che riguar dal’infrastruttura, più del 60% dell’edilizia r esi-denziale programmata, più del 45% della su-perficie utile degli uffici, ed infine il 40% delterziario previsto. Nel 2010 si prevede che nelKop van Zuid vivranno più di 15.000 perso-ne, mentre altre 18.000 ci lavoreranno e cen-tinaia di turisti visiteranno l’area ogni giorno.L’insegnamento delle pratiche olandesi ci di-mostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che iprocessi di r ecupero e trasformazione diun’area urbana sono lunghi e complessi, de-vono essere affrontati in modo integrato, pro-grammando politiche ed inter venti su scaletemporali da 10 a 20 anni, e richiedono unaprogrammazione nazionale e locale di lungoperiodo e non occasionale.

* Architetto, dottoranda in Sviluppo Urbanoe del Territorio. Università di Ferrara

tà sui quali venne sviluppato lo strumento dipiano per l’uso del suolo, adottato dal Consi-glio Comunale nel 1991, appr ovato dalla Pro-vincia (1992) e, infine dalla Cor ona nel 1994.Le prime opere ad essere realizzate furono l’Era-smus Bridge (completato nel 1996), che con-nette Rotterdam Nord con Rotterdam Sud, e lastazione della metropolitana (1997), riorganiz-zando il trasporto pubblico con nuove linee enuovi mezzi, come i T ramPlus. Il pr ogrammaprendeva in considerazione non solo l’infra-struttura necessaria ma elaborava progetti perle aree residenziali, per l’insediamento di fun-zioni terziarie, per l’arr edo urbano, i materiali

Spazi pubblici. QuartiereStadstuinen. Rotterdam

Dettaglio di abitazioni. QuartiereStadstuinen. Rotterdam

loro grado di perseguimento, attra-verso opportuni indicatori. In questosenso essa costituisce un efficace stru-mento di supporto al pr ocesso decisionale,poiché esplicita le ripercussioni prevedibili delleazioni d’intervento prefigurate e, al tempo stes-so, costringe a strutturare la conoscenza deiproblemi di intervento in modo sistematico, edaccessibile a tutti gli attori che partecipano alprocesso di formazione delle scelte. La descri-zione delle condizioni generali del contesto va,infatti, relazionata agli obiettivi dell’analisi, at-traverso l’individuazione di opportuni indicatoririspetto ai quali va condotta: sia la descrizionedello stato di fatto, sia quella degli obiettivi diqualità assunti, con l’individuazione di valori disoglia che rappr esentano obiettivi di qualitàpredefiniti.

L’indicatore può essere definito come uno stru-mento che serve a misurare la diffusione e l’en-tità di un fenomeno. Esso permette di compara-re situazioni che mutanonel tempo e nello spazioe di segnalare le variazio-ni che si determinano.Gli indicatori vanno scel-ti in base non solo alla si-gnificatività, ma anchealla r eperibilità dei datiper la lor o costruzione,alla ufficialità delle fontied alla possibilità di unloro aggiornamento. Laloro individuazione è ne-cessariamente frutto diun processo di schema-tizzazione che descrivefenomeni complessi attraverso categorie sem-plici e misurabili.Sul piano economico–finanziario, che è essen-ziale per una valutazione ex-ante, la fattibilitàdegli interventi di trasformazione si raggiungequando la collettività e gli operatori privati rag-giungono un reciproco vantaggio. Dal punto divista dei promotori questo vantaggio coincidecon la possibilità di raggiunger e una certa so-glia di soddisfazione economica, nei limiti deivincoli imposti dal mercato e dalla congiuntura.La convenienza pubblica dell’intervento sta nel-la realizzazione di oper e di inter esse generaleconnesse all’intervento stesso. L’apprezzamen-to di questi vantaggi può esser e affrontato at-traverso valutazioni di convenienza economico– finanziaria con la tecnica “Analisi Costi–Rica-vi”. All’interno di tale pr ocedura si può indivi-duare un valore di soglia che rappresenta il limi-te di convenienza pubblica ritenuto accettabiledalla Amministrazione. La sua utilizzazione ri-conduce la valutazione di convenienza pubbli-ca ad un puro criterio economico, legato, cioè,al solo valore economico dei beni di inter esse

Valutazione dei Programmi di Riqualificazione Urbana

Il presente articolo costituisce una sintesi della ri-cerca Valutazione di Sostenibilità dei Programmidi Riqualificazione Urbana, condotta dal ServizioRiqualificazione Urbana della Regione Emilia Ro-magna con la consulenza di Paolo Giorgi nel pe-riodo settembre 2004 – giugno 2005.Il lavoro è stato articolato in due parti: una di ti-po metodologico attorno ai temi disciplinaridella valutazione, ed un’altra di tipo analitico,sull’applicazione del modello valutativo propo-sto ai 60 PRU finanziati ai sensi della L.R.19/98.

La valutazioneLa valutazione dei PRU va pensata come mo-mento interno al processo stesso di definizionedelle scelte e di attuazione delle politiche e degliinterventi ad esse conseguenti. Obiettivo dellavalutazione diventa, pertanto, la definizionedella struttura del problema decisionale, in unmodello non più costruito come pr ocedura diconformità rispetto a parametri definiti in antici-po, ma piuttosto come procedura prestazionaledi coerenza. Nei confronti del programma la va-lutazione assolve, infatti, una funzione sostan-zialmente formativa; esso è il pr odotto finaledell’interazione che si instaura tra i processi de-cisionali e i processi valutativi. Nelle azioni e negli interventi di trasformazionela valutazione appare indispensabile per rende-re trasparente la concertazione e la decisione fi-nale, esplicitare gli obiettivi pubblici e massimiz-zare il loro grado di raggiungimento, governa-re il processo di formazione e di appropriazionedella rendita fondiaria urbana.La pratica valutativa deve, dunque, necessaria-mente articolarsi in fasi diverse, fra loro comple-mentari, relative a momenti diversi dell’evolu-zione progettuale e attuativa degli inter venti.Esse possono così riassumersi: - valutazione ex-ante, per individuare

l’alternativa preferibile, in un quadro coerentee definito di obiettivi di interesse generale.

- valutazione in itinere, per controllare la coerenza delle azioni intraprese rispetto alle ipotesi iniziali, ma anche per monitorare il mantenimento dei livelli di efficacia previsti in rapporto ai tempi, alle risorse ed ai livelli qualitativi richiesti, anche in presenza di modificazioni del programma iniziale.

- valutazione ex-post, per verificare il grado di raggiungimento a regime degli obiettivi iniziali, mediante la misura della efficienza/efficacia delle azioni attuate.

Obiettivo dell’analisi degli impatti è di verificarese ed in quale misura gli interventi proposti pro-ducono trasformazioni nella dir ezione degliobiettivi prefissati. Un’analisi di impatto presup-pone, dunque, l’esistenza di un insieme di obiet-tivi, e di criteri predeterminati per la verifica del

33

3 - Editoriale

5 - Città e territorio

20 - Esperienze a confronto

33 - La regione informa

38 - inforum Le rubriche

LA REGIONE INFORMA Paolo Giorgi*, Michele Zanelli**

PRU centro storico. Modigliana

34

ESPERIENZE A CONFRONTO Floris BlomLA REGIONE INFORMA Paolo Giorgi*, Michele Zanelli**

urbana, (dotazione funzionale, qualità urbanisti-ca di impianto, sostenibilità urbanistico-ambien-tale) alla fine della fase di analisi sulla domanda esull’offerta, l’individuazione degli elementi di cri-ticità emergenti nel medio periodo, delle conse-guenti politiche da perseguire e degli obiettivi diinteresse generale da conseguire nell’attuazionedei singoli interventi. Questo strumento di valutazione si colloca nel-l’ambito delle fasi e delle procedure previste dallaL.R. 19/’98 relative all’individuazione degli ambi-ti (art.2), ma coincide anche con l’operazione diindividuazione degli ambiti da riqualificare , se-condo quanto previsto nell’art.A11 della L.R.20,all’interno della elaborazione del Piano Struttura-le. A tale individuazione non si può che perveni-re attraverso per corsi partecipativi strutturati ri-volti agli abitanti ed ai portatori di interessi diffu-si, in quanto la definizione degli obiettivi di riqua-lificazione per ciascun ambito non può che esse-re condivisa e “democraticamente” espressa dal-la cittadinanza.Rispetto ai PRU in corso di attuazione si è trattatodi verificare, all’interno delle deliber e di indivi-duazione degli ambiti, la presenza o meno di taleipotesi complessiva di riqualificazione della città. A tal fine si è ritenuto opportuno verificare la pre-senza di una chiara identificazione delle se-guenti categorie di obiettivi per la riqualificazio-ne complessiva dell’ambito:

Obiettivi di riallineamento della dotazione fun-zionale:- Incremento/revisione della presenza di attività

di servizio.Obiettivi di ricomposizione della qualità urbani-stica di impianto:- Creazione/rafforzamento di elementi identitari

dello spazio pubblico.

generale prodotti nell’intervento. Si rimarca qui,invece, la necessità della presenza di un comples-sivo strumento di valutazione ex-ante degli obiet-tivi pubblici da assumere nel progetto di riqualifi-cazione della città (Piano dei Servizi, Documentodi indirizzo sulla Qualità Urbana, etc.), che identi-fichi chiaramente le” specifiche opere” di interes-se generale necessarie a riqualificare l’ ambito og-getto dell’intervento. La valutazione del rapportoconvenienza pubblica/convenienza privata an-drà allora condotta proprio a partire da “quelleopere” di interesse generale che sono specificata-mente necessarie in quell’ambito, e che costitui-ranno l’elemento di partenza per le successivevalutazioni di tipo economico–finanziario.

Valutazione ex-anteSi tratta, in questo caso, di valutare l’inserimentodi ogni singolo intervento (programma) all’inter-no di una strategia coerente ed unitaria di riqua-lificazione complessiva della città, che ne defini-sca per ogni parte riconoscibile e significativa(ambito) gli obiettivi di interesse generale da as-sumere nella trasformazione, al fine di garantir-ne un adeguato livello di qualità urbana.L’obiettivo è pertanto quello di costruire uno stru-mento di valutazione che, partendo da una let-tura dei bisogni diffusi e condivisi e delle possibi-li risposte, individui le criticità esistenti e/o preve-dibili nel medio periodo e le politiche e gli inter-venti da mettere in campo per farvi fronte. Que-sto strumento dovrà prendere in esame in ma-niera organica ed integrata la dotazione funzio-nale, la forma identitaria della città e la sostenibi-lità urbanistico–ambientale, riferite ad ambiti si-gnificativi e riconoscibili nella per cezione e neicomportamenti collettivi dei cittadini. Obiettivo del processo è quello di consentire, perciascun ambito e per ciascun elemento di qualità

PRU Pianoro centro

- per i centri minori: valenza territo-riale dei programmi e loro ricadute in-tercomunali.Altro possibile elemento di valutazione, piùcomplesso e già in parte oggetto di studio,èl’apporto specifico dei PRU ad alcune politi-che settoriali della Regione quali:rapporto PRU – Modello di sviluppo locale(Programmi d’area, L.R.30/’96);rapporto PRU – Politiche per la sicurezza (de-libera G.R. 22/2/2000 n°269);rapporto PRU – Pr ogetti di valorizzazionecommerciale (L.R. 14/’99);rapporto PRU – Piani sociali di zona (L.R.2/2003);rapporto PRU – Contratti di Quartiere(D.G.R. 1425/2003 e successive).In questo caso si tratta di compr endere co-me sono state integrate le diverse politichesettoriali in atto al fi-ne di ottener e dellesignificative sinergienell’uso delle risorse,comunque limitate,secondo uno degliobiettivi chiaramen-te esplicitati nella L.R.19/’98.Analogamente deveessere condotto unapprofondimentosui PRU che introdu-cono nuove funzioni“alte” di livello urba-no-territoriale (uni-versità, grandi attrez-zature commerciali edi servizio) in relazio-ne alla lor o coerenza rispetto alle politicheterritoriali prefigurate negli strumenti sovra-ordinati (PTR, PTCP, documenti settoriali diprogrammazione) e alle lor o ricadute sul-l’area vasta.Ulteriore tema di valutazione è quello relati-vo ai percorsi procedurali scelti nella elabo-razione/approvazione/attuazione dei PRU.Si tratta in questo caso di verificare i seguen-ti elementi:- PRU in variante agli strumenti urbanistici vigenti

- PRU approvati come strumenti quadro di pianificazione che rimandano a successivi strumenti attuativi (PUA, Progetti Unitari Convenzionati, etc.)

- PRU approvati con il valore di PUA (Piano Urbanistico Attuativo)

- Coerenza dei PRU con i PSC approvati o in corso di formazione.

La valutazione di efficacia prende in esamel’attuazione dell’accordo di programma, chedefinisce precisi impegni, risorse, tempi e pe-nali dei diversi soggetti coinvolti.

35

3 - Editoriale

5 - Città e territorio

20 - Esperienze a confronto

33 - La regione informa

38 - inforum Le rubriche

Obiettivi di riequilibrio della sostenibilità urbani-stico-ambientale:- Eliminazione del degrado edilizio.- Miglioramento dell’accessibilità attraverso

interventi sul sistema della mobilità.- Miglioramento dell’assetto delle reti

tecnologiche urbane.- Mitigazione degli impatti ambientali.- Interventi sulla sicurezza.- Interventi sulla qualità sociale, anche

con riferimento alle politiche abitative ed al modello locale di sviluppo.

Si tratta, dunque, di costruire su questi indica-tori un modello di valutazione ex-ante dell’im-patto di ogni singolo intervento sullo scenariocomplessivo precedentemente delineato. Mo-dello che deriva dal confr onto fra gli impattiattesi e gli obiettivi di qualita’ prefissati (valoridi Soglia), descritti attraverso gli indicatori as-sunti, e consente di prefigurare gli esiti di cia-scun intervento sul sistema complessivo. Tale operazione si colloca nella successiva fa-se di formazione del PRU pr evista dallaL.R.19/98 (art.4), ma fa riferimento anche alleprocedure di V alutazione Ambientale Strate-gica (VAS/VALSAT) previste dalla L.R.20/2000all’art.5.

Valutazione di efficacia ex-postElemento centrale nella valutazione degli in-terventi divenuti operativi e quindi tradotti inspecifici programmi è quello di valutarne l’effi-cacia in termini di coerenza rispetto agli obiet-tivi d’ambito assunti a monte. Ciò richiede unaverifica per evidenziare quali azioni sono statepreviste e dove e come si sono concentrate lerisorse. Alcuni elementi generali da valutar e,in coerenza con le categorie assunte nella di-sarticolazione degli obiettivi d’ambito, sono iseguenti:- inserimento di funzioni di servizio;- inserimento di spazi per la socialita’

e di elementi identitari dello spazio pubblico;- previsione di opere infrastrutturali a valenza

urbana (mobilita’/reti tecnologiche);- opere di mitigazione ambientale;- inserimento di funzioni terziarie;- interventi sulla qualita’ sociale attraverso

politiche abitative mirate al recupero del patrimonio edilizio esistente e/o alla nuova costruzione per l’edilizia sociale (erp/ers).

Altri temi da verificare per tipologie specifiche diintervento sono inoltre:- per le aree dismesse: demolizioni e bonifiche,

delocalizzazione di funzioni produttive impattanti;

- per i quartieri erp: modifica dei carichi urbanistici, previsione di case-parcheggio per consentire gli interventi di manutenzione degli alloggi, presenza di un Piano di Accompagnamento Sociale;

PRU del Capoluogo Area ex ILM.Vergato

36

LA REGIONE INFORMA Paolo Giorgi*, Michele Zanelli**

e le categorie di valutazione precedentementedelineate, con due finalità. La prima è quella diesemplificare la possibile disarticolazione diobiettivi ed azioni di solito genericamente de-scrittivi in specifiche categorie facilmente indi-viduabili, alle quali sono associabili degli indi-catori quali-quantitativi misurabili e, quindi,verificabili e monitorabili. La seconda è quelladi estrapolare dai singoli casi dei temi e dellecriticità ricorrenti di tipo generale, rispetto allequali possano concentrarsi gli eventuali inter-venti correttivi, in r elazione al ruolo pr opriodella Regione, di indirizzo e controllo degli in-terventi futuri.Quello che ne è emerso è il ricorrere di alcunitemi quali l’incremento delle funzioni di servi-zio, il rafforzamento di elementi identitari dellospazio pubblico, il miglioramento della acces-sibilita’ e gli interventi sulla qualita’ sociale. So-no questi i temi che caratterizzano tradizional-mente la riqualificazione della città esistente, equindi più consolidati anche nella cultura del-le amministrazioni locali.Maggiore difficoltà si riscontra, invece, nell’in-dividuare ed assumer e all’interno dei PRUobiettivi di tipo ambientale (mitigazione degliimpatti ambientali), o di sviluppo locale, o dimiglioramento delle reti tecnologiche che ge-neralmente vengono rimandati a specifichepolitiche settoriali, il che fa venir meno quel-l’integrazione che la L.R. 19/98 persegue. Undiscorso a parte va fatto per la sicurezza urba-na, tema che trova una particolare sensibilitànei centri maggiori, meno nei centri minori,come è lecito aspettarsi. In generale si può, pe-rò, d ire c he l ’individuazione d egli o biettivid’ambito fa per lo più riferimento ad un gene-rico “miglioramento della qualità urbana” daicontenuti assai sfumati. In questo senso va let-ta la totale assenza di indicatori specifici diqualità urbana, che ne consentano una valu-

Valutazione in itinereIl monitoraggio degli interventi in corso è ope-razione essenziale al fine di valutare l’efficaciacomplessiva dei programmi, anche in relazio-ne all’uso delle risorse impegnate. Alcune pro-blematiche già emerse e da verificare sono leseguenti:- Variazioni degli accordi di programma- Aggiornamento degli strumenti urbanistici

e autorizzazione dei progetti edilizi - Allungamento dei tempi di progettazione

e procedure di appalto- Attuazione non coordinata degli interventi

pubblici e degli interventi privati - Lievitazione dei costi in corso di attuazione.É importante mettere in evidenza che il rispet-to dei tempi previsti per la attuazione di ognisingolo programma è un elemento sostanzialedella sua attuabilità ed efficacia.La verifica preliminare della sua fattibilità eco-nomico/finanziaria è infatti legata ad una pre-visione credibile delle condizioni generali delmercato edilizio, in termini di costi e ricavi ipo-tizzabili, che non può che essere di medio pe-riodo, in genere non oltre i 5/10 anni. Se ciòvale necessariamente per la valutazione di in-vestimento dei soggetti privati, è sostanzialeanche per la programmazione dell’investimen-to pubblico rispetto alle politiche di bilanciodegli enti coinvolti. Non a caso l’Accor do diProgramma, che, come già detto, è il contrat-to che regola i rapporti tra i soggetti pubblici egli operatori privati, ha tra i suoi contenuti fon-damentali proprio il cronoprogramma delle fa-si di attuazione, il cui mancato rispetto potreb-be far venire meno le condizioni economichedi fattibilità dei pr ogrammi e determinar e,quindi, il loro fallimento.Sono state costruite delle matrici che rappr e-sentano un tentativo di rileggere i 60 PRU Re-gionali in corso di attuazione attraverso i temi

PRU Comparto 5 del Centro.Collecchio

tazione anche quantitativa ed il successivomonitoraggio dell’efficacia dei programmi.Analogamente la valutazione di convenienzaeconomica pubblico-privato viene affr ontatain maniera assai diversa nelle diverse situazio-ni specifiche a seconda delle opportunità loca-li. Essa è pr esente maggiormente nei centripiù grandi ma, comunque, non appare carat-terizzare in maniera diffusa i PRU, rimandandoalle singole pr ocedure negoziali o, più rara-mente, ai bandi, che non sono stati molto uti-lizzati.I dati sull’attuazione dei PRU sono stati estra-polati dalle relazioni semestrali inviate dai Co-muni alla Regione. In questo senso essi sconta-no due elementi pr oblematici; il primo è chegli accordi prevedono l’inoltro delle relazionisolo dopo l’inizio dei lavori e ciò non consentedi monitorar e quanto è avvenuto prima diquesta fase; il secondo è che l’attuazione dimolti PRU è tuttora in corso, con avanzamentidiversi a seconda dei casi. Il rapporto tra attua-zione degli interventi pubblici e degli interven-ti privati appare generalmente coerente (dovesono in corso i primi lo sono anche i secondi)con erogazioni più consistenti su questi ultimi(legate ai finanziamenti di ERP).Da segnalare è il fatto che i centri minori risul-tano generalmente più avanti di quelli mag-giori, evidentemente pr esentando inter ventimeno complessi. Per quanto riguar da i Pr o-grammi sulla Sicurezza ed i Programmi d’Area,dove presenti, essi risultano generalmente incorso di attuazione, essendo anche antece-denti nella programmazione.

Considerazioni sul quadro legislativo regionaleIl quadro che emerge dal confronto fra le leggi19/1998 e 20/2000 è quello di una sostanzia-le omogeneita’ di contenuti, espressione di unnuovo orientamento disciplinar e che, intr o-dotto dalla “19” su un tema specifico, si è poiconsolidato con la “20” nella disciplina ordina-ria della pianificazione regionale. Il tema cen-trale da affr ontare oggi è dunque quello diuna armonizzazione fra le due leggi. Quelloche in generale è mancato nella prima attua-zione della legge 19/1998, anche perché inessa non esplicitamente previsto, è una indivi-duazione chiara, complessiva ed integrata de-gli obiettivi pubblici da porre alla base del pro-getto di trasformazione della città nel suocomplesso, e nelle sue singole parti riconosci-bili. Uno strumento che individui delle soglieminime di “qualità urbana” da perseguire, de-scritte attraverso indicatori misurabili, che va-dano al di là delle pure enunciazioni descritti-ve.Solo uno strumento di questo tipo può es-sere, infatti, in grado di orientar e su obiettivipubblici condivisi le singole azioni, in un cor-retto equilibrio fra interesse generale e giusta

remunerazione d ell'’investimentoprivato, e può consentire di valutarenegli esiti i risultati dei pr ogrammi at-tuati. Questo è il regime ordinario prefigura-to dal PSC della “L.R.20”, che dovr ebbe con-sentire di individuar e per ogni ambito da ri-qualificare gli obiettivi irrinunciabili di interes-se pubblico, che dovranno essere raggiunti intermini di adeguata dotazione funzionale diservizi e attrezzature, di benessere ambienta-le, di mobilità sostenibile e di qualità/identitàdegli spazi pubblici. Obiettivi e indicatori fles-sibili, però, che lasciano opportuni margini al-la negoziazione. La definizione degli ambiti,così come introdotta dalla L.R.19, invece, con-tiene già alcune verifiche di fattibilità econo-mico-finanziaria, rispetto alle risorse comunalie regionali da impegnare ed a quelle privateattivabili, che sono improprie in questa fase,perché introducono, anticipandoli, dei criteridi fattibilità pr opri dell’intervento di riqualifi-cazione, nel momento in cui si tratta invece dianalizzare i contesti degradati e assegnare lo-ro degli obiettivi di qualità urbanada raggiun-gere. In questo modo si rischia di spingere leamministrazioni ad una negoziazione prema-tura con i proprietari delle aree interessate e acircoscrivere di conseguenza gli ambiti di ri-qualificazione alle aree la cui trasformazione èattuabile in virtù di tali accordi. Va invece raf-forzato il ruolo strategico degli interventi ditrasformazione rispetto al contesto urbano incui sono inseriti. In questo senso la definizio-ne di ambito non può limitarsi alla entità terri-toriale inter essata dalla trasformazione, madeve tener conto della dimensione allar gataagli effetti indotti da quella trasformazionestessa. D’altra parte il quadro complessivo del-le azioni di pianificazione delineato nella L.20può così riassumersi: “il PSC individua le partiurbane che necessitano di riqualificazione (egli obiettivi di qualità e le prestazioni da perse-guire in sede di attuazione)”, ambiti all’internodei quali poi i singoli inter venti di riqualifica-zione saranno definiti nel POC, anche attra-verso forme di concertazione con i soggetti in-teressati, e attuati mediante i PUA, ovvero at-traverso i PRU della L.R.19.Il PRU, redatto dall’amministrazione comuna-le, dovrà quindi garantire, con il concorso deiprivati che si impegnano a partecipar e allasua realizzazione, il raggiungimento di quegliobiettivi condivisi di interesse generale che sisono posti come finalità della trasformazioneurbana, in termini di ricadute di qualità urba-nistica, ambientale e sociale sull’intero ambitodi riqualificazione.

* Urbanista,consulente della RegioneEmilia-Romagna** Dirigente Servizio Riqualificazione Urbana Regione Emilia-Romagna

37

3 - Editoriale

5 - Città e territorio

20 - Esperienze a confronto

33 - La regione informa

38 - inforum Le rubriche

11) (a cura di AA:VV) “Codice dell’Ambiente”, ed. Giuffrè(Mi), 2009.L’opera contiene il commento, articolo per articolo del Co-dice dell’Ambiente di cui al D.Lgs. n. 152/06 (e succes-sive modifiche e integrazioni), svolto da docenti universi-tari, avvocati ed esperti qualificati;12) (a cura di N. Bellini e A. G. Calafati) “Internazionaliz-zazione e sviluppo regionale”, ed. F Angeli (Mi), 2009.I contributi raccolti in questo volume, partendo dall’inade-guatezza dei tradizionali paradigmi interpretativi dei pro-cessi economico-territoriali, propongono nuovi campi d’in-dagine e nuove metodologie per la costruzione delle poli-tiche di sviluppo regionale relazionate ai processi di glo-balizzazione;13) a cura di R. Pignone e A. Amorosi) “La Pianura”, ed.Pendragon (Bo), 2009.Si tratta di una sorta di guida all’evoluzione geo-morfolo-gica della pianura emiliano-romagnola per individuare laformazione di nuovi paesaggi e di inediti itinerari nellastruttura del territorio;14) M Anzalone “Urbanistica dell’emergenza”, ed. Alinea(Fi), 2009.Questo lavoro è principalmente rivolto a chi deve pianifi-care e preparare il territorio conciliando le esigenze di frui-zione e manutenzione ordinaria degli spazi pubblici con unagestione alterata delle circostanze improvvise di unaemergenza insediativa;15) B. Borlini e F. Memo “Il quartiere nella città contem-poranea”, ed. Mondatori (Mi), 2008.Gli autori prendono in esame i rapporti che intercorronofra quartiere e comunità, tra processi percettivi, pratichee gruppi sociali cercando di individuare alcuni punti comu-ni attraverso l’ausilio di definizioni e schede;16) (a cura di M. Cremaschi) “T racce di quartiere. Il le-game sociale nella città che cambia”, ed. F . Angeli (Mi),2008.I contributi riportati nel volume indagano il quartiere at-traverso una lettura minuta e dal basso, dei processi ditrasformazione che hanno interessato negli anni più re-centi quattro grandi città italiane (Roma, Milano, Napolie Torino);

ARTICOLI, RIVISTE, RICERCHE

1) “Rivista Giuridica dell’Edilizia” nn.4-5/08, ed. Giuffrè (Mi).Di questo fascicolo si segnalano in particolare i contribu-ti di S. Bellomia sugli accordi di pianificazione, di B. Gra-ziosi sui piani di valorizzazione immobiliare della legge133/08 e di E. Mele sull’esecuzione dirette delle opere diurbanizzazione da parte di soggetti privati nei programmiattuativi in ordine alle recenti modifiche al Codice degli Ap-palti Pubblici;2) “Gazzetta Ambiente” n. 6/08, ed. Colombo (Roma);In questo numero dedicato prevalentemente alle tematichegiuridiche e sociali della pianificazione paesaggistica, sonoriportati fra gli altri, i saggi di A. Anselmo sui rapporti frai diversi strumenti di pianificazione relazionati al paesaggioe di B. Dentamaro sull’applicazione della convenzione di Aar-hus per l’accesso alle informazioni ambientali;3) “Archivio di Studi Urbani e Regionali”, n. 93/08, ed. F .Angeli (Mi).La sezione monografica introdotta da F. Indovina è riserva-ta alla valutazione delle politiche urbane in alcune grandi cit-tà con contributi fra gli altri di E. Granata e T. Cannarozzo.I contributi tematici sono affidati a F . Musco sulle relazio-ne fra cambiamenti climatici e politiche urbane e a S. Fab-bro e L. Serafico sulla costituzione di un modello di visionestrategica per il Friuli;4) “Ambiente e Territorio” n. 3/09, ed. Maggioli (Rn).Il fascicolo è riservato al rischio idrogeologico e alla piani-ficazione e gestione dei distretti idrografici con contributifra gli altri di M. G. Mariziliano e dei tecnici e dirigenti del-le Autorità di Bacino dell’Emilia-Romagna e del Po;5) “Rent” n. 1/09, ed. Solo Affitti Spa, Cesena (Fc).

RECENSIONI E SEGNALAZIONI

1) F. Alberti “Il Valore del territorio: gestire la comples-sità per governare le trasformazioni", ed. Alinea (Fi),2009.L'esperienza dei programmi complessi maturata in Ita-lia lungo tutto il corso degli anni '90, ha determinato unperiodo di sperimentazione che da più parti è stato de-signato come fortemente innovativo.Il volume si sofferma sull'analisi critica di questa espe-rienza riferita in particolare alla Regione Marche, per va-lutarne l'efficacia nelle pratiche di piano;2) (a cura di F . Leder) “Paesaggi in piano", ed. EditriceCompositori (Bo), 2009.Questo contributo, partendo da percorsi di ricerca mul-tidisciplinari e da attività progettuali consolidatisi neglianni più recenti, propone la lettura di territori rurali, eu-ropei ed italiani, e linee di lavoro finalizzate a sostenerel'utilità di interventi volti a sperimentare forme nuove dirigenerazione territoriale e di risarcimento ecologico;3) (cura di E. Salzano, O Mancini e S. Chilorio) “Città elavoro. La città come diritto e bene comune", ed. Edies-se (Roma), 2009.Il Libro raccoglie una serie di saggi e di interventi di sin-dacalisti relativi al convegno di Venezia del 24 novembre2008, organizzato dalla locale Camera del Lavoro;4) B. Bartoli "Sostenibilità dalla A alla Z. 250 Schede perprogettare ecologico", ed. Simone (Na), 2008;Si tratta di un importante contributo didattico-orientati-vo alle modalità di progettazione in senso ecologico e pa-rimenti, un utile materiale informativo e divulgativo suiconcetti e temi della sostenibilità ambientale rivolto an-che ai non addetti ai lavori;5) (a cura di P. Orlandi e M. Tozzi Fontana) "Indagini sulPo", ed. Clueb (Bo), 2009.Questo volume raccoglie ricerche e contributi di carat-tere molto eterogeneo, nell'intento di disegnare un ritrat-to del grande fiume che sia in equilibrio tra il malinconi-co disappunto per i paesaggi perduti e l'ottimistica giu-stificazione di ogni effetto degli interventi di trasforma-zione in atto;6) F. Trapani "Verso la pianificazione territoriale integra-ta. Il governo del territorio a confronto delle politiche disviluppo locale", ed. F. Angeli (Mi), 2009.Il volume rivisita il concetto di integrazione dalla città me-dioevale fino al richiamo di alcune esperienze di program-mazione territoriali recenti, riflettendo su ipotesi di inno-vazione trans-disciplinare nel senso dell'integrazione;7) (a cura di AAVV) “Per un’altra città” ed. Maggioli (Rn),2009.É una raccolta di contributi del Dipartimento di Pianifica-zione del Politecnico di Milano sulle recenti esperienzedell’urbanistica milanese e sulla valutazione dei relativi ef-fetti alla scala di processo;8) F. Bonami “Dopotutto non è brutto“, ed. Mondatori(Mi), 2009.Sferzante e caustico l’autore attraverso l’arte indica unmodo diverso di guardare l’Italia, al suo immenso patri-monio culturale e al suo rapporto con la cultura contem-poranea;9) A. Borghi “Finanza immobiliare. Il mercato, la valuta-zione gli strumenti e le tecniche di finanziamento”, ed.Egea (Roma), 2009.Il libro fornisce all’operatore economico interessato allaattività riconducibili al real estate le basi per compren-dere le caratteristiche del settore in termini di principi,modelli e regole di funzionamento;10) Pl. Morano “La stima degli indici di urbanizzazionenella perequazione urbanistica”, ed. Alinea (Fi), 2007.Volume denso di informazioni tecniche e notazioni digrande utilità pratica e applicativa in ordine al ricorso aprocedure perequative nelle trasformazioni urbane e al-le valutazioni delle soglie di convenienza finanziaria edeconomica nel rapporto fra pubblico e privato derivantidall’attuazione di programmi complessi;

LE RUBRICHE a cura di Luciano Vecchi

38

39

3 - Editoriale

5 - Città e territorio

20 - Esperienze a confronto

33 - La regione informa

38 - inforum Le rubriche

Si tratta del primo numero di un periodico completamenteriservato alle questioni normative, economiche, sociali eabitative del mercato dell’affitto;6) “Il Giornale dell’Architettura”n. 72/09, ed. Allemandi (To).In questo numero, si riportano fra gli altri i contributi di G.Caselli sulla sicurezza in città di L, Bellicini sul piano casa,sul Mipim di Cannes e sulle proposte di Sarkozy per il futu-ro di Parigi;7) “Territorio”n. 47/08, ed. F. Angeli (Mi).La sezione tematica principale, curata da P. Bellaviti è de-dicata al benessere urbano e alle relative politiche di orga-nizzazione funzionale e spaziale, mentre fra i contributi del-la rassegna sugli spazi aperti, si segnalano quelli di A. Lan-zani sul progetto di paesaggio della pedemontana dellaBrianza e di L. Spallino sulle nuove forme di partecipazionenei processi di trasformazione territoriale;8) “Urbanistica” n. 138/09, ed. INU (Roma).In questo fascicolo, oltre alla sezione dedicata a recentiesperienze di pianificazione in Campania, si riportano icontributi curati da P. Pileri sulla riduzione del consumodi suolo e le misure compensative agli interventi di tra-sformazione;9) “Il progetto sostenibile” n. 20/08, ed. Edicom Monfalco-ne (Go).Fra i contributi di questo numero, si segnala quello relati-vo ai criteri localizzati e progettuali per le aree ecologica-mente attrezzate;10) “Aion” n. 17/09, ed. Aion (FI).Contiene la presentazione del progetto del Campus Univer-sitario di Parma, inserito in un Programma di Riqualifica-zione Urbana attivato ai sensi della LR. n. 19/98;11) “Arpa-Rivista” n. 6/08, ed. Grafiche S. Benedetto Ca-strocielo (Fr).In questo fascicolo sono riportati gli atti del convegno di“Ecomondo 2008” sulle bonifiche dei siti inquinati e relativiriutilizzi;12) “ERE” n. 1/09. ed. Editrice della Sicurezza Sociale (Bo).È il primo numero dell’IRES CGIL dell’Emilia-Romagna, riser-vato in particolare al confronto sul nuovo PTR dell’Emilia-Ro-magna con contributi fra gli altri di V. Capecchi, A. Natali eC. Sebastiani;13) “Paesaggio Urbano” n. 2/09, ed. Maggiol i (Rn).Riporta una rassegna speciale presentata da M. Balzani indifesa della colonia Sip-Enel di G. De Carlo a Riccione;14) “Ottagono” nn. 2-3/09, ed. Composi tori (Bo).Contiene una parte monografica curata da E. Montalti sualcuni dei più rappresentativi programmi di riqualificazioneurbana della Regione Emilia-Romagna;15) “L’Ufficio Tecnico” n. 5/09, ed. Maggioli (Rn).Fra i contributi della rivista si segnalano quelli di E.Nonni e M. Benericetti sul piano strategico per il cen-tro storico di Faenza e quelli di M. Casolari e G.Biasut-ti sulla proposta sempre di piano strategico dell’OvestBresciano;16) “Scienze Regionali” n. 1/09, ed. F. Angeli (Mi).Di particolare interesse appare il saggio di D. Deidda sulprofilo territoriale delle politiche regionali 2007/2013;17) “Studi Zancan”n. 3/ 08, ed. Stampe A. Brigo (Ro).Si segnala il contributo di G. Righetto sull’urbanistica in-clusiva;18) “Abitare” n. 490/09, ed. Abitare (Mi).In questo fascicolo viene presentato l’ultimo progetto di G.De Carlo prima della scomparsa relativo al Polo ScolasticoLama Sud di Ravenna e riportato un contributo di E. Hawdsul processo di pianificazione partecipata per un villaggioarabo-israeliano in Israele;19) “Note e Commenti del Censis” n. 10/09, Licosa Spa(Roma).Il fascicolo è interamente riservato alle esperienze di SocialHousing e alle agenzie pubbliche per la casa in Italia;20) “Urbanistica Informazioni” nn. 221-222/09, ed. INU(Roma).Le sezioni monografiche comprendono contributi su Expo2015 di Milano e sul ruolo delle Fondazioni Bancarie per l’-housing sociale; è inoltre riportata la proposta di legge ur-

banistica dell’INU per il governo del territo-rio per la corrente legislatura parlamentare.

EVENTI

1) “Eire-Expo Italia Real Estate”, dal 9 al 12 giugno 2009,c/o Fiera Milano(per informazioni: tel. 02/31911911);2) “XXX Conferenza annuale di AISRE” dal 9 all’11 settem-bre 2009 a Firenze (per informazioni: www.aisre.it);3) “Greenergy Expo” del 25 al 28 novembre 2009, c/o Fie-ra Milano (per informazioni: www.zeroemission.eu).;3) “Perequazione, Compensazione, Premialità e Crediti Edi-lizi”, seminario a cura della Fondazione Astengo dell’INU,Bologna 12 giugno 2009 (per informazioni: [email protected]);È disponibile c/o il Servizio “Riqualificazione Urbana e Pro-mozione della Qualità Architettonica” la seguente documen-tazione:“Il Rapporto l’Italia dei T erritori “curato dal Censis pre-sentato a Mantova il 13/2/09; - il “V Rapporto ISPRAsulla Qualità dell’Ambiente Urbano”, contenente dati ecommenti sul consumo del suolo in Italia e sull’urbaniz-zazione delle città; - Il Rapporto 2009 dell’Ance dell’Emi-lia-Romagna, sull’industria delle costruzioni e il mercatoabitativo;-il n1/09 del “Notiziario della Fondazione Osval-do Piacentini contenente una serie di contributi sugli at-tuali temi di carattere urbanistico e sulle nuove formedel piano.Per richieste e consultazione fare riferimento a LucianoVecchi: [email protected]).

CORSI DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTOPROFESSIONALE

1) “La Valutazione di Impatto Ambientale”, corso di forma-zione organizzato dall’Associazione Analisti Ambientali e daSigea, ottobre 2009, a Roma (per informazioni: tel.06/540694).Si segnala che l’Associazione Nazionale Centri Storico-Ar-tistici(ANCSA) e il Comune di Gubbio hanno bandito il Pre-mio Gubbio 2009 relativo a progetti tesi innovative su me-todi, strumenti e criteri d’intervento sull’esistente (per in-formazioni: www.ancsa.org) e che BolognaFiere e Archi-Eu-rope organizzano per il concorso “Saie Selection 09” alloscopo di selezionare 24 progetti sul tema delle soluzioniabitative a basso costo (per informazioni: www.archi-euro-pe.com).

PROVVEDIMENTI E NORME

1) “Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, inattuazione dell’art. 119 della Costituzione”(www.senato.it);2) “Schema di decreto legge “Misure urgenti in materia diedilizia, urbanistica ed opere pubbliche (per informazioni:[email protected]);3) “Intesa Stato-Regioni-Enti Locali sulle misure di rilancioeconomico mediante il riavvio dell’attività edilizia” del2/4/09 (per informazioni: [email protected]);4) L.R. n. 2 del marzo 2009 “Tutela e sicurezza del lavoronei cantieri edili e di ingegneria civile(BUR. n. 33 del2/3/09);5) L.R. n. 5 del 24 aprile 2009 “Rideterminazione dei com-prensori di bonifica e riordino dei consorzi” (BUR. n. 74 del24/4/09);6) D.G.R. n. 1787/08 “Piano di alienazione e valorizzazio-ne del patrimonio non strategico della Regione Emilia-Ro-magna” (BUR. 13 del 27/1/09);7) D.G.R. n. 209/09 “Programmazione dei fondi Nessun Al-loggio Pubblico Sfitto” (BUR. n. 42 del 13 marzo 2009);8) D.G.R. n. 417/09 “Piano energetico regionale: approva-zione modalità e criteri per la concessione di contributi aenti locali per la realizzazione di programmi di qualificazio-ne energetica” (BUR. n. 79 del 30/4/09).

Notiziario dell’AssessoratoProgrammazione e SviluppoTerritoriale. Cooperazione col sistema delle autonomie e del Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici

www.regione.emilia-romagna.it/inforumrer/

Direttore ResponsabileRoberto Franchini

Direzione scientificaMichele Zanelli

Comitato di redazioneGianni BoselliEnrico CocchiRaffaele LungarellaPaolo MattiussiPiero OrlandiGiancarlo PoliGiovanni SantangeloClaudio TolomelliMichele Zanelli

CoordinamentoVirginia PeschieraRegione Emilia RomagnaViale Aldo Moro, 38Tel. 051 283779Fax 051 [email protected]

Stampa e composizione grafica:

Via Stalingrado 97/240128 Bologna

Autorizzazione Tribunale di Bologna n° 6928 del 13-07-1999

Informazioni sulla Riqualificazione Urbana e Territoriale