RCP Nell’Adulto
Transcript of RCP Nell’Adulto
04/05/2012
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RCP NELL’ADULTO
PATOLOGIA CARDIOVASCOLARE
È responsabile del 40% dei decessi nella popolazione al di sotto dei 75 anni di età
Nella maggior parte dei casi il ritmo di presentazione è una FV/TV cioè un ritmo defibrillabile
L’arresto cardiaco intraospedaliero si presenta più comunemente con un ritmo diverso da FV/TV
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OBIETTIVI
Precoce riconoscimento dell’alterazione delle funzioni vitali
Identificazione del paziente critico a rischio di arresto cardiaco
Prevenzione dell’arresto cardiaco
Identificare e trattare i pazienti a rischio di arresto cardiaco usando l’approccio ABCDE
Un trattamento post-arresto efficace migliora l’outcome
RICONOSCIMENTO PRECOCE DEL PAZIENTE CRITICO
La maggior parte degli arresti è prevedibile
Un deterioramento clinico precede il 50-80% degli arresti cardiaci
L’ipossia e l’ipotensione frequentemente precedono l’arresto
Ritardi nell’attivazione di specialisti intensivisti
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RICONOSCIMENTO DEL PAZIENTE CRITICO
SISTEMI A PUNTEGGIO PER L’ALLARME PRECOCE
Esempio di early warning scoring (EWS) system*
* da Prytherch et al. ViEWS—Towards a national early warning score for detecting adult in-patient deterioration. Resuscitation. 2010;81(8):932-7
RICONOSCIMENTO DEL PAZIENTE CRITICO
EARLY WARNING SCORING SYSTEMS
Esempio di protocollo basato su sistema a punteggio per l’allarme precoce (EWS)
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Le sindromi coronariche
acute
SINDROMI CORONARICHE ACUTE
Diverse presentazioni cliniche causate da:
Rottura della placca ateromasica
Spasmo della muscolatura liscia
Formazione del trombo
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PLACCA FISSURATA
SINDROMI CORONARICHE ACUTE
Sindromi causate dallo stesso processo
patologico:
Angina instabile
Infarto miocardico senza sopraslivellamento ST
Infarto miocardico con sopraslivellamento ST
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ANGINA STABILE
Dolore o malessere secondario a ischemia miocardica:
Senso di costrizione/dolore di solito in sede toracica
Può irradiarsi alla gola/braccia/dorso/epigastrio
Sempre provocato da uno sforzo
Recede con il riposo
NON E’ una sindrome coronarica acuta
ANGINA INSTABILE
1. Angina da sforzo, che diventa più frequente nell’arco di alcuni giorni, provocata da sforzi meno intensi
oppure
2. Angina ricorrente e imprevedibile – non necessariamente correlata a sforzo
oppure
3. Episodio di dolore toracico prolungato e senza causa scatenante
ECG può essere normale
Il sottoslivellamento del segmento ST suggerisce un rischio elevato
troponina normale
enzimi cardiaci di solito normali
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SOTTOSLIVELLAMENTO ACUTO DEL TRATTO ST
INFARTO SENZA SOPRASLIVELLAMENTO ST (NSTEMI)
Sintomi suggestivi per infarto miocardico acuto
Alterazioni dell’ECG non specifiche
– Sottoslivellamento segmento ST
– Inversione onda T
Aumento troponina
Di solito enzimi cardiaci elevati
– creatinchinasi (CK)
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NSTEMI
INFARTO CON SOPRASLIVELLAMENTO ST (STEMI)
Sintomi suggestivi per infarto miocardico acuto
Sopraslivellamento acuto del tratto ST
Possibile formazione onda Q
Aumento troponina
Di solito enzimi cardiaci elevati (CK)
Un trattamento precoce ed efficace può limitare il danno cardiaco e prevenire la formazione di onda Q
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STEMI ANTERO-LATERALE
BLOCCO DI BRANCA SINISTRA
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TRATTAMENTO IMMEDIATO PER TUTTE LE SINDROMI
CORONARICHE ACUTE
Approccio ABCDE
Aspirina 300 mg per os (frantumata/masticata)
Nitrati (Nitroglicerina spray o compresse)
Ossigeno, se appropriato
Morfina (o diamorfina)
TRATTAMENTO IMMEDIATO PER TUTTE LE SINDROMI
CORONARICHE ACUTE
Terapia anti-trombotica – Aspirina – Clopidogrel o prasugrel – Eparina a basso peso molecolare o fondaparinux – Se rischio molto elevato: inibitori glicoproteina IIb/IIIa
Terapia antidolorifica – Nitrati – Morfina
Ossigeno, se appropriato Protezione miocardica
– Beta bloccanti – ACE-inibitori – Angiografia coronarica/PCI nella maggior parte dei
pazienti
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STEMI (O INFARTO MIOCARDICO ACUTO CON BLOCCO DI
BRANCA SINISTRO DI NUOVA INSORGENZA)
Terapia riperfusiva in emergenza:
Angioplastica coronarica percutanea (PCI)
Terapia fibrinolitica
Evitare ritardi – “il tempo è muscolo”
ACCESSO ALLA
RIPERFUSIONE IN
EMERGENZA
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CONTROINDICAZIONI ASSOLUTE ALLA FIBRINOLISI
Precedente ictus emorragico
Altro ictus o evento cerebro-vascolare negli ultimi 6 mesi
Patologia o neoplasia del sistema nervoso centrale
Emorragia interna attiva
Dissecazione aortica
Chirurgia maggiore o traumi recenti
Patologie note della coagulazione
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Algoritmo RCP adulto
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ALGORITMO RCP DELL’ ADULTO
PER CONFERMARE L’ARRESTO CARDIACO…
Risposta del paziente
Apertura vie aeree
Valutare la respirazione
Attenzione al gasping
Valutare il circolo
Monitorizzare
Assenza di risposta?
Assenza di respiro
o presenza di gasping
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ARRESTO CARDIACO CONFERMATO
Assenza di risposta?
Assenza di respiro
o presenza di gasping
Chiamare il
team di rianimazione
ARRESTO CARDIACO CONFERMATO
Assenza di risposta?
Assenza di respiro
o presenza di gasping
Chiamare il
team di rianimazione
RCP 30:2
Connettere il defibrillatore /
monitor
Ridurre al minimo le interruzioni
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COMPRESSIONI TORACICHE
30:2
Compressioni
Al centro del torace
5-6 cm di profondità
2 al secondo
(100-120 min-1)
- rilascio
Compressioni di alta qualità con il
minimo di interruzioni
Compressioni continue dopo
protezione vie aeree
Cambio dell’operatore che esegue le
compressioni ogni 2 minuti per
evitare affaticamento
RITMI DEFIBRILLABILI E NON DEFIBRILLABILI
RIDURRE AL MINIMO LE INTERRUZIONI DELLE COMPRESSIONI TORACICHE
Controllo
del ritmo
Defibrillabile
(FV / TV senza polso)
Non-Defibrillabile
(PEA / Asistolia)
INIZIO PAUSA
RCP
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RITMO DEFIBRILLABILE (FV)
Attività elettrica
scoordinata
Grossolana/fine
Escludere artefatti
Movimento
Interferenza elettrica
Onde con forma bizzarra
e irregolare
Complessi QRS non
riconoscibili
Frequenza ed ampiezza
casuali
RITMO DEFIBRILLABILE (TV)
TV Monomorfa
– Ritmo a complessi larghi
– Frequenza elevata
– Morfologia del QRS costante
TV Polimorfa
– Torsione delle punte
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RITMO DEFIBRILLABILE (FV / TV)
RIAVVIARE RCP
Controllo
del ritmo
RITMO DEFIBRILLABILE (TV)
CARICARE DEFIBRILLATORE
Controllo
del ritmo
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RITMO DEFIBRIBILLABILE (FV / TV)
EROGARE SHOCK
Controllo
del ritmo
RITMO DEFIBRILLABILE (FV / TV)
RIAVVIARE RCP IMMEDIATAMENTE
Controllo
del ritmo
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RITMO DEFIBRILLABILE (FV / TV)
MINIMISE INTERRUPTIONS IN CHEST COMPRESSIONS
Controllo
ritmo
RIAVVIARE RCP IMMEDIATAMENTE
RIDURRE AL MINIMO LE INTERRUZIONI DELLE COMPRESSIONI TORACICHE
ENERGIE DI DEFIBRILLAZIONE
Variano a seconda delle ditte costruttrici
Controllare i defibrillatori disponibili
In caso di dubbio, erogare la massima energia
disponibile
NON RITARDARE LO SHOCK
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IN CASO DI FV / TV REFRATTARIE
2o e shock successivi
150 – 360 J bifasico
360 J monofasico
Somministrare
adrenalina e
amiodarone dopo il 3o
shock durante RCP
RCP per 2 min
RCP per 2 min
Durante RCP Adrenalina 1 mg EV
Amiodarone 300 mg EV
Erogare 2o shock
Erogare 3o shock
RITMO NON-DEFIBRILLABILE
controllo
del ritmo
Defibrillabile
(FV / TV senza polso )
Non-Defibrillabile
(PEA / Asistolia)
RIDURRE AL MINIMO LE INTERRUZIONI DELLE COMPRESSIONI TORACICHE
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RITMO NON-DEFIBRILLABILE (ASISTOLIA)
Attività ventricolare (QRS) assente
Attività atriale (onde P) può persistere
Raramente la traccia è una linea piatta
Adrenalina 1 mg EV da ripetere ogni 3-5 min
RITMO NON-DEFIBRILLABILE (ATTIVITÀ ELETTRICA SENZA
POLSO - PEA)
Caratteristiche cliniche dell’arresto cardiaco
ECG normalmente associato ad una gittata
Adrenalina 1 mg EV da ripetere ogni 3-5 min
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DURANTE RCP
Durante RCP
Garantire RCP di elevata qualità: frequenza, profondità, rilascio
Pianificare le azioni successive prima di interrompere RCP
Somministrare ossigeno
Considerare gestione avanzata della via aerea e capnografia
Compressioni toraciche continue dopo aver garantito la protezione
della via aerea
Accesso vascolare (venoso, intraosseo)
Somministrare adrenalina ogni 3-5 min Correggere le cause reversibili
VIA AEREA E VENTILAZIONE
Via aerea protetta: Dispositivo sovraglottico (es. LMA, LT, i-gel)
Tubo tracheale
Non tentare l’intubazione se non addestrati ed esperti nell’eseguire la tecnica
Una volta assicurata la via aerea, se possibile, non interrompere le compressioni toraciche per la ventilazione
Evitare l’ iperventilazione
Capnografia
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50 Intervallo di 1 minuto
37.5
25
12.5
0 mm Hg
Prima dell'intubazione I Intubato
A. Capnografia di conferma dell'inserimento del tubo endotracheale. Questo tracciato capnografico visualizza la
pressione parziale dell'espirazione di CO2 (Petco2) in mm Hg sull'asse verticale nel corso dell'intubazione. Una
volta intubato il paziente, viene rilevata l'espirazione di CO2, a conferma dell'inserimento del tubo tracheale. La
Petco2 varia durante il ciclo respiratorio, registrando i valori più alti a fine espirazione
Intervallo di 1 minuto
50
37.5
25
12.5
0 mm Hg
RCP ROSC
B. Capnografia di monitoraggio dell'efficacia degli sforzi rianimatori. Questo secondo tracciato capnografico visualizza la Petco2 in mm
Hg sull'asse verticale nel tempo. Questo paziente è intubato e sottoposto alla RCP. Si noti che la frequenza di ventilazione è di circa 8-
10 insufflazioni al minuto. Le compressioni toraciche vengono realizzate in modo continuo ad una frequenza leggermente superiore
alle 100 compressioni al minuto, ma non sono visibili con questo tracciato. La Petco2 iniziale è inferiore a 12,5 mm Hg nel corso del
primo minuto, indicando un flusso ematico estremamente basso. La Petco2 aumenta fino a 12,5-25 mm Hg nel corso del secondo e
terzo minuto, in concomitanza con l'aumento del flusso ematico prodotto dalla rianimazione. Il ripristino della circolaz ione spontanea
(ROSC) avviene nel corso del quarto minuto. Il ROSC si riconosce per l'incremento improvviso della Petco2 (visibile subito dopo la
quarta linea verticale) oltre i 40 mm Hg, in concomitanza con un aumento sostanziale del flusso ematico.
ACCESSO VASCOLARE
Periferico vs centrale
Intraosseo
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CAUSE REVERSIBILI
Ipossia Ipotermia
Iperkaliemia Ipovolemia
Tamponamento
Pneumotorace
iperTeso
Tromboembolia
Tossici
IPOSSIA
Assicurare pervietà
della via aerea
Somministrare
ossigeno
supplementare ad alto
flusso
Evitare
l’iperventilazione
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IPOVOLEMIA
Ricercare i segni di ipovolemia Anamnesi
Esame obiettivo • Emorragia interna
• Emorragia esterna
• Controllare i drenaggi chirurgici
Arrestare l’emorragia
Se vi è sospetto di ipovolemia somministrare fluidi EV
IPO/IPERKALIEMIA E DISORDINI
METABOLICI
Dosare precocemente K+
e glucosio
Controllare gli ultimi esami
di laboratorio
Iperkaliemia
Calcio cloruro
Insulina/glucosio
Ipokaliemia/
Ipomagnesiemia
Reintegro elettroliti
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IPOTERMIA
Rara nel caso di paziente ricoverati in ospedale
Usare un termometro per basse temperature
Trattare con tecniche di riscaldamento attive
Considerare bypass cardiopolmonare
PNEUMOTORACE IPERTESO
Controllare la posizione del tubo tracheale se paziente intubato
Segni clinici Riduzione murmure
vescicolare
Ipertimpanismo alla percussione
Deviazione della trachea
Trattamento iniziale con decompressione mediante ago o toracostomia
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TAMPONAMENTO CARDIACO
Difficile da diagnosticare senza ecocardiografia
Considerare in caso di trauma toracico penetrante o cardiochirurgia
Trattare con pericardiocentesi o toracotomia
TOSSICI
Rara a meno di
sovradosaggio
volontario
Controllare la scheda
della terapia
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TROMBOEMBOLIA
In caso di elevata probabilità clinica di embolia polmonare, considerare la terapia trombolitica
In caso di somministrazione di terapia trombolitica continuare RCP per 60-90 minuti prima di sospendere la rianimazione
ECOGRAFIA
In mani esperte può identificare le cause reversibili
Acquisire le immagini durante l’analisi del ritmo
Non interrompere RCP
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TRATTAMENTO NELL’IMMEDIATO POST-ARRESTO
CARDIACO
TRATTAMENTO POST-RIANIMATORIO
L’obiettivo è di ristabilire:
Una funzione cerebrale normale
Un ritmo cardiaco stabile
Un’adeguata perfusione d’organo
Un’adeguata qualità di vita
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SINDROME POST-ARRESTO CARDIACO
Danno cerebrale post-arresto cardiaco:
Coma, convulsioni, mioclonie
Disfunzione miocardica post-arresto cardiaco
Risposta sistemica secondaria ad ischemia-
riperfusione
‘Sindrome simil-settica‘
Persistenza della patologia causa dell’arresto
VIE AEREE E VENTILAZIONE
Assicurare una via aerea pervia, un’adeguata ossigenazione e ventilazione
Considerare l’intubazione tracheale, la sedazione e la ventilazione controllata
Pulsossimetria Obiettivo : SpO2 94 – 98%
Capnografia Obiettivo: normocapnia
Evitare l’iperventilazione
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VIE AEREE E VENTILAZIONE
Guarda, ascolta e senti
Considerare:
Pneumotorace semplice/iperteso
Atelettasie/focolai
Intubazione bronchiale
Edema polmonare
Inalazione
Fratture costali o volet costali
VIE AEREE E VENTILAZIONE
Posizionare un sondino naso-gastrico per
detendere lo stomaco e migliorare la
compliance polmonare
Assicurare le vie aeree per il trasferimento
Considerare l’estubazione precoce se la
ventilazione e lo stato di coscienza del paziente
migliorano rapidamente dopo il ROSC
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CIRCOLO
Frequenza cardiaca e pressione
Perfusione periferica (es. tempo di riempimento capillare)
Insufficienza del ventricolo destro
Distensione delle giugulari
Insufficienza del ventricolo sinistro
Edema polmonare
Monitorizzare ed eseguire ECG a 12 derivazioni
QUADRO NEUROLOGICO (DISABILITY)
Valutazione neurologica:
Punteggio Glasgow Coma Scale
Pupille
Tono muscolare e movimenti degli arti
Postura
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GLASGOW COMA SCALE
ULTERIORI VALUTAZIONI
Anamnesi
Condizioni cliniche prima dell’arresto
Tempo trascorso prima della rianimazione
Durata della rianimazione
Cause dell’arresto cardiaco
Anamnesi familiare
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ULTERIORI VALUTAZIONI
Monitoraggio
Parametri vitali
ECG
Pulsossimetria
Pressione arteriosa (ad es. via arteriosa)
Capnografia
Diuresi
Temperatura
ULTERIORI VALUTAZIONI
Esami
Emogasanalisi arteriosa
Emocromo completo
Ematochimici compresa glicemia
Troponine
Ripetere ECG a 12 derivazioni
Rx torace
Ecocardiografia
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RX TORACE
TRASFERIMENTO DEL PAZIENTE
Comunicare con il reparto di accettazione
Assicurare cannule, drenaggi, tubi
Aspiratore
Scorta di ossigeno
Monitoraggio
Documentazione
Ricontrollare prima della partenza
Parlare con i parenti
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OTTIMIZZAZIONE DELLE FUNZIONI D’ORGANO
CUORE
Sindrome post-arresto cardiaco
Danno da ischemia-riperfusione:
Disfunzione miocardica reversibile della durata di 2-3 giorni
Aritmie
OTTIMIZZAZIONE DELLE FUNZIONI D’ORGANO
CUORE
Deficit miocardico nonostante riempimento ottimale:
Ecocardiografia
Monitoraggio della gettata cardica
Inotropi e/o contropulsatore aortico
Pressione adeguata per ottenere:
Diuresi di 1 ml kg-1 ora-1
Normalizzazione della concentrazione di lattati
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OTTIMIZZAZIONE DELLE FUNZIONI D’ORGANO
CERVELLO
Perdita dell’autoregolazione cerebrale – mantenere una pressione arteriosa “normale”
Sedazione
Controllo delle convulsioni
Glicemia (70-180 mg/dl)
Normocapnia
Evitare/trattare l’pertermia
Considerare l’ipotermia terapeutica
IPOTERMIA TERAPUTICA
CHI RAFFREDDARE?
Gli adulti che restano privi di coscienza dopo arresto cardiaco da FV seguito da ROSC devono essere raffreddati a 32-34oC
Possibile beneficio anche per i pazienti con ROSC dopo arresto per ritmo non defibrillabile o dopo arresto intraospedaliero
Controindicazioni: sepsi severa, coagulopatia preesistente
Iniziare appena possibile e proseguire per 24 h
Riscaldare lentamente a 0.25oC/h
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IPOTERMIA TERAPUTICA
CHI RAFFREDDARE ?
Induzione con 30 ml pro kg di infusioni EV a 4oC e/o raffreddamento esterno
Mantenimento – raffreddamento esterno: Ghiaccio, teli bagnati
Coperte o placche refrigerate
Placche di gel a circolazione di acqua fredda
Mantenimento – raffreddamento interno Scambiatori di calore endovascolari
Circolazione extracorporea
IPOTERMIA TERAPEUTICA
EFFETTI FISIOLOGICI E COMPLICANZE
Brivido: sedazione +/- curarizzazione
Bradicardia ed instabilità emodinamica
Infezioni
Iperglicemia
Alterazioni elettrolitiche
Aumento dei valori di amilasi
Ridotta clearance dei farmaci
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VALUTAZIONE PROGNOSTICA
Non esistono segni clinici neurologici in grado
di predire l’outcome prima di 24 h dopo ROSC
Indici di esito sfavorevole in terza giornata:
Assenza di riflesso fotomotore e corneale
Assenza di risposta allo stimolo doloroso oppure
risposta in estensione
Affidabilità limitata di questi criteri dopo
ipotermia terapeutica
DONAZIONE DI ORGANI
I pazienti che non sopravvivono all’arresto
cardiaco possono essere:
Donatori a cuore battente (morte cerebrale)
Donatori a cuore non battente (donazione da
cadavere)
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DOMANDE?