Ravenna: la tomba di Dante

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La tomba di Dante La tomba di Dante è un monumento funebre eretto presso la Basilica di San Francesco nel centro di Ravenna , città nella quale il Sommo Poeta visse gli ultimi anni della propria esistenza, morendovi la notte tra il 13 e il 14 settembre del 1321 . A Dante non è stato mai eretto un grandioso monumento, forse anche perché, dopo la sua morte, trovò sepoltura sotto un portichetto all'esterno della vicina chiesa di San Francesco. Sembra che Guido Novello da Polenta avesse intenzione di costruire un degno monumento, ma pochi mesi dopo la morte del poeta perse la signoria della città.

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La tomba di Dante

La tomba di Dante è un monumento funebre eretto presso la

Basilica di San Francesco nel centro di Ravenna, città nella quale

il Sommo Poeta visse gli ultimi anni della propria esistenza,

morendovi la notte tra il 13 e il 14 settembre del 1321.

A Dante non è stato mai eretto un grandioso monumento, forse

anche perché, dopo la sua morte, trovò sepoltura sotto un

portichetto all'esterno della vicina chiesa di San Francesco.

Sembra che Guido Novello da Polenta avesse intenzione di

costruire un degno monumento, ma pochi mesi dopo la morte del

poeta perse la signoria della città.

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Descrizione:

L'attuale tempietto sobrio in stile

neoclassico, si deve al volere del

Cardinale Legato Luigi Valenti Gonzaga

che ne affidò il lavoro all'architetto Camillo

Morigia nel 1780.

Il tempio presenta una facciata esterna

molto semplice, con una porta sovrastata

dallo stemma arcivescovile del Cardinal

Gonzaga, e sulla cui architrave è scritto in

latino: Dantis poetae sepulcrum.

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L'interno, ben rivestito di marmi, conserva

l'urna sepolcrale con le ossa di Dante, fatta

fare nel 1483 da Bernardo Bembo,

capitano e podestà di Ravenna, sulla quale

fece scolpire l'epitaffio latino che significa: “

I diritti della monarchia, i cieli e le acque di

Flegetone visitando cantai, finché volse il

mio destino mortale. Ma poiché la mia

anima andò ospite in luoghi migliori e più

beata raggiunse fra gli astri il suo Creatore,

qui sono rinchiuso io, Dante, esule dalla

patria terra, cui generò Firenze, madre di

poco amore.” Inoltre, Bernardo Bembo

incaricò Pietro Lombardo di raffigurare il

Poeta raccolto e pensieroso accanto a un

leggio.

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Sopra il bassorilievo si trova una croce d'oro, posta nel 1965

(settimo centenario della nascita del Poeta) che fu donata da

Paolo VI. Poggiata a terra una ghirlanda in bronzo, donata

dall'esercito vittorioso della Prima Guerra Mondiale fu deposta

qui nel 1921. Al centro pende una lampada accesa, che è

alimentata dall'olio offerto ogni anno dal comune di Firenze nel

ricordo dell'anniversario della morte di Dante. Sulla parete

destra, una lapide in marmo ricorda i vari restauri e le varie

sistemazioni della tomba.

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La vicenda delle ossa di Dante:

Nel 1519 i fiorentini ottennero da papa Leone X, fiorentino, il

permesso di prelevare le ossa di Dante per portarle a Firenze, ma,

giunti a Ravenna, trovarono l'urna vuota. I frati francescani, la notte

precedente, avevano prelevato e nascosto le ossa nel vicino

convento.

Nel 1677 Padre Antonio Santi le collocò in una cassetta di legno. La

piccola cassetta, nel 1810, quando i frati dovettero lasciare il

convento, venne nascosta sotto la soglia di una vecchia porta presso

Braccioforte (in foto), per essere poi ritrovata casualmente nel 1865.

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Dopo un'esposizione

pubblica, le ossa furono

rimesse nel sarcofago

originario dentro il tempietto,

dal quale furono tolte solo

nel marzo 1944 per evitare

che i bombardamenti le

distruggessero. Le ossa,

però, furono anche ricoperte

da uno strato di cemento

armato al di sopra del quale

si trovavano delle ossa

anonime, messe

appositamente per diminuire

il rischio di rapimento. Oggi il

tumulo è contrassegnato da

una lapide (in foto) e coperto

da vegetazione.