Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

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Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020 Antonio Bonetti Nota 1/2017 - Marzo 2017 Centro Studi F4R Lab Area di ricerca: EUROPA 4.0

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Ratio, obiettivi e strumenti dei

Fondi Strutturali 2014-2020Fondi Strutturali 2014-2020

Antonio Bonetti

Nota 1/2017 - Marzo 2017

Centro Studi F4R LabArea di ricerca: EUROPA 4.0

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OBIETTIVI E LIMITI DELLA NOTA

Obiettivi:� presentare la ratio dei Fondi Strutturali e il legame di questi finanziamenti dell’UE con lastrategia “Europe 2020”,� presentare gli obiettivi e gli strumenti dei Fondi Strutturali.

Antonio Bonetti

N.B. La Nota è stata chiusa il 3 Marzo 2017.Una precedente versione è disponibile sul sito www.bonetti4reforms.com dal marzo 2016

Limiti:� non vengono presentate le altre politiche strutturali dell’UE (politica per lo sviluppo rurale epolitica per la pesca);� non viene trattata in modo diffuso la programmazione dei Fondi Strutturali in Italia.

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SEZIONI DELLA NOTA

Sezione 1. Il sistema di finanza pubblica dell’UE e le politiche strutturaliSezione 2. La “politica di coesione” e i Fondi Strutturali

Antonio Bonetti

Allegato I – La mappatura dei fondi europeiAllegato II – Appalti pubblici e sovvenzioniAllegato III – I metodi di esecuzione del bilancio dell’UEAllegato IV – L’Accordo di Partenariato dell’ItaliaAllegato V – Sinergie fra il Fondo Sociale Europeo ed altri strumenti per la valorizzazione dellerisorse umane e l’inclusione sociale

N.B. La Nota non prende in considerazione la c.d. “Brexit” (uscita dal Regno Unito dalla UE)e i suoi possibili effetti

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L’Unione Europea è un organizzazione internazionale sui generis.

Presenta diversi elementi distintivi rispetto ad altre organizzazioni internazionali, fra i quali spicca il fattoche essa possiede un bilancio finanziario finanziato (in parte) con “risorse proprie” e non solo con

Sezione 1. IL SISTEMA DI FINANZA PUBBLICA DELL’UE E LE POLITICHE STRUTTURALI

1.1. L’UE e le sue politiche

che essa possiede un bilancio finanziario finanziato (in parte) con “risorse proprie” e non solo concontributi degli Stati Membri (SM) che ne fanno parte.

Le spese dell’UE finanziano le politiche interne dell’UE e le politiche esterne (“azione esterna”), comedisciplinate dal Trattato di Lisbona, entrato in vigore il 1 dicembre 2009, dal ponderoso corpus normativoderivato che disciplina l’UE e le sue politiche e da Accordi internazionali.Il Trattato di Lisbona è articolato in due Tomi:� Trattato sull’UE (TUE),� Trattato sul Funzionamento dell’UE (TFUE).

Antonio Bonetti

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Il sistema di finanza pubblica dell’UE è molto complesso. Esso dal lato delle spese verte su:

1. Quadro Finanziario Pluriennale (QFP), che ha validità pluriennale, ma non ha funzioni autorizzativa

delle spese. La funzione di autorizzazione delle spese compete solo al bilancio annuale;

1.2. L’UE e le sue spese

2. Il bilancio annuale che assolve a funzioni:

- politiche. Esso sintetizza decisioni che dipendono da delicati negoziati fra i diversi Stati Membri (SM) e frale stesse Istituzioni europee;

- contabili. Riporta i valori finanziari preventivi delle entrate e delle spese;

- legali. E’ lo strumento autorizzativo delle spese.

N.B. Per una presentazione più completa si veda la Guida di F4R Lab “La mappatura dei fondi

europei 2014-2020”

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1.3. La base giuridica del sistema di finanza pubblica dell’UE (I)

Entrate (Risorse Proprie)- Decisione sulle Risorse Proprie (RP)

- Regolamento di esecuzione del Consiglio sulle RP

Uscite pluriennali

(Quadro Finanziario Pluriennale)

Bilancio annualeBilancio annuale

- TFUE- Diritto derivato

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1. Artt. 310-325 del TFUE

2. AccordoInterIstituzionale (AII) sul QFP

3. Regolamento sul QFP

1.4. La base giuridica del sistema di finanza pubblica dell’UE (II)

Uscite(QFP e

bilancio annuale)

3. Regolamento sul QFP(Reg. (UE; Euratom) N. 1311/2013)

4. Approvazione del bilancio annuale

5. Regolamento sui Programmi “a gestione diretta”

6. Regolamento sui fondi “a gestione concorrente”

7. Regolamenti finanziari e/o attuativi

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1.5. Il Quadro Finanziario Pluriennale (QFP)

Il Quadro Finanziario Pluriennale (noto anche come Prospettive Finanziarie – PF) è articolato inrubriche (headings) e sotto-rubriche che corrispondono alle principali priorità di policy dell’UEnei vari cicli di programmazione.

Vige il principio di rigida separazione fra rubriche e sotto-rubriche del QFP (sono vietati gli stornidi fondi fra rubriche).di fondi fra rubriche).

Le rubriche del QFP, quindi, sono le grandi categorie di spesa al cui interno trovano finanziamentoi Programmi pluriennali di intervento dell'UE.

Tutti i Programmi/Fondi devono avere una base giuridica autonoma (Regolamento o Decisione).Nel periodo di programmazione 2014-2020 diversi Programmi pluriennali sono impostati come“programmi-quadro” e, quindi, sovente la loro base normativa è molto articolata (è il caso delProgramma per la ricerca Horizon 2020, ma anche del Programma per l’Asilo, le Migrazioni el’Integrazione).

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1.6. Principi generali del QFP

1. Il QFP non è uno strumento autorizzativo della spesa;

2. Il QFP è diviso in rubriche e sotto-rubriche;

3. Vige il principio di rigida separazione fra rubriche e sotto-rubriche del QFP (sono vietati gli3. Vige il principio di rigida separazione fra rubriche e sotto-rubriche del QFP (sono vietati gli

storni di fondi fra rubriche).

4. Il QFP 2014-2020 è disciplinato dal Reg. (UE, Euratom) N. 1311/2013 del Consiglio.

Il Reg. (UE, Euratom) N. 966/2012 riporta i principi di bilancio e le modalità di esecuzione del

bilancio. In sostanza, l’implementazione la gestione finanziaria di tutti i Programmi/fondi

dell’UE trova la base giuridica fondamentale in questo regolamento.

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1.7. Priorità di policy del QFP nel periodo 2014-2020

Le Prospettive Finanziarie (PF) per il periodo 2014-2020 sono imperniate su tre principali obiettivipolitici:

1. il rilancio della crescita e della competitività dell'UE, attraverso una strategia compatibile con iprincipi della coesione e dello sviluppo sostenibile (rubriche 1 e 2);

2. il rafforzamento del concetto di "cittadinanza europea“ (più ampia e diversificata offerta di beni eservizi di pubblica utilità e strutturazione di un'unica area di liberà, sicurezza e giustizia - rubrica 3);

3. il rafforzamento del ruolo strategico dell'UE nel quadro geo-politico internazionale (rubrica 4).

Il QFP 2014-2020 è riferito a 28 SM e presenta un budget “ancorato” alle RisorseProprie (RP). Il tetto massimo delle RP è fissato all’1,23% del Reddito NazionaleLordo dell’UE a prezzi di mercato.Gli stanziamenti per impegni per il periodo 2014-2020 sono stati fissati a 959 988Milioni di Euro a prezzi 2011 (fonte: Reg. (UE, Euratom) 1311/2013).

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1A Competitività per la crescita e l’occupazione

1B Coesione economica, sociale e territoriale

1.8. Le rubriche (headings) del QFP nel periodo 2014-2020

2. Crescita sostenibile

3. Sicurezza e cittadinanza

4. Ruolo mondiale dell’Europa

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1.9. Strumenti finanziari non inclusi nel QFP 2014-2020

Il QFP prevede che alcuni strumenti finanziari vengano finanziati “fuori bilancio”. Fra questi si

segnalano:

�Fondo di solidarietà dell’UE,

�Fondo di adeguamento alla globalizzazione.�Fondo di adeguamento alla globalizzazione.

Tali strumenti, anche se finanziati anno per anno, sono tuttavia disciplinati dalla normativa già

richiamata prima.

N.B. Un fondo di grande interesse per le ONG che implementano progetti di cooperazione – il

Fondo Europeo di Sviluppo (EDF) istituito nel 1958 – segue logiche di finanziamento e gestione del

tutto avulse dal QFP.

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1.10. Il QFP e la “mappatura” dei fondi europei

Le risorse finanziarie del bilancio dell’UE sono modeste (circa l’1% del RNL dell’UE), ma vi sono numerosiProgrammi/fondi.E’ facile, pertanto, non riuscire a cogliere il nesso logico fra politiche e strumenti di finanziamento (unelemento di estrema rilevanza per proporre progetti “pertinenti” e ben formulati).E’ opportuno, quindi, procedere a una “mappatura” dei fondi europei, sulla base di vari parametri:Tipologia dei fondi (modalità di erogazione dei fondi, indicate, anche nel regolamento finanziario, come “operazioni di spesa”);“operazioni di spesa”);Modalità di gestione (“metodo di esecuzione” del bilancio);Enti erogatori (enti preposti alla gestione);Ambito di policy (tipo di politiche pubbliche finanziate o settori economici di intervento);Soggetti beneficiari (coloro che riceveranno e gestiranno i fondi);Destinatari finali (‘gruppo target’).

L’approccio strategico ai fondi dell’UE richiede di capire bene il legame fra politiche dell’UE erelativi strumenti di finanziamento.Per questo si procede alla “mappatura” dei fondi dell’UE, che, peraltro, impone anche diindividuare correttamente i veri soggetti erogatori dei fondi. Si veda l’Allegato I.Questo implica, infine, un miglioramento dei processi di accesso alle informazioni rilevanti.

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Il Reg. (UE, Euratom) N. 966/2012 – il nuovo regolamento finanziario generale sulla gestionedel Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) e del bilancio annuale – indica quattro modalità dierogazione dei fondi dell’UE (quattro “operazioni di spesa” dell’UE):

1.11. La mappatura per tipologia di fondi (per “operazioni di spesa”)

• appalti pubblici (Titolo V del regolamento finanziario),• sovvenzioni (Titolo VI),• premi (Titolo VII, art. 138),• strumenti finanziari (Titolo VIII, artt. 139-140).

I Programmi “a gestione diretta” (Programmi “tematici”) e “agestione concorrente” (Programmi “territoriali”), una voltaapprovati, vengono attuati principalmente attraversoSovvenzioni (grants) e Appalti pubblici (public contracts).

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Nonostante nel corso del tempo sia cresciuta la quota di risorse dell’UE gestite attraverso“strumenti finanziari” (in genere strumenti di finanza strutturata la cui gestione è attribuita allaBEI e al FEI), i principali tipi di strumenti finanziari sono Sovvenzioni (grants) e Appaltipubblici (public contracts). Si veda l’Allegato II alla Nota.

1.12 . Il QFP dell’UE e le “operazioni di spesa”

Le Sovvenzioni (grants), nell’ambito dei Programmi “settoriali”, sono accordate a titolo di liberalità perfinanziare azioni volte a promuovere la realizzazione di un obiettivo che si iscrive nel quadro di una politicadell'UE (art. 121 del regolamento finanziario).

Le varie DG della Commissione, le agenzie delegate, le “agenzie nazionali” e gli altri enti delegati alla gestione“indiretta” gestiscono concretamente le Sovvenzioni attraverso la pubblicazione periodica di inviti apresentare proposte (Calls for Proposals) sul loro sito Web e sulla GUUE Serie Comunicazioni (GUUESerie C).

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1.13. Le “sovvenzioni”

L’art. 123 del regolamento finanziario indica che le sovvenzioni possono assumere le seguentiforme:(i) rimborso di una data percentuale dei costi ammissibili effettivamente sostenuti,(ii) rimborso sulla base dei costi unitari,(iii) somme forfettarie,(iii) somme forfettarie,(iv) finanziamento a tasso fisso,(v) una combinazione delle precedenti forme.

N.B. Le sovvenzioni corrispondono agli Avvisi pubblici disciplinati in Italia dall’art. 12 della L.241/1990.

La forma più diffusa di sovvenzione (“rimborso di una data percentuale deicosti ammissibili sostenuti”) richiama il principio generale del cofinanziamentodei fondi dell’UE, per cui tutti i contributi dell’UE richiedono unacompartecipazione finanziaria ai beneficiari. La copertura al 100% delle speseinteressa, in via eccezionale, pochissime linee di bilancio dell’UE.

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Il Reg. (UE, Euratom) N. 966/2012 – il nuovo regolamento finanziario sui fondi dell’UE - ha fattofinalmente maggiore chiarezza sui metodi di esecuzione del bilancio (si veda l’Allegato III).

L’esecuzione del bilancio dell’UE è disciplinata dal Titolo IV del Regolamento 966/2012. In particolare, l’art.58 distingue chiaramente fra:1 gestione diretta - L'implementazione dei Programmi è gestita direttamente da:

1.14. I metodi di esecuzione del bilancio dell’UE

1 gestione diretta - L'implementazione dei Programmi è gestita direttamente da:- Direzioni Generali e Servizi della Commissione. - Delegazioni dell’UE (presso Paesi Terzi).- Agenzie esecutive, di diretta emanazione della Commissione;2 gestione concorrente - Le funzioni di gestione finanziaria e di esecuzione degli interventi sono affidate adAmministrazioni nazionali e regionali degli Stati Membri (formalmente il Regolamento indica gli SM);3 gestione indiretta.

Quanto sopra significa che, sul piano formale, è errato parlare di “gestioneindiretta” dei fondi delle politiche strutturali di sviluppo cofinanziate dai FondiStrutturali e di Investimento Europeo (Fondi SIE).

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1.15. Programmi e fondi “a gestione diretta” e “a gestione concorrente”

Tale distinzione (molto usata e certamente utile a fini didattici) è solo una approssimazione, dato che:� non tutti i Fondi “tematici” della UE sono gestiti direttamente solo da DG della Commissione e/o da agenzie delegate;� diversamente dai primi cicli di programmazione degli anni Novanta, fra i fondi “a gestione concorrente” non è più corretto annoverare solo i Fondi Strutturali.

Tuttavia, tale distinzione è certamente molto utile. Si deve anche considerare che alle due diverse tipologieprincipali di esecuzione del bilancio dell’UE corrispondono anche diversi obiettivi strategici e tipologie di azioniammissibili a beneficio. In particolare, va sempre ricordato che:� i Programmi “tematici” – anche quelli la cui gestione è delegata ad agenzie “nazionali” - sono concepiti con ilfine di premiare l’eccellenza e l’innovazione tecnologica e sociale,� tali Programmi, in genere a gestione diretta, in sostanza, finanziano azioni immateriali e sperimentali (ricerche,studi, seminari, scambi di esperienze e best practices) e azioni volte ad abbattere le “barriere non tecnologiche”.Non finanziano, pertanto, le opere infrastrutturali.

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Politiche interne -Fondi

dell’UE

Programmi/fondi “tematici”

Strumenti finanziari

1.16. Politiche interne e sovvenzioni dell’UE a gestione diretta e “a gestione concorrente”

Fondi “a gestione diretta”

dell’UE“tematici”

Fondi SIE

Fondi “a gestione concorrente”

Sovvenzioni

Altri Fondi (FAMI, FEAD) e alcune linee di finanziamento

del I Pilastro della PAC

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1.17. Programmi e fondi “a gestione concorrente”

Il Reg. (UE, Euratom) N. 966/2012 ha chiarito meglio quali sono le politiche e i Fondi “agestione concorrente”.

Tradizionalmente come Fondi “a gestione concorrente” venivano indicati i Fondi “a finalitàstrutturale” (Fondi Strutturali della politica di coesione, fondi per lo sviluppo rurale, fondi per lastrutturale” (Fondi Strutturali della politica di coesione, fondi per lo sviluppo rurale, fondi per lapesca).

Ora vengono inclusi fra i fondi “a gestione concorrente” anche:- gli interventi nel settore dell’immigrazione e della tutela dei richiedenti asilo;- altri interventi nel settore libertà, sicurezza e giustizia (art. 175 del regolamento finanziario) *.

Questo è il motivo, ad esempio, per cui parte degli interventi del complessoFondo per l’Asilo, le Migrazioni e l’Integrazione (FAMI) è realizzatotramite Programmi nazionali. Il Programma nazionale FAMI è gestito dalMinistero dell’Interno e si può scaricare dal sito web di questo Ministero.

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1. I Fondi “a gestione concorrente” di queste politiche sono relativamente pochi in relazione all'ampionovero di strumenti di finanziamento dell'UE gestiti direttamente dalla Commissione o da agenzieesecutive, ma la stessa Commissione stima che assorbano oltre il 75% del bilancio annuale dell’UE;

2. nel caso di tali strumenti, in sostanza, le stesse procedure di assegnazione dei contributi previstedal regolamento finanziario generale e dalla disciplina comunitaria sugli appalti pubblici sono gestite

1.18. Fondi “a gestione concorrente” della politica di coesione, della PAC

e della politica della pesca (Fondi SIE)

dal regolamento finanziario generale e dalla disciplina comunitaria sugli appalti pubblici sono gestitedirettamente dalle Autorità di Gestione titolari dei programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali, dalFondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) e dal Fondo Europeo per le AttivitàMarittime e la Pesca (FEAMP).

Si parla di gestione “concorrente” in quanto l’attuazione di questi Fondi e dei relativi Programmi implica lacompartecipazione decisionale, attuativa e a livello finanziario di più livelli di governo. In pratica, talemodello di esecuzione del bilancio è quello che maggiormente rispecchia il c.d. “principio di sussidiarietà” e,soprattutto con riguardo alla politica di coesione, ha condotto un peculiare sistema di governo indicato come“multi level governance”.Alla luce di queste considerazioni e delle disposizioni del regolamento finanziario si possono delineare piùlivelli di Enti delegati alla gestione (“contracting authorities”) dei fondi dell’UE (v. Slide che segue).

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1.19. Mappatura per modalità di gestione dei fondi ed enti erogatori (I)

1Distinzione fra fondi “diretti” (“tematici”) e

fondi “a gestione concorrente”

Mappatura per modalità di gestione del bilancio dell’UE

2

Mappatura per enti preposti alla gestione (enti erogatori)

fondi “a gestione concorrente”

Rilevanza del sistema di Multi Level Governance dell’UE(anche gli enti gestori si collocano su più livelli di governo, dalle

DG della Commissione agli OI)

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TIPOLOGIE DI FONDI ENTI DELEGATI ALLA GESTIONE

Fondi tematici (fondi diretti)

Fondi tematici a gestione centralizzata D.G. della CommissioneAgenzie esecutive

Fondi tematici a gestione decentrata Ministeri (Governo centrale)

1.20. Mappatura per modalità di gestione dei fondi ed enti erogatori (II)

Fondi tematici a gestione decentrata Ministeri (Governo centrale)Agenzie nazionali

Fondi a gestione concorrente

Fondi SIEMinisteri (Governo centrale)

RegioniOrganismi Intermedi (es. GAL)

Altri fondi a gestione concorrente Ministeri (Governo centrale)

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1.21. Mappatura “settoriale” dei fondi

Tale mappatura fa riferimento ai settori di intervento dei vari fondi dell’UE. A seconda di comevengono individuati i settori, si può distinguere:

- una mappatura oggettiva basata sulla classificazione statistico-economica dei settori(Classificazione NACE-ATECO dei settori produttivi);(Classificazione NACE-ATECO dei settori produttivi);- una mappatura soggettiva in cui la definizione del settore di interesse (e la conseguenteindividuazione delle linee di finanziamento più adatte) è stabilita autonomamente da analistidelle politiche europee, esperti di europrogettazione e dirigenti di organizzazioni privati e di Entidella PA.

N.B. Si preferisce parlare di mappatura “settoriale” e non “tematica” per non ingenerare confusione. Molto spesso, infatti, i Programmi“a gestione diretta” vengono anche indicati come Programmi “tematici” negli stessi documenti di lavoro della Commissione. Lamappatura “settoriale” qui presentata, invece, intende fare riferimento all’intero spettro dei finanziamenti europei.

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1.22. Mappatura dei fondi per ambiti di policy

Tale mappatura fa riferimento agli ambiti di intervento delle politiche pubbliche (politicheindustriali, politiche sanitarie, altro).

Questa mappatura è molto rilevante per:� definire un approccio strategico all’accesso ai fondi dell’UE,� definire un approccio strategico all’accesso ai fondi dell’UE,� delineare la matrice di finanziabilità delle organizzazioni (sia essa un Ente locale, o unaimpresa commerciale o anche un ente non profit) e quella relativa al progetto,� organizzare meglio la stessa strategia di accesso alle informazioni realmente rilevanti (e anchele strategie di lobbying, in quanto servono anche quelle),� formulare i progetti in modo che siano coerenti con le politiche generali dell’UE.

N.B. Tale mappatura, inevitabilmente, tende a sovrapporsi a quella “settoriale”, ma essa si distingue in quanto si fa riferimento asettori di intervento (delle policies ) come indicati dal legislatore europeo.

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1.23. Politiche settoriali e fondi dell’UE “diretti” (I)

Politiche per la ricerca, la tutela della salute e

l’invecchiamento attivo

Horizon 2020 – Pilastro III Sfide sociali (Sfida 1 “Salute”) HealthIniziativa AAL - “Active and Assisted Living” (ex “Ambient and Assisted Living”)Assisted Living”)

Politiche per la ricerca nel settore aerospaziale

Horizon 2020 – Pilastro II Leadership industriale (tema “Spazio”)Iniziativa “Copernicus”Iniziativa “Galileo”

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1.24. Politiche settoriali e fondi dell’UE “diretti” (II)

Politiche per la tutela dell’ambiente e la mobilità

sostenibile

LIFE (Sottoprogramma “Ambiente” e sottoprogramma “Clima/Adattamento al cambiamento climatico”)Meccanismo Unionale di Protezione CivileConnecting Europe Facility (CEF)Connecting Europe Facility (CEF)

Politiche per l’educazione, l’apprendimento

permanente, la cultura e la cittadinanza europea

Erasmus PlusEuropa CreativaEuropa per i cittadini

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1.25. Politiche settoriali e fondi dell’UE “diretti” (III)

Politiche per la tutela dei diritti dei cittadini e la

giustizia

Fondo per la sicurezza internaFondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI)GiustiziaTutela dei ConsumatoriProgramma Diritti, Uguaglianza e CittadinanzaProgramma Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza

Politiche per il sostegno di PMI e imprese “a vocazione

sociale” (*)

COSMEEaSI

(*) COSME ed EaSI sono programmi-quadro e, quindi, sono previsti piùambiti di intervento.Ambedue i Programmi prevedono un ampio ricorso agli “strumenti finanziari”per il sostegno a PMI e imprese “a vocazione sociale” .

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Il bilancio dell’UE finanzia le politiche dell’UE.Tutti i Programmi di spesa pluriennale sono predisposti dalle varie Direzioni Generali (DG) della Commissionee devono essere approvati dal Consiglio dell’UE e/o congiuntamente dal Consiglio e dal Parlamento Europeo.

Sezione 2. LA “POLITICA DI COESIONE” E I FONDI STRUTTURALI

2.1. Politiche dell’UE nel periodo 2014-2020 e programmi di spesa

e devono essere approvati dal Consiglio dell’UE e/o congiuntamente dal Consiglio e dal Parlamento Europeo.

Questa indicazione vale solo parzialmente nel caso dei Programmi “a gestione concorrente”, soprattutto quellidella politica di coesione e di quella per lo sviluppo rurale. Per questi Programmi/Fondi, infatti, la“concorrenza” di responsabilità si realizza sin dalla fase di formulazione.Questi ultimi Programmi/Fondi, una volta approvati, sono gestiti, de facto, dalle Amministrazioni centrali degliStati Membri (SM) e/o dalle Regioni.I Programmi “a gestione diretta” (indicati anche come Programmi “tematici” o “settoriali”) e quelli “a gestioneindiretta”, una volta approvati dal Consiglio dell’UE (nel caso di procedura di decisione) o dal Consiglio e dalParlamento (nel caso di procedura di codecisione) vengono concretamente attuati dalle DG della Commissioneo da agenzie delegate.

Antonio Bonetti

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Politicheinterne

Politiche dell’UE Fondi dell’UE

Fondi delle rubriche1-3 del QFP

Programmi/fondi “tematici”

Fondi “territoriali” (a finalità

2.2. Le politiche dell’UE e le rubriche del QFP 2014-2020

Azioneesterna

Fondi della rubrica 4 del QFP

Fondi “territoriali” (a finalità strutturale)

Programmi/fondi “tematici”

Programmi/fondi “geografici”

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Il framework generale delle politiche europee (in particolare quelle “interne”) è completamente delineato per ilperiodo di programmazione in corso dalla strategia “Europe 2020”, approvata dal Consiglio Europeo nel giugno2010 e in vigore, stante la possibilità di una revisione intermedia, fino al 2020.La strategia Europe 2020, diversamente dall’agenda di Lisbona del decennio precedente, ha una impostazionestrategica più semplice e al tempo stesso meno evasiva, nel senso che sono chiaramente indicati i contorni dellastrategia di rilancio della competitività dei sistemi produttivi europei.Essa è strutturata in 3 priorità strategiche e 7 “Iniziative Faro” (flagship initiatives). Le tre priorità sono:

2.3. La strategia “Europe 2020” e le politiche dell’UE nel periodo 2014-2020

Essa è strutturata in 3 priorità strategiche e 7 “Iniziative Faro” (flagship initiatives). Le tre priorità sono:� Smart growth – Crescita intelligente: un’economia basata sulla conoscenza e sull’innovazione;� Sustainable growth – Crescita sostenibile: promuovere una economia più efficiente sotto il profilo dellerisorse, più verde e più competitiva;� Inclusive growth – Crescita inclusiva: un’economia con un alto tasso di occupazione che favorisca lacoesione economica, sociale e territoriale.

N.B. Priorità strategiche e “flagship initiative” devono concorrere a raggiungere 5 grandi variabili chiave (obiettivi quantificati)delle politiche europee (tasso di occupazione; quota della spesa per ricerca sul PIL pari al 3%; traguardi 20/20/20 in materia diclima/energia; tasso di abbandono scolastico; riduzione delle persone a rischio povertà di 20 milioni).

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2.4. La strategia “Europe 2020”: le “flagship initiatives”

Priorità strategiche Iniziative Faro

Crescita intelligente(Smart Growth)

Unione dell’Innovazione

Youth on the move(Smart Growth) Youth on the move

Un’agenda digitale europea

Crescita sostenibile

(Sustainable Growth)

Un’Europa efficiente sotto il profilo delle risorse

Una politica industriale per l’era della globalizzazione

Crescita inclusiva

(Inclusive Growth)

Un’agenda per nuove competenze e nuovi posti di lavoro

Piattaforma europea contro la povertà

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2.5. La strategia “Europe 2020” e le politiche dell’UE

Politiche nazionali (in base al c.d. “semestre

europeo”)

Politiche regolative (*)

Programmi Nazionalidi Riforma (PNR)

Europe 2020

Programmi/fondi “tematici”

Fondi SIEPolitiche strutturali

Politiche europee (interne ed esterne)

Politiche tematiche (settoriali)

(*) Le politiche regolative (norme del diritto dell’UE) sono cruciali in primis per migliorare il mercato interno e sostenere gli scambi commerciali

Page 34: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

2.6. La strategia “Europe 2020”, le politiche strutturali dell’UE e i PNR

Politica Comune per la Pesca

Politica di sviluppo rurale

Politiche Strutturali

Accordo di

Europe 2020

Programmi Nazionali di Riforma (PNR)

Politica di coesione

StrutturaliAccordo di

Partenariato

(*) Entro il 30 Aprile di ogni anno gli Stati Membri che hanno ratificato il “fiscal compact” devono presentare: (i) il PNR, (ii) il Programma di Stabilità (delle finanze pubbliche)

Page 35: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

2.7. Il QFP 2014-2020 e la “politica di coesione”

Per “politica di coesione” si intende la politica regionale dell’UE. La base giuridica fondamentale ècostituita dal Titolo XVIII del TFUE “Coesione economica, sociale e territoriale”, in particolaredall’art. 174 del TFUE.

Per vari motivi è la politica dell’UE dotata del budget più elevato nella programmazione 2014-2020Per vari motivi è la politica dell’UE dotata del budget più elevato nella programmazione 2014-2020(circa 325 Miliardi di Euro a prezzi 2011 in termini di stanziamento di impegni).

Come anticipato, essa è integralmente contenuta nella sottorubrica IB del QFP 2014-2020,venendo ad includere i seguenti fondi dell’UE:� Fondi Strutturali (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale – FESR e Fondo Sociale Europeo - FSE);� Fondo di Coesione (non interessa l’Italia);� Fondo per la Youth Employment Initiative (YEI), che segue i meccanismi attuativi del FSE. InItalia, la YEI è attuata tramite il Programma “Iniziativa Occupazione Giovani”, anche indicato come“Garanzia Giovani”.

Page 36: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

2.8. Le politiche strutturali e i Fondi SIE 2014-2020

Fondi SIEFondi SIE

Fondi Strutturali

Politiche strutturaliPolitiche strutturali

Politica regionale per le regioni NUTS II

Fondo di Coesione

FEASR

FEAMP

Politica regionale per le regioni NUTS II

Politica regionale per SM con RNL/ab. < 90% Media UE

Misure per lo Sviluppo Rurale

Misure della Politica Comune per la Pesca

FEASR: Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo RuraleFEAMP: Fondo Europeo per le Attività Marittime e la Pesca

Page 37: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

2.9. La politica di coesione e il legame logico dei Fondi SIE con “Europe 2020”

I Fondi Strutturali (FESR e FSE) anche nella programmazione in corso sono gli strumenti piùimportanti nell’ambito dei finanziamenti “a gestione concorrente” dell’UE (*).Da un lato, essi, continuano ad essere il principale strumento della politica di coesione economica,sociale e territoriale dell’UE (politica regionale europea). Al contempo, essi sono stati pensati come ilprincipale strumento di sostegno agli investimenti produttivi della strategia “Europe 2020”.

Non a caso, tutti i Fondi richiamati sopra – FESR, FSE, FEASR e FEAMP - vengono indicati comeFondi Strutturali e di Investimento Europeo (Fondi SIE) ed inoltre vengono disciplinati da un soloregolamento-quadro (o regolamento generale) pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’UE (GUUE) neldicembre 2013.

(*) Il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR) è stato istituito nel1975 e nel tempo è diventato il principale strumento della politica di coesione.Il Fondo Sociale Europeo (FSE), previsto già nei Trattati di Roma del 1957, èstato formalmente reso operativo nel 1963.

Fra i Fondi SIE va annoverato anche il Fondo di Coesione che è stato istituitonel 1992.

Page 38: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

2.10. Il legame logico dei Fondi SIE con “Europe 2020”: i fattori che lo determinano

Europe 2020 Politiche strutturali (Fondi SIE)

Programmazione top-down e base normativa informata a obiettivi e flagship initiatives della strategia “Europe 2020”a obiettivi e flagship initiatives della strategia “Europe 2020”

Obiettivi delle politiche strutturali coerenti rispetto a quelli della strategia “Europe 2020” (Obiettivi Tematici dei Fondi SIE)

Concentrazione “tematica” e vincoli sull’allocazione delle risorse del FESR e del FSE

Impostazione della specifica strategia per l’innovazione ex RIS3 (*)

(*) Per RIS3 (Regional Innovation Smart Specialisation Strategy), come si spiega meglio più avanti, si intende unnuovo approccio alla formulazione delle strategie nazionali/regionali per la ricerca e l’innovazione, per renderle piùcoerenti con la strategia europea per la competitività e anche con i “punti di forza” dei contesti regionali.

Page 39: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

2.11. Sistema di Multi Level Governance della politica di coesione e programmazione top-down degli interventi

U E

S tato

U E

S tato

C oord inam en toe rego le

R ealizzaz ion edegli ob ie ttiv i

R eg ione

E nte lo cale

P rivati

R eg ione

E nte lo cale

P rivati

Fonte: Bagarani, Bonetti, 2005, p. 76

Page 40: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

Politica di coesione

Approccio strategico

Settori di intervento

Condizionalità macroeconomiche dei fondi e riforme nazionali

Europe 2020 (*)

2.12. Programmazione top-down dei Fondi SIE 2014-2020 (I)

Politica di coesione2014-2020

Forte rafforzamento della concentrazionefinanziaria e di quella tematica

Settori di intervento vincolati Vincoli su

allocazione di risorse

(*) Il legame fra strategia “Europe 2020” e politiche strutturali degli Stati Membri è sancito dal Quadro StrategicoComune (QSC), dai regolamenti e dagli Accordi di Partenariato nazionali

Page 41: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

2.13. Programmazione top-down dei Fondi SIE 2014-2020 (II)

Strategia “Europe 2020”Quadro Strategico Comune (QSC)

Regolamento-quadro e regolamenti verticali sui Fondi SIE

Livello UE

Accordo di Partenariato (AdP)*

12 PO Nazionali (PON)

POR FESR regionaliPOR FSE regionali

Livello nazionale

Livello regionale

(*) L’AdP interessa tutti iFondi SIE ed è imperniatosu 11 Obiettivi Tematici (OT)

Page 42: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

2.14. Programmazione top-down dei Fondi SIE 2014-2020 (III)

L’approccio strategico alla programmazione dei Fondi Strutturali e degli altri Fondi SIE (FEASR e FEAMP)è caratterizzato dall’approvazione di un documento di orientamento vincolante a livello comunitariodenominato Common Strategic Framework (CSF), che fornisce indirizzi strategici sulla politica dicoesione, sulla politica di sviluppo rurale (II pilastro della Politica Agricola Comune) e sugli affari marittimie la pesca (si vedano gli artt. 10-11 e l’Allegato I del regolamento generale (Reg. (UE) N. 1303/2013).Il Common Strategic Framework (Quadro Strategico Comune), in sostanza, crea un ponte fra obiettividella strategia “Europe 2020” e obiettivi specifici delle politiche strutturali dell’UE (politica di coesione,della strategia “Europe 2020” e obiettivi specifici delle politiche strutturali dell’UE (politica di coesione,politica di sviluppo rurale e politica della pesca).

Tale legame è rafforzato dalla individuazione di 11 Obiettivi Tematici (OT) per tutti i Fondi SIE chegarantiscono la coerenza della programmazione e dell’attuazione degli interventi con la strategia “Europe2020” (v. slide che segue).Tali Obiettivi Strategici determinano il profilo strategico dell’Accordo di Partenariato (AdP) nazionale checoncerne tutti Fondi.

N.B. L’AdP è un documento strategico quadro, mentre l’attuazione concreta è demandata a PO “nazionali” (PON) e“regionali” (POR). Come si spiega meglio oltre, i POR sono per 18 Regioni e Province Autonome “monofondo”. SoloCalabria, Molise e Puglia hanno optato per un POR “plurifondo” (FESR ed FSE programmati insieme). V. Allegato IV.

Page 43: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

2.15. Strategia “Europe 2020” e OT dei Fondi SIE (I)

Europe2020

Prioritàstrategiche (3)

7 Iniziative Faro

Politiche“strutturali”

dell’UE

11 Obb. Tematici

Quadro Strategico Comune sui Fondi SIE

Regolamentisui Fondi SIE

Page 44: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

2.16. Strategia “Europe 2020” e OT dei Fondi SIE (II)

Europe 2020 OT dei Fondi SIE (ripresi nell’AdP)

Crescita

intelligente

(1) rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione

(2) migliorare l'accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, in attuazione dell'Agenda digitale

(3) favorire la competitività dei sistemi produttivi e in particolare delle PMI, del settore agricolo e della pesca

(4) promuovere un'economia a basse emissioni, in particolare attraverso la

Crescita

sostenibile

(4) promuovere un'economia a basse emissioni, in particolare attraverso la diffusione di fonti di energia sostenibile

(5) sostenere l'adattamento ai cambiamenti climatici e migliorare la prevenzione e gestione dei rischi ambientali

(6) tutelare l’ambiente e valorizzare

le risorse culturali e ambientali(7) promuovere la mobilità sostenibile di persone e merci

Crescita

inclusiva

(8) sostenere l'occupazione e la mobilità dei lavoratori

(9) favorire l'inclusione sociale e contrastare la povertà

(10) investire nelle competenze, nell'istruzione e nella formazione

(11) rafforzare la capacità istituzionale e amministrativa.

Page 45: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

2.17. Concentrazione tematica dei Fondi SIE (I)

Esplicita indicazione delle priorità di investimento di FESR ed FSE

Rafforzamento del legame fra interventi programmati nell’ambito dei PNR e dell’AdP e dei PO

Rafforzamento della

concentrazione

N.B. La Strategia Nazionale per la Specializzazione Intelligente (RIS3 riferita all’AdP) è stataapprovata nell’aprile 2016

Vincoli sugli interventi per la R&ST ex RIS3 (*)

concentrazione tematica Vincoli sulla concentrazione tematica dei Fondi ex

regolamento-quadro e regolamenti verticali

Page 46: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

2.18. Concentrazione tematica dei Fondi SIE (II)

L’impostazione “top down” del framework strategico alla programmazione dei Fondi Strutturali e degli altriFondi SIE, come anticipato nella precedente slide è stata rafforzata e completata da:� Esplicita indicazione delle “priorità di investimento” dei POR FESR e dei POR FSE con riferimento aciascuno degli Obiettivi Tematici (l’art. 9 del regolamento generale, articolo che specifica gli OT dei FondiSIE, stabilisce parimenti che “gli OT sono tradotti in priorità’ specifiche per ciascun Fondo SIE e sonostabilite nelle norma specifiche di ciascun Fondo”;stabilite nelle norma specifiche di ciascun Fondo”;� Vincoli sulla concentrazione tematica dei Fondi del regolamento-quadro (art. 18);�Vincoli sulla concentrazione tematica e finanziaria dei Fondi del FESR (v. art. 4 del Reg. (UE) N.1301/2013) e del FSE (v. art. 4 del Reg. (UE) N. 1304/2013). Il c.d. “principio di earmarking” dei Fondi SIEsignifica, appunto, che i finanziamenti vanno concentrati su determinate priorità di investimento e linee diintervento.

N.B. L’art. 18 del regolamento generale richiede di concentrare il sostegno sugli interventi che apportano ilmaggiore valore aggiunto in relazione alla strategia ‘Europe 2020’ e richiama espressamente il PNR annuale degliStati Membri.

Page 47: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

2.19. La politica di coesione e il nuovo concetto di “smart specialisation strategy” per formulare interventi regionali di supporto all’innovazione

Il concetto di “smart specialisation” dovrebbe rafforzare ulteriormente la concentrazione tematica degliinterventi nel periodo 2014-2020 sulle priorità strategiche di Europe 2020 e, al tempo stesso, garantire che,come sarebbe auspicabile, in effetti gli interventi siano quanto più possibile coerenti con la specializzazioneproduttiva delle varie regioni europee. La Commissione, ovviamente, ha invitato a più riprese tutte leRegioni e le Amministrazioni centrali a focalizzare gli interventi su quelle attività innovative e /o a maggiorevalore aggiunto realmente distintive della specializzazione produttiva locale.In merito si ricorda che lo stesso tema delle smart cities – di cui si discute molto in Italia - è riconducibile aIn merito si ricorda che lo stesso tema delle smart cities – di cui si discute molto in Italia - è riconducibile aquesto filone di ricerca e di politica pubblica più ampio denominato smart specialisation, su cui ha insistitomolto la DG Ricerca della Commissione Europea nello scorso decennio e a cui hanno contribuito esperti difama mondiale come Dominique Foray e Paul David.

La Commissione ha elaborato una guida ad hoc – Guide to Research and Innovation Strategy for SmartSpecialisation – per consentire a Stati Membri e Regioni di rafforzare la concentrazione degli interventicofinanziati dai Fondi dell’UE su quelli che sono realmente settori e attività produttive di eccellenza e ivantaggi competitivi dei territori.

Page 48: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

2.20. Accordo di Partenariato, programmi regionali e “smart specialisation strategy”

Una delle innovazioni della programmazione in corso concerne la previsione di una serie di “condizionalitàex ante” volte a garantire che l’attuazione degli interventi non sia negativamente condizionata da un quadrogiuridico carente (o peggio ancora non conforme a quello dell’UE) e dalla mancanza di specifici strumenti diintervento a livello nazionale/regionale. Questi sono in effetti sono fattori di criticità che, in passato, hannosovente rallentato l’attuazione degli interventi e la spesa delle risorse finanziarie (v. art. 19 del regolamentogenerale).generale).

Una delle condizionalità ex ante è proprio costituita dall’adozione da parte di tutte le Regioni di una “smartspecialisation strategy” (si veda Allegato 11 al regolamento-quadro). Segnatamente viene indicata come“condizionalità tematica ex ante” relativa all’OT 1 “Rafforzare ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione”.

N.B. Tutte le Regioni (italiane ed europee), infatti, hanno dovuto presentare insieme a proposta diProgrammi Operativi, anche la Valutazione Ex ante (VEX), la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) eappunto il Piano Regionale per la Smart Specialisation Strategy (Piano RIS3).

Page 49: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

2.21. Quadro giuridico sulla politica di coesione (I)

La base giuridica della politica di coesione, come esemplifica la tavola sinottica della slide che segue, ècostituita dal Titolo XVIII del TFUE e da un insieme di regolamenti che:� fissano i principi generali dei Fondi strutturali e dei Programmi (regolamento generale);� fissano principi, campi e tipologie di intervento dei singoli Fondi (regolamenti verticali);� disciplinano l’attuazione dei programmi e le attività di sorveglianza (regolamento di attuazione).

Nella programmazione 2014-2020 il regolamento-quadro - Reg. (UE) N. 1303/2013 – disciplina sia gliNella programmazione 2014-2020 il regolamento-quadro - Reg. (UE) N. 1303/2013 – disciplina sia gliinterventi della politica di coesione, sia quelli delle altre politiche strutturali dell’UE.

Un aspetto assolutamente da non trascurare concerne il fatto che l’attivazione degli interventi comportal’erogazione di finanziamenti pubblici agli operatori economici (aiuti di stato). L’attuazione dei Programminazionali e regionali cofinanziati dai Fondi strutturali, pertanto, è fortemente condizionata dalla rigidanormativa sugli aiuti di stato (artt. 107-109 del Trattato di Lisbona – TFUE, ex artt. 87-89 del Trattato diMaastricht) sulla cui applicazione vigila in primo luogo la DG Concorrenza della Commissione.Una particolare rilevanza, ovviamente, assumono gli Orientamenti sugli aiuti di Stato a finalità regionale (art.107.3.a e 107.3.c del TFUE). Per il periodo di programmazione in corso sono vigenti gli Orientamenti 2013/ C209/01 pubblicati sulla GUUE Serie C del 23 Luglio 2013.

Page 50: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

2.22. Quadro giuridico sulla politica di coesione (II)

Regolamenti Oggetto

Reg. Generale Reg. (UE) N. 1303/2013 Disciplina generale

Regolamenti verticali

Reg. (UE) N.1301/2013 FESR

Reg. (UE) N. 13004/2013 FSE

Reg. (UE) N. 1300/2013 Fondo di Coesione

Reg. sulla CTE (*) Reg. (UE) N. 1299/2013 Coop. Territoriale Europea

(§) Il Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (GECT) è una particolare forma di “autorità digestione” che gli Stati Membri possono adottare per gestire dei Programmi di Cooperazione territoriale.

Reg. sulla CTE (*) Reg. (UE) N. 1299/2013 Coop. Territoriale Europea

Reg. di Attuazione Reg. (UE) N. 215/2014 Norme per la gestione, l’attuazione e i controlli

Reg. sul GECT (§) Reg. (UE) N. 1302/2013 Norme per l’istituzione e il funzionamento del GECT

(*) CTE = Cooperazione Territoriale Europea

Page 51: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

2.23. La struttura del regolamento-quadro

Parte

I

• Oggetto e definizioni (interessa tutte le politiche strutturali/tutti i Fondi SIE).

Parte

II

• Disposizioni comuni applicabili a tutti i Fondi SIE (interessa tutte le politiche strutturali/tutti iFondi SIE).

Parte III

• Disposizioni comuni applicabili al FESR, al FSE e al Fondo di Coesione (interessa solo la“politica di coesione”)

Parte

IV

• Disposizioni generali applicabili ai Fondi e al FEAMP (tratta le regole per la gestione e ilcontrollo degli interventi, con particolare riguardo al FEAMP).

Parte

V

• Delega di potere, disposizioni di attuazione, transitorie e finali.

Page 52: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

2.24. La Parte III del regolamento-quadro inerente la “politica di coesione”

Il Titolo I della Parte III è quello che definisce obiettivi, missione e copertura geografica dei FondiStrutturali e del Fondo di Coesione (FC).Il Titolo II disciplina la programmazione, puntualizzando in particolare la struttura molto rigida deiProgrammi Operativi.Il Titolo III è quello che disciplina le attività di sorveglianza, valutazione, informazione e comunicazione.Il Titolo IV disciplina le attività di Assistenza Tecnica.Il Titolo IV disciplina le attività di Assistenza Tecnica.

Il Titolo V (artt. 120-121) disciplina il “sostegno finanziario fornito dai fondi”. In particolare, l’art.120 stabilisce il “tasso di cofinanziamento” dei Fondi SIE, che varia a seconda della “copertura geografica”(“categorie di regioni” di intervento dei Fondi SIE)*.

(*) Le indicazioni generali su “sostegno finanziario” e “tassi di cofinanziamento”, poi a livello di azioni eprogetti, devono tenere conto di: (i) forme di sostegno di cui all’art. 66 (sovvenzioni, premi, aiutirimborsabili e strumenti finanziari, o una combinazione di questi), (ii) forme di intervento di sovvenzioni eassistenza rimborsabile, (iii) normativa sugli aiuti di Stato; (iv) metodi di rendicontazione delle spese.

Page 53: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

Investimenti in favore della crescita e

dell’occupazione

Cooperazione transfrontaliera

Circa 313,3 Miliardi di Euro, di cui il 52,5% per

le regioni “meno sviluppate”

2.25. Obiettivi della “politica di coesione” (art. 89 del Reg. (UE) N. 1303/2013)

Obiettivi

Cooperazione interregionale

Cooperazione Territoriale Europea (CTE)

Cooperazione transnazionale

(*) Qui si fa riferimento agli obiettivi generali della ‘politica di coesione’ nella programmazione 2014-2020 che nonvanno confusi con gli Obiettivi Tematici (OT).

Programmi monofondoFESR per i quali sono stati stanziati circa 9

Miliardi di Euro

Page 54: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

L’art. 174 del TFUE stabilisce che “l’Unione mira a ridurre il divario tra i livelli disviluppo delle varie regioni ed il ritardo delle regioni meno favorite” (regioniidentificate con le unità statistico territoriali di livello II della c.d. nomenclatura NUTS delle areeterritoriali).

2.26. Missione, obiettivi e copertura geografica dei Fondi (I)

1

Gli interventi, tuttavia, possono concernere:- le regioni: l’intervento sulle regioni costituisce il core della politica di coesione, come previstodall’art. 174 del TFUE;-i “Paesi della Coesione”: gli Stati Membri il cui Reddito Nazionale Lordo (RNL) pro-capite èinferiore al 90% di quello medio dell’UE possono beneficiare del Fondo di Coesione (tale Fondo siapplica su scala nazionale).

2

Page 55: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

2.27. Missione, obiettivi e copertura geografica dei Fondi (II)

Nella programmazione 2014-2020 viene meno la distinzione fra “obiettivi territoriali” e“obiettivi orizzontali” della politica di coesione (prevista sin dalla riforma del 1988 dei FondiStrutturali). Nella programmazione 2007-2013 vi erano due obiettivi “territoriali” (l’Ob. “Convergenza” e l’Ob.“Competitività Regionale e Occupazione”) e un Obiettivo “orizzontale” (l’Obiettivo “Cooperazione TerritorialeEuropea”). Ora vi sono due obiettivi “funzionali” e “categorie di regioni”.Questo pare un dettaglio, ma in realtà è il chiaro segnale di un totale cambiamento di missione della politica diQuesto pare un dettaglio, ma in realtà è il chiaro segnale di un totale cambiamento di missione della politica dicoesione, per cui si può anche ormai opinare sul rispetto del mandato stabilito dall’art. 174 del TFUE.

Come già accennato, è stato infatti ulteriormente rafforzato il coordinamento fra quadro strategico dellapolitica per la competitività dell’UE (strategia “Europe 2020”), politiche fiscali degli Stati Membri coordinatenell’ambito del c.d. “semestre europeo” (oltre alle condizionalità tematiche ex ante sono state introdotte anchele condizionalità macroeconomiche), Programmi Nazionali di Riforma e politiche strutturali cofinanziate daiFondi SIE.

Page 56: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

Investimenti in favoredella crescita e

dell’occupazione

Obiettivi Categorie di regioni

FESRFSE

FC (non interessa l’Italia)

Regioni sviluppate

Regioni in transizione

Fondi SIE

Regioni meno sviluppate

2.28. Obiettivi, categorie di regioni e copertura geografica dei Fondi

CooperazioneTerritoriale Europea

(CTE)

Regioni meno sviluppate

FESR

La allocazione delle regioni europee nei

Programmi di cooperazione segue

logiche diverse

(*) Qui si fa riferimento agli obiettivi generali della ‘politica di coesione’ nella programmazione 2014-2020 che nonvanno confusi con gli Obiettivi Tematici (OT). Sulla distribuzione delle regioni fra categorie si veda la slide che segue.

Page 57: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

Regioni meno sviluppateRegioni il cui PIL pro-capite è inferiore al 75% della media del PIL dell’UE-27

2.29. Le “categorie di regioni” (copertura geografica dei Fondi con riferimento all’Italia)

1 BasilicataCalabria

CampaniaPugliaSicilia

Regioni più sviluppateRegioni il cui PIL pro-capite è superiore al 90% della media del PILdell’UE-27

Regioni in transizioneRegioni il cui PIL pro-capite è compreso fra il 75% e il 90% della media del PIL dell’UE-27

2

3 Le 11 regioni e le due Province Autonome del

Centro Nord

AbruzzoMolise

Sardegna

Page 58: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

1. Concentrazione� Finanziaria (si veda slide 2.32),� Geografica (non si deve fare confusione fra “copertura geografica” e “concentrazione geografica”;

quest’ultima è intesa come quota degli abitanti di una regione interessata dai fondi).� Settoriale (politiche pubbliche e tipologie di intervento che ricevono il sostegno dei Fondi. Per il ciclo in

corso si fa riferimento agli 11 Obiettivi Tematici già presentati).2. Complementarietà e partenariato: l’azione delle Istituzioni comunitarie deve essere complementare

2.30. Principi fondamentali dei Fondi Strutturali

2. Complementarietà e partenariato: l’azione delle Istituzioni comunitarie deve essere complementarea quella delle regioni e degli Stati Membri e deve anche coinvolgere il partenariato economico e sociale (nellabase normativa è stato introdotto un regolamento delegato noto come “codice di condotta del partenariato”);3. Programmazione pluriennale e coordinamento: il cofinanziamento dei Fondi SIE si deve basare suuna “programmazione” negoziata di obiettivi e azioni e deve essere informato a criteri dicoerenza/coordinamento con le altre politiche europee;4. Addizionalità: la spesa pubblica per lo sviluppo e per il capitale umano finanziata dall’UE con i FondiSIE deve “aggiungersi” e non sostituirsi a quella degli Stati Membri. Anche per questo motivo, le spese deifondi SIE, a meno di specifiche eccezioni, non coprono il 100% della spesa e il piano finanziario deiprogrammi, per quel che concerne la spesa pubblica, prevede il contributo dell’UE, quello degli SM e quellodelle regioni di livello NUTS II.

Page 59: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

Compatibilità/conformità con: (i) disposizioni del Trattato di Lisbona e diritto derivato dell’UE; (ii)norme che tutelano la concorrenza e la trasparenza degli appalti pubblici; (iii) le politiche generalidell’UE; (iv) gli obiettivi trasversali delle politiche europee (pari opportunità di genere, nondiscriminazione e rispetto dei diritti civili, tutela dell’ambiente, promozione dell’occupazione).

Coordinamento: gli effetti delle politiche strutturali dipendono, inter alia, dalle altre politiche

2.31. Altri principi fondamentali dei Fondi Strutturali

Coordinamento: gli effetti delle politiche strutturali dipendono, inter alia, dalle altre politichepubbliche dell’UE e, quindi, esse devono risultare coerenti con tutte le altre politiche (di qui il maggiorcoordinamento fra AdP, PO regionali e nazionali e Programmi Nazionali di Riforma).

Orientamento ai risultati della programmazione: i Programmi vanno formulati sulla base diobiettivi ben definiti, quantificati e misurabili tramite indicatori (meccanismo del “performanceframework”). L’orientamento ai risultati e una maggiore efficienza gestionale e finanziaria sonoincentivati con la previsione di una “riserva di performance”.

Semplificazione amministrativa.

Page 60: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

La concentrazione finanziaria implica che gli interventi cofinanziati dai Fondi strutturali devono:(i) essere concentrati su un numero limitato di Obiettivi (attenzione al fatto, già accennato, che èvenuta meno la distinzione fra obiettivi territoriali e orizzontali);(ii) prevedere tassi di partecipazione dell’UE differenziati a seconda dell’Obiettivo.Il Titolo V (artt. 120-121), come già indicato, disciplina il “sostegno finanziario fornito dai fondi”. Inparticolare, l’art. 120 stabilisce il “tasso di cofinanziamento” dei Fondi SIE, che varia a seconda della“categorie di regioni” di intervento dei Fondi, come segue:

2.32. Concentrazione finanziaria dei fondi e tassi di cofinanziamento

“categorie di regioni” di intervento dei Fondi, come segue:� 85% per il Fondo di Coesione;� 85% per: (i) le regioni meno sviluppate degli Stati Membri in cui la media del PIL pro-capite per il periodo2007-2009 è stata inferiore all’85% della media dell’UE-27 per lo stesso periodo, (ii) le regioniultraperiferiche;� 80% per le regioni meno sviluppate degli Stati Membri (anche quelle che nel periodo 2007-2013 eranoindicate come regioni in phasing out dall’Obiettivo Convergenza per effetto statistico, ossia la Basilicata e leregioni che venivano indicate come regioni in phasing in nella categoria delle regioni più sviluppate, ossiaAbruzzo e Sardegna);� 60% per le regioni in transizione, escluse quelle phasing in/phasing out del periodo 2007-2013;� 50% per le regioni più sviluppate.

Page 61: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

2.33. Breve presentazione dei Fondi SIE (I)

FESR: fin dalla sua istituzione nel 1975, ha sempre avuto un ruolo primario distrumento finanziario per favorire: (i) il rafforzamento della dotazioneinfrastrutturale e della competitività produttiva delle regioni più povere; (ii) ilrecupero delle aree europee insulari o con particolari handicap fisici; (iii) lacompetitività di aree industriali in declino e aree urbane degradate. A partire dalciclo 2007-2013, diversamente dai precedenti cicli, può finanziare ancheinterventi ubicati esternamente ai confini territoriali dell’UE.interventi ubicati esternamente ai confini territoriali dell’UE.

Fondi Strutturali

FSE: è il Giano bifronte della “politica di coesione”. Già istituito dal Trattato diRoma sulla CEE, costituisce parimenti il principale strumento di finanziamentodella Strategia Europea per l’Occupazione (SEO), lanciata dall’UE nel 1997.Vengono cofinanziati interventi di sostegno all’educazione e alla qualificazioneprofessionale e all'occupabilità degli individui, interventi di sostegno dellamobilità geografica e professionale dei lavoratori e anche azioni di inclusionesociale e azioni di rafforzamento dei sistemi di gestione delle politiche del lavoro,come disposto dall’art. 162 del TFUE.

Page 62: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

2.34. Breve presentazione dei Fondi SIE (II)

Fondo di Coesione: tale Fondo viene istituito dal Trattato di Maastricht (1992) persostenere quei paesi con particolari ritardi di sviluppo (nel 1992: Spagna, Portogallo,Irlanda e Grecia) che avrebbero faticato a rispettare i parametri di sana gestione dellefinanze pubbliche (“parametri di Maastricht”).Si è sempre caratterizzato rispetto agli altri Fondi strutturali per i seguenti fattori: (i) finoal ciclo 2000-2006 ha finanziato singoli progetti e non Programmi complessi; (ii) la suaforte finalizzazione settoriale (reti di trasporto e ambiente).Viene utilizzato per quei Paesi che hanno un Reddito Nazionale Lordo pro-capire inferioreViene utilizzato per quei Paesi che hanno un Reddito Nazionale Lordo pro-capire inferioreal 90% della media dell’UE-27 (“paesi della coesione”).

Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR): finanzia interventi disviluppo rurale e di aiuto agli agricoltori nelle regioni che presentano maggiori ritardi disviluppo e, nel resto dell'Unione, nel quadro della PAC (v. slide 2.35). E’ disciplinato dalReg. (UE) N. 1305/2013 e dal Regolamento attuativo della Commissione N. 808/2014.

Fondo Europeo per le Attività Marittime e la Pesca (FEAMP): finanzia le riforme strutturali nel settore della pesca e aiuti agli operatori del settore. Nel ciclo precedente era battezzato Fondo Europeo per la Pesca (FEP).

Altri Fondi SIE

A titolo di completezza va menzionato anche il Fondo di Solidarietà dell’UE, considerato uno strumentodella “politica di coesione” per delle aree territoriali colpite da catastrofi naturali, ma che è finanziato al di fuoridel bilancio annuale dell’UE.

Page 63: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

Politiche settoriali PAC

I Pilastro

2.35. La PAC e le misure per lo sviluppo rurale cofinanziate dal FEASR

Fondi SIE

Politichestrutturali dell’UE

Programmi Nazionali diRiforma (PNR)

Europe2020

II Pilastro(Sv. Rurale) *

Accordo di Partenariato (AdP)

* Le misure di sviluppo rurale sono cofinanziate dal FEASR

Page 64: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

2.36. Il FESR 2014-2020: missione e azioni finanziabili

� Investimenti produttivi che contribuiscono alla creazione dioccupazione tramite aiuti diretti e investimenti nelle PMI� Investimenti produttivi che concorrono alla realizzazione delle“priorità di investimento”

Il FESR rafforza la coesione

Missione (art. 2 del Reg. (UE) 1301/2013)

Interventi finanziabili (art. 3)

“priorità di investimento”� Investimenti in infrastrutture che forniscono servizi di base aicittadini nei settori dell’energia, dell’ambiente, dei trasporti e delletecnologie digitali (ICT)� Investimenti in infrastrutture sociali, sanitarie, di ricerca, diinnovazione, economiche ed educative� Investimenti fissi in attrezzature e in infrastrutture di ridottedimensioni� Creazione di reti, cooperazione e scambio di esperienze (nell’ambitodegli interventi per la c.d. “agenda urbana” e dei Programmi di CTE)

eliminando le principali disparità regionali tramite

lo sviluppo sostenibile e l’adeguamento strutturale delle economie regionali,

compresa la riconversione delle regioni industriali in declino e delle regioni in

ritardo di sviluppo

Page 65: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

Il FESR assume una funzione servente rispetto ai primi 7 OT previsti dal Reg. (UE) N. 1303/2013 (si vedal’art. 9) e, indirettamente, rispetto all’OT 10. Inoltre, l’articolo 5 del Reg. (UE) N. 1301/2013 stabilisce:� 2 priorità di investimento per l’OT 1 (ricerca),� 3 priorità di investimento per l’OT 2 (ICT/agenda digitale),� 4 priorità di investimento per l’OT 3 (competitività delle PMI),� 7 priorità di investimento per l’OT 4 (“low carbon economy”),� 2 priorità di investimento per l’OT 5 (lotta/adattamento al cambiamento climatico e prevenzione dei

2.37. Concentrazione tematica del FESR 2014-2020 e vincoli sull’uso delle risorse (I)

� 2 priorità di investimento per l’OT 5 (lotta/adattamento al cambiamento climatico e prevenzione deirischi),� 7 priorità di investimento per l’OT 6 (tutela dell’ambiente e uso efficiente delle risorse),� 5 priorità di investimento per l’OT 7 (sistemi di trasporto sostenibili).

Altri due elementi concorrono alla forte concentrazione tematica delle risorse:- tutte le regioni hanno potuto scegliere per ciascun OT un numero limitato di “priorità di investimento” (con minori libertà discelta nelle regioni “più sviluppate”);- il FESR è soggetto a dei vincoli sull’allocazione delle risorse finanziarie fra OT e “priorità” di investimento differenziatea seconda delle “categorie di regioni” (v. slide che segue).

Page 66: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

2.38. Concentrazione tematica del FESR 2014-2020 e vincoli sull’uso delle risorse (II)

Regioni meno sviluppate1

(i) almeno il 60% delle risorse FESR (a livello nazionale) viene

(i) almeno il 50% delle risorse FESR (a livello nazionale) viene allocato su due o più degli OT da 1 a 4;(ii) almeno il 12% delle risorse FESR (a livello nazionale) viene allocato sull’OT 4 (low carbon economy)

Regioni più sviluppate

Regioni in transizione2

3(i) almeno l’80% delle risorse FESR (a livello nazionale) viene allocato su due o più degli OT da 1 a 4;(ii) almeno il 20% delle risorse FESR (a livello nazionale) viene allocato sull’OT 4 (low carbon economy)

(i) almeno il 60% delle risorse FESR (a livello nazionale) viene allocato su due o più degli OT da 1 a 4;(ii) almeno il 15% delle risorse FESR (a livello nazionale) viene allocato sull’OT 4 (low carbon economy)

N.B. Almeno il 5% delle risorse del FESR, inoltre, deve essere allocato per la c.d. “agenda urbana” sempre più centrale nell’ambito delle politiche europee.

Page 67: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

2.39. Smart cities, agenda urbana e gli interventi specifici del FESR (artt. 7 -9 del Reg. FESR)

Art. 7 – Sviluppo urbano sostenibile

(i) Il FESR sostiene lo sviluppo urbano sostenibile, tenendo anche conto dell’esigenza di promuovere i collegamenti tra aree urbane e rurali, (ii) il FESR interviene attraverso:- gli Investimenti Territoriali Integrati (art. 36 del regolamento generale);- un Programma Operativo (PO);- un Asse di un PO.

Art. 9 – Rete di sviluppo urbano

Art. 8 – Urban Innovative Actions

La Commissione istituisce una Rete di Sviluppo Urbano perpromuovere lo sviluppo di competenze in materia di politicheurbane, la creazione di reti e lo scambio di conoscenza e buonepratiche fra le autorità urbane.

La Commissione sulla base dell’art. 8 ha lanciato un’azione innovativa indicata come Urban Innovative Actions (UIA)

Page 68: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

2.40. Il FSE 2014-2020: missione e azioni finanziabili

�AZIONI ALLE PERSONE: a partire dalla programmazione 2000-2006si indicano 5 tipologie di azioni alle persone (sono considerati tali ancheinterventi a favore delle imprese, dato che tra i destinatari troviamo nonsolo gli inoccupati, ma anche gli occupati): (i) orientamento e counselling;

Il FSE promuove l’occupabilità e la mobilità

Missione (art. 2 del Reg. (UE) 1304/2013)

Categorie di interventi finanziabili

(ii) work experience; (ii) formazione; (iv) percorsi integrati; (v) incentivi

(per la formazione, per la creazione di impresa, etc.).

� AZIONI DI SISTEMA: azioni di capacity building, con particolareriguardo a strutture (in primis i Centri per l’Impiego) ed operatori chegestiscono interventi di Politica Attiva del Lavoro.

� AZIONI DI ACCOMPAGNAMENTO (azioni finalizzate a catalizzare glieffetti delle altre due tipologie di azioni)

l’occupabilità e la mobilità geografica dei lavoratori.

Promuove un elevato livello di istruzione, di formazione

professionale e di adattabilità ai cambiamenti

dei sistemi produttivi. Favorisce anche l’inclusione

lavorativa e sociale di individui più deboli.

Page 69: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

Ai sensi del Regolamento (UE) N. 1304/2013 del 17 dicembre 2013 sul FSE, anche nel ciclo 2014-2020 delle politiche strutturali dell’UE, i Programmi cofinanziati dal FSE sono strutturati su unreticolo di priorità strategiche dirette e orizzontali (trasversali):1. le priorità dirette (gli Obiettivi Tematici 7- 11 del FSE già menzionati sopra);2. alcune priorità trasversali comuni a tutte le politiche europee (il passaggio ad un’economia abassa emissione di carbonio; la promozione delle tecnologie digitali; il rafforzamento della ricercae delle attività innovative, il sostegno della competitività delle PMI);

2.41. Gli obiettivi del FSE

e delle attività innovative, il sostegno della competitività delle PMI);3. alcune priorità trasversali specifiche al FSE, ossia:� promuovere la partecipazione dei partner, anche attraverso delle Sovvenzioni Globali (art. 6 delRegolamento n. 1304 del 2013);� promozione della parità di genere (art. 7);� lotta a ogni forma di discriminazione (art. 8);� sostegno all’innovazione sociale (art. 9);� promozione della cooperazione transnazionale (art. 10).

L’Allegato V presenta un prospetto sulle sinergie fra il FSE e altri fondi “a gestione diretta” dell’UE che sostengono occupazione, competenze e adattabilità dei lavoratori europei.

Page 70: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

Il FSE assume una funzione servente rispetto agli OT 8 – 11 previsti dal Reg. (UE) N. 1303/2013 (si vedal’art. 9). Inoltre, l’articolo 3 del Reg. (UE) N. 1304/2013 stabilisce:� 7 priorità di investimento per l’OT 8 (occupabilità e adattabilità dei lavoratori),� 6 priorità di investimento per l’OT 9 (inclusione sociale),� 4 priorità di investimento per l’OT 10 (istruzione e formazione professionale),� 7 priorità di investimento per l’OT 11 (“Capacity building”).

2.42. Concentrazione tematica del FSE 2014-2020 e vincoli sull’uso delle risorse (I)

� 7 priorità di investimento per l’OT 11 (“Capacity building”).

Altri due elementi concorrono alla forte concentrazione tematica delle risorse:- tutte le regioni hanno potuto scegliere per ciascun OT un numero limitato di “priorità di investimento” (con minorilibertà di scelta nelle regioni “più sviluppate”);- il FSE è soggetto a dei vincoli sull’allocazione delle risorse finanziarie fra OT e “priorità” di investimentodifferenziate a seconda delle “categorie di regioni” (v. slide che segue).

Page 71: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

I vincoli sull’allocazione delle risorse FSE a livello di “categorie di regioni”, stabiliti dall’art. 4 del Reg. (UE)N. 1304/2013, sono i seguenti:� almeno l’80% delle risorse va allocata su un massimo di cinque priorità di investimento nelle regioni“più sviluppate”,� almeno il 70% delle risorse va allocata su un massimo di cinque priorità di investimento nelle regioni“in transizione”,

2.43. Concentrazione tematica del FSE 2014-2020 e vincoli sull’uso delle risorse (II)

1

“in transizione”,� almeno il 60% delle risorse va allocata su un massimo di cinque priorità di investimento nelle regioni“meno sviluppate”.

In ogni Stato Membro almeno il 20% della dotazione di risorse totali del FSE deve essere destinato all’OT 9 “Inclusionesociale”.

2

N.B. Per ciascuna categoria di regioni sono previste dei vincoli generali di allocazione delle risorse FSE rispetto al totale deglistanziamenti FESR e FSE: (i) almeno il 25% nelle regioni “meno sviluppate”, (ii) almeno il 40% nelle regioni “in transizione”,(iii) almeno il 52% nelle regioni “più sviluppate”.

Page 72: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

Il secondo obiettivo della politica di coesione 2014-2020 si fonda in primo luogo sulla positiva esperienza delProgramma di Iniziativa Comunitaria INTERREG lanciato nel 1990.

L’Iniziativa comunitaria INTERREG, prevista già dalla riforma dei Fondi del 1988, ha conosciuto una

1

2

2.44. L’Obiettivo “Cooperazione Territoriale Europea” (CTE)

L’Iniziativa comunitaria INTERREG, prevista già dalla riforma dei Fondi del 1988, ha conosciuto unaevoluzione che l’ha sempre più qualificata come strumento conoscitivo a supporto del perfezionamento dellestrategia di sviluppo nelle aree più arretrate.In fase di avvio del ciclo 1994-1999 vengono unite due distinte iniziative del precedente ciclo (INTERREG eREGEN) e si definiscono due strand: (i) lo sviluppo delle aree di frontiera (sia interne che esterne), (ii) ilpotenziamento delle reti energetiche transnazionali.

I PIC sono stati una forma di intervento dei Fondi Strutturali volti a favorire la sperimentazione di nuovi approcci.

3

I Programmi INTERREG sono costruiti per favorire la cooperazione inter-istituzionale fra Regioni ed EE.LL. di

più Stati Membri (o di diversi Stati Membri - SM - e diversi Paesi Terzi - PT).

Page 73: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

Nel ciclo 2000-2006 tale PIC viene imperniato su tre Sezioni e su tipologie di progetti volte soprattuttoa: (i) sperimentare nuove forme di governance congiunta di più Paesi (membri o meno) per interventidi sviluppo transfrontalieri e/o transnazionali; (ii) ricercare nuove soluzioni a problematiche comuni disviluppo e favorire lo scambio di buove pratiche (missione elettiva di INTERREG IIIC).In misura crescente il PIC INTERREG diviene funzionale al consolidamento delle politiche urbanenell’UE e delle azioni dello Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo (SSSE) lanciato nel maggio 1999dal Consiglio informale dei Ministri per la pianificazione territoriale di Postdam.

2.45. L’Obiettivo CTE e l’evoluzione del PIC INTERREG

dal Consiglio informale dei Ministri per la pianificazione territoriale di Postdam.

Nel corso del ciclo 2000-2006 vengono anche lanciati dei nuovi Programmi di cooperazione:� URBACT: programma di ricerca e di scambio/capitalizzazione di buone pratiche nel campo dellepolitiche urbane;�INTERACT: programma di networking volto a migliorare ulteriormente la gestione di Programmi dicooperazione;�ESPON: un programma di ricerca sullo SSSE e sulle politiche territoriali dell’UE.

N.B. Tutti i Programmi di “cooperazione” consentono di rafforzare le iniziative di cooperazione allo sviluppo “decentrate”,

ossia quelle non gestite dai Governi centrali, ma dalle Autonomie locali.

Page 74: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

Nel ciclo 2000-2006, il PIC INTERREG è stato imperniato su tre Sezioni caratterizzate da distintiambiti geografici:IIIAIIIA -- cooperazionecooperazione transfrontalieratransfrontaliera (interna ed esterna): ha coinvolto “regioni NUTS III” aiconfini interni ed esterni della UE. Erano ammissibili a beneficio anche aree NUTS III lungo i confinimarittimi (si pensi al Programma Transfrontaliero Adriatico).IIIBIIIB -- cooperazionecooperazione transnazionaletransnazionale: aveva la finalità di favorire l’integrazione territoriale di

2.46. Le sezioni del PIC INTERREG nel ciclo 2000-2006

IIIBIIIB -- cooperazionecooperazione transnazionaletransnazionale: aveva la finalità di favorire l’integrazione territoriale diregioni confinanti degli SM e di SM e PT (la Commissione aveva definito 13 macro-regioni, di cui treesterne al territorio dell’UE, ossia Caraibi, Oceano Indiano e Azzorre-Madeira-Canarie).IIICIIIC -- cooperazionecooperazione interregionaleinterregionale: aveva la finalità di favorire lo scambio di buone prassi fra tuttele regioni europee in relazione a tematiche specifiche.

N.B. L’Iniziativa comunitaria INTERREG termina la sua esistenza nella forma di PIC nel periodo 2000-2006. Nel periodosuccessivo INTERREG entra nel mainstream della programmazione dei Fondi Strutturali, diventando il terzo obiettivo dellapolitica di coesione. Su questa mutazione incidono scelte inerenti la politica di coesione (volontà di ridurre il numero diinterventi, eliminando i PIC), ma anche e soprattutto i fattori geo-politici connessi al “grande allargamento” fra 2004 e 2007(v. slides 2.47-2.49).

Page 75: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

Fattori politico-istituzionali

Fattori territoriali ed economici

Fattori territoriali ed economici

(1) Inserimento della dimensione territoriale

(1) Aumento delle regioni di confine (all’interno e all’esterno)

(1) Aumento delle regioni di confine (all’interno e all’esterno)

2.47. La forte mutazione di INTERREG nel ciclo 2007-2013: i fattori determinanti

dimensione territorialedella Pol.Coesione nel

Trattato di Lisbona(2) Superamento dei PIC come forma di

intervento e “promozione” di INTERREG a terzo obiettivo della Pol. Coesione(3) Riforma della politica di

pre-adesione e nuova politica di vicinato della UE

regioni di confine (all’interno e all’esterno)(2) Aumento dei divari interregionali

interni all’UE(3) Effetti economici negativi

della perifericità(4) Allargamento (UE prima poi a 25 e

a 27 SM) eincremento delle

“identità territoriali”

regioni di confine (all’interno e all’esterno)(2) Aumento dei divari interregionali

interni all’UE(3) Effetti economici negativi

della perifericità(4) Allargamento (UE prima poi a 25 e

a 27 SM) eincremento delle

“identità territoriali”

Page 76: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

1. L’allargamento del 2004 (completato nel 2007) ha comportato l’ingresso di 12 nuovi SM:

- 9 Paesi dell’Europea Centro-Orientale (PECO);

- 1 Paese ex Iugoslavia (Slovenia);

- 2 Paesi Mediterranei (Cipro e Malta).

2. Emergono, pertanto, alcuni fattori geopolitici di rilievo:

- l’aumento dei confini esterni (terrestri e marittimi);

2.48. Il “grande allargamento”, la riforma della “politica di pre-adesione” ela nuova “politica di vicinato”

- l’aumento dei confini esterni (terrestri e marittimi);

- lo spostamento verso Sud-Est dei confini esterni dell’UE;

- l’aumento dei confini interni e delle “aree periferiche” interne.

3. Si pone la esigenza di:

- consolidare la politica esterna verso i Balcani occidentali (viene varata una nuova strategia di pre-

adesione);

- definire una nuova “politica di vicinato” con i Paesi lungo i confini esterni della UE diversi da quelli

dei Balcani (Federazione Russa, altri PECO, Turchia, Medio Oriente, sponda Sud del Mediterraneo).

Il 1 Luglio 2013 ha fatto il suo ingresso nell’UE un altro Paese della ex Iugoslavia, ossia laCroazia. La Nota non prende in considerazione la c.d. “Brexit”.

Page 77: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

+ frontiere esterne

Strategia di pre-adesione (IPA)

Relazioni Relazioni esterneesterne

Allargamento

2.49. Il “grande allargamento” e i legami logici e di programmazione fra Ob. CTE della politica di coesione, politica di pre-adesione e politica di vicinato

+ frontiere esterne

+ frontiere interne

Ob. Coop. Terr. – Sez. Transfrontaliera (FESR)

Politica di Vicinato (ENI)

Politica diPolitica diCoesioneCoesione

Ob. Coop. Terr. – Sez. Transnazionale (FESR)

Page 78: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

Cooperazione Transfrontaliera

(i) 60 Programmi di Cooperazione transfrontaliera interna(ii) 12 Programmi di Cooperazione transfrontaliera IPA(iii) 16 Programmi di Cooperazione transfrontaliera ENI

Tali Programmi interessano le “regioni NUTS III” (in Italiacorrispondono alle Province o a parti di esse) e richiedono lacooperazione politica fra Autorità pubbliche su due lati di un confine(interno o esterno)

2.50. L’Obiettivo “Cooperazione Territoriale Europea” nel periodo 2014-2020

Cooperazione Interregionale

Cooperazione Transnazionale

4 Programmi di ricerca, scambio di buone pratiche e di networking con riguardo alla “agenda urbana” e alle politiche territoriali dell’UE (v.

slide che segue)

15 Programmi di cooperazione transnazionaleInteressano le “regioni NUTS II”, contribuendo a definire delle grandiaree territoriali fortemente integrate che possono anche interessareterritori al di fuori dei confini fisici dell’UE

Page 79: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

INTERREG EUROPE

(scambio di esperienze in relazione allo sviluppo delle regioni)

URBACT

(scambio di esperienze su buone prassi in relazione allo sviluppo urbano sostenibile)

2.51. Gli strand della componente “interregionale” dell’ Obiettivo CTE

INTERACT

(scambio di esperienze inerenti la gestione dei

Programmi di cooperazione)

ESPON

(analisi delle tendenze di sviluppo in relazione agli obiettivi della politica di coesione e di uno sviluppo

armonioso del territorio dell’UE ex SSSE)

Cooperazione Cooperazione InterregionaleInterregionale

Page 80: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

2.52. Considerazioni su rilevanza strategica e concentrazione tematica dell’Obiettivo CTE

L’Obiettivo Cooperazione Territoriale Europea fruisce di minori risorse finanziare rispetto al primo obiettivo dellapolitica di coesione, ma ha una grande rilevanza politica.L’Ob. Cooperazione, infatti, presenta ampi margini di integrazione sinergica con il nuovo Strumento di Pre-Adesione (SPA, più noto come IPA) e con il nuovo Strumento Europeo di Vicinato (SEV, più noto come ENI).Lo strand Cooperazione Interregionale (integralmente finanziato dal FESR), peraltro, continua ad essere unostrumento rilevante per sperimentare nuovi approcci alla politica territoriale e alle politiche nelle aree urbane.

N.B. Anche per i Programmi di cooperazione interregionale vi è un ancoraggio forte agli Obiettivi Tematicidei Fondi SIE della programmazione 2014-2020, con i seguenti vincoli di concentrazione tematica:� almeno l’80% delle risorse FESR dei Programmi di Cooperazione Transfrontaliera e Transnazionale deveessere allocata su un massimo di 4 Obiettivi Tematici (v. art. 6 del Reg. 1299/2013);� anche per i Programmi di Cooperazione Interregionale, anche se non richiesti dal Regolamento, si sonoseguiti dei vincoli di concentrazione delle risorse. E’ questo il caso del Programma Interreg Europe che siconcentra su 4 “temi, coincidenti con gli OT 1, 3, 4 e 6 dei Fondi SIE (v. slide che segue).

Page 81: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

Asse 1 Ricerca e Innovazione

(OT 1 dei Fondi SIE)

Asse 2 Competitività delle PMI

(OT 3 dei Fondi SIE)

2.53. Le priorità di Interreg Europe

Asse 3 Low-carbon economy

(OT 4 dei Fondi SIE)

Asse 4 Tutela dell’ambiente

ed uso efficiente delle risorse

(OT 6 dei Fondi SIE)

INTERREG EUROPEINTERREG EUROPE

Page 82: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

2.54. Interreg Europe -Dotazione finanziaria e copertura geografica

Dotazione finanziaria di INTERREG EUROPE

Le risorse complessive dell’Ob. Cooperazione Territoriale Europea ammontano a quasi 10 milioni di Euro(2,75% del pacchetto finanziario complessivo della politica di coesione 2014-2020).La dotazione finanziaria di INTERREG EUROPE è pari a 359 milioni di Euro (FESR), di cui:� 322,4 milioni di Euro per progetti di cooperazione,� 15,3 milioni di Euro per le attività che riguardano le “piattaforme di apprendimento”,

21,3 milioni di Euro per le attività di assistenza tecnica.� 21,3 milioni di Euro per le attività di assistenza tecnica.

Copertura geografica e finanziamento dei progetti

Le risorse del FESR coprono i progetti che riguardano tutti gli Stati Membri dell’UE (28).Ai progetti possono partecipare anche soggetti eleggibili dei paesi partners Norvegia e Svizzera, maovviamente riceveranno contributi dal bilancio di questi stati (e non dal FESR).Possono partecipare anche altri paesi terzi a seguito della stipula di specifiche convenzioni (ma per i progetti– parti di progetti - che li riguardano non interviene il FESR).

Page 83: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

2.55. Programmi di Cooperazione che interessano l’Italia (I)

Cooperazione tranfrontaliera

Interna (8)

Esterna (3)

Cooperazione interregionale

CTE in Italia Cooperazione transnazionale

Urbact. Interreg Europe, Interact, ESPON

4 Programmi

Page 84: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

� IT – Francia Alpi (ALCOTRA);� IT – Francia marittimo;� IT – Svizzera;� IT – Austria;

� IT – Francia Alpi (ALCOTRA);� IT – Francia marittimo;� IT – Svizzera;� IT – Austria;

� ENI MED� ENI Italia Tunisia� IPA Italia Albania Montenegro

Programmi transfrontalieri esterni*Programmi transfrontalieri esterni*Programmi transfrontalieri interniProgrammi transfrontalieri interni

2.56. Programmi di Cooperazione transfrontalieri e transnazionali che interessano l’Italia

� IT – Austria;� IT – Croazia;� IT – Malta;� IT – Slovenia;� Grecia – IT.

� IT – Austria;� IT – Croazia;� IT – Malta;� IT – Slovenia;� Grecia – IT.

Questi Programmi vedono il cofinanziamento di IPA e FESR o di ENI e FESR

� Spazio Alpino� Europa Centrale� Mediterraneo� Adriatico – Mar Ionio

Programmi transnazionaliProgrammi transnazionali

Page 85: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

2.57. Alcune considerazioni critiche sull’impianto strategico della politica di coesione 2014-2020

Il varo della strategia Europe 2020 non sembra avere tenuto adeguatamente conto di come si fosse rilevataassolutamente poco efficace l’agenda di Lisbona nei primi anni del Duemila. L’agenda di Lisbona eraprobabilmente poco efficace più per la bias deflazionistica delle politiche macroeconomiche, che non per leinefficienze e/o i ritardi nell’attuazione delle riforme previste (riforme opinabili). In altri termini, già in queglianni non era tanto l’attuazione della strategia sbagliata, ma probabilmente lo era il discutibile disegno di policygenerale e, soprattutto, la sua applicazione generalizzata a prescindere dalle caratteristiche distintive – sul pianosocio-istituzionali e strutturale – dei vari territori.socio-istituzionali e strutturale – dei vari territori.

A fronte dell’enorme incremento del mercato interno, sarebbe stato necessario, probabilmente, differenziareadeguatamente le politiche pubbliche nei vari Stati Membri (SM), soprattutto quelle che concernono ilriequilibrio territoriale delle condizioni di sviluppo (all’interno dell’UE e degli stessi SM). Le politiche pubbliche“one size fits all”, infatti, sono quasi per definizione la negazione di un’autentica politica regionale. Le politicheregionali, infatti, devono necessariamente differenziare gli strumenti di intervento e la loro applicazione aseconda delle condizioni di contesto. Invece di “lisbonizzare” ulteriormente la politica di coesione dell’UE,sarebbe più opportuno differenziare adeguatamente a seconda delle condizioni di competitività e dei nodistrutturali locali le riforme e le linee strategiche di sviluppo stabilite a livello comunitario (riforme, come giàaccennato, peraltro discutibili).

Page 86: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

2.58. Le politiche deflazionistiche dell’UE, il “piano Juncker” e i Fondi SIE (I)

In sostanza si profila uno snaturamento della politica di coesione che, invece di continuare ad essere usata come unostrumento di politiche di riequilibrio strutturale delle varie regioni europee, viene usata come una sorta di “bancomat”per sostenere interventi di sostegno della crescita economica, a fronte del palese profilo deflazionistico delle politichemacroeconomiche europee.

La letteratura economica è concorde nel ritenere che, ceteris paribus, le politiche “space blind” (non attente allespecificità – positive e negative – dei territori) tendono a favorire i territori più ricchi, a causa dei rendimenti crescenti

Questa bias verso l’utilizzo dei Fondi SIE come mero strumento di sostegno agli investimenti e alla crescita economicatrova conferma in un recente documento della Commissione che ne rimarca le potenzialità di integrazione sinergica conil c.d. “piano Juncker” di rilancio degli investimenti infrastrutturali in Europa (si veda “European Structural andInvestment Funds and European Fund for Strategic Investments complementaries”).

specificità – positive e negative – dei territori) tendono a favorire i territori più ricchi, a causa dei rendimenti crescentidi scala e delle c.d. “economie di agglomerazione” (e, quindi, ampliano le disparità territoriali di sviluppo).Per questo motivo l’esperto (ed ex Ministro nel Governo Monti) Fabrizio Barca nel 2009 aveva stilato per conto dellaDirezione Generale Politica Regionale della Commissione un documento strategico sulle politiche territoriali europee incui rimarcava la esigenza di incrementare l’orientamento “place-based” della politica di coesione nella programmazione2014-2020.

Page 87: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

2.59. Le politiche deflazionistiche dell’UE, il “piano Juncker” e i Fondi SIE (II)

Il piano di rilancio degli investimenti in Europa, varato il 26 novembre 2014, in genere richiamato appunto come “pianoJuncker” dal nome del nuovo Presidente della Commissione, si fonda su tre pilastri:� il varo di un nuovo Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici (FEIS), garantito con fondi pubblici, permobilitare almeno 315 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi nel triennio 2015-2017;� la creazione di una riserva di progetti credibile, sostenuta da un programma di assistenza;� un programma di semplificazione normativa ed amministrativa per rendere l’Europa più attraente per gliinvestimenti.investimenti.

Il piano è stato ampiamente criticato soprattutto per la sua irrealistica struttura finanziaria:� il FEIS può contare su una base finanziaria certa di soli 21 Miliardi di Euro, di cui 16 provenienti dal bilancio dell’UEe degli Stati Membri e 5 impegnati dalla BEI;� il FEIS, sulla base della modesta capacità di rischio iniziale, dovrebbe generare un “effetto leva” di 1 a 15 in termini diinvestimenti reali (stima questa abbastanza poco credibile, considerando la congiuntura internazionale e il rischio dideflazione in Europa);� il contributo del bilancio dell’UE è stato raccolto andando a decurtare due Programmi di per sé orientati alla crescitae all’innovazione, ossia Horizon 2020 (decurtato di 2,7 Miliardi) e Connecting Europe Facility (decurtato di 3,3Miliardi).

Page 88: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

2.60. Le politiche deflazionistiche dell’UE, il “piano Juncker” e i Fondi SIE (III)

I Fondi SIE – in primis il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) – sono sempre stati un importante volanodegli investimenti pubblici e privati in Europa. Attraverso il FESR, peraltro, sono state finanziate, ricorrendo aoperazioni di “project finance”, importanti opere infrastrutturali.Era quasi fisiologico, pertanto, che la Commissione individuasse nei Fondi SIE un ulteriore canale di finanziamentodel “piano Juncker” di rilancio degli investimenti in Europa (si veda il documento del febbraio 2016 già citato sopra).In questo modo, tuttavia, si vanno solo ad esacerbare alcune criticità del profilo strategico della politica di coesione edello stesso “piano Juncker”:dello stesso “piano Juncker”:� il piano e il suo strumento sono stati criticati anche per il fatto di non prevedere riserve/criteri di merito chepotessero favorire il finanziamento di investimenti ubicati nelle regioni o nei paesi maggiormente colpite da deficitinfrastrutturali e/o dagli effetti recessivi delle politiche di stabilizzazione macroeconomica;� il FEIS ha già decurtato gli stanziamenti di impegno di Horizon 2020 e Connecting Europe Facility. Non sipossono continuare a decurtare gli stanziamenti di bilancio delle rubriche del QFP 2014-2020. Va bene recuperare i“residui di spesa” (importi non spesi) dei bilanci annuali per indirizzarli sul FEIS, ma ci vuole anche finanza pubblicadegli SM aggiuntiva;� nel momento in cui si forzano ulteriormente SM e Regioni a indirizzare le risorse dei Fondi SIE su determinatecategorie di spese, se da un lato si rafforza la concentrazione tematica, dall’altro si rafforza parimenti il loro profilo distrumenti “one-size-fits-all”, profilo delle politiche che è di per sé una negazione delle politiche regionali (le qualidovrebbero invece caratterizzarsi come politiche “place-based”).

Page 89: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

AllegatiAllegati

Antonio Bonetti

Page 90: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

Allegato I. La mappatura dei Fondi europei (I)

La “mappatura” dei fondi europei consiste semplicemente in una serie di “riclassificazioni” funzionali deivari strumenti di finanziamento dell’UE, riclassificazioni che consentono di capire meglio come questi abbianotutti una ben definita relazione con gli orientamenti di policy dell’UE e, di riflesso, abbiano una puntualecollocazione nel complesso sistema di finanza pubblica dell’UE.

La mappatura dei fondi dell’UE, peraltro, è solo apparentemente una sorta di esercizio accademico. Infatti,così come la riclassificazione del bilancio civilistico di un’azienda commerciale è conditio sine qua non percosì come la riclassificazione del bilancio civilistico di un’azienda commerciale è conditio sine qua non percapirne a fondo stato di salute e prospettive di redditività futura, la “riclassificazione” dei vari finanziamentidell’UE è essenziale sia per delineare un approccio strategico ai fondi dell’UE davvero efficace, sia performulare proposte progettuali che possano corrispondere agli obiettivi di policy e ai criteri di selezione degliEnti finanziatori (Enti che possono andare dalle Direzioni Generali della Commissione agli OrganismiIntermedi responsabili di parte degli interventi dei Programmi regionali).

Infine non va trascurato il fatto che la “mappatura” dei fondi dell’UE, peraltro, impone anche di individuarecorrettamente i veri soggetti erogatori dei fondi (sovente si ascolta la frase “c’è un finanziamento europeo”,ma un conto trattare di un finanziamento gestito dalla Regione e un conto trattare di un finanziamento“diretto” della Commissione).

Page 91: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

Allegato I. La mappatura dei Fondi europei (II)

La mappatura dei fondi europei dovrebbe, quindi, consentire di facilitare:� una più chiara individuazione dei nessi fra obiettivi generali e politiche dell’UE e i vari strumenti di finanziamento;� una migliore comprensione dei limiti di applicazione di ciascuno degli strumenti di finanziamento dell’UE, ma anche delle possibili sinergie fra i vari strumenti;� una migliore comprensione della diversa natura dei fondi “a gestione diretta” e dei fondi “a gestione concorrente” (segnatamente i Fondi Strutturali e di Investimento Europeo – Fondi SIE - la cui gestione è delegata a Governi centrali e Regioni degli Stati Membri);� la formulazione di una efficace strategia di accesso ai fondi dell’UE.

La mappatura degli strumenti finanziari, come presentato in maniera stilizzata nel prospetto che segue, che costituisce unna sorta di guida alla lettura, si può operare sulla base di vari parametri:Tipologia dei fondi (modalità di erogazione dei fondi, indicate, anche nel regolamento finanziario, come “operazioni di spesa”);Modalità di gestione (“metodo di esecuzione” del bilancio);Enti erogatori (enti preposti alla gestione);Ambito di policy (tipo di politiche pubbliche finanziate o settori economici di intervento),Soggetti beneficiari (coloro che riceveranno e gestiranno i fondi);Destinatari finali (‘gruppo target’).

N.B. Si veda la Guida di F4R Lab “La mappatura dei fondi europei 2014-2020”

Page 92: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

Allegato I. La mappatura dei Fondi europei (III)

Fondi a gestione diretta

Fondi a gestione concorrente

Fondi indiretti

Modalità di erogazione

dei fondi

Modalità di gestione

del bilancio

Appalti

Premi Strumenti finanziari

Sovvenzioni

Beneficiari (coloro che gestiranno i fondi)

Destinatari (gruppo target dei progetti)

Beneficiari e destinatari

finali

Ambiti di policy (e settori)

Priorità di policy dell’UE

Obiettivi Tematici dei

Fondi SIE

Ambiti di policy (settori)

stabiliti dagli esperti

Are prioritarie della

strategia Europe 2020

Enti erogatori su più livelli di governo, dalle DG

della CE agli Organismi Intermedi localiEnti gestori dei fondi

Page 93: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

Allegato II. Appalti pubblici e sovvenzioni

Finanziamenti della UE

GRANTSPUBLIC

CONTRACTS

GUUESerie C

GUUESerie S

Convenzione di Sovvenzione

ContrattoPubblico

Page 94: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

Allegato III. Metodi di esecuzione del bilancio (I)

L'implementazione dei Programmi è gestita direttamente da:- Direzioni Generali e Servizi della Commissione. - Delegazioni dell’UE (presso Paesi Terzi).- Agenzie esecutive, di diretta emanazione della Commissione.

Gestione diretta

Le funzioni di gestione finanziaria e di esecuzione degliinterventi sono affidate ad Amministrazioni nazionali eregionali degli Stati Membri (formalmente ilRegolamento indica gli SM).

Gestione concorrente

Page 95: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

Allegato III. Metodi di esecuzione del bilancio (II)

La gestione dei fondi e degli interventi èconferita:- a Paesi Terzi e organismi da questi designati;- a organizzazioni internazionali e rispettiveagenzie;- alla BEI e al FEI;Gestione - alla BEI e al FEI;- a organizzazioni di Diritto Pubblico;- a organizzazioni private che svolgonofunzioni pubbliche;- a organizzazioni private degli SM chegestiscono Partenariati Pubblici Privati;- ad altre organizzazioni.

Gestione indiretta

Page 96: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

I documenti che caratterizzano l’approccio strategico dei Fondi SIE sono il Common Strategic Framework (CSF) cheinteressa tutti i Fondi SIE, a livello europeo, e gli Accordi di Partenariato (AdP), a livello di Stati Membri (gli artt. 9-17del regolamento-quadro disciplinano CSF e Accordi di Partenariato).L’Accordo di Partenariato (AdP) dell’Italia è stato approvato dalla Commissione con Decisione di esecuzione il 29 ottobre2014 e, come già accennato, prevede un framework strategico imperniato sugli 11 Obiettivi Tematici dei Fondi SIE.

Allegato IV. L’Accordo di Partenariato (AdP) dell’Italia (I)

L’AdP interessa tutte le regioni italiane suddivise nelle tre categorie previste dai regolamenti (v. slide 2.26), che solo in parterispecchiano realmente l’enorme divario inter-regionale interno. ISTAT e SVIMEZ stimano che nel 2014, fatto 100 il PILpro-capite dell’Italia, l’Indice del Trentino Alto Adige è pari a 141,7, mentre quello della Calabria è pari a 59,5. Di poco

L’Accordo che copre tutti i Fondi SIE ha una dimensione finanziaria consistente. Il contributo europeo ammonta a poco piùdi 42 Miliardi di Euro, a cui va aggiunto il cofinanziamento nazionale.Il pacchetto finanziario dei Fondi Strutturali (FESR e FSE) ammonta a circa 31,119 Milioni di Euro, al netto del contributodi circa 1,1 Miliardi per l’Obiettivo Cooperazione Territoriale Europea.

pro-capite dell’Italia, l’Indice del Trentino Alto Adige è pari a 141,7, mentre quello della Calabria è pari a 59,5. Di pocosuperiori sono gli Indici di Sicilia (61,2), Campania (61,4) e Puglia (61,6).L’ultima regione “meno sviluppata”, la Basilicata registra un Indice pari a 68,6, ma nella precedente programmazione nonera collocata nella categorie delle regioni “più povere”.La “questione meridionale”, purtroppo continua ad essere un problema grave. Nel 2014 l’Indice del PIL pro-capite per tuttele otto regioni del Mezzogiorno storico è stato pari a 63,9.

Page 97: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

Allegato IV. L’Accordo di Partenariato (AdP) dell’Italia (II)Obiettivi Tematici e Fondi

OBIETTIVI TEMATICI (OT) FONDI

OT 1 Ricerca, Sviluppo tecnologico e innovazione FESR *** FEASR

OT 2 Agenda digitale FESR *** FEASR

OT 3 Competitività dei sistemi produttivi FESR *** FEASR FEAMP

OT 4 Energia sostenibile e qualità della vita FESR *** FEASR FEAMP

OT 5 Clima e rischi ambientali FESR *** FEASR

OT 6 Tutela dell'ambiente - Risorse culturali e ambientali FESR *** FEASR FEAMP

OT 7 Mobilità sostenibile di persone e merci FESR *** *** ***

OT 8 Occupazione *** FSE FEASR FEAMP

OT 9 Inclusione sociale e lotta alla povertà FESR FSE FEASR ***

OT 10 Istruzione e formazione FESR FSE FEASR ***

OT 11 Capacità istituzionale e amministrativa - AT FESR FSE *** ***

Page 98: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

Allegato IV. L’Accordo di Partenariato (AdP) dell’Italia (III)L’allocazione dei Fondi Strutturali per OT e categorie di regioni

Obiettivi Tematici (OT)

Regioni più sviluppate

Regioni in transizione

Regioni meno sviluppate

Totale (a)

Val. ass. Val. % Val. ass. Val. % Val. ass. Val. % Val. ass. Val. %

OT 1 Ricerca, Sviluppo tecnologico e innovazione 909,3 12,5 177,4 13,6 2.266,0 10,6 3.352,7 11,2

OT 2 Agenda digitale 348,9 4,8 85,9 6,6 1.410,8 6,6 1.845,6 6,1

OT 3 Competitività dei sistemi produttivi 809,1 11,1 219,7 16,8 2.546,6 11,9 3.575,4 11,9

OT 4 Energia sostenibile e qualità della vita 773,0 10,6 132,1 10,1 2.233,5 10,4 3.138,6 10,4

OT 5 Clima e rischi ambientali 97,0 1,3 23,3 1,8 691,6 3,2 811,9 2,7

OT 6 Tutela dell'ambiente- Risorse culturali e OT 6 Tutela dell'ambiente- Risorse culturali e ambientali 131,4 1,8 75,6 5,8 2.134,7 9,9 2.341,7 7,8

OT 7 Mobilità sostenibile di persone e merci 0,0 0,0 0,0 0,0 2.473,5 11,5 2.473,5 8,2

OT 8 Occupazione 1.846,5 25,4 193,0 14,8 2.047,0 9,5 4.086,5 13,6

OT 9 Inclusione sociale e lotta alla povertà 974,1 13,4 143,2 10,9 2.184,5 10,2 3.301,8 11,0

OT 10 Istruzione e formazione 1.258,9 17,3 210,0 16,1 2.647,1 12,3 4.116,0 13,7

OT 11 Capacità istituzionale e amministrativa - AT 134,7 1,8 47,8 3,7 821,5 3,8 1.004,0 3,3

Totale risorse per categoria di Regioni 7.282,9 100,0 1.308,0 100,0 21.456,8 100,0 30.047,7 100,0

Assistenza tecnica 285,2 - 42,4 - 743,7 - 1.071,3 -

Totale generale 7.568,1 1.350,4 22.200,5 31.119,0

(a) Comprensivo del FESR e del FSE e al netto del FEASR e del FEAMP.

Fonte: elaborazioni SVIMEZ su dati Agenzia per la Coesione TerritorialeSVIMEZ, Rapporto SVIMEZ 2015 sull’economia del Mezzogiorno, Il Mulino, 2015, p. 387

Page 99: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

Allegato V. Sinergia fra il Fondo Sociale Europeo ed altri strumenti per la valorizzazione delle risorse umane e l’inclusione sociale

FSE

Strategia Europea per l’Occupazione (SEO)

Fondo diAdeguamento alla

Globalizzazione

FEAD

Asse PROGRESS

Unione dell’Innovazione

Piattaforma contro la povertà

Europe 2020

Page 100: Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020

Il Centro Studi Funds for Reforms Lab (F4R Lab) è una associazione non riconosciuta fondata nelfebbraio 2017.F4R Lab persegue il fine della promozione della cultura, della ricerca scientifica e socio-economica edell’innovazione istituzionale, tecnologica e sociale, nella prospettiva dello sviluppo umano edell’incremento delle libertà di scelta di tutti gli individui.F4R Lab, mediante attività di ricerca socio-economica, di formazione e l’organizzazione di seminari e dicampagne di sensibilizzazione su cultura, ricerca e innovazione tecnologica e sociale e su riforme

ANTONIO BONETTI - Esperto indipendente di pianificazione strategica, project management e politiche e fondi europeiWebsite/blog: http://www.bonetti4reforms.comMailto: [email protected]

campagne di sensibilizzazione su cultura, ricerca e innovazione tecnologica e sociale e su riformeistituzionali, economiche e sociali, intende diventare un laboratorio culturale di riferimento sui temi delleriforme delle politiche pubbliche e dell’accesso di tutti alla conoscenza, alla cultura e alle scelte pubbliche.Le aree di ricerca del Centro Studi sono EUROPA 4.0, SFERA PUBBLICA 4.0 e LEADER 4.0.