RASSEGNA STAMPA - perindpadova.it · Un modello condiviso per il welfare Italia Oggi pag. 39 del...

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lunedì 17 novembre 2014 RASSEGNA STAMPA CONGRESSO STRAORDINARIO Periti industriali solo laureati COMUNICATO STAMPA CNPI-EPPI I periti scommettono sul futuro Italia Oggi pag. 39 del 13/11/2014 Un modello condiviso per il welfare Italia Oggi pag. 39 del 13/11/2014 Il nodo della sussidiarietà Italia Oggi pag. 39 del 13/11/2014 Nulla è più come prima Italia Oggi pag. 39 del 13/11/2014 Parola alla “base” per decidere il futuro dei periti industriali Il Sole 24 Ore pag. 47 del 13/11/2014 Professione al bivio della laurea o dell’aggregazione Italia Oggi pag. 31 del 14/11/2014 La laurea nel futuro dei periti Italia Oggi pag. 33 del 15/11/2014 I periti industriali chiudono ai diplomati Il Sole 24 Ore pag. 19 del 15/11/2014 Periti industriali solo con laurea Il Sole 24 Ore pag. 17 del 16/11/2014 PREVIDENZA Casse, nella stabilità spiraglio per tassazione al 20% Milano & Finanza pag. 6 del 11/11/2014 Le Casse chiedono lo stop all’aumento della tassazione Il Sole 24 Ore pag. 47 del 13/11/2014 Le Casse: la tassazione va rivista Il Sole 24 Ore pag. 45 del 14/11/2014 Per i piccoli professionisti allo studio l’esenzione Irap Il Sole 24 Ore pag. 4 del 15/11/2014

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lunedì 17 novembre 2014

RASSEGNA STAMPA

CONGRESSO STRAORDINARIO

Periti industriali solo laureati COMUNICATO STAMPA CNPI-EPPI I periti scommettono sul futuro Italia Oggi pag. 39 del 13/11/2014 Un modello condiviso per il welfare Italia Oggi pag. 39 del 13/11/2014 Il nodo della sussidiarietà Italia Oggi pag. 39 del 13/11/2014 Nulla è più come prima Italia Oggi pag. 39 del 13/11/2014 Parola alla “base” per decidere il futuro dei periti industriali Il Sole 24 Ore pag. 47 del 13/11/2014 Professione al bivio della laurea o dell’aggregazione Italia Oggi pag. 31 del 14/11/2014 La laurea nel futuro dei periti Italia Oggi pag. 33 del 15/11/2014 I periti industriali chiudono ai diplomati Il Sole 24 Ore pag. 19 del 15/11/2014 Periti industriali solo con laurea Il Sole 24 Ore pag. 17 del 16/11/2014 PREVIDENZA

Casse, nella stabilità spiraglio per tassazione al 20% Milano & Finanza pag. 6 del 11/11/2014 Le Casse chiedono lo stop all’aumento della tassazione Il Sole 24 Ore pag. 47 del 13/11/2014 Le Casse: la tassazione va rivista Il Sole 24 Ore pag. 45 del 14/11/2014 Per i piccoli professionisti allo studio l’esenzione Irap Il Sole 24 Ore pag. 4 del 15/11/2014

Casse, limite al 20% per gli investimenti in beni immobili Il Sole 24 Ore pag. 19 del 15/11/2014 Casse, investimenti vincolati Italia Oggi pag. 32 del 15/11/2014 SOCIETA’ TRA PROFESSIONISTI

Stp, che fine ha fatto il ddl sulle semplificazioni? Italia Oggi pag. 27 del 14/11/2014 Stp, ancora ai box: sul fisco serve un intervento legislativo Italia Oggi pag. 33 del 15/11/2014 AGEVOLAZIONI

Prestiti a tasso zero in favore delle imprese che innovano Italia Oggi Sette pag. 4 del 17/11/2014 CRONACA LOCALE

Albanese: “I mestieri più richiesti? Sono i periti elettronici e informatici” Giornale di Sicilia pag. 3 del 13/11/2014 Così i professionisti hanno battuto la crisi Il Gazzettino pag. 11 del 13/11/2014

CONSIGLIO NAZIONALE DEI PERITI INDUSTRIALI

E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI PRESSO IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

CONGRESSO STRAORDINARIO DEI PERITI INDUSTRIALI E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI

Un Paese e una categoria alla ricerca di un nuovo equilibrio, promuovendo lavoro e welfare

 

Periti industriali solo laureati Semaforo verde alla scelta di porre la laurea 

come vincolo di qualità  per esercitare la professione     Roma, 15 novembre 2014. “Oggi abbiamo preso una decisione straordinaria ed era l’unica possibile”, ha detto Giampiero Giovannetti, presidente del Consiglio nazionale periti industriali. “Porre il titolo di laurea come vincolo per  l’esercizio della nostra  libera attività è  infatti  l’unica  scelta che  ci  consentirà di continuare a    svolgere  con competenza il nostro ruolo di servizio al cittadino e di dare il nostro contributo al rilancio del Paese”. Giovannetti rilancia  con orgoglio  la  scelta di dare  valore alla  “nostre  competenze, per essere alla pari  con altre professioni tecniche nei  concorsi, nell’assegnazione di  appalti, nel  rapporto  con  il  cliente”. Una decisione  frutto di una  tre giorni  di  lavori  serrata,  nell’ambito  Congresso  straordinario  di  categoria,  e  di  un  percorso  di  discussione organizzato sul territorio in 13 incontri da Maggio ad Ottobre, che alla fine ha portato 619 delegati al Congresso.   La categoria ha preso  la sua decisione in modo quasi unanime:  l’opzione  laurea alla fine ha ottenuto  il consenso dll’85% dei votanti e questo significa un passo che non divide ma unisce le varie anime della professione. “Già da lunedì, ha sostenuto con forza Giovannetti, saremo al lavoro compatti per portare a termine il cambiamento”. In concreto, questo significherà che  i futuri accessi all’albo saranno garantiti solo con  laurea triennale o titolo equipollente. Resta comunque aperta  la possibilità che  i giovani si  iscrivano con  il diploma di maturità di perito industriale  rilasciato  dalla  scuola  superiore  entro  la  scorsa  ultima  sessione  di  esami  (2014)  per  i  cinque  anni successivi all’entrata in vigore del provvedimento. Invece, i futuri diplomati dal Luglio 2015 (cioè quelli interessati dalla Riforma Gelmini) avranno acceso appunto solo con il possesso di un titolo di laurea triennale.   “Credo, conclude Valerio Bignami, presidente dell’Ente di previdenza periti  industriali, che questa scelta porterà anche i suoi effetti inevitabili nel settore previdenza. La Cassa dovrà diventare un fattore attrattivo per i giovani nuovi  laureati, dato  che  lo  stesso  titolo di  studio aprirà  la porta a diverse professioni“. Dunque più  servizi, più efficienza, più sostegno alla professione e maggiore visibilità: “ e noi siamo qui ad accettare la sfida”.  

  Per informazioni: Benedetta Pacelli (cell. 3396098097) Roberto Contessi (cell. 3477189693) 

COMUNICATO STAMPA

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4 Lunedì 17 Novembre 2014 ACCESSO AL CREDITOCon il riordino degli incentivi via al nuovo strumento Smart & Start. Stanziati 200 mln

Prestiti a tasso zero in favore delle imprese che innovano

Pagina a curaDI ROBERTO LENZI

Il nuovo Smart & Start si estende a tutto il terri-torio nazionale e riparte grazie a 200 milioni di

euro circa di stanziamento iniziale. Lo strumento, che fi -nanzia oltre agli investimen-ti, anche le spese di gestione, è utilizzabile dalle imprese esistenti, da quelle di nuo-va costituzione e può essere attivato anche dalle persone fi siche che intendano costitu-ire un’impresa e subordinano la loro volontà all’ottenimen-to delle agevolazioni. Con la pubblicazione del decreto del Ministero dello sviluppo economico del 24 settembre 2014, avvenuta sulla Gazzetta Uffi ciale n. 264 del 13 novem-bre 2014, è stato lanciato il primo importante strumento nazionale a favore delle start-up innovative. Queste sono le imprese iscritte o che si iscri-veranno nell’apposita sezione del registro imprese. Le im-prese potranno richiedere un fi nanziamento a tasso zero, a copertura di un programma di investimento e dei costi di gestione per due anni. I sog-getti ubicati nelle regioni del Mezzogiorno potranno anche beneficiare di una parte di contributo a fondo perduto. Altra conseguenza del rior-dino degli incentivi è la chiu-sura del vecchio incentivo Smart & Start che operava a sportello nelle sole regioni del Mezzogiorno e fi nanziava le iniziative innovative, even-tualmente anche non promos-se da start-up innovative. A partire dal 14 novembre 2014, le agevolazioni previ-ste dai decreti ministeriali 6 marzo 2013 e 30 ottobre 2013 non sono più accessibi-li. Lo sportello di accesso al nuovo strumento di agevola-zione sarà aperto solamente a partire dalla data indicata in un’apposita circolare ministe-riale di prossima adozione. La gestione dell’intervento sarà affi data ancora a Invitalia.

Possibile accedere an-che come persone fi siche. L’agevolazione è riservata alle start-up innovative, costituite da non più di 48 mesi così come previsto dal decreto-legge n. 179/2012. Le imprese devono risultare di piccola dimensione e devono avere sede legale e operativa su tutto il territorio naziona-le. Il grande vantaggio di que-sto strumento è che possono presentare domanda anche le persone fi siche che inten-dono costituire una start-up innovativa, ivi compresi i cit-tadini stranieri in possesso del visto start-up. In questo caso l’impresa dovrà essere formalmente costituita entro

e non oltre 60 giorni dalla co-municazione di ammissione. Quindi, un gruppo di persone che intendono costituire una nuova società possono pre-sentare domanda senza esse-re costretti ad anticiparne la costituzione e i relativi costi che potranno essere rimanda-ti al momento in cui ci sarà la certezza dell’ottenimen-to dell’agevolazione. Stesso vantaggio è riservato anche agli stranieri in possesso del

visto d’ingresso in Italia per motivi di lavoro autonomo, ri-lasciato, ai sensi dell’articolo 3 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 25 novembre 2013, ai cittadini stranieri non comunitari re-sidenti all’estero che inten-dono costituire un’impresa start-up innovativa.

Accesso vietato a chi si ricicla per ottenere l’aiu-to. Non sarà permesso l’ac-cesso a quelle imprese che

risultano controllate da soci a loro volta controllanti im-prese che abbiano cessato, nei 12 mesi precedenti la data di presentazione della richiesta, un’attività analoga a quella cui si riferisce la domanda di agevolazione. Questo impedi-rà la riapertura di attività già esistenti volta esclusivamen-te ad acquisire l’agevolazione, altrimenti non spettante.

Richiesta una spesa mi-nima di 100 mila euro. Le

domande di finanziamento dovranno riguardare piani di spesa compresi tra 100 mila euro e 1,5 milioni di euro. I piani di impresa dovranno essere caratterizzati da un signifi cativo contenuto tecno-logico e innovativo oppure mi-rati allo sviluppo di prodotti, servizi o soluzioni nel campo dell’economia digitale oppure fi nalizzati alla valorizzazione economica dei risultati del si-stema della ricerca pubblica e privata.

Finanziamento a tasso zero pari al 70% delle spe-se. L’agevolazione ottenibile consiste di un fi nanziamento agevolato, senza interessi, nella forma della sovvenzione rimborsabile, per un importo pari al 70% delle spese am-missibili.

In caso di start-up intera-mente costituita da giovani di età non superiore ai 35 anni e/o da donne, o che prevede la presenza di almeno un esper-to, in possesso di titolo di dot-tore di ricerca o equivalente da non più di sei anni e impe-gnato stabilmente all’estero in attività di ricerca o didat-tica da almeno un triennio, l’importo del fi nanziamento agevolato è elevato all’80%. Le start-up innovative loca-lizzate nelle regioni Basilica-ta, Calabria, Campania, Pu-glia, Sardegna, Sicilia e nel territorio del cratere sismico aquilano dovranno restituire soltanto l’80% dell’importo del fi nanziamento agevolato concesso; questo signifi ca che la restante quota del 20% si tradurrà in un contributo a fondo perduto.

Tutoraggio per le impre-se di recente costituzione. Oltre al fi nanziamento a tas-so zero, è previsto anche il ri-lascio di servizi di tutoraggio tecnico-gestionale, riservato alle sole imprese costituite da non più di 12 mesi alla data di presentazione della domanda di agevolazione. Il tutoraggio è fi nalizzato a trasferire alle start-up in-novative le competenze spe-cialistiche, strategiche per il miglior esito delle iniziative fi nanziate, negli ambiti te-matici di maggiore interes-se e rilevanza per le start-up innovative, con particolare riferimento alla corretta fruizione delle agevolazioni, all’accesso al mercato dei ca-pitali, al marketing, all’orga-nizzazione e risorse umane, all’innovazione e trasferi-mento tecnologico. Ciascuna impresa può beneficiare di servizi per un valore equiva-lente a 7.500 euro, elevabile a 15 mila euro all’interno delle aree che beneficiano anche di una quota di contributo a fondo perduto.

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La nuova agevolazione è riservata alle sole imprese iscritte nell’apposita sezione delle start-up innovative istituita presso il regi-stro imprese. La start-up innovativa è una società di capitali, costituita anche in for-ma cooperativa, di diritto italiano ovvero una Societas Europea, residente in Italia, le cui azioni o quote rappresentative del capitale sociale non sono quotate su un mercato regolamentato o su un sistema multilaterale di negoziazione. Per quali-fi carsi come start-up innovativa è obbli-gatorio essere in possesso di una serie di requisiti. L’impresa deve essere costituita e svolgere attività d’impresa da non più di quarantotto mesi e deve avere la sede principale dei propri affari e interessi in Italia. Inoltre, a partire dal secondo anno di attività della start-up innovativa, il to-tale del valore della produzione annua, così come risultante dall’ultimo bilancio approvato entro sei mesi dalla chiusura dell’esercizio, non deve essere superiore a 5 milioni di euro. L’impresa non deve di-stribuire utili e deve avere, quale oggetto sociale esclusivo o prevalente, lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valo-re tecnologico. Infi ne, l’impresa non deve risultare costituita da una fusione, scis-sione societaria o a seguito di cessione di azienda o di ramo di azienda. - I tre requisiti alternativi che determinato lo status di «start-up innovativa». Oltre ai requisiti di base sopra descritti, alla start-up innovativa è richiesto il posses-so di almeno una delle caratteristiche di innovatività previste dalla normativa. La prima opzione è che le spese in ricerca e sviluppo siano uguali o superiori al 15% del maggiore valore fra costo e valore to-tale della produzione della start-up inno-vativa. Dal computo per le spese in ricerca e sviluppo sono escluse le spese per l’ac-quisto e la locazione di beni immobili. Ai fi ni di questo provvedimento, in aggiunta a quanto previsto dai principi contabili, sono da annoverarsi tra le spese in ricerca

e sviluppo: le spese relative allo sviluppo precompetitivo e competitivo, quali speri-mentazione, prototipazione e sviluppo del business plan, le spese relative ai servizi di incubazione forniti da incubatori certi-fi cati, i costi lordi di personale interno e consulenti esterni impiegati nelle attività di ricerca e sviluppo, inclusi soci e ammi-nistratori, le spese legali per la registra-zione e protezione di proprietà intellet-tuale, termini e licenze d’uso. Le spese risultano dall’ultimo bilancio approvato e sono descritte in nota integrativa. In assenza di bilancio nel primo anno di vita, la loro effettuazione è assunta tramite dichiarazione sottoscritta dal legale rap-presentante della start-up innovativa. La seconda opzione è l’impiego come dipen-denti o collaboratori a qualsiasi titolo, in percentuale uguale o superiore al terzo della forza lavoro complessiva, di perso-nale in possesso di titolo di dottorato di ricerca o che sta svolgendo un dottorato di ricerca presso un’università italiana o straniera, oppure in possesso di laurea e che abbia svolto, da almeno tre anni, at-tività di ricerca certifi cata presso istituti di ricerca pubblici o privati, in Italia o all’estero, ovvero, in percentuale uguale o superiore a due terzi della forza lavoro complessiva, di personale in possesso di laurea magistrale ai sensi dell’articolo 3 del regolamento di cui al decreto del ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca 22 ottobre 2004, n. 270. La terza e ultima possibilità è che l’impresa sia titolare o depositaria o licenziataria di almeno una privativa industriale relativa a una invenzione industriale, biotecnolo-gica, a una topografi a di prodotto a semi-conduttori o a una nuova varietà vegetale ovvero sia titolare dei diritti relativi a un programma per elaboratore origina-rio registrato presso il Registro pubblico speciale per i programmi per elaboratore, purché tali privative siano direttamente afferenti all’oggetto sociale e all’attività d’impresa.

I requisiti che fanno una start-up

Le caratteristiche del fi nanziamento

Importo a copertura del 70% delle • spese (elevabile all’80%)

Tasso pari a zero•

Durata massima di 8 anni•

Rimborso dopo 12 mesi a decor-• rere dall’erogazione dell’ultima

quota dell’agevolazione

Piano di ammortamento a rate • semestrali costanti posticipate, scadenti il 31 maggio e il 30 no-vembre di ogni anno

Non sono assistiti da forme di • garanzia

5Lunedì 17 Novembre 2014ACCESSO AL CREDITO

Acquisto di macchi-nari e attrezzature, hardware e software, spese di personale per

due anni e canoni leasing sono alcune delle spese che le start-up innovative possono fi nan-ziare grazie alla nuova agevo-lazione introdotta dal dm 24 settembre 2014. Il finanzia-mento non andrà quindi a co-prire solamente investimenti produttivi, ma servirà anche a sostenere alcune spese di ge-stione per un periodo di due anni. I programmi di investi-mento dovranno essere avviati successivamente alla presen-tazione della domanda di age-volazione, intendendo come avvio la data del primo titolo di spesa ammissibile. Le spe-se dovranno essere realizzate entro 24 mesi dalla stipula del contratto di fi nanziamento.

Ammissibili gli investi-menti in beni nuovi. Saran-no ammissibili gli investimenti relativi a impianti, macchinari e attrezzature tecnologici, ov-vero tecnico-scientifi ci, nuovi di fabbrica, funzionali alla re-alizzazione del progetto. Inol-tre, il fi nanziamento coprirà le spese per componenti har-dware e software funzionali al progetto, brevetti e licenze, certifi cazioni, know-how e co-noscenze tecniche, anche non brevettate, purché diretta-mente correlate alle esigenze produttive e gestionali dell’im-presa. Infi ne, potranno essere fi nanziate le spese di proget-tazione, sviluppo, personaliz-zazione, collaudo di soluzioni architetturali informatiche e di impianti tecnologici produt-tivi, consulenze specialistiche tecnologiche funzionali al pro-getto di investimento, nonché relativi interventi correttivi e adeguativi.

Investimenti non am-messi. Non potranno essere ammesse alle agevolazioni le spese riferite a investimenti di mera sostituzione di im-pianti, macchinari e attrez-zature. Inoltre, non saranno ammesse le spese effettuate, in tutto o in parte, mediante il cosiddetto «contratto chiavi in mano», nonché le spese re-lative a commesse interne e le spese sostenute attraverso il sistema della locazione fi nan-ziaria. I beni dovranno essere nuovi di fabbrica, non saranno infatti ammesse le spese rela-tive a macchinari, impianti e attrezzature usati. Sarà im-possibile fi nanziare anche le spese notarili e quelle relative a imposte, tasse, scorte.

Tracciabilità obbligato-ria. Per essere fi nanziabili, i beni dovranno risultare am-mortizzabili ed essere utiliz-zati esclusivamente nell’uni-tà produttiva destinataria dell’aiuto. Inoltre, dovranno essere acquistati a condizioni di mercato da terzi che non hanno relazioni con l’acqui-rente. La normativa richiede che i beni fi gurino nell’attivo di bilancio dell’impresa bene-ficiaria per almeno tre anni e che siano pagati esclusiva-

mente tramite un conto cor-rente bancario dedicato alla realizzazione del programma di investimenti.

Ammissibili i costi di esercizio per 24 mesi dalla stipula del finanziamen-to. Oltre agli investimenti, le imprese potranno anche fi nanziare i costi di gestione sostenuti nei 24 mesi succes-sivi alla data di stipula del

contratto di finanziamento. Trai costi di gestione ammes-si, rientrano gli interessi sui fi nanziamenti esterni concessi all’impresa. Tali interessi sono ammissibili in misura non su-periore al tasso di riferimento vigente alla data di concessio-ne dell’agevolazione, fissato sulla base di quello stabilito dalla Commissione europea. Saranno ammesse anche le quote di ammortamento di

impianti, macchinari e at-trezzature tecnologici, ovvero tecnico-scientifici, con par-ticolare riferimento a quelli connessi all’utilizzo delle tec-nologie dell’informazione e della comunicazione, necessari all’attività di impresa, qualo-ra per i medesimi beni non sia stata richiesta l’agevolazione nell’ambito degli investimen-ti. Rientrano anche i canoni di leasing ovvero spese di affi tto

relativi agli impianti, macchi-nari e attrezzature, licenze e diritti relativi all’utilizzo di titoli della proprietà industria-le, licenze relative all’utilizzo di software, servizi di incu-bazione e di accelerazione di impresa, con particolare rife-rimento a quelli forniti dagli incubatori certificati. Altra voce importante è quella rela-tiva ai costi salariali relativi al personale dipendente, nonché costi relativi a collaboratori a qualsiasi titolo aventi i requi-siti per essere classifi cati come qualifi cati.

Bando aperto a sportello. Le agevolazioni saranno con-cesse sulla base di procedura valutativa con procedimento a sportello. Il primo giorno uti-le di presentazione delle do-mande sarà fi ssato attraverso un’apposita circolare esplicati-va che il ministero appronterà prossimamente e che conter-rà anche approfondimenti su quanto stabilito dal decreto.

Prevista una valutazio-ne dei progetti. Vista la procedura a sportello, l’ordi-ne cronologico delle domande sarà fondamentale per otte-nere l’agevolazione. In caso di esaurimento delle risorse, le domande che ricadono nell’ul-timo giorno utile andranno a riparto e saranno quindi age-volate parzialmente. I progetti saranno comunque sottoposti a una valutazione sulla base di criteri prestabiliti. Saranno avvantaggiate le imprese che hanno conseguito il rating di legalità, nonché le imprese che fi nanziano il piano di impresa

per almeno il 30% del fi nan-ziamento richiesto attraverso conferimenti in denaro iscritti alla voce del capitale sociale e della riserva da sovrapprez-zo delle azioni o quote delle start-up innovative, anche in seguito alla conversione di ob-bligazioni convertibili in azioni o quote di nuova emissione, da parte di uno o più investitori qualifi cati.

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Spese di gestione finanziabili

L’incentivo Smart & Start, disciplinato dai decreti ministeriali 6 marzo 2013 e 30 ottobre 2013, non è più accessibile dal 14 novembre 2014. La pubblicazione del rior-dino dell’incentivo ha determinato lo stop allo sportello di presentazione delle do-mande per il vecchio strumento. Il Ministe-ro dello sviluppo economico, annunciando il nuovo strumento, ha fornito alcuni dati provvisori su quanto realizzato grazie a Smart & Start.

- Oltre 1.100 domande presentate. Il primo strumento per iniziative innovative ha sicuramente generato molto interesse, considerando anche che era riservato esclu-sivamente alle regioni del Mezzogiorno. In poco più di un anno di operatività sono state inviate a Invitalia ben 1.171 richieste di fi nanziamento, che vedevano coinvolti 2.767 neoimprenditori. Le domande sono state presentate per il 27% da donne e per il 51% da giovani. L’80% delle richieste ha riguardato imprese non ancora costituite, a conferma di quanto questa possibilità sia stata importante per i potenziali benefi cia-ri. Le iniziative fi nanziate sono state 368, pertanto a oggi solo un terzo circa delle proposte hanno avuto esito positivo. Gli in-vestimenti attivati sono pari a 68 milioni di euro, di cui 32 in Campania, 15 in Sicilia, 13 in Puglia e 7 in Calabria. Invitalia ha per il momento concesso agevolazioni per 63,5 milioni di euro, a fronte di richieste superiori a 206 milioni.

- Il vecchio strumento era attivo solo al sud. Il vecchio Smart & Start si proponeva di promuovere la nascita di nuove imprese nelle regioni Basilicata, Calabria, Campa-nia, Puglia, Sardegna e Sicilia, in attuazione di una specifi ca azione prevista nel PON «Ri-cerca e competitività» FESR 2007-2013. Lo strumento era stato introdotto per la prima volta dal dm 6 marzo 2013, poi modifi cato dal dm 30 ottobre 2013, e lo sportello aveva

iniziato l’operatività dal 4 settembre 2013. Potevano accedere le imprese, ivi incluse le start-up innovative, costituite da non più di sei mesi alla data di presentazione della do-manda di agevolazione e di piccola dimensione, con sede legale e opera-tiva ubicata nei territori delle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sici-lia e costituite in forma societaria. L’accesso era consentito anche alle persone fi siche, purché l’impresa fosse formal-mente costituita entro 30 giorni dalla data di ammissione all’agevola-zione. Una prima sezione dell’incentivo prevedeva un contributo a sostegno dei costi dei primi quat-tro anni dalla presen-tazione della domanda. Ogni impresa poteva ricevere un contributo massimo di 50 mila euro all’anno, per un contri-buto complessivo mas-simo di 200 mila euro. Il contributo arrivava a coprire fi no al 35% delle spese ammissibili per i primi tre anni di atti-vità, mentre per il quarto anno il tetto mas-simo si riduce al 25%. La seconda sezione dell’incentivo riguardava la realizzazione di programmi di investimento. L’agevolazione consisteva in un contributo in conto impianti che copre fi no al 65% delle spese, elevabile al 75% per imprese a totale partecipazione giovanile o femminile, nonché nell’erogazio-ne di servizi di tutoring tecnico-gestionale a sostegno della fase di avvio dell’impresa del valore massimo di 5 mila euro.

Il vecchio regime va in soffi tta

I criteri di valutazione delle domande

adeguatezza e coerenza delle com-a. petenze possedute dai soci, per grado di istruzione e/o pregressa esperienza lavorativa, rispetto alla specifi ca attività svolta dall’impre-sa e al piano di impresa;

carattere innovativo dell’idea alla b. base del piano di impresa, in ri-ferimento alla introduzione di un nuovo prodotto e/o servizio, ovve-ro di nuove soluzioni organizzative o produttive;

potenzialità del mercato di riferi-c. mento, del posizionamento stra-tegico del relativo business, delle strategie di marketing;

sostenibilità economica e fi nanzia-d. ria dell’iniziativa;

fattibilità tecnologica e operativa e. del programma di investimento, se previsto nel piano di impresa

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Periti Industriali

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