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INDICE RASSEGNA STAMPA

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Pagina I

Si parla di noi

19/03/2017 p. 20 Il fascino esotico del cinema conquista la città Giovanni BoganiNazione Firenze 1

19/03/2017 p. VII Mancini, un film per raccontare il suo mareQn 3

19/03/2017 p. 35 In fondo al tunnelRobinson 4

Si gira in Toscana

19/03/2017 p. 27 Docufilm in alta definizione per svelare il genio e gli amori diRaffaello

MichelaTamburrino

Stampa 5

Festival Cinematografici

19/03/2017 p. XV "Naples `44": un documentario da premio al KhorakhanéTirreno Grosseto 7

20/03/2017 p. 15 Quattordici opere in prima assoluta per il Film festivalTirreno Lucca 8

19/03/2017 p. 43 Non volevo, ma sono il re della vendetta Laura ZangariniCorriere Della Sera- La Lettura

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Segnalazioni

19/03/2017 p. 19 Compri un libro il mercoledì e voli al cinema gratisNazione Firenze 13

19/03/2017 p. II II primo film girato interamente a Lucca? Nel 1948, sul VoltoSanto

Rita CamillaMandoli

Toscana Oggi Lucca 14

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II primo film girato interamente a Lucca?Nel 1948, sul VoRo SantoLa produzione puntava alla Mostra delCinema di Venezia, ma il sogno svanì

DI RITA CAMILLA MANDOLI

Edito dalla casa editriceMaria Pacini Fazzi, «IlVolto Santo. Storia edanalisi di un film

ritrovato», è un volume conprezioso dvd, frutto dellasinergia di Giuseppe Stefanellie Marco Vanelli.Affascinati da questainteressante materia di storialucchese, abbiamo volutoincontrare i due artefici dellapreziosa opera di «archeologiadell'immagine». E a rispondereper primo è Giuseppe Stefanelli,giovane laureato in Cinema,Teatro e Produzionemultimediale all'Università diPisa, che ha voluto dedicare ilsuo lavoro ai genitori Bernardo eMaria:«E stato il primo film giratointeramente a Lucca. All'epoca,siamo nel 1948, fu unavvenimento, non solo per lacuriosità scatenata dall'ineditapresenza del cinema in carne edossa, ma anche perché lapellicola parlava del Volto Santo.La vicenda storica e la leggendadel Crocifisso Nero sono alcentro del film. «Il testo»prosegue il neo laureato «che èaccompagnato da interessantifoto di scena, propone al lettoreelementi di interesse per chicerca di aggiungere preziosetessere anche minime almosaico della avventurosa storiadel cinema italiano, mentre lapellicola in questione porta lafirma di Andrea Forzano, concui hanno lavorato Carlo Muni euna giovanissima Sofia Loren.Ma non mancano dati diinteresse per chi si occupa distoria lucchese, dei mutamentidella nostra città, della suapopolazione, dei suoi edifici,delle sue tradizioni. E proprioalla tradizione del Volto Santoper eccellenza in ambitoreligioso è dedicata la pellicolache si intitola il Volto Santo e diquella misteriosa e venerataeffigie racconta sia la storia chela leggenda».Chi era il regista? Quale pro-

getto c'era per questo film?«Andrea Forzano, era figlio diGiovacchino, il commediografooriginario del Mugello, che fulibrettista di Giacomo Puccini, eche fondò gli stabilimenticinematografici di Tirrena.Dopo essersi fatto le ossa aTirrenia, nel 1948 Forzanojunior volle raccontare la storiadella Croce cara ai lucchesi, perun interesse verso Lucca,trasmessogli dal padre: nel 1935Giovacchino aveva scelto lemura della città comeambientazione per una scenadel suo film "Fiordalisi d'oro".Con un budget limitato adisposizione, Forzano junior eraconsapevole che la sua operanon sarebbe stata uncapolavoro. Certamente leaspettative erano alte: laproduzione puntava apartecipare alla mostra diVenezia e a una distribuzione alivello internazionale, permostrare al mondo le bellezzedella città. Del cast, doveva farparte l'attrice lucchese ElenaZareschi, una star all'epoca. Matutto fu ridimensionato: laZareschi rinunciò, il film uscìnelle sale sottotono e ridotto,Forzanoabbandonòancor prima diterminare.Questo infeliceesordio pesòmolto sullasorte dellapellicola che,dopo il 1949,quando fuproiettata laprima volta, fu dimenticata».Ma come è giunto a noi questofilm?«A riscoprirlo, poco prima del2010, fummo noi cinefili» qui adintervenire è Marco Vanelli,critico cinematografico edocente lucchese, che ha firmatola premessa del volume. Eriprende «con il loro aiutoStefanelli ne ha fatto tema dellatesi di laurea: ne è nato il libro,distribuito, come avete visto, col

dvd del film. Al momento dellariscoperta, del Volto Santo diForzano si sapeva poco. Lanotizia più recente era del 1982,quando fu riproiettato a Lucca,dove giaceva nei magazzini dellaCuria, per le celebrazioni del XIIcentenario della Santa Croce.Con testimonianze dirette earticoli, Stefanelli ha ricostruitola storia del film e le riprese aLucca nell'estate 1948, scrivendoun diario del set, arricchito dalle

foto di EttoreCortopassiconservatenell'ArchivioArnaldoFazzi».Poi il giovanestudiosoStefanelli cinarra consoddisfazionequanto haappreso nelcorso delle

interviste da lui svolte allepersone che, allora, ebbero ilruolo di comparse nel film: «unasignora, che ha volutoconservare l'anonimato, ciracconta l'emozione e lo stuporedi quando, giovanetta, lavenivano a prendere in carrozzaper condurla sul set, doveindossava gli abiti di scena. Masarebbero tanti altri gli aneddotiricordati: dagli interventi delleforze dell'ordine per tenere a

bada la massa dei curiosi finoalle numerose comparsecoinvolte nelle scene corali,come quella della processione,che tenne impegnata per undiciore consecutive la troupe».Il volume si apre con unexcursus dedicato al cinemaitaliano nel dopoguerra, per poitrattare la storia e la leggenda delVolto Santo e il suo legame conla tradizione lucchese.Corpo centrale è invece dedicatoal diario di lavorazione del filmper completarsi con le appendiciche riportano sia i testi originalidi Lazzareschi, che letestimonianze di lucchesicoinvolti nella lavorazione delfilm, le censure per completarsicon un'ampia bibliografia.Il libro e il film ci parlanod'altro: c'è la storia dellalavorazione di questo chepotremmo definire un «corto»,cioè la durata di 20 minuti circa,degli artigiani lucchesi coinvoltinella ricostruzione della SacraEffige e di tutti gli elementiscenici, delle comparse, deglistorici, come EugenioLazzareschi, coinvolti nellastesura dei testi, gli attori, lecomparse locali.«La pellicola, non priva di pregiespressivi, nonostante il bassobudget» conclude il professorVanelli «è da inserire senzadubbio nella storia del cinemadel secondo dopoguerra».

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