Rassegna Stampa - FIEG

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Rassegna Stampa Mercoledì 06 Luglio 2016

Transcript of Rassegna Stampa - FIEG

Rassegna StampaMercoledì 06 Luglio 2016

Sommario

Testata Data Pag. Titolo p.

1. FIEGItalia Oggi 06/07/2016 18 Agenzie stampa, tutele per le fusioni 1

2. EDITORIACorriere della Sera 06/07/2016 33 In breve - Rcs, i Rotelli portano Pandette sotto

Armonia2

Giornale (il) 06/07/2016 13 Il Giornale assolto dall'accusa di razzismo: «Hafatto soltanto cronaca»

3

DailyNet 06/07/2016 1 Editoria La Stampa su Amazon: il quotidianogratis per un anno

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DailyNet 06/07/2016 20 Eventi Rcs e Quibee realizzano insieme la piùgrande edicola digitale del mondo

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Pubblicità ItaliaToday

06/07/2016 16 Massimo Russo direttore dell'area Digital,Tommaso Cerno alla guida dell'Espresso

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Pubblicità ItaliaToday

06/07/2016 20 Condé Nast International lancia Vogue Arabia inpartnership con Nervora

7

Sole 24 Ore (Il) 06/07/2016 41 Diritto d'autore. Il risarcimento può equivalere alprofìtto

8

Sole 24 Ore (Il) 06/07/2016 41 Violare l'esclusiva è un danno in sé 9

Repubblica (la) 06/07/2016 25 Il caso - L'industria del libro contro il monopolioSiae (Santelli Filippo)

10

Giornale d'Italia (Il) 06/07/2016 3 Intercettazioni ai giornali, tocca ad Aliano 11

Sole 24 Ore (Il) 06/07/2016 15 Angelo Marcello Cardani (presidente dell'Agcom):«Piano nazionale per le frequenze» (Mele Marco)

12

Giornale (il) 06/07/2016 20 La relazione annuale dell'Agcom - In Italia web ebanda larga al palo (Parietti Rodolfo)

14

Italia Oggi 06/07/2016 21 Agcom, i media frenano la caduta 15

Avvenire 06/07/2016 19 L'allarme Agcom: l'Italia dei "media" vale sempremeno (Pini Nicola)

16

Sole 24 Ore (Il) 06/07/2016 25 Media - Mediaset a caccia di canali esteri (BiondiAndrea)

18

Giornale (il) 06/07/2016 20 Mediaset - Pier Silvio Berlusconi: «Pubblicità increscita»

20

MF mercatifinanziari

06/07/2016 1 Mediaset può tornare in Francia (Montanari Andrea) 21

Italia Oggi 06/07/2016 1 Mediaset, reti generaliste in chiaro in Uk,Germania e Francia

22

Messaggero (Il) 06/07/2016 14 Televisione 90% dei ricavi a Sky, Rai e Mediaset(Amoruso Roberta)

24

Unità (l') 06/07/2016 14 Rai, Sky e Mediaset un mercato solo per loro(Trigo Valeria)

25

Italia Oggi 06/07/2016 20 Video on demand: abbonati europei cresciuti del56%

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Testata Data Pag. Titolo p.

2. EDITORIAItalia Oggi 06/07/2016 18 Paramount channel all'1% di share 29

Italia Oggi 06/07/2016 21 Piersilvio Berlusconi: Cruciani a 105. Ma Radio24 lo conferma nel palinsesto

30

Italia Oggi 06/07/2016 17 Nasce il Forum dell'economia digitale 31

3. NUOVE TECNOLOGIESole 24 Ore (Il) 06/07/2016 17 De Biase - Industria 4.0 (e il mercato) non

ammettono ritardi digitali (De Biase Luca)32

4. RELAZIONI SINDACALISole 24 Ore (Il) 06/07/2016 39 Omesse ritenute, verifica annuale (Cannioto

Antonino;Maccarone Gi)33

Sole 24 Ore (Il) 06/07/2016 39 Fondi di solidarietà, si estende l'area dellacopertura (Prioschi Matteo)

34

Sole 24 Ore (Il) 06/07/2016 39 Incompatibili malattia e attività fisica (FalascaGiampiero)

35

Sole 24 Ore (Il) 06/07/2016 38 Welfare più ampio per i professionisti (TucciClaudio)

36

Italia Oggi 06/07/2016 38 Omesse ritenute, due chance per dribblare lasanzione (Cirioli Daniele)

37

5. FIEG - WEBAffari Italiani.it 05/07/2016 1 Auditel si prepara per Piazza Affari. Rumors 38

Parla Pica, presidente delle associate Fieg: chiederemo al governoammortizzatori e risorse Agenzìe stampa, tutele per le fusioni Letestate vogliono un ddl editoria ad hoc per le convenzioni

DI MARCO A. CAPISANI yagenzie stampa italiae invierannoal governo elle linee guida perfaorire quelle aggregazioni efusioni tra testate che la direttivatargata Luca Lotti auspica ma che,finora, non si sono ancoraconcretizzate. Linee guida checonterranno indicazioni eavvertimenti da un punto di vistaeconomicoindustriale per ridurreil numero delle agenzie ma cheporranno anche «il focus sui pianieditoriali delle nuove realtàgiornalistiche», spiega aItaliaOggi Alessandro Pica,presidente dell'assemblea delleagenzie nazionali di stampaassociate alla Fieg (Federazioneitaliana editori giornali), nonchéa.d. di Agi (controllata da Eni).«Dal punto di vista economico-industriale, si porrà per esempio ilproblema degli esuberi, perché afronte di una fusione tra dueagenzie i costi del lavoro tendonoa sommarsi mentre i ricavi aridursi a causa dellasovrapposizione nella produzionedi contenuti.

Quindi chiederemo al governoquali ammortizzatori sociali sonoprevisti e quante risorse ci sono adisposizione a sostegno delriassetto», sottolinea Pica. «Se siè deciso di andare verso unconsolidamento del settore (oggiin Italia ci sono 11 testatediverse, ndr), allora bisognaanche favorire gli editori chedecidono di unirsi, dando loro lapriorità nell'accesso alle risorsepubbliche». Dal punto di vistaeditoriale, invece, l'intenzione èspingere il governo di MatteoRenzi a «chiedere contenutidiversificati» che rispecchino perl'appunto la specializzazione diogni testata o di più testateaggregate. Il progetto delle lineeguida è stato proposto da Pica insede Fieg e condiviso dalle altreagenzie tra cui Ansa, Agi,Askanews, LaPresse, Dire eItalpress. Ma le linee guida nonbastano, secondo lo stesso Picache comunque promuove ladirettiva Lotti: «Servono certezzeper il futuro. Quindi, chiediamoanche un ddl editoria ad hoc

per le agenzie stampa» ossia undisegno di legge che definisca ilsistema delle convenzioni che il

governo paga alle agenzie perla fornitura di flussiinformativi, così come il ddleditoria regolerà il sistema deicontributi diretti ai giornali. Leagenzie stampa giocanod'anticipo per tutelare il loroavvenire, considerando chedall'anno prossimo la direttivaLotti imporrà parametri piùstringenti per selezionare letestate che possono accederealle convenzioni ministeriali,spingendo di fatto il settoreverso la semplificazione. Almomento, però, non si sa quale

sarà il budget 2017 per leconvenzioni e il timore è cheverrà ridotto (finora lostanziamento è stato di circa 45mln soprattutto per leconvenzioni con Palazzo Ghigie ministero degli esteri). Inoltre,solo di recente il governo haconfermato le convenzioni per il2° semestre 2016 a causa delclima d'incertezza generato dalricorso dell'agenzia il Velinocontro la direttiva Lotti. È statonei giorni scorsi che il Tar harimandato a ottobre la sentenzadi merito ma ha chiesto alVelino di ritirare subito l'istanzaa ottemperare la decisione delConsiglio di stato a suo favore,facendo intendere che altrimentiavrebbe respinto il ricorso. Lacampagna delle agenzie stampamira a rafforzarsi dentro la Fieg,oltre che nei confronti delgoverno. Due gli obiettiviprincipali: il primo è strategico epunta a entrare con unrappresentante stabile (Pica) nel

comitato di presidenza guidatoda Maurizio Costa («Leagenzie non sono figlie di undio minore. Se non rilanciaPica che è comunque fiduciosoin una risposta positiva allarichiesta. Il secondo obiettivo èinvece partecipare rafforzati alrinnovo del contratto nazionaledei giornalisti, per «renderlopiù flessibile e

prosegue Pica. «Bisognaabolire per i nuovi assuntil'indennità che i giornalistidelle agenzie hanno percepitofinora». Se riordino sarà, allorale agenzie stampa ribadirannoanche al grande pubblicol'importanza del loro ruolo. «Il70% dei contenuti della stampaconclude Pica. «Spiegheremo ilnostro apporto all'informazionenazionale con una campagna dicomunicazione. E stiamostudiando come potenziare ilrispetto dei nostri contenutigrazie a un'unica piattaformatecnologica che distribuisca ilsegnale» di trasmissione.

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FIEG Pag. 1

In breve Rcs, i Rotelliportano Pandette sottoArmonia La famigliaRotelli ha spostato ilcontrollo di PandetteSrl, a cui fa capo lapartecipazione del3,486% in RcsMediagroup, in capoalla società sempliceArmonia. La mossa èdatata 28 giugno,secondo quanto emersoieri dallecomunicazioni Consobsulle partecipazionirilevanti. ©RIPRODUZIONERISERVATA

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Direttore ResponsabileLuciano FontanaLuciano FontanaLuciano FontanaLuciano Fontana

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Trovati morti i due ragazzi scomparsi mentre scalavano il Gran Zebù II Giornale assolto dall'accusa dirazzismo: «Ha fatto soltanto cronaca» II Consiglio di Disciplina dell'Ordine dei Giornalisti dellaLombardia ha assolto il cronista Nino Materi e il direttore del «Giornale», Alessandro Sallusti, dall'accusadi « razzismo» per un reportage del 2014 sui rom che bivaccavano nella stazione Fs di Firenze. IIConsiglio di Disciplina dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia ha assolto il cronista Nino Materi e ildirettore del «Giornale», Alessandro Sallusti, dall'accusa di « razzismo» per un reportage del 2014 sui romche bivaccavano nella stazione Fs di Firenze.

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Direttore ResponsabileAlessandro SallustiAlessandro SallustiAlessandro SallustiAlessandro Sallusti

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Editoria La Stampa su Amazon: ilquotidiano gratis per un anno IL SERVIZIOAMAZON UNDERGROUND OFFREL'ABBONAMENTO SENZA SPESA DIDENARO E IN ESCLUSIVA ALLATESTATA TORINESE,ALL'AVANGUARDIA IN CAMPO WEB

Mercato Amazon Underground offre gratuitamente e in esclusiva un anno dilettura de La Stampa I clienti che accedono al quotidiano online tramite ilservizio del colosso americano potranno anche leggerne la versione in PDFinsieme a quella di tutti i suoi inserti II mondo dell'editoria ita liana, dopo averpreso atto e consapevolezza dell'inevitabile ruolo do minante che sta giocan doil digitale, sta muo vendo i primi decisi passi verso alternative modali ta didistribuzione e mo netizzazione del pro dotto giornalistico Tra i pionieri inquesto com parto c'è La Stampa che negli ultimi anni si e resa protagonista didiver si progetti innovativi, tra cui La Stampa 3 O, le AMP, l'ambito DNI e gliInstant Articles LE OPPORTUNITÀ OFFERTE DA UNDERGROUNDL'ultima sfida mtrapre sa dal quotidiano diretto da Maurizio Molinari e lapartnership con Amazon Underground, il servizio che offre migliala di apppremium, giochi e acqui sti in app al 100% gra tuiti e ai clienti non vie ne maichiesto di pagare per il download, ne ven gono addebitati acquisti in app Lacollaborazione tra Amazon e Italiana Ldi trice S p A, editore de ^

^ La Stampa, permette ai clienti dell'ecommerce di avere un abbonamento gratuito al quotidiano compreso nel servizio Underground. I clienti cheaccedono a La Stampa tramite Amazon Underground potranno anche leggere la versione in PDF del terzo quotidiano più diffuso in Italia e di tutti i suoiinserti, da Tuttolibri a Tuttosoldi. In questo modo i lettori ri sparmieranno il costo di un abbonamento annuale, pan a 219,98 euro. Con AmazonUnderground La Stampa sarà pagata m base al tempo speso dal lettore nell'utihzzo della app: m questo modo si premierà la qualità delle informazionifornite e la capacità del quotidiano di offrire un'analisi approfondita m grado di suscitare l'interesse del pubblico m generale. L'INNOVAZIONE NELDNA"Investire nell'innovazione è nel DNA di questo quotidiano",afferma Maurizio Molinari, direttore de La Stampa. "Per questo abbiamo deciso di mettere adisposizione la no stra app su Amazon Underground, un app-shop che porta un paradigma diverso di valorizzazione dei contenuti. Il quotidiano è infattigratuito per i lettori, mentre la testata viene remunerata m base re il lettore nell'mvestire il proprio tempo tra i nostri articoli. Viene così premiato il lavoroche svolgiamo costantemente per fornire al lettore contenuti approfonditi che accendono il desiderio di alla capacità di coinvolge- conoscenza". INCARREPLAY JEANS SI AFFIDA A SOFORT PER L'EPAYMENT SUL SUO SITO DI ECOMMERCE Sofort, provider di pagamenti online, annuncia unapartnership con Replay Jeans per l'implementazione del bonifico online diretto sul sito di ecommerce www.replayjeans.com. La nuova soluzione diepayment coinvolge setti paesi m Luropa: Italia, Austria, Belgio, Svizzera, Germania, Spagna e Polonia. Sofort è tra le modalità di pagamento piùutilizzate nel mercato tedesco, adottato da più di 35.000 negozi online che costituiscono oltre la metà degli eshopping m Germania e che attualmenteelaborano più di quattro milioni di transazioni al mese con le soluzioni dell'azienda. Sofort è già integrato con il 97% dei portali home banking delterritorio nazionale.

Editoria La Stampa su Amazon: ilquotidiano gratis per un anno IL SERVIZIOAMAZON UNDERGROUND OFFREL'ABBONAMENTO SENZA SPESA DIDENARO E IN ESCLUSIVA ALLATESTATA TORINESE,ALL'AVANGUARDIA IN CAMPO WEB

Mercato Amazon Underground offre gratuitamente e in esclusiva un anno dilettura de La Stampa I clienti che accedono al quotidiano online tramite ilservizio del colosso americano potranno anche leggerne la versione in PDFinsieme a quella di tutti i suoi inserti II mondo dell'editoria ita liana, dopo averpreso atto e consapevolezza dell'inevitabile ruolo do minante che sta giocan doil digitale, sta muo vendo i primi decisi passi verso alternative modali ta didistribuzione e mo netizzazione del pro dotto giornalistico Tra i pionieri inquesto com parto c'è La Stampa che negli ultimi anni si e resa protagonista didiver si progetti innovativi, tra cui La Stampa 3 O, le AMP, l'ambito DNI e gliInstant Articles LE OPPORTUNITÀ OFFERTE DA UNDERGROUNDL'ultima sfida mtrapre sa dal quotidiano diretto da Maurizio Molinari e lapartnership con Amazon Underground, il servizio che offre migliala di apppremium, giochi e acqui sti in app al 100% gra tuiti e ai clienti non vie ne maichiesto di pagare per il download, ne ven gono addebitati acquisti in app Lacollaborazione tra Amazon e Italiana Ldi trice S p A, editore de ^

^ La Stampa, permette ai clienti dell'ecommerce di avere un abbonamento gratuito al quotidiano compreso nel servizio Underground. I clienti cheaccedono a La Stampa tramite Amazon Underground potranno anche leggere la versione in PDF del terzo quotidiano più diffuso in Italia e di tutti i suoiinserti, da Tuttolibri a Tuttosoldi. In questo modo i lettori ri sparmieranno il costo di un abbonamento annuale, pan a 219,98 euro. Con AmazonUnderground La Stampa sarà pagata m base al tempo speso dal lettore nell'utihzzo della app: m questo modo si premierà la qualità delle informazionifornite e la capacità del quotidiano di offrire un'analisi approfondita m grado di suscitare l'interesse del pubblico m generale. L'INNOVAZIONE NELDNA"Investire nell'innovazione è nel DNA di questo quotidiano",afferma Maurizio Molinari, direttore de La Stampa. "Per questo abbiamo deciso di mettere adisposizione la no stra app su Amazon Underground, un app-shop che porta un paradigma diverso di valorizzazione dei contenuti. Il quotidiano è infattigratuito per i lettori, mentre la testata viene remunerata m base re il lettore nell'mvestire il proprio tempo tra i nostri articoli. Viene così premiato il lavoroche svolgiamo costantemente per fornire al lettore contenuti approfonditi che accendono il desiderio di alla capacità di coinvolge- conoscenza". INCARREPLAY JEANS SI AFFIDA A SOFORT PER L'EPAYMENT SUL SUO SITO DI ECOMMERCE Sofort, provider di pagamenti online, annuncia unapartnership con Replay Jeans per l'implementazione del bonifico online diretto sul sito di ecommerce www.replayjeans.com. La nuova soluzione diepayment coinvolge setti paesi m Luropa: Italia, Austria, Belgio, Svizzera, Germania, Spagna e Polonia. Sofort è tra le modalità di pagamento piùutilizzate nel mercato tedesco, adottato da più di 35.000 negozi online che costituiscono oltre la metà degli eshopping m Germania e che attualmenteelaborano più di quattro milioni di transazioni al mese con le soluzioni dell'azienda. Sofort è già integrato con il 97% dei portali home banking delterritorio nazionale.

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Direttore ResponsabileDaniele BolognaDaniele BolognaDaniele BolognaDaniele Bologna

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Eventi Rcs e Quibee realizzano insieme la più grande edicola digitale del mondo In occasionedell'ultima tappa del 99° Giro d'Italia, RCS e Quibee, startup incubata in RCS Nest, Oltre30mila persone raggiunte durante l'attesa dell'arrivo a Torino del 99° Giro d'Italia nel giornodell'ultima tappa acceleratore di imprese digitali del Gruppo RCS, hanno trasformato Tonnonella più grande edi cola virtuale del mondo. Grazie alla partnership con Quibee, unica in Italiaa offrire un servizio di lettura gratuita tramite la tecnologia iBeacon, è stato possibileintrattenere il pubblico m attesa della corsa rosa con i contenuti editoriali del Gruppo RCS, residisponibili gratuitamente m versione digitale. Appassionati ed passanti che si trovavano neipressi del traguardo m Corso Moncalieri, e nelle piazze adiacenti, hanno potuto accederegratuitamente per 36 ore a una ricchissima selezione di quotidiani e riviste del Gruppo RCS,tra cui i quotidiani Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport e i magazine Abitare, Amica,Dove, lo Donna, Living, Oggi, Style e la Lettura. L'miziativa, prima nel suo genere, ha copertoun'area di 180.000 metri quadri, da Corso Moncalieri a Piaz za Vittorio Veneto, passando perPiazza Gran Madre, facendo di Tonno la più grande edicola virtuale del mondo eraggiungendo 30.000 persone. Scaricando su smartphone o tablet la app Quibee, disponibilesia su Apple Store sia su Google Play, è possibile accedere attraverso la tecnologia iBeacon acontenuti digitali, a condizione che ci si trovi tìsicamente all'interno di un'area definita.

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Direttore ResponsabileDaniele BolognaDaniele BolognaDaniele BolognaDaniele Bologna

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EDITORIA Pag. 5

GIRO DI POLTRONE AL GRUPPO ESPRESSO Massimo Russo direttore dell'area Digital, Tommaso Cerno alla guida dell'Espresso Giro di nomine al Gruppo Espresso.Massimo Russo, già direttore di Wired e condirettore della Stampa, è diventato dal 1° luglio il nuovo direttore generale dell'area digitale del Gruppo. Prende il posto di PierPaolo Cervi, approdato in Mediaset come responsabile del business digital (vedi notizia). Cambiamenti anche alla guida del settimanale l'Espresso. Dopo due anni LuigiVicinanza lascia la direzione del magazine dove verrà sostituito da Tommaso Cerno. Per Cerno, friulano classe 1975, che da ottobre 2014 dirige il quotidiano locale MessaggeroVeneto, si tratta di un ritorno al settimanale, di cui era già collaboratore a partire dal 2009, diventandone successivamente vice caporedattore e restando nel novero delle firmeanche dopo la sua nomina a direttore del quotidiano Finegil. Massimo Russo Tommaso Cerno

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Direttore ResponsabileGiovanni DanielliGiovanni DanielliGiovanni DanielliGiovanni Danielli

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EDITORIA Pag. 6

IL DEBUTTO IL PROSSIMO AUTUNNO COME SITO IN INGLESE E ARABO Condé Nast International lancia Vogue Arabiain partnership con Nervora E previsto per il prossimo autunno il lancio di Vogue in Medio Oriente. L'arrivo di Vogue Arabia è statoannunciato ieri da Jonathan Newhouse, chairman e chief executive di Condé Nast International. L'edizione araba della testata (la22esima nel mondo) farà il suo debutto come sito in inglese e arabo, con l'arrivo poi nella primavera 2017 dell'edizione cartacea. Latestata sarà pubblicata grazie a un accordo di licenza con Nervora, casa editrice con base a Dubai guidata da Shashi Menon, chepubblica il principale sito web di moda della regione. A dirigere Vogue Arabia sarà Deena Aljuhani Abdulaziz, nota nel mondo dellamoda per avere fondato la boutique-club di Riyadh, D'NA, considerata una guida della moda nella penisola Deena AljuhaniAbdulaziz araba, opinion leader e fonte di ispirazione per designer locali e internazionali. Abdulaziz, dopo avere frequentato a lungoStati Uniti ed Europa porterà nel nuovo ruolo una conoscenza sia della moda occidentale sia di quella araba. Il team moda chelavorerà con lei include la Fashion director Daniela Agnelli e la Features director Caterina Minthe. Uno dei primi obiettivi di VogueArabia sarà la realizzazione del Fashion Prize, riconoscimento annuale ai più promettenti talenti della moda nel mondo arabo cheverrà rilanciato come il DDFC/Vogue Fashion Prize. Vogue Arabia avrà base a Dubai, dove Nervora ha il suo headquarter mediarivolgendosi da lì alla più vasta regione medio-orientale.

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Direttore ResponsabileGiovanni DanielliGiovanni DanielliGiovanni DanielliGiovanni Danielli

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DIRITTO D'AUTORE/2 IIrisarcimento può equivalere alprofìtto Non è precluso algiudice il potere dicommisurare il danno subitodal titolare del diritto diutilizzazione economica diun'opera dell'ingegno,nell'apprezzamento dellecircostanze del caso concreto,al profitto che il danneggiantetrae dall'attività vietata,assumendolo come utile criteriodi riferimento del lucrocessante, nel senso che questiabbia sfruttato, a propriofavore, occasioni di guadagnodi pertinenza del danneggiato,sottraendole al medesimo.Corte di cassazione, Primasezione civile, sentenzan.12954 depositata il 22 giugno2016

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DIRITTO D'AUTORE/lViolare l'esclusiva è un dannoin sé La violazione di un dirittodi esclusiva che spettaall'autore, ai sensi della legge633/1941, articolo 12,analogamente a quella di undiritto assoluto o di un dirittopersonale, costituisce danno inre ipsa, senza che incomba suldanneggiato altra prova che nonquella della sua estensione. Nonsi può escludere che, inconcreto, possa essere fornita laprova dell'insussistenza didanni risarcibili (nei limiti dicui all'articolo 1227 del Codicecivile), ma il giudice di merito ètenuto a darne adeguatagiustificazione. Corte dicassazione, Prima sezionecivile, sentenza n.12954depositata il 22 giugno 2016 Laviolazione di un diritto diesclusiva che spetta all'autore,ai sensi della legge 633/1941,articolo 12, analogamente aquella di un diritto assoluto o diun diritto personale, costituiscedanno in re ipsa, senza cheincomba sul danneggiato altraprova che non quella della suaestensione. Non si puòescludere che, in concreto,possa essere fornita la provadell'insussistenza di dannirisarcibili (nei limiti di cuiall'articolo 1227 del Codicecivile), ma il giudice di merito ètenuto a darne adeguatagiustificazione. Corte dicassazione, Prima sezionecivile, sentenza n.12954depositata il 22 giugno 2016

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Direttore ResponsabileRoberto NapoletanoRoberto NapoletanoRoberto NapoletanoRoberto Napoletano

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IL CASO /MOTIA, "VOGLIAMO A CHI I L'industria del libro contro il monopolio Siae

FILIPPO SANTELU ROMA. «Vogliamola libertà di scegliere, basta con ilmonopolio Siae». Non farà rumore comeFedez o Gigi D'Alessio, per citare le piùsuper tra le star che di recente hannosbattuto la porta. Ma Federico Motta, 62anni, parla a nome di un'intera categoria:è presidente dell'Aie, associazione dellecase editrici italiane, il 90% del mercatodei libri. «Ogni anno perdiamo fino a 80milioni di euro in diritti non riscossi daSiae. Ma non possiamo andarcene».Effetto di un monopolio che l'Italia èl'unico Paese Ue, con la Cechia, ablindare per legge ( dal 1941 ). Privilegiopassato indenne attraversocommissariamenti e scandali vari, che oraperò traballa Non è solo la fuga dicantanti verso concorrenti più tecnologicicome la startup Soundreef, capace di unripartizione analitica, un passaggio dellacanzone uguale un pagamento, macostretta ad operare attraverso unacontrollata inglese. O la ribellioneminacciata dagli editori. La direttivaeuropea Barnier sancisce la libertà

per i detentori dei diritti di sceglierea chi affidarne la gestione. E lalegge di recepimento, una delega algoverno, potrebbe arrivare oggi inaula al Senato per il voto definitivo.Per l'Antitrust non ci sono dubbi,significa abolizione del monopolio,e tutto l'arco politico, da destra asinistra, pare d'accordo. Il testodefinitivo però, dopo l'inter-

vento del ministro della CulturaDario Franceschini, ha una formamolto più leggera. Si accontenta diuna riforma che renda la Siae piùtrasparente e efficiente, riformapromessa ( e in parte iniziata) dalnuovo presidente Filippo Sugar.«All'estero ci invidiano ilmonopolio», ha detto Franceschini.Ma per convincere i partiti a ritiraregli emendamenti pro

liberalizzazione, il governo hadovuto sottoscrivere un ordinedel giorno che lo impegna adaprire in futuro il mercato deidiritti. Siae schiva il colpoinsomma, ma la guerra continua.Anche perché i 5Stelle allaCamera hanno già presentato unaproposta di legge che la trasformain semplice Autorità di vigilanza,lasciando campo alla concorrenzatra soggetti privati. Liberi tutti,sul modello anglosassone. Adattoanche per l'Italia? In fondo anchenei Paesi in cui il monopolio nonè sancito per legge, come laFrancia, ne esiste uno di fatto. "Achi serve la Società deglieditori?", racconta un'inchiestaonline da oggi su Repubblica.it.Tra le lamentele degli artistiminori, discriminati nellaripartizione, le difficoltà degliutilizzatori, alle prese con tariffeindecifrabili, e le assicurazioni diSugar: «Questa società stacambiando, svolge una funzionepubblica a difesa di tutti gliartisti», dice il più giovanepresidente della sua storia. Ilrischio è che sia troppo tardi perdimostrarlo. ©RIPRODUZIONERISERVATA

La direttiva Barnier, chechiede di liberalizzare ilsettore, verso il vialibera ma inversione"leggera"

A CHI SERVE LA SIAE Le proteste degliartisti minori, le difficoltà di chi organizzaeventi, le promesse di riforma: suRepubblica.it l'inchiesta sulla Societàitaliana autori ed editori

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Direttore ResponsabileMario CalabresiMario CalabresiMario CalabresiMario Calabresi

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STRUMENTI D'INDAGINE DATI ILLEGALMENTE IN PASTO Ai QUOTIDIANI, Cl RISIAMO.MA LA RIFORMA CONTINUA A GALLEGGIARE IN SENATO Intercettazioni ai giornali, tocca adAliano // ministro dell'Interno (non indagato) e l'assunzione alle Poste per il fratello II leader di Ned,nella bufera, si difende: "Uso politico di scarti d'inchiesta 99

Riesplode il caso dell'indiscriminatouso delle intercettazioni telefonicheda parte dei giornali comecommercio a scopo politico. Laquestione questa volta toccadirettamente Angelino Alfano, nonindagato, ma tirato in ballonell'inchiesta della procura di Romache ha portato all'arresto di 24persone accusate di essere coinvoltein una vasta rete di tangentìattraverso un nucleo di poteretalmente influente da poter riservarecortesie e favori pure al ministrodell'Interno. Così potente da"riuscire a far assumere il fratello inuna società delle Poste a 160 milaeuro all'anno". Questo lo scenarioraccontato dal faccendiere RaffaelePizza (figura chiave dell'inchiesta efratello dell'ex SottosegretarioGiuseppe) a Davide Tedesco,collaboratore dello stessoresponsabile del Viminale (anchelui estraneo all'indagine).Rivelazioni che hanno scatenato unterremoto all'interno del governo eche rischiano di costare caro alleader di Ned. Che finiscenell'occhio del ciclone e dellacritica, grazie pure a quelle chesempre di più assomigliano a delleindebite divulgazioni diconversazioni che come ha definitol'ex delfino di Berlusconirappresentano "scarti

d'inchiesta". Fornite presumibilmentedalla magistratura ai soliti quotidiani"amici" con quel metodoinconfondibile che perfino per ilvicepresidente del Consiglio superioredella magistratura, Giovanni Legnini,"svilisce le toghe". Siamo alle solite.Con le intercetta

zioni, strumenti d'indagine, mezzi perla ricerca di prove, date in pasto allacarta stampata. In maniera illegale.Perché fino a prova contraria è fuorilegge pubblicarle quando le indaginisono ancora in corso o, peggio,quando queste hanno poca rilevanzapenale. Con gli stralci

delle telefonate che forniscono soloun quadro parziale della vicenda, pernulla lucido: opaco. Dove vieneportata alla luce una conversazionema non quella prima e nemmenoquella dopo. Solo ed esclusivamentequella che fa comodo a giudici e

giornalisti giustizialisti.Clima teso a Palazzo Ghigi, conAlfano che ha replicato prontamenteal fango gettatogli addosso: "Siamodi fronte a un ri-uso politico degliscarti di un'inchiesta giudiziaria. Leintercettazioni non riguardano ilministro dell'Interno, ma terze equarte persone che parlano di lui.Soggetti, peraltro, che non vedo esento da anni". Nell'ordinanza dicustodia cautelare vengono tirati inballo pure i nomi di Massimo Sarmi(non coinvolto nell'inchiesta), examministratore delegato di Posteitaliane spa, come persona (secondoRaffaele Pizza), "in grado diarrivare a Tito Boeri" (estraneo alleindagini), attualmente direttoredell'Inps. L'inchiesta della procuradi Roma e l'utilizzo vergognosodelle intercettazioni telefonichepassate ai giornali continua agalleggiare in Senato. Ma non lofarà ancora per molto. PerchéPalazzo Ghigi dopo l'ennesimaindagine che sta travolgendo "altecariche istituzionali" sembra nonvoler più perdere tempo. Ma dopoGentile, Lupi e la Guidi adesso afinire nel tritacarne delleintercettazioni abusive passate aigiornali è Alfano, che presto verràtrascinato in Parlamento per riferiresulle telefonate che lo tirano inballo. Quelle che rischiano dicostargli le dimissioni.M.Z.

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ele equenze)» Marco Mèle»pagina 17 Marco Mèle»pagina 17

Authority. Il presidente dellÄgcom, Cardani, alla presentazione della Relazioneannuale 2016: serve una nuova legge per la par condicio «Piano nazionale per lefrequenze» «La competitivita spinge le tlc alla convergenza, la tv è ancora unsettore concentrato»

La fotografia del comparto IL SETTORE DELLE COMUNICAZIONI INITALIA Servizi postali ——— 6.474 mln (12%) . Media 14.207 mln(27%) i) Mf I ,i COMPOSIZIONE DEI RICAVI Dati 2015 e var %2014/2015 /SN Telecomunicazioni Rete fissa Rete mobile lfi™) Media Tvin chiaro Tv a pagamento ( ^t^iis—— Telecomunicazioni Radio 31.915mln 1 '" >v, (61%) Quotidiani Periodici Internet Servizi postali Serviziuniversali Servizi in esclusiva Altri servizi postali Corriere espresso 16.15415.761 4.530 3.324 647 2.011 1.987 1.708 1.729 329 1.000 3.416 I FonteAgcom

Marco Mele Una legge che riformila par condicio.Un piano di azioneurgente per la transizione dellefrequenze della banda 700 MHz aiservizi di comunicazione a bandalarga con l'orizzonte al 2O22. Iltutto nel quadro della strategiaeuropea del Mercato unico digitale,nel quale si

inseriscono, a livello comunitario,la revisione delle regole suiservizi di comunicazioneelettronica, quella della direttivasui servizi media audiovisivi e laregolamentazione delle nuovepiattaforme digitali. AngeloMarcello Cardani, presidentedell'Agcom, l'Autorità per legaranzie nelle comunicazioni,avanza diverse

proposte alla politica e alleistituzioni in occasione dellapresentazione della Relazioneannuale 2016, ricordando comela Brexit non possa voler dire«rinunciare a un Europa digitaleconnessa». Il saluto di LauraBoldrini, presidente dellaCamera e padrona di casa, ètutt'altro che formale. Siaquando denuncia

ele equenze)» Marco Mèle»pagina 17 Marco Mèle»pagina 17

Authority. Il presidente dellÄgcom, Cardani, alla presentazione della Relazioneannuale 2016: serve una nuova legge per la par condicio «Piano nazionale per lefrequenze» «La competitivita spinge le tlc alla convergenza, la tv è ancora unsettore concentrato»

La fotografia del comparto IL SETTORE DELLE COMUNICAZIONI INITALIA Servizi postali ——— 6.474 mln (12%) . Media 14.207 mln(27%) i) Mf I ,i COMPOSIZIONE DEI RICAVI Dati 2015 e var %2014/2015 /SN Telecomunicazioni Rete fissa Rete mobile lfi™) Media Tvin chiaro Tv a pagamento ( ^t^iis—— Telecomunicazioni Radio 31.915mln 1 '" >v, (61%) Quotidiani Periodici Internet Servizi postali Serviziuniversali Servizi in esclusiva Altri servizi postali Corriere espresso 16.15415.761 4.530 3.324 647 2.011 1.987 1.708 1.729 329 1.000 3.416 I FonteAgcom

Marco Mele Una legge che riformila par condicio.Un piano di azioneurgente per la transizione dellefrequenze della banda 700 MHz aiservizi di comunicazione a bandalarga con l'orizzonte al 2O22. Iltutto nel quadro della strategiaeuropea del Mercato unico digitale,nel quale si

inseriscono, a livello comunitario,la revisione delle regole suiservizi di comunicazioneelettronica, quella della direttivasui servizi media audiovisivi e laregolamentazione delle nuovepiattaforme digitali. AngeloMarcello Cardani, presidentedell'Agcom, l'Autorità per legaranzie nelle comunicazioni,avanza diverse

proposte alla politica e alleistituzioni in occasione dellapresentazione della Relazioneannuale 2016, ricordando comela Brexit non possa voler dire«rinunciare a un Europa digitaleconnessa». Il saluto di LauraBoldrini, presidente dellaCamera e padrona di casa, ètutt'altro che formale. Siaquando denuncia

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Authority. Il presidente dellÄgcom, Cardani, alla presentazione della Relazioneannuale 2016: serve una nuova legge per la par condicio «Piano nazionale per lefrequenze» «La competitivita spinge le tlc alla convergenza, la tv è ancora unsettore concentrato»

La fotografia del comparto IL SETTORE DELLE COMUNICAZIONI INITALIA Servizi postali ——— 6.474 mln (12%) . Media 14.207 mln(27%) i) Mf I ,i COMPOSIZIONE DEI RICAVI Dati 2015 e var %2014/2015 /SN Telecomunicazioni Rete fissa Rete mobile lfi™) Media Tvin chiaro Tv a pagamento ( ^t^iis—— Telecomunicazioni Radio 31.915mln 1 '" >v, (61%) Quotidiani Periodici Internet Servizi postali Serviziuniversali Servizi in esclusiva Altri servizi postali Corriere espresso 16.15415.761 4.530 3.324 647 2.011 1.987 1.708 1.729 329 1.000 3.416 I FonteAgcom

Marco Mele Una legge che riformila par condicio.Un piano di azioneurgente per la transizione dellefrequenze della banda 700 MHz aiservizi di comunicazione a bandalarga con l'orizzonte al 2O22. Iltutto nel quadro della strategiaeuropea del Mercato unico digitale,nel quale si

inseriscono, a livello comunitario,la revisione delle regole suiservizi di comunicazioneelettronica, quella della direttivasui servizi media audiovisivi e laregolamentazione delle nuovepiattaforme digitali. AngeloMarcello Cardani, presidentedell'Agcom, l'Autorità per legaranzie nelle comunicazioni,avanza diverse

proposte alla politica e alleistituzioni in occasione dellapresentazione della Relazioneannuale 2016, ricordando comela Brexit non possa voler dire«rinunciare a un Europa digitaleconnessa». Il saluto di LauraBoldrini, presidente dellaCamera e padrona di casa, ètutt'altro che formale. Siaquando denuncia

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Authority. Il presidente dellÄgcom, Cardani, alla presentazione della Relazioneannuale 2016: serve una nuova legge per la par condicio «Piano nazionale per lefrequenze» «La competitivita spinge le tlc alla convergenza, la tv è ancora unsettore concentrato»

La fotografia del comparto IL SETTORE DELLE COMUNICAZIONI INITALIA Servizi postali ——— 6.474 mln (12%) . Media 14.207 mln(27%) i) Mf I ,i COMPOSIZIONE DEI RICAVI Dati 2015 e var %2014/2015 /SN Telecomunicazioni Rete fissa Rete mobile lfi™) Media Tvin chiaro Tv a pagamento ( ^t^iis—— Telecomunicazioni Radio 31.915mln 1 '" >v, (61%) Quotidiani Periodici Internet Servizi postali Serviziuniversali Servizi in esclusiva Altri servizi postali Corriere espresso 16.15415.761 4.530 3.324 647 2.011 1.987 1.708 1.729 329 1.000 3.416 I FonteAgcom

Marco Mele Una legge che riformila par condicio.Un piano di azioneurgente per la transizione dellefrequenze della banda 700 MHz aiservizi di comunicazione a bandalarga con l'orizzonte al 2O22. Iltutto nel quadro della strategiaeuropea del Mercato unico digitale,nel quale si

inseriscono, a livello comunitario,la revisione delle regole suiservizi di comunicazioneelettronica, quella della direttivasui servizi media audiovisivi e laregolamentazione delle nuovepiattaforme digitali. AngeloMarcello Cardani, presidentedell'Agcom, l'Autorità per legaranzie nelle comunicazioni,avanza diverse

proposte alla politica e alleistituzioni in occasione dellapresentazione della Relazioneannuale 2016, ricordando comela Brexit non possa voler dire«rinunciare a un Europa digitaleconnessa». Il saluto di LauraBoldrini, presidente dellaCamera e padrona di casa, ètutt'altro che formale. Siaquando denuncia

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Direttore ResponsabileRoberto NapoletanoRoberto NapoletanoRoberto NapoletanoRoberto Napoletano

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come «l'ecosistema digitalenazionale mostri arretratezzarispetto all'Europa: l'accesso o ilnon accesso a Internet può essereil nuovo volto delladiseguaglianza», sia, soprattutto,

IL MONITO La presidente dellaCamera, Laura Boldrini:«L'ecosistema digitale italiano ètroppo a rretrato rispetto al restodell'Europa» IL MONITO Lapresidente della Camera, LauraBoldrini: «L'ecosistema digitaleitaliano è troppo a rretrato rispetto alresto dell'Europa» quando, sulreferendum quando, sul referendumcostituzionale del prossimocostituzionale del prossimo ottobre,prima chiede di «parlare ottobre,prima chiede di «parlare dellemodifiche della Costituzione, delmerito del referendum» e, poi, sidice «certa che l'Agcom e lacommissione di Vigilanza saprannoguardare con attenzione, ancheprima del formale inizio della parcondicio, al diritto di parola delledue posizioni». Oggi, all'audizionedel presidente della Rai, dellemodifiche della Costituzione, delmerito del referendum» e, poi, sidice «certa che l'Agcom e lacommissione di Vigilanza saprannoguardare con attenzione, ancheprima del formale inizio della parcondicio, al diritto di parola delledue posizioni». Oggi, all'audizionedel presidente della Rai, MonicaMaggioni, in commissione diVigilanza, il tema "par condicio sulreferendum" sarà al centro dellepolemiche. Cardani rilancia la pallaalla politica, alla quale chiede quella«riforma della par condicio maiintervenuta; così com'è, non soloserve a poco, ma ha l'effetto perversodi inasprire gli animi nell'agoneelettorale». Inutile «puntare il ditocontro l'Autorità, «quando leinefficenze della legge vengono agalla». Manca

una riflessione sulle rilevazionidel pluralismo nei telegiornali esulle relative metodologie.Trenta secondi in un Tg delmattino possono valere cometrenta in Tg di prima serata Larelazione è imperniata sulmercato unico digitale. Lacrescita di competitivita e lanecessità di investimenti einnovazione, in tale scenario,spingono «le imprese europee enazionali al consolidamento ealla convergenza». Cardaninomina le intese per la fusioneH3g e Wind, l'alleanzaMediaset-Vivendi, la jointventure PEspresso-La Stampa equelle annunciate (tra le quali,curiosamente, viene inseritaRaiWay-EI Towers). Nessunariflessione su tali operazioni, peresempio sul ruolo di Vivendi inTelecom Italia o sulla quota delnuovo gruppo EspressoLaStampa rispetto al 20% permessodalla legge sull'editoria. Sullefrequenze, Cardani ricorda comesia pronto il regolamento per lefrequenze 3.600-3.800 Mhz,usate per la

banda fissa domestica mapassando per l'etere. Positivo ilcommento dell'associazione deglioperatori wireless del CFWA. Sulproblema delle frequenze dellabanda 700, l'Autorità «ritiene chel'Italia non deb

ba permettersi ulteriori ritardi neldefinire il Piano di azione» conl'orizzonte al 2022. Va ricordatocome approvare il Piano diassegnazione per la cessione allabanda larga di tali frequenze siacompito dell'Agcom: siamo nelluglio 2016 e tale Piano andràcoordinato con i paesi confinantientro il dicembre 2017. Quanto airicavi del settore media, chevalgono 14,2 miliardi, Internetinclusa. Sky ha circa il 33% dellerisorse, Mediaset e Rai il 28%ciascuno. Nella tv in chiaro Rai eMediaset concentrano, nel2015,1*83% dei ricavi (il 48%Rai e il 35% Mediaset). Nella paytv, Sky ha il 76% delle risorserispetto al 19% di MediasetPremium, ceduta a VivendLLa tvin chiaro e quella a pagamento,per Cardani «continuano adessere settori particolarmenteconcentrati», al contrario di radioe quotidiani. Quanto al rinnovodella concessione decennale allaRai, in scadenza il 31 ottobre, «occorre interrogarsi sugli obiettividi interesse generale svolti dalservizio pubblico». Su editoria emedia locali, nella presentazionedi Cardani, appena un accenno,ma i dati della Relazione mettonoin evidenza un calo del 5% annuoper i ricavi dei quotidiani e del10% per i periodici.©RIPRODUZIONERISERVATA

come «l'ecosistema digitalenazionale mostri arretratezzarispetto all'Europa: l'accesso o ilnon accesso a Internet può essereil nuovo volto delladiseguaglianza», sia, soprattutto,

IL MONITO La presidente dellaCamera, Laura Boldrini:«L'ecosistema digitale italiano ètroppo a rretrato rispetto al restodell'Europa» IL MONITO Lapresidente della Camera, LauraBoldrini: «L'ecosistema digitaleitaliano è troppo a rretrato rispetto alresto dell'Europa» quando, sulreferendum quando, sul referendumcostituzionale del prossimocostituzionale del prossimo ottobre,prima chiede di «parlare ottobre,prima chiede di «parlare dellemodifiche della Costituzione, delmerito del referendum» e, poi, sidice «certa che l'Agcom e lacommissione di Vigilanza saprannoguardare con attenzione, ancheprima del formale inizio della parcondicio, al diritto di parola delledue posizioni». Oggi, all'audizionedel presidente della Rai, dellemodifiche della Costituzione, delmerito del referendum» e, poi, sidice «certa che l'Agcom e lacommissione di Vigilanza saprannoguardare con attenzione, ancheprima del formale inizio della parcondicio, al diritto di parola delledue posizioni». Oggi, all'audizionedel presidente della Rai, MonicaMaggioni, in commissione diVigilanza, il tema "par condicio sulreferendum" sarà al centro dellepolemiche. Cardani rilancia la pallaalla politica, alla quale chiede quella«riforma della par condicio maiintervenuta; così com'è, non soloserve a poco, ma ha l'effetto perversodi inasprire gli animi nell'agoneelettorale». Inutile «puntare il ditocontro l'Autorità, «quando leinefficenze della legge vengono agalla». Manca

una riflessione sulle rilevazionidel pluralismo nei telegiornali esulle relative metodologie.Trenta secondi in un Tg delmattino possono valere cometrenta in Tg di prima serata Larelazione è imperniata sulmercato unico digitale. Lacrescita di competitivita e lanecessità di investimenti einnovazione, in tale scenario,spingono «le imprese europee enazionali al consolidamento ealla convergenza». Cardaninomina le intese per la fusioneH3g e Wind, l'alleanzaMediaset-Vivendi, la jointventure PEspresso-La Stampa equelle annunciate (tra le quali,curiosamente, viene inseritaRaiWay-EI Towers). Nessunariflessione su tali operazioni, peresempio sul ruolo di Vivendi inTelecom Italia o sulla quota delnuovo gruppo EspressoLaStampa rispetto al 20% permessodalla legge sull'editoria. Sullefrequenze, Cardani ricorda comesia pronto il regolamento per lefrequenze 3.600-3.800 Mhz,usate per la

banda fissa domestica mapassando per l'etere. Positivo ilcommento dell'associazione deglioperatori wireless del CFWA. Sulproblema delle frequenze dellabanda 700, l'Autorità «ritiene chel'Italia non deb

ba permettersi ulteriori ritardi neldefinire il Piano di azione» conl'orizzonte al 2022. Va ricordatocome approvare il Piano diassegnazione per la cessione allabanda larga di tali frequenze siacompito dell'Agcom: siamo nelluglio 2016 e tale Piano andràcoordinato con i paesi confinantientro il dicembre 2017. Quanto airicavi del settore media, chevalgono 14,2 miliardi, Internetinclusa. Sky ha circa il 33% dellerisorse, Mediaset e Rai il 28%ciascuno. Nella tv in chiaro Rai eMediaset concentrano, nel2015,1*83% dei ricavi (il 48%Rai e il 35% Mediaset). Nella paytv, Sky ha il 76% delle risorserispetto al 19% di MediasetPremium, ceduta a VivendLLa tvin chiaro e quella a pagamento,per Cardani «continuano adessere settori particolarmenteconcentrati», al contrario di radioe quotidiani. Quanto al rinnovodella concessione decennale allaRai, in scadenza il 31 ottobre, «occorre interrogarsi sugli obiettividi interesse generale svolti dalservizio pubblico». Su editoria emedia locali, nella presentazionedi Cardani, appena un accenno,ma i dati della Relazione mettonoin evidenza un calo del 5% annuoper i ricavi dei quotidiani e del10% per i periodici.©RIPRODUZIONERISERVATA

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EDITORIA Pag. 13

LA RELAZIONE AGUALE DELL'AGCOM

In Italia web e banda larga al palo Internet ignoto al 28% dellapopolazione. A Sky, Mediaset e Rai il 90% dei ricavi tv

Rodolfo Parietti H L'era èdigitale, quella dei gigabyte,delle autostrade informatichevelocissime, delle connessioniin tempo reale. Ma gli italianicontinuano a vivere in modoanalogico, chiusi in una sorta disemianalfabetismo informatico.Il mondo corre, noi andiamopiano. Ce lo ricorda laRelazione annuale dell'Agcompresentata ieri alla Camera dalpresidente Angelo Cardani, chea colpi di cifre delinea untrattatello sociologico dovetrova posto anche la crisistrutturale dei quotidiani (-5%il fatturato dell'ultimo anno) eun mercato televisivosaldamente CARTASTAMPATA I ricavi deiquotidiani sono scesi del 5°/onel 2015 Cardani: Crisistrutturale» dominato dallatroika Sky-Mediaset-Rai, che sispartisce il 90% dei ricavi. Piùche a una correlazione conl'ancora largo uso della tv, laricerca individua due fattori permotivare la cattiva familiarietàcon il web: «Un minor livellodi cultura digitale, ma anchel'invecchiamento dellapopolazione», ha spiegatoCardani. Il risultato? Il 28%degli italiani non ha mai usatoInter-

net, quando la media europea siferma al 16%. Con una fettacosì elevata di gente che vivesenza il «www» è facilecomprendere le difficoltà adaffermarsi della banda ultra-larga (abbonato il 5,4% dellapopolazione contro il 30%dell'Ue), nonostante ladisponibilità dei servizi diaccesso sia passata dal 36% del2014 al 44% del 2015 e quella abanda larga copra quasiinteramente la penisola. E ora l'ingresso nell'ultralargadi Enel sembra destinato ad allargareil ventaglio di offerte. L'Agcom haperò già acceso

un faro per verificare, haprecisato Cardani, «i possibilieffetti concorrenziali nel caso diinvestimenti diretti della societànel settore delletelecomunicazioni (vedi losviluppo di Enel Open Fiber el'accordo con Metroweb)». Unaverifica che il presidente diTelecom Italia,

Giuseppe Recchi, haapprezzato: «Benvenuta lacompetizione, ma le regoledevono essere uguali per tutti».L'arretramento tecnologicoporta con sé tutta una serie dicomportamenti non proprio daXXI secolo: soltanto il 39% usalo shopping online (contro il65% nell'Ue), il 43% usaservizi banking (57% inEuropa), mentre nel settorenews gli italiani scelgonol'informazione online al 57%(68% in Europa).Comportamenti estensibilianche alle imprese e allaPubblica amministrazione, chefanno registrare ritardi nellapropensione all'uso del websebbene in misura minorerispetto alle famiglie. A frontedell'ultima posizione del settoredomestico, le pmi raggiungonoil ventesimo e la Pa ildiciassettesimo posto. Ilpresidente dell'Agcom ha poifatto il punto sull'andamentodel settore media, i cui ricavisono scesi nel 2015 dell'I,2%,passando da 14,3 miliardi del2014 a 14,207 miliardi. Circa il90% del giro d'affaricomplessivo è attribuibile alletre big della televisione. Skyresta regina con una quota del32,5% (-1% sul 2014);Mediaset è ancora seconda conil 28,4% (+0,4%), tallonata daRai con il 27,8% (+0,3%). Aseguire, Discovery con il 2,3%e il gruppo Cairo con l'I,5%.Quanto ai quotidiani, i numeri(-5% il fatturato, -6% i ricavipubblicitari, -4% quelli chederivano dalla vendita di copieinclusi i collaterali) rivelano lanatura strutturale di una crisiche si manifesta - sottolinea ilrapporto - «anche in termini di

Soltanto il 39% degli italiani fashopping online, contro unapercentuale in Europa pari al65% 39°/o È, in miliardi dieuro, il giro d'affari 2015 delsettore media. Rispetto all'annoprima il calo è stato dell'1,2%14,2 I numeri 99°/o È quasitotale la copertura sul territorionazionale della banda larga.Gli abbonati all'ultra-largasono appena il 5,4%

riduzione netta del numero ditestate presenti sul mercato»,con «inevitabili riflessisull'ampiezza e sulla qualità»dei contenuti informativi.

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La relazione annuale. Il settore cala deWl,2% sostenuto da tv inchiaro, radio e internet Agcom, i media frenano la caduta Cardani:par candido vecchia e serve il piano sulla banda 700

DI ANDREA SECCHI 11 settoredei media in calo nel 2015, mameno che in passato, tanto che laflessione dell'1,2% nei ricavi,arrivati a 14,207 miliardi di euro,è considerata dall'Autorità per legaranzie nelle comunicazioni«una nota positiva se comparataalle contrazioni degli anniprecedenti» (-3,2% nel 2014). Ieriil presidente dell'Agcom, AngeloMarcello Cardani, ha presentato larelazione annuale dell'authority alParlamento, in cui si registraanche un rallentamento dellacaduta delle tlc (-1,5% contro il-7,7% del 2014): l'Italia starecuperando il divario sulleinfrastrutture di accesso a internetrispetto ai maggiori paesi europei,anche se resta ancora una largafetta della popolazione che nonhai mai utilizzato la rete, il 28%contro il 16% della mediaeuropea. In totale, comunque, ilsettore delle comunicazioni, checomprende anche i servizi postali,l'anno scorso ha raggiunto

i 52,6 miliardi (-1%). A frenare ilcalo dei media nel 2015 sono statitelevisione e radio che hannosegnato un +0,8% a 8,5 miliardi,con la tv in chiaro a +1,4% e lapay a -1,5%, sebbene, segnalal'Agcom, il divario fra i ricavidelle due si sia andato riducendonel tempo. La tv in chiaroproduce la parte più consistentedegli introiti (4,5 mld) e «i primidue operatori, Rai e Fininvest/Mediaset, detengono l'83% deiricavi complessivi, con quoterispettivamente pari al 48% e35%», distanziando notevolmenteil terzo posto di Discovery(3,7%). Se si considera anche lapay, con Sky, Rai e Mediasetraggiungono il 90% dei ricavi.Ma un freno al calo dei media èarrivato anche dal +5,2% diinternet (1,7 miliardi) mentre èrimasta critica la situazionedell'editoria (-7,5%, 4 miliardi).Cardani ha spiegato che«l'autorità è impegnata nellacreazione di un quadro di regoleidoneo a continuare a vigilaresulle posizioni dominanti oltreche ad assicurare parità di arminell'arena competitiva tra leimprese che forniscono servizitradizionali di broadcasting equelle che operano in modalitàover-the-top (Google, Netflix &

co.). Per quanto riguarda laliberazione della banda 700 dalletv per il passaggio alle tlc, poi, hadetto che l'Italia non può«permettersi ulteriori ritardi neldefinire il Piano di azione», anchecon «l'orizzonte al 2022».Richiamo, inoltre, anche a unariforma della legge sulla parcondicio elettorale ormai «vecchia», che «così com'è, nonsolo serve a poco, ma ha l'effettoperverso di inasprire gli animinell'agone elettorale». Per quantoriguarda il valore del Sic, ilSistema integrato dellecomunicazioni che serve pervalutare eventuali posizionidominanti, Cardani ha spiegato chemostra una «sostanziale tenuta» a17 miliardi (-2,8%, i dati sonoriferiti al 2014): non ci sonoposizioni dominanti (superiori al20%), ma Sky (o meglio 21stCentury Fox che comprende ancheFox) ha incrementato la propriaquota rispetto al 2013, arrivando al15,7% dei ricavi del Sic, prima diFininvest al 14,7% (Mediaset 13%e Mondadori 1,5%) e della Rai cheè al 13,5% e ha perso sei puntipercentuali.

1 ricavi delle comunicazioni T Telecomunicazioni Retefìssa Rete mobile Media Tv e Radio Tv in chiaro Tv apagamento Radio Editoria Quotidiani Periodici InternetServizi postali TOTALE 32.404 16.561 15.843 14.3788.434 4.468 3.375 591 4.320 2.111 2.209 1.624 6.36053.142 31.915 16.154 15.761 14.207 8.501 4.530 3.324647 3.998 2.011 1.987 1.708 6.474 52.596 -1,5 -2,5 -0,5-1,2 0,8 1,4 -1,5 9,5 -7,5 -4,7 -10,0 5,2 1,8 -1,0 Dati inmln di euro Fonte elaborazione ItahaOggi su datiAgcom

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L'allanne Agcom: l'Italiadei "media"vale sempremeno II giro di affari siriduce di un altro 1 % Perl'editoria la crisi è ormaicronicaLa Si conferma ilritardo digitale de!Paese: i! 28% degliitaliani non lia mainavigato sul Web,solo il 5,4% haconnessioni ad altavelocitàNICOLA PINI ROMA La presenzadei media nella nostra vitaquotidiana apparentemente è semprepiù diffusa e pervasiva eppure ilsettore della comunicazioni (tv,telefonia, media cartecei e digitali)anche nel 2015 ha continuato aperdere terreno e la diffusione delmondo Internet resta in Italianettamente sotto le medie europee.L'ultima fotografia scattatadall'Agcom nella relazione annualeinviata ieri al Parlamento conferma ilritardo italiano sul fronte dellosviluppo digitale e lo stato disofferenza ormai cronicodell'editoria tradizionale. Dinamichea cui contribuiscono «un minorlivello di cultura digitale el'invecchiamento della popolazione»,ha osservato il presidentedell'Autorità Angelo MarcelloCardani. C'è ancora un 28% di utentiitaliani che non ha mai navigato sulweb e gli accessi alla bandaultralarga sono appannaggio di unapiccola minoranza dellapopolazione. Nel complesso, nelsettore comu-

nicazioni la contrazione dei ricavi siè fermata nel 2015 ail' 1 % (a quo ta52,6 miliardi di euro), inrallentamento rispetto agli anniprevedenti ma pur sempre con ilsegno meno. Sul fronte televisivo,Sky resta la regina dei ricavi e sispartisce con Rai e Mediaset il 90%di un mercato ancora saldamentetripolare. Anche se l'Italia nel 2015 èrisalita di un gradino piazzandosi al25esimo posto nell'indice DigitalEconomy and Society, la diffusionedegli accessi a banda ultralarga èsecondo Agcom ancora molto bassa(5,4% il numero di abbonati sulla

popolazione contro il 30% dell'Ile,anche se in aumento rispetto al 2014.quando la percentuale era al 3,8%).Questo, nonostante la disponibilitàdei servizi di accesso a reti fisse abanda larga abbia raggiunto il 99%delle abitazioni e quella a bandaultralarga sia passata dal 36% del2014 al 44% del 2015. Secondo laRelazione, i consumatori italianicontinuano a preferire l'accesso allereti mobili rispetto a quelle fisse(75% di diffusione contro il 53%degli accessi alla rete fissa a banda),sintomo di un rallentato processo diconvergenza rispetto all'Europa(dove gli indicatori sono pressochéequivalenti: 72 e 75%). Nel mondotelevisivo circa il 90% dei ricavitotali nel 2015, infatti, è detenuto daitre big, a podio invariato: Sky restaregina con il 32,5% della torta (incalo di 1 punto sul 2014); Mediaset èancora seconda con il 28,4%(+0,4%), tallonata da

Rai con il 27,8% (+0,3%). PoiDiscovery con il 2,3% (+0,3%) e ilgruppo Cairo (La?) con l'I,5%. Sulpiano degli ascolti resta ancora pri-

ma la Rai con il 37% seguita daMediaset con il 32%. Tra i diversicomparti, scendono i ricavi dellatelefonia dell' 1,5% a 31,9 miliardi,con il fisso (-2,5%) che soffre piùdel mobile (-0,5%). E sempre nelleTlc crescono i servizi dati (+3,6%)che superano ormai come girod'affari i servizi voce. Il mondo deimedia vale in tutto 14,2 miliardi e fasegnare una frenata nella contrazionedei ricavi, un -1,2% che è però ilrisultato di spinte contrastanti: tv eradio si allargano dello 0,8% a 8,5miliardi; Internet sale a sua volta del5,2% a 1,7 miliardi ma noncompensa l'emorragia dell'editoriache perde 7,5 punti di fatturatoscendendo sotto

i 4 miliardi; i servizi postali sonocresciuti dell'I,8% a 6,4 miliardi.L'intero settore incide per oltre il 3%sul Pil. Nella relazione Agcom tornaanche il richiamo sulla par condicio.«È

L'allanne Agcom: l'Italiadei "media"vale sempremeno II giro di affari siriduce di un altro 1 % Perl'editoria la crisi è ormaicronicaLa Si conferma ilritardo digitale de!Paese: i! 28% degliitaliani non lia mainavigato sul Web,solo il 5,4% haconnessioni ad altavelocitàNICOLA PINI ROMA La presenzadei media nella nostra vitaquotidiana apparentemente è semprepiù diffusa e pervasiva eppure ilsettore della comunicazioni (tv,telefonia, media cartecei e digitali)anche nel 2015 ha continuato aperdere terreno e la diffusione delmondo Internet resta in Italianettamente sotto le medie europee.L'ultima fotografia scattatadall'Agcom nella relazione annualeinviata ieri al Parlamento conferma ilritardo italiano sul fronte dellosviluppo digitale e lo stato disofferenza ormai cronicodell'editoria tradizionale. Dinamichea cui contribuiscono «un minorlivello di cultura digitale el'invecchiamento della popolazione»,ha osservato il presidentedell'Autorità Angelo MarcelloCardani. C'è ancora un 28% di utentiitaliani che non ha mai navigato sulweb e gli accessi alla bandaultralarga sono appannaggio di unapiccola minoranza dellapopolazione. Nel complesso, nelsettore comu-

nicazioni la contrazione dei ricavi siè fermata nel 2015 ail' 1 % (a quo ta52,6 miliardi di euro), inrallentamento rispetto agli anniprevedenti ma pur sempre con ilsegno meno. Sul fronte televisivo,Sky resta la regina dei ricavi e sispartisce con Rai e Mediaset il 90%di un mercato ancora saldamentetripolare. Anche se l'Italia nel 2015 èrisalita di un gradino piazzandosi al25esimo posto nell'indice DigitalEconomy and Society, la diffusionedegli accessi a banda ultralarga èsecondo Agcom ancora molto bassa(5,4% il numero di abbonati sulla

popolazione contro il 30% dell'Ile,anche se in aumento rispetto al 2014.quando la percentuale era al 3,8%).Questo, nonostante la disponibilitàdei servizi di accesso a reti fisse abanda larga abbia raggiunto il 99%delle abitazioni e quella a bandaultralarga sia passata dal 36% del2014 al 44% del 2015. Secondo laRelazione, i consumatori italianicontinuano a preferire l'accesso allereti mobili rispetto a quelle fisse(75% di diffusione contro il 53%degli accessi alla rete fissa a banda),sintomo di un rallentato processo diconvergenza rispetto all'Europa(dove gli indicatori sono pressochéequivalenti: 72 e 75%). Nel mondotelevisivo circa il 90% dei ricavitotali nel 2015, infatti, è detenuto daitre big, a podio invariato: Sky restaregina con il 32,5% della torta (incalo di 1 punto sul 2014); Mediaset èancora seconda con il 28,4%(+0,4%), tallonata da

Rai con il 27,8% (+0,3%). PoiDiscovery con il 2,3% (+0,3%) e ilgruppo Cairo (La?) con l'I,5%. Sulpiano degli ascolti resta ancora pri-

ma la Rai con il 37% seguita daMediaset con il 32%. Tra i diversicomparti, scendono i ricavi dellatelefonia dell' 1,5% a 31,9 miliardi,con il fisso (-2,5%) che soffre piùdel mobile (-0,5%). E sempre nelleTlc crescono i servizi dati (+3,6%)che superano ormai come girod'affari i servizi voce. Il mondo deimedia vale in tutto 14,2 miliardi e fasegnare una frenata nella contrazionedei ricavi, un -1,2% che è però ilrisultato di spinte contrastanti: tv eradio si allargano dello 0,8% a 8,5miliardi; Internet sale a sua volta del5,2% a 1,7 miliardi ma noncompensa l'emorragia dell'editoriache perde 7,5 punti di fatturatoscendendo sotto

i 4 miliardi; i servizi postali sonocresciuti dell'I,8% a 6,4 miliardi.L'intero settore incide per oltre il 3%sul Pil. Nella relazione Agcom tornaanche il richiamo sulla par condicio.«È

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una legge vecchia», che «non piace anessuno, né a destra né a sinistra,eppure nessuno si assume laresponsabilità politica di riformarla,salvo poi puntare il dito control'Autorità», è l'affondo di Cardani.Intanto la presidente della CameraLaura Boldrini, ha chiamato Agcome Vigilanza a un nuovo sforzo, invista del referendum costituzionale,per garantire pari cittadinanza al sì eal no.

I RICAV DEI GIORNALITALAN NEL 2015,RISPETTO AL 2014 C'ÈUN CALO DEL 5% IRICAV DELLA TVITAL ANA NEL 2015, IL28,4% A MEDIASET EIL 27,8% ALLA RAI LEENTRATE DELLAPUBBLCTÀONLNENEL 2015, NCRESCTADEL5% NELCONFRONTO CONLAN NO

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Media. Cologne cerca occasioni di internazionalizzazione nella tv free in Francia,Germania e Uk Mediaset a caccia di canali esteri

«La tvgeneralista è il medium del futuro». Pier Silvio Berlusconi esordisce così durante la tradizionale serata dipresentazione dei palinsesti del gruppo Mediaset. Nel futuro del gruppo però potrebbe non esserci solo l'Italia. «Cistiamo guardando in giro sulla televisione free per canali da creare o acquistare in Francia, Germania, Uk», ha detto ilvicepresidente e amministratore delegato di Mediaset, guardando avanti dopo l'accordo con Vivendi, il cui closing èatteso a settembre dopo l'ok dell'Antitrust. «La convergenza tra pay-tv e telefonia è il futuro e così lo abbiamo disegnatoper Premium e Mediaset» ha aggiunto Pier Silvio Berlusconi , soddisfatto per l'andamento della raccolta pubblicitariache nel primo se-mestrevedeMediasetwicinissimaal+4%». Nella prossima stagione comunque Mediaset promette di"giocare all'attacco" forte anche di un polo radiofonico che è la grande novità di quest'anno. «Consolideremo Rioi e ledue radio Finelco 105 eVirgin, anche il 20% ancora di Mondadori». Il polo radiofonico si va a inserire comunque in unsostema di 40 milioni di italiani raggiunti ogni giorno, fra web, tv, radio, piattaforme on demand, cinema. Il Gruppo siprepara a una stagione fatta di molta autoproduzione (45 prime serate in più in autunno, +42%), di conferme (GerryScotti,Maria De Filippi), ritorni (Simona Ventura). Attesa per "Adrian" di Addano Celentano. Andrea Biondi» pagina26 Espansione estera per Mediaset

Media. Il gruppo di Cotogno cerca occasioni di internazionalizzazione nella televisionefree in Francia, Germania e Regno Unito Mediaset a caccia di canali esteri Pier SilvioBerlusconi: «La convergenza tra pay-tv e telefonia è il futuro» - Via al polo delle radio

Andrea Biondi v Con una Tvgeneralista sempre più fulcrostrategico, l'accordo con Vivendi(scambio azionario del 3,5%) e laplusvalenza dallavenditadiPremiumstuzzicanogliappetiti oltreconfìne di Mediaset.«Cistiamoguardando in giro sullatelevisione free per canali da creareo acquistare in Francia e Germaniama anche Uk, anche se andràvalutato l'impatto di Brexit». Ilvicepresidente e amministratoredelegato di Mediaset, Pier SilvioBerlusconi, ci tiene a precisare chesono «pensieri». Ma sono pensieriin cui futuro e passato si mescolanoe si intrecciano. E così torna inprimo piano la cara vecchia tvgeneral ista, ma si riaffaccia allamemoria anche qualche passataesperienza oltreconfìne, come quellasfortunata di La Cinq negli anni 80in Francia e il tentativo su Prosiebenin Germania. Parlando con igiornalisti al termine dellapresentazione deipalinsestiautunnalidelleretiMediasetsi capisce però chel'internazionalizzazione a questopunto appare come un'occasione danon perdere per un gruppo ormaiforte e consolidato in Spagna, masostanzialmente fìnoraassai legato a

una dimensione domestica.Nell'ultimo anno il quadro ècambiato. E proprio lo scambioazionario con Vivendi postvendita di Premium ne è unatestimonianza. «Puòdarsicheunapartedellaplusvalenza si usi per i dividendi», haprecisato Pier Silvio Berlusconipur ammettendo che dellapossibilità di rimpolpare i icentesimi per azione dell'ultimobilancio «è ancora troppo prestoper parlare». In generale peròsono state liberate risorse perrafforzare la strategia del gruppoche, sottolineal'ad Mediaset,diventerà«!] secondo azionistaindustriale» di Vivendi. Il fruttodi questo accordo sono «dueinnovativi progetti che puntanoallo sviluppo: la creazione di unamajor per la produzione di contenuti internazionalie la costruzione del primo polopaneuropeo di film e serie ondemand sul web». Progetti chematureranno nel 2017. Tuttoperò è disceso dalla vendita diuna Premium che in unsoloannohasvestitoPabitodiprotagonista passando di mano, macon «abbonati stabili ben sopra i2 milioni e una spesa mensile percliente cresciuta dÌ3 euro».Senza l'operazione Champions «

Premium non avrebberesistito», ma comunque lapay tv ha collezionato unrosso da 83 milioni nel 2015e 63 nel primo trimestre.«Premium è in linea con ipiani che prevedo LOSCENARIO L'andamentodella raccolta pubblicitariaregistra «una crescita vicinaal4% nei primi sei mesi» del2016 e sono «13 mesi dicrescita»

no il break even al terzo anno» hareplicato Tad di Mediasetprecisando che dentro la societàvenduta «c'erano i soldi dellavendita della quota a Telefonica enulla è cambiato». InsommaPremium («che - dice l'ad diMediaset- penso che ora possacrescere in un gruppo che haCanal + in Francia ed è inTelecom in Italia» visto che «laconvergenza fra tv e tlc è ilfuturo») si ritroverà una cassa dicirca 120 milioni al closing attesoper fine settembre al massimo.Oraperò c'è daguardare al futuroin cui il medium protagonista sarà«la tv generalista», anche come«parte di un sistema che ogni

Media. Cologne cerca occasioni di internazionalizzazione nella tv free in Francia,Germania e Uk Mediaset a caccia di canali esteri

«La tvgeneralista è il medium del futuro». Pier Silvio Berlusconi esordisce così durante la tradizionale serata dipresentazione dei palinsesti del gruppo Mediaset. Nel futuro del gruppo però potrebbe non esserci solo l'Italia. «Cistiamo guardando in giro sulla televisione free per canali da creare o acquistare in Francia, Germania, Uk», ha detto ilvicepresidente e amministratore delegato di Mediaset, guardando avanti dopo l'accordo con Vivendi, il cui closing èatteso a settembre dopo l'ok dell'Antitrust. «La convergenza tra pay-tv e telefonia è il futuro e così lo abbiamo disegnatoper Premium e Mediaset» ha aggiunto Pier Silvio Berlusconi , soddisfatto per l'andamento della raccolta pubblicitariache nel primo se-mestrevedeMediasetwicinissimaal+4%». Nella prossima stagione comunque Mediaset promette di"giocare all'attacco" forte anche di un polo radiofonico che è la grande novità di quest'anno. «Consolideremo Rioi e ledue radio Finelco 105 eVirgin, anche il 20% ancora di Mondadori». Il polo radiofonico si va a inserire comunque in unsostema di 40 milioni di italiani raggiunti ogni giorno, fra web, tv, radio, piattaforme on demand, cinema. Il Gruppo siprepara a una stagione fatta di molta autoproduzione (45 prime serate in più in autunno, +42%), di conferme (GerryScotti,Maria De Filippi), ritorni (Simona Ventura). Attesa per "Adrian" di Addano Celentano. Andrea Biondi» pagina26 Espansione estera per Mediaset

Media. Il gruppo di Cotogno cerca occasioni di internazionalizzazione nella televisionefree in Francia, Germania e Regno Unito Mediaset a caccia di canali esteri Pier SilvioBerlusconi: «La convergenza tra pay-tv e telefonia è il futuro» - Via al polo delle radio

Andrea Biondi v Con una Tvgeneralista sempre più fulcrostrategico, l'accordo con Vivendi(scambio azionario del 3,5%) e laplusvalenza dallavenditadiPremiumstuzzicanogliappetiti oltreconfìne di Mediaset.«Cistiamoguardando in giro sullatelevisione free per canali da creareo acquistare in Francia e Germaniama anche Uk, anche se andràvalutato l'impatto di Brexit». Ilvicepresidente e amministratoredelegato di Mediaset, Pier SilvioBerlusconi, ci tiene a precisare chesono «pensieri». Ma sono pensieriin cui futuro e passato si mescolanoe si intrecciano. E così torna inprimo piano la cara vecchia tvgeneral ista, ma si riaffaccia allamemoria anche qualche passataesperienza oltreconfìne, come quellasfortunata di La Cinq negli anni 80in Francia e il tentativo su Prosiebenin Germania. Parlando con igiornalisti al termine dellapresentazione deipalinsestiautunnalidelleretiMediasetsi capisce però chel'internazionalizzazione a questopunto appare come un'occasione danon perdere per un gruppo ormaiforte e consolidato in Spagna, masostanzialmente fìnoraassai legato a

una dimensione domestica.Nell'ultimo anno il quadro ècambiato. E proprio lo scambioazionario con Vivendi postvendita di Premium ne è unatestimonianza. «Puòdarsicheunapartedellaplusvalenza si usi per i dividendi», haprecisato Pier Silvio Berlusconipur ammettendo che dellapossibilità di rimpolpare i icentesimi per azione dell'ultimobilancio «è ancora troppo prestoper parlare». In generale peròsono state liberate risorse perrafforzare la strategia del gruppoche, sottolineal'ad Mediaset,diventerà«!] secondo azionistaindustriale» di Vivendi. Il fruttodi questo accordo sono «dueinnovativi progetti che puntanoallo sviluppo: la creazione di unamajor per la produzione di contenuti internazionalie la costruzione del primo polopaneuropeo di film e serie ondemand sul web». Progetti chematureranno nel 2017. Tuttoperò è disceso dalla vendita diuna Premium che in unsoloannohasvestitoPabitodiprotagonista passando di mano, macon «abbonati stabili ben sopra i2 milioni e una spesa mensile percliente cresciuta dÌ3 euro».Senza l'operazione Champions «

Premium non avrebberesistito», ma comunque lapay tv ha collezionato unrosso da 83 milioni nel 2015e 63 nel primo trimestre.«Premium è in linea con ipiani che prevedo LOSCENARIO L'andamentodella raccolta pubblicitariaregistra «una crescita vicinaal4% nei primi sei mesi» del2016 e sono «13 mesi dicrescita»

no il break even al terzo anno» hareplicato Tad di Mediasetprecisando che dentro la societàvenduta «c'erano i soldi dellavendita della quota a Telefonica enulla è cambiato». InsommaPremium («che - dice l'ad diMediaset- penso che ora possacrescere in un gruppo che haCanal + in Francia ed è inTelecom in Italia» visto che «laconvergenza fra tv e tlc è ilfuturo») si ritroverà una cassa dicirca 120 milioni al closing attesoper fine settembre al massimo.Oraperò c'è daguardare al futuroin cui il medium protagonista sarà«la tv generalista», anche come«parte di un sistema che ogni

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giorno è in grado di raggiungere40 milioni di contatti» e che passada web (1,7 miliardi di video vistiin unanno), ondemand (conlnfinitye i suoi óoomila abbonati), cinema(Medusa e Taodue che nel 2016hanno festeggiato al botteghinoper "Quo Vado") e radio. Qui c'èl'altra forte scommessa delGruppo, dopo il closingdell'affaire Mediaset-Finelco cheha portato alla nascita diRadioMediaset - il polo da 9,7milioni di ascoltatori al giorno e70 milioni di ricavi pro forma al2016 - in cui sono state raccolte lepartecipazioni in Rioi, VirginRadio e 105. «Faremo utili già allafine del primo anno», spiega l'adMediaset. Rmc rimarrà alfondatore di Finelco AlbertoHazan, ma ci sarà una partnershipoperativa. A ogni modo a Colegnosono allo studio progetti peresaltare la complementarietà fra tve radio. Soddisfazione infine perlapubblicità, con «una crescitavicinissima al 4% nei primi seimesi». Le previsioni degli esperti«erano di un +2,50/0-3% comemercato italiano: quindi Mediasetsta facendo meglio. Sono 13 mesiin cui lapubblicitàcontinuaacrescere».Afine anno possibile un +2%?«Penso che faremo meglio», hareplicato l'ad Mediaset. Il titoloieri è salito dell'i,8i%a3,iieuro.©RIPRODUZIONE RISERVATA

Tv generalista. Gerry Scotti e Pier Silvio Berlusconi alla presentazione dei palinsesti autunnali Mediaset di ieri

Mediaset_______Andamento del titolo aMilano Variazione 3,7 3,53,3 03/06 05/07

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Pier Silvio Berlusconi: «Pubblicità increscita» «I primi sei mesi ci vedonochiudere con una crescita vicinissima al 4°/o». Così Pier Silvio Berlusconi,vicepresidente e ad di Mediaset, sullaraccolta pubblicitaria in Italia delle reti delgruppo. Berlusconi ha inoltre precisato che«non cambia niente» nelle condizionipattuite con Vivendi perii passaggio diPremium. I tempi di vendita «sono nellemani dell'Antitrust»

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Adesso Mediaset può tornare in Francia Laccordo con Vivendi per Premium apre nuoviscenari Pier Silvio Berlusconi pensa ail acquistodi canali free Oltralpe Montanari a pagina 8

L'ACCORDO STRATEGICO CON VIVENDI APRE NUOVI SCENARI DICRESCITA ALL'ESTERO Mediaset può tornare in Francia Pier Silvio Berlusconi nonesclude acquisizioni di canali free generalisti Oltralpe, ma anche in Germania eInghilterra. Possibile anche un extra dividendo. Il futuro è la convergenza con le telco

DI ANDREA MONTANARISta la pay tv Premium vendi, nellapiù ampia razione che porterà ilppo francese ad avere il 3,5% diMediaset e a quest'ultima unauguale partecipazionenell'azionariato della società che fariferimento a Vincent Bolloré, ilnetwork di Cotogno Monzese potràconcentrarsi sulla tv generalista(«il vero core business») eampliare l'offerta per le prossimestagioni, a partire da quellaautunnale. La conferma è arrivatalunedì sera durante la MediasetNight, l'evento per la presentazionedel calendario dei programmi sututti i canali del Biscione. Unasvolta resa possibile dal fatto chePremium dai prossimi mesi nongraverà più sui conti dellacapogruppo - nel 2015 ha persooltre 83 milioni, a cui si sonoaggiunti i 63 milioni del primotrimestre di quest'anno - che hadovuto immettere 140 milioni diliquidità per ricostituire il capitalee consegnare a Vivendi un assetsolido. Senza questa zavorra (ilBiscione ha investito tra 1,6 e 1,7miliardi per comprare i dirittiesclusivi della Champions League2015-2018, già a break even, edelle partite delle migliori ottosquadre di serie A), ora il gruppoguidato dal vicepresidente e adPier Silvio Berlusconi ha le manilibere, e più cash, per consolidarela leadership sia sul mercatopubblicitario (ha quasi un terzo deltotale investimenti in Italia e oltreil 44% in Spagna) sia in fatto diascolti, dove domina soprattuttosul target commerciale 15-64 anni.Una delle opzioni di crescita delnetwork commerciale,

oltre che la partnership conVivendi per la creazione dellamajor internazionale e lapiattaforma di distribuzionedigitale pan-europea, èl'ingresso in altri mercaticontinentali. Anzi, in unospecifico caso, quellofrancese, si potrebbe trattare diun ritorno dopo la non positivaesperienza di La Cinq acavallo tra gli anni 80 e 90(1986-1992)

. «Ci stiamo guardando attornoper quel che riguarda latelevisione free in Francia,Germania e Regno Unito percanali da creare ex novo o daacquistare», ha confermato lostesso Berlusconi a margine dellapresentazione dei palinsesti. «Peril momento ma il know-how c'è ela liaison con Vivendi(proprietaria di case di produzione, di società diproduzione di video-games, diUniversal Music e altri business)potrebbe facilitare questa strada.E per sostenere questa possibilelinea di sviluppo, Mediaset potràfar ricorso ai capitali che silibereranno con la cessione diPremium (a livello bilancisticoconsolidato la plusvalenza contabile sarà di diverse centinaia dimilioni). «Di dossier di sviluppo sultavolo ne abbiamo. Può darsi cheuna parte della plusvalenza si usi perquesto e una parte per i dividendi».Che, quindi, potrebbero essereincrementati magari con un extra-cedola. «È troppo presto per dirlo.Non lo escludo, ma stiamo parlandodi qualco-

sa che avverrà nella primavera2017», ha chiosato Berlusconi.Che da sempre è favorevole allaconvergenza tv-telco, che puòessere facilitata dal ruolo diVivendi in Telecom: è il primosocio al 24,9%. «Premium devefare un passo in più conl'ingresso in un gruppo piùgrande e con la convergenza conuna telco», ha detto il topmanager del Biscione, gruppoche chiuderà il primo semestrecon una crescita dei ricavi

Per consolidare, il gruppo tv orasi è allargato anche al mercatoradiofonico con il polo R101,Virgin, 105 e l'alleanza con gliHazan per Rmc. (riproduzioneriservata)Quotazioni, altre news e analisi suwww.milanoßnanza. it/mediaset

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Mediaset, retigénéraliste inchiaro in Uk,Germania e Francia—^ Plazzotta apag.19 *^^_

Piersilvio Berlusconi svela i piani del gruppo insieme con Vivendi Piainvestimenti nelle produzioni Mediaset alla conquista dell'Europa Retigénéraliste in chiaro in Francia, Germania e Gran Bretagna

Pagina a cura DI CLAUDIOPLAZZOTTA Piersilvio Berlusconilo dice subito: «Oggi sappiamo concertezza che il media del futuro saràla televisione generalista in chiaro.In Italia sono entrati grandi gruppi,da Sky a Discovery, da Viacom aScripps, e tutti hanno aspirazioni afare una tv generalista». Ma l'intesadel Biscione con i francesi diVivendi apre scenari nuovi pureall'estero: «Quanti broadcaster inEuropa viaggiano a share sopra il30%? Ce ne sono due statali, ovveroRai in Italia e Bbc in Gran Bretagna.E poi due privati: Mediaset in Italiae Mediaset in Spagna». Questo,secondo l'amministratore delegatodi Mediaset, significa che il gruppodi Cotogno Monzese ha un certotalento nel confezionare quel tipo ditv. E, allora, ecco sganciato loscoop, nel post presentazione deipalinsesti autunnali: «Siamo solo alivello di idee. Ma in effetti stiamopensando di creare ex novo o di farecrescere, insieme con Vivendi, delleforti reti generaliste in chiaro inFrancia, Germania e GranBretagna».

Insomma, Mediaset che tornaalla grandeur che nel lontano1986 l'aveva portata a lanciareLa Cinq in Francia (poi chiusanel 1992) e a salire allamaggioranza di Telecinco inSpagna nel 1997. Liberata dalfardello Premium, Mediaset, in

somma, può investire suipalinsesti. «I centri di produzionee gli studi sono tutti occupati,come non accadeva da anni.Negli anni scorsi», proseguePiersilvio, «Mediaset ha fattolavori di efficienza, ora torniamoa investire. Per esempio, dalprossimo autunno la fiction passada 21 a 24 prime serateautoprodotte, con piùinvestimenti in qualità (è ilmotivo per il quale nelle scorsestagioni le fiction Mediaset nonsono andate molto bene).L'intrattenimento, invece, passada 86 a 128 prime serateautoprodotte. Ecco le altre novitàannunciate lunedì dai vertici delBiscione.La raccolta pubblicitariadi Mediaset dovrebbe

chiudere il primosemestre 2016 con unacrescita del 4% sullostesso periodo 2015,meglio del mercato peril quale si prevede un+2,5-3%. Quanto adaspettative di chiusura2016, difficile dirlodopo Brexit eandamento delle borse.Premium rimane in carico albilancio 2016 di Mediaset pernove mesi. Dopo le perdite per60 milioni di euro nel primotrimestre, i conti sono in lineacon le previsioni nel primosemestre. Ricordo, dicePiersilvio, che il piano prevedevadi andare a break even in treanni, quindi nel 2018. Pure gliabbonati sono in linea con leprevisioni e oltre quota duemilioni. In questa stagione l'arpu(ricavi medi per abbonato) èsalito di tre euro. Il passaggio aVivendi è molto delicato, sia perle persone che lavorano aPremium, sia per le politichecommerciali. I tempi del closingsono nelle mani dell'Antitrust.

Partite di Championsleague. Quelle inchiaro sulle retiMediaset vedranno incampo una squadraitaliana, e, per ora,sono fissate inpalinsesto al martedì.Su Premium, invece,si vedranno tutti imatch, sia al martedì,

Mediaset, retigénéraliste inchiaro in Uk,Germania e Francia—^ Plazzotta apag.19 *^^_

Piersilvio Berlusconi svela i piani del gruppo insieme con Vivendi Piainvestimenti nelle produzioni Mediaset alla conquista dell'Europa Retigénéraliste in chiaro in Francia, Germania e Gran Bretagna

Pagina a cura DI CLAUDIOPLAZZOTTA Piersilvio Berlusconilo dice subito: «Oggi sappiamo concertezza che il media del futuro saràla televisione generalista in chiaro.In Italia sono entrati grandi gruppi,da Sky a Discovery, da Viacom aScripps, e tutti hanno aspirazioni afare una tv generalista». Ma l'intesadel Biscione con i francesi diVivendi apre scenari nuovi pureall'estero: «Quanti broadcaster inEuropa viaggiano a share sopra il30%? Ce ne sono due statali, ovveroRai in Italia e Bbc in Gran Bretagna.E poi due privati: Mediaset in Italiae Mediaset in Spagna». Questo,secondo l'amministratore delegatodi Mediaset, significa che il gruppodi Cotogno Monzese ha un certotalento nel confezionare quel tipo ditv. E, allora, ecco sganciato loscoop, nel post presentazione deipalinsesti autunnali: «Siamo solo alivello di idee. Ma in effetti stiamopensando di creare ex novo o di farecrescere, insieme con Vivendi, delleforti reti generaliste in chiaro inFrancia, Germania e GranBretagna».

Insomma, Mediaset che tornaalla grandeur che nel lontano1986 l'aveva portata a lanciareLa Cinq in Francia (poi chiusanel 1992) e a salire allamaggioranza di Telecinco inSpagna nel 1997. Liberata dalfardello Premium, Mediaset, in

somma, può investire suipalinsesti. «I centri di produzionee gli studi sono tutti occupati,come non accadeva da anni.Negli anni scorsi», proseguePiersilvio, «Mediaset ha fattolavori di efficienza, ora torniamoa investire. Per esempio, dalprossimo autunno la fiction passada 21 a 24 prime serateautoprodotte, con piùinvestimenti in qualità (è ilmotivo per il quale nelle scorsestagioni le fiction Mediaset nonsono andate molto bene).L'intrattenimento, invece, passada 86 a 128 prime serateautoprodotte. Ecco le altre novitàannunciate lunedì dai vertici delBiscione.La raccolta pubblicitariadi Mediaset dovrebbe

chiudere il primosemestre 2016 con unacrescita del 4% sullostesso periodo 2015,meglio del mercato peril quale si prevede un+2,5-3%. Quanto adaspettative di chiusura2016, difficile dirlodopo Brexit eandamento delle borse.Premium rimane in carico albilancio 2016 di Mediaset pernove mesi. Dopo le perdite per60 milioni di euro nel primotrimestre, i conti sono in lineacon le previsioni nel primosemestre. Ricordo, dicePiersilvio, che il piano prevedevadi andare a break even in treanni, quindi nel 2018. Pure gliabbonati sono in linea con leprevisioni e oltre quota duemilioni. In questa stagione l'arpu(ricavi medi per abbonato) èsalito di tre euro. Il passaggio aVivendi è molto delicato, sia perle persone che lavorano aPremium, sia per le politichecommerciali. I tempi del closingsono nelle mani dell'Antitrust.

Partite di Championsleague. Quelle inchiaro sulle retiMediaset vedranno incampo una squadraitaliana, e, per ora,sono fissate inpalinsesto al martedì.Su Premium, invece,si vedranno tutti imatch, sia al martedì,

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sia al mercoledì, in esclusivaassoluta. Infinity: abbiamooltre 600 mila utenti, ma è unbusiness molto piccolo, sia inItalia, sia in Europa doveNetflix sta facendo unatremenda fatica. Le operazionicon Vivendi per la creazione diuna major produttivapaneuropea e un gruppo attivonell'offerta di film e serie tv instreaming a pagamento inItalia, Francia, Spagna eGermania prenderannoconcretamente il via nellaprimavera del 2017. Prima,come detto, ci dobbiamooccupare del closing conVivendi circa la cessione diPremium e lo scambioincrociato di azioni. Radio.Uniremo R101, di cuiacquisiremo il restante 20% daMondadori, 105 e Virgin. Rmcresta ad Alberto Hazan, con cuic'è una partnership, a partiredall'utilizzo degli ufficimilanesi di Largo Donegani,che ci porterà a grandicollaborazioni. Siamo contentiche Hazan resti con noi, luiconosce molto bene il mondodella radio. I ricavi prò-formasu 12 mesi del nuovo mondoradio di Mediaset sono stimatiin 70 milioni di euro. Il Milan èun affare di cuore di mio padre.Lui si è dedicato al Milan, conenergia, passione e risorse. Luiha deciso che è arrivato il

momento di cambiare strada,meglio consegnarlo nelle manidi altri. Antonio Ricci occupal'access prime time di ItaliaUno. Il creatore di Striscia lanotizia si toglie una piccolasoddisfazione. Oltre acontinuare a presidiare l'accessprime time dell'ammiragliaCanale 5 con il tg satirico, dalprossimo autunno si occuperàanche della analoga fasciaoraria (20.30-21.15) di ItaliaUno, dove curerà una nuovaedizione di Cultura Moderna.Una invasione su Italia Uno,regno di Parenti. E Ricci eParenti, quando parlano unodell'altro, fanno semprescintille. Davide Parenti resta.Dopo le irritazioni e le minaccedi abbandonare la naveMediaset, Parenti è tornatosereno in porto, si occuperàdella nuova stagione delle Ieneperché, dice Alessandro Salem,direttore generale contenutiMediaset, «Parenti stesso mi haconfessato che

Le Iene si possono fare solo aMediaset». Luca Telese byebye. Al momento non ci sonoprogetti per lui, dopo tre anni diMatrix. Nella nuova stagione ilconduttore di Matrix saràNicola Porro. E a Matrixcollaborera, a modo suo, purePiero Chiambretti.

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Televisione90% dei ricavia Sky, Rai eMediaset^Calano gli introiti ma frena la recessionePositivi radio e web. Par condicio da rifare

LA RELAZIONE ROMA La«recessione è in frenata» per ilsettore media e più in generale nellecomunicazioni. E' questa la buonanotizia per l'Agcom di AngeloMarcello Cardani. Perché anchequando i ricavi sono in calo perl'editoria (-1,2%), va apprezzata labattuta d'arresto nella flessione,comunque meno sentita per la radioe l'on-line, di fronte alle difficoltàpiù «strutturali» della carta stampata(-6%). Sono ancora le tv a macinareil grosso dei ricavi del settore nel2015. Lì dove circa il 90% dei ricavitotali nel 2015 è detenuto dai tre biga podio invariato: Sky sempre reginacon una quota del 32,5% (in calo di1 punto), Mediaset ancora secondacon il 28,4% (+0,4%), tallonata daRai con il 27,8% (+0,3%). PoiDiscovery con il 2,3% (+0,3%) e ilgruppo Cairo Communication con11,5% (-0,2%), mentre gli altrioccupano insieme il 7,4%. Unaconferma per la relazione annuale diCardani che non dimentica disottolineare il passo indietrodell'Italia, tra cultura digitale eaccesso ad internet, e insiste unavolta di più contro una legge«vecchia», e che «non serve e nonpiace a nessuno»: la legge sulla parcondicio. Eppure «nessuno siassume la responsabilità politica diriformarla, salvo poi puntare il ditocontro l'Autorità», dice Cardani. È lastessa relazio

ne annuale a fare l'ultima fotografiadel settore comunicazione, unaffare da 52,7 miliardi (-1% rispettoall'anno scorso) dove le tlc sono incalo dell'1,5% e dove i ricavi mediapassano dai 14,378 miliardi del2014 ai 14,207 miliardi dell'annoscorso. LA BANDA LARGA NONDECOLLA A tv e radio la fettamaggiore (8,50 miliardi, +0,8%),con l'editoria

ancora in calo (3,99 miliardi, -7.5%),mentre cresce la raccolta su Internet(1,70 miliardi, +5,2%). Ebbene, per ilfuturo della tv pubblica, Cardanisogna «un orizzonte europeo» e launa Carta dei servizi pubbliciradiotelevisivi europei. Ma guardaanche al digital divide. Sarà infattiche all'Italia manca un bel pezzo di«cultura digitale», oppure sarà colpa«dell'invecchiamento dellapopolazione», come sostiene la stessaAgcom. Fatto sta che l'accesso allabanda ultralarga non è ancora entratodel Dna degli italiani. Tutt'altro.Stando ai dati Eurostat snocciolatidall'Agcom, nel2015 il 28% degli utenti italiani nonha mai utilizzato Internet, quasi ildoppio rispetto al 16% Ue. Non solo.Anche se l'Italia è risalita di ungradino, al 25esimo posto nell'indiceDigital Economy and Society, ladiffusione degli accessi a bandaultralarga è ancora molto bassa.Certo, il numero di abbonati sullapopolazione è passato dal 3,8% del2014 al 5,4% del 2015. Ma è lontanoanni luce dal 30% dell'Ile. È colpadegli accessi che non ci sono? Sidirebbe di no, visto che i servizi diaccesso a reti fisse a banda largahanno raggiunto il 99% delleabitazioni mentre la banda ultralargaè passata dal 36% del 2014 al 44%del 2015. Il punto per l'Autorità, èche i consumatori italiani continuanoa preferire l'accesso alle reti mobilirispetto alle fisse (75% di diffusionecontro il 53%). Chissà se a a farcrescere l'appeal

deH'Internetsuperveloce noncontribuirà l'ingresso di Enel sulmercato tlc. Su questo l'Autoritàgarante ha i fari accesi «incollaborazione» con l'Autoritàdell'energia per « verificare i possibilieffetti concorrenziali nel caso diinvestimenti diretti della società nelsettore (con riferimento a Enel OpenFiber e all'accordo con Metroweb)».Un passaggio

CARDANI: IL 28%DEGLI ITALIANI NONHA MAI USATOINTERNETL'AUTORITÀ VIGILASULL'INGRESSO DIENEL NELLE TLC

apprezzato dal presidente diTelecom, Giuseppe Recchi, semprepronto a richiamare «regole ugualiper tutti». Fari puntati anche sulfronte Telecom, però. L'Agcom stavalutando «nuove regole» perincentivare i concorrenti di Telecomche usano la rete dell'incumbent achiedere il passaggio alla fibra. Sitratta insomma di stabilire regole eprezzi di switch off della rete inrame e il passaggio alla fibra.Roberta Amoruso«RIPRODUZIONE RISERVATA

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Rai, Sky eMediaset unmercato soloper loroAl trìttico dei network ben il 90% dei ricavipubblicitàit: lo dice la relazione dell9Agcom Incalo tutti media. 1128% in Italia senza Rete

Eccoidati dei trebig: Sky 32,5%,Mediaset 28,4%,Rai 27,8%. Aseguire Discoverycon u 23%eCairoconPl,5%

I ricavi del settore media calano nel 2015 dell'1.2%,passando da 14,378 miliardi del 2014 a 14,207miliardi: un dato che rappresenta però una notapositiva se merge dalla Relazione annualedell'Agcom,che nota come la fase recessiva del sistemainformazione degli ultimi anni subisca una battuta diarresto. Tv e radio occupano la fetta maggiore (8,501miliardi, +0,8%). In netto calo ancora l'editoria (3,998miliardi, -7.5%); cresce Internet (1,708 miliardi,+5,2%). Nel 2015 il settore delle comunicazioni (tic,media e servizi postali) ha registrato una contrazionedei ricavi dell'1% a 52,6 miliardi di euro. Inparticolare, le tlc soValeriano scese dell'1,5% a 31,9miliardi, con il Trigo fisso (-2,5% a 16,1 miliardi) cheè sceso

0,5% a 15,7 miliardi); i media hanno registrato unacontrazione dell'1,2% a 14,2 miliardi; i servizi postalisono invece cresciuti dell'1,8% a 6,4 miliardi. Il settoreincide per oltre il 3% sul Pil. Un sistema tripolaredomina ancora il mercato tv. Circa il 90% dei ricavitotali nel 2015 è detenuto dai tre big, a podio invariato:Sky resta regina con una Mediaset è ancora secondacon il 28,4% (+0,4%), tallonata da Rai con il 27,8%(+0,3%). Poi Discovery con il 2,3% 0,2%). Gli altrisoggetti occupano insieme il 7,4% (+0,1%). La crisidell'editoria conferma nel 2015 il suo carattere

Rai, Sky eMediaset unmercato soloper loroAl trìttico dei network ben il 90% dei ricavipubblicitàit: lo dice la relazione dell9Agcom Incalo tutti media. 1128% in Italia senza Rete

Eccoidati dei trebig: Sky 32,5%,Mediaset 28,4%,Rai 27,8%. Aseguire Discoverycon u 23%eCairoconPl,5%

I ricavi del settore media calano nel 2015 dell'1.2%,passando da 14,378 miliardi del 2014 a 14,207miliardi: un dato che rappresenta però una notapositiva se merge dalla Relazione annualedell'Agcom,che nota come la fase recessiva del sistemainformazione degli ultimi anni subisca una battuta diarresto. Tv e radio occupano la fetta maggiore (8,501miliardi, +0,8%). In netto calo ancora l'editoria (3,998miliardi, -7.5%); cresce Internet (1,708 miliardi,+5,2%). Nel 2015 il settore delle comunicazioni (tic,media e servizi postali) ha registrato una contrazionedei ricavi dell'1% a 52,6 miliardi di euro. Inparticolare, le tlc soValeriano scese dell'1,5% a 31,9miliardi, con il Trigo fisso (-2,5% a 16,1 miliardi) cheè sceso

0,5% a 15,7 miliardi); i media hanno registrato unacontrazione dell'1,2% a 14,2 miliardi; i servizi postalisono invece cresciuti dell'1,8% a 6,4 miliardi. Il settoreincide per oltre il 3% sul Pil. Un sistema tripolaredomina ancora il mercato tv. Circa il 90% dei ricavitotali nel 2015 è detenuto dai tre big, a podio invariato:Sky resta regina con una Mediaset è ancora secondacon il 28,4% (+0,4%), tallonata da Rai con il 27,8%(+0,3%). Poi Discovery con il 2,3% 0,2%). Gli altrisoggetti occupano insieme il 7,4% (+0,1%). La crisidell'editoria conferma nel 2015 il suo carattere

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strutturale. I ricavi complessivi del settore quotidiani - fanotare l'Agcom - calano del 5%, con una contrazionemaggiore deiricavipubblicitari(-6%)rispettoaquellichederivanodalla venditadi copie inclusi icollaterali (-4%). La crisi dei quotidiani, che si manifestaanche nella riduzione netta del numero di testate sul mercato- rileva ancora l'Autorità -ha inevitabili riflessi sull'ampiezzae sulla qualità dei contenuti informativi. La diffusione degliaccessi a banda ultralarga in Italia sono passati dal 3,8% dellapopolazione del 2014 al 5,4% del 2015, ma si tratta di unapercentuale «ancora molto bassa». Lo evidenzia il presidentedell'Agcom, Angelo Cardani, nella Rela-

zione annuale in cui spiega che due sono i fattorideterminanti: «Un minor livello di specializzazione ecultura digitale da un lato e l'invecchiamento dellapopolazione dall'altro», ma per la banda larga anche iprezzi; agli italiani serve almeno l'l,8%del reddito prò-capite, contro 11,3% europeo. Nel 2015 il 28% degliutenti italiani non ha mai utilizzato Internet, unapercentuale quasi doppia rispetto al 16% dell'Europa.Sono i preoccupanti dati Eurostat citati da AngeloMarcello Cardani, presidente Agcom, nella Relazioneannuale al Parlamento. I dati, sottolinea, mettono inevidenza «il ruolo di "freno" alla diffusione nell'uso diInternet di fattori culturali e di abitudini di consumo».Più in generale, all'origine del ritardo dell'Italianell'ecosistema digitale ci sono, secondo il presidenteAgcom, «due fattori determinanti: un minor livello dispecializzazione e cultura digitale da un lato el'invecchiamento della popolazione dall'altro». Sullapar condicio Cardani lancia un appello: «è una legge"vecchia", nata in un contesto politico bipolare, quandola televisione era l'unica fonte di approvvigionamentodi notizie e la rete Internet nemmeno contemplata. Masoprattutto è una legge che non piace a nessuno, né adestra né a sinistra, eppure nessuno si assume laresponsabilità politica di riformarla». Tra le leggi da"svecchiare", il presidente Agcom pensa anche «ad unalegge di riforma dei contenuti che svecchi il sistemaesistente e metta insieme la riforma dell'editoria, dellatitolarità e della vendita dei diritti audiovisivi premium,la promozione sulle piattaforme digitali di quote diopere culturali italiane, e anche la tutela del dirittod'autore e la gestione collettiva dei diritti in un sistemanormativo europeo, digitale e connesso». «La parcondicio? L'auspicioè veramente a un sistemanormativo più leggero per il settore dell'informazione,soprattutto per le tv généraliste», rispondel'amministratore delegato di La7, Marco Ghigliani, cheaggiunge: «Oggi il sistema televisivo ha un cariconormativo molto importante rispetto agli altri operatorimedia. Il riferimento del presidente Cardani a passare aun sistema più "soffice" sicuramente ci trovafavorevoli».

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Kr^LcWlK^^^^B Video on demand: abbonati europei cresciuti del 56%

Antonio Campo Dall'Orto, a.d. Rai,alla presentazione dei palinsesti dellanuova stagione aveva insistito sullanecessità di trasformare la Rai in unadigital media company. A supportarequesta strategia arriva ora il rapportodell'European Broadcasting Union: gliabbonati ai servizi di video on-demand in Europa sono cresciuti del56% in un solo anno e si prevede chenel 2020 saranno 50 milioni lefamiglie paganti per accedere alservizio. Regno Unito, Paesi Bassi eNord Europa sono le aree-locomotiva,Italia, Spagna e Grecia sono gli ultimivagoni. Ma il treno procede. Il 52%del mercato europeo pay on demand èoccupato da Netflix, seguono Vivendi(CanalPlay), Sky (Now tv) eProSiebenSat (Maxdome). Il free èinvece capitanato da Bbc iPlayer e, inItalia, da Ray Replay. Maria DeFilippi e la sua estate di polemiche.Valerio Scanu, da lei lanciato, le si èrivoltato contro accusandola di nonaverlo invitato alla manifestazione dalei curata, il Coca Cola SummerFestival (che ha vinto la serata suCanale5 con 3,1 milioni e il 18,2%battendo la replica dei Braccialettirossi, Rail, che ha calamitato solo 2milioni di telespettatori, 9,8%). AncheAnnalisa non l'ha presa bene e haelegantemente commentato: «Mi sonorotta delle bibite gasate che fanno soloruttare». Infine l'addio ad Amici diVirginia Raffaele, che ha tradito la DeFilippi e accettato l'offerta di Rai3 peruno show che

farà concorrenza proprio ad Amici.Intanto il marito, Maurizio Costanzo,la candida al post-Mattarella: «IIsuccesso di Maria mi rende orgogliosoe neppure per un momento mi sonosentito messo in ombra. Se un giornoMaria facesse come Hillary Clinton ediventasse presidente della repubblicaio sarei felice». Lorenzo Serra, dg diTv2000, la televisione dei vescovi, hafirmato un accordo con OverlookManagement (fa parte di Ind Group)per trasmettere via satellite (apagamento) negli Stati Uniti, Canadae Sud America. In un secondo tempo èprevista la copertura anchedell'Oceania. Piatto forte lo spaziodedicato agli appuntamenti di PapaFrancesco: dalle udienze delmercoledì, che l'emittente propone indiretta, alle quotidiane omelie di SantaMarta sino alle cerimonie, ai viaggi,alle visite e agli eventi giubilari.Un'altra iniziativa sarà un

restyling del canale in sensoultradigitale, progetto affidato a PaoloRuffini (ex Rai3 e La7) direttore diTv2000. Intanto il 16 luglio su Railarriva in prima serata l'annualeappuntamento Una voce per PadrePio, show condotto da AlessandroGreco. Tra coloro che hanno rispostoall'afflato del Santo: Gigi D'Alessio,Fausto Leali, Anna Tatangelo.Michele Placido, Dolcenera, gliStadio, Lino Banfi. Tutti verso ilparadiso Alessia Marcuzzi in attesadella nuova edizione dell'/so/o deifamosi (CanaleS) si dedica alla remu-

nerativa attività di testimonial. È statala madrina (abito aderente a righeverticali con sandali) della terzaboutique IWC, a Milano, in viaMontenapoleone. Alessandro CecchiPaone, toccata e fuga. Alla direzionedel Tg4 dal 4 aprile, è già pronto atraslocare a Mattino5, di cui curerà ilrestyling. Federico Novella(conduttore di MattinoS insieme aFederica Panicucci) andrà al Tg4 alposto di Cecchi Paone e riceverà igradi di vicedirettore. Questo giro divalzer non coinvolgerò la Panicucci,che rimarrà ferma al suo posto.Michelle Hunziker e Christian DeSica da Striscia la notizia a Zelig(CanaleS). Si preannuncia un'edizionecol botto dopo i deludenti ascoltidell'ultima edizione. Per festeggiare i20 anni del programma saranno ospititutti i comici che si sono succeduti.Toccherà all'inedita coppia Hunziker-De Sica fare gli onori di casa. AndreaSegrè è il fondatore del last minutemarket, l'associazione che raccogliel'alimentare invenduto daisupermercati e lo distribuisce allemense dei poveri, ed è a capo di Fico,la Disneyland della gastronomia chesarà aperta tra qualche mese aBologna. È uno quindi che di cibo sene intende e boccia senza appello lecucine in tv: «Chi spadella in tv noninsegna a rispettare il cibo.MasterChef è stucchevole». PaoloBonolis non bada a spese.

Per andare in vacanza ha noleggiatoun aereo privato. Con famiglia, amicie valige è planato a Fermenterà.Nell'isola greca si dedicherà, tra unbagno e l'altro, all'ideazione del nuovoprogramma per CanaleS, dopo ladecisione di non riproporre CiaoDarwin. Pupi Avati sta facendocasting. Dal 22 agosto incomincerà a

girare II fulgore di Dony, prodotto daRai Fiction per Rail. La vicenda èquella di una ragazza innamorata delbellone di turno, che la prenderà inconsiderazione solo quando un bruttoincidente di montagna lo renderàinvalido, un evento drammatico checambierà la vita di entrambi. StefanoBollani resuscitato televisivamentedal nuovo corso Rai. La secondastagione del suo Sostiene Bollani(Rai3) era stata bocciata. Adessopasserà a Rail, in seconda serata, conL'importante è avere un piano, inpratica il revival del precedenteprogramma, ma con più ospiti e show.Garantisce Bibi Ballandi, il produttorea cui è stata affidata la realizzazione.In palinsesto dal 10 novembre. PabloTrincia in attesa di sbarcare su Rai2con Mai più bullismo, in cui cercheràdi analizzare e spiegare questofenomeno, arriva su Nove (Discovery)con sei storie tra pedofili, droga ejihadisti, temi difficili, affrontati unoper puntata nel programma Lupi.Spiega: «I lupi sono persone che noicrediamo vivano in luoghi lontani tipole foreste amazzoniche o le miniere,ma in realtà sono tra noi: li vediamo,ma non ce ne accorgiamo, sono inostri vicini di casa». Sofia Viscardi,diciottenne youtuber diventata celebrecol romanzo Succede (Mondadori) eassai seguita dai giovani, affiancheràCorrado Augias e Michela Murgia inuno spazio Rai3 dedicato ai libri.Riuscirà a rendere meno ostica e piùallettante la proposta delle novitàletterarie in video segretariodell'Usigrai, il sindacato unico deigiornalisti Rai, e le sue prediche alvento. Non passa giorno che nonmandi alle agenzie comunicati checontestano il dg Antonio CampoDall'Orto, reo di attingere all'esternodell'azienda giornalisti e dirigenti. Ungioco delle parti. Lui attacca, il dgcontinua impunemente. E come si usa

Kr^LcWlK^^^^B Video on demand: abbonati europei cresciuti del 56%

Antonio Campo Dall'Orto, a.d. Rai,alla presentazione dei palinsesti dellanuova stagione aveva insistito sullanecessità di trasformare la Rai in unadigital media company. A supportarequesta strategia arriva ora il rapportodell'European Broadcasting Union: gliabbonati ai servizi di video on-demand in Europa sono cresciuti del56% in un solo anno e si prevede chenel 2020 saranno 50 milioni lefamiglie paganti per accedere alservizio. Regno Unito, Paesi Bassi eNord Europa sono le aree-locomotiva,Italia, Spagna e Grecia sono gli ultimivagoni. Ma il treno procede. Il 52%del mercato europeo pay on demand èoccupato da Netflix, seguono Vivendi(CanalPlay), Sky (Now tv) eProSiebenSat (Maxdome). Il free èinvece capitanato da Bbc iPlayer e, inItalia, da Ray Replay. Maria DeFilippi e la sua estate di polemiche.Valerio Scanu, da lei lanciato, le si èrivoltato contro accusandola di nonaverlo invitato alla manifestazione dalei curata, il Coca Cola SummerFestival (che ha vinto la serata suCanale5 con 3,1 milioni e il 18,2%battendo la replica dei Braccialettirossi, Rail, che ha calamitato solo 2milioni di telespettatori, 9,8%). AncheAnnalisa non l'ha presa bene e haelegantemente commentato: «Mi sonorotta delle bibite gasate che fanno soloruttare». Infine l'addio ad Amici diVirginia Raffaele, che ha tradito la DeFilippi e accettato l'offerta di Rai3 peruno show che

farà concorrenza proprio ad Amici.Intanto il marito, Maurizio Costanzo,la candida al post-Mattarella: «IIsuccesso di Maria mi rende orgogliosoe neppure per un momento mi sonosentito messo in ombra. Se un giornoMaria facesse come Hillary Clinton ediventasse presidente della repubblicaio sarei felice». Lorenzo Serra, dg diTv2000, la televisione dei vescovi, hafirmato un accordo con OverlookManagement (fa parte di Ind Group)per trasmettere via satellite (apagamento) negli Stati Uniti, Canadae Sud America. In un secondo tempo èprevista la copertura anchedell'Oceania. Piatto forte lo spaziodedicato agli appuntamenti di PapaFrancesco: dalle udienze delmercoledì, che l'emittente propone indiretta, alle quotidiane omelie di SantaMarta sino alle cerimonie, ai viaggi,alle visite e agli eventi giubilari.Un'altra iniziativa sarà un

restyling del canale in sensoultradigitale, progetto affidato a PaoloRuffini (ex Rai3 e La7) direttore diTv2000. Intanto il 16 luglio su Railarriva in prima serata l'annualeappuntamento Una voce per PadrePio, show condotto da AlessandroGreco. Tra coloro che hanno rispostoall'afflato del Santo: Gigi D'Alessio,Fausto Leali, Anna Tatangelo.Michele Placido, Dolcenera, gliStadio, Lino Banfi. Tutti verso ilparadiso Alessia Marcuzzi in attesadella nuova edizione dell'/so/o deifamosi (CanaleS) si dedica alla remu-

nerativa attività di testimonial. È statala madrina (abito aderente a righeverticali con sandali) della terzaboutique IWC, a Milano, in viaMontenapoleone. Alessandro CecchiPaone, toccata e fuga. Alla direzionedel Tg4 dal 4 aprile, è già pronto atraslocare a Mattino5, di cui curerà ilrestyling. Federico Novella(conduttore di MattinoS insieme aFederica Panicucci) andrà al Tg4 alposto di Cecchi Paone e riceverà igradi di vicedirettore. Questo giro divalzer non coinvolgerò la Panicucci,che rimarrà ferma al suo posto.Michelle Hunziker e Christian DeSica da Striscia la notizia a Zelig(CanaleS). Si preannuncia un'edizionecol botto dopo i deludenti ascoltidell'ultima edizione. Per festeggiare i20 anni del programma saranno ospititutti i comici che si sono succeduti.Toccherà all'inedita coppia Hunziker-De Sica fare gli onori di casa. AndreaSegrè è il fondatore del last minutemarket, l'associazione che raccogliel'alimentare invenduto daisupermercati e lo distribuisce allemense dei poveri, ed è a capo di Fico,la Disneyland della gastronomia chesarà aperta tra qualche mese aBologna. È uno quindi che di cibo sene intende e boccia senza appello lecucine in tv: «Chi spadella in tv noninsegna a rispettare il cibo.MasterChef è stucchevole». PaoloBonolis non bada a spese.

Per andare in vacanza ha noleggiatoun aereo privato. Con famiglia, amicie valige è planato a Fermenterà.Nell'isola greca si dedicherà, tra unbagno e l'altro, all'ideazione del nuovoprogramma per CanaleS, dopo ladecisione di non riproporre CiaoDarwin. Pupi Avati sta facendocasting. Dal 22 agosto incomincerà a

girare II fulgore di Dony, prodotto daRai Fiction per Rail. La vicenda èquella di una ragazza innamorata delbellone di turno, che la prenderà inconsiderazione solo quando un bruttoincidente di montagna lo renderàinvalido, un evento drammatico checambierà la vita di entrambi. StefanoBollani resuscitato televisivamentedal nuovo corso Rai. La secondastagione del suo Sostiene Bollani(Rai3) era stata bocciata. Adessopasserà a Rail, in seconda serata, conL'importante è avere un piano, inpratica il revival del precedenteprogramma, ma con più ospiti e show.Garantisce Bibi Ballandi, il produttorea cui è stata affidata la realizzazione.In palinsesto dal 10 novembre. PabloTrincia in attesa di sbarcare su Rai2con Mai più bullismo, in cui cercheràdi analizzare e spiegare questofenomeno, arriva su Nove (Discovery)con sei storie tra pedofili, droga ejihadisti, temi difficili, affrontati unoper puntata nel programma Lupi.Spiega: «I lupi sono persone che noicrediamo vivano in luoghi lontani tipole foreste amazzoniche o le miniere,ma in realtà sono tra noi: li vediamo,ma non ce ne accorgiamo, sono inostri vicini di casa». Sofia Viscardi,diciottenne youtuber diventata celebrecol romanzo Succede (Mondadori) eassai seguita dai giovani, affiancheràCorrado Augias e Michela Murgia inuno spazio Rai3 dedicato ai libri.Riuscirà a rendere meno ostica e piùallettante la proposta delle novitàletterarie in video segretariodell'Usigrai, il sindacato unico deigiornalisti Rai, e le sue prediche alvento. Non passa giorno che nonmandi alle agenzie comunicati checontestano il dg Antonio CampoDall'Orto, reo di attingere all'esternodell'azienda giornalisti e dirigenti. Ungioco delle parti. Lui attacca, il dgcontinua impunemente. E come si usa

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in Rai, tutto finisce a tarallucci e vino.Scrive Di Trapani: «I vuoti di organico?Possono aspettare. Le sostituzioni dellelavoratrici in maternità? Non ci sono isoldi. Che invece si trovano perassumere da caporedattore l'ennesimoesterno. Insomma, riprende la vecchiapratica della chiamata diretta. Eovviamente con tutte le garanzie:contratto a tempo indeterminato e puregraduato». Nel mirino vi è GianlucaSemprini, proveniente da Sky, assuntocome caporedattore. Sostituirà MassimoGiannini nel talk che su Rai3 prenderà ilposto di Ballarò. Semprini ha giàottenuto il suo ufficio, con tanti salutiall'Usigrai. Twitter: ©gponziano

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Paramount channel all'1% di shareDI CLAUDIO PLAZZOTTA n 23 febbraioscorso ha iniziato le sue trasmissioni all'lcn 27del digitale terrestre. Da lunedì 4 luglio il canaleParamount channel ha invece cominciato a farsirilevare ufficialmente da Auditel, pubblicando idati di ascolto. E il primo dato, al netto dellaserata senza particolari eventi e già immerso inuna atmosfera di «svaccanza estiva» deipalinsesti dei big, è stato piuttosto interessante: ilcanale di intrattenimento di Viacom Italia,azienda guidata dall'a.d. Andrea Castellari, hainfatti ottenuto l'l% di share nelle 24

ore sul target individui (ovvero tutti quelli conpiù di 4 anni), raggiungendo invece l'I ,6% dishare sul segmento 25-54enni. In particolare, laprima serata di Paramount channel, con il filmTransporter: Extreme, ha raggiunto il 2% dishare sugli individui e il 3% sul target diriferimento 25-54 anni. Il palinsesto di retepropone contenuti provenienti dal riccocatalogo Paramount Pictures e dalle library dialtre celebri case di produzione: grandiproduzioni hollywoodiane, commedie, filmcult, serie tv, notizie quotidiane, specialisettimanali e produzioni locali.

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Piersilvio Berlusconi: Cruciani a 105 Ma Radio24 lo conferma nel palinsestoDI CLAUDIO PLAZZOTTA Piersilvio Berlusconi, amministratore delegato di Mediaset, lo dice unpo' a mezza bocca, ma lo dice: «Giuseppe Cruciani arriverà nel palinsesto autunnale radiofonico di105. Non ne ho proprio la certezza, eh, sia chiaro. Al momento, comunque, non ci sono inveceprogetti legati a lui sulle reti televisive Mediaset. Ma non lo escludo a priori, perché no?». Insomnia,dopo oltre dieci anni di onorato servizio a Radio 24 (emittente del Sole-24 Ore), la trasmissione LaZanzara, nata nel gennaio del 2006, si preparerebbe a trasferirsi a 105, radio da poco entrata al 100%nella grande famiglia Mediaset. Ieri pomeriggio, tuttavia, il gruppo Sole24 Ore, in una nota, ribadivainvece che «la trasmissione La Zanzara, condotta da Giuseppe Cruciani, è confermata nel palinsesto2016-2017 di Radio 24». E lo stesso Cruciani, ieri in chiusura della Zanzara, ha dato appuntamentoai suoi ascoltatori a settembre su Radio 24. Quindi? Fonti Mediaset assicurano che Cruciani, a iniziogiugno, ha firmato un contratto in esclusiva con le radio del Biscione. Poi, si vedrà. Insomma,schermaglie che non fanno altro che consolidare la fama e il mito del conduttore. Cruciani e LaZanzara sono certamente un grande successo radiofonico, anche se un po' sovradimensionato dalchiacchiericcio giornalistico che il programma ha sempre suscitato. E infatti, a ben guardare,esaminando i dati RadioMonitor di Eurisko nel secondo semestre 2015 e relativi ai singoliprogrammi e al quarto d'ora medio, La Zanzara raccoglie attorno a sé, nella fascia oraria 18-21, unamedia di 346 mila ascoltatori. A livello assoluto, la trasmissione è al 45esimo posto tra i programmiradiofonici più ascoltati della giornata. Quindi ci sono 44 conduttori, su varie emittenti, con piùseguito di Cruciani durante il giorno, e dei quali, però, si parla molto poco. Restringendo, invece, ilcampo alla fascia oraria in questione (18-21), La Zanzara è il sesto programma più ascoltato. Nonparliamo, quindi, di un campionissimo di audience, ma, diciamo così, di un titolo che fa sicuramenteil pieno quanto a critica, un po' meno quanto a pubblico. Naturale che all'interno di un palinsestocome quello di Radio 24, e dentro il sistema Confindustria, la carica dirompente della Zanzara e diCruciani sia esplosiva. Quello spazio, dalle 18,30 alle 21, segna una profonda discontinuità traquanto è andato in onda prima e quanto viene trasmesso dopo. Il fatto, però, che La Zanzara siadiventato il marchio di fabbrica di Radio 24 non è piaciuto, sin da subito, al nuovo presidente diConfindustria, Vincenzo Boccia. E poi, dicono dalle parti di viale dell'Astronomia, non c'è quasinessun investitore pubblicitario che faccia espressa richiesta di essere abbinato alla caciaracrucianesca abilmente sollevata ogni giorno. Il ricco contratto proposto da Mediaset, editore di 105,farà comunque lievitare i compensi del vulcanico giornalista 50enne, qualunque sia la suadestinazione futura. Ma la sfida della Zanzara a 105 non sarebbe stata semplicissima. Se, comedetto, un programma del genere si fa notare, eccome, nei corridoi confindustriali, potrebbe invece unpo' diluirsi in una radio come 105 che del suo Zoo, condito di provocazioni e volgarità, ha fatto dadecenni la sua bandiera. La Zanzara, poi, è un programma di parola e di telefonate in diretta.Qualcosa di relativamente nuovo per 105, che non è esattamente una radio di parola, e che letelefonate in diretta, finora, le ha usate con cautela, e in prevalenza nello spazio gestito da GianliiigiParagone, in onda dal lunedì al venerdì su 105 con Benvenuti netta giungla. E, per inciso, con piùascolti della Zanzara (anche se per onestà va ribadito che 105, come emittente in generale, fa ascoltipiù che doppi rispetto a Radio 24).

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Nasce il Forum dell'economia digitaleDI IRENE GREGUOLI VENINI Facebook eConfindustria Giovani organizzano Fed(Forum dell'economia digitale), un nuovoevento che si terrà il 14 luglio a Milanopresso il Mico Centro Congressi. L'obiettivo èmostrare alle imprese le opportunità delladigitalizzazione attraverso testimonianze diaziende, tavole rotonde, interviste airappresentanti delle istituzioni e demo dalvivo di alcune delle realtà più avanzate daquesto punto di vista. «Il sistema produttivoitaliano gode della qualità del prodotto e dellacapacità di esprimere eccellenza ma c'è unforte bisogno di digitalizzazione che puòportare a un'accelerazione del made in Italysui mercati globali», ha detto Marco Gay,presidente dei Giovani imprenditori diConfindustria. «Il costo del ritardo italiano inquesto senso è valutabile in circa 2 punti diPil e nella mancata creazione di circa 700mila posti di lavoro. Inoltre, gli investimentidigitali in Europa rappresentano oggimediamente il 6,4% del Pil mentre in Italiaraggiungono solo il 4,7%: è necessarioquindi colmare questo gap». Un tema, quellodella cultura digitale, che è cruciale se si pensache quattro imprenditori su dieci dichiarano cheinternet non serve alla loro impresa e solo il 5%delle aziende italiane fa e-commerce contro il15% di media europea; inoltre, l'84% delleimprese chiuse nell'ultimo anno non avevanoneppure un sito web. L'obiettivo dell'incontro «èfar crescere la consapevolezza del potenzialedello strumento digitale facendo raccontare alleaziende, sia medie e piccole sia grandi, l'impattoche questo mezzo può avere nelle sue variedeclinazioni, dal mobile, ai siti, all'ecommerce»,ha spiegato Luca Colombo, country manager diFacebook Italia. «Ci saranno personaggi, localie internazionali, di diversi ambiti, per esempioun intervento di Martin SorreÙ, rappresentantidel mondo delle istituzioni come PaoloBarberis, consigliere per l'innovazione delpresidente del consiglio dei ministri, il sindacodi Milano Giuseppe Sala, e di vari settori, daimedia al mondo dell'alimentare, al largoconsumo».

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Luca De Biase L'ANALISIIndustrìa4.0 (e il mercato)non ammettono ritardidigitali

Ma l'Italia digitale è soloun'espressione statistica.Certo, i dati dicono che l'Italiadigitale media è un paesearretrato. Tra gli ultimi inEuropa da quasi tutti i punti divista. E la relazione di AngeloCardani, presidentedell'Agcom, non manca diregistrarlo, tra l'altrosegnalando almeno due datiche non cessano di stupire.Primo: il 28% dellapopolazione non ha maiutilizzato internet, mentre inEuropa questa quota di esclusinon supera il 16%. Secondo:in Italia, il 5,4% dellapopolazione ha unabbonamento a internet inbanda ultralarga, contro il30% dell'Unione europea.Entrambi questi dati sonomigliori rispetto agli anniscorsi, ma restano pessimirispetto al resto d'Europa. Esegnalano una platea disegregati digitali troppo vastacon un'elite di utenti avanzatitroppo piccola: unapolarizzazione che sottolineal'importanza della varianzapiuttosto che della medianell'analisi statisticadell'internet italiana. Quel28% di esclusi da internet, infondo, va interpretataconsiderando l'enormità del47% della popolazione chepresenta problemi dianalfabetismo funzionaleregistrata con l'ultima ricercaOnu (del 2009). E quei 3-4milioni di italiani con labandaultralarga sono pochi come ilettori di libri, i laureati, ifrequentatori di musei. L'Italiadegli ultimi trent'anni del restoha puntato più sullatelevisione che sulla scuola ol'università. Certo, l'Italia deitelefonini registra da semprenumeri importanti, compresala connessione mobile ainternet: ma questo avvienegrazie alla passione deiconsumatori nonall'innovatività dei prodottori.Il problema è qui: un paeseche

consiera il digitale come uninsieme di tecnologie dacomprare e non come unambiente nel quale innovare,quando serve tende arisparmiare più che arilanciare. Poteva andare inpassato. Mala nuova fase dellaconnessione digitale non silimita al consumo. Entra dipeso nel mondo dellaproduzione. Gli italiani sonochiamati ad accorgersene. Lepiccole imprese connessesono meno che altrove. Mailboom delle quasi ornilastartup innovativeiperconnesse è rilevante. I politrainanti esistono. Le impreseinnovative non mancano. LaX Commissione permanentedella Camera oggi presenta lasua indagine conoscitivasull'industria 4.0: registra chele filiere della produzioneautomatizzata e connessa sonoavviate, grazie ai polimanifatturieri avanzati eall'interdipendenza conl'industria tedesca, ma una viaitaliana resta imprecisata efrenata dal contesto diarretratezza, dicono allaCamera, sicché ormai èstrategico accelerare suldigitale per rilanciare la stessadefinizione della missioneindustriale italiana. Laproduttività, troppo lenta, nonpuò restare com'è. Sarebbeingiusto negare che i governiche si sono succeduti dal2O12 abbiano compresoquesta realtà. Ma di certo imiglioramenti stentano. Nonsolo perché è difficile farripartire una macchina che siera addormentata nei primianni del millennio. Ma ancheperché i proclami senzaenergia e umiltà realizzativasono altrettanti boomerang. Esoprattutto perché i poli dieccellenza che indubbiamenteci sono sono troppo sconnessidal resto del paese impaurito,

frammentato, spesso orienta toa giocare in difesa o addiritturaa credere nella strategia delmuro di gomma. L'offerta diconnessione necessaria non èpiù soltanto tecnologica. Stadiventando industriale eculturale. ©RIPRODUZIONERISERVATA

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Direttore ResponsabileRoberto NapoletanoRoberto NapoletanoRoberto NapoletanoRoberto Napoletano

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NUOVE TECNOLOGIE Pag. 32

Previdenza. Dal 2016 è scattata la parziale depenalizzazione: multa fino a SOmila europer i mancati versamenti entro i lOmila euro Omesse ritenute, verifica annuale Controllisugli importi dovuti nei 12 mesi a prescindere dal periodo di riferimento

Antonino Cannioto GiuseppeMaccarone Parzialmentedepenalizzato - da gennaio diquest'anno- il mancato versamentodelle ritenute previdenziali eassistenziali trattenute in busta paga.Visto che il precedente impiantosanzionato™ rischiava dicongestionare i tribunali anche peromissioni di modesta entità, illegislatore è, infatti, intervenutointroducendo un regime differentemodulato in relazione all'entità delmancato versamento: sequest'ultimo non supera i lomuaeuro annui viene a configurarsi unillecito amministrativo punibile conuna sanzione da lomila a 5omilaeuro. Se, invece, il datore di lavoro"si dimentica" in tasca ritenute,prelevate ai lavoratori, per unammontare superiore a lomua euroannui, allora si va sul penale e sirischiano fino a tre anni direclusione e una multa che puòarrivare a 1.032 euro. La stessanorma preve

de, tuttavia, una via di fuga cheintende premiare il comportamentopositivo del datore di lavoro, ilquale non va incontro alle sanzioni(siaquella penale, sia quellaamministrativa) se provvede aeffettuare il versamento delleritenuteomesseentrotremesidallacontestazione o dalla notifica dell'ac-LA PROCEDURA Chiarimentinella circolare 121/16 dell'Inps:possibile mettersi in regola in tremesi ma gli atti vanno comunqueall'autorità giudiziaria

certamente della violazione.Conia circolare 121/2016 di ieril'Inps analizza l'impiantonormativo, fornendo il suo puntodi vista anche alla luce della notadel ministero del Lavoro 29/OOO2839/P/2O1Ó. Considera

to che l'elemento discriminatore,per l'identificazione dellaviolazione, è l'importo omesso inun arco temporale ben definitodalla norma, l'Istituto precisa chelo stesso deve intendersi riferitoal periodo che va dal 1° gennaioal 31 dicembre di ogni anno.Tuttavia, considerato che i datoridi lavoro e i committentirispettano scadenze sfalsate, ingenere collocate nel mesesuccessivo a quello dicompetenza, l'Inps afferma che -per verificare se la soglia dilomua euro sia stata superata omeno - si devono

considerare i versamenti relativi almese di dicembre dell'annoprecedente (con scadenza al 16gennaio), fino a quelli relativi almese di novembre (da versareentro il 16 dicembre). Quindi, insostanza, la verifica si eseguesommando gli importi dovuti manon pagati, con scadenza diversamento nell'anno consideratoa prescindere dal periodo a cui glistessi si riferi

scono. Trattando di un multiperiodo, il controllo può essereeffettuato solo dopo che l'arcotemporale di riferimento si èconcluso, sommando quanto nonversato, pur se riferito a gestionidiverse e ciò a prescindere dalledenunce di riferimento. Lacontestazione della violazioneamministrativa viene effettuatadallo stesso funzionario che l'haaccertata. Il trasgressore ha3Ogiorni a disposizione pertrasmettere una memoria scritta adifesa, allegando documenti;inoltre può chiedere di esseresentito in merito. Con la notificadell'atto, l'Ente assegna i tre mesiper eseguire il versamento chelibera completamente il debitore.È importante ricordare che ilministero del Lavoro ha ritenutocompatibili i tre mesi con i 60giorni concessi all'autore dellaviolazione per eseguire ilpagamento in misura ridotta; glistessi decorrono dalla fine deltrimestre e il debitore può pagare

con una sanzione più bassa (la piùfavorevole tra il doppio delminimo e un terzo del massimo);nel caso in esame 16.666 euro. Ilprocedimento per la contestazionedella violazione in caso diomissioni superiori aiomua euro inun anno è diversa, vista larilevanza penale del caso;circostanzachepotràesserecompiutamente accertata, solo dopo che siatrascorso l'anno. Analogamente aquanto previsto per le violazioni diimporto inferiore, anche in questocaso sono concessi al trasgressore itre mesi per eseguire il pagamentoche estingue il reato. Al momentol'Inps fa sapere che procederàadenunciare il reatoall'Autoritàgiudiziariaanchese,neltrimestre concesso, è intervenuto ilpagamento. Non è escluso, sembraleggersi tra le righe dell'ultimaparte della circolare in commento,che in futuro tale comunicazionepossa essere evitata.©RIPRODUZIONE RISERVATA

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RELAZIONI SINDACALI Pag. 33

Ammortizzatori. Per gli esclusi dalla cassa Fondi disolidarietà, si estende l'area della copertura

MatteoPrioschi Un passo dopol'altro si compone il mosaico deifondi di solidarietà che, nel quadrodegli ammortizzatori socialidelineato dal Jobs act, devegarantire il sostegno al reddito ailavoratori esclusi dall'applicazionedella cassa integrazione edipendenti da aziende con più dicinque addetti. Si tratta di unbacino di circa 5,6 milioni dipersone, di cui 1,1 milionigravitano nel settoredelPartigianato. Proprio a questoriguardo, il 30 luglio il ministerodel Lavoro ha pubblicato il decreto95581 contenente i criteri chedisciplinano il Fondo di solidarietàbilaterale alternativo (Fsba). Ora siattende la pubblicazione inGazzetta Ufficiale, in modo daritrovare la piena operatività dopol'adeguamento del Fondo (avvenutoa fine 2015) ai requisiti introdottidal decreto legislativo 148/2015 diattuazione del Jobs act. L'Fsbagarantirà, in alternativa, un assegnoordinario o un assegno disolidarietà (quest'ultimo vieneerogato a fronte di un accordosindacale) a favore dei dipendentidelle imprese che riducono le ore diattività per crisi temporanee o perevitare licenziamenti pergiustificato motivo oggettivo. Inattesa del decreto ministeriale, ainizio giugno il Fondo ha messo apunto anche una prestazione"ponte", inmododanonpenalizzare ilavoratori del comparto (si veda IISole 24 Ore del 7 giugno). Nellescorse settimane sono statipubblicati sul sito del ministero idecreti relativi all'adeguamento deifondi del trasporto pubblico localee del settore marittimo, con inparticolare l'estensione della plateadei beneficiari alle aziende con piùdi cinque dipendenti, mentre so

no già andati in GazzettaUfficiale quelli che riguardano ilsettore riscossione tributi erarialie quello degli ormeggiatori ebarcaioli dei porti. Già adeguatialle nuove disposizioni anche ilfondo per il settore del trasportoaereo e del sistema aeroportuale equello per i lavori insomministrazione. A

questi si aggiungono quellidel settore bancario (creditoe credito cooperativo) eassicurativo, particolarmenteattivi anche in passato nelgestire operazioni diaccompagnamento allapensione del personaledichiarato in esubero neiprocessi di riorganizzazioneaziendale, nonché quello delgruppo Poste italiane, ILPERIMETRO II bacino diriferimento è costituito dacirca 5,6 milioni dilavoratori dipendenti daaziende con almeno cinqueaddettie delle Ferrovie dello Stato.Non va dimenticato, infine, cheper tutte le aziende che nonrientrano nell'ambito Gig e perle quali non sono stati attivatifondi di settore, c'èl'inserimento automatico nelFondo di integrazione salariale(Fis) costituito presso l'Inps cheda quest'anno ha sostituito ilFondo di solidarietà residuale.Il Fis corrisponde l'assegnoordinario o quello disolidarietà: le aziende con piùdi 15 addetti già da inizio annopossono accedere a entrambi,mentre per quelle con più dÌ5 efino a 15 addetti proprio lanormativa prevede solol'assegno di solidarietà a partireda questo mese.

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RELAZIONI SINDACALI Pag. 34

Cassazione. In caso contrario viene compromesso il rapporto tra dipendente e azienda e ci sono le condizioni per licenziare per giusta causa

Incompatibili malattia e attività fìsicaGiampiero Falasca II dipendente chedurante il periodo di malattia(dovuta a discopatie e a lombalgiecurate chirurgicamente) assume unacondotta molto imprudente per lapropria salute (consistente nelsollevamento da solo di 3 bomboledi gas da 30 chilogrammi e di unaquarta da 40 chili, con l'aiuto di uncollega) viola il dovere di lealtà ecorrettezza nei confrontidell'azienda. Questa violazionecompromette in manierairrimediabile il rapporto con

l'azienda e consente illicenziamento per giustacausa. Con questa decisionela Corte di cassazione(sentenza 13676/2016) harigettato il ricorso promossoda un lavoratore che è statolicenziato per es LAMOTIVAZIONE Oltre aicomportamenti vietati dalegge o contratto collettivo i Ilavoratore deve evitarecondotte i n contrasto con gliobblighi del rapporto dilavorosere stato scoperto a sollevaredelle bombole di gas durante ilperiodo di assenza per malattia.La sentenza della Suprema cortericorda che, in tema dilicenziamento per giusta causa,il dipendente deve astenersi dalporre in essere non solo lecondotte espressamente vietatedalla legge o dal Ceni, ma deveavere l'attenzione di evitare ognicondotta che, per la sua natura eper le conseguenze che puòcomportare, risultioggettivamente in contrasto congli obblighi connessi al

rapporto di lavoro. In altreparole, il dipendente deveosservare i doveri di correttezzae buona fede, previsti dagliarticoli 1175 e 1375 del codicecivile, anche nelle condotteextralavorative, allo scopo dinon arrecare danno al propriodatore di lavoro. Nonbasta laviolazione di tali doveri,prosegue la sentenza, pergiustificare il recesso in troncodal rapporto di lavoro; ènecessario altresì che la condottaillecita si traduca in una gravenegazione dell'elemento

fiduciario che deve caratterizzareil rapporto di lavoro, tenutoconto delle circostanze in cuiquesta è stata realizzata, del

grado di affidamento richiestodalle mansioni del dipendente, edell'intensità dell'elementointenzionale. La compromissionedell'elemento fiduciario,chiarisce ancora la sentenza, siverifica anche quando lacondotta del lavoratore possa farritenere, per la sua gravita, che laprosecuzione del rapporto dilavoro possa risultarepregiudizievole per gli scopiaziendali. Con riferimento alcaso sottoposto alla propriaattenzione, la Corte sottolineache tali

parametri normativi egiurisprudenziali sono staticorrettamente applicati daigiudici di appello e, quindi,conferma la decisione delgrado precedente, che avevaconvalidato il recesso. Lasentenza precisa, inoltre, che lacondotta del dipendente nondeve considerarsi come unaforma di violazione del doveredi fedeltà ma, piuttosto, èriconducibile alla nozione dislealtà, in quanto consente dimettere in dubbio lacorrettezza dei rapporti futuritra il lavoratore e l'azienda ecompromette l'elementofiduciario del rapporto.

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RELAZIONI SINDACALI Pag. 35

Ddl lavoro autonomo. Presentata una serie di emendamenti al provvedimento: saranno semplificate le regole sulla sicurezza

Welfare più ampio per i professionistiClaudio Tucci ROMA Estensione ailavoratori autonomi delle tuteledella legge 192 del 1998 in materiadi abuso di dipendenza economica.Possibilità per le Casse diprevidenza di allargare leprestazioni di welfare a favore deiprofessionisti iscritti (da esercitarecon una delega). E sempre con unadelega, si apre a unasemplificazione degli adempimentisu salute e sicurezza negli studiprofessionali, perché assimilati alleabitazioni (e non più alle"fonderie"). Sul fronte invece dello"smart working", arriva una nuovadefinizione perdistinguerlonettamente dal telelavoro.

Sono alcuni degliemendamenti, presentati neigiorni scorsi da maggioranza erelatore, Maurizio Sacconi, alDdl sul lavoro autonomo eagile, su cui il governo, ieri,nel corso di un vertice, haacceso semaforo verde. Ilprovvedimento è all'esamedella commissione Lavoro delSenato; e oggi, se arriveranno ipareri della commissioneBilancio, si dovrebbe partire conil voto sui singoli emendamenti.L'esecutivo è intenzionato acorrere, con l'obiettivo diarrivare già la settimanaprossima in Aula. Ma nonmancano i nodi da sciogliere. Apartire dalla richiesta di chiarireche agli autonomi che lavoranonelle società tra professionisti sipotrà applicare il regime ditassazione (più favorevole) dellavoro autonomo (e non quello,più penalizzante, dei soci). Suquesta norma però ha acceso ifari il Mef che teme un aggraviodi costi per l'Erario. Anche tuttele altre questioni fiscali, a partiredalla gestione separata, sonorinviate in autunno per essereaffrontate con la ma

novra di bilancio. Tra gliemendamenti che passeranno,con l'ok dell'esecutivo - salvosorprese dell'ultima ora - c'èanche quello che estende, dagennaio 2017, anche ai padri ilcongedo parentale per unperiodo massimo di sei mesientro i primi tre anni di vita delbambino; e la delega aindividuare gli atti e le funzionipubbliche che potranno essererimessi alle professioniordinistiche, attraverso il

riconoscimento del loro ruolosussidiario, al fine di ridurre leattività (e i tempi) della Pa.«Stiamo lavorando suemendamenti che affinano il testolicenziato dal Cdm, specificandodiritti e ampliando alcune fun

zioni, anche per incrementare leprestazioni di welfare», spiegaMaurizio Del Conte, consiglieregiuridico di palazzo Ghigi. Sullastessa lunghezza d'onda, ilrelatore, Maurizio Sacconi: «Peri professionisti ci saranno piùtutele nelmercato, e sul lavoroagile si fa più chiarezza». Quiinparticolare si evidenzia che losmart working si potrà attivare esarà regolato solo da un accordoscritto tra le parti, aprendo aprestazioni lavorative per «fasi,cicli e obiettivi» senza vincoli diorario e di luogo. Nello stessoaccordo, poi, potranno trovareregolazione profili di sicurezzacome il diritto alladisconnessione e al riposo, eall'apprendimento con lapossibilità di accedere aperiodiche certificazioni diconoscenze e abilità conseguite.

LA NOVITÀ Attraversouna delega le Casse diprevidenza potrannoallargare le prestazioniofferte agli iscritti

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RELAZIONI SINDACALI Pag. 36

UE ISTRUZIONI INPS DOPO LA DEPENALIZZAZIONE Omesse ritenute, due chance per dribblare la sanzione

Doppia chance per evitare lasanzione amministrativa (da 10mila a 50 mila euro) perl'omesso versamento delleritenute per l'importo fino a 10mila euro. Ricevuto l'avviso diaccertamento, infatti, il datoredi lavoro può: a) versare leritenute entro tre mesi, sanandola violazione; b) versare leritenute entro 60 giorni, adecorrere dallo scadere dei tremesi, ma con la maggiorazionedi una sanzione di 16.666 euro.A spiegarlo, tra l'altro, è l'Inpsnella circolare n. 121 di ieri incui illustra la depenaliz- -immmmm

zazione del reato di omessoversamento delle ritenuteprevidenziali, di cui all'art. 3, comma6, del digs n. 8/2016, che interessa idatori di lavoro e i committenti(gestione separata). Ladepenalizzazione. In realtà,l'operazione di depenalizzazione èsoltanto parziale. Infatti, mentre inprecedenza era prevista la punizionecon la reclusione fino a tre anni e lamulta fino a 1.032 euro dell'omessopagamento di qualsiasi importo diritenute previdenziali, la nuovadisciplina ha introdotto due diversefattispecie sanzionatorie in funzionedell'importo dell'omesso pagamento:a) sanzione penale della reclusio-

ne fino a tre anni e la multa fino aeuro 1.032 (cioè la vecchia disciplina)per l'omesso versamento di ritenuteper un importo oltre i 10.000 euroannui; b) sanzione amministrativa da10.000 a 50.000 euro per l'omessoversamento di ritenute per un importofino a 10 mila euro annui. Le nuoveregole, spiega l'Inps, anche se entratein vigore il 6 febbraio, si applicanoanche alle violazioni commesseprecedentemente a condizione «che ilprocedimento penale non sia statodefinito con sentenza o con decretodivenuti irrevocabili». Il calcolo dellimite. Il calcolo dell'importodell'omissione, al fine

di verificare se è stato superato il limitedi 10.000 euro), va fatto su base annuaossia, precisa l'Inps, considerando l'arcotemporale che va dal 1° gennaio al 31dicembre (anno civile). Tenuto contodelle scadenze fissate per gliadempimenti, considerati sia per i datoridi lavoro che per i committenti, l'Inpsprecisa che i versamenti che concorronoa determinare la soglia di euro 10.000annui sono quelli relativi al mese didicembre dell'anno precedenteall'annualità considerata (da

Come evitare la multa Pagare sanzioni ridotte Versare leritenute Contestare l'addebito Entro 30 giorni dalla notificadell'accertamento si possono presentare scritti difensivi,documenti o richiedere di essere ascoltati (per esempio sipuò dimostrare di aver pagato esibendo gli F24) Entro 3 mesidalla notifica dell'accertamento si possono versare le ritenutenon pagate e chiudere il procedimento senza applicazione disanzioni Entro 60 giorni, decorrenti dopo i tre mesi dallanotifica dell'accertamento, si possono versare le ritenute nonpagate più la sanzione di 16.666 euro

versare entro il 16 gennaio) fino aquelli relativi al mese di novembredell'annualità considerata (da versareentro il 16 dicembre). Omissioni finoa 10 mila euro

annui. La notifica dell'atto diaccertamento della violazione daavvio al procedimento sanzionatorio.Da questo momento si aprono, aldatore di lavoro, due opportunità perevitare l'applicazione del regimesanzionatorio ordinario che comportal'applicazione della sanzioneamministrativa da 10.000 a 50.000euro. Opportunità delle quali è datanotizia nell'atto di accertamento.Innanzitutto, infatti, il predetto attoassegnerà al datore di lavoro iltermine di tre mesi per il versamentodelle ritenute omesse avvertendoloche, qualora osservato, ci saràl'estinzione dell'illecito. In secondoluogo, l'atto di accertamentocomunicherà che, ai finidell'estinzione del procedimentosanzionatorio, qualora non siprovveda al pagamento delle ritenuteentro il termine di tre mesi, si potràversare, entro il termine dei successivi60 giorni, l'importo della sanzioneamministrativa quantificata nellamisura ridotta, pari a 16.666, più lespesa del procedimento. Resta ferma,infine, la possibilità di contestarel'accertamento entro 30 giorni dallanotifica dell'atto con scritti difensivi edocumenti nonché di fare richiesta diaudizione. Daniele drioli

UE ISTRUZIONI INPS DOPO LA DEPENALIZZAZIONE Omesse ritenute, due chance per dribblare la sanzione

Doppia chance per evitare lasanzione amministrativa (da 10mila a 50 mila euro) perl'omesso versamento delleritenute per l'importo fino a 10mila euro. Ricevuto l'avviso diaccertamento, infatti, il datoredi lavoro può: a) versare leritenute entro tre mesi, sanandola violazione; b) versare leritenute entro 60 giorni, adecorrere dallo scadere dei tremesi, ma con la maggiorazionedi una sanzione di 16.666 euro.A spiegarlo, tra l'altro, è l'Inpsnella circolare n. 121 di ieri incui illustra la depenaliz- -immmmm

zazione del reato di omessoversamento delle ritenuteprevidenziali, di cui all'art. 3, comma6, del digs n. 8/2016, che interessa idatori di lavoro e i committenti(gestione separata). Ladepenalizzazione. In realtà,l'operazione di depenalizzazione èsoltanto parziale. Infatti, mentre inprecedenza era prevista la punizionecon la reclusione fino a tre anni e lamulta fino a 1.032 euro dell'omessopagamento di qualsiasi importo diritenute previdenziali, la nuovadisciplina ha introdotto due diversefattispecie sanzionatorie in funzionedell'importo dell'omesso pagamento:a) sanzione penale della reclusio-

ne fino a tre anni e la multa fino aeuro 1.032 (cioè la vecchia disciplina)per l'omesso versamento di ritenuteper un importo oltre i 10.000 euroannui; b) sanzione amministrativa da10.000 a 50.000 euro per l'omessoversamento di ritenute per un importofino a 10 mila euro annui. Le nuoveregole, spiega l'Inps, anche se entratein vigore il 6 febbraio, si applicanoanche alle violazioni commesseprecedentemente a condizione «che ilprocedimento penale non sia statodefinito con sentenza o con decretodivenuti irrevocabili». Il calcolo dellimite. Il calcolo dell'importodell'omissione, al fine

di verificare se è stato superato il limitedi 10.000 euro), va fatto su base annuaossia, precisa l'Inps, considerando l'arcotemporale che va dal 1° gennaio al 31dicembre (anno civile). Tenuto contodelle scadenze fissate per gliadempimenti, considerati sia per i datoridi lavoro che per i committenti, l'Inpsprecisa che i versamenti che concorronoa determinare la soglia di euro 10.000annui sono quelli relativi al mese didicembre dell'anno precedenteall'annualità considerata (da

Come evitare la multa Pagare sanzioni ridotte Versare leritenute Contestare l'addebito Entro 30 giorni dalla notificadell'accertamento si possono presentare scritti difensivi,documenti o richiedere di essere ascoltati (per esempio sipuò dimostrare di aver pagato esibendo gli F24) Entro 3 mesidalla notifica dell'accertamento si possono versare le ritenutenon pagate e chiudere il procedimento senza applicazione disanzioni Entro 60 giorni, decorrenti dopo i tre mesi dallanotifica dell'accertamento, si possono versare le ritenute nonpagate più la sanzione di 16.666 euro

versare entro il 16 gennaio) fino aquelli relativi al mese di novembredell'annualità considerata (da versareentro il 16 dicembre). Omissioni finoa 10 mila euro

annui. La notifica dell'atto diaccertamento della violazione daavvio al procedimento sanzionatorio.Da questo momento si aprono, aldatore di lavoro, due opportunità perevitare l'applicazione del regimesanzionatorio ordinario che comportal'applicazione della sanzioneamministrativa da 10.000 a 50.000euro. Opportunità delle quali è datanotizia nell'atto di accertamento.Innanzitutto, infatti, il predetto attoassegnerà al datore di lavoro iltermine di tre mesi per il versamentodelle ritenute omesse avvertendoloche, qualora osservato, ci saràl'estinzione dell'illecito. In secondoluogo, l'atto di accertamentocomunicherà che, ai finidell'estinzione del procedimentosanzionatorio, qualora non siprovveda al pagamento delle ritenuteentro il termine di tre mesi, si potràversare, entro il termine dei successivi60 giorni, l'importo della sanzioneamministrativa quantificata nellamisura ridotta, pari a 16.666, più lespesa del procedimento. Resta ferma,infine, la possibilità di contestarel'accertamento entro 30 giorni dallanotifica dell'atto con scritti difensivi edocumenti nonché di fare richiesta diaudizione. Daniele drioli

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Auditel si prepara per Piazza Affari. RumorsSecondo le indiscrezioni, la strada della quotazionepotrebbe essere quella migliore per accelerare ilcambiamento della società »•La rivoluzionedell'Auditel si prepara ad arrivare fino a PiazzaAffari II nuovo corso avviato dal presidente AndreaImperiali, insediato lo scorso febbraio, e' gia'evidente e, a questo punto, la strada dellaquotazione, potrebbe essere quella migliore peraccelerare il cambiamento Un'opzione, quelladell'ipo, caldeggiata più' volte m passato da LorenzoSassoli de Bianchi, presidente dell'Upa (Utentipubblicita' Associati) Sono anni, scrive MF, chel'azionista di riferimento dell'Auditel spinge per laquotazione e nelle scorse settimane Sassoli deBianchi e' tornato sul tema dichiarando che "laquotazione rappresenterebbe una strada vincente, siam termini di crescita sia m termini di trasparenza"Ma c'è' anche chi frena, come il presidente diMediaset, Fedele Confalonieri, che sulla quotazioneha espresso più' di qualche perplessità' Divergenzeche vanno ovviamente composte ma il dossierquotazione e' sul tavolo e questa, con Imperiali altimone, potrebbe essere la volta buona Certo, primache l'Auditel possa arrivare m borsa, servirannoriassetti profondi Oggi la società' che rileva l'ascoltodelle televisioni m Italia e' organizzata secondo unmodello di Joint Industry Committee (JIC), cheriunisce tutte le componenti del mercato televisivo edalle imprese che investono m pubblicita', ovveroUpa, Assocom e Unicom, oltre alla Fieg, da unaparte e poi ci sono gli emettenti pubblici (Rai) eprivati (Mediaset, La Sette, Reti Televisive Italiane eConfmdustria Radio Televisioni)

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FIEG - WEB Pag. 38