Rassegna Stampa di Venerdì 26 giugno 2015 · 2017-01-07 · Corriere di Viterbo e della Provincia...

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Rassegna Stampa di Venerdì 26 giugno 2015 SNALS / CONFSAL Corriere del Veneto - Ed. Vicenza (Corriere della Sera) 26/06/2015 IN CENTO COL LUTTO AL BRACCIO: "CONTRO LA RIFORMA" Gazzetta di Reggio 26/06/2015 "LA RIFORMA DI RENZI? MINESTRA IMMANGIABILE" Il Gazzettino - Ed. Pordenone 26/06/2015 TRASFERIMENTI D'UFFICIO INCERTEZZA PER 51 PRECARI Il Giornale di Vicenza 26/06/2015 FIDUCIA SULLA RIFORMA IL "LUTTO" DEI DOCENTI il Manifesto 26/06/2015 "FUORI IL PD DALLA SCUOLA" Il Resto del Carlino - Ed. Ferrara e Provincia 26/06/2015 I SINDACATI "IN DIFESA DELLA SCUOLA" IN PIAZZA STRISCIONE DI 50 METRI La Nuova Sardegna - Ed. Oristano/Oristano Provincia 26/06/2015 PRESIDI IN PENSIONE, RICALCOLO DOVUTO Liberta' 26/06/2015 UNA PEDALATA CONTRO IL DDL SCUOLA: "ATTO ARROGANTE, IL GOVERNO CI RIPENSI" L'Unione Sarda 26/06/2015 DOCENTI, PROTESTA IN VIA ROMA Rai3 Lazio 26/06/2015 Rai3 Lazio - trasmissione del 26/06/2015 dalle 00.18 alle 00.18 (Ora: 00:18:02 Sec: 18) Romauno Lazio 26/06/2015 Romauno Lazio - trasmissione del 26/06/2015 dalle 00.10 alle 00.11 (Ora: 00:10:21 Min: 1:24) Teleroma 56 Lazio 26/06/2015 Teleroma 56 Lazio - trasmissione del 26/06/2015 dalle 02.13 alle 02.14 (Ora: 02:13:43 Min: 1:03) Torino Cronacaqui 26/06/2015 GLI INSEGNANTI SUL PIEDE DI GUERRA CONTRO RENZI "CONTINUA LA LOTTA PER DIRE NO ALLA BUONA SCUOLA" Rai3 Sardegna 25/06/2015 Rai3 Sardegna - trasmissione del 25/06/2015 dalle 19.33 alle 19.35 (Ora: 19:33:27 Min: 2:30) il Tempo 26/06/2015 BUS E METRO OGGI A RISCHIO PER UNO SCIOOERO DI 24 ORE (Red.cro.) Askanews.it 26/06/2015 IN CORSO A ROMA LO SCIOPERO TPL, CHIUSA LA METRO A Corriere di Viterbo e della Provincia 26/06/2015 SCIOPERO DEI TRASPORTI UN ALTRO VENERDI' NERO Gazzetta del Sud 26/06/2015 LA GARA PER LA GESTIONE ADESSO PUO' ESSERE AGGIUDICATA Il Cittadino (Lodi) 26/06/2015 LE RICHIESTE DI MAGISTRATI, AVVOCATI E DIPENDENTI- LETTERA Il Giornale d'Italia 26/06/2015 TPL: VENERDI NERO E CITTA IN TILT Il Messaggero - Cronaca di Roma 26/06/2015 LA PROTESTA DELLA SCUOLA BLOCCA ROMA OGGI SCIOPERO DI BUS E METROPOLITANA (A.mar.) Ilmessaggero.it 26/06/2015 LA PROTESTA DELLA SCUOLA BLOCCA ROMA. OGGI SCIOPERO DI BUS E METROPOLITANA La Gazzetta del Mezzogiorno - Ed. Capitanata 26/06/2015 MEZZI FATISCENTI, RUMOROSI PRIVI DI CLIMATIZZAZIONE La Gazzetta del Mezzogiorno - Ed. Lecce 26/06/2015 AUTOPOMPA SPOSTATA A TRICASE "DAL SINDACO SOLO INUTILE ALLARMISMO" La Gazzetta del Mezzogiorno - Ed. Taranto 26/06/2015 I LAVORATORI DIFESA SUL PIEDE DI GUERRA La Repubblica - Cronaca di Roma 26/06/2015 BUS E METRO IN SCIOPERO TRAFFICO A RISCHIO CAOS (L.D'albergo) La Stampa - Ed. Biella 26/06/2015 TRIBUNALE IN DIFFICOLTA' "ORGANICO RIDOTTO" - LETTERA Leggo - Ed. Roma 26/06/2015 CAOS CAPITALE FERMI BUS, METRO E TRENI ANCORA UN

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Rassegna Stampa di Venerdì 26 giugno 2015

SNALS / CONFSAL

Corriere del Veneto - Ed. Vicenza (Corriere della Sera)

26/06/2015 IN CENTO COL LUTTO AL BRACCIO: "CONTRO LA RIFORMA"

Gazzetta di Reggio 26/06/2015 "LA RIFORMA DI RENZI? MINESTRA IMMANGIABILE"

Il Gazzettino - Ed. Pordenone 26/06/2015 TRASFERIMENTI D'UFFICIO INCERTEZZA PER 51 PRECARI

Il Giornale di Vicenza 26/06/2015 FIDUCIA SULLA RIFORMA IL "LUTTO" DEI DOCENTI

il Manifesto 26/06/2015 "FUORI IL PD DALLA SCUOLA"

Il Resto del Carlino - Ed. Ferrara e Provincia

26/06/2015 I SINDACATI "IN DIFESA DELLA SCUOLA" IN PIAZZA STRISCIONE DI 50 METRI

La Nuova Sardegna - Ed. Oristano/Oristano Provincia

26/06/2015 PRESIDI IN PENSIONE, RICALCOLO DOVUTO

Liberta' 26/06/2015 UNA PEDALATA CONTRO IL DDL SCUOLA: "ATTO ARROGANTE, IL GOVERNO CI RIPENSI"

L'Unione Sarda 26/06/2015 DOCENTI, PROTESTA IN VIA ROMA

Rai3 Lazio 26/06/2015 Rai3 Lazio - trasmissione del 26/06/2015 dalle 00.18 alle 00.18 (Ora: 00:18:02 Sec: 18)

Romauno Lazio 26/06/2015 Romauno Lazio - trasmissione del 26/06/2015 dalle 00.10 alle 00.11 (Ora: 00:10:21 Min: 1:24)

Teleroma 56 Lazio 26/06/2015 Teleroma 56 Lazio - trasmissione del 26/06/2015 dalle 02.13 alle 02.14 (Ora: 02:13:43 Min: 1:03)

Torino Cronacaqui 26/06/2015 GLI INSEGNANTI SUL PIEDE DI GUERRA CONTRO RENZI "CONTINUA LA LOTTA PER DIRE NO ALLA BUONA SCUOLA"

Rai3 Sardegna 25/06/2015 Rai3 Sardegna - trasmissione del 25/06/2015 dalle 19.33 alle 19.35 (Ora: 19:33:27 Min: 2:30)

il Tempo 26/06/2015 BUS E METRO OGGI A RISCHIO PER UNO SCIOOERO DI 24 ORE

(Red.cro.)

Askanews.it 26/06/2015 IN CORSO A ROMA LO SCIOPERO TPL, CHIUSA LA METRO A

Corriere di Viterbo e della Provincia

26/06/2015 SCIOPERO DEI TRASPORTI UN ALTRO VENERDI' NERO

Gazzetta del Sud 26/06/2015 LA GARA PER LA GESTIONE ADESSO PUO' ESSERE AGGIUDICATA

Il Cittadino (Lodi) 26/06/2015 LE RICHIESTE DI MAGISTRATI, AVVOCATI E DIPENDENTI- LETTERA

Il Giornale d'Italia 26/06/2015 TPL: VENERDI NERO E CITTA IN TILT

Il Messaggero - Cronaca di Roma

26/06/2015 LA PROTESTA DELLA SCUOLA BLOCCA ROMA OGGI SCIOPERO DI BUS E METROPOLITANA (A.mar.)

Ilmessaggero.it 26/06/2015 LA PROTESTA DELLA SCUOLA BLOCCA ROMA. OGGI SCIOPERO DI BUS E METROPOLITANA

La Gazzetta del Mezzogiorno - Ed. Capitanata

26/06/2015 MEZZI FATISCENTI, RUMOROSI PRIVI DI CLIMATIZZAZIONE

La Gazzetta del Mezzogiorno - Ed. Lecce

26/06/2015 AUTOPOMPA SPOSTATA A TRICASE "DAL SINDACO SOLO INUTILE ALLARMISMO"

La Gazzetta del Mezzogiorno - Ed. Taranto

26/06/2015 I LAVORATORI DIFESA SUL PIEDE DI GUERRA

La Repubblica - Cronaca di Roma

26/06/2015 BUS E METRO IN SCIOPERO TRAFFICO A RISCHIO CAOS (L.D'albergo)

La Stampa - Ed. Biella 26/06/2015 TRIBUNALE IN DIFFICOLTA' "ORGANICO RIDOTTO" - LETTERA

Leggo - Ed. Roma 26/06/2015 CAOS CAPITALE FERMI BUS, METRO E TRENI ANCORA UN

VENERDI' NERO

Leggo - Ed. Roma 26/06/2015 T&M TRASPORTI & MOBILITA'/1

Metro - Ed. Roma 26/06/2015 TRASPORTI: SCIOPERO DI 24 ORE, RISCHIO DISAGI

Metro - Ed. Roma 26/06/2015 T&M TRASPORTI & MOBILITA'/1

Tiscali.it 26/06/2015 TRASPORTI, IN CORSO A ROMA LO SCIOPERO TPL, CHIUSA LA METRO A

Virgilio.it 26/06/2015 TRASPORTI, DALLE 8.30 VIA ALLO SCIOPERO: SI FERMANO PER 24 ORE BUS E METRO

L'Adige 25/06/2015 CONTRATTI DELLA P.A. IL BLOCCO E' ILLEGITTIMO MA NON PER IL PASSATO

Virgilio.it 25/06/2015 ROMA, SCIOPERO ATAC, VENERDI' TRASPORTI A RISCHIO

Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 26/06/2015 "CONTROLLI ADEGUATI AI TEMPI" (G.pog.)

il Sole 24 Ore 26/06/2015 A SORPRESA TORNANO LE SUPPLENZE (Cl.t.)

il Sole 24 Ore 26/06/2015 FIDUCIA SULLA SCUOLA, 2MILA ASSUNTI IN PIU' (E.Bruno/C.Tucci)

il Sole 24 Ore 26/06/2015 UNA RIFORMA CON POCHE LUCI, QUALCHE OMBRA E TANTI "DEJA'VU" (L.Ribolzi)

Corriere della Sera 26/06/2015 UNA LEGGE 25 MILA PAROLE (M.Ainis)

Corriere della Sera 26/06/2015 CAOS IN AULA, MA LA FIDUCIA SULLA SCUOLA PASSA (V.Santarpia)

Corriere della Sera 26/06/2015 LA PROTESTA VOLGARE CHE DIVENTA UNA FARSA (F.Roncone)

la Repubblica 26/06/2015 "ORA IL PEGGIO E' ALLE SPALLE" IL PREMIER TRATTA CON LA SINISTRA I RITOCCHI AL BICAMERALISMO (F.Bei)

la Repubblica 26/06/2015 SCUOLA OK, RENZI INCASSA LA FIDUCIA TRA URLA, INSULTI E FINTI FUNERALI (C.Lopapa)

la Repubblica 26/06/2015 Int. a G.Cocchi: "RACCOGLIEREMO LE FIRME PER ABROGARE QUESTE REGOLE" (C.Zunino)

la Repubblica 26/06/2015 PRESIDI CON PIU' POTERI MA VALUTATI OGNI TRE ANNI 100 MILAPRECARI ASSUNTI E BONUS AI PROF MIGLIORI (C.Zunino)

la Repubblica 26/06/2015 MA LA VERGOGNA PIU' GRANDE E' LA DISUGUAGLIANZA A SCUOLA (N.Kristof)

la Stampa 26/06/2015 SERVIVANO PIU' CORAGGIO E MENO FRETTA (A.Gavosto)

la Stampa 26/06/2015 SLITTA A LUGLIO IL CAMBIO DEI VERTICI CDP EROGATI 2 MILIARDI A SCUOLE E INDUSTRIE (R.e.)

Italia Oggi 26/06/2015 Int. a P.Mastrocola: IL PRESIDE SERVE ASSOLUTAMENTE (G.Pistelli)

Italia Oggi 26/06/2015 SCONTI PATTO PER RIFARE LE SCUOLE (M.Barbero)

il Messaggero 26/06/2015 Int. a G.Rembado: PARLA IL CAPO DEI PRESIDI: "SI POTEVA AVEREPIU' CORAGGIO" (V.Arnaldi)

il Messaggero 26/06/2015 FIDUCIA SULLA SCUOLA, IL PD PIU' COMPATTO DEL PREVISTO (M.Adinolfi)

Libero Quotidiano 26/06/2015 SCUOLA, RENZI PROMOSSO MA HA GIA' UN DEBITO (A.Antonini)

Libero Quotidiano 26/06/2015 RENZI PROMOSSO COI DEBITI FIDUCIA TRA I FISCHI SULLA SCUOLA (B.Bolloli)

Avvenire 26/06/2015 VENGA L'ORA DEL "RENZI 3" (F.Riccardi)

Avvenire 26/06/2015 AUTONOMIA E ASSUNZIONI I PUNTI FORTI (E.Lenzi)

Internazionale 02/07/2015 ESAMI BOCCIATI

Cronache del Garantista 26/06/2015 SENATO, SI' ALLA "BUONA SCUOLA" TRA GRIDA E CARTELLI

Il Fatto Quotidiano 26/06/2015 IL SENATO HA FIDUCIA, MA I DOCENTI NO (S.Cannavo')

il Foglio 26/06/2015 CRESCE LO SQUILIBRIO TRA PUBBLICO E PRIVATO

il Foglio 26/06/2015 I VALORI SONO BUONI, MA POI? (M.Crippa)

Il Giornale d'Italia 26/06/2015 CORSI DI CULTURA ROM: SCOPPIA LA POLEMICA

il Manifesto 26/06/2015 A SCUOLA DI FIDUCIA MUTA

il Manifesto 26/06/2015 Int. a C.Mineo: MINEO: "LA PEGGIORE LEGGE DI SEMPRE MA OGGI

IL TEMA NON- E' LASCIARE I DEM" (D.Preziosi)

il Mattino 26/06/2015 SE IL PREMIER PRENDE IL GESSETTO E LA MAGGIORANZA IMPARA LA LEZIONE (M.Adinolfi)

il Venerdi' (la Repubblica) 26/06/2015 SE LA BUONA SCUOLA ARRANCA LA BUONA UNIVERSITA' SI FERMA... (C.Visani)

il Sole 24 Ore 26/06/2015 NAPOLI E LE CENTO FABBRICHE DELLA CULTURA (M.Maugeri)

la Repubblica 26/06/2015 GLI STORICI DELL'ARTE CONTRO SGARBI E LA MOSTRA "TESORI D'ITALIA"

la Gazzetta del Mezzogiorno 26/06/2015 MATTARELLA "IL LAVORO LA PRIORITA'"

Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 26/06/2015 OGNI 100 OCCUPATI I PENSIONATI SONO 72 (D.col.)

il Sole 24 Ore 26/06/2015 PENSIONI, AL VIA I RIMBORSI (F.Venanzi)

il Sole 24 Ore 26/06/2015 CONTRATTI STATALI, PRIMA COPERTURA GIA' NEL 2015 (D.Colombo)

il Sole 24 Ore 26/06/2015 ASSUNZIONI, BENEFICI DECISIVI (M.piz.)

il Sole 24 Ore 26/06/2015 PRESSING PER SGRAVI "STRUTTURALI" (M.Pizzin)

Corriere della Sera 26/06/2015 PENSIONI, DA AGOSTO VIA AI RIMBORSI (F.Di frischia/D.Comegna)

la Repubblica 26/06/2015 CASSA DEPOSITI CAMBIA STATUTO PER IL NUOVO AD (A.gr.)

la Repubblica 26/06/2015 L'INVERNO DEI DIRITTI E LE "CONTRO-COSTITUZIONI" (S.Rodota')

Italia Oggi 26/06/2015 RENZI RESTERA' SULLA GRATICOLA (G.Ponziano)

Italia Oggi 26/06/2015 ALLO STATO IL 50% DEL COSTO DEI DIPENDENTI

Italia Oggi 26/06/2015 LA COMUNICAZIONE NELL'ERA 3.0 (B.Migliorini)

Italia Oggi 26/06/2015 Int. a F.Longobardi: INPS, COSI' NON PUO' ANDARE

Italia Oggi 26/06/2015 STATALI PAGATI IN BASE AL MERITO (L.Oliveri)

Italia Oggi 26/06/2015 I CENTRI PER L'IMPIEGO? ALLE PROVINCE

il Messaggero 26/06/2015 AL SUD IL RECORD DEI BABY PENSIONATI

il Messaggero 26/06/2015 CORTE DEI CONTI: "LA PRESSIONE FISCALE HA RAGGIUNTO LIVELLI ORMAI INTOLLERABILI" (G.Franzese)

il Tempo 26/06/2015 COLF E BADANTI TORNANO A PALRLARE ITALIANO (G.Scarpa)

il Mattino 26/06/2015 MATTARELLA: L'ILLEGALITA' ASSALE L'ECONOMIA E MINALA CONVIVENZA

la Repubblica 26/06/2015 FONDO STRATEGICO FUORI DA GENERALI E BANCA D'ITALIA SCENDE AL 7% (V.Puledda)

la Stampa 26/06/2015 L'EUROPA NEL CAOS RIFUGIATI (M.Zatterin)

la Stampa 26/06/2015 "ITALIA IN STAGNAZIONE, SUPERARE LE RESISTENZE AL CAMBIAMENTO" (G.pao.)

DAZZETTA DI REBBIO Quotidiano I Data

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26-06-2015 25 1

«La riforma di Renzi? minestra immangiabile» Intervista a Elvira Meglioli, segretaria provinciale della Cgil scuola alla vigilia della tappa reggiana dello sciopero della fame per protesta di MassimoSesena t REGGIO EMILIA

Il maxiemendamento e il voto di fiducia hanno spianato la strada alla riforma scolastica di Renzi che, approvata ieri dal Senato, passerà presto alla Ca­mera per il varo definitivo. I

Domani un presidio

dei lavoratori

dell'istruzione davanti

alla Prefettura

sindacati, però, non s' arrendo­no. Domani farà tappa a Reg­gio lo sciopero della fame a staffetta, organizzato a livello .,ale da Cgil, Cis!, Uil,

Gilda e Lip, che s'è già svolto a Bologna, Modena, Fer­rara e Ravenna e continuerà oggi a Rimini. Dalle 9 del matti­no fino a sera i partecipanti da­ranno vita in corso Garibaldi, davanti alla Prefettura, a un presidio sindacale per manife-

Elvira Meglioli (Cgil Scuola)

stare la nausea verso l"'indige­sto progetto di buona scuola" e distribuire materiale infor­mativo ai cittadini. Chiediamo a Elvira Meglioli, segretaria provinciale della Flc-Cgi!, di motivare l'iniziativa.

Avevate chiesto di rinviare il progetto di legge disponen­do intanto con un decreto l'assunzione dei l OOmila pre­cari. Renzi ha risposto che non è possibile ...

Un momento dell'incontro tra i docenti in Rettorato

«E' una bugia grande e gros­sa. Lo stralcio in alcune circo­stanze si è reso possibile. Il Jobs act, ad esempio, è stato anticipato dal decreto Poletti. Nel nostro caso esistono le condizioni di urgenza per de­cretare prima la stabilizzazio­ne dei precari. In realtà il go­verno ha usato un'arma di ri­catto contro i parlamentari: se non avessero approvato l'inte­ro pacchetto sarebbero saltati i reclutamenti. E' stato anche un modo di scaricare la colpa sui sindacati».

Renzi, però, obietta che senza la riforma complessiva verrebbe a mancare l'organi­co funzionale necessario per impiegare i nuovi assunti nel­le supplenze. Che risponde?

«E' falso. La Flc ha calcolato che i centomila precari non ba­stano neppure a coprire tutti i posti necessari per l'attività or­dinaria, cioè per le lezioni fron­tali, tenendo conto del nume­ro dei pensionamenti, dei po­sti vacanti e dei supplenti im­piegati l'anno scorso su posti comuni e di sostegno».

Ci sono altre ragioni per stralciare con un decreto l'as­sunzione dei centomila?

«C'è la sentenza della Corte europea di giustizia, che preve­de sanzioni pesanti all'Italia se non stabilizzerà i precari. Inol­tre si attende il parere della Corte costituzionale, che dove­va essere emesso il 23 giugno ma è stato rinviato».

Come giudicate il ma­xi-emendamento?

<<Si tratta di piccole modifi­che che non cambiano la so­stanza della legge. Il provvedi­mento per noi rimane una controriforma di stampo aziendalistico con un dirigen­te manager, che riduce gli spa­zi di cooperazione e democra­zia».

Non è giusto che il preside possa valutare i docenti?

«Questa è una soluzione semplicistica del complesso problema della valutazione, che non è mai stato affrontato dai governi in un confronto sindacale e per il quale non so­no mai state stanziate le risor­se necessarie».

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H ILGAZZETTINO ORDENONE

SCUOLA

Trasferimenti d'ufficio incertezza per 51 precari SincLuati attendono il nuovo prefetto per un incontro PORDENONE - (v.s.) Oltre a essere precari con contratti di lavoro di nove mesi, per 51 insegnanti delle scuole supe­riori il prossimo anno scola­stico significa anche incertez­za. Dove saranno impiegati? Sono i docenti che d'ufficio sono stati trasferiti, verranno gestiti dall'Ufficio scolastico provinciale e non rientreran­no più nelle liste della Dop (dotazione organica provin­ciale). A settembre, invece di rientrare nelle scuole dove finora hanno insegnato, ver­ranno distribuiti a seconda delle necessità. Un atto che secondo il sindacato scolasti­co FIe Cgil, «anticipa quanto previsto dal disegno di legge sulla scuola, senza che que­sto sia ancora stato approva­to. Ma soprattutto provoche­rà un intasamento delle do­mande di utilizzo da parte degli stessi 51 docenti», spie­ga Mario Bellomo della segre­teria provinciale. Si tratta solo di uno degli aspetti criti­ci che in questo momento

grava sulla scuola in provin­cia, alle prese con l'attesa per le nuove nomine di 150 lavoratori delle scuole dell'in-

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fanzia, 120 tra medie e supe­riori e 130 degli ausiliari tecnici amministrativi, che nel frattempo dovranno fare richiesta di disoccupazione.

Attesa anche per i supplen­ti che hanno appena concluso l'anno scolastico, che per via di un'inefficienza dello spor­tello online Noipa - bloccato dal 19 giugno al 5 luglio - si vedranno ritardare anche i compensi. Le scuole, infatti, erano tenute a inviare entro il 29 giugno tutte le informa­zioni per procedere al paga­mento; data anticipata tutta­via dal blocco del sistema informatico. E in attesa di sapere quale sarà il destino della riforma Buona scuola e del disegno di legge, la Cgil si dice pronta a scendere in piazza con una manifestazio­ne davanti alla Prefettura qualora il Governo si dica pronto a chiedere la fiducia .

C'è attesa anche per l'arri­vo della nuova Prefetta Ma­ria Rosa Laganà, a cui le cinque sigle (Cisl Scuola, FIe Cgil, Gilda, Uil, aD hanno chiesto un incontro per se­gnalare le criticità che riguar­dano il Pordenone se rispetto agli organici degli insegnanti per l'anno scolastico 2015-16.

© riproduzione riservata

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il manifesto ROMA • In duemila con i sindacati in corteo contro la riforma Renzi

«Fuori, il Pd dalla scuola)) Roberto Ciccarelli ROMA

I l patto per tenere unito il Par­tito Democratico nelle mani di Renzi ha tenuto e l'agnello

della scuola è stato sacrificato. La sinistra Dem ha votato la fidu­cia sul Dd! Renzi, ha salvato il go­vern? e ha segnato la propria fi­ne. «E la peggiore fiducia possibi­le - ha ammesso il senatore Pd Miguel Gotor, docente universita­rio - perché viene data a un go­verno che con il suo comporta­mento mostra di non avere fidu­cia nel mondo della scuola. Que­sto non è il partito né il program­ma con cui nel 2013 noi senatori del Pd ci siamo presentati alle ele­zioni. Gli italiani e gli elettori non ci perdoneranno facilmente que­sto tradimento». li voto è stato dato per evitare di far cadere il governo - «il paese non può asso­lutamente permetterselo» - e per «disciplina di partito» - ha preci­sato Gotor.

Una pietra tombale per l'equi­voco rappresentato dalla «sini­stra» Pd. Un equivoco durato quindici anni: è dalla riforma Ber­linguer che gli eredi del partito comunista (Pds-Ds-Pd) usano i voti degli insegnanti per fare poli­tiche contro la scuola e l'istruzio­ne pubblica. Renzi rappresenta la svolta: con lui il Pd ha mostra­to la sua internità al progetto neo-

Dura contestazione a Mineo (Pd) salvato da Bemocchi (Cobas)

liberista, aziendalista e autorita­rio istituendo il «preside-mana­geI», la chiamata diretta dei do­centi, un vulnus alla libertà di in­segnamento, aggravato dall'intro­duzione del principio del nepoti­smo nella scuola che si manife­sterà quando i presidi dovranno scegliere tra migliaia di curri­culum il loro docente preferito.

Il messaggio è stato contestato dai duemila manifestanti che ieri a Roma hanno sfidato con i sin­dacatiFlc~Cgil e Cobas, Cisl e Uil Scuola, Gilda e ~ l'afa di fine giugno per protestare contro un partito che si è arreso al suo lea­der nella speranza di puntellarne il governo. A fare le spese del «tra­dimento» è stato Corradino Mi­neo, il senatore Pd «dissenzien­te» che con Walter Tocci e Felice Casson, ieri non ha partecipato al voto al Senato. Mentre era an­cora in corso il voto al Senato, Mi­neo ha aggirato l'imponente mas­sicciata degli autoblindo della po­lizia che hanno impedito al cor­teo di raggiungere il Senato, bloc­candolo in· piazza Sant'Andrea della Valle. Mineo ha seguito Ste­fano Fassina, che si è dimesso dal Pd 48 ore fa e ha sfidato la ten­sione immergendosi nella folla facendosi intervistare nello spa­zio tra i poliziotti con scudi e ca­schi e la prima fila del corteo in piazza Sant'Andrea della Valle. Accanto a lui, stretto tra cordoni

e urla, Arturo Scotto di Sel. La scelta di Mineo di non votare <<ilO» alla fiducia, e di non presen­tarsi in Senato, ha creato subito forti tensioni.

«Che ci fai qui - gli ha chiesto un'insegnante in Un capannello, tra telecamere, registratori e me­gafoni - Non lo capisci che con il tuo partito ormai la rottura non è più ricucibile?». Mineo si è ritro­vato da solo, ha mostrato corag­gio, mentre la rabbia e la frustra­zione si è scaricata contro di lui. «Perché non hai votato no?» gli ha chiesto un altro insegnante. «Non l'ho fatto perché avrei ac­cettato il ricatto di Renzi» ha ri­sposto Mineo. Una spiegazione che non è stata percepita. li Pd è il partito che ha «tradito». «Te ne devi andare!». «Esci da quello schifo, ci vuole dignità!».

La tensione è salita alle stelle. Mineo ha cercato una via di fu­ga, senza trovarla. <<Vai in aula e vota no, vergogna!» gli ha detto un insegnante, paonazzo. A sal­vare il senatore è arrivato Piero Bernocchi dei Cobas che lo ha stretto con un braccio e lo ha por­tato fuori dalla piazza. Trecento persone li hanno seguiti. li servi­zio d'ordine dei Cobas ha cerca­to di fare cordone, mentre qual­cuno gridava: «Porci, siete tutti at­taccati alle poltrone!». Bernòcchi è riuscito a mettere in sicurezza Mineo dietro un cordone di poli-

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zia dopo un inseguimento di cin­quecento metri in Corso Vittorio Emanuele. La polizia si è schiera­ta, i blindati sono avanzati. Nes­suno da quella parte ha capito co­sa stava'accadendo.

Una scena drammatica. Le più furenti erano le insegnanti, in grande maggioranza al corteo. «li Pd ha finito con la sinistra -ha argomentato una docente, una volta scesa la tensione men­tre le campane della Basilica di Sant'Andrea della Valle suonava­no per la messa delle 19 - Questo non è il Pd che è stato votato». Singolare assonanza con la posi­zione di Gotor qualche minuto prima in Senato. li dato politico di una vicenda nata male, e finita peggio, è confermato. La riforma passerà, ma d'ora in poi nessun partito potrà usare i voti di sini­stra per fare politiche di destra. Agnizione tardiva, avvenuta trop­po tardi, alla fine di un sonno du­rato tre lustri. Tutto questo fa par­te della tragedia italiana.

La manifestazione tuttavia ha tenuto. Alle 20,30 gli insegnanti erano ancora seduti sull' asfalto del Corso in assemblea. L'ulti­mo atto di resistenza in una gior­nata iniziata all' alba dai sindaca­ti e dagli studenti dell'Uds al Miur al Miur e nei principali mo­numenti della Capitale. Insieme hanno esposto lo striscione: «Fi­ducia nel palazzo, sfiducia nelle scuole».

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ulRe.sto

Ferrara Quotidiano Data 26-06-2015

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I sindacati «in difesa della scuola» In piazza striscione di 50 metri

«IN DIFESA della scuola pubblica, profondamente attaccata dal Ddl della cosiddetta "Buona SCllola", Il ma. ... iemendameuto - si legge da una nota dei sindacati - che verrà approvato al Senato non appiana nes­suna delle questioni poste, La pl'emialitlt dei docenti viene comunque gestita dal preside e da un nucleo ristretto di docenti e genitori senza esperienza di geslÌone del per-sonale. Un fsercito di precari rimane co­nnmque appeso nel Vlloto, almeno 70mila ricorreranno ai t1ibunali, ed hanno pieno dititto ad essere immessi nelle graduatOlie per accedere alle assuilzioni in rllolo~>. Le organizzazioni FLC CGIL, CISL SCllola, UIL Scuola, [lIMI:! t'.IIIJI!!D e GILDA Ul1ams, le associazi olli studen­tesche Unione degli Studenti e Rete degli Studenti, MCE, ProteoFal'e­Sapere Fermra, ANPI e ìl Coordinllmen to LIP continuano la mobilita­zione anche nella lIostra provincia. Oggi alle 19,40 in Piazza Trento Trieste sttiscione di 50 metti in difesa della sCLIola pubblica.

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LIIUOVI Xiiow .!Sardegna

SCUOLA

Quotidiano Data 26-06-2015 Pagina 22 Foglio 1

Presidi in pensione, ricalcolo dovuto t ORISTANO

Buone notizie per i dirigenti sco­lastici in pensione dali settem­bre del 2009, che da due anni si sono visti decurtare parte dell'assegno per mancanza di fondi.

La Corte dei Conti ha imposto all'lnps e al ministero dell'Istru­zione Università e ricerca scien­tifica il ricalcolo della pensione. Lo comunica in una nota, con evidente soddisfazione il segre­tario provinciale dello Snals-Confsal Luciano Cariccia.

«La lunga controversia tra se­gretaria provinciale m1Il di Ori­stano che ha sostenuto i dirigen­ti scolastici in pensione dali set -

tembre 2009 il ministero e l'lnps si è conclusacon ben cinque sen­tenza della corte dei conti che ha imposto alla direzione scolasti­ca regionale della Sardegna e all'lnps il ricalcolo della pensio­ne secondo quanto loro spetta­va dal 2009. I presidi della pro­vincia andanti in pensione il l settembre infatti - continua la nota - nel 2013 si sono visti de­curtare l'ammontare della pen­sione in seguito all' applicazione­dei decreti del20 12 con i quali la direzione scolastica diminuiva dali settembre 2007 i compensi della retribuzione di posizione per mancanza di fondi. Lo m1Il ha patrocinato i dirigenti scola­stici che avevano deciso di ricor-

rere alla corte dei conti in quan­to ritenevano che il ministero dell'Istruzione e la stessa Inps avessero messo in essere com­portamenti ingiusti e illegitti­mi».

I giudici contabili hanno ac­colto i ricorsi; i presidi non si era­no rivolti tutti allo stesso giudi­ce, ma nonostante questo il pa­rere è stato unanime. Adesso spetta all'lnps provvedere al pa­gamento di tutti gli arretrati pre­visti, a meno che la stessa dire­zione scolastica regionale non ri­corra in appello contro la deci­sione di primo grado. In questo caso, prima di una decisione de­finitiva, i tempi si allungheran­no.

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L I BE RT l{ di PIACENZA

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26-06-2015 22 1

Una pedalata contro il Dd! Scuola: <<Atto arrogante, il governo ci ripensi»

ste unitarie di insegnanti, perso­nale Ata, studenti e genitori di questi mesi - sono tornati a dire i promotori - hanno bocciato la proposta della buona scuola del governo Renzi. Di fronte ad una opposizione ampia, articolata e radicata in tutto il Paese, Renzi e la sua maggioranza hanno rifiu­tato qualsiasi confronto e propo­sta, e usano l'arma del ricatto e della fiducia per azzittire anche le diversità presenti al loro inter­no. Eventuali aggiustamenti non cambieranno la sostanza: il Ddl scuola rimane una legge danno­sa e incostituzionale».

_ La scuola prosegue la mobi­litazione contro il Ddl scuola (da cui era chiesto dai contrari lo stralcio del prowedimento sul­l'assunzione dei l()()mila preca­ri). Nelle stesse ore in cui al Sena­to era ai voti il documento - su cui il governo ha messo e poi ot­tenuto la fiducia - una trentina di lavoratori della scuola piacenti-

na hanno partecipato ieri pome­riggio alla pedalata di protesta, a cui domani alle 11 seguirà unfla­sh mob in piazzetta san France­sco. La mobilitazione, partita dai giardini Margherita, con avvio simbolico dal polo scolastico AI­beroni, era stata organizzata da ~'iiJ, Cisl scuola, Uil scuola,

Gilda, alla manifestazione

La partenza della biciclettata dalla scuola Alberoni (foto Lunini)

di ieri con tutti i segretari al com­p�eto. Dopo la partenza, la squa­dra di manifestanti ha percorso via Roma, per arrivare in largo Bacciocchi, davanti ad un aJtro polo scolastico piacentino, rag­giungendo altri istituti della città. Ai cancelli di ogni scuola i mani­festanti hanno affisso un cartello di protesta. «Le lotte e le propo-

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UUNIONE SARDA

CAGLIARI

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Docenti, protesta in via Roma Tre giorni di manifestazioni non sono riusciti a fermare il decreto ddl sulla "buona scuola". Quella di ieri sera sotto il Consiglio re­gionale, ribattezzata la «marcia funebre» e organizzata da Flc-Cgil, Cisl Fgu-Gilda, Uil Scuola, Snals-Confsal, Fgu-Gilda e Cobas Scuola davanti al Consiglio regionale, è stato l'ultimo atto di una protesta rumorosa e sentita che non è però «stata in grado di vincere». Per trenta minuti, dalle 19,30 alle 20, gli insegnanti hanno attraversato via Roma rallentando il traffi­co nel tentativo di impedire «l'ennesimo atto di arroganza del Governo». Spiega Antonella Piras dei Cobas: «II ddl taglia le gambe alla Sardegna, ora saremo muti per sempre». Per Laura Parisi del Coordinamento scuole Cagliari, «la manifestazione vo­leva riuscire a bloccare il ddl che purtroppo è passato vanifican­do le nostre iniziative e cancellando le nostre speranze». (m. p.)

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SOLO FINO A LUNEDI 29 GIUGNO ~;:"':"-i".2-.'..":=-'":" ..• _ . • "'

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I RAI3lAZIO

Rai3 Lazio - trasmissione del 26/06/2015 dalle 00.18 alle 00.18 (Ora: 00:18:02 Sec: 18)

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26-06-2015 00:18 1

sarà un venerdì nero dei trasporti a Roma per uno sciopero indetto dai sindacati Orsa FAST scossa sale UGL si fermano i mezzi pubblici dalle 8 e 30 alle 17 e poi dalle 20 a fine servizio saranno a rischio le linee metro BUSI trame le Ferrovie locali gestite da attacchi ora il marchio

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Data 26-06-2015 Pagina 00:10 Foglio 1

Romauno Lazio - trasmissione del 26/06/2015 dalle 00.10 alle 00.11 (Ora: 00:10:21 Min: 1:24)

dicevamo PERONA citati comunque vive le sue difficoltà ci sono giornate di manifestazioni Campidoglio contrappunto l'operato del sindaco ci sono le proteste dei lavoratori licenziati della Multiservizi e adesso domani ci si mette anche uno sciopero l'ennesimo sciopero e questa volta punta fermarsi ancora una volta saranno gli operatori dei mezzi pubblici allora vediamo in questo servizio di Antonello di fortune esattamente che cosa accadde domani seguito Lopa attenzione se vi dovete spostare fanno in molti con i mezzi pubblici nella giornata di domani un altro venerdì nero guardate domani ci saranno disagi per i Utenti del trasporto pubblico le corse di bus metropolitane e ferrovie gestite da Atac potranno subire rallentamento stop del servizio per lo sciopero indetto da 3 sigle sindacali UGL Horse ~ l'agitazione prenderà il via alle 8 e 30 andò avanti fino alle 17 poi di nuovo braccia incrociate dalle 20 a fine servizio dopo le polemiche dello sciopero del dice 7 aprile un macchinista partito in fasce di garanzia pretesi fa scendere i passeggeri scatenando la loro protesta la Vacca specifica ove le corse di vetture 3 iniziate prima dell' inizio dello sciopero saranno portate a termine durante l' orario dell' agitazione le vetture provenienti dai capolinea potranno rientrare fuori servizio nei depositi lo sciopero non riguarda le vie periferiche quelle extraurbane della Cotral e sono come dire cittadini avvisati allora

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Data 26-06-2015 Pagina 02:13 Foglio 1

Teleroma 56 Lazio - trasmissione del 26/06/2015 dalle 02.13 alle 02.14 (Ora: 02:13:43 Min: 1:03)

per i romani si prospetta l'ennesima giornata di passione sono state indette per domani 24 ore di sciopero del trasporto pubblico locale a decidere l'agitazione sono state le sigle sindacali UGL fast ~ e Orsa a rischio i mezzi pubblici attacca bus filobus tram metropolitane Abi ci Ferrovie termini Giardinetti Roma Lido di Ostia Roma Civitacastellana Viterbo la citazione prenderà il via alle 8 e 30 andrà avanti fino alle 17 poi di nuovo dalle 20 a fine servizio garantite le solite fasce di garanzia con i mezzi che passeranno dunque da inizio servizio alle 5 e 30 del mattino fino alle 8 e 30 e dalle 17 alle 20 anche servizio notturno di superficie di sabato 27 giugno potrebbe subire cancellazioni di corse le corse di vetture treni iniziate prima dell' inizio dello sciopero saranno portate a termine durante l'orario di sciopero le vetture i treni provenienti dai capolinea dalle stazioni terminali potranno rientrare fuori servizio in depositi capolinea

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I CiONACAQUI SOTTO PALAZZO CIVICO

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26-06-2015 15 1

Gli insegnanti sul piede di guerra contro Renzi «Continua la lotta per dire no alla Buona Scuola» Erano più di cento gli insegnanti che si sono ritrovati in piazza Palazzo di Città per protestare contro la riforma della scuola del governo Renzi. Mentre il Parlamento dava l'ok al disegno di legge, di fronte al Comune i prof promettevano battaglia: «II governo prima di volersi confrontare e poi mette la fiducia. E' una scelta sbaglia­ta, la scuola non è né di destra, né di sinistra, ma è di tutti», ha detto Diego Meli, segretario regionale della Uil Scuola. «Alcuni passaggi hanno portato miglioramenti positivi, ma l'architettura del disegno di legge non è cambiata, dunque la protesta va avanti», ha spiegato

Igor Piotto, leader provinciale della Flc-Cgil. Dura la La Cub Scuola, con Stefano Capello: «A settembre dob­biamo partire con la guerriglia nelle scuole e sabotare i progetti dei presidi-padroni». La manifestazione è sta­ta indetta da Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Gilda, _ Cub e Cobas e serviva per chiedere al governo di varare le assunzioni dei precari attraverso un decreto e rinviare la discussione sulla Buona scuola. I sindacati contestano soprattutto i criteri scelti per l'immissione in ruolo dei nuovi docenti, la figura del preside-mana­ger e il mancato rinnovo del contratto nazionale.

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Data 25-06-2015 Pagina 19:33 RAI3 SARDEGNA

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Rai3 Sardegna - trasmissione del 25/06/2015 dalle 19.33 alle 19.35 (Ora: 19:33:27 Min: 2:30)

dei rifiuti. Parliamo ora di scuola. Terzo giorno di mobilitazione, nell'isola, in concomitanza con la fiducia posta dal governo sulla riforma . Vediamo il servizio di Rossella Romano. Passa la fiducia al Senato sulla

buona scuola, ma si alza la protesta fuori dal Palazzo . Anche a Cagliari, terza giornata di mobilitazione organizzata dai sindacati di tutte le sigle CGIL , CISL, UIL e m:t'l ,Cobas seggi da prove in concomitanza con l'imposizione della fiducia sulla riforma della scuola . Una decisione ancora più intolleranti che l'ennesimo atto di arroganza nei confronti della scuola e del Parlamento. Secondo i sindacati che promettono

battaglia . La scuola pubblica va difesa e annunciano iniziative che andranno avanti per tutto l'iter parlamentare del ddl e non nascondono le preoccupazioni per la scuola sarda. Se la riforma dovesse passare le conseguenze sarebbero devastanti. Il combinato disposto della riforma della scuola Legge di Stabilità aggio dimensionamento scolastico potrebbe mettere a rischio l'avvio del nuovo anno ,spiegano i rappresentanti dei

lavoratori . Mancano all'appello almeno mille docenti assistenti amministrativi e tecnici su circa 3000 contratti a tempo determinato. La riforma consentirebbe l'assunzione di una minima parte del personale che dovrebbe coprire le esigenze reali della scuola. Siamo tutti consapevoli che con la buona scuola di Renzi , le scuole sarde , dal primo settembre non potranno lavorare, dicono i sindacati . E anche il mondo dell'Università protesta ricercatori e docenti hanno gli stipendi bloccati da cinque anni . Il servizio di Cesarina Trillini. E hanno Sormani ,la classe dirigente del futuro stiamo instillando cultura, ma questo non ci viene riconosciuto. Evidentemente siamo finiti nel dimenticatoio. Non ci considerano niente io trovo molto . Piante, ricercatori, docenti ordinari e associati. Tutto il mondo dell'università ascendente protesta stipendio bloccato da 5 anni anche in Sardegna, come in altri 65 università italiane, una delegazione di manifestanti ha consegnato una lettera al rettore dell'ateneo non chiedono gli arretrati. Ma il governo deve intervenire, sbloccando le buste paga. Dal primo gennaio 2015 come hanno tenuto nei mesi scorsi magistrati Corpo Diplomatico e polizia. lo per esempio è stato assunto nel 2010 ,il che vuoI dire c'è lo Stato spagnoli famiglia noi giovani siamo, non per questo ,per questo motivo è una cosa sacrosanta. Una sola richiesta rivolta a tutti i lettori sostenere la protesta e fare pressione sul governo in tutti i modi possibili ,anche se serve,

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Gazzetta del Sud Data

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26-06-2015 21 1

L'UNICA OFFERTA PER IL TERMINAL TREMESTIERI È QUELLA DELLA COMET: IL 7 LUGLIO S'INSEDIA LA COMMISSIONE

La gara per la gestione adesso può essere aggiudicata La società presieduta da Ivo Blandina aspetta di poter awiare la gestione

Domenico Bertè

La gara per la gestione degli approdi di Tremestieri ades­so può essere aggiudiCata. L'Autorità portuale ha comu­nicato che il prossimo 7 lu­glìo si insedierà la commis­sione che si occuperà dell'a­nalisi della documentazione pervenuta da parte dell'uni­ca azienda che ha partecipa­to al bando. Si tratta della Comet, società messinese il cui amministratore è l'attua­le commissario di Confindu­stria Siracusa, Ivo Blandina, che ha già guidato negli anni

Il responso parzialmente positivo delle prime analisi della ditta "Dhilt

ha dato il via libera

scorsi anche l'Associazione degli industriali della nostra provincia.

Le operazioni della com­missione di gara potrebbero proseguire per altre due o tre sedute e quindi, entro il me­se di agosto, salvo impedi­menti, il contratto potrebbe essere firmato, mettendo fi­ne al regime di ''bandùna li­bera" che prosegue da quan­do si è chiusa la gestione del­la Terminal Tremestieri, ini­ziata nel 2006.

Ad attendere con ansia l'e­sito di questa gara, che in una prima circostanza andò deserta, sono i lavoratori, nel frattempo divenuti 35, dell'approdo: gli addetti al molo, all'attracco e alla bi-

glietteria. «In extremis, dopo un lungo letargo che dura dal 31 marzo scorso, data in cui si sarebbe dovuto proce­dere all'apertura dell'unica offerta presentata, è arrivata la comunicazione che aspet­tavamo - dice Nino Di Men­to, della Fasrttm'iUmtISicilia­tutto è stato misteriosamen­te rinviato a data da desti­narsi. È quanto m;U auspica­bile, a questo punto, arrivare ad una veloce e rapida riso­luzione delle attività concor­suali concludendo, ragione­volmente prima della pausa estiva, il nodo della vertenza occupazionale dei lavoratori della Tennìnal Tremestieri srl e della conseguenziale gestione della struttura ma-

nttlma». L'Autorità portuale nelle

scorse· settimane aveva giu­stificato il protrarsi dell'atte­sa, con la necessità di cono­scere dalla "Dhi", la società danese di analisi e program­mazione marina, se gli at­tuali approdi potessero esse­re difesi con efficacia dai continui insabbiamenti con soluzioni che fossero compa­tibili con budget e buon sen­so. Assegnare una gestione e poi non poter garantire al ge­store la possibilità di operare non sembrava una strategia utile. Ora che la "Dhi"ha da­to un primo, seppur parziale, esito delle sue analisi dell'a­rea di Tremestieri, confer­mando che la soluzione "fos­sa" sia praticabile, ecco che l'Authority ha sciolto le riser­ve. ~

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l'Adige Data

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Contratti della P.a. Il blocco è illegittimo ma non per il passato MILANO - Un altro buco nei conti dello Stato dopo quello relativo alle pensioni. La Cor­te costituzionale, infatti, ha dichiarato illegittimo il bloc­co dei contratti sugli statali che vari governi hanno attua­to a partire dal 2009. La sen­tenza avrà effetto da ora in avanti e questo permetterà al Tesoro di evitare i danni mag­giori. Se, come accaduto per le pensioni, fosse stato adot­tato il criterio della retroatti­vità ci sarebbe stato un ag­gravio straordinario di 35 mi­liardi per il passato, con un effetto strutturale di circa 13 miliardi a partire dal 2016. In ogni caso la sentenza coste­rà da 5 a 7 miliardi, secondo le prime stime. Già oggi i sin­dacati chiederanno l'apertu­ra del tavolo negoziale per una trattativa che non si an­nuncia per niente faci~ilIGl foto i lavoratori della. • Unsa, sindacato che ha pro­mosso il ricorso contro il con-

gelamento degli aumenti). Marco Carlomagno, segreta­rio generale della Flp, uno dei sindacati che hanno preso parte al giudizio davanti alla Corte, è stato esplicito: "Pos­siamo dire da subito che giu­stizia è fatta ed è stata resti­tuita ai lavoratori pubblici la dignità del proprio lavoro. Ora il Governo non ha più scuse. Apra subito il negozia­to e rinnovi i contratth>. Il risultato non è una sorpre­sa. A Palazzo Chigi e al mini­stero dell'Economia il pessi­mismo era palpabile. La de­cisione, pur avendo un impat­to minore a quella relativa al­le pensioni, mette comunque a rischio il raggiungi mento dei traguardi di finanza pub­blica annunciati dall'Italia a Bruxelles per il proSSimo an­no. Mantenere il tetto del 3% sia quest'anno, sia il prossimo di­venta più complicato, anche se non compromesso.

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Docenti. Autorizzata l'istituzione di «un ulteriore contingente di posti»

A sorpresa tornano le supplenze La riforma della scuola aveva

un obiettivo preciso ripetuto a più riprese daMatteo Renzi e Ste­fania Giannini per "legittimare" le oltre 100mila stabilizzazioni di insegnanti: eliminare la "sup­plentite" e chiudere defInitiva­mente le graduatorie a esauri­mento (le «Gae») che rappresen­tanolozoccolodurodelprecaria­to scolastico.

Ebbene, leggendo il testo finale del maxiemendamento del go­verno, si può già dire che l'obietti­vo non verrà centrato. A settem­bre si continueranno a fIrmare contrattia tempo determinato, vi­sta la tempistica sfasata delle im­missioni in ruolo (tra due mesi e mezzo in cattedra saliranno 47476 professori - i restanti 55.258 doceJ;lti dell'autonomia entreran­no in gioco in corso d'anno). Sen­za considerare, poi, che le «Gae» sono da anni esaurite nelle disci­pline scientifIche e tecniche. In al­tre parole, serviranno supplenti: e ciò spiega perché il governo, in fretta e furia, ha dovuto inserire una norma che autorizza l'istitu­zione di «un ulteriore contingen­te di posti» proprio per tampona­requestaesigenza(e,inmodocor-

relato, si è deciso di spostare allo settembrez0l6-enonsubito-ildi­vietodiautorizzareincarichitem­poraneisuperioria36mesi,anche non continuativi - si prende più tempo, nonostante i rilievi Ue).

L'ulteriore contingente (di­verso dall'organico dell'autono­mia e non utilizzabile per mobili­tàoassunzioniinruolo)potrebbe servire anche per "salvare" quei

IMMISSIOHIIH RUOLO A settembre si continueranno a firmare contratti a tempo determinato vista la tempistica sfasata delle immissioni in ruolo

posti che puntualmente si pre­sentano in organico di fatto ma chenonsonopresentiinorganico didirittoperchénonriconducibi­li ad alcuna classe di concorso. Si trattadi postiinvisibili (che fanno aumentare i costi e infuriare il Mef), per esempio, alcune catte­dreneiliceidiscienzeumane,nei licei musicali e coreutici e anche negli istituti tecnici e professio-

nali (vista la loro ampia autono­miacurriculare).

L'altra faccia della medaglia è che le «Gae» non chiuderanno subito, ilIo settembre: il comma 104 del maxiemendamento ne prevede la soppressione "differi­ta",valeadirecheperdonodieffi~ cacia, mano amano che siesauri­scono.Anchequi, eratuttopreve­dibile: le discipline umanistiche delle «Gae» hanno code molto lunghe, soprattutto al Sud (men­tre scarseggiano al Centro­Nord); e ciò quindi chiederà tem­po per esaurirle.

Pertanto, la soluzione prospet­tata dal governo non eviterà il ri­crearsi di un "nuovo esercito diri­serva" di insegnanti che fanno supplenze. Come un èane che si morde la coda. Giànelzo07l'allo­ra ministro, Giuseppe Fioroni, aveva provato a risolvere il pro­blema Poi arrivarono i tagli della Gelmini Ma anche questo esecu­tivo, nonostante oltre 100milasta­bilizzazioni, che ci costeranno a reginIez,lmiliardil'anno-riuscirà a porre fine a questo scandalo di precariato. .

CI.T. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Scuola: testate nazionali Pag.42

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Le stabilizzazioni Sono state incrementate a l02mila: 47mila subito, 55mila in corso d'anno

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26-06-2015 8 1 /2

Defezioni nel pd nIa la maggioranza tiene Tra i Dem non hanno votato Mineo, Tocci e Ruta, ma il margine per il governo è ampio: 47 voti

Fiducia sulla scuola, 2mila assunti in più Via libera dal Senato con 159 sÌ e 112 no ma è bagarre in aula: l'opposizione protesta con fischietti e striscioni

Eugenio Bruno Claudio Tuta ROMA

11M Finale a sorpresa per la "Buona scuola" al Senato. Non tanto per la fiducia incassata dal governo con l59sÌel12no, quanto per l'aumento di 2mila unità delle assunzioni in progranllllaapartiredaliosettem­bre. DaÌloo.70l precari dastabiliz­zare previsti dal disegno di legge originario e confermati durante il primo passaggio parlamentare al­la Camera si passa infatti a 102.734. Una novità che non emerge dal maxiemendamento presentato ieri mattina dal governo e appro­vato dall'aula di Palazzo Madama, bensì dalla relazione tecnica che lo accompagna.

Degne di nota sono poi altre due modifiche dell'ultim'ora: la ciain­bella di salvataggio di quelle sup­plenze che l'esecutivo voleva can­cellare (sul punto si veda l'articolo qui sotto) e lo slittamento allO set­tembre 2016 del tetto di 36 mesi agli incarichi a tempo determinato.

Gira e rigira a fare notizia è sem­preilmaxi-piano diassunzioni. Co­me detto i posti da assegnare alle due categorie didocentiinteressati -vincitori e idonei dei vecchi con­corsi incluso quello del2012e iscrit­ti alle graduatorie a esaurimento -saranno duemila in più. Un incre­mento dovuto al maggior numero di cessazioni dal servizio verifica­tesi nel frattempo. Resta confer­matainvece la tempistica per la lo­ro assegnazione. A settembre 2015 verranno assegnate infatti 47476 cattedre tra turn over, posti dispo­nibili enuoveimmissionisulsoste­gno. A queste si aggiungeranno al­tre 55.258 stabilizzazionisui posti di potenziamento che dal20l6/20l7

lasceranno spazio all'organico del­l'autonomia. In questo caso, alme­no stando alle stime del Miur, le as­segnazioni dovrebbero conclu­dersi entro novembre.

Rinviando alle schede quiaccan­to per leprecisazionisulla tempisti­ca delle immissioni in ruolo in que­sta sede conviene soffeflllarsi sulle altre novità contenute nel testo de­positato ieri. A cominciare dallo

lEAlTRfHOVITÀ Slitta allO settembre 2016 il tetto di 36 mesi per i contratti a termine. Precisati i criteri per la quota perequativa del10% «sullo school bonus»

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SCUOt.Al4 Oggi numero speciale con tutte le novità sulla riforma Giannini

Da Ile assunzioni ai presidi, da Ilo school bonus alle paritarie:tutte le novità della "Buona scuola".

www.scuola24.ilsole24ore.tom

spostamento allO settembre 2016 del teflllÌne a partire dal quale i con­tratti a teflllÌne non potranno supe­rare il tetto di 36 mesi ribadito dalla sentenza della Corte Ue del 26 no­vembre scorso. A completare il quadro dei cambiamenti finali c'è poi la precisazione dei criteri con cuiilMiur dovrà assegnare il 10% di fondi perequativi agli istituti meno fortunati nelle scelte dei privati che decideranno di utilizzareilneonato "school bonus". il provvedimento conferma,inoltre,ilrilanciodelrap­porto scuola-impresa (più alter­nanzaconillavoroeoredilaborato­rio); eil concorso da60mila posti da bandire a dicembre (qui non è prC" vista la riserva dei posti per gli abili­tatiTfae Pas).

Portare acasail secondovialibe­ra parlamentare sulla riforma della scuola è stato più complicato di quantonondicanoÌ47Votidimargi­ne sulla fiducia. ilgoverno hadovu­tofareiconticonleprotestedell'op­posizione (dai grillini listati a lutto per il funerale alla scuola pubblica, ai ripetuti insulti, ai fischietti dei se­natori di Sel) e con le defezioni al­l'interno della maggiorarlZa (Mi­neo, Ruta e Tocci della minorarlZa Pd ad esempio non hanno votato, ndr). Da registrare la soddisfazione dellaministraStefaniaGianniniche ha parlato di «risultato straordina­rio» e ne ha anche approfittato per sottolineare: «Nonmisentoassolu­tamente commissariata».

LapallapassaoraallaCameraper . il terzo passaggio, che l'esecutivo spera definitivo. il ddl è calendariz­zatoinaulaperil7luglio.Rispettare i tempinon sarà così facile visto che

. minoranza e sindacati restano sul piede di guerra.

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Le novità introdotte al Senato

Le modifiche contenute nel maxiemendamento del governo

Gli stabilizzati totali saranno 102.734.Iprimi47mila·che arriveranno da Gae e iscritti alle graduatorie dei vecchi concorsi· occuperannoiposti da turnover, quelli disponiblliequelli aggiuntivi sul sostegno. Qu~ti otterranno la nominaasettembre. Ilsecondocbntingentedi55mila PPsUtra potenziamentoe sò$tegnosarannoimmessi da settembre in poi

Gli Insegnanti saranno valutati, masi partirà invia.spèrimentale (in attesa deUe linee guida nazionali del Miur). Cambia poi la composilionedet comitato di valutazione: oltre al preside, etltranotre docenti, un rapprésèntal'1tedi .. enìtori~ uno degli stu~entl, é uitmembro esternoscetto dall'Osriche può ess.ereun professoie,.un presidé,unispettoretecnico}

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La riforma prova a rendere operativa l'autonomia scolastiça. Ogni scuola dovrà predisporre un pianotriennale (Pof), rivedibile annualmente,con le priorità didattiche e organizzative che s'intendono reallzzare. Nascerà anche. ma dat2016, un organico dell'autonornia;aggiuntivo rispetto a quello di diritto, che dovrà realizzare le novità individuate dall'istituto

Nellaversioneorlgil'1arla le erogazioni dei privatiaveval'10 carntterlditotaletiberatità. Ora, è statointrOdottoUi'ltettomassimodi lOomilaeuro:Nonècambiatoll rriéCcanismodelc~tod~mposta aI65%periprlmìdueanni,che . scende poiat50%. Masiprevede unfondoperequativo:il100A> dei . finanziamentlerogatièpresodal Miurche{odistribuiscenellescuole chenannoavutomenofondi

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Resta la chiamata diretta dei docenti dell'autonorniada parte dei presidi,ma viene ridimensionata e rinviata di fatto a12016. I presidi potranno poi assegnareifondi premialiagli ìnsegnllnti meritevoli,in base peròacriteriindicatidaun comitato di valutazione. Poteri ridotti anche su l fronte del Pof, che sarà"collegialeì'.Idirigentl saranno valutati ognitreanni

DaI2106saledallO%al30%la quota premia le peri migliori istituti. Perilriconoscimento.poi, lefondazioni dovranno essere dotatedi unpatrimcinio, uniforme intutrItalia, non imeriorea SOmilaeuro.Dopoilpéessing delle imprese. si riconOSce la possibilità che un sìngololtspossa attivare corsiin duediversi settori

le tecnologid.Conunvincolo:avere un patrimonio di lOOmila euro

I voti di fiduda al Senato

I voti favorevoli incassati dal governo Renzi dall'insediamento

Provvedimento Scuola

Terrorismo

Milleproroghe

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Giustizia civile

Stadi

Voti favorevoli

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l'ANALISI

Luisa Ribolzi

Una riforma con poche luci, qualche ombra e tanti «dejà vu» I

I lmaxiemendamento che sin­tetizza(sifaper dire: 209 com­mi per 39 pagine) il testo ap­

provato dalla Cameraelemigliaia di emendamenti presentati è ora­mainoto. Che dire che non sia già stato 'detto? Per esempi6, che la sensazione di déjà vù si è fatta semprepiùforte:prescriveazioni già previste dalle riforme degli ul­time18anni.Citoacaso:ilcomma 3prevederarticolazionedelmon­te ore o del gruppo classe, la pro­grammazione flessibile e altro, tutte cose giàconsentite e attuate, cosìcomei180biettividelcomma 7, già inseribili nella programma­zione; il piano triennale dell' offer­ta formativa previsto dal comma 12 ii àmpiamente realiZzato, ad esempio nella scuola media della mia nipotina; il comma 21 parla di un'equipollenza dei titoli fIssata dal "milleproroghe" del2012:esia­mosolo a pagina 5.1 casi sono due: o il legislatore non sa che queste cose già esistono oppure vuole ri­badire rimportanza che vengano realizzate.

della regolarità contabile (che se mai è competenza del Mef: sono imprese private) ci andrà la finan­za? Naturalmente, a costo zero: il maxiemendamento prevede qualche frnanziamento, ma la maggiorparte delle innovazioni è a costo zero, concetto difficile da spiegare ai colleghi stranieri non per difficoltà di traduzione, rna perché è ormai acclarato ovun­que, tranne che in Italia, che le ri­forme hanno sempre un costo, magarinonesplicito.

Fermiamoci q~ anche se po­trei continuare a lungo (perché le Afam in un decreto sulla stuola? Perché il 10% alle Scuole che rice­vonomenodonazioni,icuigenito­risono rnagarinon più poverirna più egoisti? Perché così tanto spa­zio alla decretazione entro 18mesi (commal]8,nove)quandorespe­rienzaci dice che non èinfrequen­te il caso incuii decretinon venga­no emanati (o subiscano gravi ri­tardi). Non voglio qui entrare nel dIbattito inattodamesisuidocen­~ sul loro numero e tipologia, su quandosarannoassuntiequando incominceranno a lavorare (sicl), sullo spazio lasciato ai giovani, su chilivaluterà,semaisarannovalu­ta~ spesso sulla base di informa­zioniinsufficienti oscorrette, e co­munque quasi mai pensando a quelcheser\Te aglistudenti

Ci sono certamente molti aspetti positi~ come la parte sul­raltemanza,unaqualcherivaluta­zione della formazione tecnica superiore, la disponibilità di fondi che negli anni scorsi erano stati sempre e solo ridotti Temo però che il clima di esasperata conflit­tualità che ha accompagnato la Buona Scuola, non sempre e non solo legato ai suoi contenu~ ren­dapartico1armenteproblernatico attuarne il dettato e soprattutto apportarvi le necessarie modifI­che. Ne11999 il primo ministro di Singapore poneva come obietti­vo della riforma della scuola: "Thinking school, learning na­tion": una scuola che pensa, una nazione che impara Ma in Italia, francamente, non saprei da quale delle due cose incominciare. .

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Proseguiamo. Sulla scuola pa­ritaria viene ridimensionato il buono scuola, abbassato il limite perglisgravifIscalieincompenso il comma 150 prevede «un piano straordinario di verifIca della per­manenza dei requisiti per il rico­noscimento della parità scolasti­ca». Magiàildl250/z005prevede­va che la parifIca fosse rilasciata dagliUsr,nondalministero,sulla base di un regolamento mai ema­nato, e quindi ancora una volta si tratterebbe di realizzare in forma straordinaria una prescrizione non realizzata in via ordinaria E po~ le paritarie ne120l3l14 erano circa 13.500, e anche limitandosi alle L 500 secondarie di secondo ~

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grado, .controllarle tutte, con le ri- ~ sorse disponibili alPattuale stato .8 di (dis)funzionamento del siste- {l

~ ma, non pare facile. Per il rispetto '6

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UNA LEGGE 25MILA PAROLE di Michele Ainis

he c'è in comune fra la Buona Scuola e l'Italicum? E fra quest'ultimo e il Jobs act, la legge

Delrio sulle Province, quella di Stabilità? Semplice: sono tutte figlie d'un maxiemendamento, sul quale cade poi come una scure il voto di fiducia. E almeno in questo, Renzi non si distingue dai suoi predecessori. Hanno maxiemendato Prodi (cui si deve il record di 1.365 commi stipati in un solo articolo di legge), Berlusconi, Monti, Letta. Sempre aggiungendo al testo un'invocazione amorosa al Parlamento, che Renzi ha ripetuto 30 volte (in media ogni 12 giorni) durante il suo primo anno di governo. «Ti

IL MAXIElVIENDAMENTO --------------------

UNA LEGGE IN 25 MILA PAROLE SEGUE DALLA PRIMA

Restano chiaroscuri anche sul maxiemen­damento, rispetto al

_ te sto originario. Quanto al piano d'as­

sunzioni, per esempio, è in chia­ro il reclutamento degli idonei usciti dall'ultimo concorso, è in scuro il rinvio della pianta orga­nica al 2016.

Niente di nuovo, succede con ogni maxiemendamento. Perché il suo primo effetto è di trasfor­mare il Parlamento in organo consultivo del governo: quest'ul­timo ascolta quanto hanno da di­re gli onorevoli colleghi, leggiuc­chia le loro proposte di modifica, poi sceglie petalo da petalo, e li incarta in una rosa che ha per spina la fiducia. Sequestrando la libertà dei parlamentari, messi davanti a un prendere (la legge) o lasciare (la poltrona). Som­mando su di sé il potere esecuti­vo e quello legislativo, specie se il testo contiene 9 deleghe al go­verno, come accade per la Buona Scuola. E sfidando infine il para­dosso, la contorsione logica. TI maxiemendamento, difatti, è un autoemendamento, quando in­terviene su un progetto confezio­nato dallo stesso Consiglio dei ministri. Mentre emenda, il go-

verno fa ammenda. Ma l'ammen­da non corregge i difetti origina­ri: viceversa li moltiplica, giacché converte l'atto normativo in arzi­gogolo, che poi ciascuno inter­preterà come gli pare, come gli fa più comodo.

Così, fra questi 209 commi che si succed()llo senza uno straccio di titolo per orientarne la lettura, fa capolino il comma 49, che in­troduce la lettera b-bis. Seguito a debita distanza dal comma 166, che a sua volta aggiunge il com­ma 2-octies. Mentre il comma 178 si divide in 9 lettere; la lettera b in 8 punti; il punto 3 in 4 sottopunti. Senza dire del comma 74, a pro­posito degli insegnanti di soste­gno: un delirio di rinvii normati­vi, 23 numeri in 84 parole. Sarà per questo che l1talia è fanalino di coda nella classifica che misu­ra la qualità della legislazione, 63 gradini in giù rispetto alla Ger­mania. Sarà per questo che l'indi­ce Doing Business 2015 ci situa al 56Q posto, dietro a tutte le princi­pali economie. Con leggi così l'imprenditore, il lavoratore, e da domani pure lo studente, riman­gono giocoforza ostaggio del bu­rocrate. TI maxiemendamento è un campo di concentramento.

Michele Ainis [email protected]

© RIPRODUZIONE RISERVATA

fidi di me, mi vuoi ancora bene? Dimmelo di nuovo, giurami fiducia».

È la legge non scritta della Seconda Repubblica: se vuoi incassare una riforma, devi violentarne la forma. Nel caso della scuola, questa maschera deforme comprende 209 commi, che s'allungano per 25 mila parole. Neppure Samuel Beckett, conle sue frasi che riempivano una pagina, avrebbe osat0 tanto. Si dirà: una legge non è un romanzo, dobbiamo misurarne la sostanza, 'non lo stile.

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Vero, ma fino a un certo punto. Intanto, sui contenuti la riforma è in chiaroscuro, altrimenti non avrebbe innescato una valanga di proteste. Restano elementi critici sull'offerta formativa, sui poteri del preside-sceriffo (decide lui chi assumere), sul finanziamento alle scuole private (vietato dalla Costituzione). Dopo di che non mancano i progressi: maggiore autonomia, stabilizzazione dei precari, aiuti alle scuole disagiate, processi di valutazione dei dirigenti e dei docenti.

continua a pagina 27

C(JIuuERE DELLA SERA

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La :rifo:rnna Favorevoli 159, 112 i no, 4 dem non votano

Scuola, il primo.sì al Senato Bagarre in Aula dei 5 Stelle

il Senato ha approvato, con 159 voti favorevoli e 112 contra­ri, il maxiemendamento inte­ramente sostitutivo del dise­gno di legge di riforma del si-

stema nazionale di istruzione, sul quale il governo aveva posto la fiducia. Non l'hanno votata i senatori del Pd Tocci, Mineo, Ruta e Casson, che era assente.

il provvedimento torna alla Ca­mera. In Aula, caos e tensione. I senatori del Movimento 5 Stel­le hanno protestato mettendo in scena il funerale della scuola

pubblica, con lumini elettrici da cimitero, simbolo usato an­che dagli insegnanti nei flash mob e nelle manifestazioni.

a pagina 9 Santarpia e il commento di

Fabrizio Roncone

Caos in Aula, ma la fiducia sulla scuola passa Dalle magliette di SeI ai lumini del M5S, solo tre dem escono per non votare. Renzi: ce l'abbiamo fatta

ROMA Urla, fischi, lacrime, ap­pelli, sms, striscioni, magliette di protesta con scritte rosse e blu: è da ultimo giorno di scuo­la il clima in cui il Senato vota e approva la fiducia del governo sulla riforma del sistema di istruzione, che dal 7 luglio pas-

. sa alla Camera per la terza e ulti­ma lettura. Palazzo Madama dà il via libera al disegno di legge con 159 sì, 112 no (Forza Italia, Lega, SeI, Movimento 5 Stelle): sono 4 i senatori democratici che mancano all'appello, con Felice Casson assente e Walter Tocci, Corradiòo Mineo e Ro­berto Ruta che escono dall'Aula al momento del voto. Ma il loro è il gesto meno clamoroso di tutta la convulsa giòrnata, ini­ziata alle 9.30 con la richiesta del voto di fiducia del ministro Maria Elena Boschi, proseguita con un dibattito fiacco, e termi­nata nel caos. Fischiato dai Cin­que Stelle il voto di fiducia del­l'ex presidente della Repubbli­ca, Giorgio Napolitano; derisi i sì degli ex azzurri (ora gruppo

I fischi a Napolitano Dai banchi dei 5 Stelle fischi all' ex presidente al momento della votazione

misto) Sandro Bondi e della compagna Manuela Repetti; contestata la senatrice France­sca Puglisi, che prova ancora a difendere il merito della rifor­ma; insultata la ministra Stefa­nia Giannini, che resta in silen­zio per tutti lavori, salvo poi in­viare un srns al premier Matteo Renzi subito dopo il voto: «Ce l'abbiamo fatla». Che ce l'avrebbero fatta era ab­bastanza chiar.o da qualche giorno, quando si è conclusa l'operazione «isolamento» dei parlamentari Pd contrari al ddl. Dopo l'uscita del presidente del Consiglio a Porta a Porta -«Fermiamoci, convochiamo una conferenza a luglio» - i democratici hanno capito che, se il governo avesse rinviato an­cora la riforma, ci avrebbero ri­messo la faccia: e così i 23 po­tenziali voti contrari che avreb­bero potuto mettere in bilico la maggioranza (tra gli altri, Lu­crezia Recchiuti, Miguel Gotor, Vannino Chiti) si sono trasfor­mati in voti a favore. Sono rima-

100 3 miliardi di euro

mila le sarà il valore, stabilizzazioni, a regime, del annunciate dal finanziamento governo, per aggiuntivo il 2015/16, stanziato con il sì al testo sull'istruzione sulla scuola

sti in due, gli unici a non essere convocati a Palazzo Chigi vener­dì scorso: «È amaro pensare che si siano tirati indietro - sottoli" nea Corradino Mineo - ma mi sento sereno, abbiamo fatto la nostra battaglia per ottenere il massimo del risultato sulla scuola. Non andiamo via, ma apriamo una riflessione nel partito», insiste. «Con dolore constato che le riforme Gelmini e Moratti sono state emendate, mentre la nostra è la prima ri­forma che passa al Senato blin­data - aggiunge Tocci -. Ma il mio gesto non è un preludio al­l'uscita dal Pd, ho sperato fino all'ultimo in una mediazione». Ci sperava anche Ruta, il docen­te, che ha fatto una scelta più netta: «Voto in dissenso dal par­tito sul ddl perché mi sento vin­colato dal programma: avevamo detto di voler cambiare la rifor­ma insieme agli insegnanti, non lo stiamo facendo».

E loro, gli insegnanti, intanto sono fuori, attraversano il cen­tro di Roma alzando cartelli:

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«Vergogna». Accusano il gover­no di aver detto «bugie», di non averli ascoltati, e restano in piazza anche quando ormai l'aula del Senato è vuota. «Han­no ucciso'la scuola pubblica, è la mazzata finale a un Paese già in ginocchio», scrive Beppe Grillo mentre i suoi, dopo aver messo in scena il funerale della scuola con tanto di lumini acce­si in Aula e lutto al braccio, cor­rono in piazza dai manifestanti. «L'ennesima beffa che il gover­no si fa di noi», annuisce Alber­to Irone, Rete degli studenti. In­tanto i commessi stanno già si­stemando i banchi e portano via le magliette indossate dai parla­mentari per protesta. Una era quella dell'ono Maria Mussini (gruppo misto), che ha suscita­to !'intervento del presidente del Senato Grasso: <<Non si può stare in Aula così». E lei: «Che faccio, uno strip-tease in clas­se?». La replica, serafica: «Non fa niente, c'è scritto Diritto allo studio, allora va bene».

Valentina Santarpia © RIPRODUZIONE RISERVATA

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COBBIEBE DELLA SEBA

I CONTENUTI esterni, che vengono infatti -1 potenziati. <D RIPRDDUZIO',Ul:SERVATA

, , Cento milioni!' anno I centomila ~sunti per!' alternanza Cattedra Sublt~ tra classe e lavoro solo per la meta

Se in Italia i Neet (giovani tra i

Sono il punto chiave del ddl, k_ 15 e i 29 anni che non k quello su cui il premier ha studiano né lavorano) sono puntato tutto e forse anche il oltre 2 mUioni, bisogna correre più contestato: le 100,701 ai ripari. In questa direzione va assunzioni dei precari delle il potenziamento della Graduatorie ad esaurimento. alternanza scuola-lavoro, con Secondo il maxiemendamento almeno 400 ore di stage approvato ieri dal Senato, che nell'ultimo triennio dei tecnici riscrive il ddl, gli insegnanti e dei professionali e 200 in saranno assunti giuridicamente quello dei licei. Grazie a uno dal 1 o settembre 2015, ma di stanziamento di 100

fatto solo una parte milioni l'anno, - poco più della l'alternanza si farà in metà - avrà subito azienda, in enti una cattedra su posto pubblici, musei ma vacante e disponibile. anche d'estate e all'estero. Sarà

Gli altri, stimati in 48 mila, predisposta una Carta.dirittic rappresentano quell'organico doveri degli studenti in funzionale o di potenziamento alternanza e istituito un che arricchirà l'offerta Registro nazionale in cui formativa e colmerà le carenze. saranno visibili enti e imprese Secondo i 5 Stelle, non saranno disponibili. E parte dei fondi realmente in classe prima del stanziati per gli Istituti tecnici 2016. n governo assicura che superiori sarà legata (per il entro ottobre, una volta 30%) agli esiti dei diplomati nel organizzate le scuole, lavoro. o RIORODUZIONE RISERVATA

lavorer~o. (c' QIPRO~UZIONE RISERVATA Edifici innovativi Sul presIde manager '

. tr ili "str tti' e Sicurezza, con o pIU e l ' d li , tt' st ,crescono e nsorse eg ISpe on e emI

I) reside manager, sceriffo, dittatore: le locuzioni si

sono sprecate negli ultimi mesi per definire il nuovo ruolo del dirigente scolastico. A scatenarle i nuovi poteri affidati a una figura che nella riforma potrà assegnare i premi economici, attraverso il fondo di 200 milioni stanziati ad hoc, ai professori; potrà scegliere i

docenti da chiamare nella sua scuola (<<chiamata diretta» ) valutando le loro competenze ed

I l ddl prevede un bando (300 i milioni a disposizione)

per la costruzione di scuole innovative dal punto di vista architettonico, scuole «greeID> e caratterizzate da nuovi ambienti di apprendimento digitali. L'Osservatorio per l'edilizia scolastica, istituito presso il Miur, coordinerà strategie e risorse per gli

interventi e promuoverà la cultura della sicurezza. È previsto poi un investimento

di 200 milioni per i mutui agevolati per la costruzione e la ristrutturazione delle scuole. Vengono recuP'i:rate risorse non spese da investire

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Lezioni sulla parità e contro la violenza di genere

L a riforma apre le porte all'insegnamento della

teoria gender nella scuola»: i senatori di Ap, mercoledì sera, hanno fatto scattare l'allarme, con il rischio che il maxiemendamento potesse saltare se si fossero messi di traverso. Ma è bastato un veloce chiarimento con il ministro Giannini ieri, prima

della seduta in Aula, a spiegare che il comma citato, il 16 dell'articolo 2, quello sulla promozione

dell'educazione «alla parità dei sessi e la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni», non nascondeva «trappole», È stato escluso che la teoria sulle differenze di genere sia prevista in attività scolastiche extracurriculari, che in ogni caso devono avere il consenso delle famiglie.: RIPPo:JlI?:ONE fllsrRV,\Tt.

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La vicenda

8 La riforma della scuola ottiene il via libera della Camera il 20 maggio, con 316sì,137 contrari e un astenuto. Non la votano 28 dissidenti pd. È crÌìicata dai sindacati della scuola,già scesi in piazza ad aprile

8 Il testo passa al Senato. È contestato dalle opposizioni, mentre anche la minoranza del Pd chiede modifiche, in particolare sui maggiori poteri concessi ai presidi: sono 3 mila gli emendamenti presentati

8 Il governo inizialmente annuncia la possibilità che la riforma slitti (insieme a 100 mila assunzioni di insegnanti). Poi recepisce alcune delle richieste di m.odifica con un maxi­emendamento, su cui pone la fiducia. Ieri il voto dell'Aula del Senato, con 159 sì, 112 no e nessun astenuto

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esperienze e potrà scegliere un 10% di insegnanti da usare come collaboratori. Un ruolo che è stato stemperato dalla introduzione di un comitato di valutazione che lo affiancherà' nei suoi compiti, e da criteri precisi perché sia valutato egli stesso, attraverso gli ispettori

sulla sicurezza degli edifici. ~ . Stanziati 40 milioni per ~c finanziare indagini sui o

controsoffitti e istituita la {l giornata della Sicurezza a ~ scuola~ (C, r(IPRCDUZIONE RISERVi\TA :g

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la Repubblica iLM:mOSC!:.NA

Il premier: il peggio è passato !

mA,NCESC@8Fl

PER Matteo Renzi, nonostante i tre dissi­denti del Pd sulla fiducia, la giornata di

. ieri rappresenta il primo raggio di sole dopo giorni bui.

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"Ora il peggio .. il premiertra

alle sp Ile" con l sini tra

i rit chi al bicame li ma Soddisfazione per la tenuta del patto interno al Pd. Contatti con i dissidenti sulla nomina dei nuovi senatori: rispunta l'elettività in un listino a parte

«L'accordo interno ha tenuto­osserva tuttavia il premier - e

prot, avevano toccato il punto più basso"

adesso possiamo rimettere i pi­sta la riforma costituzionale per approvarla prima dell'estate».

quando andranno al voto Mila­Un atteggiamento quasi spaval- no, Napoli, Torino, Genova. La do, ben diverso da quella sera di testa è già lì. II ministro della Di­dieci giorni fa quando il capo del fesa Roberta Pinotti, reduce dal-governo, tra il depresso e l'ar- la sconfitta della "sua" Paitaalle rabbiato, meditava di rimette­re in un cassetto la riforma della regionali in Liguria, ammette scuola. «Se ci fossimo fermati _ che il governo e il Pd si gioche-

ranno il tutto per tutto. «Tra il ri­ROMA. Per Matteo Renzi, nono- confida con il senno di poi il nu- sultato elettorale e il mondo del-

Dunque ci saranno candidati scelti dalla segreteria, dopo una consultazione con le componen­ti interne. Anche perché, dopo la rottura con SeI, è ormai im­possibile la riproposizione di quella stagione di centrosini­stra che portò alla vittoria dei sindaci arancioni a Cagliari, Ge­nova, Milano e Napoli.

L'altra partita fondamenta­le, che s'intreccia con il rappor­to che Renzi sta provando a ricu­cire con la sinistra interna, è quella che ha come posta la rifor­ma della Costituzione. Su que­sto fronte è già ricominciato, in

stante i tre dissidenti del Pd sul- mero due renziano a palazzo la scuola mobilitato contro· di la fiducia, la giornata di ieri rap- Madama, Giorgio Tonini - sa- noi - spiega uscendo da palazzo presenta il primo raggio di sole rebbe stato un tragico errore, Madama da una stradinalatera­dopo giorni bui. Settimane diffi- !'inizio della fine. Ci avrebbero le - abbiamo toccato il più più

l fatti a pezzi su tutto. llnostro de- basso. Adesso ci dobbiamo met- ___________ _ cili, a partire dal cattivo risu ta- stino è andare avanti». In prima fila nell'agenda riforma Rai e unioni civili. E la revisione delle regole sulle primarie

to delle elezioni fino alla decapi- I numeri incoraggianti tere sotto per dare risposte al tazione del pd romano. il sospi- sull' aumento degli ordinativi paese e, soprattutto, preparare ro di sollievo, a cui silascia anda- dell'industria, sulle assunzioni, bene le amministrative. Arri­re in privato, riguarda l'oggi e il sulla ripresa dei consumi inter- varci impreparati, all'ultimo futuro. «ll peggio è alle nostre ni, fanno ben sperare il premier mese, è pericoloso». Perdere nel­spalle - confida ai suoi - gli inse- per i mesi a venire. E rafforzano le grandi città, tutte ammini­gnanti capiranno. Da qui alla fi- !'idea di proseguire con l' oriz- strate dal centrosinistra, sareb- ------------ne dell'anno spenderemo oltre zonte puntato sulla fine natura- be per il governo Renzi il segna- via riservata, un dialogo che ha un miliardo di euro sulla scuola, le della legislatura. Portando a le del fine corsa. Per questo, a co- come protagonisti il ministro i soldi ci sono». casa il prima possibile la rifor- sto di smentire uno dei dogmi Boschi e alcuni esponenti della

Ma anche la situazione inter- ma costituzionale e tutto il re- del Pd, al N azareno si sta pen- minoranza dem come i senatori

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na ai gruppi parlamentari, do- sto che attende in coda, dalla sandodiprivilegiareicandidati Vannino Chiti e Claudio Marti­po l'uscita di Civati e Fassina, Rai alle unioni civili. Con 1'0c- politicamentegiustisenzaricor- ni. il punto su cui il governo è appare più tranquilla. Certo, la chio puntato sulle amministrati- rere alle primarie. Pinotti pren- pronto a cedere è quello mobilitazione del mondo scola- ve della prossima primavera, de un respiro e annuisce: «Lepri- dell'elettività dei futuri mem- ~ stico ha toccato nervi sensibili e marie si fanno se c'è un percor- bri del Senato. Che saranno ~c i musi lunghi di molti senatori so politico, non alla "spe- sempre consiglieri regionali, o

della minoranza ieri testimonia- Il ministro Pinotti: "Tra ra-in-dio" e chi vuole si candida. scelti però su un listino a parte {l vano quanto sia stato amaro il regionali e proteste dei Specie in realtà molto ... complic che gli elettori si troveranno sul- ~ boccone ingoiato con la fiducia cate come Napoli». la scheda elettorale. A differen- 'g ~---------~~~-~--~----~~-~~~~~~-~~~~~==~~~~----------iu

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la Repubblica za della buona scuola, sulla rifor­ma costituzionale Renzi non può forzare la mano alla sinistra interna con la fiducia. E quei 23 senatori se li può conquistare so­lo con la politica e il dialogo.

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IL NO AL GENDEII DEI LEGHISTI E I LUMINI DEI S STELLE In alto lo striscione della Lega contro l'educazione di genere, nella foto in basso i lumini a lutto dei cinque stelle per la "morte" della scuola pubblica

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I VOTI fAVOREVOLI DI IERI

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La fiducia sulla scuola è passata con due voti in meno della maggioranza assoluta, che è fissata a quota 161

169 lA PRIMA FIDUQA La prima fiducia al governo Renzi arriva nel febbraio . del 2014. All'esecutivo andarono169 sì

151 SOTTO lA SOGLIA Diversi i casi in cui il governo al Senato si è fermato sotto i 161 voti. Fra questi il decreto IIva: il governo ebbe in quel caso 151 voti

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Scuola ok, Renzi incassa la fiducia tra urla, insulti e finti funerali In Senato 159sìe 112no.Protestano le opposizioni, M5S contro Napolitano Romani: "Governo senza maggioranza" La piazza con Fassina, fischi a Mineo

CARMELO LOPAPA

ROMA. La riforma della scuola passa l'esame più difficile, a Palazzo Madama i sì sono 159, i contrari 112, tra lumini mortuari, fischietti, fasce nere, striscioni in aula. La "buona scuo­la" diventerà legge a Montecitorio dove ap­proderà già il 7 luglio. Bisogna correre, dico­nodal governo, per sbloccare le 103 mila as­sunzioniin tempo per settembre. "Ce l'abbia­mo fatta" scrive via sms al premier Renzi la ministra dell'Istruzione Giannini. Ma si va sotto quota 160, la metà più uno dei senatori se si considerano quelli a vita. Tanto che il for­zista Paolo Romani e illeghista Roberto Cal­deroli vantano una mezza vittoria, nella di­sfatta: «Il governo non ha più i numeri al Se­nato».

Fuori dall'aula i professori e gli studenti­dalle 17 attraversano Roma, partendo dalla Bocca della verità, saranno bloccati dalla poli­zia in stato antisommossa a piazza Sant' An­drea della Valle, poco distante da Palazzo Ma­dama. I capannelli si animeranno parecchio in serata, quando i parlamentari grillini e quelli di SeI si uniranno ai manifestanti in piazza, per urlare anche da lì "vergogna" ai senatori di maggioranza che alla spicciolata escono e passano a tiro. I flash mob del pome­riggio lasciano il posto agli slogan urlati: "No pd, no pd, traditori, traditori". Si beccala con­testazione ("Vattene buffone") Corradino Mineo, che pure ha negato la fiducia al gover­no con gli altri della sinistra pd: Roberto Ru­ta, Walter Tocci, Felice Casson. Pretendeva­no il no, piuttosto che la defezione dal voto. Tutt' altra accoglienza per l'ormai ex pd Stefa­no Fassina, applausi e abbracci dagli inse­gnanti: «È inaccettabile che vi sia stata sbat­tuta la porta in faccia», li consola lui. Dentro, l'aula è in subbuglio, lo sarà dal mattino fino al voto finale.

Il governo ce l'ha fatta sì, il ministro Stefa­nia Giannini (<<Non sono commissariata») e il sottosegretario Davide Faraone si abbraccia­no. Ma con voti e assenze che pesano. Con i sì, ad esempio, degli ex Fi Sandro Bondi e Ma­nuela Repetti, con l'assenza fin troppo evi­dente di Denis Verdini, ormai in rotta col suo partito. Se è per questo non si fanno vedere

nel giorno decisivo, ma per marcare la distan- te Grasso. Perderà le staffe solo quando i ban­za, nemmeno il senatore a vita Carlo Rubbia, chi M5S si trasformeranno in curva sud pron­e Elena Cattaneo e Mario Monti, uomini di ta a colpire chiunque voti a favore o quasi: scienza e di università. Tra le file della mag- «Questi sono gesti di intolleranza. Il voto de­gioranza spicca anche l'assenza di Carlo Gio- ve essere libero, non voglio commenti né pri­vanardi, ma l'Ncd di cui fa parte è compatto e . ma, né dopo». Ma sarà inutile. Bondi e Repet­determinante. ti, con Casini e tutti gli ex grillini, i più tartas-

Dagli ultrà grillini e Sei non sarà risparmia- sati. Beppe Grillo via Twitter sentenzia: «Han­to nessuno dei votanti a favore. Nemmeno, no ucciso la scuola pubblica». I centomila da per la prima volta, l'ex presidente Giorgio N a- assumere tirano un sospiro di sollievo. politano. Ha appena pronunciato il suo "sì" al-la prima chiama e finisce sopraffatto da cori di "buu", "bravo, bravo", "vergogna" e fischi dai banchi dei Cinque stelle. Lui si allontana lentamente sostenendosi sul bastone, senza voltarsi. Sono da poco passate le 18, è il mo-mento più basso di una giornata che è andata degradando come su piano inclinato verso il caos finale. Una corrida, protagonisti anche prof e studenti dalle tribune in alto, che si sca-tenerà contro tutti gli ex grillini che oseran-no pronunciare il "sì" alla chiama, ma anche contro chi, come Miguel Gotor sta alla sini-stra del pd, ma non al punto da negare la fidu-cia. «Voto sì per disciplina, ma gli elettori non ci perdoneranno», è il suo presagio. A mezzo-giorno i parlamentari di Sei compaiono con t-shirt bianche con la scritta "Libertà di inse-gnamento" e "Diritto allo studio", il clou sarà l'uso imperterrito dei fischietti in aula, stile Vuvuzelas ai mondiali del Sudafrica. La ma-glietta la indossa anche Maria Mussini del Mi-sto e il presidente Grasso le chiede di toglier-la. «Che faccio presidente, mi spoglio? Volete uno striptease?» La capogruppo SeI De Petris nel frattempo ha adagiato una di quelle ma-gliette sul banco del ministro Giannini. «Fuo-ri i bulli dalla scuola», campeggia sui cartelli mostrati dai leghisti con tanto di fotomontag-gio del premier Renzi nei panni del Fonzie di "Happy days". Nulla rispetto allo striscione che a un certo punto srotolano sempre i leghi-sti: «Difendiamo i nostri bambini dalla scuola di Satana», c'è scritto. Il loro Gian Marco Cen-tinaio si distinguerà per aver paragonato il ddl alla ;'vaselina". I grillini portano in aula i lumini mortuari, dopo averli ostentati in sala stampa a beneficio delle telecamere per il "fu_ nerale" della scuola. «Quei lumini che avete là non portano bene», li ammonisce con l'ulti-mo briciolo di ironia l'ormai esausto presiden-

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la Repubblica

"Raccoglieremo le firme per abrogare queste regole"

CORRADO lUMINO ROMA. Giovanni Cocchi, maestro per vent'anni, prof di medie per i successivi quindici (al Guercino di Bolo­gna). E' diventato il simbolo della protesta contro la ri­forma della scuola. «Ho discusso del disegno di legge con Renzi per un quarto d'ora, ognuno è rimasto delle

sue idee, poi, quando è andato alla lava­gna, gli ho rifatto il verso in video».

Perché Bologna e perché lei al centro della rivolta? «Bologna ha la stessa tradizione forte

della scuola italiana: affonda le radici nella Resistenza e nella Costituzione. lo sono riconosciuto perché sono solo un in­segnante. Non sono iscritto a un sindaca­to e da sempre sono un elettore di sini­stra deluso. Quando il Pd va al governo diventa irriconoscibile».

Per ora ha vinto Renzi con la sua Buo­na scuola. Come reagirete? «Non è finita qui. D'istinto dico che da

settembre la scuola italiana farà di tutto per non far passare la riforma. Non ci sa­rà collahorazione con i presidi e i loro

staff, sulle scartoffie da firmare creeremo problemi. Ci dedicheremo a insegnare ai nostri ragazzi, quello è sa­cro».

E fuori? «Raccoglieremo le firme per ahrogare una legge

che divide territorio da territorio, quartiere da quar­tiere e che nelle scuole ricche formerà la nuova classe dirigente e in quelle povere manodopera disponibile impossibilitata ad affrancarsi nella vita. Un ritorno in­dietro di decenni».

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La Dliovaseuola. I capi istituto selezioneranno i docenti da graduatorie territoriali Duecento milioni all' anno per i premi di merito. Stage in azienda per tutti: 400 ore per gli alunni degli istituti tecnici, 200 per i liceali. Ecco i cardini della riforma che cambia il sistema-istruzione

Presidi con più poteri ma valutati ogni tre anni 1 00 mila precari assunti e bonus ai prof migliori COR~Wlm\ìO

ROMA. L'approvazione al Senato è stato il passaggio decisivo (e il più temuto) del disegno di legge "La buona scuola", immaginata da Matteo Renzi dal giorno dell'insediamento del suo governo (22 febbraio 2014) e portata avanti dagli uffici del ministero dell'Istruzione con strappi e rallentamenti da settembre scorso a ieri. Il ddl prevede 3 miliardi a regime sul capitolo istruzione, un miliardo già nel 20 15. Servono soprattutto al piano straordinario di assunzioni per 100.701 docenti: il governo vuole assorbire il precariato storico (620.000, oggi, gli iscritti in tre distinte graduatorie) .. Dal 2016 si assumerà solo per concorso. Al centro del provvedimento l'autonomia scolastica. I presidi, nonostante gli interventi successivi, restano il centro della scuola italiana: pagati meglio, avranno la prima e ultima parola sulle assunzioni (da bacini territoriali), più soldi per far funzionare gli istituti (raddoppiato il fondo di base) e più insegnanti da far girare sulle nuove materie. Gli stessi dirigenti scolastici, come i docenti, saranno valutati. I presidi ogni tre anni, anche da ispettori ministeriali. Vengono rafforzate, o reinserite, dieci materie. Musica e arte, competenze digitali ( anche i social networ k) , economia, diritto, cittadinanza e discipline motorie. L'inglese sarà insegnato dalle scuole elementari e alcune discipline generaliste saranno spiegate nella lingua lingua straniera scelta (il

metodo Clil). Ci sarà, ancora, l'italiano dedicato agli studenti stranieri. La contestata" chiamata diretta" dei docenti (ma non è la legge Aprea, dove i presidi assumevano direttamente i loro insegnanti) slitta a settembre 2016. Per quest' anno assunzioni vecchio stile: 52.000 da settembre e 48.000 nel corso della stagione. I primi mesi si annunciano molto difficili. Alle superiori, il curriculum degli studenti diventa flessibile: le scuole attiveranno materie opzionali che consentiranno agli alunni di crearsi un percorso autonomo. Le competenze maturate dagli studenti fuori dalla scuola (volontariato, attività sportive, culturali, musicali) saranno inserite in un apposito curriculum digitale che conterrà informazioni per 1'orientamento e l'inserimento nel mondo del lavoro. Nei periodi di sospensione delle attività scolastiche il governo vuole mantenere gli istituti aperti, ma su questa partita per ora non ci sono risorse. L (alternanza scuola-lavoro diventa strutturale: 100 milioni 1'anno è lo stanziamento. Si farà in azienda, enti pubblici e musei. D'estate e all' estero. Almeno 400 le ore di lavoro nell'ultimo triennio dei tecnici e dei professionali, 200 ore nei licei. il 30 per cento dei fondi pubblici stanziati per gli Istituti tecnici, alternativa al percorso universitario, sarà legato agli esiti dei diplomati nel mondo del lavoro.

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la Repubblica

Via a un piano straordinario di assunzioni: 100.701 precari (potranno salire a una ci­fra tra 103.000 e 107.000) vengono assun­ti a tempo indeterminato entro il 15 set­tembre prossimo. Solo i primi 52 mila nelle

Gae (Graduatorie ad esaurimento) avranno diritto a scegliere catte­dre vacanti e insegne­ranno subito. Gli altri 48mila - organico del potenziamento - sa­ranno distribuiti nel

corso del 2015-2016 alle regioni (per il 90% in base al numero degli studenti e per il 10% in base alla dispersione scolastica) e avranno lo stipendio quando saliranno in cattedra. Tra gli assunti subito ci saranno i 6.500 idonei ( cifra da precisare) del concor­so 2012. n ministero prevede 7 docenti in più per ogni complesso scolastico italiano.

-+Com'era La Buona scuola nella versione di settem­bre 2014 prevedeva 148.000 assunzioni. La stabilizzazione avrebbe dovuto avveni­re ilI" settembre 2015 per tutti.

Come indicato dalla Corte di giustizia euro­pea, la nuiva legge mette un limite alla re­plica dei contratti a termine dei docenti: a partire dalI o settembre 2016 non si potrà andare oltre i 36 mesi (continuativi o no)

di supplenze. Dal 2017 non si potrà più entra­re nelle graduatorie di istituto (seconda e ter­zafascia) senza abilita­zione. Entro il primo di­cembre 2015 il Miur bandirà un concorso

per titoli ed esami valido per il 2016-2019 per l'assunzione a tempo indeterminato di 60.000 docenti. Per questo concorso si pre­vedono punteggi aggiuntivi per chi ha fat­to tirocini a pagamento per abilitarsi (Tfa e Pas) e per chi ha fatto supplenze di almeno 36 mesi (si potrà pescare anche dalla secon­da e dalla terza fascia).

-+Com'era

tempo: la legge oggi consente a un dirigen­te scolastico di guidare un istituto fino a no­ve anni. I presidi, chiamati "leader educati­vi", dovranno promuovere il piano dell' of­

ferta formativa, sce­gliere dagli ambiti ter­ritoriali ( a partire dall' anno scolastico 2016/17) idocentirite­nuti per curriculum ed esperienze più adatti alloro progetto. Cori la

riforma a regime tutti gli insegnanti saran­no scelti dal capo d'istituto, che potrà nomi­nare fino al 10 per cento di docenti come collaboratori. Il preside assegnerà anche le supplenze fino a 10 giorni. I dirigenti scola­stici saranno supervisionati ogni tre anni da ispettori esterni: risponderanno del suc­cesso o dell' abbandono degli studenti.

-+Com'era La riforma ha abolito subito i vicepresidi. A disposizione del dirigente in un primo tem­po si erano immaginate nuove figure per for­mare e valutare i docenti: tutor e mentor.

Il Comitato di valutazione degli insegnanti sarà composto da sette membri: il preside, tre docenti insediati dal Consiglio d'istitu­to e per metà dal collegio docenti, un mem­bro esterno (docente, preside o tecnico),

un genitore e uno stu­dente (due genitori nelle scuole dell'infan­zia). Genitori e studen­ti mantengono pieni poteri. Il comitato re­sta in carica tre anni. Viene istituito un fon­

do da 200 milioni l'anno per premiare i do­centi migliori e più impegnati: li sceglierà il preside, sentito il Consiglio d'istituto. I pre­mi andranno in media al 5 per cento degli insegnanti e la loro distribuzione terrà con­to dei territori più difficili. L'emanazione delle linee guida per valutare il premio dei docenti è prevista «entro il 2018».

-+Co.'era Gli insegnanti nel comitato sono saliti da due a tre. La "Buona scuola" originaria pre­vedeva l'annullamentò degli scatti d'anzia­nità e premi al 66 per cento dei docenti.

A settembre 2014 il limite dei 36 mesi era previsto da settembre 2015: c'è un anno in più di attesa. Nessun blocco, invece, sull'in-gresso in seconda e terza fascia. -+ maulaalm.'liiilliGiD..

Scuola: testate nazionali

Dal 2016 il numero degli alunni nelle classi dovrà scendere da 28 (legge Gelmini) a25. La riduzione del numero può essere dispo­sta dal dirigente scolastico per la presenza di alunni con disabilità. Il preside può utiliz­

zare i docenti in classi di concorso diverse da

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quelle per le quali sono abilitati purché posseg­gano titoli di studio va­lidi e competenze pro­fessionali coerenti e purché non siano dispo­

nibili nell'ambito territoriale docenti già abilitati in quelle materie. Ogni anno mae­stri e professori avranno una card caricata con 500 euro per aggiornarsi: libri, stru­menti digitali, corsi, mostre e teatri. La for­mazione diventa obbligatoria e costerà 40 milioni l'anno. La carta dello studente con­sentirà pagamenti elettronici.

-+Cmn'era La legge per ridurre le classi pollaio è stat introdotta soltanto al Senato. E in una pri­ma versione non c'era la card da 500 euro. Prevista subito la formazione obbligatoria.

Con lo "school bonus" chi farà donazioni a favore delle scuole per la costruzione di nuovi edifici, la manutenzione, la promo­zione di progetti dedicati alla futura occu­pazione degli studenti avrà un beneficio fi­

scale (credito di impo­sta del 50% o del 65% ) al momento della di­chiarazione dei redditi (persone o enti non commerciali). Il 10% andrà alle scuole con meno risorse. E' stato

stabilito un tetto per le erogazioni liberali: i versamenti saranno ammessi in detrazio­ne nel limite massimo di 100.000 euro per ogni periodo di imposta. Scatta la detraibili­tà delle spese sostenute dalle famiglie (fi­no a 400 euro l'anno) quando i figli frequen­tano una scuola paritaria: la detrazione va­le dalle materne fino alle superiori.

-+Com'era Le scuole superiori, nei vari passaggi, sono uscite e rientrate dalle detrazioni per le pari­tarie. Il tetto allo "schoolbonus". è arrivato s0-

lo in Senato su pressione di una parte del Pd.

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Ma la vergogna più grande è la disuguaglianza a scuola NICHOlAS KRISTOF

UPPONETE che gli afro-americani contrassegnino il loro retaggio con bandiere raffiguranti la ri­volta di Nat Turner nel 1831,in cui gli schiavi massacrarono cir­

ca 60 uomini bianchi prima di essere so­praffatti: la bandiera non celebrerebbe l'omicidio di bianchi, ma commemorereb­be semplicemente un evento centrale nel­la storia dei neri!

Supponete che i messicano-americani agitino una bandiera raffigurante la batta­glia di Alamo: il punto non sarebbe celebra­re la strage di texani, ma esprimere l'orgo­glio delle origini messicane!

È questo che significava per molti di noi lo stendardo di battaglia dei Confederati. Nat Turner almeno combat­teva per la propria libertà, mentre lo stendardo dei Con·· federati rappresentava quel­

li che hanno combattuto contro la libertà, difeso la schiavitù, bastonato gli attivisti dei diritti civili - e, più recentemente, as­sassinato i neri che vanno in chiesa. Fa spe­cie constatare la stessa avversione nell' opi­nione pubblica del Sud.

"TI vessillo di battaglia dei Confederati era l'emblema della sfida diJim Crow al mo­vimento dei diritti civili, dell'opposizione dei Dixiecrat (Partito democratico dei dirit­ti degli stati) all'integrazione, e del terrori­smo nazionale del Ku Klux Klan», rimarca­va Russell Moore del Congresso dei Battisti del Sud. "I cristiani bianchi dovrebbero pensare al significato di quella bandiera peri nostri fratelli e sorelle afroamericani».

L'anno scorso, in America, c'è stato un di­battito molto più esteso sulle razze. Ma gran parte del dibattito sembrava polariz­zare più che chiarire, lasciando le parti più trincerate che mai sulle loro posizioni, per cui ora è emozionante vedere un' ondata di azioni.

Lo Stato del South Carolina può final-

mente togliere la bandiera dalla sede del Palazzo di Governo, l'Alabama ha rimosso quattro bandiere dei Confederati dalla se­de del Campidoglio statale e il Missisipi po­trebbe eliminare dalla bandiera statale la croce di battaglia dei Confederati. Wal­mart, Sears, Amazon, e-Bay non venderan­no più prodotti con il simbolo degli Stati Confederati. Quindi non stiamo assistendo a dibattiti. ma ad azioni. Ma sono per certi aspetti illusorie: riguardano un simbolo, e ora, i loro progressi devono riflettersi sulle disuguaglianze razziali nel quotidiano.

La più grande vergogna dell'America nel 2015 non è un pezzo di stoffa. È che un ragazzo di colore ha un' aspettativa di vita inferiore di 5 anni a quella di un bianco; il reddito netto nel 2011 di una media fami­glia nera corrispondeva a 6.314 dollari, con­tro i 110.500 dollari di una famiglia bianca; quasi due terzi dei bambini neri crescono in famiglie a basso reddito; più di un terzo dei bambini neri metropolitani sono avvele­nati dal piombo (con danni cerebrali per­manente)presente nelle vecchie vernici delle case sotto lo standard.

Più determinante di quella bandiera è il nostro carente sistema di rette scolastiche che perpetua la disuguaglianza. L'unico en­te pubblico in cui l'America fornisce oltre­modo servizi agli afroamericani è la prigio­ne. I ventenni neri privi di un diploma di scuola superiore hanno più probabilità di essere incarcerati che impiegati, secondo una ricerca del N ational Bureau of Econo­mic Research.

Quindi sono favorevole alla rimozione degli stendardi di battaglia confederati, ma ora passiamo dai gesti simbolici a quelli concreti. Via le bandiere degli Stati Confe­derati da tutto il Paese! E poi occupiamoci della maggiore sciagura nazionale: nel 2015, molti bambini non hanno ancora uguali opportunità a causa del colore della loro pelle.

(©2015New York TimesNewsService Traduzione di Ettore C. Iannelli)

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LA STAMPA

Servivano . , . plU coraggio

e meno fretta ANDREA GAVOSTO

'P rimavera 2016. Sala pro­fessori di una qualsiasi scuola secondaria: Ci

scino quattro docenti. TI primo è da anni in cattedra in quella scuola e per lui quasi nulla è cambiato con la riforma, se non che ora gli sarà più difficile ottenere il trasferimento in una scuola vicina a casa.

CONTINUAA PAGINA 25

,SERVIVANO PIU CORAGGIO

E MENO FRETTA ANDREA GAVOSTO' SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

erò, è preoccupato perché awerte tensioni fra i colleghi e il dirigente scolastico, dopo tutte le sparate mediatiche sui «presidi sceriffo». Il secondo è entrato in ruolo a set-

tembre con il piano straordinario di assunzioni previsto dalla riforma, prendendo una cattedra o -'come recita il burocratese­«un posto vacante e disponibile nell'organico di diritto». Viene dalle graduatorie a esaurimento (Gae) e finalmente ha il posto fisso. Anche lui è preoccupato: negli anni di precariato ha inse­gnato pochissimo, perché era indietro nelle graduatorie, e in questi mesi qui a scuola si è accorto che le sue competenze di­dattiche sono un po' arrugginite. Nessuno, peraltro, ha mai vo­luto verificarle né proporgli un aggiornamento. Da persona co­scienziosa, si chiede: sono all'altezza delle richieste dei Ìniei stu­denti? Il terzo è il più insoddisfatto. Viene anche lui dalle Gae e anche lui è stato assunto con il piano straordinario, ma a metà anno, non a settembre. La sua materia è diritto ed economia, però non la insegna, perché nella scuola non ci sono cattedre disponibili e così è finito nei «posti di potenziamento» dell'orga­nico dell'autonomia. Il preside ogni tanto lo manda in classe per una supplenza breve, a coprire un collega assente. Per il resto, fa poco e si sente un prof di serie B. Il quarto, il più giovane, inse­gna matematica. Ha l'abilitazione dopo il tirocinio formativo, ma non è di ruolo: è un supplente annuale, che la scuola è stata costretta ancora a chiamare - nonostante la maxi-assunzione -perché le graduatorie Gae della sua materia sono esaurite. Divi­de il suo tempo fra l'insegnamento e la preparazione al concor­so appena indetto, passando il quale nei prossimi tre anni forse

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avrà anche lui il suo posto di ruolo.

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Questa storiella esemplare può dare un'idea di come sarà la scuola dopo la riforma a quei lettori preoccupati per il futuro dell'istruzione, per il percorso scolastico dei figli e per il possi­bile caos organizzativo del prossimo anno (cioè, quasi tutti), ma poco sedotti dai tecnicismi della normativa.

Come ripetiamo da mesi, la Buona Scuola fin dall'autunno 2014 aveva un peccato originale difficile da correggere: una «logica capovolta» che partiva non da una ricognizione dei rea­li bisogni formativi delle scuole, ma da un pacchetto di assun­zioni prede terminato, sostanzialmente confermato fino a oggi. Una logica fondata su due premesse false: che assumendo su­bito tutti e solo i docenti delle Gae si sarebbe risolto il problema del precariato e che queste assunzioni sarebbero state adegua­te a soddisfare - per ogni materia e in ogni area d'Italia - la domanda di insegnamento che viene dalle scuole (ma allora che ci fa Il il supplente annuale della nostra storiella?).

I lettori capir~nno anche perché su questi aspetti decisivi la riforma non è emendabile, anche dopo le modifiche apportate con il maxiemendamento, sul quale ieri il governo ha chiesto e ricevuto il voto di fiducia del Senato. Certo, non tutto è da buttare nella Buona Scuola che ora diventerà legge dopo un ultimo passaggio alla Camera. Vanno apprezzate la volontà di tornare a investire sull'istruzione e la scelta di dare una salu­tare sterzata ai rapporti fra scuola e lavoro. Come pure ci con­vince la vera novità del maxiemendamento: un modello di va­lutazione dei presidi che può diventare un contrappeso ai maggiori poteri a loro assegnati; migliorabilissimo, ma coe­rente con la direzione presa in questi anni dalla valutazione degli istituti e con l'idea di introdurre più merito nella scuola. Non basta, però, e perciò pensiamo che sia stata persa un'altra occasione per migliorare la scuola. Perché questa riforma, che il governo ha voluto approvare frettolosamente all'ultimo re­spiro per ragioni di ordine politico, manca di una visione stra­tegica chiara di che cosa e come debbano apprendere i nostri studenti nel prossimo decennio, sacrificata all'urgenza di por­tare a casa a ogni costo quel pacchetto di assunzioni. Un esem­pio? È buona l'idea di un organico dell'autonomia più ampio e flessibile, grazie al quale incrementare spettro e qualità del­l'offerta formativa,dando gambe alla «scuola del pomeriggio». Ma se diventa il refugium peccatorum per i precari a cui non si può dare una cattedra, lo si svilisce e lo si affossa.

*Direttore Fondazione Agnelli '" O') 00

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Quotidiano Data 26-06-2015 Pagina 11/1 2 Foglio 1 /3

Paola Mastrocola, insegnante e scrittrice: su ogni èquipe, di ogni tipo, c'è sempre un capo

Il preside serve assolutamente Le scelte degli insegnanti non sono mai senza conseguenze

potersi prendere è un'altra. D. Una minoranza robu- D. Un'obiezione insistita DI GOFFREDO PISTELLI D. Quale? sta... al potenziamento del ruolo

R. Quella di non svolgere il R. Sì, non saremmo pochi dei presidi è quella del vi-

Sì, mi Piac. erebbe programma, di non insegnare alla fine. È che non sciope- zio italico del clientelismo.

« avere un capo, bene. riamo mai e, quindi, non fac- Si dice che un dirigente come in tutti i D. Qual è il problema, ciamo testo. La nostra è una con la libertà di assume­lavori. Le pare professoressa? ribellione molto silenziosa... re, seppure da un albo di

un'idea così strampalata?». R. Che nessuno ha un ritor- D. Torno al preside, abilitati, sarebbe un disa­Parlare di scuola con Paola no di quello che fa, che faccia anzi al dirigente scolasti- stro. Mastrocola, scrittrice di suc- bene o male, che faccia Dan- co, come si vuole che si R. Appunto, da un albo di cesso, ma insegnante autenti- te o no, che legga i giornali o dica... abilitati; ci sarebbe un con­ca in quel di Chieri (Torino), spieghi letteratura. R. Anche questa è una cosa corso, prima, che accerta le nella sezione scientifica del li- D. Con quali conseguen- curiosa: si vuole un dirigen- competenze. E io comunque ceo Augusto Monti, parlare di ze? te ma che non diriga. O me- non credo a questa obiezione, scuola, dicevamo, con questa R. Qualsiasi scelta compia glio... che varrebbe per qualsiasi torinese, classe 1956, signifi- un insegnante, non è senza D. O meglio? ambito professionale: il pre-ca rifuggire il politicamente, conseguenze, può causare R. Che diriga nelle pulizie, side che mettesse a lavorare anzi il sindacalmente corretto, danni irreparabili agli studen- nell'edilizia, nella burocrazia, persone che non funzionano e stare sulla concretezza dei ti. Le faccio un esempio. n ci va bene. Ma che non diri- per il solo fatto che sono ami-problemi. D. Meglio. ga altrove, per carità! che o parenti, la pagherebbe.

Domanda. Professoressa, R. Insegno al biennio dello D. Lei in passato l'ha det- Studenti e famiglie si ribelle­non si è ancora spenta l'eco scientifico e, ogni anno, quan- to apertis verbis: un pen- rebbero, cambierebbero scuo­dell'indignazione contro il do arriva una nuova prima siero che è figlio di una la: c'è sempre e comunque un preside-sceriffo, previsto classe, incontro ragazzi che certa deriva sindacale. controllo sociale. nella riforma della scuola, non sanno parlare,-non san- R. Sì e credo D. Meglio adesso, col e lei invoca il «capo»? no scrivere, non sanno capire chenonsiafini- temo a lotto: a insegnare

Risposta. A me pare impos- quello che leggono. E hanno ta. Il sindacato arriva chi arriva? sibile il contrario. già otto anni di studio alle non demorderà R. Qui si è per il lavoro ga-

D. Vale a dire? spalle. A quel punto facciamo perché il posto rantito per tutti. Capisco, per R. Insomma in tutti gli i corsi di metodo di studio, fisso, garantito carità. Ma allora cambiamo-

ambienti di lavoro c'è questa per imparare a studiare. Ma per tutti, è il glielo questo lavoro: se uno figura del capo. Prenda un le pare? Non si poteva inse- mantra ricor- non sa insegnare, potremmo ospedale: c'è un primario che gnarglielo prima, a studiare, rente. Ma così, trovargli altre occupazioni guida medici e infermieri, che semplicemente facendoli stu- davvero, non all'interno della scuola, al-gli sono sottoposti, perché tut- diare? ne verremo trettanto importanti e utili, to funzioni. D. Torno, se permette, fuori. Non si in Italia siamo abilissimi a in-

D. L'ho sentita parlare sulla parola «capo», da lei vuole vedere. ventarci funzioni. No, il punto con nostalgia di quei pre- usata. Si rende conto che è D . C h e è un altro. sidi che, a sorpresa, entra- indicibile, vero? cosa? D. Quale, professoressa? vano in classe e ascoltava- R. Lo so. Eppure un capo R. Ba s t a R. E che ci si oppone a che no la sua lezione. Quando che fosse tale, farebbe una spostare il gli insegnanti siano rivalutati tutta la scuola si ribella cosa importante, come distin- punto di vista culturalmente e non solo per agli esorbitanti poteri del guere fra chi lavora meglio e sulla cosiddet- via burocra-capo di istituto. Sarebbe- chi lavora peggio. ta utenza, cioè le famiglie: è tica. Anzi sa ro limitativi della libertà D. Oggi non accade. evidente che un insegnante cosa le dico? di insegnamento. R. No, e non mi chieda per- che insegni male o non inse- D. Dica.

R. Ma quella non c'è più, ché. Forse perché dobbiamo gni affatto produca un danno R. Tutto da tempo. essere tutti tenuti a bagno in irreversibile nella vita di un questo ra-

D. Prego? questa palude piatta, in cui, ragazzo. Perché quello che non gionamento R. Ma sì, non siamo più emergendo qualcuno, l'altro impara ora, quel giovane, non sul ruolo del

liberi ma non certo a causa potrebbe sentirsi affondato. lo impara più. E avrà quindi preside mi dei presidi. Ci sono direttive - D. Scusi ma lei, con que- una vita lavorativa peggiore, spaventereb­europee, neanche più italia- ste idee, non ha mai avuto a seconda di quali insegnanti be un po' se ne, che impongono alla scuola problemi nelle scuole in abbia incontrato nella sua car- il dirigente verifiche di competenze, test a cui ha insegnato e inse- riera scolastica. Possibile che i r i m a n e s s e cui nessun insegnante, singo- gna? sindacalisti non abbiano figli? quello che è larmente, è in grado di oppor- R. Be', nel 2004, quando Possibile che non si rendano oggi ossia un si. Insegniamo ciò che serve a uscì La scuola raccontata al conto che l'idea di professori bur~rate. raggiungere gli obiettivi dei miocane(Guanda),alcunicol- inamovibili,palesemente,non D. Ieri, test. leghi la presero malissimo, ci funziona? n o n e r a

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D. Addio libertà? fu una mezza sollevazione nel- D. A una famiglia che in- così? R. No, poi la libertà di inse- la mia scuola. Adesso va un po' cappi in docenti così, non R. Nella mia lunghissima ~

gnamento ognuno se la pren- meglio, forse si sono abituati. resta che cambiare scuo- carriera ho conosciuto presidi ~ de, e fa solo ben~, una volt~ E comunque, sa, non sono sola, la... , . .. che erano intellettuali veri, .8 chiusa la porta dI classe. E Cl almeno il 20-30% dei docenti R. SI, smgolarmente Cl SI ar- studiosi, ognuno nell'ambito {l

mancherebbe. Semmai la vera in Italia la pensa così. r~ngia, certo. M~ ~man.e un della propria disciplina, alcuni ~ libertà che nessuno dovrebbe dIsastro per tuttI gh altri. scrivevano anche libri o arti- :g

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Scuola: testate nazionali Pag.61

coli. Insomma, erano perso- continua a pago 12 nalità di rilievo. Perché vede, essendo la scuola un luogo di cultura, io credo che dovreb­be essere affidata a persone di cultura. D. Assolutamente no. Un tem-

D. E invece? po i presidi esercitavano una R. E invece le scuole sono certa moral suasion.

sempre più parcheggi, zone R. Ah certo. Se un docente non di intrattenimento, e di aiuto funzionava, un buon preside qual­psicologico. che modo lo trovava per persua-

D. Welfare per gli inse- derli ad andarsene. Giustamente, gnanti.... aggiungo, perché un cap? ~'i~titu-

R. Certo. Soprattutto c'è to deve te~ere ~Ila quahta dI una l'idea che ai ragazzi debbano scuo~a .. Pnma, .m~ essere offerte più ore, più ma- fath, Il presId~ terie, più opzioni extracuITÌ- cercaya anc~e dI colari e personalizzate, tutta valo~Izz.~re 1 d~. roba che non ha niente a che centI PIU bravl; fare con la cultura in senso magari, chessò, li stretto. Importa sempre meno incaricava di te-una istruzione profonda, seria, ner.e, conferenze, elevata: di base. Ecco, io temo o dI mtrodurre lo una cosa. scrittore che ve-

D. Vale a dire? niva a presentare R. Che oggi il preside di cui un libro. C'era un

sopra, quello che potesse sce- sistema, insomma, gliere i docenti, finirebbe per per far emergel'e orientarsi non sui più bravi, la qualità. C'era, ma su quelli disposti a fare soprattutto, una più ore, a partecipare a più qualità culturale commissioni, ad assisterlo cui si teneva mol­nella pratiche funzionali. Ma, to. insomma, questo di cui discor- D. Professo-riamo, lei ed io, è un puro eser- ressa, diciamolo, tutto questa cizio accademico. allergia al capo, sarà pure una

D. In che senso? resistenza corporativa, 'ma ha R. Tutto questo non ci sarà. dentro molta di queU'ideologia

Il governo ha fatto marcia in- respirata da un generazione, dietro sul potere ai presidi. che oggi è in cattedra. Ed è

D. Sì, ha annunciato un quella che ha contestato sto­ripensamento ma forse, ricamente il principio di au­nel frattempo, ci sarà un torità. ripensamento del ripen- R. Sì, questa ideologia, che nasce samento. dal Sessantotto, ha permeato tutti

R. Si parla di un comitato gli ambiti della società, inclusa la composto da genitori, studenti famiglia. Oggi il concetto stesso di e altri docenti che lo affianche- autorità non si può neppure evoca-rà. . re: si viene fucilati a vista.

D. Un pasticcio... D. Diceva anche nella fami-R. Sì, ma è grave. Ecco, vede, glia ...

lo scriva: io l'ultima cosa che R. Coi figli succede la stessa vorrei è essere giudicata dai cosa che con gli allievi. Non si deve· colleghi. Magari mi valutano più ordinare niente, e se il ragaz­proprio i tre colleghi a cui sto zo non fa, pazienza. Il problema è più antipatica.... che non abbiamo la convinzione di

D. O dai genitori... quello che richiediamo. Fatichia-R. Genitori di altre classi, mo a imporre qual-

già: che cosa ne saprebbero di cosa. C'è una debo-come insegno? lezza della volontà.

D. La valutazione do- Eppure ci sarebbero vrebbe essere terza per imposizioni giuste, definizione. educative, di cui i ra-

R. La valutazione è il pro- gazzi hanno grande blema: su questo cadono i bisogno. Noi adulti ministri e anche i governi, dovremmo indicare talvolta. Come debba essere una strada, anche fatta nessuno lo sa. lo credo perché qualcuno poi che istituire un ispettorato decida di non percor-vero, con funzionari che giri- rerla, dì deviare. Ma no le scuole, potrebbe essere senza indicazioni, un'idea. Perché non crederà come si può fare? mica che sia difficile capire se D. Lei ringrazia si insegna bene o no, vero? la.severità dei suoi

genitori e dei suoi insegnanti?

Quotidiano Data 26-06-2015 Pagina 11/1 2 Foglio 2/3

R. Moltissimo. Ai miei bastava un'occhiata, un tono di voce, non c'era bisogno di andare oltre. La severità degli insegnati poi è preziosa. Invece prevale que­sta idea strampalata che siamo tutti uguali, tutti alla stessa altez­za e, peggio, tutti della stessa età. È grottesco che un insegnante o un genitore si metta alla pari di un ragazzino di otto anni! La maestra che si fa dare del tu, che si fa chia­mare Roberta, ma via .. .! Eppure a fare questi discorsi si viene bollati come retrogradi, fuori tempo.

D. Pl'ofessoressa, quando la intervistai, alcuni mesi fa, lei ricordò che l'allOra sindaco Matteo Renzi presentò a Firen­ze. con entusiasmo, il suo libro Togliamo il disturbo, e aggiun-se che ora gli sem-brava, da premier, di non riconoscerlo. Sulla scuola l'aveva convinta?

R. Certo che mi ave­va convinta. Mi era parso che avessimo le stesse idee. Ma forse mi ero sbagliata. Sin­ceramente sulla scuo­la oggi non vedo nulla dei discorsi di Renzi del 2011. Spero che sia solo un inizio, che per il momento sì sia dedicato solo agli aspetti gestiona­li e occupazionali della scuola. Lo aspetto sui temi culturali.

D. Sui contenuti, lei dice. R. La vera riforma dovrà pro­

nunciarsi su che cosa insegI}are. Teniamo tutto o qualcosa cade? Il latino nei licei: lo aboliamo o fin­giamo di insegnarlo ancora, visto che ne è stato ridotto l'orario e che dobbiamo fronteggiare la sfida di Internet, per cui i ragazzi trovano tutto già fatto e copiano?

D. Quella del latino obbligato­rio è una sua antica battaglia.

R. Vorrei che si facesse davvero, senza nnzioni. Vorrei che il latino fosse obbligatorio per tutti, fino a sedici anni. Significherebbe dare un aiuto vero ai ragazzi delle fami-glie più svantaggiate: nOn sarebbe affatto un'operazione elitaria~anzi, tutt'altro!

D. Non solo per dare un'istru­zione solida, ma perché è propedeutico allo studio del­le lingue, tema che tutti in­tenderebbero benissimo ...

R. Ma cer­to. Il latino è propedeutico a qualsiasi studio, perché è, in ge­nerale, un fan-

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Scuola: testate nazionali Pag.62

tastico aiuto alla logica, al pensie­ro, al ragiona­mento. Quindi anche alle lin-

gue, ovviamente. Dovrebbe essere la base costruttiva di ogni tipo di istruzione, anche tecnica, anchè manuale.

D. Anche per fare il falegna­me?

R. Un ragazzo poi può andare a fare l'ingegnere o il falegname, ma almeno ha le basi logiche per sempre, per capire, per leggere i libri e il mondo, per esprimere con proprietà le sue idee. Ma ci vorreb­be coraggio a dire questo, in una riforma. Il coraggiQ delle idee ma­gari controcorrente, Renzi, che vuoI cambiarè verso, potrebbe averlo questo coraggio, O no?

twitter @pistelligoffr ---© Ripmduzinne riseroata _____

Scuola: testate nazionali

Insegno nel biennio dello scientifico e, ogni anno, quando arriva una nuova prima classe, in­

contro ragazzi che non sanno parlare, non sanno scrivere,

non sanno capire quel che leggono. E hanno già otto anni di studio alle spal­le. Che cosa hanno

fatto prima?

Quotidiano Data 26-06-2015 Pagina 11/1 2

È chiaro che un in-segnante che insegni male o non insegni affatto produce un danno irreversibi­le nella vita di un ragazzo/a. Perché

quello che quel giovane non impara ora, non lo imparerà

mai più. Possibile che i sindacalisti

non abbiamo figli?

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Quotidiano Data 26-06-2015 Pagina 44 Foglio 1

Palazzo Chigi ha diffuso le istruzioni per aderire alla chance prevista dal di enti locali

Sconti Patto per rifare le scuole Per richiedere gli spazi finanziari c'è tempo fino al 30/6

Pagina a cura DI MATTEO BARBERO

Eo le istruzioni per ac­

cedere ai 40 milioni di sconti sul Patto 2015

revisti dal decreto <<enti locali» per consentire ai comu­ni di sistemare le scuole. A dU­fonderle è stata la Struttura di missione per il coordinamento e l'impulso per gli interventi di edilizia scolastica della presi­denza del consiglio dei ministri, con la nota prot. Smes 0000199 del 22 giugno. Per presentare la richiesta c'è tempo solo fino a martedì prossimo 30 giugno.

L'art. 1, comma 2, letto b), del dI 78/2015 prevede l'attribuzione ai comuni di spazi finanziari fino ad un massimo di 40 mi­lioni per sostenere spese per interventi di messa in sicurez­za degli edifici scolastici. il suc­cessivo comma 4 impone ai c0-

muni che desiderano accedere al riparto di comunicare, entro il termine perentorio di dieci giorni dall'entrata in vigore del provvedimento, gli spazi fi­nanziari di cui necessitano alla presidenza del Consiglio dei ministri-Struttura di missione per il coordinamento e l'impul­so per gli interventi di edilizia

scolastica. Quest'ultima, a sua volta, dovrà comunicare alla Rgs, nei successivi 20 giorni, le quote assegnate a ciascun ente. Gli interventi candidabili sono quelli su edifici di proprietà pubblica finanziati dalla deli­bera Cipe n. 22 del 30 giugno 2014 (attuativa dell'art. 48 del dl6eJ2014), la cui aggiudicazio­ne preliminare sia avvenuta prima dell'entrata in vigore del dl 78 (ossia entro il 20 giugno) e che prevedano l'effettuazione di pagamenti nell'anno in cor­so. Ogni ente potrà richiedere spazi finanziari solo per le spese provenienti da stanzia­menti di bilancio o risotse ac-

quisiste mediante contrazione di mutuo da sostenere nell'an­no 2015. I comuni interessati devono compilare il modulo scaricabile all'indirizzo http:// italiasicura.governo.itlsite/ home/scuole/articol0555.html e inviarlo via Pec all'indirizzo [email protected]­no.it entro le ore 24.00 del 30 giugno prossimo. La doman­da deve contenere tutti gli elementi indicati dalla nota, fra cui il codice Cup, la data di aggiudicazione e l'importo del quadro tecnico economico. Se le richieste dovessero su­perare l'importo disponibile, gli spazi verranno attribuiti su base proporzionale.

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Scuola: testate nazionali Pag.64

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26-06-2015 9 1

Parla il capo dei presidi: «Si poteva avere più coraggio» l'INTERVISTA ROMA Giorgio Rembado, presi­dente dell'Associazione Nazio­nale Presidi, come valuta il ma­xi-emendamento giunto dopo un percorso così lungo e sof­ferto? «Sicuramente - risponde il pro­fessore - il testo originario aveva un impianto più coerente ed era più innovatore. Va detto che il percorso di questo documento è iniziato molto prima del ddl e nell'iter le sollecitazioni esterne hanno portato a un parziale cambiamento delle linee inizia­li. Il maxiemendamento mantie­ne, però, spunti importanti per l'organizzazione del lavoro. Il pericolo maggiore la Scuola lo ha corso quando sembrava che il premier si stesse orientando

per lo stralcio o il rinvio del provvedimento» . Quale punto costituisce la vit­toria più importante per la scuola?, «Sicuramente, la possibilità dal 2016, per la prima volta, di assu­mere docenti negli ambiti terri­toriali, in base a competenze co­erenti con gli obiettivi del piano di offerta formativa degli istituti e comprovate dal curriculum vi­tae. È una grande novità». Le assunzioni previste con il nuovo metodo saranno, però, anticipate da una serie di stabi­lizzazioni "tradizionali": lo ri­tiene uno svantaggio per le scuole? «Avrei ritenuto preferibile adot­tare subito il nuovo sistema, ma visti i tempi di approvazione del­la legge, non era verosimile che si arrivasse a mettere in campo

in tempo il nuovo meccanismo, decisamente più complesso, che richiede la definizione del piano formativo triennale e degli albi territoriali, oltre alla valutazio­ne dei curricula. Ciò che conta è che non si pregiudichi il passag­gio al nuovo sistema». Promosso anche il Super-pre­side? «C'è stata un'enorme strumenta­lizzazione su questo punto nel

ma fino ad oggi non attuato». Un'autonomia condivisa con il Comitato di Valutazione? «II Comitato è coinvolto per un parere nei premi e nelle assun­zioni. Le scelte poi le fa il diri­gente. È un organismo di sup­porto». Nessuna perplessità sulla pre­senza di genitori e studenti al suo interno? «II comitato è composto da sette membri: il dirigente, un mem­bro esterno scelto dall'Ufficio Scolastico Regionale e un nume­ro di docenti, che per le richieste dei Sindacati, è stato portato da due a tre. Rimangono due geni­tori o un genitore e uno studen­te. Credo si garantisca la rappre-

sentanza delle diverse parti nel­la scuola». La mancata estensione della valutazione al personale, può creare problemi di gestione? «Norme e sanzioni ci sono an­che per il personale tecnico-am­ministrativo, basterebbe che fos­sero applicate. E d'altronde, è il profilo del docente a essere de­terminante. Se non si parte da quello, è difficile andare avanti. I presidi dunque approvano il maxiemendamento che ha ri­critto il parte la riforma? «Sì, con la riserva delle troppe ri­petizioni. Si poteva avere mag­gior coraggio e procedere con coerenza e determinazione ver­so la linea della riforma. Tra po­co e nulla, però, io preferisco il poco».

Valeria Arnaldi © RIPRODLJZIONE RISERVATA

REMBADO: (SPUNTI IMPORTANTI PER l'ORGANIZZAZIONE DEL lAVORO, TO O~IGlNARIO P ERA PIU INNOVATORE)

Giorgio Rembado (foto IMAGO)

Scuola, primo sÌ al Senato nella bagarre ~:';~';,~,,,~' '~','~" ;;~.';:~:';~,:':' ,~"":;":o~"~',;" ;',,':;;',:;n,~;;~~ '.' ,,~:'~:;,' ,";:~:;',"::' '2o"~ ::" ,

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dibattito parlamentare. La vera ~ Q)

innovazione del sistema è nella ~ più matura interpretazione del ~ concetto di autonomia, ricono- ~

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Scuola: testate nazionali Pag.65

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Fiducia sulla scuola, il Pd più compatto del 'previsto Massimo Adinolfi

Con la'fiducia al Senato, la riforma della scuola del governo Renzi si avvia a diventare legge dello Stato. Alla Camera, infatti, i numeri non sono ballerini e sorprese non ce ne saranno. Chi ieri se

le aspettava è rimasto deluso da un voto netto, in cui il Pd si è mostrato persino più compatto del previsto.

, Eccezion fatta per tre senatori che hanno votato no, e che paiono decisamente propensi ad unirsi a Pippo Civati, già uscito dal Pd, i democratici hanno dimostrato che la tenuta della maggioranza è assicurata anche su materie dove molto forte è la frizione interna, e sulle quali probabilmente hanno perso non pochi consensi alle scorse elezioni regionali. Un segno di salute del governo, qualunque cosa si pensi della legge.

Non è stato, in verità, un passaggio semplice. Basta leggere l'intervento del senatore Miguel Gotor, tra i più vicini alla Ditta che fu di Bersani. Gotor, come molti altri della minoranza interna, ha votato sì alla fiducia per evitare, sono state le sue parole, che si aprisse una «crisi politica e istituzionale senza precedenti» (cioè che si andasse al voto), ma giudica questa «la peggior fiducia possibile» alla quale si è risolto «con un crescente disagio, misto a delusione e persino rabbia». Più duro di così c'è solo il voto contrario, ma il voto contrario non c'è stato.

Nel merito, Gotor può lamentare che la legge non fa nulla sulla dispersione scolastica, o che non si è messa mano ai cicli scolastici, ma ha purtuttavia dovuto riconoscere che nel lavoro parlamentare diversi aspetti controversi del testo sono stati modificati, o almeno smussati, e anche se lo considera un «mediocre intervento legislativo», invece di una vera riforma, ha dovuto prendere.atto che siamo dinanzi ad un cambiamento deciso dell'organizzazione del sistema dell'istruzione.

Questa presa d'atto è forse il più chiaro significato politico del voto di ieri. Renzi governa e non ha nessuna intenzione di mollare la presa, o di rallentare il passo. I conti si faranno alla fine, ma dinanzi agli elettori Renzi vuole presentarsi con un carniere di riforme pieno. Agli awersari interni non resta, appunto, che prenderne atto. Il governo non cade per un incidente parlamentare, o per la defezione di un pezzo del Pd: chi ci contava ha in realtà già lasciato o sta per lasciare il Pd. A quest'ultimo appuntamento Renzi non si presentava certo nel momento di

massima forza: il mondo della scuola gli si èfatto awerso, i sindacati gli hanno proclamato contro uno sciopero generale e ancora ieri gli insegnanti erano in piazza. Le opposizioni scalpitavano e igrillini non hanno certo perso tempo nel tentativo di ergersi a rappresentanti degli insegnanti e degli studenti delusi dalla sinistra. Per di più, nel voto regionale non sono state tutte rose e fiori, per il Pd. '

La maggioranza, comunque, ha seguito Renzi. In effetti, il Nuovo Centrodestra ha non poche gatte da pelare: difficile dunque che provi a sfilarsi. Non lo farà ora e non lo farà nei prossimi mesi. Quanto al Pd, il vero smottamento si è prodotto in realtà nelle file della sinistra interna, perché all'intransigenza un po' rancorosa della vecchia guardia di D'Alema e Bersani, sempre più inascoltata, si è sostituita la formazione dialogante dell' area guidata dal ministro Martina e da Cesare Damiano, che pur con tutti i distinguo non intendono affatto essere d'intralcio al governo. Sono gli ultimi arrivati al fatidico momento della presa d'atto: Renzi non è un energumeno estraneo al Pd, lo scassinatore irriguardoso della tradizione della sinistra; è invece colui che ne interpreta la proposta di cambiamento. Respingerla in toto, come ha fatto due giorni fa Fassina, significa uscire dal Pd.

Dunque la nave va, e il suo timoniere può giocarsi una nuova partita, quella delle riforme istituzionali che in corso d'anno, con la legge sul nuovo Senato, proverà a chiudere. Poi, forte del bottino di credibilità conquistato sin lì, proverà a dare una sterzata anche sul quadrante europeo, dove si gioca la vera partita dei conti pubblici italiani. Solo dopo comincerà a pensare al voto.

Dall'altra parte del campo di gioco, è ancora presto per dire se dawero Matteo Salvini riuscirà a prendere la guida del centrodestra. Ma intanto è lui che sembra disegnare i crinali lungo i quali si divide oggi l'opinione pubblica, cioè in tema di sicurezza e immigrazione. L'altro discrimine, quello contro la casta e la corruzione, è presidiato con i toni giustizialisti che le sono propri, dall'altra opposizione, quella a cinque stelle. Al Pd tocca il compito di tracciare la sua linea di demarcazione, e provare ad imporla presso l'opinione pubblica. Nelle settimane scorse, tra Mafia capitale e liste di impresentabili, sbarchi di profughi e paure di uscita dall'euro della Grecia, se ne era perso il segno. Ieri Renzi ha ripreso in mano il gessetto ed è tornato con decisione alla lavagna. E la maggioranza ha appreso la lezione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Scuola: testate nazionali Pag, 66

Quotidiano Data 26-06-2015 Pagina 1 Foglio 1

La riforma che scontenta tutti

Scuola, Renzi promosso ma ha già un debito

di ALESSANDRO ANTONINI

Un testo pasticciato, con le assun­zioni prima della rifonna, votato a maggioranza, ma non assoluta, e salvato sul filo di lana dall' ennesi­mo intoppo contabile dal «catti­vo» Antonio Azzollini. ( ... )

segue a pagina 8

La scuola del premier

Assunti 1 OOmila precari: metà lo resteranno Solo 45mila pro! possono insegnare da subito, gli altri devono aspettare la chiamata. Più poteri di scelta ai presidi

::: segue dalla prima

ALESSANDRO ANTONINI

( ... ) Alla fine, però, la Buona scuola ce l'ha fatta. Fiducia al Senato e ora in marcia verso la Camera. Ma Matteo Renzi se l'è vista brutta. E non tanto per la furia di tutte le opposizioni, compresa quella interna al Pd. Ad evi­tare lo scivolone peggiore è stato Az­zollini, cioè il senatore del Nuovo Cen­trodestra perilquale la procura di Tra­ni ha chiesto gli arresti domiciliari. Nella sua veste di presidente della Commissione Bilancio, il parlamenta­re si è accorto che il testo del maxi emendamento sul quale il governo ha messo la fiducia era scritto male, al punto da mettere a rischio l'equilibrio di bilancio del 2015. «CosÌ com' è», ha avvertito, la nonna sul fondo con cui finanziare le nuove assunzioni «non è coerente con i principi di contabilità», poiché «potrebbe prefigurare una sor­ta di prenotazione ex ante» delle risor­se, che in teoria potrebbero essere usatw «per finalità più generali». Una questione tecnica che avrebbe potuto creare un precedente pericoloso. Tan-

to che il governo non ha fatto una pie­ga: testo modificato, limitando solo al primo anno le modalità di reperimen­to dei soldi. Per il resto il maxiemenda­mento, che accoglie alcune proposte delle opposizioni, rifonna la scuola nella direzione più o meno prevista. Assunzioni. Saranno fatte subito con le vecchie regole per 100.700 precari. Solo 45mila, però, inizieranno a lavo­rare. Gli altri saranno chiamati nel cor­so dell'anno. Stanziato un finanzia­mento aggiuntivo che a regime arrive­rà a 3 miliardi. Dal 2016, poi, si assu­merà solo per concorso: il primo ban­do dovrà essere emanato entro ilI di­cembre. Presidi. Sempre dal 2016 i presidi avranno la possibilità di individuare, sui posti che si liberano ogni anno, i docenti che ritengono più adatti, per curriculum ed esperienza fatta. L'ope­rato dei presidi sarà sottoposto a valu­tazione triennale da ispettori esterni e questa valutazione influirà sulla loro retribuzione aggiuntiva. Valutazione dei professori. Nasce il Comitato di valutazione per gli inse­gnanti: avrà durata di tre anni e sarà

presieduto dal dirigente scolastico. Ne faranno parte, tra gli altri, un mem­bro esterno, tre docenti e rappresen­tanti dei genitori. Viene istituito un fondo da 200 milioni l'anno per la va­lorizzazione del merito del personale docente. Le linee guida per valutare i docenti arriveranno nel 2018. Curriculum degli studenti. Arriva il curriculum dello studente, che con­terrà i dati relativi al percorso di studi, alle competenze acquisite, agli inse­gnamenti opzionali, alle esperienze fonnative a alle attività extrascolasti­che. L'alternanza scuola-lavoro diven­ta strutturale grazie ad uno stanzia­mento di 100 milioni all'anno. Si po­trà fare in azienda e in enti pubblici. School bonus. Chi farà donazioni a favore delle scuole per la costruzione di nuovi edifici, per la manutenzione, per la promozione di progetti dedicati all' occupabilità degli studenti, avrà, in sede di dichiarazione dei redditi, un beneficio fiscale. Gender. L'Ncd ha strappato al mini­stro Giannini l'assicurazione che «tut­te le attività extracurriculari» avranno bisogno del consenso infonnato delle famiglie.

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lO SCONTRO I grillini hanno acceso dei lumini da cimitero. Magliette polemiche da parte di SeI, i lumbard mostrano striscioni e tubetti di vaselina

Renzi promosso coi debiti Fiducia tra i fischi sulla scuola Il decreto passa con 159 sÌ, due meno della maggioranza assoluta. Clima teso, quattro senatori pd non partecipano al voto. Il 7 luglio toccherà alla Camera

le aspettative. Mancano all'ap- Esposito e Carlo Giovanardi, questrare ogni oggetto simbo­

::: BRUNELLA BOLLOLI pello, infatti, due voti per arri- coni primi due assentigiustifi- lo della protesta. «Oggi è il fu­vare alla maggioranza assolu- cati per motivi di salute. Dei nerale della scuola», è stato lo ta (al Senato è di 161 voti) e, senatori a vita era presente so- slogan della giornata. Lutto al sebbene con questo ddl non lo Giorgio Napolitano, fischia- braccio peri pentastellati, ma­

II1IIII1IIII1II Finisce con i professori si sia toccato il punto più bas- to dai pentastellati al momen- gliette con frasi contro il ddl che lasciano la tribuna del Se- . ( ·b· d SI·" ti· fu so perilgovemo RenZI era an- to del voto perché, ha osserva- eSI Ite a e, manlles ne-nato gridando frasi come «sa- datapeggiosull'Ilvaconappe- to Enza Blundo, «ha tenuto a bri «Rip scuola pubblica» da rà la guerra civile», «ora ba- na 151 sÌ e sul Milleproroghe lungo il Paese in scacco, que- parte della Lega. E la bagarre è sta», «Resistenza!» e tentano fermo a 156), al premier sono sta se la poteva risparmiare». servita. Tra le più accese le si­di penetrare nelle stanze dei arrivati segnali chiari anche Non pervenuto Carlo Rubbia, gnore senatrici, soprattutto senatori «venduti». Sono furio- dai suoi. Non hanno p arte ci- considerato su posizioni criti- grilline, con fischietti e insulto si. Cantano Bella Ciao, batto- pato al voto, e dunque non che, né Mario Monti né Elena libero (<<mafiosifascisti») all'in­no i pugni sui tavoli sotto gli hanno dato la fiducia sulla ri- Cattaneo, né Renzo Piano. I dirizzo dei colleghi del Pd. Ci occhi increduli dei commessi, forma della scuola, ben quat- voti di scarto tra favorevoli e sono stati parecchi momenti e inveiscono contro una rifor- tro senatori dem: Corradino contrari sono stati 47, con un di tensione, botta e risposta de-ma della scuola mai come l· R b ti· ti· ,.. . . sa tra Mineo, Wa ter TocCl, o erto margine tutto sommato am- s na a SlOClare In ns adesso odiata. «Una vera por- Ruta e Felice Casson, anche pio, anche perché, nella nuo- esponenti del M5S e dem, se cata», la definiscono i piùgen- se su Casson non è chiaro se va geografia di Palazzo Mada- solo non fossero intervenuti i tili. Fuori la piazza è già invasa sia stata una assenza di prote- ma, dove l'esecutivo teme commessi e il presidente Pie­dalle bandiere rosse della sta o se l'ex magistrato fosse sempre le imboscate e non ha tro Grasso a ristabilire l'ordine Cgil, dal popolo grillino e dai giustificato. Indeciso fino al- la maggioranza della Camera, e a ordinare il silenzio. La mi­vari movimenti di protesta l'ultimo il dissidente Miguel stavolta ha potuto contare sul- nistra Giannini, di verde vesti­pronti ad attaccare il palazzo. Gotor, che alla fine ha detto sÌ le due new entry passate da ta, è stata a lungo criticata, ma

Il ddl sulla «buona scuola» II fi dd· f tta ·1 «per disciplina di partito, ma Forza Italia al Misto, Manuela a a ne era so IS a per 1 voluto da Matteo Renzi e dal basta con questo riformismo Repetti e Sandro Bondi, e sul risultato e perché «non è vero ministro dell'Istruzione, Stefa- dannunziano». Ruta, dopo soccorso azzurro dei verdinia- che sono commissariata». nia Giannini, dovrà tornare il l'intervento della relatrice, ni. Il gruppetto che fa capo al Anche per Renato Schifani, 7 luglio alla Camera perla ter- Francesca Puglisi, ha voluto potente ex coordinatore del presidente dei senatori di za e definitiva lettura, ma in-prendere la parola per spiega _ Pdl non si è proprio visto in Area Popolare, quella della tanto, ieri, il passaggio crucia- re all'Aula i motivi del suo dis- Aula, mentre il resto di Fi, scuola è «una grande riforma lealSenato,conun'opposizio- senso rispetto al partito. «Vo- compatto, ha scelto, come le di centrodestra che abbiamo ne molto agguerrita, ha segna - gliamo cambiare la scuola altre opposizioni, di non parte- approvato governando con il to un punto a favore del gover - con gli insegnanti, non con _ cip are alla prima chiama e poi centrosinistra». Schifani è an­no. Promosso, nonostante tut- tro». I compagni di scranno lo di dire no alla seconda. che tornato sulla vicenda che

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to. Via libera alla fiducia con guardavano allibiti, mentre Tuttalasedutaèstatainfuo- ieri ha scatenato parecchie po-159 sÌ e 112 no e nessun aste- dai banchi del Movimento cata,nonfossealtroperilumi- lemiche, e cioè sull'ipotesi nuto. «Ce l'abbiamo fatta», è Cinque stelle e della Lega so- ni accesi chi i grillini hanno che la teoria delgendervenis-stato il commento stringato noscrociatigliapplausieicori piazzato qua e là, estraendoli se insegnata in classe, facen- ~ del ministro Giannini, che for- d'incoraggiamento. perfino di fronte al banco del- do insorgere i cattolici e so- ~c

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se si aspettava qualcosina in Tre assenze anche nelNuo- la presidenza al momento del prattutto la Lega, che in Aula o

più, visto che i 159 voti favore- vo Centrodestra di Alfano, alle- voto, anche lì con gran daffare ha srotolato lo striscione: «Di- {l voli rappresentano un risulta- ato di governo. Mancavano in- dei commessi incaricati di se- fendiamo i nostri bambini dal- ~ to non proprio all'altezza del- fatti Paolo Bonaiuti, Giuseppe la scuola di Satana». «Il mini- 8

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stra Giannini ha fugato ogni nata e chiarita nei giusti termi­dubbio», ha spiegato Schifani. ni in cui andava ricondotta». «La vicenda è stata ridimensio-

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Ma per i sindacati, per la si- professori in piazza prometto­nistra, per i grillini, la «buona no battaglia se non saranno scuola» è in realtà pessima. I stabilizzati i precari. E per il Pd

sono tutti voti in meno.

Furiose proteste perla riforma della scuola. La Lega ha esposto stri.çcioni e addirittura mostrato tubetti di vaselina {LaPr.}

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SCUOLA: LA QUESTIONE DEL METODO

VENGA L'ORA DEL «RENZI 3»

fRANCESCO RICCARIlI

ppena dieci giorni fa, il premier e­ra stato perentorio come suo soli­to. <A luglio faremo una conferen­za nazionale sulla scuola tutti in­sieme, con Cgil, Cisl, Uil, docenti,

studenti, famiglie, quelli che sono arrabbiati. li ascolteremo tutti, epoisidecide», aveva an­nunciato dal salotto di "Porta a porta". Quel­la conferenza non si terrà mai, in compenso Matteo Renzi ha deciso di porre la questione di fiducia e chiudere la partita con una prova di forza. la vicenda della riforma della scuola è em-

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blematica della difficoltà di Renzi di indivi­duare un vero metodo di governo. Arrivato a Palazzo Chigi con l'irruenza del "rottamatore", consolidatosi al comando sulla spinta dei pro­getti di innovazione (sostenuti dal consenso ot­tenuto alle elezioni europee), il presidente del Consiglio è riuscito addirittura nella "missio­ne impossibile" di riformare il lavoro, cam­biando profondamente il testo sacro della si­nistra: lo Statuto dei lavoratori. Più tenendo duro e mostrando i muscoli che non ricor­rendo alle arti del dialogo. Anzi, facendo del non-dialogo, del mancato riconoscimento de­gli interlocutori sociali la cifra della svolta. Ci è riuscito - tutto sommato con un' opposizio­ne limitata a uno sciopero parziale delle sole Piom e Cgil- perché ha saputo interpretare e intercettare quella parte di Paese convinta da tempo che le regole scritte nel 1970 fossero or­mai datate, inadeguate a proteggere i giovani. Quando invece ha provato a utilizzare lo stes­so metodo per riformare la scuola - o meglio riorganizzarla - si è trovato di fronte a un mu­ro compatto.

continua a pagina 2

VENGA LORA DEL «RENZI 3» retto da tutti i sindacati, scesi in piazza più volte, dagli studenti più organizza­ti (o più rumorosi) e dalle associazioni di settore (cosa che ha in qualche mi­

sura influito sul deludente risultato elettorale alle recenti amministrative). E ciò no­nostante sul piatto ci fossero 100mila assunzioni certe, nessun taglio e i contenuti del riassetto fossero assai meno dirompenti dell' abolizione dell' articolo 18. Certo la scuola - come la giustizia - è un terreno sensibile e insieme un campo minato del­l'impiego pubblico, sul quale è facile" saltare in aria" e veder ridotti a brandelli i pro­pri progetti di svolta. rimpressione, però, è che davvero il problema sia quello del metodo di governo. Nei giomi scorsi il premier aveva annunciato di voler tornare al "Renzi l" - il rottama­tore - dopo essere stato, almeno così diceva, un "Renzi 2" istituzionale. Servirebbe piuttosto un "Renzi 3" , quello certo capace di innovare, anche tagliando i "nodi gor­diani" con decisione. Ma solo dopo essersi confrontato e sintonizzato davvero con la società, con le sue molteplici espressioni (solo una delle quali è il sindacato). In fondo il vero punto di forza di Matteo Renzi è stato in passato e dovrebbe essere in futuro proprio questo: portare la società nella politica, facendo prevalere le ragioni misconosciute della prima sui vecchi e insopportabili giochi della seconda. Se la si vuollrarre, la lezione della riforma della scuola, in fondo, è facile da apprendere.

Francesco Riccardi © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Quotidiano Data 26-06-2015 Pagina 5 Foglio 1

I Autonomia e assunzioni i punti forti Valorizzazione dei prof presidi-leader, più ore all'alternanza scuola-lavoro

ENRICO LENZI MUAi\'O

n solo articolo e 209 commi. Si pre­senta così il maxiemendamento sul­la riforma della scuola. Un testo che

per gran parte è quello licenziato dalla Ca­mera dei Deputati. La scelta del governo ha invece impedito che potessero prendere cor­po le modifiche che si sperava di introdur­re nel passaggio al Senato magari per scio­gliere qualche punto critico. DIfficile, se non impossibile, che nel prossimo passaggio al­la Camera si possa intervenire ulteIÌormen­te. Dunque si può parlare di un testo defi­nitivo. Ma come cambia la scuola italiana? Autonomia, È il filo rosso dell'intero prov­vedimento. Cidea iniziale era quella di por­tare a compimento reale questa autonomia che nella scuola vige dal 1997, ma che non ha mai trovato un' applicazione. Vi sono co­munque passaggi che rendono la singola scuola più protagonista del propIÌo opera­re.È il caso del Piano dell'offerta formativa, in cui si dovrà indicare per il successivo tIÌen­nio le necessità di organico e i progetti che caratterizzeranno l'azione del singolo isti­tuto. Sarà elaborato dal diIigente scolastico con il collegio docenti e sottoposto al vaglio del Consiglio d'Istituto. Insomma una pro­cedura che intende coinvolge tutte le parti in causa, cercando di dare risposte concre­te alle esigenze di tutti. Assunzioni. Sono uno dei temi dominanti in questo provvedimento. Si procederà all'a<;­sunzione complessiva di 1 07mila docenti precaIi. Per poco più dellametàdi loro ci sarà la possibilità di scegliere la cattedra tra quel­le vacanti e quelle libere per il tum over. Gli altri 48mila sono inquadrati nell' organico di potenziamento, suddiviso secondo una ta­bella allegata alla legge stessa. lutti tra 1m an­no andranno a fOlmare l'organico funziona-

Passano anche le norme sulla valutazione dei docenti e dei

dirigenti scolastici. Confermati lo School bonus e le detrazioni

sulle spese di frequenza Diverse deleghe

assegnate al governo

le. Quest'ultimo supera il concetto attuale dell'organico di diritto, cioè tanti docenti quante sono le cattedre realmente attivate. In futuro, invece, l'organico di una scuola comprenderà oltr'e le cattedre anche i posti necessari per realizzare l'offerta fOlmativa messa in campo dal singolo istituto. Altra no­vità il divieto per i contratti a tempo deter­minato nella scuola di superare complessi­vamente i 36 mesi. È il limite superato in mi­gliaia di ca<;i nel pa'>Sato e che è costato all'i­talia una sentenza di condanna a livello eu­ropeo. AltranOlma per evitare illifonnarsi del precaIiato è il meccanismo del concorso per accedere al posto di ruolo. StrunIento già pre­visto, ma che negli ultimi] 5 anni si è spesso inceppato e soprattutto non ha messo in pa­lio veli posti di lavoro. Gli insegnanti. Non solo assunzioni. Si pun­ta sulla fOlm<l7Jone pelmanente obbligato­IÌa e strutturata e auiva la una card profes­sionale personale di 500 euro per l'acquisto di libIÌ, testi, strumenti digitali, isclizione a corsi, ingressi a mostre ed eventi culturali. Stanziati 200 milioni l'anno per la valOliz­zazione dei docenti. Sarà un nucleo di valu­tazione ad attribuire i fondi al docente. Sarà composto da preside (che presiede), tre do­centi, due genitori (dall'infanzia alle medie)

oppure un genitore e uno studente (alle su­perioril, un componente esterno indivi­duato dall'Ufficio scolastico regionale. I dirigenti. I presidi diventano leader edu­cativi: meno burocrazia e più attenzione al­l'organizzazione della vita scolastica, preci­sano al ministero dell'Istruzione. A paltire dal2016 dovranno «mettere in campo la lo­ro squadra» individuando, sui posti che si liberano ogni anno, i docenti con il cuuicu­lum più adatto perrealizzare il progetto for­mativo del loro istituto. tindividuazione dei docenti da pmte dei presidi avvelTà all'in­terno di ambiti teuitoriali predisposti dagli Uffici Scola<;tici Hegionali. <&: lo Stato, e non il dirigente scolastico, ad assumere gli inse­gnantÌ». Anche per i dirigenti è prevista una valutazione ogni tre anni. Gli studenti. La scuola del futuro per loro prevede il potenziamento delle competen­ze linguistiche: l'ltaliano per gli studenti stra­nieri e l'Inglese per tutti. Vengono poten­ziate alcune materie: arte, musica, diritto, e­conomia, discipline motOlie. 'Ih le novità l'aumento delle ore di alternanza scuola -la­voro: 400 ore annue nell'ultimo triennio di tecnici e professionali, 200 ore nei licei. Norme finanziarie. Confermato lo School bonus (cioè il credito d'imposta per chi fa donazioni alle scuole) e la detrazione delle spese per la frequenza fino ad un tetto mas­simo di 400 euro l'anno. Deleghe algovemo. Non tutto è stato deci­so nel testo della legge. Alcuni temi sono fin­viati a una delega affidata al governo, fra cui la formazione in ingresso dei docenti, il di­ritto allo studio, il riordino delle norme in materia di scuola, la promozione dell'in­clusione scolastica, le modalità di assun­zione e formazione dei dirigenti scolastici, la creazione di un sistema integrato di edu­cazione e di istruzione 0-6 anni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Scuola: testate nazionali Pag, 71

Scuole Tullio De Mauro

Esami bocciati

La primavera finisce e nelle terre d'Europa si compiono quei riti d'iniziazione designati in generale con i derivati di maturitas, parola di un'antica lingua sacra comune un tempo alle diverse popolazio­ni. I riti si svolgono in due fasi. Nella prima schiere di giovinetti e giovinette, dopo un periodo di sta­gionatura di alcuni anni, sono am­messi a presentarsi a gruppi di an­ziani che, dopo averli sottoposti a opportune prove, li giudicano an­cora acerbi e bisognosi dunque d'ulteriore stagionatura oppure

ormai maturi o mature, secondo il sesso. I maturi e le mature, lasciati liberi, ricevono un premio: posso­no iscriversi all'università per ma­turare ancora di più.

Nella seconda fase altri gruppi di anziani, tutti a lor tempo maturi e ormai in via di marcire, intona­no un compianto lamentando la crescente scarsità di acerbi e la so­vrabbondanza di maturi. Quest'anno, probabilmente in nesso con gli sconvolgimenti cli­matici, in alcuni paesi la seconda fase si è venuta sovrapponendo

Settimanale Data 02-07 -2015 Pagina 89 Foglio 1

alla prima. come informano Le Monde (16 e 17 giugno) e Die Zeit (12 giugno). In Francia, malgrado le severe leggi contro l'uso di an­glismi, il refrain del lamento di se­conda fase è bac is back. In Ger­mania il lamento sta per avere un esito operativo. In fatto di scuola i sedici land sono autonomi, ma sei dei sedici hanno deciso di aderire al progetto federale per introdurre prove nazionali standardizzate abbandonando le prove differen­ziate giudicate troppo facili, so­prattutto quelle di Amburgo .•

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Scuola: testate nazionali Pag.72

Giranttsta Data

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26-06-2015 4 1 /2

Senato, sì aUa IIBuona scuola" tra grida e cartelli LAULA APPROVA CON 159 VOTI A FAVORE. CLIMA INCANDESCENTE: I GRILLINI FANNO IL FUNERALE, LA LEGA PORTA LA VAS.E.LLII\!A. .

volte per rIChIamare alI ordme l

di Lorenzo Misuraca senatori più arrabbiati, come i le­

Tra le grida dell'opposizio­ne e la rovente protesta fuori da Palazzo Madama,

ieri il Senato ha approvato la ri­forma dell'istruzione. Quella "Buona scuola" tanto voluta da Renzi e tanto osteggiata da gran parte degli italiani, tanto da aver fatto prima tremare il premier e poi averlo spinto a mettere il vo­to di fiducia. Se la mossa di Renzi, che ha cau­sato la fuoriuscita dal suo partito di ben due parlamentari Pd e die­ci dirigenti pugliesi, sarà suffi­ciente, dopo la vittoria di ieri, a ri­consegnargli un partito pacifica­to, si vedrà nei prossimi giorni. Intanto, restano i fatti, a partire dai numeri dell' Aula. La fiducia posta sul maxi-emendamento so­stitutivo del ddl di riforma della scuola passa con 159 sì, 112 no. Non hanno votato, in dissenso dal gruppo dem, i senatori Pd Corra­dina Mineo, Walter Tocci e Ro­berto Ruta. Adesso il provvedi­mento tornerà il 7 luglio alla Ca­mera per ottenere, salvo sorprese, il via libera definitivo. Prima del voto finale le opposizioni hanno contestato duramente il testo del Governo, mentre all'esterno, i sin­dacati della scuola e centinaia di insegnanti provenienti da tutta Italia protestavano rumorosamen­te. Il presidente del Senato Pietro Grasso è dovuto intervenire più

ghisti che sono arrivati a mostra­re un barattolo di vasellina, du­rante l'intervento del capogruppo Gian Marco Centinaio: «La Lega vota contro, vota no a questa fidu­cia. Non tanto perché è una fidu­cia che non daremo mai a questo governo, ma a questo provvedi­mento, che è la vasellina che sta­te dando agli studenti e ai profes­sori italiani» ha detto Centinaro. In mattinata i parlamentari M5S avevano celebrato una sorta di "funerale" della scuola esponen­do in Aula i cartelli con scritto "Riposi in pace" e accendendo dei lumini. Dura battaglia anche da parte di SeI, guidata dalla se­natrice Loredana De Petris. Alcu­ni dei vendo li ani hanno indossa­to una maglietta con su scritto "li­bertà di insegnamento" e "diritto allo studio". «Hanno fatto un de­serto e lo hanno chiamato "buona scuola". Quello che non è riusci­to alla Gelmini contro la scuola pubblica lo sta facendo Renzi, il suo governo, il Pd» scrive su Twitter, Nichi Vendola. «Hanno ucciso la scuola pubblica». An­che Beppe Grillo, via Twitter, ha rilanciato il post dell' intervento del Movimento 5 stelle al Senato contro la riforma del governo sul­la quale a palazzo Madama si sta votando la fiducia. «Questa non è una riforma, è una porcata, fatta a immagine e somiglianza del go­verno che l' ha voluta e imposta

prima al Parlamento, con l'enne­simo voto di fiducia, e poi a stu­denti, famiglie, insegnanti e tutti quei precari "usa e getta", quelli che il governo e il Pd hanno usa­to e illuso prima delle elezioni e

poi buttato un attim? dopo» h.a dichiarato il M5S. «E una peSSI­ma notizia per la scuola italiana ed è una dimostrazione delle tan­te bugie del governo Renzi» ha in­vece commentato il segretario della Cgil Susanna Camusso, rife­rendosi al voto. Intanto, il vinci­tore della giornata, Matteo Renzi festeggia rilanciando su Twitter, il messaggio dei senatori del Pd con le slide sulla riforma: «3 mi­liardi di investimenti e 100.000 nuovi docenti assunti». Glissan­do sull'accusa delle opposizioni di aver usato proprio quei cento­mila come scudi umani per la ri­forma, minacciando di fare salta­re le assunzioni se non si fosse ap­provato il testo così com'era. Tra le novità previste dal maxi­emendamento una valutazione dei presidi triennale e un Comita­to di valutazione docenti rivisto nella sua composizione con una maggiore presenza di docenti e l'aggiunta di un membro esterno; l'assunzione dei circa 6 mila 500 idonei al concorso 2012 inseriti nel piano di assunzione straordi-

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naria dei docenti precari operati- ~

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Scuola: testate nazionali Pag.73

Scuola, fiducia con voti bassi Proteste in aula

. . emplazza c CANNAVÒ A PAG. 4

Quotidiano Data

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26-06-2015 4 1

',!lRhUjQ!;)I:d.' Sì alla riforma Contestati: Napolitano in Aula e Mineo in piazza con le monetine

Alla fine resta il solito tweet presidenziale: "Il Senato

approva #Iabuonascuola, 3 miliardi di investimenti e lOO.OOOnuovidocentiassun­ti". Firmato, Matteo Renzi. Così il presidente del Consi­glio saluta il voto di fiducia al Senato sulla riforma della scuola approvata con 159 voti a favore e 112 voti contrari. u­na quarantina gli assenti per una votazione nella quale, per la prima volta, il governo scende sotto la maggioranza assoluta (161 considerando i senatori a vita) come sottoli­nea, interessato, il capogrup­po di Forza Italia, Paolo Ro­mani.

A NON PARTECIPARE al voto sul fronte democratico sono stati in quattro: Walter Tocci, Corradino Mineo, Roberto Ruta e Felice Casson assente del tutto dal Senato. L'altra a-

n Senato ha fiducia, IDa i docenti no la della minoranza pd, guida­ta da Miguel Gotor, ha votato a favore turandosi il naso sen­za dare quindi segnali visibi­li.

L'atteggiamento dei parla­mentari Dem è stato notato nel contemporaneo corteo degli insegnanti che si è svolto dalla Bocca della Verità fino al Senato. Corradino Mineo è stato accerchiato al grido di "buffone" e di "vai a votare No" beccandosi anche qual­che monetina sul volto: "Mai più pd" lo slogan che lo ha sa­lu ta to mentre è andata meglio a Stefano Fassina accolto solo dall'indifferenza.

Il corteo sindacale - dai Co­bas alla Cgil alla Gilda - ha in realtà sperato fino all'ultimo che qualcosa accadesse nel voto finale, poco avvertito delle logiche politiche che hanno portato all'approva­zione della riforma. Che, in o­gni caso, agiudicare dalle voci e dalla rabbia diffusa che si re-

Lutto I ceri per la morte della scuola sui banchi 5 Stelle [aPresse

spirava ieri pomeriggio, ha creato un fossato tra il pd e il mondo della scuola.

Lodimostranoancheleim­magini interne a palazzo Ma­dama dove, sul palco riserva­to agli ospiti, i numerosi inse­gnanti presenti sono scattati in fischi e boati al momento della approvazione finale supportati dal Movìmento 5 Stelle che ha esposto in aula dei lumini da cìmitero in se-6'110 di lutto.

Ieri,ad esempio, è stato dif­fuso il comunicato firmato da sigle come l'Azione cattolica o il Forum Terzo Settore - ol­tre a una trentina di associa­zioni tra cui Cgil, Cisl e Uil, Arci,Legambiente e altre pro­motrici dell'appello La scuola che cambia il Paese - che rim­provera al governo "la man­canza di ascolto". Per cercare di farsi sentire le associazioni dell'appello hanno raccolto il sostegno di esponenti del

mondo della cultura e di intel­lettuali della scuola disponi­bili aevidenziare "limi ti ed er­rori nel disegno di legge".

L'INIZIATIVA "Riforma sì ma non così" vede tra i firmatari anche i nomi di Luigi Berlin­guer, già ministro dell'Istru­zione e strenuo sostenitore della necessità di riformare la scuola,eTullioDe Mauro. Ma si leggono anche i nomi del professor Benedetto Vertec­chi, dell'artista Moni Ovadia o del Rettore dell'Università di Milano Daniele Che echi. Se­gnali inequivocabili di uno scollamento, di una perdita di fiducia che Renzihagià paga­to nel voto delle scorse Regio­nali. E che non sarà recupera­ta con sostegni anche vistosi come quello dell'expresiden­te Giorgio N apolitano che ieri ha votato, tra i fischi dell'op­posizione, la fiducia al gover­no.

,Il RIPRODUZIONE RISERVATA

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Scuola: testate nazionali Pag.75

IL FOGLIO

Cresce lo squilibrio tra pubblico e privato Cosa lega una riforma della scuola annacquata e una Corte pro travet

L'Italia è una Repubblica democrati­ca fondata sul lavoro, dice il primo

articolo della Costituzione, e benché la formulazione del Dopoguerra sia un po' da socialismo reale non aggiunge che quel lavoro debba essere statale. Eppu­re le sentenze dei giudici costituzionali non fanno che aggravare lo squilibrio tra lavoratori pubblici e privati, e rela­tive aree sociali; nonostante che l'arti­colo 3 della Carta predichi il contrario: "E' compito della Repubblica rimuove­re gli ostacoli di ordine economico e so­ciale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i la­voratori all'organizzazione politica, eco­nomica e sociale del paese". Al contra­rio la sentenza che obbliga il governo a togliere il blocco ai contratti dei pub­blici dipendenti allarga ulteriormente il solco, anche se non prevede il paga­mento degli arretrati a differenza del verdetto sulle pensioni. Il quale, se fos­se stato applicato interamente avrebbe prodotto un buco di bilancio a carico di tutti i cittadini e a beneficio di una mi­noranza. E per inciso: le pensioni sono certo pubbliche e private, ma anche li a ricorrere e vincere è sempre il top del­lo stato, per l'esattezza i magistrati. Tor­niamo all'oggi. I dati Istat parlano chia­ro: la media retributiva del settore pub­blico è superiore del 6 per cento al pri-

vato, pur scontando dal 2010 la dinami­ca negativa del blocco. Inoltre ad alcune categorie - magistrati, diplomatici, For­ze armate - gli stipendi erano già stati sbloccati. Sia chiaro, non c'è da invoca­re un intervento a pareggio della Con­sulta sul lavoro privato, affidato com'è giusto al libero mercato. Sarebbe però l'ora di parlare oltre che di diritti anche di doveri. E per esempio spiegare per­ché a detta di molti giuristi, e dei politi­ci che si accodano, non sia applicabile il Jobs Act a statali e affini in quanto la Costituzione non lo consentirebbe. Op­pure come mai, in nome dei diritti e mai dei doveri, si siano opposti mille osta­coli sindacali, giuridici e mediatici a una riforma meritocratica della scuola, con i presidi definiti chissà perché "sce­riffi". Ieri alla fine il ddl sulla riforma della scuola è stato approvato con voto di fiducia, ma parzialmente svuotato dei suoi contenuti più dirompenti. Rischia di andare così pure per la riforma del­la Pubblica amministrazione, con dero­ghe e tutele particolari sollecitate al­l'ombra delle audizioni parlamentari dai magistrati ai più alti livelli. Eppure un pubblico dipendente, e tanto più un pubblico dirigente, in quanto pagato da tutti, ha responsabilità e doveri in più, non in meno. Al contrario, c'è sempre una Consulta, un Consiglio di stato, un Tar, insomma qualche toga, o un sinda­cato, a tutelare solo i diritti.

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Scuola: testate nazionali Pag.76

IL FOGLIO

tamente fatto scivolare sulla china del ri­porre la nostra speranza e la nostra dignità in un 'progetto' generato da noi". "Come se volessimo dimostrare che potevamo avere un'utopia migliore". Quando nacque il Mo­vimento popolare, ricorda Borghesi, la que­stione di distinguere ciò che è politica da ciò che è chiesa si fece più urgente. Gius­sani arrivò a una posizione molto netta: "C'è fra noi tutti in quanto Cl, ed i nostri amici impegnati nel Movimento popolare e nella Dc, un'irrevocabile distanza critica".

Se questa "irrevocabile distanza critica" costituiva problema di difficile soluzione allora, quando c'erano il partitone unico dei cattolici e il collateralismo, tanto più complicato dovrebbe apparire adesso, in assenza di ambiti e filtri, definire la posi­zione di un movimento cattolico-politico di tipo valoriale. Come già ai tempi del refe­rendum sul divorzio, ugualmente oggi al matrimonio omosessuale si può dire no. Ma si può dire no alle unioni civili? O meglio, perché il tema è questo, si può ritenere che una mobilitazione di massa - ma quante mobilitazioni di massa ci furono allora? -possa far valere senza altre mediazioni il proprio punto di vista?

Dagli anni Settanta le condizioni stori­che mutarono velocemente anche nella chiesa. Ma non mutò il segno generale: "Che la teologia politica trapassi, agli inizi del 2000, da un forma di sinistra a una teo­con, occidentali sta, non cambia i termini della questione" (Borghesi). Nel nuovo con­testo i temi di difesa dell'antropologia di­vennero cruciali. Più che come teologia po-

litica, il ruinismo si è espresso come cleri­calismo, ruolo di supplenza e guida da par­te della gerarchia all'iniziativa dei laici. Anche per Giussani "il giudizio critico sugli effetti nichilistici della secolarizzazione, sulla deriva individualistica del mondo senza legami", è "pienamente condiviso". Ma sarà lui a correggere in tiro, ancora una volta. Nel 1999 arriverà a stupirsi e dolersi per quelle "associazioni cattoliche che so­no rimaste più colpite dai documenti sull'a­borto, sull'inseminazione artificiale, sul di­vorzio che neanche dall'enciclica su Cristo Redentore dell'uomo". E individuerà il pro­blema della chiesa nella "prevalenza del­l'etica sull'ontologia", una "riduzione del cristianesimo nel mondo moderno". Dirà ancora: "Anche l'Action française di Char­les Murras, àgli inizi 'del sec6lo, voleva riformare il mondo in nome dei valori cri­stiani, ma non era fede".

Ora anche quella stagione è finita, ed è finita la supplenza clericale. Non soltanto perché Ruini è in pensione, c'è Bergoglio e la classe dirigente della Cei è non proprio eccelsa. Ma perché è cambiato il mondo, e qualcuno, dal Papa in giù, si pone il proble­ma di come testimoniare Cristo in un mon­do che non solo non è più minimamente cri­stiano, ma addirittura ha cambiato sesso. Che un movimento di cattolici laici, senza bisogno di input vescovili, con la libertà dei figli di Dio voglia scendere in campo, nel­l'età della disruption e della disintermedia­zione, per la difesa di una posizione antro­pologica che non riguarda solo i cristiani, è la legittima novità. Bisognerebbe tenere presente che in Francia e in Spagna, dove

Prendersi la piazza, sfidare le ideologie maggioritarie. Un mondo cattolico molto ccciellinizzato". Eppure Cl in piazza non c'era

La "irrevocabile distanza critica" tra realtà ecclesiale e poUtica e le condizioni storiche per l'impegno antropologico di oggi

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la mobilitazione è stata guidata dai vesco­vi (tecnicamente: clericalismo) o in Irlanda, dove i vescovi non sono intervenuti (tecni­camente: insipienza?), gli esiti sono stati identici e fallimentari. Il metodo diretto e autoconvocato ha però il problema di di­stinguere. Far discendere dall'essere co­munità ecclesiale l'impegno politico è, per l'appunto, un modello integri sta. Si torna alla casella di partenza, con in più l'aggra­vante di essere in una fase storica refratta­ria. Scendere in piazza per difendere alcu­ni valori fondamentali senza il minimo fil­tro di mediazione tra comunità ecclesiale e momento politico si chiama, tecnicamen­te, fondamentalismo. Ovvio, le centinaia di migliaia di famiglie di San Giovanni questa cosa non l'hanno pensata, non la pensano. Più preoccupante è che la leadership, che invece i contorni di un progetto politico mo­vimentista li sta con ogni evidenza rimugi­nando, non ci rifletta su. Non lo sappia pen­sare. L'opzione fondamentalista non ha fun­zionato neppure nella destra americana, che pure ogni quattro anni ha lo scatolone vuoto del Partito repubblicano da riempire. Per questo, con tutte le distinzioni e le sot­tigliezze del caso, per le quali rimandiamo allibro di Borghesi, la riflessione di Gius­sani sulla propria esperienza appare cal­zante anche oggi. Il problema è stabilire, kantianamente, quali siano le condizioni trascendentali in cui inquadrare un impe­gno politico-valoriale nelle condizioni sto­riche date. Prima di trasformare la spumeg­giante Costanza Miriano nella Giorgia Me­loni del nuovo intransigentismo, bisogne­rebbe pensarci. See the sky, about to rain.

di Maurizio Crippa

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IL FOGLIO Quotidiano I Data

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Un Avvenimento di vita, cioè moderno. TI libro sul pensiero del Gius -Milano. "A me sembra un segno dei tem­

pi che non è più il discorso sulla tradizio­ne, non è più la storia che fonda o può fon­dare un richiamo o un'adesione al fatto cri­stiano ... Non è più - dico ora, ora - quello il motivo che spinge della gente, che pos­sa spingere ad aderire al cristianesimo". Don Luigi Giussani esprimeva questo giu­dizio già nel 1968, a metà del guado tra l'e­sperienza educativa ormai conclusa di Gio­ventù studentesca e quella ancora non na­ta di Comunione e liberazione. Ma, soprat­tutto, in medias res alla riflessione sul de­stino del cristianesimo nel mondo contem­poraneo, di cui lucidamente leggeva la fine in quanto sistema di valori del passato ma anche la possibilità di un nuovo inizio sol­tanto come Avvenimento, come esperienza di un "cammino al vero". Come scrive Mas­simo Borghesi: "Quello di Giussani è un 'itinerario moderno', un percorso cristiano che è stato in grado di sottrarsi all'alterna­tiva che ha segnato il pensiero cattolico do­po il Concilio Vaticano II: quello tra mo­dernismo e reazione conservatrice". A die­ci anni dalla morte di Giussani, due anni dopo la monumentale "Vita di don Giussa­ni" (lUzzoli) di Alberto Savorana, il saggio di Massimo Borghesi, "Luigi Giussani - Co­noscenza amorosa ed esperienza del vero. Un itinerario moderno" (Edizioni di Pagi­na, 260 pp. 16 euro) costituisce ii primo sag­gio critico dedicato al pensiero, filosofico e teologico, del sacer-

dote e teologo lombardo. Un pro­filo non solo di educatore ma di grande rilievo intellettuale, tale da renderlo una figura protagoni­sta nella vita ecclesiale del se­condo Novecento.

Quello di Borghesi, ordinario di Filosofia morale all'Univer­sità di Perugia - autore, tra gli al­tri, di un saggio su "Augusto Del Noce. La legittimazione critica del moderno" (2011) e di una "Critica della teologia politica. Da Agosti­no a Peterson: la fine dell'èra costantinia­na" (2013) - è un saggio di impianto acca­demico, che riprende e giustappone, con una prospettiva interpretativa originale, gli snodi centrali del pensiero di Giussa­ni. Snodi che hanno una doppia particola­rità: da un lato si legano costantemente al­la sua storia di educatore e allo sviluppo del movimento da lui generato, giungendo a esserne un giudizio critico per molti ver­si inedito. Dall'altro i temi filosofici, te_o-logici, ecclesiali e persino poli-tici che Giussani ha affrontato sono gli stessi che hanno ac­compagnato la chiesa contem-poranea prima e dopo il Conci-lio, nel suo tumultuoso rappor-to con la modernità. Borghesi spiega, in modo convincente, come il "teologo di Venegono" sia tutt'altro che un rielaborato­re-difensore di una tradizione

teologica ed ecclesiale attarda­ta, come spesso si è detto, ma sappia creare un percorso nuo-vo, e moderno, alla comprensione della fe­de. A partire dalla originale elaborazione del tema del "senso religioso", in cui Gius­sani alla fine degli anni Cinquanta, in un rapporto organico e di sorprendete acutez­za con il card. Montini, futuro Paolo VI, mette a punto un approccio al tema di ti­po esistenziale e fuori dalla tradizionale apologetica, che prova a conciliare fede, ragione ed esperienza del vero nel conte­sto di una cultura laicizzata e plasmata dall'ateismo pratico e teorico. Ma soprat­tutto c'è la riflessione sul rapporto tra ve­rità dogmatica e adesione razionale alla fede in prospettiva moderna. O meglio in una modernità che Giussani non teme e accetta con metodo critico, sottoponendo­la alla verifica di categorie come quelle di avvenimento ed esperienza. E' questa la parte del pensiero-metodo di Giussani che più è stata criticata, e lo è tutt'ora, da par­te del tradizionalismo cattolico, incapace di staccarsi dal neotomismo nel suo tenta­tivo di opporsi alla modernità (conciliare) solo attraverso la sua negazione. Borghesi dà conto di un serrato e cruciale dibatti­to, riprendendo anche quello svoltosi sul Foglio, lo scorso anno, su questi temi, con gli interventi di Mario Palmaro e Alessan­dro Gnocchi e soprattutto dello storico Ro­berto de Mattei. Dibattito tutt'altro che chiuso, anzi assai attuale. (mc)

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il manifesto Data

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Silenzio in. classe In Senato maxi-emendamento con fiducia, la ministra Boschi zittisce anche la collega Giannini: 159 sì, 112 no. Solo quattro Pd non partecipano al voto, ma Gotor confessa: «Non ci perdoneranno questo tradimento». Mineo contestato dai manifestanti che sfilano in difesa di una scuola non sussidiaria al pensiero unico PAGINA 2,3

Senato· Con 159 sì e 1 l:!, no passa 'il maxi-emendamento. Boschi annichilisce la ,collega Giannini, mentre i bersaniani si allineano altrettanto imbarazzi;;tti

A scuola di fiducia muta Solo 4 Pd non partecipano al voto

Gotor: «Voto per disciplina, ma non ci perdoneranno questo tradimento» Selfa la spolafra l'aula e la piazza

Andrea Colombo <,voto sì, solo per disciplina di gruppo gio sbagliato nelle norme di bilancio. e partito. Ma i nostri elettori non ci Tutte le opposizioni hanno preparato

Era cominciata male, finisce peg- perdoneranno facilmente questo tra- qualche forma di protesta vistosa. gioo A metà pomeriggio il gover- dimento». Parla con cognizione di L'M5S si presenta con addobbi fune­no incassa la fiducia del Senato causa. Per tutto il giorno ai senatori rari e lumini a lutto, per celebrare le

con 159 sì contro 112 no, dopo una del Pd sono arrivati messaggi e telefo- esequie della scuola pubblica. giornata di tensioni e proteste conti- nate dai territori, tutti sullo stesso to- Il presidente Grasso sì adatta senza nue; fuori e dentro l'aula ma anche no, ricordando che non su questo sforw al ruolo di controllore dell'ordi­dalle tribune in cui sedevano rappre-programma il partito oggi di Renzi ne pubblica. Capisce l'antifona e per sentanti dei Cobas, al termine dell'en- aveva ottenuto il loro voto. un'ora almeno evita di dare la parola nesima giornata segnata dall'arrogan- Come previsto, la fiducia viene po- alla De Petris, per rinviare la protesta za e dall'ostentato disprezw del go- sta dal governo su un nuovo maxie- di SeI e di alcuni senatori del Gruppo verno per il Parlamento. Misto tra cui la Mussini, quella a cui

Quattro senatori del Pd non hanno mendamento, presentato dalla mini- lo stesso Grasso aveva cercato di ne­partecipato al voto: i ribelli della com- stra Boschi proprio mentre stava per gare il diritto di far parte della com­missione cultura, Corradino Mineo e intervenire la collega che guida 1'Istru - missioné Cultura: magliette bianche Walter Tocci, spiegano il loro gesto zione, Stefania Giannini: la cortesia con scritto sopra «Diritto allo studio» con apposito comunicato: <<Non pos- non è la dote principale di Matteo e «Diritto all'insegnamento», una del­siamo accettare un'altra riforma fin- Renzi e della sua corte. Sbrigativa, la le quali regalata alla ministra muta. ta, una nuova rottura con milioni di Boschi anticipa la Giannini, presenta La Lega deve differenziarsi: è pur elettori, l'ennesima mortificazione il nuovo maxi-emendamento e pone sempre un partito di destra. Srotola del Parlamento». Roberto Ruta, inve- la questione di fiducia. Da quel mo- uno striscione surreale: «Difendiamo ce, chiede la parola per esprimere il mento, la ministra dell'Istruzione fa- i bambini dalla scuola di Satana». voto in dissensò e in un intervento rà scena muta, senza rispondere a Non ce n'è bisogno. Ci hanno già pen­tanto stringato quanto perfetto de- una sola delle critiche mosse alla rifor - sato i senatori N cd, ottenendo in mat­molisce la riforma evidenziandone ma per ore dall'opposizione. Un fan- tinata dalla ministra Giannini, poco tutti i punti debolissimi, non inutili toccio privo di parola. Una ministra prima che perdesse la favella, l'assicu-

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ma controproducenti. Felice Casson «commissariata», commenterà qual- razione che non si parlerà di gender. si limita a non presentarsi in alùa. Ai cuno. SeI protesta. «È assurdo che Sennò che «buona scuola» sarebbe? manifestanti assiepati di fronte al Se- non dica' una parola», sbotta Loreda- La sfilata dei senatori che dichiara­nato però il non voto pare insuffi- na De Petris. La ministra non si tur- no il loro voto passando di fronte al ciente. Quando passa Mineo lo con- ba: resta bella statuina. banco della presidenza, come d'uso ~ testano rumorosamente: <,vai dentro Contrariamente alle ipotesi della vi- nei voti di fiducia, procede tra urla e ~c e vota no». gilia, il nuovo maxi-emendamento proteste e fischi, con il presidente che o

I bersaniani, invece, si piegano. non contiene norme sia pur lieve- si sgola minacciando di togliere ai {l Non è precisamente una novità. Mi- mente più favorevoli ai precari. La più rumorosi il diritto di votare la fidu- ~ guel Gotor annuncia mestola resa: correzione riguarda solo un passag- ciao Le opposizione disertano la pri- 'g

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Scuola: testate nazionali Pag.82

il manifesto ma chiamata, nella speranza che i sì non arrivino al numero legale; poi vo­tano contro in massa alla seconda.

Ma non sono lè proteste in aula a rendere livida la gior!1ata e posticcia

Pentastellati con i lumini a lutto, mentre Ncd incassa la garanzia che non si parla più di ccgenderll

la vittoria di Renzi. E la sensazione chiara, palpabile, confermata dalle proteste che piovono sui senatori pid­dini. Il vero divorzio tra Renzi e una parte sostanziosa quanto sostanziale

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del suo elettorato si è consumato dav­vero solo ieri,. Ineffabile, il presidente della commissione Cultura Marcucci dichiara «Oggi è una bella giornata». Forse si prende in giro da solo. Forse ci crede, e sarebbe peggio.

LA MANIFESTAZIONE 01 IERI CONTRO LA RIFORMA DELLA SCUOLA FOTO VINCENZO LlVIERI • LAPR~SE

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Scuola: testate nazionali Pag, 83

il manifesto DEMGCRACK • Con Tocci e Ruta non ha votato la fiducia alla legge

Mineo: «La peggiore legge di sempre Ma oggi il tema non- è lasciare idem»

· .. scatena per farsi riprendere mente i! ricatto sulla fiducia Damela PrezIosI dai telefonini e dallé telecame- ha funzionato su tutti gli altri.

re. Ma è una cosa marginale. Alla fine i! merito della legge è

C ome le altre riforme ' .. La cosa vera e che un pezzo . '« di Renzl, anche que- d l d d Il l l mteressato a me, a Ruta e a . e mon o e a scuo a ega . sta della scuola rifor" t . rif all Tocc!. · ques a pessima orma a re- . ,

~a i! comando. Crea la figura sponsabilità del Pd. Mi diceva- O!a lei ch~ fara? di un comandante delegato, h' t t h' Daro battaglia a tutto campo. che è i! dirigente scolastico, i! no: .non

t ID VOI pado no perc e Non ho nessuna paura di an-

al · d VUOI res are ne. d l t dal Pd ' qu e nspon e a un coman- E' '? A d' are on ano ne nessu-d · h "1 d l COSI. veva paura I esse- . t . di f altr ante m capo, c e e I capo e 'at d I Pd? na m enzlOne are un o

V l li d· re caccI o a all fr' . alli h . governo. uo e tog ere I mez- M 't' C T . h c t g etto a I tanti g c e CI . d'" . apercan a. on OCCI o la - .. zoo c?ntrattl e mtti per SO~tl- to la battaglia sulla scuola e sono m giro. . turrli con cadeaux, concesslO- ., t . h al Ce l'ha con quelh che sono

. . L l h' non CI m eressava, oggi, c e - gi' it'? nI e prem~. or~ a c Ia~ano la fine risultasse che la faceva- a usc I .. . de~ocrazIa dec~dente e mv~- ma per posizionamento oliti- Certo. Se passa una linea di n-ce e democrazia corporatl- f altr p pensamento comune a que-

Il C di M· co o per are un o gruppo a 'bi!' . h h' l va». senatore arra no 1- . . t d l Pd S i! sta tern e cnsl c e a travo -, f' . . I SlnIS ra e . e rompo con t l .. tr h h . neo e un lUme m piena. n- l c· h' tirO l o aSInIS a, c e - aragIone . governo o laccIO perc e o e . , sleme a Roberto Ruta e Wal- di trm' Podemos - non SI puo nean-

T · h l fi somme e an amo a cos re h ., hi .. tr b ter OCCI non a votato a - al d' di N . . c e plU c amare slms a, e-· . qu cosa I verso. on nu m-dUCla al ddl scuola. Sono glI t di' "G f "F ne. Ma se non parte questo unici tre del Pd. ~ressa " rMe .. c e Iva I, c e p's- dibattito siamo tutti sconfitti.

L, tt . d Il I sma e c e meo. M" tt al .. d' aspe o peggiore e a eg- P t . h - ot meo SI me e sefVlZlO I ge per lei è il potere che attri- er I~u~~ o . anzlc e ~ are questo dibattito, vuole dialo-buisce ai presidi? ~Ot a? a uCla non ay: e va- gare con i movimenti sociali, Certo. Ma anche !'idea gros- Abba. o. fid t R . O la scuola e la coalizione socia-l . lama s a o enZi. ra l

S? ana de.lla valutazIOne. Che che farà? Qualsiasi cosa avrà le e. Per q~e?to ~ono pronto a CI vuole, SICUro. Ma per valuta- risposte che merita. Non sono mett~rm~ I~ gl~C? Ma per re un docente serve uno che sa 't dall' ul questionI di poslZlOnamento d· d' h' USCIO a a per essere ac- 'd tr fu . dall Pd' " I pe agogIa, uno c e sia com- d t N" t t' en o o on , prele-. como an e. 01 siamo s a I· d petente della matena e che ab- c rn" i! ' d b nsco an are a casa.

. . . 10 e mvece governo e e 0- • bIa affiancato . il ~ocente l? le perché con un atto di impe-classe., Invece. CI sara un conu- rio ha fatto la peggiore riforma tat~ d esecuz~one formato da della scuola di tutti i tempi. altn pro~esso~ e ~ rappresen- Ma ha intenzione di lasciare tante del gemton che mente sa il Pd? del lavoro dell'insegnante e an- l ' . . , tutti' ., . di 'h' I punto e: se non SI costrUisce nuse~a. I SI ce. c e CI:CO- una soggettività sociale e politi-lana m gITa. Una follia. COSI co- ca che parta dall' offerta gene-me l'uso dei Gae (Graduatorie rosa di Landini e dal grande a esaurimento, ndrl per rom- movimento della scuola, una pere i! mondo del precariato. Tu prendi i Gae e invece quelli che da tre anni insegnano con due o tre abilitazioni li mandi fuori. Altra follia.

Pero dopo il voto lei è anda­to in piazza ed è stato conte­stato perché non ha votato no alla fiducia. Si è dato una spiegazione?

classe politica che ha fatto falli­mento dentro e fuori dal Pd non potrà costruire niente di positivo. Vuole sapere se vo­glio fare un partito?

Melodica. Un partito non si fa alzando lo stendardo del più fico del ser-

«lo contestato in piazza? Non sarebbe successo niente se non ci si mettevano i sindacalisti»

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Sono andato in piazza, ho par­lato con molte persone per be­ne che volevano capire, che erano arrabbiate, ma è stato bello. Poi c'erano alcuni, due, tre, che mi 'urlavano. Cose tipi­che, ne ho fatte tante di mani­festazioni. E sa quando la situa­zione si è complicata? Quando sono arrivati i sindacalisti: te­mendo che i! clima peggioras­se, mi hanno voluto portare fuori dal corteo. Una fesseria, un'imbecillità. È ovvio che quando si fa così qualcuno si

raglio. Un partito si fa se un ce­to politico fallito come questo ha l'umiltà di rimettersi in gio­co, si confronta con i movi­menti reali, evita la puzza al na­so e cerca di costruire soluzio­ni per i! paese. Si parte da cosa proponi per !'Italia e per l'Euro­pa. La questione' dentro o fuo­ri dal Pd' nasconde i! fatto che l'intera classe politica della si-nistra ha fallito. E Renzi è solo ~

l'e~~r~~~e:::li~e~~~~ rima- ~ sti in tre a opporvi al ddl ~ scuola? ~

Non lo chieda a me. Evidente- '6

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Scuola: testate nazionali Pag.84

IL ,,"~MATTINO

Se il premier prende il gessetto e la maggioranza impara la lezione

MassimoAdinolfi

C on la fiducia al Senato, la riforma della scuola

del governo Renzi si avvia a diventare legge dello Stato. Alla Camera, infatti, i nume­ri non sono ballerini e sor­prese non ce ne saranno. Chiieri se le aspettava, o an­che solo ci sperava, è rima­sto deluso da un voto netto, in cui il Pd si è mostrato per­sino più compatto del previ­sto. Eccezion fatta per due o tre senatori che non hanno partecipato al voto, e che pa­iono decisamente propensi ad unirsi a Pippo Civati, già uscito dal Pd, i democratici hanno dimostrato che la te­nutadellamaggioranzaèas­sicurata anche su materie dove molto forte è la frizio­ne interna, e sulle quali pro-

babilmente hanno perso non pochi consensi, alle scorse elezioni regionali. Un segno di salute del gover­no, qualunque cosa si pensi della legge.

Non è stato, in verità, un passaggio semplice. Basta leggere l'intervento del se­natore Miguel Gotor, tra i più vicini alla Ditta che fu di Bersani. Gotor, come molti altri della minoranza inter­na, ha votato sÌ alla fiducia per evitare, sono state le sue parole, che si aprisse una «crisi politica e istituzionale senza precedenti» (cioè che siandassealvoto),magiudi­ca questa <<la peggior fidu­cia possibile» alla quale si è risolto «con un crescente di­sagio' misto a delusione e persino rabbia». Più duro di cosÌ c'è solo il voto contra­rio. ma il voto contrario non

Quotidiano

c'è'stato. Nel merito, Gotorpuòla­

mentare che la legge non fa nulla sulla dispersione sco­lastica, o che non si è messa mano ai cicli scolastici, ma ha purtuttavia dovuto rico­noscere che nel lavoro par­lamentare diversi aspetti controversi del testo sono stati modificati, o almeno smussati, e anche se lo con­sidera un «mediocre inter­vento legislativo», invece di una vera riforma, ha dovuto prendere atto che siamo di­nanzi ad un cambiamento deciso dell' organizzazione del sistema dell'istruzione, quasi brusco.

Questa presa d'atto è for­se il più chiaro significato politico del voto diieri. Ren­zi governa, e non ha nessu­na intenzione di mollare la

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presa, o di rallentare il pas­so. I conti si faranno alla fi­ne, ma dinanzi agli elettori Renzi vuole presentarsi con un carniere di riforme pie­no. Agli avversari interni non resta, appunto, che prenderne atto. Il governo non cade per un incidente parlamentare, o per la defe­zione di un pezzo del Pd: chi ci contava ha in realtà già lasciato o sta per lasciare il Pd, ma i numeri sono co­munque dalla parte del go­verno. A quest'ultimo ap­puntamento Renzi non si presentava certo nel mo­mento di massima forza: il mondo della scuola gli si è fatto avverso, i sindacati gli hanno proclamato contro uno sciopero generale e an­cora ieri gli insegnanti era­no in piazza.

> Segue a pago 50

Il premier, il gessetto e la maggioranza

Martina e da Cesare Damiano, che pur con tutti i distinguo non intendono affat­to essere d'intralcio al governo. Sono gli ultimi arrivati al fatidico momento del­la presa d'atto: Renzi non è un energu­meno estraneo al Pd, lo scassinatore irri­guardoso della tradizione della sinistra; è invece colui che ne interpreta la propo­sta di cambiamento. Respingerla in to-

capitale» e liste di impresentabili, sbar­chi di profughi e paure di uscita dall'Eu­ro della Grecia, se ne era perso il segno. Ieri Renzi ha ripreso in mano il gessetto ed è tornato con decisione alla lavagna. E la maggioranza ha appreso la lezione.

che impara la lezione Massimo Adinolfi

to, come ha fatto due giorni fa Fassina, significa uscire dal Pd.

Dunque la nave va, e il suo timoniere può giocarsi una nuova partita, quella delle riforme istituzionali che in corso d'anno, con la legge sul nuovo Senato, proverà a chiudere. Poi, forte del botti­no di credibilità conquistato sin lì, pro­verà a dare una sterzata anche sul qua­drante europeo, dove si gioca la vera partita dei conti pubblici italiani. Solo dopo comincerà a pensare al voto, ma­gari aiutato dai primi, timidi segnali di ripresa.

Dall' altra parte del campo di gioco, è ancora presto per dire se davvero Mat­teo Salvini riuscirà a prendere la guida del centrodestra. Ma intanto è lui che sembra disegnare i crinali lungo i quali si divide oggi l'opinione pubblica, cioè in tema di sicurezza e di immigrazione. L'altro discrimine, quello contro la ca­sta e contro la corruzione, è presidiato

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Le opposizioni scalpitavano e i grillini non hanno certo perso tempo nel tenta­tivo di ergersi a rappresentanti degli in­segnanti e degli studenti delusi dalla si­nistra. Per di più, nel voto regionale non sono state tutte rose e fiori, per il Pd. Però le cose sono andate come sono an­date: Renzi ha tirato dritto e la maggio­ranza lo ha seguito. In effetti, il Nuovo Centrodestra ha non poche gatte da pe­lare (vedi il caso Castiglione) e soprat­tutto pare tenuto insieme quasi solo dal­la presenza nelle istituzioni: difficile dunque che provi a sfilarsi. Non lo farà ora e non lo farà nei prossimi mesi. Quanto al Pd, il vero smottamento si è prodotto in realtà nelle file della sinistra interna, perché all'intransigenza un po' rancorosa della vecchia guardia di D'Alema e Bersani, sempre più inascol­tata, si è sostituita la formazione dialo­gante dell'area guidata dal ministro

con i toni giustizialisti che le sono pro- ~ pri, dall'altra opposizione, quella a cin- ~c que stelle. Al Pd, tocca il compito di trac- o

ciare la sua linea di demarcazione, e pro- {l vare ad imporla presso l'opinione pub- ~ blica. Nelle settimane scorse, tra «mafia 'g

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SUPPLEMENTO DE

la Repubblica

Settimanale Data 26-06-2015 Pagina 39 Foglio 1

SE LA BUONA SCUOLA I\RRANCA LA BUONA UNIVERSITA SI FERMA ...

INGRESSI PIÙ FACILI PER DOCENTI E RICERCATORI, UN NUOVO

SISTEMA DI FINANZIAMENTI... IJDEA C'È GIÀ. LE PROTESTE ANCHE.

MA IL GOVERNO ORA FRENA. E GLI ATENEI DEVONO ATTENDERE

di Claudio Vi sani

BOLOGNA. Mentre la Buona Scuola si impantana al Se­n. ato t~ slitta l'assunzione di centomila insegnanti, da Bologna e Padova parte la protest.a contro la Buona

Università. Il più antico ateneo del mondo e Palazzo Bo, nel 2013 primo in Italia per qualità della ricerca, contestano le idee lmti­cipate da governo. Non piacciono la riforma dei contratti (una sorta di Jobs aet per gli Atenei) e l'idea di privilegiare nei finan­ziamenti solo 4-5 poli. «Misure che porterebbero alla precariz­zazione stmtturata e alla fine della Iìbertà di ricerca e insegna­mento» denuncia il sito dell'orgoglio accademico roars.it.

Ma per la senatrice Francesca Puglisi, responsabile Scuola e università del Pd, si tratta di «proteste sul nulla buone solo per

la campagna elettorale degli aspiranti rettori perché non e'è ancora alcun testo di riforma».

Viste le difficoltà della riforma delle superiori, governo e Pd proeedono ora con cautela. Il percorso avviato a fine t'ebbr,ùo al

Sotto, da sinistra, Stefano Paleari, Giuseppe Zaccaria e Francesca Puglisi

Nazareno con YOUniversity.lab, «l-,riornata nazionale di ascolto» del mondo dell'Università, è fermo e riprenderà solo in autunno. Puglisi giw>a ehe «il 2015 sarà l'anno costituente», mette l'accen­to «sul coinvolgimento di tutti» per una riforma condivisa chc restituisca «piena autonomia e responsabilità» alle Universitù, sblocchi !'ingresso dei giovani docenti e r'Ìcel'catori e istit.uisca «un coordinamento centrale a Palazzo Chihri per finanziare la ricerca». Proposte che coincidono solo in parte con le aspettati-­ve dei rettori. Il loro presidente, Stefano Paleari, ha scritto a Renzi e al ministro Giannini chiedendo che la riforma con­tenga «un piano per ridurre drasticamente l'età media dei docenti e dei ricercatori» (oggi è di 59 anni per i professori ordinari, 53 per gli associati e 46 per i ricercatori), un «nuo-vo diritto allo studio», una reale «semplificazione» e il «so­stegno alla ricerca in rapporto con ten'itorio e imprese».

«Oggi la Buona Università è uno slogan» dice Giuseppe Zaccaria, rettore dell'Universit.à di Pavia «e su alcuni dei punti finora noti restano ambiguità. Sull'autonomia baste­rebbe attenersi all'articolo 33 della Costituzione ... E, col pre­cariato che dilaga, chi non è favorevole a tutele crescenti per favorire l'ingresso dei giovani? Poi però bisogna garantire investimenti certi e di lungo periodo». E sui finanziamenti privilegiati agli hub della ricerca: «Il punto di forza dell'Uni­versità it.aliana è la media alta, che va garantita ponendo fine ai tagli e dando certezza ai finanziamenti ordinarÌ)). Il

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Il rapporto Inps-Istat. L'analisi dei dati 2013

Ogni 100 occupati i pensionati sono 72 ROMA

_ Nello stesso. giorno in cui dalla Corte dei conti arriva l'ennesimo rilievo sulla «forte rigidità» della spesa pensioni­stica che cresce a un ritmo so­stenibile ma anche «continuo ed elevato», come ha detto En­rica Laterza nella relazione per il giudizio sul rendiconto dello Stato, Inps e Istat sfornano il consueto report sui trattamen­ti previdenziali (sull'anno 20l3)chemetteafuocoladistri­buzione di quella spesa. Essa oscilla attorno al 16,8% del PiI, media nazionale tra iI 20-21 % di Sud e Isole e iI 15% del Nord.

Con quella spesa due anni fa son state erogate 23,3 milioni di prestazioni a 16,4 milioni di pensionati con le donne in lie­ve maggioranza sugli uomini (52,9% pari a 8,7 milioni). Nel Nord-ovest risiede oltre l.\n

quarto dei pensionatiCcirca il 28%) e prevalgono gli assegni di anzianità e vecchiaia mentre i record di pensioni di invalidi­tà sono al Sud (7-8% contro il 3% del Nord).

Fin qui una fotografia piutto­sto nota, come è noto iI fatto che gli assegni delle donne sono in media molto più bassi di quelli dei maschi, protagonisti di car­riere lavorative e contributive meno idiscontinue. Nel 2013, in particolare, oltre la metà delle donne (50,5%) ha ricevuto meno di mille euro al mese, contro un terzo (31%) degli uomini. Ma at­tenziqne alle fasce più ricche: iI numero di uomini (178 mila) con un reddito pensionistico mensi­le pari o superiore a 5mila euro è stato di cinque volte superiore a quello delle donne (35 mila).

Le cifre che più colpiscono del focus Inps-Istat girano però at-

torno al cosiddetto "rapporto di dipendenza", ovvero iI rapporto tra il numero dei pensionati e quello degli occupati: siamo al 71,9% . Anche ·qui lo svantaggio delle donne è maggiore: 91 pen­sionate ogni 100 lavoratrici, a fronte di 58,2 uomini ogni 100 la­voratori. Sono cifre quasiinlinea con quelle di dieci anni prima, per prendere un anno di riferi­mento (nel 2003 erano 72 i pen­sionati ogni 100 occupati mentre ne1I997 erano 78). È anche a cau­sadi quéstaquasi-invarianza, ge­neratada vari fattori, che laspesa pensionistica come dice la Corte continua a crescere. Con quali costi? Dietro quel 16% sul PiI c'è una spesa pensionistica equiva­lente a 12.224 euro annui per oc­cupato (media nazionale) con picchi fmo a 15.674 euro in regio­ni come la Liguria. Con un siste­ma contributivo fmanziato coniI criterio della ripartizione, me­glio sarebbero tassi di occupa­zione più elevati e conseguenti rapporti di dipendenza più bassi.

D.Col. W @columbus63 © RIPRODUZIONE RISER\/AT A

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Da agosto l'Inps darà corso alla sentenza della Consulta - Le somme anche agli eredi

Pensioni, rimborsi al via CosÌ l'assegno ricalcolato A chi percepisce 1.500 euro «una tantum» di 796 euro

Le fasi dell'operazione - I pensionati riceveranno gli arretrati delle rivalutazioni del­l'assegno previdenzialedallOago­sto. Lo precisa l'Inps in una circo­lare sulle modalità di applicazio­ne della recente sentenza della Consulta: chi ha im assegno men­siledil·500euroavràunrimborso unatantunl di796 euro.lrimborsi saranno versati anche agli eredi, incasodimorte, «adomandaenei limiti della prescrizione».

Servizi ~ p1lgina7

Per chi ha una pensione lorda di 1.500 euro, i ntorno ai 1.200 euro netti, ha diritto a ricevere un rimborso di 796,27 euro

euro

Hannoil reintegro più alto,le pensioni comprese tra 1.450 e 1.900 euro tordi. AI di sotto dei 1.450 euro la rivalutarione è stata nè9noscluta

1.450eu

La circolare Inps 125 pubblicataien dispone che le somme arretrate siano corrisposte a dì';correre dal1()agosto2~lS

Il calendario e gli bnporti I limiti In una circolare l'Istituto definisce Liquidazione decrescente per i trattamenti

compresi tra 1.450 e 2.850 euro lordi mensili i tempi e le modalità dell' operazione

I Pensioni, al via i rimborsi Da agosto la restituzione di una parte dei tagli bocciati dalla Consulta

F1Ibio Venanzi

,. Estate un po' più ricca per i pensionati italiani. L'Inps, conl'as­segno di agosto, pagherà i soldi trattenuti in questi ultimi quattro anni con i tagli alle rivalutazioni, decisi dal Governo Monti nel 2011 con il Salva Italia e bocciati di re­cente dalla Corte costituzionale.

2012/2013. La circolare 125 prevede sero diritto a un adeguamento pari nualità avverrà, invece, in misura ilricalcolo d'ufficio (non serve do- al 100% dell'inflazione mentre gli parziale. I pensionati con assegni manda)degliarretraticonlarata altri non avrebbero avuto niente. di importo compreso tra tre e diagosto. TI diritto al rimborso sa- La sentenza avrebbe potuto quattro volte il trattamento mini­ràriconosciuto anche agli eredi di avere effetti ad alto impatto fman- mo si vedranno riconoscere una chi,nelfrattempo,èdeceduto,ma ziario se il Governo non avesse maggiorazione pari al 40% del­solo se presentano una richiesta studiatounmeccanismopermiti- l'inflazione piena. Q\.!.elli di im­all'istituto entro i tennini di pre- gare il cosiddetto "effetto trasci- porto superiore e fino a cinque scrizione (di norma 5 anni). namento". In altri termini, l'attri- volte il trattamento minimo si ve-

II decreto legge 65,ancorainat- buzione della perequazione sul- dranno attribuire il 20 per cento. tesa di conversione in legge, ha re- l'anno 2012, partendo dall'asse- Tale percentuale scenderà al 10% cepito gli effetti della ruchiarazio- gno in godimento nel 2011, per gli importi compresi tra cin-ne di incostituzionalità della Ri- avrebbe determinato a cascata queeseivolteiltrattamentomini-

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La "restituzione" sarà parziale e decrescente per gli assegni piùric­chi e interessa le pensioni com­prese tra i 1.450 ai 2.850 euro lordi mensili. A dare il via all' operazio­ne la pubblicazione, ieri;della cir­colare Inps 125 che ha defmito le modalità applicative previste nel Dl 65 del 21 maggio inmateriadi at­tribuzione dell'indicizzazione al­l'inflazione dei trattamenti pen­sionistici superiori a tre volte il trattamento mininlO nel bielillÌo

forma Monti-Fornero che aveva una base di calcolo maggiore an- momentrenonsaràriconosciuto bloccato la perequazione delle che per il calcolo dell'assegno nulla per gli importi superiori a pensioni. La Corte aveva ritenuto 2013 che, asua volta,sarebbe stato sei volte il predetto trattamento che la norma avesse leso i pensio- calcolato sull'importo definitivo minimo. Tale modalità opera nati la cui capacità di integrare i del 2012 e cosÌ via. Su questo esclusivamente ai fini della deter- ~ propri redditi risulta limitata. avrebbe pesato anche l'inflazione minazionedegliimpòrtiarretrati ~ Inoltre non era stata prevista una che negli anni di "blocco" l'infla- relativi agli anni 2012-2013. o

gradualitàdelblocco,masierasta- zione è stata pari al3 % per la pri- Tuttavia l'incremento pere- {l bilito che solo gli importi fmo a tre ma armualità e al 2,7 % nel 2013. quativoattribuito pertalianni, che ~ volte il trattamento minimo aves- TI riconoscimento sulle due an- 'g

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n Sole9]{l mmrn costituisce la base di calcolo per determinare gli importi mensili delle pensioni a partire dal 2014,

viene riconosciuto in misura par­ziale. Più precisamente nella llÌi­sura del 20% dell'aumento per gli anni 2014 e 2015 e nella lnisura del 50% dell'aumento ottenuto relati­vamente al 2016. Pertanto r effetto trascinamento perglianni succes­sivi al 2013, sarà contenuto.

In occasione del rinnovo delle pensioni, che avverrà entro la fme di quest'anno,l'Inps provvederà a

I calcoli dell'Inps

ricalcolarelepensioniapartiredal 2012, fino al 2016.

Per avere un'idea delle cifre in gioco prendiamo una pensione lorda di 1.900 euro al mese - che è poi quella che avrà l'integrazione più alta perché si avvicina ma non supera quattro volte il minimo Inps - che netti sono circa 1.500: il rimborso sarà intorno ai mille eu­ro. L'Inps fa un esempio di calcolo suunapensione di 1.5.00 euro lordi: in questo caso il rimborso è di 796 euro (si vedano le tabelle riportate

in pagina). TI nuovo importo della pensio­

ne del 2016 sarà poi,la nuova base per ilcalcolo della perequazione a regime per le annualità successi­ve. La "nuova" pèrequazione sarà attribuita a ogni singolo b.eneficia­rio in funzione dell'importo com­plessivo di tutti i trattamenti pen­sionistici in godimento, inclusi gli assegni vitalizi derivanti da uffici elettivi. TI calcolo dell'aumento di rivalutazione automatica deve es­sereeffettuatosulcumulodeitrat-

Gli esempi dirivalutazione delle pensioni nei bienni 2012·2013, 2014·2015 e perl'anno 2016

ANNI 2012 E 2013

·.lntPortqplfl$ii)lle ,.' ,ÀllpUcazione articolo t,comma l, $Pettantt,rimdè"" ~.t) del DL n. 65/2015.Nllovo S'lIti!nz.n;7~/2015 {i.>··~omma 25 Arretrati Anni

2012 '1500 1.500 x 0,4 x 2,7%= 16;20

2013 1.500 1.516,20 x 0,4 x 3% = 18,20

16,20 x 13 '" :ZIO,fiO

(16.20+18,20) x U ..• 447,20

ANNI 2014 E 2015

I1I\po~' PeÌl."

ApptiaìifC)nèarticolol~tomma t, -.rìtffìi(n. Nuovo ·èlella$eQt.~zt. ... 2) IWlDI.n..65/24»5.Nuovo mensile in

Anni n:70l2&'S tdnlln'.1Sb~s •. .. . AlTetrati pagamento

2012 1.500 1.500 x (l +0,2xO,4x2,7%) = 1503,24

2013 1.500 1.503,24 x (l +0,2xO,4x3%) = 1506,85

2014 1.515,68 1.506,85 x (l + 0,95 x 1,1%) = l (1.522,60-1.515,68) x 13 = 1.522,60 89,96

2015 1.518,56* 1.522,60 x (l + 0,95 x 0,2%) = (1.525,49-1.518,56) x 7 = €1.525,49 1.525,49 48,51 da agosto

TOTALE ARRETRATI 210.6 ;,447.2 ~89,96+48,51:;; ADAGOST0201S 79(l,27

ANNO 2016

Nllovomensile

2012 1.500 1.500 x (l + 0,5 x 0,4 x 2,7%)= 1508,10

2013 1.500 1508,1 x (l + 0,5 x 0,4 x 3%)= 1.517,15

2014 1.515,68 1.517,15x(1+0,95x1,1%)= 1.533

2015 1~518,56 1533 x (l + 0,95 x 0,2%) = 1535,91

2016 1.524,33" 1.535,91 x (l + 0.95 x 0,4%) = 1541,75

Nota: (*) Nel determinare l'importo spettante perii 2015 è stato utilizzato il coefficiente di perequazione definitivo pari perii 2015 allo 0,2%; ("')f-lel determinare l'importo spettante peril2016 è stato utilizzato il coefficiente di perequazione

,I>o t provvisorio pari per il 2016 allo 0,4%

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tamentierogatidall'Inps e dagli al­tri enti, presenti nel Casellario centrale, per ciascun pensionato. Allaricostituzione dei trattamenti pensionistici l'Istituto provvede­ràd'ufficio.

Sul versante fiscale, ihfme, le somme arretrate saranno assog­gettate a tassazione separatamen­tre quelle di competenza del 2015

saranno assoggettate a tassazione ordinaria

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I punti principali

Sarà l'lnps a lÌCustrui re d'uffidoi trattamerìti fH!liSfonistid ,rionèquindl ne~essariò presentare . . dÒ.rnanda. l'unica eccezione riguarda glhrididel . pensto_deéeduto;in questo caso la domandava presentata entrò i termini di prescrizione (di norma 5 anni). Hanno diritto al rimborso le pensioni che vanno da 1.450 euro lordì (sotto questa soglia la perequazione~ stàta riconosciuta) a 2.850 euro tordi. Gli enti die erogano vitalf%i a chi ha svolto uffici elettivi,non dovrannocomunicarenuUa al casellario centrale dei pensionati ma dovranno rispilndeteatlenchieste che l'Inpssta'inviano loro (codici fiscali e importi erogati)

Il meccanismo studiato prevede un'a fest1tu~lone parzialedf;llla~_ nortriconosduta: tralU_eil

. 4O%di'quantòperliopergti anni2012-2Q13eil20%di quanto erogato pE!rglianni precedenti per il 2014. pfOin' dettaglio: perle penidQnl tra le tre e (e.quattro v«*eUroinimo (tra 1.500 e 2milaeurò lor,di al mese) la rivalutaziòne per il 201H3 sarà del 40% . dell'inflazione (2,1% perii

.2012,3% per U 2(13); perlè pensioni tra quattro e dnque volte il minimo (tra 2 mila e 2.500) sarà del 20%ì perle pensioni trat2.S00. e 13rnlla euro La rivalutazione.sarà sole> pari al10%ùl quantu pe~ò.le pensjoni di impe>rto superiore a sei volte il minimo Mn avrannonessun rimborso.

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Il rimborso sarà sottoposto ata~onesepar.da. QUesta modalità di

. tassazione consente di evitare di éumulàre con il' reddito complessivo di un dato anno fredditiprodotti in periodi di imposta precedenti, che vengono quindi sottratti alt'assoggettamento fiscale progressivo. Suquesti an'etrati l'imposizione amene con un'aUquota media (calcolata sullà semisomma del redaito complessivo netto del biennio precedente all'annodi percezione del trattamento),generalmente più favorevole per il contribuente e non vengono a ppticate te addizionati comunali e regionali

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Dopo la Consulta. Nodo risorse per la «vacanza contrattuale» sugli ultimi mesi dell'anno - Tempi incerti sulla pubblicazione delle sentenza

Contratti statali, prima copertura già nel 2015 Davide Colombo ROMA

Lo scenario più probabile, di­ceva ieri il presidente dell'Aran, Sergio Gasparrini, è che la con­trattazione per il pubblico impie­go riprenda nel 2016. Si dovrà aspettare la legge di stabilità, che solitamente fissa l'importo dedi­cato per il rinnovo dei contratti: «senza non è possibile. Successi­vamente, dal governo viene dato a noi il mandato per l'avvio delle trattative» ha spiegato il respon­sabile dell'Agenzia per la rappre­sentanza negoziale delle pubbli­che amministrazioni.

Per il momento non si può che aspettare, dunque. Innanzitutto la pubblicazione della sentenza, che potrebbe arrivare tra un mese o più, visto che la precedente sulle pens~oni è arrivata un mese e 2!? giorni dopo l'udienza. Ma questa voltac'èdimezzoanchelascaden­za del mandato di uno dei giudici (Paolo Maria Napolitano, il lO lu­glio prossimo, e prassi vorrebbe che tutto il collegio sia insediato al momento della pubblicazione) e

ARAN E fUNZIONE PUBBLICA Gasparrini: «Possibile la ripresa della contrattazione nel 2016». . Rughetti: «Prima legge di Stabilità e riforma Pa»

c'è anche la pausa estiva della Cor­te in avvicinamento. Si vedrà

Dal giorno della pubblicazione decadono le norme che hanno di­sposto il blocco dei rinnovi con­trattuali (di 78/2010 e successive proroghe) esi tratteràdicapireco­me frnanziare la cosiddetta "va­canza contrattuale" che matura per gli ultimi mesi del 2015. Secon­do fonti tecniche dovrebbe valere la stessa logica contabile del rim­borso pensioni: l'impatto, sia pur molto modesto, sarà sui saldi 201S e quindi bisognerà fare una norma e trovare un copertura tra la legge di assestamento in preparazione (il ddl dev~ essere presentato da Pier Carlo Padoan entro fine giu­gno)ela Nota di aggiotnamentoal Def di settembre. Ma il condizio­nale è quanto mai d'obbligo. Men­treè certo che afinanziareilrinno­vo sul prossimo triennio sarà la Stabilità 2016: «immagino che il momento topico sarà la legge di Stabilità» ha affermato sempre ie­riil sottosegretario allaPa,Angelo Rughetti, intervistato da Radio .24-La riforma della Pa per Rughetti è «il binario su cui poi i treni della

contrattazione dovrebbero anda­re, quindisàrebbe buonsenso arri­vare prima con la riforma della Pa», ovvero il ddl Madia, ora al­l'esame della Camera «Credo che la sentenza della Consulta vada colta come occasione per aprire unragionamento nuovo su come è organizzata la pubblica ammini­strazione» ha aggiunto il sottose­gretarioallaPresidenzadel Consi­glio, Claudio De Vincenti, secon­do il quale è ancora prematuro ra­gionare sulle coperture.

I «treni della contrattazione» di cuiparlaRughettinonavranno pe­rò bisogno solo dirisorse certe per camminare. n quadro normativo di riferimento è infatti cambiato con la riforma Brunetta (legge 1S e dlgs 1S0 del 2009) e si è passati dai vecchicompartieareedirigenziali a un'ipotesi di massimo 4 nuovi comparti, che Aran potrebbe defi­nire sulla base di un atto diindiriz­zo già scritto a suo tempo da Fun­zione pubblica se il Governo non decidesse di mandarne uno nuo­vo.Novitàsui comparti potrebbe­ro arrivare anche dai ritocchi al Ddi delega (si potrebbe passare da

4as)mailproblemaresterebbesul fronte delle rappresentanze. I sin­dacati del pubblico impiego han­no infatti appena rinnovato i loro organismi sulla base dei vecchi comparti (elezioni a marzo, verifi­ca risultati in corso e nuove rap­presentanze attese entro settem­bre). Adottare i nuovi comparti si­gnificherebbe toccare equilibri che incidono sul tavolo negoziale futuro. Ma e dalla composizione anche di questi nodi (dunque non solodalreperimentodellerisorse) chepassail vialiberaai «treni della contrattazione».

I sindacati, sia pure in ordine sparso, chiedono l'apertura im­mediata del confronto e trovano un supporto in questo da voci au­torevoli della maggioranza come quella del presidente della Com­missione Lavoro della Camera, Cesare Damiano: «È una scelta -spiegal'esponentePd -che può es­sete fatta prima dell'estate per av­viareunatrattativachenonriguar: da soltanto il tema del salario».

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Lavoro e previdenza Pag.96

Quotidiano Data 26-06-2015 Pagina 8 Foglio 1

Landini si fa la sUa Festa Fiom a Bologna: per quattro giorni terremo Renzi sulla griglia

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Per quattro giorni, alla Festa nazionale della Fiom dove nemmeno la Camusso osa presentarsi

Renziresterà sulla graticola Landini dice che ha più iscritti 'ui che non l'intero Pd

DI GIORGIO PoNZIANO

A;che Landini vuole la sua festa. E l'organizza proprio a Bologna, roc­

orte Pd, a due passi da dove i pidiessini celebrano ogni anno la loro, che qui an­cora chiamano festa dell1Jnità. La festa nazionale della Fiom, costellata di gigantografie del leader Maurizio Landini e della sua felpa, di cui rivendi­ca la primogenitura rispetto a quella di Matteo Salvini, si apre oggi e si concluderà domenica. Titolo: Unions. Ovvero la voglia di unificazione a sinistra ma anche il riferimento ai sindaca­ti inglesi, culla del movimento sindacale mondiale. Un ricordo di quelle origini che gli organiz­zatori spiegano così: «Perché il sindacato ha una crisi di legit­timità aperta e perché all'epo­ca del jobs act stiamo tornando indietro".

Si svolge alle Caserme Rosse, in Bolognina, quartie­re operaio dove il Pci contava il 91% dei voti e scelto non a caso da Achille Occhetto per l'ormai famosa assemblea in cui decretò la fine del Pci. Un luogo simbolico, quindi, in cui Landi­ni intende prom)lovere quella Coalizione sociale ancora dai confini non definiti. All'invito ha subito aderito Sergio Coffera­ti, che tornerà così nella città di cui è stato sindaco e dalla quale ha incominciato una carriera politica (dopo quella sindacale) che lo ha portato al parlamento europeo, seggio che ha tenuto

anche dopo l'uscita dal Pd. Se Cofferati sarà Pospite

d'onore politico, quello intellet­tuale sarà Gustavo Zagre­belsky. Poi i riferimenti oltre confine: interverranno il mini­stro del Lavoro greco Skourle­tis Panagiotis e il segretario di Podemos a Madrid, Jesus Maria Montero. Spieg il re­sponsabile organizzativo della Fiom Emilia-Romagna, Vale­rio Bondi, che sta dando gli ultimi ritocchi alla macchina della festa: «Vogliamo mettere assieme le esperienze sociali e culturali che hanno ragionato con la Fiom di coalizione socia­le. n sindacato è in crisi, anche assieme a loro vogliamo rico­struire e autoriformarci. Voglia­mo aggregare pezzi di società in un progetto sociale, parlare con chi non ha rappresentanza sin­dacale. Non ho difficoltà a dire che la nostra linea è diversa da quella della Cgil. TI loro orizzon­te è quello di accordarsi con Cisl e Uil, siamo lontani".

CosÌ nessun esponente del Pd (ma neppure di SeI) è stato invitato. Non sono previ­sti nella Coalizione sociale di Landini, che dice: «Nella Dc, nel Pci, nel Psi c'era una rap­presentanza trasversale. Oggi, nella storia di questo Paese per la prima volta non c'è la rappresentanza dei lavoratori ma soltanto di Confindustria». Neppure,Susanna Camusso si farà vedere, c'è chi dice per non allargare il solco tra Cgil e Fiom ma forse per evitate contestazioni dopo le sue affer-

. jf/iS6inw CaCciari ". pre",lk.let1ist~: «Landini». dice «è una

pel'$()lW(}lU!$t(S·mo·.non tlU·dtt '1iésmM parte. Prima di cambiare il

mazioni: «Landini deve sceglie­re tra due ruoli che diventano inevitabilmente contradditori, perché un conto è la rappresen­tanza del lavoro e un conto è la rappresentanza politica». Pane, Vangelo e radicalismo. Nel cal­derone fiommino vi sono anche Carlo Petrini di Slow Food e don Luigi Ciotti di Libera. Poi una schiera di giornalisti Rai capitanati da Massimo Giannini (Ballarò), Lucia An­nunziata (In mezz'ora), Paolo Mondani (Report). .

A Bologna la Fiom ha 19.500 iscritti, record naziona­le. Perciò alla festa si attendono il tutto esaurito. «La Fiom ha 350mila iscritti, più del parti­to di Renzi- dice Landini. -E non facciamo cene da 1.000 euro (come quella organizza­ta recentemente da Massimo D'Alema, ndr). TI fatto è che c'è un rischio per la tenuta demo­cratica del Paese». Soprattutto a Landini brucia l'avvio del Jobs act: «Non ho capito cosa di male hanno fatto a Renzi i lavoratori. Quando dice 'ti posso licenziare anche se hai ragione e te lo monetizzo', Renzi non ca­pisce il dramma dei lavoratori. Le imprese non assumono per il Jobs act ma perché c'è la ri­presa e anche perché il governo ha finanziato ogni assunzione con 8.000 euro. Poi il jobs act ha cancellato lo statuto dei la­voratori e quindi il consenso delle imprese è scontato. Le politiche sul layoro di questo governo sono peggiori di quelle dei governi di centrodestra».

Un altro attacco a Renzi è sull'auspicato sindacato unico: «è la conseguenza di un modello autoritario.- assicura Landini. -Renzi invece di di­segnare modelli sindacali, che non è il suo mestiere, dovrebbe varare una legge che ripristini la democrazia in fabbrica dan­do ai lavoratori la possibilità di decidere sui contratti che li riguardano». Saranno quattro giorni con Renzi sulla gratico­la. Dopo un'iniziale love sto:ry Landini lo ha scaricato e a Bolo­gna andrà all'assalto, trovando un presidente del consiglio più debole a causa dell'insuccesso elettorale e delle defezioni nel Pd. Ma Renzi non è uomo da giocare in difesa: «La Coalizio­ne sociale è destinata ad essere sconfitta non solo dai numeri ma anche dalla logica. Landini fa più comparsate in tv di quan­te sono le persone che sciopera­no a Pomigliano. E' demagogia pura».

La festa Fiom sarà un sasso lanciato nello stagno della politica. Mentre a Landi­ni arriva un consiglio dal filo­politologo Massimo Cacciaci: «E' una persona onesta, anche simpatica, ma non va da nessu­na parte. Lo avrei apprezzato di più se fosse partito dal cambia­re il sindacato, prima si lavora in casa propria, poi si guarda fuori. E comunque le sue idee non tengono conto del cambia­mento dei tempi, a partire dal mercato del lavoro».

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Lavoro e previdenza Pag. 103

Allo Stato il 500/0 del costo dei dipendenti 'lhl ritenute previdenziali a carico del lavoratore e rite­

nute fiscali operate come sostituto d'imposta dal datore di lavoro, in media, il primo 30% delle entrate per le casse dello Stato esce diretto dalla busta paga dei lavoratori. Ma ad operazioni terminate (aggiungendo premi !nail, addizionali regionali e altro) si arriva anche il 50% del costo complessivo sostenuto dal datore di lavoro per ogni singolo lavoratore. Per alcuni settori poi, come per esem­pio l'edilizia, le percentuali aumentano. Quasi mai i lavo­ratori sono consci del costo complessivo sostenuto dal datore di lavoro per ognuno di loro, né quanto di questo loro costo transita effettivamente nelle Casse statali. n più delle volte il lavoratore, infatti, si ferma solo al netto in basso a destra del cedolino. Ma la busta paga è molto di più. Per questo motivo la Fondazione Studi dei con­sulenti del lavoro ha messo a punto un vademecum per capire come leggerIa. Da una semplice esposizione di ore lavorate con relativa quota retributiva e trattenute si è passati negli anni, spiegano gli esperti della Fondazione, a un prospetto composto anche da più pagine e da deci­ne di acronimi non sempre di immediata comprensione. Varie e molteplici sono le situazioni del lavoratore che transitano in busta paga: dalle presenze alle assenze, alla composizione del proprio nucleo familiare, alla va­riazione del luogo di lavoro, alla fuoriuscita dal mondo del lavoro. Moltissime le informazioni contenute per ga­rantire al lavoratore la massima trasparenza, dalle ferie e i permessi, alla quota di tfr accantonata, all'imponibile previdenziale e fiscale con le relative somme a debito e credito. La busta paga è il prospetto che in termini mo­netari evidenzia il rapporto che si instaura tra datore di lavoro e lavoratore, rapporto che poi si estende anche agli enti previdenziali e al Fisco.

La busta paga non è. solo il minimo tabellare, ci sono le competenze fisse e quelle variabili. Dal 1993 in parti­colare le dinamiche salariali si sono evolute con diverse ripercussioni sul lavoratore e sul datore di lavoro. «Co­noscere queste dinamiche e le regole per una corretta imposizione previdenziale e fiscale», spiegano i consu­lenti, «fa la differenza e aiuta a costruire una cultura del lavoro basata su trasparenza e fiducia reciproca che si trasforma in sviluppo, progresso e competitività».

Quotidiano Data 26-06-2015 Pagina 25 Foglio 1

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Quotidiano Data 26-06-2015 Pagina 41 Foglio 1 /2

L'sos dell'A nel: non basta la proroga di 30 giorni per gli adempimenti

Inps, COSÌ non può andare Da rivedere le comunicazioni di irregolarità

Abbiamo contestato nell'oc­casione sia il merito di quelle comunicazioni che il metodo. A fronte di una così massiccia operazione di allerta regola­rizzazione contributiva delle aziende assistite dai colleghi, sarebbe bastato consultare preventivamente gli organi rappresentativi dei consulen-ti del lavoro per concordare

Solo pochi giorni fa, un'azione maggiormente ar­l'lnps ha effettuato monizzata alle reciproche un invio massivo di esigenze. comunicazioni di irre- D. Quindi non si conte­

golarità contributiva tramite stano le irregolarità delle Pec, che ha interessato gran aziende, ma il come si è parte dei consulenti del lavo- intervenuto? ro su tutto il territorio nazio- R. Esatto: noi consulenti naIe. In tali mail, venivano del lavoro siamo i primi edu­anche assegnati 15 giorni per catori alla regolarità ed alla la regolarizzazione. La vicen- legalità, ma per questo non da ha suscitato vibratissime possiamo essere considerati proteste dei Consulenti del i telelavoratori della pubblica lavoro, riversate al sindacato amministrazione a seconda di categoria, che è intervenu- degli umori o delle improv;.­to con una propria azione di vise necessità della stessa. E contestazione nei confronti una questione di dignità pro­dei vertici dell'lnps. L'istituto fessionale che spesso viene poi, in presenza dell'evidente calpestata. disagio dei CdI così come rap- D. Eppure i consulenti presentato anche dal Consi- . del lavoro sono i principa­glio nazionale dell'Ordine, ha li intermediari dell'lnps. accordato ulteriori 30 giorni per gli adempimenti. Ma ciò non ha soddisfatto del tutto il Sindacato di categoria Ancl, che abbiamo interpellato nel­la persona del suo presidente, Francesco Longobardi.

D. Presidente, ennesima frizione con l'Inps?

R. Abbiamo accolto con favore la nomina del nuo­vo presidente dell'Istituto al quale abbiamo formulato sinceri auguri di buon lavoro. Evidentemente si è da subito concretizzato uno degli aspet­ti su cui lavorare da subito, ovvero il rapporto paritario che deve intercorrere con i professionisti intermediari.

R. Essere i principali in­terlocutori dell'Istituto non vuoI dire poterli usare come si crede. Ho peraltro molti dubbi che ci si debba ritene­re i primi intermediari nei casi di inadempimento delle aziende.

D. Ci spieghi meglio. R. La figura di interme­

diario nasce e si consolida per effettuare adempimenti nei confronti della pubblica amministrazione in nome e per conto dell'azienda che l'ha delegato. Non per questo però può essere considerato il soggetto giuridico responsa­bile di un debito o di un ina-

dempimento di terzi. Anche dal punto di vista civilistico, in caso di pretese economiche, l'Istituto dovrebbe rivolgersi al diretto debitore che poi solo per sua scelta può farsi assi­stere dal professionista nel-

la soluzione del caso. È una questione delicata sulla quale sarebbe necessario un defini­tivo chiarimento con enti ed istituti.

D. Cos'altro non va nel­la procedura adottata dall'Istituto?

R. La risposta sta nelle varie situazione che mi han­no rappresentato gli stessi Colleghi da tutto il territorio nazionale: è risultato diffu­samente che numerosissime comunicazioni di irregolarità sono state inerenti situazio­ni debitorie acclarate da:bltre un anno, ma anche rigUar­danti rateazioni autorizzate ed in corso, delle quali non si è tenuto conto, aziende anche regolari, e sospensioni rego­larmente comunicate all'In­ps ma dallo stesso dall'ente ignorate. Non ultime le in­comprensibili causali «car­tella non riscossa, cartella non notificata, inadempienza relativa al periodo, F24 non presente, dml0 non presente» ecc. È di tutta evidenza che nessun controllo è stato ope­rato in origine dall'Istituto che evidentemente soffre di mancato collegamento ed in­terazione interna tra le varie procedure amministrative.

D. Comunque è arrivata la proroga.

R. Sì, ma questo non risol­ve il problema. Non è il con­sulente del lavoro che deve dedicare gran parte del suo tempo per verificare la legitti­mità di una richiesta: sono le

richieste di regolarizzazione stesse che devono partire solo se fondate su certezze e risul­tanze acclarate. Ho fatto pub-blicamente presente che nei confronti di aziende e datori di lavoro, l'azione intrapresa dall'Istituto previdenziale, sulla base di dati di archivio non aggiornati o coniunque non attendibili, costituisce un atto gravemente illegittimo che colpisce ingiustamente realtà produttive che stanno faticosamente risalendo la china della ripresa economi­ca, grazie anche agli inter­venti ed agli incentivi recen­temente messi in campo dal governo. E mentre tutti sono in attesa dei primi segnali di ripresa, l'Istituto non si fa scrupolo alcuno, così colpen­do, per esigenze meramente purocratiche, anche aziende del tutto incolpevoli. Così non va, e la proroga è l'ennesima toppa.

D. Come si può invertire la tendenza?

R. Abbiamo numerosi tavoli di consultazione con l'Istituto, nei quali i consulenti del la­voro hanno sempre apportato valore aggiunto e collabora­zione. Da parte nostra non c'è nessuna avversazione, anzi massima intenzione di migliorare le procedure. Ma per centrare l'Qbiettivo, biso­gna essere in due.

Pagina a cura DELL'UFFICIO STAMPA

E RELAZIONI ESTERNE DELL'ANcL,

AssOCIAZIONE NAZIONALE

CONSULENTI DEL LAVORO

Tel. 06/5415742 www.anclsu.com

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Lavoro e previdenza Pago 106

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Con il rinnovo scatteranno gli stipendi

in base al merito Oliveri a pago 42

Quotidiano Data 26-06-2015 Pagina 42 Foglio 1

Gli effetti della sentenza della Consulta. Il blocco ha finora congelato la valutazione per fasce

Statali pagati in base al merito I nuovi contratti dovranno applicare la legge Brunetta

DI LUIGI OLIVERI

Dietro ai possibili rin­novi contrattuali, le mine vaganti dell'at­tivazione delle fasce di

valutazione e della modifica dei fondi contrattuali decentrati.

Nonostante la soddisfazione espressa dalle organizzazioni sindacali per la nuova stagione della contrattazione collettiva che potrebbe riaprirsi a seguito della sentenza della Corte costi­tuzionale (si veda ltaliaOggi di ieri) che ha considerato incosti­tuzionale il blocco dei rinnovi, ma solo per il futuro, sono molte le <<insidie» che si nascondono dietro i rinnovi contrattuali.

Fasce retributive. La neces­sità di distinguere in tre fasce di merito i dipendenti pubblici per effetto della valutazione del loro rendimento, imposta dalla riforma Brunetta, è stata quasi messa nel dimenticatoio, dopo l'entrata in vigore del decreto legislativo 14112011, che aveva

di fatto «sospeso» gli effetti del­la riforma. Uarticolo 6, comma 1, del citato decreto legislativo stabilisce, infatti, che «la diffe­renziazione retributiva in fasce prevista dagli articoli 19, commi 2 e 3, e 31, comma 2, del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, si applica a partire dalla tornata di contrattazione collet­tiva successiva a quella relativa al quadriennio 2006-2009». n blocco dei contratti, protrattosi fino al 2015, ha di fatto impe­dito che le fasce di valutazione riprendessero vita, per ben quattro anni.

Se e quando ripartirà la contrattazione nazionale col­lettiva, tuttavia, essa non potrà limitarsi a regolare gli adeguamenti stipendiali dei lavoratori pubblici, ma dovrà anche curarsi di attivare la va­lutazione per fasce, cioè quella parte della riforma Brunetta più invisa alle organizzazioni sindacali. Infatti, il decreto le­gislativo 150/2009 impone di riservare la metà delle risorse

destinate all'incentivazione al 25% dei dipendenti inseriti nel­la prima fascia, lasciando il re­stante 50% delle risorse al 50% dei dipendenti, mentre l'ultimo 25% non potrebbe percepire al­CW} incentivo. C'è, comunque, da sottolineare che il disegno di legge delega di riforma del­la pubblica amministrazione all'esame in questi giorni alla Càm.era contiene, tra gli altri, anche l'indirizzo al governo di rivedere le norme sui sistemi di incentivazione. I tempi verosi­milmente lunghi della nuova stagione contrattuale potreb­bero quindi anche consentire di modificare l'attuale assetto.

Fondi contrattuali. La se­conda insidia è stata sempre in­trodotta dalla riforma Brunet­ta, per effetto della quale è stato introdotto all'articolo 40 del dIgs 16512001 il comma 3-bis, il quale stabilisce che la contrat­tazione integrativa di secondo livello <<destina al trattamento economico accessorio collegato alla performance individuale

una quota prevalente del trat­tamento accessorio compla<lSivo comunque denominato». Per­tanto, se la riforma della p.a. non modificherà la disciplina in vigore, la contrattazione nazio­nale collettiva dovrà ridefinire la struttura: del trattamento economico incentivante e le regole della contrattazione de­centrata. I contratti di secondo livello dovrebbero destinare la maggior parte delle risorse del salario accessorio proprio alla valutazione dei risultati da pre­miare col sistema delle fasce.

Dunque, dalla nuova contrat­tazione nazionale collettiva p0-trebbe derivare la conseguen­za che per molti dipendenti pubblici il salario complessivo, potrebbe ridursi anche signi­ficativamente, applicando le regole imposte dalla riforma Brunetta, per anni rimaste nell'oblio.

Supplemento a cura di FRANCESCO CERISANO

[email protected]

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H dato

Al Sud il record dei baby pensionati 115,2% dei pensionati del Sud ha meno di 40 anni a fronte di appena il 2,9% di quelli del Nord Ovest e del 3% di quelli del Nord Est. Lo rileva l'Istat nel documento sui trattamenti pensionistici e beneficiari. Il dato risente dei numeri delle pensioni assistenziali e di invalidità. Nel complesso l'età media delle pensionate è superiore a-quella dei pensionati (7l,8 anni contro 68,6) soprattutto tra i beneficiari di prestazioni di invalidità civile e di guerra.

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Corte dei conti: «La pressione fiscale ha raggiunto livelli ormai intollerabili»

LA RELAZIONE ROMA Una denuncia netta, di quel­le che non possono essere equivo­cate: la pressione fiscale in Italia è «intollerabile». Il livello ormai è così elevato che «difficilmente il sistema economico potrebbe sop­portare ulteriori aumenti». A dir­lo è la Corte dei conti, con la rela­zione sul rendiconto generale del­lo Stato 2014 illustrata dal presi­dente di coordinamento delle se­zioni riunite, Enrica Laterza.

D'altronde in questi anni, per far fronte all'emergenza economi­co-finanziaria e rispettare i vinco­li di bilancio, «la politica fiscale è stata piegata ad obiettivi di gettito immediato», e così facendo è stata «sacrificata l'esigenza di una ra­gionata revisione strutturale del sistema». In sei anni, tra il 2008 e il 2014, sono state adottate - conti­nua la Corte - «oltre 700 misure di intervento tra aggravi e sgravi del prelievo» con un aumento di 55 miliardi del gettito. Arrivati a que­sto punto, però, c'è «la necessità di un intervento di segno opposto, volto a restituire capacità di spesa a famiglia e imprese». Il bonus di 80 euro varato dal governo Renzi, pur andando in questa direzione, non è sufficiente.

LA STRADA AMBIZIOSA

«DIFFICOLTÀ OGGETTIVE PER LA SPENDING REVIEW SERVE UN NUOVO PATTO SUL WElFARE:J CITTADINI PAGHINO DI PIU PER ALCUNI SERVIZI PUBBLICI)

Non potendo alzare le tasse, resta il dilemma di come assicurare la sostenibilità della finanza pubbli­ca. Anche la spending review, in­fatti, è di difficile attuazione. I ma­gistrati contabili, guidati dal presi­dente Raffaele Squitieri, sottoline­ano le «oggettive difficoltà»: nel quadriennio 2010-2014 i tagli si so­no concentrati su personale, ac­quisti di beni e servizi e investi­menti, a fronte del «continuo ed elevato ritmo di espansione delle prestazioni pensionistiche». Ed è proprio «la forte rigidità» della spesa per le pensioni ad aver rap­presentano uno scoglio insormon­tabile. Essendo i redditi da lavoro e i consumi intermedi «già ripetu­tamente colpiti», i margini di ri­sparmio si sono molto ristretti. In questo scenario per mantenere in equilibrio i conti pubblici sarebbe necessaria - calcola la Corte - una crescita di Pil e produttività «non inferiori all'I,5% annuo» e una di­soccupazione intorno «al tasso fi­siologico del 7%». Target che in questo momento appaiono irrag­giungibili.

E allora? Una strada c'è, dice Squitieri. È ambiziosa, ma fattibi­le: riorganizzare i servizi di welfa: re sulla base di una «riscrittura del patto sociale tra cittadini e go­verno». Obiettivo: ridurre il «peri­metro dell'intervento pubblico». Per alcuni servizi servirebbe «una maggiore partecipazione dei citta-

dini alla copertura dei costi». Non per tutti allo stesso modo, però. L'operazione infatti - aggiunge la Corte - deve essere fatta conte­stualmente a una «rigorosa artico­lazione tariffaria, che realizzi il precetto costituzionale della con­correnza alle spese pubbliche in ragione della diversa capacità contributiva».

Altra operazione suggerita dal­la magistratura contabile: razio­nalizzare l'universo degli enti pa­rastatali, 320 soggetti «denomina­ti, istifuiti, controllati e finanziati dai ministeri». Di questi - hanno

calcolato i magistrati contabili -165 hanno comportato un costo per le casse dello Stato pari a 45 miliardi in due anni. La Corte poi accende un faro sui derivati: oc­corre un «puntuale monitorag­gio» dei rischi che questi contratti «possono comportare sugli equili­bri di bilancio» e una normativa ad hoc. L'allarme è alto: a fine 2014 su un valore dei derivati in circolazione pari a 160 miliardi (9% sul totale dei titoli di Stato), un quarto - 42 miliardi - sono per­dite. Data la struttura dei paga­menti tipica dei derivati, avverto­no i magistrati contabili, «è assai probabile che parte di questi 42 miliardi si concretizzerà in paga­menti nei prossimi semestri».

Giusy Franzese © RIPRODUZIONE RISERVATA

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I Pressione fiscale in Area Euro ~-- --_ .. _- --- -- -_ .. - ._._- - - ---- ~~._.-- _ .. _~--- .. _._-

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I :,:Germania 39,4 I I

- Estonia 31,9 I ! I

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Il Irlanda 30,2 I

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" . Spagna 33,7 I I

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Il Francia 47,6 Cipro 31,6 I

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,} I Malta 34,1 I I = Paesi Bassi 37,3 I I

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43,3 _ .Austria • Portogallo 37,0 I

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.. Slovenia 37,2 I

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,_ Slovacchia 30,2 I I +- Finlandia 44,0 , I_ Areaeuro 41,8

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l Fonte: Banca d'Italia _ ... _ .. - --- ---_ .. -_ ..... - ANSA1Ce1lT~m_erri I -_._-- _ .. _- ~ ... -

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