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Rassegna Stampa di venerdì 6 giugno 2014 SNALS / CONFSAL Italia Oggi 06/06/2014 CONTRATTI FLESSIBILI PER EXPO il Messaggero 06/06/2014 CASO RAI, LO SCIOPERO PERDE ALTRI PEZZI I GIORNALISTI SI SFILANO il Tempo 06/06/2014 TAGLI, VIALE MAZZINI CHIUDE RAI WORLD il Giornale - ed. Milano 06/06/2014 CONTRATTI PIU' "FLESSIBILI" PER EXPO ANCHE I SINDACATI FIRMANO IL PATTO It.Yahoo.Com 06/06/2014 FIRMATO ACCORDO REGIONE LOMBARDIA-PARTI SOCIALI PER EXPO 2015 Testate on line 06/06/2014 ARTICOLI PRESI DAL WEB Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 06/06/2014 SCUOLA, SUL TAVOLO 350 MILIONI PER GLI SCATTI la Stampa 06/06/2014 ULTIMO GIORNO DI SCUOLA GLI STUDENTI RINGRAZIANO Italia Oggi 06/06/2014 OPERAZIONE SCUOLE SICURE Il Messaggero - Cronaca di Roma 06/06/2014 FORMAZIONE, STAGE AZIENDALI PER GLI ALUNNI DELL'ARMELLINI la Repubblica - ed. Milano 06/06/2014 NON VOGLIAMO RINUNCIARE AL LICEO MUSICALE Roma 06/06/2014 UNA SCUOLA SENZA EMERGENZE, ASSEMBLEA COI GENITORI A.GE. SU MENSA E PRIMO CIRCOLO Italia Oggi 06/06/2014 TIROCINIO FORENSE ALL'UNIVERSITA' il Giornale 06/06/2014 PERTE LA RICERCA SUL LEGNO STRUTTURALE il Mattino 06/06/2014 TEST O NON TEST? IN ITALIA MANCA LA PROGRAMMAZIONE+++ Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 06/06/2014 LA GRANDE QUESTIONE DI MERITO il Sole 24 Ore 06/06/2014 TFS E TFR, RINVIO FINO A 5 ANNI PER I DIPENDENTI PUBBLICI il Sole 24 Ore 06/06/2014 CONTRATTI, RESCISSIONE AMPIA la Stampa 06/06/2014 ROMA SCENDE IN PIAZZA CONTRO MARINO il Messaggero 06/06/2014 DECRETO IRPEF, SI' DEL SENATO ALLA FIDUCIA SANGALLI: 11 ANNI PER TORNARE PRE-CRISI il Messaggero 06/06/2014 TOGHE IN PENSIONE, C'E' IL CASO ORGANICI il Tempo 06/06/2014 Int. a G.Gamaleri: "LA VERA SPENDING REVIEW E' SUI COMPENSI DEI COLLABORATORI" Il Secolo XIX 06/06/2014 "QUOTA 96", FORNERO DA LA COLPA AI POLITICI Il Secolo XIX 06/06/2014 PREVIDENZA FACILE Corriere della Sera 06/06/2014 PRIMO SI' DEL SENATO AL BONUS DI 80 EURO la Repubblica 06/06/2014 Int. a N.Roubini: "SCELTA LA STRADA GIUSTA MA SARA' UNA MARATONA ITALIA FUORI DALLA CRISI SOLO TRA CINQUE ANNI" la Repubblica 06/06/2014 GOVERNO, VENERDI' PROSSIMO IL PACCHETTO ANTICORRUZIONE DAI POTERI A CANTONE AL DASPO il Messaggero 06/06/2014 Int. a G.Gros-pietro: "UNA MOSSA DECISIVA PER LA CRESCITA ADESSO IL GOVERNO FACCIA LE RIFORME" il Messaggero 06/06/2014 RENZI: BENE IL CAMBIO DI PASSO ORA ANCHE LA UE VOLTI PAGINA

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Rassegna Stampa di venerdì 6 giugno 2014

SNALS / CONFSAL Italia Oggi 06/06/2014 CONTRATTI FLESSIBILI PER EXPO il Messaggero 06/06/2014 CASO RAI, LO SCIOPERO PERDE ALTRI PEZZI I GIORNALISTI SI SFILANO il Tempo 06/06/2014 TAGLI, VIALE MAZZINI CHIUDE RAI WORLD il Giornale - ed. Milano 06/06/2014 CONTRATTI PIU' "FLESSIBILI" PER EXPO ANCHE I SINDACATI FIRMANO IL

PATTO It.Yahoo.Com 06/06/2014 FIRMATO ACCORDO REGIONE LOMBARDIA-PARTI SOCIALI PER EXPO

2015 Testate on line 06/06/2014 ARTICOLI PRESI DAL WEB Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 06/06/2014 SCUOLA, SUL TAVOLO 350 MILIONI PER GLI SCATTI la Stampa 06/06/2014 ULTIMO GIORNO DI SCUOLA GLI STUDENTI RINGRAZIANO Italia Oggi 06/06/2014 OPERAZIONE SCUOLE SICURE Il Messaggero - Cronaca di Roma

06/06/2014 FORMAZIONE, STAGE AZIENDALI PER GLI ALUNNI DELL'ARMELLINI

la Repubblica - ed. Milano

06/06/2014 NON VOGLIAMO RINUNCIARE AL LICEO MUSICALE

Roma 06/06/2014 UNA SCUOLA SENZA EMERGENZE, ASSEMBLEA COI GENITORI A.GE. SU MENSA E PRIMO CIRCOLO

Italia Oggi 06/06/2014 TIROCINIO FORENSE ALL'UNIVERSITA' il Giornale 06/06/2014 PERTE LA RICERCA SUL LEGNO STRUTTURALE il Mattino 06/06/2014 TEST O NON TEST? IN ITALIA MANCA LA PROGRAMMAZIONE+++ Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 06/06/2014 LA GRANDE QUESTIONE DI MERITO il Sole 24 Ore 06/06/2014 TFS E TFR, RINVIO FINO A 5 ANNI PER I DIPENDENTI PUBBLICI il Sole 24 Ore 06/06/2014 CONTRATTI, RESCISSIONE AMPIA la Stampa 06/06/2014 ROMA SCENDE IN PIAZZA CONTRO MARINO il Messaggero 06/06/2014 DECRETO IRPEF, SI' DEL SENATO ALLA FIDUCIA SANGALLI: 11 ANNI PER

TORNARE PRE-CRISI il Messaggero 06/06/2014 TOGHE IN PENSIONE, C'E' IL CASO ORGANICI il Tempo 06/06/2014 Int. a G.Gamaleri: "LA VERA SPENDING REVIEW E' SUI COMPENSI DEI

COLLABORATORI" Il Secolo XIX 06/06/2014 "QUOTA 96", FORNERO DA LA COLPA AI POLITICI Il Secolo XIX 06/06/2014 PREVIDENZA FACILE Corriere della Sera 06/06/2014 PRIMO SI' DEL SENATO AL BONUS DI 80 EURO la Repubblica 06/06/2014 Int. a N.Roubini: "SCELTA LA STRADA GIUSTA MA SARA' UNA MARATONA

ITALIA FUORI DALLA CRISI SOLO TRA CINQUE ANNI" la Repubblica 06/06/2014 GOVERNO, VENERDI' PROSSIMO IL PACCHETTO ANTICORRUZIONE DAI

POTERI A CANTONE AL DASPO il Messaggero 06/06/2014 Int. a G.Gros-pietro: "UNA MOSSA DECISIVA PER LA CRESCITA ADESSO IL

GOVERNO FACCIA LE RIFORME" il Messaggero 06/06/2014 RENZI: BENE IL CAMBIO DI PASSO ORA ANCHE LA UE VOLTI PAGINA

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Retnt:WZ!lerd~ Partita ieri all'Aran la trattativa che riprenderà mercoledì con una no-stop per arrivare alla sigla

Scuola, sul tavolo 350 milioni per gli scatti Claudio lucci ROMA

Centoventi milioni per il 2012, che arrivano dai risparmi "una tantum" conseguiti con la ri­forma degli ordinamenti (Gelmi­ni-Tremonti).E350milioni,aregi­me, che vengono presi riducendo i fondi utilizzati per remunerare le attività aggiuntive in favore de­gli alunni, il cosiddetto «Mof».

Inoltre per scongiurare la resti­tuzione delle somme percepite dal 2011 al 2013 dal personale am­ministrativo «Ata» vengono mes­si sul piatto altri 38,87 milioni, pe­scando dai fondi per l'autonomia scolastica previsti dalla legge 44<;> del 1997.

E partita ieri all' Aran la tratta­tiva con i sindacati, prevista dal d13 del 2014, per mettere la paro­la fine alla querelle nata a inizio anno con il tentativo del Mef di recuperare, in tranche da 150 eu­ro al mese, dallo stipendio di gen­naio, le indennità illegittima­mente attribuite a circa 50 mila docenti e «Ata».

Il Miur ha predisposto due atti d'indirizzo. Quello relativo al re­cupero dello scatto d'anzianità 2012 (il presupposto per mante­nere invariati gli stipendi del per­sonale scolastico, con il taglio a regime di 350 milioni del «Mof») e l'altro per evitare il prelievo sulle buste paga di circa 11mila Ata per i soldi in più accreditati

dal 2011 al 2013. La discussione con i sindacati

riprenderà mercoledì prossi­mo, e si profila una "no-stop" per arrivare alla sigla degli ac­cordi (anche perchè il d13 indi­ca come dead-line il 30 giugno).

Mercoledì bisognerà indivi­duare le singole voci del «Mof» da tagliare. Ma l'obiettivo «è quel­lo di penalizzare il meno possibi­le le attività rivolte a favore degli studenti», ha sottolineato il presi­dente dell' Aran, Sergio Gasparri­ni, che ha auspicato, anche, di po­ter siglare intese «con la massima condivisione possibile». Il riferi­mento è alla trattativa dello scor­so anno quando l'accordo per sbloccare lo scatto d'anzianità

2011 fu fmnato da tutti i sindacati, tranne la Cgil (contraria, come ora, al taglio del «Mof»). Conside­rando la riduzione prevista di 350 milioni il «Mof» arriverà a pesare circa 650 milioni (rie12008-2009 valeva circa 1,3 miliardi). Da quan­to si apprende, nei tagli che ver­ranno fatti si profùa un minor sa­crificio dei fondi per i corsi di re­cupero e di quelli per pagare le ore eccedenti, oltre a un riequili­brio nella distribuzione delle ri­sorse tra i vari ordini di scuola. «Si deve chiudere presto -ha det­to il leader della Dil Scuola, Massi­moDiMenna-.Epoivaapertasu­bito la partita sulle immissioni in ruolo per il prossimo anno».

©RIPRODUZIONERISERVATA

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Intesa fra periti industriali e comuni rilancia il fascicolo del fabbricato

Operazione scuole sicure Un rating sul grado di sicurezza degli edifici

Un rating sul grado di si sofferma su due strade. La sicurezza delle scuo- prima: introdurre l'utilizzo del le e del patrimonio fascicolo del fabbricato in via immobiliare italiano. sperimentale scegliendo un

Come? Grazie ad un accordo comune ac:;unpione. Con rela­tra comuni italiani (Anci) e . tivi risultati che si potrebbero periti industriali (Cnpi) che trasformare in aliquote più o punta in via sperimentale a meno vantaggiose sul prelievo utilizzare il modello di fasci- fiscale a seconda degli indici colo del fabbrica- III!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! di efficienza che to ultimato anche risultano dal fa-per gli indici di ef- scicolo. ficienza, non solo L'o b i e t t i v o ai fini della sicu- dell'incontro di rezza degli edifici ieri è stato, infat-stessi, scolastici ti, proprio quello e non, ma anche di presentare i ri-per una cono- sultati di una ri-scenza dettaglia- cerca spinta dalla tadegli immobili Fondazione Opi-del comune preso ficium e condotta a riferimento. La dal Politecnico di proposta è stata Milano sull'attri-lanciata ieri da buzione e la ve-Micaela Fanelli delegataAnci, rifica di alcuni indici di effi­l'Associazione nazionale dei cienza che rendono il libretto comuni italiani che, in occa- del fabbricato uno strumento sione del convegno «Big data: ancora più preciso per una va­la casa delle case» .. yoluto dal lutazione corretta del valore Cnpi, ha chiesto ai periti in- di un immobile. Dunque una dustriali di farsi parte attiva nuova metodologia per la valo­in questo senso. La rappre- rizzazione del patrimonio edi­sentante dei comuni italiani lizio che aspetta solo di essere

utilizzata. La seconda strada tracciata dall' Anci, invece, si lega a doppio nodo alla scelta del Governo di mettere iIrsicu­rezza e di rigenerare le scuo­le italiane. Il fascicolo, infatti, potrebbe essere già applicato sugli edifici scolastici di nuove costruzione e poi gradualmen­te sugli esistenti. Ne uscireb­be una sorta di ranking delle scuole che consentirebbe an­che alle famiglie di scegliere di scegliere l'edificio scolasti­

lo del fabbricato, in modo da preparare la strada ad una legislazione'che ne disponga finalmente l'obbligatorietà a livello nazionale». E che ormai il fascicolo si trasformi in re­altà concreta e non rimanga solo una dichiarazioni di in­tenti harino concordato tutti i partecipanti al convegno ro­mano. Da Giampiero Bamba­gioni responsabile delle atti­vità scientifiche di Tecnoborsa che stila il suo elenco di motivi

co più sicuro. Proposta ac­colta imme­diatamente dai periti in­dustriali ri- onsiglio Nazionale dei Periti IndustriaI

e dei Periti Industriali Laureati

per i quali è essenziali conoscere la caratteri­stiche degli immobili, come la de­spetto a una

sollecitazione che li vedrebbe protagonisti in prima persona. «Siamo pronti», rE)plica Sergio Molinari consigliere Cnpi de­legato in materia, «a coordi­narci con le strutture dell'An­ci mettendo a disposizione, su tutto il territorio nazionale, la nostra professionalità. Del . resto l'incontro di oggi nasce proprio con l'obiettivo di dif­fondere la cultura del fascico-

terminazione del valore per le finalità di mercato o l'at­tribuzione di un rating, fino a Mauro Iacobini, responsabile dell'area servizi valutazioni irqmobilial;Ì. che precisa: «Se avessimo 63 milioni di fa­scicoli per ogni unità immo­biliare ne guadagneremmo in conoscenza e sicurezza» . Anche in termini di fiscalità immobiliare.

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Formazione, stage aziendali per gli alunni dell' Armellini SCUOLA Un mini-stage di due settimane presso il centro operativo di Co­fely Italia a Roma, per imparare come si fa la manutenzione de­gli impianti: affiancati da tutor aziendali, diciassette studenti dell'ITIS "G. Armellini" di Ro­ma, hanno acquisito la metodo­logia necessaria a garantire il corretto funzionamento di un impianto energetico, hanno co­nosciuto gli strumenti tecnici del manutentore e hanno impa­rato a predisporre un report su­gli interventi di assistenza effet­tuati. L'iniziativa è stata realiz­zata grazie a Cofely Italia, socie­tà leader nell'efficienza energe­tica del Gruppo GDF SUEZ, part­ner del progetto "Alternanza Scuola-Lavoro" promosso dal Ministero dell'Istruzione - Uffi­cio Scolastico Regionale Lazio -e finalizzato all'acquisizione di competenze utili all'inserimen­to dei giovani nel mondo della­voro. Secondo un sondaggio di Skuola.net uno studente su quattro chiede stage curriculari in tutti gli indirizzi scolastici.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Data 06-06-2014 Pagina 39 Foglio 1

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la Repubblica

Non vogliamo nnunClare al liceo musicale

ALESSANDROMELCHIORRE*

NESSUNO vuoI rinunciare al Liceo musicale. Anche perché dopo due riforme,

pensate e gestite in modo quan­to meno opinabile, il modello del nostroLiceomusicalerestailmi­gliore. Perché risponde in ma­niera organica a una necessità: quella di educare alla musica edi permettere a chi si senta porta­to di proseguire nello studio fa­cendo della musica la propria

professione. La riforma ha di­menticato di costruire l'ingres­so in Conservatorio (lo ha lascia­to alle iniziative individuali), non considerando in sostanza che la musica si insegna e si im­para sin da piccoli; la riforma Gelmini ha costruito dei Licei musicali non ancora adeguati. In buona sostanza un vero Liceo musicale poteva contribuire a superare un problema che è del­la cultura italiana: l'esclusione della musica dalla scuola o la sua collocazione a un livello assolu­tamente secondario. È su questo che chiediamo attenzione al go­verno.

Per mantenere questa posi­zione di eccellenza però siamo oggi consapevoli che occorre rin­novare il Liceo musicale: questo stiamo cercando di fare. Come dirigenti delle rispettive scuole coinvolte abbiamo approvato un progetto innovativo -l'Istitu-

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to anni comprensivo musicale -che prevede l'insegnamento della musica dalla più tenera età (primarie) sino al Conservato­rio. È un progetto organico che restituisce alla musica un posto cheinItalia spesso non ha. E pro­prio per questo ci auguriamo de­sti l'attenzione, come suggeri­sce Angelo Foletto su Repubbli­ca Milano, anche del ministero competente. Gli spazi in questo contesto non sono il problema principale: al riguardo, gli accor­di in atto prevedono che gra­dualmente le lezioni di materie curriculari si svolgano alla Cuo­co Sassi (a 80 metri dal Conser­vatorio), a partire dal 2015-16. Quellemusicalinonabbandone­ranno mai il Conservatorio. ('Direttore del Conservatorio

di Musica "G. Verdi" di Milano)

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ROMA

L'INCONTRO COL SINDACO AL CASTELLO BARONALE

Una scuola senza emergenze, assemblea coi genitori AIGe. su mensa e Primo Circolo ACERRA. È per «spianare la strada verso una scuola senza emergenze», che l'A.Ge. (associazione dei genitori) di Acerra ha organizzato un'assemblea pubblica, dal titolo "Acerra, quale scuola domani?". L'obiettivo, è fare il punto della situazione su alcune questioni che hanno causato notevoli disagi alla platea scolastica, alle famiglie e alle stesse scuole. Cercando di coinvolgere le istituzioni interessate per capire e programmare soluzioni concrete. L'appuntamento è per oggi, al Castello baronale. Inizio dei lavori, previsto alle 18. Gli argomenti trattati spazieranno dalla mensa scolastica comunale, all'edilizia scolastica, alla diaspora del primo circolo didattico e le lunghe liste d'attesa per accedere alle scuole materne, passando per il problema sicurezza e il contrasto agli atti vandalici. Tutti nodi, che in città attendono ancora di essere sciolti. A partire dal primo: per il secondo anno consecutivo, quasi mille famiglie non vedranno partire un servizio pagato, e oltretutto, già rimborsato. La gara, gestita dalla Stazione Unica, si è impantanata in lungaggini burocratiche, finendo a colpi di ricorsi tra le ditte escluse dalla gara per irregolarità. Dopo le proteste, a scuola, i bimbi continuano a mangiare panini. Per l'ex Collegio di piazzale Renella la strada del rifacimento è ancora lunga. Solo di recente, la commissione tecnica del Provveditorato alle Opere pubbliche ha approvato il progetto definitivo. Chiuso da ottobre 2010 per il pericolo di crollo di uno dei solai, l'edificio verrà ristrutturato con le compensazioni ambientali prima destinate alla Casina Spinelli. Inoltre, è stato più volte vandalizzato. Al summit interverranno il sindaco Raffaele Lettieri (nella foto), l'assessore all'istruzione Enzo Falco e i dirigenti scolastici. Invitati: comitati, associazioni del territorio, forze politiche e la cittadinanza. ANAI

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ACCORDO FEDERLEGNOARREDO-POLITECNICO

Parte la ricerca sul legno strutturale • Il Politecnico di Milano atti­veràdal prossimo anno accade­mico insegnamenti universita­ri sulle strutture in legno e sulle tecnologie per la lavorazione del legno. L'accordo è stato fir­mato ieri da Roberto Snaidero, presidente FederlegnoArredo, e dal rettore del Politecnico di Milano, Giovanni Azzone.

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IL~MA.TTINO

Test o non test? In Italia manca la programmazione Francesco Corcione *

Sta destando molta attenzione, e non solo nel mondo ac­cademico, il dibattito aperto dal Mattino sulle modalità

di accesso alla Facoltà di Medicina e O1irurgia. TIveroproble­ma - a mio avviso - risiede nel «sistema». Il «Sistema Italia» che vuole scimmiottare altri sistemi europei, per poi perdersi nella cruda attuazione degli stessi. L'Italia è un paese strano: da anni non abbiamo una stabilità politica tale da avere pun­ti di riferimento, e ad ogni governo, ecco un nuovo ministro che vuole segnare il suo mandato con una legge che, spesso, cancella quella precedente. TI nodo reale - e qui mi riferisco alla polemica Docimo-Galdo - non è nell' accesso; l'accesso ad una facoltà rappresenta comunque un imbuto. Il vero pro­blema è che non esiste programmazione. In Francia, l' acces­so è regolato da un difficilissimo esame che avviene dopo un anno di Scuola universitaria. Danoi potrebbe avvenire dopo difficilissimi quiz o dopo un anno secondo le nuove direttive. La differenza sta nel «dopo». In Francia chi entra a Medicina sa che studiando e frequentando, e non perdendosi, può gua­dagnare la laurea, e poi ha diritto ad una specializzazione, perché il numero degli iscritti corrisponde a quello totale de­gli specializzandi. È ovvio che il più meritevole decide dove andare,maanchel'ultimohadirittoalsuopostodispecializ­zazione. E non è finita qui. Dopo la specializzazione, al giova­ne viene assicurato un posto o in ospedale o all'università, perché il suo percorso era stato programmato.

In Italia tutto questo non avviene. Viviamo in un paese strano, in cui si dà importanza alle modalità di accesso alla facoltà di Medicina e Chirurgia, ma non ci si preoccupa di quello che sarà dopo 6 anni un laureato. La scelta della spe­cializzazione è ancora più selettiva, e sono in pochi araggiun­gere l' obiettivo preposto, e quei pochi che accedono alla spe­cializzazione, non hanno futuro. Nel mio campo, quello chi­rurgico, da anni assistiamo ad uno spettacolo che mi fa rab­brividire. Tra qualche mese prenderò in mano la Società ita­liana di Chirurgia essendo presidente eletto. Ebbene, sono mortificato nell' assistere allo squallido percorso cui sono sot­toposti i nostri giovani. Come dicevo prima, con difficoltà po­chi si iscrivono alla Scuola, che il più delle volte non formerà ma rilascerà una patente. E tutti sanno che avere una patente senza saper guidare è forse ancora più pericoloso e fuorvian­te. Ebbene, questi giovani sono nella maggior parte dei casi estremamentevolenterosi. Lavorano, apprendono, sonovo­gliosi difare. Ma, arrivati alla conclusione delloro iter, siritro­vanoinunafuseincuihannoancorabisognodiessereforma­ti. E invece .... Ecco la mancanza di programmazione.

I giovani che hanno frequentato per 6 anni sale operato­rie o sale riunioni, che hanno studiato e hanno cercato di formarsi guadagnando 1900 euro al mese, da un giorno all' al­tro si ritrovano soli e abbandonati alloro destino. Sono anni che non si bandiscono concorsi soprattutto al Centro-Sud. Sono anni chevedo questi giovani perdersi nelle guardienot­tume in Case di Cura periferiche o in Pronto soccorso dove -se gli va bene - guadagnano qualcosa per vivere. E la loro formazione viene tarpata nel periodo più critico. Tra l'altro mi sembra anche contraddittorio l'atteggiamento dello Sta­to: investe pagando i giovani informazione, e, poi non si pre­occupa del loro futuro perdendo anche, economicamente, i

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soldi investiti nella specializzazione. lo mi sento mortificato nel vedere quest' evoluzione sen­

za poter fare niente. Perché il ministro dell'Università e quel­lo della Salute non si siedono con noi operatori del settore per decidere e programmare? Eduardo diceva «addà passà a nuttata». Ma questa, per i nostri giovani, sembrainterminabi­le.

* Presidente della Società italiana di Chirurgia

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Data 06-06-2014 n Sole9]{l mmrn Pagina 29

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La grande questione di merito Come si può ( o no) dare un premio alla produttività, al lavoro, al talento

di J. Bradford Delong

a recensione migliore che ho letto finora de Il capitale nel XXI secolo di Thomas Piketty è quella del mio amico Lawrence Summers, nonché

frequente mio co-autore, pubblicata sul De­mocracy J ournal di Michael Tomasky. An­date a leggervela.

Come, siete ancora qui? Dite che nonsie­te disposti a leggere un testo di cinquemi­la.parole? Vi assicuro che sarebbe tempo ben speso. Se siete ancora qui, tuttavia, non ve ne offrirò una sinossi o qualche bra­no scelto: vi proporrò invece una breve de­lucidazione su un aspetto piccolo, di se­condaria importanza, facendo una digres­sione sulla filosofia morale nella recensio­ne di Summers.

«C'è moltissimo da criticare nelle dispo­sizioni esistenti di governance societaria», scrive Summers. «Tuttavia, io credo che co­loro che come Piketty rifiutano l'idea che la produttività non abbia niente a che vedere con le retribuzioni farebbero bene a riflette­re». Perché? «I dirigenti che guadagnano di più non stanno ... dirigendo società pubbli­che e riempiendo i loro consigli di ammini­strazione di amici», dice Summers. Al con­trario, sono «stati scelti da società private di investimento per amministrare le azien­de che controllano. In nessun modo ciò può giustificare da un punto di vista etico i loro compensi eccessivi, ma soltanto solle­vare una domanda sulle forze economiche che li generano». '

Qp.est'ultima frase sottolinea che la no­stra discussione filosofico-morale su chi meriti cosa ormai è aggrovigliata alI' aspet­to economico della teoria marginale della produttività nella distribuzione del reddi­to, in maniera fondamentalmente inservibi­le. Supponiamo che esistano davvero deci­sion-maker disposti a pagare una fortuna per assumervi alle condizioni normali di mercato, e non lo facciano quindi perché

RETIRISlllIONl E SOLO La discussione su chi meriti che cosa è ormai aggrovigliata al tema economico della teoria marginale della produttività nella distribuzione del reddito

voi in passato avete reso loro qualche favo­re o perché se ne aspettino da Voi in futuro. Ciò non vuoI dire in nessun modo, dice Summers, che voi vi «siate guadagnati» o «vi meritiate» il vostro colpo di fortuna.

Se vincete alla lotteria, e il grosso premio che ricevete indurrà altri a sovrastimare le loro probabilità e ad acquistare i biglietti della lotteria e cosÌ facendo arricchire chi la organizza, vi «meritate» la vostra vinci­ta? Siete contenti di essere pagati e chi la organizza è contento di pagarvi. In quanto a tutti gli altri che hanno acquistato i bigliet­ti della lotteria, di certo non sono contenti o, forse, non sarebbero contenti se dentro di sé avessero capito davvero quali erano le loro reali probabilità di vincita e in che mo­do la vostra sia stata sapientemente messa a punto per fuorviarli.

Avete forse l'obbligo di trascorrere la vo­stra intera vita, dopo aver incassato la vo­stra vincita, a raccontare a tutti che in veri­tà ciò che avrebbero dovuto fare era investi­re i soldi spesi in biglietti della lotteria in un fondo pensionistico valorizzato da sostan­ziosi sgravi fiscali, per mezzo del quale in­vece di pagare la casa da gioco per avere il privilegio di giocare d'azzardo di fatto sa­rebbero stati loro a guadagnarci più del 5% l'anno? Siete moralmente obbligati, come nella ballata del Vecchio marinaio di Cole­ridge, a raccontare la vostra storia a tutti co­loro nei quali vi imbattete?

lo direi di sì, sicuramente. E direi che la stessa cosa vale più in generale anche per quei promotori di disuguaglianza che noi economisti chiamiamo «concorsi». In ve­rità, i concorsi sembrano davvero eccel­lenti meccanismi di incentivo: mettete in palio un numero esiguo di grossi premi e un sacco di gente ne sarà attratta e tenterà la propria sorte. Tenuto conto però dell'av­versione umana al rischio, l'unica ragione valida per organizzare un concorso è che esso impone alcune forzature cognitive nei comuni partecipanti. Tu, organizzato-

re del concorso, li danneggi - o per meglio dire stai danneggiando la loro parte miglio­re e più razionale - propinando loro forza­ture. Nel migliore dei casi, li aiuti e li inco­raggia farsi del male da soli (in quanto, co­me i partecipanti alla lotteria, stanno ope­rando una libera scelta).

Ma non basta: supponiamo che, in qual­che modo, voi siate pagati in funzione del vostro vero prodotto marginale per la so­cietà. Il fatto che voi siate abbastanza fortu­nati da essere in grado di poter ricavare il vostro prodotto marginale è una questio­ne ... beh, di semplice fortuna. Altri non so­no altrettanto fortunati.

Altri scoprono che il loro potere contrat­tuale è limitato - forse a quello che sarebbe il loro stile di vita se si trasferissero nello Yukon e vivessero lavorando la terra. Vi meritate la vostra fortuna? Per definizio­ne, no: nessuno «si merita» la fortuna. E di che cosa siete in debito nei confronti di co­loro che si troverebbero nella posizione di ottenere ciò che si meritano qualora voi non foste stati fortunati a sufficienza da ar­rivarci per primi?

E, ovviamente, in che senso è merito vo­stro se vivete nell'ambiente giusto, quello che rende voi e le vostre qualifiche altamen­te redditizie nell' economia odierna? In che modo, esattamente, avete scelto di essere messi al mondo dai genitori «giusti»? Per­ché, in definitiva, i vostri successi e i vostri risultati positivi non sono frutto di mera e immeritata fortuna?

Potremmo discutere in modo molto più chiaro di questioni inerenti alla disugua­glianza e alla distribuzione se ci attenessi­mo semplicemente a considerazioni ri­guardanti il benessere umano e gli incenti­vi utili. In quanto al resto, si tratta sempli­cemente di ideologia meritocratica. E, co­me indica l'accoglienza che ha avuto il li­bro di Piketty, quell'ideologia ormai può aver fatto il suo corso.

(Traduzione di Anna Bissanti) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Carioql. Circa 40 milioni di persone sono uscite dalla povertà in dieci anni, ma si rischia la «trappola del ceto medio» ----- ~---~------

Favorita. La presidentessa Rousseff ha annunciato un

aumento degli investimenti in infrastrutture. Dopo ì Mondiali, inizierà la campagna elettorale,

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Il saggio di Thomas Piketty Thomas Piketty, economista francese

specializzato nello studio delleineguaglianze, ha scritto il saggio Capitai in the twentyfirst century. Usa le opere di Honoré de Balzac e lane Austen come filo conduttore per descrivere la parabola economica degli ultimi due secoli e l'inchiesta considera venti Paesi (tra cui l'Italia). Piketty sostiene che l'ineguaglianza, storicamente, dipende dalla differenza tra la reddività del capitale e il tasso di crescita economica e che tanto più i profitti garantiti dal capitale (cioè le rendite) sono superiori alla crescita economica, tanto più la bilancia si inclina dalla parte della ricchezza. E oggi una bassa crescita dell'economia mondiale sta generando un picco nell'ineguaglianza.

Come produrre più crescita

Il càpitilismollon è un'equaz{one-Perché la jhmlula tIclltl ..Jìscg\lllgli3Jl2a. lÌ <'lmpntm, ma ÌIICtlnlpleta

Sul Sole 24 Ore del20 maggio Franco Debenedetti torna sul dibattito attorno allibro di Piketty: la formula proposta dall'economista francese affascina ma il capitalismo non è un'equazione. Pikettytocca nervi scoperti: negli Usa e nei Paesi europei, tecnologie e mondo globalizzato mettono in tensione i principi su cui si basa la coesione nazionale. Ma la soluzione non è il suo progetto scientista. I modi per produrre crescita non sono prevedi bili a priori, li scoprono gli imprenditori in un mercato libero.

I conti da rifare con il nuovo progresso In un'analisi di Kemal Dervis, pubblicata sulSole

24 Ore del4 maggio,sulla natura della crescita, l'economista ricorda il pensiero di Piketty: egli sostiene che le forze economiche alimentano una crescita persistente degli utili come parte del reddito; ma manca ancora un aumento del lavoro per far partire davvero la crescita. Altri contributi al dibattito su Piketty sono su l sito w~b del Sole.

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Circolare dell'!nps sulla liquidazione

Tfs e Tfr, rinvio fino a 5 anni per i dipendenti pubblici Fabio Venanzi

Donne optanti e prepensio­namenti sono al centro della circolare 73 emanata ieri dall'lnps che si sofferma sui nuovi termini di pagamento dei trattamenti di fine servi­zio/rapporto previsti dall'ulti­ma legge di Stabilità 2014.

Per i dipendenti pubblici che maturano il diritto a pensio­ne dopo i120l3, il trattamento sa­rà messo in pagamento in un'unica soluzione se di impor­to non superiore a 50rnila euro, mentre per quelli di importo su­periore, ma inferiore o uguali a 100rnila euro, il pagamento av­verrà in due tranche con il diffe­rimento di un anno tra il primo di 50rnila e la differenza. Se la prestazione dovesse risultare superiore a 100rnila euro, la dila­zione sarà prolungata di un ulte­riore anno per la parte ecceden­te tale ultima soglia.

I trattamenti comunque non sono messi in pagamento imme-

diatamente rispetto alla data di cessazione dal servizio, ma subi­scono un differimento a secon­da della causa che determina l'estinzione del rapporto: entro 105 giorni per i decessi e le inabi­lità, non prima di 24/27 mesi per le dimissioni volontarie, 12/15 mesi in tutti gli altri casi.

Su questo argomento assume particolare rilevanza la posizio­ne assunta dall'lnps in materia di regime sperimentale, cono­sciuto anche come "donne op­tanti". L'istituto di previdenza precisa che il perfezionamento del requisito anagrafico (57 anni 3 mesi) e contributivo (35 anni) non può essere considerato co­me,un autonomo requisito per il diritto alla pensione se non si ve­rifica anche la cessazione del rapporto dilavoro. Tale orienta­mento assume maggior rilevan­za anche in considerazione del­la temporaneità del regime spe­rimentale che può essere eserci­tato non oltre il 31 dicembre 20l5.

Requisiti ancora più stringen­ti in relazione ai prepensiona­menti che le pubbliche ammini­strazioni possono attivare infor­za del DI 95/2012 e della circola­re 4/2014 emanata dal Diparti­mento della Funzione pubblica. Per le posizioni dichiarate in so­prannumerooineccedenza,ila­voratori possono continuare ad accedere alla pensione coni vec­chi requisiti a condizione che perfezionino il diritto a riscuote­re il trattamento pensionistico entro il 31 dicembre 2016. In de­roga al regime generale, però, il termine di pagamento del tratta­mento difrne servizio/rapporto non decorre dalla data di cessa­zione dal servizio secondo le re­gole ante decreto "salva Italia" bensì dalla data in cui il persona­le maturerebbe il teorico diritto secondo le regole introdotte dal­la riforma Monti-F ornero. TI dif­ferimento potrà arrivare anche fino a 5 anni.

© RIPRODUZIQNE RISERVATA

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Lo stato di bisogno c'è anche senza povertà assoluta

Contratti, rescissione ampia Angelo Busani

La rescissione del contrat­to per lesione si ha anche nel ca­so in cui lo stato di bisogno del contraente non coincida con un'assoluta indigenza: basta an­che una contingente situazione di difficoltà economica, per ca­renza di liquidità, tale da non consentire di far fronte ad impe­gni di pagamento con mezzi nor­mali e da incidere sulla libera de­terminazione a contrarre. Lo sancisce la Cassazione nella sen­tenza u665, depositata ieri.

L'azione di rescissione per le­sione è data dall'articolo 1448 del Codice civile se vi è spropor­zione tra la prestazione di una

parte contraente e quella dell'al­tre e questa sproporzione sia di­pesa dallo stato di bisogno di una parte, del quale l'altra ha ap­profittato per trarne vantaggio. Si pensi un proprietario di immo­bile che, avendo perso il lavoro e dovendo ricorrere a un costoso intervento operatorio, lo sven­da per lO quando il valore dell'immobile sia 30 e il compra­tore ne approfitti sapendo delle pessime condizioni economi­che e di salute del venditore.

Nel caso in cui dunque maturi­no i presupposti dell'azione di re­scissione per lesione, la parte danneggiata può agire in giudi­zio per sciogliere il contratto

concluso in stato di bisogno, ma con due precisazioni:

l'azione di rescissione non è ammissibile se la lesione non ec­ceda la metà del valore che la prestazione eseguita o promes­sa dalla parte danneggiata aveva al tempo del contratto,

il contraente contro il quale è domandata la rescissione può evitarla offrendo una modifica­zione del contratto sufficiente per ricondurlo ad equità.

La giurisprudenza interpreta tradizionalmente con estrema ampiezza il concetto di stato di bisogno, ritenendo che esso non coincida necessariamente con l'assoluta indigenza o condizio-

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ne di povertà e nullatenenza, ma che possa essere rappresentato anche da una semplice, obietti­va difficoltà economica o da una contingente carenza di liquidità o momentanea indisponibilità di denaro, purché sia risultata de­terminante della volizione nego­ziale e della disponibilità ad ac­cettare corrispettivi non propor­zionati alla propria prestazione.

Q]lanto alla ricorrenza dell' ap­profittamento dello stato di biso­gno, in giurisprudenza si ritiene che non occorra una particolare attività diretta, in maniera più o meno ingannevole, ad indurre la controparte a stipulare il con­tratto, in quanto l'approfitta­mento consiste nella consapevo­lezza che una parte abbia dello squilibrio tra le prestazioni con­trattuali derivante dallo stato di bisogno altrui di cui questi abbia parimenti conoscenza.

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Decreto Irpef, sì del Senato alla fiducia Sangalli: Il anni per tornare pre-crisi -----------~--

l'ECONOMIA ROMA Primo via libera del Parla­mento al decreto Irpef che preve­de gli 80 euro in più in busta pa­ga. Il Senato ha votato la fiducia, posta dal governo, al maxiemen­damento che, oltre alle misure già previste nel testo presentato da Palazzo Chigi, si è arricchito di nuovi capitoli come lo slitta­mento del pagamento della Tasi al 16 ottobre nei comuni che non hanno ancora fissato le aliquote. Il dI passa ora alla Camera per la seconda lettura e il via libera de­finitivo da parte del Parlamento dovrà arrivare entro il 23 giugno, vale a dire il termine ultimo pre­visto per la conversione in legge.

Il lavoro delle commissioni Bi­lancio e Finanze, recepito nel provvedimento approvato ieri a Palazzo Madama con 159 sì e 112 no, si è concentrato su alcuni ca­pitoli, già contenuti nel provvedi­mento, con l'obiettivo di integra­re le norme presentate dall'ese­cutivo.

Il piatto forte del decreto,ov­viamente, resta l'operazione che ha portato 80 euro in busta paga per i lavoratori che ne guadagna­no fino a 24mila annui (con una graduale soppressione fino a quota 26mila euro). Tuttavia, al­la fine, non è entrato l'emenda: mento, per il quale spingeva con forza Ncd, che avrébbe allargato lo sgravio fiscale anche alle fami­glie numerose. Nel testo è conflu­ito solo l'impegno a far rientrare la misura nella prossima legge di Stabilità. E dunque se ne riparlerà eventualmente nel 20l5. Poche le novità, oltre all'at­teso rinvio della Tasi, inserite nel testo rimasto saldo nei suoi car­dini. Per il rilascio del passapor­to (oltre al costo del libretto) si

dovranno sborsare 73,50 euro ma non si pagherà più il rinnovo annuale. Si calcola un risparmio per i cittadini di oltre 300 euro. Per la Rai si conferma il taglio di 150 milioni. Salve le sedi regiona­li, si potrà procedere alla cessio­ne di quote di Rai Way. La tvpub­blica non dovrà più assicurare il mantenimento di Rai World.

RATEIZZAZIONE EQUITALIA In materia fiscale, Equitalia ria­pre la rateizzazione per chi ha perso il beneficio entro il 22 giu-

CONfCOMMERCIO All'ATIACCO SUL fiSCO GUIDI PROMETTE: SCONTI SULl'ENERGIA

70% DEllE AZIENDE

Il voto di fiducia in Senato

gno 20l3. La misura riguardereb­be debiti per 20 miliardi: riam­messi i contribuenti decaduti con un massimo di 72 rate. Mi­ni-riforma per la Farnesina: gli uffici svolgeranno «attività per la promozione dell'Italia». Creato un fondo ad hoc di 15 milioni per il 2015 con il taglio di oneri di rappresentanza e indennità.

Il via libera al decreto è caduto proprio nella giornata in cui Con­fcommercio ha diffuso previsio­ni fosche sullo stato dell'econo­mia italiana. Secondo l'organi­smo, l'uscita dalla recessione «sa­rà molto graduale» e il Pil cresce­rà solo dello 0,5% nel20l4 e dello 0,9% nel 20l5. L'economia è an­cora «ferma al palo», secondo gli analisti, con un crescente divario tra nord e sud.

PRODOTTO GiÙ Mediamente tra il 2007 e il 2013 il prodotto pro capite si è ridotto di oltre 3.100 euro a testa (-10,7%) e per tornare ai valori del 2007 occorrerebbero 11 anni e mezzo. Alla luce di questi dati, il presi­dente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha puntato il dito con­tro la pressione fiscale afferman­do che «il combinato mal-dispo­sto di Imu-Tasi-Tari potrebbe es­sere letale per le nostre impre­se». Uno sfogo al quale ha rispo­sto il ministro dello Sviluppo eco­nomico, Federica Guidi, che alla platea di commercianti ha garan­tito che, secondo le previsioni del governo, il 70% dei commer­cianti beneficerà dello sconto in bolletta del 10% «con una dimi­nuzione degli oneri pari a circa 3mila euro per un albergo, 400 per un ristorante, 900 per un pic­colo esercizio commerciale e 250 perun bar».

Michele Di Branco © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Toghe in pensione, c'è il caso organici ~L'abbassamento a 70 anni dell'età per i magistrati previsto nella ~Apprezzamento dei magistrati amministrativi: giusto riforma della P.A., Vietti: serve una norma transitoria. L'Anm apre non solo risparmiare ma anche ringiovanire i tribunali

lA POLEMICA ROMA Sì. Ma, perlomeno, non su­bito. I magistrati italiani vivono con un po' di disappunto e qual­che preoccupazione l'ipotesi fil­trata ieri che la riforma della Pubblica amministrazione tagli di netto la loro età pensionabile portandola dai 75 anni attuali a 70 anni al massimo, com'era pri­ma del 1992. All'inizio degli anni '90 infatti, l'età della pensione per le toghe è stata alzata a 72 an­ni e successivamente, nel 2002, a 75 anni come avviene per gli am­basciatori (professori universita­ri e medici arrivano a 70 anni).

i NUMERI I numeri del taglio potrebbero modificare il volto degli attuali uffici giudiziari italiani, specie nelle figure direttive e semidiret­tive. Solo per citare alcuni nomi noti, dovrebbero lasciare !'incari­co, tra gli altri, il primo presiden­te della Cassazione Giorgio San­tacroce e il procuratore generale di Torino Marcello Maddalena.

Stando ai dati del Csm, solo nella magistratura ordinaria per­derebbero il proprio ruolo 128 di­rigenti e 66 semi dirigenti (men­tre nelle funzioni ordinarie "so­lo" 115 hanno attualmente supe­rato i 70 anni di età). Le cifre ap­paiono maggiori se alla conta si sommano coloro che attualmen­te hanno 69 anni: 26 in funzioni direttive, 14 semidirettive, 26

NEllA MAGISTRATURA ORDINARIA INTERESSATI Al PROWEDlMENTO 128 DIRIGENTI E 66 SEMH1IRIGENTI

con ruoli ordinari. Complessiva­mente andrebbe in pensione il 36% degli attuali dirigenti, sul complessivo numero di 424 e 1'11 per cento dei magistrati in ruoli semi direttivi su 726. E i numeri della trasformazione nei tribuna­li italiani sono destinati ad au­mentare ulteriormente se si pen­sa che una volta approvata la ri­forma, sarebbero esclusi dall'ac­cesso alle funzioni direttive tutti coloro che abbiano superato i 66. anni d'età.

LA PRUDENZA «La situazione attuale non è sta­ta mai sollecitata dai magistrati, né nel '92 né nel 2002», spiega il presidente dell'Anm Rodolfo Sa­belli: «Tornare alla vecchia nor­mativa è possibile, purché si ten­ga conto di tre fattori. Prima di tutto, !'intervento dovrà essere graduale per evitare la scopertu­ra contestale di molti incarichi di vertice e assegnare gli incari­chi vacanti. Poi bisognerà preve­dere nuovi concorsi, visto che già attualmente siamo sotto or­ganico e in terzo luogo si porrà un problema di accesso alla pen­sione: a differenza che in passa­to, in magistratura si entra in media a più di trent'anni, consi­derando laurea quinquennale e titolo di accesso al concorso. A fi­ne carriera i magistrati arrive­rebbero a malapena al minimo contributivo». Per la magistratu­ra ordinaria, il problema delle

già pesanti carenze d'organico è

evidente: al netto dei 400 pensio­nandi, la pianta organica preve­de 9420 posti e quelli "occupati" arrivano a 8470. E infatti anche il vice presidente del Csm ha chie­sto che l'eventuale riforma sia di­luita nel tempo: «È una valuta­zione che spetta alla politica: in ogni caso, se si decidesse in tal senso, serve una norma transito­ria perché altrimenti i vuoti di organico aumenterebbero».

LE ALTRE MAGISTRATURE Il taglio rischia di essere partico­larmente significativo sulla ma­gistratura contabile, che perde­rebbe il 20% dei, dipendenti. «Se l'interesse è "quello di ridurre le spese - dice invece Eugenio Schli­tzer, membro del direttivo del-l'Associazione magistrati della Corte dei conti - bisognerebbe ri­flettere sul fatto che probabil­mente quattro magistrature so­no troppe. E anche gli uffici diret­tivi, almeno per la Corte dei con­ti, potrebbero essere rivisti e ac­corpati».

Più aperta all'idea la magistra­tura amministrativa, almeno a sentire il presidente dell'Anma Giampiero Lopresti, magistrato del Tar del Lazio: «Se il senso del­la riforma non è solo il risparmio ma anche il ringiovanimento de­gli organici non può che essere accolta con favore, ovviamente bisogna pensare ad una fase transitoria e ,a nuovi concorsi d'accesso alla professione».

, Sara Menafra © RIPRODUZIONE RISERVATA

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-ILILL'Tl E~M! \\,/ \~' 1 ~ I/d .1 [---_II '~'J __

Gamaleri

«La vera spending review è sui compensi dei collaboratori» Marida Caterini

• Sui tagli di 150 milioni di euro previsti dal Governo Ren­zi per la Rai, si esprime Gianpiero Gamaleri, ex consi­gliere del Cd/\ Rai dal 1998 al 2002, Preside della facoltà di Scienze della Comunicazione all'Universi-tà Telemati­ca U ninettu -no, e mem­bro del CelA del Centro Te­levisivo Vati-cano.

C'è molta agitazione in Rai. Ritiene sia giusta?

«Ioconcor­do con Stefa­no Balasso­

ottiene ottimi bilanci e conqui­sta riconoscimenti a livello in­ternazionale. Su questo mo­dello potrebbe muoversi an­che RaWction se posta nella condizione di lavorare in pie­na autonomia societaria».

Come dovrebbe essere arti­colata una vera spending re­

view nel ser­vizio pubbli­co?

ne, collega Ex Cda Rai Gamaleri

«Deve in­nanzitutto ri­pensare al rapporto tra laRai, le diver­se istituzioni e le categorie sociali colla­borandoinsi­nergia con le Università, le Accademie il mondo della cultura. Signi­nello stesso

CdA: questa agitazione può produrre gravi danni nel rap­porLo tra Rai e opinione pub­blica. Ma può anche diventa­re, se ben geslita, una grande opportunità. La richiesta di Renzi, al di là delle eccezioni di legittimità sollevate, può costi­tuire l'occasione per un pro­fondo ripensamento dellafun­zione di servizio pubblico}).

Ci sono stati, in passato, esempi di spending review?

«Il CelA del quale ho fatto parte, aveva provveduto, sen­za che vi fosse obbligo di legge, acedere il49% di RayWayassi­curando allaRai, grazieuncon­tratto dettagliato, la continui­tà, lo sviluppo e la diffusione del segnale. Non dico che si debba ripetere pedissequa­mente l'operazione, ma que­sta è l'occasione per ripensare e ristrutturare le vari efunzioni aziendali».

Si spieghi meglio. "Pensiamo a quanto ha si­

gnificaLo per la Rai la creazio­ne di società consociate come RaiCinemache, responsabiliz­zata con una nuova dirigenza,

fica non più comparsate in vi­deo dei vari docenti, ma pro­getti di formazione e aggiorna­mento su linguaggi e tecnolo­gie. Ovviamente occorrereb­be un a" spending review au 10-gestita" dallo stesso Cda RaÌ».

In quali settori si dovrebbe­ro limitare i costi?

"N on bisogna dimezzare so­lo il compenso di direttori ge­nerali, vertici amministrativi e giornalisti, ma mettere un cal­miere ai contratti artistici e di collaborazione. È una funzio­ne del servizio pubblico mai se­riamente attuata».

La sua opinione sull' opera­to dei sindacati?

"Mi rivolgo a Cgil e Uil che stanno alimentando la prote­sta: farebbero meglio a consta­tare quante professionalitàin­teme sono mortificate a causa di presenze esterne non sem­pre necessarie».

È spending review anche chiudere la Rai per ferie?

«Il servizio pubblico dovreb­be chiedersi se è giusLO che a fine maggio tuttele Lrasmissio­ni vengano sostituite da repli­che e programmi di serie B».

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IL SECOLO XIX

FORNERO: ERRORE ESODATI? COLPA DEI POLITICI SERVIZIO» 11

IL CASO

"QUOTA 96", FORNERO ,

DA LA COLPA AI POLITICI

ROMA. «Buongiorno Signora M. C. Ho risposto a molte lette­re come la sua cercando di spie­gare che la riforma fu fatta sotto la pressione di una crisi finan­ziaria rispetto alla quale ,biso­gnava agire in fretta ... ». E Elsa Fornero a rispondere a M. C., 63 anni, da 40 insegnante alla materna e ancora impossibilita­ta ad andare in pensione come gli altri 3.976 della cosiddetta Quota96. Sono "gli esodati della scuola", maestri e professori che per un errore tecnico del ministero, non sono potuti an­dare in pensione. Avrebbero do­vuto calcolare l'anno scolastico - che chiudeva i131 agosto 2012 - anziché l'anno solare - i131 dicembre 2011. Una svista che è costata in alcuni casi anche 6 anni di lavoro. Nella mail, con­segnata al Secolo XIX dal Comi­tato Quota96 che li rap-presenta, M. C. sisfo-ga: «Chi ci ridarà mai il perdu-to?»,e chiede: «Cosapo-tròdare mai ai miei 28 alunni di 3 anni il prossimo anno, avendone io 64 con varie malattie croniche?».

L'ex ministro Fornero ri­sponde: «Mi furono dati 15 gior­ni, mentre io non avevo neppu­re il controllo delle informazio­ni [ ... ] Ness.una riforma nasce

perfetta». E un parziale mea culpa, ma temperato dall'affon­do successivo: «Se il Parlamen­to avesse voluto, avrebbe potuto cambiare alcune cose». La fret­ta, dunque, fu la causa. «Mi as­sumo le mie responsabilità» ammette Fornero, senza però risparmiare un duro attacco «al cinismo spietato della politica che responsabilità non se ne as­sume mai». È la grande delusio­ne che non ha mai nascosto l'ex ministro di Mario Monti per quei politici che l'hanno resa il parafulmine di qualsiasi nefan­dezza, che hanno preferito «la­sciare tutto com'è e dare la col­pa a me». I successivi governi avrebbero potuto mettere una toppa e non lo hanno ancora fatto: questa la convinzione di Fornero. M. C. intanto, dopo gli impegni presi dal governo nel Def e la bocciatura delle coper­ture da parte della Ragioneria, aspetta ancora di godersi la sua pensione. I. LOMB.

Elsa Fornero

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Lavoro e previdenza

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IL SECOLO XIX

di ANDREA ZERBO - [email protected]

un diritto autonomo causa il [LAI!1-P~E-N~S~I~O~NE-----.t\!! calcolo con il metodocontribu-

DELL'INSEGNANTE tivo. Non è però il caso di sua moglie che ha 27 anni di contri-

Gentile Dott Zerbo, buti presso l'Inpdap. mia moglie insegnante, a set - 3) No, a sua moglie non inte­tembre 20l4, avrà 60 anni di ressa perché non matura decor­età e 38 anni di contributi (op- renza pensionistica prima dei zione donna con sistema con- 62 anniAi sensi del comma 2-tributivo accessibile) di cui 27 quaterdell'art.6 del d.l. Inpdap e II Inps.Con tale si- 216/2011 per evitare le penaliz­tuazione contributiva le porgo zazion~ per gli under 62 che alcuni quesiti: avrebbero decorrenza pensioni-1) Poiché il riscatto degli II stica entro il 31 dicembre 201~ anni Inps all'Inpdap ha costi l'anzianità contributiva do-insostenibili (decine di mi- vrebbe derivare da effettivo la-gliaia di euro), quanto po- voro. Ma il comma 493 dell'art. trebbe essere, all'incirca, 1 della legge 147/2013 inserisce f onere di una eventuale tota- come deroga anche i pennessi lizzazione? 104/1992.

IL la signora matura i requisiti nel 2014 dovrebbe comunque essere salvaguardata, anche se nel corso dell'anno dovessero esserci vanazzonz. 2) Il principio dell'automaticità delle prestazioni previdenziali obbligatori~ rivolto esclusiva­mente ai lavoratori subordina~ è sancito dall'art. 2116 del c.c. e prevede un limite di prescri­zioneAi sensi del comma 9a dell'art. 3 della legge nO 335 del 8 agosto 1995 il tennine della prescrizion~ per contributi pre­videnziali omessi è di lO anni fino alla data del 31 dicembre

2) A settembre 20l9, con 65 anni di età e 43 anni di contri­buti (requisiti attuali per la pensione anticipata), la tota­lizzazione sarebbe gratuita o lo è solo con la pensione di vecchiaia a 67 anni di età ed oltre?

1996 e di 5 anni per gli anni suc­cessivi. Il datore di lavoro aveva l'obbligo di versare i contri­

~LA-D-I~SP-:ARI-~T~i\.~' ---~., buti.Nel caso non lo avessefatto sarebbe intervenuta l'Inps con il

3) Aver fruito per circa 60

giorni deITarticolo 33 comma 3 della legge lO4 comporta un aumento di due mesi del peri­odo contributivo necessario alla pensione? SERGIO M. e-mail

1) È gratuita ,ma con i requisiti attuali non è possibile eserci­tarla. Il requisito anagrafico per uomini e donne è di 65 anni e tre mesi(con almeno 20 di contri­buti o almeno 15 entro il 31 di­cembre 1992), quello contribu­tivo di 40 anni e tre mesi di indi­pendentemente dall'età. En­trambi sono soggetti all'incremento dovuto alla spe­ranza di vita. Per la decorrenza è prevista lafinestra di 18 mesi nel primo caso e di 21 mesi nel secondo. 2) Il requisito attuale per la pensione anticipata delle donne è di 41 anni e 6 mesi. Probabil­mente a settembre 2019 occor­reranno 42 anni. La totalizza­zione è sempre gratuita, ma

quando con essa non si matura

UOMO JDONNi\. Fondo di Garanzia.Però lei 1) AlI o settembre dovrei an­dare in pensione, sempre se non innalzano i contributi

entro lO anni avrebbe dovuto presentare denunciafonnale di omissione contributiva. In que­sto caso non avrebbe dovuto ri­

pari a quelli deITuomo, io ora scattare a sue spese.Ma il ri-raggiungo i 41 anni e 6 mesi scatto di Costituzione di Ren-come richiesto da legge For- dita Vitalizia non ha limiti tem-nero. poran quindi non ha 2) ( ... ) Mi awertivano che sen- prescrizioni. Se lei dimostra con tito lo studio rispondevano la documenti in originale la sua at-non risultanza del mio rap- tività lavorativa in quel periodo porto di lavoro. puù riscattare a sue spese. Vado di persona e mi dicono 3) Può chiedere anche riscatto che ormai il caso è prescritto. parzial~ per i periodi che le oc-3) E se devo pagare fintero corrono per maturare il diritto a periodo o se si può' pagare per pensione. un numero inferiore al peri- 4) Dipende dalla sede dell'lnps. odo sopra citato (tanto da rag- Alcune dirottanq a prio~ gli giungere la pensione). utenti direttamente al Patro-4) Devo rivolgermi a un pa- nato. Basta compilare il modello tronato o posso recarmi da RVR 1 bis e produrre la docu-sola all'Inps? mentazione in originale. CLAUDIA e-mail

1) C'è una procedura di infra­zione della UE nei confronti dell'Italia per la disparità dei re­quisiti contributivi tra uomo e donna. L'articolo 157 del Trat­tato suljùnzionamento dell'Unione europea, infatti sta­bilisce la parità di trattamento

tra uomini e donne. Ma,alla data odierna, è ancora in vigore il requisito di 41 anni e 6 mesi. Se

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COBBIEBE DELLA SEBA Data 06-06-2014 Pagina 5 Foglio 1

Primo sì del Senato al bonus di 80 euro La rivoluzione per gli statali: stipendi legati al merito, taglio delle autorizzazioni

ROMA -11 risultato della do­dicesima fiducia posta dal go­verno Renzi è il via libera al Se­nato del decreto lrpef. Con il vo­to di ieri l'esecutivo ha ottenuto l'approvazione a Palazzo Mada­ma del provvedimento, che pre­vede il bonus fiscale da 80 euro per i lavoratori dipendenti. L'esito del voto ha prodotto 159 sì (i no sono stati 122), che con­sentono al decreto di passare al­l'esame della Camera, dove do­vrebbe approdare in aula il 13 giugno. Durante l'esame al Se­nato il governo è riuscito a im­porre l'obbligo di salvaguardare !'impianto del testo originario, evitando interventi che ne sna­turassero o indebolissero le ca­ratteristiche. In particolare, si è risolto con un rinvio alla legge di Stabilità 2015 !'introduzione, voluta e più volte richiesta dal Nuovo Centrodestra, del bonus per le famiglie monoreddito con più figli.

L'estensione della platea dei beneficiari del credito di impo­sta da 80 euro non è l'unica que­stione accantonata per assenza

di coperture. Analoga sorte è toccata al taglio dell1rap desti­nato alle imprese, una misura che sarà oggetto di valutazione della delega fiscale. Le novità inserite nel decreto durante la fase di valutazione da parte delle commissioni Bilancio e Finanze riguardano, per esempio, la de­cisione di salvare le sedi regio­nali della Rai, nonostante il ta­glio di 150 milioni di euro ri­chiesto a Viale Mazzini. Un emendamento, approvato alla vigilia del voto, stabilisce la pos­sibilità di accedere nuovamente ai pagamenti a rate delle cartelle di Equitalia per quei contri­buenti che non hanno onorato i debiti. La misura dovrebbe ri­guardare un monte debiti sti­mato circa 20 miliardi di euro. La rateizzazione prevista è fino ad un massimo di 72 rate.

Una modifica al decreto in­troduce il rinvio al 15 settembre del pagamento dei canoni per le concessioni balneari. Approvato anche il giro di vite che alza dal-1'11 % all'11,5% il prelievo sui fondi pensione. L'intervento

Italia­Germania

I fondi pensione

Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan e il collega tedesco alle Finanze Wolfgang Schaeuble ieri a Berlino. Il titolare del Tesoro, prima della decisione della Bce di tagliare i tassi, si era detto «convinto» che l'Eurotower avrebbe fatto le scelte «necessarie e più opportune»

Sì all'aumento aIl'11,5% del prelievo sui fondi per dare ossigeno alle casse dei professionisti

serve a-garantire un po' di ossi­geno alle casse di previdenza dei professionisti, evitando l'au­mento dal 20% al 26% dell'ali­quota sulle rendite finanziarie. Tra le modifiche al decreto figu­ra anche quella voluta dal Movi­mento 5 Stelle per rendere ob­bligatoria la pubblicazione dei compensi degli amministratori di società pubbliche.

Intanto la giornata di ieri è stata scandita anche dall'incon­tro bilaterale a Berlino tra il mi­nistro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, e il suo omologo tede­sco, Wolfgang Schaeuble. «Un colloquio molto fruttuoso e con grande identità di vedute sulle priorità della presidenza italia­na (nel semestre di guida della Ue, ndr.), che devono essere condivise da tutti i paesi mem­bri», ha spiegato Padoan, ag­giungendo,«la presidenza ita­liana, e su questo c'è totale ac­cordo, metterà al centro del di­battito una nuova fase della politica economica in Europa, che abbia l'obiettivo di rafforza­re l'economia e fare in modo che

sia in grado di produrre risultati migliori per crescita e posti di lavoro». Padoan, in vista dell'in­tervento di ieri da parte della Bce, ha ricordato come i bassi tassi d'interesse siano impor­tanti per i paesi altamente inde­bitati. L'Italia dovrà, insomma, «utilizzare la finestra dei bassi tassi di interesse il più possibi­le». A Schaeuble il titolare di Via XX Settembre ha ribadito che l'economia italiana crescerà grazie alle rifonne che «daranno risultati nel tempo e produrran­no maggiore crescit3». A corre­do delle parole di Padoan in se­rata il ministero dell'Economia ha diffuso i dati relativi alle en­trate tributarie del primo qua­drimestre. Nel periodo gennaio­aprile 2014 le entrate, accertate in base al criterio della compe­tenza giuridica, hanno raggiun­to quota 119 miliardi di euro, re­gistrando cosÌ una crescita del-1'1,6% rispetto allo stesso perio­do dell'anno precedente.

Andrea Ducci €l RiPRODUZIONE RISERVATA

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