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Rassegna Stampa di sab. 25, dom. 26 e lun. 27 aprile 2015 SNALS / CONFSAL il Sole 24 Ore 26/04/2015 DOCENTI IN PIAZZA, SLITTANO I TEST INVALSI Corriere della Sera 26/04/2015 SCUOLA, CAOS SULLA RIFORMA GIANNINI: "CONTRO DI ME USATI METODI SQUADRISTI" la Repubblica 26/04/2015 LA RIVOLTA DEI PROF IN NERO "SU PRECARI E SUPER PRESIDI NON VI DAREMO TREGUA" la Repubblica 25/04/2015 GIANNINI CONTESTATA, FLASH MOB IN TUTTA ITALIA il Giornale 27/04/2015 PROFESSORI E SINDACATI IN RIVOLTA E LA RIFORMA RISCHIA DI FARE FLOP Ciociaria Editoriale Oggi 27/04/2015 SENZA SOLDI E SENZA FUTURO Cronache di Napoli 27/04/2015 BUONA SCUOLA E INVALSI, ASSEMBLEE AUTOCONVOCATE IN VISTA DELLO SCIOPERO Gazzetta del Sud 27/04/2015 IL MINISTRO GIANNINI: I METODI DA SQUADRISTI NON CI FERMERANNO Giorno/Resto/Nazione 27/04/2015 SCUOLA, SCIOPERO IN VISTA. L'INVALSI VERSO IL RINVIO DEI TEST Il Quotidiano del Molise 27/04/2015 FORMAZIONE PROFESSIONALE TORNA IL PRESIDIO DEI LAVORATORI Il Quotidiano del Sud 27/04/2015 PRONTO UN ALTRO SCIOPERO Ilgiornale.it 27/04/2015 PROFESSORI E SINDACATI IN RIVOLTA: LA RIFORMA DELLA SCUOLA RISCHIA IL FLOP la Prealpina 27/04/2015 IL 5 MAGGIO ALTRO SCIOPERO DELLA SCUOLA LA SICILIA 27/04/2015 SCUOLA, SCIOPERO BIS L'Unione Sarda 27/04/2015 SCUOLA, UN ALTRO SCIOPERO: POSSIBILE RINVIO TEST INVALSI Metro - Ed. Firenze 27/04/2015 LO SCIOPERO GENERALE Affaritaliani.it 26/04/2015 SCUOLA: SI PREPARA BIS SCIOPERO Ansa.it 26/04/2015 SCUOLA: SI PREPARA BIS SCIOPERO Corriere dell'Umbria 26/04/2015 "SCIOPERO NELLE SCUOLE, ECCO PERCHE' E' GIUSTO" Corriere di Bologna (Corriere della Sera) 26/04/2015 SINDACATI, STUDENTI E PROF LA RIFORMA RICOMPATTA IL FRONTE DELLA SCUOLA MILITANTE Corriere di Rieti e della Sabina 26/04/2015 LO SNALS SI PREPARA ALLA MANIFESTAZIONE IN DIFESA DELLA SCUOLA Corriere.it 26/04/2015 SCUOLA, CAOS SULLA RIFORMA GIANNINI: «CONTRO DI ME METODI SQUADRISTI» Corriere.it 26/04/2015 SCUOLA: SI PREPARA BIS SCIOPERO Il Messaggero - Ed. Rieti 26/04/2015 LO SNALS: <<SCUOLA PUBBLICA SOTTO ATTACCO>> Ilmessaggero.it 26/04/2015 SCUOLA: BIS SCIOPERO E INVALSI PENSA A RINVIO TEST Ilsole24ore.com 26/04/2015 DOCENTI IN PIAZZA, SLITTANO I TEST INVALSI La Nazione - Ed. Lucca 26/04/2015 ASSEMBLEA BOCCIA DECRETO DEL GOVERNO RENZI LA SICILIA 26/04/2015 DOCENTI E ATA IN SCIOPERO IL 5 MAGGIO Qn.Quotidiano.net 26/04/2015 SCUOLA: SI PREPARA BIS SCIOPERO Tiscali.it 26/04/2015 SCUOLA: SI PREPARA BIS SCIOPERO Ciociaria Editoriale Oggi 25/04/2015 RIFORMA DELLA SCUOLA DOCENTI IN PIAZZA Il Centro - Ed. Chieti 25/04/2015 FLASH MOB DEI 250 PROF SCUOLA "PRE-OKKUPATA" Il Fatto Quotidiano 25/04/2015 SCUOLA, GOVERNO ACCERCHIATO GIANNINI CONTESTATA A BOLOGNA Il Giornale di Latina 25/04/2015 NELLE PIAZZE IL FUNERALE DELLA SCUOLA Il Giornale di Vicenza 25/04/2015 I SINDACALI BOCCIANO LA SCUOLA DI RENZI "TROPPE INCERTEZZE" il Manifesto 25/04/2015 IL DDL SCUOLA E' INEMENDABILE, I SINDACATI SIANO RADICALI il Mattino 25/04/2015 FESTA DELL'UNITA', GIANNINI ZITTITA

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Rassegna Stampa di sab. 25, dom. 26 e lun. 27 aprile 2015

SNALS / CONFSAL il Sole 24 Ore 26/04/2015 DOCENTI IN PIAZZA, SLITTANO I TEST INVALSI Corriere della Sera 26/04/2015 SCUOLA, CAOS SULLA RIFORMA GIANNINI: "CONTRO DI ME USATI

METODI SQUADRISTI" la Repubblica 26/04/2015 LA RIVOLTA DEI PROF IN NERO "SU PRECARI E SUPER PRESIDI NON VI

DAREMO TREGUA" la Repubblica 25/04/2015 GIANNINI CONTESTATA, FLASH MOB IN TUTTA ITALIA il Giornale 27/04/2015 PROFESSORI E SINDACATI IN RIVOLTA E LA RIFORMA RISCHIA DI FARE

FLOP Ciociaria Editoriale Oggi 27/04/2015 SENZA SOLDI E SENZA FUTURO Cronache di Napoli 27/04/2015 BUONA SCUOLA E INVALSI, ASSEMBLEE AUTOCONVOCATE IN VISTA

DELLO SCIOPERO Gazzetta del Sud 27/04/2015 IL MINISTRO GIANNINI: I METODI DA SQUADRISTI NON CI

FERMERANNO Giorno/Resto/Nazione 27/04/2015 SCUOLA, SCIOPERO IN VISTA. L'INVALSI VERSO IL RINVIO DEI TEST Il Quotidiano del Molise 27/04/2015 FORMAZIONE PROFESSIONALE TORNA IL PRESIDIO DEI LAVORATORI Il Quotidiano del Sud 27/04/2015 PRONTO UN ALTRO SCIOPERO Ilgiornale.it 27/04/2015 PROFESSORI E SINDACATI IN RIVOLTA: LA RIFORMA DELLA SCUOLA

RISCHIA IL FLOP la Prealpina 27/04/2015 IL 5 MAGGIO ALTRO SCIOPERO DELLA SCUOLA LA SICILIA 27/04/2015 SCUOLA, SCIOPERO BIS L'Unione Sarda 27/04/2015 SCUOLA, UN ALTRO SCIOPERO: POSSIBILE RINVIO TEST INVALSI Metro - Ed. Firenze 27/04/2015 LO SCIOPERO GENERALE Affaritaliani.it 26/04/2015 SCUOLA: SI PREPARA BIS SCIOPERO Ansa.it 26/04/2015 SCUOLA: SI PREPARA BIS SCIOPERO Corriere dell'Umbria 26/04/2015 "SCIOPERO NELLE SCUOLE, ECCO PERCHE' E' GIUSTO" Corriere di Bologna (Corriere della Sera)

26/04/2015 SINDACATI, STUDENTI E PROF LA RIFORMA RICOMPATTA IL FRONTE DELLA SCUOLA MILITANTE

Corriere di Rieti e della Sabina

26/04/2015 LO SNALS SI PREPARA ALLA MANIFESTAZIONE IN DIFESA DELLA SCUOLA

Corriere.it 26/04/2015 SCUOLA, CAOS SULLA RIFORMA GIANNINI: «CONTRO DI ME METODI SQUADRISTI»

Corriere.it 26/04/2015 SCUOLA: SI PREPARA BIS SCIOPERO Il Messaggero - Ed. Rieti 26/04/2015 LO SNALS: <<SCUOLA PUBBLICA SOTTO ATTACCO>> Ilmessaggero.it 26/04/2015 SCUOLA: BIS SCIOPERO E INVALSI PENSA A RINVIO TEST Ilsole24ore.com 26/04/2015 DOCENTI IN PIAZZA, SLITTANO I TEST INVALSI La Nazione - Ed. Lucca 26/04/2015 ASSEMBLEA BOCCIA DECRETO DEL GOVERNO RENZI LA SICILIA 26/04/2015 DOCENTI E ATA IN SCIOPERO IL 5 MAGGIO Qn.Quotidiano.net 26/04/2015 SCUOLA: SI PREPARA BIS SCIOPERO Tiscali.it 26/04/2015 SCUOLA: SI PREPARA BIS SCIOPERO Ciociaria Editoriale Oggi 25/04/2015 RIFORMA DELLA SCUOLA DOCENTI IN PIAZZA Il Centro - Ed. Chieti 25/04/2015 FLASH MOB DEI 250 PROF SCUOLA "PRE-OKKUPATA" Il Fatto Quotidiano 25/04/2015 SCUOLA, GOVERNO ACCERCHIATO GIANNINI CONTESTATA A

BOLOGNA Il Giornale di Latina 25/04/2015 NELLE PIAZZE IL FUNERALE DELLA SCUOLA Il Giornale di Vicenza 25/04/2015 I SINDACALI BOCCIANO LA SCUOLA DI RENZI "TROPPE INCERTEZZE" il Manifesto 25/04/2015 IL DDL SCUOLA E' INEMENDABILE, I SINDACATI SIANO RADICALI il Mattino 25/04/2015 FESTA DELL'UNITA', GIANNINI ZITTITA

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Il Mattino - Ed. Caserta 25/04/2015 "VILLAGGIO", DIPENDENTI IN RIVOLTA Il Messaggero - Ed. Viterbo

25/04/2015 IN 300 AL FLASH MOB CONTRO LA RIFORMA RENZI SULLA SCUOLA

Left Avvenimenti settimanale dell'Altritalia

25/04/2015 5 MAGGIO 2015

Messaggero Veneto 25/04/2015 SCIOPERA IL BIDELLO, DUE SCUOLE RESTANO CHIUSE Testate on line 27/04/2015 ARTICOLI PRESI DAL WEB Cronache di Caserta 26/04/2015 UFFICI POSTALI IN DIFFICOLTA', I PORTALETTERE MINACCIANO GIORNI

DI SCIOPERO LA SICILIA 26/04/2015 VIGILI DEL FUOCO: CHIUDE IL DISTACCAMENTO SUD Roma 26/04/2015 SINDACATI CONTRO DIRIGENZA, NIENTE STRAORDINARI PER LA

CONSEGNA DELLA POSTA Roma 25/04/2015 CONFSAL SCRIVE A POSTE ITALIANE SUD: "DISFUNZIONI NELLA

GESTIONE DEI SERVIZI" Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 27/04/2015 IN PARTENZA SUL TRENO DEL FUTURO il Sole 24 Ore 26/04/2015 NIENTE PASSI INDIETRO SULLA VALUTAZIONE il Sole 24 Ore 25/04/2015 GIANNINI CONTESTATA, ANNULLATO IL DIBATTITO il Sole 24 Ore 25/04/2015 MATTARELLA: "25 APRILE FESTA DI TUTTI" la Repubblica 26/04/2015 E' LA BUONA ALLEANZA CHE FA BUONA LA SCUOLA la Repubblica 25/04/2015 "CAOS GRADUATORIE E BLUFF DEL POSTO FISSO" ESPLODE LA RABBIA

CONTRO LA "BUONA SCUOLA" la Stampa 27/04/2015 "BUONA SCUOLA", DOPPIO ESAME: EMENDAMENTI E SCIOPERO

UNITARIO il Messaggero 27/04/2015 DAL POTERE DEI PRESIDI AI NUOVI CONTRATTI TUTTE LECRITICHE

ALL'IMPIANTO DEL GOVERNO il Messaggero 27/04/2015 SCUOLA, LA RIFORMA NEL MIRINO VERSO IL BLOCCO DEGLI SCRUTINI Libero Quotidiano 26/04/2015 ANCHE I PROF "PRECARI" IN PENSIONE HANNO DIRITTO AGLI SCATTI DI

ANZIANITA' Avvenire 25/04/2015 GIANNINI CONTESTATA A BOLOGNA: "MA NON E' IL MONDO DELLA

SCUOLA" il Gazzettino 27/04/2015 LA BUONA SCUOLA E LA SFIDA DEL CAMBIAMENTO il Gazzettino 27/04/2015 SCUOLA, TUTTI CONTRO LA RIFORMA il Mattino 27/04/2015 SCUOLA, PRIME CREPE NEL PD SULLA RIFORMA ESCALATION DI

PROTESTE La Repubblica - Cronaca di Roma

26/04/2015 "PROF, SI' ALL'ANZIANITA' ANCHE PER I PRECARI"

il Manifesto 25/04/2015 CONTESTATA GIANNINI A BOLOGNA, LA RIVOLTA DELLA SCUOLA CONTRO RENZI

Il Messaggero - Cronaca di Roma

25/04/2015 SCUOLA, IN 10.000 AL CORTEO PER DIRE "NO"

la Gazzetta del Mezzogiorno

25/04/2015 SCUOLA, PROTESTE IN TUTTA ITALIA

il Sole 24 Ore 27/04/2015 LA VOGLIA DI CINA PASSA DAGLI STUDI DI ECONOMIA Giorno/Resto/Nazione 25/04/2015 PIU' RICCA LA RETE DEI MUSEI SI AGGIUNGONO DUE UNIVERSITA' il Tempo 26/04/2015 RENZI INTONA "BELLA CIAO" MA PER LA SINISTRA E' UN NEMICO Gazzetta del Sud 27/04/2015 "GLI SQUADRISTI? SI RASSEGNINO, RIVOLUZIONEREMO LA SCUOLA" il Centro 27/04/2015 "NOI CON SALVINI" SCRIVE AL MINISTRO Gazzetta del Sud 26/04/2015 MINISTRO CONTESTATO A BOLOGNA GIANNINI NON HA POTUTO

PARLARE LA SICILIA 26/04/2015 DOPO L'AGGUATO" A GIANNINI PREOCCUPAZIONE PER IL PREMIER

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Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 27/04/2015 LA PA PREPARA IL TURNOVER DEI DIRIGENTI il Sole 24 Ore 27/04/2015 LA NASPI PREMIA LA "FEDELTA'" CONTRIBUTIVA il Sole 24 Ore 25/04/2015 NASPI ANCHE PER I "DISCIPLINARI" il Sole 24 Ore 25/04/2015 TFR IN BUSTA, BANCHE ALLA STRETTA FINALE CorrierEconomia (Corriere della Sera)

27/04/2015 PREVIDENZA L'ACCELERATA DEI FONDI PENSIONE

la Repubblica 26/04/2015 ECCO IL CALCOLA-PENSIONE DEBUTTA A MAGGIO LA SIMULAZIONE ONLINE

Italia Oggi 25/04/2015 IL JOBS ACT HA GUFATO TUTTI I GUFI Italia Oggi 25/04/2015 MOBILITA', AL VIA IL PORTALE Italia Oggi 25/04/2015 NESSUNA ESCLUSIONE DALLA NASPI il Messaggero 27/04/2015 STATALI, L'OPZIONE DEL PART TIME PER CHI E' VICINOALLA PENSIONE il Messaggero 26/04/2015 VIA AI LICENZIAMENTI PER I DIRIGENTI CHE BLOCCARONO LA METRO

DI ROMA il Messaggero 26/04/2015 PROVINCE E MOBILITA', STRETTA DEL GOVERNO: SUBITO I NOMI DEI

DIPENDENTI IN ESUBERO il Messaggero 25/04/2015 INPS, IL TFR IN BUSTA PAGA DA MAGGIO il Mattino 25/04/2015 PARTECIPATE, TAGLIATI GLI STIPENDI AI DIRIGENTI Corriere della Sera 27/04/2015 IL MONDO IN SOCCORSO DEL NEPAL la Stampa 25/04/2015 RENZI: SE L'ITALICUM NON PASSA IL GOVERNO CADE E IO VADO A

CASA il Messaggero 26/04/2015 TRE PUNTI DI PIL IN PIU' CON LE RIFORME STRUTTURALI

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Il Sole?]{! mmrn Pagina

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Stuola. La concomitanza con lo sciopero generale fa posticipare di un giorno le prove alle elementari

Docenti in piazza, slittano i test Invalsi Eugenio Bruno Claudio lucci ROMA

Uno strano "scherzo" del ca­lendario: le giornate di sciopero contro ilDdl «BuonaScuola», uf­ficialmente proclamate dai sin­dacati per il 5, 6e12 maggio, coin­cidono esattamente con le date scelte dall'Invalsi a ottobre scor­so per svolgere le consuete rile­vazioni nazionali in italiano e matematica nelle scuole prima­rie e secondarie.

Una scelta, non casuale, che probabilmente avrà l'effetto di far slittare i test (un paradosso proprio l'anno che sta per decol­lare il sistema nazionale di valu­tazione). Nel mirino c'è essen­zialmente la data del 5 maggio, quando sono in programma le prove di lettura e di italiano in se­conda e quinta primaria. Qui l'astensione, per la prima volta dai tempi del Governo Berlusco­ni, è stata annunciata congiunta-

RENZI Il premier torna sulla contestazione al ministro Giannini: «Impedire agli altri di parlare è l'opposto di ciò che deve fare un educatore»

SNALS

mente dai principali sindacati confederali (Flc-Cgil, Cisl Scuo­la, Uil Scuola, Snals-Confsal, Gil­da). Una decisione definitiva è attesa per domani. In queste ore ministero dell'Istruzione e In­valsistanno valutando pro e con­tro della scelta da prendere. Che allafinepotrebbeconsisterenel­lo spostamento di un solo giorno dei test, dal 5 al 6 maggio (il 6 maggio sono in calendario le pro­ve di matematica sempre in se­conda e quinta primaria - che quindi a loro .volta potrebbero subire unrinvio di 24 ore, dal 6 a 7 maggio per evitare di sovraccari­care di impegni alunni così pic­colidietà).Lasceltadi procedere prima con le prove di italiano, e il giorno successivo con quelle di matematica in seconda e quinta primaria, è stata presa nel 2009-2010 dall'allora presidente del­l'Invalsi, Piero Cipollone. Ed è sempre stata confermata negli anni successivi.

Il Governo è intenzionato a

non subire diktat: «La scuola è fatta per i ragazzi e non si posso­no cambiare le esigenze e gli obiettivi didattici e anche, nel lo­ro piccolo, le prove Invalsi per le esigenze sindacali», ha sottoli­neato il sottosegretario, Gabriele Toccafondi. Da quanto si ap­prende, prima di ufficializzare lo slittamento del 5 e 6 maggio, la numero uno dell'Invalsi, Anna Maria Ajello, informerà la mini­stra Stefania Giannini.

Ilcalendariodelleprovelnval­sinonsubiràaltremodifiche:il12 maggio si svolgeranno i test di italiano e matematica per gli stu­denti della seconda superiore; il 19 giugno chiuderanno il cerchio le prove che fanno parte dell'esa­me di Stato di terza media.

Del resto, che l'obiettivo del­l'ala più oltranzista dei sindacati sia puntare a boicottare tutte le date delle prove Invalsi lo dimo­stra anche lo sciopero indetto per il 12 maggio da sigle minori e, per "coincidenza", limitato alla

scuolasecondaria (proprio dove sono in programmai test). Un' al­tra dimostrazione che i rapporti tra Esecutivo e sindacati non so­no idilliaci da mesi. Lo sciopero del 5 maggio è stato accolto con freddezza dal premier, Matteo Renzi, che venerdì notte, in di­versi tweet, ha anche difeso la ministra Giannini dalle dure contestazioni subite alla festa dell'unità di Bologna: «Un inse­gnante ascolta e rispetta le idee di tutti. Impedire ad altri di par­lare è l'opposto di ciò che deve fare un educatòre». Il capo del Governo ha invitato i contesta­tori della riforma a proporre «critiche di merito». E ha poi ri­badito i capisaldi del provvedi­mento che prevede l'assunzione di ioomila insegnanti precari. Ampliale responsabilità del pre­side, «ma non sarà un padrone». E investe risorse nell'edilizia scolastica («cosa mai fatta negli ultimi2oanni»).'

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I Data 26-04-2015

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Scuola, caos sullariforma Giannini: «Contro di me usati metodi squadristi» Il ministro contestato. Verso lo sciopero del 5 maggio

ROMA Paura? «No, non ho avuto paura, anzi. Ma mentre ascolta­vo accuse che per me erano e restano fuori dalla realtà, pen­savo con dispiacere ai militanti del Pd che volevano assistere al dibattito per capire e magari anche criticare».

Il giorno dopo la contesta­zione da parte di studenti e prof dei Cobas alla Festa del­l'Unità a Bologna, la ministra dell'Istruzione Stefania Gianni­ni torna sull'accaduto. Loro ur­lavano e rumoreggiavano con pentole e coperchi, lei alla fine ha dovuto lasciare il tendone alla Montagnola senza riuscire a pronunciare una parola. «Metodi squadristi» dice. «Ci hanno negato un confronto utile». Ma non è preoccupata, perché «questi contestatori non rappresentano di certo la scuola italiana, questa non è la scuola che conosco».

Ma il mondo della scuola è in subbuglio, inutile negarlo. Professori, precari e non, ma anche studenti, bidelli. E presi­di. Giovedì sera migliaia di prof hanno improvvisato flashmob in tutta Italia vestiti a lutto. Ve­nerdì scorso in diecimila erano a Roma. Il 5 maggio ne sono at­tesi migliaia a Milano, Roma,

Palermo, Bari, Catania, Caglia­ri. E quel giorno si fermerà tut­ta la scuola, la prima volta con i sindacati tutti uniti dal 2008: Flc Cgil, Cils Scuola, Uil Scuola, ~ Gilda. Perché il disegno di legge della Buona scuola va avanti e la preoçcupazione - e il senso di incertezza - cresce.

Dalla prossima settimana comincerà l'esame degli oltre 2.400 emendamenti presentati in commissione Cultura e Istruzioné alla Camera. Poi 1'11 maggio il testo arriverà in Aula. L'obiettivo del governo è arriva­re alla fine di giugno alla sua approvazione definitiva. Una corsa contro il tempo per riu­scire a far partire la macchina burocratica per assumere cen­tomila professori precari e averli in classe dal primo set­tembre 2015. «Abbiamo calco­lato tutto - assicura il sottose­gretario all'Istruzione Davide Faraone - ce la faremo». An­che il Partito democratico ha presentato degli emendamen­ti. «Abbiamo accolto proposte di modifica - spiega ancora Faraone - e il potere dei presi­di, ad esempio, sarà ridimen­sionato: il piano d'offerta for­mativa sarà deciso dal consi­glio d'istituto e non più dal di-

rigente e anche i duecento milioni di euro per premiare gli insegnanti più bravi saran­no assegnati da un nucleo di valutazione all'interno del qua­le il preside è soltanto uno dei protagonisti».

Il ruolo del preside è uno dei nodi dello sciopero del 5 mag­gio. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi sogna il <<Preside sindaco» dai super poteri. Gli insegnanti temono un «presi­de padrone» dal potere assolu­to. «Ma più potere - dice Fara­one - significa anche più re­sppnsabilità e il dirigente che pensa di comandare senza l'aiuto dei suoi collaboratori non potrà mai far funzionare la sua scuola>>. Piuttosto, aggiun­ge, «il ddl va guardato nel me­rito: tre miliardi di euro alla scuola non sono pochi ed è in­credibile che noi assumiamo 16o mila persone in due anni e i sindacati scioperano contro le assunzioni, a me questa sem­bra più una protesta per riaffer­mare la titolarità del loro pote­re che altro, perciò noi andia­mo avanti tranquilli e determi­nati, se con le proteste come quelle di Bologna pensano di intimidirci hanno perso il lu­me della ragione».

Ma intanto lo sciopero del 5 maggio impensierisce il pre­miervisto che invierà una lette­ra priina del 5 a tutti gli inse­gnanti per spiegare (ancora UJ?.a volta) la sua Buona scuola. «E un ulteriore incentivo allo sciopero, qualcuno si sta già organizzando per rimandar­gliela indietro» sorride Mim­mo Pantalep, della Cigl Scuola. E poi spiega che «intorno alla Buona scuola cresce il malcon­tento: docenti, studenti e fami­glie si lamentano dell'incertez­za più assoluta su tutti i fronti: non c'è un'idea, ma solo impo­sizioni dall'alto senza ascoltare né discutere». Il sottosegreta­rio non è d'accordo: «Abbiamo ascoltato tutti: ma se i sindacati pensano di contare più di stu­denti, genitori e insegnanti si sbagliano di grosso, dopo anni in cui comandavano, oggi ac­cettino di essere una parte del­la scuola, accettino il loro ruolo con umiltà, non ci siamo fer­mati sul Jobs act, non ci ferme­remo sulla scuola». Promette Pantaleo: «Se il testo non cam­bia, lo scontro continuerà, non escludiamo nulla dopo il 5 maggio, ma noi siamo sereni, molto sereni».

Claudia Voltattorni [email protected]

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COBBIEBE DELLA SEBA

Protesta - --- ---------

5 Martedì 5 Il sindacalista Cgil maggio i «Se il testo non cambia sindacati della lo scontro continuerà. scuola hanno La lettera del premier indetto uno sciopero di ai docenti? Gliela tutto il rispediremo» personale contro la ----- ---- --

riforma Il sottosegretario dell'istruzione Faraone: «Andiamo voluta dal avanti determinati. governo Renzi e dalla ministra se pensano Giannini di intimidirci hanno

perso la ragione»

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Festa deU'Unità li ministro dell'Istruzione Stefania Giannini contestata a Bologna

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la Repubblica Data

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la rivolta dei prof in nero "Su precari e su per presidi non vi daremo tregua" Flash mob nelle piazze di tutti Italia, a migliaia vestiti a lutto Ecco su quali punti la protesta dal basso sfida il governo ROMA. In quest'assaggio di contestazione alla "Buona scuola" si sono affacciati lorò, i prof in nero. Si mostrano da tre settimane almeno, ma venerdì scorso-con l'area Cobas in sciopero in classe e in manifestazione a Roma - hanno messo in mostra una serie di flash mob sincronizzati che ha fatto comprendere quanto sia profonda la contestazione al disegno di legge del governo. "Troviamoci cinque minuti alle 20,30", è stato il passaparola su Twitter. Decine, in alcuni casi centinaia di insegnanti si sono presentati in scuro e con i lumini da funerale accesi sulla scalinata di Trinità dei Monti a Roma, attorno alla fontana di piazza De Ferrari a Genova, a Milano, Bari, Palermo, Ragusa, Oristano. La fotografia suggestiva era stata lanciata da un gtuppo docente, #Waterlooscuola, mobilitato contro la riforma dallo scorso settembre. Tra gli animatori Fabio Cuzzola, insegnante di latino della Piana di Gioia Tauro. Dice: «La senatrice Puglisi e la deputata Malpezzi, colleghe, erano con noi contro la legge Gelmini, ora fanno camminare una riforma che non è inclusiva, né democratica. Il ministro Giannini si è fatta consigliare da burocrati del Miur che non hanno mai insegnato. Alla scuola non servono nuovi prof su nuove

caselle, servono nuovi prof per sostituire quelli che non riescono ad andare in pensione. Non servono sponsor che investiranno solo sugli istituti migliori, ma soldi pubblici. E il potere dei presidi alimenterà solo le raccomandazioni». I prof in nero annunciano nuove contestazioni pacifiche, ma le prossime settimane saranno di piazza e di protesta anche per sindacati e studenti. Martedì, giorno in cui si rinnova il Consiglio superiore della Pubblica istruzione, trentadue associazioni (compresi i sindacati confederali) incontreranno deputati e senatori sulle proposte di modifica al Ddl. Il giorno dopo, 29 aprile, flash mobdell'Unione degli universitari in tutta Italia per contestare l'accesso all'insegnamento. L'appuntamento di stagione è il 5 maggio: sciopero di tutte le ,sigle unite con probabili manifestazioni a Milano, Roma e Bari. Nello stesso giorno partiranno i boicottaggi dell'Invalsi: 5 maggio prova d~italiano e il 6 di matematica. Il 12 maggio ancora Cobas in strada insieme agli studenti. Domani alle commissioni Cultura di Camera-Senato parte il voto sugli emendamenti al Ddl. Ne sono stati presentati 2.400, unaminimaparteandràinvotazione. (c.z.)

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la Repubblica

POSDDILAVORO

Centomila assunzioni subito con il rebus delle graduatorie

LEGRADUATORIEdeidocenti,allavigiliadellaBuo­nascuola, vedevano622rnilaprecariinlistaper prendere-prima o poi-unacattedra. Negli anni erano entrati in classifica laureati con la missione in corpo e altri desiderosi di un posto fisso, architetti che avevano chiuso lo studio e commercialisti che da tempo avevano trovato un'occupazione diversa. Gli annunci del gover­no avevano dato speranze a molti. Quel nume­ro - 148rnila assunti - messo nero su bianco sul libro "La buona scuola" aveva illuso in au­

. tunno. Poi, a marzo, il disegno di legge: saran­no 101.000 gli assunti dal 1° settembre 2015,

quasi tutti presi dalle Gra­duatorie a esaurimento

( Gae), la prima schie-ra. Tra le categorie ri­maste fuori, i sup­plentidilungocorso (almeno 36 mesi di insegnamento): per rispettare una

sentenza della Corte di giustizia europea la

"Buona scuola" impone-vadinonfar lavorare chi ave­

va tre anni di sostituzioni alle spalle. Fuori an­che 46 mila idonei del concorso 2012. Niente assunzioni per chi si era abilitato attraverso ti­rocini a pagamento (Tfa e Pas) e Scienze della formazione. Ora il Pd, pressato da piazza e op­posizioni, recupererà nelle assunzioni gli ido­nei 2012, consentirà ai supplenti lunghi di in­segnare fino al concorso 2016 e darà agli abili­tati con tirocini punteggi per il concorso.

© AIPAODUZIONE AISEAVÀTA

GARANZIE PER GUESCLUSI

Tra un anno il concorsone c'è chi partirà in vantaggio

Data 26-04-2015 Pagina 1 6/1 7 Foglio 2 / 4

IL NUOVO concorso per insegnanti di scuola sarà bandito tra pochi mesi e affrontato nel 2016. Arriva dopo quattro anni (il concor­sone 2012 che chiamò 300mila persone per 12 mila posti) e consentirà l'ingresso di 60mila docenti. Il ministero dell'Istruzione ha voluto recuperare qui i "4 7 mila" non as­suntiin primabattuta. Ilconcorso 2016sarà valido solo per gli abilitati: molti precari di seconda e terza fascia, già esclusi dalle maJtl-assunzioni, non potranno accedervi . Ovviamente, molti hanno protestato. Vi ac­cederanno, comunque, i supplenti che han-

no fin qui insegnato oltre i 36 mesi e coloro che si

sono abilitati con ti­rocini a pagamen­to: Tfa, Pas, Scien­ze della formazio­ne. Questi ultimi avranno punteg­gi di partenza su-

periori, quindi più possibilità di essere

assunti. Dalla commis-sione cultura dovrebbe

uscire un nuovo percorso di abilitazione: la laurea tirocinante. Tre anni di ateneo magi­strale (con 36 crediti nelle discipline antro­psico-pedagogiche) e poi tre di tirocinio pa­gato. Nel primo anno si consegue un "diplo­madispecializzazione" ,conuncorsoftauni­versitàescuolasimileall'attualeTfa.Nelse­condoenel terzosimettepiedeinclasse, con un graduale aumento delle responsabilità.

© AlPAODUZlONE RISERVATA

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la Repubblica

GRA1D1CHEADPERSONAM

Premi ai docenti più meritevoli tutti i poteri ai capi d'istituto

È DIVENTATO il capitolo più contestato della riforma: i poteri dei dirigenti scolastici. Conia uBuonascuola" i presidiavrannouno stipendio migliore (in partenza solo loro), potranno scegliere da un albo territoriale i docenti necessari all'istituto che dirigono e insieme al Consiglio decideranno chi me­riterà i premi. Saranno i presidi, quindi, a scegliere le figure che potranno affiancar­li nella gestione della scuola. I docenti sono in fibrillazione: questi poteri concentrati nelle mani di una sola persona porteranno a un aumento delle raccomandazioni e del

clientelismo e trasforme-ranno liberi insegnanti

in dipendenti pre<;>c­cupati e fedeli. Que­sto timore si lega anche alla creazio­ne di un albo terri­toriale: da li, unare­te di scuole, i presi­

di potranno attinge­re per riempire i vuoti

didattici. I docenti più sindacalizzati replicano

cheinquestomodosilimitalapossibilitàdi scelta dell'insegnante. la uBuona scuola", nella versione che uscirà dal Parlamento, dovrebbe prevedere comunque presidi a termine: una volta finito lesercizio torne­ranno a insegnare. E una serie di istituzio­ni e figure decisionali di contrappeso. Il di­rigente scolastico, inoltre, sarà sottoposto a valutazione interna ed esterna.

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Data 26-04-2015 Pagina 1 6/1 7 Foglio 3 / 4

SGB.AVIFISCAU

Paritarie, detrazioni ai genitori quegli aiuti che dividono

IL DOSSIER paritarie è contestato trasver­salmente. lldisegnodileggeprevedesgra­vi fiscali per le famiglie che pagano la ret­ta in un istituto scolastico privato e parita­rio. Il ministero dell'Istruzione sostiene che non sono soldi regalati alle scuole pri­vate, ma sgravi ai genitori dei figli che le frequentano. Ricorda che in Europa fun­ziona perlopiù così e che le paritarie oggi ospitano un milione di studenti e attra­versano una fase difficile per la loro so­pravvivenza: «La scuola pubblica non sa­rebbe in grado di ricevere un milione di

nuovi iscritti». I detrattori di questa riformapm;1tanoildi­

to sullo stato degli edifici scolastici e sostengono che, sotto qualsiasi for­ma, non si possono togliere risorse al­

la scuola di tutti per dirottarle alla scuola

dei privati. I docenti in piazza contestano anche

l'ingresso di aziende e sponsor privati nel­la scuola di Stato, soprattutto nei tecnici e professionali e mostrano grandi perples­sità sui modi spinti con cui la "Buona scuo­la" affronta l'alternanza scuola-lavoro: stage non pagati, una prestazione di ma­nodopera mascherata da tirocinio, I' op­portunità offerta a imprese di scegliersi i migliori studenti.

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SMAGGIO Lo sciopero del 5 di maggio era stato indetto dai Cobas, ma ora è stato fatto proprio anche da Cgil, Cisl, Uil, m:meGilda. Sono state organizzate manifestazfoni a Milano, Roma e Bari

12MAGGIO Diverse le iniziative in programma per il 12 maggio. Una manifestazione nazionale degli studenti e una del personale area Cobas della scuola secondaria. Continua il boicottaggio delle prove Invalsi

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la Repubblica Data

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25-04-2015 17 1

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Af>A<;INA 17

La.polemica

Stefania Giannini

...a. PIRSAPERNElllPIÒ P www.repubblica.lt

www.lstruzione.it

Giannini contestata, flash mob in tutta Italia SALVO INTRAVAIA

IL MONDO della scuola dichiara guerra alla riforma Renzi­Giannini. A inaugurare la stagione delle proteste di piazza contro la "Buona scuola" proposta dal governo lo scorso mese di settembre, sono stati ieri mattina, Anief, Usb e Unicobas con un corteo mattutino lungo le strade della Capitale e un sit-in di protesta pomeridiano a piazza del Parlamento. Ma la tensione è alta ovunque. A Bologna, il previsto intervento del ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, alla Festa dell'Unità non si è potuto svolgere per le forti contestazioni di alcuni insegnanti. E il 5 maggio si replica, con i sindacati confederali della scuola - Flc Cgil, Cisl e Uil scuola, mm!Gilda e Cobas-che dopo quasi sette anni di manifestazioni a spizzichi e bocconi si ricompattano per dire no al preside-sceriffo e al licenziamento di migliaia di precari che hanno lavorato per anni come supplenti di "seconda fascia". Che il clima sia incandescente si è capito ieri a Bologna, quando un gruppo di docenti dei Cobas attrezzati di pentole, padelle e posate, ha creato

un frastuono tale da impedire al ministro diterminare il suo intervento. Neppure la senatrice del Pd, Francesca Puglisi, è riuscita a sedare gli animi per consentire all'inquilina di viale Trastevere di parlare. «Impedire di parlare non è democrazia», ha detto la Giannini bollando la contestazione come «aggressione violenta di una cinquantina di persone che noi sappiamo non

rappresentare la scuola italiana». Eil premier Renzi l'ha difesa in un tweet:

I docenti la cacciano dalla Festa dell'Unità Renzi: "Chi educa rion zittisce"

«Un insegnante ascolta e rispetta le idee di tutti. Impedire di parlare è I' opposto di ciò che deve fare un educatore». ' Ma ormai la protesta di insegnanti e

studenti sembra inarrestabile. Per gli organizzatori, al corteo di ieri nella capitale hanno partecipato oltre lOmila persone, ma secondo alcuni osservatori erano parecchi di meno gli insegnanti e il personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario) che hanno preso parte alla manifestazione: non più di un migliaio. E anche nel corso della mattinata non sono mancate le

scintille. L7 appuntamento è stato preceduto da una serie di manifestazioni che si sono tenute la sera prima in diverse piazze italiane, con docenti vestiti di nero e lumini accesi in mano. Il tutto a celebrare con un flashmob il "funerale della scuola" che si appresta a passare per l'ennesima riforma. Per Stefano D'Errico, segretario nazionale Unicobas, «bisogna stracciare e buttare nel cestino il disegno di legge Buona Scuola». «La protesta odierna-ha spiegato Marcello Pacifico, presidente Anief-manda un messaggio chiarissimo: occorre tornare ad investire nel settore, assegnando all'istruzione pubblica risorse adeguate. Perché senza congrui finanziamenti è impossibile realizzare riforme. Allo stesso modo, occorre recuperare i 200mila posti in organico tagliati negli ultimi anni, di cui 50mila appartenenti al personale Ata, che potrebbero farci tornare a realizzare quel tempo scuola settimanale cancellato a seguito della riforma Gelmini e a ripristinare le quasi 4 mila scuole autonome soppresse o fuse in modo incostituzionale».

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il Giornale Data

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27-04-2015 2/3 1 / 2

Professori e sindacati in rivolta

Il ministro Giannini contestata perde la testa: «Squadristi» L'imbarazzo del Pd. Verso lo sciopero generale il 5 maggio

di Antonio Signorini Roma

on basta un hashtagefficace co­me «labuonascuola» a fermare gli scioperi. E nemmeno unalet-

tera old style, come quella che il premier invierà al corpo docente per illustrare la riforma a convincere delle buone inten­zioni del governo. Lo sciopero del 5 mag­gio ci sarà, il primo unitario da otto anni. E Matteo Renzi si ritroverà con un altro fronte aperto non tanto con il sindacato (quello non gli fa molta paura), quanto con la sua minoranza interna. I fatti so­no questi. Il governo ha presentato un piano di riforma della scuola. Come era successo per il lavoro tocca alcuni tabù, ad esempio il bonus per chi sceglie scuo­le paritarie. Poi il piano di stabilizzazio­ni, che ha anche alcuni controindicazio­ne, come il tenere fuori parte dei precari della scuola. Risultato, Cgil, Cisl e Uil scuola uniti come non succedeva da an -ni. E nervi a fior di pelle nell'esecutivo.

Il ministro dell'Istruzione Stefania

Giannini, sabato contestata da docenti, ieri si è sfogata. «Mi hanno insultata, pa­rolacce irripetibili. Non mi hanno per­messo di parlare, in un luogo pensato per discutere: una Festa dell'Unità. Era­no disinteressati ad ascoltare quello che avevo da dire. Come li vuole chiama­re, quei cinquanta di Bologna. Squadri­sti. Insegno linguistica da tempo e non trovo altro termine. Sono stata aggredi­ta da cinquanta squadristi. Vivaddio, so­lo verbalmente».

UscitachenonèpiaciutaalPd.Per Ro­berto Speranza, leader di Area riformi­sta «è un'affermazione che poteva ri­sparmiarsi». L'ex viceministro Stefano Fassina ha bollato lo «squadristi» di Giannini come parole «inaccettabili». Ora «chieda scusa alla scuola».

Benzina sul fuoco. Perché si rafforza l'asse tra sinistra del Pd e Cgil. E si apre un fronte sul quale Renzi non è coperto nemmeno a «destra», nel senso che ieri siaForzaitaliasiaNcdhannopresoledi­stanze dal ministro.

Mariastella Gelmini, ex ministro del­l'Istruzione, ha puntato i riflettori sul punto debole del disegno di legge «La buona scuola». Il governo, spiega, «non

può discriminare tra abilitati di serie A, e B: in particolare, gli abilitati Tfa e Pas hanno il diritto di avere una risposta alle aspettative che lo Stato ha deliberata­mente generato negli ultimi tre ann». Quindi, «le mobilitazioni dei docenti precari non possono essere ignorate».

La protesta è giàinmoto da tempo. Ve­nerdì scorso c'è stato un primo sciopero e ora si prepara quello unitario dei Flc­Cgil, Cislscuola, Uilscuola, Snals-Conf-111 Gilda-Unams. Manifestazioni in piazza del Popolo e in altre città, com­presa Milano. Proteste che il ministro ha preventivamente bocciato con toni durissimi. «Da una parte abbiamo una maggioranza di docenti abulica e dall' al­tra una minoranza aggressiva che stril­la».

Un primo risultato i promotori della protestalo hanno già ottenuto. L'Inval­si, l'istituto per la valutazione dell'istru­zione, sta valutando di rinviare il test in calendario il 5 e il 6 maggio.

Mal' esame del disegno dileggeprose­gue. Da oggi fino al primo maggio, la commissione Cultura della Cameraesa­minerà i 2.400 emendamenti. Poi l'aula l'll maggio. L'approvazione definitiva è attesa per giugno.

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il Giornale

Card per la formazione Per l'aggiornamento degli insegnanti è prevista una sorta di sodai card da soo euro da utilizzare per strumenti e attività formative

Assunzioni Nel piano presentato dal governo, so­no previste anche circa 1oomila assun­zioni per stabilizzare i precari, ma peri sindacati è un bluff

PROTESTE Contro la riforma della Scuola

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Più autonomia

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Nei piani dell'esecutivo c'è l'intenzione di dare più autonomia ai presidi per uti­lizzare l'organico in modo flessibile e una migliore selezione dei docenti

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CIOCIARIA '''"'"'""'"'""'~,JLht,:.; OGGI

Quotidiano Data 27-04-2015 Pagina 6 Foglio 1 / 2

Frosinone Formazione Prosegue lo stato di agitazione dei dipendenti. Ora si pensa a un presidio a oltranza

Senza soldi e senza futuro I sindacati denunciano il mancato pagamento degli stipendi e censurano l'atteggiamento della Provincia

- Un incontro per fare il pun­to della situazione sul paga­mento degli stipendi e per chiedere al presidente della Provincia Antonio Pompeo di assumere una posizione deci­sa nei confronti della Regione Lazio, affinché eroghi in tempi brevi le risorse per il corretto funzionamento dell'Agenzia Frosinone Formazione. Le Rsu nuovamente sul piede di guerra.

Lo scorso 24 aprile, presso la sede centrale dell'ente, si è te­nuto un incontro fra le rappre­sentanze sindacali unitarie aziendali.

«Scopo della riunione - si legge nella lettera indirizzata a Antonio Pompeo, al consi­gliere delegato alla Formazio­ne professionale Massimilia­no Mignanelli, al direttore ge­nerale della Agenzia Arduino lncagnoli, al presidente della Regione Lazio Nicola Zinga­retti, all'assessore regionale all'Istruzione, Diritto allo stu­dio e Formazione Massimilia­no Smeriglio, ai sindacati re­gionali e provinciali di catego­ria Cgil-Cisl-Uil ~ e al pre­fetto Emilia Zarrilli - è stato quello di discutere le eventuali azioni di lotta da intraprende­re, considerato il grave perdu­rare del mancato pagamento degli stipendi dei lavoratori a tempo indeterminato, che ad oggi ammontano a 3 mensili­tà, nonché del mancato paga­mento delle spettanze ai lavo­ratori prestazionisti, ferme a

dicembre 2014». L'altro argomento oggetto

di discussione è stato l'appro­vazione da parte del Consiglio regionale della nuova legge sulla formazione professiona­le.

«Alla luce di quanto sopra -prosegue la missiva firmata dalle Rsu - considerato che a seguito dello sciopero genera­le del 10 aprile 2015 il presi­dente della Provincia aveva comunicato alle organizzazio­ni sindacali di categoria che il giorno mercoledì 15 aprile 2015 avrebbe informato i lavo­ratori in merito al pagamento degli stipendi e preso atto che nessuna comunicazione da parte del Presidente è ad oggi pervenuta, le Rsu chiedono al presidente Pompeo che la Pro­vincia assuma una posizione forte e decisa nei confronti della Regione Lazio, affinché la stessa provveda in tempi brevi ad erogare le risorse :fi­nanziarie ne,cessarie al regola­re funzionamento dell'ente, nonché ad aprire un confronto diretto con la Provincia stessa per fare fronte comune rispet­to alla soluzione di tutte le pro­blematiche che affliggono l'A­genzia. Le Rsu chiedono inol­tre alla Provincia di impegnar­si fattivamente ad ottempera­re a quanto la legge prevede per garantire prioritariamen­te agli allievi di poter esercita­re un loro diritto costituziona­le, cioè quello riguardante l'e­sercizio del diritto-dovere al­l'istruzione e alla formazione, e ai lavoratori il regolare paga­mento degli stipendi, tenuto anche conto che ad oggi è ve-

nuto a mancare l'alibi dell'in­certezza della gestione delle attività, almeno per la corren­te annualità e la prossima, in considerazione di quanto af­fermato dall' assessore regio­nale Smeriglio a seguito del­l'approvazione della nuova legge regionale sul sistema educativo di istruzione e for­mazione professionale, che di fatto conferma alla Provincia di Frosinone la gestione delle attività. Oppure, qualora il Presidente Pompeo non rite­nesse di avere i mezzi e le capa­cità economiche per poter ri­spettare a pieno l'incarico ri­cevuto, le Rsu invitano lo stes­so Presidente a rimettere la ge­stione delle attività alla Regio­ne.

Comunque, le rappresen­tanze sindacali ribadiscono che qualsiasi forma gestionale si intendesse adottare, sia da parte della Provincia che da parte della Regione, l'obbietti­vo primario dovrà essere quel­lo di garantire un adeguato servizio agli allievi e la salva­guardia di tutti i livelli occupa­zionali.

Pertanto - conclude la lette­ra - le Rsu, ritenuto inaccetta­bile il grave comportamento della Provincia e ritenuto che la situazfone è, diventata or­mai insostenibile, decidono ,di continuare lo stato di agitazio­ne già precedentemente indet­to e propongono un presidio ad oltranza con l'installazione di un gazebo nel 'piazzale anti­stantel'Amministrazione pro­vinciale (con data da definire a seguito di autorizzazione da parte degli organi competen­ti)» .•

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CRONACHE di NAPOLI Data

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27-04-2015 7 1

Il 5 maggio la manifestazione di protesta. Verranno annullati i test previsti alle Elementari

Buona scuola e Invalsi, assemblee autoconvocate in vista dello sciopero

NAPOLI (rr) - Procede l'or­ganizzazione, per il 5 maggio, di quello che dovrebbe essere il più grande sciopero della storia della scuola italiana, indetto dai Cobas da tempo e ora fatto proprio anche da Cgil, Cisl, Uil, ml e Gilda. Lo sciopero chiuderà la stra­grande maggioranza degli istituti e annullerà la quasi totalità dei quiz Invalsi previ­sti per il 5 alle elementari. Per organizzare lo sciopero sono indette nelle prossime setti­mane le autoconvocazioni. Sarà l'occasione di spiegare ai docenti i motivi e le modalità dello sciopero. Con la pubblicazione del Ddl definitivo - in cui, sparite le 150 mila assunzioni -. si affi­da la scuola ad un preside che deciderebbe assunzioni, licen­ziamenti, didattica, premi e punizioni per docenti ed Ata. I sindacati chiedono al gover­no un urgente decreto per rassunzione di tutti i precari che da anni lavorano nella scuola. Venerdì scorso la manifesta­zione di protesta e la celebra-

zione della morte della scuola con insegnanti a lutto e le candele accese. Nei giorni scorsi il Gruppo coordinamento docenti ha scritto al ministro Stefania Giannini. In una lettera aper­ta, indirizzata anche ai parla­mentari, esprime dissenso: "Riteniamo contraddittorio che Lei dichiari di manifesta­re tutto il rispetto per una forma legittima di dissenso

come lo sciopero evitando di chiedersi perché i docenti manifestino". Gli insegnanti non hanno dubbi e lo ripetono chiaramente: "La riforma è un errore e va immediatmnen­te bloccata e riscritta. Si stan­no imponendo tempi da guer­ra-lampo, il più violento ten­tativo avvenuto in F.tà Repub­blicana di distruggere il modello Costituzionale della scuola". I docenti sottolinea-

no la violazione dell'art. 3 3 comma 1, "stiarno parlando di quella sciocchezzuola chia­mata "libertà d 'insegnamen­to". Poi citano lart. 21 del Ddl che "contiene I 3 deleghe praticamente in bianco; ed ecco che con un colpo secco, il Parlamento è stato destitui­to nella sua.fimzione legislati­va. Il futuro del Paese si gioca sulla qualità del pro­prio sistema scolastico e sca­turisce dalla formazione del libero pensiero dei nostri alunni, che hanno il diritto di sviluppare il proprio percorso di apprendimento ed educa­zione avvalendosi del/ 'ausilio di docenti professionisti e competenti così come previsto e non soltanto "simpatici" al dirigente di turno. Bene! La scuola della Repubblica Ita­liana accoglìente, laica, gra­tuita, aperta a tutti e tutte, sta per essere cancellata. Afini­stro, Parlamentari, la rispo­sta adeguata dei docenti ita­liani può essere una soltanto: ddl "Buona Scuola''? No gra­zie".

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Gazzetta del Sud Pagina

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La riforma della scuola

Il ministro Giannini: i metodi da squadristi non ci fermeranno Ma infuria la polemica (anche da parte di esponenti del Pd) sulle sue dichiarazioni

Fabrizio Finzl ROMA

de al ministro di «rispettare gli insegnanti», adifenderelamini­stra scende in campo il senatore

«Mì hanno insultata. Non mi PdAndreaMarcucci,presidente hanno permesso di parlare, in della commissione Istruzione a una Festa dell'Unità. Come li Palazzo Madama: «Non so se sia vuole chiamare? Squadristi. In- stato un comportamento da segno linguistica da tempo e squadristimaècertamenteinci­non trovo altro termine. Sono vile e antidemocratico organiz­stata aggredita da cinquanta zare una gazzarra al solo scopo squadristi. Vivaddio, solo ver- di tappare la bocca ad altri esot­balmente». Parole nette queste trarsi al dialogo». Sulla stessa del ministro dell'Istruzione Ste- lunghezza d'onda il deputato fania Giannini per descrivere , del Pd Edoardo Patriarca, com­quanto accaduto a Bologna do- ponente della commissione Af­ve è stata duramente contestata fari Sociali: «è chlaro che la mi­e ha dovuto annullare un dibat- nistra Giannini si riferiva a una tito sui temi della scuola. minoranza degli insegnanti.Nei

Frasi però che non sono pia- fatti le è stato impedito di parla­ciute a molti nel suo nuovo par- re e questo non può essere tolle­tito, il Pd, che si è diviso sull'op- rato». portunità di definizioni così Ma il ministro tira dritto e «tranchant» visto che il mondo conferma che le contestazioni degli insegnanti è in subbuglio non la fermeranno: «Mi hanno per una riforma decisiva. A dare urlato contro slogan senza tem­fuoco alle polveri ci ha pensato po, che potevano essere adatta­Stefano Fassino con un tweet a ti, indifferentemente, a cinque, lei direttamente indirizzato: dieci, quindici anni fa. ''No alla «Ministra Giannini, sono inac- privatizzazione", ma noi non cettabili le sue parole sugli inse- privatizziamo niente. "Noaisol­gnanti: «maggioranza abulica, di alle paritarie", ma noi non minoranza aggressiva». Chieda diamo soldi alle scuole parita­scusa alla scuola». Poco dopo rie. Una signora mi urlava: 'Vo­tocca a Roberto Speranza che gliamo la formazione". Ma è premette: «Le accuse di squadri-smo me le sarei risparmiate». Ancheperché,aggiunge,«nonsi Intanto i sindacati fa muro contro muro ma ci si sie­de e si prova a migliorare. Non possiamo fare finta di non vede­re e provare ad asfaltare tutto».

Se Sel con il coordinatore na­zionale Nicola Fratoianni chle-

preparano lo sciopero e la mobilitazione per il 5 maggio

quello che stiamo facendo, di grazia. La negazione della veri­tà s'era trasformata in una con­testazione surreale».

Intanto si è già messa in moto la macchina organizzativa del­l'altro sciopero della scuola, quello indetto dai principali sin­dacati confederali-Flc-Cgil, Ci­sl scuola, Uil scuola, Snals-Con­[l!!Gilda-Unams, tornati insie­me per la prima volta dai tempi del governo Berlusconi - e dai Cobas per il 5 maggio. I promo­tori prevedono una serrata delle scuoleeunfiumedidocenti,Ata e dirigenti che si riverseranno su Roma, a piazza del Popolo, ma anche in piazze di Milano, Bari, Cagliari, Palermo.

In Parlamento comunque si va avanti. Da oggi in Commis­sione Cultura alla Camera il la­voro avrà ritmi serrati fino al ponte del Primo maggio: da esa­minare c'è una pila di 2.400 emendamenti. Se tutto fila li­scio.il dibattito in aula potrebbe cominciare 1'11 maggio. L'ap­provazione definitiva da parte del Senato non potrà arrivare prima della metà di giugno, co­me peraltro anticipato dalla stessa Giannini. Poi ci saranno i tempi tecnici per la pubblicazio­ne in Gazzetta e quindi l'entrata in vigore potrebbe coincidere con la fine del mese di giugno. Tempi che, secondo gli acidetti ai lavori, inducono a pensare che una bella fetta di riforma (albi territoriali compresi) sarà di fatto rimandata. ~

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IL GIORNO iilèso.i.,1 QJiriilllO LA NAZIONE

PROTESTA IN PROGRAMMA 5 MAGGIO, GIORNO

SC10 ro ROMA. Non si è ancora spenta l'eco della protesta di venerdì scorso e si è già messa in moto la macchina organizzativa dell'al­tro sciopero della scuola, quello indetto dai principali sindacati confederali (Flc­~l, Cisl scuola, Uil scuola, Snals-Conf­m Gilda-U nams ), tornati insieme per la pnma volta dai tempi del governo Bedu­sconi e dai Cobas per il 5 maggio. I promo­tori prevedono una serrata delle scuole e un fiume di docenti, Ata e dirigenti che si

vista. riverseranno su Roma, a del Popo-lo, ma anche in piazze dì Ca-gliari, Palermo. E anche in altre la voce del dissenso si farà sentire: gruppi auto organizzati di docenti, con un t.am tam sul web, stanno invitando a flash mob pacifici e colorati al mono di «N essu­no resti a casa». Intanto l'Invalsi (Istituto per la valutazio­ne del sistema dell'istruzione) pensa al rinvio dei test, in calendario da mesi per

AULA I test Invalsi iniziaum con ie elementari (Ansa)

Quotidiano Data 27-04-2015 Pagina 21 Foglio 1

PRIMA PROVA

il S maggio (prova preliminare di lettura per la II primaria e prova di Italiano per II e V primaria), data scelta non casual­mente dai sindacati. La decisione ufficiale sullo slittamento delle prove sarà presa oggi. Un posticipo potrebbe riguardare anche la prova di Ma­tematica sempre in II e V primaria, previ­sta per il 6, mentre i test per Ie Superiori ( 12 maggio) non dovrebbero subire varia­zioni.

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IlQ Quotidiano Data 27-04-2015 Pagina 3 Foglio 1

Nonostante l'accordo di dicembre nessuna novità per gli addetti

Formazione professionale Torna il presidio dei lavoratori

CAMPO BASSO. A scende- tegrazione in deroga e con Ad oggi ancora non vede vento della cassa integra-re in presidio oggi, davanti essa finisce anche la spe- luce il progetto ponte che zione) e dopo sette mesi di a Palazzo Moffa anche i la- ranza di proseguire la pro- dovrebbe seguire il Formez "digiuno". Per tutte queste voratori della Formazione pria carriera professionale e con chiarezza non si sa considerazioni e per altro Professionale. di formatori ed orientatori quanti operatori dovrebbe- ancora, i lavoratori, e tutte

"La Formazione Profes- da anni impegnati nel ser- ro essere impegnati nel le rappresentanze sindaca-sionale- dicono i rappre- vizio di formazione orienta- progetto, così come è an- li, dalla prossima settima-sentanti di CGIL CISL UIL mento proprio della Regio- cora oscuro l'importo com- na inizieranno un presidio (#J~b.1Gl Molise FP - è mate- ne Molise. "Gli accordi sot- plessivo dello stesso pro- permanente per la rapida ria delegata alla Regione al toscritti la sera del 23 Di- getto. Non sono chiari i soluzione della vertenza e pari della Sanità, anche se cembre 2014 - ricordano - tempi di inizio, le professio- per richiamare la Regione i nostri Amministratori non da tutte le forze datoriali, nalità occorrenti, le figure alle proprie responsabilità ne vogliono tener conto e sindacali e dalla Regione, di governance richieste. in virtù degli impegni sotto-non vogliono ricordarselo. ancora non vedono luce A tutto ciò si deve aggi un- scritti lo scorso dicembre e Quindi è un servizio che i così come non si compren- gere che gli operatori anco- non ancora rispettatie per-nostri Amministratori regio- de quanto la Regione inten- ra non percepiscono le chè si torni a dare un servi-nali non negano ai propri de postare in Bilancio per spettanze del mese di Set- zio che servirebbe alla re-cittadini".11 prossimo 31 il cosiddetto esodo incenti- tembre 2014 (ultimo mese gione per uscire dal tunnel maggio scade la cassa in- vato. di lavoro prima dell'inter- della crisi.

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Quotidiano Data 27-04-2015 Pagina 3 Foglio 1

Aderiranno anche i Cobas. Giannini furiosa per Bologna

Pronto un altro sciopero Indetto per il 5 maggio da Cgi~ Ui~ Cis~ Gilda-Unams) Snals-Confsal

l;{l]~fi1 - Mentre ancora non si è spenta l'eco della protesta di ve­nerdì scorso, si è già messa in mo­to la macchina organizzativa del­l'altro sciopero della scuola, quello indetto dai principali sindacati confederali - Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals-Confsal, Gilda­Unams, tornati insieme per la pri­ma volta dai tempi del governo Berlusconi - e dai Cobas per il 5 maggio.

I promotori prevedono una ser­rata delle scuole e un fiume di do­centi, Ata e dirigenti che si river­seranno su Roma, a piazza del Po­polo, ma anche in piazze di Milano, Bari, Cagliari, Palermo. E anche in località dove non sono segnala­te manifestazioni ufficiali la voce del dissenso si farà sentire: gruppi auto organizzati di docenti, con un tam tam sul web, stanno invi­tando a flash mob pacifici e colora­ti al motto di "Nessuno resti a ca­sa".

Quel che pensa delle contesta­zioni il ministro Giannini lo ha detto senza mezzi termini in un'in­tervista rilasciata il giorno succes­sivo alla pesante contestazione di

cui è stata bersaglio alla Festa del­l'Unità di Bologna: «da una parte abbiamo una maggioranza di do­centi abulica e dall'altra una mino­ranza aggressiva che strilla, le proteste di questi giorni sono un canto stridente, il sindacato si è ar­roccato su posizioni che non guar­dano al merito», «ho l'impressione che alcuni insegnanti preferisca­no restare in un contesto di scelte opache». Il ministro ha aggiunto pure, parlando delle modifiche al ddl che si stanno decidendo in commissione, che il governo è d'accordo con i cambiamenti che migliorino la Buona scuola, che in ogni caso a «metà giugno» sarà legge.

Intanto l'Invalsi (Istituto per la valutazione del sistema dell'istru­zione) pensa al rinvio dei test, in calendario da mesi per il 5 maggio (prova preliminare di lettura per la II primaria e prova di Italiano per II e V primaria), data scelta non casualmente dai sindacati. La decisione ufficiale sullo slittamen­to delle prove sarà presa oggi. Un posticipo potrebbe riguardare an­che la prova di Matematica sempre

Le contestazioni con le pentole al ministro Giannini alla Festa dell'Unità di Bologna

in II e V primaria, prevista per il 6, mentre i test per le Superiori (12 maggio) non dovrebbero subire variazioni.

In Parlamento comunque si va avanti. Da oggi in commissione Cultura alla Camera il lavoro avrà ritmi serrati fino al ponte del Pri­mo maggio: da esaminare c'è una pila di 2.400 emendamenti. Se tut­to fila liscio il dibattito in aula po­trebbe cominciare 1'11 maggio. Considerando che nell'ultima set­timana di maggio le Camere pro­babilmente lavoreranno a ritmo ri­dotto a causa della concomitanza con le elezioni regionali e ammini­strative, l'approvazione definitiva da parte del Senato non potrà arri­vare prima della metà di giugno come peraltro anticipato dalla stessa Giannini. Poi ci saranno i tempi tecnici per la pubblicazione in Gazzetta e quindi l'entrata in vi­gore potrebbe coincidere con la fi­ne del mese di giugno. Tempi che, secondo gli addetti ai lavori, indu­cono a pensare che una bella fetta di riforma (albi territoriali com­presi) sarà di fatto rimandata al­l'anno scolastico 2016-201 7. [hH'liela Navi

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il Giornale it I

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27-04-2015

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PROFESSORI E SINDACATI IN RIVOLTA: LA RIFORMA DELLA SCUOLA RISCHIA IL FLOP

Il ministro Giannini contestata perde la testa: «Squadristi» L'imbarazzo del Pd. Verso lo sciopero generale il 5 maggio Non basta un hashtag efficace come «labuonascuola» a fermare gli scioperi. E nemmeno una lettera old style, come quella che il premier invierà al corpo docente per illustrare la riforma a convincere delle buone intenzioni del governo. Lo sciopero del 5 maggio ci sarà, il primo unitario da otto anni. E Matteo Renzi si ritroverà

con un altro fronte aperto non tanto con il sindacato (quello non gli fa molta paura), quanto con la sua minoranza interna. I fatti sono questi. Il governo ha presentato un piano di riforma della scuola. Come era successo per il lavoro tocca alcuni tabù, ad esempio il bonus per chi sceglie scuole paritarie. Poi il piano di stabilizzazioni, che ha anche alcuni controindicazione, come il tenere fuori parte dei precari della scuola. Risultato, Cgil, Cisl e Uil scuola uniti come non succedeva da anni. E nervi a fior di pelle nell'esecutivo. Il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, sabato contestata da docenti, ieri si è sfogata. «Mi hanno insultata, parolacce irripetibili. Non mi hanno permesso di parlare, in un luogo pensato per discutere: una Festa dell'Unità. Erano disinteressati ad ascoltare quello che avevo da dire. Come li vuole chiamare, quei cinquanta di Bologna. Squadristi. Insegno linguistica da tempo e non trovo altro termine. Sono stata aggredita da cinquanta squadristi. Vivaddio, solo verbalmente». Uscita che non è piaciuta al Pd. Per Roberto Speranza, leader di Area riformista «è un'affermazione che poteva risparmiarsi». L'ex viceministro Stefano Fassina ha bollato lo «squadristi» di Giannini come parole «inaccettabili». Ora «Chieda scusa alla scuola». Benzina sul fuoco. Perché si rafforza l'asse tra sinistra del Pd e Cgil. E si apre un fronte sul quale Renzi non è coperto nemmeno a «destra», nel senso che ieri sia Forza Italia sia Ncd hanno preso le distanze dal ministro.

Mariastella Gelmini, ex ministro dell'Istruzione, ha puntato i riflettori sul punto debole del disegno di legge «La buona scuola». Il governo, spiega, «non può discriminare tra abilitati di serie A, e B: in particolare, gli abilitati Tfa e Pas hanno il diritto di avere una risposta alle aspettative che lo Stato ha deliberatamente generato negli ultimi tre ann». Quindi, «le mobilitazioni dei docenti precari non possono essere ignorate». La protesta è già in moto da tempo. Venerdì scorso c'è stato un primo sciopero e ora si prepara quello unitario dei Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals-Confsal, Gilda-Unams. Manifestazioni in piazza del Popolo e in altre città, compresa Milano. Proteste che il ministro ha preventivamente bocciato con toni durissimi. «Da una parte abbiamo una maggioranza di docenti abulica e dall'altra una minoranza aggressiva che strilla». Un primo risultato i promotori della protesta lo hanno già ottenuto. L'lnvalsi, l'istituto per la valutazione dell'istruzione, sta valutando di rinviare il test in calendario il 5 e il 6 maggio. Ma l'esame del disegno di legge prosegue. Da oggi fino al primo maggio, la commissione Cultura della Camera esaminerà i 2.400 emendamenti. Poi l'aula 1'11 maggio. L'approvazione definitiva è attesa per giugno.

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Quotidiano I Data

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115 maggio altro sciopero della scuola Sindacati confederali e Cobas di nuovo uniti contro la riforma del Governo

SNALS

ROMA - Mentre ancora non si è spenta l'eco za aggressiva che strilla», «le proteste di que­della protesta di venerdì scorso, si è già mes- sti giorni sono un canto stridente, il sindacato sa in moto la macchina organizzativa dell'al- si è arroccato su posizioni che non guardano tro sciopero della scuola, quello indetto dai al merito», «ho l'impressione che alcuni inse­principali sindacati confederali - Flc-Cgil, Ci- gnanti preferiscano restare in un contesto di sl scuola, Uil scuola, Snals-Confsal, Gilda- scelte opache». Il ministro ha aggiunto pure, Unams, tornati insieme per la prima volta dai parlando delle modifiche al ddl che si stanno tempi del governo Berlusconi - e dai Cobas decidendo in commissione, che il governo è per il 5 maggio. I promotori prevedono una d'accordo con i cambiamenti che migliorino serrata delle scuole e un fiume di docenti Ata la Buona scuola, che in ogni caso a «metà giu­e dirigenti che si riverseranno su Ro~a a gno» sarà legge. Intanto l'Invalsi (Istituto per piazza del Popolo, ma anche in piazze di Mi- la valutazione del sistema dell'istruzione) pen­lano, Bari, Cagliari, Palermo. E anche in lo- sa al rinvio dei test, in calendario da mesi per calità dove non sono segnalate manifestazio- il 5 maggio (prova preliminare di lettura per ni ufficiali la voce del dissenso si farà sentire: la II primaria e prova di Italiano per II e V gruppi auto organizzati di docenti, con un primaria). La decisione ufficiale sullo slitta­tam tam sul web, stanno invitando a flash mento delle prove sarà presa oggi. Un postici­mob pacifici e colorati al motto di «Nessuno po potrebbe riguardare anche la prova di Ma­resti a casa». Quel che pensa delle contesta- tematica sempre in II e V primaria, prevista zioni il ministro Giannini lo ha detto senza p~r il 6, mentre i test per le Superiori (12 mag­mezzi termini in un'intervista rilasciata il gior- g10) non dovrebbero subire variazioni. In Par­no successivo alla pesante contestazione di lamento comunque si va avanti. Da oggi in cui è stata bersaglio alla Festa dell'unità di Bo- commissione Cultura alla Camera il lavoro lagna: «Da una parte abbiamo una maggioran- avrà ritmi serrati fino al ponte del Primo mag­za di docenti abulica e dall'altra una minoran- gio: da esaminare c'è una pila di 2.400 emen-

damenti.

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LA SICILIA

Scuola, sciopero bis Invalsi pensa al rinvio dei test in calendario per il 5 maggio

RoMA. Mentre ancora non si è spenta l'eco della protesta di venerdì scorso, si è già messa in moto la macchina organizzativa dell'altro sciopero della scuola, quello indetto dai principali sindacati confederali - Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals-Confsal, Gilda-Unams, tornati insieme per la prima volta dai tempi del governo Berlusconi -e dai Cobas per il 5 maggio. I promotori prevedono una serrata delle scuole e un fiume di docenti, Ata e dirigenti che si riverseranno su Roma, a piazza del Popolo, ma anche in piazze di Milano, Bari, Cagliari, Palermo. E anche in località

dove non sono segnalate manifestazioni ufficiali la voce del dissenso si farà sentire: gruppi auto organizzati di docenti, con un tam tam sul web, stanno invitando a flash mob pacifici e colorati al motto di «Nessuno resti a casa». Intanto !'Invalsi (Istituto per la valutazione del sistema dell'istruzione) pensa al rinvio dei test, in calendario da mesi per il 5 maggio (prova preliminare di lettura per la II primaria e prova di Italiano per II e V primaria), data scelta non casualmente dai sindacati. La decisione ufficiale sullo slittamento delle prove sarà presa oggi.

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UUNIONE SARDA Data

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ISTRUZIONE. I sindacati: pronta la seconda manifestazione il 5 maggio

Scuola, un altro sciopero: possibile rinvio test Invalsi RoMA. Mentre ancora non si è spenta l'eco della protesta di ve­nerdì, si è già messa in moto la macchina organizzativa dell'altro sciopero della scuola, quello in­detto dai principali sindacati con­federali (Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals-Confsal, Gilda­Unams, tornati insieme per la pri­ma volta dai tempi del governo Berlusconi) e dai Cobas per il 5 maggio.

I promotori prevedono una ser­rata delle scuole e un fiume di do­centi, Ata e dirigenti che si river­seranno su Roma, a piazza del Po­polo, ma anche nelle piazze di Mi­lano, Bari, Cagliari, Palermo. E anche in località dove non sono segnalate manifestazioni ufficiali la voce del dissenso si farà senti­re: gruppi auto organizzati di do­centi, con un tam tam sul web, stanno invitando a flash mob pa­cifici e colorati al motto di "N es­suno resti a casa".

Quel che pensa delle contesta­zioni il ministro Giannini lo ha detto senza mezzi termini in un'intervista rilasciata il giorno successivo alla pesante contesta­zione di cui è stata bersaglio alla Festa dell'unità di Bologna: «Da una parte abbiamo una maggio­ranza di docenti abulica e dall'al­tra una minoranza aggressiva che strilla», «le proteste di questi gior­ni sono un canto stridente, il sin­dacato si è arroccato su posizioni che non guardano al merito», «ho l'impressione che alcuni inse­gnanti preferiscano restare in un contesto di scelte opache». Il mi­nistro ha aggiunto pure, parlando

delle modifiche al ddl che si stan­no decidendo in commissione, che il governo è d'accordo con i cambiamenti che migliorino la buona scuola, che in ogni caso a «metà giugno» sarà legge.

Intanto l'Invalsi (Istituto per la valutazione del sistema dell'istru­zione) pensa al rinvio dei test, in calendario da mesi per il 5 mag­gio, data scelta non casualmente dai sindacati. La decisione ufficia -le sullo slittamento delle prove sa­rà presa oggi.

In Parlamento comunque si va avanti. Da oggi in commissione Cultura alla Camera il lavoro avrà ritmi serrati fino al ponte del Pri­mo maggio: da esaminare c'è una pila di 2.400 emendamenti. Se

NESSUNO RESTI A CASA

Insegnanti, dirigenti, personale della scuola e studenti saranno in piazza il 5 maggio per protestare contro i cambiamenti ipotizzati dal ministro Giannini che venerdì è stato contestato

[FOTO ANSA]

tutto fila liscio il dibattito in aula potrebbe cominciare 1'11 maggio. Considerando che nell'ultima set­timana di maggio le Camere pro­babilmente lavoreranno a ritmo ridotto a causa della concomitan­za con le elezioni regionali e am­ministrative, l'approvazione defi­nitiva da parte del Senato non po­trà arrivare prima della metà di giugno come peraltro anticipato dalla stessa Giannini. Poi ci saran­no i tempi tecnici per la pubblica­zione in Gazzetta e l'entrata in vi­gore potrebbe coincidere con la fine del mese di giugno. Tempi che inducono a pensare che una bella fetta di riforma (albi territo­riali compresi) sarà rimandata al­i' anno scolastico 2016-2017.

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SNALS

Quotidiano

Lo sciopero generale

Sono tutti uniti - Cgil, Cisl, Uil, Gilda-Fgu e Snals-Con­r:ml- contro il decreto "Buona Scuola" e scenderanno in piazza il 5 maggio a Milano, Roma, Palermo, Ca­gliari e Bari per manifestare il loro dissenso.

• Insegnanti precari: questo un punto che ha indotto allo sciope­ro. Si ritiene che la sta­bilizzazione di Renzi coinvolga solo una piccola parte delle persone interessate.

• Rinnovo dei contratti ed eccessivo potere ai dirigenti: gli altri due punti messi in discussione dai sindacati.

Data 27-04-2015 Pagina 4 Foglio 1

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Data 26-04-2015 Pagina

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SCUOLA: SI PREPARA BIS SCIOPERO

Da domani in commissione ritmi serrati per esame emendamenti ddl (ANSA) - ROMA, 26 APR - Mentre si è già messa in moto la macchina organizzativa di un altro sciopero della scuola, quello indetto dai sindacati confederali - Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals-Confsal, Gilda-Unams - e dai Cobas per il 5 maggio, !'Invalsi pensa al rinvio dei test, in calendario da mesi per il 5 maggio. La decisione sullo slittamento delle prove sarà presa domani. E sempre domani in commissione Cultura alla Camera comincia a ritmo serrato l'esame dei circa 2.4000 emendamenti al ddl Buona Scuola

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Data 26-04-2015 Pagina

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SCUOLA: SI PREPARA BIS SCIOPERO

Da domani in commissione ritmi serrati per esame emendamenti ddl (ANSA) - ROMA, 26 APR - Mentre si è già messa in moto la macchina organizzativa di un altro sciopero della scuola, quello indetto dai sindacati confederali - Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals-Confsal, Gilda-Unams - e dai Cobas per il 5 maggio, !'Invalsi pensa al rinvio dei test, in calendario da mesi per il 5 maggio. La decisione sullo slittamento delle prove sarà presa domani. E sempre domani in commissione Cultura alla Camera comincia a ritmo serrato l'esame dei circa 2.4000 emendamenti al ddl Buona Scuola

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CORRIERE MBRIA Quotidiano Data 26-04-2015

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La Cgil Alta Umbria parte dalla manifestazione del 5 maggio prossimo e fa una precisa analisi

"Sciopero nelle scuole, ecco perché è giusto" GUBBIO

La Cgil, in una nota, esprime ap­prezzamento e condivisione per la proclamazione dello sciopero gene­rale della scuola che si terrà il 5 mag­gio da parte di Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, m! Clmnlll e Gilda Unams. La preoccupazione delle forze sociali e delle famiglie è diretta alle riforme che il Governo naziona­le si appresta a varare. "E' necessario che il Governo ascol­ti, invece di fare le orecchie da mer­cante - afferma la nota - con un'idea di riformismo calato dall'alto che ri-fiuta di coinvolgere nelle decisioni chi nella scuola opera e vive tutti i giorni: lavoratori, studenti e genito­ri" e prosegue con un secco "No alla meritocrazia del preside-sindaco, al-

l'avvilimento della contrattazione, che e basata sulla partecipazione e alla ri-legificazione in ambito scola- la cooperazione tra i soggetti che stico, alla mancanza di un serio pia- operano nella scuola e nel territorio, no di investimenti per formazione, strutture scolastiche rinnovate e ade­diritto allo studio" e un altrettanto guate". Già da qualche settimana in forte "sì a un piano straordinario tutta Italia le insegnanti e gli inse­pluriennale di stabilizzazione dei guanti si rendono protagonisti di precari e del personale ata, mai cita- manifestazioni di vario genere per to nel disegno di legge sulla "buona comunicare alle famiglie e, nel caso scuola", del contratto fermo da ben di superiori, agli studenti, la situazio­sette anni, degli stipendi, senza che il ne di disagio in cui lavorano e mani­Def (Documento di economia e fi- festarel'esigenzadi unascuoladiver­nanza) lasci intravvedere un cambio sa e migliore. Tra i problemi quello di direzione". Ma non mancano an- dell'ultimo concorso per docenti, che analisi e prospettive da parte di che ha visto molti ricorsi e le cui gra­Cgil Alta Umbria. "E' necessaria duatorie sono nell'incertezza. l'immediata stabilizzazione dei pre- La Cgil si rende disponibile, infor­cari, il rinnovo del contratto, e che si ma la nota, a dare informazioni sul­realizzi, finalmente, una scuola auto- la manifestazione del 5 maggio a tut­noma, libera da molestie burocrati- ti coloro che vogliano partecipare,

nelle sedi territoriali. ~

In lutto La singolare manifestazione che ha visto i docenti vestirsi di nero ha attraversato nei giorni scorsi tutta Italia

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CHI SONO I CONTESTATORI

Q!Iella galassia militante che ritrova la sua orbita intorno all' anti-renzismo

La Buona Scuola del governo Renzi sta ricom­pattando, anche a Bologna, il fronte dei conte­statori. Il nuovo provvedimento, che sta per ini­ziare l'iter parlamentare, proprio non piace. E così a contestare il ministro Stefania Giannini, venerdì sera alla Festa dell'Unità, c'erano gli stu­denti del coordinamento universitario Link, ma anche insegnanti e precari dei Cobas e della Cgil, che avevano organizzato il flash mob a suon di pentole e tegami in piazza XX Settembre.

Tutto il fronte sindacale, unito, è pronto per lo sciopero nazionale del 5 maggio: i bolognesi convergeranno nella piazza di Milano. Si muovo­no anche la Rete degli studenti medi, i collettivi universitari. Perfino il Coordinamento dei presi­denti di consiglio d'istituto che martedì pro­muove un incontro al liceo Sabin.

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le <<rivendh:azionb> Sui socia!, i maestri hanno rivendicato con orgoglio di aver preso parte alle contestazioni

Ruocco (Cgil) L'80%della platea era composta da noi che, poco prima, avevamo protestato con pentole e coperchi

Sindacati, studenti e prof La riforma ricompatta il fronte della scuola militante Dopo un lungo silenzio ritorna la galassia degli anti Gclmini

«Pensare che, con il males­sere profondo che sta attraver­sando il mondo della scuola, si potesse organizzare un dibatti­to con il ministro Giannini sen­za un contradditorio non ci è sembrata la modalità più intel­ligente». FrancescaRuocco, se­gretaria della Flc-Cgil riflette a voce alta, il giorno dopo. C'era anche lei venerdì alla Monta­gnola durante la contestazione al ministro dell'Istruzione Ste­fania Giannini, che se n'è anda­ta annullando l'incontro. Era reduce dal flash mob organiz­zato insieme al Cobas e ad altri, in piazza XX Settembre, una protesta a suon di coperchi e pentole contro la Buona Scuo­la, la riforma targata governo Renzi. «L'8o% della platea pre­sente al dibattito era formata da noi - aggiunge-, ed è sta-

ta una protesta civile e non un agguato. Gli unici organizzati erano gli studenti con i cartel­li».

Il mondo della scuola, anche a Bologna, è tornato a fare fronte comune. Il disegno di legge, che inizierà nelle prossi­me ore l'iter parlamentare, ha fatto riunire numerose realtà organizzate di studenti, inse­gnanti e anche genitori. Una galassia, che si era frantumata e dispersa dopo le ultime vane proteste contro la Gelmini, tor­na ora a compattarsi. In prima linea ci sono i sindacati, i con­federali ma anche Gilda,~ e Cobas che unitariamente hanno proclamato lo sciopero del 5 maggio, con manifesta­zioni nelle piazze di cinque cit­tà, Milano (dove confluiranno anche Bologna e l'Emilia-Ra-

magna), Roma, Bari, Palermo e Cagliari. «Più poteri ai dirigen­ti, meno diritti agli insegnanti, cancellazione della titolarità, poche assunzioni e solo in cambio della rinuncia ai diritti, questa è la scuola di Renzi e della Giannini che noi combat­tiamo», attacca Gianluca Ga­hrielli, insegnante dei Cohas. A contestare il ministro «erava­mo insegnanti, che lavorano con passione e dedizione», scrive su Facebook la maestra delle Fortuzzi Monica Fonta­nelli in risposta a chi, come Davide Faraone del Pd, ha det­to che chi ha impedito a Puglisi e Giannini di parlare non era­no insegnanti. «Siamo educa­tori - prosegue -, difendia­mo il diritto all'istruzione, il diritto ad avere una scuola pubblica di qualità».

In prima fila alla Festa del-

l'Unità alla Montagnola a pro­testare con i cartelli erano gli studenti del coordinamento universitario Link. «Abbiamo contestato - spiega Irene Ric­ciuti, portavoce di Link Bolo­gna - perché riteniamo gra­vissimi i provvedimenti che il governo si appresta a varare su scuola e università. La spesa per l'istruzione diminuirà an­cora, saranno tagliati 498 mi­lioni per l'edilizia scolastica, però i finanziamenti alle priva­te restano». Si muovono anche la Rete degli studenti medi e la Rete degli universitari, vicine alla Cgil. Probabilmente orga­nizzeranno delle proteste an­che a Bologna, in occasione dello sciopero del 5 maggio, i collettivi autonomi Cas e Cua, che in rete, insieme al Cobas, stanno chiamando alla mobili-

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tazione per boicottare anche quest'anno le prove Invalsi.

«Per una buona scuola della Sabin si terrà infine un incon­Repub blica», che oppone a tro organizzato dal Coordina­quella di Renzi. Ci sono anche mento dei presidenti dei con­le maestre delle Longhena che sigli d'istituto e di circolo per nelle settimane scorse hanno parlare della scuola. «Siamo realizzato un book fotografico genitori e studenti e condivi­ironico. Martedì alle 17 al liceo diamo la grande preoccupa-

C'è poi il fronte degli inse­gnanti e dei genitori che sono confluiti nel movimento na­zionale «Adotta la Lip», ovvero la legge di iniziativa popolare

I precedenti

•1112 dicembre 2014 il ministro della Pubblica amministrazio ne Marianna Madia è stata contesta dai collettivi durante l'inaugurazione dell'anno accademico della Spisa

nuovo al ministro Giannini essere contestata dall'Usb alla fine della sua visita alla scuola nel carcere minorile

• 1113maggio 2014 esponenti di Forza Italia e della Lega Nord contestano il ministro dell'Interno Angelino Alfano, intervenuto a un congresso, per il progetto Mare Nostrum

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zione degli insegnanti per que­sta riforma - conclude la por­tavoce Stefania Marianucci -è in gioco la qualità della scuo­la dei nostri figli».

Marina Amaduzzi [email protected]

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CORRIER IETI

~RIETI Ormai è mobilitazione. Dopo la ma­nifestazione di sabato scorso, svolta­si in Piazza Santissimi Apostoli in Roma, lo m!ha tenuto una assem­blea sindacale alla quale hanno par­tecipato oltre 350 tra docenti ed Ata presso l'istituto Alberghiero di Rieti. Il tema dell'incontro è stato il "Dise­gno di riordino del Comparto Scuo­la, comunemente denominato "la buona scuola". In questa occasione, è intervenuto il professor Achille Massenti, vice segretario generale dello m!il quale ha messo in risal­to i molteplici aspetti negativi che tanti dubbi e preoccupazioni stanno generando nel mondo della Scuola. Il Segretario provinciale Luciano Isceri nella sua introduzione ha defi­nito "ingiusto ed inaccettabile un ddl che attacca inesorabilmente non solo il diritto alla contrattazione, ma persino lo stesso stato giuridico del personale attraverso originali forme

di struttura di un organico che - nel giro di tre anni -porterebbe all'azze­ramento della titolarità del persona­le e ad una inevitabile ulteriore con­trapposizione all'interno delle scuo­le e tra gli istituti medesimi. La chia­mata diretta degli insegnanti; la sot­trazione delle prerogative oggi pro­prie degli Organi collegiali; le agevo­lazioni fiscali concesse non a chi fi­nanzia il sistema formativo nel suo complesso, bensì il singolo istituto; le deleghe amplissime che il Gover­no richiede tramite il disegno di leg­ge, senza che siano specificati i crite­ri e i limiti della delega stessa, intro­ducono cambiamenti che modifica­no sostanzialmente il profùo della Scuola italiana. Da cooperativo che era, il sistema vira decisamente ver­so una deleteria rivalità tra operato­ri scolastici e studenti. Si intravede una Scuola che non è più struttura di servizio del Paese, ma luogo dove si trasmette una visione agonistica e

Scuola I sindacati si stanno mobilitando per lo sciopero generale del 5 maggio che coinvolgerà non solo docenti e personale Ata ma anche i genitori degli studenti

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concorrenziale della vita. Dal ddl -continua Isceri -deve essere estrapo­lato il capitolo assunzioni attraverso un decreto legge, tutto il resto riscrit­to totalmente. Dando agli organi collegali della Scuola maggiori spazi di intervento, rendendoli attori, in­sieme agli stessi Dirigenti scolastici, del governo della Scuola dell'auto­nomia, nel rispetto, tra l'altro, delle norme scolastiche nazionali ed euro­pee. Non si può fare nessuna rifor­ma della Scuola a colpi di delega, senza ascoltare la voce del personale - ha concluso Luciano Isceri -. Solo chi vive dentro la scuola ha il polso della situazione di cosa occorre cam­biare per migliorarla, dando suggeri­menti utili a modificarne le regole. Il 5 maggio tutti a Roma - docenti Ata precari, genitori e studenti per far capire al Governo e al Parlamento che la protesta non è solo contrappo­sizione tra sindacati e premier, ma un atto di difesa della Scuola pubbli­ca e per questo dovrà coinvolgere anche studenti e famiglie". ~

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SCUOLA, CAOS SULLA RIFORMA GIANNINI: «CONTRO DI ME METODI SQUADRISTI»

Il ministro contestato. Verso lo sciopero del 5 maggio Il sottosegretario Faraone: «Andiamo avanti determinati, se pensano di intimidirci hanno perso la ragione» Il sindacalista Cgil «Se il testo non cambia lo scontro continuerà. La lettera del premier ai docenti? Gliela rispediremo» Paura? «No, non ho avuto paura, anzi. Ma mentre ascoltavo accuse che per me erano e restano fuori dalla realtà, pensavo con dispiacere ai militanti del Pd che volevano assistere al dibattito per capire e magari anche criticare». Il giorno dopo la contestazione da parte di studenti e prof dei Cobas alla Festa dell'Unità a Bologna, la ministra dell'Istruzione Stefania Giannini torna sull'accaduto. Loro urlavano e rumoreggiavano con pentole e coperchi, lei alla fine ha dovuto lasciare il tendone alla Montagnola senza riuscire a pronunciare una parola. «Metodi squadristi» dice. «Ci hanno negato un confronto utile». Ma non è preoccupata, perché «questi contestatori non rappresentano di certo la scuola italiana, questa non è la scuola che conosco». Ma il mondo della scuola è in subbuglio, inutile negarlo. Professori, precari e non, ma anche studenti, bidelli. E presidi. Giovedì sera migliaia di prof hanno improvvisato flashmob in tutta Italia vestiti a lutto. Venerdì scorso in diecimila erano a Roma. Il 5 maggio ne sono attesi migliaia a Milano, Roma, Palermo, Bari, Catania, Cagliari. E quel giorno si fermerà tutta la scuola, la prima volta con i sindacati tutti uniti dal 2008: Flc Cgil, Cils Scuola, Ull Scuola, m:mJ Gilda. Perché il disegno di legge della Buona scuola va avanti e la preoccupazione - e il senso di incertezza - cresce. L'esame alla Camera Dalla prossima settimana comincerà l'esame degli oltre 2.400 emendamenti presentati in commissione Cultura e Istruzione alla Camera. Poi 1'11 maggio il testo arriverà in Aula. L'obiettivo del governo è arrivare alla fine di giugno alla sua approvazione definitiva. Una corsa contro il tempo per riuscire a far partire la macchina burocratica per assumere centomila professori precari e averli in classe dal primo settembre 2015. «Abbiamo calcolato tutto - assicura il sottosegretario all'Istruzione Davide Faraone - ce la faremo». Anche il Partito democratico ha presentato degli emendamenti. «Abbiamo accolto proposte di modifica - spiega ancora Faraone - e il potere dei presidi, ad esempio, sarà ridimensionato: il piano d'offerta formativa sarà deciso dal consiglio d'istituto e non più dal dirigente e anche i duecento milioni di euro per premiare gli insegnanti più bravi saranno assegnati da un nucleo di valutazione all'interno del quale il preside è soltanto uno dei protagonisti». Lo sciopero del 5 maggio Il ruolo del preside è uno dei nodi dello sciopero del 5 maggio. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi sogna il «preside sindaco» dai super poteri. Gli insegnanti temono un «preside padrone» dal potere assoluto. «Ma più potere - dice Faraone - significa anche più responsabilità e il dirigente che pensa di comandare senza l'aiuto dei suoi collaboratori non potrà mai far funzionare la sua scuola». Piuttosto, aggiunge, «il ddl va guardato nel merito: tre miliardi di euro alla scuola non sono pochi ed è incredibile che noi assumiamo 160 mila persone in due anni e i sindacati scioperano contro le assunzioni, a me questa sembra più una protesta per riaffermare la titolarità del loro potere che altro, perciò noi andiamo avanti tranquilli e determinati, se con le proteste come quelle di Bologna pensano di intimidirci hanno perso il lume della ragione». La strategia del governo Ma intanto lo sciopero del 5 maggio impensierisce il premier visto che invierà una lettera prima del 5 a tutti gli insegnanti per spiegare (ancora una volta) la sua Buona scuola. «È un ulteriore incentivo allo sciopero, qualcuno si sta già organizzando per rimandargliela indietro» sorride Mimmo Pantaleo, della Cigl Scuola. E poi spiega che «intorno alla Buona scuola cresce il malcontento: docenti, studenti e famiglie si lamentano dell'incertezza più assoluta su tutti i fronti: non c'è un'idea, ma solo imposizioni dall'alto senza ascoltare né discutere». Il sottosegretario non è d'accordo: «Abbiamo ascoltato tutti: ma se i sindacati pensano di contare più di studenti,

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genitori e insegnanti si sbagliano di grosso, dopo anni in cui comandavano, oggi accettino di essere una parte della scuola, accettino il loro ruolo con umiltà, non ci siamo fermati sul Jobs act, non ci fermeremo sulla scuola». Promette Pantaleo: «Se il testo non cambia, lo scontro continuerà, non escludiamo nulla dopo il 5 maggio, ma noi siamo sereni, molto sereni». Claudia Voltattorni [email protected] ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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SCUOLA: SI PREPARA BIS SCIOPERO

19:28 (ANSA) - ROMA - Mentre si è già messa in moto la macchina organizzativa di un altro sciopero della scuola, quello indetto dai sindacati confederali - Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals-Confsal, Gilda-Unams - e dai Cobas per il 5 maggio, !'Invalsi pensa al rinvio dei test, in calendario da mesi per il 5 maggio. La decisione sullo slittamento delle prove sarà presa domani. E sempre domani in commissione Cultura alla Camera comincia a ritmo serrato l'esame dei circa 2.4000 emendamenti al ddl Buona Scuola

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Assemblea dello lmllll all'istituto

pa1~tec~ip:!lzi~:me di oltre 350 tra personale Ata, sul

disegno dilegge conosciuto come la «buona scuola». E'intervenuto il professor Achille Massenti, vice segretario generale del sindacato, il quale ha illustrato il progetto, mettendo in risalto i molteplici aspetti negativi che tanti dubbi e preoccupazioni stanno generando nel mondo della scuola. Il segretario

provinciale, Luciano Isceri, ha definito «ingiusto ed inaccettabile un ddl che attacca inesorabilmente non solo il diritto alla contrattazione, ma persino lo stesso stato giuridico del personale. Il progetto, profondamente diverso dal documento proposto nella consultazione dell'autunno scorso, costituisce un vero e proprio attacco alla scuola pubblica».

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SCUOLA: BIS SCIOPERO E INVALSI PENSA A RINVIO TEST

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(ANSA) - ROMA, 26 APR - Mentre si è già messa in moto la macchina organizzativa di un altro sciopero della scuola, quello indetto dai sindacati confederali - Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals-Confsal, Gilda-Unams - e dai Cobas per il 5 maggio, !'Invalsi pensa al rinvio dei test, in calendario da mesi per il 5 maggio. La decisione sullo slittamento delle prove sarà presa domani. E sempre domani in commissione Cultura alla Camera comincia a ritmo serrato l'esame dei circa 2.4000 emendamenti al ddl Buona Scuola

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DOCENTI IN PIAZZA, SLITTANO I TEST INVALSI

Questo articolo è stato pubblicato il 26 aprile 2015 alle ore 08:13. ROMA Uno strano "scherzo" del calendario: le giornate di sciopero contro il Odi «Buona Scuola», ufficialmente proclamate dai sindacati per il 5, 6 e 12 maggio, coincidono esattamente con le date scelte dall'lnvalsi a ottobre scorso per svolgere le consuete rilevazioni nazionali in italiano e matematica nelle scuole primarie e secondarie. Una scelta, non casuale, che probabilmente avrà l'effetto di far slittare i test (un paradosso proprio l'anno che sta per decollare il sistema nazionale di valutazione). Nel mirino c'è essenzialmente la data del 5 maggio, quando sono in programma le prove di lettura e di italiano in seconda e quinta primaria. Qui l'astensione, per la prima volta dai tempi del Governo Berlusconi, è stata annunciata congiuntamente dai principali sindacati confederali (Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals-Confsal, Gilda). Una decisione definitiva è attesa per domani. In queste ore ministero dell'Istruzione e Invalsi stanno valutando pro e contro della scelta da prendere. Che alla fine potrebbe consistere nello spostamento di un solo giorno dei test, dal 5 al 6 maggio (il 6 maggio sono in calendario le prove di matematica sempre in seconda e quinta primaria - che quindi a loro volta potrebbero subire un rinvio di 24 ore, dal 6 a 7 maggio per evitare di sovraccaricare di impegni alunni così piccoli di età). La scelta di procedere prima con le prove di italiano, e il giorno successivo con quelle di matematica in seconda e quinta primaria, è stata presa nel 2009-201 O dall'allora presidente dell'lnvalsi, Piero Cipollone. Ed è sempre stata confermata negli anni successivi. Il Governo è intenzionato a non subire diktat: «La scuola è fatta per i ragazzi e non si possono cambiare le esigenze e gli obiettivi didattici e anche, nel loro piccolo, le prove Invalsi per le esigenze sindacali», ha sottolineato il sottosegretario, Gabriele Toccafondi. Da quanto si apprende, prima di ufficializzare lo slittamento del 5 e 6 maggio, la numero uno dell'lnvalsi, Anna Maria Ajello, informerà la ministra Stefania Giannini. Il calendario delle prove Invalsi non subirà altre modifiche: il 12 maggio si svolgeranno i test di italiano e matematica per gli studenti della seconda superiore; il 19 giugno chiuderanno il cerchio le prove che fanno parte dell'esame di Stato di terza media. Del resto, che l'obiettivo dell'ala più oltranzista dei sindacati sia puntare a boicottare tutte le date delle prove Invalsi lo dimostra anche lo sciopero indetto per il 12 maggio da sigle minori e, per "coincidenza", limitato alla scuola secondaria (proprio dove sono in programma i test). Un'altra dimostrazione che i rapporti tra Esecutivo e sindacati non sono idilliaci da mesi. Lo sciopero del 5 maggio è stato accolto con freddezza dal premier, Matteo Renzi, che venerdì notte, in diversi tweet, ha anche difeso la ministra Giannini dalle dure contestazioni subite alla festa dell'unità di Bologna: «Un insegnante ascolta e rispetta le idee di tutti. Impedire ad altri di parlare è l'opposto di ciò che deve fare un educatore». Il capo del Governo ha invitato i contestatori della riforma a proporre «Critiche di merito». E ha poi ribadito i capisaldi del provvedimento che prevede l'assunzione di 1 OOmila insegnanti precari. Amplia le responsabilità del preside, «ma non sarà un padrone». E investe risorse nell'edilizia scolastica («cosa mai fatta negli ultimi 20 anni»). © RIPRODUZIONE RISERVATA

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IL 5 MAGGIO LO SCIOPERO INDITTO DA MOLTE SIGLE

Assemblea boccia decreto del governo Renzi ASSEMBLEA di ~as, Fk·Cgil e G.iJda a P~laz: zo Ducale con oltre ~ 00 docenti. e ata provauenti da lntte Je scuole della provincia. Si è disu1sw del d.ecreto «Bo on a SC11.ola» so Ha base deUe rela· rioni di Antonio Antooazzo (Gilda), Rino Cap as­Sì() (Cobas) e Anna Fedeli (Flc Cgil). Bocciato «il c~rattere azienda.li«ico del modello di scoola di­segnato dal decreto, con un preside-padrone - di­cono i promotori dcli' incontro - alla Marchi on­ne che sceglie i docenti della S'll a scuola per io.ca­richi solo trie~nali coi;i coos~eote r}c~~tta~ìlità. per mancato rmnovo, 1oclus.11 docenti gia d1 m0-

lo che vanno in mobilità; sceglie e retribuisce con un premi o i più "bravi"; decide !ili altemaOZ111 i,;cuola-lavoro e contratti di apprendi!òtato;: dt."Ci· de s"llll'orgao.ico dell'autonomia con relat.iva diJfe­remiazfooe del.le (nnzion~ con docenti destinati a fare S11.pplenze e progetti. L'assemblea si è con­clun con linvito a tutto il personale della iCD ob a partecipa.re il 5 maggio al grande iclopero unita­rio del «popolo delh scuola pubblica» indetto da Cgil, Cobas, Cisl, Gilda, Uil e Sna bi e alle manife­stazioni che si terranno in. varie città e clùdendo il ritiro del contestato decreto.

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Tutte le sigle sindacali hanno proclamato una giornata di protesta per contestare il ddl del governo Renzi accusato di voler rottamare la scuola

Docenti e ata in sciopero il 5 maggio Cobas e Cub minacciano di far saltare le prove Invalsi

Tradizionalmente il mese di maggio è stato sempre considerato l'ultimo mese di scuola per gli studenti, nono­stante l'ultimo giorno di scuola in Si­cilia sia il 9 giugno. Ed è tradizione che i pochi giorni di giugno siano più di limatura finale, le ultime interro­gazioni, gli scrutini e poi al via la tor­nata degli esami conclusivi della scuola secondaria di primo grado (la vecchia licenza media) e di maturità per la conclusione della secondaria di secondo grado.

In questo 2015 però si preannuncia una conclusione dell'anno scolastico con temperatura bollente. Infatti il personale della scuola è in rivolta a causa della preannunciata riforma della scuola prevista nell'agenda del Governo Renzi. Per il 5 maggio tutte le organizzazioni sindacali hanno pro­clamato una giornata di sciopero per il personale docente ed Ata della scuola; in particolare occorre sottoli­neare che questa decisione è stata presa unanimemente dai sindacati rappresentativi firmatari del contrat­to nazionale: Cgil, Cisl, Uil, !m:lDD Gil­da, ma anche gli altri sindacati a par-

tire dall'Ugl e i sindacati minori han­no deciso di partecipare a questa pro­testa aderendo allo sciopero. Anzi al­cuni sindacati, Cobas e Cub, hanno esteso la protesta proclamando lo sciopero, oltre che il 5 maggio, anche nei giorni 6 e 12. E qui c'è da dire che, mentre lo sciopero del 5 maggio ha come obiettivo quello di contestare il disegno di legge per "La buona scuo­la" e sembra essere una esplicita ri­sposta al governo che viene accusato dal sindacato di volere "rottamare" la scuola statale in Italia, lo sciopero che si allarga al 6 e al 12 maggio è artico­lato in modo tale da colpire e vanifi­care le prove Invalsi. Infatti le prove per la valutazione degli studenti con prove Invalsi sono fissate nei giorni 5 e 6 e 12 maggio e riguarderanno gli stessi livelli scolastici già coinvolti nelle rilevazioni dell'anno scolastico passato e si articoleranno secondo il seguente calendario: 5 maggio prova preliminare di lettura (II primaria) e prova di italiano (II e V primaria); 6 maggio prova di matematica (II e V primaria) e questionario studente (V primaria); 12 maggio prova di mate-

matica, prova d'italiano e questiona­rio studente (II secondaria di secon­do grado). Si prevede che gli studen­ti delle scuole superiori, come già si avverte da diverse forme di protesta, si uniranno allo sciopero dei sindaca­ti della scuola.

Insomma un fine anno problema­tico, con in campo un disegno di leg­ge che sembra avere suscitato molte opposizioni sia da parte del persona­le della scuola sia in campo politico. D'altra parte sono ben 30 le associa­zioni firmatarie dell'appello al Parla­mento (Agenquadri, Aimc, Arei, Au­ser, Cgd, Cgil, Cidi, Cisl, Cisl Scuola, Edaforum, Fnism, Flc Cgil, Forum Del Terzo Settore, !rase, Irsef-Irfed, Le­gambiente, Legambiente Scuola e Formazione, Libera, Link - Coordi­namento universitario, Mce, Movi­mento Studenti di Azione Cattolica, Movimento di impegno educativo di Azione Cattolica, Proteo Fare Sapere, Rete della conoscenza, Rete degli stu­denti medi, Rete29Aprile, Uciim, Udu, Unione Degli Studenti, Uil, Uil Scuola) che chiedono di ridiscutere l'impianto del disegno di legge.

MARIO CASTRO

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SCUOLA: SI PREPARA BIS SCIOPERO

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(19:28) (ANSA) - ROMA, 26 APR - Mentre si è già messa in moto la macchina organizzativa di un altro sciopero della scuola, quello indetto dai sindacati confederali - Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals-Confsal, Gilda-Unams - e dai Cobas per il 5 maggio, !'Invalsi pensa al rinvio dei test, in calendario da mesi per il 5 maggio. La decisione sullo slittamento delle prove sarà presa domani. E sempre domani in commissione Cultura alla Camera comincia a ritmo serrato l'esame dei circa 2.4000 emendamenti al ddl Buona Scuola LE AL TRE NOTIZIE

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SCUOLA: SI PREPARA BIS SCIOPERO

(ANSA) - ROMA, 26 APR - Mentre si è già messa in moto la macchina organizzativa di un altro sciopero della scuola, quello indetto dai sindacati confederali - Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals-Confsal, Gilda-Unams - e dai Cobas per il 5 maggio, !'Invalsi pensa al rinvio dei test, in calendario da mesi per il 5 maggio. La decisione sullo slittamento delle prove sarà presa domani. E sempre domani in commissione Cultura alla Camera comincia a ritmo serrato l'esame dei circa 2.4000 emendamenti al ddl Buona Scuola

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CIOCIARIA '·"' "'"''·'"·'· .~.& •••• ,,,, OGGI

Riforma della scuola Docenti • • 1np1azza

- Erano in tanti in piazza per il flash mob a sostegno della scuola. L'appuntamento si è svolto giovedì sera, alle ore 20,30, in piazza Italia, evento svoltosi contemporaneamente in altre città italiane per prote­stare contro il disegno di legge che il governo Renzi chiama della "Buona scuola": a Roma in Piazza di Spagna, a Napoli in Piazza Plebiscito; a Milano in Piazza Gae Aulenti; a Torino in Piazza Castello; a Genova in Piazza Ferrari; a Firenze a Pa­lazzo della Signoria; a Catania alla ScalinataAlessi; a Bologna­in Piazza Maggiore; a Caserta in Piazza Margherita; a Modena in Piazza Grande solo per citar­ne alcune. Tutti i partecipanti, rigorosamente vestiti di nero e con un lumino in mano, di quel­li che normalmente si usano per il cimitero, hanno fatto sentire il loro "no", ancora più forte quando hanno composto un cerchio e sono rimasti in silen­zio, quasi una veglia funebre verso un qualcosa che sta mo­rendo.

Il flash mob si è chiuso con il suono acuto dei fischietti cui è seguito lo spegnimento dei lu­mini e il ritorno a casa dei pre­senti. Ma le agitazioni nel mon­do della scuola non finiscono qui: il prossimo 5 maggio è stato proclamato lo sciopero da Flc-Cgil, Cisl, Uil, ~ e Fgu. Gio. Speranza.eGio.Spe.

Quotidiano Data 25-04-2015 Pagina 21 Foglio 1

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il Centro Quotidiano Data 25-04-2015 Pagina 18 Foglio 1

Flash mob dei 250 prof Scuola "pre-okkupata" In piazza Vico vestiti di nero e con i lumini per dire no al decreto legislativo Renzi Settimio: «Una riforma che crea un sistema verticistico e non democratico»

t CHIETI

Oltre 250 insegnanti, profes­sori e maestri, hanno occupa­to, giovedì sera piazza Vico per dire no alla "buona scuo­la" di Matteo Renzi. Tutti, co­me e contemporaneamente ai colleghi nelle altre piazze d'Italia, si sono vestiti a lutto per celebrare il funerale della scuola democratica, giusta e aperta a tutti. Come la Costi­tuzione garantisce. E lo han-

no fatto con unflashmob. Lu­mini cimiteriali hanno illumi­nato il buio di una riforma che ha prodotto una protesta trasversale alle convinzioni politiche. Una manifestazio­ne riuscita anche quella di piazza Vico, in una città in ge­nere non avvezza alla conte­stazione.

«No alla scuola verticista, allo strapotere dei presidi che possono assumere diretta­mente il personale senza una graduatoria cui attingere», di-

ce l'insegnante di scuola su­periore Annalisa Settimio, «Un punto che personalmen­te contesto è quello del 5 per mille che i genitori possono sottoscrivere in favore della scuola che frequenta il figlio creando di fatto una disparità tra i vari istituti. Si pensi ai ge­nitori degli studenti di unisti­tuto industriale di Milano do­ve la maggior parte sta nell'impresa e a quelli fre­quentata dai ragazzi dell'isti­tuto omologo di Napoli».

Le insegnanti di Chieti fanno il funerale alla scuola in piazza Vico contro la riforma voluta da Renzi

Ma la contestazione non è finita qui. Molti insegnati tea­tini infatti giovedì sera si sono dati appuntamento alla mani­festazione di Roma, quella del 5 maggio con lo sciopero generale, patrocinata da tutti i sindacati da Flc-Cgil, Uil scuola, Cisl scuola, Gil­da-U nams, Snals-Confsal.

«La contestazione contro il ddl di Renzi intende difende­re la scuola pubblica», conclu­de Settimio, «contro un mo­dello autoritario che legitti­ma le diseguaglianze».

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Quotidiano Data 25-04-2015 Pagina 14 Foglio 1 / 2

SCUOLA, GOVERNO ACCERCHIATO GIANNINI CONTESTATA A BOLOGNA LA MINISTRA COSTRETTA A LASCIARE LA FESTA DELL'UNITÀ. IERI IL PRIMO SCIOPERO, L'ALTRA SERA SIT-IN SPONTANEI IN 120 CITTÀ. MSS: RENZI DÀ I NUMERI TRUCCATI

di Salvatore Cannavò

P entole e coperchi. Una ministra si può contestare anche così, come è avve­

nuto ien sera alla festa dell'Unità di Bologna dove Stefania Giannini, ministra dell'Istruzione, è stata costret­ta a lasciare il dibattito. Sedeva accanto alla responsabile Scuola del Pd, Francesca Pu­glisi, quando nella sala hanno fatto irruzione gli studenti del­la Link e molti insegnanti pre­cari al grido di "vergogna, ver­gogna". Bologna è la città dove il comitato Articolo 33 ha rea­lizzato un referendum contro le scuole private, la sede meno adatta per fare propaganda al­la "buona scuola". La ministra, andandosene via, ha detto che quello che la contestava "non è il mondo della scuola". In real­tà lo è e sta cominciando a con­testare in modo sempre più massiccio il governo Renzi.

SE NE È AVUTA una prova gio­vedì sera con il flashmob or­ganizzato da insegnanti vestite di nero, a lutto contro la "buo­na scuola", che si è svolto in 120 città, riempiendo all'inve­rosimile la scalinata di Trinità de' Monti a Roma. "Non riesco ancora a crederci, una riuscita

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superiore alle nostre aspettati­ve" spiega al Fatto Margherita Franzese, ispiratrice dell'even­to. Franzese insegna all'istituto comprensivo di Roma, Mo­zart, località Infernetto. Uno dei più grandi d'Italia, forse d'Europa. "Il clima pesante che si respira nelle scuole mi ha portato a lanciare l'idea di re­carci in Piazza di Spagna, ve­stite di nero, con in mano in lumino, in silenzio per cinque minuti". Ha lanciato la propo­sta via Whatsapp e all'idea si so­no aggregate "altre sei colleghe temerarie". Il 17 aprile nasce l'evento Facebook e nel giro di pochi giorni l'iniziativa si espande in tutta Italia. La serata del 23 aprile ha visto insegnanti a lutto in tutte le grandi città "ma anche nei pic­coli centri, come Sassari, Pe­scara oppure Sezze, Ladispoli" e si è svolta completamente al di fuori dei partiti o dei sin­dacati: "Insegno da 30 anni, sono una madre di famiglia, mi occupo di arte e di musica e non di politica", dice Franzese. L'ostilità nei confronti del pro­getto di riforma governativo però è più che netta e si basa su alcuni punti fermi: la mancata assunzione di tutti i precari, l'accentramento dei poteri al preside, l'istituzione di Albi territoriali in cui i docenti di

I.A DENUNCIA DEI "GRILLINI" Il Ddl prevede I 00 mila assunzioni, restano fuori almeno 60 mila cattedre

ruolo potrebbe finire per esse­re annullati, la richiesta degli scatti di anzianità, il rifiuto dei finanziamenti alle scuole pri­vate. Margherita assicura una ripe­tizione dell'evento, "stavolta con il coinvolgimento dei ge­nitori" e garantisce anche che il 5 maggio, il giorno dello scio­pero della scuola, indetto da Cgil, Cisl, Uil, Gilda e !mml "le scuole resteranno davvero chiuse, ci sarà un'adesione to­tale".

LEI HA SCIOPERATO anche ie­ri, nella giornata indetta da Usb, Unicobas e Anief. A Ro­ma si è svolto un corteo di al­cune migliaia di persone e un centinaio di ex Lsu hanno ma­nifestato al ministero per pro­testare contro le modalità di gestione degli appalti nelle scuole. "Sta montando la rab-

bia", fa nota-re Silvia Chi-mien ti, ono-revole del Movimento 5 Stelle che si prepara alla battaglia par-lamentare sul Ddl de "La buo­na scuola" da lunedì al voto della Commissione. In previ­sione di questa tornata, il Mo­vimento 5 Stelle, con il depu-

tato Luigi Gallo, ha presentato una propria indagine sugli ef­fettivi numeri delle necessità scolastiche e sulle intenzioni del governo. "La Buona Scuola di Renzi è una truffa" - dice Gallo al Fatto - Non si elimina il fenomeno delle supplenze, che saranno 20 mila per l'intero anno 2015/2016, non ci sarà l'organico aggiuntivo di 50 mi­la docenti per realizzare l'au­tonomia, non è prevista nes­suna continuità didattica per gli studenti disabili". Per Gallo, le 100 mila assun­zioni potrebbero diventare 70 mila "perché 30 mila docenti nelle Graduatorie a esauri­mento (Gae) non troverebbero corrispondenza con le sup­plenze annuali disponibili". La proposta dei pentastellati è quella di predisporre un piano quinquennale basato su 250 mila nuove cattedre iniziando a reintrodurre quelle tagliate dalla riforma Gelmini. In ef­fetti, la china negativa della scuola pubblica inizia nel 2008 e da allora nessun governo è riuscito a invertire la rotta. Og­gi ci prova Renzi ma il suo di­segno di legge inizia solo lu­nedì prossimo l'iter parlamen­tare in Commissione. ''L'ap­provazione dovrebbe concre­tizzarsi nel mese di giugno, con il voto del Senato" assicura il sottosegretario Davide Farao­ne. Per ora, però, sono solo contestazioni.

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11l1111rl1·!!111[ij1:.1Ei:111 1[!~-,m••A Latina mille docenti vestiti di nero e con i lumini accesi contro il ddl Renzi

Nelle piazze il funerale della scuola Il Flash mob anche negli altri comuni. In prima linea precari, insegnanti di ruolo e personale Ata

di MARIANNA VICINANZA

Arrabbiati ed esasperati ma con la dignità composta che danno la passione per il pro­prio lavoro a dispetto di anni di precariato, riforme poco aderenti alle esigenze del set­tore e continui ribaltamenti di fronte su graduatorie e re­golamenti. Erano quasi mille i docenti di Latina che si so­no dati appuntamento giove­dì sera in piazza del Popolo, tutti vestiti rigorosamente di nero e con lumini votivi acce­si a simboleggiare il lutto per la lenta agonia della scuola pubblica, colpita prima dai tagli lineari della legge Gel-

mini, 8 miliardi di euro e 150 mila cattedre in meno, e ora minacciata alle fondamenta dal disegno di leggi Renzi. Gli insegnanti di Latina, il personale Ara, alcuni studen­ti e moltissimi cittadini con 8 minuti di religioso silenzio hanno celebrato il funerale della scuola pubblica statale con un flash mob che in con­temporanea si svolgeva nelle piazze delle città di Aprilia, Anzio, Formia, Terracina e Sezze tra le 120 che hanno aderito in tutta Italia. Una protesta corale suggestiva svolta con compostezza che ha colto nel segno perché ha spento la piazza per pochi minuti e allo stesso tempo ha

acceso i riflettori su un disa­gio che attraversa tutta l'Ita­lia. Perché il disegno di legge più che dipanare ha accen­tuato quel mare di contraddi­zioni tra nuovi concorsi, corsi abilitanti a pagamento, gra­duatorie, classi di concorso atipiche e ridimensionamen­ti sugli scatti stipendiali su cui si muovono i docenti. Il dissenso coinvolge sia i preca­ri delle graduatorie ad esauri­mento che i docenti di ruolo che non sono esenti dai peri­coli sottesi a questa riforma come spiegano alcuni inse­gnanti "perché, nel caso siano perdenti cattedra, o chiedano un trasferimento territoriale o professionale (ad esempio

Nel caso di Latina l'idea è partita dal V circolo side. Il disegno di legge secondo i sindacati dà didattico, è stata affinata nel corso della protesta piena autonomia ai dirigenti scolastici, inve-a Roma di dieci giorni fa. Da lì è iniziato il pas- stendoli di eccessive responsabilità come il re-sa parola sui social network ------------ clutamento con chiamata di-grazie all'impegno della coor- Otto minuti retta dagli albi rerritoriali\re-dinarrice della manifestazio- di silenzio gionali\nazionali, la confer-ne Simona Quinto supporta- ma triennale della sede del rada Emanuela Perrarello, Si- per Simboleggiare posto, l'organizzazione degli mana Di Carlo, Giusto Sene- l'agonia organici, la funzione di valu-se, Anna Sacchetti, Tina Fari- razione dei docenti e della di-na e i docenti del V circolo di dell'istruzione <lattica. Ora la prossima im-Larina. Tra i punti più conte- portante tappa è lo sciopero stati del disegno di legge Renzi l'abolizione del- generale per la scuola del 5 Maggio a cui hanno le graduatorie ad esaurimento già dal 2016 e aderito i sindacati confederali, Cgil, Cisl, Uil, l'inserimento in albi nazionali e l' accentramen- Gildae!mlll un'altra occasione importante per to delle funzioni e dei poteri nella figura del pre- esprimere con forza il dissenso.

volendo passare da un grado di istruzione all'altro) po­trebbero perdere la titolarità e finire negli albi triennali al pari dei neoassunti". Non si sa ancora poi cosa succede­rebbe nel caso un docente non venga assunto da alcun dirigente. "Moltissime sono le ombre che si profilano al-1' orizzonte per il personale scolastico dicono i docenti che hanno partecipato alla protesta - a partire dalla per­dita della libertà di insegna­mento per finire con gli sgra­vi fiscali concessi alle famiglie che iscriveranno i loro figli alle paritarie, quando quoti­dianamente si ha notizia di soffitti di scuole che ci cado­no letteralmente in testa".

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IL GIOBIALE DI VICENZA

LA PROTESTA. Davanti all'Ust di Borgo Scroffa

La protesta in Borgo Scroffa contro il disegno di legge sulla scuola

I sindacati bocciano la scuola di Renzi <<Troppe incertezze>> La richiesta: «Decreto d'urgenza per stabilizzare tutti i precari»

AnnaMadron

Contro la buona scuola di Ren­zisi affilano le armi. Ieri matti­na davanti all'Ufficio scolasti­co territoriale i rappresentan­ti di Anief, Cobas, Unicobas, Usb, Cub scuola e Mida preca­ri hanno manifestato contro il ddl di riforma.« Un disegno di legge che non deve essere ap­provato», hanno ribadito gli insegnanti. «Siamo decisi ad andare avanti nella protesta -spiega Marcello Banato a no­me dei colleghi supplenti -chiediamo la stabilizzazione con un decreto d'urgenza di tutti i precari, compreso quelli con trentasei mesi di servizio non sono inseriti nelle gradua­torie ad esaurimento». Sugli insegnanti con contratto a

tempo determinato pesa anco­ra un grosso punto interrogati­vo legato ai requisiti per entra­re a far parte dei centomila che dovrebbero salire in catte­dra stabilmente a settembre, numero nel quale non sembre­rebbero entrare gli abilitati con Tfa, Pas, diploma magi­strale e quelli inseritinelle gra­duatorie d'istituto. Intanto è polemica sul 5 maggio, data scelta dai sindacati confedera­li Cgil Cisl e Uil insieme a mJ!l e Gilda per lo sciopero generale della scuola. Quel giorno sono previste le prove Invalsi nella scuola elementa­re, scadenza che ha già acceso il dibattito sulla possibilità da parte dei presidi di precettare i docenti coinvolti nelle opera­zioni ministeriali.•

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il manifesto MOBILITAZIONE A STAFHTIA

Il Ddl Scuola è inemendabile, i sindacati siano radicali

Anna Angelucci

N e chiedevamo uno, grande. Uno sciopero finalmente unitario che rappresentasse

plasticamente il rifiuto radicale del­la società italiana di un progetto di riforma che mira a distruggere la scuola della Costituzione. La scuola disegnata da Renzi cancella i princi­pi fondativi della scuola della Re­pubblica italiana, sostituendoli con gli sponsor, i bonus, gli statuti, le squadre (sic). Trasformando le scuo­le in un unico, aberrante agone com­petitivo, in cui vincerà il dirigen­te-padrone che avrà attirato con ogni mezzo maggiori investimenti privati e che avrà strappato ai suoi colleghi i migliori mandingo da esi­bire a inizio d'anno, sostituibili do­po un triennio con esemplari più or­ganici, acritici e «adatti».

La mobilitazione contro un dise­gno di legge inemendabile è partita ieri con lo sciopero proclamato da Anief, Autoconvocati Scuole Roma, Cub Scuola, Orsa, Slai Cobas, Unico­bas, Usb, Usi, e continuerà a staffet­ta con lo sciopero del 5 maggio, pro­clamato dai Cobas e da Flc-Cgil, Ci­sl scuola e Uil scuola, Gilda-Unams, Snals-Confsal, insieme all'Unione degli Studenti, Llnk Coordinamento Universitario e Rete della Conoscen-

za, e ancora con la data del 6 mag­gio individuata dai Cobas, per con­cludersi il 12 maggio con l'ultimo, grande.sciopero anti-Invalsi procla­mato dai Comitati di Base.

Una grande maratona che porte­rà in piazza, a più riprese, migliaia di lavoratori e di studenti, uniti nel rifiuto incondizionato di un proget­to di riforma che, agli albori del ter­zo millennio, disegna una scuola feudale, vocata a preparare gli abi­tanti afasici di cui la società del neo­capitalismo globale ha bisogno. Non più luogo di formazione di cit­tadini istruiti, consapevoli e capaci di pensiero critico ma brodo di col­tura di individui spenti, antropologi­camente mutati, addestrati alla com­petizione e all'alienazione dall'uso pervasivo delle nuove tecnologie e dei test, dei registri informatizzati e degli open data, precoci vittime sa­crificali di un mercato del lavoro e del consumo che vuole i giovani stri­tolati fin dai banchi di scuola.

Il progetto di riforma della scuola del Governo non può essere oggetto di patteggiamenti. Che sia ben chia­ro a Cgil, Cisl, Uil, m11J e Gilda, fino a ieri fermi alla sola astensione per dieci giorni dalle attività aggiuntive:

FLASH MOB CONTRO IL DDL SCUOLA RENZI A ROMA IN PIAZZA DI SPAGNA

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una protesta risibile, che ha offeso la nostra intelligenza di lavoratori. Come recita il comunicato dei sinda­cati confederali, lo sciopero del 5 maggio costituisce «Una decisione presa a sostegno delle richieste di modifica al ddl di riforma della scuo­la all'esame delle Camere». Cosa chiedono allora i sindacati tradizio­nali? Solo la cancellazione dell'art. 12 del ddl, che impedisce la nomina dei precari che hanno già effettuato 36 mesi di supplenza; la ricontrattualizzazione degli istituti da trasformare in riserva di legge -per esempio, trasferimenti e titolari­tà - e la riapertura delle trattative contrattuali, lasciando invariate le 13 deleghe che il Governo impone al Parlamento per riservarsi lo stra­volgimentofuturo dello stato giuri­dico dei docenti e la funzione che la Costituzione assegna alla scuola. Non ci siamo.

Renzi avrebbe la possibilità di im­pedire lo sciopero del 5 maggio ri­spondendo positivamente con emendamenti governativi ad hoc al­le parziali richieste del blocco sinda­cale confederale. Questa soluzione sarebbe inaccettabile, perché lasce­rebbe inalterato l'impianto libertici­da della riforma. Diciamo ai sindaca-

ti, a tutti i sindacati, che questa vol­ta occorre una risposta radicale, sen­za compromessi, senza cedimenti. Questa sì, dawero unitaria, contro un progetto di riforma della scuola che esaspera in chiave patologica l'autonomia scolastica. Che non è bene privato di un singolo dominus, o pietanza à la carte di malsani ap­petiti, ma la più nobile istituzione dello Stato, perché è la scuola che ci rende cittadini liberi, nella totale au­tonomia da qualunque ingerenza politica o interesse economico.

Tutti i sindacati ci hanno chiama­to in piazza per un grande sciope­ro-staffetta e noi - lavoratori, studen­ti, esponenti della società civile - ci saremo. Ma la nostra grande mobili­tazione non finirà con qualche emendamento che restituisca una parvenza di senso e di legittimità a chi firma i contratti. L'obiettivo da raggiungere, per tutti, è l'impegno del governo ad un investimento co­stante nell'istruzione pari alla me­dia europea, l'assunzione immedia­ta di tutti i precari sui posti disponi­bili, il ritiro del disegno di legge del governo, che calpesta la Costituzio­ne e incastella la buona scuola della Repubblica italiana in un coacervo di feudi e potentati locali.

Hic labor, hoc opus est.

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Quotidiano Data 25-04-2015

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Festa dell'Unità, Giannini zittita Alla fine il ministro dell'Istruzione ha dovuto abbandonare il dibattito sulla «Buona suola» organizzato alla Festa dell'Unità, malgrado gli appelli al dialogo fatti ai manifestanti. Non c'è stato nulla da fare. Ha abbandonato la sala con un pizzico di amarezza per non avere potuto prendere la parola. Genitori, alunni, ma soprattutto precari entranti nell'aula dell'assemblea con pentole, cucchiai e coperti, hanno impedito al ministro di intervenire. A urlare contro la Giannini una sessantina di persone. Un precario salito sul palco ha spiegato anche le

ragioni della protesta. «Noi siamo la parte buona e sana della scuola, siamo a difesa della scuola pubblica e contro i prowedimenti calati dall'alto». Applausi al contestatore e grida contro il ministro. Il responsabile scuola del Pd Francesca Puglisi ha ricordato come «questo governo ha promosso la più grande stabilizzazione dei precari della scuola». Ma non tutti la pensano così. Il primo sciopero organizzato da Cobas e Anief c'è stato ieri, il prossimo - quello di confederali,§ml]le Gilda, è fissato per il prossimo 5 maggio. E non si può dire certo che il clima sia dei migliori.

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ltalicum, Renzi: «Se non passa governo a casa» UllllnaLwuallas1nistral'd,µrcmictsfu•.anLCsu1Prod1cU:lla.hannohilnllluSC1la

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Il..~MATTINO

1LatMATT1NO Caserta Mobilitazione

<<Villaggio>>, dipendenti in rivolta

Nove mesi senza spettanze: dura contestazione per le buste paga «virtuali»

Giuseppe Miretto

MADDALONI. Il Villaggio dei Ra­gazzi è in caduta libera: rivolta dei dipendenti, atti di disobbe­dienza e dura presa di posizione dei sindacati. Lunedì, saranno ben nove i mesi trascorsi senza percepire stipendi regolari. E, iro­nia della sorte, ieri è scoppiata la guerra contro le buste paga vir­tuali e pure la battaglia contro l'emissione dei «cedolini paga ad importo zero». Comunque an­drà a finire, pagheranno i dipen­denti che restano senza stipen­dio, senza un futuro occupazio­nale certo, senza un «piano indu­striale di rilancio o ristrutturazio­ne» e privi della concre­tezza di percepire il dovu­to per le prestazioni pro­fessionali erogate gratis dall'iniziodell' anno sco­lastico. I sindacati tutti (Cgil, Cisl, Uil, Ugl,tm:mlJ Sinasca), mobilitati con­tro la reiterazione di ipo­tesi d'evasione e di «pro­curato danno alla carrie­ra dei docenti», hanno chiesto di «non emette­ la crisi

i dipendenti del Villaggio sono piombatine! caos: temono il dan­no e la beffa. Cioè l'emissione di Cud non commisurati sull'esat­to ammontare dei pochi soldi re­cepiti e di essere chiamati a paga -re imposte sovradimensionate ri­spetto agli emolumenti realmen­te percepiti.

La disinformazione e le paure sono contagiose perché, dietro il «camouflage amministrativo», cioè sotto la copertura degli slo­gan, del commissariamento, del­le inconcludenti procedure di so­vrainde bitamento (avviate addi­rittura lo scorso ottobre), si con­suma il dramma taciuto delle fa­miglie monoreddito. «Il disagio è tale - spiega l'ex sindaco Franco D'Angelo - che basta poco per farlo affiorare tanto da travolgere anche la mordacchia comunica­tiva, imposta da una serie di ma­nifestazioni posticce ispirate al

"glamour culturale". Fi­no ad oggi si sono presen­tati libri, fatte mostre e convegni, ma nessuno ha dato certezze sul paga­mento degli stipendi, sull'esatto ammontare del debito, sul futuro oc­cupazionale collegato del fallimento pilotato. Si garantisce l'effimero ma non i diritti inaliena­bili».

re, con decorrenza dal primo gennaio 2015, i ce-

li Villaggio dei ragazzi

dolini paga a zero». non riesce

Il tutto si sta consu­mando sotto gli occhi della Procura di Santa Maria Capua Vetere che ha esteso le indagini an-

Insomma, hanno im- a riprendersi posto una netta discontinuità con la ge­stione precedente al commissa­riamento. E il sindaco-commis­sario Rosa Dc Lucia ha aderito. Emettere buste paga, in assenza di disponibilità finanziarie certe, diventa complicato. Tanto che, in mancanza di chiarezza sul ti­po di procedimento che dovrà es­sere adottato, il responsabile del­le risorse umane Antonio Nuzzo, non aderendo alla decisione sot­toscritta dal commissario, «si eso­nera da ogni responsabilità in or­dine civile e penale». Oltre la que­relle sul tecnicismo procedurale,

che agli atti messi in cam­po dalle gestione commissariale. Dopo tante promesse, sia i sinda­cati che il responsabile delle ri­sorse umane hanno di fatto inca­strato il commissario. Per Rosa Dc Lucia è tempo di esami: do­vrà pronunciarsi inequivocabil­mente sui tempi, le procedure e gli importi delle prossime buste paga. Deve divulgare la relazio­ne trimestrale da inviare alla Re­gione e presentare le proposte di rilancio a partire dal taglio del personale in esubero.

©1 RIPrlODUZIONE RISErlVATA

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La protesta Ieri è scoppiata la guerra contro le buste paga virtuali e i «cedolini paga ad importo zero"

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VITERBO

In 300 al flash mob contro la riforma Renzi sulla scuola

LA PROTESTA Una manifestazione del genere, capace di unire trasversalmente le diverse anime della scuola, a Vi­terbo non si era mai vista. Oltre 300 tra docenti, dirigenti e perso­nale tecnico-amministrativo si so­no riuniti l'altra sera a piazza del Comune per un flash-mob contro la riforma targata Renzi. Lumini accesi, cinque minuti di silenzio, poi una matita spezzata per cia­scuno: sono i simboli della prote­sta contro quello che gli operatori definiscono «l'assassinio della scuola pubblica italiana». La manifestazione, che si è svolta in contemporanea con altre cento città italiane, ha visto la partecipa­zione di Cgil, Cisl, Uil, n:l!I Gil­da, del gruppo autonomo Docenti per la scuola statale pubblica, e di insegnanti non iscritti ad alcun sindacato. «Questa è la dimostra­zione - commenta Brunella Mar­coni della Cisl - che il disegno di legge proposto dal governo mette tutti d'accordo nel bocciarlo». A scatenare i mal di pancia c'è la questione del precariato, ma non solo. «Come abbiamo ribadito nel documento consegnato durante l'audizione in Commissione parla­mentare chiediamo spiega - le as­sunzioni dei precari inseriti nella graduatoria ad esaurimento, l'in­serimento dei docenti iscritti nel­la graduatoria d'istituto di secon-

' da fascia, infine i percorsi abili-

tanti speciali per i precari con 36 mesi di servizio». Ma quello che si terne è anche una rivoluzione silenziosa dell'intero universo scolastico. «Con le dele­ghe contenute nel ddl - accusa Marconi - verrà stravolta l'intera organizzazione dalla scuola del­l'infanzia in su, accentrando mol­ti più poteri nelle mani dei diri­genti». La protesta continuerà il 5 maggio quando tanti insegnanti viterbesi andranno a Roma per lo sciopero generale.

F.Lup. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

n flash mob contro la riforma

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Tutor, Provincia incerta sull'appalto ::""~~~=""~'"'"::"'..===.=:==

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LA DATA

5 MAGGIO 2015 Il premier in persona scrive­rà a tutti i docenti italiani in vista dello sciopero generale del 5 maggio. Spiegherà la riforma del governo, il ddl 2994, e cercherà di dissua­derli dall'astenersi dal lavoro. «Noi non lasceremo la scuola ai sindacati, la scuola è del­le famiglie e degli studenti», ha detto. Ma a quanto pare la scuola è anche degli inse­gnanti, visto che per la prima volta dopo sette anni è stato deciso uno sciopero unita­rio. Dopo Gelmini, ora tocca a Giannini. A parte Unicobas e Usb che anticipano la pro­testa al 24 aprile, il 5 maggio scenderanno in piazza Cgil, Cisl, Uil, Gilda e nD La Buona scuola non convince per niente. La stabilizzazio­ne riguarderebbe 100.000 precari delle graduatorie a esaurimento (Gae) lascian­do fuori però altri 50.000 che pure insegnano a vario titolo nella scuola da decenni. E tra i punti contestati, c'è il presi­de-capo assoluto che sceglie i docenti e la didattica, mor­tificando la libertà d'insegna­mento. Poi la privatizzazione sempre piÌ.1 evidente e i soliti benefici alle paritarie private.

Settimanale Data 25-04-2015 Pagina 9 Foglio 1

«Sui cadave1i non si costruisce niente», quando si arrenderan­no, gli Stati, a questa evidenza? Lo chiede Enm1a Bonino, in quella che piì.1 che un'intervista è un j'accuse molto preciso. De­stinataiia è l'Europa «latitante e svogliata», che ha tradito la sua storia din1enticando «che questo è stato)), come ricordava P1imo Levi, vittima di uno degli orrmi del Vecchio Continente. «Stiaino commettendo un altro genocidio», in quest'Europa che «ha cancellato Mare Nostrum con una motivazione che fa ver­gogna: per risparmiare». Chissà che a forza di morti, ai1che il nostro governo non si prenda le proprie responsabilità.

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t-f essaggeroVeneto Quotidiano Data 25-04-2015 Pagina 23 Foglio 1

Sciopera il bidello, due scuole restano chiuse Alla Ellero e alla Dante gli studenti non hanno potuto entrare per motivi di sicurezza. E il 5 maggio scatta la protesta unitaria

di Michela Zanutto

Scuole chiuse e adesioni al 1 7 per cento per lo sciopero dei sindacati di base. Quella di ieri non è stata altro che la prova generale in vista della mobili­tazione unitaria di Cgil, Cisl, Uil, mml Gilda e di nuovo le organizzazioni di base, in ca­lendario martedì 5 maggio. Un vero e proprio arrembaggio contro la Buona scuola del go­verno Renzi. Intanto ieri, i tagli degli ultimi 20 anni hanno im­posto le chiusure di due sedi: Ellero e Dante. Perché in en­trambi i casi è bastata l' asten -sione dal lavoro di un solo col­laboratore scolastico per la­sciare fuori dalle aule tutti gli studenti. «Abbiamo un solo ad­detto che apre la scuola garan­tendo anche la sorveglianza in tutto l'istituto - spiega Laura Decio, dirigente reggente del Quinto istituto comprensivo in cui ricade la scuola seconda -ri.a di primo gi;ado Ellero -. Il

giorno preceaente avevamo emanato la circolare obbliga­toria per avvisare i genitori del­la possibilità di interruzione delle lezioni a causa dello scio­pero. E per fortuna non si è ve­rificata nessuna protesta da parte delle famiglie. Tutto il personale è rimasto comun­que regolarmente al lavoro, ma i ragazzi non potevano en -trare perché mancava la sorve­glianza».

Copione simile anche alla primaria Dante. «C'è una sola collaboratrice scolastica addet­ta alla sorveglianza e se pur­troppo quella persona esercita il legittimo diritto di sciopero, i bambini non possono entrare nell'edificio - rimarca Livio Be­arzi, dirigente del Terzo com­prensivo cui appartiene la Dante-. Gli insegnanti sonori­masti comunque in servizio a fare programmazione e attivi­tà varie. Un peccato, ma quan­do ci sono gli scioperi, le rego­le sono chiare». Intanto gli ad­detti ai lavori della scuola affi-

lano le armi contro il ddl Ren­zi. Ieri la protesta si è concen­trata a Roma, davanti a Monte­citorio, ma la prossima setti­mana scenderà nelle piazze dell'intero Paese. «Perché la Buona scuola è il precipitato di quanto di peggio i diversi go­verni, anche quelli sedicenti di sinistra, abbiano cercato di im­porre negli ultimi 20 anni -spiega Mauro De Agostini del Cub scuola-. In più ha un' ag­gravante: l'intero progetto si basa su una proposta di scam­bio indecente tra assunzione a tempo indeterminato di un certo numero di colleghi pre­cari e il peggioramento genera­lizzato della condizione nor­mativa di tutti i lavoratori della scuola. Per questo abbiamo animato, insieme ai coordina­menti precari e ad altre orga­nizzazioni sindacali, la prote­sta di questi mesi. Per questo, auspicando la massima unità della categoria nella chiarezza delle rivendicazioni, abbiamo indicato da subito la necessità

di molte iniziative di mobilita­zione, compreso lo sciopero nazionale». L'obiettivo? Fer­mare la Buona scuola e ottene­re l'assunzione dei precari con un decreto d'urgenza. Per cen­trare il risultato il Cub ha mes­so in campo un arsenale di proteste: dopo ritrovi e sit in, ieri c'è stata la prova generale, cui seguirà lo sciopero nazio­nale del 5 maggio, bissato il giorno successivo e martedì 12 maggio «contro le ridicole e pe­ricolose prove Invalsi - spiega De Agostini -. Ora anche i sin­dacati istituzionali della scuo­la sembrano abbandonare ogni attendismo e convergono sulla data del 5 maggio per in­dire, anche loro, lo sciopero. Questo va nella direzione giu­sta ma noi restiamo guardin­ghi perché non scordiamo che, al tempo della protesta contro Gelmini, fu proprio un accordo separato di Cisl, Uil, mrl! e Gilda con il governo a segnare la sconfitta del movi­mento di opposizione».

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25/04/2015

Rieti, lo Snals si prepara alla protesta in difesa della Scuola Il flash mob dei docenti a Rieti Rieti, caos al Classico: con la prof di Religione scende in campo anche il liceo... Rieti, sciopero dei bus del Cotral per martedì 28 Rieti, scuola: protesta dei docenti in attesa dello sciopero nazionale Rieti, flash mob dei docenti reatini contro la riforma della «Buona scuola»... Rieti, spaccia davanti a una scuola giovane denunciato dai carabinieri Roma, in 10mila al corteo degli insegnanti: «Scuola la cambiamo noi. No al Ddl,... Rieti, caos al Classico: con la prof di Religione scende in campo anche il liceo... Rieti, sciopero dei bus del Cotral per martedì 28 Rieti, scuola: protesta dei docenti in attesa dello sciopero nazionale Rieti, flash mob dei docenti reatini contro la riforma della «Buona scuola»... Rieti, spaccia davanti a una scuola giovane denunciato dai carabinieri di Samuele Annibaldi RIETI - Il mondo della scuola in subbuglio anche a Rieti. Dopo il flash mob con 150 persone tra docenti e personale Ata in piazza Vittorio Emanuele, la manifestazione di sabato scorso, svoltasi in piazza SS. Apostoli a Roma, lo Snals provinciale ha tenuto un’ assemblea sindacale alla quale hanno partecipato oltre 350 tra docenti ed Ata presso l’istituto Alberghiero di Rieti. Il tema era il disegno di riordino del comparto Scuola, denominato “la buona scuola”. Per l’occasione, è intervenuto il professor Achille Massenti, vice segretario generale dello Snals il quale ha tracciato una disamina del progetto di legge mettendo in risalto i molteplici aspetti negativi che tanti dubbi e preoccupazioni stanno generando nel mondo della scuola. Il segretario provinciale Luciano Isceri nella sua introduzione ha definito “ingiusto ed inaccettabile un decreto che attacca inesorabilmente non solo il diritto alla contrattazione, ma persino lo stesso stato giuridico del personale attraverso forme di struttura di un organico che nel giro di tre anni porterebbe all’azzeramento della titolarità del personale e ad una inevitabile ulteriore contrapposizione all’interno delle scuole e tra gli istituti medesimi”. Isceri ha poi insistito definendo il decreto “un vero e proprio attacco alla Scuola pubblica, rappresentando un deciso cambiamento di verso, come recitava un abusato slogan elettorale ma, a nostro parere, in senso negativo. La chiamata diretta degli insegnanti – spiega Isceri- la sottrazione delle prerogative oggi proprie degli organi collegiali; le agevolazioni fiscali concesse non a chi finanzia il sistema formativo nel suo complesso, bensì il singolo istituto; le deleghe amplissime che il Governo richiede tramite il disegno di legge, senza che siano specificati i criteri e i limiti della delega stessa, introducono cambiamenti che modificano sostanzialmente il profilo della Scuola italiana. Da cooperativo che era, il sistema vira decisamente verso una deleteria rivalità tra operatori scolastici e studenti. Si intravede una Scuola che non è più struttura di servizio del Paese, ma luogo dove si trasmette una visione agonistica e concorrenziale della vita”.

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27/04/2015

Professori e sindacati in rivolta: la riforma della scuola rischia il flop Il ministro Giannini contestata perde la testa: «Squadristi» L'imbarazzo del Pd. Verso lo sciopero generale il 5 maggio Non basta un hashtag efficace come «labuonascuola» a fermare gli scioperi. E nemmeno una lettera old style, come quella che il premier invierà al corpo docente per illustrare la riforma a convincere delle buone intenzioni del governo. Lo sciopero del 5 maggio ci sarà, il primo unitario da otto anni. E Matteo Renzi si ritroverà con un altro fronte aperto non tanto con il sindacato (quello non gli fa molta paura), quanto con la sua minoranza interna. I fatti sono questi. Il governo ha presentato un piano di riforma della scuola. Come era successo per il lavoro tocca alcuni tabù, ad esempio il bonus per chi sceglie scuole paritarie. Poi il piano di stabilizzazioni, che ha anche alcuni controindicazione, come il tenere fuori parte dei precari della scuola. Risultato, Cgil, Cisl e Uil scuola uniti come non succedeva da anni. E nervi a fior di pelle nell'esecutivo. Il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, sabato contestata da docenti, ieri si è sfogata. «Mi hanno insultata, parolacce irripetibili. Non mi hanno permesso di parlare, in un luogo pensato per discutere: una Festa dell'Unità. Erano disinteressati ad ascoltare quello che avevo da dire. Come li vuole chiamare, quei cinquanta di Bologna. Squadristi. Insegno linguistica da tempo e non trovo altro termine. Sono stata aggredita da cinquanta squadristi. Vivaddio, solo verbalmente». Uscita che non è piaciuta al Pd. Per Roberto Speranza, leader di Area riformista «è un'affermazione che poteva risparmiarsi». L'ex viceministro Stefano Fassina ha bollato lo «squadristi» di Giannini come parole «inaccettabili». Ora «chieda scusa alla scuola». Benzina sul fuoco. Perché si rafforza l'asse tra sinistra del Pd e Cgil. E si apre un fronte sul quale Renzi non è coperto nemmeno a «destra», nel senso che ieri sia Forza Italia sia Ncd hanno preso le distanze dal ministro. Mariastella Gelmini, ex ministro dell'Istruzione, ha puntato i riflettori sul punto debole del disegno di legge «La buona scuola». Il governo, spiega, «non può discriminare tra abilitati di serie A, e B: in particolare, gli abilitati Tfa e Pas hanno il diritto di avere una risposta alle aspettative che lo Stato ha deliberatamente generato negli ultimi tre ann». Quindi, «le mobilitazioni dei docenti precari non possono essere ignorate». La protesta è già in moto da tempo. Venerdì scorso c'è stato un primo sciopero e ora si prepara quello unitario dei Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals-Confsal, Gilda-Unams. Manifestazioni in piazza del Popolo e in altre città, compresa Milano. Proteste che il ministro ha preventivamente bocciato con toni durissimi. «Da una parte abbiamo una maggioranza di docenti abulica e dall'altra una minoranza aggressiva che strilla». Un primo risultato i promotori della protesta lo hanno già ottenuto. L'Invalsi, l'istituto per la valutazione dell'istruzione, sta valutando di rinviare il test in calendario il 5 e il 6 maggio.

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Ma l'esame del disegno di legge prosegue. Da oggi fino al primo maggio, la commissione Cultura della Camera esaminerà i 2.400 emendamenti. Poi l'aula l'11 maggio. L'approvazione definitiva è attesa per giugno.

25 Aprile 2015

Riforma Scuola 2015, 100 mila precari assunti a settembre Il Ministro dell'Istruzione Stefania Giannini conferma che il disegno di legge sarà approvato in tempi rapidi dal Parlamento. L'obiettivo è chiudere entro metà Giugno. Non ci sarà bisogno di un decreto" per assumere i 100 mila docenti precari. "Sono fiduciosa": il ddl "La Buona scuola" sarà approvato in tempo dal Parlamento e i neo assunti saranno in cattedra a settembre. Il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, nonostante lo sciopero del personale scolastico indetto da Anief, Unicobas e Usb contro il disegno di legge all'esame del Parlamento, rassicura il mondo della scuola e in particolare chi è in attesa di una stabilizzazione. Al tempo stesso invita i prof che hanno dimostrato le loro perplessità sul ddl a "leggere con attenzione i primi articoli" prima di incrociare le braccia il 5 maggio, in occasione dell'altro sciopero in calendario, quello proclamato unitariamente da Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Gilda e Snals (anche l'Ugl ha poi indetto l'astensione dal lavoro per la stessa data, mentre i Cobas hanno rivendicato la prima scelta del 5 maggio). Perchè nel provvedimento "è inserito un progetto educativo con spunti abbandonati da tanti anni", insiste il ministro. Intanto il dibattito parlamentare continua. "Saranno stabilizzati tutti i docenti nelle Graduatorie ad esaurimento e i vincitori del concorso del 2012 ha ricordato il ministro. "E' sicuramente un passo nella giusta direzione". Ieri intanto sono scaduti i termini per la presentazione degli emendamenti al testo in Commissione Istruzione alla Camera e lunedì è previsto l'inizio dell'esame del provvedimento. Mentre anche il Pd è al lavoro nelle ultime ore a disposizione per mettere a punto le sue proposte di modifica, Forza Italia ne ha già presentate 236, "non ostruzionistiche", ma con l'obiettivo di "cambiare il ddl nel profondo", perchè al momento il testo "ha poche luci e tante ombre". "Se verranno gli emendamenti approvati ha detto il capogruppo di Fi a Montecitorio, Renato Brunetta e il ddl non verrà sacrificato sul resto, siamo disponibili a dare il nostro contributo".

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27/04/2015

Scioperi, Flash-Mob e pentolate. Le ragioni degli insegnanti Giuseppe Candido Gilda Insegnanti Catanzaro - Raffica di Scioperi, Flash-Mob e pentolate. È così che potremmo riassumere le proteste degli insegnanti contro il disegno di legge del governo sulla scuola, presentato alla Camera lo scorso 27 marzo e ormai noto ai più col contraddittorio nome "la buona scuola". Un Testo diverso da quello inizialmente posto in consultazione online per due mesi e sul quale, già da allora, il Governo aveva ricevuto una valanga di critiche tanto da non poter neanche rendere pubblici i dati delle consultazioni stesse. Ora, dopo che il testo definitivo è stato depositato alla Camera, il Governo non comprende perché si scioperi, e la Giannini addirittura dice di esser meravigliata considerato che chi sciopera – secondo lei – lo farebbe addirittura contro l'assunzione dei precari che il Governo vuole fare. Sembra un maldestro tentativo per mettere docenti contro docenti. Ma è vero il contrario. Le assunzioni che il Governo prevede sono assai ridotte rispetto alle iniziali 148mila e 100, e sono inadeguate. Il Piano di assunzione dei precari così come è stato previsto nel disegno di legge presentato alla Camera, è inadeguato a dare risposte alla pronuncia della Corte di Giustizia europea del 26 novembre scorso. E per dare queste risposte inadeguate sui precari che l'Europa chiede all'Italia di fare con urgenza, Renzi ha deciso di stravolgere la scuola pubblica statale. Dopo essere stati ascoltati di fretta, e con scarsi risultati, presso le commissioni riunite di Camera e Senato il 7 aprile (audizioni che sono integralmente ascoltabili sul sito di radioRadicale.it), e dopo la grande manifestazione unitaria dei cinque sindacati rappresentativi tenutasi il 18 aprile a Roma con le RSU provenienti da tutt'Italia, adesso anche i sindacati minori, quelli che non hanno ottenuto la rappresentatività alle ultime elezioni RSU, hanno proclamato e fatto sciopero il 24 aprile, e una manifestazione a Roma. E, nella serata del 23 aprile, alle 20.30, sono stati organizzati dei flash-mob in tutta Italia: insegnanti e genitori, questa volta senza bandiere sindacali, ma tutti vestiti a lutto, tutti vestiti di nero con ceri accesi e in silenzio, per protestare contro un disegno di legge che, dicono chiaramente, ucciderà la scuola pubblica statale e che, durante le audizioni parlamentari, è stata definita un mostro giuridico. E sempre il 24 aprile, il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini è stata fortemente contestata anche alla festa del PD di Bologna: fischi e battitura di pentole. Appunto. E la ministra a sferzato i docenti: squadristi o abulici. Nonostante le proteste, il governo pare intenzionato ad andar dritto, come per la legge elettorale, ma, in questo caso, sembra col sostegno di Forza Italia. Il 5 maggio a scioperare saranno i docenti aderenti ai sindacati rappresentativi del comparto scuola (FLC-CGIL, CISL scuola, UIL scuola, SNALS Confsal e Gilda-Unams); quei sindacati che, alle ultime elezioni RSU, hanno ottenuto la rappresentanza da oltre 750mila colleghi che li hanno eletti; gli "abulici" insegnanti scenderanno in sciopero ancora contro il disegno di legge di riforma

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della scuola del governo Renzi. Altri scioperi, di altre sigle sindacali minori, sono previsti per il 6 e il 12 maggio in occasione delle prove INVALSI. Un disegno di legge che non piace agli insegnanti, e nessuna sigla sindacale o associazione di categoria, perché – dicono tutte, diciamo, – conferire al Dirigente Scolastico il potere di scelta dei docenti istituendo albi territoriali che di fatto li rendono precari, si pone in violazione non soltanto del diritto alla stabilità del posto di lavoro pur acquisito dai docenti in anni di carriera, ma anche dell’articolo 33 della Costituzione, secondo il quale “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”. Libertà d'insegnamento, autonomia didattica e metodologica non sarebbero più garantite se, come prevede la riforma, si aumentasse la discrezionalità del Dirigente Scolastico sino a consentirgli – in totale assenza di collegialità – la selezione discrezionale della sua “squadra”, scegliendo un docente rispetto a un altro in base a criteri meramente soggettivi e che potranno variare da scuola a scuola. Niente di più facile che in molte scuole pubbliche statali sparisca Darwin dai programmi. Per buona pace del premier che non comprende le ragioni dello sciopero, i docenti hanno invece compreso le intenzioni del Governo. E le motivazioni dello sciopero sono chiare, anzi, chiarissime. Gli insegnanti, con lo sciopero, chiedono subito un piano di assunzioni che assicuri la stabilizzazione di tutto il personale docente e ATA impiegato da anni precariamente e che ne ha diritto in base alla pronuncia della Corte di Giustizia europea; e chiedono che questo piano venga fatto con decreto d'urgenza; chiedono organici adeguati al fabbisogno, per un’offerta formativa efficace e di qualità; ma chiedono anche il rinnovo del loro contratto collettivo scaduto da sette anni; e chiedono l'avvio di una vera stagione di investimenti su istruzione e formazione, non illusionistica, per recuperare quel gap che ancora separa l’Istruzione italiana da quella degli altri Paesi europei. Per un insegnante italiano, con poco più di 1.300 euro al mese, non è certo facile scioperare. Non abbiamo gli stipendi degli Onorevoli né quelli dei docenti europei. Tocca fare bene i conti. Il 24 aprile molti l'hanno già fatto e, il 5 maggio, molti altri lo faranno ancora per dire un No chiaro a modelli di gestione autoritaria della scuola che stravolgono i principi di un’autonomia fondata sulla collegialità, la cooperazione e la condivisione. E per ribadire un chiarissimo No a incursioni autoritarie, fatte per legge, su materie già soggette a disciplina contrattuale, come le retribuzioni e la mobilità del personale. Ma se né il Premier né il Parlamento capiscono le ragioni dello sciopero, allora c'è davvero da dubitare che ascoltino.

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26 aprile 2015

Fiaccolata notturna contro "la buona scuola" di Renzi Martedì alla Leopolda l'associazione "Noi scuola" e i sindacati manifestano con torce elettriche in segno di protesta per il progetto del governo Fiaccolata notturna contro "la buona scuola" di Renzi Il ministro Stefania Giannini Il ritrovo è fissato per martedì 28 alle 19 di fronte alla stazione Leopolda di Firenze. Una fiaccolata contro il disegno di legge del governo Renzi sulla "Buona scuola" perché, spiegano gli organizzatori dell'iniziativa, "cala la notte sulla scuola". Segui Repubblica Firenze su Facebook e Twitter Ad invitare a partecipare al corteo muniti di torce elettriche è "Noi scuola", associazione culturale e sindacale che chiama a raccolta docenti e studenti in quello che sul volantino viene definito "un piccolo ma molto importante gesto d'amore per la scuola, per i giovani, per Firenze e per la democrazia in Italia". Aderiscono tutti i sindacati, Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda. "Noi scuola" sostiene di essere contraria al progetto di Renzi e del ministro Giannini perché "non presenta nessuna equa soluzione al precariato, propone un modello di scuola conflittuale e non più partecipativo, non tiene conto del personale Ata e mette a rischio sorveglianza e pulizia, crea pochi posti in più per tanta qualità in meno e offre opportunità formative a macchia di leopardo". La torcia elettrica notturna è il simbolo che dovrebbe servire a "riaccendere la vera scuola".

27/04/2015

Lavoro, Piemonte, Scuola e formazione, Torino rotesta contro la riforma della ‘Buona Scuola': assemblea pubblica oggi alle 17,30 a Torino Oggi pomeriggio, dalle ore 17 in piazza Carlo Alberto a Torino, si svolgerà un’assemblea pubblica convocata unitariamente dai sindacati Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda per discutere e proseguire la mobilitazione di tutti gli insegnanti contro la riforma cosiddetta della ‘Buona Scuola’. “L’Istruzione pubblica è in una condizione di assoluta emergenza – spiegano i sindacati – dopo anni di tagli lineari, riduzioni di organico, di diminuzione delle risorse economiche, di blocchi, di provvedimenti finalizzati a stravolgere la qualità dell’offerta formativa, speravamo che questo governo mettesse in pratica quello che va dicendo dalla sua nascita, cioè una nuova politica scolastica capace di valorizzare il lavoro e le professionalità presenti nella scuola. Una politica innovativa, fatta di investimenti e di valorizzazione dell’autonomia scolastica, attraverso

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l’eliminazione della precarietà, la contrattualizzazione del rapporto di lavoro e il riconoscimento professionale del personale docente e ATA”. Ma secondo i rappresentanti del lavoratori, nulla di questo è accaduto: “Il Disegno di legge 2994 del Governo non solo non inverte questa tendenza ma la aggrava a tal punto da promuovere un’ idea di istruzione che genera disuguaglianze sociali e disparità culturali anziché eliminarle. Si introduce una competizione individuale incompatibile con la collegialità e la cooperazione necessarie a conseguire obiettivi formativi universali; si determina un peggioramento della qualità del lavoro con una generalizzazione della condizione di precarietà. Si svaluta la professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori, accentrando poteri enormi su un’unica figura sino a mettere a repentaglio la libertà di insegnamento rendendo i lavoratori della scuola non protagonisti del rinnovamento ma soggetti passivi senza diritti, in sostanza dei sudditi”. Il punto di partenza, di principio è che “l’istruzione non è una merce. Questa è la consapevolezza, costituzionale, che unisce tutti noi”. Quindi, alcuni punti sono fondamentali: “E’ necessario un piano pluriennale di stabilizzazioni non discriminatorio (comprendente coloro che sono iscritti nelle graduatorie ad esaurimento e coloro che hanno svolto 36 mesi di lavoro); si deve rafforzare la struttura democratica della scuola, quindi gli Organi collegiali, un indirizzo incompatibile con l’assegnazione al Dirigente scolastico di poteri e prerogative manageriali nel segno di una visione aziendale dello sviluppo dell’offerta formativa; vanno avviate le procedure per il rinnovo del Contratto nazionale di lavoro, perchè il Contratto è uno strumento di equità, di solidarietà, garantisce la definizione di regole condivise nell’organizzazione del lavoro e nel riconoscimento delle professionalità”.

25 Aprile 2015

Ai sindacati non piace la “Buona scuola” Le organizzazioni di categoria annunciano la mobilitazione contro il ddl del governo. Lunedì assemblea in piazza a Torino in vista dello sciopero del 5 maggio. D'Ottavio (Pd) ritiene che gran parte delle rivendicazioni siano state superate dal nuovo testo In piazza contro i presidi-sceriffi, quando ormai il governo ha deciso di togliere la stella ai capi istituto ancor prima di appuntargliela. Questo del dirigente “uomo-solo-al comando”, effettivamente contemplato nella bozza del decreto sulla “Buona scuola” e poi cancellato o comunque fortemente modificato dagli emendamenti dello stesso Pd, è solo uno dei temi che rischiano di apparire superati nello sciopero degli insegnanti del prossimo 5 maggio. E non basta neppure che tra le modifiche del testo in discussione nelle commissioni congiunte di Camera e Senato, vi siano anche punti che riguardano il divieto di assunzione di precari oltre i 36 mesi di lavoro. “Si svaluta la professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori, accentrando poteri enormi su un’unica figura sino a mettere a repentaglio la libertà di insegnamento rendendo i lavoratori della scuola non protagonisti del rinnovamento ma soggetti passivi senza diritti, in sostanza dei sudditi”, scrivono i sindacati confederali piemontesi (Cgil Cisl Uil) della categoria che, insieme allo Snals Confsal e alla Gilda Unams, chiamano a raccolta i lavoratori della scuola, in vista della manifestazione del 5, per lunedì pomeriggio a partire dalle 17,30 in piazza Carlo Alberto a Torino.

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Il clima non promette nulla di buono, come si è visto ieri alla Festa dell’Unità di Bologna, dove la ministra dell’Istruzione, Stefania Giannini, è stata contestata dai Cobas e il dibattito annullato. Sotto la Mole si è scelto di indire un’assemblea pubblica per denunciare le manovre di un governo che “speravamo mettesse in pratica quello va dicendo dalla sua nascita, cioè una nuova politica scolastica capace di valorizzare il lavoro e le professionalità presenti nella scuola” e invece si trovano davanti a “un disegno di legge che non solo non inverte questa tendenza ma la aggrava a tal punto da promuovere un’idea di istruzione che genera disuguaglianze sociali e disparità culturali anziché eliminarle. Si introduce una competizione individuale incompatibile con la collegialità e la cooperazione necessarie a conseguire obiettivi formativi universali; si determina - accusano ancora i sindacati - un peggioramento della qualità del lavoro con una generalizzazione della condizione di precarietà”. Difficile prevedere se l’adesione allo sciopero in Piemonte sarà massiccia oppure se tutto si tradurrà in una iniziativa poco più che simbolica. Il rischio, per i sindacati, c’è. Lo ammettono essi stessi: “Occorre essere consapevoli che l’adesione allo sciopero, rispetto allo scontro che si va profilando, dovrà raggiungere alte percentuali di adesione. Una limitata adesione – spiega Igor Pinotto della Flc Cgil - sarà sicuramente un segnale di debolezza che il governo in carica tradurrà correttamente in termini di consenso al disegno di legge proposto con un’accelerazione dei lavori parlamentari per giungere in tempi brevi all’approvazione del documento”. Di mezzo c’è la questione dei test Invalsi, previsti per gli alunni delle terze e quinte elementari proprio quel giorno. Se gli insegnanti si asterranno dal lavoro, i test e tutte le attività preparatorie salteranno. E questo, specie nei centri minori e più periferici, potrebbe essere un aspetto capace di far scendere il livello di adesione allo sciopero. Insomma, una sorta di boomerang per i sindacati che, a livello nazionale, hanno individuato la data del 5 proprio perché coincidente con i test di valutazione e quindi capace di amplificare l’effetto della manifestazione. “Uno sciopero che rispetto, ma che alla luce degli emendamenti presentati proprio dal Pd che migliorano il testo iniziale e rispondono a quanto chiesto dai sindacati, forse poteva essere evitato. Ma, ribadisco, rispetto la decisione dei sindacati. Solo chiedo loro di essere attenti a quanto il governo e la maggioranza stanno facendo” dice Umberto D’Ottavio, membro della Commissione Cultura e Istruzione della Camera, in passato assessore all’Istruzione della Provincia di Torino. Il deputato dem usa toni meno forti di quelli di Matteo Renzi (“Mi fa ridere, se non fosse una cosa triste, il fatto che si proponga di scioperare contro un governo che sta assumendo 100mila insegnanti. Il più grande investimento fatto da un governo nella scuola italiana”), ma rivendica con nettezza la validità delle riforme contenute nel decreto, così come quei circa ottanta emendamenti del Pd che “migliorano sensibilmente il testo iniziale e correggono errori, giustamente rimarcati dai sindacati”. Oltre al ridimensionamento del poteri dei presidi che sulla questione dei premi agli insegnanti non decideranno più da soli, bensì governando un organo collegiale di valutazione, anche il piano formativo non sarà deciso solo dal dirigente, ma sarà elaborato dal collegio dei docenti per poi passare al vaglio dei consigli di istituto e quindi con l’interventi di docenti, personale ata, famiglie e studenti. Ma anche sul fronte dei precari, D’Ottavio risponde alle accuse dei sindacati: “Si applica quanto chiesto dall’Europa, ma il limite del 36 mesi non sarà retroattivo, bensì partirà dall’entrata in vigore della legge, quindi garantendo coloro che altrimenti non avrebbero potuto esser assunti”. Di queste e altre modifiche contenute nei provvedimenti il deputato dem ha parlato ancora ieri in un incontro con gli operatori della scuola riuniti nella sede di via Masserano. Non una riunione per contrastare lo sciopero, ma solo “per confrontarsi sul tema della scuola” come precisa lo stesso D’Ottavio. Un tema caldo su cui entra, non certo da comprimario, pure l’aspetto

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strutturale. “È stato stabilito di accendere un mutuo con la Banca europea degli investimenti che porterà entro settembre un miliardo di euro da dividere tra le Regioni per l’edilizia scolastica”. Ma dai sindacati la parola d’ordine resta lo sciopero “per risvegliare la sensibilità e la coscienza democratica di tutti coloro che non si arrendono di fronte al progetto di una scuola pubblica strutturata intorno alla logica del mercato e dello scambio”. Termini che suonano un po’ come vecchio armamentario, che le organizzazioni sindacali puntano contro il governo e contro Renzi soprattutto. “Sono convinto che il sindacato userà intelligenza per comprendere e seguire quello che si sta facendo, anche con i nostri contributi, per la scuola” dice un D’Ottavio, un po’ pontiere e non poco ottimista.

25/04/2015

Sciopero 5 maggio 2015 contro Buona Scuola: quali sono le richieste e le motivazioni? Nuovo sciopero generale dopo 7 anni dall'ultimo indetto, tutti si mobilitano contro il Buona Scuola di Renzi. Sciopero 5 maggio contro la Buona Scuola. Sciopero 5 maggio contro la Buona Scuola. Tutti uniti contro il decreto Buona Scuola realizzato dal Governo Renzi, la scuola italiana decide di scioperare per far sentire le propria voce, uno sciopero generale indetto per il 5 maggio 2015 con cortei nelle principali piazze delle città di Milano, Roma, Palermo, Cagliari e Bari. Ma quali sono le richieste degli insegnanti? Le motivazioni dello sciopero e le richieste degli insegnanti Perché gli insegnanti hanno decido di scioperare il 5 maggio 2015? Perché dare il via ad uno sciopero generale indetto in maniera unita da Cgil, Cisl, Uil, Gilda-Fgu e Snals-Confsal? Il mondo della scuola ha deciso di far sentire così la propria voce, un maxi sciopero che coinvolgerà tutta l'Italia e si concentrerà nelle piazze di Milano, Palermo, Roma, Cagliari e Bari. Le motivazioni di una tale mobilitazione sono numerose, cerchiamo di fare il punto della situazione. Uno dei primi punti che gli insegnanti chiedono al governo di affrontare è quello degli insegnanti precari, la stabilizzazione promessa dal Governo Renzi non è ritenuta sufficiente e coinvolge solo una piccola parte dei precari del sistema scuola. L'elaborazione di un nuovo piano di assunzioni e la risoluzione delle problematiche relative alla graduatorie sono fondamentali per assicurare stabilità e continuità sia per gli insegnanti che per gli studenti, senza inoltre sottovalutare le reali necessità in termini di personale dei singoli edifici scolastici. Altra questione chiave è quella del rinnovo dei contratti, in particolare l'adeguamento dei salari che non viene eseguito dal 2008. Per finire, non bisogna poi dimenticare quello che viene definito da parte di professori e professoresse come eccessivo potere fornito ai dirigenti scolastici che attualmente hanno la possibilità di selezionare gli insegnanti da assumere nella propria scuola. Questi sono solo le principali tematiche che la scuola italiana intende affrontare facendo sentire la propria voce e facendo valere le proprie richieste con lo sciopero generale del 5 maggio 2015. Se siete interessati all'argomento scuola e volete essere sempre aggiornati, vi invito a cliccare il tasto "Segui" per ricevere le ultime notizie.

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Il DS può obbligare i docenti a esprimere in anticipo la volontà di scioperare o meno? In occasione dello sciopero del 5 maggio, sono in tanti ad avere dubbi sul dare comunicazione in anticipo di adesione. Dare o no comunicazione di sciopero al DS? Dare o no comunicazione di sciopero al DS? Il dirigente scolastico può richiedere o meno al personale della scuola di esprimere in anticipo la volontà di aderire allo sciopero del 5 maggio? Anche se il fine è quello di organizzare l'attività didattica con docenti e ata non scioperanti, anche il DS deve osservare un determinato regolamento. Ecco nel dettaglio che cosa può e non può richiedere il dirigente scolastico in materia di sciopero, tema caldo in questi giorni per la giornata proclamata contro il ddl scuola promosso dal Governo Renzi, oltre alla previsione di numerose altre giornate di protesta nel mondo della scuola a partire dall'aumento del potere dei dirigenti scolastici fino alle mancate assunzioni da GaE e concorso a cattedra 2012. Il DS può chiedere al docente se sciopererà? Il personale docente e ata che ha la volontà di aderire allo sciopero indetto da tutte le sigle sindacali, FLC CGIL, UIL scuola, SNALS e GILDA, CISL scuola, contro il ddl scuola non ha l'obbligo di dare comunicazione della sua adesione, ma semplicemente non si presenta a lavoro, senza dare nessuna altra informazione all'istituzione scolastica in cui presta servizio. Sarà il dirigente scolastico, nella giornata in oggetto, alle 8.30, a organizzare le attività didattiche in relazione al personale non scioperante e presente in servizio, nel rispetto del monte di ore previsto per docenti e ata nel calendario individuale di lavoro. I docenti non possono infatti sostituire un loro collega in sciopero, anche se insegnano la stessa materia, e non possono nemmeno fare lezione in altre classi in cui non sono presenti i docenti. Allo stesso modo, per lo stesso principio della protesta avviata con lo sciopero, il personale ata non può svolgere più ore rispetto a quelle previste nel proprio orario di servizio, in questo caso del martedì 5 maggio, sia in orario mattutino che pomeridiano. In base alla Legge 146/90, il dirigente scolastico deve individuare esclusivamente un contingente per assicurare i 'servizi minimi', ma sono nei casi definiti nell'accordo attuativo (allegato CCNL 1998/2001. Per queste motivazioni, il dirigente scolastico non può richiedere la personale docente e ata di esprimere in anticipo la propria volotà di adesione allo sciopero, anche se può inviare comunicazione di servizio con la richiesta di presentare un documento che indichi la presenza o meno in servizio nella giornata di martedì 5 maggio. Il DS può dunque fare richiesta ai docenti e ata, ma la comunicazione può essere disattesa e il personale può firmare il documento per presa visione, senza poi produrre nessuna comunicazione sul fatto che sciopererà o meno. L'adesione allo sciopero è infatti sempre una libera scelta del lavoratore e proprio per il fine intrinseco dell'atto (comportare disagio per una situazione lavorativa di disaccordo) non può essere comunicata in anticipo, dando la possibilità alle parti in causa e quelle coivolte nell'atto di protesta di organizzarsi. Si ricordi dunque che il Ds può richiedere di esprimere un parere in materia di adesione, ma che il docente e il personale ata non è tenuto a rispondere, senza implicare interruzione del contratto o del rapporto di lavoro.

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24/04/2015

«Scuola uccisa», rivolta dei prof vestiti a lutto. Lumini a Lecce e a Gallipoli: la protesta contro la riforma Renzi Flash mob a Lecce contro il ddl scuola di Renzi (Foto Longo) LECCE - “La Buona scuola”? Il funerale della scuola pubblica. Che decide di scendere in piazza anche nel Salento. A partire da Lecce dove, ieri, dopo le 20, in tanti, vestiti di nero, hanno invaso piazza Sant’Oronzo. Colore d’obbligo, il nero, in ogni funerale che si rispetti. Poi sono state sono state accese le fiammelle dei lumini da lapide. Fiammelle accese per 5 minuti e poi tutti via, in silenzio. A Lecce, dunque, come nel resto del Salento per manifesta la propria contrarietà al ddl di riforma presentato alla Camera dal Governo in molti modi. Come a Gallipoli, del resto, dove in piazza Tellini è andato in scena un altro flash mob con tanto di docenti (e non solo) che si sono ritrovati per protestare contro il governo Renzi. Flash mob a Lecce contro il ddl scuola di Renzi (Foto Longo) O come a Nardò dove, nella giornata di ieri, si è tenuta un’affollata assemblea su input dei docenti dell’Iiss “Nicola Moccia” e dove sono stati coinvolti i rappresentanti sindacali e i docenti degli istituti superiori della città, a forme più nuove come la trasmissione radiofonica dedicata alla questione prevista per oggi pomeriggio su “Radio Orizzonti Activity”. Obiettivo finale: lo sciopero generale del 5 maggio. Così se ai flash mob, nelle principali piazze italiane, i docenti si sono presentati vestiti di nero e con in mano un lumino a rappresentare una sorta di veglia funebre ad una scuola morente, ieri, durante l’assemblea neretina, gli insegnanti hanno espresso preoccupazione, voglia di chiarezza, volontà di manifestare il proprio dissenso. Accanto ai docenti i segretari provinciali dello Snals, Maria Rosaria Valentino, della Cgil, Ivana Aramini, Arturo Gaetani, della Uil, Gianna Guido della Cisl e persino una delegazione di studenti dell’Uds, Giorgio Carcagni e Matteo Sequestro, preoccupati per il futuro di una scuola che, dicono, «se deve cambiare deve cambiare dal basso». Il governo, secondo i sindacati, sta affrontando ancora un volta la questione della scuola in maniera caotica, con la voglia di cambiare tutto e subito a tutti i costi. «La scuola però ha molti problemi di diversa natura che non possono assolutamente essere affrontati con superficialità e in unico calderone – spiega la segretaria provinciale dello Snals Maria Rosaria Valentino. Per questo noi chiediamo, in primo luogo, che la questione dei precari venga affrontata a parte con un decreto specifico e non con un ddl unico e caotico che, così com’è, più che corretto a nostro avviso andrebbe riscritto». Ed effettivamente a sentir parlare i docenti quelli che rischiano di più il peso del cambiamento imposto sono proprio gli insegnanti di ruolo. Lo spiegano Adele Filograna, Diana D’Agostino ed Elio Peluso, rappresentanti sindacali del “Moccia”: «Quella della scuola doveva essere una riforma rivoluzionaria ma sta risultando solo un disegno ambizioso e teorico che pecca nei fatti e nelle proposte. Non può, per esempio, non destare

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scalpore una riforma che non rinnova un contratto scaduto da 7 anni, che non realizza una vera autonomia, tutta a favore di un “superpotere” dei dirigenti a danno della collegialità. Chi non vorrebbe – continuano i docenti – più investimenti, meritocrazia e forze lavorative giovani, il problema è come realizzare tutto questo». Un discorso ampiamente condiviso ieri, a Nardò, anche da Roberto Russo, Rsu dell’Iiss “Vanoni” e da Giovanni Durante del liceo “Galilei”, idealmente sottoscritto da moltissimi docenti neretini e non solo.

24/04/2015

Scioperi maggio 2015: ecco le date in calendario delle proteste per i vari settori Maggio sarà un mese che vedrà alcune proteste per scuola, benzinai e trasporti pubblici. Scioperi maggio 2015 aerei, trasporti, scuola Scioperi maggio 2015 aerei, trasporti, scuola Maggio sarà un altro mese in cui gli scioperi nel settore dei trasporti, della scuola e in altri ambiti di interesse pubblico non mancheranno. Abbiamo già parlato delle date, rese note dal Ministero dei Trasporti, per quanto riguarda le proteste del prossimo mese per i mezzi pubblici (aerei, bus e treni). Oltre ai trasporti ci saranno criticità anche per i benzinai, che incroceranno le braccia il 6 maggio e il settore della scuola, con una protesta che avrà inizio il 5 maggio. Diamo uno sguardo alle date in calendario, che ci aiuteranno a tenerci preparati ad eventuali disagi. Calendario scioperi per maggio 2015: si fermano scuola, benzinai e mezzi pubblici Per quanto riguarda il settore della scuola FLCGIL, CISL, UIL, SNALS e FGU hanno indetto una protesta per il 5 maggio della durata di 24 ore. Lo sciopero interesserà tutto il personale di servizio e anche le istituzioni culturali che si trovano all'estero. Un altro sciopero molto importante che si svolgerà a maggio, è quello dei benzinai previsto dal 4 al 6 maggio. Sarà una protesta con una durata di 48 ore, che causerà certamente disagi non indifferenti per chi si deve spostare in quei giorni. Indetto da Faib Confesercenti, Fegica Cisl, e Anisa Confcommercio questo stop coinvolgerà tutte le pompe di benzina sulle autostrade e avrà inizio alle ore 22 del 4 maggio, per terminare alle ore 22 del 6 maggio. Passiamo ora ad una sintesi sullo sciopero dei mezzi pubblici: tra i più importanti, ricordiamo, spicca lo stop indetto a Milano e Roma della durata di 8 ore per il 28 aprile. Si fermeranno bus e metropolitana ATM nella città lombarda, mentre a Roma saranno sospesi i collegamenti di Roma Tpl. Il 7 maggio tocca allo sciopero degli aerei, infatti, si fermeranno piloti e assistenti di volo Alitalia con possibili disagi per chi dovrà volare in quella data. Ultima data da segnare per gli scioperi del mese prossimo è quella del 15 maggio, quando è stato annunciato uno sciopero nazionale dei mezzi pubblici e dei trasporti in tutta Italia. Attendiamo ulteriori conferme e orari precisi, visto che ogni città rispetterà differenti orari.

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Il Sole?]{! mmrn Quotidiano I Data

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27-04-2015 12 1

In partenza sul treno del futuro L'Its di Caserta dal 2011 forma giovani specialisti del trasporto ferroviario

Alberto Magnani

Tecnici del futuro, sui bi­nari della sostenibilità. Dalla Campania all'Europa. L'Its per la Mobilità sostenibile­Settore ferroviario, ospitato dall'Ha Villaggio dei Ragazzi di Maddaloni (Caserta), for­ma dal 2011 specialisti dei tra­sporti su rotaia.

Traguardi del corso, fissa­ti nel diploma come tecnico di «produzione e manuten­zione dei mezzi di trasporto e relative infrastrutture»? Sfornare skills aggiornate per il sistema ferroviario, con didattica calibrata sulle tre "e" che spingono l'inno­vazione del settore: ecolo­gia, economia, ergonomia. Senza dimenticare sicurezza e inter-connessione, requi­siti minimi di un «muovere merci e persone» che conci­lia efficienza e parametri ambientali.

La sintesi dell'Its campano si svolge in un programma di quattro semestri e i.800 ore, divisi tra un 50% di formazio­ne in aula e un 50% speso in azienda tra lezioni tecnico­teoriche e la pratica "pura" del tirocinio. Nei primi due semestri si gettano le basi del­le discipline fondanti, con due certificazioni obbligatorie -inglese B2 ed Ecdl avanzato in informatica -e i corsi impron­tati alla formazione generale: matematica, fisica tecnica, gestione del prodotto ferro­viario, manutenzione. Negli ultimi due entrano in gioco le aziende, ponte diretto sul fu­turo lavorativo dei diplomati. Tra i soci fondatori spuntano nomi come Ferrovie dello Stato e Ansaldo Breda, senza dimenticare il cappello di sponsorizzazione di Finmec­canica.

Su 20 studenti diplomati nel primo biennio del corso -chiuso ne12013-15 hanno tro­vato impiego a pochi mesi dall'esame finale. Con ri­chi~ste.da tµtta I.tqlia e desti­naz10m nei van mgranaggi della filiera: dalla metropoli­tana di Napoli a quella di Mi-

lano, dalle Ferrovie dello Finora l'istituto ha dato il Stat~ alle aziende specializ- viaatrebienni.lpostiadispo­zate m manutenzione e pro- sizione per il quarto sono 24, duzione di veicoli. ma le domande che affollano

«Quando parliamo di "mo- laselezionehannogiàsupera­bilità sostenibile", intendia- to il centinaio. Il candidato mo che il nostro corso sirivol- ideale? «Chi ha fatto l'istituto ge al trasporto ferroviario co- parte avvantaggiato - ammet­me sistema di mobilità che ri- te Murolo - ma dopo il primo spetta i parametri ambientali assestamento sta crescendo e crea il minor tasso di inqui- la quota di liceali». namento possibile» spiega """"ocunoNc "''"''''A Francesco Murolo, direttore generale per l'istruzione e la formazione tecnica superio-re. «Gli studenti sono conti-nuamente aggiornati nell'am-bito delle evoluzioni tecnolo-giche. E, sopratutto per le di-scipline di base, cerchiamo di applicare quanti più software applicativi possibili. Come il Cad, il sistema di computer grafica per il disegno» spiega Murolo. Certo: l'evoluzione tecnologica non si svincola dalle basi, a cominciare da una formazione qualificata sulla sicurezza.Non a caso, fa notare il presidente dell'Its Vincenzo Torrieri, la manu-tenzione resta uno fra i bacini privilegiati per i contratti de-gli allievi: «Noi non produ-ciamo innovazione in senso stretto, produciamo didatti-canell'innovazione con labo-ratori moderni e le compe-tenze domandate oggi» dice Torrieri.

Glilts Dal2010a oggi il numero di Its in Italia è progressivamente aumentato fino a toccare quota 7 4 nel 2014. Gli studenti sono oltre 6mila e i corsi attivati sono più di 399 nelle sei macro-aree previste: efficienza energetica, mobilità sostenibile, nuove tecnologie della vita, nuove tecnologie per il Made in Italy (sistemi meccanica, moda, alimentare, casa, servizi alle imprese), servizi innovativi per i beni e le attività culturali, tecnologie dell'informazione e della comunicazione

Quota riservata agli stage La didattica degli Its prevede quattro semestri di corso (1.800-2mila ore), con una quota del 30% riservata ai tirocini e un corpo docente selezionato per la metà tra professionisti che operano all'interno del mondo produttivo. Il tasso di occupazione dei diplomati degli Its è in media del 65%, con record positivi che si awicinano al 100%

L'Its campano ammette solo diplomati fino ai 24 anni di età, tetto anagrafico stabi­lito dalla scelta di diplomare allievi che possano ancora inquadrarsi come under 30 alla fine del biennio . E se si parla di internazionalizza­zione, l'istituto sta siglando accordi per scambi Erasmus e tirocini formativi fuori dal­l'Italia. «Stiamo stringendo degli accordi internazionali per organizzare stage in Eu­ropa, dove c'è una grande domanda da parte degli esercenti internazionali -conferma Torrieri - Il punto

Avanti tutta. Gli studenti dell'Jts Maddaloni: la quasi totalità dei diplomati trova lavoro in pochi mesi

di forza è che acquisiscono una competenza molto spe-cifica che costruiscono nel biennio».

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Scuola: testate nazionali Pag. 60

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Il Sole?]{! mmrn

Scuola: testate nazionali

Niente passi indietro sulla valutazione

S e è vero che servono tre indizi a fare una prova basta guardare

il calendario per farsi venire il sospetto che dietro la scelta dei sindacati ci sia anche la volontà di boicottare i test Invalsi. Le tre manifestazioni contro la «Buona scuola», calendarizzate per il 5, 6 e 12 maggio,guarda caso coincidono con i giorni decisi a ottobre 2014

per le prove di valutazione. Un terreno su cui l'Italia non può permettersi altri passi indietro . visti i ripetuti solleciti di Ue e Ocse a iniziare a valutare seriamente il lavoro di docenti e dirigenti. Bene allora che Miur e Invalsi puntino allo slittamento di 24 ore dei test. Meglio una decisione irrituale che . l'ennesima concessione all'Italia dei "no". (Eu.B.).

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Il Sole?]{! mmrn

Scuola. Verso lo slittamento dei test Invalsi

Giannini contestata, annullato il dibattito ROMA

!!llllL'esarnedelDdl«BuonaScuo­la»entrerànelvivo la prossimaset­timana,eilclimainiziaadaccender­si: la ministra Stefania Giannini è stata contestata ieri alla Festa del­l'Unità di Bologna, e ciò ha portato alla cancellazione del dibattito or­ganizzato per illustrare la riforma (nonostante gli appelli al dialogo lanciati pure dalla responsabile ScuoladelPdFrancescaPuglisi).

Controilprovvedimento,il5mag­gio, sciopereranno i principali sinda­cati (la prima volta dai tempi del go­verno Berlusconi), e astensioni sono programmate da altre sigle minori ancheperigiorni6e12maggio.Apre­occupare è soprattutto la concomi­tanza conleprovelnvalsi dilettura e italiano in seconda e quinta primaria, chepotrebberoessererinviate(inca­so di partecipazione massiccia allo scioperodapartediinsegnantieAta). Non è la prima volta che si fissano astensioniperboicottareitestilnval-

sLmafinoalloscorsoannoamettersi contro erano stati essenzialmente i Cobas, con un seguito nelle scuole praticamente bassissimo. Il prossi­mo5maggio,invece, a proclamare lo sciopero unitario sono stati tutti i sin­dacati confederali

La decisione se far svolgere le prove o rimandarle spettaall1nval­sLeverràpresalunedì.Inquesteore si studiano le opzioni: «L'istituto ha unarnissioncheè quella di produr­re dati attendibili - spiega al Sole-240re la numero uno dell1nvalsL AnnaMariaAjello-. C'èdadifende­re un lavoro svolto da mesi e una credibilità internazionale conqui­sta negli anni Stiamo valutando le decisionipi:ùopportunedaprende­re». Uneventualeslittarnentodelle prove toglierebbe dall'impasse an­che i presidL minacciati dai Cobas di denuncia in caso di decisioni au­tonome dirinviodelleprove ..

Cl.T. © RIPROD~ZIONERISERVATA

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la Repubblica L'ANAUSI

È la buona alleanz.a che fa buona la scuola

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26-04-2015 1 1

QUALSIASI massimalismo è grezzo, sempre. Ma appli­cato alla scuola è anche ir­

responsabile. Un ragazzo nato nel 1996 e che quest'anno sostie-

ÈlABUONAAUEANZA CHEFABUONAlASCUOlA

nel' esame di Stato ha incocciato inalmenotrecosiddetteriforme.

SEGUE A PAGINA 22 MARIAPIA VEUDIANO

ORATTI 2003 alle ele- sumere. Eilgovernohadetto mentari, Gelmini va vene, li assumo tutti a set-2008 alle medie, e tembre (poi ha detto la ancora Gelmini alle metà, adesso non si sa) ma il

superiori perché per le supe- Miur deve risparmiare. riori la riforma è partita nel Ed ecco quel che capita. In 2010.ContandolaBerlinguer questi giorni gli Uffici scola­del 2000, la scuola italiana è stici regionali stanno attri­stata uriformata" tre volte buendoagliistitutiscolastici dentro l'arco temporale di un 1' organico di diritto, ovvero il unico ciclo scolastico. uLabuo- numero di inségnanti neces­na scuola" è la quarta. sari, per legge, a far funzio-

Nel frattempo gli inse- nare la scuola. Stanno arri­gnanti sono sfati reclutati vando quelli della scuola pri­con concorso ordinario (po- maria. Bene, nel tempo nor­chi), conleSsis, Scuoledispe- malenonsonoprevisteoredi cializzazione all'insegna- compresenza, il che significa mento secondario, con il Tfa, che non si può mai dividere la Tirocinio formativo attivo, classe per accompagnare con i Pas, Percorsi abilitanti bambini con difficoltà, an­speciali, e sono confluiti in che blande e recuperabili, graduatorie permanenti, ad mentre nel tempo pieno so­esaurimento, di merito, di nopreviste4oreinpiùdauti­istituto di prima, seconda e lizzare per progetti di istitu­terza fascia.Gli uni di voltain to (recupero, alfabetizzazio­volta sicuri, inragionedi pro- ne dei bambini stranieri, po­messe dette o anche scritte, tenziamento ). Gli organici di poter restare, magari più che arrivano in questi giorni degli altri o alla faccia degli non prevedono nemmeno altri,nelmondodellascuola. queste 4 ore. Gli uffici scola­Il che sarebbe velleitario se stici regionali obbediscono a nellascuolanoncifosseropo- parametri di rientro. Tagli sti di lavoro, ma ci sono, e so- insomma, che auspicabil­noproprio quellichegli inse- mente saranno riportati a gnanti occupano, da precari norma grazie all'organico stampatiedipinti.Licenziati dell'autonomia di cui parla a giugno e poi ripresi, chissa- uLa buona scuola". Anche se dove,chissaquando.Eprote- qualche agenzia a settem­stano,naturalmente. Einfat- brebatteràlanotiziadi unin­til'Europahadettochenonsi vestimentostraordinariosu­può, unprecariatoprolunga- gli organici, e il pubblico di­toèunsotterfugiopernonas- stratto ci potrà credere, gli

Scuola: testate nazionali

<SEGUE DALIA PRIMA PAGINA

insegnanti sanno che sarà forse restituito quello che è statQ tolto e non possono es­sere contenti. E protestano.

E intanto alle superiori, ad esempio negli istituti d'arte trasformati in licei dalla fu­ria di licealizzare la scuola italiana tutta, gli organici so­no attesi perpoterfarpartire sciami rituali di ricorsi, per­ché in cinque anni di chia­miamolariformanonsiètro­vato il tempo di sistemare le nuove classi di concorso e la normativa sulle classi di con­corso atipiche è formulata in modo tale da scientificamen­te fornire motivi di conten­zioso.

Anche il divide et impera è insania pura applicato alla scuola. La buona scuola na­sce sempre da una buona al­leanza. Soprattutto fra i di­versi ruoli e le diverse re­sponsabilità. Il Rapporto Ta­lis 2013, ospitato dal sito del Miur, chissà se se ne sono ao­corti, promosso dall'Ocse, che indaga l'attività profes­sionale degli insegnanti, mo­stra che in tutti i Paesi gli in­segnanti sono tanto più effi­caci, cioè bravi, quanto più son9 partecipi dei processi decisionali. Enfatizzare oc­chiuti presidi-padroni che valutano solitari iloro docen­ti vuol dire non sapere che la valutazione richiede una ter­zietà per ora impensabile in

Italia perché manca una suf­ficiente rete ispettiva, pre­sente in Francia ad esempio. E comunque valutare le pro­fessionalità della scuola è ne­cessario ma non è facile. Il Trentino valuta i presidi da tempo ma ha cambiato mo­dalità per due volte in tre an­ni. Si potrebbe imparare una buona prudenza da questa esperienza.

Poi, e dovrebbero venire prima naturalmente, ci sono i ragazzi, chegliinsegnantili prendono oggi e li perdono l'anno dopo, magari presen­ti nella stessa scuola, perché bisogna "saturare le catte­dre", e la continuità didatti­ca viene ultima. E intanto che tutto questo accade, si deve studiare ed essere pre­parati, per un esame di Stato nuovo, il primo della chia­miamola riforma Gelmini, esame del quale, tranne che per la prima prova, in molti casi non si sa ancora che for­ma abbia la seconda prova.

Migliorare la scuola vuol direoggidisinnescarelacon­flittualità, risolvere minuti problemi ereditati, ma è que­sto che la politica è chiamata a fare, riparare per quanto possibile la realtà. In politica nonsidovrebbeessereundio solitario al comando e anda­re avanti comunque sia. Ba­sta essere adeguati, cioè co­noscere la realtà che si è ac­cettato di servire. Servire.

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la Repubblica Quotidiano I Data

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25-04-2015 17 1 / 2

"Caos graduatorie e bluff del posto fisso" esplode la rabbia contro la "Buona Scuola"

ROMA. La scuola, e i suoi docenti precarieternamenteinsoddisfat­ti, oggi sono il fronte più avanza­to della contestazione al Governo Renzi. Quelli che avversano il di­segno di legge "La Buona Scuola" - un'agguerrita e organizzata minoranza-hannounacapacità di persuasioQe sui pari grado e di pressione sull'esecutivo superio­re ad altri gruppi antirenziani: i metalmeccanici di Landini, il mondo antagonista. Il premier lo sa e ha deciso di saltare i conte­statorisindacalizzati parlando di­rettamente agli insegnanti, con una lettera che sta partendo in queste ore e che vuole spiegare a un milione di dipendenti pubblici malpagati di che cosa è fatta la

riforma. Di lOlmila assunzioni (potrebbero salire di seimila unità), concorsi regolari ogni due anni, 500 euro ai docenti da spen­dere in cultura, dodici materie nuove o rinforzate.

Fuori il clima è surriscaldato. Il governo si è complicato la vita cambiando più volte l'istituto di legge che avrebbe dovuto tra­sformare la scuola - delega, poi decreto, poi disegno più delega - e più volte anche il merito del­le questioni. Via tutti gli scatti d'anzianità, si diceva. Poi di nu(}­vo scatti fissi con riduzione dei

Sul ddl in queste ore si cercano accordi con le opposizioni. Ma i prof pronti allo sciopero

La scelta di scavalcare il sindacato e le speranze deluse dell'esercito dei precari

premiali. Prima 148mila assunti, poi ridotti di un terzo. Tutto que­sto intervenendo sul problema dei problemi della scuola italia­na: l'affastellamento ventennale di graduatorie di insegnanti che hanno dato fino aierila speranza di un posto fisso a un esercito fuò­ricontrollo e tutt'altro che neces­sario: 600mila precari. La partita scuola è stata centrale fin dall'in­sediamento del governo, quat­tordici mesi fa. E il governo ha scelto di portarla avanti senza parlareconilsindacato,chesièri­bellato aprendo - ieri, con i mil-

le dell'universo eobas in piazza - la stagione dei boicottaggi e delle manifestazioni. Si appr(}­derà allo scioperane del 5 mag­gio, che i Cobas vorrebbero tra­sformare in una grande marcia per Romamentreiconfederali te­mono l'abbraccio da sinistra. Quindi il boikot test Invalsi ( 5 e 6 maggio) e forse una manifesta­zione a chiusura il 12.

Ieri alla Festa dell'Unità di B(}­logna, a consumare il cacerolazo contro il ministro Stefania Gian­nini, c'erano i precari di seconda fascia, in gran parte esclusi dalle assunzioni del prossimo primo settembre. Al loro fianco gli stu­denti dei collettivi. «Squadristi, violenti, antidemocratici», li defi­nisce il ministro Stefania Gianni­ni. Ma la tensione nel corso di maggio sembra destinata a sali­re. Non èun caso che gli scolastici del governo - il sottosegretario Davide Faraone e la capoclasse

Pd Francesca Puglisi - sul dise­gno cli legge stanno cercando ac­cordi con le opposizioni in com­missione Cultura per venire in­contro ai precari prima illusi e poi delusi. Gli uffici parlamentari stanno contando gli emenda­menti - anche qui sono stati

chiusi,riapertierichiusiitermini di consegna - e oggi si saprà quanti sono sopravvissuti (oltre duemila i presentati). Ma sono già chiare le possibili novità, che soddisfano la Cgil, non i Cobas. Il Pd voterà per far rientrare tra gli assunti subito i seimila "secondi" del concorso 2012. ali idonei. E poi, perrispettarelasentenzadel­la Corte di giustizia europea sen­za tagliare le gambe ai supplenti di lungo corso, approverà un arti­colo ponte per consentire a chi ha almeno 36 mesi di supplenze di insegnare fino al 2016, quando potrà accedere con punteggi spe­ciali al concorsone. E di queste ore l'emendamento Malpezzi-Ghiz­zoni che reintroduce una vecchia idea del Pd: il "profapprendista". Dice.che per diventare docenti ci si dovrà affidare a una laurea ma­gistrale che permetterà di parte­cipare a concorsi annuali e quindi all'apprendistato triennale, pa­gato. La VII commissione dovreb­be infine decidere che al concorso 2016 parteciperanno solo abilita­ti. E qui si accontentano coloro che oggi hanno pagato e passato i tirocini di Taf, Pas, Scienze della formazione primaria. Lunedi si inizia a votare.

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27-04-2015 6 1

"Buona scuola", doppio esame: emendamenti e sciopero unitario Da oggi la commissione Cultura alla Camera deve vagliare 2400 proposte di moclifica Il tam tam delle associazioni sul Web per la protesta del 5 maggio: nessuno resti a casa

ROMA

Oggi sulla riforma della scuola di Renzi inizierà l'esame dei 2400 emendamenti presentati, mentre i sindacati vanno avan­ti nell'organizzazione della protesta.

Anche se la ministra del­l'Istruzione Stefania Giannini ha definito «squadristi» i con­testatori di venerdl a Bologna e lo scontro con il governo au­menta giorno dopo giorno, le associazioni stanno preparan­do con cura il grande sciopero del 5 maggio, il primo unitario dopo sette anni. I promotori sono ottimisti, prevedono un'adesione massiccia nelle

Le date

2016/17 anno

Una buona parte della riforma

non sarà attuata

che fra due anni scolastici

maggio È la data di inizio

del dibattito in Parlamento

se non ci saranno ostacoli politici

principali città, una serrata delle scuole e un fiume di do­centi, Ata e dirigenti che parte­ciperanno alle manifestazioni di piazza. E anche dove non so­no segnalate manifestazioni uf­ficiali si annunciano gruppi au­to organizzati di docenti: il tam tam corre via web, l'invito è di organizzare flash mob pacifici e colorati al motto di «Nessuno resti a casa». .

La ministra Giannini ha de­finito «squadristi» i contesta­tori in un'intervista a "Repub­blica", una parola che provoca molte critiche da parte del­l'opposizione, qualcuna anche dall'interno del Pd (Stefano Fassina le considera «parole inaccettabili»).

Intanto !'Invalsi pensa al rin­vio dei test, in calendario da mesi per il 5 maggio (prova pre­liminare di lettura per la II pri­maria e prova di Italiano per II e V primaria), data scelta non a caso dai sindacati. La decisione ufficiale sullo slittamento delle prove sarà presa oggi. Una del­le ipotesi è il rinvio anche della prova di Matematica sempre in II e V primaria, prevista per il 6 maggio, mentre i test per le Su­periori (12 maggio) non dovreb­bero subire variazioni.

Da oggi in commissione Cul­tura alla Camera il lavoro avrà ritmi serrati fino al ponte del Primo maggio: da esaminare ci sono 2.400 emendamenti. Se non ci saranno ostacoli politici,

il dibattito in aula potrebbe co­minciare 1'11 maggio. Conside­rando che nell'ultima settima­na di maggio le Camere proba­bilmente lavoreranno a ritmo ridotto per la concomitanza con le elezioni regionali e am­ministrative, l'approvazione definitiva del Senato non potrà arrivare prima della metà di giugno, come peraltro antici­pato dalla stessa Stefania Giannini. Poi ci saranno i tem­pi tecnici per la pubblicazione in Gazzetta.

L'entrata in vigore potrebbe quindi coincidere con la fine di giugno. Tempi che, secondo gli addetti ai lavori, inducono a pensare che una bella fetta di riforma (albi territoriali com­presi) sarà rimandata all'anno scolastico 2016-2017. [FLA.AMA.J

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Dal potere dei presidi ai nuovi contratti tutte le critiche all'impianto del governo Il FOCUS ROMA No):).ostante un lungo per~, corso di ascolto in giro per le scuole italiane, la creazione di un portale che nei mesi scorsi ha rac-. colto osservazioni, idee e suggeri­menti per strutturare un disegno di legge concertato, "La buona scuola" sembra non andare giù al­la maggior parte dei comparti sin­dacali del mondo della scuola, al­le famiglie e agli studenti.

MOBILITA' E INCENTIVI L'unico provvedimento gradito è la famosa carta del professore per l'aggiornamento professiona­le, che consente il consumo di 500 euro all'anno in beni cultura­li. Poco per il Governo, che voleva fare della Riforma della scuola un fiore all'occhiello della capacità di condivisione e di ascolto di un esecutivo che ha fatto del decisio­nismo l'arma in più per scardina-

Scuola: testate nazionali

re ritrosie e incrostazioni sinda­cali. Al momento scorgendo la piattaforma della sciopero del 5 Maggio non c'è nessun passaggio sostanziale che i sindacati condi­vidano rispetto all'impianto pre­sentato dal duo Giannini-Renzi. I sindacati autonomi e confederali chiedono un piano articolato e immediato che garantisca la sta­bilità dei precari, non criticando apertamente l'assunzione degli oltre 100.000 docenti, ma cercan­do di inserire nel collegato del Def la stabilizzazione di quanti hanno da decenni sono in attesa

di un cenno da parte di Viale Tra­stevere. Viene contestato invece dai lavoratori della scuola di ruo­lo, l'assenza di certezze per il rin­novo del contratto che è fermo da sette anni e l'eccessiva deroga le­gislativa su materie sottoposte a disciplina contrattuale delle retri­buzioni, la mobilità del personale e la chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici, che sembra­no essere diventati la vera pietra dello scandalo di questa riforma. Il ruolo del nuovo preside, sem­pre più assimilabile ad un leader educativo che ad un dirigente sco­lastico è da sempre un motivo di contrapposizione forte tra esecu­tivo e parti sociali, che vedono con l'attribuzione di poteri di di­retto intervento sulla vita econo­mica, organizzativa e lavorativa della scuola, un declassamento della tanto richiesta autonomia scolastica. Altro punto di critica forte è l'istituzione del registro re­gionale dei docenti, che andrà a

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Scuola, la riforma nel mirino verso il blocco degli scrutini ... studenti e sindacati vanno all'attacco: «Faremo sciopero generale il 5 maggio»

... n ministro dell'Istruzione Giannini accusate di non aver risolto la questione dei precari

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Il CASO ROMA La contestazione al mini­stro dell'Istruzione, Stefania Giannini, alla Festa dell'Unità di Bologna, sembra essere la punta dell'iceberg di un malumore cre­scente e di una saldatura omoge­nea di sigle sindacali e studente­sche contro il progetto di Rifor­ma della scuola. Il disegno di leg­ge sembra aver messo tutti d'ac­cordo e in molti temono un'esca­lation di proteste che potrebbe causare non pochi problemi sia al percorso di riforma e sia al­l'anno scolastico in corso. Lo sciopero generale unitario del 5 maggio coincide, non casual­mente, con la prima prova preli­minare dell'Invalsi per la scuola primaria (prova di lettura per la II primaria e prova di italiano per la II e IV primaria), che vista l'alta adesione attesa molto pro­babilmente non si svolgerà. Così come sembra destinata a saltare la prova di valutazione del 12 Maggio per le scuole secondarie, infatti proprio per quel giorno l'Unione degli Studenti ha indet­to un boicottaggio delle prove In­valsi per i licei, con sit-in, presi­di, manifestazioni territoriali.

LA PROTESTA «Noi scenderemo in piazza il 5

maggio con tutto il mondo della scuola perché riteniamo che que­sto attacco alla scuola pubblica deve essere respinto da tutte le forze sindacali e studentesche e dalla società e la cittadinanza tutta - dichiara Danilo Lampis, coordinatore nazionale del­l'Unione degli studenti, che con­tinua - la nostra lotta non è cor­porativa ma crediamo che il futu­ro dell'istruzione sia un tema centrale per tutto il Paese. Il 12 Maggio inoltre boicotteremo le prove Invalsi in tutti gli istituti superiori, perché riteniamo que­sto strumento totalmente inadat­to a dare una visione coerente di quello che è lo stato di salute del­la scuola italiana». Se gli studen­ti sono già sul piede di guerra, si scorge invece dalle organizzazio­ni sindacali una sorta di attendi­smo per vedere sia il comporta­mento del Governo sull'iter par­lamentare della Riforma e sia su­gli emendamenti che verranno presentati ufficialmente oggi. Il Gilda, storica sigla del sindacali­smo autonomo, già qualche gior­no fa ha fatto presagire che il blocco degli scrutini, non è poi così lontano. «Prima di bloccare gli scrutini, come estrema ratio contro questa Riforma, occorre stralciare l'accordo Aran, che in qualche modo precetta dal 2000 i docenti che devono vi debbono partecipare - dichiara Tito Rus-

so, Flc Cgil, che prosegue - il ri­corso a questa forma di protesta va ad inserirsi in una serie di azioni più pratiche c:he stiamo mettendo in piedi, più che sit-in e piccoli cortei puntiamo a bloc­care quello che nella scuola non va».

PORTA STRETTA Se docenti precari e non, studen­ti e personale Ata sono sul piede di guerra, i presidi invece sem­brano più sereni sulla riforma e minacciano azioni disciplinari per coloro che cercheranno di bloccare scrutini e il corretto corso dell'anno scolastico. Ma­rio Rusconi, presidente di Roma e del Lazio deirAnp (Associazio, ne Nazionale Presidi) afferma che: «si può esprimere un parere negativo nei confronti de "La buona scuola" anche se molti in­segnanti dovrebbero leggere pri­ma il disegno di legge, ma non si può ricorrere a strumenti di tipo luddistico, distruttivo nei con­fronti della scuola. Questo è un atteggiamento sconsiderato e vietato dal1a norma. I presidi possono prendere sia provvedi­menti di sospensioni e commuta­re multe e spero che lì dove il funzionamento della scuola sia messo a repentaglio ricorrano a questi strumenti normativi».

Massimiliano Coccia ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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1 Il nuovo anno scolastico I ------ --- -------------- ---1 368.341 8.519 I le classi istituzioni scolastiche I statali I 32,5% I scuola I dell'infanzia

210.909 gli alunni

con disabilità

13% secondaria ir

47,1% licei

. 36,9% primaria 1

17,5% secondaria

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31,9% 21% istituti Istituti tecnici professionali

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Quotidiano Data 26-04-2015 Pagina 15

Anche i prof «precari» in pensione hanno diritto agli scatti di anzianità

Il Tribunale del lavoro di Roma ha riconosciuto a una inse­gnante precaria in pensione gli scatti di anzianità mai per­cepiti. A renderlo noto I' Anief (Associazione sindacale pro­fessionale) il cui legale ha patrocinato la causa. La docen­te aveva lavorato dal 1968al2011 praticamente ininterrot­tamente come insegnante della scuola pubblica, ma non era mai entrata in ruolo, raggiungendo l'età pensionabile con lo stipendio «da precaria». La sua retribuzione, stipu­lando per decenni solo contratti a tempo determinato, era commisurata a quella di un docente al suo primo anno di insegnamento perché il ministero dell'Istruzione e la con­trattazione collettiva nazionale hanno da sempre posto un «veto» sulla progressione stipendiale dei «supplenti».

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H Giannini contestata a Bologna: «Ma non è il mondo della scuola»

PAOLO f ERRARIO MILANO

ura contestazione, ieri sera, al ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, costret-

ta ad abbandonare un dibattito sulla "Buona scuola'', in programma alla Fe­sta dell'Unità di Bo­logna. Non appena ha cominciato a par­lare, dalla platea una cinquantina di per­sone, mobilitate dai Cobas, hanno co­

cratico e assolutamente legittimo, ma manifesta una posizione diffi­cilmente comprensibile, perché dando soldi e progetti è difficile ca­pire contro cosa si stia protestando, chi vuole contestare lo fa. Noi an-

minciato arumoreg- Il ministro Giannini (Ansa) giare, "armati" di

diamo avanti con determinazione». A difesa del mini­stro si è schierato il presidente del Con­siglio, Matteo Renzi: «Un insegnante a­scolta e rispetta le i­dee di tutti. Impedi­re a altri di parlare è l'opposto di ciò che deve fare un educa­tore», ha scritto il un

pentole e padelle, tweet. Sulla stessa impedendo di fatto al ministro di porta­re avanti il proprio intervento. A nulla sono valsi gli inviti al dialogo del­la responsabile Scuola del Pd, Fran -cesca Puglisi, che an­zi hanno ottenuto

A Bologna alla festa dell'Unità i Cobas

zittiscono il ministro. Renzi la difende: «Chi

educa non zittisce»

lunghezza d'onda anche i tre sottose­gretari all'Istruzio­ne. «Quelli che han­no impedito a Ste­fania Giannini e Francesca Puglisi di parlare, non erano insegnanti. In Italia

l'effetto contrario. I tumulti sono aumentati e altre per­sone si sono nel frattempo aggiun -te al gruppo dei contestatmi, che hanno lanciato slogan all'indirizzo del ministro per una ventina di mi­nuti. Impossibilitata a intervenire, Giannini ha così lasciato il tendone del dibattito, visibilmente indispet­tita. «Noi con il mondo della scuola ab­biamo parlato, ma questo non è il mondo della scuola», ha detto il mi­nistro mentre abbandonava la Fe­sta dell'Unità. «È un falso storico che non ci sia stato dialogo - ha ricor­dato-. Ho ascoltato, perché ho una certa cultura del rispetto». Al suo arrivo a Bologna, il ministro aveva commentato anche la deci­sione dei sindacati di proclamare lo sciopero per il 5 maggio. «Non mi preoccupa - ha detto - la manife­stazione è uno strumento demo-

si insegna il rispetto e la democrazia», ha

scritto in un tweet Davide Faraone. Di «accuse ingenerose e infondate» ha parlato Gabriele Toccafondi, mentre Angela D'Onghia ha ricor­dato che «la violenza non ha più fondamenta nella democrazia». Intanto, ieri è andato in scena lo sciopero proclamato daAnief, Uni­cobas e Usb, che ha attraversato Ro­ma con un lungo corteo che, se­condo gli organizzatori, era com­posto da 1 Omila tra insegnanti e au­siliari. Con slogan e cartelli hanno manifestato la propria contrarietà al ddl sulla "buona scuola'' in di-scussione alla Camera. Ieri, alla sca­denza dei termini, sono stati circa 2.400 gli emendamenti presentati. la discussione comincerà lunedì. «La riforma va ritirata», ha detto il presidente dell'Anief, Marcello Pa­cifico.

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Quotidiano Data 25-04-2015 Pagina 14 Foglio 1

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IL GAZZETTINO Data

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27-04-2015 1 1

,.IU DI FRANCESCO GRILLO sodio della Festa dell'Unità

di Bologna che ha visto il

A lla logica del dibattito ministro dell'Istruzione LA BUONA SCUOLA surreale e della comu- Giannini abbandonare un

E LA SFIDA nicazione del nulla appartie- dibattito perché accusata di ne - da sempre e quasi per "non aver voluto ascoltare"

DEL CAMBIAMENTO intero - il movimento della chi l'ha zittita (!), è solo protesta sulla Scuola e l'epi- l'ultimo capitolo di una sa-

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ga che dura dagli anni Set­tanta. Studenti che occupa­no le scuole - esperienza, per altri versi, formativa - e che però ignorano completa­mente le ragioni della rinun­cia all'erogazione di un pro­prio diritto in quella giorna­ta.

LA BUONA SCUOLA Insegnanti che si ricordano di lamentarsi in forma sostanzia. Infine, la questione delle risorse. La organizzata solo quando il ministro di turno si proposta del governo stanzia per la formazione mette in testa di cambiare l'istituzione di cui essi circa 600 euro in più per ogni docente e ciò port? stessi denunciano la crisi cronica. È in effetti un la spesa complessiva a quasi 3 miliardi all'anno. E paradosso quello dei movimenti sull~ scuola. Non vero che s~no previst~ agevolazioni fiscali per le si capisce perché l'"onda" della contestazione si scuole pa~itane ma e altrettanto ver~ che esse scongeli solo quando qualcuno prova a cambiare sono previste anc~e p~r l~ scuole pubbhch~ ~ che, le cose. È come se _ studenti e insegnanti 0 co~un_que, le pantar~e ~icevon~ un benef~c10 (6~ perlomeno la parte più rumorosa di essi - abbian~ mihom all'anno) che e p~ccolo nspetto all'mvestl-

. ' . . . mento sulla scuola pubbhca. sviluppato, nel tempo, un atte?~iamento difensivo Non è perfetto il disegno di legge sulla "buona dello status quo. ~ello sp~cifico le accuse c~e scuola" e anche questo provvedimento risente di v~ngon? mosse al disegno di legge attu_almente m non pochi compromessi e della necessità di ?iscuss10ne all~ Camera so~o t~e. Molti attacc~n~ ascoltare - per quanto possibile - diversi milioni di 11 ~overno ~ul pian~ stra?:dm~no delle assunz10m persone. In particolar modo, mancano nel provve­?ei ~recar~. ~~stera 2 mll~ardi allo Stato assumer~ dimento alcuni passaggi fondamentali (quello m via defmitlva centomila persone, delle quah sulla valutazione, ad esempio). Ci sono rischi cinquantamila circa andranno a coprire cattedre evidenti e gli esiti dipenderanno dai "dettagli" nei rimaste vuote da insegnanti andati in pensione quali si annida, regolarmente, il diavolo della negli ultimi tre anni e cinquantamila offriranno ai conservazione nonché, per definizione, dalla bra­presidi profili aggiuntivi con i quali costruire vura dei dirigenti scolastici. Ma la critica a curricula diversi per ciascuna scuola. Da sinistra prescindere è sbagliata e rischia di essere un e, soprattutto, da parte dei docenti inseriti in boomerang per i contestatori e gli stessi sindacati graduatorie alle quali non si applica l'assunzione, che scegliessero di arroccarsi. La chiave del si contesta al governo di non aver reclutato tutti; successo per il governo è riuscire, invece, laddove da destra si rimprovera, invece, di voler fare una tutti sono falliti: trasformare la "maggioranza "sanatoria" che costringe le scuole a un aumento silenziosa" di chi si augura di poter vivere in un del personale troppo grande e veloce. Paese normale (e, dunque, straordinario), nel-

La realtà è che quello dei precari è il nervo l'avanguardia di un cambiamento che sia ancora scoperto che nessun ministro ha mai toccato, più ambizioso e continuo di quello che esce dalle preferendo continuare nello sport nazionale di riforme proposte dai ministri di un governo lasciare in eredità al ministro successivo il tappo costretto a correre per sopravvivere. che ha bloccato la Scuola italiana in una di quelle Francesco Grillo situazioni di emergenza permanente alle quali ©riproduzione riservata spesso riusciamo ad affezionarci. Il cerino è rimasto in mano al ministro Giannini e le va riconosciuto il coraggio di aver fatto la scelta di voler definitivamente risolvere il problema: dal 2017 non ci saranno più graduatorie ma solo un organico di ruolo, disegnato in maniera tale da essere del 10% superiore alle esigenze minime e che si rinnoverà ogni due anni con un normale concorso. Forte sembra, poi, lo scetticismo rispet-to all'idea di dare al preside l'autonomia di scegliersi i propri insegnanti: non sono pochi quelli che temono che il potere dei super presidi alimenti le raccomandazioni. Tuttavia, non possia­mo continuare a rimandare il cambiamento. L'autonomia non ha senso se chi deve essere autonomo non controlla la leva principale - il personale - attraverso la quale l'autonomia si

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Scuola: testate nazionali

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IL GAZZETTINO

Sciopero il 5 mawo contro la riforma:

a rischio i test Invalsi Coccia a pagina 11

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27-04-2015 11 1 / 2

IN Sit-in e manifestazioni. Prende piede l'ipotesi di bloccare gli scrutini

Scuola, tutti contro la riforma Studenti e sindacati mobilitati. Sciopero il 5 maggi-o) a rischio i test Invalsi

.M.~!:l~i.111il_i_i:ll1.C>..l::.C1r:.c:.ia ROMA

La contestazione al ministro dell'Istruzione, Stefania Gianni­ni, alla Festa dell'Unità di Bolo­gna, sembra essere la punta dell'iceberg di un malumore crescente e di una saldatura omogenea di sigle sindacali e studentesche contro il progetto di riforma della scuola. Il ddl sembra aver messo tutti d'ac­cordo e in molti temono un'esca­lation di proteste che potrebbe causare non pochi problemi sia al percorso di riforma e sia all'anno scolastico in corso. Lo sciopero generale unitario del S maggio prossimo coincide, non casualmente, con la prima pro­va preliminare dell'lnvalsi per la scuola primaria, che vista l'alta adesione attesa molto pro­babilmente non si svolgerà. Co­sì come sembra destinata a saltare la prova di valutazione del 12 maggio per le scuole secondarie, infatti proprio per quel giorno l'Unione degli stu­denti ha indetto un boicottaggio delle prove Invalsi per i licei,

con sit-in e manifestazioni terri­toriali.

«Noi scenderemo in piazza il S maggio con tutto il mondo della scuola perché riteniamo che questo attacco alla scuola pubblica deve essere respinto da tutte le forze sindacali e studentesche e dalla società e la cittadinanza tutta - dichiara Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell'Unione degli stu­denti - Il 12 maggio inoltre boicotteremo le prove Invalsi in tutti gli istituti superiori, perché riteniamo questo stru­mento totalmente inadatto a dare una visione coerente di quello che è lo stato di salute della scuola italiana». Dalle or­ganizzazioni sindacali si scorge invece una sorta di attendismo tattico per vedere sia il compor­tamento del Governo sull'iter parlamentare della riforma e sia sugli emendamenti che ver­ranno presentati ufficialmente oggi. Il Gilda, storica sigla del sindacalismo autonomo, già qualche giorno fa ha fatto presa­gire che il blocco degli scrutini non è poi così lontano. «Prima

LA MINACCIA Ma i presidi sono pronti

ad azioni disciplinari

di bloccare gli scrutini, come estrema ratio contro questa ri­forma, occorre stralciare l'ac­cordo Aran, che in qualche modo precetta dal 2000 i docen­ti che vi debbono partecipare -dichiara Tito Russo, Flc Cgil -il ricorso a questa forma di protesta va ad inserirsi in una serie di azioni più pratiche che stiamo mettendo in piedi, più che sit-in e piccoli cortei puntia­mo a bloccare quello che nella scuola non va».

Se docenti precari e non, studenti e personale Ata sono sul piede di guerra, i presidi invece sembrano più sereni sul­la riforma e minacciano azioni disciplinari per coloro che cer­cheranno di bloccare scrutini e il corretto corso dell'anno scola­stico. Mario Rusconi, presiden­te di Roma e del Lazio dell'Anp (Associazione nazionale presi­de) afferma che «Si può espri­mere un parere negativo nei confronti de "La buona scuola" ,anche se molti insegnanti do­vrebbero leggere prima il ddl, ma non si può ricorrere a strumenti di tipo distruttivo nei confronti della scuola».

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Quotidiano

IL ·'"~MATTINO

Scuola, prime crepe nel Pd sulla riforma Escalation di proteste I renziani con la Giannini, Fassina la attacca 115 maggio in bilico anche le prove Invalsi

Data 27-04-2015 Pagina 6 Foglio 1 / 2

«C'è molto pregiudizio ... ». Alla vigilia na scuola». Dall'ex ministro dell'Istru- me ha sempre fatto) per i licei. dell'esamedelddlscuolaedellavalan- zione, Mariastella Gelmini pur aven- «Noiscenderemoinpiazzail5mag­ga di emendamenti non si attenua la do vissuto sulla sua pelle le contesta- gio con tutto il mondo della scuola per­polemica. Ma il ministro Giannini tira zioni e le polemiche ora ritiene che «le ché riteniamo che questo attacco alla dritto per la sua strada, malgrado le mobilitazioni dei docenti precari non scuola pubblica deve essere respinto contestazioni e le polemiche. Bisogne- debbano essere ignorate dal governo: da tutte le forze sindacali e studente­rà vedere ora se riuscirà a superare si tratta di eliminare ingiustizie nelle sche e dalla società e la cittadinanza quelli che nel suo entourage definisco- decisioni di quali docenti abilitati assu - tutta - dichiara Danilo Lampis, coordi­no appunto solo «pregiudizi» che ver- mere». «Il governo Berlusconi aveva natore nazionale dell'Unione degli stu­ranno superati forse con l'invio della dato una linea chiara per l'eliminazio- denti, che continua - la nostra lotta famosa lettera firmata Renzi destinata ne del precariato - aggiun- non è corporativa ma crediamo che il ai prof, in fase di preparazione. ge - attraverso un percorso futuro dell'istruzione sia un tema cen-

Il clima è incadescente. E certo il di abilitazione fortemente tralepertuttoilPaese. dibattito che inizierà questa mattina selettivo, il Tfa, con un nu- Se gli studenti sono già sul piede di alle 1 O non sarà tutto in discesa. Anche mero programmato di abili- guerra, si scorge invece dalle organiz-per le parole usate dalla Giannini tazioni pari al fabbisogno di zazioni sindacali una sorta di attendi-sull' aggressione subita a Bologna. assunzioni, invece i governi smo per vedere sia il comportamento «Squadristi», così li ha classificati sca- che si sono susseguiti han- del Governo sull'iter parlamentare del-tenando una valanga di polemiche an- noapertoulterioripercorsi la Riforma e sia sugli emendamenti che da parte della minoranza dem che di abilitazione, aumentan- che verranno presentati ufficialmente proprio sugli emendamenti do il precariato». oggi. Il Gilda, storica sigla del sindacali-era entrata in sintonia con i È evidente che il percor- smo autonomo, già qualche giorno fa renziani. Ora tutto è in bili- so in Commissione (da oggi ha fatto presagire che il blocco degli co. Attacca Stefano Fassina finoal30), puressendocon- scrutini, non è poi così lontano. Ma con un tweet: «Ministra tingentato sarà tutto in salita. Alle posi- non è neanche esclusa l'ipotesi che al-Giannini, sono inaccettabili zioni politiche si aggiunge il clima ef- la fine l'esecutivo convochi i sindacati le sue parole sugli insegnan- fervescente sul fronte sindacale che per un confronto e non certo per chie-ti: maggioranza abulica, mi- ha compattato sigle e studenti. Il dise- dergli di fermare lo sciopero. Non è noranza aggressiva. Chieda gno di legge sembra aver messo tutti nel suo stile. scusa alla scuola». A seguire d'accordo e in molti temono un' escala- e.r. Roberto Speranzacapogrup- tion di proteste che potrebbe causare ©RIPRODUZIONE RISERVATA

po dimissionario della Ca- non pochi problemi sia al percorso di mera: «Le accuse di squadri- riforma e sia all'anno scolastico in cor---------------smo me le sarei risparmia- so. Lo sciopero generale unitario delS te». maggio coincide, non casualmente,

Insomma il clima è incandescente con la prima prova preliminare dell'In­anche se in soccorso del ministro valsi per la scuola primaria che vista dell'istr_uz~one _si sono schierati altri l'alta adesione attesa molto probabil­collegh1 d1 partito. Ma certo non sono mente non si svolgerà. Così come sem­mancate le bordate dall'opposizione, bra destinata a saltare la prova di valu­Sel in testa, che chiede rispetto per gli tazione del 12 Maggio per le scuole se­~segi_ianti oltr~ a modifiche sostanzia- condarie, infatti proprio per quel gior­li _al disegno d1 ,legge che a loro modo no l'Unione degli Studenti ha indetto di vedere tutto e tranne che una «buo- un boicottaggio delle prove Invalsi( co-

Oltre duemila proposte di modifica Il premier prepara una lettera ai docenti

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Scuola: testate nazionali Pag, 76

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la Repubblica

"Prof, sì all'anzianità anche peri precari" Il giudice del lavoro dà ragione a una pensionata Aveva lavorato per 40 anni con contratti a termine

ANNARITACILLIS

QUARANT'ANNI passati a in­segnare, poi la pensione, ma da precaria così come

era sempre statanella sualunga carriera scolastica. Ora, però, il tribunale del Lavoro di Roma le ha riconosciuto con una «sen­tenza storica gli stessi diritti di un docente di ruolo», spiega Sal­vatore Russo, l'avvocato che ha seguito il suo ricorso per conto del sindacato Anief, e quindi «la progressione di carriera: ovvero tutti gli scatti mai percepiti du­rate i contratti dilavoro a tempo determinato», aggiunge.

La storia di questa insegnan­te romana, oggi 65enne, inizia nel 1968. Uniniziodicarrierada precaria, come tutti. Per lei, però, il passaggio di ruolo non arriverà mai. E nel 2011 va in pensione - senza scatti - avendo lavorato ininterrottamente co­me insegnante della scuola pub­blica: prima in Italia e poi all'e-stero.

«È come se-commentaRus­so - il docente a tempo deter­minato non imparasse dall' e­sperienza. Per anni è stato per­petrato un abuso tale da co­stringere la docente, ancora lontana dalla possibilità di esse-

Quotidiano

Sentenza storica: riconosce stessa dignità ai precari della scuola

SALVAORE RUSSO AVVOCATO DELL' ANI EF

Data 26-04-2015 Pagina 3 Foglio 1

re immessa in ruolo, a ritirarsi dall'insegnamento senza mai vedersi riconosciuta la progres­sione stipendiale che le sarebbe spettata». La docente, però alla fine «ha potuto sentire in tribu­nale quello che sosteneva da an­ni: il Miur l'ha discriminata pa­gandola meno di quanto avreb­be dovuto e solo perché era una docente precaria. Ora si dovran­no fare i conti e il ministero del­l'Istruzione dovrà riconoscerle la giusta carriera e retribuirla nel rispetto dell'esperienza e della professionalità maturata durante gli anni di servizio», ri­marca Russo. Una «sentenza esemplare», per il presidente dell' Anief, Marcello Pacifico «chefaràstoriaerendegiustizia al lavoro dei precari». Vicenda che si è conclusa con il riconosci­mento del giudice del Lavoro di Roma, con il diritto della docen­teprecariain pensione «allame­desima progressione stipendia­le che spetta «ai docenti di ruolo imponendo al ministero dell'I­struzione di corrisponderle le differenze retributive dovute, oltre gli interessi legali».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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UN CLICK E SIAMO GIA IN VACANZA.

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Scuola: testate nazionali Pag. 78

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il manifesto ':>OJOI. I PAGINA 6

Giarnllni contestata, la scuola è in rivolta

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25-04-2015 6 1

SCIOPERO• Diecimila persone hanno sfilato in corteo a Roma con Usb, Unicobas, Anief

Contestata Giannini a Bologna, la rivolta della scuola contro Renzi

Roberto Ciccarelli

ROMA

e entoventi flash mob, au­to-organizzati e convocati a sorpresa giovedì sera in

tutto il paese hanno dimostrato l'ampiezza del dissenso contro il Odi Scuola di Renzi e del Pd. Le straordinarie immagini, comuni­cate a mezza sera su twitter, what­supp e facebook delle migliaia di docenti e genitori, cinquemila, diecimila lumini alzati sul cielo al tramonto sulla scalinata di piazza di Spagna a Roma non sono solo una memorabile foto-ricordo. Rappresentano la commovente ampiezza dell'opposizione al pre­side-manager partorito dalla fervi­da immaginazione dei burocrati e dei pedagogiti neoliberali che si passano il testimone tra il Miur a Viale Trastevere e il Nazareno del Pd. Un'ondata improvvisa, trop­po a lungo imprigionata dagli sto­rici ritardi sindacali o dal modera­tismo imposto dalla presenza elet­torale del Pd nella scuola. Oggi di­mostra come la società italiana sia viva, autonoma, critica rispet­to al nuovo sacrificio imposto alla scuola.

La conferma è arrivata ieri dalla Festa dell'Unità di Bologna dove la ministra dell'Istruzione Gianni­ni è stata duramente contestata da precari, studenti e docenti. Venti minuti ininterrotti di slo­gan, fischietti, pentole battute os­sessivamente per esprimere la net-

Dopo mesi di retorica, nasce l'opposizione: 120 flash mob in tutto il paese

ta contrarietà ad un prowedimen­to incostituzionale. La scena è ine­dita, almeno negli ultimi anni. La prorompenza della contestazione attesta che il clima nella scuola è nettamente cambiato, dopo mesi di stanca ripetizione dei vuoti slo­gan renziani. Il 5 maggio, giorno dello sciopero dei sindacati mag­giori della scuola, l'astensione del lavoro si annuncia massiccia. Co­me le manifestazioni che si terran­no in tutto il paese. I sintomi ci so­no tutti.

Ieri mattina, alla basilica Santa Maria degli Angeli in piazza della Repubblica a Roma, molti docen-

ti e precari della scuola parlavano ancora dei flashmob visti sui so­cia! network, o partecipati di per­sona. E del loro messaggio inequi­vocabile. Sono arrivati in diecimi­la da tutto il paese, aderendo al riuscito sciopero generale indetto da Usb, Anief, Unicobàs. Hanno sfilato fino a Ss. Apostoli, la piazza meno visibile della capitale dove ormai sono convogliate le manife­stazioni. Nel giorno in cui, final­mente, sono stati chiusi i termini per la presentazione degli emen­damenti alla contestatissima «Buona Scuola» (2400), i sindacati di base, o «alternativi», hanno criti­cato le posizioni dei sindacati «maggiori». La polemica rientra la tradizionale contrapposizione tra le parti, ma evidenzia anche un problema politico. È prevedibile, infatti, che gli emendamenti sa­ranno usati da Renzi per dividere il fronte sindacale che si è ritrova­to unito per la prima volta dal 2008. Un rischio denunciato dai Cobas di Piero Bernocchi che ma­nifesteranno il 5 maggio, ma su una piattaforma diversa rispetto a quella dei sindacati maggiori. Lo sciopero è «una decisione presa a sostegno delle richieste di modifi­ca al Odi» si è letto nella convoca­zione di questi ultimi. Una volta

FOTO/ ATTILIO CRISTINI

ottenute, si rinuncia allo sciope­ro? Questo è il rischio avanzato ie­ri dai sindacati di base che invece chiedono il ritiro di un Odi «ine­mendabile», anche per la presen­za delle 13 deleghe che il governo terrà per sé. In ogni caso il gover­no è intenzionato a proseguire fi­no in fondo sulla sua strada.

«Gli emendamenti richiesti so­no poco credibili, e irrilevanti, i ri­tocchi proposti dalla masueta mi­noranza interna al Pd- afferma Francesco Bonfini dell'Usb Scuo­la - Abbiamo già assistito a questo teatrino durante l'iter parlamenta­re del Jobs Act».Stefano O'Errico, segretario Unicobas, definisce il Odi «inemendabile e irricevibile» e spiega quali potrebbero essere le conseguenze dell'istituzione del «dirigente-padrone che valuta e retribuisce discrezionalmente i docenti- sostiene O'Errico - Inca­rica i suoi "preferiti" destinando gli altri a restare senza titolarità, al tappabuchismo e alle supplenze». Nel pomeriggio lo sciopero con­tro la «scuola geneticamente mo­dificata» di Renzi è continuato con un presidio a Montecitorio. «La riforma va ritirata e riscritta -ha detto Marcello Pacifico (Anief) - Se il Odi Buona Scuola verrà ap­provato, andremo a fare ricorsi ai tribunali, costi quel che costi».

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IA{ìAll[1fA1mMIZZOGIORNO Data

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25-04-2015 13 1

SCIOPERO DI ANIEF, UNICOBAS E USB

Sei e Movimento 5 Stelle: Renzi ascolti la piazza. Forza Italia: sosteniamo il premier, ci sono aspetti della legge che condividiamo

Il sottosegretario all'Istruzione: il ddl sarà legge a giugno. Circa 2.400 gli emendamenti. La Commissione inizierà la discussione lunedì

Scuola, proteste in tutta Italia La Giannini zittita dai Cobas a Bologna. Da Nord a Sud, «fiash mob» di insegnanti a lutto

• ROMA. In Parlamento il ddl «La buo­na scuola», in piazza la protesta. La più accesa alla Festa dell'Unità di Bologna, dove il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, è stato contestato dai Cobas e il dibattito è stato interrotto. È un malumore diffuso quello che sta sollevando la ri­forma della scuola varata dal Governo Renzi. Un malumore che riempie le piazze. E non solo di proteste sindacali. A fianco degli scioperi e dei cortei, c'è la protesta silenziosa, spontanea e auto-organizzata dei lavoratori della scuola. Sfociata avan­tieri sera in unflashmob, che ha celebrato il funerale della scuola statale in oltre cento piazze. E ieri la replica, con uno sciopero nazionale proclamato da Anief, Unicobas e Usb e un corteo di «10 mila persone», tra prof e personale Ata, a Roma per dire che «la scuola la cambiamo noi». Ma il governo va avanti. Il sottosegretario all'Istruzione, Davide Faraone, promette

che il ddl diventerà legge a giugno. Una posizione non condivisa da tutti. Il

ministro Giannini ieri sera è stato con­testato alla Festa dell'Unità di Bologna da alcune decine di persone, studenti e in­segnanti del Cobas scuola, che hanno in­terrotto il dibattito al quale era invitato. Appena ha iniziato a parlare i contestatori hanno cominciato a battere cucchiai e for­chette su pentole e padelle impendendole di fatto di parlare. Dopo 20 minuti il di­battito è stato annullato. Nonostante i ri­petuti appelli al dialogo i manifestanti non hanno interrotto la loro rumorosa pro­testa e il ministro se ne è andato.

Intanto ieri è scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti al ddl in Commissione Cultura e Istruzione alla Camera. Circa 2.400 quelli pervenuti. Il gruppo misto, ad esempio, ne ha depositati circa 100 per chiedere tra le altre cose «maggiori garanzie ed equità nelle assun-

BOLOGNA Studenti e insegnanti Cobas hanno interrotto il dibattito della Giannini

zioni». Faraone intanto ha rassicurato gli idonei del concorsone del 2012, al momen­to esclusi dal piano di assunzione, per i quali «stiamo cercando una soluzione», e parlando delle proposte di modifica avan­zate dal Pd, ha annunciato una delega al Governo per introdurre la valorizzazione del Made in Italy in tutte le scuole.

La Commissione inizierà la discussione lunedì alle 10, mentre ieri è stato il turno delle piazze. Anche di quelle virtuali: su Twitter sono state postate le foto dei flash mob.

Sel e Movimento 5 Stelle hanno invitato il governo ad ascoltare la piazza.

Diversa invece la posizione della re­sponsabile scuola di Forza Italia, Elena Centemero, che chiede lo stop al corpo­rativismo e invita Renzi ad andare avanti, perchè nel ddl «ci sono aspetti che con­dividiamo e che sono stati parte dei nostri programmi».

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Scuola: testate nazionali Pag. 81

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Il Sole?]{! mmrn

La voglia di Cina passa dagli studi di economia Alberto Magnani

Quasi 150 candidati, 22 aziende, una trafila di colloqui vis a vi. Destinazione? Cina. La voglia di decollare per lAsia si scrive nei numeri della quinta edizione dell'Italy China Care­er Day, l'evento di recruiting organizzato lo scorso 20 aprile dalla Fondazione Italia Cina in partnership con Associna, la collaborazione di Assolom­barda e la sponsorizzazione di Assicurazioni Generali. Sui 438 curricula inviati per le ses­sioni di colloqui pomeridiani, meno della metà (144) ha su pe­rato la selezione e una quota di poco inferiore (138) è finita in lista d'attesa.

Ma cosa serve per candidarsi a un impiego nel gigante asiati­co? E quali sono i settori con più "fame" di neolaureati italiani? Francesco Boggio Ferraris, re­sponsabile della Scuola d for­mazione permanente della Fondazione Italia-Cina, sfata alcuni miti sulle (ex?) carte giu­ste per fare breccia tra le azien­de operative nel Far East: «Un tempo si pensava che potesse bastare, ad esempio, una laurea in lingue orientali. Solo per questa tornata di selezioni, si sono presentati 88 ragazzi con una laurea linguistica tradizio­nale e ben 121 con una laurea in lingue rinforzata da specializ­zazione economica. Vuol dire qualcosa».

Tra i big presenti sono emersi nomi come Pirelli, Bulgari e Ma­gnetiMarelli, oltre aBankof Chi­na e lo sponsor Generali. E non a caso, spiega Boggio Ferraris,

«gli identikit più richiesti sono quelli con formazione in econo­mia,luxuryefashion,ingegneria (soprattutto aeronautica, elet­tronica, gestionale, automazio­ne, chimica, dei materiali), desi­gn industriale e informatica. Ma non bisogna trascurare le occa­sioni offerte da settori inediti».

Qualche esempio? Agroali­mentare, sport e spettacolo: dal cinema alle gallerie d'arte, busi­ness in fermento per una Cina che sta già corteggiando pro­duttori europei e statunitensi. La maggioranza dei curricula arrivadaunder30,maèlastessa Fondazione a precisare che non c'è alcun «range anagrafico» prefissato. Anzi: «Se cinque an­nifasi presentavanosolocandi­dati freschissimi di laurea, oggi l'asticella si sta alzando. Così come non è necessario aver fat­to esperienza in Cina» dice Boggio Ferraris.

Molto meno morbidi i requi­siti linguistici: difficile superare uno screening senza un livello di 4-5 nella certificato Hsk, una valutazione simile al B2 in lin­gua inglese.

Ed è solo la premessa, perché lavorare in Cina significa cono­scere il mercato cinese, le sue sfumature e le differenze più radicali rispetto al modello eu­ropeo: «La lingua non basta più, per essere assunti. Si è andato assottigliando il valore della lingua, per far inspessire quello della cultura. La persona deve saper entrare nella psicologia dei consumatori cinesi, deve saper entrare nel mercato».

©RIPRODUZIONE R!SERVAT A

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I più richiesti. Formazione in economia, luxury, fashion e ingegneri

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IL GIORNO iilèso.i.,1 QJiriilllO LA NAZIONE

Cresce lill Rete dei musei a.m1iversitari italiani che, costituita tre anni fa tra dodid atenei, coll"fita ora due in più, Genmra e più due musei territoriali: il museo regionale di scienze naturali a Torino e i musei civici di Reggio Emilia, che ospitano coUezicmi scientifiche deU'Università di Modena e

Quotidiano Data 25-04-2015 Pagina 21 Foglio 1

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Gazzetta del Sud

Giannini infuriata «Gli squadristi?· Sj rassegnino, rivoluzioneremo .la scuola»· • «Mi hanno insultata. Non mi hanno permesso di parlare. Come li vuole chiamare? Squadristi. Insegno linguistica e non trovo altro termine». Parole della titolare demstruzione Stefama Giannini su quanto accaduto a Bologna. Il Pd si è diviso su definizioni così tranchant mentre gli insegnanti sono in subbuglio per questa decisiva riforma. • Pag. 5

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il Centro

CROLLO ALL'UNIVERSITÀ

ccNoi con Salvini» scrive al ministro •• Lettera aperta al ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, dei giovani abruzzesi «Noi con Salvini», in merito al crollo del controsoffitto in un'aula del dipartimento di Lingue, all'università D'Annunzio. «A nome del Movimento», scrive il coordinatore regionale Paolo Pelini, <de chiediamo cosa intenda fare i I Governo per evitare i I ripetersi di una medesima situazione visto che più volte è stato segnalato il problema sia nell'università D'annunzio sede di Pescara che in quella con sede a Chieti».

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Gazzetta del Sud Data 26-04-2015 Pagina 3 Foglio 1

Urla e pentole. Stefania Giannini (a destra) davanti a un gruppo di contestatori "armati" di pentolacce

Alla Festa dell'Unità

Ministro contestato a Bologna Giannini non ha potuto parlare L:organizzatore Querci: «E stato un agguato in piena regola»

Giorgia Bentivogli BOLOGNA

Per Fabio Querci, responsabile della festa dell'Unità di Bolo­gna, la contestazione al mini­stro dell'Istruzione Stefania Giannini«èstatounagguatoin piena regola, sicuramente programmato da tempo. Il di­ritto di manifestare - sottoli- .. nea ancora -si ferma un minu­to prima del fatto di rendere non possibile una manifesta­zione, come è successo ieri».

Querci racconta che chi era tra i protagonisti della "pento­la da" che ha costretto il mini­stro alla ritirata, era pratica­mente impossibile da indivi­duare, vi&to che si è seduto pri­ma dell'arrivo del ministro nel­l'area del dibattito, come un qualsiasi spettatore. «Erano maestre, educatrici, persone normalissime come ce ne sono sempre ai nostri dibattiti». Erano presenti anche altri spettatori, ma "essendo in un tendone semichiuso e avendo loro tegami e pentole che face7

vano molto rumore, la situa­zione si è fatta subito dìfficile da gestire. O si facevano usci­re, accompagnandole fuori, ma poteva succedere che la tensione si alzasse eccessiva­mente. Oppure si cercava una mediazione come abbiamo tentato di fare».

Mal'invitoadunodeiconte­statori a salire sul palco per un confronto, è fallita perché, «erano venuti non per con­frontarsi, ma per rendere im­possibile lo svolgimento della manifestazione».

Adesso all'orizzonte c'è il 3 maggio, quando alla festa bo­lognese è prevista la chiusura di Matteo Renzi ed è inevitabi· le pensare che possano esserci nuove contestazioni. «Noi sia­mo tranquilli e sicuri che sarà una festa, anche perché cele­bra 70annidiFestadell'Unità. n mio è un auspicio, e un invi-

A nulla è servito l'invito al confronto diretto sul palco <<Volevano solo bloccare la festa»

to, a far sì che quella che per noi è una giornata di festa non venga strumentalizzata in altri modi. Ma siamo tranquilli sul suo regolare svolgimento».

Certo, quella del parco della Montagnola è una festa trava­gliata. Venerdì sera Giannini era alla sua prima apparizione ad una festa dell'Unità come aderente al Partito democrati­co, sebbene «non ancora tesse­rata». Inoltre, alle feste delllJ­nità emiliane l'episodio di un dibattito annullato per una contestazione praticamente non ha precedenti.

La festa ha già dovuto fare i conti con le polemiche su alcu­ni mancati inviti, PierluigiBer­sani innanzitutto. «lo sono sta­to responsabile della Festa na­zionale dell'anno scorso che ha battuto ogni record di pre-

. senze e incassi, e sono respon­sabile di una festa che dal 1969 non si volgeva più in Monta­gnola. Credo che questo trava· gli o sia più mediatico che reale - spiega Querci -, perché c'è tanta gente. E io sono contento di aver avuto l'idea di tornare dove abbiamo iniziato nel 1951 conlaprimaFestanazio­nale dell'Unità». •

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LA SICILIA

Dopo I' «agguato» a Giannini preoccupazione per il premier

BOLOGNA. Per Fabio Querci, responsabile della Festa dell'Unità di Bologna, la contestazione dell'altroieri sera al ministro della Istruzione Stefania Giannini «è stato un agguato in piena regola, sicuramente programmato da tempo, noi abbiamo ritenuto tenere un clima sereno perché gli animi potevano accendersi. Fermo restando che il diritto di manifestare si ferma un minuto prima del fatto di rendere non possibile una manifestazione, come è successo". Querci racconta che chi era tra i protagonisti della "pentolada" che ha costretto il ministro alla ritirata, era praticamente impossibile da individuare, visto che si è seduto prima dell'arrivo del ministro nell'area del dibattito, come un qualsiasi spettatore della Festa. «Erano maestre, educatrici, persone normalissime come ce ne sono sempre ai nostri dibattiti». Erano presenti anche altri spettatori, ma «essendo in un tendone semichiuso e avendo loro tegami e pentole che facevano molto rumore, la situazione si è fatta subito difficile da gestire. O si facevano uscire, accompagnandole fuori, ma poteva succedere che la tensione si alzasse eccessivamente. Oppure si cercava una mediazione come abbiamo tentato di fare». Ma la mediazione, cioè l'invito ad uno dei contestatori a salire sul palco per un confronto, è fallita perché <<erano venuti non per confrontarsi ma per rendere impossibile lo svolgimento della manifestazione. Questo era era lo scopo, c'era tutto tranne che la volontà di confrontarsi». Adesso all'orizzonte c'è il 3 maggio, quando alla festa bolognese è prevista la chiusura di Matteo Renzi, ed è inevitabile pensare che possano esserci nuove contestazioni. «Noi siamo tranquilli e sicuri che sarà una festa. li mio è un auspicio, e un invito, a far sì che la festa non venga strumentalizzata».

GIORGIA BENTIVOGLI

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Pubblico impiego Il punto chiave

Il cardine del sistema è l'incarico triennale da ottenere con «gara» pubblica

I La valutazione

I

L'obiettivo finale è censire e premiare chi si dimostra più flessibile ed efficace LA RIFORMA MADIA

L(},Pa prepara il tumover dei dirigenti Mob1hta, parametri standard e ruolo unico per 41.500 manager nel Ddl che da domani cerca il primo sì al Senato

Gianni Trovati Unagarapubblicaognitreanni

-oppure ogni sei per i più "fortuna­ti" -per ottenere gli incarichi, valu­tazionibasatesurequisiti, parame­tri standard e obiettivi e mobilità più semplice fra le diverse ammi­nistrazioni e fra la Pa e il mondo privato.

Suona così la descrizione della vita futura del dirigente pubblico, prospettata dalla delega sulla ri­forma della Pubblica amministra­zione che dopo una navigazione parlamentare non proprio fulmi­nea arriva domani al primo voto decisivo nell'Aula del Senato. Per rispettare il calendario governati­vo, che prevederebbe approvazio­ne finale e primi decreti attuativi entro l'estate, bisognerà accelera­re parecchio, perché anche la Ca­mera vorrà ovviamente dire la sua eunaterzaletturaaPalazzoMada­ma è quasi scontata. In ogni caso, il testo che uscirà in settimana dal Senato indica in modo preciso la direzione che governo e Parla­mento vogliono far imboccare alla riforma della Pubblica ammini­strazione,apartiredaltemapiùde­licato dal punto di vista politico: le nuove regole per 4J..500 dirigenti pubblici italiani

Gli obiettivi Le parole d'ordine evocano «mo­bilità» e «merito», come accade per ogni riforma della Pubblica amministrazione che si rispetti. Stadifatto, però, che i tentativi por­tati avanti finora, compresi quelli più "aggressivi" previsti dalla ri­forma Brunetta, non sono andati a segno.Al punto che il riassunto più efficace dei «nodi irrisolti» della dirigenza pubblica si legge nell'ul­timo rapporto della Corte dei conti sul coordinamento della finanza

pubblica: «Un idoneo sistema di valutazione della capacità mana­geriale, presupposto per la corre­sponsione della retribuzione di ri­sultato, non è mai entrato a regi­me», scrivono i magistrati conta­bili, e nessun passo avanti è stato fatto nella ricerca dell'equilibrio fra «le esigenze di flessibilità orga­nizzativa» e «l'effettiva autono­mia gestionale dei dirigenti nei confronti degli organi politici». Tradotto, significa che i dirigenti, pur avendo pagato dazio per il con­gelamento di contratti e retribu­zioni individuali, hanno continua­to aricevereivecchi "premi"gene­ralizzati a prescindere dai risultati raggiunti, e che il rapporto con la politica è tutt'altro che risolto.

Il ruolo unico Proprio su questi due temi inter­viene il capitolo più discusso della riforma, quello che passa sotto l'etichetta di «ruolo unico» della dirigenza pubblica. Sul piano ope­rativo,inrealtài «ruoli unici» sono tre, dedicati rispettivamente ai di-

rigenti statali, regionali e degli enti locali, ma nelle intenzioni della ri­forma le tre strade saranno disci­plinate da regole identiche e do­vranno avere molti incroci per permettere il passaggio da un set­tore all'altro.L'obiettivo, sul quale lo stesso ministro della Pa e della semplificazione,MariannaMadia, ha insistito più di una volta, è quel­lo di creare il «dirigente della Re­pubblica», abbattendo le barriere che trasformano in compartimen­ti stagni i vari settori dell'ammini­strazione.

La valutazione periodica Come ci si riesce? Il cardine del si­stema pensato dal governo, e con­fermato nella sostanza dall'esame

in commissione Affari costituzio­nalialSenato, è l'incarico triennale da ottenere con "gara" pubblica. Il nuovo sistema, se arriverà al tra­guardo, com'è ovvio interesserà per primi i41.500 dirigenti di Stato, Regioni,sanità(nonimedici)ede­glientilocali,chetransiterannonei rispettiviruoli unici e porteranno a scadenza gli incarichi annuali, ma poi entreranno nel sistema trien­nale assieme ai nuovi dirigenti re­clutati con concorsi annuali. Con l'obiettivo, indicato espressamen­te dalla delega, di «graduale ridu­zione del numero dei dirigenti», nei settori in cui sarà necessario.

In pratica, per ogni futuro inca­rico di vertice andranno pre-defi-

niti i requisiti, e su questa base l'amministrazione lancerà una se­lezione pubblica: ogni candidato dovrà mettere sul piatto il proprio curriculum, una commissione na­zionale (una per ciascuno dei tre ruoli) lo valuterà e proporrà una preselezione dicandidatifrai quali l'amministrazione individuerà il prescelto. Se l'incarico dirigenzia­le è di livello inferiore, la commis­sione dovrà invece valutare ex post la «congruità>> della scelta. In tutti i casL una marcia in più nella valutazione dovrà essere garantita a chi ha in curriculum esperienze in più settori, compreso il privato. Il posto così ottenuto durerà tre annL e potrà essere rinnovato una volta sola prima di doversirisotto­porre alla selezione pubblica.

Il rischio «parcheggio» Ad allarmare di più i diretti inte­ressati è il parcheggio, necessaria­mente temporaneo, per chi ri­marrà a secco di incarichi. In que­sticasi,i dirigentisarebberocollo­cati «in disponibilità», mantenendo il trattamento eco-

nomico fondamentale e la parte fissa della vecchia retribuzione, ma questa condizione non potrà durareineternoedopo«undeter­minato periodo» porterà alla de­cadenza dal ruolo unico. A deci­dere dopo quanti anni scatterà la tagliola saranno i decreti attuati­vi, ma è ovvio che sul tema si scal-

deranno i dibattiti più accesi.

I nuovi ingressi Analogalastrutturachedovrebbe guidare i nuovi ingressi fra i diri­genti. La porta principale sarà aperta dal corso-concorso, deciso ogni anno sulla base del «fabbiso­gno minimo annuale del sistema amministrativo», che porterà i vincitori a un posto di funzionario per quattro anni, con obbligo di formazione, al termine dei quali si entrerànelruolo unico. In alterna­tiva è previsto il concorso "puro", anch'esso annuale, per ambire aun contratto a tempo determinato triennale, da stabilizzare dopo un esame di conferma (con «even­tuale» dirottamento alla qualifica di funzionario per chi non supera quest'ultima prova).

Tutto il sistema, come è eviden­te, poggia sull'obiettivo di censire (e premiare) i dirigenti più "mobi­li" ed "efficaci'', mentre fuori dai dentiil timore dei direttiinteressa­tiè difinire sotto l'arbitrio della po­litica, se la flessibilità e il ritmo triennale delle verifiche le darà la possibilità di scegliere chi destina­re al parcheggio posto a fianco del­l'uscita dal sistema. Molto dipen­derà dai decreti attuativi e, soprat­tutto, dalla volontà di mettere in piedi un sistema di valutazione davvero indipendente.

gianni.trovati@i/so/e24ore.com ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Sole?]{! mmrn Quanti sono e quanto guadagnano

I COMPARTI

Agenzie fiscali

Enti pubblici non economici

Enti di ricerca

CAPI DIPARTIMENTO/

DIRETTORI GENERALI

4

16

125

686

999

108

DIRIGENTI

I fascia Il fascia

616 . -12,6

85

Ministeri 17 2.727

324

70

99

23

273

127

2.454 • - 16,3

Presidenza del consiglio

Regioni· enti locali*

Regioni autonome*

Sanità**

TOTALE

GLI EFFETTI IN BUSTA

40

859

1.061

12.ll3

3.474

20.017

40.448

Stipendi tordi annui per categoria. Valori in euro

• AGENZIE FISCALI

ENTI NON ECONOMICI

ENTI RICERCA

185.706 88.)50 201.935 104.716 142.883 89.236

I fascia II fascia I fascia II fascia I fascia

• • • PRESJOENZA R.ÈGlONl SANIT.À DEL CONSIGUO ED ENTI lOCAU

111.053 70.077 92.223 85.377 62.043

---· I fascia II fascia Dirigenti Segretari Dirigenti non medici

. (*)Il dato comprende dirigenti, segretari comunali e direttori generali; (**) Esclusi i dirigenti medici

Fonte: elaborazione del Sole 24 Ore su dati Corte dei conti - Relazione 2013 sul costo del lavoro pubblico

II fascia

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DIRIGENTI

27-04-2015 3 2/3

OGNI MILLE DIPENDENTI

29,3

MfNISTERI

182.491 84.778

I fascia II fascia

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Treruoli 11 La riforma prevede la

I costruzione di tre ruoli unici, i con regole uguali e possibile ' mobilità tra i comparti. I tre ruoli

sono dedicati ai dirigenti di Stato, regioni e sanità (dirigenti non medici) ed enti locali. In quest'ultimo, dopo la soluzione ponte di tre anni, confluiranno anche i segretari comunali

L'accesso 1111 Gli attuali dirigenti della Pa confluiranno nei ruoli unici e potranno portare a termine il loro incarico attuale

Doppia selezione 111 Viene fissato ilcriterio della selezione pubblica. Negli incarichi direttivi e di vertice, la commissione nazionale di valutazione pre-selezionerà una rosa ristretta di candidati, fra i quali l'amministrazione dovrà scegliere; per gli altri incarichi valuterà ex post la congruità della scelta

In disponibilità 1111 I dirigenti senza incarico saranno collocati in disponibilità, e dopo un periodo (da definire) decadranno dal ruolo

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Welfare. Non ancora pubblicato l'elenco degli istituti che aderiscono all'accordo per finanziare l'introduzione nello stipendio

Tfr in busta, banche alla stretta finale Per chiedere il prestito serve la certificazione dell'Inps che ha 30 giorni per rilasciarla

Barbara Massara Matteo Prioschi

Con la pubblicazione della circolare 82/2015 dell'Inps può partire l'operazione Tfr in bu­sta paga per le aziende che ero­gheranno direttamente gli im­porti ai dipendenti, mentre qualche passaggio in più è ne­cessario per quei datori di lavo­ro che vorranno accedere alfi­nanziamento ad hoc previsto dalla legge di stabilità 2015.

Chi sceglie questa seconqa opzione, dopo aver raccolto le scelte dei dipendenti, deve chiedete una certificazione al­l'Inps, da presentare necessa­riamente alla banèa che ero­gherà il finanziamento.

Presupponendo che la rie chiesta venga spedita entro fi­ne mese e poiché l'Inps ha 30 giorni di tempo per risponde­re, la certificazione potrebbe arrivare anche oltre il tempo utile per compilare il flusso Uniemens e pagare o men9 il Jfr a maggio.

Q!ianto alle banche che ero­gheranno il finanziamento, si attende la pubblicazione sul si­to dell'Abi degli istituti che hanno aderito all'accordo qua-

Il REQUISITO Secondo l'istituto di previdenza la soglia dei 50 addetti deve essere verificata a fine 2006 e al3ldicembre 2014

CHIUSURA CONTRATTO 111 caso di risoluzione del rapporto di lavoro l'ultima quota dovrà essere pagata direttamente dall'azienda

Lavoro e previdenza

dro sottoscritto con i ministeri dell'Economi·a e del Lavoro. Dalrassociazione bancaria fanno sapere che subito dopo la sottoscrizione dell'accordo quadro, avvenuta il 20 marzo, i principali gruppi bancari han­no avviato l'attività di defini­zione delle procedure interne necessarie all'erogazione dei finanziamenti. Alcuni potreb­bero essere pronti nei primi giorni di maggio. in ogni caso, se un'azienda presenterà do­manda di finanziaìnento, que­stanon verrà scartata a prescin­dere, ma la sua gestione sarà le­gata ai tempi dell'implementa­zione.dell'accordo.

Sempre con riferimento ai requisiti di accesso al finanzia­mento assistito, l'istituto ha fornito importanti precisazio­ni con la circolare 82. La legge di stabilità ha sinteticamente individuato come potenziali beneficiari le aziende con me­no di 50 addetti, mentre il Dpcmattuativo29/2015hapre­cisato che tali imprese devono essere altresì escluse dall'ob­bligo di versaré il Tfr al fondo di tesorerialnps.

Nella circolare 82/2015 l'Inps ha chiarito che le, due

condizioni devono coesistere in quanto l'azienda, oltre a non essere soggetta all'obbligo del versamento al fondo di tesore­ria (in base alla situazione oc­cupazionale cristallizzata al 31 dicembre 2006 ovvero nell' an­no di costituzione, se successi­vo), deve altresì avere un nu­mero medio di addetti inferio­re a 50 unità calcolato al 31 di­cembre 2014 (o nell'anno di inizio attività, se successivo) secondo le regole già previste dal decreto ministeriale del 30 gennaio 2007 e dalla circolare Inps 70/ 2007.

In pratica, affinchè le azien­de già costituite al 31 dicembre . 2014 possano accedere al finan­ziamento il requisito occupa­zionale medio inferiore ai 50 di­pendenti deve esistere sia nel 2006 (o nel successivo anno di costituzione) che nel 2014.

Per le aziende costituite dal 2015 in avanti il requisito, sem­pre calcolato come media an­nuale, dovrà essere invece ve­rificato con riferimento al­l'anno civile di inizio attività (quando cioè inizia l'attività con dipendenti). La conse­guenza, puntualiz'zata dal­l'Inps, è che l'aècesso al credi-

to sarà consentito solo a parti­re dall'anno successivo e che nell'anno di avvio l'azienda dovrà eventualmente utiliz­zare le risorse proprie per ero­gare la Quir.

Un'altraimportanteprecisa­zione dell'Inps, sempre riferita ai dipendenti delle aziende fi­nanziate dalle banche, riguarda la gestione della cessazione del rapporto di lavoro. In conside­razione del fatto che l' erogazio­ne della Q!iir è di fatto traslata a tre mesi dopo, l'istituto precisa che non sarà oggetto di fman­ziamento solo la Q!iir maturata nel mese della cessazione.

Ad esempio in caso di cessa­zione intervenuta a maggio 2016, il datore di lavoro ero­gherà (a maggio) le Quir di marzo e aprile ricorrendo alfi­nanziamento ·assistito, e la Quir di maggio utilizzando ri­sorse proprie.

Questa particolare situa­zione sarà poi gestita nel flusso Unieniens dandone evidenza nell'elemento «QUIRFinLiQuidata» dupli­cando i relativi dati per cia­scuri mese a cui si riferisce l'importo erogato e finanzia­to nel mese di cessazione.

© R!PROD\JZIONE RISERVATA

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Le due opzioni

.Il Tfr in busta paga deve essere pagato direttamente dal datore di lavoro se questi ha almeno · so addetti alle sue dipendenze. Invece le aziende più piccole possono scegliere se pagarlo direttamente o utilizzare un finanziamento ad hoc çhe verrà restituito in unica soluzione al termine dell'operazione, nel mese di ottobre del 2018. Nel primo caso, il Tfr si trasfor­ma in Quir (quota integrativa della retribuzione) già il mese successivo a quello in cui il lavoratore ha presentato la relativa richiesta. Nel secondo caso, la norma prevede che il finanziamento e la Quir avvengano con uno slittamento di tre mesi. Quindi, ipotizzando che il lavoratore presenti la domanda in aprile, il Tfr di maggio entrerà nella busta paga di agosto e così via

. fino a giugno 2018, ultimo mese utile, che sarà "pagato" a settembre 2018. Per richiedere il finanziamento è necessaria una certificazione dell'azienda da parte dell'Inps e una visura. camerale.

I passaggi previsti per erogare il tfr in busta paga

SE SI RICORRE AL FINANZIAMENTO

.............

Pubblicazione, sul sito dell'Abi delle banche aderenti all'accordo

o

Raccolta delle rich1este dei dipendenti

entro aprile

···· ..... ..··

Certificazione dell'azienda dall'Inps

+visura camerale

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SE NON SI RICORRE AL FINANZIAMENTO

Contratto di finanziamento con la banca

25-04-2015 13 2/2

Da maggio si può ·liquidare la Quir

Da agosto può partire il finanziàmento per

pagare la Quir di aprile

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Analisi Le casse di categoria hanno sfruttato il buon andamento dei mercati. L'inflazione piatta congela la liquidazione

Previde L'accelerata dei fondi pensione In tre mesi rendimenti del 4,50/o, mentre il Tfr tenuto in azienda si è rivalutato solo dello 0,3% Massicci (Covip): il sistema dà buoni risultati, ma per convincere i non iscritti serve più efficienza

DI ROBERTO E. BAGNOLI

L a pensione di scorta corre grazie alle azioni, e stravin­ce sul Tfr. Malgrado i risul­tati molto positivi, però, le

adesioni non crescono. Nei primi tre mesi del 2015 si è attestato al 4,5% il rendimento medio offerto dai fondi pensione negoziali, azien­dali o di categoria. Il Tfr nello stes­so periodo ha reso lo 0,3%, al netto dell'aliquota del 17%. Nei primi tre mesi del 2015 il risultato migliore è il 10,9% della linea azionaria di Fondaereo (piloti e assistenti divo­lo). I fondi pensione vincono anche nel medio termine: fra il primo gennaio 2000 e il 31·marzo scorso tutti i tre maggiori esistenti all'ini­zio del periodo considerato hanno battuto nettamente il 48,5% della liquidazione. Il migliore è stato Fondenergia (energia e petrolio) con 1'82,4%, seguito da Fonchim (chimica e farmaceutica) con il 70,6% e da Cometa (industria me­talmeccanica e orafa): 69,9%.

Ritaglio

Lavoro e previdenza

«Il sistema ha mostrato in que­sti anni una buona capacità di te­nuta - sottolinea Francesco Mas­sicci, nuovo presidente della Covip (Commissione di vigilanza sui fon­di pensione)-. I fondi hanno as­sorbito le conseguenze delle turbo­lenze finanziarie della prima deca­de degli anni Duemila, realizzando risultati positivi anche in rapporto alla rivalutazione del Tfr lasciato in azienda. Il dato relativo alle adesio­ni rimane non pienamente soddi­sfacente e la crescita tra le diverse forme è diseguale. In particolare premia quelle come i Pip, Piani previdenziali individuali di tipo as­sicurativo, che sono maggiormente trainate da reti di vendita a diffu­sione capillare sul territorio, e re­munerate in base al volume di pro­dotti collocati sul mercato».

A partire da maggio, l'Inps còn­sentirà a chi possiede il Pin di effet­tuare, sul sito www.inps.it, una si­mulazione della prevista data di pensionamento e dell'importo del vitalizio. «Non si possono che con­dividere iniziative del genere, che consentono di acquisire stime circa

la pensione attesa dal sistema ob­bligatorio - commenta il presi­dente della Covip -. Questo, tra l'altro, assume particolare impor­

. tanza per consentire di decidere per tempo sulle ulteriori risorse che si ritiene opportuno accumula­re con il sistema complementare. Su questa strada, d'altronde, il set­tore si è mosso da diversi anni: la Covip ha reso obbligatoria la "bu­sta arancione" da parte dei fondi pensione già dal gennaio 2008)>.

Prima dell'adesione, infatti, tutti gli strumenti previdenziali devono consegnare una proiezione stan­dardizzata relativa ad alcune figu­re-tipo. Una volta l'anno insieme alla comunicazione relativa alla po­sizione contributiva dev'essere consegnata una proiezione perso­nalizzata, calcolata a partire dalla posizione individuale maturata fi­no a quel momento. «Nel corso del programma, inoltre, i fondi devono consentire a tutti gli interessati di effettuare simulazioni personaliz­zate mediante appositi motori di calcolo sui propri siti», aggiunge Massicci.

Pericoli La legge di Stabilità ha introdot­

to, però, due misure che rischiano di lanciare altrettanti siluri contro lo sviluppo della previdenza com-plementare: l'aumento. della tassa­zione sui rendimenti dei fondi pen­sione (dall'l1,5o/o al 20%, con un'ali­quota ridotta al 12,5% per gli attivi investititi in titoli di Stato). Il se­condo è la possibilità, prevista an­che per gli aderenti ai fondi, di ri­chiedere in busta paga il Tfr fino al 30 giugno 2018. «L'incremento della tassazicine non va evidente­mente nel senso di favorire l'avvici­namento alla previdenza comple­mentare - sottolinea il presidente della Covip - ma dev'essere ri­collegato a una più complessiva va­lutazione delle esigenze, compiuta dal governo. La misura del Tfr è temporanea. Il "progetto previden­za complementare" deve, però, as­sumere un ruolo importante nel­l'ag~nda governativa. Ma gli stessi fondi devono stimolare l'interesse dei potenziali aderenti con maggio­re efficienza e capacità gestiònali». ·

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La rivalutazione del Tfr è al netto dell'imposta del 17%. Fonte: CorrierEconomia.

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la Repubblica Data

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26-04-2015 20/21 1 / 2

Ecco il calcola-pensione deb~tta a maggio la simulazione online L'Inpslanciailsitoche "prevede" l'a&5egno finale Al via con gli under 40, entro il 2016 per tutti

ROBERTO MANIA

ROMA. Parte l'operazione "la mia pensione". Dal primo di maggio sarà possibile per i primi cinque mi­lioni di lavoratori simulare il calcolo della propria pensione futura. È la prima tappa di un progetto che por­teràentroil 2016tuttii 23 milionidi lavoratoriiscrittiall'Inpsaconosce­re la propria situazione contributi­va, calcolarel'importodell' assegno pensionistico, simulareglieffettisu quest'ultimo provocati da eventua­li cambiamenti del rapporto di la­voro (il passaggio, per esempio, dal lavoro dipendente all'autonomo), o di interruzioni nel percorso pro­fessionale (cassa integrazione o di­soccupazione), oppure da sensibili variazioni (in alto o in basso) delle dinamiche retributive. Uno stru­mento perché ciascun lavoratore abbia consapevolezza del suo futu­ro pensionistico tanto più in un si­stema, quello contributivo, che le­gai' ammontare della pensione alla quantità di versamenti effettuati durante la propria vita lavorativa, diversamente dal vecchio sistema retributivo che consentiva sostan­zialmente di definire la pensione in

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Sarà pos.sibile simulare le variazioni di rapporto di lavoro o di contribuzione e calcolarne gli effetti --------------

base all'ultimo stipendio. simulazione «Che non ha alcun va-Con il sistema contributivo le va- lore certificativo», si passa alla

riabili sono molte di più (contano schermatasuccessivacontuttiida­anche landamento dell'economia ti sui versamenti effettuati con i pe­e l'invecchiamento della popolazio- riodi (suddivisi in settimane) di ne) ed è giusto che chi versa i con- contribuzioneeirelativiammonta­tributi abbia chiaro l'impatto sulla re. Infine c'è la schermata in cui ap­pensione. Il modello fortementevo- pare la pensione di vecchiaia o quel­luto dal nuovo presidentedell'Inps, la anticipata, calcolatiinmonetaco­Tito Boeri (il precedente, Antonio stante,eiltassodisostituzionecioè Mastrapasqua parlò addirittura di ilrapportotral'ultimaretribuzione rischio di una «rivolta sociale» nel e la pensione. In questa sezione è caso fosse consentito ai parasubor- possibile simulare le variazioni di dinati di simulare la propria pensio- rapporto di lavoro o di contribuzio­ne) si ispira molto a quella "busta ne calcolarne poi gli effetti sull'as­arancione" introdotta in Svezia già segno di quiescenza. negli anni Novanta. La differenza è All'inizio l'Inps invierà una mail che a casa del lavoratore non arri- informativa solo a coloro che già verà alcuna busta (arancione era possiedonoilpinperiservizionline appunto quella prevista in Svezia) dell'istituto, dopo l'estate ci sarà ma tutto si svolgerà online sul sito una campagna per sollecitare i la­dell'Inps nel cui servizio si potrà ac- voratoriachiedereilpin.Damaggie cedere attraverso un p!Jl. Gli uffici ilserviziosaràdisponibilepergli un­dell'Inps svolgeranno attività di as- der 40 (con almeno cinque anni di sistenzaeconsulenza. Tuttaviail si- versamenti), da giugno sarà dispo­mulatore messo in campo dai tecni- nibile anche per gli under 50. Entro cidell'istitutodi previdenza appare l'anno potranno accedervi circa 18 piuttosto semplice: si entra con i milionidilavoratori.Entroil2016si propri dati nel servizio, dopo una estenderàall'interaplateadi23mi­prima schermata che introduce i lioni di contribuenti compresi i la­principi cardine del sistema contri- voratori domestici e gli agricoli. butivo e precisa che si tratta di una

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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la Repubblica

PIN Per accedere al servizio in linea"Lamia pensione" bisognerà richiedere un pin sul sitowww.inps.it

UNDER40 I primi a poter utilizzare il simulatore saranno i lavoratori under 40 già in possesso del pin per i servizi onlinedell'lnps

SIMUWIONE La simulazione del calcolo della pensione non certifica l'importo Serve a rendere i lavoratori consapevoli del proprio futuro previdenziale

VARIABILI Sul calcolo dell'assegno pesano i contributi versati, l'età in cui si cessa il lavoro, l'andamento del Pii, le aspettative di vita

Lavoro e previdenza

lASCHERMATA DI CALCOLO Ecco cosa vedrà, accedendo al suo profilo lnps, un lavoratore nato nel 1979.11 sistema evidenzia la data del pensionamento di vecchiaia e l'importo (in questo caso4. l 23 euro nel 2049) e dell'assegno di anzianità (3.295 euro nel 2046) oltre al tasso di sostituzione (differenza tra pensione e retribuzione)

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Giusto chiedere le dimissioni di tutti gli amministratori sotto accusa. Noi viviamo

di reputazione ILJOBSAO

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90% degli assunti è a tempo

indeterminato

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PROVINCE

Mobilità, al via

il portale DI GIOVANNI GALLI

Al via il porùtle dellamo­bilità nella p.a., indtSpen.o • sabile per garantire la ri­collocazione del personale in esubero. È disponibile all'indirizzo http://www. · mobilita.gov.itl la fun­zionalità che consente a ciascun ente di area vasta l'inserimento dei dati rela· tivi al personale destina­tario della ricollocazione mediante procedure gesti­te dal portale della mobi­lità, ai sensi dei commi 423 e seguenti della legge 23 dicembre 2014, n. 190. L'inserimento è finalizzato a favorire l'incontro della domanda e dell'offerta di mobilità. Le amministrazioni, per poter accedere al siste· ma, dovranno registrarsi sull'applicativo al :fine di ottenere le appC)fiite cre­denziali di accesso che saranno inviate via mail all'indirizzo del referente individuato dell'ammini­strazione. Per informazioni e assi­stenza si potrà contattare il desk tecnico attraver­so il numero telefonico 0&'82888. 782 dalle ore 9:30 alle ore UMO, oppure scri­vere ai seguenti indirizzi di posta elettronica.helpde­[email protected] e info@ pec.mobilita:.gov.it Eventnali quesiti di carat· tere normativo potranno essere•mdirizzati al se· guente indirizz'o di posta elettronica segreteriau· [email protected] E sempre intnatenadi pro­vince, si segnala Ja convo­cazione cl& parte dell'Upi di una assemblea straor­dinaria che si terrà il 15 maggio a Roma..Obiettivo dell'incontro rilanciare l'azione politica dell'as·' sociazionet ·attraverso il massimo co'.involgimento dei sindaci e degli anunini­stratori comlUllali proto.go-· nisti dei nuovi enti di area vasta in linea con la rifol" ma Delrio, e, soprattutto, accendere i riflettori sulla

Lavoro e previdenza

gravissima situazione dei servizi ai cittadini, a ri­schio a causia del prelievo di 1 miliardo che, secondo l'Upi, manderà in dissesto gran parte 1delle provin· ce. «La sitmazione delle nostre anuninistrazioni è drammatica. Non siamo più in grado di garantire la sicurezza nelle nostre strade, che siamo costretti a chiudere con grave dan­no sia per i cittadini che per le imprese», ·hanno dichiarato il presidente dell'Upi Alessandro Pa­stacci e i presidenti delle Upi regionali.

Quotidiano Data 25-04-2015 Pagina 30 Foglio 1

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Statali, lopzione del part time per chi è vicino alla pensione ~Ritorna l'ipotesi della staffetta generazionale nel pubblico impiego. Ma i lavoratori dovranno versare da soli i contributi

Il ROMA Ritorna in campo l'ipotesi di una staffetta generazionale nella Pubblica amministrazio­ne. Lo strumento per permette­re lo svecchiamento dei ranghi del pubblico impiego potrebbe essere inserito attraverso un emendamento in aula in Sena­to alla riforma della Pubblica amministrazione che domani riprenderà il suo iter. Ma il pro­getto che sta maturando po­trebbe essere decisamente di­verso da quello inizialmente prospettato dal ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia. La prima volta che il mi­nistro aveva parlato della «staf­fetta generazionale», la possibi­lità, cioè, di anticipare l'uscita di statali vicini alla pensione per permettere l'ingresso di gio­vani, era stato nelle audizioni in Parlamento dopo il suo inse­diamento. Il piano delineato per grandi linee lo scorso anno, prevedeva la possibilità di man­dare in pensione con uno o due anni di anticipo i lavoratori del pubblico impiego ormai prossi­mi all'età della pensione, per­mettendo alle amministrazioni di assumere ogni tre prepensio­nati un nuovo dipendente. Que­sto progetto si era arenato sulle resistenze della Ragioneria ge­nerale dello Stato, preoccupata

dalle ripercussioni di un simile programma sull'equilibrio del sistema previdenziale. Adesso, tuttavia, si sarebbe arrivati ad una sorta di mediazione con i tecnici del Tesoro. Il governo e il relatore alla riforma della Pubblica amministrazione, Giorgio Pagliari, sarebbero pronti a dare parere favorevole ad un emendamento a prima firma Hans Berger, senatore del gruppo delle autonomie.

COSA DICE LA NORMA La norma non prevede un pre­pensionamento degli statali, ma più semplicemente la «fa­coltà» delle pubbliche ammini­strazioni di «promuovere» il ri­cambio _generazionale median­te la riduzione «SU base volon­taria e non revocabile» dell'ora­rio di lavoro e della retribuzio­ne del personale «in procinto di essere collocato a riposo». No­no si tratterebbe insomma, di un prepensionamento, ma pi'ù semplicemente di un part time volontario. Berger aveva già presentato questo emendamen­to in Commissione al Senato, ma era stato bocciato perché la Ragioneria aveva spiegato che, se da un lato si sarebbe rispar­miato sullo stipendio, il costo dei contributi per garantire l'in­varianza della pensione al lavo­ratore part time, sarebbe sem­pre gravata sullo Stato. Dopo

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PALAZZO CHIGI PRONTO A DARE IL VIA LIBERA A UN EMENDAMENTO ALLA RIFORMA DELLA PA IN AULA A PALAZZO MADAMA

un confronto con gli stessi tec­nici del Tesoro, Berger ha rifor­mulato l'emendamento, preve­dendo che l'invarianza della contribuzione previdenziale sia garantita «attraverso la con­tribuzione volontaria ad inte­grazione». Significa che a versa­re la differenza dei contributi tra il part time e il tempo pieno per poter ottenere una pensio­ne piena una volta lasciato il la­voro, Clebba essere il lavoratore stesso. Questo, se da un lato rende sostenibile da un punto di vista finanziario per le casse dello Stato l'operazione, dall'al­tro rischia di renderla insoste­nibile per lo statale eventual­mente interessato al part time. Un dipendente pubblico che guadagna 2 mila euro netti al mese, per esempio, oltre allo stipendio dimezzato per il tem­po parziale, si troverebbe a do­ver versare contributi mensili per altri 300-350 éuro. Un mec­canismo che, insomma, potreb­be rendere decisamente poco appetibile lo strumento della staffetta generazionale. Come detto le votazioni sul disegno di legge sulla Pubblica ammini­strazione riprenderanno doma­ni. Al pettine sono attesi anche altri delicati nodi, come quello sulla riforma della dirigenza pubblica.

Andrea Bassi ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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2008 2012 stima 2013

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Fonte: Ragioneria generale dello Stato

LE FASCE D'ETÀ ------------------------------Rapporto Aran giugno 2013 (dati 2011)

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' In milioni: è il numero dei dipendenti dello Stato. Di questi circa 1,4 milioni sono uomini, mentre 1,8 milioni sono donne. Il comparto con più dipendenti, poco più di un milione, è quello della sèuola, seguito dai lavoratori del servizio sanitario nazionale

' In miliardi di euro: si tratta del costo dei lavoratori dipendenti della pubblica amministrazione. La componente delle retribuzioni pesa sul totale per 113 miliardi, a cui vanno aggiunti 33 miliardi di oneri sociali.

• In euro: è la retribuzione media degli statali. I magistrati, con 142 mila euro medi, sono i più pagati. I lavoratori della scuola, con 29.400 euro di media circa, sono invece il dipendenti pubblici che guadagnano meno di tutti.

Marianna Madia

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sto dalla legge del 2001.

RISPOSTE IN STAND BY La stessa applicazione informati­ca appena potenziata era già atti­va da circa un mese, per l'inseri­mento da parte delle altre ammi­nistrazioni pubbliche dei propri

fabbisogni di personale, per l'eventuale assorbimento dei la­voratori provinciali: la scadenza era fissata al 13 aprile, ma finora ha risposto meno del cinquanta per cento degli enti interessati. In particolare sono state lente nel provvedere proprio le Regio-

00 50% Il numero complessivo di dipendenti provinciale in esubero rispetto alle funzioni non più esercitate

Il ministro Marianna Madia

La percentuale di dipendenti provinciali che dovrà essere avviata alle procedure di mobilità

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ni, che dovrebbero essere desti­natarie della parte più consisten­te del flusso; quasi totale invece l'adesione delle amministrazio­ni centrali.

LucaCifoni ©RIPRODUZIONE RISERVATA

IN ARRIVO ANCHE Il DECRETO DELL'ESECUTIVO CON LA DEFINIZIONE DEI CRITERI DI RICOLLOCAMENTO

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Inps, il Tfr in busta paga da·maggio ~È questa la prima data di pagamento per chi fa domanda entro aprile

LA CIRCOLARE ROMA I lavoratori che presentano la domanda per avere il Tfr in bu­sta paga entro aprile troveranno la quota maturanda (la cosiddet­ta Quir) nella retribuzione di maggio se sono dipendenti di un' impresa con più di 50 dipendenti o di un'impresa più piccola che non faccia ricorso al Finanzia­mento assistito da garanzia. I la­voratori dipendenti di aziende che fanno richiesta del Finanzia­mento di garanzia avranno la quota di Tfr in busta paga a parti­re da agosto. Lo precisa l'Inps in

Lavoro e previdenza

una circolare spiegando che non potranno essere invece anticipa­ti i trattamenti di marzo e di apri­le. L'Inps spiega che il Tfr potrà essere anticipato «a partire dalla busta paga del mese successivo a quello di presentazione dell' istanza, per i dipendenti da dato­ri di lavoro che non ricorrono al Finanziamento».

La scelta, possibile per i lavora­tori dipendenti del settore priva­to con un'anzianità aziendale di almeno sei mesi con esclusione di quelli domestici e agricoli, è ir­revocabile fino al 30 giugno 2018. L'erogazione del Tfr sarà possibi­le invece a partire dalla busta pa­ga del quarto mese successivo a quello di presentazione dell' istanza, per i dipend~nti da dato­ri di lavoro che ricorrono al Fi­nanziamento assistito da garan­zia. Intanto secondo l'Inca della

Cgil, le prospettive future per il secondo pilastro della previden­za, quella complementare, non si annunciano rosee. A sostenerlo è il patronato nella ricerca «Fondi pensione negoziali: un'opportu­nità da cogliere», presentata ieri in occasione dell'iniziativa orga­nizzata a Roma dedicata al tema «La previdenza complementare: a più di 20 anni dall'avvio quali prospettive per il suo futuro?».

Per l'Inca, a influire negativa­mente sulle prospettive di svilup­po delle adesioni ai Fondi pensio­ne sarebbe anche «la scelta del governo di consentire a ciascun lavoratore di incassare per tre an­ni in busta paga l'accantonamen­to futuro del Tfr, che, ancora og­gi, rappresenta la principale voce di contribuzione ai Fondi».

R.Ec. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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Partecipate, tagliati gli stipendi ai dirigenti Palazzo San Giacomo mette il tetto a 120mila euro Palma: servono sacrifici, come li fanno i napoletani

Luigi Roano Troppa disparità, troppa differen­za e soprattutto in un'epoca dove il sorriso è sempre più un evento difficile da trovare perché spento­si sotto il peso della crisi economi­ca, come era immaginabile che un ente pubblico, come il Comu­ne per altro in predissesto, potes­se pagare stipendi fino a 200mila euro l'anno ai dirigenti delle azien­de partecipate? Così, da Palazzo San Giacomo, calala scure, in ma­niera pesante, i quadri e i dirigenti che lavorano nelle aziende del Co­mune devono avere lo stipendio omologato a quello dei pari grado in servizio a piazza Municipio. In soldoni - è il caso di dire - cosa si­gnifica? Il tetto massimo medio fis­sato in Comune è di 120mila euro ali' anno e a quello bisognerà fare riferimento. La delibera che porta la firma dell'assessore Salvatore Palma è in via di approvazione, lo stesso assessore spiega la ratio del­la decisione della giunta. «Biso­gnafare sacrifici, li fanno i napole­tani, li devono fare tutti. Del resto sono altezze di stipendio che non si possono tollerare e sostenere. Il tetto è stato fissato e gli ammini­stratori che non si omologheran­no in tempi stretti verranno rimos­si».

Tempi duri per quadri e diri­genti delle partecipate, per molti anni considerate cassa di compen­sazione per i trombati della politi­ca e una sorta di ammortizzatori

Lavoro e previdenza

sociale per i partiti che le hanno trasformate in carrozzoni costosi e poco produttivi per i cittadini ma molto in termini di voti. Il tetto agli stipendi è solo la prima mos­sa: «C'è tutta la partita del salario accessorio - spiega ancora Palma - a iniziare dagli straordinari, an -che qui il taglio saràdel30percen­to e poi bisogna mettere mano ai premi di produzione e ai supermi­nimi». E qui il gioco si fa ancora più duro. Il premio di produttività nelle participate, visto che il con­trollo serrato dei conti è stato av­viato da un paio di anni, è sempre stato lo strumento per garantirsi, da parte della politica, il favore dei dirigenti. Lo stesso discorso vale pericosiddetti«quadri».InAnmo inNapoliservizi è statala regola ap­plicata con scientifica continuit~. Cosa è il superminimo? Un massi­male che fa lievitare tutte le voci dello stipendio. Così si può essere assunti con il grado che sta ala ba­se della piramide che porta alle po­sizioni apicali e guadagnare quan­to chi sta sulle poltrone più impor­tati. Il premio di produttività è una pratica ancora in uso soprattutto nel pubblico. In buona sostanza un'azienda con il suo amministra­tore fissa degli obiettivi da centra­re, se il traguardo viene raggiunto si hanno appunto i premi di pro­duttività. «Il punto della questione ve-ro - spiega ancora lassessore - è che

nm vognamo caprre se questi premi asse­gnati nel corso degli anni passati e che continuano a vive­re, rappresentino il frutto dirisultatirag­giunti oppure uno spreco perché non c'è controllo».

Il tema in Comu­ne è caldissimo, ieri la giunta ha appro­vato il Rendiconto del 2014 dove grazie ai sacrifici dei napo­letani che pagano le tasse al massimo in quanto ente in predissesto, la tenuta finanziaria regge e si inizia a anche a rosicchia­re qualcosa al monte deidebitia~: cara altissimo. Ma soprattutto s1 e iniziato a lavorare sul bilancio di previsione dell'ultimo anno di consiliatura arancione ed è stato confermato dal governo il taglio di 51 milioni. Inevitabilmente occor­rerà fare nuove economie, di qui la scure sugli stipendi dei dirigenti delle partecipate e la mazzata che si dovrà dare in maniera pesante sui superminimi, straordinari e progetti di produttività. «Questi ul­timi in modo particolare - conclu­de Palma vanno radicalmente mo­dificati, intollerabili in questo mo­mento più che mai. La lotta agli sprechi sarà sempre più dura. Qualche risultato lo si sta vedendo e ci viene anche riconosciuto co­me dimostrano gli attestati disti­ma delle agenzie di rating».

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IL ·'"~MATTINO

I tagli ai dirigenti delle aziende Partecipate

Produttività e superminimi omologati a quelli dei dirigenti del Comune, tagli tra il 30 e il 50%

Licenziamento per i manager che non adeguano le aziende ai nuovi standard

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Straordinari

La riduzione del trenta per cento del lavoro straordinario è la prima mossa annunciata dall'assessore comunale al bilancio

Superminimi

Questa voce accessoria del salario, il superminimo, da tagliare in linea con il clima di austerity

Napoli ~11'111•·u1·:1'1 Premi di produttività

All'esame i premi di produttività assegnati ai vertici della società partecipata

Quotidiano Data 25-04-2015 Pagina 33 Foglio 2 / 2

-L'annuncio

Unicredit assume 120 giovani

Oltre 120 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato sono previsti entro il 2018 nel capoluogo campano con la creazione di "UniCredit Direct" che avrà sede a Napoli Est, nei nuovi locali direzionali che stanno contribuendo al recupero dell'area di Via Brin, nell'ambito del «Grande progetto perla Riqualificazione urbana e dell'area portuale di Napoli Est».

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