Rassegna Stampa di martedì 5 novembre 2013 - SNALS Lombardia · Cambiamo la legge di stabilità no...

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Rassegna Stampa di martedì 5 novembre 2013 SNALS / CONFSAL L'Unita' 05/11/2013 STUDENTI E SINDACATI: INIZIA OGGI L'AUTUNNO CALDO DELLE UNIVERSITA' Corriere del Giorno di Puglia e Lucania 05/11/2013 NIGI (CONFSAL): GIA' IN MOBILITAZIONE NON ESCLUDIAMO LO SCIOPERO Il Golfo Ischia e Procida (Roma) 05/11/2013 SINDACATI IN PIAZZA PER CAMBIARE LA LEGGE DI STABILITA' Il Giornale del Piemonte (Il Giornale) 05/11/2013 SABATO BUS FERMI Il Quotidiano di Sicilia 05/11/2013 OMISSIONE D'ATTI D'UFFICIO, DIRIGENTE CONDANNATA La Citta' (Salerno) 05/11/2013 LETTERE IN RITARDO E OPERATORI STREMATI la Nazione - Cronaca di Firenze 05/11/2013 "SI' ALLE APERTURE STRAORDINARIE MA DIAMO LAVORO AI GIOVANI" Roma 05/11/2013 EX CASSA MARITTIMA, DOPODOMANI SIT-IN FAST-CONFSAL +++ Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 05/11/2013 CENSIS: DIECI CITTA' METROPOLITANE SONO POCHE il Sole 24 Ore 05/11/2013 APPRENDISTATO, LA SCUOLA RILANCIA Corriere della Sera 05/11/2013 LA CLASSE CON TUTTI ALUNNI STRANIERI "UN GHETTO" "NO, COSI' LI AIUTIAMO" Italia Oggi 05/11/2013 CLASSI DI CONCORSO, RIFORMA SPARITA Italia Oggi 05/11/2013 PARITARIE, LA DIFFICILE CORSA A RECUPERARE I FONDI Italia Oggi 05/11/2013 MENSA, VINCE SE MEDITERRANEA Italia Oggi 05/11/2013 NON E' VERO CHE CON IL LICEO DI 4ANNI SI RIDUCE IL PERSONALE - LETTERA Italia Oggi 05/11/2013 VECCHIAIA, LA PENSIONE E' FORZATA Italia Oggi 05/11/2013 DIVIETO DI FUMO, QUANTO E' DIFFICILE ATTUARLO Italia Oggi 05/11/2013 LIBRI DI TESTO, UN VERO OPTIONAL Italia Oggi 05/11/2013 CORSA DI PROF E ATA AI PERMESSI DI STUDIO Italia Oggi 05/11/2013 LA SCUOLA RESPONSABILE ANCHE PER LE AUTOLESIONI Italia Oggi 05/11/2013 OLTRE AL REATO, C'E' PURE IL DANNO Italia Oggi 05/11/2013 ALTERNANZA AD ALTO GRADIMENTO Italia Oggi 05/11/2013 CONTRO LA DISPERSIONE AL SUD, SCENDE IN CAMPO TUTTA LA COMUNITA' Italia Oggi 05/11/2013 INIDONEI, LE NUOVE PROSPETTIVE TRA VISITA MEDICA E MOBILITA' la Repubblica - ed. Milano 05/11/2013 "TROVIAMO I FONDI PER IMPIANTI E SCUOLA" la Repubblica 05/11/2013 ARRIVANO I TAGLI ALLE UNIVERSITA' PIU' VIRTUOSE +++ Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 05/11/2013 PIL, ISTAT TAGLIA LE STIME DEL GOVERNO MF - Milano Finanza 05/11/2013 DA UNICREDIT 30 MILIONI A METALLEGHE MF - Milano Finanza 05/11/2013 CONTRATTO ASSICURATIVO, LO SNA DICE NO ALL'ANIA

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Rassegna Stampa di martedì 5 novembre 2013

SNALS / CONFSAL L'Unita' 05/11/2013 STUDENTI E SINDACATI: INIZIA OGGI L'AUTUNNO CALDO DELLE

UNIVERSITA' Corriere del Giorno di Puglia e Lucania

05/11/2013 NIGI (CONFSAL): GIA' IN MOBILITAZIONE NON ESCLUDIAMO LO SCIOPERO

Il Golfo Ischia e Procida (Roma)

05/11/2013 SINDACATI IN PIAZZA PER CAMBIARE LA LEGGE DI STABILITA'

Il Giornale del Piemonte (Il Giornale)

05/11/2013 SABATO BUS FERMI

Il Quotidiano di Sicilia 05/11/2013 OMISSIONE D'ATTI D'UFFICIO, DIRIGENTE CONDANNATA La Citta' (Salerno) 05/11/2013 LETTERE IN RITARDO E OPERATORI STREMATI la Nazione - Cronaca di Firenze

05/11/2013 "SI' ALLE APERTURE STRAORDINARIE MA DIAMO LAVORO AI GIOVANI"

Roma 05/11/2013 EX CASSA MARITTIMA, DOPODOMANI SIT-IN FAST-CONFSAL +++ Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 05/11/2013 CENSIS: DIECI CITTA' METROPOLITANE SONO POCHE il Sole 24 Ore 05/11/2013 APPRENDISTATO, LA SCUOLA RILANCIA Corriere della Sera 05/11/2013 LA CLASSE CON TUTTI ALUNNI STRANIERI "UN GHETTO" "NO, COSI' LI

AIUTIAMO" Italia Oggi 05/11/2013 CLASSI DI CONCORSO, RIFORMA SPARITA Italia Oggi 05/11/2013 PARITARIE, LA DIFFICILE CORSA A RECUPERARE I FONDI Italia Oggi 05/11/2013 MENSA, VINCE SE MEDITERRANEA Italia Oggi 05/11/2013 NON E' VERO CHE CON IL LICEO DI 4ANNI SI RIDUCE IL PERSONALE -

LETTERA Italia Oggi 05/11/2013 VECCHIAIA, LA PENSIONE E' FORZATA Italia Oggi 05/11/2013 DIVIETO DI FUMO, QUANTO E' DIFFICILE ATTUARLO Italia Oggi 05/11/2013 LIBRI DI TESTO, UN VERO OPTIONAL Italia Oggi 05/11/2013 CORSA DI PROF E ATA AI PERMESSI DI STUDIO Italia Oggi 05/11/2013 LA SCUOLA RESPONSABILE ANCHE PER LE AUTOLESIONI Italia Oggi 05/11/2013 OLTRE AL REATO, C'E' PURE IL DANNO Italia Oggi 05/11/2013 ALTERNANZA AD ALTO GRADIMENTO Italia Oggi 05/11/2013 CONTRO LA DISPERSIONE AL SUD, SCENDE IN CAMPO TUTTA LA

COMUNITA' Italia Oggi 05/11/2013 INIDONEI, LE NUOVE PROSPETTIVE TRA VISITA MEDICA E MOBILITA' la Repubblica - ed. Milano

05/11/2013 "TROVIAMO I FONDI PER IMPIANTI E SCUOLA"

la Repubblica 05/11/2013 ARRIVANO I TAGLI ALLE UNIVERSITA' PIU' VIRTUOSE +++ Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 05/11/2013 PIL, ISTAT TAGLIA LE STIME DEL GOVERNO MF - Milano Finanza 05/11/2013 DA UNICREDIT 30 MILIONI A METALLEGHE MF - Milano Finanza 05/11/2013 CONTRATTO ASSICURATIVO, LO SNA DICE NO ALL'ANIA

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Italia Oggi 05/11/2013 AZIMUT, 5 PROGETTI A FIANCO DI GIOVANI E PMI il Giornale 05/11/2013 CRESCITA E LAVORO, L'ISTAT BOCCIA IL GOVERNO L'Unita' 05/11/2013 CUPERLO: "LA SINISTRA SI BATTE PER L'EQUITA' BASTA METTERE LE MANI

IN TASCA AI PENSIONATI" il Sole 24 Ore 05/11/2013 "OK LA VERIFICA, MA TEMPI TROPPO LUNGHI" il Sole 24 Ore 05/11/2013 "GIA' COPERTO IL 90% DELLE EMISSIONI" Corriere della Sera 05/11/2013 L'ISTAT TAGLIA LE STIME DI CRESCITA SACCOMANNI NON CI STA:

RIFACCIA I CONTI la Repubblica 05/11/2013 LA DECADENZA SLITTA A DICEMBRE PRIMA IL VOTO SULLA LEGGE DI

STABILITA' la Stampa 05/11/2013 CANCELLIERI: "SE NECESSARIO FARO' UN PASSO INDIETRO" il Messaggero 05/11/2013 TORNA LA TASSA SULLE RENDITE PDL, IPOTESI CONDONO FISCALE

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Studenti e sindacati: inizia oggi l'autunno caldo delle università LUCIANA CIMINO [email protected]

Alla riapertura delle scuole avevano annunciato un autunno caldo ed ecco che, dopo la manifestazione dell'Il ot­tobre, gli studenti di tutta Italia torna­no nelle piazze con un calendario di proteste fittissimo per tutto il mese di novembre. Oggi il primo appunta­mento lanciato da Unione degli Uni­versitari (Udu) e Rete degli studenti con sit in e flash mob sotto lo slogan

«Change the way». <<Vogliamo un cambiamento vero - dichiara Gianlu­ca Scuccimarra, coordinatore Udu -per questo domani da Trento a Paler­mo ci mobilieremo per denunciare i problemi che da troppo gravano sull'università». Il 7 e 1'8 tocca invece al Coordinamento Universitario Link. Entrambe le manifestazioni si svolgono in vista del grande corteo europeo del 15 novembre, giornata internazionale dello studente. Poi si aprirà, dal 18, la «Settimana naziona­le di dibattito/mobilitazione negli Atenei italiani», annunciata da un co­municato condiviso straordinaria­mente da tutte le sigle inerenti al comparto: Flc-Cgil, Cobas, Cisl uni­versità, Link (coordinamento univer­sitari), ~ docenti, Cun (Comitato nazionale universitario), Uil, Ugl, Ci­sal, Uds (studenti medi), le organizza­zioni dei ricercatori Cnru e Re­te29Aprile e quelle dei professori Adi, Adu, Andu, Cipur, CoNPass. Sin­dacati, studenti e movimenti voglio­no «sollecitare una riflessione collet-

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tiva e costruire insieme una tempesti­va ed efficace opposizione al proget­to di distruzione dell>Università stata­le». I firmatari del documento ribadi­scono come a partire dalla riforma Gelmini «il sistema universitario sta­tale è stato continuamente e progres­sivamente sottoposto a pesantissimi attacchi di diversa natura che lo stan­no portando ad una vera e propria im­plosione». Tra le cause della crisi del­la formazione universitaria «gli in­genti tagli alle risorse già scarse; l'ac­centramento esasperato dei poteri a livello nazionale e negli Atenei; la messa ad esaurimento di un>intera ca­tegoria; il precariato reso ancor più feroce; la valutazione - mal concepi­ta e peggio realizzata da un>Agenzia che ha commissariato il Sistema uni­versitario - usata come clava per col­pire e demolire piuttosto che per aiu­tare a far funzionare meglio la ricer­ca e l'alta formazione nel nostro Pae­se; lo svuotamento del diritto allo stu­dio che dovrebbe invece essere garan­tito anche a chi è privo di mezzi».

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L'INTERVISTA al segretario generale del sindacato sulla legge di stabilità

Nigi (Confsal): già in mobilitazione non escludiamo lo sciopero D ROMA - "La Confsal ha già proclamato la mobilita­zione contro la legge di sta­bilità, che per alcune federa­zioni, come per esempio la scuola, ha già portato ad azioni di protesta più forti, per poi arrivare a manifesta­zioni nelle regioni e chissà se non anche a uno sciopero ge­nerale. Lo decideremo in questi giorni". Così Marco Paolo Nigi, segretario gene­rale della Confsal e dello Snals, dopo la riunione del Consiglio nazionale della ca­tegoria a Varsavia, commen­ta con Labitalia lo sciopero proclamato da Cgil, Cisl e Uil.

"Stiamo parlando di un provvedimento - sottolinea­che di fatto ha letto solo il presidente americano. Nessuno in Italia ha letto ancora cosa c'è scritto in questo mi­sterioso decreto, ma si è parlato di tut­to e di più. Quando lo leggeremo, quin­di, ritengo che se le cose sono peggiori, e l'immaginazione è sempre più beni­gna della realtà, è probabile che si va­da anche noi a uno sciopero generale di tutte le federazioni".

"Il nostro sentimento sulla situa­zione generale del Paese è di grande preoccupazione, il giudizio sull'azio­ne del governo è fortemente critico, la percezione è che dalle dichiarazioni d'intenti non si sia ancora passati ai

fatti", aggiunge Marco Paolo Nigi. "Ci troviamo, ancora una volta, di fronte a una sostanziale disattenzione della classe politica - dice - verso i reali pro­blemi del Paese e dei cittadini, a una 'presa in giro' di cui hanno la respon­sabilità collettiva tutti i partiti politici e una parte importante degli apparati dello Stato".

"La classe politica, a distanza di mesi, sta dimostrando di essere anco­ra attanagliata dalle sue questioni di sopravvivenza: a difendere l'indifen­dibile, a perpetuare i suoi privilegi e le sue rendite di posizione, a essere 'in­cartata' in uno scontro ideologico",

avverte Nigi, aggiungendo: "Tutto ciò ha portato a quel blocco che ha inquinato la vi­ta sociale e culturale, che ha montato e 'rismontato' rifor­me che non hanno avuto per­ciò continuità e coerenza".

"I nostri settori - sottoli­nea - sono tra i più colpiti da questa discontinuità, da que­ste fratture, da queste ricor­renti marce indietro e fughe in avanti. Il risultato è che non si sono raccolti gli esiti di riforme, non c'è stata azio­ne amministrativa adeguata, non c'è un messaggio chiaro agli addetti ai lavori, non ci sono richieste precise ai gio­vani e alle famiglie, né chiare indicazioni su quello che si promette e su quello che si

vuoI ottenere". "Una situazione pericolosa perché

frammenta il Paese in interessi di par­te, non crea visione del senso di mar­cia, quasi impedisce di formulare un'attesa positiva per un cambiamen­to", rimarca.

"Nonostante la fragilità dell'attuale maggioranza, si prendono provvedi­menti 'forti' nei confronti di tutto il pubblico impiego - conclude il segre­tario generale dello Snals-Confsal -con l'ulteriore proroga del blocco dei contratti di tutto il pubblico impiego, confermata da ultimo con la legge di stabilità".

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APPUNTAMENTI IL 30 NOVEMBRE

SIN DACATI IN PIAZZA P R C BI R ....

LA E GE S BILII Di seguito il documento uni­tario di sintesi condiviso al termine dell'incontro del 28 ottobre u.s. al Centro Con­gressi Cavour di Roma col quale Flc CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS Confsal e Gilda FGU hanno mobilitato la categoria ed indetto una manifestazione nazionale a Roma per il giorno 30 novem­bre 2013.

Cambiamo la legge di stabilità no alla doppia penalizzazione:

blocco del contratto, blocco delle progressioni economiche di anzianità

Esprimiamo netto dissenso sui provvedimenti che pre­vedono il blocco del contrat­to, degli scatti di anzianità e dell'Indennità di Vacanza Contrattuale. Ancora una volta si è voluto infliggere a chi lavo­ra nella scuola un'intollerabile penalizzazione, che non si spiega né si giustifica con le difficoltà finanziarie del paese. È inaccettabile che si prelevi­no dalle tasche dei lavoratori ulteriori risorse, come avviene rastrellando la quota di econo­mie da reinvestire sulla scuo­la per la valorizzazione della professionalità; così facendo

si indebolisce ancor di più il

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potere d'acquisto delle retri­buzioni, peraltro già basso, mentre mancano per i lavo­ratori pubblici gli annunciati interventi di riduzione della pressione fiscale. N o a incursioni legislative in materia contrattuale L'idea di un rinnovo contrat­tuale che riguardi la sola parte normativa non ci trova dispo­nibili; la contrattazione è una leva importante di miglio­ramento del sistema che va sostenuta e valorizzata. Oc­corrono invece più certezze

sui diritti contrattuali, messi continuamente in discussione da interventi legislativi, come avviene anche con il decreto legge n. 104/2013. Servono investimenti e stru­menti di intervento L 'esigenza di passare dalla politica dei tagli, che ha in­debolito nell'ultimo decen­nio l'intero settore formativo, a quella degli investimenti non trova ancora adeguata risposta nell'azione del Go­verno, che risulta sotto que­sto profilo insufficiente. Il "decreto Istruzione", al vaglio

dell' approvazione parlamen­tare, è solo un pallido inizio di un'indispensabile inversione di tendenza. Le risposte che il mondo della scuola e il suo personale si at-

tendono devono arrivare con un rinnovo contrattuale ade­guato ai bisogni di un mondo della formazione in continua evoluzione; serve un contrat­to che riconosca e valorizzi il lavoro di docenti, personale educativo, dirigenti e AIA per gli aspetti economici e nor­mativi e potenzi l'autonomia scolastica. Rispetto a ogni ipotesi di rivisitare la strut­tura salariale, l'anzianità va considerata anche per il futu­ro uno dei parametri utilizzati per riconoscere e valorizzare la professionalità, come av­viene anche negli altri paesi europei. La contrattazione nazionale e quella di istituto, con regole certe e trasparenti, sono stru­menti ineludibili per indivi­duare in maniera condivisa, e quindi rafforzare, i processi di modernizzazione e innova­zione del sistema. Anche per questa via è possibile valo­rizzare, facendo leva sul loro protagonismo, il lavoro di do­centi, personale educativo, di­rigenti e AIA, di cui per troppo tempo non è stato adeguata­mente riconosciuto il ruolo fondamentale che svolgono nell'ambito dell'istruzione e della formazione.

CHIEDIAMO • Un piano pluriennale di inve-

stimenti, per allineare la spesa per istruzione e formazione alla media europea; le risorse van­no trovate aggredendo la spesa pubblica improduttiva, renden­do meno oneroso rassetto po­litico istituzionale, eliminando sprechi e contrastando dura­mente l'utilizzo improprio delle risorse pubbliche, combattendo la scandalosa evasione fiscale, intervenendo sulle rendite fi­nanziarie. • Il rinnovo del contratto na­zionale e il pagamento degli scatti di anzianità, a partire daWannualità 2012, con il reperi­mento delle economie appostate nei bilanci del MEF e del MIUR. • La stabilità degli organici, con l'introduzione dell' organico fun­zionale e pluriennale • Continuità e prospettiva, a par­tire dal nuovo piano triennale di assunzioni, ai percorsi di stabi­lizzazione del personale su tutti i posti disponibili e vacanti per docenti ed AIA. • Un piano nazionale di for­mazione per docenti, personale educativo, AIA e dirigenti, soste­nuto da adeguate risorse. • Il ripristino delle posizioni economiche orizzontali del per­sonaleAIA. • La risoluzione delle questioni aperte su inidonei e docenti IIP (C999 e C555) e sui pensiona­menti "quota 96". • Garanzia del sostegno agli alunni disabili

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RiordhwdeUe province. De Rita: l'esigenza di mantenere e rafforzare un governo di area vasta unitario e coerente è più diffusa

Censis: dieci città metropolitane sono poche Eugenio Bruno ROMA

L'ambito ottimale delle fun­zioni di area vasta resta quello provinciale. Ma per governarlo serve un'istituzione controllata (ed eletta) direttamente dai citta­dini. Un' esigenza che non può es­sere ravvisata nelle sole lO città metropolitane in arrivo dallo gen­naio. A dirlo è una ricerca del Censis che sarà presentata oggi a Roma durante l'assemblea dell'Upi e che è stata anticipataie­ri alla stampa.

Il report dell'istituto presiedu­to da Giuseppe De Rita si inseri­sce nella guerra di numeri dell'ultimo mese tra il ministro degli Affari regionali, Graziano Delrio, e rUpi. Con quest'ultima che ha bocciato il Ddl Delrio all'esame della Camera, perché produrrà 2 miliardi di costi, e il

LA RICERCA Più difficile le economie di scala: oggi 107 enti provinciali gestiscono 7.036 scuole, domani saranno 1.484 comuni a doverlo fare

primo che ne ha chiesto invece l'approvazione entro dicembre per risparmiare 2,5 miliardi ed evitare - ha aggiunto ieri - che si tomi al voto «nell'80% dei consi­gli provinciali».

Nello studio del Censis non ci .sono nuove stime su costi o ri­sparmi, ma c'è up'analisi appro­fondita dei dati territoriali e degli indicatori socio-economici che fa dire a De Rita: «N ella gran par­te delle province italiane si regi­stra una capillare distribuzione sul territorio di popolazione, im­

prese e servizi, cui corrisponde una complessa trama di relazio­ni. Si pone dunque con forzar esi­genza di mantenere e rafforzare un governo di area vasta unitario e coerente». Come? In primis non limitando a lO le città metro­politane che raccoglieranno il te­stimone di altrettante province.

Nell'utilizzare tre diversi para­metri (popolazione di 800mila unità, densità di 300 abitanti per chilometro quadrato e rapporto trai poli ele cinture urbane) lari­cerca si chiede per quale motivo territori come Brescia, Palermo, Bergamo e Catania, «siano desti­nate nei disegni dellegislatore na­zionale a una limitazione dei loro poteri di intervento» e, più in ge­nerale, se abbia senso «un amplia­mento dei poteri di governo loca­le in alcune realtà e diunindeboli­mento in altre». Tanto più che al­cuni sistemi direttamente colle­gati allo sviluppo economico (i si­stemi locali del lavoro e i distretti industrjali) sono in gran parte or­ganizzati su base provinciale.

Il report si sofferma poi sulle economie di scala che oggi ci so­no e domani chissà. Sia per le scuole, visto che ora 107 province

gestiscono 7.036 istituti superio~ ri e in futuro si passerebbe a 1.484 comuni con 4,7 scuole a testa da seguire. Sia per le strade, se è ve­ro che su 150mila chilometri viari oltre llunila sono di livello pro­vinciale (inclusi raccordi auto­stradali e assi di grande comuni­cazioni). Da qui il suggerimento del Censis di affidarne la «titolari­tà a istituzioni elette e controllate dai cittadini che guardano all'in­tero territorio di destinazione e di ricaduta delle politiche» evi­tando il ritorno ai particolarismi.

Conclusioni che il presidente dell'Upi, Antonio Saitta, sotto­scrive. Al punto da chiedere al governo attuale di ripartire «da dove Monti aveva flnito: dagli ac­corpamenti e dall'eliminazione di 7mila enti statali che avrebbe­ro portato un risparmio di 5 mi­liardi di euro».

©RIPRODUZlONERISERVATA

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Welfare. Le novità contenute nel decreto legge Carrozza alle ultime battute del confronto parlamentare

Apprendistato, la scuola rilancia Il raccordo fra istituti e imprese abbandona i «vincoli» regionali Giampiero Falasca

Il decreto legge sulla scuo­la contiene una norma che è giusta dal punto di vista con­cettuale, ma che presenta qual­che punto critico dal punto di vista tecnico. Parliamo dell'ar­ticolo 8 del decreto legge 104/2013, che passa ora al Sena­to dopo l'ok dato giovedì scor­so dalla Camera. Tale norma prevede che le università (con esclusione di quelle telemati­che), le scuole e gli istituti tec­nici superiori potranno stipula­re convenzioni con singole im­prese o con gruppi di imprese, perrealizzare progetti formati­vi congiunti che prevedano che lo studente, nell'ambito del proprio curriculum di stu­di, svolga un adeguato periodo di formazione presso le azien­de, sulla base di un contratto di apprendistato.

Le convenzioni firmate con le aziende avranno la possibili­tà di definire i corsi di studio interessati, le procedure da adottare per individuare gli studenti da coinvolgere nei percorsi di apprendistato, le ca­ratteristiche dei tutori, le mo­dalità di verifica delle cono­scenze acquisite durante il pe­riodo di apprendistato e il nu­mero di crediti formativi rico­noscibili a ciascuno studente (ma viene fissato un tetto mas­simo di sessanta crediti).

La norma afferma un princi­pio valido e indiscutibile, quel­lo dell'alternanza tra i percorsi di istruzione, anche di livello universitario, e il lavoro: tale principio, come accede in altri Paesi europei, dovrebbe infor­mare tutto il nostro sistema edu­cativo, in quanto costituisce la strada maestra per creare un ponte efficace capace di tra­ghettare i giovani nel mercato del lavoro. Il problema della norma sta nel fatto che questo principio, dal punto di vistalegi­slativo, è stato già affermato

nell'ormai lontano 2003, quan­do la legge Biagi (il decreto legi­slativon.276/ 2oo3)haintrodot­to tre diversi percorsi di appren­distato, uno dei quali caratteriz­zato proprio dall'alternanza tra università (o scuola) e lavoro. Per molti anni questa normati­va è rimasta sulla carta, in quan­to non sono state approvate le norme regionali che avrebbero dovuto darvi attuazione. Nel 2011, con il Testo unico sull'ap­prendistato, per superare que­sti ritardi, tale forma di appren­distato è stata riformata, acqui­stando il nome di "apprendista-

Il QUADRO Università e istituti tecnici potranno stipulare accordi con le aziende Lo studente potrà formarsi anche in fabbriche e uffici

La notizia

Il decreto scuola è stato approvato dalla (amera giovedì scorso ed è ora in attesa dell'esame del Senato. In occasione dell'approvazione alla (amera, venerdì l' novembre sul Sole 24 Ore è stata pubglicata una pagina dedicata a tutte le novità contenute nel prowedimento, dall'apprendistato al bonus maturità

to di alta formazione"; la nuova disciplina ha confermato il ruo­lo centrale delle Regioni nella disciplina di questa forma di ap­prendistato, ma ha riconosciu­to la possibilità per le singole aziende, in assenza di una nor­mativa locale, di stipulare inte­se con le istituzioni formative al­lo scopo di attivare il percorso formativo. Anche dopo questa novità, le normative regionali sono rimaste molto poche, e an­che le convenzioni tra aziende e istituzioni normativa.

Il DI 104/2013 ripropone, quindi, un sistema già previ­sto dall'ordinamento, e inve­ce di andare a toccare i punti critici che ne hanno frenato il decollo, la ripropone come se fosse una novità.

A ben vedere,la nuova disci­plina ha un elemento innovati­vo, nella parte in cui si esclude qualsiasi rinvio alle norme re­gionali come fonte di regolazio­ne dell'apprendistato di questo tipo. Q!1esto tipo di soluzione va sicuramente incontro alle esi­genze di semplificazione del mercato, ma non può essere per­seguita in maniera affrettata: le competenze regionali sono san­cite dall'articolo 117 della Costi­tuzione e, per quanto tale nor­ma stia oggi dimostrando tutti i

, suoi limiti, bisogna evitare di an­dare incontro a sicure pronun­ce di incostituzionalità. Una buona prassi seguita in passato per evitare questo rischio è quel­la relativa alla più comune for­ma di apprendistato, quello pro­fessionalizzante: il Testo unico del2011hasuperatolaframmen­tazione regionale, ma solo all'esito di un percorso che ha vi­sto un accordo preventivo in conferenza Stato-Regioni. Sa­rebbe quindi opportuno lavora­re su questi aspetti, onde evita­re inutili ripetizioni legislative che non portano alcun migliora­mento effettivo al sistema.

©RIPROIlUllONE RI~[RVATA

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Le misure del decreto

011 ORIENTAMENTO In materia di istruzione e formazione per il lavoro, il decreto scuola prevede giornate di formazione in azienda per gli studenti, a partire dal primo biennio della scuola secondaria di secondo grado. con particolare riferimento a quelli degli istituti tecnici e professionali

01 I FORMAZIONE È inoltre previsto un programma sperimentale per il triennio 2014-2016, per lo svolgimento di periodi di formazione in azienda degli studenti degli ultimi due anni della scuola

secondaria di secondo grado. che contempla la conclusione di contratti di apprendistato

03 I APPRENDISTATO II decreto introduce l'apprendistato dì alta formazione nel percorsi degli istituti tecnici superiori

041 UNIVERSITÀ le università potranno stipulare convenzioni con imprese per la realizzazione di progetti formativi congiunti i quali prevedano periodi di formazione in azienda sulla base di un contratto di apprendistato

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Creiamo insieme la mobilità di domani. Il tuo business la strada In luropa .

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COBBIEBE DELLA SEBA I

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Prima media «Appena arrivati, devono imparare !'italiano», Dubbi e proteste

A Bologna la classe di soli stranieri Tutti stranieri. Succede a Bolo­

gna dove quest'anno, alle scuole medie «Besta», c'è una prima clas­se sperimentale senza alunni ita­liani. I genitori criticano la deci-

sione presa dal consiglio di istituto ne ammette di aver scoperto l'ac­perché, sostengono, «divide e non caduto solo ieri. Ma, aggiunge, integra». Per iI preside non si trat- «adesso devo leggermi le delibere ta di «un ghetto». La dirigente pro- della scuola perché l'iniziativa as­vinciale che ha dato l'autorizzazio- sunta mi sembra interessante».

A PAGINA 21 Berberi

Bologna Il caso in prima media. I sindacati e la Lega concordi: può anche essere un esperimento interessante

La classe con tutti alunni stranieri «Un ghetto» «No, così li aiutiamo» I genitori italiani contrari. TI preside: devono imparare la lingua

Lui, iI preside, ammette che sono tutti stranieri, ma assicura che non è una classe «ghetto». Loro, i genitori del consiglio di istituto, criticano la decisione perché «divide e non integra». Lei, la dirigente provinciale che ha dato l'autorizzazione, dice di aver scoperto solo ieri che in quell'aula sono tutti migranti. Poi c'è la politica Che reagisce in modi diversi. E forma «alle­anze» inattese tra leghisti e sin­dacati.

Inizia tutto in viale Aldo Mo­ro, nel quartiere multietnico di San Donato, alla periferia nord­est di Bologna Quest'anno alle scuole medie <<Resta» c'è una prima classe sperimentale, la <d A», dove tra i banchi non c'è nemmeno un italiano. Gli alun­ni sono arrivati da poco in città, non conoscono la lingua e han­no tra gli 11 e i 15 anni. Una scelta che iI Consiglio di istituto della scuola non apprezza E at­tacca iI dirigente per aver avvia­to una classe «ghetto». La deci-

sione, scrivono i membri nella lettera, «pone problemi sia for­mali, sia politici e pratici. Eppoi contrasta con i principi di in­clusione e confronto ai quali la scuola di deve ispirare».

«Ma quale classe "ghetto"», ribatte Emilio Porcaro, dirigen­te dell'Istituto comprensivo 10 che include anche la scuola <<Besta». <<Ho preso questa deci­sione per dare una classe ai ra­gazzi appena arrivati in Italia, altrimenti perdevano l'anno -spiega -. Tre mesi fa si sono presentate diciotto famiglie straniere che avevano appena riavuto i figli con iI ricongiun­gimento~ Qui al "Besta" c'era lo spazio per accoglierli e allora ho chiesto di avere un'ulteriore classe all'ente competente».

«Sono stata io a dare l'auto­rizzazione», conferma Maria Luisa Martinez, dirigente del­l'Ufficio scolastico territoriale di Bologna Ma, precisa, «il mio via libera era riferito solo all'av­vio di una nuova classe, scopro

ora che gli alunni sono tutti stranieri. Ho chiesto di leggere i documenti e se è vero quello che mi ha raccontato iI preside si tratterebbe di una sorte di classe "ponte" di qualche mese. Una volta imparato !'italiano, i ragazzi possono essere inseriti nelle altre aule>. Martinez rive­la che quella del <<Resta» non è stata l'unica richiesta. «Se le co­se stanno così - ragiona - mi sembra una buona idea: po­trebbe essere utile prima inse­gnare l'italiano all'alunno ap­pena arrivato, poi portarlo in una classe vera e propria».

Ragionamento che non reg­ge per iI deputato Giovanni Pa­glia (SeI) che chiede l'interven­to del ministero dell1struzione <<per cancellare quello che sem­bra un pericoloso precedente». «Una classe di soli stranieri è un assurdo», attacca Sandra Zam­pa, deputato pd e vice presi­dente della Commissione In­fanzia e Adolescenza Prende le difese del preside la consigliera

della Lega Nord del Comune di Bologna, Lucia Borgonzoni. Appoggiata da Francesca Ruoc­co, della Flc-Cgil, che parla di un progetto «con dei lati positi­vb> e che «se ben fatto è merito­rio».

Classi «ghetto», classi <<pon­te» e ora le classi <diquide» co­me è stata battezzata questa di Bologna. Il senso è sempre quello: un ambiente dove iscri­vere gli alunni stranieri, inse­gnare loro l'italiano e poi inse­rirli nel percorso tradizionale. L'aveva proposta la Lega Nord più di quattro anni fa. Poi l'ave­va rilanciata iI mese scorso con l'introduzione delle «classi di alfabetizzazione». Ma già nel 2009 era arrivata la bocciatura dell' Accademia della Crusca che parlava di iniziativa inutile dal punto di vista scientifico e del­l'apprendimento dell'italiano.

Leonard Berberi 'tII@leonard_berberi

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I numeri Gli stranieri Iscritti nell'anno scolastico 2013-20 14 negli istituti italiani

Piemonte 70.209 .

Liguria 21.511

Lombardia 178.475

-----·--Veneto 83.430

Friuli-Venezia Giuìia 17.557

Abruzzo g-;-;-________ 13.l99 Toscana -----

62.481

Sardegna 5.063 --····_~·"w

Sicilia 24.451

Data 05-11-2013 Pagina 21 Foglio 2/2

NEGLI ANNI (percentuale sul totale degli alunni)

lO

DOVE SONO ISCRITTI 24,5% Scuola -­secondaria di Il grado

23,1% Scuola secondaria di I grado

- 15,5% Scuola

dell'infanzia

36,9% Scuola

primaria

O·ARCD·CQRRIERE DELLA SERA

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Data 05-11-2013 ItaliaOggi Pagina 35

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A 5 anni dalla legge Tremonti-Celmini, e dopo innumerevoli bozze di decreto, nulla di/atto

Classi di concorso, riforma sparita E i docenti continuano ad abilitarsi sulle vecchie cattedre

DI ALESSANDRA RICCIARDI

Rivedere le classi di con­corso per ridurle nel numero e farle corri­spondere ad. aree di­

sciplinari più ampie, funzionali a una gestione più flessibile de­gli organici. Rivedere le classi di concorso anche per farle cor­rispondere alle cattedre attive nelle scuole, cioé alle materie insegnate ai ragazzi in base ai nuovi programmi, e a quelle di cui si ha effettivamente biso­gno. A 5 anni dalla legge che le prevedeva (il decreto legge 112120008), a supporto di una riduzione delle ore di lezione nella più ampia e cruenta ri~ forma Tremonti-Gelmini, e dopo innumerevoli bozze di decreto (se ne contano almeno sei), delle nuove classi di con­corso non se ne sa più nulla. Non se ne ha traccia neanche ai tavoli di confronto con i sin­dacati. Intanto si stanno av­viando per migliaia di docenti precari nuovi percorsi di abi­litazione riservati (i cosiddetti Pas) sulle vecchie classi. Con la conseguenza che potranno anche esserci insegnanti di nuova abilitazione in steno-

dattilografia e trattamento testi (A075 e A076kdiscipline in via di esaurimento e i cui docenti già di ruolo sono stati dirottati per esempio su infor­matica. E si segnalano anche sparute richieste di Pas per la classe di concorso di economia domestica. Il simbolo di un'al­tra Italia.

La mancata approvazione delle nuove classi di concorso sta creando difficoltà anche nella gestione quotidiana de­gli organici a livello territoria­le, nella confluenza tra vecchie classi e nuove cattedre post riforma Gelmini. E numerosi sono i ricorsi da parte di chi si sente scavalcato rispetto alla propria graduatoria.

Francesco Profumo aveva provato, a pochi giorni dalla scadenza del mandato di mi­nistro dell'istruzione, a firma­re il decreto di riordino: per le scuole secondarie, il decreto prevedeva 56 classi di concor­so, di cui 6 di nuova istituzione, al posto delle precedenti 122, a coprire l'intera area umani­stica e scientifica. Altre 26 per gli ~egnanti tecnico-pratici al posto delle 55 del decreto mi-

nisteriale del 1998. Una ri­duzione della frammentazione che rispondeva all'esigenza di una gestione più flessibile dei docenti su ambiti disciplinari più ampi, con risparmi a casca­ta anche sui corsi di formazio­ne e i concorsi (più corsisti a percorso, meno commissioni ai concorsi). Un riordino comples­sivo insomma di ordinamenti e reclutamento che ha dovuto fare i conti con alcune incer­tezze dell'amministrazione e resistenze dei sindacati. «Non si fanno riforme di questo tipo quando ormai il governo è già a casa», tuonò la Flc-Cgil. A creare perplessità la fase tran­sitoria, quella in cui convivono abilitati delle precedenti classi e delle nuove. Preoccupazioni soprattutto per i 170 mila do­centi precari delle graduato­rie a esaurimento: unificare le vecchie classi per dar vita alle nuove significa infatti anche unificare le graduatorie e gli organici. Con la conseguenza che magari un prof al terzo posto di una graduatoria fini­sca per diventare decimo dopo l'accorpamento. «In passato c'è stata una gestione confusa, ma

la revisione delle classi di con­corso per quanto ci riguarda va fatta», dice Massimo Di Men­na, segretario della Uil scuo­la, «garantendo la gradualità dell'attuazione per il personale in servizio sia per la stabilità dell'organico che per la pro­fessionalità», Predica cautela Francesco Scrima, segretario della Cisl scuola: <,visto che è stata fatta una riforma del­le superiori che non è ancora giunta a conclusione, giacché manca l'ultimo anno, e che comunque ha già richiesto un forte adattamento, aspettiamo di vederne i risultati e poi valu­tiamo. Non abbiamo bisogno di approssimazioni, che produr rebbero solo ulteriore disorien­tamento nella scuola». Chiari­sce Mimmo Pantaleo, numero uno della Flc-Cgil: «Non ci sono no ideologici da parte nostra, ma motivazioni di merito, per esempio siamo convinti che vadano ripristinati gli ambiti disciplinari, per consentire lo scambio dei docenti tra medie e superiori. Ma le classi di con­corso vanno razionalizzate, ci sono classi ormai superate così come ne mancano altre di cui si ha estremo bisogno. Non si può pensare però di procedere con la mannaia».

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ItaliaOggi

DI EMANUELA MrcucCI n eintegrati con 11\ le$g~ .. di Stabilità. 220 mihom

• ~ di euro di finanziac ..a.. "menti per le scuole paritarie. Scongi~rato ~osl il dimezzamento del fondI pre­visto per il 2014 che .avreb. be portato lo stanziaI?~nt? per gli istitut1.a 274 mlliom. «Siamo riusciti ad arrivare a 494miljoni, garantendoJa so­pravvivenza di scuol~ chI? al· trimenti avrebbel:o nschlato di chiudere -.spiega Gabriele Toccafondi, sottosegretario all'istruzione con delega per la parità scolastica». Mentre circa 80 milioni dei fondi per il 2012 restano bloccati nelle casse delle regioni pereffetto del decreto del governo Mon-ti che li vincola all'adozione di misure di alleggerimento dei costi della politica dapar-te delle regioni. Tagli e ~n fatico: so iter di recupero delle m~or~e,dl solito mai completo, che SI npete ogni anno e che causano no~ solo la chiusura deUescuole gestlte.d,a congregazioni religiose o del pn-

V'ato sociale, ma .anche la progres­sivastatalizza.zione degli istituti paritari di proprietà di comuni o province. Con conseguenze per le tas.che dello Stato pesanti,. visto che le scuoLe paritarie riscono a supplire ai servizi man~,atide~lo stato come avviene nell mfanz'la. QuelÌe.agestioJl.e di~ongregaziòni religiose e parrocchIe sono meno, della metà, più del 50% è di enti locali o del privato sociale. Lo scorso anno scolastico, .secondo i dati dell'anagrafe del 1\1iur,le paritarie di ogni or~in~ e gra-do erano 13~932, dlCUl 2.400 appartenevano a enti ~ocali, tra cui 1. 700. comunali, e le altl'e 5,300 erano di proprietà di associazioni, onIus, privati, cooperative sociali, fondazioni. Quest'anno secondo il rapporto del Centro studi scuola cattoli-ca (Cssc) il 65,4% delle 13.954 paritarie è di matrice cristia­na, 9.120 istituti,mentre4 .. 834 sono quelle laiche. FinanZIare 1eparitarienon. significa dun~ que dare soldi «alle scuole del preti o dei ricchh, dice Tocca­fòndi "con la differenza che le parit~rie gestite dagli enti 10ca-

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li hannoc la Possibilità di passare. allo Stato, che non può opp~rsi ~l passaggio. Per Je 8;ltre par~ta~l~ l'unica alternatlVa In caso dI cnSI

è la chiusura>" Mettenrloarischiu numerosi posti .di lavoro «in un~ realtà dove sempre più spesso SI rende necessario ricorrere ai con­tratti di solidarietà»,. ricorda la Cisl Scuola. Il solo personale delle scuole d'in­fanzia della Fism il composto da 50.000 lavoratori, di cui 28.912 sono docenti. Insegnanti che nelle primarie quest'anno sono già in

-calo mentre i contratti a tempo dèt~rminato è pari al 19,2%. E 1'11 6% insegna a titolo gratuito, quota molto lontana dal tetto del 25% previsto dalla leg~e sulla P8;­rità. Docenti volontal'l che per 11 5 7% dei casi sono. laici. Mentre àiIe superiori cattoliche il precario i129% dei prof.Alle medie <<rispetto all'anno precedente - illustra Ser: gio Cicatelli, direttore del Cssc - S! registra un preoccupante calo dI 360 classi che corrisponde a un co. spicuo cal~ degli al~nni,.p~ri 4.6~4: unità con il 12% dI SCrIttI sparIti al SUd)}. In dimin\lzione anchede~ gli studenti delle superiori:-1.856 alunni. .

--©Riproduzwl11!.riservata___a

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Mensa, vince se mediterranea DI EMANUELA MICUCCI

La rivoluzione verde a scuola passa dalle mense. Grazie ad appalti per la refezione scolastica che prevedano «un'adeguata quota di prodotti agri­coli e agroalimentari provenienti dal­la filiera corta e biologica, nonché una riserva di punteggio per le offerte di servizi e forniture rispondenti al mo­dello nutrizionale denominato dieta mediterraneID>. Lo prevede il decreto scuola come modificato alla camera con un emendamento del Pd relativo all'art. 4 sulla tutela della salute negli istituti scolastici. «Riservare una quo­ta adeguata di cibi di qualità nei ser­vizi di refezione scolastica - spiegano gli estensori del testo, Colomba Mon­giello ed Ermete Realacci - fa bene alla nostra economia, all'ambiente e alla salute dei nostri studenti. In un Paese come il nostro, che vanta il primato europeo di prodotti tipici con ben 252 denominazioni di origine riconosciute e circa 4.700 specialità tradizionali censite in tutte le regioni, scegliere prodotti biologici, di qualità e a filiera corta per i nostri studenti significa anche compiere un'impor­tante azione di educazione alimen­tare e contribuire a mantenere viva una tradizione culinaria e culturale patrimonio nazionale». Dall'asilo nido alle superiori, dunque, a fornire il cibo agli studenti italiani saranno le aziende tradizionali e biologiche

, del territorio con «prodotti ricchi di 1\ fibre - prescrive la norma -, in par-

ticolare cereali integrali e seminte­grali, frutta fresca e secca, verdure crude e cotte e legumi, nonché pesce, olio extravergine d'oliva, uova, latte e yogurt, con una limitazione nel consumo di carni rosse e zuccheri semplici». In una parola, dieta me­diterranea per legge. Tuttavia, la ri­storazione scolastica con i 2 milioni di pasti consumati ogni giorni nelle mense dagli alunni fino ai 14 anni e i 375mila dai compagni sopra i 15 anni ha imboccata da tempo la strada della sostenibilità. Un recente studio di Nomisma, infatti registra che nel valutare l'assegnazione delle refezio­ne scolastica il peso maggiore, 30%, è assegnato ai prodotti biologici, seguiti da cibi di qualità DOP o IGP, kmO, formazione dello staff, certificazioni,

, programmi di educazione alimentare, tutti tra il 12% e il 9%. Ultimi posti (5%) per i prodotti dell'agricoltura sostenibile e del commercio equo e solidali. Ma nell'emanare i bandi di gara per servizi di refezione sco­lastica, appaltati nel 66% dei casi, 1'81% delle amministrazioni adotta il criterio di offerta economicamente più vantaggiosa. Mentre il 45% dei menù è redatto con la supervisione delle Asl. I pasti bio giornalieri nelle mense scolastiche si sono impennati dal 1996 fino agli attuali 1.196.237, di cui il 23,4% nella sola Lombardia, seguita da Lazio (15,5%), Emilia Romagna (12,2%), Toscana (11%) e Piemonte (9%), Veneto (7,7%).

----© Riproduzione riseroata---ll

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Non è vero che con il liceo di 4anni si riduce il personale StUpIsce la leggerezza con Cli I SIn­

dacati hanno bocciato la proposta del nuovo liceo quadriennale, bollandola come «un impoverimento dell'offerta fonnativ8», come riferisce ItaliaOggi di martedì scorso. In realtà, questo in­novativo progetto, che l'istituto "Olga Fiorini" di Busto Arsizio ha attivato con l'autorizzazione del ministero, rappresenta un'importante occasione da cogliere per allargare l'orizzonte culturale dei ragazzi. La novità, infatti, sta proprio nella metodologia didattica, che intende superare la tradizionale impostazione disciplinare e nozionistica per punta­re sull'interdisciplinarietà: lo dimo­stra la gestione elastica del quadro orarlo, che permette un'interazione fra le materie dei vari assi culturali e l'apprendimento anche in lingua straniera di parecchie discipline. Ciò non significa rinunciare ai punti di forza caratteristici del liceo italia­no, la cui base formativa viene anzi allargata, grazie alla possibilità di scegliere l'indirizzo al termine del primo biennio, durante il quale gli studenti si cimentano nelle materie comuni ai vari pèrcorsi liceali, così da avere una formazione di base solida in tutte le discipline, prima di decidere quale orientamento dare al proprio curriculum scolastico. Possi­bile scegliere tra quattro indirizzi: scientifico, scienze applicate, scienze unIane e linguistico. I1apertura inter­culturale va insomma di pari passo con la struttura di un progetto forma­tivo che si inserisce a pieno titolo nel

Data 05-11-2013 Pagina 36 Foglio 1

sistema scolastico italiano. TI pregio del Liceo internazionale per l'innovazione "Olga Fiorini" risiede pertanto nella qualità dell'insegna­mento più che nella durata tempo­rale, anche se, a questo proposito, è importante sottolineare che i ragazzi trascorrono a scuola più ore rispetto a quelle previste nell'ordinamento scolastico attuale: tant'è vero che nel primo biennio sono programmate 34 ore settimanali, con un incremento non da poco rispetto alle 27 del liceo tradizionale, mentre sono 35 anzi­ché 30 quelle del secondo biennio. Le organizzazioni sindacali dovrebbero quindi tener conto anche di questo maggior carico orario, prima di quan­tificare, in maniera molto sommaria, una riduzione dei posti di lavoro. Questo percorso formativo non è dunque frutto di improvvisazione: è stato infatti elaborato dall'istituto stesso, che ha messo in campo tutte le migliori competenze di cui dispo­ne, insieme a una lunga esperienza nell'ambito dell'istruzione secondaria di secondo grado. In altre parole, il liceo quadriennale «parte dal basso, su proposta delle scuole», così come ha precisato il ministro Maria Chiara Carrozza, che ha dimostrato grande lungimiranza approvando il proget­to. E bene allora conoscere da vicino questa nuova realtà, per non correre il rischio di esprimere valutazioni af­frettate, fortemente condizionate da pregiudizi ideologici.

Mauro Ghisellini, direttore degli Istituti scolastki superiori

"Dlga Fiorini" ---© RiproduzWM riservata _____

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, !l decreto D'Alia interpreta la Fornero. Sul personale inidoneo, ultimo round al senato

Vecchiaia., la pensione è forzata Cessazione d'ufficio per chi aveva i requisiti già nel 2011

DI NICOLA MONDELLI

Pnsione forzata di vec­hiaia per chi aveva

i requisiti entro il 31 dicembre 2011, prima

insomma che entrasse in vigore la riforma Fbrnero. É una del­le novità del decreto sulla pub­blica amministrazione, messo a punto dal ministro dell pa, Gianpiero D'Alia, divenuto leg­~e il 30 ottobre scorso, n. 125. Collocamento d'ufficio

I commi 4 e 5 dell'articolo 2 precisano, in tema di pensiona­mento, che il conseguimento da parte anche del personale della scuola di un qualsiasi diritto a pensione maturato entro il 31 dicembre 2011- con il possesso dei requisiti richiesti dalla nor­mativa previgente l'entrata in vigore dell'articolo 24 del decre­to legge 20112011- comporta nei suoi confronti obbligatoriamen­~~ l'applicazione del regime di accesso e delle decorrenze pre­vigente rispetto all'entrata in vigore del predetto articolo 24: trattamento pensionistico dal lO settembre di ciascun anno e requisiti per quella di vec­chiaia, 65 anni per gli uomini e 61 per le donne, unitamente a venti anni di contribuzione; per quella di anzianità, la quota 96 o quaranta anni di contribuzio-

ne. Si tratta di una norma di interpretazione della riforma Fornero. Pertanto il personale della scuola, che si trovava in quelle situazioni, dovrà essere collocato a riposo d'ufficio non oltre il compimento del 650

anno di età. TI comma 1 dell'ar­ticolo 3 dispone che fino al 31 dicembre 2015 sarà consentito al personale in soprannumero il passaggio diretto, a domanda, presso il ministero della giusti­zia per ricoprire i posti vacanti del personale amministrativo operante presso gli uffici giu­diziari. Inidonei a caccia di eqUilibrio

Attenzione anche sul decreto scuola, all'esame finale del se­nato dopo l'ok della camera.Le disposizioni contenute nell'ar­ticolo 15 dovrebbero favorire una soluzione equilibrata ad un problema, quello dell'uti­lizzo dei docenti dichiarati permanentemente inidonei a svolgere la funzione docente ma idonei ad altri compiti.

Nel testo approvato dai de­putati vengono innanzitutto confermate le disposizioni contenute nel decreto a suo tempo licenziato dal consiglio dei ministri che dispongono l'abrogazione delle norme di cui all'articolo 14 del decreto

legge n. 96/2012. Non sarà, pertanto, più consentito il loro trasferimento forzoso nel ruolo degli assistenti amministrativi o tecnici. Potranno esserlo solo a domanda o in applicazione della mobilità intercomparti­mentale in ambito provinç:ia­le.

Confermata è anche l'entra­ta in vigore di una disciplina transitoria che prevede una nuova visita da parte delle com­petenti commissioni mediche integrate da un rappresentan­te del ministero dell'istruzione designato dall'ufficio scolastico regionale, da effettuare entro il 20 dicembJ:e 2013 nei confronti dei docenti. già dichiarati ini­donei alla data di entrata in vigore del decreto. Nel caso di mancata conferma della ini­doneità dovranno tornare ad insegnare. Se viceversa l'ini­doneità venisse confermata, i docenti dovranno entro 30 giorni dalla dichiarazione di inidoneità, potranno presen­tare istanza di passaggio nel ruolo Ata. Se l'istanza non sarà presentata o se presentata non sarà accolta per carenza di po­sti disponibili, scatterà la mo­bilità intercompartimentale in ambito provinciale verso am­ministrazioni che presentino

vacanze di organico, anche in deroga alle facoltà assunzio­nali previste dalla legislazione vigente con mantenimento del maggior trattamento stipen­diale mediante assegno perso­nale riassorbibile con i succes­sivi miglioramenti economici a qualsiasi titolo conseguiti.

Accolte positivamente dagli interessati risultano essere alcune disposizioni introdotte ex novo nel testo originario da parte dell'aula di Montecitorio. TI personale docente dichiara­to permanentemente inidoneo ma idoneo ad altri compiti, anche successivamente allo gennaio 2014, ove ne abbia i requisiti, potrà chiedere di essere dispensato dal servi­zio ed accedere al trattamen­to pensionistico di inidoneità con decorrenza dal giorno della dispensa. Se invece chiede di accedere alla mobilità inter­compartimentale, nelle more dell'applicazione di tale mobi­lità, potrà essere utilizzato per le iniziative di cui all'articolo 7 del decreto, iniziative che sa­ranno successivamente indi­cate in un decreto ministeriale o per ulteriori iniziative per la prevenzione della dispersione scolastica, per attività cultu­rali e di supporto alla didatti­ca, anche in reti di istituzioni scolastiche.

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Ljbri di t:~t~:~~~,,~:;~:~u'~~tiona1 Potrtlnno essere sustitu;t; d .. strfH"""ti alternativi

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Data 05-11-2013

ItaliaOggi Pagina 37 Foglio 1

Il decreto scuola al senato. Torna la geografia nei professionali. Novità per i dirigenti

Libri di testo~ un vero optional Potranno essere sostituiti da strumenti alternativi

25 a 250 euro per i meri tra- primo biennio di quegli istituti DI ANTIMO DI GERONIMO sgressori. E saranno raddop- tecnici e professionali nei qu8li

I libri di testo non saranno piati per chi fumerà in elasse. la materia è stata completa­più obbligatori e potranno Ma se a trasgredire il divieto mente cancellata dalla riforma essere sostituti da strumen- sarà il preside o il soggetto in- Gelmini. E ciò consentirà la for­ti alternativi. Nel biennio caricato di far rispettare il di- mazione di 287 cattedre di geo­

dei professionali sarà reintro- vieto, l'importo della sanzione grafia in più per le quali saran­dotta la geografia e l'orienta- andrà da 200 a 2mila euro. Il no stanziati circa lO milioni di mento degli alunni, nell'ultimo provvedimento prevede anche euro a decorrere dal 2014. anno delle medie e nel biennio lo stanziamento di 3,6 milioni "'-. -- dimensionamento sco-finale delle superiori, sarà ob- per l'anno 2013 e di euro 11,4 lastico avverrà in sede bligatorioerientrerànell'orario milioni per l'anno 2014, per di conferenza unifica-di lavoro. Sono queste alcune avviare in via sperimentale ta Stato-Regioni. Ma delle disposizioni contenute nel il prolungamento dell'orario sempre senza sforare disegno di legge di conversione di apertura delle scuole nelle i vincoli di spesa. del progetto di legge 104/2013, aree a rischio dispersione. A approvato dall'aula della carne- questo proposito, il testo licen­ra il 31 ottobre scorso (1574-A). ziato alla camera chiarisce che Il testo sarà in discussione al questi soldi serviranno anche

Assunzioni e sostegno

Inoltre, l'arti­colo 15 del dise-

senato da domani, in vista ..-. -: .- , -dell'approvazione definitiva. p~r r~tnbUIre le atbVIta ag­Che dovrà avvenire entro 1'11 glUn~Ive del pers~m~~ doc~n: novembre prossimo, pena la de- te co~nvolto. E qUIndI l relatiVI cadenza del decreto. Va detto, o~~.nongraverannosulfondo inoltre, che la Corte costituzio- di IStitUto. nale, con la sentenza 360/96, ha precluso al governo la possibi- Orientamento e rete lità di reiterare i decreti legge.., . E dunque, l'imminenza del <:I~ ~o~ va~e, Invece, per le tennine di decadenza induce ~ttiytta d! o~entamento. çhe a ritenere che il passaggio al In VIa ordinana dovranno nen­senato dovrebbe essere mera- trare nell'orario d'obbligo (come mente confermativo. peraltro .a~ene di solit<;». ~a

Formazione e fumo

L'aula di Montecitorio ha

se l'orano dI lavoro ordinano non dovesse bastare, la nuova stesura elabo- rata dalla carne-

mitigato gli effetti della di- ra preve­sposizione che puniva con la de ~he si formazione coatta i docenti attmga delle scuole i cui alunni avesse- al fondo ro ottenuto voti bassi alle pro- di istit~-ve Invalsi. In ciò modificando to,prevm la norma da precettivo-sanzio- C?n1nl:tta-natoria a norma di indirizzo, ZIone ~te-rivolta ad una platea molto gratI-più ampia. Anche se quali- . fica la formazione come un va. Resta contermata anche la vero e proprio obbligo. Resta norma ch~ J>I:è,:ede la possibili~ confermata inoltre la norma per le Regiom di contrarre mutui che vieta l'~so dell~ sigarette tre~tenn~ destina~ ~ ~~­elettroniche nelle scuole e nelle zaZIone di Interventi dI ediliZIa pertinenze. Ma la camera ha BC?J:ist:ica pe: un importo di 40 modificato la destinazione dei miliom annUI (art. lO). Idem per proventi derivanti dalle multe quanto ri~~ l'~troduzione da applicare ai trasgressori. dellaconnettiVI~wrreless.ne~~

I soldi delle sanzioni inizial- scuole secondane (con pnontà mente destinati al ministero per le superiori) per la quale è della salute per studi sugli previs~ un'auì.?rizzazio.ne di effetti derivanti dall'uso di spesa Il 2013 e Il 2014, nspet­sigarette elettroniche, adesso tiv~en~ <;li ~ ~lioni di euro rimarranno alle scuole. E sa- e di lO lnihoru dI euro. Il pro­ranno destinati a finanziare getto di legge prevede, inoltre, attività formative finalizzate l'introduzione di una sola ora di all'educazione alla salute. L'im- <<geografia generale ed economi­porto della sanzione andrà dai ca>, in una delle due classi del

gno di legge preve-

de che nel triennio 2014-2016 saranno disposte immissioni in ruolo nell'ordine di 27.872 docenti e 13.400 Ata. E in più saranno disposte 26.684 assunzioni a tempo indeter­minato di docenti di sostegno, sempre nel triennio. L'aula della camera ha previsto an­che l'unificazione delle aree del sostegno nelle superiori. Che si applicherà solo alle gradua­torie di istituto: nel triennio 2014/2017 agli elenchi di II e III fascia e a partire dal 2017 anche alla prima fascia. n testo

I varato dalla camera conferma la disposizione che prevede la riforma del reclutamento dei dirigenti scolastici tramite un corso concorso presso la scuola nazionale dell'amministrazio­ne. Ma introduce una norma che prevede il previo esauri­mento delle graduatorie degli ultimi concorsi. Il testo licen­ziato dalla camera reintrodu­ce anche la valutazione del bonus maturità, ma solo per quest'anno. Affinché possano giovarsene gli studenti che stanno sostenendo le prove o le abbiano appena sostenute, in deroga al divieto previsto dal decreto 104, che avrà valore dal prossimo anno.

Inamovibilità

Salta il divieto di mobilità interprovinciale per 5 anni,

fortemente voluto a suo tempo dalla Lega. Ma non del tutto, il vincolo rimarrà

solo per 3 anni. Fatta salva la disciplina speciale conte­nuta nella legge 104/92 per i portatori di handicap e chi li assiste.

La norma abbassa il limite di permanenza coatta nella provincia di immissione in ruolo, ma non recepisce in toto la normativa comuni­taria. Che peraltro, non solo vieta l'introduzione di pre­elusioni alla mobilità dei la­voratori, ma sancisce espres­samente il cosiddetto diritto di stabilimento.

La norma sull'inamovibili­tà per i neoimmessi in ruolo, peraltro, già adesso è dero­gabile nel caso del genitore del figlio di età fino a 3 anni e in altri casi previsti dalla legge. Ulteriori deroghe, an­che il limite dei 3 anni sono comunque previste dalla legge 104/92 in favore dei portatori per i portatori di handicap. Idem per quanto riguarda coloro che assisto­no un familiare portatore di handicap grave.

------© Riproduzione riseroata----lll

Supplemento Cl Cllra

di ALESSANDRA RICCIAHDI

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Data 05-11-2013

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Corsa di pro! e Ata ai permessi d, studio DI FRANco BASTIANINI

Il personale della scuola statale, docente o Ata, in servizio con contratto a tempo inde­terminato, di durata annuale o fino al ter­mine delle attività didattiche (30 giugno), interessato a fruire, nel corso del 2014, di 150 ore di permesso retribuito per esercita­re il diritto allo studio - istituto disciplinato dall'art. 3 del dpr 395/1988 e dall'art. 146, comma l, lett.g), del contratto scuola sot­toscritto il 29 novembre 2007 - ha tempo di norma fino al 15 novembre per presentare, per via gerarchica, l'apposita domanda in­dirizzata all'ufficio scolastico territoriale competente. I permessi quest'anno sono particolrmanete appetibili, visti i corsi di abilitazione attivati. Il personale in servizio nelle scuole non sta­tali ha diritto ai permessi secondo le moda­lità e le indicazioni contenute nei rispettivi contratti nazionali. Termini diversi possono tuttavia essere stati stabiliti dai singoli uffici scolastici provinciali. Le modalità per la presentazione della do­manda e i criteri per la fruizione dei per­messi sono invece quelli definiti in sede

di contrattazione integrativa regionale. Il contratto, sottoscritto dalle organizzazioni sindacali e dal dirigente dell'ufficio scola­stico regionale, ha validità quadriennale. Tra i diversi contratti regionali in vigore non si riscontrano differenze sostanziali, se non quelle intimamente connesse alle situazioni locali. I permessi possono essere chiesti per fre­quentare i corsi finalizzati al conseguimen­to del titolo di studio proprio della qualifica di appartenenza ( utilizzati prevalentemen­te dal persona Ata), del diploma di laurea o di istruzione secondaria, dei titoli di quali­ficazione professionale ivi compresi i corsi finalizzati al conseguimento dell'abilitazio­ne all'insegnamento o di specializzazione per l'insegnamento su posti di sostegno. Anche la partecipazione ai percorsi abili­tanti speciale, che saranno attivati all'inizio del 2014, dovrebbe costituire titolo per la concessione delle 150 ore di permesso. In ogni caso e in ogni singola provincia il personale avente diritto alla fruizione dei permessi non potrà superare complessiva­mente il tre per cento di quello in servizio all'inizio dell'anno scolastico 201312014.

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motivazioni l'esclusione diresponsa. bilità erJ::l::<fò~at.a;~uLfatto<:he -nel èaso dì specie·l'afllllnO fosse seNola. to mentre eta ancora sulmarciapiede della strada e$Qlo ·,in oontIeguenzad~. ciò rosse quin.di <:aduto Sùigradini del,.. la rampa di accesso alla scuola: In tal senso si sc!Uéra ane.4e la più. recente Wrlsprudenzadi meriro: il tribunale q;;Milano, sentenza deI14l.at2013, non Maci:olto la domanda deldannodi un aliunno caduto a<:eid~ntaImente. Da quasi un·decenmoè principiocon~ solidato, dunque,che il.titolo della re+ , ;sponsabilitàdeUa scuola, nel caso .di - alunni che subiscano danni du-

rante il tempo. in cui dovrebbero . esser vigilati, può/ssere dupliçe e fatta valere eontemporanea.:..

. mente. Il titolo è contrattuale se .la. domanda è fondata sull'ina­! dempimento all'obbligo specifi-

catamente assunto dall'autore del danno di vigilare,.ovvero;di tenere una.determinata condotta o di nOI1tenerla; extracontrattua­le se la domanda è fondata sulla violazione del generaledove:re di . non recare dann~adaltri. Quin­

.di,J\} sOOsStt compl;lftamento può es·

. :sere fonte per il suo autore sia.di una responsabilità da inadempimento, .sia di una responsabilità dafàtto illecito, quando rautore della condotta anzi­chè;astenersene la tenga, ovvero man­chi di tenere la condotta dovuta e le . . conseguenzesono ri~titein un bene prqtetto non solo dal dovere generale di non fare danno .ad altri, ma dal .. di· ritto di credito, che corrisponde ad una obbligazione specificairi.ente assunta dalla controparte verso di lui.

~Ripràdl1:tÌOMriserl!atà-,--fl

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La Corte dei conti fa chiarezza sui risvolti erariali dell'esercizio dell'azione disciplinare

Oltre al reato, c'è pure il danno Risarcimento a carico del preside per sanzione ingiusta

DI CARLO FORTE

Il dirigente scolastico che s0-

spende ingiustamente alcu­ni docenti, oltre a rischiare la responsabilità penale per

il reato di abuso d'ufficio, è ob­bligato a risarcire lo stato per le spese sostenute dall'ammini­strazione a causa del suo com­portamento. É quanto si evince da una sentenza della III se­zione giurisdizionale centrale d'appello della Corte dei conti (57112013). Il provve-dimento, di cui si è avuta noti-zia solo in questi gior-ni, fa luce

sulla deli­cata que­stione della responsa-bilità per danno erariale, a seguito dell'esercizio scorret­to del potere disciplinare da parte dei dirigenti scolastici. E argomenta la condanna del dirigente al pagamento di circa 18mila euro di danno erariale, anche collegandosi all'esito di un procedimento penale. Che era terminato con la condan­na del preside ad un anno ~ 6 mesi di reclusione per abuso d'ufficio (si veda la sentenza del Tribunale di Re!!!tio Calabria

n. 1298 del 14 dicembre 2004). Proprio perché il dirigente ave­va sanzionato ingiustamente un docente con la sospensione dall'insegnamento. La senten­za, peraltro, era stata confer-

mata in appello e il ricorso per cassazione era stato dichiarato . inammissibile dalla Suprema corte. E quindi la condanna era passata in giudicato.

I giudici contabili, però, han­no ritenuto sussistente il danno erariale non solo in riferimento alla vioenda che aveva avuto risvolti penali. Ma anche per altre due sanzioni sospensive, anch'esse giudicate illegittime in sede civile e amministrati­va. Il danno derivava dal fatto che, durante il periodo in cui i docenti ingiustamente sospesi erano stati allontanati dal ser­vizio, l'amministrazione scola­stica aveva dovuto sostenere gli oneri derivanti dalle supplenze. Oneri che, nel caso oggetto del giudizio, avevano fatto insor­gere la responsabilità ammi­nistrativa in capo al dirigente.

Che secondo i giudici aveva agito con dolo. Il dirigente, pe­raltro, era già stato condannato in I grado. E proprio l'accerta­mento del dolo aveva indotto il collegio di prime cure ad aste­nersi dall'esercitare il potere di riduzione tipica del giudice contabile. Tale potere consi­ste nella facoltà del collegio di fare lo sconto» al dipendente condannato a risarcire l'am­ministrazione. Consentendo all'interessato di versare solo una parte della somma ogget-

to del danno erariale. E anche in sede d'appello, la Corte ha ritenuto di non esercitare il po­tere di riduzione confermando la condanna al pagamento di 18mila euro in favore dell'am­ministrazione e al pagamento delle spese di giudizio.

--©Riprod/J2wne riservata--ll

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Data 05-11-2013

ItaliaOggi Pagina 39 Foglio 1

Anticipazioni del monitoraggio nazionale dell'Indire: professionali in pole, licei ultimi

Alternanza ad alto gradimento Studenti coinvolti +200/0, prospettivie occupazionali +llo/lJ

DI EMANUELA MICUCCI

Cresce l'alternanza scuola-lavoro nel­le scuole italiane e offre buone pos­

sibilità occupazionali agli studenti diplomati. Segni tutti positivi nelle prime anticipazioni del monito­raggio nazionale dell'Indire per l'anno scolastico 2012-13, che verrà presentato a fine mese a Verona durante Job&Orienta, la fiera na­zionale dell'orientamento. Scuole coinvolte: +34,3%. Studenti: +20,3%. Percorsi realizzati: +18,5%. Strut­ture ospitanti: +19,2%. In­crementi percentuali consi­derevoli rispetto allo scorso anno, a conferma di un trend di crescita impennatosi ne­gli ultimi tre anni. Si è pas­sati così dai 90.228 studenti in alternanza nell'anno sco­lastico 2010-11 ai 189,457 del 2011-13 fino ai 227,886 del 2012-13. Le scuole sono divenute 3.177 rispetto ai 1.518 di due anni prima e ai 2.395 del 2012. I percorsi

sono ad~irittura .arrivati a 21.554 liceali, il 9,5%. parte risente delle diverse 11.600 rIspetto al 3.991 del Si è così formato con realtà socio-economiche ma 2011 e ai 9.791 dello scorso l'alternanza scuola-lavoro che sembra molto cent;ata anno. E aumentano anche 1'8,7% della popolazione sul modello organizzativo le strutture che ospitano scolastica delle superio- proprio a ciascuna scuola. gli studenti: erano 25.347 ri, grazie al contributo del Di qui la necessità di azioni, due anni fa, 65.447 l'anno mondo del lavoro, in parti- strumenti e indicazioni che successivo e nel 2013 han- colare delle 45.365 imprese rendano unitarie le divérse no sfiorato quota 78mila. Il che hanno accolto gli stu- esperienze realizzate nei 45,6% delle scuole superiori, denti, il 58,2% delle strut- singoli territori. aPP.unto 3.177 su 6.972"ha ture ospitanti. Gli alunni Inter.ess~~te l'andB;men: utIhzzato nel 2012/2013 l al- in alternanza si concentra- to deglI eSItI occupazIOnalI ternanza come metodologia no nelle IV classi il 48 2% degli studenti in alternan­didattica per sviluppare le sebbene sia un; met~do~ za diplomati nel 2009/10, c~mpeten:l;e previs~e dall'?r- logia prevista dai 15 anni 2010/11 e 201~/13. Nell'ulti­dm amento deglI StudIO. di età. Seguono le V con il mo anno anahzzato cresco­La maggioranza, il 44,4%, 28 8% le III con il 17 2% le no dell'11,5% gli ex studenti sono istituti professionali, II 'con' il 5 5% e le I fer~e che lavorano. Ma aumen­~e~u~no i tecn.ici (34,2%) e allo 0,4%: Esiti, quindi, tano an.ch~ i ~agazzi che, l lIceI con un mteressante confortanti. Tuttavia «se conseguIto Il dIploma, scel-20%. Le ~ltre scuole si fer: analizziamo in profondità i gon? l'unive~sità: +37,5%. mano a~II,5%. I! 67,1% del dati _ spiegano dall'Indire COSI come Ch.I frequentB; un ~ercorsI, ~.783, e s~ato ~ea: _ si scopre che i percorsi in corso fo~matIvo, passatI da hzzato nel profeSSIOnalI, dI alternanza realizzati nelle 150 nell anno precedente a cui 6:043 nelle ul~imi due diverse realtà scolastiche 252, o un? st~ge o tirocinio cla.sSl. I~ ~2% ha rIg~arda- presentano caratteristiche non retribUItO. (da 219 1 to l tecmcI (2.556) e 117,8% molto diverse in termini di 305): tendenze m costante i licei (903). I professio~ali lunghezza, articolazione in- aUll!-ento negl~ ~nni. Ci so~o sbB:nca~o anche. per tIpo- terna, tipo di stage, utenza pero un 9% ~I I~occupatI ~ logia ~I .studentI: 149.255 risorse coinvolte, modalità un .1.0~2% dI diSoc.cupat~, ragaZZI, Il 65,5% del totale. di valutazione e certificazio- salItI m un solo nspettI­Confermati il secondo posto ne COStI». vamente del 112,2% e del dei ~e.cnici con ~5.335 gio: Èsperienze fortemente 1~1,3%: erano appena il4,85 vam, Il 24,3%, e Il terzo del differenziate, che solo in e Il 4% nel 2010.

--© Riproduzwne riseroata--ll

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ItaliaOggi

SCUOLE&AUTONOMIA

Contro la dispersione al Sud, scende In campo tutta la comunità Comunità educante è la parola d'ordine nella lotta alla di­spersione scolastica della Fondazione Con il Sud, che mette a disposizione 4,5 milioni di euro alle organizzazioni di vo­lontariato e del terzo settore del Mezzogiorno per contrastare il fenomeno che riguarda ogni anno 114mila a<ÙJlescenti italiani. Con percentuali altissime in alcune aree meridio­nali: Sicilia e Sarde­gna, ad esempio, con medie di abbandoni oltre il 25% e il 28%, che superano di lO punti percentua­li quelle di Veneto (14%) e Lombar­dia (15%). Arrivato alla terza edizione, il 'Bando Educa­zione dei Giovani' punta a coinvolgere per la prima vol­ta in Italia l'intera comunità educante, mettendo in rete associazioni, scuole, insegnanti, famiglie e studenti con mondo della ricerca scientifica, università, imprese. Contro l'abbandono scolastico percorsi formativi individualizzati, come l'alternanza scuola-lavoro, attività di potenziamento delle competenze in ambito scientifico, tecnologico e eco­nomico che aumenti l'interesse dei giovani verso la scuola e contribuisca al loro successo formativo. Le partnership dovranno essere costituite da almeno tre soggetti, di cui un'organizzazione non profit e un istituto scolastico pub­blico con forti criticità educative, che dovrà essere coinvolto fin dalla progettazione. Scadenza del bando, diversiftcata in base alla regione, tra il 23 gennaio e il 6 febbraio 2014. Info: www.fondazioneconilsud.it '

Emanuela Micucci ---©Riproduzwne riseroata-II

I progetti possono essere segnalati all'indirizzo: [email protected]

Data 05-11-2013 Pagina 39 Foglio 1

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Data 05-11-2013 ItaliaOggi Pagina 40

Foglio 1

L'ESPERTO RISPONDE/ Un docente chiede conto delle novità dopo il dl scuola

In idonei, le nuove prospettive tra visita medica e monilità Dubbi sul controllo sanitario, in attesa di chiarimenti

Permessi e ferie per motivi personali

II dirigente della mia scuo­la sostiene che il comma 54, dell'art 1, della legge 22812012 abbia cancellato la possibilità di fruire dei 6 giorni di ferie per motivi personali o familiari pre­visti dal comma 2, dell'articolo 15, del contratto, che adesso sarebbero fruibili solo subor­dinatamente alla possibilità di sostituire il personale che se ne avvale senza che vengano a determinarsi oneri aggiuntivi per la finanza pubblica. Vorrei sapere se le cose stanno effetti­vamente così.

lettera firmata

Il comma 54, dell'art 1, della legge 228/2012 non ha in alcun modo intaccato la disciplina dei permessi retribuiti per mo­tivi persorw1i o familiari di cui all'articolo 15 del contratto, ivi compresi i 6 giomi di ferie frui­bili per gli stessi motivi durante l'anno. La disciplina contenuta nell'articolo 15, infatti, si colloro in rapporto di specialità rispet­to alla disciplina generale delle ferie, ordinariamente regolata dal comma 54, dell'articolo 1, della legge 228/2012. Giova ri­cordare, peraltro, che la rubri­ca dell'articolo 15 del contratto

qualifica anche le assenze di cui al comma 2 (permessi e fe­rie per motivi personali o fami­liari) alla stregua di permessi retribuiti, in ciò rafforzandone la specificità. D'altra parte, la ratio dello stesso comma 54 è quella di evitare di introdur­re limitazioni nella disciplina ordinaria dei 6 giorni di ferie di cui all'art. 13, comma 9, del contratto e non certo quella di restringerne le possibilità di fruizione.

Antimo Di Geronimo

Religione, cattedre miste se non bastano le ore

Sono un dirigente scolastico. L'ufficio scolastico ha costituito nella nostra scuola una catte­dra mista di religione attingen­do ore sia dalla scuola primaria sia dalla scuola dell'infanzia, nonostante vi siano ore a suf­ficienza per costituire una cat­tedra ordinaria di scuola pri­maria. Cosicché una docente di religione di scuola primaria è costretta a prestare servizio sia nella scuola primaria, che nella scuola dell'infanzia e nella primaria sono rimaste alcune ore residue, che la Diocesi ha destinato a supplenza. Ho se­gnalato a suo tempo la cosa

all'ufficio scolastico, ma mi è stato risposto che quando si tratta di religione l'organico lo decide la Diocesi. Cosa posso fare per tutelarmi da un'even­tuale responsabilità per danno erariale?

lettera firmata

In via preliminare va chia­rito che la responsabilità per danno erariale insorge solo in caso di dolo o colpa grave. Nel caso specifico tali elementi non sussistono. Anzi, il diri­gente ha agito diligentemente rappresentando il problema all'ufficio, che ha ritenuto co­munque di confermare la pro­pria decisione. Ad ogni buon conto, la competenza esclusiva in materia di dotazioni orga­niche per l'insegnamento della religione cattolica neUa scuola dell'infanzia e nella scuola pri­maria è del direttore generale dell'ufficio scolastico regionale e non dell'ordinario diocesano. Quanto alle regole per la costi­tuzione delle cattedre, ai sensi dell'articolo 1, comma 4, del de­creto 30 settembre 2004, l'entità dei posti è definita per effetto del numero complessivo delle ore di insegnamento, rapportate ai di­v isori orari relativi alla costitu­zione dei posti e delle cattedre di

insegnamento di ciascun grado di istruzione. Conseguentemen­te, a fronte di un numero di ore pari a quello previsto dal con­tratto (22 ore) l'ufficio avrebbe dovuto costituire una cattedra intera di religione nella scuola primaria, anziché una cattedra mista. Thle ultima soluzione, infatti, avrebbe potuto essere adottata solo in assenza di ore sufficienti alla costituzione di una cattedra intera.

Antirrw Di Geronimo

Chi decide sul piano annuale delle attività

n dirigente della mia scuola sostiene che il calendario delle attività collegiali è di sua stret­ta competenza e che il collegio in questa materia ha titolo a dare un semplice parere non vincolante. Ha ragione?

Mauro Pastelli Modena

Ài sensi dell'articolo 28, comma 4, del vigente contratto di lavoro la definizione del pia­no annuale delle attività (che comprende il calendario degli incontri collegiali) è di compe­tenza del collegio dei docenti. Al dirigente spetta, invece, il diritto-dovere di proporlo al collegio e di farlo deliberare.

Antimo Di Geronimo

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Pag. 29

la Repubblica ed. Milano

Data 05-11-2013 Pagina 5 Foglio 1

Dal Consiglio comunale prime richieste di modifiche al bilancio: rinviamo alcune opere e tagliamo nel cOlmnercio

"Troviamo i fondi per impianti e scuola" ORIANALISO

S OillI per rimettere a posto gli impianti sportivi e per progetticontroladispersio­

ne scolastica. Da trovare spul­ciando tutti i capitoli di spesa del bilancio per progetti e opere rin­viabili, soprattutto nel settore commercio. La proposta verrà formalizzata oggi, maè così chela maggioranza in Consiglio comu­naie vorrebbe modificare il bi­lancio di previsione 2013, in di­scussione daieri: una somma an­cora incerta, tra 500mila euro e l milione, che potrebbe servire per dare quell'impronta di «maggio­re equità» ai conti pubblici chie-

sta da più parti. Ma le polemiche investono non solo le scelte su come spendere i soldi, ma anche sui tempi per le decisioni. E arri­vano - non del tutto inaspettate - dal centrosinistra, non solo dal centrodestra.

È il consigliere Pd Marco Cor­mio a chiedere, con un ordine del

giorno, che <<ilon si ripeta più l'approvazione di un bilancio di previsione a novembre: non si può continuare a lavorare cosÌ» e che, quindi, quello del prossimo anno sia approvato in giunta en­tro marzo e non con «sforbiciate sulla spesa ma con una ristruttu­razione della spesa». Mal di pan­cia della maggioranza per lo scar­so ruolo del Consiglio nelle deci-

sioni strategiche sulla città, visto che il bilancio - a questo punto dell' anno - decide su una parte molto relativa della spesa. E se Cormio ha preso gli applausi an­che dell'opposizione, con più freddezza è stato accolta la ri­chiesta del radicale Marco Cap­pato per un «impegno politico» della giunta anonfareuna«sana­toria delle larghe intese» sulla

questione delle multe ai manife­sti elettorali. Una battaglia che Cappato porta avanti, ricordan­do che i soldi che potrebbero es­sererecuperatidallemulteemes­se-perun totale di circa 6 milio­ni-sarebberoutiliperilbilancio del prossimo anno. Su quello in corso si annunciano molti emen-

L'AUlA Prosegue in consiglio comunale il dibattito sul bilancio presentato dalla giunta

damenti da parte del centrode­stra. Con un filo conduttore, al-

meno daliaLegaaFratellid'I talia, riassumibilenelle parole del con­sigliere FdI Riccardo De Corato: <<Vogliamo riportare l'ago della bilancia verso settori come la si­curezza e gli anziani. Dove abbia­ma trovatii fondi? N ei settori pre­diletti dalla giunta: consulenze,

comunicazione, immigrazione, coesione sociale, contenimento del trafficoeArea C, progettidiin­tegrazione per persone emargi­nate». Soltanto oggi sarà chiara la linea del Pdl che, pur non facen­do sconti alla giunta, ha assicura­to attraverso il capogruppo Alan Rizzi <<un comportamento con senso di responsabilità».

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Universita'

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Data 05-11-2013

la Repubblica Pagina 11 Foglio 1

Oltre al fondo ordinario, anche quello "premiale" viene decurtato del I 0%. TI Pd propone unBtp speciale per lo sviluppo

Arrivano i tagli alle università più virtuose ROBERTO PE11IINI

ROMA-Civogliono 2-2,5 miliardi in più. I relatori della legge di Stabilità, Giorgio Santini (Pd) e Antonio D'Alì (PdI), in vista di giovedì, data fissata per gli emenda­menti, scoprono le carte sulla manovra 2014. «Servono assolutamente più risor­se», spiega D'Alì. Santini prospetta le ipo­tesi di nuove coperture: una emissione speciale di Btp destinata a crescita e svi­luppo, risorse dalle banche e dalla Cassa depositi e prestiti. Ma sul piatto anche il ri­torno dell'aumento della tassa sulle ren-

dite finanziare (non esclusa ieri da Epifa­ni' ma che trova contrario il ministro per lo Sviluppo Zanonato) e la Google tax pro­posta da Boccia (Pd).

~

~del ~ori:pià~e pcD'2,5~aDa IeggedistabDità

I campi di intervento sono i due «criti­ci» sui quali si è sviluppata la polemica: il cuneofiscaleelatassasuliacasa.Peril«cu­neo»Santiniprevededi«concentrareleri­sorse su un' area più ristretta in modo da rendere l'intervento più efficace». Mentre perlacasal'esigenzaèquelladinonfarpa­garel'Imuprima casa a chi nonl'avevapa­gata nel 2012: circa 2 milioni di contri­buenti che, in mancanza di detrazioni, si

troverebberocostrettiasostenerel'onere. Il fronte della manovra si scalda mentre migliora il fabbisogno: ad ottobre è sceso di 1,5 miliardi a quota 11,5 miliardi.

Intanto il mondo dell'Università è sul piede di guerra per il taglio del cosiddetto «fondo premiale» che, in base alla riforma, dovrebbe dare maggiori risorse agli atenei più «virtuosÌ». In prima linea l'Università

di Bologna, ai top delle classifiche, dove il rettore, Ivano Dionigi, ha invitato per og­gi tutti i docenti a fare «cinque minuti di le­zione sui taglÌ». Il fondo di finanziamento ordinario dell 'Università è stato già taglia-

to del 5,5 per cento sul 2013: in base al de­creto sulle misure urgenti per la scuola e la ricerca, la quota «premiale», invece di au­mentare (come prevedeva un emenda­mento bloccato dalla Ragioneria genera­le), è scesa del 10,1 per cento, da 910 a818 milioni riducendosi sul fondo di finanzia­mento ordinario. Le università «virtuose» dunque si troveranno con meno risorse: «E' sconfortante ammettere che la tanto declamata Valutazione della qualità della ricerca non conti nulla», ha detto Ivano Dionigi.

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Data 05-11-2013 n Sole9]{l mmrn Pagina 6

Foglio 1 /2

I conti pubblici Fabbisogno Le incognite i A ottobre si è attestato a 11,5 miliardi contro i 13 Sul rispetto del deficit al 3% per quest'anno

LE PROSPETTIVE PER l'ECONOMIA del 2012. Il cumulato del 2013 sale a 87,1 miliardi I pesa il rebus della seconda rata Imu

Pil, Istat taglia le stime del Governo Per il 2014 previsto solo un aumento dello 0,7% - I disoccupati saliranno al 12,4%

Dino Peso le ROMA

Dopo la preoccupante im­pennata registrata dal fabbiso­gno in settembre (4,1 miliardi in più rispetto al 2012), in ottobre si è registrata una positiva in­versione di tendenza. Stando ai dati comunicati ieri sera dal mi­nistero dell'Economia, il fabbi­sogno di cassa del settore stata­le si è attestato nel mese appe­na trascorso a quota 11,5 miliar­di, contro i 13 miliardi del 2012. Un miglioramento dil,51nÌliar­di che per il Mef riporta l'aggre­gato in linea con le stime di fine anno. Al momento il cumulato gennaio-ottobre si attesta a quo­ta 87,1 miliardi. L'obiettivo per fine anno, in termini di indebita­mento netto, è di48,7 miliardi.

Il risultato di ottobre - spie­ga il ministero - è stato ottenu­to nonostante l'accelerazione della dinamica dei prelievi del­le amministrazione pubbliche per 2,2 miliardi per il pagamen­to dei debiti pregressi. Si segna­lano al tempo stesso maggiori incassi da modello F24 per cir-

Il. DATO 20:13 Confermata la stima già anticipata da Saccomanni di una contrazione dell'1,8%: il peggioramento del ciclo è dello 0,1%

ca 900 milioni e il minor versa­mento, per circa 2,8 miliardi, per la sottoscrizione del capita­le Esm. N e12012, il versamento era stato erogato nel mese di ot­tobre in un'unica soluzione, mentre quest'anno lo si è fra­zionato in due rate. Sul fronte delle entrate, il Mef segnala in ottobre «una dinamica positi­va, con particolare riguardo all'Iva sugli scambi interni, al gettito di alcune imposte sosti­tutive e ai contributi sociali del settore privato».

Restano alcune incognite per quel che riguarda il rispet­to nelzo13 del target deI3%, re­se ancor più pressanti dall'im­minente appuntamento con la seconda rata dell'Imu (2,4 mi­liardi se si deciderà di abolir­la). Una partita da giocare sul filo di uno o due decimali: a bocce ferme siamo già al 3% del PiI grazie alla mini-corre­zione dello 0,1% del Pil decisa dal governo. Per l'anno in cor­so, la contrazione accertata fi­nora del prodotto è pari all'1,8%, come conferma l'Istat nelle «Prospettive per l'eco no-

mia italiana nel 2013-2014», dif­fuse ieri. È la stessa stima resa notala scorsa settimana in Par­lamento dal ministro dell'Eco­nomia, Fabrizio Saccomanni: uno 0,1% di peggioramento del ciclo rispetto alla stima di set­tembre. Quel che diversifica i

due quadri previsionali è la sti­ma per il 204. Se il governo si spinge a prevedere un incre­mento del Pil dell'l,l %, l'Istat si ferma allo 0,7 per cento.

La replica di Saccomanni da Londra si riassume in questo concetto: evidentemente nella stima dell'Istat non si dà conto dell'effetto atteso sia dalle rifor­me già attuate che dallo sblocco di parte dei crediti commerciali della Pa. Vi è da augurarsi che abbia ragione il governo, per­ché in caso contrario i saldi stes­si della manovra all'esame del Senato andrebbe rivisti, per gli effetti in termini di maggior de­ficit indotti da uno scarto dello 0,4% per quel che riguarda la crescita. N elIo scenario delinea­to dall'Istat, il tasso di disoccu­pazione passerebbe dal 12,1%

del 2013 all2,4 % del 204, a causa del «ritardo con cui il mercato del lavoro segue le evoluzioni dell'economia».

Di certo, per i vincoli che deri­vano dal nostro ingente debito pubblico, va evitato il rischio di finire nuovamente nel girone dei paesi sottoposti a vigilanza speciale, per aver sforato il tet­to del deficit pochi mesi dopo aver celebrato con enfasi l'usci­ta dalla procedura d'infrazione per disavanzo eccessivo. I mar­gini aggiuntivi vanno dunque concordati con prudenza e gra­dualità, puntando anche sull'au­spicato "dividendo" in termini di minore spesa per interessi che potrà derivare dal calo del­lo spread e dunque del servizio del debito. La scommessa è ag­ganciare la ripresa e imprimer­le vigore, spingendo il pedale sul sostegno della domanda in­terna e cogliendo qualche se­gnale che comincia timidamen­te a emergere (l'indice Nielsen di fiducia degli italiani registra, ad esempio, un +6% nel terzotri­mestre 2013 rispetto al trime­stre precedente).

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n Sole9]{l mmrn Previsioni a confronto

Anni 2010-2014, valori concatenati per le componenti di domanda; variazioni percentuali sull'anno precedente

I DATI DELL'ISTAT ••• ••• E QUELLI DELL'ECONOMIA

2013 2014 2013 2014

Prodotto interno lordo "..U; 0,7 Prodotto interno lordo "'~,$' 1,1* Importazioni di beni e servizi fob 4~, 3,5

< ,<",:",'", Importazioni ';'19 4,2 ,'"

Esportazioni di beni e servizi fob :;,"f i

0&3 3,7 Esportazioni 0,3' 4,2 Domanda interna incluse le scorte " ""'l9

u ,',,~ c', 0,6 Consumi finali nazionali ~~i? 0,3

Spesa delle famiglie residenti -

Spesa delle famiglie residenti -~,~ 0,5 Spesa delle Ap e Isp

Investimenti fissi lordi

Retribuzioni lorde per unità di lavoro dipendente

Spesa della Pa e Isp -OjSJ -0,1

Investimenti fissi lordi :"'S~ 2,0

Costo del lavoro 1.4 l,O -

Unità di lavoro Occupazione (Ula) "'J,~, -0,1

Tasso di disoccupazione 12,4 Tasso di disoccupazione S;l 12,4

Domanda interna .,.~~6 0,4 (al netto,var. delle scorte)

Domanda estera netta l,l 0,2

Variazione delle scorte ..... 0,3 0,1

Esportazioni nette 'q.:9 0,2

Scorte ~,Q 0,2

Domanda nazionale al netto -;l~S: 0,6 delle scorte

f- -(*) Dati dichiarati dal ministro nel corso dell'audizione in Senato del 28 ottobre 2013 Fonti: Le prospettive per l'economia italiana nel 2013-2014; Nota di aggiornamento al Def2013

IL FABBISOGNO Il dato comunicato ieri dal Tesoro

In miliardi di euro _2013 ,,2012 11,5 mUiardi A ottobre

gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

Alla fine del mese scorso si è realizzato un fabbisogno del settore statale pari, in via provvisoria, a circa 11,5 miliardi contro i 13 miliardi di ottobre 2012. Con un calodi 1,5 miliardi. Per il ministero dell'Economia si tratta di un dato in linea con le stime di fine anno

87,1 mUiardi Fabbisogno cumulato Nei primi 10 mesi dell'anno il fabbisogno cumulato ha raggiunto gli 87,1 miliardi~9,,-O ___________________ _

Data 05-11-2013 Pagina 6 Foglio 2/2

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ItaliaOggi

Azimut, 5 progetti a fianco di giovani e pmi Nasce Azimut «Libera impresa», il nuovo progetto del

gruppo Azimut a so!rtegno delle imprese e del Sistema Italia. Fenno restando il Cote business della gestione di patrimoni, Azimut evolve così'il suo modello attraverso una serie inte­grata di nuovi servizi e iniziative con focus sugli imprenditori. Attraverso 5 nuovi progetti, Azimut sosterrà le impre­se durante il loro ciclo di vita, da quando nascono attra­verso un'idea che diventa start-up, a quando crescono e hanno necessità di esplorare nuovi strumenti e servizi anche in un'ottica di futura quotazione in borsa. Il lan­cio del progetto si terrà all'inizio del 2014, dal 28 al 30 gennaio, con un evento unico dedicato agli imprenditori. «In un momento di forte immobilismo e difficoltà, in cui falliscono 40 aziende al giorno, abbiamo elaborato soluzioni alternative per sostenere giovani imprenditori e pmi», ha detto Pietro Giuliani, presidente e a.d. del gruppo Azimut.

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Data 05-11-2013 Pagina 45 Foglio 1

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Data 05-11-2013

il Giornale Pagina 5 Foglio 1 /2

LE MISURE ANTI CRISI Conti difficili

Crescita e lavoro, l'lstat boccia il governo Le stime sbugiardano Saccomanni: il Pil salirà meno, crescerà la disoccupazione. n ministro costretto a un' altra smentita

Antonio Signorini

Roma Il governo o meglio il mi­nistero dell'Economia, va alla guerra delle cifre. Non contro il solito osservatorio indipenden­te privato, né per frenare l'ec­cessivo pessimismo di qualche organismo internazionale. Questo succede spesso. Stavo 1-tailministero di viaXXSettem-

2014 Una ripresa dello 0,7-°10 e il tasso di inoccupati arriverà fino al 12,4°10

bre ha incrociato le spade con l'Istat, l'ente che sforna le cifre ufficiali che dovrebbero valere per tutti, privati e istituzioni, esecutivo compreso.

La fotografia dell'istituto di statistica è di quelle classiche, almeno di questi tempi. Sem­pre più disoccupati e più pove­ri. Con la prospettiva - e questa èin parte una novità- di unari­presa nel prossimo anno, che è però più lenta rispetto a quella

prevista dal governo. Dopo il tonfo delll,8% di quest'anno, dalZO 14 il Pil dovrebbe tornare a crescere dello 0,7%. La setti­mana scorsa Fabrizio Sacco­manni aveva confermato la pre­visione ufficiale del governo: più l,l per cento.

E anche ieri il ministro del­l'Economia ha difeso le sue ci­fre. Ci sono, ha spiegato, «opi­nioni leggermente diverse» con l'Istat. In particolare dovu­te alle «riforme strutturali che ab biamo intrapreso e alle misu­re peril rimborso dei debiti del­la pubblica amministrazione che sta procedendo bene».

Tecnico contro tecnici, in una disfida che non è solo un esercizio accademico su quat­trodecimiinpiùoinmeno.Dal­le statistiche che comprendo­no il Pil dipendono molte cose, ad esempio i margini di mano­vra per la politica economica. «Speriamo proprio che abbia ragione il ministro dell'Econo­mia» perché, ha osservato il ca­pogruppo Pdl alla Camera Re­nato Brunetta, se così non fosse «salterebbe l'intero impianto macroeconomico su cui si reg­ge la legge di Stabilità», soprat­tutto perché «sarebbe a rischio

il rispetto del parametro de13% relativo al rapporto deficit/Pil, con conseguente riapertura della procedura per disavanzo eccessivo da parte della Com­missione europea». Se l'Istat avesse ragione, l'Italia dovreb­be prenotare fin da ora una ma­novra correttiva per ilZO 14.

Prosp ettiva che è ben presen­te a tutti i livelli istituzionali. Tanto che ieri, festeggiando il giorno dell'unità nazionale e della giornata delle Forze arma­te, il presidente della Repubbli -ca Giorgio Napolitano haosser­vato che comunque «la coperta resterà corta».

Nelmezzo della disfida si èri­trovato il ministro del Lavoro Enrico Giovannini, che fino a settemesifa era presidente del­l'Istat. Le previsioni dell'istitu­to, ha spiegato, «rappresenta­no uno stimolo per fare ancora di più». E poi, il rapporto indica che «se la fiducia crescerà si arri­verà a una crescita intorno al­l' 1% quanto previsto dal gover­no». Ma potrebbe anche anda­re peggio, riconosce lo stesso ministro. L'Istatha preso in con­siderazione due scenari. In quello peggiore la crescita del

«Non tengono conto delle riforme strutturali» Il Pdl: speriamo sia vero

Pilpotrebbefermarsiaddirittu­ra allo 0,4 %.

Brutte notizie sulla disoccu­pazione. Crescerà pertutto l'an­no in corso toccando quota IZ,4%nelZO 14. Ilmercato della­voro non risentirà della mini ri­presa. Su questo Istate governo convergono. I ruoli si invertono eilgoverno diventa più pessimi­sta sul numero dei poveri. «Au­menterà rispetto ai cinque mi­lioni stimati dall'Istat», ha previ­sto Giovannini.

Per quanto riguarda l'infla­zione aumenterà, ma non mol­to, nonostante l'aumento del­l'IvadalZI alZZ% scattato inot­tobre.Unabuonanotizia?No,a frenare i prezzi di beni e servizi (e a compensare gli effetti del­l'aumento dell'imposta che il governo non ha evitato) sarà «la perdurante debolezza dei consumi». Tasse più alte, e cri­si, non possono che tradursi in minori consumi.

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il Giornale

L'andamento del Pii Varo percentuali sull'anno precedente

2010 2011 2012

Tasso di disoccupazione variazioni 'lo s,ull'an.no precedent~

SO.iII

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2010 2011 2012

Previsioni per l'economia italiana ,

2013

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2014

Data 05-11-2013 Pagina 5 Foglio 2/2

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rUnità

LA MANIFESTAZiONE

Cuperlo: «La sinistra si batte per l'equità Basta mettere le mani in tasca ai pensionati»

«Questa non è una manifestazione, non c'è un palco. Sono su una cassetta di frutta e parlo con un piccolo megafono. Siamo qui per una battaglia particolare che per noi ha un valore simbolico». Così Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria del Pd, durante un incontro, davanti alla direzione generale dell'lnps a Roma, con una rappresentanza di esodati e giovani precari per testimoniare il problema del lavoro e delle pensioni. «Siamo qui per raccontare un pezzo di storia del Paese, per ottenere equità e giustizia. C'è un campo, c'è una sinistra che di giustizia e equità fa ancora i suoi valori».

«La molla che mi ha fatto venire qui - ha aggiunto - è la situazione di tante famiglie, come quelle dei lavoratori del Sulcis, che con un assegno di cassa integrazione o con la pensione devono mantenere una famiglia. Quando in questo Paese si parla dei privilegi dei pensionati, noi rispondiamo come fa il bancomat ogni tanto "prelievo non disponibile", basta mettere le mani in tasca ai pensionato».

Cuperlo ha aggiunto che «queste persone hanno già pagato un prezzo, un prezzo pesante negli anni della crisi. C'è una parte del paese che non ce la fa più». Il messaggio è al governo: «Questa legge di stabilità va migliorata. Noi ci batteremo in Parlamento per chiudere la vergogna di persone lasciate all'improvviso senza reddito. Le misure prese non bastano. Ce ne sono migliaia senza copertura e diciamo che intanto devono partire gli assegni dell'lnps perché è la vita delle persone in gioco».

In un'intervista a Sky, infine Cuperlo ha spiegato: «In questo Paese o si vince o si è di sinistra? No, io ho in mente una sinistra che vince in un Paese che cambia. E questo Paese non può cambiare senza la sinistra».

Data 05-11-2013 Pagina 2/3 Foglio 1

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Primo piano Italia

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n Sole9]{l mmrn Data 05-11-2013 Pagina 3 Foglio 1 /2

Incontro Visco-banchieri: si lavora per far accettare come collaterale presso Francoforte anche i prestiti erogati alle piccole imprese

Banche, più credito per le Pmi «Esame Bce decisivo per la fiducia, ma tempi troppo lunghi per l'esito del test»

Il principale rischlo perla ripresa resta Debito sovrano. Crollo dei tassi in vent'anni «la spirale fra bassa crescita, crisi del debito ------~--- .--e condizioni complessive del sistema banca- TASSO MEDIO ALL'EMISSIONE DEI TITOLI DI STATO OTTOBRE

rimi. È questo uno dei temi emersi dall'in- 1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005 lOD7 2009 2011 2013

contro ieri a Palazzo Koch tra i banchieri dei 13

10

maggiori gruppi italiani e il direttorio della Banca d'Italia, che ha esaminato lo stato del settore alla luce del quadro regolamentare introdotto dalla direttiva e dal regolamento europei sui requisiti patrimoniali. Si è di­scusso anche della possibilità per gli istituti di utilizzare i crediti erogati alle piècole im­prese come collaterale presso la Bee. Visco: le aziende italiane sono in grado difar fronte a uno scenario economico prevedibile ma anche a scenari molto meno favorevoli. Dall'incontro sono emerse le preoccupazio­ni dei banchieri: la valutazione della Bee su­gli istituti sarà una tappa centrale per ripristi­nare la fiducia nel sistema ma i tempi sono troppo lunghi per l'esito del test.

LA FOTOGRAFIA DEL BTP ITALIA

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«Dk la verifica, ma tempi troppo lunghi» Nel vertice con Visco la proccupazione dei banchieri -Crediti alle imprese come collaterale

Rossella Bocciarelli ROMA

Per ora sono in massima par­te segni di tipo qualitativo. Però gli indicatori con il segno più da­vanti ci sono e indicano che se la ripresa è già in corso in Eurolan­dia anche per l'Italia a fme anno dovrebbe arrivare il ritorno alla crescita economica. CosÌ ieri nel corso della mattinata con colazio­ne dilavoro a seguire svoltasi a Pa­lazzo Koch i banchieri dei maggio­ri gruppi italiani e il direttorio del­la Banca d'Italia si sono trovati d'accordo nel valutare la presen­za di uno scenario in migliora­mento congiunturale. «Sia in Eu­ropa, sia in Italia si rafforzano i se­gnali di un graduale miglioramen­to» harmo riassunto fonti della Banca d'Italia, al termine del mee­ting al quale harmo partecipato i top manager delle banche: F ederi­co Ghizzoni per Unicredit, Carlo Messina per Intesa Sanpaolo, Fa­brizio Viola per Mps, Pierfrance­sco Saviotti (Banco Popolare),Al­berto Nagel (Mediobanca), oltre al presidente dell'AbiAntonio Pa­tuelli e al dg, Giovarmi Sabatini.

Il contesto economico rimane caratterizzato da un'incertezza

elevata, è stato osservato ieri. Del resto, se nel mercato irnmobi~ liare si assiste ad un arresto della caduta, se è vero che è in atto un graduale miglioramento sulmer­cato del debito sovrano, ancora non è possibile osservare un mi­glioramento della dinamica dei prestiti bancari. Per questo moti­vo nel complesso il principale ri­schio per la ripresa continua ad essere, come spiega chi ha parte­cipato alla riunione, «la spirale fra bassa crescita, crisi del debito e condizioni complessive del si­stema bancario».

Ma nel giro di tavolo tra i ban­chieri, Ignazio Visco e isuoi colla­boratori si è discusso a lungo di questo anno di prove d'esame (analisi dei rischi, esame della qualità degli attivi, stress test) che attende le aziende di credito "significative" dell'Euro zona. E tutti hanno convenuto sul fatto che la "valutazione approfondi­ta" chiesta dalla Bee sia una tappa centrale nel percorso che porterà a ripristinare la fiducia nel siste­ma bancario italiano ed europeo. È stato un aspetto di valutazione condiviso pur nella differenza dei rispettivi punti di osservazione: le aziende di credito, da noi come

altrove, temono che la lunghezza stessa dell' esercizio di cui la Bee ha appena definito i parametri fi­nisca con il provocare pressioni dei mercati all'anticipo dei risulta­ti della valutazione d'impatto, pre­vista per novembre 2014.

Dal canto suo il Governatore, come ha già fatto sapere in occa­sione della giornata del risparmio è convinto che il sistema italiano sia perfettamente in grado di far fronte, come dimostrato dagli stress test degli esperti del fondo monetario difar fronte non solo a uno scenario economico prevedi­bile ma anche a scenari molto me­no favorevoli Ha tuttavia ricorda­to ieri che insieme ai risultati del­la valutazione, l'armo prossimo sa­rarmo rese note le misure corretti­ve e che occorre prepararsi per tempo, sapendo che agli eventua­li fabbisogni di capitale si dovrà far fronte in primis attingendo al­le risorse degli intermediari, evi­tando dividendi, cedendo attività non strategiche, contenendo i co­sti; ove necessario bisognerà pro­cedere ad aumenti di capitale (e per il successo stesso dell' eserci­zio a livello europeo sarà necessa­ria la disponibilità di adeguati pa­racadute nazionali). N ella discus-

sione è stata analizzata anche la si­tuazione relativa al collaterale delle banche italiane e si è discus­so di come fare per impiegare al meglio i portafogli crediti (si ve­da articolo sotto).

Non è mancata, poi, qualche domanda sulla questione "quo­te" della Banca centrale: Visco ha spiegato che nel parere forni­to al Tesoro si è cercato di tener distinto il valore patrimoniale re­lativo all'attività tipica della Ban­ca centrale, cioè al signoraggio, dalla componente che riguarda i partecipanti al capitale e le loro aspettative sul dividendo da rice­vere e che quest'ultimo valore è quello della forchetta che oscilla fra i 5 e i 7,5 miliardi. Il governato­re ha ricordato che la soluzione non servirà né a far gettito tribu­tario né a migliorare i conti delle banche ma che in ballo è una que­stione di legittimità (le banche debbono poter contare sui loro asset) oltre a risolvere in via defi­nitiva ciò che all'esterno viene percepito come un problema di potenziale conflitto d'interesse. Qualunque soluzione in ogni ca­so, ha concluso il governatore, dovrà essere sancita da Governo e Parlamento.

~ RIPRO:;UZIO~E R:SERVATA

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n Sole9]{l mmrn

Gli effetti su] debito pubblico «Il costo medio all' emissione è calato a fine ottobre al minimo storico: 2,08%»

Il crollo dei tassi

Tasso medio all'emissione 1993 95 97 99 01 03 05 07 09

Ott. 11 2013

Data 05-11-2013 Pagina 5 Foglio 2/2

Torna la dOlnanda internazionale «L'interesse per i Buoni cresce in Usa, Nord Europa e Medio Oriente»

Strategie sul delJito. Maria (annata, dirigente generale del Mef a capo della direzione per il debito pubblico

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COBBIEBE DELLA SEBA Pagina 2/3 Foglio 1 /2

L'Istat taglia le stime di crescita Saccomanni non ci sta: rifaccia i conti Previsioni ridotte daIl'l,l% allo 0,7%. «Sottovalutate le riforme» Missione del ministro a Londra: «L'euro forte minaccia la ripresa»

DAL NOSTRO INVIATO

LONDRA - Le poltroncine azzurre del New theatre sono occupate in gran parte da ra­gazzi italiani, cervelli in fuga che, nonostante tutto, non hanno dimenticato il loro Pae­se. Molti studiano qui alla Lon­don school of economics, tem­pio del pensiero liberal che nella sua storia ha sfornato se­dici premi Nobel e una trentina fra capi di Stato e di governo in giro per il mondo. La conferen­za sul futuro dell'Unione eco­nomica e monetaria è la tappa <<accademic3» nella due giqrni londinese del ministro del­l'Economia Fabrizio Sacco­manni. Una missione che per lui ha il sapore di «un'opera­zione verità» sui conti del no­stro Paese, «spesso vittima di informazioni superficiali e pit­toresche». E che serve a prepa­rare il terreno, a sondare gli in­teressi sul dossier privatizza­zioni con una serie di incontri dedicati agli operatori finan­ziari della City.

Eppure, come spesso accade nei viaggi all' estero quando si prova ad allargare l'orizzonte della politica, è proprio dal­l'Italia che arrivano quegli spifferi che rischiano di ridur-

re tutto alle solite parole chiave del dibattito di casa nostra. A partire dalla cancellazione del­la seconda rata dell'Imu, sulla quale il Pdl continua a fare pressione.

Un'operazione che, qui da Londra, il ministro non esclu­de ma considera non facile. Serve la volontà politica e un decreto ad hoc da approvare in pochi giorni. Ma servono so­prattutto le risorse: nuove en­trate o tagli che dovrebbero produrre oltre 2 miliardi di eu­ro nelle pochissime settimane che mancano alla fine dell' an­no. Un miracolo, anche consi­derando che sia il Pdl sia il Pd chiedono di trovare anche altre risorse per dare corpo agli in­terventi previsti dalla legge di Stabilità.

Stretto fra il segretario del Pd Guglielmo Epifani che in­voca una serie di correzioni più altri 2,5 miliardi di euro, e il Pdl che con Maurizio Gasparri gli chiede di riscrivere il capi­tolo "irricevibile" della tassa­zione sulla casa, mentre Rena­to Brunetta lo accusa di «aver violato i pattÌ» Saccomanni si sforza di mantenere la calma. Ricorda che dall'estate del 2011 ad oggi sono state fatte manovre che fra tagli e nuove entrate hanno chiesto un sa-

crificio di circa 100 miliardi. E poi osserva: «Questa è la

prima manovra espansiva. Porta in dote solo due decimi di punto di Pil? I partiti posso­no cambiarla in Parlamento ma devono trovare un accordo, e ricordare che abbiamo 2 mila miliardi di debito pubblico».

'C'è poi il capitolo Istat. Ieri I1stituto nazionale di statistica ha pubblicato le sue previsioni sul PiI, il Prodotto interno lor­do, tagliando di fatto quelle del governo. L'Istat prevede un crollo dell'1,8%, allineato al­l'ultima previsione di Sacco­manni. Ma per il 2014 mentre il governo vede un + 1 %, poi ri­toccato a +1,1%, le tabelle del­l'Istat parlano "solo" di un +0,7%. Comunque crescita, e sarebbe già tanto. Ma non è la stessa cosa <<Abbiamo opinio­ni diverse - dice Saccomanni e la differenza, che è comun­que modesta, è essenzialmente dovuta all'attività del processo di riforme strutturali che ab­biamo intraprese» e alle «mi­sure sui rimborsi dei debiti della pubblica amministrazio­ne. Non so in che misura I1stat stia tenendo conto anche di questi fattori».

Di queste e di altre riforme è venuto a parlare a Londra il

ministro Saccomanni, con tan­to di intervista al <<FÌnancial Ti­mes» per ricordare che !'Italia ha il <<surplus primario più alto fra i Paesi europei» e ha già fat­to quella riforma delle pensio­ni che adesso la Francia si ap­presta a discutere non senza tensioni ed incognite. n fatto è, aggiunge il ministro al quoti­diano inglese, che a pensare sulla ripresa è anche il supe­reuro, diventato <da valuta più forte al mondo» mentre gli in­terventi verbali del presidente della Bee, Mario Draghi, osser­va Saccomanni, «non sembra­no funzionare come si spera­V3».

Per le privatizzazioni, alme­no per il momento, siamo ai primi passi. Perché prima di vendere bisogna (ri)costruire la credibilità del venditore.

Da Roma arrivano poi i nuo­vi dati del fabbisogno del set­tore statale, il saldo globale fra entrate e uscite. Ad ottobre è stato pari a 11,5 miliardi di eu­ro' contro i' 13 dell'ottobre 2012, in linea con le previsioni. n fabbisogno cumulato dei pri­mi dieci mesi dell'anno am­monta a 87 miliardi, nello stes­so periodo del 2012 era stato di 58,5 miliardi.

Lorenzo Salvia © RIPRODUZIONE RISERVAT

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COBBIEBE DELLA SEBA Pagina 2/3 Foglio 2/2

Il prodotto interno lordo *previsioni

3,0 .----------------------------.:

1,8.~=== 0,6 I-----,"-----c---------'--

0,0 1---------.....--...... ----: -0,6 I---------------,,------------"-,---=: -1,8 I-----------------~---~ -3,0 '------_____________ --'-__ ___=:

\.~ \.~ \.~ \.\. \.\. \.\. \.\. \.1- \.1- \.1- \.1-\\ ~\~. ~\ \.{\~. ~ \.{\~. \ \.{~- ~ \.{\~. \~ \.~~. ~ \.{\~. \ \.{\~. ~ ~\~. ~ \.{\~. ~ \.{\~.

fonte, Istal D'ARCO

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LA STAMPA Pagina 2/3 Foglio 1 /3

·IL CASO LIGRESTI

Cancellieri: "Se necessario farò un passo indietro" Ma il ministro della Giustizia contrattacca "Non mi farò strumentalizzare dalla politica"

GUIDO RUOTOLO INVIATO A STRASBURGO

Non riesce a farsene'una ra­gione. «La politica faccia le sue scelte senza strumenta­lizzarmi. Se dovessi render­mi conto che la mia presenza rappresenta un ostacolo, mi farò da parte. Se invece sarà ritenuto utile il mio lavoro, proseguirò il mio mandato molto volentieri, con tanto orgoglio e amore, per il bene del mio Paese».

Accusa il colpo, il ministro di Giustizia, Annamaria Can­cellieri, che avverte di essere finita al centro di giochi politi­ci. Sono ormai alcuni giorni che si difende, che prova a spiegare i «limiti» (dei quali è ben consapevole) che un ser­vitore dello Stato sa di non do­vere mai superare: «Non sono

. mai venuta meno ai miei dove­ri. Non lo farei per un amico e neppure per un fratello».

Ma Annamaria Cancellieri vede attorno a sé crescere una strumentalizzazione politica. E prova a rilanciare: «Non po­trò mai essere un ministro di­mezzato perché devo affron­tare problemi delic.atissimi e lo posso fare solo nel pieno delle mie funzioni. Rivendico

piena dignità e rispetto». Anzi siamo molto amici. L'ami-La sfida del ministro è chia- cizia non va confusa con la co­

ra. «Voglio che il governo Letta noscenza, che è altra cosa. E vada avanti per il bene del Pae- con il resto della famiglia (Li­se». Bisogna crederle, convin- gresti, ndr) è conoscenza ... ». cersi che lèi ha agito nel rispetto Le chiedono un giudizio sulle delle regole. E oggi porterà fatti vicissitudini giudiziarie della fa­e numeri che sono dalla sua par- miglia Ligresti: «Non tocca a un te .. Ra~conterà .delle 110 s~gna- ministro parlarne». E anticipa laZlOnI al Dap m tre meSI - 50 che oggi in Parlamento non af­della mia se.gret.e~a, il resto ~ie fronterà il capitolo del figlio c?n appu~tI scnttI, e segnalazlO- (Piergiorgio Peluso, direttore n~ telefomche - e dI t~tte le altr~generale di Fonsai per un anno, gIunte. da. alt:e fontI. ~e!le .se- liquidato con tre milioni e 600 gnalazlOm deI.deten~tI d~ SI:a- mila euro), perché con la vicen­cusa, Rp,ma, FIrenze Ii CUI eSIto da dell'interessamento della lei non potrà raccontare sempli- condizione in carcere di una de.­cemente :perché lei ~on sa. tenuta, anche se figlia di Salva-

Par!era per convmcer~. Che tore Ligresti, non ~'entra nulla. se .COSI non fosse, che se Ii suo n Guardasigilli sa bene che agI~e dovess~ e~sere c~nsura- questa vicenda lascerà il segno, to, 11 passo mdletro dIVente- in ogni caso. Anche se la mozio­rebbe scontato., . ne di sfiducia dei Cinque Stelle

. ~ra ,Poche ore, ~l ?uardasI- dovesse essere bocciata. Però la gIihsI presentera I~ Parla- sua sensibilità pretende che la ~ento, d~nque, per. spIegare ~ sua onorabilità non sia messa in dIfendersI: «La venta non mI discussione: «A me interessa fa paura». . . ., solo che la verità emerga. Non

Annamana Cancelilen e ve- mi sono mai occupata di scarce­nuta a Strasburgo per presen- razioni è una falsità affermarlo tare il programma sulle carceri. è la di~ostrazione di malafede ~ E ha incontrato i ~ornalisti di- ignoranza perchè tutti dovreb­scettando sulla dIfferenza tra bero sapere che il Dap, il Dipar­amicizia e conoscenza. «Amici- timento dell'amministrazione zia è parola importante. Anto- penitenziaria, non può decidere nino Ligresti (fratello di don sulle scarcerazioni, che spetta­Salvatore, ndr) è un mio amico. no invece ai giudici. Chi lo affer-

ma sa di dire il falso, sa di essere bugiardo e ignorante».

E solo ricordarle chi, sul fronte della politica, paragona la sua vicenda a quella del Ca­valiere e il caso Ruby, le provo­ca un. moto di stizza: «Sono due cose diverse».

Ripete ai giornalisti di essere molto tranquilla, nascondendo la sua amarezza e forse anche delusione per la «cattiveria» che avverte contro di sé. Entra nella sala stampa accompagna­ta dai magistrati del Dap, come se li chiamasse a testinlOniare sulla sua correttezza. Tra poche ore prenderà la parola in Parla­mento. Per lei sarà come una li­berazione,. prima di ricoverarsi in clinica, domani, per rimette­re a posto una spalla sofferente.

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Oggi in Parlamento --_ .. _. .

per un'informativa sui fatti: «Mi interessa che la verità emerga»"

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Data 05-11-2013 Pagina 2/3 Foglio 2/3

LA STAMPA

Ha 'detto

~on~CO~7 Mai venuta méno·.

(Ma. dimeZzata» Non potrò mai essere un ministro dimezzato perché devo affrontare problemi delicatissimi

«Rivendico rispetto» Posso essere ministro solo nel pieno delle mie funzioni. Rivendico piena dignità e rispetto

Il futuro

Voglio che il governo Letta vada avanti perii bene del Paese La,werità non fa paura

6 AGOSTO AGOSTO AGOSTO

ai miei doyeti~ Nqn .. , . lo farei per unarnicl>~ neppure per un rralellQ

Cartesto.· " . ~Idfìa Lig~tI viene

.•••.. a~,IIi))il'ÙStro

la richiesta . GiufiaLig~i 'Chiede di patteggiare la pena.

tevisite ., .1 ré$polÌ$é\Qlli'

del ca

.sta ... ~spima . ./1 gip$;~ta

SalvadOri, nonostafiteil parere favorevole in materia 4ella p~ura,l'e$pirige l'iStanza di . scarcerazione.

,·· ... ~ona aG~~l'iéIlà Vercel

«Bu9ia~èi~.". IIDap non puòdéGidere sulle scarcerazioni

. la cori\litagna re~l(,ii,.llia: "

, <($q~c:tf~laiiuta •. Qualsiasi (~poSso farecOhtasudi me»

n padre Salva~ore ~sta~po~o agli arresti domiciliari

dfSàlute»·liIì'iC$IW1~, Comintla 'ori llClo di visite.

Chi lo afferma sa di dire il falso

14 17 18 19 AGOSTO AGOSTO AGOSTO AGOSTO

la perizia Il contatto Il messaggio L'intervento La direttrice del Notizie sui problemi Antonìno Ligresti "I ministro dirà Ci'lrcere. Giuseppina di salute di Giulia tenta di contattare al procuratore Nessi Piscioneri, riceve la' ligresti. Gabriella la Cancellieri che ha relazione della Fragni telefona ad per due volte: <csensibilizzatol> psicologa Antonino Lìgresti, alle 17.19 i due vicecapi Ghisalberti e la fratello di Salvatore, non riceve risposta, del Dap «perché trasmette agli Uffici e chiede di chia!JIare alle 19.33 lascia facessero quanto di Giudiziari di Torino il miniSiro un messaggio loro competenza»

,20 21 22 26 28 AGOSTO AGOSTO AGOSTO AGOSTO AGOSTO

In procura Il oontrO'llo Dal ministrO' Visita legale A casa La Fragni, Antonin()l,Jgresti /I procuratore Il medko legale Su richiesta compagna del invia un sms . di Torino Roberto Testi visità della procura padre della Ligresti, al ministro Vittorio Nessi Giulia. <d.a di Torino, viene interrogata chiedendo se vaaRoma permanenza in Giulia Ugresti in procura ci siano novità. per ascol1:are . carcere costituisce ottiene gli arresti a Torino La Ca'nt:ellieri la versione un concreto dannò domiciliari per date conto risponde di avere deì ministro per la salute come il padre del/e telefon;:lte segnalato la cosa Cancellieri del soggetto» Salvatore

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Torna la tassa sulle rendite Pdl, ipotesi condono fiscale ~D'Alì, re latore Pdl, apre all'aumento dell'aliquota sui guadagni di Borsa

~ Meno sanzioni e interessi per Equitalia e una «rottamazione» delle cartelle

MANOVRA ROMA La caccia è partita. La pre­da è un aumento delle risorse da destinare al taglio del cuneo fi­scale nella legge di Stabilità. L'obiettivo dei relatori, Antonio D'Alì del Pdl e Giorgio Santini del Pd, sarebbe quello di trovare almeno altri 2-2,5 miliardi di eu­ro per far salire la dote degli sconti fiscali per lavoratori e im­prese. Per raggranellare parte dei fondi necessari, si rafforza l'ipotesi di un aumento al 22-23% dell'aliquota sulle rendite finan­ziarie. Il Pd ha già inserito la mi­sura tra quelle che proporrà do­mani ad Enrico Letta che incon­trerà il gruppo per fare il punto sulla manovra. Ma, a sorpresa, anche il Pdl apre al ritocco del­l'aliquota. «Sulle rendite finan­ziarie», spiega D'Alì al Messagge­ro, «dobbiamo guardare ad un'armonizzazione con il resto dell'Europa. Un margine di inter­vento», dice, «ci può essere». Nel Vecchio Continente l'aliquota media con la quale vengono tas­sate azioni e obbligazioni è del 25%. Nelle prime bozze della leg­ge di stabilità era stata inserita un'ipotesi di aumento del prelie­vo al 22%. Confindustria, invece, aveva proposto un ritocco al 23%, per recuperare l,l miliardi di euro da destinare allo svilup­po. Altre risorse, secondo D'Alì dovranno arrivare «dai tagli di spesa e dall'eliminazione degli enti inutili, come gli Iacp». In re-

altà, almeno secondo D'Alì un'altra strada per trovare soldi ci sarebbe. "Come Pdl», spiega,

«proporremo un intervento sul­la revisione delle sanzioni per le tasse non pagate, che spesso fan­no quadruplicare in poco tempo !'importo dovuto al Fisco. Un contenimento delle sanzioni e degli interessi di mora», dice D'Alì, «che potrebbe anche giu­stificare la possibilità di una rot­tamazione delle cartelle esatto­riali emesse». Insomma, una sa­natoria sui vecchi ruoli di Equita­lia. Difficile tuttavia da far digeri­re al Pd. Ma D'Alì difende la posi­zione. «Dobbiamo dare una svol­ta in positivo al regime sanziona­torio, mettendo chi si trova sotto le vecchie regole di poter chiude­re i conti con il passato». PENSIONI E STIPENDI Come verranno usati i 2-2,5 mi­liardi di maggiori risorse che i re­latori puntano a recuperare. Le ipotesi sono ancora tutte sul ta­volo. Santini vorrebbe parificare la No tax area dei pensionati (at­tualmente a 7.500 euro), a quella dei lavoratori dipendenti (attual­mente a 8.000 euro) e poi far sali­re entrambe fino a 9.000 euro. Una misura che costerebbe circa 4 miliardi. Resta in piedi anche l'ipotesi di destinare le maggiori risorse per incrementare la dote per aumen­tare le detrazioni sul lavoro di­pendente abbassando la soglia di reddito da 55 mila a 26-35 mi­la euro. D'Alì, tuttavia, apre an­che altri due fronti. «La soglia della deindicizzazione delle pen­sioni», dice, «va elevata. Non pos­siamo considerare super-pensio­ni quelle superiori a tre volte il minimo». Il relatore del Pdl, poi, si dice in disaccordo sulla rein­troduzione dell'Irpef sul 50% del-

le rendite degli appartamenti sfitti, "per non penalizzare chi è già stato duramente colpito dal­la crisi». REBUS CASA La Tasi e la Tari, le nuove impo-ste sulla casa, sono forse il nodo più complicato da sciogliere. Una delle ipotesi di modifica ri­guarda la reintroduzione di de­trazioni a livello nazionale come accade oggi con l'Imu. D'Alì, in realtà, spiega che si sta lavoran­do anche ad un'altra possibilità, quella di riaccorpare Tasi e Tari in un tributo unico sul quale co­munque porre un tetto massimo di tassazione. «Un limite al pre­lievo», spiega il relatore della manovra, «va messo anche alla tassa sui rifiuti, altrimenti si sca­ricano sui cittadini le inefficien­ze dei Comuni». Ma se la strada del tributo unico dovesse dimostrarsi complicata, la Tasi dovrà comunque essere ripensata. «La legge di stabilità», spiega D'Alì, «calcola che con un'aliquota all'l per mille ci sa­rebbe la parità di gettito con l'I­mu sulla prima casa. Però poi», aggiunge, «si dà la possibilità ai Comuni di aumentare il prelievo fino al 2,5 per mille». Questo tet­to, secondo D'Alì, «dovrà essere sensibilmente più basso». L'idea sarebbe di fissarlo all'1,5 per mil­le per tenere anche conto delle detrazioni. Uno dei paradossi della Tasi, infatti, è che ad essere chiamati a pagare, sarebbero an­che quei cittadini che non hanno mai pagato nemmeno l'Ici per­ché possessori di abitazioni con rendite molto basse completa­mente coperte dalle detrazioni.

Andrea Bassi © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Le novità in cantiere

Emissioni di Btp per finanziare gli investimenti

Tra le ipotesi di modifiche alla legge di Stabilità che circolano, spunta anche quella di effettuare emissioni ad hoc di titoli di Stato per finanziare investimenti in sviluppo e ricerca delle imprese. A lanciare la proposta è stato il relatore del provvedimento per il Partito Democratico, Giorgio San tini. Il meccanismo, insomma, dovrebbe essere simile a quello oggi utilizzato per il finanziamento delle risorse per il pagamento dei debiti commerciali della Pubblica amministrazione. I soldi sono re periti dal Tesoro con emissioni di Btp sul mercato. Emissioni che, insieme al pagamento degli aiuti internazionali ai Paesi europei in difficoltà, hanno fatto lievitare il debito oltre la soglia del 130%. Santini ha anche aggiunto che ulteriori risorse potrebbero arrivare dal sistema bancario o persino dalla Cassa Depositi e Prestiti. Si sta anche studiando un meccanismo di cartolarizzazione dei crediti delle banche nei confronti delle piccole e medie imprese.

Imposta "unica O detrazioni Sulla casa è rebus

Il vero nodo da sciogliere nella legge di Stabilità resta quello della casa. Attualmente la manovra lascia ai Comuni la possibilità di introdurre detrazioni e fissa un' aliquota base all'l per mille e una massima per il2014 al 2,5 per mille. L'ipotesi indicata come più probabile, per il momento, prevede invece la re introduzione di detrazioni a livello nazionale come avveniva per nmu, anche per evitare che abitazioni esentate anche con la vecchia Ici si ritrovino a dover pagare il tributo il prossimo anno. Ma il costo potrebbe essere elevato (fino a 1,5 miliardi). Sul tavolo c'è anche la proposta di rivedere da zero la struttura di Tasi e Tari, introducendo un prelievo unico con un tetto anche per la parte «rifiuti». Un'ipotesi questa, appoggiata sia da una parte del Pd che del Pdl. Sulla seconda rata dell'Imu che dovrebbe invece essere pagata entro il prossimo 16 dicembre, il governo è ancora alla ricerca dei fondi necessari a cancellarla.

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Su rivalutazioni e flessibilità si apre il capitolo pensioni

Fino ad ora sotto traccia, nella legge di Stabilità sta per aprirsi un nuovo capitolo: quello delle pensioni. «Le norme relative all'indicizzazione», ha spiegato l'ex ministro Pd, Cesare Damiano, « vanno cambiate perché sono inique». Sulla stessa linea c'è anche il relatore del Pdl al provvedimento, Antonio D'Alì. La manovra prevede che il recupero pieno del potere di acquisto ci sia solo per le pensioni fino a tre volte il minimo. Poi l'indicizzazione cala gradualmente fino ad azzerarsi per quelle sei volte il minimo (3.000 euro lordi circa). I re la tori lavorano ad un innalzamento del tetto. Il Pd, poi, potrebbe presentare delle proposte di modifica per introdurre una flessibilità dell'età in uscita attraverso il meccanismo del cosiddetto «prestito pensionistico». L'Inps pagherebbe un assegno mensile due o tre anni prima della maturazione dei requisiti previdenziali. I soldi, poi, dovrebbero essere restituiti con una riduzione della pensione.

SI CERCANO 2 MILIARDI DA DESTINARE ALL'AUMENTO DEGLI SCONTI FISCALI ALLE FAMIGLIE E ALLE IMPRESE

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