RASSEGNA STAMPA ATER PROVINCIA DI ROMA

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Alfano lancia le linee guida del Pdl per abbattere il debito 02-08-2012 Proposte L’idea è la creazione di un fondo che si occupi della vendita del patrimonio pubblico. Il segretario: «Aspettiamo il ritorno del premier per incontrarlo» «Siamo in attesa che Monti torni dal suo tour europeo per incontrarlo e presentargli il nostro documento in cui abbiamo elaborato una proposta che ha come obiettivo la diminuzione delle tasse e il finanziamento dello sviluppo del Paese». Angelino Alfano lancia così, durante una conferenza stampa a via dell’Umiltà, le linee guida del suo partito per l’abbattimento del debito. Un’operazione da 400 miliardi di euro che viene valutata 20-25 punti di Pil. «L’obiettivo - dice Alfano - è arrivare ad un punto in meno di pressione fiscale nei prossimi 5 anni». Le linee guida, spiega, sono il frutto del lavoro di una commissione composta tra gli altri da ex componenti del governo Berlusconi come Luigi Casero, Paolo Romani e Renato Brunetta che si sono avvalsi dei contributi di economisti come Paolo Savona, Francesco Forte e Rainer Masera. Per raggiungere il traguardo si prevede la creazione di un fondo che si occupa della vendita del patrimonio pubblico: «In questo modo evitiamo un rischio e cioè la svendita dei beni. Il fondo per la sua connotazione strutturale e giuridica sarà affidabile per i mercati ed avrà un rating elevatissimo, la tripla A. Su tratta di una sorta di scudo italiano antispread». Dall’operazione ci tiene a precisare sempre Alfano «sono esclusi gli asset strategici» ma nel testo elaborato sono individuati alcune categorie di beni che possono essere ceduti: le caserme militari, ad esempio, le case popolari e le municipalizzate. Inoltre il Pdl chiederà di rivedere le convenzioni con la Svizzera e di valorizzare il patrimonio demaniale come le spiagge. Quindi si scaglia contro Pier Luigi Bersani: «Con la carta d’intenti presentata avete avuto modo di avere una visione della loro politica economica che prevede l’aumento delle tasse e la patrimoniale. Noi invece proponiamo l’esatto contrario visto che i cittadini hanno già dato così come le imprese. Le famiglie non possono dimagrire ancora, a dover dimagrire deve essere lo Stato». Per questo, aggiunge, va fatta una «una discussione senza tabù» sulla cessione di quote di aziende come Eni, Enel e Finmeccanica. La Rai? «Si tratta di bene pubblico ed è un bene che ci sia un presidio pubblico». i

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RASSEGNA STAMPA 2 AGOSTO 2012

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Alfano lancia le linee guida del Pdl per abbattere il debito

02-08-2012

Proposte L’idea è la creazione di un fondo che si occupi della vendita del patrimonio pubblico. Il segretario:

«Aspettiamo il ritorno del premier per incontrarlo»

«Siamo in attesa che Monti torni dal suo tour europeo per incontrarlo e presentargli il nostro documento in cui abbiamo elaborato una proposta che ha come obiettivo la diminuzione delle tasse e il finanziamento dello sviluppo del Paese». Angelino Alfano lancia così, durante una conferenza stampa a via dell’Umiltà, le linee guida del suo partito per l’abbattimento del debito. Un’operazione da 400 miliardi di euro che viene valutata 20-25 punti di Pil. «L’obiettivo - dice Alfano - è arrivare ad un punto in meno di pressione fiscale nei prossimi 5 anni». Le linee guida, spiega, sono il frutto del lavoro di una commissione composta tra gli altri da ex componenti del governo Berlusconi come Luigi Casero, Paolo Romani e Renato Brunetta che si sono avvalsi dei contributi di economisti come Paolo Savona, Francesco Forte e Rainer Masera. Per raggiungere il traguardo si prevede la creazione di un fondo che si occupa della vendita del patrimonio pubblico: «In questo modo evitiamo un rischio e cioè la svendita dei beni. Il fondo per la sua connotazione strutturale e giuridica sarà affidabile per i mercati ed avrà un rating elevatissimo, la tripla A. Su tratta di una sorta di scudo italiano antispread». Dall’operazione ci tiene a precisare sempre Alfano «sono esclusi gli asset strategici» ma nel testo elaborato sono individuati alcune categorie di beni che possono essere ceduti: le caserme militari, ad esempio, le case popolari e le municipalizzate. Inoltre il Pdl chiederà di rivedere le convenzioni con la Svizzera e di valorizzare il patrimonio demaniale come le spiagge. Quindi si scaglia contro Pier Luigi Bersani: «Con la carta d’intenti presentata avete avuto modo di avere una visione della loro politica economica che prevede l’aumento delle tasse e la patrimoniale. Noi invece proponiamo l’esatto contrario visto che i cittadini hanno già dato così come le imprese. Le famiglie non possono dimagrire ancora, a dover dimagrire deve essere lo Stato». Per questo, aggiunge, va fatta una «una discussione senza tabù» sulla cessione di quote di aziende come Eni, Enel e Finmeccanica. La Rai? «Si tratta di bene pubblico ed è un bene che ci sia un presidio pubblico».

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Ater, via all'assegnazione di sei locali

CIVITAVECCHIA - Pubblicato un nuovo avviso di concorso pubblico per l’assegnazione in locazione di

alcuni locali siti nel Comune di Civitavecchia di proprietà dell’Ater. Ad annunciarlo è il Presidente

dell’Azienda Territoriale Edilizia Residenziale di Civitavecchia Gino Vinaccia, il quale spiega nel dettaglio

l’importanza dell’atto emanato dall’Azienda. “L’Ater – spiega Vinaccia - intende procedere all'assegnazione

in locazione di sei locali collocati nel territorio comunale ed accatastati rispettivamente nelle categorie C1, C2

ed A10, resisi liberi nell’ultimo periodo”. I locali in questione sono situati nelle seguenti zone: Via delle

Azalee n.7 (30 mq, prezzo base canone mensile: 6,32 euro, categoria catastale: C2), via del Casaletto Rosso (30

mq, prezzo base canone mensile: 6,32 euro, categoria catastale: C2), via F. Navone n.7 (58 mq, prezzo base

canone mensile: 7,68 euro, categoria catastale: C1), via A. De Gasperi n. 30 (41,90 mq, prezzo base canone

mensile: 7,68 euro, categoria catastale: C1), via B. Blasi n. 4 (38,24 mq, prezzo base canone mensile: 6,10 euro,

categoria catastale: C1), via Labat n.2 (93,02 mq, prezzo base canone mensile: 7,68 euro, categoria catastale

A10). “I locali - dichiara il Presidente Vinaccia - saranno concessi in locazione nelle condizioni in cui si

trovano alla data dell'indizione dell’avviso di concorso e quindi nel relativo stato manutentivo verificato dai

partecipanti. Resteranno a carico del futuro conduttore eventuali lavori di ordinaria manutenzione che, in

ogni caso, dovranno sempre essere autorizzati dall'Area Tecnica dell'Azienda”. L'offerta e la relativa

documentazione (dichiarazione) dovranno essere contenute in un plico sigillato e controfirmato sui lembi di

chiusura. I partecipanti, dovranno far pervenire il plico sigillato con ceralacca e controfirmato sui lembi di

chiusura all’Ater, Via Don Milani, 6, 00053 Civitavecchia, entro e non oltre il termine perentorio fissato per le

ore 12 del giorno 27 agosto 2012. “All’avviso di concorso pubblico – conclude Vinaccia – sarà dato seguito

anche in presenza di una sola offerta valida”. Il bando è pubblicato sia presso la sede centrale dell’Ater, via

don Milani n.6 e sia sul sito istituzionale www.atercivitavecchia.it.

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Via libera al mutuo sociale per case Ater

Il Faro on line - “E’ legge la modifica del Piano casa approvata ieri in Consiglio regionale. Il mutuo

sociale diventa così una realtà anche per l’edilizia residenziale pubblica destinata all’assistenza

alloggiativa Ater. Le case di edilizia popolare potranno essere acquistate a semplice richiesta degli

inquilini, anche al di fuori delle vendite già programmate, a condizioni molto vantaggiose”. Lo ha

detto l’assessore alle Politiche per la casa e Tutela dei consumatori della Regione Lazio, Teodoro

Buontempo. “Il mutuo sociale – ha spiegato Buontempo – è una modalità di vendita e di

rateizzazione del prezzo di acquisto delle abitazioni popolari il cui importo è pari al prezzo totale

richiesto dall’Ater. In particolare, i ratei, da pagare successivamente al trasferimento di proprietà

dell’alloggio, sono mensili e di ammontare non superiore al 20 per cento del reddito mensile netto

del nucleo familiare del beneficiario.

Il tasso annuo di interessi legali è interamente a carico del beneficiario fino al raggiungimento

dell’1 per cento, mentre la Regione interviene con la riduzione degli interessi dell’1,5 per cento”.

Secondo Buontempo “si tratta di un provvedimento di grande rilevanza sociale, perché sostiene

concretamente gli inquilini assegnatari e li aiuta a diventare proprietari di un immobile che poi

dovranno curare in modo autonomo, pensando anche alla necessaria manutenzione. Non solo, ai

cittadini in difficoltà, magari disoccupati, il pagamento della rata potrà essere sospeso e in questo

periodo di sospensione sarà chiesto loro solo il pagamento del canone di locazione. Quanto versato,

però, non andrà perduto, ma al termine dello stato di disoccupazione sarà calcolato a copertura del

prezzo di acquisto”.

Il mutuo sociale, ha specificato l’assessore, “riguarda anche gli interventi di edilizia “sovvenzionata

per mutuo sociale”, cioè nuove costruzioni realizzate, al fine di calmierare i costi, su terreni messi a

disposizione da enti pubblici e attuati, in forma diretta, dalla direzione regionale competente”. “Con

questa iniziativa – ha concluso Buontempo – interveniamo con i fatti nella lotta all’emergenza

abitativa, mettendo sul piatto della bilancia strumenti concreti per nuclei familiari a basso reddito,

anche monoparentali o monoreddito; giovani coppie; anziani in condizioni sociali o economiche

svantaggiate; studenti fuori sede; soggetti sottoposti a procedure esecutive di sfratto; immigrati

regolari a basso reddito, residenti da almeno dieci anni nel territorio nazionale. Un impegno

costante e produttivo, quello della Regione Lazio, al quale, mi auguro, possano contribuire

fattivamente anche gli enti locali e le Ater per un proficuo lavoro in sinergia”.

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Un decreto del Mef spiega come inserire negli atti il requisito ai fini della

disciplina Imu

Fabbricati rurali, basta la nota L'annotazione in catasto produce effetti da cinque anni prima

di Ilaria Accardi

Basta una semplice annotazione negli atti del catasto per individuare i fabbricati rurali, che devono essere dichiarati agli uffici provinciali dell'Agenzia del territorio entro il 30 settembre 2012.

La domanda deve essere presentata ai fini del riconoscimento del requisito di ruralità alle unità immobiliari sia ad uso abitativo e sia strumentali all'esercizio dell'attività agricola, censite al catasto edilizio urbano, ad eccezione di quelle che risultano già accertate in categoria D/10. La presentazione delle domande e l'inserimento negli atti catastali dell'annotazione producono gli effetti previsti per il riconoscimento del requisito di ruralità a decorrere dal quinto anno antecedente a quello di presentazione della domanda. L'Agenzia del Territorio, al fine di agevolare le attività di verifica dei comuni rende disponibili tutte le domande presentate, tramite il Portale dei comuni. Sono questi i punti di maggior interesse del decreto del ministro dell'economia e delle finanze 26 luglio 2012, in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana e anticipato sul sito del Dipartimento delle finanze. Viene così messo un ulteriore tassello nella lunga saga della ruralità dei fabbricati per i quali ai fini Ici, per godere dell'esenzione, un consolidato indirizzo della Corte di cassazione prevedeva che dovessero essere classificati nelle categorie catastali A/6 o D/10.

Con l'arrivo dell'Imu, invece, detti fabbricati sono stati assoggettati ad imposizione e l'art. 13, comma 14-bis, del dl n. 201 del 2011, prevede l'emanazione di un decreto per definire le modalità di inserimento del requisito di ruralità negli atti catastali. È proprio questa la norma che è alla base del dm del 26 luglio il quale dispone in sostanza che:

• per l'iscrizione negli atti del catasto della sussistenza del requisito di ruralità in capo ai fabbricati rurali destinati ad abitazione ed ai fabbricati strumentali all'esercizio dell'attività agricola, diversi da quelli censibili nella categoria D/10 (denominati proprio Fabbricati per funzioni produttive connesse alle attività agricole) è apposta una specifica annotazione; • ai fabbricati rurali è attribuito il classamento in base alle regole ordinarie, in una delle categorie catastali previste nel quadro generale di qualificazione; • per il riconoscimento del requisito di ruralità, si applicano le disposizioni richiamate all'articolo 9 del dl 30 dicembre 1993, n. 557, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 1994, n. 133.

Ciò significa che un immobile può considerarsi rurale anche se accatastato in una delle categorie dei gruppi ordinari (oltre che in D/10) e può certamente godere dell'applicazione del regime di favore ai fini Imu, che si sostanzia:

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• nell'applicazione dell'aliquota per abitazione principale per i fabbricati rurali ad uso abitativo a ciò destinati; • nell'applicazione dell'aliquota è ridotta allo 0,2% (che i comuni possono ridurre fino allo 0,1%) per i fabbricati rurali ad uso strumentale, in base dal comma 8, dell'art. 13 del dlgs n. 23 del 2011; • nell'esenzione disposta dal comma 8, dell'art. 9 del dlgs n. 23 del 2011, per i fabbricati rurali ad uso strumentale ubicati nei comuni classificati montani o parzialmente montani di cui all'elenco dei comuni italiani predisposto dall'Istituto nazionale di statistica (Istat), che consultabile all'indirizzo: http://www.istat.it/it/archivio/6789. Al decreto in esame sono allegati tre modelli: uno relativo alla domanda per il riconoscimento del requisito di ruralità che deve essere sottoscritta da uno dei soggetti che hanno la titolarità di diritti reali sull'immobile; gli altri due per le autocertificazioni necessarie ai fini del riconoscimento del requisito di ruralità rispettivamente per gli immobili ad uso abitativo e gli immobili strumentali all'esercizio dell'attività agricola, che devono essere sottoscritte dal richiedente, ovvero dal conduttore dell'azienda agricola. Il tutto va presentato all'Ufficio provinciale territorialmente competente dell'Agenzia del territorio, entro il 30 settembre 2012, con le modalità che saranno stabilite da un apposito comunicato dell'Agenzia. Detto termine era stato fissato inizialmente al 30 giugno 2012. La domanda non va, invece, presentata per gli immobili che risultano già accertati in categoria D/10. A ben vedere l'annotazione è una cosa ben diversa e molto più snella dell'attivazione della procedura Doc-fa, che pure occorre fare per i fabbricati di nuova costruzione o che sono oggetto di intervento edilizio, costituenti unità immobiliari per i quali sussistono i requisiti di ruralità, come dispone il comma 5 dell'art. 2 del decreto. L'autocertificazione deve contenere la dichiarazione che l'immobile possiede i requisiti di ruralità a decorrere dal quinto anno antecedente a quello di presentazione della domanda, in quanto l'art. 7 del decreto stabilisce che la presentazione delle domande e l'inserimento negli atti catastali dell'annotazione producono gli effetti previsti per il riconoscimento del requisito di ruralità proprio a decorrere dal quinto anno antecedente a quello di presentazione della domanda.

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Il Consiglio nazionale dei commercialista consiglia l'uso della lettera per il

conferimento dell'incarico

Il preventivo tutela il professionista Nero su bianco l'accordo tra le parti su prestazione e compenso

di Benedetta Pacelli

La lettera per il conferimento dell'incarico conviene. Non solo perché in assenza di tariffe questa rimane

l'unica traccia scritta per il professionista (e per il cliente) a garanzia dei compensi pattuiti, ma anche perché

senza preventivo gli onorari rischiano di sgonfiarsi a prestazione eseguita. Per compilarla al meglio, quindi,

il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili ha predisposto una sorta di

istruzioni per l'uso in materia. Si tratta di un facsimile di lettera di incarico professionale (si veda box in

pagina) inviato a tutti gli ordini territoriali nella quale di suggerisce cosa non deve mai mancare in un

preventivo, quelle cosiddette «clausole indispensabili», riferibili all'oggetto e al grado di complessità

dell'incarico, al compenso e agli oneri ipotizzabili, al recesso e agli estremi della polizza professionale,

anch'essa obbligatoria secondo il decreto legge n. 138/2011. Il punto di partenza è, comunque, il decreto

liberalizzazioni (dl 1 del 24 gennaio 2012) che prevede di pattuire il compenso per le prestazioni

professionali al momento del conferimento dell'incarico professionale, fornendo tutte le informazioni utili

circa gli oneri ipotizzabili e indicando anche i dati della polizza assicurativa per i danni provocati

nell'esercizio dell'attività professionale. La formulazione letterale della norma, si legge nelle indicazioni del

Cndcec, «induce a ritenere che tali informazioni debbano essere rese alla stipula del contratto». Il primo

passaggio che dovrà essere riportato nella lettera di incarico riguarda l'oggetto e la complessità della

prestazione: in sostanza il professionista dovrà elencare dettagliatamente le attività in modo da fornire al

cliente tutte le informazioni necessarie a comprendere la difficoltà della prestazione, i relativi oneri così come

la decorrenza e la durata della stessa. Il preventivo, poi, dovrà indicare la misura del compenso adeguata

all'importanza dell'opera e pattuita indicando per le singole prestazioni tutte le spese e i contributi

integrativi in materia di previdenza. Questa voce dovrà essere riempita considerando anche le spese generali

di studio necessarie alla copertura dei costi sostenuti per l'esecuzione dell'opera. C'è poi l'annoso capitolo

relativo all'assicurazione per i rischi derivanti dall'attività professionale per il quale il Cndcec ricorda

l'obbligo di indicarne gli estremi della polizza. Si tratta di un nervo scoperto visto che a pochi giorni dalla

pubblicazione in G.U. del testo di riforma come ha spiegato ad ItaliaOggi Giorgio Moroni Aon spa Insurance

Broker, «mancano le indicazioni sul massimale idoneo, sulle condizioni di copertura, su cosa deve essere

assicurato e quali sanzioni devono essere irrogate». Ad aggravare l'incertezza, bisogna ricordare che le stesse

compagnie assicurative possono rifiutarsi di assicurare un professionista, soprattutto quando i rischi siano

troppo alti e i vantaggi economici troppo bassi.

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Dal 26 luglio è attivo il servizio di consultazione delle banche dati

Anagrafe immobiliare al via in 117 comuni

di Sergio Trovato

Attivato in via sperimentale il servizio di consultazione dell'Anagrafe immobiliare integrata. Lo ha reso noto con un comunicato l'Agenzia del territorio. A partire dal 26 luglio, infatti, in 117 comuni è operativo il servizio

di consultazione integrata delle banche dati catastali e ipotecaria.

L'Anagrafe immobiliare, prevista dall'articolo 19 del dl

78/2010, utilizza a livello informatico tutti i dati catastali e

di pubblicità immobiliare. Dunque, fornisce in modo

unitario le informazioni contenute negli archivi catastali e

ipotecari. Questa nuova procedura è stata progettata

dall'Agenzia per supportare gli enti locali nei propri

compiti istituzionali e, soprattutto, nell'attività di

accertamento nel settore immobiliare. Nel comunicato

l'Agenzia pone in rilievo che l'estensione ai comuni del

servizio di consultazione integrata rappresenta non solo un

importante passo avanti nell'efficienza dei servizi offerti dal catasto, «ma anche un forte contributo

al dialogo fra le diverse amministrazioni pubbliche, a vantaggio di tutti i cittadini, dei professionisti

e delle imprese». Pertanto, diventa sempre più centrale il ruolo dei comuni nella lotta all'evasione

fiscale. Le amministrazioni locali possono fornire un'efficace collaborazione per avviare a regime

sul tutto il territorio nazionale l'Anagrafe immobiliare integrata e per contribuire a migliorare e

aggiornare la qualità dei dati catastali. L'Anagrafe consente di individuare correttamente gli

immobili, la base imponibile e il soggetto titolare di diritti reali, in quanto soggetto passivo

d'imposta. In questo senso si era già espressa l'Agenzia del territorio con la circolare 3/2010, che ha

chiarito quali sono le linee direttive fissate dall'articolo 19, finalizzate «all'aggiornamento e

all'allineamento della banche dati catastali con quelle di pubblicità immobiliare». L'aggiornamento

dei dati si ottiene anche con l'imposizione dell'obbligo di inserire negli atti e nelle richieste di

registrazione dei contratti di locazione riferimenti e indicazioni di natura catastale. Anche nella

circolare 3 è stato evidenziato che per la lotta all'evasione è fondamentale la collaborazione dei

comuni. Per raggiungere questo obiettivo è assicurato agli enti l'accesso alle banche dati

dell'Agenzia e all'anagrafe immobiliare integrata, a titolo gratuito. L'evasione nel settore

immobiliare, secondo l'Agenzia, si combatte anche con l'estensione agli uffici del catasto dei poteri

istruttori di accesso, ispezione e verifica degli immobili, che servono a far emergere i fabbricati non

dichiarati al fisco o che hanno subito interventi edilizi o variazioni.

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Omniroma-PIANO CASA, STORACE (LA DESTRA): "MUTUO SOCIALE DIVENTA REALTÀ”

(OMNIROMA) Roma, 02 AGO - “Se il governo dei tecnici non si metterà di traverso nel bloccare lo

sviluppo economico della Regione Lazio, dal prossimo mese di settembre La Destra avvierà una

massiccia opera di informazione sui contenuti della norma sul mutuo sociale approvata nel piano

casa dal consiglio regionale su proposta dell’assessore Teodoro Buontempo, presidente del

partito”. E’ quanto scrive sul suo blog, informa una nota, Francesco Storace, segretario nazionale

de La Destra e capogruppo in Regione Lazio.

“E’ infatti legge la modifica del piano e conseguentemente il mutuo sociale diventa così una realtà

anche per l’edilizia residenziale pubblica destinata all’assistenza alloggiativa Ater. Le case di

edilizia popolare potranno essere acquistate a semplice richiesta degli inquilini, anche al di fuori

delle vendite già programmate, a condizioni molto vantaggiose - aggiunge - Il mutuo sociale è una

modalità di vendita e di rateizzazione del prezzo di acquisto delle abitazioni popolari il cui

importo è pari al prezzo totale richiesto dall’Ater. In particolare, i ratei, da pagare successivamente

al trasferimento di proprie regionale prevedetà dell’alloggio, sono mensili e di ammontare non

superiore al 20 per cento del reddito mensile netto del nucleo familiare del beneficiario. La legge

regionale prevede che il tasso annuo di interesse, sino all’ 1%, sia a carico dell’inquilino acquirente;

La regione interviene a copertura dell’interesse eccedente, in misura non superiore all’ 1,5%. Il

provvedimento proposto da Buontempo e dalla giunta Polverini – prosegue Storace - e’ di grande

rilevanza sociale, perché sostiene concretamente gli inquilini assegnatari e li aiuta a diventare

proprietari di un immobile che poi dovranno curare in modo autonomo, pensando anche alla

necessaria manutenzione. Non solo, ai cittadini in difficoltà, magari disoccupati, il pagamento

della rata potrà essere sospeso e in questo periodo di sospensione sarà chiesto loro solo il

pagamento del canone di locazione. Quanto versato, però, non andrà perduto, ma al termine dello

stato di disoccupazione sarà calcolato a copertura del prezzo di acquisto".

"Il mutuo sociale riguarderà anche gli interventi di edilizia “sovvenzionata per mutuo sociale”,

cioè nuove costruzioni realizzate, al fine di calmierare i costi, su terreni messi a disposizione da

enti pubblici e attuati, in forma diretta, dalla direzione regionale competente - sottolinea - La

Destra spiegherà nelle sue iniziative rivolte ai cittadini come si interverrà con i fatti realizzati

grazie al proprio assessore regionale alla casa, nella lotta all’emergenza abitativa, mettendo sul

piatto della bilancia strumenti concreti per nuclei familiari a basso reddito, anche monoparentali o

monoreddito; giovani coppie; anziani in condizioni sociali o economiche svantaggiate; studenti

fuori sede; soggetti sottoposti a procedure esecutive di sfratto; immigrati regolari a basso reddito –

conclude Storace - residenti da almeno dieci anni nel territorio nazionale. Un impegno costante e

produttivo, quello della Regione Lazio, al quale dovranno contribuire fattivamente anche gli enti

locali e le Ater per un proficuo lavoro in sinergia”.

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Chiarezza sull’esclusione dei Caf dall’Ater Roma

02-08-2012

IL CONSIGLIERE DI AMMINISTRAZIONE

«Ho chiesto al dg Massimo Bellia quale siano le vere motivazioni dell’esclusione di alcuni Caf tra i quali l’Ugl dalla collaborazione con l’Ater Roma in merito al prossimo censimento 2012. Mi sembra opportuno visto l'ufficio coinvolto un doveroso approfondimento». (Enrico Folgori)

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