Rassegna stampa Africa Orientale

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RASSEGNA STAMPA AGIRE PER IL CORNO D'AFRICA Luglio – Agosto 2011

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Rassegna stampa relativa all'appello di emergenza causata dalla siccità in Africa Orientale.

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RASSEGNA STAMPA

AGIRE PER IL CORNO D'AFRICA

Luglio – Agosto 2011

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Indice AGENZIE

1. Ansa – I Lancio 20-07-2011

2. Ansa – I Lancio 21-07-2011

3. Ansa – I Lancio 27-07-2011

4. Agi – I Lancio 27-07-2011

5. Dire – I Lancio 27-07-2011

6. Asca – I Lancio 27-07-2011

7. Ansa – I Lancio 28-07-2011

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SOMALIA: AGIRE, SERVONO OLTRE 300 MILIONI DI DOLLARI (ANSA) - ROMA, 20 LUG - Le ong di Agire, il network italiano per le emergenze umanitarie, lanciano un appello alla societa' civile affinche' si mobiliti per far fronte alla gravissima crisi in Somalia, dove oggi le Nazioni Unite hanno dichiarato lo stato di carestia, e avviano una raccolta fondi. Servono, dicono, almeno 300 milioni di dollari. Il tasso di malnutrizione in molte zone della Somalia, avverte Agire, supera il 50% e migliaia di persone sono già morte per questo negli ultimi mesi. Secondo le stime di Save the Children, più della metà della popolazione nelle zone più colpite della Somalia è costituita da bambini. Sono 2 milioni quelli che soffrono le conseguenze più terribili della grave crisi alimentare e per un milione di loro c'è il rischio concreto di perdere la vita. "La dichiarazione dello stato di carestia deve scuotere la comunità internazionale - afferma Ben Fot, direttore Save the Children in Somalia - noi stiamo sfamando e curando migliaia di bambini nel Paese, ma assistiamo al raddoppio del numero dei bambini malnutriti e non ci sono risorse sufficienti per far fronte alle necessità. L'intervento umanitario deve moltiplicarsi in modo massiccio e urgente". La crisi in Somalia, avverte Agire, ha ripercussioni drammatiche su tutta la regione, in particolare in Kenya ed Etiopia, paesi che accolgono il maggior numero di sfollati somali e che sono a loro volta colpiti da una grave siccità: 11,5 milioni di persone risultano direttamente interessate dalla crisi nel corno d'Africa. "La situazione è estremamente grave - afferma dal campo profughi di Dadaab Leonida Capobianco, rappresentante di Avsi in Kenya - ogni giorno arrivano 1.400/1.500 profughi dalla Somalia. Tra loro ci sono famiglie che hanno camminato per 27 giorni. Alcuni hanno perso i figli, sono stati attaccati dalle iene e non hanno mangiato per giorni interi. Chi come noi lavora nel campo da anni vive oggi la difficoltà di non riuscire a far fronte a questa tragedia umana". "Le organizzazioni umanitarie hanno bisogno di fondi subito - dice Marco Bertotto, direttore di Agire - non possiamo lasciare che lo spettro della fame continui a uccidere migliaia di bambini, uomini e donne. La comunità internazionale ha stimato che nei prossimi due mesi siano necessari oltre 300 milioni di dollari. Facciamo appello alla generosità di tutti". (ANSA).

20-07-2011 Ansa – I Lancio

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CORNO AFRICA: DA STANOTTE ATTIVO SMS SOLIDALE DI AGIRE (ANSA) - ROMA, 21 LUG - Nuova iniziativa di Agire, il network di ong italiane per le emergenze, a favore del Corno d'Africa. Dalla mezzanotte di oggi sara' attivo il numero solidale 45500: tramite questo numero si potranno donare due euro inviando un sms da cellulari Tim, Vodafone, Coopvoce o chiamando da reti fisse Telecom Italia e Teletu. Agire ringrazia i gestori ti telefonia fissa e mobile che hanno messo a disposizione a titolo totalmente gratuito questo importante strumento, auspicando che "la facilità di diffusione ed utilizzo possa aiutare le organizzazioni non governative del proprio network a far fronte in maniera più efficace a questa gravissima crisi". I fondi raccolti andranno a sostenere le attività di ActionAid, Amref, Avsi, Cesvi, Cisp, Coopi, Intersos, Save the Children, Vis, ong attive da tempo nelle zone maggiormente colpite dalla siccità. (ANSA).

21-07-2011 Ansa – I Lancio

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CORNO D'AFRICA: PD, ITALIA NON RISPONDE AD APPELO ONU SI PARLA DI CONTRIBUTO DI 800MILA EURO, IRRILEVANTE (ANSA) - ROMA, 27 LUG - ''All'appello delle Nazioni Unite sulla tragica siccita' che ha colpito l'Est Africa mettendo in ginocchio Somalia, Etiopia e Kenya, hanno risposto tutti tranne l'Italia: 60 milioni di euro dalla Gran Bretagna, 30 dalla Germania, 35 dalla piccola Norvegia, 12 dalla Spagna, 20 dal Brasile. E il nostro Paese, gia' 'potenza coloniale' in quell'area?''. Lo dice il responsabile esteri del Pd Lapo Pistelli. ''Si dice, si sussurra, senza alcuna conferma - aggiunge - che il nostro governo si sia impegnato per 800.000 euro, una cifra irrilevante e non all'altezza del Paese. Vi e' solo la speranza che la pressione dei media, che sono tornati ad occuparsi della vicenda, metta il nostro Paese nella condizione di adeguare minimamente il proprio contributo. Prima che sia troppo tardi''. (ANSA).

27-07-2011 Ansa – I Lancio

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CORNO D'AFRICA: BERSANI LANCIA MOBILITAZIONE PD-AGIRE CORNO D'AFRICA: BERSANI LANCIA MOBILITAZIONE PD-AGIRE AVREMO RISULTATI CONCRETI, GOVERNO PARLA SOLO 1 MLN POSSIBILE (ANSA) - ROMA, 27 LUG - ''La drammatica situazione umanitaria nel Corno d'Africa deve richiamare la nostra attenzione e quella di tutti e portare a una mobilitazione piu' ampia rispetto a una vicenda di una drammaticita' assoluta, considerato che c'e' ancora troppo silenzio''. Queste le parole del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Che con una mobilitazione e un ''impegno immediato'' sulla ''spaventosa crisi'' siccita' del Corno d'Africa, da' il via all'accordo sottoscritto dal Partito democratico con l'Agenzia italiana risposta emergenze (Agire), per ''collaborare nella mobilitazione e nell'impegno comune sulle emergenze umanitarie''. ''Contiamo di avere dei risultati pratici e concreti in una situazione in cui davanti aL dramma non dimentichiamo qual e' la posizione italiana'', sottolinea Bersani. ''Se stiamo agli stanziamenti nell'Ue, vediamo che la Gran Bretagna da' 60 milioni di euro, la Norvegia 35 e per l'Italia si e' parlato di 1 milione di euro possibili, probabili. Eppure non ho bisogno di ricordare antiche vicende storiche che dovrebbero suggerire un'attenzione particolare del nostro Paese''. Quanto a possibili interventi in aree, come quelle del Corno d'Africa, vessate anche da instabilita' politiche, Bersani afferma: ''Per quel che riguarda noi e la nostra prospettiva abbiamo bisogno di una soggettivita' europea per favorire processi di stabilizzazione. Occupiamoci ora di aggredire questa situazione della siccita' con un intervento umanitario forte, che potra' dare anche indicazioni utili e ferme per cercare un processo di stabilizzazione. Ma questo non puo' voler dire portare ulteriori conflitti dove ce ne sono gia'. Devono mettersi in moto le diplomazie''.

27-07-2011 Agi – I Lancio

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SOMALIA. PD: SOLO L'ITALIA E' COLPEVOLMENTE ASSENTE (DIRE) Roma, 27 lug. - "All'appello delle Nazioni Unite sulla tragica siccita' che ha colpito l'Est Africa mettendo in ginocchio Somalia, Etiopia e Kenya, hanno risposto tutti tranne l'Italia: 60 milioni di euro dalla Gran Bretagna, 30 dalla Germania, 35 dalla piccola Norvegia, 12 dalla Spagna, 20 dal Brasile". Lo dice Lapo Pistelli, Responsabile Esteri del Pd. "E il nostro Paese- si chiede Pistelli- gia' "potenza coloniale" in quell'area ? Si dice, si sussurra, senza alcuna conferma che il nostro governo si sia impegnato per 800.000 euro, una cifra irrilevante e non all'altezza del Paese. Vi e' solo la speranza che la pressione dei media, che sono tornati ad occuparsi della vicenda, metta il nostro Paese nella condizione di adeguare minimamente il proprio contributo. Prima che sia troppo tardi".

27-07-2011 Dire – I Lancio

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PD: BERSANI, PARTITO A DISPOSIZIONE DI AGENZIA PER LE EMERGENZE (1 UPD) PD: BERSANI, PARTITO A DISPOSIZIONE DI AGENZIA PER LE EMERGENZE (1 UPD) +++Primo immediato impegno la crisi del Corno d'Africacon la Somalia falcidiata da carestia e siccita'+++. (ASCA) - Roma, 27 lug - Il Pd ha raggiunto un accordo con 'Agire' il consorzio delle maggiori Ong italiane che operano nel settore della cooperazione allo sviluppo, in particolare nelle azioni per fronteggiare le emergenze. E' il caso del Corno d'Africa e degli 11 milioni di persone minacciate nella loro vita dalla gravissima carestia. L'iniziativa che vedra' coinvolta l'intera struttura del Pd e' stata illustrata stamane a Montecitorio in una conferenza stampa con il segretario democratico Pier Luigi Bersani, con il capogruppo alla Camera Dario Franceschini e con il responsabile esteri del partito Lapo Pistelli. Per parte di 'Agire' erano presenti il presidente Mario Raffaelli e Marco Bertotto. In sostanza, come ha spiegato Bersani, ''mettiamo il partito al servizio della societa' civile. Il Pd e' un partito ma si sente anche parte di una societa' civile attiva''. ''Da oggi -ha aggiunto- le nostre strutture di informazione e tutte le feste saranno a disposizione''. E Bersani ha citato alcune cifre per sottolineare la necessita' di un'attivazione della societa' civile: ''se stiamo ai governi i contributi vanno dai 60 mln della Gran Bretagna, ai 30 di Germania e Francia mentre in Italia si e' parlato, per ora solo parlato, di un milione di euro. Dunque vediamo di rimontare un po' alle 'difficolta'' del governo e di fare una buona figura. Possiamo fare cose importanti''. In concreto si trattera' di operare una serie di iniziative coordinate con 'Agire', dalla semplice informazione, alla raccolta di aiuti alimentari, medicinali e comunque di prima necessita' e alla mobilitazione, ad esempio, per la raccolta di sangue. Questa, ha commentato ancora Bersani, ''e' occasione per fare una cosa buona'' e per farlo in risposta alle emergenze segnalate da Agire si prevedono quattro modalita' di intervento: ''1 - Sensibilizzazione degli iscritti, dei circoli territoriali e dei simpatizzanti attraverso i canali di comunicazione interni al Pd (e-mail, messaggi Sms), realizzando tutte quelle campagne di raccolta fondi ritenute idonee ad un'efficace risposta all'appello di emergenza. 2 - Promozionedell'appello sul sito web e sui social network del Pd. 3 - Sostegno pubblico e divulgazione dell'appello di emergenze attraverso i mezzi di comunicazione a disposizione del pd (youdem.tv, comunicati stampa, iniziative esterne, ecc). 4 - Sollecitazione a gruppi parlamentari, amministratori e articolazioni locali del partito a realizzare iniziative ad hoc di raccolta fondi o indirizzare verso l'appello Agire le eventuali donazioni che volessero effettuare in occasione di una data crisi umanitaria''. In una nota del Pd si sottolinea che questa ''e' un'esperienza nuova e significativa di raccordo tra il Pd con il mondo del volontariato e della cooperazione, che opera in contesti difficili, per salvare delle vite umane''. ''Il primo impegno e' immediato ed e' rivolto alla spaventosa crisi del corno d'Africa: la Somalia, piegata dalla siccita', vive un drammatico esodo di migliaia di persone verso i campi profughi nel Kenia e intere popolazioni sono colpite duramente da una condizione estrema di poverta' a cuisi e' aggiunta la carestia e la siccita' della regione orientale dell'Africa''.

27-07-2011 Asca – I Lancio

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SOMALIA: AGIRE ILLUMINA COLOSSEO E MOLE ANTONELLIANA PER SENSIBILIZZARE SU EMERGENZA CORNO D'AFRICA (ANSA) - ROMA, 28 LUG - Dalle 22 di stasera alle 02.00 del 31, le pareti della Mole Antonelliana a Torino, e di Palazzo Marino a Milano faranno da sfondo alla proiezione dell'sms solidale di Agire 45500 mentre il Colosseo, a Roma, resterà acceso con illuminazione notturna straordinaria. E un'iniziativa ideata da Agire (Agenzia Italiana per la Risposta alle Emergenze) per sensibilizzare l'opinione pubblica su una crisi umanitaria che - afferma l'organizzazione in una nota - ''si sta consumando nell'indifferenza quasi totale: la gravissima siccità che ha colpito oltre 11 milioni di persone in Africa Orientale''. ''La situazione ha ormai largamente superato il livello d'allerta - dice Marco Bertotto, direttore di Agire - per questo abbiamo deciso di denominare la nostra operazione a Torino, Milano e Roma Red Alert - Codice Rosso. In alcune regioni della Somalia è già stato dichiarato lo stato di carestia. Se non si mette in atto un'azione decisa e immediata per portare aiuti, migliaia di vite peseranno sulla nostra coscienza. Illuminare i luoghi simbolo delle tre maggiori città italiane speriamo possa servire a dare luce e visibilità a questa terribile crisi umanitaria, mettendo in moto la solidarietà che gli italiani hanno sempre dimostrato in queste occasioni''. 45500 è il numero solidale che permette di sostenere i programmi umanitari delle organizzazioni della rete di Agire, attive in Somalia, Kenya e Etiopia con oltre 1.200 operatori umanitari che lavorano per garantire sicurezza alimentare, assicurare forniture di acqua potabile e supportare i sistemi sanitari locali. Il numero 45500 è attivo fino al 12 agosto e consente di donare due euro tramite Sms da cellulari Tim, Vodafone, Coopvoce, PosteMobile e Noverca o chiamando da rete fissa Telecom o Teledue. L'operazione Codice Rosso è realizzata grazie alla collaborazione con i Comuni di Milano, Roma e Torino. (ANSA).

28-07-2011 Ansa – I Lancio

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Indice QUOTIDIANI

1. La Stampa 14-07-2011

2. La Provincia di Varese 20-07-2011

3. La Provincia di Sondrio 20-07-2011

4. La Provincia di Lecco 20-07-2011

5. L’Unità 21-07-2011

6. Corriere della Sera 21-07-2011

7. Avvenire 22-07-2011

8. Il Fatto Quotidiano 23-07-2011

9. Il Centro 25-07-2011

10. Il Sole 24 Ore 26-07-2011

11. La Repubblica 27-07-2011

12. La Repubblica – ed. Roma 27-07-2011

13. Il Tempo – ed. Roma 27-07-2011

14. Avvenire 28-07-2011

15. Europa 28-07-2011

16. Europa 28-07-2011

17. La Stampa – ed. Torino 28-07-2011

18. L’Unità 28-07-2011

19. Il Tempo 28-07-2011

20. Avvenire 29-07-2011

21. Avvenire 29-07-2011

22. La Stampa – ed. Torino 29-07-2011

23. Corriere della Sera 29-07-2011

24. Avvenire 30-07-2011

25. Avvenire 30-07-2011

26. Avvenire 30-07-2011

27. Libero – ed. Roma 31-07-2011

28. Corriere della Sera 31-07-2011

29. Eco di Bergamo 01-08-2011

30. Eco di Bergamo 01-08-2011

31. La Nuova Sardegna – ed. Gallura 02-08-2011

32. La Stampa – ed. Novara 05-08-2011

33. L’Unità 05-08-2011

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Indice QUOTIDIANI

34. L’Informazione – ed. Modena 06-08-2011

35. La Nazione 08-08-2011

36. Il Tirreno 09-08-2011

37. La Voce di Romagna – ed. Forlì 11-08-2011

38. Il Corriere di Romagna – ed.Forlì 11-08-2011

39. Giornale di Carate 18-08-2011

40. Gazzetta del Sud 21-08-2011

41. Alto Adige 21-08-2011

42. Eco di Bergamo 29-08-2011

43. Eco di Bergamo 29-08-2011

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14-07-2011 La Stampa n. lettori: 2.080.000

Page 14: Rassegna stampa Africa Orientale

14-07-2011 La Stampa n. lettori: 2.080.000

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Agire

“Troppe guerre Difficile aiutare” «Intervenire nelle aree colpite dalla carestia è reso complicato dai conflitti in atto nella regione».Marco Bertotto, direttore diAgire, traccia un quadro drammatico della situazione nel Corno d'Africa. «Le nostreOng lavorano attraverso operatori locali e dopo l’apertura di Shabab stiamo valutando se esistano le condizioni di sicurezza per far entrare in Somalia personale internazionale». Nove organizzazioni diAgire sono al lavoro in tutte le aree interessate. Provvedono alla distribuzione di acqua e cibo, oltre all'assistenza medica nelle zone colpite da siccità e carestia, e a quella logistica nei centri di prima accoglienza. «Alcune comunità, specie quelle di pastori, sono irraggiungibili e i flussi di profughi appaiono giorno dopo giorno inarrestabili – spiega Bertotto -. Solo aDaab ci sono circa 400mila persone,mentre a Mogadiscio i campi sfollati si vanno riempiendo». C'è poi il problema dei finanziamenti. Le organizzazioni britanniche hanno già raccolto dieci milioni di sterline,ma non bastano. Da parte sua Agire lancerà a giorni un «appello di emergenza per colmare il vuoto pneumatico» di informazione che rende ancor più triste e drammatica l'ennesima emergenza africana.

14-07-2011 La Stampa n. lettori: 2.080.000

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20-07-2011 La Provincia di Varese n. lettori: 384.000

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La Somalia ha fame: solidarietà essenziale

www.ilsussidiario.net Decine di migliaia di persone in fuga dalla più grave carestia che abbia colpito il Corno d'Africa in questi ultimi sessant'anni: è la dimensione del disastro umanitario che si sta verificando in Somalia e che coinvolge una popolazione di 10 milioni di persone. Papa Benedetto XVI ha di nuovo richiamato l'attenzione della comunità internazionale, lanciando un appello e provvedendo direttamente con un aiuto concreto immediato attraverso il Pontificio Consiglio ?Cor Unum? (...). Ma cosa sta accadendo? Da due anni in Somalia non piove e la già fragile situazione sociale del Paese, anche a causa del conflitto endemico che lo caratterizza, ha determinato uno stato di collasso. Le conseguenze si evidenziano nella fuga di quelle migliaia di persone che, al ritmo di 30mila al mese, stanno raggiungendo il campo profughi di Dadaab, in Kenya, dove la Fondazione Avsi opera dal 2009 con progetti di assistenza ed educazione. Non è soltanto la siccità prolungata la causa primaria della crisi somala: la speculazione in corso da anni sulle materie prime alimentari, con il prezzo dei cereali cresciuto del 71% rispetto al giugno 2010 (secondo la Fao), determina un aggravamento progressivo delle condizioni di sussistenza minima della popolazione. Difficile pensare che non si possa intervenire, ad esempio con sistemi di stoccaggio che possano calmierare le ansie di guadagno degli speculatori. Lo stesso Benedetto XVI, intervenendo di recente alla Conferenza internazionale della Fao, aveva ribadito che «bisogna fare di più per sconfiggere la fame. Il quadro internazionale e le ricorrenti apprensioni determinate da instabilità e dall'aumento dei prezzi domandano risposte concrete e necessariamente unitarie per conseguire risultati che singolarmente gli Stati non possono garantire. Questo significa fare della solidarietà un criterio essenziale per ogni azione politica e strategia, così da rendere l'attività internazionale e le sue regole altrettanti strumenti di effettivo servizio all'intera famiglia umana ed in particolare agli ultimi». In un servizio di inizio luglio, La Stampa ricordava che «al recente G20 dell'Agricoltura, in Francia, le proposte per bloccare l'accaparramento di terre nei Paesi in via di sviluppo per controllare i biocarburanti, o per utilizzare gli stock di alimenti per contenere la volatilità dei prezzi sui mercati agricoli, sono state sostanzialmente accantonate». (...) Per Fondazione Avsi dietro questi numeri drammatici ci sono volti di persone sofferenti, madri coraggiose ma stremate, padri che non riescono a provvedere ai propri figli, bambini che non riusciranno a diventare grandi. Per questo, continuando il nostro compito, abbiamo raccolto l'appello urgente di Benedetto XVI, attivando insieme ad Agire (l'Agenzia italiana per la risposta alle emergenze) una campagna per contribuire ad aiutare le migliaia di profughi in fuga dalla Somalia. È nella risposta immediata a un bisogno primario, come quello che drammaticamente vivono migliaia di essere umani senza cibo, che si costruisce un futuro migliore per tutti.

20-07-2011 La Provincia di Varese n. lettori: 384.000

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20-07-2011 La Provincia di Sondrio n. lettori: 384.000

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La Somalia ha fame: solidarietà essenziale

www.ilsussidiario.net Decine di migliaia di persone in fuga dalla più grave carestia che abbia colpito il Corno d'Africa in questi ultimi sessant'anni: è la dimensione del disastro umanitario che si sta verificando in Somalia e che coinvolge una popolazione di 10 milioni di persone. Papa Benedetto XVI ha di nuovo richiamato l'attenzione della comunità internazionale, lanciando un appello e provvedendo direttamente con un aiuto concreto immediato attraverso il Pontificio Consiglio ?Cor Unum? (...). Ma cosa sta accadendo? Da due anni in Somalia non piove e la già fragile situazione sociale del Paese, anche a causa del conflitto endemico che lo caratterizza, ha determinato uno stato di collasso. Le conseguenze si evidenziano nella fuga di quelle migliaia di persone che, al ritmo di 30mila al mese, stanno raggiungendo il campo profughi di Dadaab, in Kenya, dove la Fondazione Avsi opera dal 2009 con progetti di assistenza ed educazione. Non è soltanto la siccità prolungata la causa primaria della crisi somala: la speculazione in corso da anni sulle materie prime alimentari, con il prezzo dei cereali cresciuto del 71% rispetto al giugno 2010 (secondo la Fao), determina un aggravamento progressivo delle condizioni di sussistenza minima della popolazione. Difficile pensare che non si possa intervenire, ad esempio con sistemi di stoccaggio che possano calmierare le ansie di guadagno degli speculatori. Lo stesso Benedetto XVI, intervenendo di recente alla Conferenza internazionale della Fao, aveva ribadito che «bisogna fare di più per sconfiggere la fame. Il quadro internazionale e le ricorrenti apprensioni determinate da instabilità e dall'aumento dei prezzi domandano risposte concrete e necessariamente unitarie per conseguire risultati che singolarmente gli Stati non possono garantire. Questo significa fare della solidarietà un criterio essenziale per ogni azione politica e strategia, così da rendere l'attività internazionale e le sue regole altrettanti strumenti di effettivo servizio all'intera famiglia umana ed in particolare agli ultimi». In un servizio di inizio luglio, La Stampa ricordava che «al recente G20 dell'Agricoltura, in Francia, le proposte per bloccare l'accaparramento di terre nei Paesi in via di sviluppo per controllare i biocarburanti, o per utilizzare gli stock di alimenti per contenere la volatilità dei prezzi sui mercati agricoli, sono state sostanzialmente accantonate». (...) Per Fondazione Avsi dietro questi numeri drammatici ci sono volti di persone sofferenti, madri coraggiose ma stremate, padri che non riescono a provvedere ai propri figli, bambini che non riusciranno a diventare grandi. Per questo, continuando il nostro compito, abbiamo raccolto l'appello urgente di Benedetto XVI, attivando insieme ad Agire (l'Agenzia italiana per la risposta alle emergenze) una campagna per contribuire ad aiutare le migliaia di profughi in fuga dalla Somalia. È nella risposta immediata a un bisogno primario, come quello che drammaticamente vivono migliaia di essere umani senza cibo, che si costruisce un futuro migliore per tutti.

20-07-2011 La Provincia di Sondrio n. lettori: 384.000

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20-07-2011 La Provincia di Lecco n. lettori: 384.000

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La Somalia ha fame: solidarietà essenziale

www.ilsussidiario.net Decine di migliaia di persone in fuga dalla più grave carestia che abbia colpito il Corno d'Africa in questi ultimi sessant'anni: è la dimensione del disastro umanitario che si sta verificando in Somalia e che coinvolge una popolazione di 10 milioni di persone. Papa Benedetto XVI ha di nuovo richiamato l'attenzione della comunità internazionale, lanciando un appello e provvedendo direttamente con un aiuto concreto immediato attraverso il Pontificio Consiglio ?Cor Unum? (...). Ma cosa sta accadendo? Da due anni in Somalia non piove e la già fragile situazione sociale del Paese, anche a causa del conflitto endemico che lo caratterizza, ha determinato uno stato di collasso. Le conseguenze si evidenziano nella fuga di quelle migliaia di persone che, al ritmo di 30mila al mese, stanno raggiungendo il campo profughi di Dadaab, in Kenya, dove la Fondazione Avsi opera dal 2009 con progetti di assistenza ed educazione. Non è soltanto la siccità prolungata la causa primaria della crisi somala: la speculazione in corso da anni sulle materie prime alimentari, con il prezzo dei cereali cresciuto del 71% rispetto al giugno 2010 (secondo la Fao), determina un aggravamento progressivo delle condizioni di sussistenza minima della popolazione. Difficile pensare che non si possa intervenire, ad esempio con sistemi di stoccaggio che possano calmierare le ansie di guadagno degli speculatori. Lo stesso Benedetto XVI, intervenendo di recente alla Conferenza internazionale della Fao, aveva ribadito che «bisogna fare di più per sconfiggere la fame. Il quadro internazionale e le ricorrenti apprensioni determinate da instabilità e dall'aumento dei prezzi domandano risposte concrete e necessariamente unitarie per conseguire risultati che singolarmente gli Stati non possono garantire. Questo significa fare della solidarietà un criterio essenziale per ogni azione politica e strategia, così da rendere l'attività internazionale e le sue regole altrettanti strumenti di effettivo servizio all'intera famiglia umana ed in particolare agli ultimi». In un servizio di inizio luglio, La Stampa ricordava che «al recente G20 dell'Agricoltura, in Francia, le proposte per bloccare l'accaparramento di terre nei Paesi in via di sviluppo per controllare i biocarburanti, o per utilizzare gli stock di alimenti per contenere la volatilità dei prezzi sui mercati agricoli, sono state sostanzialmente accantonate». (...) Per Fondazione Avsi dietro questi numeri drammatici ci sono volti di persone sofferenti, madri coraggiose ma stremate, padri che non riescono a provvedere ai propri figli, bambini che non riusciranno a diventare grandi. Per questo, continuando il nostro compito, abbiamo raccolto l'appello urgente di Benedetto XVI, attivando insieme ad Agire (l'Agenzia italiana per la risposta alle emergenze) una campagna per contribuire ad aiutare le migliaia di profughi in fuga dalla Somalia. È nella risposta immediata a un bisogno primario, come quello che drammaticamente vivono migliaia di essere umani senza cibo, che si costruisce un futuro migliore per tutti.

20-07-2011 La Provincia di Lecco n. lettori: 384.000

Page 22: Rassegna stampa Africa Orientale

21-07-2011 L’Unità n. lettori: 317.000

Page 23: Rassegna stampa Africa Orientale

21-07-2011 L’Unità n. lettori: 317.000

Page 24: Rassegna stampa Africa Orientale

Come aiutare Raccolta fondi di Agire

Il Consorzio AGIRE - Agenzia Italiana per la Risposta alle Emergenze, che unisce ActionAid, AMREF, AVSI, CESVI, CISP, COOPI, INTERSOS, Save the Children, VIS, promuove una raccolta di fondi con la collaborazione anche del Pd. Si può contribuire con carta di credito o conto Paypal su www.agire.it o al numero verde 800.132.870; bonifico su cc di Banca Prossima, IBAN IT 79 J 03359 01600 100000060696; bollettino postale sul cc n. 85593614 intestato a AGIRE onlus, via Aniene 26/A 00198 Roma; assegno bancario non trasferibile intestato a AGIRE onlus, via Aniene 26/A - 00198 Roma. Nella causale scrivere «Emergenza Africa Orientale».

21-07-2011 L’Unità n. lettori: 317.000

Page 25: Rassegna stampa Africa Orientale

21-07-2011 Corriere della Sera n. lettori: 3.056.000

Page 26: Rassegna stampa Africa Orientale

Iniziativa di Agire

Come aiutare con le donazioni Agire, l'Agenzia italiana per la risposta alle emergenze, ha lanciato un appello congiunto di raccolta fondi per l'Africa Orientale. È possibile donare: online con carta di credito o conto Paypal sul sito www.agire.it; chiamando il numero verde 800.132.870 (lunedì-venerdì, ore 9.00-19.00); con bonifico su conto corrente di Banca Prossima, IBAN: IT 79 J 03359 01600 100000060696, causale «Emergenza Africa Orientale».

21-07-2011 Corriere della Sera n. lettori: 3.056.000

Page 27: Rassegna stampa Africa Orientale

22-07-2011 Avvenire n. lettori: 311.000

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«Ho visto famiglie mangiate dalle iene» Il dramma di chi arriva stremato nel campo di Dadaab Gli shabaab hanno rapito una donna appena nominata ministro della famiglia nel governo federale di transizione della Somalia In vent'anni di Africa non ho mai visto una situazione del genere», racconta con grande preoccupazione Leo Capobianco, responsabile di Avsi in Kenya e coordinatore dei progetti nel campo per rifugiati di Dadaab, in collaborazione con l'organizzazione Agire. «Dal punto di vista professionale ma soprattutto da quello umano: non avrei mai pensato di ritrovarmi coinvolto in una crisi di queste dimensioni». Parole gravi e angosciose quelle di Capobianco, che riflettono l'essenza del campo profughi più grande al mondo, quello di Dadaab, considerato senza eufemismi un inferno in terra. «Le testimonianze dei rifugiati che soccorriamo ogni giorno hanno dell'incredibile - continua il responsabile dell'organizzazione, tornato a Nairobi per partecipare alle riunioni d'emergenza delle agenzie umanitarie, e pronto a ripartire già oggi per il campo con altri aiuti - la storia che mi ha più colpito è quella di una famiglia il cui padre e figlio sono stati letteralmente mangiati dalle iene durante il tragitto tra il sud della Somalia e Dadaab». Capobianco racconta anche di aver visto migliaia di rifugiati che, dopo aver camminato per settimane in una delle aree più aride del Corno d'Africa, sono arrivati in condizioni di estrema povertà, spesso senza neanche uno straccio di vestito per coprirsi il corpo. Avsi e Agire sono tra le organizzazioni umanitarie che da tempo lavorano in tutte e tre le sezioni del campo di Dadaab con progetti principalmente mirati all'educazione. «Da tre anni stiamo costruendo scuole e provvediamo alla formazione di centinaia d'insegnanti - spiega ad Avvenire Capobianco - nonostante questa crisi epocale abbia colto tutti di sorpresa, teniamo duro e mandiamo avanti i nostri progetti con tutte le nostre forze». Da oggi, tra l'altro, è anche possibile donare 2 euro tramite sms telefonando al numero solidale 45500 (da cellulari Tim, Vodafone, Coopvoce o da reti fisse Telecom Italia e Teletu). L'emergenza umanitaria in cui è stato risucchiato il campo di Dadaab sta peggiorando giorno dopo giorno. Ai più di 400 mila rifugiati già presenti nel campo, quotidianamente se ne aggiungo tra i 2 e i 3mila. La maggior parte di loro fugge dalla Somalia, l'ex colonia italiana in guerra da più di vent'anni, e che in almeno due regioni ha raggiunto questa settimana lo stadio ufficiale di "carestia", l'ultimo relativo alle emergenze umanitarie. Le agenzie delle Nazioni unite, oltre ad aver fissato una riunione d'emergenza-crisi per lunedì, hanno dichiarato ieri che per fermare il sempre più prorompente flusso di profughi saranno costrette a far cadere gli aiuti dagli aerei che sorvoleranno il sud della Somalia. Queste zone sono occupate dal gruppo di ribelli qaedisti dell'al Shabaab che, nonostante abbia permesso la distribuzione di viveri e medicinali nelle proprie aree, non sembra garantire la completa sicurezza per gli operatori sul territorio. Una nota della Caritas Italiana, da anni impegnata nel Corno d'Africa, oltre ad aver lanciato una raccolta di fondi, ha invitato a riflettere sulle cause strutturali di tali sofferenze: «La dipendenza dall'esterno per l'approvvigionamento di cibo, l'innalzamento dei prezzi, le situazioni di conflitto, e i cambiamenti climatici». Sono infatti innumerevoli le sfide che il popolo somalo, dall'inizio della guerra civile nel 1991, continua ad affrontare. Martedì sera, il primo ministro Abdiwali Mohamed Ali ha reso pubblica la lista del nuovo Governo federale di transizione somalo (Tfg). Proprio ieri, però, gli shabaab hanno rapito nella località di Balad, Asha Osman Aqiil, appena nominata ministro somalo per gli affari della famiglia e delle donne. «È tragico che si trovi nelle mani di persone sbagliate»,ha detto un membro del Tfg sotto anonimato: «Non ci resta che pregare per la sua liberazione».

22-07-2011 Avvenire - 1/2 n. lettori: 311.000

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COME AIUTARE ECCO I RIFERIMENTI PER INVIARE LE OFFERTE La Caritas Italiana ha immediatamente messo a disposizione nei giorni scorsi 300mila euro per i primi interventi di aiuto alle popolazioni colpite dalla siccità nel Corno d'Africa. E ha avviato una sottoscrizione per sostenere le azioni in corso da tempo nel Corno d'Africa in collaborazione con le Caritas locali. Si possono quindi inviare offerte a 22/07/2011 Caritas Italiana tramite: * Conto corrente postale n. 347013 specificando nella causale: "Carestia Corno d'Africa 2011". Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui: * UniCredit, via Taranto 49, Roma Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119 * Banca Prossima, via Aurelia 796, Roma Iban: IT 06 A 03359 01600 100000012474 * Intesa Sanpaolo, via Aurelia 396/A, Roma Iban: IT 95 M 03069 05098 100000005384 * Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113 Inoltre si può contribuire con CartaSì e Diners telefonando a Caritas Italiana 06 66177001 (in orario d'ufficio). Foto: Alcune donne mentre cercano di procurarsi del cibo nel nuovo campo profughi allestito dalla Nazioni unite alla periferia di Mogadiscio (Epa) Foto: Famiglie di profughi nel campo di Dadaab, allestito dalle Nazioni unite nel nordest del Kenya La carestia interessa ormai 11 milioni di persone tra Somalia e altri Paesi del Corno d'Africa (Epa)

22-07-2011 Avvenire - 2/2 n. lettori: 311.000

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23-07-2011 Il Fatto Quotidiano n. lettori: n.d.

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23-07-2011 Il Fatto Quotidiano n. lettori: n.d.

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A "Radio 3 Mondo" La carestia nel Corno d'Africa La più grave siccità dell'ultimo secolo che ha colpito l' Africa orientale sarà al centro della puntata di "Radio3Mondo", in onda questa mattina dalle 11.30 alle 12.00. In alcune aree della regione il prezzo del grano è salito tra il 100 e il 200% riducendo drasticamente la disponibilità di alimenti per le famiglie e per il bestiame. Una catastrofe umanitaria che coinvolge milioni di persone, due milioni di bambini, con folle di profughi che tentano di raggiungere i campi tra Kenya e Somalia, dove sperano di portare in salvo i loro figli. La puntata si occuperà anche dell'isola di Haiti dove, a più di un anno dal terremoto, tanto resta ancora da fare. Anna Maria Giordano farà il punto con Marco Rotelli, portavoce dell'Agenzia Italiana per la risposta alle emergenze, e con Alessia Maso, cooperante appena tornata da Haiti, dove sta seguendo alcuni progetti con le associazioni locali. Radiotre 11,30

23-07-2011 Il Fatto Quotidiano n. lettori: n.d.

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25-07-2011 Il Centro n. lettori: 304.000

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L'appello lanciato da Gianni Melilla di Sinistra ecologia e libertà

Aiuti all'Africa dall'Abruzzo PESCARA. «In larga parte dell'Africa orientale, a partire dalle ex colonie italiane, si sta consumando una tragedia di proporzioni bibliche». Lo afferma Gianni Melilla, coordinatore regionale di Sel (Sinistra ecologia e libertà). «Circa 10 milioni di persone, di cui 5 milioni sono bambini, stanno soffrendo fame e sete per la grave siccità (non piove da 2 stagioni consecutive)che ha distrutto una parte dei raccolti agricoli e degli allevamenti», dice Melilla che è anche presidente dell'Istituzione per la cooperazione internazionale di Pescara. «In Somalia, etiopia, eritrea E kenya vi è la più grave emergenza umanitaria dopo quella dell'autunno del 1992. La siccità ha aggravato le tradizionali condizioni di povertà e oggi si muore per fame e sete senza che i vari campi profughi allestiti dalle organizzazioni internazionali delle nazioni Unite e delle onG possano risolvere, se non in minima parte, il dramma che vivono 10 milioni di persone». «Anche in Abruzzo», conclude Melilla, «si sta attivando una catena della solidarietà e chiunque voglia contribuire può prendere le indicazioni sui siti: www.savethechildren.it/fondoemergenza o su www.agire.it (numero verde 800132870)»

25-07-2011 Il Centro n. lettori: 304.000

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26-07-2011 Il Sole 24 Ore n. lettori: 1.015.000

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26-07-2011 Il Sole 24 Ore n. lettori: 1.015.000

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27-07-2011 La Repubblica – 1/3 n. lettori: 3.252.000

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27-07-2011 La Repubblica – 2/3 n. lettori: 3.252.000

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27-07-2011 La Repubblica – 3/3 n. lettori: 3.252.000

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27-07-2011 La Repubblica – ed. Roma n. lettori: 530.000

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Zingaretti: "Un fondo di 50mila euro per la Somalia" UN PRIMO stanziamento di 50mila euro in favore delle popolazioni del Corno d'Africa colpite dalla siccità che ogni giorno miete tantissime vittime soprattutto tra i bambini. Lo ha predisposto la giunta provinciale per portare un aiuto all'emergenza che sta affliggendo l'Africa orientale. «La situazione che sta vivendo il Corno d'Africa, come ha sottolineato il Santo Padre nei giorni scorsi, non ci può lasciare indifferenti», spiega il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti. «Tramite l'Agire, (Agenzia Italiana per la Risposta alle Emergenze, ndr.) vogliamo portare alle famiglie africane acqua, cibo, cure mediche e sostenere tutti quegli interventi che le Ong stanno realizzando nella aree del Corno d'Africa». Foto: Zingaretti, presidente della Provincia

27-07-2011 La Repubblica – ed. Roma n. lettori: 530.000

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27-07-2011 Il Tempo – ed. Roma n. lettori: 169.000

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50mila euro contro la carestia somala Provincia mobilitata per aiutare le popolazioni del Corno d'Africa colpite dalla siccità che ogni giorno miete vittime soprattutto tra i bambini. «La situazione, come ha sottolineato il Santo Padre, non ci può lasciare indifferenti. Per questo la Giunta ha deciso un primo stanziamento di 50mila euro per portare un piccolo aiuto alla drammatica emergenza che sta colpendo l'Africa orientale - spiega il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti - abbiamo chiesto ad Agire di segnalarci un progetto sul quale intervenire per offrire un sostegno concreto e immediato alle famiglie africane».

27-07-2011 Il Tempo – ed. Roma n. lettori: 169.000

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28-07-2011 Avvenire n. lettori: 311.000

Page 45: Rassegna stampa Africa Orientale

Finalmente si muove anche il Palazzo: appelli, iniziative e raccolte di fondi

a catastrofe umanitaria somala arriva a scuotere anche gli scranni di Montecitorio e di Palazzo

Madama. E la politica finalmente si fa sentire, pure con la buona intenzione di mettere mano al

portafoglio. Non senza, però, utilizzare la carestia nell'est del continente come nuovo capitolo di

confronto parlamentare. «Cari colleghi, vi scriviamo per attirare la vostra attenzione sull'emergenza

umanitaria del Corno d'Africa». Inizia così la lettera che ieri mattina deputati e senatori si sono

trovati sulle scrivanie; un appello bipartisan in cui si invita a donare la diaria di un giorno all'Unicef

per aiutare i bambini di quella terra. «Non possiamo e non dobbiamo sottrarci»

DA a questa richiesta di sostegno, scrivono i politici che spaziano da Benedetto Della Vedova (Fli),

a Giuseppe Pisanu (Pdl) passando per Walter Veltroni (Pd). Quasi nello stesso momento, alla

Camera, il Pd ha presentato il suo contributo per la Somalia: un accordo con Agire (Agenzia

italiana risposta emergenze) che prevede la messa a disposizione delle proprie strutture per

sensibilizzare sul tema. Il principale partito d'opposizione ed il consorzio della maggiori Ong italiane

faranno dunque rete per la raccolta di viveri, sangue e medicinali. «Mettiamo il partito al servizio

della società civile», ha spiegato il segretario Pier Luigi Bersani.

Nei bilanci degli altri Stati gli aiuti sono di decine di milioni, mentre per l'Italia «si è parlato, per ora

solo parlato, di un milione di euro - ha aggiunto il segretario - vediamo un po' di rimediare alle

difficoltà del governo». Difende invece l'operato dell'esecutivo il ministro degli Esteri Franco Frattini:

un sostegno fatto di aiuti umanitari già partiti a cui dovrebbero aggiungersene altri per mezzo

milione di euro. «Poco si sa, ma molto si fa» ha chiosato il ministro. In Somalia però le forze

internazionali incontrano il problema della «forte instabilità politica locale». E a parlare delle

difficoltà operative su quel territorio sono tornati ieri proprio i vertici della comunità somala in Italia,

incontrando alcuni esponenti politici. L'Occidente sembra ormai indifferente davanti a persone

che muoiono di fame, e le sue promesse «non si concretizzano se non con vaghi spot, una

nutrizione virtuale», nota la deputata dell'Udc Paola Binetti, che dopo l'incontro attacca

l'indifferenza fatta di vaghi propositi a cui però fa seguito una «scarsa capacità di reagire con fatti

concreti». Sulla stessa lunghezza d'onda Souad Sbai (Pdl) che dal colloquio con il presidente della

comunità somala, Alì Abukar Hayo, esce con una certezza: la comunità internazionale «tiene gli

occhi chiusi di fronte ad una tragedia umanitaria epocale». Per questo, occorre «creare

urgentemente un cordone umanitario». Proposta bipartisan di un gruppo di deputati e senatori:

«Devolviamo un giorno di diaria all'Unicef» Accordo del Pd con le Ong di Agire: «Le strutture del

partito a servizio della società civile» Frattini: già fatto molto Foto: Profughi al confine somalo

(Reuters)

28-07-2011 Avvenire n. lettori: 311.000

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28-07-2011 Europa n. lettori: n.d.

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E ora Bersani si sente accerchiato Il segretario dem attacca: «No al fango, pensiamo a una class action»

Palazzo Montecitorio, ore 12. Pier Luigi Bersani ha appena finito di spiegare il senso dell'intesa tra l'Agenzia italiana risposta emergenze (Agire) e il Partito democratico: una mobilitazione per il Corno d'Africa messo in ginocchio dalla carestia. Chiede se ci sono domande sul tema, precisando che - «siccome so come funziona» - ad eventuali altre domande risponderà dopo. Dunque, nessuna intenzione di sottrarsi ai quesiti dei giornalisti nonostante - o, forse, esattamente per questo - non ci volesse un indovino per immaginare quale sarebbe stato il tema: la questione morale nel Pd. Assieme a lui, oltre al responsabile esteri Lapo Pistelli, il presidente dei deputati dem Dario Franceschini. Una delegazione di peso. Quando la domanda cade sul «diversamente ladri» con cui il Giornale ha aperto il numero di ieri, la risposta è secca: «Accettiamo critiche, ma non aggressioni, calunnie e fango». Sì, perché secondo il leader del Pd la «macchina del fango» è in piena azione. E non è alimentata solo dalla stampa di destra, dalla quale tutto sommato ci si aspetta un trattamento poco riguardoso. Quello che preoccupa l' entourage bersaniano è che un po' tutti, anche i quotidiani non schierati con il Cav, inzuppino il pane sulle traversie giudiziarie di Penati, trascurando, per dire, le ultime rivelazioni sul subaffitto pagato da Tremonti a Milanese per la casa di Campo Marzio. «Due pesi e due misure», dice Bersani, che non vedrebbe male «un editorialino» dedicato agli affari dell'ex braccio destro del ministro dell'economia. Un «editorialino», par di capire, che faccia il paio, ad esempio, con quello di Antonio Polito di ieri che prende di mira il Pd. Il timore, in definitiva, è che sotto l'ombrellone si parli - come nel 2005, con la vicenda Unipol - della questione morale democratica. Che poi, per i nomi in ballo, rischia di diventare la questione morale degli ex Ds. D'altro canto il Pdl cerca di cogliere la palla al balzo e chiede, con Cicchitto e Capezzone, di «superare la cultura del giustizialismo», un modo come un altro per chiamare tutti a raccolta contro i giudici. Dalle parti del Nazareno si ribadisce, invece, che nessuno pensa a un complotto dei magistrati contro il partito. Ma ci si sente un po' accerchiati, messi nel mirino dai giornali. Una sindrome che potrebbe concretizzarsi in un'iniziativa senza precedenti, tanto che se ne sta ancora verificando la fattibilità: una class action contro i denigratori. Comunque, assicura il segretario, «non ci faremo intimidire»: ovvero, come dice anche la lettera di martedì al Corriere , nessuna «timidezza» nell'affrontare la questione morale. A Bersani arriva un sostegno forte dal vicesegretario Enrico Letta, il quale afferma che la reazione del segretario «è quella di tutto il Pd», e da Dario Franceschini, che condivide totalmente l'esternazione bersaniana. Ma non da Paolo Gentiloni di MoDem: l'idea della class action , dice su Facebook, «non l'ho proprio capita: quando in casa nostra ci sono violazioni dell'etica pubblica vanno denunciate con severità, al di là delle forzature dei giornali che se ne occupano. Cerchiamo di non scambiare le cause con gli effetti». Per Rosy Bindi, invece, è giusto reagire così per evitare che si delegittimi tutta la politica. A complicare le cose una dichiarazione di Filippo Penati che, invece, se la prende con i magistrati osservando che il fascicolo relativo all'acquisto della Milano-Serravalle da parte della Provincia era a loro disposizione «da 6 anni». Come dire: perché esce ora?

28-07-2011 Europa n. lettori: n.d.

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28-07-2011 Europa n. lettori: n.d.

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Bersani con " Agire " un accordo di collaborazione per contrastare la crisi umanitaria in Somalia Sottoscritto ieri un accordo di collaborazione tra Pd e l'onlus Agire per fronteggiare l'impegno comune sulle emergenze umanitarie. Presenti Pier Luigi Bersani, Dario Franceschini, Lapo Pistelli e il direttore dell'Agenzia Italiana Risposta Emergenze, Marco Bertotto. Il Pd attiverà tutti i suoi canali - dai circoli al sito, dai gruppi parlamentari agli amministratori - nella raccolta fondi. «La drammatica situazione umanitaria nel Corno d'Africa deve richiamare l'attenzione di tutti, e portare a una mobilitazione più grande visto il troppo silenzio» ha sottolineato Bersani. «Voglio ringraziare Agire perché ci da l'occasione per fare una cosa buona - ha aggiunto - interpretandoci come un partito al servizio della società civile per battaglie giuste». Il segretario del Pd ha infine bacchettato il governo: «A fronte dei 35 milioni di euro versati dalla Norvegia, che ha solo 4 milioni di abitanti, l'Italia forse darà un milione. Eppure non ho bisogno di ricordare antiche vicende storiche che dovrebbero suggerire un'attenzione particolare nei confronti della Somalia».

28-07-2011 Europa n. lettori: n.d.

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28-07-2011 La Stampa – ed. Torino n. lettori: 2.080.000

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Mole illuminata per solidarietà

Questa sera la Mole si accenderà per dare un messaggio di solidarietà all'emergenza siccità in

Africa orientale che da alcune settimane sta colpendo in particolare le popolazioni della Somalia.

Grazie al progetto Red Alert, promosso dall'Agenzia Italiana Risposta Emergenze (Agire), comparirà

sulla Mole un invito a mandare un sms solidale al 45-500: attraverso questo numero, già attivo, si

potranno donare 2 euro.

28-07-2011 La Stampa – ed. Torino n. lettori: 2.080.000

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28-07-2011 L’Unità n. lettori: 317.000

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28-07-2011 L’Unità n. lettori: 317.000

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Il Pd critica il governo sugli interventi umanitari: solo 800mila euro p Il progetto Il partito democratico e Agire

Somalia in ginocchio Italia sotto accusa: «Aiuti col contagocce» Allarme carestia A rischio 11 milioni di persone Parte raccolta fondi L'impegno del Pd e di «Agire», insieme per sostenere quanti nel mondo si stanno attivando per far fronte alla catastrofe umanitaria in Somalia. La denuncia: il governo italiano maglia nera negli aiuti promessi. ROMA «C'è ancora troppo silenzio e poca attenzione rispetto ad una vicenda di gravità assoluta». La catastrofe somala entra nei palazzi della politica italiani. Grazie al Pd e alla rete di Ong «Agire». Rompere il silenzio assordante che avvolge gli eventi che stanno mettendo a rischio la vita di milione di esseri umani. È l'impegno assunto da Pier Luigi Bersani, intervenendo durante la conferenza stampa di presentazione di un accordo tra Agire (Agenzia italiana risposta emergenze che coinvolge 12 tra le più importanti organizzazioni non governative presenti in Italia) e il Pd sulla crisi umanitaria che sta colpendo la Somalia e i Paesi limitrofi. tenutasi presso la sala stampa della Camera dei deputati. ROMPERE IL SILENZIO L'accordo prevede l'attivazione del partito nella promozione e nel sostegno degli appelli di Agire per la raccolta fondi a favore di quelle organizzazioni che operano in quei territori con più di 1200 operatori sul campo. «Occupiamoci di aggredire questa situazione - rimarca Bersani -. Una presenza internazionale forte sul campo in una chiave umanitaria potrà dare qualche indicazione utile per cercare un processo di stabilizzazione in quei territori». Per Marco Bertotto, direttore di Agire, la situazione in Somalia è «difficile e in peggioramento», ma quella in corso è una crisi che riguarda anche i Paesi confinanti, come l'Etiopia e il Kenya. «Le Nazioni unite dicono che se non ci saranno interventi nei prossimi giorni, entro l'estate arriveremo ad una situazione di carestia estesa all'intera regione meridionale della Somalia - aggiunge -. Undici milioni sono le persone coinvolte, i dati ormai sono noti, per questo c'è una necessità di far fronte ad una emergenza in tempi rapidi. Quello che Agire ha fatto è stato lanciare un appello di raccolta fondi proprio per sostenere l'impegno di dieci organizzazioni non governative del network che sono impegnate nella regione tra Kenya, Somalia e Etiopia per fornire interventi di prima assistenza, distribuzione di cibo e acqua e programmi contro la malnutrizione per ridurre la mortalità». SOLIDARIETÀ CONCRETA «Nonostante un quadro critico che si trascina da anni, quella somala non è una crisi irreversibile», puntualizza Mario Raffaelli, membro del consiglio direttivo dell'agenzia e presidente di Amref. «Non è una crisi irreversibile e dovrebbe essere l'occasione per ripensare l'approccio generale che gli Stati occidentali hanno usato in questi anni nei confronti di quest'area del mondo. Dalle politiche di antiterrorismo occorre passare a quelle di sviluppo, le uniche che può portare a risolvere la radice di questa polveriera». L'impegno chiesto ai Paesi membri dalle Nazioni unite non è poi irraggiungibile. «Le operazioni militari che vengono fatte per combattere la pirateria costano circa 2 miliardi di dollari l'anno - spiega -, esattamente la cifra che viene chiesta attualmente dalle nazioni unite per combattere questa crisi». Ma sull'impegno del governo Italiano, Bersani non risparmia critiche. «Non dimentichiamo mai qual è la posizione italiana. Se ci atteniamo agli stanziamenti dei governi europei abbiamo 60 milioni di euro messi in campo dalla Gran Bretagna, 30 per la Germania, altri 30 dalla Norvegia che ha 4 milioni di abitanti, per l'Italia invece si è parlato di un milione di euro possibile. Mi auguro che rimontiamo un po' in questa difficoltà del governo italiano di interpretare l'esigenza umanitaria e si riesca a fare una bella figura e fare il nostro dovere come società civile». Concetto su cui torna il responsabile Esteri dei Democratici, Lapo Pistelli: «All'appello delle Nazioni Unite sulla tragica siccità che ha colpito l'Est Africa mettendo in ginocchio Somalia, Etiopia e Kenya, hanno risposto tutti tranne l'Italia: 60 milioni di euro dalla Gran Bretagna, 30 dalla Germania, 35 dalla piccola Norvegia, 12 dalla Spagna, 20 dal Brasile», denuncia Pistelli. «Si dice, si sussurra, senza alcuna conferma - aggiunge l'esponente Pd - che il nostro governo si sia impegnato per 800.000 euro, una cifra irrilevante e non all'altezza del Paese. Vi è solo la speranza che la pressione dei media che sono tornati ad occuparsi della vicenda, metta il nostro Paese nella condizione di adeguare minimamente il proprio contributo. Prima che sia troppo tardi». E in questa tragedia il fattore tempo è di importanza vitale. Per milioni di persone.

28-07-2011 L’Unità n. lettori: 317.000

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28-07-2011 Il Tempo n. lettori: 169.000

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Provincia di Roma con Agire per la Somalia

Nella palese distrazione, se non peggio nel disinteresse, della stragrande maggioranza del mondo,

la Somalia sta gridando aiuto. Una richiesta muta e disarmata, alla quale non possiamo più voltare

le spalle.

Quanto sta avvenendo nel Corno d'Africa assume sempre di più i contorni di una immensa

catastrofe umanitaria. Un'ondata storica di siccità, unita alla povertà e alla guerra civile, sta

riducendo oltre i limiti della fame un numero enorme di persone. Profughi in fuga dal rischio della

morte. Bambini soprattutto, almeno un milione secondo l'Unicef: un'intera generazione in pericolo.

La Chiesa, attraverso la voce del Santo Padre, ha lanciato con chiarezza il suo appello. Le istituzioni

sovrannazionali cominciano a muoversi, forse troppo lentamente. Si stanziano i primi, insufficienti,

aiuti, ma la carestia e le epidemie non aspettano. Per questo occorre fare qualcosa. Tutti. Nel

tempo della globalizzazione non ci sono davvero più alibi. Né distanze, né barriere, né carenza di

informazioni. C'è solo cinismo, nello stare fermi. E un grande senso di irresponsabilità, perché le

distanze non fermeranno la marcia di popoli disperati, le barriere non argineranno l'instabilità che

così grandi devastazioni sociali apportano all'equilibrio del mondo. Quello che accade ci riguarda.

Riguarda noi e riguarda il bene comune. Troppo spesso in cerca di un interesse contingente, di un

tornaconto immediato, chiusi nel nostro particolare, rischiamo di dimenticare il significato più vero

di questa espressione. La categoria del bene comune non può applicarsi solo a una parte: ai vicini,

ai simili. Il bene comune, mai come oggi, non può che coincidere con il bene universale. La

Provincia di Roma, raccogliendo l'appello che ci è stato rivolto, ha voluto fare la sua parte. In

questi giorni lanceremo una campagna di informazione e sensibilizzazione sulla tragedia del Corno

d'Africa: sentiamo il dovere di conoscere e di far conoscere, perché ciascuno possa dare il suo

contributo. Per questo, abbiamo voluto dare anche un primo segnale concreto, approvando in

giunta un primo stanziamento di 50mila euro e chiedendo ad Agire (Agenzia Italiana per la

Risposta alle Emergenze) di segnalarci un progetto sul quale intervenire per offrire un sostegno

concreto e immediato alle famiglie africane. Tramite Agire, infatti, vogliamo portare acqua, cibo,

cure mediche e sostenere tutti quegli interventi che le Ong stanno realizzando. Certo, non è che

una goccia d'acqua nel deserto. Ma, intanto, è importante fare una scelta. Raccogliere un

testimone. La solidarietà comincia dandosi la mano.

28-07-2011 Il Tempo n. lettori: 169.000

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29-07-2011 Avvenire n. lettori: 311.000

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Colosseo e Palazzo Marino «in rosso» per solidarietà Fino alle 2 di domenica notte, le pareti della Mole Antonelliana a Torino, e di Palazzo Marino a Milano faranno da sfondo alla proiezione dell'sms solidale di Agire 45500 mentre il Colosseo, a Roma, resterà acceso con illuminazione notturna straordinaria. È l'iniziativa "red allert-allarme rosso" ideata da Agire (Agenzia Italiana per la Risposta alle Emergenze) per sensibilizzare l'opinione pubblica su una crisi umanitaria. «Illuminare - dice Marco Bertotto, direttore di Agire - i luoghi simbolo delle tre maggiori città italiane speriamo possa servire a dare luce e visibilità a questa terribile crisi umanitaria». Il numero 45500 è attivo fino al 12 agosto e consente di donare due euro tramite Sms da cellulari Tim, Vodafone, Coopvoce, PosteMobile e Noverca o chiamando da rete fissa Telecom o Teledue.

29-07-2011 Avvenire n. lettori: 311.000

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29-07-2011 Avvenire n. lettori: 311.000

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La corsa di « Agire » accanto ai disperati per combattere fame, miseria, malattie Il cartello di Ong italiane che operano nel Paese: «Hanno già perso tutto e in molte regioni persiste la minaccia degli estremisti» Durante la preghiera di oggi, le milizie di al-Shabaab nella moschea di Jowar, nella regione somala del fiume Scebeli, lanceranno ancora una volta il "jihad". E poi cercheranno casa per casa i ragazzi dai 14 anni di età per spedirli forzatamente a Mogadiscio a combattere le forze del governo di transizione. Fame, miseria e violenza. È la situazione nel centro a 90 chilometri dalla capitale somala, uno dei più colpiti dagli ultimi sei mesi di siccità e carestia. Qui Intersos, una delle nove Ong italiane del network Agire - che impegna nel Corno d'Africa oltre 1200 operatori - tiene aperto un ospedale regionale con 87 posti letto, quattro medici e quattro centri salute. Ieri Agire ha lanciato un appello per squarciare il velo dell'indifferenza. «Sei mesi di carestia e siccità hanno stremato la popolazione - testimonia A., operatore umanitario somalo di Jowar che chiede l'anonimato per evitare ritorsioni dalle milizie legate ad al-Qaeda -. Molti hanno perso tutto, raccolti e bestiame». All'ospedale di Intersos hanno visto morire troppe persone, soprattutto bambini, a causa della denutrizione. I tassi di malnutrizione acuta e denutrizione nella regione superano infatti il 50 per cento. «Jowar - prosegue A. - è divenuta oggi la meta di tanti disperati, attirati dal fiume. Ma altrettanti sono ripartiti per fuggire dalla violenza e dalla fame in Kenya». Intanto sul campo, nonostante il pericolo della guerra, le Ong di Agire continuano a combattere fame e malattia. Nelle città di Afghoy, Er Irfid e Baidoa Intersos dispone di 11 team sanitari con cliniche mobili a supporto dell'ospedale di Jowar. Gli operatori distribuiscono beni di prima necessità, in particolare supporti nutrizionali, kit per l'igiene personale e la cucina. Nei campi profughi di Medina Dharkenley, a Mogadiscio, Cesvi - altro componente del network di Agire - ha attivato programmi di vaccinazione e distribuzione di cibo per i più vulnerabili. Anche Cisp, a Galmudug e Mogadiscio, realizza screening e supporto nutrizionale per i bambini fino a 5 anni, scava pozzi e distribuisce acqua potabile. A Bey, Gedo e Middle Juba, Coopi distribuisce cibo e sementi per la ripresa di attività agricole nel medio periodo e fornisce supporto ai centri sanitari locali. Infine Vis, Volontariato Internazionale per lo Sviluppo, Ong promossa dal Centro nazionale opere salesiane, opera nella parte orientale dell'Etiopia lungo il confine con la Somalia, area di confine dove gli equilibri sono molto delicati, terra di approdo di migliaia di somali in fuga da carestia e siccità. Cui va ridata una speranza.

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Mole illuminata per l’Africa ISi è accesa la solidarietà ieri sera sulla Mole Antonelliana. Sulla cupola si è illuminato un invito a inviare un sms al numero 45500, attraverso il quale donare 2 euro per aiutare le popolazioni del corno d’Africa colpite da una tremenda carestia. L’iniziativa «Red Alert», allarme rosso, è stata lanciata su proposta del network Agire (Agenzia italiana risposta emergenze) e ha coinvolto anche Milano e Roma: lo sesso invito è comparso sul Colosseo e su Palazzo Marino. I fondi raccolti sosterranno le associazioni attive nelle zone maggiormente colpite, come ActionAid, Amref e Save the Children e molte altre. «Questa volta - ha dichiarato il sindaco Piero Fassino - è davvero impossibile guardare altrove. È una carestia devastante con conseguenze inimmaginabili di sofferenza e dolore». (Informazioni su www.agire.it)

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29-07-2011 Corriere della Sera n. lettori: 3.056.000

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Il Colosseo si illumina per l’Africa. Tre giorni di luci nel buio, fino a domenica, voluti dall’Agire, l’Agenzia italiana per la risposta alle emergenze: l’obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica sulla gravissima siccità che sta colpendo 11 milioni di persone nell’Africa orientale. L’iniziativa «Red alert codice rosso» si svolge anche a Torino e Milano, dove sono illuminati la Mole Antonelliana e Palazzo Marino. «La situazione ha superato il livello d’allerta» dice Marco Bertotto, direttore di Agire. In Somalia è stato dichiarato lo stato di carestia. «Speriamo di evidenziare questa crisi —conclude Bertotto —illuminando i luoghi simbolo delle città»

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il fatto. La Chiesa italiana in campo, mentre ora si allarga il fronte della solidarietà ai profughi L'Onu lancia l'allarme: la crisi nel Sud della Somalia continuerà a peggiorare per tutto il 2011

Fame, c'è chi non si rassegna Grande colletta della Cei domenica 18 settembre Nuovi arrivi a Dabaab dove sono 400mila gli sfollati già accolti Prosegue il ponte aereo per portare cibo alle persone colpite Crescono i timori del Kenya per la sicurezza Nella regione si prolunga la mancanza di piogge Fame, c'è chi non si rassegna Foto: Dall'altra sera fino a domani, per sensibilizzare alla tragedia del Corno d'Africa, sono illuminati il Colosseo, Palazzo Marino a Milano (sopra) e la Mole Antonelliana a Torino. L'iniziativa è di Agire (Agenzia per le emergenze) e dei tre Comuni.

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Gheddo: catastrofe che non ha paragoni «Quando mi trovo di fronte a tali drammi mi metto in gioco con la mia fede: a che vale se non mi sento chiamato in causa? Dopo, in un secondo momento vedremo che cosa fare, ma il primo passaggio è non stare indifferenti» C'è la crisi economica, in Italia, è vero. Ci sono troppe emergenze nel mondo ed è facile distrarsi, è vero anche questo. «Ma io mi rivolgo ai cristiani: a persone che non hanno diritto di distrarsi». Padre Piero Gheddo, missionario del Pime, nella sua vita le ha viste da vicino le «troppe emergenze» che piagano il mondo, e più volte in passato ha toccato con mano anche la miseria che annienta la Somalia. Come tenere desta l'opinione pubblica di fronte a una tragedia che non può più aspettare? Io faccio leva su noi cristiani, a partire da me stesso. Quando vedo situazioni apocalittiche come quella della Somalia, mi metto in gioco con la mia fede. La mia fede in Cristo che cosa vale, se non mi sento chiamato in causa di fronte a catastrofi simili? Dopo, in un secondo momento, vedremo che cosa fare, ma il primo passaggio è non restare indifferenti. Noi cristiani non siamo spettatori seduti davanti alla tivù a dire «poveretti» e poi cambiare canale: un fatto del genere chiama la mia umanità, il mio senso di fratellanza con tutti i popoli. Che cosa è urgente che i nostri giovani capiscano? Che noi siamo i privilegiati dell'umanità. Che tutti vorrebbero vivere come noi, in un Paese in cui sono garantiti il benessere, lo sviluppo, la libertà. Che il più povero che vive in Italia è comunque ricco di fronte alle vere carestie. Che l'abisso tra la nostra crisi economica e la Somalia che muore è spaventoso. E non solo la Somalia: sono tante le nazioni allo stremo. No, ai livelli della Somalia non c'è nessuno. Stiamo assistendo all'apocalisse di un popolo. Facciamo le dovute proporzioni: sarebbe come se in Italia, dove siamo 65 milioni, 25 milioni di abitanti stessero morendo denutriti. Gesù ci ha comandato «il vostro superfluo datelo ai poveri», non era un modo di dire, dobbiamo farlo, e il nostro superfluo è un'enormità. Non ci accontentiamo mai, aspiriamo ad avere sempre di più. Ecco, è dicendo queste cose che si svegliano le coscienze. La gente ha paura che i soldi e gli aiuti non arrivino a chi ha bisogno, ma restino nelle maglie delle grandi agenzie internazionali o dei dittatori locali. In Somalia c'è il rischio shabaab, i violenti guerriglieri islamici... Bisogna affidarsi alle persone giuste. In Somalia operano ong italiane validissime, come ad esempio "Agire", e la stessa Caritas. Sono molto ammirato da questi volontari che, non so come, sono riusciti a entrare a Mogadiscio. Hanno grande coraggio, in passato proprio in Somalia ne ho visti di torturati e uccisi. I volontari in genere sono rispettati, persino dagli shabaab, perché anche loro hanno bisogno. Il pericolo non è mai escluso, è vero, ma chi va in missione lo mette in conto. Quanto alle grandi agenzie dell'Onu, è vero che sprecano molto e pagano profumatamente i loro dipendenti in giro per il mondo, ma i tanti volontari delle ong, invece, mettono a rischio la loro vi«È l'apocalisse di un popolo: è come se 25 milioni di italiani stessero morendo per denutrizione. E Gesù ha ordinato: il vostro superfluo datelo ai poveri» ta gratuitamente o al massimo con lo stretto necessario per un rimborso spese. E ancora di più si donano i missionari. Nei luoghi in cui il cristianesimo ha messo radici, lo sviluppo è evidente, altrove invece il cammino dei popoli è frenato. In quasi tutti i Paesi islamici, pur ricchi di risorse, i problemi sono forti, questo è evidente. Ci sono radici culturali e religiose che bloccano lo sviluppo, e non occorre pensare ai taleban, basta guardare all'Egitto di Mubarak. A proposito di questa domanda, però, voglio tornare al discorso degli aiuti: il cristiano ha insita in sé la buona volontà di salvare l'uomo, basti vedere l'abnegazione dei missionari nel mondo e pensare che solo in Africa oggi operano settemila italiani tra preti e suore, fratelli e laici. Anche le Ong sono quasi tutte di ispirazione cristiana, e questo dimostra come la coscienza del popolo italiano sia profondamente cattolica e il forte senso di solidarietà passi in concreto attraverso la vita delle parrocchie e dei movimenti. In quest'ottica va letta la grande colletta nazionale istituita dalla Cei per il 18 settembre, quando in tutte le chiese d'Italia verranno raccolte offerte per il popolo somalo. Una coscienza cristiana che fa parte, volenti o nolenti, delle nostre radici e che quindi si riverbera anche nella mentalità degli italiani non credenti.

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Non è vero? Certamente sì, almeno finora. Perché da qualche tempo la crisi morale sta cambiando le cose, le famiglie non ci sono più, si dissolvono, i genitori non educano, e così questo patrimonio morale, prima solido, oggi è a rischio e va assolutamente recuperato: la nostra capacità di essere solidali e metterci in gioco per la vita degli altri passa proprio da qui.

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Agire «squarcia il buio» sull'emergenza: «Lo sforzo comune può evitare il peggio» Le Ong in campo contro l'indifferenza: «È fondamentale il sostegno dei Comuni» "Non è un fatto ineluttabile. L'emergenza che flagella il Corno d'Africa può essere affrontata e arrestata. Ma ci vuole uno sforzo collettivo. Tutti siamo chiamati in causa». Marco Bertotto, direttore del consorzio di Ong Agire (Agenzia italiana di risposta alle emergenze) non ha dubbi: la siccità e la conseguente carestia non solo fenomeni naturali. «La mano dell'uomo ha molto a che vedere col dramma che si sta consumando in Somalia», dice ad Avvenire . E sempre la mano dell'uomo può avere un ruolo determinante nel mettere fine a questo «scempio». Per questo Agire, ha scelto di lanciare un messaggio forte agli italiani. In un modo originale. Dalle 22 di giovedì e fino alle 2 di domenica, i luoghi simbolo di Roma, Milano e Torino - ovvero rispettivamente il Colosseo, Palazzo Marino e la Mole antonelliana - saranno illuminati di rosso. «Grazie al sostegno dei Comuni abbiamo potuto utilizzare uno scenario naturale e raggiungere in questo modo il maggior numero di persone». Sui monumenti verrà proiettato il numero per l'sms solidale: 45500, attivo fino al 12 agosto. Inviando un messaggio dai cellulari Tim, Vodafone, Coopvoce, PosteMobile e Noverca o chiamando da rete fissa Telecom o Teledue è possibile donare due euro alle 10 Ong legate al consorzio che operano sul campo per mettere fine all'emergenza. «Finora i fondi raccolti non sono in linea con l'enorme volume del dramma - aggiunge Bertotto -. Penso che questo dipenda da come è stata presentata l'emergenza in Italia, ovvero come indipendente dalla volontà dell'uomo. Ma non è così. Si può fare molto per il Corno d'Africa. Il lavoro delle nostre Ong, che da anni operano sul terreno, ne è la dimostrazione».

30-07-2011 Avvenire n. lettori: 311.000

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Benedetto XVI ai Castelli Il miglior testimonial per attrarre turisti Finisce luglio e sulla città imperversa la solita aria un po' stralunata del "chiuso per ferie". Anche se quest'anno è tutto più confuso: anche il tempo non è esattamente quello canicolare di mezza estate. Ma il senso di immobilità prevale. Tutto è sospeso, non si progetta nulla, tutto sembra congelato, in attesa di settembre. Tutto...o quasi. Per una somma di motivi si ravviva il senso religioso, o almeno il senso di un rinnovato desiderio di guardare "altrove", possibilmente più in alto. Ecco allora che a Roma, come a Milano e in altre città italiane, scatta un segnale anche visibile di solidarietà per la tragedia che stanno vivendo le popolazioni del Corno d'Africa, schiacciate da siccità, carestie, lotte intestine, decimate e ridotte alla più terribile povertà, quella totale, quella che conduce alla morte per fame. Dopo i ripetuti appelli della Chiesa, a partire dal Papa e dalla Cei, e le iniziative messe in campo, anche il consorzio di ong Agire ha deciso di lanciare un messaggio forte: da giovedì scorso fino alle prime luci di questa mattina sarà illuminata di rossa la sagoma del Colosseo, proprio per ricordare quella tragedia in atto, che non può lasciarci indifferenti. E poi ci sono altri segnali. Aumentano anche quest'anno turisti e fedeli che affollano le strette e pittoresche vie di Castel Gandolfo, residenza estiva storica dei papi, che però dall'anno scorso ha cominciato a vivere una stagione di rinnovato splendore, da quando, cioè, Benedetto XVI ha deciso di rinunciare al tradizionale periodo di vacanze in montagna e di passare tutte le vacanze proprio lì. Sempre più affollate le messe domenicali e anche le udienze infrasettimanali, mentre le guide turistiche -straniere e non - inseriscono sempre più di frequente il paese nei circuiti consigliati. Un'aria più mistica e raccolta che spira dai Castelli romani, che non sono più visti solo come mete per allegre gite fuori porta e gran mangiate. E cresce anche il numero dei partecipanti al pellegrinaggio notturno al Divino Amore: un sabato sera ben diverso dalla orrida movida che distrugge il volto della Roma più vera.

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Carestia e siccità

Gli aiuti negati all'Africa che muore di ROMANO PRODI Caro direttore, ho seguito con profonda attenzione quanto il Corriere ha scritto sulla terribile carestia del Corno d'Africa. Condivido quindi il vostro appoggio all'iniziativa di «Agire» e delle associazioni non governative ad essa collegate per la raccolta delle risorse necessarie a fare fronte all'immensa catastrofe. Non voglio in questa sede soffermarmi sulle dimensioni e le caratteristiche di questa carestia. I lettori hanno potuto leggerle in tutti gli aspetti analitici e ne hanno potuto vedere le drammatiche immagini. Abbiamo tutti di fronte ai nostri occhi i bambini che muoiono di fame in mezzo alle carcasse degli animali e i profughi che non riescono ad arrivare ai pochi luoghi di soccorso. I nostri dati sulla mancanza di acqua, cibo, assistenza sanitaria e alloggio sono purtroppo condivisi da tutti gli organismi internazionali e da tutte le Ong operanti nel Corno d'Africa. Il richiamo ad un atto di solidarietà è reso inoltre più urgente dalla constatazione che le risorse pubbliche mondiali impegnate (e non ancora raccolte) raggiungono a mala pena la metà dei mezzi già oggi necessari, mentre la carestia peggiorerà almeno fino a gennaio prossimo e fatalmente prolungherà le proprie nefaste conseguenze per molti anni. L'iniziativa di solidarietà è quindi urgente ed indispensabile, ma lo è ancora di più per noi italiani, data la particolare responsabilità che deriva dalla lunga storia dei rapporti fra il nostro Paese e il Corno d'Africa e soprattutto fra l'Italia e la Somalia, che è oggi al centro di questa tragedia. Nell'ambito del disarmo di tutta la nostra assistenza governativa all'estero abbiamo infatti totalmente abbandonato il Corno d'Africa e lo abbiamo fatto nonostante che, da parte dei popoli che lo abitano, il richiamo ad un rapporto forte e diretto con l'Italia sia particolarmente sentito. È vero che questo rapporto è reso difficile da situazioni politiche complesse ma è purtroppo altrettanto vero che stiamo attuando una politica di totale irresponsabilità sia riguardo alle relazioni governative dirette sia nel supporto delle numerose associazioni non governative (laiche e religiose) che eroicamente continuano ad operare nell'area. L'appello del Corno d'Africa all'Italia riceve una risposta colpevolmente sempre più debole. Vorrei tuttavia aggiungere un'ultima riflessione che riguarda particolarmente Milano. La città del Corriere ha opportunamente scelto come punto di riferimento della prossima Expo il cibo e l'acqua. Tutti ci rendiamo conto che, se non si interviene con una grande iniziativa mondiale, la mancanza di cibo e di acqua sarà non solo causa di immense tragedie umanitarie ma sarà all'origine delle nuove guerre. L'acqua dei grandi fiumi del mondo, come è oggi utilizzata, non basta più a sfamare i popoli che vi vivono attorno. Il Nilo arriva sostanzialmente secco al Mediterraneo mentre i Paesi a monte dell'Egitto e del Sudan, a cominciare dall'Etiopia, reclamano maggiore acqua per il proprio sviluppo e per la propria agricoltura. Problemi analoghi esistono per il Tigri e L'Eufrate e l'elenco poterebbe allungarsi verso un infinità di fiumi maggiori e minori. Nello stesso tempo gli attuali sistemi di irrigazione usano dieci volte (o anche più) la quantità di acqua che potrebbero usare con sistemi più aggiornati. Non parlo delle tecnologie all'avanguardia ma di metodi appena un poco più moderni. Nessuno oggi riflette in modo operativo su questi grandissimi problemi. L'Expo di Milano deve quindi essere la grande occasione per approfondirne gli aspetti tecnici e le soluzioni politiche. La bella battaglia per l'Expo di Milano l'abbiamo vinta non pensando a un'impossibile concorrenza alla inarrivabile grandiosità di Shanghai e nemmeno per accrescere il valore di alcune aree fabbricabili, ma per dare un contributo alla soluzione del più grande problema dell'umanità, che è quello di garantire cibo e acqua per tutti. Lo sforzo di solidarietà straordinaria di cui il suo giornale si è fatto oggi protagonista insieme alle Ong deve perciò legarsi ad un progetto che, nella storia dell'umanità, sarà più importante e duraturo della torre Eiffel, che ancora oggi ci ricorda l'Expo celebrata a Parigi più di un secolo fa. Come fare le donazioni Agire, l'Agenzia italiana per la risposta alle emergenze, ha lanciato un appello congiunto di raccolta fondi per l'Africa Orientale. È possibile donare online con carta di credito o con Paypal sul sito www.agire.it oppure chiamando il numero verde 800.132.870

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«Qui non c'è più tempo da perdere» Elena Catalfamo L'appuntamento è a Nairobi. Per mercoledì. È lì, nella capitale del Kenya, che i Paesi donatori si incontreranno per la conferenza sugli aiuti. È quanto ha stabilito l'ultimo vertice Fao. L'ennesimo - colpevole - rinvio secondo il network di ong italiane «Agire» che riunisce 12 organizzazioni non governative (tra cui il Cesvi) impegnate in uno sforzo congiunto nella raccolta fondi di cui nove presenti sul campo. Colpevole perché la carestia - il livello più alto di emergenza alimentare - che ha colpito il Corno d'Africa era stata da loro ampiamente preannunciata da mesi; ancor più grave perché le persone a rischio sono 11 milioni e perché ogni 24 ore muoiono quattro bambini ogni 10 mila. Per chi questi bimbi se li vede senza vita sotto gli occhi e non può fare nulla è incomprensibile che gli appelli lanciati da inizio anno siano stati raccolti solo da pochi mass media, che la risposta della società civile in termini di interesse e di sostegno all'emergenza sia stata tiepida o peggio indifferente, ma anche, in queste ultime ore, che i Paesi donatori non trovino una quadra sugli interventi umanitari. «Il tempo sta per scadere ed è difficile spiegare alle centinaia di migliaia di persone che le ong di Agire stanno cercando di soccorrere le ragioni di questo ulteriore rinvio. A Nairobi, mercoledì, i Paesi donatori avranno l'ultima possibilità per rispondere a una crisi che il ministro dell'Agricoltura francese ha definito lo scandalo del secolo. Se anche questa occasione sarà persa la comunità internazionale si sarà resa corresponsabile di una gigantesca, quanto evitabile, crisi umanitaria», ha dichiarato con forza Marco Bertotto, direttore dell'Agenzia italiana per la risposta alle emergenze. Nel campo profughi di Dadaab Vincent Annoni è il coordinatore Cesvi sugli interventi in Somalia, Kenya ed Etiopia. È rientrato a Nairobi in queste ore proprio per seguire da vicino il coordinamento degli aiuti umanitari. Da circa 10 anni ormai il Cesvi di Bergamo è nel Corno d'Africa e in queste ultime settimane l'équipe di personale locale e di espatriati è attivo nel campo profughi di Dadaab, il più grande del mondo, ma anche in alcune zone della Somalia per un continuo monitoraggio della situazione. Dadaab è il luogo al confine tra Kenya e Somalia in cui al momento sono presenti circa 380 mila profughi (più degli abitanti di Bergamo e dell'hinterland messi insieme) divisi su tre campi (Dagahaley, Ifo e Hagadera) e un quarto, Ifo 2, in via di costituzione. Una tendopoli senza soluzione di continuità in cui da inizio anno - racconta Annoni - sono approdati circa 60 mila persone, fino a duemila ogni giorno. Quasi 40 mila poi vivono assiepati fuori dal campo e quindi non sono sotto il controllo e la giurisdizione dell'Onu. Sono per lo più somali in fuga dal loro Paese: proprio i somali stanno soffrendo più degli altri abitanti del Corno d'Africa su cui si è abbattuta la carestia (Etiopia, Kenya e Gibuti) perché alla mancanza di acqua e cibo si aggiunge una guerra civile tra il governo di transizione e le milizie di Al Shabaab che solo di recente hanno permesso alle ong di entrare in alcune aree da loro controllate. «Tanti appelli sotto silenzio» «L'abbiamo vista arrivare la carestia - dice Annoni -: in cinque anni nel Corno d'Africa abbiamo dovuto fronteggiare due crisi umanitarie a causa della mancanza di piogge. Questa volta la situazione è così drammatica perché in una delle due stagioni delle piogge non è scesa neppure una goccia d'acqua. Sapevamo che El Nino, il vento dall'Africa orientale, si sarebbe abbattuto su questa regione da nove mesi. Lo abbiamo detto, abbiamo lanciato diversi appelli per mettere a conoscenza dei rischi umanitari dovuti alla siccità ma non abbiamo trovato risposta. L'attenzione dei media internazionali si è accesa su questa regione così povera solo adesso». La carestia ha colpito soprattutto la Somalia, ma anche il Kenya e l'Etiopia, il Sud Sudan, Gibuti. La siccità (siamo di fronte a quella peggiore degli ultimi 60 anni) porta con sé molte conseguenze: la produzione agricola è precipitata, i prezzi dei generi alimentari sono aumentati rendendo troppo costose anche le poche provviste a disposizione, 11 milioni di persone sono state investite dalla fame. «Il rischio poi è che si diffondano epidemie di colera, sarebbe una tragedia - ammette Annoni consapevole dei rischi dovuti alle condizioni igienico sanitarie precarie -. Inoltre aumenta anche la conflittualità sociale per la mancanza di cibo». A pagare più degli altri sono i somali che devono fare i conti anche con la guerra civile e la difficoltà di accesso nel Paese per le grandi organizzazioni non governative. «Non è facile entrare nelle aree geografiche in modo tempestivo per dare gli aiuti - conferma Annoni - e alcune regioni sono off limits. Essendo presenti in loco da una decina d'anni però abbiamo contatti con le ong locali e collaboriamo con loro per fare il possibile. I somali stanno soffrendo la carestia più degli altri perché sono stati messi a dura prova e la loro capacità di resistenza è più bassa».

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«Dovete chiedere l'attenzione dei media» Sono necessari, secondo le Nazioni Unite, 1,6 miliardi di dollari entro la fine dell'anno, per far fronte alla carestia nel Corno d'Africa. «Ora servono risorse finanziarie per gli interventi umanitari - ribadisce Vincent Annoni - ma anche uno scatto culturale in Italia e in Occidente. È importante che le persone pongano attenzione sempre a quello che succede al di fuori del loro piccolo orto quotidiano». Quello che succede lontano poi a volte diventa molto vicino come dimostrano i flussi di migranti dall'Africa in cerca di speranza che approdano in Europa. «Occorre informarsi - spiega Annoni - essere consci e chiedere più attenzione ai media ma anche nella vita politica». Mentre i grandi donatori devono trovare un accordo, è importante che si attivino i donatori privati: il Cesvi è pronto a intervenire nel campo profughi di Dadaab con dei kit di sopravvivenza per migliorare le condizioni igienico sanitarie. Insieme al network di ong di Agire ha poi lanciato una campagna per illuminare alcuni monumenti nelle principali città italiane e sensibilizzare sulla situazione in Somalia e sulla raccolta fondi. È attivo il numero solidale 45500: tramite questo numero si potranno donare 2 euro inviando un sms da cellulari Tim,

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02-08-2011 La Nuova Sardegna – ed. Gallura n. lettori: n.d.

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05-08-2011 La Stampa - ed. Novara n. lettori: n.d.

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05-08-2011 L’Unità n. lettori: 291.000

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06-08-2011 L’Informazione – ed. Modena n. lettori: n.d.

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Giuliani lancia l'appello di solidarietà con l'Africa LA CONSIGLIERA comunale del Pd Maria Federica Giuliani lancia un appello di solidarietà: «Le vacanze estive sono ormai imminenti, ai tanti in partenza l'augurio di un bel periodo di riposo e di divertimento, lo stesso augurio ed un pensiero speciale va ai tanti fiorentini che trascorreranno le vacanze a casa. L'invito per tutti però è di fare uno sforzo e aderire all'appello di Agire per aiutare i bambini e la popolazione che in Somalia, Sud Sudan, Kenya, Etiopia, vittime della siccità e della carestia». Le donazioni da 2 euro possono essere fatte con un sms al 45500 da cellulari o da rete fissa, online su www.agire.it o numero verde 800.132.870".

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09-08-2011 Il Tirreno n. lettori: 539.000

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09-08-2011 Il Tirreno n. lettori: 539.000

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11-08-2011 La Voce di Romagna – ed. Forlì n. lettori: 95.000

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11-08-2011 La Voce di Romagna – ed. Forlì n. lettori: 95.000

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11-08-2011 Il Corriere di Romagna – ed. Forlì n. lettori: 105.000

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11-08-2011 Il Corriere di Romagna – ed. Forlì n. lettori: 105.000

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18-08-2011 Giornale di Carate n. lettori: n.d.

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Associazioni insieme per la Somalia

(cca) «La fame e la sete non sono andate in ferie e nel Corno d'Africa si continua a morire». L'asserto è duro,

m a dà conto di una realtà che n o n ha smesso di essere grave e tragica anche se ormai è sparita dai mass

media. L'asserto è delle associazioni cittadine che si stanno riunendo in «comitato d'emergenza umanitaria»

per pro muovere una raccolta di fondi da indirizzare ad «Agire», organismo formato da diverse Ong già

all'opera nei paesi del Corno d'Africa martoriati dalla siccità e dalla carestia alimentare. La situazione è

sull'orlo dell'ecatombe biblica: le persone biso gnose di assistenza potrebbero essere molte di più delle 12

milioni calcolate dal dipartimento per gli Affari uma nitari dell'Onu, mentre il campo pro fughi sorto in Etiopia

raccoglie ormai 118mila persone. «Le tende si am massano ai bordi del deserto, i camion continuano a

trasportare pro fughi, mentre le strutture hanno già abbondantemente superato le pro prie capacità ricettive

si legge in uno degli ultimi resoconti - Tra i profughi moltissimi sono i bambini e uno su due soffre di

denutrizione. Le madri a volte non sanno se restare con i bambini in cura ai medici o se tornare per cercare

qualcosa da mangiare per gli altri figli rimasti in Somalia». «Per chi si occupa di volontariato non è possibile

né pensabile rimanere indifferenti e inerti - h a n n o concluso i rappresentanti delle associazioni gius sanesi

che si sono riunite giovedì scor so, dando seguito ad un primo incontro avvenuto il 2 agosto. «Ci proponiamo

di raccogliere almeno 1 euro per ogni abitante di Giussano in modo da raggiungere la cifra complessiva di

25mila euro. Quest'appello viene fatto con la consapevolezza delle forti tradizioni di solidarietà che da più di

un secolo contraddistinguono la nostra città. Allo scopo ci riuniremo con tutte le as sociazioni interessate

all'evento vener dì 2 settembre alle 21 presso il m u nicipio, in sala consigliare. La giornata scelta per la

raccolta dei fondi sarà invece domenica 18 settembre».

18-08-2011 Giornale di Carate n. lettori: n.d.

Page 98: Rassegna stampa Africa Orientale

21-08-2011 Gazzetta del Sud n. lettori: 403.00

Page 99: Rassegna stampa Africa Orientale

Un giorno di preghiera per onorare la Vergine Maria

Un percorso di fede che giunge dritto nel cuore di Tropea. È quanto ha organizzato domenica scorsa,

con un Rosario meditato in onore dell'Assunta, preceduto da una processione in preghiera per le vie del

paese, il movimento diocesano di Comunione e liberazione, grazie anche all'aiuto della parrocchia Maria

Santissima di Romania, dell'associazione "La strada" e del Centro servizi volontariato di Vibo Valentia. La

giornata di preghiera si è svolta come un pellegrinaggio alla Madonna in piena estate. Tutto è partito dalla

Marina di Tropea, dove moltissimi fedeli hanno dato vita ad un corteo che, successivamente, si è diretto

verso la chiesa concattedrale di Tropea risalendo lungo via Belisario. La messa di Comunione e liberazione è

stata anche un'occasione per gli organizzatori di compiere un gesto concreto a favore degli altri. Facendo

proprie le sollecitazioni di papa Benedetto a prendere posizione sull'emergenza siccità nel Corno d'Africa,

sono state infatti devolute le offerte raccolte, pari a 970 euro, all'associazione di Volontariato per i Servizi

Internazionali (fondazione Avsi) che ha aderito all'appello del consorzio dell'Agenzia Italiana di Risposta

all'Emergenze (Agire) di cui è parte. In questo modo, un piccolo gesto di molti si è concretizzato in un grande

aiuto a chi soffre ed è in difficoltà. È da sette anni che Comunione e liberazione propone in città, ogni 14

agosto, il Rosario meditato. Questo gesto, inizialmente vissuto da un gruppo della Fraternità di Milano, in

vacanza a Tropea, è poi stato condiviso anche dalle realtà ecclesiali locali. Durante la Santa messa,

celebrata in cattedrale dal vescovo Luigi Renzo, Sergio Camporeale, a nome di Comunione e liberazione, ha

spiegato a tutti i fedeli che «il Rosario meditato è un pellegrinaggio in onore dell'Assunzione in cielo della

Beata Vergine Maria, quindi, di fatto, un gesto con cui far memoria dell'avvenimento reale accaduto 2000

anni fa: Dio fattosi uomo attraverso Maria».

21-08-2011 Gazzetta del Sud n. lettori: 403.00

Page 100: Rassegna stampa Africa Orientale

21-08-2011 Alto Adige n. lettori: 280.000

Page 101: Rassegna stampa Africa Orientale

21-08-2011 Alto Adige n. lettori: 280.000

Page 102: Rassegna stampa Africa Orientale

29-08-2011 Eco di Bergamo n. lettori: 311.000

Page 103: Rassegna stampa Africa Orientale

«Qui, tra chi fugge dalla carestia Dolore e speranza» Laura Arnoldi «L'emergenza siccità nell'area del Corno d'Africa non è certo risolta, anzi è destinata ad

aggravarsi entro la fine dell'anno. Ogni giorno arrivano in Kenya dalla Somalia almeno 1.300 persone»: a

tracciare il drammatico bilancio è Victoria Martinengo, 27enne cooperante dell'associazione non

governativa Avsi che fa parte di Agire (Agenzia italiana per la risposta alle emergenze). In Kenya la giovane

è responsabile del progetto che dal 2009 la ong gestisce nel campo profughi di Dadaab. Comasca d'origine,

nata in Svizzera, in Africa è arrivata quattro anni fa per un tirocinio universitario. Ogni settimana da Nairobi

raggiunge il campo di Dadaab che si trova a 500 km dalla capitale. 400 mila profughi a Dadaab «Nel

campo sono presenti 400 mila persone quando la capienza massima è di 90 mila, ancora 60 mila non sono

registrate. Gli arrivi giornalieri sono di 1.200/13.00 persone, soprattutto donne e bambini, di questi più della

metà hanno tra gli 0 e 15 anni, molti di loro sono orfani». Numerose le donne i cui mariti sono rimasti in

Somalia o sono morti. Fuggono da carestia e siccità, ma anche dalla guerra. «Il campo è aperto dal 1991,

c'è gente che è qui da allora, qualcuno è nato e cresciuto qui. Pochi di coloro che arrivano sperano di

ritornare in Somalia: ormai hanno perso tutto». Per ora l'unica prospettiva è rimanere nel campo a lungo, «non

ci sono molte alternative - spiega la cooperante italiana -: attraverso le Nazioni Unite coloro che vengono

accolti in altri Paesi del mondo sono pochissimi, 8/10 all'anno» Nel campo i profughi vivono in rifugi arrangiati

con legno e stoffa. Ogni settimana ci sono distribuzioni di cibo, ma le riserve non bastano. Da qui l'appello

lanciato dalle Nazioni Unite e da Papa Benedetto XVI, un appello che non è rimasto inascoltato. «La

mobilitazione internazionale c'è, infatti a Dadaab ci sono ogni giorno molti giornalisti. I governi si sono mossi,

ma non bisogna abbassare la guardia perché lo stato di emergenza non è di breve durata». Difficile

analizzare la posizione del Kenya e dei Paesi confinanti. L'Unione Africana dei Paesi donatori aveva indetto

una riunione per il 5 agosto che è stata rimandata al 25. «Non sono in grado di compiere valutazioni politiche

sull'incontro. Ci si aspetta che il governo keniota si assuma maggiori responsabilità, ora spinge perché si

aprano altri campi in Somalia, ma non ci sono condizioni di sicurezza». Per poter accogliere tutti si stanno

realizzando altri due campi. La sicurezza? «Non è cosi alta perché comunque non si sa esattamente chi

arriva, tra la gente che lascia la Somalia ci può essere qualche criminale. Può essere pericoloso percorrere

senza scorta i tratti di deserto che separano i campi. Ci si può imbattere in banditi del deserto e non

abbiamo nessuna intenzione come cooperanti stranieri di creare ulteriori difficoltà». Problemi di spazio

riguardano anche l'area riservata alle ong: «A Dadaab Avsi è presente con un'espatriata e uno staff locale di

oltre 15 persone, e siamo al limite della capienza delle nostre tende». Si può pensare che in una situazione

tanto complessa e grave la parola speranza non abbia senso. «Se non la pensassimo possibile - commenta

Victoria - non saremmo qui. La voglia di pensare al futuro si concretizza per i profughi con la richiesta di

istruzione per i piccoli. L'educazione è, dopo il cibo, un bisogno primario, perché alimenta la fiducia in un

futuro migliore. In genere le bambine vanno a prendere l'acqua, i bambini frequentano la scuola coranica,

ma non hanno altre possibilità». Ecco che Avsi risponde all'emergenza educativa con la scuola e centri

ricreativi per i più piccoli. «La formazione diventa elemento di un sistema primario di protezione per l'infanzia»

ribadisce Victoria. La forza del sorriso «I somali sono un popolo forte, non potrebbero altrimenti camminare

40 giorni per arrivare al confine». Gli episodi particolari che Victoria ha vissuto sono molti: «La prima volta

che sono stata al campo in questa fase di emergenza per parlare con chi stava arrivando, avevo paura.

Sapevo che erano malnutriti, sofferenti. Come dimenticare quel bambino di 5 anni che pesava 3 chili? Ma ho

anche visto donne e bambini che ridevano. Ero con un'interprete. Molti di loro vedevano una bianca per la

prima volta. Avevo i capelli sciolti. Una donna ha chiesto che li raccogliessi perché voleva guardarmi in

faccia e mi ha fatto una treccia. I bambini hanno iniziato a ridere. Ecco, quello che non manca loro è la

voglia di sorridere». E poi c'è stato un altro episodio che Victoria definisce «sconvolgente»: «Ho incontrato un

uomo che in Somalia era insegnante, parlava italiano, glielo aveva insegnato il nonno. Mi ha recitato "A

Silvia" di Giacomo Leopardi».

29-08-2011 Eco di Bergamo n. lettori: 311.000

Page 104: Rassegna stampa Africa Orientale

29-08-2011 Eco di Bergamo n. lettori: 311.000

Page 105: Rassegna stampa Africa Orientale

«Bergamo per il Corno d'Africa» Un aiuto concreto a chi soffre Dodici milioni di persone, fra cui tantissimi bambini, rischiano la morte per fame e sete in Somalia, Kenya,

Sud Sudan, Etiopia e Gibuti. Da 2 anni non piove, e la già fragile situazione di quell'area è collassata.

L'emergenza umanitaria è stata ricordata più volte dal Papa, che ha anche lanciato un accorato appello:

«Auspico che cresca la mobilitazione internazionale per inviare tempestivamente soccorsi a questi nostri

fratelli e sorelle già duramente provati, tra cui vi sono tanti bambini» ha detto Benedetto XVI nell'Angelus del

17 luglio scorso. «Bergamo per il Corno d'Africa» è l'iniziativa promossa dalla Compagnia delle Opere per

sostenere Avsi, associazione non governativa che dal 2009 opera a Dadaab, in Kenya, dove ogni mese

giungono dai Paesi vicini 30 mila persone in fuga dalla carestia. Nella campagna di raccolta fondi sono

coinvolti anche la Banca di Credito Cooperativo di Calcio e Covo, Confiab Bergamo e, come primo

aderente, gli Istituti ospedalieri bergamaschi (Policlinico San Marco di Zingonia e San Pietro di Ponte San

Pietro). I bergamaschi possono aderire all'iniziativa donando almeno 10 euro per garantire la possibilità di

sopravvivenza di molte mamme e bambini stremati. «A chi ha maggiori possibilità - spiegano i promotori della

campagna in un volantino - chiediamo di donare 50 euro. Ai professionisti e alle aziende 250 euro». Le offerte

e i versamenti si possono effettuare fino a sabato 3 settembre sul c/c intestato a «Bergamo per il Corno

d'Africa» attivo presso Bcc Calcio e Covo-filale di Bergamo, Codice IBAN IT89Y 08514 11100

000000170300, Compagnia delle Opere di Bergamo, Bcc Calcio e Covo, Confiab Bergamo. Maggiori

informazioni su www.agire.it.

29-08-2011 Eco di Bergamo n. lettori: 311.000

Page 106: Rassegna stampa Africa Orientale

Indice PERIODICI

1. Vita 22-07-2011

2. Tu Style 27-07-2011

3. Sette - suppl. del Corriere della Sera 28-07-2011

4. Donna Moderna 29-07-2011

5. Vanity Fair 03-08-2011

6. Il Salvagente 04-08-2011

7. Famiglia Cristiana 04-08-2011

8. Vita 05-08-2011

9. Sorrisi & Canzoni TV 08-08-2011

10. L’Espresso 19-08-2011

11. Vita 26-08-2011

Page 107: Rassegna stampa Africa Orientale

22-07-2011 Vita n. lettori: n.d.

Page 108: Rassegna stampa Africa Orientale

L'appello lanciato da Gianni Melilla di Sinistra ecologia e libertà

Aiuti all'Africa dall'Abruzzo PESCARA. «In larga parte dell'Africa orientale, a partire dalle ex colonie italiane, si sta consumando una tragedia di proporzioni bibliche». Lo afferma Gianni Melilla, coordinatore regionale di Sel (Sinistra ecologia e libertà). «Circa 10 milioni di persone, di cui 5 milioni sono bambini, stanno soffrendo fame e sete per la grave siccità (non piove da 2 stagioni consecutive)che ha distrutto una parte dei raccolti agricoli e degli allevamenti», dice Melilla che è anche presidente dell'Istituzione per la cooperazione internazionale di Pescara. «In Somalia, etiopia, eritrea E kenya vi è la più grave emergenza umanitaria dopo quella dell'autunno del 1992. La siccità ha aggravato le tradizionali condizioni di povertà e oggi si muore per fame e sete senza che i vari campi profughi allestiti dalle organizzazioni internazionali delle nazioni Unite e delle onG possano risolvere, se non in minima parte, il dramma che vivono 10 milioni di persone». «Anche in Abruzzo», conclude Melilla, «si sta attivando una catena della solidarietà e chiunque voglia contribuire può prendere le indicazioni sui siti: www.savethechildren.it/fondoemergenza o su www.agire.it (numero verde 800132870)»

22-07-2011 Vita n. lettori: n.d.

Page 109: Rassegna stampa Africa Orientale

27-07-2011 Tu Style n. lettori: 485.000

Page 110: Rassegna stampa Africa Orientale

LA FAME TORNA A UCCIDERE 11 MILIONI DI PERSONE RISCHIANO DI MORIRE NEL CORNO D'AFRICA A CAUSA DELLA SICCITÀ. LA

PIÙ GRAVE CRISI ALIMENTARE DEGLI ULTIMI 20 ANNI. FACCIAMO QUALCOSA SUBFTO

Si è svegliata all'alba Joyce, per andare in cerca dell'acqua nel letto asciutto del fiume. È incinta e

a casa c'è un bambino di due anni che l'aspetta. Ma Joyce non porterà con sé né acqua né cibo

perché in Somalia la siccità ha inaridito le sorgenti e decimato il bestiame, e la scarsità di generi

alimentari ha determinato un forte aumento dei prezzi. E allarme nel Corno d'Africa, dove l'Onu ha

dichiarato l'emergenza carestia: i morti sono già centinaia di migliaia, e nel giro di uno-due mesi la

tragedia si allargherà in tutto il sud della Somalia. La vita di 11 milioni di persone è a rischio, ma a

farne le spese sono soprattutto i bambini: dall'inizio del 2011 ne sono morti più di 400 e mezzo

milione di piccoli è in immediato pericolo di vita. L'emergenza riguarda anche il Kenya, l'Etiopia e

Gibuti. «Ci vorranno cinque mesi prima del prossimo raccolto, ma stiamo già usando ogni

mezzo possibile per raggiungere tutti i bambini e le loro famiglie» ha detto il direttore generale

dell'Unicef Anthony Lake. Finora sono state consegnate 1300 tonnellate di aiuti salvavita, compresi

alimenti terapeutici per oltre 66 mila bimbi malnutriti, e l'obiettivo è di arrivare a 240 mila. Per

donazioni, www.unicef.it o numero verde 800745000. Anche Agire, Agenzia italiana per la risposta

alle emergenze che raccoglie 12 importanti ong italiane, si è mobilitata: con il numero 45500 si

possono donare 2 euro inviando un sms dal cellulare o chiamando da rete fissa Telecom e Tele Tu

(info www. agire.it). Per sostenere il Ccm (Comitato collaborazione medica), ong torinese che aiuta

le strutture sanitarie locali, si può fare una donazione con causale "emergenza siccità Corno

d'Africa": c/c Banca Prossima, IBAN: IT82 O 03359 01600 100000001735

o c/c postale n. 13404108 (info: 0116602793, www.ccm-italia.org). ©

itm maga da estirpare: l'Aids Riflettori puntati sull'Africa in questi giorni anche in occasione della

Conferenza mondiale sull'Hiv che si è svolta a Roma dal 17 al 20 luglio. La regione subsahariana è la

più colpita dal virus, con 22 milioni di sieropositivi (61% donne) e il 92% dei bambini malati nel

mondo. In Tanzania l'Aids e la prima causa di morte tra i 15 e i 34 anni: a Dar el Saalam, ActionAid

ha creato le Positive Homes, un servizio di prevenzione e terapie a domicilio (www.actionaid.it).

27-07-2011 Tu Style n. lettori: 485.000

Page 111: Rassegna stampa Africa Orientale

28-07-2011 Corriere della Sera – suppl. Sette n. lettori: n.d.

Page 112: Rassegna stampa Africa Orientale

28-07-2011 Corriere della Sera – suppl. Sette n. lettori: n.d.

Page 113: Rassegna stampa Africa Orientale

29-07-2011 Donna Moderna n. lettori: 2.583.000

Page 114: Rassegna stampa Africa Orientale

INCONTRI LETTERARI NELL'AMBITO DELLA RASSEGNA "LIBRI SOTTO LE STELLE", ALL'HOTEL LE AXIDIE DI SEIANO DI VICO EQUENSE (NA), IL 6 AGOSTO ALESSANDRO CECCHI PAONE PRESENTA SCIENZA E PACE (PASSIGLI). PER INFORMAZIONI, WWW.LEAXIDIE.IT/IT/EVENTI.PHP. SMS PER L'AFRICA PER AIUTARE LE POPOLAZIONI DELL'AFRICA ORIENTALE VITTIME DELLA CARESTIA SI PUÒ MANDARE UN SMS DA 2 EURO AL 45500, DESTINATO ALLE ONG CHE FANNO PARTE DI AGIRE ONLUS. PER INFORMAZIONI, WWW.AGIRE.IT.

29-07-2011 Donna Moderna n. lettori: 2.583.000

Page 115: Rassegna stampa Africa Orientale

03-08-2011 Vanity Fair - 1/5 n. lettori: 1.498.000

29-07-2011 Donna Moderna n. lettori: 2.583.000

Page 116: Rassegna stampa Africa Orientale

03-08-2011 Vanity Fair - 2/5 n. lettori: 1.498.000

Page 117: Rassegna stampa Africa Orientale

03-08-2011 Vanity Fair - 3/5 n. lettori: 1.498.000

Page 118: Rassegna stampa Africa Orientale

03-08-2011 Vanity Fair - 4/5 n. lettori: 1.498.000

Page 119: Rassegna stampa Africa Orientale

03-08-2011 Vanity Fair - 5/5 n. lettori: 1.498.000

Page 120: Rassegna stampa Africa Orientale

04-08-2011 Il Salvagente n. lettori: n.d.

Page 121: Rassegna stampa Africa Orientale

04-08-2011 Il Salvagente n. lettori: n.d.

Page 122: Rassegna stampa Africa Orientale

04-08-2011 Famiglia Cristiana - 1/4 n. lettori: 2.398.000

Page 123: Rassegna stampa Africa Orientale

04-08-2011 Famiglia Cristiana - 2/4 n. lettori: 2.398.000

Page 124: Rassegna stampa Africa Orientale

04-08-2011 Famiglia Cristiana - 3/4 n. lettori: 2.398.000

Page 125: Rassegna stampa Africa Orientale

04-08-2011 Famiglia Cristiana - 4/4 n. lettori: 2.398.000

Page 126: Rassegna stampa Africa Orientale

05-08-2011 Vita n. lettori: n.d.

Page 127: Rassegna stampa Africa Orientale

05-08-2011 Vita n. lettori: n.d.

Page 128: Rassegna stampa Africa Orientale

PUNTO DI VISTA Corno d'Africa 3 agosto 2011

Fuggono dalla siccità e da troppe parole al vento 3 La Somalia vittima della speculazione

Carestia SE LA FAME SI NUTRISSE DI PAROLE questo gruppo di rifugiati somali, fotografati nel campo di Kobe, non avrebbero avuto di che preoccuparsi, né avrebbero dovuto scappare dalle loro terre, per quanto colpite dalla siccità. In quel campo, al di là dei con?ni che dalla Somalia portano in Etiopia, sarebbero oggi in 25mila: le tende fuori dalle quali stanno in dignitosa attesa sono quelle in cui avviene la distribuzione del cibo. Sono loro la dimostrazione vivente che la fame purtroppo non si nutre delle parole che ad ogni emergenza riempiono la bocca dei responsabili della politica e delle agenzie internazionali. Sono scappati da un Paese in cui sino allo scorso anno comperavano un sacco da 50 chili di mais a 5 euro, mentre oggi dovrebbero sborsarne 40. E 40 va oltre ogni loro possibilità. Solo colpa della siccità? Oggi siamo richiamati dall'emotività dell'emergenza, ma quest'ennesima emergenza alimentare del Corno d'Africa va vista per quella che è: un fenomeno non determinato da soli fattori naturali. Oltre alla siccità, infatti, c'è una lunga serie di fattori geopolitici come l'assenza di uno Stato di diritto in Somalia, determinato da un'accesa con@ittualità, per non parlare della mancanza di corridoi umanitari e dunque di sicurezza. Ci sono le interferenze dalla vicina sponda yemenita di soggetti che perseguono interessi stranieri. Inoltre, c'è la scarsità o l'assenza di servizi primari in molti Paesi della regione - sanità, comunicazioni, gestione delle acque - che acuisce la so>erenza delle popolazioni autoctone. Sta di fatto che l'allarme lanciato dalle ong non può essere inteso all'insegna dell'attimo fuggente, quasi fosse un modo per appagare le coscienze. Non possiamo continuare a passare da un'emergenza all'altra dimenticando che la vera s?da nelle relazioni "Nord-Sud" è il rilancio di una cooperazione che tenga conto non solo degli e>etti, ma anche delle cause del sottosviluppo. La verità è che gli spiccioli elargiti dai donatori internazionali alimentano l'assistenzialismo e la dipendenza, mentre la povera gente avrebbe bisogno della rete per pescare e non soltanto del pesce in scatola per lenire i morsi della fame. Finché a dettare le regole del gioco non sarà la politica, soggetti come il Capital World Investors, il più potente controllore di titoli azionari sulle Borse globali, faranno il bello e il cattivo tempo. Stiamo parlando di chi detiene anche la quota maggiore, oltre il 12%, delle due maggiori agenzie di rating, Moody's e Standard & Poor's, che tanto stanno facendo per minare la credibilità degli Stati europei, acuendo peraltro la divaricazione tra ricchi e poveri a tutte le latitudini. Non basta perciò sfamare le bocche nel Sud del mondo, occorre anche riformare, in funzione anti speculativa, un'economia globalizzata protesa alla massimizzazione dei pro?tti di uno sparuto manipolo di nababbi. Il Corno d'Africa galleggia sul petrolio e la competizione per il controllo delle fonti energetiche sta generando disastri da quelle parti. Non si può più restare alle parole. Perché di parole quei popoli sono sazi. Bisogna avere il coraggio di passare ai fatti. Agire ha lanciato un appello per aiutare il Corno d'Africa www.agire.it - numero verde 800.132870

05-08-2011 Vita n. lettori: n.d.

Page 129: Rassegna stampa Africa Orientale

08-08-2011 Sorrisi & Canzoni TV n. lettori: 4.270.000

Page 130: Rassegna stampa Africa Orientale

08-08-2011 Sorrisi & Canzoni TV n. lettori: 4.270.000

Page 131: Rassegna stampa Africa Orientale

19-08-2011 L’Espresso n. lettori: 2.452.000

Page 132: Rassegna stampa Africa Orientale

MONDO Corno d'Africa Emergenze

600 mila bambini a rischio

Seicentomila bambini in immediato pericolo di vita e decine di migliaia già morti. Oltre 12 milioni di persone

bisognose di un aiuto umanitario in tutto il Corno d'Africa e in particolare in Somalia. È l'ultimo allarmante

aggiornamento delPUnicef circa la peggiore siccità che ha colpito la regione dal 1950. E la crisi deve ancora

toccare il suo punto più acuto se nessun miglioramento della situazione è previsto prima del 2012. Per questo

l'Unicef ha lanciato una campagna per raccogliere 315 milioni di dollari da usare per i soccorsi immediati

(sinora le donazioni hanno raggiunto solo il 40 per cento di questa cifra; le informazioni si trovano sul sito

www.unicef.it). Nel frattempo anche sei ong italiane presenti nella regione e riunite sotto la sigla Agire (Cesvi,

Cisp, Coopi, Cosv, Intersos e Save thè Children) hanno già stanziato 750 mila euro e promosso una raccolta

fondi (www.agire.it). Le cause della crisi alimentare sono tre. Oltre alla siccità, l'aumento dei prezzi dei generi

di prima necessità (fino a più 270 per cento) e gli effetti dell'annosa guerra in Somalia che ha provocato uno

dei pia grandi flussi di profughi verso il Kenya e L'Etiopia.

Foto: UNA IMMAGINE DELIA CARESTIA NEL CORNO D'APRICA. A DESTRA: SÉGOLÈNE ROYAL

19-08-2011 L’Espresso n. lettori: 2.452.000

Page 133: Rassegna stampa Africa Orientale

26-08-2011 Vita n. lettori: n.d.

Page 134: Rassegna stampa Africa Orientale

Italia maglia nera nelle donazioni per il Corno d'Africa Bertotto ( Agire ): «Raccolti solo 2 milioni, e a settembre l'emergenza toccherà il picco»

Maurizio Regosa «L'appello non è andato male rispetto alle previsioni iniziali», premette Marco Bertotto,

direttore di Agire, l'Agenzia italiana risposta alle emergenze, che a luglio ha lanciato una raccolta fondi per

l'Africa orientale. «La campagna sms è ancora in corso, ma contiamo di arrivare a quota due milioni di euro».

Un risultato superiore alle aspettative ma non in linea con quanto hanno fatto altrove. In Gran Bretagna, per

esempio, la raccolta è stata di circa 60 milioni di euro; i tre comitati tedeschi hanno sollecitato donazioni per

43 milioni; in Svizzera - «facendo un appello a bassa intensità, ovvero senza una giornata di raccolta

nazionale» - sono arrivati a quota 20 milioni. Quasi ovunque, insomma, donazioni a due cifre. «Se

compariamo i dati italiani con quelli degli altri paesi europei», commenta il direttore di Agire, «forse

dovremmo iniziare a sfatare il mito della generosità degli italiani. C'è molto buon cuore ma non ancora un

Paese che costruisce sistemi per favorire la mobilitazione di risorse private». Intanto però le ong di Agire già

presenti in Africa orientale hanno avviato nuovi progetti e ra>orzato il loro intervento consapevoli che «il

picco non è ancora arrivato, come confermano i rapporti Onu. Si prevedono arrivi tra settembre e ottobre

con un ulteriore aumento del tasso di malnutrizione». La siccità insomma si aggraverà, causando un possibile

intensi@carsi dei casi di colera e morbillo (già registrati in queste settimane in Somalia). Agire dal canto suo

ha già stanziato 750mila euro. «In questi giorni stiamo approvando i progetti de@nitivi e decidendo un

ulteriore stanziamento di analoghe proporzioni. È inevitabile comunque che la prossima conferenza dei

donatori inizi a porre il problema di quali misure diplomatiche e politiche debbano essere assunte per

consentire la miglior e?cacia possibile all'operazione umanitaria».

Info Le modalità per sostenere l'appello di Agire per l'Africa orientale sul sito www.agire.it

26-08-2011 Vita n. lettori: n.d.

Page 135: Rassegna stampa Africa Orientale

Indice TV

1. Rai Uno – TG1 h. 01.11 Corno d’Africa, dopo guerra e fondamentalismo la piaga siccità 22-07-2011

2. SKY – TG24 h. 09.21 Emergenza siccità in Somalia 23-07-2011

3. SKY – TG24 h. 09.25 Agire, sms solidale contro carestia in Africa Orientale 23-07-2011

4. La7 – Coffee Break Emergenza Somalia 25-07-2011

5. Rai Uno – Uno Mattina Estate Emergenza umanitaria nel Corno d’Africa 25-07-2011

6. RaiNews 24 – h. 13.53 Emergenza siccità in Africa Orientale: non chiudere gli occhi 25-07-2011

7. RaiNews 24 – h. 22.22 Emergenza siccità in Africa Orientale: non chiudere gli occhi 25-07-2011

8. Rai Tre – TGR Lombardia h. 22.55 Emergenza siccità in Africa 28-07-2011

9. Rai Uno – TG1 h. 07.06 Corno d’Africa, situazione drammatica 29-07-2011

10. Rai Due – TG2 h. 23.35 Siccità in Corno d’Africa, raccolta fondi Agire 29-07-2011

11. Rai Tre – TGR Piemonte h. 19.30 Emergenza siccità in Africa 28-07-2011

12. Rai Due – TG2 h. 23.29 Raccolta fondi per la siccità in Africa 30-07-2011

13. Rai Tre – TGR Lazio h. 23.30 www.agire.it 31-07-2011

14. Rai Due – La Domenica Sportiva h.23.34 SMS solidale per l’Africa Orientale 31-07-2011

15. Rai Due – La Domenica Sportiva h.23.42 SMS solidale per l’Africa Orientale 31-07-2011

16. Rai Due – La Domenica Sportiva h.00.09 SMS solidale per l’Africa Orientale 01-08-2011

17. Rai Due – TG2 h. 00.58 Emergenza siccità in Corno d’Africa 01-08-2011

18. Canale 5 – TG5 h. 08.06 La carestia del Corno d’Africa 01-08-2011

19. SKY – TG24 h. 13.42 Carestia in Somalia, migliaia di profughi in fuga dal Paese 06-08-2011

20. Rai Uno – TG1 h. 20.17 Profughi e carestia 06-08-2011

21. SKY – TG24 Pomeriggio h. 14.35 Volontariato, l’impegno di Agire per Haiti 15-08-2011

Page 136: Rassegna stampa Africa Orientale

Indice RADIO

1. Rai Radio Uno – GR1 h. 1900 Somalia, Nazioni Unite dichiarano stato carestia 21-07-2011

2. Rai Radio Tre – GR3 h. 18.52 Somalia, Nazioni Unite dichiarano stato carestia 21-07-2011

3. Rai Radio Uno – GR1 h. 00.00 Somalia, in arrivo aiuti dal programma alimentare mondiale 22-07-2011

4. Rai Radio Due – GR2 h. 07.49 Somalia, in arrivo aiuti dal programma alimentare mondiale 22-07-2011

5. Rai Radio Tre – GR3 h. 10.46 FAO, lunedì vertice per emergenza siccità 22-07-2011

6. Radio Capital – News h. 20.00 Emergenza carestia in Somalia 27-07-2011

7. Radio Città Futura Intervista Bertotto e Annoni 29-07-2011

8. Radio101 – h. 15.30 Intervista Alice Grecchi Aaid 29-07-2011

9. Segnalazione iniziative red alert 29-07-2011

10. Radio 24 Intervista Raffaelli e operatore Intersos 30-07-2011

11. Rai Radio Uno – Voci dal mondo Agire per l’Africa 31-07-2011

12. Rai Radio Uno – GR1 Lazio h. 07.20 Appello di Benedetto XVI 01-08-2011

13. Rai Radio Due – GR2 h. 12.30 Corno d’Africa in piena emergenza umanitaria 03-08-2011

14. Rai Radio Tre – GR3 h. 16.45 Somalia colpita da carestia e siccità 03-08-2011

15. Rai Radio Uno – GR1 h. 08.00 Corno d’Africa, la più grande siccità della storia 12-08-2011

Page 137: Rassegna stampa Africa Orientale

Indice WEB

1. www.virgilio.it 21-07-2011

2. www.virgilio.it 22-07-2011

3. www.ilsole24ore.com 26-07-2011

4. www.virgilio.it 26-07-2011

5. www.virgilio.it 27-07-2011

6. www.virgilio.it 27-07-2011

7. www.wallstreetitalia.it 27-07-2011

8. www.repubblica.it 30-07-2011

9. www.affaritaliani.it 01-08-2011

10. www.lastampa.it 02-08-2011

11. www.affaritaliani.it 04-08-2011

12. www.affaritaliani.it 04-08-2011

13. www.virgilio.it 04-08-2011

14. www.affaritaliani.it 05-08-2011

15. www.affaritaliani.it 05-08-2011

16. www.virgilio.it 05-08-2011

17. www.virgilio.it 05-08-2011

18. www.repubblica.it 06-08-2011

19. www.affaritaliani.it 08-08-2011

20. www.affaritaliani.it 09-08-2011

21. www.affaritaliani.it 10-08-2011

22. www.affaritaliani.it 11-08-2011

Page 138: Rassegna stampa Africa Orientale

Corno d'Africa/ Al via da mezzanotte sms per donare 2 euro Per aiutare le ong ad affrontare la carestia

Roma, 21 lug. (TMNews) - Dopo le dichiarazioni delle Nazioni Unite sulla carestia in Somalia, l'attenzione dei media e

dell'opinione pubblica comincia a crescere. Dalla mezzanotte del 21 luglio sarà attivo il numero solidale 45500

dell'agenzia Agire. Tramite questo numero si potranno donare 2 euro inviando un sms da cellulari Tim, Vodafone,

Coopvoce, o chiamando da reti fisse Telecom italia e Teletu.

Continuano ovviamente ad essere attivi tutti gli altri canali di donazione: Online, con carta di credito, con conto Paypal

sul sito www.agire.it. Al numero verde 800.132.870 (dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 19.00). Con bonifico

su conto corrente di Banca Prossima. IBAN IT 79 J 03359 01600 100000060696 - Causale "Emergenza Africa

Orientale". Tramite bollettino postale sul conto corrente n. 85593614 intestato a AGIRE onlus, via Aniene 26/A - 00198

Roma. Causale Emergenza Africa Orientale.

I fondi raccolti andranno a sostenere le attività di ActionAid, Amref, AVSI, Cesvi, CISP, COOPI, InterSos, Save the

Children, VIS, attive da tempo nelle zone maggiormente colpite dalla siccità.

Agire, l'Agenzia Italiana per la Risposta alle Emergenze, è il meccanismo congiunto di raccolta fondi di 12 tra le più

importanti ed autorevoli organizzazioni non governative presenti in Italia che hanno scelto di unire le loro forze in

soccorso alle popolazioni colpite dalle più gravi emergenze umanitarie. 9 ONG di AGIRE già presenti in Africa

orientale - ActionAid, AMREF, AVSI, CESVI, CISP, COOPI, INTERSOS, Save the Children, VIS - hanno aderito a

questo appello d'emergenza

21-07-2011 www.virgilio.it n. utenti unici: 2.722.102

Page 139: Rassegna stampa Africa Orientale

22-07-2011 www.virgilio.it n. utenti unici: 2.722.102

Page 140: Rassegna stampa Africa Orientale

Corno d'Africa/ Solidarietà contro carestia: sms per donare 2

euro

Per raccogliere fondi a sostegno di attività ong

Inserito 53 giorni fa da TMNews

Dalla mezzanotte appena trascorsa è attivo il numero solidale 45500 dell'agenzia Agire per far fronte alla

carestia nel Corno d'Africa. Tramite questo numero si potranno donare 2 euro inviando un sms da cellulari

Tim, Vodafone, Coopvoce, o chiamando da reti fisse Telecom italia e Teletu. Continuano ad essere attivi tutti

gli altri canali di donazione: Online, con carta di credito, con conto Paypal sul sito www.agire.it. Al numero

verde 800.132.870 (dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 19.00). Con bonifico su conto corrente di

Banca Prossima. IBAN IT 79 J 03359 01600 100000060696 - Causale "Emergenza Africa Orientale". Tramite

bollettino postale sul conto corrente n. 85593614 intestato a AGIRE onlus, via Aniene 26/A - 00198 Roma.

Causale Emergenza Africa Orientale. I fondi raccolti andranno a sostenere le attività di ActionAid, Amref,

AVSI, Cesvi, CISP, COOPI, InterSos, Save the Children, VIS, attive da tempo nelle zone maggiormente

colpite dalla siccità. Agire, l'Agenzia Italiana per la Risposta alle Emergenze, è il meccanismo congiunto di

raccolta fondi di 12 tra le più importanti ed autorevoli organizzazioni non governative presenti in Italia che

hanno scelto di unire le loro forze in soccorso alle popolazioni colpite dalle più gravi emergenze umanitarie. 9

ONG di AGIRE già presenti in Africa orientale - ActionAid, AMREF, AVSI, CESVI, CISP, COOPI,

INTERSOS, Save the Children, VIS - hanno aderito a questo appello d'emergenza

22-07-2011 www.virgilio.it n. utenti unici: 2.722.102

Page 141: Rassegna stampa Africa Orientale

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Page 142: Rassegna stampa Africa Orientale

Fao: 12 milioni rischiano la vita

«La comunità internazionale ha fallito nel costruire la sicurezza alimentare dei Paesi in via di sviluppo. Se non prendiamo subito le misure necessarie questa carestia sarà il peggior scandalo del secolo». L'accorato appello lanciato dal ministro dell'Agricoltura francese, Bruno Le Maire, è solo uno dei tanti allarmi diffusi ieri durante il vertice d'emergenza sulla crisi del Corno d'Africa, convocato dalla Francia, presidente di turno del G20, e tenutosi nella sede della Fao a Roma. Nessuno ha più dubbi; si tratta di una delle peggiori, se non la peggiore siccità che ha investito il Corno d'Africa negli ultimi 60 anni. Cinque i Paesi coinvolti: Etiopia e Somalia, già martoriate negli ultimi decenni dalle carestie, il nord del Kenya, ormai messo in ginocchio, alcune aree del neo nato Sud Sudan, e il piccolo Gibuti. Prima erano otto, oggi sono 12 milioni le persone a rischio, che necessitano urgentemente di aiuti alimentari. Ma è nella disastrata Somalia che la situazione è precipitata. Qui nelle regioni centro meridionali controllate dagli Shabaab, gli estremisti islamici vicini ad al-Qaeda, due vaste aree hanno già raggiunto il livello massimo, il 5°. Quello che indica "famine", (carestia). Vale a dire aumento del 30% di malnutrizione acuta per i bambini con meno di 5 anni, tasso di mortalità giornaliero superiore a 2 persone su 10mila, l'accesso a meno di 4 litri d'acqua pro-capite al giorno e meno di 1.500 kilocalorie al giorno. L'area a rischio massimo potrebbe presto coinvolgere altre aree. In fuga dalla guerra e dalla siccità, dopo due settimane di cammino, ogni giorno almeno 3mila somali si riversano nei campi profughi sul confine con Etiopia e con il Kenya. «Siamo preoccupati per i bambini. Sono così deboli che molti di loro hanno meno del 40% di possibilità di cavarsela», ha precisato ieri il direttore esecutivo del Pam, Josette Sheeran. In meno di due settimane - ha fatto sapere Save the children - il numero di bambini malnutriti nei 14 centri allestiti dall'organizzazione nei campi del Puntland, Stato semi autonomo nel nord del Paese, è raddoppiato da 3.500 a 6.000. Quelli in ocndizioni gravissime sono saliti da 300 a 600. Era da almeno sei mesi che le Ong lanciavano ripetuti allarmi sulla siccità. La crisi era prevedibile. Si poteva prevenirla, almeno in parte. Evitare che morisse il 90% del bestiame, principale fonte di sostentamento in Somalia. Complici le rivolte arabe e la crisi finanziaria ci si è mossi troppo tardi, e, per ora, troppo poco. Nella regione «la situazione è catastrofica», ha detto il direttore generale della Fao, Jacques Diouf. Serve «un aiuto massiccio e urgente», ha aggiunto, ricordando che l'Onu ha chiesto 1,6 miliardi di dollari per il 2011 per far fronte alla crisi. Cifra che non ha ancora raggiunto la metà dei finanziamenti. La Banca mondiale ha annunciato ieri uno stanziamento di 500 milioni di dollari, aggiungendone subito 11 per assistere i più vulnerabili. Pur partita in ritardo, in Kenya ed Etiopia si sta muovendo la macchina degli aiuti. Ma in Somalia la situazione è quasi impossibile. Nello Stato senza Stato, in balia del caos e dell'anarchia dal 1991, ci sono ampie fette del territorio dove nessuno, o quasi, vuole, né può andare. La crisi si è deteriorata nel 2008, quando gli Shabaab hanno sferrato una grande offensiva contro il Governo somalo di transizione assediando Mogadiscio. Da allora controllano quasi otto regioni su nove della Somalia centro-meridionale. Dal 2009 hanno vietato a quasi tutte le Ong, tra cui il Wfp, l'accesso alle zone sotto il loro controllo. Oggi l'Onu inizierà a paracadutare gli aiuti sulla Somalia. Il campo profughi di Dadaab, in Kenya, al confine con la Somalia, era stato progettato per ospitare 90mila persone. Oggi ne conta già quasi 400mila. Qui i ritardi nell'assistenza stanno creando gravi problemi.

26-07-2011 www.ilsole24ore.com - 1/2 n. utenti unici: 318.012

Page 143: Rassegna stampa Africa Orientale

«I Paesi donatori si sono dati un nuovo appuntamento alla conferenza sugli aiuti mercoledì prossimo a Nairobi. L'ennesimo rinvio per una crisi che era stata ampiamente annunciata dalle organizzazioni umanitarie e che per mesi è rimasta colpevolmente dimenticata», ha dichiarato Marco Bertotto, direttore di Agire (Agenzia italiana per la risposta alle emergenze), aggiungendo: «Se anche quest'occasione sarà persa, la comunità internazionale si sarà resa corresponsabile di una gigantesca, quanto evitabile, crisi umanitaria». UN AIUTO SUBITO L'appello di Agire Agire (a cui aderiscono 12 note organizzazioni non governative: Actionaid, Amref, Avsi, Cesvi, Cisp, Coopi, Cosv, Gvc, Intersos, Save the children, Terres des Hommes, Vis ) ha lanciato un appello congiunto per la raccolta fondi per sostenere gli interventi in corso nel Corno d'Africa Chi desidera dare un contributo può inviare un Sms al numero 45500 per donazioni da due euro da cellulari Tim, Vodafone, CoopVoce, Poste Mobile o chiamando da reti fisse Telecom Italia e TeleTu (fino al 12 agosto) Per altre modalità di donazione è possibile consultare il sito dell'organizzazione www.agire.it Altri siti per donare. Si può donare fatte anche da www.medicisenzafrontiere.it e da www.oxfamitalia.org

26-07-2011 www.ilsole24ore.com - 2/2 n. utenti unici: 318.012

Page 144: Rassegna stampa Africa Orientale

Somalia/ Zingaretti: da Provincia Roma 50mila euro aiuto siccità La Provincia di Roma in prima linea per aiutare le popolazioni del Corno d'Africa colpite dalla siccità che ogni giorno miete tantissime vittime soprattutto tra i bambini. "La situazione che sta vivendo il Corno d'Africa, come ha sottolineato il Santo Padre nei giorni scorsi, non ci può lasciare... La Provincia di Roma in prima linea per aiutare le popolazioni del Corno d'Africa colpite dalla siccità che ogni giorno miete tantissime vittime soprattutto tra i bambini. "La situazione che sta vivendo il Corno d'Africa, come ha sottolineato il Santo Padre nei giorni scorsi, non ci può lasciare indifferenti. Per questo la giunta provinciale ha deciso di predisporre un primo stanziamento di 50mila euro per portare un piccolo aiuto alla drammatica emergenza che sta colpendo l'Africa orientale - ha spiegato il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti - abbiamo chiesto ad Agire, l'Agenzia italiana per la risposta alle emergenze, di segnalarci un progetto sul quale intervenire per offrire un sostegno concreto e immediato alle famiglie africane. Tramite Agire infatti vogliamo portare alle famiglie africane acqua, cibo, cure mediche e sostenere tutti quegli interventi che le Ong del network di Agire stanno realizzando nella aree del Corno d'Africa e in particolare in quegli stati come la Somalia maggiormente colpiti dalla carestia". Agire rappresenta il meccanismo congiunto di raccolta fondi di 12 tra le più importanti ed autorevoli organizzazioni non governative presenti in Italia che hanno scelto di unire le loro forze in soccorso alle popolazioni colpite dalle più gravi emergenze umanitarie nel mondo. "Inoltre - conclude Zingaretti - per sensibilizzare l'opinione pubblica lanceremo nei prossimi giorni una campagna di informazione e solidarietà per sostenere le popolazioni africane a superare questo momento così drammatico a causa della grave siccità che le affligge".

26-07-2011 www.virgilio.it n. utenti unici: 2.722.102

Page 145: Rassegna stampa Africa Orientale

Corno d'Africa/ Ong di Agire già al lavoro con 1200 operatori Roma, 27 lug. (TMNews) - In attesa che si apra a Nairobi la Conferenza dei donatori per definire le

modalità di risposta della comunità internazionale alla grave siccità che ha colpito l'Africa

Orientale, le Ong di AGIRE sono già impegnate sul campo con oltre 1200 operatori

quotidianamente...

Roma, 27 lug. (TMNews) - In attesa che si apra a Nairobi la Conferenza dei donatori per definire le

modalità di risposta della comunità internazionale alla grave siccità che ha colpito l'Africa

Orientale, le Ong di AGIRE sono già impegnate sul campo con oltre 1200 operatori

quotidianamente impegnati a fronteggiare le conseguenze della crisi su una popolazione già

provata da decenni di instabilità politica e difficoltà economiche.

Somalia, Etiopia e Kenya, i tre paesi più colpiti, registrano tassi di malnutrizione acuta e di

denutrizione molto allarmanti, che soprattutto nelle regioni somale di Bakool e del basso Scebeli

superano il 50%. In Somalia, nei campi profughi di Medina Dharkenley, CESVI ha messo in atto

programmi di vaccinazione, programmi nutrizionali e distribuzione di cibo per la categorie più

vulnerabili della popolazione. Anche CISP nella regione di Galmudug e Mogadiscio realizza

screening e supporto nutrizionale per i bambini fino a 5 anni, crea pozzi e distribuisce acqua

potabile. A Bey, Gedo, Middle Juba, COOPI distribuisce cibo e sementi per la ripresa di attività

agricole nel medio periodo e fornisce supporto ai centri sanitari locali. Ad Afghoy, Er

Irfid e Baidoa, InterSos dispone di 11 team sanitari con cliniche mobili a supporto dell'ospedale di

Jowhar. In Kenya ACTIONAID lavora a Ijara con programmi nutrizionali all'interno delle scuole e

distribuzioni di acqua potabile presso le comunità locali. Nei distretti di Turkana, Makueni, Kitui,

Kajiado, Loitokitok, Samburu, Laikipia, Malindi, Kilifi, Lamu e Wajir, AMREF realizza pozzi e cisterne per

l'acqua, attività di promozione dell'igiene e assistenza sanitaria, mentre AVSI opera nel campo di

Dadaab per il miglioramento delle condizioni di vita dei rifugiati tramite sostegno psico/sociale,

apertura di nuovi centri educativi, formazione di insegnanti. In Etiopia, infine, Save the Children

distribuisce supporti nutritivi e acqua potabile per le famiglie vulnerabili nelle regioni di, Oromia,

SNNPR e Somali, dove anche VIS lavora alle distribuzioni di generi alimentari e acqua potabile, alla

costruzione di pozzi e latrine e alla formazione di mobilita tori sanitari locali.

27-07-2011 www.virgilio.it n. utenti unici: 2.722.102

Page 146: Rassegna stampa Africa Orientale

Pd/ Bersani lancia azione umanitaria con ' Agire ' in Corno d'Africa

Roma, 27 lug. (TMNews) - "La drammatica situazione umanitaria nel Corno d'Africa deve richiamare

la nostra attenzione e quella di tutti e portare a una mobilitazione più ampia rispetto a una vicenda

di una drammaticità assoluta, considerato che c'è ancora troppo silenzio". Il segretario del Pd,...

Roma, 27 lug. (TMNews) - "La drammatica situazione umanitaria nel Corno d'Africa deve richiamare

la nostra attenzione e quella di tutti e portare a una mobilitazione più ampia rispetto a una vicenda

di una drammaticità assoluta, considerato che c'è ancora troppo silenzio". Il segretario del Pd, Pier

Luigi Bersani ha presentato durante una conferenza stampa a Montecitorio insieme al capogruppo

alla Camera, Dario Franceschini, e al responsabile esteri Lapo Pistelli l'accordo sottoscritto dal Pd

con l'agenzia Agire per collaborare nella mobilitazione e nell'impegno comune sulle emergenze

umantarie. L'iniziativa è rivolta ad intervenire contro la "spaventosa crisi dovuta alla siccità del

Corno d'Africa". "E' l'occasione per fare una cosa buona - ha spiegato Bersani - e per interpretarci

come partito che si vuole mettere a servizio della società civile per battaglie giuste. Questo

accordo ci mette in condizione di far crescere questa mentalità attraverso gli strumenti del partito, i

siti, le tv, le nostre feste". "Se stiamo agli stanziamenti nell'Ue, vediamo che la Gran Bretagna dà 60

milioni di euro, la Norvegia 35 e per l'Italia si è parlato di 1 milione di euro possibili, probabili. Eppure

non ho bisogno di ricordare antiche vicende storiche che dovrebbero suggerire un'attenzione

particolare del nostro Paese".

27-07-2011 www.virgilio.it n. utenti unici: 2.722.102

Page 147: Rassegna stampa Africa Orientale

Corno d'Africa/ Ong di Agire già al lavoro con 1200 operatori Roma, 27 lug. (TMNews) - In attesa che si apra a Nairobi la Conferenza dei donatori per definire le

modalità di risposta della comunità internazionale alla grave siccità che ha colpito l'Africa

Orientale, le Ong di AGIRE sono già impegnate sul campo con oltre 1200 operatori

quotidianamente impegnati a fronteggiare le conseguenze della crisi su una popolazione già

provata da decenni di instabilità politica e difficoltà economiche. Somalia, Etiopia e Kenya, i tre

paesi più colpiti, registrano tassi di malnutrizione acuta e di denutrizione molto allarmanti, che

soprattutto nelle regioni somale di Bakool e del basso Scebeli superano il 50%. In Somalia, nei campi

profughi di Medina Dharkenley, CESVI ha messo in atto programmi di vaccinazione, programmi

nutrizionali e distribuzione di cibo per la categorie più vulnerabili della popolazione.

Anche CISP nella regione di Galmudug e Mogadiscio realizza screening e supporto nutrizionale per

i bambini fino a 5 anni, crea pozzi e distribuisce acqua potabile. A Bey, Gedo, Middle Juba, COOPI

distribuisce cibo e sementi per la ripresa di attività agricole nel medio periodo e fornisce supporto ai

centri sanitari locali. Ad Afghoy, Er Irfid e Baidoa, InterSos dispone di 11 team sanitari con cliniche

mobili a supporto dell'ospedale di Jowhar. In Kenya ACTIONAID lavora a Ijara con programmi

nutrizionali all'interno delle scuole e distribuzioni di acqua potabile presso le comunità locali. Nei

distretti di Turkana, Makueni, Kitui, Kajiado, Loitokitok, Samburu, Laikipia, Malindi, Kilifi, Lamu e Wajir,

AMREF realizza pozzi e cisterne per l'acqua, attività di promozione dell'igiene e assistenza sanitaria,

mentre AVSI opera nel campo di Dadaab per il miglioramento delle condizioni di vita dei rifugiati

tramite sostegno psico/sociale, apertura di nuovi centri educativi, formazione di insegnanti. In

Etiopia, infine, Save the Children distribuisce supporti nutritivi e acqua potabile per le famiglie

vulnerabili nelle regioni di, Oromia, SNNPR e Somali, dove anche VIS lavora alle distribuzioni

di generi alimentari e acqua potabile, alla costruzione di pozzi e latrine e alla formazione di mobilita

tori sanitari locali.

27-07-2011 www.wallstreetitalia.it n. utenti unici: 25.708

Page 148: Rassegna stampa Africa Orientale

30-07-2011 www.repubblica.it n. utenti unici: 1.507.014

Page 149: Rassegna stampa Africa Orientale

Haiti, arrembaggio di aiuti senza strategie Ecco come si rende cronica un'emergenza

Dopo l'elezione dell'ex cantante Michel Martelly alla presidenza della Repubblica, si erano accese speranze, che però si vanno spegnendo. Nell'isola tutto continua ad essere gestito da una cooperazione che non sembra desiderare l'autonomia del Paese, ma a rendere irreversibile l'emergenza e l'assistenzialismo. Le tendopoli-boutique. E le Ong che fanno eccezione PORT AU PRINCE - Le speranze che l'elezione di Martelly, conosciutissimo eroe del Kompa, facesse da

volano ad un sano colpo di reni da parte dello Stato, stanno via via scemando. Dopo due mesi siamo ancora

senza il premier, i ministeri sono alla paralisi e soprattutto non si capisce cosa fare del mezzo milione di senza

tetto, o supposti tali. Alcune idee, lo staff di Martelly ce le ha. Togliere la gente dalle tendopoli, densificazione

urbana (o ricostruire palazzi più alti dell'attuale standard a due tre piani), l'istruzione universale, rafforzamento

del settore sanitario. A parte l'onestà o giustezza delle proposte si fatica a capire il chi, il come e il dove e con

quali fondi tutto questo potrà essere realizzato. Alle roboanti offerte di miliardi di dollari, il topolino partorito,

al massimo permette per ora il mantenimento di un apparato elefantiaco delle Nazioni Unite, che non brillano

certo per rapidità e soluzioni di lunga durata.

Cominciamo dalle tendopoli. Chiunque capitasse nelle due piazze di Petionville (quartiere residenziale della

capitale haitiana), Place Boyer e Place St. Pierre, troverebbe un mare di tende. A Place Boyer c'è un sarto, un

parrucchiere, un beauty salon, piccoli atelier e, la sera, ben poche persone vi dormono. A Place St. Pierre la

situazione è identica. Proprio così: l'emergenza ha permesso a piccoli artigiani e venditori, che vengono

spesso dalle bidonville circostanti Petionville o da Kenskoff di ricevere un aiuto alimentare e di occupare un

piccolo spicchio di territorio a fini commerciali. D'altro canto, nelle tendopoli oltre ai furbetti troviamo anche

un'altra categoria di persone: i senza tetto storici, o meglio quelli che non hanno neanche potuto essere colpiti

dal terremoto, perché una casa non l'hanno mai avuta.Inutile fare troppi discrimini nella situazione haitiana,

Paese nel quale non si pensa a quando finirà un'emergenza, ma a quando ne inizierà una nuova. Ma una cosa è

certa, la gestione dei campi e la mancata pianificazione degli interventi è stata e sarà la causa di ingiustizie e

malversazioni.

Interventi senza un disegno. E' possibile che a Citè Soleil, area urbana poverissima, a fronte di circa 337

abitazioni distrutte dal terremoto e non più di 270/300 morti (circa) si siano fatte piazzare decine di migliaia di

persone in tende? E' possibile che tra dare 4.500 dollari (calcolo approssimativo) per i materiali da costruzione

ad abitazione, si sia preferito spendere soldi per la creazione di campi? Non conveniva dare i materiali alle

famiglie danneggiate in modo che, nel giro di qualche mese, tutti avrebbero potuto ricostruirsi una nuova

casa? Non conveniva evitare la concentrazione di altri poveri in un'area urbana al limite della sopravvivenza?

Cerchiamo di capirci, se a una città come Citè Soleil di 540.000 abitanti (la maggior parte non censiti), con

quasi tutte le latrine comunitarie fuori uso (con buona pace di chi fa lotta al colera, li si usano sacchetti di

cellophan) e quasi nessuna latrina familiare, si aggiungono migliaia di persone, molte in campi minimi e semi

clandestini, si può sperare di migliorare la situazione? Inoltre, noi Ong sentiamo parlare da 8 mesi di strategia

di ritorno da parte delle Nazioni Unite (OIM in primis) e altri donatori internazionali, ma in cosa

consisterebbe questa strategia?

30-07-2011 www.repubblica.it - 1/3 n. utenti unici: 1.507.014

Page 150: Rassegna stampa Africa Orientale

Il miraggio e le "trappole" della città. Haiti è un paese tutto sommato rurale, ma ecco il problema vero:

l'eccesso dei "non colpiti da terremoto" che vivevano nei campi senza strade, né scuole, né strutture per la

salute, che scende in città nella speranza di accedere ad impieghi temporanei, godere di servizi seppur minimi

e mandare, chi può, i propri figli in una scuola spesso solo leggermente più decente di quelle delle zone rurali.

La città è un miraggio, perché se si vive senza strade, si produce poco perché non si hanno i mezzi per

trasportare a poco prezzo le merci al mercato. Un esempio: una moto taxi che da Ducrabon, villaggio ai piedi

del massiccio de La Selle, ti deve portare anche solo al mercato sul fiume, al confine tra Petionville e la Croix

des Bouquets (25 km) ti chiede 1.000 Gourdes o 25 Dollari americani. Al massimo puoi trasportare una

ventina di chili di ortaggi o frutta e il risultato è che a Port au Prince trovi verdure provenienti dagli Stati Uniti

a prezzo inferiore. Già, ma li si usano containers, aerei o navi...

I super business dell'assistenza cronica. Se le scuole arrivano al massimo alla quinta classe se vuoi

continuare devi scendere in città. Alla Premiere Belle Fontaine, l'unica scuola che va oltre la quinta classe,

vede solo tre insegnanti, pagati 2.500 gourdes al mese (62,5 dollari americani) dalle comunità stesse. Ovvio

che gli insegnanti appena possono fuggono in città. Con il sistema di prezzi haitiano ci fai ben poco con quella

cifra. Se per qualsiasi cura medica devi spendere i famosi 1.000 gourdes per scendere in città, meglio trovarsi

una tenda e ricevere anche aiuti alimentari. Eppure, dove noi di Terre des Hommes 1 siamo arrivati abbiamo

notato che la totale mancanza dello Stato è stata supplita dalle comunità. Si sono costruite scuole, chiese e

perfino gabbioni a sostegno dei fianchi delle montagne, nelle nostre aree molto scoscesi. Si direbbe che quindi

l'unica politica da farsi sarebbe quella del rafforzamento istituzionale, del dare gambe a strutture locali,

statuali o comunitarie, nell'affrontare i problemi all'ordine del giorno (non ultima la non emergenza colera).

Ma invece si avvertono altre risposte, continuano le distribuzioni urbi et orbi di teli plastici, di alimenti, di

acqua (un super business ad Haiti), a tutti e senza distinzione.

Senza mai incoraggiare alla politica. Sono molte le voci e non posso, per convenienza, citare le fonti

secondo le quali nella sola Cité Soleil, malgrado l'esiguità dei danni da terremoto, tra gli attendati che a Cité

Soleil non hanno mai abitato - probabilmente il 60% - non hanno nulla a che vedere con il sisma. Per il colera,

poi, nel continuare a trattare un fenomeno che ormai è e resterà in futuro endemico, ci sarebbe ulteriormente

da riflettere. Possiamo procrastinare l'aiuto umanitario "sempre e comunque", senza dare gambe alla politica

di risposta comunitaria del Ministero della salute? Ma vogliamo veramente rimanere ad Haiti in eterno? Nel

nostro piccolo, abbiamo degli esempi positivi. Mi scuso con le altre Ong italiane se parto dal nostro piccolo,

da Terre des Hommes, perché molte hanno fatto un lavoro semplicemente splendido, anche nei campi degli

sfollati, malgrado la confusione istituzionale e le difficoltà ambientali.

Chi fa "pirateria" nella cooperazione. Abbiamo costruito in solido, con strutture anti-sismiche, tre scuole e

una clinica, abbiamo riabilitato due orfanatrofi e una scuola, il tutto in 7 mesi, per un totale di più di 3.000

metri quadri di buona fattura, cemento, tondino e in un caso perfino le piastrellature. Ma abbiamo

contemporaneamente notato che, nello stesso periodo, altre organizzazioni internazionali hanno distribuito

casette temporanee (T-shelter per chi sta dentro il sistema) ed eretto scuole provvisorie. E ogni volta la

medesima scusa: "...mancano le leggi, mancano gli standards..." Ma Terre des Hommes, che non fa pirateria

cooperativa, ha ottenuto tutti i permessi, da quello del Genie Scolaire per le scuole, a quello delle

municipalità. Insomma carte, timbri e tutto perfettamente in regola. Era - ed è - quindi possibile svuotare i

campi, costruire in solido e fare sviluppo, ma sembra che l'emergenza serva un po' a tutti.

30-07-2011 www.repubblica.it - 2/3 n. utenti unici: 1.507.014

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Il capitolo-colera. Sul colera, poi, Terre des Hommes, essendo stata fin da subito dell'idea che solo

rafforzando le strutture pubbliche si sarebbe potuto dare una risposta duratura all'epidemia, in 6 mesi ha messo

in piedi un sistema fatto da Centri di Stabilizzazione (per i casi più gravi) e Punti di Reidratazione (per i casi

più blandi) che nei mesi a venire potranno funzionare anche da centri-sentinella per tutto ciò che attiene la

salute della popolazione e sono un baluardo in zona rurale ed isolata di un sistema sanitario che non è mai

esistito prima.

Nelle aree montuose del Comune di Croix des Bouquets, le tre Belle Fontaines nella fattispecie, abbiamo

portato una minima speranza di avere in futuro, uno Stato presente con proprie strutture, abbiamo in sei mesi

formato infermieri e brigadieri, montato piccole casette prefabbricate (solo ed esclusivamente perché molto

del materiale va trasportato a piedi per chilometri e perché il prefabbricato è molto più gestibile), inviato fin

da subito delle équipe mediche, che per la prima volta battevano il territorio. Insomma, abbiamo trattato

l'emergenza-colera per quello che è: un fenomeno endemico, pressoché non eradicabile stanti le condizioni del

Paese.

Gli haitiani meritano risposte chiare. Il risultato e che l'Ufficio del Ministero della Salute Pubblica,

responsabile per la Croix de Bouquets, Cul de Sac e Frontiere, grazie al progetto ha potuto accedere ai fondi

della BID (Banque Interamericaine du Developpement) e dal 1° Agosto inizieranno a coprire loro stessi i costi

dei salari degli infermieri e brigadieri e dei materiali medici. Un'ottima notizia per noi, che usciamo ben

volentieri dalla gestione corrente. Agli haitiani, abituati ormai nei decenni a sfruttare anche le emergenze per

sopravvivere, sarebbe meglio dare una risposta chiara. Sappiamo tutti quanto sia difficile agire con ciò che qui

rimane delle istituzioni, molti quadri hanno preferito gli ottimi salari delle organizzazioni internazionali, ma è

evidente che è possibile, nel fare emergenza, seminare sviluppo. E questo noi, orgogliosamente, siamo riusciti

- sebbene parzialmente - a farlo.

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Somalia, intensificati gli aiuti contro la siccità

Continuano le operazioni delle agenzie umanitarie impegnate in Somalia a distribuire aiuti alla popolazione

stremata da una delle peggiori siccità degli ultimi 60 anni. Il Programma alimentare mondiale (Wfp) ha ampliato le

attivita' nel Paese, aumentando i voli su Mogadiscio ed estendendo la distribuzione di cibo a Doolow, nel sud. "Un

altro velivolo e' arrivato oggi, il sesto da quando e' iniziato il ponte aereo mercoledi' scorso" ha annunciato il

portavoce David Orr, specificando che finora sono stati trasferiti "oltre 80 tonnellate di alimenti altamente nutritivi

specifici per bambini malnutriti". "Il Wfp ha inoltre avviato un ponte aereo a Doolow, fornendo biscotti energetici e

altri alimenti d'emergenza". Gli aiuti arrivano anche via mare, ma ha sottolineato Orr, cosi' "ci mettono piu' tempo".

Gli scontri scoppiati nella capitale somala tra le forze governative e le milizie islamiche degli Shebab avevano fatto

temere l'interruzione della distribuzione di aiuti, che invece e' continuata tramite partner locali. Intanto, l'Unicef ha

dato il via ad una massiccia campagna di vaccinazioni contro poliomielite e morbillo a Dadaab, il piu' grande campo

profughi nella regione orientale del Kenya, dove si sono rifugiati circa 380mila somali in fuga dalla siccita' e carestia.

Per sostenere l’intervento delle organizzazioni italiane attraverso il network Agire si possono donare 2 euro

inviando un SMS al numero solidale 45500 da cellulari TIM, Vodafone, PosteMobile e Coopvoce, o chiamando da

reti fisse Telecom Italia e Teletu.

Sono inoltre sempre disponibili le seguenti modalità di donazione alternative:

• On-line : Con carta di credito o conto Paypal sul sito www.agire.it

• Al numero verde 800.132.870 (dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 19.00).

• Con bonifico su conto corrente di Banca Prossima. IBAN IT 79 J 03359 01600 100000060696 Causale “Emergenza

Africa Orientale”.

• Tramite bollettino postale sul conto corrente n. 85593614 intestato a AGIRE onlus, via Aniene 26/A - 00198 Roma.

Causale Emergenza Africa Orientale.

01-08-2011 www.affaritaliani.it n. utenti unici: n.d.

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02-08-2011 www.lastampa.it n. utenti unici: 387.170

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La battaglia di Riccardo per Haiti

Il giovane cooperante torinese va due anni a Port - au - Prince

per preparare una strategia di sviluppo dopo il terremoto.

Un missionario che parte per salvare il mondo? Macché. Riccardo Suppo il 2 agosto vola ad Haiti come responsabile italiano del Paese per Coopi - la prima organizzazione laica in Italia che si occupa di cooperazione internazionale - e lo fa per sé. «È la battaglia della mia vita. Quando il mio lavoro riesce a cambiare davvero il destino di qualcuno - dice Riccardo - ecco, questa è la ricompensa più bella». Parte per preparare una strategia di sviluppo nella città di Port - au - Prince. Una città che non si è ancora rialzata dal terremoto, dove la gente ha ancora il corpo sporco di colera e i contadini sono emigrati per cercare fortuna e salvezza in città. Riccardo a Port - au - Prince resterà due anni e coordinerà il lavoro degli otto espatriati (sei italiani e due francesi) e quaranta haitiani che lavorano già sul posto per Coopi. Ad oggi sono tre i progetti che l’organizzazione ha attivato ad Haiti: c’è “Agire” che interviene sulla ricerca dei superstiti, il recupero dei corpi, sui servizi minimi di cibo e ospitalità; “Dipecho”, il progetto di prevenzione ai disastri, e “Ocha”, che si occupa dell’acqua e dell’igiene, degli impianti di depurazione e distribuzione. Riccardo Suppo, 30 anni, nato a Torino e laureato in Economia, cercherà di studiare una transizione dall’emergenza allo sviluppo, concentrandosi su un gruppo di 20.000 persone che Coopi ha localizzato dopo il disastro del 2010. «All’inizio mi fermerò ad osservare. Ascolterò soltanto. Cercherò di capire di cosa gli abitanti di Haiti hanno davvero bisogno – sostiene – e troverò la via per aiutarli». L’intento è quello di favorire lo sviluppo delle campagne disabitate, rilanciare la produzione agricola, creando così una sicurezza alimentare che solo una zappa e un pezzo di terra possono dare. È pieno di passione Riccardo, e parla della sua avventura ad Haiti come di una responsabilità, un progetto che non cambierà il mondo, ma qualche vita sicuramente. E questo non è certo il suo primo viaggio. È stato in Somalia, Nigeria, viaggiando con organizzazioni non governative italiane e straniere, in Burundi, in Angola e Mauritania. È un torinese con la valigia, un viaggiatore semplice. «Parto per Haiti con una gran voglia di scoprirla – racconta - e con quel pizzico di presunzione di sapere che lavorerò bene. La cosa che mi mancherà di più? Il cinghiale con la polenta di mia mamma». Ha visto tanta miseria, terre in conflitto eterno, ha visto gente morire di fame e malattie, gente che per sopravvivere mangiava grasso animale mischiato con la sabbia. Si è sentito forte e impotente. Ma Riccardo non molla, perché per quelle anime sperdute, per quegli occhi che brillano e aspettano un futuro, per quei sorrisi genuini di adulti e bambini, vale la pena lottare e sperare insieme.

02-08-2011 www.lastampa.it n. utenti unici: 387.170

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Corno d'Africa/ Arrivano i primi aiuti umanitari dall'Italia

Un cargo con "40 tonnellate di beni alimentari". E' questo il primo aiuto che l'Italia ha consegnato ai 400mila profughi somali che si trovano a Dadaab, nell'est del Kenya, un campo profughi grande quanto Firenze. Il Corno d'Africa è stato colpito dalla carestia peggiore degli ultimi 60 anni. "È un primo aiuto di 40 tonnellate di beni alimentari - ha spiegato il sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica - con riso, mais, olio, farina, zucchero, legumi e latte a lunga conservazione che l'Italia mette a disposizione come prima risposta all'emergenza". L'operazione si aggiunge ai circa 9 milioni di euro già impegnati dall'Italia per far fronte all'emergenza umanitaria nel Corno d'Africa. "Di questi - ha aggiunto Mantica - 4 milioni sono stati destinati al Programma Alimentare Mondiale per la Somalia, 2,6 milioni saranno erogati alla Croce rossa internazionale e ad altre internazionali come Unicef e Unhcr, 1,3 milioni per un progetto bilaterale Italia-Etiopia". Oltre a questa cifra stanziata per le emergenze, la Cooperazione italiana nell'area ha già in corso progetti umanitari per 11 milioni di euro.

04-08-2011 www.affaritaliani.it n. utenti unici: n.d.

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04-08-2011 www.affaritaliani.it n. utenti unici: n.d.

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Corno d'Africa/ Si aggrava la carestia in Somalia

I Paesi del Corno d'Africa devono adottare misure serie per l'allestimento di riserve di cibo, al fine di

garantire una rete di sicurezza alimentare. E' l'appello lanciato dalle Nazioni Unite all'indomani della

decisione di dichiarare ufficialmente affette dalla carestia tre nuove aree della Somalia, portando

così a cinque il totale delle aree del Paese incluse nella categoria di maggiore gravità. "Temiamo

che la carestia si diffonderà ancora di più in Somalia", ha detto Abdou Dieng, direttore del

Programma alimentare mondiale in Etiopia.

L'ITALIA MANDA AIUTI - Un cargo con "40 tonnellate di beni alimentari". E' questo il primo aiuto

che l'Italia ha consegnato ai 400mila profughi somali che si trovano a Dadaab, nell'est del Kenya,

un campo profughi grande quanto Firenze. Il Corno d'Africa è stato colpito dalla carestia peggiore

degli ultimi 60 anni. "È un primo aiuto di 40 tonnellate di beni alimentari - ha spiegato il

sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica - con riso, mais, olio, farina, zucchero, legumi e latte a

lunga conservazione che l'Italia mette a disposizione come prima risposta all'emergenza".

L'operazione si aggiunge ai circa 9 milioni di euro già impegnati dall'Italia per far fronte

all'emergenza umanitaria nel Corno d'Africa. "Di questi - ha aggiunto Mantica - 4 milioni sono stati

destinati al Programma Alimentare Mondiale per la Somalia, 2,6 milioni saranno erogati alla Croce

rossa internazionale e ad altre internazionali come Unicef e Unhcr, 1,3 milioni per un progetto

bilaterale Italia-Etiopia". Oltre a questa cifra stanziata per le emergenze, la Cooperazione italiana

nell'area ha già in corso progetti umanitari per 11 milioni di euro.

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Somalia/ Agire: Carestia si estende in tre nuove aree del sud

Almeno 3,7 milioni di persone sono in emergenza

Da ieri, in tre nuove aree del sud della Somalia è stata ufficialmente dichiarata la condizione di carestia. Lo

afferma Agire, l'Agenzia italiana per la risposta alle emergenze in un comunicato. Le aree agro-pastorali dei

distretti di Balcad e Cadale nel Medio Shabelle, l'ormai "famigerato" corridoio di Afgoye e la comunità degli

sfollati nella capitale di Mogadiscio hanno raggiunto le soglie minime di malnutrizione acuta e mortalità che,

insieme ai già compromessi tassi sull'accesso al cibo, corrispondono alla fase 5 dell'IPC - Integrated Food

Security Phase Classification, indicatrice appunto di carestia. Queste 3 aree della Somalia si aggiungono alle

regioni del Bakool e del Basso Shebele che le Nazioni Unite avevano già dichiarato in stato di carestia due

settimane fa. Secondo le Nazioni Unite, questa emergenza rappresenta la peggiore crisi alimentare in Africa

dopo la carestia che aveva colpito la stessa Somalia nel biennio 1991/1992. Nuovi ritardi negli aiuti

umanitari - dovuti alle difficoltà di accesso in alcune aree del paese e agli scarsi fondi messi a disposizione dai

donatori - provocheranno nelle prossime 4-6 settimane un'ulteriore estensione della carestia a tutte le aree

della Somalia meridionale. Allo stato attuale, 3,7 milioni di persone sono in emergenza, con 3,2 milioni che

necessitano per sopravvivere di immediati aiuti umanitari. Sei Ong del network Agire operano in Somalia con

programmi di assistenza umanitaria nelle zone colpite dalla carestia (Cesvi, Cisp, Coopi, Cosv, Intersos e

Save the Children). Grazie a una presenza storica nel paese e a consolidati rapporti con le comunità e i partner

locali, le ONG sono pressoché le uniche organizzazioni umanitarie in grado oggi di portare soccorso alla

popolazione, superando gli ostacoli posti dalla situazione di instabilità e conflitto in cui versa il paese. Nel

corridoio di Afghoy, costruito sulle rovine della strada nazionale che collegava Mogadiscio a Baidoia, circa

mezzo milione di persone sono in pericolo di vita. «I primi ad avere complicazioni mediche sono i bambini.

La continua malnutrizione a cui sono stati esposti negli ultimi mesi li ha indeboliti al punto tale che faticano a

reagire. Possiamo salvarli dalla morte solo attraverso preparati iper-proteici» dice Mohamed Luqman,

operatore somalo di Intersos che da settimane coordina la distribuzione di cibo, acqua e beni di prima

necessità agli sfollati accampati in quest'area.

04-08-2011 www.virgilio.it n. utenti unici: 2.722.102

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Corno d'Africa/ Somalia, oltre 12 milioni di persone a rischio fame Si continua a lottare contro il tempo nel Corno d'Africa, colpito dalla peggiore crisi umanitaria degli ultimi sessant'anni. Secondo le stime Onu, sono oltre 12 milioni le persone che stanno soffrendo a causa della siccità e della carestia: 3,5 milioni di persone in Kenya, almeno 2 milioni in Etiopia, 3 milioni in Somalia e altre centinaia di migliaia a Gibuti e in alcune zone dell'Eritrea, del Sud Sudan, dell'Uganda e della Tanzania. La situazione è drammatica soprattutto in Somalia dove si stima che 1,26 milioni di bambini necessitino di cure immediate e che 640mila siano gravemente malnutriti. Per gli interventi di soccorso in Somalia ed Etiopia, la Caritas Diocesi Bolzano-Bressanone ha raccolto finora un milione di euro grazie ai fondi messi a disposizione dalla popolazione (870.000 euro), dalla Provincia Autonoma di Bolzano (100.000 euro) e dalla Fondazione Cassa di Risparmio, che ha stanziato altri 30.000 euro. L'emergenza umanitaria in SomaliaLE IMMAGINI La denutrizione, la mancanza di acqua e di cibo, la siccità hanno distrutto gli ultimi due raccolti e renderanno impossibile il prossimo, mettendo a rischio la vita di milioni di persone di cui la metà sono bambini. La situazione si fa di giorno in giorno più drammatica: il 60% del bestiame è morto di stenti, i prezzi dei cereali continuano a salire e le popolazioni sono stremate dalla fame. "Caritas Somalia, grazie all'aiuto delle Caritas di tutto il mondo, attualmente sta sostenendo le famiglie sfollate nei centri maggiori della Somalia e gli sfollati somali in Kenya e in Etiopia , con l'invio di cibo, medicine, alimentazione terapeutica e tende - afferma Monsignor Giorgio Bertin, presidente di Caritas Somalia -: gli interventi raggiungono almeno 11.000 persone, soprattutto bambini e anziani che ricevono acqua, cibo e alimentazione speciale multivitaminica. Nella regione del Somaliland, migliaia di pastori ricevono aiuti per il loro sostentamento e per quello dei loro animali". La ricerca di cibo e assistenza ha provocato un massiccio spostamento di popolazione, la migrazione dei pastori e dei contadini poveri sia all'interno della Somalia centro-meridionale sia in Kenya ed Etiopia. Un quarto della popolazione della Somalia è sfollato, percorrendo grandi distanze a piedi, a dorso di mulo o impiegando i loro ultimi risparmi per ottenere un passaggio su camion sovraffollati. Le famiglie in fuga dalle aree colpite dalla siccità sono costrette ad abbandonare gli anziani, i malati, i bambini più deboli e le donne incinte. Spesso devono lasciarsi alle spalle i corpi dei loro cari lungo la strada. Coloro che riescono a giungere a destinazione, arrivano esausti, malnutriti e in preda a malattie, come malaria e morbillo. A Dadaab, in Kenya, un enorme insieme di campi profughi a 80 chilometri dal confine con la Somalia, continuano ad arrivare in media 2.500 persone al giorno; lì la Caritas sta fornendo assistenza sanitaria, acqua e cibo. Al momento sono oltre 200.000 le persone assistite e aiutate da Caritas anche attraverso programmi che garantiscono la sopravvivenza del loro bestiame che, lo ricordiamo, fornisce a intere popolazioni latte, formaggio, carne, pellame ed entrate finanziarie. In Etiopia, Caritas sta fornendo mais, fagioli, olio, acqua e alimenti multivitaminici a 80.000 persone nelle provincie di Haraghe e Meki. Nella regione meridionale, abitata dai pastori Borana, gli interventi sono anche volti a fornire di acqua e cibo le mandrie di bovini e caprini, unica risorsa di vita per circa 20.000 famiglie. In Kenya, in cui si stanno verificando sempre più numerosi casi di colera, Caritas distribuisce generi di prima necessità a 40.000 persone nelle aree più gravemente colpite (Rift Valley e Marsabit). Anche in questa zona si sta cercando di garantire la sopravvivenza delle mandrie e delle greggi proprio per garantire quella delle persone. L'emergenza umanitaria in KenyaLE IMMAGINI Per sostenere l'intervento delle organizzazioni italiane attraverso il network Agire si possono donare 2 euro inviando un SMS al numero solidale 45500 da cellulari TIM, Vodafone, PosteMobile e Coopvoce, o chiamando da reti fisse Telecom Italia e Teletu. Sono inoltre sempre disponibili le seguenti modalità di donazione alternative: • On-line : Con carta di credito o conto Paypal sul sito www.agire.it • Al numero verde 800.132.870 (dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 19.00). • Con bonifico su conto corrente di Banca Prossima. IBAN IT 79 J 03359 01600 100000060696 Causale "Emergenza Africa Orientale". • Tramite 05/08/2011 bollettino postale sul conto corrente n. 85593614 intestato a AGIRE onlus, via Aniene 26/A - 00198 Roma. Causale Emergenza Africa Orientale.

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05-08-2011 www.affaritaliani.it n. utenti unici: n.d.

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Somalia/ Assaltato camion di aiuti umanitari: 10 morti E' di almeno 10 morti e 15 feriti il bilancio della sparatoria tra il personale di scorta di un mezzo del Programma alimentare mondiale (Pam) in un campo di sfollati a Mogadiscio e un gruppo armato non identificato che ha tentato di saccheggiare le scorte di cibo fornite dall'Onu. Lo hanno reso noto fonti ufficiali e alcuni testimoni spiegando che il personale di scorta al mezzo ha risposto al fuoco degli assalitori e ne e' nata un vera sparatoria che ha gettato il campo nel caos. La maggioranza delle vittime sono donne e bambini, ma il bilancio potrebbe aggravarsi perche' la situazione resta molto confusa nel campo. L'incidente e' avvenuto nel campo di Badbado che ospita oltre 30 mila somali in fuga dalla carestia che ha colpito molte regioni del paese, gestito dal Programma alimentare mondiale (Pam) delle Nazioni Unite. Circa 100mila sfollati hanno raggiunto la capitale somala negli ultimi due mesi in cerca di cibo e acqua. Nonostante gli sforzi delle agenzie internazionali e delle associazioni per la distribuzione degli aiuti, in alcune zone la scarsita' di quanto arriva, provoca spesso saccheggi e incidenti lasciando i piu' deboli senza nulla da mangiare. ONU: OLTRE 12 MILIONI DI PERSONE A RISCHIO FAME - Si continua a lottare contro il tempo nel Corno d'Africa, colpito dalla peggiore crisi umanitaria degli ultimi sessant'anni. Secondo le stime Onu, sono oltre 12 milioni le persone che stanno soffrendo a causa della siccità e della carestia: 3,5 milioni di persone in Kenya, almeno 2 milioni in Etiopia, 3 milioni in Somalia e altre centinaia di migliaia a Gibuti e in alcune zone dell'Eritrea, del Sud Sudan, dell'Uganda e della Tanzania. La situazione è drammatica soprattutto in Somalia dove si stima che 1,26 milioni di bambini necessitino di cure immediate e che 640mila siano gravemente malnutriti. Per gli interventi di soccorso in Somalia ed Etiopia, la Caritas Diocesi Bolzano-Bressanone ha raccolto finora un milione di euro grazie ai fondi messi a disposizione dalla popolazione (870.000 euro), dalla Provincia Autonoma di Bolzano (100.000 euro) e dalla Fondazione Cassa di Risparmio, che ha stanziato altri 30.000 euro. L'emergenza umanitaria in SomaliaLE IMMAGINI La denutrizione, la mancanza di acqua e di cibo, la siccità hanno distrutto gli ultimi due raccolti e renderanno impossibile il prossimo, mettendo a rischio la vita di milioni di persone di cui la metà sono bambini. La situazione si fa di giorno in giorno più drammatica: il 60% del bestiame è morto di stenti, i prezzi dei cereali continuano a salire e le popolazioni sono stremate dalla fame. "Caritas Somalia, grazie all'aiuto delle Caritas di tutto il mondo, attualmente sta sostenendo le famiglie sfollate nei centri maggiori della Somalia e gli sfollati somali in Kenya e in Etiopia , con l'invio di cibo, medicine, alimentazione terapeutica e tende - afferma Monsignor Giorgio Bertin, presidente di Caritas Somalia -: gli interventi raggiungono almeno 11.000 persone, soprattutto bambini e anziani che ricevono acqua, cibo e alimentazione speciale multivitaminica. Nella regione del Somaliland, migliaia di pastori ricevono aiuti per il loro sostentamento e per quello dei loro animali". La ricerca di cibo e assistenza ha provocato un massiccio spostamento di popolazione, la migrazione dei pastori e dei contadini poveri sia all'interno della Somalia centro-meridionale sia in Kenya ed Etiopia. Un quarto della popolazione della Somalia è sfollato, percorrendo grandi distanze a piedi, a dorso di mulo o impiegando i loro ultimi risparmi per ottenere un passaggio su camion sovraffollati. Le famiglie in fuga dalle aree colpite dalla siccità sono costrette ad abbandonare gli anziani, i malati, i bambini più deboli e le donne incinte. Spesso devono lasciarsi alle spalle i corpi dei loro cari lungo la strada. Coloro che riescono a giungere a destinazione, arrivano esausti, malnutriti e in preda a malattie, come malaria e morbillo.

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A Dadaab, in Kenya, un enorme insieme di campi profughi a 80 chilometri dal confine con la Somalia, continuano ad arrivare in media 2.500 persone al giorno; lì la Caritas sta fornendo assistenza sanitaria, acqua e cibo. Al momento sono oltre 200.000 le persone assistite e aiutate da Caritas anche attraverso programmi che garantiscono la sopravvivenza del loro bestiame che, lo ricordiamo, fornisce a intere popolazioni latte, formaggio, carne, pellame ed entrate finanziarie. In Etiopia, Caritas sta fornendo mais, fagioli, olio, acqua e alimenti multivitaminici a 80.000 persone nelle provincie di Haraghe e Meki. Nella regione meridionale, abitata dai pastori Borana, gli interventi sono anche volti a fornire di acqua e cibo le mandrie di bovini e caprini, unica risorsa di vita per circa 20.000 famiglie. In Kenya, in cui si stanno verificando sempre più numerosi casi di colera, Caritas distribuisce generi di prima necessità a 40.000 persone nelle aree più gravemente colpite (Rift Valley e Marsabit). Anche in questa zona si sta cercando di garantire la sopravvivenza delle mandrie e delle greggi proprio per garantire quella delle persone. L'emergenza umanitaria in KenyaLE IMMAGINI Per sostenere l'intervento delle organizzazioni italiane attraverso il network Agire si possono donare 2 euro inviando un SMS al numero solidale 45500 da cellulari TIM, Vodafone, PosteMobile e Coopvoce, o chiamando da reti fisse Telecom Italia e Teletu. Sono inoltre sempre disponibili le seguenti modalità di donazione alternative: • On-line : Con carta di credito o conto Paypal sul sito www.agire.it • Al numero verde 800.132.870 (dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 19.00). • Con bonifico su conto corrente di Banca Prossima. IBAN IT 79 J 03359 01600 100000060696 Causale "Emergenza Africa Orientale". • Tramite bollettino postale sul conto corrente n. 85593614 intestato a AGIRE onlus, via Aniene 26/A - 00198 Roma. Causale Emergenza Africa Orientale.

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Somalia/ Ong Agire : la situazione non migliorerà fino a gennaio Roma, 5 ago. (TMNews) - La situazione in Somalia e in tutto il Corno d'Africa si aggrava giorno dopo giorno: "La situazione non migliorerà almeno fino a gennaio, ma questa gente ha bisogno di aiuto immediato". Gemma Sammartin, che coordina gli interventi di COOPI in Somalia, conferma la gravità... Roma, 5 ago. (TMNews) - La situazione in Somalia e in tutto il Corno d'Africa si aggrava giorno dopo giorno: "La situazione non migliorerà almeno fino a gennaio, ma questa gente ha bisogno di aiuto immediato". Gemma Sammartin, che coordina gli interventi di COOPI in Somalia, conferma la gravità della crisi alimentare. COOPI distribuisce cibo ed acqua attraverso un sistema di cash vouchers nelle regioni di Gedo, Bay, Middle Juba, Mudug e Galgaduud. "Queste zone ancora non sono state inserite nell'area di carestia dichiarata dalle Nazioni Unite. Ma sappiamo che stiamo lottando contro il tempo". Dall'altro ieri, in tre nuove aree del sud della Somalia è stata ufficialmente dichiarata la condizione di carestia dalle Nazioni Unite, ricorda Agire, il network di sei ONG che operano in Somalia con programmi di assistenza umanitaria nelle zone colpite dalla carestia (CESVI, CISP, COOPI, COSV, Intersos e Save the Children). Queste 3 aree della Somalia - i distretti di Balcad e Cadale nel Medio Shabelle, il corridoio di Afgoye e la comunità degli sfollati nella capitale di Mogadiscio hanno raggiunto le soglie minime di malnutrizione acuta e mortalità - si aggiungono alle regioni del Bakool e del Basso Shebele che le Nazioni Unite avevano già dichiarato in stato di carestia due settimane fa. Secondo le Nazioni Unite, questa emergenza rappresenta la peggiore crisi alimentare in Africa dopo la carestia che aveva colpito la stessa Somalia nel biennio 1991/1992. Nuovi ritardi negli aiuti umanitari provocheranno nelle prossime 4-6 settimane un'ulteriore estensione della carestia a tutte le aree della Somalia meridionale. Allo stato attuale, 3,7 milioni di persone sono in emergenza, con 3,2 milioni che necessitano per sopravvivere di immediati aiuti umanitari. Agire fa sapere che la campagna sm è stata prolungata fino al 31 agosto: sms al 45500 per donazioni da 2 euro da cellulari TIM, Vodafone, CoopVoce, Noverca, Poste Mobile o chiamando da reti fisse Telecom Italia e TeleTu.

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Corno Africa/ Vis : In Etiopia situazione è sempre più drammatica Roma, 5 ago. (TMNews) - In Etiopia la situazione è sempre più drammatica. Lo afferma VIS - Volontariato Internazionale per lo Sviluppo, ong promossa dal Centro Nazionale Opere Salesiane, in un comunicato, sottolineando che continua il suo lavoro a fianco della popolazione colpita dalla siccità e... Roma, 5 ago. (TMNews) - In Etiopia la situazione è sempre più drammatica. Lo afferma VIS- Volontariato Internazionale per lo Sviluppo, ong promossa dal Centro Nazionale Opere Salesiane, in un comunicato, sottolineando che continua il suo lavoro a fianco della popolazione colpita dalla siccità e carestia nella regione della Somaly Region, nella parte orientale dell'Etiopia, lungo il confine con la Somalia. "Il nostro partner Fuad Alamirew, presidente di Rapid, la ONG etiope con la quale da anni collaboriamo per tutte le attività nella Somaly Region, ci tiene aggiornati sulla situazione che diventa ogni giorno sempre più grave", racconta Gloria Paolucci, responsabile paese e coordinatrice dei progetti VIS in Etiopia. "A causa della siccità, persone e animali muoiono ogni giorno. Neppure i cammelli, animali tradizionalmente abituati ad affrontare questo tipo di emergenze, ormai sopravvivono e questo è un segnale di quanto sia critica la siccità quest'anno. Altro segnale della gravità è il fatto che in passato l'allarme e le richieste di camion cisterna per le distribuzioni d'acqua erano fatti solo da 10 e 15 distretti su 51 totali nella Somaly Region mentre quest'anno tutti hanno richiesto aiuto", aggiunge. Il VIS aderisce e sostiene l'appello per l'Africa Orientale lanciato da Agire, l'Agenzia Italiana di Risposta alle Emergenze, per garantire i necessari soccorsi e sostenere le attività di emergenza delle nove Ong, tra le quali VIS, già presenti nei paesi colpiti del Corno d'Africa.

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Somalia, ora anche l'epidemia di morbillo Altre armi agli Shabaab, in "ritirata strategica"

Nel campo profughi di Kobe, in Etiopia, sono morte 25 persone, forse contaminate dal virus. Che, secondo l'Unhcr starebbe dilagando nei campi stracolmi di persone in fuga. Venti pastori uccisi nella lotta per la sopravvivenza imposta dalla siccità. Dieci navi cariche di armi per le milizie islamiche

ROMA - E adesso anche l'epidemia di morbillo. Che si sta diffondendo in Etiopia, nei campi già pieni zeppi

di profughi provenienti in gran parte dalla Somalia, gente in fuga dalla carestia che sta prosciugando di risorse

e vite umane l'intero Corno d'Africa e che in Somalia assume i connotati della catastrofe umanitaria, anche per

l'endemica instabilità politica e l'evanescenza di un governo provvisorio ed eterodiretto. L'Unhcr 1, l'agenzia

dell'Onu per i profughi, teme che l'epidemia possa aumentare il numero dei decessi e alla diffusione di gravi

malattie tra la popolazione, la cui salute è già fragile e compromessa. Nel campo di Kobe stamattina sono stati

contati 25 morti nel campo, la metà dei quali c'è il sospetto siano stati contaminati dal morbillo. In Etiopia

vivono 237 mila profughi, in maggioranza somali, ma provenienti anche dall'Eritrea e dal Sudan. Prosegue

intanto la raccolta fondi di Agire 2, il network di Ong italiane per le emergenze umanitarie. Sms al 45500;

oppure il numero verde: 800.132.870

Effetti collaterali (e sanguinosi). Così, mentre al comando delle truppe di peacekeeping dell'Unione Africana

(Amison) è appena arrivato un nuovo capo, il generale Fred Ngusha, (ugandese) il quale ha già annunciato

l'arrivo di 3.000 nuovi soldati, in aggiunta ai 9.000 già sul campo, la mancanza di cibo, di acqua e la lotta

quotidiana per la sopravvivenza comincia a produrre i suoi sanguinosi effetti collaterali. Sono almeno 20 i

pastori uccisi ieri a Turkana, nel nord del Kenya, al confine con l'Etiopia, da gruppi di banditi sconfinati da

quel Paese. Lo riferisce l'agenzia vaticana Fides, citando monsignor Dominic Kimengich, vescovo di Lodwar,

che ha collegato la vicenda alla siccità e alla carestia che, stando alle testimonianze che arrivano ha causato un

incremento dei furti di bestiame e delle dispute violente per il possesso dei pochi pascoli e risorse d'acqua

disponibili

Fuori gli Shabaab da Mogadiscio. Nel frattempo, le milizie islamiche degli Shabaab hanno lasciato

Mogadiscio, la capitale della Somalia. L'annuncio è arrivato dai ribelli, che parlano di una mossa strategica,

mentre il governo transitorio ha subito fatto sapere che, per la prima volta da anni, la capitale è interamente

sotto il suo controllo. E il presidente Sharif Sheikh Ahmed ha promesso di riportare l'ordine in città: ''E' tempo

di raccogliere i frutti della pace'', ha detto durante una conferenza stampa nel palazzo presidenziale, chiedendo

la collaborazione dei cittadini per scovare miliziani islamici eventualmente nascosti nella capitale. A

testimonianza del fatto che la lotta ai gruppi che finora hanno controllato, con armi e attentati, intere regioni

del Paese sta assumendo accenti decisi, c'è il governatore della regione di Baraandir - Abdikarin Hilowle - il

quale ha annunciato di aver messo una taglia sugli Al Shabaab.

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Navi piene di armi. Ma i miliziani islamici rispondono promettendo "lezioni indimenticabili", dopo la loro

"ritirata strategica". ''Prometto a tutti i somali che abbiamo cambiato le nostre tattiche e che, nelle prossime

ore, impartiremo loro lezioni indimenticabili'', ha affermato il portavoce degli Shabaab, Sheikh Ali Mohamud

Rage, in dichiarazioni trasmesse da Radio Quran. Rage ha assicurato che i ribelli ''raddoppieranno gli

attacchi''. La prontezza e la sicurezza nelle risposte lanciate nel circuito mediatico internazionale, che

dimostrano una crescente forza delle milizie islamiche somale, ormai non più solo militare. A sottolineare i

legami internazionali di Al Shabaab è il console somalo a San'a', nello Yemen, il quale ha rivelato che la

marina yemenita ha fermato e sequestrato due navi cariche di armi a largo delle sue coste e che - sempre

secondo il dipomatico - i servizi segreti yemeniti avrebbero segnalato altre dieci navi dalle auali sarebbero

state sbarcare armi in territorio somalo, destinate - appunto - ai miliziani islamici.

Da dove arrivano i soldi. Si cominciano a conoscere, intanto, le fonti di finanziamento delle milizie

islamiche Al Shabaab che - secondo un report dell'Onu - incassano tra i 70 e 100 milioni di dollari all'anno in

Somalia grazie alle tasse illegali, le estorsioni e altre pratiche illegali. Lo stima un rapporto dell'Onu. Le

milizie "impongono tasse negli aeroporti, porti e ai checkpoint, sui prodotti interni, impongono contributi per

la jihad", si legge nel rapporto stilato dal gruppo Onu di monitoraggio su Somalia e Eritrea. Secondo le stime

statunitensi, le milizie possono contare su un migliaio di combattenti in tutto il Paese: il comandante delle

truppe Usa in Africa, generale Carter Ham, stima si tratti del gruppo più pericoloso e violento in Africa

orientale. Per l'Onu, gli Al Shabaab minacciano la stabilità della Somalia e dell'intera regione, nonostante

abbiano patito diverse sconfitte militari. Le milizie - dice un rapporto Onu - si stanno trasformando da fazione

armata in un consorzio di interessi economici, con alcune associazioni nate per camuffare i contributi che

arrivano dai simpatizzanti nei Paesi del Golfo.

I trentasei deputati da epurare. Sul fronte interno c'è da registrare che, alla pericolosa fragilità istituzionale

del governo provvisorio, sembra si vadano ad aggiungere altrettanto pericolosi tentativi dell'attuale leadeship

del governo - composta dal presidente e dal portavoce del Parlamento - di neutralizzare l'opposizione che si

annida fra i 550 deputati eletti. In particolare - secondo un deputato somalo, Hussein Haji Ahmed -

l'attenzione si sarebbe concentrata su 36 rappresentanti del popolo, che si vorrebbe escludere dal Parlamento,

responsabili di essersi rifiutati di firmare la ratifica all'accordo che il 9 giugno scorso, a Kampala, sancì

l'estromissione dell'ex primo ministro, il professor Mohamed Abdullahi Mohamed, al quale viene riconosciuto

il merito di aver avviato un processo di stabilizzazione democratica e autonomia della nazione somala.

Un piano Marshall per la Somalia. A sottolinearne la necessità è Paul Collier, direttore del Centre for the

Study of African Economies dell'università di Oxford, in un'intervista sulle pagine dell'Avvenire. "Il modello è

quello - spiega l'esperto richiamando il piano per la ricostruzione del Vecchio Continente adottato dopo la

Seconda guerra mondiale - Non mi riferisco, però, alla distribuzione di aiuti che, indubbiamente, è necessaria.

Le nazioni ricche devono cambiare la loro politica di sicurezza, la politica commerciale, gli standard

internazionali. Quando l'America l'ha fatto - ricorda - ha funzionato. Perché non dovrebbe funzionare ora? Ci

vuole uno sforzo internazionale - chiarisce Collier, che è tra i massimi esperti internazionali di economie

africane - coordinato e coerente. A guidarlo materialmente dovrebbero essere altre nazioni africane e

mediorientali col supporto dell'Ocse".

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Somalia/ Onu, nuovi aiuti in arrivo a Mogadiscio Lunedí 08.08.2011 12:40

E' atterrato nella capitale somala Mogadiscio, il primo dei tre voli del ponte aereo d'emergenza dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR). Si tratta del primo ponte aereo effettuato a Mogadiscio dall'UNHCR Somalia da cinque anni a questa parte. A bordo del cargo Ilyushin IL-62 noleggiato dall'Agenzia, vi erano oltre 31 tonnellate di materiali per allestire alloggi e altri aiuti prelevati dalle scorte d'emergenza dell'UNHCR stoccate nei depositi di Dubai. Tra gli aiuti trasportati anche 2.500 kit di assistenza d'emergenza (Emergency Assistance Packages, EAP) che comprendono teli di plastica per alloggi, materassi, coperte, taniche per l'acqua, oltre a utensili per conservare il cibo e cucinare. Il secondo volo e' in programma per giovedi' 11, il terzo per la prossima settimana.

Finora l'UNHCR aveva inviato aiuti a Mogadiscio via mare e via terra. Tuttavia l'aumento senza precedenti del numero di civili costretti ad abbandonare le proprie aree d'origine a causa della carestia, ha indotto l'Agenzia ad organizzare un ponte aereo per velocizzare le operazioni. Secondo le stime a disposizione, sono circa 100.000 i somali in fuga dalla siccita' e dalla carestia che nei soli ultimi due mesi si sono riversati nella capitale in cerca di cibo, acqua, alloggio e altra assistenza. Prima di quest'ultima ondata gli sfollati in citta' erano gia' oltre 370.000. "Grazie a questo ponte aereo - ha affermato il Rappresentante dell'UNHCR in Somalia, Bruno Geddo - possiamo continuare ad assistere le persone sfollate a causa della siccita' e della carestia. Ma abbiamo bisogno di sostegno finanziario per rifornire le scorte d'emergenza all'interno della Somalia, scorte che si stanno rapidamente esaurendo con la consegna di aiuti nelle regioni del sud".

Per poter svolgere fino alla fine dell'anno le proprie attivita' di protezione e assistenza d'emergenza in favore delle vittime della crisi di rifugiati nel Corno d'Africa, l'UNHCR ha richiesto ai donatori 145 milioni di dollari. Finora l'Agenzia ha ricevuto contributi o stanziamenti per 65 milioni di dollari. Con tale cifra e' possibile coprire meno del 45% delle necessita' individuate per la Somalia, il Kenya, l'Etiopia e Gibuti. L'UNHCR esorta pertanto i paesi donatori, il settore privato e i privati cittadini ad agire con urgenza, in modo da contribuire a colmare il gap nei finanziamenti. Se non verranno rapidamente impegnati nuovi fondi, la scarsita' di finanziamenti a disposizione non potra' che avere un impatto negativo sull'assistenza umanitaria d'emergenza a decine di migliaia di rifugiati e sfollati somali.

MINORI IN CORNO D'AFRICA, CRI: LA SITUAZIONE RESTA GRAVE. 3,2 MLN PERSONE SOCCORSE, 385 MILA BAMBINI SOLO IN KENYA - La situazione nel Corno d'Africa resta molto grave. Ogni Societa' Nazionale sta rispondendo all'emergenza con il supporto della Federazione Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. Il Comitato Internazionale di Croce Rossa sta agendo nel sud della Somalia. La attuale siccita' e' il risultato non solo della mancanza di piogge ma anche della combinazione di questioni croniche di fondo come l'aumento della popolazione, la problematica delle migrazioni, il degrado dell'ambiente ed i conflitti locali. Combinati insieme questi fattori hanno comportato una diminuzione della capacita' di resistenza delle comunita'. La Federazione Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa sta facendo uso dell'esperienza acquisita dalle precedenti operazioni di risposta alla siccita', per costruire una capacita' di risposta da parte delle comunita' e sfruttare approcci innovativi per la sicurezza dell'acqua e del cibo e per la questione sociale e della sopravvivenza. Lo scopo e' utilizzare il forte network di volontari presenti nelle comunita' per investire in progetti a lungo termine che possano mitigare la vulnerabilita' delle future siccita'.

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La Croce Rossa Keniota ed I partner locali hanno al momento raccolto 5 milioni di dollari attraverso una campagna nazionale con la causale "I Keniani per il Kenya". Usufruendo di quattro centri operazionali, la Croce Rossa Keniota riesce a raggiungere 3.2 milioni di persone colpite dalla siccita' di cui 385.000 sono bambini al di sotto dei 5 anni che soffrono di grave malnutrizione. I programmi di nutrizione a scuola dovrebbero espandersi ed aumentare nelle prossime settimane. Al momento piu' di 48.000 bambini sono stati raggiunti da questi programmi in 321 scuole. Due milioni di litri d'acqua sono state trasportate per raggiungere piu' di 285.000 persone in nove distretti e 120 progetti di serre sono in corso per aiutare le comunita' a lungo termine per la loro garanzia di cibo. La Croce Rossa Etiope, supportata dai suoi partner, ha condotto un rapido assessment della situazione nel sud dell'Etiopia concentrandosi sulle aree pastorali e agropastorali. Questo ha portato al lancio di un emergency appeal preliminare per un totale di 10.978,250 Franchi Svizzeri , che tenta di fornire tempestivo supporto in due zone del paese particolarmente e gravemente colpite.

L'appello richiede donazioni in denaro o servizi a support della Croce Rossa Etiope per assistere 165.000 persone per un periodo di 6 mesi. 200.000 Franchi Svizzeri sono gia' stati allocate dal Disaster Relief Emegency Fund della Federazione Internazionale a supporto di questa operazione. Il Comitato Internazionale di Croce Rossa e la Mezzaluna Rossa Somala sono due delle poche agenzie umanitarie operative nel sud della Somalia. Nel centro-sud della Somalia, la Mezzaluna Rossa Somala sta fornendo i primari servizi sanitari assistenziali in diverse cliniche. Il Comitato Internazionale sta provvedendo a supportare l'assistenza ai gravi casi di malnutrizione cosi' come alla distribuzione degli aiuti alimentari. La Federazione internazionale supporta attivita' di assistenza sanitaria, nutrizione riduzione del rischio nel Putland e nel Somaliland. Alla Federazione Internazionale e' inoltre stato richiesto di aiutare la Mezzaluna Rossa Somala nella formazione dei volontari delle zone del centro-sud nella risposta alle emergenze. La Croce Rossa Etiope, supportata dai suoi partner, ha condotto un rapido assessment della situazione nel sud dell'Etiopia concentrandosi sulle aree pastorali e agropastorali.

Questo ha portato al lancio di un emergency appeal preliminare per un totale di 10.978,250 Franchi Svizzeri , che tenta di fornire tempestivo supporto in due zone del paese particolarmente e gravemente colpite. L'appello richiede donazioni in denaro o servizi a support della Croce Rossa Etiope per assistere 165.000 persone per un periodo di 6 mesi. 200.000 Franchi Svizzeri sono gia' stati allocate dal Disaster Relief Emegency Fund della Federazione Internazionale a supporto di questa operazione. Il Comitato Internazionale di Croce Rossa e la Mezzaluna Rossa Somala sono due delle poche agenzie umanitarie operative nel sud della Somalia. Nel centro-sud della Somalia, la Mezzaluna Rossa Somala sta fornendo i primari servizi sanitari assistenziali in diverse cliniche. Il Comitato Internazionale sta provvedendo a supportare l'assistenza ai gravi casi di malnutrizione cosi' come alla distribuzione degli aiuti alimentari. La Federazione internazionale supporta attivita' di assistenza sanitaria, nutrizione riduzione del rischio nel Putland e nel Somaliland. Alla Federazione Internazionale e' inoltre stato richiesto di aiutare la Mezzaluna Rossa Somala nella formazione dei volontari delle zone del centro-sud nella risposta alle emergenze.

VIS: A RISCHIO ANCHE GLI ANIMALI - Si aggrava l’emergenza nei paesi colpiti dalla carestia. In Etiopia a rischio anche gli animali. Il Vis - Volontariato Internazionale per lo Sviluppo, ong promossa dal Centro Nazionale Opere Salesiane - continua il suo lavoro a fianco della popolazione colpita dalla siccità e carestia nella regione della Somaly Region, nella parte orientale dell'Etiopia, lungo il confine con la Somalia.

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"Il nostro partner Fuad Alamirew, presidente di Rapid, la ong etiope con la quale da anni collaboriamo per tutte le attività nella Somaly Region, ci tiene aggiornati sulla situazione che diventa ogni giorno sempre più grave”, racconta Gloria Paolucci, responsabile paese e coordinatrice dei progetti Vis in Etiopia. "A causa della siccità, persone e animali muoiono ogni giorno – raccontano alcuni volontari del Vis -. Neppure i cammelli, animali tradizionalmente abituati ad affrontare questo tipo di emergenze, ormai sopravvivono e questo è un segnale di quanto sia critica la siccità quest'anno”. “Altro segnale della gravità è il fatto che in passato l'allarme e le richieste di camion cisterna per le distribuzioni d'acqua erano fatti solo da 10 e 15 distretti su 51 totali nella Somaly Region mentre quest'anno tutti hanno richiesto aiuto Insieme a Rapid attualmente stiamo provvedendo alla distribuzione di acqua in due dei distretti più colpiti”, prosegue il racconto. Il Vis aderisce e sostiene l'appello per l'Africa Orientale lanciato da Agire, l'Agenzia Italiana di Risposta alle Emergenze, per garantire i necessari soccorsi e sostenere le attività di emergenza delle nove Ong, tra le quali Vis, già presenti nei paesi colpiti del Corno d'Africa.

Per sostenere l’intervento delle organizzazioni italiane attraverso il network Agire si possono donare 2 euro inviando un SMS al numero solidale 45500 da cellulari TIM, Vodafone, PosteMobile e Coopvoce, o chiamando da reti fisse Telecom Italia e Teletu.

Sono inoltre sempre disponibili le seguenti modalità di donazione alternative:

• On-line : Con carta di credito o conto Paypal sul sito www.agire.it

• Al numero verde 800.132.870 (dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 19.00).

• Con bonifico su conto corrente di Banca Prossima. IBAN IT 79 J 03359 01600 100000060696 Causale “Emergenza Africa Orientale”.

• Tramite bollettino postale sul conto corrente n. 85593614 intestato a AGIRE onlus, via Aniene 26/A - 00198

Roma. Causale Emergenza Africa Orientale.

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Somalia/ Siccità, la Fao promuove un summit a Roma

La Fao ha indetto per il 18 agosto a Roma una riunione per affrontare l'emergenza siccità nel Corno d'Africa, una settimana prima della conferenza internazionale dei donatori prevista per il 25 agosto ad Abbis Abeba in Etiopia. All'ordine del giorno dei colloqui romani, le iniziative per venire incontro ai bisogni di 12 milioni di persone che rischiano di morire di fame, ma anche progetti alungo termine per rafforzare le comunita' locali di agricoltorie pastori. La riunione del 18 agosto segue quella che si e' tenuta il 25 luglio, sempre a Roma, durante la quale la Fao ha lanciato un appello chiedendo nuovi fondi per affrontare lagravissima siccita' che minaccia la regione. Al momento, fanno sapere dall'agenzia delle Nazioni Unite, mancano ancora 103milioni di dollari in donazioni. La riunione, ha spiegato Cristina Amaral, a capo dell'unita' operazioni d'emergenza, e'stata indetta per fare "il punto della situazione sull'evoluzione della situazione, sulle necessita' e le mancanze nella crisi e identificare programmi concreti, progetti e altre azioni da parte dei governi del Corno d'Africa". MOGADISCIO, APPELLO UA PER ALTRI 3MILA SOLDATI - L'Unione africana (Ua) ha lanciato un appello, chiedendo altri 3mila soldati da aggiungere ai 9mila gia' dispiegati nella capitale somala, Mogadiscio, dalla quale tre giorni fa si sono ritirate lamaggior parte delle milizie islamiche. "Le nostre forze oradevono coprire un'area molto piu' ampia della citta'" haspiegato il generale Fred Mugisha, comandante ugandese della missione Ua in Somalia (Amisom). Nonostante la ritirata degli Shebab, affiliati di al-Qaeda nella regione, scontri sono continuati tra le forze Ua e ribelli rimasti nella capitale."Gli estremisti non si sono ritirati completamente" ha confermato Mugisha, specificando che il 95% di Mogadiscio "e'stata liberata", ma che "non e' calma come vorremmo". Intanto, il governo transitorio somalo ha offerto un'amnistia ai miliziani islamici. "Deponete le armi e unitevi al vostropopolo e alla vostra societa'" ha dichiarato il portavoce Abdirahman Osman, dicendo che per "coloro che sono statitraviati dai propri comandanti, e' arrivato il momento dimettere fine alla guerra"

Per sostenere l’intervento delle organizzazioni italiane attraverso il network Agire si possono donare 2 euro inviando un SMS al numero solidale 45500 da cellulari TIM, Vodafone, PosteMobile e Coopvoce, o chiamando da reti fisse Telecom Italia e Teletu.

Sono inoltre sempre disponibili le seguenti modalità di donazione alternative:

• On-line : Con carta di credito o conto Paypal sul sito www.agire.it

• Al numero verde 800.132.870 (dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 19.00).

• Con bonifico su conto corrente di Banca Prossima. IBAN IT 79 J 03359 01600 100000060696 Causale “Emergenza Africa Orientale”.

• Tramite bollettino postale sul conto corrente n. 85593614 intestato a AGIRE onlus, via Aniene 26/A - 00198 Roma. Causale Emergenza Africa Orientale.

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Bob Marley lancia una canzone contro la siccità in Africa

Oltre 50 star della musica, dello spettacolo e dello sport tra le più famose al mondo sostengono la campagna globale “I’m Gonna Be Your Friend”, a supporto degli interventi di Save the Children per salvare i milioni di bambini e le loro famiglie che sono stati colpiti dalla crisi alimentare devastante in corso nell’Africa Orientale. Grazie al sostegno diretto di Lady Gaga, David Beckham, U2, Beyonce, Muhammad Ali, Jennifer Lopez, Muse, Coldplay, Elton John, Lewis Hamilton, Britney Spears, Bruno Mars, Robert Plant, Kanye West, Madonna, Cristiano Ronaldo, Justin Bieber, Brian May, Sting, Rihanna e molti altri, 600 milioni di fan e sostenitori saranno invitati via Facebook e Twitter (#beafriend) a partecipare con il loro contributo alla campagna ‘I’m Gonna Be Your Friend’ – www.imgonnabeyourfriend.org. E in meno di 48 ore sono già quasi 850 milioni i fan su FB e Twitter. Il brano musicale di Bob Marley ‘High Tide or Low Tide’, che contiene le parole I’m gonna be your friend, è stato scelto e messo a disposizione della raccolta fondi dalla famiglia Marley per la campagna globale alla quale partecipano attivamente con le loro risorse Universal Music Group, iTunes, Yahoo!, Facebook, AOL, MSN, YouTube e Twitter. Rita Marley ha dichiarato, “A nessun bambino deve essere negato il cibo o l’acqua. Nessun bambino deve soffrire. Dobbiamo schierarci insieme come amici con Save the Children per porre fine a tutto questo, per sfamare i nostri bambini e salvare le loro vite.” Il regista scozzese Kevin MacDonald ha realizzato appositamente un breve documentario sulla crisi dell’Africa Orientale del quale il brano di Bob Marley & The Wailers del 1973 è la colonna sonora

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Corno d'Africa/ Caritas, situazione sempre più grave Bob Marley lancia una canzone contro la siccità in Africa"La situazione nel Corno d'Africa si aggrava di giorno in giorno". Lo afferma monsignor Vittorio Nozza, direttore della Caritas Italiana, sottolineando che "occorre intensificare gli sforzi soprattutto in quelle aree della Somalia del Sud, la zona piu' problematica, dove non vengono garantiti corridoi umanitari che permettono di raggiungere la popolazione". L'appello del direttore di Caritas Italiana riguarda "la peggiore carestia degli ultimi 60 anni, che continua infatti ad affliggere Somalia, Kenya, Gibuti, Etiopia, Eritrea, e in misura significativa anche Uganda, Tanzania e Sud Sudan". Come e' noto, la Conferenza Episcopale Italiana, della quale la Caritas Italiana e' un organismo, ha lanciato una colletta nazionale per domenica 18 settembre attraverso la quale, rileva Nozza, "si esprimera' una fattiva solidarieta' alle popolazioni colpite, continuano in tutti i Paesi coinvolti". 16 AGOSTO: RIUNIONE PAESI ISLAMICI A ISTANBUL - L'Organizzazione per la Cooperazione Islamica (Oic) ha annunciato una riunione dei ministri degli Esteri dei Paesi membri martedi' prossimo a Istanbul per discutere gli aiuti alla Somalia flagellata da siccita' e carestia. A sollecitare l'incontro era stata la Turchia che la settimana scorsa aveva lanciato un appello ad aiutare il Paese africano, duramente colpito da una delle peggiori siccita' degli ultimi 60 anni. I rappresentanti dei 57 Paesi membri dell'Oic si erano gia' incontrati il mese scorso a Istanbul per discutere dell'emergenza in corso nel Corno d'Africa: in quell'occasione avevano stabilito di distribuire aiuti a 40mila persone nella zona di Afgooye, vicino a Mogadiscio, in collaborazione con il Programma alimentare mondiale. 18 AGOSTO: CONFERENZA INTERNAZIONALE DEI DONATORI A ROMA - La Fao ha indetto per il 18 agosto a Roma una riunione per affrontare l'emergenza siccità nel Corno d'Africa, una settimana prima della conferenza internazionale dei donatori prevista per il 25 agosto ad Abbis Abeba in Etiopia. All'ordine del giorno dei colloqui romani, le iniziative per venire incontro ai bisogni di 12 milioni di persone che rischiano di morire di fame, ma anche progetti alungo termine per rafforzare le comunita' locali di agricoltorie pastori. La riunione del 18 agosto segue quella che si e' tenuta il 25 luglio, sempre a Roma, durante la quale la Fao ha lanciato un appello chiedendo nuovi fondi per affrontare lagravissima siccita' che minaccia la regione. Al momento, fanno sapere dall'agenzia delle Nazioni Unite, mancano ancora 103milioni di dollari in donazioni. La riunione, ha spiegato Cristina Amaral, a capo dell'unita' operazioni d'emergenza, e'stata indetta per fare "il punto della situazione sull'evoluzione della situazione, sulle necessita' e le mancanze nella crisi e identificare programmi concreti, progetti e altre azioni da parte dei governi del Corno d'Africa". L'emergenza umanitaria in KenyaLE IMMAGINI L'emergenza umanitaria in SomaliaLE IMMAGINI Per sostenere l'intervento delle organizzazioni italiane attraverso il network Agire si possono donare 2 euro inviando un SMS al numero solidale 45500 da cellulari TIM, Vodafone, PosteMobile e Coopvoce, o chiamando da reti fisse Telecom Italia e Teletu. Sono inoltre sempre disponibili le seguenti modalità di donazione alternative: • Online : Con carta di credito o conto Paypal sul sito www.agire.it • Al numero verde 800.132.870 (dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 19.00). • Con bonifico su conto corrente di Banca Prossima. IBAN IT 79 J 03359 01600 100000060696 Causale "Emergenza Africa Orientale". • Tramite bollettino postale sul conto corrente n. 85593614 intestato a AGIRE onlus, via Aniene 26/A - 00198 Roma. Causale Emergenza Africa Orientale.

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