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mercoledì 2 novembre 2016

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Indice

RASSEGNA STAMPA

Alleanza delle Cooperative ItalianeA caccia di affariItalia Oggi - 2016-11-02

TematicaCodipa in crescita E per il 2017 punta a nuovi associatiL' Arena - 2016-11-01Coop-Esselunga, le sentenze sul libroCorriere Della Sera - 2016-11-01Coop e toghe processano Capretti anche da mortoLibero - 2016-11-01Scontro Coop-Esselunga, riaperto il processo a CaprottiIl Messaggero - 2016-11-01Turrini: la mia Alleanza ha un'anima «I politici? Imparino a progettare»QN - 2016-11-01L'Interpello mette al sicuro l'investimentoIl Sole 24 Ore - 2016-11-01J'accuse a un'impresa? Non è letteraturaIl Sole 24 Ore - 2016-11-01"Sì al diritto di critica alle Coop" La Cassazione dà ragione a CaprottiLa Stampa - 2016-11-01Profughi, nuova cooperativa gestice Costagrande e PradaL' Arena - 2016-11-02Bcc veronesi e riforma «Fare un unico istituto»L' Arena - 2016-11-02A caccia di affariItalia Oggi - 2016-11-02Levorato, l'eretico di Manutencoop "Basta ipocrisie, siamo come i privati"QN - 2016-11-02Dipendenti trasformati in imprenditori Le tante storie dei «workers buyout» che hanno s...QN - 2016-11-02Coop Estense vince il ricorso contro CaprettiLa Stampa - 2016-11-02

Associazione Generale Cooperative Italiane - webGolfo di Taranto: 9 organizzazioni in campo contro la ricerca di idrocarburiInchiostroverde.It - 2016-11-01

Alleanze delle cooperative italiane - webAnche Alleanza delle Cooperative Italiane con la commissione UE alla scoperta di Vietna...Etribuna.Com - 2016-11-02

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RASSEGNA STAMPA

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Alleanza delle Cooperative Italiane

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Il commissario aWagricoltura contro i limiti aWexport 7 player italiani ad Est, con Hogan Angelo Di Mambro Il commissario europeo all'agricoltura Phil Hogan è volato in Estremo Oriente per promuovere l'agroali- mentare dellTJe, accompagnato da 42 imprese e organizzazioni di produttori e cooperative di 16 paesi, che insieme fanno un fatturato complessivo di 170 miliardi di euro. Sette le realtà italiane presenti, rappresentative dei principali settori delfagroalimentare nazionale: Alleanza delle cooperative italiane, Conserve Italia, Assome- la, F. Divella spa, Mgm Mondo del vino srl, Parmareggio spa e Salumificio Bordoni srl. Il viaggio, che toccherà Hong Kong (solo per il commissario), Vietnam, Indonesia e Singapore, fa parte della offensiva diplomatica e commerciale che nel 2016 ha già portato Hogan e le imprese europee in Messico, Colombia, Cina e Giappone. Mentre il commissario incontrerà le autorità, le aziende prenderanno contatti con compratori e potenziali partner commerciali. Dal punto di vista istituzionale, l'obiettivo è ottenere la fine di alcune barriere non tariffarie su bevande, prodotti lattiero-caseari e carni. Soprattutto, Hogan vuole sensibilizzare le autorità dei diversi paesi sulla necessità di considerare l'Ue come un'entità singola quando si applicano misure sanitarie e fitosanita- rie. E non, come accade ancora oggi, dialogare solo con i singoli paesi. Il problema esiste in particolare con il Vietnam e l'Indonesia. Con il primo, un mercato da 90 milioni di consumatori, l'Ue ha concluso un accordo commerciale lo scorso agosto, ma deve ratificarlo. Con Jakarta, economia emergente con una popolazione di quasi 260 milioni di persone, un negoziato è cominciato nel luglio 2016 e prevede un nuovo round di colloqui a gennaio 2017. Oltre alfiniziativa diplomatica, l'Ue sta aumentando il budget per cofinanziare programmi di promozione, come previsto dalle nuove norme approvate nel 2014 e pensate per sostenere chi scommette sui mercati in crescita extraeuropei. Secondo le anticipazioni fornite dallo stesso commissario prima di partire, i 111 milioni a disposizione per il 2016 andranno a 66 campagne con target oltre trenta paesi extraeuropei. Nel 2017 il budget promozione deiiUe aumenterà a 133 milioni di euro.

Italia Oggi (ITA) - it Print

Tipo media: Quotidiano Nazionale Tiratura: 131.239

Publication date: 02.11.2016 Diffusione:

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Il commissario all'agricoltura contro i limiti all'export

A caccia di affari7player italiani ad Est, con HoganANGELO Di IVIANERO

Il commissario europeoall'agricoltura Phil Hoganè volato in Estremo Orienteper promuovere l'agroali-

mentare dell'Ue, accompagnatoda 42 imprese eorganizzazionidi produttori e cooperative di16 paesi, che insieme fanno unfatturato complessivo di 170miliardi di euro. Sette le re-altà italiane presenti, rappre-sentative dei principali settoridell'agroalimentare nazionale:Alleanza delle cooperative ita-liane, Conserve Italia,Assome-la, E Divella spa, Mgm Mondodel vino Sri,

Parmareggiospa eSalumifi-cio Bordoni sri.Il viaggio, chetoccherà HongKong (solo peril commissa-rio), Vietnam,Indonesia eSingapore, faparte dellaoffensiva di-plomatica ecommercialeche nel 2016ha già portato Hogan e leimprese europee in Messico,Colombia, Cina e Giappone.Mentre il commissario incon-trerà le autorità, le aziendeprenderanno contatti concompratori e potenziali part-ner commerciali. Dal punto divista istituzionale, l'obiettivo èottenere la fine di alcune bar -nere non tariffarie su bevande,prodotti lattiero -caseari e car-ni. Soprattutto, Hogan vuolesensibilizzare le autorità dei

diversi paesi sulla necessità diconsiderare l'Ue come un'enti-tà singola quando si applicanomisure sanitarie e fitosanita-ne. E non, come accadeancoraoggi, dialogare solo con i singolipaesi. Il problema esiste in par-ticolare con il Vietnam el'Indo-nesia. Con il primo, un mercatoda 90 milioni di consumatori,l'Ue ha concluso un accordocommerciale lo scorso agosto,ma deve ra-tificarlo. ConJakarta, economia emergentecon una popolazione di quasi260 milioni di persone, un ne-goziato è cominciato nel luglio2016 e prevede un nuovo rounddi colloqui a gennaio 2017.

Oltre all'iniziativa diplomati-ca, l'Ue sta aumentando il bud-get percofinanziare programmidi promozione, come previstodalle nuove norme approvatenel 2014 e pensate per sostene-

re chi scommette sui mercati increscita extraeuropei. Secondole anticipazioni fornite dallostesso commissario prima dipartire, i 111 milioni a dispo-sizione per il 2016 andrannoa 66 campagne con target ol-tre trenta paesi extraeuropei.Nel 2017 il budget promozionedeII'Ue aumenterà a 133milioni di euro.

Le organizzazioniin viaggio con Hogan

sono Alleanzadelle cooperative

italiane, ConserveItalia, Assometa,E Divella, MgrnMondo del vino,

Parma reggioe Salitmificio

Bordo ni

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PAESE : Italia PAGINE : 26SUPERFICIE : 60 %PERIODICITÀ : Quotidiano

DIFFUSIONE : (104000)AUTORE : Angelo Di Mambro

2 novembre 2016

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PAESE : Italia PAGINE : 26SUPERFICIE : 60 %PERIODICITÀ : Quotidiano

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Tematica

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AGRICOLTURA. Report del Consorzio di difesa Fedrigo: «Ottimi risultati grazie alTintesa siglata con Italtab» Il Codipa (Consorzio difesa produzioni agricole), in occasione del report presentato dal direttore Lucio Fedrigo, evidenzia che il 2016 è stato un anno più che positivo: «I consorziati, le produzioni e gli ettari di terreno assicurati sono aumentati rispetto al 2015». Negli ultimi due anni, infatti, si è verificato il passaggio dal vecchio al nuovo sistema di contribuzione e, in questa fase delicata considerando l'aumento e la maggior complessità delle pratiche necessarie per espletare la domanda di contributo, Codipa ha garantito la massima assistenzaistituendo anche prm- ti informativi sul territorio e cercando di salvaguardare gli 11 milioni di euro a fondo perduto che mediamente arrivano ai propri associati, un valore che nessuno può permettersi di perdere a causa della burocrazia. L'intesa raggiunta nel 2015 con Italtab, per il prodotto tabacco, ha generato ottimi risultati, grazie all'abbattimento dei costi assicurativi e alla soddisfazione di chi ha ricevuto ima corretta valutazione dei danni subiti. Vi è grande positività da parte del vicepresidente di Ital- tab Emanuele Torresani che dichiara la concreta utilità dell'accordo firmato con Codipa che ha portato nuovi soci dalla Campania. Il presidente del Codipa Gianni Tassini ribadisce il proprio compiacimento per i nuovi ingressi che «aumentano ed accrescono anche culturalmente il Consorzio portando nuove esperienze e allargando la base assicurativa verso nuovi territori». Il direttore Lucio Fedrigo conclude l'incontro tracciando quelli che saranno gli obiettivi del 2017: «È fonda- mentale diminuire il carico burocratico alle aziende associate con azioni dirette anche presso i Caa, proporremo inoltre nuove soluzioni assi- curative ancora più complete ed attuali». Il direttore rimarca l'intenzione di proseguire il rapporto con Italtab ed evidenzia l'intenzione di definire nuovi accordi già operativi dal 2017 con cantine e cooperative per offrire un prodotto analogo al settore viticolo e seminativi e conclude affermando che «è molto importante che la base sociale rimanga unita e compatta per sostenere l'attività consortile al fine di aumentare e migliorare il potere contrattuale del consorzio Codipa». *

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Tipo media: Stampa locale Tiratura: 54.411Publication date: 01.11.2016 Diffusione:

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AGRICOLTURA.Reportdel Consorziodidifesa

Codipa in crescitaE peril 2017 puntaa nuovi associatiFedrigo: «Ottimi risultati grazieall'intesa siglataconItaltab»Il Codipa (Consorzio difesaproduzioni agricole), in occa-sione del report presentatodal direttore Lucio Fedrigo,cvidcnzia che il 2016 è statoun anno più che positivo: «Iconsorziati, le produzioni egli ettari di terreno assicuratisono aumentati rispetto al2015».

Negli ultimi due anni, infat-ti, si è verificato il passaggiodal vecchio al nuovosistemadi contribuzione e,in questafase delicata considerandol'aumento e la maggior com-plessit'adelle pratiche neces-sarieper espletare la doman-da di contributo, Codipa hagarantito la massima assi-stenzaistituendo anchepun-ti informativi sul territorio eeercaiido di salvaguardaregli 11 milioni di euro a fondoperduto che mediamente ar-rivano ai propri associati,unvalore che nessunopuò per-mettersi di perdere a causadellaburocrazia.

L'intesa raggiunta nel 2015conItaltab,perilprodottota-bacco, ha generato ottimi ri-sultati. graJieai'abbattimen-to dei costi assicurativi e allasoddisfazione di chi ha rice-vuto una corretta valutazio-ne dei danni subiti.

Viègrandepositivitàdapar-te del vicepresidente di Ital-tab Emanuele Torresani chedichiara la concreta utilitàdell'accordo firmato con Co-dipa cheha portato nuoviso-ci dalla Campania.

11 presidente del CodipaGianni Tassini ribadisce ilproprio compiacimento per inuovi ingressiche «aumenta-no edaccresconoanchecùltu-ralmente il Consorzioportan-do nuove esperienzee allar-gando la base assicurativaversonuovi territori».

li direttore Lucio Fedrigoconclude l'incontro traccian-do quelli che sarno gliobiettivi del 2017: «E fonda-mcntalc diminuire il caricoburocratico alle aziendeasso-date conazioni dirette anche

presso i Caa, proporremoinoltre nuove soluzioni assi-curative ancora più completeed attuali».

Il direttore rimarca l'interi-zione di proseguire il rappor-to con Italtab ed evidenzial'intenzione di definire nuoviaccordi giàoperativi daI2017con cantine ecooperative peroffiire un prodotto analogoal settore viticolo e seminati -vie conclude affermando che«è molto importante che labasesociale rimanga unita ecompatta per sostenerel'atti-vita consortile al fine di au-mentare e migliorare il pote-re contrattuale del consorzioCodipa»..

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AUTORE : N.D.

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I ricorsi alla Cassazione su «Falce e Carrello» La Corte di Cassazione ha accolto ieri il ricorso che opponeva Mario Zucchelli, presidente di Coop estense, e della stessa Coop estense ad Esselunga. La cooperativa contestava gli effetti del libro «Falce e carrello» scritto dal patron di Esselunga Bernardo Caprotti, giudicandolo denigratorio e in grado di influire negativamente sui meccanismi della concorrenza. Dal canto suo Esselunga ha fatto notare che sempre ieri la Cassazione ha pubblicato anche le decisioni relative al contenzioso su «Falce e carrello» promosso da Coop Adriatica e Coop Italia. Qui - sottolinea il gruppo-la suprema corte ha riconosciuto in sostanza la correttezza delle conclusioni della Corte di Milano.

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Tipo media: Quotidiano Nazionale Tiratura: 616.972

Publication date: 01.11.2016 Diffusione: 318.664

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I ricorsi alla Cassazione su «Falce e Carrello»

Coop-Esselunga,le sentenzesul libroLa Corte di Cassazione haaccolto ieri il ricorso cheopponeva Mario Zucchelli,presidente di Coop estense, edella stessa Coop estense adEsselunga. La cooperativacontestava gli effetti del libro«Falce e carrello» scritto dalpatron di Esselunga BernardoCaprotti, giudicandolodenigratorio e in grado diinfluire negativamente suimeccanismi dellaconcorrenza. Dal canto suoEsselunga ha fatto notare chesempre ieri la Cassazione hapubblicato anche le decisionirelative al contenzioso su«Falce e carrello» promossoda Coop Adriatica e CoopItalia. Qui - sottolinea 11gruppo - la suprema corteha riconosciuto in sostanza lacorrettezza delle conclusionidella Corte di Milano.

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PAESE : Italia PAGINE : 33SUPERFICIE : 14 %PERIODICITÀ : Quotidiano

DIFFUSIONE : (686813)AUTORE : N.D

1 novembre 2016 - N°260

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Per il libro «Falce e carrello» Non c'è pace per Bernardo Caprotti. Nemmeno dopo il funerale. La Cassazione ha riaperto il processo a carico dell'imprenditore e di Esselunga per concorrenza sleale (...)«Ci ha denigrati» Su iniziativa della cooperativa Estense, la Cassazione riapre il caso sul libro «Falce e carrello»: la richiesta danni sarà a carico degli eredi e di Esselunga NINO SUNSERI (...) e denigrazione. L'azienda viene condannata al risarcimento danni il cui ammontare dovrà essere stabilito dalla Corte d'Appello. Al centro, ancora una volta, "Falce e carrello" e le accuse contro il sistema delle cooperative "rosse". Secondo la Cassazione - che ha accolto il ricorso di Mario Zucchelli, presidente della Coop Estense e della stessa cooperativa - i giudici di primo e secondo grado hanno sbagliato a considerare il libro, distribuito e pubblicizzato da Esselunga, non come una inchiesta giornalistica, e quindi obbligata al rispetto dei fatti, ma un'opera letteraria. Pertanto priva di "intento informativo". Solo il pensiero di Caprotti sul sistema delle coop. Scrive la Cassazione che «l'errore» di aver considerato il libro come espressioni delle opinioni del patron di Esselunga ha indotto i giudici milanesi «a prescindere da una verifica puntuale» dei fatti, del rispetto «della forma civile dell'esposizione» e della verità delle vicende narrate. Secondo i supremi giudici, sarebbe stato necessario «valutare il requisito della continenza verbale» di fronte a espressioni che indicavano Zucchelli come «un oste imbottito di denaro», una persona che si muove «in imo stagno torbido, fetente» e «tiene Modena al guinzaglio come un cagnolino» e la coop Estense fornita di una capacità «illimitata di mentire e di ribaltare la realtà». Come esempio viene portato quello che Caprotti definisce lo «scippo» di un terreno ad una anziana sopravvissuta ad Auschwitz. Secondo quanto riporta "Falce e Carrello" la signora fu indotta a vendere la sua proprietà ad un prezzo irrisorio. Poco dopo su quel lotto venne realizzato un grande centro commerciale a marca coop. Per la Cassazione, occorreva scandagliare la verità di queste affermazioni. Non liquidarle come «verosimili» perchè non si possono giustificare scritti che narrano singoli fatti veri ma tacciono «dolosamente o colposamente» su altrettante circostanze «tanto stretta- mente ricollegabili ai primi da mutarne completamente il significato». Ad avviso dei supremi giudici, "Falce e carrello" può essere stato uno strumento per mettere in «cattiva luce» presso i consumatori la Coop Estense. Non è nemmeno da escludere «la sussistenza della denigrazione commerciale». Ora la causa per risarcimento danni si riapre davanti alla Corte di Appello di Milano e il problema riguarderà gli eredi di Caprotti. Altri due ricorsi delle coop - Coop Italia e Coop Adriatica - contro l'autore di "Falce e carrello" sono invece stati respinti dalla Cassazione che li ha giudicati carenti per motivi "tecnici". La condanna rappresenta un motivo in più per rispettare le ultime volontà del fondatore: Esselunga non dovrà mai essere venduta alle Coop. Bernardo Capretti è stato il presidente e fondatore della catena Esselunga [LaPresse]

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Tipo media: Quotidiano Nazionale Tiratura: 188.875

Publication date: 01.11.2016 Diffusione:

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Peril libro «Falcee carrello»CoopetogheprocessanoCaprottianchedamortoNon c'è pace per Bernardo Caprotti. Nemme-no dopo il funerale. La Cassazione ha riapertoil processo a carico dell'imprenditore e di Esse-lunga per concorrenza sleale(...)

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PAESE : Italia PAGINE : 1, 21SUPERFICIE : 62 %PERIODICITÀ : Quotidiano

AUTORE : Nino Sunseri

1 novembre 2016

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«Cihadenigrati»

La Coop vuole processareCaprotti anche da mortoSuiniziativadellacooperativaEstense,la Cassazioneriapreil casosullibro«Falceecarrello»:la richiestadannisaràa caricodeglierediediEsselungaNINOSUNSERI(...)e denigrazione. L'aziendaviene condannata al risai'ci-mento danni il cui ammontaredovràesserestabifitodallaCor-te d'Appello. Al centro, ancoraunavolta, e e leaccusecontro il sistema dellecooperative Secondola Cassazione- che ha accoltoil ricorsn di Marin Zucchelli,presidentedella Coop Estensee dellastessacuuperativa- igiu-dici di primo e secondogradohanno sbagliato a considerareil libro, distribuito e pubbliciz-zato da Essclunga,non comeuna inchiesta giornalistica, equindi obbligataal rispetto deifatti, ma un'opera letteraria.Pertantopriva di infor-

Solo il pensierodi Ca-proni sul sistemadellecoop.

Scrive la Cassazione che«l'errore»di averconsiderato illibro come espressioni delleopinioni delpatron dillsselun-gaha indotto i giudici milanesi«aprescindere da una verificapuntuale» dei fatti,del rispetto<'dellaforma civile dell'esposi-alone,'edellaverità dellevicen-de narrate.Secondoi supremigiudici, sarebbestatonecessa-rio «valutare il requisito dellacontinenza verbale»difronte aespressioni che indicavanoZucchefficome «unosteimbot-tito di denaro», una personache si muove «in uno stagnotorbido,fetente,'e'<tieneMode-na al guinzaglio come un ca-gnolino»e la coopEstensefor-nita di una capacità«illimitatadi mentire e di ribaltarela real-tà>'.Comeesempiovienepnrta-to quello cheCaprottideliniscelo «scippo» di un teneno aduna anziana sopravvissutaadAuschwitz.Secondoquanto ti-porta e la si-gnora fu indotta a venderelasuaproprietà ad un prezzoirri-

sono.Poco dopo su quel lottovenne realizzato un grandecentro commerciale a marcacoop.Perla Cassazione,occor-reva scandagliare la verità diquesteaffermazioni,Non liqui-darle come per-chènon sipossonogiustificarescritti che narrano singoli fattiverima tacciono«dolosamen-teo colposamente»sualtrettan-te circostanze '<tanto stretta-mente ricollegabili ai primi damutarne completamente il si-gnificato>'.

Ad avvisodeisupremi giudi-ci, e può esser-estatouno strumentopermette-rein «cattivaluce»pressoi con-sumatori laCoopEstense.Nonè nemmeno da escludere<'lasussistenzadella denigrazionecommerciale',. Ora la causaper risarcimento darmi si ria-predavantialla CortediAppel-lo di Milano e il problema ri-guarderà gli eredi di Caprotti.Altri due ricorsidellecoop- Co-opltaliaeCoopAdriatica - con-tro l'autore di esono invecestati respinti dallaCassazioneche li ha giudicaticarenii permotivi \tecnici\.

La condanna rappresentaun nativo in più per rispettarele ultime volontà del fondato-re Esselwigamwndovràinni es-serevenduta alle Coop.

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PAESE : Italia PAGINE : 1, 21SUPERFICIE : 62 %PERIODICITÀ : Quotidiano

AUTORE : Nino Sunseri

1 novembre 2016

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Bernardo Caprotti èstato i! iiresidente efondatore della catena Esselunga[LaPresse]

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PAESE : Italia PAGINE : 1, 21SUPERFICIE : 62 %PERIODICITÀ : Quotidiano

AUTORE : Nino Sunseri

1 novembre 2016

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LA SENTENZA ROMA A dimostrazione di quanto a volte sia beffardo il destino, poco dopo la morte del fondatore e indiscusso numero uno del gruppo Esselunga, Bernardo Caprotti, arriva l'attesa sentenza della Cassazione sul libro "Falce e carrello". Che riapre a carico deH'imprenditore, e dunque di fatto a carico dei suoi eredi, e della società il processo civile per risarcimento danni da «concorrenza sleale per denigrazione» per diverse vicende narrate nel libro autobiografico verso il sistema antagonista dei supermercati delle cooperative "rosse". Secondo la Cassazione, che così ha accolto il ricorso di Mario Zuc- chelli, presidente della Coop Estense, e della stessa cooperativa, i giudici milanesi di primo e secondo grado hanno sbagliato a considerare quel libro, distribuito e pubblicizzato da Esselunga, non già come una inchiesta giornalistica che deve essere scrupolosa, ma come un'opera letteraria priva di «intento informativo» e sorretta solo dall'esigenza «narrativa» di esporre la personale riflessione di Caprotti sul sistema delle coop. L'ERRORE Nella sentenza, depositata ieri dalla Cassazione ma relativa all'udienza di giugno, si legge che «l'errore» di aver così qualificato il libro di Caprotti «ha indotto» i giudici milanesi «a prescindere da una verifica puntuale» del rispetto «della forma civile dell'esposizione» e della verità delle vicende narrate. Invece, a detta dei supremi giudici, sarebbe stato necessario «valutare il requisito della continenza in modo rigoroso» di fronte a espressioni che indicavano Zucchelli come «un oste imbottito di denaro», che si muove «in uno stagno torbido, fetente» e «tiene Modena al guinzaglio come un cagnolino». Mentre la coop veniva descritta come fornita di una capacita «illimitata di mentire e ribaltare la realtà», come per la vicenda dello «scippo» di un terreno acquistato a basso prezzo da una anziana sopravvissuta ad Auschwitz. Per la Cassazione, occorreva scandagliare la verità di queste affermazioni e non liquidarle come «verosimili», perché non si possono giustificare scritti che narrano singoli fatti veri ma tacciono «dolosamente o colposamente» su altrettante circostanze «tanto stretta- mente ricollegabili ai primi da mutarne completamente il significato». Ad avviso dei supremi giudici, "Falce e carrello" può essere stato uno strumento per mettere in «cattiva luce» presso i consumatori la Coop Estense. Secondo la Suprema Corte, c'è concorrenza sleale da denigrazione non solo quando si diffondono notizie scorrette su un'impresa, ma anche quando si cerca di screditare la sua l'attività, la sua organizzazione o «il modo di agire dell'imprenditore nell'ambito professionale» con notizie «la cui conoscenza» risulti comunque idonea «a ripercuotersi negativamente sulla considerazione di cui l'impresa gode». Ora la causa per risarcimento danni si riapre davanti alla Corte di Appello di Milano e il problema riguarderà gli eredi di Caprotti. Oltre ai tre figli (due del primo matrimonio e una del secondo) e la moglie, tra gli eredi del "patron" di Esselunga, scomparso il 30 settembre, c'è la sua storica segretaria Germana Chiodi, che ha ricevuto 75 milioni. Ca. Sco. PER LA CASSAZIONE L'IMPRENDITORE HA TORTO. ORA A PAGARE EVENTUALI DANNI SARANNO I SUOI EREDI L'ingresso di un supermercato Esselunga

Il Messaggero (ITA) - it Print

Tipo media: Quotidiano Nazionale Tiratura: 263.738Publication date: 01.11.2016 Diffusione:

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Readership: 1.205.000

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Tipo media: Quotidiano Nazionale Tiratura: 263.738

Publication date: 01.11.2016 Diffusione:

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Scontro Coop-Esselunga,riaperto il processoa CaprottiSENTENZA

dimostrìzione di quantobeffardo il destino, poco

del fondatore eindi-numero uno del gruppo Es-

Bernardo Caprotti, arrivasentenza della Cassazione

Falce ecarrello'. Che ria-dell'imprenditore, e

fatto a carico dei suoisocietà il processo ci-

risarcimento danni dasleale per denigra

diverse vicende narrateautobiografico verso il si-

antagonista dei supennercacooperative

Cassazione, che cosìricorso di Mario Zuc

presidente della Coop Esten-

stessacooperativa, igiu-di primo e secondo

sbagliato a consideradistribuito e pubbli-

Esselunga, non già comegiornalistica che de-

scrupolosa, ma comeletteraria priva di

informativo>' e sorretta solo<'narrativa» di espor-

personale riflessione di Ca-prottisulsistema dellecoop.

sentenza, depositata ieri dal-Cassazionemarelativaall'udien-

si legge che <'l'errore>'qualificato il libro di

indotto>' i giudici mila-prescindere da una verifica

rispetto «della formadell'esposizione>' e della veri-

vicende narrate. Invece, asupremi giudici, sarebbe

necessario <valutare il requi-continenza in modo rigo-

aespressioni che in-Zucchelli come 'un oste

denaro>', che si muovestagno torbido. fetente» e

Modena al guinzaglio comecagnolino>, Mentre la coop ve-

come fornita di una'illimitata di mentire e ri-

realtà», come per la vi-<>scippo>di un terreno

basso prezzo da unasoprawissuta ad Auschwi-

Cassazione, occorrevala verità W queste af-non liquidarle comeperché non si posso-

giustificare scritti che narranoveri ma tacciono '<dolo-

colposamente» sualtret-circostanze stretta-ricollegabili ai primi da mucompletamente il significa-

dei supremi giudici,può essere stato

strumento per mettere in «cat-presso i consumatori la

Secondo la Supremaconcorrenza sleale da de-

nigrazione non solo quando si dif-fondono notizie scorrette su un'im-presa, ma anche quando si cerca discreditare la sua l'attività, la sua or-ganizzazione o «'il modo di agiredell'imprenditore nell'ambito pro-

con notizie >'la cui co-risulti comunque ido-

nea '<aripercuotersi negativanien-te sulla considerazione di cui l'im-presa gode». Ora la causa per risar-cimento danni si riapre davanti al-la Corte di Appello di Milano e ilproblema riguarderà gli eredi diCaprotti. Oltre ai tre figli (due delprimo matrimonio euna del secon-do) e la moglie, tra gli eredi del pa-

di Esselunga, sconiparso il 30settembre, c'è la sua storica segre-taria Germana Chiodi, che ha rice-vuto 75 milioni.Ca. Sco.

PERLACASSAZIONEL'IMPRENDITOREHATORTO.ORAAPAGAREEVENTUALIDANNISARANNOISUOIEREDI

L'ingresso di unsupermercato Esselunga

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PAESE : Italia PAGINE : 16SUPERFICIE : 28 %PERIODICITÀ : Quotidiano

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1 novembre 2016 - N°295

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Il vertice del colosso cooperativo: il Paese ha bisogno di riforme di VALERIO BARONCINI BOLOGNA ADRIANO TURRINI, presidente e amministratore delegato di Coop Alleanza 3.0, dirige la più grande cooperativa italiana ed europea: 22mila dipendenti e 2 milioni di soci. Recentemente a Bologna un'inchiesta su un insediamento urbanistico bloccato dalla sindaca renziana di San Lazzaro, Isabella Conti, ha portato all'avviso di conclusione delle indagini preliminari per sette fra amministratori e politici del Pd, la presidente e il direttore di Legacoop. Si parla di pressioni indebite e minacce. Turrini, è finita un'epoca?«Intanto preciso che mi baso su quanto ho letto sui giornali, che mi paiono bene informati. Per prima cosa sono convinto, in relazione all'operato degli amministratori delle coop, della loro buona fede e della liceità nell'agire: ci troviamo davanti a un'azione di rappresentanza». La vicenda bolognese segue peraltro altre incnieste giudiziarie, segna uno spartiacque nei rapporti fra politica e cooperative: come potrà Legacoop, ad esempio, rapportarsi con l'amministrazione pubblica in futuro?«L'inchiesta - e non entro nel tema penale in senso stretto, visto che questo è un compito dei magistrati - ha sicuramente portato i rapporti con Tamministrazione a un livello di profonda formalità. Non credo si siano deteriorati, questo no, ma diciamo che ha reso tutti più attenti. Una delle forze delle cooperative è sempre stata quella di avere un dialogo costruttivo con Tamministrazione, di qualunque colore politico». Ecco, non le pare che questo dialogo sia stato negli anni troppo stretto?«Noi facciamo i cooperatori. I politici devono fare i politici. Bisogna - bisognerebbe - guardare al domani lungo, guardare avanti. Oggi invece ho l'impressione che si guardi solo all'elezione del giorno dopo». Sta dicendo che la politica non fa più politica?«Bisogna recuperare la progettualità. La lettura che si tende spesso a dare delle coop come cinghia di trasmissione fra cittadini e lavoratori con la politica è ridicola e superata da almeno trent'anni. Semmai, la politica deve riappropriarsi del proprio ruolo. Ho l'impressione netta che la politica sia in deficit». In che senso?«La politica stessa tende a smarcarsi dalla politica. Un politico di valore ha una visione, un respiro lungo». E le cooperative non devono recuperare lo spirito mutualistico? L'accusa che vi viene mossa è che, crescendo sempre più, si perda la vostra storia.«Rispondo con una storia che parte dal lontano 1974. Allora ero ventenne e lavoravo in una coop di consumo con due negozi. Dopo dieci giorni venimmo incorporati da una coop più grande, l'allo- ra Coop Bologna (che è diventata poi Coop Adriatica e ora Coop Alleanza 3.0, ndr). Conobbi così il presidente dell'epoca che mi disse: 'Adriano, ricordati che per fare il nostro mestiere bisogna soddisfare i bisogni dei soci, offrire prodotti sani, di qualità e convenienti. Ma soprattutto calmierare i prezzi, rompendo i monopoli. E per fare ciò occorre crescere: solo così possiamo fare meglio'. Il suo sogno era quello di arrivare a un'unica coop regionale, allora ce n'erano circa duecento. Ora siamo presenti in 11 regioni e lo scambio mutualistico è ancora al primo posto». C'è chi vi accusa però di muovervi come colossi, spregiudicati imprenditori.«Noi siamo una cooperativa, sempre. La dimensione non fa disperdere i valori. Conosco cooperative molto piccole che non offrono alcun tipo di scambio mutualistico e coop grandi che, invece, riescono a soddisfare in toto i soci così come conosco, purtroppo, tante false cooperative che sfruttano indegnamente il lavoro. E poi sfatiamo una leggenda metropolitana». Quella che le cooperative sono piene di sgravi?«Una recente ricerca mostra come le coop paghino più imposte di molte società di capitali». Ma le aaevolazioni ci sono.«Ormai l'unica riguarda l'Ires, l'imposta sugli utili. Con un'iperbole potrei dire: toglieteci pure l'agevolazione, perché quello che davvero incide sui nostri conti è la parte impositiva e contributiva sul costo del lavoro, questa è la voce più rilevante. Ma per noi è normale: le coop devono creare opportunità di lavoro e investire nelle persone. Noi ad esempio, stiamo investendo molto al Sud, da Foggia alla Campania fino alla Sicilia». Il mercato cambia e cambia anche il Paese. Ci avviciniamo al referendum e da più parti si invoca la stagione delle riforme. Lei crede servirà? «Il Paese ha bisogno di riforme istituzionali, non necessariamente costituzionali. Staremo a vedere: sul fatto che quella proposta sia una riforma risolutiva, beh, qualche dubbio ce l'ho. Ma se mi chiedesse cosa farei io e di cosa avrebbe bisogno il Paese, beh, allora cadrei in trappola. Ma il mio compito è quello di fare il cooperatore, non il politico». IL CASO BOLOGNA Un'inchiesta ha incrinato i rapporti fra il Pd renziano e l'ala rossa del movimento LA CRESCITA «Abbiamo 2 milioni di soci e sedi in 11 regioni: così garantiamo la mutualità» Il duello Ricorso Coop Estense per'Falce e carrello' Ok della Cassazione La Cassazione ha accolto il ricorso di Coop Estense, respingendone altri due, riaprendo così il processo per «slealtà denigratoria» per il libro 'Falce e carrello' di Bernardo Capretti, il fondatore di Esselunga recentemente scomparso. Focus Le origini nel 1911 Nel 2016 la fusione Coop Alleanza 3.0 nasce il 1°gennaio 2016 dalla fusione di Coop Adriatica, Coop Consumatori Nordest e Coop Estense. Coop Adriatica è stata la prima Coop italiana per numero di punti vendita: il suo primo nucleo è la Cooperativa Bolognese, fondata nel 1911

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Tunini:la miaAlleanzahaun'anima«I politici? Jmpaiinoaprogettare»

verticedel colossocooperativo: il Paese ha bisogno di riformeVALERIO

BARONCINIBOLOGNAADRIANO TURRINI, presidente eamministratore delegato di CoopAlleanza 3.0, dirige la più grandecooperativa italiana ed europea:22mila dipendenti e 2 milioni di

Recentemente a Bolognaun'inchiesta su un insediamentourbanistico bloccato dalla sindacarenziana di San Lazzaro, IsabellaConti, ha portato all'avvisodi con-clusione delle indagini prelimina-

per sette fra amministratori epolitici del PcI, la presidente e ildirettore di Legacoop.

parla di pressioni indebiteminacce. Turrini, è finita

un'epoca?«Intanto preciso che mi basosuquanto ho letto sui giornali, che

paiono beneinformati, Per pri-cosasonoconvinto, in relazio-

all'operato degli amministrato-delle coop,della loro buona fe-

della liceità nell'agire: ci tro-viamo davanti a un'azione di rap-presentanza».

vicenda bolognese segueperaltro altie inchieste giudi-ziarie, segna uno spartiac-que nei ropport fra politica ecooperative; come potrà Le-gacoop, ad esempio, rappor-farsi con l'cimminisfrazionepubblica in futuro?

«L'inchiesta e non entro nel te-penale in senso stretto, vistoquestoè un compito dei magi-

- ha sicuramente portato irapporti con l'amrninistmzione a

livello di profonda forma1iti.credo si siano deteriorati,

questo no, ma diciamo che ha re-tutti più attenti. Una delle for-delle cooperative èsempre sta-quella di avere un dialogo co-

struttivo con l'amministrazione,qualunque colore politico».

Ecco,non le pare che questodialogo sia stato negli annitroppo stretto?

facciamo i cooperatori. I po-devono fare i politici. Biso-

- bisognerebbe- guardare aldomani lungo, guardare avanti.

invece ho l'impressione cheguardi solo all'elezione delgior-

dopo».Sta dicendo che la politicanon fa più politica?

«Bisognarecuperare la progettua-

lità. La lettura che si tende spessoa dare delle coop come cinghia ditmsmissione fra cittadini elavora-tori con la politica è ridicola e su-perata daalmcno trcnt'anni. Scm-mai, la politica deveriappropriar-si del proprio ruolo. Ho l'impres-sione nettachela politica siain de-ficit,.

In che senso?«La politica stessatende a smar-carsi dalla politica. Un politico divalore ha una visione, un respirolungo».

E le cooperalive non devonorecuperare le spirito mutuali-stico? L'accusa che vi vienemosso è che, crescendo sem-pre più, si perda la vostra sto-ria.

«Rispondo con una storia chepar-te dal lontano 1974. Allora eroventenne e lavoravo in una coopdi consumo con due negozi. Do-po dieci giorni venimmo incorpo-rati dauna coop più grande,l'allo-ra Coop Bologna(che è diventatapoi Coop Adriatica e oraCoop AI-leanza 3.0, ndr). Conobbi così ilpresidente dell'epoca che mi disse: 'Adriano, ricordati che per fa-re il nostro mestiere bisogna sod-disfare i bisogni dei soci, offrireprodotti sani, di qualità e convenienti. Ma soprattutto calmierarei prezzi, rompendo i monopoli. Eper fàre ciò occorre crescere:solocosì possiamo fare meglio'. Il suo

sogno era quello di anivare aun'unica coop rcgionalc, allora ccn'erano circa duecento. Ora sia-mo presenti in 11 regioni e loscambio mutualistico è ancora alprimo posto».

C'è chi vi accusa però di muo-vervi come colossi, spregiudi-cciti imprenditori.

«Noi siamo una cooperativa,sem-pre. La dimensione non fa disper-dere i valori. Conoscocooperativemolto piccole che non offrono al-cun tipo di scambio mutualisticoe coop grandi che, invece, nesco-no a soddisfare in toto i soci cosicome conosco, purtroppo, tantefalsecooperative chesfruttano in-degnamenteil lavoro. E poi sfatia-mo una leggenda metropolitana».

Quella che le cooperative so-no piene cli$9 rovi?

«Una recente ricerca mostra co-me le coop paghino più impostedi molte societàdi capitali>.

Ma le aevolazioni ci 50fl0.«Ormai i unica riguarda 1'Ires,l'imposta sugli utili. Con un'iper-bole potrei dire: roglieteci purel'agevolazione, perché quello chedavvero incide sui nostri conti ela parte impositiva e contributivasul costo dcl lavoro, qucsta la vo-cepiù rilevante. Ma pernoi è nor-male: le coop devono creare op-portunità di lavoro e investire nel-le persone. Noi ad esempio, stia-mo investendo molto al Sud, daFoggia alla Campaniafino alla Si-cilia».

Il mercato cambia e cambiaanche il Paese. Ci avvicinia-mo al referendum e cia piuparti si invoca la stagione del-le riforme. Lci crede servirà?

«Il Paese ha bisogno di riformeistituzionali, non necessariamen-te costituzionali. Staremo a vede-re: sul fatto che quella propostasia una riforma risolutiva, beh,qualche dubbio cel'ho. Ma semichiedessecosa farei io e di cosaavrebbebisogno il Paese,beh, al-lora cadrei in trappola. Ma il miecompito èquello di farei! coopera-tore. non il politico».

IL CASO BOLOGNAUn'inchiesta ha incrinatoi rapporti fra iLPd renzianoe L'aLarossa deL movimentoLA CRESCITA

Abbiamo 2 miLioni di socie sedi in 11 regioni: cosìgarantiamo La mutuatità»

ILduelloRicorso CoopEstenseper dFalcee carreLLo'OkdeLLaCassazioneLa Cassazione ha accoltoiL ricorso di Coop Estense,respingendone aLtri due,riaprendo così iLprocessoper «sLeaLtà denigratoria»per il libro Falce e carreLlo'di Bernardo Caprotti, iLfondatore di Essetungarecentemente scomparso.

FocusLe origini neL1911NeI 2016 Lafusione

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Coop ALleanza 3.0 nasceiL 1°gennaio 2016 daLLafusione di Coop Adriatica,Coop Consumatori Nordeste Coop Estense. CoopAdriatica è stata La primaCoop itaLiana per numerodi punti vendita: il suo primonucLeo è La CooperativaBolognese, fondata neL 1911

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AUTORE : Valerio Baroncini

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Tax strategy. Fino ai tetto dei 30 milioni gii investitori, anche non residenti, possono chiedere di conoscere ii corretto trattamento fiscale Il parere delragenzia delle Entrate facilita faccesso alla cooperative compliance Emanuele Reich Franco Vernassa Messa in sicurezza dell'investimento sotto il profilo fiscale ed accesso facilitato alla cooperative compliance: sono queste due importanti conseguenze che possono indurre a presentare l'interpello sui nuovi investimenti non inferiori a 30 milioni di curo previsto dall'articolo 2 del Dlgs 147/2015, come integrato dal Dm 29 aprile 2016, dal provvedimento del Direttore dell'agenzia delle Entrate del 20 maggio 2016 e dalla circolare n. 25/E del i° giugno 2016. Con l'interpello, infatti, l'investitore, già residente in Italia 0 che intenda insediarsi in Italia, può rivolgersi all'agenzia delle Entrate allo scopo di co- nosc ere preventivamente il parere inmerito al corretto trattamento fiscale del piano di investimenti e delle operazioni straordinarie pianificate per la conscguente esecuzione dello stesso. Ove Fintcrpcllantc si adegui alla risposta, potrà poi accedere alla cooperative com- pliancc anche se non raggiunge 1 requisiti minimi richiesti altrimenti necessari. L'ampia platea di soggetti che possono inoltrare Fintcr- pello comprende anche i non residenti, nonché i gruppi di società (controllate c collcgatc) e i raggruppamenti d'imprese (reti di imprese, consorzi, joint ventures, Gcie, Ati), laddove l'investimento, pur rimanendo unitario, siaprogrammato c posto in essere da una pluralità di soggetti (per il dettaglio si veda la scheda a lato). Il progetto di investimento deve presentare le seguenti caratteristiche: O realizzarsi nel territorio dello Stato; 0 avere ricadute occupazionali significative e durature da valutare con un'analisi caso per caso, e che possono consistere nella creazione di nuovi posti di lavoro o nel mantenimento degli stessi;© essere di ammontare non inferiore a 30 milioni di euro, anche distribuito su più anni. Nella circolare n. 25/E è precisato che l'investimento deve generare nuova materia imponibile oggetto della potestà impositiva dello Stato, con effetti incrementativi del gettito. La definizione degli investimenti è piuttosto ampia, c può riguardare anche solo l'acquisto di partecipazioni. La circolare n. 25/E chiarisce anche che l'investimento deve avere carattere duraturo, comportando sia l'immissione di nuova liquidità, sia il rcimpiego di risorse finanziarie già disponibili presso l'impresa. Interessante anche la definizione dei criteri di quantificazione del valore dell'investimento, dove si fa riferimento a «tutte le risorse finanziarie, anche di terzi, necessarie per l'impresa per l'attuazione del piano di investimento» (articolo 2, comma2,delDm29aprilc20i6). L'interpello sui nuovi investimenti può investire profili propri di tutte le generali categorie di interpelli (ordinario "puro" c qualificatorio, probatorio, an- tiabuso, disapplicativo) e le imposte (dirette, Irap, Iva, registro ccc.); è possibile la richiesta di chiarimenti circa le condizioni alle quali è legato l'accesso a regimi speciali o ad altri istituti. Esso si affianca all'istituto degli accordi preventivi di cui all'articolo 31-tcr del Dpr 600/73, senza però sostituirli. L'interpello deve essere presentato prima di porre in essere il comportamento rilevante ai fini tributari; a tal fine, non è richiesta la preventività rispetto all'inizio di esecuzione del piano di investimento, bensì rispetto alla realizzazione della condotta rilevante sul piano fiscale. Pertanto, per i comportamenti che trovano attuazione in dichiarazione, il contribuente è tenuto a inoltrare l'istanza di interpello prima della scadenza del termine di presentazione della dichiarazione, sia ai fini delle imposte suiredditi sia aifi- ni Iva; nessun rilievo assume, ai fini della preventività, la circostanza che il contribuente sia tenuto a effettuare versamenti già prima della scadenza di detto termine ordinario. Per i comportamenti che non trovano attuazione in dichiarazione, occorre far riferimento a clementi diversi, quali, ad esempio, la presentazione di un atto per la sua registrazione. La ri sposta scritta e motivata dell'agenzia delle Entrate è notificata entro 120 giorni dal ricevimento dell'istanza, ovvero entro 90 giorni dalla consegna della documentazione integrativa che sia stata richiesta dall'Ufficio. DOMANI IN EDICOLA ROTTAMAZIONE CARTELLE, LA GUIDA DEL SOLE 24 ORE Contribuenti e professionisti alle prese con la rottamazione dellecartelle. Domani la «guida» con tutte le novità e gli adempimenti necessari per fare paceconilfisco. In vendita a 0,50 euro oltre a[prezzo del quotìdiano Le regole 0111 SOGGETTI INTERESSATI I soggetti interessati, residenti o non residenti, sono: a) leimprese, cioèi soggetti esercenti attività commerciali (imprenditori individuali, società di persone, società di capitali, enti); b) i soggetti non esercenti attività commercialecheeffettuinoun investimentochedetermini la creazionedi una nuova impresa o la partecipazionealpatrimoniodi u n 'i m presa ; c) i gru ppi di s ocietà, cioèimpresegiuridicamente distinte, ma economicamente dipendenti con unvicolodi controllo (articolo 2359, primo com ma, Cc) o di collega mento (articolo 2359, terzo com ma); d) i raggru ppa menti d'imprese (reti di i mprese, consorzi, distretti produttivi, joint ventu res, associazioni temporanee d'imprese,Geie). Per gruppidi società eraggruppamenti d'impresa l'investimentodeve essereunitario. Ilconcorsodi più soggetti permettedi raggiungere la soglia minimadell'investimentodi 30milionidieuro 021 L'INVESTIMENTO Può consistere: a) nella rea lizzazione di nuove attività economicheonell'ampliamentodi attività preesistenti, con adeguamentodella struttura aziendale; b) nella diversificazione della produzionediun'unità produttiva esistente; c) nella ristrutturazionedi un'attività esistente per consentire a ll'impresa di su perare o prevenire unasituazionedi crisi attraversogli stru mentidell'ordinamento; d) nelle operazioni a venti ad oggetto lepartecipazioni(acquisizionedi azionioquotedelpatrimoniodi un'impresa, quali beni di secondo grado rappresentatividi un valore deten uto da ll'i mpresa target). Gli investimenti possonoessereanche in combinazionetra loro, e l'interpello può riguardareanche eventuali operazioni straordinarie stru mentali all'attuazione dell'investimento 031 LAQUANTIFICAZIONE Elementi per la quantificazione monetaria dell'investimento: a) costodi acquisizione e/o costruzionedelleimmobilizzazioni materiali (articolo2424Cc, voce B.II); b) costo di acq uisizione e/o realizzazionedelle i m mobilizzazioni i m materiali (articolo 2424, voce B.I); c) costodi acquisizionediimmobilizzazioni finanziarie(articolo 2424, voce B.III); d) fabbisogni derivantida incrementidelcapitalecircolante netto operativo (increm enti degli impieghi nei crediticommerciali e scorte). Per gru ppi di società e raggruppamentidiimpresela determinazionedel valore complessivodell'investimentoè com p utata com e la som m a d ei singoli investimenti chesaranno effettuati dalleim prese pa rteci pa nti a ll'i niziativa

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strategy. FinoaLtetto dei30 milioni gLiinvestitori, anchenonresidenti,possonochiederedi conoscereil correttotrdttamentofiscaLe

interpello mette al sicuro l' investimento

parere dell'agenzia delle Entrate facilita l'accessoalla cooperative complianceVernassa

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comprende nchc i nonnonché igruppi di so-

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l'investimento, pur rimancndoprograinn ato epo-da una pluralità diil dettaglio si vcda

lato).di inv1stimdnto

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significative e durature datrn'analisì C2SO

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distribuito su più anni.circolare n. 25/E è pre-

l'invcstimcnto deve

generare nuo a iiiatcria llpO-

nibile oggctto della potcst impositiva dello Stato, con effettiincremdntativi del gettifo. Ladfiniiion dcgliinvcstimcntièpiuttosto ampia, e può riguar-dare anche solo l'acqListo dipartecipazioni. La cino1arc n.25 E chiarisce anche che l'inve-stimento dcvc avere carattereduraturo, comportando ial'immissione Ji nuova liquidità,sia il rcimpicgo di risorse finan-ziarie già disponibili pressol'impresa.

Intcrcssantc anche la dcfmi-zione dci criteri di quantifica-zione dcl a1orc deU'invstinicnto, dove si fa riferimento a«thttc le risorse finanziarie, anche ditcrzi, neccssaricper l'im-presa per l'attuazione del pianodi invcstimcnto» (articolo 2.

comrnaz delDm29apilc2o16).L'intcrpllo sui llUO\i invc'sti

mcnti può invcstirc profili pro-pri di tuttc le generali catcgoricdi inLcrpelli (ordinario cqualificatorio, probatorio, antiabuso, disapplicativo) e le im-p ste(dircttc, Irap, Iva, registroccc.); è posibi1e la richicsta dichiarinicnti circa le condi7ionialle quali legato l'accesso are-gimi speciali o ad altri istituti.Esso si affianca all'istituLo degliaccordi preventivi di cui all'ar-tico]o 31-ter del Dpr 600/73,

senza però sostituirli.L'intcrpcllo dcvc csscrc pre-

sentato prima di porre in essereil comportamcnto ri1cantc aifini tributari; a tal fine, non è ri-chiesta la prcvntività rispettoal]'iri7io di CCU7fOflC dcl r -no di investimento, bensì ri-spctto alL rcalizzazionc dcliicondotta rilcvantc sul piano Liscala Pertanto. per i comporta-nlcnti che trovano attuazione indichiarazione, il contribuente ètenuto ainjltrare i'istanzadiin-terpeilo prima della scadenzadl termine di prcscntazioncdl1a dichiaiazionc, sia ai finidelle impostcsuircdditisiaaifini Iva; nessun rilievo assumc, aitini della prcvcntiità, la circo-stanza che il contribuente siate-nuto aeffcttuarc vrsamcnti giàprima della scadenza di dettotermine ordinario. Pcr i com-portamenti che non trovano at-tuazione in dichiarazione, occorre rrifcrimcntoa cicmcnti

diversi, quali, ad esempio, laprcsntazione di un atto per laua rcgistra7ine.La ri spostascritta e motivata

dell'agenzia ddllcEntratc no-tificata entro 120 giorni dal ricevirnento dc'1]'istan7a, ovve-ro entro 90 giorni dalla conse-gna della documentazione intcgrati\ a che sia st'ata richictadall'Ufficio

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1 novembre 2016 - N°301

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Leregole

01 ISOGGE1TIINTERESSATIIsoggettiinteressati,residentiononresidenti,SOnO:a) leimprese,cioèisoggettiesercentiattivitàcommerciali(imprenditoriindividuali,societàdipersone,societàdicapitali,enti);b)isoggettinonesercentiattivitàcommercialecheeffettuinouninvestimentochedeteriviinilacreazionediunanuovaimpresaolapartecipazionealpatrimoniodiun'impresa;c)igruppidisocietà,cioèimpresegiuridicamentedistinte,maeconomicamentedipendenticonunvicolodicontrollo(articolo2359,primocomma,Cc)odicollegamento(articolo2359,terzocomma);d)iraggruppamentid'imprese(retidiimprese,consorzi,distrettiproduttivi,jointventures,associazionitemporaeeed'imprese,Geie).Pergruppidisocietàeraggruppamentid'impresat'investimentodeveessereunitario.Ilconcorsodipiùsoggettipermettediraggiungerelasogliaminimadelt'investimentodi30 milionidieuro

021 L'INVESTIMENTOPuòconsistere:a)netlarealizzazionedinuoveattivitàeconomicheonetl'amptiamentodiattivitàpreesistenti,conadeguamentodellastrutturaaziendale;b)neltadiversificazionedellaproduzionediun'unitàproduttivaesistente;c)neltaristrutturazionediun'attività

esistenteperconsentireall'impresadisuperareoprevenireunasituazionedicrisiattraversoglistrumentidell'ordinamento;d)nelleoperazioniaventiadoggettolepartecipazioni(acquisizionediazionioquotedelpatrimoniodiun'impresa,qualiberridisecondogradorappresentatividiunvaloredetenutodall'impresatarget).Gliinvestimentipossonoessereancheincombinazionetraloro,el'interpellopuòriguardareancheeventualioperazionistraordinariestrumentaliall'attuazionedell'investimento

03 LAQUANTIFICAZIONEElementiperlaquantificazionemonetariadell'investimento:a)costodiacquisizionee/ocostruzionedelleimmobilizzazionimateriali(articolo2424Cc,voceBIt); ti)costodiacquisizionee/orealizzazionedelleimmobilizzazioniimmateriali(articolo2424,voceBl); c)costodiacquisizioriediimmobilizzazionifinanziarie(articolo2424,voceBili); d)fabbisogniclerivantidaincrementidelcapitalecircolantenettooperativo(incrementidegliimpieghineicrediticommercialiescorte).Pergruppidisocietàeraggruppamentidiim preseladeterrniiiazionedelvalorecomplessivodell'investimentoècomputatacomelasommadeisingoliinvestimentichesarannoeffettuatidalleimpresepartecipantialii niziativa

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Diffamazione. Tre sentenze della Cassazione sul libro «Falce e Carrello»: due no ai ricorsi delle Coop e un rinvio alla Corte d'appello di Milano m Tre sentenze della Cassazione sui ricorsi di Coop Adriatica, Coop Estense e Coop Italia relativi al libro «Falce e Carrello» di Bernardo Capretti, patron di Esselunga recentemente scomparso. In due casi sono stati respinti i ricorsi, con la conseguenza che sono diventate definitive le pronunce della Corte d'Appello di Milano che a loro volta avevano respinto le domande di Coop Adriatica e di Coop Italia. In particolare, spiega unanota diEsselun- ga, nella sentenza che ha rigettato il ricorso di Coop Italia, «la Cassazione ha sostanzialmente riconosciuto la correttezza delle conclusioni dei giudici di Milano che hanno affermato la sussistenza del diritto dicriticaafavore diBer- nardo Capretti ed Esselunga e ha escluso la concorrenza sleale da parte degli stessi». Con altra sentenza, invece, la Cassazione ha rinviato alla Corte d'appello di Milano la controversia scaturita dal ricorso di Coop Estense. Secondo quest'ultima sentenza (n. 22042), il libro che è unattodiaccusa contro un'impresa concorrente non può essere considerato un'opera letteraria, ma va "trattato" per quanto riguarda le scriminanti della diffamazione al pari di un'inchiesta giornalistica. Per la Cassazione hanno sbagliato igiudici dimerito a considerare il libro non come un'inchiesta giornalistica ma come un'opera letteraria Un errore che ha indotto i giudici milanesi a non verificar e i fati inarrati e a no n valutare in modo più rigoroso la continenza delle espressioni. Il libro, per ammissione del suo autore, era un atto d'accusa nei confronti delle Coop e nonpoteva dunque essere giudicato con il metro dell'opera letteraria. Allo stesso modo i giudici di merito hanno sbagliato a estendere il diritto dicriticaauno scritto cheve- deva un imprenditore opporsi ad un altro imprenditore. La Corte d'appello, confondendo ambiti di attività regolati da principi diversi, può aver corso il rischio di legittimare la concorrenza anche quando consiste, ad esempio, nella denigrazione dell'impresa antagonista. La Cassazione chiarisce che il diritto di critica può essere "previsto" anche come strumento dilotta commerciale, che haperò come limite il discredito deir"awersario". La Cassazione fal'esempio della pubblicità che può avere il fine di far risaltare la bontà dei propri prodotti anche a discapito di altri, ma nonpuò mai trascendere inatti di concorrenza sleale. La sola pertinenza della critica all'interesse pubblico su un particolare tema, nel caso in esame il ruolo delle cooperative nel sistema economico e politico, non basta a scriminarla, rendendo legittima qualunque forma di aggressione all'impresa concorrente. Sbagliano i giudici di merito a negare la concorrenza sleale partendo da presupposto che nel mirino di «Falce e Carrello» non c'erano i prodottimala complessiva attività e l'organizzazione della Coop estense, perché la denigrazione si configura anche quando si cerca discreditareinlineageneraleror- ganizzazione dell'impresa con notizie ingrado di orientare negativamente il consumatore. La Corte d'appello diMilano dunque dovrà valutarelaveritàdeifattiaf- fermati nel libro e la continenza delle espressioni usate contro Coop Estense. P.Mac. LA REPLICA DI ESSELUNGA«La Cassazione in sostanza ha riconosciuto la sussistenza del diritto di critica a favore di Capretti e ha escluso la concorrenza sleale»

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Diffamazione. TresentenzedeRaCassazionesul Fibra«Falcee CarreLlo»:due noai ricorsi delleCoope un rinvio alla Corted'appello di Milano

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diventate defmitive le pro- delle cooperative nel sistemaCorte d'Appello di economicoepolitico,nonbastaa

aloro Volta avevano scriminarla, rendendo legittimadomande di Coop qualunque forma di aggressione

Adriaticaedi Coop Italia. Inparti- all'impresa concorrente. Sbaglia-colare,spiegauiìanotadiFsselun- noi giudici di merito a negare laga,nellasentenzacheharigettato concorrenza sleale partendo dailricorsodiCoopIta1ia,daCassa- presupposto che nel mirino di

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giudici di Milano che tà e l'organizzazione della Coopaffermato la sussistenza estense,perchéladenigrazionesi

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Secundo quest'ultima delle espressioni usate controzzoz), il libro che è Coop Estense.

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quando consiste, adnella deuigrazione del-antagonista. Ja Cassa

chiarisce cheil diritto dicri-essere anche

strumento dilottacowmer-cialc,chchaperò comcliinitdildi

dell'avversario'.LaCassazionefalesempio

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1 novembre 2016 - N°301

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RESPINTO IL RICORSO DELLE COOPERATIVE PER IL LIBRO «FALCE E CARRELLO» MILANO La Corte di Cassazione «ha sostanzialmente riconosciuto la correttezza delle conclusioni della Corte di Milano, che ha affermato la sussistenza del diritto di critica a favore di Bernardo Caprotti ed Esselunga e ha escluso la concorrenza sleale da parte degli stessi». È quanto si legge in una nota diffusa da Esselunga a seguito della sentenza depositata ieri dalla Cassazione, relativa all'udienza dello scorso giugno sui ricorsi presentati dalle Coop per il libro «Falce e carrello» scritto da Bernardo Caprotti, il fondatore di Esselunga deceduto il 30 settembre. Il gruppo pone l'attenzione sul fatto che la Cassazione ha affermato che «se la disciplina della concorrenza sleale ha come obiettivo quello di contribuire alla realizzazione di un effettivo mercato concorrenziale, nel quale il consumatore possa muoversi in modo consapevole e informato, è chiaro che le informazioni veritiere non possono considerarsi illecite». Dunque, sempre secondo la Suprema Corte, «è necessario precisare che, in presenza di notizie e apprezzamenti veritieri sui prodotti e sull'attività del concorrente, un illecito concorrenziale» si può ravvisare solamente quando vengono formulate invettive e offese del tutto gratuite nei confronti del concorrente. Secondo Esselunga proprio «sulla base di queste premesse» la Corte «ha concluso per la inammissibilità e infondatezza del ricorso di Coop Italia» e ha ritenuto «meritevole di ulteriore approfondimento ad opera della Corte d'Appello di Milano la controversia tra Coop Estense e il signor Zucchelli da un lato ed Esselunga e Bernardo Caprotti dall'altro» vista anche «la natura di Coop Italia, definita dalla Corte di Appello di Milano al vertice del sistema delle cooperative». [r.ej

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RESPINTO IL RICORSO DELLE COOPERATIVE PER IL LIBRO «FALCE E CARRELLO»

al diritto di critica alleLa Cassazionedaragionea CaprottiMILANOLa Corte di Cassazione «hasostanzialmente riconosciutola correttezza delle conclusio-ni della Corte di Milano, cheha affermato la sussistenzadeldiritto di critica afavore diBernardo Caprotti ed Esse-lunga e ha escluso la concor-renza sleale da parte deglistessi>).E quanto si legge inuna nota diffusa da Esselungaa seguito della sentenza deposi-tata ieri dalla Cassazione,rela-tivaafl'udienza dello scorso giu-gno sui ricorsi presentati dalleCoopper il libro «Falce e carrel-lo» scritto da Bernardo Caprot-ti, il fondatore di Essehrnga de-ceduto il 30 settembre.

Il gruppo pone l'attenzionesul fatto che la Cassazione haaffermato che «sela disciplinadella concorrenza sleale ha co-me obiettivo quello di contribu-ire alla realizzazione di un ef-fettivo mercato concorrenzia-le, nel quale il consuniatorepossamuoversi in modo consa-pevolee informato, è chiaro chele informazioni veritiere nonpossono considerarsi illecite».Dunque, sempre secondo la Su-prema Corte, «è necessarioprecisare che, in presenza dinotizie e apprezzamenti veri-tieri sui prodotti e sull'attivitàdel concorrente, un illecito con-correnziale» si può ravvisaresolamente quando vengonoformulate invettive e offese deltutto gratuite nei confronti delconcorrente.

Secondo Esselunga proprio«sulla base di queste premes-se»la Corte «haconcluso per lainammissibilità e infondatezzadel ricorso di Coop Italia» e haritenuto «meritevole di ulterio-re approfondimento ad operadella Corte d'Appello di Milanola controversia tra Coop Esten-se e il signor Zucchelli da un la-to ed Esselunga e Bernardo Ca-protti dall'altro» vista anche«la natura di CoopItalia, clefini-ta dalla Corte di Appello di Mi-lano al vertice del sistema dellecooperative», (R.E.1

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1 novembre 2016 - N°303

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L'EMERGENZA. Mentre infuria lo scontro politico su ulteriori arrivi e dopo il caso dell'hotel Cristallo di Castel d'Azzano L'ha costituita Nadia Gobbo che lavorava per Spazio Aperto Segue cinquecento persone Altre polemiche su costi e numeri Enrico Giardini Profughi, colpo di scena nella gestione deH'accoglienza. Mentre infuria lo scontro sull'ospitalità a richiedenti asilo politico, ora 2.600 nel Veronese - TuMmo caso è la requisizione dell'hotel Cristallo, a Castel d'Azzano, da parte della prefettura che poi l'ha rinviata al 18 novembre dopo cortei di protesta - c'è una svolta rilevante frale cooperative che seguono l'accoglienza. Ne è nata infatti una nuova, chiamata Tinlé. Daie- ri si occupa della mediazione sociale, linguistica e culturale con i profughi ospitati nella residenza di Costagrande, sulle colline sopra Avesa, in Comune di Grezzana, circa quattrocento. E poi degli altri ottanta accolti a Prada, aH'hotel Genziana, in Comune di San Zeno di Montagna, sulle pendici del Baldo. Presidente della Tinlè è Nadia Gobbo, 46 anni, che da otto lavorava per la cooperativa Spazio Aperto, impegnata in 12 centri per richiedenti asilo - per un totale di un migliaio di persone - fra cui proprio Costagrande e Prada. La notizia di questo cambio è circolata nel mondo cooperativistico veronese. Che in particolare neH'ultimo anno è stato al centro dell'attenzione proprio per le polemiche sull'accoglienza La Gobbo, soprattutto dopo che Spazio Aperto - presieduta da Lucia Zanoni - ha assunto un anno fa la gestione della mediazione culturale a Costagrande, nella tenuta dell'imprenditore Pietro Delaini, era diventata uno degli attori protagonisti. Ora dunque, con la cooperativa Tinlè (nome tratto da un personaggio del film Hi- malaya-L'infanzia di un capo, ambientato in Tibet), fondata da lei, presidente, con altre due persone nel Consiglio di amministrazione, si occuperà di quasi cinquecento persone. Ciò in seguito a un contratto privato con i proprietari di Costagrande (Delaini) e deH'allbergo di Prada (Gestour), dove erano giunti da Costagrande. Era stato così, fino al 31 ottobre, con Spazio Aperto. La Tinlé, come si dice tecnicamente e come la maggior parte di quelle attive su questo fronte, è cooperativa «a oggetto plurimo». Quindi di tipo A - area sociale, servizi educativi e di assistenza domiciliare ad anziani e persone in difficoltà - e di tipo B, operante nell'inserimento lavorativo. Nei due centri di Costagrande e di Prada con la cooperativa Tinlé lavoreranno una decina di operatori, in parte provenienti dalla Spazio Aperto. Una svolta, dunque, nel settore cooperativistico veronese. Giunta in un momento nuovamente delicato, sul fronte profughi. Che sta portando a polemiche, raccolte di firme, manifestazioni di piazza di cittadini residenti, amministratori, politici, contrari a nuovi arrivi. Questi ultimi aumentano. Nel Veronese, come detto, i richiedenti asilo sono 2.600, di cui cinquecento giunti negli ultimi due mesi. Ciò, fra l'altro, mentre si attende che vada in porto la proposta del cosiddetto «tre per mille». Cioè tre profughi ogni mille abitanti come criterio di ripartizione territoriale, anticipata dal ministro dell'Interno Angelino Alfano con riferimento alle linee guida del piani stilato tra l'Anci, l'associazione dei Comuni italian, e il Governo. La somma corrisposta ai proprietari delle strutture di accoglienza (nella maggior parte dei casi) è di 35 euro al giorno per ogni richiedente asilo. Ciò comprende vitto, alloggio, vestiario, animazione. Di questi 35, sette a mezzo vanno alla cooperativa, che ne trattiene cinque per sè, per il lavoro che svolge; mentre due euro e mezzo al giorno vanno a ciascun profugo come «pocket money», cioè il cosiddetto bonus giornaliero. Numeri sui quali, sin da subito, sono scoppiate polemiche e scontri. Gruppi di richiedenti asilo sono stati impiegati, peraltro, in lavori socialmente utili, come la pulizia di strade e piazze. * Si attende ancora il varo del sistema «tre per mille»: tre richiedenti asilo ogni mille abitanti Nadia Gobbo con tre stranieri all'ingresso della tenuta di Costagrande, che ospita centinaia di profughi L'hotel Genziana che ospita i profughi a Prada

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IMMIGRAZIONE

ProfughiaPradaCostagrande:

unacooplorogestione

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LEMERGENZA.Mentreinfuria loscontropoliticoSU ulterioriarrivi e dopoil casodell'hotelCristallodiCasteld'Azzano

Profughi, nuova cooperativagestisce Costagrande ePrada

costituitaNadia Gobbolavorava per SpazioAperto

SeguecinquecentopersoneAltre polemichesucostienumeri

Giardini fah gestionedella mediazio-Profughi, colpo di scenanel- ne culturale a Custagrande,

gestione deiraccoglienza. nella tenuta dell'imprendito-infuria lo scontro rePietro Delaini, eradiventa-

sull'ospitalità a richiedenti ta uno degli attori protagoni-politico, ora 2.600 nel sti. Ora dunque,conia coope-

Vcroncsc - l'ultimo caso ò la rativa Tinlè (nome tratto darequisizione dell'hotel Cri- un personaggio del film Hi-

Castel d'Azzano, da malaya-L'infanzia di un Ca-della prefettura chepoi po, ambientato in Tibet). fon-

rinviata al 18 novembre datadalei, presidente,conal-cortei di protesta - c'è tre due personenel Consiglio

svoltarilevantefrale C00 di amministra2ione, si occu-che seguono l'acco- perà di quasi cinquecento

Ne è nata infatti una persone. Ciò in seguito a unchiamataTinlé. Daie- contratto privato con i pro-

occupa della mediazione prietari di Costagrande(De -linguistica e cu1tui laini) e dell'ailbergo di Pradaprofughi ospitati nel- (Gstour), doveerano giuiiti

residenza di Costagrande, daCostagrande. Era statoco-colline sopra Avesa, in sì,fino al31ottobre, con Spa-

di Grezzuna, C1ICkt zio Aperto.quattrocento. E poi degli al- La Tinlé, comesi dice tecni-

ottanta accolti a Prada, camente e come la maggiorGenziana, in Comu- parte di quelle attive su que-

SanZeno di Montagna, sto fronte, è cooperativa «apendici del Baldo.Presi- oggetto plurimo». Quindi di

della TiHlè è Nadia tipo A - area sociale, servizi46 anni, che da otto educativi e di assistenzado-

per la cooperativa miciliare ad anziani e perso-Aperto, impegnata in ne in difficoltà - e di tipo B,

per richiedenti asilo operante nell'inserimento a-totale di mi migliaio vorativo. Neidue centri di Co-

persone - fra ctii proprio stagrande e di Prada con laCostagrandee Prada cooperativa Tinlé lavoreran-notizia di questo cambio no una decina di operatori,circolata nel mondo coope- in parte provenienti dalla

rativistico veronese. Che in Spio Aperto.particolare nell'ultimo flflO Una svolta, dunque, nelset-centro dell'attenzio- tore cooperativistico verone-

proprio per le polemiche se. Giunta in un momentosull'accoglienza. La Gobbo, nuovamente de'icato, sulsoprattutto dopo che Spazio fronte profughi. Che sta por-

presieduta da Lucia tando a polemiche, raccolte- ha assunto un anno di firme, manifestazioni di

piazza di cittadini residenti,amministratori, politici, con-trari a nuovi arrivi. Questi ul-timi aumentano. NelVerone-se, come detto, i richiedentiasilo sono 2.600, di cui ciii-quecento giunti negli ultimidue mesi.Ciò,fra l'altro, men-tre si attendechevadain por-to la proposta del cosiddetto«tre per mille». Cioè tre pro-fughi ogni mille abitanti co-mecriterio cliripartizione ter-ritoriale, anticipata dal mini-stro de]Flnterno AngelinoAl-fano con riferimento alle li-nee guida del piani stilato tralAnci, l'associazione dei Co-muni italian, e il Governo.La somma corrisposta ai

proprietari delle strutture diaccoglienza (nella maggiorparte dei casi) di 35 euro agiorno per ogni richiedenteasilo.Ciò comprendevitto, al-loggio, vestiario, animazio-ne. Di questi 35, settea mez-zo vanno alla cooperativa,che ne trattiene cinque persè, per il lavoro che svolge;mentre due euro e mezzo a]giomovaimo aciascunprofu-go come «pocket rnoney»,cioè il cosiddetto bonusgior-naliero. Numeri sui quali, sinda subito, sono scoppiate po-lemiche e scontri. Gruppi dirichiedenti asilo sono statiimpiegati, peraltro, in lavorisocialmente utili, come la pu-lizia di strade e piazze..

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AUTORE : Enrico Giardini

2 novembre 2016

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Si attende ancorail varo delsistema«tre permille»:tre richiedentiasiloognimille abitanti

i$r At1 hNadiaGobbocontre stranieri all'ingressodeltatenuta di Costagrande,cheospitacentinaiadi profughi

L'hotelGenzianacheospitai profughiaPrada

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CREDITO COOPERATIVO. In un incontro focus e dibattito sulla realtà bancaria scaligera Bianchi: «Le 5 banche potrebbero unirsi e non perdere rautonomia» Tommasi: «Ma non basterebbe a renderci più competitivi» Alessandro Azzoni C'è spazio, e voglia per una nuova banca a Verona? Lado- mandahaun peso, soprattutto alla luce della prossima fusione tra Banco e Bpm, che porterà la prima a gravitare sempre più su Milano, privando ancor più città e provincia di una realtà finanziaria di riferimento. E stato questo il tema di un incontro a Santa Maria della Giustizia Vecchia in piazza San Zeno. Il punto di partenza è rappresentato dalle banche di credito cooperativo Banca di Verona, Banca Veronese, Cassa Rurale di Vestenano- va, Valpolicella-Benaco e Ce- reaBanca, tutte virtuose sotto il profilo delle sofferenze, in utile e con buoni se non ottimi rapporti tra impieghi e patrimonio. Tutte obbligate a limitare l'autonomia a causa della recente riforma.«Pur necessaria, la riforma ha lasciato l'amaro in bocca e che ha creato comprensibili malumori», ha osservato Stefano Bianchi Carini, già presidente di Banca di Verona.«Lo stretto legame con la holding centrale implicherà ad esempio una notevole cessione di sovranità da parte delle singole bcc. La grande capogruppo avrà diritto di veto nella scelta degli amministratori e degli organi di controllo, fatto che toglierà di fatto molto potere ai soci fino a ridurre l'assemblea ad un atto formale, dal momento che i giochi saranno già fatti al piano superiore». Il credito cooperativo è un universo finanziario di 337 banche, 1,3 milioni di soci e impieghi per 135 miliardi di euro. «Proprio questi numeri, oltre alle numerose situazioni di crisi in seno al sistema bcc (è nota la vicenda di Crediveneto, ndr), hanno suggerito dall'alto una riforma severa per mettere il sistema in sicurezza» ha sottolineato Bianchi Carini. «Unica via d'uscita per chi non vuole aderire, versare al fisco il 20% del patrimonio, ma solo per chi vale almeno 200 milioni. Cifra che tutte assieme le cinque veronesi possiedono». Scettico, sull'ipotesi di aggregazione tra le bcc in un unico soggetto, è Gianmaria Tommasi, presidente di Valpolicella Benaco Banca. «La riforma metterà ordine in una realtà puntiforme che poteva creare situazioni anomale, con riflessi sulfintero sistema. Non è detto che l'unione tra più soggetti dia vita a una banca più forte e competitiva. E poi di teste pensanti a Verona ne abbiamo già avute, ma hanno preso altre strade. Non credo che un'unica bcc abbia più fortuna». Non indifferenti, i problemi delle banche. «Gli istituti scontano un problema strutturale che impedisce loro di attirare investitori, quindi capitali: è la scarsa redditività, attuale e prospettica, ossia la capacità di generare utili, tale da scoraggiare chi vuole investire». A sottolineare il problema è stato Paolo Formigoni, vicedirettore della Cassa di Risparmio di Cesena e fautore del salvataggio della stessa. «Non facciamoci illusioni: il rialzo dei tassi, peraltro lontano, non sarà sufficiente a risolvere i problemi delle banche e a tornare a creare valore. Occorre ridurne i costi, portandoli al massimo al 55% dei ricavi, percentuale alla quale il sistema non è certo vicino. Labancalocale ha anche un limite, rappresentato dalla scarsa capacità di diversificare il rischio di credito. Non è detto che un soggetto di piccole dimensioni e più attivo sulle famiglie o sulla piccola impresa sia meno competitivo e redditizio di uno più grande». * Stefano Bianchi Carini Gianmaria Tommasi

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CREDITOCOOPERATIVO.Inunincontrofocuse dibattito sullarealtà bancariascaligera

Bcc veronesi e riforma«Fare un unico istituto»Bianchi: «Le5 banchepotrebberounirsi enon perderel'autonomia»Tommasi: «Manonbasterebbea renderci più competitivi»AlessandroAzzoniC'è spazio, e voglia per unanuovabancaaVerona?Lado-mandahaun peso,soprattut-to alla luce della prossimafu-sione tra Banco e Bpm, cheporterà la prima a gravitaresempre più su Milano, pri-vando ancor più città e pro-vincia di una realtà frnanzia-ria di riferimento. E statoquestoil tema di un incontroaSantaMaria della GiustiziaVecchiainpiazzaSan Zeno.

Il punto di partenza è rap-presentato dalle banche dicredito cooperativo Banca diVerona, Banca Veronese,Cassa Rurale di Vestenano-va,VapolicelIa-Benaco e Ce-reaBanca,tutte virtuose sot-to il profilo delle sofferenze,in utile e conbuoni senon ot-timi rapporti tra impieghi epatrimonio. Tutte obbligatealimitare l'autonomia a cau-sadella recenteriforma.

«Pur necessaria,la riformahalasciato l'amaro in boccaeche ha creato comprensibilimalumori», ha osservatoSte-fano Bianchi Carini, già presi-dente di Banca di Verona.«Lo stretto legameconlahol-ding ccntralc implichcrà adesempiouna notevole cessio-ne di sovranità da parte dellesingole bcc. La graiide capo-gruppo avrà diritto di vetonella sceltadegli amministra-tori e degli organi di contro!-Io. fatto che toglierà di fattomolto potere ai socifino a ri-durre l'assemblea ad im attoformale, dal momento che igiochisarannogi fatti al pia-no superiore».

Il credito cooperativo è ununiverso finanziario di 337baiwhe, 1,3 milioni di soci eimpieghi per 135 miliardi dieuro. «Proprio questi nume-

ri, oltre alle numerose situa-zioni di crisi in seno al siste-ma bee(è nota la vicenda di

Crediveneto, ndr), hannosuggerito dall'alto una rifor-ma severaper mettereil siste-m in sicurez7a» ha sottoli-neato Bianchi Carini. «Unicavia d'uscita per ch non vuoleaderire, versare al fisco il20% del patrimonio, ma soloper chi vale almeno 200 mi-lioni. Cifra chetutte assielile

le cinque vcroncsi possiedo-no».Scettico, sull'ipotesi di ag-gregazione tra le bcc in ununico soggetto, è GianmariaTommasi, presidente di Vai-policella BenacoBanca. «Lariforma metterà ordine inunarealt puntiforme chepo-tevacrearesituazioni anoma-le,conrifiessi sull'intero siste-ma. Non è detto chel'unionetra più soggetti dia vita a unabanca più forte e competiti-va. E poi di teste pensanti aVeroHa ne abbiamo già avu-te, ma hanno presoaltre stra-de. Non credo che un'unicabcc abbia più fortuna».

Non indifferenti, i problemidelle banche. «Gli istitutiscontano un problema strut-turale che impedisce loro diattirare investitori, quindi ca-pitali: èla scarsaredditività,attuale e prospettica, ossialacapacitàdi generare utili, ta-leda scoraggiarechivuole in-vestire».A sottolineare il pro-blemaè statoPaolo Formigo-ni, vicedirettore della Cassadi Risparmio di Cesenaefau-toredel salvataggiodella stes-sa. «Non facciamoci ifiusio-ni: il rialzo dei tassi, peraltrolontano, non sarà sufficientea risolvere i problemi dellebanche e a tornare a crearevaiore. Occorre ridurne i co-sti, portandoli al massimo al55%dei ricavi,percentualeal-la quale il sistemanon ècertovicino. Labancalocale haan-

che un limite, rappresentatodalla scarsacapacitàdidiver-sificare il rischio di credito.Non è detto che un soggettodi piccoledirnensioni e più at-tivo sulle famiglie o sulla pic-cola impresa sia meno com-petitivo e redditizio di unopiù grande»..

StefanoBianchiCarini

GianmarLaTommasi

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AUTORE : Alessandro Azzoni

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Il commissario aWagricoltura contro i limiti aWexport 7 player italiani ad Est, con Hogan Angelo Di Mambro Il commissario europeo all'agricoltura Phil Hogan è volato in Estremo Oriente per promuovere l'agroali- mentare dellTJe, accompagnato da 42 imprese e organizzazioni di produttori e cooperative di 16 paesi, che insieme fanno un fatturato complessivo di 170 miliardi di euro. Sette le realtà italiane presenti, rappresentative dei principali settori delfagroalimentare nazionale: Alleanza delle cooperative italiane, Conserve Italia, Assome- la, F. Divella spa, Mgm Mondo del vino srl, Parmareggio spa e Salumificio Bordoni srl. Il viaggio, che toccherà Hong Kong (solo per il commissario), Vietnam, Indonesia e Singapore, fa parte della offensiva diplomatica e commerciale che nel 2016 ha già portato Hogan e le imprese europee in Messico, Colombia, Cina e Giappone. Mentre il commissario incontrerà le autorità, le aziende prenderanno contatti con compratori e potenziali partner commerciali. Dal punto di vista istituzionale, l'obiettivo è ottenere la fine di alcune barriere non tariffarie su bevande, prodotti lattiero-caseari e carni. Soprattutto, Hogan vuole sensibilizzare le autorità dei diversi paesi sulla necessità di considerare l'Ue come un'entità singola quando si applicano misure sanitarie e fitosanita- rie. E non, come accade ancora oggi, dialogare solo con i singoli paesi. Il problema esiste in particolare con il Vietnam e l'Indonesia. Con il primo, un mercato da 90 milioni di consumatori, l'Ue ha concluso un accordo commerciale lo scorso agosto, ma deve ratificarlo. Con Jakarta, economia emergente con una popolazione di quasi 260 milioni di persone, un negoziato è cominciato nel luglio 2016 e prevede un nuovo round di colloqui a gennaio 2017. Oltre alfiniziativa diplomatica, l'Ue sta aumentando il budget per cofinanziare programmi di promozione, come previsto dalle nuove norme approvate nel 2014 e pensate per sostenere chi scommette sui mercati in crescita extraeuropei. Secondo le anticipazioni fornite dallo stesso commissario prima di partire, i 111 milioni a disposizione per il 2016 andranno a 66 campagne con target oltre trenta paesi extraeuropei. Nel 2017 il budget promozione deiiUe aumenterà a 133 milioni di euro.

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Il commissario all'agricoltura contro i limiti all'export

A caccia di affari7player italiani ad Est, con HoganANGELO Di IVIANERO

Il commissario europeoall'agricoltura Phil Hoganè volato in Estremo Orienteper promuovere l'agroali-

mentare dell'Ue, accompagnatoda 42 imprese eorganizzazionidi produttori e cooperative di16 paesi, che insieme fanno unfatturato complessivo di 170miliardi di euro. Sette le re-altà italiane presenti, rappre-sentative dei principali settoridell'agroalimentare nazionale:Alleanza delle cooperative ita-liane, Conserve Italia,Assome-la, E Divella spa, Mgm Mondodel vino Sri,

Parmareggiospa eSalumifi-cio Bordoni sri.Il viaggio, chetoccherà HongKong (solo peril commissa-rio), Vietnam,Indonesia eSingapore, faparte dellaoffensiva di-plomatica ecommercialeche nel 2016ha già portato Hogan e leimprese europee in Messico,Colombia, Cina e Giappone.Mentre il commissario incon-trerà le autorità, le aziendeprenderanno contatti concompratori e potenziali part-ner commerciali. Dal punto divista istituzionale, l'obiettivo èottenere la fine di alcune bar -nere non tariffarie su bevande,prodotti lattiero -caseari e car-ni. Soprattutto, Hogan vuolesensibilizzare le autorità dei

diversi paesi sulla necessità diconsiderare l'Ue come un'enti-tà singola quando si applicanomisure sanitarie e fitosanita-ne. E non, come accadeancoraoggi, dialogare solo con i singolipaesi. Il problema esiste in par-ticolare con il Vietnam el'Indo-nesia. Con il primo, un mercatoda 90 milioni di consumatori,l'Ue ha concluso un accordocommerciale lo scorso agosto,ma deve ra-tificarlo. ConJakarta, economia emergentecon una popolazione di quasi260 milioni di persone, un ne-goziato è cominciato nel luglio2016 e prevede un nuovo rounddi colloqui a gennaio 2017.

Oltre all'iniziativa diplomati-ca, l'Ue sta aumentando il bud-get percofinanziare programmidi promozione, come previstodalle nuove norme approvatenel 2014 e pensate per sostene-

re chi scommette sui mercati increscita extraeuropei. Secondole anticipazioni fornite dallostesso commissario prima dipartire, i 111 milioni a dispo-sizione per il 2016 andrannoa 66 campagne con target ol-tre trenta paesi extraeuropei.Nel 2017 il budget promozionedeII'Ue aumenterà a 133milioni di euro.

Le organizzazioniin viaggio con Hogan

sono Alleanzadelle cooperative

italiane, ConserveItalia, Assometa,E Divella, MgrnMondo del vino,

Parma reggioe Salitmificio

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PAESE : Italia PAGINE : 26SUPERFICIE : 60 %PERIODICITÀ : Quotidiano

DIFFUSIONE : (104000)AUTORE : Angelo Di Mambro

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L'INTERVISTA/La svolta eretica' del presidente di Manutencoop Levorato, bastian contrario delle coop «Macché diversi, apriamo ai privati» ARMINIO ? A pagina 23«Legacoop? Un'organizzazione politica che persegue i suoi interessi» Simone Arminio BOLOGNA CHE TRENTADUE anni al potere non siano pochi, Claudio Levorato, presidente di Manutencoop Società Cooperativa - la cooperativa che controlla Manutencoop, colosso del facility management - lo dimostra col suo ufficio: un angolo di casa, fatto di quadri, tappeti e mobili antichi, nel bel mezzo di un contesto industriale. Da lì, 13 anni fa, Levorato lanciò la sua prima crociata: fondare una Spa a cui delegare il lavoro dei soci. «Un peccato gravissimo - ricorda oggi - che Legacoop mi fece pagare caro». Ancora in piedi nonostante le botte prese, da quello stesso ufficio, prepara la sua ultima crociata: conquistare i mercati internazionali a costo di vedere la cooperativa e scendere in minoranza nel capitale della controllata. Presidente, lei ha perso le sue radici.«Me lo dicono da 36 anni. Come se creare lavoro e ben retribuito per i propri soci non fosse il fine primario di una cooperativa di produzione e lavoro». Che cos'altro le dicono?«Secondo i giornali sono il gran burattinaio del potere occulto nelle coop rosse. Il trait d'union tra i comunisti nella finanza e quelli al potere politico». In effetti fu iscritto al Pei.«Sì, e ne uscii a 30 anni esatti, dopo Tassassimo di Moro, deluso dal vedere sfumare il suo sogno di cambiare la società col compromesso storico». Diventò cooperatore, e ora sta uccidendo anche quel mondo...«Semplicemente, da anni mi ritrovo a fare il bastian contrario, ammettendo pubblicamente quali nodi, nelle coop, non possono che venire al pettine». Avanti: quali?«La forma cooperativa è inadeguata a recepire capitali di rischio. Per farlo bisogna aprirsi al mercato. Io Tho fatto, e la mia coop, che fatturava 16 milioni e lavorava solo a Bologna, oggi fattura quasi 1 miliardo di euro, occupa oltre 20mila persone e lavora in tutta Italia. Ma poiché non basta ancora per competere con le multinazionali del settore, non escludiamo di vendere altre quote e finire in minoranza, se necessario. Una scelta condivisa con i soci e già deliberata la scorsa estate». Ma così la sua coop non si snatura?«Perché, lei crede al fatto che una cooperativa sia così diversa da una società privata? Le rispondo con Mao Tse Tung, che i miei vecchi compagni non citano più: 'non importa di che colore sia il gatto. Ciò che importa è che prenda i topi'». Manutencoop di topi ne ha presi eccome.«E per farlo ha dovuto aprirsi al capitale. Ma Tunica differenza tra una coop e una società privata è che una società ha a capo una famiglia, che eredita soldi e potere, mentre noi non siamo proprietari di nulla, se non del nostro lavoro». Tutti uguali: tanti soci e neppure un ad, come recitava un vecchio spot.«Lo ricordo, ma le rivelo una cosa: gli ad e i manager, nelle coop ci sono eccome. E vengono pagati quanto se non più che nelle Spa. Chieda al signor Stefanini o al signor Cimbri, che recentemente si sono aumentati gli emolumenti nonostante il valore di Borsa della società sia drammaticamente diminuito». Che coso fa, attacca Unipol, il faro del movimento cooperativo?«Intanto chiariamo i termini: 'movimento cooperativo lo usiamo ancora alle riunioni di Legacoop, solo per sentirci in pace con il passato. In realtà, più che un movimento, la Lega è un'organizzazione politica, fatta di imprese con gruppi dirigenti che perseguono sempre più spesso i propri interessi e non quelli del movimento. Così fa Unipol ed è un bene, visto che la concorrenza interna è solo positiva. Ma se penso al passato, la situazione attuale mi ricorda tanto la caduta del Muro di Berlino, quando i vecchi oligarchi del Pcus ne approfittarono per tenersi il potere e condividerlo col proprio clan. Questo vedo in Legacoop, questo vedo in Unipol». Manutencoop non è socia di Unipol?«Purtroppo. E il sistema di scatole cinesi ideato a suo tempo da Consorte, e che io fui l'unico a osteggiare, non ci permette di uscire. Ci entrammo perché credevamo al sogno che anche le coop potessero fare finanza per sostenere la propria crescita. Ma di quel sogno oggi non c'è più nulla, e Unipol, anziché arricchire le coop che Thanno finanziata le impoverisce, visto che il suo valore attuale è inferiore all'aumento di capitale da noi versato. Con quei soldi avremmo potuto finanziare 10 sviluppo di Manutencoop, ma non possiamo riprenderceli. Siamo costretti a chiederli al mercato, venendo tacciati di snaturare 11 senso cooperativo». Lei è stato pluri-indagato. Qualcuno domani dirà: da che pulpito...«Nel corso di 32 anni sono stato indagato qualche volta e, per quanto è in mia conoscenza, i pm hanno sempre poi chiesto l'archiviazione. In un solo caso sono stato rinviato a giudizio e finalmente potrò difendermi a processo. Ma vede: il chiacchiericcio da un lato e le gogne mediatiche dall'altro, sono più veloci a montare e sparire, ma meno rassicuranti del- le vicende giudiziarie. Che tengono sulla graticola gli imputati per anni, ma sono scandite dalle leggi, e presto o tardi arrivano all'accertamento della verità. Ciò che aspetto. Fiducioso». CRITICHE A UNIPOL«Anziché arricchire le società che l'hanno finanziata, le impoverisce» LA FRASE DI MAO«Non importa di che colore sia il gatto. Ciò che importa è che prenda i topi» Una spa che impiega 20mila persone Manutencoop Facility Management è una spa nata dalla cooperativa Manutencoop. Costituita nel 2003 a Zola Predosa (Bologna), ha chiuso il 2015 con un fatturato consolidato di 955,7 milioni di euro. Dà lavoro a oltre 20mila dipendenti. Oggi Manutencoop società cooperativa detiene il 79% della spa e alcuni Fondi di Private Equity si spartiscono il restante 21% BASTIAN CONTRARIO Claudio Levorato è al timone di Manutencoop da 32 anni (FotoSchicchi)

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L'INTERVISTAI La svoLta eretica' deLpresidente di Manutencoop

Levorato,bastian contrario dellecoop«Macchédiversi, apriamo ai privati»

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ARMINIOu A pagina23

Levorato, l'eretico di Manutencoop«Bastaipocnsie,siamocomei pnvati»«Legacoop?Un'organizzazionepolitica chepersegite i suoiinteressi»Simone Arminio

BOLOGNA CHE TRENTADLJEanni al poterenon siano pochi, Claudio Levora-to, presidente di ManutencoopSocietàCooperativa la cooperati-va he wnirollaManutencoup, CO-losso del facilty management- lodimostra col suo ufficio: un ango-lo di casa,fatto di quadri, tappetie mobili antichi, nel bel mezzo diun contesto industriale. Da lì, 13anni fa, Levorato lanciò la suapri-ma crociata: fondare una Spa acui delegare il lavoro dei soci.«Un peccatogravissimo ricordaoggi - cheLegacoop mi fecepaga-

re caro». Ancora in piedi nono-stante le botte prese, da quelloStessoufficio, prepara la sua ulti-ma cmciata: conquistare i merca-ti internazionali a costo di vederela cooperativae scenderein mino-ranza nel capitale della controlla-ta.

Presidente, lei ha perso lesueradici.

«Me lo dicono da 36 anni. Comese creare lavoro e ben retribuitoper i propri soci non fosse il fineprimario di una cooperativa diproduzione elavoro».

Che cos'ciltro le dicono?«Secondo i giornali sono il granburattinaio del potereocculto nel-le coop rosse. Il traztd'union tra icomunisti nella finanza e quelli alpotere politico».

In effetti fu iscrillo al Pci.«Sì,e ne uscii a 30 anni esatti, do-po l'assassinio di Moro, delusodal vederesfumare il suo sognodicambiare la società col compro-messosturico».

Diventò coøperatore, e orasta uccidendo anche quelmondo...

«Semplicemente,da anni mi ritro-vo a fare il bastian contrario, am-mettendo pubblicamente qualinodi, nelle coop, non possonochevenire al pettine».

Avanti: quali? 'movimento cooperativo' lo usia-<Laforma cooperativaè inadegua- mo ancora alle riunioni di Lega-ta a recepire capitali di rischio. coop,solo per sentirei in paceconPer farlo bisogna aprirsi al merca- il passato.In realtà, più che unro. Io l'ho fatto, e la mia coop,che movimento, la Lega è un'organiz-fatiurava 16 milioni elavorava so- zazione politica, fatta di impreseIo a Bologna, oggi fattura quasi i congruppi dirigenti cheperseguo-miliardo di euro, occupa oltre no semprepiù spessoi propri inte2ùmila persone e lavora in tutta ressi e non quelli del movimentoItalia. Ma poiché non bastaanco- Cosìfa Unipol ed è un bene,vistora per competerecon le multina- chela concorrenza interna e solozionali del settore, non escludia- positiva. Ma se penso al passato,mo di vendere altre quote e finire la situazione attuale mi ricordain minoranza, se necessario.Unasceltacondivisa coni soci e git de-liberata la scorsaestate».

Ma così la sua coop non sisnatura?

«Perché,lei credeal fatto che unacooperativa sia così diversa dauna societa privata? Le rispondocon Mao TscTung, chei miei vec-chi compagni non citano più:'non importa di che colore sia ilgatto. Ciò cheimpurla èche pren-da i topi'».

Manutencoop di topi ne hapresi eccome.

«E per farlo ha dovuto aprirsi alcapitale. Ma l'unica differenza trauna coop e una società privata èche una società ha a capo una fa-miglia, cheeredira soldi e potere,mentre noi non siamo proprietaridi nulla, se non del nostro lavo-ro».

Tuffi uguali: tanti 5OCi e nep-pure un ad, come recitava unvecchio spot.

«Lo ncordo, ma le rivelo una co-sa: gli ad e i manager, nelle coopci sonoeccome.E vengono pagatiquanto se non più che nelle Spa.Chieda al signor Stefanini o al si-gnor Cimbri, che recentemente sisono aumentati gli ernolurnentinonostante il valore di Borsadel-la società sia drammaticamentediminuito».

Che cosa fa, attacca Unipol, ilfaro del movimento coopera-tivo?

«Intanto chiariamo i termini:

tanto la caduta del Muro di Berli-no, quando i vecchi oligarchi delPcus nc approfittarono per tcncr-sii! potere e condividerlo col pro-prio dan. Questo vedo in Lega-coop,questo vedo in Unipob>.

Mcinutericoop non è soda diUnipol?

Purtroppo. E il sistema di scato-le cinesi ideato a suo tempo daConsorte, e che io fui l'unico aosteggiare, non ci permette diuscire.Ci entrammo perchécrede-vamo al sogno che anche le cooppotesserofare finanza per sostene-re la propria crescita. Ma di quelsogno oggi non c'è più nulla, eUnipol, anziché arricchire lecoopchel'hanno finanziata leim-poverisce, visto che il suo valoreattuale è inferiore all'aumento dicapitale da noi versato. Con queisoldi avremmo potuto finanziarelo sviluppo di Manutencoop, manon possiamo riprenderceli. Sia-mo costretti a chiederli al merca-to, venendo tacciati di snaturareil sensocooperativo».

Lei è stato pluri-indagato.Qualcuno domani dirà: dache pulpito...

«Nel corso di 32 anni sono statoindagato qualche volta e, perquanto è in mia conoscenza,i pmhanno semprepoi chiesto l'archi-viazione. In un solo casosonosta-to rinviato a giudizio e finalmen-te potrò difendermi a processo.Ma vede: il chiacchiericcio da unlato e le gogne mediatiche dall'al-tro, sono più veloci a montare esparire,ma meno rassicuranti

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le vicende giudiziarie. Che tengo-no sulla graticola gli imputati peranni, ma sono scandite dalle leg-gi, e presto o tardi arrivano all'ac-certamento della verità. Ciò cheaspetto. Fiducioso».

CRITICHE A UNIPOL«Anziché arricchirele società che Uhannofinanziata, Leimpoverisce»LA FRASE DI MAO«Non importa di che coloresia iLgatto. Ciò che importaè che prenda itopi»

Unaspa che impiega2OmiLapersoneManutencoop FaciLityManagement è una spa natadaLLacooperativaManutencoop. Costituitanel 2003 a ZoLaPredosa(BoLogna), ha chiuso iL2015con un fatturato consoLidatodi 955,7 miLioni di euro.Dà Lavoro a oLtre 2OmiLadipendenti. OggiManutencoop societàcooperativa detiene iL79%deLLaspa e aLcuni Fondidi Private Equity sispartiscono iLrestante 21%

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BASTIAN CONTRARIO Claudio Levorato è al timone di Manutencoop da 32 anni (FotoSchicchi)

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Dalla fabbrica di mobili a Pomezia alla Ideal Standard in provincia di Pordenone, oltre 120 aziende, rilevate da una cooperativa di lavoratori, hanno evitato la chiusura. Elena Comelli C« E IL CENTRO commer- * ciale rinato su un terreno sequestrato alla mafia. C'è la storica copisteria padovana riemersa dai debiti e sopravvissuta al suicidio di uno dei suoi titolari. C'è la fabbrica di mobili a Pomezia, fallita e poi rilanciata da venti dipendenti. C'è lo stabilimento dell'arredo da bagno nel Friuli, che una multinazionale voleva chiudere ma i lavoratori hanno rilanciato. Dal 2008 ad oggi in Italia sono fallite quaai lOOmila imprese in Italia, con una perdita di oltre un milione di posti di lavoro. Ma c'è anche chi ha saputo attrezzarsi e resistere a questa valanga. E lo ha fatto in modo innovativo, rivoluzionando la gestione di società che pur avendo modelli produttivi non più al passo coi tempi, avevano comunque il know how per continuare a competere sul mercato. Lo chiamano workers buyout, il salvataggio di un'impresa da parte dei dipendenti che ci lavorano. In gergo finanziario il management buyout è un'operazione di investimento per cui un'azienda è acquisita da un gruppo di manager, che quindi diventano manager-imprenditori. In queso caso l'impresa invece l'investimento è dei lavoratori, che acquistano la proprietà dell'intera società o di una sua parte usando i risparmi, il Tfr o rindennità di mobilità. In Italia, questa pratica ha registrato un boom a partire dal 2008, inizio della crisi economica. Tra 2007 e 2014 si è passati da 81 a 122 casi, con un balzo in avanti del 50%, in base a uno studio dell'Euricse, l'istituto europeo di ricerca sull'impresa cooperativa e sociale. Il documento, uscito l'anno scorso, ha censito ben 257 casi di workers buyout nel nostro Paese dal 1979. Al netto delle esperienze che hanno chiuso, a fine 2014 si contavano 122 società recuperate, un numero che non a caso è cresciuto costantemente con la crisi. Marcelo Vieta, che ha curato il rapporto, individua tre cause per questa impennata: l'aumento della disoccupazione, la contrazione del settore manifatturiero e il numero crescente di chiusure aziendali rispetto alle aperture. Lo studio evidenzia "un buon tasso di sopravvivenza delle fabbriche recuperate": la vita media di un workers buyout si attesta a quasi 13 anni, poco meno rispetto alla vita media delle imprese italiane tradizionali, che arriva a 13,5 anni. CASI DA RACCONTARE ce ne sono finché si vuole. Il più noto è quello dell'Editoriale Zanardi, che ha attirato anche l'attenzione del New York Times. Fino al 2005 l'impresa patavina era stata una delle aziende leader nel segmento dell'editoria di pregio, con edizioni limitate anche da 2.500 euro a copia. Ma di fronte alla concorrenza degli e-book e alla flessione del mercato delle guide, la Zanardi non erava riuscita a reagire. In pochi anni l'azienda era passata da 300 alio dipendenti (la stragrande maggioranza dei quali in cassa integrazione) e nel gennaio 2014 aveva presentato richiesta di concordato liquidatorio. L'imprenditore Giorgio Zanardi, sommerso dai debiti, si è impiccato in azienda pochi giorni dopo. Ma 24 lavoratori non si sono arresi e hanno rifondato una cooperativa sulle ceneri della vecchia copisteria. Al capitale sociale della nuova cooperativa hanno poi partecipato, con un gettone da 250mila euro l'uno, Coopfond (il fondo mutualistico di Legacoop) e Cfi (Cooperazione finanza impresa) oltre alla finanziaria della Regione Veneto Sviluppo con una quota da 200mila euro. Con questi aiuti, già nel primo anno di attività l'azienda ha fatturato 2,5 milioni di euro. DAL VENETO al Friuli, un altro caso molto conosciuto degli ultimi anni è quello della Ideal Standard di Orcenico, in provincia di Pordenone, che produce arredo da bagno: nel 2014 la casa madre ha deciso di chiudere lo stabilimento, licenziando i 400 dipendenti. Ma a luglio un gruppo di operai ha fondato una nuova cooperativa, la Ceramiche Ideal Scala, che ha incassato il sostegno dello Stato e della Regione, rilanciando la produzione: partita con una ventina di addetti, entro il 2019 si propone di riassorbirne altri 30, se tutto procederà per il meglio. UN CASO più recente è quello della Ora Acciaio di Pomezia, che produce mobili per ufficio di alta gamma. Nata con il boom economico degli anni '60, la società si è rafforzata col tempo, conquistandosi un mercato anche nell'Est Europa e in Medio Oriente. Poi c'è stata la grande crisi e a dicembre 2014 è arrivato il fallimento. Ma venti dipendenti hanno deciso di rimettersi in gioco e all'inizio di quest'anno la fabbrica è ripartita con la nuova forma di società cooperativa per azioni. Ancora più a Sud, c'è il caso Centro Olimpo di Palermo (2mila metri quadri, sette negozi più un bar nel cuore di una delle zone più ricercate del capoluogo siciliano), che apparteneva al gruppo Aligroup della Despar, ma dal 2012 ha cominciato a segnare il passo e rischiava di chiudere, se 34 lavoratori non l'avessero rilevato. LE CIFRE 1^1 DELLO STUDIO EURICSE Un fenomeno in netta espansione Nell'introduzione dello studio Euricse, firmato da Marcelo Vieta, dagli anni Ottanta al 2015 in Italia I «workers buyout» hanno creato 9.300 posti di lavoro e salvato 257 aziende con marchi conosciuti Un decennio di salvataggi Restringendo l'arco temporale dall'inizio della crisi, nel 2007, fino alla sua punta massima, nel 2014, le aziende salvate dai lavoratori sono passate da 81 a 122, con un balzo del 50% rispetto ai numeri degli anni precedenti Firme prestigiose da Zanardi a Ideal Il caso più noto, finito sulle pagine del New York Times, è quello dell'Editoriale Zanardi, azienda messa in crisi dagli e-book. L'imprenditore si tolse la vita, 24 dipendenti hanno fatto rinascere l'antica copisteria IL VOLO DI IDEAL STANDARD Un drone e farfalle di carta portano in volo un sanitario prodotto da Ideal Standard in occasione di una fiera. Nell'inverno del 2015 una cooperativa di dipendenti ha firmato il salvataggio del polo di Orcenico ITALCABLES L'ACQUISTO DEL SITO Sono 57 gli operai della Italcables che, a luglio dell'anno scorso, hanno rilevato il sito in provincia di Napoli, pagando 3.8 milioni

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Dipendenti trasformati in imprenditoriLe tante storie dei «workers buyout»che hanno salvato imDrese in crisiDalla fabbrica di mobili a Pomezia

ldeal Standard in provincia diPordenone, oltre 120 aziende, rilevate

una cooperativa di lavoratori,hanno evitato la chiusura.ELenaCometti

CE IL CENTROcommer-cialc rinato su un tcrrc-no sequestratoalla ma-fia.C'è la storicacopiste-

padovanariemersadai debiti esopravvissutaal suicidio di uno dei

titolari. C'è la1ìbbrica di mobi-Pomezia,fallita e poi rilanciata

venti dipendenti. C'è lø stabili-mento dell'arredo da bagno nelFriuli, che unamii1tinziona1evale-

chiuderemai lavoratori hannori-lanciato. DaI 2008 ad oggi in Italia

fallite quaai lOOmila imprcscItalia, con una perditadi oltre un

milionedi postidi lavoro. Mac'èaH-chi ha saputo attrezzarsie resi-a questavalanga.E lo ha fiitto

modo innovativo, rivoluzionan-la gestione di societàche pur

avendo modelli produttivi non piùpassocoi tempi,avevanocomun-

il know how per continuare acompeteresul mercato.Lo chiama-

worker buyoui, il salvataggiodiun'impresa daparte dei dipendenti

ci lavorano.gergofmanziario il management

buyout e un'operazionedi investi-mernoper cui un'aziendaè acquisi-

da un giuppo di manager,chequindi diventanomanager-impren-ditori. In quesocasol'impresainve-

l'investimento è dei lavoratori,acquistanola proprietàdell'inte-

societàodi unasuaparteusandoirisparmi, il Tfro l'indennitù di mo-bilità. In Italia, questapratica ha re-gistmtoun booma partire dal2008,inizio della crisi economica. Tra

e 2014 siè passatida 81 a 122con un balzoin avantidel50%,

basea uno studio dell'Euricse,l'istituto eumpeodi ricerca sull'im-presacooperativae sociale.Il docu-mento,uscitol'anno scorso,ha cen-

ben 257casidi workersbuyoutnostro Paesedal 1979.Al netto

esperienzechehannochiuso,a2014sicontavano122societàre-

cuperate,un numero chenon acasocresciutocostantementeconlacri-

si. Marcelo Vieta, che ha cuiatn ilrapporto, individua tre cause perquestaimpennata: l'aumento delladisoccupazione,la contrazionedelsettore manifatturiero e il numerocrescentedi chiusure aziendali ri-spettoalle aperture. Lo studio evi-denzia buon tassodi sopravvi-venzadelle fabbrichela vita mediadi un wrk buyoutsiattestaa quasi 13 anni, poco menorispetto alla vita mediadelleimpre-

seitaliane ttaclizionali,che arriva a13,5 anni.

CASIDA RACCONTAREce ne sono

fmché si vuole.Il più noto è quellodell'Editoriale Zanardi, cheha atti-

rato anche l'attenzione del NewYork Times. Fino al 2005l'impresapatavinaerastatauna delleaziendeleadernel segmentodell'editoriadipregio,con edizioni limitate ancheda2.500euro a copia. Ma di frontealla concorrenzadegli e-book e allaflesionc delmercatodcllc guidc, laZanardi non eravariuscitaa reagire.In pochi anni l'aziendaera passatada300allO dipendenti (la stragran-demaggioranzadei qualiin cassain-tegrazione)e nel gennaio2014ave-vapresentatorichiestadi concorda-to liquidatorio. L'imprenditoreGiorgio Zanardi, sommersodai de-biti, si è impiccato in aziendapochigiorni dopo.Ma 24lavoratori nonsisono arresi e hanno rifondato unacooperativasulle ceneri della vec-chia copisteria. Al capitale socialedella nuovacooperativahanno poipartecipato, con un gettone da25Omila euro l'uno, Coopfoncl(ilfondo mumalistico di Legacoop)eCfi (Cooperazionefinanza impresa)oltre alla finanziaria della RegioneVenetoSviluppo con una quotadaZOOmiIaeuro. Con questi aiuti, giànelprimo anno di attività l'aziendahafltturato 2,5milioni di euro.DALVENETOal Friuli, un altro ca-somolto conosciutodegliultimi an-ni è quello della Idea! Standarddi

.Orcenico, in provincia di Pordeno-ne, che produce arredo da bagno:nd 2014la casamadre ha decisodichiudereIo stabilimento, licenzian-do i 400dipendenti. Ma a luglio ungruppo di operai ha fondato unanuova cooperativa, la CeramicheIdea!Scala,chehaincassatoil soste-gno dello Statoe della Regione,ri-lanciando la produzione: partitacon una ventina di addetti, entro il2019si proponecliri2ssorbimealtri30,setutto pmcederàper il meglio.UN CASOpiù recenteè quello dellaOra Acciaiodi Pomezia,cheprodu-cemobili perufficio di altagamma.Nata con il boom economico deglianni '60, la societàsiè rafforzatacoltempo, conquistandosiun mercatoanchenell'Est Europa e in MedioOriente. Poi c'è statala grande crisie a dicembre2014 arrivato il ilh-mento. Ma venti dipendenti hannodecisodi rimettersi iii giocoeall'ini-zio di quest'annolafabbrica è ripar-tita con la nuovaforma di societàcooperativaperazioni.Ancorapiù aSud,c'èil casoCentroOlimpo di Pa-lermo(2mila metri quadri, settene-gozi più un barnelcuoredi unadel-le zone più ricercatedel capoluogosiciliano), cheappartenevaal grup-po Aligroup ddla Dcspar, ma dal2012hacominciatoa segnareil pas-soe rischiavadi chiudere,se34lavo-ratori non l'avesserorilevato.

T LECIFRE

U DELLOSTUDIOEURICSE

UnfenomenoinnettaespansioneNell'introduzione dellostudio Euricse, firmato daMarcelo Vieta, dagli anniOttanta al 2015 in Italia i«workers buyout hannocreato 9.300 posti di lavoroe salvato 257 aziendecon marchi conosciuti

Un decenniodi salvataggiRestringendo l'aotemporale dall'inizio dellacrisi, nel2007, fino alla sua

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PAESE : Italia PAGINE : 74SUPERFICIE : 96 %PERIODICITÀ : Quotidiano

AUTORE : Elena Comelli

2 novembre 2016

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punta massima, nel 2014,le aziende salvate dailavoratori sono passate da81 a 122, con un balzo del5QO/ rispetto ai numeridegli anni precedenti

Firme prestigioseda Zanardia IdealIl caso più noto, finito sullepagine del New YorkTirnes, è quellodell'Editoriale Zanardi.

VtaIcb

azienda messa in crisi daglie -book. L'imprenditore sitolse la vita, 24 dipendentihanno fatto rinascerel'anticacopisteria

frUn drone

efarfalle ITAI.OAIII.ESdi carta I.'ACIUISTO

portano in DEI.SITOvolo un Sono 57

sanitario gli operaiprodotto dellada Ideal Italcables

Standard che, ain luglio

occasione dell'annodi una scorso,fiera, hanno

Nell'inver. rilevatono del il sito in

2015 una provincia

cooperati. di Napoli,va di pagando

dipendenti 3.8 milioni

ha firmatoil

salvatag-gio delpolo di

Orcenico

i

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AUTORE : Elena Comelli

2 novembre 2016

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Arriva post mortem per Bernardo Caprotti, il patron di Esselunga, la sentenza depositata dalla Cassazione - relativa all'udienza dello scorso giugno - che riapre a carico dell'imprenditore, e della sua società, il processo civile per risarcimento danni da «concorrenza sleale per denigrazione». La vicenda riguarda il libro autobiografico «Falce e carrello» contro le cooperative rosse. Secondo la Cassazione - che ha accolto il ricorso della Coop Estense - i giudici milanesi di primo e secondo grado hanno sbagliato a considerare quel libro non come una inchiesta giornalistica, che deve essere scrupolosa, ma come un'opera letteraria priva di «intento informativo» e sorretta solo da «esigenze narrative».

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CoopEstensevinceil ricorso contro CaprottiArriva post mortem per Bernardo Ca-protti, il patron di Esselunga, la senten-za depositata dalla Cassazione - relativaall'udienza dello scorso giugno - che ria-pre a carico dell'imprenditore, e dellasua società, il processo civile per risarci-mento danni da «concorrenza sleale perdenigrazione». La vicenda riguarda il li-bro autobiografico «Falce e carrello»contro le cooperative rosse. Secondo laCassazione - che ha accolto il ricorso del-la Coop Estense - i giudici milanesi diprimo e secondo grado hanno sbagliato aconsiderare quel libro non come una in-chiesta giornalistica, che deve esserescrupolosa, ma come un'opera letterariapriva di «intento informativo» e sorrettasolo da «esigenze narrative».

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HOME REDAZIONE AMBIENTE SALUTE ATTUALITÀ EVENTI-MEDIA RUBRICHE

Golfo di Taranto: 9 organizzazioni in campocontro la ricerca di idrocarburi

Alessandra Congedo

2300

,d , Tweet su Twitter

alo ofdlamura Putignano

Materano o Martina Franca

Be natda Sava

sanoIonia

Acri

Sanin Fiore

Mar

Avlanduna LecceCol

Copeninò

Tre ragioni per ribadire un nuovo ' NO' alla prosecuzione delle ricerche di idrocarburi nel Golfo di

Taranto . Le organizzazioni provinciali del mondo delle attività della pesca , del turismo e

dell ' ambientalismo scendono nuovamente in campo per chiedere maggiori certezze a tutela del

mare e del futuro dell ' economia legata al mare , a fronte del recente esito positivo dell ' iter che

autorizza la ricerca di giacimenti da parte di diverse compagnie petrolifere , nello specchio di

mare antistante la costa jonicotarantina.

Con una lettera all ' indirizzo del prefetto , Umberto Guidato , le organizzazioni provinciali (AGCI

Pesca , Casartigiani , CLAAI , Confcommercio , Lega Pesca , SIB/ Confcommercio , UNCI Pesca ,

Jonian Dolphin Conservation , WWF) esprimono apprensione per quanto disposto dal Ddl'

Sviluppo' che , all ' art . 27 , recita " .. . del rilascio del permesso è data comunicazione ai comuni

interessati "

, escludendo così i Comuni dall ' iter autorizzativo . La tecnica utilizzata per la ricerca in

primis dovrebbe essere quella delle AIR GUN nevi per la ricerca geofisica operano nella zona di

ricerca trainando sia le sorgenti di energia elastica (airgun) che il cavo di registrazione

( streamer)

Sono previste infine piattaforme finalizzate alle perforazioni esplorative . Sono almeno tre le

motivazioni per cui tale tecnica è da rigettare . Uno: la letteratura in materia conferma che

esistono ancora notevoli interrogativi dei reali effetti di questa metodologia sull ' ambiente marino

e nello specifico sulle risorse alieutiche . Due: l' area sottoposta alle azioni di ricerca coincide con il

fulcro delle zone di pesca e di altre attività legate al mare come gli stabilimenti balneari , la

divulgazione scientifica e l ' osservazione dei mammiferi e cetacei marini , il turismo marittimo

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acquei destinati alla pesca e nuove limitazioni alla fruizione del mare e delle coste sono

insostenibili per le imprese del territorio e lesive per il brand del prodotto locale (mitili e pesce) .

Il Decreto Salva Taranto , del gennaio 2015 , prevede il Piano di bonifica e messa in sicurezza

dell ' area ionica , programmi per la rivalutazione dell ' economia turistica e la riqualificazione

ambientale . Tutto ciò è in netta contraddizione con le azioni di ricerca e la eventuale estrazione

di idrocarburi . Poiché le tecniche di ricerca sono controverse ci si appella al Prefetto chiedendo di

incaricare ufficialmente gli enti scientifici territoriali (CRM e Università) per redigere un organico

quadro informativo su tutti i possibili rischi delle prossime azioni di ricerca ed estrazione.

Contestualmente le Organizzazioni scriventi affermano di volersi avvalere di quanto disposto

dalla Decisione 193 / ,26/ CEE del 25 .10 .93 sul Principio di Precauzione riguardo alla potenziale

pericolosità e i possibili effetti sull' ambiente e salute degli esseri umani , animali e piante , laddove

non vi sono informazioni scientifiche sufficienti . Di fronte al rischio che tale situazione possa

generare contraccolpi socio- economici devastanti e reazioni emotive incontrollabili da parte

degli operatori , le Associazioni chiedono che il Prefetto istituisca un tavolo consultivo , con la

partecipazione delle Organizzazioni e le istituzioni scientifiche.

CONFCOMMERCIO TARANTO

CONDIVIDI

Alessandra Congedo

Direttore responsabile , laureate in Scienze della Comunicazione presso l' Università

degli Studi di Lecce con una tesi di laurea dal titolo " Effetti della comunicazione

deterministica nella dicotomia industria/ ambiente"

, incentrata sulla questione

ambientale tarantine Tra 2004 e il ha frequentato a Roma il " Laboratorio di

giornalismo e tecniche audiovisive" organizzato dal Centro-Lab Ha scritto per"TarantOggi

",

" Nota Bene ," Voce del Popolo

",

"Corriere del Mezzogiorno

",

" Corriere

del Giorno " Collabora con il " Manifesto " Ha partecipato alla trasmissione

radiofonica"Segno Urbano on air" ( Radio Cittadella) curando uno spazio dedicato

all 'ambiente . Nel 2013 e stata premiata a Brindisi nella categoria

"Giornalismo"

nell 'ambito della Rassegna Azzurro Salentino . Ha partecipato a " Fumo negli occhi ,

documentario sull ' Ilva e sull 'inchiesta " Ambiente Svenduto " . Cura l'ufficio stampa del

WWF Taranto.

Facebook' utter

Sms di un papà a Emiliano: mio figlio ha un Ilva di Taranto: la Corte europea di Strasburgotumore , chiudi I' llva

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apre un nuovo caso

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Riserva Naturale"La Vela" e Spartan Ilva , PeaceLink: si indaghi per

Race . la denuncia del WWF Taranto avvelenamento delle acque

Spartan Race: it primo traguardo di una

Taranto che deve risollevarsi

il sito dalla partedella salute

e dell ambiente

Se io fossi un editoreo aspirante tale

punterei su di noi . E tu?

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La Vela" e Spartan Race ,

la denuncia del WWF Taranto

, PeaceLink: si indaghi per

avvelenamento delle acque

Spartan Race: il primo traguardo di una

Taranto che deve risollevarsi

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SCELTO DALLA REDAZIONE

Riserva Naturale ' La Vela" e Spartan

Race , la denuncia del . .

31

Ilea , PeaceLink: si indaghi per

awelenamento delle acque

31 ottobre 2016

Spartan Race: primo traguardo di

una Taranto che deve risollevarsi

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Alleanze delle cooperative italiane - web

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Mercoledl 02 Novembre 2016 0853

TRIBUNAGIORNALEDIECONOMIAFINANZA

AreaAgenziaStampa / 9

ENCOLA AREA AMBASCIATE AREA MINISTER! ESTERI

Anche Alleanza delle Cooperative Italiane con lacommissione UE alla scoperta di Vietnam , Singapore eIndonesia

nazionali

Accesso a nuovi mercati e accordi di libero scambio che valorizzino comparto agroalimentare.

promozione delle eccellenze europee , politiche di qualità dell'Unione europea e strategie

commerciali . Questi alcuni dei temi al centro della missione in Vietnam , Singapore e Indonesia

organizzata dal commissario europeo all'Agricoltura

Phil Hogan . dal 2 al 9 novembre prossimi e alla quale parteciperà anche l'Alleanza delle

Cooperative Italiane - settore agroalimentare" Prendiamo parte , assieme ad altre 6 realtà

produttive italiane . dl cul oltre la metà di espressione del mondo cooperativo-ha detto GiorgioMercuri , presidente dell

'Alleanza delle Cooperative agroalirnentari - , a una missione strategica

per aprire nuovi mercati ai prodotti europei di alta qualità e per sensibilizzare istituzioni e

stakeholder sul valore aggiunto delle indicazioni geografiche . Con quasi un migliaio tra lgp e

Stg l'Italia infatti il primo Paese in Europa per numero di prodotti agroalimentari a

denominazione riconosciuti dall'

Su questo fronte - ha continuato le cooperative

svolgono un ruolo fondamentale per la conservazione e l'innovazione dell

'agroalimentare made in

Italy , grazie ai continui investimenti e al forte legame con l'origine della produzione: secondo i dab

dell'ultimo Osservatorio della cooperazione agricola italiana , le imprese cooperative lavorano

materia prima che per il 73%% di provenienza locale per 26%% nazionale e solo per r1%%estera".

Alla missione in Vietnam . Singapore e Indonesia partecipano per l'Italia anche Assomela -

Associazione Italiana produttori di mele ; Parmareggio ; F . Divella ; MGM Mondo del Vino: Conserve

Italia: Salumificio Bordoni . Con questa missione - la terza dopo quelle in Messico e Colombia a

febbraio ein Giappone e Cina ad aprile'Alleanza delle Cooperative agroalimentari si conferma

interlocutore privilegiato come unico rappresentante di comparti produttivi del made in Italyagroalimentare.

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CNH Industrial riconosciuta

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Tribuna Economica haaderito al nuovo progetto

tecnologico per editori , AMPdi Google.

Dal 2 maggio . tutte notizie

pubblicateonline di Tribuna Economica

possono essere lette anchein Accelerated Mobile

Pages.

acquisito Tecnomeccanica

Crea, la birra del futuro esostenibile e di qualità

garantita

Startup On Stage: 20 progettiinnovativi e oltre 15 fondi di

investimentoDeutsche Bank , net income

278 million euros

It RMB per pagamenti con

Cina e Hong Kong utilizzato

da oltre 100 paesi

Mese

Focus Paesi

MIPAAF firmato

memorandum con Fao per la

promozione dei sistemi di

patrimonio agricoloVitae 2017 . il 29 ottobre la

presentazione della

dell'AIS . Una sintesi accurate

della migliore produzione

vinicola italianaAnas, 14 milioni di euro per

la manutenzione

straordinaria delta

segnaletica verticale sullestrade del Centro Italia

Ford ha raddoppiato le

vendite di Performance Car

in EuropaBEMResearch . a ottobre

Enel leader delle utilities

Credito alle PMI: a Ischia la

Convention nazionale dei

Confidi di Fedart

Saipem Centrata net Global

Compact delle Nazioni Unite

Amway Official partnerdella Lega Pallavolo Serie Afemminile

LaWeb Summit 2016 perte

prima volta sarà a Lisbona

Assocamerestero

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Partner dr Economiceper le at Prealdentidelle Camera di Commercia

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