Rassegna Stampa 14/02/20121

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Oggi UNINDUSTRIA Presentazione dell’“Annuario del Lavoro 2011” con il presidente Aurelio Regina e i leader sindacali Camusso, Bonanni, Angeletti (ore 10, piazza Jose' San Martin 1). Domani AMBIENTE Presentazione "Osservatorio nazionale dei distretti italiani" con il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini (ore 9,30, Unioncamere piazza Sallustio 21). Domani BUSINESS RUN Presentazione della X edizione della maratona degli imprenditori con il sindaco Alemanno e il direttore Cna Tagliavanti (ore 11,30, piazza del Campidoglio 55). Lunedì 20 SPQR Presentazione del volume “Sono produttivi questi romani” basato sui Personaggi di RomaEconomia (ore 19, Circolo Aniene, Lungotevere Acqua Acetosa 119). Domani CONFCOMMERCIO Convegno "Donne e governance" con il presidente di Carlo Sangalli, e il ministro della Giustizia, Paola Severino (foto). Ore 10, piazza G.G. Belli 2. Calendario DANIELE AUTIERI Q UANTO hanno pagato e quanto pagheranno i cit- tadini laziali per salvare l’Italia? Nella grande manovra intrapresa dal governo Monti per rimettere in sesto i conti del Paese, ogni regione ha fatto la sua parte, anche se qualcuna, per effetto delle imposte locali, della composizione produttiva e della grande presenza di lavora- tori pensionati, è stata chiamata a dare di più. È il caso del Lazio che da oggi al 2015 parteciperà al decreto Salva-Italia versando al- ogni residente del Lazio pagherà allo Stato in termini di tasse, ac- cise, mancati sgravi sociali o tagli alle pensioni 1.780 euro. A questi costi vanno aggiunti quelli delle manovre estive del governo Berlusconi che pese- ranno sulle tasche nei prossimi quattro anni per oltre 500 euro a persona. Sommando gli oneri si scopre che il valore totale delle due manovre per il Lazio sarà di 13,3 miliardi di euro e di 2.323 eu- ro per ogni cittadino. Insomma tutti saranno chia- mati a fare la loro parte anche se, spacchettando le misure inserite nel Salva-Italia, qualcuno dovrà dare più degli altri. Un capitolo fondamentale è quello dell’Imu, la nuova imposta sulla casa, cal- colata in base alle rendite cata- stali attraverso un meccanismo previsto dal decreto. Su scala na- zionale il governo prevede un gettito netto di circa 11 miliardi di euro l’anno e grazie alle infor- mazioni sul valore dello stock immobiliare in Italia contenuto nelle pubblicazioni dell’Agenzia del Territorio è possibile stimare l’impatto della misura su base regionale. Essendo il valore im- mobiliare del Lazio pari al 16% di quello nazionale, l’Imu dovreb- be generare nella regione un get- tito addizionale pari a 1,5 miliar- di, 270 euro in media per ogni re- sidente. Altra voce di costo è l’Iva e il suo previsto aumento. Secondo le previsioni del governo dal 1° ottobre l’aliquota ordinaria pas- serà dal 21 al 23% e poi dal 1° gen- naio 2013 al 23,5%. Lo stesso ac- cadrà a quella ridotta che nello stesso arco temporale aumen- terà dal 10 al 12,5%. “L’aumento dell’Iva – spiega Giulio Marcon, portavoce della campagna Sbi- lanciamoci – colpisce indipen- lo Stato oltre 10 miliardi di euro. La prima analisi scientifica su quanto costerà la manovra ai cit- tadini della Regione porta la fir- ma della Cgil e di Sbilanciamoci, la campagna cui hanno aderito numerose associazioni tra cui Legambiente, Emergency, Wwf. Il primo dato riguarda l’anno in corso, al termine del quale ogni cittadino avrà versato 424 euro (circa 1.000 per ogni nucleo fa- miliare). Il costo della manovra crescerà nel 2013 arrivando a 479 euro a persona per poi tornare a scendere nel 2014 e 2015 a 439 euro. Nei prossimi quattro anni Dieci miliardi di prelievo nel Lazio fra le regioni più colpite dalla manovra Lo squilibrio causato dalla forte incidenza di pensionati e dipendenti Fra nuove tasse e rincari, il costo per famiglia non sarà inferiore a 1000 euro quest’anno e andrà ancora peggio nel 2013. La novità più pesante è sicuramente l’Imu sulla prima casa ROMA ECONOMIA ROMA X MARTEDÌ 14 FEBBRAIO 2012

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OggiUNINDUSTRIA

Presentazione dell’“Annuario delLavoro 2011” con il presidenteAurelio Regina e i leader sindacaliCamusso, Bonanni, Angeletti (ore10, piazza Jose' San Martin 1).

DomaniAMBIENTE

Presentazione "Osservatorionazionale dei distretti italiani" conil ministro dell'Ambiente, CorradoClini (ore 9,30, Unioncamerepiazza Sallustio 21).

DomaniBUSINESS RUN

Presentazione della X edizionedella maratona degli imprenditoricon il sindaco Alemanno e ildirettore Cna Tagliavanti (ore11,30, piazza del Campidoglio 55).

Lunedì 20

SPQR

Presentazione del volume “Sonoproduttivi questi romani” basatosui Personaggi di RomaEconomia

(ore 19, Circolo Aniene,Lungotevere Acqua Acetosa 119).

DomaniCONFCOMMERCIO

Convegno "Donne e governance"con il presidente di Carlo Sangalli,e il ministro della Giustizia, PaolaSeverino (foto). Ore 10, piazza G.G. Belli 2.

Calendario

DANIELE AUTIERI

QUANTO hanno pagato equanto pagheranno i cit-tadini laziali per salvare

l’Italia? Nella grande manovraintrapresa dal governo Montiper rimettere in sesto i conti delPaese, ogni regione ha fatto lasua parte, anche se qualcuna,per effetto delle imposte locali,della composizione produttiva edella grande presenza di lavora-tori pensionati, è stata chiamataa dare di più. È il caso del Lazioche da oggi al 2015 parteciperà aldecreto Salva-Italia versando al-

ogni residente del Lazio pagheràallo Stato in termini di tasse, ac-cise, mancati sgravi sociali o taglialle pensioni 1.780 euro.

A questi costi vanno aggiuntiquelli delle manovre estive delgoverno Berlusconi che pese-ranno sulle tasche nei prossimiquattro anni per oltre 500 euro apersona. Sommando gli oneri siscopre che il valore totale delledue manovre per il Lazio sarà di13,3 miliardi di euro e di 2.323 eu-ro per ogni cittadino.

Insomma tutti saranno chia-mati a fare la loro parte anche se,spacchettando le misure inserite

nel Salva-Italia, qualcuno dovràdare più degli altri. Un capitolofondamentale è quello dell’Imu,la nuova imposta sulla casa, cal-colata in base alle rendite cata-stali attraverso un meccanismoprevisto dal decreto. Su scala na-zionale il governo prevede ungettito netto di circa 11 miliardidi euro l’anno e grazie alle infor-mazioni sul valore dello stockimmobiliare in Italia contenutonelle pubblicazioni dell’Agenziadel Territorio è possibile stimarel’impatto della misura su baseregionale. Essendo il valore im-mobiliare del Lazio pari al 16% di

quello nazionale, l’Imu dovreb-be generare nella regione un get-tito addizionale pari a 1,5 miliar-di, 270 euro in media per ogni re-sidente.

Altra voce di costo è l’Iva e ilsuo previsto aumento. Secondole previsioni del governo dal 1°ottobre l’aliquota ordinaria pas-serà dal 21 al 23% e poi dal 1° gen-naio 2013 al 23,5%. Lo stesso ac-cadrà a quella ridotta che nellostesso arco temporale aumen-terà dal 10 al 12,5%. “L’aumentodell’Iva – spiega Giulio Marcon,portavoce della campagna Sbi-lanciamoci – colpisce indipen-

lo Stato oltre 10 miliardi di euro.La prima analisi scientifica su

quanto costerà la manovra ai cit-tadini della Regione porta la fir-ma della Cgil e di Sbilanciamoci,la campagna cui hanno aderitonumerose associazioni tra cuiLegambiente, Emergency, Wwf.Il primo dato riguarda l’anno incorso, al termine del quale ognicittadino avrà versato 424 euro(circa 1.000 per ogni nucleo fa-miliare). Il costo della manovracrescerà nel 2013 arrivando a 479euro a persona per poi tornare ascendere nel 2014 e 2015 a 439euro. Nei prossimi quattro anni

Dieci miliardi di prelievo nel Laziofra le regioni più colpite dalla manovraLo squilibrio causato dalla forte incidenza di pensionati e dipendenti

Fra nuove tasse e rincari,il costo per famiglia nonsarà inferiore a 1000 euroquest’anno e andrà ancorapeggio nel 2013. La novitàpiù pesante è sicuramentel’Imu sulla prima casa

ROMAECONOMIAROMA ■ X

MARTEDÌ 14 FEBBRAIO 2012

la Repubblica

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dentemente dal reddito e in uncontesto economico incerto erecessivo rischia di frenare anco-ra di più i consumi. Per rendere lamisura efficace sarà necessariaaccompagnarla a una serrata lot-ta all’evasione, destinata ad au-mentare con aliquote più alte”.

In effetti, insieme alla Lom-bardia, il Lazio è la regione chepagherà di più l’aumento dell’I-va: 111 euro pro capite nel 2012che diventeranno 553 nel 2015. Ildecreto Monti è poi intervenutoanche sull’addizionale Irpef che,a livello nazionale, passeràdall’1,2% all’1,23%. Nel Lazio,

dove questa è già all’1,7% per col-mare il disavanzo sanitario, l’au-mento farà toccare all’impostaquota 1,73%. In questo caso i ro-mani pagheranno in più all’anno49 euro. Un ulteriore impoveri-mento sarà poi legato al manca-to adeguamento delle pensionial costo della vita: questo signifi-ca che circa 540mila pensionatinel Lazio vedranno cadere il va-lore reale dei propri trattamentipensionistici di 341-359 milionidi euro ogni anno. L’ultimo in-tervento riguarda invece le acci-se sui carburanti. Nel 2012 gli ef-fetti del decreto hanno portato

un incremento di 9,1 centesimiper litro a cui si debbono aggiun-gere i 2,5 centesimi della RegioneLazio. Nella regione i due au-menti dovrebbero generare ungettito annuale di 186 milioni dieuro che per ogni residente rap-presentano una media di altri 40euro l’anno.

Fin qui il risanamento neces-sario per rimettere in sesto i con-ti italiani: da adesso, però, voci eparametri economici dovrannoessere calcolati a fine mese perfar tornare il pallottoliere dellespese familiari.

L’intervista

“Subito una politica del lavoroe il rilancio delle infrastrutture”«IMPRENDITORI, Comune

di Roma e Regione Lazio de-vono fare la loro parte». È

l’appello lanciato da Claudio Di Be-rardino, segretario generale dellaCgil di Roma e Lazio, di fronte agli ef-fetti della manovra sui cittadini la-ziali. «I lavoratori sono chiamati a fa-re i conti con un taglio del reddito le-gato alle nuove tasse e parallela-mente a fronteggiare gli effetti dellacrisi, che continuano a manifestarsiin termini di licenziamenti e cassaintegrazione. In particolare la Regio-ne dovrebbe fare di più: non bastaarginare le crisi aziendali solo con lacassa integrazione, ci vuole una po-litica del lavoro, e interventi direttiper finanziare le infrastrutture».

E agli imprenditori cosa chiede-te?

«Più coraggio negli investimentisuperando le logica del profitto per-ché in una situazione di emergenzacome questa agiscano insieme ai la-voratori per uscire dalla crisi. Alcunicasi gravissimi come Sigma Tau cidimostrano che questo non sta av-venendo».

Perché la situazione laziale è piùcritica di molte altre?

«Nel 2011 la cassa integrazioneordinaria ha raggiunto i 67 milioni diore. Nello stesso anno è aumentatala cassa in deroga di 1,8 milioni arri-vando a 18 milioni di ore. Questo è il

terzo anno consecutivo che si chiu-de con la crescita della cig. La primaconseguenza, oltre al rischio di per-dita del lavoro, è la riduzione del red-dito. Nel Lazio si perdono ogni anno500 milioni di reddito sottratti aiconsumi. Se aggiungiamo la disoc-cupazione giovanile, vicina al 35%nella regione, e l’esercito degli oltre500mila precari che vivono con unostipendio medio di 800 euro, esce unquadro emergenziale su cui è neces-sario intervenire».

Quali sono le realtà più difficiliintorno alle quali bisognerebbe co-struire una strategia di intervento?

«Un nuovo e preoccupante feno-meno è quello degli esodati, i lavora-tori che perdono il posto di lavorosenza aver maturato i requisiti per lapensione: 6mila nel Lazio. E poi ipensionati, una delle categorie piùcolpite dalla manovra. Il 70% dellepensioni riconosciute dall’Inps nelLazio non supera i 700 euro».

La manovra è stata necessariaper rimettere in sesto i conti. Cosafare adesso per evitare pericoloseconseguenze?

«Impegnarsi su quattro piani: illavoro, il fisco, il sociale, e la legalità.Partendo dal territorio: enti localisono i primi chiamati a dare risposteai bisogni dei cittadini».

(d.aut.)

È indispensabileun grande pattofra sindacatie imprenditori

Il caso Sigma Taudimostra quantodifficili siano irapporti in fabbrica

Claudio Di Berardino

1,3 milioni, facendo registrareuna variazione superiore al100%. Ampio l'incremento del-le ore di cassa ordinaria autoriz-zate nell'industria, che passanoda 281 a 894 mila, mentre crescein misura più contenuta il mon-te ore autorizzato nell'edilizia(+26,2%, da 355 a 448 mila). Perla cassa integrazione straordi-naria si rileva un incrementopari al +50,1% (da 1,1 a 1,6 mi-lioni): le ore autorizzate nell'in-dustria aumentano dell'81,8%(da 841mila a 1,5 milioni), afronte di diminuzioni del 68,7%(da 118 a 37mila) nel commer-cio e del 79,2% (da 99 a 21 mila)nell'edilizia. Note negative ri-spetto al resto del Paese ancheper la tanto discussa cassa inderoga: contrariamente all'Ita-lia, fa registrare un +39% (da 792mila a 1,1 milioni).

In Italia invece, come si dice-va, la situazione migliora leg-germente a gennaio: «Nel pri-mo mese del 2012 - si legge nelrapporto - si rileva un decre-mento della cassa integrazionetotale dell'8,5% (da 60,1 a 55 mi-lioni) rispetto allo stesso mesedel 2011. Nel periodo in analisiper la cassa ordinaria si osservaun incremento delle ore totali(+11,1%), da attribuire esclusi-vamente alle autorizzazioni ri-guardanti l'industria (+23,1%),mentre le ore relative al settoreedile risultano in calo (-24,2%)». Insomma, il Lazio stadecisamente peggio del restod’Italia. Localmente si trovanosituazioni di forte criticità: inprovincia di Frosinone la cassacresce di più del 74% e a Rieti ad-dirittura del 300%.

ANDREA RUSTICHELLI

«NEL Lazio, in contro-tendenza con il da-to nazionale, la cas-

sa integrazione totale cresce del62,1%: da 2,5 a 4 milioni di oreautorizzate in gennaio rispettoallo stesso mese dell’anno scor-so». È la poco lusinghiera con-clusione cui giunge il “Rappor-to sulla cassa integrazione gua-dagni nel Lazio per il mese digennaio” elaborato dal centrostudi Unindustria. All’internodi questo quadro preoccupan-te, risulta in forte aumento lacassa integrazione ordinaria: leore totali salgono da 636 mila a

L’allarme di Unindustria: va peggio che nel resto del Paese

Cassa integrazionerecord a Rieti e Frosinone

Il casoOSSERVATORIO

NUOVE TASSE

Nella foto, la sede diEquitalia: con l’Imusugli immobili, cheraccoglie l’ereditàdella vecchia Ici, econ l’aggravarsi diuna ricca serie di altreimposte come l’Irap el’Ires, la pressionefiscale sulle impresefiscali supera il 41% ediventa fra le piùpesanti del Paese

Imprese, sempre più sfavorevolile condizioni nella capitale

NEL 2011 la pressione fiscaleper le imprese di Roma e delLazio è stata fra le più alte in

Italia. La situazione non accenna amigliorare, anzi le previsioni per iprossimi anni parlano di cifre addi-rittura in crescita. A fare la differenzasono, sicuramente, le imposte localicome la nuova Imu, l’Irap (impostaregionale sulle attività produttive)ma anche le addizionali regionali ecomunali all’Irpef. A tali prelievi de-ve essere aggiunta l’Ires, imposta sulreddito delle società. È l’Irap la tassapiù odiata dagli imprenditori che, sein Veneto, Lombardia o Piemonte siattesta al 3,90% (il riferimento è al-l’aliquota ordinaria), nell’ultimo an-no nel Lazio è salita al 4,82%, al se-condo posto nella scala delle aliquo-te più elevate (la massima è a 4,97%).Se a questo sommiamo l’Ires, pari al27,5%, è evidente che in un momen-to di crisi come l’attuale sopravvive-re per una piccola e media impresa èuna scommessa.

Inoltre, con l’introduzione dell’I-mu dal 2012, con un’aliquota proba-bilmente per il primo anno pari al 7,6per mille, la pressione complessivafiscale arriva al 41% sull’utile d’im-presa. Nel Lazio, quindi, e nella Capi-tale le condizioni in cui le imprese so-no costrette ad operare sono così sfa-vorevoli che la domanda che oggi do-vremmo porci è non tanto “Perché leimprese arrancano?” quanto “Per-ché ne sopravvivono ancora tante?”Conosciamo i cahiers de doléancessui limiti strutturali del Paese, dallapressione fiscale alla burocrazia, dal-la giustizia civile agli sprechi pubbli-ci. Sono fattori di criticità ma la clas-se dirigente degna di questo nomenon può non darsi delle chiare prio-rità frutto di un’analisi onesta, non

ideologica, e sorretta da dati. L’obiet-tivo è la crescita che avviene attraver-so gli investimenti. La priorità, conevidenza empirica, la si trova nell’ul-timo rapporto della Banca mondialeche ratifica come oggi in Italia il pesodel fisco sull’utile commerciale delleimprese sia in assoluto il valore piùalto tra tutti i Paesi Ocse. L’Italia viag-gia con una pressione fiscale sulleimprese di 15 punti percentuali su-periori ai competitori. La pressionefiscale sui produttori di ricchezza è lapriorità se vogliamo riprendere a cre-scere.

È plausibile che oggi non sia possi-bile evitare un aumento della pressio-ne fiscale complessiva, ma ci si puòaspettare che il governo, prima dellafine della legislatura, torni sul fisco perabbassare le tasse e restituire risorse achi intende usarle per investire, crea-re valore, innovare. Ma è diffusa la di-sillusione sulle capacità a breve dellaclasse politica italiana e pochi credo-no che questa, dopo la parentesi delgoverno tecnico, diventi ipso factopiùseria ed efficace. Il timore e che chi ar-riverà dopo Monti approfitti delle tas-se più alte per continuare a fare cassae spendere tanto e male, senza che aiproduttori di ricchezza per il paesetorni nulla da investire per la crescita.Dovrebbe essere Monti, da tecnicoresponsabile e autorevole, ad abbat-tere il differenziale tra noi e gli altriproduttori europei e con un atto eco-nomico e morale restituire quantoguadagnato dalla lotta all’evasione achi produce valore e innovazione peril Paese, così da facilitare la vita a lavo-ratori e imprese.

Rosario Cerra, presidenteFederServizi-Confcommercio

Roma

In tutte le cinque provincei dati di gennaiosono peggiori della mediadell’Italia:la crisi continuaa colpire l’industria, i servizie l’edilizia

Di Berardino (Cgil): “Inaccettabili tagli del reddito così violenti”

ROMA ■ XI

@MARTEDÌ 14 FEBBRAIO 2012

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PER SAPERNE DI PIU’

www.cgil.itwww.confcommercio.it

TASSA SULLA CASA

La nuova Imu checolpirà tutte leabitazioni è la voce piùpesante della manovra

€ 2.462,35. = Detrazione fiscale 36 o 55%

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Martedì 14 febbraio 2012

OPINIONI NUOVE - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004, n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano

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FONDATORE VITTORIO FELTRI DIRETTORE MAURIZIO BELPIETRO

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ANNO XLVII NUMERO 38 EURO 1,20*

PRIMARIE DISASTRO

PD: PARTITO DEI PERDENTIDopo la Puglia, Milano, Napoli e Cagliari, durissima sconfitta anche a Genova

E ora Bersani trema per Palermo. Saltano un po’ di teste, ma non abbastanza

di MAURIZIO BELPIETRO

Premessa: da quando è diventato se-gretario, Bersani mi sta simpatico.L’idea che ne avevo prima era di untetro burocrate del Partito comunista,certo non un leader carismatico. Mauna volta al vertice, questa immagineha lasciato spazio a un tratto più pia-cevole. Sarà per l’imitazione che ne faCrozza, sarà perché appena elettoD’Alema e compagni hanno provato afargli le scarpe, sta di fatto che nonriesco a parlarne male. Eppure qual-cosa da dire ci sarebbe, per lo menosu quel che sta succedendo nel par-tito da quando lui ne ha preso il timo-ne.

Come è noto, non si era ancora se-duto sulla poltrona che fu di WalterVeltroni e poi di Enrico Franceschini,che già si ritrovò tra le mani (...)

segue a pagina 3

L’ABILITÀ SINISTRA

DI FARSI DEL MALEdi GIAMPAOLO PANSA

Non c’è pace sotto la Quercia. Lasconfitta di Genova, dove a vincerele primarie per il sindaco è stato ilcandidato di Nichi Vendola, potevaessere prevista. Esistevano tutte lecondizioni perché il fattaccio acca-desse. Ma la più importante non erala guerra interna fra due signoreconcorrenti, entrambe del Pd: il sin-daco uscente Marta Vincenzi e la se-natrice Roberta Pinotti, destinate adannullarsi a vicenda. Il motivo vero èun altro: l’incapacità degli eredi delvecchio Pci a scegliere con chiarezzail proprio destino politico. Genova èsempre stata una città rossa.

Durante la guerra civile, il partitoegemone era quello guidato, alnord, da Luigi Longo e da PietroSecchia. Poteva contare (...)

segue a pagina 2

Contro la recessione

Perché l’articolo 18va abolito subito

MANI PULITE 20 ANNI DOPO

Dal primo arrestoalla cella usata come arma

di FILIPPO FACCI

a pagina 13

Diminuite del 26% dopo il «salva Italia»

Monti fa scappare le partite Ivadi GIULIANO ZULIN

Vi ricordate il decreto salva Italia? O meglio, le cin-quanta tasse imposte da Mario Monti? Bene, final-mente possiamo vedere i primi effetti. A dicembre,ovvero quando è stata varata la manovra lacrime esangue, il numero di partite Iva aperte è calata del26,4% rispetto al mese di novembre. Sì, c’è la crisi, ein effetti il dato annuale (2011 su 2010) segnala (...)

segue a pagina 10

Ancora sangue a Milano: Pisapia tace

Non sparate sul vigile che ha ucciso il banditodi ALBINA PERRI

Per puro caso questa voltaquello più veloce col grilletto èstato il vigile. Buon per noi,non per lui. Perché l’agente halasciato a terra con un colpo alcuore un sudamericano disar-mato. E non sarà facile con-vincere i buonisti che lo hafatto per dovere. (...)

segue a pagina 20

CATERINA MANIACI a pagina 15

segue a pagina 7

di CARLO PELANDA

Ora si fa sul serio. Per la crescita ser-ve la sostituzione dell’Articolo 18dello Statuto dei lavoratori con unnuovo meccanismo ditutela megliocompatibile con i requisiti di svilup-po delle imprese. Tale misura serveimmediatamente perché potrebbeattutire la recessione in atto, (...)

Gli errori dell’Europa

Occhio al contagiodella rabbia greca

segue a pagina 16

di DAVIDE GIACALONE

Nonesiste soloilcontagio dellacri-si, perché l’idea, pessima, di mette-re democrazia e mercato in con-traddizione minaccia di scatenareun’epidemia. Guardiamo la piazzagreca e domandiamoci cosa succe-derebbe, in qualsiasi parte d’Euro -pa, in condizioni (...)

Solo un deputato su quattro mette on line i suoi beni

I patrimoni che la Casta vuol nascondere

di FRANCO BECHIS

Non si può dire che chi comandaabbia dato un gran buon esempio.Pressato dai radicali, il presidentedella Camera Gianfranco Fini haceduto alla richiesta di trasparenzapermettendo ai deputati che loavessero voluto di mettere on linesul sito Internet dell’istituzione leloro dichiarazioni patrimoniali. Ac-cade in ogni democrazia moderna,era curioso che solo in Italia si cer-casse di proteggere quei redditi conuna incomprensibile privacy. (...)

segue a pagina 11

Lo scoop di «Libero»

Il vescovo di Ivreaconferma:«Penso che il Papasi dimetterà»

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11Martedì 14 febbraio 2012ITALIA

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::: I TESORI DEI POLITICI

Dalle «bugie» di Bersani al Colombo «barbone»

I patrimoni che la Casta vuol nascondereSolo un parlamentare su quattro ha dato l’ok alla pubblicazione on line di redditi e proprietà. Dati pieni di sorprese...

(...) Una volta all’anno sarebbero staticonsultabili, a patto di non fare fotoco-pie, offrendo così ai cittadini una infor-mazione per forza incompleta. Cadutoil muro del regolamento, almeno un

parlamentare su quattro ha deciso dimettere quel minimo di dati patrimo-niali a disposizione di tutti. Ma Fini si èben guardato dal farlo.

Insofferente come si è dimostrato adogni indagine giornalistica sul suo pa-trimonio diretto e indiretto (quello im-mobiliare è intestato alla moglie, Elisa-

betta Tulliani), il presidente della Ca-mera ha preferito girare alla larga: ulti-mo dei suoi interessi è essere primo intrasparenza. Così quando la richiesta èstata girata con analoga lettera in Sena-to, spiegando cosa era accaduto a Mon-tecitorio, il presidente Renato Schifaniha seguito in tutto e per tutto l’esempio

fornito da Fini: via libera ai senatori cheavessero voluto, ma il numero uno dipalazzo Madama non voleva sfiguraremettendo in imbarazzo il suo collega.Le istituzioni così hanno dato picche.

Fra i volenterosi non mancano inve-ce molti vip della politica. Diamo percerta la loro buona fede, purtroppo però

molte dichiarazioni patrimoniali la-sciano in sospeso verità che sarebberonecessarie. Quella del segretario del Pd,Pier Luigi Bersani, dice perfino una pic-cola bugia sulle proprietà immobiliariche poi è corretta dal suo 730. Ma è inu-tile mettere on line i dati se poi solo icommercialisti sono in grado di leggerli

Ha una Renault Megane. Si è affidato alCaf della Cna che gli fa fare una figu-raccia. La voce «beni immobili» è vuotama nel suo 730 figurano 15.808 euro alrigo «redditi da fabbricati». Ha il 50% didue fabbricati su cui paga 295 euro di Ici,ha una rendita di 2.199 euro e incassa lametà di un affitto da 31.616 euro all’anno.Ha mentito alla Camera ma non al fisco.

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PIER LUIGIBERSANI

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RENATOBRUNETTA

Guadagnava bene prima di fare il mi-nistro (247.959 euro), e ha finito pure perguadagnarci: nel 2010 è salito a 279.129euro. Ma ha perso rispetto al 2009, quan-do erano 309.555. Il professore è appas-sionato di immobili: ne aveva quattro aVenezia, Ravello, Roma e in provincia diPerugia. Ha ereditato poi al 50% un ap-partamento e un magazzino a Venezia.

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PIER FERDINANDOCASINI

Più che un politico, il borsino di una ban-ca. Il leader del Terzo Polo passa moltotempo a comprare e vendere titoli dall’I-Pad in mezza Europa. Nel 2007 possedeva489 azioni Intesa-San Paolo, 115 Unicre-dit e 400 della Banca di credito coope-rativo Alto Reno. L’ultimo anno ha pun-tato tutto Passera, facendo incetta dei ti-toli Intesa-San Paolo.

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FURIOCOLOMBO

Non ci crederete, ma l’ex presidente di FiatUsa, ex direttore dell’Unità, editorialistadel Fatto quotidiano e parlamentare ènullatenente. Non ha proprietà alcuna.Così almeno lui dichiara da 4 anni. ComeD’Alema ha messo on line i suoi dati, manon consente di stamparli. Le sue quattrodichiarazioni dei redditi indicano in serie:454.206, 400.679, 392.699 e 414.943 euro.

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MASSIMOD’ALEMA

Il suo patrimonio resta identico al 2007:una Audi A3 del 2004, una Smart del 2006e la barca Stars 60 del 2003. Compro-prietario con la moglie Linda Giuva dellacasa a Roma. Il suo reddito era di 172.283euro nel 2007, quando era ministro e de-putato. Crollato nel 2008 a 144.178 euro,sceso a 126.053 euro nel 2009. Nell’ultimadichiarazione si è ripreso: 165.525 euro.

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MASSIMODONADI

È avvocato e continua ad esercitare la pro-fessione mentre fa il parlamentare. La suadichiarazione patrimoniale presentata aMontecitorio non è proprio cristallina. Hauna partecipazione del 50% nella Tina-max srl di Venezia. Ma non spiega che èun’immobiliare, attraverso cui controlla(questo lo dice il catasto) altri due im-mobili ad uso ufficio.

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ANNAFINOCCHIARO

La signora in rosso non ha azioni, néauto a lei intestate. È partita nel 2007con la comproprietà di otto fabbricati eun terreno in Sicilia, più la nudaproprietà e l’usufrutto di altri duefabbricati. Strada facendo si è fattacasa anche a Roma in comproprietà. Ilsuo reddito 2008 era 116.556 euro. Nel2010 era 117.481 euro. (Olycom)

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DARIOFRANCESCHINI

Il vice per eccellenza nel Pd ha iniziato lalegislatura con 220.419 euro di reddito,una casa a Roma ad uso abitazione, dueauto e 100 azioni della Cassa di risparmiodi Ferrara. A quattro anni di distanza ilreddito è restato più o meno uguale: 225mila euro, dopo avere toccato l’anno scor-so i 261 mila euro. Le azioni della Cassa diFerrara sono raddoppiate: da 100 a 202.

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FABIOGRANATA

Un finiano fra i pochi che hanno messola dichiarazione online. Non riportan-do nulla sui suoi familiari, risulta nul-latenente. Più si attacca a Fini, più gua-dagna. Nel 2007 era ancora in An e di-chiarava 116.978 euro. L’anno dopoGranata era nel Pdl, e ci ha perso: 96.698euro. Allora ha iniziato a smarcarsi:redditi raddoppiati a 189.443 euro.L’escalation non finisce più: ultima di-chiarazione: 210.311 euro… (Olycom)

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ROBERTOMARONI

Nella sua prima dichiarazione dei redditiMaroni rivela quasi tutto: comproprietàdi casa a terreno a Lozza (Varese). Due FiatPanda, una in comproprietà e una in usoalla figlia. Una Audi A4. E perfino il 33% diuna vecchia barca a vela: 16 metri. Red-dito imponibile: 220.125 euro. L’anno do-po scende a 156 mila. Terzo anno risale a171 mila. Il quarto anno resta identico.Maroni però compra casa con la moglie aVarese e vende un auto.

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ROBERTAPINOTTI

La gran sconfitta Pd alle primarie di Ge-nova ha denunciando la comproprietà diquattro fabbricati a Genova, due a CesanaTorinese e una Lancia Lybra 1900 del2004. Il marito aveva una imbarcazioneda 3 cavalli del 2005. Il reddito comples-sivo era di 164.555 euro. Il reddito è scesodi 30 mila euro circa passando all’op -posizione senza incarichi istituzionali,ma le proprietà sono aumentate, riscat-tando in due immobili la quota di terzi.

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WALTERVELTRONI

La prima dichiarazione dei redditi diceva487.432 euro. L’anno dopo siamo già allametà (finiti i diritti di autore): 238.768euro. Terzo anno di legislatura, altra ero-sione: 223.791 euro. Quarto e ultimo anno,si arriva a 151.366 euro. Nessuna proprie-tà, ma anche questo è vero a metà: la bellacasa è intestata alla moglie, ma resta infamiglia. Lei non acconsente alla pubbli-cazione, e quindi la dichiarazione patri-moniale di Walter parla solo di politica…

::: segue dalla primaFRANCO BECHIS

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È un vero e proprio pasticcio quello che si sta verifi-cando a Milano, all’indomani della sentenza della

Consulta che ha messo fuori gioco la normativa lombar-da che consentiva di realizzare ristrutturazioni con demo-lizione e ricostruzione non rispettando la sagoma origina-ria.

Il Comune – che non ha in programma alcuna circola-re per dirimere la questione – ha infatti inviato uncentinaio di lettere di diffida per bloccare gli interventinon ancora partiti che a questo punto dovranno subiremodifiche nel progetto, pena il blocco definitivo delcantiere. Nessuna conseguenza, invece, per i cantieri giàultimati. Ma il pasticcio si complica, a detta degli archi-tetti, perché non tutti i funzionari starebbero accettandola soluzione delle varianti.

CARBONARO A PAGINA 11

Dopo lo stop della Consulta

C inque interventi legislativi, uno di seguito all’altro e inqualche caso persino di segno opposto, sulle grandi opere

sono intervenuti in questi ultimi otto mesi ben sei provvedimen-ti: il primo, il decreto sviluppo del maggio scorso, ha tentato difrenare la spesa ponendo un tetto alle varianti, alle operecompensative e alle riserve. L’ultimo (il Dl Semplificazioni, invigore dal 9 febbraio) ha sistemato l’impasse dei certificati per ilavori che le nostre grandi imprese hanno svolto all’estero,finora difficili da utilizzare per qualificarsi negli appalti.

Nella guida di «Edilizia» per orientarsi tra la valanga dimodifiche sono indicate le novità in ordine alfabetico, ma anchela data di entrata in vigore e le eventuali norme transitorie.

SAVELLI E UVA ALLE PAGINE 6-7

Strumento chiave la permuta immobiliare, ma salta il project financing

I l Governo sposa le tesidell’Ance sulle opportuni-tà di sfruttare la permutaper ammodernare radical-

mente il patrimonio edilizio sco-lastico, e nel decreto Semplifi-cazione (Dl 9 febbraio 2012, n.5, sulla «Gazzetta» n. 33 del 9febbraio) lancia un piano straor-dinario basato sul coinvolgi-mento di imprese e investitoriprivati.

Saranno i Comuni a dover“inventare” operazioni che sap-piano mettere a disposizione de-gli investitori privati le vecchiestrutture scolastiche, in cambiodell’investimento per realizzarenuovi plessi. L’obiettivo saràanche accorpare piccoli Comu-ni in consorzi che mettano insie-me risorse immobiliari e proget-ti di nuove scuole “di compren-sorio”.

Tuttavia la norma (articolo53) si dimentica di elencare ilproject financing, come invecefaceva un primo testo passatoin Consiglio dei Ministri, come

strumento per coinvolgere i pri-vati. «La norma nasce zoppa»fa notare l’Ance.

ARONA, CARBONARO E VOCI PAG. 2-5

INTERNET

Gli edificifuori sagomae il pasticciodi Milano

@

Nuove scuole, privati a metà

IL PACCHETTO

LERBINI A PAGINA 14

Quella mossaadesso ètroppo timida

È in parte un rebusquella vistosa assen-

za tra le misure che l’arti-colo 53 del Dl Semplifica-zione elenca come stru-menti per far decollare ilpartenariato pubblico-pri-vato (Ppp) nella costruzio-ne di nuove scuole. C’è lapermuta, ci sono i fondiimmobiliari, ma manca ilriferimento alle norme delcodice appalti sulla con-cessione di costruzione egestione, strumento princi-pe del Ppp.

La norma era presentenella prima versione deldecreto legge, ma è scom-parsa da quella pubblica-ta. Il testo non introduce-va dal punto di vista nor-mativo nulla che non fos-se già possibile, ma incen-tivava i Comuni a mette-re a disposizione dei pri-vati diritti edificatori, pre-mi di cubatura, sconti sul-le tasse locali e gli oneridi urbanizzazione. Il mini-stero dell’Economia si èspaventato che questimeccanismi creassero bu-chi nei bilanci locali, mache senso ha promuovereil Ppp senza utilizzare ilproject financing, che neè lo strumento per antono-masia?

DALL’ENEL 25 LOTTIPER POTENZIARE LA RETE

Valutazione infrastrutture,operativo il monitoraggioSono stati pubblicati in «Gazzetta Ufficia-le» i due Dlgs approvati dal Governo il 29dicembre che introducono per la primavolta in Italia la valutazione ex ante ed expost delle opere pubbliche (il primo) e ildefinanziamento automatico di contributistatali se l’opera non parte entro tempiche sempre dovranno essere prefissati (ilsecondo).

SERVIZIO A PAGINA 12

Roma, la metro C resta in bilicoIncertezze sul prolunga-mento della metro C aRoma (nella foto unatalpa). Roma Metropoli-tane ha chiesto al gene-ral contractor una riformulazione dellaproposta ritenuta troppo onerosa e quindiirricevibile.

DEL RE A PAGINA 10

Nuova autostrada in LombardiaPartirà in estate la procedura di project fi-nancing per la nuova autostrada Bergamo-Treviglio. L’opera, da 250 milioni, colleghe-rà la Pedemontana alla Brebemi. Il via libe-ra è arrivato dalla conferenza dei servizi

CARBONARO A PAGINA 9

Piano casa, restyling in CampaniaIl restyling al piano casa campano è conte-nuto nella legge finanziaria regionale ap-pena pubblicata in Bur. Tra le modificheil trasferimento ai Comuni delle compe-tenze sull’antisismica e l’abolizione delleprocedure semplificate per le autorizzazio-ni paesaggistiche.

SERVIZIO A PAGINA 12

Il Dl Semplificazione rilancia la realizzazione di altre strutture: piano di edilizia entro un mese

UN PATRIMONIO IMMOBILIARE A RISCHIO

Infrastrutture: le modifiche

SemplificazioniIl decreto legge 5/2012

con le sanzioni più flessibili

per gli appalti

Opere pubblicheI decreti che avviano

il monitoraggio dei fondi

QuesitiLe risposte degli esperti

su urbanistica e ambiente

■ Nei bandi previsteinstallazioni e manutenzioni

La percentuale di edifici scolastici da ristrutturare

www.ediliziaterritorio.ilsole24ore.com

FORUM PROTAGONISTI

1 Dl 70/2011 - Tetto avarianti, riserve e com-pensazioni

2 Legge 183/2011 - Defi-scalizzazione investi-menti in infrastrutture

3 Dl 201/2011 - Conces-sioni estese alle ope-re connesse

4 Dl 1/2012 - Projectbond anche in fase dicostruzione

5 Dl 5/2012 - Lavori al-l’estero utilizzabili inItalia

Grandi opere, 5 tappeper una maxiriforma

613- 18 FEBBARIO2012

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T rasferimento ai Co-muni delle competen-ze sulle misure antisi-smiche degli edifici, ri-

pristino del riferimento aglistrumenti urbanistici generaliper le distanze minime e le al-tezze massime dei fabbricati. Eancora, abolizione delle procedu-re semplificate per le autorizza-zioni paesaggistiche, possibilitàper le amministrazioni comunalidi adottare, anche in deroga aglistrumenti urbanistici, il rapportodi copertura massimo per gli inse-diamenti produttivi e di utilizzaregli immobili abusivi nei program-mi di valorizzazione o dismissio-ne dei beni.

Sono le modifiche al Piano ca-sa della Campania introdotte dal-la Finanziaria regionale 2012(legge 1 del 27 gennaio 2012) eche interessano sia la prima ver-sione della norma (19/2009) chela seconda (1/2011). Le novitàsono nero su bianco agli articoli4-bis e 52 (commi 11 e 12) deldocumento approvato dal consi-glio regionale e pubblicato nei

giorni scorsi sul Burc. Si partedalla semplificazione delle auto-rizzazioni sismiche rilasciate da-gli uffici provinciali del GenioCivile. Con le modifiche contenu-te in Finanziaria, infatti, le ammi-nistrazioni comunali, in formasingola o associata, potranno otte-nere il trasferimento delle funzio-ni facendone richiesta alla Regio-ne entro il prossimo fine marzo,mentre per gli anni futuri saràpossibile inoltrare le istanze en-tro il 31 gennaio. Restano di com-petenza del Genio Civile le prati-che relative a opere pubbliche, diinteresse pubblico e le costruzio-ni private di altezza superiore ai10,50 metri.

Il provvedimento è stato vara-to per mettere fine ai ritardi accu-mulati nel rilascio dei nulla ostaa seguito delle disposizioni dellalegge regionale 19/2009 che hadeterminato un incremento delleattività, stabilendo che i progettivadano controllati tutti, senza di-stinzione. «L’obiettivo – spiegal’assessore regionale ai Lavoripubblici, Edoardo Cosenza – èdi velocizzare le procedure, ve-nendo incontro alle esigenze di

professionisti e imprenditori. Aquesta iniziativa seguiranno a bre-ve novità sul fronte dell’informa-tizzazione degli uffici».

Cassata anche la norma cheprevedeva la deroga per la deter-minazione delle distanze minimee le altezze massime dei fabbrica-ti. Con l’abolizione della letterai) del comma 1 all’articolo 1 del-

la legge regionale 1/2011 vieneripristinato il riferimento aglistrumenti urbanistici generali oalle norme nazionali. Altra impor-tante novità riguarda le autorizza-zioni paesaggistiche. È abrogato,infatti, l’articolo 2-bis della leggeregionale 19/2009, che consenti-va procedure semplificate, comela Conferenza dei servizi, per le

autorizzazioni paesaggistiche pergli interventi di lieve entità darealizzare in zone sottoposte avincolo. «Abbiamo provveduto amodificare questo aspetto – com-menta l’assessore all’urbanistica,Marcello Taglialatela – a segui-to delle indicazioni che ci sonostate fornite dal Governo, per evi-tare accavallamenti con le compe-tenze statali in materia». I Comu-ni campani, inoltre, avranno mag-giori poteri. Con l’introduzionedel comma 3-bis all’articolo 8della prima versione del Pianocasa, potranno adottare, anche inderoga agli strumenti urbanisticivigenti, il rapporto di coperturamassimo per la realizzazione deipiani di insediamenti produttivi.Oltre alla possibilità di ristruttura-re e destinare gli immobili abusi-vi, entrati nella disponibilità co-munale, a edilizia residenzialesovvenzionata, i municipi potran-no, infine, utilizzare le strutturenon autorizzate nei programmi divalorizzazione o di dismissionedei beni, come stabilito dalle mo-diche introdotte al comma 6 del-l’articolo 12.

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Campania, restyling Piano casaPubblicata la legge finanziaria regionale 2012 con le modifiche alla legge 2009 e a quella 2011

CRONACA

TORNANO LE DISTANZE LEGALI

S ono stati pubblicati sulla «GazzettaUfficiale» n. 30 del 6 febbraio scorsoi due decreti legislativi in materia di

valutazione ex ante/ex post di opere pubbli-che e di monitoraggio delle opere (si veda«Edilizia» del 17-22 ottobre 2011, pagina13), approvati in via definitiva dal GovernoMonti nel Consiglio dei ministri del 29 di-cembre.

Il primo via libera ai due Dlgs (GovernoBerlusconi) era arrivato il 6 ottobre scorso,ma poi il parere negativo della Commissio-ne Lavori pubblici del Senato (che sottoline-ava l’eccessivo appensantimento procedura-le portato dai due decreti) faceva pensarealla possibilità che il nuovo Governo avreb-be fatto scadere la delega. Così non è stato.

Dlgs 29 dicembre 2011, n. 228 (Valuta-zione ex ante/ex post). Questi concetti ven-gono introdotti per la prima volta in Italia inmateria di programmazione delle opere pub-bliche. Entro 60 giorni un Dpcm dovrà fissa-re un «modello di riferimento» per la reda-zione, da parte di ogni Ministero, di «Lineeguida per la valutazione di investimenti inopere pubbliche». Fatte le Linee guida, ogniMinistero predispone poi un «Documentopluriennale di pianificazione», che include erende coerenti tutti i piani e programmi diopere pubbliche di propria competenza. IlDocumento – questa la novità – contiene: 1)l’analisi ex ante dei fabbisogni infrastruttura-li (analisi della domanda, studi di fattibilità,priorità d’intervento); 2) l’analisi costi-bene-fici di singoli possibili interventi da inserirenel piano; 3) la selezione delle opere, sullabase dei criteri e analisi precedenti; 4) la

valutazione ex post delle opere realizzate(entro tre anni dall’entrata in esercizio).

L’attività di verifica sarà fatta dai Nucleidi valutazione e verifica di cui all’articolo 1legge 17 maggio 1999, n. 144, supportatidal punto di vista metodologico dall’Uverdel Ministero dello Sviluppo.

Per le infrastrutture strategiche, il Docu-mento coincide con il Pis, il piano dellalegge obiettivo (che una valutazione costi-benefici delle opere – come noto – non l’hamai fatta). Tuttavia il Governo Monti, incoerenza con la logica di questo Dlgs, avevainserito all’art. 41 c. 1 del Salva-Italia unanorma che obbliga lo stesso esecutivo ainserire ogni anno nel Documento di econo-mia e finanza (Def) una selezione più strin-gente delle opere prioritarie della legge obiet-tivo.

Dlgs 29 dicembre 2011, n. 229 (Monito-raggio opere pubbliche). Tutte le ammini-strazioni pubbliche devono mettere in piediun sistema informatico per monitorare, ope-ra per opera, lo stato di pianificazione, pro-gettazione, realizzazione, funzionamento ditutte le opere pubbliche di propria competen-za. Un Dpcm dovrà stabilire (non c’è untermine) «i criteri per la definizione di unsistema di verifica dell’utilizzo dei finanzia-menti per la realizzazione di opere pubbli-che nei tempi previsti». Nel Dpcm anche la«definizione delle procedure e modalità didefinanziamento automatico delle opere incaso di mancato avvio» (riferito alle quotedi finanziamento a carico del bilancio delloStato) . A.A.

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Gli inserimenti della finanziaria campana nel piano casa

L’antisismica ai Comuni, stop agli iter veloci per i nulla osta paesaggistici

Valutazione opere pubbliche:in «Gazzetta» i due decreti

DI BRUNELLA GIUGLIANO

■ Articolo 4-bis, comma 1: le attività e le funzioni di competenza delsettore provinciale del Genio civile sono trasferite ai Comuni.

■ Articolo 52, comma 11: viene ripristinato il riferimento aglistrumenti urbanistici generali o alle norme nazionali per ladeterminazione delle distanze minime e le altezze massimedei fabbricati.

■ Articolo 52, comma 12 a): è abrogato l’articolo 2-bis dellalegge regionale 19/2009, che consentiva procedure semplifica-te per le autorizzazioni paesaggistiche per gli interventi dilieve entità in zone sottoposte a vincolo paesaggistico.

■ Articolo 52 comma 12 b): i Comuni possono adottare, anche inderoga ai propri strumenti urbanistici vigenti, il rapporto dicopertura massimo per i piani di insediamenti produttivi.

■ Articolo 52 comma 12 c): gli immobili abusivi, entrati nelladisponibilità dei Comuni, potranno essere trasformati in allog-gi di edilizia residenziale sovvenzionata

12 EDILIZIA E TERRITORIO 13 - 18 FEBBRAIO 2012

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14/02/2012 1Pag. Corriere della Sera - Ed. nazionale(diffusione:619980, tiratura:779916)

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46PRIME PAGINE - Rassegna Stampa 14/02/2012

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14/02/2012 1Pag. Il Sole 24 Ore - Sole(diffusione:334076, tiratura:405061)

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47PRIME PAGINE - Rassegna Stampa 14/02/2012

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14/02/2012 1Pag. La Repubblica - Ed. nazionale(diffusione:556325, tiratura:710716)

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48PRIME PAGINE - Rassegna Stampa 14/02/2012

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14/02/2012 1Pag. La Stampa - Ed. nazionale(diffusione:309253, tiratura:418328)

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49PRIME PAGINE - Rassegna Stampa 14/02/2012

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14/02/2012 1Pag. Il Messaggero - Ed. nazionale(diffusione:210842, tiratura:295190)

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14/02/2012 1Pag. Il Giornale - Ed. nazionale(diffusione:192677, tiratura:292798)

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51PRIME PAGINE - Rassegna Stampa 14/02/2012

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14/02/2012 1Pag. ItaliaOggi(diffusione:88538, tiratura:156000)

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14/02/2012 1Pag. La Gazzetta dello Sport - Ed. nazionale(diffusione:368484, tiratura:513197)

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53PRIME PAGINE - Rassegna Stampa 14/02/2012

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14/02/2012 1Pag. MF - Ed. nazionale(diffusione:104189, tiratura:173386)

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54PRIME PAGINE - Rassegna Stampa 14/02/2012

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il caso L'allarme registrato settimana scorsa sulle importazioni di gas dalla Russia ha riaperto il confrontosull'effettiva capacità dei produttori «verdi» di garantire erogazioni alternative nei periodi di picco massimo peri consumi EMERGENZA FORNITURE Nell'Italia sotto zero le fonti rinnovabili hanno perso la sfida Cambiano gli approvvigionamenti: bene l' eolico , frena il solare Le imprese: gli impianti devono cambiareprogrammazione La vera svolta è rendere le strutture indipendenti dal clima, grazie anche ai sistemi diaccumulo Gli esperti: il futuro? Saranno le biomasse DI ANDREA D'AGOSTINO Gli impianti da fonti rinnovabili possono essere efficaci anche in situazioni di maltempo come quelle che si

sono verificate in questi giorni? Il freddo polare su tutta la Penisola ha riacutizzato il problema della crisi

energetica, ma sta ponendo nuovi interrogativi sulle fonti alternative come il solare o l'eolico. L'inverno, si sa,

è da sempre una stagione particolare per la produzione di energia elettrica, ma i dati diffusi da Terna sul

fabbisogno di gennaio 2012 (quando l'emergenza ha iniziato a mordere) sono emblematici. Le fonti

rinnovabili coprono infatti il 24% del totale, sui livelli abituali, ma è la composizione degli approvvigionamenti a

cambiare: l'eolico garantisce infatti oltre il 5%, mentre cala il fotovoltaico (3%) e l'idroelettrico si attesta

all'11%. Resiste dunque l'erogazione di elettricità dal vento, mentre cala il solare. Cosa ne pensano i

produttori? Per Gianni Chianetta , presidente di Assosolare, «bisogna rendere gli impianti fotovoltaici

programmabili, anche in assenza di sole. Ciò per noi significa soprattutto non dover dipendere più dalla rete».

Il problema è che le rinnovabili, aggiunge Carlo Stagnaro , direttore Ricerche e studi dell'Istituto Bruno Leoni

dove si occupa di ambiente ed energia, «offrono sì il vantaggio di essere uno strumento per far fronte

all'emergenza gas, ma bisogna sempre tenere a mente che producono non quando serve, ma solo in

presenza di sole o vento». Si dovrebbe puntare molto di più sugli impianti a biomasse, centrali che, bruciando

scarti dei raccolti o letame, producono energia con un basso livello di inquinamento «ma soprattutto sono

programmabili - spiega Stagnaro -. Le biomasse, insieme all'idroelettrico, presentano le più alte prospettive di

crescita, sono le più competitive e soprattutto, una volta attivate, costano meno». Nonostante il maltempo, i

pareri degli esperti sono comunque rassicuranti. «Le basse temperature, anche estreme come quelle che

stiamo vivendo in questi giorni, non costituiscono un problema - spiega Chianetta -. Anzi, le temperature

troppo alte possono ridurre le perfomance dei pannelli fotovoltaici, tanto che d'estate è sempre meglio

prevederne la ventilazione. Con il cielo nuvoloso i pannelli riescono sempre a filtrare la luce, anche in

modalità più ridotta». La vera sfida è come riuscire allora ad accumulare l'energia prodotta per riutilizzarla in

un secondo momento. Per Carmine Di Giglio , Country manager per l'Italia di Gsf Capital, «è chiaro che l'

energia prodotta dagli impianti fotovoltaici risente inevitabilmente delle condizioni meteo. In questo periodo,

quindi, gli impianti stanno producendo molto di meno rispetto alle giornate soleggiate invernali. Ma proprio per

risolvere questo problema - prosegue - sono in fase di studio ormai avanzato dei meccanismi di accumulo

dell'energia prodotta, che riguardano i singoli campi fotovoltaici produttori di energia ma, soprattutto, gli

accorgimenti da apportare alla rete di distribuzione». Alcuni esempi di questi meccanismi li fornisce Stagnaro:

«in campo idroelettrico, ad esempio, sistemi di pompaggio dell'acqua in determinati orari - come nelle ore

notturne, quando cala la domanda di energia - oppure batterie per gli impianti solari, che, in versione

ingrandita, funzionerebbero un po' come quelle dei nostri telefonini. Il problema è che sono meccanismi

ancora costosi».

I NUMERI5%la quota coperta dell'eolico3%la quota coperta dal fotovoltaico%la quota coperta dall'idroelettrico

14/02/2012 8Pag. Avvenire - Ed. nazionale(diffusione:105812, tiratura:151233)

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ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 14/02/2012 14

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11Dati Terna - Gennaio 2012IL BOOM Fondazione Impresa: nel 2011 impianti fotovoltaici raddoppiati In Italia prosegue la corsa al

fotovoltaico: nel 2011 gli impianti che beneficiano delle tariffe incentivanti del Conto energia sono raddoppiati

(+104,6%) e la potenza installata è più che triplicata (+259,5%). Dai dati di Fondazione Impresa, Lombardia

(14,8%), Veneto (13,7%) ed Emilia Romagna (9,4%) hanno il maggior numero di impianti, che però, rispetto

alla popolazione, sono più diffusi in Trentino e Friuli (14% e 13,6% ogni mille abitanti, contro la media italiana

di 5,3). La maggiore potenza installata è in Puglia (17,1%) La maggior parte di impianti (87,9%) è di piccola

taglia (tra 1 e 20 kWp), ma in due anni gli impianti industriali oltre i 20 kWp sono più che triplicati (+216,5%).

Secondo l'indagine, proprio i grandi impianti a potranno sopravvivere ai prezzi di mercato senza bisogno degli

incentivi.

%l'energia elettrica prodotta in Italia dalle rinnovabili

24

14/02/2012 8Pag. Avvenire - Ed. nazionale(diffusione:105812, tiratura:151233)

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ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 14/02/2012 15

Page 18: Rassegna Stampa 14/02/20121

COMPARTI La cogenerazione italiana prova a ripartire dopo un triennio di crisi eincertezze normative Il settore, in termini di macchine vendute, è lontano dai livelli toccati nel 2007. Secondo gli operatori i vantaggidi questa tecnologia non sono ancora percepiti Tra l'Italia e la cogenerazione l'idillio non è mai pienamente sbocciato, causa problemi burocratici, carenze e

ritardi normativi e per una diffusa sottovalutazione delle potenzialità di questa tecnologia. Oggi gli operatori

del settore sono alle prese con sentimenti contrastanti: da una parte la soddisfazione per il varo delle norme

sull'incentivazione della cogenerazione ad alto rendimento e il rinnovo delle detrazioni fiscali del 55% e del

36%. Dall'altra la generale preoccupazione per la situazione di un settore reduce da un triennio non felice e

che potrebbe pagare ulteriormente la nuova recessione ormai in atto. Di questi temi si è parlato nel corso di

un recente convegno organizzato da Cogena, l'associazione italiana per la promozione della cogenerazione.

Il comparto, ha spiegato il presidente di Cogena, Sergio Dotti, ha vissuto una fase positiva nel periodo 2002-

2007, uscendo dalla condizione di nicchia di mercato. In questa fase gli operatori del settore erano arrivati a

vendere circa 250 impianti l'anno in ambito nazionale. Ma con il 2008 e l'inizio della crisi economica mondiale,

gli investimenti delle industrie nel Chp (Combined heat and power) sono praticamente crollati, tanto che ormai

- per effetto di una flessione più contenuta - le macchine sono soprattutto vendute nel settore civile. «I dati

finali del 2011 non faranno che confermare lo stato di crisi - ha spiegato Dotti -. Siamo in pratica tornati

indietro di dieci anni in termini di macchine vendute: appena 150 l'anno». Ma soprattutto, a differenza di

quanto accaduto per le fonti rinnovabili, la cogenerazione fatica a imporsi nell'immaginario collettivo come

soluzione capace di assicurare vantaggi per la collettività. «Si parla di questa tecnologia in convegni ed eventi

ormai da una vita - ha sintetizzato il vice presidente di Cogena, Roberto Loschi -. Eppure ancora oggi molti si

chiedono se convenga o meno adottarla». La risposta dell'associazione di categoria, in realtà, non è così

scontata come si potrebbe pensare. Ossia: la cogenerazione conviene ma soltanto se sussistono certe

condizioni. Dal momento che stiamo parlando di un sistema ad alta efficienza nella conversione di energia

primaria in elettricità ed ener gia termica, è evidente che deve esserci un fabbisogno di entrambe queste

componenti. Alla domanda di elettricità deve insomma accompagnarsi una richiesta di energia termica,

ovvero calore o freddo. In particolare, secondo Loschi, perché ci sia una reale convenienza deve esserci una

domanda di energia termica per almeno 3.500 ore l'anno. Se questa precondizione è rispettata - e dopo

un'accurata analisi della situazione della singola azienda - i tempi di ritorno dall'investimento possono

aggirarsi intorno ai quattro anni (tenendo conto anche degli incentivi vigenti). In caso contrario, il periodo di

payback è inevitabilmente destinato ad allungarsi. Accanto ai vantaggi di tipo economico ce ne sono altri a

livello sociale: oltre, naturalmente, al risparmio energetico, la cogenerazione è in grado di assicurare la

massima riduzione specifica di CO in relazione all'investimento. Per ogni mille euro investiti, i sistemi Chp

possono evitare l'emissione di 600-1000 kg di anidride carbonica l'anno, decisamente più del solare termico

(180-360 kg), ma anche del fotovoltaico (200-580 kg). Per il futuro, inoltre, non va sottovalutato il contributo

che la cogenerazione potrebbe fornire alla stabilizzazione della rete elettrica e allo sviluppo delle moderne

Smart grid. Innanzitutto, rispetto alle fonti rinnovabili intermittenti (eolico, solare), la generazione fornita dalle

soluzioni Chp può essere programmata. Questo significa che un opportuno impiego delle macchine

cogenerative in una moderna rete elettrica integrata può ridurre la necessità della costruzione di nuove

centrali per compensare i momenti di picco e, soprattutto, il ricorso a complessi e onerosi sistemi storage

(che a loro volta dovrebbero sopperire ai momenti di bassa produzione delle energie non programmabili). Per

il futuro, la speranza degli operatori è che i nuovi incentivi sulla cogenerazione ad alto rendimento sortiscano

effetti positivi soprattutto sulla domanda del comparto industriale. Cogena, comunque, ha salutato con

soddisfazione la proroga degli sgravi fiscali sull'efficienza energetica e la riqualificazione edilizia, che

potrebbero accelerare gli investimenti nel settore civile: «Con la proroga del 55% e soprattutto con la nuova

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misura del 36% - ha osservato Carlo Belvedere, segretario generale di Ascomac - assistiamo finalmente a

un'inversione di rotta a favore della sostenibilità dell'edilizia urbana, basata su alcuni pilastri fondanti: edifici

antisismici ed energeticamente efficienti e, con essa, alla valorizzazione del ruolo anticongiunturale che da

sempre caratterizza l'edilizia, ruolo al quale da oggi si ricomincia a fare ricorso. Nel superare la logica degli

interventi sul singolo componente sostituito o installato, previsti dalla misura del 55% prorogata fino a tutto il

2012, il Governo indica al Paese il futuro sostenibile, richiamando quanto previsto dalle direttive europee,

rinnovando e potenziando a favore dell'edilizia la misura del 36%, stabilizzandola nel tempo ed estendendola

anche a interventi di ristrutturazione e a quelli conseguenti a calamità naturali». G.T.

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