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RASSEGNA STAMPA Press lunch GLI ORTOPEDICI E LA GESTIONE DEL Aggiornamento 18 Dicembre 2012 GLI ORTOPEDICI E LA GESTIONE DEL DOLORE IN ITALIA L’indagine POIS Pain Orthopaedic Instant Survey Milano, 20 Novembre 2012

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RASSEGNA STAMPA

Press lunch

GLI ORTOPEDICI E LA GESTIONE DEL

Aggiornamento

18 Dicembre 2012

GLI ORTOPEDICI E LA GESTIONE DEL DOLORE IN ITALIA

L’indagine POIS Pain Orthopaedic Instant Survey

Milano, 20 Novembre 2012

Sommario

TESTATA DATA LETTORI

Quotidiani

IL GIORNO 26/11/2012 317.000

IL RESTO DEL CARLINO 26/11/2012 1.301.000

LA NAZIONE 26/11/2012 935.000

LA REPUBBLICA_SALUTE 18/12/2012 3.511.000

Periodici

LOMBARDIA OGGI – SUPPL. LA PREALPINA

09/12/2012 n.d.

Web

PANORAMASANITA.IT 20/11/2012 4.500

QUOTIDIANOSANITA.IT 21/11/2012 52.000

ILFARMACISTAONILINE.IT 21/11/2012 30.000

KURTIS.IT 26/11/2012 n.d.

MEDICINAOGGIEDOMANI.IT 09/12/2012 n.d.

LAPREALPINA.IT 10/12/2012 6.598

CORRIERE.IT_SALUTE 11/12/2012 1.067.931

TOTALE 12 7.225.029

Fonte dati: Audipress, Anes, Auditel, Audiradio, Au diweb

Quotidiani

IL GIORNOData: 26/11/2012

Lettori: 317.000

IL RESTO DEL CARLINOData: 26/11/2012

Lettori: 1.301.000

LA NAZIONEData: 26/11/2012

Lettori: 935.000

LA REPUBBLICA_SALUTEData: 18/12/2012

Lettori: 3.511.000

Periodici

LOMBARDIA OGGI – SUPPL. LA PREALPINA

Data: 09/12/2012Periodicità: settimanaleLettori: N.D.

Web

PANORAMASANITA.IT (1/2)Data: 20 Novembre 2012

Utenti unici: 4.500

TERAPIA DEL DOLORE: LEGGE 38 NOTA A OLTRE 7 ORTOPEDICI SU 10.MA SOLO 1 SU 4 PRESCRIVE CURE APPROPRIATE

Conoscono i capisaldi della normativa che tutela il diritto degli italiani a riceverecure antalgiche qualificate ma, quando si trovano a gestire un paziente con dolorecronico, hanno un approccio terapeutico spesso inappropriato e oppiofobico.All’origine del problema, permangono lacune informative ancora da colmare: glistessi specialisti ammettono la necessità di approfondire le proprie competenze inmateria, attraverso specifici corsi di formazione. È questa, in sintesi, la fotografiache emerge dal progetto Pois (Pain Orthopaedic Instant Survey), una recenteche emerge dal progetto Pois (Pain Orthopaedic Instant Survey), una recenteindagine promossa dalla Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (Siot), incollaborazione con Guido Fanelli, Presidente della Commissione Ministeriale sullaterapia del dolore e le cure palliative, e con il grant educazionale non condizionatodi Mundipharma.La ricerca, condotta online lo scorso 17 ottobre su un campione di 101 ortopediciafferenti ad altrettante strutture ospedaliere di tutta Italia, ha voluto sondare inquesta categoria di specialisti la conoscenza della Legge 38 e le modalità dimanagement del paziente con sintomatologia algica. Il dolore rappresenta uno deiprincipali problemi sanitari dei nostri giorni a livello mondiale, sia perl’invecchiamento della popolazione, sia per l’aumento delle patologie cronico-degenerative. Le patologie osteoarticolari, in particolare, costituiscono nel nostroPaese la prima causa di dolore non oncologico: artrosi e osteoartrosi affliggono 4milioni di connazionali e sono all’origine di una sofferenza cronica non neoplasticanel 67% dei casi. «La frequenza e la rilevanza del dolore nelle patologieosteoarticolari fa comprendere il ruolo centrale dello specialista ortopedico,chiamato sempre più spesso a gestire nella pratica clinica pazienti che soffrono»,spiega Paolo Cherubino, Presidente Siot e Ordinario di Ortopedia e Traumatologia,Dipartimento di Scienze Ortopediche e Traumatologiche, Ospedale di Circolo eFondazione Macchi Varese. «Partendo da simili considerazioni, ha preso avvio ilprogetto Pois, per verificare la preparazione e il comportamento prescrittivo diqueste figure professionali».Analizzando i dati emersi dalla survey, si evince un primo aspetto positivo:l’interesse che gli specialisti in ortopedia manifestano verso il tema dolore. Lotestimonia l’alta percentuale di risposte pervenute (101 su 143 medici coinvolti),nonostante il questionario sia stato somministrato nell’arco di una sola giornata.

PANORAMASANITA.IT (2/2)Data: 20 Novembre 2012

Utenti unici: 4.500

Ma quanto sanno gli intervistati sulla Legge 38? La normativa è nota allamaggioranza: il 75% ne ricorda numero di riferimento e data di emanazione; quasi9 su 10 sono informati sull’obbligo di riportare in cartella clinica la rilevazione deldolore. Il 76,3% rammenta inoltre che il medico è tenuto a indicare anche i farmaciimpiegati, i relativi dosaggi e l’effetto antalgico conseguito; di questi, però, solo il47 % sa che tale obbligo è sancito dall’articolo 7. Scendendo più in dettaglio, oltrela metà del campione (58,4%) non conosce la classificazione del dolore secondola scala NRS e poco più di 4 specialisti su 10 ritengono, correttamente, che >7 siail valore oltre il quale la sintomatologia algica viene definita severa. Se sul pianoil valore oltre il quale la sintomatologia algica viene definita severa. Se sul pianoteorico la conoscenza della Legge è buona, sul fronte dell’appropriatezzaprescrittiva si evidenziano aree di miglioramento. Benché il dolore sia motivoricorrente di consultazione specialistica da parte di chi è affetto da patologieortopediche, non sempre vi è un approccio corretto al suo trattamento. Anche inpresenza di una sofferenza cronica severa, oltre la metà degli intervistati (55,5%)utilizza analgesici non oppiacei.

QUOTIDIANOSANITA.IT (1/3)Data: 21 Novembre 2012

Utenti unici: 52.000

TERAPIA DEL DOLORE. SOLO 1 ORTOPEDICO SU 4 PRESCRIVE CUREAPPROPRIATE

Questo nonostante la Legge 38 nota sia conosciuta da oltre 7 specialisti su 10. E’quanto emerge da un’indagine promossa dalla Siot. Troppa fiducia in Fans, Coxibe paracetamolo, anche nel controllo della sofferenza cronica severa, che da LineeGuida richiederebbe l’impiego di oppioidi forti.21 NOV - Conoscono i capisaldi della normativa che tutela il diritto degli italiani aricevere cure antalgiche qualificate ma, quando si trovano a gestire un pazientecon dolore cronico, hanno un approccio terapeutico spesso inappropriato eoppiofobico. All’origine del problema, permangono lacune informative ancora dacolmare: gli stessi specialisti ammettono la necessità di approfondire le propriecompetenze in materia, attraverso specifici corsi di formazione.È questa, in sintesi, la fotografia che emerge dal progetto POIS (Pain OrthopaedicInstant Survey), una recente indagine promossa dalla Società Italiana di OrtopediaInstant Survey), una recente indagine promossa dalla Società Italiana di Ortopediae Traumatologia (Siot), in collaborazione con il prof. Guido Fanelli, Presidente dellaCommissione Ministeriale sulla terapia del dolore e le cure palliative, e con il granteducazionale non condizionato di Mundipharma. La ricerca, condotta online loscorso 17 ottobre su un campione di 101 ortopedici afferenti ad altrettante struttureospedaliere di tutta Italia, ha voluto sondare in questa categoria di specialisti laconoscenza della Legge 38 e le modalità di management del paziente consintomatologia algica.Il dolore rappresenta uno dei principali problemi sanitari dei nostri giorni a livellomondiale, sia per l’invecchiamento della popolazione, sia per l’aumento dellepatologie cronico-degenerative. Le patologie osteoarticolari, in particolare,costituiscono nel nostro Paese la prima causa di dolore non oncologico: artrosi eosteoartrosi affliggono 4 milioni di connazionali e sono all’origine di una sofferenzacronica non neoplastica nel 67% dei casi.“La frequenza e la rilevanza del dolore nelle patologie osteoarticolari facomprendere il ruolo centrale dello specialista ortopedico, chiamato sempre piùspesso a gestire nella pratica clinica pazienti che soffrono”, ha affermato PaoloCherubino, Presidente SIOT e Ordinario di Ortopedia e Traumatologia,Dipartimento di Scienze Ortopediche e Traumatologiche, Ospedale di Circolo eFondazione Macchi Varese. “Partendo da simili considerazioni, ha preso avvio ilprogetto POIS, per verificare la preparazione e il comportamento prescrittivo diqueste figure professionali”.Analizzando i dati emersi dalla survey, si evince un primo aspetto positivo:l’interesse che gli specialisti in ortopedia manifestano verso il tema dolore. Lotestimonia l’alta percentuale di risposte pervenute (101 su 143 medici coinvolti),nonostante il questionario sia stato somministrato nell’arco di una sola giornata.

QUOTIDIANOSANITA.IT (2/3)Data: 21 Novembre 2012

Utenti unici: 52.000

Ma quanto sanno gli intervistati sulla Legge 38? La normativa è nota allamaggioranza: il 75% ne ricorda numero di riferimento e data di emanazione; quasi9 su 10 sono informati sull’obbligo di riportare in cartella clinica la rilevazione deldolore. Il 76,3% rammenta inoltre che il medico è tenuto a indicare anche i farmaciimpiegati, i relativi dosaggi e l’effetto antalgico conseguito; di questi, però, solo il47 % sa che tale obbligo è sancito dall’articolo 7. Scendendo più in dettaglio, oltrela metà del campione (58,4%) non conosce la classificazione del dolore secondola scala NRS e poco più di 4 specialisti su 10 ritengono, correttamente, che >7 siail valore oltre il quale la sintomatologia algica viene definita severa.Se sul piano teorico la conoscenza della Legge è buona, sul frontedell’appropriatezza prescrittiva si evidenziano aree di miglioramento. Benché ildolore sia motivo ricorrente di consultazione specialistica da parte di chi è affettoda patologie ortopediche, non sempre vi è un approccio corretto al suotrattamento. Anche in presenza di una sofferenza cronica severa, oltre la metàdegli intervistati (55,5%) utilizza analgesici non oppiacei: il 10% ricorre agli inibitoridella COX-2, il 18,8% al paracetamolo e il 25,7% ai FANS, con rischi elevati didella COX-2, il 18,8% al paracetamolo e il 25,7% ai FANS, con rischi elevati disanguinamento, gastrolesività, nefrotossicità e complicanze cardiovascolari,specie nei pazienti anziani e in politerapia. Agli oppioidi forti ricorre solo il 4,7% delcampione. Il motivo? Resistenze da parte degli assistiti (29,7%) ma soprattutto iltimore di effetti collaterali (nausea e stipsi), citato dal 61,4% degli ortopedici, che sirivelano così poco informati sulle nuove associazioni farmacologiche oggidisponibili, in grado di contrastare con successo questi disturbi.“Il dolore cronico è una condizione complessa, che necessita di un approcciomirato”, ha proseguito Cherubino. “Chi è afflitto da lombalgie e disturbi a carico diarticolazioni quali anca, spalla o ginocchio spesso attende a lungo, prima di essereoperato: è qui che diventa strategica la scelta del corretto analgesico da utilizzare.Gli oppioidi maggiori sono il gold standard per il trattamento di una sofferenza diintensità severa, che perdura nel tempo, e il loro impiego deve diventare unapratica sempre più familiare agli ortopedici. Si tratta di opzioni terapeutiche piùefficaci dei FANS e meglio tollerate, il cui uso però è ancora penalizzato da timoriingiustificati; effetti collaterali come nausea o costipazione oggi possono esserefacilmente prevenuti, grazie all’associazione di ossicodone e naloxone. Perrisolvere il problema culturale a monte di questa diffidenza, SIOT sta conducendocampagne formative volte ad educare i propri associati”.La rivoluzione culturale, clinica e normativa che, negli ultimi anni, si è avuta nellaMedicina del Dolore rende indispensabile una formazione specifica per glioperatori sanitari. Di questo gli ortopedici sembrano ben consapevoli: il 76,2% sidichiara interessato a frequentare corsi di aggiornamento sul dolore, confermandola propria attenzione verso la problematica.

QUOTIDIANOSANITA.IT (3/3)Data: 21 Novembre 2012

Utenti unici: 52.000

“Monitorare il management del dolore negli ortopedici ha una grande importanzascientifica ed economica”, ha commentato Guido Fanelli, Presidente CommissioneMinisteriale sulla terapia del dolore e le cure palliative. “L’indagine POIS haevidenziato che, in generale, questi specialisti sono informati sulla Legge 38,mentre mancano di una cultura e una preparazione più approfondita in ambitoterapeutico. È interessante comunque notare come siano gli ortopedici stessi achiedere di essere adeguatamente formati. Lo ritengo un segnale significativo,soprattutto se consideriamo che proviene da una categoria di grandi prescrittori,chiamati a trattare milioni di pazienti con dolore osteoarticolare. Il loroaggiornamento professionale è la condicio sine qua non per poter garantire a chiaggiornamento professionale è la condicio sine qua non per poter garantire a chisoffre un elevato standard assistenziale, favorendo così sul territorio il concretosviluppo della Legge 38”.“Il nostro supporto all’indagine POIS testimonia, ancora una volta, l’impegno diMundipharma nella promozione di iniziative di sensibilizzazione sul tema dolore”,ha aggiunto Marco Filippini, Direttore Generale di Mundipharma Italia. “Tenendoconto dell’impatto che la componente algica ha in area osteoarticolare, riteniamosia fondamentale fare luce sui bisogni informativi degli ortopedici, affinché anchequesti specialisti possano avere un corretto approccio diagnostico-terapeutico aldolore. Gran parte della sofferenza può essere alleviata – ha concluso Filippini -ed è dovere di ogni medico assicurare ai propri pazienti una migliore qualità di vita,seguendo i princìpi della Legge 38, le evidenze scientifiche e le Linee Guidainternazionali”.

FARMACISTAONLINE.IT (1/3)Data: 21 Novembre 2012

Utenti unici: 30.000

TERAPIA DEL DOLORE. SOLO 1 ORTOPEDICO SU 4 PRESCRIVE CUREAPPROPRIATE

Questo nonostante la Legge 38 nota sia conosciuta da oltre 7 specialisti su 10. E’quanto emerge da un’indagine promossa dalla Siot. Troppa fiducia in Fans, Coxibe paracetamolo, anche nel controllo della sofferenza cronica severa, che da LineeGuida richiederebbe l’impiego di oppioidi forti.21 NOV - Conoscono i capisaldi della normativa che tutela il diritto degli italiani aricevere cure antalgiche qualificate ma, quando si trovano a gestire un pazientecon dolore cronico, hanno un approccio terapeutico spesso inappropriato eoppiofobico. All’origine del problema, permangono lacune informative ancora dacolmare: gli stessi specialisti ammettono la necessità di approfondire le propriecompetenze in materia, attraverso specifici corsi di formazione.È questa, in sintesi, la fotografia che emerge dal progetto POIS (Pain OrthopaedicInstant Survey), una recente indagine promossa dalla Società Italiana di OrtopediaInstant Survey), una recente indagine promossa dalla Società Italiana di Ortopediae Traumatologia (Siot), in collaborazione con il prof. Guido Fanelli, Presidente dellaCommissione Ministeriale sulla terapia del dolore e le cure palliative, e con il granteducazionale non condizionato di Mundipharma. La ricerca, condotta online loscorso 17 ottobre su un campione di 101 ortopedici afferenti ad altrettante struttureospedaliere di tutta Italia, ha voluto sondare in questa categoria di specialisti laconoscenza della Legge 38 e le modalità di management del paziente consintomatologia algica.Il dolore rappresenta uno dei principali problemi sanitari dei nostri giorni a livellomondiale, sia per l’invecchiamento della popolazione, sia per l’aumento dellepatologie cronico-degenerative. Le patologie osteoarticolari, in particolare,costituiscono nel nostro Paese la prima causa di dolore non oncologico: artrosi eosteoartrosi affliggono 4 milioni di connazionali e sono all’origine di una sofferenzacronica non neoplastica nel 67% dei casi.“La frequenza e la rilevanza del dolore nelle patologie osteoarticolari facomprendere il ruolo centrale dello specialista ortopedico, chiamato sempre piùspesso a gestire nella pratica clinica pazienti che soffrono”, ha affermato PaoloCherubino, Presidente SIOT e Ordinario di Ortopedia e Traumatologia,Dipartimento di Scienze Ortopediche e Traumatologiche, Ospedale di Circolo eFondazione Macchi Varese. “Partendo da simili considerazioni, ha preso avvio ilprogetto POIS, per verificare la preparazione e il comportamento prescrittivo diqueste figure professionali”.Analizzando i dati emersi dalla survey, si evince un primo aspetto positivo:l’interesse che gli specialisti in ortopedia manifestano verso il tema dolore. Lotestimonia l’alta percentuale di risposte pervenute (101 su 143 medici coinvolti),nonostante il questionario sia stato somministrato nell’arco di una sola giornata.

Ma quanto sanno gli intervistati sulla Legge 38? La normativa è nota allamaggioranza: il 75% ne ricorda numero di riferimento e data di emanazione; quasi9 su 10 sono informati sull’obbligo di riportare in cartella clinica la rilevazione deldolore. Il 76,3% rammenta inoltre che il medico è tenuto a indicare anche i farmaciimpiegati, i relativi dosaggi e l’effetto antalgico conseguito; di questi, però, solo il47 % sa che tale obbligo è sancito dall’articolo 7. Scendendo più in dettaglio, oltrela metà del campione (58,4%) non conosce la classificazione del dolore secondola scala NRS e poco più di 4 specialisti su 10 ritengono, correttamente, che >7 siail valore oltre il quale la sintomatologia algica viene definita severa.Se sul piano teorico la conoscenza della Legge è buona, sul frontedell’appropriatezza prescrittiva si evidenziano aree di miglioramento. Benché ildolore sia motivo ricorrente di consultazione specialistica da parte di chi è affettoda patologie ortopediche, non sempre vi è un approccio corretto al suotrattamento. Anche in presenza di una sofferenza cronica severa, oltre la metàdegli intervistati (55,5%) utilizza analgesici non oppiacei: il 10% ricorre agli inibitoridella COX-2, il 18,8% al paracetamolo e il 25,7% ai FANS, con rischi elevati di

FARMACISTAONLINE.IT (2/3)Data: 21 Novembre 2012

Utenti unici: 30.000

della COX-2, il 18,8% al paracetamolo e il 25,7% ai FANS, con rischi elevati disanguinamento, gastrolesività, nefrotossicità e complicanze cardiovascolari,specie nei pazienti anziani e in politerapia. Agli oppioidi forti ricorre solo il 4,7% delcampione. Il motivo? Resistenze da parte degli assistiti (29,7%) ma soprattutto iltimore di effetti collaterali (nausea e stipsi), citato dal 61,4% degli ortopedici, che sirivelano così poco informati sulle nuove associazioni farmacologiche oggidisponibili, in grado di contrastare con successo questi disturbi.“Il dolore cronico è una condizione complessa, che necessita di un approcciomirato”, ha proseguito Cherubino. “Chi è afflitto da lombalgie e disturbi a carico diarticolazioni quali anca, spalla o ginocchio spesso attende a lungo, prima di essereoperato: è qui che diventa strategica la scelta del corretto analgesico da utilizzare.Gli oppioidi maggiori sono il gold standard per il trattamento di una sofferenza diintensità severa, che perdura nel tempo, e il loro impiego deve diventare unapratica sempre più familiare agli ortopedici. Si tratta di opzioni terapeutiche piùefficaci dei FANS e meglio tollerate, il cui uso però è ancora penalizzato da timoriingiustificati; effetti collaterali come nausea o costipazione oggi possono esserefacilmente prevenuti, grazie all’associazione di ossicodone e naloxone. Perrisolvere il problema culturale a monte di questa diffidenza, SIOT sta conducendocampagne formative volte ad educare i propri associati”.La rivoluzione culturale, clinica e normativa che, negli ultimi anni, si è avuta nellaMedicina del Dolore rende indispensabile una formazione specifica per glioperatori sanitari. Di questo gli ortopedici sembrano ben consapevoli: il 76,2% sidichiara interessato a frequentare corsi di aggiornamento sul dolore, confermandola propria attenzione verso la problematica.

“Monitorare il management del dolore negli ortopedici ha una grande importanzascientifica ed economica”, ha commentato Guido Fanelli, Presidente CommissioneMinisteriale sulla terapia del dolore e le cure palliative. “L’indagine POIS haevidenziato che, in generale, questi specialisti sono informati sulla Legge 38,mentre mancano di una cultura e una preparazione più approfondita in ambitoterapeutico. È interessante comunque notare come siano gli ortopedici stessi achiedere di essere adeguatamente formati. Lo ritengo un segnale significativo,soprattutto se consideriamo che proviene da una categoria di grandi prescrittori,chiamati a trattare milioni di pazienti con dolore osteoarticolare. Il loroaggiornamento professionale è la condicio sine qua non per poter garantire a chi

FARMACISTAONLINE.IT (3/3)Data: 21 Novembre 2012

Utenti unici: 30.000

aggiornamento professionale è la condicio sine qua non per poter garantire a chisoffre un elevato standard assistenziale, favorendo così sul territorio il concretosviluppo della Legge 38”.“Il nostro supporto all’indagine POIS testimonia, ancora una volta, l’impegno diMundipharma nella promozione di iniziative di sensibilizzazione sul tema dolore”,ha aggiunto Marco Filippini, Direttore Generale di Mundipharma Italia. “Tenendoconto dell’impatto che la componente algica ha in area osteoarticolare, riteniamosia fondamentale fare luce sui bisogni informativi degli ortopedici, affinché anchequesti specialisti possano avere un corretto approccio diagnostico-terapeutico aldolore. Gran parte della sofferenza può essere alleviata – ha concluso Filippini -ed è dovere di ogni medico assicurare ai propri pazienti una migliore qualità di vita,seguendo i princìpi della Legge 38, le evidenze scientifiche e le Linee Guidainternazionali”.

TERAPIA DEL DOLORE: LEGGE 38 NOTA A OLTRE 7 ORTOPEDICI SU 10 MASOLO 1 SU 4 PRESCRIVE CURE APPROPRIATE

Conoscono i capisaldi della normativa che tutela il diritto degli italiani a riceverecure antalgiche qualificate ma, quando si trovano a gestire un paziente con dolorecronico, hanno un approccio terapeutico spesso inappropriato e oppiofobico.All?origine del problema, permangono lacune informative ancora da colmare: glistessi specialisti ammettono la necessità di approfondire le proprie competenze inmateria, attraverso specifici corsi di formazione.

È questa, in sintesi, la fotografia che emerge dal progetto POIS (Pain OrthopaedicInstant Survey), una recente indagine promossa dalla Società Italiana di Ortopediae Traumatologia (SIOT), in collaborazione con il prof. Guido Fanelli, Presidentedella Commissione Ministeriale sulla terapia del dolore e le cure palliative, e con ilgrant educazionale non condizionato di Mundipharma. La ricerca, condotta onlinelo scorso 17 ottobre su un campione di 101 ortopedici afferenti ad altrettante

KURTIS.IT 1/3Data: 26 Novembre 2012

Utenti unici: N.D.

lo scorso 17 ottobre su un campione di 101 ortopedici afferenti ad altrettantestrutture ospedaliere di tutta Italia, ha voluto sondare in questa categoria dispecialisti la conoscenza della Legge 38 e le modalità di management del pazientecon sintomatologia algica.

Il dolore rappresenta uno dei principali problemi sanitari dei nostri giorni a livellomondiale, sia per l'invecchiamento della popolazione, sia per l?aumento dellepatologie cronico-degenerative. Le patologie osteoarticolari, in particolare,costituiscono nel nostro Paese la prima causa di dolore non oncologico: artrosi eosteoartrosi affliggono 4 milioni di connazionali e sono all?origine di una sofferenzacronica non neoplastica nel 67% dei casi.La frequenza e la rilevanza del dolore nelle patologie osteoarticolari facomprendere il ruolo centrale dello specialista ortopedico, chiamato sempre piùspesso a gestire nella pratica clinica pazienti che soffrono. Partendo da similiconsiderazioni, ha preso avvio il progetto POIS, per verificare la preparazione e ilcomportamento prescrittivo di queste figure professionali.

Analizzando i dati emersi dalla survey, si evince un primo aspetto positivo:l'interesse che gli specialisti in ortopedia manifestano verso il tema dolore. Lotestimonia l?alta percentuale di risposte pervenute (101 su 143 medici coinvolti),nonostante il questionario sia stato somministrato nell?arco di una sola giornata.Ma quanto sanno gli intervistati sulla Legge 38? La normativa è nota allamaggioranza: il 75% ne ricorda numero di riferimento e data di emanazione; quasi9 su 10 sono informati sull'obbligo di riportare in cartella clinica la rilevazione deldolore. Il 76,3% rammenta inoltre che il medico è tenuto a indicare anche i farmaciimpiegati, i relativi dosaggi e l'effetto antalgico conseguito; di questi, però, solo il47 % sa che tale obbligo è sancito dall'articolo 7.

Scendendo più in dettaglio, oltre la metà del campione (58,4%) non conosce laclassificazione del dolore secondo la scala NRS e poco più di 4 specialisti su 10ritengono, correttamente, che >7 sia il valore oltre il quale la sintomatologia algicaviene definita severa.

Se sul piano teorico la conoscenza della Legge è buona, sul frontedell'appropriatezza prescrittiva si evidenziano aree di miglioramento. Benché ildolore sia motivo ricorrente di consultazione specialistica da parte di chi è affettoda patologie ortopediche, non sempre vi è un approccio corretto al suotrattamento. Anche in presenza di una sofferenza cronica severa, oltre la metàdegli intervistati (55,5%) utilizza analgesici non oppiacei: il 10% ricorre agli inibitoridella COX-2, il 18,8% al paracetamolo e il 25,7% ai FANS, con rischi elevati disanguinamento, gastrolesività, nefrotossicità e complicanze cardiovascolari,specie nei pazienti anziani e in politerapia. Agli oppioidi forti ricorre solo il 4,7% delcampione. Il motivo? Resistenze da parte degli assistiti (29,7%) ma soprattutto iltimore di effetti collaterali (nausea e stipsi), citato dal 61,4% degli ortopedici, che sirivelano così poco informati sulle nuove associazioni farmacologiche oggidisponibili, in grado di contrastare con successo questi disturbi.

KURTIS.IT 2/3Data: 26 Novembre 2012

Utenti unici: N.D.

disponibili, in grado di contrastare con successo questi disturbi.

Il dolore cronico è una condizione complessa, che necessita di un approcciomirato. Chi è afflitto da lombalgie e disturbi a carico di articolazioni quali anca,spalla o ginocchio spesso attende a lungo, prima di essere operato: è qui chediventa strategica la scelta del corretto analgesico da utilizzare. Gli oppioidimaggiori sono il gold standard per il trattamento di una sofferenza di intensitàsevera, che perdura nel tempo, e il loro impiego deve diventare una praticasempre più familiare agli ortopedici. Si tratta di opzioni terapeutiche più efficaci deiFANS e meglio tollerate, il cui uso però è ancora penalizzato da timori ingiustificati;effetti collaterali come nausea o costipazione oggi possono essere facilmenteprevenuti, grazie all'associazione di ossicodone e naloxone. Per risolvere ilproblema culturale a monte di questa diffidenza, SIOT sta conducendo campagneformative volte ad educare i propri associati.

La rivoluzione culturale, clinica e normativa che, negli ultimi anni, si è avuta nellaMedicina del Dolore rende indispensabile una formazione specifica per glioperatori sanitari. Di questo gli ortopedici sembrano ben consapevoli: il 76,2% sidichiara interessato a frequentare corsi di aggiornamento sul dolore, confermandola propria attenzione verso la problematica.

Monitorare il management del dolore negli ortopedici ha una grande importanzascientifica ed economica. L'indagine POIS ha evidenziato che, in generale, questispecialisti sono informati sulla Legge 38, mentre mancano di una cultura e unapreparazione più approfondita in ambito terapeutico. È interessante comunquenotare come siano gli ortopedici stessi a chiedere di essere adeguatamenteformati.

E' un segnale significativo, soprattutto se si considera che proviene da unacategoria di grandi prescrittori, chiamati a trattare milioni di pazienti con doloreosteoarticolare. Il loro aggiornamento professionale è la condicio sine qua non perpoter garantire a chi soffre un elevato standard assistenziale, favorendo così sulterritorio il concreto sviluppo della Legge 38.

"Il nostro supporto all?indagine POIS testimonia, ancora una volta, l?impegno diMundipharma nella promozione di iniziative di sensibilizzazione sul tema dolore",dichiara il dr. Marco Filippini, Direttore Generale di Mundipharma Italia. "Tenendoconto dell?impatto che la componente algica ha in area osteoarticolare, riteniamosia fondamentale fare luce sui bisogni informativi degli ortopedici, affinché anchequesti specialisti possano avere un corretto approccio diagnostico-terapeutico aldolore. Gran parte della sofferenza può essere alleviata ed è dovere di ognimedico assicurare ai propri pazienti una migliore qualità di vita, seguendo i princìpidella Legge 38, le evidenze scientifiche e le Linee Guida internazionali".

KURTIS.IT 3/3Data: 26 Novembre 2012

Utenti unici: N.D.

TERAPIA DEL DOLOREFARMACI APPROPRIATI

La Legge n. 38 del Marzo 2010 sta segnando una vera e propria svolta nel mododi gestire il dolore cronico da parte dei medici curanti. Oltre ad una più liberaprescrizione degli oppioidi, sono state introdotte alcune importanti novità, qualil’obbligo di riportare sulle cartelle cliniche una valutazione sia pure soggettiva dellasofferenza, i farmaci utilizzati, i loro dosaggi e il risultato antalgico conseguito.Per un’indagine più approfondita sui risultati ottenuti dall’entrata in vigore dellaLegge 38/2010, la Società italiana di ortopedia e traumatologia (Siot), ha avviato

MEDICINAOGGIEDOMANI.ITData: 09 Dicembre 2012

Utenti unici: N.D.

Legge 38/2010, la Società italiana di ortopedia e traumatologia (Siot), ha avviatocon Mundipharma il Progetto POIS (Pain Orthopaedic InstantSurvey), raccogliendo in 101 centri ospedalieri randomizzati di tutta Italia deiquestionati compilati e trasmessi on-line dagli ortopedici.“Per la frequenza e la rilevanza del dolore nelle patologie osteoarticolari - fapresente il professor Paolo Cherubino, presidente della Siot e ordinario diOrtopedia e Traumatologia all’Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi di Varese- lo specialista è chiamato sempre più spesso a gestire nella pratica clinicapazienti che soffrono”.Chi è afflitto da lombalgie o disturbi a carico delle articolazioni (anca, spalla,ginocchio) rimanda in genere l’intervento chirurgico e allora diventa strategica lascelta dell’analgesico più appropriato. Gli oppioidi sono la terapia da preferire se lasofferenza è di intensità severa e prolungata, al posto dei FANS, della Cox-2 e delparacetamolo, per le complicanze, anche cardiovascolari, che ne possonoderivare.g.c.s.

TRATTARE IL DOLORE IN ORTOPEDIA

La legge n. 38 del marzo 2010 sta segnando una vera e propria svolta nel modo digestire il dolore cronico da parte dei medici curanti. Oltre a una più liberaprescrizione degli oppioidi, sono state introdotte alcune importanti novità, qualil'obbligo di riportare sulle cartelle cliniche una valutazione sia pure soggettiva dellasofferenza, i farmaci utilizzati, i loro dosaggi e il risultato antalgico conseguito.Per un'indagine più approfondita sui risultati ottenuti dall'entrata in vigore dellalegge 38/2010, la Società italiana di ortopedia e traumatologia (Siot), ha avviatocon Mundipharma il Progetto Pois (Pain Orthopaedic Instant Survey), raccogliendoin centouno centri ospedalieri randomizzati di tutta Italia dei questionati compilati etrasmessi online dagli ortopedici. «Per la frequenza e la rilevanza del dolore nellepatologie osteoarticolari - fa presente il professor Paolo Cherubino, presidentedella Siot e ordinario di ortopedia e traumatologia all'ospedale Di Circolo eFondazione Macchi di Varese - lo specialista è chiamato sempre più spesso a

LAPREALPINA.ITData: 10 Dicembre 2012

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Fondazione Macchi di Varese - lo specialista è chiamato sempre più spesso agestire nella pratica clinica pazienti che soffrono costantemente».Chi è afflitto da lombalgie o disturbi a carico delle articolazioni (anca, spalla,ginocchio) rimanda in genere l'intervento chirurgico e allora, per non abbassare laqualità della vita, diventa strategica la scelta dell'analgesico più appropriato. Glioppioidi sono la terapia da preferire se la sofferenza è di intensità severa eprolungata, al posto dei Fans, della Cox-2 e del paracetamolo, per le complicanze,anche cardiovascolari, che ne possono derivare.

ITALIA ANCORA INDIETRO NELLA LOTTA AL DOLORE

Artrosi e osteoartrosi affliggono 4 milioni di italiani e ca usano unasofferenza cronica non neoplastica nel 67% dei casi

MILANO - Il dolore rappresenta uno dei principali problemi sanitari dei nostri giornia livello mondiale, sia per l’invecchiamento della popolazione sia per l’aumentodelle malattie cronico-degenerative. Quelle osteoarticolari, in particolare,costituiscono nel nostro Paese la prima causa di dolore non oncologico: artrosi eosteoartrosi affliggono 4 milioni di connazionali e sono all’origine di una sofferenzacronica non neoplastica nel 67% dei casi. Detto questo, l’Italia continua a brillareper l’ignoranza diffusa nelle migliori cure per il dolore. Diffusa perché non solo imedici ignorano, o fanno finta di ignorare, che la sofferenza va combattuta nelmiglior modo possibile. Ma anche i pazienti peccano nel non pretendere ciò cheper loro è un diritto: non sentire dolore. E non bastano le continueraccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) né una legge

CORRIERE.IT_SALUTE 1/2Data: 11 Dicembre 2012

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raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) né una leggedel 2010 (la 38) che impone obblighi quali il controllo quotidiano del dolore (peresempio con la scala Nrs) e indica come attuare meccanismi virtuosi territoriali eospedalieri in fatto di cura del dolore acuto, cronico e da tumore. Una legged’avanguardia per quanto riguarda, inoltre, dolore e cure palliative in pediatria. Enon bastano nemmeno le note dell’Agenzia del farmaco (Aifa) sul corretto uso deimedicinali anti-sofferenza. La carta è tanta, ma rischia di restare carta.OPPIOFOBIA - L’ago della bilancia resta nel nostro Paese ancorato a vecchipregiudizi e una diffusa oppiofobia. E sì perché sono gli oppioidi gli anti-dolorificimigliori e con minori effetti collaterali nel corretto dosaggio. Ma da noi restanoancora troppi tabù psicologici: la paura di creare tossicodipendenze (più cheingiustificata), la convinzione medica che il dolore sia un sintomo (e non unamalattia qual è) da non correggere troppo perché utile a misurare l’efficacia dellecure contro il male primario (per esempio un tumore), una falsa lettura del dolorequale prova per espiare e temprare lo spirito. Tutto ciò, e anche di più, mantiene gliitaliani al livello dei pazienti più condannati all’inutile sofferenza d’Europa. Se nondel mondo. I segnali che arrivano dal settore dell’ortopedia sono proprio in talsenso. La conoscenza della scala NRS del dolore è risultata piuttosto modesta: piùdi un ortopedico su due non conosce i valori numerici di questo test che classificail dolore severo. E per quanto riguarda la prescrizione dei farmaci per il doloresevero osteoarticolare, più della metà (55,5%) prescrive o somministra farmacinon oppioidi. Il motivo? Principalmente è il timore di eventi avversi legati a questimedicinali, in particolare di natura gastrointestinale (nausea e vomito o stipsi). Unaltro motivo è imputato alla resistenza da parte del paziente.

L'INDAGINE - È questa, in sintesi, la fotografia che emerge dal progetto Pois(Pain orthopaedic instant survey), promosso dalla Società italiana di ortopedia etraumatologia (Siot), in collaborazione con Guido Fanelli, presidente dellaCommissione ministeriale sulla terapia del dolore e le cure palliative. La ricerca èstata condotta su un campione di 101 ortopedici afferenti ad altrettante struttureospedaliere di tutta Italia. Ne è emersa una conoscenza approfondita della legge38/2010 sulla gestione del dolore cronico in ambito ortopedico, anche in merito allasemplificazione del regime prescrittivo. Ma è anche emersa una graveinappropriatezza prescrittiva. Grave perché incompatibile con la conoscenza dellalegge. Per il dolore severo, infatti, gli intervistati continuano a prescrivere anti-infiammatori non steroidei (i Fans) e altri medicinali che non hanno indicazione neltrattamento del dolore severo, sia cronico sia momentaneo, ma conseguente aqualche trauma o intervento. Le motivazioni addotte (eventi avversi, tra cui stipsi enausea) indicano una scarsa conoscenza delle varie opzioni terapeutiche oggidisponibili. L’associazione ossicodone-naloxone, infatti, contrasta già di per sé peresempio la stipsi.DOLORE CRONICO - Vale la pena ricordare che circa 15 milioni di italianisoffrono di dolore cronico che, nel 43% dei casi, risulta essere d’intensità severa

CORRIERE.IT_SALUTE 2/2Data: 11 Dicembre 2012

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soffrono di dolore cronico che, nel 43% dei casi, risulta essere d’intensità severa(scala Nrs 7-10). Nell’87% dei casi, si tratta di pazienti che non hanno un tumore.In queste situazioni, il dolore diventa parte integrante di malattie croniche che, conil tempo incide negativamente su molteplici aspetti dalla vita del paziente, non solodal punto di vista fisico ed emotivo, ma anche sul fronte delle abilità lavorative edella qualità delle relazioni. Le patologie osteoarticolari, in particolare, sono oggiriconosciute come le cause principali di dolore cronico non oncologico in Italia. Eindagini condotte a livello europeo, che hanno incluso anche pazienti italiani,hanno evidenziato come i malati di dolore siano trattati in modo inadeguato: il 94%dei pazienti riferisce infatti di provare una sofferenza fisica di intensità moderata-severa nonostante una terapia in corso.Mario Pappagallo