Rassegna Bibliografica 3/2014

45
Centro nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza Centro di documentazione per l'infanzia e l'adolescenza Regione Toscana Istituto degli Innocenti Firenze Guida alla lettura Tavola dei contenuti Segnalazioni bibliografiche Focus internazionale I nostri antenati Indice degli approfondimenti Info credenziali

description

 

Transcript of Rassegna Bibliografica 3/2014

  • Centro nazionaledi documentazionee analisiper l'infanziae l'adolescenza

    Centrodi documentazioneper l'infanziae l'adolescenzaRegione Toscana

    Istitutodegli InnocentiFirenze

    Guida alla letturaTavola dei contenutiSegnalazioni bibliograficheFocus internazionaleI nostri antenatiIndice degli approfondimentiInfo credenziali

  • Rassegna

    bibliografica

    infanzia

    eadole

    scenza

    3_20

    14

    Guida alla letturaRassegna bibliografica, pubblicata per la prima volta nel 2000, a partire dallannualit 2013 si presenta in una nuova veste con un formato di tipo elettronico. Lintento quello di rispondere alle mutateesigenze dei lettori che sempre pi ricorrono alluso di strumenti disponibili on line e in particolare aInternet, per ottenere produzioni di rapida consultazione e accesso, maggiormente interattive e operabiliallinterno della rete.La rivista, pur ponendosi in continuit con la precedente versione cartacea di cui mantiene i tratti grafici, in quanto ancora frutto della collaborazione tra lIstituto degli Innocenti, il Centro nazionale di documentazione e analisi per linfanzia e ladolescenza e il Centro regionale di documentazione perlinfanzia e ladolescenza della Regione Toscana, si arricchisce oggi di nuove sezioni e soprattutto dinuove funzionalit.Scopo della rivista rimane quello di favorire laggiornamento professionale degli operatori e la conoscenza tra amministratori locali e studiosi della documentazione bibliografica prodotta sullinfanzia eladolescenza, ma tale informazione viene ora proposta utilizzando nuove modalit e nuovi percorsi diapprofondimento. In particolare, utilizzando una serie di simboli specifici (riportati di seguito), si sonovoluti fornire strumenti di approfondimento ipertestuali che rimandano ai seguenti elementi:

    ricerche bibliografiche (che possono essere effettuate nel Catalogo unico della Biblioteca InnocentiLibrary) e percorsi di lettura in download

    ricerche filmografiche (che possono essere effettuate nel Catalogo unico della Biblioteca Innocenti Library) e percorsi di visione in download

    raccolta di norme e commenti giuridici (tratti dai siti minori.gov.it e minoritoscana.it e dal Catalogo unico della Biblioteca Innocenti Library)

    documenti in download

    link ad altri siti

    Le Segnalazioni bibliografiche si presentano ordinate secondo lo Schema di classificazionesullinfanzia e ladolescenza realizzato dallIstituto degli Innocenti. Allinterno di ogni voce di classificazione lordinamento per titolo. Le pubblicazioni monografiche e gli articoli segnalati sono corredati diabstract e della descrizione bibliografica che segue gli standard internazionali di catalogazione. Perquanto riguarda la descrizione semantica, lindicizzazione viene effettuata seguendo la Guida allindicizzazione per soggetto, realizzata dal Gris (Gruppo di ricerca sullindicizzazione per soggetto) dellAssociazione italiana biblioteche.

    Il Focus internazionale vuole concentrare lattenzione su alcune esperienze particolarmente significative nellambito delle politiche per linfanzia e ladolescenza che si sviluppano a livello internazionaleattraverso la segnalazione di alcuni volumi e articoli specializzati di settore.

    La nuova sezione denominata I nostri antenati, con un richiamo allopera di Italo Calvino e al suotentativo di comprendere la propria contemporaneit attraverso lo sguardo di chi ci ha preceduto, siprefigge di valorizzare, attraverso le segnalazioni commentate di alcuni volumi pubblicati in un recentepassato, quelle opere che hanno contribuito a determinare un sapere comune di nozioni e conoscenze.Queste pubblicazioni mantengono ancora oggi un interesse per la comunit scientifica, in quanto costituiscono le radici su cui poter basare la propria attivit professionale. Alcuni di questi volumi provengono dai fondi Alfredo Carlo Moro, Angelo Saporiti e Valerio Ducci, acquisiti nel corso del tempodalla Biblioteca Innocenti.Tali fondi si sono formati in base agli interessi e ai percorsi culturali intrapresi da queste importantipersonalit che molto hanno studiato e operato per migliorare la condizione dei bambini in Italia.

    Per facilitare, inoltre, la consultazione dei materiali e il loro utilizzo in occasioni di convegni e seminari formativi, si pensato di realizzare i percorsi tematici in maniera separata dal corpo delle segnalazioni, prevedendoli come supplementi alla rivista.

    La documentazione presentata costituisce parte del patrimonio documentario della Biblioteca Innocenti Library Alfredo Carlo Moro, nata nel 2001 da un progetto di cooperazione fra lIstituto degli Innocenti e l'UNICEF Office of Research, in accordo con il Governo italiano, e deriva da unattivit dispoglio delle pi importanti riviste di settore e da una ricognizione delle monografie di maggiore rilievopubblicate di recente sugli argomenti riguardanti linfanzia e ladolescenza. Tutti i libri e i documenti diquesto numero sono ricercabili nel Catalogo unico dellIstituto degli Innocenti e disponibili per laconsultazione e il prestito. possibile, inoltre, richiedere informazioni e assistenza tramite il servizio online Chiedi al bibliotecario.

    Eventuali segnalazioni e pubblicazioni possono essere inviate allindirizzo email:[email protected]

  • Rassegna

    bibliografica

    infanzia

    eadole

    scenza

    3_20

    14

    Tavoladei contenuti

  • Rassegna

    bibliografica

    infanzia

    eadole

    scenza

    3_20

    14Tavoladeicontenuti

  • Segn

    alazioni

    bibliografich

    e

  • Le bambine e le ragazze, costrette a subire una doppia discriminazione, di et e di genere, sono pi vulnerabili e quindi pi espostealla violenza, nelle sue diverse forme.

    Il dossier La condizione delle bambine edelle ragazze nel mondo 2014, curato da Terredes hommes e realizzato nell'ambito dellacampagna Indifesa, traccia un quadroaggiornato della condizione delle giovani donnein Italia e nel mondo, proponendo dati e analisi su fenomeni come i matrimoni e le gravidanze precoci, le mutilazioni genitali femminili,gli aborti selettivi, ma anche le nuove forme diviolenza e abuso, come il turismo sessuale tramite webcam.

    Il dossier suddiviso in dieci capitoli. Nelprimo si affronta il tema degli aborti selettivie delle discriminazioni alla nascita. Le bambine mai nate, risultato dell'atroce pratica degliaborti selettivi in Cina, India e altri Paesi delSudEst asiatico e Caucaso, sono oltre 100milioni. Ma gli aborti selettivi raccontano solo una parte delle discriminazioni subite dallebambine, che in molti Paesi continuano anchedopo la nascita, come rivelano i dati eccessivamente alti di mortalit tra le piccole con meno di cinque anni.

    Altri dati che fanno riflettere sono quelliche riguardano le bambine vittime di mutilazioni genitali femminili, riportati nel secondocapitolo. Il fenomeno si concentra soprattuttoin 29 Paesi dell'Africa centrale e del MedioOriente, ma riguarda anche le bambine e leragazze residenti in Europa.

    Il terzo capitolo dedicato all'accessoall'istruzione. In questo ambito resta moltastrada da fare, soprattutto per le bambine ele ragazze per molte di loro, infatti, potersi sedere sui banchi di scuola ancora oggi unasfida molto impegnativa.

    Il capitolo successivo tratta un altro temaimportante: la doppia discriminazione subitadalle ragazze disabili. Complessivamente siparla di circa 93 milioni di bambini e ragazziche soffrono di diverse forme di esclusione ediscriminazione, come il mancato accesso aiservizi sanitari e scolastici. Per le bambine lasituazione pu essere peggiore: sesso e disabilit, infatti, contribuiscono a creare unacondizione di doppia discriminazione partico

    larmente penalizzante. Le ragazze disabili ricevono meno cure e meno cibo rispetto aimaschi, vengono pi facilmente escluse dallerelazioni familiari e dalle attivit quotidiane ehanno pi difficolt a completare gli studi.

    Il lavoro minorile, a cui dedicato il quintocapitolo, coinvolge oltre 68 milioni di bambine nel mondo. Di queste, 30 milioni sono costrette a eseguire lavori pericolosi e oltre 11milioni sono domestiche in casa d'altri. Unaparte del quinto capitolo si sofferma sul temadel turismo sessuale tramite webcam.

    Nel sesto e nel settimo capitolo si parla,rispettivamente, di matrimoni precoci (fenomeno che coinvolge, ogni anno, circa 14 milioni di bambine e ragazze) e di bambine edisastri naturali.

    L'ottavo capitolo approfondisce il temadelle gravidanze precoci, grave violazione deidiritti fondamentali delle bambine che non riguarda solo i Paesi in via di sviluppo.

    La violenza contro le bambine e le ragazze l'argomento al centro del nono capitolo, checontiene anche un focus sui minori vittime direati in Italia. I dati delle forze dell'ordine riportati nelle pagine che riguardano il nostroPaese rivelano un incremento del numero diminori vittime di reati: dal 2004 al 2013 si passati, infatti, da 3.311 vittime (63% femmine) a 5.162 (61% femmine).

    L'ultimo capitolo, dedicato al tema dellaviolenza e degli stereotipi di genere, proponeuna serie di dati tratti da alcune indagini sultema.

    La campagna Indifesa, lanciata l'11 ottobre 2012 in occasione della prima Giornatamondiale delle bambine, sostiene progetti voltia prevenire e contrastare le violenze e le discriminazioni contro le bambine e le ragazze.

    Segnala

    zionibib

    liografich

    eRa

    ssegna

    bibliografica

    infanzia

    eadole

    scenza

    3_20

    14Tavola dei contenuti

  • Il questo numero della rivista gli autorihanno focalizzato la loro attenzione nell'analisi dettagliata di un'et difficile e complessa,quale l'adolescenza. All'interno del dossiermonotematico molti autori con i loro contributi hanno cercato di andare al di l delle definizioni negative che spesso i media dannodegli adolescenti. I media, infatti, presentanoil mondo adolescenziale come una generazione vuota, in balia di sostanze stupefacenti,con comportamenti sessuali promiscui e cos via. Tali contributi mettono in evidenza invece quanto il mondo adulto sia assente: a parolele istituzioni, la politica, la cultura sono a favore dei giovani, ma nei fatti ci non si verifica, tanto che di solito i ragazzi e le ragazzenon vengono coinvolti in alcuna discussioneo decisione pubblica. Eppure, in un periodoin cui tutto sta cambiando in modo rapido eveloce a vari livelli (comunicativo, relazionaleaffettivo, personale e sociale) gli interpretipi importanti di questo cambiamento sonoproprio gli adolescenti, che sembrano averele competenze per muoversi, cercare e trovare direzioni nel mondo futuro. Oltre a esserenativi digitali, sono anche nativi nella crisi emostrano spesso delle qualit che nonappartengono, se non marginalmente, al mondoadulto.

    Le qualit e le competenze degli adolescenti sono verificabili nella capacit di muoversi per tentativi senza certezza sulle mete,di valorizzare gli errori perch ricchi di informazioni, di diversificare e moltiplicare i campidell'esperienza, di scambiarsi e condivideresaperi e scoperte in modo orizzontale per migliorarle. Gli adolescenti sembrano in gradodi crescere in modo spontaneo insieme adaltre culture, di mostrarsi, in grande maggioranza, pacifici e tranquilli, a dispettodell'aggressivit e competitivit esasperata delmondo adulto.

    Anche nei percorsi dell'identit di generegli adolescenti sembrano escludere una de

    scrizione scontata la sessualit viene sperimentata con nuovi segni affettivi e di tenerezza.Gli adulti dovrebbero aiutare gli adolescentiad agire una sessualit consapevole e riferibile a situazioni relazionali, emozionali e cognitive contestualizzabili, dando senso esignificato.

    Il ruolo degli adulti appare quindi insostituibile nell'aiutare i giovani ad affrontare ipercorsi tortuosi della vita, favorendo nei ragazzi la capacit di diventare individui responsabili e maturi. Gli adulti dovrebbero loroaprire le porte e appassionarli alla conoscenza,affiancandoli nelle scelte, valorizzando le potenzialit e non sottolineando soltanto gliaspetti critici, che se pur presenti devono diventare motivo di crescita consapevole e dicambiamento.

    In una societ cos complessa diventainsostituibile l'apporto dei giovani, la lorospinta innovativa e le nuove sensibilit cheessi incarnano.

    Segnala

    zionibib

    liografich

    eRa

    ssegna

    bibliografica

    infanzia

    eadole

    scenza

    3_20

    14Tavola dei contenuti

  • Il presente lavoro ha lobiettivo di far riflettere suicompiti e le responsabilit dellassistente sociale neiprocedimenti di adozione che riguardano minori provenienti da minoranze svantaggiate e, pi in generale,considerare il ruoloassuntodalserviziosocialeneiprocessi di integrazione socioeconomica di tali minoranzee nella tutela e promozione del benessere degli individui che le compongono. Il ruolo dellassistente socialepertanto dovrebbe essere sempre pi intesto comeprincipale nella tutela e promozione dei diritti umani.

    Larticolo si componedidueparti. Laprimaconsiste nella presentazione dei dati della ricerca condottadallAssociazione 21 luglio presso il Tribunale per inminorenni di Roma, che evidenzia come le proceduredi adottabilit e le effettive dichiarazioni di adottabilit a carico dei minori rom siano risultate essere unapercentuale non proporzionata al numero complessivo di minori rom presenti nel territorio della regioneLazio. Emerge come dato rilevante che un minore romha circa il 50% delle possibilit in pi rispetto a un minorenonromcheunprocedimentodiadottabilitvengaaperto a suo carico e circa il 40% di possibilit in pidi essere dichiarato adottabile.

    Le ragioni di una simile sproporzione, come evidenziato dalla ricerca, deriverebbero dal numero di segnalazioni di minori rom che giungono al tribunalesoprattutto da parte dei servizi sociali. Spesso le segnalazioni sono dovute a fattori diversificati che siintrecciano tra loro quali le pessime condizioni abitative, le condotte devianti, la mancanza di integrazionelavorativa e la scarsa integrazione sociale, la mancatascolarizzazione di minori, la violenza domestica, ildisinteresse da parte dei genitori a tutelare i proprirapporti con il figlio ecc.

    La seconda parte evidenzia come la situazione riportata mostri chiaramente uno squilibrio di potere trala societ maggioritaria non rom e quella minoritariadeirom.Inquestocontestoemergecomeilruolodellassistente sociale, che si colloca e agisce sul micro livello

    rappresentando cio il punto di contatto diretto delleistituzioni con lutenza, dovrebbe poter estendere lapropria azione anche ai livelli meso e macro, andandopercia lavoraresuicontesti locali,nazionali e internazionali.

    In relazione ai minori rom necessario che lassistente sociale si mantenga pienamente informato riguardoal vastocontestopolitico, storicoeculturalenelquale il caso specifico si colloca.

    Inoltre, per eliminare il senso di frustrazione derivato dal lavoro in solitudine, per riscoprire il senso ela funzione dei servizi entro cui loperatore sociale collocato e opera, necessario trovare spazi di riflessione in cui riconnettere il proprio lavoro alla realt sociale e valutare gli effetti del proprio agire sulla vitadellepersoneutentiedellasocietnelsuocomplesso.

    Il fenomeno delle adozioni di minori rom ha rivelato, non solo nel Lazio, unaspettata percentuale dibambini e famiglie rom che giungono allattenzione degli assistenti sociali e dei giudici. Una percentuale cheassume connotazioni preoccupanti tanto pi se considerata in relazione a un atteggiamento di forte pregiudizio. La posizione occupata dallassistente sociale,nelle organizzazioni istituzionali e non, lo mette incondizioni di operare come tessuto connettivo tra lasferaprivataequellapolitica,di studiare ildisagio individuale e reinterpretarlo eventualmente come disagiosociale, ricercandone le cause e impegnandosi per ilcambiamento di quelle condizioni strutturali che generano ingiustizia sociale, discriminazione e oppressione.

    Segnala

    zionibib

    liografich

    eRa

    ssegna

    bibliografica

    infanzia

    eadole

    scenza

    3_20

    14Tavola dei contenuti

  • Il Quaderno 57 illustra il Progetto nazionale per l'inclusione e l'integrazione dei bambini rom, sinti e caminanti, promosso dal Ministerodel lavoro e delle politiche sociali con la collaborazione del Ministero dell'istruzione, dell'universit e della ricerca, nell'annualit 20132014.Il progetto si occupa di bambini e bambinerom, sinti e caminanti, delle loro famiglie, dellascuola che li accoglie e dei contesti in cui vivono.

    Si tratta di un progetto sperimentale chenei suoi obiettivi pone l'inclusione dei bambini e delle bambine rom sinti e caminanti apartire da un presupposto innovativo: rendere accoglienti i contesti e lavorare per l'empowerment delle famiglie e della popolazione Rsc,per realizzare l'incontro tra popolazione Rsc eterritorio (scuola, servizi, associazionismo,realt del territorio) su basi di mutuo riconoscimento e rispetto delle differenze. Un incontroche il progetto sostiene attraverso percorsi chemirano all'autonomia e all'empowerment dellefamiglie Rsc, ma anche attraverso un percorsodi sostegno e formazione agli insegnanti, aglioperatori sociali, ai decisori politici e ai responsabili tecnici per lo sviluppo di competenze utili allo sviluppo di relazioni proficue esolide con la popolazione Rsc. Il progetto sperimentale si sviluppa in 13 citt riservatarieex lege 285/1997, prevede due ambiti di attivit: da una parte la scuola, dall'altra i contesti abitativi dei bambini Rsc. Le attivit nelcontesto scolastico ruotano attorno allo sviluppo di competenze all'interno della scuola,valorizzando il capitale umano e di conoscenzedi cui la scuola portatrice, attraverso percorsidi formazione per insegnanti e sostegno allametodologia cooperativa, la realizzazione diattivit laboratoriali basati sulla metodologiadi learning by doing, il sostegno alla relazionetra famiglie e scuola. Nei contesti abitativi leattivit si concentrano sul sostegno sociodidattico ai bambini Rsc e sul sostegno ai percorsidi autonomia e avvicinamento ai servizi dellefamiglie Rsc dei bambini.

    A cornice delle attivit il progetto prevedeun coordinamento pensato su pi livelli: a livello verticale il coordinamento tra il Comitato scientifico nazionale e le realt locali sonogarantite dalla figura del tutor nazionale,

    mentre a livello locale il coordinamentoorizzontale garantito dalla costruzione diquipe multidisciplinari, composte da insegnanti, operatori del privato sociale, servizisociali e sanitari, che garantiscono, oltre alcoordinamento delle attivit, una riflessionemultiprofessionale che mira a costruire unacornice di senso condivisa per la realizzazione degli obiettivi.

    Attraverso la voce di tutti gli attori coinvolti(i progettisti e il comitato scientifico, gli operatori che hanno lavorato nel campo e nellascuola, gli insegnanti, i tutor di progetto, ibambini), il Quaderno realizza un raccontocorale, nel quale si esplicano obiettivi e presupposti metodologici, strumenti e attivit realizzate, specificit dei contesti, strumentiutilizzati per la valutazione di risultato e diprocesso, criticit e risultati raggiunti dal primo anno di attivit.

    Tra i risultati raggiunti vi un aumentoimportante della presenza dei bambini Rsc ascuola, una partecipazione pi attiva dei genitori Rsc alla vita scolastica, ma anche l'avviodi processi di riflessione multiprofessionalesu pratiche innovative di inclusione dei bambini Rsc e delle loro famiglie.

    Segnala

    zionibib

    liografich

    eRa

    ssegna

    bibliografica

    infanzia

    eadole

    scenza

    3_20

    14Tavola dei contenuti

  • Il Rapporto giovani 2014 rappresenta ilsecondo appuntamento di quello che, nel progetto dell'Istituto Toniolo, intende costituirsicome un osservatorio continuo sulla condizione giovanile in Italia, con l'obiettivo di colmare un'effettiva carenza di dati e informazionisulla realt oggettiva e soggettiva delle giovani generazioni.

    I dati presentati in questa seconda edizione del rapporto emergono dalla ricerca longitudinale messa in campo con la collaborazionedi Ipsos a partire dal 2012, a seguito di unaprima ingente indagine a cui avevano partecipato circa 9000 individui tra i 18 e i 29 annipresentata nel rapporto 2013. Le indaginisuccessive, condotte con tecnica CatiCawi suun panel numericamente inferiore e su temidiversi, sono divenute oggetto del presenterapporto e degli approfondimenti resi disponibili sul sito www.rapportogiovani.it.

    Analizzando i temi del lavoro e della formazione, della famiglia e del rapporto con i genitori, del benessere e della felicit, dei valori edella fiducia nelle istituzioni, della partecipazione e dellimpegno sociale, il Rapporto giovani mette in luce le specificit degli under 30,ma anche le differenze che si registrano al loro interno.

    Da vari indicatori ufficiali (Ocse, Bankitalia) emerge come l'attuale crisi economicaabbia corroso la capacit dei giovani italiani,gi precedentemente bassa, di immettersi inun percorso virtuoso di arricchimento dellapropria vita e di produzione del benessere perla nazione. Il Rapporto giovani mostra per,come da parte delle giovani generazioni, emergauna forte volont di non rassegnarsi, soprattuttonei cosiddetti Millennials, cio coloro che sono divenuti maggiorenni dopo il 2000, cheormai diverse ricerche hanno dimostrato differenziarsi dalle generazioni precedenti per laspiccata fiducia in se stessi, la capacit di fare rete, la propensione all'innovazione e alcambiamento. Dai dati emergono tuttaviaanche gli effetti negativi derivanti all'esposizione in et giovanile a una situazione prolungata di crisi e di frustrazione delle propriepotenzialit, affiancata da una politica incapace di tutelare e migliorare il bene comune.

    Sono tutte condizioni che rischiano di sfociare in una crisi di appartenenza e di sfiduciasociale, oltre che nel risentimento verso le generazioni precedenti, accusate di aver ipotecato il futuro per la salvaguardia di unbenessere che non pi alla portata di tutti.

    La reazione dei giovani alla complessitdel contesto economico e sociale sembra essere polarizzata: da una parte coloro che conmaggiore energia e ottimismo reagiscono migliorando la propria formazione e producendoinnovazione e dall'altra chi, oltre a perdere lafiducia nelle istituzioni e nella societ, perdeanche la fiducia in se stesso e nelle propriepossibilit e necessita quindi di sostegno perl'orientamento e la qualificazione.

    I dati mostrano comunque un panoramacomplesso, all'interno del quale spiccano iconcetti di reversibilit delle scelte, riadattamento delle prospettive (soprattutto in campolavorativo, dove non esiste pi una corrispondenza diretta tra titolo di studio e soddisfazione) e fiducia nelle relazioni pi strette,che non va necessariamente a scapito della fiducia negli altri, anche se in generale il calodi fiducia nelle istituzioni evidente.

    Nel complesso il Rapporto presenta unaserie di indicatori interessanti che potrannoessere perfezionati e monitorati in prospettiva longitudinale nelle successive wavesdell'indagine.

    Segnala

    zionibib

    liografich

    eRa

    ssegna

    bibliografica

    infanzia

    eadole

    scenza

    3_20

    14Tavola dei contenuti

  • La nozione di famiglia e la sua evoluzione sono al centro dell'analisi dell'autrice. Ladefinizione dell'art. 29, c. I, Cost., famiglia come "societ naturale fondata sul matrimonio",si rivela oggi inadeguata a caratterizzare glialtri tipi di convivenze, che pur non essendobasate sul vincolo di coniugio sono comunqueunioni stabili e durature. Una pluralit di modelli familiari che affiancano la tradizionalefamiglia eterosessuale fondata sul matrimonio sui quali sicuramente necessario riflettere, in particolare relativamente alle relazionigiuridiche che all'interno di esse possono nascere. L'autrice afferma che la paura di intaccare l'istituto del matrimonio ha fatto s che sicreasse uno schema estremamente rigido cheha limitato la libert di scelta dei modellialternativi.

    La Corte europea dei diritti dell'uomo sostiene invece un concetto ben pi ampio di famiglia, basato sull'art. 8 della Cedu (Cartaeuropea dei diritti dell'uomo) che sancisce ildiritto al rispetto della vita privata e familiare, che considera anche i legami de facto fuori dal legame coniugale e non solo quellimatrimoniali. Anche l'art. 9 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea esprime la volont di una scelta pluralista dellegislatore europeo che eleva al rango di principio la pari dignit di ogni convivenza.

    La Corte di Strasburgo si inoltre espressa sul delicato tema delle unioni omosessuali, sulla base della lettura combinata degli artt.8 e 14 Cedu, sostenendo che la relazionesentimentale e sessuale tra due individui dellostesso sesso rientra pienamente nel concettodi vita familiare ed estendendo, sulla basedell'art.12 Cedu, il diritto al matrimonio anchealle persone dello stesso sesso senza perl'obbligo di riconoscimento in capo agli Statimembri. Tuttavia il Parlamento europeo si raccomandato affinch gli Stati non "noninterpongano ostacoli al matrimonio di coppieomosessuali, garantendone la genitorialit, eattribuendo loro gli stessi diritti spettanti alle

    tradizionali famiglie eterosessuali fondate sulmatrimonio". L'autrice sottolinea poi che diversi sistemi giuridici nazionali non si sonoallineati a tali raccomandazioni. In particolare affronta la situazione italiana: la Corte costituzionale nel 2010 ha ribadito l'unicit delmodello di famiglia eterosessuale fondata sulmatrimonio nel 2012 la Corte di cassazione,pur sostenendo il diritto ex art. 2 Cost. almatrimonio omosessuale, ha negato la trascrizione di un matrimonio validamentecontratto in uno Stato membro dell'UnioneEuropea, perch contrario all'ordine pubblico alla luce della "ostativa e inadeguata legislazione ordinaria" nel 2013, ancora laCassazione afferma che non possibile sostenere che sia dannoso per il minore crescerein una famiglia formata da una coppia omosessuale senza che vi siano "certezze scientifiche o dati di esperienza".

    In conclusione, l'autrice sottolinea comei mutamenti sociali e culturali abbiamo modificato la nozione di famiglia ed dunqueormai innegabile la necessit di un inquadramento giuridico degli altri modelli familiari,anche in considerazione di un maggiore allineamento con molti altri Paesi europei.

    Segnala

    zionibib

    liografich

    eRa

    ssegna

    bibliografica

    infanzia

    eadole

    scenza

    3_20

    14Tavola dei contenuti

  • La genitorialit omosessuale non di pers disfunzionale: la letteratura straniera inmerito ha evidenziato come il benessere psicofisico dei bambini, nell'apprendimento scolastico e nell'adattamento sociale, non correlatoal genere genitoriale. Altri elementi sono determinanti: la qualit della relazione tra ipartner e delle loro interazioni con i figli nonchil grado di accettazione sociale e di riconoscimento pubblico dell'unione dei genitori findall'infanzia dei figli.

    Le configurazioni di queste famiglie nonsono omogenee e risultano particolarmentecomplesse e inedite per le forme che possonoassumere rispetto alla genitorialit e alle relazioni tra generazioni al loro interno. Con ilvariare della composizione della famiglia, dalpunto di vista sia strutturale che relazionale,variano anche le modalit di esercizio dellaresponsabilit dei genitori verso i figli. Le famiglie omogenitoriali si confrontano con specifici problemi psicologici e sociali dovutiallassenza di schemi di regolazione dei rapportitra genitori e figli coerenti con le praticheeffettive della genitorialit, all'assenza di regole predeterminate e condivise alle quali farriferimento. Gli autori riferiscono di una ricerca da loro effettuata riguardo alle rappresentazioni e le pratiche della responsabilitgenitoriale nelle famiglie omogenitoriali in Italia (in Guido Maggioni, et. al. (a cura di), Bambini e genitori, Donzelli, 2013). Il campioneintervistato stato reperito tramite l'Associazione famiglie arcobaleno e ha interessato oltrealle madri lesbiche, anche padri gay con figliin et compresa tra i 18 mesi e i 10 anni natida fecondazione eterologa.

    I risultati delle interviste hanno evidenziatoche i compiti e le responsabilit nell'ambitodella cura dei figli e delle attivit connesse allagestione della vita familiare sono equamentedistribuite e negoziate tra i partner. Inoltre,ci che permesso ai figli viene stabilito mediante una discussione tra adulti e bambini.

    In merito alle questioni attinenti la disciplina, si rileva che i genitori omosessuali ricorrono alle punizioni molto raramente e che i figlidichiarano di avere un'ampia libert nellascelta delle attivit del tempo libero.

    Altro tema affrontato dalle autrici riguardail mancato riconoscimento giuridico delle famiglie omogenitoriali, giudicato dagli intervistati fortemente lesivo degli interessi dei figli.A tale proposito, le coppie, per sopperire a tale assenza, si sono rivolte a consulenti legaliper tutelare la propria famiglia attraverso deleghe dal genitore biologico al genitore sociale di alcune funzioni genitoriali, alla stipuladi polizze vita, a disposizioni testamentarie.Di qui, secondo gli studiosi, l'importanza diun intervento di riconoscimento e di regolazione da parte del diritto, che contribuirebbesenza dubbio nella costruzione della famigliaanche per quei bambini che hanno genitoriomosessuali.

    Segnala

    zionibib

    liografich

    eRa

    ssegna

    bibliografica

    infanzia

    eadole

    scenza

    3_20

    14Tavola dei contenuti

  • L'articolo di Marianna Giordano mette inrisalto e fa riflettere sul grande significato degli interventi di sostegno domiciliare alla genitorialit come prevenzione al maltrattamentosui minori, grazie al quale possibile ridurregli allontanamenti e rispettare cos, in lineacon le indicazioni dellOrganizzazione mondiale della sanit, il diritto del bambino di crescere nella propria famiglia. Certo sono necessarirequisiti indispensabili affinch questo interventosia possibile, perch non di per s semprebuono in tutte le situazioni.

    Fondamentali alla sua efficacia sono: laprecocit del suo inizio, quindi lattivazione allafase del rischio e non del danno conclamato,con una valutazione preliminare e in itineredella situazione quando inoltre i problemi sono di gravit lievemedia, vi deve essere unadisponibilit dei genitori alla cooperazione el'intervento si deve infine poter collocare in unprogetto di rete pi ampio.

    Determinante la fase di valutazione preliminare multidisciplinare per stabilire se siano presenti, nella situazione in esame, dellerisorse attivabili che possano disinnescare ifattori di rischio registrati. A volte pi fattoridi rischio aggiuntivi (gravit delle esperienzesfavorevoli dei genitori, presenza di psicopatologie gravi, ecc.) determinano situazioni cosaltamente vulnerabili e pericolose che rendono insufficiente l'intervento domiciliare nonchpericoloso esso stesso concorrendo alla cronicizzazione della sofferenza. Si comprende come questa prima fase d'avvio all'intervento siamolto delicata.

    Una volta stabilito che la situazione in esame pu beneficiare dal sostegno professionale domiciliare, punto successivo la definizionedel progetto dell'intervento che deve essere elaborato in quipe integrata tenendo contodell'apporto di tutte le professionalit coinvoltenella valutazione, nonch ovviamente con ilcoinvolgimento dei genitori. La coprogettazione consente di definire obiettivi realistici epermette un monitoraggio costante per affrontare le criticit.

    Un importante nodo critico che va affrontato il fatto che le famiglie non scelgono in primapersona l'intervento, ma viene loro propostosu segnalazione dei servizi sociosanitari. Daqui si dovr arrivare a far s che la famigliamaturi una consapevolezza e una disponibilit a trattare dei problemi fino ad arrivare a costruire un'alleanza, punto essenziale all'efficaciadell'intervento.

    la casa stessa che diventa il settingprincipale dellintervento e loperatore si deveimmergere totalmente in essa con un ruolomolteplice, comportando al tempo stesso un'osservazione partecipe, un sostegno perfronteggiare le difficolt, una condivisionedell'accudimento, per proporre modalit diverse di allevare i figli, una mediazione relazionale nelle tensioni con i figli e nella coppia esoprattutto un rinforzo all'autostima e alle risorse nascoste.

    Si comprende come i rischi in cui l'operatore si pone non sono da poco sul pianopersonaleprofessionale, trovandosi al centrodi identificazioni multiple ed esponendosi acoinvolgimenti emotivi. Per questo, condizioninecessarie alla tutela dell'operatore sono: il lavoro in quipe per poter condividere il propriovissuto professionale, la supervisione per poter meglio evidenziare i nodi critici della situazione e la formazione, ovvero l'approfondimentodelle competenze grazie alle quali possibilerafforzare i fattori protettivi che favoriscono ilbenessere professionale e un lavoro pi efficace.

    Segnala

    zionibib

    liografich

    eRa

    ssegna

    bibliografica

    infanzia

    eadole

    scenza

    3_20

    14Tavola dei contenuti

  • L'adozione una realt sociale, psicologica, culturale che sfida alcuni dei cardinifondanti su cui si basa l'ordinamento umano:il valore attribuito al legame biologico, il significato dell'essere madri e padri, il senso dellastoria personale. Gli autori hanno provato araccontare, partendo dai vissuti, quanto sentito dagli adolescenti adottati, attraverso linguaggiscientifici, filosofici, pedagogici. Il volume stato scritto per dare voce ai ragazzi, raccontare il loro punto di vista, per essere ascoltati evisti. L'esperienza adottiva, in particolare durante l'adolescenza, muove inevitabilmente esconvolge la vita di chi accoglie, oltre che dichi accolto. Uno sconvolgimento atteso, sognato, che nel momento in cui si concretizza,provoca sempre qualcosa di imprevisto e nuovo. Le ricerche internazionali evidenziano chein questa fase della crescita possono verificarsi crisi adottive significative.

    Diventare genitori adottivi una sfida unica. Arrivare a trovare una sintonia nella relazione adottiva complesso ma determinante.Il cercarsi, per trovarsi in qualche luogo condiviso, non solo fondamentale per il primo riconoscimento, ma lo a maggior ragionedurante l'adolescenza.

    Sappiamo dalle ricerche che la riuscitadel percorso adottivo dipende da numerosifattori che sono riconducibili a: le caratteristiche del bambino, la sua storia, le esperienzepassate, gli attaccamenti. Anche le particolarit degli adulti adottanti assumonoun'importanza basilare, cos come le loro storie e i loro vissuti, le motivazioni che spingono ad adottare un bambino. Anche gli operatorinon sono esclusi da questo processo di riuscita adottivo: la loro competenza professionale,la loro capacit di sostenere le relazioni e lagestione delle emozioni dei bambini, dei genitori e degli stessi operatori sono determinantiper un esito positivo dell'adozione.

    Il testo suddiviso in due parti: nella prima, dopo un primo capitolo sull'intersoggettivit, ne seguono altri due sull'adolescenza esul gruppo dei genitori e degli stessi adole

    scenti, nei quali gli autori oltre a proporre stimoli di riflessione preziosi sul tema, raccontanoattraverso aneddoti la vita dei due gruppi attraverso lo scambio di esperienze, pensieri edemozioni.

    Nella seconda parte del volume, gli autori pongono l'attenzione sul ruolo del corponell'incontro adottivo. Gi dal primo incontroil rapporto tra figlio e genitore si costruisceattraverso l'esperienza fisica e sensoriale, cheattiva una comunicazione non verbale fondamentale per la creazione della relazione tra genitori e figli. Viene cos proposto un percorsodi conoscenza sull'esperienza adottiva, basatosui cinque sensi e come ognuno svolga un ruolo importante nell'adozione, soprattutto in adolescenza, quando la fisicit diventa ancora pisignificativa e contribuisce a definire l'identit. Le percezioni sensoriali fanno parte dellastoria dei figli adottivi e non solo contribuiscono a creare ricordi, sensazioni e appartenenze,ma orientano anche le relazioni.

    Segnala

    zionibib

    liografich

    eRa

    ssegna

    bibliografica

    infanzia

    eadole

    scenza

    3_20

    14Tavola dei contenuti

  • Il volume raccoglie gli interventi del convegno, svoltosi a Roma il 20 novembre 2013, sultema delle adozioni e degli affidi dei minori. Isaluti di Michela Vittoria Brambilla, presidentedella Commissione parlamentare per l'infanziae l'adolescenza, danno avvio ai lavori. L'indirizzo di saluto del presidente del Senato, Pietro Grasso, evidenzia come la legge garantiscail diritto del bambino a crescere in una famiglia ovvero, sostiene, in un contesto di amore, rispetto e cura e dunque il sostegno allefamiglie diventa imprescindibile per qualsiasi progetto rivolto alle politiche per l'infanziae l'adolescenza. Nel suo intervento introduttivo la presidente Brambilla riferisce che laCommissione ha svolto recentemente un'ampiaindagine conoscitiva riguardante l'attuazionedella normativa in materia di adozioni e affido e che da essa risulta innanzitutto unamarcata flessione in negativo della richiestadi adozioni nazionali e internazionali. Da ciche risulta, molte coppie rinunciano all'adozione perch l'idea che passa, vista la vastadiscrezionalit di chi ne decide l'idoneit, che mentre per generare dei figli basti esserenormali, per adottarne occorre essere eccezionali. Inoltre l'iter lungo e i costi contribuiscono a scoraggiare chi vorrebbe fare le domande.

    L'intervento del direttore generale perl'Inclusione e le politiche sociali, Raffaele Tangorra, si concentra sull'affidamento e, in particolare, sui dati che risultano essere incoraggianti poich, specie dopo la L.149/2001,il numero dei minori costretti a vivere fuoridalla propria famiglia si ridotto a 30milacontro gli oltre 200mila degli inizi degli anni70. Tangorra evidenzia come questo sia statopossibile grazie alla promozione di politichemirate e di progetti specifici e come il compimento di questo processo storico debba rappresentare per il nostro Paese un motivo di orgoglio.La vicepresidente della Commissione per leadozioni internazionali, Daniela Bacchetta,affronta poi il delicato tema delle adozioniinternazionali, evidenziandone le difficolt ele particolarit. L'intervento del garante na

    zionale per l'infanzia e l'adolescenza, VincenzoSpadafora, tocca anche un altro tema moltoimportante, quello della privazione, intesa come la mancanza di opportunit derivante dallapovert, che incide sempre pi fortementesulle famiglie che spesso non sono in grado digarantire uno standard di vita ideale ai bambini e si ritrovano conseguentemente in situazioni di grandissima difficolt.

    Interessante anche l'ultimo spunto di riflessione offerto dal Capo del dipartimentopolitiche per la famiglia della Presidenza delconsiglio, Caterina Cittadino, il tema della solidariet verso i minori e le loro famiglie, cherisente sempre pi pesantemente della crisieconomica: se le famiglie non vengono supportate economicamente in maniera adeguata ilproblema della solidariet diventer ancorapi grave.

    Il volume si conclude con le testimonianzedi due studentesse minorenni e con la raccoltadegli interventi delle due successive Tavole rotonde su Adozioni nazionali e internazionali aconfronto e Affidi oltre la crisi.

    Segnala

    zionibib

    liografich

    eRa

    ssegna

    bibliografica

    infanzia

    eadole

    scenza

    3_20

    14Tavola dei contenuti

  • Chi o cosa siamo noi? La questione identit attraversa lintera nostra esistenza: domina il dibattito contemporaneo ed tema centralee strategico nel dibattito educativo della prima infanzia. Lapprofondimento della rivistaBambini, articolato in sei diversi contributi,intende proporre ai lettori alcuni punti di vista e orientamenti al pensiero relativi ai processi di costruzione individuale e sociale delleidentit: identit plurale, composita, cheracchiude ruoli differenti identit che si contaminano, si contrappongono, dialogano, crescono, cambiano.

    Nel primo contributo, con un approcciofilosoficoantropologico, Francesco Remotticoncepisce lidentit come un susseguirsi esostituirsi di copie di noi stessi che prendonoforma attraverso continui rapporti di somiglianze e differenze con s e con gli altri. Laformazione (e trasformazione) di qualsiasisoggetto, individuale e collettivo avviene attraverso un viluppo di interazioni con gli altri nelquale agiscono processi di somigliamento edifferenziamento.

    Stefano Laffi, nellarticolo che segue,affronta la questione identit da una prospettiva sociologica: Si nasce e subito inizia illungo e pressante assedio e condizionamentodi societ e scuola alla libera manifestazioneed espansione delle identit bambine. Si trattadi un assedio a 360 gradi, che va dal controllodel regime medicalizzato della salute, allabdicazione della scuola alla conformazionedellinfanzia, dalla sovrascrittura del marketing sui desideri dei bambini, alle attese deigenitori sui destini dei figli un assedio cheattacca il corpo, la mente le emozioni nel loro corso evolutivo naturale. Lipotesi quelladi rompere lassedio, lasciare i bambini essere bambini, aprire dialoghi infiniti con loro,fidarci senza riserve, lasciarci guidare per liberare tutti.

    La psicologa e pedagogista Nice Terzi, nelsuo intervento, colloca la questione identitallinterno dei servizi educativi per la prima

    infanzia connotandola sia in relazione ai bambini sia agli adulti. Sottolinea il valore che il ruolo delleducatore assume nel processo dicostruzione dellidentit dei bambini. Il suogesto che viene frenato per non sostituirsial bambino un elemento che sa dare riconoscimento e sostenere lidentit e pu diventare un paradigma dello stare insieme ai bambiniin un senso pi lato. Larticolo mette a fuocoanche lidentit professionale delle educatrici, connotata dalla consapevolezza della propria appartenenza a unistituzione.

    Lapprofondimento sullidentit comprende,inoltre, un racconto di Sandra Dema scrittrice e animatrice socioculturale : la storia degli armadietti che racconta di come lidentitdei bambini e degli armadietti si possanoconnotare e contaminare a vicenda.

    Larticolo Laila e lo specchio una documentazione fotografica dellessere e il fare diuna bimba alle prese con la scoperta, la conoscenza e laffermazione di s in un ambientein divenire realizzata dalle educatrici del Nido dinfanzia Arcobaleno di Sanremo.

    Infine, chiude lapprofondimento, il contributo delle insegnanti Marianna Vaccaluzzo eLaura Faso, che riportano in forma di dialogo il proprio pensiero sullidentit, confrontandosi dialetticamente e riflettendo sulla loroidentit professionale. Ne consegue una sortadi arcipelago delle identit nel quale le singole individualit sfumano e si confondono, iltempo si dilata e lio assume ruoli diversi emolteplici. Le insegnanti percorrono un viaggiointeriore portando alla luce elementi fondantilidentit professionale ma anche aspetti intimistici.

    Segnala

    zionibib

    liografich

    eRa

    ssegna

    bibliografica

    infanzia

    eadole

    scenza

    3_20

    14Tavola dei contenuti

  • Il volume presenta lo sviluppo psicologico umano nei suoi tratti essenziali, dalle teorie classiche agli aspetti applicativi, conl'obiettivo di fornire le indispensabili conoscenze di base necessarie agli operatori sanitari che si trovano a lavorare a stretto contattocon i bambini.

    Comprendere gli aspetti cognitivi e affettivi che entrano in gioco nel momento in cui unbambino incontra un medico, un infermiere,un terapista della riabilitazione risulta di estrema importanza al fine di instaurare la migliore alleanza terapeutica possibile con il bambinostesso e con i suoi familiari.

    Nei primi nove capitoli del libro, il filoconduttore dell'esposizione riguarda lo sviluppo dei comportamenti tipici della salute:iniziando a trattare cosa vuol dire oggi nascere, fino a riconoscere limportanza per il bambino di frequentare la scuola. Sono staticonsiderati anche altri temi dello sviluppoinfantile: le emozioni, la crescita, lo sviluppodel pensiero, la socialit e la famiglia.

    Il libro strutturato in modo da fornire ailettori gli aspetti pi importanti di alcuni argomenti e altri che invece devono essere approfonditi in quanto sono di pi diretto interesseper chi lavora con i bambini nel campo dellasalute.

    Gli autori hanno comunque focalizzatol'attenzione anche sui comportamenti di malattia dei bambini e sui comportamenti dei familiari. I comportamenti di malattia riguardanole modalit con cui le persone percepiscono lesensazioni somatiche che potrebbero indicare una malattia e reagiscono a esse. I bambini spesso hanno una concezione della malattialegata a una punizione i bambini pi piccoliritengono che ci si ammali perch non si sono tenuti comportamenti salutari, come andare a letto presto, non mangiare troppi dolci,non sanno ricondurre i sintomi a fattori causali. Queste idee in genere permangono finoai setteotto anni. Man mano che cresce, ilbambino riesce a spiegare la salute e la malattia in termini biologici, fino all'adolescenza,

    quando la malattia assume in modo chiaro ilsignificato di interferenza in un normale processo biologico.

    Questi aspetti devono essere tenuti inconsiderazione per poter aiutare i bambini difronte alle proprie malattie o alla morte dipersone care.

    Secondo gli autori, per capire meglio ilbambino e i suoi comportamenti, bisogna riferirsi alla psicologia dello sviluppo che pufornire anche strumenti conoscitivi ampiamente utilizzati quali: l'osservazione, il disegno, il colloquio. Tali strumenti vengono trattatinelle linee sostanziali, dagli autori, i quali sostengono che il loro utilizzo da parte degli operatori sanitari richiede conoscenze e competenzeaggiuntive per poter essere usati in modocorretto, la validit dei risultati deve esserecomunque confermata dallo psicologo.

    In ambito diagnostico, parlare con unbambino richiede non solo conoscenze specifiche rispetto allo sviluppo cognitivo dello stesso, ma anche capacit da parte dell'operatoredi saper comunicare informazioni, non semprepositive, in modo empatico.

    Segnala

    zionibib

    liografich

    eRa

    ssegna

    bibliografica

    infanzia

    eadole

    scenza

    3_20

    14Tavola dei contenuti

  • L'evoluzione umana stata favorita dallaparticolare capacit che hanno gli individui diinteragire gli uni con gli altri, attraverso la risonanza emotiva e la comprensione della mentealtrui. Negli ultimi decenni l'oscillazione tragli interessi e i desideri personali e l'attenzione e la condivisione con gli altri si spostatafortemente verso l'individualismo e l'egocentrismo. Ognuno preso da se stesso, alla ricercadei propri obiettivi personali, al raggiungimento di mete individuali. Il S si costruiscefin dall'inizio sulla base delle relazioni significative che si stabiliscono nel corso della vita,le quali rimandano continuamente diverseimmagini di s che vengono interiorizzate edentrano a far parte della propria organizzazione personale. L'empatia e la comprensione degli altri si riattivano prima nella relazione coni genitori e, successivamente, con i coetanei eil gruppo sociale. Fin dalla nascita, i bambiniricercano l'interazione con gli altri cercandodi comprendere i codici delle relazioni sociali.

    La capacit di cooperazione, evidente neiprimi anni di vita, diventa ancora pi importante quando si entra nell'adolescenza, perchil gruppo e le relazioni fra pari sono indispensabili per staccarsi dalla famiglia e iniziare l'esplorazione del mondo. Questa sperimentazionecomporta rischi e pericoli che possono essereaffrontati con maggiore determinazione se si in gruppo. L'autore esplora le varie sfaccettature del noi, utilizzando anche delle esemplificazioni che illustrano i vari aspetti della relazionalit. Il rapporto, la condivisione e lacollaborazione con gli altri rappresentano dellecaratteristiche specifiche della specie umana.Infatti, solo la cooperazione quotidiana haconsentito agli uomini di sopravvivere e soprattutto di muoversi alla conquista dellaTerra. Tuttavia questa forte propensione sociale pu essere favorita o arricchita oppureostacolata se non addirittura bloccata siaall'interno della famiglia sia a livello sociale.

    La collaborazione con gli altri si intrecciacon la capacit di comprendere gli altri, il loro punto di vista e le loro intenzioni. In primo

    luogo, in famiglia, i genitori possono aiutare ifigli ad acquisire una capacit di mentalizzazione cercando di leggere gli stati mentali deifigli e di comunicarli, aiutandoli in questo modo a vedere gli altri, non solo osservando i loro comportamenti, ma anche riconoscendoquello che pensano e provano. Anche la scuola, oltre alla famiglia, pu favorire la capacitdi mentalizzazione, sia attraverso le interazioni con gli insegnanti e i coetanei sia attraversola lettura di libri che aiutano a farsi un'ideadi personaggi e situazioni diverse. La scuola,infatti, rappresenta un'occasione importanteper ogni bambino di entrare in un contesto incui decentrarsi, riconoscendo punti di vistadifferenti e intenzioni diverse e giungere a mediazioni con gli altri. Il valore dell'amicizia,dello scambio intellettuale con gli altri, hasempre rappresentato uno dei capitoli pi vivi ed emozionanti della vita umana.Se

    gnala

    zionibib

    liografich

    eRa

    ssegna

    bibliografica

    infanzia

    eadole

    scenza

    3_20

    14Tavola dei contenuti

  • La riflessione presentata in questo articolo prende spunto dalla constatazione di unfenomeno importante nella vita di adulti e adolescenti: la diffusione sempre pi estesa diinternet, i cui aspetti negativi vengono esaminati, in particolare, tra gli adolescenti.

    La ricerca mostra la relazione tra dipendenza da internet e cyberbullismo: si richiama l'attenzione sul fatto che l'isolamentosociale sembra accomunare i due fenomeni.

    Il dibattito sul tema ha permesso di osservare un particolare importante, confermatoanche da studi pi recenti, il bullismo unfenomeno di gruppo, declinato in varie forme.

    Il cyberbullismo conferma questo datoattraverso la stessa modalit di gestione dellaviolenza, che trova nell'utilizzo delle tecnichemultimediali una sorta di gogna gruppalecondivisa.

    Il modello teorico di riferimento del presente contributo si rif a una spiegazione datadai ricercatori per analizzare il comportamentodel bullo stesso, che non viene visto come individuo di scarsa intelligenza, come afferma unostereotipo, al contrario, i ricercatori sostengono che molti bulli possono essere degli abilimanipolatori, quindi con buone capacit sociocognitive.

    Il comportamento aggressivo che vienemesso in atto pu derivare da diversi fattori,tra i quali i pi studiati sono l'ambiente familiare, l'influenza dei coetanei e dei media.

    Da notare che nel cyberbullismo, a differenza dal bullismo tradizionale, i persecutori fanno ci che non farebbero nella vita reale,aumentando l'effetto di depersonalizzazionecon conseguente mancanza di ogni possibileempatia verso le vittime, che comunque moltofrequentemente subiscono in silenzio, senzapoter contare peraltro nemmeno sull'empatiadegli spettatori, che risulta mancante. Questo fenomeno risulta particolarmente implacabile poich non limitato da confini di spazio,in quanto le vittime possono essere trovate inqualsiasi luogo con l'utilizzo della rete e la loro umiliazione pu divenire pubblica.

    Per contrastare il cyberbullismo, possono essere efficaci strategie che tengano contodelle dinamiche di gruppo.

    La peer education una metodologiaformativa che si avvale appunto delle dinamiche relazionali spontanee tra i ragazzi e dellaloro possibile efficacia educativa, per aiutareil gruppo nella formazione dell'identit deisoggetti con un'azione di prevenzione, promozione e orientamento.

    A questo proposito pu essere utilizzatala video peer education, che integra la peereducation con le nuove forme di comunicazione multimediale per contrastare il cyberbullismo con modalit educative e preventiveattraverso la rete.

    Affinch la video peer education possarappresentare unefficace forma preventivacontro il cyberbullismo, dovrebbe essereincentivata l'apertura della scuola in tal senso,tenendo conto che l'applicazione di un modello gruppale a un fenomeno gruppale richiede approfondimenti teorici e operativi. Convienericordare che la comunicazione tra adolescentie giovanissimi pu costituire una grande risorsa in termini di spazio formativo coerentee costante.

    La video peer education rappresenta unapossibilit di creare nuovi linguaggi per unadiversa strategia antibullismo tra pari.

    Segnala

    zionibib

    liografich

    eRa

    ssegna

    bibliografica

    infanzia

    eadole

    scenza

    3_20

    14Tavola dei contenuti

  • Nel saggio in oggetto, lautrice riflette sudiverse narrazioni delle donne rom, evidenziandouna tensione tra tradizione e cambiamento allaluce delle teorie degli studi femministi postcoloniali e del metodo intersezionale. Nella primaparte del saggio, lautrice prende in esame testimonianze di donne rom che descrivono e riflettono su questioni di genere, raccolte nellarivista Roma cultural magazine e in testi pubblicati dalla cooperativa editoriale Sensibili allefoglie. Nella seconda parte, invece, il focus viene posto su razzismo e sessismo, "romafobia"e questioni di genere attraverso lanalisi di unaserie di ricerche e rapporti sullargomento. Lenarrazioni raccolte delle donne rom propongono versioni molto diverse del proprio vissutofemminile che vanno dallesaltazione del proprio ruolo femminile, fondato sulla maternite sulla devozione al proprio uomo, a una critica dei ruoli di genere prevalenti nelle famiglierom che assegnano alle donne un carico di lavoro domestico molto grande e un ruolo subordinato.

    Alcune testimonianze sottolineano lorgoglio di appartenere a un gruppo che d un valore centrale ai sentimenti, allamore, al desideriodi libert piuttosto che a elementi materiali econsumistici che lautrice definisce un atteggiamento anticonformista precapitalistico e anticapitalistico. Le stesse testimonianzeevidenziano anche, a confronto, i reciproci pregiudizi nelleducazione dei figli tra rom e gagper cui, alla classica visione dei rom, che costringono i figli a mendicare, facendoli viverein condizioni disagiate e poco igieniche, sicontrappone la visione dei gag come ricchi eanaffettivi che lasciano i figli per ore davantialla televisione. Altre testimonianze di donnesono invece pi critiche sui ruoli di genere prevalenti allinterno delle comunit rom ed evidenziano la fatica che le donne rom devono fareper allevare i figli con pochissimi mezzi. In altricasi si mettono in evidenza una serie di elementi di novit nel vissuto delle donne rom co

    me, ad esempio, lorganizzazione di un gruppodi danza formato da sole donne e svincolatodalle famiglie.

    Il saggio prende anche in considerazioneil tema dei matrimoni combinati, sottolineandoi cambiamenti in atto e come questo elementonon rappresenti in ogni caso un tratto squisitamente caratteristico delle comunit rom, inquanto esso presente in altre culture e lo eraanche nella nostra fino a qualche tempo fa.

    Nellanalisi dei ruoli di genere nelle comunit rom, lautrice sottolinea la centralit disfuggire alla retorica della donna rom sottomessa nellambito della cultura patriarcale delleproprie comunit, atteggiamento proprio anchedi un certo femminismo occidentale accademico che non si interrogato sul proprio privilegio etnico, bianco e di classe. Occorre infattispostare il focus dellanalisi dai gruppi minoritarialla nostra cultura maggioritaria ponendosiverso di essa in maniera autoriflessiva e critica. questo linvito centrale che ci viene dagli studipostcoloniali e dal saggio in esame oltreallimportanza di adottare un metodo intersezionale che analizzi la dimensione di generein relazione a quelle etniche e di classe.

    Il saggio si conclude sottolineando come ilcambiamento nei rapporti di genere e familiarinelle comunit rom abbia senso solo se intesocome percorso endogeno. Al tempo stesso sievidenzia come i percorsi femministi delle donnenon bianche ci costringono a riflettere non solosul concetto di tradizione, ma anche su quellodi modernit in particolare svelandone le possibilicomplicit di classe e le derivazioni coloniali.

    Segnala

    zionibib

    liografich

    eRa

    ssegna

    bibliografica

    infanzia

    eadole

    scenza

    3_20

    14Tavola dei contenuti

  • L'adolescenza viene ritenuta in molte culture un periodo particolarmente delicato sia peri ragazzi sia per gli adulti che stanno loro vicino. infatti una fase della vita straordinaria, di grande vitalit, ma allo stesso tempofonte di incertezza e disorientamento. Propriodurante l'adolescenza i ragazzi apprendonoabilit importanti: l'autonomia dalla famiglia,la capacit di correre rischi per affrontare lesfide del mondo contemporaneo. Infatti, il modo con cui vengono affrontati gli anni dell'adolescenza influisce direttamente sul modo incui verr vissuto il resto della vita. L'autorenella prima parte del libro evidenzia l'adolescenza nei suoi tratti essenziali, sfatando alcune false credenze che possono complicare lavita, sia agli adolescenti che agli adulti. La seconda parte del libro dedicata allo sviluppodel cervello durante l'adolescenza: questeinformazioni possono aiutare a capire il comportamento degli adolescenti che secondo Siegel influenzato dall'intenso sviluppo cerebrale che avviene in questa particolare fasedella vita. Questo accrescimento predisponea cambiamenti che riguardano: la memoria,il pensiero, il ragionamento, la concentrazione, le capacit decisionali e le relazioni interpersonali. Nella terza parte viene approfondito il tema dell'influsso delle relazioni interpersonali e come sia possibile creare legamipi forti con se stessi e con gli altri. Nella quartae ultima parte, l'autore evidenzia i cambiamenti e le sfide adolescenziali, focalizzandol'attenzione su un particolare atteggiamentodi apertura e ricettivit verso la vita checonsente di essere consapevoli verso gli aspettiinteriori e interpersonali. Al termine di ogniparte, basandosi sulle pi recenti scoperte nelcampo della neurobiologia interpersonale, Siegel propone una serie di strategie per un'applicazione pratica delle conoscenze riguardantiil funzionamento cerebrale: sono attivit cheaiutano gli adolescenti a rendere pi gratificanti i rapporti con gli altri e che servono adalleviare il disagio e la solitudine che a volteassalgono genitori e figli in egual misura.

    Le modificazioni a livello cerebrale cheavvengono nell'adolescenza comportano rischie opportunit. Il modo con cui gli adulti significativi e i ragazzi navigheranno le acque dell'adolescenza pu contribuire a dirigere la nave della vita verso lidi pericolosi o entusiasmanti.

    Gli anni dell'adolescenza possono certamente presentare delle sfide, ma i cambiamenti a livello mentale aiutano a favorire lacreazione di qualit che possono essere d'aiuto durante l'adolescenza, ma anche nell'etadulta, per vivere con pienezza l'esistenza.

    Il testo pu essere considerato una guidaper comprendere la mente dei ragazzi e si propone di contribuire alla comprensione e allavalorizzazione delle caratteristiche basilaridell'adolescenza, per favorire quanto pi possibile il benessere anche oltre questa fase dellavita.Se

    gnala

    zionibib

    liografich

    eRa

    ssegna

    bibliografica

    infanzia

    eadole

    scenza

    3_20

    14Tavola dei contenuti

  • Gli uffici di garanzia nascono a partire dagli anni 90 a seguito della ratifica da parte delloStato italiano della Convenzione Onu sui dirittidellinfanzia e delladolescenza, siglata a NewYork il 20 novembre 1989, che rappresenta ilnucleo fondante della loro attivit. Oggi, a livellomondiale, operano circa 200 istituzioni pubbliche in 70 Paesi per monitorare e tutelare i dirittidellinfanzia in modo indipendente rispetto allapubblica amministrazione. Le denominazioni sono diverse (difensore civico per linfanzia, garanteper linfanzia, commissione per linfanzia e ladolescenza) ci che li accomuna la funzione,rappresentata dal monitoraggio delle azioni deigoverni e di altri enti, dalla promozione dei diritti dellinfanzia e dalla formulazione di soluzioni e strumenti per prevenire ed eliminare eventualiviolazioni e offrire uno spazio di dialogo su bambini e adolescenti allinterno della societ e fra iminorenni e lo Stato.

    Il nostro Paese ha istituto il Garante nazionale per linfanzia e ladolescenza con L. 112/2011,a seguito di un complesso iter legislativo e dopoche molte regioni avevano gi legiferato da tempoin tal senso. Tra le caratteristiche che tale organo deve possedere vi quella dellindipendenzae dellautonomia dalla pubblica amministrazione, con competenze distinte e non sovrapponibili seppur opportunamente coordinate aquelle delle istituzioni esistenti che si occupanodi infanzia e adolescenza.

    Nellambito delle attivit e delle funzioniattribuire alla figura del Garante, ampio spazioviene dato al discusso tema della partecipazione dei bambini. Viene infatti espressamente previsto che ai minori debbano essere dati spazi eforme di partecipazione alle attivit dellAutorit e alla redazione delle sue proposte tramiteforme idonee di consultazione. Lesigenza di partecipazione si pone quindi come necessit giuridica della stessa azione di tutela che la comunitopera sulle nuove generazioni.

    A livello regionale, la figura del garante deidiritti dei minori di et prevista attualmente in17 regioni italiani e in due province attraverso

    lemanazione di leggi regionali e provinciali istitutive che coprono un arco temporale che va dal1988 al 2011. Tali soggetti hanno avuto e hannotuttora forme e modalit di lavoro differenti, chesi sono oltretutto modificate con landare deltempo. Dalla lettura degli atti comunque possibile cogliere un nucleo di elementi che accomunano le funzioni dei diversi garanti qualivigilanza, accoglienza, segnalazione, promozione, partecipazione, erogazione di prestazioni,interventi in amministrazioni pubbliche e autorit giudiziarie. Allinterno di queste aree lenormative dettagliano in misura diversa le attivit e i compiti previsti per lattuazione di dettefunzioni.

    Rispetto al ruolo e alle funzioni del Garantenel nostro Paese rimangono tuttora aperte moltequestioni: in particolare si evidenzia limportanzache le leggi istitutive dei garanti regionali prevedano degli strumenti di raccordo con il Garantenazionale inoltre che ci sia un generale interesse per la promozione da parte di queste figure di iniziative formative dirette alla preparazione di persone idonee a svolgere attivit di tutelae di curatela e di attivit di consulenza e sostegno ai tutori e ai curatori poi nominati. Infine,molto si discute sui rapporti di queste figure conlautorit giudiziaria e con le amministrazionicompetenti dello Stato. Sebbene infatti le disposizioni normative di livello nazionale e regionalesiano esplicite nella suddivisione delle competenze, nel lavoro quotidiano sono ancora molteplici i possibili ambiti di sovrapposizione.

    Segnala

    zionibib

    liografich

    eRa

    ssegna

    bibliografica

    infanzia

    eadole

    scenza

    3_20

    14Tavola dei contenuti

  • L'articolo descrive uno studio di verificadegli effetti di un progetto di educazione allacultura della legalit nel determinare deicambiamenti in un campione di studenti perquanto concerne le loro rappresentazionimentali della legalit, delle istituzioni e del fenomeno della criminalit organizzata. Il progetto si chiama Radio Kreattiva ed caratterizzato dall'utilizzo di una web radio scolastica ascoltabile sul sito www.radiokreattiva.netassociato a degli interventi di educazione allalegalit realizzati nelle scuole. Radio Kreattiva un progetto finanziato dell'Agenzia per lalotta non repressiva alla criminalit organizzata del Comune di Bari che, a partire dal2005, ha coinvolto pi di 3.500 studenti e 200docenti operando in 60 istituto scolastici. Sitratta di un progetto di prevenzione primaria:l'utilizzo di un vero e proprio programma radiofonico da un lato permette agli studenti diesprimere le proprie riflessioni sul tema trattato,dall'altro rende tangibili e riproducibili glieffetti degli interventi negli incontri condottidagli operatori in classe.

    L'ipotesi della ricerca era quella di verificare se il progetto poteva determinare neglistudenti dei cambiamenti significativi perquanto riguardava la valutazione del fenomeno della criminalit organizzata, la percezione dello Stato e degli organi atti a contrastarela criminalit organizzata. La ricerca statacondotta su un campione di 285 studenti di28 scuole medie inferiori della citt di Bariche sono stati coinvolti nel progetto RadioKreattiva nell'anno 20112012. Lo strumentodi rilevazione utilizzato stato un questionario costruito da Paolo Diana e Claudio Marra,presentato nell'ambito della ricerca Rappresentazioni pratiche della legalit negli adolescenti: una comparazione NordSud implementata nel 2009 dall'Universit di Messina e dalCentro universitario per le ricerche sulla sociologia del Diritto, dell'informazione e delleistituzioni giuridiche. La rilevazione stataeffettuata attraverso la somministrazione del

    questionario in test e retest all'inizio e altermine del progetto. Dai dati emergono unaumento significativo della fiducia negli uomini politici, un atteggiamento maggiormentefavorevole verso istituzioni e forze dell'ordine,una pi netta discriminazione fra comportamenti leciti e illeciti, una maggiore conoscenzariferita della Costituzione e un decremento riferito della cosiddetta omert. Restano, tuttavia, alcune aree critiche come la scarsa fiduciaverso il prossimo e una sorta di atteggiamentodi non interferenza nelle scelte altrui, anchequando queste si palesano in comportamentidevianti. Dai dati emersi, gli autori suggeriscono di sviluppare il progetto Radio Kreattiva in una modalit che dia maggiore spazio auna dimensione educativa peer to peer chepossa essere complementare a quella fornitada operatori e insegnanti e che possa agirecome valido strumento di prevenzione eintervento primario in ambito scolastico.

    Segnala

    zionibib

    liografich

    eRa

    ssegna

    bibliografica

    infanzia

    eadole

    scenza

    3_20

    14Tavola dei contenuti

  • L'adolescenza un'et che vede emergere bisogni e affetti che richiedono da semprerisposte pertinenti. Tali bisogni adolescenziali si collocano nell'area della definizione diun'identit che non si rispecchia soltanto coni genitori, ma richiede anche il confronto sociale. Il raffronto con gli altri non riguarda pisoltanto i compagni di classe o la compagniadel pomeriggio, ma coinvolge i gruppi virtuali tramite internet. I ragazzi, infatti, comunicano attraverso le foto postate sui social e ivideo. Intorno al gruppo si snodano le dinamiche pi salienti e rilevanti, ed proprio nelgruppo che l'adolescente stesso comincia a costruire l'identit, esso funziona anche comeun contenitore naturale dei suoi scenari interni.

    Il gruppo come strumento di lavoro rappresenta un luogo privilegiato dove poter favorire la costruzione di una relazione in cui aspetticonsapevoli del comunicare e aspetti inconsci possono essere messi a fuoco. Ci che viene colto in gruppo il suo cambiamento semprein divenire e considerare il pensiero generatonel gruppo come strumento di trasformazione.

    Gli psicologi, gli educatori, gli insegnantie i genitori devono confrontarsi con i ragazzi,che talvolta mostrano forme di sofferenza chesembrano assumere sfumature sempre picomplesse. In alcuni casi questo disagio assume un significato clinico, che richiede unaprecoce individuazione dei fattori di rischio dipsicopatologia e di comportamenti devianti.Gli adulti si confrontano con i silenzi degli adolescenti, sentono messa in discussione la loro possibilit di comunicare con ragazzi orainibiti, ora aggressivi e provocatori nel difendere le loro posizioni rispetto alle limitazioniimposte dalla famiglia e dalla comunit educante.

    La prima parte del volume raccoglie icontributi teorici di clinici esperti, che da moltianni si confrontano sul tema del disagio adolescenziale, la cui conoscenza fondamentale per una piena comprensione della scelta edelle modalit dell'intervento descritto.

    La seconda parte del volume dedicataalla presentazione del modello di interventosul disagio adolescenziale fondato su tecnichesemplici ed efficaci di tipo ludico, insiemeall'utilizzo di stimoli specifici e all'elaborazione del gruppo delle riflessioni e dinamiche presentate dai ragazzi secondo le tecnicheesperienziali. Le tecniche ludiche consentonoun accesso dinamico profondo attraverso lapossibilit di esporsi personalmente anchesenza riferire in maniera diretta episodi privati.

    Il testo vuole rispondere all'esigenza dimettere a disposizione di studenti, psicologi eoperatori coinvolti nella gestione dell'educazione e della cura degli adolescenti un modellodi intervento di gruppo, declinato in specifiche tecniche descritte e applicabili nella scuola e nei contesti all'interno dei quali necessarioun intervento sul gruppo di adolescenti, nellecomunit o nei diversi settori formativi,incentrato su un vertice integrato psicoanalitico e psicoeducazionale.

    Segnala

    zionibib

    liografich

    eRa

    ssegna

    bibliografica

    infanzia

    eadole

    scenza

    3_20

    14Tavola dei contenuti

  • Ogni individuo ha un proprio modo diapprendere. Ogni bambino ha una propria storia di vita che rende il suo modo di guardareil mondo in maniera unica e particolare. Alcuni linguaggi facilitano l'attenzione, la memorizzazione o la comprensione e altri le rendonodifficili. Ogni persona ha dei tempi di apprendimento differenti da quelli di un'altra e dellepreferenze verso certi tipi di spazi di conoscenza. Ogni individuo ha un suo personalestile nel reagire a un input, nell'organizzareinformazioni e nell'approcciarsi alla risoluzione di un problema. Alle differenze individualila didattica risponde con la differenziazionedei percorsi di apprendimento nelle modalite nei traguardi da raggiungere. Una didatticaefficace sa quindi progettare uno spaziocomplesso degli apprendimenti che tenga contodelle diversit individuali. In classe, gli alunnidovrebbero trovare, pur condividendo unambiente comune, una risposta individualizzata al loro stile di apprendimento. La didattica inclusiva crea le condizioni di apprendimento attraverso le quali ogni alunnopossa esprimere e realizzare al massimo il proprio potenziale. Il tema delle differenze traalunni pu essere affrontato a vari livelli. Neltesto vengono presentati cinque approcci checontribuiscono alla realizzazione della didattica inclusiva nella scuola primaria: l'approccioautobiografico, il metodo Montessori, la didattica aperta, la didattica delle intelligenzemultiple e l'apprendimento cooperativo. Ogniproposta presentata nelle sue linee generali ed accompagnata da spunti operativi chene facilitano l'applicazione in classe. Dalle proposte metodologiche emergono alcuni capisaldi. Un primo aspetto molto importante delladidattica inclusiva si fonda su cercare,comprendere, utilizzare e valorizzare tutte ledifferenze individuali, non solo quelle innocue, ma anche quelle scomode. Un secondoaspetto riguarda la differenziazione delle attivit didattiche: in uno stesso momento, alunnidiversi fanno cose diverse. L'apprendimentoassume forme e modalit differenti in soggetti

    diversi. Le varie proposte metodologiche descritte nel libro si fondano su questo denominatore comune. Un terzo aspetto importanteriguarda l'autonomia e la responsabilitdell'alunno che impara gradualmente a negoziare in modo attivo con l'insegnante per costruire le sue competenze.

    In una didattica inclusiva gli alunni hannouna destinazione da raggiungere insieme eogni alunno ha, responsabilmente, un suopersonale ruolo e obiettivo, che lo attende ognimattina. Per fare in modo che la didattica inclusiva si realizzi sono necessarie tante risorseche devono essere attivate dagli alunni e dagli insegnanti, attraverso un processo che promuova altre forme di insegnamento e apprendimento, dove si preveda una maggioreattenzione alle differenti caratteristiche individuali, proponendo un'organizzazione deglispazi, dei tempi e dei materiali e favorendo lacreazione di percorsi mirati e personalizzati.

    Segnala

    zionibib

    liografich

    eRa

    ssegna

    bibliografica

    infanzia

    eadole

    scenza

    3_20

    14Tavola dei contenuti

  • Negli ultimi anni i cosiddetti Disturbi specifici di apprendimento (Dsa) hanno ricevutomolta attenzione da parte della comunitscientifica, della scuola e delle associazioni.Tuttavia potrebbe essere ancora difficile, perun docente o un familiare, orientarsi su cosafare per un bambino con una diagnosi didisturbo specifico di apprendimento (dislessia, disortografia, discalculia, disturbo misto).

    Sappiamo che una precoce e sistematicaindividuazione/rilevazione dei Dsa rappresenta, nella scuola, un fattore determinanteper gli interventi educativo/didattici degli insegnanti e un elemento di importanza centraleper la valorizzazione degli apprendimenti degli alunni. Nel volume, previo tentativo di chiarimento delle ipotesi eziologiche, viene analizzatoil quadro normativo e giurisprudenziale di riferimento, nonch le principali tecniche ditrattamento riabilitativo/educativo di talidisturbi e i primari strumenti di valutazione.Alla luce del quadro teorico cos delineato, edel dibattito pedagogico sui disturbi oggettodi riflessione, vengono proposte delle indicazioni operative sulla didattica individualizzatae personalizzata, sulle strategie educativodidattiche di potenziamento e di aiuto compensativo, sulla didattica inclusiva. Il volume rivolto a docenti, educatori, psicopedagogisti,operatori sociosanitari e ai genitori ponelattenzione sulla necessit di promuovere unapreparazione specifica degli insegnanti, e piin generale degli operatori, in tema di Dsa e difavorire una costante collaborazione scuola/famiglia nellaffrontare le problematiche,comprese quelle emotivo/relazionali connesse a tali disturbi.

    Lo scopo del lavoro quello di tratteggiare le diverse sfaccettature, implicazioni di tali disturbi senza trascurare un inquadramentonormativo e giuridico del fenomeno. Una proposta, quest'ultima, che pu sembrare azzardataper un testo elettivamente di carattere pedagogico e didattico ma che, in realt, risultaimprescindibile data la finalit stessa del te

    sto che nasce, e si propone, come uno strumento operativo di intervento nella scuola,oltre che come un percorso di acquisizione diconoscenze e di competenze rivolto a tutti coloro che, a vario titolo, sono impegnati nel lavoro con soggetti che presentano Dsa. Semprequesta ratio ha ispirato il prendere in considerazione nella prima parte del testo i principali strumenti di valutazione e diagnosifunzionale e il proporre le principali tecnichedi trattamento riabilitativo/educativo dei Dsa.

    Nella seconda parte del lavoro si proponeuna chiave di interpretazione e di interventosquisitamente didattica che sviluppa il temadella didattica inclusiva per i Bisogni educativi speciali (Bes), e per i Dsa in modo particolare.

    Infine, nella terza parte del testo, non viene trascurato il sempre attualissimo temadell'utilizzo della valutazione come strumentodi insegnamento e in un certo senso come facilitatore dei meccanismi di apprendimento.

    Segnala

    zionibib

    liografich

    eRa

    ssegna

    bibliografica

    infanzia

    eadole

    scenza

    3_20

    14Tavola dei contenuti

  • La legge 170/2010 ha portato vantaggi atutela degli alunni con diagnosi di Dsa, soprattutto per coloro che non vedevano riconosciuta la propria problematica. Questo, seda un lato ha finalmente posto fine alle ingiustizie esercitate su studenti capaci ma limitati in una specifica difficolt, portando ancherapidi cambiamenti culturali, dall'altro ha determinato alcune criticit per quello che riguarda l'ambito clinico.

    I clinici italiani hanno fruito nella loropratica dei documenti della Consensus Conference e in particolare delle precisazioni contenute nell'ultimo documento Raccomandazionicliniche sui Dsa Parcc (2011). Tale documento riporta le raccomandazioni cliniche elaborate da un gruppo di lavoro multidisciplinaree interdisciplinare. il risultato di un ampioe lungo percorso di confronto, di riflessione erappresenta una sintesi condivisa sullo statoattuale delle conoscenze scientifiche. L'interpretazione clinica del disturbo dell'apprendimento la risultante di un complesso equilibrio traprofilo neuropsicologico, ricaduta nell'adattamento di tale profilo, risorse psichiche generali, fattori di contesto, risorse familiari e tuttoquesto in una prospettiva dinamica di crescita e sviluppo.

    Tuttavia, questi documenti hanno lasciatozone d'ombra e punti di incertezza che sonovenuti a costituire elementi di dubbio e di problematicit nella pratica quotidiana. Gli autori hanno quindi proposto delle linee guidaprovvisorie ai maggiori esperti nazionali,aprendo cos un dibattito.

    Le linee guida sono state parallelamentesviluppate per dislessia e disortografia eaffrontano alcuni punti fondamentali. Gli autori, infatti, mettono in luce alcuni elementidi criticit che qui riportiamo. Il primo aspettocritico si riferisce ai clinici italiani che utilizzano il sistema di codifica ICD10 e si richiamano per anche ai documenti della ConsensusConference e alla legge 170. Questi tre documenti non contengono indicazioni del tutto

    sovrapponibili e quindi il percorso condivisonon semplice, anche perch le diverse fontisi basano a volte su prove scientifiche e altrevolte sull'accordo tra esperti. La questione diventa ancora pi complessa se prendiamo inesame il DSM5 che considera in modo unitario i disturbi dell'apprendimento. Altri problemi riguardano l'evoluzione nel tempo deiprofili dei disturbi e dei parametri che si utilizzano per individuarli, le diagnosi in et adolescenziale e adulta nelle quali ci si trova difronte a un'organizzazione cognitiva diversada quella del bambino.

    Le riflessioni e i contributi che hannofornito gli esperti coinvolti hanno creato undibattito con molteplici spunti di riflessione euna serie di preziose indicazioni per quantioperano nell'ambito dei Dsa. Gli esperticoncordano comunque che, per evidenziare idisturbi specifici dell'apprendimento e definirele procedure diagnostiche, saranno necessari ulteriori occasioni di confronto negli anni avenire.

    Segnala

    zionibib

    liografich

    eRa

    ssegna

    bibliografica

    infanzia

    eadole

    scenza

    3_20

    14Tavola dei contenuti

  • I disturbi alimentari sono patologie cliniche difficili da trattare, il cui andamento tendealla cronicizzazione. Rispetto alla prevalenza,gli studi evidenziano che i Disturbi alimentari (DA) colpiscono maggiormente la popolazione femminile, in particolare nei Paesioccidentali. Molte recenti ricerche hanno rilevato un incremento dei DA nei maschi. Inparticolare, alcune di queste ricerche hannoriscontrato differenze tra maschi e femmineper quanto riguarda la preoccupazione perl'immagine corporea. I maschi risultano meno preoccupati per il peso corporeo e pi focalizzati sul raggiungimento di una formacorporea ispirata a un ideale di mascolinit esono maggiormente concentrati sul desideriodi aumentare la massa muscolare. La letteratura scientifica ha individuato in questidisturbi la presenza di molti fattori di rischiopsicologici e ambientali quali: fattori socioculturali, familiari e individuali. Tra i fattoriindividuali, gli studiosi hanno enucleato ilperfezionismo. Tale caratteristica stata ritenuta come uno dei costrutti principali sia nellagenesi che nel mantenimento dei DA. In letteratura non sono presenti molte ricerche cheanalizzano il perfezionismo come fattore di rischio e mantenimento di DA nel sesso maschile. Esistono, infatti, pochi strumentispecifici per valutare i comportamenti alimentari disfunzionali nella popolazione maschile. La maggior parte delle ricerchesull'argomento ha coinvolto prevalentementecampioni femminili. La ricerca, che viene riportata dagli autori, si propone di esaminarele differenze di genere sia rispetto al rischiodi sviluppare un disturbo alimentare sia rispetto a variabili psicologiche correlate allasintomatologia alimentare in un campionenon clinico di adolescenti. Inoltre, intende valutare il ruolo del perfezionismo come fattoredi rischio per lo sviluppo del disturbo alimentare e come questo influisca differentemente sulrischio di sviluppare una sintomatologia alimentare nei due sessi. Il campione proviene

    da una popolazione di adolescenti che frequentano le scuole secondarie di secondo grado di diverso indirizzo. Questo ha reso possibileapprofondire le differenze di genere riguardoa variabili psicologiche associate alla psicopatologia alimentare. I risultati mostrano come le femmine hanno riportato punteggisignificativamente pi elevati dei maschi intutte le scale, tranne quella del perfezionismo.L'analisi delle differenze di genere evidenziache i soggetti maschi con elevato perfezionismo sono pi numerosi delle femmine con elevato perfezionismo, ma queste ultime sonomaggiormente a rischio di DA. Tenendo contodel recente aumento della prevalenza deidisturbi alimentari negli adolescenti maschi,i risultati mettono il luce l'esigenza di ulteriori studi volti ad approfondire la peculiaritdello sviluppo dei disturbi alimentari nei maschi.

    Segnala

    zionibib

    liografich

    eRa

    ssegna

    bibliografica

    infanzia

    eadole

    scenza

    3_20

    14Tavola dei contenuti

  • In un contesto sociale in cui lentropiadei diritti senza doveri ci presenta un contoinsostenibile necessario un radicale cambiodi prospettiva. Quella del welfare generativorichiede un ribaltamento culturale nellintervento professionale e un approccio partecipativo dei destinatari delle risorse, valorizzandone il contributo a trasformarle in soluzionicapaci di promuovere esiti e valore per gli individui, ma anche per la societ in cui vivono.Alla base c la necessit di superare la logicaprestazionistica, incapace di valorizzare lecapacit degli aiutati, aprendo la strada a unamaggiore responsabilizzazione di chi offre(servizi, meglio che risorse economiche) e dichi riceve.

    una sfida complessa ma necessaria inuna situazione di profonda crisi, sofferenzasociale e scontro generazionale attentamentedelineato nei primi capitoli del rapporto 2014della Fondazione Zancan su La lotta alla povert. Uno scenario dalle tante disuguaglianzein cui lo scotto maggiore stato e viene pagatodalle giovani generazioni e che rende ormaiinsostenibile la semplice affermazione di diritti, anche quando non sono presenti i bisogni relativi. Eppure anche questo, per quantoparadossale, uno dei risultati prodotti dallesoluzioni di spesa sociale attuati in via maggioritaria, come ben emerge attraverso un approfondito esame delle condizioni socioeconomichee degli interventi attuati nel nostro Paese percontrastare crisi e povert drammaticamenteacuitesi negli ultimi anni.

    Le risposte tradizionali hanno unificato lesoluzioni prevalentemente sotto la cappa deitrasferimenti economici, misure passive chepure determinano un enorme flusso di denaro, spesso non adeguatamente finalizzato,mentre la nostra spesa pubblica non pu pisopportare ulteriori inefficienze come ben delineato dai contributi della prima parte del volume. Il welfare generativo si propone quindicome una possibile soluzione, dato il suo presupposto nel coinvolgimento attivo delle perso

    ne, del loro capitale umano, attraverso ilconcorso al risultato.

    Raccogliere solidaristicamente, distribuire equamente le risorse disponibili in base aibisogni effettivi, rigenerare capacit e responsabilizzare le persone sono le parole chiave, i valori di riferimento di un approccio nuovo alwelfare, in una prospettiva generativa. Il contributo di Vecchiato approfondisce i rapporticondizionali e per cos dire sintattici fra talivalori.

    Se in tale prospettiva i costi possono diventare investimenti, anche vero che le soluzioni possibili sono esigenti e devono esseresottoposte a verifiche di esito e di impatto sociale, una condizione imprescindibile in quantosolo la misurabilit del rendimento effettivamente generato in grado di alimentare la fiducia in ci che viene proposto. Lultimo capitolosi sofferma quindi sulla necessit di introdurremeccanismi valutativi, evidence based, conmetriche diverse necessarie per misurare gliesiti in modo adeguato, diversamente dagliapprocci tradizionali, di processo pi che diesito, concentrati a misurare risultati gestionali di breve periodo. La parte conclusiva delvolume si concentra quindi sulle modalit concui valutare effettivamente le risposte dei servizi ai bisogni, limpatto e gli esiti degli investimenti.

    Segnala

    zionibib

    liografich

    eRa

    ssegna

    bibliografica

    infanzia

    eadole

    scenza

    3_20

    14Tavola dei contenuti

  • La Relazione al Parlamento sullo stato diattuazione della legge 285/1997 per l'anno2012, pubblicata nel Quaderno 56 del Centronazionale, d conto dei risultati di due progetti sperimentali (Pippi, Programma diintervento per la prevenzione dell'istituzionalizzazione, e il Progetto nazionale per l'inclusione e l'integrazione dei bambini rom, sinti ecaminanti) e presenta un'analisi dettagliatadei progetti realizzati dalle quindici citt conle risorse finanziarie del fondo istituito dallalegge 285, messe a disposizione per il 2012.

    La relazione, curata dall'Istituto degli Innocenti di Firenze, articolata in cinque parti.

    La prima offre un quadro sullo statodell'arte dei due progetti sperimentali (che sono finanziati dal Ministero del lavoro e dellepolitiche sociali e coinvolgono le citt riservatarie), mentre la seconda dedicata alle attivitdel Tavolo di coordinamento tra il Ministero ele citt riservatarie, spazio di confrontoimportante sui progetti finanziati con il fondo285, e all'analisi dei progetti realizzati dallequindici citt nel corso del 2012 (dimensioni,caratteristiche e utilizzo del fondo 285). Unapprofondimento specifico dedicato al temadellascolto: rispetto alle esperienze realizzatelocalmente, si esamina quale attenzione vengaattribuita al tema del protagonismo di bambini e ragazzi nel panorama differenziato degliinterventi attivi.

    La terza parte presenta un'analisi dellaprogrammazione zonale e, in parte, regionale, con un focus specifico sui servizi strutturati o sperimentali per l'infanzia e l'adolescenzapresenti nelle citt riservatarie offre, inoltre,una sintesi degli esiti della sperimentazionesul Nomenclatore interregionale degli interventie dei servizi sociali (nella versione 2009), e riporta tre studi di caso a Torino, Bologna e Bari.

    La quarta parte propone un'analisi sullecondizioni di benessere dell'infanzia e dell'adolescenza partendo da tre dimensioni di sensoindagate: struttura sociale, salute e sicurezza,diffusione e uso dei servizi. In tale sezione viene restituita, oltre alle principali dinamiche

    demografiche che attraversano le citt riservatarie e allo stato di salute della popolazione minorile in esse residente, anche unapanoramica dei principali indicatori capaci didescrivere interventi e servizi erogati dagli entilocali a favore di bambini e famiglie. Con lastessa ottica stato indagato il tema dei minori fuori famiglia offrendo unanalisi quantitativa finalizzata a evidenziare quanta partedel fenomeno complessivo nazionale sia ascrivibile allaggregato delle citt riservatarie, eunanalisi qualitativa sulle caratteristiche deiminorenni accolti.

    L'ultima parte, infine, dedicata al temadell'ascolto dei bambini e degli adolescenti. Inparticolare, la relazione propone un approfondimento mirato a comprendere se la promozione del protagonismo di bambini o ragazzivenga preservata, oltre che nelle classicheoccasioni di normalit, anche in situazioniproblematiche come nei percorsi di cura e protezione.

    Segnala

    zionibib

    liografich

    eRa

    ssegna

    bibliografica

    infanzia

    eadole

    scenza

    3_20

    14Tavola dei contenuti

  • La nostra societ ormai completamentepermeata dalle nuove tecnologie, ma nonostantel'estrema diffusione dei device tecnologici molti miticircondano i ragazzi e le ragazze e il loro rapportocon i media digitali. Dana Boyd, ricercatrice e docentepresso la New York University, presenta in questovolume materiale qualitativo ed etnografico raccoltotra il 2003 e il 2012 e interviste realizzate tra il 2007e il 2010. Il risultato