Rapporto sull'attuazione della Carta europea per le piccole imprese

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COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE Bruxelles, 21.1.2003 COM(2003) 21 definivo RAPPORTO DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO sull'attuazione della Carta europea per le piccole imprese

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COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE

Bruxelles, 21.1.2003

COM(2003) 21 definivo

RAPPORTO DELLA COMMISSIONEAL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO

sull'attuazione della Carta europea per le piccole imprese

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INDICE

I. C'È QUALCUNO ATTENTO ALLE ESIGENZE DELLE PICCOLEIMPRESE? ............................................................................................................. 3

1. Dare la massima priorità alle piccole imprese ........................................................... 32. Prestare attenzione alle esigenze delle piccole imprese ............................................. 3

3. Imparare l'uno dall'altro ............................................................................................4

4. Colmare le disparità di rendimento ........................................................................... 4

5. Concentrarsi sui settori chiave .................................................................................. 5

6. Condividere le responsabilità.................................................................................... 5

II. SITUAZIONE ATTUALE E AZIONI DA REALIZZARE IN FUTURO ........... 7

III. RISULTATI OTTENUTI..................................................................................... 13

Introduzione

1 Educazione e formazione all'imprenditorialità......................................................... 14

2 Avviamento meno costoso e più veloce .................................................................. 18

3 Migliore legislazione e regolamentazione ............................................................... 20

4 Fornire competenze ................................................................................................ 25

5 Migliorare l'accesso in linea.................................................................................... 28

6 Maggiori benefici dal mercato interno .................................................................... 30

7 Tassazione e questioni finanziarie........................................................................... 33

8 Potenziare la capacità tecnologica delle piccole imprese......................................... 39

9 Modelli di imprenditoria elettronica di successo e sostegno alle piccole imprese piùbrillanti................................................................................................................... 42

10 Rappresentanza più forte e più efficace degli interessi delle piccole imprese, alivello dell'Unione e a livello nazionale................................ ................................ ... 46

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I. C'È QUALCUNO ATTENTO ALLE ESIGENZE DELLE PICCOLE IMPRESE?

1. Dare la massima priorità alle piccole imprese

Sono passati due anni e mezzo da quando, nel giugno del 2000, la Carta europea per le

piccole imprese è stata firmata dai Capi di Stato e di governo a Santa Maria da Feira1

e iprogressi realizzati nel conformarsi alle sue raccomandazioni sono incoraggianti. Ma l'Unioneeuropea sta rispettando gli impegni assunti con la Carta?

Gli impegni della Carta incarnano il principio “Think Small First ” ("Pensare anzitutto inpiccolo") e riconoscono che le piccole imprese costituiscono la spina dorsale dell'economiaeuropea e la chiave della nostra concorrenzialità. Ecco perché la Carta svolge un ruolocentrale nel realizzare l'obiettivo fissato a Lisbona consistente nel fare dell'Europa l'economiafondata sulla conoscenza più dinamica e competitiva del mondo. Far fede a questi impegni èfondamentale.

La conferenza dei ministri responsabili per le PMI, organizzata dalla Presidenza spagnola aAranjuez nel febbraio del 2002, ha contribuito notevolmente a mantenere vivo questo slancio.Il Consiglio europeo di Barcellona2 ha chiesto agli Stati membri di accelerare l'attuazionedella Carta, incentivando quindi ulteriormente il processo.

La Carta sta ampliando la propria influenza. Dopo essere stata firmata dai paesi candidatinell'aprile 2002 a Maribor3, essa è divenuta il fondamento della politica che sarà adottata infuturo per le piccole imprese dall'Europa allargata. Spetta agli Stati membri dare l'esempio.

La maggior parte dei provvedimenti non produce risultati visibili a breve termine e non tutti iprogressi realizzati nei vari ambiti possono essere pienamente valutati su base annuale. Inoltre

non è necessario che gli Stati membri si sforzino di lanciare ogni anno un gran numero diprovvedimenti. È altrettanto importante consolidare e migliorare i provvedimenti già in atto. Igoverni non possono fare tutto subito. Si possono realizzare progressi concreti grazie a sforzimirati. Costruire sulla base dei risultati ottenuti e concentrarsi su alcuni ambiti è piùproduttivo che fare troppo poco su tutti i fronti.

Fissare volontariamente degli obiettivi quantitativi alla politica delle imprese può aiutare gliStati membri a concentrare l'attenzione sulle problematiche chiave e a misurare i progressirealizzati. Gli obiettivi dichiarati dagli Stati membri nel 2002 costituiscono un passoincoraggiante in questa direzione4.

2. Prestare attenzione alle esigenze delle piccole impreseLa relazione dell'anno scorso sull'attuazione della Carta5 ha messo in evidenza la necessità diuna migliore rappresentazione degli interessi delle piccole imprese. Essa ha inoltre segnalato

 1 Allegato III delle conclusioni del Consiglio europeo di Santa Maria da Feira (19-20 giugno 2000). La

Carta invita la Commissione a presentare una relazione annuale di attuazione al Consiglio europeo diprimavera.

2 Conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Barcellona (15-16 marzo 2002), punto 15.3 I progressi realizzati dai paesi candidati vengono analizzati nella relazione sull'attuazione della Carta

europea per le piccole imprese nei paesi candidati all'ingresso nell'UE, SEC (2003)57.4

“Obiettivi quantitativi della politica d'impresa - Progressi nella realizzazione degli obiettivi di Lisbona”,SEC (2002) 1214 del 7.11.2002.5 Rapporto della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo - Rapporto sull'attuazione della

Carta europea per le piccole imprese, COM (2002) 68 def. del 6.2.2002.

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che se i governi non pensano anzitutto in piccolo è possibile che non siano mai in grado dipensare alle piccole imprese.

C'è qualcuno che presta attenzione alle esigenze delle piccole imprese? La risposta è sì. InStati membri come la Danimarca, la Svezia, la Finlandia e il Regno Unito sono stati presiprovvedimenti di notevole portata a cui potrebbero ispirarsi anche gli altri paesi. Tuttavia

esiste ancora una netta divisione fra quei pochi Stati membri che consultano sistematicamentele piccole imprese in materia di legislazione e di politiche da adottare e quegli Stati che non lofanno. Sono ancora molti gli Stati membri che non offrono alle piccole imprese la possibilitàdi esprimere i propri interessi. Lo scorso anno sono stati segnalati scarsi risultati in questosettore. Com'è possibile che gli Stati membri pensino anzitutto in piccolo se non ascoltano lepiccole imprese?

In Europa le piccole imprese costituiscono la larga maggioranza delle imprese. Per poterpensare in piccolo gli Stati membri e la Commissione devono in primo luogo consultare lepiccole imprese: in caso contrario la voce della maggior parte delle imprese europee rischia dirimanere inascoltata. La Commissione si è impegnata a coinvolgere fin dall'inizio tutte le parti

interessate nell'elaborazione delle normative e nell'adozione delle politiche.3. Imparare l'uno dall'altro

Gli Stati membri si interessano sempre di più alle soluzioni incontrate negli altri paesid'Europa. L'attuale rapporto indica che gli Stati membri hanno iniziato ad imparare l'unodall'altro e a scambiare le buone pratiche. Un numero crescente di Stati membri rivelal'influenza delle idee di altri paesi nella maniera in cui elabora le misure di politica nazionale.Si tratta di un vero e proprio passo avanti.

La Svezia, ad esempio, ha istituito un sistema di garanzia dei prestiti per le PMI modellato

sulle pratiche sviluppate nei Paesi Bassi e in Finlandia. Il Belgio si è ispirato alla Danimarca,alla Francia, ai Paesi Bassi e all'Austria per la sua politica in materia di gruppi di imprese. LaDanimarca ha inaugurato un sito Web per la registrazione in linea delle imprese, che si ispiraai risultati di un progetto nell'ambito della procedura Best.

Occorre incoraggiare ulteriormente tale tendenza emergente. La Commissione continua astimolare questo processo d'apprendimento dalle buone pratiche, che sta cominciando aprodurre risultati.

4. Colmare le disparità di rendimento

Lo scambio delle buone pratiche costituisce la maniera migliore per evitare che in Europa siproducano forti disparità di rendimento. Le piccole imprese dovrebbero trovare un contestofavorevole in tutta l'Unione europea. Gli Stati membri hanno cominciato ad imparare l'unodall'altro, ma i risultati all'interno dell'UE restano disuguali. Significa forse che i miglioristanno ulteriormente migliorando le loro prestazioni, mentre i peggiori non riescono acompiere progressi?

In alcuni Stati membri, ad esempio, è possibile registrare in linea una impresa, mentre altricontinuano a dibattersi in procedure di avviamento lunghe e complesse. Alcuni Stati membrioffrono alle piccole imprese la possibilità di soddisfare determinati obblighi in linea, mentrealtri stanno cominciando solo adesso a rendere disponibili formulari in linea.

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5. Concentrarsi sui settori chiave

L'istruzione e il miglioramento della regolamentazione sono chiaramente due settori chehanno visto l'intensificarsi degli sforzi da parte dei governi. Il presente rapporto offrenumerosi esempi di progressi realizzati in questo campo.

La Carta sottolinea come le competenze imprenditoriali vadano coltivate sin dalla giovane età.Un anno fa solo due Stati membri avevano segnalato iniziative per la promozione dellecompetenze imprenditoriali nella scuola primaria. Oggi sono almeno cinque i paesi che hannopreso provvedimenti di questo genere nelle scuole primarie e molte altre misure sono inpreparazione. Sono stati inoltre presi nuovi provvedimenti destinati alle scuole secondarie.L'Europa è finalmente sul punto di diventare imprenditoriale.

Tanto i governi nazionali quanto la Commissione si sono impegnati a ridurre gli oneri a caricodelle imprese. Gli Stati membri hanno segnalato vari provvedimenti legislativi che vanno dalconsolidamento e dalla semplificazione delle normative allo sviluppo di sistemi di valutazionedell'impatto normativo. Anche la Commissione si sta attivando in questo settore con un nuovo

piano d'azione volto a semplificare e migliorare la regolamentazione.6. Condividere le responsabilità

Il Parlamento europeo ha dichiarato che “la responsabilità della messa in atto di quasi tutti i  punti d'azione contenuti nella Carta europea delle piccole imprese ricade sugli Statimembri”6. Sono infatti prevalentemente gli Stati membri a determinare il contesto in cuioperano le piccole imprese. Per questo motivo il rapporto, pur sottolineando i risultatiraggiunti dalla Commissione7, trae le sue principali conclusioni a partire dai progressirealizzati dagli Stati membri.

Le organizzazioni imprenditoriali sono sempre più coinvolte nel processo di attuazione dellaCarta. Esse possono svolgere un importante ruolo mettendo in evidenza i veri problemi,valutando l'impatto delle misure adottate e divulgando le buone pratiche. Per potercoinvolgere altri paesi e altre parti interessati nel processo della Carta occorre sistematizzaregli sforzi e costruire opportune sinergie. La Commissione si è impegnata ad affrontare questaproblematica.

L'impegno del Parlamento europeo e del Comitato economico e sociale per garantire la pienaattuazione della Carta ha contribuito considerevolmente a dare la priorità alle piccole imprese.

La Commissione ha preso in considerazione due risoluzioni in cui il Parlamento chiedeva alConsiglio di dare valore giuridico alla Carta8. Numerosi settori contemplati dalla Carta sonotuttavia di competenza degli Stati membri. La Carta stessa rientra nel metodo aperto dicoordinamento delle politiche degli Stati membri, che risponde a una richiesta del Consiglioeuropeo di Lisbona.

 6 Risoluzione del Parlamento europeo del 20 marzo 2002 sui risultati del Consiglio europeo di

Barcellona.7 Una descrizione dettagliata delle misure adottate dalla Commissione è disponibile nella relazione

"Costruire un'Europa imprenditoriale: le attività dell'Unione a favore delle piccole e medie imprese

(PMI)", SEC(2003)58 del 21.1.2003 che costituisce un documento di supporto al presente rapporto.8 Risoluzione del Parlamento europeo sulla comunicazione della Commissione "Far fede agli impegnipresi, accelerare il passo" del 13.6.2002 e risoluzione del Parlamento europeo sulla relazione dellaCommissione "Iniziativa per la crescita e l'occupazione" del 10.10.2002.

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Il Parlamento europeo e il Comitato economico e sociale9 hanno inoltre chiesto un nuovopiano d'azione pluriennale per l'attuazione della Carta. La Commissione si è impegnata asvolgere quello che è il suo ruolo più importante nel quadro della Carta: lavorare in strettacollaborazione con gli Stati membri per aiutarli a migliorare il contesto in cui operano lepiccole imprese. A questo scopo la Commissione ha preso una serie di provvedimenti, fra cuiil programma pluriennale a favore dell'impresa e dell'imprenditorialità e i suoi strumenti

finanziari, che sono strettamente collegati agli obiettivi della Carta. La Commissione inoltreutilizza i poteri che le sono stati conferiti dal trattato per migliorare la legislazionedell'Unione.

Sulla base dei risultati di tali sforzi e del processo di attuazione della Carta, già ben avviato, ilLibro verde della Commissione sull'imprenditorialità lancia un più ampio dibattito, in cui sidiscute su come "produrre" un maggior numero di imprenditori e come far crescere le impreseeuropee. Il seguito dato al Libro verde dovrebbe contribuire agli obiettivi fissati dalla Cartaeuropea per le piccole imprese.

***

Il presente documento intende fornire una breve rassegna dei principali provvedimenti presi loscorso anno dagli Stati membri, dalla Norvegia e dalla Commissione al fine di attuare laCarta. A tale proposito esso mira a identificare i punti forti e i punti deboli nell'Unioneeuropea, a mettere in evidenza le misure nazionali più promettenti e a formulareraccomandazioni per le prossime azioni.

Il rapporto intende inoltre mantenere vivo lo slancio e incoraggiare lo scambio di esperienze edi buone pratiche tra gli Stati membri.

 9 Secondo parere del Comitato economico e sociale sulla Carta europea per le piccole imprese, 28

novembre 2001.

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II. SITUAZIONE ATTUALE E AZIONI DA REALIZZARE IN FUTURO

I progressi realizzati dopo il rapporto dello scorso anno sono incoraggianti. Un successo èrappresentato dal crescente interscambio di buone pratiche fra Stati membri. È tuttavianecessario accelerare il ritmo delle riforme. In questo senso gli Stati membri sono invitati a

concentrarsi sul consolidamento e sul miglioramento dei provvedimenti già in atto più che adavviare una serie di nuove iniziative ogni anno. Nonostante sia difficile valutare su baseannuale i progressi realizzati in ciascun settore, vengono delineate qui di seguito le principalitendenze che si sono manifestate. La presente rassegna e la descrizione dettagliata fornitanella parte III rappresentano la situazione così come è percepita dalla Commissione in basealle informazioni trasmesse dagli Stati membri.

1. Educazione e formazione all'imprenditorialità

Gli Stati membri sono sempre più consapevoli della necessità di promuoverel'imprenditorialità nel settore scolastico ed hanno avviato una nutrita serie di iniziative a

riguardo. L'Irlanda, la Finlandia, la Svezia, il Regno Unito e la Norvegia hanno sviluppatonuove iniziative, fondate sulle raccomandazioni del rapporto dell'anno passato, volte acoltivare le competenze imprenditoriali nelle scuole primarie. Paesi come il Belgio, laDanimarca, la Grecia, l'Irlanda, il Lussemburgo, la Svezia e il Regno Unito hannorafforzato i propri sforzi a livello di scuola secondaria. Tuttavia è difficile valutare l'impattoconcreto di tali misure.

Gli Stati membri sono invitati a prendere ulteriori provvedimenti per promuovere lospirito imprenditoriale nelle scuole primarie e secondarie. Essi si potranno ispirarealle misure evidenziate nel presente rapporto e a quelle analizzate nel progetto dellaprocedura Best sull'educazione e la formazione all'imprenditorialità. Dato il tempo

necessario perché si producano risultati visibili, occorre agire tempestivamente.

Sono stati effettuati passi in avanti nella formazione all'imprenditorialità, ma si trattacomunque di un settore in cui tutti gli Stati membri dovrebbero realizzare ulteriori progressi.Le iniziative pilota sono per la maggior parte limitate nel loro campo d'applicazione in quantosi occupano di formazione in un ambito o in una regione ben specifici. Le iniziative destinateagli imprenditori delle micro e delle piccole imprese, come quelle avviate in Grecia ePortogallo, vanno considerate in modo particolarmente positivo.

Gli Stati membri sono incoraggiati a consolidare e ad ampliare ulteriormente lestrategie di formazione destinate ai dirigenti delle piccole imprese.

La Commissione si è impegnata a continuare a sostenere gli sforzi degli Stati membri perpromuovere l'imprenditorialità.

2. Avviamento meno costoso e più veloce

In seguito ai considerevoli progressi che sono stati realizzati lo scorso anno per ridurre i tempie i costi necessari alla creazione di un'impresa, molti Stati membri stanno ora procedendosulla base dei risultati ottenuti. La registrazione in linea è diventata una realtà in Danimarca,Svezia, Norvegia e Austria. Anche la Spagna e la Francia stanno lavorando perraggiungere questo obiettivo. Ma le disparità di rendimento si stanno facendo sempre più

ampie in tutta l'Unione. Mentre in alcuni Stati membri è possibile la registrazione in linea,altri stanno ancora lavorando per semplificare le lunghe procedure di avviamento.

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Gli Stati membri sono invitati a procedere verso la registrazione in linea ispirandosiagli Stati membri citati sopra. In questo settore esistono ampie possibilità per loscambio delle buone pratiche.

Gli Stati membri che presentano costi di registrazione elevati sono invitati a ridurli intempi brevi.

Gli Stati membri devono semplificare e accelerare ulteriormente le procedure inmodo da ridurre al minimo i tempi medi necessari per avviare un'impresa.

3. Migliore legislazione e regolamentazione

Tutti i governi sono impegnati a migliorare e semplificare la regolamentazione: i risultatiottenuti successivamente al rapporto dell'anno scorso sono incoraggianti. La consapevolezzadella necessità di ridurre gli oneri amministrativi a carico delle imprese si sta rafforzando.Inoltre numerosi Stati membri stanno attualmente rivedendo le proprie leggi fallimentari.

Gli Stati membri sono invitati ad adottare disposizioni volte a facilitare la possibilitàdi un nuovo avvio dopo un fallimento. Si incoraggiano gli Stati membri, soprattuttoquelli che attualmente stanno rivedendo le proprie leggi fallimentari, a scambiareesperienze e buone pratiche nel quadro del progetto della procedura Best sulfallimento e la ripresa di un'attività.

I provvedimenti adottati da alcuni Stati membri per introdurre sistemi di valutazionedell'impatto normativo (VIN) sono accolti positivamente e giungono al momento opportuno.Tuttavia mentre taluni Stati membri, come la Danimarca, la Svezia e il Regno Unito,procedono a una revisione dei sistemi VIN di cui dispongono da alcuni anni, altri sembranoancora non fare ricorso a valutazioni dell'impatto normativo prima di varare unprovvedimento normativo.

Gli Stati membri sono esortati ad adottare in modo regolare sistemi di valutazionedell'impatto normativo e a coinvolgere le piccole imprese nell'elaborazione deiprovvedimenti legislativi fin dalle fasi iniziali. Occorre istituire sistemi regolari perconsultare le piccole imprese prima dell'adozione dei pertinenti provvedimentinormativi.

Vanno proseguiti gli sforzi per revocare i provvedimenti legislativi ridondanti e perconsolidare la legislazione.

La Commissione attribuisce una particolare importanza al miglioramento della qualità dellalegislazione e alla valutazione del suo impatto potenziale sulle piccole imprese. Il pianod'azione volto a semplificare e migliorare la regolamentazione costituisce un programmaambizioso in questa direzione.

4. Fornire competenze

Le micro e le piccole imprese considerano sempre di più la mancanza di manodoperaspecializzata come un grave ostacolo. Oltre il 20% delle microimprese e quasi il 30% dellepiccole imprese vedono in questa mancanza la limitazione più grave alle loro attività10.

 10 Il numero di microimprese che considera la mancanza di manodopera specializzata come un grave

ostacolo è cresciuto del 150% dal 1999 al 2001. Fonte: Osservatorio europeo sulle PMI 2002/1“Highlights from the 2001 Survey”.

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Malgrado l'Europa non sia ancora riuscita a far fronte a tale problema, una serie di iniziativedal rapporto dell'anno scorso indica che alcuni Stati membri, come la Germania, l'Irlanda el'Italia, sono sempre più consapevoli di questa insufficienza e della necessità di adottareadeguate misure in proposito.

Tutti gli Stati membri sono invitati a consolidare gli sforzi per identificare e colmare

questa mancanza di competenze in maniera sistematica.Le nuove iniziative volte a collegare università e imprese sono accolte con favore evanno proseguite.

La Commissione si è impegnata a sostenere gli sforzi degli Stati membri per colmare ledisparità di competenze che esistono in Europa grazie all'attuazione della strategia europeaper l'occupazione e al piano di azione per le competenze e la mobilità.

5. Migliorare l'accesso in linea

Sono stati realizzati progressi significativi in tema di amministrazione pubblica in linea(eGovernment ) e tutti gli Stati membri si sono impegnati a migliorare i propri risultati.Tuttavia in questo settore i divari di rendimento sembrano ampliarsi. Mentre in alcuni Statimembri è possibile effettuare diverse procedure in linea, in altri si stanno solo facendo i primipassi per rendere disponibili in rete informazioni e formulari di base. Anche negli Statimembri che hanno maggiore familiarità con Internet l'utilizzo di determinate possibilitàamministrative in linea è inferiore alle aspettative, il che potrebbe indicare la necessità dipubblicizzare maggiormente tali possibilità e di rafforzare la fiducia delle imprese nel loroimpiego.

Gli Stati membri che compiono i primi passi verso l'amministrazione pubblica inlinea possono ispirarsi ai servizi offerti da numerosi Stati membri fra cui l'Irlanda ela Svezia. Occorre prestare un'attenzione particolare all'ottimizzazione delleinformazioni fornite sui portali web, che offrono un punto di accesso unico a variservizi.

L'amministrazione pubblica in linea dovrebbe facilitare le attività delle piccoleimprese. La disponibilità in linea di informazioni e di moduli amministrativipermette di semplificare ulteriormente le procedure. In questo settore si possonorealizzare ancora notevoli progressi.

La Commissione si è impegnata ad utilizzare maggiormente Internet come strumento per unacomunicazione efficace ed interattiva con le parti interessate. Nuovi sistemi di consultazionein linea costituiscono un passo avanti in questa direzione.

6. Maggiori benefici dal mercato interno

Il mercato interno, che oggi ha più di 10 anni, ha aiutato le imprese dell'Unione ad operare inun mercato europeo sempre più aperto e trasparente. Il mercato interno caratterizzato dallalibera circolazione di beni, servizi e capitali è uno dei fondamenti dell'UE e fornisce il quadrolegislativo che consente di effettuare operazioni commerciali attraverso le frontiere nazionalisenza incontrare ostacoli. Tuttavia in alcuni settori, come quello dei servizi, non esiste ancoraun vero e proprio mercato interno. Occorre quindi continuare gli sforzi per garantireun'attuazione concreta e tempestiva della legislazione relativa al mercato interno. Attualmentei due terzi degli Stati membri - tutti, tranne la Danimarca, i Paesi Bassi, la Finlandia, laSvezia e il Regno Unito - non soddisfano il criterio dell'1,5% di trasposizione e il processo di

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attuazione ha subito un ulteriore rallentamento nel corso del 2002. Solo la Finlandia soddisfapienamente il nuovo obiettivo stabilito a Barcellona.

La metà degli Stati membri dovrà recepire più di 50 atti legislativi per poterconformarsi all'obiettivo dell'1,5% entro la primavera del 2003. A tal fine occorronoazioni drastiche, in particolare per gli Stati membri che sono più lontani da tale

obiettivo.Si ricorda agli Stati membri il nuovo obiettivo stabilito al Consiglio europeo diBarcellona che prevede la piena trasposizione entro la primavera del 2003 di tutte ledirettive il cui recepimento è in ritardo di almeno due anni.

Gli Stati membri sono invitati a eliminare le barriere al mercato interno e a garantireche provvedimenti giuridici e amministrativi nazionali non comportino nuoviostacoli.

La Commissione, in qualità di custode del trattato, ha il compito di assicurare la liberacircolazione dei beni, dei servizi, dei capitali e delle persone nonché quello di provvedere a un

miglior controllo dell'attuazione del diritto comunitario.7. Tassazione e questioni finanziarie

Le misure volte ad alleggerire gli oneri fiscali a carico delle piccole imprese, adottate in paesiquali il Belgio, la Danimarca, l'Irlanda e il Regno Unito, sono accolte con favore e possonocostituire un esempio di buone pratiche.

Gli Stati membri sono invitati a considerare gli esempi di buone pratiche destinate adalleggerire gli oneri fiscali a carico delle piccole imprese allo scopo di incoraggiareulteriormente l'avviamento di imprese, aiutare le piccole imprese a crescere efacilitare la successione delle imprese.

L'accesso ai finanziamenti continua a rappresentare un notevole ostacolo per le impresedell'UE. L'istituzione di microprestiti flessibili in Germania, Spagna e Svezia èincoraggiante. Questa modalità di prestito serve in particolare a favorire l'avviamento dinuove imprese e costituisce un'opportunità di crescita per le imprese più piccole.

Gli Stati membri sono invitati a sostenere maggiormente gli istituti finanziari al finedi migliorare l'accesso ai finanziamenti da parte delle piccole imprese, in particolaretramite microprestiti, in funzione del contesto nazionale.

Gli Stati membri sono esortati a realizzare le riforme fiscali e strutturali necessarieper promuovere gli investimenti in fondi di capitali di ventura come raccomandatonel quadro del piano d'azione sui servizi finanziari.

I business angels costituiscono sempre più un'importante fonte di finanziamento per le piccoleimprese.

Gli Stati membri sono incoraggiati a far conoscere ulteriormente i business angels, apromuovere un quadro fiscale favorevole ad investimenti a rischio nelle piccoleimprese e a sostenere le reti locali e regionali di business angels.

Scarseggiano le informazioni sugli incentivi al rendimento personale nelle piccole imprese

(ad es. opzioni d'acquisto di azioni o premi concessi ai dipendenti), il che spinge a chiedersi sein questo settore siano stati effettivamente realizzati progressi. Provvedimenti di questo tipopotrebbero aiutare le piccole imprese ad ottenere personale qualificato.

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Gli Stati membri sono invitati a considerare maggiormente la possibilità di introdurreincentivi al personale.

La Commissione è impegnata in una serie di iniziative di natura finanziaria, che comprendonostudi, piani d'azione, strumenti finanziari e progetti per lo scambio delle buone pratiche. Lostesso impegno è dimostrato dagli Stati membri. Gli sforzi condotti in questo settore stanno

cominciando a produrre risultati.8. Potenziare la capacità tecnologica delle piccole imprese

I recenti sviluppi nella promozione di gruppi e reti tecnologiche comprendenti PMI sonoincoraggianti: sono state avviate varie promettenti iniziative soprattutto in Danimarca,Germania, Grecia, Irlanda e Austria. Gli Stati membri si sono impegnati a promuovere ladiffusione della tecnologia e il suo utilizzo a scopi commerciali. Sono molte le possibilità discambio delle buone pratiche in aree quali la promozione del trasferimento di tecnologie dalleuniversità alle piccole imprese e il sostegno all'innovazione tanto nelle piccole impresefondate sulla tecnologia quanto nei settori più tradizionali.

Gli Stati membri sono invitati a contribuire attivamente al progetto nell'ambito dellaprocedura Best sul miglioramento del trasferimento di tecnologie fra le istituzioni.

Gli Stati membri sono incoraggiati a proseguire lo sviluppo di gruppi di impresebasate sulla tecnologia e di reti di imprese a livello nazionale e regionale. Allo scopodi garantire risultati concreti tali provvedimenti vanno presi in una prospettiva alungo termine.

9. Modelli di imprenditoria elettronica di successo e sostegno alle piccole impresepiù brillanti

Nonostante un utilizzo sempre maggiore di Internet, le piccole imprese continuano a esitare aoperare in linea e a modificare i propri metodi di lavoro per beneficiare al massimo dellenuove tecnologie. Misure specifiche destinate ad aiutare le micro e le piccole imprese ainformatizzarsi, come le iniziative adottate in paesi quali l'Irlanda, la Spagna, i Paesi Bassie il Regno Unito, sono accolte con favore. Le disparità di rendimento rischiano di continuaread aumentare all'interno dell'Unione e sono molte le possibilità di interscambio delle buonepratiche.

Gli Stati membri sono esortati a continuare gli sforzi per aiutare le piccole impresead operare in linea in modo efficace e a prendere esempio dalle buone praticheanalizzate nell'ambito del progetto della procedura Best sulle politiche a sostegnodell'e-business per le PMI.

È sempre più evidente la necessità di fornire servizi qualificati, di facile utilizzo e modellatisulle esigenze delle imprese a livello regionale e locale. Alcuni Stati membri stannosviluppando servizi specifici per le imprese di determinate regioni.

Gli Stati membri sono invitati a ottimizzare ulteriormente i servizi di supporto, apubblicizzarli alle piccole imprese e a valutare sistematicamente la loro efficacia.Vanno appoggiati gli sforzi effettuati per rendere i servizi di supporto sempre piùadatti ai clienti.

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Benché un numero crescente di servizi di consulenza sia disponibile in linea, i servizidi supporto destinati alle imprese di minori dimensioni devono nel contempocontinuare ad essere prestati attraverso canali più tradizionali come gli "sportelli".

La Commissione ritiene che lo sviluppo delle operazioni per via elettronica costituiscaun'importante priorità politica. La Commissione ha in particolare creato una rete europea di

sostegno all'e-business per le PMI allo scopo di intensificare le azioni di appoggio alle PMI inquesto campo.

10. Rappresentanza più forte e più efficace degli interessi delle piccole imprese, alivello dell'Unione e a livello nazionale

Il presente rapporto ribadisce e evidenzia le conclusioni dell'anno passato secondo cui laconsultazione regolare delle piccole imprese in materia di legislazione e di elaborazione dellepolitiche continua ad essere limitata in tutta l'Unione. Sono pochissimi gli Stati membri chehanno segnalato sviluppi in questo campo. Ancora una volta i risultati sono diseguali. Mentread esempio in Finlandia le organizzazioni di imprese partecipano a comitati responsabili

dell'elaborazione dei provvedimenti legislativi, in altri Stati membri le imprese non vengonoconsultate sistematicamente prima dell'adozione delle normative. La Danimarca, laFinlandia, la Svezia, il Regno Unito e la Norvegia sono al primo posto per quanto riguardala consultazione sistematica delle piccole imprese. Anche la Germania, la Spagna, ilLussemburgo e l'Austria consultano le organizzazioni di imprese, comprese le camere dicommercio, prima di adottare provvedimenti normativi.

Si raccomanda urgentemente agli Stati membri di dare alle piccole imprese lapossibilità di esprimere le proprie esigenze per quanto riguarda l'elaborazione dellenormative e delle politiche. Ciò va realizzato in maniera sistematica.

La Commissione si è impegnata a migliorare il dialogo con le piccole imprese. Misure quali ladesignazione del rappresentante per le PMI (SME Envoy), sistemi di consultazione in linea eun numero crescente di riunioni con le parti interessate indicano un'evoluzione in questadirezione.

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III. RISULTATI OTTENUTI

Introduzione

La parte III del presente rapporto intende fornire una breve rassegna delle principali iniziativeadottate l'anno passato dagli Stati membri, dalla Norvegia e dalla Commissione per attuare laCarta. La Norvegia ha accettato l'invito della Commissione a prendere parte al processo diattuazione della Carta. Gli altri membri dello Spazio economico europeo, Islanda eLiechtenstein, non hanno espresso il desiderio di partecipare. In seguito all'adozione dellaCarta da parte di tutti i paesi candidati all'adesione nell'aprile 2002, i progressi compiuti in talipaesi vengono analizzati in una relazione a parte11.

Il presente rapporto riguarda principalmente il periodo compreso tra l'autunno 2001 el'autunno 2002, ma la durata di attuazione di alcune misure rende inevitabile una certasovrapposizione fra i rapporti annuali.

Per ragioni legate ai suoi obiettivi e alla lunghezza, la parte III non contiene un elencocompleto e dettagliato di provvedimenti. Le descrizioni dettagliate delle misure adottate alivello nazionale sono disponibili nei rapporti nazionali pubblicati sul sito web dellaCommissione12 e in una   Directory of measures in rete13. La descrizione approfondita deiprovvedimenti adottati dalla Commissione figura nella relazione sulle attività dell'Unione afavore delle piccole e medie imprese14, che costituisce un documento di supporto al presenterapporto.

Tenuto conto dell'impegno assunto nella Carta di utilizzare "indicatori efficaci per valutare iprogressi compiuti", la parte III sottolinea gli obiettivi quantitativi pertinenti evolontariamente dichiarati dagli Stati membri nel 2002 per la politica d'impresa15. Questiderivano dall'accordo degli Stati membri sugli indicatori della politica d'impresa e sonostrettamente legati alle raccomandazioni della Carta.

L'analisi dei progressi realizzati negli Stati membri e in Norvegia si fonda su dettagliatirapporti nazionali e sulle riunioni bilaterali della Commissione e dei governi nazionali che sisono tenute nel periodo giugno-settembre 2002. Per la prima volta le organizzazioni nazionalirappresentative delle imprese hanno partecipato attivamente a tutte le riunioni bilateraliesprimendo le proprie opinioni. Una consultazione sui rapporti nazionali è stata aperta inInternet a tutte le parti interessate ed annunciata a una riunione con le organizzazioni diimprese europee tenutasi in settembre16. Per quanto riguarda la Commissione, un gruppo

 11 Relazione sull'attuazione della Carta europea per le piccole imprese nei paesi candidati all'ingresso

nell'UE, SEC(2003)57 del 21.1.2003.12 I rapporti nazionali completi sono disponibili in

http://europa.eu.int/comm/enterprise/enterprise_policy/charter/charter2003.htm13 Per il   Directory of measures in favour of entrepreneurship and Competitiveness si consulti

http://europa.eu.int/comm/enterprise/enterprise_policy/charter_directory/index.htm14 “Costruire un'Europa imprenditoriale - Le attività dell'Unione a favore delle piccole e medie imprese

(PMI)”, SEC (2003)58 del 21.1.200315 “Obiettivi quantitativi della politica d'impresa - Progressi nella realizzazione degli obiettivi di Lisbona”,

SEC (2002) 1214 del 7.11.2002.16 La consultazione è disponibile in http://europa.eu.int/comm/enterprise/enterprise_policy/ 

charter/charter2003.htm. Sono state pubblicate in questo sito anche le osservazioni formulate dalleseguenti organizzazioni di imprese: Fédération Française des Centres de Gestion et d’Economie del’Artisanat, Confcommercio, Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della piccola e Media

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interservizi, che riunisce tutti i dipartimenti in cui si realizzano attività per le piccole e medieimprese, ha preparato l'analisi sui progressi realizzati dalla Commissione.

L'attuale rapporto presenta più in dettaglio i due settori “Educazione e formazioneall'imprenditorialità” e “migliore regolamentazione”, che hanno visto i maggiori sforzi daparte degli Stati membri. La Commissione è stata particolarmente attiva nell'ultimo dei due

settori menzionati. La maggior parte degli Stati membri concentra i propri rapporti nazionalisu tali settori, che sono stati oggetto di ampie discussioni anche nel corso delle riunionibilaterali.

Sebbene il presente rapporto identifichi chiaramente le misure destinate espressamente allemicro e alle piccole imprese, molte delle iniziative analizzate sono state elaborate perappoggiare tanto le piccole quanto le medie imprese. La Commissione ritiene che, anche setali provvedimenti non sono esclusivamente rivolti alle imprese con meno di cinquantadipendenti, questo non ne diminuisca il valore o l'impatto per le piccole imprese. Tanto laCommissione quanto gli Stati membri hanno quindi deciso di includere nel presente rapportotutte le iniziative con un impatto sulle piccole e medie imprese, sottolineando però le misure

che sembrano avere il maggiore impatto sulle piccole imprese.

Il rapporto mira infine ad incoraggiare lo scambio di esperienze e di buone pratiche inEuropa17.

1 Educazione e formazione all'imprenditorialità

“A livello europeo occorre coltivare spirito imprenditoriale e nuove competenze sindalla giovane età. Le conoscenze generali in campo aziendale ed imprenditorialedevono essere insegnate a tutti i livelli scolastici. Specifici moduli imprenditorialidovrebbero costituire una componente fondamentale dei programmi educativi a

livello d'istruzione universitaria.

  Intendiamo incoraggiare e promuovere gli sforzi imprenditoriali dei giovani esviluppare opportuni programmi di formazione per i manager delle piccoleimprese”.

Stati membri

Gli Stati membri stanno dando sempre più la priorità alla promozione dell'imprenditorialitànel sistema scolastico. Dall'ultimo rapporto sono state presi nuovi provvedimenti di vario tipo,mentre le iniziative precedenti hanno cominciato a produrre risultati. Diversi Stati membri

hanno ora sviluppato iniziative volte a coltivare lo spirito e le competenze imprenditorialinelle scuole primarie, conformandosi alla conclusione dell'ultimo rapporto sulla necessità diulteriori azioni al fine di coltivare tali competenze sin dalla giovane età.

In Irlanda l'iniziativa “ Bí Gnóthach”, destinata ai ragazzi di 10-12 anni, inserisce nel piano distudi lo sviluppo delle competenze e la prospettiva imprenditoriale, mentre il programma

 

Impresa (CNA), Chambre de Métiers APCM, European Association of Public Banks e Confédérationgénérale des petites et moyennes entreprises.

17 Un'iniziativa nazionale può essere considerata una vera "buona pratica" solo se è pienamente conforme

alla pertinente legislazione comunitaria, comprese le norme in materia di concorrenza e aiuti di stato.L'identificazione di iniziative individuali nel presente rapporto non significa necessariamente che lemisure in questione siano compatibili con le pertinenti disposizioni del trattato.

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“ Junior Achievement ”, che va dai 5 ai 18 anni, aiuta gli studenti a comprendere il mondo dellavoro.

In Finlandia il tema “cittadinanza partecipativa e imprenditorialità” viene integrato nei pianidi studio dell'istruzione di base e un nuovo gruppo direttivo mira a sviluppare maggiormentela presenza dell'imprenditorialità nell'istruzione.

La Svezia sta preparando i “Centri comunali di imprenditoria e tecnologia” (che sarannooperativi nel primo trimestre del 2003), destinati a incoraggiare futuri ingegneri e inventorigrazie ad attività creative di tipo tecnologico per giovani oltre i 10 anni (in particolare leragazze).

Lo “Schools Enterprise Programme” in Scozia18 attualmente aiuta più di 400.000 alunni inoltre 2.000 scuole primarie a sviluppare competenze inerenti all'ambiente di lavoro. Infine laNorvegia ha elaborato del materiale didattico per stimolare la creatività nelle scuole primarie.

Le iniziative destinate alle scuole secondarie sono state intensificate in diversi Stati membri e

sono state segnalate numerose misure recenti o in programma.

In Irlanda il nuovo “Enterprise Encounter programme”, avviato nel dicembre 2001, fornisceagli studenti la possibilità di contattare gli imprenditori. Il programma è collegato al “ Leavingcertificate vocational programme” delle scuole secondarie, che prevede materie quali"educazione all'imprenditorialità" e "preparazione al mondo del lavoro". Anche il “TransitionYear Programme” (un anno) e il “ Leaving Certificate Applied ” (due anni) mirano a insegnarecompetenze imprenditoriali e ad aiutare gli studenti nella gestione di mini-imprese.

Il Belgio intende pubblicare un “romanzo” per insegnare ai ragazzi dai 12 ai 14 anni comeavviare un'impresa nel quadro del piano d'azione “Plan 4X4 pour entreprendre”.

Il Lussemburgo ha ideato l'iniziativa “la giornata delle ragazze” per attirare le studentesseverso il mondo del lavoro, in particolare verso attività connesse alla tecnologia, attraversol'organizzazione di visite a imprese.

Il Galles (Regno Unito) ha sviluppato il progetto “Enterprise insight Cymru”, che portarappresentanti delle imprese nelle scuole ad insegnare agli studenti come funzionano leimprese nel mondo reale.

La Danimarca inoltre avvierà campagne di sensibilizzazione destinate alle scuole secondariesuperiori dal 2002 al 2004 e la Grecia ha prodotto materiale per corsi di imprenditorialità e ha

varato il programma “Imprenditorialità per i giovani”. La Svezia, infine, ha avviato unprogetto per sviluppare lo spirito imprenditoriale nelle scuole secondarie superiori.Programmi per aiutare gli studenti a creare mini-imprese sono attualmente in corso indiversi paesi fra cui Belgio19, Germania20, Spagna21, Italia22, Lussemburgo23, Paesi Bassi24,Austria25 e Norvegia26.

 18 Questa misura era già stata segnalata nel rapporto del Regno Unito relativo al 2001.19 Belgio: “Progetti per le piccole imprese” nelle Fiandre. Fonte: rapporto nazionale del Belgio sulla

Carta. Tutti i rapporti nazionali figurano inhttp://europa.eu.int/comm/enterprise/enterprise_policy/charter/charter2003.htm

20 Germania: nel 2002 200 mini-imprese sono state create da 2.500 studenti nell'ambito del progettoJunior. Fonte: rapporto nazionale della Germania sulla Carta.

21 Spagna: programma SEFED. Fonte: rapporto nazionale della Spagna sulla Carta.

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Migliorare le conoscenze imprenditoriali dei docenti è una preoccupazione che sta allabase di provvedimenti adottati in Danimarca, Francia, Finlandia, Regno Unito e Norvegia. LaFinlandia ha lanciato un progetto per aggiornare le competenze dei docenti e per promuoverela cooperazione fra insegnanti e imprenditori.

Nelle università e negli istituti di istruzione superiore di paesi come Grecia, Spagna, Francia,

Irlanda, Austria, Portogallo, Finlandia, Svezia27 e Norvegia è disponibile una nutrita serie dicorsi a diversi livelli. Nel settembre 2002 in Francia si è tenuto un corso universitario estivoeuropeo sullo spirito imprenditoriale.

Misure volte a promuovere relazioni più strette fra centri di ricerca e imprese sonoattualmente in corso di sviluppo, fra l'altro, in Danimarca e Germania. Per accrescere lasensibilizzazione alla carriera di imprenditore e aiutare gli studenti a creare un'impresa, laGrecia sta ampliando i suoi "centri imprenditoriali" e l'Austria ha sviluppato il programma“UNIUN 2002-4”28.

Fra i provvedimenti destinati a tutti i livelli di istruzione figura il programma olandese

“Imprenditorialità e istruzione”, che mira a sviluppare metodi didattici dalle scuole primarieall'università.

L'Austria ha varato due misure per incoraggiare le conoscenze imprenditoriali dalle scuoleprimarie all'università: l'iniziativa di istruzione a obiettivo aperto (“ Initiative

 Bildungscluster ”), che istituisce uffici regionali di cooperazione tra imprese e istitutiscolastici, e l'iniziativa "formazione all'imprenditorialità" (“Unternehmen-Bildung

 Initiative”), che prevede presentazioni effettuate nelle scuole da dirigenti di imprese.

In diversi Stati membri sono stati lanciati o ulteriormente sviluppati concorsi per premiarel'elaborazione dei migliori piani aziendali: tra questi si segnalano il concorso per piani

aziendali in Belgio (“Ondernemersplanwedstrijd ”), “1,2,3 Go” in Belgio e Lussemburgo,“Venture 2002” in Grecia, “Venture Cup” in Svezia e “Europrise” in Norvegia. La Francia hainoltre istituito il premio “ jeunes créateurs de demain" per aiutare i ragazzi dai 15 ai 25 anni asviluppare idee di tipo imprenditoriale, mentre nel Regno Unito le “  New Entrepreneur Scholarships”29 hanno fornito un sostegno a 200 giovani imprenditori potenziali provenientida zone sfavorite dal settembre 2001 al marzo 2002.

Dal rapporto dell'anno scorso si è registrata una evoluzione positiva in materia di formazioneper imprenditori. Di seguito sono presentate misure di formazione destinate in manieraspecifica alle piccole imprese.

 22 Italia: rete di imprese virtuali. Fonte: rapporto nazionale dell'Italia sulla Carta.23 Lussemburgo: iniziativa “Esprit d’entreprise” per ragazzi dai 16 ai 25 anni. Fonte: rapporto nazionale

del Lussemburgo sulla Carta.24 Programma imprenditoriale YE Paesi Bassi. Fonte: rapporto nazionale dei Paesi Bassi sulla Carta.25 Austria: progetto "JUNIOR - Gli allievi creano le imprese". Fonte: rapporto nazionale dell'Austria sulla

Carta.26 Norvegia: “Programma imprenditoriale”, 850 imprese create da 6 000 studenti nel 2002. Fonte:

rapporto nazionale della Norvegia sulla Carta.27 In Svezia esiste uno specifico corso postuniversitario in imprenditorialità per le PMI. Fonte: rapporto

nazionale della Svezia sulla Carta.28 L'Austria ha sviluppato questo programma a partire dal precedente programma UNIUN 1999-2001.

Fonte: rapporto nazionale dell'Austria sulla Carta.29 Questa misura era già stata comunicata nel rapporto del Regno Unito per il 2001.

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La Grecia ha avviato programmi di formazione patrocinati in collaborazione con il Fondosociale europeo (FSE): essi comprendono corsi di formazione destinati a 11 000 microimpresee ai lavoratori autonomi, impartiti dai centri di formazione professionale (“KEK”).

Il Portogallo ha lanciato il programma “GERIR” 2002-2004 per la formazione in circa 300micro e piccole imprese nei settori del commercio, industria, servizi e costruzioni.

Il Regno Unito ha creato lo “Small Firms Development Account” per finanziare laformazione nelle piccole imprese.

I provvedimenti a sostegno della formazione su come creare un'impresa comprendonol'iniziativa belga “Chèque formation à la création d’entreprise” in Vallonia, e il contoistruzione (“ Bildungskonto für Jungunternehmer”) in Austria Superiore. La Germania inoltreha lanciato una campagna per l'aggiornamento delle competenze e la Spagna ha elaborato ilprogramma “CRECE ” 2001-2006, patrocinato in collaborazione con l'FSE, per la formazionedi più di 10 000 imprenditori di settori tradizionali. L'Irlanda ha varato il programma“Excellerator ” 2002 per la formazione dei dirigenti di imprese di esportazione con più di 15

dipendenti e la Finlandia ha sviluppato il programma “star bene al lavoro” per promuoverel'apprendimento sul luogo di lavoro. Progetti per le donne imprenditrici sono stati sviluppatiin Germania30, Grecia, Irlanda e Galles nel Regno Unito.

Per promuovere e appoggiare lo spirito imprenditoriale alcuni Stati membri hanno adottatoprogrammi di tipo generale.

È il caso del piano d'azione belga  “Plan 4x4 pour entreprendre” in Vallonia, che sostieneiniziative imprenditoriali e atteggiamenti positivi nei confronti dell'imprenditorialità.

In Francia il progetto di legge “  Initiative Economique” inserisce la promozione

dell'imprenditorialità nel suo elenco di priorità. È in preparazione un piano di azionesull'avviamento delle imprese per incoraggiare l'imprenditorialità nelle scuole secondarie.

Anche la Danimarca sta elaborando un piano d'azione sull'imprenditorialità incentrato sullacultura imprenditoriale e sui servizi di consulenza. In Spagna una legge del giugno 2002introduce disposizioni sulla formazione degli imprenditori. In Svezia un nuovo programmaintende migliorare il contesto in cui operano le imprese e promuovere atteggiamenti positivinei riguardi dell'imprenditorialità. Per concludere, nel Regno Unito la recente “  Review of enterprise and the economy in schools and further education” evidenzia la necessità diincoraggiare la cultura imprenditoriale nelle scuole e di orientare gli insegnanti sul significatodell'imprenditorialità.

Commissione

Il progetto nell'ambito della  procedura Best sull'educazione e la formazioneall'imprenditorialità, concluso nel novembre 2002, mirava a individuare e confrontare leiniziative che promuovono l'insegnamento dell'imprenditorialità nei sistemi educativi europei,dalla scuola primaria all'università. Il progetto ha concluso che lo spirito imprenditoriale èormai ampiamente riconosciuto come importante materia di insegnamento e che, malgrado lenumerose iniziative in corso, resta ancora molto da fare.

 30 In Germania progetto per accrescere l'imprenditoria femminile, portandola dal 25% al 40% nel 2005.Fonte: rapporto nazionale della Germania sulla Carta.

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Alla fine del 2001, sempre nel quadro della procedura Best, è stato varato un progetto sullapromozione dell'imprenditorialità femminile. È stata creata una base dati contenente 132misure adottate dalle amministrazioni pubbliche e che riguardano l'avviamento di imprese, leinformazioni, la consulenza, i finanziamenti, la formazione, il tutoraggio e le reti nei paesidell'UE e dell'EFTA/SEE. Tali misure verranno valutate per poter individuare le buonepratiche31.

Nell'ambito dei programmi del Fondo sociale europeo (FSE) per il periodo 2000-2006,numerosi Stati membri hanno intrapreso attività per le PMI volte a rafforzare la culturaimprenditoriale, ad esempio creando reti di piccole e medie imprese.

La Comunicazione sull'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e il “programma dilavoro dettagliato sul follow-up circa gli obiettivi dei sistemi d'istruzione e formazione inEuropa” (vedi punto 4) indicano l'imprenditorialità come una competenza di base. Iprogrammi Leonardo da Vinci e Socrates sovvenzionano diversi progetti connessiall'imprenditorialità che vanno dalla promozione dello spirito imprenditoriale nelle scuole alsostegno a corsi post-laurea in imprenditorialità. Nel 2002 la Commissione ha inoltre

pubblicato i risultati di un progetto su “Sviluppo e attuazione di  curricula di formazioneall'imprenditorialità in Europa”32.

Nel giugno 2002 la Commissione ha organizzato una riunione di esperti concernentel'impatto dell'immigrazione sull'imprenditorialità con lo scopo di identificare i principaliostacoli che devono affrontare gli imprenditori appartenenti a minoranze etniche per avviare esviluppare un'impresa e di discutere delle possibili azioni di supporto.

Nel marzo 2002 la Commissione ha lanciato un progetto sullo sviluppo di capacitàgestionali. Il progetto, realizzato in stretta collaborazione con gli Stati membri e i Paesicandidati, mira a inventariare i punti forti e i punti deboli delle iniziative volte a rafforzare le

capacità gestionali delle PMI, o a offrire formazione all'imprenditorialità. A tal fine un gruppodi esperti è stato incaricato di presentare, entro il marzo 2003, una relazione orientataall'elaborazione di politiche.

Infine, con il supporto dell'iniziativa della Commissione "Gate2Growth" (vedi punto 7), nel2002 l'Associazione europea del capitale privato e del capitale di rischio (EVCA) hasviluppato il cosiddetto “Entrepreneurship Education Toolkit” sulle possibilità difinanziamento dei progetti imprenditoriali con il capitale di rischio. Il kit è stato fornito a 150istituti di istruzione superiore.

2 Avviamento meno costoso e più veloce

“I costi di avviamento di un'impresa dovranno essere allineati ai più bassi delmondo. I paesi con i tempi più lunghi e le procedure più onerose per costituire nuovesocietà dovranno essere incoraggiati ad adeguarsi ai più veloci. Dovrà essere

 potenziato l'accesso in linea per la registrazione”.

 

31 Verranno registrate anche le buone pratiche adottate da USA, Canada, Giappone, Australia e NuovaZelanda.

32 EUR 17047, Commissione europea, Innovation Papers N. 24, 2002.

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Stati membri

Dall'ultimo rapporto sull'attuazione della Carta numerosi Stati membri hanno intensificato glisforzi per semplificare ulteriormente l'avviamento delle imprese. Quattro Stati membri si sonoprefissati obiettivi in questo campo. La Spagna e il Portogallo intendono ridurre i tempi diavviamento del 50% entro il 2006 e il 2003 rispettivamente33. La Francia ambisce al

traguardo di 220.000 nuove imprese all'anno nel 2007, mentre la Svezia punta alla creazionedi 150.000 nuove imprese nel periodo 2003-2006. L'Irlanda intende inoltre avviare 520 nuoveimprese ad alto potenziale entro il 2006.

Nel 2003 sarà possibile avviare un'impresa in linea in Danimarca, Svezia e Norvegia. Questaoperazione è già possibile - con qualche limitazione - in Danimarca e Austria. Anche laSpagna e la Francia stanno elaborando provvedimenti a questo riguardo.

In Danimarca è possibile registrare in linea una società a responsabilità limitata grazie al sito“Webreg”34, che attualmente viene esteso a tutti i tipi di società. Tale sviluppo è stato ispiratodal progetto nell'ambito della procedura Best sull'avviamento di nuove imprese.

In Svezia il sito “Kontakt-N”35 dovrebbe consentire la registrazione elettronica nel 2003.

In Norvegia la registrazione in linea di sette tipi diversi di società è prevista entro laprimavera del 200336.

La Spagna sta progettando di consentire la registrazione elettronica delle società aresponsabilità limitata con meno di cinque soci grazie al progetto “ Nueva empresa”, che èattualmente in corso di approvazione e dovrebbe cominciare la fase pilota nella prima metàdel 200337.

In Francia il progetto di legge sull'“  Initiative Economique” intende consentire l'avviamentodi un'impresa in Internet (tramite un centro virtuale per l'espletamento delle necessarieformalità) in un giorno, con un euro di capitale e con costi ridotti. È in corso di preparazioneun piano d'azione per promuovere l'avviamento di imprese.

A Vienna, in Austria, sono state effettuate circa  1 000 registrazioni in linea dal 2001 el'emendamento alla legge sul commercio del 2002 ha posto le basi per la registrazioneelettronica a livello nazionale.

Il Belgio sta preparando un piano d'azione per istituire sportelli unici, un modulo unico perl'avviamento elettronico e una base dati centrale delle imprese. I risultati verranno valutati in

base agli indicatori definiti nel progetto della procedura Best sull'avviamento di nuoveimprese. Anche il Regno Unito sta preparando un piano d'azione per eliminare gli ostacoliche scoraggiano dall'avviare un'impresa le persone appartenenti a gruppi scarsamenterappresentati o provenienti da zone sfavorite. A livello regionale il programma “Potentia” nelGalles condivide gli stessi obiettivi. Infine il Belgio (Vallonia), la Germania e l'Italia stannoelaborando siti web che forniranno orientamenti su come avviare un'impresa. Tra gli altri

 33 Spagna: riduzione del 50% entro il 2006; Portogallo: riduzione del 50% entro il 2003. Fonte:

comunicazione “Un ambiente migliore per le imprese”, COM (2002) 610 def. del 7.11.2002.34 www.webreg.dk35 www.kontakt-n.nu36 www.brreg.no37 Il progetto “Nueva empresa” è stato approvato dal Consiglio dei ministri e doveva passare in

Parlamento nell'ottobre del 2002. Fonte: rapporto nazionale della Spagna sulla Carta.

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sviluppi si segnalano inoltre l'ampliamento delle attuali reti di sportelli unici in Grecia,Spagna e Portogallo38 e la semplificazione delle procedure notarili in Portogallo.

In cinque Stati membri (Germania, Irlanda, Paesi Bassi, Austria e Regno Unito) è attualmentepossibile registrare un'impresa individuale in un solo giorno, in nove Stati membri in duegiorni e in undici Stati membri in tre giorni. Esiste tuttavia un forte divario fra il tempo

minimo necessario e il tempo effettivamente speso per registrare un'impresa. In Spagna eItalia, ad esempio, il tempo minimo di registrazione è di due giorni, ma in realtà occorrono inmedia rispettivamente 24 e 35 giorni.

Il tempo di registrazione per una società a responsabilità limitata varia dai 2 ai 15 giorni. In 10Stati membri è possibile registrare una società di questo tipo in otto giorni e in tutti gli Statimembri ad eccezione di quattro (Belgio, Spagna, Lussemburgo e Portogallo) il tempo minimonecessario non supera le due settimane. I costi minimi di registrazione vanno da zero inDanimarca a più di 1 700 euro in Grecia. In sette Stati membri i costi non superano i 500euro39. Per quanto riguarda la Norvegia il tempo di registrazione è di cinque giorni e i costiminimi ammontano a circa 700 euro40.

Commissione

Dopo la conclusione del progetto della procedura Best sulla definizione di parametri diriferimento per gli aspetti amministrativi inerenti alla creazione di nuove imprese nelgennaio 200241, si è richiamata l'attenzione sulle conclusioni del progetto nel contesto dispecifici forum internazionali.

3 Migliore legislazione e regolamentazione

“Le leggi fallimentari nazionali dovrebbero essere valutate tenendo conto delle

buone prassi. L’esperienza acquisita con l’analisi comparativa dovrebbe consentircidi migliorare le attuali prassi nell’ambito dell’UE.

  I nuovi regolamenti, a livello nazionale e comunitario, dovranno essere esaminatiattentamente per determinarne le ripercussioni sulle piccole imprese e sui piccoliimprenditori. Ove possibile le norme nazionali e comunitarie dovranno esseresemplificate. I governi dovranno adottare documenti amministrativi di facile uso.

  Le piccole imprese potrebbero essere esentate da alcuni obblighi di legge. Alriguardo la Commissione potrebbe semplificare la normativa sulla concorrenza per ridurre gli oneri a carico delle piccole imprese”.

 38 Si tratta delle reti “KYE” in Grecia, “Ventanillas unicas” in Spagna e “Centros de Formalidades de

Empresas” in Portogallo. Fonte: rapporti nazionali.39 Fonte per le cifre indicate nei due paragrafi: " Benchmarking Enterprise Policy: results from the 2002

Scoreboard", SEC (2002) 1213 del 7.11.2002.40 Fonte: rapporto nazionale della Norvegia sull'attuazione della Carta.41 Ulteriori informazioni sulla definizione di parametri di riferimento per gli aspetti amministrativi inerenti

alla creazione di nuove imprese sono disponibili inhttp://europa.eu.int/comm/enterprise/entrepreneurship/support_measures/start-ups/bench_admin_business_start-up_final_2002.pdf.

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Stati membri

La vasta maggioranza degli Stati membri sta dando particolare priorità a questo settore. Tuttigli Stati membri hanno segnalato una serie di misure a riguardo. Il 13% delle PMI continuatuttavia a indicare negli oneri amministrativi uno dei principali ostacoli alla loro attività42.

Per quanto riguarda la legislazione fallimentare, l'ultimo rapporto sottolineava la necessità ditrovare altre soluzioni regolamentari per le imprese insolventi, ma economicamente valide eper ridurre le penali per un "fallimento onesto". Da allora gli Stati membri hanno intensificatoi propri sforzi in questo campo.

Il Regno Unito ha presentato proposte per facilitare il recupero di imprese economicamentesane e per incoraggiare la ripresa di nuove attività dopo il fallimento (Enterprise Bill delmarzo 2002). Il “Company rescue pilot project”, concluso nel settembre 2002, ha inoltrestabilito i criteri per determinare se una piccola impresa va recuperata e ha offerto variesoluzioni per la ripresa.

Nel 2002 il Belgio ha presentato un progetto di legge sul fallimento, che modifica le "normedi scusabilità" consentendo in alcuni casi la cancellazione dei debiti. Nel 2003-2004 i PaesiBassi procederanno a una revisione della legislazione per facilitare il recupero e il riavviodelle imprese. L'Austria ha abolito il fallimento come causa di esclusione delle imprese e harivisto la sua normativa in materia d'insolvenza per evitare che si abusi del fallimento ascapito dei creditori. La Finlandia sta elaborando una nuova legge sul fallimento, che fisserà idiritti degli imprenditori falliti e consentirà aggiustamenti dei debiti.

Numerosi Stati membri fra cui Danimarca, Spagna, Francia, Italia, Lussemburgo e Portogallohanno intrapreso un processo di revisione delle leggi fallimentari. La Danimarca intendesoprattutto rivedere le disposizioni riguardanti la ristrutturazione dei debiti per facilitare un

secondo avvio, mentre la Spagna e il Portogallo si concentrano in particolare sulle modalitàper proteggere i dipendenti di società in stato di liquidazione e per facilitare il recupero diimprese economicamente sane, come suggerito dal rapporto sulla Carta dello scorso anno. InFrancia, inoltre, la legge sulla “  Initiative Economique” protegge in parte i beni di unimprenditore fallito.

I sistemi di valutazione dell'impatto normativo (VIN) sono stati rafforzati in vari Statimembri e attualmente vengono introdotti in altri. Alcuni Stati membri hanno inoltre adottatopiani d'azione volti a ridurre gli oneri amministrativi. L'Irlanda, la Svezia e il Regno Unito sisono prefissati di applicare la valutazione dell'impatto normativo a tutte le loro proposte dilegge43. La Danimarca, i Paesi Bassi, la Finlandia, la Svezia, il Regno Unito e la Norvegia

stanno potenziando i loro sistemi di valutazione dell'impatto normativo attraverso unitàspeciali di coordinamento VIN.

La Danimarca, dove l'unità per una migliore regolamentazione delle imprese coordina i VIN,panel di imprese (business test panels) valutano l'onere amministrativo che comportano per leimprese i pertinenti progetti di legge. Nell'agosto del 2002 la Danimarca ha presentato unpiano d'azione volto a ridurre gli oneri amministrativi. Nuovi gruppi di rappresentanti diimprese informano inoltre il governo sull'impatto delle normative più complesse e sulle

 42 “Highlights from the 2001 Survey”, Osservatorio europeo sulle PMI, Commissione europea, 2001/1.43 Irlanda, dallo 0% nel 2001 al 100% per tutta la legislazione primaria entro il 2006; Svezia, 100%, non è

stata precisata una data; Regno Unito, 100% entro il 2005. Fonte: comunicazione “Un ambientemigliore per le imprese”, COM (2002) 610 def. del 7.11.2002.

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possibili alternative. Interviste annuali con 1 000 "imprese modello" hanno indicato che glioneri amministrativi pesano soprattutto sulle piccole imprese.

La Svezia, in seguito a una decisione del giugno 2002, sta sviluppando un metodo permisurare gli oneri amministrativi della regolamentazione sulle piccole imprese. Le primevalutazioni sono previste nel 2003. Nel 2001 80 VIN hanno portato al ritiro o alla sostanziale

revisione di 24 proposte. Tutti i progetti di legge comprendono un'analisi del rispetto dellalogica dei costi per le piccole imprese, che deve essere approvata dall'unità SimpLex.

Il Regno Unito ha elaborato nuovi orientamenti per i sistemi VIN, destinati ai responsabilipolitici, che rafforzano i test di impatto sulle piccole imprese e l'analisi delle alternative allaregolamentazione. È stata creata una “ Business Regulation Team”, comprendente personale intrasferta dal settore privato, con lo scopo di identificare gli oneri regolamentari superflui acarico delle imprese. La Scozia ha sviluppato un test per le microimprese in base al quale leproposte di legge devono comprendere una valutazione dell'impatto potenziale sulle impreseche impiegano fino a cinque dipendenti.

Nei Paesi Bassi il centro di sostegno congiunto per le proposte di legislazione ha contribuitoalla realizzazione di 48 VIN nel 2001. La Finlandia intende rafforzare maggiormente ilsistema VIN nelle sue prossime istruzioni per la redazioni di testi legislativi. Infine, laNorvegia ha creato un "gruppo di progetto" incaricato di assistere i ministeri in merito alsistema VIN e alla consultazione di panel d'imprese.

Il Belgio, l'Irlanda e l'Italia stanno attualmente introducendo sistemi di valutazionedell'impatto normativo. Nel 2002 il Belgio ha reso obbligatoria nei progetti di legislazionel'introduzione di una valutazione dell'impatto sulle imprese e un formulario VIN è ora in fasedi prova. L'Irlanda sta introducendo un nuovo sistema VIN e l'Italia, dove la nuova unità disemplificazione ha utilizzato il sistema VIN in cinque testi legislativi pilota, ha adottato un

decreto per applicare gradualmente il sistema VIN a tutte le leggi.

La semplificazione della legislazione rientra fra le priorità di un numero sempre maggiore diStati membri. Il Belgio, la Danimarca e i Paesi Bassi si sono prefissati di ridurre gli oneriamministrativi a carico delle imprese del 25 % 44.

La Germania ha creato un servizio per la riduzione della burocrazia  (“Projektgruppe Bürokratieabbau”), che ha il compito di analizzare i reclami delle parti interessate e di proporresoluzioni per eliminare gli ostacoli legislativi. I lavori più recenti riguardano il miglioramentodella comunicazione fra amministrazioni pubbliche e imprese.

Nel febbraio del 2002 il Regno Unito ha introdotto un piano d'azione di vasta portata, il“  Regulatory Reform Action Plan”, contenente più di 260 proposte per modifiche dellaregolamentazione.

La Norvegia ha lanciato un nuovo programma per ridurre gli oneri amministrativi attraversouna legislazione più semplice, la valutazione dell'impatto normativo, una diminuzione dellelungaggini burocratiche e una migliore regolamentazione.

Nel 2002 il Belgio ha istituito dei servizi per la semplificazione amministrativa eregolamentare, tanto nelle regioni della Vallonia quanto in quelle fiamminghe, e ha pubblicatouno studio secondo cui nel 2000 il 69% del totale degli oneri amministrativi è stato pagato

 44 Fonte: comunicazione “Un ambiente migliore per le imprese”, COM (2002) 610 def. del 7.11.2002.

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dalle microimprese. La Grecia sta semplificando 700 procedure grazie al programma“POLITIA” e la Spagna ha adottato un secondo piano d'azione per la semplificazioneamministrativa. La Francia ha snellito numerose procedure nell'ambito del suo programma perla semplificazione amministrativa e i Paesi Bassi hanno varato diversi progetti per migliorarela qualità della legislazione. Anche in Austria la legge sulla riforma amministrativa del 2001 el'emendamento alla legge sul commercio del 2002 hanno semplificato numerose procedure.

L'Irlanda e la Finlandia stanno inoltre semplificando il diritto delle società e i Paesi Bassistanno effettuando ricerche a questo proposito. Il Portogallo sta procedendo a una revisionedel codice per le licenze delle imprese allo scopo di ridurre della metà il tempo necessario adottenere una licenza45. Numerosi paesi sono inoltre impegnati in un processo diconsolidamento della legislazione e di revoca delle leggi superate.

L'Irlanda è stata particolarmente attiva nel consolidamento della legislazione in materia diconcorrenza, di imposta sul reddito e di tassa sui consumi.

In seguito a una proposta delle parti interessate, la Norvegia sta cercando di consolidare 250

regolamenti sanitari passando ad un totale di 6 e ha revocato 420 leggi dal 2000.

Commissione

Nell'estate del 2002 la Commissione, basandosi sul seminario relativo al fallimento delleimprese tenutosi a Noordwijk nel maggio 2001, ha completato uno studio sulle implicazionigiuridiche e sociali dell'insolvenza. Nel quadro del processo Best, la Commissione ha istituitoun gruppo di lavoro composto da esperti degli Stati membri allo scopo di definire critericomparativi e linee guida per attuare modifiche in materia di “Ristrutturazione, fallimento eun nuovo inizio”. Allo scopo di accrescere la sensibilizzazione sulla necessità di adottaremisure per evitare l'insolvenza, la Commissione ha inoltre pubblicato la guida “Aiutare le

imprese a superare le difficoltà finanziarie”.

Il pacchetto "Legiferare meglio", adottato dalla Commissione il 5 giugno 2002, mira ariformare il modo in cui le istituzioni legiferano, singolarmente o congiuntamente, a livelloeuropeo nonché la forma in cui gli Stati membri procedono all'attuazione e all'applicazione ditali leggi a livello nazionale.

Questo ambizioso pacchetto risponde a una richiesta del Consiglio europeo di Lisbona e ha loscopo di semplificare e migliorare il contesto normativo. Esso costituisce inoltre la reazionealle critiche che regolarmente vengono espresse da alcuni governi nazionali e da alcune partiinteressate contro una legislazione comunitaria giudicata eccessivamente onerosa.

La Commissione ha quindi adottato un piano d'azione46 contenente, da un lato, una serie diprovvedimenti che essa si impegna ad attuare tempestivamente per migliorare la qualità dellesue proposte legislative e, dall'altro, misure da discutere con il Parlamento europeo, ilConsiglio e gli Stati membri (corresponsabili della qualità legislativa).

La Commissione ha deciso di dare l'esempio sviluppando, grazie ad una serie di azioni, unanuova cultura della "qualità legislativa" all'interno dei suoi servizi. Conformemente alleconclusioni del Consiglio europeo di Siviglia, alcune delle iniziative proposte nel piano

 

45 Il Portogallo si è impegnato a ridurre da 150 a 75 i giorni necessari per ottenere una licenza industriale.Fonte: comunicazione “Un ambiente migliore per le imprese”, COM (2002) 610 def. del 7.11.2002.

46 “Piano d'azione ‘Semplificare e migliorare la regolamentazione’”, COM (2002) 278 def., 5.6.2002.

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d'azione al Parlamento europeo e al Consiglio sono attualmente oggetto di discussione fra laCommissione, il Parlamento europeo e il Consiglio e un accordo dovrà essere concluso ilprima possibile nel 2003. Tale accordo dovrà riguardare principalmente il ricorso a direttivequadro, alla co-regolamentazione, all'auto-regolamentazione e a un programma ambizioso perla semplificazione e la riduzione dell'acquis comunitario.

Nell'ambito del piano d'azione, la Commissione sta elaborando una nuova procedura divalutazione dell'impatto che integrerà in un unico sistema tutti gli attuali meccanismi internidi valutazione dell'impatto. Questa nuova procedura ha lo scopo di migliorare la qualità delleproposte della Commissione. Essa tiene conto delle raccomandazioni del progetto pilota sullavalutazione d'impatto economico47 in merito alle modalità per analizzare l'impatto sulle PMI eper garantire una corretta analisi dell'impatto economico nel quadro di un sistema integrato.Combinando elementi dalla valutazione dell'impatto sostenibile e dalla valutazionedell'impatto normativo, la nuova procedura contribuirà a garantire un contesto normativoefficace nell'ambito di un'attuazione più coerente della strategia europea per lo svilupposostenibile.

Attualmente la Commissione sta procedendo a una modernizzazione del Business Test Panel ,di cui farà parte integrante la definizione interattiva delle politiche ( Interactive Policy Making- IPM) (vedi punto 5). Il  Business Test Panel verrà ampliato per comprendere un massimo di4.000 imprese appartenenti a vari settori e provenienti da tutti gli Stati membri. Le impreseverranno consultate in linea tramite il panel a partire dalla primavera del 2003.

Il 17 luglio 2002 la Commissione ha adottato il nuovo regolamento di esenzione percategorie per gli accordi verticali nel settore automobilistico48. Tale regolamento migliora laconcorrenzialità delle PMI sui mercati di distribuzione di nuovi autoveicoli. Le nuove normefacilitano la vendita di marche diverse da parte dello stesso concessionario e aprono ilmercato ai servizi post-vendita, consentendo così a PMI qualificate di integrarsi nella rete di

servizi autorizzati di riparazione di un determinato fabbricante. Inoltre le officine diriparazione indipendenti, per la maggior parte PMI, potranno avere accesso alle informazionie alla formazione necessarie per poter competere con le officine di riparazione autorizzatenell'ambito della rete di un fabbricante.

 47 La relazione finale relativa al progetto pilota sulla valutazione d'impatto economico (BIA) è disponibile

in tutte le lingue dell'UE in http://europa.eu.int/comm/enterprise/library/enterprise-papers/paper9.htm.Nell'ambito del progetto pilota è stato realizzato un progetto Best BIA.

48 Regolamento (CE) n. 1400/2002 della Commissione, del 31 luglio 2002, relativo all'applicazionedell'articolo 81, paragrafo 3, del trattato a categorie di accordi verticali e pratiche concordate nel settoreautomobilistico, GU L 203 dell'1.8.2002, pag. 30.

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4 Fornire competenze

“Ci sforzeremo di assicurare che gli istituti di formazione, cui si aggiungeranno i  programmi di formazione interna, forniscano un livello adeguato di competenze,corrispondenti alle necessità delle piccole imprese, nonché formazione e consulenzacontinua”.

Stati membri

Alcuni Stati membri hanno sviluppato programmi per la formazione nelle piccole e medieimprese.

La Germania ha inaugurato il programma “Cultura dell'apprendimento per lo sviluppo dellecompetenze” (“  Lernkultur Kompetenzentwicklung”)  che offre corsi di formazione eapprendimento sul luogo di lavoro per le piccole imprese operanti nell'artigianato, nei servizie nell'industria.

L'Italia ha istituito tre fondi di formazione a supporto delle PMI:   Fondo Artigiani, Fondodella Cooperazione e Fondo delle PMI.

La Svezia ha lanciato la misura “Formazione sul luogo di lavoro” volto a migliorare lecompetenze delle PMI. L'Austria aiuta le imprese con meno di 50 dipendenti a identificaremisure per lo sviluppo del personale grazie al servizio "mercato del lavoro"(“Arbeitsmarktservice”). L'Irlanda del Nord (Regno Unito) ha sviluppato il programma“Company Development programme” destinato alle PMI.

Alcuni Stati membri hanno inoltre varato provvedimenti volti a colmare la mancanza dicompetenze nei settori tecnologico e ingegneristico. La Svezia, ad esempio, si è impegnata

ad aumentare il numero di studenti di ingegneria, il numero di laureati nella ricerca e ilnumero di docenti di matematica, scienze e tecnologia.

L'Irlanda ha inaugurato il programma “STEPS” per sensibilizzare sui vantaggi di una carrieranel settore scientifico, tecnologico o ingegneristico, ha creato il fondo per lo sviluppo dellecompetenze relative alle tecnologie dell'informazione (post-laurea) e ha pubblicato uno studiosul calo del numero di studenti in scienze fisiche.

L'Italia ha inoltre lanciato il programma “PIA Innovazione” per la formazione in ricerca &sviluppo. Numerosi Stati membri, tra cui Belgio, Grecia, Spagna, Francia, Finlandia, Svezia,Regno Unito e Norvegia49, hanno segnalato programmi volti a incoraggiare l'uso delle TIC da

parte di singoli e imprese. Infine, il progetto pilota di "teleformazione" nelle Fiandre (Belgio)definisce metodi per formare i dirigenti delle PMI all'uso di strumenti delle TIC.

Fra le iniziative di carattere generale a sostegno della formazione si possono citare ilsistema di buoni “Opleidingscheques” nelle Fiandre (Belgio), che incoraggia le imprese adinvestire nella formazione, e il progetto pilota “ BRAWO” nella comunità di lingua tedesca inBelgio, che patrocina la formazione di imprenditori e lavoratori. L'Irlanda ha inoltre istituito ilprogramma “Skillnets” volto a rafforzare le competenze dei lavoratori. L'Italia ha lanciato ilprogramma “PIA Formazione” per sostenere la formazione nelle imprese e il Regno Unito haistituito la rete “Sector Skills Council” per valutare il bisogno di competenze.

 49 Il programma della Norvegia riguarda i docenti: “TIC nella formazione dei docenti”. Fonte: rapportonazionale della Norvegia sulla Carta.

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Altre iniziative generali prevedono la fusione fra i centri educativi per il mercato del lavoro ele scuole professionali in Danimarca, l'inaugurazione di servizi di consulenza in materia diformazione in Finlandia e la creazione di un comitato incaricato di analizzare i piani di studiodelle scuole dal punto di vista della formazione continua in Norvegia. Incentivi fiscali perpromuovere la formazione sono stati introdotti in vari paesi fra cui Italia, Paesi Bassi, Austriae Svezia. L'Austria ha inoltre elaborato un sistema (“ Begabtenförderung”) per sostenere i

tirocini, ha creato un premio per la formazione al tirocinio e un premio per le imprese cheoffrono tirocini innovativi.

Commissione

Nel marzo del 2002 il Consiglio europeo di Barcellona ha stabilito l'obiettivo di fare deisistemi di istruzione e formazione dell'UE un punto di riferimento a livello mondiale entro il2010.

Il 14 febbraio 2002 il Consiglio e la Commissione hanno adottato congiuntamente unprogramma di lavoro dettagliato sul follow-up circa gli obiettivi dei sistemi di istruzione

e formazione in Europa50. Esso si concentra sui seguenti tre obiettivi: migliorare la qualità el'efficacia dei sistemi di istruzione e formazione nell'UE, facilitare a tutti l'accesso a talisistemi e aprirli al mondo in generale. Anche lo sviluppo di competenze adeguate alla societàdella conoscenza rientra fra i suoi principali obiettivi.

Nel febbraio del 2002 la Commissione ha adottato il suo piano d'azione per le competenze ela mobilità51, volto a migliorare la mobilità occupazionale e geografica all'internodell'Unione. Il piano mira inoltre a combattere la carenza di competenze nell'industria, asviluppare partenariati fra istituti di istruzione e imprese e a incoraggiare le parti sociali aintrodurre strategie per lo sviluppo delle competenze dei lavoratori. Al Consiglio europeo diprimavera saranno presentate valutazioni annuali sull'attuazione.

Cinque anni dopo essere stata lanciata dal vertice di Lussemburgo sull'occupazione, lastrategia europea per l'occupazione è stata riesaminata nel 200252. Dal 1997 si è registrata unatendenza verso un'imposizione fiscale più favorevole all'occupazione, una maggiore enfasisulla formazione permanente e un adeguamento dell'istruzione e della formazione alleesigenze del mercato del lavoro. Gli Stati membri hanno inoltre elaborato misure per lasemplificazione amministrativa e le piccole imprese nel quadro del pilastro"imprenditorialità" degli orientamenti per l'occupazione. Inoltre il progetto di relazionecomune sull'occupazione53 analizza l'attuazione degli orientamenti da parte degli Statimembri.

Facendo seguito alla comunicazione sull'apprendimento permanente54, è stato lanciato il‘Processo di Bruges’ volto a migliorare la cooperazione a livello di istruzione e formazione

 50 Documento del Consiglio 6365/02, 20.2.2002. Il programma di lavoro è stato accolto positivamente dal

Consiglio europeo di Barcellona del 15-16 marzo 2002.http://europa.eu.int/comm/education/policy_en.html#programme.

51 Piano d'azione della Commissione per le competenze e la mobilità, COM (2002) 72 def., 13.2.2002,http://europa.eu.int/comm/employment_social/news/2002/feb/034_en.html.

52 Comunicazione della Commissione “Bilancio di cinque anni della strategia europea per l'occupazione”,COM (2002) 416 def. del 17.7.2002.

53  Communication from the Commission to the Council, Draft Joint Employment Report  2002, COM

(2002) 621, 13.11.2002.54 Comunicazione della Commissione "Realizzare uno spazio europeo dell'apprendimento permanente",

COM (2001)678 def. del 21.11.2001.

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professionale fra Stati membri dell'UE, lo Spazio economico europeo, i Paesi candidati e laCommissione.

Il piano d'azione eEurope 200255 pone fortemente l'accento sulle misure volte a rafforzarel'uso delle tecnologie della società dell'informazione (TSI) nell'istruzione, un approccioribadito dall'iniziativa eEurope 200556. Sono inoltre in fase di realizzazione progetti inerenti

alle TSI nei settori dell'apprendimento autonomo per il lavoro e della formazione sul luogo dilavoro per le PMI. L'impiego delle TSI a sostegno dell'apprendimento virtuale costituirà untema importante nell'ambito del sesto programma quadro per la RST (vedi in appresso, punto8).

Nell'ottobre del 2002, nel corso di una conferenza ad alto livello organizzata a Copenhagen incollaborazione con la presidenza danese, la Commissione ha presentato la relazione definitivadel gruppo di controllo delle capacità nel campo delle TIC (tecnologie dell'informazionee della comunicazione) nell'ambito del progetto Best “e-Skills in Europe: Benchmarking

 Member States Policy Initiatives”57. Un'iniziativa complementare sulle competenze legate alletecnologie dell'informazione e della comunicazione e all'e-business per le industrie e le PMI è

stata varata nell'aprile del 2002 allo scopo di identificare le capacità nel settore delle TIC edell'e-business e i profili di posti di lavoro in vari settori dell'industria. Tale iniziativacontribuirà a sviluppare e ad adattare i profili di competenze in materia di TIC per risponderealle specifiche esigenze delle PMI. Nel quadro del piano d'azione eLearning 58 è stata rivoltaun'attenzione particolare alla mancanza di competenze in tema di TIC. In tale contesto, il 19dicembre 2002, la Commissione ha adottato una proposta di programma per l'impiego delleTIC al fine di migliorare l'accesso all'istruzione e alla formazione (programma eLearning 59).La Commissione ha inoltre presentato una serie di azioni volte a garantire l'offerta dimanodopera qualificata nella relazione "Accrescere il tasso di attività e prolungare la vitaattiva", che è stata avallata dal vertice di Barcellona60.

Nel marzo del 2002 le parti sociali europee hanno presentato un quadro d'azione per losviluppo delle abilità e delle competenze, impegnandosi a controllarne l'attuazione e adeffettuarne una valutazione nel 2006. Le parti sociali hanno inoltre adottato un programma dilavoro pluriennale (2003-2005) riguardante, tra i vari temi, l'attuazione della SEO,l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, la gestione delle conseguenze sociali delcambiamento e le possibili azioni a sostegno del piano d'azione sulle competenze e lamobilità.

La maggior parte degli Stati membri realizza attività nel quadro dei programmi del Fondosociale europeo (FSE) per il periodo 2000-2006, in cui le PMI sono i beneficiari esclusivi, o

 55 “eEurope 2002, una società dell'informazione per tutti, piano d'azione”, 14.6.2000, disponibile in

http://europa.eu.int/eeurope.56 Comunicazione della Commissione, “eEurope 2005: una società dell'informazione per tutti”, COM

(2002) 263 def., 28.5.2002.57 Maggiori informazioni sul gruppo di controllo delle capacità nel campo delle TIC figurano in

http://europa.eu.int/comm/enterprise/ict/policy/ict-skills/wshop/synthesis-report-v1.pdf 58 Comunicazione della Commissione “Piano d'azione eLearning - Pensare all'istruzione di domani” COM

(2001) 172 def., 28.3.2001.59  Proposal for a Decision of the European Parliament and of the Council adopting a multi-annual

 programme (2004-2006) for the effective integration of Information and Communication Technologies(ICT) in education and training systems in Europe (eLearning Programme), COM (2002) 751 final,

19.12.200260 Relazione della Commissione “Relazione redatta su richiesta del Consiglio europeo di Stoccolma:

"Accrescere il tasso di attività e prolungare la vita attiva", COM (2002) 9, 24.01.2002.

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di dati fra le amministrazioni in modo che le imprese trasmettano le stesse informazioni a unsolo servizio amministrativo.

Un altro ottimo esempio è rappresentato in Svezia dal portale web "Guida per gliimprenditori" (“Företagarguiden”), inaugurato nell'ottobre del 2001, che risponde in 48 ore aiquesiti trasmessi per posta elettronica65.

Le dichiarazioni e i pagamenti dell'IVA possono essere effettuati in linea in Belgio66,Grecia67, Irlanda68, Finlandia e Svezia. Servizi di questo tipo sono in fase di sviluppo nelleFiandre (Belgio)69, in Danimarca e in Lussemburgo. In Austria oltre 7.000 rendicontifinanziari sono stati trasmessi elettronicamente dal maggio del 2001.

Tra gli altri servizi innovativi in linea figurano un sito web irlandese che consentel'elaborazione in linea delle richieste di brevetti e marchi depositati e lo sviluppo di un sistemainternet finlandese che permetterà alle microimprese con non più di cinque dipendenti diversare i salari in linea a partire dall'autunno 2003. Le informazioni sugli appalti pubblicivengono fornite in linea in vari Stati membri tra cui Germania, Grecia, Irlanda, Austria e

Finlandia. In Finlandia, dall'ottobre del 2001, 900 avvisi di concorsi pubblici sono statipubblicati sul sito “ JULMA”. La Grecia sta ampliando il suo sistema integrato di informazionidoganali (“ ICIS”) per facilitare la presentazione delle dichiarazioni doganali.

Commissione

Il programma sulle tecnologie della società dell'informazione (TSI)70 rientra nel quinto enel sesto programma quadro per la ricerca & sviluppo. Esso viene a completare l'iniziativa"GoDigital" lanciata nell'aprile del 200171, che ha fra i suoi obiettivi la sensibilizzazione e ladiffusione fra le PMI delle buone pratiche in tema di commercio elettronico. A tale scopo laCommissione sta realizzando circa 70 progetti di adozione delle TSI che coinvolgono

centinaia di PMI europee. Il programma TSI sta offrendo un contributo importanteall'iniziativa eEurope Go Digital dando ampio accesso alle esperienze ricavate dai progetti diadozione. Il piano d'azione  eEurope 200572 sottolinea la necessità di promuovere "unambiente dinamico di e-business". Le azioni per le PMI nell'ambito del sesto programmaquadro per la RST appoggiano tale processo (vedi punto 8).

Un portale giuridico sull'e-business, gestito da una rete di 16 eurosportelli (Euro Info Centres)in 13 paesi europei, è stato istituito nell'ottobre del 2002. Il portale offre un servizio diinformazioni in linea e presenta una panoramica della legislazione applicabile al commercioelettronico e delle iniziative di autoregolamentazione oltre a fornire consulenza giuridica invari settori. Questo portale aiuterà la Commissione a identificare i principali problemi

 65 Vedi www.foretagarguiden.se66 Progetti EDIFACT e INTERVAT in Belgio. Fonte: rapporto nazionale del Belgio sulla Carta.67 Sito web TAXIS in Grecia, è possibile anche la dichiarazione dei redditi. Fonte: rapporto nazionale

della Grecia sulla Carta.68 Servizio  ROS Revenue online, VAT and income tax in Irlanda. Fonte: rapporto nazionale dell'Irlanda

sulla carta.69 In Belgio la base dati federale FISCONET è disponibile in linea dalla primavera del 2002. Fonte:

rapporto nazionale del Belgio sulla Carta.70  www.cordis.lu/ist71 “Aiutare le PMI a convertirsi ai sistemi digitali”, COM (2001) 136 def., 13.3.2001,

www.europa.eu.int/godigital. L'iniziativa GoDigital rientra nel piano d'azione eEurope 2002.72 Comunicazione della Commissione, “eEurope 2005: una società dell'informazione per tutti”, COM

(2002) 263 def., 28.5.2002.www.europa.eu.int/information_society/eeurope.

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giuridici cui sono confrontate le imprese che svolgono attività in linea. Si prevede che essosarà esteso a tutti gli Stati membri e probabilmente anche ai paesi candidati.

Nel 2001, nel quadro del programma IDA (scambio di dati fra amministrazioni), è stata varataun'iniziativa per la creazione del portale "public-services.eu". Questo portale, attualmente inuna fase pilota, fornirà un punto d'accesso unico per tutte le informazioni e i servizi pubblici

in linea al fine di assistere le imprese che svolgono attività transfrontaliere.

Nel novembre 2001 la Commissione e la presidenza belga hanno organizzato congiuntamenteuna conferenza ministeriale ad alto livello sulle applicazioni relative all'amministrazionepubblica in linea (eGovernment). In questa occasione è stato istituito un premio eEurope perl'innovazione nel campo dell'eGovernment ed è stato pubblicato il primo studio di valutazionecomparativa dei servizi pubblici in linea. Una dichiarazione ministeriale presenta leconclusioni di questa manifestazione73.

6 Maggiori benefici dal mercato interno

“La Commissione e gli Stati membri devono quindi continuare sulla strada delleriforme mirando al completamento di un vero mercato interno dell'Unione, di facileapproccio per le piccole imprese, in settori cruciali per il loro sviluppo tra cui ilcommercio elettronico, le telecomunicazioni, i pubblici servizi, gli appalti pubblici ei sistemi di pagamento transfrontalieri.

 Allo stesso tempo le norme europee e nazionali in tema di concorrenza andrebberoapplicate in modo rigoroso per garantire che le piccole imprese abbiano tutte le

 possibilità per entrare in nuovi mercati e competere in condizioni di equità”.

Stati membri

Nell'autunno del 2002 solo cinque Stati membri - Danimarca, Paesi Bassi, Finlandia, Svezia eRegno Unito - avevano trasposto il 98,5% di tutte le direttive sul mercato interno nellalegislazione nazionale, realizzando in questo modo l'obiettivo stabilito al Consiglio europeo diStoccolma consistente nel ridurre all'1,5% i casi di mancata attuazione. Nella primavera del2002 figuravano in questa categoria anche il Belgio e la Spagna. Attualmente la Sveziapresenta il tasso più ridotto di mancata attuazione (0,4%), seguita dalla Finlandia (0,6%) edalla Danimarca (0,7%)74.

Nel corso del 2002 il ritardo è ulteriormente aumentato in quegli Stati membri più lontanidalla realizzazione dell'obiettivo fissato: Francia, seguita da Grecia, Portogallo e Austria75. La

Finlandia è l'unico Stato membro che ha realizzato il nuovo obiettivo dello 0% (entro laprimavera del 2003) di casi di mancata attuazione delle direttive il cui recepimento conta dueanni di ritardo. Per raggiungere questo obiettivo gli altri Stati membri devono recepire unnumero di direttive che va da uno in Svezia a quattordici in Francia.

 73 Dichiarazione ministeriale sull'eGovernment del 29 novembre 2001, maggiori informazioni in

http://europa.eu.int/information_society/eeurope/egovconf/index_en.htm.74 Quadro di valutazione del mercato interno, n. 11 del novembre 2002 e n. 10 del 16 maggio 2002.75 Francia: il tasso di mancata attuazione è attualmente pari al 3,8 %, rispetto al 3,1 % della primavera

2002; Grecia: 3,3 % rispetto al 2,7 %; Portogallo: 3,1 % rispetto al 2,1 %; Austria: 2,7 % rispetto al 2,1%. Fonte: vedi la nota precedente.

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La Danimarca attualmente sta conducendo un'analisi comparativa per esaminare le differenzee i punti comuni nelle modalità seguite dai vari Stati membri per attuare e applicare le stessedirettive CE.

In Austria il progetto pilota “Chance Binnenmarkt”76 (opportunità del mercato unico) mira asensibilizzare le PMI sulle opportunità offerte dal mercato unico e fornisce servizi gratuiti di

consulenza.

Numerosi Paesi hanno fornito informazioni sul funzionamento del programma SOLVIT (vediin appresso) a livello nazionale, in particolare Germania, Portogallo, Finlandia, Svezia, RegnoUnito e Norvegia.

Solo alcuni Stati membri indicano progressi nella liberalizzazione dei mercati nazionali.L'Irlanda e l'Austria hanno adottato delle leggi che consentono di aprire ulteriormente ilmercato del gas. La Finlandia ha proposto vari provvedimenti per sviluppare il mercatodell'elettricità, che è ora interamente aperto alla concorrenza. La Grecia e il Portogallo stannoprocedendo ad una revisione della legislazione in materia di appalti pubblici e la

Danimarca ha lanciato un sito web per le imprese che si ritengono vittime di un trattamentoingiusto nei concorsi pubblici.

Per quanto riguarda la legislazione in tema di concorrenza, la Danimarca ha modificato lasua legge in materia allo scopo di aumentare l'importo delle multe per violazione, l'Irlanda haconsolidato tutte le disposizioni statutarie relative a concorrenza e fusioni nella sua legge sullaconcorrenza del 2002 e l'Austria ha istituito un'Autorità federale per la concorrenza. La Sveziaha proposto un nuovo regolamento con disposizioni che penalizzano gli operatori pubblici chepregiudicano la concorrenza. Nel Regno Unito la nuova legge sulle imprese (Enterprise Bill)offre alle piccole imprese una migliore protezione contro la concorrenza sleale77.

Commissione

L'attuale strategia per il mercato interno della Commissione prende la forma di unprogramma quinquennale che è stato rivisto per l'ultima volta nell'aprile del 200278. Essoconcentra la propria attenzione sui settori che necessitano di azioni urgenti per rendere leimprese dell'Unione più concorrenziali e in grado di sfruttare meglio le opportunità offerte dalmercato unico.

Un sistema adeguato di protezione della proprietà intellettuale sosterrà gli sforzi innovatoridelle PMI. La Commissione ha presentato una proposta di regolamento per la creazione di unbrevetto comunitario79, un obiettivo prioritario della strategia per il mercato interno. Un

brevetto unitario permetterà alle imprese di allineare all'Unione le proprie attività diproduzione e distribuzione e di rispondere alla sfida di Stati Uniti e Giappone in tema diinnovazione e concorrenzialità. I brevetti comunitari dovrebbero presentare un costoabbordabile e garantire la certezza del diritto. Il 20 febbraio 2002 la Commissione ha inoltre

 76 Questa misura era già stata comunicata nel rapporto austriaco del 2001.77 Nel Regno Unito le valutazioni dell'impatto normativo comprenderanno anche un'analisi degli effetti

della concorrenza. Fonte: rapporto nazionale del Regno Unito sulla Carta.78 Comunicazione della Commissione relativa a “2002 Revisione della strategia per il mercato interno:

mantenere l'impegno preso”, COM (2002) 171, 11.4.2002.79 Proposta della Commissione dell'1.8.2000 di regolamento del Consiglio relativo al brevetto

comunitario, COM (2000) 412 def., CNS 2000/0177, GU C 337 E/45, 28.11.2000, pag. E/278.

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presentato una proposta di direttiva relativa alla brevettabilità delle invenzioni attuate permezzo di elaboratori elettronici80, che armonizza e chiarisce le disposizioni in materia.

Nel luglio del 2002 la Commissione ha adottato il secondo rapporto biennalesull'applicazione del principio di riconoscimento reciproco nel mercato interno81. Ilrapporto ha essenzialmente lo scopo di valutare i progressi realizzati dal 1999

nell'applicazione del riconoscimento reciproco82 nel mercato interno e di evidenziare i settoriin cui l'applicazione di tale principio continua a presentare difficoltà. La Commissione intendeadottare una comunicazione contenente linee guida per l'applicazione del riconoscimentoreciproco dei prodotti fra operatori economici e governi nazionali.

Nel campo della valutazione della conformità, a livello dell'Unione si continuano adapplicare numerose prove e vari processi di certificazione malgrado gli sforzi realizzati perpromuovere il riconoscimento reciproco dei risultati delle prove, dei marchi e dei certificati.Ciò ha comportato costi supplementari per l'industria, in particolare per le PMI, che sonocostrette a pagare per più di una procedura di valutazione della conformità. Allo scopo diottenere una panoramica generale della situazione, nell'autunno del 2002 è stato lanciato un

progetto nell'ambito della procedura Best che dovrà fornire un'analisi dei casi nei vari settori.Si procederà a un confronto delle procedure di valutazione della conformità e del loro impattoeconomico sui settori analizzati e verranno sviluppati indicatori per misurare gli effetti sulleimprese manifatturiere, comprese le PMI.

Sebbene il mercato interno in genere funzioni bene, a volte le imprese incontrano difficoltàderivanti da una possibile applicazione scorretta delle norme del mercato interno da partedelle amministrazioni pubbliche in altri Stati membri. SOLVIT83 è la rete istituita dallaCommissione allo scopo di risolvere i problemi derivanti da un'applicazione scorretta dellanormativa - tali problemi possono presentarsi in vari aspetti dell'attività di un'impresa, adesempio l'accesso al mercato di beni e servizi, gli appalti pubblici, la tassazione o

l'avviamento di un'impresa. Il Consiglio "Mercato interno", nella sua risoluzione del 1° marzo2002, ha confermato l'impegno assunto dagli Stati membri per garantire un'applicazioneefficace del sistema. La rete SOLVIT, lanciata il 22 luglio 2002, svolge un ruolo diconsiderevole importanza nel rendere l'Unione più operativa e accessibile per le imprese, inparticolare per quelle di piccole dimensioni.

In data 11 dicembre 2002 la Commissione ha adottato una comunicazione sul miglioramentodel controllo dell'applicazione del diritto comunitario84. Il 30 luglio 2002 la Commissione haadottato una relazione dal titolo “Lo stato del mercato interno dei servizi” 85. Tale relazionefornisce una panoramica esaustiva delle barriere che continuano ad ostacolare i servizi econclude che dieci anni dopo il completamento del mercato interno esiste ancora un notevole

 80 Proposta di direttiva relativa alla brevettabilità delle invenzioni attuate per mezzo di elaboratori

elettronici, COM(2002) 92 def., 20.02.2002.81 Relazione della Commissione, "Secondo rapporto biennale sull'applicazione del principio di

riconoscimento reciproco nel mercato interno", COM (2002) 419, 23.7.2002.82 Il riconoscimento reciproco significa che un'impresa, grande o piccola, la quale può vendere legalmente

i suoi prodotti sul mercato nazionale sarà autorizzata a venderli dovunque all'interno dell'Unioneeuropea.

83 Comunicazione della Commissione "Soluzione efficace dei problemi nel mercato interno (“SOLVIT”)",COM (2001) 702, 27.11.2001. Raccomandazione della Commissione, del 7 dicembre 2001, relativa aiprincipi per l'utilizzo di “SOLVIT” – la rete per la soluzione dei problemi nel mercato interno,7.12.2001, GU L331, 15.12.2001, pag. 79.

84 COM (2002) 725, 13.12.2002.85 Relazione “Lo stato del mercato interno dei servizi”, COM (2002) 441, elaborata nell'ambito della

strategia per il mercato interno dei servizi, COM (2000) 888.

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divario fra la visione di un'economia integrata a livello dell'Unione e la realtà con cui sidevono confrontare le imprese europee.

Uno sviluppo significativo si è avuto con l'adozione del regolamento relativo ai pagamentitransfrontalieri in euro per ottenere un'area unica per i pagamenti86. Il regolamentocontiene disposizioni per l'applicazione del principio di non discriminazione alle commissioni

bancarie relative a pagamenti nazionali e transfrontalieri in euro. La scadenza perl'applicazione per le transazioni effettuate con carte di pagamento e per i prelievi daglisportelli ATM era il 1° luglio 2002 ed è il 1° luglio 2003 per i bonifici. Gli studi realizzatidalla Commissione indicano il persistere di commissioni elevate e variabili applicate aipagamenti transfrontalieri, nonostante le ripetute esortazioni alle banche affinché elimininotali pratiche. In virtù del regolamento i costi bancari delle operazioni transfrontaliere nondovrebbero differire da quelli delle transazioni nazionali e andrebbero quindi applicatecommissioni identiche indipendentemente dalle distanze87.

Nel dicembre del 2001 i servizi della Commissione hanno presentato un documento diconsultazione riguardante le cooperative nell'Europa delle imprese. Tale documento indica

la necessità di un quadro legislativo adatto alle caratteristiche specifiche delle cooperative eidentifica le politiche e le iniziative europee che hanno un impatto sulle cooperative. Il 3giugno 2002 il Consiglio ha raggiunto un accordo sulla proposta della Commissione di unostatuto della Società cooperativa europea88, che stabilisce analogie con lo statuto dellasocietà europea, ma che è specificamente modellato sulle imprese di tipo cooperativo.Attualmente la Commissione lavora a una proposta di statuto dell'associazione europea.

7 Tassazione e questioni finanziarie

“I sistemi fiscali andrebbero adattati in modo da premiare il successo, incoraggiarele imprese in fase d'avviamento, favorire l'espansione delle piccole imprese e la

creazione di posti di lavoro nonché facilitare la creazione di piccole imprese e lasuccessione al loro interno. Gli Stati membri dovrebbero applicare le migliori prassiin fatto di tassazione e incentivi alle prestazioni personali.

Gli imprenditori hanno bisogno di finanziamenti per trasformare le loro ambizioni inrealtà. Per migliorare l'accesso delle piccole imprese ai servizi finanziari è nostraintenzione:

individuare e rimuovere le barriere alla creazione di un mercato dei capitali  paneuropeo e all'attuazione del piano d'azione per i servizi finanziari e del pianod'azione per il capitale di rischio;

migliorare il rapporto tra sistema bancario e piccole imprese creando adeguatecondizioni di accesso al credito e al capitale di rischio;

migliorare l'accesso ai fondi strutturali e accogliere con favore le iniziative della Banca europea per gli investimenti di aumentare i finanziamenti disponibili per leimprese in fase di avviamento e quelle ad alta tecnologia, ivi inclusi gli strumenti dicapitale”.

 86 Regolamento (CE) n.2560/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 dicembre 2001, relativo

ai pagamenti transfrontalieri in euro.87 Comunicato stampa della Commissione europea IP/01/1084.88 Proposta modificata COM(93) 252 def., 6.7.1993, GU C236 del 31.8.93.

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Stati membri

Due Stati membri stanno notevolmente riducendo le imposte sulle società. Nel 2003l'Irlanda ridurrà tutte le imposte sulle società al tasso unico del 12,5%, già applicabile allepiccole imprese con un utile di esercizio inferiore a 254 000 euro. L'Irlanda ha inoltresemplificato il sistema di dichiarazione dei redditi per le imprese con un fatturato inferiore a

320 000 euro. Il Regno Unito ha ridotto le imposte sulle società dal 23% al 19% per leimprese con profitti compresi fra le 50.000 e le 300.000 sterline. L'imposta di avviamento del19% è stata azzerata per le imprese i cui profitti non superano le 10.000 sterline.

Numerosi Stati membri hanno segnalato diverse misure fiscali per alleggerire gli oneritributari a carico delle piccole imprese. Il Belgio ha abbassato le imposte a carico delle PMIin base al livello di fatturato, esonerando le imprese con un fatturato inferiore a 322 500 eurodal pagamento di parte delle imposte89. La Danimarca ha innalzato il livello di fatturato cheprevede l'obbligo di pagamento dell'IVA da 20.000 a 50.000 corone danesi e consente alleimprese con un fatturato inferiore a 15 milioni di corone di presentare dichiarazioni dell'IVAsu base trimestrale e non più mensile. Nel Regno Unito nuove norme consentono alle piccole

imprese di applicare un tasso fisso di IVA al proprio fatturato invece di calcolare l'IVA suogni vendita. Infine, in Norvegia le imprese il cui fatturato non supera 125.000 euro possonopresentare dichiarazioni IVA una volta all'anno invece che ogni due mesi. Tanto il Portogalloquanto la Norvegia hanno introdotto incentivi fiscali per la ricerca e sviluppo: il Portogallo sirivolge alle PMI dell'industria, del commercio e dell'agricoltura, mentre la Norvegia forniscealle imprese con non più di 100 dipendenti un credito fiscale pari al 20% della spesa annuaper la ricerca e sviluppo, con un tetto massimo di circa 500.000 euro.

Sono in preparazione ulteriori misure. La Svezia sta sviluppando un sistema di tassazionebasato sul reddito medio invece che sul reddito reale. Tanto la Grecia 90 quanto l'Italia stannoelaborando leggi per una semplificazione del sistema di tassazione. Infine, la Grecia sta

riducendo l'obbligo di dichiarazione dell'IVA da 6 a 4 volte all'anno, la Francia, la Grecia91 el'Austria stanno abbassando le imposte sui trasferimenti di imprese e l'Irlanda sta riflettendosull'applicazione di misure analoghe.

Numerosi Stati membri hanno elaborato nuove misure per finanziare l'avviamento diimprese.

L'Irlanda ha ampliato il suo mercato di capitali di ventura immettendo 95 milioni di euro indodici nuovi fondi di capitali di ventura destinati principalmente alle imprese in fase diavviamento e a quelle in fase iniziale.

Il Lussemburgo ha istituito il fondo “ prêt de démarrage” per finanziare fino a 250 000 euro oil 40% dei costi di avviamento.

L'Austria ha inoltre creato un programma di promozione dell'avviamento (“Start upFörderung”) per finanziare piccole imprese fondate sulla tecnologia con non più di 50dipendenti e sta preparando un nuovo programma di capitale di ventura per le piccole imprese

 89 Questa misura dovrebbe portare a una diminuzione delle imposte pari a 70 milioni di euro. Fonte:

rapporto nazionale del Belgio sulla Carta.90 Questa misura dovrebbe portare a una diminuzione delle imposte pari a 280 milioni di euro. Fonte:

rapporto nazionale della Grecia sulla Carta.91 In Grecia questo riguarda il trasferimento a parenti delle imprese individuali. Fonte: rapporto nazionale

della Grecia sulla Carta.

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dell'industria e del commercio. Il Portogallo ha istituito un nuovo fondo di capitale di rischioche finanzia prioritariamente progetti di imprese in fase di costituzione e avviamento e piccoleimprese.

Alcuni Stati membri hanno sviluppato sistemi di microprestito.

La Germania ha lanciato, in cooperazione con il FEI, un programma di microprestito (“ DtA- Mikrodarlehensprogramm”) che fornisce alle imprese in fase di avviamento e allemicroimprese prestiti sino a 25 000 euro.

La Spagna ha istituito una linea di microcredito (“  Línea de Microcréditos ICO”) per lemicroimprese, destinata principalmente alle donne imprenditrici, agli anziani, ai disabili e agliimmigrati. Con più di 12 milioni di euro, concede prestiti fino a 25.000 euro da rimborsare in2-3 anni. 480 progetti sono stati finanziati in cooperazione con il FEI. La Spagna ha inoltrecreato un programma di microcredito destinato alle donne imprenditrici (“Programa demicrocréditos para mujeres emprendedoras”) per avviare una società o finanziare il primo annodi attività. Con più di 6 milioni di euro cofinanziati dall'FSE, concede prestiti fino a 12.000

euro da rimborsare in cinque anni.

La Svezia ha avviato un sistema di microprestito destinato principalmente alle donneimprenditrici, che copre il 50% degli investimenti con un tetto massimo di 250 000 coronesvedesi.

La Spagna e la Finlandia sono particolarmente attive nei nuovi programmi di capitale diventura per investimenti in campo tecnologico. La Spagna ha adottato un nuovo sistema disostegno finanziario per investimenti fino a 500 000 euro in PMI fondate sulla tecnologia neiprimi due anni di attività e la sua linea ICO per il finanziamento dell'innovazione tecnologicaconcede prestiti fino al 70% degli investimenti. La Finlandia ha avviato il programma

“ LIKSA” che finanzia piani di attività destinate alla creazione di imprese basate sullatecnologia e l'iniziativa “ INTRO” che pone in contatto le imprese in fase di avviamento congli investitori. La Francia intende aumentare gli investimenti nei capitali di rischio a unmiliardo di euro entro il 2010, mentre l'Irlanda si è impegnata a portare gli investimenti neicapitali di ventura allo 0,8% del PIL entro il 200692.

Pochi Stati membri hanno segnalato sviluppi nei sistemi di mutua garanzia. La Greciaintende istituire un fondo di garanzia per le piccole e le microimprese (“TEMPME”) con uncapitale di 100 milioni di euro che verrà a coprire il 50% delle garanzie di prestito richiestedagli istituti finanziari. Il Portogallo ha creato tre società di mutua garanzia e ha rafforzato ilsuo fondo di controgaranzia mutua, mentre la Svezia ha sviluppato un nuovo sistema di

garanzia di prestito destinato alle PMI che si ispira alle buone  pratiche adottate da PaesiBassi e Finlandia.

Fra le misure di tipo generale figurano anche la creazione di un'agenzia per il finanziamentodelle PMI nelle Fiandre in Belgio, in cui è in preparazione un progetto per generare capitale dirischio destinato alle imprese in fase di avviamento, e il lancio del fondo “ Argentum”, da 335milioni di euro, a sostegno dei fondi di capitali di ventura che investono in gruppi di impresein Norvegia. Migliorare il finanziamento delle imprese costituisce inoltre uno degli obiettiviprioritari della nuova legge francese “Initiative economique”. Il fondo di sostegno alle

 92 Fonte: comunicazione “Un ambiente migliore per le imprese”, COM (2002) 610 def. del 7.11.2002.

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imprese del Tirolo in Austria concede prestiti a basso tasso di interesse alle imprese con nonpiù di 20 dipendenti.

Le nuove misure di informazione sull'accesso ai finanziamenti comprendono una taskforce tedesca composta da esperti finanziari provenienti dal governo federale e dalle bancheche forniscono consulenza alle PMI sulle modalità di accesso ai finanziamenti e, sempre in

Germania, il forum delle PMI sulle condizioni di finanziamento, nell'ambito dell'accordoBasilea II. L'Austria organizzerà uno sportello unico per le imprese (“WirtschaftsserviceGmbH”) che riunirà diversi servizi di consulenza sulle iniziative finanziarie.

In Vallonia (Belgio) la “fiera del capitale di rischio” ha riunito potenziali imprenditori einvestitori. Il Belgio, la Danimarca, l'Austria, il Portogallo, la Svezia, il Regno Unito e laNorvegia hanno segnalato sviluppi nelle loro reti di  business angels. In Danimarca sono inprogramma altre tre reti e un sito web pone in contatto gli imprenditori con potenzialibusiness angels. Il Portogallo sostiene la sua nuova rete attraverso il programma per ilfinanziamento dell'innovazione, mentre la Norvegia sta riflettendo sulla possibile concessionedi incentivi fiscali ai business angels.

Commissione

Nell'ottobre del 2001 la Commissione ha presentato la comunicazione “Verso un mercatointerno senza ostacoli fiscali - Strategia per l'introduzione di una base imponibile consolidataper le attività di dimensione UE delle società”93 e uno studio dettagliato sulla fiscalità delleimprese nel mercato interno94. Questi documenti affrontano gli attuali problemi relativi allafiscalità delle imprese dell'Unione e comprendono un'analisi della situazione specifica dellePMI.

Due recenti direttive riguardanti l'IVA facilitano gli scambi transfrontalieri delle PMI e

alleggeriscono i loro obblighi in materia di IVA (ad esempio i requisiti di fatturazione)95

.Attualmente la Commissione sta realizzando uno studio sugli obblighi in materia di IVA alloscopo di proporre una semplificazione (registrazione, dichiarazioni, pagamento), inparticolare per le PMI.

Nel 2002 la Commissione ha effettuato uno studio sulle opzioni d'acquisto di azioniconcesse ai dipendenti nell'UE e negli Stati Uniti. Tale studio mostra che i sistemi in materiadi tassazione, diritto del lavoro, protezione dei dati e sicurezza variano notevolmente da unoStato membro all'altro. Le imprese che operano in diversi paesi hanno quindi bisogno di undiverso piano di opzioni per ogni paese. Questo determina cospicui costi amministrativi eimpedisce alle piccole imprese di avere piani di opzioni sulle azioni.

Nel settembre 2002, nel corso di un seminario tenutosi a Vienna, la Commissione hapresentato i risultati del progetto della procedura Best sul passaggio di proprietà delle

 93 Comunicazione della Commissione "Verso un mercato interno senza ostacoli fiscali - Strategia per

l'introduzione di una base imponibile consolidata per le attività di dimensione UE delle società", COM(2001) 582 def., 23.10.2001,http://europa.eu.int/comm/taxation_customs/taxation/company_tax/policy_proposals.htm.

94 Documento di lavoro della Commissione, "Company Taxation in the Internal Market ", SEC(2001)1681del 23.10.2001.

95 Direttiva 2001/115/CE del Consiglio, del 20 dicembre 2001, che modifica la direttiva 77/388/CEE al

fine di semplificare, modernizzare e armonizzare le modalità di fatturazione previste in materia diimposta sul valore aggiunto; direttiva 2000/65/CE del Consiglio, del 17 ottobre 2000, che modifica ladirettiva 77/388/CEE quanto alla determinazione del debitore dell'imposta sul valore aggiunto.

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aziende96. Sono state presentate le conclusioni del gruppo di esperti creato nel 2000 perseguire l'attuazione della raccomandazione del 1994 in materia97, in particolare per valutare iprovvedimenti presi in seguito alla comunicazione del 199898, e sono state proposte ulterioriazioni. I risultati del progetto indicano che meno della metà delle misure previste dallaraccomandazione della Commissione sono state applicate. Sono stati inoltre illustrati esempidi buone pratiche dei vari Stati membri99. Nell'ottobre del 2002 la Commissione ha varato un

nuovo progetto sul trasferimento delle imprese per attuare così le proposte del gruppo diesperti e aiutare gli Stati membri a compiere ulteriori progressi.

Nell'ottobre del 2002 la Commissione ha adottato la quarta relazione sull'andamento delpiano d'azione sul capitale di rischio (PACR)100, che traduce la strategia comunitaria per ilcapitale di rischio. Quattro anni dopo la sua adozione, malgrado il mercato del capitale dirischio sia oggetto di un severo ridimensionamento, sono stati effettuati notevoli progressinell'attuazione del piano d'azione. Il capitale di rischio è una fonte essenziale di finanziamentoper le imprese nuove ed innovative e i successivi Consigli europei hanno chiesto la suaattuazione entro il 2003. La modernizzazione del quadro regolamentare è proseguita in uncontesto finanziario caratterizzato dall'entrata in circolazione, con successo, delle monete e

delle banconote in euro. L'introduzione obbligatoria di standard internazionali di contabilitàentro il 2005 e la prossima legislazione sui fondi pensionistici supplementari costituisconoaltri sviluppi importanti. Ciò si ripercuoterà direttamente sull'offerta di finanziamenti alle PMIdotate di alto potenziale di crescita.

Per quanto riguarda il finanziamento pubblico delle imprese, l'adozione da parte dellaCommissione della comunicazione sugli aiuti di stato e il capitale di rischio 101 ha potutochiarire le condizioni per la compatibilità del finanziamento pubblico di misure sul capitale dirischio con le disposizioni del trattato in tema di aiuti di Stato. L'attuazione tempestiva delpiano d'azione sui servizi finanziari (PASF)102 contribuirà decisamente a promuovere unmercato di capitale di rischio maggiormente integrato all'interno dell'UE. La Commissionecontinua a esortare gli Stati membri ad attuare le riforme fiscali e strutturali necessarie perfavorire gli investimenti nei fondi di capitale di ventura.

I tre strumenti finanziari gestiti dal Fondo europeo per gli investimenti (FEI) nel quadro delprogramma pluriennale a favore dell'impresa e dell'imprenditorialità (2001-2005)103 sonodiventati operativi nel primo trimestre del 2002. Si tratta dello sportello del meccanismoeuropeo per le tecnologie (MET) per l'avviamento (ETF Start-up), del meccanismo digaranzia per le PMI e dell'azione "capitale d'avviamento", che funzionano tutti grazie adintermediari finanziari. Tali strumenti si basano sugli strumenti finanziari dell'iniziativa per la

 96  http://europa.eu.int/comm/enterprise/entrepreneurship/support_measures/transfer_business/seminar.htm97 GU L 385, 31.12.1994, pag. 14 e la comunicazione associata contenente le motivazioni della

raccomandazione, GU C 400, 31.12.1994, pag. 1.98 Comunicazione della Commissione relativa alla trasmissione delle piccole e medie imprese (GU C 93,

28.3.1998).99 I risultati del progetto Best sono disponibili in http://europa.eu.int/comm/enterprise/entrepreneurship/ 

support_measures/transfer_business/best_project.htm100 In base alla comunicazione della Commissione “Il capitale di rischio: una soluzione per la creazione di

posti di lavoro nell'Unione europea”, SEC (1998) 522.101 Comunicazione della Commissione “Aiuti di Stato e capitale di rischio”, GU C 235, 21.8.2001, pag.3.102 Comunicazione della Commissione “Messa in atto del quadro di azione per i servizi finanziari: piano

d'azione”, COM (1999) 232, 11.5.1999.103 Decisione 2000/819/CE del Consiglio, del 20 dicembre 2000, relativa ad un programma pluriennale a

favore dell'impresa e dell'imprenditorialità, in particolare per le piccole e medie imprese (PMI) (2001-2005).

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crescita e l'occupazione del 1998-2000. La relazione annuale su tali strumenti del 2001104

indica che sono soprattutto le piccole imprese con meno di 10 dipendenti ad aver beneficiatodel meccanismo di garanzia. L'adozione del quarto strumento finanziario, il programma ICE,a sostegno della creazione di imprese comuni transnazionali fra le PMI, è stata tuttaviapiuttosto lenta.

Nel settembre del 2002 la Commissione ha pubblicato una relazione sull'andamentodell'azione CREA per il capitale di avviamento. L'azione, finanziata dal terzo programmapluriennale per le PMI (1997-2000)105, ha appoggiato fondi di capitale d'avviamento direcente creazione con almeno 4 milioni di euro di capitale di investimento allo scopo disuperare le lacune finanziarie della fase iniziale. I 19 fondi attivi selezionati nel 1998-1999hanno investito 92,7 milioni di euro in 140 imprese, creando 1.985 nuovi posti di lavoro. Lamaggior parte di tali fondi investe a livello locale o regionale in nuove imprese appartenenti aisettori delle tecnologie dell'informazione, delle comunicazioni, dell'elettronica e delle scienzebiologiche.

Nel gennaio del 2002, come richiesto dal Consiglio "Industria" del dicembre 2001, sono

iniziati i lavori per la preparazione di un possibile codice europeo di condotta per le banchee le PMI. Il progetto coinvolge, oltre ad altri, le tre principali associazioni bancarie europee106

e le tre principali organizzazioni di PMI107. I servizi della Commissione hanno esaminato varicodici di condotta esistenti fuori e dentro l'Unione europea.

Nell'ambito dei lavori sulle buone pratiche in materia di microprestito, nel 2002 laCommissione ha creato un gruppo di lavoro congiunto che riunisce esperti degli Stati membri,dei paesi candidati, delle PMI, delle organizzazioni bancarie e delle organizzazioni di PMI.

Nel 2001-2002 la quarta tavola rotonda delle banche e delle PMI ha tenuto riunioni innove paesi candidati. La tavola rotonda, inaugurata nell'ottobre del 2000 e destinata a

concludersi nel 2003, riunisce esperti locali e dell'Unione in materia di finanziamento perdiscutere un'ampia serie di temi legati all'accesso ai finanziamenti, per scambiare le buonepratiche e per segnalare i problemi di accesso ai finanziamenti incontrati dalle PMI in ciascunpaese candidato. In questi paesi, in linea generale, si registra una mancanza di creditodisponibile per il settore privato, le banche possiedono un'esperienza limitata nel campo deiprestiti alle PMI e i requisiti di garanzia per i prestiti sono spesso elevati.

Allo scopo di promuovere il finanziamento da parte dei business angels, la Commissione,nell'ambito del processo Best, ha pubblicato una relazione sulla valutazione comparativa dellepolitiche adottate dagli Stati membri in tema di business angels 108. La relazione segnala chel'offerta di finanziamento azionario per l'avviamento e le fasi iniziali dipende sempre di più

dai business angels. Ciò si spiega con i cambiamenti che hanno caratterizzato il settorebancario rendendo i prestiti meno interessanti per le banche a causa dei margini ridotti e dei

 104 Relazione della Commissione "Iniziativa per la crescita e l'occupazione - Provvedimenti relativi

all'assistenza finanziaria alle piccole e medie imprese (PMI) innovative e creatrici di occupazione",COM (2002) 345 def. del 01.07.2002.

105 Decisione 97/15/CE del Consiglio, del 9 dicembre 1996, relativa ad un terzo programma pluriennale perle piccole e medie imprese (PMI) nell'Unione europea (1997-2000).

106 Si tratta della Federazione bancaria dell'Unione europea, dell'Unione europea delle casse di risparmio edell'Associazione europea delle banche cooperative.

107 Si tratta dell'UNICE, dell'UEAPME e delle Eurochambres.108    Benchmarking Business Angels, direzione generale "Imprese", 4.11.2002, disponibile in

http://europa.eu.int/comm/enterprise/entrepreneurship/financing/index.htm.

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costi generali elevati. Inoltre, i fondi di capitale di ventura spesso non sono in grado diconciliare un vasto numero di piccole operazioni con le severe esigenze di rapidità.

Per colmare le lacune esistenti nell'offerta di capitale di rischio e completare le attualiiniziative (ad es. reti di business angels, forum di investimenti, concorsi relativi a pianiaziendali), la Commissione appoggia la base dati di opportunità di investimento

“www.Gate2Growth”. Questa base dati aiuta gli imprenditori innovativi ad avere accesso allereti di finanziatori, agli esperti di crescita di imprese e di incubatori di imprese e ai funzionariresponsabili dei brevetti. Su richiesta del Parlamento europeo, questo sito web di capitale dirischio "a sportello unico" verrà ulteriormente sviluppato nel corso del 2003 109.

La Commissione ha seguito con attenzione le possibili conseguenze per le PMI dei negoziatidel comitato di Basilea sulla nuova normativa sull'adeguatezza patrimoniale per le banche.Le proposte del comitato riconoscono l'importanza delle PMI per l'economia e verrannoinserite nella direttiva sull'adeguatezza patrimoniale prevista per il 2004.

8 Potenziare la capacità tecnologica delle piccole imprese

“È nostra intenzione potenziare i programmi esistenti che promuovono la diffusionedella tecnologia a favore delle piccole imprese nonché la loro capacità diindividuare, selezionare e adattare le varie tecnologie.

  Intendiamo anche promuovere la cooperazione tecnologica e la ripartizione delletecnologie tra società di diverse dimensioni e soprattutto tra le piccole impreseeuropee, elaborare programmi di ricerca più efficaci incentrati sull'applicazionecommerciale delle conoscenze e della tecnologia nonché sviluppare e adattare alle

 piccole imprese i sistemi di certificazione della qualità. È importante assicurare cheun brevetto comunitario sia disponibile e facilmente accessibile alle piccole imprese.

  Intendiamo inoltre promuovere la partecipazione delle piccole imprese ad unacooperazione tra aziende a livello locale, nazionale, europeo ed internazionale e tra

 piccole imprese e istituti superiori di istruzione e ricerca.

Si dovrebbero perciò sostenere le azioni a livello sia nazionale che regionale intese acreare raggruppamenti e reti di aziende, migliorare la cooperazione paneuropea tra

  piccole imprese che fanno uso delle tecnologie dell'informazione, diffondere lemigliori prassi negli accordi di cooperazione e assecondare la cooperazione tra

 piccole imprese per aumentare la loro capacità di accedere ai mercati paneuropei edi estendere le loro attività nei mercati dei paesi terzi”.

Stati membri

L'ultimo rapporto sull'attuazione della Carta sottolineava la mancanza di iniziative in materiadi cooperazione fra imprese e di raggruppamenti di imprese. Da allora numerosi Stati membrihanno lanciato nuovi provvedimenti o ampliato iniziative già in corso nel settore. Nove Statimembri si sono inoltre prefissati di aumentare la quota del PIL destinata alla spesa per laricerca, con obiettivi che variano dall'1 % al 3,5 %110. La maggior parte degli Stati membri,

 109 Parlamento europeo, risoluzione dell'11.4.2002, relazione A5-0020/2002, punto 17.110 Gli Stati membri hanno fissato i seguenti obiettivi per le spese generali in materia di ricerca e sviluppo:

Austria (2,5 % nel 2005); Danimarca, Germania e Francia (3 % nel 2010); Irlanda (2 % nel 2006); PaesiBassi (fra gli Stati membri in testa nel 2010); Portogallo (1 % nel 2003) e Finlandia (3,5 % nel 2004).

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fra cui Belgio, Germania, Grecia, Spagna, Irlanda, Austria, Portogallo, Svezia e Regno Unito,sostengono i raggruppamenti di imprese di tipo tecnologico e la cooperazione fra le PMI.

La Germania ha lanciato il programma “ NEMO” ( Netzwerkmanagement - Ost -  NEMO) perpromuovere le reti regionali dotate di meccanismi di ricerca per le PMI nella Germaniadell'Est.

L'Austria ha creato il programma “ protec 2002+” volto a migliorare le capacità innovativedelle PMI grazie alla promozione del trasferimento di tecnologia. Il programma sostiene sia iprogetti di singole PMI che intendono sviluppare nuovi prodotti sia le reti che unisconoimprese e istituti di trasferimento di tecnologie.

In Belgio la regione fiamminga ha istituito la rete di cooperazione per l'innovazione “Vlaamse Innovatiesamenwerkingsverbanden” che intende sostenere i progetti innovativi delle reti diimprese. La Svezia ha inoltre avviato un programma a obiettivo aperto 2002-2004 perpromuovere sistemi regionali innovativi. L'appoggio offerto ai raggruppamenti di imprese inVallonia (Belgio) è stato modellato sui raggruppamenti di Danimarca, Francia, Paesi

Bassi e Austria. L'Irlanda ha avviato la rete “Shannon Development Network ” e l'iniziativa“e-cluster initiative” per assistere le imprese che intendono sviluppare progetto legati alle TI.Incubatori tecnologici sono presenti attualmente in numerosi paesi fra cui Belgio,Danimarca, Germania, Grecia, Francia111, Lussemburgo, Austria, Portogallo, Finlandia,Svezia, Regno Unito e Norvegia112. Il Regno Unito ha inoltre istituito il  Business IncubationFund (fondo per incubatori di imprese).

Numerosi Stati membri hanno avviato nuovi programmi o ampliato provvedimenti recenti perpromuovere il trasferimento di tecnologie dalle università alle PMI e per incoraggiare lacooperazione fra le piccole imprese.

La Danimarca ha lanciato un sistema di innovazione industriale per la cooperazione fra lepiccole imprese e le università, che prevede disposizioni che consentono agli "innovatori" disviluppare una nuova tecnologia o un progetto in una piccola impresa.

La Grecia ha creato il programma  “PAVE-NE ” volto a sviluppare metodi di trasferimentodella ricerca ai settori tradizionali.

L'Irlanda ha sviluppato il programma “Technology Transfer Initiative programme” volto afacilitare il trasferimento e la commercializzazione delle tecnologie fra alcune università e lePMI irlandesi.

Fra le nuove iniziative figurano inoltre in Germania il programma “Wissen schafft Märkte” (laconoscenza genera mercati) per sensibilizzare le università in tema di brevetti e ditrasferimento dei risultati della ricerca. In Austria inoltre la nuova iniziativa “  A plus B”sostiene giovani laureati in materie scientifiche che intendono creare imprese tecnologiche,mentre in Portogallo il nuovo programma “ IDEIA” sostiene la realizzazione di progetti

 

Inoltre la Spagna ha stabilito di accrescere la spesa delle imprese in attività di ricerca e sviluppo(BERD), portandola allo 0,84 % nel 2003. Fonte: comunicazione “Un ambiente migliore per leimprese”, COM (2002) 610 def. del 7.11.2002.

111 La Francia intende creare 865 società tecnologiche all'anno nel quadro degli incubatori. Fonte:

comunicazione “Un ambiente migliore per le imprese”, COM (2002) 610 def. del 7.11.2002.112 La Norvegia dispone di incubatori nelle zone rurali, i cosiddetti "giardini di imprese" per le piccole

imprese fondate sulla conoscenza legate ai parchi scientifici.

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congiunti di ricerca applicata. Per concludere, il Regno Unito realizzerà 89 progetti perrafforzare la collaborazione fra università e imprese.

Fra le nuove misure per promuovere l'assunzione da parte delle PMI di personalequalificato in ambito tecnologico si segnalano il programma “ IRON-P” in Grecia(assunzione di scienziati nelle piccole imprese), il progetto  Innovationsassistentin (assistenza

all'innovazione) nell'Austria Inferiore, il programma “QUADROS” in Portogallo (assunzionenelle imprese di laureati in discipline scientifiche) e la strategia per la competenza delle PMIin Norvegia (rivolta a PMI con non più di 100 dipendenti).

È stata lanciata una serie di misure di carattere più generale.

La Spagna ha realizzato l'iniziativa “NEOTEC” (“  Initiativa NEOTEC para la creación yconsolidación de empresas de base tecnológica”)  per sostenere la creazione di impresefondate sulla tecnologia.

La Svezia ha lanciato un programma per la crescita regionale attraverso sistemi dinamici di

innovazione, che mira a sviluppare l'innovazione a livello regionale, e “Technopoles” perappoggiare le nuove imprese ad alta tecnologia.

Infine, l'Italia ha riorganizzato il suo "Fondo per l’innovazione tecnologica" per facilitare lerichieste delle PMI in questo campo e in Spagna il programma “PROFIT ” ha finanziato oltre2 700 progetti per favorire l'adozione della tecnologia da parte delle imprese nel 2001: il 40%di tali progetti riguardava piccole imprese. I Paesi Bassi hanno istituito fondi per l'adozionedella tecnologia da parte delle PMI.

Alcuni Stati membri inoltre hanno avviato provvedimenti con obiettivi a carattereregionale, ad esempio la Danimarca con l'iniziativa per migliorare la cooperazione fra le

imprese tradizionali e le università nelle regioni di Jutland e Fyn e la Svezia con l'iniziativa“REG.IT” che aiuta le imprese situate in aree di sviluppo regionale ad adottare le tecnologieTI. Allo scopo di incoraggiare l'adozione della tecnologia da parte delle imprese sono staticoncessi incentivi fiscali in Danimarca (nuove detrazioni di imposte sugli investimentieffettuati dalle imprese per la ricerca), Italia e Austria (10% di sussidi per la ricerca alle PMI).

Commissione

Il sesto programma quadro di RST113 (6° PQ) attribuisce una notevole importanza allapartecipazione delle PMI, comprese le microimprese e le imprese artigianali, in tutti i settoridella ricerca. Esso assegna alle piccole imprese il budget più elevato mai concesso (quasi 2,2

miliardi di euro) e diventa così uno dei maggiori strumenti di sostegno alle PMI nel campodella ricerca e dell'innovazione. Almeno il 15% del budget assegnato alle aree prioritarie diricerca tematica del programma specifico del 6° PQ "Integrare e rafforzare lo Spazio europeodella ricerca"114 sarà destinato alle PMI. Il sesto programma quadro migliorerà le iniziative incorso per semplificare le procedure amministrative e sostenere le PMI. In particolare, la retedei punti di contatto nazionali (PCN), che fornisce informazioni e assistenza alle PMI, verrà

 113 Decisione n. 1513/2002/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 giugno 2002, relativa al

sesto programma quadro di azioni comunitarie di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione volto acontribuire alla realizzazione dello Spazio europeo della ricerca e all'innovazione (2002-2006), GU L

232, 29.8.2002, pag. 1.114 Ulteriori informazioni sullo Spazio europeo della ricerca sono disponibili in

http://europa.eu.int/comm/research/era/index_en.html

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ulteriormente potenziata allo scopo di garantire un'impostazione coerente e servizi di altolivello. Vengono fatti sforzi per facilitare la partecipazione delle PMI ai nuovi strumenti delsesto programma quadro, ossia alle reti di eccellenza e ai progetti integrati.

Nel gennaio del 2002 la Commissione ha istituito un servizio di assistenza gratuito sui dirittidi proprietà intellettuale (IPR Helpdesk) allo scopo di aiutare le PMI europee a partecipare ad

azioni di RST finanziate dalla Comunità115.

Una nuova generazione di azioni innovative per il 2000-2006, finanziate nel quadro delFondo europeo di sviluppo regionale (FESR), svolge un ruolo particolarmente importante perle piccole imprese e il loro coinvolgimento nell'economia fondata sulla conoscenza. Perquesto periodo sono stati scelti tre temi: un'economia regionale fondata sulla conoscenza esull'innovazione tecnologica; eEurope-regio: la società dell'informazione e lo svilupporegionale; l'identità regionale e lo sviluppo sostenibile. Nel corso del 2001 circa 80 regionihanno intrapreso l'attuazione dei propri programmi regionali di azioni innovative, inparticolare nel campo dell'innovazione tecnologica e della società dell'informazione, con uncofinanziamento dell'UE per un importo di oltre 200 milioni di euro. Per il 2002 la

Commissione ha approvato circa 40 programmi regionali supplementari.

Un progetto nell'ambito della procedura Best sulle istituzioni di trasferimento dellatecnologia è stato varato nell'autunno del 2002 per contribuire a migliorare il trasferimento ditecnologia dalla ricerca alle imprese. Il progetto riguarda varie attività nel campo dellerelazioni fra industria e scienza, in particolare i diritti di proprietà intellettuale, la mobilità deiricercatori e le attività derivate (spin-off ).

La Commissione ha prorogato per altri due anni i 68 centri di collegamento per l'innovazione( Innovation Relay Centres - IRC) che offrono servizi di trasferimento di tecnologia alle PMIeuropee. Essi funzioneranno nell'ambito del sesto programma quadro 2002-2006116.

Nel quadro dell'azione “PAXIS”, nell'aprile del 2002 la Commissione ha organizzato aStoccolma il terzo forum europeo per le imprese innovatrici. Nel corso del forum sono statediscusse le ultime tendenze e le impostazioni di successo adottate da imprese innovatrici infase di avviamento oltre a tematiche quali il ruolo degli ambienti accademici come generatoridi attività imprenditoriali e delle città come incubatori di imprese. Infine, la Commissione halanciato 16 progetti di strategie di innovazione nei nuovi paesi associati allo scopo di attuarestrategie regionali di innovazione. Per favorire lo scambio di buone pratiche in materia dipolitica regionale di innovazione sono state istituite 14 reti tematiche a cui partecipano più di250 parti interessate nell'innovazione a livello europeo117.

9 Modelli di imprenditoria elettronica di successo e sostegno alle piccole impresepiù brillanti

“La Commissione e gli Stati membri dovrebbero incoraggiare le piccole imprese ad usare le migliori prassi e ad adottare modelli commerciali di successo che le

 facciano prosperare nell'ambito della nuova economia.

Provvederemo a coordinare le attività degli Stati membri e dell'UE volte a crearesistemi, reti e servizi d'informazione e supporto alle imprese che siano di facile

 

115 Ulteriori informazioni sono disponibili nel sito web www.ipr-helpdesk.org.116 Ulteriori informazioni sulla rete IRC sono disponibili nel sito web irc.cordis.lu.117 Ulteriori informazioni sono disponibili nel sito web www.innovating-regions.org.

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accesso e comprensione e rispondenti alle loro esigenze; assicureremo la possibilitàdi avvalersi su scala europea della guida e del sostegno di consiglieri e "businessangels" anche attraverso siti web e sfrutteremo l'Osservatorio europeo per le PMI”.

Dall'ultimo rapporto numerosi Stati membri hanno lanciato piani di azione o strategiegenerali sul commercio elettronico. Cinque Stati membri hanno stabilito obiettivi in questo

settore118. La Germania vuole che il 20% delle sue PMI adotti una strategia per il commercioelettronico entro il 2005. La Francia e l'Irlanda vogliono che il 90% e il 95% rispettivamentedelle loro PMI abbia accesso a Internet entro il 2006. I Paesi Bassi desiderano che il 60%delle loro PMI effettuino transazioni in linea entro il 2005 e la Spagna vuole che il 99% dellesue imprese con più di 10 dipendenti abbia accesso a Internet entro il 2010.

I Paesi Bassi hanno sviluppato il piano d'azione “PMI nel delta digitale olandese” perfavorire il commercio elettronico nelle PMI.

La Spagna ha introdotto l'iniziativa “PRINCE XXI ”119 per sostenere il ricorso al commercioelettronico da parte delle piccole imprese industriali con meno di 25 dipendenti.

La Danimarca ha lanciato il suo piano d'azione 2002 per l'e-business volto a favorire lasensibilizzazione e a migliorare le infrastrutture per il commercio elettronico, mentre la Stiriain Austria ha avviato il programma “Aktionsprogramm E-Business neu” per potenziare leattività in linea delle micro e piccole imprese. La Svezia ha prorogato il progetto “SVEA” finoal 2006 per garantire che l'80% delle imprese con più di un dipendente utilizzi il commercioelettronico entro tale data. Il Regno Unito ha istituito una rete di “ebusiness clubs” nellecamere di commercio nazionali e prorogato il programma per aiutare le PMI a sviluppare sitiweb.

Fra i programmi in corso in questo settore figurano in Belgio il piano d'azione eFl@nders

nella regione fiamminga e in Irlanda il programma delle camere di commercio “e-business programme” che mira a incentivare la capacità delle PMI di svolgere operazioni in linea. Piùdi 800 piccole imprese hanno creato siti web grazie all'iniziativa “Empower ” in Irlanda(conclusasi alla fine del 2001). In Vallonia (Belgio) le "colazioni eCapital" per le PMIriuniscono imprenditori con esperti di commercio elettronico e istituti finanziari allo scopo diaccrescere la sensibilizzazione sulle TIC e favorire il loro impiego.

Alcuni Stati membri offrono un sostegno finanziario agli investimenti nel settore delcommercio elettronico. È il caso della procedura “UCIP” in Francia e dei nuovi fondi per ilfinanziamento di iniziative congiunte delle PMI in materia di commercio elettronico in Italia.Anche in Belgio la Vallonia120 concede sussidi per la creazione di piattaforme per il

commercio elettronico nelle PMI con meno di 100 dipendenti. I nuovi strumenti di analisicomprendono in Danimarca il nuovo indice TIC che analizza come le imprese applicano le TInei processi imprenditoriali e in Francia il “tableau de bord ” del commercio elettronico cheesamina le modalità di adozione delle TIC da parte delle imprese nazionali.

Alcuni Stati membri segnalano progressi significativi nei servizi di supporto alle imprese.

 118 Fonte: comunicazione “Un ambiente migliore per le imprese”, COM (2002) 610 def. del 7.11.2002.119 PRINCE XXI fa parte del programma INFO XXI 2001-3 segnalato nel rapporto sulla Carta del 2002.

Fonte: rapporto nazionale della Spagna sulla Carta.120 Legge del luglio 2002 sull'uso del commercio elettronico. Fonte: rapporto nazionale del Belgio sulla

Carta.

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Tra i nuovi servizi destinati specificamente alle micro e piccole imprese si registrano inIrlanda il programma “Community Enterprise Centre Scheme  2002” che crea strutture diappoggio per la creazione e lo sviluppo di microimprese, e in Scozia (Regno Unito) i servizidi supporto alle piccole imprese da realizzare nell'ambito del programma “Smart successfulScotland ”.

Tra i provvedimenti più recenti si segnalano il progetto di "buoni di consulenza" per le piccoleimprese delle Fiandre in Belgio, l'attuale creazione di centri per lo sviluppo imprenditoriale etecnologico in Grecia e il previsto ampliamento del “Guichet Unique Transfrontalier desEntreprises” in Lussemburgo, Belgio e Francia, inteso ad aiutare gli imprenditori chedesiderano creare un'impresa. L'Italia ha inoltre avviato un programma per la creazione di 30incubatori di imprese con un fondo di incentivi all'investimento121 e il Regno Unito halanciato l'iniziativa “Opportunity Wales”, che offre servizi di supporto alle PMI situate nellezone dell'obiettivo 1 in Galles.

La Finlandia ha lanciato un “Progetto regionale di servizi alle imprese” 2002–2007 volto aistituire una rete di 50 punti regionali di servizi alle imprese: questi forniranno servizi

standardizzati e ad hoc per le piccole imprese e le imprese in fase di avviamento a livelloregionale. La Finlandia ha inoltre sviluppato vari moduli di “Servizi specializzati di marca”con il compito, tra l'altro, di aiutare le PMI a sviluppare attività imprenditoriali e di favorire laconcorrenzialità delle imprese artigianali.

I servizi di supporto vengono sempre più forniti in linea. La Germania, ad esempio, hacreato un servizio in linea che offre agli imprenditori consulenze in materia di gestione dicrisi, procedure concorsuali e ripresa delle attività122. In Spagna il portale “PYME” forniscevari servizi in linea quali assistenza per l'elaborazione di un piano di attività e la ricerca diopportunità imprenditoriali. Il Belgio ha intrapreso uno studio per analizzare la visibilità, lacoerenza e l'efficienza dei servizi di supporto alle imprese123. Di recente in Norvegia uno

studio ha mostrato che il 70% delle micro e piccole imprese non è a conoscenza di tali servizi,che vengono utilizzati solo dal 3 % di tutte le imprese.

Commissione

Per le PMI che forniscono servizi in linea dovrebbero presentarsi nuove opportunità nelmercato interno grazie alla direttiva sul commercio elettronico124, il cui termine direcepimento era il 17 gennaio 2002.

Come seguito al piano d'azione eEurope 2002 e, in particolare, alla comunicazione e alpiano d'azione della Commissione “Aiutare le PMI a convertirsi ai sistemi digitali”125, i

servizi della Commissione hanno avviato azioni specifiche volte a rispondere alle esigenzedelle PMI in materia di adozione delle TIC e di e-business. Una sintesi dei risultati conseguiti

 121 Nel quadro di questo provvedimento sono stati creati 18 incubatori con 665 imprese. Fonte: rapporto

nazionale dell'Italia sulla Carta.122 http://www.aus-fehlern-lernen.info. Fonte: rapporto nazionale della Germania sulla Carta.123 Studio nel quadro dei provvedimenti di valutazione e monitoraggio di “4X4 pour entreprendre”. I

risultati sono previsti per la primavera del 2003. Fonte: rapporto nazionale del Belgio sulla Carta.124 Direttiva 2000/31/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'8 giugno 2000, relativa a taluni

aspetti giuridici dei servizi della società dell'informazione, in particolare il commercio elettronico, nelmercato interno ("direttiva sul commercio elettronico"), GU L 178 del 17.7.2000, pag. 1.

125 "Aiutare le PMI a convertirsi ai sistemi digitali", COM(2001) 136 del 13.3.2001.

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dalle diverse azioni è disponibile nel rapporto sui progressi compiuti nella conversione aisistemi digitali 2001-2002126.

Il progetto nell'ambito della procedura Best sulle politiche nazionali e regionali asostegno dell'e-business per le PMI, concluso nel giugno del 2002, ha identificato 19 esempidi buone pratiche nazionali e regionali per aiutare le piccole imprese a informatizzarsi. La

relazione finale127 definisce 15 lezioni in materia di sviluppo delle politiche e identifica più di150 iniziative a sostegno dell'e-business per le PMI. Fra le iniziative di e-business piùpromettenti segnalate dal progetto figurano azioni di sensibilizzazione volte a incoraggiare lereti di sostegno alle PMI e la promozione di piattaforme Internet per le PMI. La relazionefinale raccomanda quindi lo scambio delle buone pratiche in questo settore. A questo scopo laCommissione ha istituito una rete europea di supporto alle PMI in materia di e-business, cheriunisce operatori europei, nazionali e regionali al fine di rafforzare le azioni a sostegno dellePMI in questo settore128.

Il 13 maggio 2002 la Commissione ha pubblicato il rapporto sui progressi compiuti nellaconversione ai sistemi digitali, che analizza i risultati della campagna di sensibilizzazioneGo Digital 129. Questa campagna, varata nell'aprile del 2001, intende incoraggiare leorganizzazioni con effetto moltiplicatore ad organizzare manifestazioni e seminari Go Digitala livello europeo, nazionale e regionale. Tali seminari devono dimostrare i vantaggi potenzialiderivanti dall'adozione dell'e-business, promuovere un uso efficace delle operazioni in lineada parte delle PMI e fornire loro assistenza pratica sulle modalità migliori per sfruttareappieno l'economia digitale.

Facendo seguito al progetto della procedura Best sui servizi di supporto alle imprese130, laCommissione ha presentato i risultati del lavoro sui servizi di supporto, con un'attenzioneparticolare alle micro e piccole imprese e alle imprese individuali, nel corso di un seminarioeuropeo tenutosi a Vienna nell'aprile del 2002. Tale studio propone una metodologia per

possibili iniziative volte a creare servizi di prima classe a sostegno delle piccole imprese.

Provvedimenti e iniziative a sostegno delle imprese sono presentati nella base dati SMIE131

che contiene più di 2 500 provvedimenti e 100 buone pratiche provenienti da 25 paesi (UE,SEE e sei paesi candidati). La base dati mira a facilitare l'analisi, la valutazione comparativa el'esame delle misure di sostegno.

Il progetto nell'ambito della procedura Best sugli incubatori di imprese132 ha conclusoche il 90% di tutte le imprese in fase di avviamento istituite all'interno di un incubatore di

 126 Documento di lavoro dei servizi della Commissione, "Go Digital Progress Report 2001-2002", SEC(2002) 566 del 13.5.2002.

127  Final benchmarking report of national and regional policies in support of e-business for SMEs:http://europa.eu.int/comm/enterprise/ict/policy/benchmarking.htm

128 Si tratta di un'iniziativa eEurope 2005. Informazioni in materia sono disponibili in:http://europa.eu.int/comm/enterprise/ ict/policy/e-bus-snfsme.htm

129 Ulteriori informazioni sono disponibili inhttp://europa.eu.int/information_society/topics/ebusiness/godigital/background/ index_en.htm

130 Documento di lavoro dei servizi della Commissione “Creare servizi di prima classe a sostegno delleimprese”, SEC (2001) 1937, 28.11.2001.

131 http://europa.eu.int/comm/enterprise/smie/index.htm132    Benchmarking management of business incubators, relazione finale disponibile

in:<http://europa.eu.int/comm/enterprise/entrepreneurship/support_measures/incubators/index.htm.Informazioni sulla base dati degli incubatori di imprese sono disponibili in:http://europa.eu.int/comm/enterprise/bi.

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imprese è ancora attivo tre anni dopo e che la spesa pubblica per la creazione di posti dilavoro negli incubatori è molto ridotta se confrontata con altri provvedimenti pubblici. Unosforzo considerevole di sostegno agli incubatori di imprese nel corso dei prossimi otto annidovrebbe permettere a questi ultimi di contribuire all'obiettivo fissato a Lisbona di ottenere 15milioni di nuovi posti di lavoro. Al termine del progetto nel gennaio 2002, i servizi dellaCommissione ne hanno presentato le conclusioni133 e creato una base dati in linea sugli

incubatori di imprese a livello europeo.

10 Rappresentanza più forte e più efficace degli interessi delle piccole imprese, alivello dell'Unione e a livello nazionale

“Intendiamo completare l'esame volto a stabilire come sono rappresentati gliinteressi delle piccole imprese a livello dell'UE e a livello nazionale, ancheattraverso il dialogo sociale”.

Stati membri

Pochissimi Stati membri hanno lanciato nuove iniziative in materia dopo l'ultimo rapporto.

La regione vallona in Belgio ha firmato una carta di partenariato con le associazionirappresentative dei datori di lavoro e dei lavoratori sulla formazione, la semplificazione delleprocedure amministrative e lo sviluppo imprenditoriale.

La Grecia ha creato il consiglio nazionale sulla concorrenza, un organo consultivo in materiadi politica delle imprese e concorrenza nell'ambito del ministero dello Sviluppo, cherappresenta la comunità imprenditoriale e altre parti interessate.

Nel Regno Unito lo “Small Business Council” (SBC), un organismo indipendente costituito

da 20 imprenditori che fungono da consulenti per il governo, è stato rafforzato nel 2002. Ilsuo presidente ora partecipa ai comitati ministeriali che discutono di regolamentazione e haaccesso al primo ministro. L'SBC consulta le piccole imprese e pubblica una relazioneannuale con raccomandazioni al governo.

Un gruppo di paesi, in particolare Danimarca, Finlandia, Svezia, Regno Unito e Norvegia,consultano sistematicamente i rappresentanti delle piccole imprese nel quadro di regolarivalutazioni di impatto. I provvedimenti maggiormente usati comprendono consultazioniinformali da parte del ministero responsabile per l'elaborazione della legislazione, udienzepubbliche, consultazioni scritte aperte e business test panels. In Finlandia i rappresentantidelle imprese partecipano inoltre a gruppi di lavoro incaricati di elaborare i provvedimenti

legislativi e in Svezia le organizzazioni di imprese sono rappresentate in "gruppi diriferimento" permanenti.

In Spagna i progetti di legge vengono distribuiti alle organizzazioni rappresentative delle partiinteressate per una consultazione. La Germania e il Lussemburgo, prima di adottare unprovvedimento legislativo, consultano obbligatoriamente le parti interessate, comprese lepiccole imprese. Prima dell'adozione di una normativa, l'Austria consulta regolarmente lecamere di commercio. Ogni anno la Danimarca intervista più di 1 000 "società modello" peravere la loro opinione sugli oneri amministrativi. In Norvegia il forum per la semplificazione

 133 Ad esempio, il forum ACE di Parigi nel marzo 2002 e la 16a conferenza annuale e internazionaledell' American National Business Incubation Association (NBIA) a Toronto, Canada, dell'aprile 2002.

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riunisce funzionari di governo e organizzazioni di imprese in un dibattito su come ridurre glioneri a carico delle imprese.

La Grecia sta istituendo un osservatorio delle PMI che raccoglierà dati a livello locale,regionale e nazionale su micro, piccole e medie imprese. In Spagna l'osservatorio delle PMI,che segue le politiche nazionali in materia di PMI e realizza studi, è oggetto di una

ristrutturazione.

Per quanto riguarda gli sviluppi delle iniziative citate nel rapporto dell'anno scorso, in Irlandala tavola rotonda per le PMI si è riunita regolarmente nel 2002 per discutere di temi che vannodal mercato interno all'allargamento dell'UE, mentre a Bruxelles l'ufficio di contattosmallbusiness|europe del Regno Unito ha intensificato le sue attività. In Svezia il gruppo dirappresentanti delle piccole imprese ha discusso delle politiche adottate dal punto di vistadelle piccole imprese e ha raccomandato modifiche della legislazione in tal senso.

Commissione

Nel quadro dell'iniziativa Commissione in linea (e-Commission)134

, ma anche in relazione alleiniziative della Commissione in tema di governance e di migliore regolamentazione,l'iniziativa per una definizione interattiva delle politiche (  Interactive Policy Making -IPM)135 ha introdotto due nuovi strumenti basati su internet: il "meccanismo di feedback" e le"consultazioni in linea". L'iniziativa IPM mira a consentire una partecipazione attiva delleparti interessate al processo di elaborazione delle politiche della Commissione. Il meccanismodi feedback ha raccolto informazioni su oltre 17.000 casi, principalmente su piccole imprese,su problemi di vario tipo, come la mancanza di informazioni, i costi elevati per conformarsialla legislazione, l'incoerenza delle normative, l'insufficienza degli strumenti di ricorso e ipossibili casi di violazione, che le piccole imprese si trovano regolarmente a dover affrontare.Questo consente alla Commissione di elaborare politiche basate su fatti concreti. Grazie al

meccanismo di consultazione in linea, il pubblico in generale, gruppi specifici e piccoleimprese hanno la possibilità di contribuire con le proprie opinioni al processo di elaborazionedelle politiche.

Nel dicembre del 2001 la Commissione ha nominato Timo Summa, direttore responsabiledella promozione dell'imprenditorialità e delle PMI della direzione generale Imprese,rappresentante per le PMI (SME Envoy). Il rappresentante per le PMI funge attivamente dapunto di contatto con il mondo delle PMI: in questo modo gli interessi e le esigenze di questeimprese possono essere meglio e più chiaramente identificati, segnalati ai pertinenti servizidella Commissione e presi in considerazione nei programmi, nelle politiche e nelle azionidella Comunità136.

La Commissione si riunisce regolarmente con le organizzazioni di imprese europee , inparticolare con le organizzazioni che rappresentano le PMI e possiedono un approccioorizzontale. Tali riunioni hanno lo scopo di favorire uno scambio di informazioni nell'ambitodel quale la Commissione informa tali organizzazioni sulle problematiche all'ordine delgiorno. In questo modo si cerca di favorire la diffusione delle informazioni ai membri delleorganizzazioni e di effettuare consultazioni in merito alle iniziative in programma. A loro

 134 Disponibile in http://europa.eu.int/comm/di/pubs/e-comm/sec_2001_0924_en.pdf 135 http://ipmmarkt.homestead.com/.136 Vedi “The SME Envoy: an active interface between the Commission and the SME Community”, SEC

(2003) 60 del 21.1.2003.

8/7/2019 Rapporto sull'attuazione della Carta europea per le piccole imprese

http://slidepdf.com/reader/full/rapporto-sullattuazione-della-carta-europea-per-le-piccole-imprese 48/48

volta i rappresentanti delle imprese informano la Commissione delle preoccupazioni e degliinteressi dei rispettivi membri.

Come descritto sopra (vedi punto 3), la Commissione procede attualmente ad unamodernizzazione del   Business Test Panel , che verrà ampliato per includere fino a 4 000imprese di vari settori e di tutti gli Stati membri. Le piccole imprese costituiranno un

elemento importante del panel.

La partecipazione delle PMI al processo europeo di normalizzazione è fondamentale ai finidella loro concorrenzialità. Tuttavia molte decisioni relative alle norme vengono prese senzatenere conto delle loro esigenze. È per questo che i servizi della Commissione hannoincaricato un contraente di fornire informazioni alle PMI e alle imprese artigianali su norme,certificazioni, qualità e norme e di organizzare la partecipazione delle PMI agli organismi dinormazione a livello nazionale, europeo e internazionale137.

Fra i numerosi esempi di consultazione delle piccole imprese da parte dei servizi dellaCommissione figurano il comitato del programma Leonardo da Vinci e il processo di Bruges

(vedi punto 4), a cui partecipano attivamente le parti sociali, comprese le organizzazionieuropee delle PMI. Allo stesso modo, nell'ambito del sistema comunitario di assegnazione diun marchio di qualità ecologica138, sono stati realizzati notevoli sforzi per garantire lapartecipazione dei rappresentanti dei produttori ai gruppi di lavoro, attraverso le varieconfederazioni del settore, per fissare i criteri relativi a un gruppo di prodotti e irappresentanti delle PMI sono espressamente invitati attraverso l'UEAPME.