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RAPPORTO LATINA 2018 L’economia reale dal punto di osservazione delle Camere di Commercio

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RAPPORTO LATINA 2018

L’economia reale

dal punto di osservazione

delle Camere di Commercio

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Rapporto a cura di Sandra Verduci Osservatorio Economico della Camera di Commercio di Latina

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INDICE

Scenari in breve ................................................................... 4

La demografia delle imprese .................................................... 6

Gli imprenditori stranieri...................................................... 21

L’artigianato .................................................................... 26

L’imprenditoria femminile .................................................... 32

Il mercato del lavoro.............................................................37

Le dinamiche congiunturali del mercato del lavoro in provincia di Latina

.................................................................................... 41

Le dinamiche settoriali ........................................................ 48

La Cassa Integrazione Guadagni .............................................. 49

Il valore aggiunto .................................................................55

La dinamica del credito .........................................................58

I depositi bancari ............................................................... 58

Gli impieghi bancari............................................................ 62

Il tasso di decadimento dei finanziamenti per cassa ...................... 72

I protesti e le procedure concorsuali ........................................ 76

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Scenari in breve

Estratto da “Considerazioni finali del Governatore della Banca d’Italia”1

Estratto da “Rapporto sulla competitività dei settori produttivi” dell’Istat2 “..Il rallentamento della crescita italiana nel corso del 2018 si inserisce in un contesto di indebolimento del ciclo internazionale che ha peraltro accomunato tutte le principali economie europee. Nel nostro paese, tuttavia, la flessione è stata più accentuata, ampliando nuovamente il divario nei confronti della dinamica dell’area euro, che si era ristretto nel biennio precedente. Per quanto riguarda le componenti interne di domanda, nel corso del 2018 la decelerazione dei consumi delle famiglie ha accomunato Italia e Germania; la dinamica degli investimenti fissi lordi in Italia è stata invece significativa e più accentuata di quella registrata in Germania e in Francia, anche se permane il divario di crescita accumulato negli anni precedenti. Nel 2018 il rallentamento dell’export italiano in valore è stato più marcato per gli scambi con i paesi extra-Ue, nei confronti dei quali hanno influito fattori di domanda e uno sfavorevole andamento del cambio. Tuttavia, per i quattro principali paesi europei le performance complessive dell’export in valore sono state simili, con un diverso contributo fornito dai volumi e dai prezzi: la totalità o quasi della crescita in Spagna e Italia è stata determinata da un effetto prezzo (espresso dai valori unitari), mentre i volumi esportati sono rimasti invariati. In questi due paesi, inoltre, tali dinamiche si sono avvalse di un contribuito positivo della specializzazione (l’andamento delle vendite all’estero dei settori di punta, cresciute in misura superiore alla media di un gruppo di paesi di riferimento), mentre l’“effetto paese” (la crescita dell’export complessivo rispetto alla media) è stato negativo. Il recente rallentamento del ciclo e, in particolare, il venire meno del contributo fornito alla crescita dalla domanda estera netta, si inserisce all’interno di un più generale scenario di decelerazione del commercio internazionale. Nel 2018, inoltre, la spinta protezionistica si è accentuata a causa delle nuove barriere tariffarie all’importazione introdotte dagli Stati Uniti, che hanno innescato l’introduzione di dazi compensativi da parte dei partner commerciali più coinvolti (Cina e Ue). “….L’economia italiana è in recupero. La crescita del prodotto si è irrobustita lo scorso anno, portandosi all’1,5 per cento, più di quanto atteso dai principali previsori….La domanda ha riflesso il buon andamento dei consumi e soprattutto degli investimenti, aumentati del 3,8 per cento ma ancora lontani dai livelli precedenti la crisi. Il rafforzamento dell’accumulazione di capitale, mancata nei primi anni della fase espansiva, pone le basi per il proseguimento della

1 “Relazione annuale Anno 2017”, a cura dell’Ufficio Studi – 29 maggio 2018.

2 “Relazione annuale Anno 2017”, a cura dell’Ufficio Studi – 29 maggio 2018.

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crescita. Gli investimenti in beni strumentali hanno beneficiato delle agevolazioni fiscali, degli incentivi per l’innovazione tecnologica, delle favorevoli condizioni di finanziamento e del progressivo miglioramento della fiducia delle imprese sulle prospettive di domanda. Alla crescita dei consumi ha contribuito quella dell’occupazione, stimolata dalle misure di sostegno alla domanda di lavoro. Nonostante l’aumento della partecipazione al lavoro indotto dal miglioramento delle prospettive di impiego, la disoccupazione è scesa dal picco di poco meno del 13 per cento nel 2014 a circa l’11. ...Le esportazioni si sono confermate un fattore trainante della crescita. Nel 2017 hanno registrato un’espansione del 5,4 per cento, superiore a quella degli altri principali paesi dell’area dell’euro. L’aumento si è consolidato nel corso del secondo semestre dell’anno nonostante il marcato apprezzamento del cambio occorso dalla primavera; è un segnale di recupero della capacità delle nostre imprese di competere sui mercati internazionali… L’espansione dell’attività produttiva ha riguardato pressoché tutti i settori dell’economia: il valore aggiunto ha accelerato nella manifattura e nei servizi e ha segnato il primo incremento significativo dal 2006 nelle costruzioni…”.

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La demografia delle imprese In un contesto di demografia imprenditoriale che su scala nazionale ha mostrato un 2018 in maggior affanno, producendo un ridimensionamento di circa 1/3 del flusso determinatosi nei dodici mesi precedenti, la provincia di Latina condivide le medesime “sorti”, chiudendo l’ultimo anno nuovamente con una espansione più contenuta. Dunque, quest’anno si registrano dinamiche locali più prossime in termini tendenziali alla performance nazionale, atteso che l’espansione del tessuto imprenditoriale pontino perde ulteriormente tono in ragione del venir meno della vitalità del comparto agricolo, che si registra da un biennio, nonché di una più contenuta crescita diffusa alla gran parte dei settori quantitativamente più significativi. A fine anno lo stock di imprese iscritte presso il Registro camerale della provincia di Latina ammonta a 57.661 unità; di queste 47.020 risultano attive (81,5% del totale). In termini di flussi, il bilancio 2018 si conferma in contenimento in ragione dell’ulteriore flessione del tasso di natalità (5,94%, a fronte del 6,53% riferito all’annualità precedente), nonché della minore incidenza delle cessazioni che determinano, tuttavia, la più contenuta decrescita del tasso di mortalità (5,13%, rispetto al 5,35% del 2017). Dunque, come già evidenziato, l’intersezione delle dinamiche su esposte comprime ulteriormente il tasso di crescita imprenditoriale che si ferma quest’anno al +0,81%, il 30% inferiore a quanto certificato per i dodici mesi precedenti (+1,18%), come illustrato nel grafico a seguire:

Graf. 1 - Andamento degli indicatori di demografia imprenditoriale a Latina

(serie storica )

5,94

5,13

0,81

1,55 1,501,04

1,391,22 1,02 0,70

1,181,32

1,010,66

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

7,0

8,0

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

Tasso di iscrizione

Tasso di cessazione

Tasso di crescita

Fonte: elaborazione Osserfare su dati Movimprese

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In leggera crescita il tasso di sopravvivenza delle imprese attive entro il primo biennio di vita: il 70,5% delle imprese nate nel 2016, risulta ancora iscritto al Registro camerale (lo scorso anno tale indice si posizionava al 69,0%); sebbene risulti più contenuto il tasso riferito all’Agricoltura, questa si conferma il comparto con il tasso di sopravvivenza nettamente più elevato (90,8%, a fronte del 93,7% del 2017). Diversamente, in coda quest’anno si collocano i Servizi alle Imprese (75,1%), che replicano il valore riferito ai dodici mesi precedenti. Inoltre, si evidenzia la maggior tenuta delle attività turistiche, che risultano sopravviventi dopo il secondo anno per un’incidenza del 78,4%, 4 punti in più rispetto ai dodici mesi precedenti. Tab. 1 – Tasso di sopravvivenza delle imprese attive a due anni per settore economico. Latina.

Anni 2018 e 2017

Anno 2018 Anno 2017

Iscritte nel 2016 Iscritte nel 2015

Agricoltura e attività connesse 90,8 93,7

Attività manifatturiere, energia, minerarie 79,4 89,7

Costruzioni 82,3 80,3

Commercio 75,5 76,3

Turismo 78,4 74,4

Trasporti e spedizioni 76,0 76,8

Assicurazioni e credito 82,2 78,3

Servizi alle imprese 75,1 74,9

Altri settori 83,9 81,1

Totale imprese 70,5 69,0

Settore di attività

Fonte: Infocamere “Cruscotto indicatori statistici”

Il saldo in termini assoluti tra le 3.440 iscrizioni durante l’anno e le 2.973 cancellazioni (al netto delle cessazioni d’ufficio) determina un avanzo di appena 467 imprese (rispetto alle 681 del 2017). Occorre precisare che i dati sopra riportati sono stati depurati dalle cancellazioni d’ufficio, effettuate nel corso del 20183; tale procedura ha inciso sul numero complessivo di cancellazioni per una quota pari al 19% e ha riguardato prevalentemente le ditte individuali e le società di capitale. Il grafico sottostante, riferito al confronto con le dinamiche registrate a livello Italia, mostra il comune ripiegarsi delle spezzate, all’esito di tendenze che non modificano il differenziale tra il nostro territorio e i valori nazionali, condividendo entrambi un ridimensionamento di pari entità: la crescita infatti si comprime di circa il 30% rispetto alle dinamiche 2017, pur confermandosi comunque gli esiti riferiti all’intero territorio italiano decisamente più contenuti di quelli locali:

3 Tali cancellazioni d’ufficio si riferiscono a provvedimenti adottati dell’Ente camerale nei

confronti delle imprese che presentano determinati vincoli (mancato compimento di atti di gestione negli ultimi tre anni, irreperibilità o decesso del titolare per le ditte individuali, decadenza dei titoli abilitativi, ecc..) e che dunque vengono sollecitate alla cancellazione dal registro Camerale.

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Graf. 2 - Andamento del tasso di crescita imprenditoriale delle imprese in Italia e a Latina

(serie storica)

0,81

1,32

1,18

1,01

0,66

1,55

1,50

1,04

1,39

1,22

1,02

0,87

0,51

0,75

0,680,75

0,51

0,21

0,75

0,59

0,28

1,19

0,82

0,31

0,0

0,2

0,4

0,6

0,8

1,0

1,2

1,4

1,6

1,8

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

Tasso di crescita

Latina Latina

Tasso di

crescita Italia

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

Con riferimento allo scenario nazionale, il Presidente di Unioncamere ha sottolineato che “….Resta alta la voglia di impresa degli italiani, anche se si avvertono segnali di indebolimento da non trascurare. Occorre sostenere ancora questa vitalità imprenditoriale, anche se la sfida per il sistema Paese è quella di permettere alle aziende di restare sul mercato, contribuendo così alla stessa crescita occupazionale”. Il bilancio nazionale 2018 è illustrato nella serie storica di seguito riportata:

Graf. 3 - Andamento degli indicatori di demografia imprenditoriale delle imprese italiane

(serie storica )

5,725,886,31

7,126,71

6,326,75

6,41 6,28 6,13 6,15 6,00

5,215,12

6,106,376,11 6,03

5,56 5,585,97

5,62 5,405,32

0,510,75

0,210,75 0,59

0,28

1,190,82

0,310,75

0,510,68

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

7,0

8,0

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

Tasso di iscrizione

Tasso di cessazione

Tasso di crescita

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

Disaggregando le tendenze nazionali al livello di macroaree territoriali, ognuna di esse evidenzia nell’ultimo anno un tasso di crescita meno sostenuto; in tale quadro, si conferma la maggiore vivacità del Sud, ove si colloca il 59,2% dell’intero saldo (18.705 imprese su 31.615) e che si posiziona ampiamente sopra i valori nazionali (+0,92%, a fronte del +1,35% del 2017). Il Centro segna un +0,80%, mentre le due circoscrizioni del Nord, come già avvenuto l’anno precedente, restano al di sotto del valore medio nazionale. A fronte di un tasso

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di crescita in Italia pari al +0,52% il Nord-Ovest si ferma al +0,19%, mentre il Nord-Est, unica tra le circoscrizioni, scivola in campo negativo con una riduzione di 769 imprese.

Tab. 2 - Nati-Mortalità delle imprese registrate per circoscrizioni territoriali – Anno 2018

Serie storica Tassi di crescita

2018 2017 2016 2015

NORD-OVEST 89.563 86.574 2.989 1.569.325 0,19% 0,31% 0,40% 0,49%

NORD-EST 62.795 63.564 -769 1.153.007 -0,07% 0,02% -0,10% 0,20%

CENTRO 76.774 66.084 10.690 1.336.211 0,80% 1,01% 1,01% 1,13%

SUD E ISOLE 119.360 100.655 18.705 2.041.129 0,92% 1,35% 1,15% 1,02%

ITALIA 348.492 317.570 30.922 6.099.672 0,51% 0,75% 0,68% 0,75%

Stock al

31.12.2018

Tasso di crescita Aree

geografiche Iscrizioni Cessazioni Saldi

Fonte: Unioncamere-InfoCamere, Movimprese

Il confronto delle tendenze regionali è descritto nel grafico di seguito riportato4: Lazio e Campania si confermano anche quest’anno ai primi posti, seguite da Puglia e Sicilia e Sardegna. Dunque, i territori del Mezzogiorno mostrano tendenze espansive nettamente superiori ai valori nazionali, come già evidenziato. Si confermano in area negativa il Friuli Venezia Giulia, l’Emilia Romagna ed il Piemonte, quest’ultima in deciso peggioramento tendenziale.

Graf. 4 – Tassi di crescita imprenditoriale nelle regioni italiane anni 2017 e 2018

FVG

PIE

LOMTAA

VEN

LIG

EMR

TOS

UMB

MAR

LAZ

ABR

MOL

CAM

PUG

BAS

CALSICSAR

ITALIA

-1,0%

-0,5%

0,0%

0,5%

1,0%

1,5%

2,0%

-1,0% -0,5% 0,0% 0,5% 1,0% 1,5% 2,0%

2017

201

8

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

Focalizzando l’attenzione sul Lazio, sempre ai vertici della graduatoria nazionale, si conferma una vitalità in leggera attenuazione rispetto ai dodici mesi precedenti (+1,57% il tasso di crescita, a fronte del +1,65% del 2017). Al riguardo, tale performance, fatta eccezione per le dinamiche capitoline, in linea con i valori riferiti ai dodici mesi precedenti, è attribuibile alle realtà “minori” che condividono il ridimensionamento del bilancio demografico, come illustrato nella tabella seguente:

4 La bisettrice del primo quadrante indica tassi di crescita coincidenti nelle due annualità; le

regioni che si posizionano al di sopra di tale retta mostrano tassi di crescita più sostenuti nel 2018 rispetto all’anno precedente; quante si posizionano al di sotto registrano un rallentamento della crescita imprenditoriale.

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Tab. 3 - Risultanze anagrafiche presso il registro delle Imprese nelle province laziali e in

Italia. Anno 2018 e Serie Storica Tassi di crescita

Province Registrate Iscritte Cessate saldoTasso di

natalità

Tasso di

mortalità

Tasso di

crescita

2018

Tasso di

crescita

2017

Tasso di

crescita

2016Frosinone 48.222 2.662 2.173 489 5,57 -4,55 1,02 1,17 1,28

Latina 57.661 3.440 2.973 467 5,94 -5,13 0,81 1,18 1,32

Rieti 15.236 821 732 89 5,41 -4,82 0,59 1,97 0,77

Roma 498.772 30.550 21.634 8.916 6,21 -4,40 1,81 1,79 2,08

Viterbo 37.964 2.070 1.810 260 5,47 -4,79 0,69 1,10 -0,36

Lazio 657.855 39.543 29.322 10.221 6,08 -4,51 1,57 1,65 1,77

Italia 6.099.672 348.492 317.570 30.922 5,72 -5,21 0,51 0,75 0,68

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese La disaggregazione a livello locale delle tendenze sopra descritte per macro-settori di attività mostra un significativo rallentamento diffuso alla gran parte di essi. In primis l’agricoltura, che lo scorso anno per la prima volta dal 2009 si collocava in area negativa, mette a segno una ulteriore recrudescenza, su cui incidono le sottrazioni dei segmenti delle coltivazioni di ortaggi e delle culture permanenti; per queste ultime, nello specifico si evidenzia la flessione nel segmento viticolo, mentre gli alberi da frutta crescono (in prevalenza Kiwi), come anche l’appeal della frutta tropicale (melograno). Si confermano in ulteriore calo le stalle bovine.

Tab. 4 – Imprese per comparto produttivo5 in Italia e in provincia di Latina. Anno 2018

(valori assoluti, saldo annuale dello stock e var% stock) COMPARTI ECONOMICI ITALIA Stock al

31.12.2018

Peso %

rispetto allo

stock totale

Saldo

annuale

stock

Var %

stock

2018

Var %

stock

2017

Var %

stock

2016

Var %

stock

2015

Var %

stock

2014

Var %

stock

2013

Primario 750.115 13,19 -1.800 -0,24 -0,06 -0,08 -0,71 -2,01 -3,66

Secondario 1.423.296 25,03 -4.848 -0,34 -0,28 -0,50 -0,53 -0,68 -1,14

Terziario tradizionale 1.531.602 26,94 -6.370 -0,41 0,06 0,40 0,78 0,49 0,75

Macro settore dei servizi

orientati alle attività produttive 582.194 10,24 12.257 2,15 2,27 2,11 2,30 1,94 1,48

destinati al consumatore finale 772.589 13,59 13.168 1,73 2,20 2,38 2,28 1,99 2,08

servizi misti, a imprese o privati, e

sociali o collettivi 625.940 11,01 9.753 1,58 1,27 1,47 1,62 0,75 1,54

COMPARTI ECONOMICI LATINAStock al

31.12.2018

Peso %

rispetto allo

stock totale

Saldo

annuale

stock

Var %

stock

2018

Var %

stock

2017

Var %

stock

2016

Var %

stock

2015

Var %

stock

2014

Var %

stock

2013

Primario 9.905 18,11 -84 -0,84 -0,76 0,56 -1,31 -1,58 -2,71

Secondario 12.079 22,09 35 0,29 0,74 0,52 -0,32 -0,75 -0,40

Terziario tradizionale 14.944 27,33 60 0,40 0,50 0,40 0,41 -0,06 0,31

Macro settore dei servizi

orientati alle attività produttive 5.106 9,34 73 1,45 1,66 3,19 2,77 1,28 1,01

destinati al consumatore finale 7.888 14,42 130 1,68 3,15 1,92 2,47 1,63 1,63

servizi misti, a imprese o privati, e

sociali o collettivi

4.759 8,70 45 0,95 0,80 1,23 1,72 0,62 0,86

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

5 Settore primario (Agricoltura, silvicoltura, caccia e pesca)

Settore secondario (Manifattura; Costruzioni; Estrazioni di minerali da cave e miniere; Fornitura di acqua, reti

fognarie, attività di gestione e trattamento rifiuti; Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria

condizionata)

Settore terziario tradizionale (Commercio al dettaglio e all’ingrosso)

Servizi orientati al settore produttivo (Trasporto e magazzinaggio; Attività professionali, scientifiche e

tecniche; Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese)

Servizi destinati al consumatore finale (Servizi di alloggio e ristorazione; Altre attività di servizi, in prevalenza

parrucchieri e in misura minore riparatori di computer; Attività artistiche, sportive, di intrattenimento,

divertimento);

Servizi misti (alle imprese e/o alle famiglie) e servizi di tipo collettivo (Attività immobiliari; Attività

finanziarie e assicurative; Servizi di informazione e comunicazione; Sanità e assistenza sociale; Istruzione).

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Altrettanto, l’industria locale torna a contenere la sua espansione (+0,29%, a fronte del +0,74% dei dodici mesi precedenti), pur mantenendosi in controtendenza rispetto alla più accentuata contrazione registrata a livello nazionale (-0,34% la variazione Italia, in accentuazione rispetto al -0,28% del 2017); all’esito provinciale contribuisce la più ampia decrescita del segmento artigiano delle costruzioni, componente numericamente significativa (supera il 40% la quota sul totale) in tale comparto.

Al riguardo, la disaggregazione riferita alla sola manifattura mostra una crescita più contenuta (+0,16% la variazione dello stock, a fronte del +0,44% del 2017), che quest’anno viene alimentata oltre che dalle consuete attività di Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature (che comprende interventi tecnici sui macchinari come impianti di refrigerazione, forni, bruciatori e macchinari agricoli), anche dalla fabbricazione di mezzi di trasporto.

Graf. 5 – Variazione % dello stock dell’industria disaggregato per segmento. Serie storica

-6,0

-4,0

-2,0

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

10,0

Metallo Alimentari Legno Abbigliamento Prodotti non

metalliferi

(vetro,calce..)

Chimico

farmaceutico

Fab. Macch.

App. elettr. PC

Fabbr. mezzi di

trasporto

rimorchi

Manutenz.

Installaz

TOT

-35%

-25%

-15%

-5%

5%

15%

25%

2014 2015 2016 2017 2018 Peso %

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

Si dimezza la performance delle costruzioni negli ultimi dodici mesi (+0,37% la variazione percentuale dello stock, a fronte del +0,79% del 2017), all’esito della più accentuato rallentamento della componente artigiana, che si mantiene in area negativa; peraltro, si ridimensiona, sebbene in misura meno significativa, la crescita delle realtà non artigiane, come illustrato nel grafico seguente. I lavori di muratura e finitura degli edifici, replicano anche quest’anno il contributo più significativo, sebbene la dimensione dell’espansione si dimezzi; peraltro interviene su tale crescita, per circa ¼, del saldo la componente straniera.

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12

Graf. 6 - Andamento degli indicatori di demografia imprenditoriale – Costruzioni

Serie storica

-1,40

-2,43

-0,77

0,46

0,79

0,37

2,14 1,97

1,66

-0,92

-1,06

0,00

-0,76

-1,34

-3,0

-2,0

-1,0

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

201820172016201520142013201220112010

Tot costruzioni

Costruzioni non artigiane

Costruzioni artigiane

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

Al riguardo, il centro studi dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili6, conferma che “…Anche il 2018 si è confermato un anno dalle dinamiche settoriali profondamente incerte, erodendo le aspettative positive che si erano inizialmente prefigurate all’inizio dello scorso anno….I segni positivi nel 2018 in atto nel comparto residenziale e non residenziale privato non sono riusciti, purtroppo, a controbilanciare completamente la mancata crescita delle opere pubbliche…”. Si evidenzia, infatti, che gli investimenti in opere pubbliche sono diminuiti anche nel 2018: -3,2% rispetto al 2017. Ciò ha portato a chiudere l’anno con un rimbalzo di appena l’1,5%.

Graf. 7 – Investimenti in costruzioni . Serie storica

Fonte: Ance

Le stime Istat riferite alla produzione del comparto edile nel 2018 restituiscono valori dell’indice corretto per gli effetti di calendario in crescita dello +0,9%7,

6 “Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni, a cura del Centro Studi dell'Ance-Gennaio 2019

7 “Statistiche Flash- Produzione nelle costruzioni e costi di produzione”, Istat febbraio 2019

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risultando superiore rispetto a quella registrata nel 2017 e confermando una moderata crescita per il secondo anno consecutivo. Tuttavia, va sottolineata la tendenza ad un indebolimento, nella parte conclusiva dell’anno, della dinamica osservata nei precedenti mesi del 2018.

“….La stima Ance, nel 2018 per gli investimenti in nuove abitazioni è di un incremento del 3,0% in termini reali rispetto al 2017. L’interruzione del trend negativo per questo comparto è collegato all’andamento positivo dei permessi di costruire in atto da oltre due anni.…Gli investimenti in riqualificazione del patrimonio abitativo confermano la dinamica positiva degli anni precedenti, giungendo a rappresentare il 37% del valore degli investimenti in costruzioni. Rispetto al 2017, per gli investimenti in tale comparto si stima una crescita dello 0,5% in termini reali..”.. Per le stime su esposte l’Ance ha tenuto conto della proroga, fino a dicembre 2018 (ed ulteriormente prorogata fino a dicembre 2019 dalla Legge di Bilancio 2019), del potenziamento al 50% della detrazione per le ristrutturazioni edilizie e della detrazione del 65% per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici. Inoltre, nella variazione del 2018 non sono stati considerati gli effetti derivanti dal sisma-eco bonus poiché, trattandosi di interventi complessi e globali, necessitano di maggior tempo per essere avviati e dunque per impattare sui livelli produttivi.

Quest’anno, inoltre, secondo l’Ance, “…Un fattore che ha inciso positivamente è sicuramente l’apertura all’accesso al credito a medio-lungo termine alle imprese. L’importo dei mutui erogati per il finanziamento degli investimenti in edilizia abitativa registra, nei primi nove mesi del 2018, un primo timido segnale positivo dell’1,6%, dopo la forte contrazione del 77,1% rilevata nel periodo 2007-2017..”.

Fig. 1 – Investimenti in costruzioni (*)

Fonte: Elaborazione Ance su dati Istat

L’edilizia non residenziale pubblica mostra anche nel 2018 una flessione del 3,2% in quantità (-1,9% in valori correnti); in ripresa nell’ultimo biennio i bandi di gara per lavori pubblici, dopo il rallentamento del 2016 dovuto all’introduzione

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del nuovo codice appalti. Nel 2018 sono state pubblicate quasi 3.800 gare rispetto ai dodici mesi precedenti, per un ammontare posto sul mercato superiore di 3,1mld di euro rispetto ad un anno prima. In termini percentuali, la crescita è stata del 19,6% nel numero e del 14,2% in valore. Tornando alle evidenze locali, come lo scorso anno, i Servizi destinati alle imprese rallentano ulteriormente il passo anche nel 2018, per effetto del modificarsi dei contribuiti dei diversi segmenti; in primis, le attività di Trasporto e Magazzinaggio tornano a rallentare nel ramo della “Movimentazione merci”.

D’altronde, la nota congiunturale elaborata dal Centro Studi Confetra8, evidenzia “…un rallentamento della crescita in tutte le modalità di trasporto.

Tale dinamica, è cominciata nella seconda metà del primo semestre e si è

accentuata nella seconda metà dell’anno ripercorrendo l’andamento dell’indice

della produzione industriale rilevato dall’Istat…I comparti che meno hanno

risentito di questa congiuntura sono stati quello stradale e quello corrieristico

la cui crescita risulta comunque rallentata. Il primo ha fatto registrare un +2,4%

nel groupage9 e un +2,5% nell’internazionale a carico completo (contro un +6,1

ed un +6,5 nel 2017), confermato sia dal traffico autostradale cresciuto del 2,6%

nei primi undici mesi, sia dai transiti nei valichi alpini aumentati del 3,3%. Il

ramo corrieristico ha registrato un +2,5% nelle consegne nazionali (contro un 3,5

dell’anno precedente) ed un +4,0% in quelle internazionali (contro un 6,9 del

2017) coerente con la continua espansione dell’e-Commerce. Gli acquisti on line degli italiani da siti nazionali ed internazionali raggiungono infatti i 27,4 miliardi di euro. In terreno negativo il dato del trasporto ferroviario (-0,4% treni/km) e

quello aereo (-0,4% in tonnellate) che segnano una brusca frenata rispetto alle

attese”.

Tornando all’aggregato dei Servizi destinati alle imprese, accelerano ulteriormente le Attività professionali nel campo della “Consulenza aziendale”; altrettanto il “Noleggio e leasing” mostra un passo più accentuato (+4,67% la variazione archiviata nel 2018, a fronte del +1,67% riferito ai dodici mesi precedenti), mentre le “Agenzie di viaggio e tour operator” subiscono

un’ulteriore sottrazione.

Dopo il positivo rimbalzo dello scorso anno, si ridimensiona la crescita delle attività terziarie market oriented; tale minore vivacità è condivisa diffusamente da tutti i segmenti, con particolare accentazione dai Servizi alla persona, in prevalenza parrucchieri, estetisti, istituti di bellezza, (+1,38% la variazione percentuale dello stock, a fronte del precedente +4,63%). Le Attività dei Servizi di alloggio e ristorazione si mantengono vivaci, sebbene l’aggregato da gennaio a dicembre mostri un deciso rallentamento rispetto all’anno precedente (+1,12% la crescita cumulata, a fronte del +2,08% del 2017). Al riguardo, contribuisce a tali esiti esclusivamente il segmento della ristorazione, che replica grossomodo le dinamiche riferite ai dodici mesi precedenti, mentre viene meno il contributo dei bar ed esercizi simili (pub, birrerie, enoteche…), che aveva alimentato la crescita targata 2017 (ammonta a 12 unità la sottrazione, a fronte del dato positivo pari a 29 attività nel 2017).

8 “Nota congiunturale sul trasporto merci. 2018”- a cura del Centro Studi della Confederazione Generale Italiana dei

Trasporti e della Logistica – Marzo 2019. 9 Con groupage si intende un servizio di trasporto merci in cui si riuniscono in un’unica spedizione le partite di mittenti

diversi ed indirizzate a destinatari diversi, ma ubicati in una medesima area geografica, solitamente regione o Paese (nel caso

di groupage internazionale).

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Le Attività artistiche, sportive di intrattenimento e divertimento, in decisa decelerazione rispetto ai dodici mesi precedenti, mostrano una variazione positiva comunque significativa (+2,11%, a fronte del +5,39% precedente); contribuiscono a tali esiti le attività legate alle rappresentazioni artistiche (nel 2017 “neutre” sul saldo complessivo), nonché le consuete attività legate al fitness (palestre e centri sportivi). Passando, invece, ai servizi misti (alle imprese e/o alle famiglie) e servizi di tipo collettivo, l’intero aggregato mostra una leggera crescita che si sostanzia in una variazione percentuale complessiva dello stock pari a +0,95%, a fronte del +0,80% riferito ai dodici mesi precedenti. Il differenziale più evidente rispetto al 2017 è il rallentamento delle Attività finanziarie e assicurative (-0,88%la variazione dello stock, a fronte del +0,17% precedente), in linea con le tendenze rilevate su scala nazionale; replicano i valori dello scorso anno le Attività immobiliari (+0,86% la variazione percentuale dello stock). Al riguardo, per quanto attiene il mercato immobiliare, secondo l’Osservatorio dell’Agenzia delle Entrate10, “..Con il quarto trimestre del 2018 diventano quindici i trimestri consecutivi nei quali il mercato residenziale mostra un’espansione, con un tasso di crescita tendenziale del 9,3% (il più alto degli ultimi due anni); il dato destagionalizzato del NTN ha ormai superato il livello di fine 2011, risultando il più alto dell’intera serie storica. Graf. 8 – Serie storica trimestrale NTN settore residenziale. Dati osservati e destagionalizzati

Fonte:OMI – Agenzia delle Entrate

Con riferimento agli immobili del settore terziario commerciale (uffici, istituti di credito, negozi, edifici commerciali, depositi commerciali e autorimesse), “… Dopo la leggera flessione registrata nel terzo trimestre 2018 (-0,4%), primo calo dopo tredici riscontri positivi consecutivi, il mercato del settore terziario-commerciale è tornato a espandersi nel quarto trimestre, segnando un incremento tendenziale delle compravendite su scala nazionale del 5,8%. In questo trimestre è stato sfiorato il tetto delle 30 mila unità compravendute

10

“Statistiche trimestrali: residenziale IV trimestre 2018”- a cura dell’OMI - Osservatorio del

Mercato Immobiliare - Marzo 2019.

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16

(29.278 NTN) e il dato destagionalizzato4 del NTN è ormai vicino al livello di fine 2011..”.

Graf. 9 – Serie storica trimestrale NTN settore Terziario Commerciale Dati osservati e

destagionalizzati

Fonte:OMI – Agenzia delle Entrate

Quanto alle dinamiche dei prezzi delle abitazioni secondo l’Istat11,, “…Il 2018 si chiude confermando la debolezza della dinamica dei prezzi delle abitazioni che calano nuovamente rispetto all’anno precedente, come nel 2017, seppur in presenza di una crescita vivace dei volumi compravenduti. A determinare questo andamento sono esclusivamente i prezzi delle abitazioni esistenti (che pesano oltre l’80% sul dato complessivo), in diminuzione dell’1,0%, mentre quelli delle abitazioni nuove tornano a crescere dopo la flessione del 2017 (+1,0%). Guardando alle dinamiche di medio periodo, L’stat afferma che: “…Rispetto alla media del 2010, primo anno per il quale è disponibile la serie storica dell’IPAB (Indice dei prezzi delle abitazioni), nel quarto trimestre 2018 i prezzi delle abitazioni risultano diminuiti del 16,9%, a causa esclusivamente alle abitazioni esistenti i cui prezzi sono diminuiti del 23,2% mentre per quelli delle abitazioni nuove si registra complessivamente un aumento, seppur contenuto ( +0,7%)”. Dalla disaggregazione per aree geografiche emerge che solo nel Nord-Est si registra una crescita dei prezzi (+0,6% in media, nel 2018); mentre il Centro è la ripartizione che secondo l’Istat dal 2010 “..accusa la flessione più marcata dei prezzi delle abitazioni (-22,6%)”: Passando ai segmenti tradizionali del terziario locale, le attività commerciali avanzano ad un passo leggermente più contenuto in termini tendenziali (+0,40% la variazione dello stock, a fronte del +0,50% precedente). L’articolazione delle dinamiche dei segmenti risulta piuttosto disomogenea: la componente dell’auto traina i saldi positivi (+3,08% la variazione dello stock, il doppio rispetto allo scorso anno), mentre il commercio al dettaglio mette a segno una battuta d’arresto (sono 26 le unità in meno) e l’ingrosso rallenta considerevolmente sino a dimezzare la performance annuale (sono appena 30 le unità in più negli ultimi dodici mesi, a fronte delle 53 targate 2017). 11

“Statistiche Flash – IV trimestre 2018 – Prezzi delle abitazioni”, a cura dell’Istat. Marzo 2019

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17

Graf. 10 - Andamento degli indicatori di demografia imprenditoriale – Commercio

-1,0

-0,5

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

Var% Stock

Commercio

Var% Stock

Comm.

ingrosso

Var% Stock

Comm.

dettaglio

Var% Stock

tot attività

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

D’altronde, su scala nazionale, secondo l’Istat12,“…Nel 2018 il valore delle vendite al dettaglio cresce lievemente (+0,2%) rispetto all’anno precedente, registrando tuttavia dinamiche piuttosto eterogenee tra le diverse forme distributive. In particolare, mentre per la grande distribuzione si registra una crescita, seppure moderata, rispetto al 2017 (+0,8%), le vendite delle piccole superfici risultano in flessione per il secondo anno consecutivo (-1,3%). D’altra parte, il settore del commercio elettronico continua a mostrare incrementi significativi (+12,1%). Tra gli esercizi non specializzati a prevalenza alimentare della grande distribuzione, risalta il risultato positivo dei Discount (+4,4%)”. Tab. 5 – Commercio al dettaglio per forma distributiva e settore merceologico.

Dicembre 2018, variazioni percentuali tendenziali su dati in valore(base 2015=100) (a)

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

(a) Dati provvisori

(b) Le forme distributive rappresentate non esauriscono il totale del commercio al dettaglio.

Per quanto attiene ai settori merceologici, la grande distribuzione si conferma in area positiva per entrambi, alimentari e non (rispettivamente +1,1% e +0,5%), sebbene le variazioni risultino più contenute rispetto ai dodici mesi precedenti (+2,0% per entrambi i segmenti); diversamente, le aziende di piccole superfici mostrano variazioni negative più marcate anche quest’anno negli esercizi specializzati non alimentari, replicando i medesimi valori dello scorso anno (-1,6%). 12

“Statistiche Flash – Dicembre 2018 - Commercio al dettaglio”, a cura dell’Istat. Febbraio 2019

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Tornando ai dati di demografia imprenditoriale, a livello locale, rispetto alle consuete dinamiche evidenziate in questa stessa sede nelle edizioni precedenti riferite alle difficoltà degli esercizi specializzati e non, occorre evidenziare che quest’anno la variazione negativa delle attività ambulanti si accentua ulteriormente (-3,79% la variazione dello stock, a fronte del -0,67% del 2017); le flessioni più significative si replicano nei segmenti del tessile, abbigliamento e calzature, cui si aggiunge la bigiotteria.

Graf. 11 –Commercio al dettaglio per segmento di attività (var % stock)

-4,0

-2,0

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

10,0

esercizi

special. e non (47-47.79)

ambulanti (47.8) via internet/corrisp.

/porta a porta (47.9)

TOTALE

-20

-10

0

10

20

30

40

50

60

70

80Var % Stock 2012 Var % Stock 2013 Var % Stock 2014 Var % Stock 2015

Var % Stock 2016 Var % Stock 2017 Var % Stock 2018 peso % 2018

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

Di seguito è illustra la disaggregazione degli esercizi al dettaglio specializzati e non, complessivamente stazionari, all’esito di dinamiche negative diffuse alla gran parte dei segmenti, controbilanciate dalla crescita dell’aggregato Altri prodotti, che spiega i 2/3 dell’intero segmento e dal boom delle tabaccherie:

Graf. 12 –Commercio al dettaglio: Esercizi specializzati e non (var% stock)

-4,0

-3,0

-2,0

-1,0

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

7,0

8,0

GDO

minimercati

discount

Alimentari

spec.ti

Tabaccherie ICT spec.ti Carburanti Prod. Uso

domestico

spec.ti

Art.li culturali

ricreativi

Altri prod TOT

Es spec.ti e non

(47-47.79)

-20,0

-10,0

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0Var % Stock 2015 Var % Stock 2016 Var % Stock 2017 Var % Stock 2018 peso % 2018

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

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Nello specifico, nell’insieme degli “Altri prodotti”, si evidenzia che per la prima volta quest’anno torna positivo l’abbigliamento, che rappresenta oltre la metà di tali attività. Graf. 13 –Commercio al dettaglio- Esercizi specializzati e non -“Altri prodotti” (var% stock)

-5,0

-4,0

-3,0

-2,0

-1,0

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

Abbigliamento Calzature Medicali Profumi e cosmetici Orologi e gioiellerie

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

Var % Stock 2014 Var % Stock 2015 Var % Stock 2017 Var % Stock 2018 peso % 2018

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

Al riguardo, considerando l’intero periodo di osservazione esposto nel grafico precedente (2012-2018), la disaggregazione territoriale degli esiti provinciali tra comune capoluogo e “Altri comuni” mostra delle divergenze rilevanti che anche nel 2018. Atteso che, come già evidenziato in questa stessa sede lo scorso anno, la significativa crescita provinciale dell’ambulantato (più sostenuta nel primo quadriennio) si è realizzata con maggior vigore nei centri minori, dove la sede non fissa trova maggiore spazio (20% il peso sull’aggregato del commercio al dettaglio, a fronte del 13% nel comune capoluogo), gli esiti negativi degli ultimi dodici mesi sono evidenti sia nel capoluogo che negli altri comuni (rispettivamente -4,32% e -3,66% la variazione dello stock). Altrettanto, anche quest’anno le sedi fisse (Esercizi specializzati e non) si mantengono positive nel comune di Latina, a fronte di una ulteriore flessione negli altri centri sebbene la dinamica risulti più contenuta (-0,28%, a fronte del -0,56% nel 2017); tale sottrazione si è realizzata soprattutto nei segmenti non alimentari. In sintesi, nel primo quadriennio nel comune di Latina si realizza una sorta di travaso algebrico dalla sede fissa all’ambulante, probabilmente attribuibile a logiche imprenditoriali di abbattimento dei costi fissi; mentre nell’ultimo triennio si inverte la rotta e tornano ad avere un maggiore appeal gli esercizi in sede fissa. Medesime dinamiche si replicano anche negli “Altri comuni”, ma con una dimensione temporale più ampia per quanto attiene l’effetto di sostituzione sopra descritto; peraltro, l’ultimo triennio si mantiene negativo in termini di sedi fisse. D’altronde, tali esiti sono la risultante di fattori endogeni significativi,

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come l’apertura di polarità commerciali che modificano i flussi dei consumatori; altrettanto anche i nuovi trend commerciali rilevati su scala nazionale. Come già ribadito lo scorso anno, anche su scala nazionale si rilevano trend speculari, infatti negli ultimi anni la rete fissa si è contratta a favore di altre forme distributive, come l’ambulantato e soprattutto canali commerciali più moderni, come l’e-commerce e la distribuzione automatica (vending machine). Dunque, come evidenziato nel grafico seguente, la sede fissa (Esercizi specializzati e non) ha tenuto maggiormente nel comune capoluogo, atteso che nel resto della provincia ha complessivamente mostrato una flessione soprattutto nei segmenti non alimentari, probabilmente attribuibile alla concorrenza delle grandi superfici extra-urbane, polarità commerciali attrattive di flussi dai vari centri urbani “minori”. Graf. 14 – Andamento del tasso di crescita del commercio al dettaglio per segmento di attività

Provincia di Latina, comune di Latina e altri comuni Var % dello stock 2018-2011

-5,0 5,0 15,0 25,0 35,0 45,0

esercizi

special. e non

(47-47.79)

ambulanti

(47.8)

via internet

corrisp.

porta a porta

(47.9)

TOTALE

Provincia ok

Altri Comuni

Comune

Latina ok

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

Quest’anno l’ulteriore “dissonanza geografica” che trova la sua origine nel segmento delle formule di vendita non tradizionali risulta ancora più evidente, in ragione della decisa espansione del segmento delle formule di vendita non tradizionali, in prevalenza via internet. Il boom, che algebricamente si manifesta con una variazione provinciale del +6%, di fatto si realizza, come di consueto prevalentemente nel Capoluogo (+10,43%, a fronte del +3,81% negli altri comuni), dove oggi si concentra il 37% dell’intero segmento. A chiusura del quadro, come di consueto, si riporta nella tabella seguente la disaggregazione settoriale delle tendenze dell’intero tessuto produttivo:

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Tab. 6: Movimento delle imprese presso il Registro camerale per ramo di attività anno 2018

Settore Stock al

31.12.2018

Saldo

annuale

dello stock

Var. %

stock

2018/2017

Var. %

stock

2017/2016

Var. %

stock

2016/2015

A Agricoltura, silvicoltura pesca 9.905 -84 -0,84 -0,76 0,56

B Estrazione di minerali da cave e miniere 39 1 2,63 2,63 -2,44

C Attività manifatturiere 4.484 7 0,16 0,44 0,22

D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria

condizionata 68 -1 -1,45 4,55 6,45

E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione

dei rifiuti e risanamento 162 1 0,62 4,49 3,97

F Costruzioni 7.326 27 0,37 0,79 0,60

G Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di

autoveicoli e motocicli 14.944 60 0,40 0,50 0,40

H Trasporto e magazzinaggio 1.717 19 1,12 1,61 0,06

I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 4.713 52 1,12 2,08 2,17

J Servizi di informazione e comunicazione 1.122 12 1,08 1,25 1,53

K Attività finanziarie e assicurative 1.131 -10 -0,88 0,17 0,17

L Attività immobiliari 1.765 15 0,86 0,86 1,03

M Attività professionali, scientifiche e tecniche 1.350 39 2,97 1,07 1,62

N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle

imprese 2.039 15 0,74 2,10 7,07

O Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione

sociale obbligatoria 6 0 0,00 0,00 0,00

P Istruzione 271 5 1,88 -1,81 2,97

Q Sanità e assistenza sociale 470 23 5,15 2,73 3,02

R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e

divertimento 873 18 2,11 5,39 1,98

S Altre attività di servizi 2.302 60 2,68 4,61 1,36

Totale 57.661 452 0,79 1,20 1,33 Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

Gli imprenditori stranieri La componente non indigena del tessuto produttivo locale ammonta a 4.273 imprese, per un avanzo targato 2018 di appena ulteriori 67 unità, che risulta in significativo ridimensionamento rispetto ai dodici mesi precedenti, proseguendo il trend che si era già manifestato nell’ultimo triennio.

La serie storica mostra il progressivo contenimento delle dinamiche di crescita della componente straniera, che si collocano ai minimi nel 2018, al punto che non solo il differenziale rispetto alle realtà di nazionalità italiane perde consistenza, ma per la prima volta il contributo di tale segmento imprenditoriale si è posizionato nel secondo trimestre al di sotto dei valori registrati dalle realtà italiane, come illustrato nel grafico seguente riferito alla provincia di Latina:

Graf. 15 tassi di crescita trimestrali imprese italiane e straniere in provincia di Latina Serie storica

-0,5

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

I trim II trim III trim IV trim I trim II trim III trim IV trim I trim II trim III trim IV trim I trim II trim III trim IV trim

2015 2016 2017 2018

Italiane

Straniere

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

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22

In ogni caso, con riferimento all’intero anno le realtà indigene confermano l’espansione più contenuta rispetto alla componente straniera (+1,55% la variazione annuale dello stock), attestandosi le prime al +0,75% (nel 2017 era al +0,95%), anch’esse in rallentamento.

L’ulteriore elemento di discrimine rispetto al passato è che prosegue il progressivo ridimensionamento delle dinamiche della componente extracomunitaria che, con un avanzo di appena 25 imprese (erano 111 nel 2017), per la prima volta nel 2018 cresce in termini assoluti in misura più contenuta delle realtà di provenienza comunitaria (+41 realtà, a fronte delle 61 targate 2017). Tab. 7 - Risultanze anagrafiche presso il registro delle Imprese per nazionalità in provincia di Latina. Anno

2018 e Serie Storica Tassi di crescita Nazionalità

Impresa

Registrate Attive Iscrizioni Cessazioni Cessazioni

non

d'ufficio

Saldo

2018

Peso % Tasso

Natalità

2018

Tasso

Mortalità

2018

Tasso

Crescita

2018

Tasso

Crescita

2017

Tasso

Crescita

2016

Tasso

Crescita

2015

Comunitaria 1.324 1.110 126 112 85 41 2,30 9,59 6,47 3,12 4,84 2,59 3,01Extra U.E. 2.937 2.572 287 336 262 25 5,09 9,60 8,77 0,84 3,83 6,52 10,64Italiana 52.488 42.849 2.984 3.164 2.582 402 91,03 5,66 4,90 0,76 0,93 1,05 0,53TOTALE 57.661 47.020 3.440 3.675 2.973 467 100,00 5,94 5,13 0,81 1,18 1,32 1,01

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese Al riguardo, su scala nazionale il rallentamento è meno significativo e non si rilevano sostanziali alterazioni in termini di flussi tra le due macro aggregazioni, permanendo la consueta maggiore vivacità delle provenienze extracomunitarie.

Dalla tabella seguente emergono le prime peculiarità dell’ethnic business rispetto alla componente autoctona, essendo le attività commerciali di gran lunga più diffuse (35,8% il peso sul totale delle attività straniere, a fronte del 25,1% delle italiane), in quanto predilette dalle comunità marocchine, bengalesi e cinesi; seguono le costruzioni, appannaggio storico dei rumeni.

In terza posizione l’agricoltura, in prevalenza praticata dagli indiani, che mostra una quota intorno al 9% di imprese straniere (a fronte del 18% delle realtà indigene) ed un’incidenza della componente estera nettamente inferiore alla media (4,0%, a fronte del 7,4% riferito al totale delle attività), che ne testimonia il minor grado di apertura all’immigrazione, prevalendo per gli stranieri in tale segmento l’occupazione alle dipendenze.

Tab. 8 Imprese Italiane e straniere in provincia di Latina - Anno 2018 Settore Italiana Straniera Totale Incidenza %

straniere sul

segmento

Peso %

sul tot

Italiane

Peso %

sul tot

Straniere

Agricoltura, silvicoltura pesca 9.510 395 9.905 4,0 17,8 9,2

Attività manifatturiere 4.286 198 4.484 4,4 8,0 4,6

Costruzioni 6.642 684 7.326 9,3 12,4 16,0

Commercio 13.415 1.529 14.944 10,2 25,1 35,8

Trasporto e magazzinaggio 1.627 90 1.717 5,2 3,0 2,1

Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 4.413 300 4.713 6,4 8,3 7,0

Servizi di supporto alle imprese 1.704 335 2.039 16,4 3,2 7,8

S Altre attività di servizi 2.117 185 2.302 8,0 4,0 4,3

Totale 53.388 4.273 57.661 7,4 100,0 100,0 Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Istat

Quanto sopra affermato trova riscontro nella tabella seguente, che mostra come le provenienze extracomunitarie siano maggiormente concentrate nel commercio, primo settore per numero di imprese (45,1% il peso percentuale), quest’anno in flessione del 2%. Diversamente, le provenienze comunitarie (prevalentemente Romeni) sono storicamente concentrate nel comparto edile,

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23

la cui espansione rimane sottotono rispetto ai dodici mesi precedenti (+3,2%, a fronte del +7,8% del 2017).

Tab. 9: Primi 5 settori di attività per area di provenienza - Provincia di Latina -Anno 2018

Valore assoluto, peso % e var% Stock

Settoren.ro

imprese

peso

%

Var%

Stock

'18/'17

Settoren.ro

imprese

peso

%

Var%

Stock

'18/'17

Settoren.ro

imprese

peso

%

Var%

Stock

'18/'17

Costruzioni 422 34,1 3,2 Commercio 1.246 45,1 -2,0 Commercio 13.274 26,6 0,5

Commercio 282 22,8 2,5 Agricoltura 305 8,7 8,2 Agricoltura 9.475 19,0 -1,2

Servizi alle

imprese96 7,8 -4,0 Costruzioni 257 11,0 -1,2 Costruzioni 6.520 13,1 0,2

Ristorazione 97 7,8 4,3

Servizi alle

imprese

(Volantinaggio

239 9,3 -6,3Alloggio e

Ristorazione4.363 8,7 0,9

Agricoltura 90 7,3 7,1 Ristorazione 203 7,3 5,2 Manifattura 4.156 8,3 0,1

Tot Attività 1.324 --- 2,9 Tot Attività 2.937 --- 0,8 Tot Attività 52.488 --- 0,7

Comunitaria Extra U.E. Italiana

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

Di seguito è riportata la disaggregazione per nazionalità e principale settore di attività delle imprese straniere riferita ai comuni della provincia dove risulta più elevata le presenza estera:

Tab. 10 Comuni della provincia di Latina con maggiore presenza di imprese straniere.

Comuni Imprese

% su

imprese

straniere

Incidenza

sul tot

Comune

Prime

NazionalitàPrimo settore per nazionalità

Latina 1.174 27,5 7,3 Romania

Tunisia

Cina

Germania

Costruzioni

Commercio

Commercio

Commercio/Ristorazione

Aprilia 676 15,8 11,1 Romania

India

Costruzioni

Commercio

Fondi 343 8,0 7,4 India

Germania

Pakistan

Agricoltura

Ristorazione

Commercio

Terracina 328 7,7 6,9 Bangladesh

India

Commercio

Agricoltura/Commercio

Cisterna 310 7,3 7,4 Romania

Bangladesh

Nigeria

Costruzioni

Commercio

Commercio

Sezze 198 4,6 10,1 Romania

Nigeria

Marocco

Costruzioni

Commercio

Commercio

Sabaudia 140 3,3 6,7 India

Marocco

Agricoltura

Agricoltura/Commercio

Priverno 123 2,9 9,8 Marocco Commercio

Totale Provincia 4.273 100,0 7,4 Romania

India

Marocco

Germania

Costruzioni

Agricoltura/Commercio

Commercio

Commercio/Agricoltura/Ristorazione Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Istat

Al riguardo, si evidenzia che Aprilia, Sezze e Priverno sono i Comuni nei quali l’incidenza della presenza straniera e superiore alla media.

Dunque, come accennato in precedenza, in termini di trend l’anno appena trascorso mette a segno un brusco crollo dei flussi di demografia imprenditoriale straniera, fermandosi il tasso di crescita all’inedito in serie storica +1,55% (a fronte del +4,33% precedente), all’esito della ulteriore flessione del tasso di natalità, che perde quasi ulteriori tre punti percentuali,

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24

mentre la mortalità rimane stabile intorno all’8%, come illustrato nel grafico seguente:

Graf. 16 - Andamento degli indicatori di demografia delle imprese straniere a Latina

Serie storica

13,1515,25

15,34

13,49

16,66

12,27

9,65

1,55

4,135,25

8,148,75

5,38

7,60

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

10,0

12,0

14,0

16,0

18,0

2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

Tasso di natalità

Tasso di mortalità

Tasso di crescita

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Istat

La dinamica locale risulta assolutamente una peculiarità del nostro territorio, atteso che per la prima volta in serie storica Latina si colloca significativamente al di sotto dei valori nazionali e regionali. Al riguardo, la minore crescita delle realtà non indigene è condivisa anche a livello regionale, dove in soli tre anni si ha perso quasi cinque punti percentuali (+3,91% il tasso di sviluppo attuale, a fronte dell’8,14% nel 2015); anche su scala nazionale si conferma il contenimento dei flussi, sebbene decisamente più contenuto significativo (+3,03% il tasso di crescita).

Graf. 17 - Andamento del tasso di crescita delle imprese stranieri a Latina, Lazio e Italia

Serie storica

1,55

4,13

5,25

8,148,75

5,38

7,60

3,033,36

4,13

5,766,06

4,88

5,36

3,91

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

7,0

8,0

9,0

10,0

11,0

2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

Tasso di

crescita Latina

Tasso di crescita

Italia

Tasso di

crescita Lazio

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

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25

La disaggregazione settoriale delle dinamiche su esposte mostra, in primis, il ridimensionamento dei flussi riferiti alle attività commerciali ed ai servizi alle imprese (trattasi in prevalenza di attività destinate alla cura e manutenzione del paesaggio e dei servizi di volantinaggio), che si collocano per la prima volta in area negativa; inoltre, perdono vivacità le costruzioni. I trasporti risultano neutri, mostrando una variazione nulla, mentre l’agricoltura si conferma in espansione, sebbene decisamente più contenuta.

Tali evidenze sono illustrate nel grafico seguente:

Graf. 18 Variazione dello stock delle imprese straniere per settore di attività economica e peso % Provincia di Latina - Serie storica

-10

-5

0

5

10

15

20

25

30

35

40

Trasporto Servizi alla

persona

Industria Servizi alle

imprese

Ristorazione Agricoltura Costruzioni Commercio

-10

-5

0

5

10

15

20

25

30

35

40

Var% stock 14/13 Var% stock 15/14 Var% stock 16/15

Var% stock 17/16 Var% stock 18/17 peso % settori

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

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L’artigianato

Su scala nazionale, il disavanzo 2018 mostra una interruzione in serie storica, con una inversione del trend dominante avviatosi a partire dal 2014: il lento e progressivo recupero registrato con continuità nell’ultimo quadriennio sconta, infatti, il ritorno alla crescita della mortalità imprenditoriale e l’ulteriore rallentamento dei nuovi ingressi. Gli esiti degli ultimi dodici mesi mostrano una perdita in accentuazione: le nuove iscrizioni si attestano sulle 80mila unità, a fronte delle oltre 93mila cessazioni, per una decrescita imprenditoriale dell’1,01%, come illustrato nella tabella seguente:

Tab. 11: Iscrizioni, cessazioni, saldi e stock delle imprese per anno nel periodo 2008-2018

Tasso di Tasso di Tasso di

iscrizione cessazione crescita

2008 125.484 120.027 5.457 8,40% 8,03% 0,37%

2009 108.542 124.456 -15.914 7,25% 8,32% -1,06%

2010 109.753 114.817 -5.064 7,42% 7,77% -0,34%

2011 104.438 110.755 -6.317 7,10% 7,53% -0,43%

2012 100.317 120.636 -20.319 6,87% 8,26% -1,39%

2013 92.853 120.746 -27.893 6,45% 8,39% -1,94%

2014 88.498 108.891 -20.393 6,29% 7,74% -1,45%

2015 87.929 106.867 -18.938 6,36% 7,73% -1,37%

2016 82.995 98.806 -15.811 6,10% 7,26% -1,16%

2017 80.836 92.265 -11.429 6,02% 6,87% -0,85%

2018 80.027 93.460 -13.433 6,03% 7,04% -1,01%

ANNO Iscrizioni Cessazioni

non

d'ufficio

Saldi

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

Tutte le aggregazioni regionali confermano performance di segno negativo, con l’unica eccezione, anche quest’anno, del Trentino Alto Adige peraltro in crescita (+0,25% il tasso di sviluppo, a fronte della stazionarietà del 2017).

Liguria, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Puglia confermano anche nel 2018 dinamiche superiori alla media nazionale (indicate nel grafico seguente all’interno dell’ovale verde), vale a dire una decrescita più contenuta rispetto alla media; a queste si uniscono nel 2018 Lazio ed Emilia Romagna.

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27

Atteso che anche la componente non artigiana dell’universo imprenditoriale mostra un rallentamento delle crescita (+0,93%, a fronte del +1,21% precedente, posizionandosi nel grafico al di sotto della bisettrice del primo quadrante), si accorciano ulteriormente le distanze rispetto al segmento artigiano, per un differenziale che scende al di sotto dei due punti percentuali (erano 2,1 l’anno predente).

Graf. 19 – Tassi di crescita imprenditoriale nelle regioni italiane anni 2017 e 2018

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

La decrescita laziale risulta più contenuta quest’anno, attestandosi al -0,80% (a fronte del -1,09% del 2017); al riguardo, contribuisce a tale esito soprattutto la performance capitolina, che mostra dinamiche in marcata controtendenza, non solo entro i confini regionali, ma anche rispetto alla media nazionale, dimezzando la perdita targata 2018 (-0,50%, a fronte del -1,02% precedente). Di fatto, interviene su tali esiti il ritorno in area positiva delle costruzioni romane (+0,14% la variazione dello stock, a fronte del -0,98% precedente), che non trova riscontro negli altri contesti territoriali. Diversamente, gli altri territori accentuano le perdite, ad eccezione del frusinate, che comunque non si discosta molto dai valori precedenti. Nel Lazio il saldo tra iscrizioni e cessazioni è negativo per 768 artigiani in meno, per un bilancio giornaliero tra nuove aperture e chiusure di circa due imprese in meno (di cui una a Roma), a fronte delle tre unità in meno al giorno dell’anno precedente. Tab. 12 : Risultanze anagrafiche artigiane presso il registro delle Imprese nelle province laziali e in Italia.

Serie storica

Territori Registrate Iscrizioni Cessazioni Tasso di

natalità

Tasso di

mortalità

Tasso di

crescita

2018

Tasso di

crescita

2017

Tasso di

crescita

2016

Tasso di

crescita

2015

Tasso di

crescita

2014Frosinone 8.683 489 616 5,55 -6,99 -1,44 -1,48 -2,18 -1,93 -2,04

Latina 8.896 543 632 6,04 -7,03 -0,99 -0,77 -1,63 -0,90 -1,44

Rieti 3.537 200 283 5,52 -7,82 -2,29 -2,16 -2,60 -2,81 -1,73

Roma 66.939 4.321 4.694 6,42 -6,97 -0,55 -1,02 -1,03 -1,87 -0,60

Viterbo 7.320 476 572 6,40 -7,69 -1,29 -1,17 -2,25 -2,12 -1,31

Lazio 95.375 6.029 6.797 6,27 -7,07 -0,80 -1,09 -1,34 -1,85 -0,91

Italia 1.309.478 80.027 93.460 6,03 -7,04 -1,01 -0,85 -1,16 -1,37 -1,45 Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

LIG

ABR

BAS

CAL

CAM

EMR

FVG

LAZIO LOM

MAR

MOL

PIE

PUGSAR

SIC

TOS

TAD

UMB

VDA

VEN

ITALIA

Italia tot.

Economia non

artigiana

-2,0

-1,5

-1,0

-0,5

0,0

0,5

1,0

-2,0 -1,5 -1,0 -0,5 0,0 0,5 1,0

2017

2018

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28

Il confronto territoriale è evidenziato anche nel grafico seguente:

Graf. 20: Risultanze anagrafiche delle imprese artigiane presso il Registro delle Imprese nelle

province laziali nel 2018 (valori %)

-1,44 -0,99

-2,29

-0,55-1,29

-0,80-1,01

-9,0

-7,0

-5,0

-3,0

-1,0

1,0

3,0

5,0

7,0

9,0

Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo Lazio Italia

%

Tasso di natalità Tasso di mortalità Tasso di crescita 2018

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

Per quanto riguarda la provincia di Latina, l’artigiano misura quasi 9mila imprese, per un volume pari a poco meno di 1/5 del tessuto produttivo locale (considerato al netto dell’agricoltura) e, in termini di flussi, nel corso del 2018 si registrano dinamiche negative più accentuate.

Graf. 21: - Andamento degli indicatori di demografia imprenditoriale delle imprese artigiane in

provincia di Latina. Serie storica

-1,63-0,99

6,04

7,03

-0,90-1,44-1,45-0,50

0,41-0,07-0,40

1,4

-0,77

1,180,81

-4,0

-2,0

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

10,0

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

Tasso di iscrizione

Tasso di cessazione

Tasso di crescita artigianato

Tasso di crescita tot economia

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

La maggiore decrescita concorda con le tendenze nazionali, per il medesimo differenziale sui dodici mesi precedenti, mentre, come sopra evidenziato, risulta in controtendenza rispetto alle dinamiche regionali.

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29

La serie storica di seguito illustrata conferma anche per il 2018 il sovrapporsi delle dinamiche locali con le performance nazionali:

Graf. 22: - Andamento del tassi di crescita imprenditoriale delle imprese artigiane in Italia e a

Latina. Serie storica

-0,90

1,43

-0,40

-0,07

0,41

-0,50

-1,45-1,44

-1,63

-0,77

-0,99

-1,37-1,45

0,37

-1,06

-0,34 -0,43

-1,39

-1,94

-1,16

-0,85 -1,01

-2,0

-1,5

-1,0

-0,5

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

Tasso di crescita

Latina

Tasso di crescita Italia

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

Il saldo in termini assoluti tra le 543 iscrizioni durante l’anno e le 632 cancellazioni (al netto delle cessazioni d’ufficio) determina la sottrazione di ulteriori 89 unità, più marcata rispetto alle 70 realtà in meno riferite ai dodici mesi precedenti. Dal confronto con l’anno precedente emerge che il differenziale più significativo è da attribuire alle iscrizioni, in rallentamento più evidente rispetto alle cessazioni. Al riguardo, il tasso di natalità si comprime di ulteriori quattro decimi di punto percentuali (6,04%, a fronte del 6,40% riferito ai dodici mesi precedenti). Passando all’articolazione settoriale del comparto, questo mostra la storica maggiore presenza di imprese delle costruzioni, con una quota del 35% (circa 3mila aziende), segue l’industria manifatturiera con il 21% delle realtà artigiane (oltre le mille e 800 unità); a notevole distanza i servizi alla persona che spiegano il 15% del comparto (1.419 imprese), le attività commerciali (prevalentemente officine meccaniche) per una quota dell’8% (circa 737 unità) e la ristorazione (pasticcerie e gelaterie, in valore assoluto pari a 450 unità). Nel dettaglio, l’industria mostra una prevalenza di attività di carpenteria metallica (esclusi i macchinari), che rappresentato 1/5 dell’intero comparto; segue la “Trasformazione alimentare” (15% la quota) e la “Fabbricazione di prodotti di carpenteria in legno e falegnameria per l’edilizia” (intorno al 10% della manifattura artigiana). Riguardo alle attività commerciali, le imprese del settore operano prevalentemente (90% la quota) nel campo della “Manutenzione e riparazione di autoveicoli”. Infine, tra i servizi alla persona risulta maggiormente rappresentata la categoria dei “Parrucchieri, barbieri, estetiste”.

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30

Graf. 23: Peso percentuale dei i primi sei rami di attività dell’artigianato in provincia di Latina.

Anno 2018

Costruzioni

35%

Trasporti

5%Serv. Alla

persona

15%

Commercio

8% Industria

21%

Ristorazione

5%

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

La disaggregazione settoriale dei flussi riferita ai settori numericamente più significativi, mostra una perdita superiore rispetto all’intero universo artigiano, con un peggioramento marcato nella ristorazione (in prevalenza pizzerie al taglio) e nelle costruzioni; si mantiene, invece in area positiva il solo segmento dei Servizi alla persona (estetiste e parrucchieri), sebbene in rallentamento rispetto all’accelerazione targata 2017 (+2,09% la variazione percentuale dello stock, a fronte del +2,43% precedente).

Graf. 24: Variazione % dello stock delle imprese artigiane nei i primi sei rami di attività

dell’artigianato in provincia di Latina. Serie storica (valori %)

-6,0 -5,0 -4,0 -3,0 -2,0 -1,0 0,0 1,0 2,0 3,0

Costruzioni

Industria

Servizi alla

persona

Commercio

Trasporti,

magazzinaggio

Ristorazione

Totale primi 6

settori

Totale Attività2018

2017

2016

2015

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

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31

Per quanto attiene l’industria, anche quest’anno registra la flessione più significativa nel segmento della Carpenteria in legno e falegnameria per l’edilizia; diversamente, la Trasformazione alimentare (in prevalenza forni e pasticcerie), pressoché stazionaria, recupera rispetto ai dodici mesi precedenti grazie ad una mortalità nettamente più contenuta. Inoltre, si conferma stazionaria anche la Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature. La disaggregazione settoriale delle tendenze della componente artigiana nella nostra provincia è illustrata nella tabella seguente:

Tab. 13: Movimento delle imprese presso il Registro camerale per ramo di attività. Anno 2018

Settore

Stock al

31.12.2018

Saldo

annuale

dello

stock

Var. %

stock

anno

2018

Var. %

stock

Anno

2017

Var. %

stock

Anno

2016

Var. %

stock

Anno 2015

A Agricoltura, silvicoltura pesca 80 1 1,27 -2,47 -1,22 -5,75

C Attività manifatturiere 1.816 -27 -1,47 -2,12 -2,43 -2,72

D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e

aria condizionata1 0

0,00 0,00 0,00 0,00

E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di

gestione dei rifiuti e risanamento12 0

0,00 -7,69 -7,14 -6,67

F Costruzioni 3.101 -42 -1,34 -0,76 -1,40 -0,92

G Commercio all'ingrosso e al dettaglio;

riparazione di autoveicoli e motocicli737 -13

-1,73 -2,09 -1,79 -1,39

H Trasporto e magazzinaggio 447 -11 -2,40 -2,55 -4,85 -4,06

I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 451 -19 -4,04 -1,05 -4,04 -2,17

J Servizi di informazione e comunicazione 44 -3 -6,38 0,00 -7,84 6,25

K Attività finanziarie e assicurative 1 0 0,00 0,00 0,00 0,00

M Attività professionali, scientifiche e tecniche 137 -11-7,43 0,68 -5,77 1,30

N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di

supporto alle imprese348 7

2,05 -1,45 4,22 6,07

P Istruzione 7 0 0,00 0,00 -12,50 -11,11

Q Sanità e assistenza sociale 3 -1 -25,00 0,00 33,33 0,00

R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e

divertimento20 1

5,26 -13,64 4,76 5,00

S Altre attività di servizi 1.678 27 1,64 2,29 0,12 1,38 Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

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32

L’imprenditoria femminile

L’universo imprenditoriale in rosa in Italia conta oltre 1,337 milioni di realtà femminili, che in termini relativi sono pari al 21,9% del tessuto produttivo; i flussi di demografia imprenditoriale si comprimono nuovamente nel 2018 attestandosi la crescita al +0,73%, in deciso rallentamento rispetto alla rimbalzo dello scorso anno (+1,01%).

Il grafico sottostante illustra13 il confronto territoriale, per un bilancio 2018 che vede migliorare le performance esclusivamente della Lombardia, Abruzzo e Valle D’Aosta; la gran parte delle regioni, infatti si colloca al di sotto della bisettrice del primo quadrante, in quanto le relative dinamiche sono in rallentamento rispetto ai dodici mesi precedenti. Si confermano in area negativa Piemonte, Marche, Friuli Venezia Giulia e Molise. L’ovale verde tracciato nel grafico mostra i territori nei quali la componente femminile cresce in misura superiore rispetto al dato medio nazionale nell’intero biennio.

Graf. 25 – Tassi di crescita imprenditoriale nelle regioni italiane – Anni 2017 e 2018

Fonte: Elaborazioni Osserfare su dati Movimprese La crescita più sostenuta si conferma come lo scorso anno per Lazio, Campania, Sicilia e Puglia dove le fila delle capitane di impresa si ingrossano di oltre 5mila e 600 unità, comunque in contenimento del 30% rispetto al saldo targato 2017 (8mila realtà in più). Si conferma, dunque, al vertice della graduatoria regionale il Lazio, sebbene la crescita risulti in ulteriore leggero contenimento: +2,07% il tasso di sviluppo targato 2018 (+2,19% nel 2017), all’esito delle minore vivacità delle realtà 13

La bisettrice del primo quadrante indica tassi di crescita coincidenti nelle due annualità; le regioni che si posizionano al di sopra di tale retta mostrano tassi di crescita più sostenuti nel 2017 rispetto all’anno precedente; quante si posizionano al di sotto registrano un rallentamento della crescita imprenditoriale.

PIE

VDA

LOM

TAA

VEN

FVG

LIG

EMR

TOS

UMB

MAR

LAZ

ABR

MOL

CAM

PUG

BAS

SIC

SAR

ITALIA

Tot. Economia

-0,7%

-0,2%

0,3%

0,8%

1,3%

1,8%

2,3%

-1,5% -1,0% -0,5% 0,0% 0,5% 1,0% 1,5% 2,0% 2,5%2017

2018

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“minori”, fatta eccezione per Latina che replica i valori riferiti ai dodici mesi precedenti; altrettanto la Capitale replica grossomodo i valori precedenti.

Tab. 14– Risultanze anagrafiche delle Imprese Femminili nel Lazio per provincia – Serie storica Provincia Registrate Iscrizioni Cessazioni

non d'ufficio

Saldo Tasso

natalità

Tasso

mortalità

Tasso

crescita

2018

Tasso

crescita

2017

Tasso

crescita

2016

Tasso

crescita

2015

FROSINONE 13.542 829 720 109 6,16 5,35 0,81 1,10 1,04 0,17

LATINA 14.735 1.062 906 156 7,16 6,11 1,05 1,03 1,35 1,50

RIETI 4.125 248 229 19 6,03 5,57 0,46 2,03 1,74 0,20ROMA 102.291 8.079 5.484 2.595 8,04 5,46 2,58 2,55 2,86 2,46

VITERBO 10.463 658 570 88 6,31 5,47 0,84 1,80 0,41 1,05

Lazio 145.156 10.876 7.909 2.967 7,59 5,52 2,07 2,19 2,31 1,97

Italia 1.337.359 95.672 85.956 9.716 7,19 6,46 0,73 1,01 0,37 1,10 Fonte: Elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

Per quanto attiene la provincia di Latina, che annovera oltre 14mila e 700 realtà in rosa, il 2018 registra un avanzo di 156 unità, all’esito della sottrazione di 906 imprese (al netto delle cessazioni d’ufficio) alle 1.062 iscrizioni. Come già evidenziato, in termini relativi la crescita non si discosta in maniera significativa dai valori riferiti ai dodici mesi precedenti (+1,05%); unico discrimine è il turnover imprenditoriale più contenuto tra nuovi ingressi e cancellazioni. Inoltre la variazione pontina risulta superiore alle dinamiche nazionali, che invece sono in deciso ridimensionamento, come sopra già evidenziato.

Graf. 26 - Indicatori di imprenditorialità femminile nelle province del Lazio. Anno 2018

1,050,81 0,46

2,58

0,842,07

0,73

-11,00

-6,00

-1,00

4,00

9,00

Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo Lazio Italia

%

tasso natalità tasso mortalità tasso di crescita

Fonte: Elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

Atteso che le attività commerciali (terziario tradizionale nella tabella seguente) condividono le medesime scelte di genere, tra uomini e donne, nonchè in termini di confronto territoriale, con una quota intorno al 30% delle preferenze, Latina si distingue per la maggior presenza di imprese in rosa nel comparto agricolo (21,4%, a fronte del 11,9% laziale e 17,1% nazionale), peraltro in misura nettamente superiore ai colleghi uomini pontini (17,1% la frequenza maschile).

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Tab. 15 – Imprese femminili e non per comparto produttivo in provincia di Latina Anno 201814 (valori assoluti e saldo annuale dello stock)

COMPARTI ECONOMICI Stock imprese

femminili al

31.12.2018

Peso %

su stock

totale

Stock imprese

maschili al

31.12.2018

Peso %

maschili

rispetto allo

stock totale

Stock imprese

femminili al

31.12.2018

Lazio

Peso %

su stock

totale

Stock imprese

femminili al

31.12.2018

Italia

Peso % su

stock

totale

Primario 2.981 21,4 6.924 17,0 14.860 11,9 214.052 17,1

Secondario 1.647 11,8 10.432 25,6 13.789 10,9 152.444 12,2

Terziario tradizionale 3.937 28,3 11.007 27,0 39.491 31,2 360.431 28,9

Macro settore dei servizi

orientati alle attività produttive 1.099 7,9 4.007 9,8 14.764 11,3 109.472 8,8

destinati al consumatore finale 2.870 20,6 5.018 12,3 28.831 22,1 274.832 22,0

servizi misti, a imprese o privati, e

sociali o collettivi 1.369 9,8 3.390 8,3 16.546 12,7 137.469 11,0

Totale 14.735 100,0 42.926 100,0 145.156 100,0 1.337.359 100,0

Fonte: Elaborazioni Osserfare su dati Movimprese A brevissima distanza si collocano i servizi destinati al consumatore finale, trattandosi in prevalenza dei servizi alla persona (lavanderie, servizi di parrucchiere e di estetista ecc...) e, dunque, di attività dove la presenza della delle donne, circa 1/5 delle imprese, è maggiore che per gli uomini (12,3% la quota sull’universo non in rosa). Altrettante sono le imprese femminili dedicate a tali attività ai livelli territoriali superiori. Passando alle tendenze dell’ultimo anno riferite ai settori quantitativamente più significativi, il bilancio è complessivamente negativo (-0,26% la variazione dello stock, a fronte del +0,37% precedente), all’esito di dinamiche divergenti: l’agricoltura replica pressoché la sottrazione del 2017, condividendo le sorti già descritte dell’intero comparto; l’Industria e l’Edilizia si collocano in area negativa, mentre i Servizi alla persona mostrano un deciso sprint, come illustrato nella tabella seguente:

Tab. 16: Imprese femminili e var% dello stock dei primi sei rami di attività

Attività Imprese Peso %

sul tot

attività

Var% stock

2018-2017

Var% stock

2017-2016

Var% stock

2016-2015

Commercio 3.937 28,3 -0,25 0,25 -1,74

Agricoltura 2.981 21,4 -1,81 -1,64 0,10

Turistico-ricettivo 1.468 10,6 0,82 1,73 3,10

Servizi alla persona 1.183 8,5 3,32 2,32 2,83

Industria 834 6,0 -1,18 1,31 2,17

Edilizia 766 5,5 -0,52 2,73 -0,13

Totale primi 6 settori 11.169 80,3 -0,26 0,37 0,20

Totale attività 14.735 100,0 0,57 0,97 0,94 Fonte: Elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

14

Settore primario (Agricoltura, silvicoltura, caccia e pesca)

Settore secondario (Manifattura; Costruzioni; Estrazioni di minerali da cave e miniere; Fornitura di acqua, reti

fognarie, attività di gestione e trattamento rifiuti; Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria

condizionata)

Settore terziario tradizionale (Commercio al dettaglio e all’ingrosso)

Servizi orientati al settore produttivo (Trasporto e magazzinaggio; Attività professionali, scientifiche e

tecniche; Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese)

Servizi destinati al consumatore finale (Servizi di alloggio e ristorazione; Altre attività di servizi, in prevalenza

parrucchieri e in misura minore riparatori di computer; Attività artistiche, sportive, di intrattenimento,

divertimento);

Servizi misti (alle imprese e/o alle famiglie) e servizi di tipo collettivo (Attività immobiliari; Attività

finanziarie e assicurative; Servizi di informazione e comunicazione; Sanità e assistenza sociale; Istruzione).

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Tornano in area negativa le attività commerciali (-0,25% la variazione dello stock), in ragione della più accentuata flessione degli Esercizi al dettaglio. Diversamente le attività Turistico-ricettive si confermano in crescita, sebbene meno sostenuta, trainata quest’anno dalla ristorazione. Ulteriore indicatore che contribuisce ad un’osservazione ancor più in profondità delle scelte imprenditoriali delle donne è il tasso di femminilizzazione15, che depura i dati di penetrazione nei diversi segmenti economici dalla relativa dimensione e, dunque, restituisce i settori a prevalente presenza femminile; il confronto con i valori nazionali è rappresentato nella seguente tabella, con una disaggregazione delle attività economiche a livello di divisione Ateco, per la quali l’indice è superiore alla relativa media territoriale (25,6% per Latina e 21,9% per l’Italia):

Tab. 17: Tasso di femminilizzazione e peso % per Divisione di attività

Latina e Italia – Graduatoria Anno 2018

Grad. Divisione Imprese Tasso di

femminil

izzazion

peso

%

Divisione Imprese Tasso di

femminil

izzazion

peso

%

1Q 88 Assistenza sociale non

residenziale101 63,5 0,7

S 96 Altre attività di servizi per la

persona118.888 59,0 8,9

2C 14 Confezione di articoli di

abbigliamento129 59,2 0,9

Q 88 Assistenza sociale non

residenziale7.682 56,6 0,6

3S 96 Altre attività di servizi per la

persona1.142 58,3 7,8

C 14 Confezione di articoli di

abbigliamento23.272 43,2 1,7

4Q 87 Servizi di assistenza sociale

residenziale60 52,2 0,4

Q 87 Servizi di assistenza sociale

residenziale2.936 41,8 0,2

5N 79 agenzie di viaggio, tour

operator58 38,2 0,4

N 79 agenzie di viaggio, tour

operator6.949 37,5 0,5

6 G 47 Commercio al dettaglio 3.046 35,2 20,7 I 55 Alloggio 20.140 34,0 1,5

7 J 63 Servizi d'informazione 162 34,7 1,1 G 47 Commercio al dettaglio 274.835 32,3 20,6

8 I 55 Alloggio 117 33,2 0,8 P 85 Istruzione 9.336 30,2 0,7

9 I 56 Servizi di ristorazione 1.351 31,0 9,2 J 63 Servizi d'informazione 14.300 29,1 1,1

10 A 01 Agricoltura 2.957 30,8 20,1 A 01 Agricoltura 211.001 29,1 15,8

11 Q 86 Assistenza sanitaria 60 30,6 0,4 I 56 Attività di ristorazione 112.441 28,7 8,4

12 P 85 Istruzione 80 29,5 0,5 N 81 Servizi per edifici e paesaggio 21.418 28,6 1,6

13 L 68 Attivita' immobiliari 512 29,0 3,5R 90 Attività creative, artistiche e di

intrattenimento4.861 28,2 0,4

14N 82 Supporto per le funzioni

d'ufficio e altri servizi alle imprese212 27,9 1,4 Q 86 Assistenza sanitaria 5.732 25,3 0,4

15K 66 Attività ausiliarie dei servizi

finanziari e assicurativi293 27,7 2,0

C 15 Fabbricazione di articoli in pelle

e simili6.198 25,2 0,5

16 C 10 Industrie alimentari 179 26,7 1,2N 82 Supporto per le funzioni

d'ufficio e altri servizi19.876 24,5 1,5

Totale 14.735 25,6 Totale 1.337.359 21,9

ITALIALATINA

Fonte: Elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

Come di consueto, i primi quattro segmenti di attività sono condivisi da entrambi i livelli territoriali, sebbene con un ordinamento leggermente differente e con una significativa maggiore incidenza della componente femminile nella nostra provincia rispetto ai valori nazionali; fatta eccezione per i servizi alla persona (estetiste e parrucchieri), si tratta di attività non significative in termini quantitativi, ma fortemente attrattive per la componente femminile. Passando ai modelli organizzativi, le imprese femminili sono in prevalenza gestite sotto forma di ditta individuale (58%), con un differenziale sulla

15

Il tasso di femminilizzazione è il rapporto tra le imprese femminili registrate nel settore di attività i-esimo ed

il totale delle imprese registrate nello stesso settore i-esimo; tale indice depura i dati di penetrazione nei

diversi settori economici dalla relativa dimensione e, dunque, restituisce i settori a prevalente presenza

femminile.

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componente maschile di 10 punti percentuali, che si spiega anche con la maggiore presenza di piccole imprese nei settori tipicamente femminili. Si replica anche nel corso del 2018 la crescita delle società di capitali, mentre le società di persone e le ditte individuali restano in area negativa.

Graf. 27 –Distribuzione delle imprese femminili per forma giuridica. Anno 2018

Imprese

individuali

58%

Società di

capitali

30%

Altre forme

4%

Società di

persone

8%

Fonte: Elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

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Il mercato del lavoro Secondo via Nazionale16 “… Il 2018, complessivamente, si caratterizza per un nuovo aumento dell’occupazione – sia nei valori assoluti sia nel tasso – che coinvolge anche i giovani di 15-34 anni. Inoltre, al calo della disoccupazione si associa la diminuzione del numero di inattivi. Prosegue, a ritmi più contenuti, l’aumento dell’occupazione e del relativo tasso. Continua, con maggiore intensità, il calo della disoccupazione che, nell’anno, si associa alla diminuzione dell’inattività per entrambi i generi e risulta concentrata nelle regioni settentrionali.…”. Il comunicato Istat restituisce le seguenti valutazioni: “L’occupazione cresce per il quinto anno consecutivo (+192mila, +0,8%,

a fronte del precedente +265mila, +1,2%), sebbene con minore intensità rispetto ai due anni precedenti; il tasso di occupazione sale al 58,5% (+0,6 punti), rimanendo 0,1 punti al di sotto del picco del 2008”;

“L’aumento dell’occupazione in termini relativi è maggiore tra le

donne (+1,0% rispetto a +0,7% degli uomini); il tasso di occupazione cresce in egual misura tra uomini e donne lasciando invariato a circa 18 punti il divario di genere. La riduzione del numero dei disoccupati riguarda invece più gli uomini (-5,7% e -4,7% le donne) ma anche in questo caso la riduzione del tasso è la stessa (-0,6 punti in entrambi i casi). Il calo dell’inattività è più consistente per le donne sia nei livelli sia nei tassi”.

“Prosegue per il terzo anno, a ritmi meno sostenuti, l’aumento del

numero degli occupati di 15-34 anni (16mila, +0,3%, a fronte di +45mila, +0,9%, del 2017) a cui si associa la crescita del tasso di occupazione a un ritmo più contenuto dell’anno precedente (+0,4 punti, 0,9 punti nel 2017). Tra i 35-49enni, malgrado la riduzione del numero di occupati, il tasso di occupazione aumenta di 0,4 punti. Persiste la crescita dell’occupazione e del relativo tasso per gli ultracinquantenni. La riduzione della disoccupazione è maggiore per i giovani in confronto ai 35-49enni; tra gli ultra 50enni per il secondo anno aumenta il numero di disoccupati a fronte di un calo di 0,1 punti del tasso di disoccupazione”.

“L’aumento continua ad interessare il lavoro alle dipendenze

(+215mila, +1,2%, a fronte del precedente +371mila unità, 2,1%,) ed esclusivamente quelli a tempo determinato (+323mila, +11,9%, rispetto a +298mila del 2017); mentre dopo quattro anni di crescita cala il tempo indeterminato (-108mila, -0,7% in confronto alla crescita dello scorso anno +73mila). Sebbene a ritmi meno sostenuti, prosegue per l’ottavo anno la

16

“Statistiche Flash: Il mercato del lavoro”, Istat, 13 marzo 2019

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diminuzione del numero di lavoratori indipendenti (-23mila, -0,4%, rispetto alla flessione di 105mila, -1,9%, riferita al 2017)”.

“Per il quarto anno consecutivo cresce il lavoro a tempo pieno

(+195mila, +1,0%); cala ancora leggermente il part time (-0,1%) ma non nella sua componente involontaria (+132mila, 5,0%); l’incidenza del tempo parziale involontario raggiunge il 64,1% (+3,1 punti) sul totale del del part time e all’11,9% sul totale degli occupati (+0,5 punti)”.

“Continua la riduzione del numero dei disoccupati (-151mila, -5,2%), in

misura più intensa rispetto al 2017 (-105mila, -3,7%), rimanendo tuttavia 1milione e 100mila in più rispetto a quelli del 2008. A ciò corrisponde un calo del tasso di disoccupazione di 0,6 punti (dall’11,2% del 2017 al 10,6 del 2018). Il calo della disoccupazione riguarda sia le persone in cerca di lavoro da almeno 12 mesi (-82mila, -4,9%) sia disoccupati di breve durata; l’incidenza delle persone in cerca di lavoro da almeno un anno sul totale dei disoccupati si attesta al 58,1% (+0,2 punti)”.

Nel 2018 il numero di inattivi diminuisce per il quinto anno consecutivo

(-125mila, -0,9%) ma in misura meno marcata dell’anno precedente; per il quarto anno prosegue anche la riduzione del numero degli scoraggiati (-189mila, -11,5%).

Nei cartogrammi seguenti sono indicati i tassi di occupazione e disoccupazione per provincia:

Graf. 28 – Tasso di disoccupazione per provincia – Anno 2018

(valori % e variazioni in punti sul 2017)

Fonte: Indagine sulle forze di lavoro- Istat

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Graf. 29 – Tasso di occupazione per provincia – Anno 2018 (valori % e var. in punti sul 2017)

Fonte: Indagine sulle forze di lavoro- Istat

Prima di passare alla lettura dei dati dell’indagine Istat sulle Forze di Lavoro della nostra provincia, si riporta la consueta precisazione riguardo i risultati diffusi, i quali vanno in ogni caso considerati con cautela, tenendo conto che si rileva negli ultimi anni un’accentuata variabilità delle stime; difatti, i risultati vanno assunti tenendo conto della rilevanza, soprattutto a livello provinciale, dell’errore campionario. Accade addirittura che in alcuni casi sia lo stesso Istat a sconsigliare l’utilizzo delle stime. L’interpretazione delle tendenze dei dati va dunque fatta con cautela tenuto conto che: - si tratta di una indagine campionaria le cui metodologie di rilevazione17 negli ultimi anni sono state modificate; - la definizione di “disoccupato” adottata dall’Istat, in coerenza con quanto avviene nel resto dell’Unione Europea, è per alcuni versi “restrittiva”, infatti, secondo tale definizione essere disoccupato deriva da una condizione, un comportamento, un atteggiamento. La condizione è quella di non avere un'occupazione; il comportamento si riferisce al fatto di avere effettuato almeno un'azione di ricerca di lavoro nei trenta giorni precedenti l'intervista; l'atteggiamento riguarda la disponibilità ad iniziare a lavorare entro le due settimane successive all'intervista; -i dati non permettono di valutare in quale misura pesino le varie posizioni di lavoro atipico; - non è possibile scendere ad un’analisi dettagliata per i settori che compongono l’industria e i servizi; - il dato medio non è disaggregabile a livello trimestrale e quindi non si può verificare l’evoluzione nel corso dell’anno. Occorre inoltre sottolineare che le serie storiche relative all’indagine Istat sono state riviste in conseguenza dell’aggiornamento dei pesi di riporto all'universo

17 Per gli aspetti metodologici dell’indagine, si veda: http://www.istat.it/lavoro/lavret/forzedilavoro/

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che tiene conto della popolazione ricostruita in base alle risultanze censuarie e alla revisione delle Anagrafi da parte dei Comuni nel periodo post-censuario.

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Le dinamiche congiunturali del mercato del lavoro in provincia di Latina

Dopo il rimbalzo avvenuto nell’ultimo biennio, nel corso del 2018, le stime Istat certificano per la provincia di Latina una decisa flessione dell’occupazione, determinata dal taglio netto di oltre 5mila e 700 unità (-2,7% la variazione tendenziale), peraltro in controtendenza rispetto alle dinamiche riferite ai livelli territoriali superiori. Gli esiti rilevati per il Lazio mostrano una leggera crescita (+0,2%, appena 4mila unità), decisamente ridimensionata rispetto ai valori 2017 (quasi 42mila occupati in più); mentre su scala nazionale l’occupazione avanza dello 0,8%, anch’essa in rallentamento rispetto al tendenziale riferito ai dodici mesi precedenti (+1,2%). Diversamente dallo scorso anno, in cui si rilevava il rimbalzo dell’occupazione maschile, le dinamiche targate 2018 per la nostra provincia non trovano una dimensione di genere, esplicitandosi in una pressoché equa condivisione delle tendenze da parte di entrambe le componenti: la perdita femminile sfiora le 2mila e 400 unità (-3,0%), mentre il bilancio per gli uomini risulta in rosso per oltre 3mila e 300 unità (-2,5%). Si ribadisce, come di consueto, che il riferimento alla sola quantificazione delle unità è un indicatore che da solo non può descrivere lo “stato di salute” del mercato del lavoro, atteso che non sono note a livello provinciale le stime riferite all’intensità di lavoro (numero di ore lavorate), né rispetto alla durata e tipologia dei contratti. Diversamente, la leggera crescita dell’occupazione laziale ha una marcata connotazione femminile, rappresentandosi per quella maschile una sostanziale stazionarietà: il differenziale positivo sfiora le 4mila occupate in più (+0,4% la crescita percentuale); comunque entrambe le componenti risultano in deciso rallentamento rispetto alle variazioni riferite ai dodici mesi precedenti (rispettivamente +1,6% gli uomini e +2,0% le donne). In un quadro di decelerazione delle dinamiche complessive, si conferma anche quest’anno a livello nazionale la maggiore vivacità della componente femminile, sebbene registri un deciso ridimensionamento degli esiti rispetto all’espansione record dell’ultimo biennio; difatti, l’avanzo in termini assoluti si assottiglia, sfiorando le 95mila occupate in più (+1,0%, a fronte delle 149mila del 2017, +1,6% in termini relativi). Il bilancio dei “colleghi” uomini è leggermente superiore: ammontano a 97mila le unità aggiuntive che hanno dichiarato di aver lavorato nel corso del 2018 (0,7% in più), in ulteriore leggero rallentamento rispetto ai dodici mesi precedenti (+0,9% la variazione).

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42

La sintesi delle dinamiche su esposte è evidenziata nei grafici seguenti:

Graf. 30 - Andamento degli occupati per sesso n.i. Anno 2008 = 100

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Istat Il confronto con le altre province laziali mostra, oltre che per la nostra provincia, dinamiche negative anche nel viterbese, sebbene di intensità più contenuta; il ritorno all’espansione nel reatino e le variazioni complessive di minor rilievo nel frusinate e nella Capitale.

Tab. 18: Occupati per sesso in provincia di Latina, nel Lazio e in Italia –Anno 2018 e 2017 (valori assoluti e var%)

Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale

Viterbo 67.939 47.724 115.662 69.531 47.651 117.181 -2,3 0,2 -1,3Rieti 34.241 24.118 58.359 32.288 24.339 56.626 6,0 -0,9 3,1Roma 1.006.444 835.740 1.842.183 1.004.331 828.825 1.833.156 0,2 0,8 0,5Latina 131.569 75.583 207.152 134.916 77.957 212.873 -2,5 -3,0 -2,7Frosinone 99.076 59.389 158.465 97.952 59.903 157.855 1,1 -0,9 0,4

Lazio 1.339.269 1.042.553 2.381.822 1.339.018 1.038.674 2.377.692 0,0 0,4 0,2

ITALIA 13.446.642 9.768.306 23.214.949 13.349.250 9.673.708 23.022.959 0,7 1,0 0,8

Anno 2018 Anno 2017 Variazioni %Occupati

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Istat

Al riguardo, su scala nazionale l’Istat18 evidenzia che “…nonostante il rallentamento del ritmo di crescita, il livello dell’occupazione torna ad essere il più alto degli ultimi dieci anni, superando di 125mila unità quello del 2008 (+0,5%). Il ritorno dell’occupazione ai livelli pre-crisi è dovuto esclusivamente

18

Rapporto annuale 2019. La situazione del Paese – Istat, giugno 2019

20182017201620152014201320122011201020092008

90

94

98

102

106

110

114

118'Femmine Maschi

132 mila -2,5%

76 mila -3,0%

LATINA OCCUPATI -2,7%

20182017201620152014201320122011201020092008

90

94

98

102

106

110

114

118 Maschi 'Femmine

1.339 mila +0,0%

1.042 mila +0,4%

LAZIO OCCUPATI +0,2%

20182017201620152014201320122011201020092008

90

94

98

102

106

110

114

118 Maschi 'Femmine

13.447 mila +0,7%

9.768 mila +1,0%

ITALIA OCCUPATI +0,8%

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al lavoro dipendente, che in dieci anni è aumentato di 682mila unità (+4,0%), a fronte di un calo di oltre mezzo milione di lavoratori autonomi, la cui quota sul totale degli occupati è scesa progressivamente (da 25,5% nel 2008 a 22,9% nel 2018).” Inoltre, l’Istat ribadisce che: “… il forte aumento del lavoro alle dipende nel corso del decennio è dovuto essenzialmente al tempo determinato,… con una quota dei dipendenti a termine che arrivano a costituire il 17% del totale degli occupati dipendenti (+3,7 punti percentuali). A questi andamenti si associa un progressivo aumento dei lavori di breve durata: in otto casi su dieci, infatti, l’aumento del tempo determinato dei dieci anni ha riguardato lavori di durata inferiore ai sei mesi, che nel 2018 rappresentano il 48,2% dei dipendenti a termine (era il 37,4% nel 2008).” Passando alle forze di lavoro, come di consueto occorre sottolineare che l’algebra delle due componenti, occupati e persone in cerca di occupazione, di fatto non corrisponde ad una sorta di travaso “pulito” dalla ricerca di lavoro all’ottenimento dell’impiego, in quanto, come già ribadito, non potendo contare su stime riferite all’intensità di lavoro, le valutazioni sono da prendersi con estrema cautela. Il 2018 mostra dinamiche quasi speculari dei due aggregati: al calo degli occupati sopra descritto, corrisponde il rimbalzo ancor più significativo delle persone in cerca di occupazione (7mila le unità in più, +21% in termini tendenziali), anch’esso altrettanto democratico nella ripartizione di genere.

Graf. 31 - Andamento delle forze di lavoro e degli occupati in provincia di Latina. Valori assoluti

Serie storica anni 2004-2018

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Istat

Il grafico su esposto mostra come, dopo il balzo esponenziale delle persone in cerca di occupazione a partire dal 2012 (+10mila unità, rappresentate nel grafico sopra esposto dalla distanza tra le due spezzate riferite alle Forze di

180.000

190.000

200.000

210.000

220.000

230.000

240.000

250.000

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

Forze di

lavoro

Occupati

Persone in

cerca di occupazione

36mila media 2013-2017

Persone in

cerca di occupazione

19mila media 2004-2008

Persone in

cerca di occupazione

27mila media 2009-2012

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lavoro e agli Occupati), cui è seguita l’inversione di tendenza del biennio scorso (nel 2017 i disoccupati tornano sulle 32mila persone, tante quante nel 2012), l’ultimo anno mostra una recrudescenza delle dinamiche riportando l’aggregato dei disoccupati alla cifra record di 39mila unità, per una crescita di genere di 4mila unità per gli uomini e di circa 2mila e 700 per le donne (rispettivamente +25% e +17% rispetto ai valori precedenti). Tale crescita vertiginosa si realizza esclusivamente in provincia di Latina, atteso per le altre realtà laziali, nonché su scala nazionale gli esiti sono decisamente più contenuti, come evidenziato nella tabella seguente:

Tab. 19: Forze di lavoro - Rilevazione continua – Persone in cerca di occupazione sesso in provincia di Latina, nel Lazio e in Italia –Anno 2018 e 2017

Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale

Viterbo 8.804 6.734 15.538 9.634 7.839 17.473 -8,6% -14,1% -11,1%

Rieti 3.984 3.073 7.057 4.401 3.196 7.597 -9,5% -3,9% -7,1%

Roma 105.349 94.756 200.105 98.587 92.767 191.353 6,9% 2,1% 4,6%

Latina 20.077 19.347 39.424 16.033 16.653 32.686 25,2% 16,2% 20,6%

Frosinone 19.762 16.733 36.495 18.521 16.064 34.586 6,7% 4,2% 5,5%

Lazio 157.975 140.643 298.618 147.176 136.519 283.695 7,3% 3,0% 5,3%

ITALIA 1.451.908 1.303.564 2.755.472 1.539.258 1.367.625 2.906.883 -5,7% -4,7% -5,2%

Variazioni %Territori Persone in cerca di occupazione

2018 2017

Persone in cerca di occupazione

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Istat

Torna ad aumentare in provincia di Latina, ed in misura significativa, il tasso di disoccupazione19, che si attesta alla cifra record del 16,0% (a fronte del 13,3% del 2017), replicando la dimensione democratica di genere in termini di crescita: la variazione comune è intorno ai 2,7 punti percentuali in più, attestandosi il tasso maschile al 13,2% (rispetto al 10,6% del 2017) e quello riferito alle donne alla vetta inesplorata del 20,4% (a fronte del 17,6% precedente).

Tab. 20: Forze di lavoro - Rilevazione continua - Principali indicatori per la provincia di Latina

Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale

POPOLAZIONE DI ETA' SUP. AI 15 ANNI 242.995 251.994 494.988 242.467 251.842 493.309 0,2% 0,1% 0,3%

Forze di lavoro 151.646 94.930 246.576 150.949 94.610 245.559 0,5% 0,3% 0,4%

-Occupati in complesso 131.569 75.583 207.152 134.916 77.957 212.873 -2,5% -3,0% -2,7%

-Persone in cerca di occupaz. 20.077 19.347 39.424 16.033 16.653 32.686 25,2% 16,2% 20,6%

TASSO DI ATTIVITA' 15-64 ANNI 77,2 50,1 63,8 77,5 49,9 63,8 -0,3 0,2 0,0

TASSO DI OCCUPAZIONE 15-64 ANNI 66,8 39,7 53,4 69,0 41,0 55,1 -2,2 -1,3 -1,7

TASSO DI DISOCCUPAZIONE 13,2 20,4 16,0 10,6 17,6 13,3 2,6 2,8 2,7

Valori %

Anno 2018

Differenze '18 - 17

Anno 2017

Valori %

Variazioni

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Istat

Il che implica che il differenziale di genere in termini di tasso di disoccupazione conferma la distanza inesplorata dello scorso anno di 7 punti percentuali, come illustrato in serie storica:

19 Il tasso di disoccupazione è dato dal rapporto tra disoccupati e forze di lavoro.

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Graf. 32 - Andamento tasso di disoccupazione maschile e femminile in provincia di Latina.

11,9

13,5

11,8

15,516,5

15,9

13,8

10,510,9

8,5

20,4

17,617,2

18,819,1

18,617,7

12,8

16,0

13,3

15,3

9,7

15,1

7,7

9,79,3

6,5

13,2

10,6

14,4

13,713,1

11,2

20182017201620152014201320122011201020092008

4,0

6,0

8,0

10,0

12,0

14,0

16,0

18,0

20,0

22,0

Femmine

Totale

Maschi

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Istat

Si conferma in crescita la forbice rispetto al Lazio, dove la disoccupazione avanza di quasi mezzo punto percentuale, attestandosi all’11,1% (rispetto al 10,7% del 2017); altrettanto avviene rispetto ai valori nazionali, diversamente in leggero ulteriore calo (10,6%, a fronte del 11,2% riferito ai dodici mesi precedenti), come illustrato nel grafico sottostante. Al riguardo, anche quest’anno in Italia prosegue il trend di contenimento dell’indice di disoccupazione: la stima è di oltre 151 mila persone in meno in cerca di lavoro (-5,2% in termini relativi); mentre nel Lazio si ingrossano le fila delle persone in cerca di occupazione di quasi 15mila unità (+5,3).

Graf. 33 - Andamento tasso di disoccupazione Latina, Lazio e Italia.

9,28,4

7,5

10,7

8,47,7

6,7

11,1

10,711,1

11,812,5

12,010,6

8,7 10,6

11,211,711,9

12,712,1

8,4

15,915,3

13,8

9,710,510,9

8,5

16,516,0

13,3

15,5

20182017201620152014201320122011201020092008

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

10,0

12,0

14,0

16,0

18,0

Lazio Italia Latina

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Istat

Estendendo i confronti territoriali alle altre realtà laziali,come illustrato nel grafico seguente, il tasso di disoccupazione mostra performance in peggioramento che accomunano il basso Lazio; mentre la Capitale si conferma la

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sola realtà a mostrare valori inferiori alla media nazionale (9,8% il tasso di disoccupazione romano, a fronte dell’10,6% in Italia e del 11,1% nel Lazio ).

Graf. 34 - Andamento territoriale del tasso di disoccupazione. Serie storica

6,0

8,0

10,0

12,0

14,0

16,0

18,0

20,0

2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

Viterbo Rieti Roma Latina Lazio Frosinone Italia

LT

VT

LAZIO

FR

RM

ITALIARI

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Istat

Ampliando l’osservazione ai più recenti indicatori complementari del mercato del lavoro, il tasso di mancata partecipazione offre una misura più ampia della quota di persone potenzialmente impiegabili nel sistema produttivo poiché tiene conto anche di una parte delle forze lavoro potenziali, vale a dire coloro che si dichiarano disponibili a lavorare pur non cercando attivamente lavoro. Nel 2018 l’indicatore nella nostra provincia rimbalza al 24,6% (19,2% per gli uomini e 32,5% per le donne) in linea con il quadro del mercato del lavoro descritto per la nostra provincia e per un differenziale rispetto al Lazio ed alla media Italia in decisa espansione, come evidenziato nella tabella seguente: Tab. 21: Forze di lavoro - Rilevazione continua – Tasso di mancata partecipazione 15-74 anni 20– valori %

Territorio 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018Italia 16,5 17,5 17,9 20,0 21,7 22,9 22,5 21,6 20,5 19,7

Lazio 14,8 16,2 16,1 18,2 20,0 20,8 20,5 19,3 18,1 18,1Viterbo 15,0 17,2 17,4 19,7 21,4 22,0 23,0 21,8 21,3 20,9Rieti 15,3 15,4 17,0 18,0 20,8 23,9 24,6 23,4 24,2 20,4

Roma 13,5 15,0 14,8 16,3 18,2 18,9 18,5 17,1 16,1 15,8

Latina 18,3 18,3 18,7 22,8 23,9 23,8 26,3 24,7 21,5 24,6

Frosinone 21,7 23,5 23,3 28,6 30,1 32,5 28,9 30,3 29,2 30,2 Fonte: Indagine sulle forze di lavoro- Istat

Passando alle giovani generazioni, per quanto riguarda la nostra provincia, dopo la crescita esponenziale dell’ultimo triennio, culminata con la soglia record del 40,8% nel 2014, la disoccupazione giovanile (15-29 anni) mostra un ripiegamento, tuttavia con una progressione più lenta sia in serie storica che rispetto al Lazio ed all’Italia.

20 Tasso di mancata partecipazione al lavoro: percentuale di disoccupati di 15-74 anni + parte delle forze di lavoro potenziali di 15-74 anni (inattivi che non cercano lavoro nelle 4 settimane ma disponibili a lavorare) sul totale delle forze di lavoro 15-74 anni + parte delle forze di lavoro potenziali 15-74 anni (inattivi che non cercano lavoro nelle 4 settimane ma disponibili a lavorare).

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Graf. 35 - Andamento tasso di disoccupazione giovanile (classe 15-29 anni) Latina, Lazio e Italia.

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

35,0

40,0

45,0

2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

Latina Lazio Italia

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Istat

Tab. 22: Tasso di disoccupazione giovanile per classi di età in provincia di Latina, Lazio e Italia

Territorio Classe di età 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

15-24 anni 25,3 27,9 29,2 35,3 40,0 42,7 40,3 37,8 34,7 32,2

15-29 anni 18,3 20,3 20,5 25,4 29,8 31,6 29,9 28,4 26,7 24,8

25-34 anni 10,6 11,9 11,7 14,9 17,7 18,6 17,8 17,7 17,0 15,9

35 anni e più 5,0 5,3 5,4 7,1 8,2 8,5 8,0 8,0 7,9 7,6

15 anni e più 7,7 8,4 8,4 10,7 12,1 12,7 11,9 11,7 11,2 10,6

15-24 anni 30,4 30,9 33,8 40,0 45,1 49,0 42,6 41,6 37,5 34,5

15-29 anni 20,9 22,1 23,5 28,4 31,1 34,2 31,3 29,3 27,7 27,3

25-34 anni 11,3 13,3 12,7 15,4 16,9 18,7 18,3 16,7 16,0 17,0

35 anni e più 5,4 6,0 5,5 6,9 8,2 8,3 8,1 7,7 7,6 8,2

15-24 anni 30,0 34,3 17,8 40,7 45,7 45,8 43,5 43,3 37,5 37,4

15-29 anni 22,8 22,3 18,8 30,7 31,7 40,8 33,4 32,5 31,4 29,6

25-34 anni 15,4 15,0 14,1 17,9 19,8 23,6 19,7 18,9 18,6 17,5

35 anni e più 6,9 6,4 7,2 9,0 11,3 11,0 13,0 12,2 9,6 13,3

Latina

Italia

Lazio

Fonte: Istat, Indagine sulle Forze di lavoro

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Le dinamiche settoriali Il 2018 mostra dinamiche fortemente disomogenee a livello settoriale: in estrema sintesi, le opportunità occupazionali sono state create nel campo dell’agricoltura e del commercio. Riguardo all’agricoltura, le stime di un’ulteriore crescita pari a circa 3mila e 200 unità (+12%, che si aggiunge al +25% annuo riferito al biennio precedente pari a quasi 10mila occupati in più), conducono ad uno stock complessivo di dimensioni pari ad oltre 29mila unità occupate. Diversamente, dopo due anni di espansione, crolla l’occupazione nel settore delle costruzioni; la dimensione occupazionale è stimato in circa 10mila unità, valori ai minimi in serie storica, all’esito dell’ulteriore sottrazione di 3mila e 700 unità (-26,0% la variazione percentuale). Altrettante ne fuoriescono dall’industria, che replica grossomodo la contrazione targata 2017 (-12,1%). L’Istat stima complessivamente in calo i servizi: mille e 500 sono le unità in meno (-1,1% la variazione percentuale), all’esito di dinamiche positive delle attività turistico-ricettive (+6,1% la variazione percentuale), cui fa da contraltare la flessione delle altre attività terziarie.

Tab. 23 - Occupati per settore di attività economica e posizione in provincia di Latina

Anni 2017 e 2018

dipendenti indipende

nti

totale dipendenti indipendenti totale dipende

nti

indipend

enti

totale dipend

enti

indipen

denti

totale

totale 158.594 54.279 212.873 154.323 52.829 207.152 -2,7 -2,7 -2,7 4,4 7,2 5,1

agricoltura, silvicoltura e

pesca 16.954 9.152 26.107 18.713 10.597 29.310 10,4 15,8 12,3 34,8 10,1 25,0

totale industria (b-f)37.722 7.381 45.103 33.416 4.263 37.679 -11,4 -42,2 -16,5 -7,5 -15,0 -8,9

totale industria escluse

costruzioni (b-e) 29.010 1.834 30.844 25.864 1.257 27.121 -10,8 -31,5 -12,1 -10,7 -44,9 -13,9

costruzioni 8.712 5.547 14.259 7.552 3.006 10.558 -13,3 -45,8 -26,0 4,7 3,5 4,2

totale servizi (g-u) 103.917 37.746 141.660 102.195 37.969 140.164 -1,7 0,6 -1,1 5,4 12,1 7,1

commercio, alberghi e

ristoranti (g,i) 28.401 17.852 46.253 26.471 22.615 49.086 -6,8 26,7 6,1 8,3 14,7 10,6

altre attività dei servizi (j-

u) 75.517 19.893 95.410 75.724 15.354 91.078 0,3 -22,8 -4,5 4,4 10,0 5,5

2017Attività economica

2018 Var % 2018-2017 Var % 2017-2016

Fonte: Istat, Indagine sulle Forze di lavoro

Il confronto territoriale mostra dinamiche piuttosto diversificate; in primis, l’espansione vigorosa dell’agricoltura non è condivisa dalle altre realtà laziali, né a livello nazionale. L’industria laziale (+3,2% la variazione percentuale) mostra prevalentemente variazioni positive, sostenuta dalla vivacità capitolina; anche a livello nazionale la performance è positiva (+1,8% la variazione percentuale). Anche il segmento turistico ricettivo laziale è condizionato dagli esiti occupazionali capitolini, in contrazione del 6,4%. Mentre le costruzioni del frusinate condividono le stesse sorti pontine, per una flessione anch’essa oltre il 20%.

Tab. 24 - Occupati per settore di attività economica nelle province del Lazio e in Italia

Anno 2018 e var %

Occupati Var %

18/17Occupati

Var %

18/17Occupati

Var %

18/17Occupati

Var %

18/17Occupati

Var %

18/17Occupati

Var %

18/17

Viterbo 6.072 -18,3 14.108 -0,9 7.258 0,9 24.000 -3,9 64.225 1,4 115.662 -1,3

Rieti 1.783 -30,6 7.039 7,5 5.847 29,7 10.890 0,0 32.801 2,1 58.359 3,7

Roma 15.987 2,4 126.968 7,9 92.724 10,4 351.094 -6,4 1.255.410 1,2 1.842.183 0,5

Latina 29.310 12,3 27.121 -12,1 10.558 -26,0 49.086 6,1 91.078 -4,5 207.152 -2,7

Frosinone 1.619 7,3 39.477 1,7 12.637 -22,2 32.021 15,0 72.712 -1,0 158.465 0,4

LAZIO 54.770 2,9 214.712 3,2 129.023 2,2 467.091 -3,7 1.516.226 0,7 2.381.822 0,2

ITALIA 872.368 0,1 4.653.016 1,8 1.406.781 -0,6 4.746.381 0,2 11.536.402 1,0 23.214.949 0,8

TOTALE

Territori

Agricoltura Industria Costruzioni Commercio Alberghi Altri servizi

Fonte: Istat, Indagine sulle Forze di lavoro

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49

La Cassa Integrazione Guadagni Su scala nazionale, il monte ore di Cassa Integrazione Guadagni (CIG) mostra un ulteriore ridimensionamento anche nel corso del 2018, attestandosi a quota 218 milioni di ore autorizzate, in drastico calo del 39,4% rispetto ai dodici mesi precedenti; al riguardo, le stime restituiscono oltre 107mila posizioni lavorative coinvolte. Atteso che lo strumento in deroga è in via di estinzione, ciò che maggiormente si rileva anche quest’anno è il brusco calo della cassa integrazione straordinaria (-44,2%), che nell’anno ha totalizzato oltre 119milioni di ore autorizzate (a fronte dei 21amilioni targati 2017), di cui il 49% con causale “solidarietà”. Come già evidenziato per l’anno precedente, su tali dinamiche interviene, con un impatto di tipo puramente amministrativo non quantificabile, l’effetto prodotto dalle riforme degli ammortizzatori sociali (Fornero e Jobs Act21), che hanno determinato la combinazione della progressiva scomparsa della deroga e un aumento dei costi per l’utilizzo degli ammortizzatori sociali. Per le ragioni appena illustrate, la componente in deroga tende quasi ad annullarsi -91,7% (2,5milioni di ore), mentre l’ordinaria si contrae di un ulteriore 8,7% (96milioni di ore). Le dinamiche su esposte sono illustrate nel grafico seguente:

Graf. 36 – Andamento delle ore di CIG autorizzate ordinarie, straordinarie e totali. Italia Serie storica (gen 2015 – dic. 2018)

ITALIA

0

10.000.000

20.000.000

30.000.000

40.000.000

50.000.000

60.000.000

70.000.000

80.000.000

gen

-15

feb-1

5

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15

apr-

15

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15

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16

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-16

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16

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-16

no

v-1

6

dic

-16

gen

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feb-1

7

mar-

17

apr-

17

mag

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ago

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17

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-17

no

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7

dic

-17

gen

-18

feb-1

8

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18

apr-

18

mag

-18

giu

-18

lug

-18

ago

-18

set-

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ott

-18

no

v-1

8

dic

-18

Ordinaria Straordinaria

Totale In deroga

Media Mobile su 12 per. (Totale)

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati INPS

21

l’aumento delle aliquote a carico delle imprese in funzione dell’utilizzo con l’introduzione del meccanismo di responsabilizzazione delle imprese attraverso le aliquote del contributo d’uso, pari addizionale del 9% della retribuzione persa per i periodi di cassa (cumulando CIGO, CIGS e contratti di solidarietà) sino a un anno di utilizzo nel quinquennio mobile; del 12% sino a due anni e del 15% sino a tre. Le novità in materia di cassa integrazione ordinaria (CIGO).

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50

In termini settoriali, l’industria, cui “compete” circa il 70% del monte ore complessivo, conferma il calo più significativo dei decreti autorizzati (replicando la medesima variazione riferita ai dodici mesi precedenti,-40,1%), all’esito di una contrazione condivisa da tutti i segmenti di attività, sebbene con intensità diverse; unica eccezione la Fabbricazione di apparecchi radiotelevisivi e di apparecchiature per le comunicazioni, in crescita del 65%, sebbene il peso relativo di tale segmento sia comunque modesto, spiegando appena il 5% del totale delle ore autorizzate nel comparto. Nel dettaglio si confermano in area di contrazione la lavorazione dei prodotti in metallo, la fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici e l’automotive (segmenti industriali più significativi in termini di monte ore complessivo destinato al manifatturiero spiegando ognuno il 10% dell’intero). In flessione anche l’edilizia, sebbene ad un ritmo più contenuto rispetto ai dodici mesi precedenti (33milioni di ore, -12% la variazione tendenziale) Diversamente, per quanto attiene le misure di politica passiva, si confermano in aumento le domande di disoccupazione22 (Naspi, Aspi, miniAspi e mobilità) del 5,8% su base annua, per un totale di oltre 2milioni di domande, a fronte di 1,9 milioni dell'anno precedente. Le dinamiche laziali risultano in contrazione più contenuta rispetto a quanto rilevato su scala nazionale: il monte ore di cassa integrazione autorizzate totalizzato nel Lazio si attesta sui 24 milioni di ore, in flessione dell’8,4%. I posti di lavoro salvaguardati si attestano sulle 11mila e 700 unità, a fronte delle 12mila e 800 riferite ai dodici mesi precedenti. Pressoché nullo il peso degli interventi in deroga nel Lazio (circa il 2%, in linea con i valori nazionali); la componente straordinaria, con 16,6milioni di ore autorizzate, spiega il 70% del monte ore complessivo, in leggera crescita rispetto al 2017 e comunque circa 15 punti superiori rispetto alla media nazionale (56% la quota sul totale ore concesse). La componente ordinaria si conferma in crescita (quasi 7milioni di ore, +8% la variazione percentuale), in controtendenza rispetto alle dinamiche rilevate su scala nazionale. L’articolazione settoriale delle dinamiche risulta alquanto disomogenea; l’industria, dopo il drastico dimezzamento dello scorso anno, torna a crescere (+12,1% la variazione tendenziale), prevalentemente nel segmento della Fabbricazione di apparecchi radiotelevisivi e di apparecchiature per le comunicazioni, come peraltro evidenziato anche su scala nazionale; al riguardo la crescita è esponenziale, giungendo quest’ultimo a spiegare il 27% del monte ore complessivo dell’industria (dalle 215mila ore autorizzate nel 2017, si passa a sfiorare i 3milioni di ore nel corso del 2018). In controtendenza rispetto alle dinamiche nazionali, invece, l’automotive, che nel Lazio mostra un’impennata attestandosi su 1,7milioni di ore autorizzate (a fronte delle 158mila dell’anno precedente); avanza anche il segmento chimico. L’edilizia laziale risulta, invece, in linea con le dinamiche rilevate su scala nazionale: registra una ulteriore rallentamento, attestandosi intorno ai 3,5milioni di ore (-5,7% rispetto ai dodici mesi precedenti).

22Nel 2015 è stata introdotta una nuova prestazione per la disoccupazione non agricola involontaria denominata NASpI, che ha sostituito ASpI e Mini ASpI. Tale prestazione è entrata in vigore con riferimento agli eventi di disoccupazione con data di cessazione dal lavoro successiva al 30 aprile 2015. Sempre nell’anno 2015 è stata introdotta per la prima volta in via sperimentale la DIS COLL (la Disoccupazione ai Collaboratori della Gestione separata); successivamente la Legge n.81 del 22 maggio 2017 art.7, attraverso la modifica e l’integrazione dell’art. 15 del D.lgs. n.22 del 2015, ha reso questa nuova prestazione strutturale.

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51

Graf. 37 – Andamento delle ore di CIG autorizzate ordinarie, straordinarie e totali. Lazio

Serie storica (gen 2015 – dic. 2018)

LAZIO

0

2.000.000

4.000.000

6.000.000

8.000.000

10.000.000

12.000.000

14.000.000

16.000.000

ge

n-1

5

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5

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r-1

5

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-15

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5

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5

no

v-1

5

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-15

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6

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6

ma

g-1

6

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-16

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-16

ag

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se

t-1

6

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6

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ge

n-1

7

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7

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r-1

7

ma

g-1

7

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-17

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7

se

t-1

7

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7

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v-1

7

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-17

ge

n-1

8

feb

-18

ma

r-1

8

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r-1

8

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g-1

8

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8

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no

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-18

Ordinaria Straordinaria

Totale In deroga

Media Mobile su 12 per. (Totale)

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati INPS

Il monte ore di cassa integrazione autorizzate dall’Inps per la provincia di Latina mette a segno un rimbalzo senza precedenti tornado a superare i 2,3milioni di ore, pari a mille e 147 lavoratori coinvolti, a fronte dei 440 riferiti ai dodici mesi precedenti, collocando Latina ai vertici della graduatoria provinciale per incremento nell’impiego di tali interventi. La Cassa integrazione straordinaria torna a raggiungere la cifra di 1.032mila ore autorizzate, a fronte delle appena 249mila riferite ai dodici mesi precedenti. Altrettanto l’ordinaria mostra dinamiche in decisa crescita, per un ammontare di 1.306mila ore (+65% la variazione tendenziale), mentre gli interventi in deroga divengono pressoché nulli. Graf. 38 – Andamento delle ore di CIG autorizzate ordinarie, straordinarie e totali. Latina

Serie storica (gen 2015 – dic. 2018)

LATINA

0

100000

200000

300000

400000

500000

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5

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se

t-1

6

ott-1

6

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7

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-17

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-17

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8

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-18

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8

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-18

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-18

ag

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se

t-1

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ott-1

8

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v-1

8

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-18

Ordinaria Straordinaria

Totale In deroga

Media Mobile su 12 per. (Totale)

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati INPS

La spezzata illustrata nel grafico sopra riportato relativa alla media mobile sui 12 mesi riferita alle ore complessive erogate mostra chiaramente come l’ultimo anno rappresenti un punto di rottura rispetto al deciso ridimensionamento registrato nell’ultimo triennio.

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52

Per quanto riguarda l’industria, in consistente crescita dell’86% circa sui dodici mesi precedenti, i settori più in difficoltà e con più ore richieste sono il chimico che spiega circa ¼ del monte ore complessivo, risultando in significativa crescita (505mila le ore di CIG autorizzate, a fronte delle mille del 2017) e la Fabbricazione di altri mezzi di trasporto (330mila ore richieste, rispetto alle 21mila del 2017), nonché il tessile (248mila ore richieste, mentre erano 105mila del 2017). Inoltre, anche nella nostra provincia l’edilizia inverte la rotta mostrando una avanzamento del 10% circa sui dodici mesi precedenti (250mila le ore concesse,a fronte delle 213mile targate 2017). La stima, sempre da prendere con la dovuta cautela, del numero di lavoratori che potenzialmente possono avere utilizzato tale strumento di sostegno al reddito nel corso dell’anno in provincia di Latina, come già evidenziato torna a salire sui mille e 147 occupati equivalenti (numero ipotetico di lavoratori sospesi integralmente a zero ore nell’anno). L’incidenza sull’occupazione dipendente che sale allo 0,7% (a fronte dello 0,3% precedente); nel Lazio i lavoratori in cassa integrazione si stimano pari allo 0,6% degli occupati dipendenti, tanto quanto la media nazionale.

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53

Ore autorizzate per trattamenti di integrazione salariale - Cenni normativi Considerati i significativi cambiamenti normativi che il Decreto Legislativo n. 148/2015 (Jobs Act) ha determinando riscrivendo le norme che regolano la Cassa integrazione guadagni ordinaria e straordinaria, si ritiene opportuno riportare una sintesi dei principali interventi. La Cassa Integrazione Guadagni è una prestazione finalizzata a sostituire o integrare la retribuzione ed è destinata ai lavoratori sospesi dal lavoro o che operano con orario ridotto a causa di difficoltà produttive dell'azienda. Possono usufruire dell'integrazione salariale gli operai, gli impiegati e i quadri mentre sono esclusi i dirigenti gli apprendisti e i lavoranti a domicilio.

La CIGO (Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria) è rivolta alle aziende industriali non edili e alle aziende industriali ed artigiane dell'edilizia e del settore lapideo che sospendono o riducono l'attività aziendale a causa di eventi temporanei e transitori quali ad es. la mancanza di commesse, le avversità atmosferiche. Può essere concessa per 13 settimane, più eventuali proroghe fino a 12 mesi; in determinate aree territoriali il limite è elevato a 24 mesi. L'intervento di CIGS (Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria) può essere richiesto per ristrutturazione, riorganizzazione e riconversione aziendale, per crisi aziendale di particolare rilevanza sociale e in caso di procedure concorsuali, quali fallimento, liquidazione coatta amministrativa, ecc. La CIGS è destinata ad aziende con, in media, più di 15 dipendenti nel semestre precedente la richiesta di intervento; le aziende sono quelle dei settori industriali ed edili, dell'artigianato dell'indotto (cioè con un solo committente destinatario di CIGS), dei servizi di mensa e ristorazione dell'indotto, delle cooperative agricole; ed inoltre ad imprese commerciali con più di 200 dipendenti (in regime transitorio anche con numero di dipendenti da 51 a 200), ad imprese editrici di giornali per i quali si prescinde dal limite dei 15 dipendenti, imprese di spedizioni e trasporto del terziario e ad agenzie di viaggi e turismo, ciascuna con più di 50 dipendenti.

Sono definiti "in deroga" i trattamenti di integrazione salariale (CIGD), destinati ai lavoratori (compresi apprendisti, interinali e lavoratori a domicilio) di imprese escluse dalla Cassa Integrazione Guadagni ordinaria e straordinaria. La CIG in deroga alla vigente normativa è concessa nei casi in cui alcuni settori (tessile, abbigliamento, calzaturiero, orafo, ecc) versino in grave crisi occupazionale. Essa può durare al massimo 12 mesi e il suo ammontare può arrivare fino all'80% della retribuzione. Lo strumento della cassa integrazione guadagni in deroga permette quindi, senza modificare la normativa che regola la CIG, di concedere i trattamenti di integrazione salariale anche a tipologie di aziende e lavoratori che ne sono esclusi.

Il D.lgs. 148/2015 ha introdotto importanti novità in materia di integrazioni salariali. Di seguito le più importanti: -La durata massima complessiva dei trattamenti Ordinari e Straordinari non può superare i 24 mesi nel quinquennio mobile. Nel caso del settore edile la durata massima è di 30 mesi. Nella platea dei beneficiari vengono inclusi anche gli apprendisti assunti con contratto di apprendistato professionalizzante.

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-A partire dal 1° gennaio 2016 vengono abolite le commissioni provinciali per l’autorizzazione delle ore di CIGO; l’autorizzazione dei trattamenti ordinari viene disposta direttamente dalla Sede INPS territorialmente competente. -Per quanto riguarda la CIGS a partire dal 1° gennaio 2016 viene esclusa come causale di autorizzazione la cessazione dell'attività produttiva dell'azienda o di un ramo di essa. Prestazioni di disoccupazione e mobilità – Cenni normativi La NASpI è una prestazione economica che sostituisce l’indennità di disoccupazione denominata Assicurazione Sociale per l’Impiego (ASpI). È una prestazione erogata a favore dei lavoratori dipendenti che abbiano perduto involontariamente l'occupazione, per gli eventi di disoccupazione che si verificano dal 1° maggio 2015. Sono coperti da tutela tutti i lavoratori dipendenti ad eccezione degli operai agricoli (coperti da specifica tutela) e i lavoratori a tempo indeterminato della pubblica amministrazione. Il lavoratore che perde involontariamente il lavoro può beneficiare della prestazione se, in stato di disoccupazione, può far valere almeno 13 settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione e almeno trenta giornate di lavoro effettivo nei dodici mesi che precedono l’inizio del periodo di disoccupazione. La prestazione prevede una durata pari alla metà delle settimane di contribuzione contro la disoccupazione nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione non considerando i periodi di contribuzione che hanno già dato luogo a prestazioni di disoccupazione precedenti. La durata massima è di 24 mesi. La mobilità è un intervento a sostegno di particolari categorie di lavoratori licenziati da aziende in difficoltà che garantisce al lavoratore un'indennità sostitutiva della retribuzione e ne favorisce il reinserimento nel mondo del lavoro. L'indennità spetta ai lavoratori a tempo indeterminato con qualifica di operaio, impiegato o quadro, licenziati, collocati in mobilità e iscritti nelle relative liste, in possesso di un'anzianità aziendale di almeno 12 mesi, di cui almeno sei di effettivo lavoro. La prestazione riguarda i lavoratori delle seguenti tipologie di imprese:- imprese industriali che hanno impiegato mediamente più di 15 dipendenti nell'ultimo semestre; - imprese commerciali che hanno impiegato mediamente più di 200 dipendenti nell'ultimo semestre; -cooperativecherientranonell'ambitodelladisciplinadellamobilità,chehannoimpiegatomediamentepiùdi15dipendentinell'ultimo semestre; - imprese artigiane dell'indotto, nel solo caso in cui anche l'azienda committente ha fatto ricorso alla mobilità; - aziende commerciali che hanno impiegato mediamente tra 50 e 200 dipendenti nell'ultimo semestre; - agenzie di viaggio e turismo che hanno impiegato mediamente più di 50 dipendenti nell'ultimo semestre; - imprese di vigilanza che hanno impiegato mediamente più di 15 dipendenti nell'ultimo semestre. Dal 01.01.2005 al personale,anche viaggiante,dei vettori aerei e delle società da questi derivanti, indipendentemente dal limite numerico dei dipendenti occupati nell'ultimo semestre.

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Il valore aggiunto

Il valore aggiunto provinciale e il valore aggiunto pro-capite rappresentano la più sintetica misurazione della ricchezza di un territorio e danno indicazioni che consentono di apprezzare la crescita del sistema economico provinciale.

Secondo la definizione che ne dà l’Istat, “il valore aggiunto è la risultante della differenza tra il valore della produzione di beni e servizi conseguiti dalle singole branche produttive ed il valore dei beni e servizi intermedi dalle stesse consumate(materie prime e ausiliarie impiegate e servizi forniti da altre unità produttive) e corrisponde, altresì, alla somma delle retribuzioni dei fattori produttivi e degli ammortamenti.

Il valore aggiunto a prezzi di mercato è dato dal valore aggiunto ai prezzi di base aumentato dalle imposte sui prodotti, al netto dai contributi ai prodotti. Tale indicatore permette di capire come la provincia crea il suo reddito e in quale misura vi concorrono i grandi settori produttivi; consente, pertanto, attraverso l’analisi in serie storica, di leggere la traccia del percorso dello sviluppo economico della provincia anche in termini di confronto territoriale rispetto alle altre province del Lazio e all’andamento nazionale.

Si ritiene opportuno, tra l’altro, ribadire che la tempistica di aggiornamento delle stime, ormai sfasate di un solo anno (gli ultimi dati disponibili sono al 2016 a livello di branca di attività economica provinciale e 2017 su scala regionale e nazionale), impone significative correzioni successive che suggeriscono di effettuare valutazioni estremamente caute, data la portata delle revisioni statistiche attuate dall’Istat negli anni a seguire. Al riguardo, ad ottobre 2014, l’Istat ha rilasciato le nuove serie annuali dei conti nazionali basate sul nuovo Sistema Europeo del Conti (SEC 2010); come in altri paesi europei, le serie storiche dei conti nazionali sono state oggetto di una revisione straordinaria, la quale ha beneficiato di miglioramenti nei metodi e nelle fonti.

Quanto sopra determina che i valori esposti nelle tabelle seguenti possono non coincidere con quanto indicato nei precedenti rapporti, proprio in ragione della rilevanza di tali revisioni.

Secondo le ultime stime provinciali dell’Istat, il valore aggiunto prodotto in provincia di Latina nel 2016 (ultima revisione dicembre 2018) si attesta sugli 11,4 miliardi di euro a prezzi correnti, per una variazione tendenziale in crescita (+1,1%).

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Tab. 25 Valore aggiunto ai prezzi correnti (milioni di euro)

Territori 2011 2012 2013 2014 2015 2016

Var %

16/15

Var %

15/14

Var %

14/13

Viterbo 5.986,80 5.835,00 5.759,00 5.887,60 5.852,80 5.801,90 -0,9 -0,6 2,2

Rieti 2.741,70 2.767,30 2.742,40 2.718,30 2.645,40 2.612,60 -1,2 -2,7 -0,9

Roma 138.847,60 134.625,00 133.832,30 134.412,60 135.065,80 140.983,70 4,4 0,5 0,4

Latina 10.911,50 11.011,70 11.015,60 11.030,00 11.281,10 11.400,50 1,1 2,3 0,1

Frosinone 10.009,10 9.590,60 9.369,20 9.364,30 9.594,90 9.820,60 2,4 2,5 -0,1

Lazio 168.496,60 163.829,60 162.718,50 163.412,70 164.440,00 170.619,30 3,8 0,6 0,4

Italia 1.470.334,10 1.448.021,00 1.444.106,10 1.457.859,20 1.485.251,40 1.517.530,60 2,2 1,9 1,0 Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Istat

La disaggregazione per branca di attività economica, conferma in crescita l’output industriale, sebbene il passo risulti meno accentuato, e le costruzioni (rispettivamente +2,8% e +4,4%); i servizi registrano un valore aggiunto superiore allo scorso anno (+1,2%), beneficiando in primis dell’avanzo importante del segmento delle attività commerciali (+3,0%, a fronte del -4,3% precedente). Le attività finanziarie e assicurative mostrano una significativa flessione, mentre l’immobiliare mostra pressoché il medesimo passo dell’anno precedente. Si arresta la decrescita delle attività dei servizi di informazione e comunicazione.

Di seguito è illustrata la serie storica:

Tab. 26 Valore aggiunto per Branca di attività economica, var.% e composizione % in provincia di Latina (valori assoluti in milioni di euro) - Serie storica

2014 2015 2016 16/15 15/14 14/13 2008 2016

agricoltura, silvicoltura e pesca 610,6 706 642,4 -9,0 15,6 -6,7 4,3 5,6 industria manifatturiera 1681,2 1842,4 1894,6 2,8 9,6 -5,4 17,5 16,6 costruzioni 562,4 588,9 614,7 4,4 4,7 -3,8 6,4 5,4 servizi 7905,4 7881,2 7975,7 1,2 -0,3 2,2 69,6 70,0 commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione

di autoveicoli e motocicli, trasporto e magazzinaggio,

servizi di alloggio e di ristorazione2271,9 2173,6 2237,9 3,0 -4,3 1,2 20,4 19,6

servizi di informazione e comunicazione 163,1 157,9 157,8 -0,1 -3,2 -7,1 3,0 1,4 attività finanziarie e assicurative 469,8 506,8 473,9 -6,5 7,9 3,9 4,8 4,2 attività immobiliari 1788,5 1816,2 1838,3 1,2 1,5 2,7 14,4 16,1 attività professionali, scientifiche e tecniche,

amministrazione e servizi di supporto 715,9 737,8 734,6 -0,4 3,1 4,1 6,7 6,4

amministrazione pubblica e difesa, assicurazione

sociale obbligatoria, istruzione, sanità e assistenza

sociale2016 2035 2064 1,4 0,9 0,6 17,0 18,1

attività artistiche, di intrattenimento e

divertimento, riparazione di beni per la casa e altri

servizi

480,3 453,8 469,2 3,4 -5,5 11,5 3,4 4,1

Totale attività economiche 11.030,0 11.281,1 11.400,5 1,1 2,3 0,1 100,0 100,0

Peso %Branca di attività economica

ANNI Var. %

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Istituto G. Tagliacarne

Dopo il deciso rimbalzo dello scorso anno, l’agricoltura torna in area negativa (-9,0%, a fronte del +15,6% riferito ai dodici mesi precedenti).

Il confronto in termini di valori pro-capite, che consente di sottrarre l’effetto dimensionale dei diversi territori, mostra la considerevole distanza tra la Capitale, che esprime un valore aggiunto per abitante che supera i 32mila euro, e le province “minori”, la cui soglia si attesta intorno ai 20mila euro pro-capite.

A Latina la ricchezza prodotta pro-capite si attesta sui 20mila e 200 euro, pari al 80% della media nazionale; a considerevole distanza si conferma Roma che

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57

esprime, come di consueto, performance economiche notevolmente superiori alla media nazionale, oltrepassandola di oltre il 28% circa.

Tab. 27 Valore Aggiunto pro-capite ai prezzi correnti

Viterbo 18.894,90 18.957,72 18.314,39 17.924,16 18.278,66 18.227,20 18.153,63 18.418,84

Rieti 17.858,31 17.418,63 17.481,45 17.204,25 17.063,83 16.669,20 16.546,19 16.934,57

Roma 33.816,84 34.083,06 32.370,35 31.340,98 31.030,70 31.111,84 32.430,93 32.845,41

Latina 20.269,12 19.867,94 19.759,03 19.458,74 19.313,64 19.677,53 19.840,71 20.244,17

Frosinone 19.485,38 20.187,68 19.308,68 18.832,65 18.830,24 19.344,55 19.879,71 20.211,37

Lazio 29.904,20 30.131,73 28.793,57 27.984,95 27.784,66 27.916,61 28.951,41 29.359,66

Italia 24.122,62 24.481,09 23.998,05 23.811,90 23.982,25 24.456,39 25.030,40 25.549,66

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2017Territori 2016

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Istituto G. Tagliacarne e Istat

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58

La dinamica del credito I depositi bancari I depositi bancari rappresentano il risultato dell’attività di raccolta diretta delle banche (depositi, conti correnti, certificati di deposito, obbligazioni, pronti contro termine,…) presso soggetti non bancari; occorre sottolineare che l’azione delle banche non rappresenta il canale esclusivo della raccolta, in considerazione della presenza anche di altri intermediari, la cui attività non è rilevabile. Inoltre, gli stessi istituti bancari attuano anche altre forme di raccolta diretta, tra le quali i pronti contro termine (ultimamente piuttosto apprezzati dalla clientela), i titoli obbligazionari, le azioni e i titoli di stato, non compresi nei dati di seguito descritti; tuttavia, nonostante il livello di approssimazione attribuibile ai fattori sopra descritti, l’andamento dei depositi bancari restituisce un quadro conoscitivo importante sui comportamenti dei soggetti economici di un territorio. Secondo il Rapporto mensile ABI23, anche nel 2018 si osserva per le diverse componenti della raccolta “…la netta divaricazione tra le fonti a breve e quelle a medio e lungo termine. I depositi da clientela residente (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine al netto delle operazioni con controparti centrali, dei depositi con durata prestabilita connessi con operazioni di cessioni di crediti) hanno registrato a dicembre 2018 una variazione tendenziale pari a +2,2%, segnando un aumento in valore assoluto su base annua di 31,9 miliardi di euro. La variazione annua delle obbligazioni è risultata pari a -15,3% (-17% il mese precedente), manifestando una diminuzione in valore assoluto su base annua di 42 miliardi di euro. Secondo l’ultimo rapporto di Bankitalia24 “..Nell’ultima parte del 2018 i depositi bancari di imprese e famiglie residenti nel Lazio si sono ridotti (-0,9 per cento a dicembre 2018), dopo essere cresciuti per larga parte dell’anno. Dopo quattro anni di aumento, i depositi delle imprese, in particolare i conti correnti, si sono ridotti del 6,5 per cento, mentre è proseguito l’accumulo di giacenze liquide delle famiglie residenti nel Lazio. Con riferimento alle forme tecniche, la crescita dei conti correnti ha inizialmente accelerato, per poi contrarsi bruscamente nell’ultimo trimestre del 2018, mentre i depositi a risparmio si sono ridotti del 2,7 per cento a fine anno (fig. 5.6). Il valore complessivo dei titoli a custodia si è ridotto di oltre il 10 per cento. La contrazione ha riguardato sia i titoli posseduti dalle famiglie (-9,4 per cento) sia dalle imprese (-10,7 per cento).

23

Monthly Outolook Economia e Mercati Finanziari-Creditizi- A cura dell’Ufficio Analisi Economiche dell’ABI-Gennaio 2019 24

“Economie regionali. L’economia del Lazio”, a cura dell’Ufficio Studi di Banca d’Italia, giugno 2019

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59

A fine 2018 le somme depositate presso gli Istituti di credito con riferimento ai clienti residenti in provincia di Latina e non, ammontano a complessivamente a 9.054 milioni di euro e si confermano in ulteriore crescita, per un passo che complessivamente risulta in leggero rallentamento rispetto ai dodici mesi precedenti (+2,7% la variazione media tendenziale mensile, a fronte del +3,2% precedente).

Tab. 28 - Depositi nelle province del Lazio e in Italia (valori assoluti e var %)

Lazio 191.327 -10,5% 5,8% 12,1% 100,0% 32.447

Viterbo 5.084 1,4% 2,3% 3,3% 2,7% 15.977

Rieti 2.325 0,2% 0,5% 4,4% 1,2% 14.850

Roma 166.299 -12,1% -7,2% -1,0% 86,9% 38.179

Latina 9.054 2,2% 2,7% 3,2% 4,7% 15.731

Frosinone 8.565 2,4% 2,0% 1,5% 4,5% 17.458

ITALIA 1.517.270 1,1% 3,2% 3,1% --- 25.085

Deposti/pop.

residente

€/ab.

Peso %

sul

Lazio

Var. %

media

dic 17 - 16

Depositi in

milioni di

euro

Var. %

media

dic 18 - 17

Var. %

dic '18 -

dic '17

Territori

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d’Italia

A fine 2018, a Latina si concentra il 4,7% della raccolta regionale, che “normalizzata” rispetto alla dimensione demografica si traduce in oltre 15mila e 700 euro per abitante, a fronte degli oltre 32mila euro nel Lazio e dei 25mila nazionali.

Graf. 39 - Provincia di Latina – Dinamica dei depositi bancari – Valori assoluti in milioni di euro e Valori assoluti in milioni di euro e var % tendenziali su dati mensili

6.500

7.500

8.500

9.500

gen

2017

feb

2017

mar

2017

apr

2017

mag

2017

giu

2017

lug

2017

ago

2017

set

2017

ott

2017

nov

2017

dic

2017

gen

2018

feb

2018

mar

2018

apr

2018

mag

2018

giu

2018

lug

2018

ago

2018

set

2018

ott

2018

nov

2018

dic

2018

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

20

Var % tendenziale

Depositi in milioni di euro 9.054

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d’Italia

Dopo l’ultimo biennio di crescita a due cifre che attestavano la preferenza di scelte più prudenziali di “accumulo” dei capitali, i depositi da parte delle imprese locali mostrano una crescita decisamente ridimensionata: +4,3% la variazione percentuale in media da gennaio a dicembre, a fronte del 12,3% precedente.

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60

Tab. 29 - Depositi nelle province del Lazio e in Italia : famiglie consumatrici e imprese (valori assoluti e var %)

Famiglie

consumat

rici

Imprese e

Famiglie

produttrici

Famiglie

consumat

rici

Imprese e

Famiglie

produttrici

Famiglie

consumat

rici

Imprese e

Famiglie

produttrici

Famiglie

consumatr

ici

Imprese e

Famiglie

produttrici

Lazio 191.327 100.104 46.356 2,0% -5,4% 2,4% 5,9% 2,2% 11,4%

Viterbo 5.084 4.223 704 1,0% 2,8% 1,9% 4,4% 2,7% 8,4%

Rieti 2.325 2.061 190 0,3% 7,8% 0,9% 12,7% 2,3% 12,6%

Roma 166.299 79.536 42.623 2,2% -6,3% 2,6% 5,9% 2,4% 11,6%

Latina 9.054 7.087 1.676 1,5% 4,6% 2,1% 4,3% 1,5% 12,3%

Frosinone 8.565 7.198 1.163 1,3% 10,5% 1,5% 5,7% 1,0% 5,4%ITALIA 1.517.270 978.618 340.117 2,4% 2,4% 2,8% 9,2% 2,8% 9,2%

Var. % media

gen-dic 17

Var. % media

gen-dic 18di cui

Var. %

Dic. 18 -17

TerritoriDepositi in

milioni di €

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d’Italia

Passando alla raccolta diretta, di seguito sono illustrati i volumi su scala territoriale: al riguardo occorre evidenziare che in provincia di Latina è per il 90% appannaggio delle famiglie, prevalendo invece nel Lazio ed in Italia la componente delle società finanziarie (la quota destinata alle famiglie scende infatti rispettivamente al 13% ed al 34%).

Tab. 30 - Raccolta indiretta a Latina, Lazio e in Italia (valori in milioni di euro al 31 dicembre 2018)

Totale

Famiglie,

istituz.senza

scopo di

lucro

Soc.non

finanziarie e

famiglie

produttrici

Totale

Famiglie,

istituz.senza

scopo di

lucro

Soc.non

finanziarie

e famiglie

produttrici

Totale

Famiglie,

istituz.sen

za scopo

di lucro

Soc.non

finanziarie e

famiglie

produttrici

Latina 2.824 2.600 222 2.546 2.361 183 167 142 26

Lazio 420.890 54.968 69.574 311.906 48.309 62.123 7.227 5.005 679

ITALIA 2.082.229 705.628 164.682 1.595.213 633.528 142.266 93.868 55.980 7.039

Totale residenti al netto delle Istituzioni finanziarie monetarie

Territori

Raccolta indirettadi cui Titoli a custodia

(fair value)

di cui Titoli in gestione

(fair value)

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d’Italia

Diversamente dai depositi, la raccolta bancaria indiretta25 in provincia di Latina, dopo il rimbalzo dello scorso anno, mostra un significativo rallentamento nella prima porzione d’anno, evidenziando nel prosieguo variazioni negative in progressiva decisa accentuazione, che ne condizionano gli esiti riferiti all’intera annualità, che risulta in flessione tendenziale media del -1,1% (a fronte del +3,4% riferito ai dodici mesi precedenti). Entrambi i segmenti, famiglie e imprese, mostrano performance in deciso ripiegamento rispetto alla vivacità registrata nel 2017, che conducono le prime sul sentiero negativo (-1,2 la media delle variazioni trimestrali, rispetto all’espansione precedente del +3,0%), mentre le imprese rimangono complessivamente intorno alla stazionarietà (+0,5%, a fronte del +6,4% passato).

25

La raccolta indiretta rappresenta l'attività di investimento e distribuzione -di titoli, fondi comuni, assicurazioni -svolta dalla banca per conto terzi; questa permette alla banca di beneficiare di commissioni sia da istituti terzi che dalla clientela; ad esempio commissioni di collocamento, amministrazione e gestione. La raccolta indiretta può essere suddivisa in: Raccolta Amministrata (custodia ed amministrazione titoli di terzi, presso il conto titoli), connessa con lo svolgimento di banca depositaria; Raccolta Gestita (gestioni patrimoniali e collocamento di fondi comuni) connessa, dunque, con l'attività di gestione dei portafogli. La valorizzazione è al fair value (valore di mercato).

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61

Il confronto territoriale mostra la medesima flessione complessiva nel Lazio (-1,1% la media delle variazioni trimestrali) che, diversamente dalle risultanze pontine, risulta essere in contenimento rispetto alla marcata flessione targata 2017; al riguardo entrambi i segmenti, famiglie e imprese, mostrano flessioni consistenti, soprattutto nella seconda porzione d’anno, sebbene il dato complessivo sia influenzato prevalentemente dalla componente delle società finanziarie, non illustrata in tabella, che spiega il 70% della raccolta indiretta laziale. Anche su scala nazionale si replicano dinamiche simili, con lo stesso passo complessivo riferito all’intera raccolta indiretta (-1,1% la media delle variazioni trimestrali), come rappresentato nella tabella seguente:

Tab. 31 - Raccolta indiretta a Latina, Lazio e in Italia (media delle var % trimestrali tendenziali )

2016 2017 2018 2016 2017 2018 2016 2017 2018

Latina -3,8 3,2 -1,1 -3,6 2,6 -1,8 -2,4 12,9 6,3Lazio 4,2 -4,5 -1,1 4,1 2,1 -3,8 5,0 0,1 -1,6ITALIA 0,1 1,5 -1,1 -0,5 2,9 -3,4 0,3 2,6 1,3

Latina -3,7 3,0 -1,2 -3,7 2,3 -2,1 -1,0 13,4 9,3

Lazio -3,9 0,4 -2,1 -5,0 0,7 -2,9 9,9 -1,3 2,6

ITALIA -4,6 0,9 -1,2 -4,8 0,7 -1,3 0,0 4,8 -2,0

Latina -5,5 6,5 0,5 -2,6 6,5 1,5 -8,8 11,0 -7,4

Lazio -6,7 1,4 -7,9 -6,7 2,6 -9,6 -3,8 7,0 -22,0

ITALIA -9,8 6,0 -4,5 -10,2 7,6 -5,1 -6,5 3,9 -2,7

Totale residenti al netto delle Istituzioni finanziarie monetarie

TerritoriRaccolta indiretta

Famiglie consumatrici

Soc. non finanziarie e fam. produttrici

di cui Titoli a custodia

(fair value)

di cui Titoli in gestione

(fair value)

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d’Italia

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62

Gli impieghi bancari

Secondo quanto emerge dall'indagine sul credito bancario dell’area Euro (Bank

Lending Survey 26) condotta da palazzo Kock, nel trimestre di chiusura del 2018 “… La domanda di finanziamenti da parte delle imprese ha continuato a crescere (figura 1.b). All’aumento delle richieste di prestiti hanno contribuito soprattutto il basso livello dei tassi di interesse e la spesa connessa con le scorte e il capitale circolante. Anche la domanda di mutui da parte delle famiglie ha registrato un moderato incremento, riflettendo prevalentemente le favorevoli prospettive del mercato immobiliare.” Rispetto ai dodici mesi precedenti, caratterizzati da una sostanziale stazionarietà, il 2018 mostra andamenti tendenziali espansivi, che peraltro sono andati progressivamente consolidandosi per una seconda porzione d’anno in cui la crescita si è posizionata costantemente oltre il 2%. I volumi concessi in termini di impieghi “vivi” (finanziamenti alla clientela al netto delle sofferenze) ammontano a dicembre a 7.463milioni di euro; la variazione media tendenziale per l’intero 2018 si attesta al +2,2% (a fronte dell’invarianza riferita all’analogo periodo dell’anno precedente). La serie storica è illustrata nel seguente grafico:

Graf. 40 - Provincia di Latina – Dinamica dei prestiti “vivi” bancari –

Valori assoluti in milioni di euro e var % tendenziali su dati mensili

2,42,22,6

2,32,31,91,8

1,2

0,00,4

0,70,20,2

-0,5-0,4-0,2 -0,1

0,81,1

1,6

2,3 2,4

2,12,3

7.000

7.200

7.400

7.600

7.800

8.000

8.200

8.400

31-12-

2018

30-11-

2018

31-10-

2018

30-09-

2018

31-08-

2018

31-07-

2018

30-06-

2018

31-05-

2018

30-04-

2018

31-03-

2018

28-02-

2018

31-01-

2018

31-12-

2017

30-11-

2017

31-10-

2017

30-09-

2017

31-08-

2017

31-07-

2017

30-06-

2017

31-05-

2017

30-04-

2017

31-03-

2017

28-02-

2017

31-01-

2017

-4,0

-3,0

-2,0

-1,0

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

Var. %

Prestiti "vivi" in milioni di euro 7.463

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d'Italia

26 “Indagine sul credito bancario nell’area dell’euro principali risultati per le banche italiane.” Banca D’Italia, gennaio 2019.

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63

Gli esiti su scala nazionale, riferiti all’intera “clientela ordinaria”, mostrano dinamiche complessive che si collocano in area positiva, certificando un miglioramento rispetto alla decrescita riferita all’analogo periodo dell’anno precedente: la variazione tendenziale media mensile targata 2018 si attesta al +0,6% (a fronte del -0,9%, pari alla media delle variazioni tendenziali riferite ai dodici mesi precedenti). Di seguito è illustrato il confronto territoriale riferito all’intero aggregato dei presti “vivi”:

Graf. 41: Prestiti “vivi” alla clientela totale Latina, Lazio e Italia. Var tendenziali %

-1,5-1,1

0,0

-1,9

0,6-0,8

-1,6

0,0 0,2 -0,20,0

2,4

1,0

0,9 0,8

0,80,6

1,4

2,11,8

1,61,81,8

0,60,6

0,1

2,0

1,21,7

1,9

0,5

-4,0

-3,0

-2,0

-1,0

-

1,0

2,0

3,0

4,0

31-

12-

2018

30-

11-

2018

31-

10-

2018

30-

09-

2018

31-

08-

2018

31-

07-

2018

30-

06-

2018

31-

05-

2018

30-

04-

2018

31-

03-

2018

28-

02-

2018

31-

01-

2018

31-

12-

2017

30-

11-

2017

31-

10-

2017

30-

09-

2017

31-

08-

2017

31-

07-

2017

30-

06-

2017

31-

05-

2017

30-

04-

2017

31-

03-

2017

28-

02-

2017

31-

01-

2017

Lazio Italia Latina

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d’Italia Con riferimento ai valori regionali, le erogazioni destinate alla totalità della clientela si posizionano intorno alla stazionarietà (-0,3% la media delle variazioni tendenziali mensili), tuttavia tali esiti mostrano un peggioramento rispetto alle dinamiche 2017 (+1,5% il valore medio). Il quadro sintetico delle dinamiche laziali disaggregate per provincia e a livello nazionale è illustrato nella tabelle seguente:

Tab. 32 - Prestiti “vivi” per localizzazione della clientela nelle province del Lazio e in Italia (valori in milioni di euro e var %)

Clientela

Ordinaria

Fam.

Cons.

Imprese e

Fam.

Prod.

Clientela

Ordinaria

Fam.

Cons.

Imprese e

Fam.

Prod.

Clientela

Ordinaria

Fam.

Cons.

Imprese e

Fam.

Prod.

Lazio 373.411 64.875 70.694 2,4% 2,8% 2,6% -0,3% 3,1% -2,6% 1,5% 2,5% -2,4%

Viterbo 4.460 2.353 1.869 1,3% 3,0% -0,1% 1,1% 3,1% -0,4% -0,7% 2,4% -1,8%

Rieti 1.609 1.051 413 1,1% 1,0% 2,8% 1,5% 1,6% 2,7% -0,3% 2,1% -4,4%

Roma 354.035 54.688 62.681 2,4% 2,7% 2,5% -0,4% 3,2% -3,1% 1,5% 2,5% -2,5%

Latina 7.463 4.039 3.118 2,3% 3,2% 2,0% 2,2% 3,5% 1,5% 0,3% 2,9% -0,7%

Frosinone 5.844 2.743 2.613 2,9% 2,6% 5,9% 1,5% 2,6% 1,6% 0,3% 2,8% -2,5%ITALIA 1.616.369 523.352 676.944 1,4% 2,9% -0,2% 0,6% 2,5% -1,0% -0,9% 2,2% -3,3%

Var. % media gen-dic 2018

Territori

Var.tendenziale % Dic.18 -

Dic.17Prestiti "vivi"

Clientela

Ordinaria

Prestiti

"vivi"

Famiglie

Cons.

Prestiti

"vivi"

Imprese e

Famiglie

Prod.

Var. % media gen-dic 2017

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d’Italia

Disaggregando per segmento della clientela, si confermano sul sentiero di crescita i prestiti alle famiglie consumatrici laziali (+3,1%, a fronte del +2,5% targato 2017), mentre il segmento business grossomodo replica la flessione media dei dodici mesi precedenti (-2,6%), all’esito di una seconda semestrale in deciso recupero, come evidenziato nel grafico seguente:

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64

Graf. 42: Prestiti “vivi” alla clientela totale ed alle imprese ed alle famiglie consumatrici nel Lazio.

Var tendenziali %

2,82,73,23,13,23,5

2,6

-1,0-0,4

0,7

-4,7

-3,2

2,4

-1,5-1,6-0,8

-1,10,0

-9,0

-7,0

-5,0

-3,0

-1,0

1,0

3,0

5,0

31-12-

2018

30-11-

2018

31-10-

2018

30-09-

2018

31-08-

2018

31-07-

2018

30-06-

2018

31-05-

2018

30-04-

2018

31-03-

2018

28-02-

2018

31-01-

2018

31-12-

2017

30-11-

2017

31-10-

2017

30-09-

2017

31-08-

2017

31-07-

2017

30-06-

2017

31-05-

2017

30-04-

2017

31-03-

2017

28-02-

2017

31-01-

2017

Famiglie consumatrici Imprese Totale

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d’Italia

Al riguardo, secondo Bankitalia

27: “…Il rafforzamento dell’espansione

nell’ultimo trimestre (4,8 per cento a dicembre) è riconducibile alla crescita dei prestiti alle imprese connessa ad alcune operazioni straordinarie di grandi gruppi; al netto di queste operazioni i prestiti alle imprese hanno ristagnato e l’espansione del settore privato non finanziario si sarebbe ridotta a circa un terzo del valore registrato”. Altrettanto su scala nazionale, i prestiti alle imprese anche nel corso del 2018 si mantengono costantemente in area negativa, tuttavia con un importante recupero nell’ultima porzione d’anno; altresì, le famiglie mantengo una crescita costantemente superiore al 2%, con un singulto a partire da giugno che accresce con altrettanta stabilità di un ulteriore mezzo punto le variazioni tendenziali mensili.

Graf. 43: Prestiti “vivi” alla clientela totale ed alle imprese ed alle famiglie consumatrici in Italia.

Var tendenziali %

2,7 2,6 2,6 2,7 2,7 2,9

-0,8-0,7

0,2-0,2 -0,7

-0,2

0,9 0,81,0

0,8 0,61,4

-5,0

-4,0

-3,0

-2,0

-1,0

-

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

31-12-

2018

30-11-

2018

31-10-

2018

30-09-

2018

31-08-

2018

31-07-

2018

30-06-

2018

31-05-

2018

30-04-

2018

31-03-

2018

28-02-

2018

31-01-

2018

31-12-

2017

30-11-

2017

31-10-

2017

30-09-

2017

31-08-

2017

31-07-

2017

30-06-

2017

31-05-

2017

30-04-

2017

31-03-

2017

28-02-

2017

31-01-

2017

Famiglie consumatrici Imprese Totale

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d’Italia

27

“Economie regionali. L’economia del Lazio”, a cura dell’Ufficio Studi di Banca d’Italia, giugno 2019.

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65

Tornando alla provincia di Latina, anche quest’anno si riduce il differenziale riferito alle dinamiche disaggregate per segmento della clientela: le erogazioni per le “Famiglie Consumatrici”, mantengono toni espansivi leggermente più accentuati nella prima porzione d’anno, per una progressione positiva che a partire da giugno tende a stabilizzarsi su variazioni leggermente più contenute, che conduce variazioni tendenziali mensili mediamente intorno al 3,2% (a fronte del 3,5% riferito al 2017). Dopo il lento progressivo recupero dello scorso anno è proseguito nel corso del 2018 il trend dei prestiti alle “Imprese e Famiglie Produttrici” (ossia grandi e piccole imprese), che tornano in area positiva, peraltro con continuità in corso d’anno: la variazione mensile tendenziale media nel corso del 2018 si attesta all’inedito +1,5%, a fronte del -0,7% dei dodici mesi precedenti.

Graf. 44: Prestiti “vivi” alla clientela totale ed alle imprese ed alle famiglie consumatrici a Latina.

Var tendenziali %

3,4 3,23,23,53,43,2

1,91,8

2,11,7

1,2

2,0

2,3 2,22,4 2,42,1

2,3

-3,0

-2,0

-1,0

-

1,0

2,0

3,0

4,0

31-

12-

2018

30-

11-

2018

31-

10-

2018

30-

09-

2018

31-

08-

2018

31-

07-

2018

30-

06-

2018

31-

05-

2018

30-

04-

2018

31-

03-

2018

28-

02-

2018

31-

01-

2018

31-

12-

2017

30-

11-

2017

31-

10-

2017

30-

09-

2017

31-

08-

2017

31-

07-

2017

30-

06-

2017

31-

05-

2017

30-

04-

2017

31-

03-

2017

28-

02-

2017

31-

01-

2017

Famiglie consumatrici Imprese Totale

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d’Italia

Mediamente nel 2018 le imprese pontine (settore privato non finanziario) hanno avuto una disponibilità di risorse finanziarie aggiuntiva rispetto all’annualità precedente, superiore ai 44 milioni di euro. Come già evidenziato lo scorso anno, al recupero del segmento business contribuiscono sia la grande (con più di 20 addetti) che la piccola impresa; al riguardo, per la prima volta quest’anno, si registra la rinnovata vivacità delle erogazioni alle piccole imprese (società non finanziarie con meno di 20 addetti): +2,7% la media delle variazioni tendenziali mensili, a fronte del -0,3% riferito al 2017; in termini assoluti, ammontano a mediamente quasi 24milioni di euro in più i finanziamenti destinati a tali realtà. Le dinamiche sopra descritte sono illustrate nel grafico seguente:

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66

Graf. 45: Provincia di Latina: dinamica degli prestiti “vivi” degli istituti di credito per dimensione delle

imprese - Var % tendenziale

3,0

3,5

2,83,3 3,1

2,53,1

2,6

3,5

1,3

1,1 1,1 1,4 1,3

1,9

1,10,6

1,4

-7,0

-5,0

-3,0

-1,0

1,0

3,0

5,0

31-

12-

2018

30-

11-

2018

31-

10-

2018

30-

09-

2018

31-

08-

2018

31-

07-

2018

30-

06-

2018

31-

05-

2018

30-

04-

2018

31-

03-

2018

28-

02-

2018

31-

01-

2018

31-

12-

2017

30-

11-

2017

31-

10-

2017

30-

09-

2017

31-

08-

2017

31-

07-

2017

30-

06-

2017

31-

05-

2017

30-

04-

2017

31-

03-

2017

28-

02-

2017

31-

01-

2017

Imprese < 20 addetti Imprese > 20 addetti

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d’Italia

Il confronto territoriale mostra dinamiche più “controverse” nel Lazio, caratterizzate da ripetuti singulti che non trovano continuità, determinando anche nel 2018 l’ulteriore flessione delle erogazioni al settore produttivo, in linea con le dinamiche riferite ai dodici mesi precedenti. Su scala nazionale, invece, dopo una prima semestrale negativa, ma in lento progressivo recupero, la seconda porzione d’anno si colloca in prossimità della stazionarietà, per un esito complessivo che in media d’anno risulta negativo pari al -1,1% (a fronte del -3,3% targata 2017).

Graf. 46: Prestiti “vivi” alle imprese e famiglie produttrici Latina, Lazio e Italia. Var tendenziali %

-1,0

-4,7

-3,2

-5,0

-2,1

-4,5-4,5

-0,4

0,7

-3,8

-5,5

2,6

-0,2-0,7

-0,2

-0,7-0,8

0,2

2,42,22,62,32,3

1,91,81,2

1,62,3

2,4

2,1

2,3

-10,0

-8,0

-6,0

-4,0

-2,0

-

2,0

4,0

31-12-

2018

30-11-

2018

31-10-

2018

30-09-

2018

31-08-

2018

31-07-

2018

30-06-

2018

31-05-

2018

30-04-

2018

31-03-

2018

28-02-

2018

31-01-

2018

31-12-

2017

30-11-

2017

31-10-

2017

30-09-

2017

31-08-

2017

31-07-

2017

30-06-

2017

31-05-

2017

30-04-

2017

31-03-

2017

28-02-

2017

31-01-

2017

Lazio Italia Latina

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d’Italia Come già evidenziato, si confermano più omogenee in termini di territorialità le dinamiche riferite alle famiglie consumatrici, illustrate dalle spezzate del grafico seguente:

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67

Graf. 47: Prestiti “vivi” degli istituti di credito alle famiglie consumatrici -Latina, Lazio e Italia

Var % tendenziali

2,8

2,9

3,23,2

3,73,73,63,6

3,4

3,13,1

2,82,62,6

2,4

2,1

3,23,4

3,5

3,43,5

3,3

3,2

3,12,9

3,9

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

4,5

5,0

31-12-

2018

30-11-

2018

31-10-

2018

30-09-

2018

31-08-

2018

31-07-

2018

30-06-

2018

31-05-

2018

30-04-

2018

31-03-

2018

28-02-

2018

31-01-

2018

31-12-

2017

30-11-

2017

31-10-

2017

30-09-

2017

31-08-

2017

31-07-

2017

30-06-

2017

31-05-

2017

30-04-

2017

31-03-

2017

28-02-

2017

31-01-

2017

Lazio Italia Latina

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d’Italia

A dicembre 2018, le risorse prestate alle famiglie (prestiti vivi, esclusi PCT e sofferenze) a livello locale ammontano a 3.118 miliardi di euro e, mediamente, gli Istituti di credito hanno concesso alle famiglie pontine 135 milioni di euro in più rispetto all’annualità precedente. Il grafico di seguito riportato illustra in maniera molto sintetica il mercato del credito locale secondo le destinazioni dei finanziamenti oltre il breve periodo, che approssimano le tendenze degli investimenti fissi lordi da parte delle imprese, nonché gli acquisti più “impegnativi” da parte delle famiglie in termini di beni durevoli e di immobili.

Graf. 48 - Provincia di Latina – Andamento delle principali destinazioni di investimento oltre il breve

termine. var % tendenziale

4,6

8,0

-4,3

14,2 14,013,617,8

-0,9-2,2

-3,2

4,7

9,3

0,9

11,713,7

11,5 11,7

12,8

3,73,53,03,5

3,02,6

3,5

-30,0

-20,0

-10,0

-

10,0

20,0

mar-16 giu-16 set-16 dic-16 mar-17 giu-17 set-17 dic-17 mar-18 giu-18 set-18 dic-18

Beni durevoli

Acquisto immobili

CostruzioniMacchinari, attrezzature

mezzi di trasporto

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d'Italia

Per quanto attiene le imprese, i finanziamenti destinati all’acquisto di attrezzature e mezzi di trasporto, che in apertura d’anno si confermavano in

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68

decisa accelerazione, mostrano un brusco rallentamento a partire dal secondo trimestre, per planare in area negativa a fine anno. Le dinamiche locali divergono dal rallentamento evidenziato su scala regionale, esito di una seconda porzione d’anno nel Lazio più dinamica che recupera le flessioni precedenti, mentre i valori nazionali mostrano un’espansione che tende a ridimensionarsi nell’ultimo scorcio (rispettivamente le variazioni medie tendenziali si attestano al +0,3% e +4,4%). Le costruzioni, che registrano un lento recupero nella prima porzione d’anno, mettono a segno un rimbalzo determinato dalle erogazioni destinate alle opere del Genio Civile, peraltro evidenziato a tutti i livelli territoriali; al riguardo occorre precisare che si tratta di una ingente riclassificazione dei crediti operata da parte di un intermediario di significative dimensioni, che ha determinato una discontinuità della serie storica a partire da settembre 2018, i cui effetti sono stati particolarmente evidenti per tale segmento economico28. Gli acquisti di beni durevoli, sebbene con un’accentuazione in leggera decelerazione, confermano essere la destinazione che mostra la maggiore vivacità, con variazioni a due cifre ormai da oltre un triennio; sempre lato famiglie, l’acquisto di immobili si conferma in ulteriore progressivo consolidamento. Il confronto territoriale delle dinamiche sopra descritte è esposto nella tabella seguente:

Tab. 33 - Principali destinazioni di investimento oltre il breve termine a Latina, Lazio e Italia

Media delle var.% tendenziali

2015 2016 2017 2018Latina 0,6 2,8 2,9 3,4Lazio 1,7 3,0 3,7 2,8ITALIA 0,1 2,0 3,1 2,8

Latina 21,8 14,4 14,1 11,9Lazio 17,5 15,1 15,0 13,8ITALIA 22,0 16,9 14,5 12,0

Latina 6,6 -1,8 2,5 2,6

Lazio 12,0 5,3 4,5 0,3ITALIA 2,2 5,3 2,1 4,4

Latina -10,8 -18,3 -4,1 7,1

Lazio -10,4 -9,9 -9,8 47,2ITALIA -6,1 -5,4 -5,9 6,4

Beni durevoli Fam. Cons.

Macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto non res.

Costruzioni

TerritoriAcquisto di immobili Fam. Cons.

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d’Italia

D’altronde, i dati di fonte OMI29 su scala nazionale certificano che “Nel 2018, sono stati registrati circa 283 mila acquisti di abitazioni assistite da mutuo ipotecario, in aumento, rispetto al 2017, dell’8,8%. Sul totale delle abitazioni acquistate da persone fisiche (NTN PF), quelle favorite da mutuo, hanno

28

Come precisato dall’ufficio studi Bankitalia, su scala nazionale circa 20 mld di € sono stati spostati da “Altre destinazioni” agli altri valori previsti per la variabile "DESTINAZIONE ECONOMICA DELL’INVESTIMENTO”; la riclassificazione comporta un salto di serie specialmente sulla dest. invest.=40 COSTRUZIONI OPERE DEL GENIO CIVILE. 29

“Rapporto immobiliare 2019: il settore residenziale”- a cura dell’OMI- Osservatorio del Mercato Immobiliare. Maggio 2019

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69

riguardato circa la metà degli scambi, facendo crescere ancora di un punto percentuale l’incidenza che raggiunge così il valore massimo dall’inizio della serie….”; nelle tabelle seguenti i dati più significativi:

Tab. 34 - NTN IP30, incidenza NTN PF31 e variazione annua per area

Fonte: Osservatorio del Mercato Immobiliare

Tab. 35 - Mutui ipotecari per l’acquisto delle abitazioni

NTN IP32, capitale erogato, tasso medio, durata e incidenza NTN IP su NTN PF33

Fonte: Osservatorio del Mercato Immobiliare

Secondo le analisi di fonte Eurisc34 (Sistema di informazioni creditizie di Crif), “… Nei primi nove mesi del 2018 i flussi di credito al consumo proseguono la crescita su ritmi più contenuti rispetto ai due anni precedenti, scontando il rallentamento dei prestiti personali. I finanziamenti finalizzati erogati presso i punti vendita hanno trainato il mercato, grazie al trend ancora vivace nel segmento auto/moto, nonchè alla decisa ripresa di quelli destinati all’acquisto di elettrodomestici, elettronica di consumo, impianti green per le abitazioni private. Le erogazioni complessive di mutui immobiliari alle famiglie consumatrici tornano a mostrare un’evoluzione positiva, riflettendo la crescita dei mutui di acquisto. Le surroghe replicano i volumi, già contenuti, dell’anno precedente, mentre prosegue il calo delle operazioni di rinegoziazione.”

30

N. di transazioni di unità immobiliari “normalizzate” effettuate con l’ausilio di mutuo ipotecario da persone fisiche. Non rientrano nelle analisi presentate nella nota, quegli acquisti di abitazioni finanziati da mutui ma con ipoteca iscritta su un immobile diverso da quello acquistato o fornendo altra garanzia reale. Sono escluse, inoltre, le ulteriori forme di finanziamento per l’acquisto delle abitazioni, nonché la rinegoziazione del mutuo, operazione che a fronte di una formale iscrizione di un nuovo mutuo non comporta l’acquisto dell’abitazione. 31

N. di transazioni di unità immobiliari “normalizzate” effettuate da persone fisiche. 32

N. di transazioni di unità immobiliari “normalizzate” effettuate con l’ausilio di mutuo ipotecario da persone fisiche. Non rientrano nelle analisi presentate nella nota, quegli acquisti di abitazioni finanziati da mutui ma con ipoteca iscritta su un immobile diverso da quello acquistato o fornendo altra garanzia reale. Sono escluse, inoltre, le ulteriori forme di finanziamento per l’acquisto delle abitazioni, nonché la rinegoziazione del mutuo, operazione che a fronte di una formale iscrizione di un nuovo mutuo non comporta l’acquisto dell’abitazione. 33

N. di transazioni di unità immobiliari “normalizzate” effettuate da persone fisiche. 34

Osservatorio credito al dettaglio - Dicembre 2018”: a cura di Assofin, Crif Spa e Prometeia.

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Al riguardo, di seguito è illustrato sia l’andamento complessivo, che la disaggregazione per tipologia di prestiti (finalizzati e personali):

Fig. 2 - Andamento delle richieste di prestiti finalizzati e personali- Italia

Fonte: Elaborazioni CRIF su dati Eurisc

Si segnala, inoltre, che 2018 la rata mediamente rimborsata a livello pro-capite ogni mese sia risultata pari a 350 euro (-1,3% rispetto all’anno precedente) su scala nazionale, 318 € in provincia di Latina. Di seguito sono illustrati i principali indicatori territoriali riferiti all’impiego del credito rateale: Fig. 3 - Principali indicatori relativi all’utilizzo del credito rateale da parte dei consumatori –

Italia, Lazio e provincia di Latina. Anno 2018

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Fonte: Elaborazioni CRIF su dati Eurisc

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Il tasso di decadimento dei finanziamenti per cassa Il tasso di decadimento trimestrale dei finanziamenti per cassa è dato dal rapporto fra due quantità, di cui il denominatore è costituito dall'ammontare di credito utilizzato da tutti i soggetti censiti in Centrale dei rischi e non considerati in situazione di "sofferenza rettificata" alla fine del trimestre precedente e il numeratore è pari all'ammontare di credito utilizzato da coloro, fra tali soggetti, che sono entrati in sofferenza rettificata nel corso del trimestre di rilevazione. Il vantaggio di tale indicatore rispetto a quello relativo allo stock di sofferenze è che consente di eliminare la distorsione dovuta dall’accumulo nel tempo dei crediti in sofferenza, fornendo un’analisi su flussi più recenti. Tuttavia, occorre sottolineare che, sebbene il tasso di decadimento sia depurato dalle sofferenze pregresse, contiene crediti inesigibili la cui erogazione è comunque datata almeno 1 anno, 1 anno e mezzo. Al riguardo, si ribadisce che Bankitalia ha precisato che, a partire da marzo 2017, alcune serie di fonte Segnalazioni di vigilanza e Centrale dei rischi risentono di una discontinuità dovuta ad importanti operazioni di cartolarizzazione di crediti. Le evidenze 2018 riferite alla nostra provincia mostrano l’ulteriore rallentamento dell’indicatore riferito alla componente delle imprese (mediamente l’indice si posiziona al 0,6593, a fronte dello 0,7858 riferito ai dodici mesi precedenti), sebbene la chiusura d’anno evidenzi un deciso rimbalzo; diversamente, le famiglie consumatrici replicano livelli inferiori, consolidando anch’esse un trend in rallentamento, nonostante l’ultima trimestrale risulti più critica. Al riguardo, nel Rapporto sulla stabilità finanziaria (maggio 2019), Palazzo koch afferma che: “..Prosegue a ritmi sostenuti lo smobilizzo dei crediti deteriorati; nella seconda metà dello scorso anno ne sono stati ceduti 35 miliardi. Le vendite concluse durante tutto il 2018 (per un valore complessivo di 55 miliardi) hanno superato di 15 miliardi l’ammontare pianificato dalle banche all’inizio dell’anno e hanno riguardato anche prestiti classificati come inadempienze probabili per 5 miliardi (2 nel 2017)..”. La spezzata riferita al totale dei segmenti segue lo stesso trend delle imprese, atteso che i flussi in bonis ad inizio periodo e passati in sofferenza alla fine del periodo sono per poco meno delll’80% finanziamenti destinati al segmento business. Graf. 49 - Andamento del tasso di decadimento trimestrale dei finanziamenti per cassa nella provincia di

Latina, imprese e famiglie consumatrici. Serie storica

0,636 0,69

0,325

0,986

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

dic-

15

mar-

16

giu-

16

set-

16

dic-

16

mar-

17

giu-

17

set-

17

dic-

17

mar-

18

giu-

18

set-

18

dic-

18

Imprese Famiglie consumatrici

Totale Media Mobile su 3 per. (Imprese)

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d’Italia

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La spezzata tratteggiata nel grafico su rappresentato, che illustra l’andamento del tasso di decadimento relativo alla componente imprenditoriale in provincia di Latina espresso in termini di media mobile quadrimestrale, utile a contenere le oscillazioni cui è soggetto l’indicatore, mostra anche nel 2018 l’ulteriore flessione registrata a partire da marzo 2017, rispetto alla quale le considerazioni della Banca d’Italia lasciamo intendere che si tratti di consistenti “operazioni di pulizia” dei propri bilanci da parte degli Istituti di credito. Graf. 50 - Andamento del tasso di decadimento trimestrale dei finanziamenti per cassa nella provincia di

Latina, nel Lazio e in Italia. Serie storica

0,2

0,4

0,6

0,8

1,0

1,2

1,4

dic-

15

mar-

16

giu-

16

set-

16

dic-

16

mar-

17

giu-

17

set-

17

dic-

17

mar-

18

giu-

18

set-

18

dic-

18

Latina Lazio Italia Media Mobile su 3 per. (Latina)

Media LT 2017= 0,593Media LT 2016= 0,868 Media LT 2018= 0,478

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d’Italia

Il tasso di decadimento riferito all’intera clientela conferma dinamiche in contenimento anche a livello regionale e nazionale; il confronto territoriale sull’intero periodo mostra un differenziale minimo nel corso dell’intero anno, fatta eccezione per il trimestre di chiusura, che nella nostra provincia mostra un’impennata, da valutare nei mesi successivi in termini di continuità. Rispetto alla media annua nazionale (0,3833%), a Latina il tasso di decadimento medio annuo è superiore di circa il 25%, replicando il medesimo differenziale del 2017; torna invece ad ampliarsi la forbice rispetto ai valori medi regionali con un indice pontino il 9% superiore a quello laziale, sebbene occorra sottolineare che nel 2016, dunque prima delle operazioni di cartolarizzazione su menzionate, il gap era mediamente pari al 40% in più per la nostra provincia.

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I dati trimestrali sono illustrati nella tabella seguente:

Tab. 36 -Tassi di decadimento trimestrali dei finanziamenti per cassa Latina, Lazio e Italia (valori %)

Latina Lazio

dic-18 0,653 0,401 0,375 174,1 106,9

set-18 0,292 0,572 0,366 79,8 156,3

giu-18 0,51 0,462 0,423 120,6 109,2

mar-18 0,457 0,309 0,369 123,8 83,7

dic-17 0,48 0,549 0,471 101,9 116,6

set-17 0,548 0,381 0,403 136,0 94,5

giu-17 0,615 0,766 0,545 112,8 140,6

mar-17 0,729 0,577 0,483 150,9 119,5

dic-16 1,249 0,676 0,738 169,2 91,6

set-16 0,787 0,525 0,501 157,1 104,8

giu-16 0,805 0,635 0,594 135,5 106,9

mar-16 0,631 0,603 0,582 108,4 103,6

dic-15 1,113 0,971 0,747 149,0 130,0

n.i. Italia=100Data Latina Lazio Italia

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d’Italia

Come già evidenziato, a partire da marzo 2017 il segmento Business mostra un progressivo miglioramento della qualità dell’erogato, a tutti i livelli territoriali, come illustrato nel grafico seguente:

Graf. 51 - Andamento del tasso di decadimento trimestrale dei finanziamenti per cassa alle imprese

nella provincia di Latina, nel Lazio e in Italia. Serie storica

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d’Italia

0,6360,69

0,325

0,986

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

dic-

15

mar-

16

giu-

16

set-

16

dic-

16

mar-

17

giu-

17

set-

17

dic-

17

mar-

18

giu-

18

set-

18

dic-

18

Latina Lazio Italia Media Mobile su 3 per. (Latina)

Media LT 2018= 0,6593Media LT 2016= 1,2528 Media LT 2017= 0,7858

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Diversamente, le “famiglie consumatrici” che confermano un’esposizione al rischio di non onorare il credito più contenuta rispetto alle imprese, mostrano complessivamente una riduzione dell’indicatore a tutti i livelli territoriali.

Graf. 52 - Andamento del tasso di decadimento trimestrale dei finanziamenti per cassa alle famiglie

nella provincia di Latina, nel Lazio e in Italia. Serie storica

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d’Italia

0,266

0,323

0,259

0,324

0,1

0,2

0,3

0,4

0,5

0,6

dic-

15

mar-

16

giu-

16

set-

16

dic-

16

mar-

17

giu-

17

set-

17

dic-

17

mar-

18

giu-

18

set-

18

dic-

18

Latina Lazio Italia Media Mobile su 3 per. (Latina)

Media LT 2018= 0,293Media LT 2016= 0,4513 Media LT 2017= 0,347

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I protesti e le procedure concorsuali

Il numero dei protesti levati in provincia di Latina nel corso del 2018 mostra una flessione dell’8,2%, che si sostanzia in un deciso calo dell’ammontare complessivo (-23,0%); quest’ultimo si attesta sugli 11milioni di euro, il che conduce l’importo medio ai minimi in serie storica, intorno ai mille e 500 euro.

Tab. 37: Serie storica dei protesti levati in provincia di Latina.

N.ro titoli e ammontare (valori in euro, var. % e ammontare medio)

n. Titoli Ammontare n. protesti Ammontare

2018 7.290 11.096.163,74 -8,2 -23,0 1.522,11 -16,1

2017 7.945 14.407.686,00 -0,4 8,3 1.813,43 8,7

2016 7.978 13.305.536,85 -21,8 -31,4 1.667,78 -12,2

2015 10.203 19.388.912,16 -23,9 -17,1 1.900,31 9,0

2014 13.411 23.390.821,43 -28,3 -33,8 1.744,15 -7,7

2013 18.700 35.332.199,84 -16,2 -23,9 1.889,42 -9,3

2012 22.306 46.446.869,51 8,8 9,6 2.082,26 0,7

2011 20.495 42.361.537,17 -2,1 -14,9 2.066,92 -13,0

2010 20.941 49.770.772,84 -12,3 -25,0 2.376,71 -14,4

2009 23.879 66.329.042,15 3,8 -1,6 2.777,71 -5,2

Var %

ammontare

medio

Anno Ammontare

medio

protesti levati Var%

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati CCIAA di Latina

A determinare tale variazione è il ritorno su un sentiero negativo delle cambiali, tipologia di effetto più diffusa rappresentando quasi il 90% dell’insieme dei titoli. Il ricorso all’’emissione delle cambiali è diminuito sia nella frequenza (-5,3% la variazione nel numero), che nel valore, attestandosi l’ammontare medio oltre i mille e 200 euro (-22,0% rispetto ai 1.526 euro nel 2017). Altrettanto gli assegni confermano dinamiche in decremento per quanto attiene sia la frequenza di emissione (-26,0%), sia i valori, sebbene l’importo medio risulti superiore ai dodici mesi precedenti (oltre 4mile e 300 euro, a fronte di 4.170 nel 2017).

Tab. 38: Protesti levati in provincia di Latina per tipologia. Peso % e var %. Anno 2018

Tipo

effetto

Numero

effetti

Importo effetti

in euro

Importo

effetti medio

in euro

Peso %

tipo

effetto

Peso %

importi

Var %

tipo

effetto

Var %

importi

Var %

importi

mediCambiale 6.514 8.182.133,95 1.256,08 89,4 73,7 -5,3 -22,0 -17,7

Assegno 600 2.617.504,64 4.362,51 8,2 23,6 -26,0 -22,6 4,6

Tratta 8 3.032,00 379,00 0,1 0,0 -11,1 -57,6 -52,3

Tratta non

accettata 168 293.493,15 1.746,98 2,3 2,6 -32,5 -43,9 -16,8

Totale 7.290 11.096.163,74 1.522,11 100,0 100,0 -8,2 -23,0 -16,1 Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Registro Informatico dei Protesti

Per quanto attiene le procedure concorsuali, torna a ridursi il numero di imprese della nostra provincia che, nel corso del 2018, hanno avviato tali procedure, in linea con le dinamiche emerse su scala regionale e nazionale, come illustrato nella tabella seguente:

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Tab. 39: Imprese entrate in procedura concorsuale per anno di avvio della procedura nelle

province del Lazio e in Italia. Serie storica (Valori assoluti e var %)

Territori 2015 2016 2017 2018 Var % 18/17 Var % 17/16Var %

16/15

Viterbo 25 25 17 35 105,9 -32,0 0,0

Rieti 8 17 32 17 -46,9 88,2 112,5

Roma 1.448 1.395 1.282 1.194 -6,9 -8,1 -3,7

Latina 129 115 139 121 -12,9 20,9 -10,9

Frosinone 95 88 111 71 -36,0 26,1 -7,4

LAZIO 1.705 1.640 1.581 1.438 -9,0 -3,6 -3,8

ITALIA 15.035 13.633 12.403 11.503 -7,3 -9,0 -9,3 Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Infocamere

Diversamente, si registra una leggera crescita del numero di imprese entrate in scioglimento/liquidazione nel corso del 2018, dinamica che accomuna tutti i livelli territoriali, fatta eccezione per il viterbese, come evidenziato nella tabella seguente:

Tab. 40 Imprese entrate in scioglimento/liquidazione per anno di avvio della procedura nelle

province del Lazio e in Italia. Serie storica (val. assoluto e var%)

Territori 2015 2016 2017 2018Var %

18/17

Var %

17/16

Var %

16/15

Var %

15/14

Var %

14/13

Viterbo 426 533 510 419 -17,8 -4,3 25,1 -12,7 -6,7

Rieti 148 117 128 146 14,1 9,4 -20,9 -9,8 -41,6

Roma 13.279 12.916 12.882 14.215 10,3 -0,3 -2,7 3,1 -10,4

Latina 925 970 1.029 1.047 1,7 6,1 4,9 -0,6 -15,2

Frosinone 714 573 549 577 5,1 -4,2 -19,7 2,9 -10,0

LAZIO 15.492 15.109 15.098 16.404 8,7 -0,1 -2,5 2,2 -11,1

ITALIA 93.902 95.559 90.858 92.662 2,0 -4,9 1,8 -5,0 -8,0 Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Infocamere