Rapporto Annuale Regionale 2012 Puglia · 2.3 Dal palcoscenico alla realtà: A scuola di...

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Rapporto Annuale Regionale 2012 Puglia ottobre 2011

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Rapporto Annuale Regionale2012

Puglia

ottobre 2011

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Rapporto Regionale 2012 Direttore Regionale: Giovanni Asaro Redazione: Giuseppe Gigante – Coordinatore - Vicario del Direttore Regionale Pasqualino Borgese – Professionista CTR1 Daniela Casamassima – Funzionario Socio-educativo Nicoletta Celi – Funzionario Processo Lavoratori Lorenzo Cipriani – Funzionario Processo Prevenzione Domenico Conticchio – Professionista Contarp2 Paola Dini Ciacci – Segreteria Tecnica Elena Iannone - Funzionario Processo Lavoratori Francesca Iusco - Responsabile Comunicazione Regionale Vincenzo Leo – Professionista Contarp Vincenzo Mazzeo – Dirigente Ufficio Attività Istituzionali Michele Mongiello – Funzionario Processo Lavoratori Michele Nettis – Responsabile Informatico Regionale Ha collaborato: Mirella Bindo – Ordine degli Ingegneri Bari

1 CTR – Consulenza Tecnica Edilizia Regionale 2 Contarp – Consulenza Tecnica Accertamento Rischio e Prevenzione

Stampato dalla Tipografia INAIL – Milano

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Rapporto regionale 2012 Indice

Introduzione del Direttore Regionale 5 Sezione 1 – Il fenomeno infortunistico e tecnopatico nella Regione

1.1 Il quadro socio-economico e occupazionale 9

1.2 Infortuni sul lavoro 2012: considerazioni generali 13

1.3 Gli infortuni mortali 16

1.4 Gli stranieri 20

1.5 Malattie professionali 23

Sezione 2 – Le monografie

2.1 La gestione dei comportamenti:

un fattore rilevante di PREVENZIONE negli ambienti di lavoro? 29

2.2 Inail Puglia e Cip Puglia: insieme per lo sport 32

2.3 Dal palcoscenico alla realtà: A scuola di prevenzione 34

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Introduzione del Direttore Regionale La consueta presentazione annuale dell’andamento infortunistico e tecnopatico in Puglia, insieme alla descrizione delle attività più significative svolte in regione dall’Inail, si dispiega sotto un denominatore comune: sul nostro territorio, come nel resto del Paese, sta maturando la consapevolezza che la vera ricchezza delle imprese è il capitale umano, che merita di essere valorizzato, sia attraverso lo sviluppo delle conoscenze e attitudini, sia attraverso il miglioramento delle condizioni di lavoro di ciascuno. Le rilevazioni statistiche che seguono possono essere “lette”, come vedremo, in questa direzione, ormai da tempo intrapresa dall’Inail. Gli infortuni sul lavoro, compresi gli eventi mortali, sono in calo in Puglia (come pure in Italia) anche nel 2012, rispetto agli anni precedenti. Nell’esaminare i numeri relativi alle denunce, si è fortemente tentati di correlare la loro sensibile diminuzione alla recessione generalizzata in atto, che normalmente porta con sé la riduzione del numero dei lavoratori. La nostra Regione, tuttavia, già da qualche tempo si è mostrata in moderata controtendenza con la maggior parte della Nazione: in Puglia ogni anno aumentano (seppur lievemente) gli occupati ed è la componente femminile della forza lavoro a trainare questa inaspettata crescita. Pertanto, l’andamento infortunistico decrescente non è influenzato esclusivamente dalla determinante occupazionale, ma trova radici in altre cause, tra cui ben può annoverarsi il miglioramento delle condizioni e degli ambienti di lavoro. L’Inail, insieme agli altri attori della Sicurezza, ha svolto (e continua a svolgere di anno in anno) un ruolo decisivo in questo campo, attraverso iniziative nazionali, ma anche calibrate sul tessuto socio-economico locale. In Puglia vi sono “aree di rischio” - una per tutte l’ILVA di Taranto - che richiedono, infatti, un’attenzione particolare nel modulare le attività di prevenzione e di ricerca. Al riguardo, gli interventi negli anni sono stati molteplici: l’istituzione di un ambulatorio Inail “prime cure” all’interno dello stabilimento, un tavolo tecnico congiunto per la risoluzione delle criticità emerse dall’istruttoria delle malattie professionali denunciate3, studi finalizzati del Settore ricerca (l’ex ISPESL incorporato nell’Inail nel 2010) e la creazione di un gruppo di mutuo aiuto4. Hanno, invece, interessato tutto il territorio regionale le iniziative di sensibilizzazione sui temi della Sicurezza, rivolte, agli studenti, “i lavoratori di domani”, con il progetto “Dal Palcoscenico alla realtà: A scuola di prevenzione”, alle imprese (soprattutto piccole e medie) che investono in sicurezza, con l’incentivazione dei bandi ISI, e agli universitari, attraverso la Convenzione sottoscritta nel 2010 tra la D.R. Inail per la Puglia e il Politecnico di Bari e rinnovata il 16 ottobre 2012, finalizzata principalmente ad attuare progetti scientifici comuni in tema di salute e sicurezza sul lavoro. Infine, il Seminario “La gestione dei comportamenti: un rilevante fattore di PREVENZIONE negli ambienti di lavoro?”, organizzato nell’ambito di una convenzione sottoscritta con l’Ordine degli Ingegneri della provincia di Bari, ha affrontato una tematica tutt’altro che scontata, aprendo nuove prospettive in tema di gestione dei comportamenti negli ambienti di lavoro. 3 Nel giugno 2012 è stato istituito nella Sede Inail di Taranto il “Tavolo tecnico provinciale delle malattie professionali”, ove vengono valutati congiuntamente i casi di malattia professionale da parte delle professionalità che normalmente intervengono in momenti separati dell’istruttoria, con effetti positivi in termini di celerità, approfondimento interdisciplinare e razionalità nella loro definizione. 4 Dal 13 ottobre 2011 la Sede Inail di Taranto ha attivato un “Gruppo di mutuo aiuto” rivolto ai famigliari degli infortunati, per i quali è indispensabile un supporto psicologico e morale nella complessa attività di assistenza ai loro congiunti.

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La qualità della formazione/informazione in materia di prevenzione, infatti, è un elemento cruciale per “fare la differenza” tra la vita e la morte del lavoratore, ma non è sufficiente. Conoscere le regole, le buone prassi, le cautele da adottare, è un ottimo punto di partenza, ma occorre anche interiorizzare tutto ciò e modellare i comportamenti in funzione delle conoscenze e competenze acquisite. Questa è una delle ragioni per cui la rete istituzionale della Prevenzione non si limita a correlarsi con un solo Ente in materia, ma contempla l’azione coordinata di molteplici Istituzioni (Ministero del lavoro, Regioni, Guardia di Finanza, ecc.), tra cui l’Inail che ricopre il ruolo nevralgico di tutela integrata del lavoratore. A tale prospettiva totalizzante (“esserci” prima, durante e dopo l’evento) sono ispirate le iniziative di potenziamento dell’offerta di riabilitazione ai lavoratori (e ai cittadini) e, più in generale, di assistenza sanitaria, culminate nella sigla dell’Accordo Quadro stipulato il 1° agosto 2013 tra l’Inail e la Regione5 e le attività di reinserimento di coloro che a seguito dell’infortunio o della malattia professionale hanno riportato lesioni permanenti, che non danneggiano solo il fisico, ma incidono anche sulla vita di relazione e sulle condizioni psicologiche del soggetto colpito. L’Inail, insieme al CIP (Comitato Italiano Paralimpico) – Puglia, ha attivato una serie di iniziative finalizzate a coniugare la pratica sportiva con il processo di “rinascita” del soggetto alla vita familiare e sociale anche attraverso lo sport. Tali progetti, che hanno prodotto riscontri positivi, sono emblematici di un orientamento che può essere ricondotto anche ad altri aspetti dell’esistenza e del lavoro; dai momenti di crisi possono nascere nuove occasioni di crescita e di evoluzione. Con lo stesso spirito deve essere impostata l’azione dell’Istituto: infatti, il contrarsi delle risorse umane e materiali dell’Amministrazione, legato alla recessione in atto e alle necessarie misure di ridimensionamento della spesa pubblica, non possono e non devono incidere sulla qualità del servizio offerto ai lavoratori e agli altri soggetti della sicurezza. E’ quello che è avvenuto e continuerà a verificarsi in Puglia, dove attraverso la razionalizzazione degli interventi, la oculata gestione delle risorse e l’attivazione di sinergie e collaborazioni con Partner pubblici e privati, le condizioni difficili in cui si svolgono le attività si trasformano in opportunità per potenziare il supporto ai piccoli e grandi utenti e le risposte dell’Istituto ai vecchi e nuovi bisogni del cittadino. Giovanni Asaro

5 Il 1° agosto 2013 è stato siglato in Puglia un Accordo Quadro tra la Direzione Regionale Inail per la Puglia e la Regione, finalizzato a fornire assistenza sanitaria integrata, in special modo riabilitativa, agli infortunati e, più in generale ai cittadini, nel solco tracciato dall’art. 9 D. Lgs. n. 81/2008 e s.m.i. e l’Accordo Quadro della Conferenza Permanente Stato-Regioni del 02.02.2012.

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Sezione 1

Il fenomeno infortunistico e tecnopatico nella Regione

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1. Il fenomeno infortunistico e tecnopatico nella Regione 1.1 Il quadro socio-economico e occupazionale6 1.1.a il contesto economico: cenni Nel 2012 in Puglia la diminuzione della domanda interna7 è stata compensata dagli scambi con l’estero (+7,3%), che hanno ancora sostenuto l’entità del dato complessivo. L’export, rispetto all’anno 2011, ha continuato a crescere nei settori della meccanica (+26,1%), gomma (+6,31%), mezzi di trasporto (+7,5%), alimentare (+12,9%) e prodotti farmaceutici (+8,7%). Un certo calo si è, invece, avuto nella siderurgia (-9,6%), che ha risentito delle limitazioni della vendita dei prodotti dell’Ilva. Le imprese della filiera immobiliare rappresentano una quota sul fatturato delle imprese regionali maggiore che in Italia8; esse hanno registrato una crescita delle vendite superiore alla media nazionale nel periodo pre-crisi e un calo minore durante la crisi9. L’attività nel settore dei servizi si è, invece, ridotta (-1,9% del valore aggiunto) rispetto al 2011, risentendo del calo dei consumi10. La flessione delle vendite al dettaglio ha riguardato con particolare intensità i beni durevoli11. La capacità innovativa delle imprese pugliesi è caratterizzata dalla presenza di alcuni casi di eccellenza12. Il divario (44,8% in Puglia) che ancora sussiste con la media nazionale (56,3%)13 è riconducibile alla minore dimensione media delle imprese. La struttura industriale pugliese si caratterizza, altresì, per una presenza significativa, accanto alle aziende regionali, di stabilimenti e imprese facenti parte di gruppi del Centro Nord o esteri (c.d.: unità locali di proprietà esterna). Questa connotazione si origina, in parte, dall’intervento straordinario realizzato negli anni con la Cassa per il Mezzogiorno e, più di recente, da strumenti d’intervento pubblico finanziati con fondi comunitari, nazionali o regionali. Alcuni di questi fattori produttivi continuano a ricoprire un ruolo preponderante nell’economia regionale e nel corso degli ultimi dieci anni – considerato il ridimensionamento della manifattura regionale rispetto al sistema economico complessivo – hanno arricchito il loro apporto alla formazione del valore aggiunto, degli investimenti e dell’occupazione del settore industriale pugliese. 1.1.b la sanità regionale: cenni Il bilancio della sanità è tornato sostanzialmente in equilibrio, con un livello della spesa inferiore alla media nazionale14. Gli obiettivi economici fissati dal piano di rientro dai disavanzi sanitari sono stati in buona misura raggiunti. I tavoli di monitoraggio del Ministero segnalano, tuttavia, il residuare di talune criticità nell’erogazione dei servizi, in

6 Fonti: Banca d’Italia e ISTAT. 7 Es: Importazioni: - 16,7%. 8 Negli anni 2003-2007: numero imprese in Puglia: 10,1% e nel Mezzogiorno 9,8%; Negli anni 2008-2011: numero imprese in Puglia: 0,3% e nel Mezzogiorno: -2,0% (variazioni medie annue). 9 Negli anni 2003-2007: ricavi netti imprese in Puglia: 11,4% e nel Mezzogiorno 10,4%; Negli anni 2008-2011: ricavi netti in Puglia: -2,6% e nel Mezzogiorno: -5,3% (variazioni medie annue). 10 - 2,9% (fonte Unicredit - Osservatorio del Risparmio). 11 A titolo esemplificativo: elettrodomestici (-6,4%); mobili (-10,6%), auto (-20,4%) 12 In particolare, la Puglia è terreno fertile per lo sviluppo della meccatronica (la meccanica, l’informatica e l’elettronica vengono applicate congiuntamente ai processi produttivi). 13 Percentuale riferita alle imprese che hanno avviato innovazione di prodotto, di processo, organizzativa o di marketing. 14 1.803 milioni di euro in Puglia nel 2011, contro 1.895 milioni di euro in Italia.

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relazione a cui il recente accordo siglato il 1° agosto 201315 tra l’ Inail e la Regione apre prospettive di miglioramento e di tutela sanitaria integrata, soprattutto in ambito riabilitativo. 1.1.c il contesto occupazionale: cenni Il contesto occupazionale dell’anno 2012 in Puglia si rivela in lieve controtendenza rispetto a quello della maggioranza delle regioni italiane: cresce il numero dei lavoratori secondo un trend in moderata ascesa che non riguarda solo il 2012 rispetto al 2011 (+0,16%), bensì anche il 2011 rispetto al 2010 (+0,99%). Secondo le rilevazioni dell’Istat circa 2.000 cittadini in più rispetto all’anno precedente nella nostra regione rivestono la condizione di “occupati” e, nonostante non si tratti di grandi numeri, è già un risultato positivo se pensiamo alla situazione di crisi in cui versa ancora il Paese. Per comprendere la reale consistenza della crescita occupazionale occorre, tuttavia, approfondire il dato, anche sotto il profilo qualitativo: sebbene sia lievitato il numero degli occupati, è anche vero che sono diminuite le ore lavorate (in ogni caso meno intensamente rispetto al resto del Mezzogiorno e all’Italia)16. Tale calo riflette la ricomposizione degli occupati a favore dei contratti part time, il minor lavoro straordinario e il più intenso ricorso ad ammortizzatori sociali. Tutto ciò, se comporta uno stallo dei salari medi17, rappresenta comunque uno dei sintomi di dinamismo territoriale nel mercato del lavoro, atteso che tali sistemi conservativi mirano ad evitare esiti più drastici delle problematiche occupazionali e rappresentano una strategia messa in campo per fronteggiare la recessione e la crisi d’impresa. Con riguardo alle distinzioni di genere, invece, riscontriamo ancora un tasso di occupazione femminile molto basso, vale a dire del 31,1% (rispetto a quello maschile del 59,1%). Può ragionevolmente asserirsi, tuttavia, che anche in questo ambito “qualcosa si sta muovendo”. Le donne occupate rispetto al 2011 sono aumentate del 2,6%, mentre per gli uomini si è avuto un decremento dello 0,99%. E’ quindi evidente che il dato positivo complessivo è da imputarsi alla componente femminile. Al riguardo, da statistiche più approfondite è emerso un nesso apparentemente paradossale tra recessione e crescita delle donne occupate. Se si pensa che proprio l’intensificarsi del precariato, dei licenziamenti e della chiusura delle piccole attività d’impresa spinge le ex inoccupate, prevalentemente casalinghe, a cercare lavoro, tale correlazione appare plausibile.

15 Già il 1° giugno 2012 è stata sottoscritta tra l’Inail e la Regione - assessorato alla salute (oggi del Welfare) una Convenzione per realizzare attività prevenzionali congiunte, nel quadro della realizzazione di un crescente benessere per la collettività pugliese. 16 In Puglia, rispetto al quinquennio 2007- 2012: -8,7%, nel Mezzogiorno: -9,3% e in Italia: -6,0%. 17 Attestati nella media regionale a € 1.155,00.

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Tav. 1 - Occupati per sesso - Media 2011 - 2012 – Puglia - ITALIA

Sesso Puglia

Var. %

ITALIA

Var. %

2011 2012 2011 2012 Maschi 816 808 - 0,99 13.619 13.441 - 1.31

Femmine 419 430 + 2,62 9.349 9.458 + 1,16

Totale 1.235 1.237 + 0,16 22.967 22.899 - 0,30 Fonte: ISTAT - nuova rilevazione Forze di lavoro – I valori sono espressi in migliaia Nota: eventuali incongruenze nei totali sono da attribuire alla procedura di arrotondamento Tav. 2 – Tasso di occupazione per sesso - anno 2012 – Puglia - ITALIA

Sesso Puglia ITALIA

Tasso di occupazione Tasso di occupazione

Maschi 59,1%

66,5%

Femmine

31,1% 47,1%

Totale 45,0 % 56,8% Fonte: ISTAT - nuova rilevazione Forze di lavoro – I valori sono espressi in migliaia Nota: eventuali incongruenze nei totali sono da attribuire alla procedura di arrotondamento Riflessioni analoghe suggeriscono le statistiche di settore. I dati relativi all’agricoltura18, ove si assiste ad una crescita degli occupati pari all’1,85%, e ai Servizi19 (+0,48%) documentano in qualche modo che il flusso d’impiego tradizionalmente rivolto all’industria, si stia dirottando verso settori, che seppure attraversati da una contrazione della produzione, risultano meno permeabili al binomio “recessione-diminuzione dell’occupazione”.

18 Nel 2012 il valore aggiunto del settore agricolo ha registrato, rispetto al 2011, una flessione del 5,5% (tra cui frumento: -7,7%, pomodoro: - 2,9%, uva da tavola: -18,6%, uva da vino: -5,8%, olive: -15,0%). 19 -1,9% è la flessione del valore aggiunto dei servizi rispetto al 2011.

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Tav. 3 - Occupati per settore di attività - Media 2011 - 2012 – Puglia - ITALIA

Settore di attività economica

Puglia

Var. %

ITALIA

Var. %

2011 2012 2011 2012 Agricoltura 108 110 +1,85 850 849 - 0,12

Industria 302 298 - 1,33 6.538 6.362 - 2,70

Servizi 825 829 + 0,48 15.579 15.688 + 0,69

Totale 1.235 1.237 + 0,16 22.967 22.899 - 0,30 Fonte: ISTAT - nuova rilevazione Forze di lavoro – I valori sono espressi in migliaia Nota: eventuali incongruenze nei totali sono da attribuire alla procedura di arrotondamento 1.1.d il contesto demografico: cenni Può essere utile, a questo punto, comparare le rilevazioni occupazionali con i cambiamenti demografici intervenuti da un anno all’altro e che non differiscono di molto rispetto alla variazione “2011-2010”, segno di una tendenza non occasionale o episodica, bensì in via di consolidamento. La circostanza che la popolazione sia diminuita complessivamente dello 0,05% e specificamente dello 0,41% con riferimento alle persone di età compresa tra i 25 e i 54 anni dimostra che la variazione in aumento dell’occupazione non è stata determinata da un aumento degli “occupabili” in astratto, il cui numero, al contrario, è seppur lievemente, calato. Va in ogni caso precisato che per cogliere il sottoutilizzo delle forze di lavoro, soprattutto nel corso di una recessione, è opportuno tenere conto oltre che dei disoccupati così come definiti dagli standard internazionali, anche degli inattivi che sono disponibili a lavorare ma non cercano lavoro perché pensano di non trovarlo: nel 2012 in Puglia si trovavano in questa situazione circa 173 mila persone, un valore stabile rispetto all’anno prima ma in aumento dal 2008 (+32,5%). In leggero calo sono risultati gli inattivi disponibili a lavorare, che non cercano lavoro per altre ragioni (circa - 3%). Tav. 4 - Popolazione per sesso e classe di età - Media 2011 - 2012 – Puglia

Sesso < 15 anni 15-24 anni 25-54 anni 55 anni e

oltre Totale

2011 2012 2011 2012 2011 2012 2011 2012 2011 2012Maschi 309 306 246 243 857 854 565 574 1.979 1.978

Femmine 294 290 233 230 885 880 688 699 2.100 2.099

Totale 603 596 479 473 1.742 1.735 1.254 1.372 4.079 4.077 Fonte: ISTAT - nuova rilevazione popolazione – I valori sono espressi in migliaia Nota: eventuali incongruenze nei totali sono da attribuire alla procedura di arrotondamento

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1.2 Infortuni sul lavoro 2012: considerazioni generali I cenni sul contesto demografico – occupazionale che precedono sono utili a inquadrare l’andamento infortunistico regionale del 2012 in Puglia in uno scenario suscettibile di analisi sempre più scevre da fattori condizionanti che nulla hanno a che vedere con le molteplici attività svolte dall’Istituto per prevenire il fenomeno delle “morti bianche” e degli infortuni sul lavoro in generale. Se non è unicamente il clima di stallo economico in atto ad aver determinato il calo degli eventi infortunistici nella nostra Regione (-12,35% rispetto al 2011), come dimostra il sia pur lieve aumento dell’occupazione (+0,16%), allora vuol dire che la rete della Prevenzione, in cui l’Inail svolge un ruolo di assoluto rilievo, in collaborazione con i vecchi e i nuovi partner della sicurezza, sta attuando politiche di prevenzione particolarmente mirate ed efficaci. Anche il calo degli eventi più gravi, aventi esiti mortali (-14,04%) è davvero incoraggiante, se si pensa che il decremento del numero di casi è progressivo, di anno in anno20, e tende ad essere una percentuale sempre più bassa del numero nazionale (5,95%21). Ragionando in termini assoluti, tuttavia, 49 eventi rappresentano pur sempre una realtà inaccettabile, specialmente quando prendiamo in esame gli sforzi congiunti dell’Inail, del Ministero del Lavoro, della Regione, delle Forze Pubbliche che contrastano l’illegalità e il lavoro nero (per citarne solo alcuni), orientati, tra l’altro a diffondere una cultura della sicurezza e della prevenzione. Parlare di “cultura” e non di “informazioni” significa superare il momento formale e meramente legalistico, per mirare ad una consapevolezza condivisa, dal lavoratore, come dal datore di lavoro: il benessere lavorativo, anzi il “bellessere” dell’ambiente dove si svolgono le professioni”, per sposare la terminologia degli studi lavoristico - sociologici più recenti in materia22, paga. E paga nel senso che i costi degli investimenti in sicurezza o in formazione dei lavoratori e degli altri protagonisti del Servizio di prevenzione e protezione finiscono per essere una risorsa, un valore aggiunto dell’azienda, ove la gestione del rischio avviene in modo razionale ed efficace, costituendo esso stesso fattore di innovazione e maggiore produttività. Non a caso l’Inail, nella sua articolazione regionale (e non solo) calibra gli interventi sul tessuto economico e sociale; il che si riverbera sulle rilevazioni, che andiamo a commentare. E’ di tutta evidenza, del resto, che gli interventi, soprattutto nei tempi attuali di marcata spending review, non possono che essere selettivi e ragionati, in quanto è più che mai necessario conciliare il ridimensionamento delle risorse umane e materiali delle pubbliche amministrazioni con le sfide imposte dalla maggiore attenzione alla qualità del servizio e ai bisogni dei cittadini, soprattutto in rapporto ai loro diritti fondamentali.

20 Nel 2011: - 28,57% rispetto al 2010. 21 Nel 2011: gli infortuni mortali in Puglia sono stati il 6,44% del dato nazionale. 22 “Dal benessere al bellessere nel lavoro” di Enzo Spaltro in “Il lavoro perduto e ritrovato” ed. 2012

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Il focus simultaneo sulle gestioni e sulle diverse realtà territoriali mostra una sostanziale omogeneità nel calo sensibile degli eventi. Eppure, un dato salta agli occhi: la contrazione più significativa ha interessato le Costruzioni (-22,25 %), vale a dire una delle attività tradizionalmente caratterizzate da maggior rischio e, per tale ragione, oggetto di particolare attenzione nelle iniziative di formazione, informazione sulla sicurezza e prevenzione in senso lato, a livello nazionale e regionale. Né la simultanea valutazione del contesto economico e occupazionale vale a sminuire il contributo delle attività prevenzionali al sensibile decremento del numero degli infortuni, in quanto la riduzione dell’attività nel settore delle Costruzioni23 e il calo della manodopera impiegata (-5,8% rispetto al 2011) risultano comunque di consistenza di gran lunga inferiore rispetto alla diminuzione degli eventi infortunistici.

Tav. 5 – Infortuni sul lavoro avvenuti nel 2011 e 2012 e denunciati all'INAIL per

gestione e principali settori di attività

Fonte: Inail – Consulenza Statistica Attuariale. Nota: eventuali incongruenze nei totali sono da attribuire alla procedura di arrotondamento e ai casi non determinati

23 E’ stata registrata una diminuzione del valore aggiunto nel comparto del 7,3%, rispetto al 2011.

Gestione / Settore di attività

Bari Brindisi Foggia Lecce Taranto BAT Puglia ITALIA

2011 2012

20112012

20112012

20112012

20112012

2011 2012

2011 2012

20112012

Agricoltura 940 903

333287

695608

221226

439393

236 220

2.864 2.637

47.06142.825

Industria e Servizi di cui:

9.502 8.400

3.0722.668

3.5643.135

4.6764.012

4.5193.783

1.778 1.631

27.111 23.629

647.913446.539

- Costruzioni 1086 809

363290

363287

618509

383297

195 147

3.008 2.339

66.27752.046

- Commercio 1.064 920

278245

287236

470376

334254

166 162

2.599 2.193

65.04256.804

- Attività manifatturiere

1.421 1.116

346320

425356

570401

1.4951.139

238 211

4.495 3.543

129.124107.656

Dipendenti Conto Stato

712 616

172161

270274

353300

349277

153 143

2.009 1.771

30.63528.774

Totale 11.154 9.919

3.5773.116

4.5294.017

5.2504.538

5.3074.453

2.167 1.994

31.984 28.037

725.609656.514

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Tav. 6 – Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2011 - 2012 e denunciati all'INAIL per modalità di evento e anno

Modalità di evento PUGLIA ITALIA

2011 2012 Var. % 2011 2012 Var. %In occasione di lavoro di cui: 29.378 25.730 - 12,4% 643.039 580.355 - 9,7%

- ambiente di lavoro ordinario (fabbrica, cantiere, terreno agricolo, ...)

27.379 24.027 - 12,2% 592.863 537.505 - 9,3%

- circolazione stradale (autotrasportatori, commessi viaggiatori, manutenzione stradale, ...)

1.999 1.703 - 14,8% 50.176 42.850 -14,6%

In itinere (percorso casa-lavoro-casa) 2.606 2.307 - 11,5% 82.570 76.159 - 7,8%

Totale 31.984 28.037 - 12,3% 725.609 656.514 - 9,5% Fonte: Inail – Consulenza Statistica Attuariale. Nota: eventuali incongruenze nei totali sono da attribuire alla procedura di arrotondamento e ai casi non determinati Altro aspetto degno di attenzione è l’analisi delle modalità dell’evento E’ significativo che in Puglia, come in Italia, il calo inferiore (-11,5% dato regionale e –7,8% dato nazionale) abbia riguardato gli infortuni in itinere, ovvero quegli incidenti che si verificano quando il lavoratore effettua il percorso “casa – lavoro – casa”. In tale tipologia infortunistica, al rischio da circolazione stradale si aggiunge l’aggravante di dover necessariamente percorrere quasi quotidianamente un itinerario obbligato e, sovente, in un tempo limitato, onde conciliare le esigenze personali e familiari di vita con l’orario lavorativo. Non stupisce, perciò, che in questo ambito il numero di infortuni resti alto; il che porta a pensare che sia auspicabile il potenziamento di taluni istituti, quali il “telelavoro” e la “flessibilità” per contribuire a ricondurre anche gli infortuni in itinere almeno nella medesima fascia di calo che riguarda le altre modalità di evento. Sotto il profilo della viabilità e del potenziamento dei servizi pubblici correlati alla circolazione e alla manutenzione stradale, l’Inail negli anni ha attivato collaborazioni e sinergie sul territorio con l’assessorato ai trasporti, la Polizia stradale, società private, patrocinate da Istituzioni pubbliche, finalizzate a condividere un percorso comune per la promozione della cultura della sicurezza stradale. Le molteplici iniziative si sono rivolte, in particolare, agli infortunati disabili, con work shop dedicati alla guida di coloro che versano in condizioni di difficoltà motorie, agli autotrasportatori stranieri, con la redazione e diffusione di un opuscolo multilingue sulle principali cautele da adottare nello svolgimento della loro attività e ai bambini dai 6 agli 11 anni, ai quali è stato proposto, in un contesto ludico, di imparare a distinguere i segnali stradali e le principali norme di comportamento del Codice della Strada.

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1.3 Infortuni mortali Nel precisare che eventuali discordanze con i numeri riportati nel Rapporto Annuale Nazionale e nei precedenti Rapporti regionali sono dovuti al continuo affinamento dei dati, effettuato dalla nostra Consulenza Statistica Attuariale24, viene in rilievo un elemento fortemente positivo, inerente i casi mortali del 2012 in Puglia. Tali eventi sono diminuiti del 14,04% (da 57 casi nel 2011 a 49 nell’anno in esame). Confrontando tale percentuale con quella nazionale (-8,45%), risalta la valenza del fenomeno. Oltretutto tale tipologia di rilevazione, a differenza degli infortuni generici (ovvero non mortali) non è significativamente condizionata dal fattore “lavoro nero”. Se, infatti, è agevole occultare un comune evento infortunistico da parte del datore di lavoro non in regola con la normativa assicurativa/previdenziale, anche per l’interesse della vittima a non perdere comunque la fonte (spesso unica) dei mezzi di sussistenza, assai più ardua si configura l’ipotesi di celare un infortunio che ha avuto per conseguenza la morte del lavoratore. Il calo ha interessato tutte le modalità di accadimento, ma gli infortuni avvenuti sulla strada - 12 in itinere + 13 stradali, in occasione di lavoro (autotrasportatori, commessi viaggiatori, manutentori stradali, ecc.) - complessivamente hanno superato quelli verificatisi nell’ambiente di lavoro ordinario (24). Ancora una volta la circolazione stradale rappresenta un’alea particolarmente significativa per il lavoratore, se consideriamo che al rischio generico, incombente su qualunque utente della strada, si aggiungono i fattori aggravanti già menzionati di stress tipici degli infortuni in itinere o i pericoli veri e propri dei mestieri su strada (valga per tutti l’esempio dell’autotrasportatore, normalmente impegnato in prolungati turni di guida, spesso notturna). Non a caso l’Inail, in questi anni, collaborando, come si è già fatto cenno, con l’Assessorato ai trasporti e altri partner, ha individuato in tale ambito un topos privilegiato per iniziative prevenzionali di vario genere, con lo sguardo rivolto specificamente agli studenti (utenti stradali del domani) e ai lavoratori di altre nazionalità. L’allargamento della platea dei destinatari di tale opera di sensibilizzazione, nonché dei collaboratori sinergicamente impegnati negli obiettivi comuni (per tutti: i Vigili urbani) è uno degli obiettivi programmatici da conseguire ritenuto prioritario da questa Direzione.

24 I casi mortali presenti nei report si riferiscono ai decessi denunciati all’Istituto e avvenuti entro 180 giorni dalla data in cui si è verificato l'infortunio, con esclusione di quelli per i quali nello stesso periodo è stata accertata la causa non professionale o non tutelata.

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Tav. 7 – Infortuni sul lavoro mortali avvenuti nel periodo 2011 - 2012 e denunciati all'INAIL per modalità di evento e anno

Modalità di evento PUGLIA ITALIA

2011 2012 Var. % 2011 2012In occasione di lavoro di cui: 43 37 - 13,96 669 622 - 7,03

- ambiente di lavoro ordinario (fabbrica, cantiere, terreno agricolo, ...) 29 24 - 17,25 450 415 - 7,78

- circolazione stradale (autotrasportatori, commessi viaggiatori, manutenzione stradale, ...)

14 13 - 7,15 219 207 - 5,48

In itinere (percorso casa-lavoro-casa) 14 12 - 14,29 231 202 -12,56

Totale 57 49 - 14,04 900 824 -8,45 Fonte: Inail – Consulenza Statistica Attuariale. Nota: eventuali incongruenze nei totali sono da attribuire alla procedura di arrotondamento e ai casi non determinati Nel territorio il calo degli infortuni mortali è spalmato sulle province con una certa omogeneità. Fanno eccezione Taranto (un caso in più rispetto al 2011) e, con una maggiore variazione, Foggia (+4), che rappresentano le realtà locali più critiche della Puglia dal punto di vista del rischio chimico e siderurgico.

Var. %

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Tav. 8 – Infortuni mortali avvenuti nel 2011 - 2012 e denunciati all'INAIL per modalità di evento e provincia

Modalità di evento Bari Brindisi Foggia Lecce Taranto BAT Puglia ITALIA

‘11 ‘12 ‘11 ‘12 ‘11 ‘12 ‘11 ‘12 ‘11 ‘12 ‘11 ‘12 ‘11 ‘12 ‘11 ‘12

In occasione di lavoro di cui:

9 10 6 4 6 8 9 4 5 7 8 4 43 37 669 622

- ambiente di lavoro ordinario (fabbrica, cantiere, terreno agricolo,

)

4 7 5 3 4 6 6 2 4 4 6 2 29 24 450 415

- con mezzo di trasporto (autotrasportatori, commessi viaggiatori, manutenzione stradale, )

5 3 1 1 2 2 3 2 1 3 2 2 14 13 219 207

In itinere (percorso casa-lavoro-casa)

5 3 2 - 3 5 1 2 1 - 2 2 14 12 231 202

Totale 14 13 8 4 9 13 10 6 6 7 10 6 57 49 900 824

Fonte: Inail – Consulenza Statistica Attuariale. Nota: eventuali incongruenze nei totali sono da attribuire alla procedura di arrotondamento e ai casi non determinati Le distinzioni di settore vedono una sensibile diminuzione degli eventi mortali nell’industria e servizi (-18%), un caso in più in agricoltura (da 7 del 2011 a 8 del 2012) e nessun infortunio relativamente al personale della gestione per conto dello Stato. Le attività prevalentemente concettuali della Pubblica Amministrazione, quindi, si confermano come lavorazioni “a basso rischio”, ove l’eventualità di un episodio infortunistico di tale entità da cagionare la morte risulta bassissima (in tutta Italia sono stati registrati solo 10 casi).

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Tav. 9 – Infortuni mortali avvenuti nel 2011 e 2012 e denunciati all'INAIL per gestione e principali settori di attività

Gestione/ Settori di attività

Bari Foggia Lecce BAT Puglia ITALIA

‘11 ‘12 ‘11 ‘12 ‘11 ‘12 ‘11 ‘12 ‘11 ‘12 ‘11 ‘12 ‘11 ‘12 ‘11 ‘12

Agricoltura 1 - 1 - 3 3 - 2 1 2 1 1 7 8 111 102

Industria e Servizi di cui, a titolo esemplificativo:

13 13 7 4 6 10 10 4 5 5 9 5 50 41 777 712

- Costruzioni 3 7 2 1 2 2 5 1 - 1 1 1 13 13 189 137

- Commercio - 1 - 1 - 1 1 - - - 1 1 2 4 79 68

- Attività manifatturiere 3 2 3 - 1 1 2 1 1 2 4 - 14 6 181 157

Dipendenti Conto Stato - - - - - - - - - - - - - - 12 10

Totale 14 13 8 4 9 13 10 6 6 7 10 6 57 49 824

Fonte: Inail – Consulenza Statistica Attuariale. Nota: eventuali incongruenze nei totali sono da attribuire alla procedura di arrotondamento e ai casi non determinati

Brindisi Taranto

900

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1.4 Gli stranieri La Puglia è tra le regioni che nel 2012, secondo fonti Istat, ha visto un sensibile incremento della popolazione straniera (+14,9%). Si tratta di un aumento superiore a quello registrato in altri territori storicamente molto più attrattivi per l’immigrazione dall’estero, come Veneto (+6,1%), Lombardia (+8%) ed Emilia Romagna (+7,4%). Il trend infortunistico, al contrario, è in discesa: si è passati da 1.542 denunce nel 2011 a 1.381 dell’anno in esame. Anche gli eventi con esiti mortali sono diminuiti del 66,67%. Con riferimento agli infortuni in generale la comunità più colpita risulta essere quella rumena, con 224 casi, di cui ben 72 a Foggia e, di seguito, si collocano la Germania (n. 213) e la Svizzera (n. 206). Negli anni precedenti erano questi ultimi due Paesi a fungere da capilista nell’elenco della numerosità degli eventi occorsi a lavoratori “non italiani”, verosimilmente per il fenomeno dell’ immigrazione “a rotazione” (detta anche “di ritorno”), che è particolarmente diffuso in Puglia. Quest’ultima tipologia di insediamento riguarda i discendenti di italiani emigrati negli anni passati all’estero, che nati in Germania e Svizzera (e quindi catalogati come “stranieri” nelle presenti statistiche) sono ritornati a risiedere in Italia soprattutto per ragioni familiari e di affezione (ma non mancano anche motivazioni legate a migliori opportunità di lavoro) e qui, in maggioranza numerica rispetto ad altre nazionalità, hanno subito, in parallelo, un numero alto di incidenti sul lavoro. Nel 2012, invece, il numero maggiore di eventi si riferisce ad una delle nazionalità che sta progressivamente intensificando la sua presenza sul territorio (appunto i nativi della Romania), prevalentemente per dare risposta alla rilevante domanda di assistenza agli anziani. Inferiori di poco sono i casi che hanno come protagonisti gli Albanesi (n.155), altra categoria di stranieri particolarmente incisiva nella composizione complessiva della popolazione residente. E’ di tutta evidenza, quindi, che esiste una correlazione tra l’entità delle presenze in Puglia di una certa etnia e l’alto numero di eventi infortunistici che la riguarda. Gli unici due eventi mortali di quest’anno, aventi per protagonisti gli stranieri, hanno colpito un bulgaro a Foggia, bracciante agricolo deceduto in itinere mentre si recava sul posto di lavoro, e una cittadina nata in Germania25 del settore terziario, anche essa scomparsa tornando a casa dal luogo lavorativo. E’ innegabile che di fronte alla perdita di una vita nessun numero, per quanto basso, è accettabile. Si tratta, tuttavia, di una rilevazione incoraggiante, in ordine all’efficacia delle misure di contrasto del lavoro nero, dello sfruttamento e, in generale, delle violazioni in materia antinfortunistica, che a vari livelli vengono adottate in Regione, a cura delle Istituzioni e degli attori della prevenzione, fra i quali il nostro Istituto svolge un ruolo cruciale – si è già rilevato - in tema di ricerca, formazione/informazione, incentivi economici alle imprese che investono in sicurezza e promozione della piena applicazione del T.U. della Sicurezza e delle normative di settore.

25 Il cognome italiano della vittima e il luogo di nascita (Germania) fa supporre che si tratta di un caso di “immigrazione a rotazione”.

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Tav. 10 – STRANIERI - Infortuni sul lavoro avvenuti nel 2012 e denunciati all'INAIL per Paese di nascita e territorio

Paese di nascita Bari Brindisi Foggia Lecce Taranto BAT Puglia ITALIA

ROMANIA 45 21 72 34 37 15 224 17.329

GERMANIA 34 41 40 70 19 9 213 2.873

SVIZZERA 30 28 10 121 15 2 206 3.109

ALBANIA 81 23 15 20 10 6 155 10.245

FRANCIA 17 1 12 12 11 6 59 1.593

MAROCCO 16 10 9 12 5 1 53 13.232

BELGIO 15 3 2 21 3 - 44 734

TUNISIA 20 1 8 2 6 1 38 3.291

INDIA 10 3 7 12 5 - 37 2.910

POLONIA 6 2 9 6 7 - 30 1.893

VENEZUELA 22 - 2 1 1 3 29 676

BULGARIA 2 - 10 5 3 - 20 755

CANADA 7 3 3 2 1 1 17 332

UCRAINA 2 - 12 1 1 16 1.988

BRASILE 7 - 1 3 1 2 14 1.356

ARGENTINA 6 1 - 2 1 2 12 1.247

STATI UNITI (U.S.A.) 9 1 - - - 1 11 346

MAURITIUS (ISOLE) 9 - - - - - 9 127

ALTRI PAESI 85 21 19 33 23 13 194 40.294

Totale 423 159 231 356 149 63 1.381 104.330 Fonte: Inail – Consulenza Statistica Attuariale. Nota: eventuali incongruenze nei totali sono da attribuire alla procedura di arrotondamento e ai casi non determinati

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Tav. 11 – STRANIERI - Infortuni mortali avvenuti nel 2012 e denunciati all'INAIL per paese di nascita e territorio

Paese di nascita Bari Brindisi Foggia Lecce Taranto BAT Puglia ITALIA

BULGARIA - - 1 - - - 1 3

GERMANIA - - - 1 - - 1 1

ROMANIA - - - - - - - 38

MAROCCO - - - - - - - 12

ALBANIA - - - - - - - 12

FRANCIA - - - - - - - 2

SVIZZERA - - - - - - - 1

ALTRI PAESI - - - - - - - 51

Totale - - 1 1 - - 2 120 Fonte: Inail – Consulenza Statistica Attuariale. Nota: eventuali incongruenze nei totali sono da attribuire alla procedura di arrotondamento e ai casi non determinati

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1.5 Malattie professionali In controtendenza con gli anni precedenti, nei quali avevamo assistito ad un progressivo aumento delle denunce di malattie professionali, nel 2012, in Puglia e in Italia le segnalazioni di tecnopatie sono calate rispettivamente dell’ 8,46% e del 1,61%. Come i picchi riscontrati nei periodi pregressi non erano necessariamente un segnale negativo, in quanto documentavano un’emersione del fenomeno e una presa di coscienza generalizzata (assicurati, patronati, medici, datori di lavoro, ecc.) dei nessi che legano condizioni e fattori lavorativi con alcune patologie, così una diminuzione delle denunce non rappresenta necessariamente un elemento positivo. Mentre, infatti, per gli infortuni sul lavoro, caratterizzati, come è noto, dalla causa violenta (che si manifesta al massimo nell’arco di un turno lavorativo), è più agevole correlare la loro diminuzione con l’adozione di cautele e di misure prevenzionali, per le malattie professionali, connotate da una causa lenta e progressiva, soprattutto per quelle a lunga latenza, gli effetti degli eventuali interventi di bonifica e attenuazione dei rischi negli ambienti di lavoro possono essere accertati e valutati solo a lungo termine. Nel dettaglio di settore, con riguardo alla Puglia, si rileva un aumento delle denunce unicamente nell’Agricoltura, per una percentuale d’incremento del 7,46%. Le difficili condizioni delle nostre attività agro-forestali, spesso segnalate dalle confederazioni regionali degli agricoltori (macchine agricole obsolete, impiego di prodotti fitosanitari senza le dovute cautele, manutenzione scorretta delle attrezzature, ecc) le rendono terreno fertile per gli interventi di informazione/formazione dell’Inail - Puglia, al fine di diffondere “buone prassi”, che evitino l’aggravarsi di rischi, che insiti nelle peculiarità delle operazioni, possano costituire fonte certa di danno per gli operatori e l’ambiente. Tav. 12 - Malattie professionali manifestatesi negli anni 2011 e 2012 e denunciate all’INAIL per gestione e territorio

Gestione Bari Brindisii Foggia Lecce Taranto BAT Puglia ITALIA

‘11 ‘12 ‘11 ‘12 ‘11 ‘12 ‘11 ‘12 ‘11 ‘12 ‘11 ‘12 ‘11 ‘12 ‘11 ‘12

Agricoltura 51 147 101 40 105 82 49 48 63 69 6 17 375 403 7.974 7.748

Industria e Servizi 278 224 176 153 363 275 420 475 685 608 85 73 2.007 1.808 38.293 37.801

Dipendenti Conto Stato

6 2 3 6 9 1 7 1 53 31 1 1 79 42 489 456

Totale 335 373 280 199 477 358 476 524 801 708 92 91 2.461 2.253 46.756 46.005

Fonte: Inail – Consulenza Statistica Attuariale. Nota: eventuali incongruenze nei totali sono da attribuire alla procedura di arrotondamento e ai casi non determinati

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Nell’esaminare la tipologia di malattie più di frequente denunciate nell’agricoltura, ma anche negli altri settori, salta agli occhi la prevalenza delle affezioni osteo-articolari e muscolo-tendinee, che costituiscono il 57,12% di tutte le specie di tecnopatie denunciate nel complesso. Il forte impulso all’emersione proviene, in parte, dalla recente tabellazione, che ha invertito l’onere della prova precedentemente a carico del tecnopatico, e in parte, da altri fattori extra-lavorativi, tipici della vita contemporanea, che a volte incidono considerevolmente sulle lesioni all’organismo del lavoratore. Sono ancora poco denunciati i tumori (solo il 10,78%), presumibilmente per la difficoltà che ancora incontra la scienza medica nel provare con assoluta certezza la loro fonte, e i disturbi psichici (solo l’1,95%), altrettanto caratterizzati dalla difficile individuazione della loro eziopatogenesi.

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Tav. 13 – MALATTIE PROFESSIONALI manifestatesi nell’anno 2012 e denunciate all’INAIL per tipi di malattia (principali) e territorio

Tipo di malattia Bari Brindisi Foggia Lecce Taranto BAT Puglia ITALIA

IN COMPLESSO 373 199 358 524 708

91

2.253 46.005

Osteo-articolari e muscolo tendinee

230 106 246 368 277

60

1.287 31.721

- Affezione dei dischi invertebrali

158 33 116 158 180

35

680 11.495

- Tendiniti 40 21 82 89 56

16

304 10.937

Malattie del sistema nervoso e organi di senso

48 43 45 80 130

14

360 5.483

- Ipoacusia e sordità

44 39 40 74 117

12

326 4.838

Malattie respiratorie

30 16 15 19 77

4

161 3.223

Tumori 36 16 17 11 157

6

243 2.272

Malattie cutanee 4 4 7 4

1

20 559

Disturbi psichici 6 8 3 15 12 -

44 551- Disturbi

dell’adattamento cronico e post traumatico da stress cronico

1 2 4 8 -

15 226

Fonte: Inail – Consulenza Statistica Attuariale. Nota: eventuali incongruenze nei totali sono da attribuire alla procedura di arrotondamento e ai casi non determinati

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In forte calo sono le denunce di malattie asbesto-correlate (solo 57 casi in Puglia), nonostante la lunga latenza che caratterizza tali patologie, che potrebbero essere state contratte prima delle leggi di contrasto all’amianto (L. n. 257/1992 e s.m.i.) e manifestarsi solo ora. In questo ambito l’Inail, grazie anche alle nuove competenze transitate a seguito dell’incorporazione dell’Ispesl, sta svolgendo attività di ricerca e verifica che vanno al di là degli ambienti di lavoro, finalizzate a fornire un significativo contributo per la bonifica dalla fibra killer dai luoghi ove ancora si annida. Tav. 14 – MALATTIE PROFESSIONALI da asbesto manifestatesi nell’anno 2012 e

denunciate all’INAIL per tipi di malattia e territorio

Tipo di malattia Bari Brindisi Foggia Lecce Taranto Puglia ITALIA

Neoplasie da asbesto 6 3 2 - 19 30 920- Mesotelioma

pleurico 6 2 2 - 9 19 634- Mesotelioma

pericardico - - - - - - 1- Mesotelioma

peritoneale - - - - 1 1 18- Mesotelioma

della tunica vaginale e del testicolo - - - - - - 1

- Carcinoma polmonare - 1 - - 9 10 266

Asbestosi 2 - - 1 - 3 555

Placche Pleuriche 5 1 - - 18 24 802

Totale 13 4 2 1 37 57 2.277

Fonte: Inail – Consulenza Statistica Attuariale. Nota: eventuali incongruenze nei totali sono da attribuire alla procedura di arrotondamento e ai casi non determinati

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Sezione 2

Le monografie

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2.1 La gestione dei comportamenti: un fattore rilevante di PREVENZIONE negli ambienti di lavoro?

Nonostante il trend infortunistico negli ultimi anni abbia fatto registrare un sensibile calo sia per quanto riguarda gli infortuni mortali sia per gli infortuni occorsi in ambiente di lavoro ordinario quale fabbrica, cantiere, terreno agricolo, (soprattutto in considerazione della diminuzione del numero degli addetti occupati, a causa della crisi economica, e del massiccio ricorso alla cassa integrazione che di fatto ha limitato il monte ore lavorativo) ,il numero degli infortuni rappresenta comunque un dato significativo e degno di attenzione specie per le politiche della prevenzione. A tal fine va valutato l’impatto, oramai ventennale, della legislazione in materia di sicurezza del lavoro, recepita in Italia con il “626” ed aggiornata con l’emanazione del Testo unico sulla sicurezza [TUS], chiedendosi se abbia prodotto i risultati attesi in termini di diminuzione significativa dei tassi standardizzati di incidenza infortunistica. La comunità scientifica26 ritiene che oltre l’ottanta per cento degli incidenti e degli infortuni negli ambienti di lavoro sono determinati da comportamenti errati o a rischio. L’attuale sistema legislativo fa leva fondamentalmente su tre fattori per promuovere la prevenzione nelle Organizzazioni: l’informazione e la formazione sulla safety, i sistemi di gestione della sicurezza [SGSL] e, come deterrente, un robusto ed articolato sistema sanzionatorio. Recentemente, in tema di formazione, l’Accordo Stato-Regioni del dicembre 2011 ha posto un ulteriore tassello nel quadro della formazione di base obbligatoria per tutti i lavoratori. Infatti l’Accordo, dando attuazione all’art. 37, comma 2, D.Lgs.. n. 81/2008 e s. m. i., disciplina “la durata, i contenuti minimi e le modalità della formazione, nonché – elemento nuovo in quanto non menzionato nel TUS – dell’aggiornamento” dei lavoratori e delle lavoratrici, quali definiti dall’art. 2, comma 1, lett. a) del TUS. Il Testo introduce e regolamenta – novità rispetto a quanto previsto dal TUS - anche la formazione dei preposti e dirigenti, soggetti rispetto ai quali era enunciato genericamente l’obbligo formativo e di aggiornamento a carico del datore di lavoro (art. 37, comma 7, TUS). L’Accordo costituisce, inoltre, anche riferimento per la formazione facoltativa dei componenti dell’impresa familiare, dei lavoratori autonomi, dei coltivatori diretti, degli artigiani e dei piccoli commercianti e comunque di tutti quei soggetti ricompresi nell’art. 21, comma 1 del TUS. Senza dubbio la formazione e l’aggiornamento periodico costituiscono condizione necessaria per conoscere e ridurre i rischi presenti nel proprio ambiente di lavoro, unitamente alle misure di prevenzione e protezione adottate, ma da soli tali interventi sono sufficienti per indurre e mantenere comportamenti sicuri? L’analisi degli incidenti e delle cause che hanno determinato molti degli infortuni mortali ci inducono a rispondere di no. Infatti molteplici infortuni hanno riguardato lavoratori che risultavano regolarmente formati, alcuni casi – tra i più eclatanti - accaduti anche nella nostra regione, hanno purtroppo riguardato tecnici qualificati e docenti nella materia. Per quanto concerne l’integrazione della gestione della sicurezza nella organizzazione aziendale, al pari della Qualità e dell’Ambiente, essa si è concretizzata con l’introduzione dei “Modelli di organizzazione e di gestione” – definiti all’art. 2, c. 1, lett. dd) e disciplinati dall’art. 30 del TUS. Ai modelli organizzativi è affidato l’importante compito di concorrere alla realizzazione di una

26 Herbert Heinrich, Industrial Accident Prevention, A Scientific Approach, 1931; Terry Mc Sween , The value based Safety Process: Improving your Safety Culture with Behavior Based Safety, 2003.

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politica aziendale per la salute e sicurezza che, per un verso, contribuisca ad assicurare il pieno rispetto di tutti gli obblighi di sicurezza nei luoghi di lavoro, incluso l’obbligo di vigilanza del datore di lavoro, in caso di delega di funzioni (ex art. 16, c. 3) e che, per altro verso, consenta, laddove il modello organizzativo sia adottato ed efficacemente attuato, di prevenire i reati di omicidio colposo e di lesioni colpose gravi o gravissime, commessi con violazione delle norme antinfortunistiche (di cui agli artt. 589 e 590, c. 3, codice penale), avvalendosi, qualora ricorrano tutte le condizioni previste dagli artt. 5, 6 e 7 del D.Lgs... n. 231/2001, dell’efficacia esimente della responsabilità amministrativa della persona giuridica, altrimenti sanzionata dall’art. 25-septies del D.Lgs.. n. 231/2001. L’implementazione dei Sistemi di Gestione richiamati all’art. 30 del TUS ha determinato una maggiore sensibilizzazione verso gli aspetti riguardanti il coinvolgimento e la partecipazione attiva dei lavoratori. Rimane comunque il rischio che senza una adeguata motivazione, i lavoratori percepiscano i Sistemi di Gestione come un prodotto preconfezionato calato dall’alto e, come tale, ritenuto estraneo e visto come una mera applicazione formalistica di procedure e documenti. D’altro canto il ricorso alle sanzioni, quale deterrente punitivo assunto dal legislatore, se da un lato contribuisce ad estinguere il comportamento pericoloso – quando applicate al momento dell’infrazione e non differite nel tempo – dall’altro non costituisce un rimedio efficace nel “costruire” comportamenti sicuri. In ogni caso l’applicazione delle sanzioni implica per il datore di lavoro la predisposizione di un sistema di vigilanza capillare, sistematico ed oneroso, senza considerare l’impatto negativo che tale approccio riveste sul fattore stress correlato al lavoro, contribuendo a peggiorare il clima aziendale ed il benessere organizzativo. Per le considerazioni precedentemente esposte molti esperti del settore concordano con l’esigenza di elaborare una diversa strategia prevenzionale con l’obiettivo di ridurre drasticamente il numero degli infortuni, integrando l’approccio istituzionale basato su formazione, organizzazione e sistema sanzionatorio, con lo studio del fattore umano finalizzato alla “costruzione e rinforzo” di comportamenti sicuri. In quest’ottica, nell’ambito della Convenzione del 7 luglio 2011 sottoscritta tra Inail - Direzione Regionale per la Puglia ed Ordine degli Ingegneri della provincia di Bari, finalizzata a promuovere la cultura della prevenzione degli infortuni e malattie professionali tra i cittadini, nonché migliorare la conoscenza delle cause dei fenomeni avversi per la salute negli ambienti di lavoro per i tecnici operanti nel territorio, è stato organizzato il Seminario “La gestione dei comportamenti: un rilevante fattore di PREVENZIONE negli ambienti di lavoro?”. Il seminario, tenutosi a Bari il 30 marzo 2012, ha contribuito a chiarire metodi e finalità della Behaviour Based Safety (BBS: sicurezza basata sui comportamenti) ovvero lo studio di protocolli e metodologie di controllo e gestione dei comportamenti finalizzati al miglioramento della sicurezza sul lavoro. I contributi scientifici hanno evidenziato che il nostro Paese si colloca in posizione arretrata rispetto alla media europea e soprattutto nei confronti dei Paesi più industrializzati quali Germania, Francia, Spagna e Regno Unito, nella graduatoria degli Stati membri stilata in base ai “tassi di incidenza standardizzati” riferiti all’anno 2007 (riferimento temporale più recente in ambito europeo), nonostante l’Italia abbia recepito ed introdotto – da diversi anni - nel proprio ordinamento giuridico le direttive europee “sociali” e di “prodotto” finalizzate alla sicurezza degli ambienti di lavoro e delle macchine. Tale concetto è stato ribadito ed approfondito nel corso dell’autorevole intervento dal titolo “Il fattore umano: motivazione, formazione e ricadute su sicurezza e produttività” tenuto dall’ing. Riccardo Borghetto (socio AARBA: Association for Advancement of Radical Behavior Analysis).

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Le origini delle metodologie scientifiche che ricercano la sicurezza dei comportamenti nello studio del fattore umano hanno avuto origine negli anni ’50 e successivamente si sono sviluppati negli Stati Uniti a partire dagli anni ’70 ed a seguire rispettivamente nel Regno Unito, in Giappone e recentemente anche in Italia. La filosofia alla base del protocollo scientifico denominato “BBS” è finalizzata alla osservazione, misurazione e modifica dei comportamenti attraverso un modello a tre contingenze denominato “ABC” (stimoli Antecedenti – emissione del Comportamento (Behavior) – Conseguenze che modificano il comportamento). In estrema sintesi è stato dimostrato27 che il comportamento umano è stimolato dagli antecedenti, cioè dagli stimoli che precedono il comportamento e che costituiscono il contesto in cui opera il lavoratore (l’ambiente lavorativo, i colleghi, i capi, la formazione, ecc.) ed è mantenuto, estinto o aumentato dalle conseguenze erogate “dopo” il comportamento stesso (rinforzi e commenti sul posto di lavoro: feedback). Nella sessione pomeridiana sono stati anche illustrati – a cura dello stesso ing. Borghetto - alcuni casi pratici di applicazione del protocollo BBS negli ambienti industriali e nei cantieri edili e come tali metodologie di intervento sul “fattore umano” abbiano contribuito ad abbattere sistematicamente negli ambienti di lavoro gli indici infortunistici e le esposizioni nocive a fattori di rischio per la salute dei lavoratori. Il tema dell’integrazione del protocollo BBS con i Sistemi di gestione della sicurezza, previsti quest’ultimi dal TUS, è stato sviluppato dal dott. Paolo Clerici, professionista Inail della Contarp Liguria ed esperto qualificato in BBS. Il contributo ha messo in risalto l’importanza della gestione del fattore umano per migliorare la performance di un SGSL: non a caso la norma BS OHSAS 18001:2007 al punto 4.3.1 afferma che la procedura relativa all’identificazione dei pericoli, valutazione dei rischi ed applicazione delle misure di controllo deve tenere conto dei comportamenti dei singoli, delle loro capacità e di altri fattori soggettivi. In altre parole l’applicazione del protocollo BBS in una Organizzazione in cui è implementato un SGSL, rende più sostanziale e meno formale il coinvolgimento dei lavoratori, la loro partecipazione attiva e l’attenzione alla sicurezza degli altri. La questione relativa al miglioramento della sicurezza negli ambienti di lavoro attraverso l’osservazione e la modifica dei comportamenti dei lavoratori è oggetto di discussione soprattutto in ambito sindacale per l’eventuale rischio di far ricadere sui lavoratori eventuali oneri non previsti dal TUS, ed a carico invece dei datori di lavoro. L’argomento abbastanza delicato è stato dibattuto nel corso della tavola rotonda dove è stato esaminato l’aspetto sia dal punto di vista dei datori di lavoro (CNA Roma - Confindustria Puglia) sia del sindacato (Cisl nazionale). Il confronto si è sviluppato in particolare sull’aspetto della BBS relativo alla modifica dei comportamenti in relazione ad un eventuale processo di colpevolizzazione dei lavoratori che potrebbe scaturire da una errata gestione del protocollo scientifico BBS. In conclusione possiamo affermare che in Italia la conoscenza e l’applicazione degli studi sull’analisi dei comportamenti si è diffusa solo recentemente nel campo della safety, mentre resta ancora aperto il dibattito in merito al più idoneo protocollo comportamentista per la riduzione degli infortuni sul lavoro. Dai temi dibattuti emerge comunque l’esigenza di integrare l’approccio prevenzionale istituzionale con l’osservazione - controllo e modifica dei comportamenti negli ambienti di lavoro, utilizzando metodologie scientifiche che tengano conto del fattore umano quale strumento di prevenzione per gli infortuni e malattie professionali sul lavoro.

27 F.B. Skinner, Psicologo comportamentista

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2.2 Inail Puglia e Cip Puglia: insieme per lo sport Il mutamento della mission dell’Istituto ha spinto l’Inail Puglia a ricercare percorsi innovativi e sperimentali da intraprendere per promuovere i valori costituzionali di convivenza e solidarietà, facendosi promotore culturale, sul territorio, di un’attenta e profonda riflessione sulla sicurezza, la disabilità, l’integrazione ed il reinserimento sociale e lavorativo. In questo contesto e nell’ottica di diffondere la cultura della pratica sportiva, l’Inail Puglia, in collaborazione con il Cip Puglia, ha fermamente sostenuto l’avviamento e la pratica sportiva come strumento imprescindibile per un ottimale recupero psico-fisico delle persone trattate nell’ambito di progetti protesico-riabilitativi individualizzati. La collaborazione con il Cip si colloca nell'ambito di una convenzione nazionale stipulata nel 2005 - in seguito aggiornata nel giugno del 2008 - avente l'obiettivo di promuovere e diffondere tra le persone disabili la pratica dello sport sia a livello agonistico che amatoriale. L’accordo regionale, siglato il 9 maggio 2011 tra l’Inail Puglia ed il Cip Puglia è, pertanto, finalizzato alla promozione, alla diffusione ed al consolidamento della cultura dello sport come strumento di reinserimento sociale. La convenzione prevede il tesseramento gratuito al CIP e consente alle persone interessate di fruire delle attività di orientamento e supporto per l'individuazione della disciplina sportiva più confacente al singolo assicurato, nonché di attività di formazione con la possibilità di partecipare gratuitamente a corsi e stages, anche a fianco di atleti paralimpici. L'indicazione dell'attività sportiva praticabile, dopo l'informazione teorica di base, permette di essere indirizzati sia verso una semplice attività ludico-motoria, che verso varie discipline sportive come nuoto, equitazione, atletica leggera, basket, tiro con l'arco, tiro a segno e tennis. Inoltre, la Convenzione prevede la possibilità di usufruire delle competenze tecniche del Centro Protesi Inail di Vigorso di Budrio per la scelta e la fornitura di dispositivi tecnici e ausili che possano facilitare la pratica sportiva prescelta. L’Inail Puglia e il Cip Puglia, cogliendo le opportunità offerte dalla Convenzione stipulata a livello nazionale, hanno voluto porre in essere in modo sinergico e condiviso vari interventi finalizzati a:

- la diffusione e la valorizzazione della pratica sportiva tra i disabili da lavoro quale strumento per il reinserimento sociale;

- la diffusione della cultura sportiva e la visibilità dello sport per i disabili sul territorio promuovendo e sostenendo le manifestazioni sportive;

- la sensibilizzazione, sul territorio pugliese, ai temi dell’integrazione e del reinserimento sociale delle persone disabili attraverso lo sport.

In questa prospettiva, l’Inail Puglia, in stretta collaborazione con il Cip Puglia, ha attivato, promosso e sostenuto - anche finanziariamente - una serie di iniziative finalizzate a diffondere la cultura della pratica sportiva come parte integrante del percorso riabilitativo in linea con l’affermazione di un approccio positivo alla disabilità. Tra queste la realizzazione della manifestazione di promozione sportiva “Diventa Paralimpico” – tenutasi presso il C.U.S. di Bari il 29 settembre 2012 – alla quale hanno partecipato atleti provenienti dall’intero territorio regionale che si sono esibiti in alcune discipline sportive come basket, scherma, tennis tavolo, nuoto, atletica e tiro a segno testimoniando così, valide esperienze di reinserimento nella vita di relazione attraverso lo sport.

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Va inoltre ricordata, quale momento importante per comunicare l’etica della riabilitazione e del reinserimento, l’attività di organizzazione di Convegni a tema in tutte le province pugliesi. Tra questi, in particolare, il Convegno “a tutto SPORT: per parlare di sport e non solo”, - arricchito dalla toccante testimonianza di Annalisa Minetti, atleta paralimpica di recente ritorno dalle Paralimpiadi di Londra 2012 - si è posto l’obiettivo di rimarcare l’importanza della pratica sportiva come parte integrante del percorso riabilitativo personalizzato di ogni disabile da lavoro, rappresentando una straordinaria leva per un idoneo recupero fisico e psicologico, nonchè elemento di stimolo per il reinserimento sociale. La sinergia con il Cip si è concretizzata in un rapporto di collaborazione con le Equipes Multidisciplinari di I Livello e anche nell’orientamento ed avviamento allo sport dei disabili da lavoro (per mezzo di società sportive affiliate con il Cip Puglia) realizzatosi attraverso l’apertura, a cadenza mensile, di Sportelli Informativi presso le sedi territoriali dell’Inail Puglia. L’apertura di tali sportelli ha consentito l’avviamento allo sport di circa 70 assicurati; le maggiori adesioni si sono registrate nella pratica del nuoto e dell’equitazione, soprattutto nella provincia di Bari. L’esperienza sin qui maturata, con l’obiettivo di sensibilizzare la collettività sui temi della disabilità nelle sue varie sfaccettature ha, pertanto, confermato la validità della pratica dello sport come strumento utile e necessario per sostenere il processo di integrazione sociale da parte delle persone maggiormente svantaggiate.

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2.3 Dal palcoscenico alla realtà: A scuola di prevenzione Lo sviluppo delle politiche prevenzionali, per il ruolo attribuito all’Istituto dal Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e s.m.i., è indirizzato verso il consolidamento e il potenziamento della rete Istituzionale al fine di attuare “azioni di sistema” più efficaci, tese ad inserirsi nella più ampia prospettiva della “tutela integrata” perseguita dall’Istituto. In tale ottica si è consolidato il rapporto tra la Direzione Regionale per la Puglia e l’Assessorato alle Politiche della Salute della Regione Puglia, disciplinato dalla Convenzione quadro sottoscritta nel dicembre 2010 e finalizzato allo sviluppo di politiche attive per la prevenzione del fenomeno infortunistico e tecnopatico e per la promozione e diffusione in tutto il territorio regionale della cultura della sicurezza in ambito lavorativo. Da tali premesse il gruppo di lavoro congiunto Inail – Regione Puglia ha elaborato la sperimentazione del progetto-concorso: “Dal palcoscenico alla realtà: A scuola di prevenzione”, destinato agli studenti delle classi IV e V degli Istituti Tecnici e Professionali insistenti nel territorio pugliese, con l’obiettivo di orientare l’apprendimento dei futuri lavoratori verso la sicurezza, aiutandoli a ragionare sui fattori più ricorrenti degli incidenti sul lavoro al fine di accrescere in loro la cultura della prevenzione, condizione necessaria per ridurre il fenomeno infortunistico. Il progetto, articolato durante l’intero anno scolastico 2012/2013, è stato strutturato per incidere sugli studenti attraverso:

- la componente emotiva, prevedendo la partecipazione degli stessi allo spettacolo teatrale "Vite Spezzate" e la distribuzione del volume "Dieci racconti di Vite Spezzate: drammi inevitabili o eventi prevenibili?";

- i saperi, con la realizzazione di incontri formativi/informativi curati dai professionisti Inail e dai tecnici degli Spesal presso gli Istituti scolastici;

- il saper fare, con l’organizzazione di un concorso che prevede la realizzazione di prodotti culturali – video ed immagini -, i cui premi in denaro saranno destinati all’acquisto di attrezzature e materiali funzionali al miglioramento delle condizioni di sicurezza all’interno delle strutture scolastiche. Tale destinazione vincolata dei premi si collega con quanto realizzato dall’Istituto, nel triennio 2007-2009, attraverso i bandi di finanziamento per la messa in sicurezza ed abbattimento delle barriere architettoniche nelle scuole secondarie di primo e secondo grado attuati sulla base dell’indice IGLOS (indice globale di sicurezza).

Lo spettacolo “Vite spezzate”, realizzato dal Teatro Kismet OperA di Bari, è liberamente tratto dal volume "Dieci racconti di Vite Spezzate: drammi inevitabili o eventi prevenibili?", pubblicato dalla Regione Puglia, in collaborazione con l'Inail, nella raccolta “I quaderni della prevenzione”. I racconti, ispirati ad infortuni mortali accaduti nei luoghi di lavoro, sono rappresentativi delle più comuni forme di incidente occorsi nella nostra regione e delle relative dinamiche da cui trarre utili indicazioni di prevenzione. La piéce teatrale rappresenta una forma innovativa di comunicazione sociale che, attraverso le forti emozioni generate, costituisce lo strumento più efficace per stimolare negli spettatori attenzione, spirito critico e creatività, su tematiche complesse e delicate come, per l’appunto, gli infortuni mortali. Nel corso degli incontri, i professionisti della Contarp, della CTR, della Sovrintendenza Medica, del Dipartimento Ricerca e i tecnici degli Spesal, partendo dalle emozioni suscitate dallo spettacolo, hanno avuto modo di indirizzare l’interesse degli studenti verso i diversi aspetti della tematica.

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Le lezioni sono state finalizzate all’approfondimento delle informazioni relative alle condizioni di sicurezza negli ambienti di lavoro e di vita, alle situazioni di rischio ed alle modalità di accadimento degli eventi infortunistici, attraverso l’interazione con gli studenti. Si è avuto modo di illustrare il Sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica degli infortuni sul lavoro basato sul modello “sbagliando si impara”, nato a seguito della stipula di un Protocollo d’Intesa tra Regioni, Inail, Ispesl e Province Autonome e diventato ormai una delle azioni stabilmente inserite nel “Patto per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro” sottoscritto tra il Ministero della Salute, le Regioni e le province Autonome. L’applicazione di tale metodo ha consentito notevoli progressi nello studio delle cause degli incidenti mortali, grazie ad una maggiore uniformità ed omogeneizzazione delle modalità di approfondimento ed analisi dei fenomeni infortunistici. Attraverso lavori di gruppo è stato applicato il modello ad alcuni dei casi rappresentati nello spettacolo teatrale, partendo dalla definizione di infortunio e stimolando i ragazzi nell’individuazione delle misure preventive e protettive adottabili. Il progetto si è concluso al termine dell’anno scolastico 2012/2013, con la premiazione dei prodotti culturali realizzati dagli studenti valutati da una commissione composta dai rappresentanti degli enti promotori, da esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo e dai rappresentanti dei partner progettuali. Infatti, al fine di garantire una capillare ricaduta in tutto il territorio regionale ci si è avvalsi della preziosa collaborazione, oltre che del Teatro Kismet OperA, dell’Ufficio Scolastico Regionale, nel ruolo di “facilitatore” con gli Istituti, e del TgNorba24 che, in qualità di media partner, ha trasmesso in diretta la conferenza stampa di presentazione del progetto e lo spot promozionale. I riscontri in termini di partecipazione sono stati entusiasmanti, al progetto-concorso hanno, infatti, aderito 91 Istituti con il coinvolgimento diretto di altrettanti docenti e di 9870 studenti. In base a tali adesioni sono state previste 46 repliche dello spettacolo, realizzate in ciascuna provincia, e 190 incontri formativi presso le scuole. La valenza delle attività progettuali ha riscosso importanti riconoscimenti a livello nazionale, nell’ambito dell’annuale “Premio Best Practices per l’Innovazione”, organizzato dalla sezione Confindustria di Salerno, su 57 partecipanti è stato insignito della “Menzione speciale per il sociale” con la seguente motivazione: “la scelta di usare la comunicazione teatrale come mezzo per promuovere il delicato tema della sicurezza sui luoghi di lavoro rappresenta un’innovazione importante per la riduzione dei costi sociali connessi al tema”. Inoltre, in occasione della convention “Ambiente Lavoro” svoltasi a Modena nel mese di ottobre 2012, il progetto è stato premiato nell’ambito del concorso nazionale “Inf@rmazione” per aver “coniugato in modo originale diverse forme espressive in un progetto organico che riesce a raggiungere notevole spessore artistico e didattico allo stesso tempo. Il tema della sicurezza sul lavoro viene così presentato attraverso un linguaggio non specialistico, comprensibile e adatto ad essere apprezzato anche dai più giovani e dal pubblico più ampio”. Il cospicuo numero di adesioni ed i riconoscimenti ricevuti rappresentano indicatori utili a confermare la validità delle scelte compiute, l’approccio multidisciplinare e l’integrazione funzionale tra competenze, professionalità ed Istituzioni diverse è il percorso da seguire per porre in essere azioni prevenzionali incisive e capaci di garantire adeguate ricadute territoriali e settoriali. Per queste ragioni il progetto è stato riproposto anche per l’anno scolastico 2013/2014, ampliando la possibilità di partecipazione a tutti gli Istituti secondari di secondo grado, introducendo nuove forme espressive e prevedendo ulteriori ed innovative forme di coinvolgimento degli studenti.

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