Raimondo Villano - Verso la società globale dell'informazione-cap. VI-Stime di mercato

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Capitolo Vi tratto da R.Villano “Verso la società globale dell'informazione” (patrocinio RC Pompei, Presentazione di Antonio Carosella, Ed. Eidos, pag. 194; Torre Annunziata, maggio 1996).

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ROTARY INTERNATIONALDISTRETTO 2100 ITALIA

Service Above Self - He Profit Most Who Serves Best

Raimondo Villano

Verso la società globaledell’informazione

A. R. 2000-2001

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L’elaborazione e la scrittura di questo testo è stata ultimata nel mese di maggio 1996.

© Rotary International - Club Pompei Oplonti Vesuvio Est

Elaborazione, impaginazione e correzioni a cura di Raimondo Villano

Edizioni Eidos, Castellammare di Stabia (Na)

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Indice

Presentazione 7

Prefazione 9

CAPITOLO IAnalisi settoriale delle principali applicazioni telematiche 11

CAPITOLO IIAnalisi settoriale dei problemi tecnici di applicazionee/o sviluppo delle tecnologie informatiche 33

CAPITOLO IIISicurezza e reati informatici: problemi tecnici, giuridici e normativi 85

CAPITOLO IVProblematiche ed azioni politiche 113

CAPITOLO VPolitica, attività e problematiche delle imprese del settore informatico 135

CAPITOLO VIStime di mercato 149

CAPITOLO VIIAspetti filosofici, morali ed esistenziali 155

CAPITOLO VIIIImpatto spaziale. Problemi urbanistici 163

CAPITOLO IXImpatto sociale 169

Conclusioni 177

Note 180

Bibliografia 183

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Presentazione

Un grande dono offerto con grande umiltà.Ecco come si può definire questa lunga e non lieve fatica di Raimondo Villano, il quale,

per mero spirito di servizio e non certo per ambizioni accademiche, ha voluto assumere laparte e l’ufficio di mediatore tra una materia intrinsecamente complessa e in rapida evolu-zione e la gran massa di coloro che, in numero e in misura crescenti, son destinati a fare iconti con essa, anche se non per loro scelta.

Il discorso sull’attuale società dell’informazione è tanto diffuso, che rischia di apparireun luogo comune. Ma proprio il fatto di essere comune comporta la necessità che se neconoscano, sia pure a grandi linee ma non superficialmente, contenuti metodi e finalità noncon la pretesa di dominare il nuovo universo disciplinare ma con il legittimo desiderio dinon esserne dominati e manipolati. La nuova realtà creata dalla scienza informatica edelettronica ha profondamente mutato, abbreviandole fin quasi a cancellarle, le tradizionalicoordinate spaziali e temporali dell’umano agire e comunicare, costringendo anche menta-lità e abitudini a rapidi processi di adattamento.

Quando gli adattamenti ci sono stati (con o senza traumi conta poco), si son ritrovatienormemente accresciuti i poteri di ciascun individuo di mettersi in relazione con gli altri equindi di moltiplicare, attraverso lo scambio di informazioni, le occasioni e le modalitàdella crescita globale della personalità. Quando, invece, gli adattamenti non sono stati nep-pure tentati o, se avviati, non hanno creato le sperate abilità, s’è avvertita una progressivaemerginazione dal flusso delle informazioni e s’è instaurata la non felice condizione di do-ver utilizzare informazioni manipolate da altri o comunque di seconda mano.

Ecco perché oggi non è più possibile scegliere tra l’adesione alla nuova realtà e il rifiutodi essa. Nella società dell’informazione ci siamo già e, ci piaccia o no, l’unica libertà discelta che rimane è tra il rassegnarsi a subirla o il prepararsi a guidarla.

E l’uomo, se non vuole abdicare alla propria dignità, non può non provvedere in tempoalla propria libertà con lo scegliere la seconda ipotesi.

È davvero un Giano bifronte quello che sfida l’uomo contemporaneo a scelte difficili eirrevocabili: esso promette e fa intravvedere un gran bene, ma contiene anche, occulte, leinsidie di un gran male.

Ancora una volta, come all’inizio della storia, l’uomo deve vivere e risolvere dentro di sél’eterno dramma della scelta. Ma in ogni caso la via resta sempre una: quella della cono-scenza. Per accettare o per respingere.

* * *L’autore non chiude gli occhi di fronte ai problemi che vien ponendo all’uomo di oggi la

trasformazione in atto della società. Al contrario: li fa suoi, quei problemi, e, pur con ledebite cautele e riserve, assume coraggiosamente posizione a favore della prospettiva dicambiamento, ovviamente governato e diretto dall’uomo. Il cap. VII, in particolare, con-tiene una diligente e accurata disamina del pensiero filosofico contemporaneo nel suo

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misurarsi con la tecnologia informatica e con i problemi ch’essa pone alla perplessa intel-ligenza e all’ancor più perplessa sensibilità degli uomini.

Sembra proprio che l’intera civiltà occidentale, di plurimillenaria durata, sia giunta aduna svolta decisiva del suo cammino: la macchina, che pur è frutto dell’umano pensiero, neincrementa ed amplifica le potenzialità in misura incredibile e imprevedibile, ma restanomolto difformi da essa i ritmi con cui le masse degli uomini si adeguano alle nuove possibi-lità operative. È come se l’immensa eredità della storia dell’umana intelligenza e ricercaoggi costituisse una remora o un gravame per l’uomo dannato al cambiamento: questo c’èsempre stato, ma, per i ritmi che ne scandivano il processo, è stato sempre agevolmente“metabolizzato” dall’uomo. Oggi è l’incalzante rapidità dei processi innovativi che mette anudo la lentezza dell’adeguamento dell’uomo e della sua struttura psichica e mentale.

Ed è proprio lì, nello scarto tra le due velocità, che si annida il rischio: la liberazionedalla ripetitività meccanica di certe operazioni, offerta dalla macchina, potrebbe tramutarsiin un forma sconosciuta di asservimento delle masse. Da parte di chi? e a vantaggio di chi?

Se a questo punto della riflessione interviene l’inevitabile avvertimento di tener semprel’uomo come fine, ecco che ammonitore si leva il passato con tutto il fascino dei valorich’esso ha creati e consegnati alla nostra coscienza e alla nostra responsabilità. Il camminoverso il nuovo è inarrestabile. L’augurio è che l’uomo sappia percorrerlo con saggezza, concoraggio e con umiltà, traghettando sempre nei nuovi approdi l’eredità delle passate gene-razioni, in virtù della quale egli può ancora riconoscersi e dirsi uomo.

La riflessione dell’autore su tutta quest’area problematica dura da alcuni anni, nel cor-so dei quali egli ne ha fatto partecipi gli amici rotariani del suo club con la generosità di chimette a vantaggio degli altri la propria fatica e con l’umiltà di chi sente il proprio donoinadeguato al sentimento che lo muove e lo accompagna.

Alcune tappe di questo fecondo e costante rapporto della silenziosa operosità del singolocon la vita del gruppo sono state contrassegnate da concrete proposte di notevole utilità erilevanza sociale: ricordo le validissime indicazioni sull’organizzazione del servizio sanita-rio e dell’assistenza agli anziani, sull’orientamento dei giovani nella scelta degli studi uni-versitari e nella ricerca del lavoro nonché le preziose applicazioni della razionalità infor-matica alla sistemazione dell’archivio del Distretto 2100 del R.I.

Di tutta l’esperienza acquisita e della conoscenza accumulata nell’itinerario degli ultimianni quest’opera rappresenta la “summa”, della quale non saprei se apprezzare di più l’ampiez-za della materia trattata o lo sforzo di renderla accessibile alla comprensione di persone sforni-te di competenza specifica ma dotate di buona volontà, quali son certamente i Rotariani.

A me, che ho avuto più volte l’occasione di apprezzare la serietà dell’impegno professio-nale e civile dell’autore, piace concludere questa presentazione col notare ch’egli, neldelineare l’avvento del nuovo universalismo tecnologico come versione contempora-nea degli universalismi classici (cristiano, umanistico, razionalistico), ha saputo farsua la pedagogia rotariana dell’uomo come fine.

Gennaio 2000 Antonio Carosella

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Prefazione

Il presente lavoro è scaturito dall’analisi, a mano a mano sem-pre più approfondita, degli aspetti e delle problematiche della so-cietà globale dell’informazione, condotta sulla scorta di numerositesti e pubblicazioni, tra le quali ultime mi piace ricordare qui ilprestigioso quotidiano nazionale IL SOLE 24 ORE, che al fenome-no delle telecomunicazioni riserva con costanza la sua ben nota enon superficiale attenzione.

A me pare, invero, ch’esso, pur senza la pretesa di essere esau-stivo in una materia oltremodo complessa a causa dell’intrinsecamultifattorialità e polivalenza nonché della magmatica evoluzionedel fenomeno, possa tuttavia divenire un utile strumento di ulterio-re comprensione e punto di partenza per l’aggiornamento delle co-noscenze.

Ciò a beneficio di una platea non di addetti ai lavori ma di sog-getti di buona volontà, che con attenzione, sensibilità e sollecitudi-ne recano il loro tassello, piccolo ma pur sempre prezioso, alla gran-de opera collettiva dell’edificazione della società contemporanea.

Raimondo Villano

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CAPITOLO VI

Stime di mercato

Il business mondiale di informatica e telecomunicazioni nel 1994 valeva 910 miliardi di Ecucon una quota del 35% agli Stati Uniti mentre l’Unione europea seguiva con il 27%.

Il mercato europeo dell’information technology dopo gli anni bui del triennio 1993-95 stariprendendo a crescere con vigore.

Stiamo, dunque, assistendo a una ripresa degli investimenti con grandi opportunità di cre-scita per i prossimi due anni58.

Nel 1994 nell’Europa occidentale è stato speso in It il 5,9% degli investimenti totali(contro il 3,3% del 1993) mentre la media di tutti gli altri mercati del mondo è stata del 7,7per cento. Le notizie sono ancora più ottimistiche per quest’anno, in cui si passerà dal 6,7%del 1995 al 7,5%.In Italia la crescita prevista per il 1995 è stata del 4,1%, ben poca cosarispetto a quella attesa nel Regno Unito (8,7%), Germania (7,6%) ma quasi al livello diquella francese (4,9%).

Per ciò che concerne l’Informatica, il suo mercato mondiale in valori espressi in miliardi didollari a tassi di cambio costanti per macro aree59 per il 1993 è stato di 184 nel Nord America (dicui 176 in U.S.A.), di 156 in Europa (di cui 133 in U.E.), di 95 in Asia (di cui 76 in Giappone),di 42 nel Resto del mondo per un totale di 477; per il 1994, invece, è stato di 198 in NordAmerica (di cui 190 in U.S.A.), di 162 in Europa (di cui 138 in U.E.), di 99 in Asia (di cui 79 inGiappone), di 47 nel Resto del mondo per un totale di 506.

L’informatica costituisce oggi un mercato mondiale di circa 550 miliardi di dollari l’anno,mentre quello italiano ha raggiunto i 20mila miliardi di lire.

L’incidenza percentuale della spesa informatica 1994 sul Prodotto Interno Lordo 60 èstata del: 3,5% in U.S.A., 2,5% in UK, 2,41% in Germania, 2,09% in Francia, 1,86% inGiappone, 1,37% in Italia, 1,14% in Spagna.

Il peso percentuale di ciascun Paese nel mercato dell’informatica in Europa nel 1994(totale 162miliardi di dollari) è stato poi di60: 25% Germania, 18% Gran Bretagna, 18%Francia, 9% Italia, 5% Olanda, 4% Spagna, 4% Svezia, 4% Svizzera, 3% Danimarca, 3%Belgio /Lussemburgo, 7% Altri.

La crescita percentuale del mercato europeo dell’informatica 1988-9661 è stata in oltre del:15,9% nel 1988, 14,2% nel 1989, 8,9% nel 1990, 4,4% nel 1991, 2,5% nel 1992, 2% nel 1993,5,2% nel 1994, 6,5% nel 1995 ed è prevista del 7% nel 1996.

Il peso percentuale dei singoli settori informatici in Europa al 1994 è, infine, del62 44,7% perl’Hardware, 27,5% dei Servizi, 19,4% del Software e 8,4% dei Servizi di supporto.

Per quanto concerne, poi, il mercato europeo dei chip, le stime sul fatturato 1995 espresso inmiliardi di dollari63 sono date dai seguenti valori: Germania 8,15; Regno Unito/ Irlanda 8,15;Francia 3,04; Scandinavia 2,44; Italia 2,32; Benelux 1,13; Altri 3,74.

Le vendite di personal computer a livello globale, inoltre, raggiungeranno almeno i l00milioni di unità entro la fine del decennio64.

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In Italia, invece, il mercato dell’informatica negli ultimi anni ha fatturato65 i seguenti importiespressi in miliardi di lire:

a) Settore hardware: 9150 nel 1991, 8550 nel 1992, 7650 nel 1993, 7350 nel 1994;b) nel settore Software e servizi: 12430 nel 1991, 13605 nel 1992, 14050 nel 1993, 14700 nel 1994;c) nel settore Assistenza tecnica: 2360 nel 1991, 2380 nel 1992, 2250 nel 1993, 2200 nel 1994;d) nel settore Accessori: 600 nel 1991, 565 nel 1992, 550 nel 1993, 500 nel 1994Pertanto, il mercato complessivo per questi anni è ammontato a miliardi: 24530 nel 1991,

25100 nel 1992, 24500 nel 1993, 24750 nel 1994.Nel 1994 la ripartizione percentuale del mercato per settori è risultata 66: Software e servizi

59,4%, Hardware 29,7%, Assistenza tecnica 8,9% ed Accessori 2%.Le variazioni percentuali del mercato 1994/93 per area geografica sono state 67: Nord Est

(Trentino A. A., Veneto, Friuli V.G., Emilia Romagna) 3%; Nord Ovest (Piemonte, Valle d’Aosta,Lombardia, Liguria) 1,2%; Centro(Toscana, Lazio, Umbria, Marche) 0,8%; Sud e Isole (Abruz-zo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna) 1,5%.

Per quanto concerne, inoltre, la composizione della spesa nel 1994, sono emersi i seguentivalori68: Industria 28,27%, Banche 21,03%, Distribuzione 12,38%, Servizi 15,56%, Pubblicaamministrazione centrale 9,72%, Pubblica amministrazione locale 5,23%, Assicurazioni e socie-tà finanziarie 4,63%, Altro 3,18%.

Il 1994 è stato, dunque, un anno in cui il mercato italiano dell’informatica ha visto delinearsi,dopo il risultato negativo del precedente (-2,4%), un’inversione di tendenza. Il segno positivodell’1%, espresso in valori correnti (che si riduce se depurato del fattore inflazione), infatti, harappresentato la premessa per la decisa ripresa del 1995 in cui solo nel primo semestre l’informa-tica ha ripreso a marciare con i tassi di incremento a due cifre degli anni migliori (+15% rispettoallo stesso periodo del 1993, secondo l’istituto di ricerca Idc).

Limitandoci al 1994, tuttavia, volendo offrire uno sguardo di insieme, occorre immediata-mente dire che il mercato dell’informatica ha raggiunto il valore globale di 24750 miliardi dilire (ma a conti fatti è cresciuto solo dell’1,5%, fanalino di coda di un’Europa già a crescitadimezzata rispetto agli U.S.A.).

In particolare, l’hardware con un -3%, ha rallentato il ritmo di caduta dell’anno prece-dente quando il decremento era stato pari al 10% circa. Tale andamento è dovuto soprattut-to all’incremento della domanda per la revisione totale o parziale dei sistemi informativi diaziende medio-grandi e alla domanda sostenuta di piattaforme per l’informatica individua-le e di gruppo presso le grandi aziende.

Di qui il calo nella spesa Edp dell’industria (-1,6%) che si è associato al blocco degli investi-menti in computer nella Pubblica amministrazione centrale (-3,7%) e locale (-0,9%).

Nel complesso queste tre componenti, che rappresentano circa il 45% del mercato totale,hanno agito da potente freno al settore mentre solo le banche (+4,7%), i servizi (+5,7%), ladistribuzione (+3,5%), le assicurazioni e le società finanziarie (+6,5%) sostengono il tono delladomanda informatica, dando luogo a una fisionomia del mercato in cui è stato il terziario nonpubblico, piccolo e grande, l’unica area di una certa vivacità.

Un incremento di tale dimensione è dovuto fondamentalmente al cambiamento del ruolo edella funzione del pc. Da semplice supporto alla crescita della produttività individuale, si è tra-sformato in piattaforma per applicazioni di office automation e anche per lo sviluppo e la gestio-ne di applicazioni aziendali particolari. A oggi, si stima che il parco installato di questi apparatiammonti a circa 4,1milioni di unità per piccoli uffici e circa un milione e mezzo per home office,dove la penetrazione registrata dai pc fino all’anno scorso era rispettivamente del 19 e del 22 percento mentre il computer è finora presente solo nel 12% dei circa venti milioni di famiglie italia-ne, contro il 35% di quelle americane, e il 22% delle inglesi. E la Sirmi quantifica in circa settemilioni le famiglie italiane già in grado oggi di potersi permettere un personal.

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La stessa Sirmi e l’Osservatorio Smau prevedono già per quest’anno il decollo di questomercato. Inoltre, la componente software e dei servizi di informatica, oltre a rappresentare ilsegmento di maggiore consistenza in valore - il 53% del mercato totale -, ha segnato una cresci-ta media del 5%, ancora notevole come percentuale, ma che, se confrontata agli anni precedenti,è indicativa di un mercato in fase di maturità. Questo segmento di mercato è costituito da unamiriade di operatori attivi in numerose tipologie di attività. Si va dalla consulenza allo sviluppodi software specifico, alla distribuzione di package, alla formazione, all’outsourcing, alla fornituradi nuovi servizi online basati su Internet.

Ognuno di questi ambiti ha conosciuto un andamento diverso. Se il risultato è stato positivoper le aziende che operano nell’outsourcing, nella consulenza e nella distribuzione di middlewarepackage standard per pc e strumenti di networking, non altrettanto può dirsi per le aziende conattività più tradizionali, come lo sviluppo di software ad hoc. Confrontata con quella dei maggioriPaesi industrializzati, la crescita degli investimenti in informatica in Italia, pari a 1/3 di quelli medieuropei, presenta un andamento meno sostenuto rispetto a quelli per macchinari e attrezzature.

Secondo la ricerca Assinform/Nomos, questa crescita inferiore non è certo dovuta a unmercato ormai saturo, bensì a una serie di cause che, se rimosse, potrebbero aprire ulteriorispazi nel mondo dell’impresa. Innanzitutto aziende medio-grandi ancora non hanno esauri-to la spinta alla razionalizzazione interna. Inoltre, il top management delle stesse forse nonha compreso a fondo la rilevanza strategica degli investimenti nelle tecnologie informati-che. Le aziende, quindi, prese dal vortice della ripresa - certo non attesa nella dimensionein cui è avvenuta - hanno preferito investire in macchinari fissi per accrescere la propriaproduttività piuttosto che investire in nuovi modelli organizzativi e in una revisione deiprocessi interni, tramite il supporto di tecnologie informatiche.

La Pubblica amministrazione, infine, ha bloccato i propri investimenti in nuove tecnologieavendo proceduto a un processo di riorganizzazione interna, di contenimento e dirazionalizzazione della spesa.

Relativamente, poi, al 1995, il mercato ha fatto registrare nel 3° trimestre i seguenti datiespressi in miliardi di lire69: Hardware 1401, Software 917, Servizi 1451, Manutenzione427 per un totale di 4196.

Nei primi nove mesi del ’95, invece, i dati di mercato (espressi in miliardi) sono stati: Hardware4707, Software 3122, Servizi 5074, Manutenzione 1333 per un totale di14236.

Infine le stime di mercato (espresse in miliardi) sull’intero 1995 indicavano: Hardware 7405,Software 4355, Servizi 7950, Manutenzione 1815 per un totale di 21525.

Nei primi tre mesi del 1995 le cifre dell’informatica italiana appaiono, almeno a prima vista,molto positive. Innanzitutto le vendite di personal computer risultano aumentate, nelle rilevazionidi Nomos Ricerca, di circa il 30% in termini di numero di sistemi sul corrispondente periodo del1994. Il mercato dell’hardware, poi, nel suo complesso, segna un +5,5%, persino superiore alladinamica del software e dei servizi (+5,1%) anche se va notato che le cifre del primo trimestre1995 si raffrontano a un corrispondente periodo del 1994 di piena recessione del mercato. Perquesto, in sede di previsione sull’intero 1995, le aspettative di una ripresa forte del mercatovanno ridimensionate al 3-3,5%. In termini qualitativi, secondo il Rapporto Assinform, si ècontinuato a far registrare un’espansione sostenuta del mercato dei personal computer e delleworkstation, con punte nell’area dei server e delle applicazioni di gruppo. Se il tono economicogenerale terrà, è anche prevedibile una forte crescita nella diffusione dei pc presso il pubblicodei professionisti, delle utenze domestiche e dei giovani anche nel ’96. Il 1995, visto per settori,ha avuto numerose promesse, secondo l’Assinform. Se le linee del piano triennale Aipa (l’Auto-rità sull’informatica nella Pubblica amministrazione) verranno rispettate, già nei prossimi mesi ilrilancio nei grandi progetti pubblici dovrebbe farsi sensibile, eliminando uno dei maggiori fattori

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di freno al mercato. Dopo un 1994 che ha visto l’industria investire (al 10% di crescita) quasisoltanto in attrezzature e capacità produttiva, nel ’95 potrebbe essere arrivato il rimbalzo posi-tivo sulle tecnologie terziarie, ovvero sull’innovazione nei processi organizzativi e sui servizi (inparticolare post-vendita e di comunicazione sulle reti).

Infatti, le ragioni più profonde della ripresa del settore vanno al di là delle considerazionigenerali sulla ripresa economica. Innanzitutto pesa sul settore proprio la ripresa degli investi-menti dei grandi utenti storici del mercato, come la grande industria automobilistica emetalmeccanica. Nei due anni precedenti le aziende di questi comparti avevano tagliato la spesanell’area della progettazione, a causa della drastica riduzione degli ordini, dell’ancora alto prez-zo delle soluzioni hardware e software e della difficoltà culturale di trasferire le professionalitàdal tecnigrafo al video tridimensionale.

L’aumentata complessità del contesto competitivo e della conseguente necessità di ridurre iltime-to-market dei prodotti ha stimolato la domanda di soluzioni rapide e di qualità. Inoltre, lapropensione all’export di cui si diceva sopra, ha richiesto il consolidamento dell’offerta ancheattraverso l’introduzione di nuove famiglie di prodotto e, quindi, di strumenti di sviluppo deglistessi. Il rinnovo del parco hardware, prima rimandato a tempi migliori e adesso reso necessariodallo stato di obsolescenza dello stesso, è stato possibile anche grazie a fenomeni di downprincing.Questi fattori concomitanti hanno consentito all’hardware una crescita correlata a quella delsoftware. Anche il settore dei servizi ha fatto registrare una interessante dinamica.

Di converso il mondo bancario, autentico “motore” del mercato nel 1994, dovrebbe averdiminuito i giri, in conseguenza dei processi di concentrazione e ristrutturazione in atto tra gliistituti italiani, mentre le assicurazioni, con l’avvio dei fondi pensione e la riforma della previdenza,potrebbero anche aver ulteriormente accelerato gli investimenti in nuove tecnologie. Il 1995,infine, ha visto l’avvio degli investimenti nelle autostrade dell’informazione anche per l’Italia.

Per quanto riguarda Internet e le autostrade informatiche il business è di quelli formidabi-li. Solo l’anno scorso il numero di nodi connessi ad Internet è infatti cresciuto del 130% a 4,8mi-lioni con oltre 70mila reti private interconnesse. Internet in un solo anno ha concentrato su di séoltre il 47% degli investimenti di venture capital della Silicon Valley70.

La sua diffusione per aree geografiche nel 1994 è stata del 70% nel Nord America, del 21% inEuropa e del 9% nel Resto del mondo71. Inoltre, nei soli U.S.A. il fatturato delle autostradeinformatiche nel 1994 è stato di 418miliardi di dollari così ripartiti: Comunicazioni locali 108;Vendite a catalogo 75; Comunicazioni a lunga distanza 64; Editoria 57; Broadcast TV 30; TV viacavo 24; Servizi elettronici 16; Video rentals 14; Broadcast radio 10; Musica 9; Videogiochi 672.

Da oggi al 2008, tra investimenti strutturali e servizi, il giro d’affari complessivo delle auto-strade informatiche supererà il milione di miliardi di lire, il fatturato annuo delle prime diecisocietà industriali del mondo, per l’esattezza, 497mila miliardi negli Stati Uniti e 541mila inEuropa, dove per la sola creazione della rete di comunicazione a grande velocità verrebberoinvestiti oltre 127mila miliardi73.

In particolare, in alcuni dei principali Paesi europei le previsioni di mercato al 2005 espressiin milioni di dollari per gli allacciamenti sono: Germania 19,3, Gran Bretagna 10,41, Francia 7,8,Italia 6,73, Spagna 5,05; mentre il giro d’affari espresso in miliardi di dollari: Germania 19,6;Gran Bretagna 10,65; Francia 8,61; Italia 5,39; Spagna 4,1874.

In Italia, poi, a maggio 1995 risultavano attivi circa 40mila nodi Internet registrati. Dal 1994al 1995 il numero di imprese italiane con più di venti addetti commesse ad Internet si è triplicato:da 510 a 1500. Ancora meglio sul lato di consumo: da 11mila a 35mila utenti nei dodici mesi.

In particolare il tasso percentuale di penetrazione nell’area Business in Italia dei servizi suInternet75 è stato dello 0,23% nel 1994 e dello 0,65% nel 1995 mentre le previsioni per gli annisuccessivi sono: 1,3% nel 1996, 40% nel 1997, 12,7% nel 1998 (ovvero 28mila organizzazionimedio-grandi), 27% nel 1999 e 50% nel 2000.

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Il tasso percentuale di penetrazione nell’area Residenziale in Italia dei servizi su Internet, invece,è stato dello 0,3% nel 1994, dello 0,7% nel 1995, dell’1,4% nel 1996, del 3,80% nel 1997, del 10%nel 1998 (580mila famiglie), del 15% nel 1999 e del 23% nel 2000 (2milioni di famiglie).

Internet, quindi, in un sola anno ha promosso più utenti telematici di dieci anni di Videotel.Lo scenario Aiip, pur conservativo, stima per esempio che già l’anno prossimo oltre centomilagiovani, professionisti e utenti di pc saranno collegati continuativamente alla Internet.

Eppure, per un altro verso, non si tratta di cifre così alte. L’Italia, dicono alla Aiip, è oggiuno dei Paesi industriali con maggiori ritardi in tema di telematica. Contro, infatti, un consumodi computer pari al 3% del mercato mondiale, il rapporto in termini di utenze Internet è all’in-circa dell’uno per mille. Inoltre, l’iniziale boom del 1994-95 è avvenuto a dispetto di una Internetitaliana ancora striminzita, con pochi pionieri in tema di contenuti e servizi, mentre oggi, conoltre un centinaio di server multimediali attivi, siano essi commerciali, scientifici, civici e so-ciali, navigare sulla Internet “made in Italy” comincia a divenire un fatto consistente, piacevolee in futuro persino profittevole.

Nonostante ciò, in termini di fatturati, le cifre del business Internet restano piccole: nel 1994in Italia non più di 6 miliardi di lire in termini di ricavi dai servizi di connessione, metà dalleimprese e metà dalle famiglie. Quest’ anno la previsione è di 15 miliardi (tre volte) con il settoredi consumo a 10 miliardi. Ma anche al 1998, il mercato Internet italiano (sempre in termini dipuri servizi di connessione) resterà comunque un business medio piccolo: 180 miliardi di ricavidalle imprese (al prezzo medio di 3 milioni annui per connessione) e 165 miliardi dai consumatori(a 150mila lire di abbonamento annuo medio). Se si considera che nel 1994 la telematica nonInternet (l’area dei servizi a valore aggiunto) ha fruttato 710 miliardi (di cui 250 dalle soleinformazioni e reti finanziarie) si ha un termine di confronto eloquente.

La grande scommessa è invece sul contenuto: in Italia 4,8 milioni di persone usano catalo-ghi postali, con un giro d’affari di 1.670 miliardi e i personal installati nelle famiglie sonostimati al ’95 in quasi 4 milioni, di cui solo 45mila con modem mentre oltre una impresa su due,ormai, possiede, almeno un modem.

Per ciò che concerne la Multimedialità, essa sta divenendo sempre più una realtà di fatto.Nei soli Stati Uniti, infatti, il business multimediale vale oggi 11 miliardi di dollari (StimeAdversiting Age) anche se in Italia è un mercato ancora allo stato nascente.

A oggi le installazioni di pc sono circa 30mila e le opere multimediali in lingua italiana sonoancora poche rispetto ai concorrenti internazionali. C’è, però, un posto per l’Italia al ricco tavo-lo del business multimediale scommette deciso John Moroney, della società di ricerche ingleseOvum, che ha appena terminato un rapporto europeo sull’argomento. Però, le applicazionimultimediali italiane saranno molto diverse da quelle degli altri Paesi Ue, in particolare il Cen-tro e Nord Europa (con la Germania in testa), che sono già stati cablati, o da aree con una storiapiù sofisticata nel settore televisivo.

Secondo alcuni ricercatori londinesi, il business per l’Italia, entro un decennio, arriverà afatturare poco meno di 9mila miliardi di lire. La palma spetterà alla Germania con un girod’affari che volerà abbondantemente sopra i 30mila miliardi mentre la Gran Bretagna produrràintroiti pari a circa la metà dei tedeschi . Fatto uguale a cento il business complessivo di ogniPaese, in Italia avrà un peso maggiore il teleshopping che svilupperà circa un quarto del girod’affari. In Gran Bretagna, invece, la parte del leone verrà svolta dall’intrattenimento (24%degli incassi), mentre in Spagna sarà la pubblicità, con il 31% degli introiti, a trainare gli affari.

Per quanto riguarda, poi, la realtà virtuale c’è da dire che, se da una parte c’è grandeinteresse su di essa, il volume di affari complessivo è ancora modesto ammontando a qual-che centinaio di milioni di dollari, il che vuol dire che si è ancora in una fase embrionalerispetto alla verosimile ipotesi degli analisti che individua una rapida crescita del mercatonei prossimi sette/dieci anni valutabile in diversi miliardi di dollari.

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Nel settore delle telecomunicazioni, infine, a livello mondiale i soli primi tredici gigantihanno fatturato nel 1994 300 miliardi di dollari. Si va infatti dalla NTT giapponese (68 miliardicirca) alla ATT statunitense (circa 45 miliardi) alla Deutsche Telecom tedesca (circa 37 miliar-di) a France Telecom (22 miliardi circa) a British Telecom (21 miliardi circa) a Telecom Italia(18 miliardi circa) ed alle statunitensi GTE, Bell South, Bell Atlantic, MCI, Nynex, Sprint,Ameritech (95 miliardi circa).

Per quanto concerne i servizi di telecomunicazioni in Europa occidentale, essi costituisco-no, senza dubbio, la quota preponderante sul totale del comparto informatica e Tlc rappresen-tando il 45% dei 282 miliardi di Ecu fatturati nel 1994 con un miglioramento nel 1995 del 7,3%circa e dell’8,1% previsto nel 1996.

C’è una correlazione tra sviluppo del mercato It e liberalizzazione delle Tlc, queste due areeeuropee lo dimostrano, come lo dimostra che i due Paesi che crescono meno sono Italia e Spa-gna: quelli più in ritardo in questo processo.

In Italia va segnalato che il mercato delle Tlc pubbliche nel corso del 1994 ha visto unacontrazione significativa degli investimenti (-16,2%) passati dai 7.900 miliardi del 1993 ai 6800del 1994 mentre di segno opposto è l’andamento del fatturato giunto nel 1994 a 29.400 miliardicon un aumento del 9,1% rispetto all’anno precedente.

Il settore delle Tlc private dal canto suo ha raggiunto nel 1994 i 3.035 miliardi dai 2.937 del1993 (differenza 94/93: +3,3 contro differenza 93/92: -0,4).

In Europa, in pratica, tutti i grandi gestori di telecomunicazioni stanno avviando grandi pro-grammi di cablaggio e di diffusione delle reti a larga banda sui singoli mercati nazionali. Dal1998 sarà piena concorrenza nelle telecomunicazioni europee (compresa la possibilità di infra-strutture fisiche alternative ai gestori finora in monopolio) e, in sostanza, tutti i Telecom europeihanno annunciato piani per il multimediale di massa, via .fibra ottica e centrali Atm, in Europa.British Telecom per 15 miliardi di sterline in dieci anni, France Telecom per 200 miliardi difranchi in 20 anni (piano Thery), Telecom Italia per connettere dieci milioni di famiglie italianeentro il 1998. Obiettivo comune presentarsi all’appuntamento del 1998 con un saldo controllodel mercato interno delle telecomunicazioni via reti avanzate già funzionanti e a massa critica.

Infine, se per gli utenti le conversazioni telefoniche via radio e i servizi televisivi e cellularisaranno sicuramente più economici degli attuali, è fuori discussione che per gli investitori e imercati finanziari la rivoluzione tecnologica delle telecomunicazioni sarà certamente molto costo-sa. Secondo le cifre disponibili, circa 60 miliardi di dollari di azioni legati alle telecomunicazionisono già sul mercato e per finanziare lo sviluppo dei nuovi servizi nella telefonia satellitare, inquella cellulare avanzata - i cosiddetti pcs o personal communication services - e per lo sviluppodi servizi nei nuovi sistemi di trasmissione televisiva saranno emesse nel 1996 nuove azioni eobbligazioni per oltre 6 miliardi di dollari, l’equivalente di oltre 9.600 miliardi di lire. Una cifraenorme e tale da suscitare qualche timore persino tra i più dinamici operatori di Wall Street.

Diversa l’accoglienza riservata dal mercato alle richieste di finanziamento delle aziende dellatelefonia satellitare e dei pcs, per i quali gli analisti prevedono nuove emissioni per 10 miliardi didollari di qui al 2000. Nel campo dei satelliti, la situazione è già allarmante: per sviluppare le retiorbitanti avranno bisogno di raccogliere almeno 11 miliardi di dollari.

Secondo alcune stime comprensive anche dei restanti settori Tlc ma non ancora ben definite-perchè molte operazioni, dopo essere state annunciate, dovranno essere confermate - nei prossi-mi quindici mesi il settore delle telecomunicazioni potrebbe assistere, a livello mondiale, a collo-camenti azionari per un valore complessivo di 40 miliardi di dollari (circa 55mila miliardi dilire). Di questi la metà riguarderanno l’Europa. Oltre a Stet, slittata come è noto al 1996, altregigantesche operazioni, quali Deutsche Telekom o comunque importanti quali la seconda tranchedella olandese Kpm e una nuova tranche della spagnola Telefonica, vedranno la luce.

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Note

1 Si può scegliere tra due grandi famiglie di fornitori: quella rivolta alle aziende e quella rivolta ai privati. Iprimi hanno un costo variabile tra le 200mila lire e i 2 milioni al’ anno, a seconda dei servizi richiesti. Isecondi forniscono abbonamenti ai servizi telematici italiani in contatto con Internet a un canone annuovariabile dalle 60 alle 200 mila lire.

2 Ed in parte si sta già attuando, ad esempio: Conferenza Onu sulla donna, Pechino 1995.3 Nicholas Negroponte, Media Lab. di Boston, U.S.A.4 Gli indicatori sulle dotazioni tecniche nelle scuole superiori (indagine a campione) rivelano che:

a) Il numero di studenti per ogni macchina fotocopiatrice è di: 237,25 nei Licei e nei Magistrali; 197,17 nelLiceo artistico; 206,29 negli Istituti professionali; 245,12 negli Istituti tecnici; per una media complessiva di231,52;b) il numero di studenti per ogni computer destinato ad attività didattica è di: 37,95 nei Licei e nei Magistrali;45,58 nel Liceo artistico; 15,12 negli Istituti professionali; 17,4 negli Istituti tecnici; per una media comples-siva di 24,14.Fonte: indagine Censis-Cnel, anno scolastico 1993-94 (i dati si riferiscono ai primi 570 questionari elaboratisui 1600 pervenuti dalle scuole).

5 Giuliano Beretta, direttore commerciale Eutelstat6 Servizi per i quali i telespettatori sono disposti a pagare un supplemento (dati percentuali; fonte: Inteco):

Film senza alcuna pubblicità: Gran Bretagna 39, Italia 57, Francia 70, Germania 49;Ampia possibilità di scelta dei programmi multimediali interattivi: Gran Bretagna 60; Italia 47; Francia 82;Germania 45;Possibilità di decidere l’ora di inizio del programma scelto: Gran Bretagna 28; Italia 25; Francia 69; Germa-nia 30;Possibilità di vedere le anteprime dei film: Gran Bretagna 40; Italia 43; Francia 80; Germania 41.

7 Percentuale di persone “molto interessate” alla Tv interattiva (Vod): Gran Bretagna 19; Italia 101; Francia19; Germania 12; U.S.A. 43;Percentuale di proprietari di videoregistratori che noleggiano almeno un film al mese: GranBretagna 37; Italia 39; Francia 29; Germania 35; U.S.A. 75;Percentuale di telespettatori che programmano il videoregistratore parecchie volte la settimana: Gran Bretagna60; Italia 28; Francia 40; Germania 32; U.S.A. 26.Fonte: Inteco

8 Consumi giornalieri di Tv nel 194, espressi in minuti pro capite, in alcuni Paesi europei (Fonte: Carat-TvMinibook 1994): Gran Bretagna 230,6; Spagna 198,2; Italia 197,3 Germania 193,3; Francia 185,2; Mediaeuropea 185,4.

9 Dati di utilizzo in percentuale di satellite e cavo rispetto alla diffusione degli apparecchi televisivi(Fonte: elaborazioni del Sole-24 Ore su dati Frost and Sullivan, Dataquest, Datamonitor, Alcatel):Satellite1994: Germania 25, Gran Bretagna 20, U.S.A. 10, Francia 8, Olanda 4, Italia 1;1997(previsioni): Gran Bretagna 35,Germania 34,U.S.A. 10, Italia 1O,Francia 9, Olanda 6Cavo1994: Olanda 82, U.S.A. 65, Germania 45, Francia 15, Gran Bretagna 15, Italia 0;1997 (previsioni): Olanda 85, USA 70, Germania 48, Gran Bretagna 30, Francia 23, Italia 8.

10 Mercato del cavo in Europa occidentale dal 1993 al 2003 (Fonte: Cit Research):Famiglie con Tv (in milioni): 155 nel 1993, 161 nel 1995, 166 nel 1997, 175 nel 2001, 179 nel 2003;Famiglie con Tv cavo (in milioni): 32 nel 1993, 38 nel 1995, 43 nel 1997,52 nel 2001, 55 nel 2003;Renetrazione Tv cavo (in % su case con Tv): 21 nel 1993, 23 nel 1995, 26 nel 1997, 30 nel 2001, 31 nel 2003;Penetrazione Pay-Tv (in % su case con Tv): 7 nel 1993, 9 nel 1995, 12 nel 1997,16 nel 2001, 18 nel 2003.

11 Ricerca Inteco.12 Sartori.13 B.Miccio, Consigliere RAI.14 Giulio Carminati, Responsabile Studi e Ricerche RAI.15 Investimenti in informatica delle industrie italiane espressi in miliardi di lire (Fonte Teknibank per Osserva-

torio Smau 1995): 4199 nel 1993,4173 nel 1994 e 4882 nel ’95. Gli investimenti delle aziende fino a 99addetti hanno registrato un incremento dello 1,8% nel 1994 rispetto al 1993 e del 40% nel 1995 rispetto al

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1994. Gli investimenti delle aziende da 100 a 499 addetti hanno registrato un decremento dell’0,8% nel1994/93 ed un incremento dell’1,4% nel 1995/94.Gli investimenti delle aziende con 500 ed oltre addetti hanno registrato una flessione del 3,1% nel 1994/93ed un incremento dell’1,9% nel 1995/94. Complessivamente gli investimenti dei tre comparti hanno regi-strato una flessione del 10,6% nel 1994/93 ed un incremento del 2,7% nel 1995/94.

16 Giovanna Scarpitti, sociologa, Società Italiana Telelavoro.17 Carlo De Benedetti, presidente Olivetti.18 Ettore Pietrabissa, direttore centrali ABI. Nona conferenza di IPACRI su “I nuovi orizzonti nelle relazioni

banche-clienti” (Barcellona, 1995).19 Ricerca dell’ABI, Associazione Bancaria Italiana, illustrata da Fernando Fabiano, responsabile del Servizio

automazione interbancaria dell’ABI, al Convegno su “ L’informatica nelle banche: stato dell’arte e prospet-tive” (Roma, 1995).

20 Fonte: Nomos Ricerca.21 Fonte: Andersen Consulting.22 Andrea Corbella, Vice direttore generale Banca Popolare di Milano.23 Alberto Crippa, Vice direttore generale CARIPLO.24 Fabio Chiusa, Direttore generale IPACRI.25 Anna Maria Llopis, Open Bank.26 Costantino Lauria, dirigente Servizio Antiriciclaggio Ministero del Tesoro - Convegno Assofiduciaria su

aggiornamento delle istruzioni per la lotta al riciclaggio (Roma,1995).27 Carlo Pisanti, funzionario Settore Normativo Ufficio Vigilanza Banca d’Italia.28 Fonte: Commerce dept., Killen and Associates-Business Week.29 Pierfrancesco Gaggi, coordinatore del gruppo di lavoro dell’ABI.30 Tommaso Padoa Schioppa .31 Ettore Pietrabissa, direttore centrale ABI.32 Elserino Piol, Presidente Olivetti-Telemedia.33 Libro mutante, Ipertesto: si comincia il primo breve capitolo, poi si sceglie subito, a un bivio elettronico, se

proseguire all’antica con pagina 2, oppure soffermarsi su una delle parole del testo, schiacciare un tastoquando il cursore del computer la incontra sullo schermo e di li balzare a una pagina collegata, seguendo unastoria nella storia, un sentiero che si biforca cento volte. Per tornare poi alla storia principale, oppure lasciar-la in cambio di altre.

34 Il Sole-24 Ore è attivo anche su Audiotel con informazioni di Borsa e di tipo normativo.35 Fonte: Informatica pubblica.36 Giancarlo Scatassa, dirigente generale Ministero Funzione Pubblica.37 Guido Rey, Presidente A.I.P.A.38 Fonte: Ministero Pubblica Istruzione.39 Fulvio Berghella, vice direttore generale ISTINFORM (Istituto Consulenza Bancaria) e responsabile Security

Net, che collega oltre 300 aziende fornendo servizi per la prevenzione contro il computer crime.40 Dati Security Net.41 Il gruppo di specialisti in materia costituito dall’Associazione italiana per il calcolo automatico (Aica) inten-

de proporsi, per l’appunto, come osservatorio sull’impiego dei sistemi di sicurezza e diventare al tempostesso un punto d’incontro e discussione su questi temi fra utenti, costruttori e ricercatori.

42 Sicurforum Italia-F.T.I.: Giornate di studio “La sicurezza informatica: il progetto intersettoriale A.I.P.A.11,Roma 1995.

43 Vedasi appendice legislativa.44 Giusella Finocchiaro.45 Guido Rey, Presidente A.I.P.A., Convegno Technimedia su “Comportamenti e norme nella società vulnera-

bile” nell’ambito del Forum multimediale “La società dell’informazione” (Libera Università Studi Sociali“Guido Carli” - 1995).

46 Martino Pompilj, dirigente Confindustria.47 Angelo Mancusi, presidente Infocamere.48 Dossier pubblico ANASIN sull’eccesso di privacy.49 Herschel Fink, U.S.A.50 Electronic Frontier Foundation.51 Giuseppe Verrini, presidente Task force antipirateria di BSA Italia.52 Giuseppe Pirillo, presidente Gruppo Informatici Tecnico-Giuridici.53 Mario Monti, Commissario al Mercato Interno U.E.

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54 Esempio: in Italia accordo Telecom (agosto 1995).55 Jacques Santer, Presidente Commissione Europea: relazione di apertura G7 (Bruxelles, 24.2.1995).56 Fonte: Commissione Europea.57 Fabio Cammarano, Amministratore delegato Saritel.58 Fonte: Pat McGovern, presidente e amministratore delegato di Ide, che ha aperto i lavori dell’European It

Forum organizzato nel 1995 a Parigi.59 Fonte: elaborazioni e stime Nomos Ricerca su fonti varie.60 Fonte: Eito, Dataquest, Ide - 60/B. Fonte: Nomos Ricerca-Assinform.61 Fonte: Eito ’95.62 Fonte: Eito 1995.63 Fonte: Dataquest.64 Fonte: Direzione generale Intel, 1995.65 Fonte: Osservatorio Smau.66 Fonte: Assinform-Nomos Ricerca.67 Fonte: Assinform-Nomos Ricerca.68 Fonte: Assinform-Nomos Ricerca.69 Fonte: Ide Italia.70 Fonte: Ed. Zander, Amministratore delegato Sun Microsystem (Madrid, 1995).71 Fonte: Eito ’95.72 Fonte: Gartner Group73 Stime Teknibank, società di analisi e consulenza italiana nel settore delle Tlc.74 Fonte: OVUM.75 Fonte: Associazione Italiana Internet Providers.76 Elaborata da Charles Sanders Peirce.77 Paolo Parrini - “Conoscenza e realtà. Saggio di filosofia positiva” - Laterza, Bari 1995 .78 ABS. e/o Rif. “Evangelium Vitae” 21+24, Enciclica S. S. Giovanni Paolo II (1995).79 ABS e/o Rif. “Criteri di collaborazione ecumenica ed interreligiosa nel campo delle comunicazioni sociali”,

15+17, 21+23 Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali (1989).80 ABS e/o Rif. “Le università cattoliche” 5,7,17,18, Costituzione apostolica S.S.Giovanni Paolo II (1990).

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nel mese di gennaio 2000