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Studi e Fonti Documentarie della Società Genealogica Italiana Thomas Toderini dei Gagliardis dalla Volta Raccolta di studi e ragionamenti sulla nobile famiglia dei Gagliardis Con lo stato delle linee fiorenti ed estinte 2 Quaderni

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Studi e Fonti Documentarie della Società Genealogica Italiana

Thomas Toderini dei Gagliardis dalla Volta

Raccolta di studi e ragionamentisulla nobile famiglia dei Gagliardis

Con lo stato delle linee fiorenti ed estinte

2Quaderni

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Quaderni della Società Genealogica Italiana –SGI, N. 2, settembre 2009Collana Studi e Fonti storiche della Società Genealogica Italiana

Direttore: Marco Lupis Macedonio Palermo di Santa Margherita©SGI – Società Genealogica Italiana

http://www.genmarenostrum.com/[email protected]

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Thomas Toderini dei Gagliardis dalla Volta

Raccolta di studi e ragionamenti, sulla Nobile Famiglia dei

GagliardisCon lo stato delle linee fiorenti ed estinte

(Archivio Personale, fondato dell’a.D. 1995)

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ESTER PERAROn. 2 luglio 1913

† 19 agosto 2004

Questo testo è dedicatoalla memoria di mia nonna Ester,verso la quale ogni forma diringraziamento non potrà maiesprimere i reali sentimenti che mi hasuscitato nel cuore.

Per sempre, il tuo nipotepiù affezionato.

Thomas

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RINGRAZIAMENTI

Nel guardare indietro, a questi primi quattordici anni di intenso lavoro,ricordo di cuore mio nonno, il Co. Gino Aldo Toderini dei Gagliardis dalla Volta, ilquale essendo venuto a mancare molti anni prima della mia nascita, rivive in unaraccolta di lettere che conservo gelosamente nel mio archivio, oltre che nei ricordi dimia nonna Ester Peraro, alla quale torno a dedicare questo mio lavoro.

Oltre a questo il mio più sincero ed accorato ringraziamento va ai mieigenitori, Roberto e Candida Tasinato, a mio zio Marzio, a mio cugino Stefano chenel 1992 iniziò con me questo lavoro.

Non posso dunque dimenticare tutte quelle persone che sono stateindispensabili per andare avanti nei miei studi, tra cui (in ordine sparso e non perimportanza): il Prof. Arch. Carlo Suitner che per primo mi indirizzò agli studiaraldici, il mio bis-cugino Dott. Prof. Flavio Marco Ferdinando Toderini e sua moglieDott.ssa Prof.ssa Dama Rosanna Vittoria Salmaso, nonchè alle figlie Dott.ssaDaniela Giulia, Dott.ssa Luisa Antonietta e Dott.ssa Avv. Silvia, poi ancora i mieicugini Gabriele Paolo Danilo Toderini dei Gagliardis dalla Volta, Stefania AngelaMaria Letizia Toderini dei Gagliardis dalla Volta, Paola Francesca Letizia Toderini,il Co. Pal. Giovanni Battista Teodorini de’ Gagliardis dalla Volta, il Nob. Dott.Angiolo Lorenzo Emilio Sterzi Barolo Antoniazzo de’ Bocchina, i cari amici il Cav.Uff. Arch. Attilio Dello Vicario e il Comm. Silvio Alberto Maria Zemella, il Nob.Italo Aldo Dino Quadrio de’ Maria Pontaschelli, il gentilissimo Co. Federico Nicolò diValvasone, il Co. Roberto Colonnello Bertini Frassoni, il gentilissimo Nob. GiorgioRizzo dei Ritii, il Dott. Mario Chitarin, la Dott.ssa Maria Teresa Magosso-Furlan, ilgentilissimo Cav. Michele Rosada, la gentilissima Dott.ssa Luciana Gazzerro, il Sig.Pierluca Bonicelli Ton, gli amici Dimitri Valentino Disarò e Fabio Telandro, il Sig.

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Ferruccio Sabbion, la Dott.ssa Anna Francesca Valcanover, il Dr. Karl Prummer, ilDr. Rill, il Prof. Dr. Leopold Auer, il Mag. Dr. Gerald Theimer, il Dott. RaffaeleSantoro, la Dott.ssa Gabbriella Bocchi, il Dott. Andrea Borrella, il Sig. Battistondella Biblioteca di Fossalta di Portogruaro, la Sig.ra Paola Mazzarino, la Sig.raLaura Businari-Disarò, il Sig. Daniele Angiolin, il Prof. Teobaldo Merlo, il Sig.Stefano Violato, il Sig. Giancarlo Toderini, il Sig. Stefano Teodorini, la Sig.ra MariaPicello, i coniugi Sofia Fabris e Marco Sartori, il Sig. Armando Bedei, il Sig. EnnioMazzucco, la Sig.na Xhiseta Canka, la Sig.ra Marina Cecchinato-Bernardi, il Dott.Raffaele Morelli, il Divino e indimenticabile Baghawan Sri Sathya Sai Baba e tantialtri ancora di cui diventa difficile ricordare i nomi.

Oltre a queste persone non posso dimenticare gli enti senza i qualiquest’impresa non sarebbe mai iniziata, ovvero: l’Archivio Centrale dello Stato inRoma (A.C.S.), l’Archivio di Stato di Padova (A.S.P.), l’Archivio di Stato di Venezia(A.S.V.), il Gran Priorato di Lombardia e Venezia del Sovrano Militare Ordine diMalta, la Deputazione di Storia Patria per le Venezie (Venezia), la BibliotecaNazionale Marciana di Venezia, la Biblioteca Civica di Padova, la BibliotecaUniversitaria S. Biagio (Padova), la Biblioteca Statale del Monumento Nazionale diSanta Giustina di Padova, l’Archivio Parrocchiale e la Biblioteca Comunale diCodognè (Treviso), l’Archivio Parrocchiale e la Biblioteca Comunale di Fosalta diPortogruaro (Venezia), la Biblioteca Comunale di Portogruaro (Venezia), il CollegioAraldico (Istituto Araldico Romano), l’Istituto del Sacro Romano Impero e laBiblioteca Storica Guelfi Camajani, gli Archivi Notarili Distrettuali di Venezia ePadova, la Fondazione Querini Stampalia di Venezia, l’Ambasciata d’Austria inItalia, l’Österreichischen Staatsarchivs, l’Allgemeines Verwaltungsarchiv, iTribunali Civili e Penali di Padova e Venezia, la Biblioteca del Museo Bottacin diPadova, il Comando Regione Militare Nord Est di Padova, la Lega NazionaleTrieste, il Comune di Venezia, la Pro Loco di Latisana (UD), Venezia ServiziTerritoriali Ambientali (VESTA), la Tipografia Violato di Bagnoli di Sopra (PD) eancora altri.

A tutti questi, e ancora a tutte le persone involontariamente dimenticate va ilmio più sentito ringraziamento.

L'autore

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PREMESSA

Questa raccolta di studi sulle origini della mia famiglia nasce dalla necessità,nonché vanità, di poter documentare a me stesso e ai miei posteri il perché di uncognome tanto importante quanto “pesante”.

Si tratta di un lavoro paziente ed impegnativo che ha richiesto, e richiede,molte energie le quali non sempre sono adeguatamente ripagate. Anzi, spesso leamarezze hanno avuto modo di superare gli orgogli per via del fatto che la storia diuna famiglia, per illustre che sia, nasconde scheletri che avvolte dovrebbero restareben chiusi negli armadi del tempo.

Nonostante ciò, questo lavoro è stato un importante strumento di crescitapersonale, il quale mi ha confermato che le apparenze non rappresentanoassolutamente nulla.

In queste pagine sono sintetizzati i miei primi diciassette anni di studi, dal1992 al 2009, compiuti grazie all'ausilio di molte persone ed enti pubblici e privati,ma anche ostacolati da un verme viscido e pericoloso che striscia comunemente edindisturbatamente in mezzo a noi ogni giorno: l'ignoranza! Questo male conosciuto inogni tempo e in ogni società, semina il regresso e la sterilità dei sentimenti e deipensieri.

Nel compiere questo percorso a ritroso nella storia ho incontrato di tutto,dall'insensibilità all'indifferenza, quando non addirittura la cattiveria, e tutto questoall'interno di quella cerchia di persone che hanno composto e compongono la miafamiglia. Ma ancora persone meravigliose e sensibilissime che hanno saputo ripagarei miei sforzi donandomi la voglia di andare avanti fino a sviluppare questo preziosolavoro che a loro voglio offrire.

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Arriviamo così al 25 Agosto del 1995, quando mi trovai a riordinare una seriedi documenti di cui avevo iniziato la raccolta circa tre anni prima: si trattava diincartamenti riguardanti la storia della mia famiglia, recuperati qua e la allo scopo dipoterne ricostruire graficamente l'arma gentilizia. Fu allora che nacque un piccoloarchivio privato che denominai “Archivio Personale - Thomas Toderini deiGagliardis dalla Volta - MCMXCV”, in cui poter raccogliere tutto quello cheriguarda la storia della mia Casa.

Purtroppo il lavoro non fu allora, come oggi del resto, tra i più semplici inquanto, non avendo esperienza diretta in materia di araldica e di ricerchegenealogiche, mi trovai a partire da zero incappando in difficoltà di vario genere.Una di queste fu senz'altro l'indifferenza manifestata da molti membri della famiglia,i quali dimostravano un certo disinteresse per la loro identità storica e l'unitàfamigliare, al punto di aver incurantemente disperso la maggior parte dei documentiche “casualmente”, mi sarebbero stati necessari per tracciare un profilo genealogicoapprofondito.

Era dunque il 1992 quando sui consigli del mio insegnante di Storia dell'Arte,il Prof. Arch. Carlo Suitner, iniziavo il mio viaggio attraverso le biblioteche e gliarchivi di mezza Italia ed Europa, fino ad arrivare ai giorni nostri, nei quali hodeciso di tracciare una prima sintesi che mi permetta di fare il punto della situazione.

Come dicevo, l'inesperienza iniziale con il tempo ha lasciato il posto ad undesiderio di conoscere, che si è fatto sempre più metodico: mentre un tempo avreitralasciato molti piccoli elementi, oggi mi trovo a raccogliere e ad esaminare tuttoquanto abbia anche solo la parvenza d'essere riconducibile alla mia famiglia.

Le mie ricerche vengono quindi raccolte in una scrittura privata conservatapresso il mio personale archivio, ad uso esclusivo della mia famiglia la quale lo potràutilizzare a propria discrezione, ed in cui sono contenuti tutti i documenti in miopossesso. Da questa genera una sintesi ad uso pubblico, a seguito riprodotta edestinata a coloro i quali hanno preziosamente contribuito alla realizzazione diquesto lavoro, nonché agli enti presso cui ho svolto le mie ricerche e verso i qualiritengo d'essere obbligato.

Certo di aver svolto un lavoro meticoloso con l'impegno di chi può faresolamente se mosso dalla passione, sono ora ad offrirlo al lettore.

Ancora l'autore

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Dagli albori al XV secolo

In un clima di incertezze politiche e geografiche come quelle conseguenti adun periodo ancor più buio quale fu il Medioevo, ci si trova a ricercare l'origine di unafamiglia che non potrebbe essere diversamente offuscata.

Siamo a cavallo tra il XII e XIII secolo quando inizia il nostro percorso, checertamente avrebbe origini ben più remote, se non fosse per via dell'inattendibilitàdelle informazioni che arrivano ai gironi nostri, spesso distorte dai racconti e dalleleggende che si susseguono, non potendo essere avvalorate da documenti certi.

Del resto la genealogia, in quanto scienza documentaria della storia, nonpotrebbe diversamente considerare lo studio di una stirpe che altrimenti rientrerebbenelle nefaste valutazioni del dizionario Larousse il quale alla voce “genealogia” davaper definizione “scienza che inventa le favole più assurde”.

Arriviamo così a parlare dei Gagliardis sulle quali origini è steso un fitto velodi mistero: Si dice fossero scesi dalla Provenza nel XIII secolo per prendere dimoranelle Marche, e successivamente nel Veneto tra il XIV e XV secolo. Si dice ancorache fossero della Puglia da cui vennero scacciati dagli spagnoli, trovando rifugio aPadova…

Dai documenti analizzati in diciassette anni di ricerche dobbiamo ricavaresolamente le informazioni storicamente provate, e queste ci dicono che il nome difamiglia “Gagliardis” trova comunemente la sua origine dal nome medioevaleGagliàrdo, documentato già dal X secolo nelle forme latinizzate Galiardus, Gaiardus eGagliardo, Guagliardus, da un originario soprannome formato da gagliàrdo, preso in

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prestito dal provenzale galhard e francese antico gaillard, nei significati di forte evalente, audace, valoroso, vigoroso, robusto, ecc.

Da questo quindi abbiamo una prima riprova della loro potenziale origineprovenzale, già accennata in una leggenda che vuole il loro nome preso dal paese diorigine detto “Galhard”, ma chi potrà mai dire se questo paese fosse realmenteesistito…?

Arriviamo dunque ad analizzare dei veri documenti, tra i quali unmanoscritto del XVIII secolo intitolato “Cronica delle Famiglie Nobili di Padova”,dove alla voce Gagiardi o Gaiardi, leggiamo quanto segue: “Trassero l'origine daPuglia, ove erano possessori di giurisdizione, scacciati da spagnuoli vennero ad habitareà Cittàdella nel Padovano del 1283 furono di valore e s'imparentarono con famigliegrandi, fecero un bel Palazzo dietro Domo, cari à Carraresi, che si donarono molti beni, epalazzo al volto de Gagliardi, altri dicono che discendono da un Cavalliero di Conti daCarturo, che fu del 1400 ma non può essere per la diversità dell'Età […]”.

Altra importantissima testimonianza viene da Giacopo Cagna che nel 1589scrisse il “Sommario dell'origine et nobiltà d'alqune famiglie della città di Padova” edove alla voce “Gagliardi” si legge: “Que∫ta famiglia hebbe origine da Cittadella Castello nel Territorio Padouano, laqual venne a Padoua l'anno del Sig. 1283. Gagliardofù Tribuno de Vbertino da Carrara, 1388. Galeazzo fù Pode∫tà di Mon∫selice per Mas∫imiliano Imperatore, 1509. Gagliardo ∫econdo fù Alfiero del Duca d'Vrbino Capitan Generale di Vinitiani, 1529.[…]”.

In fine l'ultimo importante elemento arriva dall'ottocentesco DizionarioStorico Blasonico del Crollalanza dove alla voce “Gagliardi” o “Gagliardo di Polizzi”troviamo: “Derivati da Padova fin dal 1534 i Gagliardi comprarono la carica dicastellano ed ebbero capitani giustizieri, giurati, e segreti. S'investirono delle baronie diCasale di Pietra, delle Regie Segrezie, delli Cammisini, di Carpinello, di Cottonaro e diCocea [...]”.

L'insieme di questi elementi potrebbe portarci a pensare che, come per altreomonime famiglie, fossero d'origine normanna e piantate nell'Italia del sud doveemigrarono successivamente in Provenza per fare ritorno in territorio italico conCarlo I d'Angiò, ma non potendo basare queste congetture su alcuno documento, cilimitiamo a considerare il fatto che certamente i Gagliardis, o Gagliardi, fosserodocumentati in Padova e più precisamente a Cittadella fin dal 1283, dove servironomilitarmente i principi Carraresi con i quali sembravano avere forti legami.

Un altro importante studio viene dall'analisi degli alberi genealogicirecuperati nel corso di queste ricerche, tra cui spicca senz'altro quello compilato adopera dell'Ing. Co. Domenico Maria Toderini dei Gagliardis dalla Volta,indicativamente tra gli anni '20 e 60 dello scorso secolo. Questo prezioso reperto

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fondato su un preesistente albero compilato a metà '800 dal Nob. Comm. TeodoroToderini, al tempo Direttore dell'Archivio di Stato di Venezia e Soprintendente agliArchivi Veneti, fa originare i Gagliardis nel 1320 da Ugo, figlio di Bonifacio diProvenza. Da questi discendeva Francesco, sposato con Maddalena Agnese diSulmona, da cui prendevano vita i due rami principali della nostra stirpe. Il primoramo era rappresentato da Leonardo de' Gagliardis di Curtarolo, da cui poiderivarono i Gagliardi di Lobia.

Questa prima linea fu quella che dimorando nel Padovano, venne aggregataal “Consiglio de' Nobili della Magnifica Città di Padova”, dando numerosi personaggidistintisi per cariche civili e militari: tra questi rimane certamente memoria diGagliardo, Conte e Cavaliere, capitano dei Principi Carraresi nel 1388, poi GaleazzoGajardo, fatto Podestà di Monselice dall'Imp. Massimiliano il 19 Agosto 1509, eancora Gerolamo, capitano per il Duca di Urbino intorno al 1552, ed altri.

Il secondo ramo disceso dal Francesco e Maddalena suddetti, erarappresentato da Damiano Theodorino, il quale prese dimora alla Volta sottoLatisana “acquistando” il predicato di “Gajardis a Volta” e i suoi figli furono detti de“Thoderini” o “Theodorini de Gajardis a Volta” (sulle origini del nome di famiglia“Toderini dei Gagliardis dalla Volta” si veda la anche la nota in appendice).

Dalle cronache del tempo sembra che questo Damainao Teodorino o Toderinoavesse al suo comando delle galee civili e militari, probabilmente ancorate in queltratto di fiume Tagliamento denominato appunto “la Volta” in località Gorgo diLatisana. Questi fu segretario dell'Imp. Federico III d'Asburgo, il quale in virtù diparticolari benemerenze, lo elevò alla dignità di Cavaliere del Sacro PalazzoLateranense e del Sacro Romano Impero, parificandolo ai Conti Palatini del S.R.I.

Ebbe due figli di cui si ha documentazione: Teodoro nato nel 1458 e GiovanniDomenico nato nel 1461, i quali per meriti speciali furono creati Nobili, ContiPalatini e del Sacro Palazzo Lateranense e Cavalieri del S.R.I. con conferimento digiurisdizione sovrana ed attribuzione di regalie maggiori, dal detto Imp. FedericoIII, con diploma cesareo del 24 Novembre 1484.

Ora, mentre i Gagliardi di Padova fanno perdere le loro tracce in sul principiodel 1800, tanto da far ipotizzare la loro estinzione, i Gagliardis dalla Volta simantengono nelle due linee principali discese dai fratelli Teodoro e GiovanniDomenico denominate rispettivamente Teodorini de' Gagliardis dalla Volta e Toderinidei Gagliardis dalla Volta.

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Dal XV al XIX secolo

Sul finire del XV secolo i Gagliardis della Volta vivevano divisi in due rami traPortogruaro e Venezia, ma portando appellativi diversi: il ramo portogruaresederivato da Teodoro, figlio di Damiano Teodorino, portò il solo predicato diGagliardis dalla Volta fino alla metà del 1800, quando ripristinò il più anticoTeodorini de' Gagliardis dalla Volta, mantenendo inalterato il loro status nobiliareche fu riconfermato con Sovrana Risoluzione di S.M.I.R.A. il 25 Luglio 1817, edancora fino ai giorni nostri.

Il ramo trasferitosi invece a Venezia circa l'anno 1491 era rappresentato dalfratello Giovanni Domenico, il quale portò il solo cognome di Toderini in quanto,avendo sofferto per tristi vicende commerciali preferì ristorare le proprie finanzetrascurando quasi completamente titoli e predicato.

Fu così che, mentre i rami di Padova e Portogruaro si mantenevano nella lororispettiva nobiltà, quello veneziano si diede alla pratica della mercatura,particolarmente con i merletti provenienti dalle Fiandre ed altre attività con cui siarricchirono oltre modo. Nel frattempo Venezia avea già annoverato i Toderini fra iCittadini Originari “de intus et extra” fin dal 1521, riconoscendo e restituendo lorouno stato di “nobiltà civica”.

Arriviamo così al XVII secolo, quando Venezia si trova a soffrire per via delleristrettezze economiche e delle risorse venute meno a causa delle continue edispendiose guerre contro il “Turco”, come si diceva allora. Fu in questo periodo cheil Libro d'Oro marciano fu riaperto in favore di quanti erano mossi da ambizione edin ricchezza. Tra questi, oltre a nobili provenienti da altri paesi, ci furono moltiveneziani, arricchitisi con il commercio, ad elargire un'ingente quantità di danaro asostegno del Governo Repubblicano, il quale in cambio riconobbe loro la NobiltàPatrizia.

Era il 1694 quando i fratelli Giovanni Battista e Teodoro (figli di GiovanniDomenico, q. Teodoro, q. Antonio, q. Giovanni Domenico, q. Damiano Toderino,ecc.), dietro l'offerta di centomila ducati vennero ammessi al Magior Consiglio diVenezia ed annoverati nell'Ordine de' Veneti Patrizij: la loro aggregazione alla venetanobiltà avvenne il 25 luglio 1694, in seguito alla parte bollata in Senato il 22 luglio

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detto anno con voti favorevoli 151, contrari 26, non sinceri 4, che poi fu proposta epresa nel M. C. con voti favorevoli 714, contrari 191, non sinceri 12.

Arriviamo così al 1800, un secolo particolarmente ricco di eventi dove lanostra stirpe subisce sensibili trasformazioni: è nel principio di questo secolo chevisse il Nob. D. Galeazzo Gaetano Maria Gagliardi (n. 1799), ultimo rappresentantedel ramo padovano di cui si ha notizia. Come detto, il 25 Luglio 1817 i Gagliardisdalla Volta di Portogruaro ottennero la riconferma della nobiltà comitale e ripreserol'antico cognome di Teodorini de' Gagliardis dalla Volta. Nel 1868 il Nob. Comm.Teodoro Toderini, Direttore dell'Archivio di Stato di Venezia e Soprintendente agliArchivi Veneti, avvia le pratiche per il riconoscimento dell'antica nobiltà presso laConsulta Araldica del Regno Italiano. Nel 1871 si estingue il ramo patrizio con lamorte di Maddalena Teresa Maria Toderini de' Gajardis a Codognè, nel trevigiano.

Il XX secolo è ormai alle porte trasportato da venti di grandi cambiamentiancora politici: dalla caduta della Monarchia Sabauda, al disconoscimento dellanobiltà da parte della Repubblica Italiana, ed altri eventi ancora.

In questo clima di relative incertezze i Gagliardis sopravvivono mantenendo edifendendo la loro identità storica, che non può e non deve essere dimenticata.

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Il XX secolo e i nostri giorni

Arriviamo così nel XX secolo, dove profonde trasformazioni sociali è politichehanno portato ad una nuova visione della nobiltà. Il riferimento ovviamente si rifàalla caduta della Monarchia Sabauda, la quale lasciando il posto alla Repubblica, havisto il “declino” ed il “disconoscimento” dei titoli nobiliari.

L'inizio del '900 ha segnato un nuovo passo importante nella storia deiGagliardis: mentre rimaneva solo il ricordo dei Gagliardi di Padova, come pure deiToderini Patrizi Veneti, vediamo ancora riaffermarsi il ramo dei Teodorini de'Gagliardis dalla Volta divisi tra Portogruaro e Venezia. Nel frattempo i Toderiniveneziani in pieno processo di riconoscimento nobiliare, si trasferiscono a Padova,quasi ritornando alle origini, ed è proprio qui che nel 1909 il Tribunale Civile ePenale da loro ragione dell'avita origine nobiliare, restituendogli l'antico cognome diToderini dei Gagliardis dalla Volta.

Questi Toderini discendono dal già nominato Teodoro, ex Direttoredell'Archivio di Stato di Venezia, che nel 1868 avviò le pratiche per il dettoriconoscimento di nobiltà.

Divisi principalmente in tre rami a Padova i Toderini si mantengono ancorain due di questi, rappresentati da Marco (1875-1942) e Teodoro (1876-1940), con leloro rispettive discendenze che ancora sono destinate a continuare in quattro lineemaschili.

A Venezia pure si mantengono ancora i Teodorini de' Gagliardis dalla Volta, iquali però sembrano destinati al tramonto rimanendo solamente due linee femminili.

Di tutte queste linee, si direbbe che nessuna amasse particolarmentecoltivare la propria tradizione storica, ad eccezione di quello rappresentatodall'autore della presente, che nei diciassette anni di ricerche qui raccolte, ha tentatodi ridare una immagine dei Gagliardis che andava sempre più sfumando da dopo lamorte dei “vecchi Toderini” del Padovano .

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Araldica

Beneficiando della nobiltà in tutti i suoi rami, la famiglia dei Gagliardis haportato con se le insegne che l'hanno da sempre contraddistinta.

Sin dal loro arrivo in Padova, circa l'anno 1283, questa famiglia si è fregiatadi uno stemma, o arma gentilizia che dir si voglia, la quale è descritta in vari testiantichi nel seguente modo: “portano per arma un Rovere verde con giande d'oro, e percimiero un mezzo leopardo”. Altri la descrivono come un “troncato d'argento e di rosso,all'albero al naturale”.

Nella ricerca iconografica e nella seguente esposizione delle armi di questafamiglia, non ritengo di dilungarmi su elementi di araldica che renderebbero questolavoro troppo specifico. Ci accontenteremo di notare come siano emerse varie armi,fondamentalmente simili tra loro, in quanto tutte hanno per caratteristica un alberoche tal volta viene descritto come un rovere, altre come un pero, altre ancora senzadistinzione.

Questi sono alcuni degli stemmi dei Gagliardis recuperati da varie fonti:

Gagliardi: di rosso, all'albero sradicato al naturale (fonte:Blasonario Veneto, E. Morando di Custoza 1985)

Gagliardo: d'oro, all'albero al naturale nodrito nella punta(fonte: Blasonario Veneto, E. Morando di Custoza 1985)

Gajardis: d'argento e di rosso, al peroverde sradicato; cimiero: mezzo leopardo

illeonito nascente dall'elmo (fonte: albero genealogico di DomenicoMaria Toderini d.G.d.V. del 1920-60 ca. )

A seguito dei primi Gagliardis o Gagliardi instauratisi inPadova, abbiamo la linea che si distaccò nel Friuli, e piùprecisamente alla Volta sotto Latisana da cui prese ilpredicato di “Gagliardis dalla Volta”.

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Nel 1484, alla data del 24 novembre già si parlò della loro elevazione allanobiltà comitale palatina, per volontà dell'imp. Federico III d'Asburgo, il qualearricchì la loro antica arma aggiungendo due leopardi d'oro controrampantisull'albero, e ponendo per cimiero l'emblema degli Asburgo, ovvero l'aquila biteste oimperiale:

Gagliardis dalla Volta: d'argento e di rosso, al pero verde sradicato,sostenuto da due leopardi d'oro controrampanti; cimiero: l'aquilaimperiale (fonte: albero genealogico di Domenico Maria Toderinid.G.d.V. del 1920-60 ca., e Libro d'oro della Nobiltà Italiana).

Ora, questa arma sopra descritta è parimenti in uso dai ramidei Teodorini e dei Toderini viventi, ma per quanto riguarda isecondi, abbiamo altri particolari.

Già si disse che un ramo dei Toderini trasferitosi a Veneziacirca l'anno 1491, fu elevato al Patriziato Veneto nel 1694. Ebbenequesta famiglia pose sulle proprie case una nuova arma, la quale consiste in uncampo d'azzurro attraversato da una fascia d'argento, sopra cui è posta una stella d'oro esotto cui è posta ancora una torre merlata d'argento.

Nella descrizione degli stemmi, troviamo spesso delle divergenze tra i variaraldisti e questo è certamente dovuto al fatto che l'araldica, come noi oggi laintendiamo, è una scienza che si esprime con codici e regole solamente a partir e dalXVII secolo circa, essendo che prima di allora molte famiglie nobili, ma non solo,ponevano sulle loro case, stemmi di fantasia che non seguivano regole precise.Ovviamente questa affermazione deve essere presa con le dovute cautele e senzageneralizzazioni.

Questa premessa serve a chiarire come mai, per esempio nel caso dei Toderinipatrizi, avvolte troviamo una stella che ha cinque punte, mentre altre volte ne ha seio addirittura otto. Stesso dicasi per la fascia che taglia il campo, la quale spessoassomiglia più ad una divisa, ed ancora la torre avvolte merlata di tre pezzi, altre dicinque, con o senza porte e finestre, ecc. Questo vale anche per i sopra descrittiGagliardi o Gagliardis che a volte vedono nei loro stemmi dei leoni in luogo deileopardi e così via.

Toderini: d'azzurro alla fascia d'argento, nel capo una stellad'oro, nella punta una torre merlata d'argento (fonte: Lanobiltà Veneta di D. Casimiro Freschot 1707 e alberogenealogico di Domenico Maria Toderini d.G.d.V. del 1920-60 ca.)

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Dopo accurate analisi, sono propenso a descrivere finalmente l'arma dei nostripatrizi come un campo d'azzurro, alla fascia d'argento, nel capo una stella d'oro (6),nella punta una torre d'argento merlata alla guelfa (5), con porta e due finestre accostate.

Detto questo arriviamo a tempi più recenti in cui i Toderini veneziani, rimastitra i cittadini ed in attesa di riconferma della nobiltà si riappropriarono dei loroantichi emblemi, fondendoli assieme nel chiaro intento di salvaguardare la loroidentità storica.

È per questo motivo cha fin dal 1845, oltre al primo stemma concessodall'Imp. Federico III, si trova con frequenza un'arma consistente in un partito, nelprimo troncato d'argento e di rosso, al pero verde sradicato, sostenuto da due leopardi d'orocontrorampanti; nel secondo d'azzurro alla fascia d'argento, nel capo una stella d'oro,nella punta una torre merlata d'argento; cimiero: indistintamente l'aquila imperiale,oppure mezzo leopardo d'oro illeonito (fonte: albero genealogico di Domenico MariaToderini d.G.d.V. del 1920-60 ca.).

Se oggi dovessimo blasonare nuovamente l'arma dei rimanenti Teodorini de'Gagliardis dalla Volta e dei cugini Toderini dei Gagliardis dalla Volta, lo faremmousando la seguente stilizzazione grafica:

Teodorini de' Gagliardis dalla Volta e/oToderini dei Gagliardis dalla Volta:troncato d'argento e di rosso, al pero verdesradicato, sostenuto da due leopardi d'orocontrorampanti; cimiero: l'aquila imperialedi nero, linguata di rosso e coronata d'orosulle due teste (fonte: ricostruzione graficadi Thomas Toderini d.G.d.V. 2007)

Toderini dei Gagliardis dalla Volta:partito, nel 1° troncato d'argento e di rosso,al pero verde sradicato, sostenuto da dueleopardi d'oro illeoniti e contrapposti; nel 2°d'azzurro alla fascia d'argento, nel capo unastella d'oro (6), nella punta una torred'argento merlata alla guelfa (5) con portae due finestre accostate (fonte: ricostruzionegrafica di Thomas Toderini d.G.d.V.2007).

Cosa volessero rappresentare i Gagliardis con questi stemmi, è un mistero:forse l'albero descritto tal volta come un rovere ed altre come un pero, volevano

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indicare la nobiltà equestre e quindi militare da cui la famiglia originava. Forseancora i Toderini patrizi volevano indicare la loro ricchezza con la stella e l'anticanobiltà con la torre, ma chi mai potrà dirlo…

Nomi, cognomi e segni nella storia

“Hora non v'è alcvno di grado”: questa frase viene riportata nel 1589 daGiacopo Cagna nella sua opera “Sommario dell'Origine et Nobiltà d'alcvne Famigliedella Città di Padova”, allorquando descrivendo l'origine dei Gagliardi ne riporta lostato personale. Evidentemente in quel tempo i Gagliardi si mantenevano nel lorostatus nobiliare senza ricoprire particolari cariche, se non quelle d'ufficio spettantiper diritto ai membri del Consiglio dei Nobili della Magnifica Città di Padova.

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Siamo dunque a trattare di quei personaggi che maggiormente nel tempo sisono distinti per particolari attitudini o benemerenze, senza però dimenticare checertamente ogni uno di noi possiede nella propria famiglia le così dette “pecore nere”.

Ovviamente nel narrare la storia dei propri avi ognuno di noi tenderebbe a farrisaltare le gesta eroiche dei rispettivi predecessori, ma il rischio è sempre quello diapparire ipocriti e menzonieri, motivo per cui non posso esimermi dal dire anche solomarginalmente che tra i miei ascendenti, più o meno diretti, ci sono stati personaggiche non hanno portato particolare decoro al nome della famiglia a cuirappresentavano.

Cercando di seguire un ordine cronologico per linee, e rifacendomi all'alberogenealogico che segue, mi soffermerò sui personaggi di maggior rilievo. Prima ditutto però devo fare alcune precisazioni in merito a questo albero, il quale è fruttodegli studi del già nominato Nob. Comm. Teodoro Toderini a metà '800, poi ancoradell'Ing. Co. Pal. Domenico Maria Toderini dei Gagliardis dalla Volta nella primamet' del '900 ed in fine dell'autore del presente testo, Thomas Toderini dei Gagliardisdalla Volta.

Nel realizzare detto albero, sono stati presi vari elementi, alcuni dei quali nonsono ancora stati verificati alla data della pubblicazione della presente raccolta.Questo va detto in quanto potrebbero sorgere ragionevoli dubbi sulla discordanza dialcune date, a mio avviso mal copiate dai miei predecessori. Questo significa che seda un lato i nomi, fatti e luoghi sono esatti, dall'altro lato non vi è stato ancora iltempo di verificare le dovute coincidenze, cosa che sarà senz'altro fatta nel corsodegli studi futuri che andranno ad integrare il presente.

Concludendo, ho ritenuto di eclissare alcuni nomi al fine di limitare il rischiod'incorrere nella violazione del diritto alla riservatezza, sancito dalla Legge 31dicembre 1996, n. 675: questo articolo viene senz'altro a sfavore di quelle persone checome me, hanno la necessità di documentarsi sui propri famigliari senza che questiabbiano espresso il loro accordo. Per tanto ho limitato le informazioni di quellepersone che potrebbero non gradire la loro citazione nel presente studio.

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GAGLIARDI

Questa famiglia è documentata in Padova fin dal 1283 con i cognomi diGagliardi, Gagliardis, Gagiardi, Gagiardo, Gajardis, Gagliardis di Curtarolo e Gagliardidi Lobia.

Si distinse per alcuni personaggi che ricordiamo sinteticamente: Gagliardo,fu Conte e Cavaliere, Tribuno di Ubertino da Carrara nel 1388 e Procuratore perFrancesco da Carrara nel 1403; Damiano Thoderino, fu Capitano di galee armate esegretario dell'Imp. Federico III d'Asburgo, il quale lo elevò alla dignità di Cavalieredel Sacro Palazzo Lateranense e del Sacro Romano Impero, stabilitosi alla Voltasotto Latisana diede origine ai rami dei Teodorini de' Gagliardis dalla Volta e deiToderini dei Gagliardis dalla Volta; Galeazzo, fu fatto Podestà di Monselicedall'Imp. Massimiliano il 26 agosto 1509 e a causa di ciò ebbe “fischi e dannigrandissimi” come viene riportato in un manoscritto del XVIII secolo; Giulio eLeonardo, fratelli, furono valorosissimi nelle armi e proscritti dai veneziani nel1523; Gerolamo, fu Capitano Generale per il Duca di Urbino contro i veneziani nel1529. Nida, morta nel 1543 fu Abadessa Reverendissima.

Furono inoltre assunti al Consiglio dei Nobili della Magnifica Città di Padovasin dal 1430, e fino al 1800, dove troviamo per ultimo Galeazzo Gaetano Maria,nato nel 1799 ed aggregato al Consiglio di Padova nel 1803.

Da questi si divise poi il ramo rappresentato da Damiano Thoderino, sopradescritto che si stabilì prima nel Friuli e poi nel Veneto intorno alla metà del 1400.

GAGLIARDIS dalla VOLTA

Discendono da Damiano Thoderino (o Teodorino) dei Gagliardis di Padova.A metà del 1400 visse alla Volta sotto Latisana da cui prese il predicato di Gagliardisdalla Volta ed ebbe due figli, Teodoro e Giovanni Domenico che furono dettirispettivamente Teodorini de' Gagliardis dalla Volta e Toderini dei Gagliardis dallaVolta.

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Come detto questo personaggio fu Capitano di galee armate e segretariodell'Imp. Federico III che lo fece Cavaliere del Sacro Palazzo Lateranense e del SacroRomano Impero, mentre i suoi figli sopra citati, per effetto di particolaribenemerenze furono fatti Nobili, Conti Palatini e del Sacro Palazzo Lateranense eCavalieri del Sacro Romano Impero, con diploma del 24 novembre 1484 dallo stessoFederico III.

TEODORINI de' GAGLIARDIS dalla VOLTA

Discendono da Teodoro figlio di Damiano Teodorino (o Toderino), nato aPortogruaro nel 1458, fu fatto Conte Palatino nel 1484 dall'Imp. Federico IIIassieme al fratello. Abitò stabilmente a Portogruaro mantenendo principalmente ilcognome di Gagliardis dalla Volta, riportandolo all'originale Teodrini de' Gagliardisdalla Volta allorquando la famiglia ricevette la riconferma della nobiltà nel 1817.

Tra di loro si distinsero particolarmente: Girolamo, Monsignore il qualeviene descritto nella cronaca del suo funerale la quale dice: […] Il 25 gennaio del1858 il cancelliere vescovile avvertiva il portogruarese, canonico onorario e dottore insacra teologia dottor Monsignor Girolamo Teodorini-Gagliardis Della Volta, figlio diGiovanni Battista e di Margherita Zamboni, professore nel seminario vescovile diConcordia, che il vescovo di Concordia Andrea Casasola lo aveva destinato alla sede diFossalta. Il I maggio seguente lo stesso cancelliere pregava il canonico penitenzieremonsignor Giovanni Roder di immettere nel possesso spirituale della Chiesa di S. Zenoneil neo-eletto pievano. Il 26 aprile del 1887, in età di 82 anni, 7 mesi e 6 giorni,monsignor Girolamo spirò alle ore 5 antimeridiane. Il 28 aprile seguente ebbe sepolturadopo le esequie solenni celebrate alla presenza di don Silvestro Mior pievano anziano, donOsvaldo Moretti parroco di S. Giorgio, don Sante Bean vicario sostituto di Giussago, donGiuseppe Selser parroco di Cesarolo, don Antonio Governo parroco di Lugugnana, i qualitutti sottoscrissero, subito dopo il ritorno dal camposanto, l'atto di registrazione di mortenel Mortuorum Liber dell'archivio parrocchiale di Fossalta.[…] ; Giovanni BattistaMaria, assieme al fratello Damiano, avviò le pratiche per il riconoscimento deltitolo nobiliare, che arrivò con Sovrana Risoluzione di S.M.I.R.A. il 25 luglio 1817.

Ora questi Teodorini si conservano ancora a Mestre di Venezia e Amandola(AP), ma sembrano destinati all'estinzione terminando in due linee femminili.

TODERINI(detti anche Toderini de’ Gajardis)

Discendono da Giovanni Domenico figlio di Damiano Toderino (oTeodorino), nato a Portogruaro nel 1461, fu fatto Conte Palatino nel 1484 dall'Imp.

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Federico III assieme al fratello. Con il padre sitrasferì a Venezia intorno al 1491 mantenendoprincipalmente il cognome di Toderini, in quantoavendo sofferto per tristi vicende commerciali,smise l'uso del titolo e del predicato fino al 1909,anno in cui i suoi discendenti in corso di processoper il riconoscimento dell'antica nobiltà,ricevettero dal Tribunale di Padoval'autorizzazione a ripristinare l'antico cognome di

Toderini dei Gagliardis dalla Volta.

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Tra di loro si distinsero particolarmente: Antonio, figlio del suddettoGiovanni Domenico, nato nel 1501, ottenne privilegio di cittadinanza veneta conducale “de intus et extra” il 12 febbraio 1521 venendo assunto ad una forma di civicanobiltà così come veniva inteso secondo l'ordinamento governativo dellaSerenissima; Giovanni Battista, nato nel 1649, assieme al fratello Teodoro,supplicarono il Governo della Serenissima, di accettare la loro offerta di centomiladucati necessaria per risanare le numerose falle aperte a causa delle guerre di Candiae Morea, ricevendo in cambio il Patriziato Veneto il 25 luglio 1694; Ferdinando, sifaceva chiamare Toderini de' Gajardis, era appassionato di letteratura ed inparticolar modo di poesia, e vide pubblicati alcuni componimenti definiti “di buongusto ed in stile purgato”. Ebbe il privilegio di poter ospitare il giovane Ugo Foscolo,nella sua villa di Codogné (TV), ed era definito uomo di notevole intelletto edelevazione sociale; Maria, figlia del precedente Ferdinando, nata nella metà del1700, si fece monaca di Sant'Agostino nel 1796, prendendo il nome di MariaSerafina. In quella occasione, essendo il giovane Ugo Foscolo abituale frequentatoredi Villa Toderini di Codogné (TV), dedicò alla sacra sposa due odi(“La Croce - Vere Deus est in loco sito”, e “Il mio tempo” ),contenute in un canzoniere di tre volumi a cui prendeva parteoltre al Foscolo, il padre, e altri distinti poeti del tempo.Maddalena Teresa Maria, nata nel 1805 e morta a Codogné(TV) nel 1871 estinguendo così la linea patrizia; Giambattista,della linea cittadinesca, nato nel 1728 fu Abate appartenente allaScuola di San Rocco in Venezia. Fu poi un celebre letterato: frale sue opere ci furono “Memorie intorno l'antichissima scuola dellaMadonna de' Mascoli eretta nella ducale Basilica di S. Marcoconsacrate al Serenissimo D.D. Lodovico Manin Doge di Venezia”,poi ancora “L'onesto uomo” e la celebre opera in tre volumi “Dellaletteratura turchesca”, trattato sulla letteratura Turca, frutto diuna lunga permanenza a Costantinopoli, importante perché fu laprima trattazione occidentale della storia letteraria turca. Scrisseancora molte altre cose, prima di morire nel 1799; TeodoroAntonio Maria, fra i personaggi di questa famiglia, è uno di quelli che più meritanodi essere ricordati: questo personaggio fu l'iniziatore nel 1868 del lungo processoaraldico per il riconoscimento dei titoli nobiliari dei nostri Toderini. Che sia stato unpersonaggio dagli indubbi meriti, lo sta a testimoniare il fatto che alla sua morteavvenuta prematuramente il 29 febbraio 1876, il cav. Bartolomeo Cecchetti, nescrisse personalmente il necrologio che fu pubblicato e grazie al quale ci vengonotramandate una serie d'importanti informazioni biografiche a seguito riportate: “[…]Compì il Toderini gli studi filosofici e quelli di storia naturale presso il Liceo diVenezia; di contabilità dello Stato e di statistica presso l'università di Padova. Fudichiarato paleografo nel 1852. Nominato da alunno di “ragionateria” presso laDirezione del Monte di Pietà e Cassa di Risparmio di Venezia, ad accessista gratuitogiurato presso la I. R. Direzione dell'Archivio Generale, nel 1842, e con stipendio nel1846; fu promosso nel 1851 a primo ricercatore di I Classe; nel 1863 a secondo

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aggiunto, nel 1865 a Vicedirettore; nel 1868 a caposezione; e nel 1872 a Direttore; alqual carattere tennero dietro il titolo di Sovrintendente agli Archivi Veneti nel 1874,e Capo archivista, in luogo di Direttore, nel 1876 […]. Nel 1861 diresse“interinalmente” l'Archivio di Deposito Governativo e Giudiziario di Mantova. […]Pubblicò: “Cerimoniali e feste in occasione di avvenimenti e passaggi negli Stati dellaRepubblica Veneta, di duchi, arciduchi ed imperatori dell'augustissima Casa d'Austria,dal 1361 al 1797”; Venezia 1857; “Deliberazioni seguite in Maggior Consiglio, nel1473, per l'elezione a Doge di Venezia del N.U. messer Nicolò Marcello procurator”;Venezia 1858; “Relazione di Cattaro 1745, di G.B. Albrizzi, per nozze Burovich”;“Sull'Archivio di Deposito Governativo e Giudiziario di Mantova”; Mantova 1861;“Cenni documentati del matrimonio di Ziliola da Carrara con Nicolò d'Este (1396/98)”;Venezia, 1861; “Mirano”, memoria storica; Venezia 1865; “Il finto don Sebastiano aVenezia”; (Archivio Veneto, tomo VII, p. I, pag. 1, Venezia, 1874); “Francesco Sforzaa Venezia (1436/1470)”; Archivio Veneto, tomo IX, p. I, pag. 116, Venezia, 1875; e,assieme ad altri collaboratori, in due volumi: “Il Regio Archivio Generale di Venezianel decennio 1886/1875”; id. ib., 1876; oltre alcune altre notizie ed illustrazionisussidiarie. Lascia manoscritti i “Cerimoniali e feste nella venuta a Venezia di principidi Casa Savoja”, “e di Baviera”; ed un'opera in tre volumi donata all'Archivio, ditutte le leggi circa la cittadinanza originaria veneziana, con gli alberi genealogici e glistemmi di molte famiglie che vi furono ascritte; lavoro paziente, i cui materialivennero tratti in ispecie dal Veneto Archivio dell'Avogaria di Comun, e che ilToderini andava di continuo accrescendo. Fu nominato Cavaliere degli Ordini:Ernestino di Sassonia nel 1858; della Corona d'Italia nel 1872; dei SS. Maurizio eLazzaro nel 1873; e commendatore dell'I. R. ordine Austro-Ungarico di FrancescoGiuseppe nel 1874. Venne decorato della Medaglia Commemorativa per le Guerredell'Indipendenza Italiana (Campagne 1848/49). Era socio corrispondente delleAccademie Scientifico-Letterarie dei Concordi di Rovigo e Bovolenta; di quella Fisio-Medico-Statistica di Milano, e dell'Ateneo Veneto; dell'Accademia Araldico-Genealogica Italiana di Pisa; socio effettivo dell'Associazione 1848/49, e dellaDeputazione Veneta di Storia Patria.

TODERINI dei GAGLIARDIS dalla VOLTA

Da questo ultimo illustre personaggio, discendono quelli che ancora oggi simantengono a Padova in due linee denominate Toderini e Toderini dei Gagliardisdalla Volta. Tra loro meritano di essere ricordati: Vincenzo Francesco TeodoroDomenico Martino, figlio del precedente Teodoro, assieme al fratello BartolomeoFrancesco Teodoro Domenico Maria, Cavaliere della Corona d'Italia e Direttoredelle Saline di San Felice in Venezia, continuarono l'opera del padre, nell'intento di

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salvaguardare l'identità storica della famiglia, e furono i primi a firmarsi con ilcognome di Toderini dei Gagliardis dalla Volta, a seguito della sentenza del tribunaledi Padova del 1909. Vincenzo fu Sergente nel 51° Rgt. Fanteria (11ª Compagnia),sposato con la N.D. Letizia Laura Marianna Balzan, da cui ricevette in eredità lavilla di Conselve, già dei Patrizi Veneti Sagredo; Teodoro Vincenzo Antonio, figliodel precedente, nato 1877 e morto 1953, fu dottore in chimica e farmacia pressol'ospedale militare di Padova, addetto al R. Ministero della Guerra, Maggiore del R.E. (perché assimilato ad ufficiale del R. Esercito), Cav. SS. Maurizio e Lazzaro edella Corona d'Italia, decorato della medaglia commemorativadella Guerra 1915-18, di quella dell'Unità Italiana,dell'Interalleata e della Croce d'Oro per anzianità di servizio.Sposato in seconde nozze con Silvia Tabet, diede alla luceVincenzo Antonio nel 1924, il quale essendo allievo ufficiale nelCorpo dei Bersaglieri, partì volontario per una missione dallaquale non fece più ritorno, venendo dichiarato morto presunto consentenza del Tribunale di Padova il 21 maggio 1956; DomenicoMaria, fratello del precedente Teodoro Vinc. Ant., nato nel 1884 esposato con la cugina Amalia Toderini. Fu ingegnere civile edelettrotecnico, ispettore principale delle Ferrovie dello Stato,Commendatore della Corona d'Italia e Cavaliere dei S.S. Maurizioe Lazzaro, decorato del distintivo speciale di guerra istituito conR.D. 3 maggio 1918 n°665. Durante la Guerra (1915-18) prestòservizio lungo le linee ferroviarie in zona d'operazione. Nel 1954 fuPresidente dell'Ospedale S. Maria di Conselve (PD). Questopersonaggio, avendo ricevuto in eredità la storica Villa Sagredo diConselve (PD) e i vari beni di proprietà della famiglia, li trasmiseall'attuale proprietario Andrea nato nel 1970; Roberto, nato nel 1948 dal Co. Pal.

Gino Aldo, fu fondatore nel 2000 e primo Presidentedella Sezione “Associazione Nazionale Bersaglieri” diConselve (PD), grazie alla quale pende una proposta diCavalierato al Merito della Repubblica Italiana;Thomas, figlio del precedente nonché autore delpresente studio, nato nel 1974, acquisì la qualifica didisegnatore grafico pubblicitario nel 1992. Nello stessoanno iniziò un minuzioso lavoro di ricostruzionestorico-genealogica della famiglia, costituendo nel1995 un nuovo archivio di famiglia. Impegnato nelsociale è stato segretario del Gruppo di Cartura (PD)dell'Associazione Italiana Donatori Organi e Tessuti(AIDO). È Guardia d'Onore alle Reali Tombe delPantheon dal 1998, con incarico di alfiere della

Delegazione di Padova dal '98 al 2003. Nel 1999 iniziò ad operare come volontarioper il Sovrano Militare Ordine di Malta. Tra il 1994 ed il'95 prestò servizio di leva nelGloriosissimo Corpo degli Alpini, e nel 1996 divenne socio dell'Associazione Nazionale

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Alpini, con incarico di alfiere del Gruppo Alpini di Cartura (PD). Inseguito allanomina del padre a Presidente della Sezione “A.N.B.” di Conselve, nel 2000 entròcome socio simpatizzante con incarico di segretario. Amante della poesia e dellamusica dal 1989, divenne autore e compositore di musica leggera, iscritto presso laSocietà Italiana degli Autori ed Editori (SIAE) dal 1997. In fine nel 2002 divieneConfratello Capitolare della Scuola Grande Confraternita di San Teodoro in Venezia.

Attualmente lo stato dei viventi, come lo si può ricavare dagli elenchinobiliari in circolazione, è il seguente:

Ramo derivato dal Co. Teodoro Teodorini d.G.d.V. (1458)

† Co. Pal. Palatino Antonio, fu Gio Batta Antonio, n. a Venezia il 19 lug. 1908 † il 2nov. 1978, sp. a Maria Rosa, da cui: 1) Giovanni Battista, n. a Venezia il 24 aprile1938, sp. a † Elda Lotter, da cui: a) Cristiana, n. a Venezia il 29 agosto 1962; b)Angela , n. a Venezia il 2 maggio 1964, sp. a Francesco Pittoni nel 1996; 2) Lucia, n. aVenezia nel 1935, sp. Giorgio Spellanzon.Altra: Nob. dei Co. Francesca Teodorini de' Gagliardis dalla Volta, n. a Verona il 4sett. 1931, sp. Nob. Vincenzo Rizzo de' Ritii.

Ramo derivato dal Co. Giovanni Domenico Toderini d.G.d.V. (1461)

† Co. Pal. Gino Aldo Toderini dei Gagliardis dalla Volta, n. a Padova 16 giu. 1910 †a Vittorio Veneto 29 sett. 1962, fu Teodoro, qm. Cav. Bartolomeo e Pierina de'Montecchi, sp. 1934 Dorina Ajres, da cui: 1) † Liliana, n. a Padova il 31 lug. 1936 † aTorino 1996, da cui: a) Gabriele Paolo Danilo n. a Torino 6 Gen. 1970, figlio di ItaloBastero, sp. 2007 Elisabetta Pinna; b) Alberto Emilio Filippo n. a Torino 20 Sett.1973 figlio di Italo Bastero; 2) Paolo Domenico Teodoro, n. a Padova 15 sett. 1940,sp. 1960 Jolanda Brussino, da cui: a) Paola Maria Letizia, n. a Torino 8 dic. 1960;b) Stefania Angela Maria Letizia, n. Torino 31 ott. 1964; c) Andrea, n.Monteortone (Pd) 13 genn. 1970; Fratelli: 3) Roberto Teodoro Bruno, n. Padova 8dic. 1948, sp. 1972 Candida Tasinato, da cui: a) Alessandra, n. Conselve 10 gen. 1973;b) Thomas, n. Conselve 29 dic. 1974; 4) Marzio Maria, n. Padova 7 dic. 1949, sp.1970 Daniela Vecchiato, da cui: a) Monica, n. Padova 9 mar. 1970, sp. 1991 SergioPistori; b) Stefano, n. Padova 22 lug. 1977. Cugini: 1) Prof. Dott. Flavio MarcoFerdinando Toderini, fu Bartolomeo, qm. Marco, qm. Cav. Bartolomeo, n. aPadova l'11 ago. 1934, sp. Prof.ssa Dott.ssa Rosanna Vittoria Salmaso, DamaO.M.R.I., da cui: a) Dott.ssa Daniela Giulia, n. a Padova 5 ago. 1962, sp. Dott.Stefano Mazzoleni 1990; b) Dott.ssa Luisa Antonietta, n. a Padova 17 lug. 1965, sp.Dott. Emilio Guasti 1993; c) Dott.ssa Avv. Silvia, n. a Padova 22 giu. 1972, sp. Ing.Prof. Andrea Fioretti 2001; 2) Leonio, fu Francesco, qm. Marco, qm. Cav.Bartolomeo, n. a Padova nel 1922, sp. Maria Rosa Sabbadin; 3) † Gianvittore, fuFrancesco, qm. Marco, qm. Cav. Bartolomeo, n. a Padova nel 1926, sp. ErminiaBerterini, da cui: Giorgio n. a Padova 25 gen. 1960, sp. Alessandra Landi, da cui a)

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Paola Francesca Letizia, n. a Bologna 9 gen. 1993; b) Stefano Giovanni Marco, n.a Bologna 19 nov. 1995; 4) Addis, fu Francesco, qm. Marco, qm. Cav. Bartolomeo, n.a Padova nel 1936, sp. † Nino Cesco Frare 1952.

Dimore e residenze

Ricercando i luoghi di residenza dei Gagliardis, non sempre ho avuto fortuna.Al momento non sono molte le “case” di cui sono riuscito a trovare materialesoddisfacente, e comunque sono quasi tutte relative al ramo dei Toderini di Venezia,nonché dei successori Toderini dei Gagliardis dalla Volta. A seguito sono descrittisolo alcuni tra gli edifici di maggior rilievo, appartenuti o appartenenti ancora a ramidi questa famiglia, distribuiti per Regione, da Venezia a Treviso a Padova, conimmagini ricavate da stampe dell'epoca e da rilievi fotografici fatti personalmente.

V E N E Z I A

S. Maria Mater Domini, ramo Calle della Regina 2267

Il Ramo della Regina s'innesta nel ponte di S.Maria Mater Domini, da cui voltandosi si possonoosservare a sinistra, i prospetti sul rio dei palazzi Moroe Manzoni.

Al numero 2267 si ha per l'appunto, l'ingressodel seicentesco palazzo Manzoni, già abitazione delNob. Rag. Teodoro Toderini e la moglie Pierina de'Montecchi fin dal 1931, come testimoniano una seriedi cartoline postali dell'epoca inviate ai sopraccitaticoniugi, e conservate presso l'archivio privato diThomas Toderini dei Gagliardis dalla Volta. L'edificiodove sono locati diversi appartamenti non è più inproprietà dei Toderini.

Riva de Biasio 1289

Si tratta di un tipico esempio di fabbricadella fine del Cinquecento o inizi del Seicento.

La sua monumentalità classica vieneevidenziata dalle monofore centinate inscritte inuna cornice trabeata e dalla serliana del pianonobile mentre il secondo piano è frutto di unaristrutturazione di molto successiva.

Sul retro insiste un gradevolissimogiardino, purtroppo cinto da alte mura. Sembra

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che questo palazzetto fosse passato dai Marcello ai Gritti e quindi ai Toderini perimparentamento della N.D. Giulia Toderini, Patrizia Veneta, con il N.H. GasparoGritti intorno al 1716.

Il Palazzo poi passò ad altri. Oggi all'interno sono locati appartamenti eduffici. A destra un particolare tratto da una stampa del '700 dove si può notare ilgiardino alberato ed una tenda parasole posta sul terrazzino del piano nobile.

Lo stato di conservazione appare abbastanza buono, almeno per quel cheriguarda la parte esterna.

Sestrier S. Polo 2311 (S. Agostino)

Il rio Terà Secondo, con la seguente calledella Chiesa, introduce nel cuore dell'anticaparrocchia di S. Agostin, area di urbanizzazionebizantina, consolidata e trasformata in epocagotica. Al n°2311, vi è un palazzetto gotico dellametà del XV sec., di soli due piani (unmezzanino ed un piano nobile) con bellissimatrifora trilobata e riquadrata al secondo piano, edue coppie di monofore analoghe. E' di grandeimportanza in quanto vi era alloggiata latipografia di un famoso editore e stampatore,l'umanista Aldo Manuzio il Vecchio ricordato dadue lapidi, una a sinistra ed una a destra. Questadimora risulta essere stata l'abitazione dell'Ing.

Domenico Maria Toderini Co. dei Gagliardis dalla Volta e della moglie Cont. AmaliaToderini fin dal 1931, come testimonia una serie di cartoline postali dell'epoca,inviate ai sopraccitati coniugi, e conservate presso l'archivio di Thomas Toderinid.G.d.V. Attualmente questa dimora non è più in proprietà dei Toderini. Da unadichiarazione del sopra detto Ing. Domenico Toderini conservata in un documentodell'Archivio Centrale dello Stato, si ricava che questa abitazione è considerata unMonumento Nazionale.

Dolo, Riva Sx Via Martiri della Libertà 17

Questa suntuosa dimora è oggetto di dubbi sulla sua natura. Viene dettaVilla Toderini-Fini-Melchiorri ed è sulla riva sinistra di Dolo, in prossimità di unalocalità già denominata “Casello 12” dal nome della fermata delle Tramvie Venete.Contigua a Palazzo Molin, è un'armoniosa costruzione del XVII secolo, recentementerestaurata. Nella barchessa laterale trova sede un ristorante denominato Villa Fini.La vediamo riprodotta sia dal Coronelli che dal Costa. Fu abitata dal Co. GirolamoRiccini, ministro del Duca Francesco IV di Modena. Conserva ancora un belgiardino, le adiacenze e l'oratorio. Nel salone interno si trova un dipinto del Seicento,incorniciato da stucchi. Le informazioni maggiori ci arrivano dalle descrizioni

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dell'oratorio, il quale è attestato in un estimo del 1665: risulta la dichiarazionedell'esistenza del progetto della Villa dei Toderini, detti i Santonini.

Con Giovanni Antonio Santonini,l'Oratorio riceve visite pastorali del Card.Gregorio Barbarigo nel 1669 e 1690 conattribuzione di dedica alla SS. Pietà e S.Antonio. Nel 1739 col Vescovo Minotto enel 1748 col Card. Rezzonico, i fratelliFrancesco e Antonio Fini lo titolano allaB.V. Maria del SS. Rosario. Sempre con iFini dal 1778, poi con GirolamoLanterna nel 1824, la dedica è attribuitaal Crocefisso. Da notare il campanile avela, inusualmente sul colmo del tetto, e la tipica composizione di fine '600 confinestra a lunetta, o “termale”, sopra il portale.

Elena Bassi attribuisce il progetto della Villa con Oratorio ad AlessandroTremignon (1635-1711), architetto di Ca'Flangini a Venezia. Riporta la presenzadelle lapidi sepolcrali del Co. Girolamo Riccini e della figlia M.A. Costanza del 1831, iquali stabilirono in questa Villa la loro residenza.Mario Guiotto ricorda l'altarino in marmi policromi e i portalini laterali con testined'angelo.

Sembra dunque di capire che fu costruita per i Toderini e poi passata ad altri,ma singolarmente sembra che tra la fine dell'800 e i primi del '900 vi avessenuovamente abitato il Co. Vincenzo Francesco Toderini dei Gagliardis dalla Volta,trasferitosi poi nella Ca' Sagredo di Conselve. Ora è proprietà dei Melchiorri.

Molte altre erano le abitazioni dei Toderini come pure dei Teodorini interritorio veneziano, ma in questa ricerca ridotta non ritengo di dovermi dilungareoltre

T R E V I S O

Codogné, Via Roma 14-16

Questaimponente costruzioneè attribuitaall'architetto padovanoGerolamo Frigimelica(1653-1732).

Vennecommissionata daiPatrizi Veneti Toderinide' Gajardis e siimpone per

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l'eccezionale inquadratura ambientale, costituita da un vasto parco e da unapeschiera davanti la facciata e da un bosco sul retro.Le barchesse e la cappella sono staccati dal corpo centrale, che, nonostante la mole,manifesta la ricerca di soluzioni nuove sulla distribuzione della luce soprattutto nellafacciata mediante una triplice finestra e un alto timpano. In oltre due timpanilaterali muovono la visuale della facciata, rotta da archi chiusi, su cui stagliano lefinestre.

Altre descrizioni dicono così: al piano terra, dieci semicolonne reggono lacornice del marcapiano, continuando con lesene ai piani superiori. Trifora conpoggiolo al centro, sovrastata al secondo piano da balcone ad arco con due finestrerettangolari ai lati. Lungo tutta la facciata, eleganti stucchi sopra e sotto le finestre,riquadrate da lesene; al centro, sotto il timpano, lo stemma dei Toderini, rilevato inpietra, con corona. Ai lati del corpo centrale, la fabbrica continua sui due piani; alpiano terra vi sono tre archi ribassati per parte, chiusi e profilati da conci a bugnato,con mascheroni in chiave. Le due estremità, rialzate da un piccolo frontone, hannociascuna una porta ad arco e quattro paraste che vanno da terra alla cornice deltetto. Dinanzi alla villa un gran prato raso, limitato da due siepi a squadra e vastapeschiera verso la strada, con muretto, balaustre a poggiolo e pilastri. Vi sono duebarchesse e una singolare chiesetta rifatta nel 1780, con finestre ed ornamentibarocchi. Il fabbricato è stato più volte danneggiato dalle guerre: unico quadrosalvato dalle occupazioni militari, una Resurrezione di Lazzaro, del Lazzarini. Difronte alla villa, al di là della peschiera e della strada, due pilastri, come di anticocancello, con belle statue e una ghiacciaia con siepi. Anfore e vasi sugli altri pilastri eattorno alla peschiera.

Si dice che nel 1845 fosse passata per via ereditaria ai nobili Antonio eFerdinando Ferracini, nonostante Maddalena Teresa Maria Toderini, ultima diquesta discendenza, fosse venuta a mancare oltre un quarto di secolo più tardi, nel1871. Sempre per via ereditaria, passò quindi a Teresa Ton Bonicelli Jelmoni.

Tra altri particolari questa villa è famosa per aver ospitato il giovane UgoFoscolo, che scrisse due odi per la monacazione di Maria figlia del N.H. FerdinandoToderini.

L'insieme costituisce un modello di casa di campagna per la cura particolarecon cui viene conservata. Attualmente è di proprietà del Sig. Pierluca Bonicelli Tonil quale ha trasformato la barchessa di sinistra in alloggi bed & breakfast.

P A D O V A

Conselve, Via Matteotti 187

Percorrendo Via Matteotti (ex via Villa), verso la fine poco discosta dalcentro, in prossimità di una curva alla quale sembra adeguarsi con il virare dei tetti econ gli avanzamenti ed arretramenti del suo lungo profilo, osserviamo Ca' Sagredo.

È una costruzione senz'altro singolare che si affaccia sulla strada con il corpocentrale leggermente rialzata al quale il frontone, l'impostazione verticale dei fori e

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alcune belle statue, imprimono un'accattivante sensazione di slancio verso l'alto, cheva ben oltre i rapporti reali.

Sette statue rappresentanti l'abbondanza, la fama, la carità, la ricchezza,l'agricoltura, la poesia e la musica, gli artistici terminali delle canne fumarie deicamini, i timpani, cornici, finestre ottagonali ed altre evidenze in cotto, la mettonoall'avanguardia fra tutte.

Masi avverte

subitoanche unsenso dimancanza:dietro a

tantoricercatafacciata

infatti ilprogetto

complessivo prevedeva ben altro perché la villa propriamente detta doveva sorgerenel bel mezzo del brolo retrostante essendo, quello che oggi vediamo, il biglietto davisita per chi sarebbe entrato.

La sua edificazione ebbe inizio nel 1660 dal nobile Giovanni Sagredo,cavaliere e procuratore della Veneta Repubblica, ambasciatore presso le principalicorti d'Europa, insigne magistrato e all'epoca, Podestà di Padova.

L'antico stemma di Casa Sagredo si fregiava di tre gigli d'oro sulla fascia dirosso in campo d'oro per speciale privilegio concesso al nobil'uomo da Luigi XIV redi Francia, presso la cui corte era ambasciatore.

Originariamente la villa sarebbe servita quale padiglione di caccia, dove sisarebbero date convegno le più illustri famiglie patrizie di Padova e Venezia, ma ilavori rallentarono, probabilmente dopo la mancata convalida da parte del MaggiorConsiglio, alla elezione a Doge del nobile Giovanni nel 1676.

L'edificio, con pilastratura e cornici d'ordine toscano, con stucchisettecenteschi nella quattro principali sale: dei vasi, dello scudo, delle colonne e delliocorno (altro simbolo araldico della casa), fu ridimensionato alla cosistenza attualedal figlio Piero che la trasformò in elegante e signorile dimora di campagna.

Nel 1711, poi nel 1740 e anche nel Catasto del primo ottocento, riscontriamoche la casa domenicale con brolo di campi sei, con altre fabbriche è affittata daFrancesco Sagredo del fu Lorenzo a Franco Piccinali per il modico canone di 40ducati: è evidente che i novant'anni di livello indicano disinteresse per la villa.

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Per eredità e parentela la villa passò ai Balzan che alla fine del settecento,furono costretti ad un radicale ripristino dopo il saccheggio dei soldati francesi.Una lapide ancora esistente ci informa che la nobildonna Letizia Toderini, nataBalzan, pronipote di Marianna Sagredo nata Fabbris, eseguì un restauro nel secoloXIX.

In seguito ne diventò proprietario il conte Vincenzo Francesco Toderini deiGagliardis dalla Volta, che morì il 26 ottobre del 1920, lasciando la villa in eredità aTeodoro e Domenico Maria.

Questa dimora, attualmente di proprietà del Co. Andrea Toderini deiGagliardis dalla Volta è stata recentemente oggetto di un lungo e doveroso restauro.

Una parte della Villa è sede della Associazione dei Coltivatori Diretti diConselve; un'altra ancora ospita un negozio di antiquariato e modernariato gestitoda Stefania Toderini e Jolanda Brussino ed un'altra parte ancora è adibita adalloggio bed & breakfas.

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Conclusioni

Un giorno entrai nella Biblioteca Universitaria San Biagio di Padova e nerimasi profondamente affascinato. Conoscendo i mie precedenti di scolaro tutt'altroche modello, non avrei mai immaginato di potermi appassionare a questi studi

Nel riscoprire le mie origini, sono stato pervaso da un senso d'orgoglio e talvolta anche di ambizione nel volermi rimpossessare di quella gloria che il tempospesso ti porta via, ma che altre volte ha ben poco a che fare con la gloria…

Oggi ho spesso l'impressione di vivere come un moderno Don Quixote, dove ivalori vanno via via scomparendo, come l'educazione e il senso della vergogna chequasi nessuno sa più provare.

A volte mi trovo ad avere l'impressione di avvertire più il peso che non l'onoredel nome che porto, e questo va ampiamente in contrasto con quello che i miei occhivedono tutto intorno: le cronache rosa dei nostri tempi sono zeppe di famiglie nobiliche si caricano degli scandali più vergognosi, dimentichi delle loro avite origini espesso al solo scopo di pubblicizzarsi presso l'opinione pubblica…

Chissà quale opinione avrà mai questo pubblico…

Mi trovo finalmente ad offrire ancora una volta al lettore, questo umilissimolavoro, frutto di sacrifici, nostalgie, speranze e spesso delusioni, ma certamentearricchito e soddisfatto nell'aver condotto un lavoro con passione e serietàprofessionale.

Con queste poche battute si chiudono i primi quindici anni di studi sulleorigini della mia Casa, e poi che cosa dire ancora?

AD MAIORA!

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BIBLIOGRAFIA

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“Tra liberazione e ricostruzione”, Lino Scalco 1996, Editoriale Programma (PD).“Veneto, ieri, oggi, domani”, rivista mensile per AA.VV., Editori 1) Stocchiero Periodici S.r.l.Vicenza; 2) La Fenice Edizioni S.r.l. Cornuda (TV), annate varie.“Il Veneto paese per paese”, ed. Bonechi 1998.“Venezia”, La Biblioteca di Repubblica (L’Italia Vol.5 - Venezia) Touring Edizioni S.r.l. 2005.“Venezia e il suo estuario”, Giulio Lorenzetti1956, Ed. Erredici (PD) 2002.“Villa Zen in Conselve”, Ferruccio Sabbion 1989, Comune di Conselve (PD).“Ville Padovane”, Ente Prov.le per il turismo di Padova, stampa Offsset Invicata/Padova.“Le Ville Venete”, Gianfranco Scarpari1980, Newton Compton Editori s.r.l. (Roma).“Le Ville Venete”, Giuseppe Mazzotti 1954, Libreria Editrice Canova (TV) 1987.“Le Ville Venete”, Istituto Regionale per le Ville Venete 1998, Marsilio Editori S.p.A. (VE).“Ville Venete”, Leandro Zoppé 1975, Ed. Calderini (BO).

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Per maggiori informazioni:Thomas Toderini dei Gagliardis dalla Volta

Via Pozze, 2 - 35025 Cartura (PD)Tel. 340.3414776 - 049.9556118 - 049.9555395 - [email protected]

Archivio Personale c/o Casa Grinti - Via Rena, 60 Cartura (PD)

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I N D I C E

Pag.

3 Dedica

4 Ringraziamenti

6 Premessa

8 Dagli albori al XV secolo

11 Dal XV al XIX secolo

13 Il XX secolo e i nostri giorni

14 Araldica

17 Nomi, cognomi e segni nella storia

26 Dimore e residenze

32 Conclusioni

33 Bibliografia

38 Indice