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Alli Soc. Tosc. Sci. Nat., Mem., Serie B, 92 (1985) pagg. 299·309, figg. 3, tab. 1 R. D'OVIDIO, P. MARCHI, S. MASCI, L. VISONÀ (*) EVOLUZIONE E CARIOTIPO NEL GENERE RANUNCULUS L. Riassunto - Secondo alcune ipotesi esisterebbe un rapporto tra simmetria del cariotipo e stato di progressione evolutiva raggiunto dalla specie che lo presenta. Una prima serie di dati relativi a 35 specie sembra confermare che in Ranuncu· lus esista un collegamento tra progressione evolutiva e simmetria del cariotipo. Per quanto riguarda il cariotipo si segnala inoltre la scarsa «predittività " dei gruppi informali di specie Rhizomatosi e Annui (DAVIS, 1960) e l'alta predittività delle Sezioni Echinella DC., Thora DC. e della Sottosezione Epirotes Prantl. Abstract - Evolution and karyotype in Ranunculus. According to several cytotax- onomists degrees of karyotype asimmetry and species evolution are somehow connected. A first set of observations made on 35 species of Ranunculus altogether confirm such connection . Moreover it appears that , as regarded to the karyotype, the predictive value of Davis's informai groupings Rhizomatosi and Annui is low, while the predictive value of Sect. Echinella DC., Sect . Thora DC. and of Subsect. Epirotes Prantl is high. Key words - Caryology - Ranunculus - Phylogeny. Il genere Ranunculus è un antico genere di piante erbacee, dif- fuso nelle zone temperate e fredde dell'emisfero artico e antartico. Esso comprende circa 240 specie (GOEPFERT, 1974) e presenta una notevole variabilità ecologica; le specie di questo genere occupano infatti ambienti acquatici, palustri, delle praterie, dei sottoboschi, delle rupi e delle coltivazioni. TUTIN (1964), in «Flora Europea» riporta 122 specie di Ranuncu- lus; PIGNATTI (1982) elenca per l'Italia 82 specie ripartite nel sottoge- (*) Dipartimento di Biologia Vegetale, Università «La Sapienza », Roma .

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Alli Soc. Tosc. Sci. Nat., Mem., Serie B, 92 (1985) pagg. 299·309, figg. 3, tab. 1

R. D'OVIDIO, P. MARCHI, S. MASCI, L. VISONÀ (*)

EVOLUZIONE E CARIOTIPO NEL GENERE RANUNCULUS L.

Riassunto - Secondo alcune ipotesi esisterebbe un rapporto tra simmetria del cariotipo e stato di progressione evolutiva raggiunto dalla specie che lo presenta.

Una prima serie di dati relativi a 35 specie sembra confermare che in Ranuncu· lus esista un collegamento tra progressione evolutiva e simmetria del cariotipo.

Per quanto riguarda il cariotipo si segnala inoltre la scarsa «predittività" dei gruppi informali di specie Rhizomatosi e Annui (DAVIS, 1960) e l'alta predittività delle Sezioni Echinella DC., Thora DC. e della Sottosezione Epirotes Prantl.

Abstract - Evolution and karyotype in Ranunculus. According to several cytotax­onomists degrees of karyotype asimmetry and species evolution are somehow connected.

A first set of observations made on 35 species of Ranunculus altogether confirm such connection.

Moreover it appears that, as regarded to the karyotype, the predictive value of Davis's informai groupings Rhizomatosi and Annui is low, while the predictive value of Sect. Echinella DC., Sect. Thora DC. and of Subsect. Epirotes Prantl is high.

Key words - Caryology - Ranunculus - Phylogeny.

Il genere Ranunculus è un antico genere di piante erbacee, dif­fuso nelle zone temperate e fredde dell'emisfero artico e antartico. Esso comprende circa 240 specie (GOEPFERT, 1974) e presenta una notevole variabilità ecologica; le specie di questo genere occupano infatti ambienti acquatici, palustri, delle praterie, dei sottoboschi, delle rupi e delle coltivazioni.

TUTIN (1964), in «Flora Europea» riporta 122 specie di Ranuncu­lus; PIGNATTI (1982) elenca per l'Italia 82 specie ripartite nel sottoge-

(*) Dipartimento di Biologia Vegetale, Università «La Sapienza», Roma.

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nere terrestre Ranunculus (73 specie) e nel sottogenere acquatico Batrachium (9 specie).

Tra le classificazioni infrageneriche è stata presa in particolare considerazione quella di DAVIS (1960). Davis distribuisce in base a caratteri morfo-ecologici le specie turche del sottogenere Ranuncu­Ius in cinque gruppi naturali informaI i (Praemorsi, Rhizomatosi, Gru­mosi, Lancifolii e Annui) e propone per essi una «progressione evo­lutiva». I Praemorsi presentano il maggior numero di caratteri pri­mitivi; ciascuno degli altri gruppi si sarebbe differenziato da essi in seguito a una serie di specializzazioni.

A. Nei Rhizomatosi il rizoma è diventato perenne e quindi gran­demente sviluppato; le foglie da trilobe o palmate tendono a diven­tare pennate anche per picciolettatura del segmento mediano; il di­morfismo tra le foglie della rosetta basale e quelle cauline si accen­tua; l'ambiente preferenziale tende a passare da quello mesofitico dei prati e dei pascoli alpini a quello dei territori boscosi e sassosi.

B. Nei Grumosi l'apparato radicale si differenzia in elementi specializzati per la funzione di riserva dei materiali nutritizi e ele­menti per le funzioni di ancoraggio e di assorbimento; gli acheni impiccioliscono e diventano da trinervi a uninervi per adattamento alla dispersione.

C. I Lancifolii si sono evoluti per poliploidia; adattamento alla vita semiacquatica; trasformazione delle foglie da ternato-palmatilobe a intere trinervi.

D. Gli Annui deriverebbero da forme moderne di Praemorsi per accorciamento del ciclo vitale; per un complesso adattamento degli acheni alla dispersione (che ne permette anche la riduzione del nu­mero); per adattamento agli ambienti aperti come sono soprattutto quelli creati dall'uomo.

Alcuni autori ritengono che il grado di evoluzione di una specie sia correlato col grado di simmetria del suo cariotipo.

Il primo ad introdurre il concetto di simmetria in citotassono­mia è stato LEVITSKI (1931), il quale, dopo aver definito il cariotipo di specie appartenenti alla tribù delle Helleboreae, concluse che le specie che presentavano caratteri primitivi avevano cromosomi con bracci della stessa lunghezza, mentre le specie con caratteri evoluti presentavano cromosomi con bracci di diversa grandezza (fino a di­ventare cefalobrachiati). Secondo LEVITSKI quindi il grado di simme­tria di un cariotipo è determinato dalla posizione del centromero.

STEBBINS (1950) estende il concetto di simmetria per compren-

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dere anche quei cariotipi nei quali i diversi cromosomi dell'assetto si presentano di uguale grandezza. Per STEBBINS quindi il grado di simmetria del cariotipo è la risultante di due componenti: 1. posizio­ne del centromero, 2. grandezza relativa dei cromosomi dell'assetto. Un cariotipo è quindi simmetrico quando presenta cromosomi delle stesse dimensioni e posizione mediana o submediana del centrome­ro, mentre un cariotipo è asimmetrico quando presenta cromosomi di diversa lunghezza con centromero subterminale o terminale. Da notare che queste due tendenze possono progredire indipendente­mente una dall'altra.

STEBBINS (1971) riporta numerosi casi nei quali il grado di diffe­renziazione del fenotipo e il grado di adattamento ambientale risul­tano entrambi positivamente collegati al grado di asimmetria cario­tipica. I casi sono circostanziatamente descritti e in particolare ri­cordiamo gli esempi tratti da Crepis, da altri generi delle Cicorieae, da Aegilops e quello presentato dall'ordine monotipico delle Welwit­schiales costituito da un'unica specie di Gimnosperma arcaica e bra­ditelica la quale con i suoi enormi cotiledoni (le uniche foglie di cui dispone) e il suo adattamento alle condizioni estreme dei deserti dell 'Africa del S.O., è considerata una delle piante più specializzate che esistano.

Per spiegare questa correlazione STEBBINS ha formulato (l.c.) l'i­potesi detta «del raggruppamento dei geni associati» dove si suppo­ne che l'asimmetria possa essere un meccanismo che, come l'apo­missia e la poliploidia, riduce la ricombinazione genica diminuendo in tal modo la possibilità di scomporre le combinazioni geniche che assicurano gli adattamenti.

D'altra parte J ONES (1978) sostiene che non sembra possibile in­dicare una direzione di evoluzione del cariotipo valida in tutti i casi poiché questa dipende dallo stadio evolutivo in cui si trova il grup­po di specie o di generi al momento dell'osservazione. Quando un cario tipo ha raggiunto la massima asimmetria raggiungibile, le mu­tazioni cromosomiche, che comunque continuano ad avvenire, non possono che riportare il cariotipo nel senso della simmetria; quindi la direzione evolutiva potrà essere stabilita da caso a caso soltanto correlando i caratteri del cariotipo con quelli del fenotipo. JONES (l.c.) porta l'esempio di Cymbispatha (Commelinaceae) nel quale le specie con caratteri più evoluti presentano un cariotipo più simme­trico rispetto a quelle con caratteri meno evoluti.

Scopo della nostra indagine è quello di vedere se nel sottogene-

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re Ranunculus esista una correlazione fra conformazione cariotipica e «progressione evolutiva».

Per questa verifica sono state esaminate 35 specie di Ranuncu­lus, 92 popolazioni, 155 individui per un totale di 416 piastre misu­rate (Tab. 1). I dati che presentiamo si avvalgono in parte anche di quelli ottenuti da CALZOLETTI (1974), FABRIZI (1976), Mmo (1985) e RESINI (1981).

Le piastre cromosomiche analizzate sono state ottenute da apici radicali pretrattati in colchicina allo 0.4% o in soluzione satura di ossichinolina, colorati e schiacciati secondo la tecnica classica di HEITz, microfotografate e stampate a 2000 x. Le misure cromosomi­che sono state quindi rilevate ed elaborate mediante un computer AppIe Ile munito di tavoletta grafica secondo un programma deriva­to da quello di Mc GURK e RrVLING (1983).

Il grado di simmetria del cariotipo in ciascuna specie è stato determinato usando due indici (GREILHUBER e SPETA, 1976): l'indice «REC» di rassomiglianza cromosomica e l'indice «Syi» di simmetria [REC = rec medio e rec = (tn : ti) x 100, Syi = (S medio: L medio) x 100; n = cromosoma nr. 2, 3, 4, etc. in ordine di lunghezza decre­scente, t = lunghezza totale del cromosoma, S = lunghezza del brac­cio corto, L = lunghezza del braccio lungo].

Combinando questi due indici si può rappresentare il cariotipo di ciascuna specie con un punto in un piano che chiamiamo «piano degli indici» (Figg. 1 e 2). Alle unità di REC e di Syi abbiamo attri­buito lo stesso valore. La simmetria totale del cariotipo è misurata dalla distanza del punto dall'origine degli assi.

Mettendo a confronto le distanze medie (Fig. 3) dei gruppi di Davis dall'origine degli assi del piano degli indici, non sono evidenti differenze di simmetria tra i gruppi dei Praemorsi dei Rhizomatosi e dei Grumosi. Esisterebbe invece una differenza, anche se non suf­ficientemente significativa, tra Annui e Lancifolii da un lato e i ri­manenti gruppi dall'altro.

I punti corrispondenti ai cariotipi delle specie degli Annui e dei Lancifolii risultano inoltre mediamente più vicini all'origine de­gli assi e quindi più asimmetrici rispetto a quelli dei rimanenti grup­pi; questo sembra confermare che nel genere Ranunculus la «pro­gressione evolutiva» conduce verso una minor simmetria del carioti­po. Purtroppo il numero di specie di Lancifolii esaminate e il picco­lo numero di piastre ottenute per alcune specie è tale da non per­mettere ancora deduzioni molto attendibili dal confronto tra gruppi.

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Fig, - Piano degli indici. - A, B, C, D, situazioni estreme, - Le figure geometriche agli angoli rappresentano le variazioni delle dimensioni cromosomiche, la linea tratto punto rappresenta la posizione del centromero, Il rettangolo rappresenta la zona dove cadono i valori delle specie esaminate, N,E, La presente rappresen­tazione dei cariotipi astrae completamente da dati quantitativi. La distanza dei punti all'origine degli assi misura il grado di asimmetria del cariotipo della enti­tà rappresentata nel punto,

D'altra parte abbiamo analizzato anche alcune specie estranee alla Flora Turca e quindi non incluse nei gruppi da DAVIS,

La posizione delle specie nel piano degli indici ci porta comun­que ad alcune interessanti considerazioni:

1. Le quattro specie di Ranunculus a numero base 7 esaminate nel corso di questa indagine appartengono al gruppo dei Praemorsi (3 sp,) e al gruppo dei Rhizomatosi (1 sp_)_ Esse occupano una posi­zione nel piano degli indici diversa da quella dei Praemorsi a nume­ro base 8 e la loro distanza media dall'origine è più simile a quella dei Lancifolii e degli Annui, Ciò non è in contrasto con quanto soste­nuto da GREGORY (1941) sulla derivazione del numero base 7 dal nu­mero base 8 in Ranunculus_

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2. Il gruppo dei Grumosi presenta un'ampia escursione dell'in­dice REC e la porzione di piano da loro occupata può essere separa­ta in due aree distinte corrispondenti alle sezioni Pterocarpa e Xi­phocoma proposte da OVCZINNIKOV (1937).

3. Le specie appartenenti ai gruppi Rhizomatosi e Annui sono disperse in un'area del piano degli indici relativamente ampia. Que­sto potrebbe indicare che i gruppi sono artificiali e suscettibili di essere arrangiati diversamente.

4. La distribuzione dei punti nel piano degli indici sembra inve­ce confermare la validità, come unità tassonomiche naturali, delle sezioni Echinella DC. (1824) [R. arvensis, R. parviflorusJ, Thora DC. (1824) [R. thora, R. brevifoliusJ e della Sottosezione Epirotes Prantl (1888) [R. sceleratus, R. alpesris, R. auricomus].

Esse «predicono» infatti la ridotta dispersione nel piano degli indici dei punti che rappresentano le specie che le compongono.

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(ms. preso il 29 maggio; ult. bozze il 30 dicembre 1985)

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