R dere le distanze, trasformando le sue tasche vuote in... Tasche Fredde. Questo un estratto del...

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“Caro Babbo Natale, porta donia chi mi restituisce speranza”

Caro Babbo Natale,Caro Babbo Natale,Sono un vecchio e intorpidito comunista. NeSono un vecchio e intorpidito comunista. Neho viste proprio tante, in questi lunghi e comho viste proprio tante, in questi lunghi e com--plicati anni. Le gioie, espresse con furore gioplicati anni. Le gioie, espresse con furore gio--vanile ,tra gli anni '60/'70. Politica, musica,vanile ,tra gli anni '60/'70. Politica, musica,amori e amorazzi, una vita proiettata costanteamori e amorazzi, una vita proiettata costante--mente verso le magnifiche sorti e progressive…mente verso le magnifiche sorti e progressive…Il buio del terrorismo, le vittime innocenti diIl buio del terrorismo, le vittime innocenti diun potere sull'orlo della crisi di nervi. Le stragiun potere sull'orlo della crisi di nervi. Le stragifasciste, brigatiste, mafiose. Forse sempre difasciste, brigatiste, mafiose. Forse sempre diStato. Poi il reflusso, la secolarizzazione cheStato. Poi il reflusso, la secolarizzazione chereca con sé crisi e presunta indifferenza dellereca con sé crisi e presunta indifferenza delleidentità. Il Made in Italy, i nani e le ballerine.identità. Il Made in Italy, i nani e le ballerine.La Milano da bere. Sfavillante luccichio che siLa Milano da bere. Sfavillante luccichio che sispegne sotto i colpi degli avvisi di garanzia. Èspegne sotto i colpi degli avvisi di garanzia. ÈTangentopoli bellezza. Ma in realtà è quel traTangentopoli bellezza. Ma in realtà è quel tra--gico muro che cadendo cancella il comunismo,gico muro che cadendo cancella il comunismo,non l'anticomunismo, e ogni forma di protezionon l'anticomunismo, e ogni forma di protezio--ne sorta al riparo della sua ombra.ne sorta al riparo della sua ombra.Insomma tana libera tutti. La politica deiInsomma tana libera tutti. La politica deiGrandi Partiti si rattrappisce, si chiude in séGrandi Partiti si rattrappisce, si chiude in séstessa, come avvolta da un vento impetuosostessa, come avvolta da un vento impetuosonon più protetta dal Muro. Si ritrae, scompare.non più protetta dal Muro. Si ritrae, scompare.E per una legge di fisica lo spazio viene occuE per una legge di fisica lo spazio viene occu--pato da altri. Il potere non ammette vacatio. Sipato da altri. Il potere non ammette vacatio. Sisostituisce con altri. Magistratura e giornalisostituisce con altri. Magistratura e giornali--smo sono i più lesti. E Berlusconi, che mettesmo sono i più lesti. E Berlusconi, che metteassieme diavolo e acqua Santa. Vince. Tranneassieme diavolo e acqua Santa. Vince. Trannenel periodo ulivista. Del resto la produzione dinel periodo ulivista. Del resto la produzione diolio avviene ad annate alterne. Un turbinio diolio avviene ad annate alterne. Un turbinio ditanti uomini e poche cose. Si fa fatica a ramtanti uomini e poche cose. Si fa fatica a ram--mentare gli uni. Berlusconi a parte.mentare gli uni. Berlusconi a parte.Non pervenute le altre. E così lentamente ciNon pervenute le altre. E così lentamente cidimeniamo nell'eterno presente. La crisi condimeniamo nell'eterno presente. La crisi con

gli scatoloni della Lehmann Brothers. Il traslogli scatoloni della Lehmann Brothers. Il traslo--co di una generazione verso il nulla. La globaco di una generazione verso il nulla. La globa--lizzazione, il potere, che vede e non è visto,lizzazione, il potere, che vede e non è visto,come nella rappresentazione del “Panopticon”come nella rappresentazione del “Panopticon”di Bentham, si appropria delle nostre vite,di Bentham, si appropria delle nostre vite,distribuisce ricchezza in maniera ineguale,distribuisce ricchezza in maniera ineguale,distrugge la scala sociale, frantuma i corpidistrugge la scala sociale, frantuma i corpiintermedi. L'Europa, il nuovo orizzonte dellaintermedi. L'Europa, il nuovo orizzonte dellasinistra, perde lo smalto sentimentale dei Suoisinistra, perde lo smalto sentimentale dei SuoiPadri ed è preda del grigiore dei burocrati chePadri ed è preda del grigiore dei burocrati chesfornano parametri sciocchi, che diventanosfornano parametri sciocchi, che diventanoTotem. In questo contesto di paure, un tempoTotem. In questo contesto di paure, un temposopite dal benessere che il welfare aveva garansopite dal benessere che il welfare aveva garan--tito, si afferma una nuova classe dirigente glotito, si afferma una nuova classe dirigente glo--bale che crede di rialzare muri per continuarebale che crede di rialzare muri per continuarea proteggere il nulla dal nulla. Il nulla dalla fina proteggere il nulla dal nulla. Il nulla dalla fin--zione del pericolo che si esprime non comezione del pericolo che si esprime non comerealtà, ma come rappresentazione.realtà, ma come rappresentazione.Eppure… Eppure, caro Babbo Natale, io ancoEppure… Eppure, caro Babbo Natale, io anco--ra ci credo e, famiglia e amici a parte, ti scrivora ci credo e, famiglia e amici a parte, ti scrivoquesta letterina perché vorrei recapitare i mieiquesta letterina perché vorrei recapitare i mieiregali a chi, oggi, mi restituisce speranza. Sonoregali a chi, oggi, mi restituisce speranza. Sonotre anziani, due giovani e dei Pesci. Cominciotre anziani, due giovani e dei Pesci. Cominciodai primi.dai primi.La prima sosta le renne dovrebbero farla alLa prima sosta le renne dovrebbero farla alQuirinale. Sono laico, comincio dal mioQuirinale. Sono laico, comincio dal mioPresidente. Mattarella, con il suo dolente sorPresidente. Mattarella, con il suo dolente sor--riso, non ha mancato di porre la barra dritta, ariso, non ha mancato di porre la barra dritta, adifesa del bene supremo, di cui è custode: ladifesa del bene supremo, di cui è custode: laCostituzione. Lì vicino abita Francesco. Sì, Lui,Costituzione. Lì vicino abita Francesco. Sì, Lui,il Papa. Quello che finalmente ha posto lail Papa. Quello che finalmente ha posto laChiesa dove Cristo voleva che fosse. Con iChiesa dove Cristo voleva che fosse. Con ipoveri, i deboli, gli oppressi. Vi sembra poco?poveri, i deboli, gli oppressi. Vi sembra poco?Poi cerca in giro la Senatrice Liliana Segre. LePoi cerca in giro la Senatrice Liliana Segre. Le

sue parole, semplici e profonde, ogni giornosue parole, semplici e profonde, ogni giornoricordano ai tanti smemorati cosa è statoricordano ai tanti smemorati cosa è statol'Olocausto. Cos'è il razzismo. Insomma chel'Olocausto. Cos'è il razzismo. Insomma chel'uomo è prima di tutto dignità. Poi fai qualchel'uomo è prima di tutto dignità. Poi fai qualchegiro e passa da Carola Rackete. Sì, Lei, lagiro e passa da Carola Rackete. Sì, Lei, laCapitana. Quella giovane donna con tanteCapitana. Quella giovane donna con tantetreccine che ha sfidato Capitan Fracassa. Etreccine che ha sfidato Capitan Fracassa. Etenendo dritta la barra dell'Umanità ha portatenendo dritta la barra dell'Umanità ha porta--to in salvo tanti poveri disperati. Vicino casato in salvo tanti poveri disperati. Vicino casatua abita Greta, quella bimba che in impertua abita Greta, quella bimba che in imper--meabile giallo, con un cartello scritto a pennameabile giallo, con un cartello scritto a penna--rello, ci ha ricordato che stiamo distruggendo ilrello, ci ha ricordato che stiamo distruggendo ilMondo. Questo piccolo mondo, come dicevaMondo. Questo piccolo mondo, come dicevaBerlinguer, per incosciente bulimia produttiviBerlinguer, per incosciente bulimia produttivi--stica. Infine le Sardine. Qui, caro Babbostica. Infine le Sardine. Qui, caro BabboNatale, ti tocca un gran giro. Sono tante, creNatale, ti tocca un gran giro. Sono tante, cre--scono in continuazione sono anche all'estero.scono in continuazione sono anche all'estero.Anche loro hanno sfidato Capitan Fracassa,Anche loro hanno sfidato Capitan Fracassa,dicendogli che a difendere la democrazia, ladicendogli che a difendere la democrazia, lacivile convivenza, la politica fatta di rispettocivile convivenza, la politica fatta di rispettoeccetera, saremo sempre uno in più.eccetera, saremo sempre uno in più.E l'hanno messo in crisi. Io credo che tutti queE l'hanno messo in crisi. Io credo che tutti que--sti destinatari di doni rappresentino quel bisosti destinatari di doni rappresentino quel biso--gno, per tanto tempo sopito, di liberazionegno, per tanto tempo sopito, di liberazionedalla paura, di ri-creazione di identità, di vogliadalla paura, di ri-creazione di identità, di vogliadi dire che dalla china si può risalire. Che nesdi dire che dalla china si può risalire. Che nes--sun processo è ineluttabile. Che si può riapriresun processo è ineluttabile. Che si può riaprireun civile confronto tra posizioni diverse, in unun civile confronto tra posizioni diverse, in unambiente di valori condivisi.ambiente di valori condivisi.Le donne e gli uomini che hanno personificatoLe donne e gli uomini che hanno personificatoquesti simboli costituiscono l'identità di unaquesti simboli costituiscono l'identità di unanuova generazione. Almeno ci spero. Auguri.nuova generazione. Almeno ci spero. Auguri.Grazie Babbo Natale.Grazie Babbo Natale.

Francesco RiccioFrancesco Riccio

Una singolareletterina è stata

recapitata questasettimana a Babbo

Natale, al qualeFrancesco Riccio hachiesto di portare

doni da parte sua a“tre anziani, due

giovani e dei Pesci”che in queste

settimane gli hannofatto comprendere

che nessunprocesso è

ineluttabile e che sipuò ancora aprireun confronto civile

tra posizioni diverse,in un ambiente divalori condivisi.

www.larivieraonline.com Rvetrina

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BRE

- 03 Auguri di un Natale

che bussi alle vostre coscienze

La redazione di Riviera e la Pigreco Communication augurano a tutti i lettori e agli inserzionisti un Natale Splendido, colmo diquella Luce in grado di spalancare i cuori alla riflessione. Un Natale che imponga a ognuno di noi di non ignorare il marcio checi circonda ma di intervenire perché tutti possiamo contribuire al bello e al giusto. Un Natale che bussi alle nostre coscienze ele metta in crisi fino a quando non riusciremo a guardare oltre il nostro naso, oltre le nostre tasche, oltre il nostro ego. Un Nataleche ci risvegli dal nostro complice silenzio grazie al quale si consumano ingiustizie, si mortificano esseri umani, si finge di nonvedere la sofferenza di madri che di nascosto piangono per i loro figli senza lavoro, senza futuro. Un Natale che ci tolga il sonnose pensiamo che la schiena dell'altro possa diventare strumento delle nostre scalate. Un Natale che ci renda persone migliorie ci infonda la pazienza di rendere migliori gli altri. Tantissimi Auguri a tutti Voi!

Maria Giovanna Cogliandro

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www.larivieraonline.com Rattualità22

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PILLOLE scelte da effemme

Dove ogni cosa vacilla èsoprattutto necessario chequalcosa, non importa cosa,rimanga costante in modoche lo smarrito possa trovareun contatto e l’errabondo unrifugio.

Metternich

I Greci dopo se stessi stima-no, più di tutti, i loro vicini piùprossimi, in se-condo luogoquelli che seguono, poi stima-no procedendo in proporzio-ne, stimano meno di tuttiquelli che abitano più lontanoda loro, ritenendo se stessi dimolto e in tutto i migliori tragli uomini e gli altri in propor-zione partecipi del valore,quelli che abitano più lontanoda loro sarebbero i peg-giori

Erodoto

Dov’è la Vita che abbiamoperduto vivendo ?Dov’è la saggezza che abbia-mo perduto sapendo ?Dov’è la sapienza che abbia-mo perduto nell’informazio-ne ?

Thomas S. Eliot- Cori da “La Rocca”

QUISQUILIE

Si sciolgono definitivamente i nodi per la presentazione dei candidati alla presidenzadella Regione Calabria. A tre giorni lavorativi dalla data in cui si dovranno presentarele liste, resta qualche attrito (e qualche incertezza) solo a destra, ma è ormai certo chei candidati saranno sette.Il 28 dicembre sarà l’ultima data utile in cui presentare le liste che si contenderanno lareggenza della Regione Calabria in occasione della tornata elettorale del prossimo 26gennaio. Dopo il niet definitivo di Zingaretti al rinnovato accordo con Oliverio e il votosulla piattaforma Rousseau che ha convinto il Movimento 5 Stelle a correre con un pro-prio candidato, è certo che si contenderanno il ruolo di governatore della nostra regio-

ne l’uscente Mario Oliverio, l’ex presidente di Confindustria Giuseppe Nucera e l’excapo della Protezione Civile Carlo Tansi con altrettante liste civiche, cui si dovrebbeaggiungere a sorpresa Mario Occhiuto, che in queste ore sta alacremente raccogliendoconsensi tra i suoi sostenitori. A questi si aggiungeranno il candidato del PartitoDemocratico Filippo Callipo, il pentastellato Francesco Aiello e, per il centrodestra,Jole Santelli, che dopo aver incassato l’appoggio di Forza Italia e Lega dovrebbe prestoricevere il consenso anche di Fratelli d’Italia, che pare aver smesso di credere nella forzapolitica del sindaco di Cosenza.

Sebi Romeo torna in libertà. Lo ha deciso mercoledìla Corte di Cassazione, che ha annullato senza rinviola decisione del Tribunale del Riesame che aveva con-fermato la misura cautelare degli arresti domiciliari(di recente tramutati in divieto di dimora in Calabria)per una vicenda confluita nell’inchiesta “Libro nero”,che aveva fatto emergere l’infiltrazione della consor-teria mafiosa dei Libri all’interno della politica.Secondo le accuse, Romeo avrebbe dovuto risponde-re di un tentativo di corruzione che si sarebbe sostan-ziato nella promessa di un’assunzione di una personasegnalata da un maresciallo della Guardia di Finanzain un’azienda di autotrasporti, in cambio di notizie

riservate sulle indagini che l’ufficiale di polizia giudi-ziaria avrebbe potuto fornire sfruttando la propriaposizione lavorativa. Ma per i giudici della SupremaCorte, che hanno annullato anche l’ordinanza emessadal gip, non vi sono esigenze cautelari che giustifichi-no una misura limitativa della libertà dell’indagato cheha ottenuto, fra l’altro, un importante risultato: lostralcio della posizione rispetto al procedimento prin-cipale. La strada processuale di Romeo, dunque, sidivide da quella degli altri imputati. Con il ritorno allapiena libertà, Romeo potrebbe presto tornare anchealla politica attiva.

DEMOCRAZIA:PRINCÌPI NON

PRÌNCIPI

I RADAR SPENTI DELLAPOLITICA: LE SARDINE

NON ERANOSOTT’ACQUA

VINCENZO AMIDEI

Il siderneseKharis sullahome pagedi Tim Music

Il capogruppo delPD in consiglioregionale era

rimasto coinvoltonell’inchiesta

“Libro nero” perun presunto casodi corruzione, ma

la Corte diCassazione ha

annullato senzarinvio le misurecautelari a suo

carico.

Tim Music ha deciso di dedicare la Home Page dellaPlaylist Rap Now al cantante sidernese Kharis e al suonuovo singolo "Tasche Fredde", realizzato sotto la pro-duzione artistica di Manuelyto (etichetta Hi-QUMusic/CNI e distribuzione digitale Compagnia NuoveIndye/Pirames International).Il nuovo singolo, dal 13 dicembre in radio e in tutti i digi-tal store, è una metafora che descrive la situazioneattuale di Kharis, la "redenzione" dai soldi facili che lastrada gli propone ogni giorno e dalla quale vuole pren-dere le distanze, trasformando le sue tasche vuote in...Tasche Fredde. Questo un estratto del brano: "Ragazzipadre il padre assente, qui non c’è gloria / Si guadagnafacilmente, con quella roba / Quando finisci in manette,lì non c’è scuola / Ho le mie mani in tasche fredde, dellaDiadora".

ELEZIONI REGIONALI

Sebi Romeo torna in libertà:cadute le accuse a suo carico

Luminarie e cortocircuiti amministrativi

JOLE SANTELLI MARIO OCCHIUTO FILIPPO CALLIPO

FRANCESCO AIELLOMARIO OLIVERIO GIUSEPPE NUCERA CARLO TANSI

Destra ancora titubante, ma giochi ormai fatti

Parte questa settimana “Il diritto al rovescio” unanuova rubrica in cui un professionista del moltoconosciuto del nostro territorio esamina tutti i casigiudiziari particolari (e talvolta persino assurdi) cheriguardano i Comuni del nostro comprensorio. Sicomincia con un tema molto natalizio…

In alcuni comuni della locride le luminarie si accen-dono ma le procedure di fornitura sono in cortocir-cuito!Verso la fine dell’anno, ogni anno, accade un eventoche per alcuni funzionari comunali è sempre impre-visto ed imprevedibile: arriva il Natale !Così, colti di sorpresa e sollecitati dagli atti di indiriz-zo degli amministratori, anche commissari prefettizi,gli organi di gestione dell’ente pongono rimedioall’evento imprevisto ricorrendo a strumenti eccezio-nali e di urgenza o ad improprie esternalizzazioni,oppure a improbabili forme di “sponsorizzazione”.Non di rado, infatti, è capitato di vedere che sui car-telloni delle diverse manifestazioni natalizie organiz-

zate, accanto alle amministrazioni locali compaiaanche il nome di un’azienda, di una pro-loco, di unaassociazione commercianti, di una partecipata, di uncomitato di cittadini; prontissimi, tutti, ad installareed accendere le luci, ma senza gara, ci mancherebbe!Uno dei metodi negli ultimi anni più gettonati peraggirare le regole della programmazione e del codi-ce degli appalti è proprio quello di erogare un con-tributo ad un soggetto terzo che, regolarmente, insie-me con l’emergere “improvviso” delle festivitàNatalizie, si presenta come salvatore delle luminariee delle feste in Piazza senza scopo di lucro.“Vista l’imminente scadenza e l’urgenza a provvede-re”; oppure: “ai cittadini occorre garantire un servi-zio indispensabile per il rafforzamento del sensodella cittadinanza”; o ancora: “lo sviluppo e l’attra-zione turistica”; se non anche: “la valorizzazionedelle tradizioni locali e del sentimento religioso”,sono le espressioni talvolta usate per motivare, dalpunto di vista tecnico-amministrativo, la fornituradelle luminarie, degli addobbi natalizi o, in alcuni

casi, la realizzazione di intere rassegne di eventi,manifestazioni e feste varie.E’ certamente una prassi diffusa e molto praticata,non ci si scandalizzi, anche perché a ciascuno di noi,preso nel vortice delle quotidiane difficoltà di gestio-ne dei comuni, potrebbe capitare di accorgersi, a fineanno, ogni anno, che è arrivato il Natale.Ciò non è accaduto, però, al Responsabile delSettore Tecnico del Comune di Africo, ente di recen-te sciolto per presunte infiltrazioni mafiose, che dauna verifica fatta sugli albi pretori on line dei 42comuni della locride è uno dei pochissimi funziona-ri ad aver pubblicato in data 25.11.2019 (prot. n.929/2019) un: “Avviso per l’individuazione degli ope-ratori economici da invitare a procedura affidamen-to diretto (indagine di mercato/acquisto in rete PA),nonostante l’irrisorio importo a base d’asta fissato in€ 3.600,000 oltre I,.V.A.. Di avvisi analoghi effettuati dallo stesso Ente neglianni trascorsi, in verità, è rimasta anche traccia suinternet.

Tale scelta amministrativa, certamente trasparente emoralmente corretta, è una di quelle scelte che,paradossalmente, rasenterebbe l’illegittimità pereccesso di correttezza (nuovo motivo di impugna-zione degli atti in sede amministrativa, che la dottri-na sarà costretta presto ad annoverare tra i vizi di vio-lazione di legge ed eccesso di potere).Infatti, il codice dei contratti pubblici, così comemodificato dal D.Lgs 18 aprile 2016, n. 50, all’art. 36,comma 2, lett a), prevede che: “Fermo restandoquanto previsto dagli articoli 37 e 38 e salva la possi-bilità di ricorrere alle procedure ordinarie, le stazio-ni appaltanti procedono all'affidamento di lavori,servizi e forniture di importo inferiore alle soglie dicui all'articolo 35, secondo le seguenti modalità: a)per affidamenti di importo inferiore a 40.000 euro,mediante affidamento diretto anche senza previaconsultazione di due o più operatori economici…”.Il risultato cui è giunto il legislatore, quindi, è tale dafar apparire, anche in questo caso, il “diritto al rove-scio”! (Alberto Brugnano)

Il diritto al rovescio di Alberto Brugnano

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L’ultima settimana lavorativa dell’anno si è aperta conla visita del Ministro per le Infrastrutture e i TrasportiPaola De Micheli all’Autorità portuale di Gioia Tauro,un incontro istituzionale fortemente voluto dalCommissario Straordinario Andrea Agostinelli.Durante l’incontro sono state illustrate al Ministro leattività di rilancio e di infrastrutturazione, messe incampo per permettere allo scalo di ricoprire finalmen-te un ruolo di primo piano nel Mediterraneo e scrol-larsi di dosso la cattiva nomea di essere il porto deiclan. Parte del problema di Gioia Tauro, è stato rico-nosciuto da entrambe le parti sedute al tavolo, risiedenei collegamenti, evenienza confermata dall’aperturadel nuovo Gateway che pure non potrà essere piena-mente operativo fino a quando non vanterà un colle-gamento diretto con la Rete Ferroviaria Italiana.In tal senso il Ministro De Micheli ha assicurato chepiù della metà delle risorse destinate dalla nuovafinanziaria allo sviluppo delle vie di comunicazionenazionali sono concentrate proprio al sud, un foraggia-mento di svariati miliardi che dovrebbe consentire alloStato di superare il cosiddetto “problema dell’ultimomiglio” di cui soffrono diverse infrastrutture meridio-nali contribuendo finalmente “a superare parte delleragioni della minore competitività”, ha concluso ilMinistro.Un messaggio di speranza che si incasella perfetta-mente nell’idilliaco clima natalizio, ma al quale avrem-mo voluto che si aggiungesse un riferimento anchevelato allo stato dell’arte dei controlli sull’assenteismo,alla situazione dei lavoratori e, perché no, alla fine delcommissariamento dell’Autorità Portuale.Al netto del lavoro certosino e della capacità di dialo-go con le istituzioni sovraordinate dimostrati anchenell’occasione corrente da Agostinelli, infatti, comesottolineiamo da sempre, il commissariamento degliEnti per il ripristino delle condizioni di legalità, con iltempo, ha finito per essere uno dei tanti mali sofferti

dalla nostra Regione, in affanno economico e istituzio-nale anche a causa della frenetica ricerca di professio-nisti che vengano da fuori per raccogliere i cocci di chili ha preceduti (e che spesso ha combinato disastri pro-prio perché chiamato a sua volta a risolvere una situa-zione che non conosceva).La curiosità, nel caso dell’Autorità Portuale di GioiaTauro risiede oltretutto nel fatto che il 26 novembresono scaduti i termini del bando per la selezione delnuovo presidente dell’Ente, eppure novità in merito acome stiano procedendo i lavori o a quale sarà la dataeffettiva della fine del commissariamento, a quasi unmese di distanza, ancora non se ne hanno. Questo uffi-cialmente, almeno. Perché ufficiosamente, proprionelle stesse ore in cui il Ministro faceva visita a GioiaTauro, il presidente della Regione Mario Oliverio hacommentato indignato le dichiarazioni che l’ex sinda-co di Livorno, Filippo Nogarin, ha rilasciato ai colleghide “Il Tirreno” sulla questione.

Perché l’ex primo cittadino di un capoluogo di provin-cia toscano avrebbe dovuto parlare del porto di GioiaTauro è presto detto: dopo la sconfitta alle amministra-tive dello scorso 11 giugno, Nogarin, ingegnere aero-spaziale in forze al Movimento 5 Stelle, si sarebbe resoconto che il suo studio di consulenza avrebbe perso lamaggior parte della clientela che vantava cinque annifa e che i 40mila Euro lordi annui che riceve in qualitàdi consigliere del ministro pentastellato FedericoD’Incà non sarebbero sufficienti al mantenimentodella sua famiglia composta da cinque persone.La pensata dell’ex primo cittadino toscano è stata allo-ra quella di presentare domanda per ricoprire l’incari-co di presidente dell’Autorità Portuale perché, dichia-ra a “Il Tirreno”, “dopo aver gestito un Comune si puòfare di tutto”, ma soprattutto perché l’indennità glipermetterebbe di vivere più decentemente di quantonon faccia oggi.Letta le dichiarazioni da “confini della realtà”,

Oliverio ha affidato a un comunicato stampa uscito astretto giro la speranza che la De Micheli, in visita di lìa poche ore a Gioia Tauro, affermasse di non volerprendere in considerazione la candidatura dell’inge-gnere, al quale, ha dichiarato il governatore, bisogne-rebbe spiegare che “la presidenza di uno dei piùimportanti terminal d'Europa non è un surrogato delreddito di cittadinanza o un risarcimento alla sconfittaelettorale che ha determinato la sua non riconferma asindaco di Livorno”.Al di là delle dichiarazioni e delle motivazioni diNogarin, che dimostrano una volta di più di qualespessore politico (e spesso umano) siano i militanti a 5Stelle, il messaggio che passa dall’intervista rilasciata aicolleghi de “Il Tirreno” è a nostra parere veramenteagghiacciante.La necessità dell’ex primo cittadino toscano di ottene-re proprio questo incarico per mantenere la famigliasembra l’espressione della volontà dell’esiliato che simette in viaggio per ricercare la mitica città di ElDorado, una terra delle opportunità dove tutto e pos-sibile e in cui potrà attingere a piene mani senza pauradi ciò che potrebbero comportare le sue azioni.Probabilmente, in qualità di professionista, Nogarinavrebbe anche i requisiti necessari a ricoprire l’incari-co, ma ridurre il tutto a una necessità veniale e mini-mizzare le difficoltà dell’incarico come fatto dall’inge-gnere è un’offesa all’Autorità Portuale stessa, la cuigestione viene paragonata al niente più della prepara-zione di una leccornia con il “Dolce Forno”.Se proprio un ex primo cittadino può fare tutto cidomandiamo allora come mai Nogarin abbia scelto diavanzare la sua candidatura proprio la Calabria e non,ad esempio, presso l’Autorità di Sistema Portuale delMar Tirreno Settentrionale.Quella l’avrebbe potuta raggiungere a piedi anzichécon l’aereo…

Jacopo Giuca

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Il porto di Gioia Tauro non è il “Dolce Forno”

La visita del Ministro per le Infrastrutture Paola DeMicheli a Gioia Tauro risolleva la questione dell’Autorità

Portuale, al centro nelle stesse ore di una singolarepolemica tra il Presidente della Regione Calabria MarioOliverio e l’ex sindaco di Livorno Filippo Nogarin, che ha

avanzato richiesta per diventare presidente dell’Enteperché, dopo la sconfitta alle amministrative dell’11

giugno, non sa più come mantenere la famiglia.

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ILARIO AMMENDOLIA

Ho conosciuto Carolina Girasole, circa dieci anni fa. Unadonna solare, impegnata, decisa, intelligente, determinata. Qualche tempo dopo era agli arresti domiciliari perché - comedice la stessa Carolina - in Calabria “è da incoscienti non averpaura di alcuni uomini delle Istituzioni che rappresentano loStato”. Sotto il Pollino tutto è possibile! Qualche giorno fa, nella bella manifestazione di piazza SanGiovanni, il popolo delle “sardine” ha intonato “Bella ciao” maè in Calabria, molto più che altrove, che “l’invasore” mette incampo una strategia di demonizzazione e di odio che hadistrutto lo Stato di diritto nato dalla Resistenza. È in Calabria che il fiore della Libertà viene reciso ogni giorno. Spesso dalla ndrangheta. Molto più spesso dell’antindranghe-ta! Leggendo l’intervista della Girasole, non cullatevi pensandoche quello che è successo a Carolina a voi non potrebbe succe-dere. Può succedere a chiunque perché il “mostro” che haazzannato l’ex sindaca di Isola ha sempre bisogno di altro san-gue innocente. Ne ha una necessità vitale perché non si tratta di semplici“errori” giudiziari ed è esiziale classificarli come tali. Si tratta diqualcosa di molto più grave e che non si può sconfiggere nelleaule di tribunale. È una lucida strategia politica contro la Calabria e contro lademocrazia e che richiede una nuova “Resistenza”! Nel libro di Goffredo Buccini “Giù al Sud” Lei veniva indica-ta come una delle tre sindache antimafia. Qualche tempo dopoveniva spiccato il mandato di arresto (sia pur domiciliare) neisuoi confronti per collusione con le “ndrine” di Isola. Chericordi ha del giorno in cui ha ricevuto l’ordinanza di arrestodomiciliare?I ricordi di quella notte sono sempre presenti nella mia mente,

non mi abbandonano. Quella è stata la notte in cui, la mia vitae quella della mia famiglia è stata sconvolta, distrutta.Improvvisamente, nel giro di poche ore, sono passata da eroi-na antimafia a “mostro”. L’accusa (voto di scambio con la coscadi ndrangheta) era terribile, insopportabile, inaccettabile per-ché tutta la mia vita, gli atti e le difficili scelte da sindaco, dimo-stravano, senza ombra di dubbio, che le accuse non potevanoessere vere. Da quella notte, dal momento in cui ho saputo imotivi dell’arresto e per sei lunghi anni ho continuato a pensa-re continuamente alle accuse e al mio coraggio nel prenderedecisioni difficili. Il coraggio che durante 5 anni di mandato miaveva sostenuto nel prendere decisioni impopolari e contra-stanti gli interessi di pochi a discapito dei miei concittadini, oraquello stesso coraggio era necessario per difendermi dalleaccuse infamanti che mi venivano rivolte dalla Magistratura,dalla quale mai avrei pensato di dover difendermi quanto inve-ce l’essere difesa. Mi sembrava di vivere un incubo, troppe con-traddizioni, troppi errori, troppe incongruenze non riuscivo adarmi una spiegazione ragionevole per quello che stava acca-dendo. La sua vicenda, terminata con l’assoluzione, dimostra inmaniera inoppugnabile il dramma che vivono i calabresi stret-ti da una morsa tra la ndrangheta e la giustizia sommaria.Quale, secondo Lei, è la più pericolosa? Perché solo inCalabria si cerca sempre di spiegare la realtà dividendo lapopolazione tra “eroi” (pochissimi) e collusi (quasi tutti)?Non è questa una lettura deformata della nostra società? La mia storia dimostra, innanzitutto, una novità, che le mafieormai non uccidono soltanto ma adottano altre strategie,molto più sofisticate ed elaborate per eliminare chi è scomodo.Per me è stata pensata e realizzata una macchina del fango cheha, con metodo scientifico, cercato di distruggere tutta la miaattività da sindaco. La diffamazione e il dileggio sono state armiefficaci che hanno portato all’isolamento tutta l’amministrazio-ne e in particolare me , il sindaco. Per noi calabresi, poi valesempre l’idea che tutti siamo collusi, è più facile ed è soprattut-to più comodo. Quando poi, come nel mio caso, si è fatto il pro-

prio dovere, senza tentennamenti e senza guardare in faccia anessuno, questa accusa diventa un vero e proprio dramma.Questa macchina del fango, un blog anonimo, era diventatouna fonte di spunti investigativi, quindi a un certo punto misono ritrovata con due nemici: la ndrangheta e una parte deirappresentanti dello stato, la magistratura inquirente, che inve-ce di proteggermi e tutelarmi mi indagava, costruendo controdi me una storia assurda con una forzatura inspiegabile chenon ha ancora trovato risposta. Un sindaco in Calabria che fail proprio dovere era probabilmente poco congeniale alcostrutto già impostato che ci vuole tutti collusi. Certamente inCalabria i cittadini che fanno il loro dovere sono tantissimi masono silenziosi e non fanno notizia. Purtroppo però i Calabresiche fanno notizia sono gli altri e a questi e alle loro malefatteviene dato sempre ampio spazio. C’è chi dice che la giustizia sommaria sia congeniale alla cri-minalizzazione calcolata dei meridionali concepita per rimuo-vere la “questione meridionale” e per eludere la mancataattuazione della nostra Costituzione. Lei che cosa ne pensa?Io ho subito sulla mia pelle un gravissimo caso di mala giustiziao giustizia sommaria. Il fatto più stridente con l’accusa sonoproprio tutti gli atti amministrativi prodotti nel mio mandatoche dimostrano senza ombra di dubbio che l’attività era di con-trasto agli interessi della cosca; inoltre, come è stato sottolinea-to nelle due sentenze il mio ruolo nella gestione dei terreni (edei beni confiscati tutti) era sempre stato di grande collabora-zione con la prefettura e l’agenzia preposta alla loro gestione, iltutto era dimostrato da una serie di atti già in mano alla procu-ra, da questi si poteva evincere chiaramente la mia estraneità aifatti che mi erano stati addebitati. Quello che è accaduto rima-ne incomprensibile per me. Leggendo le motivazioni della sua assoluzione colpisce l’assur-dità delle tesi sostenute dagli inquirenti: lei viene accusata dinon aver distrutto i finocchi prima della raccolta! Viene spon-tanea la risposta: perché non l’ha fatto la prefettura primadella consegna dei terreni al Comune? Anzi perché la prefet-tura ha ordinato lo stop alla franzolatura dei finocchi ancoranon raccolti? Perché non l’ha fatto “Libera”, associazione acui il terreno era destinato?Quello che la sentenza di primo grado e poi ancora di più lacorte d’appello mettono in evidenza sono dati così concreti,chiari ed evidenti che essere arrivati a celebrare ben due pro-cessi durati in totale ben sei anni diventa difficile da spiegare eda comprendere. Le responsabilità, che nel tempo erano divi-se tra diversi attori istituzionali, stranamente vengono addebi-tate tutte al sindaco. Da una parte questo dimostra superficia-lità ma soprattutto la volontà di colpire solo una persona, il sin-daco. Durante il processo e gli arresti domiciliari, ha sentito accan-to a se l’affetto e la stima dei suoi concittadini, della “politica”calabrese, del tessuto democratico italiano? Oppure ha avver-tito un sentimento di paura di esporsi al suo fianco per nonsubire rappresaglie? E un senso di vuoto e di solitudine?L’arresto, i 162 giorni di arresti domiciliari sono stati veramen-te durissimi. Soprattutto il primo periodo, quando non sapevocome stesse mia madre, i miei familiari, mia figlia e mia sorel-la che erano lontane, non poter avere contatti con loro, nonsapere cosa pensavano i miei amici, le persone che mi avevanosempre stimata. La mia dignità è stata calpestata, era comesentirsi morire ogni minuto della giornata. Per la stampa e letelevisioni la notizia è stata eclatante, più passaggi al giorno eper diversi giorni, niente di tutto ciò è avvenuto né con l’asso-luzione di primo grado né con quella di secondo grado. Da

queste vicende anche se si esce con la fedina penale pulita sirimane marchiati a vita come “il sindaco arrestato per collusio-ne con la Ndrangheta”. La stampa e le televisioni hanno datouno spazio incredibile alla notizia, pochi i giornalisti cauti maper la maggior parte, senza conoscere gli atti, eravamo colpe-voli e già condannati. Dopo circa due settimane, appena il mioavvocato ha ottenuto dal tribunale l’audio delle intercettazionie, ascoltandole da un semplice pc, abbiamo rilevato che eranocompletamente diverse rispetto a quelle trascritte nell’ordinan-za di arresto, intercettazioni in cui non solo i mafiosi non dice-vano di avermi votato, ma alcune erano anche oltraggiose neimiei confronti, molto offensive, dicevano che li stavo distrug-gendo; era evidente il loro odio nei miei confronti, allora hocominciato a nutrire un po’ di speranza, ho pensato che inpochi giorni si sarebbe chiarito tutto. Ma nulla di tutto ciò èaccaduto. Ho chiesto al PM di essere ascoltata e mi è statonegato. È li che ho realizzato l’accanimento verso di me e chenon c’era spazio per lo sconforto ma dovevo tirar fuori il dop-pio del coraggio perché avevo davanti una forza ancora piùpotente della mafia da combattere. Perché se la ndranghetanon l’ho mai temuta e sono riuscita a tenerla distante, a nonscendere a compromessi, adesso cominciavo ad aver paura enon potevo permettermelo se volevo sopravvivere e riprender-mi la dignità che mi avevano rubato. Per quasi tutti, politici eamici, a una piccola fase iniziale di cautela è seguita immedia-tamente una seconda di vicinanza e affetto espresso in diversimodi. Qualcuno è sparito, altri, soprattutto al processo hannopreferito schierarsi dalla parte della procura, rispondendo alledomande della difesa con un.:“ non ricordo”. Ma quel che hafatto ancora più male sono stati i tanti “non ricordo” pronun-ciati durante il processo proprio da quei rappresentanti delleIstituzioni coi quali tutte le decisioni in merito alla gestione deibeni confiscati erano state condivise, le stesse Istituzioni orachiamate in causa dai Giudici della Corte d’Appello alle qualine addebitano le responsabilità. Cosa pensa della legge che regola gli scioglimenti dei consiglicomunali?Gli scioglimenti dei consigli comunali, per alcuni ripetuti 2 oanche 3 volte, dimostrano che questo strumento non sempre èefficace. La prima fase quella in cui si insedia la commissioned’accesso presenta diverse criticità. Lo scarso confronto conl’organo amministrativo, il breve periodo di insediamento e lacomplessità degli atti da attenzionare non sempre permettonouna completa chiarezza e attendibilità della relazione finaledella commissione. Molte volte, abbiamo visto, i dati sono perbuona parte discordanti con la storia dell’ente. Ed è proprioquesta relazione e le sue criticità che vengono poi non accetta-te dall’amministrazione ma anche da una buona parte dellapopolazione. La fase successiva, quella in cui si insedia la com-missione prefettizia, presenta anche questa delle criticità chenon permettono all’ente di superare le problematiche iniziali.Il personale coinvolto, il più delle volte, nelle relazioni rimaneal proprio posto, e continua a operare allo stesso modo. Il piùdelle volte l’ente ha delle carenze di personale o diverse criti-cità che non possono essere superate nel breve periodo di per-manenza delle commissioni, quindi alla fine, il più delle voltetutto ritorna come prima o quasi. Il caso Lamezia o Cassano,dove i sindaci sono stati subito rieletti, dimostra proprio comela popolazione ha subito lo scioglimento come un atto di ingiu-stizia perché le amministrazioni sono state capaci di dimostra-re alle loro popolazioni le incongruenze delle accuse nelle rela-zioni delle commissioni.

www.larivieraonline.com R “copertina22

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Qualche giorno fa, nella bellamanifestazione di piazza San Giovanni,

il popolo delle “sardine” ha intonato“Bella ciao” ma è in Calabria, molto piùche altrove, che “l’invasore” mette in

campo una strategia di demonizzazione e di odio che ha distrutto lo Stato di diritto

nato dalla Resistenza. È in Calabria che il fiore della Libertà

viene reciso ogni giorno. Spesso dalla ndrangheta. Molto più

spesso dell’antindrangheta. Proprio com’èsuccesso a Carolina Girasole, ex sindaco

di Isola Capo Rizzuto.

“A un certo puntomi sono ritrovatacon due nemici: la ndrangheta e

una parte deirappresentanti dello

stato, la magistratura

inquirente, che invece

di proteggermi e tutelarmi mi

indagava,costruendo controdi me una storiaassurda con una

forzaturainspiegabile chenon ha ancora

trovato risposta”

“Se la ndranghetanon l’ho mai

temuta e sonoriuscita a tenerladistante, a non

scendere a compromessi,

adesso cominciavoad aver paura e non potevo

permettermelo se volevo

sopravvivere e riprendermi

la dignità che miavevano rubato”

Intervista a Carolina Girasole

CAROLINA GIRASOLE, EX SINDACO DI ISOLA CAPO RIZZUTO E PALADINADELLA LOTTA ALLA ’NDRANGHETA, IL 3 DICEMBRE 2013 FINISCE AGLIARRESTI DOMICILIARI CON L’ACCUSA DI VOTO DI SCAMBIO POLITICO-MAFIOSO E DI TURBATIVA D’ASTA PER LA GESTIONE DEI BENI CONFISCATIAL CLAN ARENA. IL 22 SETTEMBRE 2015 ARRIVA LA PRIMA ASSOLUZIONECON FORMULA PIENA, CON UNA BOCCIATURA SU TUTTA LA LINEADELL’ACCUSA, IN QUANTO “DEL TUTTO INFONDATA”. IL 27 MAGGIO 2019 LACORTE D’APPELLO CONFERMA QUELLA SENTENZA, SMONTANDOANCORA UNA VOLTA LE ACCUSE SCATURITE DALL’INCHIESTA DELLA DDADI CATANZARO, SFOCIATA NELL’OPERAZIONE "INSULA" CON LA QUALEFURONO ARRESTATE TREDICI PERSONE.

Da eroina a mostro

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ILARIO AMMENDOLIA

All’alba di giovedì scorso si sono mossi 3.000carabinieri dei Ros, con l’ausilio d’un reggi-mento di paracadutisti degli squadroni avio-trasportati, reparti mobili, mezzi di unitàaerei e unità cinofile in un’operazione diguerra contro la ‘ndrangheta. 334 arresti,416 indagati, 1.350 pagine di ordinanza;5.000.000 di fotocopie autotrasportate nellanotte. L’augurio è che l’impresa odierna coordina-ta dalla DDA di Catanzaro riesca a colpirecon fermezza la ‘ndrangheta ma in Calabriaoperazioni di questo tipo non sono unanovità come nuovo non è il dottor NicolaGratteri che, negli ultimi 30 anni, ha avutosempre un ruolo di primissimo piano. Sui risultati delle operazioni precedenti èlecito avere qualche riserva: da “Stilaro” a“Stige” a “Lande desolate”. Vedremo questa! Intanto il Procuratore di Catanzaro hadichiarato che si tratta della più grande ope-razione dopo quella che ha portato al maxi-processo di Palermo. Sia detto sommessamente: trovo arditoparagonare Riina o Provenzano a Mancusodi Limbadi e ancora più arduo tracciare unqualche nesso logico tra l’ex senatore Pittelli(sconosciuto anche in Calabria) e Andreottio Berlusconi che, secondo Falcone eBorsellino, “dialogavano con Riina. Altro il livello e altro il contesto! Nessuno farà tali osservazioni, e nessungiornalista “importante” indagherà dentrola “notizia” che ha messo a soqquadrol’Italia. Per costoro è molto più interessantesapere che il dottor Gratteri sogna di smon-tare la Calabria come un “lego” e troveran-no legittimo ed entusiasmante questo suosogno. E io che pensavo che ben altri - e nonmeno importanti - fossero i compiti discretidi un magistrato della Repubblica. È lecito dedurre che quanti avranno dubbisull’operazione “Rinascita” li terranno perse stessi per non essere inclusi nella listanera o nella zona grigia. Qualcuno invocherà la riesumazione del“registro antimafia” giacente nella prefettu-ra di Reggio e molti correranno a firmarloanche se i fatti dimostrano che anche tantipresunti mafiosi non hanno esitato adapporre la firma. Quanti troveranno la dignità di farsi venire

qualche problema di coscienza dovrannosempre guardarsi alle spalle e temere sullasicurezza dei propri cari. E la chiamanolibertà! Ora pongo a me stesso e a tutti voi unadomanda: in questa Calabria senza pace,senza diritto alla dignità, senza rispetto perla persona umana, priva di una libera stam-pa, senza una reale tutela delle leggi chesenso hanno le elezioni regionali? Nessuno! Perché il potere vero è fuori della Calabriaanche se in regime di quasi mezzadria congli ascari calabresi. E se c’è qualche anoma-lia c’è chi si incarica a farla rientrare nei ran-ghi. In conclusione, le elezioni regionali, malgra-do il possibile impegno di tante persone per-bene, sono prive di senso perché manomes-se, perché condizionate, perché infiltrate,perché vuote. E, infine, perché si svolgonoin un clima di cupa paura. Non ci sarebbe che una via di uscita: trasfor-

mare le elezioni in una trincea meridionali-sta, garantista, democratica e costituzionale. Scrivere sul simbolo “Meridionali non cri-minali”! Formare il “partito” del Sud e bat-tersi come leoni per la Libertà e per laCostituzione. Cercare i candidati non tra“capi elettori” e non certo tra chi è barrica-to nelle istituzioni, ma tra gli innocenti “mal-fattori”, tra gli “scarti” della società, tra le“anime nere” e i “terroni” che portano sullecarni i segni delle invisibili catene. Rivolgersi a centinaia di migliaia di calabre-si vittime della falsa “legalità”. Questa sarebbe una battaglia bella ed eroi-ca per cui combattere senza nessun patemad’animo per il risultato perché - se si arrivas-se a questa sfida - la Calabria lascerebbe lafarsa elettorale per lanciare una sfida desti-nata a entrare nella Storia. PS: Io non ho la forza, né l’età, né la salute,né le capacità per una simile battaglia maguardando in giro per la Calabria migliore siscoprirà che le energie non mancano!

www.larivieraonline.com Rattualità

22 D

ICEM

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- 10 Una maxi operazione denominata

“Rinascita- Scott” giovedì scorso ha portatoall’arresto di 334 persone tra cui figurano politici,avvocati, commercialisti, funzionari infedeli dello

Stato e massoni. Operazioni di questo tipo non sono una novità in Calabria,come nuovo non è il dottor Nicola Gratteri che,negli ultimi 30 anni, ha avuto sempre un ruolo

di primissimo piano. Già in passato altre imprese da lui puntualmente definite “operazione

del secolo” sono finite con centinaia di assoluzioni.

In un clima delgenere le elezioni

regionali, malgradoil possibile impegno

di tante personeperbene, sono prive

di senso perchémanomesse, perchécondizionate, perché

infiltrate, perchévuote. Non ci

sarebbe che una viadi uscita: formare il“partito” del Sud ebattersi come leoni

per la Libertà e per laCostituzione.

Non bastaun’operazionegiudiziaria persconfiggere ildiavoloAl di là degli esiti giudiziari dell'ope-razione di giovedì scorso (sono ungarantista di professione) quello cheemerge è uno spaccato impressio-nante della nostra società, non soloin Calabria, in cui la politica, tanto didestra quanto di sinistra, pezzi delloStato (Carabinieri, Polizia, funziona-ri), professionisti, massoni, rivelanouna, allarmante e disarmante, conti-guità al crimine e al malaffare. Il problema non è solo calabrese, lestesse cose sono successe inLombardia, Emilia Romagna, Valled'Aosta, Piemonte (qui è stato arre-stato lo scorso venerdì mattina unnoto politico, già parlamentare ecandidato alla presidenza dellaregione, per voto di scambio politico-mafioso). Non è solo un problema di responsa-bilità penale (che, ove sussistente,sarà accertata nelle sedi competenti)ma il crollo, più che la crisi, di ogniriferimento valoriale. La nostra è una società che, in tuttele sue componenti, nessuna esclusa,ha perso di vista valori e ideali. Lapolitica (a prescindere dallo schiera-mento) è espressione di questasocietà malata e, se Parigi valeva unamessa, uno scranno in regione o inparlamento, giustifica oggi il piùbecero clientelismo e anche gliaccordi con il diavolo (una crimina-lità sempre più pervasiva e interessa-ta a piazzare uomini di fiducia neigangli principali del potere). Sempre più frequentemente, uominidelle Istituzioni (compresi talunimagistrati) e professionisti, intreccia-no rapporti "pericolosi" con espo-nenti della criminalità in cambio diutilità di vario genere. La massoneria, che dovrebbe essereuna fucina di uomini formati ai suoialti e nobili ideali, è diventata, sem-pre più, ricettacolo di faccendieri chemettono a disposizione del malaffarela propria rete di conoscenze e direlazioni. Non c'è operazione giudiziaria chepossa debellare questo malcostumediffuso capillarmente nel nostroPaese. Occorre una vera e propria rivolu-zione delle coscienze e culturale.Occorre una palingenesi con il ritor-no ai valori che abbiamo dimentica-to, quelli che hanno ispirato ilRisorgimento, prima, e laResistenza, poi.

Giuseppe Sgambellone

Operazioni shock peruna Calabria da show

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GIUDIZIARIA

Molto spesso nelle ordinanze di custodiacautelare l’ordinanza emessa dal giudicesegue la richiesta cautelare formulata dal

pubblico ministero. Il problema che si poneè quello che riguarda l’eventuale compressione deidiritti della difesa nel momento in cui si proponenell’ordinanza custodiale una selezione degli ele-menti contenuti nella richiesta del pm, quindi suiprofili valutativi di pertinenza del giudicante.Per una parte della giurisprudenza non deriva alcu-na compressione dei diritti di difesa, posto che all’at-to del deposito dell’ordinanza, comunque, la richie-sta e gli atti presentati a sostegno di essa dal pubbli-co ministero sono ex lege resi disponibili anche agliindagati, di talché le valutazioni difensive possonoda subito spiegarsi in tutta cognizione di causa.Anche in punto di validità dell’atto, corre l’obbligodi anticipare le facili obiezioni di chi voglia invocarele nullità previste dall’art. 292 c.p.p., in considerazio-ne dell’utilizzo delle parti motive della richiesta del-l’accusa.La giurisprudenza di legittimità sul punto è pacificae costante, ove afferma che l'ordinanza applicativadella custodia cautelare in carcere, in cui sia statatrasfusa integralmente e alla lettera la richiesta delpubblico ministero non può essere considerata nullaper mancanza assoluta di motivazione, se risulta cheil giudice abbia preso cognizione del contenuto delleragioni dell'atto richiamato, ritenendole coerentialla sua decisione e sia possibile instaurare, nel pro-cedimento incidentale, un effettivo e trasparentecontraddittorio tra le parti, assicurando concreta-mente all'indagato il diritto di difesa e permettendoal giudice sovraordinato di controllare la rilevanza,la pertinenza e la concludenza degli elementi posti abase del giudizio di probabile reità e l'iter logicoattraverso il quale si perviene alla decisione (cfr.Cass. IV, 18/12/2003 CED 228169; ribadita anchedalla recente Cass. I, 28/03/2012 CED 252274).Tale giurisprudenza, del resto, non fa che applicareall’ordinanza cautelare l’altrettanto pacifica ed auto-revole statuizione delle Sezioni Unite in materia dimotivazione per relationem, ove – in materia diintercettazioni telefoniche, ma con efficacia genera-le - si afferma che la motivazione per relationem diun provvedimento giudiziale è da considerare legit-tima quando: 1) faccia riferimento, recettizio o disemplice rinvio, a un legittimo atto del procedimen-to, la cui motivazione risulti congrua rispetto all'esi-genza di giustificazione propria del provvedimentodi destinazione; 2) fornisca la dimostrazione che ilgiudice ha preso cognizione del contenuto sostanzia-le delle ragioni del provvedimento di riferimento e leabbia meditate e ritenute coerenti con la sua decisio-ne; 3) l'atto di riferimento, quando non venga allega-to o trascritto nel provvedimento da motivare, siaconosciuto dall'interessato o almeno ostensibile,quanto meno al momento in cui si renda attuale l'e-sercizio della facoltà di valutazione, di critica ed,eventualmente, di gravame e, conseguentemente, dicontrollo dell'organo della valutazione o dell'impu-gnazione (Cass. SU n. 17 del 21/06/2000 CED216664).E’ innegabile che la stessa selezione di parti dellarichiesta cautelare e l’evidenziazione ulteriore dialcune di esse costituiscono già in sé un’attività valu-tativa svolta dal Giudice, che ha letto, ponderato escelto alcuni passaggi salienti e non riassumibili del-l’esposizione dei fatti operata dal requirente. Infine,è comprensibile che alcuni passaggi meramentedescrittivi o narrativi di risultanze obiettive degli attisiano trascritti integralmente, anche a garanzia enell’interesse dell’indagato e della sua difesa,che così hanno un punto di paragone a cuirispondere non filtrato da sintesi potenzial-mente suggestive.

Siete tutti pronti? Cantine Aperte aNatale è tornato! L'iniziativa promossa eorganizzata dal Movimento Turismo delVino - organizzazione no profit che daanni si impegna nella promozione e nellavalorizzazione della cultura del vino e delsettore enoturistico nazionale - è rivolta atutti gli amanti del buon vino e non solo.Per tutto il mese di dicembre la magicaatmosfera natalizia si trasferirà all'internodelle cantine di tutta Italia con l'intento diregalare esperienze uniche all'insegnadell'allegria e del buon vino.Degustazioni, spettacoli, eventi, assaggi diprodotti tipici e tanto, tanto divertimento,saranno ciò che troverete in tutte le canti-ne partecipanti all'iniziativa. L’evento pre-vede anche diverse attività rivolte ai piùpiccoli che verranno coinvolti e fattidivertire con cacce al tesoro tra le botti,oppure intrattenuti con le favole diNatale sotto l’albero e i laboratori senso-riali. Naturalmente anche le principali cantinecalabresi proporranno visite guidate,assaggi e intrattenimenti vari. Unmomento davvero magico per rendere piùoriginali i brindisi delle vostre feste e cheè volto a rinforzare il forte legame alletradizioni del proprio paese, ma non solo,anche i sapori, gli odori e le prelibatezzetipiche e locali.

La Calabria,nota già all'e-poca dell'anti-ca Grecia perla produzio-ne di viniraffinati, hacontinuatoa mantene-re neltempo ilsuo prima-

to produ-cendo vini dai

sapori intensi ecorposi in grado di

conquistare qualsiasitipologia di palato. I vinicalabresi presentanouna forte personalità eun profondo connubiotra terra e tradizionevitivinicola che ha porta-to all'origine di etichet-

te di altà qualità,apprezzatei n o l t r eanche a

livello inter-nazionale.

Sonia Cogliandro

FRUTTI DIMENTICATI

Il diritto delladifesa trarichiestacautelare evalutazionedel giudiceCONVERSANDO

DIOSPYROS KAKI L.F.FAMIGLIA EBENACEE

Angela Maida, che guida il gruppo archeologicoPaolo Orsi, assieme al marito Raffaele Riverso, amatantissimo la natura e cura un giardino con amore epassione, dimostrando propensione per il mondoagricolo, evidenziando un’attenzione particolare pergli alberi da frutto, specie per quelli rari o in via diestinzione. Addirittura è capace di praticare gli innesti, anchequelli di difficile esecuzione, portati a termine primadella primavera con la tecnica dello spacco o dellafine estate con quella a gemma dormiente.Quando va in giro nel Soveratese osserva il territorioe cerca di individuare piante inusuali e rare che hannobisogno di un risalto maggiore perché possano esserediffuse e talvolta anche tutelate.Circa un mese addietro mi aveva mandato delle fotoche rappresentavano una varietà di prugne che matu-rano tardivamente, addirittura a novembre, quindimolto interessanti.Una decina di giorni addietro, durante un giro chefece a Satriano, in un giardino dentro l’abitato notòuna pianta molto particolare di Kachi che attrasseimmediatamente la sua attenzione.Il giardino con una villetta in mezzo appartiene a unacoppia di suoi conoscenti che per motivo di lavorouna trentina di anni addietro emigrarono inLombardia con la speranza di rientrare presto, masono passati tanti anni e la voglia di ritornare vienesempre meno, in quanto i figli, nati al nord, non ven-gono più con loro d’estate o durante le festività nata-lizie e quelle pasquali.Prima venivano volentieri , anzi contavano i giorniche li separava dalla vacanza e arrivavano puntual-mente ogni estate, quando amavano andare al mare,ma anche divertirsi a gironzolare per le vie del paesee per le campagne vicine assieme a parenti loro oamici coetanei.Da quando hanno superato i diciotto anni, in vacan-za vanno altrove in compagnia di amici, ma non inCalabria, dove non si divertono più.Il giardino, prima curatissimo, ogni anno che passadiviene sempre più trascurato e ciò sta ad indicare cheanche i due coniugi, non solo hanno rinunciato all’i-dea di ritornare in Calabria definitivamente, mahanno diradato le loro visite nel loro paese d’origine.Passando accanto al giardino aveva notato la piantamolto carica di loti particolari, ma per rispetto ai suoiconoscenti non aveva osato violare la proprietà per

coglierne, ma quando si era accorta che degli estraneil’avevano fatto, quando erano rimasti meno di diecifrutti, ne colse due per fotografarli e per poter verifi-care se il gusto fosse più o meno interessante.Aveva notato inoltre che il tronco della pianta avevail diametro di circa trenta cm ed era molto per unapianta di tal genere in quanto essa è a lentissimoaccrescimento e di conseguenza aveva stimato chepotesse avere più di settant’anni di età, quindi saràstata messa a dimora almeno negli anni cinquanta del900 quando si cominciarono ad apprezzare i suoi frut-ti.Si fa presente che i Kachi prima erano consideratepiante esotiche da orti botanici, quale quello diBoboli in Toscana, che fu il primo ad accogliere taletipo di pianta nel 600, che potevano abbellire al mas-simo le ville di aristocratici, ma i suoi frutti non veni-vano neppure presi in considerazione e per il lorocolore rossiccio e per la loro forma tondeggiantedestavano solo curiosità.In effetti furono introdotti in Italia come piante diinteresse agricolo solo alla fine dell’800 e si cominciòa fare degli impianti solo nel secondo decennio del900 in Campania, poi negli anni 20 e 30 in EmiliaRomagna ed in Sicilia, dove vengono sperimentatenuove cultivar, mentre quelle più diffuse sono, ilKachi alla vaniglia, Il Kachi di Misilmeri, il Kachimela, il Kachi cioccolatino.La varietà individuata a Satriano non rientra in nessu-na tipologia di quelle descritte e rappresenta unacuriosità intrigante specialmente dal punto di vistadell’aspetto del frutto, in quanto parte con una formaappiattita nell’attaccatura del picciolo, poi diventasferico ed infine finisce a forma di cuore, ma con unaparticolarità in più costituita da depressioni nella buc-cia che lo percorrono dall’alto in basso.La polpa rimane soda anche a maturazione ed èmolto dolce, mentre i frutti nella nostra zona nonrisultano attaccate molto dalla cocciniglia, ma sonosoggetti alla mosca della frutta.Probabilmente la varietà molto rara individuata daAngela, sarà presente nell’area di Satriano e nelCatanzarese da moltissimo tempo come anche ilKachi Ellena, in quanto il giorno trenta novembre, inoccasione della giornata dedicata ai musei, mi recai aTiriolo e visitando la cittadina, in un giardino recinta-to da un alto muro e abbandonato, a qualche centi-naio di metri dal formidabile castello normanno avvi-stai una pianta di Kachi non giovane, della stessavarietà di quella evidenziata da Angela.

Orlanndo Sculli

Il kachi di Satriano

Un Nataleall'insegna del buon vino

I soliti idiotiBRIGANTI

La frase che sento più spesso ultimamente è: “di solito si va in piaz-za per protestare contro il governo e non contro l’opposizione”,guarnita da risatina a fine ultima sillaba. Che ridere. Questi idioti chescendono in piazza per dire basta all’odio, che ridere. Sono tutti con-trollati dal PD. Questi rincitrulliti che si battono contro l’opposizio-ne. Sono tutti controllati da Soros. Babbazzi. Ah, quanti idioti chestanno a riscaldare le piazze italiane, sono migliaia di idioti. Invece,penso io, quelli che pronunciano queste frasi sono i soliti politicantiche, se fosse per loro, in un minuto tutti i problemi sarebbero risol-ti. Vogliamo continuare a vivere coi prosciutti sugli occhi?Continuano: “Non c’è nessuna emergenza fascista, l’olocausto ètutta un’opera di fantascienza, ci sono problemi più importanti dellagente che muore in mare, è tutta opera di Soros”. Voglio aggiunge-re una chicca, the last but not the least: “il maschilismo non esiste ele femministe sono terroriste”. Tutte queste fantascientifiche frasisono pronunciate in momenti come quelli odierni in cui si scovanogruppi nazisti pronti a irrompere sulla scena, in cui Liliana Segre habisogno della scorta per poter svolgere normalmente la sua vita, incui ogni giorno continuano a partire barconi della speranza carichidi umani che scappano da guerre che noi occidentali provochiamo,

in cui ogni giorno (o quasi) una donna viene ammazzata per manodi un uomo che non ha attributi per vivere la sua esistenza senzanuocere. E non ci dimentichiamo del gravissimo atto di prevarica-zione maschile appena compiuto, come pure umiliazione, di unadonna di spessore, nonchè prima presidentessa della Camera digenere femminile quale fu Nilde Iotti, diffamata da un giornalettosessista e senza gloria. Hanno ragione loro. Le piazze sono carichedi idioti contro l’opposizione. Questi idioti però sentono che c’è unproblema che affligge questa penisola, e proviene dall’odio profusodalle parole di chi ogni giorno è invitato in tv a farlo, e sparge melmache attecchisce laddove il terreno è arido. Allora sì che tutto devepartire dalla scuola, è la scuola che deve preoccuparsi di questo odioe cercare di mettere in moto un meccanismo di recupero delle idee,di recupero di un cervello funzionante! Basta coi robottini, facciamoin modo che le future generazioni siano in grado di pensare, dinuovo! E magari si cerchi di insegnare la pace e la tolleranza, e miappello agli insegnanti poiché, com’è noto, non ci si può certo appel-lare ai politici per questo. Purtroppo.

Brigantessa Serena Iannopollo

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Da 20 anni delizia i propriclienti con carni fresche epregiate e con ricettetramandate da padre in figlio.Un lavoro attento e costante, unamore per le cose fatte bene cheha permesso alla MacelleriaGastronomia da Bruno di esseresempre più apprezzata dai suoiclienti tanto da riuscire a darvita negli anni a una nuovacreatura, "Le delizie di Bruno". E a Gennaio una nuovasorpresa è in arrivo.

Macelleria Gastronomia di Piccolo BrunoViale I Maggio

Piccolo SalumificioLaboratorio Artigianale

via G.Marconi 118

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Produzione propriadi Mortadella di Maiale nerod’Aspromontecertificato

Bruno Piccolo, il maestro della carne di qualità

Da piccolo guardava papà Cosimo mentre si dedicava con passione al suolavoro, e sognava di seguire la sua strada. Oggi Bruno ha 34 anni e da 20 anninon passa giorno senza sentire il profumo della carne. Il suo percorso iniziacome dipendente in una piccola macelleria, diventata oggi il suo regno.Affiancato in questa avventura dalla moglie, ha creato un luogo dove deliziarei propri clienti con carni fresche e pregiate e con ricette tramandate da padre infiglio. Un lavoro attento e costante, al fine di soddisfare i palati più esigenti. Un amore per le cose fatte bene che ha permesso alla Macelleria Gastronomiada Bruno di essere sempre più apprezzata dai suoi clienti tanto da riuscire a darvita negli anni a una nuova creatura: "Le delizie di Bruno". Qui trovi solo carnicertificate, gustose e sicure a livello nutrizionale. Si va dal Suino Nero diCalabria, conosciuto anche come Apulo calabrese, alla carne podolica cal-abrese, fino alla capra d'Aspromonte. Tutte carni che rappresentano l'eccellen-za del nostro territorio, provenienti da allevamenti locali, selezionate e frollatein modo naturale, così da garantire genuinità e tenerezza.Sempre attento alla qualità, Bruno fa parte del consorzio del Maiale Nerod’Aspromonte, e pertanto la sua macelleria acquista solo ed esclusivamentecarni con il certificato garanzia di alta qualità emesso dall’APZ (Associazioneproduttori zootecnici Calabria).Forte, rustico, possente, con due appendici pendule sotto la gola chiamatibargigli e, nell’esemplare maschio, una criniera, è ormai unanimemente condi-viso dagli esperti del settore che il Suino Nero d'Aspromonte è sinonimo di unacarne di grande qualità, più magra rispetto a quella di suino rosa, per la presen-za di un maggior numero di grassi insaturi rispetto a quelli saturi. Grazie allacombinazione di fattori genetici, ambientali, tradizionali e di particolari tecnichedi allevamento, le carni di Suino Nero d'Aspromonte sono molto ricche di acidigrassi essenziali come l’ omega 3 e l’omega 6, quindi, finalmente, mangiarecarne sarà come mangiare pesce azzurro. Questi acidi sono molto importantiper la nostra salute perché permettono di combattere il colesterolo cattivo. Nonsolo: un corretto rapporto tra omega 3 e omega 6, come quello presente nelSuino Nero d'Aspromonte, è importante per la prevenzione e il trattamento dipatologie coronariche, ipertensione, diabete di tipo 2, disordini immunitari einfiammatori. Tra i deliziosi salumi di Suino Nero che puoi trovare presso le Delizie di Brunoc'è la Mortadella artigianale prodotta senza conservanti, addensanti e polifos-fati. Un prodotto genuino, 100% naturale. Tra le altre specialità sempre a basedi Suino Nero, c'è il prosciutto cotto, i wurstel, la soppressata, la salsiccia, la 'ndu-ja, il capicollo, la pancetta, tutti rigorosamente artigianali. Inoltre, qui puoitrovare hamburger di carne podolica calabrese, hamburger di suino nero arom-atizzati con le bacche di goji e tantissimi altri prodotti. In più ogni giorno per tetanti piatti freschi e originali pronti per essere cucinati a casa. Come se non bas-tasse, Le Delizie di Bruno offre anche servizio catering per ogni tipologia dievento. Cos'altro chiedere? Una nuova sfida! A gennaio Bruno ingrandisce il suo regnodi bontà e squisitezze. A Locri apre, infatti, "Il Piccolo Salumificio" un laborato-rio di salumi artigianali che manderà in estasi i vostri palati!

Maria Giovanna Cogliandro

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La situazione della realtà territoriale egiudiziaria di cui parlo è notoriamen-te difficile tanto che da più parti si èparlato di una peculiarità dell’eserci-zio della giurisdizione in Calabria.Tale consapevolezza ha indotto alcuniesponenti del C.S.M. a sollecitare facostituzione di un gruppo di lavoroper approfondire i meccanismi di con-dizionamento ambientale e le diffi-coltà di rendere giustizia nei processidi criminalità organizzata e in relazio-ne a procedimenti per altri reati dinotevole allarme sociale e prevedereinterventi normativi e organizzativisul punto.Ritengo tale proposta sia apprezzabi-le, anche se poi non è stata accolta dalcomitato, in quanto destinata a sup-portare l’impegno della magistraturanell’azione di contrasto della crimina-lità mafiosa, e, soprattutto per la pro-spettiva a largo raggio dell’intervento,non legato a fatti contingenti e a spe-cifiche situazioni emergenziali, bensìfinalizzato a comprendere in via gene-rale le ragioni, anche sul piano orga-nizzativo, che fanno della Calabria uncaso a parte anche nella realtà giudi-ziaria italiana.Per queste ragioni, mi preme dire, chequesta è da considerarsi, a mio pare-re, un’occasione mancata.La capacità del potere ndranghetisti-co di creare contatti con altri poteri ela tendenza ad infiltrarsi in contestigiudiziari al fine di condizionare l’e-sercizio della giurisdizione si avvan-taggia della difficoltà di efficace rea-zione dovuta alla storica insufficienzadi personale e mezzi. È infatti proprionell’inadeguatezza del servizio giusti-zia che si annidano i maggiori perico-li per l’indipendenza e l’autonomiadella magistratura.Certo, la crisi della giustizia non è soloappannaggio del meridione, ma ègenerale e, in gran parte, la risoluzio-ne è sottratta alla possibilità di inter-vento della magistratura in mancanzadi radicali riforme strutturali che con-sentano un utilizzo più razionale dellerisorse umane e strumentali esistenti,indispensabile per il raggiungimentodella finalità prevista dall’art. 111Cost. (che impone progetti tesi allamassima ottimizzazione delle risorsee delle attività).Tuttavia una ponderata e razionaleorganizzazione degli uffici, pure nellecondizioni attuali, nonché l’impegnolavorativo ed il rispetto della deonto-logia professionale possono inciderecertamente sull’efficienza del serviziofavorendo il ripristino della legalitànel territorio.Un servizio efficiente non può pre-scindere da una dirigenza dotata dicompetenze diverse, oltre quelle giu-diziarie, costruita attraverso la crea-zione di percorsi formativi specifici eaggiuntivi rispetto a quelli che atten-gono propriamente alla funzione giu-risdizionale. In tale ottica la funzionedirettiva non può essere più vistacome gradino di un cursus honorum,ma funzione di organizzazione, indi-spensabile per garantire l’esigenza diefficienza del sistema.Dunque, chi è deputato, per propriascelta, a gestire il congegno delicato espinoso del servizio giustizia deve ade-guare la propria formazione profes-sionale iniziale (comune a tutti gliappartenenti l’ordine giudiziario) alleesigenze di gestione di un servizio, che

negli anni è divenuto sempre piùcomplesso, elaborando soluzioni chedebbono coniugare una quantità diesigenze diverse a partire da quelle diindipendenza ed autonomia fino aquelle legate alla funzionalità, all’effi-cienza del servizio ed all’adeguatoimpiego delle risorse.Il cambiamento profondo della men-talità del dirigente, da tutti noi auspi-cato, deve essere tale da consentirglidi riconoscere i problemi ed elaborar-li con rappresentazioni diverse daquelle sinora collaudate; di sviluppareproposte ed interventi di migliora-mento dell’ufficio assumendo il con-fronto, con i magistrati che vi appar-tengono, come strumento di lavoroprincipale ed utilizzando, in primoluogo, un sistema di informazioni pro-veniente dalle figure intermedie(semidirettivi) in quanto maggior-mente consapevoli delle specificitàdei singoli settori e, al contempo, suf-ficientemente vicine ai diversi punti divista dei magistrati che in concretoesercitano la giurisdizione.In tal senso ritengo che i compiti dicollaborazione organizzativa deisemidirettivi previsti dall’art. 47 qua-ter dell’ordinamento giudiziario,siano fondamentali in un contestoteso ad una razionale organizzazionedell’ufficio, sia per il concreto apportoconoscitivo relativo ai dati statisticidella sezione e dei singoli giudici, siaperché ad essi è (perlomeno dovreb-be essere) rimessa la predisposizionedegli obiettivi di sezione. Essendofigure intermedie tra il presidente ed igiudici, possono fornire al primo ele-menti conoscitivi essenziali, ad esem-pio per l’elaborazione di tabelle ade-guate che tengano conto dei numeriesistenti, dei tempi necessari per ladefinizione dei processi, della distri-buzione tra i giudici in base alla tipo-logia degli affari ed alla composizionedell’ufficio.Le dimensioni e la tipologia dell’uffi-cio sono, anche, altri fattori significati-vi in relazione alla figura ed alla tipo-logia del dirigente: laddove le grandidimensioni ed i contesti di riferimen-to richiedono sicuramente imposta-zioni di tipo manageriale, i piccoli uffi-ci, come molti di quelli del Sud, esegnatamente quello di cui io parlo,non possono pensare di traslare inmaniera automatica una tale conce-zione (non potendo contare su stan-dard di dotazioni umane, tecnologi-che, economiche e strumentali para-gonabili a quelle di altri uffici) enecessitano sicuramente di una pro-fessionalità più tradizionale, inevita-bilmente tesa a privilegiare la creazio-ne di un clima di partecipazione adiversi livelli e di coinvolgimento nellescelte organizzative più idonee adessere tradotte in concrete realtà ope-rative.Questa riflessione è frutto di una con-creta esperienza il cui sforzo è statodiretto a garantire una razionale orga-nizzazione della sezione e ritengopotrà essere utilizzata, nella condivisi-bile ottica della rotazione degli incari-chi direttivi, da altri magistrati chepotranno certamente arricchirla conulteriori competenze organizzative eprofili e saperi anche diversi e coeren-ti con l’evoluzione della realtà giudi-ziaria.

Maurizio Aspromonte

Negli ultimi anni numerose sono state le indagini sulla sanità locrese.Indagini che vanno da presunti casi di malasanità a presunti casi di viola-zioni amministrative scaturite da denunce. Un “caso” vero e proprio èperò quello del dottore Domenico Calabrò. Da ultimo il dottore Calabròè direttore della struttura ospedaliera complessa di Pneumologia dell’o-spedale di Locri. Negli anni l’attenzione della magistratura si è concentra-ta nei suoi confronti. Forse è solo un caso che denunce e procedimentiaperti dagli inquirenti si indirizzino dove il dottore-direttore esplica le pro-prie funzioni. Nel tempo un ospedale fiore all’occhiello della sanità cala-brese è divenuto un paziente moribondo. Tutti i mali di questa regressio-ne sono da addebitare, forse, ad un’unica persona? Con dispendio didenaro pubblico anche in questa circostanza.Comunque sia non è questa una difesa d’ufficio del dottore Calabrò, mauna semplice considerazione su come, spesso, i teoremi a senso unico e lamancanza di flessibilità nelle indagini non porta a risolvere criticità chepure sono evidenti. Nei giorni scorsi la Corte di Cassazione ha stabilito chenon ci sarà alcuna misura interdittiva di sospensione dalla professione peril dottore Domenico Calabrò. I giudici di Piazza Cavour, sede dellaCassazione, hanno accolto il ricorso presentato dagli avvocati Luca Maioe Giuseppe Sgambellone, legali del direttore della struttura ospedalieracomplessa di Pneumologia dell’ospedale di Locri. La decisione dei giudi-ci della IV sezione penale, assunta all’udienza del 10 dicembre scorso,pone termine alla questione relativa alla richiesta di sospendere il dottoreCalabrò per la durata di 6 mesi proposta dal pm della Procura di Locri nel-l’ambito di un procedimento penale in cui il dirigente è accusato di con-corso in omicidio colposo con altri. In un primo momento il gip di Locriha rigettato la richiesta del pubblico ministero, il quale ha ricorso in appel-lo davanti al tribunale del riesame di Reggio Calabria che ha deciso diaccogliere la tesi della procura locrese. A quel punto i legali del direttoreCalabrò hanno presentato ricorso per cassazione chiedendo il rigetto del-l’ordinanza emessa dal riesame. Secondo i difensori, tra l’altro, ci sarebbestata una: «erroneità del percorso logico-giuridico in cui è incorso ilTribunale del Riesame, in relazione alla configurabilità della responsabi-

lità “da posizione” del primario di reparto per fatti infausti, che ha porta-to ad una erronea ricostruzione del nesso causale in tema di responsabi-lità medica in ipotesi di cooperazione colposa tra le condotte di diversisanitari e, fra queste, quella del dr. Calabrò che si trovava in “posizioneapicale” nel reparto di Pneumologia». I giudici romani hanno accolto letesi difensive ed hanno annullato l’ordinanza dei magistrati reggini, con laconseguenza che il dottore Calabrò non sarà colpito dalla misura interdit-tiva della sospensione dalle sue funzioni.In passato altri procedimenti penali nei confronti del dottore Calabrò sisono conclusi con sentenze di non luogo a procedere. E’ ancora una voltala Cassazione che interviene per chiudere, già in sede cautelare, la vicen-da che voleva il dottore Calabrò indagato per l’ipotesi di abuso d’ufficio.In quel caso il non luogo a procedere giunge con la dichiarazione di inam-missibilità del ricorso presentato dal pm. L’ipotesi originaria della pubbli-ca accusa nei confronti di Domenico Calabrò consisteva nell’asserirecome il dottore, nella qualità di direttore del dipartimento area ospedalie-ra di Locri nello svolgimento delle sue funzioni avrebbe procurato inten-zionalmente a tre dipendenti ospedalieri un danno ingiusto, disponendola loro utilizzazione presso unità operative diverse da quelle dove al tempoprestavano il loro servizio.A seguito della richiesta di rinvio a giudizio della procura intervenivano,davanti al gup, gli avvocati Luca Maio e Giuseppe Sgambellone che, inqualità di difensori del dottore Calabrò, concludevano per il non luogo aprocedere “perché il fatto non sussiste”.La tesi difensiva trovava accoglimento nel giudice che, per come specifi-cato nei motivi della decisione, rilevava: «Dalla documentazione già pre-sente in atti, integrata da quella depositata dalla difesa, emerge innanzi-tutto che i contestati provvedimenti risultano, inoltre, motivati – sebbenesuccintamente – proprio con riferimento alla citata carenza di personaleparamedico presso il reparto di Pronto Soccorso». «Da ultimo – scrive ilgup – va segnalato che non sono emersi elementi per ritenere che ilCalabrò intendesse cagionare un danno ai dipendenti dell’Asl».

La tristezza è per tutte le palme di Siderno, quelle della Villa Comunale,della Piazza Municipio e in particolare quelle che si trovano sulLungomare, simbolo dello stesso, e per questo chiamato “delle Palme”.Quasi tutte sono morte e con loro… una parte di noi.Questa è una sconfitta, scusate il termine, apocalittica… per la città e perla natura.Perché tutto ciò?Non certo per i dipendenti comunali, credo che non abbiano avuto imezzi per poterle curare e salvare.Non per polemica nei confronti di nessuno, ma quando c’era l’ex sinda-co ci si prendeva cura delle palme con una medicina particolare e glieffetti si stavano vedendo, molte ricrescevano… lo posso dire proprioperché, con i miei occhi, passeggiando sul Lungomare, le vedevo moltomeglio e incoraggiavo gli operai a continuare nel proprio lavoro… per-

ché non si è continuato? Perché non è proseguita la cura benefica?Che peccato, fa male il cuore vedere queste piante centenarie morte,una morte lenta e dolorosa, non le rivedremo mai più… né noi, né inostri figli e nipoti e a questo punto toccherebbe cambiare la denomina-zione del Lungomare e lasciare solo il nome del grande Iannopollo.Dopo la morte dell’Ospedale e le tante altre cose che abbiamo perso,stiamo ancora assistendo inermi (come sempre) a tutto ciò, sta forse nelnostro dna di cittadini, non facciamo mai una protesta...Oltre alle piante morenti, di problemi ce sono tantissimi in Città, nessu-na opera va avanti, tranne il palazzetto dello Sport, concluso ma, ahimè,speriamo non faccia brutta fine, come tutte le altre opere. È tutto fermo a venti anni fa.Le strade sono sconnesse, piene di buche, anzi voragini; i marciapiedinon ne parliamo… trappole ovunque, pavimentazione vecchia e rotta epurtroppo (mi ripeto) tutto sporco, escrementi di qua e di là… di questone ho già parlato nella “scorsa puntata”.Per finire… la spazzatura, rifiuti ovunque, nonostante stiamo pagando letasse regolarmente.Voglio dire che non siamo “cavie” di nessuno e nemmeno cittadini diserie C, magari di serie B …Una città che ha “sfornato” cultura in tutta Italia e nel mondo, noi abbia-mo fatto grandi gli altri… ma ora siamo piccoli noi stessi, come mai?Da anni non decolliamo.Questo è un libero sfogo di un cittadino onesto, nessuno aiuta questacittà, tutti a criticare ma mai uniti per una protesta civile e costruttiva, permigliorare le cose. Siamo solo presenti all’ufficio anagrafe del Comune.Adesso, come ogni anno, faccio i miei più sentiti auguri di Buon Natalee di fine anno con un dono: la salute per tutti i sidernesi e per… il mondointero.La speranza è quella di una tanto sospirata ripresa di questa bellissimacittà, nonostante tutto… la aspettiamo tutti, ma dobbiamo noi volerlo.

Giuseppe Belligerante

Giustizia: la riorganizzazione degli uffici può favorireil ripristino della legalità

Richieste, appelli, ricorsi e sentenze il “caso” Domenico Calabrò

Riceviamo e pubblichiamo uno studio di MaurizioAspromonte relativo alla composizione degli ufficigiudiziari del nostro comprensorio, una riflessioneinserita nell’ambito di un più vasto esposto inviatonel 2008 alla Procura della Repubblica diCatanzaro che spiega le difficoltà organizzativecui devono fare fronte i dipendenti della giustizia.

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Questo spazio è riservato a te. 1200 battute per lamentarti ocomplimentarti con noi, fare

segnalazioni, raccontarci le tueesperienze, potrai inviarci foto

degli scorci del tuo paese ovideo se hai un talento nascos-to. Saremo lieti di risponderti

pubblicamente, daremo voce altuo pensiero e ti daremo visibil-

ità sui nostri social.Sii parte integrante di questa

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Cenni da ricordareIn altre pagine si è scritto dell’alfabeto, ricordando i segni che formano lelettere riproducenti i vari suoni. La parola alfabeto riproduce le prime duelettere dell’alfabeto greco. Infatti “alfa” e “beta”, l’insieme di tutti i segni,chiamate lettere, hanno origini molto più lontane. Sono cognizioni note atutti, qui nessuno ha desiderio di scalfire minimamente il bagaglio cogni-tivo dei cervelloni! Dietro nel tempo, se esiste il tempo, si arriva ai papiri,nessun riferimento all’Egitto dove il 5 Gennaio si festeggiava la nascita diun bambino, solo primi segni. Partiamo dai Fenici, scendendo via via aiGreci, ai Latini per arrivare ai nostri segni, alle nostre lettere. Perché par-lare, scrivere di questo? Perché dall’unione delle lettere si formano leparole e dalle parole nascono, si trasmettono i pensieri. Il pensiero, traspi-ra, sorge, si eleva dal semplice cenno alfabetico trasmesso dal cervellosulla carta! È naturale che ogni pensiero è soggettivo, solo necessita averela delicatezza, nel trasmettere di non voler imporre! Torniamo al pensie-ro, cosa c’è di più elevato del pensiero? Semplici segni possono raggiun-gere vette incredibili! Possono trasmettere l’amore, dal più delicato all’im-petuoso, l’odio o si arriva a spingere le masse a commettere azioni infa-manti per l’intera umanità, come la parola nazismo! Ecco cosa traspira,cosa si eleva da quei semplici cenni di cui abbiamo parlato. Certamentenon è facile entrare e comprendere tout court l’immensa importanza del-l’alfabeto e del pensiero, o dei pensieri che con esso possono essere tra-smessi, addirittura interi libri che ci arrivano dal passato, cancellando il tra-scorrere del tempo (se esiste)! Possiamo ora notare il pensiero scritto, noncome una semplice annotazione, ma quando, ed è molto raro, il pensiero

si eleva a capolavoro di sensibilità e ammaestramento dell’uomo neltempo! Naturalmente, non tutti i pensieri possono essere consideratimonumenti, la cernita avviene di fatto! Quelle lettere unite ci riportanolontano nel tempo, l’anno uno dell’era cristiana. Con determinazione,qual’ è il giorno preciso della nascita di nostro Signore Gesù Cristo?Domandatelo ai vostri preti, lo sanno? Celebrano la notte del 24Dicembre, ma è così, la notte del 24 dicembre era una festa atea, si accen-devano dappertutto fuochi fuori dei templi non cristiani per festeggiare lanascita del sole! Ci son voluti quasi quattrocento anni perché un papa,Liborio, precisamente nel 357, facesse coincidere la nascita di Gesù con lanascita del sole e l’inizio dell’allungamento del giorno! Fissando la recitadi tre messe, mezzanotte nascita, aurora e mezzogiorno. Cambiandoargomento, notiamo che ancora una volta la natura delle cose più sempli-ci ci viene in aiuto per comprendere meglio il discorso. Questi cenni ciriportano lontano. Consideriamo i fiori, quanti ne esistono, con petalidiversi per forma e colori? Dappertutto abbelliscono il paesaggio, annun-ciando anche l’arrivo dei frutti, non tutti, guarniscono le abitazioni, i luo-ghi di culto o i saloni, in grandi occasioni possiamo affermare la nostravita… e finisce qui? Non si fermano qui, anche i fiori si elevano nel darcii loro capolavori, che attraversano il tempo e lo spazio! Sì, non ci avevatepensato, i profumi! Estratti dai fiori, arrivano dal passato, ci comunicanoattimi di vera gradevole sensazione, ci fanno identificare le persone che liusano, rendono piacevole e respirabile l’aria in luoghi chiusi o affollati, chealtrimenti sarebbero impraticabili! Anche qui per identificarli usiamonomi formati da lettere, quelle lettere, segni dell’alfabeto! Quale grandeaiuto ci danno questi segni, e pensare che ci arrivano da un passato cosìremoto e spesso non li consideriamo con la dovuta importanza!

L’albatros

CHE TRISTEZZA

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Lunedì il Tenente Colonnello Giovanni Capone ha rice-vuto, presso il Gruppo Carabinieri di Locri, i giornalistidel comprensorio per uno scambio di auguri in occasionedella festività natalizie. L’occasione è stata utile per trac-ciare un bilancio di questi primi mesi di incarico nelnostro comprensorio da parte di Capone, che, assieme aiComandanti delle compagnie di Locri Fabrizio Macrì,Bianco Luigi Garrì e Roccella Jonica CarmeloBeringheli, ha parlato dell’impegno dell’Arma nellaLocride e sottolineato l’importanza del rapporto di colla-borazione con gli organi di informazione locale, ai quali èstata anticipata la volontà di tornare a effettuare le confe-renze stampa delle operazioni che si svolgono sul nostroterritorio proprio presso il comando di Locri e non più aReggio Calabria, come avvenuto negli ultimi anni.«Sono qui solo da settembre - ha dichiarato Capone, - manon posso non riconoscere il rapporto di vicinanza e con-tinua collaborazione che c’è con gli organi di stampa diquesto territorio. Come ho già detto in altre occasioni,infatti, noi lavoriamo per la sicurezza, ma voi giornalisti ciaiutate affinché la percezione di sicurezza diventi reale. In

questo territorio molto bello, anzi straordinario, che hadelle complessità e della particolarità, voi siete le orecchieche riescono nel modo giusto a portare alla popolazioneil messaggio di quale sia il nostro operato, e ci tenevo,assieme ai comandanti di compagnia e ai nostriCarabinieri, a ringraziarvi per ciò che fate per noi e lanostra cittadinanza».Il tenente colonnello ha dunque ricordato gli impegni deiCarabinieri sul nostro territorio, facendo un generaleresoconto dell’attività nel corso di questo 2019 che si avviaalla conclusione: «In questi nostri 42 comuni e 88 km dicosta, in questo territorio bellissimo, l’Arma, come neglianni precedenti e come farà in futuro, ha lavorato sotto ilcoordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia diReggio Calabria e della Procura di Locri. Abbiamo cerca-to, in questi ultimi mesi come in precedenza, di curarenon solo l’aspetto relativo al contrasto alla criminalitàorganizzata, senza dubbio fondamentale nei nostri luo-ghi, ma anche di permettere alla popolazione di fruire diquelli che sono i diritti di qualunque cittadino: cammina-re senza essere derubato, non subire furti in abitazione o

di mezzi agricoli, non subire truffe online, essere sicuro diacquistare prodotti genuini e non pericolosi presso leaziende del territorio… e nel compiere questo lavorosiamo stati come sempre fortunati a poter mettere incampo articolazioni specializzate dell’Arma, comeCarabinieri per la Tutela Ambientale, i Forestali, il NAS,che ci aiutano a garantire al cittadino di godere piena-mente dei suoi diritti civili a 360°.«Sotto il coordinamen-to dell’autorità giudiziaria - ha concluso il TenenteColonnello, - cerchiamo di operare nel migliore dei modifin dal 1814, data di fondazione della nostra forza arma-ta, e sento di garantire che questo impegno, questa pro-fessionalità e la nostra serietà nell’affrontare i nostri com-piti istituzionali resteranno immutati anche durante l’an-no a venire». Spazio dedicato anche alla presentazione sulnostro territorio del tradizionale calendario deiCarabinieri, la cui edizione del 2020, già presentata aReggio Calabria dal Comandante Provinciale Battaglia, èun vero e proprio libro breve che contiene al suo internoscritti dell’autrice Margaret Mazzantini.

Jacopo Giuca

È stato presentato il 16 dicembre, il trailer ufficiale del docufilm “Il sogno di Jacob”, direttoda Luigi S. Veneziano ispirato alla vita artistica di Nik Spatari, uno dei più grandi artisti con-temporanei. Alla conferenza stampa sono intervenuti il regista Luigi S. Veneziano, HiskeMaas, co-fondatrice con Spatari del Musaba, l’assessore regionale alla Cultura MariaFrancesca Corigliano, lo scrittore e giornalista Gioacchino Criaco, il vicepresidente dell’asso-ciazione “Le Sei Sorelle” Francesca Florio e il presidente della Calabria Film CommissionGiuseppe Citrigno. In anteprima sono stati proiettati alcuni spezzoni del docufilm e il trailerdell’opera. «L’idea di girare questa storia è nata due anni fa. Ho visitato il Musaba e ho capi-to che la storia di Nik e Hiske meritava di essere raccontata in un modo diverso; per questocon la sceneggiatrice Alessia Principe, abbiamo scelto la chiave metacinematografica: un’al-ternanza tra documentario e fiction, in cui protagonisti assoluti sono le vite di questi duegrandi artisti che hanno creato qualcosa di incredibile nel cuore dell’Aspromonte. È stataun’esperienza molto forte, consiglio a tutti di vivere il Musaba dal di dentro, come abbiamofatto noi», ha detto il regista Veneziano. «Qui in Calabria abbiamo la fortuna di avere uno deipiù grandi artisti viventi, che paradossalmente è più conosciuto fuori che qui. Finalmente conquesto film lo conosceranno tutti» sono state le parole dello scrittore Gioacchino Criaco chenel film interpreta se stesso. «Non dobbiamo abbandonare Nik ed Hiske, perché il Musaba èun patrimonio da proteggere a tutti i costi. Mi voglio congratulare con l’associazione Le SeiSorelle, che ha vinto il bando che ha permesso di girare questo film, con il regista Venezianoe l’autrice Alessia Principe e con Gioacchino Criaco che è sempre un testimone preziosodella nostra terra» ha detto l’assessore Corigliano. Hiske Maas, artista e co-fondatrice delMusaba insieme al marito Nik Spatari, ha lanciato un appello perché le istituzioni non trascu-rino il Musaba: «Mi piacerebbe che si guardasse non solo al passato ma anche al presente eal futuro, e il Musaba è il futuro artistico della Calabria. Abbiamo bisogno di giovani che con-dividano questo progetto di cui si deve parlare sempre di più». Il sogno di Jacob”, che dà il titolo al film, è il nome di uno dei capolavori più famosi del mae-stro Nik Spatari che fondò, a cavallo tra gli anni '60 e '70, insieme alla sua compagna HiskeMaas, il Musaba: un museo laboratorio nel cuore dell’Aspromonte. Il docufilm, narra in chia-

ve metacinematografica, intervallando momenti reali a frammenti di fiction, la storia diSpatari, dall’infanzia fino ad oggi, arricchita da video inediti d’epoca.Nel racconto filmico emerge, potente, il mondo creativo del grande artista calabrese amatoda Picasso e Cocteau, il rapporto con la sua terra, le lotte sostenute con Hiske per difendereil Musaba, l’influenza di Michelangelo e la riscoperta dei colori dell’Aspromonte dopo ilperiodo parigino e milanese. Diretto da Luigi Simone Veneziano e prodotto dall’associazio-ne culturale Le Sei Sorelle, il docufilm è realizzato grazie ai fondi Pac della Regione Calabria

per la valorizzazione del sistema dei beni culturali calabresi, e al sostegno della FondazioneCarical; il progetto ha il patrocinio della Calabria Film Commission e del Parco nazionaledell’Aspromonte. "Il sogno di Jacob", parla di una troupe, diretta da un regista dal passatobrillante ma dal presente tormentato, che deve raccontare il Musaba e Nik per un serviziotelevisivo. Il regista, Salvo (interpretato dall’attore Francesco Paglino) dopo l’incontro conNik ritroverà se stesso. Nel cast anche lo scrittore Gioacchino Criaco, autore di bestsellercome “Anime nere”, “Zefira” (Rubbettino) e “La maligredi” (Feltrinelli), che nel film interpre-ta se stesso. La sua scena, carica di emozione, è un documento eccezionale che racconta unpezzo di storia calabrese in modo rivoluzionario e illuminato. Con lui Nik parla della bellez-za della grande “‘ombra lucente”: l’Aspromonte.La lavorazione del docufilm è iniziata nel maggio del 2018, dopo i primi sopralluoghi alMusaba effettuati un anno prima.La chiave narrativa, scelta dal regista Veneziano e dallo sceneggiatore, la giornalista AlessiaPrincipe, è stata quella del racconto metacinematografico, per rendere la storia di Nik Spatari,di Hiske Maas e del Musaba, un viaggio onirico nel tempo, fuori dai canoni del documenta-rio classico.La troupe ha girato nel mese di luglio 2019, rimanendo all’interno del Musaba per cinquegiorni e cinque notti. Mentre prendeva forma la storia di Salvo, regista senza più passione, lamagia (vera) del Musaba permeava la lavorazione, creando un legame tra il racconto diege-tico ed extradiegetico del film. Le atmosfere dell’Aspromonte e i racconti emotivamente coin-volgenti di Nik, hanno contribuito ad arricchire il film di elementi nuovi e inaspettati.L’opera non è un semplice documentario, ma si pone a metà strada tra docu-fiction e mocku-mentary. Gli elementi reali e immaginari si fondono, creando un gioco di metacinema.Anche gli stessi protagonisti “veri”: Nik, Hiske, lo scrittore Gioacchino Criaco, il direttore delParco nazionale d’Aspromonte Sergio Tralongo, sono stati coinvolti in un’atmosfera oniricae surreale. Cinema e presente si sono rimescolati nelle scene in cui la troupe vera e quellafinta sono diventati parte di un’unica storia.

Il Tenente Colonnello GiovanniCapone ha ricevuto i giornalistidel territorio per uno scambio diauguri e tracciare un bilancio di

suoi primi mesi di incarico. Ilringraziamento ai giornalisti: “Noiabbiamo garantito la sicurezza,

voi ci avete aiutato a farlapercepire ai cittadini”.

Annunciata anche la possibilitàche le conferenze stampa delle

operazioni svolte nella Locride sisvolgano a Locri e non più a

Reggio Calabria.

Durante la conferenza stampa di presentazionedel film sulla vita di Nik Spatari sono statiproiettati in anteprima il trailer e alcuni spezzonidel film diretto da Luigi S. Veneziano. HiskeMaas: «Un’esperienza bellissima sul set».

Carabinieri di Locri: “Garantitianche nel 2019 i diritti dei cittadini”

Presentato in Regione il Docufilm“Il sogno di Jacob”

Siderno: Grande successoper "Una Crociera per Te"organizzato da Full TravelSi è conclusa la prima edizione "Una Crociera per Te" promossa dall'agenzia viaggi Full Travel di Siderno ecurata nella comunicazione dalla Pigreco Communication di Siderno. L'evento si è tenuto il 15 dicembrepresso la sala della libreria Mondadori sita al centro commerciale "La Gru". Il patron Giuseppe Canzonieriha illustrato al numeroso pubblico intervenuto le novità del campo crocieristico previste per il 2020, presen-tando le nuove navi, i nuovi itinerari che ogni anno si arricchiscono di nuove e affascinanti destinazioni:l'Oriente, l'Oceano Indiano, gli Emirati Arabi, i Caraibi, il Sud America, il Nord Europa, il Giappone, finoal giro del mondo. Inoltre, Canzonieri ha fornito le "regole d'oro" su come e quando prenotare. A conclu-sione della serata, accompagnati da un "apericruise", sono stati sorteggiati 5 premi, tra cui il più ambito: unacrociera nel Mediterraneo per due persone, offerta dalla compagnia MSC Crociere, partener dell'evento.

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DIC

EMBR

E 18

Procedendo lungo un sentiero impervio,tra tornanti e uliveti, si raggiungeGallicianò, antico borgo posto a 621 metris.l.m, su di uno sperone roccioso che siinnalza sulla sponda destra del medio corsodell’Amendolea, nel comune di Condofuri.È interamente ellenofono e per questodefinito l’Acropoli della Magna Grecia inCalabria. Gli abitanti, quaranta circa, sonoin realtà bilingui e utilizzano il greco quasiesclusivamente in ambito domestico.Secondo il glottologo tedesco GerhardRohlfs, i gallicianesi, così come gli abitantidegli altri paesi dell'area grecanica calabre-se, sono i diretti eredi di quei greci checolonizzarono il sud d’Italia e che si rifugia-rono sulle montagne all'arrivo dei vandali edegli arabi. La lingua grika, che in realtà èun mix di greco antico e dialetto calabrese,si è via via persa perché negli anni settantachi parlava grecanico era come se parlasseil “dialetto del dialetto” e veniva per questoconsiderato montanaro e terrone. Così, inmolti si rifiutarono di insegnare ai proprifigli la lingua degli avi, che oggi è rimastaviva quasi esclusivamente nel piccolissimoborgo di Gallicianò e che, altrove nellazona, viene insegnata tra mille difficoltà inprogetti didattici scolastici e associativi.Oltre che in ambito linguistico, aGallicianò la tradizione grecanica si man-tiene viva anche in quello musicale, gastro-nomico e rituale. Nel borgo persiste, infat-ti, una tradizione di musica, canto, poesia edanza che costituisce un preziosissimopatrimonio culturale, trasmesso di genera-zione in generazione. Qui sono nati e cre-sciuti i suonatori di fisarmonica e tamburel-lo protagonisti ogni anno, durante la sta-gione estiva, del Festival di cultura e musi-

ca grecanica "Paleariza".Un talento assai diffuso tra gli abitanti diGallicianò, anche i più giovani, è poi l’artedella poesia improvvisata.Altra caratteristica è il forte attaccamentoal rito greco ortodosso. Nel 1999 è stataultimata la piccola chiesa ortodossa diPanaghìa tis Elladas (Madonna dei Greci)una chiesetta bizantina, aperta al culto e diimpianto contadino. Ottenuta dalla ristrut-turazione di una casa in pietra che sorgenella parte alta del paese, è opera diDomenico Nucera, “Mimmo l'artista”, unapersona squisita che vi accompagnerà allascoperta di questo luogo straordinario.Ricca di iconografie religiose, nella chieset-ta ancora oggi si celebrano matrimoni ecerimonie cristiane di rito ortodosso e ifedeli di questa branca del cristianesimo visi recano da tutta la Calabria per celebrarele loro nozze.A Gallicianò è visitabile anche un MuseoEtnografico realizzato con materiali donatidagli stessi abitanti, convinti che fosse l’uni-co modo per mantenere viva una memoriache sta via via scomparendo. Qui sonocustoditi numerosi strumenti del lavorocontadino ed è possibile osservare la rico-struzione fedele di un’antica abitazione delluogo e i costumi tipici di un tempo.Dopo aver scoperto le piccole grandi mera-viglie del borgo, non resta che concedersiun po' di relax dissetandosi alla “Fontanadell’Amore”, così chiamata perché qui inpassato si incontravano i fidanzati.Ristrutturata di recente, la fontana sorgenella parte alta del paese, a pochi passi daun piccolo anfiteatro dal quale si puòammirare l’intera vallata e rimanere esta-siati.

Ad aspettare delle novità spesso siimpegnano giorni o mesi, se nonanni. Tempi che sovrastano le

nostre vite e le nostre aspettative in una nuovastagione che muti il corso della qualità dellanostra esistenza. Chi, se non soprattutto al Sud,non ha mai provato queste sensazioni? Direiche ognuno di noi ha sempre atteso un cambia-mento, dettato dalle scadenze elettorali o dauna nuova prospettiva di lavoro, alla propriacondizione cercando di migliorare se stesso, lavita dei propri cari e, se possibile, anche l’am-biente nel quale si macina il vissuto di ognigiorno. Eppure, cercando di non rubare spazioa un Padre Indovino che supera le barriere deltempo con i suoi almanacchi, siamo ancora unavolta scettici se il futuro ci potrà sorridere consincera soddisfazione e non con il sarcasmodestinato alle illusioni. Tra progetti virtuali eprogrammi non dichiarati, se non suggeritiquasi con timida preoccupazione nelle diverseoccasioni possibili, la Calabria si appresta a tro-vare una via di uscita da un’impasse insupera-bile. Una possibile via di fuga in avanti per unaregione che avanti non va, ma che si rassegna aguardare con imperituro fatalismo ciò cheaccadrà. Sì, perché è proprio quel fatalismo

dell’immobilità che sembra ancora farla dapadrone e che pone le premesse - visto le incer-tezze e la confusione che regna sovrana nellascelta dei candidati e nella composizione delleliste elettorali - per poter ancora una volta pro-teggere il ciò che è dal ciò che non sarà. In que-sti giorni che precedono il Natale, la corsa aldono ci rende tutti molto distratti e, forse, èuna distrazione che ci separa da una coscienzapiù pratica e più vicina alla realtà dei fatti.

Tuttavia, tra inchieste giudiziarie che coinvol-gono calabresi dovunque e in ogni luogo, scam-bi di cortesie politiche tra leader maximi e gre-gari presunti tutto diventa novità. Politica ecronaca vanno di pari passo, come allo stessoincedere procedono le amministrazioni chesoccombono nei commissariamenti o nell’inde-bitamento progressivo con dissesti che supera-no, nei termini finanziari, anche il valore deldanno del dissesto idrogeologico che cronica-

mente caratterizza la nostra terra. In questacorsa alla novità, non ci resta che il gossip dellaporta accanto. Magari quel parlare più direttodelle vicende altrui sapendo che in questomodo, almeno, possiamo sentirci nel nostropiccolo protagonisti o, addirittura, pensare oilludersi di essere indispensabili per un cambia-mento che, se malauguratamente ciimpegna, magari sarà meglio evitareancora una volta.

A SPASSO PER LA CALABRIA a cura di Maria Giovanna Cogliandro

Gallicianò, quell'angolo di Calabria incui si respira ancora la Magna Grecia

I gallicianesi sonoi diretti eredi di quei

greci checolonizzarono il sud

d’Italia e che sirifugiarono sulle

montagne all'arrivodei vandali e degliarabi. Ancora oggiin questo splendidoborgo la tradizione

grecanica simantiene viva in

ambito linguisticoma anche musicale,

gastronomico erituale.

Niente di nuovo sul fronte calabrese

CALABRESE PER CASO a cura di Giuseppe Romeo

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GIUDIZIARIA

Molto spesso nelle ordinanze di custodiacautelare l’ordinanza emessa dal giudicesegue la richiesta cautelare formulata dalpubblico ministero. Il problema che si pone

è quello che riguarda l’eventuale compressione deidiritti della difesa nel momento in cui si proponenell’ordinanza custodiale una selezione degli ele-menti contenuti nella richiesta del pm, quindi suiprofili valutativi di pertinenza del giudicante.Per una parte della giurisprudenza non deriva alcu-na compressione dei diritti di difesa, posto che all’at-to del deposito dell’ordinanza, comunque, la richie-sta e gli atti presentati a sostegno di essa dal pubbli-co ministero sono ex lege resi disponibili anche agliindagati, di talché le valutazioni difensive possonoda subito spiegarsi in tutta cognizione di causa.Anche in punto di validità dell’atto, corre l’obbligodi anticipare le facili obiezioni di chi voglia invocarele nullità previste dall’art. 292 c.p.p., in considerazio-ne dell’utilizzo delle parti motive della richiesta del-l’accusa.La giurisprudenza di legittimità sul punto è pacificae costante, ove afferma che l'ordinanza applicativadella custodia cautelare in carcere, in cui sia statatrasfusa integralmente e alla lettera la richiesta delpubblico ministero non può essere considerata nullaper mancanza assoluta di motivazione, se risulta cheil giudice abbia preso cognizione del contenuto delleragioni dell'atto richiamato, ritenendole coerentialla sua decisione e sia possibile instaurare, nel pro-cedimento incidentale, un effettivo e trasparentecontraddittorio tra le parti, assicurando concreta-mente all'indagato il diritto di difesa e permettendoal giudice sovraordinato di controllare la rilevanza,la pertinenza e la concludenza degli elementi posti abase del giudizio di probabile reità e l'iter logicoattraverso il quale si perviene alla decisione (cfr.Cass. IV, 18/12/2003 CED 228169; ribadita anchedalla recente Cass. I, 28/03/2012 CED 252274).Tale giurisprudenza, del resto, non fa che applicareall’ordinanza cautelare l’altrettanto pacifica ed auto-revole statuizione delle Sezioni Unite in materia dimotivazione per relationem, ove – in materia diintercettazioni telefoniche, ma con efficacia genera-le - si afferma che la motivazione per relationem diun provvedimento giudiziale è da considerare legit-tima quando: 1) faccia riferimento, recettizio o disemplice rinvio, a un legittimo atto del procedimen-to, la cui motivazione risulti congrua rispetto all'esi-genza di giustificazione propria del provvedimentodi destinazione; 2) fornisca la dimostrazione che ilgiudice ha preso cognizione del contenuto sostanzia-le delle ragioni del provvedimento di riferimento e leabbia meditate e ritenute coerenti con la sua decisio-ne; 3) l'atto di riferimento, quando non venga allega-to o trascritto nel provvedimento da motivare, siaconosciuto dall'interessato o almeno ostensibile,quanto meno al momento in cui si renda attuale l'e-sercizio della facoltà di valutazione, di critica ed,eventualmente, di gravame e, conseguentemente, dicontrollo dell'organo della valutazione o dell'impu-gnazione (Cass. SU n. 17 del 21/06/2000 CED216664).E’ innegabile che la stessa selezione di parti dellarichiesta cautelare e l’evidenziazione ulteriore dialcune di esse costituiscono già in sé un’attività valu-tativa svolta dal Giudice, che ha letto, ponderato escelto alcuni passaggi salienti e non riassumibili del-l’esposizione dei fatti operata dal requirente. Infine,è comprensibile che alcuni passaggi meramentedescrittivi o narrativi di risultanze obiettive degli attisiano trascritti integralmente, anche a garanzia enell’interesse dell’indagato e della sua difesa,che così hanno un punto di paragone a cuirispondere non filtrato da sintesi potenzial-mente suggestive.

Siete tutti pronti? Cantine Aperte aNatale è tornato! L'iniziativa promossa eorganizzata dal Movimento Turismo delVino - organizzazione no profit che daanni si impegna nella promozione e nellavalorizzazione della cultura del vino e delsettore enoturistico nazionale - è rivolta atutti gli amanti del buon vino e non solo.Per tutto il mese di dicembre la magicaatmosfera natalizia si trasferirà all'internodelle cantine di tutta Italia con l'intento diregalare esperienze uniche all'insegnadell'allegria e del buon vino.Degustazioni, spettacoli, eventi, assaggi diprodotti tipici e tanto, tanto divertimento,saranno ciò che troverete in tutte le canti-ne partecipanti all'iniziativa. L’evento pre-vede anche diverse attività rivolte ai piùpiccoli che verranno coinvolti e fattidivertire con cacce al tesoro tra le botti,oppure intrattenuti con le favole diNatale sotto l’albero e i laboratori senso-riali. Naturalmente anche le principali cantinecalabresi proporranno visite guidate,assaggi e intrattenimenti vari. Unmomento davvero magico per rendere piùoriginali i brindisi delle vostre feste e cheè volto a rinforzare il forte legame alletradizioni del proprio paese, ma non solo,anche i sapori, gli odori e le prelibatezzetipiche e locali.La Calabria, nota già all'epoca dell'anticaGrecia per la produzione di vini raffinati,ha continuato a mantenere nel tempo il

suo primatop roducendovini dai saporiintensi e cor-posi in gradodi conqui-stare qual-siasi tipolo-gia di pala-to. I vinic a l ab re s ipresentanouna fortepersonalità eun profondo

connubio tra terrae tradizione vitivinico-la che ha portato all'ori-gine di etichette di altàqualità, apprezzate inol-tre anche a livello inter-nazionale.

Sonia Cogliandro

FRUTTI DIMENTICATI

Il diritto delladifesa trarichiestacautelare evalutazionedel giudiceCONVERSANDO

DIOSPYROS KAKI L.F.FAMIGLIA EBENACEE

Angela Maida, che guida il gruppo archeologicoPaolo Orsi, assieme al marito Raffaele Riverso, amatantissimo la natura e cura un giardino con amore epassione, dimostrando propensione per il mondoagricolo, evidenziando un’attenzione particolare pergli alberi da frutto, specie per quelli rari o in via diestinzione. Addirittura è capace di praticare gli innesti, anchequelli di difficile esecuzione, portati a termine primadella primavera con la tecnica dello spacco o dellafine estate con quella a gemma dormiente.Quando va in giro nel Soveratese osserva il territorioe cerca di individuare piante inusuali e rare che hannobisogno di un risalto maggiore perché possano esserediffuse e talvolta anche tutelate.Circa un mese addietro mi aveva mandato delle fotoche rappresentavano una varietà di prugne che matu-rano tardivamente, addirittura a novembre, quindimolto interessanti.Una decina di giorni addietro, durante un giro chefece a Satriano, in un giardino dentro l’abitato notòuna pianta molto particolare di Kachi che attrasseimmediatamente la sua attenzione.Il giardino con una villetta in mezzo appartiene a unacoppia di suoi conoscenti che per motivo di lavorouna trentina di anni addietro emigrarono inLombardia con la speranza di rientrare presto, masono passati tanti anni e la voglia di ritornare vienesempre meno, in quanto i figli, nati al nord, non ven-gono più con loro d’estate o durante le festività nata-lizie e quelle pasquali.Prima venivano volentieri , anzi contavano i giorniche li separava dalla vacanza e arrivavano puntual-mente ogni estate, quando amavano andare al mare,ma anche divertirsi a gironzolare per le vie del paesee per le campagne vicine assieme a parenti loro oamici coetanei.Da quando hanno superato i diciotto anni, in vacan-za vanno altrove in compagnia di amici, ma non inCalabria, dove non si divertono più.Il giardino, prima curatissimo, ogni anno che passadiviene sempre più trascurato e ciò sta ad indicare cheanche i due coniugi, non solo hanno rinunciato all’i-dea di ritornare in Calabria definitivamente, mahanno diradato le loro visite nel loro paese d’origine.Passando accanto al giardino aveva notato la piantamolto carica di loti particolari, ma per rispetto ai suoiconoscenti non aveva osato violare la proprietà per

coglierne, ma quando si era accorta che degli estraneil’avevano fatto, quando erano rimasti meno di diecifrutti, ne colse due per fotografarli e per poter verifi-care se il gusto fosse più o meno interessante.Aveva notato inoltre che il tronco della pianta avevail diametro di circa trenta cm ed era molto per unapianta di tal genere in quanto essa è a lentissimoaccrescimento e di conseguenza aveva stimato chepotesse avere più di settant’anni di età, quindi saràstata messa a dimora almeno negli anni cinquanta del900 quando si cominciarono ad apprezzare i suoi frut-ti.Si fa presente che i Kachi prima erano consideratepiante esotiche da orti botanici, quale quello diBoboli in Toscana, che fu il primo ad accogliere taletipo di pianta nel 600, che potevano abbellire al mas-simo le ville di aristocratici, ma i suoi frutti non veni-vano neppure presi in considerazione e per il lorocolore rossiccio e per la loro forma tondeggiantedestavano solo curiosità.In effetti furono introdotti in Italia come piante diinteresse agricolo solo alla fine dell’800 e si cominciòa fare degli impianti solo nel secondo decennio del900 in Campania, poi negli anni 20 e 30 in EmiliaRomagna ed in Sicilia, dove vengono sperimentatenuove cultivar, mentre quelle più diffuse sono, ilKachi alla vaniglia, Il Kachi di Misilmeri, il Kachimela, il Kachi cioccolatino.La varietà individuata a Satriano non rientra in nessu-na tipologia di quelle descritte e rappresenta unacuriosità intrigante specialmente dal punto di vistadell’aspetto del frutto, in quanto parte con una formaappiattita nell’attaccatura del picciolo, poi diventasferico ed infine finisce a forma di cuore, ma con unaparticolarità in più costituita da depressioni nella buc-cia che lo percorrono dall’alto in basso.La polpa rimane soda anche a maturazione ed èmolto dolce, mentre i frutti nella nostra zona nonrisultano attaccate molto dalla cocciniglia, ma sonosoggetti alla mosca della frutta.Probabilmente la varietà molto rara individuata daAngela, sarà presente nell’area di Satriano e nelCatanzarese da moltissimo tempo come anche ilKachi Ellena, in quanto il giorno trenta novembre, inoccasione della giornata dedicata ai musei, mi recai aTiriolo e visitando la cittadina, in un giardino recinta-to da un alto muro e abbandonato, a qualche centi-naio di metri dal formidabile castello normanno avvi-stai una pianta di Kachi non giovane, della stessavarietà di quella evidenziata da Angela.

Orlando Sculli

Il kachi di Satriano

Un Nataleall'insegna del buon vino

I soliti idiotiBRIG

ANTI

La frase che sento più spesso ultimamente è: “di solito si va in piaz-za per protestare contro il governo e non contro l’opposizione”,guarnita da risatina a fine ultima sillaba. Che ridere. Questi idioti chescendono in piazza per dire basta all’odio, che ridere. Sono tutti con-trollati dal PD. Questi rincitrulliti che si battono contro l’opposizio-ne. Sono tutti controllati da Soros. Babbazzi. Ah, quanti idioti chestanno a riscaldare le piazze italiane, sono migliaia di idioti. Invece,penso io, quelli che pronunciano queste frasi sono i soliti politicantiche, se fosse per loro, in un minuto tutti i problemi sarebbero risol-ti. Vogliamo continuare a vivere coi prosciutti sugli occhi?Continuano: “Non c’è nessuna emergenza fascista, l’olocausto ètutta un’opera di fantascienza, ci sono problemi più importanti dellagente che muore in mare, è tutta opera di Soros”. Voglio aggiunge-re una chicca, the last but not the least: “il maschilismo non esiste ele femministe sono terroriste”. Tutte queste fantascientifiche frasisono pronunciate in momenti come quelli odierni in cui si scovanogruppi nazisti pronti a irrompere sulla scena, in cui Liliana Segre habisogno della scorta per poter svolgere normalmente la sua vita, incui ogni giorno continuano a partire barconi della speranza carichidi umani che scappano da guerre che noi occidentali provochiamo,

in cui ogni giorno (o quasi) una donna viene ammazzata per manodi un uomo che non ha attributi per vivere la sua esistenza senzanuocere. E non ci dimentichiamo del gravissimo atto di prevarica-zione maschile appena compiuto, come pure umiliazione, di unadonna di spessore, nonchè prima presidentessa della Camera digenere femminile quale fu Nilde Iotti, diffamata da un giornalettosessista e senza gloria. Hanno ragione loro. Le piazze sono carichedi idioti contro l’opposizione. Questi idioti però sentono che c’è unproblema che affligge questa penisola, e proviene dall’odio profusodalle parole di chi ogni giorno è invitato in tv a farlo, e sparge melmache attecchisce laddove il terreno è arido. Allora sì che tutto devepartire dalla scuola, è la scuola che deve preoccuparsi di questo odioe cercare di mettere in moto un meccanismo di recupero delle idee,di recupero di un cervello funzionante! Basta coi robottini, facciamoin modo che le future generazioni siano in grado di pensare, dinuovo! E magari si cerchi di insegnare la pace e la tolleranza, e miappello agli insegnanti poiché, com’è noto, non ci si può certo appel-lare ai politici per questo. Purtroppo.

Brigantessa Serena Iannopollo

R22 DICEMBRE-20 rubrichewww.larivieraonline.com

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R22 DICEMBRE23 attualità

"Quando Salvini si è definito salvatoredella Calabria non ci ho visto più"

Lo scorso 12 dicembre il leader della Legaha fatto visita a Reggio Calabria

per incontrare i suoi sostenitori. Alla fine del suo comizio, Chiara Mosciatti, artista

marchigiana che oggi vive a Riace, ha osato contraddirlo. Tanto è bastato

perché scoppiasse una bagarre.

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MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

Un fiume irragionevole di insulti: drogata di merda,cocainomane, cessa, comunista, fatti una pera, vattia ricoverare, ammazzati. Così i supporters dellaLega si sono rivolti a Chiara Mosciatti, “colpevole”di essersi levata in piedi per contestare un passaggiodel comizio di Matteo Salvini, in visita a ReggioCalabria lo scorso 12 dicembre. Chiara Mosciatti,artista marchigiana che oggi vive a Riace, ha osatocontraddire il leader del Carroccio e tanto è basta-to perchè la donna venisse accerchiata e contro dilei si levasse un coro disumano.Ha ascoltato in silenzio il comizio di Salvini, a untratto però qualcosa l’ha infastidita ed è intervenu-ta per replicare. Che cosa aveva appena dichiaratol’ex ministro degli Interni?C’è un video montato molto bene da DominellaTrunfio di Fanpage.it in cui si restituisce fedelmen-te la dinamica dei fatti e si sentono perfettamente leparole di Salvini su cui io sono intervenuta. Salvinistava dicendo infatti: “Fino a qualche anno fa io

non avrei mai pensato di essere visto come ilSalvatore della Calabria.”Salvini aveva già in altri punti del suo comizio dettoche una delle buone ragioni per votarlo sta nel fattoche la Lega non ha mai governato in Calabria, e miha colpito profondamente lo stato di ipnosi genera-le in cui la platea è rimasta. Quando a fine comizioè ritornato sul concetto descrivendosi come salvato-re della Calabria, la situazione da grottesca mi èsembrata insopportabilmente allucinata. Sono scat-tata in piedi e ho usato tutta la forza che avevo incorpo per far arrivare la mia voce a Salvini, lontanis-simo da me. Seppur le mie parole non sono statecomprensibili ai primi anelli della sala, chi era intor-no a me ha udito perfettamente la banalità dellamia affermazione.Che cosa avrebbe voluto dire se solo glielo avesseropermesso?Quello che dovevo dire l’ho detto, ovvero che laLega non ha mai governato in Calabria perché finoa ieri era Lega Nord e la Calabria la voleva affonda-re con tutto il Sud. Ho rotto l’ipnosi e quello chequeste parole hanno generato è ciò che io chiamoun effetto specchio.Queste parole hanno messo la platea di fronteall’orrore della propria scelta di nascondere sotto iltappeto le umiliazioni, lo scherno, la presunzione disuperiorità che Salvini e il suo partito hanno sempremanifestato nei confronti del Sud. Questa amnesia

è una scelta inconscia funzionale a una sottomissio-ne assoluta, la quale viene ripagata dalla Lega conlo spostamento dell’atteggiamento umiliatorio suun soggetto altro. È lo stesso identico meccanismoche permetteva ai kapò di infierire sui prigionieri.Questa amnesia implica la perdita del proprio Séstorico e culturale, ed è possibile per via dell’insen-sibilità al dolore, una condizione purtroppo com-prensibile per chi vive qua da sempre e si trovaassuefatto ad ogni tipo di violenza. La violenza sulledonne e quella sui migranti, la violenza ambientalee quella che rimodella le fisionomie urbane, la vio-lenza che nasce dal braccio di ferro tra la ‘ndranghe-ta e lo Stato e nella quale vengono stritolati pezziessenziali della società civile, come la dignità dellavoro, dei servizi sanitari e di quelli educativi. Lei è stata accompagnata fuori dagli agenti dellaDigos, perché?Prima di tutto io ho difeso il mio corpo da un uomoche mi ha strattonato e voleva trascinarmi fuori. Lamia reazione di autoprotezione ha del tutto desta-bilizzato quest’uomo, che ha desistito. Ormai peròero accerchiata. Sono intervenuti gli uomini dellaDigos che si sono fatti scudo intorno a me, mihanno isolato fisicamente, visivamente e anche psi-cologicamente da quello che succedeva dietro diloro. Mi hanno detto signora, questo consesso nonè più sicuro per lei, lasci che la portiamo fuori. L’hotrovato ragionevole ma ingiusto e sulle scale misono sfogata.Si è parlato di un’assemblea blindata dei sostenito-ri della Lega, è così?Assolutamente no. Nessuno ha controllato né lamia identità né il mio zaino. Era un’assembleaaperta a tutti. Avrà visto il video, finito sul web e sulle principalitestate nazionali, del momento in cui è stata accer-chiata dai supporters di Salvini e aggredita verbal-mente. Cosa le ha fatto più male nel rivivere quegliistanti?Onestamente non mi ha fatto male proprio niente,perché la violenza non ha raggiunto la mia mentenel momento in cui si è manifestata e quindi quan-do mi sono imbattuta nel video ho visto tutta la miapotenza fisica e psichica. Questa potenza è statauniversalmente percepita, tant’è che sono stata tra-volta di messaggi di supporto, entusiasmo e ammi-razione. Gli insulti che mi sono stati rivolti non mihanno minimamente toccata: le parole descrivonoil panorama mentale di chi le proferisce, non deldestinatario a cui sono rivolteUn gruppo di sardine l’ha aiutata a identificare gliaggressori, procederà per vie legali? Devo rifletterci, per motivi puramente legati al miolavoro.Nel 2016 il terremoto ha devastato il suo paese,Camerino, in provincia di Macerata. Da aprilescorso vive a Riace, perché ha scelto di venire qui?Io vivo in Olanda dal 2013 e il terremoto del 2016mi ha toccata nella misura in cui i miei genitorihanno dovuto lasciare la casa perché inagibile e perme, come migrante, è venuto meno un punto diriferimento fondamentale in quel processo menta-le di chi, vivendo all’estero, sente ad un certo puntola necessità di tornare a casa. A dicembre del 2016,

pochi mesi dopo il terremoto, lavoravo ad Atene inuna grande comunità di rifugiati del medio oriente.Nei due mesi del mio progetto artistico, durante ilquale usavo sessioni di pittura collettiva per realiz-zare le immagini di memorie traumatiche condivi-se, mi sono profondamente immersa nel doloredegli altri, e se da un lato ciò ha definito la mia misu-ra di artista, dall’altro ha mandato in frantumi lamia mente. Non potevo restare ad Atene perchénon sarei riuscita a prendere le distanze da ciò cheavevo visto, non potevo tornare nella casa del miocompagno ad Amsterdam perché nel frattempoavevamo deciso di separarci e non potevo tornare aCamerino perché il terremoto aveva reso inagibilela casa dei miei. Psicologicamente è stato un buconero. C’ho messo un anno a riprendermi, poi è arri-vata l’occasione di lavorare a Palermo a Manifesta,pochi mesi dopo sono arrivata a San Ferdinandocon un mio progetto artistico su Soumaila Sacko elì ho deciso che volevo tornare in Italia a indagare icortocircuiti culturali e sociali avvenuti nel luogoche per eccellenza nel mondo ha significato casa:Riace. Ora sto portando avanti un progetto artisti-co internazionale per l’istallazione su suolo pubbli-co cittadino di una grande statua in bronzo del piùimportante scultore europeo della diaspora caraibi-co-africana: Nelson Carrilho.Dopo l’aggressione ha ricevuto tantissimi messaggidi solidarietà. All’appello manca però AntonioTrifoli, sindaco di Riace, comune dove lei attual-mente lavora, che tra l’altro era presente al comiziodi Salvini. Come legge questo suo atteggiamento?Soffro, perché è una scelta meramente allineata alprincipio di deresponsabilizzazione morale dellaLega, è una scelta che fa a pezzi il nostro rapportoumano, sviluppatosi tutto all’interno del Municipiodi Riace e fatto di complicità e litigi furiosi, di legge-rezza e di tensione. Io e Antonio Trifoli ci siamorispettati come avversari politici, come lavoratoriprecari e come rappresentanti di differenti lotte,abbiamo immaginato una Riace che attraverso l’ar-te potesse di nuovo parlare di origini e di identitàsenza venire manipolata dalla propaganda. È giunta a Riace anche perché attratta dall’espe-rienza immigrazionista avviata da Mimmo Lucanoche ha reso il borgo un fulgido esempio di acco-glienza cosmopolita. Che aria si respira oggi aRiace? Riace è un posto che ha attraversato un’enormetempesta storica e l’energia che si sente ora è quel-la di un luogo che sta riprendendo fiato dopo unafatica enorme. Essere qui con il lavoro che faccio èun’esperienza che nutre la mia anima ogni giorno.La comunità riacese è contradditoria e orgogliosa,ma mi sento amata e protetta. Ogni strada, ogninegozio, ogni bar, ogni persona che mi saluta pernome è casa. Per la prima volta nella mia vita, possoaffrontare in maniera del tutto autonoma le speseper un appartamento. Ho quasi 39 anni, e non homai avuto una casa mia. Adesso, grazie a questopiccolo e bellissimo appartamento del centr0 stori-co, anche io sento di avere le fondamenta nella roc-cia. È uno stato mentale che mi rende fortissima.Grazie, Riace.

"Non appena ho urlato chela Lega non

ha mai governato inCalabria perché fino a ieri

era Lega Nord e laCalabria la voleva

affondare con tutto il Sud,ho rotto l’ipnosi generalein cui la platea è rimasta

quando Salvini si èdescritto come salvatoredella Calabria. Le mieparole hanno messo la

platea di fronte all’orroredella propria scelta di

nascondere sotto il tappetole umiliazioni e lo scherno"

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GIUDIZIARIA

Molto spesso nelle ordinanze di custodiacautelare l’ordinanza emessa dal giudicesegue la richiesta cautelare formulata dalpubblico ministero. Il problema che si pone

è quello che riguarda l’eventuale compressione deidiritti della difesa nel momento in cui si proponenell’ordinanza custodiale una selezione degli ele-menti contenuti nella richiesta del pm, quindi suiprofili valutativi di pertinenza del giudicante.Per una parte della giurisprudenza non deriva alcu-na compressione dei diritti di difesa, posto che all’at-to del deposito dell’ordinanza, comunque, la richie-sta e gli atti presentati a sostegno di essa dal pubbli-co ministero sono ex lege resi disponibili anche agliindagati, di talché le valutazioni difensive possonoda subito spiegarsi in tutta cognizione di causa.Anche in punto di validità dell’atto, corre l’obbligodi anticipare le facili obiezioni di chi voglia invocarele nullità previste dall’art. 292 c.p.p., in considerazio-ne dell’utilizzo delle parti motive della richiesta del-l’accusa.La giurisprudenza di legittimità sul punto è pacificae costante, ove afferma che l'ordinanza applicativadella custodia cautelare in carcere, in cui sia statatrasfusa integralmente e alla lettera la richiesta delpubblico ministero non può essere considerata nullaper mancanza assoluta di motivazione, se risulta cheil giudice abbia preso cognizione del contenuto delleragioni dell'atto richiamato, ritenendole coerentialla sua decisione e sia possibile instaurare, nel pro-cedimento incidentale, un effettivo e trasparentecontraddittorio tra le parti, assicurando concreta-mente all'indagato il diritto di difesa e permettendoal giudice sovraordinato di controllare la rilevanza,la pertinenza e la concludenza degli elementi posti abase del giudizio di probabile reità e l'iter logicoattraverso il quale si perviene alla decisione (cfr.Cass. IV, 18/12/2003 CED 228169; ribadita anchedalla recente Cass. I, 28/03/2012 CED 252274).Tale giurisprudenza, del resto, non fa che applicareall’ordinanza cautelare l’altrettanto pacifica ed auto-revole statuizione delle Sezioni Unite in materia dimotivazione per relationem, ove – in materia diintercettazioni telefoniche, ma con efficacia genera-le - si afferma che la motivazione per relationem diun provvedimento giudiziale è da considerare legit-tima quando: 1) faccia riferimento, recettizio o disemplice rinvio, a un legittimo atto del procedimen-to, la cui motivazione risulti congrua rispetto all'esi-genza di giustificazione propria del provvedimentodi destinazione; 2) fornisca la dimostrazione che ilgiudice ha preso cognizione del contenuto sostanzia-le delle ragioni del provvedimento di riferimento e leabbia meditate e ritenute coerenti con la sua decisio-ne; 3) l'atto di riferimento, quando non venga allega-to o trascritto nel provvedimento da motivare, siaconosciuto dall'interessato o almeno ostensibile,quanto meno al momento in cui si renda attuale l'e-sercizio della facoltà di valutazione, di critica ed,eventualmente, di gravame e, conseguentemente, dicontrollo dell'organo della valutazione o dell'impu-gnazione (Cass. SU n. 17 del 21/06/2000 CED216664).E’ innegabile che la stessa selezione di parti dellarichiesta cautelare e l’evidenziazione ulteriore dialcune di esse costituiscono già in sé un’attività valu-tativa svolta dal Giudice, che ha letto, ponderato escelto alcuni passaggi salienti e non riassumibili del-l’esposizione dei fatti operata dal requirente. Infine,è comprensibile che alcuni passaggi meramentedescrittivi o narrativi di risultanze obiettive degli attisiano trascritti integralmente, anche a garanzia enell’interesse dell’indagato e della sua difesa,che così hanno un punto di paragone a cuirispondere non filtrato da sintesi potenzial-mente suggestive.

Siete tutti pronti? Cantine Aperte aNatale è tornato! L'iniziativa promossa eorganizzata dal Movimento Turismo delVino - organizzazione no profit che daanni si impegna nella promozione e nellavalorizzazione della cultura del vino e delsettore enoturistico nazionale - è rivolta atutti gli amanti del buon vino e non solo.Per tutto il mese di dicembre la magicaatmosfera natalizia si trasferirà all'internodelle cantine di tutta Italia con l'intento diregalare esperienze uniche all'insegnadell'allegria e del buon vino.Degustazioni, spettacoli, eventi, assaggi diprodotti tipici e tanto, tanto divertimento,saranno ciò che troverete in tutte le canti-ne partecipanti all'iniziativa. L’evento pre-vede anche diverse attività rivolte ai piùpiccoli che verranno coinvolti e fattidivertire con cacce al tesoro tra le botti,oppure intrattenuti con le favole diNatale sotto l’albero e i laboratori senso-riali. Naturalmente anche le principali cantinecalabresi proporranno visite guidate,assaggi e intrattenimenti vari. Unmomento davvero magico per rendere piùoriginali i brindisi delle vostre feste e cheè volto a rinforzare il forte legame alletradizioni del proprio paese, ma non solo,anche i sapori, gli odori e le prelibatezzetipiche e locali.

La Calabria,nota già all'e-poca dell'anti-ca Grecia perla produzio-ne di viniraffinati, hacontinuatoa mantene-re neltempo ilsuo prima-to produ-cendo vini dai

sapori intensi ecorposi in grado di

conquistare qualsiasitipologia di palato. I vinicalabresi presentanouna forte personalità eun profondo connubiotra terra e tradizionevitivinicola che ha porta-to all'origine di etichet-te di altà qualità,

apprezzatei n o l t r eanche alivello inter-

nazionale.Sonia Cogliandro

FRUTTI DIMENTICATI

Il diritto delladifesa trarichiestacautelare evalutazionedel giudiceCONVERSANDO

DIOSPYROS KAKI L.F.FAMIGLIA EBENACEE

Angela Maida, che guida il gruppo archeologicoPaolo Orsi, assieme al marito Raffaele Riverso, amatantissimo la natura e cura un giardino con amore epassione, dimostrando propensione per il mondoagricolo, evidenziando un’attenzione particolare pergli alberi da frutto, specie per quelli rari o in via diestinzione. Addirittura è capace di praticare gli innesti, anchequelli di difficile esecuzione, portati a termine primadella primavera con la tecnica dello spacco o dellafine estate con quella a gemma dormiente.Quando va in giro nel Soveratese osserva il territorioe cerca di individuare piante inusuali e rare che hannobisogno di un risalto maggiore perché possano esserediffuse e talvolta anche tutelate.Circa un mese addietro mi aveva mandato delle fotoche rappresentavano una varietà di prugne che matu-rano tardivamente, addirittura a novembre, quindimolto interessanti.Una decina di giorni addietro, durante un giro chefece a Satriano, in un giardino dentro l’abitato notòuna pianta molto particolare di Kachi che attrasseimmediatamente la sua attenzione.Il giardino con una villetta in mezzo appartiene a unacoppia di suoi conoscenti che per motivo di lavorouna trentina di anni addietro emigrarono inLombardia con la speranza di rientrare presto, masono passati tanti anni e la voglia di ritornare vienesempre meno, in quanto i figli, nati al nord, non ven-gono più con loro d’estate o durante le festività nata-lizie e quelle pasquali.Prima venivano volentieri , anzi contavano i giorniche li separava dalla vacanza e arrivavano puntual-mente ogni estate, quando amavano andare al mare,ma anche divertirsi a gironzolare per le vie del paesee per le campagne vicine assieme a parenti loro oamici coetanei.Da quando hanno superato i diciotto anni, in vacan-za vanno altrove in compagnia di amici, ma non inCalabria, dove non si divertono più.Il giardino, prima curatissimo, ogni anno che passadiviene sempre più trascurato e ciò sta ad indicare cheanche i due coniugi, non solo hanno rinunciato all’i-dea di ritornare in Calabria definitivamente, mahanno diradato le loro visite nel loro paese d’origine.Passando accanto al giardino aveva notato la piantamolto carica di loti particolari, ma per rispetto ai suoiconoscenti non aveva osato violare la proprietà per

coglierne, ma quando si era accorta che degli estraneil’avevano fatto, quando erano rimasti meno di diecifrutti, ne colse due per fotografarli e per poter verifi-care se il gusto fosse più o meno interessante.Aveva notato inoltre che il tronco della pianta avevail diametro di circa trenta cm ed era molto per unapianta di tal genere in quanto essa è a lentissimoaccrescimento e di conseguenza aveva stimato chepotesse avere più di settant’anni di età, quindi saràstata messa a dimora almeno negli anni cinquanta del900 quando si cominciarono ad apprezzare i suoi frut-ti.Si fa presente che i Kachi prima erano consideratepiante esotiche da orti botanici, quale quello diBoboli in Toscana, che fu il primo ad accogliere taletipo di pianta nel 600, che potevano abbellire al mas-simo le ville di aristocratici, ma i suoi frutti non veni-vano neppure presi in considerazione e per il lorocolore rossiccio e per la loro forma tondeggiantedestavano solo curiosità.In effetti furono introdotti in Italia come piante diinteresse agricolo solo alla fine dell’800 e si cominciòa fare degli impianti solo nel secondo decennio del900 in Campania, poi negli anni 20 e 30 in EmiliaRomagna ed in Sicilia, dove vengono sperimentatenuove cultivar, mentre quelle più diffuse sono, ilKachi alla vaniglia, Il Kachi di Misilmeri, il Kachimela, il Kachi cioccolatino.La varietà individuata a Satriano non rientra in nessu-na tipologia di quelle descritte e rappresenta unacuriosità intrigante specialmente dal punto di vistadell’aspetto del frutto, in quanto parte con una formaappiattita nell’attaccatura del picciolo, poi diventasferico ed infine finisce a forma di cuore, ma con unaparticolarità in più costituita da depressioni nella buc-cia che lo percorrono dall’alto in basso.La polpa rimane soda anche a maturazione ed èmolto dolce, mentre i frutti nella nostra zona nonrisultano attaccate molto dalla cocciniglia, ma sonosoggetti alla mosca della frutta.Probabilmente la varietà molto rara individuata daAngela, sarà presente nell’area di Satriano e nelCatanzarese da moltissimo tempo come anche ilKachi Ellena, in quanto il giorno trenta novembre, inoccasione della giornata dedicata ai musei, mi recai aTiriolo e visitando la cittadina, in un giardino recinta-to da un alto muro e abbandonato, a qualche centi-naio di metri dal formidabile castello normanno avvi-stai una pianta di Kachi non giovane, della stessavarietà di quella evidenziata da Angela.

Orlanndo Sculli

Il kachi di Satriano

Un Nataleall'insegna del buon vino

I soliti idiotiBRIGANTI

La frase che sento più spesso ultimamente è: “di solito si va in piaz-za per protestare contro il governo e non contro l’opposizione”,guarnita da risatina a fine ultima sillaba. Che ridere. Questi idioti chescendono in piazza per dire basta all’odio, che ridere. Sono tutti con-trollati dal PD. Questi rincitrulliti che si battono contro l’opposizio-ne. Sono tutti controllati da Soros. Babbazzi. Ah, quanti idioti chestanno a riscaldare le piazze italiane, sono migliaia di idioti. Invece,penso io, quelli che pronunciano queste frasi sono i soliti politicantiche, se fosse per loro, in un minuto tutti i problemi sarebbero risol-ti. Vogliamo continuare a vivere coi prosciutti sugli occhi?Continuano: “Non c’è nessuna emergenza fascista, l’olocausto ètutta un’opera di fantascienza, ci sono problemi più importanti dellagente che muore in mare, è tutta opera di Soros”. Voglio aggiunge-re una chicca, the last but not the least: “il maschilismo non esiste ele femministe sono terroriste”. Tutte queste fantascientifiche frasisono pronunciate in momenti come quelli odierni in cui si scovanogruppi nazisti pronti a irrompere sulla scena, in cui Liliana Segre habisogno della scorta per poter svolgere normalmente la sua vita, incui ogni giorno continuano a partire barconi della speranza carichidi umani che scappano da guerre che noi occidentali provochiamo,

in cui ogni giorno (o quasi) una donna viene ammazzata per manodi un uomo che non ha attributi per vivere la sua esistenza senzanuocere. E non ci dimentichiamo del gravissimo atto di prevarica-zione maschile appena compiuto, come pure umiliazione, di unadonna di spessore, nonchè prima presidentessa della Camera digenere femminile quale fu Nilde Iotti, diffamata da un giornalettosessista e senza gloria. Hanno ragione loro. Le piazze sono carichedi idioti contro l’opposizione. Questi idioti però sentono che c’è unproblema che affligge questa penisola, e proviene dall’odio profusodalle parole di chi ogni giorno è invitato in tv a farlo, e sparge melmache attecchisce laddove il terreno è arido. Allora sì che tutto devepartire dalla scuola, è la scuola che deve preoccuparsi di questo odioe cercare di mettere in moto un meccanismo di recupero delle idee,di recupero di un cervello funzionante! Basta coi robottini, facciamoin modo che le future generazioni siano in grado di pensare, dinuovo! E magari si cerchi di insegnare la pace e la tolleranza, e miappello agli insegnanti poiché, com’è noto, non ci si può certo appel-lare ai politici per questo. Purtroppo.

Brigantessa Serena Iannopollo

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Bovalino: Nadia Terranova si aggiudica il Premio Letterario Mario La Cava 2019

Viaggio estremo tra la vita e la morteIl barcone della speranzadi Corrado Armocida

L’ANPI Siderno commemora lapartigiana Silvestra “Tea” Sesini

Il suo romanzo “Addio fantasmi” conquista lagiuria e le permette di ricevere il premio durantela cerimonia di sabato 14 dicembre. Per gli altridue finalisti,“L’ora del mondo” di MatteoMeschiari e “Ti rubo la vita” di Cinzia Leone, unaseconda posizione ex aequo, con quest’ultimoromanzo che viene premiato dai lettori.

È “Addio fantasmi” di Nadia Terranova(Einaudi) l’opera vincitrice del Premio let-terario “Mario La Cava” 2019. La giuria tec-nica composta da Andrea Di Consoli,Stefano Ercolino, Marco Gatto, LoredanaLipperini e Vito Teti, con scrutinio segreto,nella cerimonia finale svoltasi sabato 14dicembre a Bovalino, ha decretato l’operavincitrice tra le tre finaliste: oltre a “Addiofantasmi”, “Ti rubo la vita” di Cinzia Leone(Mondadori) e “L’ora del mondo” di MatteoMeschiari (Hacca).Declinato sul tema “Il viaggio. Percorsi vissu-ti, narrati e immaginati”, organizzato dalComune di Bovalino in collaborazione con ilCaffè letterario “La Cava”, con il patrociniodella Regione Calabria e il contributo delConsiglio dell’Ordine degli Avvocati diLocri, il Premio Letterario, giunto alla terzaedizione, ha visto trentasette opere in con-corso. Encomiabile il non facile lavoro deigiurati, espressione del panorama letterarionazionale, che hanno sottolineato l’alto livel-lo delle opere in concorso e, in particolare, ilvalore artistico e l’originalità delle tre final-iste.Dopo i saluti del sindaco Vincenzo

Maesano, di Barbara Panetta in rappresen-tanza del governatore della Regione MarioOliverio e della dirigente CaterinaAutelitano dell’Istituto comprensivo“Francesco La Cava”, dove si è svolto il pre-

mio, i tre finalisti hanno dialogato con lagiornalista Maria Teresa D’Agostino e ilpresidente del Caffè letterario DomenicoCalabria. Brani delle opere sono stati letti daGiulia Palmisano, Rossella Scherl e

Giovanni Ruffo.«Sono contenta e onorata del Premio MarioLa Cava, felice che il mio nome sia associatoa quello di un grande scrittore – ha dettoNadia Terranova, ricevendo il premio dal

sindaco Maesano, – e lo prendo come unaugurio per il mio prossimo romanzo, per ilquale ci vorrà ancora un po’ di tempo, datoche in questi giorni stavo proprio scrivendodelle scene ambientate in Calabria».Secondi ex-aequo Leone e Meschiari, pre-miati dal vicesindaco Cinzia Cataldo e dagliassessori Maddalena Dattilo e FilippoMusitano.Premio speciale “La Melagrana” a WalterPedullà, tra i massimi rappresentanti dellacritica letteraria nazionale che a Mario LaCava è stato legato da profonda stima e ami-cizia. Affascinante e coinvolgente il raccontodi Pedullà, intriso di aneddoti, sul suolegame con La Cava e altri grandi delNovecento come De Benedetti, Filocamo eStrati. A consegnare il premio l’assessore allacultura Pasquale Blefari.L’opera più votata dai lettori del Caffè letter-ario La Cava è stata “Ti rubo la vita” diCinzia Leone, che si è detta felice delriconoscimento degli appassionati lettori delcircolo, coordinati dall’avvocato EnzoDicembre. Ha consegnato il premio GraziaLa Cava.

Con il cuore in gola si immergono nelle gelide acquecon la speranza di essere fortunati degli altri e di sbar-care in lidi tranquilli, di toccare la terra ferma.Scappano dalle guerre, si lasciano alle spalle il deserto,le tetre prigioni e la cruda miseria e, poi, le tempeste eil mare grosso donne, bambini e uomini in cerca dellasopravvivenza. Molte volte divengono pasto per i pescie, questa volta, il mare si tinge dirosso e diventa tomba crudeleper tante anime terse.Il maestro Corrado Armocida,pittore e scultore di GioiosaJonica, si compenetra nel cuoredi queste nitide anime e cerca, atal punto, di cogliere l’attimofuggente sui barconi della sper-anza. Inizia, così, un duro per-corso carico di patos, di intensigusti drammatici tesi a dar vitaad immagini terrificanti, tuttedominate da un violento sensodella morte.La creta, materia antichissima,allora consente al maestro di plasmare con uno stile deltutto personale volti cupi e appesantiti, donne angosci-ate, bimbi dal volto sognante con lo sguardo rivoltoall’infinito.Cosicché mi sovvengono dinanzi le attente valutazioniespresse dalla prof.ssa Marisa Napoli che si sofferma ascrutare le opere del buon Corrado nella sua casa-museo di Gioiosa Jonica e, in particolare, il “barcone

della speranza”. Questa creta che porta in sé l’intensogusto drammatico caratterizzato dalla potenza vig-orosa del tratto e dall’acuta, talora spietata, osser-vazione della realtà.«Mi sorprende, comunque, più di ogni altra cosa –scrive Marisa Napoli – il Barcone di migranti – per l’at-tualità del tema e la resa drammatica, da cui traspare

spirito di solidarietà e parteci-pazione: donne, bambini ad essiaggrappati, uomini strematistesi uno accanto all’altro, altriancora in bilico sui bordi, voltitesi allo stremo ma composti,che evocano i dannati di dan-tesca memoria sulla barca diCaronte, il traghettatore infer-nale, nella traversatadell’Acheronte, viaggioestremo tra la vita e la morte.Non si può non riconoscere inquest’opera il modello dellaZattera della medusa diTheodore Géricault (Louvre,

Parigi), sia come tecnica compositiva, sia come pernotematico: il viaggio di persone in balia di un naufragio,come quello dei migranti che attualmente mettono arischio la loro esistenza alla ricerca di condizioni di vitamigliori, di libertà, di felicità».Tantissimi auguri per unSereno Natale e un felice Anno Nuovo

Giovani Pittari

La neonata sezione di Sidernodell’Associazione NazionalePartigiani d’Italia ha avviato le sueattività con la commemorazione dellespoglie della partigiana Silvestra“Tea” Sesini, a cui la stessa sezione èintitolata. Il rito si è svolto presso ilcimitero di Siderno Marina, dove ladonna è sepolta, come da sue volontà,rivolta verso quel mare che da subitole era apparso “divino”. La sua storiaera già abbastanza nota. Era stata cat-turata dai tedeschi e stava per esserefucilata quando grazie all'arrivo degli

alleati riuscì a salvarsi per poi ripren-dere una vita tranquilla. Quandoarrivò a Siderno si fece subito volerbene dimostrandosi una donna sensi-bile, colta, intelligente e sempre colsorriso, nonostante la sua vita nonfosse del tutto facile. Proprio graziealle sue capacità, che non sfuggironoall’amministrazione comunale sider-nese, venne nominata membro dellaCommissione per la BibliotecaComunale. Convinta che la culturafosse la chiave per l’emancipazionedell’individuo, si impegnò a fondo per

far crescere la biblioteca muovendosiin varie direzioni e prendendo contat-ti anche con un’importante libreria diMilano per avere in prestito libri nonpresenti nella biblioteca sidernese.Purtroppo, però, si ammalò e nel gen-naio del 1960 morì. Non è stata peròdimenticata dai sidernesi che hannovoluto ricordarla domenica scorsa.L’occasione è stata utile al presidenteErcole Macrì e alla vicepresidenteBarbara Panetta per illustrare letappe dell’impegno dell’associazionenel breve e medio periodo.

Locri: Giovanni Calabrese presenta aRoma il progetto della scuola “Virgilio”

«Dopo l'importante riconoscimento di Legambiente e del Sole 24 ore, questa matti-na al Ministero della Pubblica Istruzione, nel corso della presentazione dei “Piani BEIper l'edilizia scolastica” ho avuto l'onore di presentare al Ministro LorenzoFioramonti e al Viceministro Anna Ascani il progetto della Scuola dell’InfanziaVirgilio che è stato scelto insieme ad altri cinque in tutta Italia come “Scuola esempiopositivo” dal punto di vista dell'edilizia scolastica, quale scuola sicura, innovativa esostenibile». Lo ha annunciato lunedì mattina sul suo profilo Facebook il sindaco diLocri, Giovanni Calabrese che ha proseguito: «Presenti i vertici della BEI, di CassaDepositi e Prestiti e il Vicepresidente della Regione Calabria Ing. Francesco Russo eil Coordinatore Campania e Calabria della Task Force per l'Edilizia Scolastica, Ing.Pasquale Cioffi. In una presentazione di 79 slide l'orgoglio della nostra Città ed il desi-derio di riscatto partendo dalla vita dei nostri bimbi più piccoli. Ringrazio di cuore gliamministratori della città di Locri che con me hanno creduto in questa idea rivoluzio-naria e chi ci ha dato la possibilità di realizzarla. Grazie ancora alla Struttura di moni-toraggio che con il Cordinatore Ing. Pasquale Cioffi e il Dott Pierucci della BEI hannovisitato la nostra scuola, verificato e infine premiato il nostro progetto. Grazieall'Architetto Cosimo Varacalli della Regione Calabria che in questi anni ci ha sup-portato con grande disponibilità e competenza svolgendo un eloquente lavoro per

tutta la Calabria. Grazie infine alla struttura tecnica comunale conSegretario Domenico Libero Scuglia, l'Arch. Nicola Tucci, ilGeom.Vincenzo Orlando e il Geom. Mario Monteleone, all'Arch.Marco Alecci e tutti i dipendenti comunali a vario titolo hanno collabo-rato e contribuito all'iter amministrativo della “Scuola più bella e sicurad’Italia”. Grazie al Direttore dei Lavori e progettista Ing. FrancescoDisanto e ai collaudatori Arch Clementina Parretta e Arch. DomenicoTripodi. Grazie a chi ha realizzato l'opera Marcello Cesario, FrancescoCesario, Marco Cautela. Grazie agli insegnanti e alla DirigenteScolastica che con la loro didattica impreziosiscono la struttura e vivonoin un ambiente accogliente e sicuro insieme ai bambini. Chiedo scusa senei ringraziamenti ho involontariamente dimenticato qualcuno.Concludo questo post, dopo una bellissima ed esaltante mattinata,dicendo grazie di cuore ai cittadini di Locri che ci hanno dato e continua-no a darci fiducia dandoci la possibilità di costruire giorno dopo giornola città del futuro».

Dopo l'importantericonoscimento diLegambiente e deIl Sole 24 Ore, il

sindaco di Locri hapresentato il

progetto a Romaal Ministro

dell'istruzione,dell'università e

della ricercaLorenzo

Fioramonti.

Page 26: R dere le distanze, trasformando le sue tasche vuote in... Tasche Fredde. Questo un estratto del brano: "Ragazzi padre il padre assente, qui non c’è gloria / Si guadagna facilmente,

GIUDIZIARIA

Molto spesso nelle ordinanze di custodiacautelare l’ordinanza emessa dal giudicesegue la richiesta cautelare formulata dalpubblico ministero. Il problema che si pone

è quello che riguarda l’eventuale compressione deidiritti della difesa nel momento in cui si proponenell’ordinanza custodiale una selezione degli ele-menti contenuti nella richiesta del pm, quindi suiprofili valutativi di pertinenza del giudicante.Per una parte della giurisprudenza non deriva alcu-na compressione dei diritti di difesa, posto che all’at-to del deposito dell’ordinanza, comunque, la richie-sta e gli atti presentati a sostegno di essa dal pubbli-co ministero sono ex lege resi disponibili anche agliindagati, di talché le valutazioni difensive possonoda subito spiegarsi in tutta cognizione di causa.Anche in punto di validità dell’atto, corre l’obbligodi anticipare le facili obiezioni di chi voglia invocarele nullità previste dall’art. 292 c.p.p., in considerazio-ne dell’utilizzo delle parti motive della richiesta del-l’accusa.La giurisprudenza di legittimità sul punto è pacificae costante, ove afferma che l'ordinanza applicativadella custodia cautelare in carcere, in cui sia statatrasfusa integralmente e alla lettera la richiesta delpubblico ministero non può essere considerata nullaper mancanza assoluta di motivazione, se risulta cheil giudice abbia preso cognizione del contenuto delleragioni dell'atto richiamato, ritenendole coerentialla sua decisione e sia possibile instaurare, nel pro-cedimento incidentale, un effettivo e trasparentecontraddittorio tra le parti, assicurando concreta-mente all'indagato il diritto di difesa e permettendoal giudice sovraordinato di controllare la rilevanza,la pertinenza e la concludenza degli elementi posti abase del giudizio di probabile reità e l'iter logicoattraverso il quale si perviene alla decisione (cfr.Cass. IV, 18/12/2003 CED 228169; ribadita anchedalla recente Cass. I, 28/03/2012 CED 252274).Tale giurisprudenza, del resto, non fa che applicareall’ordinanza cautelare l’altrettanto pacifica ed auto-revole statuizione delle Sezioni Unite in materia dimotivazione per relationem, ove – in materia diintercettazioni telefoniche, ma con efficacia genera-le - si afferma che la motivazione per relationem diun provvedimento giudiziale è da considerare legit-tima quando: 1) faccia riferimento, recettizio o disemplice rinvio, a un legittimo atto del procedimen-to, la cui motivazione risulti congrua rispetto all'esi-genza di giustificazione propria del provvedimentodi destinazione; 2) fornisca la dimostrazione che ilgiudice ha preso cognizione del contenuto sostanzia-le delle ragioni del provvedimento di riferimento e leabbia meditate e ritenute coerenti con la sua decisio-ne; 3) l'atto di riferimento, quando non venga allega-to o trascritto nel provvedimento da motivare, siaconosciuto dall'interessato o almeno ostensibile,quanto meno al momento in cui si renda attuale l'e-sercizio della facoltà di valutazione, di critica ed,eventualmente, di gravame e, conseguentemente, dicontrollo dell'organo della valutazione o dell'impu-gnazione (Cass. SU n. 17 del 21/06/2000 CED216664).E’ innegabile che la stessa selezione di parti dellarichiesta cautelare e l’evidenziazione ulteriore dialcune di esse costituiscono già in sé un’attività valu-tativa svolta dal Giudice, che ha letto, ponderato escelto alcuni passaggi salienti e non riassumibili del-l’esposizione dei fatti operata dal requirente. Infine,è comprensibile che alcuni passaggi meramentedescrittivi o narrativi di risultanze obiettive degli attisiano trascritti integralmente, anche a garanzia enell’interesse dell’indagato e della sua difesa,che così hanno un punto di paragone a cuirispondere non filtrato da sintesi potenzial-mente suggestive.

Siete tutti pronti? Cantine Aperte aNatale è tornato! L'iniziativa promossa eorganizzata dal Movimento Turismo delVino - organizzazione no profit che daanni si impegna nella promozione e nellavalorizzazione della cultura del vino e delsettore enoturistico nazionale - è rivolta atutti gli amanti del buon vino e non solo.Per tutto il mese di dicembre la magicaatmosfera natalizia si trasferirà all'internodelle cantine di tutta Italia con l'intento diregalare esperienze uniche all'insegnadell'allegria e del buon vino.Degustazioni, spettacoli, eventi, assaggi diprodotti tipici e tanto, tanto divertimento,saranno ciò che troverete in tutte le canti-ne partecipanti all'iniziativa. L’evento pre-vede anche diverse attività rivolte ai piùpiccoli che verranno coinvolti e fattidivertire con cacce al tesoro tra le botti,oppure intrattenuti con le favole diNatale sotto l’albero e i laboratori senso-riali. Naturalmente anche le principali cantinecalabresi proporranno visite guidate,assaggi e intrattenimenti vari. Unmomento davvero magico per rendere piùoriginali i brindisi delle vostre feste e cheè volto a rinforzare il forte legame alletradizioni del proprio paese, ma non solo,anche i sapori, gli odori e le prelibatezzetipiche e locali.

La Calabria,nota già all'e-poca dell'anti-ca Grecia perla produzio-ne di viniraffinati, hacontinuatoa mantene-re neltempo ilsuo prima-to produ-cendo vini dai

sapori intensi ecorposi in grado di

conquistare qualsiasitipologia di palato. I vinicalabresi presentanouna forte personalità eun profondo connubiotra terra e tradizionevitivinicola che ha porta-to all'origine di etichet-te di altà qualità,

apprezzatei n o l t r eanche alivello inter-

nazionale.Sonia Cogliandro

FRUTTI DIMENTICATI

Il diritto delladifesa trarichiestacautelare evalutazionedel giudiceCONVERSANDO

DIOSPYROS KAKI L.F.FAMIGLIA EBENACEE

Angela Maida, che guida il gruppo archeologicoPaolo Orsi, assieme al marito Raffaele Riverso, amatantissimo la natura e cura un giardino con amore epassione, dimostrando propensione per il mondoagricolo, evidenziando un’attenzione particolare pergli alberi da frutto, specie per quelli rari o in via diestinzione. Addirittura è capace di praticare gli innesti, anchequelli di difficile esecuzione, portati a termine primadella primavera con la tecnica dello spacco o dellafine estate con quella a gemma dormiente.Quando va in giro nel Soveratese osserva il territorioe cerca di individuare piante inusuali e rare che hannobisogno di un risalto maggiore perché possano esserediffuse e talvolta anche tutelate.Circa un mese addietro mi aveva mandato delle fotoche rappresentavano una varietà di prugne che matu-rano tardivamente, addirittura a novembre, quindimolto interessanti.Una decina di giorni addietro, durante un giro chefece a Satriano, in un giardino dentro l’abitato notòuna pianta molto particolare di Kachi che attrasseimmediatamente la sua attenzione.Il giardino con una villetta in mezzo appartiene a unacoppia di suoi conoscenti che per motivo di lavorouna trentina di anni addietro emigrarono inLombardia con la speranza di rientrare presto, masono passati tanti anni e la voglia di ritornare vienesempre meno, in quanto i figli, nati al nord, non ven-gono più con loro d’estate o durante le festività nata-lizie e quelle pasquali.Prima venivano volentieri , anzi contavano i giorniche li separava dalla vacanza e arrivavano puntual-mente ogni estate, quando amavano andare al mare,ma anche divertirsi a gironzolare per le vie del paesee per le campagne vicine assieme a parenti loro oamici coetanei.Da quando hanno superato i diciotto anni, in vacan-za vanno altrove in compagnia di amici, ma non inCalabria, dove non si divertono più.Il giardino, prima curatissimo, ogni anno che passadiviene sempre più trascurato e ciò sta ad indicare cheanche i due coniugi, non solo hanno rinunciato all’i-dea di ritornare in Calabria definitivamente, mahanno diradato le loro visite nel loro paese d’origine.Passando accanto al giardino aveva notato la piantamolto carica di loti particolari, ma per rispetto ai suoiconoscenti non aveva osato violare la proprietà per

coglierne, ma quando si era accorta che degli estraneil’avevano fatto, quando erano rimasti meno di diecifrutti, ne colse due per fotografarli e per poter verifi-care se il gusto fosse più o meno interessante.Aveva notato inoltre che il tronco della pianta avevail diametro di circa trenta cm ed era molto per unapianta di tal genere in quanto essa è a lentissimoaccrescimento e di conseguenza aveva stimato chepotesse avere più di settant’anni di età, quindi saràstata messa a dimora almeno negli anni cinquanta del900 quando si cominciarono ad apprezzare i suoi frut-ti.Si fa presente che i Kachi prima erano consideratepiante esotiche da orti botanici, quale quello diBoboli in Toscana, che fu il primo ad accogliere taletipo di pianta nel 600, che potevano abbellire al mas-simo le ville di aristocratici, ma i suoi frutti non veni-vano neppure presi in considerazione e per il lorocolore rossiccio e per la loro forma tondeggiantedestavano solo curiosità.In effetti furono introdotti in Italia come piante diinteresse agricolo solo alla fine dell’800 e si cominciòa fare degli impianti solo nel secondo decennio del900 in Campania, poi negli anni 20 e 30 in EmiliaRomagna ed in Sicilia, dove vengono sperimentatenuove cultivar, mentre quelle più diffuse sono, ilKachi alla vaniglia, Il Kachi di Misilmeri, il Kachimela, il Kachi cioccolatino.La varietà individuata a Satriano non rientra in nessu-na tipologia di quelle descritte e rappresenta unacuriosità intrigante specialmente dal punto di vistadell’aspetto del frutto, in quanto parte con una formaappiattita nell’attaccatura del picciolo, poi diventasferico ed infine finisce a forma di cuore, ma con unaparticolarità in più costituita da depressioni nella buc-cia che lo percorrono dall’alto in basso.La polpa rimane soda anche a maturazione ed èmolto dolce, mentre i frutti nella nostra zona nonrisultano attaccate molto dalla cocciniglia, ma sonosoggetti alla mosca della frutta.Probabilmente la varietà molto rara individuata daAngela, sarà presente nell’area di Satriano e nelCatanzarese da moltissimo tempo come anche ilKachi Ellena, in quanto il giorno trenta novembre, inoccasione della giornata dedicata ai musei, mi recai aTiriolo e visitando la cittadina, in un giardino recinta-to da un alto muro e abbandonato, a qualche centi-naio di metri dal formidabile castello normanno avvi-stai una pianta di Kachi non giovane, della stessavarietà di quella evidenziata da Angela.

Orlanndo Sculli

Il kachi di Satriano

Un Nataleall'insegna del buon vino

I soliti idiotiBRIG

ANTI

La frase che sento più spesso ultimamente è: “di solito si va in piaz-za per protestare contro il governo e non contro l’opposizione”,guarnita da risatina a fine ultima sillaba. Che ridere. Questi idioti chescendono in piazza per dire basta all’odio, che ridere. Sono tutti con-trollati dal PD. Questi rincitrulliti che si battono contro l’opposizio-ne. Sono tutti controllati da Soros. Babbazzi. Ah, quanti idioti chestanno a riscaldare le piazze italiane, sono migliaia di idioti. Invece,penso io, quelli che pronunciano queste frasi sono i soliti politicantiche, se fosse per loro, in un minuto tutti i problemi sarebbero risol-ti. Vogliamo continuare a vivere coi prosciutti sugli occhi?Continuano: “Non c’è nessuna emergenza fascista, l’olocausto ètutta un’opera di fantascienza, ci sono problemi più importanti dellagente che muore in mare, è tutta opera di Soros”. Voglio aggiunge-re una chicca, the last but not the least: “il maschilismo non esiste ele femministe sono terroriste”. Tutte queste fantascientifiche frasisono pronunciate in momenti come quelli odierni in cui si scovanogruppi nazisti pronti a irrompere sulla scena, in cui Liliana Segre habisogno della scorta per poter svolgere normalmente la sua vita, incui ogni giorno continuano a partire barconi della speranza carichidi umani che scappano da guerre che noi occidentali provochiamo,

in cui ogni giorno (o quasi) una donna viene ammazzata per manodi un uomo che non ha attributi per vivere la sua esistenza senzanuocere. E non ci dimentichiamo del gravissimo atto di prevarica-zione maschile appena compiuto, come pure umiliazione, di unadonna di spessore, nonchè prima presidentessa della Camera digenere femminile quale fu Nilde Iotti, diffamata da un giornalettosessista e senza gloria. Hanno ragione loro. Le piazze sono carichedi idioti contro l’opposizione. Questi idioti però sentono che c’è unproblema che affligge questa penisola, e proviene dall’odio profusodalle parole di chi ogni giorno è invitato in tv a farlo, e sparge melmache attecchisce laddove il terreno è arido. Allora sì che tutto devepartire dalla scuola, è la scuola che deve preoccuparsi di questo odioe cercare di mettere in moto un meccanismo di recupero delle idee,di recupero di un cervello funzionante! Basta coi robottini, facciamoin modo che le future generazioni siano in grado di pensare, dinuovo! E magari si cerchi di insegnare la pace e la tolleranza, e miappello agli insegnanti poiché, com’è noto, non ci si può certo appel-lare ai politici per questo. Purtroppo.

Brigantessa Serena Iannopollo

www.larivieraonline.com Rrubriche15

DIC

EMBR

E - 1

2www.larivieraonline.com R

Page 27: R dere le distanze, trasformando le sue tasche vuote in... Tasche Fredde. Questo un estratto del brano: "Ragazzi padre il padre assente, qui non c’è gloria / Si guadagna facilmente,

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GIUDIZIARIA

Molto spesso nelle ordinanze di custodiacautelare l’ordinanza emessa dal giudicesegue la richiesta cautelare formulata dalpubblico ministero. Il problema che si pone

è quello che riguarda l’eventuale compressione deidiritti della difesa nel momento in cui si proponenell’ordinanza custodiale una selezione degli ele-menti contenuti nella richiesta del pm, quindi suiprofili valutativi di pertinenza del giudicante.Per una parte della giurisprudenza non deriva alcu-na compressione dei diritti di difesa, posto che all’at-to del deposito dell’ordinanza, comunque, la richie-sta e gli atti presentati a sostegno di essa dal pubbli-co ministero sono ex lege resi disponibili anche agliindagati, di talché le valutazioni difensive possonoda subito spiegarsi in tutta cognizione di causa.Anche in punto di validità dell’atto, corre l’obbligodi anticipare le facili obiezioni di chi voglia invocarele nullità previste dall’art. 292 c.p.p., in considerazio-ne dell’utilizzo delle parti motive della richiesta del-l’accusa.La giurisprudenza di legittimità sul punto è pacificae costante, ove afferma che l'ordinanza applicativadella custodia cautelare in carcere, in cui sia statatrasfusa integralmente e alla lettera la richiesta delpubblico ministero non può essere considerata nullaper mancanza assoluta di motivazione, se risulta cheil giudice abbia preso cognizione del contenuto delleragioni dell'atto richiamato, ritenendole coerentialla sua decisione e sia possibile instaurare, nel pro-cedimento incidentale, un effettivo e trasparentecontraddittorio tra le parti, assicurando concreta-mente all'indagato il diritto di difesa e permettendoal giudice sovraordinato di controllare la rilevanza,la pertinenza e la concludenza degli elementi posti abase del giudizio di probabile reità e l'iter logicoattraverso il quale si perviene alla decisione (cfr.Cass. IV, 18/12/2003 CED 228169; ribadita anchedalla recente Cass. I, 28/03/2012 CED 252274).Tale giurisprudenza, del resto, non fa che applicareall’ordinanza cautelare l’altrettanto pacifica ed auto-revole statuizione delle Sezioni Unite in materia dimotivazione per relationem, ove – in materia diintercettazioni telefoniche, ma con efficacia genera-le - si afferma che la motivazione per relationem diun provvedimento giudiziale è da considerare legit-tima quando: 1) faccia riferimento, recettizio o disemplice rinvio, a un legittimo atto del procedimen-to, la cui motivazione risulti congrua rispetto all'esi-genza di giustificazione propria del provvedimentodi destinazione; 2) fornisca la dimostrazione che ilgiudice ha preso cognizione del contenuto sostanzia-le delle ragioni del provvedimento di riferimento e leabbia meditate e ritenute coerenti con la sua decisio-ne; 3) l'atto di riferimento, quando non venga allega-to o trascritto nel provvedimento da motivare, siaconosciuto dall'interessato o almeno ostensibile,quanto meno al momento in cui si renda attuale l'e-sercizio della facoltà di valutazione, di critica ed,eventualmente, di gravame e, conseguentemente, dicontrollo dell'organo della valutazione o dell'impu-gnazione (Cass. SU n. 17 del 21/06/2000 CED216664).E’ innegabile che la stessa selezione di parti dellarichiesta cautelare e l’evidenziazione ulteriore dialcune di esse costituiscono già in sé un’attività valu-tativa svolta dal Giudice, che ha letto, ponderato escelto alcuni passaggi salienti e non riassumibili del-l’esposizione dei fatti operata dal requirente. Infine,è comprensibile che alcuni passaggi meramentedescrittivi o narrativi di risultanze obiettive degli attisiano trascritti integralmente, anche a garanzia enell’interesse dell’indagato e della sua difesa,che così hanno un punto di paragone a cuirispondere non filtrato da sintesi potenzial-mente suggestive.

Siete tutti pronti? Cantine Aperte aNatale è tornato! L'iniziativa promossa eorganizzata dal Movimento Turismo delVino - organizzazione no profit che daanni si impegna nella promozione e nellavalorizzazione della cultura del vino e delsettore enoturistico nazionale - è rivolta atutti gli amanti del buon vino e non solo.Per tutto il mese di dicembre la magicaatmosfera natalizia si trasferirà all'internodelle cantine di tutta Italia con l'intento diregalare esperienze uniche all'insegnadell'allegria e del buon vino.Degustazioni, spettacoli, eventi, assaggi diprodotti tipici e tanto, tanto divertimento,saranno ciò che troverete in tutte le canti-ne partecipanti all'iniziativa. L’evento pre-vede anche diverse attività rivolte ai piùpiccoli che verranno coinvolti e fattidivertire con cacce al tesoro tra le botti,oppure intrattenuti con le favole diNatale sotto l’albero e i laboratori senso-riali. Naturalmente anche le principali cantinecalabresi proporranno visite guidate,assaggi e intrattenimenti vari. Unmomento davvero magico per rendere piùoriginali i brindisi delle vostre feste e cheè volto a rinforzare il forte legame alletradizioni del proprio paese, ma non solo,anche i sapori, gli odori e le prelibatezzetipiche e locali.

La Calabria,nota già all'e-poca dell'anti-ca Grecia perla produzio-ne di viniraffinati, hacontinuatoa mantene-re neltempo ilsuo prima-to produ-

cendo vini daisapori intensi e

corposi in grado diconquistare qualsiasitipologia di palato. I vinicalabresi presentanouna forte personalità eun profondo connubiotra terra e tradizionevitivinicola che ha porta-to all'origine di etichet-te di altà qualità,

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nazionale.Sonia Cogliandro

FRUTTI DIMENTICATI

Il diritto delladifesa trarichiestacautelare evalutazionedel giudiceCONVERSANDO

DIOSPYROS KAKI L.F.FAMIGLIA EBENACEE

Angela Maida, che guida il gruppo archeologicoPaolo Orsi, assieme al marito Raffaele Riverso, amatantissimo la natura e cura un giardino con amore epassione, dimostrando propensione per il mondoagricolo, evidenziando un’attenzione particolare pergli alberi da frutto, specie per quelli rari o in via diestinzione. Addirittura è capace di praticare gli innesti, anchequelli di difficile esecuzione, portati a termine primadella primavera con la tecnica dello spacco o dellafine estate con quella a gemma dormiente.Quando va in giro nel Soveratese osserva il territorioe cerca di individuare piante inusuali e rare che hannobisogno di un risalto maggiore perché possano esserediffuse e talvolta anche tutelate.Circa un mese addietro mi aveva mandato delle fotoche rappresentavano una varietà di prugne che matu-rano tardivamente, addirittura a novembre, quindimolto interessanti.Una decina di giorni addietro, durante un giro chefece a Satriano, in un giardino dentro l’abitato notòuna pianta molto particolare di Kachi che attrasseimmediatamente la sua attenzione.Il giardino con una villetta in mezzo appartiene a unacoppia di suoi conoscenti che per motivo di lavorouna trentina di anni addietro emigrarono inLombardia con la speranza di rientrare presto, masono passati tanti anni e la voglia di ritornare vienesempre meno, in quanto i figli, nati al nord, non ven-gono più con loro d’estate o durante le festività nata-lizie e quelle pasquali.Prima venivano volentieri , anzi contavano i giorniche li separava dalla vacanza e arrivavano puntual-mente ogni estate, quando amavano andare al mare,ma anche divertirsi a gironzolare per le vie del paesee per le campagne vicine assieme a parenti loro oamici coetanei.Da quando hanno superato i diciotto anni, in vacan-za vanno altrove in compagnia di amici, ma non inCalabria, dove non si divertono più.Il giardino, prima curatissimo, ogni anno che passadiviene sempre più trascurato e ciò sta ad indicare cheanche i due coniugi, non solo hanno rinunciato all’i-dea di ritornare in Calabria definitivamente, mahanno diradato le loro visite nel loro paese d’origine.Passando accanto al giardino aveva notato la piantamolto carica di loti particolari, ma per rispetto ai suoiconoscenti non aveva osato violare la proprietà per

coglierne, ma quando si era accorta che degli estraneil’avevano fatto, quando erano rimasti meno di diecifrutti, ne colse due per fotografarli e per poter verifi-care se il gusto fosse più o meno interessante.Aveva notato inoltre che il tronco della pianta avevail diametro di circa trenta cm ed era molto per unapianta di tal genere in quanto essa è a lentissimoaccrescimento e di conseguenza aveva stimato chepotesse avere più di settant’anni di età, quindi saràstata messa a dimora almeno negli anni cinquanta del900 quando si cominciarono ad apprezzare i suoi frut-ti.Si fa presente che i Kachi prima erano consideratepiante esotiche da orti botanici, quale quello diBoboli in Toscana, che fu il primo ad accogliere taletipo di pianta nel 600, che potevano abbellire al mas-simo le ville di aristocratici, ma i suoi frutti non veni-vano neppure presi in considerazione e per il lorocolore rossiccio e per la loro forma tondeggiantedestavano solo curiosità.In effetti furono introdotti in Italia come piante diinteresse agricolo solo alla fine dell’800 e si cominciòa fare degli impianti solo nel secondo decennio del900 in Campania, poi negli anni 20 e 30 in EmiliaRomagna ed in Sicilia, dove vengono sperimentatenuove cultivar, mentre quelle più diffuse sono, ilKachi alla vaniglia, Il Kachi di Misilmeri, il Kachimela, il Kachi cioccolatino.La varietà individuata a Satriano non rientra in nessu-na tipologia di quelle descritte e rappresenta unacuriosità intrigante specialmente dal punto di vistadell’aspetto del frutto, in quanto parte con una formaappiattita nell’attaccatura del picciolo, poi diventasferico ed infine finisce a forma di cuore, ma con unaparticolarità in più costituita da depressioni nella buc-cia che lo percorrono dall’alto in basso.La polpa rimane soda anche a maturazione ed èmolto dolce, mentre i frutti nella nostra zona nonrisultano attaccate molto dalla cocciniglia, ma sonosoggetti alla mosca della frutta.Probabilmente la varietà molto rara individuata daAngela, sarà presente nell’area di Satriano e nelCatanzarese da moltissimo tempo come anche ilKachi Ellena, in quanto il giorno trenta novembre, inoccasione della giornata dedicata ai musei, mi recai aTiriolo e visitando la cittadina, in un giardino recinta-to da un alto muro e abbandonato, a qualche centi-naio di metri dal formidabile castello normanno avvi-stai una pianta di Kachi non giovane, della stessavarietà di quella evidenziata da Angela.

Orlanndo Sculli

Il kachi di Satriano

Un Nataleall'insegna del buon vino

I soliti idiotiBRIG

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TI

La frase che sento più spesso ultimamente è: “di solito si va in piaz-za per protestare contro il governo e non contro l’opposizione”,guarnita da risatina a fine ultima sillaba. Che ridere. Questi idioti chescendono in piazza per dire basta all’odio, che ridere. Sono tutti con-trollati dal PD. Questi rincitrulliti che si battono contro l’opposizio-ne. Sono tutti controllati da Soros. Babbazzi. Ah, quanti idioti chestanno a riscaldare le piazze italiane, sono migliaia di idioti. Invece,penso io, quelli che pronunciano queste frasi sono i soliti politicantiche, se fosse per loro, in un minuto tutti i problemi sarebbero risol-ti. Vogliamo continuare a vivere coi prosciutti sugli occhi?Continuano: “Non c’è nessuna emergenza fascista, l’olocausto ètutta un’opera di fantascienza, ci sono problemi più importanti dellagente che muore in mare, è tutta opera di Soros”. Voglio aggiunge-re una chicca, the last but not the least: “il maschilismo non esiste ele femministe sono terroriste”. Tutte queste fantascientifiche frasisono pronunciate in momenti come quelli odierni in cui si scovanogruppi nazisti pronti a irrompere sulla scena, in cui Liliana Segre habisogno della scorta per poter svolgere normalmente la sua vita, incui ogni giorno continuano a partire barconi della speranza carichidi umani che scappano da guerre che noi occidentali provochiamo,

in cui ogni giorno (o quasi) una donna viene ammazzata per manodi un uomo che non ha attributi per vivere la sua esistenza senzanuocere. E non ci dimentichiamo del gravissimo atto di prevarica-zione maschile appena compiuto, come pure umiliazione, di unadonna di spessore, nonchè prima presidentessa della Camera digenere femminile quale fu Nilde Iotti, diffamata da un giornalettosessista e senza gloria. Hanno ragione loro. Le piazze sono carichedi idioti contro l’opposizione. Questi idioti però sentono che c’è unproblema che affligge questa penisola, e proviene dall’odio profusodalle parole di chi ogni giorno è invitato in tv a farlo, e sparge melmache attecchisce laddove il terreno è arido. Allora sì che tutto devepartire dalla scuola, è la scuola che deve preoccuparsi di questo odioe cercare di mettere in moto un meccanismo di recupero delle idee,di recupero di un cervello funzionante! Basta coi robottini, facciamoin modo che le future generazioni siano in grado di pensare, dinuovo! E magari si cerchi di insegnare la pace e la tolleranza, e miappello agli insegnanti poiché, com’è noto, non ci si può certo appel-lare ai politici per questo. Purtroppo.

Brigantessa Serena Iannopollo

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COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Giuseppe Romeo, Orlando Sculli,

Sonia Cogliandro, Serena Iannopollo, Gaetano Marando,Rosalba Topini, Arturo Rocca,

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È proprio vero che una laurea può offrirti unbagaglio culturale, ma per afferrare la vera cono-scenza occorre riuscire a varcare la soglia dell’ol-tre. Oltre l’apparenza, oltre i pregiudizi, oltre ilsentito dire. Sono rimasta colpita e offesa dall’in-tervista che Tito Boeri, economista, professorealla Bocconi di Milano, ha rilasciato nella trasmis-sione “Piazza Pulita” su La7. Ecco il suo pensierosulla scuola e gli studenti del Sud Italia: “IlMezzogiorno non potrà mai decollare e converge-re con il resto del Paese fino a quando sforneràdiplomati che non sanno far di conto e non sannoleggere o interpretare un testo. Non hanno i rudi-menti scientifici al pari degli studenti diplomatiche escono dalle scuole del Nord. Le famiglie nonhanno capito quale sia il valore dell’istruzione,pensano che valga il diploma in quanto tale, non icontenuti formativi. Gli insegnanti, a quel punto,hanno questa difficoltà a rapportarsi agli studenti,

perché non hanno dalla loro parte il peso dei geni-tori. È come se al Sud la scuola durasse un anno inmeno”. Conclusione gli studenti del Sud sonoinferiori a quelli del Nord.Egregio professore, se lei riuscisse a varcare lasoglia di cui ho scritto prima saprebbe che:- da anni gli insegnanti del Sud insegnano al Nord,infatti due docenti su tre sono del Meridione.Quindi se gli studenti del Nord sono così bravi, ilmerito è anche nostro.- I docenti che hanno la possibilità di rimanere alavorare nella propria Terra si impegnano al mas-simo, soprattutto per salvare quei ragazzi difficiliconvinti che la scuola sia inutile. Lei non può capi-re quanto sia grande la gratificazione quando siottengono risultati da questi alunni.- Se è vero che le scuole del Sud non funzionano,come si spiega che eccellenze come il dottorCrucitti, Delbecco o Gargiulo si sono distinti fuori

dal territorio; oppure dove sono andati a scuolascrittori come Corrado Alvaro o Mario La Cava,secondo lei?- Infine, dare colpe alle famiglie, è molto ingiusto,perché ci sono famiglie che con sacrifici permetto-no ai loro figli di studiare, li sostengono e li inco-raggiano.Ovviamente noi siamo i primi a non generalizza-re, ci sono delle situazioni spiacevoli nelle scuoledel Sud, ci sono studenti che non sono eccellenti,ci sono le famiglie che insegnano ai propri figli cheserve solo il pezzo di carta. Sicuramente i nostristudenti, figli della Magna Grecia, potrebberoavere delle strutture migliori se i fondi delle scuo-le non fossero dirottate tutte al Nord. Certamentela tipologia di studente svogliato o famiglie chenon seguono i propri figli ci saranno anche alNord, perché parto dal principio che la perfezioneè estranea a questo mondo. Da sottolineare anche

come il giornalista Corrado Formigli, colui che haintervistato Boeri, non ha fatto alcun commento,ma ha cambiato subito discorso, chiedendo delleelezioni inglesi. Sulla pagina facebook di PinoAprile è stato scritto che Tito Boeri va querelatoper discriminazione razziale, perché le sue paroleindicano una profonda ignoranza che sfocia nelrazzismo. Del resto è facile parlare male del Sud,però mi chiedo perché quando insultano ilMeridione tutto tace?P.S. Da dire a Boeri la notizia di questi giorni cheuna studentessa salernitana, Yvonne Mondany,classe ’96, l’estate scorsa a soli 22 anni ha consegui-to la sua terza laurea.Concludo con la citazione dell’astrofisico StephenHawking: “ Il più grande nemico della conoscen-za non è l’ignoranza, è l’illusione della conoscen-za”.

Rosalba Topini

Al Sud siamoignoranti mentre

al Nord sonocolti. Parola di Tito Boeri

Durante l’ultimapuntata

di “Piazza Pulita”su La7, nel corsodi un’intervista,

Tito Boeri,economista,

professore allaBocconi ha

dichiarato checonsiderata lapreparazionedegli studenti

meridionali è come se al Sudla scuola durasseun anno in meno

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Storie natalizieSul corso di Siderno il climanatalizio stimola ricordi divita tra Siderno Superiore eMartone in Gigi Sarroino,Antonio “Plis” Ceraudo,Giorgio Calvi, Peppe “Pirata”Galea e Mario Pellegrino.

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Calcio legalizzatoEcco la formazione completa 2019-2020 del Calcio Forense Locri. Inpiedi: Vumbaca, Sarà, Cordí,Leonardo, Criteri, Franco,Scaramuzzino, Romano, VastaRechichi Dimasi. Accovacciati: Gallí,Oppedisano, Ricupero,, Caracciolo,Amato, Pedullà, Belcastro, Campisi.

Giornale da bancoLa Riviera è ormai il giornalepiù ricercato dei bar dellaLocride. Molto spesso, infatti,assieme al caffè, baristi (etitolari) dei locali ci offronoanche il loro migliore sorrisonella speranza di fare unacomparata sul nostro Blob,proprio come hanno fattoAndrea, Totò, Andrea e Zairo.

Ricordo letterarioSempre a Bovalino abbiamo incontratoun gruppo di intellettuali composto da

Mimmo Romeo, Santino Salerno,Mimmo Gangemi e Rocco La Cava che,nonostante le molte pagine scritte, cidicono di leggere sempre con grandeattenzione il nostro giornale anche inricordo del caro Pasquino Crupi chevogliono ricordare con questa foto.

Doni culturaliMimmo Racco, in occasione

del Premio Letterario Mario LaCava svoltasi a Bovalino la scor-sa settimana, ha regalato unacopia del suo libro “A modo

mio” a uno dei più grandi stori-ci della Calabria, Vito Teti.

50 anni nataliziLa moglie Simona e il figlioGiuseppe augurano un feli-

cissimo compleanno aVincenzo, che la scorsa setti-mana ha compiuto 50 anni!

Quote rosa bovalinesiEcco a voi le fantastiche

quote rosa della maggio-ranza bovalinese: Cinzia

Cataldo, MaddalenaDattilo, Laura Sgambellone

e Annalisa Stranieri, chenon hanno ridotto il pro-prio impegno nemmenoin questo periodo di festa.

Buon Natale, Bruno!Facciamo gli auguri di un feli-ce Natale (e di pronta guari-gione) al nostro caro amicoBruno Gasparro, che speriamodi rivedere al più presto tra lemura della nostra redazione!

Memorie culinarieTra i ricordi dei giovani

cuochi della Locride figu-ra certamente questafoto scattata a MassaCarrara nel 2007 agli

Internazionali d’Italia, incui riconosciamo: RockyMazzaferro, Emanuele Di

Masi e Riccardo Sculli.

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