Quotidian o 197

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Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00 L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Anno CLIII n. 197 (46.441) Città del Vaticano venerdì 30 agosto 2013 . y(7HA3J1*QSSKKM( +@!z!:!%!" La decisione di un intervento militare contro Assad verrà presa solo dopo l’esame del rapporto delle Nazioni Unite Rallenta la corsa alle armi Washington presenterà al Consiglio di sicurezza un dossier con accuse al Governo siriano DAMASCO, 29. Si allontana, ma non si cancella la prospettiva di un allar- gamento del conflitto siriano, con interventi armati internazionali dalle conseguenze al momento non valu- tabili nel loro complesso, ma certa- mente inquietanti. Dopo giorni in cui era sembrata imminente una ri- torsione al presunto bombardamento con armi chimiche della settimana scorsa alla periferia di Damasco, c’è stato un ripensamento da parte dei Governi che senza attendere i risul- tati dell’indagine Onu in corso si erano detti certi della veridicità dell’ accusa mossa dai ribelli siriani al presidente Bashar Al Assad, che l’ha ribaltata su questi ultimi. Ad annunciare la frenata è stato il primo ministro britannico, David Cameron. Dopo le sue dichiarazioni fatte negli ultimi giorni, nonostante il presidente degli Stati Uniti, Ba- rack Obama, avesse più volte ripetu- to di non aver preso nessuna deci- sione in merito all’attacco, l’annun- cio di Cameron ha suscitato qualche sorpresa da parte di alcuni osserva- tori. Da parte sua Obama, in un’in- tervista rilasciata poche ore fa all’emittente televisiva Pbs, ha riba- dito la sua posizione aggiungendo peraltro di non ritenere i ribelli siria- ni in possesso di armi chimiche e quindi confermando i sospetti sul Governo di Damasco. Secondo Obama, un eventuale attacco «mira- to e limitato» sarebbe sufficiente per inviare un monito ad Assad. In ogni caso, anche oggi sono segnalati in Mediterraneo movimenti di forze na- vali ed aeree statunitensi e britanni- che, ma anche russe. La Siria nel frattempo ha chiesto ieri a Ban Ki-moon di incaricare im- mediatamente gli ispettori in Siria di un’inchiesta su tre nuovi presunti at- tacchi con gas letali sferrati dai ri- belli. Poco prima, il vice ministro degli Esteri, Faisal Maqdad, aveva Papa Francesco ha ricevuto il re di Giordania Il dialogo unica opzione per la Siria Nella mattinata di giovedì 29 ago- sto, Papa Francesco ha ricevuto il re di Giordania, Abdullah II, e la regina Rania. Successivamente, il sovrano hascemita ha incontrato il cardinale Tarcisio Bertone, segreta- rio di Stato, che era accompagnato dall’arcivescovo Dominique Mam- berti, segretario per i Rapporti con gli Stati. Nel corso dei cordiali colloqui sono stati passati in rassegna alcuni temi di comune interesse, soprat- tutto la promozione della pace e della stabilità nel Medio Oriente, con particolare riferimento alla ri- presa dei negoziati tra israeliani e palestinesi e alla questione di Ge- rusalemme. Speciale attenzione è stata riservata alla tragica situazio- ne in cui versa la Siria; al riguardo, è stato riaffermato che la via del dialogo e della negoziazione fra tutti i componenti della società si- riana, con il sostegno della comu- nità internazionale, è l’unica opzione per porre fine al conflitto e alle violenze che ogni giorno causano la perdita di tante vite umane, soprattutto fra la popola- zione inerme. Si è, inoltre, espresso apprezza- mento per l’impegno di re Abdul- lah nel campo del dialogo interreli- gioso e per l’iniziativa di convocare ad Amman, all’inizio del mese di settembre, una conferenza sulle sfi- de che i cristiani nel Medio Orien- te devono affrontare, particolar- mente durante questo periodo di cambiamenti socio-politici. Si è, in- fine, rilevato il positivo contributo che le comunità cristiane apporta- no alle società della regione, di cui sono una parte integrante. Gli ispettori dell’Onu a Damasco (Reuters) I sindacati respingono la proposta delle multinazionali di aumenti salariali di solo il 5 per cento Verso un nuovo sciopero di minatori in Sud Africa Le proteste dei minatori a Marikana (La Presse/Ap) Emergenza immigrazione Centinaia di naufraghi sulle coste italiane Il Pontefice agli agostiniani e ai giovani di Piacenza-Bobbio L’invito a conservare nel cuore l’“inquietudine” di cercare Dio, di annunciarlo con coraggio e di testimoniarlo con l’amore è stato rivolto dal Papa ai partecipanti al capitolo generale degli agosti- niani durante la messa celebrata nel pomeriggio di mercoledì 28 agosto, nella basilica romana dei santi Trifone e Agostino in Campo Marzio. Dal Pontefice, in particolare, la raccomandazione di non ri- manere «chiusi in noi stessi, nel- le nostre comunità, che molte volte è per noi “comunità-como- dità”», per «andare incontro all’altro, senza aspettare che sia l’altro a manifestare il suo biso- gno». Poco prima, incontrando nel- la basilica Vaticana settecento giovani della diocesi di Piacen- za-Bobbio, il Santo Padre aveva ricordato che solo mantenendo la speranza e la voglia di cose grandi e di ideali alti è possibile andare controcorrente ed essere «artigiani di futuro» per il mon- do. PAGINA 8 detto che Paesi europei hanno aiuta- to gruppi terroristici a usare le armi chimiche in Siria, aggiungendo che gli stessi gruppi «le useranno presto contro il popolo d’Europa». Nella mozione che presenterà oggi in Parlamento, il Governo britannico continua a ritenere necessaria una ri- sposta, anche senza avallo dell’O nu. Ora però ritiene che il Consiglio di sicurezza dell’Onu debba prima esa- minare il rapporto degli ispettori che stanno indagando in Siria. Il segre- tario generale dell’Onu, Ban Ki- moon, ha detto ieri che occorrono almeno altri quattro giorni. In prece- denza, era stato proprio Cameron a cercare di accelerare un intervento armato, annunciando una proposta di risoluzione della Gran Bretagna al Consiglio di sicurezza «per l’auto- rizzazione di misure necessarie alla protezione di civili». L’immediata ri- sposta di Mosca aveva confermato che la Russia avrebbe posto il veto, come è stato ribadito in una riunio- ne degli ambasciatori all’Onu dei cinque Paesi membri permanenti del Consiglio di sicurezza (oltre alle stesse Gran Bretagna e Russia, Cina, Francia e Stati Uniti). Ancora prima della riunione, infatti, il vice mini- stro degli esteri russo, Vladimir Titov, aveva dichiarato che «è pre- maturo discutere di una reazione del Consiglio di sicurezza finché gli ispettori in Siria non presenteranno il loro rapporto». A questo rapporto gli Stati Uniti si preparano ad affiancare un dossier con presunte prove di colpevolezza del Governo siriano, che diverse fon- ti definiscono cospicuo, ma incom- pleto. La rivista «Foreign Policy» sostiene che ci sarebbero, tra l’altro, intercettazioni di telefonate nelle quali un funzionario del ministero della Difesa chiede al comandante di un’unità per le armi chimiche spie- gazioni su un attacco con gas nervi- no, ma aggiunge che non ci sarebbe- ro prove determinanti. L’Amministrazione di Washington continua a confrontarsi con i parla- mentari del Congresso per arrivare a una decisione sulla quale consigliano prudenza i precedenti storici, dato che per giustificare l’attacco anglo- statunitense all’Iraq nel 2003 furono addotte prove poi rivelatesi false proprio relative ad armi chimiche. Al tempo stesso, è difficile ignorare le considerazioni di molti osservatori sulla possibilità di una manipolazio- ne mediatica riguardo alle immagini diffuse dai ribelli siriani sui social network. Tanto più che sembra ar- duo spiegare perché il Governo di Damasco, proprio mentre l’esercito sta conseguendo contro i ribelli suc- cessi ritenuti ormai decisivi dalla gran parte degli analisti militari, ab- bia varcato quella “linea rossa” dell’uso di armi chimiche sulla quale era stato più volte messo in guardia. A questo si aggiunge il rischio di una deriva di tensioni diplomatiche, soprattutto con la Russia, che nelle ultime ore ha ribadito ancora una volta, in un colloquio telefonico tra il vice ministro degli Esteri Ghenna- di Gatilov e Ban Ki-moon, la con- vinzione che «i progetti di interventi militari in Siria manifestati da alcuni Paesi sono una sfida alle disposizio- ni della Carta dell’Onu e ad altre norme di diritto internazionale». Dai rappresentanti cristiani appelli alla prudenza su un eventuale attacco militare Rifiuto di ogni violenza PAGINA 6 NOSTRE INFORMAZIONI Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza le Loro Maestà il Re di Giorda- nia Abdullah II e la Regina Rania, e Seguito. CITTÀ DEL CAPO, 29. Si profila una ripresa degli scioperi dei minatori del Sud Africa, mobilitati da un an- no per ottenere migliori retribuzio- ni. La National Union of Minewor- kers (Num), il principale sindacato del settore, ha respinto la proposta di aumenti salariali delle multinazio- nali concessionarie dei diritti di estrazione di aumenti salariali di ap- pena il 5 per cento e ha annunciato che si va appunto verso un nuovo sciopero generale. Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Sapa, il portavoce del Num, Lesiba Seshoka, ha definito l’offerta «uno scherzo». Attraverso la Camera delle miniere, le multinazionali si erano dette disposte ad accordare al massi- mo aumenti da 5.000 a 5.300 rand al mese (cioè da circa 360 a 380 eu- ro). L’offerta è clamorosamente al di sotto di quanto chiesto dalla Num e dall’Association of Mineworkers and Construction Union (Amcu), il sin- dacato emergente che ha trovato nell’ultimo anno consensi sempre maggiori tra i lavoratori del settore. Le due formazioni sindacali sono state spesso su posizioni divergenti in questi mesi, con accuse dell’Amcu alla Num di eccessiva acquiescenza non solo alle posizioni del Governo sudafricano, espressione dell’African National Congress (Anc) — Gover- no per il quale i guadagni minerari costituiscono una voce rilevante del bilancio statale — ma persino a quel- le delle società concessionarie dei diritti di estrazione. In questo caso, però, entrambi i sindacati hanno an- nunciato l’avvio dello sciopero gene- rale per venerdì, sempre che le mul- tinazionali non presentino nuove of- ferte. La protesta dei minatori ha avuto il suo momento più drammatico all’inizio, quando a luglio del 2012 la polizia aprì il fuoco sui lavoratori in sciopero della miniera di platino di Marikana, gestita dalla compa- gnia Lonmin, uccidendo 34 persone. Ne è seguito oltre un anno di prote- ste più volte degenerate in disordini e in dure repressioni della polizia. L’ultimo grave episodio si è verifica- to a metà agosto, quando Nbongile Madolo, una dirigente della Num, è stata uccisa a colpi d’arma da fuoco proprio davanti alla miniera di Marikana. L’uccisione di Nbongile Madolo non è stata purtroppo un fatto nuovo: nell’ultimo anno, si so- no infatti moltiplicate le violenze, già in altri casi mortali, contro i sin- dacalisti attivi intorno all’immenso giacimento gestito dalla Lonmin. Proprio la miniera di Marikana resta l’epicentro del movimento di prote- sta nella regione mineraria di Rustenburg, dove la tensione era tornata a salire bruscamente in mag- gio, dopo l’annuncio di seimila li- cenziamenti da parte dell’Anglo American Platinum, un’altra multi- nazionale concessionaria di diritti di sfruttamento minerario. ROMA, 29. Centinaia di disperati in fuga dalle violenze della guerra, dal- la fame e dalla povertà alla deriva nel Mediterraneo nel tentativo di raggiungere le coste italiane. L’emer- genza immigrazione non si allenta: oltre cinquecento migranti sono ap- prodati nel siracusano nelle ultime 24 ore. Un barcone in difficoltà con a bordo settanta migranti, tra i quali due donne e quattro bambini, è sta- to soccorso questa notte nel Canale di Sicilia da due motovedette della Guardia costiera italiana. L’opera- zione, avvenuta a circa 85 miglia a sud di Capo Passero, l’estremo lem- bo meridionale della Sicilia, è stata resa particolarmente difficoltosa dal- le proibitive condizioni del mare. Sempre a Siracusa ieri erano ap- prodati altri 350 profughi siriani. A bordo di uno dei due barconi soc- corsi dalla Marina Militare, anche una neonata di quattro giorni parto- rita dalla giovane mamma durante la traversata. Madre e figlia si trovano adesso ricoverate nell’ospedale Um- berto I di Siracusa e stanno bene. Sui barconi erano presenti una cin- quantina di bambini con sintomi di disidratazione: erano in mare da al- meno dieci giorni. Come parla Jorge Mario Bergoglio Per non “balconear” la vita JORGE MILIA A PAGINA 5

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L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO

Unicuique suum

POLITICO RELIGIOSO

Non praevalebunt

Anno CLIII n. 197 (46.441) Città del Vaticano venerdì 30 agosto 2013

.

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!"

La decisione di un intervento militare contro Assad verrà presa solo dopo l’esame del rapporto delle Nazioni Unite

Rallenta la corsa alle armiWashington presenterà al Consiglio di sicurezza un dossier con accuse al Governo siriano

DA M A S C O, 29. Si allontana, ma nonsi cancella la prospettiva di un allar-gamento del conflitto siriano, coninterventi armati internazionali dalleconseguenze al momento non valu-tabili nel loro complesso, ma certa-mente inquietanti. Dopo giorni incui era sembrata imminente una ri-torsione al presunto bombardamentocon armi chimiche della settimanascorsa alla periferia di Damasco, c’èstato un ripensamento da parte deiGoverni che senza attendere i risul-tati dell’indagine Onu in corso sierano detti certi della veridicità dell’accusa mossa dai ribelli siriani alpresidente Bashar Al Assad, che l’haribaltata su questi ultimi.

Ad annunciare la frenata è stato ilprimo ministro britannico, DavidCameron. Dopo le sue dichiarazionifatte negli ultimi giorni, nonostanteil presidente degli Stati Uniti, Ba-rack Obama, avesse più volte ripetu-to di non aver preso nessuna deci-sione in merito all’attacco, l’annun-cio di Cameron ha suscitato qualchesorpresa da parte di alcuni osserva-tori. Da parte sua Obama, in un’in-tervista rilasciata poche ore faall’emittente televisiva Pbs, ha riba-dito la sua posizione aggiungendoperaltro di non ritenere i ribelli siria-ni in possesso di armi chimiche equindi confermando i sospetti sulGoverno di Damasco. SecondoObama, un eventuale attacco «mira-to e limitato» sarebbe sufficiente perinviare un monito ad Assad. In ognicaso, anche oggi sono segnalati inMediterraneo movimenti di forze na-vali ed aeree statunitensi e britanni-che, ma anche russe.

La Siria nel frattempo ha chiestoieri a Ban Ki-moon di incaricare im-mediatamente gli ispettori in Siria diun’inchiesta su tre nuovi presunti at-tacchi con gas letali sferrati dai ri-belli. Poco prima, il vice ministrodegli Esteri, Faisal Maqdad, aveva

Papa Francesco ha ricevuto il re di Giordania

Il dialogounica opzione

per la Siria

Nella mattinata di giovedì 29 ago-sto, Papa Francesco ha ricevuto ilre di Giordania, Abdullah II, e laregina Rania. Successivamente, ilsovrano hascemita ha incontrato ilcardinale Tarcisio Bertone, segreta-rio di Stato, che era accompagnatodall’arcivescovo Dominique Mam-berti, segretario per i Rapporti congli Stati.

Nel corso dei cordiali colloquisono stati passati in rassegna alcunitemi di comune interesse, soprat-tutto la promozione della pace edella stabilità nel Medio Oriente,con particolare riferimento alla ri-presa dei negoziati tra israeliani epalestinesi e alla questione di Ge-rusalemme. Speciale attenzione èstata riservata alla tragica situazio-ne in cui versa la Siria; al riguardo,è stato riaffermato che la via deldialogo e della negoziazione fra

tutti i componenti della società si-riana, con il sostegno della comu-nità internazionale, è l’unicaopzione per porre fine al conflittoe alle violenze che ogni giornocausano la perdita di tante viteumane, soprattutto fra la popola-zione inerme.

Si è, inoltre, espresso apprezza-mento per l’impegno di re Abdul-lah nel campo del dialogo interreli-gioso e per l’iniziativa di convocaread Amman, all’inizio del mese disettembre, una conferenza sulle sfi-de che i cristiani nel Medio Orien-te devono affrontare, particolar-mente durante questo periodo dicambiamenti socio-politici. Si è, in-fine, rilevato il positivo contributoche le comunità cristiane apporta-no alle società della regione, di cuisono una parte integrante. Gli ispettori dell’Onu a Damasco (Reuters)

I sindacati respingono la proposta delle multinazionali di aumenti salariali di solo il 5 per cento

Verso un nuovo sciopero di minatori in Sud Africa

Le proteste dei minatori a Marikana (La Presse/Ap)

Emergenza immigrazione

Centinaia di naufraghisulle coste italiane

Il Ponteficeagli agostiniani

e ai giovanidi Piacenza-Bobbio

L’invito a conservare nel cuorel’“inquietudine” di cercare Dio,di annunciarlo con coraggio e ditestimoniarlo con l’amore è statorivolto dal Papa ai partecipantial capitolo generale degli agosti-niani durante la messa celebratanel pomeriggio di mercoledì 28agosto, nella basilica romana deisanti Trifone e Agostino inCampo Marzio.

Dal Pontefice, in particolare,la raccomandazione di non ri-manere «chiusi in noi stessi, nel-le nostre comunità, che moltevolte è per noi “comunità-como-dità”», per «andare incontroall’altro, senza aspettare che sial’altro a manifestare il suo biso-gno».

Poco prima, incontrando nel-la basilica Vaticana settecentogiovani della diocesi di Piacen-za-Bobbio, il Santo Padre avevaricordato che solo mantenendola speranza e la voglia di cosegrandi e di ideali alti è possibileandare controcorrente ed essere«artigiani di futuro» per il mon-do.

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detto che Paesi europei hanno aiuta-to gruppi terroristici a usare le armichimiche in Siria, aggiungendo chegli stessi gruppi «le useranno prestocontro il popolo d’E u ro p a » .

Nella mozione che presenterà oggiin Parlamento, il Governo britannicocontinua a ritenere necessaria una ri-sposta, anche senza avallo dell’O nu.Ora però ritiene che il Consiglio disicurezza dell’Onu debba prima esa-minare il rapporto degli ispettori chestanno indagando in Siria. Il segre-tario generale dell’Onu, Ban Ki-

moon, ha detto ieri che occorronoalmeno altri quattro giorni. In prece-denza, era stato proprio Cameron acercare di accelerare un interventoarmato, annunciando una propostadi risoluzione della Gran Bretagnaal Consiglio di sicurezza «per l’auto-rizzazione di misure necessarie allaprotezione di civili». L’immediata ri-sposta di Mosca aveva confermatoche la Russia avrebbe posto il veto,come è stato ribadito in una riunio-ne degli ambasciatori all’Onu deicinque Paesi membri permanenti del

Consiglio di sicurezza (oltre allestesse Gran Bretagna e Russia, Cina,Francia e Stati Uniti). Ancora primadella riunione, infatti, il vice mini-stro degli esteri russo, VladimirTitov, aveva dichiarato che «è pre-maturo discutere di una reazione delConsiglio di sicurezza finché gliispettori in Siria non presenterannoil loro rapporto».

A questo rapporto gli Stati Unitisi preparano ad affiancare un dossiercon presunte prove di colpevolezzadel Governo siriano, che diverse fon-ti definiscono cospicuo, ma incom-pleto. La rivista «Foreign Policy»sostiene che ci sarebbero, tra l’a l t ro ,intercettazioni di telefonate nellequali un funzionario del ministerodella Difesa chiede al comandante diun’unità per le armi chimiche spie-gazioni su un attacco con gas nervi-no, ma aggiunge che non ci sarebbe-ro prove determinanti.

L’Amministrazione di Washingtoncontinua a confrontarsi con i parla-mentari del Congresso per arrivare auna decisione sulla quale consiglianoprudenza i precedenti storici, datoche per giustificare l’attacco anglo-statunitense all’Iraq nel 2003 furonoaddotte prove poi rivelatesi falseproprio relative ad armi chimiche. Altempo stesso, è difficile ignorare leconsiderazioni di molti osservatorisulla possibilità di una manipolazio-ne mediatica riguardo alle immaginidiffuse dai ribelli siriani sui socialnetwork. Tanto più che sembra ar-duo spiegare perché il Governo diDamasco, proprio mentre l’e s e rc i t osta conseguendo contro i ribelli suc-cessi ritenuti ormai decisivi dallagran parte degli analisti militari, ab-bia varcato quella “linea rossa”dell’uso di armi chimiche sulla qualeera stato più volte messo in guardia.

A questo si aggiunge il rischio diuna deriva di tensioni diplomatiche,soprattutto con la Russia, che nelleultime ore ha ribadito ancora unavolta, in un colloquio telefonico trail vice ministro degli Esteri Ghenna-di Gatilov e Ban Ki-moon, la con-vinzione che «i progetti di interventimilitari in Siria manifestati da alcuniPaesi sono una sfida alle disposizio-ni della Carta dell’Onu e ad altrenorme di diritto internazionale».

Dai rappresentanti cristianiappelli alla prudenza su un eventualeattacco militare

Rifiutodi ogni violenza

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NOSTREINFORMAZIONI

Il Santo Padre ha ricevutoquesta mattina in udienza leLoro Maestà il Re di Giorda-nia Abdullah II e la ReginaRania, e Seguito.

CITTÀ DEL CA P O, 29. Si profila unaripresa degli scioperi dei minatoridel Sud Africa, mobilitati da un an-no per ottenere migliori retribuzio-ni. La National Union of Minewor-kers (Num), il principale sindacatodel settore, ha respinto la propostadi aumenti salariali delle multinazio-nali concessionarie dei diritti di

estrazione di aumenti salariali di ap-pena il 5 per cento e ha annunciatoche si va appunto verso un nuovosciopero generale. Secondo quantoriferito dall’agenzia di stampa Sapa,il portavoce del Num, LesibaSeshoka, ha definito l’offerta «unoscherzo». Attraverso la Camera delleminiere, le multinazionali si erano

dette disposte ad accordare al massi-mo aumenti da 5.000 a 5.300 randal mese (cioè da circa 360 a 380 eu-ro). L’offerta è clamorosamente al disotto di quanto chiesto dalla Num edall’Association of Mineworkers andConstruction Union (Amcu), il sin-dacato emergente che ha trovatonell’ultimo anno consensi sempremaggiori tra i lavoratori del settore.Le due formazioni sindacali sonostate spesso su posizioni divergentiin questi mesi, con accuse dell’Amcualla Num di eccessiva acquiescenzanon solo alle posizioni del Governosudafricano, espressione dell’AfricanNational Congress (Anc) — Gover-no per il quale i guadagni mineraricostituiscono una voce rilevante delbilancio statale — ma persino a quel-le delle società concessionarie deidiritti di estrazione. In questo caso,però, entrambi i sindacati hanno an-nunciato l’avvio dello sciopero gene-rale per venerdì, sempre che le mul-tinazionali non presentino nuove of-ferte.

La protesta dei minatori ha avutoil suo momento più drammaticoall’inizio, quando a luglio del 2012la polizia aprì il fuoco sui lavoratoriin sciopero della miniera di platinodi Marikana, gestita dalla compa-gnia Lonmin, uccidendo 34 persone.Ne è seguito oltre un anno di prote-ste più volte degenerate in disordinie in dure repressioni della polizia.L’ultimo grave episodio si è verifica-to a metà agosto, quando NbongileMadolo, una dirigente della Num, èstata uccisa a colpi d’arma da fuocoproprio davanti alla miniera diMarikana. L’uccisione di NbongileMadolo non è stata purtroppo unfatto nuovo: nell’ultimo anno, si so-no infatti moltiplicate le violenze,già in altri casi mortali, contro i sin-dacalisti attivi intorno all’immenso

giacimento gestito dalla Lonmin.Proprio la miniera di Marikana restal’epicentro del movimento di prote-sta nella regione mineraria diRustenburg, dove la tensione eratornata a salire bruscamente in mag-gio, dopo l’annuncio di seimila li-cenziamenti da parte dell’AngloAmerican Platinum, un’altra multi-nazionale concessionaria di diritti disfruttamento minerario.

ROMA, 29. Centinaia di disperati infuga dalle violenze della guerra, dal-la fame e dalla povertà alla derivanel Mediterraneo nel tentativo diraggiungere le coste italiane. L’emer-genza immigrazione non si allenta:oltre cinquecento migranti sono ap-prodati nel siracusano nelle ultime24 ore.

Un barcone in difficoltà con abordo settanta migranti, tra i qualidue donne e quattro bambini, è sta-to soccorso questa notte nel Canaledi Sicilia da due motovedette dellaGuardia costiera italiana. L’op era-zione, avvenuta a circa 85 miglia asud di Capo Passero, l’estremo lem-bo meridionale della Sicilia, è stataresa particolarmente difficoltosa dal-le proibitive condizioni del mare.

Sempre a Siracusa ieri erano ap-prodati altri 350 profughi siriani. Abordo di uno dei due barconi soc-corsi dalla Marina Militare, ancheuna neonata di quattro giorni parto-

rita dalla giovane mamma durante latraversata. Madre e figlia si trovanoadesso ricoverate nell’ospedale Um-berto I di Siracusa e stanno bene.Sui barconi erano presenti una cin-quantina di bambini con sintomi didisidratazione: erano in mare da al-meno dieci giorni.

Come parla Jorge Mario Bergoglio

Per non “balconear”la vita

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 2 venerdì 30 agosto 2013

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Mentre si profila un altro negoziato con la guerriglia

Sforzi di pacificazionein Colombia

sulla questione ruraleBO GOTÁ, 29. Sembra consolidarsi lavolontà della Colombia di affran-carsi dalla pesante eredità di con-trasti pluridecennali. Poche ore do-po l’insediamento di un tavolo didialogo tra il Governo del presiden-te Juan Manuel Santos e i rappre-sentanti dei campesinos, i piccoliagricoltori che da giorni protestanoin diverse zone del Paese, lo stessoSantos ha annunciato la disponibi-lità ad avviare colloqui di pace conl’Esercito di liberazione nazionale(Eln), il secondo più importantemovimento di guerriglia del Paesedopo le Forze armate rivoluzionariedella Colombia (Farc), con le qualiè già in corso un negoziato a Cuba.

In un comunicato diffuso ieri se-ra, Santos ha salutato la liberazio-ne, martedì, da parte dell’Eln di unostaggio canadese e ha dichiaratoche «il Governo è disposto ad im-pegnarsi in un dialogo il più prestopossibile». Jernoc Wobert, un inge-gnere tenuto in ostaggio per oltresette mesi, dopo essere stato seque-strato il 18 gennaio scorso nel can-tiere di una miniera d’oro gestitadalla multinazionale canadese Brae-val Mining nel dipartimento setten-trionale di Bolivar, era stato conse-gnato a una delegazione del Comi-tato internazionale della Croce Ros-sa e trasferito in seguito a Barranca-b ermeja.

L’Eln aveva definito il rilascio diWobert «un atto umanitario» non-ché «un contributo per la pace inColombia». La liberazione dell’in-gegnere era stata inizialmente con-dizionata dalla guerriglia al ritirodella Braeval Mining dalla regionee alla cessione dei suoi diritti disfruttamento alle popolazioni locali.La multinazionale canadese ha ri-nunciato a fine luglio alle sue op-zioni di acquisto di titoli minerariadducendo «condizioni sfavorevolidel mercato», ma senza fare riferi-

mento al suo dipendente seque-strato.

L’attenzione, intanto, è concen-trata sulla protesta dei campesinos,che chiedono migliori condizioni divita. I prezzi dei prodotti agricolinon compensano, infatti, le spesesostenute dai contadini e si temeche i trattati di libero commerciofirmati negli ultimi anni non faran-no che aggravare la crisi del mondorurale. Alle critiche mossegli sullepolitiche rurali Santos replica soste-nendo di aver già elargito negli ul-timi tre anni sussidi ai campesinosper l’equivalente di settecento mi-lioni di euro.

La protesta, attuata soprattuttocon blocchi stradali, ha già portatoa scontri con la polizia, accusata dieccessivo uso della forza contro imanifestanti. Finora ci sono statinon meno di tre morti, duecento fe-riti, e centinaia di arresti di manife-stanti, in uno scenario che l’ufficiodell’Onu in Colombia ha definitopreoccupante, rivolgendo un appel-lo alla calma e al dialogo.

Le mobilitazioni, convocate daiproduttori di caffè ai quali si sonopresto uniti quelli dei latticini e de-gli ortaggi, stanno coinvolgendo fi-no a duecentomila dimostranti in 11dei 32 dipartimenti della Colombia.In alcuni quartieri della capitaleBogotá anche i lavoratori del setto-re dei trasporti sono scesi in sciope-ro per contestare l’aumento delprezzo dei carburanti.

Cuore della protesta è Tunja, ilcapoluogo del dipartimento diBoyacá, che fornisce la maggiorparte degli alimenti consumati daisette milioni di abitanti di Bogotá,dove alcuni prodotti cominciano ascarseggiare o sono reperibili a uncosto fino a tre volte superiore allanorma.

La condizione delle popolazionirurali è da sempre uno dei principa-li motivi di scontro nel Paese e de-terminò, tra l’altro, la nascita delleFarc. Ancora nello scorso fine setti-mana, l’esercito colombiano ha co-municato l’uccisione di quindicisuoi soldati in un attacco delle Farcnella zona al confine con il Vene-zuela. Sulla riforma agraria, cioè suquella che entrambe le parti giudi-cavano la questione principale diconflitto, è già stata raggiunta pri-ma dell’estate un’intesa al negoziatoa Cuba. Il negoziato procede connuove tornate di colloqui, ripresimartedì dopo una pausa decisa ve-nerdì scorso dalle Farc in seguitoall’annuncio del presidente Santosdi voler sottoporre a referenduml’eventuale accordo finale. L’a rg o -mento di negoziato è ora il secondonella lista a suo tempo fissata, cioèla rinuncia alle armi da parte delleFarc e le modalità per consentire laloro partecipazione alla vita politicadel Paese.

E proprio oggi la Corte costitu-zionale colombiana ha approvatouna riforma della Costituzione, inti-tolata «quadro giuridico per la pa-ce», che consentirà l’entrata in poli-tica di guerriglieri che avranno de-posto le armi e partecipato al pro-cesso di riconciliazione.

A margine di un corteo di protesta a Rio de Janeiro

Nuovi disordini in BrasileMilioni di persone per ore senza elettricità in otto Stati del nord-est

BRASILIA, 29. Minaccia di riaccen-dersi a Rio de Janeiro la protestapopolare che nei mesi scorsi ha por-tato in piazza centinaia di migliaiadi persone in tutto il Brasile. Lanotte scorsa ci sono stati violentiscontri tra la polizia e un gruppo diblack bloc (i facinorosi a volto co-perto, protagonisti di vandalismi intutto il mondo in simili circostanze),che si erano mischiati a un corteo diprotesta organizzato per chiedere ledimissioni del governatore dello Sta-to di Rio de Janeiro, Sérgio Cabral.

Secondo quanto riferito dallastampa locale, i black bloc hannoprovocato i poliziotti che hanno ri-sposto con cariche e spari di gas la-crimogeni e proiettili di gomma.Prima che scoppiassero i tafferugli,un migliaio di dimostranti si eranorecati sotto la sede del governatora-to, gridando contro Cabral.

Questi era stato uno dei governa-tori che più avevano fatto ricorso amezzi repressivi durante le manife-stazioni dello scorso giugno, inne-scate dalla protesta per i rincari neltrasporto pubblico. La protesta siera poi allargata mirando a ottenereriforme in diversi settori e contestan-do, tra l’altro, le spese pubbliche perl’organizzazione in Brasile di eventisportivi come il campionato mon-diale di calcio del 2014 e le Olimpia-di del 2016, considerandole a disca-

pito di prioritarie esigenze sociali. Ilpresidente del Brasile, Dilma Rous-seff, che si era subito detta decisa adascoltare le ragioni della protesta, hapreso in questi mesi diversi provve-dimenti, da ultimo l’impiego diquattromila medici cubani nell’ambi-to del programma «Mais Médicos»(più medici) avviato per coprire l’as-sistenza sanitaria nelle zone più re-mote del Paese, soprattutto delnord-est, dove non vogliono recarsi isanitari brasiliani. I sindacati di que-sti ultimi contestano peraltro le qua-lità professionali dei medici cubani.Se ne è avuta una dimostrazione neigiorni scorsi, quando medici cubanisono stati fischiati al loro arrivo aFortaleza, la capitale dello Statonordorientale del Ceará, da espo-nenti di un sindacato locale. Rous-seff ha parlato di un «immenso pre-concetto» e di comportamenti vio-lenti e xenofobi.

Proprio nel nord-est, intanto, c’èstato ieri un improvviso e gigantescoblackout che ha lasciato senza elet-tricità milioni di abitanti di otto Sta-ti serviti dalla Companhia HidroElétrica do São Francisco, lasciandofunzionanti solo le strutture dotatedi generatori autonomi, come ospe-dali e aeroporti. Un’analoga interru-zione lasciò senza elettricità l’i n t e ronord-est brasiliano meno di un annofa, il 25 ottobre del 2012.Gli scontri tra manifestanti e polizia a Rio de Janeiro (La Presse/Ap)

Ucrainasempre più vicina

all’a c c o rd ocon l’Ue

KI E V, 29. L’adozione di misureprotezionistiche minacciata dalpresidente russo, Vladimir Putin,non sembra per il momento faredesistere il Governo ucraino dal-l’intenzione di siglare un accordodi associazione e libero scambiocon l’Unione europea a Vilnius(capitale della Lituania), a finenovembre. Ieri, al termine di unariunione del Consiglio dei mini-stri, il premier ucraino, MikolaAzarov, ha ribadito la volontà daparte del Governo di Kiev di in-tensificare i rapporti economicicon Mosca e con l’Unione doga-nale di Russia, Bielorussia eKazakhstan, ma ha anche invitatoil Cremlino ad accettare come una«realtà» il possibile accordo di as-sociazione e libero scambio traKiev e Bruxelles.

Si estendeil rogo

nel parcodi Yosemite

WASHINGTON, 29. Continua adivampare e a estendersi l’enor-me incendio che da oltre diecigiorni imperversa in California.Il fuoco ha già devastato centi-naia di miglia quadrate di boschie foreste e ora è entrato in pro-fondità nello Yosemite NationalPark, noto per le sue maestosesequoie e meta di escursionisti ealpinisti da tutto il mondo.

Migliaia di vigili del fuocostanno lavorando senza sosta neldifficile tentativo di arginare lefiamme. Le autorità delloYosemite hanno deciso ieri dichiudere un’altra delle quattrostrade di accesso al parco, la se-conda, per facilitare il lavoro deivigili del fuoco. Allo stesso tem-po, l’acre fumo ha provocatouna serie di allarmi per la qualitàdell’aria anche a grande distanzadalle fiamme, fino in Nevada.

Secondo quanto ha fatto sape-re il servizio forestale, circa il 23per cento dell’incendio — dive-nuto ormai il sesto più gravenella storia della California (solodue giorni fa era il settimo) — èstato messo sotto controllo, ma,riferisce il giornale «UsaToday», probabilmente non saràdomato prima del 10 settembreprossimo. Finora le fiamme han-no incenerito un’area vasta quasi300 miglia quadrate, hanno di-strutto più di cento strutture, mi-nacciato gli impianti idroelettricie le riserve idriche della città diSan Francisco, arrivando a lam-bire centinaia di abitazioni. Mi-gliaia di persone sono state fattesgomb erare.

Mosca taglia di un quarto le forniture di petrolio a Minsk

Contrastitra Russia e Bielorussia

Primo test in Poloniaper l’estrazione dello shale gas

Incendi in Spagna e in PortogalloMADRID, 29. Nonostante la discesa delle temperature el’arrivo della pioggia, resta alta l’emergenza incendi inGalizia, nel nord ovest della Spagna, dove centinaia dipersone sono state sgomberate ieri nel comune diRibeira, a causa delle fiamme che minacciavano il poli-gono industriale di Xaras, i depositi di gas e l’osp edaledella città. Il fronte delle fiamme, di quattro chilometridi lunghezza, sviluppatosi su cinque focolai, si è rapida-mente esteso, fino a lambire il centro abitato del quartie-re di Deán Grande.

Situazione difficile anche in Portogallo, dove gli in-cendi continuano a flagellare molte zone centro-setten-trionali. I distretti più colpiti sono quelli delle zone in-terne di Viseu e Vila Real, ma le fiamme hanno raggiun-to nel fine settimana anche l’area a maggiore protezioneambientale del parco naturale della Sierra da Estrela.Vigili del fuoco durante le operazioni di spegnimento dei roghi in Galizia (An s a )

Il Governoitaliano abolisce

l’Imu

ROMA, 29. Abolita l’Imu (impostamunicipale unica) sull’abitazioneprincipale: sarà sostituita dalla«service tax» gestita dai Comuni ecostituita da due componenti: ge-stione dei rifiuti urbani e copertu-ra dei servizi indivisibili. È questoil principale risultato del Consi-glio dei ministri italiano, tenutosiieri. «Le famiglie avranno una ri-duzione fiscale importante e dallanuova service tax dell’anno prossi-mo, in particolare ci sarà più equi-tà; le famiglie numerose sarannomeno penalizzate rispetto a quan-to l’Imu faceva oggi» ha dichiara-to il presidente del Consiglio,Enrico Letta. Tra gli altri risultati:il via libera al “piano casa” da 4,4miliardi di euro per i giovani confacilitazione sui mutui; lo stanzia-mento di un miliardo e mezzo peril rifinanziamento della cassa inte-grazione; aiuti agli esodati per set-tecento milioni.

MOSCA, 29. Si fanno sempre piùaspri i contrasti politico-economiciche alimentano da tempo la tensio-ne nei rapporti fra l’amministra-zione bielorussa di AleksandrLukashenko e quella russa diVladimir Putin.

L’amministratore delegato del gi-gante russo dei fertilizzanti Uralkaliè stato arrestato a Minsk, un mesedopo che la stessa Uralkali avevainterrotto i rapporti commercialicon il suo partner bielorusso.

L’arresto del manager ha provo-cato l’ira di Mosca e ieri la russaTransneft (la più grande società delmondo per la gestione degli oleo-dotti) ha annunciato la riduzionedelle sue forniture di petrolio per400.000 tonnellate, pari a un quartodel totale, alla Bielorussia, che di-pende interamente dalla Russia perle sue raffinerie e per alimentare ilmercato locale. Transneft — informala stampa russa — ha motivato ladecisione con esigenze ambientali,sostenendo di dovere sostituire 700chilometri di vecchi tubi dell’oleo-dotto.

Sempre ieri, il capo del serviziosanitario russo, GhennadiOnishenko, ha criticato la qualitàdei prodotti caseari esportati daMinsk (da un controllo sarebbeemerso che il 30 per cento è sottogli standard di qualità e sicurezza):il rischio è quello di un blocco.

Secondo gli analisti, le due vicen-de sarebbero la risposta del Gover-no di Mosca all’arresto nei giorniscorsi in Bielorussia di VladislavBaumgertner, amministratore dele-gato di Uralkali, dopo che la stessaUralkali aveva deciso di interrompe-re tutti i rapporti commerciali con ilsuo partner bielorusso, portando adun crollo del mercato azionario del

cloruro di potassio, minerale utiliz-zato per produrre tali fertilizzanti(uno dei settori di maggiori proven-ti per l’economia bielorussa).

Un arresto che ha portato a unaforte tensione diplomatica tra i duePaesi, con la convocazione dell’am-basciatore bielorusso al ministerodegli Esteri russo.

VA R S AV I A , 29. Primo test perl’estrazione dello shale gas (gas daargille) in Polonia. Le operazionisono iniziate in un pozzo situatonel nord del Paese, nei pressi dellacittà di Lębork. Lo ha annunciatoil vice ministro dell’Ambiente,Piotr Wo źniak, in un’intervista alquotidiano «Rzeczp osp olita».

La società Lane Energy Poland,controllata dall’americana Conoco-Philips, sta estraendo circa 8.000metri cubi di gas al giorno dal 21luglio. «È una buona notizia perla Polonia, ma anche per l’E u ro -pa» ha spiegato il vice ministrodell’Ambiente al giornale. Il quan-

titativo di gas non è al momentocommercializzabile ed è statoestratto a una profondità di 3.000metri, «senza alcuna minaccia perl’ambiente», ha precisato Woźniak.Secondo «Rzeczpospolita», si trat-ta del primo caso dall’esito cosìsoddisfacente nelle ricerche delloshale gas condotte in diversi Paesieuropei, Polonia compresa.

Il gas da argille è metano deri-vante dalla decomposizione di ma-teriale organico in ambiente privodi ossigeno ma, a differenza deigiacimenti in cui il gas si trova inroccia porosa, può essere prelevatocon relativa facilità.

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L’OSSERVATORE ROMANOvenerdì 30 agosto 2013 pagina 3

Attese per venerdì altre manifestazioni dei sostenitori di Mursi

Tregua carica di tensionein Egitto

Due edifici adiacenti si sgretolano provocando undici morti

Ancora crolli in India

Accertati legamiin Tunisiatra salafiti

e Al Qaeda

TUNISI, 29. La classificazione delgruppo salafita Ansar Al Shariacome «terrorista» è giustificatoanche dall’accertamento di fortilegami con Al Qaeda nel Ma-ghreb islamico: lo ha detto ieri ilministro dell’Interno tunisino,Lotfi Ben Jeddou, nel corso diuna conferenza stampa in cui hamotivato la decisione in questosenso presa dal Governo e uffi-cializzata due giorni fa dal primoministro, Ali Laarayedh.

Secondo quanto emerso dalleindagini, Ansar Al Sharia avreb-be legami anche con la formazio-ne islamica armata Oqba IbnNafa, ritenuta responsabile di al-cune azioni violente nel sud dellaTunisia. Il partito di ispirazionesalafita — capeggiato dall’ex com-battente di Al Qaeda in Afghani-stan Saifallah Benhassine, ricerca-to dall’Interpol per avere incitatoall’attacco contro l’ambasciata de-gli Stati Uniti nel settembre del2012 — è stato classificato comeorganizzazione terroristica peravere ordinato nel febbraio e nelluglio scorsi l’uccisione di duedeputati dell’opposizione nazio-nalista, Chokri Belaid eMohamed Brami, e di partecipa-re, con suoi uomini, all’offensivaterroristica sui monti Chaambi,nel sud del Paese.

Lo stesso ministro ha quindilanciato un appello agli apparte-nenti di Ansar Al Sharia non im-plicati in atti di violenza, promet-tendo loro il perdono giudiziario.

La situazione però non è affat-to fluida. Alcuni autorevoli espo-nenti del gruppo salafita hannoinfatti minacciato di rivelare irapporti che ha avuto con rap-presentanti del Governo tunisino.

Secondo quanto pubblicatodal quotidiano «El Maghreb»,che cita fonti vicine al gruppo sa-lafita, i vertici di Ansar Al Shariasarebbero pronti a pubblicare ivideo degli incontri che suoiesponenti hanno avuto con emis-sari di Ennahda e del Congressoper la Repubblica, due (il terzo èEttakatol) dei tre partiti che gui-dano l’Esecutivo di Tunisi.

IL CA I R O, 29. Si annuncia un finesettimana di scontri e tensione inEgitto. Ieri il ministero dell’Internoha messo in stato di massima allertale forze di sicurezza in vista dellamobilitazione indetta dai sostenitoridell’ex presidente Mursi per domani30 agosto. Lo scrive l’agenzia uffi-ciale Mena, citando fonti della sicu-rezza. I Fratelli musulmani hannogià fatto sapere di voler scenderenelle strade, sfidando anche il copri-fuoco imposto dalle autorità, perlanciare una nuova protesta contro i

molteplici arresti di loro esponentida parte delle forze dell’o rd i n e .

Intanto, sempre ieri sono stati re-gistrati scontri al Cairo, nel quartie-re centrale di Mohendisin, tra soste-nitori di Mursi e polizia. Stando al-le ricostruzioni ufficiali, uomini ar-mati hanno aperto il fuoco controun checkpoint dei militari, che han-no risposto. Tuttavia, secondo altreversioni, un uomo armato di mitra-gliatrice si sarebbe barricato all’in-terno di un edificio, aprendo il fuo-co; i militari hanno quindi isolato lazona e arrestato l’uomo.

Ma la tensione è alta non solonelle strade. La procura generaleegiziana ha aperto ieri una inchiestacontro Ahmed Maher, il leader del«6 Aprile» (il movimento giovanilein prima fila nella caduta del regimedi Mubarak e che si è opposto allascarcerazione del rais), dopo unadenuncia a suo carico con l’accusadi spionaggio. La decisione del pro-curatore Hicham Barakat, che ha in-caricato delle indagini la sezione si-curezza dello Stato, è arrivata dopola denuncia contro Maher presenta-ta da Abdel Aziz Fahmi AbdelAziz, capo del movimento Al-WifaqAl-Watani. La scorsa settimana laprocura aveva aperto un’inchiestacontro Israa Abdel Fatah e AsmaMahfus, due altri noti leader delgruppo, con l’accusa di spionaggio.

Nel frattempo, si continua a di-scutere sul progetto di nuova Costi-tuzione. Martedì scorso il presidenteAdly Mansour ha ricevuto la nuovabozza del documento stilata da unacommissione di dieci esperti. Ora,come previsto, un’assemblea di 50personalità appartenenti al mondodella politica e della società civileesamineranno il testo che, nonostan-te non sia stato ancora presentatopubblicamente, ha già suscitato nu-merose critiche da parte dell’opinio-ne pubblica e del mondo politico.

Per il momento — dicono alcunianalisti — il cambiamento più effica-ce sembra essere quello relativo alriferimento della Sharia, la leggeislamica, come base della legislazio-ne egiziana. Mentre resta immutatol’articolo 2 («i principi della leggeislamica sono il fondamento dellagiurisprudenza egiziana»), vienecancellato il 219, che introduceval’utilizzo di diverse interpretazionidella Sharia. Inoltre, la nuova boz-za, che elimina la Camera Alta delParlamento, sembra restringere i po-teri del presidente legittimando ilParlamento a formare e sfiduciare ilGoverno senza necessariamente pas-sare per nuove elezioni. La Costitu-zione del 2012 aveva aumentato inmaniera esponenziale il potere delpresidente a discapito di quello delPa r l a m e n t o .

Operazioni di soccorso sul luogo del crollo a Vadodara (Afp)

Quindici vittime in un attacco dei miliziani contro una base polacca nella provincia di Ghazni

La violenza non lascia l’Afghanistan

NEW DELHI, 29. Ancora crolli di edifici in India. Ieriundici persone sono morte, e numerose altre risultanodisperse dopo che due edifici adiacenti a Barosa, nelloStato occidentale del Gujarat, si sono letteralmentesgretolati. Ne hanno dato notizia fonti della polizia, ag-giungendo che negli edifici, entrambi di tre piani, allog-giavano quattordici famiglie. I crolli sono avvenuti inpiena notte. In queste ore le squadre di soccorso, subitointervenute sul luogo della sciagura, stanno lavorando aritmo frenetico per cercare di trarre in salvo, tra le ma-cerie, eventuali superstiti. Nell’aprile scorso era crollato

un edificio abusivo di sette piani, in costruzione, aMumbai. Furono decine le vittime, tra le quali numero-si bambini. Allora il prefetto della città ammise che lacostruzione era illegale e che era in via di realizzazionesenza permessi. Quanto accaduto ieri ripropone ladrammatica realtà in India di edifici costruiti, comescrive la France Presse, con materiali «totalmente inade-guati», nell’ottica di un risparmio di costi che finiscepoi per determinare un prezzo molto alto, in termini divite umane.

Alto rischiop olio

in PakistanISLAMABAD, 29. Le autorità sanita-rie pakistane temono una nuovaepidemia di poliomielite, in parti-colare nelle zone tribali nordocci-dentali del Paese. Questa nuovaepidemia dipenderebbe principal-mente dal fatto che i talebani datempo ostacolano con ogni mezzole campagne di prevenzione, finoa uccidere medici e volontari. Ci-tato dalla France Presse, KhayalMir Jan, responsabile delle autori-tà sanitarie nel Nord Waziristan,ha detto che nelle ultime settima-ne sono stati riscontrati sedicinuovi casi di bambini affetti dapoliomielite dopo che, a causa deiripetuti attacchi dei talebani, leautorità sanitarie si sono viste co-strette a interrompere, almenotemporaneamente, la campagna divaccinazione. Sempre la FrancePress rileva che fonti dell’O rga-nizzazione mondiale della sanità(Oms) hanno confermato nuovicasi di polio nel Nord Waziristan.Da ricordare che in Pakistan lapoliomielite è ancora una malattiaendemica. Come sottolineano glianalisti, gli attacchi dei talebanicontro tutti coloro che sono impe-gnati nella campagna di preven-zione sono da ricollegare all’obiet-tivo di fondo dei miliziani, ovverodi bloccare ogni tipo di attivitàche possa in qualche modo favori-re il benessere e lo sviluppo delPa e s e .

Sanguinosi scontriin Kenya

tra comunità rivali

NAIROBI, 29. Scontri tra le comu-nità rivali dei borana e dei gab-bra, nel nord del Kenya, hannoprovocato oltre una ventina dimorti nelle contee di Marsabit eMoyale. Lo ha riferito al quotidia-no «The Nation» il governatore diMarsabit, Ukur Yattani, aggiun-gendo che sono state utilizzate ar-mi automatiche e granate. Gliscontri sono incominciati venerdìe, nonostante il dispiegamento diun contingente di militari, si sonopropagati. Secondo Yattani, oltrealla tradizionale rivalità per il con-trollo di pozzi e pascoli, ad ali-mentare le tensioni tra le due co-munità, avrebbero contribuito po-litici locali: «Le ultime elezioni —ha detto — hanno lasciato profon-de spaccature in questa zona».

KABUL, 29. Mentre le autorità afgha-ne sono impegnate sul piano diplo-matico per ripristinare ordine e sta-bilità nel Paese, i miliziani non dan-no tregua con la loro azione destabi-lizzante. Ieri è stato perpetrato unnuovo attacco: questa volta è statodiretto contro una base del contin-gente polacco appartenente alla For-za internazionale di assistenza allasicurezza (Isaf), nella provincia diGhazni. Il bilancio è di quindicimorti. Ne ha dato notizia l’agenziadi stampa Pajhwok, aggiungendoche obiettivo dell’azione dei milizia-ni è stata la sede del Gruppo di ri-costruzione provinciale (Prt) che sitrova a qualche chilometro da Ghaz-ni City, sulla statale che collega Ka-bul a Kandahar. Davanti all’i n g re s s odella sede è stata fatta esplodereun’autobomba che ha permesso l’in-cursione di un commando armatoall’interno del compound. L’op era-zione degli insorti è stata subitocontrastata dalle forze di sicurezzalocali che dopo quattro ore hannoripreso il controllo della situazione.Successivamente il governatore pro-vinciale Musa Khan Akbarzada haprecisato che fra i quindici morti fi-gurano sette attentatori suicidi, treagenti di polizia e cinque civili. Si èpoi appreso che trentacinque auto-botti, che trasportavano carburanteper le truppe della Nato, sono statedistrutte da un attacco portato daimiliziani: sei autisti sono rimasti uc-cisi. Il fatto è avvenuto nella provin-

cia occidentale di Farah. Il portavo-ce del Governo provinciale, AbdurRahman Zhwandai, ha poi precisatoche l’attacco ha avuto luogo nel di-stretto di Bala Boluk: gli insorti han-no sparato colpi di mortaio controuna quarantina di autobotti che sitrovavano in un parcheggio dell’a re adenominata Farah Rod.

Da rilevare, nel frattempo, che si èmanifestata negli ultimi giorni a Ka-bul una nuova milizia afghana deno-minata «Combattenti afghani per lapace». Questa milizia, riferiscel’agenzia Ansa, ha chiesto un imme-diato cessate il fuoco e «il trasferi-mento del diritto di qualsiasi attivitàarmata unicamente alle forze di sicu-rezza afghane». La posizione dellanuova milizia è stata illustrata dalcomandante Sayed Edris Mir, secon-do cui «la dottrina militare delle for-ze straniere è fallita» rendendo ne-cessario «il reperimento di una nuo-va strategia per risolvere i problemidel Paese». Mir ha indicato che isuoi uomini sono dispiegati nel norddi Kabul. L’obiettivo della milizia èquello di «promuovere la compren-sione fra le varie parti afghane, im-pedire la disintegrazione delle forzedi sicurezza del Paese e il crollodell’attuale sistema dopo il 2014,quando sarà stato completato il riti-ro delle forze della coalizione». Ilcomandante Sayed Edris Mir, 44 an-ni, originario del distretto di Mirba-chakot, è un ex ufficiale dell’e s e rc i t oafghano.

Accordo in Somaliasul governatore di Chisimaio

MO GADISCIO, 29. Il Governo diMogadiscio ha riconosciuto ieriAhmed Mohamed Islam, meglioconosciuto come Ahmed Madobe,l’ex “signore della guerra” e leaderdella milizia di Ras Kamboni, atti-va a Chisimaio, seconda città delPaese, quale nuovo governatore adinterim delle regioni del Basso eMedio Juba, e di Gedo. «Il Gover-no federale della Somalia e le dele-gazioni di Juba hanno raggiunto unaccordo sull’amministrazione ad in-terim della regione» si legge in unanota ufficiale pervenuta alla FrancePresse. L’agenzia francese riportaanche un commento dell’inviatodell’Onu in Somalia, Nicholas Kay,secondo il quale «quest’intesa aprela porta a un futuro migliore per laSomalia».

Le autorità insediate un anno faa Mogadiscio sembrano dunqueaver ceduto nello scontro politico ediplomatico che le ha opposte negli

ultimi mesi al Kenya. Mogadiscioaveva accusato le truppe di Nairobidislocate a Chisimaio proprio di so-stenere la milizia di Ahmed Mado-be, contro quella del colonnello Ba-re Adam Shire, a sua volta meglionoto come Barre Hirale, un altrodei tanti “signori della guerra” cheda decenni spadroneggiano in So-malia.

Un mese fa, il Governo di Nairo-bi si è rifiutato di ritirare i proprimilitari dal sud della Somalia, comerichiesto da quello di Mogadiscio,che ne voleva la sostituzione con al-tre truppe nell’ambito dell’Amisom,la missione dispiegata dall’Unioneafricana in Somalia. Nairobi ha ri-sposto che il controllo del confineriguarda la sicurezza nazionale delKenya. Del resto, le truppe kenyoteerano state incorporate nell’Amisomsolo in un secondo momento, dopoessere entrate in Somalia due annifa per un’operazione autonoma.

Ordine di ritiro dalla capitale centroafricana alle milizie degli ex ribelli oggi al potere

Crescente insicurezza a BanguiBANGUI, 29. Le operazioni di man-tenimento della sicurezza nella capi-tale centroafricana Bangui dipende-ranno esclusivamente dalla polizia edalla gendarmeria e dalla città do-vranno ritirarsi le milizie della Sele-ka, la coalizione degli ex ribelli an-dati al potere nei mesi scorsi dopoaver rovesciato il presidente Fran-çois Bozizé. Lo ha annunciato ieri ilnuovo ministro della Sicurezza, Jo-sué Binoua, nominato il giorno pri-ma a sorpresa (è infatti consideratolegato proprio a Bozizé) dal presi-dente di transizione e leader dellaSeleka, Michel Djotodia. In un in-tervento diffuso alla radio statale,Binoua ha detto che durante unconsiglio nazionale di sicurezza con-vocato dallo stesso Djotodia è statodeciso di «escludere da oggi i com-battenti dell’ex ribellione dal mante-nimento e dal ristabilimento dell’or-

dine, in particolare nella capitale,dove solo le forze di polizia e lagendarmeria nazionale sono abilita-te ad intervenire».

L’allontanamento degli ex ribelliè stato deciso dopo giorni di incur-sioni, saccheggi e violenze su vastascala in alcuni quartieri di Bangui,tra cui Boy-Rabé e Kaka-Mangou-lou, che hanno provocato vittime efuga della popolazione. Per timoredi nuovi attacchi, un migliaio di re-sidenti di Boy-Rabé si sono rifugiatisulla pista dell’aeroporto internazio-nale di Bangui, bloccando per tuttala giornata di ieri gli atterraggi e idecolli. La zona dell’aeroporto ècontrollata dai soldati francesi. Boy-Rabé, il quartiere settentrionale con-siderato un feudo di Bozizé, si sa-rebbe svuotato dei suoi abitanti do-po diversi assalti notturni di com-battenti fuori controllo. Binoua ha

assicurato che sono riusciti a inse-diarsi nel quartiere e sono in gradodi garantirne la sicurezza, oltre apoliziotti locali, trecento uominidella Forza africana nella Repubbli-ca Centroafricana, la missione allaquale hanno fornito in totale 3.600soldati il Ciad, la Repubblica delCongo, il Camerun e il Gabon.

Cinque mesi dopo il colpo diStato dello scorso 24 marzo, la si-tuazione nella Repubblica Centroa-fricana rimane fortemente instabile,con gravi conseguenze economicheed umanitarie. Due giorni fa, ilpresidente francese, François Hol-lande, ha parlato di Paese «sull’orlodella somalizzazione», sostenendoche «urge un’azione concreta daparte del Consiglio di sicurezzadell’Onu e dell’Unione africana asostegno di Bangui».

I resti dell’autobomba esplosa a Ghazni (Afp)

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 4 venerdì 30 agosto 2013

Tra il 1901 e il 1905 l’archeologo francese Jean Clédat riportò alla luce in Egitto i resti dell’antico monastero di Bawit

E dalla sabbia emerserole meraviglie dell’arte copta

Nel 1846 venne donato a Gregorio XVI un modellino scolpito da un frammento della tomba di Cheope

Una piramide per il Papa

di ROSSELLA FABIANI

Èl’inizio del 1900 quando

l’archeologo francese JeanClédat viene inviato inricognizione alla ricercadei monumenti cristianid’Egitto su incarico di

Gaston Maspero, capo del Serviziodelle antichità del Cairo. E, propriograzie all’audace programma di scavisostenuto dall’egittologo franceseMaspero, la storia degli studi ar-cheologici stava per compiere un al-tro importante passo avanti nellastrada della conoscenza. Tra il 1901 eil 1905, infatti, Clédat durante gliscavi nella necropoli presso Meir in-traprende alcuni sondaggi in direzio-ne nord, vicino a El Ashmunein —l’antica Hermoupolis in Medio Egit-to — riportando alla luce i restidell’antico monastero di Bawit, fon-dato sembrerebbe dall’apa (padre)Apollo nel IV secolo.

La scoperta fu una rivelazionedell’arte copta. Complessivamente cifurono quattro campagne di scavosotto la direzione di Jean Clédat e di

Émile Gaston Chassinat (1901-1904)e di Jean Maspero (1913), ma i lavorinon vennero coordinati da un pro-getto comune e i materiali non furo-no adeguatamente pubblicati. Oggisono dispersi tra il Museo del Lou-vre, il Museo Copto del Cairo e ilBode di Berlino, ma esiste anche unimportante Fondo Clédat, compostoda lastre di vetro di negativi e di fo-tografie, conservato nella fototecacristiana e bizantina della sezione discienze religiose dell’École Pratiquedes Hautes Études, fondata daGabriel Millet.

Le iscrizioni trovate nelle rovine cidicono che il monastero, oltre checon il nome di Bawit, era soprattuttoconosciuto come il monastero di apaApollo. La questione dell’identifica-zione di apa Apollo è ancora discus-sa: si è pensato che si tratti dell’ana-coreta Apollo vissuto nel IV secolo efondatore del monastero tra il 385 eil 390 come è anche confermato dal-le strutture scavate. Tuttavia adApollo — se è lui — si allude appenanell’Historia monachorum in Aegyptodi Timoteo, nel P ra t u m di Giovanni

Mosco e nella Vita di Daniele diSceti. Al contrario, la vita di questosanto monaco ci è nota da una seriedi notizie tramandate da un mano-scritto completo intitolato La vita diApollo e Phib (suo compagno) e con-servato alla Morgan Library di NewYork e da alcuni frammenti papira-cei custoditi alla British Library diLondra.

Questi materiali ci informanosull’origine di un gruppo monasticosostanzialmente dimenticato dallefonti greche, la cui importanza inEgitto è invece ampiamente attestatadall’archeologia come pure da papiridocumentari. La diffusione del cri-stianesimo vede infatti vivere, in tut-ta l’area del Medio Egitto, una pro-pria esperienza come dimostrano lostudio delle fonti e i recenti scavi ar-cheologici nella regione. Negli ulti-mi tempi infatti in molte zone del

Il monachesimo di apa Apollos’ispira all’ideale anacoretico inse-gnato da Antonio, ma con degliadattamenti che si rifanno al cenobi-tismo pacomiano. Bawit si presenta-va come una laura, con celle isolatee dislocate sul terreno intorno a unnucleo centrale di edifici e di costru-zioni, come chiese e refettorio, desti-nati all’uso liturgico comune. Altempo della visita dell’autore dellaHistoria monachorum, nell’inverno394-395, il monastero avrebbe rac-chiuso non meno di cinquecentomonaci.

Gli scavi riportarono alla lucemoltissime strutture minori, soprat-tutto celle, una quarantina delle qua-li decorate con affreschi, due chiese,(chiesa sud e chiesa nord) anch’esseaffrescate, e centinaia di pezzi scol-piti in pietra e in legno. Tra i tantirinvenimenti, celebre è l’icona in le-gno dipinto del VII secolo raffigu-rante Cristo con apa Mena oggi alLouvre. Le celle avevano al pianter-reno una cappella mentre al pianosuperiore c’era l’abitazione del mo-naco. Questa forma richiama la tra-dizionale tomba egiziana, perché, se-condo lo spirito antoniano, la cellaera considerata il luogo della morti-ficazione e resurrezione spirituale.

Le due chiese erano basiliche a trenavate, di forma chiusa, a parallele-pipedo, tipicamente egiziana, concolonne e capitelli in calcare mentrele pareti erano in mattoni crudi; era-no parallele, separate da un atrio co-mune con una fontana, come lechiese doppie spesso trovate nelle se-di episcopali.

Gli elementi architettonici diBawit testimoniano che ci deve esse-re stata una collaborazione di arti-giani copti, richiamati da posti di-versi. Una piccola parte del materia-le scolpito riflette il naturalismo diispirazione antica che si sviluppò a

di ALESSIA AM E N TA

La collezione egizia vaticana conserva un og-getto unico e singolare del marmorista romanoLuigi Ferrari, un dono fatto a Papa GregorioXVI nel 1846, qualche anno dopo l’inaugurazio-ne del Museo Gregoriano Egizio (che risale al1839).

Il nuovo spazio espositivo aveva richiamatoda subito curiosi, appassionati e studiosi, chevisitavano quelle sale intrigati dal fascino diuna cultura millenaria che aveva lasciato impo-nenti vestigia anche a Roma. Erano, quegli an-ni, un periodo di grande fermento e attenzioneper la cultura faraonica, che andava svelando isuoi segreti grazie alla decifrazione, nel 1822,della scrittura geroglifica, che seguì la scopertadella Stele di Rosetta avvenuta qualche anno

fittare della missione incaricata di trasportaredall’Egitto a Roma imponenti blocchi di alaba-stro per la decorazione interna della basilica diSan Paolo. Nota come la “Spedizione romanain Egitto”, si componeva di tre imbarcazioniarmate della marina pontificia, capitanate daAlessandro Cialdi, la San Paolo, la San Pietroe la Fedeltà, che partirono dal porto di Ripa-grande di Roma il 20 settembre 1840. La spe-dizione di Papa Gregorio aveva carattere espli-citamente pacifico e comprendeva anch’essa isuoi savants, un esperto per l’archeologia e lageologia, uno per la scultura e il disegno e unoper le lingue orientali. Lo spirito che animavala missione era quello di visitare e conoscere lavalle del Nilo, che fu risalito fino alla primacataratta. Durante il viaggio numerosi furonogli omaggi che la missione raccolse per il Pon-

lucco nel 1798. Al grido di Napoleone «Solda-ti, dall’alto di questi monumenti quaranta seco-li di storia vi guardano!» i soldati francesi ave-vano sconfitto l’esercito nemico. Napoleoneosannato come Alessandro il Grande! La storiavide poi l’umiliante e definitiva vittoria degliinglesi sull’armata napoleonica nel 1801, ma ciònon impedì in ogni caso il completamento del-le ricognizioni del Paese dai savants al seguitodi Napoleone.

Anche la zona delle piramidi era stata a lun-go indagata dagli scienziati napoleonici e quel-la di Cheope in particolare era stata visionataattentamente anche al suo interno. I primi sca-vi dell’area furono però avviati soltanto nel1816, per mano dell’italiano capitano di marinaGiovanni Battista Caviglia, e proseguirono inmaniera più sistematica venti anni dopo, nel

e dalle scorrerie delle sue genti no-madiche che è appunto il MedioEgitto. La regione è molto interes-sante anche perché era un importan-te snodo di scambio commerciale co-me pure culturale, il cui centro prin-cipale era la città di Assiut, dove ar-rivavano le carovane che proveniva-no dal Sudan e dall’Etiopia, lungola via delle oasi, e che raggiungeva-no i lontani mercati visitati anchedai commercianti provenienti dalMar Rosso.

Poco più a nord si trova poi ilBahr Yussuf, il canale che collega ilNilo al Fayum e che già dall’ep o cafaraonica era una delle vie commer-ciali più importanti del Paese. Matutta l’area vale la pena di essere in-dagata per la presenza e l’influenzadi Nestorio, il patriarca di Costanti-nopoli sconfitto nel concilio di Efesodel 421, che proprio qui prova a dif-fondere la sua dottrina alle popola-zioni locali, tra cui i Beja, dottrinache oggi ritroviamo finanche in Cinae in India. Nestorio dopo un lungoesilio finirà la sua vita nell’oasi diKharga dove venivano mandati an-che gli appestati.

Il sito di Bawit si sviluppa suun’area molto estesa di quaranta et-tari e ha la forma di un triangolo ir-regolare. Gli scavi hanno messo inluce che si trattava di un doppiomonastero: per religiosi e religiose.La Historia monachorum ci permette,tuttavia, di concludere che il conven-to delle religiose non risale al tempodi Apollo. È impossibile dire conprecisione in quale epoca si aggiunseil monastero femminile, ma l’a rc h e o -logia e la storia dell’arte indicanoche tale trasformazione non si pro-dusse che molto tempo dopo il IVsecolo.

Bisanzio nel VI secolo. La maggiorparte della produzione, però, è unavariante copta della forma tradizio-nale della scultura decorativa bizan-tina e cristiano-orientale. Questo ge-nere di scultura fiorì dal IV al VII se-colo nella valle del Nilo fino aSohag e oltre. I dipinti vanno dallametà circa del V fino al XII secolo. Ilavori più antichi mostrano incrosta-zioni pittoriche con aggiunte di cro-ci, pavoni e altri motivi simbolici. Sitratta di una tradizione locale svilup-patasi dall’arte provinciale greco-ro-mana in Egitto. Soltanto dopo l’an-no 500 l’iconografia ecclesiastica afigure arriva nella pittura del mona-stero. Le fonti di questo nuovo indi-rizzo dell’arte monastica della Tebai-de sono probabilmente Alessandria ele chiese episcopali della valle delNilo.

Intorno alla metà del VI secoloquesto tipo di pittura copta viene in-terrotta da un’influenza di pitturabizantina che porta nuovi motivi de-corativi. Dopo il periodo giustinia-neo, e specialmente dopo la conqui-sta araba, sono invece in primo luo-go Siria, Palestina e Armenia a for-nire nuovi impulsi di stile e di ico-nografia alla pittura del monastero.Una serie di figure dipinte sulle co-lonne della chiesa nord rappresental’opera più recente di Bawit. Forsesono state realizzate dallo stesso pit-tore armeno che nel 1124 lavorava alMonastero Bianco a Sohag.

A quel tempo la maggior partedel grande monastero di apa Apolloera già invasa dal deserto. Di lì apoco la sabbia avrebbe coperto persempre il teatro di settecentocin-quanta anni di vita monastica e disvolgimento artistico.

Medio Egitto sonoaumentate le inda-gini sul campo chehanno riguardato imonasteri Abu Fa-no, Deir el-Balayza,Mankabad, Tell el-Amarna, SheikhSaid, Deir el-Gana-dla, tutti quelli noninseriti nell’op eramonumentale diJean Doresse.

Lo studio delmonastero di Bawitcome di altri pre-senti in tutta la re-gione mette in lucefenomeni e perso-naggi di quell’a re acuscinetto tra la zo-na del Delta,proiettata verso ilMediterraneo, el’Alto Egitto, in-fluenzato dalle vi-cende della Nubia

L’oggetto venne realizzato da Luigi Ferraririproducendo «tutti i guasti e i danniad esso cagionatitanto dalla mano degli uominiquanto dalle ingiurie de’ tempi»

1836, grazie a due inglesi, il colonnello RichardHoward Vyse e l’ingegnere John Perring, chepubblicò in tre volumi le sue ricerche sulle pi-ramidi di Giza.

Si era così arrivati nel tempo a ricostruireanche la struttura interna delle tre piramidi piùalte d’Egitto e a scoprirne l’accesso, che erastato occultato più di tremila anni prima pernascondere dai predatori i sovrani lì sepolticon i loro tesori.

Luigi Ferrari visse l’Egitto di questi fatti epartecipò verosimilmente della grande attenzio-ne rivolta verso la cosiddetta Grande Piramidedi Cheope. Sicuramente al corrente delle piùrecenti scoperte archeologiche, egli volle dona-re al Pontefice anche una pianta dell’internodella piramide — di cui però non resta più trac-cia — per svelare tutti i segreti della più anticadelle sette meraviglie del mondo e anche l’uni-ca a essere sopravvissuta.

Il 24 maggio 1846 per mano di FrancescoMargarucci, ricevuto in udienza particolare, ilPontefice ricevette il modello della piramide diFerrari e seppe coglierne il valore più profon-do, ordinando che fosse immediatamente espo-sto nel nuovo museo egizio. L’oggetto potevadi diritto inserirsi tra le antichità come testimo-nianza della neonata scienza dell’Egittologia.

prima, nel 1799. Andavano contemporaneamen-te formandosi importanti collezioni egizie pres-so le principali corti europee, Parigi, Londra,Vienna, Berlino, Torino.

I personaggi più diversi si avventuravanolungo la Valle del Nilo, attraversando l’Egittoe la Nubia per procacciarsi antichità da riven-dere in Europa: viaggiatori appassionati, esplo-ratori, archeologi, studiosi o semplicementecercatori di tesori, ma anche diplomatici e mili-tari. I reperti egizi erano ben pagati. Piccoli egrandi lotti di oggetti prendevano il largo ver-so i principali porti europei e della costa italia-na e venivano acquistati immediatamente dacommessi inviati per ispezionare quei carichi eaggiudicarsi gli oggetti più belli e preziosi. Èquesto il periodo della cosiddetta “guerra deiconsoli” d’Egitto che, accanto a un’attiva par-tecipazione alla politica estera dei Paesi rappre-sentati, andavano anch’essi rastrellando antichi-tà per arricchire i musei in patria.

Si andavano così formando raccolte di og-getti il più delle volte decontestualizzati, pro-venienti da scavi archeologici non sistematici, ilcui valore era più espressamente dettato dalgiudizio estetico.

La corte papale non partecipò a questa fre-nesia e alla corsa all’accaparramento di antichi-tà, ma non venne mai meno l’interesse per lacultura faraonica da parte del Papa, che rico-nosceva un nesso tra la storia dell’antico Egittoe quella della nascita del cristianesimo: il Mu-seo Gregoriano Egizio si rivelava dunque uncontributo fondamentale alla ricostruzione sto-rica di quei fatti.

Mecenate, studioso delle civiltà antiche, inte-ressato all’archeologia e promotore di scavi sulterritorio pontificio, Gregorio XVI seppe appro-

Come l’Egitto contribuì alla ricostruzione della basilica

Dalle rive del Nilo al cantiere di san PaoloAnche la basilica di San Paolo fuori leMura custodisce un regalo provenientedall’Egitto, e destinato proprio a PapaGregorio XVI, appassionato di archeologiae di marmi antichi: quattro colonne mono-litiche di alabastro, che vennero donate dalKedivè (il vicerè) d’Egitto al successore diPietro in occasione della ricostruzione del-la basilica, devastata da un incendio nellanotte fra il 15 e il 16 luglio 1823. Le colon-ne vennero disposte a ridosso della facciatad’ingresso, nella parte interna. Nel 1825, il25 gennaio — giorno in cui la Chiesa cele-bra la conversione di Saulo — Papa LeoneXII aveva inviato a tutti i vescovi l’enciclica

Ad plurimas easque gravissimas invitandoli apromuovere presso i fedeli la raccolta dioblazioni per la ricostruzione, come giàaveva fatto Giulio II per San Pietro.All’appello, diramato capillarmente e ri-proposto nel 1840 da Papa Gregorio XVI,rispose il mondo intero, sia con l’invio didenaro — furono raccolti oltre quattrocen-tomila scudi — che di materiali preziosi: lozar Nicola I di Russia regalò due altari ge-melli in malachite e lapislazzuli, che sareb-bero poi stati posti alle estremità del tran-setto. Per la ricostruzione arrivarono alcantiere di San Paolo granito e marmi gre-ci e africani.

Come venne esposta la piramide nel Museo Gregoriano Egizio

stia (2551-2528 prima dell’era cristiana). L’op e-ra, che misura 40 centimetri di altezza e 65 dilato alla base, fu scolpita da un frammento dicalcare originale della piramide stessa, inciso inmodo tale da realizzare un modello esatto diquella straordinaria costruzione, così come ap-pariva all’epoca «con tutti i guasti e i danni adesso cagionati tanto dalla mano degli uomini,quanto dalle ingiurie de’ tempi».

La piana di Giza, laddove sorgono le tregrandi piramidi, tutte datate alla IV dinastia,era stata da poco palcoscenico grandioso della“battaglia delle piramidi”, che aveva visto af-frontarsi l’esercito napoleonico e quello mame-

tefice.La collezione egizia vaticana andò

poi nel tempo sempre accrescendosigrazie a una serie di donazioni, pro-venienti dalle più varie circostanze eda personaggi diversi. Tra questi ri-cordiamo appunto Luigi Ferrari, chesi era trasferito nella città del Cairoper perfezionare la propria arte. Egliperò «non dimenticava Roma la Pa-tria sua e precisamente questo centroAugusto della Cattolica unità ed ilRomano Pontefice sotto il cui Pater-no regime aveva sortito i natali. Fuin questo pensiero che egli ideò dioffrire alla Sua Maestà di Papa Gre-gorio XVI un qualche lavoro, il qualetestimoniasse la sua riverenza alPontificato Romano e la sua devo-zione al proprio Principe».

Scelse così di realizzare un model-lino della piramide egizia più impo-nente, quella del faraone Cheope,che governò l’Egitto sotto la IV dina-

La chiesa fotografata durante gli scavi nel 1901-1902 (Parigi, École Pratique des Hautes Études)

Frammento di pittura murale con voltofemminile (VI-VII secolo)

«Cristo in trono con Maria e gli apostoli» (VI secolo)

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L’OSSERVATORE ROMANOvenerdì 30 agosto 2013 pagina 5

Terre d’America

Come parla Jorge Mario Bergoglio

Per non “balconear” la vitadi JORGE MILIA

Nel l u n f a rd o — il gergotipico della città diBuenos Aires, moltousato nel tango — ilverbo balconear signifi-

ca "stare a guardare dalla finestra" odal balcone. Come in italiano, de-scrive un atteggiamento di puracuriosità, dove non c’è partecipazio-ne, come uno spettatore davanti alquale sta accadendo qualcosa chenon lo riguarda, e quindi può per-mettersi di criticare sempre degliaspetti che non gli piacciono o sucui non è d’accordo; lui, comunque,non si coinvolge mai, si tiene daparte.

Negli anni della nostra infanzia eadolescenza, quando il giovane inse-gnante Bergoglio era nostro profes-sore, la scuola dell’Immacolata Con-cezione di Santa Fe partecipava conaltre scuole cattoliche alla processio-

ne del Corpus Christi assieme ai fe-deli. Durante il lungo percorso cheattraversava tutto il centro cittadino,era comune vedere molti b a l c o n e ro s :

to una spiegazione molto semplice:«Sono vecchie che usano la fede allostesso modo della tintura dei capelli.La fede non si vive dal balcone ma

e ho pensato quanto era bello chequella gioventù piena di speranzeoggi lo capisse e fra trenta o qua-rant’anni ricordasse le sue parole efacesse il bilancio dei risultati. Poi,quando ha insistito con i giovani in-vitandoli a non b a l c o n e a r, a tuffarsinella vita come ha fatto Gesù, hoprovato una grande tenerezza e unaprofonda ammirazione per quel-l’amico al quale li veniva fuori dalprofondo dell’anima il suo porteño(la parlata infarcita di l u n f a rd o tipicadegli abitanti di Buenos Aires).

Per Papa Francesco — ed è diffici-le che ci sia qualcuno che non lo ca-pisca — il cristiano è protagonista,non spettatore.

In poco tempo ci ha dimostratoche dall’unico balcone dal quale sipuò partecipare è dalla loggia di SanPietro alla quale si è affacciato unasera piovosa un Papa che veniva dal-la fine del mondo e che ha salutatotutti quelli che lo aspettavano conun semplice «Buona sera», e ha con-quistato il cuore del mondo chieden-do di pregare per lui.

Anticipiamo — nella traduzionedallo spagnolo di MarianaGabriela Janún — un articoloche sarà pubblicatovenerdì 30 agosto in retesul sito di Alver Metalli«Terre d’America».L’autore è un giornalista,già alunno di Bergoglio quandoquesti insegnava Letteraturae Psicologia a Santa Fenegli anni 1964 e 1965.

Con una parola presa dal gergo tipicodella città di Buenos AiresPapa Francesco spiegache il cristiano deve essere protagonistaE non spettatore

Continua il tour dell’arte italiana in Russia

Salto di qualità

persone che si dedicavano alla stessa"pratica". A me stupiva un po’ p er-ché i miei nonni materni, quelli cheerano ancora vivi, anche se anziani epieni di acciacchi camminavano coni membri della loro parrocchia e nonavevano mai preso in considerazionel’idea di b a l c o n e a r.

Un giorno ne ho parlato con unprete della scuola, e questi mi ha da-

camminando». Una frase che sareb-be ritornata alla mia memoria nel2010 facendo il Cammino di Santia-go che rimanda proprio a una Chie-sa in cammino.

Quando Papa Francesco ha detto:«Non lasciate che siano gli altri iprotagonisti del cambiamento, voisiete quelli che costruiscono il futu-ro», mi sono sentito giovane anch’io

Ora è Flora ad ammaliare Mosca

Fu la prima a fondare una comunità monastica ecumenica

Sorella Maria, eremita di confinedi LU C E T TA SCARAFFIA

È molto conosciuta — e giu-stamente — l’esp erienzaecumenica della comunità

di Taizé, ma pochi sanno chel’idea di una comunità di tipomonastico dove vivessero insiemepersone appartenenti a confessio-ni cristiane diverse è stata speri-mentata per la prima volta aCampello, vicino a Trevi in Um-bria, da una donna, Maria diCamp ello.

La sua personalità, così netta eoriginale, è oggi ben nota grazieall’opera di alcuni biografi eall’edizione varie raccolte dellesue corrispondenze con personag-gi molto importanti, comeGandhi, ma una luce più appro-fondita sulla sua vicenda persona-le, e soprattutto sull’orma che halasciato nella tradizione dellaChiesa, la possiamo avere oggigrazie ai saggi raccolti da Rober-to Morozzo della Rocca (Ma r i adi Campello. Un’amicizia francesca-na, Brescia, Morcelliana, 2013, pa-gine 160, euro 15).

Sorella Maria — al secolo Vale-ria Pignetti — intorno al 1926, do-po avere abbandonato una vitareligiosa tradizionale in un con-vento di suore francescane, andòa vivere in un antico eremo ab-bandonato, nonostante tutti glieloavessero sconsigliato, sia perl’asperità del luogo e l’e s t re m apovertà della zona, sia per lacompagnia di sorelle anglicane.Invece di fondare una congrega-zione nuova, Maria lega le sortidi questo gruppo di donne — chesi autodefinisce «le allodole disan Francesco» — a quel luogocosì intensamente segnato dallamemoria del primo francescanesi-mo: «Da quel momento ebbi lacertezza interiore che il luogo ciera destinato. E questa certezza cidiede la forza di affrontare tutto»scrive, un anno dopo la fondazio-ne, in una lettera a don Orione.

Lì sorella Maria resiste, nel si-lenzio e nel nascondimento, a tut-te le pressioni di chi la voleva ir-reggimentare in una formula reli-giosa stabilita o definirla moder-nista, per segnare, silenziosamen-te, un percorso di vita eremiticaoriginale, ma soprattutto libero eumile.

Il carattere della singolare ere-mita viene colto soprattutto attra-verso le sue relazioni, le sue ami-cizie, costruite con attenzione eamore nel tempo, che definisconolo spazio umano in cui si muoveil suo pensiero e la sua preghiera.«Considero l’amicizia una dellepiù grandi forze del mondo» scri-ve, e questo spiega la tenacia concui tesse e alimenta amicizie im-portanti come quella conSchweitzer, Gandhi, Buonaiuti,Mazzolari.

L’amicizia con Ernesto Buo-naiuti le costa cara, perché le atti-ra il sospetto di modernista cheper decenni le attirerà l’ostilitàdelle gerarchie ecclesiastiche. Ma-ria vede in lui una passione veradi fede, e mantiene la sua fedeltà

di amica anche quando per ordi-ne della Chiesa il prete romanosarà vitando. Ma lo fa nel segreto,senza scandalo. Il suo rapportocon Buonaiuti — benché l’eccle-siastico fosse un grande intellet-tuale e lei una donna molto menodotta — non prese mai la forma didirezione spirituale. Anche perquesto non possiamo descrivereMaria come una modernista. Co-me giustamente scrive Andrea

va rispettare la Chiesa pur mante-nendo un respiro ampio, di aper-tura universale.

Ed è proprio il bisogno di que-sto più largo respiro che unisce alei don Primo Mazzolari, e chespiega la decisione di Maria discrivere ad Albert Schweitzer peril suo settantacinquesimo com-pleanno: da questa lettera nasceun’amicizia epistolare fondata suuna profonda affinità spirituale.

«State certi che se io muoiomuoio di passione per la Chiesa»scrisse nel 1945Parole estremamente similia quelle di Caterina da Siena

via: «Anche la “mia” opera nonesiste, Ginepro. Con l’esiguo ma-nipolo delle poverelle, insufficien-ti quali siamo tutte, cerco gettareun pur piccolo seme nel solcodella testimonianza cristiana. Eciò servirà forse un giorno allachiesa di Dio, a qualche cercatoredi Dio». La regola di vita chequesto gruppo di donne sceglie èquella francescana, la prima, quel-la non bollata, un ritorno alle ori-gini, ma «al di là di ogni forma-lizzazione» scrive Marco Bartoli,che sottolinea come questa ade-

Un rapporto epistolare sarà l’av-vio per un’amicizia con Gandhi,al quale l’eremita si descrive come«selvatica e libera in Cristo, e vo-glio con Lui, con te, con voi, conogni fratello cercatore di Dio,camminare per i sentieri della ve-rità e portare la mia testimonian-za alla verità fino all’estremo». Econ Gandhi, durante il suo viag-gio in Italia, sorella Maria s’in-c o n t re r à .

Maria è capace di creare legamicon personaggi di confine, e que-sto vale soprattutto con i prote-

Riccardi, del resto «l’e s p re s -sione modernismo coniatadalla Curia, accomuna unaserie di percorsi culturali ereligiosi dagli esiti diversi.Oggi dobbiamo avere la ca-pacità di coglierne l’origina-lità umana e religiosa».

Del resto, Maria non sisente modernista: è fedelealla Chiesa, come affermaapertamente in una letteradel 1945: «Siate certi che seio muoio, muoio di passio-ne per la Chiesa». È lastessa affermazione di Cate-rina: le donne si rivelanopiù capaci degli uomini acontinuare ad amare appas-sionatamente la Chiesa an-che quando ne vedono e nedenunciano con totale luci-dità limiti e difetti.

In una lettera a Ginepro(nome con cui Maria chia-mava Buonaiuti), la donnariassume il senso della sua

Antonio Vázquez, «Balconeando» (2009, Buenos Aires)

Maria di Campello

Tiziano Vecellio, «Venere che benda Amore» (1565, particolare)

di ANTONIO ZANARDI LANDI

Fin dall’inizio della mia missione in terra russa hocercato di promuovere iniziative culturali volte aevidenziare il profondo legame che lega l’Italia e

la Russia, incoraggiato dal successo e dall’accoglienzadavvero rimarchevoli che il pubblico e la stampa russahanno sempre riservato alle nostre manifestazioni. Lagrande esposizione di Tiziano al Museo Pushkin ci per-mette di proseguire lungo la strada percorsa a partire dal2011 e di mantenere il nuovo e più alto livello delle rela-zioni culturali ottenuto dopo il salto di qualità rappre-sentato dall’Anno “incro ciato” Italia-Russia, nel corsodel quale abbiamo potuto toccare con mano quanto vivosia l’amore che i russi mostrano per l’arte e la culturaitaliana.

Ed è in questo contesto che la mostra del maestro ve-neziano costituisce l’ideale prosecuzione della grandeesposizione «Caravaggio dai Musei Italiani» nel 2011.Nelle sale del Museo Pushkin verrà offerta al pubblicorusso l’opportunità di seguire le tappe dell’ascesa di Ti-ziano alla posizione di nume tutelare dell’arte veneziana.L’artista si è guadagnato i maggiori riconoscimenti dellaRepubblica di Venezia e l’apprezzamento di influenticommittenti — quali gli Este, i Gonzaga, i della Rovere ei Farnese — che ha immortalato in splendidi ritratti, rap-presentandone il carattere ufficiale, ma anche il latoumano, la personalità, la vulnerabilità e l’individualità.

Queste caratteristiche si trovano anche nelle tele reli-giose del maestro, che provengono da città d’arte italia-ne meno note quali Ancona, Mantova e Bergamo e nelleopere allegoriche, come le celeberrime F l o ra , provenientedal Museo degli Uffizi di Firenze, e Venere che bendaAm o re dalla Galleria Borghese di Roma.

La forza dell’iconografia di Tiziano è un tratto centra-le della meravigliosa Danae — eccezionalmente prestatadal Museo di Capodimonte di Napoli, di cui i russi pos-seggono nel Museo dell’Hermitage un’altra preziosa ver-sione — e nei tre ritratti in mostra, che andranno studiatiin paragone al Ritratto del cardinale Antoniotto Pallavicinidella collezione dello stesso Museo Pushkin.

famiglie che con qualcheimmagine religiosa e unpaio di candele sul balco-ne attiravano l’attenzionee si dedicavano a salutarei fedeli in processione e apronunciare dei commen-ti. In certe zone, quasiogni cento metri, c’eranouna o due case con delle

Si arricchisce con una nuova propo-sta culturale la trama delle relazionitra Italia e Russia. Nell’ambito delpercorso espositivo voluto dall’amba-sciatore Antonio Zanardi Landi — chedal 2011 propone al pubblico russocapolavori italiani del Rinascimento edel Barocco — dopo i capolavori diRaffaello, Bernini, Botticelli, Lotto,Bellini, Caravaggio, Bronzini e Man-tegna, è infatti ora la volta di TizianoVecellio. All’artista veneziano ha ap-pena passato il testimone AndreaMantegna, il cui San Giorgio ( p ro v e -niente dalle Gallerie dell’Accademiadi Venezia) è stato esposto primapresso l’Ambasciata d’Italia a Moscae poi, fino allo scorso 22 luglio,

all’Armeria dei Musei del Cremlino.Non esistono quadri del Mantegnanella Federazione Russa, il che hafatto del San Giorgio un’o ccasionepreziosa di conoscenza per il pubbli-co locale. Un’occasione di conoscen-za ma anche un significativo omaggioalla città ospitante: Giorgio è infattiil santo protettore di Mosca, il cuiemblema è proprio una figura argen-tea su sfondo rosso scuro che trafiggeun drago. Come si diceva, e come il-lustra lo stesso Zanardi Landi nel te-sto — tratto dalla prefazione al catalo-go — che riportiamo in pagina, al Ve-cellio è invece dedicata la mostra «Ti-ziano (1488/90-1576. Dalle collezionidei Musei Italiani», che presenta un-

dici capolavori dell’esponente del Ri-nascimento veneziano al Museo dellearti figurative Pushkin di Mosca.Aperta fino al 29 settembre, in duemesi ha già attirato 240.000 visitatori.Come ormai è tradizione, la mostra èstata preceduta dall’esposizione perqualche giorno presso l’ambasciataitaliana di un capolavoro particolar-mente significativo dell’artista. PerTiziano la scelta è caduta su F l o ra .La mostra dedicata al Vercellio coin-cide con la fase conclusiva del man-dato dell’Ambasciatore d’Italia nellaFederazione Russa, Zanardi Landiche ha appena assunto l’incarico diConsigliere diplomatico del Presiden-te della Repubblica italiana.

sione al francescanesimo — chenon ha mai ricevuto confermeistituzionali — non abbia mai rap-presentato per lei «una gabbiaidentitaria» ma piuttosto «l’ap er-tura di cuore e di visione per unacontinua crescita interiore e co-munitaria».

I rapporti con l’autorità eccle-siastica — spiega Morozzo dellaRocca — sono difficili, e Marianon vedrà la piena riabilitazionedell’Eremo, che avviene solo do-po la sua morte, nel 1969, a operadell’arcivescovo di Spoleto UgoPoletti. Ma contrasti e incom-prensioni hanno la funzione — co-me avviene sempre nelle storie deisanti — di confermare la vocazio-ne mistica di un’eremita che sape-

con grande originalità nel panora-ma storico in cui è vissuta, e dovela spinta ad allargare gli orizzontimentali e spirituali, che è ancheconseguenza della rivoluzione deitrasporti e della più ampia cono-scenza delle culture diverse, si eraquasi sempre arenata in evane-scenti progetti di religiosità esote-rica. Maria, pur parlando di «unachiesa invisibile che sale alle stel-le, che non è divisa da diversitàdi razze o di culti, ma è formatada tutti i cercatori sinceri dellaverità» — bisogna ricordare che ilmotto della Società Teosofica èproprio «la ricerca della verità» —rimane fermamente cattolica, fe-dele alla veneranda Chiesa roma-na che «presiede all’agap e».

stanti, con molti dei qualiavvia relazioni intense e ri-spettose, ma il suo ecumeni-smo si realizza soprattuttonella concretezza della vitaquotidiana dell’Eremo, doveconvivono e pregano in co-mune donne di diverse con-fessioni cristiane.

La sua figura si staglia

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 6 venerdì 30 agosto 2013

Dai rappresentanti cristiani appelli alla prudenza su un eventuale attacco militare in Siria

Rifiutodi ogni violenza

Appello dei religiosi nigeriani a cristiani e musulmani

Nessuna religione promuove il male

Messaggio del Papa all’arcivescovo di Seoul per il mese dedicato ai testimoni della fede

Sulle stradedei martiri dell’Asia

DA M A S C O, 29. Pregare lo SpiritoSanto «affinché illumini i cuori dicoloro che hanno tra le mani il de-stino delle popolazioni», dicendoloro di «non dimenticare l’asp ettoumano nelle proprie decisioni».Quella del patriarca di Gerusalem-me dei Latini, Fouad Twal, è solol’ultima voce ad aggiungersi nel co-ro dei cristiani d’Oriente allarmatialla notizia che un attacco militaredelle forze occidentali in Siria po-trebbe essere imminente.

Twal lancia un appello alla pru-denza per la stabilità di tutta la re-gione e si interroga sui rischi di unaescalation della violenza: «Chi hapensato alle conseguenze di una taleguerra per la Siria e per i Paesi vici-ni? C’è bisogno di aumentare il nu-mero dei morti? È necessario ascol-tare tutte queste anime che vivonoin Siria e che gridano il loro doloreche dura da più di due anni e mez-zo. Hanno pensato alle mamme, aibambini, agli innocenti? E i Paesiche attaccano la Siria — si chiedeancora il patriarca — hanno preso inconsiderazione il fatto che i loro cit-tadini in tutto il mondo, che le loroambasciate e consolati possono esse-re bersaglio di attacchi e attentati inrappresaglia?». E aggiunge: «Comecristiani di Terra Santa ricordiamonelle nostre preghiere i siriani di cuivediamo tutte le sofferenze quandovengono a rifugiarsi nella nostradiocesi in Giordania» (il conflittoha già portato l’afflusso di più di

500.000 rifugiati siriani nel regnohashemita).

«Se i Paesi occidentali voglionocreare una vera democrazia — ha di-chiarato ad AsiaNews il patriarca diAntiochia dei Greco-Melkiti, Grego-rios III Laham — devono costruirlacon la riconciliazione, con il dialogofra cristiani e musulmani, non conle armi. L’attacco pianificato è unatto criminale, che mieterà altre vit-time, oltre alle migliaia di questidue anni di guerra. Ciò farà crollarela fiducia del mondo arabo verso ilmondo occidentale». Laham invitaad ascoltare l’appello del Papa perla pace in Siria: «La voce dei cri-stiani è quella del Santo Padre. Inquesto momento occorre esserepragmatici. La Siria ha bisogno distabilità e non ha senso un attaccoarmato contro il governo». Il pa-triarca avverte che «la nostra comu-nità si riduce ogni giorno, i giovanifuggono, le famiglie abbandonanole loro case e i loro villaggi. Lascomparsa dei cristiani è un pericolonon solo per la Siria, ma per tuttal’Europa. La nostra presenza — sot-tolinea — è la condizione essenzialeper avere un islam moderato, cheesiste grazie ai cristiani. Se noi an-diamo via, non potrà esservi in Siriaalcuna democrazia. Tale tesi è soste-nuta anche dagli stessi musulmani.In molti affermano che non si puòvivere dove non vi sono i cristiani».

Anche il patriarca di Babiloniadei Caldei, Louis Raphaël I Sako,

esprime — all’agenzia Fides — la suapreoccupazione per un intervento inSiria che costituirebbe «una sciagu-ra. Sarebbe come far scoppiare unvulcano con un’esplosione destinataa travolgere l’Iraq, il Libano, i Terri-tori palestinesi. Il nostro Paese», ag-giunge parlando dell’Iraq, «è ancoramartoriato dalle bombe, dai proble-mi di sicurezza, dall’instabilità edalla crisi economica».

Ignace Youssif III Younan, pa-triarca di Antiochia dei Siri, inun’intervista a Terrasanta.net invitale forze occidentali «ad aiutare levarie parti in conflitto a trovare vieper la riconciliazione, ad avviare ildialogo per delle riforme basate suun sistema pluralista di governo».Tutta la popolazione soffre, ma icristiani in particolare, «vittimedell’odio». E il patriarca di Antio-chia dei Maroniti, cardinale BécharaBoutros Raï, a Radio Vaticana par-la, riferendosi ai conflitti in Siria, inEgitto, in Iraq, di «guerre senza fi-ne» alle quali sia i Paesi occidentalisia i Paesi orientali devono trovarepresto una soluzione. Dall’Italia ilpresidente della Conferenza episco-pale, cardinale Angelo Bagnasco, sichiede — riferisce l’Ansa — «ancorauna volta quale sia il ruolo delleNazioni Unite». Questa mattina,nel corso dell’omelia per la solenni-tà della Madonna della Guardia aGenova, il porporato ha invitato apregare con il Papa «per la pace nelmondo: essa si fonda sulla giustiziae sulla buona volontà dei cuori,quello dei singoli e quello dei popo-li. La ragione, pensando alle soffe-renze di moltitudini di innocenti,vinca su ogni ostacolo».

Contro un attacco militare delleforze armate occidentali in Siria e«per la pace e per il rifiuto di ogniviolenza» pregano anche i monaci ele monache del monastero di DeirMar Musa, a nord di Damasco, ri-fondato da padre Paolo Dall’O glio,il gesuita sequestrato un mese fanell’area di al-Raqqa e di cui si so-no perse le tracce.

Mentre il World Council ofChurches chiede che le NazioniUnite «adempiano alla loro respon-sabilità di proteggere il popolo siria-no da gravi violazioni dei dirittiumani», facendo luce sull’uso di ar-mi chimiche, prudenza su un even-tuale intervento in Siria vieneespressa anche dal primate anglica-no Justin Welby, arcivescovo diCanterbury, che sul «The Telegra-ph» osserva che i membri del Parla-mento britannico devono essere cer-ti dei fatti prima di agire in «una si-tuazione veramente delicata epericolosa» come questa, sottoli-neando la piaga dei cristiani nellaregione, «terrorizzati per quello chepotrebbe succedere nelle prossimesettimane».

SEOUL, 29. Nell’ambito delle cele-brazioni del "mese dei martiri" disettembre, che la Chiesa in Coreacelebra da diversi anni, l’arcidio cesidi Seoul ha preparato un progettoper rilanciare i pellegrinaggi all’in-terno della capitale. Si tratta dipubblicizzare quei percorsi cittadiniche uniscono i luoghi della persecu-zione anticristiana con le chieseerette a memoria dei martiri. La ce-rimonia di inaugurazione di queste"strade del martirio" si svolgerà ilprossimo 2 settembre nella cattedra-le Myeong-dong. Il tema scelto è:«Io sono la via, la verità, la vita».L’arcivescovo di Seoul presiederà lamessa inaugurale, che sarà concele-brata dai sacerdoti che curano i luo-ghi santi della capitale. Dopo la ce-rimonia, l’arcivescovo affronterà unpellegrinaggio di due chilometri as-sieme ai fedeli presenti, dalla catte-drale alla chiesa Jongno.Papa Francesco ha inviato un mes-saggio all’arcivescovo e ai fedelidell’arcidiocesi: «Sua Santità — silegge nel messaggio firmato dal car-dinale segretario di Stato TarcisioBertone — confida che tutti i parte-cipanti ai pellegrinaggi durante que-sto mese, aiutati dalla preghiera edall’esempio dei martiri, approfon-diranno la loro comunione con il Si-gnore Gesù Cristo, il quale si è sa-crificato perché noi possiamo condi-videre il dono inestimabile della vitaeterna». Papa Francesco, è scrittoancora nel messaggio, «prega chequesta occasione possa essere un’op-portunità per i pellegrini di riaccen-dere la fede nei loro cuori e perciòimpegnarsi più pienamente nel com-pito urgente dell’evangelizzazione».

Nel contempo, l’arcidiocesi conti-nua a lavorare per la beatificazionee la canonizzazione dei tanti martiriche hanno permesso alla Chiesa inCorea di sopravvivere alla persecu-zione. Fra questi, un posto par-ticolare è dedicato a padre ChoiYang-oeb, Paolo Yun Ji-choong e isuoi 123 compagni uccisi in odio al-la fede durante le persecuzioni delXVIII-XIX secolo. Per monsignorYeom «a Seoul esistono molti sitistorici che sono sconosciuti alla po-polazione. «È una triste verità, manel più grande santuario dedicato ainostri martiri (il Seosomun) non c’èaltro che un monumento. Attraversoquesto mese dei martiri e questi pel-legrinaggi vogliamo far conosceremeglio ai coreani le storie di coloroche hanno sacrificato la loro vitaper la fede. Inoltre, attraverso il mo-dello di queste persone, vorremmodare ai fedeli l’opportunità di pen-sare meglio alla loro relazione conD io».

Con una particolare attenzione ainuovi mezzi di comunicazione, l’ar-cidiocesi ha aperto anche un nuovosito internet che presenta le storie ele vite dei martiri. A breve verrà lan-ciata anche un’app per gli smart-phone. Tutto questo, spieganodall’Ufficio comunicazioni socialidell’arcidiocesi di Seoul, «per aiuta-re in modo particolare i giovani acomprendere meglio le vie e gli sco-pi del progetto. Per i fedeli piùadulti saranno stampati dei volanti-ni “vecchio stile” che saranno inviatia tutte le parrocchie». Rilanciarel’educazione e la formazione del cle-ro come via per l’evangelizzazionedelle nazioni asiatiche è invecel’orientamento emerso nel corso dei

colloqui fra l’arcivescovo di Seoul,monsignor Yeom Soo-jung e il car-dinale Zenon Grocholewski, Prefet-to della Congregazione per l’Educa-zione Cattolica, presente nei giorniscorsi in Corea del Sud per parteci-pare alla conferenza dell’Asso ciazio-ne dei college e delle università cat-toliche del Sud est asiatico edell’Asia orientale (Aseaccu), tenu-tasi presso l’Università cattolica diSeoul. Il cardinale Grocholewski —riferisce l’agenzia Fides — si è detto«molto colpito dalla vastità dell’ar-cidiocesi di Seoul», e ha affermatoche con circa 400 seminaristi,«Seoul ha un ruolo importante peril futuro della Chiesa in Asia». LaChiesa «è cresciuta grazia agli sforzidei laici. Questa è una storia moltoparticolare, che non ha nessuna al-tra Chiesa in tutto il mondo».

Nuovo organismoi n t e r re l i g i o s o

nelle Filippine

MANILA, 29. Dopo un anno dilavoro e di preparazione, ha pre-so il via ufficialmente il Consi-glio interreligioso dei Leader del-le Sulu (“Interfaith Council ofLeaders-Sulu”), la piccola coronadi isole nelle Filippine del sud,note perché base del gruppo ter-rorista “Abu Sayyaf”. È quantorende noto il Centro per il dialo-go islamo-cristiano “Silsilah” —che ha base a Zamboanga City(nell’isola di Mindanao) — p ro -motore del nuovo Consiglio,esprimendo soddisfazione perquelle che è definito «l’inizio diqualcosa di grande». Il nuovoConsiglio, che include leader cri-stiani e musulmani locali, ha ilcompito di «promuovere una mi-gliore comprensione nelle relazio-ni fra cristiani e musulmani inquesta provincia» e si impegnerà«per il bene comune». L’esp e-rienza di un consiglio interreli-gioso è stata già fatta, con buonirisultati, nella stessa Mindanao.

ABUJA, 29. Un appello ai giovanicristiani e musulmani a essere agentie promotori di pace e di stabilità,nonostante le sfide che la Nigeria ècostretta ad affrontare, è stato lancia-to nei giorni scorsi da numerosi lea-der religiosi che hanno preso parte aun seminario interreligioso svoltosipresso la Central Mosque di Abuja.L’appello è stato rivolto dal cardina-le John Olorunfemi Onaiyekan, arci-vescovo di Abuja, dall’imam FaudAdemola Adeyemi e dall’imam Alha-ji Abdulahi Karshi. L’incontro è sta-to organizzato dal National Councilof Muslims Youth Organizations(Nacomyo) e dal Catholic Youth or-ganization (Cyon). Due i temi di-scussi durante il seminario: «Igno-rance of the Scripture is Ignoranceof God Almighty» (L’ignoranza del-la Scrittura è ignoranza di Dio On-nipotente) e «No Religion PromotesEvil» (Nessuna religione promuoveil male). «Chi dice di conoscere Dio— ha sottolineato l’arcivescovo diAbuja — deve amare il prossimo e vi-vere in pace con tutti». Il porporatoha osservato che «il grande valore inogni religione e in ogni società uma-na è quello di andare al di là dellacoesistenza e lavorare per la coope-razione e la solidarietà». Il cardinale

nell’esortare i giovani cristiani e mu-sulmani presenti a collaborare pergarantire la pace e la stabilità nelPaese ha sottolineato che: «Tutti noiin Nigeria, che abbiamo a cuore lareligione, dobbiamo lavorare perl’armonia religiosa, la convivenza pa-cifica e la solidarietà. È solo allorache la religione non sarà una causa,ma una benedizione di Dio».

Parlando dello stesso argomentodal punto di vista musulmano, FaudAdemola Adeyemi ha usato diversipassaggi del Corano per ribadire ilfatto che «l’Islam è una religione dipace, di amore, di cooperazione e diconvivenza pacifica di tutti i popolia prescindere dalle loro differenze».

L’imam Alhaji Abdullahi Karshi eil reverendo Andrew Anana si sonosoffermati sul secondo tema dell’in-contro: “No Religion PromotesEvil”, citando diversi passaggi dellaBibbia e del Corano. Karshi ha coltol’occasione per esortare i politici anon usare le Scritture per soddisfarele proprie ambizioni politiche poichépotrebbero causare conseguenze di-sastrose. L’imam ha sottolineato checoloro che hanno ucciso vite umanee distrutto proprietà in nome e a di-fesa dell’islam non sono veri musul-mani.

A margine del seminario promossodal National Council of MuslimsYouth Organizations e dal CatholicYouth organization è intervenuto an-che il ministro nigeriano della gio-ventù e dello sviluppo sociale, AlhajiInuwa Abdul-Kadir, che ha sottoli-neato «la necessità di una certifica-zione religiosa rilasciata ai predicato-ri prima di essere autorizzati a parla-re in pubblico. Alcuni di loro — haprecisato il ministro — disinformanoi fedeli». Nel ribadire la necessitàper questi predicatori di acquisirel’abilità e la certificazione necessariache consenta loro di predicare ai fe-deli nel modo giusto, il ministro liha esortati vivamente «a dire semprela verità e a guidare i giovani nige-riani nella strada giusta, poiché sonovulnerabili e potrebbero essere facil-mente ingannati». Infine, nel sottoli-neare l’importanza di regole per co-loro che desiderano predicare la pa-rola di Dio nel Paese, Alhaji Abul-Kadir ha osservato che il «Governonigeriano ha bisogno della collabo-razione di tutti i leader religiosi.Non c’è nessuna società in grado disopravvivere senza regole. Non pos-siamo permetterci di operare in unasocietà senza legge», altrimenti ilPaese rischia di precip i t a re » .

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L’OSSERVATORE ROMANOvenerdì 30 agosto 2013 pagina 7

Intervento dell’arcivescovo di Los Angeles

Coraggio nel risponderealle domande sulla vita

LOS ANGELES, 29. «Nella cultura dioggi è sempre più difficile trovare ilvero significato della vita e in talsenso, la Chiesa offre la visione cat-tolica della vita, che mostra la giu-sta via per affermare la dignitàdell’uomo come figlio di Dio». Èquanto ha spiegato all’agenzia distampa Aci Prensa, monsignor JoséGómez, arcivescovo della più vastadiocesi cattolica negli Stati Uniti,Los Angeles, con oltre 4.349.000 fe-deli, dei quali più del 70 per centoispanici.

«L’uomo di oggi — ha spiegato ilpresule — continua a chiedersi “Checos’è la felicità”? “Cosa è il succes-so”? “Cosa dobbiamo valorizzare”?“Come possiamo definirli e comepossiamo raggiungerli”?». Secondol’arcivescovo di Los Angeles, «la ra-

dice di molti problemi nelle nostrefamiglie e nella nostra società puòessere trovata nel fatto che non ab-biamo più un’idea chiara di ciò chesignifica essere una persona umana.La visione cattolica — ha sottolinea-to il presule — ci dà la risposta cor-retta e ci mostra la strada giusta perla nostra vita. Gesù ci ha insegnatoche siamo creature di grande digni-tà, fatti ad immagine di Dio, redentida Cristo, nati per cose grandi chesono la bellezza e la bontà, l’a m o ree la verità».

Monsignor Gómez ha sempre po-sto la sua attenzione sull’educazionecattolica, la buona formazione nellafede e nella dottrina. In un’intervi-sta rilasciata nel 2011 al nostro gior-nale, il presule aveva dichiarato diaver trovato nelle parrocchie dell’ar-

cidiocesi di Los Angeles un grandefermento. «Qui le parrocchie sonorealmente vive e i fedeli sono attivi,assetati di Vangelo».

L’arcivescovo ha anche spiegatoche tale zelo, insieme con una buo-na formazione, è un saldo pilastroper l’intera società. «La formazione— ha sottolineato — deriva, in primoluogo, dalla Chiesa, dal Vangelo,ma anche dai laici, dalla reciprocitànella vita quotidiana, nelle scuole,nelle attività sportive. In tutti i con-testi, abbiamo un bel messaggio dacondividere per il bene comune.Non dovremmo mai aver paura dicondividerlo perché questo miglio-rerà le condizioni della nostra socie-tà».

Monsignor Gómez ha ribaditol’impegno della Chiesa cattolica «dioffrire una formazione che vada ol-tre i semplici dati, cifre e informa-zioni» perché altrettanto importantisono le virtù e i valori che rendonola vita qualcosa di reale e degna diessere vissuta. «Virtù e valori cheaiutino i nostri bambini a crescerecon una prospettiva “trascendente”,che li aiutino a vedere con gli occhidi Gesù. A tutto ciò — ha spiegatol’arcivescovo — ci prepara una buo-na educazione cattolica per una vitadi amore e di servizio a Dio e aglialtri. Questa è la vita per la qualenoi preghiamo, alla fine di ognimessa recitiamo: "Andate in pace ...per glorificare il Signore con la no-stra vita”».

In diverse occasioni, l’a rc i v e s c o v odi Los Angeles ha ribadito quantosia importante «non avere paura divivere la fede». Questo è anche l’ar-gomento di un suo recente libro in-titolato Men of Brave Heart: TheVirtue of Courage in the Priestly Life.

In occasione della Settimana della pace verrà lanciato un messaggio a Farc e Governo

Nella voce della Chiesale speranze dei colombiani

BO GOTÁ, 29. Sarà un messaggio, ve-nerdì 30 agosto, indirizzato al tavo-lo delle trattative in corso a L’Ava-na, a lanciare in Colombia la Setti-mana per la pace 2013 che si svolge-rà dall’8 al 15 settembre. La presen-tazione dell’evento avverrà presso laPontificia università saveriana diBogotá e prevede testimonianze divittime del conflitto armato che dadecenni sconvolge il Paese, riflessio-ni sulla partecipazione della societàcivile alla costruzione della pace el’elenco delle iniziative previste inquella settimana a livello nazionale.Ma sarà il Mensaje de la Semana porla paz a la mesa de diálogo a caratte-rizzare la conferenza stampa di ve-nerdì quando i rappresentanti delSegretariato nazionale di pastoralesociale della Conferenza episcopalecolombiana, assieme ai responsabilidi decine di organizzazioni, rivolge-ranno un appello alle Farc-Ep (For-ze armate rivoluzionarie della Co-lombia-Esercito del popolo), attual-mente impegnate a Cuba al tavolodelle trattative con il Governo, conl’obiettivo di trovare una soluzioneal conflitto e di porre le basi per ilraggiungimento di una pace stabilee duratura, che «sarà opera ditutti». Per questo — si legge in uncomunicato — la Settimana sosterràcon decisione l’inizio del dialogocon l’Eln (Esercito di liberazionenazionale), altra formazione di ispi-razione marxista protagonista dellaguerra civile ma finora tenutasi fuoridalla trattativa con il Governo.

Saranno almeno cinquanta le or-ganizzazioni sociali, accademiche,politiche, e i movimenti religiosi edecclesiali, che daranno impulso allaSettimana per la pace 2013, che hacome tema Paz es vida... Pactemospaz, construyamos convivencia. Quellache si svolgerà dall’8 al 15 settembresarà la ventiseiesima edizione. Unappuntamento ormai tradizionalequello della seconda settimana disettembre, dedicato a mantenere vi-va l’idea della soluzione politica delconflitto armato interno e a pro-muovere azioni da tutti gli ambititerritoriali tese alla pace “p ositiva”ovvero tradotta nell’esercizio concre-to dei diritti, della giustizia sociale,della convivenza, della democrazia.

La Colombia — spiegano gli orga-nizzatori — «sta vivendo un momen-

to eccezionale: pur in mezzo alledifficoltà avanzano in maniera effet-tiva i dialoghi di pace a L’Avana frail Governo nazionale e le Farc-Ep esi apre la possibilità che anche l’Elnfaccia parte del processo». Negli ul-timi venticinque anni, si ricorda, èemerso ed è restato attivo un impor-tante movimento sociale di pace; in-finite le iniziative intraprese dallecomunità locali e dalle reti naziona-li: «È sorta in molteplici forme lanon violenza attiva. La cittadinanzaha sviluppato processi di resistenza,convivenza, esercizio di diritti, im-pulso allo sviluppo, approfondimen-to della democrazia sociale e politi-ca». La dignità e la giustizia sonocomponenti essenziali della pace, e

la vita (in tutte le sue connotazioniumane, etniche, naturali, ambientali,sociali e istituzionali) «si è collocataal vertice delle aspirazioni del popo-lo colombiano». Sebbene la Setti-mana per la pace si apra a Bogotá,tutte le sei grandi regioni del Paesedaranno speciale enfasi all’avveni-mento. Ogni giorno, da lunedì 9 asabato 14, sarà dedicato a una regio-ne: Caribe, Nororiental, Central,Oriental (Orinoquía e Amazonía),Antioquia ed Eje Cafetero, Surocci-dental. Venerdì 13 settembre avran-no luogo «atti di affermazione perla pace» in tutti i municipi dellaColombia con lo slogan Sí a la paz,Sí a la vida degna, Sí a los acuerdos,Sí a la terminación del conflicto.

Monsignor Shomali racconta l’esperienza della Gmg vissuta con 120 ragazzi di Terra Santa

A Rio come sul monte TaborGERUSALEMME, 29. A luglio, fra imilioni di partecipanti alla Giornatamondiale della gioventù a Rio deJaneiro, c’erano anche centoventigiovani di Terra Santa accompagna-ti, assieme ad altri sacerdoti, damonsignor William Hanna Shomali,vescovo ausiliare e vicario generaledi Gerusalemme dei Latini. «È stataun’esperienza meravigliosa, la catto-licità vera e autentica della Chiesa»,racconta monsignor Shomali inun’intervista pubblicata sul sito inrete del patriarcato.

L’esperienza di Rio — ha detto —«è paragonabile alla permanenza diPietro, Giacomo e Giovanni sul Ta-bor, in un luogo, cioè, dove si èchiamati a rivivere un mistero glo-rioso di cui si ha sempre bisogno.Dal monte Tabor i giovani ora de-vono scendere a valle, nelle loro fa-miglie, a scuola, nei luoghi di ritro-

vo. C’è il rischio che, tornando allarealtà quotidiana, l’esperienza vissu-ta a Rio diventi solo un bel ricordo.Il loro compito, invece, è quello diannunciare e trasmettere con gioiaquanto hanno vissuto insieme a mi-lioni di altri giovani». Per monsi-gnor Shomali c’è una cosa che i gio-vani devono innanzitutto fare, ovve-ro «rileggere, con calma e attenzio-ne, le omelie che il Papa ha pronun-ciato in varie occasioni, nel corsodella Gmg». Meditazioni che nondevono essere riprese solo dai giova-ni: «Tutti devono approfondirle,poiché sono un tesoro per la Chiesaintera. Non vanno tralasciate poi lecatechesi dei vari vescovi presenti,pronunciate nelle loro lingue ma-dri». E ricorda le tre giornate dedi-cate alle catechesi: su sete dell’uomoe bisogno di Dio; sull’essere disce-poli di Cristo; sulla chiamata mis-

sionaria. «Non c’è alcuna formulada seguire», ha aggiunto, «essenzia-le è la testimonianza. Testimoniarela propria fede, con la carità, congesti semplici rivolti al proprio fra-tello che sia cristiano, musulmano oebreo. Gesù guariva i malati, molti-plicava i pani, scacciava i demoni.La gente lo ascoltava. Lo seguiva.Aveva fiducia in lui. Se uno è coe-rente con quello che dice e fa, glialtri sono disponibili ad ascoltarlo.Come del resto fa Papa Francesco.Prima di parlare, agisce. Se invita aessere poveri, è perché lui stesso havissuto la povertà».

Molti ragazzi sono tornati daquesto appuntamento trasformati.Nel gruppo di Terra Santa due gio-vani stanno già pensando alla vitasacerdotale. «È compito di noi pa-stori non abbandonarli», ha conclu-so Shomali.

Appello al presidente della Repubblica contro la rimozione dei cappellani e dei simboli religiosi

Per difenderela libertà religiosa in Ecuador

QU I T O, 29. Recenti episodi avvenutiin alcuni ospedali hanno spinto ildirettore dell’Osservatorio cattolicodell’Ecuador, Andrés Elías Duque, asollecitare al presidente della Re-pubblica e capo del Governo,Rafael Correa Delgado, la difesadella libertà religiosa nel Paese.L’Osservatorio segnala il ritiro diimmagini religiose dai nosocomi diLoja e Cuenca, la profanazione diuna cappella al «Verdi Cevallos» diManabí, il licenziamento di cappel-lani da due ospedali di Quito e daun’altra struttura a Guayaquil.

«Un’ondata di attacchi alla liber-tà religiosa — si legge in una nota —violenta i sentimenti religiosi di unagran parte degli ecuadoriani che inmodo maggioritario si dichiaranocattolici» (l’80,3 per cento secondoalcune stime). «Si stanno licenzian-do i cappellani e, soprattutto, sistanno lasciando gli ammalati senzaconforto spirituale», sottolineaDuque, il quale si rivolge diretta-mente al capo dello Stato perché «ifunzionari del suo Governo non ga-rantiscono questo basilare principiodi libertà».

Il direttore dell’Osservatorio cat-tolico afferma che non si deve con-fondere la remunerazione dei cap-pellani («è giusto che a pagarli sia-no le assicurazioni sociali e non loStato che è laico») con l’opera pa-storale nei luoghi di cura e assisten-za sanitaria, che deve essere invecegarantita. Quello che si paventa è«una campagna sistematica per al-lontanare i sacerdoti dagli ospeda-li». E invita i funzionari del Gover-no a rispettare le direttive del presi-dente Correa Delgado: «Su questotema dovrebbero seguire l’esempiodel signor presidente che si è espres-so in maniera ufficiale sull’imp or-tanza del lavoro pastorale dellaChiesa negli ospedali e nei centri disalute, durante i momenti di soffe-renza e difficoltà».

All’epoca della rivoluzione libera-le — si legge in un altro comunicatofirmato da Andrés Elías Duque —«vennero espulse intere comunitàcattoliche, gli episodi di profanazio-ne e sacrilegio erano all’ordine delgiorno, la persecuzione religiosanorma dello Stato. È impressionantela similitudine fra quel periodo e

ciò che ora sta vivendo il nostroPaese». Il direttore dell’O sservatoriocattolico dell’Ecuador lamenta inparticolare che «gli infermi sono la-sciati senza accesso alla cura e alconforto dell’anima e i loro familiarisenza l’accompagnamento necessa-rio per prepararsi ai momenti dolo-rosi». Chiede di fare riferimento aiprincipi costituzionali e, al presiden-te della Repubblica, di essere coe-rente con la propria fede ordinandoai funzionari responsabili di rispet-tare la libertà religiosa in tutte lesue manifestazioni. «Siamo chiamati— scrive ancora Duque — a difende-re il lavoro pastorale di servizio eaccompagnamento che la Chiesa, abeneficio pubblico, realizza negliospedali e nei centri di salute, maabbiamo bisogno della sua azione indifesa della libertà religiosa minac-

ciata da qualcuno che cerca con laforza della legge e dell’autorità dicui è stato investito dal popoloecuadoriano i tentativi di rimuovereil servizio pastorale fornito dai cap-pellani nei nosocomi».

Nei giorni scorsi alcuni mezzi diinformazione, compresa Aciprensa,avevano dato notizia che le autoritàecuadoriane erano intenzionate aespropriare la chiesa e il convento diSant’Agostino a Quito. In realtàsembrerebbe che l’area interessataall’esproprio non riguardi né lachiesa né il convento.

La notifica consegnata agli agosti-niani sarebbe frutto di un errore,che tuttavia ha creato non pocapreoccupazione nel superiore pro-vinciale dell’ordine, padre PatricioVillalba, intervenuto con una dichia-razione.

L’arcivescovo di Tunja fra i garanti dei negoziati

Giustiziaper i campesinos

TUNJA, 29. L’arcivescovo di Tunja,Luis Augusto Castro Quiroga, che— riferisce un comunicato diffusosul sito in rete della Conferenzaepiscopale — farà da garantenell’ambito dei negoziati fra Go-verno e campesinos per porre fineallo sciopero che dura ormai dadieci giorni, ha lanciato un appellomartedì scorso affinché cessi laviolenza invitando le parti al con-seguimento di un effettivo dialogo.Un appello giunto in contempora-nea alla disponibilità manifestatadal presidente della Repubblica ecapo del Governo, Juan ManuelSantos, a intavolare le trattativecon i leader dei contadini delleprovince di Boyacá (di cui Tunja ècapoluogo), Cundinamarca eNariño, che chiedono una soluzio-ne ai diversi problemi che affliggo-no gli agricoltori e i produttori dilatte.

Nei giorni scorsi si sono avutein varie parti del Paese numerosemanifestazioni, alcune delle quali

sfociate in scontri. Le richieste deicontadini, partite in sordina, han-no avuto un crescente appoggiop op olare.

I negoziati — cominciati il 27agosto nella sede dell’a rc i v e s c o v a t odi Tunja — vedono da una partedodici leader degli agricoltori insciopero e dall’altra rappresentantidel Governo di Bogotá. Fra i ga-ranti dei negoziati per la provinciadi Boyacá figura come detto anchemonsignor Castro Quiroga. In di-chiarazioni dei giorni scorsi il pre-sule aveva detto che non è una so-luzione aumentare le importazionidi prodotti come patate, cipolle olatte, poiché sarebbe come «tradirela patria, semplicemente perché lapatria è la gente». La Costituzio-ne, ha aggiunto, «ha sempre que-sto spirito del “prima la gente”. Edunque è importante che si consi-deri la realtà dei contadini. Che laquestione si risolva nell’unica ma-niera, attraverso la giustizia».

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 8 venerdì 30 agosto 2013

Ai capitolari agostiniani il Papa chiede di essere sempre alla ricerca di Dio e degli altri

Con l’inquietudine nel cuoreL’invito a conservare nel cuorel’“inquietudine” di cercare Dio, diannunciarlo con coraggio e ditestimoniarlo con l’amore per gli altri èstato rivolto dal Papa ai partecipantial capitolo generale degli agostinianidurante la messa celebrata nelpomeriggio di mercoledì 28 agosto,nella basilica romana dei santi Trifonee Agostino in Campo Marzio.

«Ci hai fatti per Te e inquieto è ilnostro cuore finché non riposa inte» (Le Confessioni, I, 1, 1). Con que-ste parole, diventate celebri,sant’Agostino si rivolge a Dio nelleConfessioni, e in queste parole c’è lasintesi di tutta la sua vita.

“Inquietudine”. Questa parola micolpisce e mi fa riflettere. Vorrei par-tire da una domanda: quale inquie-tudine fondamentale vive Agostinonella sua vita? O forse dovrei piutto-sto dire: quali inquietudini ci invitaa suscitare e a mantenere vive nellanostra vita questo grande uomo esanto? Ne propongo tre: l’inquietu-dine della ricerca spirituale, l’inquie-tudine dell’incontro con Dio, l’in-quietudine dell’a m o re .

La prima: l’inquietudine della ri-cerca spirituale. Agostino viveun’esperienza abbastanza comune algiorno d’oggi: abbastanza comunetra i giovani d’oggi. Viene educatodalla mamma Monica nella fede cri-stiana, anche se non riceve il Battesi-mo, ma crescendo se ne allontana,non trova in essa la risposta alle suedomande, ai desideri del suo cuore,e viene attirato da altre proposte.Entra allora nel gruppo dei mani-chei, si dedica con impegno ai suoistudi, non rinuncia al divertimentospensierato, agli spettacoli del tem-po, intense amicizie, conosce l’a m o reintenso e intraprende una brillantecarriera di maestro di retorica che loporta fino alla corte imperiale di Mi-lano. Agostino è un uomo “arriva-to”, ha tutto, ma nel suo cuore rima-ne l’inquietudine della ricerca delsenso profondo della vita; il suocuore non è addormentato, direi nonè anestetizzato dal successo, dallecose, dal potere. Agostino non sichiude in se stesso, non si adagia,continua a cercare la verità, il senso

della vita, continua a cercare il voltodi Dio. Certo commette errori, pren-de anche vie sbagliate, pecca, è unpeccatore; ma non perde l’inquietu-dine della ricerca spirituale. E inquesto modo scopre che Dio loaspettava, anzi, che non aveva maismesso di cercarlo per primo. Vorreidire a chi si sente indifferente versoDio, verso la fede, a chi è lontanoda Dio o l’ha abbandonato, anche anoi, con le nostre “lontananze” e inostri “abbandoni” verso Dio, picco-li, forse, ma ce ne sono tanti nellavita quotidiana: guarda nel profondodel tuo cuore, guarda nell’intimo dite stesso, e domandati: hai un cuoreche desidera qualcosa di grande oun cuore addormentato dalle cose?Il tuo cuore ha conservato l’inquie-tudine della ricerca o l’hai lasciatosoffocare dalle cose, che finisconoper atrofizzarlo? Dio ti attende, ticerca: che cosa rispondi? Ti sei ac-corto di questa situazione della tuaanima? Oppure dormi? Credi cheDio ti attende o per te questa veritàsono soltanto “p a ro l e ”?

In Agostino è proprio questa in-quietudine del cuore che lo portaall’incontro personale con Cristo, loporta a capire che quel Dio che cer-cava lontano da sé, è il Dio vicinoad ogni essere umano, il Dio vicinoal nostro cuore, più intimo a noi dinoi stessi (cfr. ibid., III, 6, 11). Maanche nella scoperta e nell’i n c o n t rocon Dio, Agostino non si ferma, nonsi adagia, non si chiude in se stessocome chi è già arrivato, ma continuail cammino. L’inquietudine della ri-cerca della verità, della ricerca diDio, diventa l’inquietudine di cono-scerlo sempre di più e di uscire da sestesso per farlo conoscere agli altri.È proprio l’inquietudine dell’a m o re .Vorrebbe una vita tranquilla di stu-dio e di preghiera, ma Dio lo chia-ma ad essere Pastore ad Ippona, inun momento difficile, con una co-munità divisa e la guerra alle porte.E Agostino si lascia inquietare daDio, non si stanca di annunciarlo, dievangelizzare con coraggio, senza ti-more, cerca di essere l’immagine diGesù Buon Pastore che conosce lesue pecore (cfr. Gv 10, 14), anzi, co-me amo ripetere, che “sente l’o dore

del suo gregge”, ed esce a cercarequelle smarrite. Agostino vive quelloche san Paolo indica a Timoteo e aciascuno di noi: annuncia la parola,insisti al momento opportuno e nonopportuno, annuncia il Vangelo conil cuore magnanimo, grande (cfr. 2Tm 4, 2) di un Pastore che è inquie-to per le sue pecore. Il tesoro diAgostino è proprio questo atteggia-mento: uscire sempre verso Dio,uscire sempre verso il gregge... È unuomo in tensione, tra queste dueuscite; non “p r i v a t i z z a re ” l’a m o re . . .sempre in cammino! Sempre in cam-mino, diceva Padre, Lei. Sempre in-quieto! E questa è la pace dell’in-quietudine. Possiamo domandarci:sono inquieto per Dio, per annun-ciarlo, per farlo conoscere? O mi la-scio affascinare da quella mondanitàspirituale che spinge a fare tutto peramore di se stessi? Noi consacratipensiamo agli interessi personali, alfunzionalismo delle opere, al carrie-rismo. Mah, tante cose possiamopensare... Mi sono per così dire “ac-como dato” nella mia vita cristiana,nella mia vita sacerdotale, nella miavita religiosa, anche nella mia vita dicomunità, o conservo la forzadell’inquietudine per Dio, per la suaParola, che mi porta ad “andare fuo-ri”, verso gli altri?

E veniamo all’ultima inquietudine,l’inquietudine dell’amore. Qui nonposso non guardare alla mamma:questa Monica! Quante lacrime haversato quella santa donna per laconversione del figlio! E quantemamme anche oggi versano lacrimeperché i propri figli tornino a Cristo!Non perdete la speranza nella graziadi Dio! Nelle Confessioni leggiamoquesta frase che un vescovo disse asanta Monica, la quale chiedeva diaiutare suo figlio a ritrovare la stradadella fede: «Non è possibile che unfiglio di tante lacrime perisca» (III,12, 21). Lo stesso Agostino, dopo laconversione, rivolgendosi a Dio, scri-ve: «per amore mio piangeva innan-zi a te mia madre, tutta fedele, ver-sando più lacrime di quante ne ver-sino mai le madri alla morte fisicadei figli» (ibid., III, 11, 19). Donna in-quieta, questa donna, che, alla fine,dice quella bella parola: cumulatius

hoc mihi Deus praestitit! [il mio Diomi ha soddisfatta ampiamente](ibid., IX, 10, 26). Quello per cui leipiangeva, Dio glielo aveva dato ab-bondantemente! E Agostino è erededi Monica, da lei riceve il semedell’inquietudine. Ecco, allora, l’in-quietudine dell’amore: cercare sem-pre, senza sosta, il bene dell’a l t ro ,della persona amata, con quella in-tensità che porta anche alle lacrime.Mi vengono in mente Gesù chepiange davanti al sepolcro dell’ami-co Lazzaro, Pietro che, dopo averrinnegato Gesù ne incontra lo sguar-do ricco di misericordia e di amore epiange amaramente, il Padre che at-tende sulla terrazza il ritorno del fi-glio e quando è ancora lontano glicorre incontro; mi viene in mente laVergine Maria che con amore segueil Figlio Gesù fino alla Croce. Comesiamo con l’inquietudine dell’a m o re ?Crediamo nell’amore a Dio e agli al-tri? O siamo nominalisti su questo?Non in modo astratto, non solo leparole, ma il fratello concreto cheincontriamo, il fratello che ci sta ac-canto! Ci lasciamo inquietare dalleloro necessità o rimaniamo chiusi innoi stessi, nelle nostre comunità, chemolte volte è per noi “comunità-co-mo dità”? A volte si può vivere in uncondominio senza conoscere chi civive accanto; oppure si può essere incomunità, senza conoscere veramen-te il proprio confratello: con dolorepenso ai consacrati che non sono fe-condi, che sono “zitelloni”. L’inquie-tudine dell’amore spinge sempre adandare incontro all’altro, senzaaspettare che sia l’altro a manifestareil suo bisogno. L’inquietudine del-l’amore ci regala il dono della fecon-dità pastorale, e noi dobbiamo do-mandarci, ognuno di noi: come va lamia fecondità spirituale, la mia fe-condità pastorale?

Chiediamo al Signore per voi, cariAgostiniani, che iniziate il CapitoloGenerale, e per noi tutti, che conser-vi nel nostro cuore l’inquietudinespirituale di ricercarlo sempre, l’in-quietudine di annunciarlo con co-raggio, l’inquietudine dell’amore ver-so ogni fratello e sorella. Così sia.

Nella basilica vaticana l’incontro del Pontefice con i giovani della diocesi di Piacenza-Bobbio

Artigiani del futuro

In preghiera sulla tombadi santa Monica

Su questa pietra

Duemilaottocento frati, presenti incinquanta Paesi, impegnati in variambiti: dall’apostolato nelle parroc-chie, nelle missioni, nella scuola enell’università, fino al servizio aipoveri, agli abbandonati, agli an-ziani. È in sintesi la realtà dell’or-dine di sant’Agostino, impegnatoda mercoledì 28 agosto, nel capito-lo generale ordinario. Nella memo-ria liturgica del vescovo di Ippona,nella basilica romana dei Santi Tri-fone e Agostino, il Papa ha presie-duto la messa per l’apertura dei la-vori davanti ai novanta capitolari,chiamati a eleggere il nuovo prioregenerale che succederà a padre Ro-bert Francis Prevost.

Il Pontefice è giunto alle 18 invia della Scrofa, passando tra dueali di folla che lo attendevano da-vanti all’ingresso del convento ago-stiniano. Ha abbracciato un bambi-no che gli è corso incontro e si è

soffermato tra la gente che lo chia-mava per salutarlo. Sulla soglia loattendevano il priore generale Pre-vost, il vicario generale, Michael F.Di Gregorio, il provinciale d’Italia,Luciano De Michieli, e Angelo diPlacido, parroco della basilica. IlPapa ha poi fatto una breve sostain uno dei locali del convento, do-ve ha incontrato il cardinale agosti-niano Prosper Grech.

Giunto in basilica, ha ascoltato ilsaluto di padre Prevost, il quale gliha espresso tutta la gratitudine«per la sua gentilissima e generosadecisione di accogliere la richiestadi accompagnarci in questa cele-brazione di inaugurazione dei lavo-ri capitolari». Padre Prevost ha poiricordato che «se sant’Agostino ènostro padre, nostro “f o n d a t o respirituale”, la santa Chiesa è nostra“vera madre e istitutrice”, comescriveva Giordano di Sassonia, unodei primi cronisti agostiniani».L’istituzione agostiniana e il suostile di vita, ha aggiunto, «condivi-dono con gli altri ordini mendican-ti le stesse finalità e affondano leradici nello stesso periodo storico;ma con una differenza importante:l’istituzione storica dell’ordine disant’Agostino è frutto della decisio-ne dei suoi predecessori, i Papi In-nocenzo IV e Alessandro I V, che,nel corso del XIII secolo, riunironoin un unico ordine mendicante tan-te comunità e congregazioni eremi-tiche che seguivano la regola disant’Agostino». Il priore generaleha sottolineato come «la cura ma-nifestata dalla Sede apostolica ver-so l’ordine fin dalla sua nascita hasegnato in modo specifico la vitaspirituale, il pensiero teologico,l’azione degli agostiniani che sisentirono sempre impegnati in mo-do speciale al servizio della Chiesauniversale». Nascono da qui «ladevozione e la fedeltà dell’ordine aisommi Pontefici». Infine, il religio-so ha concluso rivolgendosi al San-to Padre: «La sua presenza tra noioggi — gli ha assicurato — ci aiute-rà a rinnovare il nostro impegno adandare avanti con decisione, conamore, e ci aiuterà a rafforzare lanostra convinzione di camminaresempre insieme a tutta la Chiesa».

Oltre ai capitolari, alla messahanno partecipato anche alcunesuore e monache agostiniane, tra lequali suor Rita Piccione, in rappre-sentanza delle circa 900 contempla-tive sparse per il mondo, e i laiciappartenenti alla grande famigliadell’ordine. Insieme con il Papahanno concelebrato il cardinaleGrech, il priore generale Prevost ei monsignori Alfred Xuereb e Fa-bián Pedacchio Leaniz. Al termineil Pontefice ha sostato in preghieradavanti alla reliquia di sant’Agosti-no e alle spoglie mortali di santaMonica conservate nella monumen-tale tomba, accanto alla quale PapaFrancesco ha acceso una lampada.Successivamente ha salutato tutti ipartecipanti alla messa. Il prioregenerale gli ha donato un’icona,opera di un frate, raffigurante il ve-scovo di Ippona. Tra gli altri pre-senti, il vescovo ausiliare di La Pla-ta, Alberto Germán Bochatey, il ve-scovo emerito di Orvieto-Todi,Giovanni Scanavino, e i padri Ma-rio Bettero e Bruno Silvestrini, ri-spettivamente parroci agostinianidella basilica di San Pietro e dellaPontificia parrocchia di Sant’Annain Vaticano.

I giovani devono essere «portatori disperanza» per diventare «artigiani difuturo». Lo ha detto Papa Francescoalle centinaia di ragazzi e ragazzedella diocesi di Piacenza-Bobbio,incontrati nel pomeriggio di mercoledì28 agosto, nella basilica Vaticana.

Grazie di questa visita!

Il vescovo ha detto che io ho fattoun grande gesto a venire qui. Mal’ho fatto per egoismo. Sapete per-

ché? Perché mi piace stare con voi!E questo è un egoismo.

Perché a me piace stare con i gio-vani? Perché voi avete dentro il vo-stro cuore una promessa di speran-za. Voi siete portatori di speranza.Voi, è vero, vivete nel presente, ma,guardando il futuro... voi siete arte-fici di futuro, artigiani di futuro. Poi— e questa è la vostra gioia — è unacosa bella andare verso il futuro,con le illusioni, con tante cose belle— ed è anche la vostra responsabili-

tà. Diventare artigiani del futuro.Quando a me dicono: “Ma, Padre,che brutti tempi, questi... Guarda,non si può fare niente!”. Come nonsi può fare niente? E spiego che sipuò fare tanto! Ma quando un gio-vane mi dice: “Che brutti tempi,questi, Padre, non si può fare nien-te!” Mah! Lo mando dallo psichia-tra! Perché, è vero, non si capisce!Non si capisce un giovane, un ra-gazzo, una ragazza, che non voglia-no fare una cosa grande, scommette-re su ideali grandi, grandi per il fu-turo. Poi faranno quello che posso-no, ma, la scommessa è per cosegrandi e belle. E voi siete artigianidel futuro. Perché? Perché dentro divoi avete tre voglie: la voglia dellabellezza. A voi piace la bellezza, equando voi fate musica, fate teatro,fate pittura — cose di bellezza — voistate cercando quella bellezza, voisiete ricercatori di bellezza. Primo.Secondo: voi siete profeti di bontà.A voi piace la bontà, essere buoni.E questa bontà è contagiosa, aiutatutti gli altri. E anche — terzo —, voiavete sete di verità: cercare la verità.“Ma, Padre, io ho la verità!”. Masbagli, perché la verità non si ha,non la portiamo, si incontra. È unincontro con la verità, che è Dio,

ma bisogna cercarla. E queste trevoglie che voi avete nel cuore, dove-te portarle avanti, al futuro, e fare ilfuturo con la bellezza, con la bontàe con la verità. Avete capito? Questaè la sfida: la vostra sfida. Ma se voisiete pigri, se voi siete tristi — è unacosa brutta, un giovane triste — sevoi siete tristi... mah, quella bellezzanon sarà bellezza, quella bontà nonsarà bontà e quella verità sarà qual-cosa... Pensate bene a questo: scom-mettere su un grande ideale, l’idealedi fare un mondo di bontà, bellezzae verità. Questo, voi potete farlo,voi avete il potere di farlo. Se voinon lo fate, è per pigrizia. Questovolevo dirvi, questo volevo dirvi.

Volevo dirvi questo, e dirvi: co-raggio, andate avanti, fate rumore.Dove sono i giovani deve esserci ru-more. Poi, si regolano le cose, mal’illusione di un giovane è fare ru-more sempre. Andate avanti! Nellavita ci saranno sempre persone chevi faranno proposte per frenare, perbloccare la vostra strada. Per favore,andate controcorrente. Siate corag-giosi, coraggiose: andare controcor-rente. Mi dicono: “No, ma, questo,mah... prendi un po’ d’alcol, prendiun po’ di droga”. No! Andate con-

trocorrente a questa civilizzazioneche ci sta facendo tanto male. Capi-to, questo? Andare controcorrente; equesto significa fare rumore, andareavanti, ma con i valori della bellez-za, della bontà e della verità. Que-sto volevo dirvi. Voglio augurare avoi tutto il bene, un bel lavoro,gioia nel cuore: giovani gioiosi! Eper questo vorrei darvi la Benedizio-ne. Ma prima, tutti insieme, preghe-remo la Madonna che è la Madredella bellezza, la Madre della bontàe la Madre della verità, che ci diaquesta grazia del coraggio, perché laMadonna era coraggiosa, aveva co-raggio, questa donna! Era brava,brava, brava! Chiediamo a lei, che èin Cielo, che è la nostra Madre, checi dia la grazia del coraggio per an-dare avanti e controcorrente. Tuttiinsieme, come siete, così, preghiamoun’Ave Maria alla Madonna.

Dopo aver recitato l’Ave Maria e averimpartito la benedizione il Pontefice hacosì concluso.

E vi chiedo di pregare per me,perché questo lavoro è un lavoro“i n s a l u b re ”, non fa bene... Pregateper me!

Tutti pronti in attesa del Papa, perimmortalare un momento così im-portante: cellulare, tablet, macchi-ne fotografiche e videocamere pun-tati verso l’altare della Cattedradella basilica Vaticana, dove mer-coledì pomeriggio si sono riuniticirca settecento giovani della dio-cesi di Piacenza-Bobbio, giunti inpellegrinaggio a Roma in occasio-ne dell’Anno della fede. Ed eccoche all’improvviso, inaspettatamen-te, Papa Francesco sbuca alle lorospalle, accanto all’altare della Con-fessione. Appena un attimo disconcerto, poi un’ovazione da sta-dio rimbomba nella basilica. E l’at-tesa si trasforma in entusiasmo.

Il Santo Padre percorre la nava-ta fermandosi più volte a salutare igiovani, che si accalcano intorno alui applaudendolo e scandendo ilsuo nome. È il momento culmi-nante del pellegrinaggio diocesanoorganizzato dal servizio per la pa-storale giovanile sul tema «Su que-sta pietra», sulla scia della Gmg diRio de Janeiro alla quale tanti ra-gazzi piacentini non hanno potutopartecipare. Il vescovo Gianni Am-brosio, che li accompagna, si faportavoce dei loro sentimenti chia-mando il Pontefice «Carissimo Pa-pa Francesco» e spiegandogli:«Nell’Anno della fede siamo venu-

ti sulla tomba dell’apostolo Pietroper professare la fede nel SignoreGesù, la fede della Chiesa cattolicae apostolica». Il presule ringraziapoi il Santo Padre per l’i n c o n t ro :«Come pastore buono ha accolto ilnostro desiderio: ma non desidera-vamo così tanto! Semplicementeun saluto, e invece lei è qui, pre-sente in mezzo a noi, e noi siamoqui per ascoltare la sua parola, peraccogliere la sua benedizione. Ciconfermi nella fede — aggiunge —perché il nostro cammino sia sem-pre rivolto a Gesù Cristo, nostrounico salvatore nella comunionedella Chiesa, nostra madre nellafede, come lei ha scritto nell’enci-clica Lumen fidei».

Don Paolo Cignatta, responsabi-le del servizio di pastorale giovani-le, presenta quindi al Papa decinedi lettere scritte dai ragazzi delladiocesi. Dieci giovani dell’equip egli offrono alcuni doni, tra i qualiun quaderno con le parole «A voigiovani scrivo» impresse sulla co-pertina, una penna stilografica, unquadro opera di William Xerramraffigurante Gesù deposto, un vo-lume dedicato al patrono della dio-cesi ed edito dalla Jaca Book, Leopere di san Colombano, con le in-troduzioni di Inos Biffi e di AldoGranata.