Quinto Rapporto Sociale Nazionale 2008 - Coopinforma · da poco su cui è nata la cooperazione e in...

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Quinto Rapporto Sociale Nazionale della Cooperazione di Consumatori 2008

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Quinto Rapporto Sociale Nazionaledella Cooperazione di Consumatori

2008

Ha progettato e redatto il Rapporto Sociale 2008 del Sistema Coop nazionale il Gruppo di lavoro composto da:Riccardo BagniGiorgio BenassiLuca BrancoliniMauro BruzzoneTiziana CattaniFranco CiappelliCarmela FavaruloMarco GaibaValeria MagriniGioacchino MaidaRoberta MipatriniValter MolinaroAlberto NiccolaiMaurizia OgnibeneMarisa ParmigianiEnrico ParsiGiuseppe PucciIsa SalaChiara SerafiniClaudio TosoSinibaldo Vidibene

Il Rapporto Sociale è stato realizzato con il supporto di SCS Azioninnova SpA

Realizzazione editorialeAgra SrlIllustrazioniEmiliano Ponzi Progetto e realizzazione graficaBlu omelettewww.bluomelette.netDaniele FusacchiaRosa SchiavelloTullia SchiavelloStampaDas Print

A cura di Ancc-Coop© Coop Italia Via del Lavoro 6/8Casalecchio di Reno (Bo)

Lettera del Presidente 5Nota metodologica 9

1. Chi è Coop 111.1 Identità, Valori e Missione 121.2 I numeri di Coop 141.3 La Responsabilità Sociale 151.4 Struttura del Sistema 181.5 Il rapporto con il Movimento cooperativo internazionale 21

2. La performance economica 232.1 Lo scenario socio-economico e competitivo 242.2 Le performance economiche 262.3 Le strategie di sviluppo 29

3. La performance sociale 33Descrizione degli stakeholder 343.1 I Soci 353.2 I consumatori 443.3 I lavoratori 563.4 La Comunità 623.5 I fornitori e i partner commerciali 73

4. La performance ambientale 79La politica 804.1 I prodotti 814.2 I punti vendita 934.3 I Trasporti 1024.4 Sensibilizzazione e informazione 1044.5 Le campagne di Coop per l’ambiente 105

Il preventivo sociale 109I risultati del 2008, rispetto agli impegni assunti sul 2008 117

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Lettera del Presidente

Il 2008 non è un anno come tanti. Nella nostra storia più recente con ogni probabilità sarà ricordato co-

me l’anno della crisi: crisi finanziaria e poi economica durante la quale abbiamo assi-

stito non più e non solo ad uno spostamento delle risorse delle famiglie verso i consumi

“obbligati”, come già era avvenuto negli anni precedenti, bensì a una reale diminuzio-

ne delle risorse disponibili.

Stendere un Rapporto Sociale da parte di una grande organizzazione come Coop è, in una simile cir-

costanza, un progetto ancora più ambizioso e di cui noi cooperatori dobbiamo essere

orgogliosi. Perché il Rapporto Sociale dimostra, dati alla mano, due cose fondamentali:

la tenacia della resistenza in un contesto sempre più difficile, ma anche l’audacia della

proposta.

Coop nel 2008, pur in presenza di una crisi economica dalle prospettive incerte e dalle difficoltà

sicure, non è rimasta a guardare e ha portato avanti iniziative coraggiose. Ne elenco

solo alcune: siamo stati i primi nel Paese a denunciare aumenti e speculazioni, non

accettando pretese ingiustificate di aumenti dei listini; le cooperative hanno rinunciato

ad una parte dei margini per abbassare i prezzi, trasferendo risorse dai loro bilanci a

quelli delle famiglie.

Non abbiamo mai rinunciato a comportamenti solidaristici e socialmente responsabili,

anche nel pieno della crisi; abbiamo attuato una importante modifica nella governance

delle strutture nazionali (ANCC e Coop Italia) per guadagnare efficienza senza perdere

peso e rappresentanza politica. Certo, della crisi abbiamo risentito ma crediamo di po-

ter sostenere di aver fatto il nostro dovere, che è poi quello di stare dalla parte dei soci

e consumatori: il Rapporto Sociale ne da compiutamente atto.

Il 2008 è stato un anno importante anche per altri eventi, che in qualche modo ritornano anche nel

Rapporto. Oltre al fare -fondamentale per le imprese- ci siamo impegnati a riflettere in

un’occasione tutt’altro che simbolica come è stata a ottobre a Parma la Settima Assem-

blea Nazionale delle Sezioni Soci. A tredici anni di distanza dalla precedente.

Ci siamo posti domande importanti sulla distintività di Coop pur all’interno dei grandi cambiamenti

avvenuti e della crescita dimensionale delle cooperative. Abbiamo ipotizzato nuove for-

mule di partecipazione, un rapporto più costante con la comunità locale, lo sviluppo e

la misurazione della mutualità. Sintetizzando, come coniugare al meglio mercato, par-

tecipazione e solidarietà. La nostra idea di responsabilità sociale, una scommessa non

da poco su cui è nata la cooperazione e in base alla quale vive e si evolve.

Cartina tornasole della socialità di Coop e sua “rappresentazione” in chiave cinematografica è il film

documentario di Silvio Soldini e Giorgio Garini “Un paese diverso” che ha debuttato

a settembre alla Mostra del Cinema di Venezia nella sessione Giornate degli Autori e

dopo è stato proiettato in festival e occasioni pubbliche in tanti luoghi d’Italia, per poi

venire selezionato al London International Documentary Festival. Da noi commissiona-

to, il film è un reportage interno al mondo Coop visto con gli occhi di un autore.

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Silvio Soldini e la sua troupe hanno viaggiato per circa due mesi, dall’hinterland mila-

nese alle campagne del foggiano, dal mare di Gaeta al centro di Bologna, hanno incon-

trato soci, dipendenti, fornitori, ispettori, veterinari, suore e volontari, hanno visitato

aziende e frequentato il mondo dell’associazionismo laico e religioso. Molte delle pra-

tiche che si trovano descritte nel Rapporto si ritrovano nei volti e nei racconti del film,

anche perché sono al tempo stesso l’anima e la realtà di Coop.

Quello descritto da Soldini è un paese in cui funziona la solidarietà, dove le persone sono rispettate,

dove il volontariato è bene prezioso a disposizione dei più deboli, dove dei prodotti è

controllato anche l’ingrediente etico, dove soci e lavoratori dipendenti credono negli

stessi valori. Dove è viva una rete di relazioni fra associazioni democratiche, enti, per-

sone. Un paese diverso, che spesso fatica a far parlare di sé ma che è vivo, vitale e che

per la parte che ci compete vogliamo continuare ad alimentare perché così è la Coop e

perché questo contribuisce a fare migliore il nostro Paese.

Aldo Soldi

Presidente Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori-Coop

Lettera del Presidente

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Nota metodologica

Alcune osservazioni sui criteri seguiti per la redazione del Rapporto

Il presente 5° Rapporto Sociale si pone l’obiettivo di rendicontare in ottica “Triple Bot-tom Line” in merito alle performance economiche, sociali ed ambientali realizzate nel corso del 2008 dalla cooperazione di consumo nel suo aggregato, utilizzando la logica del confronto sull’ultimo triennio in modo da dare visualizzazione del trend su più anni.Rispetto al Rapporto Sociale del 2007 il Gruppo Rete Nazionale tematico sulla respon-sabilità sociale – i cui componenti rappresentano sia le nove grandi cooperative che le strutture di secondo livello che supportano Coop (Coop Italia, Inres, Ancc) – ha provve-duto ad aggiornare ed adeguare gli indicatori: conseguenze di questo approfondimen-to sono, da un lato, una maggiore analiticità nel riportare le informazioni sulle perfor-mance di Coop (in particolare nell’ambito delle politiche sociali), dall’altro l’assenza di termini di confronto sui nuovi dati inseriti in relazione agli anni precedenti.

Facendo poi seguito all’introduzione, nello scorso Rapporto Sociale, delle linee di Pre-ventivo per il 2008, nel presente documento si è deciso di riportare la valutazione sul raggiungimento o meno degli obiettivi che Coop a livello nazionale si era posta. Viene quindi riportata in fondo al documento una tabella che riassume gli obiettivi ed il loro livello di raggiungimento nel corso dell’anno, ed è stato inserito all’interno del testo un logo che simboleggia gli obiettivi raggiunti. In linea con la logica circolare della rendi-contazione, che richiede ogni anno la presentazione degli obiettivi e la successiva valu-tazione sul loro grado di raggiungimento, anche nel presente Rapporto sono presenta-te le linee di Preventivo per il 2009 (introdotte da una nota metodologica apposita, che ne spiega contenuti e modalità di realizzazione) i cui risultati saranno da verificare a consuntivo con il prossimo Rapporto Sociale.

In merito alla provenienza dei dati, in quanto rappresentativo dell’intero movimento Coop, il presente Rapporto ne inserisce due tipologie:

1. di Sistema, provenienti da Ancc, da Coop Italia, da Scuola Coop o da Inres (per la parte ambientale), che aggregano e rappresentano la complessità dell’organizzazione, inse-rendo numeri ed informazioni dell’intero Sistema. Questi dati sono quelli che stanno alla base dei capitoli 1, 2 e 4.

2. delle Cooperative, che raccontano le performance delle 9 grandi cooperative. Tali infor-mazioni, integrate da quelle di Sistema laddove necessario, sono contenute all’interno del capitolo 3, inerente le performance sociali. Nel caso in cui i dati non si riferiscano a tutte le 9 grandi, il numero delle cooperative di riferimento è riportato in nota.

I dati così raccolti vengono aggregati e descritti all’interno del documento, inserendo inoltre “focus” di approfondimento su alcune tematiche particolarmente significative o comunque innovative per Coop. Rispetto all’anno precedente non sono state inserite invece le “buone pratiche” relative alle azioni svolte dalle singole cooperative, prefe-rendo includerle all’interno del testo come integrazione delle descrizioni riportate.

Nota

Per indicare l’“obiettivo raggiunto” rispetto agli impegni assunti, nelle singole sezioni è ripor-

tato il simbolo c e l’azione specifica è invece evidenziata in grassetto del medesimo colore.

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1. C

hi è

Coo

p

Radici profonde

Insieme si arriva più lontano

Dare potere alle persone

Educare ai doveri/diritti civili

Attenzione alla disponibilità e all’ascolto

Una informazione completa e diffusa rende più consapevoli e liberi

1.1 Identità, Valori e Missione

Coop rappresenta il gruppo leader nel mercato italiano della grande distribuzione e, prima ancora, un vasto insieme di cooperative di consumatori: 124 organizzazioni che, su tutto il territorio nazionale, si ispirano ai principi enunciati a Rochdale dai “pro-bi pionieri” nel 1844 e all’idea di mutualità, intesa dall’articolo 45 della nostra Costitu-zione come lo scambio reciproco tra i soci e la cooperativa.

Sulla base di questa eredità storica e al termine di un percorso lungo e ampiamente condiviso, negli ultimi mesi la Coop ha ridefinito il proprio “universo” valoriale in una Carta dei valori aggiornata, approvata dalla 2^ Assemblea Nazionale dei Delegati nel mese di marzo 2009. Ispirandosi alla Dichiarazione di Identità Cooperativa approvata dal 31° Congresso dell’Alleanza Cooperativa Internazionale (Manchester, 1995), Coop ha così aggiornato i principi guida del proprio agire cooperativo, presentandosi come:

1. una società aperta;2. una società democratica; 3. una impresa per la solidarietà e non per la speculazione privata;4. indipendente;5. impegnata nella formazione;6. parte del movimento cooperativo mondiale;7. a vantaggio di tutti i consumatori e della comunità.

Per far convivere questi principi con le esigenze imprenditoriali, Coop deve affrontare alcuni vincoli nella propria gestione commerciale e finanziaria. Perché essere cooperativa di consumatori significa, innanzitutto, determinare obbliga-toriamente – pena lo scioglimento da parte dell’Autorità governativa di controllo - l’og-getto sociale con riferimento ai requisiti e agli interessi dei soci (scopo mutualistico), in un regime di mutualità prevalente, con acquisti dei soci che devono necessariamente essere superiori a quelli di terzi.

Per quanto riguarda gli aspetti finanziari, inoltre, la normativa prevede vincoli sulla ri-partizione degli utili. La società cooperativa deve infatti prevedere nel proprio statuto:

• le regole e i limiti per la ripartizione degli utili, insieme ai criteri per la ripartizione dei ristorni e al rispetto di severi limiti civilistici sull’erogazione dei dividendi ai soci cooperatori (requisito indispensabile per godere di particolari benefici fiscali);

• il divieto di distribuzione ai soci delle riserve durante la vita della cooperativa e, nel caso di scioglimento, l’obbligo di devolvere il patrimonio ai Fondi istituiti per la promo-zione di nuova cooperazione.

In più, è previsto l’obbligo di destinare il 30% degli utili annuali a riserva legale – obbli-go che per le società lucrative è del 5% e soltanto finché la riserva raggiunge l’importo del capitale sociale - e di destinare una quota del 3% degli utili netti ai fondi mutualisti-ci per la promozione e lo sviluppo della cooperazione.

Esistono inoltre condizioni particolari che regolano i rapporti tra la co-operativa e i suoi soci. Secondo il “principio della porta aperta”, infatti, negli statuti devono essere stabiliti requisiti e procedure di ammissione secondo criteri non discriminatori e coerenti con lo spirito mutualistico, con l’obbligo - per l’organo amministrativo -

di motivare ogni provvedimento di rigetto e la possibilità - per ogni aspirante socio - di ricorrere all’organo assembleare.

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Salvo deroghe in casi particolari, nella partecipazione alle decisioni vale invece il prin-cipio “una testa, un voto”: ciascun socio dispone di un solo voto nelle assemblee, qua-lunque sia il valore della sua partecipazione al capitale sociale.La partecipazione diretta viene incoraggiata consentendo a ciascun soggetto di rappre-sentare non più di dieci soci nei momenti assembleari, mentre il coinvolgimento della compagine sociale viene facilitato dall’obbligo di svolgere assemblee separate, valido per tutte le cooperative operanti in più regioni con più di tremila soci ovvero per le co-operative che abbiano più di cinquecento soci e realizzino più gestioni mutualistiche. All’assemblea generale, invece, partecipano i soci delegati secondo modalità stabilite dallo statuto, assicurando la rappresentanza proporzionale delle minoranze espresse dalle assemblee separate.

All’assemblea di bilancio, sindaci e amministratori - scelti quasi totalmente tra i soci cooperatori - devono indicare nello specifico i criteri seguiti nella gestione sociale per il conseguimento dello scopo mutualistico.

Come riportato negli statuti, una cooperativa di consumatori ha una Missione peculia-re volta al raggiungimento dei seguenti scopi:

a) assolvere la funzione sociale di difesa del bilancio familiare dei soci e dei non soci, for-nendo loro beni e servizi di buona qualità alle migliori condizioni possibili e orien-tando i consumatori nell’acquisto di prodotti che offrano maggiori garanzie di qualità/sicurezza e di prezzo evitando gli sprechi;

b) sviluppare lo spirito di solidarietà dei consumatori soci e non, delle loro famiglie e dei lavoratori anche tramite l’organizzazione del tempo libero e la promozione di ini-ziative culturali, ricreative e socialmente utili;

c) tutelare interessi, salute e sicurezza dei consumatori anche attraverso iniziative in-formative ed educative;

d) contribuire alla difesa dell’ambiente;e) promuovere e favorire lo sviluppo della cooperazione anche a livello internazionale;f) stimolare lo spirito di previdenza dei soci e tutelare il loro risparmio;g) intervenire a sostegno dei Paesi in via di sviluppo e delle categorie sociali bisognose

anche attraverso la promozione del commercio equo e solidale.

Per Coop, dunque, la tutela dei diritti dei consumatori si realizza in primo luogo attra-verso l’attività commerciale caratteristica, garantendo ogni giorno la convenienza e la qualità dell’offerta. Nondimeno, la Cooperativa cerca di offrire una risposta completa portando avanti una serie di iniziative “consumeriste” che vanno dalla rottura dei mo-nopoli all’ingresso in nuovi settori rilevanti, al fine di ampliare gli ambiti di tutela del potere di acquisto dei consumatori.

1. Chi è Coop

1.2 I numeri di Coop

Coop si conferma anche per il 2008 leader nel mercato della grande distribuzione ali-mentare, con una quota di mercato pari al 17,1% (in lieve crescita rispetto al 2007). Nel corso del 2008 i soci di tutte le Cooperative ad insegna Coop hanno raggiunto qua-si quota 7 milioni, con un incremento del 4,3% rispetto all’anno precedente, maggiore al trend storico di crescita, che si assesta intorno al 3%.

Tabella 1.1 I principali indicatoriIndicatore I livello Indicatore II livello Unità di

misura2006 2007 2008

Soci Totale Numero 6.448.330 6.664.283 6.954.807Prestito sociale Totale soci prestatori Numero 1.100.018 1.148.891 1.184.329Prestito sociale Valore prestito sociale Milioni Euro 11.400 11.400 11.550Politiche sociali Budget della direzione soci/

politiche socialiMilioni Euro 18,52 18,69 23,00

Politiche sociali Numero lavoratori in direzione soci/politiche sociali

Numero 105 108 109

Politiche sociali Numero soci volontari eletti Numero 4.735 4.910 4.950Lavoratori Totale Numero 54.029 54.965 54.923Prevalenza Percentuale 73,5% 73,8% 73,0%Superficie vendite Metri quadri 1.516.621 1.616.607 1.684.864Punti vendita Totali Numero 1331 1394 1425

Numero Pdv Ipermercato Numero 80 87 93Numero Pdv Supermercato Numero 600 604 620Numero Pdv Discount Numero 222 236 244Numero Pdv piccole e medie Cooperative

Numero 429 467 468

Nuove aperture PdV Numero 64 59 63Ricavi vendite Totale Milioni Euro 11.791 12.167 12.631

Ricavi canale Ipermercato Milioni Euro 4.820 4.961 5.184Ricavi canale Supermercato Milioni Euro 6.494 6.703 6.922Ricavi canale Discount Milioni Euro 477 503 525

Utili Milioni Euro 379 162 - 149*Riserve indivisibili Milioni Euro 326 155 52Investimenti Milioni Euro 550 500 568Quota degli utili corrisposta a Coopfond (fondo mutualistico per la promozione e lo sviluppo della cooperazione)

Milioni Euro 10,150 4,642 2,066

* Gli utili così calcolati includono la svalutazione - a seguito della crisi finanziaria di settembre - degli asset patrimoniali derivanti da partecipazioni finanziarie detenuti dalle cooperative. Operazione resa possibile dalla solidità patrimoniale che caratterizza le stesse.

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1.3 La Responsabilità Sociale

Il percorso di Coop

Coop è stata nei suoi oltre 150 anni di vita ispirata, nelle sue azioni dai valori di Roch-dale, che includono mutualità, partecipazione, intergenerazionalità, funzione sociale.Valori che sono stati ripresi ed aggiornati nei concetti chiave della Responsabilità So-ciale d’Impresa, sin dall’inizio degli anni ’90, con l’importante enfasi che a livello euro-peo è stata attribuita al coinvolgimento e al dialogo con gli stakeholder.La Responsabilità sociale di Coop:

• riguarda i comportamenti della cooperativa che vanno oltre quanto previsto già dalla normativa;

• considera l’impatto economico, sociale ed ambientale delle sue attività lungo tutto il processo caratteristico in un’ottica di miglioramento continuo;

• viene definita e programmata attraverso il coinvolgimento degli stakeholder.

L’attenzione al tema nacque in Coop nel 1991 in una fase storica segnata da buoni ri-sultati gestionali e da un importante sviluppo, in cui si è ritenuto opportuno riflettere sui contenuti della identità cooperativa. Il rischio di omologazione venne affrontato sia gestendo con coerenza le specifiche finalità statutarie, che pensando ad una modalità informativa che fosse in grado di documentare le differenze tra Coop e l’impresa ordi-naria. È stato così adottato il primo Bilancio Sociale Cooperativo che rendicontava le iniziative e le risorse destinate a finalità sociali e di pubblica utilità. Si convenne inoltre che tutto il sistema, cooperative ed associazione, avrebbe realizzato il Bilancio Sociale Cooperativo.Nel 94-95, in seguito alla messa a punto delle politiche e dei progetti richiesti da un nuovo ciclo competitivo e alle riflessioni sviluppate sui valori cooperativi in ACI e Le-gacoop, la rendicontazione del Bilancio Sociale Cooperativo si innovò, non limitandosi più solo agli impieghi, articolandosi in funzione degli impegni statutari rispetto alla Missione della Cooperativa. In questo modo il Bilancio Sociale Cooperativo venne sviluppato come strumento di indirizzo e controllo della gestione.Infine dal 1997 Coop ha adottato la Carta dei Valori Guida delle Cooperative di Con-sumatori affinché ispirasse i comportamenti dei propri soci e dei propri dirigenti. In marzo 2009 la Carta Valori aggiornata, che recepisce i cambiamenti sociali e culturali nel frattempo avvenuti, è stata approvata dalla Seconda Assemblea dei Delegati. Da anni Coop Adriatica e Coop Consumatori Nordest hanno adottato un Codice Etico con apposito sistema di controllo.

1. Chi è Coop

Sempre nel 1997 Coop ha lanciato l’impiego del Bilancio Sociale a Preventivo come strumento di trasparenza e di costruzione di un patto fiduciario con gli stakeholder. I principali dati a preventivo e le politiche nazionali sono consolidati anche in questo Rapporto Sociale Nazionale, ma già da alcuni anni lo strumento è stato adottato da Co-op Adriatica, Coop Consumatori Nordest, Coop Estense e Unicoop Tirreno.A questo le cooperative hanno aggiunto importanti percorsi di coinvolgimento degli stakeholder sul territorio.Al percorso delle cooperative si affianca l’impegno di Coop Italia per tutelare i valori Coop nel prodotto a marchio che l’hanno portata, tra le altre attività, ad essere nel 1998 tra le prime 10 aziende nel mondo certificate SA8000.

Come ci vedono gli altri: il coinvolgimento degli stakeholder

Il confronto e la trasparenza sono elementi essenziali per Coop del suo essere social-mente responsabile. Sono perseguiti quotidianamente, nel modo di gestire le attività, e occasionalmente in momenti appositamente dedicati.In questi Coop vuole codificare un rapporto strutturale, stabile e proficuo con gli sta-keholder collegandolo al percorso di RSI per confrontarsi e contaminarsi, valorizzare l’impegno di Coop in termini di RSI, raccogliere spunti di miglioramento.

Nel corso del 2007, sui bilanci 2006, è stato effettuato da Axia Financial Research, so-cietà di rating indipendente, un benchmarking che analizzava l’impegno profuso nel campo della Responsabilità Sociale di Impresa da cinque grandi operatori nel campo della grande distribuzione organizzata quotati e non, inclusa Coop. Lo studio, nel caso di società di respiro internazionale, si è concentrato sull’operatività delle branch ita-liane.L’analisi comparativa si poneva l’obiettivo di misurare qualitativamente e quantitativa-mente le diverse politiche adottate nel campo della RSI dai diversi soggetti e verificare la reale applicazione dei buoni propositi in campo sociale. Al fine di garantire tempi opportuni di implementazione delle politiche si è scelto di ri-petere il benchmarking biennalmente, ne sarà quindi reso conto nel prossimo bilancio.

Coop, con la seconda edizione del Rapporto Sociale, ha organizzato annualmente un incontro con il mondo dell’associazionismo per discutere le attività realizzate ed i ri-sultati raggiunti a partire dal Rapporto Sociale Nazionale consuntivo. Questo momento aiuta ad approfondire il livello di conoscenza sulla realtà Coop, in particolare presso gli attuali ed eventuali futuri partner per creare un solido sistema di collaborazione e a stimolare, attraverso il dialogo e la collaborazione, un clima di mutua stima e di ricono-scimento di valore. Dal 2008 si è svolto un incontro di presentazione e discussione con gli stakeholder anche sul Preventivo Sociale del sistema Coop.

Al coinvolgimento degli stakeholder in occasione della presentazione del Rapporto Sociale 2007 e del Preventivo Sociale 2009 hanno partecipato un gruppo misto di in-terlocutori, autoselezionatesi perché l’invito era rivolto a tutti, esponenti dell’associa-zionismo solidaristico, ambientalista, dei consumatori, dei sindacati e di alcune orga-nizzazioni partner per Coop (es. Fondazione dei Diritti Genetici) Nel tempo è maturata la capacità degli stakeholder di fornire suggerimenti e spunti di miglioramento di natura politica, mentre si sono ridotte le osservazioni sul Rapporto Sociale stesso.A quest’ultimo proposito lo stimolo più significativo è stato relativo al sistema di accre-ditamento del Bilancio preventivo, che ha suggerito l’adozione e l’esplicitazione di una metodologia che:

• espliciti i criteri di valutazione dei risultati• sviluppi opportuni e contestuali percorsi di monitoraggio• definisca chiaramente il sistema di valutazione degli obiettivi.

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Si riportano di seguito le valutazioni sui comportamenti e sulle azioni di Coop e i corri-spondenti stimoli per l’innovazione raccolti nel corso dei due incontri.Si riconosce la serietà e scientificità con cui si affrontano le questioni, non assumendo mai approcci spregiudicati sui temi che possono avere impatto sulla salute. Si richiede di comunicare ed affermare con maggiore determinazione il modello pro-duttivo, equo, partecipato a filiera a cui Coop si ispira, non per rafforzare la reputazione Coop, ma per essere a nostra volta d’ispirazione in una fase di significativa crisi dei mo-delli sociali e produttivi di riferimento.Anche a questo proposito si rileva l’opportunità di avvicinarsi maggiormente all’espe-rienza dei GAS, per trovare nuove modalità di gestione del consumo.

Si considera importante l’impegno per la solidarietà internazionale ma forse bisogne-rebbe legare maggiormente i progetti così sviluppati alle attività realizzate con le co-munità locali, utilizzandone la potenziale capacità educativa e simbolica per diffondere modelli di buon governo territoriale.Inoltre, vista la straordinarietà di questi anni, sarebbe importante che Coop si attivasse direttamente ad educare e mobilitare i soci a sostegno delle iniziative della società civi-le, ma anche attivasse al proposito campagne consumerista.Si suggerisce di innovare le modalità con cui si stimola la partecipazione dei soci, gra-zie ad un maggiore interscambio con le associazioni con cui si opera, facendo dell’im-pegno per la solidarietà e la tutela dell’ambiente elementi chiave dello scambio con i soci, ma anche sviluppando partnership più stringenti con le stesse associazioni be-neficiarie. Al contempo si sottolinea l’urgenza di attivare momenti di informazione alla cittadinanza attiva e alla partecipazione, sempre in collaborazione con le associazioni di volontariato, proprio in virtù del suo radicamento territoriale.

Si valuta buono l’impegno di Coop sulle energie rinnovabili, ma si ritiene che potreb-be fare ancora di più, facendosi promotrice, insieme alle associazioni ambientaliste, di consapevolezza sulle nuove tecnologie. Si sollecita inoltre ad inserire, tra i parametri che contraddistingueranno la linea di tutela dell’ambiente, anche il requisito di non deforestazione, visti gli impatti non solo su biodiversità ed ecosistemi, ma anche sulle emissioni di CO2.

In merito alle azioni e alle politiche sollecitate lo scorso anno:• per l’introduzione a regime della valutazione dell’accessibilità dei punti vendita alle

persone disabili o con difficoltà motoria in modo stabile nei criteri di progettazione di Coop, è stato attivato un apposito gruppo di lavoro per l’approfondimento

• per la sollecitazione a dare maggiore visibilità alle attività di solidarietà internazionale realizzate in partnership con le ONG, si sta valutando l’adozione di strumenti innovativi allo scopo dedicati

• per il miglioramento della politica di tutela del potere d’acquisto, in particolare verso i soggetti deboli, e attraverso azioni sinergiche con la filiera agro-alimentare si sono atti-vati appositi approfondimenti che stanno confluendo in progetti locali.

1. Chi è Coop

1.4 Struttura del Sistema

Come si è detto, il “Sistema Coop” si presenta come un insieme articolato di cooperati-ve e consorzi.

Le Cooperative

Alla fine del 2008 le Cooperative di Consumatori sono in tutto 124, suddivise in grandi, medie e piccole.

9 sono le Grandi Cooperative, con dimensioni diverse - comprese fra i 38 e i 150 punti vendita - e una rete di vendita multi-canale articolata sul territorio nazionale. I punti vendita all’estero, 4 Iper concentrati in Croazia, sono stati recentemente ceduti, man-tenendo tuttavia l’insegna Ipercoop e la vendita di prodotti a marchio per un periodo di un anno.

Le Medie Cooperative sono 14 e gestiscono ciascuna una rete di negozi (da 6 a 50 punti vendita ciascuna) su scala provinciale o interprovinciale, mentre le Piccole (101 a fine 2008) hanno un numero limitato di punti di vendita minori (poco più di uno, ge-neralmente) e fanno della vicinanza al socio-consumatore il loro punto di forza.

In più, dal 1994, Coop ha affiancato ai canali “tradizionali” un nuovo canale discount creando la società Sviluppo Discount, partecipata da 7 delle 9 Grandi Cooperative, e una rete di vendita con insegne “Dico” e “Dix” diffuse in tutta Italia.

Il Sistema Coop, tuttavia, è organizzato anche in strutture e organizzazioni che, a livello nazionale o locale, svolgono un prezioso ruolo di supporto alle attività e permettono alla cooperazione di consumo di rispondere alle esigenze commerciali e sociali che la caratterizzano.

L’Associazione Nazionale delle Cooperative di Consumatori – ANCC

A livello nazionale tutte le Cooperative sono associate a Legacoop e all’Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori, Ancc/Coop, suddivisa in Distretto Adriatico, Distretto Tirrenico e Distretto Nordovest, Associazioni Distrettuali con funzioni di co-ordinamento, rappresentanza e promozione.

Se Legacoop rappresenta il movimento cooperativo nel suo complesso, occu-pandosi anche della vigilanza interna sulle finalità mutuali-stiche e sul rispetto del modello legale stabilito dalla leg-ge civilistica e speciale, Ancc è responsabile della regia complessiva del sistema. In particolare, con la nuova go-vernance l’Ancc consolida il ruolo di tutela e rappresen-tanza istituzionale della cooperazione di consumatori. In questo caso le modifiche statutarie sono state adottate formalmente dall’assemblea nel marzo 2009.

Le Associazioni Distrettuali riproducono l’organizzazione e le attri-buzioni di Ancc/Coop nei loro livelli di competenza, con un’impor-tante funzione di presidio politico–istituzionale del territorio e un ruolo di rappresentanza e tutela delle Cooperative as-sociate verso le comunità e le istituzioni locali, regionali e sovra-regionali.

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Coop Italia - Consorzio nazionale per gli acquisti e le politiche di marketing

Da centrale di marketing del sistema, Coop Italia è il luogo in cui nascono e vengono attuate le politiche commerciali, sulla base della delega delle Cooperative coinvolte nei processi decisionali attraverso il Consiglio di indirizzo e sorveglianza del Consorzio, che ha il compito di indirizzare e controllare l’attività caratteristica di Coop, ma anche attraverso le commissioni e i gruppi di lavoro attivati per progetti specifici. Il Consorzio ha una organizzazione per canale (Ipermercato e Supermercato), opera come centrale di acquisti ed è il punto di sviluppo e presidio del Prodotto a Marchio. Tre sono le sue principali aree di attività:

• il sistema delle garanzie e della sicurezza per i soci e i consumatori;• il sistema delle economie dell’intera filiera commerciale, • la promozione e la comunicazione commerciale.

Inres – Istituto Nazionale Consulenza, Progettazione, Ingegneria

È la centrale nazionale di progettazione per la realizzazione delle strutture commercia-li, presidio per l’innovazione in campo strutturale e tecnologico, nonché punto di rife-rimento per l’acquisto di beni strumentali e servizi di ordine superiore. In tali ambiti di competenza presidia anche la coerenza rispetto all’impegno ambientale, realizzando e valutando le attività innovative su questa tematica.

Scuola Coop

Scuola Coop è un consorzio a cui partecipano tutte le Cooperative, creato con l’obietti-vo di diffondere la cultura del movimento facendola vivere in primo luogo tra soci e la-voratori. Con il recente riposizionamento del sistema, alla Scuola sono state attribuite tre importanti funzioni:

• la formazione, per la quale rappresenta il punto di riferimento dell’intero sistema;• la ricerca e l’innovazione sui rapporti con il personale;• la comunicazione interna.

1. Chi è Coop

I Consorzi distrettuali

Nel Sistema operano però anche altri Consorzi/Centrali di marketing, sede di elabora-zione e guida dei processi di integrazione imprenditoriale.

• Centrale Adriatica che svolge le funzioni marketing e logistica delle Cooperative di consumatori del Distretto Adriatico, operando con le grandi, le medie e le piccole Co-operative della zona, le più importanti fra le quali sono Coop Adriatica, Coop Estense, Coop Consumatori Nordest, Coop Reno, Coop Eridana, Coop Veneto, Coop Casarsa.

• Consorzio Nordovest, con le stesse funzioni per Coop Lombardia, Coop Liguria, No-vacoop, Coop Unione Trezzo, Coop Alto Milanese, Coop Urago d’Oglio e una trentina di piccole Cooperative che condividono i sistemi informativi;

• Consorzio Tirrenico, dal 2006 centrale d’acquisto per Unicoop Firenze, Unicoop Tir-reno, Coop Centro Italia.

Un accenno alla nuova governance c

Il 2008 è stato caratterizzato dall’introduzione di un’importante novità nel governo im-prenditoriale delle Cooperative: il sistema dualistico di amministrazione. Adottato inizialmente da Unicoop Firenze, Coop Reno e Coop Centro Italia, nel mese di dicem-bre è stato scelto anche da Coop Italia per attribuire responsabilità più chiare ai diversi organismi del Sistema e garantire alle proprie associate un più efficace ruolo di indiriz-zo strategico. Scegliendo la separazione fra i rappresentanti della proprietà (soci) e la gestione (ma-nager), con l’istituzione di un nuovo Consiglio di indirizzo e sorveglianza e di un Consi-glio di Gestione, Coop vuole aumentare la propria capacità di reazione e la rapidità dei suoi processi decisionali: una decisione fondamentale per trovare soluzioni adeguate e condivise e dare risposte adeguate in un periodo di recessione economica e calo dei consumi. Anche Coop Adriatica ha scelto di modificare la governance tradizionale, separando le funzioni di presidente e direttore generale e incrementando le funzioni di controllo del Consiglio d’Amministrazione grazie all’introduzione di nuove Commissioni e di Consi-glieri tecnici indipendenti, mentre le altre Cooperative, al momento, hanno proseguito con una impostazione governativa tradizionale.

20 + 21

1.5 Il rapporto con il Movimento cooperativo internazionale

Il 2008 ha segnato una svolta per il movimento delle cooperative di consumo interna-zionale.Eurocoop, grazie ad un accordo con l’Alleanza Cooperativa Internazionale (ACI) è di-ventato responsabile dello sviluppo della strategia, in Europa, di Cooperatives WorldWi-de (CCW), l’organismo che rappresenta le cooperative di consumo di tutto il mondo.Questa collaborazione è nata soprattutto per facilitare lo scambio di informazioni per lo sviluppo di relazioni commerciali.

Per quanto riguarda la collaborazione commerciale le cooperative di consumo europee si sono concentrate sull’acquisizione e lo sviluppo del prodotto a marchio. Nel 2008 si sono tenuti incontri tra gli uffici acquisti ed è stato raggiunto un primo accordo per un progetto pilota da sviluppare nel corso del 2009.Eurocoop si è concretamente impegnato in merito al ricorso di Federdistribuzione, la-vorando in collaborazione con ANCC, Legacoop e Cooperatives Europe per sostenere sia presso la Commissione che presso il Parlamento europeo le ragioni della Coopera-zione di consumatori italiana. In merito al programma operativo il cambiamento clima-tico è una delle principali sfide del 21° secolo, per questo le cooperative di consumo europee, seguendo una mozione approvata dall’ultima Assemblea dell’ACI, hanno ini-ziato una riflessione sul tema.Eurocoop ha elaborato un progetto che fissa degli obiettivi e delle azioni concrete, alle quali le diverse cooperative possono aderire. Non è solo una condivisione di esperien-ze ma un incentivo per ulteriori azioni.I membri di Eurocoop sono le organizzazioni delle cooperative di consumo di 18 Pae-si europei. Eurocoop rappresenta oltre 25 milioni di soci, 300.000 lavoratori, 30 mila punti vendita con un giro di affari di oltre 70 miliardi di euro.

La Cooperazione di consumo italiana è tra i suoi membri più attivi, dal 2008 Aldo Soldi, presidente di ANCC-Coop è vice presidente di Eurocoop. La rappresentanza politica e la lobbing sono le principali attività del Segretariato a Brusseles: la promozione delle cooperative di consumo come modello distintivo di impresa, la difesa dei valori coope-rativi dagli attacchi dei concorrenti e la costante attività di confronto con le Commissio-ni e il Parlamento europeo.

Lo scambio di informazioni, conoscenza e buone pratiche tra i membri è in gran parte delegata a tre gruppi di lavoro formati da esperti delle cooperative di consumo dei vari paesi: politiche ambientali, politiche alimentari e politiche dell’Impresa Cooperativa.Tra le iniziative più significative del 2008 la presentazione al Parlamento Europeo, in collaborazione con la vice Presidente Luisa Morgantini, della campagna di solidarietà internazionale di Coop “Stop World Poverty” per far conoscere l’impegno della coope-razione di consumo italiana nello sviluppo e nel sostegno dei paesi del sud del mondo con progetti finalizzati alla commercializzazione del Commercio Equo e Solidale.

1. Chi è Coop

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Benvenuti a bordo

Onesti in qualità e convenienza

Uniti e attivi in crescita e sviluppo

Attenti alle necessità dei più deboli

Le risorse equamente ripartite fanno le persone amiche

2. L

a pe

rfor

man

ce e

cono

mic

a

2.1 Lo scenario socio-economico e competitivo

I dati macroeconomici

Come è noto, il 2007-2008 è stato un biennio particolare per l’economia internaziona-le. Dopo una prima parte del 2007 all’insegna della crescita, infatti, il quadro è rapida-mente mutato con la decelerazione dell’economia americana e con tensioni che, dal credito e dalla finanza, hanno rapidamente avuto ripercussioni sull’economia reale. Nel contempo, la crescita impetuosa di paesi come Cina e India ha accresciuto ulterior-mente la domanda mondiale di materie prime, alimentando l’incertezza sulla dispo-nibilità futura di tali risorse e attirando l’attenzione dei capitali speculativi, con effetti violenti sui prezzi e sulle quotazioni di petrolio, cereali e metalli.

Tali tensioni hanno facilmente attraversato l’oceano, generando anche nell’area euro pesanti effetti negativi dall’entità ancora difficilmente quantificabile, ma con i primi, evidenti elementi di divergenza fra le economie interne. Se la decelerazione della do-manda di lavoro, l’aumento del tasso di disoccupazione e l’impennata dell’inflazione sono fenomeni comuni a tutti i grandi paesi, infatti, quella italiana si sta rivelando l’eco-nomia peggiore, almeno dal punto di vista della reazione d’impatto alla crisi.

Oltre all’ormai diagnosticata recessione tecnica, l’Italia è stata caratterizzata nel 2008 da un’inflazione tornata su livelli non più raggiunti dalla metà degli anni ’90, con un in-cremento dei prezzi dovuto per metà all’aumento del costo dell’energia e per un quarto ai rincari alimentari, con impatti drammatici sui consumi di base della vita quotidiana delle famiglie.

I consumi

Se fino alla prima metà del 2007 i progressi nella fase di aggiustamento fiscale e l’avvio del ciclo dell’occupazione creavano le condizioni per un recupero della capacità di spe-sa delle famiglie e della domanda di consumo, nel 2008 la maggiore inflazione ha eroso il potere d’acquisto dei salari e l‘aumento dei tassi d’interesse ha gravato sulle famiglie più indebitate.Dato che la spesa frena in misura maggiore per le voci che hanno subito i maggiori rincari, beni essenziali come energia e alimentari dalla bassa elasticità al prezzo, la decelerazione della domanda tenderà con ogni probabilità a estendersi a tutte le voci di consumo.

In termini generali, per cercare un riparo alla perdita di potere d’acquisto, i consuma-tori possono:

• adeguare i livelli di spesa - specie se l’aumento dei prezzi è giudicato permanente• utilizzare altre leve che hanno a che vedere con la modifica dei comportamenti di ac-

quisto, muovendosi lungo la scala di prezzo o spostandosi verso prodotti a minore valo-re unitario, accettando quindi un sacrificio reale o potenziale nella qualità dei prodotti acquistati.

In questo nuovo contesto la salute e il “lusso” non hanno subito gli effetti della crisi, ma sono stati sacrificati alcuni paradigmi del consumo alimentare affermatisi negli ultimi anni: il cibo “etnico”, ad esempio, ha avuto meno preferenze del paniere di “base” con i prodotti della tradizione alimentare italiana.Sono le vendite dei prodotti non alimentari, tuttavia, ad aver evidenziato con maggio-re nettezza la situazione di difficoltà delle famiglie italiane, con un arretramento delle vendite di abbigliamento dal +1,2% del primo semestre 2007 al -1,7% dei primi sei

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mesi del 2008, acquisti di calzature passati dall’+1,7% al -1,6% e prodotti per l’igiene e la cura della persona calati dall’+1,1% al -1,4%. Calano dal +0,8% al -2,1% anche le vendite di elettrodomestici e, per la prima volta, sono entrate in fase calante persino le vendite di prodotti dell’elettronica di consumo e della telefonia, sinora immuni dalle difficoltà della domanda finale.

Diversa è stata anche l’articolazione territoriale dei consumi: l’andamento nel Nord del Paese è stato tendenzialmente negativo per i soli prodotti non alimentari, mentre nelle regioni centro-meridionali risulta complessivamente negativo.

La distribuzione

In tempi di crisi, così come le preferenze dei consumatori si spostano verso le merce-ologie più convenienti - e, dove possibile, si muovono lungo la scala di prezzo - allo stesso modo la ricerca della convenienza spinge nuovamente le famiglie verso i canali distributivi più efficienti, rinnovando la fiducia nei confronti della grande distribuzione.

La crisi economica e l’incremento dei prezzi hanno spinto nuovamente gli acquisti de-gli italiani verso quegli ipermercati che nel 2007 facevano registrare una variazione ne-gativa delle vendite, mentre nel 2008 hanno presentato, almeno nel settore alimentare, un incremento più che doppio rispetto a quello del mercato (primo semestre del 2008). L’ipermercato, infatti, è ancora un fattore fondamentale per lo sviluppo della distribuzione moderna, con un ruo-lo di traino nelle iniziative immobiliari dei grandi centri commerciali e una funzione di riposizio-namento nei cosiddetti “mercati di prossimi-tà” di strutture già esistenti.

All’opposto, la crescita dei discount sem-bra perdere di intensità, così come torna a ridursi lo spazio per il dettaglio tradi-zionale e gli esercizi di vicinato, con una brusca inversione di tendenza rispetto ad appena un anno fa. Il supermercato resta la formula più rispondente alle esigenze del consumatore e del territorio italiano: da oltre un decennio il tasso di crescita è abba-stanza costante ed ora ha acquisito anche valo-ri di omogeneità territoriale.

La struttura della distribuzione italiana, dunque, ri-mane connotata da spinte espansionistiche che pro-seguono dal 2000 (entrata in vigore della riforma Ber-sani) ad oggi, sia pure con intensità differente, con una crescita complessiva superiore al 9% e concentrandosi maggiormente nelle regioni con una maggiore dotazione complessiva di strutture. In sostanza, nonostante l’aggravarsi della situazione eco-nomica anche sul versante dei consumi familiari, l’amplia-mento dell’offerta distributiva non accenna ad attenuarsi.

2. La performance economica

2.2 Le performance economiche

2.2.1 I dati di Grandi, Medie e Piccole Cooperative

Nel 2008 i ricavi dalle vendite hanno conservato un andamento soddisfacente, facendo segnare un +3,8% rispetto al 2007.

Nello specifico, nelle grandi cooperative si è assistito a un investimento significativo per lo sviluppo della rete, in linea con quanto realizzato lo scorso anno nonostante le difficoltà registrate a livello nazionale. Le nuove aperture hanno riguardato, in partico-lare per alcune Cooperative, i negozi di vicinato, che hanno permesso a Coop di raffor-zare la propria presenza in tutte le aree delle città, centro cittadino compreso. A livello di vendite crescono maggiormente gli ipermercati (+4,4%), a fronte di un aumento dei Super del 3,6%.

In linea con l’aumento complessivo del numero dei soci, si assiste ad un incremento del 4% proprio fra le grandi cooperative.

Dal punto di vista della rete vendita, il 2008 è stato caratterizzato per il canale discount (rappresentato dalle insegne Di.Co e Dix) da un ulteriore ampliamento, con l’apertura di 17 punti vendita e la chiusura di 8. Questa azione ha permesso al canale di assumere 105 nuovi dipendenti, che rappresentano una crescita del 6,5% sul totale del 2007. Sono aumentate anche le vendite, a testimonianza del fatto che il consumatore sembra aver apprezzato il posizionamento di “Discount di qualità” che le due insegne hanno deciso di darsi a partire dal 2006.

Tabella 2.1 Le Grandi CooperativePunti vendita Vendite lorde €/000 Dipendenti

al 31-12-08Soci iscritti al 31-12-08

Prestito Sociale €/000

al 31-12-08

Soci Prestatori iscritti al 31-12-08

n° p.v.

Mq. a.v. SMK Iper Totale

Nova Coop 61 149.799 390.000 594.000 984.000 4.715 599.232 642.302 64.921

Coop Lombardia 48 126.356 415.600 548.700 964.300 4.098 818.406 1.019.110 101.466

Coop Liguria 38 77.706 372.000 368.000 740.000 2.958 481.451 687.155 85.210

Coop Nordest 90 172.079 525.100 548.900 1.074.000 4.956 541.177 1.423.817 110.672

Coop Estense 52 182.106 393.035 923.470 1.316.505 5.380 583.204 816.068 89.036

Coop Adriatica 150 239.760 999.000 925.000 1.924.000 8.941 1.014.144 1.774.400 220.000

Unicoop Firenze 97 161.116 1.578.500 614.500 2.193.000 7.644 1.075.284 2.626.098 249.290

Unicoop Tirreno 112 152.740 777.000 437.000 1.214.000 6.079 817.100 1.356.949 134.565

Coop Centro Italia

63 74.679 466.000 168.000 634.000 2.721 464.689 732.077 83.721

Ipercoop Sicilia 2 14.000 - 55.500 55.500 350 - - -Totale parziale 713 1.350.341 5.916.235 5.183.070 11.099.305 47.842 6.394.687 11.077.976 1.138.881Sviluppo Discount

244 139.000 525.100 - 525.100 1.543 - - -

Totale Grandi Coop

957 1.489.341 6.441.335 5.183.070 11.624.405 49.385 6.394.687 11.077.976 1.138.881

Fonte: Dipartimento economico, ANCC.

I dati generali delle medie cooperative risultano in linea con quelli registrati lo scorso anno, quando sono entrate nella compagine associativa Coopca e Coop Como Consu-mo. Durante il 2008 è cresciuto del 4,7% il numero dei soci, confermando il positivo trend di crescita registrato dalle nove grandi cooperative.

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Tabella 2.2 Le Medie CooperativePunti vendita Vendite

lorde €/000

Dipendenti al 31-12-08

Soci iscritti al 31-12-08

Prestito Sociale €/000

al 31-12-08

Soci Prestatori iscritti al 31-12-08

n° p.v.

Mq. a.v.

Reno 34 18.780 140.137 696 59.131 75.944 9.118

Unione di Trezzo 50 20.263 90.010 457 71.374 40.226 4.284

Unione Amiatina 14 4.640 41.000 179 21.821 22.000 2.301

Sait 14 6.657 43.430 167 8.703 - -

25 Aprile 14 9.933 39.938 247 48.758 954 205

Eridana 23 10.019 36.519 199 20.000 7.443 483

Veneto 16 6.921 33.523 184 17.011 11.072 1.082

Alto Milanese 18 6.901 32.847 191 23.026 13.582 1.094

Alto Garda 6 3.689 28.340 125 12.176 7.180 560

Casarsa 8 5.628 23.968 120 12.205 20.270 1.850

1° Maggio 14 5.734 21.870 125 12.374 - -

Como Consumo 8 2.350 14.688 77 8.840 1.189 114

Totale parziale 219 101.515 546.270 2.767 315.419 199.860 21.091Operaie Ts 45 26.120 151.000 743 106.700 191.507 17.875

CoopCA 38 31.187 95.885 685 7.938 28.243 2.545

Totale Medie Coop

302 158.822 793.155 4.195 430.057 419.610 41.511

Fonte: Dipartimento economico, ANCC

Per le piccole cooperative si osserva come ad una diminuzione dei punti vendita do-vuta principalmente al loro assorbimento nelle medie Cooperative, non corrisponda un proporzionale abbassamento delle vendite.

Tabella 2.3 Le Piccole CooperativePunti vendita Vendite

lorde €/000

Dipendenti al 31-12-08

Soci iscritti al 31-12-08

Prestito Sociale €/000

al 31-12-08

Soci Prestatori iscritti al 31-12-08

n° p.v. Mq. a.v.

Lombardia 32 9.263 38.207 227 20.072 13.064 1.166

Liguria/Piemonte 14 1.617 8.959 49 6.962 - -

Distretto Adriatico 20 8.627 45.113 197 21.651 2.940 260

Distretto Tirrenico 100 17.194 120.308 545 81.378 37.240 2.511

Totale Piccole Coop 166 36.701 212.587 1.018 130.063 53.244 3.937Fonte: Dipartimento economico, ANCC

Per sintetizzare quanto accaduto nel 2008 dal punto di vista dello sviluppo, è possibile osservare come il Sistema Coop abbia saputo innovare la propria rete vendita aumen-tando ulteriormente sia le nuove aperture rispetto a quanto fatto l’anno precedente (4 in più rispetto all’anno precedente), sia il numero dei punti vendita ristrutturati (21 in totale, 2 in più dell’anno precedente). Il saldo fra chiusure e aperture registra così un attivo di 35.

Tabella 2.4 Sviluppo area vendita2006 2007 2008

Punti vendita ristrutturati 19 19 21Nuove aperture 64 59 63Investimenti (milioni di euro) 550 500 568

2. La performance economica

Figura 2.1 Spaccato delle nuove aperture per canale di vendita

Discount 17%

Supermercati 38%

Ipermercati 8%

In virtù di questa crescita continua, i metri quadri di area vendita sono cresciuti del 11% durante l’ultimo triennio (2006 – 2008).

Figura 2.2 Totale metri quadri punti vendita

1400000

1450000

1500000

1550000

1600000

1650000

1700000

200820072006

1.516.921

1.616.607

1.684.864

Nel complesso il Sistema ha investito 568 milioni di euro per accrescere e ammoderna-re la rete di vendita.

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2.3 Le strategie di sviluppo

2.3.1 Lo sviluppo al Sud

Nel corso del 2008 Coop ha continuato nella sua linea di sviluppo nel Sud Italia. Si è co-sì assistito ad un incremento delle aperture, oltre che ad un adeguamento gestionale. Per quel che concerne le nuove aperture, queste sono state 4 nel 2008: 3 in Puglia, con 2 Ipermercati ed un Supermercato e 1 a Milazzo in Sicilia. In merito all’espansione in quest’ultima regione, Coop prosegue, tramite Ipercoop Sicilia (società costituita da 4 grandi cooperative), a sviluppare la rete vendita, con l’obiettivo di giungere alle 6 aper-ture previste entro la fine del 2010.Dal punto di vista organizzativo, invece, le Cooperative si stanno adoperando per au-mentare l’autonomia della rete di vendita del Mezzogiorno sia dal punto di vista degli assortimenti che dell’organizzazione delle promozioni che della contrattazione dei for-nitori. Per questa ragione è stata costituita una Centrale Sud, che si occupa di gestire a più stretto contatto con il territorio le tematiche sopra riportate garantendo una miglior risposta ai bisogni e alle abitudini del consumatore locale, con una particolare atten-zione al rapporto con i fornitori locali sia per i prodotti freschi che per gli alimentari confezionati.

2.3.2 L’attenzione consumerista e altri campi di attività delle cooperative

Una cooperazione moderna non può ignorare il peso crescente dei nuovi acquisti – spesso “obbligati” - che vanno ad aggiungersi ai beni alimentari tra le voci di spesa delle famiglie italiane.Per questa ragione Coop considera l’ampliamento dell’offerta in ambiti diversi dal bu-siness tradizionale non solo coerente, ma persino richiesto dalla sua Missione, inteso come una forma di estensione della mutualità prima ancora che come una diversifica-zione imprenditoriale.

Le farmacie c

La ricerca del vantaggio economico per il cliente/consumatore ha rappresentato fin dall’inizio una delle spinte più forti alla base di CoopSalute, soprattutto per un prodotto di natura “sociale” come il farmaco.L’esperienza dei Corner Salute, iniziata nell’agosto 2006 con l’apertura negli Ipercoop di Carpi (Modena), Ferrara e Bari, è entrata a regime nei due anni successivi, ottenen-do risultati significativi. Nel corso del 2008 le nuove aperture sono arrivate a interes-sare 14 punti vendita italiani, con 87 Coop Salute attivi a dicembre 2008 (contro i 73 dell’anno precedente).

Al fine di corrispondere alle numerose richieste avanzate da soci e consumatori di inte-grazione dell’offerta, Coop opera quotidianamente per predisporre il massimo assorti-mento possibile: a fine 2008 tale assortimento è pari a 1800 prodotti fra farmaceutici e parafarmaceutici (i quali rappresentano il 72% del totale).Nonostante nel 2008 sia venuto meno un riferimento oggettivo verso il quale esprime-re lo sconto - con l’eliminazione del prezzo sulle confezioni stabilita dalla finanziaria 2007 - Coop ha mantenuto la continuità di approccio nelle proprie politiche di prezzo, garantendo lo stesso livello competitivo e il divario rispetto alla farmacia tradizionale.Rispetto ai prezzi medi praticati dalle farmacie tradizionali, infatti, il cliente Coop Salu-te ha goduto nel 2008 di un risparmio, sul solo farmaco, di oltre 9 milioni di euro (me-diamente –25%) che, se aggiunti ai circa 4 milioni risparmiati sul parafarmaco, diventa di quasi 13 milioni di euro.

2. La performance economica

Dal mese di maggio, inoltre, sugli scaffali degli 87 Coop Salute è arrivato il primo farmaco a marchio Coop. Dopo un complesso iter di analisi e verifica, Coop Italia è in-fatti divenuta titolare di una Aic, Autorizzazione alla immissione in commercio rilascia-ta dall’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco), presentando “Acido acetilsalicilico e acido ascorbico Coop”.È uno dei cosiddetti farmaci generici, vendibili senza ricetta medica, combinazione di acido acetilsalicilico e acido ascorbico per la cura degli stati febbrili e con proprietà analgesiche. Equivalente del noto Vivin C anche nel dosaggio, viene venduto a soli 2 euro – con un margine di utile per la Cooperativa – con un risparmio del 69% rispetto ad un prodotto di marca equivalente acquistato in farmacia.Questa iniziativa assume una rilevanza particolare se letta anche sotto il punto di vista della liberalizzazione prevista dal 2006, ed è portatrice di un impulso ulteriore al calo generale dei prezzi dei farmaci da banco (-11%) e di un effetto calmieramento simile a quello prodotto da Coop con il latte in polvere per i bambini e il latte fresco.Nondimeno, con CoopSalute la Coop ha potuto dare una risposta forte alla domanda di occupazione qualificata, assumendo in tutto ben 270 farmacisti. Diversi sono ormai anche i servizi “orientati alla salute”, con benefici per il cliente/consumatore in termini di comodità (“tutto sotto lo stesso tetto”) e con una sensibilizzazione sui temi del controllo e della prevenzione, promossa da Coop anche attraverso campagne di comunicazione condotte in collaborazione con enti e associazioni di primaria importanza.

Le librerie

Il 2008 ha visto anche la crescita di Librerie.coop, catena libraria che da due an-ni conta la partecipazione di cinque cooperative aderenti al Sistema Coop, che si pone l’obiettivo di diffondere la lettura e che riserva un occhio particolare per la promozione di editori e autori locali.I punti vendita sono diventati 17 - con 6 nuove aperture rispetto al 2007 – e, su-perando l’originaria ubicazione nei centri commerciali, hanno iniziato ad animare i centri storici delle principali città. È del 2008, ad esempio, l’inaugurazione dell’Ambasciatori, struttura aperta a Bologna da Coop Adriatica in collaborazione con Eataly: 1.450 mq su tre piani dedicati a una libreria con oltre 50 mila titoli e 90 mila volumi, alla ristorazione di qualità e ad un nu-mero molto significativo di incontri culturali.

Nello stesso anno Librerie.coop ha realizzato un fatturato complessivo di 13.076.775 euro, quasi raddoppiando quello dell’anno precedente. L’aumento delle librerie è andato di pari passo con l’incremento degli occupati: dai 40 del 2006 si è passati infatti ai 74 del 2007 e ai 110 nel 2008. A tal proposito, Librerie.coop pone un’attenzione particolare alla formazione delle giovani risorse da assumere: prima dello stage in un punto vendita già attivo, ai nuovi ingressi viene offerto un pe-riodo formativo in aula dalla durata di oltre un mese.

Coopvoce

Nel 2008 ha compiuto un anno di vita anche CoopVoce, primo operatore mobile virtua-le italiano nato il 30 marzo 2007 da un accordo tra COOP Italia e Telecom Italia.Dopo una prima sperimentazione delle funzionalità tecniche e operative da parte di un campione rappresentativo di soci Coop, i consumatori hanno potuto acquistare le nuove schede SIM e le ricariche direttamente nei punti vendita Coop e tramite internet sul sito www.e-coop.it, con un servizio reso disponibile su tutto il territorio nazionale e all’estero, grazie agli accordi di roaming internazionale stipulati da Telecom Italia.Nel corso dell’anno Coop ha definito politica e prezzi della propria offerta commerciale, disponendo di due piani tariffari e risorse di numerazione specifiche (prefisso “331”) e

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gestendo direttamente la clientela attraverso un servizio di assistenza specifico con un numero dedicato (“188”), sia nella fase di vendita che di post-vendita. Alla fine dell’anno le attivazioni di carte SIM CoopVoce richieste sono state 136.098 - per un totale di 274.025 dalla loro introduzione - con nuove tariffe scontate per i mem-bri della stessa famiglia e per il mercato etnico, rispetto al quale sono previsti servizi aggiuntivi per il trasferimento di denaro all’estero tramite cellulare. La percentuale di clienti che hanno richiesto l’attivazione “portando” il proprio numero è del 43%, dato di gran lunga superiore alla media di mercato.Se oggi è già possibile convertire i punti della carta socio Coop in traffico telefonico gratuito o tariffe temporanee più economiche – con oltre 550.000 euro di ricariche di-stribuite solo nel 2008 con più di 3.000.000 € di bonus di traffico telefonico gratuito - l’obiettivo ultimo è quello di aumentare il livello di integrazione tra i servizi, arrivando a introdurre la possibilità di fare la spesa al punto vendita usando il proprio telefono.Intervenendo con soluzioni semplici, trasparenti e accessibili su una spesa sempre più importante per le famiglie, infatti, la commercializzazione da parte di Coop di tali servi-zi intende necessariamente contribuire a introdurre ulteriore concorrenza nel mercato della telefonia mobile a vantaggio dei consumatori. L’impegno è stato apprezzato da diverse associazioni di consumatori, specialmente per la previsione di rimborso inte-grale e in contanti del credito residuo a chi cessa l’attivazione. D’altro canto Coop ha riscontrato limiti in termini concorrenziali e nel 2008 è arrivata a chiedere all’Autorità Garante delle Comunicazioni norme specifiche a tutela degli operatori virtuali.

Altre possibilità di ampliamento dell’offerta

Il 2008 è stato quindi un anno importante per le strategie di ampliamento dell’offerta e della mutualità. Diversi sono gli ambiti in cui Coop ha ritenuto di poter offrire un con-tributo significativo, intervenendo in situazioni di mercato caratterizzate dalla “debo-lezza” del consumatore.Sono proseguite, ad esempio, le attività di diversificazione imprenditoriale portate avanti da alcune grandi Cooperative.Nel settore turismo si contano due grandi agenzie di viaggi partecipate dalle Coopera-tive: Robintur e Nuova Planetario. Robintur (Coop Adriatica e Coop Estense) nel 2008 ha dato impiego a 390 lavoratori operanti in 273 agenzie (90 delle quali in proprietà). Il fatturato complessivo è stato di 330 milioni di euro. Nuova Planetario, partecipata inizialmente da Coop Consumatori Nordest, ha acquisito nel 2008 le agenzie di Bonolatours (Coop Lombardia) e VCO Viaggi (Novacoop), arri-vando a un fatturato di oltre 95 milioni di euro, con una rete formata da 54 agenzie di proprietà e 3 in agenzie affiliazione.Le Cooperative sono poi impegnate nello sviluppo di grandi superfici specializzate nella distribuzione non alimentare come Brico Io (Coop Lombardia), Obi (parteci-pata al 70% da Unicoop Firenze) e Tecnostore (insegna gestita da Coop Consumatori Nordest). Igd (Immobiliare Grande Distribuzione) società per azioni (quotata alla Borsa di Mi-lano dal 2005) gestisce invece la parte più rilevante del patrimonio immobiliare di Coop Adriatica e Unicoop Tirreno, mentre Fondo immobiliare Estense - costituito da Coop Estense e Bnl - ha l’obiettivo di gestire i propri centri commerciali.Simgest, società costituita 10 anni fa dalle maggiori Cooperative di consumatori, dal 2000 svolge attività di vendita ai soci di prodotti finanziari caratterizzati da semplicità, comprensibilità e trasparenza, secondo un modello eticamente co-erente con i valori Coop. Attraverso Holmo, il sistema Coop ha partecipazioni in

Unipol, terza assicurazione italiana.Con un assetto societario nel quale risulta determinante la componente cooperativa, Coind produce invece prodotti a marchio per le principali catene della grande distribu-zione italiana (oltre ai marchi propri). La società, inoltre, è certificata ISO 9001:2000 e associata a Transfair Italia.

2. La performance economica

32 + 33

Restituire ciò che si è ricevuto

Far partecipare di ciò che si è, si ha e si sa

Costruire legami di coesione sociale

Rispettare diritti etici e tutelare i diritti dei lavoratori

3. L

a pe

rfor

man

ce s

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le

Descrizione degli stakeholder

Soci, lavoratori, fornitori e Comunità nel suo complesso: i diversi attori con cui il Si-stema Coop entra in contatto nello svolgere le proprie attività sono quei soggetti che vengono definiti stakeholder, portatori di interesse e aspettative legittime nei confronti della Cooperativa.

Le prerogative del socio, aldilà delle prescrizioni normative, non possono che essere considerate nella loro centralità. Coop, infatti, trova nel socio la ragione fondativa del proprio operato, per questo ne ricerca e favorisce la partecipazione, e ne riconosce la pluralità di ruoli, considerandolo nel contempo:

• come azionista, nei confronti del quale operare e a cui rispondere della gestione;• come consumatore da tutelare, garantendogli rappresentanza e forza secondo i prin-

cipi originari della cooperazione di consumo, con la difesa del suo potere d’acquisto e l’offerta di merci convenienti e sicure;

• come finanziatore della cooperativa a cui garantire condizioni favorevoli e stabili, in virtù del sostegno da lui dato allo sviluppo con il prestito sociale;

• come cittadino con i suoi interessi e le sue sensibilità, portatore di un diritto all’infor-mazione, alla trasparenza e alla correttezza da parte della cooperativa, non soltanto sulle questioni più attinenti la gestione delle attività, ma anche sui temi rilevanti per la quotidianità.

Con la sua ispirazione storica ai valori del lavoro, Coop non può che dedicare una gran-de attenzione agli stakeholder lavoratori. La tutela dei diritti e la partecipazione sono alla base del rapporto tra Coop e coloro che, a partire dall’esperienza del punto vendi-

ta, la rappresentano davanti ai soci/consumatori. È per questa forte responsabilità che Coop ha deciso di investire nel loro ruolo, senza mai sottovalutare l’importanza

del coinvolgimento e della formazione.

Anche i fornitori, specialmente nella produzione di prodotti a marchio, rap-presentano una grande ricchezza per la Coop, impegnata nella costruzio-

ne di relazioni stabili e durature, nella valorizzazione dell’italianità e nella condivisione delle migliori esperienze.

Coop, nondimeno, è radicata nei diversi territori nazionali a stretto contatto con le varie Comunità locali, oltre che in un

insieme di relazioni di tipo internazionale che le per-mettono di esprimersi attraverso importanti e ri-

conosciute iniziative di solidarietà e scambio reciproco.

34 + 35

3.1 I Soci

Il 2008 ha visto il Sistema Coop interrogarsi in maniera significativa in merito alla di-mensione sociale del suo essere un insieme di grandi imprese leader di mercato. A tale scopo, a Parma, in ottobre, in occasione della 7^ Assemblea delle sezioni soci si è fatto il punto sull’attuale ruolo del socio, collegato con la necessità di riuscire a mantenere l’equilibrio tra le esigenze poste dal mercato e i comportamenti gestionali coerenti con i valori cooperativi e la missione. Si è partiti dal presupposto che le grandi dimensioni d’impresa richiedono una strumentazione nuova e specifica per le relazioni dentro l’impresa stessa e con gli interlocutori esterni, e che tale ragionamento deve comunque partire proprio dai soci, ovvero quei soggetti che, tramite il loro scambio mutualistico, permettono quotidianamente alle cooperative di unire la dimensione im-prenditoriale con quella sociale.

7^ ASSEMBLEA NAzIONALE DELLE SEzIONI SOCI cIl 24 e 25 ottobre 2008 si è tenuta, a Parma la settima Assemblea Nazionale delle Sezioni Soci, un’importante occasione di confronto, di idee e di esperienze, su temi cruciali, nonché di indirizzo rispetto alle cose da fare. Hanno partecipato all’iniziativa oltre 450 soci, in rappresentanza delle grandi e medie cooperative di consumatori. Erano presenti, oltre ai soci (presidenti delle sezioni territoriali e consiglieri di amministrazione), anche le presidenze delle cooperative e degli organismi regionali e nazionali (consorzi e associazioni). L’argomento centrale dibattuto nel corso dei lavori dell’Assemblea, dal titolo “Identità cooperativa e dimensioni d’impresa”, ha riguardato il futuro della Coop, chiamata a conciliare la dimensione imprenditoriale con la propria identità. In particolare, infatti, sono stati affrontati i temi della partecipazione, della mutualità e della governance nelle grandi e moderne cooperative con l’obiettivo di ragionare, se il nostro modo di rispondere alle sfide è adeguato alle necessità e accertare se la cooperazione di consumatori è riconosciuta per quello che è e intende essere: attore importante del sistema economico nazionale, ma soprattutto protagonista del funzionamento sociale di questo Paese, per le intenzioni civili che rappresenta, per le utilità che produce per i soci e la comunità, per l’esempio di responsabilità e di partecipazione che informa la sua azione.

Parlare del socio significa, nel 2008, prendere in considerazione quasi 7 milioni di per-sone che, volontariamente, decidono di dare la loro adesione ad entrare nella compagi-ne sociale di una cooperativa. Si tratta di un numero in costante crescita, che nell’ulti-mo anno è cresciuto del 4,3%, in linea con la crescita rilevata nell’ultimo quadriennio.

INDICATORE SOCIALE ChIAVE

Figura 3.1 Numero soci totale

Soci 2008

Soci 2007

Soci 2006

6.954.807*

6.664.283

6.448.330

* che sviluppano il 73% delle vendite totali.

3. La performance sociale

Dal punto di vista gestionale, la quotidiana operatività dei rapporti fra la compagine cooperativa ed i soci è garantita da 109 lavoratori (1 in più rispetto allo scorso anno), che si occupano di organizzare le attività di coinvolgimento sul territorio, di permette-re un’adeguata partecipazione ai soci stessi allo scambio mutualistico e, in generale, di metterli nelle condizioni di poter partecipare alla vita della cooperativa.Il totale del budget che le singole cooperativa hanno deciso di affidare alle Direzioni Soci (ovvero a quelle Direzioni che, all’interno dell’organigramma di cooperativa, si occupano di mantenere il rapporto con i soci e di organizzarne le attività) ammonta, per il 2008, a 23 milioni di euro, in crescita significativa rispetto al 2007, in linea con la necessità di dare risposte adeguate al numero crescente dei soci.

A fronte di questi numeri, il ragionamento del Sistema Coop si è focalizzato su tre filoni principali e caratteristici del suo rapporto con i soci:

• la partecipazione• la governance• la mutualità

3.1.1 La partecipazione e la governance

Parlare di partecipazione dei soci, all’interno del mondo cooperativo, significa identi-ficare le diverse modalità con le quali un singolo socio può collaborare con la coopera-tiva per il corretto funzionamento delle attività per cui le cooperative stesse nacquero nel corso del XIX secolo.In Coop coesistono quattro tipologie di partecipazione, con motivazioni e caratteristi-che differenziate, che possono essere ordinate in merito all’impegno ed al tempo ri-chiesto al socio per poter realizzare ciascuna di esse così come riportato nello schema seguente:

Tipologia di partecipazione In cosa consiste1. Partecipazione ai servizi Modalità di iscrizione a socio

Utilizzo della rete di venditaConsumo consapevoleUtilizzo del prestito sociale

2. Partecipazione proprietaria Partecipazione assemblee separate/generale3. Partecipazione sociale Fruizione attività sociali

Rappresentante locale dei sociPromozione attività sociale

4. Partecipazione al governo Strumenti di sistemaConsigliere di amministrazione/sorveglianza

La partecipazione ai servizi

Rappresenta il primo passo, quello quotidiano, di rapporto con la cooperativa. Nasce dal momento dell’iscrizione a socio, che assume un valore che va oltre il normale entra-re in possesso di una tessera come avviene nella distribuzione privata. Per Coop questo è un momento molto significativo, in cui il nuovo socio entra in contatto con i diritti ed i doveri propri del suo ruolo, oltre che con i contenuti dello scambio mutualistico con la cooperativa. Su tale tema è quindi necessario investire tempo ed energie, a partire dagli Uffici Soci situati nei punti vendita.

Ed è proprio la relazione fra socio e punto vendita uno degli aspetti che Coop intende sviluppare nei prossimi anni, facendo in modo che passi sempre di più attraverso mo-dalità e procedure organizzative che gli permettano di esprimere i propri giudizi sulla qualità del servizio commerciale ottenuto. Si tratta a tal proposito di sviluppare quanto è già in essere in alcune Cooperative, nelle quale si sta sperimentando un sistema di ascolto nel quale al socio viene chiesto di esprimere esigenze, preferenze e indicazioni in merito ai prodotti e ai servizi offerti.

36 + 37

La partecipazione societaria

Rappresenta la tradizionale forma di partecipazione, nella quale il socio viene chiama-to a partecipare alle varie Assemblee della cooperativa, nelle quali può esprimere la sua opinione intervenendo liberamente sui temi all’ordine del giorno, oltre che votare il Bilancio di esercizio. Prevista dal Codice Civile, la forma delle Assemblee Separate risulta quella che gene-ralmente dà il polso sui livelli di partecipazione raggiunta annualmente da Coop: nel corso del 2008 sono state organizzate 377 assemblee separate sul territorio. Si tratta di numeri in diminuzione rispetto allo scorso anno, calo dovuto all’adozione del sistema duale di governance che ha interessato alcune cooperative, che hanno deciso di ridurre il numero di assemblee, senza che ciò andasse a discapito della quantità di partecipan-ti. In queste Assemblee 52.299 soci hanno potuto votare l’approvazione del Bilancio consolidato della cooperativa. Inoltre sono stati nel complesso 57.367 i soci e i consu-matori che, a conferma del carattere aperto della partecipazione cooperativa, hanno potuto partecipare alla discussione in merito a quanto successo nel corso dell’anno precedente in termini di strategie commerciali e sociali. Questi numeri risultano esat-tamente in linea con quelli dello scorso anno.

INDICATORE SOCIALE ChIAVE

Tabella. 3.1 Strutture di governo e partecipazione2006 2007 2008

Sezioni soci 287 290 292Assemblee sul territorio* 2.351 540 573Partecipanti alle assemblee* 102.840 73.878 74.505Soci eletti 4.735 4.910 4.950* Il dato comprende sia le assemblee separate a consuntivo, che quelle a preventivo, oltre alle iniziative informative

Come si nota dalla precedente tabella anche i livelli di partecipazione agli altri eventi inerenti la vita associativa risultano sostanzialmente in linea con quelli dello scorso an-no, considerando che non è opportuno svolgere comparazioni rispetto al 2006, anno che vide il Sistema Coop impegnato ad organizzare assemblee sul territorio per discu-tere in merito al “Caso Unipol”. Risulta comunque interessante evidenziare come sia cresciuto, nel 2008, il numero delle Assemblee e delle iniziative di discussione con i soci che vanno oltre le Assemblee Separate. Se queste erano 130 lo scorso anno, sono diventate 196 nel 2008, per un totale di partecipanti di 17.138 (+2,9% rispetto all’anno precedente). In queste sono comprese le Assemblee di Preventivo, che alcune coope-rative organizzano con l’obiettivo di discutere con la propria base sociale degli obiettivi da raggiungere per l’anno successivo. Parte della crescita complessiva delle assem-blee è da ricercare nella volontà di alcune cooperative di discutere ed approfondire con i propri soci i nuovi assetti della governance.

L’insieme di queste occasioni assembleari rappresenta inoltre un momento determi-nante per il radicamento a livello territoriale delle cooperative, incidendo su aspetti quali la relazione tra il punto di vendita e l’organizzazione territoriale dei soci, il profilo dei rappresentanti locali e lo scambio con la comunità locale.

La partecipazione sociale

Si riferisce ai contenuti e alla qualità delle relazioni che il punto di vendita intrattiene con la comunità in cui opera: il servizio, il consumerismo, l’informazione, l’educazione al consumo consapevole, la tutela ambientale, la solidarietà. Le relazioni tra Coop e co-munità locale vivono, infatti, dell’impegno dei rappresentanti locali dei soci e dei soci volontari, che nel corso del 2008 hanno realizzato circa 3.300 attività culturali e ricre-

3. La performance sociale

ative grazie al contributo attivo dei soci stessi che si occupano sia dell’organizzazione che della gestione, mobilitando nel complesso un investimento di oltre un milione e mezzo di euro e garantendo il rapporto continuo con le centinaia di associazioni e isti-tuzioni territoriali coinvolte.

L’organizzazione di queste attività rappresenta una parte del ruolo dei rappresentanti dei soci: nel corso del 2008 sono stati 4950 i soci eletti in organismi di cooperativa, 40 in più rispetto all’anno precedente. Per permettere ai soci di poter svolgere adeguata-mente il proprio ruolo, le cooperative identificano un percorso formativo per il quale investono annualmente, in funzione della necessità di formare i nuovi soci, che cambia annualmente a seconda del numero delle cooperative interessate al rinnovo delle cari-che sociali. Quest’anno sono stati spesi 56.000 euro, in linea con quanto sostenuto lo scorso anno, pari a 57.000 euro. La formazione ha riguardato 2.407 soci (198 in meno rispetto al 2007) e si è soffermata sia su temi generali, quali la storia e la distintività del movimento cooperativo, le politiche commerciali e sociali della cooperativa, che ad al-cuni specifici quali:

• comunicazione efficace a punto vendita• educazione al consumo• ambiente e le iniziative di Coop sul tema• intercultura• caratteristiche dei prodotti ad alto valore aggiunto (Solidal e LiberaTerra)• attività specifiche di cooperativa

La partecipazione al governo

Richiama ed è strettamente collegato agli elementi della governance cooperativa. Sen-za entrare troppo nello specifico, interessa qui ricordare che, nel 2008, alcune coopera-tive hanno adottato modelli di corporate governance duale, in cui l’organo esecutivo si differenzia: da un lato il compito di indirizzo e controllo e dall’altro le scelte gestionali. Le esperienze hanno portato a una “cooperativizzazione” del modello duale per finaliz-zarlo agli specifici risultati attesi e adattarlo alle singole identità. Altre cooperative, pur mantenendo il modello tradizionale, hanno previsto la presenza di competenze specia-listiche ed il rafforzamento delle funzioni di controllo. In questo quadro il ruolo del socio resta strettamente collegato al diritto/dovere di es-sere formato ed avere la possibilità di esprimere le proprie impressioni ed opinioni in modalità strutturate di ascolto e dialogo.

3.1.2 La mutualità

La mutualità è il patto tra i soci di sviluppare una impresa che risponda ai loro comuni bisogni, con la regola che i vantaggi di ogni socio saranno proporzionali ai suoi con-ferimenti. Nelle Cooperative di Consumatori, questa definizione viene generalmente messa in pratica attraverso 3 leve fondamentali:

1. la convenienza, intesa come benefici commerciali riservati ed esclusivi per il socio2. i prodotti ed i servizi dedicati3. il prestito sociale

I benefici commerciali riservati ed esclusivi per il socio c

Attraverso l’esperienza della spesa nel punto vendita le cooperative ed i loro soci rea-lizzano quella parte dello scambio mutualistico che si basa sul rapporto commerciale, e che è alla base dell’idea stessa di cooperazione: acquistare (per il socio) e vendere (per la cooperativa) prodotti dall’ottimo rapporto qualità/prezzo.Concretamente questo principio si applica attraverso una serie di attività che, per l’an-no 2008, possono essere riassunte come segue:

38 + 39

• le promozioni riservate ai soci che si effettuano tramite sconti (su prodotti o su scon-trini) ed offerte hanno raggiunto 241,6 milioni, con un incremento di oltre 15 milioni di euro rispetto all’anno passato;

• il “collezionamento” dei punti sulla spesa, che comporta la possibilità di ricevere premi materiali ed immateriali, buoni sconto o di destinare i punti in solidarietà, hanno rag-giunto un valore pari a 123,343 milioni di euro, più che raddoppiando quanto raggiun-to lo scorso anno;

• l’aumento del capitale sociale, che rappresenta la parte degli utili che le cooperative possono decidere di destinare in aggiunta al capitale sottoscritto e versato dai soci (Legge 59/92), è stato pari a 2,386 milioni di euro, con un aumento del 9,7% rispetto all’anno precedente;

• il ristorno, ovvero la restituzione di parte del prezzo pagato dal socio per l’acquisto delle merci (che è determinabile solamente a consuntivo e dato un certo risultato della gestione caratteristica), è stato, nelle cooperative che hanno adottato questo strumen-to, pari a 9,975 milioni di euro, in diminuzione del 20% rispetto allo scorso anno, ma in linea con il risultato del 2006, in proporzione agli andamenti economici delle organiz-zazioni.

INDICATORE SOCIALE ChIAVE

Il valore ridistribuito ai soci sotto forma di promozioni, collezionamento, aumento del capitale sociale e ristorno è stato di 377,309 milioni di euro (+ 27% sul 2007).

Tabella. 3.2 Vantaggi per soci (in migliaia di euro)2006 2007 2008

Sconti e offerte 212.595 225.950 241.605Valore collezionamento 83.189 60.807* 123.343* Dato riferito a 8 cooperative

3. La performance sociale

Con l’obiettivo di rispondere in maniera sempre più adeguata alle esigenze dei soci, e rafforzare il proprio impegno in chiave consumerista, Coop ha confermato le linee stra-tegiche della sua fidelizzazione, che intende:

• mettere in risalto la distintività di Coop tramite la possibilità di trasformare i punti ac-cumulati dai soci in vantaggi relativi a voci di spesa nelle quali i consumatori si trovano particolarmente deboli (ad esempio telefonia);

• fornire ai soci la possibilità di scegliere in relazione alle proprie esigenze ed alle pro-prie abitudini di spesa;

• supportare il potere d’acquisto dei soci con appositi sistemi di scontistica autodetermi-nata.

3.1.2 I prodotti e i servizi dedicati

Ulteriore aspetto dello scambio mutualistico esclusivo fra soci e cooperativa è la possi-bilità che Coop dà ai propri soci di:

• valutare la bontà dei prodotti a marchio, che entreranno in assortimento per la totalità dei clienti (“Approvato dai soci”);

• poter ottenere situazioni di vantaggio da servizi pensati ed ideati con e per i soci stessi.

L’approvato dai soci

Sono i soci che definiscono se un prodotto Coop è “buono”, attraverso una serie di test con cui approvano ogni singolo prodotto messo in commercio.

L’Approvato dai Soci certifica il valore “Buono” relativamente al prodotto Coop: rap-presenta un momento di coinvolgimento che agisce sia dal “basso” attraverso la parte-cipazione diretta dei soci nei test autogestiti, sia “dall’alto” con l’approvazione in Con-siglio di Amministrazione dei risultati.Tale istituto, realizzato a partire dal 2000, ha consentito di misurare e quindi migliorare la qualità reale dei prodotti a marchio Coop, aumentando nel contempo la percezione positiva degli stessi sia verso il Socio consumatore sia verso il sistema.In questi 9 anni in cui è stato realizzato sono stati sottoposti a giudizio non solo pasta, caffè, biscotti, olio, carni e frutta, sia da produzione integrata che da agricoltura biolo-gica, ma anche detersivi, shampoo e dentifrici, lenzuola, collant e stoviglie.Vengono selezionati tra i soci quelli che utilizzano abitualmente il prodotto da testare e nella maggior parte dei casi la valutazione comprende anche il confronto con la marca più conosciuta. Affinché il giudizio sia obiettivo e non influenzato da condizionamenti esterni, come la pubblicità o la notorietà della marca, i prodotti vengono valutati senza l’etichetta, cioè in versione anonima.

Solo se da questo confronto il prodotto Coop risulta vincente ottiene “l’approvazione dei soci”. Diversamente i prodotti vengono rivisti e migliorati e sottoposti nuovamente al giudizio dei soci-consumatori sino alla loro approvazione.Nell’ultimo anno sono stati effettuati 127 test - di cui 78 gestiti dalle cooperative - e i soci intervistati sono stati circa 25.200, per un totale di oltre 284.000 soggetti interpel-lati da quando esiste l’iniziativa.I prodotti testati, dal 2000 ad oggi, sono stati 1.351 con una percentuale di approvati che supera l’85%. Nel 2008, su 105 prodotti testati e presentati in CdA, solo 13 non hanno superato la prova, con una percentuale di approvazione che raggiunge l’88%, superando di tre punti percentuali il risultato dell’anno precedente. Sono stati dunque migliorati 15 prodotti, mentre per i “non approvati” sono state avviate azioni di miglio-ramento.

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Tabella 3.3 Approvato dai soci2006 2007 2008

Numero soci coinvolti Circa 40.000 Circa 37.000 25.200Investimento (migliaia di euro) 1.332 1.339 790Test a pdv 222 185 127% prodotti approvati 80,7% 85,4% 87,6%Test effettuati dalle cooperative 45 57 78

Avendo in questi anni definitivamente confermato l’affidabilità della metodologia e avendola implementata in diversi contesti, nel 2008 si è ritenuto opportuno incremen-tare ulteriormente il numero dei test autogestiti dalle cooperative, riducendo quelli svolti da soggetti terzi. Nel contempo sono stati rivisti e uniformati i criteri per il cam-pionamento dei soci coinvolti, riuscendo così a ridurre il numero di partecipanti per test, senza comprometterne la significatività.

Figura 3.2 Prodotti approvati dai soci nel triennio

0

50

100

150

200

250Non ApprovatiApprovati

200820072006

17680,7%

4227

13

15885,4%

9287,6%

I servizi alla persona c

I servizi alla persona fanno parte dei temi del cosiddetto “allargamento della mutuali-tà”, ovvero le risposte che Coop ha ideato per adeguare la sua offerta alle esigenze dei soci, al di fuori dell’esclusiva sfera commerciale.

In questo ambito è possibile inquadrare quattro possibilità:• i servizi pensati da Coop per i propri soci;• le convenzioni;• il collezionamento;• le partnership esterne con agevolazioni per i soci.

Tipi di servizio Attività di Coop Beneficio per il socioServizi pensati e realizzati da Coop per i propri soci

Prodotti Finanziari Attraverso Simgest, i servizi garantiti riguardano prodotti di investimento, mutui per acquisto, costruzione e ristrutturazione della casa; gestioni patrimoniali, obbligazioni e fondi comuni di investimento; prodotti assicurativi, obbligazioni, polizze vita, fondi. È presente in 235 punti vendita (+ 2 rispetto al 2007) appartenenti a 6 delle grandi Cooperative

Credito al consumo Con la realizzazione di Carte di Credito riservate al socio, 7 Cooperative si impegnano a fornire uno strumento contro gli indebitamenti.

Turismo Il vantaggio ai soci viene garantito attraverso pacchetti soci appositamente confezionati, viaggi riservati o semplicemente applicando percentuali di sconto che variano in funzione del periodo e del tipo di acquisto.

Convenzioni Stipula di convenzioni locali e nazionali

Nel 2008 si è assistito ad un incremento del numero delle convenzioni stipulate, arrivando a 1198 (+ 251 rispetto al 2007).

Collezionamento Accordi con soggetti da inserire nel catalogo del collezionamento

Coop identifica i soggetti che possono dare risposta a bisogni di vario tipo, e contratta con questi costi particolari per pacchetti di servizi che vengono inseriti nel catalogo di collezionamento riservato ai soci.

Servizi Partnership per la fornitura di servizi

Il socio ha la possibilità di avere vantaggi a seguito dell’accordo fra Coop ed il partner identificato

3. La performance sociale

È possibile classificare i servizi svolti a vantaggio dei soci in 5 settori:

Settori Esempi di servizioSanità e salute Punto CUP a punto vendita

Convenzioni con terme/centri diagnosticiAssistenza sociale Vacanze assistite

Teleassistenza Infanzia-scuola-formazione Vacanze formative per i ragazziGestione vita quotidiana Postazioni internet a punto vendita

Consegna spesa a domicilio per alcune categorie sociali (anziani, portatori di handicap)Richiesta di intervento di professionisti (idraulici, falegnami, ecc)Orientamento legalePagamento bollette a livello di punto vendita

Cultura-sport-divertimento Vendita biglietti spettacoliConvenzioni museiConvenzioni con centri sportivi

Il prestito sociale

Il prestito sociale è uno degli elementi che contraddistingue da sempre la relazione di fiducia tra il socio e la sua cooperativa ed è presente in tutte le grandi e medie coopera-tive di consumo.

Il prestito sociale può essere configurato come un rapporto fra due soggetti (Socio e Coop), nel quale ognuno si impegna a svolgere alcune azioni:

Figura 3.3 Convenienza del prestito sociale

Coop...

Offre una remunerazione in linea con il mercato dei titoli di Stato a breve termine, senza spese per la tenuta del libretto e per le operazioni ad esso connesse.Offre condizioni convenienti perché il prestito sociale è sottoposto ad un’imposta del 12,5% contro il 27% di altri investimenti con caratteristiche analoghe (depositi a vista e certificati di investimento).Predispone il prestito in maniera che sia facilmente liquidabile, perché la natura di deposito a vista può cioé essere liberamente ritirato dal socio in qualsiasi momento.

Il socio Coop...

Impegna una parte della propria disponibilità per sostenere direttamente la Coop e il suo sviluppo.

Una delle caratteristiche principali del prestito sociale è la sua sicurezza: il prestito non è esposto alle mutevolezze dei mercati finanziari, ed in una stagione di crisi (come è stata la seconda metà del 2008) non ci sono ripercussioni sui risparmi che i soci han-no prestato alla cooperativa. Le cooperative infatti adottano politiche di impiego delle loro liquidità contraddistinte da grande prudenza, investendo in strumenti e prodotti finanziari a basso rischio, come le operazioni monetarie garantite, i titoli di Stato e le obbligazioni emesse da emittenti particolarmente solidi e solvibili.

Una ulteriore garanzia del prestito sociale riguarda la complessa regolamentazione a cui viene sottoposto l’istituto sulla base sia di leggi statali (ad esempio la legge 59 del 1992) che di sistemi di controllo accurati realizzati sia dall’Associazione Nazionale del-le Cooperative di Consumatori, che dal Collegio sindacale della singola cooperativa.

Questo sistema di regole e di controlli risulta essere stato apprezzato dai soci delle coo-perative, visto che nel corso del 2008 sono stati 35.438 i soci che hanno deciso di aprire un “libretto” presso un punto di vendita Coop. Questo dato porta il numero complessi-vo dei soci prestatori a 1.184.329, con un incremento del 3% rispetto all’anno prece-dente. Dal punto di vista del numero dei nuovi soci prestatori si osserva che si stabilizza il numero in linea con la media degli ultimi tre anni.

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Tabella. 3.4 Prestito sociale2006 2007 2008

Numero soci prestatori 1.100.018 1.148.891 1.184.329Numero nuovi soci prestatori 17.758 48.873 35.438Ammontare prestito sociale (in miliardi di euro) 11,35 11,40 11,55Incremento del prestito 2,6% 0,4% 1,3%

È inoltre possibile aggiungere una ulteriore considerazione in relazione alla quantità di denaro che annualmente i nuovi soci prestatori decidono di dare alla cooperativa. Il grafico sottostante evidenzia la perdita di capacità di risparmio da parte delle fami-glie italiane se raffrontato, in particolare, con il numero dei nuovi soci prestatori. Infatti negli ultimi due anni si è assistito ad una contrazione del valore del libretto sociale me-dio a fronte di un incremento significativo dei nuovi soci prestatori. Questo testimonia l’accresciuta fiducia in Coop ma è allo stesso tempo evidenza della crisi economica in atto.

Figura 3.4 Libretto sociale medio (in migliaia di euro)

9,49,59,69,79,89,9

10,010,110,210,310,4

200820072006

10,32

9,93

9,75

Nel corso del 2008 le Cooperative hanno distribuito ai soci un valore totale di interessi attraverso il prestito sociale corrispondenti a 249,081 milioni di euro, ridistribuendo in media 210,3 euro per ciascun socio prestatore.

L’informazione

Le cooperative si impegnano a comunicare ai propri soci le informazioni che rendono loro possibile esercitare il proprio ruolo in maniera attiva. Per questa ragione ogni co-operativa realizza e diffonde una rivista riservata alla diffusione fra i soci, nella quale vengono riportate informazioni relative sia alle iniziative ed alle riflessioni che interes-sano l’intero Sistema Coop, che alle attività inerenti le singole cooperative.

Nello specifico è così possibile riassumere i temi trattati:• la situazione nazionale, con un’attenzione particolare verso lo sviluppo dell’ambito

commerciale e le politiche consumeriste • le iniziative promozionali a livello locale• le iniziative e le azioni svolte localmente dalle sezioni soci, sia in ambito culturale che

ricreativo

Le riviste prendono nomi diversi da zona a zona, in relazione a storie differenti: si chia-mano “Consumatori” per il Nordest ed il Nordovest, “L’Informatore” nell’area fiorenti-na, “Nuovo Consumo” nella zona tirrenica e “Il Consumatore” nel Centro Italia,Nel corso del 2008 è diminuito il numero delle copie stampate: sono state 29.031.102 (-23% rispetto allo scorso anno). Questa diminuzione è da ricercare nella scelta delle cooperative di razionalizzare sia la produzione che l’invio delle copie della rivista, op-tando per soluzioni distributive diverse, che vanno dalla spedizione in abbonamento biennale alla distribuzione alle casse all’interno dei punti vendita, passando per la spe-dizione automatica presso il domicilio dei soci.

3. La performance sociale

3.2 I consumatori

3.2.1 La convenienza

Così come nel 2007, anche nel 2008 la convenienza ed il mantenimento del potere d’ac-quisto da parte dei consumatori si sono rivelati temi sui quali Coop ha continuato ad identificare ed offrire risposte a coloro che hanno frequentato i suoi punti vendita.Nello specifico, il 2008 ha visto Coop impegnata su due fronti:

1. contenere la spinta inflattiva e agire sulla convenienza dei prezzi dei prodotti in assorti-mento;

2. aggiornare quella che può essere definita la “Convenienza distintiva” di Coop, con un focus specifico sul Prodotto a Marchio.

Il primo ambito si collega al tradizionale impegno di Coop di operare su prezzi a scaffa-le maggiormente convenienti per il consumatore, misurando quotidianamente la loro variazione. Sulla base di questo monitoraggio, Coop ha impostato, nel corso del tempo, azioni specifiche, collegate sia a meccaniche promozionali che ad apposite politiche di prezzo.Il 2008 è stato caratterizzato dall’impegno delle cooperative, già iniziato nel corso dell’anno precedente, ad assorbire gli aumenti dei prezzi delle materie prime, rinun-ciando ai margini con impatto sui conti economici. Si è trattato di un impegno molto importante poiché ha contribuito a mantenere a freno la dinamica inflattiva, spingendo le altre catene della grande distribuzione a comportarsi nella stessa maniera. Quando, però, nel corso del 2008 il costo delle materie prime ha cominciato a scendere e le in-dustrie non hanno seguito le stesso trend, Coop ha dapprima comunicato nelle sedi po-litiche ed industriali quello che stava accadendo, poi ha realizzato una campagna per comunicare a soci e consumatori il suo disappunto nei confronti dell’industria (in spe-cial modo delle multinazionali) che, a fronte di una diminuzione del costo delle materie prime, aumentava il prezzo delle merci dal 4 al 8%. A fronte di questa campagna, Coop ha deciso di togliere temporaneamente dai propri scaffali alcuni di quei produttori che continuavano a tenere alto il livello dei propri prezzi, in modo da dare concreta visibili-tà a livello di punto vendita del proprio impegno sul tema della convenienza. Queste dinamiche hanno avuto impatto negativo sull’andamento dell’inflazione in Co-op verso quella Istat. Tale indice è costruito sull’oscillamento delle variazioni dei prez-zi, ed è lo strumento di cui si è dotato l’Osservatorio Prezzi Coop per monitorare la propria capacità di gestione dell’inflazione.L’andamento di quest’anno evidenzia quindi non una minore convenienza Coop, ma il minore incremento delle variazioni dei prezzi di Istat (in quanto erano già più alti ad inizio anno) rispetto a quello dei prezzi Coop, aumentati solo nella seconda parte dell’anno recuperando parte del differenziale precedentemente registrato.

INDICATORE SOCIALE ChIAVE

Figura 3.5 Andamento inflazione Coop 2008 verso Istat

0

1

2

3

4

5

6

CoopIstat

200820072006

1,7

0,7

2,9

1,2

5,45,8

44 + 45

Osservando la dinamica mensile di questo indice, si osserva come Coop sia stata in gra-do di contenere l’inflazione nel 2007 e nei primi 5 mesi del 2008 (ovvero fino a quan-do ha deciso di farsi carico dell’aumento dei prezzi delle materie prime), mentre da maggio ha presentato un’inflazione alla vendita dei prodotti alimentari più accelerata rispetto a Istat (per le ragioni e con le conseguenze sopra riportate).

Coop si conferma per il 2008 in grado di offrire a una famiglia italiana una spesa ali-mentare annua con un risparmio medio del 17,5%, in linea con quello dello scorso an-no, dato calcolato prendendo come punto di riferimento il “Paniere prodotti alimentari e bevande” utilizzato da Istat.

Tabella 3.5 Risparmio sulla spesa mediaSpesa alimentare annua famiglia media italiana 2007 2008 VariazioneMedia Italia (ISTAT) 5.592 5.894 302Spesa media annuale “a prezzi” Coop 4.753 5.015 262Risparmio in Coop 839 879 40

Una forte azione di calmieramento Coop l’ha svolta intervenendo sul Prodotto a Mar-chio, i cui prezzi sono rimasti bloccati nei primi mesi dell’anno. Si tratta della cosiddet-ta “convenienza distintiva”, ovvero caratteristica di Coop ed impostata sui valori che la caratterizzano.

In virtù di questi aspetti, il cliente Coop, a fronte di un generalizzato aumento dei prez-zi di vendita, ha ridefinito il proprio paniere d’acquisto, concedendo maggiore spazio proprio ai Prodotti a Marchio, che si dimostrano in linea con la tendenza di un con-sumatore attuale che “sceglie la sua convenienza”, sulla base di aspetti collegati non soltanto al tema del prezzo più basso, ma anche del giusto mix di sicurezza e qualità, oltre alla necessaria attenzione all’eticità lungo la filiera. Si tratta di un consumatore che, nell’esperienza di spesa, concentra la sua attenzione su questi temi in ambiti spe-cifici, ovvero i prodotti freschissimi (in particolare ortofrutta e carni), oltre che in quei prodotti che acquista più frequentemente (quindi latte, pane, ecc)

Infatti il prezzo di un prodotto Coop non è mai il più basso in assoluto, visto che la sua mission è quella di assicurare sempre il miglior rapporto qualità/prezzo, rispetto a qua-lunque concorrente. Nel corso del 2008 questa caratteristica è stata confermata dai dati medi di convenienza, dove emerge che il prodotto Coop si posiziona comunque mediamente al di sotto di oltre il 25% rispetto ai prezzi delle marche leader.

A livello di vendite, Coop ha incrementato negli ultimi anni notevolmente la quota del prodotto a marchio venduto sul totale del proprio fatturato. Questo risultato ha portato Coop a livello di primato in Italia e la sta avvicinando sempre di più alla media europea. Il fatto che aumentino le vendite del Prodotto a Marchio rispetto alle altre marche di-mostra come soci e consumatori lo considerino competitivo e quindi conveniente.

Il prodotto Coop ha chiuso il 2008 con una quota nei prodotti alimentari confezionati del 20,7% (+1,1 punti rispetto all’anno precedente, pari ad un incremento delle vendite del 12,7%); risulta opportuno sottolineare che il Prodotto a Marchio Coop, in virtù di questi dati di vendita, rappresenta inoltre circa un terzo dei prodotti a marchio privato venduti dalla grande distribuzione in Italia.

3. La performance sociale

Figura 3.6 Incidenza delle vendite del prodotto a marchio sul totale fatturato

18,0

18,5

19,0

19,5

20,0

20,5

21,0

2008200720062005

18,8

19,5 19,6

20,7

3.2.2 La rete vendita c

Coop si presenta alla fine del 2008 con 1.425 punti vendita (31 in più rispetto all’an-no precedente), dislocati in 19 Regioni, 90 Province (+1) e 869 Comuni (+13) con una capillarità che risponde alla missione cooperativa di garantire al maggior numero pos-sibile di cittadini l’accesso ai vantaggi che l’essere socio e consumatore di Coop com-porta.

Così, per instaurare forme di dialogo, cooperazione e mutualità con il territorio, Coop si è dotata col tempo di un’organizzazione complessa e orientata alla multicanalità, con un rete composta da:

• piccoli negozi nei centri minori e nei quartieri delle grandi città, per rispondere con un servizio “di vicinato” alle esigenze di spesa quotidiana;

• supermercati, in cui l’ampiezza dell’assortimento si coniuga con la quota rilevante di servizio;

• ipermercati, inseriti nei centri commerciali e caratterizzati da un’offerta commerciale molto ampia, con numerose merceologie non alimentari e una convenienza ancor più accentuata;

• discount, con un’offerta basata prevalentemente sulla massima convenienza dei pro-dotti.

Figura 3.7 Numero punti vendita suddivisi per canale

0

300

600

900

1200

1500

200820072006

Totale PVDiscountIperSuper

1.029 1.071 1.088

80 87 93222 236 244

1.331 1.394 1.425

È grazie a una multicanalità così robusta e articolata che le cooperative riescono a far dialogare le istanze commerciali con la propria vocazione sociale, arrivando - grazie al-la rete delle piccole e medie cooperative - anche in aree caratterizzate da bassa densità demografica o fenomeni di spopolamento, per offrire merci di qualità elevata a prezzi convenienti, rispondendo nel contempo a un diritto e a un’esigenza di consumo.

Anche quest’anno, Coop ha commissionato un’indagine di customer satisfaction, svolta all’interno dei due principali canali, Supermercati e Ipermercati. I risultati posi-zionano Coop oltre la soglia di soddisfazione (stimata al livello 70), ma si registra una flessione per entrambe le tipologie di negozio, in particolare per quanto riguarda gli Ipermercati, in linea con il generale calo di soddisfazione registrato negli ultimi anni.

46 + 47

Figura 3.8 Indice di Customer Satisfaction Ipermercato e Supermercato

72 73 74 75 76 77

200820072006

Iper

Super

75,7

76,3

75

74,8

76,5

73,8

3.2.3 I Servizi a punto vendita

Nel corso del tempo i punti vendita Coop stanno rispondendo sempre più al duplice obiettivo di dare al consumatore la possibilità di fare la spesa in tempi più rapidi, ma anche di offrire servizi di immediata utilità per svolgere le incombenze quotidiane. Questo perché le cooperative attribuiscono al punto vendita un ruolo sempre più im-portante con l’obiettivo non secondario di rafforzare il senso di appartenenza tra i soci e i consumatori.

Al fine di rendere l’esperienza d’acquisto più agevole e rapida, è stato intensificato lo sviluppo del servizio Salvatempo, diffuso ormai in ben 162 punti vendita per oltre l’11% dell’intera rete nazionale. In più, in 32 negozi, è possibile usufruire del Self check out, un sistema che assegna al cliente la totale autonomia nelle operazioni di pagamento.I singoli punti vendita nel territorio offrono servizi pensati per accompagnare il cliente durante e dopo l’acquisto, come la consegna a domicilio del non alimentare, il servizio “Soddisfatti o rimborsati” e l’estensione delle garanzie sui beni acquistati a due o tre anni.

E sono sempre più numerosi i servizi aggiuntivi, grazie ai quali i soci e consumatori delle diverse cooperative hanno l’opportunità di svolgere operazioni di vario genere come:

• la prenotazione di prestazioni sanitarie CUP attraverso postazioni informatizzate;• l’acquisto alle casse di biglietti per il trasporto urbano e per spettacoli teatrali, cinema

e musei;• l’utilizzo di postazioni Internet riservate;• il pagamento di bollette al Punto d’ascolto o alla cassa, semplicemente attraverso la

scansione di un codice a barre apposto sui moduli e già approvato come standard na-zionale dall’ente Indicod-ECR.Quest’ultimo servizio, coordinato da Coop Italia e attivato con un progetto-pilota in una cooperativa, si è rivelato particolarmente innovativo ed ha portato le altre grandi cate-ne della grande distribuzione ad interrogarsi su questo possibile ambito di intervento: così come su altri temi, quindi, proseguono le iniziative di Coop per migliorare la rispo-sta alle esigenze di tutti i consumatori, con azioni che impattano fortemente sull’intero mercato distributivo.

Son due i “filoni” intorno ai quali si sono concentrate, invece, le attività dal forte conte-nuto sociale sostenute da Coop nei punti vendita:

1. l’accesso a servizi specialistici, con la razionalizzazione dei servizi offerti tradizional-mente ai soci - finanziari, educativi, culturali, ecc. – e l’offerta di nuovi servizi come l’orientamento legale, l’assistenza sanitaria integrativa e l’assistenza fiscale, realizzati con il supporto di cooperative e mutue, associazioni e professionisti che condividono i valori e i principi di Coop e che si sono impegnati a rispettare un codice etico condiviso;

3. La performance sociale

2. la consegna della spesa a domicilio per anziani e disabili, grazie all’impegno dei soci volontari con il sostegno diretto alle persone non autosufficienti anche presso il punto vendita, con l’obiettivo di garantire il miglior livello di autonomia e socializzazione.

Grazie all’apertura di “punti di incontro” per soci e non solo, inoltre, i negozi Coop di-ventano sempre più luoghi di ritrovo e socializzazione, spazi dedicati allo svolgimento di attività di aggregazione sociale e culturale. Al loro interno svolgono numerose attivi-tà e iniziative, dai convegni pubblici al ricevimento delle classi scolastiche per l’educa-zione al consumo consapevole, dagli spettacoli musicali alle esposizioni artistiche.

Dal punto di vista strutturale, nondimeno, Coop sta eliminando le barriere architettoni-che in tutti i nuovi punti vendita e in quelli in fase di ristrutturazione, in modo da rende-re l’esperienza di consumo comoda e piacevole per tutti.

3.2.4 Tutela e informazione dei consumatori

Iniziative a valenza informativa ed educativa per adulti

La missione di Coop prevede l’educazione dei propri consumatori su ciò che acquista-no, con un’attenzione particolare per tutti gli aspetti consumeristici e per la promozio-ne di un’informazione chiara e completa sulle diverse tematiche legate alle abitudini alimentari.A tale scopo, la Coop porta avanti da anni campagne di informazione e comunicazione, oltre che di denuncia e di proposta di intervento legislativo su temi come gli ogm e i farmaci, insieme a numerose iniziative di educazione al consumo rivolte agli adulti.

Tali iniziative, organizzate in forma episodica sui temi di maggiore attualità o secondo percorsi specifici, vengono spesso svolte in collaborazione con operatori specializzati e associazioni del volontariato, sia a livello nazionale che a livello locale.Incontri e dibattiti, animazioni presso il punto vendita e corsi specifici (ad esempio di cucina), hanno caratterizzato anche il 2008 delle cooperative, con il coinvolgimento di circa 106.140 persone e un investimento complessivo pari a circa 1.077.000 euro.Soci e consumatori hanno così avuto la possibilità di confrontarsi su temi intrinseca-mente legati all’attività caratteristica della cooperazione di consumo, dalla cittadinan-za alla cooperazione allo sviluppo, dalla tutela dell’ambiente all’alimentazione, con un occhio di riguardo per la diffusione del consumo di frutta e di verdura di stagione.

Partecipazione a manifestazioni pubbliche

La partecipazione diretta a fiere, sagre e manifestazioni di carattere nazionale e loca-le è per Coop un modo altrettanto efficace per promuovere i temi caratteristici della propria gestione cooperativa, dalla diffusione di una corretta alimentazione - con una particolare attenzione per la salvaguardia di prodotti locali - all’impegno sulla respon-sabilità sociale d’impresa, sui diritti dei bambini e sull’ambiente.

Le cooperative hanno infatti animato con i propri stand manifestazioni come la Fiera del Levante, Fai la cosa giusta, Terra Futura, il Festival dell’Altra Economia e il Meeting dell’amicizia fra i popoli, oltre che le più importanti rassegne “verdi” come Ecomondo, FestAmbiente, Ecolife e Sana.Sulle stesse tematiche Coop ha portato la propria voce in numerosi convegni e semina-ri realizzati sul territorio, contribuendo a creare consapevolezza sui consumi e promuo-vendo i valori cooperativi. Per il secondo anno consecutivo, ad esempio, è intervenuta su tema della povertà alimentare in Italia, partecipando alle celebrazioni ufficiali per la Giornata Mondiale dell’Alimentazione con la presentazione del Dossier Il Diritto all’Alimentazione a tutela delle fasce più deboli della popolazione, elaborato dall’Os-

48 + 49

servatorio Permanente dei Consumi e degli Stili di Vita dell’INRAN in collaborazione con Coop, Federalimentare e Fondazione Banco Alimentare e con il contributo di Cari-tas e Comitato Italiano Fao del MiPAF.A queste iniziative di rilievo nazionale si aggiunge la presenza a fiere e sagre locali, con incontri a tema sui diversi progetti ed eventi pubblici organizzati in collaborazione con l’associazionismo locale.

INIzIATIVA CONTRO LA DIFFUSIONE DELLE SOSTANzE ALCOLIChE FRA I MINORENNIConsapevole di come l’abuso di alcol da parte dei giovani e giovanissimi italiani stia diventando un problema sociale, Coop ha deciso di prendere posizione, lanciando a livello nazionale un’iniziativa ideata da una delle sue cooperative, ma ancora inedita per la Grande Distribuzione: il divieto di vendita di alcolici ai minori di 18 anni nel punti vendita Coop, segnalato con un’apposita cartellonistica e garantito dalla richiesta di un documento di identità alle casse.

Nonostante la legislazione attuale non preveda divieti, Coop ha ritenuto ugualmente necessario e urgente assumere questo impegno per la salute pubblica, auspicando la creazione di un tavolo istituzionale sul tema con l’obiettivo di arrivare all’emanazione di una legge in linea con gli orientamenti europei. L’obiettivo ultimo, infatti, è quello di andare oltre il mero divieto per testimoniare l’impegno su un tema così critico attraverso il coinvolgimento delle Istituzioni, lo sviluppo di relazioni a livello locale e un’informazione continua e puntuale rivolta al consumatore.

L’iniziativa si accompagna ad azioni commerciali sullo stesso tema, dall’eliminazione delle promozioni sui super alcolici al potenziamento dell’offerta di birre analcoliche e aperitivi a bassa gradazione, per un impegno informativo, commerciale e politico che permette a Coop di agire in maniera diretta e concreta a tutela del cittadino-consumatore e della sua salute.

3. La performance sociale

3.2.5 Il prodotto a marchio c

Massima espressione della Missione cooperativa e mezzo primario per l’espressione dei valori: questo è, per Coop, il prodotto a marchio, nato per offrire a soci e consuma-tori la più alta garanzia su qualità, sicurezza e convenienza.

Sin dalla prima esperienza di marchio cooperativo - sviluppatasi nel 1892 in una Coop milanese e presto estesa in Friuli/Istria e Piemonte - ciò che caratterizza tali prodotti non è tanto la ricerca del prezzo più basso, quanto l’offerta di un prodotto di largo con-sumo a qualità garantita e conveniente.

È da allora che il prodotto Coop, seppur con alti e bassi, contribuisce alla formazione di una coscienza critica nei consumi, concentrandosi oggi su temi “emergenti” come il ri-spetto dell’ambiente, la difesa delle tradizioni locali e la tutela delle condizioni di lavoro e di vita nei Paesi in via di sviluppo.

Inoltre, ove possibile, Coop produce il proprio prodotto a marchio affidandosi ad azien-de di natura cooperativa, favorendo quindi lo sviluppo di questa forma d’impresa.

La gamma del prodotto Coop si è arricchita negli anni e oggi è articolata in universi merceologici trasversali all’assortimento, “mondi” che ne definiscono il profilo in rela-zione alle diverse esigenze di consumo e a obiettivi comuni.

Mondi del prodotto CoopObiettivo MondiCommercializzare prodotti che mettono in risalto i valori Coop in campo ambientale e sociale

SolidalEcolabelBio-logici

Realizzare e distribuire prodotti che coniughino un prezzo concorrenziale con un alto livello di servizio, qualità e sicurezza

SoluzioniFior FioreCrescendo

Realizzare e distribuire prodotti di largo consumo (sia alimentari che non) che siano convenienti e di buona qualità

TutelaEssere

Così, per rispondere prontamente alle esigenze di soci e consumatori, Coop ha conclu-so il 2008 con un’offerta di referenze che, in termini complessivi (freschissimi + indu-striali), è aumentata del 10 % rispetto al 2007, passando da 2.671 a 2.932.

Tabella 3.6 Numero referenze del prodotto a marchio CoopG. V. Freschi

ind.liExtra Totale

ind.liCarni Orto frutta Pesce Totale

freschissimiBio-Logici 45 15 55 115 8 188 0 196Crescendo 48 0 117 165 0 0 0 0Eco-Logici 17 0 8 25 0 0 0 0Essere 0 0 150 150 0 0 0 0Fior fiore 74 35 0 109 94 22 0 116Solidal 17 0 69 86 0 4 0 4Soluzioni 33 73 0 106 19 24 1 44Tutela 623 180 447 1250 80 462 24 566Totale 857 303 846 2006 201 700 25 926Fonte: Bilancio di Sostenibilità 2008 del Prodotto a Marchio Coop

Le ragioni per cui è nato il Prodotto a Marchio Coop sono quelle di unire e rispettare le caratteristiche di buono, sicuro e di qualità, conveniente, rispettoso dell’ambiente ed etico.

Una prima garanzia della “bontà” del prodotto è il sistema dell’”Approvato da soci”, a cui si è recentemente aggiunto “Il prodotto Coop si prova nelle Coop”, coinvolgendo direttamente i suoi dipendenti nelle scelte sulla qualità dei prodotti in fase di “messa a

50 + 51

punto”, con l’obiettivo di offrire loro un’informazione più approfondita sugli standard qualitativi e un’occasione per esprimere giudizi di rilievo nazionale. Le indicazioni che la struttura di sviluppo prodotti e gli ispettori di prodotto ricevono dai gruppi di dipen-denti-assaggiatori, infatti, si rivelano particolarmente preziose soprattutto nella fase preliminare di studio e valutazione che precede il lancio di ogni articolo già conforme agli standard Coop, ma da valutare ulteriormente per quanto riguarda gusto e presta-zioni.

Per quanto riguarda la sicurezza dei prodotti, caratteristica altrettanto distintiva del marchio, Coop opera su più fronti:

• contenimento massimo dell’impiego della chimica, con l’esclusione dei coloranti e la massima riduzione di additivi, pesticidi e farmaci veterinari;

• applicazione del “principio di precauzione” con l’analisi, lo studio e l’approfondimento delle diverse allerte sulla sicurezza degli alimenti;

• adozione, ove possibile, di regole di gestione del rischio igienico-sanitario più restritti-ve rispetto ai requisiti legali;

• definizione di linee guida indirizzate ai fornitori per innalzare - ad esempio nella ge-stione del rischio allergeni - il livello di garanzia sulla sicurezza dei prodotti a marchio.

INDICATORE SOCIALE ChIAVE

Tabella 3.7 Dati Sicurezza su Prodotti confezionati – Fresco Industriale – Non Alimentare2006 2007 2008

Numero analisi totali 3.175.000 3.184.000 3.990.000Numero ispezioni totali 318 322 433Fonte: Bilancio di Sostenibilità 2008 del Prodotto a Marchio Coop

Naturalmente, un’attenzione particolare è riservata ai prodotti a marchio freschissi-mi come la carne, il pesce e l’ortofrutta, oggetto nel 2008 di 1.647 ispezioni e 111.001 analisi.

Per il controllo e la messa a punto dei diversi prodotti, Coop collabora con numerosi centri universitari e dispone di un proprio laboratorio, polo scientifico della Direzione Qualità accreditato Sinal (Sistema Nazionale di Accreditamento Laboratori) e fonda-mentale per la gestione dei rischi. Dotato di un settore di biologia molecolare all’avan-guardia, il laboratorio ha anche un’area chimica e un’area sensoriale in cui vengono effettuati test edonistici per valutare caratteristiche e gradimento dei prodotti.

L’impegno di Coop per la salute del consumatore è dunque un impegno quotidiano, rafforzato attraverso investimenti importanti in materia di qualità e sicurezza dei pro-dotti. Nel 2008, l’attività di monitoraggio, prevenzione e gestione dei rischi emergenti per alimentare ed extra-alimentare è stata sia potenziata che razionalizzata, secondo il solito iter: ricevuti segnali dal mondo esterno (ricerca, produzione, media, ecc.), Coop Italia valuta il segnale e l’impatto dell’eventuale rischio sulla sicurezza dei prodotti per poi fare gli approfondimenti scientifici necessari (curando, ad esempio, report tossico-logici).

Anche nel 2008 è continuato lo studio sul rischio allergeni e sulle micotossine, con un lavoro sul fronte della ricerca e della corretta informazione dei consumatori. Per gli allergeni - di cui sembrano soffrire circa il 3% degli adulti e l’8% dei bambini - è proseguito l’aggiornamento sugli aspetti scientifici e legislativi, insieme all’attività di valutazione dei dossier scientifici trasmessi dai fornitori dei prodotti a marchio. Sono state anche realizzate verifiche ispettive su alcuni fornitori di prodotti Coop e solo in alcuni casi è stata autorizzata l’applicazione dell’etichettatura preventiva (“può conte-nere tracce di…”).

3. La performance sociale

Sul tema delle micotossine - sostanze tossiche prodotte da muffe che si sviluppano in particolari condizioni ambientali su derrate alimentari di origine vegetale (mais, grano, cacao, ecc.), il laboratorio Coop ha rafforzato fortemente il presidio garantendo a mon-te un controllo serrato sulle materie prime.

Il consumatore dimostra di gradire questi sistemi di controllo e di non nutrire dubbi sulla sicurezza dei Prodotti a Marchio Coop. Un esempio è stato, per l’anno 2008, la ri-sposta in termini di vendite della mozzarella di bufala a marchio a seguito dell’“allarme diossina”. Se nella prima settimana in cui si è diffusa la notizia sui mezzi di comunica-zione si è assistito ad un crollo delle vendite, con una percentuale di invenduto vicina al 50% e un danno economico per i produttori stimato da Coldiretti per mezzo milione di euro, nei supermercati e negli ipermercati di Coop non si è verificato alcun calo, nem-meno nei punti vendita campani e del Centro Italia, con dati sulle vendite in linea con il 2007.

LE NOVITà DEL 2008 cDal punto di vista della risposta alle esigenze dei consumatori, è opportuno segnalare due novità rilevanti introdotte nel 2008: il latte fresco e la linea di prodotti non alimentari Eureka.

Il latte fresco intero “Alta Qualità” e il latte fresco “Parzialmente Scremato”, usciti rispettivamente nei mesi di gennaio e di luglio si distinguono per la provenienza da filiera Italiana, con alimentazione OGM FREE delle vacche secondo le caratteristiche previste da Qualità Sicura Coop, nonché per un prezzo decisamente inferiore alla media del mercato che ha permesso a Coop di raggiungere una quota pari al 30% sul segmento alta qualità.

Nel marzo 2008 Coop ha lanciato inoltre la linea Eureka, con oggetti di uso quotidiano pratici ed ecologici realizzati grazie all’inventiva di dodici designer italiani coinvolti nell’iniziativa Eureka Coop. Rispondendo a un progetto concepito dal designer Giulio Iacchetti nel 2005 in occasione del Fuori Salone del mobile di Torino, i dodici professionisti hanno infatti contribuito alla realizzazione di una innovativa linea di design “democratico”, riuscendo a coniugare estetica, funzionalità e costi contenuti.

52 + 53

3.2.6 Qualità e sicurezza dei prodotti in assortimento c

L’impegno per la qualità è un tratto distintivo di Coop, attenta a garantire la sicurezza e la salubrità di ogni proposta sui propri scaffali. Per questo sono soggetti a controlli periodici non soltanto i prodotti a marchio, ma an-che tutti i fornitori delle cooperative, sia quelli nazionali (attraverso Coop Italia) che quelli locali (da parte delle Cooperative interessate) attraverso il Progetto Qualità.Se negli ultimi anni si è assistito a una crescita graduale dei controlli, dovuta al sorgere di problematiche particolari su alcune merceologie, dal 2007 è stata effettuata una ra-zionalizzazione delle referenze e dei campioni analizzati a parità sostanziale di fornito-ri controllati, con un aumento significativo dei controlli sulla catena di fornitura, ed in particolare

• visita presso il produttore per verificare le strutture, le procedure e il rispetto delle nor-me igienico–sanitarie;

• campionatura di prodotti in ingresso per la verifica di conformità;

Figura 3.9 Analisi complessive

0

10000

20000

30000

40000

50000

200820072006

36.62340.982

23.269

Tabella. 3.8 Controlli sui prodotti non a marchio2006 2007 2008

Numero campioni analizzati 3.759 4.294 2.768Numero fornitori controllati 935 893 982Numero referenze analizzate 3.024 2.494 1.539Verifiche ispettive 122 124 151Qualifica fornitori 97 106 149Fonte: Bilancio Sociale, Coop Italia

Figura 3.10 Campioni, fornitori e referenze analizzati

0

1000

2000

3000

4000

5000

200820072006

ReferenzeFornitoriCampioni

Ai controlli di Coop Italia sui fornitori nazionali si affianca l’impegno delle singole coo-perative nel coinvolgimento e nella qualificazione dei fornitori locali, come dimostrano i dati riportati nella tabella seguente:

Tabella 3.9 I dati del Progetto Qualità2008

Numero fornitori verificati 1.230Numero fornitori qualificati 384Numero fornitori non qualificati 41Numero visite ispettive 402Numero campioni analizzati 4.901

3. La performance sociale

Alto è il livello dei controlli che viene effettuato per le produzioni fresche interne. In questo modo, durante il 2008, sono stati analizzati in tutto 7.754 campioni.

Per quanto riguarda i controlli sui fornitori, inoltre, gli Uffici Qualità delle singole co-operative verificano il rispetto dei parametri previsti per la filiera nazionale anche per le produzioni fresche interne. In questo modo, durante il 2008, sono stati analizzati in tutto 7.754 campioni.Una componente fondamentale del controllo sicurezza è il punto vendita, soggetto a verifiche sulle superfici e sugli strumenti impiegati per conservare e trattare gli alimen-ti, attraverso tamponi ambientali o ispezioni interne o svolte da parte di enti di control-lo esterni.

In particolare, è proseguita l’attività di miglioramento delle modalità igieniche di la-vorazione e conservazione delle merci, nonché di sanificazione dei reparti con la va-lutazione di nuovi fornitori di prodotti sanificanti.

È stato completamente revisionato il Piano di Autocontrollo del punto vendita in ter-mini di contenuti e formato e, in seguito all’emissione del “Regolamento per la qualità e la sicurezza dei prodotti nei punti vendita Coop”, è proseguita un’intensa attività di monitoraggio e di collaborazione con le medie e piccole cooperative e le associazioni. Particolarmente significativo è il dato sulle ispezioni esterne, realizzate con check-list in ogni negozio e intensificate negli anni in virtù del valore attribuito dalle cooperative al principio di terzietà: 1.737 nel 2008.È andata avanti anche l’attività di controllo sul mantenimento della certificazione vo-lontaria delle filiere. Nel 2008 attenzione particolare è stata rivolta ai fornitori di imbal-laggi ad uso alimentare utilizzati per le produzioni interne.

Per quanto riguarda la formazione degli addetti, è continuata la collaborazione con Scuola Coop e, dopo l’ideazione di un Cd Rom sul tema, ci si è concentrati sui reparti produttivi e sulla predisposizione di corsi formativi specifici per i responsabili qualità e per i loro collaboratori.

3.2.7 Ascolto e dialogo

Sono diversi i canali attivati da Coop per garantire ai soci e consumatori la possibilità di esprimere la propria opinione sul servizio offerto e sui prodotti acquistati. La centralità attribuita all’ascolto e all’interazione con i propri stakeholder principali, infatti, porta Coop Italia e le diverse cooperative a raccogliere in maniera strutturata giudizi, sug-gerimenti, richieste e reclami, a partire dal primo luogo di incontro e confronto con i consumatori: il punto vendita.

Nondimeno, per i reclami e le segnalazioni su prodotti e servizi, sono stati attivati un Numero Verde nazionale e diverse linee a livello di cooperativa, denominate “Filo di-retto”. Negli ultimi anni si è confermata una sostanziale modifica dell’attività del Ser-vizio Assistenza Clienti di Coop Italia, divenuto un supporto alle associate più che ai consumatori: i reclami ricevuti attraverso il Numero Verde, infatti, rappresentano oramai solo il 12% del totale.

Tabella 3.10 Contatti al servizio assistenza clienti2006 2007 2008

Reclami e segnalazioni 12.086 10.810 11.142di cui reclami 4.694 5.398 6.476di cui segnalazioni 7.392 5.412 4.666Contatti a Filo Diretto 84.243* 85.380* 77.788Totale 96.329 96.190 88.930* Dato relativo alle 7 grandi Cooperative che monitorano il servizio

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Se il numero di contatti complessivi pare in leggera crescita (+3%), nel 2008 calano invece i contatti al numero verde (-17%) e le segnalazioni (-14%), maggiormente con-centrate sui prodotti non a marchio Coop (-36%). Continua invece l’incremento di richieste da parte delle associate (+28%) e aumenta-no i reclami (+20%), anche se principalmente sui prodotti dell’assortimento che, per il secondo anno consecutivo, superano di gran lunga quelli sul prodotto Coop. Dopo gli interventi mirati degli ultimi due anni, viceversa, continua il calo dei reclami sull’orto-frutta e sulle conserve di pesce e di frutta.

Sono in calo soprattutto i reclami sul non alimentare (-26%), mentre nella categoria “altro food” l’incremento è legato sostanzialmente a problemi di packaging (etichette, imballaggi).

Nonostante l’aumento dei reclami, il tempo medio di risposta è rimasto di 5 giorni e risultano in calo i casi di risposte in sospeso per tempi molto lunghi: il 94% dei proce-dimenti viene chiuso entro 60 giorni a fronte del 75% nel 2006, ma addirittura l’86% entro i primi 20 giorni.

Coop, naturalmente, utilizza anche il canale Internet per instaurare un dialogo con so-ci e consumatori. Attraverso il portale www.e-coop.it, organizzato in modo modulare, è possibile entrare in contatto con ciascuna delle cooperative semplicemente selezio-nando la Provincia di riferimento. In questo modo diviene facile trovare informazioni su punti vendita, aperture e servizi, conoscere meglio la gamma dei prodotti Coop, ap-profondire tematiche di particolare interesse con l’archivio e accedere a news aggior-nate attraverso il servizio Neon.Come mostra la tabella seguente, il suo utilizzo conferma un trend in costante crescita.

Tabella 3.11 Utilizzo del portale Internet2006 2007 2008

Pagine visualizzate 23.623.157 30.040.557 36.349.506Visite 2.191.112 3.102.989 3.945.109Visitatori 1.521.304 2.142.876 2.752.681Fonte: Coop Italia

Tali dati dipendono certamente dalla qualità e dalla quantità crescente di informazio-ni pubblicate, oltre che dai servizi fruibili on-line come, ad esempio, l’attivazione di CoopVoce. Non meno apprezzata dai consumatori è la presenza degli orari dei punti vendita, ritenuta utile nell’ottica di un risparmio di tempo.

3. La performance sociale

3.3 I lavoratori

3.3.1 Le persone c

Il 2008 è stato caratterizzato dal lavoro svolto dal Sistema Coop per arrivare, nel mese di luglio, alla firma per il rinnovo del Contratto Nazionale di lavoro per i dipendenti da imprese della distribuzione cooperativa. A firmare questo contratto, che regola-menta, nel complesso le attività lavorative di circa 80.000 dipendenti, sono state oltre ad ANCC/Coop, anche ANCD/Conad, Confcooperative, AGCI e le tre sigle sindacali di categoria (FILCAMS-CGIL, FISASCAT-CISL, UILTuCS-UIL). L’accordo, che ha il merito “politico” di rappresentare il punto di incontro degli interessi di tutti gli attori coinvolti nel rapporto di lavoro nella distribuzione commerciale cooperativa, recepisce alcuni fondamentali temi sui quali Coop aveva già lavorato negli anni precedenti giungendo, nel 2007, all’“Accordo per lo Sviluppo e per nuove relazioni sindacali”, documento con il quale si sono definite con le Organizzazioni sindacali di categoria percorsi e modalità condivise di approccio alle tematiche del lavoro e dell’occupazione, a valere per ora e per gli anni futuri, con l’intento di aggiornarle periodicamente.

In particolare in quell’Accordo del 2007, e nel Contratto di lavoro del 2008, sono stati inseriti temi e aspetti innovativi rispetto alla contrattazione del commercio privato ed effettivamente distintivi della politica del lavoro che COOP conduce nelle proprie im-prese, e che è impegnata a rafforzare, quali:

• sviluppo e partecipazione: le persone devono essere stimolate a realizzare appieno le loro potenzialità, e per fare ciò occorre utilizzare nei loro confronti modalità di coin-volgimento e di confronto per identificare soluzioni condivise su temi quali l’efficienza della organizzazione del lavoro,il miglioramento della produttività, il conseguimento degli obiettivi economici delle singole strutture produttive, oltre che la “ motivazione al lavoro” nell’impresa cooperativa

• efficienza e competitività: i lavoratori beneficiano di un sistema articolato di tutele dettate dal CCNL e dai contratti integrativi aziendali; le cooperative devono a loro volta stare sul mercato in maniera adeguata e far fronte ad una fortissima competizione. Nel CCNL rinnovato nel 2008 le parti hanno pertanto convenuto di puntare per le relazioni tra di loro in azienda sul metodo del “confronto” e quindi su un approccio genuinamen-

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te cooperativo, per dare soluzione alle numerose esigenze di flessibilità organizzativa e di efficienza che Coop in tutte le sue imprese oggi manifesta.

• stabilizzazione dei rapporti di lavoro e azioni di contrasto alla precarietà: è davvero significativo che proprio in una fase accentuata di crisi economica (2008) le parti firma-tarie del CCNL abbiano raccolto la sfida di coniugare le esigenze di incremento della efficienza organizzativa delle imprese con le legittime aspettative dei lavoratori precari di avere un lavoro stabile, nel quale realizzare le proprie esigenze di vita. Il Contratto impegna le parti a ricercare le diverse possibili modalità: compatibili con le esigenze di equilibrio economico delle imprese, per la stabilizzazione e la conferma dei posti di lavoro (attraverso la trasformazione dei contratti di lavoro da tempo determinato a tem-po indeterminato e di un incremento delle ore di lavoro dei part-time), in un contesto di modalità organizzative flessibili (ad esempio dal punto di vista degli orari di lavoro). Si prevede, a tal proposito, anche un aumento delle ore minime del contratto part-time (da 18 a 20 ore settimanali), oltre che una maggiore valorizzazione dell’apprendistato, inteso come momento formativo di esperienze da far conoscere e sviluppare nel prose-guio dell’attività lavorativa.

• relazioni sindacali Coop e le altre Associazioni cooperative hanno dimostrato con la conclusione del CCNL cooperativo di dare importanza e valore al tema del rapporto unitario con le Organizzazioni sindacali dio categoria. Diversamente dal Contatto di lavoro del terziario privato infatti – dove si è giunti ad un accordo separato con le sole FISASCAT-CISL e UILTuCS-UIL – nella conclusione contrattuale di COOP si è firmato con tutte e tre le Organizzazioni sindacali di categoria effettivamente rappresentative delle istanze dei lavoratori, compresa FILCAMS CGIL, e lo si è fatto con grande impe-gno e volontà di tutte le parti interessate a raggiungere questo obiettivo. Anche questo è un tratto distintivo, che è caratteristico di COOP e fa parte della sua storia.

I dati riferiti al 2008 sono in linea con questi accordi; partendo dai temi contenuti sia nel Patto di Sviluppo del 2007 che nel Contratto nazionale. In questa ottica infatti è necessario leggere il dato generale dell’occupazione in Coop: 54.923 sono stati i la-voratori occupati, in sostanziale equilibrio rispetto all’anno precedente (-0,07%). Si è assistito ad un incremento dei contratti a tempo indeterminato (+1,1%) e una ridu-zione dei contratti a termine (-2,1%). Occorre inoltre sottolineare come lo sviluppo e la diffusione di format di Ipermercati low cost e di Supermercati di vicinato richiedono l’assunzione di un numero inferiore di dipendenti rispetto agli Ipermercati ed ai Super-mercati tradizionali.

Figura 3.11 Numero lavoratori

40000

45000

50000

55000

60000

200820072006

54.029 54.965 54.923

INDICATORE SOCIALE ChIAVE

I lavoratori assunti nel Sistema Coop nel 2008 sono 54.923, in sostanziale equilibrio rispetto all’anno precedente

3. La performance sociale

Per quel che invece riguarda le tipologie contrattuali utilizzate, nel 2008 si è assistito ad un incremento dei contratti part time, che sono diventati la maggioranza sul totale dei contratti stipulati in Coop. Tale dato risulta comprensibile alla luce di alcune consi-derazioni (alcune già accennate sopra):

• aumenta il numero delle donne presenti nelle cooperative. E con questo aumenta la richiesta di flessibilità di orario nell’ottica della conciliazione delle esigenze della fami-glia con quelle lavorative

• cresce ogni anno il numero degli Ipermercati che, per la loro stessa organizzazione, richiedono una maggiore flessibilità da parte dei lavoratori

• si tratta di un part time comunque che presenta condizioni migliorative rispetto agli altri contratti del commercio, con un minimo di 20 ore garantite (2 in più rispetto al mi-nimo delle altre forme contrattuali del settore)

Figura 3.12 Distribuzione part time-full time

Part time 51,0%

Full time 49,0%

Nel corso del 2008 si è assistito ad una significativa diminuzione dell’età media dei lavoratori. Se l’anno precedente l’82% aveva un’età inferiore ai 45 anni, ora al di sotto di questa soglia si trova l’84% della popolazione lavorativa delle cooperative. Questo dato testimonia l’attenzione verso la giovane età che Coop persegue fin dal momento dell’assunzione delle risorse, per poterle così far crescere all’interno in percorsi forma-tivi idonei e specifici, nei quali si pone particolare attenzione a tramandare la cultura cooperativa.

Questa attenzione verso le giovani risorse, unita al tema della stabilizzazione dei rap-porti lavorativi, caratterizza i dati relativi alla durata dei contratti. Nel corso del 2008 si osserva che:

• sono cresciuti i contratti a tempo indeterminato: in un periodo in cui la flessibilità in entrata caratterizza l’intero mercato del lavoro, Coop incrementa questa tipologia di contratti da 83,6% (dato 2007) a 84,7% (dato 2008) del totale.

• diminuiscono i contratti a termine (dal 12,8% nel 2007 al 10,7% nel 2008): facendo seguito a quanto previsto sia nel Contratto nazionale che nel Patto per lo Sviluppo, si è registrato un utilizzo assolutamente non indiscriminato di queste forme contrattuali..

• aumentano i contratti di apprendistato, considerati come un vero e proprio momento di formazione di competenze da non disperdere e da non allontanare dalla cooperativa. Oltre il 90% dei contratti di apprendistato, infatti, viene tramutato in contratto a tempo indeterminato alla sua scadenza. L’apprendistato cresce dell’1% sul totale (da 3,6 a 4,6%)

INDICATORE SOCIALE ChIAVE

Figura 3.13 Distribuzione tempo determinato/indeterminato/apprendistato

Apprendistato 4,6%

Tempo indeterminato 84,7%

Tempo determinato 10,7%

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Le donne costituiscono, nel 2008, il 69,5% della popolazione dei lavoratori coopera-tivi, dato in crescita rispetto all’anno precedente, quando erano il 69,2%. A titolo di esempio occorre ricordare che nel 1995 l’occupazione femminile riguardava il 59,5% del totale.

Figura 3.14 Distribuzione uomini/donne

Donne 69,5%

Uomini 30,5%

Aumenta il numero delle donne in posizione dirigenziale: rappresentava il 12,3% nel 2007, rappresenta il 13,3% nel 2008, dando seguito ad un trend di incremento conti-nuo negli anni. Il raggiungimento di questi risultati risente in maniera diretta dell’im-pegno delle cooperative e degli altri attori del Sistema Coop sul tema delle pari oppor-tunità. Volendo sintetizzare le tipologie di progettualità realizzate su questo tema, è possibile identificare 3 filoni di intervento:

1. progettualità che si prefiggono l’obiettivo di intervenire sui modi di organizzazione del lavoro (isole e telelavoro, ad esempio);

2. altre orientate alla diffusione ed alla conoscenza dei valori della cultura aziendale con connessione ai temi della responsabilità sociale e della distintività (Codici etici, Proto-collo di azioni positive nel campo della solidarietà e pari opportunità) ;

3. altre ancora, in un’ottica di sintesi fra le due, mirano a modificare i valori della cultura organizzativa stessa, in direzione della trasparenza dei percorsi di progressione di car-riera.

3.3.2 Coinvolgimento e partecipazione

La partecipazione è da sempre una caratteristica fondamentale della cooperazione e, in particolare, della cooperazione di consumo, da quando l’organizzazione del lavoro nella piccola distribuzione permetteva la creazione di autentiche “comunità” tra i soci e la Direzione, fondate sull’adesione comune ai valori mutualistici e alla cultura del Movimento.

Anche oggi, in un mercato del tutto diverso, Coop considera indispensabile lo sviluppo di forme partecipative per permettere ai lavoratori una piena realizzazione delle pro-prie capacità, attraverso percorsi di crescita rafforzati dal lavoro a contatto con il pub-blico e dall’affrontare esigenze sempre più nuove e differenziate.

Per questo, nel 2008, tutte le cooperative hanno continuato a portare avanti iniziative di coinvolgimento e sensibilizzazione dei dipendenti, organizzando:

• gruppi di lavoro interfunzionali per l’elaborazione di proposte sul miglioramento dei processi di lavoro;

• gruppi di miglioramento di reparto per analizzare, negli Ipermercati e nei Supermerca-ti, le principali criticità e individuare le soluzioni migliori da proporre alla Direzione di canale;

• attività di sensibilizzazione per portare i lavoratori a formulare osservazioni su aspetti gestionali e di servizio, nonché sull’ascolto di soci e clienti;

• occasioni di consultazione della popolazione aziendale attraverso l’intranet.

Se una cooperativa ha persino creato un organismo di consultazione ad hoc, eletto dai lavoratori al di fuori delle istanze sindacali per esprimersi su budget e altre questioni di

3. La performance sociale

rilevanza aziendale, quasi tutte le cooperative realizzano assemblee con i dirigenti an-che presso i punti vendita, utili per un confronto diretto sull’andamento commerciale e sociale.

3.3.3 L’attività formativa

La formazione, realizzata in maniera continuativa dalle singole cooperative, nel corso del 2008, si è concentrata sul raggiungimento di due obiettivi principali:

• accrescere la professionalità, la competenza e la cortesia dei lavoratori, con una par-ticolare attenzione verso coloro che lavorano nei banchi assistiti, reparti nei quali ha forte importanza il rapporto faccia a faccia con i soci ed i clienti;

• far diventare il punto vendita (e quindi i lavoratori che qui operano) un tramite indi-spensabile delle azioni e delle attività che le cooperative stanno organizzando (ad esempio sul tema ambientale).

Coop ritiene la formazione al centro della sua attività, come testimoniato dall’alto nu-mero di lavoratori che ne hanno beneficiato: nel 2008 si è trattato di 29.307 persone, ovvero oltre la metà (53%) del totale complessivo dei lavoratori. Per svolgere queste attività sono stati spesi oltre 14 milioni di euro, con un incremento medio dell’investi-mento di ciascuna cooperativa del 48% rispetto all’anno precedente. Tale investimen-to ha permesso l’erogazione di 437.410 ore di formazione.

Scuola Coop

Scuola Coop propone master, corsi, laboratori, seminari e convegni studiati per raffor-zare e integrare i diversi saperi di Dirigenti, Quadri, Direttori di Punto Vendita e Per-sonale di sede, con un approccio che mette al centro le persone e le loro esigenze di apprendimento.Nel corso del 2008 una particolare attenzione è stata dedicata alle proposte per le Pic-cole e Medie cooperative incrementando il numero di Cooperative coinvolte.Grazie all’attività del Comitato Didattico della Scuola, che comprende anche i Respon-sabili della Formazione delle cooperative, si sono incrementate le iniziative rispetto al 2007. Aumenta significativamente anche il numero dei lavoratori coinvolti.

Tabella. 3.12 Attività di Scuola Coop2006 2007 2008

Numero lavoratori coinvolti 811 925 1.089Numero corsi svolti 49 58 80

3.3.4 Salute e sicurezza sul lavoro

Il 2008 è stato caratterizzato, a livello nazionale, da un’aumentata attenzione al tema della sicurezza sul lavoro: è stata riattivata una Commissione Nazionale, composta da-gli RSPP delle Grandi Cooperative e Centri di Distribuzione, in concomitanza con la na-scita dell’atteso D. Lgs 81/2008, altrimenti detto Testo Unico per la sicurezza nei luoghi di lavoro.Coop, facendo seguito a quanto realizzato negli anni scorsi, ha continuato ad investire sulla formazione e addestramento, organizzando corsi sul tema ed impegnandosi per una gestione corretta delle attrezzature di lavoro all’interno sia dei punti vendita che dei magazzini.Molta attenzione è stata riposta sia nell’aggiornamento della valutazione dei rischi presenti nei punti vendita sia nella definizione più puntuale dei modelli organizzativi della sicurezza dentro la Cooperativa, individuando le attribuzioni, le competenze e le responsabilità che investono tutti i ruoli aziendali, a partire dai datori di lavoro fino ai dirigenti, preposti e lavoratori.

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Tabella. 3.13 Salute e sicurezza2006 2007 2008

Numero infortuni 3.047 2.026* 2.632Indice di gravità infortuni 0,84 0,91* 0,84* Riferito a 7 grandi Cooperative.

3.3.5 Politiche sindacali

Il rinnovo del contratto nazionale ha di fatto confermato una modalità di operare con i sindacati da parte del mondo Coop, che era già stato confermato nel Patto per lo Svi-luppo del 2007. L’obiettivo raggiunto della firma unitaria del Contratto ha reso evidente come sia possibile, in un quadro di rispetto dei ruoli di ciascuno, impostare e gestire relazioni sindacali sul piano della partnership e della collaborazione per progetti co-muni e condivisi. Questa linea strategica risulta l’obiettivo da raggiungere dalle singole cooperative nella quotidiana gestione dei rapporti sia nei punti di vendita che nei ma-gazzini o nelle sedi di lavoro. Per il 2008 il tasso di lavoratori iscritti al sindacato risulta pari al 47%.

Di fondamentale importanza per la qualificazione delle relazioni interne e lo sviluppo stesso delle cooperative è il rinnovo dei contratti integrativi aziendali. Questi contratti infatti hanno il compito di concretizzare la capacità delle parti (imprese e Organizzazio-ni sindacali aziendali) di dare soluzione, sulla base dei principi e delle indicazione pre-viste dal CCNL, ai problemi specifici che si riscontrano nelle unità produttive aziendali e realizzare concretamente le loro capacità di collaborare alla soluzione dei problemi organizzativi gestionali, di svolgimento della attività lavorative e di parte-cipazione che si pongono.Nel corso del 2008 sono giunti a positiva conclusione, su questa linea, i rinnovi dei contratti integrativi di Co-op Italia Alimentari, CNNA, Coop Nordest, Coop Cen-tro Italia, Coop Adriatica area Emilia.

3. La performance sociale

3.4 La Comunità

È possibile articolare gli interventi per la Comunità compiuti dalle cooperative sia sulla base degli obiettivi perseguiti che del tipo di strumenti e delle metodologie impiegate, parlando di:

• progetti di solidarietà locale su temi socialmente rilevanti, in collaborazione con altre organizzazioni;

• consegna della spesa a domicilio o accompagnamento al negozio per gli anziani e per le persone non autosufficienti;

• progetti di solidarietà internazionale realizzati con le più importanti ONG;• Educazione al Consumo Consapevole, in collaborazione con le istituzioni scolastiche

del territorio;• momenti di informazione e sensibilizzazione sui temi legati alla salute;• eventi culturali e ricreativi;• manifestazioni nel territorio;• progetto Buon Fine per il recupero dei prodotti alimentari invenduti a vantaggio delle

associazioni di volontariato.

Si tratta di iniziative basate sul supporto della compagine sociale e sulle relazioni colti-vate sui territori in cui le diverse cooperative operano; iniziative improntate alla relazio-ne con le comunità di riferimento, alla partecipazione e al coinvolgimento dei diversi stakeholder in una logica di risposta a bisogni sempre più articolati e alla redistribuzio-ne del valore prodotto.

3.4.1 Solidarietà locale

Le Cooperative sono nate per rispondere in maniera mutualistica a precise esigenze territoriali e su queste non possono che realizzare la propria missione. Per questo le re-lazioni durature intessute con i diversi attori del territorio, dagli enti locali al terzo set-tore, permettono alla cooperativa di essere riconosciuta come interlocutore rilevante nei processi di sviluppo locale. Per questo continua, negli anni, la ricerca delle migliori partnership con il mondo dell’associazionismo, mirata a identificare i bisogni delle co-munità e a elaborare soluzioni condivise sulle risposte da fornire e sugli strumenti da adottare.

In quest’ottica Coop può vantare rapporti consolidati con una pluralità di associazioni di carattere nazionale - come Auser, Agesci, Banca Popolare Etica, CittadinanzaAttiva, Caritas, ecc. - e di organizzazioni dal profilo locale, dalle associazioni di volontariato alle cooperative sociali.

Nel corso del 2008 sono stati 231 i partner coinvolti in tutto il territorio nazionale dalle Cooperative: un numero che comprende anche le ASL e gli enti locali che, attraverso i propri servizi sociali ed educativi, si rivelano co-protagonisti sia nell’analisi dei proble-mi emergenti che nella gestione dei singoli interventi.

L’impegno di Coop risponde alla necessità e alla capacità di interpretare il fabbisogno sociale di ogni singolo territorio in cui opera, cercando, dove possibile, di prevenire i disagi o di identificare le più efficaci modalità di risposta.

I protagonisti di questo impegno sono i soci volontari, incaricati della fase operativa e del delicato e complesso lavoro di relazione con il tessuto locale. Nel 2008 sono stati quasi 3.900 i soci che hanno sostenuto le cooperative in queste azioni, contribuendo a ridistribuire alla Comunità locale - sottoforma di beni e di liquidità direttamente donate

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o raccolte - più di un milione euro: numeri che rappresentano il consolidamento, la maturità e l’importanza della “solidarietà a marchio Coop”. I contributi alla comunità passano attraverso il collezionamento e quindi dalle donazioni dei soci poi rivalutate dalle cooperative: i soci infatti possono scegliere di utilizzare i punti raccolti per fruire di proposte esclusive o di devolverli a iniziative di solidarietà.

Tabella. 3.14 Attività di solidarietà locale2007 2008

Contributi (migliaia di euro) 1.490 1.016Numero soci coinvolti 3.181 3.886Numero di partner coinvolti 434 231Numero beneficiari 12.250 12.588

Oltre a questi interventi, realizzati in maniera autonoma dalle singole cooperative attra-verso le zone soci, negli ultimi anni Coop ha promosso e diffuso Buon Fine, progetto volto al recupero dei prodotti invenduti e nato dalla consapevolezza che, per quanto la cooperativa operi secondo criteri che mirano a ottimizzare la gestione, migliorando l’efficienza dei processi e riducendone i costi, è al momento impossibile non generare volumi ingenti di merce invenduta, spesso anche come risultato degli alti standard di servizio stabiliti.

Buon Fine è un progetto nazionale gestito localmente da ogni cooperativa, nato e svi-luppato per:

• valorizzare le eccedenze trasformando prodotti invendibili o invenduti in un atto con-creto di solidarietà, attraverso un sistema virtuoso capace di incrociare l’offerta poten-ziale dei prodotti scartati (ma ancora consumabili) con la domanda delle associazioni caritative;

• generare un’azione di sviluppo locale auto-sostenibile dal punto di vista ambientale (contenimento dei rifiuti), economico (eliminazione dei costi di trasporto per lo smalti-mento dei rifiuti) e sociale (risparmio per gli enti assistenziali che possono quindi con-centrarsi su altre necessità);

• costruire e rafforzare relazioni con le comunità locali in una rete solidale dinamica e stabile tra mondo profit e non profit, formata da interazioni basate sul dono di beni e valori dal valore relazionale oltre che socio-assistenziale.

Tale progetto è ormai diffuso su tutto il territorio nazionale, messo in atto quotidiana-mente dalle nove grandi cooperative e da alcune delle medie, per un totale di 349 punti vendita coinvoltiUna diffusione che ha coinvolto 1.161 associazioni accreditate, raddoppiando la quan-tità di merce donata e il numero di persone aiutate, arrivate a ben 99.771.

INDICATORE SOCIALE ChIAVE

Tabella 3.15 Buon Fine2006 2007** 2008

Numero associazioni no-profit coinvolte 992 933 1.161Quantità della merce alimentare donata in Kg 766.071 1.421.842 2.344.475Valore della merce donata a prezzo di vendita 6.328.676* 9.882.174 14.213.736* Dato riferito 6 cooperative su 7.** Dato riferito a 8 cooperative sulle 9 che hanno attivato il Progetto.

La ridistribuzione di una simile ricchezza alle associazioni, tra progetti di solidarietà locale e Buon Fine, non può che essere interpretata come il più grande contributo che

3. La performance sociale

le cooperative offrono quotidianamente ai propri territori, permettendo nondimeno al privato sociale di destinare risorse ad altri progetti a favore della comunità.

INDICATORE SOCIALE ChIAVE

Nel corso del 2008 il Sistema Coop ha ridistribuito al territorio circa 15,68 milioni di euro, comprendendo sia i progetti di solidarietà locale che il valore della merce donata grazie al progetto Buon Fine, con un incremento di ben 3,75 milioni rispetto all’anno precedente, dovuto principalmente alla grande diffusione nazionale dello stesso progetto.

3.4.2 I prodotti ad alto valore aggiunto

Libera Terra: legalità, commercio e solidarietà c

L’intero movimento cooperativo si è distinto, in questi anni, per l’impegno sul tema della legalità: così come Unipol, Banca Etica e CoopFond hanno continuato a garantire l’accesso agevolato ai prestiti finanziari alle cooperative del circuito Libera Terra, allo stesso modo Coop ha continuato a sviluppare le proprie iniziative commerciali sui pro-dotti (vino, olio, passate di pomodoro, ecc.) ricavati dalle terre confiscate alla mafia e coltivate dalle stesse cooperative.Quella con Libera Terra è una partnership ormai consolidata e sempre più “premiata” dai consumatori, con volumi in quantità e valore caratterizzati da una crescita continua.Negli ultimi tre anni, infatti, le vendite di questi prodotti sono cresciute in maniera si-gnificativa, testimoniando come, oltre all’alto ed evidente valore sociale, sia ormai rico-nosciuta la qualità dei prodotti commercializzati e promossi anche grazie alle attività di avvicinamento curate dai soci volontari presso i punti vendita.

Figura 3.15 Vendite Libera Terra (in migliaia di euro)

0

300

600

900

1200

1500

200820072006

1.070,44 1.127,00

1.486,00

Oltre alle 896.204 referenze di Libera Terra negli scaffali, occorre ricordare i diversi accordi e i protocolli stipulati da alcune grandi cooperative a sostegno delle piccole società che fanno capo all’Agenzia “Cooperare con Libera Terra”: Coop Adriatica, in-fatti, è diventata socio sovventore della cooperativa Placido Rizzotto, Coop Estense ha dato la sua adesione a “Coop Terre di Puglia” e Unicoop Firenze ha attivato una colla-borazione con la cooperativa Valle del Marro di Polistena, impegnandosi per tre anni (60.000 euro ogni anno) a sostenerne i progetti. Altrettanto importante, nell’impegno di Coop per la legalità e la trasparenza, è il Protocollo siglato tra Ipercoop Sicilia e le Prefetture di Messina, Catania e Ragusa per la pubblicazione dell’elenco di addetti e fornitori dei nuovi Ipercoop. Sugli scaffali dei negozi Coop è possibile trovare anche altri prodotti che testimoniano l’attenzione e la sensibilità di soci e consumatori rispetto a progetti capaci di sposare commercio e solidarietà. Una cooperativa, ad esempio, distribuisce il vino prodotto dai carcerati di Velletri e i prodotti biologici dei Monaci di Lanuvio, mentre un’altra vende il caffè Huehuetenango, presidio internazionale Slow food, coltivato da cooperative di produttori nel nord del Guatemala e torrefatto all’interno della Casa circondariale “Lo-russo e Cutugno” di Torino.

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I prodotti Slow Food

Continua, nel 2008, la partnership tra Coop e l’associazione internazionale Slow Food, principalmente attraverso l’offerta dei prodotti rispettosi di rigidi criteri ecologici e so-ciali, pensati per dare al consumatore la certezza di contribuire alla tutela dei processi di produzione tradizionali e alla cultura della tavola attraverso con un consumo respon-sabile e sostenibile.

Nel 2008, tuttavia, i presidi Slow Food hanno registrato un calo significativo, passando da 24 a 12, così come le vendite di tali prodotti, assestatesi intorno agli 800.000 euro.

Le ragioni di tale decremento sono riconducibili facilmente al rinnovo tardivo dell’ac-cordo con l’Associazione (luglio 2008), impegnata peraltro nella realizzazione di un nuovo marchio presentato nell’ottobre 2008 al Salone del Gusto di Torino, con il conse-guente rallentamento della spinta promozionale sui prodotti in assortimento.

I prodotti per celiaci

Per arricchire la gamma di prodotti distintivi, pensando alla salute dei propri consuma-tori, Coop ha anche studiato e prodotto una linea completa per le persone intolleranti al glutine, con un’attenzione particolare al gusto e al prezzo per rendere più accessibili tali beni di qualità.

Ad oggi Coop resta l’unica marca privata con una propria linea di prodotti senza gluti-ne, con un’offerta che a fine 2008 conta 15 referenze e che oggi vanta una quota pari al 33% del mercato dei prodotti senza glutine nella rete Coop e un incremento a volume intorno al 70% rispetto al 2007. Oltre un terzo dei prodotti senza glutine venduti nella Grande Distribuzione sono venduti attraverso la rete delle cooperative che, peraltro, in alcune aree geografiche, hanno attivato un accordo con la ASL locali per l’utilizzo dei buoni acquisto del Servizio Sanitario Nazionale conferiti ai celiaci.

Sono attualmente 264 i Prodotti Coop presenti nel Prontuario degli Alimenti 2009 edito da AIC (14 in più rispetto al 2007), Associazione Italiana Celiachia con cui Coop colla-bora da anni.

In più, Coop ha sponsorizzato il Convegno AOECS (Association of European Coeliac Di-sease) tenutosi a Genova dal 18 al 21 settembre in occasione del Congresso Scientifico Internazionale sulla malattia Celiaca.

3.4.3 Solidarietà internazionale

Coop dimostra da anni il proprio impegno per la solidarietà anche in ambito internazio-nale, progettando e realizzando pratiche di collaborazione fra:

• le popolazioni locali, chiamate a contribuire all’individuazione dei bisogni e alla messa in campo degli interventi;

• le Organizzazione Non Governative che, storicamente attive sui territori interessati, so-no in grado di collaborare all’identificazione dei problemi e delle possibili soluzioni;

• i soci e il Sistema Coop nel suo complesso, chiamati a svolgere un ruolo di primo piano nella raccolta dei fondi necessari e nello sviluppo di una progettualità di lungo periodo.

Il canale più rilevante per il reperimento dei contributi – promosso ogni anno da Coop con campagne di informazione e sensibilizzazione - è quello del collezionamento pun-ti, per il quale le cooperative hanno provveduto a una valorizzazione ulteriore di circa il 30%. Si rivelano altrettanto decisivi, però, la devoluzione individuale della quota del ristorno, il contributo diretto deliberato dai Consigli d’Amministrazione e la raccolta

3. La performance sociale

fondi realizzata presso il punto vendita o attraverso le iniziative ludico-sociali organiz-zate dai soci.

Tra le diverse attività, si possono distinguere i progetti nazionali, con un coordinamen-to unico e la partecipazione delle cooperative, e i progetti di cooperativa, distretto e/o struttura, sviluppati invece in maniera autonoma.

Nel complesso, tra investimento nazionale e contributi delle cooperative, le risorse im-piegate nel 2008 hanno raggiunto 1,66 milioni di euro, interamente destinati alla rea-lizzazione dei progetti.

Figura 3.16 Ripartizione investimenti in solidarietà internazionale (in migliaia di euro)

Solidarietà internazionale a livello di Cooperativa 1.382

Solidarietà internazionale di sistema 280

Il progetto nazionale: Stop World Poverty c

Nel 2008 Ancc/Coop ha avviato il progetto triennale “Stop World Poverty” con l’obiet-tivo di favorire lo sviluppo nei paesi del Sud del mondo attraverso progetti finalizzati a rafforzare/creare esperienze produttive con un sbocco nel mercato italiano e nella rete di vendita Coop.

Per questo ha richiesto alle più autorevoli Organizzazioni Non Governative italiane di formulare idee progettuali, scegliendo le più significative attraverso un Comitato di Va-lutazione composto da esperti provenienti dal mondo accademico e da rappresentanti del Forum del Terzo Settore, con il compito ulteriore di seguire la realizzazione stessa delle iniziative e la loro rendicontazione finale.

In collaborazione con il Gruppo Rete Solidarietà Internazionale, composto dai rap-presentanti del Sistema Coop, il Comitato ha quindi scelto 12 progetti fra gli oltre 60 presentati, da realizzare nell’arco di tre anni in ben undici Paesi dell’America Latina, dell’Africa e dell’Asia.I progetti intervengono su alcune filiere, non solo alimentari, e partono da iniziative già in essere fortemente legate alle tipicità e alle peculiarità produttive dei territori interessati:

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Tabella 3.16 Progetti, partner e attività del 2008Nazione interessata

ONG promotrice

Il progetto Nel 2008

Brasile Ucodep Trasformazione di frutta amazzonica

Prodotti pronti per l’importazione entro l’estate 2009Missione di verifica effettuata

Rete Panamericana Coop Sin Fronteras

Produzione di miele

Prodotti pronti per l’importazione entro autunno 2009Missione di verifica effettuata

Ecuador VIS Produzione di olii essenziali

Progetto avviato nel 2009

Comunità Capodarco

Produzione scarpe per il tempo libero

In verifica primo prototipo di scarpa

Nicaragua/Uganda GVC Produzione caffè arabica e robusta

Nicaragua: in attesa certificazione Fair TradeUganda: progetto avviato nel 2009

Burkina Faso CISV Produzioni orticole

Sviluppate le strutture per la produzione localeMissione di verifica effettuata

Senegal Cospe Produzione di mango

Progetto avviato nel 2009Missione di verifica effettuata

Palestina ACS Essiccazione della frutta

Attività in corso

Ucodep Cous cous Progetto in stand-by perché la sua realizzazione entra in area di recente conflitto

Sri Lanka GVC Ucodep

The verde e nero Progetto avviato nel 2009

Icei e Overseas Produzione di spezie

Prodotto pronto per l’importazioneDue missioni di verifica effettuate

Nepal Raggio di Luce Produzione di sciarpe in pashmina e seta

Prodotto pronto per l’importazioneMissione di verifica effettuata

Nei tre anni previsti per la realizzazione dei progetti, Coop non si limiterà a contribuire al loro finanziamento con 1.065.000 euro, ma garantirà un impegno delle sue strutture tecniche e commerciali, sia nel rapporto con aziende e cooperative che lavorano per i prodotti a marchio Coop, sia attraverso protocolli d’intesa con Banca Etica e Fairtrade Italia per:

• l’accompagnamento e il monitoraggio delle azioni;• l’aiuto per tutte le garanzie di qualità e sicurezza dei prodotti; • il microcredito individuale per i piccoli produttori;• lo sviluppo di tecniche di packaging e marketing;• il raggiungimento e il rispetto degli standard per le certificazioni equo solidali e biologiche.

Alla fine del percorso saranno circa 100.000 le persone che ne beneficeranno, 15.000 delle quali in maniera diretta e 85.000 in maniera indiretta.Coop Italia è intervenuta nella solidarietà internazionale anche attraverso il fondo di beneficenza istituito da Intercoop Far East ltd, Centrale d’acquisto per Eurocoop nell’Estremo oriente. Nato per favorire e innalzare i livelli d’istruzione in aree bisogno-se attraverso la realizzazione di infrastrutture, il Fondo ha finanziato anche nel 2008 progetti già avviati in Bangladesh e Pakistan. In particolare, sono stati erogati:

• l’equivalente (in dollari Hong Kong) di 4.690 euro per il Gopolgonj Development Project, nato per la costruzione e la ricostruzione di diverse scuole in un’area remota del Bangladesh;

• 6.555 euro per la realizzazione della Coop School in Bangladesh, edificio immerso nel verde dalla capienza di 240 studenti;

• 29.214 euro per l’edificazione della Police Public School in Pakistan.

I progetti delle Cooperative

I progetti internazionali delle singole cooperative sono invece di due tipi: • l’adozione a distanza, effettuata con il coinvolgimento di più soci;• il sostegno all’autosviluppo, in partnership con organizzazioni non governative ope-

ranti sul campo come MSF, Caritas, Arci e CVM.

3. La performance sociale

Nella tabella sottostante si riportano i risultati raggiunti complessivamente dalle coo-perative. Davanti ad un aumento del numero di partner coinvolti, in lieve flessione lo scorso anno, si osserva un graduale calo dei contributi devoluti ai progetti, interpre-tabile con l’attuale tendenza dei soci a preferire la conversione dei punti acquisiti in agevolazioni sulla spesa e quindi ascrivibile alle oggettive difficoltà accentuate dalla crisi economica in corso.

Tabella. 3.17 Solidarietà internazionale a livello di cooperativa2006 2007 2008

Contributi (in migliaia di euro) 2.732 1.923 1.382Numero di partners coinvolti 35 32 46

In particolare, con un’azione che da anni si rivolge in maniera prioritaria alla tutela dei soggetti più deboli, nel 2008 Coop ha confermato il proprio impegno per l’infan-zia attraverso la promozione delle adozioni internazionali. Tale impegno ha permesso alle cooperative, anche grazie alla partecipazione dei loro lavoratori, di raccogliere e destinare 400.770 euro di contributi (circa 3.000 euro in meno rispetto al 2007) per il miglioramento delle condizioni di vita di 8.157 bambini. L’attenzione si è concentrata su 23 nazioni in Africa, America latina, Asia ed Europa dell’est.

In virtù del contributo offerto da quasi 102.455 soci, come si è detto, le cooperative sono anche riuscite a sostenere un numero elevato di progetti mirati alla promozione dell’autosviluppo delle comunità locali, insieme a interventi di carattere educativo e socio-sanitario. Con modalità diverse, dalla raccolta fondi con il collezionamento alla donazione diretta da parte delle singole cooperative, il sistema ha realizzato così una raccolta complessiva di quasi 1.228.329 euro per sostenere una progettualità che ha coinvolto 32 organizzazioni partner e 16 nazioni in Africa sub-sahariana, America la-tina, Medioriente, India e Sud-est asiatico. Una cooperativa, ad esempio, dopo aver realizzato una casa famiglia per 70 bambini, 9 pozzi d’acqua, un’infermeria e un ostello in una zona desertica del Burkina Faso, ha raccolto altri fondi per la costruzione di una sala parto nella stessa struttura.

3.4.4 Prodotti Coop del commercio equo e solidale: la linea Solidal

Tra i diversi prodotti a marchio, Coop realizza da anni Solidal, importante linea ispirata ai principi e ai criteri del commercio equo-solidale con cui testimonia il proprio impe-gno per i fornitori dei paesi in via di sviluppo:

• difendendo la biodiversità dei prodotti nazionali e l´originalità delle tradizioni;• favorendo la produzione e la vendita di prodotti ecocompatibili e a ridotto impatto am-

bientale;• contribuendo allo sviluppo del commercio equo e solidale a favore dei piccoli produtto-

ri del Sud del mondo, offrendo loro opportunità di sviluppo autonomo con il riconosci-mento di prezzi equi garantiti, prefinanziamenti agevolati, contratti di acquisto di lunga durata.

Dopo aver introdotto per prima nel Natale 1995 il caffè “per la solidarietà” nei propri negozi, oggi la Coop commercializza http://www.transfair.it un’intera linea contraddi-stinta dal marchio di garanzia internazionale Fairtrade, gestito dal Consorzio Fairtrade TransFair Italia, organizzazione non profit costituita da enti e associazioni operanti nel campo della solidarietà e dell’auto-sviluppo.

Oltre agli alimentari certificati da Flo-cert, accompagnati da un secondo marchio fair trade-transfair, nella linea sono inclusi prodotti provenienti da progetti promossi da Coop nel Sud del mondo con il supporto e il patrocinio di ONG che concorrono a gesti-re la correttezza dei processi ispirati a principi di solidarietà e auto-sviluppo. In questi

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casi, il nome dell’organizzazione che supporta il progetto stesso sostituisce sul prodot-to il marchio Fair Trade.

La novità più significativa degli ultimi anni è stata il lancio della linea di abbigliamen-to per uomo e per donna (maglieria, camiceria, pantaloni, calzetteria), articolata nelle collezioni primavera-estate e autunno-inverno con capi dallo stile semplice, sobrio e informale, ma in sintonia con la domanda di mercato. Si tratta di una linea dall’eviden-te successo: nel 2008, infatti, ha raggiunto 7.215.364 milioni di euro come valore di vendita.

Dall’India meridionale provengono le camicie, realizzate in una fabbrica artigianale nello stato del Kerala in collaborazione con i Centri Missionari della Toscana, prota-gonisti di una storia di donne e di riscatto, ma anche il cotone BioRe®, prodotto da coltivatori con una garanzia d’acquisto di 5 anni e un “premium price” del 15-20% superiore rispetto al prezzo di mercato locale, inviato poi in Svizzera a Remei - società del gruppo Coop Suisse, certificata Sa8000 - per la realizzazione di polo e t-shirt Soli-dal. Una piccola porzione di t-shirt proviene invece da un progetto pilota avviato in Ar-gentina con il consorzio Ctm Altromercato, caratterizzato dal coinvolgimento diretto di alcune realtà produttive oggi marginalizzate, mentre dall’Africa sub sahariana arrivano jeans e felpe attraverso un processo dalle ricadute benefiche per circa 1.700 lavoratori.

Tra i prodotti non alimentari si segnalano le rose Solidal, rose recise certificate Fairtra-de e provenienti dal Kenya, uno dei massimi esportatori di questo fiore per il basso co-sto della manodopera e per l’assenza di controlli negli ambienti di lavoro. Le rose Coop arrivano da tre aziende della zona del lago Naivasha, selezionate sia per l’adozione di tecniche colturali a basso impatto ambientale (coltura idroponica), sia per il rispetto degli standard SA8000 (tutela dei diritti del lavoro e della sicurezza degli impianti).

È interessante notare, comunque, come l’intera linea Solidal Coop – con le sue 90 referenze, 29 in più rispetto all’anno precedente - abbia vissuto negli ultimi anni un incremento impetuoso delle vendite, appena calate nel 2008 assestandosi intorno ai 20.930.000 euro: un’ulteriore dimostrazione di come soci e consumatori siano sempre più propensi, soprattutto nella spesa alimentare, all’acquisto di prodotti capaci di unire la qualità a una forte componente etica e di responsabilità sociale.

Figura 3.17 Vendite prodotti per la solidarietà e Solidal Coop 1996-2008 (in milioni di euro)

0

5000000

10000000

15000000

20000000

25000000

2008200720062005200420032002200120001999199819971996

0,5 0,8 1,8 2,3 1,5 2,5 3,0

7,99,8 10,8

15,3

21,1 20,9

Figura 3.18 Vendite Solidal distinte tra alimentare e non

Non alimentare 7.702.600 euro [37%]

Alimentare 13.232.066 euro [63%]

Con la linea Solidal, tuttavia, i risultati più importanti sono quelli registrati nel Sud del mondo. Il valore generato dai prodotti della filiera “equa” rispetto alle filiere conven-

3. La performance sociale

zionali porta ad un guadagno per i produttori mediamente superiore dal 40% all’80% rispetto a quello del mercato tradizionale. Solo per il 2008, infatti, Coop ha garanti-to alla propria filiera equa un introito supplementare di ben 1.704.658 dollari, pari a 1.200.931,561 euro.

3.4.5 Educazione al consumo consapevole

Il rapporto con i ragazzi è una componente fondamentale della relazione strutturale tra Coop e i suoi territori, in virtù dell’inter-generazionalità alla base della nascita e dello sviluppo del movimento cooperativo. Con i progetti di Educazione al Consumo Consa-pevole (ECC), infatti, Coop “si fa carico” delle generazioni future, portando avanti un lavoro continuo di analisi e valutazione degli strumenti, delle metodologie e dei conte-nuti più efficaci per rafforzare la sintonia fra la sua proposta educativa e le aspettativa di studenti, insegnanti e genitori.

Con il “cantiere aperto” a Lucca (Conferenza Nazionale dell’ECC del 2005), Coop sta tuttora riflettendo sull’educazione al consumo “che verrà” e da febbraio 2008 - a se-guito di un seminario cui hanno partecipato un esponente del Ministero della Pubblica Istruzione, il prof. Pietro Lucisano dell’Università degli studi di Roma La Sapienza e operatori ed esperti di organizzazioni della società civile (Libera, Cies Cittadinanzatti-va) - ha avviato un approfondimento sulle finalità e sui concetti alla base dell’ECC per evidenziarne i “saperi” di cittadinanza e cooperazione. Una la convinzione: educare consumatori consapevoli significa anche formare cittadini attivi, responsabili, dotati di senso critico e civico.

Nell’anno scolastico 2007/2008, grazie all’impegno delle Cooperative, l’attività di ECC ha visto il coinvolgimento di 224.610 studenti, 10.550 classi, 12.222 insegnanti, 265 animatori, 422 punti vendita (in maggioranza super) e 62 Centri di educazione, realiz-zando circa 10.500 animazioni e toccando 802 Comuni d’Italia.

Tabella 3.18 L’educazione al consumo consapevole2006 2007 2008

Insegnanti coinvolti 14.629 14.847 12.222Centri di educazione 63 63 62Animatori intervenuti 279 277 265Punti vendita coinvolti 380 407 422Animazioni 10.616 11.000 10.500

L’incremento dei negozi coinvolti deriva dalla scelta di Coop di offrire una proposta di Educazione al Consumo particolarmente orientata al territorio, con l’obiettivo di esten-dere la collaborazione a un numero crescente di realtà scolastiche che possano avere come punto di riferimento un punto vendita della cooperativa. Il decremento del nu-mero delle classi coinvolte e delle animazioni svolte deriva per la maggior parte dalle difficoltà riscontrate dalle scuole, viste le condizioni finanziarie in cui vivono le scuole stesse ed i Comuni, ad affrontare trasferte aggiuntive.

INDICATORE SOCIALE ChIAVE

Nel corso del 2008 gli studenti che hanno partecipato alle attività dell’educazione al consumo sono stati 224.610 (233.438 nel 2007) e le classi coinvolte 10.550.

Sempre nel 208 è stato avviato “SapereCoop – Consumatori consapevoli, cittadini del mondo”, nuovo progetto di guida dell’ECC di durata triennale che introduce in mo-do strutturato, omogeneo e nazionale alcuni temi di cittadinanza con particolare atten-zione a linguaggi e comportamenti degli adolescenti. Coop offre agli insegnanti l’idea che la scuola può e deve intervenire su alcuni grandi temi sociali, dalla cittadinanza

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all’uso responsabile del denaro e delle risorse del pianeta. Per meglio raggiungere que-sto obiettivo è stato ideato e realizzato un tabloid, strumento agile di informazione, ma anche finestra aperta sul ricco portale www.e-coop.it, per contribuire a dare a utenti e navigatori della rete - nonché a scuole, insegnanti e operatori del settore - approfondi-menti sulla proposta educativa di Coop e sugli strumenti didattici messi a disposizione.

Ancorare le attività di educazione al consumo consapevole alla vita quotidiana dei ra-gazzi, ai loro comportamenti, ai loro sogni e bisogni – reali e indotti – è la scelta che Coop ha operato per proporre i percorsi didattici. Anche per l’anno scolastico 2008-2009 i protagonisti principali delle proposte educative di Coop sono i prodotti tra i più simbolici per descrivere il rapporto tra i ragazzi e il consumo. Sono state progettate tre nuove animazioni su altrettanti nuovi prodotti: videogioco e gomma da masticare (per il secondo ciclo della scuola primaria) e lattina (per la scuola secondaria di primo grado): nuove occasioni per trattare molteplici argomenti connessi all’alimentazione, all’ambiente, all’etica, all’identità individuale nella società globale in rapporto ai nuovi media.

Alla fine del 2008 si è conclusa anche la ricerca che Coop ha affidato all’Università de-gli Studi di Roma La Sapienza per rilevare le abitudini di consumo e le opinioni in me-rito espresse da un campione di genitori di studenti appartenenti a scuole coinvolte nei progetti di ECC. Nello stesso tempo, attraverso questionari, è stato rilevato il loro modo di rapportarsi ai figli in relazione a problemi legati al consumo e, più in generale, il loro grado di attenzione e di coinvolgimento in tutte quelle occasioni che possono fornire uno spunto di discussione e confronto sui diversi temi legati al consumo. I questionari sono stati distribuiti in nove regioni (Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana e Veneto) e ne sono stati raccolti 1.837, pari a una percentuale complessiva del 60% circa di quelli inviati.Dai dati emergono scelte di consumo attente, anche se solo il 50% dei genitori intervi-stati sembra correttamente informato e se non più del 47% pensa che le proprie scelte possano incidere su società e ambiente (il 38% è pessimista e sfiduciato). Il 98% cir-ca dei genitori, tuttavia, ha affermato di ritenere utile affrontare a scuola il problema dell’educazione al consumo fin dai primi anni di scolarizzazione (l’81% degli intervi-stati).I dati emersi dalla ricerca rappresentano per Coop un’utile occasione di riflessione sul-le modalità di presentazione della proposta educativa alla scuola in modo che la colla-borazione si orienti verso una chiara intenzionalità pedagogica comune e assuma una valenza educativa anche per la famiglia.

3.4.6 Rapporti con il territorio

Coop può a buon diritto essere considerata una grande realtà italiana: con propri punti vendita in 869 i comuni italiani vanta infatti una diffusione capillare sul territorio, in-serita in un tessuto relazionale sempre più fitto e stabile costruito soprattutto grazie al lavoro dei soci delle sue cooperative.

Entrando in contatto in ogni realtà comunale e provinciale con fornitori locali, associa-zionismo, istituzioni pubbliche (enti locali, camere di commercio, aziende sanitarie) o semplici cittadini, Coop ha contribuito alla progettazione e allo sviluppo di azioni con-divise di carattere sociale, culturale e sportivo, oltre che alla realizzazione di concorsi e manifestazioni su tematiche di interesse collettivo.Con le scuole, ad esempio, una grande cooperativa ha avviato una serie di laboratori ri-volti a studenti e genitori sui temi dell’incontro interculturale, con lo scopo di promuo-vere il dialogo e il rispetto fra culture tramite la realizzazione di momenti di incontro, animazione e lettura ricchi di spunti, rappresentazioni e riflessioni sul tema della di-versità e della convivenza civile. Libri e altri materiali a supporto dell’animazione sono

3. La performance sociale

stati portati da educatrici professionali sia nelle sedi scolastiche che nei luoghi pubblici di aggregazione dei quartieri, con un progetto itinerante e flessibile di diffusione di “storie di tutto il mondo” incentrato sulla costruzione di contesti narrativi e sulla parte-cipazione attiva dei soggetti coinvolti.

In altre realtà, in collaborazione con diverse cooperative sociali, promuove da anni pro-getti e percorsi di orientamento e formazione finalizzati all’inserimento al lavoro delle persone diversamente abili, con iniziative che vanno dalla realizzazione di un laborato-rio di produzione di pasta fresca al servizio di trasferimento da e per una casa di acco-glienza per soggetti non autosufficienti.

C’è poi chi lavora contro l’esclusione sociale e chi invece organizza attività culturali e ricreative per bambini, promuovendo le capacità artistiche con laboratori di cinema e di teatro, attività di educazione motoria e gioco/sport o l’insegnamento della lingua italiana ai migranti.

Se tutti i progetti sono stati ideati e realizzati dalle singole organizzazioni dei soci in base alle esigenze specifiche dei diversi territori italiani, unico è l’obiettivo di stimolare la partecipazione e il coinvolgimento, sviluppando legami forti nella comunità e incre-mentando la coesione sociale.

Così, anche nel 2008 le cooperative hanno potuto dare il loro contribuito allo sviluppo economico e sociale dei territori in cui operano, investendo in queste attività 576.726 euro, cifra più che triplicata rispetto al 2007.

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3.5 I fornitori e i partner commerciali c

Il Sistema Coop è articolato in modo da concentrare in Coop Italia (la centrale acquisti e marketing) la maggior parte della relazione con i fornitori, aggregando poi i territori in Consorzi o Distretti per le attività nelle centrali di marketing e logistica di Centrale Adriatica, del Consorzio Nordovest e del Distretto Tirrenico. La relazione con i fornitori è impostata sul rispetto reciproco e sulla creazione di part-nership di sviluppo comuni e si distingue tra quella con i fornitori di articoli in assorti-mento e quelli del prodotto a marchio. Complessivamente i fornitori per l’assortimento generale, attivi in Coop, sono circa 13.000, di cui circa il 25% è rappresentato da grandi aziende con prodotti in assor-timento a livello nazionale, mentre il 75%, in crescita rispetto all’anno precedente, è costituito da aziende di medie e piccole dimensioni che rappresentano la struttura pro-duttiva del sistema Italia.Di questi si osserva che il 90% sono italiani e che, per quel che riguarda il solo ambi-to dei prodotti alimentari, Coop ha 1383 fornitori nazionali attivi, di cui l’81% ha siti produttivi ubicati esclusivamente in Italia, oppure utilizza almeno l’80% delle materie prime prodotte in Italia.Questa politica traduce nelle attività commerciali il valore del radicamento territoriale alla base delle politiche sociali e comporta, grazie al forte collegamento con il territorio nazionale, relazioni durature e consolidate, improntate su principi di lealtà reciproca. Dimostra inoltre l’attenzione di Coop verso le piccole e medie imprese italiane, con una particolare cura per la realtà cooperativa, con la quale vengono stipulati accordi im-prontati sulla crescita reciproca, così come previsto nella Carta dei Valori.Rispetto allo scorso anno si osserva un aumento del numero di fornitori italiani di fre-schi e freschissimi, concentrati in particolare sull’ortofrutta: in questo settore i forni-tori italiani crescono del 10%, dato che li porta a coprire oramai quasi l’intera gamma assortimentale. Occorre inoltre osservare come vi sia stata una diminuzione della per-centuale di fornitori italiani sugli alimentari confezionati, dettata dalla necessità di ri-correre a mercati più convenienti per far fronte all’incremento generalizzato dei prezzi.

Figura 3.19 Italianità dei fornitori

0

100

200

300

400

500

600

Siti produttivi non in Italia o uso < 80% materie prime italiane

Siti produttivi in Italia o uso 80% materie prime italiane

GroceryChimicaFreschiCarniPesceOrtofrutta

108

456

7292

60

329

359

2544

14

227

I fornitori di Prodotto a Marchio Coop

Sono 431 i fornitori delle oltre 2932 referenze del prodotto a marchio: si tratta di for-nitori selezionati sulla base di criteri oggettivi, assicurando un trattamento equo a tut-ti coloro che partecipano alle trattative e gestiti direttamente da Coop Italia secondo specifici capitolati nei quali esige dai propri fornitori il pieno rispetto delle normative sul lavoro, sui diritti umani, sulla salvaguardia dell’ambiente, sanciti dagli organismi internazionali riconosciuti. Il rapporto con questi fornitori è contraddistinto da una re-lazione continua, dallo scambio di competenze ed esperienze, per garantire il rispetto dei valori Coop nel prodotto. Complessivamente nei tre settori Freschi Industriali, Generi Vari e Non alimentare che

3. La performance sociale

producono oltre 2000 referenze, sono coinvolti 261 fornitori (19 in più rispetto allo scorso anno). Il fatturato complessivo alla vendita dei tre settori sopra citati è di 1.251 milioni di euro, con un incremento del 11,7% rispetto all’anno precedente. Nel corso dell’anno si è lavorato per rafforzare i tre indirizzi di Coop sulla gestione dei fornitori:

• favorire l’italianità;• favorire la filiera corta tramite acquisti “a chilometro zero” per la valorizzazione dei ter-

ritori;• realizzare progettualità di lungo periodo in collaborazione con paesi extra europei, in-

vece di acquistare soltanto le merci (c.d. “acquisti tattici”).

3.5.1 Il rapporto con il settore agroalimentare

In Italia la competitività del sistema agroalimentare risulta strettamente collegato con la capacità di costruire percorsi che mettono in rilievo la materia prima nazionale in un’ottica di filiera e posizionamento di prezzo adeguato.Nello specifico questo ragionamento, se declinato sulle filiere dei “freschi” e dei “tra-sformati”, implica la necessità di “lavorare insieme” per gli operatori economici, con l’obiettivo di offrire prodotti riconosciuti ed apprezzati sia dal consumatore italiano che da quello estero, incrementando la fidelizzazione.Coop, partendo dal ruolo sino ad oggi svolto nella commercializzazione dei prodotti agroalimentari nazionali di qualità, è impegnata con il mondo agricolo per cogliere tali opportunità, dando le migliori risposte alle istanze dei consumatori ed offrendo, al con-tempo, opportunità all’agricoltura italiana per innalzare la sua competitività.

I fornitori di Prodotto a Marchio Coop

Il Prodotto a Marchio Coop, che per numero di fornitori coinvolti e fatturato si sviluppa anno dopo anno, è il frutto di un complesso lavoro di filiera. Nel 2008 le referenze agro-alimentari sul mercato sono state 926, con il coinvolgimento di 177 fornitori (7 in più rispetto all’anno precedente) Il rapporto con il comparto carniIl prodotto a marchio nelle carni è il frutto di molti anni di lavoro nei quali, attraverso un rapporto serio e costruttivo con i fornitori, ci si è impegnati per la realizzazione di un prodotto che sia garanzia di qualità e di sicurezza. Nel 2007 il settore ha fatturato 722,7 milioni di euro, in linea con l’anno precedente. Il bovino a marchio Coop è allevato in Italia e rappresenta il 100% del bovino venduto in Coop, mentre l’avicolo a marchio Coop, anch’esso italiano, rappresenta il 44% del mercato. Il rapporto con pesca e agricolturaL’esperienza maturata nelle carni è stata replicata, con i dovuti adattamenti, nel com-parto dell’acquacoltura. Infatti da alcuni anni Coop ha deciso di commercializzare con il proprio marchio anche una linea di pesce allevato. Il pesce a marchio Coop risulta es-sere molto apprezzato raggiungendo un fatturato di vendita di circa 26,6 milioni di euro nel 2008, confermando il dato dell’anno precedente. Tutta l’Ortofrutta a marchio Coop ha realizzato nell’arco del 2008 un fatturato di vendita di 429 milioni di euro (+ 24% rispetto al 2007) che, incrociati con il fatturato totale di Coop nel settore Ortofrutta, por-tano a una quota di mercato del 37,3% circa, in crescita del 1,2% rispetto allo scorso anno. In linea con i buoni risultati del Prodotto a Marchio sull’ortofrutta, anche la linea da “Agricoltura Biologica” ha incrementato le proprie vendite, raggiungendo la quota di 24,2 milioni di euro (con un incremento di 3 milioni rispetto al 2007). I buoni risultati economici di questa linea del Prodotto a Marchio sono raggiunti grazie alla collabora-zione con 14 fornitori e con 1.660 aziende agricole sparse sul territorio nazionale.La filiera cortaÈ dal 2005 che Coop, in controtendenza rispetto a molti attori del mercato ortofrutti-colo nazionale, porta avanti il proprio impegno per la “filiera corta”, con l’obiettivo di ridurre il percorso che porta il prodotto dal produttore alla tavola dei consumatori.

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Coop ha infatti deciso di assumersi tutti i rischi sulla la vendita dei prodotti, lasciando al fornitore la possibilità di organizzare al meglio il proprio lavoro per rispondere al-le singole esigenze produttive, sulla base di accordi chiari, percorsi formativi ad hoc e richieste stabili nel tempo. Per perfezionare la definizione di mezzi e procedure di gestione di tali prodotti, Coop ha anche rinnovato la collaborazione con la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Bologna.Così, negli anni, l’iniziativa ha assunto dimensioni considerevoli, in termini di volumi e referenze: dopo peperoni, pomodori e melanzane, tra il 2006 e il 2007 sono state in-trodotte le pesche e le clementine. Nell’ultimo caso, sono state create le condizioni per includere il frutto fra i Prodotti a Marchio e nel 2008 si è giunti all’acquisto, da parte di Coop Italia, di 97.192 quintali di clementine di Calabria – oltre 3.000 in più rispetto all’anno precedente - direttamente dai fornitori della Piana di Sibari, con i quali è stato pattuito il cosiddetto “acquisto in pianta”. Il rapporto forte con la produzione italiana e con le specialità locali ha portato Coop a rafforzare l’impegno anche nel progetto “Appena colta”, nato per garantire l’accesso al punto vendita anche ai produttori diretti. In questo modo è possibile non solo rico-noscere un plus di prezzo e ai produttori, ma anche soddisfare un consumatore più esi-gente sulle caratteristiche organolettiche, disponibile quindi a spendere un po’ di più per un prodotto selezionato in termini di varietà e qualità.I primi frutti interessati nel progetto sono le pesche gialle e le pesche nettarine, confe-zionate direttamente in campagna e portate nei punti vendita entro 24 ore dalla raccol-ta. Dopo il primo test di mercato condotto negli Ipermercati del ravennate e dell’imo-lese, con la diffusione nel canale supermercati i risultati possono oggi dirsi più che soddisfacenti: 327 i quintali di pesche vendute nei 53 punti vendita interessati.

3.5.2 La tutela dei valori cooperativi lungo tutta la filiera di produzione: la certificazione SA 8000

Anche nel 2008 è proseguita l’attività del Sistema Coop per mantenere il controllo sulla filiera di fornitura così come previsto dalla certificazione SA8000. Rispetto al 2007 so-no cresciuti i controlli effettuati, concentrando particolarmente l’attenzione sulle aree più critiche, ovvero quelle al di fuori dell’Unione Europea (in particolare asiatiche).

Tabella 3.19 Audit effettuati negli ultimi 3 anniArea geografica 2006 2007 2008Italia 87 72 75UE 4 4 6Extra-UE 31 20 42Totale 122 96 123

La realizzazione di queste verifiche risponde al preciso obiettivo di controllare perio-dicamente il comportamento delle imprese fornitrici sulla base dei parametri previsti dalla norma internazionale SA8000. Nel corso del 2008 i risultati sono stati peggiori degli scorsi anni, dimostrando come su alcuni ambiti (in particolare quello della sicu-rezza) ancora molto resti da fare sia a livello italiano che internazionale.

Figura 3.20 Esiti delle verifiche

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10

20

30

40

50

60

200820072006

OttimoBuonoSufficenteDa migliorare

43 43

52

26 26

52

16 16 14 10 103

3. La performance sociale

Risulta inoltre opportuno rilevare come si assista ad un incremento dei giudizi non po-sitivi, durante queste verifiche, sugli ambiti collegati alla “retribuzione” ed all’“orario di lavoro”, in conseguenza di una crisi economica che ha toccato i diversi mercati glo-bali, con conseguente contrazione dei costi vivi e sostanzialmente comprimibili. Per-mane elevato quindi il livello di attenzione su questi aspetti per essere certi che le re-tribuzioni siano in linea non solo con i salari minimi definiti dalle normative locali, ma anche e soprattutto con i bisogni reali di base delle diverse categorie di lavoratori.

I piani di miglioramento

Per ogni verifica ispettiva effettuata, secondo i requisiti dello standard SA 8000, ven-gono richieste attività di miglioramento relative alle non conformità rilevate e per i casi critici viene predisposto un nuovo piano di verifica a breve per monitorare da vicino le attività previste per il miglioramento delle condizioni.Nel corso del 2008 sono stati effettuati 18 audit relativi a casi critici emersi dalle verifi-che dell’anno precedente e, nella grande maggioranza dei casi, si è potuto assistere a miglioramenti consistenti delle condizioni di lavoro, mentre permane uno stato di mo-nitoraggio ulteriore per 4 filiere in Cina.Oltre alle normali attività collegate ai controlli della SA8000, Coop, a partire dal 2007, è fortemente impegnata su due temi molto rilevanti:

• la filiera non alimentare in Cina;• la filiera dell’ortofrutta.

La filiera non alimentare in Cina

Permane molto alta anche per il 2008 l’attenzione di Coop verso l’eticità dei produttori delle filiere extra-alimentari cinesi, soprattutto in relazione al recente previsione di svi-luppo degli acquisti di utensileria manuale ed elettrica a marchio Coop: tale fornitura deriva direttamente dalle filiere Far East, in particolare dalle Cina. I controlli su queste filiere sono stati rafforzati per l’anno in questione anche in virtù dell’adesione al BSCI System (Business Social Compliance Iniziative) che ha consentito di completare le ve-rifiche di tutti i fornitori e subfornitori coinvolti nel progetto.Sono dunque richieste ai fornitori diretti Coop, attività di relazione sempre più intense con i propri fornitori cinesi, allo scopo di rendere più cogente il processo delle respon-sabilità in relazione agli accordi sottoscritti.

Le filiere dell’Ortofrutta

Prendendo spunto da una serie di presìdi sanitari effettuati fra il 2004 ed il 2007 dall’or-ganizzazione internazionale no profit Medici senza Frontiere, Coop Italia ha realizzato una serie di approfondimenti su alcune filiere produttive a partire dai territori di raccol-ta del pomodoro da trasformazione.Constatate le criticità potenziali anche per le proprie produzioni, Coop Italia ha realiz-zato su questa specifica filiera (la più critica di tutto il comparto ortofrutta), un progetto di sensibilizzazione e controllo con l’obiettivo di individuare preventivamente le mag-giori criticità, se e quando presenti, e di sanarle tempestivamente. Coop, dal 2005 ad oggi, ha realizzato diverse attività per coinvolgere e sensibilizzare tutte le figure coinvolte nella filiera (i produttori della trasformazione, le associazioni dei coltivatori, le aziende agricole); sono state stilate accurate analisi dei rischi, com-prendenti le diverse aree di attività, le tipologie di prodotto, il livello di rischio legato all’utilizzo di mano d’opera non regolarizzata. Con riferimento alla filiera pugliese, fra il 2007 ed il 2008 sono state effettuate 30 audit SA 8000, molte delle quali non annunciate; le aree di miglioramento rispetto alle pre-cedenti campagne sono evidenti, anche perché la raccolta meccanica sta riducendo l’impiego di manodopera; si è inoltre verificata una riduzione dell’utilizzo di lavoratori

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centro e nord africani a favore di migranti est europei (l’entrata ufficiale nella comunità europea di Romania e Bulgaria ha indiscutibilmente favorito questa conversione).Alla fine della stagione produttiva (settembre 2008), il progetto è stato trasformato in attività standard. È quindi iniziato un nuovo progetto, modulare rispetto al precedente, riguardante le principali filiere del settore ortofrutta con problematiche potenziali.Sulle filiere dell’ortofrutta, Coop Italia ha avviato un progetto caratterizzato da due in-terventi di sensibilizzazione realizzati a Bari il 18 Settembre ed a Catania l’8 di ottobre, in cui si è comunicato ai principali fornitori di prodotti da tavola la necessità di effet-tuare ulteriori approfondimenti legati al rispetto dei diritti del lavoro nelle filiere già interessate dai presidi SA 8000.A Dicembre si è poi passati ad una attività di verifica preventiva su alcune aziende agri-cole a campione riguardanti la produzione di clementine e di uva da tavola. Le attività di miglioramento saranno attivate, insieme a quelle relative ad altre filiere che saranno interessate dal progetto, nei primi mesi del 2009.

TERRA EQUACon il marchio Terra Equa si fa riferimento al progetto di supporto alla realizzazione ed alla vendita dei fagiolini del Burkina Faso nei punti vendita Coop. Si tratta di un progetto nato nel 1997, che dopo dieci anni di esperienza di solidarietà internazionale, ha iniziato la commercializzazione sfruttando la controstagionalità rispetto all’equivalente fagiolino europeo. Ne è nato un progetto di filiera in cui Coop presidia l’intero processo, dalla produzione alla vendita.Da questa volontà è nato un accordo poliennale che vede coinvolti vari soggetti istituzionali ed ONG che hanno il presidio del territorio.Nello specifico i Partner del Progetto sono:• Coop Italia;• Regione Toscana “Assessorato Agricoltura ed Attività Internazionali”;• Associazione Nazionale delle Cooperative di Consumo (ANCC);• Unicoop Firenze;• Unicoop Tirreno;• Movimento Shalom;• Action pour le dévéloppement Agro-Pastoral en Afrique (Ouagadougou-BURKINA FASO).

L’intervento di Coop ha permesso la pianificazione delle quantità di prodotto, la razionalizzazione della filiera logistica, coinvolgendo spedizionieri italiani operanti nel polo logistico toscano, in modo da ricevere il prodotto fresco nell’arco di 36 ore direttamente sui banchi di vendita. L’inserimento a punto vendita a livello nazionale di questi prodotti, inizialmente disponibili solo in Toscana, ha triplicato i quantitativi necessari, per questo alla cooperativa Scoobam di Koungussi (che per prima aveva lavorato a questo progetto), si è unita anche la cooperativa “Progetto 601” di Sourou per un totale di 430 famiglie e 2150 lavoratori, che lavorano 84 ettari. Attraverso il reddito prodotto, i lavoratori delle due Cooperative potranno accedere ai beni e ai servizi primari: alimentazione, sanità ed istruzione. Nel corso del 2008 Coop ha acquisito 389.460 kg di merce, con un incremento del 73% rispetto all’acquisito dell’anno precedente, per un valore complessivo di 1.012.596 euro, che corrisponde ad un aumento del 60% rispetto all’anno precedente.

Figura 3.21 Quantità di merce Terra Equa venduta

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50000

100000

150000

200000

250000

300000

350000

400000

2008/2009*2007/2008*2006/2007*

192.073

+17%224.917

+73%389.460

*Il raccolto e le spedizioni vengono fatti da dicembre a marzo.

3. La performance sociale

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È sostenibile ciò che si consuma con equilibrio e misura

È responsabile ciò che si restituisce rinnovato e migliorato

Non solo buoni propositi, ma progetti e impegni

Perché basi solide, coerenza e trasparenza preparano un buon futuro

4. L

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le

La politica

I 10 principi seguenti sono la politica ambientale alla quale si ispira l’azione di tutto il Sistema Coop, e si concretizzano ogni giorno in nuove soluzioni che nascono da uno stretto rapporto con il mondo scientifico e che rispondono alle urgenti e sempre diver-se esigenze che la tutela ambientale pone quotidianamente

1 Rendere lo sviluppo davvero sostenibile, anche per le generazioni future2 Rispettare l’ambiente, sempre3 Rendere le merci e servizi più ecologici.4 Ridurre i rifiuti e riciclare i materiali.5 Seguire tutto il ciclo di produzione.6 Ridurre il trasporto delle merci.7 Formare i lavoratori. 8 Informare i soci e i consumatori.9 Fare ricerca per ridurre gli sprechi.10 Sostenere le leggi a difesa dell’ambiente.

Per Coop la salvaguardia dell’ambiente è una priorità, a partire dai prodotti a marchio, attenti al risparmio delle risorse e alla prevenzione dell’inquinamento in tutto il loro ciclo di vita, fino alla gestione dei punti vendita progettati con soluzioni sempre più in-novative, tese a minimizzare gli impatti ambientali dovuti al loro funzionamento. Coop è da sempre impegnata, inoltre, nella comunicazione e informazione dei lavoratori, dei soci e consumatori, nonché in campagne di educazione al consumo, per la diffusione di comportamenti ambientalmente responsabili e la promozione di un approccio più sostenibile nelle scelte quotidiane.

Di seguito si riporta la descrizione delle attività e dei risultati raggiunti, in riferimento a quattro ambiti di intervento considerati prioritari da Coop per la tutela dell’ambiente: prodotti, punti vendita, trasporti, informazione e sensibilizzazione.Così come anche per la parte relativa alle performance sociali, anche in queste pagine la descrizione è supportata dall’utilizzo di “indicatori chiave” elaborati sugli aspetti più salienti, con l’obiettivo di verificare l’efficacia nel tempo della Politica ambientale di Coop.

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4.1 I prodotti

4.1.1 I prodotti a marchio Coop per la tutela dell’ambiente

Coop promuove da anni il consumo responsabile e intelligente ed è impegnata nella diffusione di prodotti “amici” dell’ambiente, che comportino, cioè, la riduzione dell’im-patto lungo il ciclo di vita del prodotto. Particolare attenzione viene data alla riduzione degli imballi, alla diffusione di sistemi di coltivazione biologici, all’adozione di schemi di certificazione per ottenere prodotti meno impattanti (Ecolabel, ma anche Aise, FSC, Friend of the sea e Dolphin safe). I 2.932 prodotti di Coop, rispettosi dell’ambiente, sono distribuiti in 8 linee, delle quali Eco-logici e Bio-logici hanno una particolare va-lenza ambientale.

Tabella 4.1 Linee Bio-logici ed Eco-logici Coop: numero referenze nel 2008G. V. Freschi

ind.liExtra Totale

ind.liCarni Orto frutta Pesce Totale

freschissimiBio-Logici 45 15 55 115 8 188 0 196Eco-Logici 17 0 8 25 0 0 0 0Fonte: Coop Italia

La linea Eco-logici Coop

Sono 25 le referenze contenute all’interno di questa linea, con una quota di mercato sul totale pari all’1%. Si tratta per la maggior parte di prodotti certificati Ecolabel, il marchio ecologico della Comunità Europea, ma anche di prodotti innovativi come la linea di stoviglie monouso in PLA (acido poli-lattico, derivato dal mais) biodegradabili al 100%.

Ecolabel è un marchio europeo concesso ai prodotti che rispettano severi requisiti eco-logici previsti da apposite direttive comunitarie lungo tutto il loro ciclo di vita, dalla produzione allo smaltimento.Per ogni stadio del ciclo di vita sono presi in esame aspetti come:

• importanza delle scorie;• inquinamento e degrado del terreno;• contaminazione idrica e atmosferica;• inquinamento sonoro ed elettromagnetico;• consumi energetici;• effetti generali sull’ecosistema.

La linea Eco-logici Coop è costituita da prodotti di carta 100% riciclata certificati Eco-label:

• Carta da ufficio 500 fogli• Carta igienica da 4 e da 8 rotoli• Tutto casa • Fazzoletti • Tovaglioli doppio velo.

Per realizzare questi prodotti viene utilizzata solo carta ottenuta al 100% da fibre di cellulosa recuperata da carta da macero selezionata.

4. La performance ambientale

Tabella 4.2 Fatturato relativo a carta ufficio e di tessuto carta linea Eco-logici (euro)2006 2007 2008

Carta Ufficio 392.389 282.784 170.056Tessuto carta 10.835.253,7 10.461.492 11.681.026Fonte: Coop Italia

INDICATORE AMBIENTALE ChIAVE

CARTA DA UFFICIO E TESSUTO CARTA ECO-LABEL: RIDUzIONE DI COD, OSSIDI DI zOLFO, OSSIDI DI AzOTO IN SCARIChI ED EMISSIONI, DI CONSUMI ENERGETICI E DI EMISSIONI DI CO2 NEL PROCESSO PRODUTTIVO RISPETTO AL PRODOTTO NON ECO-LABELL’indicatore misura la riduzione degli impatti ambientali per la produzione di carta da ufficio e tessuto carta Coop con Eco-label rispetto alla produzione di prodotti analoghi non eco-label in Italia. Il monitoraggio di questo indicatore consente di determinare la riduzione di impatto del prodotto in termini COD, SO2, NOx, CO2, energia. Il COD (Chemical Oxygen Demand) è la richiesta chimica di ossigeno e rappresenta la quantità di ossigeno necessaria per la completa ossidazione dei composti organici ed inorganici presenti in un campione d’acqua.

Per l’anno 2008, l’indicatore è stato calcolato solo per quanto riguarda la Carta da ufficio Coop con Eco-label, poiché non è stato possibile recuperare i dati medi relativi alla produzione del tessuto carta tradizionale.

Figura 4.1 Riduzione % degli impatti ambientali nella produzione di carta ufficio

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20

40

60

80

100

CODNoxSoxCO2Energia

48,5%

11,7%

100,0%

79,0%

97,9%

Sono stati stimati i risparmi ottenuti per la produzione di tessuto Carta Ecolabel a partire dal totale venduto nel 2008 (pari a circa 8.670 ton):

Impatto Tessuto Carta eco-logici CoopEnergia (GJ) 2.361tonn CO2 25.539Kg Sox 11,77Kg Nox 24,6g COD 1.099,27

Eco-logici Coop rispetto alla carta ufficio tradizionalePartendo dalle stime degli impatti generati nella produzione di una tonnellata di carta ufficio Eco-logici Coop e di una tonnellata di carta ufficio tradizionale, è possibile calcolare i risparmi ottenuti considerando il totale della carta ufficio Eco-logici Coop venduta nel 2008 (pari a circa 41 ton):

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Tabella 4.3 Impatti ambientale nella produzione di carta ufficio Eco-logici Coop e carta tradizionale sul totale vendite 2008Impatto Carta ufficio eco-logici

CoopCarta ufficio tradizionale Risparmio complessivo

Energia (kWh) 36.080 70.315 34.235Ton CO2 28,08 31,8 3,73Kg Sox 1,23 475,6 474,3Kg Nox 20,5 97,5 77g COD 12,3 580,9 568,6Fonte: Dati Coop Italia su fattori di conversione Ecolabel

La produzione di Carta ufficio Eco-logici Coop comporta la riduzione quasi totale di emissioni in acqua e/o in aria di ossidi di zolfo, ossidi di azoto e COD, oltre ad una riduzione di quasi la metà dei consumi energetici.

La linea contiene anche prodotti per la pulizia domestica, privi di fosfati e certificati Ecolabel:

• Detergente per lavastoviglie (pastiglie)• Pavimenti & piastrelle (2 profumazioni)• Detersivo per piatti a mano• Detersivo in polvere per lavatrice

Caratteristica peculiare dei prodotti per la pulizia domestica Eco-label è la presenza di sostanze con ridottissima tossicità per gli organismi acquatici. Rispetto agli stessi pro-dotti convenzionali, come rappresentato a titolo esemplificativo in figura 2, si può evi-denziare la riduzione % di tossicità di un detersivo lavatrice in polvere, un detergente per pavimenti, un detersivo per i piatti Eco-label.

Figura 4.2 Riduzione della tossicità dei prodotti Eco-label rispetto ai prodotti convenzionali (%)

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20

40

60

80

100

Detersivo per piattiDetergente pavimenti (multiuso)Detersivo lavatrice in polvere

55,2%

98,8%

55,2%

L’adozione del detergente pavimenti Eco-label comporta una riduzione della tossicità di quasi il 100%.Nel 2005 è stata lanciata la linea Piatti e bicchieri monouso, in PLA Natureworks®, 100% biodegradabili che comprende:

• Piatti piani• Piatti fondi• Bicchieri

che vengono imballati con film di PLA.Il PLA (Acido Polilattico) appartiene alla famiglia di polimeri plastici, che possono deri-vare da fonti naturali rinnovabili o da fonte fossile, paragonabili per prestazioni a quelli consueti, ma da questi ultimi differenti per la caratteristica di bio-degradabilità che li rende gestibili nello smaltimento in un flusso di compostaggio.

Rispetto ai prodotti tradizionali realizzati in polistirene, si calcola un risparmio di ener-gia da fonti fossili del 59,16% per i piatti e del 59,16% per i bicchieri, oltre alla cor-rispondente riduzione delle emissioni di CO2 eq. (77,76% per i piatti e 77,76% per i bicchieri).

4. La performance ambientale

Tabella 4.4 Energia fossile ed emissioni CO2eq risparmiate dalla produzione dei prodotti in PLA venduti nel 2007 rispetto ad analoghi prodotti in Polistirene

Piatti piani e fondi Eco-logici Coop Bicchieri Eco-logici CoopTotale pezzi venduti anno 2008 (n) 2.942.685 7.821.025Energia fossile risparmiata (MJ) 2.400.000 1.674.000Emissioni di CO2 evitate (ton) 124,00 86,00* Riferito alle referenze Natureworks®

Complessivamente, si stima che l’energia fossile risparmiata sul totale dei prodotti venduti consentirebbe di fornire energia elettrica per un anno a 170 persone, mentre le emissioni di CO2eq. risparmiate sono paragonabili a quelle scaricate da 48 automobili con percorrenza annua di 30.000 km.

La carta, il legno e i prodotti di cellulosa di Coop certificati FSC (Forest Stewardship Council)

Nel 2001 Coop ha deciso di rispondere all’appello di Greenpeace per la salvaguardia della Great Bear Rainforest in Canada e, più in generale, delle foreste primarie ad alto valore di conservazione.Per i propri prodotti a base di cellulosa nella linea Tutela (fazzoletti, tovaglioli mono e doppio velo, tuttocasa e carta igienica, risma carta ufficio), Coop, a tutt’oggi, è l’unica catena in Italia ad aver ottenuto la certificazione secondo lo standard FSC (Forest Ste-wardship Council). La certificazione attesta che per i prodotti Coop interessati sono stati definiti e risultano applicati i criteri elaborati dal (FSC) per la gestione forestale sostenibile:

• devono essere riconosciuti e tutelati i diritti dei nativi;• la gestione forestale deve migliorare il benessere dei lavoratori e delle comunità locali;• si devono produrre efficienza economica e benefici ambientali e sociali;• si devono conservare la bio-diversità, tutelare le risorse idriche ed i suoli, gli ecosistemi

fragili, il paesaggio;• si devono conservare le foreste e gli ambienti di maggior pregio e non sostituirli con

piantagioni o altre forme d’uso.Un altro aspetto importante della certificazione FSC è la “Catena di Custodia” (Chain of Custody) per cui devono essere certificati tutti i passaggi dalla foresta al prodotto finito in modo da rendere sempre rintracciabile la fonte del legname certificato.La percentuale di materia prima certificata FSC è progressivamente aumentata fino all’attuale 50% (partendo dal 30% nel 2005, ritenuto il livello minimo per ottenere questa certificazione). Per la parte di cellulosa restante è necessario comunque garan-tire l’assenza di OGM e la non provenienza da foreste ad alto valore di conservazione.

Tabella 4.5 Referenze e vendite prodotti FSC2006 2007 2008

Numero referenze 14 12 14Vendite (euro) 25.000.0000 34.380.000 41.889.920Fonte: Coop Italia

Coop e l’olio di palma

Diversi rischi per l’ambiente sono provocati dalla tipologia di coltivazione dell’olio di palma: ogni anno vengono rilasciati nell’atmosfera 1.8 miliardi di tonnellate di gas serra a causa della degradazione e degli incendi delle foreste torbiere indonesiane, distrutte per fare spazio alle palme da olio. Questa quantità, da sola, determinerebbe quasi il 4% delle emissioni globali e annuali di gas serra. Oltre che per la realizzazione delle merendine confezionate ed altri prodotti alimentari, l’olio di palma è utilizzato anche per altri usi (energetici, cosmetici, ecc.), per cui si sta assistendo a una crescita esponenziale del suo consumo.

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Nel 2008 Coop ha avviato un primo moni-toraggio della situazione in essere sugli approvvigionamenti di olio di palma presso i fornitori di Prodotto Coop che utilizzano l’olio di palma come ingre-diente, con le seguenti ri-chieste:

1. i sub-fornitori di olio di palma

2. la provenienza 3. l’eventuale politica di

sostenibilità sulla produ-zioneed, in ultimo, ha avviato una prima sensibilizza-zione verso i sub-forni-tori, al fine di individuare fonti di approvvigiona-mento ambientalmente so-stenibili.Inoltre, a partire dal febbraio 2009, Coop ha deciso di aderi-re volontariamente alla moratoria riguardante l’ulteriore espansione delle coltivazioni di palme da olio, ri-chiedendo ai fornitori di approvvigionarsi, per le quantità necessarie alla produzione dei prodotti Coop, da fonti in grado di dare ga-ranzie serie e credibili sull’origine della materia prima (tracciabilità, sicurezza e certificazione delle provenienze) e soprattutto di acquistare solamente da chi è in grado di assicurare che le coltivazioni siano am-bientalmente sostenibili. Su questo aspetto sarà avviato anche un piano di verifiche per accertare il rispetto degli impegni presi.

Ad oggi, la maggior parte dei fornitori Coop coinvolti rispettano i requisi-ti, a fronte di alcune posizioni ancora in corso di adeguamento.

Approvvigionamenti sostenibili: la sospensione dell’uso dei fitofarmaci

Relativamente alle fonti di approvvigionamento so-stenibili, Coop ha dedicato attenzione anche al tema dei fitofarmaci “neonicotinodi” (uti-lizzati come concianti dei semi di mais) sospettati di essere coinvolti nella moria delle api. A settembre 2008, in attesa di valuta-zioni definitive delle autorità deputate alla valutazione del rischio, Coop, appli-cando il principio di precauzione, ha ri-chiesto ai fornitori di prodotti a marchio di sospendere l’utilizzo di tali sostanze. Il divieto entra a far parte del disciplina-

4. La performance ambientale

re di produzione dei prodotti a marchio Coop che regolamenta il corretto utilizzo dei fitofarmaci garantendo minori impatti in campo e residui inferiori del 70% rispetto ai limiti consentiti dalla legge. In totale saranno coinvolti oltre 75.000 ettari di territorio nazionale

La linea Bio-logici Coop e le produzioni integrate c

L’impegno di Coop nella tutela dell’ambiente si concretizza anche nella linea bio-logici: i prodotti provengono da coltivazioni che utilizzano le metodologie dell’agricoltura bio-logica nel rispetto della normativa europea. I prodotti a marchio Coop da agricoltura biologica, oltre ad essere soggetti ai controlli di legge e dell’ente certificatore (C.C.P.B., Consorzio per il Controllo dei Prodotti Bio-logici), sono stati inseriti all’interno del piano di controllo di tutti i prodotti a marchio Coop, per cui hanno effettivamente un doppio regime di controllo. La certificazione biologica garantisce che questi prodotti siano:

• ottenuti da coltivazioni senza uso di pesticidi, né prodotti chimici di sintesi ma che uti-lizzino la lotta biologica contro insetti e parassiti

• prodotti attraverso la rotazione delle colture, che permette di non sfruttare il terreno e di mantenere la biodiversità

• sottoposti a certificazioni, controlli e garanzie.

I prodotti biologici a Marchio Coop offrono ai consumatori le stesse garanzie dei cor-rispondenti prodotti convenzionali; su questi prodotti sono effettuate verifiche di tipo chimico, fisico, microbiologico, organolettico e nutrizionale. I test effettuati dai consu-matori ne confermano inoltre le buone caratteristiche sensoriali.

Le referenze sono complessivamente 311 (oltre a 23 nella Linea Crescendo e 5 nella Linea Solidal) e corrispondono al 4% delle vendite nei mercati di presenza.

La tutela della biodiversità c

Rispetto al tema delle applicazioni in campo agro-alimentare dell’ingegneria genetica, Coop ha assunto una posizione di prudenza, chiedendo ai propri fornitori (già dal gen-naio 1998), garanzie in merito al non utilizzo di materie prime derivanti da manipola-zioni genetiche. Sono stati stipulati accordi di filiera per seguire gli ingredienti di ogni prodotto lungo tutto il percorso, fino al confezionamento finale. Il sistema di garanzie viene certificato, poi, da un ente di certificazione esterno indipendente, per assicurare che:

• nella preparazione dei prodotti a marchio Coop alimentari non siano utilizzati mais, soia e loro derivati, provenienti da piante geneticamente modificate;

• nel prodotto finito non siano contenuti mais, soia e loro derivati geneticamente modificati.

La certificazione riguarda prodotti alimentari Coop, come le merendine, i cereali per la prima colazione, i biscotti, i succhi di frutta, il cioccolato, l’olio di semi di mais, le cara-melle, le paste fresche e surgelate, la carne e i salumi. I prodotti freschi e confezionati di largo consumo a marchio proprio non contengono ingredienti o additivi quali l’ami-do di mais, la lecitina di soia, lo sciroppo di glucosio contaminati con OGM.

I prodotti certificati sono ad oggi 333; il piano della qualità è formulato tenendo conto che, individuata la materia prima a rischio, la rintracciabilità deve essere dimostrata fino al punto in cui è rilevabile il DNA della specie oggetto di ricerca.

Nel corso del 2008 è stata predisposta la chiusura del progetto per la filiera del vitel-lone che riguarda l’alimentazione senza OGM fin dalla Francia; dai primi di marzo 2009 anche la carne di vitellone ha origine solo da capi di filiera “non-OGM” francese.

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Prosegue inoltre l’impegno sul fronte delle razze tipiche: il fornitore di razza marchi-giana si è dotato di un Disciplinare di etichettatura, approvato dal Ministero compe-tente che lo autorizza a dichiarare l’alimentazione non-OGM. È poi è stato dato nuovo slancio al controllo degli allevamenti di razza chianina.

Occorre inoltre ricordare che nel corso del 2008 è proseguita l’azione sugli OGM inizia-ta l’anno precedente con una grande consultazione popolare, che ha visto Coop parte-cipare insieme ad altre 31 organizzazioni, con il risultato che oltre 3 milioni di cittadini hanno votato “sì” per un agro-alimentare di qualità e senza ogm.Questo importante risultato è stato valorizzato presso le forze politiche e le istituzioni italiane ed europee, con l’obiettivo di avere normative rigorose che evitino le contami-nazioni sulle filiere NO-OGM e biologiche.

La salvaguardia della fauna marina

Continua il monitoraggio dell’intera filiera del tonno ed il rapporto di collaborazione con Earth Island Institute su questo importante capitolo dell’impegno di Coop per la tutela delle risorse ambientali.A seguito delle proteste degli ambientalisti in merito al sistema di pesca del tonno uti-lizzato nell’Oceano Pacifico Orientale che comportava un elevato tasso di mortalità di delfini, nacque il progetto Dolphin Safe.Quando l’Earth Island Institute, organizzazione non-profit con sede a San Francisco e filiali in tutto il mondo, portò all’attenzione di produttori e governanti questo problema Coop aderì da subito al progetto per la salvaguardia dei delfini.Il controllo della filiera messo a punto da Coop permette di verificare il cammino che il tonno percorre per arrivare dal mare alla scatoletta. A garanzia della correttezza di tut-to il sistema interviene l’associazione Earth Island Institute, mediante osservatori sulle barche e ispezioni negli stabilimenti produttivi.Coop è stata la prima catena distributiva italiana ad essere inserita nell’elenco ufficiale delle aziende Dolphin-Safe: dal 2001 le confezioni di tonno a Marchio Coop riportano il logo “dalla parte dei delfini”.

Inoltre, conformemente a quanto stabilito dal Codice per la pesca responsabile prodot-to dalla FAO (Food and Agricultural Organization of the United Nations), Coop estende il proprio impegno per una pesca ecologicamente e socialmente sostenibile, nel rispet-to degli ecosistemi marini, a tutti i prodotti ittici.Aderisce, infatti, al progetto “Friend of the sea” estensione del progetto Dolphin-Safe, e sempre supportato da Earth Island Institute. Anche in questo caso, Coop si conferma azienda all’avanguardia, essendo stata la prima azienda europea distributiva ad aver ottenuto la validazione da parte dell’Earth Island Institute: con tale certificazione si as-sicura che i pesci sono pescati esclusivamente secondo criteri di salvaguardia degli ecosistemi marini.

Ai fornitori interessati Coop ha chiesto di impegnarsi formalmente, sottoscrivendo una dichiarazione e dando evidenza adeguata del rispetto dei criteri suddetti, oltre a con-sentire le necessarie verifiche.

Nel 2008 sono state effettuate, tramite personale esterno ed indipendente, verifiche ispettive su impianti di acquacoltura dove si alleva pesce a marchio Coop in Italia ed all’estero, nonché su alcuni degli stabilimenti di trasformazione dei prodotti della pe-sca. A novembre in un incontro organizzato tra i rappresentanti di Earth Island Institu-te, Marine Stewardship Council (altra organizzazione che si occupa di pesca sosteni-bile), WWF, Greenpeace e Coop si è discusso sulle proprie esperienze e sulle modalità per alzare il livello di garanzie sulla sostenibilità ambientale dei prodotti messi in com-mercio.

4. La performance ambientale

In linea con questa attenzione e sensibilità, Coop ha deciso di intervenire anche rela-tivamente al tema del rischio estinzione del tonno rosso: a livello internazionale alcu-ne organizzazioni - fra cui WWF e Greenpeace - hanno lanciato l’allarme riguardo alla scomparsa negli ultimi dieci anni, nel Mediterraneo, di quattro esemplari di tonno ros-so su cinque (80% del totale). La specie è sull’orlo dell’estinzione, evento probabile nel giro di pochi anni se non verrà ridotta di almeno il 50%, da subito, la quantità di tonno rosso pescato.La Commissione internazionale per la conservazione del Tonno Atlantico (ICCAT) ha proposto una serie di misure per evitare il rischio della sua scomparsa. Le autorità competenti a livello europeo e degli Stati interessati hanno per il momento optato per riduzioni limitate (da 32.000 a 29.500 tonnellate/anno), anche in considerazione del notevole quantitativo di tonno rosso pescato abusivamente.

Coop, quindi, ha deciso di eliminare dalla vendita nei negozi Coop il tonno rosso a par-tire dal maggio 2007 e comunicare i motivi della scelta ai consumatori tramite cartelli nei punti vendita, riviste ai soci, informazioni sul sito, ecc.

Viene in ogni caso garantita la vendita del tonno a pinna gialla (Yellow fin), nonché di specie simili (Alalunga, Tombarello e Tonnetto), che, per il consumatore, sono assimi-lati al tonno.È stato calcolato che, con questa scelta, ogni anno sarà risparmiata la vita ad almeno 6.000 esemplari di tonno rosso. Un ulteriore ambito di attenzione è dato dal caso del “persico africano”. Le dramma-tiche condizioni socio-ambientali del lago Vittoria (in Africa Centro orientale), uno dei principali luoghi di produzione a livello mondiale, ha determinato la nascita di progetti finalizzati ad offrire prodotti con caratteristiche simili ma “realizzati” in Italia. Da tem-po sono disponibili nei banchi pescheria pesci a marchio Coop, che possono rappre-sentare un’alternativa al persico africano. Rimane tuttavia il problema del pesce persi-co proveniente dagli Stati che insistono sul Lago Vittoria, di ottima qualità e prezzo, ma critico per quanto riguarda la sopravvivenza delle specie autoctone. Insieme ai prin-cipali importatori Coop sta dando vita ad un progetto di medio termine per migliorare progressivamente le condizioni socio-ambientali delle produzioni di proprio riferimen-to. Il progetto inizia dalla Tanzania dove uno dei due fornitori Coop sta per ricevere la certificazione di Naturland, organizzazione tedesca che presidia tutte le fasi e gli attori della filiera.Nello stesso tempo il progetto si pone l’obiettivo di valutare l’evolversi del livello di be-nessere delle comunità locali coinvolte.

Risparmio, riutilizzo e riciclo negli imballaggi e utilizzo di materiali compatibili con l’ambiente

Le 3 RCoop ha orientato l’innovazione sul packaging verso soluzioni tali da ridurre l’impatto generato sull’ambiente quando l’imballo, una volta dismesso, diventa rifiuto.“Risparmio, Riciclo, Riutilizzo” (le “3R”) sono le parole chiave alla base degli interven-ti effettuati, tra cui, a titolo di esempio: l’eliminazione dell’involucro della maionese in tubo e del dentifricio; l’introduzione delle ricariche per l’ammorbidente, il sapone liquido, il detergente per i vetri e altre superfici; l’utilizzo della plastica riciclata per i contenitori di detersivi, candeggina, ammorbidente e cellulosa riciclata per le scatole delle uova biologiche e della biancheria per la casa.L’applicazione sul Prodotto Coop delle “3R” ha comportato benefici che, in relazione all’andamento delle vendite, sono monitorati.

Nella tabella 4.6 sono descritti, intervento per intervento, i risultati raggiunti nel 2008 e quelli complessivi nel periodo 2000-2008.

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INDICATORE AMBIENTALE ChIAVE

QUANTITà DI IMBALLAGGIO RIDOTTO, RICICLATO E RIUTILIzzATO NEL PRODOTTO COOP (TON)L’indicatore descrive l’impatto ambientale dell’imballaggio dei prodotti Coop in termini di:• quantità di materiali risparmiati per riduzione alla fonte ed eliminazione sovra imballi; • quantità di materiali risparmiati per utilizzo di ricariche invece dei flaconi tradizionali; • quantità di materiali vergini risparmiati per utilizzo di materiali riciclati.

Il presente indicatore permette di descrivere l’efficacia della politica di riduzione degli imballaggi dei prodotti Coop.

Tabella 4.6 Quantità di imballaggio ridotto, riciclato e riutilizzato nel prodotto Coop (ton). Anni 2000 – 2008“3R” Intervento sul packaging Prodotti Coop 2008

(tons)2000-2008

(tons)Risparmio Intervento alla fonte Caffè in multipack

Sacchi nettezza Petfood gatto monodoseSughi prontiSucchi Bio multipack

914 1.695

Sul prodotto Pellicola casaSpazzolino con test. ricamb

No overpackaging Maionese in tuboDentifricio

47 408

Riutilizzo Uso di ricariche Ammorbidenti concentratiDetergenza personaVetri e superfici

263 1.932

Riciclo Plastica riciclata in % da 50 a 100 in funzione della tecnologia di produzione del flacone e del tipo di polimero (PE, PET)

Detersivi liquidi per bucatoAmmorbidenti CandeggineDetersivi pulizia casaDetersivi pulizia bagnoDetersivi piatti

857 6.815

Cellulosa riciclata 100% Uova biologicheUova

685 1.442*

* Dato complessivo dall’uscita dei prodotti Fonte: Coop Italia

Con questo progetto dal 2000 al 2008 sono state risparmiate più di 12.292 tonnellate di materiali vari.

Materiali eco-compatibili negli imballaggi c

Coop, inoltre, ha rivolto la sua attenzione alle plastiche che, come è oramai saputo nell’opinione pubblica, sono persistenti nell’ambiente poiché impiegano centinaia di anni a decomporsi. Tra le diverse soluzioni offerte dal mercato, Coop si è orientata, come già detto, verso il PLA: le applicazioni complessive a livello di sistema Coop sono sostanzialmente positi-ve, con particolare riguardo agli utilizzi del settore gastronomia.Altri materiali innovativi utilizzati negli imballaggi dei prodotti a marchio sono le cellu-lose di riciclo, la Cartalatte e Cartafrutta (marchi registrati da Tetrapak), utilizzate nella produzione dell’imballo esterno di lenzuola e federe della Collezione Letto Coop.

Nel 2008 è stato revisionato l’imballaggio nelle linee “Sughi Pronti” e “Succo e Polpa Biologica” multipack; in entrambi i casi, dal contenitore in vetro (vasetto con coper-chio, bottiglietta rispettivamente) si passa ad un brick in poliaccoppiato, materiale a prevalenza cellulosica (65-70% in peso) composto da strati sovrapposti di carta, pla-stica ed alluminio, che garantisce un alleggerimento del peso della singola confezione per oltre il 90%.

4. La performance ambientale

Nel caso dei “Sughi Pronti” poi la componente carta del poliaccoppiato proviene da foreste certificate FSC.

Nel 2008 in fase di test è stata introdotta in alcune cooperative la vendita sfusa di pro-dotti della detergenza chimica Coop. Il dispenser di detersivi alla spina per il prodotto a marchio prevede l’offerta di 4 prodotti eco-logici e 5 tradizionali: un’analisi approfondi-ta dell’impatto ambientale di questa modalità di vendita rispetto ai prodotti confeziona-ti evidenzia come l’adozione del detersivo sfuso del prodotto Coop diventa vantaggioso da un punto di vista ambientale quando il contenitore viene impiegato dal consumatore almeno 8 volte. Tra il 2008 e i primi mesi del 2009 è stata avviata la sperimentazione in 32 nuovi punti di vendita.

Le informazioni contenute nelle nuove etichette dei prodotti Coop, introduzione fatta nel 2007 e proseguita nel 2008, consentono un corretto smaltimento degli imballi con-tribuendo così ad aumentare la quota della raccolta differenziata e conseguentemente a diminuire i rifiuti. Significa mettere il consumatore finale nelle condizioni ottimali per diventare il vero protagonista della raccolta differenziata. A fine 2008 sono complessivamente circa 300 le referenze aggiornate.

LA SOSTITUzIONE DEGLI ShOPPER TRADIzIONALINel 2008, presso 8 cooperative, gli shopper tradizionali sono stati sostituiti con shopper one – way in materiale degradabile. Sono in corso una valutazione e test di diversi polimeri biodegradabili come sostituzione all’attuale shopper degradabile.

Inoltre, Coop prevede di eliminare i tradizionali shopper usa e getta e propone varie alternative sostenibili: busta di treccia di polipropilene, busta in cotone 100% (allo studio la certificazione equo solidale e bio), busta di juta (Juta prodotta in Africa riciclata da sacchi di caffè utilizzati da Co.Ind per il trasporto dal Brasile, Honduras e Vietnam del caffè Coop), borsa carrello (Nylon, bispalmato in gomma). Tali interventi rientrano in un progetto pilota sviluppato in partnership con Legambiente, che ha collaborato alla stesura dei materiali informativi.

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4.1.2 I prodotti distribuiti da Coop per il risparmio energetico c

L’impegno per la riduzione dei consumi energetici di Coop (e delle emissioni di CO2-

eq.1 associate all’uso finale di prodotti) passa anche attraverso la distribuzione nei pro-pri punti vendita di una vasta gamma di elettrodomestici e apparecchiature ad elevata prestazione energetica oltre alla promozione e sensibilizzazione dei consumatori per l’acquisto di tali prodotti (tra cui, a proprio marchio, le lampadine a risparmio energeti-co e una linea di elettrodomestici).A Luglio 2008, ed in anticipo di un anno rispetto alle indicazioni di legge, Coop ha deciso di eliminare le lampade ad incandescenza dai propri scaffali di vendita entro l’anno 2009. Una scelta di rispetto ambientale che, a regime, eviterà di immettere nell’atmosfera 120.000 tonnellate di CO2 all’anno, con un risparmio pari a circa l’80% dei consumi di energia elettrica. Tale decisione è stata accompagnata da una campagna di sensibilizzazione e di promo-zione iniziata a settembre 2008. Di seguito sono riportati, oltre ai dati di vendita dei principali articoli disponibili nel 2008, anche i vantaggi ambientali (in termini di consumo di energia e di emissioni di CO2eq) associati al loro utilizzo. Sono state considerate le apparecchiature per le quali è obbligatoria (in base alla nor-mativa europea) l’etichettatura energetica. In particolare, un prodotto è stato definito a basso consumo se appartenente alla “classe A, A+ o A++” di efficienza energetica.Sono attualmente distribuiti da Coop prodotti per le seguenti categorie:

• illuminazione• condizionamento• lavaggio• conservazione • cottura

INDICATORE AMBIENTALE ChIAVE

PRODOTTI NON A MARChIO COOP A BASSO CONSUMO VENDUTI (N) E RISPARMIO DI ENERGIA ELETTRICA (KWh) ED EMISSIONI DI CO2 EQUIVALENTI EVITATE (TON) PER UNITà DI PRODOTTO A BASSO CONSUMO E SUL TOTALE VENDUTO RISPETTO AL PRODOTTO TRADIzIONALE.L’indicatore descrive il risparmio energetico e le emissioni di CO2 eq. evitate connesse alla vendita di prodotti a basso consumo energetico distribuiti da Coop.Il monitoraggio di questo indicatore consente di valutare l’impegno di Coop nel proporre l’utilizzo di prodotti energeticamente efficienti e di osservare la risposta dei consumatori.

Tabella 4.7 Prodotti non a marchio Coop a basso consumo venduti (n)Categoria Prodotto Pezzi venduti (n) Totale venduto (%)Illuminazione lampadine in classe A 1.062.737 90Condizionamento condizionatori fissi e mobili in classe A 8.186 8Lavaggio Lavatrici e lavastoviglie in classe A e A+ 43.227 37Conservazione Frigo e congelatore in classe A e A+ 25.342 22Cottura Forni elettrici in classe A 2 0Fonte: Coop Italia

Rispetto al 2007 cresce esponenzialmente la quota di venduto sul totale di lampadine di classe A, passando dal 49% all’attuale 90%, rafforzando la scelta di Coop di investire su questo tema. Cresce inoltre anche l’incidenza degli elettrodomestici: se

1. Si consideri che le emissioni di “CO2eq” rappresentano le emissioni totali di gas serra, pesate sulla base del loro contributo all’effetto serra.

4. La performance ambientale

complessivamente nel 2007 quelli di classe A o superiori rappresentavano il 54%, nel 2008 raggiungono il 67% (con una crescita significativa nel lavaggio, +8%)

Un’idea dei benefici ambientali correlati all’acquisto di elettrodomestici ad alta efficienza rispetto a quelli tradizionali si può avere dalla tabella seguente, dove sono riportate l’energia risparmiata e le emissioni di CO2eq. evitate in un anno utilizzando i prodotti di classe A, A+ e A++ invece dei prodotti attualmente più diffusi in Italia.,

Tabella 4.8 Risparmio di energia elettrica (kWh) ed emissioni di CO2 equivalenti evitate (ton) per unità di prodotto a basso consumo.Categoria Prodotto Risparmio energetico per

unità di prodotto (kwh/anno)*

Emissioni di CO2eq. evitate per unità di

prodotto (kg/anno)**

Illuminazione Lampadine classe A 80*** 39Condiziona-mento Condizionatori fissi classe A 650 315

Condizionatori mobili classe A 242 117Lavaggio Lavatrici classe A 90 44

Lavatrici classe A+ 120 58Lavastoviglie classe A 90 44

Conservazione Frigo e congelatori classe A 257 125Frigo e congelatori classe A+ 330 53

Cottura Forni elettrici classe A 30 15* I valori ottenuti sono stime effettuate a partire dalle informazioni riportate:- nell’opuscolo realizzato da ENEA, L’etichetta energetica, 2004 - Collana “Sviluppo Sostenibile”. - al sito: www.enel.it/sportello_online/elettricita/sicurezzarisparmio/efficienza/elettrodomestici- nell’opuscolo 9 bis speciale Elettrodomestico Ecologico. Come usarlo, come comprarlo della serie “I quaderni del rospo” (2003) dell’Assessorato Ambiente della Provincia di Bologna** Il fattore di conversione energia elettrica in emissioni di CO2eq. è pari a 0,567 kg/kWh ed è tratto dal “Rapporto Energia e Ambiente 2005”, ENEA ed è suscettibile di aggiornamenti in base all’evoluzione tecnologica.*** Risparmio per ciascuna lampada da 100 W sostituita con una lampada ad alta efficienza da 20 W (pari luminosità) per un utilizzo di 1000 ore all’anno.

Se rapportiamo i risparmi energetici dei singoli prodotti al totale delle vendite del 2007, otteniamo la figura seguente:

Figura 4.3 Stima del risparmio energetico associato alla vendita di prodotti ad alta efficienza (kWh/anno). Anno 2008

0 20000000 40000000 60000000 80000000 100000000

Illuminazione

Condizionamento

Lavaggio

Refrigerazione

Cottura

85.018.960

3.123.412

4.165.890

7.976.398

60

Il settore a cui associare la maggior parte del risparmio energetico è l’illuminazione, proprio in ragione dell’elevato numero di lampadine a basso consumo vendute nel 2008, grazie alla maggiore consapevolezza dei cittadini ma anche all’efficace campagna promozionale Coop. Rilevanti anche i minori consumi relativi agli acquisti di frigoriferi, congelatori, lavatrici e lavastoviglie.Complessivamente, nel 2008 alla vendita dei prodotti ad alta efficienza possiamo collegare 100.284.720kWh di energia risparmiata (il 30% in più rispetto all’anno precedente), pari al fabbisogno energetico medio annuale di più di 36.700 famiglie italiane medie e una quota di emissioni di CO2eq evitate pari a 46.713.765 tonnellate (oltre il 25% del 2007).

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4.2 I punti vendita

4.2.1 I principali impatti ambientali del punto vendita e la loro riduzione

Sono tre i modi con cui Coop, nell’aprire e gestire i propri punti vendita, si impegna a ridurre i diversi impatti ambientali:

• progettazione “intelligente” delle strutture;• utilizzo di tecnologie che garantiscano un uso efficiente delle risorse; • monitoraggio continuo delle prestazioni ambientali e formazione continua dei lavoratori.

Come si evince dalla tabella seguente, le attività che permettono a un punto vendita di assolvere alle sue funzioni hanno diversi impatti ambientali.

Tabella 4.9 Principali aspetti ambientali per attività al punto venditaAttività Aspetti Ambientali

Consumo di energia elettrica

Consumo metano e altri combustibili fossili

Consumo di acqua

Emissioni in atmosfera

Produzione Rifiuti

Rumore

Produzione interna (forneria, cucina, etc.) e attività punto vendita

• • • • ••• •

Refrigerazione alimentare

• • • • • •

Condizionamento • • • • • Riscaldamento • • • • • • • • Illuminazione • • • • Trasporti (merci e persone)

• • • (indiretto)

• • • (indiretto)

• • • (indiretto)

• Basso impatto ambientale. • • Medio impatto ambientale. • • • Elevato impatto ambientale.

Energia

Consumi di energia

L’energia elettrica necessaria per garantire ogni anno a un ipermercato livelli adeguati di comfort ambientale (illuminazione, riscaldamento o raffreddamento) e per soddisfa-re le diverse esigenze produttive (refrigerazione degli alimenti deperibili, forni e repar-ti di lavorazione), equivale ai consumi annui di circa 1.700 famiglie. Da qui l’impegno di Coop, illustrato attraverso una serie di indicatori di performance.

INDICATORE AMBIENTALE ChIAVE

CONSUMO DI ENERGIA ELETTRICA E TERMICA PER SUPERFICIE DI VENDITA: EMISSIONI DI CO2EQ ASSOCIATE AI CONSUMI COMPLESSIVI E SUDDIVISI IN ENERGIA ELETTRICA E METANOL’indicatore descrive:• i consumi di energia elettrica e termica; • le relative emissioni di CO2eq. Il monitoraggio di tale indicatore, oltre a consentire a Coop di conoscere gli effettivi consumi delle proprie strutture di vendita e di misurarne la variazione nel tempo, permette di monitorarne l’efficienza energetica.

Tabella 4.10 Consumi di energia elettrica e di metano. Anno 2008Tipologia Consumo energia elettrica* (MWh) Consumo energia termica** (m3)Totale 888.457.870 18.000.000* I consumi comprendono anche l’energia elettrica derivante da fonte rinnovabile, ovvero idroelettrica e fotovoltaica (autoprodotta). ** Il valore è stimato.Fonte: INRES

4. La performance ambientale

Figura 4.4 Consumi totali di energia elettrica

780

820

860

900

200820072006

821

842

888

Figura 4.5 Energia elettrica. Consumi totali per unità di superficie delle strutture di vendita. Anno 2006-2007-2008

645

650

655

660

665

200820072006

Totale

665

652

657

Nel complesso, le nove grandi cooperative hanno consumato, nel corso del 2008, 888 GWh di energia elettrica (pari al consumo annuale di poco meno di 330.000 famiglie medie italiane – fonte dei dati: Terna) e circa 18 milioni di m3 di gas metano, utilizzato prevalentemente per il riscaldamento delle strutture di vendita. Di seguito si rappresentano le emissioni di anidride carbonica equivalenti (CO2eq.) associate ai consumi energetici.

Figura 4.6 Emissioni di CO2eq associate ai consumi di energia elettrica e termica (ton)

0

100000

200000

300000

400000

500000

200820072006

TermicaElettrica

465.268

383.712 389.964

38.457 40.147 34.509

L’aumento complessivo di energia elettrica verificatosi dal 2007 al 2008 è da imputare alle nuove aperture, il lieve incremento dello 0,7% del consumo per unità di superficie è viceversa dovuto alle particolari condizioni climatiche dell’anno trascorso e dall’aumento complessivo del numero di ore di apertura. Il consumo complessivo nel 2008 di energia elettrica equivale a circa 187.000 TEP (Tonnellate Equivalenti di Petrolio) e a 390.000 tonnellate di di anidride carbonica equivalente emessa.Se si aggiunge al consumo di energia anche quello di gas metano si ottengono in totale circa 201.000 TEP e circa 424.000 tonnellate di CO2.

Per diminuire l’impatto associato ai consumi energetici, attraverso il Consorzio na-zionale Inres, Coop agisce sia sul fronte del risparmio e dell’efficienza energetica, sia attraverso l’impiego di fonti rinnovabili - idroelettrica e fotovoltaica autoprodotta, in particolare - che non generano gas climalteranti. In questo modo, nel 2008 ha consu-mato 19.561 TEP derivanti da energia rinnovabile, evitando di immettere nell’atmosfe-

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ra circa 49.042 tonnellate di CO2: si tratta di dati in sensibile aumento, a testimonianza dell’impegno di Coop ad investire in questo settore.

Misure per il risparmio energetico c

Il miglioramento dell’efficienza energetica dei propri edifici e impianti è un obiettivo che Coop persegue con l’uso di diversi strumenti e misure descritti di seguito.Nel corso del 2008 è stata inoltre definita la procedura per gli audit energetici del punto vendita, analisi approfondite sulla struttura specifica dei consumi finalizzate all’elaborazione di proposte di intervento per l’efficienza energetica.

Sistema di telecontrollo e regolazioneSono più di 400 i punti vendita dotati di un sistema di supervisione e controllo, attivo nei centri commerciali per gestire in modo integrato i sistemi di riscaldamento e con-dizionamento, le accensioni dei sistemi di illuminazione, ecc. Questo sistema consente anche di:

• programmare i giorni di apertura e chiusura per accendere e spegnere automatica-mente e correttamente gli impianti;

• regolare i livelli di illuminazione artificiale, tenendo conto dell’apporto di luce naturale garantito dai lucernari;

• misurare i prelievi di energia elettrica ripartiti fra i principali impianti o sistemi utiliz-zatori per garantirne il monitoraggio continuo e individuare le condizioni di allontana-mento dai parametri ottimali;

• controllare il valore di potenza prelevato dalla rete di distribuzione, in modo che questo sia sempre al di sotto del valore contrattuale stabilito con il distributore di energia elet-trica.Collegato alla rete dati aziendale e a quella di Inres, il sistema garantisce il monitorag-gio, la supervisione e il controllo anche da postazioni remote o da centri di raccolta da-ti: una fonte preziosa di informazioni per definire le azioni da attuare per minimizzare i consumi e garantire nel contempo il corretto svolgimento di tutte le attività.

Centrali termiche ad alta efficienzaCoop utilizza anche caldaie a condensazione per la produzione di acqua calda da uti-lizzare per il proprio impianto di climatizzazione. Con queste caldaie è infatti possibile recuperare per condensazione una parte del calore dei fumi di scarico, riducendo la temperatura dei fumi in uscita e aumentandone il rendimento: operazione che ottimiz-za e riduce i consumi di gas metano, riuscendo a sfruttare meglio il calore prodotto dalla combustione.

Dal 2001 al 2008, nei suoi punti vendita, Coop ne ha installate complessivamente 142; di queste 23 sono state installate nel solo 2008 consentendo un risparmio stimato an-nuo, rispetto alle tradizionali caldaie ad alto rendimento, di circa 200.000 m³ di gas

metano pari a circa 164 TEP e 380 tonnellate di CO2 non immesse in atmosfera.A regime (cioè con un anno di funzionamento) tutte le caldaie a condensa-

zione installate consentiranno un risparmio annuo di circa 1,4 milioni di m³ di gas metano.

Dove disponibili, al posto delle proprie caldaie, Coop sfrutta le reti lo-cali di teleriscaldamento a oggi il sistema più efficiente e pulito per il riscaldamento di ambienti e per la produzione di acqua calda sanita-

ria. Attualmente il teleriscaldamento è utilizzato in 15 punti vendita.

Ventilazione e condizionamentoNei gruppi frigoriferi dell’impianto di condizionamento è usato il gas ecologico R134A, appartenente alla categoria degli idrofluo-

4. La performance ambientale

rocarburi HFC, che non distrugge l’ozono atmosferico e che ha un GWP (Global War-ming Potential) pari a 1.300, uno dei migliori nel campo degli HFC. Tali gruppi frigoriferi hanno un rendimento molto elevato (COP >3) e permettono anche di minimizzare i con-sumi energetici per la produzione dei fluidi freddi neces-sari per il condizionamento dell’aria in estate.La velocità dei ventilatori che, dopo un oppor-tuno trattamento di raffrescamento/riscalda-mento, immettono aria dall’esterno nel pun-to vendita è regolata mediante inverter in funzione del rilevamento della concen-trazione di CO2 nell’aria e quindi in pro-porzione all’affollamento. Si ottiene così il contenimento dei consumi di:

• energia elettrica per ventilazione;• energia elettrica per raffrescamento;• gas metano per riscaldamento.

È del 30% la riduzione sui consumi dei motori consentita dagli inverter nei ventilatori.

Refrigerazione alimentareI gruppi frigoriferi dell’impianto per il freddo alimen-tare restano in funzione 24 ore su 24 per mantenere la giusta temperatura di conservazione dei prodot-ti: una fonte ininterrotta di calore che Coop riesce a recuperare e utilizzare per la produzione di ac-qua calda a uso sanitario. Il calore di condensa-zione può essere anche utilizzato per riscaldare in inverno l’intero magazzino di un ipermercato.Coop è impegnata dal 1994 nello sviluppo di im-pianti a refrigerazione indiretta per ottenere la riduzione diretta e indiretta delle emissioni di so-stanze che distruggono l’ozono stratosferico (contri-buendo al riscaldamento globale), con l’obiettivo di man-tenere ai massimi livelli funzionalità, sicurezza e rendimento energetico degli impianti frigoalimentari. Ha adottato in 13 punti vendita un sistema di refrigerazione ad espansione diretta (circuito primario contenente un refrigerante –HFC, o ammoniaca, o idrocarburi) per raffreddare un fluido vettore di calore (acqua glicolata, o CO2), eliminando così la necessità di far giungere il refrigerante fino agli scambiatori di calore dei banchi e delle celle frigorifere.

Inoltre, per il contenimento degli sprechi, Coop ha installato, in oltre 80 punti vendita sul territorio nazionale, un sistema di copertura trasparente nei banchi surgelati. Una soluzione che non impedisce al cliente di vedere il prodotto e permette di non disper-dere il freddo e di ridurre sensibilmente i consumi.

IlluminazioneCoop è stato il primo grande distributore europeo ad aderire al programma Greenlight, sia attraverso le grandi cooperative, che vi aderiscono in qualità di partner, sia attraver-so Inres, a cui nel 2002 è stato riconosciuto il titolo di miglior sostenitore dell’anno. Promosso dalla Comunità Europea, il programma ha l’obiettivo di ridurre i consumi energetici del terziario mantenendo (o migliorando) un’elevata qualità dell’illumina-zione, attraverso l’utilizzo di:

• lampade ad alta efficienza;

96 + 97

• sistemi di alimentazione e accensione delle lampade fluorescenti ad alta efficienza (re-attori elettronici);

• sistemi di telecontrollo per l’accensione e lo spegnimento automatico delle luci in ac-cordo con la programmazione di orari ed attività e con l’apporto di luce diurna.

Considerando gli 11 nuovi interventi del 2008, si contano ora 195 punti vendita - rea-lizzati o ristrutturati dal 2001 a oggi - iscritti a Greenlight. Gli undici punti vendita rea-lizzati nel 2008 consentono in un anno di risparmiare circa 1.800.000 kWh di energia elettrica, evitando l’immissione in atmosfera di 890 tonnellate di CO2 ogni anno.

Inoltre, nei punti vendita Coop costruiti o ristrutturati dal 2001 al 2008, sono installate lampade a fluorescenza, che si distinguono per l’elevata efficienza luminosa e per la lunga durata, con un risparmio immediato dal punto di vista economico ed energetico.

Queste lampade devono essere collegate a un reattore per emettere un flusso luminoso utile. Dal 2001 Coop installa reattori elettronici in tutti i suoi punti vendita: una solu-zione che, combinata con i dispositivi elettronici di regolazione, garantisce l’opportu-nità di regolare la quantità di luce in funzione di parametri esterni, consentendo alle lampade fluorescenti un’efficienza luminosa superiore di circa il 20% rispetto a quelle che funzionano con i reattori ferromagnetici.

Dal 2006, inoltre, Coop ha introdotto l’illuminazione a LED - Light Emitting Diode, dio-do a emissione di luce - per le proprie insegne, con un consumo pari a 1/4 di quello delle insegne tradizionali.

Se per il 2008 si registra un 90% di nuove insegne installate, è ora allo studio l’appli-cazione di tale tecnologia nelle aree di vendita e nei banchi frigo: per il 2009, infatti, è previsto il primo negozio con scaffale luminoso a LED.Una cooperativa, inoltre, ha completamente illuminato il parcheggio esterno di un suo supermercato con lampioni a LED, spingendo le altre alla progettazione di nuovi im-pianti per un risparmio energetico stimato di circa il 60%.

Tabella 4.11 Punti vendita con misure di efficienza energetica. Anni 2001-2008Tipologia di intervento

Illuminazione Caldaie a condensazione Teleriscaldamento

Numero punti vendita* 195 142 15* Si fa riferimento ai punti vendita noti ad Inres

INDICATORE AMBIENTALE ChIAVE

RISPARMIO STIMATO DI ENERGIA E RELATIVE EMISSIONI DI CO2EQ EVITATE PER INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO DELL’EFFICIENzA ENERGETICAL’indicatore descrive la quantità di energia risparmiata e le relative emissioni di CO2eq evitate nei punti vendita, grazie alla realizzazione di interventi di efficienza energetica.Il monitoraggio di tale indicatore consente a Coop di conoscere la diminuzione dell’impatto relativo all’emissione di gas serra dei consumi energetici delle proprie strutture di vendita in seguito alla realizzazione di interventi sulle strutture e sugli impianti.

Tabella 4.12 Energia ed emissioni risparmiate per tipologia di intervento. Anno 2008 e periodo 2001-2008

Energia risparmiata (TEP) Emissioni CO2eq. evitate (ton)2008 2001-2008 2008 2001-2008

Interventi sull’illuminazione 7.343 34.555 15.483 81.159Installazione caldaie a condensazione 1.164 4.144 2.721 9.690

4. La performance ambientale

Figura 4.7 Emissioni CO2eq risparmiate per interventi di risparmio energetico (ton). Anni 2001-2008

0

20000

40000

60000

80000

100000

TotaleCaldaie a condensazioneIlluminazione

Emissioni 2001-2008

81.159

9.690

90.849

Gli interventi sull’illuminazione hanno comportato complessivamente un risparmio di 90 tonnellate di CO2 negli anni 2001-2008.

Utilizzo di energie rinnovabili c

Nel 2008 più di 84 kWh (51,3 milioni nel 2007) di energia elettrica per la fornitura ai punti vendita sono prodotti da fonte rinnovabile, con un impegno continuo di Coop nella realizzazione di impianti fotovoltaici per la trasformazione dell’energia solare in ener-gia elettrica “pulita”, detta anche a “emissioni zero”. La loro produzione dipende dalla zona geografica dell’installazione, dalla posizione di montaggio e dalla sensibilità delle singole celle fotovoltaiche, ma, dopo i primi pannelli installati nel 2003 nel Supermerca-to di Ponte a Greve in provincia di Firenze, il ricorso al fotovoltaico permette oggi ad al-cune strutture coop di auto produrre una parte dell’energia consumata utilizzando una fonte rinnovabile e contribuendo così alla riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera.Attualmente sono 24 le strutture (+18 rispetto al 2007) sulle quali sono applicati pan-nelli fotovoltaici che nel 2008 hanno prodotto un totale di 2.331.909 KWh per una po-tenza installata di 4.070 kWp (1.320 nel 2007). L’energia prodotta dagli impianti foto-voltaici ha consentito di evitare l’immissione in atmosfera di 1355 tonnellate di CO2.L’investimento effettuato per realizzare gli impianti fotovoltaici nel solo 2008 è stato pari a circa 12 milioni di euro.

Tabella 4.13 Impianti fotovoltaici realizzati fino al Dicembre 2008Cooperativa Tipo Localizzazione Potenza

installata (kWp)Accensione impianto

Produzione nel 2008 (stima di massima) kWh

Unicoop Firenze Super S. Lorenzo a Greve 10 Marzo 2003 12.000Coop Adriatica Iper Rimini nord 50 Agosto 2006 60.000Unicoop Tirreno Magazzino Vignale Riotorto 418 Luglio 2007 501.240Inres Uffici Sesto Fiorentino 20 Luglio 2007 23.760Coop Centro Italia Magazzino Castiglion del Lago 360 Agosto 2007 431.520Unicoop Firenze Super Empoli via Sanzio 461 Novembre 2007 552.960Coop Adriatica Super Calderara 46 Marzo 2008 49.869Coop Adriatica Super Pianoro 58 Marzo 2008 62.309Coop Adriatica Super Cento 81 Aprile 2008 79.315Unicoop Firenze Magazzino Scandicci 570 Luglio 2008 340.535Unicoop Firenze Iper Sesto Fiorentino 420 Settembre 2008 128.571Coop Adriatica Super San Giovanni in Persiceto 44 Ottobre 2008 8.325Coop Adriatica Super Ozzano 52 Ottobre 2008 9.839Coop Adriatica Super S. Ruffillo 81 Novembre 2008 8.286Coop Lombardia Super Varese 51 Dicembre 2008 2.310Unicoop Firenze Super Agliana 213 Dicembre 2008 9.642Unicoop Firenze Super Borgo S. Lorenzo 120 Dicembre 2008 5.424Unicoop Firenze Super Fucecchio 139 Dicembre 2008 6.289Coop Adriatica Super Civitanova Marche 41 Dicembre 2008 1.855Coop Adriatica Super Zola Predosa 69 Dicembre 2008 3.122Coop Adriatica Iper Schio 76 Dicembre 2008 3.420Coop Estense Iper Modena Grandemilia 128 Dicembre 2008 5.800Coop Adriatica Iper S. Benedetto del Tronto 414 Dicembre 2008 18.731Coop Adriatica Super Jesi 150 Dicembre 2008 6.787Totale 4.070 2.331.909

98 + 99

La produzione annua stimata a regime, considerando un anno completo di produzione, sarà di 4.884.048 KWh per ben 2.838 tonnellate di CO2 non immesse nell’atmosfera.

INDICATORE AMBIENTALE ChIAVE

ENERGIA UTILIzzATA PROVENIENTE DA FONTI RINNOVABILI E RELATIVE EMISSIONI DI CO2EQ EVITATE: IN TOTALE E PER TIPOLOGIA DI FONTEL’indicatore descrive la quantità di energia proveniente da fonti rinnovabili (non fossili) utilizzata dai punti vendita e gli effetti in termini di riduzione delle relative emissioni di CO2eq, rispetto ad un pari utilizzo di energia da fonti non rinnovabili. Il monitoraggio di tale indicatore consente a Coop di conoscere la diminuzione dell’impatto relativo all’emissione di gas serra dei consumi energetici delle proprie strutture di vendita, in seguito all’utilizzo di risorse rinnovabili e di misurarne la variazione nel tempo.

Tabella 4.14 Energia da fonte rinnovabile per tipologia ed emissioni risparmiate. Anno 2008Fonte Consumo (kWh) Emissioni CO2eq. evitate (ton)Fonte rinnovabile (idroelettrica o certificata RECS) 82.077.021 47.687Fotovoltaica 2.331.909 1.335Totale 84.408.930 49.042Fonte: Inres

Figura 4.8 Emissioni CO2eq risparmiate per utilizzo energia elettrica da fonte rinnovabile (ton)

0

10000

20000

30000

40000

50000

20082007

TotaleFotovoltaicaIdrolettrica

24.635

47.687

274 1.335

24.909

49.042

Acqua

Per evitare inutili sprechi nei consumi idrici delle strutture di vendita - prevalentemen-te dovuti agli utilizzi gestionali (laboratori, pulizie), ai servizi igienici e all’irrigazione delle aree verdi – Coop ha invece adottato i seguenti dispositivi:

• rubinetteria a molla; • aeratori rompigetto;• scarichi di acqua a doppia cacciata.

In alcuni punti vendita, ad esempio, le acque meteoriche vengono raccolte dai par-cheggi e dalla copertura degli edifici in apposite vasche e l’acqua recuperata viene uti-lizzata per l’irrigazione e per gli scarichi dei bagni.Sebbene gli investimenti necessari per realizzare tale sistema di recupero non permet-tano ancora la riduzione dei costi della fornitura di acqua dall’acquedotto, Coop pro-getta e realizza punti vendita pilota per lo studio di tale tecnologia in vista di una futu-ra applicazione sistematica. Oggi sono quattro i centri commerciali interessati - Sesto Fiorentino, Rimini, Prato S.Giusto e Carpi.

La stima effettuata per le nove grandi cooperative nel 2008 riporta un consumo com-plessivo di circa 2.415.000 m3 (2.380.000 nel 2007).

4. La performance ambientale

Rifiuti

Un’efficace gestione integrata dei rifiuti si basa, come è noto, su una corretta differen-ziazione degli stessi per avviare i diversi materiali alle filiere di riciclaggio, riducendo il flusso di rifiuti da smaltire nelle discariche e garantendo un trattamento adeguato ai rifiuti pericolosi per la salute e l’ambiente. Coop effettua la raccolta differenziata dei propri rifiuti in tutti i punti vendita, vista la produzione di rifiuti speciali, pericolosi, non pericolosi o assimilabili agli urbani. Negli Ipercoop, ad esempio, viene effettuata la raccolta differenziata delle seguenti ti-pologie (i rifiuti pericolosi sono segnalati con asterisco *):

• imballaggi in carta e cartone;• imballaggi in plastica;• imballaggi in legno;• oli minerali esausti*;• batterie al piombo*;• toner e consumabili da stampa*;• oli vegetali/animali esausti;• scarti di macelleria e pescheria, materiali cosiddetti “di categoria 3” in base al Regola-

mento CE 1774/2002.In alcuni punti vendita sono anche attive le raccolte di organico e di AEE (apparecchia-ture elettriche ed elettroniche), in cui rientrano anche i neon e i “vecchi” beni durevoli (tra gli AEE possono esserci rifiuti pericolosi).

Si osserva che non sono stati ancora promulgati i decreti attuativi necessari all’applica-zione del D.Lgs n.151 del 25/07/05 (cosiddetto Decreto RAEE), di conseguenza non è ancora in essere l’obbligo di ritiro delle vecchie apparecchiature elettriche ed elettro-niche in modalità “1 contro 1”.In più ci sono alcune categorie di rifiuti presenti solo occasionalmente:

• rottami ferrosi e metallici;.• materiali inerti da demolizione;• latticello (ove presente la produzione di mozzarelle).

Ogni tipologia di rifiuto deve essere raccolta e stoccata seguendo metodi specifici se-condo normativa. Di seguito si riportano le percentuali delle tipologie di rifiuto raccolto.

100 + 101

INDICATORE AMBIENTALE ChIAVE

RACCOLTA DIFFERENzIATAL’indicatore descrive i quantitativi di rifiuti raccolti in modo differenziato a livello nazionale suddiviso per tipologia. Il monitoraggio di questo indicatore consente di tenere sotto controllo il livello di differenziazione dei rifiuti e quindi la potenzialità di recupero.

Figura 4.9 Frazioni di raccolta differenziata (%). Anno 2008

Imballaggi carta e cartone 57,9%

Organico 15,4%

Materiali di categoria 3 14,5%

Rifiuti speciali non pericolosi 6%

Imballaggi in legno 2,1%

Imballaggi in plastica 2,1%

Ferro e acciaio 1%

Oli grassi commestibili 0,5%

Altro 0,4%

La maggior parte dei rifiuti prodotti e raccolti in modo differenziato è rappresentata dagli imballaggi di carta e cartone e dai materiali di categoria 3, ovvero gli scarti alimentari provenienti principalmente da macelleria e pescheria. Questa la suddivisione:• rifiuti non pericolosi per recupero: imballaggi carta e cartone, imballaggi in plastica,

imballaggi in legno, olii e grassi commestibili, ferro e acciaio, imballaggi in vetro (inseriti nel diagramma insieme alla voce ‘altro’per il valore molto basso)

Non pericolosi avviati al recuperoR1 R2 R3 R4 R5 R6Imballaggi carta e cartone

Imballaggi in plastica

Imballaggi in legno

Oli e grassi commestibili

Ferro e acciaio Imballaggi in vetro

57,9% 2,1% 2,1% 0,5% 1,0% 0,01%

• rifiuti speciali non pericolosi: toner, pile alcaline, apparecchiature fuori uso, fanghi fosse settiche, componenti di apparecchiature fuori uso, rifiuti da demolizione, rifiuti ingombranti e misti, frigoriferi, monitor tv-pc (incidono per una percentuale di 6,0% sul totale dei rifiuti differenziati raccolti);

• rifiuti organici: incidono per una percentuale di 15,4% sul totale dei rifiuti differenziati raccolti, anche se il valore si riferisce solamente alla raccolta degli ipermercati poiché per i supermercati la raccolta viene effettuata dal Servizio Pubblico insieme al RSU;

• materiali di categoria 3: scarti delle lavorazioni di carne e pesce e latticini, acque di lavaggio di determinati prodotti animali (14,5% sul totale);

• altro, ovvero rifiuti pericolosi (neon, batterie nichel e piombo-cadmio, liquidi antigelo, olio minerale esausto e altro materiale oleoso) e imballaggi in vetro (0.4%).

4. La performance ambientale

4.3 I Trasporti

4.3.1 Il trasporto delle merci

Per minimizzare i costi economici e ambientali del trasporto merci Coop punta sulla loro centralizzazione, ovvero sull’utilizzo di piattaforme logistiche per il rifornimento dei punti vendita pensate per evitare lunghi viaggi delle merci e ottimizzare il carico dei camion, garantendo sempre viaggi a pieno carico. Centralizzazione significa, ad esempio, che l’ipermercato di Rimini nord utilizza per il rifornimento dei generi vari la piattaforma logistica di Cesena, più vicina al punto vendita.Tale pratica, iniziata nel 2001 con i trasporti verso i supermercati, ha comportato una riduzione dei flussi di traffico pari circa al 40% e, con il lavoro sugli ipermercati avviato nel 2005, ha ormai raggiunto quota 90%.

Nel corso del 2008 non si sono registrati cambiamenti significativi, mentre nell’anno in corso si sta lavorando su interventi che genereranno ulteriore efficienza a partire dal 2010: centralizzazione dei flussi di prodotti alimentari per gli Iper di Unicoop Tirreno, costruzione di un unico magazzino per i prodotti non alimentari e maggiore centraliz-zazione di referenze di fresco.

INDICATORE AMBIENTALE ChIAVE

TASSO DI CENTRALIzzAzIONE PER “FOOD” E “NON-FOOD” E RIDUzIONE DEI FLUSSI DI TRAFFICOCon “tasso di centralizzazione” si intende la quota di prodotto che passa attraverso la logistica centralizzata anziché andare in consegna diretta.L’indicatore descrive gli esiti della centralizzazione dei trasporti merci, che è l’azione principale che Coop ha intrapreso per ridurre il flusso dei mezzi commerciali verso i punti vendita. La centralizzazione dei trasporti prevede l’utilizzo di piattaforme logistiche (Ce.Di) per ottimizzare il trasporto nell’ultimo tratto di strada verso il Punto vendita, per un raggio medio nazionale di percorrenza pari circa a 65 km.Il presente indicatore descrive inoltre la riduzione di traffico presso i punti vendita conseguenti alla centralizzazione.

102 + 103

Figura 4.10 Tasso di centralizzazione totale (%) “food” e “non food”. Anno 2008

0

10

20

30

40

50

60

Non foodFood

Anno 2008

60

35

Figura 4.11 Riduzione media dei flussi di traffico con centralizzazione (%). Anni 2006 2007, 2008

0

20

40

60

80

100

TotaleIperSuper

200820072006

40 4050 50

4050

90 90

4050

90

Il fatto che la percentuale resti invariata fa sì che la riduzione dei flussi di traffico non presenti mutamenti.

La centralizzazione negli Ipermercati - per ora avviata nei distretti Adriatico e Nord ovest - riguarda i generi vari (37% della merce) e ha comportato una riduzione media di 70 mezzi/giorno in ingresso per ogni ipermercato. Considerando che il consumo me-dio di un automezzo su percorso misto (urbano ed extraurbano) è di 25 litri di carbu-rante (diesel) ogni 100 km, e che il percorso medio tra il punto vendita e la piattaforma è di circa 65 km, una riduzione di 70 mezzi al giorno si traduce in un risparmio di più di 1000 litri di gasolio e più di 1 tonnellata di CO2 al giorno per ipermercato.

A queste attività si aggiunge la recente sperimentazione del deposito multiproduttore con il Consorzio Nord Ovest e tre fornitori che avevano affidato a uno stesso operatore logistico la propria distribuzione. In particolare, il Consorzio ha modificato il proprio sistema di riordino come se l’assortimento dei tre fornitori appartenesse a un unico gruppo di riordino, in modo da poter formulare un ordine per saturare l’automezzo, suddividendo successivamente gli ordini a ciascun fornitore. Un’esperienza realmente innovativa che, se estesa, potrebbe cambiare radicalmente il modello attuale di supply chain, considerando i primi risultati raggiunti:

• aumento della puntualità della consegna dell’11%;• aumento della frequenza di consegna del 14%;• aumento della saturazione dei mezzi del 164%;• diminuzione dei mezzi in consegna, a parità di volumi, del 63%.

4. La performance ambientale

4.4 Sensibilizzazione e informazione

4.4.1 Le attività di educazione

Tra le attività formative ed educative proposte da Coop alle scuole, hanno al loro inter-no anche quelle sui temi dell’ambiente.La nuova guida, ad esempio, analizza cinque prodotti riprendendo il loro “ciclo di vita” e affrontando con un approccio pratico temi come l’impatto ambientale delle merci, la presenza di Ogm e la produzione di rifiuti. In questo modo Coop propone una rifles-sione sulla sostenibilità delle merci, dal punto di vista etico, economico e ambientale, dimostrando, ad esempio, come:

• la produzione di una lattina abbia significativi impatti sul sistema estrattivo minerario, in termini di depauperazione delle risorse e di sempre maggiore produzione di scorie, con un suo smaltimento che può essere ancora più energivoro;

• l’impatto ambientale della gomma da masticare parta dalla produzione della “gomma base” per arrivare sino ai comportamenti dei consumatori che imbrattano le strade.

Educazione ambientale nei territori

A livello locale, le cooperative hanno promosso anche altre attività di educazione am-bientale rivolte principalmente alle scuole, con interventi che hanno riguardato:

• la conoscenza e il corretto utilizzo dell’acqua;• il ciclo della carta;• gli imballaggi e l’ambiente;• il rapporto tra agricoltura e ambiente;• il riciclaggio dei rifiuti e il recupero dei materiali;• l’energia.

4.4.2 La promozione della mobilità sostenibile

Anche per tutto il 2008 è stato attivo l’accordo fra ANCC/Coop e ICS, Iniziativa dei Co-muni per il Car Sharing. Sostenuto dal Ministero dell´Ambiente e della Tutela del Ter-ritorio e del Mare, tale accordo ha offerto ai soci Coop l’accesso al servizio Car Sharing a condizioni molto vantaggiose, con sconti del 35% sugli abbonamenti annuali e un 10% di bonus sui fatturati cumulati ogni anno. Uno sconto che arriva al 50% per co-loro che hanno aderito al servizio entro i primi 50 giorni dalle campagne promozionali organizzate dalle singole cooperative, per le quali sono comunque previsti sconti an-nuali del 50% sul costo orario e sul costo mensile per le auto a uso aziendale.

Il servizio di Car Sharing, attivo 365 giorni all’anno, 24 ore su 24, risponde alla necessi-tà di un’efficace politica di sviluppo sostenibile per la riduzione del traffico cittadino. La convenzione è attiva attualmente nelle città di Torino, Genova, Firenze, Venezia, Mo-dena, Bologna e nella Provincia di Rimini, con risultati del tutto positivi: oltre 500 soci usufruiscono di questo servizio di mobilità sostenibile e, associati al circuito nazionale ICS, rappresentano il 5% del totale abbonati Car Sharing.

104 + 105

4.5 Le campagne di Coop per l’ambiente

Le Campagne Coop per l’ambiente dal 1984 sono riportate nel prospetto seguente:

1984 “Bianco il bucato azzurro il mare”1988 “C’è uno strappo nel cielo fermiamolo”1993 “Fermiamo l’abuso dei pesticidi”1994 e 1995 “Imballaggi ecocompatibili nel settore non alimentare”1996 e 1997 Campagna di informazione su imballaggi e rifiuti1997 Campagna di informazione sui prodotti con amore Coop1997 e 1998 Campagna di informazione sul consumo sostenibile2000 “L’Italia che ricicla”2000-2006 Campagna ogm2001 “Settimana Coop per l’ambiente”2002-2005 “Riciclo aperto”2005 “Shopper”2006 “Car sharing”2007 Coop4kyoto2007 Campagna ogm 2008 “Risparmia le energie”

La campagna “Risparmia le energie” c

L’11 novembre 2008 è stata lanciata la Campagna “Risparmia le energie” un impor-tante e articolato progetto di informazione e sensibilizzazione sui temi del risparmio e dell’efficienza energetica che si inserisce in una serie di iniziative che Coop ha messo in atto per contrastare le minacce dei cambiamenti climatici. Si tratta di un progetto innovativo rivolto ai soci e consumatori attraverso la selezione su base volontaria, di 2500 famiglie che, seguendo uno specifico percorso di formazione della durata di un anno, potranno acquisire strumenti teorici e tecnici necessari per incidere concreta-mente sui propri consumi domestici.

Alle famiglie partecipanti Coop ha distribuito un kit di materiali, creati appositamente, costituito da un manuale per la gestione dei consumi energetici in casa, un dossier scientifico sul cambiamento climatico e sul protocollo di Kyoto, un diario di bordo su cui le famiglie possono annotare le azioni che svolgono ed un questionario di autovalu-tazione delle prestazioni energetiche della casa. Nel kit, inoltre, sono presenti 7 lampa-de a risparmio energetico e 3 riduttori di flusso da applicare alla rubinetteria domesti-ca. È stato creato anche un sito specifico (www.risparmialeenergie.e-coop.it) in cui le famiglie possono partecipare attivamente attraverso il blog e la sezione delle domande e risposte condividendo le proprie esperienze.

Ad oggi la redazione del progetto ha ricevuto più di 4.000 mail e la community online è attiva e funzionante. Le famiglie hanno già compilato due questionari: il primo riguar-dante le abitudini energetiche della famiglia che restituisce un punteggio ed una clas-se di appartenenza (famiglia sprecona, famiglia attenta, famiglia efficiente); il secondo contenente informazioni sui consumi energetici. Alla fine dell’anno di formazione le famiglie potranno ricompilare il primo questionario per verificare se hanno cambiato in meglio le proprie abitudini e sono “salite di classe”.La campagna ha ricevuto il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, del Ministero dello Sviluppo Economico e del Consiglio Na-zionale Consumatori e Utenti, oltre all’adesione delle tre più importanti associazioni ambientaliste: Legambiente, WWF e Greenpeace. Un rappresentante di ciascuna or-ganizzazione/ente fa parte del Comitato Scientifico che ha il compito di monitorare la campagna e inserire eventuali novità e suggerimenti nel programma di attività.

4. La performance ambientale

4.5.1 Il progetto “Coop for Kyoto” c

Sulla base del Protocollo di Kyoto l’Ita-lia si è impegnata a ridurre le emis-sioni di gas serra, nel periodo di adempimento 2008–2012, del 6,5% rispetto ai livelli del 1990.

Coop, da parte sua, ha deciso di impegnarsi direttamente attra-verso più linee d’azione, coin-volgendo 101 siti produttivi e portando avanti interventi strut-turali sulla propria rete di vendita e iniziative di sensibilizzazione per i consumatori.

In primo luogo con azioni sul Prodot-to a Marchio e sulle filiere, con l’adesione volontaria dei fornitori agli obiettivi di ridu-zione delle emissioni sanciti dal Protocollo di Kyoto e con azioni mirate alla riduzione dei consumi energetici, in partnership con l’ente di controllo accreditato Bureau Veritas Quality Inter-national, coinvolto nel monitoraggio dei consumi, nell’elaborazione dei risultati e nella ricerca di mi-glioramenti per il raggiungimento degli obiettivi.

Le attività svolte in tal senso nel 2008 sono state:• messa a punto di una Linea Guida destinata ai fornito-

ri, con informazioni generali e casi pratici, presentata nel mese di aprile;

• elaborazione dei dati su consumi, emissioni di CO2 e produzioni effettuate, rilevati attraverso schede compi-late per 4 anni (2004-2007) da sono 78 aziende e 101 siti produttivi;

• comunicazione dei dati ai fornitori tramite un Convegno nazionale (11/11/08) e via posta elettronica.

A gennaio 2009 gli stabilimenti coinvolti nell’iniziativa erano 101, tutti italiani, preva-lentemente alimentari (89) e solo alcuni (i restanti 12) appartenenti ai settori della de-tergenza e della carta:

• 48 stabilimenti di Generi Vari (prodotti che si conservano senza bisogno del freddo co-me pasta, bevande, pomodoro, ecc.);

• 38 di prodotti Freschi Industriali (prodotti che si conservano tramite refrigerazione o• Congelazione, come latte e derivati, salumi, prodotti surgelati, ecc.);• 15 stabilimenti di lavorazione e confezionamento di Ortofrutta (sia quella fresca, sia

quella lavata e pronta al consumo).

I risultati emersi, confrontando i dati del 2007 con quelli del 2004, hanno evidenziato un miglioramento dell’efficienza pari al 6,37 % e una diminuzione complessiva del-le emissioni di anidride carbonica pari al 3,8 %. Grazie a questo progetto, sono state quindi risparmiate quasi 19.000 tonnellate di emissioni: come se 1000 famiglie italiane rinunciassero all’energia elettrica per circa 12 anni).

106 + 107

Figura 4.12 Emissioni complessive in migliaia di tonnellate CO2

700

720

740

760

780

800

2007200620052004

Inoltre gli stabilimenti coinvolti aumentano ogni anno e a giugno del 2009 sono iniziate le analisi dei consumi relativi all’anno 2008, in fase di elaborazione. Coop for Kyoto prosegue quindi nel 2009 il suo percorso proponendo ad alcuni fornitori la realizzazio-ne di un audit energetico con lo scopo di individuare azioni e soluzioni impiantistiche atte a ridurre i consumi energetici e, di conseguenza, le emissioni in atmosfera.

Raggiunto il primo obiettivo, Coop for Kyoto continua il suo percorso con l’attività di sensibilizzazione e coinvolgimento dei fornitori di prodotto a marchio per estendere il numero di aziende coinvolte nel progetto, ad esempio impegnando anche i fornitori di carni e altri prodotti finora non coinvolti e intervenendo sui casi finora meno virtuosi.

Se sul Protocollo di Kyoto ha prodotto un Dossier Informativo ad hoc, in base al Pro-tocollo d’Intesa recentemente stipulato con il Ministero dell’Ambiente, Coop sta ora sviluppando campagne informative rivolte ai suoi soci e consumatori per favorire com-portamenti “ambientalmente responsabili” a partire dal 2010.

Verdavvero

Verdavvero è una mostra itinerante–fotografica che racconta l’impegno Coop per l’am-biente. Ha debuttato a Rimini ma il percorso propone l’allestimento in varie città d’Ita-lia, dalla Liguria alla Campania, all’Umbria, al Salone del Gusto di Torino e ad “Eco-mondo” di Rimini. Offre inoltre la possibilità di un tour virtuale della mostra attraverso il sito internet dedicato. Vengono proposti e promossi numerosi esempi di corretti comportamenti ambientali, pratiche “virtuose“ secondo la logica “consumare corretta-mente per non essere consumati”. Esempi di comportamenti sposati da Verdavvero so-no: mangiare su piatti di materiale biodegradabile, preferire prodotti bio e caffè equo-solidale, aderire al car-sharing, installare pannelli fotovoltaici, rifornirsi al più vicino magazzino e, dove possibile, attraverso distributori alla spina, ecc.

4. La performance ambientale

108 + 109

Il preventivo sociale

Nota metodologica

La struttura del preventivo è finalizzata a fornire agli interlocutori gli elementi per va-lutare le azioni di Coop nel 2009, si è scelto quindi di privilegiare le azioni ai numeri, perché maggiormente trasparenti e direttamente connesse alle responsabilità di Coop.Il preventivo racconta gli impegni di Coop come sistema, che vengono assunti in Coop Italia ed in Associazione Nazionale, che non esauriscono quelli delle singole coopera-tive, si è scelto quindi di semplificare ulteriormente il cruscotto degli indicatori, che è il consolidato delle nove grandi cooperative e cerca di dare una dimensione quantitativa di trend di sviluppo sui principali indicatori di performance.

Il contesto

Il 2009 sarà un anno ancora più duro del 2008, in cui la sfida di tutelare l’interesse dei consumatori garantendo convenienza, ma anche qualità, etica, ambiente, sicurezza si confronterà ogni giorno con la contrazione della produzione, dell’occupazione e quindi dei consumi. Proprio per questo sarà importante avere una bussola di riferimento ag-giornata, condivisa che possa guidare ogni scelta.

Il 2008 è stato l’anno dedicato alla revisione della governance del sistema Coop con l’adozione, lo scorso dicembre, del modello duale in Coop Italia - il Consorzio di acqui-sti e marketing - per rendere il processo decisionale democratico più rapido ed effica-ce, adeguato a rispondere ad un mercato e ad un mondo in continuo e repentino cam-biamento. Il 2009 ne vedrà l’implementazione e la messa a regime, con le modifiche organizzative che la stessa comporterà sia negli organi del Consorzio che nell’Associa-zione Nazionale delle Cooperative di Consumatori. Quest’ultima approverà a marzo a sua volta una nuova governance e una rinnovata Missione.

I numeri delle 9 grandi Coop

Indicatori Preconsuntivo 2008 Preventivo2009 Stima variazioneNumero soci 6.399.375 6.583.282 2,9%Numero soci prestatori 1.141.576 1.178.386 3,2%Numero dipendenti 47.473 47.884 0,9%Numero punti vendita 707 724 2,4%Vendite a rete totale 10.965.419.610 11.327.199.056 3,3%

Anche quest’anno gli impegni delle nove grandi cooperative prevedono una crescita positiva pur prudente. Fisiologico l’incremento dei soci e delle vendite collegato alle nuove aperture, che rappresentano lo strumento principe della grande distribuzione per crescita e sviluppo. Contenuto ma positivo, l’incremento dei dipendenti, determi-nato dalla scelta di aprire strutture di vendita principalmente medio piccole e quindi meno rilevanti in termini di occupazione. Significativo l’incremento dei soci prestatori stimato sulla base della fiducia che da sempre, e ancor più in questa fase, contraddi-stingue il rapporto tra il socio e la cooperativa.

Gli impegni verso il socio

In una cooperativa a larga base sociale il rapporto con i propri soci è complesso e ne-cessita delle migliori strutture di governo per garantire partecipazione reale e efficace, per questo dopo aver svolto la Settima Assemblea Nazionale delle Sezioni Soci nell’ot-

Il preventivo sociale

tobre 2008, Coop proseguirà la riflessione su nuovi modelli di partecipazione che ren-dano i soci protagonisti a punto vendita, definendo processi di coinvolgimento in parti-colare sugli aspetti commerciali e gestionali.

Già dal 2000 i soci sono coinvolti in due processi importanti per l’attività commerciale nella definizione del prodotto a marchio: Approvato da Soci e Voce ai Soci. Lo sviluppo di un nuovo sistema strettamente collegato al punto vendita integrerà il lavoro effet-tuato con questi due strumenti di cui si conferma il ruolo e l’investimento. Il primo si sta sempre più connotando come strumento autogestito dalle cooperative e dai loro soci attivi, che diventano protagonisti in prima persona. Nel 2009 verranno organizzati 120/130 test che coinvolgeranno complessivamente 20.000 soci.

Il secondo si è evoluto nel 2008 nel coinvolgimento dei soci attivi in “Gruppi di interes-se per il miglioramento del prodotto Coop”, con 12 incontri nelle diverse cooperative. I suggerimenti emersi verranno analizzati, accorpati e confrontati con quelli pervenuti attraverso il Numero Verde di Coop Italia e il Filo Diretto delle cooperative associate. I suggerimenti e le proposte ritenute di maggior interesse verranno approfonditi ed inseriti nella pianificazione delle attività sul prodotto a marchio. Questi gruppi saranno replicati nell’anno in corso.

Le persone si associano in cooperativa in primo luogo alla ricerca di quella convenien-za garantita dalla mutualità e dall’assenza di interessi personali.Per questo Coop anche per il 2009 si impegna a mantenere livelli di convenienza privi-legiati per i propri soci.Sul significato, sul valore moderno e sulle modalità di calcolo dello scambio mutuali-stico, elemento fondativo della forma cooperativa, le cooperative avvieranno nel corso dell’anno un percorso importante di riflessione per rafforzare ulteriormente il rapporto con i loro soci.

Infine, dal momento che le famiglie italiane sempre più necessitano di nuovi e diversi servizi, Coop ha sviluppato in questi anni esperienze importanti di allargamento della mutualità: dopo i servizi di credito ed assicurativi e la telefonia, saranno potenziate le esperienze su carburanti ed energia oltre a sperimentare alcuni interventi sul welfare. Contestualmente sarà ulteriormente rafforzata, nel 2009, l’area dei servizi alla persona, resi fruibili al socio a costi contenuti attraverso convenzioni esclusive e programmi di collezionamento. Ad oggi sono state sviluppate le aree Salute e Benessere (terme, visi-te mediche, ausili), Tempo libero (alberghi ed agriturismi, parchi divertimento, stazioni sciistiche, vacanze natura e ragazzi), Mobilità, Cultura, Casa e Persona, ma altre sono in corso di avvio.

Verso il consumatore

In una fase di grande difficoltà economica come questa e in conformità a una politica di trasparenza, Coop nel 2009 attiverà tutte le leve possibili per garantire al consuma-tore prezzi convenienti, per questo ha deciso, nell’ultimo trimestre dello scorso anno quando i prezzi delle materie prime entravano in deflazione, di denunciare la richiesta da parte dell’industria di marca di un aumento dei prezzi tra il 4% e l’8%. Coop ha ri-tenuto tali richieste ingiustificate e incompatibili con la necessità di contenere i prezzi e aumentare i consumi, per questo ha deciso di non accettare tutte le proposte che fossero, non giustificate, eliminando dall’assortimento quei produttori che non le aves-sero ritirate. A inizio anno sono stati esclusi due produttori, ma l’evolversi del processo di contrattazione potrebbe coinvolgerne altri. Coop ha deciso di denunciare tali com-portamenti, spiegarli ai soci, convinta di tutelarne così gli interessi. In ogni caso tale processo di controllo e negoziazione degli aumenti conterrà significativamente l’infla-zione, garantendo un risparmio al consumatore.

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Inoltre, Coop investirà 68 milioni di euro in una stabile riduzione dei prezzi che coinvol-gerà 100 prodotti a marchio con una riduzione del 20% dei prezzi e, quattro prodotti di ortofrutta e due di carne ribassati, a rotazione, di almeno il 30%.

In particolare il 2009 vedrà un lavoro impegnativo sul prodotto a marchio. Nell’anno passato si è assistito a un incremento significativo delle quote di prodotto a marchio nel nostro Paese, storicamente molto contenute rispetto agli altri europei, per la sua capa-cità di garantire contestualmente un prezzo più basso alla stessa qualità della marca.

Anche il prodotto Coop, che traina il mercato in Italia, ha beneficiato di questo anda-mento e per il 2009 sono previste 2900 referenze, con un incremento di 200 nuovi pro-dotti. Si è però assistito al consolidarsi di alcuni comportamenti dei quali si terrà conto nell’anno in corso con risposte puntuali:

• l’attenzione all’ambiente da parte del consumatore trova nelle linee “eco-logici” e “bio-logici” un’eccessiva segmentazione che li confonde, per questo si andrà verso una sola linea caratterizzata da un’aggiuntiva tutela ambientale;

• il “fior fiore” risponde non solo ai consumatori con alto potenziale di spesa ma anche a coloro che occasionalmente vogliono premiarsi, per questo si incrementeranno i pro-dotti per consumi occasionali, introducendo prodotti gourmet e piatti pronti e conti-nuando ad investire per il miglioramento qualitativo;

• i consumatori, soprattutto i più giovani, è opportuno vengano indirizzati verso com-portamenti alimentari più rivolti al benessere, per questo si lavorerà per sviluppare una relazione con le mamme che vada oltre il prodotto. Coop diventerà il primo interprete in Italia delle indicazioni OMS in materia di obesità infantile, sviluppando prodotti de-dicati ai bambini solo se in grado di recepire tali indicazioni. Saranno sviluppati pochi prodotti di grande valore nutrizionale e simbolico, quali merendine a basso contenuto di grassi;

• cresce infine la diffusione e la sensibilità verso patologie che sempre di più si devono e si vogliono affrontare anche attraverso il regime alimentare: colesterolo alto, iperten-sione, sovrappeso, diabete alimentare, ecc. A questi Coop vuole rispondere con una gamma specifica di prodotti che “alla maniera di Coop” superi e rilanci i semplici “sen-za zucchero” dell’attuale offerta.

Il prodotto Coop è da sempre prima di tutto garanzia di qualità e sicurezza, per questo Coop non riduce mai il proprio impegno. Il contesto negli ultimi anni è profondamente mutato: da un lato vi è stata una forte evoluzione normativa in senso restrittivo e più ga-rantista, una crescita della cultura della sicurezza nel mondo produttivo, una maggiore attenzione della grande distribuzione; dall’altro nel 2008 è raddoppiato, rispetto allo stesso periodo del triennio precedente, il valore dei sequestri effettuati dai Carabinieri e dai Nas di cibi e bevande sofisticate, è aumentato il rischio sulla sicurezza delle mate-rie prime acquistate, sono scoppiati diversi scandali in comparti importanti quali l’olio, il vino e i latticini.

In questo contesto grande rilievo assume la sicurezza dei prodotti, certamente uno degli ambiti più rilevanti dell’approccio Coop alla tutela della salute del consumatore. Quindi accanto alle attività consolidate di controllo dei fornitori e delle filiere si svi-lupperà un piano di tutela della salute del consumatore più omnicomprensivo rispetto all’approccio passato sulla sicurezza dei prodotti.Il 2009 sarà quindi contraddistinto ancora di più da un sistema di garanzie forte, credi-bile e distintivo, in stretto contatto con il mondo scientifico per rinforzare il presidio su controllo materie prime e relativi fornitori, sui sistemi di verifica di potenziali frodi, in particolare su olio e latticini e cereali.Crescerà, infatti, il numero di controlli sulle filiere più critiche con un coinvolgimento diretto di Coop nei luoghi di produzione per la verifica delle origini e dei possibili con-taminanti.

Il preventivo sociale

Sarà inoltre rilanciato presso i fornitori il piano di prevenzione sulla presenza di micotossine e proseguirà nell’intervento sui produttori di imballaggi e nel controllo delle cessioni di sostanze chimiche dal pack all’alimento. Al

proposito sarà finanziato un dottorato di ricerca all’Università di Bologna per ave-

re maggiore scientificità e continuità d’intervento.

Anche nel 2009 proseguirà l’impe-gno per la riduzione dell’incidenza

della spesa farmaceutica sulle fami-glie italiane, con l’ampliamento della

rete delle farmacie nei punti vendita, l’in-cremento dei prodotti in assortimento e dei servizi offerti. Inoltre, nonostante le diffi-coltà che insorgono nel processo di inserimento di prodotti a marchio Coop nel settore farmaceutico, all’acido acetilsalicilico farà seguito quest’anno il paracetamolo, per ga-rantire al consumatore medicinali a prezzi equi. Contestualmente, in tema di servizi, si sta lavorando per estendere le sperimentazioni per i pagamenti delle bollette in barriera cassa al fine di facilitare la gestione del tempo del consumatore.

Verso il lavoratore

Nonostante la crisi significativa che sta attraversando il nostro Paese e il conseguente calo dei consumi, Coop nel 2009 continuerà il proprio impegno per la crescita dell’oc-cupazione grazie alle nuove aperture. Sarà inoltre mantenuto l’impegno a realizzare processi di stabilizzazione occupaziona-le compatibili con l’attuale fase di andamento dei consumi, trasformando quote signi-ficative di contratti a termine in contratti a tempo indeterminato (part-time e full-time) che rispondano sia al bisogno di continuità del lavoratore che a quello di flessibilità dell’organizzazione del lavoro.

Il confronto con le Organizzazioni Sindacali per condividere percorsi e modalità di ap-proccio alle tematiche del lavoro e dell’occupazione ha portato, nel 2008, al rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di lavoro, firmato unitariamente da tutte le OO.SS., dando così attuazione al “Patto per lo Sviluppo” siglato nel 2007 con le stesse organiz-zazioni.

Nel 2009 prenderà avvio l’attività dell’Ente Bilaterale Nazionale della distribuzione co-operativa che ha anche il compito di verificare, in via preventiva e in fase di attuazione, significative attività di Responsabilità Sociale.Rimangono prioritari gli ambiti di intervento relativi a:

• sviluppo della partecipazione con la messa in atto di modelli organizzativi innovativi che vanno nella direzione del coinvolgimento dei lavoratori alla vita della cooperativa;

• qualità del lavoro con azioni finalizzate soprattutto a incidere sui percorsi di svilup-po delle risorse, sulla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e sul miglioramento dell’efficienza e produttività aziendale.

Tale ente avrà inoltre il compito di monitorare i bisogni formativi e da questi trarne gli indirizzi per le attività, il rispetto delle pari opportunità e delle misure a sostegno dei soggetti deboli.A quest’ultimo proposito Coop ha avviato, attraverso Scuola Coop, un progetto per studiare e implementare interventi a supporto del lavoro femminile e delle opportuni-

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tà di crescita professionale delle donne in azienda. La “cabina di regia” del progetto, composta da rappresentanti delle singole cooperative, nel corso del 2009 svilupperà l’analisi interna, effettuerà momenti di formazione e di sensibilizzazione e diffonderà informazioni sulle migliori pratiche adottate.Continuerà, inoltre, l’impegno della Commissione Nazionale Lavoro e Formazione per far crescere e uniformare la sensibilità e la cultura dell’impresa in tema di Sicurezza e Salute a tutti i livelli.La formazione, in Coop, è definita e gestita dalle singole cooperative, ma trova anche nella Scuola Coop il luogo di elaborazione dei contenuti specifici relativi alle profes-sioni.Nel 2009 l’attività della Scuola sarà finalizzata a rafforzare la riflessione sui valori, l’identità e la cultura cooperativa, attraverso l’integrazione strutturata di questi aspetti nell’attività didattica e l’organizzazione di appositi eventi rivolti a tutti i livelli di respon-sabilità presenti nelle cooperative.

Un’ulteriore significativa area di intervento della Scuola riguarderà le Piccole e Medie cooperative anche con interventi che si svolgeranno nei territori di appartenenza. In alcune attività di formazione saranno coinvolti formatori delle grandi cooperative, av-viando così un rapporto di scambio e di maggiore integrazione tra le diverse realtà del movimento cooperativo.Si continuerà infine a lavorare per ampliare e strutturare meglio l’attività verso i diri-genti delle grandi cooperative, ascoltandone i bisogni e realizzando uno studio di fat-tibilità per interventi sulle professioni o su specifiche tematiche. Contestualmente si valorizzerà maggiormente la loro presenza a Scuola Coop, incrementando le occasioni di docenza e testimonianza.

Il preventivo sociale

Verso la comunità

Il rapporto tra Coop e le comunità locali è strutturale al suo stesso essere cooperativa, il cui socio è consumatore ma anche cittadino degli insediamenti su cui insistono i punti vendita.Proprio per questo le attività sociali sono definite, declinate e gestite dalle singole coo-perative insieme agli interlocutori locali.Alcuni progetti contraddistinguono però tutte le realtà:

• “Buon fine”, il progetto di recupero degli alimenti invenduti a vantaggio degli indigen-ti, che anche quest’anno vedrà crescere il numero di punti vendita coinvolti, le organiz-zazioni beneficiarie e la quantità di prodotti donati.

• L’Educazione al Consumo Consapevole rivolta agli studenti, dalle scuole materne alle secondarie superiori, che nell’anno scolastico 2008-2009 ha introdotto in catalogo al-cune nuove animazioni su nuovi prodotti (la lattina, il videogioco e la gomma da masti-care) focalizzate maggiormente sui temi dell’ambiente e dell’uso consapevole del de-naro; nonché una rivista periodica rivolta agli insegnanti SapereCoop che approfondirà anche le tematiche d’attualità.

Proprio per l’attenzione che storicamente Coop ha dedicato ai giovani consumatori, dal 1° gennaio 2009 ha interrotto la vendita di alcolici ai minori di 18 anni negli oltre 1300 punti vendita Coop in tutta Italia. La decisione nasce dalla volontà di non assistere im-potenti a una minaccia per la salute di tutti e in particolar modo per i giovanissimi, spe-rando che ciò serva a sollevare un dibattito, ad aprire un tavolo istituzionale con altri operatori interessati per arrivare il più presto all’emanazione di una legge in materia. Si affiancheranno iniziative di informazione e di sensibilizzazione dei giovani e degli adulti al problema dell’alcol.I processi di globalizzazione hanno modificato i processi di interazione rendendo i con-fini territoriali variabili in funzione dell’attività e dei soggetti coinvolti.Coop Italia ha ottenuto per prima la certificazione SA8000 in Europa dieci anni fa. Oggi in questo modo presidia il rispetto dei diritti umani e dei lavoratori di 431 fornitori di prodotti a marchio Coop e circa un migliaio di sub-fornitori. A questi si aggiungono i 160 fornitori di prodotti non alimentari coinvolti nel progetto BSCI da Intercoop-Far East.In Italia tale impegno si focalizzerà, sulla scia di quanto fino ad oggi realizzato, su due ambiti d’intervento: le aziende agricole in cui si effettua la raccolta e un maggiore con-trollo degli aspetti inerenti la salute e la sicurezza sulle imprese di produzione.Il progetto avviato a fine 2004 con i fornitori di prodotti da pomodoro, con particolare attenzione alle pratiche di lavoro nero, caporalato e sfruttamento del lavoro clandesti-no, ha fornito buoni risultati, ma, come è noto, la manodopera clandestina impiegata nella raccolta è soggetta a fenomeni di transumanza. Pertanto tutte le competenze ma-turate nella filiera del pomodoro nel corso degli ultimi anni costituiranno la struttura del progetto relativo ad altre filiere ortofrutticole critiche che nel 2009 sarà attivato su alcune coltivazioni del Sud Italia.

D’altro canto rappresenta un’emergenza nazionale la sicurezza sul posto di lavoro con 1.376 morti all’anno (Eurispes 2007) e le ispezioni SA8000 commissionate da Coop re-gistrano risultati discreti, ma con significativi ambiti di miglioramento. Per questo sarà avviato un progetto “Coop for work” attraverso il quale rilanciare l’impegno di Coop in merito al rispetto dei diritti dei lavoratori, con focus appunto sul tema sicurezza. Coop si farà carico di sensibilizzare i fornitori dei propri prodotti sulle aree potenzialmente critiche in tema di sicurezza, sollecitando piani di miglioramento.

A supporto di un mondo più equo Coop continuerà a realizzare in modo partecipato la settimana “Io faccio la spesa giusta” per la promozione dei prodotti equo e solidali, innovandola rispetto agli anni precedenti.

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Nel 2009 la campagna di solidarietà internazionale Stop alla povertà proseguirà sia nelle attività di raccolta fondi presso i soci, che nella gestione dei quattordici progetti in collaborazione con diverse ONG nei paesi in via di sviluppo per la realizzazione di prodotti del commercio equo e solidale cui sia garantito l’accesso al mercato.

Verso l’ambiente e le generazioni future

Nel 2009 Coop continuerà con determinazione l’impegno per la salvaguardia dell’am-biente.Saranno due in particolare gli ambiti di intervento: il concorso al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto e la riduzione degli imballi.

Al fine di fornire un contributo concreto al raggiungimento del nuovo obiettivo noto come 20–20–20 (riduzione del 20% delle emissioni di CO2 e 20% di risparmio energe-tico ed utilizzo del 20% di energia da fonti rinnovabili), Coop:

• ha lanciato a fine 2008 la campagna “Risparmia le energie”, che si svilupperà per step progressivi nel corso di un anno;

• dal 2006 attraverso il progetto “Coop for Kyoto” monitora l’andamento delle emissioni di CO2, applicando ai propri fornitori di prodotto a marchio le linee guida di risparmio energetico;

• smetterà di vendere a fine 2009, in anticipo di un anno rispetto ai termini di legge, le lampadine a incandescenza in tutti i punti vendita.

La campagna “Risparmia le energie” ha lo scopo di informare e sensibilizzare i consu-matori sulle tematiche dei cambiamenti climatici, del risparmio e dell’efficienza ener-getica con l’obiettivo di riuscire a cambiare in meglio le abitudini quotidiane. Ne sono protagoniste oltre 2000 famiglie italiane (scelte come campione rappresentativo della popolazione) affiancate da tutor che stimoleranno le azioni da fare e promuoveranno anche iniziative sui territori, unite tutte assieme dal fatto di partecipare a una commu-nity on line. Il progetto avrà la durata di un anno, alla fine sarà svolta un’attività di infor-mazione a punto vendita sui temi del risparmio energetico.

La campagna ha ricevuto il patrocinio del Ministero dell’Ambiente della Tutela del Ter-ritorio e del Mare e del Ministero dello Sviluppo Economico e del Consiglio Nazionale Consumatori e Utenti, oltre all’adesione di importanti associazioni ambientaliste (Le-gambiente, WWF e Greenpeace). A “Coop for Kyoto” hanno aderito volontariamente 101 siti produttivi di fornitori di prodotto a marchio Coop, tutti italiani, prevalentemente alimentari. L’adesione com-portava l’adozione di azioni mirate alla riduzione dei consumi energetici, a partire da una Linea Guida contenente una serie di possibili interventi sia impiantistici che ge-stionali a livello di stabilimento industriale.Coop for Kyoto, raggiunto un primo obiettivo, continuerà il suo percorso nell’attività di sensibilizzazione e coinvolgimento dei fornitori di prodotto a marchio Coop al fi-ne di estendere il numero di aziende coinvolte nel progetto e intervenendo su quelli che finora sono stati poco virtuosi, supportandoli in merito all’individuazione di buone pratiche, fornendo informazioni e supporto tecnico, fino all’individuazione di fonti di finanziamento.

La scelta di Coop di eliminare anticipatamente dal mercato le lampade a incandescenza eviterà di immettere in atmosfera 120.000 tonnellate di C02 all’anno. Le stesse saranno sostituite da lampade a risparmio energetico, di cui sono già in vendita diversi modelli e rispetto alle quali è in atto una campagna di sensibilizzazione e di promozione partita a settembre 2008. Per la realizzazione dei nuovi punti vendita e la ristrutturazione di quelli esistenti Coop è sempre più attenta a minimizzare il proprio impatto ambientale. In particolare, in co-

Il preventivo sociale

erenza con il progetto Coop for Kyoto, si continuano a realizzare impianti fotovoltaici per alimentare non solo i punti vendita, ma anche i magazzini e le sedi delle coopera-tive. Gli impianti in funzione al 31 gennaio sono 26 per una potenza di picco comples-sivamente installata di circa 4.400 kWp, nel corso del 2009 dovrebbero essere attivati altri 29 impianti per una potenza di picco di circa 7.600 kWp, complessivamente quindi a fine 2009 saranno attivi circa 55 impianti per una potenza di picco complessiva di 12.000 kWp.Allo stesso modo si continuano a diffondere tecnologie che riducono i consumi ener-getici, tra arredi ed impianti, ed in particolare nel 2009 si estenderà ulteriormente la copertura dei banchi frigo in via sperimentale in alcuni punti vendita.

Per la riduzione degli imballaggi Coop vanta circa 100 prodotti sul cui imballaggio so-no stati fatti interventi in linea con la politica delle 3 R (Riduzione, Riciclo, Riutilizzo).Nel 2009 verrà rilanciato con forza questo impegno con una strategia di:

• riduzione del consumo di risorse a monte (materiali ed energia);• riduzione di rifiuti.

Proseguirà, infatti, l’applicazione e valorizzazione dell’esclusiva etichettatura informa-tiva Coop, che segnala al consumatore il materiale con cui è fabbricato l’imballo e le modalità per il corretto smaltimento.Si andrà alla definizione di regole più stringenti con attenta considerazione dell’impat-to ambientale lungol’intero ciclo di vita, dalla produzione allo smaltimento attraverso la metodologia d’analisi LCA (Life Cycle Assessment) e saranno assunti nuovi impegni di sostituzione dei materiali più impattanti e del overpack. A questo saranno affiancati dodici progetti di studio di prodotti.Inoltre verranno analizzate alcune filiere al fine di verificare i benefici ambientali del cosiddetto ‘’Km zero”.Sempre con questo obiettivo nel 2009 Coop rafforzerà le iniziative di sensibilizzazione sul consumatore per ridurre l’utilizzo di shopper usa e getta tradizionali, aumentando l’assortimento di borse riutilizzabili e biodegradabili.Infine a fine 2008 Coop ha introdotto per i propri detersivi ecologici alcuni dispenser per lo sfuso pilota che si diffonderanno ulteriormente nei punti vendita nel corso del 2009. Visto che per avere vantaggi ambientali occorre che il consumatore si ricordi per molto tempo di ripetere l’atto di acquisto portandosi il contenitore da casa, le coopera-tive attiveranno una forte campagna di sensibilizzazione dei clienti.

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I risultati del 2008, rispetto agli impegni assunti sul 2008

Perché un processo di rendicontazione sia efficace è fondamentale che sia in essere un controllo circolare tra obiettivi e risultati, a testimonianza anche della trasparenza verso tutti gli interlocutori. La seguente tabella riassume la realizzazione o meno degli obiettivi qualitativi inseriti nel Preventivo 2008, ma la stessa valutazione è inserita nel testo del documento dove, nelle singole sezioni, è riportato il simbolo c per indicare l’“obiettivo raggiunto” e l’azione specifica è evidenziata in grassetto del medesimo colore.

Impegno assunto con il preventivo 2008 Stato 2009Proseguirà la riflessione sui nuovi modelli di governance MantenutoSi svolgeranno i lavori di preparazione della Settima Assemblea Nazionale delle Sezioni Soci, nella quale ripensare e rilanciare le modalità di coinvolgimento dei soci attivi

Mantenuto

Saranno mantenuti livelli di convenienza privilegiati per i propri soci, attraverso politiche promozionali riservate basate su meccanismi di personalizzazione, che possano quindi rispondere ai reali bisogni dei soci premiandone la fedeltà

Mantenuto

Saranno ulteriormente sviluppate le convenzioni per i servizi alla persona MantenutoSaranno coinvolti nel progetto Energy saver con l’obiettivo di ridurre i consumi energetici domestici attraverso l’utilizzo di un kit di controllo e di un decalogo di comportamenti

Mantenuto nel 2009

Applicherà aumenti solo se giustificati impegnandosi poi a ribassarli non appena eventuali situazioni di crisi rientrassero e facendosi carico di una quota parte degli aumenti richiesti dai fornitori

Mantenuto

Si manterrà l’inflazione interna sempre sotto l’inflazione Istat Non mantenutoIntrodurrà nuove tariffe nella Telefonia Mantenuto

rimodulando le tariffe pregresse

Rafforzerà in CoopSalute la presenza del parafarmaco e la gamma dei servizi di prevenzione offerti, ma soprattutto portando sugli scaffali prodotti per la salute a marchio Coop

Mantenuto

Migliorerà ulteriormente i prodotti freschissimi con particolare attenzione a carni e ortofrutta. Nella stessa logica continuerà l’attività per sviluppare progetti di valorizzazione dei prodotti tipico-locali

Mantenuto

Svilupperà un ulteriore studio su nuove filiere per il non utilizzo OGM nell’alimentazione animale e più controlli istologici contro il rischio anabolizzanti

Mantenuto

Potenzierà ulteriormente il processo di gestione delle crisi in merito al controllo sulle procedure igienico sanitarie

Mantenuto

Innoverà l’offerta non alimentare, in particolare per le aree casa e brico, grazie al rapporto con nuovi partner, e aumenterà contestualmente il presidio dei controlli sui prodotti, in particolare per quelli di importazione

Mantenuto

Caratterizzerà Il prodotto a marchio con una nuova etichetta Coop più ricca di informazioni nutrizionali alla quale si affianca un’apposita etichettatura per lo smaltimento dei diversi imballi che guidi il consumatore in una corretta e semplificata pratica di riciclaggio

Mantenuto

Realizzerà la settimana “Io faccio la spesa giusta” per la promozione dei prodotti equo e solidali e ha intenzione di assumere un ruolo proattivo nella proposta di un disegno di legge a supporto di tale pratica

Mantenuto

Promuoverà la campagna Stop World Poverty con tredici progetti promossi da diverse ONG nei paesi in via di sviluppo con l’obiettivo di supportare un percorso di sviluppo economico imprenditoriale locale attraverso prodotti del commercio equo e solidale a cui sia garantito l’accesso al mercato

Mantenuto

Concretizzerà i protocolli firmati con il Ministero dell’Ambiente e con il Forum del Terzo Settore MantenutoAvvierà il percorso per l’eliminazione delle lampade a incandescenza, in anticipo sulle previsioni di legge

Mantenuto nel 2009

Completerà gli impianti di produzione di energia fotovoltaica per un totale di circa 3.685 kW (esclusi i 6 già funzionanti) in aggiunta all’acquisto di circa 97 GWhdi energia da fonte rinnovabile (idroelettrica)

Mantenuto

Realizzerà uno studio di fattibilità di certificazione secondo il Protocollo Itaca di alcuni centri commerciali e la definizione della procedura per gli audit energetici a punto vendita

Mantenuto

Aprirà un centro commerciale teleriscaldato tramite accordo con la vicina distilleria Mantenuto nel 2009Saranno attivate, in accordo con i fornitori, delle azioni per ridurre le emissioni di CO2 lungo l’intera filiera

Mantenuto

Sperimenterà nuovi sistemi di packaging per ridurre i rifiuti MantenutoAprirà 19 nuovi punti vendita, di cui dieci in Comuni nei quali non si era precedentemente presenti, sviluppando formati commerciali diversi ed innovativi per garantire ad ogni comunità il servizio migliore

Mantenuto

Lavorerà per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale che traduca in pratica il Patto per lo sviluppo sottoscritto nel 2007

Mantenuto

Rafforzerà e migliorerà l’offerta di scuola Coop grazie al percorso di rinnovamento lanciato con il cambio di vertice

Mantenuto nel 2009

Il preventivo sociale

Stampato su carta 100% riciclata

Finito di stampare nel mese di luglio 2009