Qui Mantova · con la chiesa di Santa Barbara, luogo di una bellezza quasi metafisica, il...

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Redazione e Tipografia: via Solferino, 28 - Milano. Telefono 02-6339. Pubblicità: RCS PUBBLICITA’ S.p.A. via Mecenate, 91 - Milano. Telefono 02-50951 Manuela Pelati Marco Vinelli © 2006 RCS QUOTIDIANI S.p.A. Sede legale: via Rizzoli, 2 - Milano Registrazione: Tribunale di Milano n. 139, del 29 giugno 1948. Vicedirettori: PIERLUIGI BATTISTA DARIO DI VICO LUCIANO FONTANA GIANNI RIOTTA A cura di: ALESSANDRO CANNAVO’ Art director: GIANLUIGI COLIN In redazione: Franco Tettamanti (caposervizio) Fabio Cutri Benedetta de Micheli Maurizio Di Gregorio Maria Serena Natale Direttore: PAOLO MIELI Condirettore: PAOLO ERMINI 4 Eventi Mostre Supplemento al P ALAZZO D UCALE E IL PROFUMO DI MILLEFOGLIE V ivo e lavoro a Milano ma ho sem- pre mantenuto un forte legame con la città in cui sono nato. A Mantova ho ancora molti affetti, fa parte della mia vita. Abitavo in via Mazzini, frequentavo il Li- ceo Virgilio in quella zona della città dove si trova l’Ac- cademia Virgiliana con lo stupendo teatro del Bibiena e mi divertivo a giocare alla lippa vicino alla chiesa di Sant’Andrea. Di quegli anni ricordo il profumo delle merci nei magazzini dei miei genitori e quello dei dolci e delle creme di cui le pa- sticcerie di Mantova sono così gene- rose. Come quella di via XX Settem- bre, famosa per la millefoglie così ae- rea e vaporosa che va mangiata subi- to, perché come tutte le storie d’amo- re dura solo due ore. Una passeggiata alla scoperta dei luoghi meno frequentati tra il Palazzo e il Castello. Il Giardino dei Semplici dove si coltivavano le erbe officinali, la piazzetta poligonale del Paradiso con la chiesa di Santa Barbara, luogo di una bellezza quasi metafisica, il pa- diglione di Luca Fancelli, il Cortile del- la Cavallerizza che guarda sul lago e il Giardino di Piazza Pallone, dove si af- facciano le finestre delle stanze in cui andò ad abitare Isabella d’Este rimasta vedova. Palazzo Ducale è una cit- tà nella città, è stato il so- gno di un’intera dinastia. Da vedere c’è sicuramente la chiesa restaurata di San- ta Maria della Vittoria, dove nel 1496 venne portata la Madonna dipinta dal Man- tegna per celebrare la vittoria di Fran- cesco Gonzaga sui francesi. È curioso che sia stato pagata da una famiglia ebrea come sanzione per aver tolto dalla propria casa un affre- sco di soggetto sacro. Qui Mantova M antegna e Mantova. Due nomi uniti da un sodali- zio lungo 46 anni, la gloria dell’uno che riverbera in quella dell’altro. Così come Padova e Verona hanno visto nascere ed esplodere il suo genio, Mantova diven- ta allora il luogo dove il suo linguaggio pittorico raggiun- ge molti dei suoi esiti più straordinari, dove ottiene ono- ri e prestigio, «solenne maestro» come viene chiamato nei documenti ufficiali. È il fasto della corte, lo spettacolo del potere quello che a Mantegna si chiede di mettere in scena, non solo in qualità di pittore ma anche di supervisore generale di ogni grande impresa decorativa o progetto urbanistico. Come nella sbalorditiva Camera picta o Camera degli Sposi del Castello di San Giorgio, realizzata a celebrazio- ne della famiglia Gonzaga e subito considerata una del- le meraviglie dell’epoca per lo spazio illusionisticamen- te dilatato oltre i limiti delle pareti dipinte e per quel- l’«oculo de cielo» da cui si affacciano dame e cupidi in uno scorcio addirittura temerario e che allora sembrò un miracolo prospettico. Oggi, 500 anni dopo la sua morte, Mantova vuol testi- moniare al mondo il legame con il suo artista. Riportan- do in città oltre 20 dei 75 dipinti su cavalletto giunti fino a noi, alcuni dei quali finora mai esposti in Italia. Propo- nendo ai visitatori non un’unica mostra, ma più esposi- zioni che consentano una full immersion nel clima arti- stico e culturale in cui Mantegna si trovò ad operare, in un itinerario che a sua volta dilati i confini di palazzi, chiese e castelli fino a costituire un unico, stupefacente scenario. Tra le 80 opere esposte a Palazzo Te si potran- no così ammirare la Madonna delle cave degli Uffizi e la Sacra Famiglia con Santa Elisabetta e San Giovannino a tempera e oro di Fort Worth (Texas), il Ritratto d’uomo di Washington e la celebre Minerva che caccia i vizi del Louvre, oltre alla serie dei monocromi che simulano bas- sorilievi in marmo e bronzo dorato, dove più alto si fa il dialogo tra pittura e scultura. Imperdibili sono anche le opere di Lorenzo Costa e Lorenzo Leobruno, di France- sco Bonsignori, Nicolò da Verona e Gian Francesco Tu- ra e che testimoniano l’influenza di Mantegna sulla pit- tura mantovana. Il percorso prosegue a Palazzo San Sebastiano con la scenografica ricostruzione dei Trionfi che Mantegna creò per Francesco Gonzaga e che proprio in questa resi- denza trovarono la loro prima collocazione (una legge inglese vieta che gli originali lascino Hampton Court) e la mostra «Placchette e rilievi in bronzo nell’età di Man- tegna» di palazzo san Sebastiano, a documentare il rifio- rire della cultura classica tra il soggiorno di Donatello a Padova e quello mantovano di Mantegna. Proprio le placchette, infatti, cioè piccoli rilievi in bronzo di costo contenuto e facile trasporto, svolsero il ruolo di «molti- plicatori culturali», diffondendo in area veneto padana quei temi umanistici e quei modelli antichi che tanta parte ebbero per lo sviluppo dell’arte di Mantegna e la nascita di un collezionismo privato. Si continua poi nel Castello di San Giorgio, con altre due esposizioni: «La scultura al tempo di Mantegna», che attraverso una raccolta di sessanta marmi, bronzi e terrecotte documenta la straordinaria rinascita del mon- do classico e «Mantegna e i Gonzaga», piacevole appro- fondimento sulla vita di corte, i personaggi della Came- ra picta e la biblioteca dei Gonzaga, ricostruita con libri e manoscritti. Degna conclusione del percorso saranno i due capolavori di Sant’Andrea, la chiesa dove nel 1506 venne collocata la tomba di Mantegna, interprete altissi- mo di una stagione irripetibile ma che ormai stava vol- gendo al termine davanti all’incalzare di una «maniera» più attenta ai moti dell'anima che alla ricerca di un clas- sico equilibrio. R ILIEVI B RONZEI T RA C APOLAVORI Attribuito alla bottega di Mantegna, una tempera a colla su tela che finge figure marmoree sopra uno sfondo di pietra verde Un olio su tavola di Ambrogio de Predis (1455-1508) Un olio su tavola di Giovanni Bellini (1430 circa-1516) Il sacrificio di Isacco Salvatore fanciullo Il poeta laureato Mostra Mantegna a Mantova 1460/1506 Palazzo Te, Fruttiere Via- le Te 19, Mantova Date Dal 16 settembre 2006 al 14 gennaio 2007 Orari Lunedì-venerdì 9-19 (chiusura biglietteria 18) Sabato e domenica 8.30-19.30 (chiusura biglietteria 18.30) Giorno di chiusura 25 dicembre Biglietti Intero 10 euro Ridotto 8-4 euro Gratuito minori di 11 anni Info, prenotazioni, eventi collegati www.andreamante- gna2006.it www.centropalazzote.it 199 199 111 Dall’estero 0039/ 0243.353.522 Dal lunedì al venerdì 9-18 [email protected] LA GUIDA L E M OSTRE del 16 settembre 2006 «SU MANTEGNA» di Giovanni Agosti, Feltrinelli, pagg. 550, 45 e Una brillante ricostruzione della fortuna storiografica, visiva e collezionistica del Mantegna che prende le mos- se dalla grande mostra del pittore tenuta a Londra nel 1992. «MANTEGNA» di Vittorio Sgarbi, Skira, pagg. 208, 20 e Un saggio agile ma completo sulla vita e le opere del pit- tore veneto «IL MANTEGNA » di Roger Fry, Edizione Abscondita, pagg. 128, 16 e Una raccolta degli scritti che il più importante critico del Novecento dedicò al Mantegna «MANTEGNA A MANTOVA 1460-1506» a cura di Mauro Lucco, Skira, pagg. 304, 50 e Il catalogo che accompagna l’esposizione in cui si ana- lizza il rapporto tra architettura e pittura in Mantegna «MANTEGNA A PADOVA 1445-1460» a cura di Davide Banzato, Alberto De Nicolò Salmazo e Anna Maria Spiazzi pagg 388, 60 e Gli inizi della carriera del Mantegna in una città domina- ta da Donatello, Bellini e Schiavone «ANDREA MANTEGNA E LA CAPPELLA OVETARI A PADOVA» a cura di Anna Maria Spiazzi, Alberta De Nicolò Salma- zo e Domenico Toniolo pagg 224, 45 e Una visita virtuale tra le opere del Mantegna nel tempio padovano «ANDREA MANTEGNA E LE ARTI A VERONA 1450-1500» a cura di Paola Marini, Marsilio, pagg. 224, 45 e Una guida riccamente illustrata che analizza l’influenza che Mantegna esercitò sui pittori locali per tutto il Rina- scimento «ANDREA MANTEGNA , LIBRO GIOCO » di Vanna Rubini, Skira, pagg. 24, 12 e Una serie di giochi ed esercizi per accompagnare i bam- bini alla scoperta dei quadri del Mantegna «EL PIÙ SOAVE ET DOLCE ET DILECTEVOLE ET GRA- TIOSO BOCHONE» a cura di Costantino Cipolla e Giancarlo Malacarne, Franco Angeli, pagg. 462, 30 e Uno studio che indaga le problematiche relative all’amo- re e al sesso nel Medioevo e nel Rinascimento Attorno al Pittore DI CESARE RIMINI DA LEGGERE IL MIO ITINERARIO 13 EventiMostre Sabato 16 Settembre 2006 Corriere della Sera

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Pubblicità:

RCS PUBBLICITA’ S.p.A.

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Telefono 02-50951

Manuela PelatiMarco Vinelli

© 2006 RCS QUOTIDIANI S.p.A.Sede legale: via Rizzoli, 2 - MilanoRegistrazione: Tribunale di Milano

n. 139, del 29 giugno 1948.

Vicedirettori:PIERLUIGI BATTISTADARIO DI VICOLUCIANO FONTANAGIANNI RIOTTAA cura di:ALESSANDROCANNAVO’

Art director:

GIANLUIGI COLINIn redazione:Franco Tettamanti (caposervizio)Fabio CutriBenedetta de MicheliMaurizio Di GregorioMaria Serena Natale

Direttore:PAOLO MIELI

Condirettore:PAOLO ERMINI

4

EventiMostreSupplemento al

PALAZZO DUCALEE IL PROFUMODI MILLEFOGLIE

V ivo e lavoro a Milano ma ho sem-pre mantenuto un forte legame

con la città in cui sono nato.A Mantova ho ancora molti affetti,

fa parte della mia vita. Abitavo in viaMazzini, frequentavo il Li-ceo Virgilio in quella zonadella città dove si trova l’Ac-cademia Virgiliana con lostupendo teatro del Bibienae mi divertivo a giocare allalippa vicino alla chiesa diSant’Andrea.

Di quegli anni ricordo ilprofumo delle merci neimagazzini dei miei genitori e quellodei dolci e delle creme di cui le pa-sticcerie di Mantova sono così gene-rose. Come quella di via XX Settem-bre, famosa per la millefoglie così ae-rea e vaporosa che va mangiata subi-

to, perché come tutte le storie d’amo-re dura solo due ore.

Una passeggiata alla scoperta deiluoghi meno frequentati tra il Palazzoe il Castello. Il Giardino dei Semplicidove si coltivavano le erbe officinali,la piazzetta poligonale del Paradisocon la chiesa di Santa Barbara, luogodi una bellezza quasi metafisica, il pa-diglione di Luca Fancelli, il Cortile del-la Cavallerizza che guarda sul lago e ilGiardino di Piazza Pallone, dove si af-facciano le finestre delle stanze in cui

andò ad abitare Isabellad’Este rimasta vedova.

Palazzo Ducale è una cit-tà nella città, è stato il so-gno di un’intera dinastia.Da vedere c’è sicuramentela chiesa restaurata di San-ta Maria della Vittoria, dovenel 1496 venne portata laMadonna dipinta dal Man-

tegna per celebrare la vittoria di Fran-cesco Gonzaga sui francesi.

È curioso che sia stato pagata dauna famiglia ebrea come sanzione peraver tolto dalla propria casa un affre-sco di soggetto sacro.

Qui Mantova

M antegna e Mantova. Due nomi uniti da un sodali-zio lungo 46 anni, la gloria dell’uno che riverbera

in quella dell’altro. Così come Padova e Verona hannovisto nascere ed esplodere il suo genio, Mantova diven-ta allora il luogo dove il suo linguaggio pittorico raggiun-ge molti dei suoi esiti più straordinari, dove ottiene ono-ri e prestigio, «solenne maestro» come viene chiamatonei documenti ufficiali.

È il fasto della corte, lo spettacolo del potere quelloche a Mantegna si chiede di mettere in scena, non soloin qualità di pittore ma anche di supervisore generale diogni grande impresa decorativa o progetto urbanistico.Come nella sbalorditiva Camera picta o Camera degliSposi del Castello di San Giorgio, realizzata a celebrazio-ne della famiglia Gonzaga e subito considerata una del-le meraviglie dell’epoca per lo spazio illusionisticamen-te dilatato oltre i limiti delle pareti dipinte e per quel-l’«oculo de cielo» da cui si affacciano dame e cupidi inuno scorcio addirittura temerario e che allora sembròun miracolo prospettico.

Oggi, 500 anni dopo la sua morte, Mantova vuol testi-moniare al mondo il legame con il suo artista. Riportan-do in città oltre 20 dei 75 dipinti su cavalletto giunti finoa noi, alcuni dei quali finora mai esposti in Italia. Propo-nendo ai visitatori non un’unica mostra, ma più esposi-zioni che consentano una full immersion nel clima arti-stico e culturale in cui Mantegna si trovò ad operare, inun itinerario che a sua volta dilati i confini di palazzi,chiese e castelli fino a costituire un unico, stupefacentescenario. Tra le 80 opere esposte a Palazzo Te si potran-no così ammirare la Madonna delle cave degli Uffizi e laSacra Famiglia con Santa Elisabetta e San Giovannino atempera e oro di Fort Worth (Texas), il Ritratto d’uomodi Washington e la celebre Minerva che caccia i vizi delLouvre, oltre alla serie dei monocromi che simulano bas-sorilievi in marmo e bronzo dorato, dove più alto si fa ildialogo tra pittura e scultura. Imperdibili sono anche leopere di Lorenzo Costa e Lorenzo Leobruno, di France-sco Bonsignori, Nicolò da Verona e Gian Francesco Tu-ra e che testimoniano l’influenza di Mantegna sulla pit-tura mantovana.

Il percorso prosegue a Palazzo San Sebastiano con lascenografica ricostruzione dei Trionfi che Mantegnacreò per Francesco Gonzaga e che proprio in questa resi-denza trovarono la loro prima collocazione (una leggeinglese vieta che gli originali lascino Hampton Court) ela mostra «Placchette e rilievi in bronzo nell’età di Man-tegna» di palazzo san Sebastiano, a documentare il rifio-rire della cultura classica tra il soggiorno di Donatello aPadova e quello mantovano di Mantegna. Proprio leplacchette, infatti, cioè piccoli rilievi in bronzo di costocontenuto e facile trasporto, svolsero il ruolo di «molti-plicatori culturali», diffondendo in area veneto padana

quei temi umanistici e quei modelli antichi che tantaparte ebbero per lo sviluppo dell’arte di Mantegna e lanascita di un collezionismo privato.

Si continua poi nel Castello di San Giorgio, con altredue esposizioni: «La scultura al tempo di Mantegna»,che attraverso una raccolta di sessanta marmi, bronzi eterrecotte documenta la straordinaria rinascita del mon-do classico e «Mantegna e i Gonzaga», piacevole appro-fondimento sulla vita di corte, i personaggi della Came-ra picta e la biblioteca dei Gonzaga, ricostruita con librie manoscritti. Degna conclusione del percorso sarannoi due capolavori di Sant’Andrea, la chiesa dove nel 1506venne collocata la tomba di Mantegna, interprete altissi-mo di una stagione irripetibile ma che ormai stava vol-gendo al termine davanti all’incalzare di una «maniera»più attenta ai moti dell'anima che alla ricerca di un clas-sico equilibrio.

RILIEVI BRONZEITRA CAPOLAVORI Attribuito alla bottega di Mantegna, una tempera a colla su tela che finge figure marmoree sopra uno sfondo di pietra verde

Un olio su tavola di Ambrogio de Predis (1455-1508) Un olio su tavola di Giovanni Bellini (1430 circa-1516)

Il sacrificio di Isacco

Salvatore fanciullo Il poeta laureato

MostraMantegna a Mantova1460/1506Palazzo Te, Fruttiere Via-le Te 19, Mantova

DateDal 16 settembre 2006al 14 gennaio 2007

OrariLunedì-venerdì9-19 (chiusurabiglietteria 18)Sabato e domenica8.30-19.30 (chiusurabiglietteria 18.30)Giorno di chiusura25 dicembre

BigliettiIntero 10 euroRidotto 8-4 euroGratuito minori di 11 anni

Info,prenotazioni,eventi collegatiw w w . a n d r e a m a n t e -gna2006.itwww.centropalazzote.it199 199 111D a l l ’ e s t e r o 0 0 3 9 /0243.353.522Dal lunedì al venerdì[email protected]

LA GUIDA

L E M O S T R E

del 16 settembre 2006

«SU MANTEGNA»di Giovanni Agosti, Feltrinelli, pagg. 550, 45 e

Una brillante ricostruzione della fortuna storiografica,visiva e collezionistica del Mantegna che prende le mos-se dalla grande mostra del pittore tenuta a Londra nel1992.

«MANTEGNA»di Vittorio Sgarbi, Skira, pagg. 208, 20 e

Un saggio agile ma completo sulla vita e le opere del pit-tore veneto

«IL MANTEGNA »

di Roger Fry, Edizione Abscondita, pagg. 128, 16 e

Una raccolta degli scritti che il più importante criticodel Novecento dedicò al Mantegna

«MANTEGNA A MANTOVA 1460-1506»a cura di Mauro Lucco, Skira, pagg. 304, 50 e

Il catalogo che accompagna l’esposizione in cui si ana-lizza il rapporto tra architettura e pittura in Mantegna

«MANTEGNA A PADOVA 1445-1460»a cura di Davide Banzato, Alberto De Nicolò Salmazo eAnna Maria Spiazzi pagg 388, 60 e

Gli inizi della carriera del Mantegna in una città domina-ta da Donatello, Bellini e Schiavone

«ANDREA MANTEGNA E LA CAPPELLA OVETARI APADOVA»a cura di Anna Maria Spiazzi, Alberta De Nicolò Salma-zo e Domenico Toniolo pagg 224, 45 e

Una visita virtuale tra le opere del Mantegna nel tempiopadovano

«ANDREA MANTEGNA E LE ARTI A VERONA1450-1500»a cura di Paola Marini, Marsilio, pagg. 224, 45 e

Una guida riccamente illustrata che analizza l’influenzache Mantegna esercitò sui pittori locali per tutto il Rina-scimento

«ANDREA MANTEGNA , LIBRO GIOCO »

di Vanna Rubini, Skira, pagg. 24, 12 e

Una serie di giochi ed esercizi per accompagnare i bam-bini alla scoperta dei quadri del Mantegna

«EL PIÙ SOAVE ET DOLCE ET DILECTEVOLE ET GRA-TIOSO BOCHONE»a cura di Costantino Cipolla e Giancarlo Malacarne,Franco Angeli, pagg. 462, 30 e

Uno studio che indaga le problematiche relative all’amo-re e al sesso nel Medioevo e nel Rinascimento

Attorno al Pittore

DI CESARE RIMINI

DA LEGGERE

ILMIO ITINERARIO

13EventiMostre Sabato 16 Settembre 2006 Corriere della Sera