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Giuseppe Spagnulo è uno studioso (Ph.D) di Storia delle relazioni internazionali e cultore in Storia contemporanea presso l’Università «Aldo Moro» di Bari. Di recente ha pubblicato Un giovane liberale del Sud. Michele Cifarelli e la vita politica italiana dal fascismo alla stagione europeista (1938-1954) (Soveria Mannelli, Rubbettino, 2018). Ha scritto inoltre vari articoli scientifici su temi riguardanti il Subcontinente Indiano e la storia della politica estera italiana, nonché articoli e recensioni su vari blog e riviste nazionali, tra i quali «La nostra storia» del Corriere della Sera, «l’Identità di Clio» e «Nuova Rivista Storica». In copertina: Jawaharlal Nehru e Krishna Menon durante una seduta dell’ONU (1960) © Keystone-France / Gamma-Rapho via Getty Images. Quaderni di storia Quaderni di storia GIUSEPPE SPAGNULO L’Asia Meridionale è ormai davanti ai nostri occhi, visibile in piena luce, e pretende ascolto... Il lavoro di Giuseppe Spagnulo si colloca all’avanguardia di questa nuova frontiera di conoscenza, e porta in primo piano ciò che l’Asia Meridionale ha significato per un Paese come l’Italia. (Mario Prayer) Prezzo al pubblico Euro 25,00 GIUSEPPE SPAGNULO Il Risorgimento dell’Asia Questo volume apre all’Asia Meridionale un’area di ricerca storiografica inesplorata e di notevole attualità, vale a dire la politica estera italiana nei confronti dei Paesi dell’Asia nei primi decenni del secondo dopoguerra. Lo studio si concentra in particolare sulla politica estera dell’Italia repubblicana verso India e Pakistan a partire dal conseguimento della loro indipendenza, nel quadro delle rispettive collocazioni internazionali e del più vasto scenario globale, profondamente segnato dagli epocali rivolgimenti del dopoguerra, che si manifestano soprattutto con la Guerra fredda, la decolonizzazione e il loro reciproco intrecciarsi. La narrazione è focalizzata sulle vicende che hanno influenzato la natura di questi rapporti, con particolare attenzione alla considerazione che dall’Italia si aveva degli sviluppi politici in India e in Pakistan e della loro reciproca rivalità, dato costante dell’area geopolitica asiatico-meridionale in più occasioni espressosi sotto forma di crisi politica e militare. Si prova anche a definire, dall’angolo di osservazione del Subcontinente Indiano, la maniera con cui il governo italiano guardava e si rapportava al Terzo Mondo e ai suoi gravosi problemi. 978-88-00-75058-5 IL RISORGIMENTO DELL’ASIA Le Monnier Il Risorgimento dell’Asia GIUSEPPE SPAGNULO Il Risorgimento dell’Asia Il Risorgimento dell’Asia India e Pakistan nella politica estera dell’Italia repubblicana (1946-1980)

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Giuseppe Spagnulo

è uno studioso (Ph.D) di Storia delle relazioni internazionali e cultore in Storia contemporanea presso l’Università «Aldo Moro» di Bari. Di recente ha pubblicato Un giovane liberale del Sud. Michele Cifarelli e la vita politica italiana dal fascismo alla stagione europeista (1938-1954) (Soveria Mannelli, Rubbettino, 2018). Ha scritto inoltre vari articoli scientifici su temi riguardanti il Subcontinente Indiano e la storia della politica estera italiana, nonché articoli e recensioni su vari blog e riviste nazionali, tra i quali «La nostra storia» del Corriere della Sera, «l’Identità di Clio» e «Nuova Rivista Storica».

In copertina: Jawaharlal Nehru e Krishna Menon durante una seduta dell’ONU (1960) © Keystone-France / Gamma-Rapho via Getty Images.

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GIU

SEPPE SPAGN

ULO

L’Asia Meridionale è ormai davanti ai nostri occhi, visibile in piena luce, e pretende ascolto... Il lavoro di Giuseppe Spagnulo si colloca all’avanguardia di questa nuova frontiera di conoscenza, e porta in primo piano ciò che l’Asia Meridionale ha significato per un Paese come l’Italia. (Mario Prayer)

Prezzo al pubblicoEuro 25,00

GIUSEPPE SPAGNULO Il Risorgimento dell’Asia

Questo volume apre all’Asia Meridionale un’area di ricerca storiografica inesplorata e di notevole attualità, vale a dire la politica estera italiana nei confronti dei Paesi dell’Asia nei primi decenni del secondo dopoguerra. Lo studio si concentra in particolare sulla politica estera dell’Italia repubblicana verso India e Pakistan a partire dal conseguimento della loro indipendenza, nel quadro delle rispettive collocazioni internazionali e del più vasto scenario globale, profondamente segnato dagli epocali rivolgimenti del dopoguerra, che si manifestano soprattutto con la Guerra fredda, la decolonizzazione e il loro reciproco intrecciarsi. La narrazione è focalizzata sulle vicende che hanno influenzato la natura di questi rapporti, con particolare attenzione alla considerazione che dall’Italia si aveva degli sviluppi politici in India e in Pakistan e della loro reciproca rivalità, dato costante dell’area geopolitica asiatico-meridionale in più occasioni espressosi sotto forma di crisi politica e militare. Si prova anche a definire, dall’angolo di osservazione del Subcontinente Indiano, la maniera con cui il governo italiano guardava e si rapportava al Terzo Mondo e ai suoi gravosi problemi.

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IL RISORGIMENTO

DELL’ASIA

Le Monnier

Il Risorgimento dell’A

sia

GIUSEPPE SPAGNULO

Il Risorgimento dell’Asia Il Risorgimento dell’AsiaIndia e Pakistan nella politica estera dell’Italia repubblicana (1946-1980)

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fondati da Giovanni Spadolinidiretti da Fulvio Cammarano

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Direttore:Fulvio Cammarano (Università di Bologna)

Comitato Scientifico:

Christoph Cornelissen (University of Frankfurt)Marc Lazar (Sciences Po, Paris)Jonathan Morris (University of Hertfordshire)Francesca Sofia (Università di Bologna)

I volumi della collana sono sottoposti alla valutazione preventiva di referees anonimi.

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GIUSEPPE SPAGNULO

Il Risorgimento dell’Asia

India e Pakistan nella politica estera dell’Italia repubblicana (1946-1980)

Prefazione di Mario Prayer

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© 2020 Mondadori Education S.p.A., MilanoTutti i diritti riservati

ISBN 978-88-00-75058-5

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Realizzazione editorialeCoordinamento redazionale Alessandro MongattiRedazione Alessandro MongattiImpaginazione Matthias MorettiProgetto grafico Cinzia BarchielliProgetto copertina Alfredo La Posta

Prima edizione Giugno 2020Ristampa5 4 3 2 1 2020 2021 2022 2023 2024

La realizzazione di un libro comporta per l’Autore e la redazione un attento lavoro di revisione e controllo sulle informazioni contenute nel testo, sull’iconografia e sul rapporto che intercorre tra testo e immagine. Nonostante il costante perfezionamento delle procedure di controllo, sappiamo che è quasi impossibile pubblicare un libro del tutto privo di errori o refusi. Per questa ragione ringraziamo fin d’ora i lettori che li vorranno indicare alla Casa Editrice.

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Lineagrafica s.r.l. – Città di Castello (PG)Stampato in Italia – Printed in Italy – Giugno 2020

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Indice

Prefazione di Mario Prayer 1

Introduzione 7

Prologo 15

1. Un’«attenta osservatrice» dei sommovimenti asiatici. L’Italia di De Gasperi e l’avvento dell’India e del Pakistan (1946-1953) 25Il ritorno della diplomazia italiana in India

e il trapasso del British Raj (1946-1947) 25Approcciare la decolonizzazione asiatica: l’Italia repubblicana

e i due nuovi Stati del Subcontinente Indiano (1947-1950) 47Un’India neutrale tra i due blocchi della guerra fredda:

la politica estera di Nehru vista dalla diplomazia italiana negli anni della guerra di Corea (1950-1953) 65

2. Una ‘politica di contatti’ alla ricerca di collaborazione. India e Pakistan negli anni del centrismo post-degasperiano (1953-1963) 95Verso una progressiva crescita d’interesse per l’Asia indipendente:

la diplomazia italiana tra l’atlantismo pakistano e il non allineamento indiano (1953-1956) 95

Il «lungo viaggio» in Asia di Gaetano Martino 122L’Italia tra India e Pakistan all’ONU: la ricerca di collaborazione,

il problema del Kashmir e le conseguenze della crisi di Suez (1956-1958) 128

Il Subcontinente Indiano negli anni del neoatlantismo italiano e l’avvento della ‘cooperazione allo sviluppo’ (1957-1963) 136

L’Italia e il conflitto sino-indiano del 1962 151

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Indice

3. L’Italia e il Subcontinente Indiano nei primi ‘decenni per lo sviluppo’ (1963-1980) 161L’Italia del centro-sinistra e il dibattito diplomatico sul Terzo Mondo

e l’Asia Meridionale (1963-1964) 161L’Italia e il Subcontinente Indiano dal secondo conflitto

indo-pakistano alla fine degli anni Sessanta, tra l’ascesa di Indira Gandhi e il declino di Ayyub Khan (1965-1970) 181

Due ‘Paesi amici’ dell’Italia in conflitto perenne: la terza guerra indo-pakistana e la nascita del Bangladesh (1971-1972) 195

Dalla stabilizzazione del Subcontinente Indiano allo scoppio della guerra in Afghanistan: il ruolo dell’Italia nella regione (1973-1980) 207

Note 231Bibliografia 287Indice dei nomi 323

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Prefazione

Può apparire strano che India e Pakistan abbiano avuto un ruolo rilevante nella politica estera dell’Italia repubblicana. Per molti anni, anche dopo il 1945, nell’opinione pubblica italiana i Paesi dell’Asia Meridionale nella loro dimensione contemporanea sono rimasti av-volti da un’aura di imperscrutabile mistero. Ancora nel 1961 Alberto Moravia nel suo celebre libro Un’idea dell’India scriveva che l’India, per noi europei, era un’entità da «sentire, come si sente al buio, la pre-senza di qualcuno che non si vede, che tace, eppure c’è». Non un Pa-ese come gli altri, con la sua storia e le sue dinamiche di cambiamen-to sociale, culturale, economico e politico, ma una «concezione della vita» impregnata di «religione come situazione esistenziale», antitetica a quella degli europei.

Moravia, in realtà, non faceva che attingere a un comune sentire condizionato da stereotipi vecchi di quasi due secoli, creati e propagati dalla dominazione coloniale britannica in Asia Meridionale: da quella visione ‘orientalista’ che fissava le società dell’Africa e dell’Asia in un passato immobile, quasi fossero reperti fossili di un’essenza immutabi-le nel tempo.

Oggi, a quasi sessant’anni dall’«idea dell’India» di Moravia, l’avan-zamento delle conoscenze prodotto da un costante e certosino lavoro di ricerca storica sull’Asia Meridionale consente (sebbene ancora non senza fatica) di superare i cliché del passato e avvicinarci alla realtà di quei Paesi con un’attenzione e un’intenzione assai diverse. L’Asia Meridionale è ormai davanti ai nostri occhi, visibile in piena luce, e pretende ascolto. India e Pakistan hanno raggiunto l’opinione pubbli-ca nella nuova veste di co-protagonisti del mondo contemporaneo e attori fondamentali della politica, dell’economia e della diplomazia internazionali.

Il lavoro di Giuseppe Spagnulo si colloca all’avanguardia di que-sta nuova frontiera di conoscenza, e porta in primo piano ciò che l’A-sia Meridionale ha significato per un Paese come l’Italia in un lungo

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Il Risorgimento dell’Asia

arco di tempo di oltre tre decenni, iniziato nell’immediato secondo dopoguerra.

India e Italia arrivavano a quell’appuntamento da percorsi diversi, eppure accomunate da un interesse reciproco, consolidatosi proprio nei decenni precedenti.

Già dal periodo post-unitario, fino a quello giolittiano, e poi sot-to il fascismo, illustri rappresentanti della vita civile e culturale italiana mostrarono un forte interesse per l’India, la sua civiltà e le sue vicen-de contemporanee, da Angelo De Gubernatis a Luigi Luzzatti, e da Be-nedetto Croce a Giovanni Gentile. Un oceano di ammiratori e curiosi accolse Rabindranath Tagore in occasione dei suoi viaggi in Italia nel 1925 e 1926, così come il Mahatma Gandhi nel 1931. Mussolini con-cesse udienze a entrambi, e nei primi anni Trenta lanciò un progetto di accoglienza riservato agli studenti asiatici – futuri leader di Paesi avvia-ti all’indipendenza – nelle università del Regno, volto a propagandare il ruolo storico che l’Italia era ‘destinata’ a ricoprire come mediatore e interprete fra Europa e Asia.

In India l’Italia fascista contava sull’opera di penetrazione economi-ca e di propaganda culturale portata avanti dai consolati di Bombay e Calcutta, accompagnata da tentativi di infiltrazione negli ambienti na-zionalisti locali, sotto l’attenta sorveglianza segreta del British Raj.

In un clima di crescenti tensioni internazionali, a metà degli an-ni Trenta, Mussolini incontrò a Roma il leader nazionalista indiano Subhas Chandra Bose, e lo esortò a intensificare la lotta del movimento antibritannico nella colonia sudasiatica. E durante il secondo conflitto mondiale la questione dell’indipendenza dei Paesi arabi ancora sotto il controllo politico francese e inglese si intrecciò strettamente, nella po-litica italiana, alla situazione dell’India e della sua numerosa comunità musulmana.

Anche in India l’interesse per l’Italia si era diffuso dalla fine del XIX secolo negli ambienti politici e culturali, conservandosi e approfonden-dosi nei decenni seguenti. Politici di diverso orientamento, dai ‘mo-derati’ come Surendranath Banerjee agli ‘estremisti’ come Lala Lajpat Rai, videro negli ‘eroi’ del Risorgimento italiano i modelli che la ‘Gio-vane India’ avrebbe dovuto far propri nel processo di costruzione del-la nuova nazione: Mazzini il filosofo, Cavour lo statista, Garibaldi il combattente. Nell’estremo nord-ovest, partiti ‘dell’insurrezione’ comin-ciarono a intessere rapporti con potenze straniere, fra cui anche l’Italia, dove informatori e attivisti indiani presero a collaborare con gli am-bienti di governo.

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Prefazione

Il fascismo e lo stesso Mussolini non mancarono di esercitare una certa attrattiva su quei patrioti indiani in cerca di ideologie politiche ‘non britanniche’ e modelli di leadership a cui attingere nel proprio impegno costruttivo per la modernizzazione e il consolidamento na-zionale. Vennero inoltre approntati programmi di tirocinio negli isti-tuti tecnici e presso industrie italiane per gli studenti indiani, che ri-sultavano di grande utilità data la politica di sistematico soffocamento del sapere tecnologico e della cultura imprenditoriale perseguita dal dominio coloniale britannico in India. Si tentò insomma, da ambo le parti, di gettare le basi per una più stretta collaborazione in vista di un non lontano futuro, quando l’Asia Meridionale si sarebbe liberata del giogo coloniale e avrebbe cercato in Europa nuovi partner com-merciali e politici.

Sul versante più squisitamente culturale, gli intellettuali indiani mo-strarono di seguire attentamente l’opera di filosofi come Benedetto Cro-ce e Giovanni Gentile, o di scrittori come Luigi Pirandello, Grazia De-ledda e Carlo Collodi, mentre figure come Maria Montessori, che fu in contatto con Gandhi e Tagore e trascorse diversi mesi in India a partire dal 1939, lasciarono una ricca eredità nel pensiero pedagogico indiano e nell’organizzazione di istituti per l’infanzia.

Caduto il fascismo, caduto l’Impero indiano, India, Pakistan e Ita-lia si affacciarono al mondo post-bellico con la comune aspirazione a esprimere una soggettività nazionale rinnovata, libera da regimi dit-tatoriali o dominazioni straniere, e dar corso a una governance capa-ce di realizzare un autentico sviluppo economico e sociale. I rapporti intessuti nella prima metà del Novecento avevano fecondato un terre-no su cui vennero a impiantarsi le rispettive politiche estere, ciascuna con le sue peculiari linee di sviluppo, alla ricerca di contatti e forme di collaborazione pur all’interno di un complesso scenario mondiale caratterizzato, da un lato, dalla decolonizzazione, e dall’altro dall’av-vio della guerra fredda. Il Pakistan si sarebbe ben presto schierato a fianco degli Stati Uniti, mentre l’India avrebbe inizialmente scelto la via del ‘non allineamento’ e dell’equidistanza dai blocchi, per poi av-vicinarsi all’Unione Sovietica negli anni Settanta anche in funzione anti-cinese. L’Italia, membro della Nato e, al contempo, sede di uno dei maggiori partiti comunisti dell’Europa Occidentale, si prospettava come un interlocutore privilegiato di entrambi sia a livello bilaterale che multilaterale. India e Pakistan, alle prese con una serie di situa-zioni critiche all’interno e all’esterno, si rivelarono ben presto ‘amici’ alquanto problematici.

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Il Risorgimento dell’Asia

Colmando una lacuna nella conoscenza storica di questo periodo, il presente studio di Giuseppe Spagnulo si inserisce in una recente cor-rente di produzione storiografica, animata dall’impegno scientifico del professor Luciano Monzali, avente per argomento le relazioni politiche e diplomatiche fra l’Italia e l’Oriente vicino e medio. Sulla base di una ricchissima collezione di fonti primarie e documenti in larga parte inedi-ti, tratti dagli archivi italiani, inglesi e indiani, sempre corredati da una puntuale ed esauriente contestualizzazione storico-politica, l’opera rico-struisce il percorso della politica estera italiana verso India e Pakistan fino al 1980, sempre con dovizia di riferimenti alle vicende politiche in-terne di questi ultimi.

Di tale percorso vengono illustrati presupposti, traiettorie, personag-gi, linee di continuità e punti di cesura. Il passaggio dal cauto attendi-smo esplorativo dell’immediato dopoguerra agli inizi di un più attivo perseguimento del rilancio, su nuove basi, dei vecchi rapporti di amici-zia tra gli anni Cinquanta e Sessanta fu ostacolato da una serie di guerre e conflitti – in Corea, nel Kashmir, sul lungo confine himalayano tra Ci-na e India – che in effetti accrebbero la rilevanza internazionale dell’A-sia Meridionale nel contesto della guerra fredda. In particolare, la belli-geranza fra i due nuovi Stati offriva all’Italia la possibilità di presentarsi nelle vesti di mediatore e moderatore sia all’interno che all’esterno dei tavoli dell’Onu. I piani di cooperazione economica del successivo ven-tennio gettarono le basi per una sempre maggiore stabilizzazione dell’a-rea, nonostante i travagliati anni che portarono alla guerra indo-paki-stana del 1971, con la successiva nascita del Bangladesh, e, in seguito, all’invasione sovietica dell’Afghanistan.

Dinanzi a questo movimentato quadro di rivolgimenti internazio-nali, acquistano risalto i contributi di personaggi di spicco della poli-tica e della diplomazia italiane: si pensi, ad esempio, al costante impe-gno di Giulio Andreotti nel favorire le relazioni culturali e commerciali con il Pakistan, nel quadro di una penetrazione italiana in Oriente «in ogni settore», o ai colloqui distensivi di Aldo Moro con Indira Gan-dhi e Zulfikar Ali Bhutto, a Roma, dopo la pace di Simla, o ancora alla delusione, negli ambienti della Farnesina, nei confronti del pro-gramma di acquisizione di armamenti nucleari dell’India o del colpo di Stato del generale Zia. A questo proposito, la ricostruzione di Giu-seppe Spagnulo sembra alludere a una maggiore consonanza di poli-tiche e atteggiamenti fra Italia e Pakistan, mentre più altalenante fu il rapporto con l’India, segnato, da un lato, dalla percezione delle grandi potenzialità di affermazione degli interessi italiani nel Subcontinente,

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Prefazione

e dall’altro, dalla diffidenza dinanzi a certe posizioni ‘irrazionali’ as-sunte da New Delhi.

La particolare prospettiva di indagine dell’Autore, ora calata nei fal-doni degli uffici ministeriali, ora levatasi a spaziare su Paesi e continenti alla ricerca di senso storico, riesce a congiungere in un dialogo unitario i diversi soggetti coinvolti: la narrazione segue in primo luogo lo sguar-do italiano verso India e Pakistan, ma quello sguardo fa pur sempre par-te integrante della storia di quei Paesi, ci guida alla scoperta delle loro peculiari realtà, oltre che di un aspetto estremamente significativo del nostro recente passato. È questo uno dei tanti pregi di questo libro, che alla profondità dell’indagine coniuga il piacere di una lettura gradevole e a tratti avvincente.

Mario PrayerSapienza – Università di Roma

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