Questa pubblicazione è stata realizzata con il patrocinio ...€¦ · La scuola deve quindi...

128
- 1 -

Transcript of Questa pubblicazione è stata realizzata con il patrocinio ...€¦ · La scuola deve quindi...

- 1 -

- 2 -

Questa pubblicazione è stata realizzata

con il patrocinio e la collaborazione di:

Distretto Scolastico n. 41 – Faenza

Edizioni Homeless Book homelessbook.it / [email protected]

- 3 -

LA RIFORMA

DELL’ISTRUZIONE SUPERIORE

SUL TERRITORIO FAENTINO

---

Effetti di una riforma

di Elisa Zannoni

- 4 -

- 5 -

Indice

Presentazione, del Prof. Massimo Lusa............................................................ 9

1. Introduzione ..............................................................................................11

1.1 I presupposti della riforma ........................................................11 1.2 Articolazione del lavoro.............................................................17

2. La riforma Gelmini...................................................................................18

2.1 I principi ispiratori della riforma .........................................................18 2.2 Gli aspetti chiave della riforma ............................................................19

2.2.1 La riforma dei licei ..........................................................................20 2.2.2 La riforma degli istituti tecnici .........................................................27 2.2.3 La riforma degli istituti professionali ................................................32

2.3 Le confluenze nel territorio faentino ..................................................36

3. Riflessioni sugli esiti della riforma Gelmini in territorio faentino ....40

3.1 Il percorso di attuazione della normativa...........................................40 3.2 I principali cambiamenti introdotti dalla riforma Gelmini ..............41

3.2.1 Istituto d’Arte per la Ceramica “Ballardini” . Passaggio a Liceo Artistico del Design “Ballardini” ..........................44

3.2.2 Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “Oriani”. Perdita delle sperimentazioni ERICA e MERCURIO ...................45

3.2.3 Istituto Professionale Commerciale “Strocchi”. Perdita del profilo grafico-pubblicitario ..............................................46

3.3. Punti di forza e criticità del sistema scolastico secondario di secondo grado pre e post-riforma ......................................................46

3.4 Il raccordo della scuola secondaria di secondo grado con il mondo universitario e dell‟istruzione e formazione tecnica superiore (formazione politecnica) .......................................................................49

3.5 Attese di cambiamento nel breve e medio periodo ..........................51

4. Alcune considerazioni finali ....................................................................53

Bibliografia e sitografia di riferimento .......................................................57 Appendice: Interviste ai rappresentanti di Assessorati, Istituti

scolastici e Rappresentanze..................................................59

- 6 -

Indice delle tabelle

Tabella 1: Numero di alunni iscritti per ogni istituto secondario superiore di Faenza nell‟anno scolastico 2009/2010 ..................... 14

Tabella 2: Numero di alunni stranieri iscritti per ogni istituto secondario superiore di Faenza nell‟anno scolastico 2009/2010 ........................................................................................... 16

Tabella 3: I 6 licei ed i relativi indirizzi/sezioni/opzioni prospettati dalla riforma ........................................................................................ 22

Tabella 4: Struttura del percorso dei licei prima e dopo la riforma ............... 23

Tabella 5: I 2 settori in cui verranno suddivisi gli istituti tecnici ed i relativi indirizzi/articolazioni ............................................................ 30

Tabella 6: Struttura del percorso degli istituti tecnici prima e dopo la riforma .................................................................................................. 31

Tabella 7: I 2 settori in cui verranno suddivisi gli istituti professionali ed i relativi indirizzi/articolazioni .................................................... 34

Tabella 8: Struttura del percorso degli istituti professionali prima e dopo la riforma ................................................................................... 35

Tabella 9: Denominazioni degli istituti scolastici e confluenze di indirizzo al nuovo ordinamento ....................................................... 39

Tabella 10: Possibile alternativa rappresentata dagli IFTS nell‟ambito della formazione pratica/tecnica post-maturità rispetto alla formazione teorica impartita nelle università ................................. 51

- 7 -

Indice delle interviste in appendice

Assessorati

Intervista 1: Assessorato alla Cultura di Faenza ..........................................60

Intervista 2: Assessorato alla Cultura di Ravenna........................................63

Istituti scolastici

Intervista 3: IPPSAR “Artusi”, Riolo Terme ...............................................67

Intervista 4: Istituto d‟Arte per la Ceramica “Ballardini” ...........................69

Intervista 5: ITIP “Bucci” ...............................................................................73

Intervista 6: IPIA “Foscolo” ..........................................................................79

Intervista 7: Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “Oriani” .....83

Intervista 8: IIS “Persolino-Strocchi”, Faenza .............................................88

Intervista 9: Liceo “Torricelli”, Faenza .........................................................92

Intervista 10: Liceo Paritario “Santa Umiltà”...............................................94

Sindacati settore scuola

Intervista 11: CISL settore scuola ..................................................................98

Intervista 12: SNALS settore scuola........................................................... 101

Intervista 13: UIL settore scuola ................................................................. 104

Associazioni di categoria

Intervista 14: C.I.A. ....................................................................................... 109

Intervista 15: Federazione Provinciale Coldiretti Ravenna ..................... 112

Intervista 16: Confartigianato Sezione di Faenza ..................................... 115

Intervista 17: Confindustria Ravenna ......................................................... 121

- 8 -

- 9 -

Presentazione

Ogni cambiamento all‟interno del mondo della scuola è sempre

un‟operazione complessa perché interagisce con una prassi nota agli insegnanti e alle famiglie.

La riforma delle superiori introdotta dal ministro Gelmini è improntata su cambiamenti che implicano un nuovo modo di avvicinarsi alle dinamiche della scuola superiore.

Per questo, e credendo di aiutare gli operatori e le famiglie, il Distretto Scolastico 41 è diventato partner della Fondazione Giovanni Dalle Fabbriche in una ricerca che elabora la realtà in funzione del cambiamento che la legge di riforma è destinata a produrre.

Il risultato è un‟indagine accurata, condotta dalla Dottoressa Elisa Zannoni, che rappresenta un prezioso strumento per riaprire il dibattito sulla formazione tecnica e non rassegnarsi ad accettare la trasformazione della scuola come imposizione dall‟alto che preclude la possibilità di partecipare al processo di rinnovamento.

Il Presidente del Distretto Scolastico n. 41

Professor Massimo Lusa

- 10 -

1. Introduzione

- 11 -

1. Introduzione

1.1 I presupposti della riforma

Il Consiglio Europeo, riunitosi a Lisbona nel marzo 2000, ha conferito all‟Unione Europea l‟ambizioso obiettivo di diventare entro il 2010 l‟economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo poiché la conoscenza, oltre a fondare la libertà della persona, la relazione con l‟altro e con il mondo e la costruzione della società, è una risorsa importante per lo sviluppo dell‟economia e della società.

Se la conoscenza ha sempre influito sull‟evoluzione dei sistemi produttivi, a partire dalla rivoluzione industriale essa è diventata una forza produttiva fondamentale. La novità sostanziale apportata dalla modernità, infatti, sta nel fatto che diventa non solo necessario, ma anche conveniente investire in processi di apprendimento. Si comincia dunque a lavorare non tanto per ripetere operazioni già note, bensì per innovare, inventando nuove macchine e nuovi prodotti. In questi due secoli e mezzo, poi, la propagazione della conoscenza e l‟investimento in apprendimento sono diventati delle costanti di ampiezza sempre maggiore in quanto è cambiato il metodo di propagazione. La diffusione della conoscenza, infatti, è stata dapprima incrementata dal mercato, poi dall‟organizzazione scientifica del lavoro ed infine dalle tecnologie dell‟informazione e della comunicazione e dalle nuove reti produttive. L‟evoluzione del mercato del lavoro nella società della conoscenza sta pertanto cambiando radicalmente i modelli culturali ed organizzativi dell‟accesso al lavoro e delle professioni. Se tutti i lavori sono cognitivi, se la conoscenza è un fattore decisivo nella produzione e nell‟economia, l‟istruzione e, quindi, la scuola assumono una

La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino

- 12 -

rilevanza sempre maggiore sul piano economico e sociale. Società della conoscenza significa, infatti, società dell‟apprendimento e nel nesso tra formazione e professionalità si gioca buona parte del futuro economico e civile del nostro paese.

Al giorno d‟oggi la sfida che la complessità pone è soprattutto quella di esplorare e sviluppare il territorio dell‟interdisciplinarità, della multidimensionalità del reale e della complementarità dei saperi. Ne deriva, quindi, una radicale messa in discussione della concezione di sapere che esalta per lo più gli indirizzi di studio a carattere teorico e dei sistemi scolastici che attribuiscono assoluta prevalenza al pensiero sull‟azione. Il modello curricolare della scuola secondaria italiana, ad esempio, è costruito ad oggi su una gerarchia di saperi che prevede implicitamente la superiorità delle discipline umanistiche su quelle scientifiche, che ha accentuato la dicotomia tra cultura umanistica e cultura scientifica, tra formazione e lavoro, relegando ad un ruolo subalterno gli istituti tecnici e professionali. L‟acquisizione dell‟idea di molteplicità e di non gerarchizzazione delle intelligenze ha contribuito, recentemente, a superare la subordinazione di una forma di intelligenza rispetto alle altre. Ne consegue l‟equivalenza formativa degli ordini di scuola superiore che ha trovato una prima applicazione nel Nuovo Obbligo di Formazione, in cui saperi e competenze, riferiti ai quattro assi culturali (linguaggi, matematico, scientifico-tecnologico, storico-sociale) del primo biennio dovrebbero assicurare l‟equivalenza formativa di tutti i percorsi. In ogni percorso, inoltre, occorre garantire l‟intreccio tra conoscenza ed azione e la differenziazione degli indirizzi di studio.

L‟istruzione tecnica e professionale diventa, quindi, il luogo specifico di costruzione di una nuova alleanza tra mondo della scuola e mondo del lavoro, tra cultura generale e professione, tra capacità di astrazione e di concettualizzazione ed attitudini

1. Introduzione

- 13 -

pratiche e operative, coniugando lo sviluppo degli stili cognitivi e le capacità operative e pragmatiche. Infatti, le storie degli istituti tecnici e professionali nascono entrambe dalla volontà di costruire partendo dall‟ambito in cui si è inseriti: la conoscenza del territorio, il bisogno espresso dalle aziende e dal mercato del lavoro e l‟esigenza di trasmettere la tradizione e la cultura delle professioni. L‟iscrizione della grande maggioranza dei ragazzi alla secondaria superiore ha trasformato questi istituti in canali di autentica scolarizzazione di massa finalizzata all‟inserimento occupazionale.

Nonostante ciò, i percorsi tecnico-professionali risultano spesso, negli ultimi anni, meno attrattivi per gli studenti [cfr. Tabella 1]. Le ragioni di questa situazione sono molteplici e collegate ad una percezione diffusa basata sulla mancanza di riconoscimento del ruolo reale che l‟istruzione tecnica e professionale ha avuto nello sviluppo sociale ed economico del paese, sul maggiore prestigio attribuito nell‟immaginario collettivo al liceo, sulla carenza di adeguate azioni di orientamento e di servizi in grado di accompagnare l‟allievo nel riconoscere la propria vocazione, sulla non attualità di molti indirizzi scolastici rispetto alle reali richieste del mondo del lavoro e sul minore prestigio sociale di molte professioni tecniche e artigianali.

La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino

- 14 -

Riepilogo numero alunni in scuole secondarie di secondo grado di Faenza

a.s. 2009/2010

Istituto N° alunni classi 1°

N° alunni classi 2°

N° alunni classi 3°

N° alunni classi 4°

N° alunni classi 5°

Totale

Istituto tecnico commerciale e per geometri Oriani

233 224 234 211 211 1113

Liceo classico Torricelli

136 116 95 93 104 544

Liceo scientifico Torricelli

126 101 112 97 101 537

I.T.I. Bucci 87 64 37 65 43 296

I.P.C. Strocchi 73 74 138 119 63 467

I.P.A. Persolino 71 55 41 35 30 232

I.P.S.I.A. Bucci 70 57 51 48 48 274

Istituto professionale d‟arte per la ceramica Ballardini

56 33 40 38 35 202

Liceo socio-psico-pedagogico S.Umiltà

10 16 15 10 9 60

Liceo linguistico S.Umiltà

8 13 13 12 7 53

Istituto professionale per odontotecnici Foscolo

7 17 17 6 8 55

Totale 877 770 793 734 659 3833

Tabella 1: Numero di alunni iscritti per ogni istituto secondario superiore di Faenza

nell‟anno scolastico 2009/2010 (dati liberamente tratti dal sito del Comune di Faenza - Servizio Istruzione)

1. Introduzione

- 15 -

La scuola deve quindi offrire proposte interessanti ed anche attraenti che rispondano alla domanda di senso dei giovani, trasmettendo saperi e competenze, ma anche aiutandoli a costruire progetti personali di vita e di lavoro coerenti con le loro attese. Le diverse culture che oggi si incontrano nella scuola sono ancora più presenti nell‟istruzione tecnica e, soprattutto, in quella professionale, dove confluisce la maggior parte dei giovani di origine straniera [cfr. Tabella 2]. In questa ottica sono necessarie la collaborazione tra scuola e famiglia ed il potenziamento delle nuove tecnologie dell‟informazione e della comunicazione al fine di offrire un contributo utile ad una didattica strutturata come un‟impresa comune e di valorizzare la dimensione relazionale dell‟apprendimento.

Tale rinnovamento della didattica costituirebbe un passo fondamentale verso la soluzione del problema della selezione e degli abbandoni, implicando quindi sul piano strutturale una diversificazione dei percorsi. Si richiede dunque ai docenti la consapevolezza che in questi istituti si gioca una grande questione democratica: la rimozione, o almeno il contrasto, di quelle disuguaglianze in entrata che, se non si riesce a rimotivare gli allievi, finiscono per bloccare ogni processo di emancipazione e di mobilità sociale. L‟insegnante svolge, quindi, una funzione non più di mera trasmissione del sapere, ma di accompagnamento, di guida e di organizzazione dell‟apprendimento permettendo il passaggio da una scuola dell‟insegnamento ad una scuola dell‟apprendimento centrata sugli studenti.

La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino

- 16 -

Riepilogo numero alunni stranieri in scuole secondarie di secondo

grado di Faenza a.s. 2009/2010

Istituto Numero

totale iscritti Numero alunni

stranieri %

I.P.S.I.A. Bucci 274 61 22,3

Istituto professionale per odontotecnici Foscolo

55 9 16,4

I.P.C. Strocchi 467 65 13,9

Istituto professionale di arte per la ceramica Ballardini

202 21 10,4

Istituto tecnico commerciale e per geometri Oriani

1113 90 8,1

I.T.I. Bucci 296 17 5,7

Liceo socio-psico-pedagogico S. Umiltà

60 3 5,0

Liceo classico Torricelli 544 20 3,7

Liceo linguistico S. Umiltà 53 2 3,8

Liceo scientifico Torricelli 537 10 1,9

I.P.A. Persolino 232 4 1,7

Totale 3833 302 34,82

Tabella 2: Numero di alunni stranieri iscritti per ogni istituto secondario superiore di

Faenza nell‟anno scolastico 2009/2010 (dati liberamente tratti dal sito del Comune di Faenza - Servizio Istruzione)

Un ruolo importante nell‟apprendimento in tutte le fasi della vita è giocato, inoltre, dagli stakeholder, ovvero l‟impresa, il territorio, i soggetti economico-sociali, le comunità professionali e gli enti locali, poiché l‟istruzione tecnica e professionale trova le ragioni della sua stessa esistenza nel rapporto con la realtà

1. Introduzione

- 17 -

territoriale. Tale rapporto si sviluppa sia nel confronto sulla determinazione degli indirizzi e dei curricola, sia nella formazione continua come strumento di tutela per i lavoratori, oltre che occasione di mobilità verticale.

È poi fondamentale facilitare la mobilità e la formazione dei cittadini europei anche fuori dal proprio paese di origine e ciò richiede la messa a punto di accordi e strumenti relativi alle qualifiche, al riconoscimento ed al trasferimento dei crediti formativi, nonché alla garanzia di reciproca qualità.

1.2 Articolazione del lavoro

In questo lavoro ci si propone dapprima di fornire un quadro normativo della futura struttura delle scuole secondarie di secondo grado prospettata dalla riforma Gelmini, di evidenziare i punti di forza e le criticità del sistema scolastico secondario di secondo grado con attenzione alla realtà del territorio faentino e, infine, di mettere in luce il possibile raccordo scuola secondaria di secondo grado - istruzione e formazione tecnica superiore/università/mondo del lavoro con attenzione ai fabbisogni del territorio ed alle attese di cambiamento nel breve e medio periodo.

La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino

- 18 -

2. La riforma Gelmini

2.1 I principi ispiratori della riforma

La riforma si inscrive nella più generale tendenza europea di incoraggiare il proseguimento della formazione, a livello superiore oppure nella formazione continua, collegata alla possibilità di aggiornamento, di specializzazione e di ulteriore qualificazione, secondo la prospettiva del lifelong learning. Ciò comporterebbe la necessità di evitare al massimo la duplicazione inutile di offerte e percorsi formativi.

Per quanto concerne i licei, il principio ispiratore è la modernizzazione di un sistema il cui impianto complessivo risale alla legge Gentile del 1923. In particolare, si mirerà a:

fornire maggiore sistematicità e rigore;

coniugare tradizione e innovazione;

razionalizzare i piani di studio, privilegiando la qualità e l‟approfondimento delle materie di studio;

caratterizzare accuratamente ciascun percorso liceale;

riconoscere ampio spazio all‟autonomia delle istituzioni scolastiche;

consentire una più ampia personalizzazione, grazie a quadri orari ridotti che danno allo studente la possibilità di approfondire e recuperare le proprie lacune.

Il rilancio degli istituti tecnici e professionali (il cui ultimo riordino è datato 1931), invece, dovrebbe costituire la migliore risposta della scuola italiana alla crisi con l‟intento di favorire la

2. La riforma Gelmini

- 19 -

formazione del capitale umano necessario per il rilancio del made in Italy e di consentire una pluralità di scelte formative integrate con la formazione professionale regionale ed in contrasto con i rischi di dispersione scolastica. Nello specifico i principali scopi saranno:

rilanciare e potenziare la formazione tecnica e professionale;

consentire ai giovani maggiori opportunità occupazionali;

ridurre i tempi di transizione tra scuola, formazione e lavoro;

riaffermare l‟identità degli istituti professionali, superando la sovrapposizione con l‟istruzione tecnica;

porre le basi per un raccordo organico con il sistema di istruzione e formazione professionale di competenza delle regioni;

utilizzare le risorse più efficientemente.

2.2 Gli aspetti chiave della riforma

La riforma entrerà in vigore a partire dal 1° settembre 2010 introducendo alcune novità significative, quali:

lo studio della disciplina CLIL (Content and Language Integrated Learning), ovvero l‟insegnamento di una materia curricolare non linguistica in una lingua straniera tra quelle previste dal percorso di studi dei licei e degli istituti tecnici;

La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino

- 20 -

un curricolo di studi più snello, con un alleggerimento medio dei quadri orari del 10-15% poiché le discipline di studio verranno ricalibrate, anche se l‟orario effettivo delle lezioni rimarrà pressoché invariato;

le ore di 60 minuti, tramite le quali verrà calcolato il monte ore annuale assegnato ad ogni corso di studi, con un tetto massimo di 30-32 ore settimanali, per cui la presenza in aula sarà più o meno la stessa di quella attuale, ma distribuita su un numero minore di materie;

un‟equilibrata distribuzione territoriale dei servizi scolastici, la cui definizione sul territorio spetterà alle regioni per rispondere, in maniera efficace ed efficiente, alle esigenze dell‟utenza e del mondo produttivo;

le scuole come centri di innovazione, in cui verranno introdotti criteri di gestione orientati all‟efficacia ed all‟efficienza con la possibilità di attivare Dipartimenti per il sostegno alla didattica ed alla progettazione formativa e Comitati Tecnico-Scientifici finalizzati al rafforzamento del raccordo tra obiettivi educativi della scuola, esigenze del territorio e fabbisogni professionali del mondo produttivo.

2.2.1 La riforma dei licei

Per ridurre la frammentazione e consentire alle famiglie ed agli studenti di compiere scelte chiare i 396 indirizzi attualmente esistenti, i 51 progetti assistiti dal MIUR e le varie sperimentazioni saranno ricondotti a 6 licei [cfr. Tabella 3], ovvero:

2. La riforma Gelmini

- 21 -

liceo artistico, che verrà a sua volta articolato in 6 indirizzi:

o indirizzo arti figurative;

o indirizzo architettura e ambiente;

o indirizzo design;

o indirizzo audiovisivo e multimediale;

o indirizzo grafica;

o indirizzo scenografia;

liceo classico;

liceo linguistico;

liceo musicale e coreutico, che sarà articolato in 2 sezioni in collaborazione con i conservatori e le accademie di danza:

o musicale;

o coreutico;

liceo scientifico:

o con opzione scienze applicate;

liceo delle scienze umane:

o con opzione economico-sociale.

La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino

- 22 -

Rio

rdin

o d

ei

licei

6)

lice

o d

ell

e

scie

nze

um

an

e

6a)

o

pzi

on

e

eco

no

mic

o-

soci

ale

Tab

ell

a 3

: I

6 lic

ei e

d i r

elat

ivi in

dir

izzi

/se

zio

ni/

op

zio

ni p

rosp

etta

ti d

alla

rif

orm

a

5)

lice

o

scie

nti

fico

5a)

o

pzi

on

e

scie

nze

app

lica

te

4)

lice

o

mu

sicale

e

co

reu

tico

4a)

musi

cale

4b

) co

reuti

co

3)

lice

o

lin

gu

isti

co

2)

lice

o

cla

ssic

o

1) l

iceo

art

isti

co

1a)

art

i

figu

rati

ve

1b

) ar

chit

ettu

ra

e am

bie

nte

1c)

des

ign

1d

) au

dio

vis

ivo

e m

ult

imed

iale

1e)

gra

fica

1f)

sce

no

graf

ia

2. La riforma Gelmini

- 23 -

Tutti i percorsi liceali avranno durata quinquennale e si svilupperanno in due periodi biennali e in un quinto anno, di cui il primo biennio sarà finalizzato anche all‟assolvimento dell‟obbligo di istruzione [cfr. Tabella 4].

Struttura del percorso dei licei pre-riforma

Struttura del percorso dei licei post-riforma

Biennio 2 Primo biennio 2

Triennio 3

+

Diploma di maturità

Secondo biennio 2

Ultimo anno 1

+

Diploma di maturità

Tabella 4: Struttura del percorso dei licei prima e dopo la riforma

In particolare, il liceo artistico si articolerà, a partire dal secondo biennio, in 6 indirizzi caratterizzati dalla presenza di laboratori specifici:

arti figurative con laboratorio di figurazione per acquisire la padronanza di linguaggi quali disegno, pittura e modellazione plastica;

architettura e ambiente con laboratorio di architettura per acquisire la padronanza dei metodi di rappresentazione specifici dell‟architettura e delle problematiche urbanistiche;

design con laboratorio di design per acquisire le metodologie proprie della progettazione di oggetti;

La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino

- 24 -

audiovisivo e multimediale con laboratorio audiovisivo e multimediale per acquisire la padronanza dei linguaggi e delle tecniche della comunicazione visiva, audiovisiva e multimediale;

grafica con laboratorio di grafica per acquisire la padronanza delle metodologie proprie della grafica;

scenografia con laboratorio di scenografia per acquisire la padronanza delle metodologie proprie della progettazione scenografica.

L‟orario annuale sarà di 34 ore settimanali nel primo biennio e 35 ore settimanali nel secondo biennio e quinto anno suddivise tra insegnamenti obbligatori ed insegnamenti di indirizzo. Gli istituti d‟arte possono presentare agli Uffici Scolastici Regionali proposte per la confluenza di singoli indirizzi in essi attivati nei percorsi degli istituti professionali per l‟industria e l‟artigianato, anche se nell‟anno scolastico 2010-2011 è prevista la loro confluenza, comunque, nei licei artistici.

Il percorso del liceo classico mirerà a sviluppare le conoscenze, le abilità e le competenze necessarie allo studio della civiltà classica ed umanistica, assicurando l‟acquisizione di rigore metodologico all‟interno di un quadro culturale che riserva attenzione anche alla matematica ed alle scienze naturali. L‟orario annuale sarà di 27 ore settimanali nel primo biennio e 31 ore settimanali nel secondo biennio e quinto anno.

Il percorso del liceo linguistico approfondirà le conoscenze, le abilità e le competenze necessarie per acquisire la padronanza comunicativa di tre lingue, oltre all‟italiano, e per rapportarsi in maniera critica e dialettica alle altre culture. Dal primo anno del secondo biennio è previsto l‟insegnamento in lingua straniera di una disciplina non linguistica (CLIL) e dal secondo anno del secondo biennio è previsto l‟insegnamento di un‟ulteriore disciplina non linguistica in una diversa lingua straniera (CLIL).

2. La riforma Gelmini

- 25 -

L‟orario annuale sarà di 27 ore settimanali nel primo biennio e 30 ore settimanali nel secondo biennio e quinto anno.

Il liceo musicale e coreutico si articolerà in 2 sezioni, in collaborazione con i conservatori e le accademie di danza:

musicale, di cui è prevista l‟istituzione di 40 sezioni nel territorio nazionale nell‟anno scolastico 2010-2011;

coreutico, di cui è prevista l‟istituzione di 10 sezioni nel territorio nazionale nell‟anno scolastico 2010-2011.

Tali percorsi ambiscono ad approfondire le conoscenze, le abilità e le competenze necessarie ad acquisire la padronanza dei linguaggi musicali e coreutici sotto l‟aspetto della composizione, interpretazione, esecuzione e rappresentazione, maturando la necessaria prospettiva culturale, storica, estetica, teorica e tecnica. L‟iscrizione a questo liceo sarà inoltre subordinata al superamento di una prova preordinata alla verifica del possesso di specifiche competenze musicali o coreutiche. L‟orario annuale sarà di 32 ore settimanali nel primo biennio, secondo biennio e quinto anno.

Il percorso del liceo scientifico punta ad approfondire il nesso tra scienza e tradizione umanistica, favorendo l‟acquisizione delle conoscenze e dei metodi della matematica e delle scienze sperimentali. Nel rispetto della programmazione regionale dell‟offerta formativa sarà possibile attivare l‟opzione:

scienze applicate, volta all‟acquisizione di competenze particolarmente avanzate negli studi afferenti alla cultura scientifico-tecnologica, con particolare riferimento alle scienze matematiche, fisiche, chimiche, biologiche, della terra ed all‟informatica, e che non prevede lo studio del latino.

L‟orario annuale sarà di 27 ore settimanali nel primo biennio e 30 ore settimanali nel secondo biennio e quinto anno.

La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino

- 26 -

Il liceo delle scienze umane, il cui percorso fornirà allo studente le conoscenze, le abilità e le competenze necessarie per cogliere la complessità e la specificità dei processi formativi, assicurando la padronanza dei linguaggi, delle metodologie e delle tecniche nel campo delle scienze umane, è altresì attivabile con l‟opzione:

economico-sociale, nel cui percorso saranno approfonditi i nessi e le interazioni tra le scienze giuridiche, economiche, sociali e storiche, senza prevedere lo studio del latino.

L‟orario annuale sarà di 27 ore settimanali nel primo biennio e 30 ore settimanali nel secondo biennio e quinto anno.

Da un‟analisi più approfondita dei piani di studio dei nuovi licei1 risulta, quindi, che le principali novità introdotte sono:

la valorizzazione della lingua latina, obbligatoria al liceo classico, scientifico (tradizionale), linguistico e delle scienze umane (tradizionale), opzionale negli altri;

il potenziamento delle lingue straniere, con la presenza obbligatoria dell‟insegnamento di una lingua straniera nei 5 anni per tutti i licei, dell‟insegnamento in lingua straniera di una disciplina non linguistica nel percorso di studi dei licei e dell‟insegnamento di un‟ulteriore disciplina non linguistica in una diversa lingua straniera nel secondo anno del secondo biennio del liceo linguistico;

la valorizzazione della qualità piuttosto che della quantità, con una diminuzione del quadro orario annuale;

1 Vedi: http://archivio.pubblica.istruzione.it/riforma_superiori/nuovesuperiori/doc/04_Allegati_BCDEFG_Quadri_orari_definitivo_refuso_design.pdf

2. La riforma Gelmini

- 27 -

una maggiore autonomia scolastica (quota di flessibilità degli orari pari al 20% nel primo biennio e quinto anno ed al 30% nel secondo biennio);

un rapporto più forte scuola-lavoro-università, con possibilità a partire dal secondo biennio di effettuare parte del percorso attraverso l‟alternanza scuola-lavoro, gli stage o in collegamento con il mondo dell‟alta formazione.

Il passaggio al nuovo ordinamento verrà effettuato a partire dall‟anno scolastico 2010/2011 relativamente alle prime classi [cfr. 2.3 Le confluenze nel territorio faentino].

2.2.2 La riforma degli istituti tecnici

Attualmente in Italia gli istituti tecnici sono 1800 suddivisi in 10 settori e 39 indirizzi. La riforma punta, dunque, a limitare la frammentazione degli indirizzi rafforzando il riferimento ad ampie aree scientifiche e tecniche di rilevanza nazionale. I nuovi istituti tecnici verranno quindi suddivisi in 2 settori ed 11 indirizzi, quasi tutti con articolazioni nel triennio [cfr. Tabella 5], ed avranno un orario annuale di 32 ore settimanali:

settore economico:

o indirizzo amministrazione, finanza e marketing:

articolazione relazioni internazionali per il marketing;

articolazione sistemi informativi aziendali;

o indirizzo turismo;

La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino

- 28 -

settore tecnologico:

o indirizzo meccanica, meccatronica ed energia:

articolazione meccanica e meccatronica;

articolazione energia;

o indirizzo trasporti e logistica:

articolazione costruzione del mezzo;

articolazione conduzione del mezzo;

articolazione logistica;

o indirizzo elettronica ed elettrotecnica:

articolazione elettronica;

articolazione elettrotecnica;

articolazione automazione;

o indirizzo informatica e telecomunicazioni:

articolazione informatica;

articolazione telecomunicazioni;

o indirizzo grafica e comunicazione;

o indirizzo chimica, materiali e biotecnologie:

articolazione chimica e materiali;

articolazione biotecnologie ambientali;

articolazione biotecnologie sanitarie;

o indirizzo sistema moda:

articolazione tessile, abbigliamento e moda;

articolazione calzature e moda;

2. La riforma Gelmini

- 29 -

o indirizzo agraria, agroalimentare e agroindustria:

articolazione produzioni e trasformazioni;

articolazione gestione dell‟ambiente e del territorio;

articolazione viticoltura e enologia;

o indirizzo costruzioni, ambiente e territorio:

articolazione geotecnica.

Riordino degli istituti tecnici

1) settore economico 2) settore tecnologico

1a) amministrazione, finanza e marketing

2a) meccanica, meccatronica ed energia

1a.1) relazioni internazionali per il marketing

2a.1) meccanica e meccatronica

1a.2) sistemi informativi aziendali 2a.2) energia

1b) turismo 2b) trasporti e logistica

2b.1) costruzione del mezzo

2b.2) conduzione del mezzo

2b.3) logistica

2c) elettronica ed elettrotecnica

2c.1) elettronica

2c.2) elettrotecnica

2c.3) automazione

2d) informatica e telecomunicazioni

2d.1) informatica

2d.2) telecomunicazioni

La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino

- 30 -

2e) grafica e comunicazione

2f) chimica, materiali e biotecnologie

2f.1) chimica e materiali

2f.2) biotecnologie ambientali

2f.3) biotecnologie sanitarie

2g) sistema moda

2g.1) tessile, abbigliamento e moda

2g.2) calzature e moda

2h) agraria, agroalimentare e agroindustria

2h.1) produzioni e trasformazioni

2h.2) gestione dell‟ambiente e del territorio

2h.3) viticoltura ed enologia

2g) costruzioni, ambiente e territorio

2g.1) geotecnica

Tabella 5: I 2 settori in cui verranno suddivisi gli istituti tecnici ed i relativi

indirizzi/articolazioni

Per quanto riguarda la loro finalità, gli istituti tecnici hanno

l‟obiettivo di fare acquisire una padronanza dei quadri scientifici di riferimento e dello sviluppo delle tecnologie. Quanto agli indirizzi, occorre tenere conto sia delle filiere professionali, sia del fatto che alcune competenze sono spendibili in molti settori, mentre altre sono molto più specialistiche. Infine per quanto concerne la struttura curricolare, i percorsi degli istituti tecnici saranno articolati in un‟area di istruzione generale comune a tutti ed in ampie aree di indirizzo riferite ad ambiti tecnologici, a processi produttivi, ai servizi del terziario avanzato, nonché ai

2. La riforma Gelmini

- 31 -

successivi percorsi di studio e lavoro. Tutti i percorsi degli istituti tecnici avranno durata quinquennale e saranno strutturati in un primo biennio, dedicato all‟acquisizione dei saperi e delle competenze previsti per l‟assolvimento dell‟obbligo di istruzione, e in un secondo biennio più quinto anno, in cui gli indirizzi possono articolarsi nelle opzioni richieste dal territorio e dal mondo del lavoro [cfr. Tabella 6].

Struttura del percorso degli istituti tecnici pre-riforma

Struttura del percorso degli istituti tecnici post-riforma

Biennio 2 Primo biennio 2

Triennio 3

+

Diploma di maturità

Secondo biennio 2

Ultimo anno 1

+

Diploma di maturità

Tabella 6: Struttura del percorso degli istituti tecnici prima e dopo la riforma

Da un‟analisi più approfondita dei piani di studio2 le principali novità introdotte dalla riforma saranno:

più autonomia (20%) e più flessibilità dell‟offerta formativa (30% nel secondo biennio e 35% nel quinto anno);

un incremento delle ore di studio della lingua inglese, la possibilità di introdurre lo studio di altre lingue straniere e l‟insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua inglese (CLIL);

2 Vedi: http://archivio.pubblica.istruzione.it/riforma_superiori/nuovesuperiori/doc/ALL_B_C_Tecnici_4_02_10.pdf

La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino

- 32 -

l‟insegnamento delle scienze integrate, quali scienze della terra e biologia, fisica e chimica, con l‟obiettivo di potenziare la cultura scientifica secondo una visione sistemica;

un rapporto rafforzato con il mondo del lavoro e delle professioni, tramite un‟ampia diffusione di stage, tirocini ed alternanza scuola-lavoro e la possibilità di istituire Dipartimenti, finalizzati all‟aggiornamento costante dei percorsi di studio, un Comitato Tecnico-Scientifico, formato da docenti, esperti del mondo del lavoro, delle professioni e della ricerca, ed un Ufficio Tecnico, con il compito di sostenere la migliore organizzazione e funzionalità dei laboratori;

uno stretto rapporto con l‟università e con il sistema dell‟istruzione e della formazione professionale.

Tutti gli attuali corsi di ordinamento e le relative sperimentazioni degli istituti tecnici confluiranno gradualmente nel nuovo ordinamento che entrerà in vigore a partire dall‟anno scolastico 2010/2011 per le classi prime [cfr. par. 2.3]. Le classi seconde, terze e quarte proseguiranno secondo i piani di studio previgenti sino alla conclusione del quinquennio, ma con un orario settimanale di 32 ore.

2.2.3 La riforma degli istituti professionali

In Italia attualmente gli istituti professionali sono 1425, suddivisi in 5 settori di istruzione e 27 indirizzi. Con il riordino dell‟istruzione professionale si intende riaffermare l‟identità di questo tipo di scuola nell‟ambito dell‟istruzione superiore e superare la sovrapposizione con l‟istruzione tecnica, ponendo

2. La riforma Gelmini

- 33 -

così le basi per un raccordo organico con il sistema di istruzione e formazione professionale, di competenza delle regioni. I nuovi istituti professionali [cfr. Tabella 7] verranno dunque suddivisi in 2 settori e 6 indirizzi (con alcune articolazioni), con un orario annuale di 32 ore settimanali:

settore dei servizi:

o servizi per l‟agricoltura e lo sviluppo rurale;

o servizi socio-sanitari:

articolazione odontotecnico;

articolazione ottico;

o servizi per l‟enogastronomia e l‟ospitalità alberghiera:

articolazione enogastronomia;

articolazione servizi di sala e di vendita;

articolazione accoglienza turistica;

o servizi commerciali;

istituti professionali per il settore industria e artigianato:

o produzioni industriali e artigianali;

o manutenzione e assistenza tecnica.

La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino

- 34 -

Riordino degli istituti professionali

1) settore dei servizi 2) settore industria e artigianato

1a) servizi per l‟agricoltura e lo sviluppo rurale

2a) produzioni industriali e artigianali

1b) servizi socio-sanitari 2b) manutenzione e assistenza tecnica

1b.1) odontotecnico

1b.2) ottico

1c) servizi per l‟enogastronomia e l‟ospitalità alberghiera

1c.1) enogastronomia

1c.2) servizi di sala e di vendita

1c.3) accoglienza turistica

1d) servizi commerciali

Tabella 7: I 2 settori in cui verranno suddivisi gli istituti professionali ed i relativi indirizzi/articolazioni

La missione dell‟istruzione professionale sarà finalizzata a garantire capacità operative di progettazione e di realizzazione di soluzioni per la gestione di processi, impianti e/o servizi. Tali capacità, seppur orientate all‟espressione di competenze di tipo tecnico-relazionale, vanno inquadrate in un‟adeguata conoscenza dei fondamenti scientifici e tecnologici. Per quanto concerne la struttura curricolare, i percorsi degli istituti professionali saranno articolati in un‟area di istruzione generale comune a tutti ed in ampie aree di indirizzo. Tutti i percorsi degli istituti professionali avranno durata quinquennale e saranno strutturati in un primo biennio, dedicato all‟acquisizione dei saperi e delle competenze

2. La riforma Gelmini

- 35 -

previsti per l‟assolvimento dell‟obbligo di istruzione, in un secondo biennio e in un quinto anno [cfr. Tabella 8].

Struttura del percorso degli istituti professionali pre-riforma

Struttura del percorso degli istituti professionali post-riforma

Triennio 3

+

Eventuale qualifica professionale statale

Primo biennio 2

Biennio 2

+

Diploma di maturità

Secondo biennio 2

+

Qualifica professionale statale al 3° anno?

Qualifica europea al 4° anno?

Ultimo anno 1

+

Diploma di maturità

Tabella 8: Struttura del percorso degli istituti professionali prima e dopo la riforma

Da un‟analisi più approfondita dei piani di studio3 le principali novità introdotte dalla riforma saranno:

una maggiore autonomia (20%) e flessibilità dell‟offerta formativa rispetto agli istituti tecnici (25% nel primo biennio, 35% nel secondo biennio, 40% nel quinto anno);

3 Vedi: http://archivio.pubblica.istruzione.it/riforma_superiori/nuovesuperiori/doc/ALL_B_C_Prof_4_2_10.pdf

La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino

- 36 -

la coordinazione con la formazione professionale regionale per realizzare percorsi per il conseguimento di qualifiche di durata triennale e di diplomi professionali di durata quadriennale;

approcci didattici di tipo induttivo, anche attraverso attività di simulazione e la costituzione di un Ufficio Tecnico, con il compito di sostenere la migliore organizzazione e funzionalità dei laboratori;

più ore di tirocinio, stage ed alternanza scuola-lavoro soprattutto nel secondo biennio e nel quinto anno.

Tutti gli attuali corsi di ordinamento e le relative sperimentazioni degli istituti professionali confluiranno gradualmente nel nuovo ordinamento che entrerà in vigore a partire dall‟anno scolastico 2010/2011 per le classi prime [cfr. par. 2.3]. Le classi seconde, terze e quarte proseguiranno secondo i piani di studio previgenti sino alla conclusione del quinquennio, ma con un orario settimanale di 34 ore nell‟anno scolastico 2010-2011 e 32 ore nei successivi.

2.3 Le confluenze nel territorio faentino

Per quanto concerne le scuole secondarie di secondo grado del territorio faentino (che comprende gli istituti situati nei comuni di Faenza e Riolo Terme), le confluenze verso il nuovo ordinamento verranno attuate, relativamente all‟anno scolastico 2010/2011, come segue [cfr. Tabella 9]4:

4 Liberamente adattata da: http://www.racine.ra.it/informagiovanifaenza/scuo.htm)

2. La riforma Gelmini

- 37 -

Comune di Faenza

Nome istituto scolastico

Nome istituto nel nuovo ordinamento

Indirizzi attuali Confluenze degli indirizzi al nuovo ordinamento

Liceo Torricelli Liceo Torricelli

Liceo classico Liceo classico

Liceo linguistico “Brocca”

Liceo linguistico

Liceo scientifico Liceo scientifico

Liceo socio-psico-pedagogico

Liceo delle scienze umane

Liceo parificato S. Umiltà

Liceo parificato S. Umiltà

Liceo linguistico europeo

Liceo linguistico

Liceo delle scienze sociali

Liceo delle scienze umane

Opzione economico-sociale

Istituto Professionale per l’Industria e l’Artigianato Foscolo (parificato)

Istituto Professionale

Settore Servizi Foscolo (parificato)

Odontotecnico

Servizi Socio-sanitari

Articolazione odontotecnico

Istituto d’Arte per la Ceramica Ballardini

Liceo Artistico Ballardini

Indirizzo artistico

Liceo artistico indirizzo Design

Indirizzo restauro ceramica

Indirizzo tecnologia ceramica

La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino

- 38 -

Comune di Faenza

Nome istituto scolastico

Nome istituto nel nuovo ordinamento

Indirizzi attuali Confluenze degli indirizzi al nuovo ordinamento

Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri Oriani

Istituto Tecnico Settori Economico e Tecnologico Oriani

ERICA Indirizzo Amministrazione, Finanza e Marketing

Articolazione Relazioni Internazionali per il Marketing e Servizi informativi aziendali

IGEA

MERCURIO

ITG geometra CINQUE

Indirizzo Costruzioni, Ambiente e Territorio

Istituto Tecnico Industriale e Istituto Professionale per l’Industria e l’Artigianato Bucci

I. I. S. Tecnico-Professionale

Settori Tecnologico e Industria e Artigianato Bucci

Perito elettronico e telecomunicazioni

Indirizzo Elettronica ed Elettrotecnica

Articolazione Elettronica

Perito meccanico

Indirizzo Meccanica, Meccatronica ed Energia

Articolazione Meccanica e Meccatronica

Tecnico elettronico Indirizzo Manutenzione ed Assistenza Tecnica Tecnico meccanico

2. La riforma Gelmini

- 39 -

Comune di Faenza

Nome istituto scolastico

Nome istituto nel nuovo ordinamento

Indirizzi attuali Confluenze degli indirizzi al nuovo ordinamento

Istituto Professionale Strocchi-Persolino

Istituto Professionale Economico-Aziendale e per l‟Agricoltura Strocchi-Persolino

Agrotecnico Servizi per l‟Agricoltura e lo Sviluppo Rurale

Gestione aziendale

Servizi Commerciali

Grafico pubblicitario

Impresa turistica

Tecnico dei servizi turistici

Comune di Riolo Terme

Nome istituto scolastico

Nome istituto nuovo ordinamento

Indirizzi attuali Confluenze degli indirizzi al nuovo ordinamento

Istituto Professionale Alberghiero Artusi

Istituto Professionale Alberghiero Artusi

Tecnico della ristorazione

Indirizzo Servizi per l‟Enogastronomia e l‟Ospitalità Alberghiera

Articolazioni Enogastronomia, Servizi di Sala e Vendita e Accoglienza Turistica

Tecnico dei servizi turistici

Tabella 9: Denominazioni degli istituti scolastici e confluenze di indirizzo al nuovo ordinamento

La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino

- 40 -

3. Riflessioni sugli esiti della riforma Gelmini in territorio faentino

Le riflessioni che seguono sono frutto di una serie di interviste e di workshop [cfr. Appendice A1-A17] effettuate nei mesi di febbraio-maggio 2010 sia con gli addetti ai lavori, ovvero assessori alla cultura, segretari di associazioni sindacali del settore scuola e dirigenti scolastici, che con parte dell‟utenza finale degli istituti del territorio, cioè i referenti delle principali associazioni di categoria.

3.1 Il percorso di attuazione della normativa

Il percorso di attuazione della normativa è stato piuttosto complesso.

L‟Ufficio Scolastico Regionale si è occupato della programmazione dell‟offerta formativa e dell‟attribuzione dei vari indirizzi alle scuole del territorio, delegando le singole province per la programmazione dell‟offerta formativa provinciale. L‟Ufficio Scolastico Provinciale e l‟Assessorato alla Cultura ed all‟Istruzione di Ravenna hanno quindi lavorato in concertazione con le amministrazioni comunali, con i dirigenti scolastici e con alcuni rappresentanti delle associazioni di categoria. Sono stati organizzati diversi incontri e tavoli, da settembre 2009 per tutto il corso dell‟anno scolastico, sia in ambito provinciale che in ambito prettamente faentino con lo scopo di monitorare e discutere gli svolgimenti della riforma, l‟attribuzione degli

3. Riflessione sugli esiti della riforma Gelmini in territorio faentino

- 41 -

indirizzi ed il raccordo scuola-mondo del lavoro. In particolare, su Faenza è attivo uno strumento di confronto tra i rappresentanti delle scuole ed alcuni rappresentanti delle associazioni di categoria creato non solo ai fini della riforma, ma anche per cercare di riallineare i profili formativi in uscita dalle scuole con le reali esigenze del territorio. Molte scuole faentine hanno inoltre formato, al loro interno, gruppi di lavoro riguardo alla flessione del curriculum formativo tramite le quote di autonomia scolastica e flessibilità del curriculum.

Le associazioni sindacali del settore scuola hanno invece organizzato incontri periodici con i lavoratori delle scuole per esplicare ed, eventualmente, discutere le bozze dei regolamenti dato che l‟informazione reperibile on-line è stata spesso giudicata frammentaria, obsoleta e troppo complessa.

3.2 I principali cambiamenti introdotti dalla riforma Gelmini

Le indicazioni, a livello provinciale, sono state di non sconvolgere troppo l‟assetto dell‟offerta formativa dell‟anno scolastico 2009/2010 perciò le confluenze sono state effettuate in maniera piuttosto automatica tentando, ove possibile, di rimodellare il curriculum formativo tramite le quote di autonomia e flessibilità per renderlo il più aderente possibile alle esigenze specifiche del territorio. La semplificazione degli indirizzi, tuttavia, è un dato innegabile.

Il cambiamento più vistoso e generalizzabile a tutti gli istituti consiste nel taglio degli orari settimanali/annuali con corrispondente variazione dell‟unità oraria da 50 minuti a 60 minuti. Ciò non comporterà comunque forti variazioni per gli

La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino

- 42 -

studenti, siccome il tempo passato a scuola rimarrà pressoché invariato, con la proposta eventuale di alcuni rientri pomeridiani relativamente a certi istituti (Bucci, Persolino-Strocchi). Tuttavia per le scuole in senso lato tale cambiamento significa:

un minor numero di discipline impartite, per quanto concerne i percorsi dei licei, con possibilità di un maggior approfondimento delle stesse;

un taglio significativo alle ore di attività laboratoriali e caratterizzanti, per quanto riguarda i percorsi degli istituti tecnici e professionali, che cercheranno di recuperare parte di queste ore tramite le quote di autonomia e flessibilità;

una generica necessità di riqualificazione del personale docente in esubero.

La diminuzione dell‟orario scolastico non piace a Edera Fusconi, segretario provinciale della Uil scuola. “I licei passeranno dalle 30 ore attuali a 27, i tecnici da 35 a 32, i professionali da 36 a 32” sottolinea. “Questa riforma, – aggiunge – come quella già in essere da settembre per il primo ciclo, risponde unicamente ad una logica di tagli imposti dal ministro dell‟Economia, senza coinvolgimento del mondo della scuola. È del tutto incomprensibile, poi, che si effettui una riduzione di ore nelle seconde, terze e quarte dei tecnici e dei professionali non coinvolte dai cambiamenti della riforma”. Giovanni Sedioli, Assessore alla Scuola, Formazione, Università e Lavoro della Regione Emilia-Romagna, sembra essere dello stesso avviso: “la lettura di taglio economico-finanziario come logica primaria è sicuramente riscontrabile. Non vogliamo alludere semplicemente alla riduzione di orario [...], ma al fatto che a questa si associa una drastica riduzione delle risorse finanziarie ed umane indispensabili per iniziative autonome delle scuole”. Anche per il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, “non siamo di fronte a una

3. Riflessione sugli esiti della riforma Gelmini in territorio faentino

- 43 -

riforma, bensì ad un taglio epocale alla scuola pubblica italiana che ci allontana dall‟Europa”, mentre il leader dell‟Idv, Antonio di Pietro, l‟ha definita “la naturale conseguenza di un abuso fatto nei mesi precedenti”.

Si passerà inoltre da un insegnamento delle conoscenze ad un insegnamento delle competenze, con ovvie necessità di aggiornamento e formazione del personale docente. Anche l‟introduzione della CLIL (la disciplina non linguistica impartita in lingua straniera, nei licei e negli istituti tecnici) pone seri interrogativi in merito all‟adeguata formazione del personale docente che dovrà impartirla, al reclutamento degli insegnanti preposti tramite il sistema delle classi di concorso ed alla difficoltà generica nel determinare gli organici. “Tra rivisitazione degli ordinamenti, riduzione degli orari e tagli delle compresenze, le scuole superiori mettono sul piatto 15.300 dei 45.300 posti che gli organici della scuola perderanno per strada nei prossimi tre anni”5. E ancora Silvia Minardi di Lend si domanda: “chi sono i docenti CLIL? Tutti i documenti dicono chiaramente che l‟insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera sarà affidato ad un docente di disciplina. Un‟opzione che potrebbe anche essere ottimale se non fosse per il fatto che non ci sono, nel nostro paese, molti docenti di discipline non linguistiche con le competenze linguistiche necessarie per insegnare la loro materia in lingua straniera. Forse ci si affiderà al solito piano di formazione, sicuramente on-line perché anche questo serve a risparmiare, con il quale preparare almeno 20.000 docenti di discipline non linguistiche per l‟insegnamento CLIL nella scuola superiore italiana?”.

La sorte della qualifica professionale al terzo anno degli istituti professionali rimane poi un nodo problematico. Sicuramente resterà la possibilità di ottenerla fino al prossimo anno scolastico;

5 Il Sole 24 Ore, 08/02/2010.

La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino

- 44 -

quanto al seguito aleggia ancora molta incertezza. Alcune indicazioni vogliono tale qualifica di competenza esclusiva della formazione professionale regionale con possibilità, però, di accedere ad una qualifica riconosciuta a livello europeo al quarto anno, ma si attendono ancora i regolamenti definitivi.

“Non vi è stata da parte del ministero la volontà di chiarire il rapporto fra competenze di Stato e Regioni sul tema delle qualifiche professionali né il senso da dare alla sussidiarietà e [...] più in generale si può evidenziare una persistente sottovalutazione del ruolo delle Regioni da parte del Ministero” commenta Giovanni Sedioli, Assessore alla Scuola, Formazione, Università e Lavoro della Regione Emilia-Romagna.

Per quanto concerne invece i singoli istituti, i cambiamenti più significativi hanno interessato il Ballardini, l‟Oriani ed il Persolino-Strocchi. Negli altri istituti, invece, le confluenze al nuovo ordinamento sono state piuttosto lineari, comportando solamente una diversa distribuzione oraria di alcune discipline nell‟arco dei 5 anni.

3.2.1 Istituto d’Arte per la Ceramica “Ballardini” . Passaggio a Liceo Artistico del Design “Ballardini”

L‟Istituto d‟Arte per la Ceramica Ballardini è confluito in liceo artistico ad indirizzo design. Tale scelta sarebbe volta a rispettare la centenaria vocazione all‟arte dell‟istituto e, sotto il profilo legislativo, sembrerebbe essere, almeno in un primo tempo, l‟unica alternativa possibile, siccome il regolamento prevede che tutti gli istituti d‟arte confluiscano in liceo e che, eventualmente, chiedano poi alla regione la confluenza di alcuni dei loro indirizzi nei percorsi degli istituti professionali.

3. Riflessione sugli esiti della riforma Gelmini in territorio faentino

- 45 -

Tuttavia ciò comporta un forte ridimensionamento dell‟offerta formativa ed una perdita di alcune specializzazioni significative per il territorio faentino, quali conservazione e restauro del patrimonio artistico. “Con la riforma Gelmini della scuola secondaria di secondo grado, l‟offerta formativa si impoverisce”, afferma anche il segretario provinciale Udc di Ravenna, Giancarlo Frassineti. “Così – precisa – la nostra provincia si ritrova con due licei (Faenza e Ravenna) dall‟offerta formativa analoga: il pacchetto ore caratterizzante i vari indirizzi è infatti molto esiguo”.

È inoltre probabile che negli anni scolastici a venire si debbano decidere anche le sorti dell‟autonomia dell‟istituto, che conta attualmente un numero abbastanza esiguo di iscritti e che stando ai regolamenti dovrebbe essere accorpato.

3.2.2 Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “Oriani”. Perdita delle sperimentazioni ERICA e MERCURIO

L‟Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri Oriani perderà alcune delle sue sperimentazioni di maggior successo, quali ERICA e MERCURIO. Se da una parte si cercherà di salvaguardare comunque l‟offerta formativa di tali sperimentazioni tramite le quote di autonomia e di flessibilità, dall‟altra non è possibile prevedere, al momento, se i diplomati del nuovo ordinamento riscontreranno lo stesso successo, in termini occupazionali, dei loro colleghi precedenti. Inoltre, alcune discipline importanti per un territorio a forte vocazione turistica quale il faentino (storia dell‟arte e geografia economica) verranno inesorabilmente tagliate fuori dai nuovi curricula, per

La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino

- 46 -

essere eventualmente reintegrate in un indirizzo turistico, qualora ne venga richiesta l‟attivazione in futuro.

3.2.3 Istituto Professionale Commerciale “Strocchi”. Perdita del profilo grafico-pubblicitario

Lo stesso discorso vale per l‟Istituto Professionale Commerciale Strocchi che perderà il profilo del grafico-pubblicitario, previsto nella riforma solamente all‟interno del percorso degli istituti tecnici. Si tenterà di salvaguardarne comunque l‟offerta formativa, ma di fatto non è possibile prevedere il tipo di successo di queste nuove figure professionali nel mondo del lavoro.

3.3. Punti di forza e criticità del sistema scolastico secondario di secondo grado pre e post-riforma

L‟eccessiva frammentazione degli indirizzi è sicuramente una grossa criticità che la riforma ha risolto, nonostante il parere pressoché unanime degli addetti ai lavori riporti la mancanza di una tempistica di discussione e di applicazione adeguata e del coinvolgimento di tutte le forze dell‟arco parlamentare, dei rappresentanti delle scuole e del territorio, al fine di rendere il riordino veramente efficace ed i profili formativi più aderenti alle reali necessità del mondo del lavoro. La semplificazione degli indirizzi, inoltre, non ha tenuto sufficientemente conto di alcune

3. Riflessione sugli esiti della riforma Gelmini in territorio faentino

- 47 -

sperimentazioni giudicate molto positive, quali ERICA, MERCURIO e MICHELANGELO, di cui è possibile ritrovare traccia nei curricula formativi solo grazie alle modifiche apportate tramite le quote di autonomia scolastica e flessibilità del curriculum. Tali quote di autonomia e flessibilità da una parte rappresentano un‟indubbia risorsa a cui attingere per completare l‟offerta formativa, ma dall‟altra configurano il rischio che venga ripristinato quasi totalmente il carattere di eccessiva frammentarietà della scuola secondaria di secondo grado pre-riforma.

Anche l‟alleggerimento dei curricula formativi costituirebbe un dato positivo di incoraggiamento all‟approfondimento delle discipline, al sostegno ed al recupero, se non fosse che la logica ispiratrice sembra essere quella dei tagli generalizzati. Si tratta, infatti, di tagli degli orari settimanali/annuali che, soprattutto per quanto riguarda gli istituti tecnici e professionali, penalizzano fortemente le discipline pratiche, laboratoriali e caratterizzanti di ciascun profilo formativo, finendo per penalizzare anche la tipologia di utenza scolastica e l‟utenza finale relativamente al mondo del lavoro. Vengono drasticamente ridotte tutte le risorse finanziarie ed umane, tra cui la compresenza dei docenti negli istituti tecnici e professionali. Non sono, inoltre, previsti investimenti finanziari nell‟aggiornamento e nella formazione del personale docente, che andrebbe opportunamente sostenuto, per una migliore qualità della didattica, nel delicato passaggio al nuovo ordinamento.

Manca poi un impianto culturale unitario dei 3 segmenti soggetti a riforma: un tentativo di lettura unitaria degli istituti tecnici e professionali è presente anche se incompiuto a causa dei tagli, mentre i licei sono ancora molto distanti dal raccordarsi con gli altri segmenti. Ciò è particolarmente vero per quanto concerne il primo biennio, le cui funzioni sarebbero l‟assolvimento dell‟obbligo di istruzione, il consolidamento delle

La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino

- 48 -

conoscenze e competenze di base e l‟eventuale ri-orientamento degli studenti rispetto alle scelte effettuate in terza media. In questo contesto formativo, infatti, gli eventuali passaggi da un segmento all‟altro sono davvero ostici con il rischio che venga confermata la stratificazione sociale delle frequenze nei vari ordini di scuola. A tal proposito il Prof. Maurizio Tiriticco, Università Roma 3, si chiede: “quale valore avranno domani i risultati degli apprendimenti, se si devono attendere dopodomani quegli ulteriori provvedimenti per essere in linea con quanto oggi ci suggerisce la ricerca educativa di cui alle stesse indicazioni che ci vengono dall‟Unione Europea?”.

Inoltre è particolarmente critica, secondo i principali referenti sindacali, anche l‟annunciata volontà di abbassare la pratica dell‟apprendistato al quindicesimo anno di età, ricomprendendola tra le modalità per assolvere l‟obbligo di istruzione. Si rimanderebbero così le fasce più deboli ad esperienze che sarebbero inevitabilmente riduttive sul piano della costruzione culturale e della personalità. Per alcune associazioni di categoria, invece, ciò potrebbe costituire per i giovani un‟utile esperienza ai fini del loro ingresso nel mondo del lavoro.

L‟indisponibilità del testo definitivo dei regolamenti impedisce alcune importanti valutazioni, tra cui il rapporto tra le competenze dello stato e quelle delle regioni sul tema delle qualifiche professionali, la riforma degli IFTS6 e l‟istituzione di Centri di Istruzione per Adulti che si sostituiranno ai corsi serali.

Rimane infine aperta, secondo l‟opinione di alcuni addetti ai lavori, un‟importante questione di cui la riforma non si è occupata, ovvero il difficile rapporto scuola-famiglia. Sarebbe infatti opportuno rivedere e ridefinire tale rapporto soprattutto alle luce dei recenti cambiamenti del modo di vivere in società e dei nuovi stili educativi. La priorità della scuola, infatti, non può

6 Istruzione e Formazione Tecnica Superiore.

3. Riflessione sugli esiti della riforma Gelmini in territorio faentino

- 49 -

più essere la formazione tout-court dello studente poiché per attuare una formazione completa dell‟individuo è sicuramente necessario un lavoro sinergico con le famiglie dei ragazzi.

3.4 Il raccordo della scuola secondaria di secondo grado con il mondo universitario e dell’istruzione e formazione tecnica superiore (formazione politecnica)

Il raccordo della scuola secondaria di secondo grado con il mondo universitario si sostanzia, fondamentalmente, nell‟attività di orientamento. Si dovrebbe auspicare, invece, ad una maggiore sinergia soprattutto per quanto concerne la ricerca, i suoi risultati e le sue possibili applicazioni.

Per quanto concerne gli IFTS, i pareri sono invece discordi. Da una parte ci si domanda se abbiano una loro valenza effettiva o se, invece, gli studenti continuino comunque a trovare occupazione grazie al diploma o alla laurea posseduta. A favore di questa tesi si schierano tutti coloro che sostengono che gli IFTS attuino collaborazioni molto significative con il mondo delle associazioni di categoria, ma pressoché irrilevanti con le scuole. D‟altra parte, c‟è chi sostiene che gli IFTS sono e, a maggior ragione, potrebbero essere una preziosissima risorsa se attivati dopo uno studio oculato delle esigenze del territorio e delle possibili alleanze. Si tratterebbe di investire sui settori delle energie rinnovabili, dell‟ambiente, dell‟agricoltura e della ceramica, anche per recuperare il patrimonio di saperi e di competenze dei tecnici della cosiddetta “terza area” che con la riforma degli istituti professionali viene a perdersi. Per far ciò

La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino

- 50 -

occorrerebbe istituire delle vere e proprie filiere, ma allo stato attuale mancano ancora le norme e gli strumenti per riformare gli IFTS.

Un altro interessante interrogativo riguarda il ruolo degli IFTS [cfr. Tabella 10], ovvero se debbano porsi o meno in concorrenza con la formazione universitaria, soprattutto quella triennale. I sostenitori della concorrenza tra IFTS ed università asseriscono che gli studenti non devono sentirsi obbligati a proseguire il proprio percorso nelle università e che l‟università non può detenere il monopolio della formazione post-scolastica.

È necessario quindi che gli IFTS vengano strutturati al meglio e riconosciuti nelle qualifiche che rilasciano affinché possano realmente rappresentare un‟alternativa al sistema universitario, come d‟altronde avviene in molti paesi europei. Chi invece sostiene che gli IFTS e l‟università non possano essere concorrenti adduce a favore della propria tesi il fatto che gli IFTS sono molto orientati, fin da subito, al rapporto con le imprese del territorio che si sostanzia in lunghi periodi di stage, cosa che nelle università avviene eventualmente solo al terzo anno e per periodi relativamente brevi, se confrontati con il monte orario destinato invece alle materie di applicazione teorica.

3. Riflessione sugli esiti della riforma Gelmini in territorio faentino

- 51 -

Scuola secondaria di secondo grado

(percorso quinquennale)

IFTS (percorsi annuali/biennali?) Formazione pratica/tecnica

Università – laurea di base (triennale)

Formazione teorica

Università – laurea magistrale (biennale)

Formazione teorica Tabella 10: Possibile alternativa rappresentata dagli IFTS nell‟ambito della formazione

pratica/tecnica post-maturità rispetto alla formazione teorica impartita nelle università

3.5 Attese di cambiamento nel breve e medio periodo

Tutte le istituzioni scolastiche interpellate hanno riportato un rapporto più che soddisfacente con il territorio faentino, che si sostanzia in periodi di alternanza scuola-lavoro, tirocini e stage in aziende, imprese, cooperative e presso gli artigiani. Le scuole sostengono che in questo periodo di crisi occorra più che mai domandarsi, in concertazione con i rappresentanti delle associazioni di categoria, quali siano le figure professionali spendibili sul mercato del lavoro e di cui il territorio faentino ha realmente bisogno e come formarle. Tutto ciò va naturalmente interpretato in un‟ottica di lavoro sinergico e di riconoscimento reciproco scuola-mondo del lavoro e non di subordinazione della prima nei confronti del mondo produttivo.

La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino

- 52 -

A questo proposito, l‟opinione di alcuni dei segretari delle associazioni sindacali sezione scuola è piuttosto divergente. Essi affermano, infatti, che la funzione della scuola sia quella di formare l‟individuo, non di addestrarlo meramente ad un compito, e che in tal senso siano necessarie, eventualmente, maggiori sinergie con le associazioni dei genitori e degli educatori piuttosto che con le associazioni di categoria. Le alleanze con il mondo produttivo dovrebbero invece essere strette in un momento successivo, ad esempio nell‟ambito degli IFTS.

I settori su cui, comunque, occorrerà porre l‟attenzione nel breve e medio periodo sono:

il settore ceramico, con gli sviluppi legati alla ricerca ed alla chimica dei materiali ceramici e la questione di come preservare e dare un seguito, invece, alle competenze artistiche che costituiscono il patrimonio del territorio faentino;

i settori ambiente, energia, meccanica ed elettronica, che richiedono molte più figure professionali di quelle attualmente disponibili e pongono l‟interrogativo del perché gli istituti tecnici e professionali che preparano in tal senso siano relativamente poco appetibili per i giovani.

4. Alcune considerazioni finali

- 53 -

4. Alcune considerazioni finali

Dall‟indagine effettuata emerge chiaramente la necessità di ridare dignità alla formazione tecnica e professionale, che rappresenta il segmento più toccato dai tagli della riforma e che necessita di una forte ridefinizione della propria identità specifica. Si tratta, infatti, di due segmenti scolastici che producono un tipo di cultura, quella tecnica e professionale appunto, che viene direttamente utilizzata dal territorio ed alla quale bisognerebbe riattribuire la giusta portata ed importanza.

Tuttavia in un‟ottica di lifelong learning le istituzioni scolastiche rappresentano solo una delle agenzie vocate alla trasmissione del sapere e del saper fare perciò non si può pretendere che esse rispondano alla complessificazione dei saperi con l‟accrescimento del numero delle materie impartite e delle relative ore. È invece necessaria una selezione dei nodi centrali ed indispensabili nella prospettiva, appunto, di continuare ad acquisire sapere e saper fare per tutta la durata della propria esperienza formativo-lavorativa.

Sotto questo punto di vista è quindi importante chiedersi se parte delle competenze parzialmente perse con il taglio delle ore di “terza area” degli istituti professionali e con il passaggio dell‟istituto d‟arte per la ceramica a liceo artistico non potrebbero essere recuperate nell‟ambito dell‟istruzione e formazione professionale regionale, con la creazione ad esempio di IFTS o poli ad hoc per la ceramica/mosaico ed i settori agricolo e manifatturiero, oppure, nel caso specifico dell‟arte per la ceramica, tramite un raccordo proficuo con l‟ISIA.

La riforma dell’istruzione superiore nel territorio faentino

- 54 -

Vale inoltre la pena richiamare alcuni concetti fondamentali validi per tutti i segmenti scolastici che, nell‟impianto della riforma, sembrano essere stati un po‟ trascurati.

È fondamentale formare persone responsabili, ovvero coscienti del fatto di essere continuamente in relazione con gli altri. Solo in questo modo si potrà auspicare ad una reale e proficua commistione scuola-territorio, evitando sia il conformismo e l‟adattamento puro dei ragazzi alle esigenze del tessuto economico che la spinta all‟individualismo eccessivo. In termini di governance territoriale, occorrerebbe dunque investire di maggiore responsabilità anche le famiglie e la società civile, incentivando il confronto sulla tematica della formazione in concertazione con le associazioni di categoria ed il personale scolastico.

È altrettanto importante attribuire il giusto valore al merito ed alle eccellenze, non soltanto per quanto concerne la formazione di tipo liceale, ma anche relativamente agli ambiti tecnico e professionale. L‟eccellenza non va intesa come mero valore individuale, ma anche e soprattutto come valore prodotto e condiviso in maniera cooperativa da insiemi di persone che contribuiscono ad un progetto. In questo senso sarebbe importante incentivare i ragazzi al “fare esperienza in impresa” come luogo reale dell‟apprendimento, ripensando cioè il sistema delle “borse-lavoro” come esperienze reali di lavoro per studenti dai 16 ai 18 anni. Tali esperienze di lavoro potrebbero far scaturire nei ragazzi la motivazione all‟apprendimento e l‟autostima, valori che la scuola difficilmente innesca rafforzando, invece, il senso di fallimento soprattutto negli studenti più in difficoltà. In questo modo alcuni luoghi di lavoro potrebbero diventare persino laboratori di innovazione (si veda, in merito, l‟esperienza Ducati) in cui gli studenti sono estremamente motivati dalla percezione delle figure lavorative e del contesto con cui si relazionano. Naturalmente per realizzare

4. Alcune considerazioni finali

- 55 -

questo tipo di esperienze è fondamentale un‟appropriata gestione dell‟autonomia scolastica nonché una forte attenzione ed orientamento al territorio, valori che non devono tuttavia sfociare nel mero localismo per non precludere ai ragazzi la possibilità di formarsi ad una società globale. Le stesse imprese dovrebbero, in quest‟ottica, essere investite di responsabilità sociale affinché tali esperienze (così come l‟eventuale possibilità di apprendistato formativo a 15 anni) diventino occasioni formative reali, nonché possibilità di instaurare rapporti lavorativi concreti e duraturi.

La scuola in tutti i suoi segmenti rappresenta, inoltre, il luogo in cui si formano gli individui alla cittadinanza, che significa convivenza, impegno sociale e rispetto delle regole. La scelta da parte di molti ragazzi immigrati di un percorso di tipo tecnico e/o professionale pone, ancora di più, di fronte alla necessità di costruire un modo di convivere che tenga conto delle diversità e che orienti gli studenti. L‟orientamento scolastico effettuato al momento della scelta della scuola secondaria di secondo grado appare, infatti, molto sfasato secondo la concezione, non priva di vecchi stereotipi e tabù sociali, che attribuisce il massimo prestigio ai percorsi liceali per poi diminuire gradualmente fino a raggiungere la minima desiderabilità sociale dei percorsi professionali e della formazione professionale regionale. Occorre dunque che l‟attività di orientamento, fin dalle scuole secondarie di primo grado e nell‟eventuale momento di transizione tra scuola secondaria di secondo grado e IFTS/università, venga svolta in concertazione con le famiglie degli studenti, con attenzione ai possibili sbocchi lavorativi di ciascun percorso scolastico di secondo grado e cercando di sconfessare alcuni luoghi comuni, oramai desueti, tramite l‟informazione sul mondo delle nuove professioni.

- 56 -

Bibliografia e sitografia

- 57 -

Bibliografia e sitografia di riferimento

Campione Vittorio, Tagliagambe Silvano (2008), Saper fare la scuola: il triangolo che non c’è, Torino, Einaudi.

Dei Marcello (2007), La scuola in Italia, Bologna, Il Mulino.

http://www.benecomune.net/

http://www.comune.faenza.ra.it/contenuti/index.php?t=serv_istruzione&ref=2&cat=24/

http://www.edscuola.it/archivio/ped/prove_di_rivoluzione.pdf/

http://www.emiliaromagnalavoro.it/

http://www.fondazionedallefabbriche.coop/category/borse-di-studio/

http://futurascuola.wordpress.com/2010/01/28/riforma-superiori-parere-favorevole-del-senato/

http://www.ilsole24ore.com/

http://www.istruzione.it/

http://www.lastampa.it/redazione/default.asp/

http://www.orizzontescuola.it/node/3004/

http://www.provincia.ra.it/Argomenti/Istruzione/

http://www.pubblica.istruzione.it/

http://www.racine.ra.it/informagiovanifaenza/scuo.htm/

http://www.racine.ra.it/provincia/statistica/enti_scuola.htm/

http://www.racine.ra.it/provveditorato/

http://www.regione.emilia-romagna.it/wcm/statistica/argomenti/statistiche/istru/elaborazioni/er/istruzione/fonte/pag/secondaria2.htm/

http://www.repubblica.it/

http://www.scuolaer.it/

Appendice

- 58 -

Interviste

- 59 -

Appendice:

Interviste ai rappresentanti di Assessorati,

Istituti scolastici e Rappresentanze

Appendice

- 60 -

APPENDICE A1

Griglia di intervista per dirigenti scolastici, referenti di associazioni sindacali,

assessori alla cultura

Intervista 1: Assessorato alla Cultura di Faenza Data intervista: venerdì 05 marzo 2010

1) Stato dell’arte a livello territoriale (comprensorio di

Faenza) cosa si è fatto, cosa resta da fare/è nei progetti, attuazione della normativa, ecc.

A livello provinciale sono stati organizzati tavoli tra le amministrazioni finalizzati al confronto reciproco.

A livello territoriale sono stati fatti incontri periodici tra l‟amministrazione ed i dirigenti scolastici volti a chiarire ogni tipo di questione da ambo le parti. È inoltre stato creato un tavolo che comprende anche i rappresentanti delle associazioni di categoria per monitorare alcuni nodi fondamentali, quali:

gli esiti della riforma ed il raccordo scuola-mondo produttivo;

la distribuzione degli indirizzi secondo il principio dell‟equilibrio territoriale nei tre poli scolastici di Faenza, Lugo e Ravenna e con attenzione ai settori del turismo, attività portuali, ambiente collinare, arte faentina e ricerca (ENEA7, CNR8);

7 Ente per le Nuove tecnologie, l‟Energia e l‟Ambiente 8 Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Interviste

- 61 -

il cambiamento del sistema produttivo delle PMI9 alla luce dell‟attuale crisi strutturale di alcuni settori economici;

la tipologia di orientamento effettuata sull‟utenza in terza media.

2) Principali cambiamenti da introdurre nelle scuole superiori per l’anno scolastico 2010-2011 e cambiamenti da introdurre, eventualmente, negli anni scolastici successivi.

Le indicazioni, a livello provinciale, erano di non sconvolgere troppo l‟assetto dell‟offerta formativa attuale perciò le confluenze sono state effettuate in maniera abbastanza automatica cercando di rimodellare il curricolo tramite le quote di autonomia scolastica e flessibilità. 3) Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore attuale (con riferimento a licei, istituti tecnici e professionali). Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore previsto dalla riforma (con riferimento a licei, istituti tecnici e professionali).

Una forte criticità è senz‟altro rappresentata dai tagli operati dalla riforma. Al contrario, occorrerebbe un forte investimento nella scuola. Sono state infatti tagliate soprattutto le ore di laboratorio caratterizzanti per ogni singolo percorso formativo.

È invece positivo il riordino degli indirizzi, ma è mancato il confronto con la scuola e con il mondo produttivo al fine di raccogliere proposte, idee e suggerimenti utili per delineare i nuovi indirizzi. 4) Accesso degli studenti alla formazione superiore (IFTS10) e/o universitaria.

9 Piccole e Medie Imprese. 10 Istruzione e Formazione Tecnica Superiore.

Appendice

- 62 -

Per quanto concerne gli IFTS, ci saranno sicuramente alcune filiere da sviluppare, ad esempio quella che concerne la ceramica. Mancano però norme e strumenti operativi per delineare questo percorso con lo scopo di non perdere quel patrimonio di competenze e professionalità tipico del territorio faentino. A tal fine occorrerebbe un lavoro in rete di sinergia e scambi, anche con il resto del mondo. 5) Attese di cambiamento, fabbisogni del territorio nel medio periodo (5 anni circa) e corrispondenza con l’istruzione superiore, universitaria e permanente.

Una delle sfide maggiori per il futuro è sicuramente la realizzazione e l‟incremento del cosiddetto “tecno-polo” che ruota attorno alla ceramica.

Per quanto riguarda altre professionalità, certi istituti come il Bucci dovrebbero essere meno selettivi al loro interno poiché il territorio ha fortemente bisogno delle figure che escono da questo istituto.

Interviste

- 63 -

APPENDICE A2

Griglia di intervista per dirigenti scolastici, referenti di associazioni sindacali,

assessori alla cultura

Intervista 2: Assessorato alla Cultura di Ravenna Data intervista: martedì 16 marzo 2010

1) Stato dell’arte a livello territoriale (comprensorio di

Faenza) cosa si è fatto, cosa resta da fare/è nei progetti, attuazione della normativa, ecc…

La regione si è occupata della programmazione dell‟offerta formativa e della distribuzione degli indirizzi sul territorio, con vincoli di organico e di fondi determinati dal MIUR11.

La provincia ha ricevuto, dalla regione, l‟incarico per la programmazione dell‟offerta formativa provinciale, in concertazione con i rappresentanti dei vari comuni, delle scuole e delle associazioni di categoria. In questa fase si è optato per una conversione automatica degli indirizzi, siccome mancano ancora gli atti definitivi. 2) Principali cambiamenti da introdurre nelle scuole superiori per l’anno scolastico 2010-2011 e cambiamenti da introdurre, eventualmente, negli anni scolastici successivi.

11 Ministero dell‟Istruzione, dell‟Università e della Ricerca.

Appendice

- 64 -

Attualmente per quanto concerne l‟istituto agrario di Persolino, cambiano i nomi degli indirizzi, ma non la sostanza del percorso formativo, come pure per l‟istituto Oriani che all‟interno delle varie articolazioni è riuscito a mantenere la stessa offerta formativa precedente. Anche all‟istituto Bucci si mantiene la stessa offerta formativa, con la possibilità di qualifica al terzo anno per il professionale.

L‟istituto d‟arte per la ceramica Ballardini, invece, si è trasformato in liceo per decisione del collegio dei docenti e del consiglio di istituto. Per quanto riguarda la qualifica di grafico-pubblicitario che si conseguiva all‟istituto Strocchi, non esiste più tale diploma, anche se tramite le quote di flessibilità del curricolo formativo l‟offerta formativa è rimasta sostanzialmente invariata.

Per gli anni scolastici successivi al 2010/2011, si stanno già organizzando vari incontri con i rappresentanti degli istituti professionali per riflettere sulle sorti della qualifica al terzo anno e della flessibilità dei curricoli formativi, anche per rispondere nel miglior modo alle necessità dell‟utenza e del territorio.

A novembre, inoltre, dovrà essere varato il nuovo atto di programmazione dell‟offerta formativa in cui si prevede di valorizzare il territorio con una visione unitaria di tutta la provincia che tenga conto di alcuni punti fondamentali, quali:

l‟importanza del settore delle energie rinnovabili e ambiente;

l‟importanza del settore logistica e trasporti; l‟importanza del settore turistico, con la possibilità di

creare, per la prima volta in provincia, istituti tecnici vocati al turismo.

3) Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore attuale (con riferimento a licei, istituti tecnici e professionali). Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore previsto dalla riforma (con riferimento a licei, istituti tecnici e professionali).

Interviste

- 65 -

Una forte criticità pre e post-riforma è rappresentata senz‟altro dal primo biennio di tutti i percorsi formativi. In questo biennio dovrebbero essere costruite le competenze di base degli studenti, essere assolto l‟obbligo di istruzione, nonché essere svolto il ri-orientamento rispetto alle scelte attuate dagli studenti in terza media (dove l‟orientamento è condizionato prettamente dai risultati scolastici). Tutto ciò purtroppo non avveniva prima e non avverrà nemmeno dopo la riforma poiché non vi è dialogo ed unitarietà tra i bienni dei vari indirizzi: i licei, ad esempio, non si raccordano quasi per nulla con i percorsi degli istituti tecnici e professionali.

È positivo il fatto che ci sia stata una riforma che tenda all‟aggregazione ed alla semplificazione dei vari indirizzi, ma il tutto è stato fatto senza rispettare i tempi necessari. 4) Accesso degli studenti alla formazione superiore (IFTS12) e/o universitaria.

A livello nazionale si attendono ancora i regolamenti per gli IFTS e per i centri di istruzione per adulti. Sicuramente gli IFTS sono percorsi importanti, che non devono porsi in concorrenza con le lauree triennali, bensì cercare di creare un forte raccordo con il mondo dell‟impresa. I settori su cui occorrerà investire saranno sicuramente quelli dell‟energia rinnovabile e dell‟ambiente, in un‟ottica di consolidamento del rapporto università-impresa-scuola-formazione professionale. Tale rapporto andrà valorizzato sia per sopperire al taglio della cosiddetta “terza area” negli istituti professionali, sia per potenziare il riconoscimento di tutti i percorsi formativi e la mobilità, a livello europeo, dei giovani.

12 Istruzione e Formazione Tecnica Superiore.

Appendice

- 66 -

5) Attese di cambiamento, fabbisogni del territorio nel medio periodo (5 anni circa) e corrispondenza con l’istruzione superiore, universitaria e permanente.

Il taglio delle ore imposto dalla riforma pone problemi per quanto concerne la modifica dei percorsi scolastici e la riqualifica del personale in esubero. Occorrerebbe innanzitutto investire nella formazione dei docenti per innovare realmente i contenuti disciplinari e la didattica. La riforma, infatti, andrebbe supportata con adeguati finanziamenti.

Per una reale qualità ed innovazione dell‟istruzione bisogna, poi, rafforzare il rapporto tra istruzione e sviluppo economico, sociale e territoriale.

Interviste

- 67 -

APPENDICE A3

Griglia di intervista per dirigenti scolastici, referenti di associazioni sindacali,

assessori alla cultura

Intervista 3: IPPSAR “Artusi”, Riolo Terme Data intervista: giovedì 11 marzo 2010

1) Stato dell’arte a livello territoriale (comprensorio di

Faenza) cosa si è fatto, cosa resta da fare/è nei progetti, attuazione della normativa, ecc…

A livello regionale e provinciale si è partecipato a vari tavoli che hanno monitorato la situazione passo per passo ed hanno fornito l‟occasione per confrontarsi con l‟amministrazione provinciale ed i dirigenti delle altre scuole.

A Riolo Terme non sono stati istituiti tavoli con le associazioni di categoria. Si è invece partecipato ad incontri con gli altri rappresentanti degli istituti professionali tenutisi a Modena. 2) Principali cambiamenti da introdurre nelle scuole superiori per l’anno scolastico 2010-2011 e cambiamenti da introdurre, eventualmente, negli anni scolastici successivi.

I cambiamenti più significativi riguardano l‟introduzione delle scienze integrate (fisica e chimica) nel primo biennio e la riduzione dell‟orario settimanale dalle attuali 36 ore a 32, con tagli soprattutto nelle discipline professionali.

Si cercherà tuttavia di mantenere gli stessi profili formativi che rendono tipico l‟istituto, grazie alle quote di autonomia e flessibilità.

Appendice

- 68 -

3) Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore attuale (con riferimento a licei, istituti tecnici e professionali). Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore previsto dalla riforma (con riferimento a licei, istituti tecnici e professionali).

La maggiore criticità del sistema scolastico attuale è il monte ore settimanale di 36. Sono effettivamente molte ore, ma sarebbe stato più opportuno, per la tipologia di scuola e di utenza, operare dei tagli nelle ore delle discipline dell‟area comune e non in quelle professionalizzanti. Le ore di discipline scientifiche, inoltre, sono moltissime (10 ore settimanali). 4) Accesso degli studenti alla formazione superiore (IFTS13) e/o universitaria.

Il rapporto con le università della zona è forte poiché si inizia l‟attività di orientamento fin dal quarto anno.

Gli eventuali IFTS, invece, sono ancora da costruire in quanto gli agganci con gli eventuali partner non sono così forti. Si è tentato di costituirne uno in collaborazione con l‟università di Ravenna, ma non è stato possibile portarlo a compimento perché il criterio di selezione era troppo rigido.

5) Attese di cambiamento, fabbisogni del territorio nel medio periodo (5 anni circa) e corrispondenza con l’istruzione superiore, universitaria e permanente.

I rapporti con il territorio sono forti, soprattutto per quanto concerne la cosiddetta “terza area” e l‟alternanza scuola-lavoro. Verranno sicuramente rafforzati dalla creazione della Commissione tecnica.

13 Istruzione e Formazione Tecnica Superiore.

Interviste

- 69 -

APPENDICE A4

Griglia di intervista per dirigenti scolastici, referenti di associazioni sindacali,

assessori alla cultura

Intervista 4: Istituto d‟Arte per la Ceramica “Ballardini” Data intervista: giovedì 04 marzo 2010

1) Stato dell’arte a livello territoriale (comprensorio di

Faenza) cosa si è fatto, cosa resta da fare/è nei progetti, attuazione della normativa, ecc…

Si è preso parte ad incontri a tutti i livelli, da quelli prettamente territoriali a quelli ministeriali, per difendere la cultura e le tradizioni di questo importante istituto faentino. 2) Principali cambiamenti da introdurre nelle scuole superiori per l’anno scolastico 2010-2011 e cambiamenti da introdurre, eventualmente, negli anni scolastici successivi.

Per quanto concerne i valori propri e caratteristici dell‟istituto, non cambierà nulla perché ci si è battuti per salvaguardarne la vocazione artistica maturata durante più di 100 anni di storia. Anche il passaggio a liceo è del tutto naturale poiché la scuola ha un percorso di studi unicamente quinquennale dal 1988, già da anni vari alunni proseguono il proprio percorso nelle università e il mercato del lavoro specialistico (ceramisti), per quanto vada difeso, non è in grado di offrire molti posti di lavoro al giorno d‟oggi. Al contrario, il fatto di diventare istituto professionale

Appendice

- 70 -

avrebbe fortemente penalizzato la vocazione del Ballardini, creando confusione con la qualifica di grafico dell‟IPC Strocchi, che è un 3+2 con possibilità di fermarsi al terzo anno ottenendo una qualifica. La fascia di alunni vocati al professionale è, infatti, già stata persa nel tempo.

Almeno per il prossimo anno scolastico, quindi, il Ballardini rimarrà liceo artistico indipendente. Si dovranno infatti attendere gli assestamenti dei flussi nel breve periodo (2/3 anni) per valutare l‟ipotesi di rimanere autonomi, se gli iscritti aumentano e/o se la regione sceglie in base al rapporto totale alunni/scuole di mantenere questo particolare liceo autonomo oppure di accorparlo con qualche altro liceo o istituto.

Il passaggio a liceo comporta, inoltre, una perdita di ore settimanali dalle 40 attuali alle 34, con un ridimensionamento dell‟offerta formativa e delle specializzazioni. Ciò che viene garantito è però la vocazione peculiare dell‟istituto all‟arte: rimarranno quindi sia il percorso tecnico-tecnologico che quello artistico all‟interno dell‟indirizzo “design”.

L‟intenzione è, comunque, quella di entrare a regime di riforma il più possibile a partire dall‟anno scolastico 2010/2011 per dare un forte segnale di cambiamento e mantenere, successivamente, l‟impostazione data con qualche piccolo aggiustamento, sempre nell‟ottica del mantenimento del carattere dell‟istituto artistico.

3) Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore attuale (con riferimento a licei, istituti tecnici e professionali). Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore previsto dalla riforma (con riferimento a licei, istituti tecnici e professionali).

I punti di forza sono rappresentati dal fatto di rimanere in ambito artistico e di essere confluiti in liceo ad indirizzo design. Ciò lascia sperare in una maggiore affluenza, visti i trend positivi di iscrizione per i licei, ed in un maggior impegno da parte degli studenti. La scuola deve infatti inventarsi modi nuovi per

Interviste

- 71 -

mantenere una continuità forte col passato attraverso l‟innovazione.

Si vengono però a perdere alcune specializzazioni che risultano fortemente ridimensionate sia in termini di ore che in termini di varietà delle discipline impartite. La tendenza è infatti quella di affrontare meno materie, ma in maniera più approfondita, con un‟inevitabile perdita di personale docente. Si taglierà circa il 50% dell‟organico poiché fino ad ora si era a regime di maxi-sperimentazione, secondo il DPR14 419 del 1974.

Il Ballardini è, comunque, propenso ad adattarsi alle leggi pur nel rispetto e nella difesa di una cultura che vanta 95 anni di storia come istituto d‟arte e circa 8 secoli per quanto concerne la ceramica nel territorio. 4) Accesso degli studenti alla formazione superiore (IFTS15) e/o universitaria.

Il 50% circa degli studenti che esce dal Ballardini sceglie di iscriversi all‟università, in particolare alle facoltà di architettura, beni culturali, chimica industriale per la ceramica, ISIA ed accademia.

Gli IFTS esistono al Ballardini sotto forma di corsi di perfezionamento biennali post-diploma, permanenti ed in organico. Attivarne altri con la tipica formula degli IFTS comporterebbe qualche interrogativo nella misura in cui gli organici dovrebbero essere fissati almeno per un arco di tempo della durata di 5 anni per poterne monitorare l‟andamento ed impartire specializzazioni effettive. Occorrerebbe quindi lavorare sulla loro frammentazione eccessiva. 5) Attese di cambiamento, fabbisogni del territorio nel medio periodo (5 anni circa) e corrispondenza con l’istruzione superiore, universitaria e permanente.

14 Decreto del Presidente della Repubblica. 15 Istruzione e Formazione Tecnica Superiore.

Appendice

- 72 -

Nel futuro occorrerà sicuramente mantenere e rafforzare il rapporto con il territorio (CNR16, ENEA17, Finceramica, ISIA18, Polo Ceramico, MIC19), sia in termini industriali che di progettazione grafica. Le industrie faentine del polo della ceramica, infatti, hanno sofferto la crisi meno di altre grazie all‟innovazione ed alla continua attività di ricerca.

Il Ballardini non può sicuramente perdere nel tempo la propria identità poiché si tratta di un‟istituzione strategica, non solo a livello faentino, e vanta anche un museo didattico interno (MISA) che da circa 90 anni raccoglie le opere degli ex-docenti ed ex-allievi, nonché alcune opere esterne.

Sarebbe inoltre auspicabile l‟istituzione di un corso di laurea in ceramica ad indirizzo artistico a completamento di ciò che già esiste nel territorio faentino (ISIA e chimica industriale per la ceramica). Ciò potrebbe valorizzare il Ballardini e creare una possibilità di continuità di percorsi. In questo modo il patrimonio parzialmente perso nella trasformazione in liceo verrebbe sicuramente recuperato e la città di Faenza non perderebbe, così, competenze preziose e fortemente legate al territorio.

16 Consiglio Nazionale delle Ricerche. 17 Ente per le Nuove tecnologie, l‟Energia e l‟Ambiente. 18 Istituto Superiore per le Industrie Artistiche. 19 Museo Internazionale delle Ceramiche.

Interviste

- 73 -

APPENDICE A5

Griglia di intervista per dirigenti scolastici, referenti di associazioni sindacali,

assessori alla cultura

Intervista 5: ITIP20 “Bucci” Data intervista: sabato 20 febbraio 2010

1) Stato dell’arte a livello territoriale (comprensorio di

Faenza) cosa si è fatto, cosa resta da fare/è nei progetti, attuazione della normativa, ecc…

Gli organi preposti sono prettamente l‟ufficio scolastico (ex provveditorato) di Ravenna e l‟assessorato alla cultura ed all‟istruzione di Ravenna. Fin dal settembre 2009 è stato varato un documento di ipotesi per l‟attribuzione degli indirizzi a ciascun istituto superiore e per le cosiddette confluenze. È stata anche organizzata una serie di incontri per verificare le richieste delle scuole in merito ed è stata formata una commissione composta da dirigenti scolastici e membri dell‟ufficio scolastico provinciale.

Per quanto concerne le linee guida, esse sono state varate dall‟ufficio scolastico regionale secondo i principi di sostenibilità, equilibrio, assestamento dei flussi e dimensionamento. Di conseguenza, l‟ufficio provinciale ha effettuato un‟ipotesi delle vocazioni territoriali rispettivamente nei distretti di Ravenna,

20 Istituto d‟Istruzione superiore Tecnica Industriale e Professionale.

Appendice

- 74 -

Faenza e Lugo e dell‟assestamento dei flussi. Secondo il principio del dimensionamento dovrebbero sparire gli istituti con meno di 500 iscritti, ma occorrerà aspettare l‟assestamento dei flussi e verificare il tutto in base agli equilibri territoriali.

Sono stati anche organizzati numerosi incontri tra le varie scuole del territorio volti alla risoluzione dei possibili conflitti reciproci in merito all‟attivazione degli indirizzi/confluenze, anche se la decisione ultima spetta sempre all‟assessorato.

Inoltre, l‟ITIP ha effettuato incontri con il sindaco, con l‟assessorato e con i rappresentanti delle associazioni di categoria del mondo produttivo per verificare la distribuzione degli indirizzi, la sostenibilità del progetto, gli equilibri tra istituti e la questione del dimensionamento.

Ha infine avuto luogo un incontro tra i principali imprenditori faentini, le scuole e l‟assessore alla cultura di Faenza per fare un quadro della situazione a livello informativo. 2) Principali cambiamenti da introdurre nelle scuole superiori per l’anno scolastico 2010-2011 e cambiamenti da introdurre, eventualmente, negli anni scolastici successivi.

L‟orario settimanale, negli istituti tecnici e professionali, passerà da 36 ore da 50 minuti a 32 ore da 60 minuti. La riduzione oraria sarebbe, dunque, di 4 ore settimanali, ma il passaggio dall‟unità oraria da 50 minuti a quella da 60 minuti non creerà differenze sostanziali, soprattutto per gli studenti. Si tratterà, tuttavia, di considerare se effettuare alcuni rientri pomeridiani.

I cambiamenti in termini di indirizzo dovranno essere introdotti solo nelle classi prime, mentre i cambiamenti relativi all‟orario settimanale dovranno interessare anche altre classi (ancora non si sa precisamente quali classi e quante ore complessivamente si verranno così a perdere).

Interviste

- 75 -

Per quanto concerne l‟IPSIA21, al momento al terzo anno è possibile ottenere una qualifica professionale con valore statale ed obbligatoria per tutti. Il percorso dei primi 3 anni è quindi prettamente pratico e finalizzato all‟ottenimento di questa qualifica, mentre nei successivi 2 anni diventa più teorico per preparare gli studenti all‟esame di stato ed all‟eventuale accesso al mondo dell‟università. La qualifica del terzo anno va incontro sia alle esigenze del mondo produttivo che a quelle dei ragazzi che non vogliono permanere nelle scuola. Con la riforma, invece, la scansione interna diventerebbe 2+2+1 per tutte le scuole (prima era 3+2 all‟IPSIA e 2+3 all‟ITIS22) con la possibilità di ottenere una qualifica di tipo regionale e non obbligatoria al terzo anno ed una europea al quarto anno. Senz‟altro si tratta di un grande cambiamento, che può racchiudere però anche una grande ricchezza, positività ed opportunità. Il problema è che, allo stato attuale, queste qualifiche non sono chiaramente normate e tutto ciò genera confusione e sofferenza nelle scuole.

Gli istituti professionali secondo la riforma avranno anche una maggiore quota di autonomia e di flessibilità. L‟interrogativo che si pone è il come utilizzare tali quote. Una probabile risposta risiede nel potenziare le attività di laboratorio che, soprattutto nei primi 3 anni, vengono penalizzate dalla riforma rispetto alla situazione attuale. Ora, infatti, ogni percorso appare fortemente e chiaramente canalizzato fin dalla prima.

All‟IPSIA verrebbe quindi attuato il corso di “manutenzione e servizi”, al cui interno non si faticherebbe a far rientrare profili simili a quelli già esistenti, anche se chiaramente da ridefinire, almeno in parte. Anche all‟ITIS si potrebbero mantenere i due canali di “meccanica” ed “elettronica”. Il percorso di adeguamento alla riforma non appare, quindi, particolarmente sconvolgente e/o problematico. Occorre, però, pensare a come collocare l‟informatica ed alcuni percorsi di eccellenza ed

21 Istituto Professionale Statale per l‟Industria e l‟Artigianato. 22 Istituto Tecnico Industriale Statale.

Appendice

- 76 -

innovazione effettuati al momento in maniera trasversale (ad esempio quello sull‟energia).

Nonostante l‟obbiettivo del ministero sia quello di rilanciare gli istituti professionali, la riforma appare un po‟ mortificante in questo senso poiché le attività pratiche risultano fortemente ridotte. Esiste comunque la possibilità di mantenere la propria identità, anche se occorre attendere la stabilizzazione degli equilibri territoriali. Inoltre, sarebbe importante capire perché gran parte degli studenti negli ultimi anni abbia preferito iscriversi a scuole come i licei e/o gli istituti commerciali. L‟interrogativo principale è se il nostro territorio abbia effettivamente bisogno di relativamente tanti liceali e ragionieri e di pochi periti. Si tratta, tuttavia, di una questione economica e sociale che andrebbe affrontata in concertazione con le associazioni territoriali. È in ballo, infatti, non solo la sopravvivenza degli istituti, ma anche delle aziende stesse, se verranno a mancare operai e progettisti specializzati. 3) Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore attuale (con riferimento a licei, istituti tecnici e professionali). Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore previsto dalla riforma (con riferimento a licei, istituti tecnici e professionali).

Il quadro orario ed i profili attuali sono il risultato di un‟evoluzione e di un rodaggio continui nel tempo. Inoltre, le figure professionali che escono da istituti quali l‟ITIS e l‟IPSIA hanno sempre trovato una facile collocazione nel mercato del lavoro. Con la riforma si spera negli stessi risultati, anche esiste ancora molta incertezza riguardo al nuovo sistema delle qualifiche.

La riforma sostiene, poi, che la riduzione del numero delle discipline non comporti un abbassamento della qualità. Occorrerà verificare che davvero non si perda nulla dal punto di vista della specializzazione. Sicuramente i docenti dovranno,

Interviste

- 77 -

infatti, assestarsi e passare da una scuola delle conoscenze ad una della scuola delle competenze (passaggio relativamente più semplice negli istituti professionali che in altri tipi di scuole).

Anche il rapporto con le imprese in merito a tirocini, stage ed alternanza scuola-lavoro sarà da ridefinire. Non esisteranno più i corsi integrati, ma l‟opportunità di istituire un Comitato tecnico-scientifico appare valida.

4) Accesso degli studenti alla formazione superiore (IFTS23) e/o universitaria.

Per quanto concerne la qualifica di tipo europeo al quarto anno, si tratta di un‟opportunità in più rispetto al sistema attuale e sicuramente spendibile. Occorre però fare una riflessione sulla tipologia di studenti a cui viene data tale opportunità, se si tratta cioè di ragazzi che davvero vogliono arrivare fino al quarto anno e se questi studenti si muoveranno, in ambito europeo, per lavoro.

Per quanto riguarda l‟accesso degli studenti al mondo universitario, è stimato che molti studenti provenienti dall‟istituto tecnico e/o professionale hanno frequentato facoltà scientifiche ed ingegneristiche con ampio successo.

Infine quanto agli IFTS, attualmente esiste un corso in ambito energetico nella sede IPSIA e per il prossimo anno si auspica all‟attivazione di un altro. È un tipo di formazione che tiene ed è essenziale poiché esiste una buona concertazione con le principali associazioni di categoria (Confartigianato, Ecipar, CNA24) e la possibilità continua di aggiornamento e modulazione dei programmi stilati ad hoc da docenti specializzati. Inoltre, spesso si collabora con i cosiddetti “tecnici di terza area”, ovvero i consulenti. Le qualifiche che ne derivano sono riconosciute e spendibili nel mercato del lavoro e rappresentano una risorsa, un punto da cui ripartire per la ripresa del territorio. Solo ripartendo

23 Istruzione e Formazione Tecnica Superiore. 24 Confederazione Nazionale dell‟Artigianato e della piccola e media impresa.

Appendice

- 78 -

dalle aziende locali, infatti, si possono risollevare le sorti del territorio. 5) Attese di cambiamento, fabbisogni del territorio nel medio periodo (5 anni circa) e corrispondenza con l’istruzione superiore, universitaria e permanente.

Occorre innanzitutto attendere l‟assestamento dei flussi nei prossimi 2/3 anni. L‟offerta andrà mantenuta e potenziata per formare le figure richieste dal territorio in quanto, attualmente, il contatto con le aziende c‟è ed è buono.

Interviste

- 79 -

APPENDICE A6

Griglia di intervista per dirigenti scolastici, referenti di associazioni sindacali,

assessori alla cultura

Intervista 6: IPIA25 “Foscolo” Data intervista: giovedì 04 marzo 2010

1) Stato dell’arte a livello territoriale (comprensorio di

Faenza) cosa si è fatto, cosa resta da fare/è nei progetti, attuazione della normativa, ecc…

Inizialmente si è partecipato ad alcuni incontri a Ravenna, poi è stata fatta la scelta di tenersi più in disparte poiché in una scuola paritaria sostituire un insegnante causa riunione ha un costo molto elevato. Per di più alle riunioni non si è quasi mai parlato di certezze, bensì di ipotesi per cui prima di compiere qualsiasi passo si preferisce avere qualche certezza in merito. 2) Principali cambiamenti da introdurre nelle scuole superiori per l’anno scolastico 2010-2011 e cambiamenti da introdurre, eventualmente, negli anni scolastici successivi.

I cambiamenti fondamentali verranno tutti instaurati a partire dal prossimo anno scolastico e riguarderanno principalmente la diversa distribuzione delle materie all‟interno del quinquennio ed

25 Istituto Professionale Industria e Artigianato.

Appendice

- 80 -

il fatto di non afferire più, come istituto, al settore industria ed artigianato, bensì a quello dei servizi socio-sanitari.

L‟insegnamento di chimica, ad esempio, attualmente è impartito nelle classi seconde e terze in modo che sia propedeutico a scienze dei materiali dentali che viene impartito in quarta e quinta e ne costituisce, volendo, un restringimento di campo. Con la riforma la chimica sarà insegnata a partire dal terzo anno contemporaneamente a scienze dei materiali dentali. Anche il diritto (inteso come pratiche commerciali e legislazione socio-sanitaria) non verrà più insegnato in prima e seconda, ma solo al quinto anno, anche se le ore complessive saranno ridotte (66 ore annue).

Si passerà, inoltre, alle 32 ore settimanali da 60 minuti, anziché 50. L‟unità oraria da 60 minuti verrà, però, adottata in tutte le classe poiché trattandosi di un istituto abbastanza piccolo (l‟iscrizione è a numero chiuso e si forma una sola prima classe ogni anno per non inflazionare il mercato), con una quindicina di insegnanti è impensabile fare suonare diverse campanelle e lasciare le classi senza docente per una decina di minuti. Siccome si tratta di una scuola paritaria, le rette pagate dai genitori sono la fonte principale di finanziamento (il riconoscimento statale ammonta, infatti, ad un contributo minimo) per cui è necessario assicurare all‟utenza il servizio richiesto. 3) Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore attuale (con riferimento a licei, istituti tecnici e professionali). Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore previsto dalla riforma (con riferimento a licei, istituti tecnici e professionali).

Il cambiamento relativo all‟offerta formativa non è molto rilevante in quanto la figura da formare è sempre quella dell‟odontotecnico.

Occorrerebbe, però, esplorare più in profondità cosa realmente riformare. Il sistema sociale italiano in genere ed i genitori più in

Interviste

- 81 -

particolare sono infatti da anni troppo distanti dalla scuola e reputano la scuola un “parcheggio per i figli”. In queste condizioni alcuni cambiamenti superficiali apportati dalla riforma non modificheranno la sostanza delle cose, ovvero la difficoltà di lavorare in un contesto in cui non vi è la collaborazione delle famiglie ed in cui gli stili educativi sono radicalmente mutati con una grossa perdita di responsabilità da parte dei genitori sui propri figli. Bisogna, inoltre, dare informazioni di tipo univoco ed inequivocabile alle famiglie, mentre le leggi, negli ultimi anni, sono state fin troppo facilmente soggette ad interpretazioni diverse e tutte ugualmente accettabili. Un altro grosso spreco di risorse e di energie allo stato attuale risiede nel doppio esame, di stato e di abilitazione, per gli odontotecnici. Gli istituti per odontotecnici ed ottici dipendono, infatti, sia dalla Pubblica Istruzione che dalla Sanità Pubblica e gli alunni devono così sostenere 2 esami finali, ovvero l‟esame di stato che si tiene a giugno e quello di abilitazione alla professione che si tiene a settembre (in contemporanea con i test di ammissione alle facoltà universitarie). Si tratta perciò di una grossa dispersione di forze e di risorse poiché allungando la sessione degli esami di stato di un giorno si potrebbe fare, congiuntamente, anche l‟esame pratico per l‟abilitazione alla professione, come avviene negli istituti d‟arte. Ciò faciliterebbe gli alunni nello studio e nella preparazione e darebbe allo stato la possibilità di risparmiare risorse da investire diversamente. 4) Accesso degli studenti alla formazione superiore (IFTS26) e/o universitaria.

Molti studenti si iscrivono alle facoltà socio-sanitarie, alcuni provano anche l‟ingresso a medicina ed odontoiatria, col risultato che non sempre riescono a superare il test di ingresso probabilmente poiché in queste facoltà non si accede per soli

26 Istruzione e Formazione Tecnica Superiore.

Appendice

- 82 -

requisiti di merito. A tal proposito ci si è riuniti con il rettore, i presidi di facoltà ed i referenti dei corsi di laurea dell‟Università di Ferrara per verificare l‟adeguatezza dei programmi scolastici dell‟istituto per odontotecnici all‟eventuale accesso al mondo delle università. Tali programmi sono risultati ben articolati.

Da anni è pronto anche un piano di proposta per una facoltà triennale per gli odontotecnici, ma a livello legislativo occorrono maggiori garanzie, ad esempio la possibilità per i futuri laureati di potere progettare le protesi in prima persona tramite un contatto diretto coi pazienti per le manovre cosiddette “non cruente”. Probabilmente le lobby del settore, però, sono troppo potenti ed avverse ad eventuali modifiche della legislazione attuale.

5) Attese di cambiamento, fabbisogni del territorio nel medio periodo (5 anni circa) e corrispondenza con l’istruzione superiore, universitaria e permanente.

L‟interazione con il territorio, limitatamente al settore, è molto buona. Si tratta, infatti, dell‟unico istituto per odontotecnici in tutta la regione, che raccoglie un bacino di studenti da Bologna, a Cesena, a Ferrara. Ad un‟utenza tanto ampia corrisponde una rete di odontotecnici pronti ad accogliere gli studenti in stage, fin dal secondo anno, e a venire nella scuola per mostrare le tecniche più innovative. Gli stage sono efficaci, gli studenti vi lavorano attivamente e la disponibilità dei professionisti è notevole. La scuola rappresenta anche un importante punto di riferimento per i professionisti (dentisti, odontoiatri, odontotecnici) che ci si rivolgono quando hanno bisogno di reclutare lavoratori poiché il ricambio generazionale è discreto, visti i numeri limitati dei diplomati.

Interviste

- 83 -

APPENDICE A7

Griglia di intervista per dirigenti scolastici, referenti di associazioni sindacali,

assessori alla cultura

Intervista 7: Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “Oriani”

Data intervista: sabato 27 febbraio 2010

1) Stato dell’arte a livello territoriale (comprensorio di

Faenza) cosa si è fatto, cosa resta da fare/è nei progetti, attuazione della normativa, ecc…

Si è partecipato, sia con ruolo di istruttore che con ruolo di membro di commissione, a tutte le iniziative a livello comunale, provinciale e regionale, compreso l‟incontro USR27 ed il tavolo di confronto, tenutosi a Roma, relativamente agli istituti superiori afferenti al settore economico. 2) Principali cambiamenti da introdurre nelle scuole superiori per l’anno scolastico 2010-2011 e cambiamenti da introdurre, eventualmente, negli anni scolastici successivi.

Quanto agli anni scolastici successivi al 2010/2011 non si sa nulla ed è difficile fare previsioni.

Per quanto concerne invece l‟anno scolastico 2010/2011, rimarranno sostanzialmente le stesse figure professionali. Al momento esistono 2 indirizzi per le classi prime e seconde, che

27 Ufficio Scolastico Regionale.

Appendice

- 84 -

diventano 4 dalla terza in poi. Successivamente verranno attivati 2 indirizzi nei settori economico e tecnologico. In particolare a marzo 2010 uscirà il nuovo POF28 a livello provinciale e si prevede di chiedere per novembre 2010 di lasciare l‟opzione marketing e di aggiungere le opzioni turismo e grafica-comunicazione.

Il monte ore settimanale verrà portato a 32 per le classe prime, seconde, terze e quarte degli istituti tecnici. Per i professionali, invece, il passaggio sarà più graduale poiché le 32 ore verranno adottate solo dalle prime, mentre le seconde e le terze avranno un monte ore settimanale di 34 per il prossimo anno scolastico che diventerà 32 solo nell‟anno successivo.

Con il riordino (non è una riforma, ma un riordino) si passa da un insegnamento delle conoscenze per giungere alle competenze disciplinari ad un insegnamento delle conoscenze come meri strumenti per arrivare a competenze trasversali, nonostante manchino ancora i programmi.

Il corso “Erica” verrà mantenuto come articolazione dell‟indirizzo relazioni internazionali e marketing ed anche il corso “Mercurio” come articolazione dell‟indirizzo sistemi informativi per l‟azienda. Per quanto riguarda i profili formativi in uscita, si perderà qualcosa a causa della riduzione dei quadri orari perciò il prossimo anno verrà chiesto un ampliamento degli indirizzi. L‟obiettivo è infatti quello di salvare alcune materie come storia dell‟arte e geografia economica che erano nel corso “Erica” e ne sono state tagliate fuori, pur essendo importantissime per un territorio a forte vocazione turistica come quello faentino e ravennate in genere (vedi anche candidatura di Ravenna Capitale della Cultura 2019). 3) Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore attuale (con riferimento a licei, istituti tecnici e

28 Piano dell‟Offerta Formativa.

Interviste

- 85 -

professionali). Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore previsto dalla riforma (con riferimento a licei, istituti tecnici e professionali).

Una criticità sarà senz‟altro rappresentata dal fatto che, per ora, la riforma non prevede opportunità e tempi di formazione per i docenti, a parte l‟e-learning.

Altre criticità e punti di forza vanno ricondotti al mondo della scuola in genere, più che alla riforma nello specifico. Gli studenti infatti sono cambiati negli anni ed il programma non può più essere l‟unico degli obiettivi scolastici. L‟obiettivo principale è quello di mettere al centro lo studente e formarlo, tarando quindi i programmi sulla base delle persone. Esistono obiettivi minimi disciplinari e varie gradazioni ed articolazioni di questi, da raggiungere solo se c‟è la volontà dello studente. In quest‟ottica si può lavorare con tutti gli ordinamenti, anche se il taglio delle ore è oggettivo; l‟importante è tarare i programmi. I programmi e gli obiettivi sono gli stessi per tutto l‟istituto, vengono adattati per ogni classe ed ogni 2 mesi ci si riunisce per fare il punto della situazione. Ne consegue da una parte una percentuale dell‟8% di non ammessi alla classe successiva, dall‟altra un grande incremento nell‟afflusso degli studenti all‟istituto, grazie anche all‟ottimo dialogo dirigente-insegnanti-studenti. Tale dialogo è necessario poiché i docenti non sono sempre pronti ad adottare un‟ottica di lavoro di istituto e gli studenti sono cambiati, sia come abitudine alla responsabilità che come stile di vita: faticano, ad esempio, a discriminare tra vita reale e virtuale e sono più deboli se confrontati con le difficoltà. Ecco perché si tratta di difficoltà del mondo della scuola in genere e non legate ad una riforma specifica o riordino. L‟istituto Oriani è una scuola con notevole affluenza perché si sta molto bene rispetto alle altre. Tutte le aule sono attrezzate con schermo per le proiezioni da postazione multimediale mobile e sono cablate da internet (con le opportune password) poiché non si può prescindere dalle nuove tecnologie.

Appendice

- 86 -

4) Accesso degli studenti alla formazione superiore (IFTS29) e/o universitaria.

Sono attivi due IFTS in rete con altri istituti per geometri di Ravenna e di Imola e con le facoltà di ingegneria delle Università di Bologna e di Ferrara. Le qualifiche sono “tecnico per la ristrutturazione degli edifici storici” e “tecnico per il risparmio energetico” abilitato al rilascio della certificazione del dispendio/risparmio energetico ad uso abitativo, necessaria in Emilia-Romagna per la compravendita di immobili. Nelle università partner vengono riconosciuti 40/50 CFU30 agli studenti in possesso di queste qualifiche ed attualmente la frequenza ai corsi si attesta sui 20-22 studenti provenienti da tutta la regione.

Per quanto concerne l‟accesso degli studenti al mondo dell‟università in genere, le percentuali si attestano su un 50% che si iscrive all‟università ed un 50% che accede direttamente al mondo del lavoro dopo il diploma. In entrambi i casi, sia come conoscenze disciplinari che come metodo di partecipazione attiva alla vita della società, non è stato riscontrato alcun tipo di problema, anzi i risultati sono stati più che soddisfacenti anche grazie ai periodi di alternanza scuola-lavoro effettuati durante gli anni scolastici. 5) Attese di cambiamento, fabbisogni del territorio nel medio periodo (5 anni circa) e corrispondenza con l’istruzione superiore, universitaria e permanente.

Una serie di tavoli ripartirà da Faenza per un confronto attivo tra politiche scolastiche e politiche territoriali. È infatti necessaria la compenetrazione del territorio nella scuola per rendere le figure professionali più corrispondenti ai reali bisogni e superare, insieme, la crisi. Occorre però un riconoscimento reciproco

29 Istruzione e Formazione Tecnica Superiore. 30 Crediti Formativi Universitari.

Interviste

- 87 -

territorio-scuola e non una subordinazione di quest‟ultima nei confronti del territorio. Per quanto riguarda l‟istituto Oriani, le collaborazioni con il territorio sono comunque già buone allo stato attuale e ne sono testimonianza gli IFTS attivati ed i periodi di alternanza scuola-lavoro.

Appendice

- 88 -

APPENDICE A8

Griglia di intervista per dirigenti scolastici, referenti di associazioni sindacali,

assessori alla cultura

Intervista 8: IIS31 “Persolino-Strocchi”, Faenza Data intervista: martedì 23 febbraio 2010

1) Stato dell’arte a livello territoriale (comprensorio di

Faenza) cosa si è fatto, cosa resta da fare/è nei progetti, attuazione della normativa, ecc…

A partire da settembre 2009 sono stati organizzati vari incontri con i membri dell‟ufficio scolastico di Ravenna, i dirigenti scolastici e le autorità competenti per esaminare la nuova proposta di confluenze e per discutere delle proposte, sempre in tema di confluenze, avanzate da ciascun istituto del territorio.

È stato formato anche un gruppo di lavoro a livello provinciale per studiare l‟impatto della riforma nel futuro e per essere pronti a spiegare la nuova offerta formativa alle famiglie, durante la sessione di open-day di fine febbraio 2010-fine marzo 2010.

Sono stati organizzati ulteriori incontri a Bologna tra diversi istituti professionali per confrontarsi sulla definizione delle discipline, anche a livello extra-regionale, in modo da allinearsi sulle qualifiche a livello nazionale.

Sono infine attivi 2 gruppi di lavoro, uno all‟istituto Strocchi ed uno a Persolino, per studiare l‟inserimento delle discipline

31 Istituto di Istruzione Superiore.

Interviste

- 89 -

caratterizzanti per ogni indirizzo tramite le quote di autonomia e flessibilità. 2) Principali cambiamenti da introdurre nelle scuole superiori per l’anno scolastico 2010-2011 e cambiamenti da introdurre, eventualmente, negli anni scolastici successivi.

Nell‟immediato la riforma verrà applicata prettamente alle classi prime, per poi andare a regime nell‟arco di tempo di 5 anni.

Tramite le quote di autonomia e flessibilità si conta di mantenere figure professionali confacenti alle necessità del territorio ed all‟utenza dell‟istituto, anche se effettivamente verranno perse molte ore e molte materie. Le figure professionali dell‟IPC32 Strocchi rimangono e non ci saranno grossi cambiamenti per le classi prime. Il grafico, in particolare, è una figura di eccellenza che sarà mantenuta, pur passando al settore dei servizi commerciali. Il profilo sarà leggermente diverso, ma tramite le quote di autonomia e flessibilità la figura non andrà persa. Quanto all‟istituto agrario Persolino, le figure professionali ne usciranno persino rafforzate.

I tagli all‟orario settimanale riguarderanno prettamente le classi prime che passeranno da 36 ore da 50 minuti a 32 ore da 60 minuti. Probabilmente saranno necessari alcuni rientri pomeridiani, ma tramite la quota di autonomia e flessibilità si cercherà di non penalizzare l‟utenza in alcun modo.

Per il principio dell‟accorpamento e della razionalizzazione, è stata anche avanzata un‟ipotesi di accorpamento futuro con l‟istituto Ballardini ed il liceo artistico di Ravenna, ma al momento rimane tutto in stand-by. 3) Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore attuale (con riferimento a licei, istituti tecnici e professionali). Punti di forza e criticità del sistema

32 Istituto Professionale per il Commercio.

Appendice

- 90 -

scolastico superiore previsto dalla riforma (con riferimento a licei, istituti tecnici e professionali).

I punti di forza sono innanzitutto il fatto che la riforma andrebbe vista come un‟occasione per rilanciare la sinergia scuola-famiglia-enti locali al fine di far uscire dagli istituti figure più utili per il territorio. Anche un maggiore rigore è auspicabile al fine di evitare il cosiddetto “diplomificio”, di promuovere l‟impegno e la responsabilità degli studenti. È perciò positivo l‟obbligo di dover colmare i debiti per essere promossi e di dover ottenere sufficienze in tutte le materie, anche in condotta, per poter essere ammessi all‟esame di stato. Tramite le quote di autonomia e flessibilità, poi, la scuola è costretta ad operare delle scelte e a darsi delle priorità, ad esempio l‟allargamento delle aule e la creazione di un‟aula magna nell‟istituto agrario, la ristrutturazione delle serre per consentire maggiori spazi di lavoro anche ai ragazzi con handicap sempre nell‟istituto agrario e la disponibilità di 2 pullman con relativi autisti per gli stage e le visite guidate alle realtà locali.

Le criticità, invece, sono rappresentate dal fatto che la riforma più che soffermarsi sulle figure in uscita, punta ai tagli economici. Le risorse per la cosiddetta “terza area” sono sempre incerte, sebbene sia importantissima per gli istituti professionali perché ne andrebbero a discapito le attività laboratoriali, la disponibilità di attrezzature e la possibilità di sostituire adeguatamente i colleghi assenti. Le incertezze a livello di aree di indirizzo pongono, inoltre, problemi sia ai docenti che agli utenti stessi (futuri studenti e famiglie) che sono completamente disorientati di fronte alle scelte da prendere per il prossimo anno scolastico. Ci si chiede anche perché, a causa di un disegno politico, occorra svuotare istituti molto validi per il territorio al fine di creare macro-istituti accentrando tutte le specializzazioni in un unico istituto.

Interviste

- 91 -

4) Accesso degli studenti alla formazione superiore (IFTS33) e/o universitaria.

Da un paio di anni l‟istituto è attivo, nel ruolo di progettazione e direzione, nell‟IFTS sulla trasformazione dei prodotti agro-alimentari e in quello sulla valorizzazione energetica, in collaborazione con Irecoop, Cesuip ed alcuni istituti di Ravenna e Ferrara. Quando avverrà la trasformazione in ITS34 verrà decisa una sede fissa per i corsi e verrà creata una fondazione con partner fissi. Soprattutto per l‟istituto agrario è necessario, però, creare un nuovo profilo efficace, funzionante ed aderente alla realtà del settore primario, che si trova in profonda crisi. A tal proposito, è interessante domandarsi perché la riforma abbia inserito gli istituti agrari nel settore dei servizi e non in quello della produzione. Persolino è, comunque, una scuola con uno stretto rapporto con il territorio da sempre.

5) Attese di cambiamento, fabbisogni del territorio nel medio periodo (5 anni circa) e corrispondenza con l’istruzione superiore, universitaria e permanente.

Per il futuro sarà necessario lavorare in un‟ottica di filiera con tutti i soggetti del territorio in maniera da definire nettamente i ruoli ed evitare, così, pericolose sovrapposizioni, ad esempio lo svolgimento di attività didattiche non di competenza. È necessario creare figure professionali spendibili nel territorio e che il territorio recepisca perché ne ha realmente necessità, mentre attualmente il tutto funziona al contrario.

33 Istruzione e Formazione Tecnica Superiore. 34 Istituti Tecnici Superiori.

Appendice

- 92 -

APPENDICE A9

Griglia di intervista per dirigenti scolastici, referenti di associazioni sindacali,

assessori alla cultura

Intervista 9: Liceo “Torricelli”, Faenza Data intervista: martedì 09 marzo 2010

1) Stato dell’arte a livello territoriale (comprensorio di

Faenza) cosa si è fatto, cosa resta da fare/è nei progetti, attuazione della normativa, ecc…

Si è partecipato a vari seminari, a livello ministeriale, concernenti la riforma dei licei, nonché agli incontri del gruppo provinciale. 2) Principali cambiamenti da introdurre nelle scuole superiori per l’anno scolastico 2010-2011 e cambiamenti da introdurre, eventualmente, negli anni scolastici successivi.

Il cambiamento più significativo riguarda la riduzione delle ore, che ad esempio nel primo biennio del liceo linguistico e del liceo delle scienze umane passeranno da 34 settimanali a 27. Si tratta, tuttavia, di una mera diminuzione del numero delle materie impartite, alle quali verrà destinato un tempo maggiore per l‟approfondimento, essendo le unità orarie di 60 minuti.

Ogni indirizzo avrà, inoltre, fin dal primo biennio le proprie discipline di studio caratterizzanti, oltre a quelle comuni tra tutti gli indirizzi, ad esempio la filosofia.

Interviste

- 93 -

3) Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore attuale (con riferimento a licei, istituti tecnici e professionali). Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore previsto dalla riforma (con riferimento a licei, istituti tecnici e professionali).

La maggiore criticità del sistema scolastico attuale è il sovraccarico nel numero di materie. Di conseguenza, il punto di forza della riforma risiede nell‟essenzialità dei curriculum formativi.

La scuola italiana, tuttavia, dovrebbe essere più attenta ai criteri di merito (soprattutto per quanto concerne l‟avanzamento in carriera degli insegnanti). 4) Accesso degli studenti alla formazione superiore (IFTS35) e/o universitaria.

All‟utenza del liceo generalmente non interessano gli IFTS, mentre il rapporto con le università della zona è buono per quanto concerne l‟attività di orientamento. 5) Attese di cambiamento, fabbisogni del territorio nel medio periodo (5 anni circa) e corrispondenza con l’istruzione superiore, universitaria e permanente.

In futuro si auspica all‟attivazione di un liceo delle scienze applicate ed in tal senso sono stati fatti sondaggi di gradimento anche sull‟utenza in quanto l‟insegnamento del latino allo scientifico è produttivo solo se frutto di una libera scelta. La scuola dovrà impartire agli studenti una sorta di sapere integrato formato dalla padronanza dei contenuti culturali e dall‟acquisizione delle competenze.

35 Istruzione e Formazione Tecnica Superiore.

Appendice

- 94 -

APPENDICE A10

Griglia di intervista per dirigenti scolastici, referenti di associazioni sindacali,

assessori alla cultura

Intervista 10: Liceo Paritario “Santa Umiltà” Data intervista: martedì 02 marzo 2010

1) Stato dell’arte a livello territoriale (comprensorio di

Faenza) cosa si è fatto, cosa resta da fare/è nei progetti, attuazione della normativa, ecc…

A livello regionale è stato fatto un incontro a inizio anno con l‟assessore regionale all‟istruzione e l‟ufficio scolastico regionale, poi ci si è concentrati maggiormente sui tavoli concernenti gli istituti tecnici e professionali.

Come scuola paritaria sono stati organizzati 2 incontri a livello nazionale con FIDAE36 ed è stato istituito un forum dove si sono raccolte le opinioni e le proposte degli addetti ai lavori.

A livello provinciale sono stati organizzati vari tavoli con l‟assessore alla cultura e l‟assessore alla formazione professionale al fine di verificare le confluenze delle varie scuole. Lo stesso è stato fatto in territorio prettamente faentino, in presenza dei rappresentanti degli industriali, per cercare un raccordo con il mondo del lavoro nella fase di definizione dei piani formativi.

36 Federazione degli Istituti di Attività Educative.

Interviste

- 95 -

Internamente alla scuola, invece, sono di consuetudine le riunioni del CdA37 e del collegio docenti, anche per discutere del nuovo assetto post-riforma.

2) Principali cambiamenti da introdurre nelle scuole superiori per l’anno scolastico 2010-2011 e cambiamenti da introdurre, eventualmente, negli anni scolastici successivi.

I cambiamenti fondamentali verranno tutti instaurati a partire dal prossimo anno scolastico. Si è lavorato innanzitutto sui profili formativi in uscita, decidendo di attivare l‟indirizzo scienze umane – economico e l‟indirizzo linguistico. Prima della riforma esisteva la sperimentazione “Liceo Linguistico Europeo” che prevedeva ore opzionali di arte e diritto; dopo la riforma tali ore verranno in qualche modo mantenute perché importanti per la storia e la tradizione della scuola, facendo appello alle quote di autonomia e flessibilità. Sarà invece difficile mantenere pedagogia all‟indirizzo scienze umane, se non sotto forma di lavori interdisciplinari.

Un nodo problematico è tutt‟ora rappresentato dai programmi relativi ad ogni materia, che il Ministero non ha ancora fornito. Inoltre, la proposta di insegnare una/due discipline non linguistiche in lingua straniera (CLIL) pone seri interrogativi in merito a quali docenti saranno preposti a tale insegnamento e al come reclutare questi insegnanti attraverso le attuali classi di concorso. Sarebbe interessante avere maggiori informazioni anche sull‟esame di stato post-riforma, in maniera da poter lavorare in quest‟ottica già a partire dal primo biennio del prossimo anno scolastico.

Il taglio delle ore sarà molto pesante poiché attualmente sono previste 30 ore settimanali al biennio e 34 ore settimanali al triennio. Ciò comporterà seri problemi per i docenti che, nella scuola paritaria, non possono essere riqualificati diversamente.

37 Consiglio di Amministrazione.

Appendice

- 96 -

Tramite le quote di autonomia e flessibilità si salvaguarderanno le materie opzionali, le lingue straniere ne usciranno rafforzate, mentre verrà leggermente ridotta la quota oraria da destinare all‟insegnamento di lettere. L‟unità oraria da 60 minuti verrà probabilmente applicata a tutte le classi in quanto è impensabile fare suonare diverse campanelle nella stessa scuola. 3) Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore attuale (con riferimento a licei, istituti tecnici e professionali). Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore previsto dalla riforma (con riferimento a licei, istituti tecnici e professionali).

Sicuramente il sistema scolastico pre-riforma ha un carattere eccessivamente frammentario. Si è sempre cercato, infatti, di insegnare molte discipline in relativamente poche ore.

Con la riforma è auspicabile una riorganizzazione dell‟offerta formativa con la necessità, soprattutto nei licei, di approfondire adeguatamente le discipline affrontate, anche a scapito di ridurne il numero. Il rischio resta quello che, tramite le quote di autonomia e flessibilità, in ogni scuola venga ripristinato esattamente tutto quello che c‟era prima, solo sotto diverso nome. 4) Accesso degli studenti alla formazione superiore (IFTS38) e/o universitaria.

Da questo liceo generalmente non ci sono confluenze verso gli IFTS, ma piuttosto verso l‟università. Gli studenti si orientano verso facoltà che affluiscono all‟area socio-sanitaria/educativa oppure artistico/economica. Piuttosto che le facoltà di lingue strictu sensu, vengono privilegiate facoltà in cui le lingue sono funzionali, ad esempio scienze della comunicazione, scienze politiche oppure le accademie. Una quota di studenti si iscrive,

38 Istruzione e Formazione Tecnica Superiore.

Interviste

- 97 -

inoltre, a facoltà afferenti all‟area di lettere o di scienze motorie. Infine, molti degli allievi del liceo linguistico privilegiano percorsi di studio all‟estero, sia durante la scuola superiore che durante l‟università, realizzati in parte grazie ai nostri partner esteri.

Non mancano, poi, gli stage e le proposte operative, ad esempio in ambito artistico. 5) Attese di cambiamento, fabbisogni del territorio nel medio periodo (5 anni circa) e corrispondenza con l’istruzione superiore, universitaria e permanente.

Per quanto concerne il liceo linguistico, vi è un buon raccordo con alcuni partner stranieri, grazie ai quali vengono effettuati periodi di scambio, sia individuale che di gruppo.

Quanto al liceo delle scienze umane, il rapporto con le cooperative sociali del territorio, ad esempio Irecoop, Ricercazione e Confcooperative, è buono. Spesso gli addetti ai lavori vengono a presentare le cooperativa a scuola o, viceversa, gli studenti vanno a svolgere stage nelle cooperative.

Appendice

- 98 -

APPENDICE A11

Griglia di intervista per dirigenti scolastici, referenti di associazioni sindacali,

assessori alla cultura

Intervista 11: CISL39 settore scuola Data intervista: mercoledì 03 marzo 2010

1) Stato dell’arte a livello territoriale (comprensorio di

Faenza) cosa si è fatto, cosa resta da fare/è nei progetti, attuazione della normativa, ecc…

Sono stati organizzati incontri soprattutto con il personale coinvolto, ma troppo presto a ragione della pubblicazione ufficiale della legge. Occorrerà quindi incontrarsi nuovamente dopo la definizione degli organici, delle nuove classi di concorso e dei POF40. 2) Principali cambiamenti da introdurre nelle scuole superiori per l’anno scolastico 2010-2011 e cambiamenti da introdurre, eventualmente, negli anni scolastici successivi.

Per quanto riguarda i prossimi anni scolastici, i dubbi maggiori riguarderanno le nuove classi di concorso e le difficoltà nel fare gli organici.

Per l‟anno scolastico 2010/2011, la novità maggiore nel territorio faentino è costituita dal passaggio dell‟istituto d‟arte per

39 Confederazione Italiana Sindacati dei Lavoratori. 40 Piano dell‟Offerta Formativa.

Interviste

- 99 -

la ceramica a liceo artistico. Nel futuro, inoltre, tale scuola si troverà di fronte ad un'altra importante scelta, ovvero con quale istituto accorparsi, siccome non potrà rimanere a lungo autonoma visti i bassi numeri di studenti iscritti. Accorpandosi all‟IIS41 Strocchi-Persolino perderebbe, ad esempio, la propria vocazione artistica per una vocazione più prettamente produttiva. 3) Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore attuale (con riferimento a licei, istituti tecnici e professionali). Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore previsto dalla riforma (con riferimento a licei, istituti tecnici e professionali).

È difficile parlare di criticità future in quanto la riforma dovrà entrare prima a regime, poi essere eventualmente sperimentata.

Sicuramente, allo stato attuale, il taglio delle ore penalizza fortemente gli istituti tecnici e professionali. L‟area più toccata è proprio quella delle attività pratiche, che d‟altronde vanno insegnate per non perdere il saper fare che al giorno d‟oggi rimane in possesso di pochi. Gli scenari prospettabili sono due: il cambiamento del tessuto economico oppure la necessità continua di importazione di manodopera. Da anni, inoltre, vengono riproposte periodicamente nuove riforme senza che vi sia un effettivo monitoraggio delle stesse (l‟ultimo risale al cosiddetto “tempo pieno” nella scuola elementare che entrò in vigore solo dopo la sperimentazione). Lo stesso “Brocca” in sé era una riforma che, tuttavia, non è mai entrata ad ordinamento.

È positiva la riduzione degli indirizzi in eccesso, anche se per fare ciò sarebbe probabilmente bastato applicare la circolare 331 sugli organici che avrebbe fatto sparire gli indirizzi con meno di 20 alunni.

41 Istituto di Istruzione Superiore.

Appendice

- 100 -

4) Accesso degli studenti alla formazione superiore (IFTS42) e/o universitaria.

Innanzitutto si parla della creazione di veri e propri centri per adulti che andrebbero a sostituire i corsi serali nelle scuole. Allo stato attuale, però, mancano gli organici, i dirigenti e le sedi di istituto. È probabile che i corsi serali non verranno più autorizzati per titoli di studio, bensì per numero di studenti.

Gli IFTS hanno poi rapporti del tutto casuali con il mondo della scuola. Non esistono collegamenti validi e concertazione. Gli IFTS non fanno corpo con la scuola, ma solo con l‟industria. La scuola stessa lavora con gli IFTS come fa con Confindustria. Lo stesso vale per i rapporti scuola-università: dovrebbero essere due istituzioni in collegamento diretto, ma hanno solo contatti scollegati e molto frammentari. 5) Attese di cambiamento, fabbisogni del territorio nel medio periodo (5 anni circa) e corrispondenza con l’istruzione superiore, universitaria e permanente.

Nel mondo delle università esiste un immobilismo generalizzato a tutti i livelli.

Le scuole superiori hanno deciso, relativamente all‟anno scolastico 2010/2011, di congelare quanto possibile ciò che esisteva in precedenza per dare più tranquillità alle famiglie degli studenti e per cambiare definitivamente solo quando ci saranno certezze effettive.

42 Istruzione e Formazione Tecnica Superiore.

Interviste

- 101 -

APPENDICE A12

Griglia di intervista per dirigenti scolastici, referenti di associazioni sindacali,

assessori alla cultura

Intervista 12: SNALS43 settore scuola Data intervista: sabato 06 marzo 2010

1) Stato dell’arte a livello territoriale (comprensorio di

Faenza) cosa si è fatto, cosa resta da fare/è nei progetti, attuazione della normativa, ecc…

Sono state organizzate assemblee di tipo informativo per i docenti poiché l‟informazione reperibile su internet è frammentaria, spesso obsoleta e complessa. Anche a livello provinciale si sono tenuti vari incontri, ma puramente di carattere informativo in quanto la provincia non può entrare nel merito delle decisioni politiche. 2) Principali cambiamenti da introdurre nelle scuole superiori per l’anno scolastico 2010-2011 e cambiamenti da introdurre, eventualmente, negli anni scolastici successivi.

La maggiore criticità è rappresentata dalla sparizione, allo Strocchi, della figura del grafico-pubblicitario con relativo diploma, che la riforma prevede solo all‟interno del percorso degli istituti tecnici. Spariscono anche, all‟Oriani, le sperimentazioni “Erica” e “Mercurio” poiché il diploma che gli

43 Sindacato Nazionale Autonomo Lavoratori Scuola.

Appendice

- 102 -

studenti otterranno non avrà la stessa valenza del perito commerciale esperto in lingue estere e del programmatore.

È invece positivo il riordino dei licei in quanto sia lo psico-pedagogico che la sperimentazione “Brocca” erano ibridi ed attiravano un‟utenza che non corrisponde realmente al tipo di utenza dei licei.

L‟istituto che ha riportato meno cambiamenti è sicuramente il Bucci, mentre per il Ballardini la scelta di diventare liceo artistico era pressoché obbligata, siccome il regolamento prevede che tutti gli istituti d‟arte debbano confluire nei licei artistici e poi, eventualmente, chiedere la confluenza di certi loro indirizzi negli istituti professionali. 3) Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore attuale (con riferimento a licei, istituti tecnici e professionali). Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore previsto dalla riforma (con riferimento a licei, istituti tecnici e professionali).

Un punto di forza è rappresentato dall‟introduzione dell‟unità oraria di 60 minuti che, comunque, lascia invariate le ore di presenza in classe degli studenti. Sarebbe ancor più positivo se le ore di lavoro dei docenti potessero essere utilizzate sia per l‟offerta formativa che per la compresenza/approfondimento.

Anche la semplificazione degli indirizzi è positiva, ma non si è tenuto sufficientemente conto delle sperimentazioni positive, come “Erica”, “Mercurio” e “Michelangelo”, che fornivano agli studenti ottime competenze in uscita e che incontravano pienamente la domanda delle aziende.

Una criticità è rappresentata dalla quota di autonomia che le scuole hanno dimostrato in più occasioni di non saper gestire e che non apporta sostanzialmente nulla di nuovo poiché mancano i finanziamenti.

Interviste

- 103 -

4) Accesso degli studenti alla formazione superiore (IFTS44) e/o universitaria.

Il raccordo delle scuole con il mondo universitario si sostanzia, fondamentalmente, nell‟orientamento.

Per quanto concerne gli IFTS, invece, ci sono casi di scuole che ne hanno organizzati solo per ricevere fondi europei e casi di scuole che ne hanno organizzati dopo uno studio attento delle esigenze del territorio e delle alleanze strategiche. Questi ultimi hanno sicuramente un‟ottima validità, soprattutto per le esperienze di tirocinio ed il raccordo con il mondo produttivo. Occorre quindi selezionare al meglio l‟organizzazione degli IFTS affinché essi possano costituire una valida scelta per tutti coloro che non intendono proseguire il proprio percorso formativo nelle università. È giusto, infatti, che ci sia concorrenza tra IFTS ed università e che i ragazzi possano godere di una più ampia gamma di scelta quanto alla loro istruzione. 5) Attese di cambiamento, fabbisogni del territorio nel medio periodo (5 anni circa) e corrispondenza con l’istruzione superiore, universitaria e permanente.

L‟obbiettivo della scuola deve essere la formazione degli studenti e non l‟addestramento al compito perciò è giusto tessere alleanze con le associazioni di categoria negli IFTS, ma non prima. Le scuole, allo stato attuale, sono già luoghi troppo politicizzati e la reale necessità è quella di un miglior raccordo con le associazioni dei genitori e/o degli educatori, non con quelle di categoria.

44 Istruzione e Formazione Tecnica Superiore.

Appendice

- 104 -

APPENDICE A13

Griglia di intervista per dirigenti scolastici, referenti di associazioni sindacali,

assessori alla cultura

Intervista 13: UIL45 settore scuola Data intervista: martedì 23 febbraio 2010

1) Stato dell’arte a livello territoriale (comprensorio di

Faenza) cosa si è fatto, cosa resta da fare/è nei progetti, attuazione della normativa, ecc…

Si sono organizzati due periodi di assemblee con tutti i lavoratori delle scuole del primo e del secondo ciclo, poiché oltre alla riforma della scuola superiore è già in vigore quella del primo ciclo. Nel primo periodo (settembre/ottobre 2009) si è verificato con i lavoratori delle scuole del primo ciclo l‟avvio dell‟anno scolastico a regime di riforma, mentre con i lavoratori delle scuole del secondo ciclo si sono discusse le bozze dei regolamenti della riforma. Nel secondo periodo (gennaio/febbraio 2010) si sono ulteriormente discusse le bozze dei regolamenti riguardanti le scuole superiori (approvate in prima lettura dal Consiglio dei Ministri l‟08/12/2009 ed in seconda lettura il 20/02/2009) con particolare attenzione ai quadri orari ed alle competenze in uscita.

45 Unione Italiana del Lavoro.

Interviste

- 105 -

Inoltre, sono state raccolti i suggerimenti e le indicazioni dei docenti che il Ministero stesso si è proclamato pronto ad ascoltare, seppur in maniera limitata (unitamente ai pareri dei genitori e degli studenti) istituendo un blog all‟interno del proprio sito. Il sindacato ha presentato un‟audizione alla Commissione Cultura della Camera ed una alla Commissione Cultura del Senato in cui ha esposto i principali punti emersi, in particolare la necessità di fare partire la riforma solo nelle classi prime nell‟anno scolastico 2010/2011. Ciononostante si è deciso, relativamente agli istituti tecnici e professionali, di estendere la riduzione oraria anche alle classi seconde, terze e quarte, tagliando le discipline che attualmente vantano più di 3 ore settimanali di insegnamento. 2) Principali cambiamenti da introdurre nelle scuole superiori per l’anno scolastico 2010-2011 e cambiamenti da introdurre, eventualmente, negli anni scolastici successivi.

Ad un generale taglio negli orari settimanali, corrisponde la variazione dall‟unità oraria da 50 minuti (voluta per facilitare lo spostamento dei giovani con i trasporti pubblici) all‟unità oraria da 60 minuti. Tale cambiamento potrebbe consentire, ad esempio, di affrontare certi contenuti più nel dettaglio.

Sono stati rivisitati molti indirizzi: si prevede, ad esempio, l‟attuazione dell‟opzione scientifico-tecnologico a Lugo ma non a Ravenna e la confluenza dell‟istituto d‟arte per la ceramica di Faenza in un liceo artistico, per espressa volontà della scuola. La scuola, infatti, poteva scegliere se confluire in un liceo (cosa che è successa anche a Ravenna relativamente all‟istituto d‟arte per il mosaico) oppure in un istituto professionale. Tale scelta naturalmente implicherà un maggior numero di lezioni frontali, a discapito delle ore di laboratorio, con una prospettiva non tanto di inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, bensì di ingresso nelle accademie e nelle università. Un‟altra criticità poteva essere rappresentata dall‟indirizzo grafico dello Strocchi

Appendice

- 106 -

che, in base alle tabelle di confluenza, avrebbe dovuto competere in parte all‟istituto tecnico commerciale ed in parte al liceo artistico. La regione Emilia-Romagna ha comunque deliberato che deve restare nel professionale. 3) Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore attuale (con riferimento a licei, istituti tecnici e professionali). Punti di forza e criticità del sistema scolastico superiore previsto dalla riforma (con riferimento a licei, istituti tecnici e professionali).

La riforma era sicuramente necessaria poiché l‟ultima grande riforma è stata la legge Gentile del 1923 che ha dato vita al liceo classico e, per derivazione/sottrazione di materie, a tutti gli altri tipi di scuola superiore. Negli anni ‟70 e ‟80 è poi fiorita una serie di sperimentazioni assistite dal Ministero per rispondere alle esigenze del mondo del lavoro, soprattutto per quanto concerne l‟istruzione tecnica e professionale in concertazione con Confindustria e le PMI46. Era dunque necessario riformare i numerosissimi indirizzi ormai presenti, ridurre la frammentazione e rendere le qualifiche più omogenee in tutto il territorio nazionale.

Tuttavia chiamare la legge Gelmini riforma sembra azzardato poiché si tratta solo di un insieme di tagli. Manca infatti il coinvolgimento di tutte le forze politiche dell‟arco parlamentare e la presenza di investimenti per la formazione dei docenti.

È discutibile il taglio alle attività laboratoriali negli istituti tecnici e professionali, ad esempio all‟istituto alberghiero di Riolo Terme la compresenza di insegnanti ed assistenti tecnici ha consentito il potenziamento dell‟orientamento alla qualifica da scegliere solo al terzo anno. Con la riforma, invece, la qualifica del terzo anno conseguita negli istituti professionali non avrebbe più valenza statale, bensì solo regionale. Inoltre, al momento l‟unica certezza

46 Piccole e Medie Imprese.

Interviste

- 107 -

è che tale qualifica esisterà per gli iscritti alle classi prime nell‟anno scolastico 2010/2011, mentre per il prosieguo saranno le nuove giunte regionali a dover deliberare una volta installatesi. Esiste quindi grande confusione in merito alle singole qualifiche ed alla differenziazione, solo presunta, tra qualifiche tecniche e professionali. 4) Accesso degli studenti alla formazione superiore (IFTS47) e/o universitaria.

Gli IFTS sono nati con Berlinguer a capo dell‟Istruzione per sperimentare un percorso post-diploma di 2 anni in sinergia tra sistema universitario, mondo del lavoro e scuole tecniche e professionali superiori. Inizialmente i finanziamenti sono stati ingenti, la sede degli IFTS era nelle scuole, il progetto veniva presentato dell‟ente patrocinatore e i fondi regionali erano elargiti dal MIUR48. La figura che si mirava a creare era intermedia tra il diplomato ed il laureato breve, ma non si sa se abbia dato chance effettive di collocazione nel mondo del lavoro ai ragazzi o se, invece, questi ragazzi abbiano trovato occupazione solo grazie al diploma/laurea posseduto/a. Nel tempo i fondi sono poi diminuiti e, al momento, si parla di una trasformazione degli IFTS in poli tecnici e scientifici (ad esempio in zona sarebbe prevista la creazione di un polo facente capo al porto di Ravenna). Si tratta, tuttavia, di un discorso prettamente di natura politica che riguarda la regione e le associazioni di categoria. 5) Attese di cambiamento, fabbisogni del territorio nel medio periodo (5 anni circa) e corrispondenza con l’istruzione superiore, universitaria e permanente.

È stato ribadito l‟obbligo di istruzione fino ai 16 anni e di formazione fino ai 18 anni. Tuttavia la finanziaria ha proposto di fare assolvere l‟obbligo scolastico ai ragazzi a rischio di

47 Istruzione e Formazione Tecnica Superiore. 48 Ministero dell‟Istruzione, dell‟Università e della Ricerca.

Appendice

- 108 -

dispersione scolastica con un ultimo anno di apprendistato all‟età di 15 anni. Tale decisione pare molto azzardata poiché creerebbe manovalanza gratuita. Occorre, infatti, tenere questi ragazzi legati alla scuola e, nel caso, investire nella scuola.

È interessante, poi, domandarsi fino a quale punto le figure professionali delineate dalla riforma debbano rispondere alle esigenze reali del territorio e dove inizi, invece, la sudditanza nei confronti del territorio. Sarebbe auspicabile, ad esempio, una sinergia tra scuole ed associazioni di categoria come avviene in Veneto, dove Confindustria mette a disposizione delle scuole laboratori ed attrezzature per le attività pratiche. Tutto ciò perché la scuola deve mantenere la sua valenza culturale e formativa e non può ridursi ad un mero addestramento dei ragazzi al compito.

Negli istituti tecnici e professionali si è anche proposto di sostituire il Consiglio di Istituto con il Consiglio di Amministrazione, che esisteva già negli anni ‟80, per attuare una concertazione più profonda col territorio. Si tratta di una buona idea se vista sempre nell‟ottica di parità tra scuole ed associazioni di categoria e non di sudditanza dell‟una verso le altre.

Infine è molto positivo il ritorno al rigore ed alla disciplina nelle scuole, con l‟ammissione degli studenti all‟esame di stato solo se riportano sufficienze in tutte le materie compresa la condotta, poiché questo contribuirà alla formazione di studenti e giovani lavoratori più responsabili e coscienziosi.

Interviste

- 109 -

APPENDICE A14

Griglia di intervista per referenti di associazioni di categoria

Intervista 14: C.I.A.49 Data intervista: lunedì 03 maggio 2010

1) Quali iniziative sono state organizzate e con chi/a quali iniziative si è preso parte, in ambito faentino, provinciale e regionale, per quanto concerne la riforma Gelmini ed i rapporti scuola-mondo del lavoro?

Ambito faentino

Sul tema scuola secondaria-mondo del lavoro CIA ha preso parte ai lavori di preparazione della Conferenza Economica nel 2009, conclusi in data 20/21 marzo 2009. A tutti i tavoli di lavoro è stato affrontato il ruolo della istruzione secondaria nella economia territoriale, in particolare per la formazione di tecnici nel manufatturiero/artigianato. In molte schede-progetto è previsto il coinvolgimento della scuola secondaria e/o università (vedi atti della Conferenza).

Per il settore agricolo, che è quello di cui noi ci occupiamo, è stata riconosciuta l‟importanza dell‟Istituto professionale di Persolino per la formazione sia di tecnici agricoli che di imprenditori agricoli. Abbiamo convenuto che questa Scuola sin dagli anni „70 ha avuto un‟importanza strategica per la

49 Confederazione Italiana Agricoltori.

Appendice

- 110 -

innovazione frutticola e la diffusione delle novità sia varietali che di tecniche colturali. Tale ruolo si è un po‟ perso negli ultimi anni a favore di una istruzione più rivolta all‟ambiente-giardinaggio che alla frutti-viticoltura specializzate. Da alcuni anni comunque si è notata una ripresa nel reimpiantare frutteto, oltre che piante ornamentali, per riequilibrare l‟offerta formativa.

Ambito Provinciale

CIA Ravenna da alcuni anni commissiona alcuni studi a istituti agrari della provincia, quali Persolino a Faenza e Perdisa a Ravenna (ad esempio studi varietali o peschicoltura) e svolge alcune iniziative proprio dentro questi istituti per divulgare i risultati di queste ricerche non solo a studenti e insegnanti, ma anche alle autorità locali, aziende agricole e tecnici del territorio. Agli studenti che si sono distinti in queste ricerche sono stati devoluti piccoli premi di riconoscimento.

Ambito regionale

Non ho contatti diretti e non sono ancora riuscita a prendere informazioni in tal senso. 2) Quali sono le principali necessità di cambiamento da introdurre nelle scuole superiori, soprattutto in base al raccordo istruzione-mondo produttivo?

È auspicabile un maggiore collegamento con la realtà produttiva locale, sia del corpo insegnante che degli studenti stessi. Ottima cosa sono gli stage aziendali, che si potrebbero cominciare anche prima del quarto anno. Per quel che conosco ci sono già contatti anche in aula con rappresentanti dei vari settori produttivi e visite in azienda delle varie classi. Certamente, oltre a questi, un lavoro individuale in azienda dello studente sarebbe più formativo.

Interviste

- 111 -

3) Quali sono i punti di forza e le criticità del sistema scolastico secondario di secondo grado attuale, soprattutto in base al raccordo istruzione-mondo produttivo? n/a 4) Quali possono essere i punti di forza e le criticità del sistema scolastico secondario di secondo grado previsto dalla riforma, soprattutto in base al raccordo istruzione-mondo produttivo? n/a 5) Com’è il raccordo con gli studenti che escono dalla formazione superiore (IFTS) e/o universitaria? n/a 6) Quali sono, alla luce della crisi economica attuale e delle reali esigenze del mondo produttivo, le attese di cambiamento per quanto concerne i profili formativi in uscita dalle scuole ed i fabbisogni del territorio nel medio periodo (5 anni circa)? n/a

Appendice

- 112 -

APPENDICE A15

Griglia di intervista per referenti di associazioni di categoria

Intervista 15: Federazione Provinciale Coldiretti Ravenna Data intervista: sabato 24 aprile 2010

1) Quali iniziative sono state organizzate e con chi/a quali iniziative si è preso parte, in ambito faentino, provinciale e regionale, per quanto concerne la riforma Gelmini ed i rapporti scuola-mondo del lavoro?

Non sono state organizzate direttamente da Coldiretti iniziative. In ambito faentino Coldiretti ha partecipato agli incontri con il tavolo degli imprenditori faentini, dirigenti scolastici, il comune di Faenza e l‟associazione provinciale istruzione. 2) Quali sono le principali necessità di cambiamento da introdurre nelle scuole superiori, soprattutto in base al raccordo istruzione-mondo produttivo?

È necessario dare voce ai settori produttivi del territorio e prevedere momenti di confronto fra gli operatori del sistema scolastico e le rappresentanze del mondo economico ed imprenditoriale. In occasione della riforma Gelmini, si ritiene indispensabile valutare attentamente la creazione di un unico “polo agricolo scolastico” a livello provinciale, mettendo in sinergia le due scuole presenti, l‟istituto tecnico di Ravenna e l‟ istituto professionale di Faenza, nell‟ ottica di offrire un servizio

Interviste

- 113 -

integrato all‟intero territorio provinciale (ad esempio una sezione tecnica a Faenza e una professionale a Ravenna). 3) Quali sono i punti di forza e le criticità del sistema scolastico secondario di secondo grado attuale, soprattutto in base al raccordo istruzione-mondo produttivo?

Per quanto concerne i rapporti con le scuole di settore (agricole), con queste storicamente si sono attuati programmi e progetti, con collaborazioni continue (es.: nell‟ ambito della “terza area” nelle scuole professionali). Oggi, la criticità essenzialmente si ascrive alla mancanza di fondi per la “terza area” che non permette più uno scambio fra scuola e mondo delle imprese agricole. Con la riforma queste collaborazioni rischiano di azzerarsi. 4) Quali possono essere i punti di forza e le criticità del sistema scolastico secondario di secondo grado previsto dalla riforma, soprattutto in base al raccordo istruzione-mondo produttivo?

È necessario il coinvolgimento all‟interno delle istituzioni scolastiche dei rappresentanti delle imprese locali e del mondo produttivo in un rapporto “permanente e istituzionalizzato” e non solo “occasionale” come avviene oggi. 5) Com’è il raccordo con gli studenti che escono dalla formazione superiore (IFTS) e/o universitaria?

Esistono collaborazioni occasionali con le scuole e con qualche ente di formazione, ma non istituzionalizzati e caratterizzati. 6) Quali sono, alla luce della crisi economica attuale e delle reali esigenze del mondo produttivo, le attese di cambiamento per quanto concerne i profili formativi in uscita dalle scuole ed i fabbisogni del territorio nel medio periodo (5 anni circa)?

Appendice

- 114 -

Per quanto riguarda la scuola media superiore (di secondo grado) è necessario avvicinare il diplomato alle esigenze del mondo del lavoro introducendo nuove discipline e rimodulando i carichi orari, anche per lasciare spazio ad approfondimenti specialistici nell‟ambito della formazione professionale (sia attraverso corsi integrativi sia che con la formazione post-diploma).

Interviste

- 115 -

APPENDICE A16

Griglia di intervista per referenti di associazioni di categoria

Intervista 16: Confartigianato Sezione di Faenza Data intervista: lunedì 19 aprile 2010

1) Quali iniziative sono state organizzate e con chi/a quali iniziative si è preso parte, in ambito faentino, provinciale e regionale, per quanto concerne la riforma Gelmini ed i rapporti scuola-mondo del lavoro?

Già nel 2009, Confartigianato ha preso parte ai lavori della Conferenza Economica Comprensoriale che, all‟interno del Tavolo sulla “Competitività e fattori di attrazione”, si è occupata del tema dell‟avvio di progetti finalizzati ad agevolare l‟incontro tra domanda ed offerta di lavoro. Tra gli obiettivi prioritari, va sottolineato quello riferito al miglioramento tra mondo della scuola e quello del lavoro attraverso lo sviluppo di forme strutturate e permanenti di coordinamento tra le scuole del territorio ed il Tavolo delle Associazioni Imprenditoriali. In particolare, l‟azione prevista è la formazione di un Tavolo per la Formazione costituito dalle scuole, dagli istituti di formazione e dalle Associazioni di Categoria.

Proprio l‟impatto della riforma Gelmini sulle scuole di grado superiore di Faenza è stato il tema del primo incontro del Tavolo per la Formazione, dove sono emerse alcune indicazioni, ma anche alcuni dubbi interpretativi che speriamo il Ministero della Pubblica Istruzione possa chiarire in tempi brevi.

Appendice

- 116 -

2) Quali sono le principali necessità di cambiamento da introdurre nelle scuole superiori, soprattutto in base al raccordo istruzione-mondo produttivo?

Faccio un passo indietro, perché se certamente è fondamentale recuperare uno stretto legame tra istruzione e lavoro, occorre prima però cambiare i criteri, o meglio le abitudini in base alle quali viene scelta la scuola superiore.

Da sempre, purtroppo, la scelta viene effettuata ad un‟età nella quale lo studente non è in grado di capire cosa vorrà fare “da grande” e quindi prendono peso i consigli dei genitori, le scelte degli amici: ci si basa sulle esperienze di altri, che proprio perché sono di altri non è detto che vadano bene per tutti, mentre si dovrebbe cercare di guardare più in là nel tempo, cercando di effettuare la scelta della scuola superiore in base agli sbocchi occupazionali che una tipologia di istruzione superiore potrebbe dare rispetto ad un‟altra.

Il momento di pesante crisi economica che ha fatto perdere posti di lavoro e ne ha messi a rischio tanti altri ha secondo me riportato l‟attenzione su quello che è un bene fondamentale, ma il cui valore si era forse un po‟ perso perché dato per acquisito: il lavoro.

Mai come in questi mesi si è quindi riscoperta l‟indispensabilità del lavoro, che consente ad una persona di essere parte attiva della società: come si colloca, infatti, al suo interno, una persona che è fuori dal mercato del lavoro? Il lavoro dà dignità sociale, permette alle persone di essere indipendenti e di provvedere al proprio sostentamento, di fare e realizzare progetti anche personali.

Ma i posti di lavoro non nascono dal nulla, ma, nel privato, sono figli della volontà e del coraggio di tante persone che decidono di rischiare in proprio, di lavorare per molte più ore e di contrarre debiti anche pesanti, per cercare di dare forma ad un progetto, ad una idea e quindi di fare impresa.

Interviste

- 117 -

Questo è un altro tema molto importante, perché la cultura dell‟imprenditorialità, della libera iniziativa non è conosciuta e sufficientemente compresa. Questo ovviamente fermo restando il carattere imprescindibile del lavoro dipendente, che è il valore aggiunto delle imprese ed ancor di più se specializzato.

La cosa importante è cercare di far capire ai ragazzi ed ai genitori non solo quali sono le opportunità di lavoro dei vari settori, ma anche quali caratteristiche hanno, ai nostri giorni, lavori che con il passare degli anni, hanno subito profonde modifiche.

Basti pensare al settore della metalmeccanica, dove la forza lavoro deve oggi necessariamente lavorare con macchine regolate da un computer, magari con alcuni programmi in inglese e quindi questo spiega quanto è importante una formazione attenta a quello che sarà il futuro degli studenti ed agganciata al mondo del lavoro. 3) Quali sono i punti di forza e le criticità del sistema scolastico secondario di secondo grado attuale, soprattutto in base al raccordo istruzione-mondo produttivo?

Sono convinto sia indispensabile il rispetto delle peculiarità degli istituti, nel senso che occorre mantenere e rafforzare gli indirizzi che già da anni caratterizzano determinati istituti, evitando di duplicarli, scatenando una “lotta” che danneggerebbe le scuole e probabilmente non farebbe l‟interesse degli studenti, futuri lavoratori/imprenditori.

L‟istituto di riferimento per la Confartigianato è certamente l‟I.T.I.P. "Luigi Bucci" (Istituto d'Istruzione Superiore Tecnica Industriale e Professionale) e questo perché proprio per le sue caratteristiche consente la formazione di risorse umane che sono tipiche dei maggiori settori dell‟artigianato e quindi in grado di rispondere alle esigenze occupazionali delle imprese.

L‟auspicio è che la nuova riforma consenta di mantenere gli indirizzi di cui attualmente questo istituto si occupa, attraverso

Appendice

- 118 -

anche un piano provinciale che sappia ripartire adeguatamente ed in maniera organica le varie esigenze formative che riguardano anche le altre scuole superiori di secondo grado. 4) Quali possono essere i punti di forza e le criticità del sistema scolastico secondario di secondo grado previsto dalla riforma, soprattutto in base al raccordo istruzione-mondo produttivo?

Per valutare la riforma credo che si dovrà aspettare un po‟ di tempo, anche perché su alcune questioni mi sembra che il mondo della scuola abbia ancora dubbi su alcuni passaggi del provvedimento, che necessitano quindi di chiarimenti da parte del Ministero.

Certamente la Confartigianato vede con favore la norma contenuta nel DDL Lavoro, che prevede la possibilità di svolgere l‟ultimo anno della scuola dell‟obbligo come apprendistato e questo perché permette ai giovani di maturare un‟esperienza utile ad entrare nel mondo del lavoro.

Mi preme anche sottolineare il difficile momento dell‟artigianato locale, specie in ambito artistico, al quale purtroppo contribuisce l‟incapacità di attirare giovani verso le scuole di settore e di conseguenza la scarsità di imprese giovani, che subirebbe un ulteriore e forse irrimediabile danno, con l‟eventuale rinuncia all‟istituto professionale per un più altisonante liceo artistico. 5) Com’è il raccordo con gli studenti che escono dalla formazione superiore (IFTS) e/o universitaria?

Nel 2009, nonostante la crisi, le imprese artigiane (un‟impresa su quattro) hanno denunciato la carenza di diverse migliaia di posti di lavoro e questo è la prova dello scollamento tra l‟istruzione ed il mondo del lavoro, una frattura che ha origine nel momento in cui viene fatta una scelta sbagliata del percorso formativo ed alla quale non è detto che si possa porre rimedio

Interviste

- 119 -

attraverso corsi di formazione successivi, comunque onerosi sia dal punto di vista economico che in termini di tempo da dedicare.

Ecco quindi il paradosso: settori che presentano una forte domanda di occupazione, ma che nonostante questo non riescono a trovare un‟offerta adeguata.

Penso che sarebbe un‟ottima idea organizzare momenti di contatto e condivisione tra imprenditori locali e gli studenti, per cercare di spiegare loro cosa succede in un‟impresa, quali sono le esigenze, le criticità, le necessità e le professionalità che il mercato in quel momento richiede. 6) Quali sono, alla luce della crisi economica attuale e delle reali esigenze del mondo produttivo, le attese di cambiamento per quanto concerne i profili formativi in uscita dalle scuole ed i fabbisogni del territorio nel medio periodo (5 anni circa)?

La Conferenza Economica Comprensoriale 2009 ha individuato le dodici priorità per il comprensorio faentino e tra queste ha sicuramente un posto di riguardo lo sviluppo imprenditoriale, inteso come consolidamento delle imprese esistenti e soprattutto la capacità di favorire l‟insediamento di nuove imprese nel comparto manifatturiero.

Da troppi anni a questa parte, se si esclude la Gigacer, manca a Faenza l‟arrivo di un‟azienda con numeri importanti dal punto di vista occupazionale e questo problema risulta oggi ancora più acuito dalla precaria situazione di alcune imprese che hanno sede a Faenza.

Auspicando quindi uno sviluppo nel settore manifatturiero, ritengo fondamentale un‟adeguata formazione di soggetti che possano rispondere a questo impulso, magari con un grado di specializzazione tale da portare quel valore aggiunto necessario alle imprese per competere nei mercati di riferimento.

Appendice

- 120 -

Mi permetto anche una considerazione sulla mentalità del lavoratore che deve cambiare perché, come in tutte le cose, gli stimoli ed il grado di soddisfazione personale sono importanti. Occorre quindi far capire allo studente che entrare nel mondo del lavoro significa entrare a far parte di un processo produttivo, di un‟impresa, che tra costi e ricavi deve generare utile e che è in concorrenza con altre realtà produttive all‟interno di un determinato mercato.

Il percorso scolastico deve quindi riuscire a far capire agli studenti che le nozioni che vengono apprese durante gli studi ed affinate durante gli stage, non sono inutili, ma tutt‟altro indispensabili e che trovano il loro fondamento proprio nello svolgimento di determinate mansioni sul posto di lavoro.

Interviste

- 121 -

APPENDICE A17

Griglia di intervista per referenti di associazioni di categoria

Intervista 17: Confindustria Ravenna Data intervista: giovedì 29 aprile 2010

1) Quali iniziative sono state organizzate e con chi/a quali iniziative si è preso parte, in ambito faentino, provinciale e regionale, per quanto concerne la riforma Gelmini ed i rapporti scuola-mondo del lavoro?

Le principali iniziative sono state state organizzate dalla Provincia (Ass. Istruzione N.Simoni) e dal Comune (Ass. Istruzione C.Tampieri ) nel periodo novembre-dicembre 2009 e gennaio-febbbraio 2010.

Prima di queste, con alcune istituzioni scolastiche faentine con le quali la nostra associazione intrattiene costanti rapporti da anni per uno scambio sugli orientamenti formativi (ITIP Bucci ed ITC Oriani) c‟erano state delle riunioni informali convocate dal corpo insegnante ed allargate alle associazioni d‟impresa in contatto con la scuola, sulle prime informative e preoccupazioni per gli impatti dei cambiamenti delineati dalla riforma. 2) Quali sono le principali necessità di cambiamento da introdurre nelle scuole superiori, soprattutto in base al raccordo istruzione-mondo produttivo?

Appendice

- 122 -

È questo un tema di cruciale interesse per la nostra associazione che da anni stiamo portando avanti ai vari livelli istituzionali.

Devo dire che l‟argomento non si può delineare in due righe di risposta, potrebbe essere molto utile organizzare un workshop specifico, anche se occorre considerare che tali tematiche dovrebbero trovare una definizione su scala più ampia che il solo comprensorio, essendo già la provincia piccola occorrerebbe pensarlo a livello regionale poi nazionale.

Di massima alcune considerazioni sintetiche si possono così riassumere:

a) Le imprese sentono il mondo della formazione (a parte

singole persone come insegnanti e dirigenti) come un‟organizzazione cruciale per far fronte alle sfide di oggi e di domani accrescendo la capacità competitiva sui mercati internazionali del sistema paese, accrescendo la capacità di innovazione e l‟efficienza dei sistemi territoriali ed infine ampliando il differenziale competitivo della conoscenza in Italia, rispetto a nuovi territori di paesi in via di sviluppo che ci contendono fette di mercati in passato detenuti da imprese italiane. Accrescere le conoscenze e diventare più competitivi ha per le imprese un connotato di urgenza vitale e di sopravvivenza. Il mondo della formazione e le istituzioni deputate non hanno ancora percepito (salvo qualche caso) tale urgenza di profondo rinnovamento e trasformazione, unica azione strategica capace di assicurare il mantenimento e possibile miglioramento in futuro della qualità della vita disponibile per i cittadini ed i giovani di oggi e di domani.

b) Le imprese sentono le istituzioni deputate alla formazione

parte di una organizzazione elefantiaca, ancorata a quanto si è sempre fatto senza l‟ansia di cambiare di rinnovarsi (sempre salvo pochi impegnati e volonterosi), con limitata assunzione

Interviste

- 123 -

di responsabilità sui risultati prodotti come organizzazione, che ha poco chiaro il ruolo fondamentale di indirizzo attivo da parte dei dirigenti, come pure poco chiara l‟importanza del coordinamento attivo del corpo docente e che nel contempo accetta o subisce un forte condizionamento sulla vita e sulle relazioni interne all‟istituzione scolastica di famiglie/genitori, spesso poco attenti alla qualità delle conoscenze e delle competenze apprese dai figli, ma più interessati a far conseguire il titolo di studio e possibilmente una laurea anche con voti modesti. Per fortuna la buona volontà dell‟ampia maggioranza dei ragazzi, di buona parte degli insegnati ed di alcuni dirigenti cerca “di cavarsela” e fare quanto di meglio si può, ma con un enorme spreco di risorse umane ed economiche e soprattutto una produzione di conoscenza finale inferiore a quanto si potrebbe raggiungere.

c) A fronte di questo stato della organizzazione dell‟istituzione

formativa, elemento chiave per competere sui mercati, le imprese avrebbero bisogno di una grande evoluzione culturale ed organizzativa, ma innanzitutto occorrerebbe rendere motivato al cambiamento tutto il corpo docente, aprendo uno stabile confronto e facendo ampliare il costante confronto con il territorio e con le imprese, sotto il coordinamento dei comuni, province, ecc… per perseguire obiettivi condivisi di lungo termine, orientati a diventare capaci di competere sulle conoscenze e sull‟innovazione con i paesi più avanzati.

d) Le imprese necessitano oggi ed ancor più in futuro di

personale capace di apprendere continuamente, quindi la formazione dovrà evolvere da un orientamento del passato teso a fornire solo conoscenze, ad un nuovo orientamento che sviluppi anche la capacità di apprendere continuamente e con rapidità. I mercati evolvono molto velocemente;

Appendice

- 124 -

conoscenze statiche sarebbero incapaci di reggere il confronto con cambiamenti continui.

e) Le imprese sempre più richiederanno personale con elevate

competenze già all‟uscita dal sistema della formazione, conoscenze che non vengano immediatamente utilizzate per generare apporti di innovazione saranno conoscenze inutili. Indispensabili saranno le seguenti attitudini e competenze:

a) pensiero critico; b) creatività; c) innovazione; d) lavoro in team (anche tra culture di paesi esteri

diversi); e) conoscenza buona di due lingue straniere.

3) Quali sono i punti di forza e le criticità del sistema scolastico secondario di secondo grado attuale, soprattutto in base al raccordo istruzione-mondo produttivo?

Molto positivo ogni tipo di interscambio in essere o futuro da attivare (formazione–lavoro, stages, tesi o altro). 4) Quali possono essere i punti di forza e le criticità del sistema scolastico secondario di secondo grado previsto dalla riforma, soprattutto in base al raccordo istruzione-mondo produttivo?

Rimando alle necessità strategiche espresse sopra al punto 2 sulle quali declinare assieme alle istituzioni scolastiche lo sviluppo delle “competenze evolutive” in raccordo costante col mondo delle imprese e definendo via via maggiori fasi di interazione ed informazione sui cambiamenti esterni.

Interviste

- 125 -

5) Com’è il raccordo con gli studenti che escono dalla formazione superiore (IFTS) e/o universitaria?

Le imprese sono costrette a svolgere in proprio formazione delle competenze su conoscenze trasversali che la scuola non cura. In particolare imparare ad apprendere ed esprimere un apporto “per innovare”, imparare a lavorare in gruppo e ad interagire con altri di diversa esperienza ed età, convincendo ed accettando contributi per il miglior risultato finale.

Per i laureati oltre a quanto sopra è peculiare aver sfruttato al massimo il periodo di studi secondari/universitari ed eccellere nella propria specializzazione (>92/95), in quanto ai laureati è richiesto fin dal primo giorno in azienda un contributo peculiare all‟innovazione rispetto alla situazione preesistente. Non c‟è molto spazio per laureati mediocri ed in futuro ancor meno. Sarà elemento di vantaggio una qualche competenza o capacità di interazione multidisciplinare. Chi non arriva alla laurea eccellendo nel suo campo difficilmente troverà un lavoro completamente all‟altezza delle sue aspettative.

Di solito le imprese effettuano una selezione stringente in fase di assunzione per evitare di perdere tempo nella formazione di persone poi non all‟altezza dei compiti da affrontare. 6) Quali sono, alla luce della crisi economica attuale e delle reali esigenze del mondo produttivo, le attese di cambiamento per quanto concerne i profili formativi in uscita dalle scuole ed i fabbisogni del territorio nel medio periodo (5 anni circa)?

La crisi passerà e le attività riprenderanno perciò serviranno molti giovani ben preparati già da questo, ma soprattutto dal prossimo anno.

Nel nostro territorio considerato le attività oggi presenti la domanda 2009 di personale diplomato/laureato si ripartisce nel modo seguente:

Appendice

- 126 -

Imprese di meccanica ed automazione 21%; Imprese di edilizia 23%; Imprese alimentari, agroindustria 19%; Imprese del terziario 21%; Imprese altre 16%.

Considerato l‟anno 2009 e la crisi in atto i settori meccanica ed edilizia sono sottostimati rispetto alla potenzialità di trend stabile.

Le specializzazioni richieste sempre nel 2009 sono state così ripartite nei vari campi di impiego:

Area tecnica 40%; Area commerciale 27%; Area amministrazione 16%; Segreteria 12%; Altre 5%.

Il fatto che fino ad oggi la riforma sia solo stata tradotta in un

cambiamento tabellare dei nomi dei vari corsi di formazione indica quanto tutta la materia sia complessa e richieda tempo per l‟elaborazione di un progetto di lungo termine al quale come associazione teniamo molto e vogliamo attivamente fornire il nostro piccolo contributo, a partire dagli aspetti di indirizzo generale più sopra succintamente esposti.

Finito di stampare nel mese di settembre 2010 dalla Tipografia Valgimigli snc

Via Batticuccolo, 3 - Faenza (RA)