Quello che non ti ho mai detto (2)

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Quello che non ti ho detto mai. Maria Capasso. Trama: Questa è la storia di amore difficile e intenso. Una guerra esteriore e interiore, che alla fine ha avuto una scopo positivo. Perché le storie non sono mai semplici, soprattutto quando sono due opposti a voler formare un noi. L’amore da solo non basta. Occorre la pazienza, la perseveranza, e tanta forza di volontà. La protagonista si spoglia per la prima volta di fronte al suo amato, ripercorrendo la loro storia dall’inizio. Un treno che viaggia indietro nel tempo, per poi tornare al presentee proseguire il viaggio. Perché senza il passato, il presente non può diventare futuro. Perché sono troppe le parole che non si dicono. Sono troppi i gesti mancati. E spesso la routine prende il sopravvento, logorando i bordi del cuore.

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Questa è la storia di amore difficile e intenso. Una guerra esteriore e interiore, che alla fine ha avuto una scopo positivo. Perché le storie non sono mai semplici, soprattutto quando sono due opposti a voler formare un noi. L’amore da solo non basta. Occorre la pazienza, la perseveranza, e tanta forza di volontà. La protagonista si spoglia per la prima volta di fronte al suo amato, ripercorrendo la loro storia dall'inizio. Un treno che viaggia indietro nel tempo, per poi tornare al presentee proseguire il viaggio. Perché senza il passato, il presente non può diventare futuro. Perché sono troppe le parole che non si dicono. Sono troppi i gesti mancati. E spesso la routine prende il sopravvento, logorando i bordi del cuore. Solo insieme si può continuare il viaggio. Nessuna storia si salva, se in due non ci si salva a vicenda. L’amore è la vera rivoluzione.

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Quello che non ti ho detto mai.

Maria Capasso.

Trama:

Questa è la storia di amore difficile e intenso.

Una guerra esteriore e interiore, che alla fine ha avuto una scopo positivo.

Perché le storie non sono mai semplici, soprattutto quando sono due opposti a voler formare un noi.

L’amore da solo non basta.

Occorre la pazienza, la perseveranza, e tanta forza di volontà.

La protagonista si spoglia per la prima volta di fronte al suo amato, ripercorrendo la loro storia dall’inizio.

Un treno che viaggia indietro nel tempo, per poi tornare al presentee proseguire il viaggio.

Perché senza il passato, il presente non può diventare futuro.

Perché sono troppe le parole che non si dicono.

Sono troppi i gesti mancati.

E spesso la routine prende il sopravvento, logorando i bordi del cuore.

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Solo insieme si può continuare il viaggio.

Nessuna storia si salva, se in due non ci si salva a vicenda.

L’amore è la vera rivoluzione.

È per te.

Per quello che non ti ho mai detto.

Per quello che non ho mai avuto il coraggio di spiegarti.

Per quelle volte che ti ho fissato, senza far uscire una sillaba.

Per le miei innumerevoli virgolette, infinite parentesi, e parecchi interrogativi nascosti.

Per i miei silenzi lunghi.

Per i mie “non importa, va bene così.”

Per i miei “sto bene”, quando non stavo per niente bene con te.

Per tutte le volte che volevo urlarti contro, e poi fare l’amore incavolata, e dirti ti amo ancora.

Per tutte quelle sere in cui ero annoiata, e mi nascondevo in lunghe risate

Per le tue mancanze non volute, e da me troppo sentite.

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Per le mie mancanze, i miei errori, e la mia assurda convinzione che spiegarsi è tutto è inutile.

Per le mie immaturità, e le tue incomprensioni.

Eccomi nuda per la prima volta.

Nuda come mai mi ha vista.

Nuda senza la mia barriera di parole.

Nuda senza copertura.

Nuda, perché la vera intimità è la comunicazione.

La mappa.

Ricordo quando ti ho visto per la prima volta.

Il mio cuore batteva come mai.

Non l’ho mai sentito battere così tanto fino a quel giorno in cui incrociai i tuoi occhi.

Non ho mai visto nulla di più bello del tuo sguardo.

La mia memoria ha scattato le tue espressioni, stampandole nel cuore.

Come è possibile innamorarsi di qualcuno solo osservando delle semplici espressioni?

Ricordo ancora l’emozione che provai.

Io piccola sedicenne che timorosa abbracciava l’amica e sussurrava: non ho mai sentito il cuore battere prima di averti

visto i suoi occhi.

Lei preoccupata, perché tu a suoi occhi eri troppo grande per me e giustamente voleva difendermi a modo suo.

Ma io ti osservavo, come ti osservavo.

Avevo il timore che tu ridessi di me, se avessi incrociato il mio sguardo debole e pieno di luce.

Ed eri che ridevi con i tuoi amici, e bevevi qualcosa.

Non avevo mai provato la sensazione che il battito cardiaco si potesse sincronizzare ad ogni tuo sorriso.

Tu sorridevi, ed io tremavo e a il cuore scoppiava.

E tu ridevi ancora. Ed per qualche nano secondo ebbi paura che tu ridevi di me.

Perché quando noti qualcuno hai sempre quella sensazioni che ti abbia scoperto.

Senti il suo sguardo addosso come si leggesse anche i pensieri, ed hai paura di pensare.

Che scema che ero!

Per quanto mi rubavi ogni momento, io non fantasticai nemmeno sulla possibilità di un probabile approccio.

Stupida cosa, perché in discoteca, e la sera di capodanno, tutto può essere possibile.

Anche questo fu un segnale che dovevo cogliere, ma la paura mi fece diventare insicura e fragile.

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Ti ho incontrato all’inizio di un nuovo anno.

Era destino che dovevi restare con me ogni anno.

Ma a sedici anni non vai mai a pensare che lui ti noti…

Pensieri tipo: tante ragazze mature, che si danno da fare… ed io che non so fare nulla, e sono pessima con i rapporti

sociali.

Già prima di te la mia vita era solo leggere e sognare quell’amore che mai sarebbe arrivato.

Quell’amore che solo i libri potevano contenere.

E il contatto con le persone lo evitavo.

Amavo il contatto con la carte, e il profumo dell’inchiostro.

Odiavo essere sfiorata con da qualcuno, e riconoscere un profumo non mi interessava.

Volevo solo emozioni di carta. Volevo solo sognare in un mondo da me creato.

Dove le nuvole sono di zucchero filato, e la neve tanti marshmallow morbidi .

Dove era possibile immaginare per considerarlo reale.

Dove l’accesso agli umani non ero consentito.

Il mio mondo era troppo personale, e non volevo dividerlo con nessuno.

Prima di te tutto questo.

Prima di quella sera che scoprì cosa volesse dire “mi batte il cuore”.

Ero convinta che saresti restato un qualcosa da scrivere e conservare per sempre.

Il destino è qualcosa di sorprendente

Accadde che capitiamo come coppia per entrare nel locale, ed io comincia a credere nei miracoli.

Ricordo che mi sfiorasti la mano, e per la prima volta preferì il contatto di una “pelle” .

Non potrò mai dimenticare quel ricordo. Nemmeno se perdessi la memoria, perché i sensi hanno una localizzazione

tutto personale.

Il tuo sorriso sicuro che invidiavo, mentre io sembravo quasi di ghiaccio per nascondere tutto quello che mi stavi

scatenando.

Tu non hai idea di quanti attacchi al cuore mi hai provocato quel sera.

E poi entrammo e ci perdemmo.

E di te mi restò solo il ricordo di un breve tocco, e una fola di gente che ci fece perdere.

Io pensai: questo non vedeva l’ora di allontanarsi da me.

Ci rimasi male, ed iniziai a ballare con la mia amica, rimpiangendo una libreria.

Quel posto era vuoto, anche pieno di persone.

Sai quanto ti trovi in mezza ad una fola, eppure ti senti solo? È l’effetto che provai, per quanto potesse essere

divertente, sembrava privo di emozioni vere.

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Dov’erano i balli che sognavo mentre leggevo i romanzi?

Forse i libri sono stati sempre il mio problema.

Mi hanno plasmato una specie di idea personale dell’amore, che il resto sembra quasi solo coppia.

Invece con la lettura avevo il mio premio per aver superata una giornata di abitudini e routine: andavo in posti

sconosciuti, incontri del destino, e poi la mia idea iniziava a vagare libera una volta chiuso il libro.

Si, perché dopo aver letto un libro, io m’immaginavo ( e ancora tutt’oggi) nei panni della protagonista.

Non sto qui a divulgare sui miei sogni.

Devo scriverti di noi, no di me.

E tornando a noi, dopo averti perso tra quella gente, odiai ancora di più di aver tradito le mie emozioni.

Il destino torna sempre, e sei vittima dei suoi giochi bizzarri e maledetti.

Mi ritrovo tra le tue braccia senza nemmeno ricordare come ci fossi finita.

Non ti sentivo estrano. Era come se io tra le tue braccia ci fossi sempre stata.

Non sembrava un incontro, ma un ritrovo di due che si sono cercati e ritrovati.

Quel posto divenne più interessante di ogni libro mai letto in tutti i miei anni.

Tu diventasti il mio libro preferito.

La tua pelle poesia da toccare.

E mi dimenticai di tutto, e mi sentivo come se io e te stessimo in altra dimensione.

Come se avessi raggiunto la luna insieme a te.

In pochi attimi mi sentivo come se vivessi nella più bella delle fiabe.

Poi ci guardammo negli occhi, e ci scambiammo i rispettivi nomi.

Poi arrivò il momento più divertente. Scriverlo è difficile, perché ancora rido se ci penso.

-quanti anni hai? – mi chiedesti.

-sedici, tu?-

-ventidue.- rispondesti.

Tutto sommato ci poteva stare perché tu hai fatto il patto col diavolo, hai bevuto l’elisir della giovinezza, e qualunque

pozione magica, tu l’ha avuto naturalmente.

Dopo che ballammo per parecchio tempo, mi chiesti il numero.

Senza pensarci ti diedi il numero, mi salvai il tuo.

Già dall’inizio sono stata irrazionale e illogica con te.

Già all’inizio era tu il posto nel mondo.

Poi arrivò la verità.

-devo confessarti una cosa.- mi sussurrasti piano.

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-dimmi.-

-io non ho ventidue anni. Io ho ventotto anni. –

Lì mi facesti paura.

Era tutto cominciato con una bugia.

Poi avevi riparato, ma la paura prese il sopravvento sulle emozioni.

Ci lasciammo con la promessa di un incontro il giorno dopo.

Ma quell’incontro non avvenne.

Mille pensieri che fossi sposato.

Mille pensieri che volevi solo prendermi in giro perché avevi capito il tuo effetto.

Sono sempre troppo razionale io quando si tratta della realtà.

Non è come quando sogni, e decidi tu le entrate, le uscite, e ciò che deve restare con te.

La realtà è un copione bianco, ed io scappai per paura di riempirlo di lacrime.

Sono sempre scappata dalla realtà.

Come ho detto prima, ho sempre avuto un mio mondo personale, e mi sentivo protetta e sicura.

Senza stratagemmi e opzioni, mi rifiutavo di affrontare la vita vera.

E quando quella volta scappai, ma il tuo ricordò restò.

Mi hai fregato dall’inizio, e rimanesti addosso come quando vai a mare, la sera nel letto senti ancora le onde che

colpiscono in pieno. Anche se ero scappata da te, il tuo ricordo no!

Il tuo profumo no.

Il tuo contatto no.

I tuoi occhi da far invidia all’immensità del cielo, no per il colore, ma per la loto intensa bellezza.

E non solo gli occhi. Tu sei bellissimo da ogni prospettiva.

E per quando la via scorresse tra esperienze brutte e belle, io di te avvertivo la nostalgia di quello che non avrei mai

vissuto con te.

E di te avevo solo un indirizzo di messenger che non utilizzavi quasi mai. Ed io imbranata su queste cose.

E avvertito quella mancanza di qualcosa che non avrei mai afferrato.

E ricordo che buttai giù per te queste frasi sul mio vecchio diario segreto.

Magari toccasse a me un giorno essere il tuo pensiero constante .

Magari potessi prendermi cura di te .

Avrei cura di te , con piccole attenzioni che colorano giornate grigie .

Ti porterei dove non serve sapere che l’ora ,perché il tempo si fermerà .

Ti guiderei su una nuvola che ci farà volare liberi e senza paure .

Ti farei assaporare com’è bello non essere schiavi del mondo ,e di come è bello sentirsi liberi .

Se solo avessi il coraggio di fare queste meraviglie con te ,invece di scriverle.

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Se solo le mie dita sfiorassero le tue . e quasi per magia le tue labbra e lei si incontrassero ..

Senza avere paura .

Senza chiedermi nessun perché.

Senza creare book-trailer mentali.

Perché sono brava a immaginare e creare cose che non vivrò mai .

Ho nostalgia per ciò che non avrò mai il coraggio di vivere.

Ho nostalgia di te.

Questa frase ha sei anni e un mese e mezzo precisamente.

L’ho portata alla luce come il più appassionato archeologo che fa risplendere un segreto.

Sei sempre stato il segreto più bello.

Il mio prezioso tesoro tenuto stretto al cuore.

Ti ho amato ancora prima che diventassi per davvero mio.

Ti ho baciato ancora prima che le tue labbra si incontrassero con le mie.

E ti ho donato tutto quella che la mia giovane età potesse darti.

Era tutto riservato solo a te.

Adesso l’ho capito.

Ecco perché sfuggiamo ad alcuni eventi, perché siamo legati ad uno in particolare.

E tu sei stato dall’inizio l’evento centrale.

Il batticuore terno.

La data più bella del calendario dei sentimenti.

Ma il tempo separa le vite, e gli tutto ciò restava solo una data che mi causava tristezza e gioia di una sera che tale

sarebbe restata.

Tutto mi portava a te, e nulla mi emozionava come il tuo sguardo. Quello sguardo pieno e vero.

E non dimenticavo, non mi perdonavo mai che era solo colpa mia perché non avevo dato possibilità.

Che come al solito ero scappata da ciò che volevo.

Ed avrei pagato le conseguenza della mia vigliaccheria.

E dentro di me mi sentivo come se avessi un narratore che mi ricordasse tutto, e mi rimproverasse dei miei tentativi di

fuga.

Le lacrime che ho versato per te ancora prima di stare insieme, tu non puoi immaginare.

E cantavo non è tempo per noi di Ligabue.

Non è tempo per noi che non ci svegliamo mai.

Abbiamo sogni però, troppi grandi e belli sai.

Non è tempo per noi, e forse non lo sarà mai.

Se un bel giorno passi di qua, lasciati amare e poi scordati svelta di me. Che quel giorno è già buono per amare qualcun

altro…..qualche altro… Certi giorni ci chiediamo è tutto qui, e la risposta è sempre si!

La stazione. Un anno e mezzo dopo.

La vita non si ferma, continua senza freni.

Ed io ormai ti tenevo solo con me tra le pagine di un diario che nessuno hai mali letto.

Ti chiamavo pensiero stupendo, perché eri solo un pensiero ormai.

Ti scrivevo ogni giorno perché ero l’unico modo per restare legata a te.

Io credo che la scrittura non esista solo per lasciare un segno, ma per restare legati ad un ricordo. Quasi come un filo

immaginario che non si spezza mai.

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Infondo cos’è il tarlo emotivo di tutti gli scrittori ?

L’amore.

Ed io mentre scrivevo per non perdere il tuo ricordo, associavo canzoni di Vasco Rossi che in quel periodo lanciò sto

pensando a te.

Sto pensando a te mentre ancora sento il tuo profumo….

Cosa faresti al posto mio se ogni pensiero fossi io?

Cosa faresti tu?

Questa canzone che uscì proprio quel periodo.

Sembrava che Vasco pensasse alla nostra serata insieme.

Eravamo protagonisti di quella canzone.

E poi ancora mi tormentava sarò colpa del whisky.

Perché le canzone sono come le caramelle, una tira l’altra.

Ricordo il tuo nome perfettamente.

C’è l’ho stampato in testa fin da quando ti ho veduto.

L’amavo già da prima….Prima ancora averti conosciuto.

Mi piaci tu, mi piaci t, mi piaci tu…Ma come te lo devo dire?

Mi piaci tu, mi piaci solo tu…Ma come te lo devo dire?

E così che canzoni e ricordi si misero a braccetto dentro di me, senza nessuna pietà,

Quel periodo lo ricordo perfettamente.

Uscite con le amiche.

Girare per le strade di Napoli.

Le notti fuori casa.

Un periodo pieno di divertimento, e all’amore non ci pensavo.

Pensavo a te, ma il resto non mi dava valido motivo di provare emozioni.

Perché io non volevo incontrare l’amore, io volevo incontrare te.

C’è questa differenza che a volte sfugge di mano, e annebbia tutto.

Non è l’amore che si cerca, ma la persona che ti farà innamorare.

L’amore è l’effetto che ti porta quel tipo di sguardo che incrocia il tuo, e nulla sarà come prima.

E quando scappi, sei fregato.

Arrivò il bum di facebook.

Io non capivo una mazza di questi social. Ho sempre preferito leggere, il buon cinema, e l’arte in genere.

Non volevo iscrivermi.

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L’idea di avere contatto con persone che non mi sarebbero mai interessate, lo trovavo stupido e insensato.

Poi avvenne che mi creai il contatto.

Non sapevo inviare richieste d’amicizia.

Non sapevo postare nulla.

Non sapevo usare la chat.

Non sapevo nemmeno accettare una richiesta di amicizia.

E taggare era un verbo sconosciuto.

(In grammatica non esiste, quindi feci fatica a considerala una semplice azione.)

La mia amica trapassò i contatti di MSN, su face.

Io non sapevo che ciò portasse a inviare richieste di amicizia.

Quindi stavo tranquilla, e utilizzavo face solo per organizzare le serate.

Poi arriva un messaggio di posta.

-Non ricordo chi sei, ma forse ho capito. Non vorrei sbagliare.

Ricordo lo stupore nel vedere il tuo nome accompagnato dal tuo volto.

I tuoi occhi, il tuo sorriso.

Una fitta.

Due fitte.

Un colpo a cuore.

Una botta in testa.

La mano tremate.

Le gambe molli.

Ero sul punto di svenire.

Il destino si stava divertendo alla grande.

Tu eri tornato nella mia vita.

Eri di nuovo sul tracciato della mia strada da percorrere.

Tu eri li che mi scrivevi

Un po’ risi di gusto perché non è possibile non ricordare, ma capire chi potessi essere.

Ma tu e la grammatica avete litigato dalla nascita.

-sono mary! Ci conoscemmo a capodanno, locale Eliseo. Mi sono iscritta pochi giorni fa, e la mia amica ha gestito

tutto. Non so nemmeno come è possibile che stiamo parlando. Non conosco le funzioni di facebook.

Feci un lungo respiro.

Inviai.

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Rimaneva solo l’attesa a lacerare me.

Non riuscivo a crederci.

Benedivo il tale che aveva ideato il social.

Amai improvvisamente i social, e non li trovavo repellenti.

Attendevo ansiosa.

Perché per la seconda volta tu eri comparso.

Ed io ero felice. Saltavo come solo a diciassette anni puoi fare quando ricevi un regalo dal cielo.

Improvvisamente credi in qualcosa.

Credi in un angelo protettore.

Credi che nulla va mai veramente perduto.

Credi che il destino lega, separa e poi riavvicina.

Credi che forse quello non era il nostro tempo.

Ed che forse ora era il tempo per noi.

E che non dovevo più cantare non è tempo per noi.

Perché lui era tornato nella tua vita.

-Ti ricordavo, ma non volevo sbagliare. Cosa fai di bello? Non mi collego spesso, e queste è un periodi di lavoro intenso.

E noi due non ci becchiamo mai allo stesso orario.

Il cuore ormai era andato a mille.

Ero abituata al ritmo folle.

In quel periodo parlava sempre di te, fino a scocciare i miei amici e amiche.

Loro che sostenevano che tu volevi solo una cosa.

Che fossi sposato.

Che comunque avevi una certa esperienza per riempirmi di sciocchezze e farmi cadere.

Ma io niente.

Per un mese ci sentimmo con messaggi vari.

Ero felice già solo con quello.

Sorridevo come una scema.

Sorridevo.

Ti pensavo, e sorridevo.

Tutto girava intorno a te.

Nulla era più la stessa cosa.

Non eri più solo un pensiero stupendo.

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Non ascoltavo più non è tempo di noi piangendo.

Ascoltavo:

Ricordo il tuo nome perfettamente.

C’è l’ho stampato in testa fin da quando ti ho veduto.

L’amavo già da prima….Prima ancora averti conosciuto.

Mi piaci tu, mi piaci t, mi piaci tu…Ma come te lo devo dire?

Mi piaci tu, mi piaci solo tu…Ma come te lo devo dire?

Poi venne il grande giorno.

Domenica 21 marzo

Ero a casa di una mia amica.

Tu mi chiamasti.

Io scesi.

Ci rincontrammo.

Stavo per affrontare la realtà per la prima volta nella mia vita.

Io che avevo evitato tutto quello, ora non vedevo l’arrivasse.

La mia voce narrate per la a prima volta commentava solo in positivo.

Mi scende una lacrima per l’emozione forte.

Certe emozioni sono senza tempo.

L’emozione del rivederti.

L’emozione del ritrovarti.

Tu sei sempre stato senza tempo.

Una sera che volò subito.

Una sera di timidezze.

Una sera di sospensioni, amore.

Il mio non parlare.

Avevi il potere di intimidirmi.

Le domande restavano dentro, e si trasformavano in sorrisi timidi.

Eppure tu eri semplice e spontaneo.

E ricordo che il mio sguardo non riusciva a sostenere il tuo.

Ancora ora tremo se ti guardo negli occhi.

Perché tutto è cominciato da lì.

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Il tempo volò senza pretese, ma non accadde nulla.

Ma ero felice lo stesso.

Io e te eravamo accanto. Mi bastava.

E poi quando ci staccammo, avvertì quella strana malinconia.

Non sembravi molto entusiasta.

Eri impassibile. Quasi come se tu ti fossi incontrato per un caffè, e basta.

Ero un po’ delusa.

Le amiche che dicevano che se il fatto che non era scappato almeno un bacio, non era positivo.

Eppure io mi fidavo di te.

Pazza incosciente che sono stata!

Mi sono fidata di te subito. Senza spiegazione.

È ancora un mistero di come con te già al primo incontro mi sentivo al sicuro.

Anche in una foresta piena di pericoli, con te mi sentirei al sicuro.

È una strana sensazione di appartenenza che puoi sentire solo con una persona in tutto il mondo.

L’unico tra tanti.

Sei l’unico tra tanti.

Tu non sai quanti sguardi ho sorvolato, vivendo nel ricordo del tuo.

Sei sempre stato l’unico.

Avvenne la seconda sera, e avvenne il primo bacio.

Il mio primo vero bacio.

La paura di non saperci fare.

La paura di deluderti.

Perché tu sicuramente non avevi la mia paura.

Io per la prima volta incontrati delle labbra… Le tue labbra che mi hanno condotto in alto. E le toccare le stelle non era

più impossibile.

E le tue braccia. Come stringevi. Come ti sentivo.

Ci stavamo baciando.

E in quell’istante nulla di quello che avevo sempre sognato nel mio mondo personale, era bello come quel momento.

La mia barriera contro il mondo con te non ha avuto effetto.

Si è sciolta come burro a contatto col calore di un forno.

Tu mi fissavi. Io che non ci riuscivo, e mi nascondevo in tuo abbraccio.

Perché accoglierti si, ma sostenerti ancora non ci riuscivo.

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E ti ho stretto con la paura che saresti volato via.

Avevo paura di perderti prima ancora di averti con me.

Delle cose belle si ha sempre paura, perché una volta che ci sei dentro ti immergi. E dopo sei coinvolta. Dopo sei

presa. Dopo il battito diventa unico, e il tuo cuore senza il suo non batte.

Chi non ci crede, non ha mai provato cosa vuol dire sentire il cuore di qualcuno battere nel tuo petto.

Chi è scettico non ha mai incontrato l‘amore.

Chi non ha mai detto di no ad altri occhi, pensando a quegli occhi.

La sensazione di appartenenza che ho sentito con te è stata forte anche a distanza di tempo.

Anche se non c’eri, eri con me.

La tua assenza era la presenza più sentita.

Il tuo ricordo una coperta fissa sui pensieri.

Ti ho cercato in ogni sguardo, per poi restare delusa.

Tu eri tu, e non potevo cercarti.

Le cose belle si trovano, non si cercano.

Ed io dovevo ricordarti, nella speranza di ritrovarti.

Un segno dal cielo che tu potessi ritornare per magia.

Ed era successo.

Il tuo primo messaggio.

Le tue prime parole.

Ho letto quelle conversazione come un testo raro.

Le ho fatte scorrere dentro di me.

Mi hai accarezzato ancora prima di conoscermi.

Mi hai presa ancora prima di essere per davvero tua.

Sei entrato, sei uscito, e sei rientrato per restare.

Non ci siamo cercati, ma ci siamo ripresi a tempo.

I ricordi piano piano ritornano, ed ho scovato una vecchia frase che scrissi per te: tu sei bellissimo. Non so da dove

vieni e non so chi sei…ma sei bellissimo.

Ti verranno dei mal di testa, perché improvvisamente ti porterò indietro nel tempo. Ma credimi, amore, vale la pena

rivivere la nostra storia.

Nei voli tra le nuvole.

Nelle cadute tra il fango.

Trai sorrisi e le lacrime.

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Ci siamo amati fin da subito, ma non l’abbiamo mai capito.

Noi due con i primi incontri non siamo mai andati d’accordo.

Eravamo diversi , ma in modo identico.

Entrambi privi di parole.

Entrambi tante parole mancate e non dette.

L’inizio è stata la fase più dolorosa per noi.

Ti ricordi quando mi dicevi che non ero abbastanza per te?

Che non potevo darti quello di cui avevi bisogno, e che io ero troppo dolce per soffrire e affrontare una storia con te.

Che entrambi avevamo bisogno d’altro.

Io dovevo vivere la mia adolescenza.

Tu eri nel pieno della vita.

Io volevo vivere una storia che superasse le fiabe.

Tu volevi qualcuno con cui vedere se potevi costruire qualcosa.

Perché non ci credevi nell’amore.

Non riuscivi a credere che si potesse sentire il cuore di qualcuno battere nel proprio petto.

Tu consideravi la vita di coppia come una conoscenza, una frequentazione, e poi l’inizio di qualcosa che poi portava ad

altro.

Vedi tutto come un programma calcolato, un progetto lavorativo.

Non vedi l’amore, vedevi solo ciò che poteva essere io e te.

E ricordo che non ti piaceva.

Ma una ragazzina che non hai mai avuto una storia come poteva capire al volo quello che tu prevendevi?

Anche io ho fatto tanti errori.

Parole espresse male.

Silenzi prolungati.

Quanto male mi sono fatta quando tutto ci lasciavamo, ma io speravo che il telefono squillasse.

La paura che tutto è una finzione, e cominci a credere che l’amore sia una gran puttanata.

Si, amore. Quanto male quel periodo.

Non è colpa tua. Non è colpa mia.

È colpa nostra che non siamo sbattuti in faccia e fatto pace.

Il silenzio alimentava tutto il rancore.

Quante lacrime.

Quante feste mancate. Eppure a me non importava di festeggiare.

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Ma in quel periodo io sentivo stranamente ogni festa presente, perché ti avevo conosciuto in una ricorrenza….

È un sapore amore quello dei ricordi.

Di come non ci sapevamo saputi tenere stretti.

Di come ci eravamo così lasciati andare.

Di come tutto stava diventando cenere per sempre. E quel periodo l’ho creduto.

Sul letto quante lacrime versate, a telefono con una amica che mi diceva che dovevo lasciarti perdere. Perché a quella

età avevo bisogno di vivere, di sorridere, e no di qualcuno che mi facesse male.

Io ci provavo a ridere.

E come sempre una canzone accompagna tutto:

Tutte queste luci. Tutte queste voce. Tutti questi amici tu dove sei? Tutto questo tempo pieno di frammenti, e di

qualche incontro …tu non ci sei. Tutte queste radio piene di canzoni che hanno dentro un nome, ecco chi sei… Non ti

sai nascondere per bene!

Questa canzone di Ligabue, divento quasi una dolce ossessione.

Perché mi mancavi.

Nonostante il male, mi mancavi.

Eri stato il mio primo vero bacio.

Eri stato la mia prima vera carezza.

Eri stato tutto per la prima volta, e poi? Dov’eri finito?

Come eri forte.

Invidiavo la tua freddezza.

Perché tu non mi telefonavi, ma su facebook commentavi ogni cosa.

Infilavi sempre il coltello nella piaga, e ci buttavi tanto sale.

In ogni storia l’inizio è sempre il momento più bello.

Per noi è stata quasi la fine di tutto.

Ed io mi rendevo conto che non noi non eravamo più nulla.

Ed io addirittura mi sarei illusa anche solo per una sera.

Dopo tutto il dolore, ci rivedemmo un paio di volte.

Nonostante tutto il male c’era qualcosa che ci rendeva irresistibili.

e tu come mi ripentivi : sei ancora solo mia?

-non sarei qui.-

E tutto ritornava anche solo per momento meraviglioso.

Tu mi stringevi di nuovo e non volevi lasciarmi andare.

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Io che non volevo andare da nessuna parte, e mi bastava anche l’illusione di quel momento.

Quanto ci siamo voluti.

Quanti gemiti stazzanti.

Quante volte ho invocato il tuo nome, mentre mi conducevi in un confine sconosciuto prima di te.

E mi dedicasti Gabry, di Vasco...

In quella canzone è racchiusa tutta la magia di quella notte.

Cose che le parole non sanno descrivere.

Cose che io te sappiamo.

Certe notti sono destinate solo a restare una scena senza descrizione.

Quanto ho rischiato con te!

Non ho mai avuto controllo con te.

Ti ho sempre dato tutto, senza mai avere un freno.

Non ti cercavo, è vero.

Ma bastava che mi cercassi tu per tornare a respirare.

Perché nessuna pelle ho sfiorato tranne la tua.

Perché io e te siamo perfetti uniti. Le nostre forme combaciano come un puzzle.

E mi bastava anche solo averti con me.

Anche se tu mi facevi male con i tuoi atteggiamenti freddi.

Tu non capivi quanto amore ti stavi prendendo.

Ed io ero convinta che il mio bastasse per tutti e due.

A volte credo che se io non avessi avuto questa convenzione, forse non saremo mai diventati quello che siamo.

Io ho sempre creduto in noi.

Anche nei momenti più difficili.

Anche quando quella sera mi vedesti piangere, ed io ti abbracciai. E tu rimanesti impassibile, e mi dicesti che dovevo

andare via.

Lì ti odia per la prima volta sul serio.

E scappai via perché non avevo mai assistito ad una scena più crudele.

E mi riempivo di serate con le amiche.

Mi illudevo che questa era la vita per me.

Per un periodo odiai i libri che mi avevo ingannata.

Buttai all’aria i poeti che mi avevano nutrita di versi, facendomi diventare una patetica romantica.

Si, una incredibile, patetica, stupida e deficiente romantica.

Page 17: Quello che non ti ho mai detto (2)

Come fai adesso che non c’è lui con te.

E poi Anima fragile.

Mi illudevo che tu ascoltandola, mi pensavi come ti pensavo io. Volevo convincere me stessa che mi consideravi

anima fragile… Che queste parole erano solo per me.

E tu

chissà dove sei

anima fragile

che mi ascoltavi immobile

ma senza ridere.

E ora tu chissà

chissà dove sei

avrai trovato amore

o come me, cerchi soltanto d'avventure

perché non vuoi più piangere!

E la vita continua

anche senza di noi

che siamo lontano ormai

da tutte quelle situazioni che ci univano

da tutte quelle piccole emozioni che bastavano

da tutte quelle situazioni che non tornano mai!

Perché col tempo cambia tutto lo sai

cambiamo anche noi.

Infondo era vero. La vita continuava anche senza di noi.

Anche senza che io e te raggiugessimo il paradiso.

E tutto diventa un lamento di parole che ormai erano svanite.

Gesti che sembravano relitti.

Emozioni trasformate in lacrime.

Tutto era taciturno.

Il silenzio diventava protagonista in quella stanza.

Il silenzio era pensate e pieno.

Il silenzio era un grido forte e rumoroso.

Il silenzio era una preghiera disperata.

Dove sei?

Ho sempre temuto questa domanda.

Mi fa sentire debole.

Mi sento soffocare dall’assenza dei giorni del nostro ieri.

Ieri, quando eri ancora con me.

Quando il nostro cuore batteva appena salivo in auto.

Quando non facevamo nulla di speciale, e per era tutto.

I momenti trascorsi a dedicarti parole su carta, e poi leggertele con voce bassa e mite.

Impazzivi quando ascoltavi la mia voce tremate per te.

Ricordo che mi accarezzavi la schiena, e la maglietta volava via.

Page 18: Quello che non ti ho mai detto (2)

Mi piaceva come amavi.

Mi accarezzavi la mente, e torturavi il mio corpo.

Si, ancora rabbrividisco se penso alla mia pelle vittima consapevole delle tue labbra e delle tue mani.

Tracciavi segni tra i miei nei.

Ti facevano impazzire, lo so.

Appena ti sfioravo, ti mordevi il labbro e ti lasciavi fare tutto.

I tuoi gemiti, i miei gemiti, la nostra colonna sonora.

Sembra quasi riviverle.

Un gemito mentre scrivo, non riesco a controllare i sensi quando parlo di te.

Ancora, amore mio.

Come mi manca non poterti chiamare così.

Amore mio, non vedo l’ora di vederti.

Amore mio, e tutto andava in secondo piano.

Ora invece non siamo nemmeno all’ultimo.

Non esistiamo più.

Dicono che si può amare ancora, che la vita non si ferma.

Ci ho provato, amore. Anche solo col pensiero immaginavo un lui” mi spogliava, avevo vergogna anche solo pensando.

Non riesco ad avere quella naturale intimità.

Non riesco a dire le mie fantasie, quelle che ho scoperto con te.

Anche quando mangio la nostra torta preferita, ti rimango sempre il pezzo centrale.

Lo so non lo mangerai, ma io non riesco a smettere di pensare a te che dividi la nostra torta.

Anche se non ci sei, io ti sento.

Mi volto perché sento la tua voce che mi chiama, e mi giro disperata tra la folla per cercarti.

Dove sei?

Cosa resterà di noi?

Le domande sono sempre state il mio incubo peggiore.

Già da piccola avevo paura a rispondere a qualsiasi cosa, per paura.

Ora ho capito perché le risposte mi hanno sempre terrorizzato: ti buttano in faccia la realtà.

Eppure, ancora mi chiedo dove sei?

Io sono qui, sarò patetica, ma l’orgoglio non è mai stato il forte.

L’orgoglio è come l’effetto di una brutta sbronza, dopo ti ritrovi a buttare tutto il veleno fuori.

Amore, voglio ancora chiamarti così.

Tornerai?

Queste righe sono saltate fuori .

Hanno preso aria, amore.

Vedi come stavo male mentre tu non eri con me?

Non sono mai stata forte.

Contradditoria si, sempre. E te ne accorgerai anche mentre leggi tutto questo.

Mi contraddico sempre, e non cambio mai.

Io e la coerenza non andiamo d’accordo.

Dicevo che eri crudele, che non avevo mai conosciuto una persona capace di mandare via in lacrime una ragazzina.

Eppure pregavo in silenzio che tornassi da me.

Page 19: Quello che non ti ho mai detto (2)

io di errori, di immaturità ero colma, l’ammetto.

Ma non credi che tu a quell’età eri già maturo.

Quella è l’età in cui devi crescere e sbagliare, ma tu questo non lo capivi.

Troppo preso da te.

Mi ricordo una frase che dicesti: ho tante ragazze che abitano nel mio paese, e vengo qui da te.

Tu non sai come ti ho odiato ancora una volta per quella frase.

Pensai che mi volevi far pesare il tuo interessamento.

Che quasi sembrasse una fortuna che tu ti interessavi a me.

Ti sei sempre sentito il migliore tra i due.

Il più forte.

La tua sicurezza che mi prendeva e mi lasciava, ed io sempre più innamorata.

Per non sapevo dirti no.

Mi piaceva come mi amavi anche solo per solo istante.

Ed io morivo per una tua attenzione, tu eri lontano, e sicuramente non morivi per una emozione.

E sicuramente non piangevi per me.

E quindi andai via.

Spezzata in ogni angolazione di me.

Ma non potevo restare lì.

Dovevo andare via, perché tu non meritavi nulla di me.

Ed ero convinta che un giorno avresti capito che cosa avevi perso.

Ricordo di come fui forte, e volai verso casa.

E tu restasti lì fermo.

Non prendesti il mio braccio.

Non allungasti la mano per tenere ferma la mia.

mi lasciasti andare via, colpa di te, e vuota di emozioni.

La mia prima storia andata male.

La prima volta che avevo avuto fiducia, ero stata ammazzata.

Pioveva dentro e fuori. L’arcobaleno era spento da tempo, e il sole non riscaldava più le mie ossa fragili.

La luna non illuminava il mio cuore stanco e ferito.

Perché la città si spense, e tutte le luci con essa.

E ti scrissi una debole cosa:

Page 20: Quello che non ti ho mai detto (2)

sono sicura che mi ricorderai, un giorno lontano.

Ricorderai che sei stato il mio primo battito.

Ricorderai che sei stato il mio primo nome urlato.

Ricorderai il mio amore, e ti mancherà.

Si, che ti mancherò, semmai esista una giustizia divina.

Ti mi penserai, e trovare le differenze in altri incontri,

perché quelle come me è difficile trattenerle, ma starci senza è impossibile.

Si che un giorno mi telefonerai, e mi dirai perché non togliamo la parentesi, e aggiungiamo altro?

Che dietro ogni gesto mi vedrai.

Perché ogni cosa ti ricorderai di noi, anche se non ci siamo saputi tenere.

E rimpiangerei che sarò come un sogno. Solo un sogno da ricordare.

Mi illudevo che avresti pensato questo un giorno…

Ma il tempo passava, e tu non c’eri.

Chiedevi di me alla mia amica. Volevi sapere se quello che facevo.

Non mi sapevi tenere con te, ma non volevi perdermi.

Non volevi che io pensassi ad altro.

Ed io odiavo questa cosa.

Ed io amavo questa cosa.

Ti amato e odiato insieme.

Ti ho voluto e respinto.

Ti ho stretto e perso.

E poi? Tutto diventava solo un ricordo.

Eri miope.

Ero cieca.

Tu vedevi male.

Io non ci vedevo per niente.

Che coppia di scemi, vero?

Eppure io in quel periodo volevo sembrare forte.

Fingevo di stare bene.

Magari a furia di fingere, avrei ingannato anche il mio cuore.

Avrei ingannato anche le miei emozioni.

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Dovevo solo imparare.

Ma in queste cose sono sempre stata una pessima alunna.

La vita non mi trasmetteva nulla, a parte te.

Perché non ho mai cancellato nulla.

Ridevo se pensavo al film di Gondy, se mi lasci ti cancello.

Forse se stato possibile l’avrei fatto. Per finire come Joel, che scappa per non cancellare lei.

Quel film mi fece che da ciò che hai sentito non puoi sfuggire, nonostante il dolore, non avrai mai il coraggio di non

sorridere se penserai al suo sguardo.

Perché si può cancellare dalla mente, ma no dal cuore.

I tuoi occhi andranno sempre a scontrarsi con i suoi.

È letteralmente provato.

Scientificamente forse no, ma letteralmente si.

Ed io cadevo, e tu non c’eri.

Fu un periodo buoi,

E improvvisamente….da una crepa usci una luce.

Quante cose che non sappiamo di noi.

Quante volte ci riveliamo solo di fronte alla disperazione.

Non ho mai capito perché solo la sofferenza tira il meglio della nostra forza.

Tu mi dirai forse perché quando si è felici si è leggeri, quindi non devi essere forte.

Ed hai ragione.

Un uccello ferito non può volare, quindi è malinconico.

Un uccello sano, si, quindi è felice e spensierato.

Si, amore, mi sentivo con le ali ferite.

Poi improvvisamente tu mi cercasti.

Dicendomi che volevi provare.

Dicendo che la differenza di età, di carattere, si poteva superare.

Che ti mancavo. Che volevi crederci.

E che mi mia hai pensato come ti ho pensato io.

Che mentre ascoltavi eri bellissima, di Ligabue, mi pensavi.

E che ero l’unica che era resta una mania. Che ero roba tua. Che non andavo via da te, anche se tu lo volevi.

Che anche la notte eri tormentato da me.

E così iniziò per la prima volta la nostra storia.

Page 22: Quello che non ti ho mai detto (2)

Che strano!

La nostra storia è iniziata dopo tento tempo.

Non abbiamo mai avuto un solo inizio, ma tanti inizi senza una vera fine.

Sarà segno di amore che non finirà mai?

Perché io e te siamo fatti della stessa sostanza, anche se con dettagli di manodopera diversi.

E quindi non eravamo alla stazione dei ricordi, dove tutti partono, tutti tornano, e tutti aspettano.

Eravamo saliti, finalmente.

Il treno cominciava a muoversi sulle rotaie.

La partenza. l tuo arrivo nella mia vita, è stato come un'apertura improvvisa di una finestra, in una stanza buia. E' entrata così tanta

luce, da accecarmi gli occhi e il cuore. E pian piano quando sono riuscita a vedere, ho visto cose nuove e meravigliose

che sola, non avrei mai potuto conoscere. Tu sei la mia finestra. Tu, sei la mia luce.

Eri stato il buoi mentre eri lontano.

Ora sei la luce.

Le questioni strane dell’amore.

Una sola persona può essere luce e buio.

Una sola persona può provocare dolore e gioia infinita.

Una sola persona ti può dare un motivo per mollare, e subito dopo mille per restare.

E sei lì.

Ti guardo.

Mi guardi.

-quanto tempo perso.- mi sussurrasti piano. Avevi una voce diversa. Quel tono che si usa quando una assaporato la

paura di non poter più risalire a galla.

-quanto tempo, ma siamo ancora un noi. Siamo qualcosa di vero, altrimenti non avrebbe senso tutto questo. –

-il vero senso lo riesco a sentire solo con te. Ovunque andassi a sbattere, il tuo ricordo mi accompagnava. Per quanto

mi sforzassi di pensare che tu ed io non avevamo nulla in comune, l’opposto degli opposti. Per quanto la differenza di

età facesse il resto, io non ti ho mai dimenticata. E soprattutto queste differenze mi sono mancate più che mai. E nulla

aveva un vero senso. – mi dicesti con espressione seria. Quello sguarda che è sempre stato lì, pronto a farmi cadere

nella sua bellissima trappola. tu che non hai ma detto nulla, ma quella sera ti rivelasti senza sconti. Come un albero in

autunno. Per poi rifiorire.

Nessuna neve ci gelerà.

Nessun vento ci infreddolirà.

Nessuna pioggia ci bagnerà.

Nessun calore ci soffocherà.

Saremo entrambi una sola stagione.

Page 23: Quello che non ti ho mai detto (2)

La neve sarà un gioco per prenderci in giro.

Il vento saranno gli abbracci che non avranno mai fine.

La pioggia i baci che non saranno mai troppi.

Il calore sarà la mia mano intrecciata nella tua.

Saremo una sola stagione per tutto il tempo.

Ogni giorno.

Si può fare?

Beh, se non si potesse fare, l’amore non avrebbe senso.

Se essa è la forza maggiore, vuol dire che può anche ingannare, trasformare leggi fisiche.

Un matematico mi direbbe che sono irrazionale.

Gli sorriderei, dicendo: ti sei mai innamorato?

Ed ecco che avvengono le uscite regolari.

Ci cominciamo a conoscere, e cercare di accettare ognuno la diversità dell’altro.

Ricordo quando conobbi i tuoi amici.

Ricordo ancora le loro espressioni.

Ricordo le cose piacevoli, e non piacevoli.

Ma non avevo messo in conto che dovessi comportarmi come una maestra delle scuole materne, con alcuni soggetti.

Noi siamo ancora qui.

Siamo veri e senza falsi sorrisi che fanno venire gli incubi la notte.

Le cose vere non finisco mai.

Invece ciò che non è vero, va depositato nel cassetto delle cose da buttare. Un po’ come quando gli archeologi

scoprono qualcosa che non vale un tubo. Oppure come i sette nani nella loro miniera. Cucciolo spazzava tutto via. Ho

sempre amato quel piccolo esserino immaginario.

Cominciammo a crescere come storia, ed io come ragazza.

Per con te ho fatto tutto per prima volta.

Il volto stropicciato di prima mattina .

La mia frangetta stile “ tutti per Mary”..

E i nostri sorrisi timidi di chi si vergogna di essere visto senza nemmeno lavarsi il volto.

Con te non ho mai provato vergogna.

Sono nate delle piccole intimità senza nessuna pretesa.

Mi sentivo a casa ovunque ci fossero le tue braccia.

Ancora ora sei la mia casa.

Page 24: Quello che non ti ho mai detto (2)

Il profumo della tua pelle è droga per me.

Se potessi creare una fragranza, la poterei sempre con me quando siamo distanti.

Ma anche la sensazione di avere ancora le tue mani sul mio corpo , è indescrivibile.

Mi chiamerai stupida, ma dopo fatto l’amore non sopporto fare la doccia.

È come se l’acqua si portasse via la tua impronta sulla pelle.

Come un bicchiere d’acqua che su una pagina scritta.

Io sono scritta da te ovunque.

Soprattutto quando dormiamo insieme, ed entrambi dobbiamo dormire nel lato apposto, altrimenti non riusciamo a

dormire.

Siamo diversi nel stesso modo.

Ci abbracciamo, e poi ci sorridiamo: buonanotte scema. Buonanotte cucciolo.

E ci voltiamo tenendoci per mano.

La tenerezza è molto più stimolante di qualsiasi tentativo di seduzione.

Va oltre il semplice stare insieme.

È dentro di te sempre. Ti freme dentro anche solo se state accanto, e ti addormenti senza sogni perché non hai

bisogno di nient’altro.

Certi sogni sono come le medicine, li cerchiamo solo quando l’anima è malata.

Gli altri non sono altro che flussi chimici che emana il cervello.

Ed io con te di sognare non ne ho mai avuto il motivo, perché ormai c’era il senso di ogni senso. Il giorno dei giorni.

L’attimo che diventa eterno. Sono i piccoli miracoli che dona l’amore.

Quello che siamo io e te.

Non mi piace definirci una coppia, perché è troppo superficiale.

Noi due siamo “ io e te” .

Non abbiamo più nomi.

Non abbiamo età.

Siamo io e te fusi nello stesso mare.

Si, amore.

Ti ricordi quando io ti dicevo ti amo, e tu non mi rispondevi?

Io ci rimanevo male.

Perché ti dicevo quel ti amo quando non riuscivo più a contenerlo dentro me.

Le emozioni non chiedono il permesso. Escono da sole, e si trasformano in parole o gesti.

Ma tu nulla, mi abbracci stretta quasi da farmi smettere di respirare.

Page 25: Quello che non ti ho mai detto (2)

Non mi davi il tempo di nulla, che mi baciavi, ed io sembravo quasi un vegetale che riprendeva a vivere, ma senza

memoria.

Mi ammazzavi e mi resuscitavi.

Ed ero ancora più pazza di te. Ancora più innamorata, e mi imponevo che ognuno avesse il suo per modo per dire ti

amo.

Avevo bisogno per, lo ricordo. E spesso mi faceva male trattenerlo, perché un ti amo non ricambiato sembra quasi

inutile. Come se non stessimo insieme.

Ma tu non capivi nulla.

I miei sorrisi spenti, tu li vedevi come normali.

Ed mi chiedevo: si può amare qualcuno che non ti capisce? Qualcuno che non si accorge che quella cosa ti ferisce

tanto? Si può amare solo per amore? L’amore davvero basta? Un solo ti amo, è abbastanza ?

Domande sempre uguali.

Risposte mai.

Non ho mai cercato le risposte. Sono sempre loro che si piazzavano davanti, e per quanto i provassi a evitarle, loro

erano lì.

Tu sei troppo per.

Lui hai bisogno di qualcun’altra che voglia una storia semplice, senza colpi di scena.

Sei troppo romantica. Lui nemmeno lo capisce.

A piacergli, gli piace. Chiamalo scemo! A chi non piace essere l’universo intero di una persona?

A chi non piace essere ricoperto di dolcezze anche sciocche, ma piene d’amore?

E le risposte che poi formulavano nuove domande. E l’età stava cambiando. Sembra scema come cosa, ma finché hai

l’uno davanti ti senti ancora una ragazzina che sogna il grande amore. Una che sopporterebbe tutto.

Appena arriva il due, si chiude la seconda saga della vita.

Da piccola ho sempre visto la vita come un libro, e ad ogni cambio di numero primo, era una nuova saga.

Le pagine sono i giorni.

I capitolo gli anno.

E un nuovo numero primo, una nuova saga.

Piano, piano cresci e cambia la visione della vita.

Ti amo, ma non basta.

Non è vero che l’amore basta.

Occorre che entrambi facciamo qualcosa per farlo crescere.

Quanto amore possiamo contenere per una sola persona in tutto l’universo?

È un dolce mistero che si potrà solo contemplare, ma mai svelare.

Page 26: Quello che non ti ho mai detto (2)

Dopotutto se l’amore non fosse un dolce enigma, non sarebbe la follia.

Sarebbe facile, e ciò che è facile al cuore non piace.

Vuole battere per gioia, per paura, e senza mai sosta.

Ed io è tutto ciò che provo per te.

Dal primo giorno sei stato il chiaro di luna della mia vita.

Tu non tramonti mai. Anche quando è successo, per me non è mai accaduto.

Tu sei tu, e vai contro alle leggi della natura.

Tu riesci a farmi male e bene senza sentire il distacco.

Una lacrima scende sulle labbra e diventa un sorriso.

Solo con te questo, amore.

La felicità è qualcosa di spontaneo quando stiamo insieme.

Con te sono felice ovunque.

Ogni luogo è bello se lo guardo attraverso gli occhi tuoi.

Ogni cosa è bella da toccare se sei tu a porgerla sulle mie mani, pelle, corpo….

Ogni profumo è bello dove c’è la tua pelle.

In ogni cosa belle c’è sempre la tua presenza, perché solo con te c’è la vera bellezza.

Poi cos’è la bellezza?

Non la trovi in uno specchio.

Non è un bel fisico.

La bellezza la riconosci solo quando t’innamori.

Io credo che quando si è innamorati è impossibile non conoscere la bellezza.

Noi due, siamo la bellezza.

Noi due.

Bellezza.

Meraviglia.

Amore.

Tesoro.

Noi due.

Più belli qualsiasi coppia cinematografica.

Più emozionanti di un romanzo.

Page 27: Quello che non ti ho mai detto (2)

L’amore non è come quello scritto nei libri, è complicato, pieno di pianti e difficoltà .

L’amore descritto dai libri ci aiuta a sognare e sorridere .

L’amore di carta è solo emozione ,e basta .

L’amore di carne invece è la ragione per cui la mattina ti alzi e sorridi , oppure la ragione per cui non riesci a dormire .

Dobbiamo capire che nessuno comprenderà mai bene l’altro , ma che conta soltanto l’amore e la voglia di provarci

ancora .

Perché l’amore finché è una prova , non sarà mai l’abitudine .

Se sii combatte, non si perde mai il traguardo ..

L’amore va conquistato ogni giorno , altrimenti muore come un neonato che non viene nutrito.

Quindi leggere è importantissimo e fa bene alla salute e alla mente ..

Ma non deve essere motivo di ostacolo nel vivere la vita .

Perché l’unico ideale è la persona che ci farà perdere la testa , e scoprire di avere un cuore …

E tu sei tutto questo .

Hai superato le mie aspettative e i mie sogni ..

Tu sei tutto ciò che io non ho , ed io sono tutto quello che tu non hai .

Ci siamo trovati , persi e ritrovati .

Perché quando due cuori si riconoscono ,la mente focalizza il volto per sempre .

Ed sono qui , non recensire un libro che mi è piaciuto tanto .

Sto parlando della mia vita con te ,amore .

Sto parlando di te e me ,che insieme diventiamo un meraviglioso “noi due” .

Ti ricordi quando mi regalisti quell’uovo gigante che pesava più di me? ( Non ci vuole molto a pesare e ad essere più

alto di me.)

L’aprì e ci trovai il mio amato cucciolo in formato grande!

Ho sempre amato Cucciolo.

Il mio nano preferito che si esprimeva solo a smorfie.

Un po’ mocciosetto, ma dolcissimo.

È il mio regalo preferito, sai? A parte i libri che mi hai regalato, e che io automaticamente ti dedicavo.

Non mi emoziono di fronte a collane, e tutti annessi e connessi.

Non ci trovo emozione.

Invece in Cucciolo trovo la morbidezza.

Nei libri parole che mi fanno luccicare gli occhi, e che poi dedico a te.

Mi prendono di più le parole, che gli accessori.

Ormai ti sei abituato, amore!

In ogni ricordo ci sei tu.

Hai riempito ogni cassetto della mia mente.

Hai invaso le vie del mie cuore.

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La mia anima è piena di te.

La mia vita è vera solo con te.

Tutto solo con te!

Prima di te non c’è nulla.

Lo vedi cosa sei per me?

Vedi quanta importanza hai?

Sei l’inizio, il durante, mai fine.

Non voglio un vissero felici e contenti.

Voglio un vissero ogni giorno, nonostante tutto.

Prometti?

Arrivo il giorno in cui trovasti il coraggio di dirmi ti amo.

Io fui contenta di vedere quelle lettere scritte sole per me: TI AMO.

ma quando tu mi dicesti che avevi represso tutto e volte che lo stavi per ricambiare per dirmelo quando meno me

l’aspettavo, tutto prese una piega diversa.

Non amo le cose programmate.

Ma con te è sempre andato bene tutto.

Anche ciò che non sopportavo, con te diventava abito da indossare.

Quando qualcuno riesce a farti entrare nel cuore qualunque cosa, non hai scampo. Non ha direzione diversa da quella

che ti porta da lui.

Ed io non ho scelta.

Chi ami non è mai una scelta, ma una dolce eventualità che ti prende in pieno volto.

E non ti resta che lasciarti prendere e trasportare nel mare.

E ami.

Ti amo.

Mi ami.

Nel tuo strano e bizzarro modo mi ami, lo so.

E ti ricordi quando ti dedicai queste righe?

C’è una famosa frase che dice che quando ami qualcuno, non hai un perché se è vero amore.

Non vorrei offendere, perché ci ho creduto anche io in questa frase.

Ma poi un giorno ho pensato al motivo per cui io sono innamorata di te.

Non voleva un risposta, non saprei dove metterla.

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Solo che quando due persone che si innamorano sono diverse e hanno pochissime cose e interessi in comune, credo

che sia normale chiedersi cosa sia successo.

Ad esempio la prima cosa che penso di te sono le tue espressioni.

Mi fanno impazzire, e suscitano tenerezza e eccitazione.

Con uno sguardo mi fai vibrare la schiena, mi acceleri il battito cardiaco e mi fai tremare le gambe.

Il tuo sguardo è così scure e inteso che anche il mare invidia la tua profondità.

Il cielo si mette da parte di fronte alla tua infinita bellezza.

Non parlo di quella bellezza fatta di palestra e muscoli.

Non mi è mai interessata la bellezza artificiale .

La tua bellezza racchiude tutto il tuo essere te stesso.

La tua sicurezza, il tuo controllo su tutto, e poi vederti fragile di fronte a certe emozioni.

La bellezza della tua pelle morbida e candida, che profuma di te e quando facciamo l’amore resta addosso.

Le tue braccia che sono la mia casa, e le tue labbra sono le chiavi per aprire la porta della felicità.

Le nostre serata semplici, come quella volta che mangiammo tranci di pizza su una panchina e tu non trovavi perché

non ero comodo.

Ti lamentavi per il freddo e perché avevi le mani sporche, ma eri felice.

Quando andiamo al cinema, e entrambi ci lamentiamo se lo sceglie l’altro.

Ma lo stesso siamo felici.

Ti ricordi di quando mangiammo il primo cornetto insieme?

Io mi sporcai di zucchero filato e nutella, e tu ridevi perché già sapevi che sarebbe accaduto.

Dall’inizio sono stato il tuo divertimento preferito, in senso dolce.

Io e te siamo in tutto l’opposto dell’altro.

Ridiamo sulle cose ci rendono diversi.

E ci ridiamo sopra, anche se non è sempre facile.

Perché a volte possono pesare le differenze.

Fanno paura di perdere l’altro.

Ma per essere ancora qui, vuol dire che l’amore è sul serio la forza più potente mai esistita.

Amami nonostante tutto ciò che ci divide .

Amami anche nei periodi più strani, perché lo so che stare con me è una grande impresa.

Amami quando mi chiudo a riccio, e non voglio comunicare.

Ama soprattutto il mio silenzio, perché è quando ho più bisogno di te.

Amami anche se non sono così femminile e mi piace da morire la birra.

Amami quando sembro distate, perché voglio che tu mi prenda.

Amami sempre, non andartene mai.

Resta con me, anche se non ho nulla di speciale.

Non sono così bella da far perdere la testa, ma resta.

Ti donerò tutto quello che ho e quello potrò.

La tenerezza sarà la tua coperta quando avrai freddo.

La dolcezza il cuscino quando sarai stanco della routine.

Il mio amore ,la tua casa per sempre .

Mi abbracciasti forte, e mi bloccasti con tanti baci.

Sei forte quando mi abbracci.

Sento tutto il tuo peso, e mi fa impazzire sentirti così.

Tu che hai paura che mi faccia male, ed io che ti chiedo di restare così.

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Incollare la mia pelle alla tue, e sentire il peso che invade fin sopra le ossa.

Perché io ti amo con ogni annesso del mio corpo.

E ogni parte deve sentire il tuo peso, il tuo calore, la tua presenza.

Durante il viaggio.

Eccoci dopo anni che io e te non siamo più una storia, ma siamo anche un futuro da creare.

Mi piace fantasticare su di noi.

Una casa. Una famiglia. Un figlio.

Ho sempre visto un figlio come la firma del nostro amore. Il nostro amore personificato, e da curare.

Una cosa solo nostra, senza nessuno.

Il nostro tesoro da curare e proteggere.

La nostra vera ricchezza.

Chiudo gli occhi, e immagino la colazione insieme, e voi due che vi sporcate ed io che faccio finta di irritarmi.

Immagino sempre una famiglia insieme.

Mettere radice, piante, e curare. L’origine di qualcosa si solo nostro.

Ma per arrivare a tutto questo occorre vivere il presente.

Senza seme, non ci sarà raccolto.

Senza acqua non c’è vita.

Ed a volte temo che io e te siamo diventi abitudine.

Il vederci.

Le serate.

E noi? Siamo diventati una coppia, e non più noi due?

È normale?

E tutto cambia senza nemmeno accorgerti, e mi ritrovo diversa.

Sono cambiata io, oppure i mie occhi che ormai hanno una visione diversa?

Meno sognante.

Più spenta dalla paura che noi diventiamo come quelle coppie per cui ho sempre provato pena.

Coppie che ormai si sono accettate e comprese, e va bene così.

Che non occorre più conquistare, perché si è già vincitori.

No, io al solo pensiero di noi così, mi viene da star male.

Invece per te va bene così.

Page 31: Quello che non ti ho mai detto (2)

Eh, si, amore, mi davi questa impressione, e tremo di paura.

L’importante è che ci amavamo, senza curare le piccolezze.

E diventavamo routine..

Come acqua dentro acqua.

E tu non ti accorgevi di nulla.

Non l’hai mai fatto per cattiveria, questo lo so.

Anzi sei la persona più buona e cara che abbia mai conosciuto.

Oltre all’amore, questo è il mio principale pensiero.

Il troppo pragmatismo che ti porta a non dare importanza a certe sfumature.

La troppa praticità, il troppo realismo, che ti ha mai portato a non tuffarti prima di riflettere e meditare.

Quando ho bisogno di stare sola con te, e tu non capisci.

Quando ho voglia di trascorrere dei giorni con te, e per te non conta.

Non vedi differenze.

Per te le cose sono solo bianche e nere.

Invece per me ogni colore è frutto di due colori che sono stati mescolati.

Ed ora che sembriamo quasi distanti, dimmi che senso abbiamo?

Dove sono finite le nostre emozioni?

Perché mi sento così lontana da te?

Perché la mia dolcezza, il mio romanticismo sono malati terminali?

Perché sento freddo, se penso a te e me?

Perché appena mi baci tutto scompare, ma poi ritorna, maledettamente ritorna.

Perché cerco nei sogni quello che vorrei da te?

Perché non comunichiamo più?

È come se entrambi avvertissimo che qualcosa manca, ma non riusciamo a dirlo.

C’è tutto, eppure manca qualcosa.

Sono ancora il tuo brivido? Oppure sono solo un giorno stabilito?

E quanti pensieri che prendevano forma dentro la mia testa.

Tarli velenosi che non avevano pietà per il mio povero cuore.

La sensazioni che tutti stava per finire, senza che nemmeno ci accorgevamo di nulla.

Le rotture silenziose di una storia mentre si è ancora uniti, sono le peggiori.

Ti annientano l’anima.

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Ti macerano il cuore.

Ti distruggono la mente.

E noi che mentre cenavamo di fronte, accanto, e tutto era distante.

In serata che non vedevo l’ora che finiscano perché i riempivano di quel vuoto così pieno e pesante.

Come una coppia ormai sicura del domani.

Come coppia che aveva il per sempre assicurato dall’abitudine.

Io non voglio un per sempre.

Io voglio noi due ogni giorno, vivendo a pieno e superando gli alti e bassi.

Il pensiero che ero diventata una abitudine, mi logorava i bordi del cuore, ed avevo paure che pian, piano si

consumasse tutto.

Crescendo capisci che non è possibile amare e basta.

Ci sono delle piccolezze che tengono in vita la storia.

E senza le piccolezze, non si possono apprezzare i grandi gesti.

È così la paura prendeva vita dentro me.

La paura amore, è una brutta nemica.

Ti pone domande crudeli e ti spiazza dentro, senza pietà, ma vai avanti lo stesso.

Perché si preferisce stare male con lui, che senza.

Ecco perché l’amore è cieco, pazzo e masochista.

Ci lasciamo torturare senza nemmeno riballarci.

Senza esso sembra quasi che non abbiamo identità.

Intanto i giorni passano, e anche il resto.

Come sia arrivati fin qui?

Come fai a stare bene anche senza stimoli?

Non ti spaventa che tutto possa finire?

Non hai paura di perdermi?

Troppo sicurezze. Troppo amore.

E mi sentivo stupida di non riuscirti neppure a dirtelo che non andava bene tra noi due.

Che avevo paura che un domani non vedevo un noi.

E già solo al pensiero stavo male.

Tutto resta sempre uguale, e tu non facevi nulla.

E allora ecco dei piccoli segni di allarme.

E lì ti rendi conto che una persona solo quando sa che ti sta perdendo che tira fuori tutto quello che ti è mancato.

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Si, amore. Tu hai saputo riprendermi. (E sai sempre come riprendermi.)

Sai sempre come trattenermi.

Mille motivi per mollare, e uno per restare.

Uno che è immenso, e i mille motivi scompaiono.

Tu conosci le mie debolezze.

Conosci ciò che mi fa impazzire.

Sei la mia unica intimità, amore.

Nel bene e nel male, sempre tu.

E quelle domande diventano un lontano ricordo.

E non cerchi nemmeno più risposte.

E quindi l’amore è sempre lì, nonostante tutto.

L’amore non muore mai.

È erba selvatica.

Può appassire e rifiorire senza traumi.

E ti senti anche in colpa di certi pensieri.

E l’età che ti forma e ti dona una nuova visione di voi due.

Non conta ciò che c’è, conta che ci siete voi due.

Con i vostri difetti.

I nostri difetti amore.

Le nostre differenze.

Il nostro essere opposti.

Il nostro mondo.

Si, amore mio!

Ed io che anche se avevo paura, non ho smesso mai di crederci.

Non ho mai smesso di fonderci, e mescolare le nostre diversità.

La parte mancante.

Ciò che hanno sempre scritto e cantato.

La nostra storia piena di difficoltà.

Così sofferta, ma vera, amore.

E anche se sapevo che mi sarei spenta, e avrei valuto finirla con te, non sarei mai andata via.

Non è forse questo il senso dell’amore?

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La prima destinazione scesa insieme.

Sono diventata grande con te.

Il dolore di un tempo si è trasformato in fertilizzante, e la nostra storia è viva e germoglia sempre.

I problemi ci sono sempre, ma ho imparato a prenderli per la mano e farli ragionare.

Anche tu l’ha fatto, non me l’aspettavo.

In certo senso sei diventato grande anche tu.

E ci amiamo come il primo incontro, forse ancora di più, perché abbiamo resistito e lottato.

Ora che abbiamo una famiglia nostra, responsabilità nostre, e Sveva che sorride e inizia a comunicare le sue prime

parole.

Sveva è il nostro amore personificato.

È l’unione di me e te.

La nostra vera foto animata.

I nostri sentimenti vivi.

Ti ricordi quando ti dissi: non saremo più in due, ma in tre, amore.

Tu mi prendesti in braccio, e mi stringesti così forte che secondo me Sveva si sentì soffocare.

Rallentasti la stretta.

Mi baciasti.

Facemmo l’amore. Perché Sveva è nata dai nostri corpi uniti, e doveva sentire la nostra felicita e il nostro amore.

Ti ricordi le prime ecografie?

La paura e l’ansia che nascesse con qualcosa di negativo.

Poi la tranquillità e solo tanta attesa prima di venire al mondo.

Teniamo tutte le ecografie conservate.

Sono le foto più belle, perché Sveva si stava formando dentro di me.

Ho creato un album che raccoglie le sue foto quando era ancora dentro di me. Tengo scritte tutte le date, allegate alle

rispettive foto.

L’evoluzione di Sveva avvenuta dentro di me, è indescrivibile.

Per quanto doloroso e faticoso, è una gioia che ti riempie e sorridi.

E tu, ansioso come sempre per il mio essere debole e esile, e mi costringevi a prendere vitamine, a nutrirmi, e mi

lasciasti fare un po’ ti attività fisica solo perché il medico disse che faceva bene alla bambina.

Poi arrivò il giorno in cui Sveva si era scocciata di restare chiusa dentro di me.

Quante corse.

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Quante spinte,

quante lacrime.

Quanta gioia.

Sveva era tra le miei braccia, piccola e bagnata di me.

Piangeva ed era piccolissima.

Eravamo al completo.

Mi baciasti, e la piccola che piangeva tanto, la portarono via per metterla in cubatrice.

Il medico disse che era solo un paio di giorni, perché solo leggermente sotto peso.

-ha preso da te! Speriamo che il carattere sarà come il mio.- dicesti sorridendo.

-speriamo che non prenda le tue carenze linguistiche.-

Mi baciasti di nuovo.

E poi arrivarono le prime cose da comprare.

Sono i momenti più belli quando compri le sue prime cose.

E poi ancora più belle le sue prime funzioni.

E pian piano che cresce, diventa sempre più bella.

Ed ha il tuo sorriso bellissimo.

Quel sorriso che mi fregato.

Infatti la furbetta quando capisce che hai fatto un piccolo pasticcio, mi sorride.

Ha le tue espressioni, il mio desiderio è stata realizzato.

Ed ora che sono qui in cucina, e ti vedo giocare con Sveva, mi scende una lacrima.

Tu e lei sorridete felici in giardino, sull’altalena che i nonni le hanno regalato da poco.

Il vostro sorriso.

E tutto le lacrime, le notte insonni, e le volte che ti volevo mandare via, hanno un senso.

Restare e combattere.

Si, amore.

Il sorriso di Sveva, è il ti amo più bello.