Quartetto Artemis · dei maggiori festival in Europa, Stati Uniti, Giappone, Sud America e...

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Foto © Nikolaj Lund Quartetto Artemis STAGIONE 2017 | 18 martedì 6 marzo 2018 | ore 20,30 SALA VERDI DEL CONSERVATORIO

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QuartettoArtemisSTAGIONE 2017 | 18 martedì 6 marzo 2018 | ore 20,30

SALA VERDI DEL CONSERVATORIO

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SOSTENGONO LA SOCIETÀ DEL QUARTETTO

COLLABORANO CON LA SOCIETÀ DEL QUARTETTO

LA SOCIETÀ DEL QUARTETTO PARTECIPA A

MEDIA PARTNER

Consiglieri di turno

Lodovico Barassi Andrea Kerbaker

Direttore artistico

Paolo Arcà

È vietato, senza il consenso dell’artista, fare fotografie e registrazioni, audio o video, anche con il cellulare.

Iniziato il concerto, si può entrare in sala solo alla fine di ogni composizione. Si raccomanda di:

• disattivare le suonerie dei telefoni e ogni altro apparecchio con dispositivi acustici

• evitare colpi di tosse e fruscii del programma

• non lasciare la sala fino al congedo dell’artista

Il programma è pubblicato sul nostro sito web il venerdi precedente il concerto.

Consiglio direttivo

Antonio Magnocavallo presidente, Francesca Moncada di Paternò vice presidente, Marco Bisceglia consigliere delegato, Ilaria Borletti Buitoni, Anna Calabro, Maria Majno, Mario Bassani, Lodovico Barassi, Salvatore Carrubba, Andrea Kerbaker, Marco Magnifico Fracaro consiglieri

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Felix Mendelssohn (Amburgo 1809 - Lipsia 1847)

Quartetto n. 3 in re maggiore op. 44 n. 1 (ca. 30’)I. Molto allegro II. Menuetto. Un poco Allegretto III. Andante espressivo ma con moto IV. Finale. Presto con brio

Dmitrij Šostakovič (San Pietroburgo 1906 - Mosca 1975)

Quartetto n. 5 in si bemolle maggiore op. 92 (ca. 29’)I. Allegro non troppo II. Andante III. Moderato

Intervallo

Wolfgang Amadeus Mozart(Salisburgo 1756 - Vienna 1791)

Quartetto n. 19 in do maggiore K 465 “Le dissonanze” (ca. 30’)I. Adagio. Allegro II. Andante cantabile III. Minuetto e Trio IV. Allegro molto

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«Al mio caro amico Haydn.

Un padre, avendo risolto di mandare i suoi figli nel gran mondo, stimò

doverli affidare alla protezione e condotta di un uomo molto celebre, il

quale, per buona sorte, era il suo migliore amico. Eccoti dunque, uomo

celebre ed amico mio carissimo, i sei miei figli. Essi sono, è vero, il frutto

di una lunga e laboriosa fatica, pur la speranza fattami da più amici di

vederla almeno in parte compensata, m’incoraggia, mi lusinga, che

queste parti siano per essermi un giorno di qualche consolazione. Tu

stesso amico carissimo, nell’ultimo tuo soggiorno in questa capitale,

me ne dimostrasti la tua soddisfazione. Questo tuo suffragio mi anima

perché io te li raccomandi, e mi fa sperare che non ti sembreranno

indegni del tuo favore. Piacciati dunque accoglierli benignamente;

ed esser loro padre, guida, ed amico. Da questo momento io ti cedo i

miei diritti sopra di essi: ti supplico di guardare con indulgenza i difetti

che l’occhio parziale di padre mi può aver celati, e di continuare, loro

malgrado, la generosa tua amicizia a chi tanto l’apprezza, mentre sono

di tutto cuore

Il tuo sincerissimo amico

W.A. Mozart

Vienna, il primo settembre 1785»

Con questa dedica ad Haydn, Mozart pubblica presso l’editore Artaria di

Vienna una raccolta di sei Quartetti composti tra il 1782 e il 1785, chiusa

dal Quartetto in do maggiore K 465 in programma stasera.

Traspaiono, nella parole di Mozart, il tono quasi di venerazione verso

Haydn e, insieme, il significato del tutto particolare attribuito a queste

Il quartetto d’archi, forma difficile e nobile

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Il quartetto d’archi, forma difficile e nobile

composizioni. Mozart intendeva rendere omaggio non solo a Haydn, ma

allo stile quartettistico che egli aveva forgiato.

Allo stesso tempo, questa serie di quartetti esemplifica la distanza del

mondo espressivo mozartiano da quello dell’autore più anziano. Mozart

evita, ad esempio, il gusto popolare così caro ad Haydn, preferisce

un materiale melodico di impronta più dotta, un contenuto armonico

più spregiudicato, una elaborazione contrappuntistica segnata dallo

studio recente delle opere di Bach e Händel. Non a caso, le reazioni dei

contemporanei nell’accogliere la nuova opera furono di sconcerto e

scetticismo.

L’Adagio introduttivo, in particolare, suscitò varie perplessità al momento

della pubblicazione e ancora a lungo nell’Ottocento, persino presso i più

fanatici mozartiani, guadagnando all’intera composizione il denominativo

di «Quartetto delle dissonanze».

L’arditezza dei rapporti armonici, istituita dalla frase che il primo violino

ripete al principio, è innegabile, tale anzi da considerarla oggi tra le

prove della modernità di Mozart. Senonché una lettura orizzontale,

ossia contrappuntistica, della pagina, oltre a fornire la chiave del brano,

permette altresì di intravedere l’intento di un altro omaggio: quello

all’antica arte musicale tedesca simbolizzata da Bach.

Dopo la tensione espressiva dell’introduzione, il brano privilegia un

tono più spensierato e una logica di contrasti quasi teatrale, con un

primo tempo, l’Allegro, in forma sonata, brioso e limpido come pochi

altri, continuamente alimentato dal gioco delle imitazioni cui dà

luogo il primo tema. Nell’Andante cantabile il carattere lirico permea

il discorso dei quattro strumenti. Tre gli schemi di scrittura: la guida

melodica del violino primo, il dialogo serrato fra violino secondo e viola,

l’accompagnamento ostinato del violoncello con interventi successivi

delle voci superiori. Al Minuetto, elegante nel suo fraseggio cromatico,

si oppone un agitato Trio in modo minore. Tutto gravita verso il Finale,

l’Allegro molto, una pagina di eccezionale ampiezza in forma sonata e

un’ultima prova dell’inimitabile arte mozartiana di associare sapienza e

Mozart intendeva rendere omaggio non solo a Haydn, ma allo stile quartettistico che egli aveva forgiato

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Massimo Mila ha magistralmente definito l’essenza caratteristica di Mendelssohn come «Romanticismo felice»

naturalezza: se il modello haydniano è particolarmente evidente, Mozart

sfoggia, altresì, tutte le risorse del nuovo stile di scrittura, con i calibrati

giochi di imitazione, l’incisività ritmica, gli improvvisi silenzi e l’abilità di

dar vita, con la sua tipica ironia, ad affascinanti imprevisti.

Mozart non fu il solo, né l’ultimo grande compositore a considerare

Haydn il padre del quartetto per archi. Grazie all’apprendistato con

i violinisti-compositori Eduard Rietz nel 1824 e Pierre Baillot l’anno

successivo, a Parigi, Felix Mendelssohn iniziò ad approfondire lo studio

del repertorio quartettistico, da Haydn a Beethoven. E proprio a Parigi,

grazie a Baillot, fu eseguito dagli allievi del Conservatorio, nel 1832, il

Quartetto in la maggiore per archi op. 13, già caratterizzato da una felice

inventiva melodica. Una decina d’anni dopo, rivolgendosi agli allievi

di composizione del Conservatorio di Lipsia, che egli aveva fondato

nel 1843, Mendelssohn consigliava «di imitare esattamente la forma

di un quartetto di Haydn» e precisava: «Così ha fatto con me anche il

mio maestro Zelter». In piena atmosfera romantica, Haydn continua ad

essere un punto di riferimento fondamentale.

Per l’organico di soli archi, a parte il giovanile Quartetto in mi bemolle

maggiore e i Quattro pezzi pubblicati postumi, Mendelssohn compose,

oltre all’Ottetto, due Quintetti - quello in la maggiore op. 18 e quello

in si bemolle maggiore op. 87 - e sei Quartetti: l’op. 12 in mi bemolle

maggiore, l’op. 13 in la maggiore, i tre Quartetti dell’op. 44, infine il Sesto

Quartetto in fa minore op. 80.

Il Quartetto n. 1 op. 44 in re maggiore è un ottimo esempio di

quell’attitudine mendelssohniana che Massimo Mila ha magistralmente

definito «Romanticismo felice».

Nel perfetto equilibrio tra i movimenti, dominati da un’impronta

nettamente classica, e all’interno di schemi formali delineati con sicura

trasparenza, si fanno largo quell’inventiva melodica e quell’originale

scrittura contrappuntistica che caratterizzano la produzione di

Mendelssohn fin dai suoi primi lavori. Il primo movimento, Molto allegro,

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presenta un’efficace contrapposizione tra gli esuberanti accenti dell’idea

principale e il carattere maggiormente rigoroso del secondo tema. La

scorrevolezza, la fluidità discorsiva del movimento iniziale caratterizza

anche il secondo movimento, un Menuetto di stampo haydniano,

agile ed elegante. Nella tonalità di si minore, l’Andante espressivo ma

con moto diventa il luogo dell’effusione lirica, che si espande nella

successione di intense frasi melodiche, vagamente intessute d’una vena

nostalgica. Il finale, Presto con brio, si traduce in un vorticoso e brillante

saltarello, che ricorda a tratti la Sinfonia Italiana. Eleganza e brillantezza

celano, durante tutta la composizione, un rigoroso ed efficace impiego

del contrappunto e dei più complessi processi imitativi, con quella

padronanza delle tecniche compositive che Julius Benedict, allievo di

Weber, notava già nel 1821, quando Felix aveva appena dodici anni.

Il Quartetto n. 5 di Šostakovič reca la dedica al Quartetto Beethoven,

formato da quattro musicisti russi (D. Zuganov, V. Širinkij, V. Borisolskij,

S. Širinkij), carissimi amici del compositore, in occasione del trentesimo

anniversario della costituzione dell’ensemble, e fu eseguito dagli stessi

dedicatari per la prima volta nella sala del Conservatorio di Mosca

il 13 novembre del 1953.

Il quartetto, in tre movimenti che si succedono senza soluzione di

continuità, ha un carattere spiccatamente sinfonico e Šostakovič lo

concepì come una sorta di sinfonia per quattro strumenti. Si tratta di un

lavoro di ampie dimensioni e crescente tensione drammatica, nel quale

la musica parla un linguaggio altamente dissonante, che non giunge a

risolvere alcuna delle tensioni create.

All’inizio dell’Allegro non troppo, Šostakovič presenta una cellula di tre

note ascendenti in successione cromatica che costituisce l’incipit della

prima idea tematica e ricorrerà in svariate forme e funzioni in tutto il

quartetto. Il materiale iniziale viene quindi elaborato attraverso una

scrittura intensa e una sonorità volutamente violenta, con il violoncello e

la viola che reiterano scale ascendenti e discendenti, accompagnando

i due violini che riprendono il tema raddoppiato all’ottava. Questa

sezione, fortemente cromatica, produce un accumulo di tensione

tale che il secondo tema giunge come un balsamo alle orecchie

dell’ascoltatore. Si tratta inizialmente di una semplice e innocente

melodia, in tempo di valzer, eseguita dal violino secondo, che passa

quindi, in una forma variata, al violoncello, assumendo tuttavia un

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carattere sinistro a causa delle scale cromatiche della viola e dei ritmi

irregolari dei violini. Nella ripresa della prima sezione, caratterizzata da

una progressiva intensificazione della scrittura e crescente dinamica, la

cellula di tre note ascendenti compare in diverse forme, tra cui quella

retrograda; torna anche il secondo tema, questa volta presentato dal

violino primo. La coda è sorprendente: ancora il violino primo intona una

melodia, accompagnato, dagli altri strumenti, fino a stabilirsi per ben

ventisei battute su un fa acuto, che chiude il primo movimento e, senza

soluzione di continuità, apre quello centrale.

L’Andante è quanto mai distante, sotto ogni aspetto, dall’Allegro

non troppo. Šostakovič costruisce un’atmosfera statica e raggelata,

conferendo alle tre voci superiori una linea melodica pura ed essenziale,

eseguita ad ottave differenti, in contrapposizione al suono profondo del

violoncello. Una maggiore fluidità caratterizza la seconda sezione del

movimento (Andantino) dove il violino primo intona una cupa melodia

sul ritmo sincopato del violoncello. Il finale è una completa sorpresa.

Šostakovič riprende alcuni temi, o parti di essi, che avevamo già sentito

nei movimenti precedenti e quindi la musica si avvia a spegnersi: il violino

continua, stancamente, ad intonare la sua melodia, sopra un tappeto

sonoro che fa scivolare tutto progressivamente in un silenzio glaciale.

Giulia Ferraro Conservatorio “G. Verdi” di Milano

Laureanda in Discipline storiche,

critiche e analitiche della musica

Šostakovič concepì questo quartetto come una sorta di sinfonia per quattro strumenti

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Quartetto Artemis

Costituito nel 1989 da quattro studenti della Musikhochschule di

Lubecca, il Quartetto Artemis ha studiato con Walter Levin del Quartetto

LaSalle, il Quartetto Alban Berg, il Quartetto Emerson e il Quartetto

Juilliard. Nel 1996 ha meritato il primo premio al concorso ARD di

Monaco di Baviera e al concorso Paolo Borciani di Reggio Emilia.

Segue subito dopo l’invito dell’Accademia delle Scienze di Berlino dove

il Quartetto ha modo di continuare gli studi musicali e approfittare di un

importante scambio interdisciplinare e il debutto alla Philharmonie di

Berlino.

Da allora è ospite delle più importanti sale da concerto del mondo e

dei maggiori festival in Europa, Stati Uniti, Giappone, Sud America e

Australia. Ha un proprio ciclo di concerti, dal 2004, nel Kammermusiksaal

della Philharmonie di Berlino, dal 2011 al Wiener Konzerthaus

di Vienna (con il Quartetto Belcea) e, dalla stagione 2016/17, al

Prinzregententheater di Monaco di Baviera.

Vineta Sareika violinoAnthea Kreston violinoGregor Sigl violaEckart Runge violoncello

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Collabora con musicisti di primo piano quali Sabine Meyer, Elisabeth

Leonskaia, Juliane Banse e Jörg Widmann; con Leif Ove Andsnes ha

eseguito i Quintetti di Schumann e Brahms, il Quintetto di Schubert

con Truls Mørk e Verklärte Nacht di Schönberg con Thomas Kakuska e

Valentin Erben del Quartetto Alban Berg.

Anche la musica contemporanea ha largo spazio nella preparazione

dei programmi. Hanno composto per il Quartetto Mauricio Sotelo, Jörg

Widmann, Thomas Larcher e Daniel Schnyder; nel 2015 hanno dato

vita ad un concorso di composizione che ha premiato il Quartetto n. 2 di

Eduard Demetz, eseguito a Berlino nel 2016.

Dopo la tragica morte di Friedemann Weigle, nel luglio 2015, con

l’ingresso di Anthea Kreston al secondo violino, il Quartetto Artemis

ha iniziato una nuova vita.

Sono docenti presso l’Università delle Arti di Berlino e la Chapelle

Musicale Reine Elisabeth di Bruxelles.

Le numerose registrazioni del Quartetto hanno meritato più volte il

Premio della critica discografica tedesca, il Gramophone Award, il

Diapason d’or, l’ECHO Klassik. L’integrale del Quartetti di Beethoven è

stata premiata, nel 2011, con il Grand Prix de l’Académie Charles Cros. Tra

le più recenti ricordiamo un CD dedicato a Mendelssohn (ECHO Klassik)

e nell’autunno 2015 il CD dedicato a Freidemann Weigle con i Quartetti

op. 51 n. 1 e op 67 di Brahms (Premio annuale della critica discografica

tedesca).

È stato ospite della nostra Società nel 1998, 2002, 2006 e 2010.

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BIGLIETTI

IN VENDITA PRESSO

9.3 Ingresso intero € 10 € 20Socio FAI € 5 € 10Socio Società del Quartetto € 5 € 10Under 26 € 5 € 5

Società del Quartetto, via Durini 24, Milano, da lunedì a venerdì ore 13.30 - 17.30Call Center 89.22.34 (servizio a pagamento)Punti vendita VivaticketOnline su www.quartettomilano.it e www.vivaticket.itda un’ora prima del concerto a Villa Necchi Campiglio, secondo disponibilità

Quartetto DàidalosBeethoven Dodaro Verdi

Quartetto Echos Haydn Vacchi Schumann

Quartetto EposHaydn Dall’Ongaro Schubert

Quartetto IndacoMozart Boccherini Schubert Puccini Stravinskij Sollima

Quartetto FauvesMozart Galante Borodin

20.1

27.1

28.4

24.3

10.29.3

Quartetto MauriceBach Fedele Šostakovič

3.2

Quartetto di Cremona

Webern Beethoven

Società del Quartetto di Milano via Durini 24 - 20122 MilanoTel 02 795 393 www.quartettomilano.it [email protected]

INFORMAZIONI

in collaborazione con

Tutti i concerti ore 17,30 eccetto il 9 Marzo ore 18,30

in collaborazione con

MUSICA NEL TENNIS dedicata a Etta Rusconi A VILLA NECCHI CAMPIGLIO Via Mozart 14 Milano

Quartetti d’Italia

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martedì 6 marzo | Quartetto Artemis Mendelssohn - Quartetto n. 3 in re maggiore op. 44 n. 1 Šostakovič - Quartetto n. 5 in si bemolle maggiore op. 92 Mozart - Quartetto n. 19 in do maggiore K 465 “Le dissonanze”

martedì 13 marzo Daniel Lozakovich violino Alexander Romanovsky pianoforte Mozart - Sonata n. 26 in si bemolle maggiore K 378 Schubert - Fantasia in do maggiore op. 159 D 934 Beethoven - Sonata n. 9 in la maggiore op. 47 “A Kreutzer”

venerdì 23 marzo | Radu Lupu pianoforte Schubert - Sei Moments musicaux op. 94 D 780 - Sonata in la minore op. 143 D 784 - Sonata in la maggiore op. post. D 959

mercoledì 4 e giovedì 5 aprile Piccolo Teatro Studio Melato Gloria Campaner pianoforte Natan Sinigaglia visual artist Mousiké Concerto per pianoforte e realtime graphics system Bach / Siloti - Preludio in si minore BWV 855a Pärt - Für Alina Bach - Suite inglese n. 3 in sol minore BWV 808 Skrjabin - Studio in do diesis minore op. 2 n. 1

Prokof’ev - Toccata op. 11 In collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa

martedì 10 aprile | Quartetto Mucha Haydn - Quartetto in re maggiore op. 76 n. 5 Hob.III.79 Janáček - Quartetto n. 1 “Sonata a Kreutzer” Dvořák - Quartetto n. 13 in sol maggiore op. 106

2018

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Franz Welser-Möst

Filarmonicadella Scala

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Direttore

7, 8, 9 marzo 2018

Sponsor Principale della Stagione

Ludwig van BeethovenSinfonia n. 1 in do magg. op. 21

Richard StraussSymphonia domestica op. 53

STAGIONE SINFONICA

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Grazie ai musicisti che hanno dato prestigio al Quartetto e ai Soci che l’hanno sostenuto e lo sostengono!

Vogliamo esprimere gratitudine ai Soci d’Onore, e prima di tutto ai grandi musicisti che hanno contribuito al successo del Quartetto nei suoi 153 anni di attività (da Richard Strauss e Anton Rubinstein nei lontani anni dell’800 a Rudolf Serkin, Mieczyslav Horszowski e Ton Koopman in tempi più vicini), ai Soci Vitalizi, ai Soci Benemeriti, fra i quali i “fedelissimi” con oltre 50 anni di associazione, ai Sostenitori, che col loro contributo annuale esprimono il loro apprezzamento per il Quartetto, e vorremmo crescessero sempre più.

Soci d’Onore

Johann Becker (1888), Franco Faccio (1888), Charles Gounod (1888), Joseph Joachim (1888), Joachim Raff (1888), Anton Rubinstein (1888), Pablo de Sarasate (1888), Richard Strauss (1888), August Wilhelmj (1888), Antonio Bazzini (1892), Felix Mottl (1892), Mieczyslav Horszowski (1985), Rudolf Serkin (1985), Ton Koopman (2003), Francesco Cesarini (2006), Harry Richter (2006), Giancarlo Rusconi (2017)

Soci Vitalizi

Gerardo Broggini, Paolo Dardanelli, Tomaso Davico di Quittengo, Carla Giambelli, Antonio Magnocavallo, Maria Majno, Francesca Moncada di Paternò,Carlo Vittore Navone, Gian Battista Origoni della Croce, Franca Sacchi, Luca Sega, Società del Giardino, Beatrice Svetlich, Pietro Svetlich, Paolo Terranova

Soci Benemeriti

Domenico Arena, Sandro Boccardi, Salvatore Carrubba, Francesco Cesarini, Philippe Daverio, Francesca del Torre Astaldi, Fondazione Sergio Dragoni, Anna Maria Holland, Carlo Musu, Quirino Principe, Sua Eminenza Gianfranco Ravasi, Harry Richter, Carlo Sini

I fedelissimi (soci da oltre 50 anni)

Francesco Adami, Ladislao Aloisi in memoriam, Ester Ascarelli, Margherita Balossi Barbiano di Belgiojoso, Maria Piera Barassi Livini, Carlo Barassi,Cecilia Bicchi,Maria Luisa Bonicalzi, Alessandra Carbone, Paolo Carbone, Paolo Carniti, Claudio Citrini, Mathias Deichmann, Giuseppe Deiure, Maria Cristina Delitala, Antonio Delitala, Roberto Fedi, Renzo Ferrante, Anna Ferrante, Salvatore Fiorenza, Maria Teresa Fontana, Anna Genoviè, Emma Guagnellini, Riccardo Luzzatto, Federico Magnifico, Antonio Magnocavallo, Giovanna Marziani Longo, Giovanni Miserocchi, Jacqueline Molho, Davy Molho, Giuseppe Mottola, Anna Mottola, Luciano Patetta, Luisella Patetta Deiana, Maria Carla Peduzzi, Giancarlo Rusconi, Pietro Saibene, Giuliana Saibene, Maria Vittoria Saibene, Giovanni Scalori, Luigi Scalori in memoriam, Luciano Scavia, Angelo Mario Sozzani, Ilaria Stendardi Antonini, Luca Trevisan, Giovanni Weisz

Soci Sostenitori

Marco Bisceglia, Ilaria Borletti Buitoni, Alberto Conti, Nora del Torre, Liliana Konigsman Sacerdoti, Marco Magnifico Fracaro

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Tel 02 795 393 | [email protected]

via Durini 24 - 20122 Milano |

www.quartettomilano.it

Per la stagione 2017/18 la Società del Quartetto ha attivato i seguenti progetti in collaborazione con: CONSERVATORIO “G. VERDI” Biennio di Discipline storiche, critiche e analitiche della musica

PROGETTO NOTE DI SALA

Maria Grazia Campisi, Giulia Ferraro, Lorenzo Paparazzo, Paola Rossetti, Creusa Suardi, Maurizio Tassoni

Supervisori: Pinuccia Carrer docente di Discipline musicologiche e Antonio Schilirò ex docente di Storia della musica

FONDAZIONE ARNOLDO E ALBERTO MONDADORI

PROGETTO EDITORIALE SOCIAL NETWORK

Alice Gualandris, Marta Mazzucchelli, Irene Milazzo, Valerio Talevi

Docente: Marco Cadioli

IED, ISTITUTO EUROPEO DI DESIGN

PROGETTO GRAFICO PROGRAMMA DI SALA

Camilla Agazzone, Alessia Arrighetti, Antonija Bubalo, Edoardo Campagner, Arianna Cassani, Tommaso De Bonis, Federico A. Fava, Sofia Fonda, Alice Porcella, Federico Sartori, Giulia Sigismondi

Staff: Dario Accanti coordinatore del corso triennale in Graphic Design, Sara Canavesi assistente triennale

Docente: Silvia Lanza, Studio 150up

PROGETTO FOTOGRAFICO Cristiana Cappucci, Valentina Colombo, Ilaria Cutuli, Eleonora Dottorini, Angela Guastaferro, Alessio Keilty, Marta Lunardi, Andrea Puxeddu, Luca Taddeo

Staff: Silvia Lelli coordinatrice del corso di formazione avanzata, Sabrina Radice assistente Master

Docente: Silvia Lelli

PROSSIMO CONCERTO martedì 13 marzo 2018, ore 20.30

SALA VERDI DEL CONSERVATORIO

CLASSICA HDMUSICA PERI TUOI OCCHI

“La musica esprime ciò che non può essere dettoe su cui è impossibile rimanere in silenzio”

Victor-Marie Hugo

Daniel Lozakovich violino

Alexander Romanovsky pianoforte

Non ancora 17enne, svedese di Stoccolma ma bielorusso d’origine, Daniel Lozakovich ama calcio, tennis e scacchi. Ma il violino è la sua passione: lo studia dal 2007, due anni dopo debutta con I Virtuosi di Mosca e Vladimir Spivakov e sbalordisce tutti. È subito conteso dalle istituzioni concertistiche internazionali e dagli insegnanti che lo vorrebbero allievo. Avrà accanto per il debutto al Quartetto il pianista Alexander Romanovsky, ucraino naturalizzato italiano, vincitore a soli 17 anni del Concorso Busoni di Bolzano, con il quale affronterà Mozart (Sonata K 378), Schubert (Fantasia D 934) e Beethoven (Sonata “A Kreutzer”).